PRESOLANA
Arrampicate classiche e moderne sulla Regina delle Orobie
Prima edizione Giugno 2024
ISBN 978 88 85471 190
Copyright © 2024 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it
Copertina Luca Masarati in cordata con Maurizio Tasca su L3, Distanziamento a-sociale © Marco Zanone
Testi Maurizio Panseri e Matteo Bertolotti
Disegni Eugenio Pinotti
Fotografie
Maurizio Panseri e Matteo Bertolotti (salvo dove specificato)
Cartine Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia
Impaginazione
Stampa
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Nota
Tommaso Bacciocchi
Matteo Bertolotti
LegoDigit s.r.l., Lavis (TN), Italia
Km ZERO
Guida
Cosa significa?
È una guida a KM ZERO!
Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da arrampicatori locali.
Come i pomodori a Km 0?
Certo! E la genuinità non è un’opinione.
Gli autori locali fanno bene a chi scala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo gli spot più commerciali; – reinvestono il ricavato in nuove falesie.
Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale. E infine la cosa più importante: sulle loro rocce, c’è un pezzetto del loro cuore
L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo.
Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.
fatta da autori che vivono e l’arrampicatasviluppano sul territorioIl 2% del ricavato di questa guida viene reinvestito in materiale per attrezzare vie e falesie
Km ZERO
Guida fatta da autori che vivono e sviluppano l’arrampicata sul territorio
con il patrocinio della Sezione CAI di Bergamo Antonio Locatelli
con il patrocinio della Sezione CAI di Clusone Rino Olmo
con il patrocinio del Gruppo Alpinistico Presolana
con il patrocinio del CNSAS Lombardo
MAURIZIO PANSERI MATTEO BERTOLOTTI
PRESOLANA
Arrampicate classiche e moderne sulla Regina delle Orobie
a Cristina
Orizzonte verticale. Fessura impercettibile tra dentro e fuori tra visibile e invisibile tra prima e dopo. Confine tra terra e cielo da accarezzare con lo sguardo. Linea di sutura che cura e unisce a te. Lì ti cerco lì ti ritrovo.
MaurizioPresentazione
Dario EynardLa Regina delle Orobie, così è da sempre definita la Presolana, presenta un’intrinseca bellezza. Non è solo una montagna ma è una storia corale: sono le persone che vivono i luoghi a riuscire a darne un valore importante. I suoi versanti si presentano articolati in un susseguirsi di pareti, guglie, torri, canali. La Presolana non è una classica vetta Orobica, bensì un massiccio montuoso che presenta una complessa orografia. È interamente collocata nella provincia di Bergamo a ridosso sia della Val di Scalve, sia della Val Seriana. Dai prati di fondovalle la montagna si sviluppa per pendii ricchi di conifere fino al sopraggiungere di complessi versanti che la dividono nelle sue cinque vette. Da Ovest verso Est troviamo: la Presolana di Castione, la Presolana Occidentale (la vetta più elevata, 2521m), la Presolana del Prato, la Presolana Centrale, la Presolana Orientale.
Sin dagli anni Settanta dell’Ottocento la sua complessità ha avuto la capacità di far sognare gli alpinisti: l’ingegnere Antonio Curò, insieme a Federico Frizzoni e al tagliapietre Carlo Medici raggiunsero la vetta della Presolana Occidentale il 4 Ottobre 1870. È da allora che, per noi alpinisti bergamaschi, questa montagna ha rappresentato un simbolo di bellezza, dove generazioni di arrampicatori hanno potuto mettere mano sulle sue pareti di roccia calcarea, esprimendo il loro vivere l’avventura in un contesto che lascia tutto lo spazio possibile alla fantasia. La sua storia alpinistica si è sviluppata spesso parallelamente all’evoluzione di questa attività sull’intero arco alpino. Lungo il versante Sud sono state scritte le prime pagine della storia alpinistica della Regina. Partiamo dal periodo pionieristico legato alla ricerca della difficoltà e della verticalità degli anni Trenta e Quaranta del Novecento, periodo durante il quale vennero aperti itinerari come, per citarne solo alcuni, lo Spigolo Castiglioni, lo Spigolo Longo, la Cresta Saglio e la via Bramani/Ratti, oggi ritenuti grandi classici.
La ricerca della difficoltà si è naturalmente sviluppata nei decenni successivi anche sulla Presolana. Negli anni Sessanta è stato particolarmente rilevante l’alpinismo scalvino grazie alla scuola di Placido Piantoni, che dovette confrontarsi anche con la tendenza all’uso del chiodo a pressione con conseguente apertura delle vie comunemente chiamate “a goccia d’acqua”. La Presolana vide pochissime realizzazioni di vie aperte con questo stile, successivamente rivisitate in chiave moderna, poiché gli alpinisti bergamaschi in quegli anni misero in discussione questa forma di arrampicata. Negli anni successivi infatti vediamo la realizzazione di importanti salite artificiali compiute senza forare la roccia: è il caso della via Placido Piantoni o della Direttissima, entrambe lungo la parete Nord. Con gli anni Ottanta e Novanta prende forma una nuova generazione di alpinisti: l’arrampicata sportiva inizia a diffondersi e confrontarsi anche con le grandi pareti. Nascono numerosi itinerari che vedono prima l’utilizzo di spit e successivamente di fix, ricercando difficoltà in arrampicata libera sempre crescenti.
Negli ultimi anni le pareti della Regina hanno scoperto una nuova linfa vitale: sono state aperte vie di difficoltà elevata e l’alpinismo in tutte le sue forme sta riscontrando un crescente interesse, grazie ai frequentatori e ad una cura e attenzione particolare riservata dai rifugi presenti alle pendici delle pareti.
Ogni versante regala un’arrampicata completamente differente. Proprio perché la montagna si sviluppa sulla linea Est-Ovest è possibile considerare separatamente i versanti Sud e Nord come i più ricchi e articolati.
Il versante Sud è caratterizzato da vie più brevi che si sviluppano generalmente per 200-250m. Questo versante è particolarmente articolato e regala una varietà di itinerari classici e sportivi, molti dei quali plaisir accanto ad alcuni più impegnativi e ricercati. Su questo versante la roccia si presenta spesso di qualità eccelsa con
avvicinamenti mediamente brevi. Su queste pareti le vie conducono spesso sulla sommità di pilastri, regalando un’avventura alpinistica più completa qualora si decidesse di raggiungere una delle vette al termine degli itinerari. Sullo stesso versante vi sono tuttavia alcune pareti più isolate che richiedono un avvicinamento più lungo come la Presolana di Castione.
Sul versante Nord, le pareti cadono a Ovest verso la Valzurio, dove si sviluppano itinerari lunghi ed esplorativi. La parete Nord più aggettante invece affaccia verso la Val di Scalve. Questa si presenta verticale per oltre 500 metri, di carattere dolomitico, repulsiva e con forti strapiombi. È veramente difficile rappresentare in poche righe le enormi potenzialità che offre una montagna come la Presolana: essa è in grado di regalare qualsiasi avventura alpinistica si stia ricercando, data la sua varietà, estensione, altezza delle pareti, stile di chiodatura e avvicinamenti differenti.
Il filosofo medioevale Bernardo di Chartres scrisse “siamo nani sulle spalle dei giganti”: la
consapevolezza deriva anche dalla conoscenza di chi ci ha preceduto. È con queste parole che bisognerebbe approcciarsi ad un’avventura alpinistica.
Questa guida, infatti, grazie al minuzioso lavoro degli autori, non vuole presentarsi soltanto come uno strumento tecnico; vuole invece prendere le forme di un volume che evidenzia come la storia della Presolana sia un susseguirsi di scalate, aneddoti, personaggi che hanno contribuito a rendere speciale questo posto. I racconti permettono agli alpinisti di vivere appieno l’esperienza su una parete, dove il gesto tecnico rappresenta solo una parte dell’avventura, arricchita dal contesto, dalla storia e dalla vita di chi quella parete, l’ha vista con occhi diversi ma è riuscito a regalarci le sue emozioni. Questi stessi racconti, con la loro capacità di far immedesimare il lettore nei sentimenti e nell’atmosfera vissuta dai protagonisti, fanno di questo volume uno strumento accattivante per tutti coloro che si lasciano affascinare dal mondo della montagna e dell’avventura.
Sommario
LE CRESTE
VERSANTE SUD
Folletto Gianky
Balicco/Botta (o Raimondo Salvi)
Beltrami/Ruggeri (o Pietro Pessina)
26. Via dei Cinque ..................
27. Locatelli 144
28. Mara 146
29. Ciccio 150
30. Siddharta 152
#Roccia - Ciccio e Siddharta di M. Panseri 154
31. Scandella/Marinoni 156
32. La fantastica idea di Paolo 156
33. Un sorriso per Marilena 158
34. Francesco 159
35. Senza nome 159
36. Canale Sud-est ................. 159
5. PRESOLANA DEL PRATO TORRIONE SCANDELLA
01. Sara Scolara 166
02. Poloni/Benigni 166
03. Vecchia quercia 168
#Roccia - Di nuovo di M. Panseri 170
04. Grandi e piccini (o Verzeri) 172
05. Via dai Diedri 172
#Roccia - Scala di grigi di M. Panseri 174
06. Il tramonto di Bozart ............. 176
07. Nebbiolana 178
08. A sud di nessun nord 180
09. Alpilandia 182
10. Via libera alla cicogna 184
11. Nembrini/Bergamelli 184
12. Torna a casa Tom ................ 185
13. Renzo Scandella 188
14. Nembrini/Acquistapace/Milesi/Angeli 189
6. PRESOLANA DEL PRATO AVANCORPO 192
01. Via Normale 196
02. Respiri profondi 196
03. Tetide 198
04. Hale Bopp 200
05. Senza nome 201
06. Attimi fuggenti 202
07. L’ira di Milo 202
08. Fata morgana ................... 204
#Roccia - Che bello di M. Panseri 207
Buon compleanno
Via dei Refrattari
12. Calegari/Farina/Sugliani
13. Sognando il Verdon ..............
Lola (o Nembrini/Bianchetti)
Mai molà
W. Zambia
del Prato - una polemica
13. Vitomania ...................... 285
14. Spigolo Longo (o Spigolo Sud) 285
Prima ascensione alla vetta della Presolana
Spigolo Sud di G. e I Longo 290
15. Ernestino 292
16. Echi verticali.................... 294
17. Spigolando 296
18. Hemmental strasse 298
19. Attraverso il delfino 300
Attraverso il delfino di L. Ducoli 302
20. Gian-Mauri 304
#Roccia - Solitudine e silenzio di M. Panseri 306
21. Koren 308
22. Via dei Nossesi 308
23. Yuk y-hook 310
24. Alien 314 Alien di S. Codazzi 316
25. Pegurri/Carrara 318
26. Dal tramonto all’alba 320
#Roccia - Dall‘alba al tramonto di M. Panseri 322
27. Cammiando con Tina............. 324
28. Nembrini (o Attilio Tomassoni) 326
29. Vittorio Scandella 326
30. Cesareni/Piccardi 328
31. Bramani/Bozzoli Parasacchi/Barzaghi 328
32. Agazzi/Arrigoni 330
33. Spiranelli & Co. ................. 330
34. Via Normale
8. PRESOLANA ORIENTALE
01. Zambetti
02. Cesareni/Berizzi/Pansera
Hard rock
Makumba
05. Pellicioli/Spiranelli (o Camozzi) 348
06. Baby climber 350
07. Orient express 352 Orient express di M. Balduzzi ........ 354
08. Direttissima (o Giuseppe Pezzotta) 356
09. Spigolo giallo 356
10. Via delle Carcasse 358
11. Pezzini/Clarari
17. Arrigoni/Agazzi/Buelli 362
18. Ultimo sole 364
19. Asti/Aioldi ...................... 366
20. Via della Settima generazione 368
21. Via Normale 370 Soccorso alpino a cura di un soccorritore della Stazione di Clusone ........... 372
9. MONTE VISOLO 378
01. Era ora (che Marco aprisse una via in Presolana) 378
10. CORNA DELLE QUATTRO MATTE 382
La leggenda delle Quattro Matte dal sito web della Proloco di Colere 386
01. Traversata de Le Quattro Matte 388
02. Spigolo Ovest 388
Le Quattro Matte - Traversata Est-Ovest di M. Agazzi ..................... 390
03. Caccia/Piccardi 392
04. Rifugio Albani 392
05. A piede libero 394
La Presolana e le vie di Giangi di M. Panseri .................... 396
06. Balikwas 400
Balikwas, qualcosa è cambiato di P. Serralunga 404 Balikwas di L. Berio 406
07. Spigolo Est 408
08. Sognando gli anni ‘30 ............ 408
09. Longo/Pio/Tacchini 409
10. Belingheri 409
11. Canale delle Quattro Matte 410
12. Borgonovo/Cottinelli 411
Presolana - Prima salita per la parete Nord a una delle punte orientali di A. Curò 412
11. TORRIONE VISOLO 416
01. Schiiscciùs .....................
Schiiscciùs di M. Tasca e N. Duci
Serenella
12. ANTIFUPÙ 426
01. Nel dubbio... allenarsi! 428
02. Dilettanti allo sbaraglio 430
VERSANTE NORD
13. PRESOLANA ORIENTALE 434
01. Giannantonj/Cesareni/Piccardi 438
02. Fantini 439
03. Longo 440
Una nuova classica sulla Presolana di A. Fantini 442
04. Sergio e Marco Dalla Longa 444
Via Sergio e Marco Dalla Longa di S. Costa 446
Volevo il silenzio di I. Ferrari 447
05. Gregis (o Fassi) ................. 448
06. A Marco e Sergio 450
07. Spigolo Nord (o Caccia/Piccardi) 452
08. Canale della Donna che piange 453
09. Longo 454
14. PALA DELLA PRESOLANA 458
01. Jessica 460
02. Dal tramonto all’alba 460 Dal tramonto all‘alba di M. Vago 462
03. A Franco e Vale 464
04. Belingheri/Tagliaferri 466
05. Rob de Matt 468
06. Carmen 470
07. Foto Franco 470
08. Monica 471
Una storia dimentica di M. Panseri 472
15. FALESIA DELLO ZERBINO, CORNA TONDA MINIFALESIA 476
01. Falesia dello Zerbino ............. 476
11. Bastian contrario 477
12. Il fuoco dal profondo 477
13. Piantoni/Belingheri 478
14. La porta del Dharma 480
15. Minifalesia 480
16. PRESOLANA CENTRALE
PRESOLANA DEL PRATO 484
01. Amodeo/Villa 486
02. Castiglioni/Gilberti 488
03. Cesareni/Piccardi 490
La parete Nord della Presolana Centrale di G. Cesareni e A. Piccardi 492
04. Locatelli 496
05. Bramani/Bozzoli Parasacchi/Barzaghi 497
Via Locetelli di A. e C. Locatelli 498
Via nuova sulla Parete Nord
di E. Bozzoli Parasacchi
500
06. Canalone Attilio Calvi 502
07. Cesareni/Piccardi 502
08. Bramati/Biseo/Teruzzi 503
Descrizione di una via sulla Parete Nord della Presolana di G. Cesareni e A. Piccardi 504
17. PRESOLANA OCCIDENTALE 508
#Roccia - Ferragosto di M. Panseri 516
01. Cengione Bendotti 518
02. Il canto del lama 519
03. Super Pablo 519
Prima ascensione della più alta punta della Presolana (2511m) dal versante
settentrionale di L. Albani 520
Discesa per il versante settentrionale di A. Manighetti ................... 522
04. Scudeletti 526
05. Livio Piantoni 528
06. Piantoni/Donati 530
07. Caccia/Piccardi 530
08. Esposito/Butta (o Italo Balbo) 532
Sulla Esposito/Butta di L. Pellicioli 534
09. Papè Satàn 536
#Roccia - Papè Satàn di M. Panseri 538
10. Grande Grimpe 540
11. Distanziamento a-sociale 542
Distanziamento a-sociale di L. Masarati 546
12. Via dei Moc 548
13. 12 anni di Albani ................ 550
#Roccia - 12 anni di Albani in inverno sulla Nord di M. Panseri 552
14. Zanetti/Gibellini 558
Presolana, la parete Nord e la via
Zanetti/Gibellini di M. Gibellini 560
15. L’ultima luna 562
L‘ultima luna di M. Motta 564
16. Lilion 566
17. Sim sala bim 568
18. Un giardino per Gianmario 570
#Roccia - Finalmente un giardino di M. Panseri 574
19. Greenpeace 576
20. Direttissima 578
Direttissima di A. Fantini 582
#Roccia - Divertirsi d‘inverno, la Direttissima di M. Panseri 584
Prima solitaria invernale della parete Nord della Presolana, via Direttissima di D. Eynard 586
21. Paco 590
#Roccia - Divertirsi d‘inverno - La Paco di M. Panseri 592
22. Placido Piantoni 594
#Roccia - Il cerchio si è chiuso di M. Panseri 596
23. Pilloni 602
24. Il senso della misura 604
25. Via del Cuore 606
#Roccia - Il cuore della Nord di M. Panseri 608
26. Comfort zone 610
27. Bosio 612
#Roccia - Divertirsi d‘inverno - La Bosio di M. Panseri 614
28. Presolana holiday 616
Presolana holiday di L. Gheza e A. Contessi 618
29. Le medaglie di Muttley ........... 622
30. Simon mago 624
31. Miss Mescalina 626
32. Via col Vento 628
33. Spigolo Castiglioni (o Spigolo Nord-Ovest) 630
18. PRESOLANA OCCIDENTALE
PRESOLANA DI CASTIONE 638
01. Denise 642
02. Emozioni verticali 644
#Roccia - Carpe diem di M. Panseri 646
03. Carpe diem ..................... 648
04. Carlo Nembrini 650
05. Caccia/Piccardi 651
06. Giannantonj/Coppellotti/Locatelli 652
07. Peloni 653
08. G.A.N. 654
09. In cammino con Marco e Cornelio .. 656
10. Scandella 658
11. Rizzoli/Trussardi/Facchini 659
12. Agazzi/Arrigoni (o Spigolo Ovest) 659
Ennio e la linea d‘ombra di M. Panseri 660
19. FALESIA DEL VASCELLO FANTASMA
PLACCA DELL’OLANDESE VOLANTE
PLACCA DEL RIFUGIO 664
01. Falesia del Vascello fantasma 664
26. Placca dell’olandese volante 664
27. Orobia campo base 2022 664
28. Il potere dei sogni 666 Ciao Roby di M. Panseri 668
Gli autori
Maurizio Panseri
Maurizio Panseri, classe 1964, da quasi 30 anni vive ad Olera, un piccolo borgo immerso nei boschi di Alzano Lombardo a pochi chilometri da Bergamo. Sin dall’adolescenza si appassiona alla montagna, esplora l’intero arco alpino e viaggia: Balcani, Provenza, Scozia, Pirenei, Alto Atlante (Marocco) e Yosemite, Needles, Red Rock (USA), ma le Orobie e le Prealpi Bergamasche sono le “sue” montagne, quelle dietro casa, quelle delle prime arrampicate e delle prime scialpinistiche ancora oggi in grado di stupirlo e terreno d’avventura prediletto. Nella vita di tutti i giorni, come funzionario tecnico, si occupa di gestione territoriale e progettazione ambientale, mentre la passione per la montagna riempie ogni attimo del suo tempo libero. Alpinismo, scialpinismo, arrampicata e mountain-bike sono le attività che si avvicendano intensamente col trascorrere delle stagioni e degli anni. Sul calcare della Presolana ha ripetuto oltre 70 vie, alcune in solitaria e 4 itinerari sul versante nord in prima invernale. Da sempre documenta e racconta i suoi attimi di vita tra i monti utilizzando i differenti linguaggi propri della scrittura, della fotografia e del cinema. Ha collaborato con numerose riviste di settore e con Alberto Valtellina ha siglato la regia di quattro produzioni cinematografiche. Le sue “Piccole Storie” e tutta la sua produzione la potete trovare e leggere su vertical-orme.blogspot.com.
Bibliografia:
• Valli bergamasche - Falesie e vie moderne
Yuri Parimbelli e Maurizio Panseri, Versante Sud, 2009
• Mountain bike tra Lecco e Bergamo - 87 itinerari e racconti tra il Lago di Como e le Orobie
Maurizio Panseri, Marzia Fioroni, Claudio Locatelli ed Enrico Fioroni, Versante Sud, 2012
• Valli bergamasche - Falesie e vie moderne
Yuri Parimbelli e Maurizio Panseri, Versante Sud, 2016
• Da Milano a Valbondione - In bicicletta dalla metropoli ai 3000 delle Orobie
Maurizio Panseri, Lyasis, 2018
• MTB da Bergamo ai Laghi di Endine e Iseo - 115 itinerari in Valle Seriana, Valle di Scalve, Val Cavallina
Maurizio Panseri, Versante Sud, 2018
• Scialpinismo sulle Orobie - 6 traversate e 66 itinerari ad anello tra Bergamo, Lecco, Sondrio e Brescia
Maurizio Panseri, Versante Sud, 2021
• Valserina di roccia di ghiaccio di neve
Maurizio Panseri, CAI Sottosezione Valserina, 2024
Filmografia:
• Quelli che stanno a Nord
Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, Lab 80 Film (2008 – 58’)
• Allenarsi!
Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, Lab 80 Film (2012 – 59’)
• Le traversiadi
Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, Produzioni Alberto Valtellina (2020 – 77’)
• La bicicletta e il Badile
Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, Produzioni Alberto Valtellina (2022 – 83’)
Gli autori
Matteo Bertolotti
Matteo Bertolotti, nato a Osio Sotto (Bergamo) nel 1980, si occupa di distribuzione cinematografica. Nel 2003 fonda con alcuni amici il sito web sassbaloss.com con lo scopo di pubblicare le relazioni degli itinerari ripetuti. A oggi ha salito circa 1400 itinerari di roccia e alta montagna, dalle Dolomiti al Monte Bianco e dalle grandi salite classiche ad altre molto ricercate. Non disprezza l’arrampicata artificiale e spesso ama trascorrere le giornate appeso alle staffe. Appassionato di vecchi libri di montagna e storia dell’alpinismo, è istruttore nazionale di alpinismo presso la Scuola Valle Seriana e dal 2013 socio GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna). Nel 2016 sassbaloss.com riceve, per la categoria cultura, il Premio Marcello Meroni.
Bibliografia:
• Ferrate di Arco
Matteo Bertolotti e Diego Filippi, Arcolibri 2014
• Arrampicare - Dolomiti Sud-occidentali
Matteo Bertolotti e Luca Galbiati, Vividolomiti 2014
• Arrampicare - Dolomiti Nord-occidentali
Matteo Bertolotti, Luca Galbiati e Francesco Vascellari, Vividolomiti 2015
• Pietra di Bismantova
Matteo Bertolotti e Diego Filippi, Versante Sud, 2015
• Ferrate di Lombardia
Matteo Bertolotti e Dario Gardiol, Vividolomiti 2015
• Il Sentiero Roma
Matteo Bertolotti e Cristina Ribolzi, Vividolomiti 2016
• Arrampicare - Dolomiti Nord-orientali
Matteo Bertolotti, Luca Galbiati e Francesco Vascellari, Vividolomiti 2017
• Il Sentiero delle Orobie
Matteo Bertolotti, Vividolomiti 2018
• Mario Noaro
Matteo Bertolotti, Matthias Stefani e Bepi Magrin, Vividolomiti 2020
• Pietra di Bismantova
Matteo Bertolotti e Diego Filippi, Versante Sud, 2021
• Prealpi Lombarde
Matteo Bertolotti, Alpine studio e Club Alpino Italiano, 2017
• Ghiaccio delle Orobie
Valentino Cividini, Marco Romelli e Matteo Bertolotti, Versante Sud 2023
Alta Rigada
Bassa Rigada
Alta Verzuda
di Bares B.ta Alta Pagherola B.ta Pagherola Bassa B.ta Bassa Verzuda
Prologo - Buon cammino
Dove è più leggero esistere Dolce è vivere nell’aria...
Per un momento io lascio la vita sospesa negli angoli E mi abbandono all’umana paura di essere liberi Patrizia Laquidara “L’equilibrio è un miracolo”
Ciò che facciamo, ciò che raccontiamo non assume un valore direttamente proporzionale alla difficoltà del cammino intrapreso.
La scalata più difficile sulle pareti più impegnative delle Alpi, se raccontata male, non susciterà emozione alcuna nel lettore.
La passeggiata più semplice nel bosco dietro casa, se raccontata onestamente, potrà diventare una bella e piccola storia purché sappia veicolare emozioni. Non è obbligatorio essere scrittori e non è necessario avere affrontato grandi imprese, si può essere persone comuni con il semplice desiderio di condividere lo stupore che si prova tra i monti.
A patto che ci si lasci guidare dalla passione, dal rispetto delle persone e dei luoghi che hanno donato una storia, dall’attenzione verso il lettore sconosciuto a cui la si vuole restituire. Nel raccontare storie si diventa come funamboli, sospesi in equilibrio sul filo di un patto non scritto con la fonte ed il lettore, in cui si deve cercare di essere eticamente corretti ed esteticamente piacevoli. Prendendosi la responsabilità di fare emergere l’unicità della storia, per restituirne a tutti la bellezza, decidendo cosa illuminare e cosa tenere in ombra, cercando di essere autentici e non per forza obiettivi. Scalare sui monti o tra le parole richiede lo stesso impegno. Salire facili creste o difficili pareti, scrivere pensieri o un lungo racconto, sono azioni che regalano soddisfazione ed appagano. Quindi il piacere non risiede nella difficoltà del cammino intrapreso ma nella sensazione d’equilibrio che riusciamo a trarne e, soprattutto, a trasmettere. Nella speranza che da queste pagine nasca il desiderio di fare un tratto di cammino al nostro fianco, nella luce del mattino che si insinua tra i monti o sfogliando pagine di carta che ancora odorano d’inchiostro. Buon cammino, buone arrampicate. Maurizio e Matteo
Introduzione
Alpinismo nelle Orobie. A questa frase la gran parte degli alpinisti non assocerà alcuna immagine, altri inorridiranno al pensiero delle lunghe creste dalle rocce instabili, ai restanti invece tornerà alla mente il calcare incredibilmente compatto ed eroso della Presolana: l’adrenalina accumulata tra gli strapiombi della Nord e il piacevole procedere sulle placche a buchi del versante Sud.
Il massiccio della Presolana rappresenta l’emblema dell’alpinismo e della sua evoluzione sulle Orobie. La storia alpinistica della Presolana è meno nota rispetto a quella dell’intero arco alpino e dei massicci montuosi più famosi e, a dif-
ferenza delle vicine Grigne, la nostra montagna continua a essere schiva e riservata. Ciò non è dovuto all’assenza di storie da raccontare e tesori da mostrare, ma probabilmente al carattere di chi l’ha frequentata: uomini e donne poco inclini a parlare delle proprie avventure, ma che in questo lavoro abbiamo un poco stanato. Si deve premettere che l’attività alpinistica che ha caratterizzato queste pareti non ha mai visto l’emergere di una personalità dominante, ma si è trattato di una storia corale, in cui numerose persone hanno sognato e lasciato un segno del loro passaggio sui fianchi della Regina.
Maurizio Panseri e Matteo BertolottiLA ROCCIA
La Presolana è un massiccio dolomitico ben articolato, che si sviluppa in una lunga barra da Est verso Ovest su cui si allineano cinque cime distinte: la Presolana Orientale (2485m), la Presolana Centrale (2511m), la Presolana del Prato (2447m), la Presolana Occidentale (2521m) e la Presolana di Castione (2463m). Alla cresta principale si congiungono le creste secondarie e gli spigoli secondari che salgono dai due versanti, i quali, alternandosi ai canali, danno origine a una teoria di torrioni, pilastri e placche di ogni forma e dimensione. Solo alcune sono le zone adatte per creare linee di salita, in queste zone però bisogna dire che la roccia non è solo buona ma talvolta ottima: un bellissimo calcare generalmente grigio e compatto lavorato da buchi di tutte le dimensioni e fogge. Un discorso a parte merita il versante Nord, caratterizzato dall’imponente muraglia che sale al
Cengione Bendotti e chiusa a Nord-ovest dall’elegante Spigolo Castiglioni. Qui la roccia sul primo tiro di quasi tutte le vie non è un granché, ma poi presenta caratteristiche notevoli e la parete sale vertiginosa, regalando un senso di vuoto impressionante.
QUANDO
In virtù della quota e della sua morfologia il clima è quello tipico dei massicci dolomitici. Il periodo ideale per scalare varia in funzione dell’esposizione. A Sud, ideali sono la tarda primavera e l’autunno. L’estate è caratterizzata dall’addensarsi di nebbie nelle ore più calde della giornata, che possono anche evolversi in violenti temporali. Anche nelle belle giornate d’inverno è possibile scalare sulle pareti meglio esposte. Diversa è la situazione della Nord. Particolarmente fredda d’inverno, la parete conserva a lungo, fino ad estate inoltrata, accumuli di neve ai suoi
piedi. Il periodo migliore resta l’estate, da luglio a settembre.
MATERIALE
Partiamo dall’abbigliamento. A Sud si può scalare anche in maglietta, ma è meglio portarsi tutto il necessario, per non farsi sorprendere da nebbie e temporali. A Nord è meglio vestirsi di tutto punto: è rarissimo trovare un’estate così calda da permettere un abbigliamento leggero. Per quanto riguarda il materiale alpinistico, sono indispensabili il casco e tutta la normale dotazione d’arrampicata: due mezze corde e cordini e fettucce per le clessidre, gli spuntoni e le soste. A volte viene indicato il numero di rinvii utili e la necessità di portare dadi, friend e tricam. Quando si scala sulla Nord, se escludiamo Miss Mescalina e lo Spigolo Castiglioni, è quasi d’obbligo avere con sé martello e alcuni chiodi. Potrebbero tornare utili in caso si sbagli l’itinerario o in caso di rientro forzato in doppia, soprattutto per le vie non predisposte per le calate. È bene ricordare che sul versante Sud non vi è alcuna possibilità di rifornirsi d’acqua oltre la Baita Cassinelli (verificate che sia aperta prima d’intraprendere l’avvicinamento). Occorre quindi portarsi la scorta nello zaino. Sotto il versante Nord, presso le baracche delle miniere in prossimità del rifugio Albani vi è una fontanella.
CHIODATURA E IMPEGNO
Le vie presentano una chiodatura molto varia a seconda dell’anno e dello stile d’apertura. Tutte le vie, salvo alcune rare eccezioni, sono state aperte dal basso. Per ogni itinerario è stata data una valutazione dell’impegno utilizzando la scala di valutazione estesa. Prestare bene attenzione a questa informazione e tenere anche presente l’anno di apertura. Di volta in volta viene anche indicato, dove possibile, lo stato di chiodatura. In linea di massima sul versante Sud vi è uno stile più plaisir: la gran parte degli itinerari non ha mai un eccessivo sviluppo, la chiodatura è per la gran parte a fix 10mm e spit di buona qualità e spesso si scende in corda doppia dai medesimi. Sul versante Nord la musica cambia: è difficile parlare di vie plaisir, se plaisir significa sicurezza. Paco è sicuramente un itinerario moderno, ma non certamente plaisir, i pochi fix presenti
consigliano assolutamente di non volare se si vuole tornare a casa integri. La Direttissima e la Placido Piantoni non sono linee moderne. Se si esclude la presenza di un fix 10mm a ogni sosta, sui tiri vi è solo un’abbondante chiodatura tradizionale da verificare di volta in volta. Certo è che la loro rivisitazione in chiave moderna, cercando di percorrerla in libera è un viaggio imperdibile. Nella gran parte dei casi le vie presentano una chiodatura mista e necessitano a volte di una integrazione con protezioni veloci.
In estrema sintesi: sulla Nord l’ambiente è decisamente severo. La grande esposizione, il significativo sviluppo e l’impossibilità per molti itinerari di calarsi in doppia, richiedono nel complesso un buon impegno di tipo alpinistico. Alcuni itinerari sono stati richiodati nel rispetto delle loro caratteristiche. Lungo lo Spigolo Castiglioni sono stati verificati tutti i vecchi chiodi e sostituite le soste preesistenti e utilizzate per la discesa in doppia dal Cengione Bendotti. Gli spit di Miss Mescalina sono stati tutti sostituiti con fix 10mm rendendola effettivamente l’unica vera via sportiva e plaisir della parete. Gli spit di Paco, Un giardino per Gianmario, Via col Vento e Simon Mago sono stati sostituiti e si è proceduto con la richiodatura delle soste.
Sulle vie Bosio, Placido Piantoni, Direttissima sulla Nord e sulla Belingheri/Tagliaferri alla Pala, si è aggiunto un fix da 10mm con anello passa corda ad ogni sosta. Sono stati sostituiti tutti i cavi e le calate presenti nella parte terminale del Cengione Bendotti, aggiungendo alcune protezioni nei punti più esposti.
ACCESSO AL MASSICCIO
Il massiccio dolomitico della Presolana costituisce lo spartiacque tra tre vallate ed è quindi raggiungibile da più località, a seconda del versante dove si vuole arrampicare.
Per il versante Sud le località di partenza fan capo al comune di Castione della Presolana, per il versante Nord si parte dalla località Carbonera nel comune di Colere.
Per accedere ai rifugi Albani e Olmo è anche possibile partire dalla località Valzurio, che è una frazione del comune di Villa d’Ogna.
Castione della Presolana: da Bergamo risalire la Valle Seriana e giunti a Ponte Nossa, svoltare
per Clusone e procedere in direzione del Passo della Presolana. Giunti in centro al paese di Castione (46 km da Bergamo), se si vuole risalire la Valle dei Mulini, svoltare a sinistra verso la località Rusio. Poco prima del termine della strada vi è un parcheggio sulla destra. Nei pressi del ponticello parte il sentiero n. 318. Se invece si vuole accedere dal Passo della Presolana, proseguire oltre il centro del paese per altri 4 km seguendo le indicazioni per il passo. Parcheggiare poco prima di raggiungerlo, sulla sinistra nei pressi di una chiesina. Qui parte il sentiero n. 315, che sale alla Malga Cassinelli. Alcune centinaia di metri prima del passo, quasi di fronte agli impianti di risalita, sulla sinistra, vicino all’albergo Spampatti, si stacca una strada sterrata (via Cassinelli), che coincide con il sentiero n. 319, che porta alla Malga Cassinelli ma anche al Colle della Presolana, da dove si può proseguire per il Rifugio Rino Olmo. Colere: da Bergamo, percorsa la Valle Seriana e transitati per Ponte Nossa, Clusone, Castione della Presolana, raggiungere il Passo della Presolana. Da qui scendere in Val di Scalve e, al primo bivio, svoltare a sinistra in direzione di Colere. Oltrepassare il centro del paese e portarsi in località Carbonera, dov’è possibile parcheggiare nel piazzale degli impianti di risalita (60 km da Bergamo). Al limitare del borgo inizia il sentiero n. 403 che sale al rifugio Albani. Si può giungere in Val di Scalve e da qui fino a Colere anche provenendo dalla Val Camonica. Nei pressi di Darfo Boario Terme, si lascia il fondovalle e si risale la profonda incisione del torrente Dezzo lungo la via Mala (25 km da Darfo).
Villa d’Ogna: da Bergamo percorrere la Val Seriana e a Ponte Nossa proseguire in direzione di Valbondione. Giunti a Villa d’Ogna (36 km da Bergamo) lasciare la provinciale di fondovalle e procedere per Oltressenda Alta. Attraversato il centro del paese, proseguire per altri 6 km seguendo indicazioni fino a Valzurio. Poco oltre in località Spinelli parte la strada sterrata per le Baite del Moschel. Il transito è vietato e regolamentato dal comune di Oltressenda Alta, che rilascia un permesso a pagamento.
Dalla località Moschel partono i sentieri per il Rifugio Albani (n. 311) e per il Rifugio Rino Olmo (n. 320).
ACCESSO ALLE PARETI
Versante Sud
A) Il Passo della Presolana (1297m) costituisce l’accesso comunemente usato per questo versante. Parcheggiato presso la Chiesetta, per salire al rifugio Malga Cassinelli la soluzione ottimale è costituita dal sentiero n. 315, che si stacca dal secondo tornate della sterrata che sale nel prato sopra il parcheggio. Questa soluzione è la meno faticosa e decisamente la più bella. Dopo 30’ si giunge al rifugio Malga Cassinelli (1568m), si prosegue per ripido sentiero verso il Bivacco Città di Clusone (2085m) posto nei pressi della Cappella Savina. Dal Passo prevedere circa 2 ore. Da qui si può accedere alle pareti della Presolana Occidentale, della Presolana del Prato, della Presolana Centrale e della Presolana Orientale.
Per gli accessi alle pareti consultare il relativo capitolo. Dal bivacco si può continuare fino alla Grotta dei Pagani (2225m – 30’) da dove inizia la Via Normale alla vetta della Presolana Occidentale, oppure procedere lungo il sentiero n. 318 sino al Passo di Pozzera (2126m) che, dopo una breve discesa, permette di accedere alla parete della Presolana di Castione e da qui per il sentiero n. 320 al Rifugio Olmo (1819m), circa 1h dalla Grotta dei Pagani.
B) Dall’Albergo Spampatti, nei pressi del Passo della Presolana (1297m), si può imboccare la strada sterrata (Via Cassinelli - segnavia CAI n. 319) che conduce alla Malga Corzene e Malga Cornetto. Prima di giungere a quest’ultima, si abbandona la sterrata e si sale per prati al Colle della Presolana (1698m – 1h20’) da cui si accede alla Valle dei Mulini e si può giungere velocemente alla base della parete della Presolana di Castione. Giunti al colle non scendere per il sentiero verso la Malga della Presolana, ma risalire la traccia lungo il crinale verso destra. Dopo una breve risalita il sentiero attraversa a mezza costa le pendici del Corzene (segnavia n. 315A) e conduce sui ghiaioni basali della parete; per sentiero e poi tracce si giunge alla base della medesima, 30/40’ dal Colle.
C) Da Rusio (921m) per la Valle dei Mulini, seguendo prima il sentiero n. 318, si può accedere alla Presolana di Castione e al Rifugio Rino Olmo in circa 3 ore. Questo sentiero, che si svi-
luppa in una valle incontaminata e selvaggia, rappresenta una valida alternativa, anche se più lunga e faticosa, per raggiungere il rifugio e la parete Sud di questa cima.
Il sentiero risale la valle e passa ai piedi delle falesie della Valle dei Mulini, prosegue in un tratto in cui la valle è profondamente incisa tra pareti di roccia e lentamente sale oltre il limite del bosco sino alla Malga della Presolana (1538m –1h30’). Dalla malga si risale per pascoli e ghiaioni sino a incrociare il sentiero n. 320. Verso destra si va al Passo di Pozzera e da qui alla Grotta dei Pagani; verso sinistra si va al passo posto a Nord del Pizzo Olone da dove si scende al Rifugio Rino Olmo. Risalendo per tracce i ghiaioni si giunge alla base delle pareti (2h30’ da Rusio). Da Rusio si può giungere al Rifugio Rino Olmo anche prendendo il sentiero n. 317 che sale alla Malga Campo e da qui per il sentiero n. 327 si sale al Passo d’Olone e in breve al rifugio.
D) Da Valzurio, partendo dalle Baite del Moschel (1285m) per il sentiero n. 320. È sicuramente uno degli angoli più belli e solitari della bergamasca. L’accesso al Rifugio Rino Olmo e alla Presolana di Castione si svolge in un ambiente unico che merita di essere visitato. Dal Moschel al rifugio prevedere un’ora e mezza di cammino. È sicuramente l’accesso consigliato per chi vuole pernottare al Rifugio Rino Olmo o per chi vuole arrampicare sulla Nord della Cima di Bares o sulla falesia del Pizzo Olone.
Versante Nord
E) Da Colere (1025m) per il Pian Vione lungo il sentiero n. 402. A torto poco frequentato questo percorso risale al Pian Vione e da qui al Colle della Guaita, dove si congiunge al Sentiero della Porta e in circa 2h30’ conduce al Rifugio Albani (1940m). Offre una vista inusuale sulle incombenti pareti del versante Nord.
F) Da Carbonera (1050m) per il sentiero n. 403. Si tratta del sentiero più battuto per accedere al Rifugio Albani (1940m). Prevedere 2h30’.
G) Nei mesi in cui gli impianti di risalita sono aperti, si può raggiungere il Rifugio Albani in soli 30’ dalla stazione superiore degli impianti a Cima Bianca. Qui imboccare il sentiero n. 311.
H) Da Valzurio, partendo dalle Baite del Moschel (1285m) lungo il sentiero n. 311. Vale quanto
detto al punto D in merito alla bellezza della zona. Si sale al Passo dello Scagnello (2075m – 2h30’) al cospetto della selvaggia parete Nord della Presolana di Castione e dell’imponente parete Nord-ovest della Presolana Occidentale, delimitata dall’elegante profilo dello Spigolo Castiglioni. Dal Passo in 15’ si raggiunge il Rifugio Albani.
PUNTI DI APPOGGIO
Per scalare in Presolana si può fare tutto in giornata partendo dal fondovalle, ma è molto consigliabile salire la sera e magari fermarsi più giorni, per immergersi nella magica atmosfera che avvolge questo massiccio e per coglierne la bellezza al cambiare della luce e del tempo.
Versante Sud
Rifugio Rino Olmo (1819m)
Il rifugio si trova sul territorio di Castione della Presolana ai piedi del versante Sud-ovest della Presolana, costruito sulle rovine della vecchia Malga Olone, inaugurato nel 1991 dal CAI di Clusone e dedicato al suo presidente, Rino Olmo, caduto in Presolana nel 1987. Il rifugio dispone di 18 posti letto e di un locale invernale. Telefono 0346.61380 (https://rifugiorinoolmo.wixsite.com/ rifugioolmo; rifugiorinoolmo@gmail.com).
Rifugio Malga Cassinelli (1568m)
Importante punto d’appoggio che sorge sul versante meridionale della Presolana, sul tracciato del Sentiero delle Orobie Centrali. Originariamente utilizzata dai pastori come casera nel periodo estivo, venne ristrutturata dal comune di Castione della Presolana negli anni settanta, con alcuni locali della struttura che vennero assegnati al Soccorso Alpino di Clusone. In seguito venne affidata la gestione alla Sezione CAI Carlo Medici di Clusone. Inizialmente utilizzata come baita sociale venne trasformata in rifugio nel dicembre 2013. Dispone di 15 posti letto. Gestore Claudio Trentani 339.5655793 (https://www.rifugiobaitacassinelli.it; claudio_trentani@libero.it)
Bivacco Città di Clusone (2050m)
Costruzione in legno ricoperta di lamiera realizzata nel 2015 a sostituzione della precedente. Dispone di sei cuccette con materasso, un tavo-
lo, due panche e quattro sgabelli. L’acqua non è reperibile in luogo e non è dotato di coperte, cuscini e fornello.
È presente un impianto di illuminazione interna a led con batteria alimentata da pannelli solari e un radiotelefono per comunicare con il Soccorso Alpino.
Versante Nord
Rifugio Albani (1939m)
Il rifugio è stato costruito ed inaugurato nel 1967 e andò a sostituire la vecchia Capanna Trieste, sorta anni prima (1924) e tuttora visibile in prossimità del complesso minerario ora inattivo. Dedicato all’illustre alpinista Luigi Albani, primo salitore della parete Nord della Presolana, nonché progettista del primo Rifugio Coca, è di proprietà della Sezione CAI Antonio Locatelli di Bergamo. Dispone di 70 posti letto, un locale invernale ed è un ottimo punto d’appoggio per le impegnative arrampicate che si svolgono sul versante Nord della Presolana. Telefono 0346.51105. Gestore Chicco Zani 338.4334709 (rifugioalbani1939@gmail.com).
METEO
Il meteo può essere consultato su questi siti internet: www.meteoblue.com www.ilmeteo.it www.meteo.it www.3bmeteo.com www.yr.no
CONSIGLI E RACCOMANDAZIONI
Buona parte degli itinerari descritti sono stati da noi ripetuti. Per i restanti itinerari ci si è appoggiati direttamente all’apritore o ad alpinisti che ne abbiano effettuato la ripetizione. Abbiamo cercato di redigere questa guida con la massima cura possibile, ripetendo il maggior numero possibile di itinerari; tuttavia non mancheranno inesattezze e incompletezze. Chiediamo anticipatamente scusa e invitiamo i lettori-fruitori a segnalarci attraverso gli indirizzi della casa editrice, eventuali contributi migliorativi per una prossima edizione.
SOCCORSO ALPINO IN PRESOLANA
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico opera in Presolana per mezzo di due stazioni afferenti alla VI delegazione Orobica (Stazione di Clusone e stazione di Schilpario).
In stretta sinergia con il sistema di emergenza e urgenza sanitaria, le stazioni vengono attivate per soccorsi tecnici e sanitari sulla Presolana, teatro ogni anno di esercitazioni che coprono a turno ogni versante del massiccio.
La morfologia della montagna, caratterizzata da numerosissimi canali e pareti a Sud e alte muraglie a Nord richiede il contributo di più forze in cooperazione che includono elisoccorso, squadre a piedi, unità cinofile e preziose collaborazioni con guardia di finanza, associazioni di volontariato (in primis il Corpo Volontari Presolana), vigili del fuoco e carabinieri.
Ricerche di dispersi e interventi più puntuali richiedono una comunicazione immediata tra tutte le forze in gioco garantita da ponti radio che coprono tutto il massiccio. Negli ultimi tempi l’uso di droni pilotati da personale CNSAS consente la bonifica di zone particolarmente imper-
vie o soggette a pericoli oggettivi eccessivi.
L’attivazione di un intervento in Presolana, oltre al classico 118, è anche possibile dalla colonnina di chiamata posta all’interno del Bivacco Città di Clusone, che ospita anche un defribillatore semi-automatico.
In caso di necessità d’intervento è fondamentale fornire informazioni il più dettagliate possibile come il nome della via o il numero del sentiero, luogo di parcheggio, meta, riferimenti naturali o artificiali come luci, tralicci.
L’app “Where Are U” consente l’invio della posizione contestualmente alla chiamata di soccorso.
VALUTAZIONE DEGLI ITINERARI
Per classificare in maniera più completa le vie, si è adottata la scala estesa di valutazione che scinde l’impegno generale di una via (ambiente, lontananza dal fondovalle, lunghezza, impegno psicologico) da quello relativo alla distanza o posa delle protezioni. Tutto questo per forza separato dalla difficoltà tecnica, comunemente espressa con la scala francese o UIAA.
Avremo dunque tre parametri da valutare e quindi tre scale diverse da affiancare nella relazione di una determinata via: la difficoltà tecnica, la proteggibilità, l’impegno generale. Per avere l’idea più precisa di una via, sarà dunque necessario esprimerli sempre tutti e tre, perché nessuno di essi, preso separatamente, potrà dare sufficienti informazioni al ripetitore.
LA DIFFICOLTÀ TECNICA
Si è adottata la scala francese per le vie attrezzate a spit e di carattere sportivo e la scala
UIAA per quelle più alpinistiche attrezzate prevalentemente a chiodi. Per ogni itinerario viene indicato sia il grado massimo, sia quello obbligatorio.
LA PROTEGGIBILITÀ
Abbiamo utilizzato una scala che tiene conto esclusivamente della distanza e dell’affidabilità degli ancoraggi, usando la lettera “S” nel caso di vie spittate e la “R” nel caso di vie attrezzate a chiodi o non attrezzate. Per le eventuali vie miste la sigla è “RS”.
L’IMPEGNO GLOBALE
Questa scala sostituisce la scala francese (TD, ED…) nel valutare l’impegno globale di una via, l’ambiente in cui si svolge, la difficoltà di ritirata e la lontananza dal fondovalle. È sostanzialmente la scala americana in uso per le big wall, espressa in numeri romani da I a VII (la scala è aperta) e affiancata alla difficoltà tecnica. Come si deduce dalla tabella, la gradazione è slegata totalmente dalla difficoltà, che andrà quindi sempre affiancata al numero romano.
FOTOGRAFIE
Ad ogni fotografia è associata una descrizione che contiene anche il nome dell’autore dello scatto.
SEGNALI INTERNAZIONALI DI SOCCORSO TERRA-ARIA RIVOLTI A ELICOTTERI E AEREI
OCCORRE SOCCORSO NON OCCORRE SOCCORSO
Segnali terra-aria
Razzo o luce rossa
Tessuto rosso quadrato teso
Segnali terra-aria
Yes – sì
DIFFICOLTÀ TECNICA
FR Grado in libera seguito tra parentesi dal grado obbligato più eventuale grado artificiale. Due esempi a lato.
UIAA Grado del passaggio più duro seguito tra parentesi dal grado obbligato più grado artificiale. Due esempi a lato.
No – no
7b (6a, A0 obbl.)
6c+ (6b obbl.)
VI (V+, A0 obbl.)
V+ (IV, A1 obbl.)
PROTEGGIBILITÀ
S1 Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3-4 metri tra uno spit e l’altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.
S2 Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una decina di metri al massimo e volo senza conseguenze.
S3 Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5 metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi.
S4 Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmente provocare un infortunio.
S5 Spittatura oltre i 10 metri, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provocare un infortunio (caduta su terrazzi e cenge o al suolo).
S6 Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20 metri, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali.
IMPEGNO GLOBALE
I Via corta richiedente poche ore, nei pressi della strada e con comodo avvicinamento, ambiente solare e ritirata comoda.
II Via di diverse lunghezze su una parete superiore ai 200 metri, avvicinamento facile anche se può richiedere una discreta marcia, comoda ritirata.
III Via lunga oltre i 300 metri, ambiente severo, richiede quasi tutta la giornata per essere superata. Può richiedere un lungo avvicinamento e la ritirata può non essere veloce.
IV Via distante dal fondovalle. Richiede un’intera giornata per essere superata. La ritirata può essere complicata e non svolgersi sulla linea di salita.
R1 Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, sicure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.
R2 Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.
R3 Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.
R4 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.
R5 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.
R6 Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.
V Via molto lunga stile big wall, richiede normalmente un bivacco in parete. Ritirata difficile, ambiente severo.
VI Big wall che richiede più giorni di permanenza in parete, ambiente di alta montagna, ritirata difficile.
VII Tutte le caratteristiche proprie del grado VI esasperate, come nel caso di big-wall himalayane che necessitano di una spedizione per essere superate.
La storia
Dopo la leggendaria salita alla vetta della Presolana Occidentale nel 1870 da parte di Carlo Medici, Antonio Curò e Federico Frizzoni, molti personaggi del mondo alpinistico si avvicinarono a questo massiccio calcareo, lasciando il loro segno indelebile con l’apertura di arditi ed eleganti itinerari.
A cavallo tra gli anni ‘20 e ‘30, contemporaneamente a quando avveniva un po’ su tutte le Alpi, si iniziano a salire le pareti dei vari versanti. È un momento esplorativo importante, che vede come protagonisti Giulio Cesareni, Antonio Piccardi, Arrigo Giannantonj, Francesco Perolari, Vitale Bramani, Elvezio Bozzoli Parasacchi e Giovanni Caccia.
Il primo sesto grado viene superato nel 1930 da Bramani, Ettore Castiglioni e Celso Gilberti sullo Spigolo Nord-ovest della vetta occidentale. Una via che viene affrontata con grande intuito
e coraggio e che da alcuni anni era considerata uno dei problemi più evidenti da risolvere. L’anno successivo viene superato dai fratelli Longo lo Spigolo Sud della Presolana Centrale. Il vicino Spigolo Sud-ovest vede ancora una volta protagonista Vitale Bramani. La parte bassa viene superata nel 1935 con Curti e Ferrari, mentre la parte alta viene aperta solo otto anni più tardi con Vittorio Ratti.
Negli anni ‘50 fanno la loro comparsa i forti alpinisti locali: Renzo Scandella, Leone Pellicioli, Battista Pezzini, Felice Clarari, Vittorio Bergamelli, Carlo Nembrini e Placido Piantoni, che attaccano le impressionanti lavagne del versante Nord.
Gli anni ‘60 e ‘70 sono caratterizzati dall’attività instancabile di Livio Piantoni, Flavio Bettineschi, Rocco Belingheri, Guglielmo Boni, Angelo Fantini, Fedele Corrent, Bruno e Luigi Buelli,
Maurizio Panseri e Matteo Bertolotti Antonio Curò (© Arc. A. Gamba)Luigi Pegurri, Santino e Nino Calegari, Giancarlo Agazzi e Sergio Arrigoni. Tra le tante, vale la pena evidenziare l’apertura della Placido Piantoni, dove la vertiginosa muraglia viene salita senza mai ricorrere al chiodo a pressione. Tanti itinerari caduti nel dimenticatoio, di tanto in tanto, vengono riscoperti. Ed è così che le ripetizioni aumentano e pian piano queste vie iniziano una nuova vita. Solo i ripetitori possono comprendere l’effettivo valore di queste realizzazioni, che meritano di diventare delle classiche.
Nei primi anni ‘80, compare un’altra generazione. Sulle pareti non ci sono le folle, come invece accade nei posti più blasonati delle Alpi come, ad esempio, il Passo Sella o le Torri del Vajolet. A visitare la Presolana sono quasi sempre gli alpinisti del luogo. Ennio Spiranelli, Gigi Rota, Sandro Fassi, e Antonello Moioli aprono itinerari di gran classe lasciandoli attrezzati per i ripetitori. Sulla Sud nascono A Federico, Il tramonto di Bozard, la Sa.Vi.An. e sulla Ovest della Presolana di Castione la G.A.N.
Queste furono la prime vie che ruppero il silenzio, che da tempo circondava il massiccio. L’esplorazione continua e si aggiungono altri
protagonisti: Gregorio Savoldelli, Ruggero Andreoli, Ugo Pegurri e Giovanni Martinelli. Con l’apertura di Vitomania compaiono i primi spit, che vengono usati con molta parsimonia. Sulla Nord dell’Occidentale, prendono forma itinerari ancora oggi ripetuti ma temuti: Un giardino per Gianmario, Le medaglie di Muttley, Grande Grimpe. A Sud: Yuk y-hook, Panico e Salamico e Qualcosa di travolgente
Con i primi anni Novanta, sulla Nord, nascono itinerari fantastici e ancora più esigenti per chiodatura e difficoltà obbligate: la Via del Cuore, una linea stupenda e sostenuta, scovata da Maurizio Pierangelo, Nadia e Ivan Tiraboschi; oppure le vie aperte da Simone Moro: Paco e Simon Mago, dove le difficoltà sono sostenute e l’obbligato in apertura veramente elevato. Fa eccezione la nascita di Miss Mescalina a cura di Antonello Moioli, Paolo Capponi e Stefano Coter: una via pensata e chiodata perché i ripetitori possano scalare senza troppi patemi. Un capitolo a parte è quello scritto sul versante Nord da Tiberio Quecchia, che apre quattro itinerari con difficoltà obbligate significative e un uso rarefatto di protezioni; si tratta di linee ancora oggi sono poco ripetute e che rappresentano un vero e proprio terreno di
La
avventura, dove si deve dare fondo alle proprie risorse. Greenpeace è forse la sua linea più abbordabile.
Gli anni passano e i nomi si susseguono così come le nuove vie, immediatamente prese d’assalto dai ripetitori: Giovanni Noris Chiorda apre Hemmental Strasse, GianMauri e Via col Vento Maurizio Arosio e Aurelio Messina salgono Fantasia d’autunno e Carpe Diem; Gianni Tomasoni chioda numerosi itinerari in perfetto stile plaisir; lo stesso fa Alessandro Ruggeri con Alpilandia e Folletto Gianky. Marco Vago con Dal tramonto all’alba alza notevolmente il livello in libera (8a).
Sul suo stile si muovono anche Roby Piantoni, Daniele Natali, Stefano Codazzi, Fulvio Zanetti, Mauro Gibellini, Yuri Parimbelli. Una menzione a parte meritano Giangi Angeloni e Daniele Calegari per il gran numero di itinerari aperti. Con il passare degli anni quasi tutti gli itinerari che presentano tratti di arrampicata artificiale
vengo liberati spingendo le difficoltà in libera fino all’8a. Altre vie vengono salite in invernale; altre ancora in solitaria.
Negli ultimi dieci anni una nuova generazione di alpinisti traccia itinerari impegnativi sia a Sud, che a Nord. Tra questi vale la pena ricordare Gabriel Buda, Maurizio Tasca, Nicole Duci, Matteo Motta, Luca Masarati, Giacomo Buelli, Luca Manella, Andrea Ghitti, Leonardo Gheza e Angelo Contessi.
Nel 2021 Luigi Berio e Paolo Serralunga sulla Corna delle Quattro matte aprono Balikwas, una via protetta a fix (distanti) e difficoltà sostenute. Se si esclude la piccola parentesi dell’apertura di W. Zambia ai Torrioni Gemelli, Berio e Serralunga sono i primi alpinisti milanesi che tornano ad aprire vie sul calcare della Presolana dopo Castiglioni e Bramani.
Oltre alle ripetizioni, continua ancora oggi la ricerca. Nuovi itinerari, sia di stampo classico che
moderno, verranno sicuramente tracciati. La fantasia e l’entusiasmo non mancano di certo alle nuove generazioni. La Presolana ha ancora qualche regalo in serbo per i suoi spasimanti.
Sulla Sud ora si vedono più cordate, ma difficilmente si fa la coda. Gli itinerari sono numerosi e spesse volte presentano una comoda discesa in corda doppia. C’è solo l’imbarazzo della scelta!
Sulla Nord, se escludiamo le file sullo Spigolo Castiglioni e su Miss Mescalina, le facce invece sono le solite, quelle degli innamorati di questa grande, severa e austera parete.
A volte si può essere gli unici su tutta la parete ed è bello godere di tanta pace e solitudine.
In apertura, Direttissima (© Arc. A. Fantini)
In apertura, Via dei Moc (© Arc. A. Fantini) Ringraziamenti
Questa guida rafforza ancora di più il nostro legame con gli amici che la Presolana, nel corso delle nostre frequentazioni, ci ha regalato.
Grazie a:
Fabrizio Andreoli, Giangi Angeloni, Tito Arosio, Tommaso Bacciocchi, Marco Balduzzi, Luigi Baratelli, Giovanna Belingheri, Rocco Belingheri, Davide Bellesi, Fernando Bellotti, Alberto Benini, Francesco Bergamelli, Luigi Berio, Paolo Bettinelli, Marco Birolini, Mafalda Bortolotti, Sandra Bottanelli, Alfio Brugnoli, Omar Brumana, Gabriel Buda, Giacomo Buelli, Luigi Buelli, Daniele Calegari, Federico Canobbio, Marco Capretta, Roberto Capucciati, Marco Cardullo, Giuseppe Carrara, Gurano Carrara, Marco Caserio, Anita Cason, Matteo Cattaneo, Michele Cisana, Valentino Cividini, Stefano Codazzi, Angelo Contessi, Saro Costa, Alberto Damioli, Nicole Duci, Stefano Ducoli, Dario Eynard, Ivan Facchinetti, Romele Facchinetti, Ivan Facheris, Angelo Fantini, Claudia Farruggia, Ivo Ferrari, Raffaele Ferrari, Diego Filippi, David Gaioni, Luca Galbiati, Rubens Gallizioli, Emanuele Gerli, Leonardo
Gheza, Andrea Ghitti, Mauro Gibellini, Paolo Grisa, Andrea La Monaca, Alessandro Longoni, Guglielmo Losio, Marco Luzzi, Luca Manella, Luca Masarati, Federica Maslowsky, Jacopo Merizzi, Tiziana Merla, Matteo Motta, Daniele Natali, Dario Nisoli, Giovanni Nodari, Federico Noris, Giovanni Noris Chiorda, Alberto Orlandi, Marco Pandocchi, Simone Parietti, Yuri Parimbelli, Ugo Pegurri, Angelo Piantoni, Eugenio Pinotti, Valentino Poli, Claudio Ranza, Elia Ranza, Giorgio Rizzoli, Marco Romelli, Tommaso Rubbi, Alessandro Ruggeri, Michele Ruggeri, Gregorio Savoldelli, Paolo Serralunga, Alessandro Spinelli, Ennio Spiranelli, Fabio Stabilini, Luca Stocchetti, Marco Taboni, Michele Tapparello, Maurizio Tasca, Gianni Tomasoni, Cristian Trovesi, Simone Trussardi, Francesco Vascellari, Elio Verzeri, Fulvio Zanetti, Paolo Zanga, Istruttori della Scuola di Alpinismo Scialpinismo e Arrampicata Libera Valle Seriana, Stazione CNSAS di Clusone.
Grazie a Versante Sud per continuare a credere in noi.
• www.sassbaloss.com
• www.orme.tv
• www.danzaverticale.it
• www.scalve.it
• www.scuolaguidodellatorre.it
• alessandrospinelli66.blogspot.it
Bibliografia cartacea
Per la compilazione del presente volume è risultata fondamentale la seguente bibliografia:
• A. Curò, Guida-itinerario alle prealpi Bergamasche, Hoepli 1877
• G. Castelli, Guida-itinerario alle prealpi Bergamasche, Hoepli 1900
• S. Saglio, Prealpi Comasche Varesine Bergamasche, CAI-TCI, 1948
• S. Saglio, A. Corti, B. Credaro, Alpi Orobie, CAI-TCI, 1957
• S. Saglio, Prealpi Lombarde – da rifugio a rifugio, CAI-TCI 1957
• E. Martina, Addenda corrigenda ed aggiornamento al 1968 della guida “Alpi Orobie”, CAI 1969
• A. Gamba, Presolana 1870-1970, Poligrafiche Bolis Bergamo 1971
• N. Calegari, S. Calegari, F. Radici, Orobie – 88 immagini per arrampicare, Edizioni Bolis 1985
• A. Savonitto, Scalate scelte nel Bergamasco, Melograno edizioni 1986
• W. Tomasi, Il massiccio della Presolana, Montagna viva edizioni 1987
• A. Pagliarin, A. Gamba, G. Lorini, T. Terzi, Presolana - voci e silenzi, Editrice Cesare Ferrari 1992
• A. Ruggeri, Lo spit sulla luna - Arrampicate moderne sul calcare della Presolana, Ferrari Edizioni 1993
• E. Pesci, B. Tassi, B. Quaresima, R. Capucciati, Arrampicate sportive e moderne fra Bergamo e Brescia, Versante sud 1996
• A. Ruggeri, Polvere di stelle, Edito in proprio 1999
• A. Ruggeri, Arrampicate sportive e moderne fra Bergamo e Brescia, Versante sud 2000
• A. Pezzotta, Duemila Bergamaschi, Edizioni Villadiseriane 2007
• E. Martina, Prealpi Lombarde – itinerari per cresta, Nordpress 2008
• Y. Parimbelli, M. Panseri, Valli Bergamasche – falesie e vie moderne, Versante sud 2009
• A. Pezzotta, Alpi Orobie over 2000. Volume 1 - Orobie Occidentali, L’Al.Pe. 2011
• A. Pezzotta, Alpi Orobie over 2000. Volume 2 - Orobie Centrali, L’Al.Pe. 2012
• A. Pezzotta, Alpi Orobie over 2000. Volume 3 - Orobie Orientali, L’Al.Pe. 2013
• V. Cividini, M. Romelli, Ghiaccio delle Orobie, Versante sud 2013
• R. Ciri, O. Bellinzani, Prealpi Lombarde Centrali, Idea montagna 2013
• D. Castelli, F. Lo Monaco, S. Morosini, 14 cime per 140 anni – itinerari per un anniversario, Lyasis edizioni 2013
• D. Gardiol, M. Bertolotti, Ferrate Lombardia e Svizzera, Vividolomiti 2015
• Y. Parimbelli, M. Panseri, Valli Bergamasche – falesie e vie moderne, Versante sud 2016
• M. Cisana, Nel giardino di pietra, Idea montagna 2016
• M. Bertolotti, Prealpi Lombarde, CAI Centrale e Alpine Studio 2017
• V. Cividini, M. Romelli, M. Bertolotti, Ghiaccio delle Orobie, Versante sud 2023
• Annuari CAI Bergamo, Annate varie
• Annuari CAI Clusone, Annate varie
• Le Alpi Orobiche, CAI Bergamo, Numeri vari
• Lo Scarpone, CAI Centrale, Numeri vari
• La Rivista del CAI, CAI Centrale, Numeri vari
• La Rivista della Montagna, Editori vari, Numeri vari
• Alp, Vivalda editori, Numeri vari
• Archivio Matteo Bertolotti
Le creste
In vetta alla Presolana del Prato (© M. Panseri)1. Traversata integrale delle creste
C. Martelli, Giacomo Mai il 16 settembre 1895
Prima ripetizione: Manfredo Bendotti e Luigi Pellegrini nel 1896
Prima traversata invernale: Carlo Locatelli, Antonio Locatelli e Lagomarsino il 1 febbraio 1914 in senso inverso, ovvero dalla Presolana Orientale alla Presolana Occidentale
Dislivello: +250/-250m la sola traversata
Difficoltà: PD/R3/III
Tempo: 10 h
Materiale: rinvii, cordini, friend e nut
La traversata delle creste della Presolana è un itinerario ormai divenuto classico e chi ripercorre l’itinerario raggiunge anche la vetta del Monte Visolo. Questo itinerario vanta numerose ripetizioni d’estate dove la più grande difficoltà consiste nel meteo: non è raro infatti che nei pomeriggi estivi l’intero massiccio della Presolana venga coperto da basse nubi. È facile quindi perdersi. Questo inconveniente viene meno d’inverno dove, seppure le giornate siano notevolmente più corte, la stabilità meteo è maggiore. Effettuare la traversata delle creste in inverno può risultare un’esperienza unica dove i silenzi e i panorami sapranno regalare all’alpinista emozioni a dir poco uniche. Inutile dire che la neve presente durante l’inverno può ostacolare oltre che rallentare notevolmente la progressione. Alcune cordate sono solite concaterare la traversata originale con la Cresta Josi o Cresta Ovest della Presolana di Castione aperta da Antonio Josi e Aldo Crespi il 18 luglio 1909, realizzando così una sorta di versione integrale.
Attacco per la versione integrale: dal Passo della Presolana si sale alla Malga Cassinelli (sentiero n. 315), per il sentiero delle Capre (n. 319A) si raggiunge il Colle della Presolana, da dove si prosegue in direzione del Rifugio Rino Olmo (n. 315A e 320).
Giunti al Signore dei Ghiaioni e al vicino Passo degli Angeli, si sale costeggiando verso sinistra la parete Sud della Presolana di Castione sino a portarsi sul filo di cresta.
Attacco per la versione originale: dal Passo della Presolana si sale alla Malga Cassinelli e alla Grotta dei Pagani (n. 315), da dove ha inizio la via Normale alla Presolana Occidentale.
Relazione versione integrale: la relazione è tratta dal libro “Il Massiccio della Presolana” di Walter Tomasi. Si risale facilmente lungo la dorsale pietrosa fino a raggiungere un lungo tratto pianeggiante alla fine del quale si incontrano alcuni roccioni che inizialmente si superano senza difficoltà; l’ultima di queste elevazioni si vince con maggior impegno, lungo uno stretto camino che si trova sul lato sinistro. Una volta superata quest’ultima difficoltà, per facili rocce si arriva alla vetta della Presolana di Castione (N.d.r. - fino a qui si è percorsa la Cresta Josi ovvero la Cresta Ovest della Presolana di Castione). Da questa si scende fino a incontrare due profondi canaloni e si segue la cresta Sud-ovest. Si supera inizialmente un canaletto con ottimi appigli che conduce sul filo della cresta: seguendola si arriva direttamente alla vetta della Presolana Occidentale.
Da qui continuare con la versione originale.
Attacco per la versione originale: dalla Grotta dei Pagani salire le facili e divertenti roccette, alternando facili passi d’arrampicata a tranquille cengette detritiche. L’inizio dell’arrampicata è rappresentato da una catena lungo una paretina verticale, prima della quale si deve superare un facile salto roccioso. Giunti su un cengione dove si trovano anche un paio di fittoni si imbocca un canalone. Quando si biforca si tiene la sinistra fino alla cresta che, seguita brevemente verso destra, porta alla croce in vetta alla cima occidentale. Numerosi bolli rossi lungo il percorso.
Proseguire seguendo sempre il filo di cresta (direzione Est) raggiungendo prima la vetta della Presolana del Prato (2447m), poi quella della Presolana Centrale (croce, 2517m) ed infine quella della Presolana Orientale (2485m). Lungo il tragitto, tra la Presolana Occidentale a la Presolana del Prato è possibile evitare un tratto in discesa effettuando una calata in corda doppia (cordini in loco).
Discesa: lungo il sentiero che dal Monte Visolo scende alla Malga Cassinelli e quindi al Passo della Presolana (2 ore).
Battista Pezzini, Fedele Corrent, Paolo Geroldi, Angelo Fantini e Bruno Rota il 9 luglio 1967
Prima ripetizione: Carlo Nembrini, Attilio Lanfranchi e Gianni Ferrari il 23 luglio 1967
Dislivello: 120m (3L)
Difficoltà: V-, A1/R3/II
Tempo: 3 h
Materiale: rinvii, chiodi, cordini, friend, nut, staffe, fifì, 2 corde da 60m
La via percorre lo spigolo Ovest/Nord-ovest dell’anticima della Presolana Occidentale. L’itinerario corre lungo l’evidente sperone che s’incontra al termine del cengione della via Normale. La relazione è tratta da “Il Massiccio della Presolana” di Walter Tomasi.
Attacco: raggiungere la Grotta dei Pagani e imboccare la via Normale, superare il tratto attrezzato e percorrere tutta la grande cengia. L’attacco è posto alla base dell’evidente sperone a destra del canale.
Relazione
L1: salire di qualche metro su rocce facili. Vincere uno strapiombo (IV+ 1 chiodo) e subito dopo traversare, salendo verso sinistra fino a un ottimo posto di recupero su clessidre. IV+.
L2: salire verticalmente una paretina compatta, obliquando verso destra (IV, piccola clessidra) sino ad arrivare ad un ottimo terrazzino, posto a sinistra dello spigolo. IV.
L3: traversare a destra sfruttando ottimi appigli e risalire il filo dello spigolo sino all’anticima. V-, A1. Percorrere il filo di cresta sino alla dorsale che verso sinistra porta in vetta.
Discesa: lungo la via Normale
12. Almayer
Ugo Pegurri, Francesco Carrara e Gigi Bianchi nell’estate 1995
Sviluppo: 120m (4L)
Difficoltà: 6c+ (6c obbl.)/S3/II
Tempo: 3 h
Materiale: rinvii, cordini, eventualmente friend, 2 corde da 60m
Lungo la via si trova roccia compattissima erosa da buchi di ogni genere. L’arrampicata è sostenuta e di soddisfazione. La via è interamente attrezzata con spit e fix abbastanza distanziati.
Attacco: raggiungere la Grotta dei Pagani e imboccare la via Normale, superare il tratto attrezzato e percorrere tutta la grande cengia. L’attacco (in comune con la via Quando calienta el sol) è situato alla fine del cengione, prima d’imboccare il canale che porta alla vetta. Risalire le roccette a destra dei bolli rossi e puntare a degli spit colorati.
Relazione
L1: salire in verticale tendendo leggermente a sinistra fino alla sosta (2 fix). Ignorare gli spit che si staccano verso destra dopo i primi metri, perchè sono della via Quando calienta el sol. 30m, 6c+.
L2: proseguire il verticale e poi tendere a destra. Un piccolo spostamento a sinistra consente di raggiungere la sosta (2 fix). 30m, 6b+.
L3: continuare dritti fino alla sosta (2 fix). 30m, 6a+.
L4: proseguire in obliquo verso sinistra. Un breve tratto verticale precede la sosta (2 fix). 30m, 6a.
Discesa: in doppia lungo la via.
Renzo Scandella nel giugno 1949 e Don Gino Fantini con Don Antonio Canova nel 1952
Sviluppo: 145m (5L)
Difficoltà: IV+, V/RS2/III
Tempo: 2-3 h
Materiale: rinvii, nut, friend, cordini e due corde da 60m
Questa via è la somma di due varianti aperte alla Bramani/Ratti in anni diversi. La parte bassa venne salita da Don Gino Fantini e Don Antonio Canova nel 1952, mentre la parte alta fu aperta in solitaria da Renzo Scandella nel giugno del 1949. Il nome di questa interessante combinazione si deve a una raffigurazione della Madonna su di una piccola lastra di granito, che venne depositata in una nicchia lungo il quinto tiro da Scandella ed Erminio Lorandi il 16 agosto 1950.
La via è stata ripresa e riattrezzata da Romele Facchinetti e alcuni istruttori della Scuola di Alpinismo
CAI Lovere nel 2018. L’ultima sosta, un tempo in comune con la via Sa.Vi.An., si trova oggi leggermente più in basso.
Attacco: poco prima di giungere al bivacco, una piccola traccia sulla destra sale in direzione della parete. Raggiunte le rocce, salire a destra per pochi metri sino a raggiungere l’attacco (chiodo con fettuccia + resti di una targa commemorativa distrutta e appoggiata a terra) posto alla base di una spaccatura che sale in obliquo verso sinistra. Poco più a destra si trova un anfiteatro, che sulla destra è chiuso dallo sperone della via Bramani/ Ratti. La via percorre il marcato diedro/fessura sulla destra dell’antiteatro, che sale obliquo in direzione della sella tra lo sperone e la parete vera e propria. Alla sua base è presente una sosta (2 fix). Conviene imbracarsi comodamente più in basso. Relazione
L1: salire il diedro fessura che sale in obliquo verso destra fino a raggiungere la sosta (2 fix + catena + anello) situata poco più a destra della sella (in comune con la via Bramani/Ratti). 40m, IV, IV+, V, 2 fix, 3 chiodi, 3 clessidre con cordone.
L2: questa lunghezza è in comune con la via Bramani/Ratti. Abbassarsi e superare l’intaglio percorrendo l’aereo ponticello. Rimontare la parete sino
alla terrazza detritica, dove si sosta (2 fix + catena + anelli calata). 20m, IV-, I, 1 chiodo.
L3: obliquare verso sinistra e, raggiunta una sosta intermedia, girare a sinistra e guadagnare la sosta (2 fix + anelli) in corrispondenza di un terrazzino con erba. 25m, III, IV-, 2 chiodi.
L4: salire in verticale lungo la placca. La sosta (2 fix + anelli - in comune con la via Sa.Vi.An.) si trova sulla sinistra dopo un tratto più verticale. 35m, IV+, V, 3 fix, 2 clessidre con cordone, 1 chiodo.
L5: spostarsi a destra e salire la bella placca a sinistra del grande fessurone. In breve si guadagna la sosta (2 fix + anelli). Lungo il tiro, in corrispondenza di una nicchia sulla destra è presente la raffigurazione della Madonna, che dà il nome alla via. 25m, IV+, V, 1 fix, 2 clessidre con cordone, 1 chiodo con cordino.
Qui termina la via. È possibile raggiungere la vetta della Presolana Centrale risalendo il canale fino a sbucare in cresta (I, II - percorso non obbligato ma intuitivo).
Discesa: in corda doppia lungo la via. 1a. calata: 60m, dalla S5 alla S3. 2a. calata: 60m, dalla S2 a terra - attenzione: gran parte della doppia è nel vuoto.
Se si decide di proseguire verso la vetta scendere lungo la via Normale (soluzione A) oppure percorrere la cresta principale fino al Monte Visolo (soluzione B).
ORIENT EXPRESS
di Marco BalduzziA luglio 2022, ricevo una chiamata da Capitan Zanetti che recita piu’ o meno cosi:
- Ciao Marco, per caso hai una guida aggiornata con le vie sulla Presolana Orientale?
- Ciao Fulvio, sì dovrei avere qualcosa. Ti mando tutto. Che hai in mente?
- Voglio capire se c’è spazio per una nuova linea, tipo quella che ho segnato in fucsia sulla foto. Era una vecchia idea...
- Interessante. E con chi vorresti aprire?
- Con te!
Non passerà molto tempo prima che mi ritrovi catapultato in una nuova avventura. E così, in meno di un paio di settimane, ci troviamo alla base di quella parete che diventerà il nostro parco giochi estivo per i mesi a seguire.
La parete è aggettante, molto, ma allo stesso tempo invitante per via della roccia calcarea di qualità eccelsa, che solo la Sud della Presolana può offrire (per lo meno in Bergamasca). E così, armati di motivazione e voglia di aprire un itinerario sicuro e divertente da scalare, abbiamo dato via a quella che diventerà Orient express: un viaggio di difficoltà e bellezza nel cuore orobico della Presolana.
Nell’arco di sei giorni passati in parete, abbiamo attrezzato dal basso una linea di 105 metri, che, con continuità di scalata, offre ad un arrampicatore allenato tutto quel che serve per una bella avventura verticale!
La via è stata aperta in ottica sportiva e, per una ripetizione, sono sufficienti 12 rinvii e una certa dose di tenenza.
La via è sicura e ben chiodata. Un paio di giorni sono stati dedicati alla pulizia, sia manuale che con un soffiatore, per rendere maggiormente piacevole una sua ripetizione.
Tutta la linea è stata scalata da entrambi e la libera in giornata è arrivata sabato 8 ottobre da Fulvio. Un ringraziamento speciale a Sandra Bottanelli per averci fornito una buona parte del materiale
lasciato in parete (fix e anelli di calata inox), oltre che ad averci coccolato nel suo rifugio con teglie di ottime lasagne, birre artigianali e l’immancabile salame al cioccolato.
Buon divertimento a tutti!
8. Direttissima (o via Giuseppe Pezzotta)
Vittorio Bergamelli, Mario Curnis e Placido Piantoni il 28 settembre 1963
Dislivello: 200m
Difficoltà: A2, V/R1/II
Tempo: 5 h
Materiale: rinvii, chiodi, friend, cordini e due corde da 60m
Itinerario in arrampicata artificiale aperto in più riprese da Vittorio Bergamelli dapprima con Mario Curnis (interrotto per maltempo dopo 10 ore d’arrampicata a circa metà parete) e infine con Placido Piantoni. Gli apritori utilizzarono 130 chiodi normali e 10 a espansione.
La via è dedicata a Giuseppe Pezzotta, precipitato il 29 giugno 1963 dallo Spigolo Dibona alla Cima Grande di Lavaredo, che fu commilitone di Bergamelli e Piantoni presso la Scuola Militare Alpina di Aosta.
La relazione è tratta dal libro “Il Massiccio della Presolana” di Walter Tomasi.
Attacco: a circa metà parete, a destra di Orient express (targhetta alla base), in corrispondenza di una linea di chiodi.
Relazione: si attacca la parete salendo verticalmente per circa 100 metri incontrando difficoltà continue in artificiale (A1 e A2). Dopo di questi, seguono altri 100 metri di roccia più articolata e con minori difficoltà (IV e V), che permettono di raggiungere il crinale che porta alla vetta.
Discesa: dall’anticima seguire la brevissima cresta fino alla cima. Da qui si scende verso destra (Est) seguendo i bolli (sentiero a tratti esposto con brevi passi d’arrampicata, II) fino all’intaglio sotto al Monte Visolo (palina e scritte rosse su un masso). Verso destra (indicazione Cappella Savina, sentiero n. 328) si scende nel canale ritornando in breve alla base della Presolana Orientale; salendo dritti invece si raggiunge la vicinissima cima del Monte Visolo. Ora, seguendo il facile sentiero n. 316, si rientra ricongiungendosi al percorso dell’avvicinamento poco sotto alla Baita Cassinelli.
9. Spigolo giallo
Mario Beltrami e Cesare Beltrami
Dislivello: 200m
Difficoltà: A2, V/R1/II
Tempo: 5 h
Materiale: rinvii, chiodi, friend, cordini e due corde da 60m
Via completamente in artificiale. I chiodi sono ben visibili anche dal basso, solo l’ultimo tratto presenta qualche difficoltà in arrampicata libera.
La relazione è tratta dal libro “Il Massiccio della Presolana” di Walter Tomasi.
Attacco: a destra della Direttissima, alla base dello spigolo in corrispondenza di una fessura a forma di falce che si perde dopo qualche metro. L’attacco è in comune con la Via delle Carcasse (targhetta con nome).
Relazione: si segue la fessura per pochi metri. Si esce sulla destra puntando direttamente ad una fila di chiodi che solcano verticalmente la parete sovrastante per circa due lunghezze di corda. Alla fine dei chiodi esiste un bel passaggio in libera (V), quindi si procede su roccia più facile fino alle creste sommitali.
Discesa: dall’anticima seguire la brevissima cresta fino alla cima. Da qui si scende verso destra (Est) seguendo i bolli (sentiero a tratti esposto con brevi passi d’arrampicata, II) fino all’intaglio sotto al Monte Visolo (palina e scritte rosse su un masso). Verso destra (indicazione Cappella Savina, sentiero n. 328) si scende nel canale ritornando in breve alla base della Presolana Orientale; salendo dritti invece si raggiunge la vicinissima cima del Monte Visolo. Ora, seguendo il facile sentiero n. 316, si rientra ricongiungendosi al percorso dell’avvicinamento poco sotto alla Baita Cassinelli.+
L10: traversare a destra fin quando la cengia termina in parete e superare una placca verso destra (roccia da delicata a discreta) fino a entrare nel secondo diedro che s’incontra. Salirlo fino al suo termine e traversare a sinistra. Oltre lo spigoletto si trova la sosta. 35m, VI+ oppure A1, V+.
L11: salire verso destra, vincere un ultimo strapiombo e continuare lungo rocce più facili, obliquando a sinistra. 40m, IV, V+, IV.
L12: proseguire lungo terreno facile, tendendo a sinistra, fino a raggiungere il Cengione Bendotti. 50m, IV, III.
Discesa: è possibile scendere lungo il Cengione Bendotti lungo lo Spigolo Castiglioni. Vedi paragrafo introduttivo. È da escludersi la calata in corda doppia dopo aver oltrepassato la S6.
CARPE DIEM
Domenica 18 giugno 2017, 11:49:18
Presolana Occidentale – Via Carpe Diem « Mentre si parla, il tempo è già in fuga, come se ci odiasse! Così cogli il giorno, non credere al domani.»
Orazio
Apprezzare ciò che abbiamo fuori dalla porta di casa e goderne della bellezza, cogliendo ogni attimo di una giornata vissuta intensamente. Anche questo fa parte del nostro andare in montagna. Aurelio e Maurizio nell’estate del ‘95 hanno vissuto e colto il loro giorno: Carpe Diem è un loro frutto. Una linea tracciata su una parete immensa, uno dei tanti volti della Regina, quello che scruta la valle regno di Zurio il Gigante. Ieri, anche noi, abbiamo voluto cogliere il nostro attimo, percorrendo questo itinerario severo ed impegnativo. Lo abbiamo fatto con calma partendo all’alba e rientrando a notte fonda. Come da copione, ogni volta che andiamo sulla Nord, perché non siamo veloci e abbiamo voluto godere di ogni sfumatura del giorno, impegnati e sospesi nel vuoto.
Maurizio Panseri
3. Carpe diem
Maurizio Arosio e Aurelio Messina nell’ottobre 1995
Prima solitaria: Alfio Formenti nel 1997
Sviluppo: 610m (17L)
Difficoltà: 6c, A1 (6b obbl.)/SR2/III
Tempo: 8-10 h
Materiale: 14 rinvii, cordini, friend, nut, tricam, chiodi, 2 corde da 60m
Altro lungo itinerario, attrezzato in modo sicuro con fix da 10mm da integrare con protezioni veloci. Anch’esso presenta delle lunghezze, nella sezione centrale, interessanti e compatte, dove sono concentrate le difficoltà maggiori; nella parte più alta calano decisamente. La via evita i tetti mediani aggirandoli a sinistra. Gli apritori hanno dedicato la salita al 20° anniversario della Sezione CAI di Gazzaniga.
Attacco: posto nel punto più basso della parete, sulla verticale che divide due evidenti strapiombi posti a 40 metri da terra (fix alla base).
Relazione
L1: salire il muretto, uscire a destra con un movimento delicato e poi rientrare a sinistra. Percorrere lo speroncino fino alla cengetta di sosta (2 fix). 40m, 6a+, 1 chiodo, 6 fix.
L2: salire direttamente il compatto muro sovrastante passando in un corridoio di roccia tra due tettini. Qui è necessario compiere uno spostamento a destra e un successivo rientro a sinistra. Proseguire in verticale fino alla sosta (2 fix). 40m, 6b, 3 chiodi, 5 fix.
L3: obliquare a sinistra lungo la placca per poi rientrare su terreno più facile a destra fino alla cengia dov’è posta la sosta (2 fix). 20m, 5c, 2 fix.
L4: percorrere la cengia in diagonale verso sinistra fino alla sosta (2 fix). 25m, II, 1 chiodo.
L5: salire e percorrere un sistema di fessure parallele tra due strapiombini, per sbucare in una zona più facile. Sostare (2 fix) sotto a un tetto. 30m, 6b, 3 fix.
L6: traversare a sinistra in grande esposizione fino a raggiungere un diedro aperto. Risalirlo e poi rientrare a destra fino alla sosta (2 fix). 40m, 6a+, 6 fix, 1 chiodi.
L7: spostarsi qualche metro a destra e salire un diedro che poi si abbandona uscendo in placca a si-
fessure parallele diedro aperto diedro seconda cengia diedro fessurato
prima cengia
due tettini
speroncino
nistra. Proseguire in verticale per pochi metri fino alla seconda cengia, dove si sosta (2fix). 40m, 6c, 1 chiodo, 4 fix.
L8: rimontare sulla grande cengia (presente un’altra sosta a fix - utile in caso di ritirata) e traversare verso sinistra fino alla sosta (2 fix). 50m, III, 2 chiodi.
L9: salire in verticale fino alla sosta (2 fix). 25m, A1, A0, 7 fix, 1 chiodo.
L10: spostarsi a destra e salire direttamente il muro soprastante fino alla sosta (2 fix). 25m, 6c, 3 fix.
L11: salire un diedro fessurato e poi obliquare in placca verso sinistra per raggiungere la sosta (2 fix). 25m, 6a+, 2 fix, 2 clessidre.
L12: salire la placca soprastante e al suo termine obliquare leggermente a sinistra per raggiungere la sosta (2 fix). 25m, 5c, 3 clessidre, 1 chiodo.
L13: salire per terreno semplice, tra risalti e cengette fino a una compatta placca finale, alla cui base si sosta (2 fix). 50m, 3c.
L14: salire direttamente per le placche adagiate fino a superare una fascia più compatta e ripida. Il terreno ora si abbatte e pure le difficoltà. Raggiungere facilmente la sosta (2 chiodi 1 clessidra). 45m, 6a+, 2 fix.
L15: obliquare a sinistra fino alla sosta (clessidra e fix) passando sotto a una fascia strapiombante. 30m, 3c.
L16: continuare su terreno facile in direzione dello Spigolo Nord-ovest. La sosta è da attrezzare (clessidra). 50m, 3c.
L17: salire per terreno semplice in direzione dello spigolo. La sosta è da attrezzare. 50m, 3a.
Discesa: dal Cengione Bendotti abbassarsi lungo lo Spigolo Nord-ovest fino a reperire il primo ancoraggio di calata. Vedi paragrafo introduttivo.