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INTRODUZIONE
Dagli anni ’70 l’arrampicata è diventata, da sport estremo, uno sport per tutti. Si conquistavano le cime delle montagne, poi si è scoperta la bellezza del gesto sportivo, scalando ovunque, anche su pareti vicino al mare. E quando non era possibile scalare ci si allenava a casa su travi o liste di legno, tra loro parallele, a una certa altezza da terra. Questo permetteva, tramite sospensioni e trazioni con le sole dita, di sviluppare forza e resistenza dei muscoli delle braccia e di allenare intensamente e anche “pericolosamente” i tendini delle dita. Aumentano le difficoltà e nel 1985 si organizzano le prime gare a Bardonecchia e Arco di Trento; dal 1991 si svolgono i campionati europei e mondiali.
Bardonecchia (Parete dei Militi) - 1° gara Arrampicata 1985
Bardonecchia (Parete dei Militi) - 1° gara Arrampicata 1985 Nei primi anni le gare erano principalmente in ambiente naturale, per poi essere organizzate esclusivamente su strutture artificiali. Nel 1987 nasce a Torino (Palavela) la prima palestra di arrampicata indoor e, nel corso degli anni, aprono palestre sempre più moderne, dotate di attrezzi e strumenti di allenamento che consentono di migliorare le prestazioni fisiche dell’arrampicatore e soprattutto di allenarsi anche vivendo in città, dopo il lavoro e con qualunque condizione meteo. Un importante passo avanti è stata la diffusione di strutture artificiali indoor allestite nei centri sportivi, nei palazzetti dello sport e nelle scuole che hanno fatto diventare l’arrampicata sportiva sia uno sport sempre più popolare – “di moda” – praticato anche da chi semplicemente vuole tenersi in forma, sia agonistico, per atleti che possono così allenarsi in modo continuativo, innalzando notevolmente il loro livello tecnico-atletico. L’arrampicata ha appena raggiunto la massima visibilità in occasione del suo debutto alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Con l’aumento delle difficoltà e l’allenamento sempre più specifico si assiste nel tempo a un cambiamento del fisico, dall’arrampicatore falesista anni ’80 al boulderista o specialista della difficoltà o della velocità in palestra di oggi. E cambiano anche le patologie dagli anni ’80 a oggi. I medici e i fisioterapisti hanno iniziato a trattare patologie fino ad allora sconosciute, con la necessità di comprenderne meglio i tipi di lesioni, il loro meccanismo, i fattori di rischio e i trattamenti.
Nel 1985 ho avuto la fortuna di partecipare, come medico di gara, alla prima competizione di arrampicata sportiva a Bardonecchia. Per due settimane ho avuto la possibilità di vedere riuniti i migliori atleti provenienti da ogni parte del mondo e di poterli sottoporre a uno studio dell’influenza dell’arrampicata sulla forza muscolare dell’arto superiore, diventata la mia tesi di specializzazione in Medicina dello Sport.
Nel 1989, per la prima volta in Italia, abbiamo iniziato a esaminare gli arrampicatori, sottoponendoli a ecografia muscolo-tendinea per studiare e curare diverse lesioni delle dita della mano. Nel mondo intero il numero di medici e fisioterapisti che si occupano di arrampicata sportiva è considerevolmente aumentato (basta constatare in bibliografia quanti articoli si trovino sulle lesioni delle pulegge). Diversi studi epidemiologici sono stati condotti a partire dai primi anni ’80, nel tentativo di valutare sia le regioni del corpo più colpite che i tipi di lesioni subite dagli arrampicatori. Gli studi sull’arrampicata si sono concentrati per lo più sulle lesioni del sistema flessore della mano, poiché alcuni infortuni, come ad esempio le lesioni delle pulegge e le fratture da stress delle dita negli adolescenti, sono patologie nuove e specifiche di questo sport. Ne sono stati ben descritti i meccanismi di lesione, la diagnosi e il trattamento. Al fine di tenere conto dell’evoluzione dell’arrampicata abbiamo pensato di scrivere un libro aggiornato sulle più frequenti problematiche muscolo-scheletriche legate alla pratica di questo sport, dando indicazioni su come riconoscerle e affrontarle. Per la stesura del libro, oltre all’esperienza personale, sono stati consultati testi e articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali (la ricerca nelle principali banche dati di Pubmed, ecc.). Non trattandosi questa di una pubblicazione scientifica, bensì di un libro divulgativo, abbiamo pensato di non inserire man mano tutti i riferimenti bibliografici ma di elencarli in fondo al libro per chi fosse interessato a consultarli. Lo scopo di questo libro non è assolutamente quello di esortare gli arrampicatori a farsi da soli la diagnosi e il trattamento, bensì di rivolgersi a un medico o fisioterapista, magari anche arrampicatore, che capirà meglio i movimenti dell’arrampicata, le richieste fisiche e le lesioni dello sport. La diagnosi e la riabilitazione spesso richiedono un approccio multidisciplinare che può includere un medico specialista (chirurgo o fisiatra o medico dello sport), un fisioterapista, un osteopata, un agopunturista/riflessologo plantare, un preparatore atletico, un nutrizionista e altre figure professionali nel campo medico/wellness. A completamento del libro si trattano anche aspetti diversi che interessano il mondo dell’arrampicata: consigli nutrizionali, esami medici di idoneità, problematiche specifiche nella donna e nel bambino.
Bardonecchia 1985 - Test di forza isometrica dell’avambraccio
Mirella De Ruvo
L’ARRAMPICATA: UNO SPORT SICURO, COMPLETO, DIVERTENTE E ADATTO A TUTTE LE ETÀ
Sicuro
I sistemi di sicurezza indoor sono molto stabili e affidabili (pavimento ben imbottito, ancoraggi più vicini) e ormai anche chi si occupa della chiodatura in falesia lo fa con occhio sempre più professionale. È però assolutamente indispensabile rispettare alcune fondamentali regole di sicurezza.
Completo
Si è sempre sostenuto, soprattutto da parte dei medici pediatri, che il nuoto fosse lo sport più completo per eccellenza, ma l’arrampicata si sta affermando come uno sport che sviluppa tutta la muscolatura sia degli arti che del tronco e nello stesso tempo migliora la flessibilità e la coordinazione. Non ultimo, rafforza l’autostima e la coesione sociale.
Divertente
Essendo i movimenti mai omogenei, l’allenamento è molto vario e divertente. Ogni percorso è come un puzzle: il principiante inizia a salire subito ma con l’esperienza impara a visualizzare il percorso migliore e a individuare sequenze di movimenti sempre più difficili.
Adatto a tutti
È uno sport accessibile a tutti, specie alle donne, più agili e flessibili; per tutte le età, dai 4-5 ai 70 e più anni; con tutti i tipi di disabilità fisica e mentale e tutti i livelli di preparazione fisica, anche nei poco allenati. Con poca spesa.