PUGLIA
Rock Falesie e DWS roccia e mare dal Gargano al Salento
Prima edizione Marzo 2024
ISBN 978 88 85470 681
Copyright © 2024 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina
Testi
Disegni
Graziano Montel su Local Hero, 8a a Ponte Ciolo. © Michele Mele
Graziano Montel
Tommaso Starace
Cartine Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia Tommaso Bacciocchi
Impaginazione
Francesco Rioda
Stampa Press Grafica S.r.l. – Gravellona Toce (VB), Italia
Km ZERO
Guida fatta da autori che vivono e l’arrampicatasviluppano sul territorio
Cosa significa?
È una guida a KM ZERO!
Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da arrampicatori locali.
Come i pomodori a Km 0?
Certo! E la genuinità non è un’opinione.
Gli autori locali fanno bene a chi scala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo gli spot più commerciali; – reinvestono il ricavato in nuove falesie.
Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale.
E infine la cosa più importante: sulle loro rocce, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Guida fatta da autori che vivono e sviluppano l’arrampicata sul territorio
Il 2% del ricavato di questa guida viene reinvestito in materiale per attrezzare vie e falesie
GRAZIANO MONTEL
PUGLIA Rock
Falesie e DWS roccia e mare dal Gargano al Salento
MAPPA GENERALE
INTRODUZIONE DELL’AUTORE
E siamo alla terza edizione in poco più di 10 anni.
Per un territorio, quello pugliese, non certo famoso per le sue montagne, può sembrare un periodo breve, in cui potrebbero non esserci state grandi novità, ma non è così.
Il progetto di questa edizione è di raccontare solo l’arrampicata in Puglia, con una monografia più moderna e specifica rispetto alla vastità delle precedenti guide A Sud
La mia regione negli ultimi anni è diventata una meta turistica importante, anche grazie al suo splendido mare, così in questa edizione abbiamo deciso di inserire anche le destinazioni di deep water solo. L’arrampicata sportiva, nello specifico, si sta diffondendo velocemente raggiungendo grandi numeri in tutta Italia, anche qui dove le poche montagne sono compensate dai numerosi canyon (gravine). Alcune vie non sono più progetti, molti settori hanno assunto dimensioni tali da potervi trascorrere più giornate di seguito provando sempre vie diverse, nuovi spot sono stati scoperti e alcuni sono ancora da valorizzare. Inoltre, per contrastare i segni dell’usura alcune falesie, in particolare sul Gargano, sono state riattrezzate e per l’occasione sono nati nuovi itinerari. Con il contributo economico di arrampicatori locali e non, di parte dei ricavi di Rocciaeresina e di questa guida, di molte società pugliesi da San Giovanni Rotondo fino a Santa Maria di Leuca sono nati, rinati e cresciuti tanti luoghi in cui potervi far divertire. Da sempre l’arrampicata in Puglia ha un’attenzione particolare per la sicurezza degli itinerari, ma anche per il rispetto della natura e di chi in quei luoghi vive e lavora. Buona arrampicata.
CENNI STORICI
Questa guida riguarda gli itinerari di arrampicata sportiva, si parla quindi di vie attrezzate con ancoraggi ad espansione o chimici che permettono cadute senza conseguenze fisiche, la cui idea di base è il superamento delle difficoltà sulla roccia sino al punto più alto previsto, la catena. L’obiettivo iniziale dell’arrampicata, il raggiungimento della vetta, viene sostituito dall’esercizio fisico e mentale. Anche in Puglia lo stimolo ad arrampicare è figlio del desiderio di conquista della cima; l’allenamento in valle è sempre finalizzato all’impresa sui monti e, anche qui, le prime pareti vengono usate in preparazione per affrontare le vie al Gran Sasso o, quando possibile, sulle Alpi. Sulle strutture rocciose più alte, quelle del Gargano, i primi itinerari sono stati aperti dal basso con l’uso di protezioni mobili, cercando sempre una vetta o un crinale da raggiungere. Della prima generazione di “alpinisti”, che a fine anni ‘80 inizia ad utilizzare i famosi spit auto-perforanti, è doveroso ricordare Pasquale Porcelli, Onofrio Saulle e Mino Ciocia. Quest’ultimo continuerà l’attività nella fase più sportiva, immortalando come fotografo alcuni importanti momenti dell’arrampicata pugliese. Anche il famoso speleologo altamurano, Francesco del Vecchio, ha svolto in quegli anni un ruolo pionieristico verso una concezione più sportiva dell’arrampicata, senza tralasciare arditi tentativi e rovinose cadute: nulla ha potuto fermarlo e tuttora è possibile incontrarlo in falesia o nella palestra indoor K2.
Alla fine degli anni ‘80 tre ragazzi hanno decisamente dato una sferzata alla visione più alpinistica, introducendo la pratica di massacrarsi inutilmente con allenamenti sbagliati. Massimo Moretti, Michele Agostinacchio e Angelo Carriero eseguivano già serie infinite al trave, con trazioni mono braccio e sospensioni su tacche invisibili al limite della resistenza delle pulegge, il tutto per superare placche di 6b dove un buon uso dei piedi avrebbe risolto tutto, molto più facilmente. Questi forzuti ragazzi hanno il mio personale ringraziamento sopratutto per aver avvicinato all’arrampicata mio fratello Gianluca che, secondo il classico schema tra fratello maggiore e minore, dopo poco tempo ho voluto imitare, ritrovandomi trent’anni dopo ancora appassionato di questo sport.
La trasformazione delle falesie pugliesi da pareti con una manciata di vie a vere e proprie palestre a cielo aperto non è certo stata repentina. Nei primi tempi l’unico mezzo per rendere più sicure le vie era il pianta-spit, con il quale era necessaria una mezz’ora di martellate per riuscire ad avere un tassello di 3 cm piantato nella roccia; sicuramente una conquista, ma per attrezzare le vie più lunghe servivano interi fine settimana e lo strapiombo era solo un miraggio.
La prima palestra in ambiente è stata sicuramente il Pulo di Altamura, una dolina carsica, un grosso buco largo 500 metri, caratterizzato però da ampi strapiombi. Queste pareti erano per noi inattaccabili, ma non per i due fratelli piemontesi Mimmo e Carlo, che in una manciata di giorni attrezzarono Mai gridare al Pulo e mi insegnarono l’arte della chiodatura in strapiombo. Il passo successivo fu l’acquisto di un trapano a batteria e fu Simone Moro, conosciuto ad un corso federale, a vendermi il suo usato, un vecchio Bosch a 24V. Il nostro piccolo gruppo, a cui si aggiunsero Raffaele Manfredi e Toni Caltella, Enzo Squicciarini e Franco Fiore, forte della potenza delle batterie e dalla buona volontà, ha chiodato alcune delle linee più ardite, rimaste irripetute per oltre 10 anni, quali Wintù e Re Nero Con l’esempio di Ferentillo e di Gigi Mario, l’attenzione si è spostata sulle vie più facili ma ben chiodate, anzi attrezzate ancora meglio per renderle percorribili da appassionati principianti e con poca esperienza. Il settore il mito di Statte, ad opera di Ciccio D’ippolito e Guido Gravame, è stato un esempio di attrezzatura ad hoc nei gradi intorno al 6a, tanto che in tutta la Puglia è quasi impossibile trovare itinerari facili in cui vi sia il rischio di cadute rovinose per protezioni troppo alte o malamente distanziate.
In un periodo, fortunatamente breve, in cui la ricerca della continuità ha sdoganato la creazione di appigli scavati, Aristo Aloi ha letteralmente creato diverse falesie sul Gargano (alcune delle quali oggi inutilizzabili per vincoli di varia natura), aumentando in breve tempo la quantità di itinerari a disposizio-
ne. Non tutte le vie di Aristo sono scavate e restano pregevoli vie e progetti ancora da liberare.
Nel 2021, grazie all’impegno organizzativo di Luigi Longo e Nicola de Simone, e all’aiuto di Pierpaolo Gemmati, abbiamo riscoperto falesie intere sul Gargano, abbandonate a causa dei materiali artigianali o della chiodatura non perfetta. Itinerari sconosciuti ai più e mai segnalati sulle precedente edizioni, su pareti che offrono ancora terreno vergine per altre vie.
Con Pierpaolo Gemmati, Marco Lucarelli, Stefano Cristofaro, Antonio Perta, Roberto Manni e Giuseppe Martiradonna abbiamo continuato lo sviluppo di Statte, che conta ormai numerosi settori e centinaia di vie per tutti i gusti. Inoltre la Banda del Buco si sta dedicando a nuovi progetti, non solo in Puglia ma anche nelle regioni limitrofe. Nel silenzio della natura, non troppo lontano, echeggia il suono di un trapano ma... questa è un’altra storia.
INTRODUZIONE TECNICA
VIE DI COMUNICAZIONE
La Puglia è una regione lunga e relativamente stretta, per raggiungere dal Gragano, partedo ad esempio dai laghi salati di Lesina e Varano, la cittadina di Santa Maria di Leuca, il punto più a sud, si devono percorrere circa 400 km. Una buona autostrada collega tutta la regione quasi fino a Lecce. Addentrandosi nel profondo Salento vi sono ampie statali che via via lasciano il posto a provinciali a doppio senso di marcia, spesso a picco sul mare. La natura di questi ultimi territori probabilmente perderebbe gran parte del suo fascino se percorsa a gran velocità su una strada a tre corsie.
Oltre all’autostrada vi sono diverse strade statali a media percorrenza, che rendono gli spostamenti abbastanza agili anche per raggiungere le regioni limitrofe, Basilicata e Calabria. Per quanto riguarda la parte finale dei nostri viaggi, le agognate falesie, quasi tutti i posteggi si raggiungono tramite strada asfaltata, in rari casi si percorrono anche brevi sterrati, quasi sempre evitabili allungando di 15 minuti l’accesso a piedi. Se è imprenscindibile l’uso dell’auto o di un mezzo personale per raggiungere le falesie, per arrivare in Puglia invece vi sono diverse alternative. Treni veloci raggiungono Bari, il capoluogo, che ha anche un discreto e recente aereoporto collegato da numerose compagnie lowcost. Brindisi non è da meno: ha un efficiente aereoporto internazionale. La vocazione marittima, inoltre, è nota sin dai tempi antichi e i tre porti principali (Bari, Brindisi e Taranto) sono approdo di navi traghetto e da crociera.
La Puglia, oltre al soprannome di “tacco d’Italia”, è anche nota come Tavoliere, da cui si evince che la superficie montuosa è molto ridotta, 1,5%. Questo fa sì che negli ultimi anni sia sempre meno raro vedere in giro cicloturisti con attrezzatura per l’arrampicata.
CLIMA
Sebbene le lunghe coste e i lirorali rocciosi facciano della Puglia una meta ambita per il mare e le vacanze estive, anche nelle altre stagioni il clima mite permette una moltitutudine di attività
all’aperto. In pieno inverno non è raro arrampicare in maglietta e scegliere settori in ombra per sfuggire un po’ ai caldi raggi solari. Inoltre le scarse precipiatazioni riducono molto il rischio di giorni di riposo forzato: solo la vostra pelle vi dirà quando fermarvi.
Le falesie del tarantino sono situate principalemente in lunghi canyon, detti “gravine”, ed è facile giocare con le ombre e il clima mite per trovare le migliori condizioni di aderenza. Non da meno alcuni pareti del Gargano, oltre ad avere esposizioni verso nord, sono spesso colpite da leggeri venti che riescono a regalare piacevoli sensazioni anche nelle giornate più calde. Nel periodo estivo certamente il mare resta l’obbiettivo perincipale di una vacanza in Puglia, ma è possibile ritagliare una parte della giornata per l’arrarrampicata, soprattuto nel Salento, a pochi passi dall’acqua.
In questa edizione sono state inserite anche alcune destinazioni di deep water solo, per coniugare il mare alla vostra voglia di roccia.
SELEZIONE DEGLI ITINERARI
Alcuni luoghi e itinerari non sono citati in questa edizione, che riguarda esclusivamente la Puglia. Si è cercato di descrivere in modo esaustivo tutte le possibilità per l’arrampicata sportiva, escludendo volutamente le vie di stampo più alpinistico o a più tiri, tranne nel caso in cui i tiri siano concatenabili come uno solo.
Diverse falesie del Gargano hanno visto un restyling completo grazie a donazioni, al negozio Rocciaeresina e al ricavato delle precedenti edizioni. Tutte queste ristrutturazioni hanno portato all’eliminazione di alcune vie non sicure o in ogni caso non conformi ad una pratica prettamente sportiva. Abbassare l’altezza di una catena, ove non se ne stravolga la difficoltà e la bellezza, si è reso necessario per evitare pericolosi sfregamenti della corda e l’usura della roccia, che è bene sempre tutelare.
In alcuni casi si è reso necessario non ripristinare secondi e terzi tiri, è bene infatti, quando si percorrono vie a più tiri, che alla base non sostino altre persone, o che non stiano percorrendo itinerari
sportivi. La caduta di piccole pietre può causare seri danni a chi, ignaro di tutto, vuole passare una giornata in falesia. Le multipich in falesie prettamente sportive vanno percorse durante la settimana o comunque quando non vi sia affollamento. Tutti gli itinerari citati in questo volume sono attrezzati con materiale omologato, talvolta può essere ancora presente una sosta “da ferramenta” o con moschettone non a norma. Nelle falesie nei pressi del mare, come per esempio Ciolo, Torre Sant’Emiliano o Porto Badisco, le soste hanno solo l’anello di calata e non il moschettone: prestate attenzione nell’eseguire correttamente la manovra per la calata. Nella quasi totalità degli itinerari è presente il moschettone di calata, è buona norma utilizzarlo solo per la discesa. In caso si voglia percorrere la via da secondi è opportuno, per limitare il consumo del moschettone, usare un proprio rinvio/moschettone, posizionato nella parte superiore della sosta.
Per quanto riguarda la gradazione si è cercato di raccogliere tutte le informazioni disponibili dai vari ripetitori. Non sempre però l’autore è completamente in accordo con le valutazioni e talvolta vi possono essere variazioni dovute alle rotture di appigli o alla scoperta di nuovi metodi.
AVVERTENZE
Molte delle zone citate si trovano all’interno di aree protette, parchi od oasi naturali. A seconda della gestione più o meno all’avanguardia, ci troviamo di fronte a situazioni diverse: in alcuni casi assistiamo a un’integrazione totale dell’arrampicata con l’ambiente naturale, come attività sportiva, educativa e turistica; in altri le amministrazioni collaborano positivamente con i vari gruppi sportivi; fino al caso estremo, che comporta la sospensione totale o quasi di qualsiasi tipo di fruizione dell’ambiente. Quest’ultimo caso è dovuto più spesso a non conoscenza che a reali problematiche ecologiche. In ogni caso, è preferibile informarsi presso il Parco Nazionale del Gargano, consultare il calendario venatorio o il sito internet di Rocciaeresina per conoscere eventuali divieti o limitazioni temporanee. La gente del Sud, come noto, è sempre molto ospitale e più volte è capitato di essere trattenuti in lunghi discorsi a pochi metri dalla via, sorseggiando del buon vino locale, indispensabile integratore prima di qualsiasi realizzazione. A memoria di arrampicatore non si sono mai verificati episodi di aggressioni ai campeggiatori, se non qualche furto da parte della fauna selvatica, riponete quindi al sicuro cibo e spazzatura.
RINGRAZIAMENTI
Alcune zone della Puglia presenti in questa guida sono state per un certo periodo quasi abbandonate e non sarei riuscito a porvi rimedio senza l’aiuto dei local, che mi hanno assisitito o che operano direttamente sul loro territorio. Partendo dal profondo sud del Salento, l’opera di Paolo Baldassarre ha rivalutato e ammodernato la falesia del Ciolo e della Mannuta, mentre i ragazzi di Sud Est Climb curano le falesie verso Lecce come se fossero i giardini di Versailles.
Stefano Cristofaro e i Rampicanti Climbing Farm si stanno prendendo cura di Statte e di altre gravine della zona, anche tramite raccolte fondi, attirando gli arrampicatori con cene pantagrueliche.
Luigi Longo e Nicola De Simone hanno trasformato le mie giornate di lavoro in un’opera “faraonica”, non solo per la mole di lavoro, ma sopratutto per lo stuolo di “schiavi” volontari che hanno procurato. Voglio infine ringraziare la mia famiglia, mia moglie Claudia, compagna di molte avventure, ma anche la famiglia allargata, quella del K2 Indoor, con Cosimo Andresini, Michele Urbano e Gabriella Cassano che mi permettono viaggi di arrampicata molto frequenti, anche quelli “troppo frequenti”. Un pensiero particolare a “Samurai” Pierpaolo Gemmati, in questo periodo è stato per me come Alfred per Batman, Jarvis per Iron Man, Groucho per Dylan Dog ma anche, e soprattutto, Pippo per Topolino.
I TIRI PIÙ
8b+ Fiori di Bach Statte - Graffio Graziano Montel
8b Cuore di Clown (L1+L2) Rignano Garganico-Palombaio Graziano Montel
Il Pozzo e il Pendolo Mattinata - Il pozzo Mauro Calibani
Wintù Laterza - Tomahawk Graziano Montel
La Balena Bianca Statte - Rosa dei Venti Graziano Montel
Dispercezione Statte - Rosa dei Venti Graziano Montel
Re Nero Statte - Hokutonoken Graziano Montel
Space Oddity Statte - Master of Rock Graziano Montel
L’Artiglio del Diavolo Statte - Graffio Graziano Montel
Purplehaze Statte - Gangia Mattia Besso
8a+ Red Line Mattinata - Ripe Rosse Mattia Besso
Ballo Wodoo
Rignano Garganico - Palombaio Pierpaolo“Samurai” Gemmati
La Fata Ignorante Statte - Rosa dei Venti Graziano Montel
My Generation Statte - Master of Rock Graziano Montel
Supersmoke Statte - Master of Rock Graziano Montel
Mescalina Statte - Gangia Pierpaolo“Samurai” Gemmati
8a C’era una volta Rignano Garganico -P alombaio Graziano Montel
Interstellar Overdrive Pulo Graziano Montel
Your Time Is Up Pulo Graziano Montel
Occhi nel Buio Pulo Pierpaolo“Samurai” Gemmati
Winx Laterza - Tomahawk Raffaele Manfredi
Leggende senza Tempo Statte - Mito Gianluca Daniele
La Danza delle Streghe Statte - Rosa dei Venti Graziano Montel
Smoke on the Water Statte - Master of Rock Graziano Montel
Leite De Burra Statte - Graffio
L’Artiglio di Dorica Statte - Graffio
Local Hero
Marco Lucarelli
Marco Lucarelli
Gagliano - Ciolo Graziano Montel
La Pietra del Sud Gagliano - Mannuta Luca Passini
SIMBOLOGIA
tranquillità bellezza
chiodatura
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splendida bella
ottima
buona
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meritevole
non esaltante
Questa indicazione tiene conto di diversi fattori tra cui, oltre alla bellezza della roccia e dei tiri, l’ambiente circostante, la tranquillità del posto e tutto ciò che può rendere una falesia splendida, bella, meritevole o non esaltante. Questa valutazione è personale e soggettiva.
comodità
confortevole
non sempre comoda
occhio!
aiuto!
L’indicazione tiene conto della distanza tra le protezioni e il loro posizionamento in relazione alla via.
parcheggio
ottimo
alta media bassa ressa
Questa indicazione si riferisce all’affollamento medio di una falesia durante il periodo consigliato e con condizioni climatiche ideali.
buono
discreto scomoda
caduta sassi
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difficile assicurarsi
Indicazione generale che valuta la comodità media del terreno dove si fa sicura. Non è da escludere che in alcune falesie dove per la maggior parte dei tiri la base è comoda, per altri potrebbe essere necessario assicurarsi o stare in equilibrio su un piccolo terrazzino.
Questa indicazione è utile per pianificare gli spostamenti soprattutto nel caso di più persone con più macchine: nel caso di parcheggio discreto o difficile è consigliato utilizzare il minor numero di veicoli possibile o i mezzi pubblici.
IN TUTTE LE FALESIE È SEMPRE PRESENTE L A POSSIBILITÀ DI CADUTA SASSI. L’UTILIZZO DEL CASCO È SEMPRE RACCOMANDATO SIA PER CHI SCALA SIA PER CHI FA SICURA! Nelle falesie dove questo rischio è maggiore e concreto, l’indicazione SÌ consiglia vivamente l’utilizzo del casco.
avvicinamento
L’indicazione dei tempi di avvicinamento a piedi dal parcheggio fino alla base della falesia, o del primo settore che si raggiunge, è calcolata su una velocità media di cammino, considerato anche il peso dell’attrezzatura (corde, zaini, rinvii, scarpette, acqua, vestiti e quant’altro). Il tempo di percorrenza può variare in base alle condizioni climatiche e del terreno. Ad esempio, in tardo autunno alcuni sentieri possono essere totalmente ricoperti dalle foglie per cui, oltre a perdere più facilmente la traccia, la camminata è più lenta. Idem nel caso di accessi ripidi durante le calde giornate estive sotto il sole. L’indicazione rimane soggettiva e variabile in base anche ad altri fattori che possono influire sui tempi di percorrenza.
QRcode parcheggio
Difficoltà a trovare il parcheggio? Con una semplice scansione di questo codice attraverso una delle tante applicazioni disponibili, è possibile attivare il navigatore del vostro smartphone che vi porterà direttamente al parcheggio. Le coordinate si rifersicono alle mappe di Google.
principianti
Con questa indicazione si individuano le falesie dove la maggior parte dei tiri presenti sono ideali anche per i principianti o per chi arrampica per “la prima volta”. La chiodatura di queste falesie è solitamente molto sicura e ravvicinata anche se non mancano alcune eccezioni.
Questa indicazione non è da confondere con la presenza o meno di tiri nei gradi più facili, ma semplicemente per capire se è possibile recarsi alla base di questa falesia con bambini piccoli o che necessitano di un controllo costante da parte degli adulti. Molte falesie spesso non sono adatte a famiglie con bambini piccoli per la possibile presenza di cenge esposte, per l’avvicinamento impegnativo o pericoloso, per la possibilità di caduta sassi, per la presenza di una strada trafficata o altri pericoli oggettivi.
PORTARE DEI BAMBINI IN AMBIENTE NATURALE PUÒ ESSERE COMUNQUE RISCHIOSO. QUESTA SEGNALAZIONE DELL’AUTORE HA LA SOLA FUNZIONE DI AIUTARE GLI ADULTI A TROVARE LUOGHI CON MINORI RISCHI OGGETTIVI. RESTA COMUNQUE COMPITO DEL GENITORE LA VALUTAZIONE FINALE DEL LUOGO E L’ASSISTENZA COSTANTE AI MINORI.
SEGNALI INTERNAZIONALI DI SOCCORSO TERRA-ARIA RIVOLTI A ELICOTTERI E AEREI
Cerchio centrale rosso di 60cm di diametro. Corona bianca di 15cm OCCORRE
Tessuto rosso quadrato teso
Quadrato rosso di 100x100cm.
GARGANO
Il promontorio del Gargano, definito il tacco d’Italia, è una protuberanza che si estende nel mar Mediterrano, è circondata per gran parte dal mare e presenta sul lato più a nord due caratteristici laghi di acqua salmastra, quello di Lesina e di Varano. La parte più lussureggiante e verde è sicuramente la Riserva naturale della Foresta Umbra, che si estende dalla zona centro-settentrionale fino a lambire la costa. Tra le varie cittadine che si affacciano sul mare la piu fotografata è Vieste, per via del famoso Pizzomunno, un monolite di roccia alto circa 25 metri che si erge sulla spiaggia principale. Non meno importanti sono i centri di Peschici, Rodi Garganico e, in particolar modo per l’arrampicata, Manfredonia e Mattinata. Le scogliere del Gargano sono sicuramente affascinanti e mozzafiato, ma di poco interesse per l’arrampicata, ad eccezione di qualche zona per il deep water, utile per sgranchirsi un po’ i muscoli nelle giornate passate a rosolarsi sulla spiaggia. La roccia, un bianco calcare stratificato, non è un riferimento per la compattezza e anche un eventuale accesso in calata dall’alto non è sempre praticabile.
Nella zona più sud-orientale invece, lungo il versante che va da Rignano a Monte Sant’Angelo passando per San Giovanni Rotondo, vi sono numerose gole e pareti rocciose che hanno destato l’interesse dei climber da più di un ventennio. La roccia calcarea, diversamente dalle scogliere, vira dal grigio scuro a quello chiaro e, a tratti, rosso giallastra nelle zone strapiombanti. Ottima roccia, sempre compatta, spesso a buchi e con rare concrezioni. Negli anni varie falesie sono state ispezionate e chiodate, dalle più accessibili a quelle più impervie e nascoste.
Nell’ottica di uno sviluppo turistico-sportivo il potenziale roccioso sarebbe enorme, infatti nel raggio di pochi chilometri è possibile cambiare facilmente l’esposizione al sole, la tipologia di vie, da quelle più brevi e sportive a divertenti multipitch, e la difficoltà degli itinerari, sempre su roccia ottima anche per le vie più facili e accessibili. Sul Gargano infatti è facile trovare spettacolari e panoramici itinerari di bassa difficoltà con roccia a grossi buchi e così compatta da fare invidia al duro granito. Purtroppo negli anni passati è mancata la sinergia tra gli arrampicatori e le amministrazioni locali, troppo legate forse a uno sviluppo molto politicizzato e pseudo-ambientalista, che ha considerato la natura non un posto da scoprire e gestire, ma solo da rinchiudere, vietandovi quasi ogni attività. Gli arrampicatori, dal conto loro, hanno avuto un po’ l’ardire di considerare ogni roccia liberamente sfruttabile, così come ogni accesso, albero, arbusto o filo d’erba, senza confrontarsi con le realtà locali. La conseguenza è stata che gli unici fondi destinati all’arrampicata sono stati impiegati per eliminare le protezioni dalle vie e chiuderne l’accesso, piuttosto che per sviluppare e ampliare. Le aree inserite in questa guida sono le uniche in cui, al momento, è possibile scalare e attrezzare nuovi itinerari, per altre zone è necessario interfacciarsi con le amministrazioni e trovare un punto di contatto. Negli ultimi anni anche i rapporti con i proprietari dei terreni limitrofi sono migliorati e sempre più è necessario interverire su qualsiasi atteggiamento irrispettoso da parte dei climber. Gli stessi fruitori iniziano a capire che non può essere tutto gratis: grazie a varie raccolte fondi, all’interessamento di alcune società sportive, al negozio Rocciaeresina e Kinobi, di recente tutte le vie del Gargano sono state ristrutturate con ancoraggi e soste a norma e, dove necessario, richiodate.
Rignano Garganico
01. Palestrina
02. Palombaio
San Giovanni Rotondo
03. Il Castello
Manfredonia
04. Olimpo e Valhalla
Mattinata
05. Monte Saraceno
06. Ripe Rosse - Torre del Porto
RIGNANO GARGANICO
02 01 SS89 Lago di VaranoPALESTRINA
150m
altitudine
SUD OVEST
esposizione
bellezza
chiodatura
tranquillità
comodità
parcheggio
Calcare
tipo di roccia
5 min
avvicinamento
principianti
si scala con la pioggia
per famiglie
Scoperta una ventina di anni fa da Fabio Lombardi, è diventata presto una piccola palestra a cielo aperto. Da acuni anni però, le più comode sale indoor hanno relegato questa falesia alle visite domenicali. All’epoca le vie risultavano allenanti (anche se scavate), ma non tanto quanto quelle della vicina e più famosa Palombaio. Così la Palestrina è stata presto dimenticata. Solo da poco è stata riscoperta grazie a un progetto di rivalutazione, intervento che è iniziato con la creazione di un nuovo sentiero più logico ad opera di Nicola De Simone e Giovanni Ricciardi.
Gli itinerari sono spesso brevi e con passaggi molto intensi, ideali per sviluppare forza pura, vi sono anche diversi itinerari facili per principianti, ma non solo, con chiodatura ad hoc.
Grazie al ricavato di un fondo di chiodatura e l’impegno di Rocciaeresina tutte le soste ultimamente sono state sostituite con quelle omologate e con moschettone di calata.
ACCESSO
Da Foggia seguire le indicazioni per Rignano Garganico, SP 22, da questa si incrocia la SP 28 (che porta al Palombaio) e si inizia la salita verso la cittadina. Dopo alcune curve la falesia si presenta di fronte alla vista, proseguire oltre e posteggiore sulla destra, in corrispondenza di una netta curva a sinistra. Questo è un vecchio punto panoramico con scarsa manutenzione, parcheggiare nell’ampio spazio ivi presente. Scendere verso valle sulla strada e prendere il sentiero sulla destra (bolli rossi) che attraversa la collina fino alle rocce. Il vecchio sentiero partiva direttamente sotto la falesia con una salita molto ripida e franosa.
PUNTI D’APPOGGIO
Per un panino e una bibita fresca c’è un piccolo bar all’incorcio con la strada che sale verso Rignano. Per dormire e mangiare dirigetevi sul paese arroccato in cima al promontorio con vista panoramica; Foggia è a 10 minuti di automobile.
PALESTRINA
1. BB BARRETTE BARATTA
6a 12m Leggermente strapiombante. Evitare le rocce segnate sulla sinistra a metà via.
2. INFRAZIONE DEL LOCKDOWN 6c 13m Equilibrio e passaggi dinamici nei punti chiave.
3. VINACCIO VIETNAMITA
7a+ 13m Leggero strapiombo di resistenza
4. C0’ LEN 7a 14m Partenza nella grotta, poi sezione nella parte finale
5. BALOO E IL SUPERGUANO 6b 12m Variante di Mano di guano ma affronta il boulder iniziale
6. MANO DI GUANO 6a+ 12m Tecnica all’inizio e delicato l’arrivo in catena
7. ULTIMO ENTUSIASMO 5b 10m Placca leggermente appoggiata.
8. BUCONE COPERNICANO 5b+ 11m Se fatta senza utilizzare la parete di sinistra si fa più dura.
9. TEMPO DI CASA 6b 12m Non semplice la parte iniziale, poi placca appoggiata tecnica.
10. PIATTONE 5c 8m Partenza in comune con 11 e simpatico traverso.
11. CAMBIAMENTO LISCIO 6a 8m Svasi e coltellini verticali, fiducia nel finale.
12. LA DANZA DELLA TACCA 6b 8m Difficle superamento della pancia.
13. TAGLIA DITA 6a 9m Dura all’inizio. Roccia tagliente.
14. PASSO DELL’UCCELLO 5b+ 8m Attraverso la cresta, tra compressione e diedro.
15. FIATO SUL COLLO 6b+ 8m Piccole prese taglienti. Faticosa fino alla fine.
16. DISTESI RELAX 5a+ 9m Prese buone. Delicato l’arrivo in catena.
17. SCORREGGIA 6a+ 12m Placca delicata nella prima metà.
18. STENTATO EQUILIBRIO 6b+ 11m Movimenti lunghi e su prese impercettibili.
19. BUCHINI 6b 13m Passaggi misurati su prese piccole e appuntite.
20. LENZUOLO 5a+ 6m Placca con tragitto a “S”. Più dura se affrontata senza uscire sul terrazzo a sinistra.
21. BIRICHINA 6a 6m Dura all’inizio. Poi equilibrio su lamette.
22. L’ARRIVO DI POCHI 6a+ 5m Placca a prese verticali e pinzate
23. LEGNO STRAFOTTENTE
24. STROCCALA
6a+ 5m Placca tecnica via via piu facile.
4c 9m Divertente. Ottima per iniziare.
25. CORTINO 5a 5m Via breve di placca con prese piccole ma nette.
26. FAGLIA ORIZZONTALE 5a 7m Tecnica nella parte finale, prima della catena
SETTORE LE DUE TORRI
Assolato settore di cui al momento solo una “torre” presenta itinerari. Roccia spaziale con appigli generosi permette lunghe vie di grado medio, con grande esposizione e panorama, raggiungendo la parte più alta del canyon. Alcuni lavori di sistemazione della base delle vie hanno rallentato la chiodatura di tutti gli itinerari possibili, ma ben presto verrà presa in considerazione anche la seconda torre.
1. INFERNO DI CRISTALLO
2. ORTHANC
3. TORRE EIFFEL
4. BARAD DUR
26m Difficile superare la pancia e la placca seguente
28m Sezione difficile da intuire nella parte alta
28m Via molto varia con diedro fessura finale
28m Prende in pieno il pilastro a buchi nella parte alta
5. BIG BEN 6a+ 28m Muro verticale a buchi
6. TORRE DEGLI ASINELLI 5c+ 30m Placca grigia a buchetti
7. TORRE DI BABELE 5c 29m Placca a buchi via via più impegnativa
8. JENGA
5c+ 30m Serie logica di fessure e placche a buchi
9. GALATA 5c+ 25m Placca con tratti su esile fessura
10. L’ARROCCO 5c 25m Segue quasi sempre la fessura
11. ETERNAL FLAME 6b+ 25m Serie di pancette a buchi
12. ANASTASIA 6b 25m Stupendo muro a buchetti
13. CUMBRE 6b 25m Strano diedro di non facile intuizione
GROTTA DELLE TRE PORTE
In realtà si tratta di un gruppo di grotte tra cui spicca quella delle Tre Porte, che però è forse la meno arrampicabile. Sono spesso affollate da barche turistiche e private, che in teoria non potrebbero avvicinarsi. Sicuramente da visitare anche le spiaggette interne raggiungibili a nuoto e freschissime in estate.
ACCESSO
Vi è un ampio posteggio accanto alla trattoria Tatanka e da qui, seguendo un evidente sentiero, si scende lungo la scogliera.
CARATTERISTICHE
Una serie di grotte all’interno di un ampio anfiteatro, l’accesso migliore è sulla destra da cui, traversando, si possono percorrere brevi itinerari strapiombanti. Per attaccare i lati delle grotte con le scarpe asciutte è ovviamente necessario almeno un canotto.
Marzio Nardi a Santa Maria di Leuca (© A. Gallo) GROTTA TORRE ULUZZO
La grotta è in realtà molto piccola, se confrontata con quelle di Santa Maria di Leuca o Gagliano del Capo, e la roccia non è neanche delle migliori, ma offre comunque la possibilità di alternare il mare con l’arrampicata. Inoltre la parete più alta presenta alcuni fittoni resinati per poter percorrere gli itinerari top rope, anche perché in alcuni tratti il mare non è abbastabza profondo per un’eventuale caduta.
ACCESSO
Dal lato oppposto al bar Fico d’India prendere il sentiero che porta verso il mare, costeggiare la scogliera tendendo verso sud fino a rggiungere la sommità della parete più alta e attaccarla scendendo a sinistra verso il mare. La grotta è sul lato opposto dell’insenatura e si raggiunge traversando dal lato più basso o con un canotto.
CARATTERISTICHE
Oltre alla parete principale con itinerari facili sui 15 metri di altezza, il lato destro della grotta offre itinerari strapiombanti a buoni appigli, la roccia molto lavorata è piu solida di quanto sembra.