PERFORMA
La dedizione come vero talento attraverso l’esperienza di dodici atleti Michele Boscacci, Marco De Gasperi, Eleonora Delnevo, Stefano Ghisolfi, Kilian Jornet Burgada, Tamara Lunger, Gesar Simon Messner, Simone Moro, Mario Poletti, Silvia Rampazzo, Jim Reynolds, Maurizio “Manolo” Zanolla
Eros Grazioli EDIZIONI VERSANTE SUD
Prima edizione: novembre 2020 Copyright © VERSANTE SUD S.r.l. via Longhi, 10 20137 - Milano www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Copertina: elaborazione grafica di Tommaso Bacciocchi Stampa: Mediaprint srl – San Giovanni Lupatoto (VR)
Ringraziamenti Molti sono i fatti e le persone che hanno contribuito all’idea e alla stesura di questo libro. Tutti loro hanno avuto grandissima importanza, con i loro consigli, con il loro aiuto, con la loro presenza. Ne citerò solo alcuni, certo di rammentarli tutti nei miei ricordi. Ringrazio in primis Roberto, Marco e tutti gli amici di Versante Sud: fin dalle mie prime arrampicate, da giovane, era un sogno poter scrivere per una casa editrice così importante. Ringrazio Sara per avermi accompagnato, stimolato, seguito in questo bellissimo “viaggio” e i miei bimbi per essersi prestati a fare da “modelli”. Ringrazio Emilio Previtali che ha dato ulteriore lustro alla mia opera con la sua prefazione. Matteo Zanga, che con le sue fotografie è sempre in grado di trasformare i miei pensieri e le parole in splendide immagini. Ringrazio i nostri Coach, atleti di altissimo livello e per qualcuno inavvicinabili, che mi hanno dedicato il loro tempo, lasciandomi scavare nei loro pensieri più nascosti e profondi, alla ricerca delle regole per poter diventare Campioni in Montagna. Ringrazio infine tutti i miei atleti: con le loro domande, le curiosità, la voglia di conoscere e di migliorarsi, prima di tutto come persone, hanno fatto nascere il pensiero di scrivere quest’opera e, ogni giorno, tengono viva in me la fiamma della curiosità, del desiderio di conoscere, della passione. Grazie. Dedica All’albero della mia vita: i miei genitori, radice delle mie scelte e del mio carattere. La mia famiglia, tronco solido che mi sostiene con amore in ogni mio progetto. I miei atleti, fronde rigogliose che mi spingono a ricercare costantemente la luce della sapienza.
Eros Grazioli
OLTRE IL LIMITE La dedizione come vero talento attraverso l’esperienza di dodici atleti
EDIZIONI VERSANTE SUD
SOMMARIO Introduzione.......................................................................... 6 Prefazione............................................................................... 8 I campioni e le loro storie......................................... 12 Le interviste....................................................................... 14 Il numero 12....................................................................... 16
LE DOMANDE 001 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
............................................................. 19 Amare...................................................................... 22 La famiglia............................................................ 25 La guida.................................................................. 26 Il desiderio........................................................... 29 La fatica.................................................................. 30 Semplice................................................................ 33 Il talento................................................................. 34
4
8. Problema............................................................... 37 9. Vincere.................................................................... 38 10. La paura................................................................. 41 11. Giovani. . ................................................................... 42 12. La felicitĂ ............................................................... 45
GLI INTERVISTATI 002
.............................................. 47 1. Michele Boscacci. . ............................................ 49 2. Marco De Gasperi............................................ 53 3. Eleonora Delnevo.. ........................................... 59 4. Stefano Ghisolfi................................................. 65 5. Kilian Jornet Burgada.. ................................. 69 6. Tamara Lunger.................................................. 75 7. Gesar Simon Messner.................................. 81 8. Simone Moro....................................................... 85 9. Mario Poletti.. ...................................................... 89 10. Silvia Rampazzo................................................ 93 11. Jim Reynolds.. ..................................................... 97 12. Maurizio Zanolla............................................ 101
EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Sommario
IL MINIMO COMUNE 003 DENOMINATORE
105 1. Sono gentili....................................................... 108 2. Sono ottimisti.................................................. 113 3. Hanno una curiosità epistemica......... 114 4. Sono alla ricerca della profonda conoscenza di sè............................................ 116 5. Sono intelligenti............................................. 118 6. Sono felici e grati.......................................... 120 7. Formulano desideri precisi.................... 122 8. Hanno grande semplicità e capacità di adattamento....................... 124 9. Non si pre-occupano................................... 126 10. Sono inclini all’ascolto e al lavoro di squadra. ................................ 128 11. Non hanno scuse. .......................................... 130 12. Non credono nella genetica del talento. ......................................................... 132 ..................................................
DA ZERO A OLTRE IL LIMITE.................... 137 CONCLUSIONI......................................................... 142
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INTRODUZIONE “Per lui è stato facile, è figlio di una guida alpina!”, “È un
avere la certezza dell’eccellenza nell’ambiente sportivo che
campione perché è nato con gli sci ai piedi”, “È un talento
circonda la montagna? Perché non tutti coloro che sono
sì... è cresciuto a pane e montagna!”.
nati a Cervinia sono diventati ottimi sciatori e coloro che
Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Siamo sicuri
hanno avuto il papà o la mamma in nazionale non sono ri-
che abitare in una determinata località, avere un genitore
usciti a seguire le orme dei loro genitori? E ancora... per-
sportivo o essere vissuti fin da piccoli in ambiente monta-
ché qualcuno appassionato soltanto di musica, suonando la
no possa essere la condizione necessaria e sufficiente per
batteria fino a 25 anni, senza mai fare un metro di corsa, si
diventare campioni in montagna? Ciò che l’ambiente e i
è riscoperto, non più in giovane età, scialpinista di altissi-
nostri genitori ci hanno passato cromosomicamente può
mo livello tanto da arrivare sul podio di coppa del mondo?
bastare per poter arrivare a compiere imprese sulle più alte
Obiettivo di questo mio lavoro è indagare quanto contino
cime del mondo o vincere le più importanti gare di scialpi-
la predisposizione e la dedizione nella costruzione dei ta-
nismo o di skyrunning? Basta la possibilità di aver cammi-
lenti, concentrandosi in questa sede sull’ambiente monta-
nato, corso, sciato, arrampicato molto e fin da giovani, per
gna.
6
EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Introduzione
La dedizione, la fatica, la concentrazione e l’estrema capar-
da situazioni difficili, spesso apparentemente senza via d’u-
bietà possono sostituire il talento naturale? L’abbandonarsi
scita, alla tranquillità di saper gestire le conquiste e la no-
all’idea di non avere “sufficiente talento” non è forse sol-
torietà, senza togliere l’attenzione dalla continua ricerca
tanto una scusa per coloro che non hanno la volontà di ap-
del successo.
plicarsi in modo assiduo e rincorrere i loro sogni ad ogni
Se queste persone dopo parecchio lavoro sono arrivate a
costo?
coronare i loro sogni, esiste allora un format, uno schema,
“Se ce l’ho fatta io, può riuscire chiunque!” non ricordo
un protocollo da seguire? Ricalcando le loro scelte, i loro
quando ho sentito per la prima volta questa frase, sicura-
tempi e le loro idee, possiamo portare anche persone “nor-
mente ero molto piccolo e quasi certamente nell’ambiente
mali” alla più alta realizzazione?
sportivo. Ogni volta che, ora da allenatore maturo, ho la
“Se è successo, ma non sai come è successo... non è succes-
possibilità di avvicinare, di conoscere, di incontrare una
so niente!” è un altro dei mantra che mi rimbomba spesso
persona d’eccellenza nel suo lavoro – per mia “deformazio-
in testa... e questo ricordo bene da chi l’ho imparato: Gian-
ne professionale” soprattutto nello sport – ma anche im-
luca Spadoni, uno dei più affermati formatori d’Italia. Cer-
prenditori, professionisti, filosofi... rimango incantato
cherò di capire, tramite un’intervista ad ognuno di loro,
dalla loro apparente semplicità nel porsi agli altri. Questo
cosa è accaduto nella loro vita, come hanno vissuto l’infan-
“non mi sembra di aver fatto nulla di così eccezionale”, na-
zia, chi ha messo il seme della passione per la montagna, chi
sconde spesso una costanza di impegno e una caparbietà al
sono state le loro guide e come si sono allenati, come hanno
di sopra di ogni pensiero comune. Che ci sia stato talento o
gestito le sconfitte... tutto per trovare un minimo comune
meno, tutti loro hanno vinto grazie alla loro estrema dedi-
denominatore all’interno dei loro successi in montagna.
zione, alla capacità di concentrazione ad arrivare alla meta, costi quel che costi, alla focalizzazione del risultato pieno, indipendentemente dagli ostacoli, alla forza nel risollevarsi Dall’Aiguille du Van, 2572m, Vallese, Svizzera. Foto: Sylvain Mauroux
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PREFAZIONE Il campo di atletica è deserto, le uniche due persone in pista
Sono goffo e scoordinato mentre mi muovo, mi sento un
siamo io e Eros.
burattino di legno ma Eros è sempre pronto a rilevare un
C’è un caldo che si schiatta ed è normale che sia così, gli
atteggiamento o un gesto eseguito in maniera migliore ri-
atleti veri, quelli giovani e performanti arriveranno più tar-
spetto al tentativo precedente.
di, quando il solleone di agosto avrà mollato un po’ la presa.
Non so dire se sia un inguaribile ottimista o un osservatore
Una serie di ostacoli bassi a distanza regolare occupano la
attento, probabilmente tutte e due le cose insieme.
striscia di tartan tra l’ottava corsia e quella per la rincorsa
C’erano due tipi di studenti che frequentavano tra la fine
del salto in lungo.
degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 l’ISEF, l’Istituto Superiore
È in quello spazio fuori da ogni traiettoria di corsa e appa-
per l’Educazione Fisica che corrisponde a grosso modo alla
rentemente inutile che Eros ha ricavato una zona di allena-
Facoltà di Scienze Motorie dei giorni nostri: studenti gene-
mento soltanto per me. Mi sta dedicando tutta la sua
ralmente appassionati di sport e di prestazione fisica, in-
attenzione, in programma c’è un lavoro sulle andature.
tenzionati ad applicare su se stessi prima che su altri le
Eros ha deciso di aiutarmi a migliorare nella corsa, sono un
tecniche e le conoscenze apprese con lo studio.
buon ciclista e triathleta ma con la corsa su strada, nono-
In più c’era un ristretto gruppo di visionari determinato a
stante impegno e buona volontà, faccio davvero fatica.
diventare tecnici o allenatori e a mettere al servizio degli
Eros è convinto di poter migliorare la mia tecnica di corsa
altri, sin da subito, le proprie conoscenze.
e di riuscire ad aiutarmi a correre più veloce. Io ci spero e
Eros ha sempre fatto parte della seconda categoria di stu-
seguo alla lettera le sue indicazioni. L’ultima volta che ho
denti, quella delle persone votate all’altro, motivate ad aiu-
fatto seriamente qualche andatura tecnica di quelle com-
tare gli atleti a migliorare le proprie prestazioni sportive.
plesse che sto provando a fare oggi con lui, dovevano esse-
Non è una dote comune questa, soprattutto quando si è
re i tempi dell’Università, circa trent’anni fa.
molto giovani, saper mettere in secondo piano le proprie
Io e Eros abbiamo frequentato la stessa facoltà e siamo co-
ambizioni sportive personali in favore dell’altro. La mag-
etanei.
gior parte degli studenti della facoltà di scienze motorie
In una progressione di esercizi sempre più complessi da
durante gli studi e anche dopo, per lungo tempo, continua-
eseguire, le mie capacità coordinative e anche quelle mu-
no di solito a ragionare e a comportarsi essenzialmente da
scolari e i miei tendini vengono messe a dura prova.
atleti, tenendo se stessi al centro della scena. Eros era già
8
EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Prefazione
diverso ai tempi dell’università ed è stato sin da subito alle-
trasformare l’impossibile in possibile e questa è una mis-
natore, in ogni cellula del suo corpo e in ogni sua azione o
sione che per essere realizzata necessita di un grande lavo-
scelta.
ro di semplificazione e di pianificazione.
Appena terminato il suo percorso di studio universitario
L’impossibile deve essere scomposto in una serie di piccole
all’ISEF, ha proseguito subito specializzandosi in alcune
azioni più semplici da realizzare, messe in una sequenza
aree del movimento sportivo e ad accumulare esperienza,
giusta e ardita. È così che si raggiungono risultati impensa-
allenando con metodologie innovative atleti di altissimo li-
bili, a ogni livello, e questo è ciò che essenzialmente Eros ha
vello.
fatto per tutta la sua carriera da allenatore: immaginare per
Mentre persone come me e come la maggior parte degli
ciascuno dei suoi atleti un percorso adatto a realizzare i
studenti della nostra facoltà continuavamo ad allenarsi con
loro sogni e stare bene.
l’intenzione di diventare atleti migliori o allenando svoglia-
Lo sport e l’allenamento non sono soltanto impegno, sacri-
tamente giovanissimi alle prime esperienze, lui era già
ficio, duro lavoro, abnegazione e continuità, l’allenamento
all’opera con atleti di élite.
è soprattutto intelligenza e capacità di ascoltarsi e di met-
La differenza è sostanziale: Eros ha meritato da subito la
tere cose ed eventi in prospettiva.
fiducia di atleti di alto livello iniziando prima di altri ad
Sguardo analitico, obiettività, competenza tecnica, pro-
accumulare esperienza e a rielaborare i suoi feedback, cosa
gressività, messa a fuoco degli obiettivi sono i pilastri del
importantissima quest’ultima, perché un allenatore capace
lavoro di allenatore, cose che Eros sa fare davvero bene e
deve sapersi mettere continuamente in discussione. Men-
che ha cercato di distillare in questa serie di interviste e di
tre i suoi atleti, grazie a programmi di allenamento innova-
scritti, che sono un po’ l’essenza del suo sapere sullo sport
tivi e coraggiosi, raggiungevano risultati prestigiosi ad
e sugli uomini che tentano di andare oltre i propri limiti.
esempio vincendo tappe al Giro d’Italia o al Tour de France,
Sulla pista di atletica surriscaldata dal sole provo per l’en-
la maggior parte di noi suoi compagni dell’università sbar-
nesima volta, sotto il suo sguardo attento, una coordinazio-
cavamo il lunario con corsi e corsetti di ginnastica di man-
ne di andature di corsa che mi paiono al primo tentativo
tenimento per casalinghe sovrappeso.
praticamente impossibili. Poi passo agli allunghi e alla cor-
Noi non eravamo ancora entrati nell’ordine di idee che
sa veloce a piedi nudi; Eros mi riprende di lato con la tele-
quella dell’allenatore è una professione che richiede studio,
camera e subito, prima di ripetere l’esercizio, mi fornisce
sacrificio, investimento di tempo e dedizione totale.
un feedback esterno e mi fa concentrare su un singolo dettaglio a cui dovrò fare attenzione nei secondi seguenti. I
In questo libro Eros si è sforzato di mettere sulla carta non
miei polpacci sono devastati dalla fatica e dal tartan ma
una serie di semplici nozioni relative alla teoria dell’allena-
dentro di me si fa spazio la sensazione insolita di correre
mento raccolte nella sua lunga carriera, ma in modo più
bene, meglio del solito.
utile e interessante ha cercato di trovare una serie di comu-
Mi sento bene.
ni denominatori e di caratteristiche che accomunano atleti
Mentre percorro la quarta corsia in un allungo in curva
di alto livello di differenti discipline. Spostare i limiti di uno
penso che quello che Eros ha appena finito di scrivere era
sport in avanti, verso punti mai raggiunti prima, significa
un libro necessario.
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PREFAZIONE
Non è questione di correre più forte o di diventare atleti migliori. Si tratta di capire qualcosa di noi. In fondo io, come la maggior parte degli sportivi che leggeranno questo libro, non mi alleno per vincere, ma per migliorare. Sono soltanto alla ricerca di una versione migliore di me, progredire è ciò che mi fa sentire vivo. Migliorare, è tutto. Questo libro ha esattamente questo scopo: fare di noi delle persone che si mettono in gioco e che gioiscono dei propri obiettivi raggiunti, grandi o piccoli che siano, quando succede che se ne raggiunga almeno uno. Emilio Previtali
Emilio Previtali, Nuova Zelanda. Foto: Damiano Levati
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EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Prefazione
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I CAMPIONI E LE LORO STORIE Nel mondo, ma anche “solo” in Italia, sono molte le perso-
Nella scelta ho cercato di “toccare” le svariate tipologie di
ne che hanno amato la montagna tanto da farne una ragio-
persone: al maschile e al femminile, dall’italiano allo stra-
ne di vita.
niero, dall’atleta più espansivo a quello più chiuso e meno
È stato molto difficile decidere a chi dedicarsi, chi intervi-
social.
stare, di chi fosse la storia che assolutamente non dovevo
Li ho incontrati tutti nel loro ambiente in modo da poter
perdermi.
capire le loro idee, le loro scelte, i loro caratteri, anche dal
All’interno di queste svariate e diverse opportunità, ho cer-
luogo dove hanno voluto vedermi.
cato di dare spazio non solo ai campioni più blasonati e ma-
Con la penna non sarà di certo facile, ma nel mio racconto
gari già molto conosciuti, ma anche alle storie più
cercherò di far rivivere anche il timbro della loro voce e la
interessanti, a coloro che avevano da raccontare qualcosa
loro emozione per far sì che anche il lettore possa immer-
di particolare, che potesse appassionarci nell’ascolto ed allo
gersi ed immedesimarsi totalmente nel racconto.
stesso tempo essere utile ai giovani sportivi per il loro futuro.
Tatiana Locatelli sui sentieri del Monterosa Walser Trail a Gressoney. Foto: Luca Facco
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EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – I campioni e le loro storie
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LE INTERVISTE Ai nostri coach sono stati posti gli stessi 12 quesiti. Ho
realmente accaduti, indagandone a fondo il contesto, le
chiesto loro comunque di sentirsi liberi, durante l’intervi-
scelte, le problematiche e le soluzioni. Ad ogni incontro,
sta, di spostare la conversazione su argomenti che hanno
per più di una volta, l’emozione ha invaso anche me, facen-
particolarmente a cuore, in modo da capire più a fondo le
domi “rizzare i peli delle braccia”. Spero che grazie alla
loro idee, le loro convinzioni, i loro consigli. Nella relazio-
penna e alle mie parole possiate provare le mie stesse emo-
ne del nostro incontro, ho cercato di creare non un raccon-
zioni. Ora chiudiamo gli occhi e spalanchiamo il cuore:
to di botta e risposta, ma un discorso il più fluente
ascoltiamo cosa hanno da dirci.
possibile, con citazioni di loro parole e riferimenti a fatti
Andrea De Bernardinis, Rifugio Duca degli Abruzzi con la tipica galaverna di Campo Imperatore. Foto: Luca Parisse, arch. Risk4sport
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EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Le interviste
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IL NUMERO 12 12 atleti, 12 domande, 12 argomentazioni: perché proprio
ra. Ma ero anche obbligato da un silenzio che non si facesse
12?
scappare nulla della conversazione, lusingatissimo che
Nella mitologia greca 12 erano gli Dei principali che abita-
campioni del loro calibro decidessero di regalarmi del loro
vano l’Olimpo.
tempo. Loro emozioni che ho fatte “mie” e spero tanto di
12 erano i cavalieri della tavola rotonda.
rendere anche “vostre”.
12 le costellazioni e i segni dello zodiaco.
Forza interiore quindi, desiderio profondo, personale, ma
12 gli animali dell’oroscopo cinesi e i marescialli di Napole-
anche consapevolezza di non bastare, di non essere suffi-
one.
cienti.
12 erano gli apostoli e 12 sono state le fatiche di Ercole.
Nelle scelte dei nostri Maestri in montagna c’è molta visio-
Il numero 12 viene spesso considerato il più sacro tra i nu-
ne e intenzione personale, ma anche tanta collaborazione,
meri, anche per la sua correlazione stretta con il 3, numero
tanto lavoro di squadra, tanto “io non posso fare tutto”.
perfetto per eccellenza. 12= 1+2= 3.
Ecco perché il numero 12 si ripresenterà più volte all’inter-
Questo numero incarna in Terra ciò che è già perfetto e in
no di questo libro. Mi piace un sacco il numero 12.
totale armonia in cielo. In molte culture è l’anno della vita nel quale si compiono le iniziazioni, quei riti cioè che decretano la fine della giovinezza e l’inizio dell’età adulta: il passaggio dall’ordinario allo straordinario, la fine della spensieratezza e l’inizio dell’impegno per gli altri nella società. La dimostrazione di essere forti, adulti, pronti alla vita ed alle sue “fatiche”. Il numero 1 è la cifra dell’ego, del singolo, del raggiungimento degli obiettivi con le proprie forze; il numero 2 è il simbolo invece della collaborazione, della fiducia, della flessibilità nei confronti dell’altro. 2 eravamo in queste interviste durante le quali io pendevo letteralmente dalle loro labbra: ogni secondo ero spinto a chiedere, ancora e anco-
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Aiguille du Midi, Monte Bianco. Foto: Julia Caesar
EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Il numero 12
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Discesa con gli sci dalla Pointe Lachenal sul massiccio del Monte Bianco.  Foto: Giacomo Berardi
0001 LE DOMANDE ASPETTI TEORICI DELL’ALLENAMENTO FISICO
1 Amare 2 La famiglia 3 La guida 4 Il desiderio 5 La fatica 6 Semplice
7 Il talento 8 Problema 9 Vincere 10 La paura 11 Giovani 12 La felicità
LE DOMANDE
3LA GUIDA Chi è per te la montagna? Ti sei ispirato alle gesta di qualcuno? Qual è stato il tuo idolo? Nelle storie popolari il grillo parlante per Pinocchio, nei
terà alla guida ma ci indicherà le curve pericolose, le aspe-
cartoni animati (quelli intelligenti) Bagheera e Baloo per il
rità della strada, quando accendere gli abbaglianti e
piccolo Mowgli e, nella letteratura, Virgilio per Dante.
quando fermarci, tirando il freno, per godere del panora-
Da sempre sono presenti simboli, esempi o “spiriti guida”
ma. Ci indicherà l’orizzonte, la visione, seppur impegnati-
come li si voglia chiamare, di fianco ai protagonisti delle
vi e lontani.
storie raccontate.
Lo stupore, la meraviglia, ma anche l’impegno serio sono le
Il loro compito?
chiavi che ci fornisce per aprire le porte delle nostre espe-
Quello di accompagnare per far scoprire l’io sconosciuto ai
rienze e la penna con cui vogliamo scrivere le pagine dei
loro seguaci, lavorando appunto come educatori, condu-
libri che scegliamo essere i nostri.
cendoli alla scoperta di se stessi.
Chi ha fatto e non solo chi ha visto fare diventa il nostro
Per qualcuno, fin da piccolo, un eroe dei cartoni animati,
leader. Abbiamo bisogno non solo di studiare, di pianifica-
poi crescendo, l’idolo dello sport in tv oppure un parente
re, di scegliere... abbiamo bisogno soprattutto di agire!
leader nel suo campo o, non ultimo per importanza, papà:
Il nostro approccio ai sogni deve mettere in pratica il vec-
tutti noi sin da piccini abbiamo bisogno, per migliorare nel-
chio proverbio secondo cui “quello che senti lo dimentichi,
la vita, di una persona di riferimento che abbia davanti il
quello che vedi lo ricordi, ma quello che fai lo capisci”.
segno +.
Nella stessa ottica, fortunato colui che ha una guida che
Da incerti, smarriti, confusi, cerchiamo disperatamente un
non lo considera semplicemente una persona da “riempire”
maestro più forte, più grande, più potente. Che sappia di
con tecniche sconosciute, informazioni nuove, concetti
più, riesca a fare di più e che ci porti ad essere di più. Mae-
travasati.
stro è una parola che deriva dal gotico e che può servire a
Questi sono tutti “attrezzi”, strepitosi ed importantissimi,
qualunque età, ed in qualunque situazione: guida, ovvero
ma pur sempre attrezzi: se non si lavorerà sul contenitore,
“colui che sa indicare la giusta direzione”.
e non solo sui contenuti, finché non avremo una robusta e
Il vero maestro, nello sport e nella vita, non è colui che si
capiente “scatola degli attrezzi”, tutti gli strumenti del
sostituisce a noi trascinandoci oltre l’ostacolo, ma chi ci
mondo potrebbero essere superflui.
impartisce lezioni di vita e ci guida alla scoperta di noi stes-
I nostri risultati potranno crescere soltanto nella misura in
si. Ci indicherà la direzione verso la nostra impresa: parola
cui cresceremo noi.
difficile, impegnativa questa, che sembra dirci “non ti dico che sarà facile. Ti dico che ne vale la pena!”. La guida lo sa bene: noi siamo felici o tristi non in base a dove siamo, ma in base a dove stiamo andando. Per evitare di sostituirsi a noi, come un ottimo co-pilota, non si met26
Sotto l’Aiguille du Midi, Monte Bianco, Francia.  Foto: Jonathan Gallegos 27
La mia impresa piĂš bella? Quella di domani. Non mi piace guardare troppo al passato: quello seve solo per imparare. Ăˆ nel futuro che ci sono i sogni. — Kilian Jornet Burgada
Foto: Arch. K. Jornet 68
5KILIAN JORNET BURGADA
EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Gli intervistati
27 ottobre 1987, Sabadell, Spagna. Laureato in Scienze Motorie, è uno dei più forti skyrunner e scialpinisti di sempre. Ha vinto le Skyrunner World Series in 7 edizioni, dal 2007 al 2018. Campione Mondiale di scialpinismo nel 2011 e 2015 e di vertical sugli sci nel 2010, 2011, 2013, 2015 e 2017. Vincitore della Coppa del Mondo individuale di scialpinismo nel 2009, 2010, 2011 e 2016. Vincitore di parecchie classiche dello skialp come Mezzalama (2011), Tour du Rutor (2012), Pierra Menta (2008, 2010, 2011). È ora un atleta professionista di Salomon, scrittore e formatore.
Ce ne sono di super atleti in montagna, ma Kilian... Kilian è
avanti fortemente le mie idee, non ho perso l’occasione di
diverso. Non si sa bene come faccia, ma credo che lui sia in
imparare da coloro che prima di me avevano innovato il
grado di “parlare” alla montagna. Sembra comunichi con
mondo della corsa in montagna e dello scialpinismo”. Ki-
gli strapiombi: si vedono di fianco alle sue gambe veloci che
lian è un idolo. Per tutti coloro che frequentano la monta-
saltano da un sasso all’altro, su un coltello di roccia, con
gna. “Mi sono buttato sull’alpinismo leggero, pur iniziando
precipizi infiniti a destra e a sinistra. Nei suoi filmati penso
anch’io da quello più classico. Ma lo stare in giro troppo,
possa provare paura persino la sua GoPro... chissà come fa,
l’attrezzatura e lo zaino pesanti, le notti passate al rifugio
è sempre in equilibrio, ed ogni sasso scelto sotto i suoi ap-
con un sacco di gente o peggio ancora in tenda al freddo,
poggi è sempre magicamente fisso e solido. Sono ormai più
non facevano per me. Fare tutto più leggero e più veloce-
di trent’anni che gioca in montagna. Suo padre guida alpi-
mente mi permetteva di concatenare più cime oppure fare
na e sua madre scialpinista hanno avviato presto il piccolo
colazione a casa, salire sulla vetta e tornare per pranzo!”
Kilian alla fatica in ambiente montano. È sempre stato solo
Tutti lo conoscono e tutti sono convinti che sia un supere-
un gioco per lui, anche da cadetto, con la partecipazione
roe con chissà quali poteri. Su di lui nemmeno la gravità
alle prime gare. “Da sempre i miei genitori mi hanno ap-
sembra avere effetto. Ma dalla sua disarmante umiltà esco-
poggiato nelle scelte, ricordandomi comunque di pensare
no poi queste parole: “Credo che eroi siano coloro che sal-
un po’ anche al futuro... non avrei mai sperato di poter di-
vano le vite: i medici, gli infermieri, i ricercatori... ciò che
ventare un professionista!”. Kilian aveva già in mente co-
faccio io non arriva nemmeno vicino all’importanza di que-
munque di trasformare il suo gioco nel suo lavoro, anche se
ste cose!”. Vero, ma come spesso succede, non abbiamo
magari non proprio in questo modo. Dopo la scelta dell’u-
nemmeno l’idea di quanto le nostre scelte, le nostre parole,
niversità in Scienze Motorie gli sarebbe piaciuto fare l’alle-
le nostre azioni possano impattare, anche pesantemente,
natore, l’educatore, ma poi i suoi risultati lo hanno
sulla vita delle persone. Kilian lo sa, ma ricorda a tutti che
convinto a dedicarsi totalmente alla sua carriera da atleta.
una vittoria può essere anche laurearsi, “metter su” fami-
“Ho avuto parecchi atleti che mi hanno ispirato, molti dei
glia, avere un bambino. “La tua impresa più bella?” – gli
quali italiani come Messner, Bonatti, Meraldi, Brunot e De
chiedo – “Per me è quella di domani. Non mi piace guarda-
Gasperi stesso. Nonostante abbia sempre scelto di portare
re troppo al passato: quello serve solo per imparare. È nel 69
GLI INTERVISTATI
Sono poche le persone veramente affezionate a Silvia. Moltissimi sono affezionati all’immagine di Silvia folletto che corre tra i monti. Quando Silvia smette non di correre, ma di vincere, per qualcuno scompare. E questo per un adulto non è un problema, o meglio fa parte del gioco e va risolto. Su un giovane queste cose hanno però un risvolto molto pericoloso ”. Verissimo Silvia, gli amici sono molti meno, ma si riconoscono molto più facilmente nei periodi di difficoltà. “Quale consiglio dare ai giovani atleti?” le chiedo. “Immergetevi nella natura: l’unico motivo per cui vale veramente la pena di allenarsi è il riuscire a godersi i sentieri, l’ambiente, i panorami. Il tutto senza fare troppa fatica. Non c’è soddisfazione di medaglie o vittorie che valga tutte le rinunce; poter provare gioia durante la fatica perché il tuo corpo è allenato e quindi non stai soffrendo troppo e sei in posti meravigliosi, questo è il vero motivo per cui secondo me vale la pena di “soffrire” durante gli allenamenti. Poter guardare il Monte Bianco mentre corro la Mont Blanc Marathon... e non solo i piedi a terra... sono opportunità uniche. Non è solo arrivare al traguardo. La vittoria dura solo un secondo; il durante, per esempio di una gara, dura fino a 3 o 4 ore, che devono essere di pure emozioni”. Alla mia domanda quasi banale se la montagna l’ha resa felice, lei che pesa benissimo tutte le parole, risponde in modo preciso. “La montagna mi ha regalato tante emozioni, più o meno esaltanti, legate a fatti o a persone. Non mi ha reso, ma mi rende felice, se sono lì... non a casa davanti ad un PC!”. Avendo ancora i due genitori a cui vuole un bene dell’anima, per ora si sta dedicando a loro, ma credo che in futuro Silvia possa diventare una rifugista o un’insegnante di yoga con lezioni esclusivamente nei boschi. Secondo me la sua bella storia finirà – anzi, continuerà – così!
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Silvia Rampazzo durante l’Annapurna Trail Marathon 2019, Nepal.  Foto: Jordi Saragossa 95
Sull’Arête des Cosmiques, Monte Bianco, Francia. Foto: Martin Jernberg 110
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IL MINIMO COMUNE DENOMINATORE
8HANNO GRANDE SEMPLICITÀ
E CAPACITÀ DI ADATTAMENTO
Considerata ormai una delle più importanti soft skill e sem-
Le novità non spaventano affatto i nostri coach. Mai. Per
pre più richiesta anche nel mondo del lavoro, la capacità di
loro rappresentano sempre una grande opportunità per
adattamento in realtà fa parte della nostra evoluzione e del-
migliorarsi, per mettersi alla prova, per tentare di superar-
la nostra natura. “Non il più forte, ma chi si adatta più ve-
si. Per qualcuno di noi il nuovo è stimolo, energia fresca,
locemente al cambiamento è facile che sopravviva”, si è
adrenalina. Per qualcuno purtroppo è panico, paura, di-
sentito spesso dire, soprattutto in periodi storici di difficol-
sgrazia. Come sempre non è tanto ciò che ti succede ma
tà. Essere sempre nel giusto e poter fare tutto perfettamen-
come lo affronti che può fare la differenza. Nonostante per
te non è nella natura umana.
la maggior parte dei nostri Maestri si parli di carriere de-
Reagire alle avversità, anche dopo aver commesso errori,
cennali, li ho trovati tutti inclini a valutare altre soluzioni,
questo sì può essere fatto, e probabilmente distinguerà il
suggerite anche da neofiti o da atleti più giovani di loro.
vincitore da chi avrà molta difficoltà ad emergere. Non ce-
L’essere favorevoli alla sperimentazione, anche nella mia
dere al panico, saper gestire l’emergenza, restare freddi e
professione di allenatore, mi ha portato ad ottenere miglio-
calmi nei pensieri, accogliere le critiche, sono le soluzioni
ramenti anche importanti. Usare i bastoncini in salita, an-
più giuste, più vantaggiose e, a ben vedere, anche le più
che se mai utilizzati; cambiare la tipologia delle scarpe per
economiche. Utilizzare quel poco che si ha, in una situazio-
avere esperienza di un nuovo assetto di corsa; testare una
ne difficile, di crisi, è spesso l’unica soluzione.
determinata dieta pre-gara, dopo che per 20 anni si è fatta
I nostri Maestri, nelle loro carriere, si sono imbattuti in
una colazione sempre allo stesso modo, sono state soluzio-
molti problemi, ma sono stati sempre in grado di essere
ni che hanno portato gli atleti a ricredersi su preconcetti e
pro-attivi, riconoscendo la loro temporanea difficoltà come
a modificare (finalmente!) alcune delle loro scelte.
un’opportunità per migliorarsi ed arricchire il loro back-
Allenarsi sempre nello stesso modo, consumare sempre gli
ground di esperienze. I cambiamenti che hanno subito
stessi alimenti, prendere le decisioni di sempre, è certa-
spesso erano slegati anche dalle loro scelte: il cambio di
mente più comodo, fa parte del rimanere nella propria zona
percorso in una gara, la diversa temperatura della roccia
di comfort. Ma come dico spesso a loro “fare sempre le
durante una scalata, le condizioni mutate improvvisamente
stesse cose vuol dire avere sempre gli stessi risultati”.
in quota. Lì si trattava di decidere: o aspettare che le condi-
Alla base di tutto questo discorso credo sia necessario rico-
zioni migliorassero, che filasse tutto liscio come l’olio, at-
noscere la semplicità come grande qualità umana: solo chi
tendendo (quando mai!) la “congiunzione astrale” per la
apprezza le cose piccole può essere felice di quelle grandi.
loro performance, oppure adattare se stessi al resto. Già,
Solo chi sa quanto è difficile dormire a 7000mt, in un me-
per cambiare innanzitutto bisogna sapere chi si è e quali
tro quadro, con un vento fuori a 100km/h, può apprezzare
potrebbero essere le nuove carte da giocare.
il semplice letto di un ostello. Non solo.
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EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Il Minimo Comune Denominatore
Riconoscendo la semplicità delle cose con cui si ha a che
Nemmeno però darsi per spacciati quando sembra ormai
fare, si diventa più scaltri ad utilizzarle al meglio.
tutto deciso!
Le fronde di un albero possono diventare il tetto di un rifu-
E allora cosa conta veramente davanti ad una sfida?
gio per la notte e le stringhe delle scarpette, legacci per sta-
Ciò che è importante veramente è la volontà di imparare. Se
bilizzare la caviglia distorta di un compagno di avventura.
volete contornarvi di altri più deboli per gonfiare il vostro
“Non date nulla per scontato” è l’ulteriore monito dei no-
ego, se vi piace “vincere facile”, se l’unico vostro appaga-
stri coach. E questo sembra voler sottolineare “né in bene
mento è l’elogio di amici o giornali, la vostra felicità sarà
né in male!”. Attenzione anche quando si è in fase proficua
effimera. Se invece siete pronti a dire “non lo so, io non ri-
dell’allenamento: gli infortuni sono dietro l’angolo. E quan-
esco, io devo imparare” allora le vostre capacità, attraverso
do il meteo è ottimo per l’ascesa, attenzione al ritorno!
l’apprendimento, arriveranno dove nemmeno immaginate.
Tramonto dal bivacco con vista (da sinistra a destra) sul Cervino, Dent d’Hérens, Obergabelhorn, Zinalrothorn, Weisshorn e Bishorn. Foto: Sylvain Mauroux 125
DA ZERO A OLTRE IL LIMITE Sappiate che vi è permesso essere perfetti: questo è il vero
Ma essere perfetti vuol dire osservarsi con un occhio nuovo.
punto di partenza per la vostra crescita. Qualcuno crederà
Vuol dire scommettere su di sé. Vuol dire vivere la propria
che solo Dio è perfetto, ma se ci pensate bene anche le
vita da protagonisti, lasciando il bordo della strada, spinti
montagne sono perfette, l’oceano è perfetto, persino il vo-
dalla massa a favore degli obiettivi degli altri e guadagnare il
stro cane è perfetto.
centro della scena, fieri delle proprie capacità e del proprio
Tutto in natura, per quanto può, è perfetto, anche se tutto
operato. Vuol dire guardare con rispetto la nostra umanità,
cambia. Perfetti sono i fiori, gli alberi, il cielo, anche se diver-
relativa sì, ma con un potenziale assolutamente illimitato. In
si da come erano un’ora fa. Noi siamo creature perfette, per
questo senso potete essere perfetti: pensando a voi stessi co-
quanto possano esistere su questo pianeta: cercate di non
me creature complete, senza eccedere in spacconerie ma
dimenticarlo. Siamo il risultato di migliaia di anni di evolu-
rincorrendo il giusto equilibrio tra la consapevolezza dei
zione, scolpiti sì da Dio, ma anche dalle esperienze che ci
propri mezzi e la gioia dell’obiettivo raggiungibile.
hanno forgiato per millenni. E il risultato, assolutamente non
Quando un buon numero di persone si cimenterà nel pensa-
di poco conto, è quello di poter guarire da soli, facendo fron-
re con la propria testa e si convincerà di poter essere felice
te spontaneamente alla maggior parte delle malattie; è quello
da solo, e di poter guarire da solo, allora medici e psicologi,
di poter rigenerare praticamente ogni parte del nostro corpo,
pur fondamentali in alcuni casi, smetteranno di essere nella
una volta usurata o “rotta” (pensate se ciò potesse succedere
nostra cultura l’unico mezzo per riacquistare la salute fisica
con la carrozzeria delle nostre auto!); è quello di poter alte-
e mentale. Già, perché è la nostra cultura che ha fatto la dif-
rare la nostra situazione fisiologica con il solo pensiero.
ferenza. Fino a poco tempo fa, chi aveva gambe, testa e cuo-
L’ironia è che spesso pensiamo a una struttura, a un bosco
re per rincorrere una preda durante tutto il giorno, poi dava
o a un animale come a una “cosa perfetta” e ci dimentichia-
da mangiare alla sua famiglia, assicurando la continuità del-
mo quanto lo siamo già noi stessi. E, come succede in natu-
la sua specie. Gli altri no. O avevi fiato e voglia o niente. Non
ra, la perfezione è movimento, è mutamento: è possibile
c’era chi poteva lavorare per te. I messaggi della comunica-
cambiare, crescere, essere diversi per migliaia di volte e
zione dei giorni nostri sono invece sempre di “lotta” per ec-
continuare comunque a rimanere una creatura perfetta.
cellere: sei sempre troppo grasso, troppo butto, troppo
Vento sul Monte Breithorn, un 4000 delle Alpi, durante un’escursione di sci alpinismo. Foto: Giacomo Berardi
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EROS GRAZIOLI – OLTRE IL LIMITE – Da zero a oltre il limite
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I CAMPIONI E LE LORO STORIE
IL MINIMO COMUNE DENOMINATORE
LE INTERVISTE
Sono gentili – Sono ottimisti – Hanno una curiosità epistemica – Sono alla ricerca della profonda conoscenza di sè – Sono intelligenti – Sono felici e grati – Formulano desideri precisi – Hanno grande semplicità e capacità di adattamento – Non si pre-occupano – Sono inclini all’ascolto e al lavoro di squadra – Non hanno scuse – Non credono nella genetica del talento
IL NUMERO 12 LE DOMANDE Amare – La famiglia – La guida – Il desiderio – La fatica – Semplice – Il talento – Problema – Vincere – La paura – Giovani – La felicità
GLI INTERVISTATI Michele Boscacci – Marco De Gasperi – Eleonora Delnevo – Stefano Ghisolfi – Kilian Jornet Burgada – Tamara Lunger – Gesar Simon Messner – Simone Moro – Mario Poletti – Silvia Rampazzo – Jim Reynolds – Maurizio Zanolla
DA ZERO A OLTRE IL LIMITE CONCLUSIONI
28,00 € IVA inclusa
ISBN: 978 88 55470 544
www.versantesud.it