DIEGO FIORITO – ROBERTO GARNERO
SCI RIPIDO nel CUNEESE 102 itinerari
dal Monte Oronaye al Gruppo del Monviso
EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | SKI
Prima edizione. ottobre 2017 ISBN 978 88 98609 802 Copyright © 2017 VERSANTE SUD S.r.l. Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina
Diego Fiorito, sci-vola sugli esili fazzoletti di neve della parete Sud Est di Punta Roma. Sullo sfondo, il Monviso, Re di Pietra (© Roberto Garnero)
Testi
Diego Fiorito e Roberto Garnero sciripido@versantesud.it
Foto
Diego Fiorito, Roberto Garnero e tutti gli amici che hanno dato un prezioso contributo
Cartine
Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia
Tommaso Bacciocchi
Impaginazione
Chiara Benedetto
Stampa
Tipolitografia PAGANI (BS)
Km ZERO
Guida scritta da autori che vivono e sviluppano il territorio
è una guida a KM ZERO!
gli autori locali fanno bene a chi scia: - hanno le notizie aggiornate; - non rifilano solo le linee più commerciali; - contribuiscono alla realizzazione di nuovi itinerari; gli autori locali fanno bene al territorio: - pubblicano solo ciò che si può pubblicare; - sono attenti a promuovere tutte le località; - sono in rete con la realtà locale.
RINGRAZIAMENTI Prof.ssa Annamaria Garnero per la paziente revisione delle relazioni. Ing. Paolo Piumatti per l’introduzione storica dello sci ripido nel Cuneese e per la minuziosa revisione della guida. NOTA Lo sci ripido è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.
A Mario, sognatore e pittore dello sci ripido.
Km ZERO
“Stiamo tutti tentando di farcela, in una maniera o nell’altra, tentando di trovare l’amore, tentando di trovare il sesso, tentando di trovare un po’ di pace e un po’ di senso prima di gettare la spugna” [Charles Bukowski]
Guida scritta da autori che vivono e sviluppano il territorio
Diego Fiorito Roberto Garnero
SCI RIPIDO
nel Cuneese 102 itinerari dal Monte Oronaye al Monviso
EDIZIONI VERSANTE SUD
Prefazione
“Linee invisibili” “Credo non vi sia nulla di più bello di quando, con grande determinazione, sfidando la gravità, mi lancio nel disegnare, con gli sci, trame sino a quel momento solo sognate” Oggi rileggendo questa frase sorrido… ma, alcuni anni fa, lo “sci ripido d’esplorazione” è stato il mio credo. È incredibile la potenza delle emozioni che mi trasmetteva realizzare una nuova linea di discesa in sci da una montagna: era come fissare per un momento quell’immagine, come fermare il tempo. Studiare la neve ed i suoi metamorfismi, fantasticare e realizzare nuove linee, mi dava la possibilità di esprimere il mio lato creativo ed intellettuale. Era straordinario pensare che nessuno avesse sceso prima quelle linee ma soprattutto che nessuno la avesse “viste” prima. Ho avuto inoltre la fortuna che molte montagne del Cuneese, così vicino al paese
4
dove sono nato, non erano state discese con gli sci e questo, unito al fatto di essere così motivato a livello emotivo, mi dava una bellissima sensazione, come se fossi un pioniere dell’alpinismo. E mi sono realizzato in ciò che facevo. Le valli del cuneese negli ultimi decenni hanno infatti rappresentato una miniera d’oro per nuovi itinerari di sci ripido. Nel corso degli anni, altri appassionati si sono avvicinati a questa affascinante disciplina. Questo primo volume descrive, con precise schede tecniche e foto, oltre 100 itinerari di sci ripido, scelti e percorsi da me e Robi Garnero compagno di “scorribande”, nelle valli Grana, Maira, Varaita, Ubaye e Po. Molti di questi itinerari risultano inediti e sono frutto dell’esplorazione da parte mia, di Robi Garnero e di Giorgio Bavastrello degli angoli più selvaggi delle montagne cuneesi, nel momento magico in cui la neve le rende percorribili sci ai piedi. Ho avuto un grande mito: Stefano De Benedetti, per
me è stato tra i più straordinari sciatori del ripido. Ho inseguito il suo ideale, e ho anch’io vissuto il mio percorso nello sci come un cercatore, uno che cerca un senso nella vita e in quello che fa per conoscere sé stesso più profondamente. Ho avuto poi la fortuna di conoscere Mario Monaco, “pittore” dello sci ripido del Cuneese. Insieme a lui ho trascorso intensi momenti percorrendo alcuni itinerari inediti. Mario mi ha trasmesso lo spirito romantico di questa affascinante disciplina. Il mio viaggio di ricerca oggi ha avuto una conclusione. È stato un percorso che mi ha cambiato profondamente. Ai lettori e agli appassionati suggerisco che ci sono ancora molti spazi di esplorazione e nuove linee da realizzare sulle belle montagne del cuneese: occorre soltanto attendere il momento giusto… avere la giusta motivazione e… continuare a fantasticare! Diego Fiorito
“Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze; sulle montagne possono salirci molti altri, ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre”. [W. Bonatti] “La neve è romantica: ricopre il territorio, cambia l’aspetto dei luoghi e dei paesaggi che conosciamo, e ci regala una visione nuova del mondo. Nasconde le brutture. È affascinante anche il suo essere un fenomeno effimero. E’ una delle più belle manifestazioni climatiche che esista: cambia tutto ma non è mai definitiva. È come entrare in un sogno dal quale sai che tornerai”. [L. Mercalli]
Il Monviso, Re di Pietra, la montagna simbolo del Cuneese, indossa il suo mantello bianco. È come una magia: per gli amanti dello sci ripido si può fantasticare. È giunto il momento di partire per percorrere le sue linee “invisibili” (© Roberto Garnero)
5
Prefazione 6
… 3 maggio 2009, tardo pomeriggio: mi giunge inaspettata una telefonata da Federico Varengo che mi chiede se riesco a liberarmi dal lavoro il giorno seguente. Fortunatamente riesco a prendere ferie. La proposta di Fede è decisamente allettante: ha visto una linea che, dopo il Canale Perotti, si sposta sulla parete Ovest e prosegue, forse , fino in punta al Monviso. Io non so ancora che quella linea è stata vista da Federico il giorno prima durante la seconda ripetizione in solitaria della Ovest di Viso dopo De Benedetti.
…4 maggio 2009: Varengo aveva visto giusto, e così, dopo aver risalito un Perotti in condizioni ottimali, concateniamo una serie di complessi canali ed aerei pendi –sui quali poi ritornerò nel maggio 2013- fino alla croce di vetta: ricordo indimenticabile… Roberto Garnero
Federico Varengo, appena un giorno dopo la prima ripetizione della Ovest, torna al Monviso per un nuovo itinerario. Qui in discesa nel Canale Perotti (Š Roberto Garnero)
7
Sommario
8
Mappa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Informazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Scala difficoltà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Simbologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Tabella riassuntiva degli itinerari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 396
01. MONTE GRUM – Versante Nord Est. . . . . . . . . . . . . . . . . 32 02. MONTE BRAM – Versante Nord Est. . . . . . . . . . . . . . . . . 36 03. MONTE RUISSAS – Versante Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 04. MONTE LE BRUNE – Versante Sud Est . . . . . . . . . . . . 40 05. MONTE CHERSOGNO – “Gran Cengia Sud”. . . . . . . 42 06. MONTE CHERSOGNO - Parete Est “Cristina’s Way”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44 07. PELVO D’ELVA – Parete Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50 08. MONTE BOULLIAGNA – Versante Sud Ovest . . . . . 54 09. COSTA BOULLIAGNA – Canale Sud e Parete Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 10. ROCCA BIANCA - Parete Nord. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64 11. ROCCA BIANCA – Parete Est - “Delirio ad Est” . . . . . .68 12. TETE DE L’HOMME – Canale Sud Est . . . . . . . . . . . . . . . . 74 13. BREC DE CHAMBEYRON – Canale Nord “Bonacossa”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76 14. BREC DE CHAMBEYRON – Canale Nord “Boujon” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 15. BRECHE “NEROT- VERNET” - Canale Nord. . . . . . . . .86 16. BRECHE “JEAN - COSTE” - Canale Nord Est . . . . . . . 90 17. AIGUILLE DE CHAMBEYRON – Parete Sud . . . . . . . . .96 18. POINTE DE CHAUVET O D’AVAL – Couloir Sud . . .102 19. TETE DE CIBIROLES – Parete Est - “Ercibi” . . . . . . . 106 20. BUC DE NUBIERA – Parete Est - “Via dei Tre Amici” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110 21. BUC DE NUBIERA – Parete Nord Est. . . . . . . . . . . . . . . . 114 22. SOMMET DE LA MEYNA – Parete Sud . . . . . . . . . . . . . 118 23. ROCCA BLANCIA – Versante Sud Ovest . . . . . . . . . . . 124 24. ROCCA BLANCIA – Versante Nord Ovest . . . . . . . . . 128 25. ROCCA BLANCIA – Parete Nord Est. . . . . . . . . . . . . . . .130 26. MONTE SAUTRON - Canale Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 132 27. MONTE SAUTRON - Parete Est - “Direttissima Est”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136 28. MONTE SAUTRON – Canale Nord Est . . . . . . . . . . . . 140 29. MONTE SAUTRON (Q. 3130m) - Parete Est “Couloir Mara” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142 30. MONTE SAUTRON (Q. 3130 m) - Couloir “Chia”. .146 31. MONTE VALLONASSO – Parete Est . . . . . . . . . . . . . . . .150 32. MONTE VIRAYSSE - Canale Nord Est. . . . . . . . . . . . . . . 154 33. AIGUILLE DE BARSIN – Canale Nord . . . . . . . . . . . . . . . 156 34. PUNTA LE TESTE – Canale Nord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158
35. PUNTA LE TESTE – Versante Est. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160 36. PUNTA LE TESTE – Parete Est Nord Est . . . . . . . . . . .164 37. AUTOVALLONASSO – Versante Ovest e Canale Nord. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .168 38. AUTOVALLONASSO – Versante Ovest . . . . . . . . . . . . 172 39. MONTE ORONAYE – Canale Sud - “De Benedetti” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174 40. MONTE ORONAYE - Canale Sud di sinistra . . . . . . . 178 41. MONTE ORONAYE – Canale Nord. . . . . . . . . . . . . . . . . . 182 42. MONTE ORONAYE – Canale Nord della Forcella. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .184 43. MONTE VANCLAVA – Parete Nord Est . . . . . . . . . . . .188 44. MONTE ARPET – Canale Nord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 45. ROCCA PERONI – Canale Nord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192 46. ROCCA PERONI – Parete Est Nord Est - “Natale Canterino” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .194 47. BRIC CASSIN – Canale Nord Ovest . . . . . . . . . . . . . . . . .198 48. BRIC CASSIN – Parete Nord - “MairAravis”. . . . . . . 202 49. MONTE COBRE – Canale Nord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206 50. MONTE COBRE – Canale Sud. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .210 51. MONTE COBRE – Cresta Ovest - “Fairy’s way” . . . . 214 52. MONTE COBRE – Canale Est. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 216 53. ROCCA LA MEJA – Parete Nord Ovest “Agguantalameja”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 218 54. MONTE LA BIANCA – Parete Nord Est. . . . . . . . . . . . .222 55. MONTE LA BIANCA – Parete Nord . . . . . . . . . . . . . . . . .228 56. MONTE LA BIANCA – Versante Ovest Sud Ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .232 57. CIMA DELLE LOBBIE – Canale Sud . . . . . . . . . . . . . . . . .234 58. CIMA DELLE LOBBIE – Canale Nord. . . . . . . . . . . . . . . .236 59. ROCCE MEANO – Canale Ovest e Parete Nord Ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .238 60. ROCCE MEANO – Canale Sud Ovest. . . . . . . . . . . . . . 240 61. PUNTA CORSICA – Versante Sud . . . . . . . . . . . . . . . . . . .242 62. PUNTA CAPRERA – Parete NW e Cresta SW - “La legge del contrappasso”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 246 63. PUNTA CAPRERA – Canale Nord – “Bano-Riva”. . 250 64. MONTE AIGUILLETTE (L’ASTI) - Parete Nord Ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .252 65. CRETE DE LA TAILLANTE – Parete Ovest . . . . . . . . .254 66. ROCCA BIANCA – Canale Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .256
76 8786
65
82 Crissolo 83 85 Pian della Regina 84 80-81 88-90 61 91 79 62-63 92-102 78 59-60
64 Colle 66 dell’Agnello 67
68 69-70 71 73 72
Valle P o SP234
77
57-58 Castello di Pontechianale Vall e Varaita
Sampeyre SP251
74
75 7
16 15 12 18 17 13-14
Serre
5-6
19 20-21 St. Ours
4
8 9
10-11 23-25 Chiappera 26-30 22 31 32 3334-36 44 37-38 Le Pontet
Va l Maira
Ponte Marmora
SP422
Acceglio
39-42 43 45-46
Colle della Maddalena
Campiglione
3
49-52
47-48 53
54-56
ana le Gr Val
2 1
SS21
ura le St Val
Demonte
9
Sommario
67. ROCCA DEL NIGRO – Canale Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . 260 68. TOUR REAL – Canale Nord. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262 69. CIMA DI PIENASEA – Parete Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 264 70. CIMA DI PIENASEA – Versante Nord . . . . . . . . . . . . . . 268 71. MONTE SALZA – Dorsale Est Sud Est e Scivolo Sud Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 270 72. MONTE FERRA – Parete Nord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .276 73. MONTE FIUTRUSA – Canale Nord. . . . . . . . . . . . . . . . . 280 74. MONTE PENCE – Canale Nord Ovest . . . . . . . . . . . . . .282 75. PELVO D’ELVA – Canale Ovest e Scivolo Sud. . . . . 286 76. MONTE FRIOLAND – Parete Est - “Una forte inclinazione per il ripido” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 288 77. PUNTA RASCIASSA – Versante Est . . . . . . . . . . . . . . . . 290 78. PUNTA MICHELIS – Canale Nord Est - “Couloir dar Goulhoun” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 296 79. PUNTA BARRACCO – Canale Nord. . . . . . . . . . . . . . . . 300 80. PASSO DUE DITA – Canale Nord Est . . . . . . . . . . . . . . 304 81. PUNTA DUE DITA - “Via Federico Negri”. . . . . . . . . . 308 82. COLLE DEL COULOUR BIANCO – Coulour Bianco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 312 83. P.TA VENEZIA – Canale Nord Est - “Canal Grande” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 314 84. PUNTA GASTALDI – Canale Nord Est . . . . . . . . . . . . . . 316 85. PUNTA ROMA – Parete Sud Est. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 318 86. MONTE MEIDASSA – Parete Sud Est . . . . . . . . . . . . . .322 87. MONTE GRANERO – Canale Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .326 88. VISO MOZZO – Parete Est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .328 89. VISO MOZZO – Canale Nord di Rocca Trunè. . . . . .332 90. VISO MOZZO – Canali Nord dei Campanili. . . . . . . .334 91. VISO DI VALLANTA (DADO) – Parete Ovest “Good Vibrations” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .338 92. MONVISO - Colletto Pensa - “Pensa Positivo” . . . .342 93. MONVISO - Parete Sud “The Upper Ledge”. . . . . . 344 94. MONVISO - Parete Sud - “Via Classica” . . . . . . . . . . . 350 95. MONVISO - Parete Sud - “Couloir Calcino” . . . . . . .356 96. MONVISO – Canalone Est Sud Est del Lago Grande di Viso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 360 97. MONVISO – Parete Nord Est. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 364 98. MONVISO – Parete Nord - “Couloir Coolidge” . . 370 99. MONVISO – Parete Nord - “Canale Centrale” . . . .376 100. MONVISO – Parete Nord - “Canale Perotti” . . . . .382 101. MONVISO (COLLETTO PENSA) – Parete Ovest - “Via De Benedetti” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 386 102. MONVISO – Parete Ovest - “Fantaski”. . . . . . . . . . . 390
“Quell’attimo di volo”. È, forse, come fermare il tempo? In questo istante catturato dalla macchina fotografica, Diego Fiorito “in decollo” sui pendii della Parete Sud Est di Punta Roma (© Roberto Garnero)
10
11
Introduzione “Sci ripido nel Cuneese- 102 itinerari dal Monte Oronaye al Monviso” è una guida di itinerari di sci ripido nelle Alpi Cozie Meridionali. Le valli nelle quali si svolgono gli itinerari descritti in questo primo volume sono le valli Grana (2 itinerari), Maira ed Ubaye (54 itinerari), Varaita (19 itinerari) e Po (27 itinerari). L’orografia dei territori descritti è particolarmente favorevole alla pratica dello sci ripido: la neve “trasforma” canali (49 itinerari descritti in questo volume) e pareti (53 itinerari descritti) in magnifici “campi da gioco” per i ripidisti più esigenti. Il periodo consigliato per percorrere la maggior parte di questi itinerari, sebbene abbia valore puramente orientativo, è la primavera (da fine febbraio a fine aprile). Fra tutte le montagne, per cui sono state descritte delle linee sciistiche, domina il Monviso, un vero “gigante” sulla pianura cuneese: qui l’ambiente severo di alta montagna (siamo infatti quasi a 4000 metri) fa si che il periodo ideale sia la tarda primavera (da metà aprile a inizio giugno). Abbiamo assistito, in queste zone montuose delle Alpi, nell’ultimo decennio, a stagioni di innevamento straordinario (inverno e primavera con precipitazioni nevose frequenti ed abbondanti), che hanno sicuramente favorito la scoperta di numerosi nuovi itinerari e la ripetizione di alcuni itinerari divenuti “classici” ad una sempre più ampia cerchia di appassionati. Nel proporre questa prima raccolta di itinerari abbiamo cercato di inserire sia itinerari inediti da noi esplorati sia itinerari classici, che siamo andati personalmente a ripetere. Ripetere gli itinerari classici, trovando il piacere nel fare la propria traccia, ha significato ripercorrere quelle che per noi rappresentano tappe fondamentali in un percorso personale di crescita sci-alpinistica e di coerenza con la “storia” locale dello sci ripido.
Sci Alpinismo in alta Val Maira: sulla cresta che conduce a Punta Le Teste, si gioca a fare gli equilibristi. Sullo sfondo, l’imponente versante Nord dell’Auto Vallonasso: si intravvedono “effimere” tracce di sci (© Roberto Garnero)
12
13
Introduzione
NOTE SULLA STORIA DELLE DISCESE RIPIDE NEL CUNEESE di Paolo Piumatti Lo sci ripido nelle Alpi che coronano il Cuneese ha avuto una storia particolarmente ricca, però spesso in ritardo rispetto alle tendenze e all’attività di punta elaborate in altre aree alpine - in particolare nel gruppo del Monte Bianco. Tuttavia nell’ultimo decennio, per una serie di fattori, questa estremità sudoccidentale delle Alpi è diventata un “laboratorio” all’avanguardia dello sci ripido, quantomeno nel panorama italiano. Per capire il fenomeno cercheremo di legare le vicende della storia dello sci ripido locale con quella più generale sull’intero arco alpino, storia fatta di montagne, uomini, idee e linee. Innanzitutto, il terreno di gioco: le caratteristiche peculiari delle Alpi Liguri, Marittime e Cozie Meridionali. Già nel 1990 Mario Grilli, al termine della enciclopedica collezione di itinerari di scialpinismo in tre volumi, dalle Alpi Liguri fino alla Valtellina, annotava la maggior quantità di percorsi nelle Alpi Sudoccidentali e l’esplorazione più capillare rispetto alle Alpi Centrali. Questa considerazione è tutt’ora valida: il Cuneese è una vera miniera di itinerari scialpinistici. Utilizzando semplicemente la base di dati del sito di recensione di gite più utilizzato nelle Alpi Occidentali italiane (www.gulliver.it), risultano attualmente recensiti nella sola provincia di Cuneo ben 1.317 itinerari scialpinistici (di tutti i gradi di difficoltà). Se confrontiamo tale dato con le altre aree limitrofe delle Alpi occidentali italiane (1.024 itinerari nelle Alpi Cozie settentrionali e Graie della Provincia di Torino, 865 nelle Alpi Graie e Pennine della Valle d’Aosta) rapportandolo alla superficie del territorio montano, risulta che la densità di itinerari nel Cuneese è maggiore, anche se non in maniera eclatante: un percorso ogni 3,2 km2 nel Cuneese, contro uno ogni 4 km2 nel Torinese e uno ogni 3,7 km2 nella Valle di Aosta. Ma il dato invece davvero eclatante, sebbene il suddetto database non sia completo, è la quantità di itinerari di sci ripido: 320 (!) linee di grado 4 e 5 nel Cuneese, ben superiori alle 187 del Torinese e alle 106 della Valle d’Aosta. In questa orografia favorevole, la storia dello sci ripido si è sviluppata in tre fasi, ma forse chiamar-
le fasi è errato, perché richiama l’idea di fasi temporali successive. Diciamo piuttosto in tre filoni di ricerca ed esplorazione. Un primo filone è l’esplorazione della fitta rete di canali e canalini che caratterizza le montagne del Cuneese, spesso di difficoltà moderata (tipicamente 4.x) e facile accessibilità, portata avanti in maniera sistematica da una schiera di sciatori locali a partire dagli anni ’70 e sostanzialmente conclusasi, pur con qualche eccezione ancora da esplorare, alla fine degli anni ’90. Un altro filone è rappresentato dalle linee più impegnative e lunghe nei due massicci principali: quello dell’Argentera nelle Alpi Marittime e quello del Monviso nelle Cozie Meridionali. Si tratta di linee che hanno richiamato l’attenzione non solo dei migliori sciatori locali ma anche di famosi “mostri sacri” dello sci estremo, già a partire dalla venuta di Heini Holzer al canalone di Lourousa nel 1973. L’ultimo filone infine è costituito dall’inizio dell’esplorazione sistematica di pareti prevalentemente rocciose, ad opera di sciatori locali che nell’ultimo decennio stanno portando lo sci ripido Cuneese all’avanguardia nel panorama delle intere Alpi italiane. Cerchiamo di capire come si collocano questi filoni nel più generale fenomeno dello sci ripido sulle intere Alpi. La nascita dello sci ripido come fenomeno sistematico può essere vista nell’attività della cordata Andrè Giraud e Paul Clement negli Ecrins: dal Couloir Davin (5.1) nel 1965, al Pic des Agneaux per la via della Calotte (5.2) nel 1967, anche se per lungo tempo l’iniziatore è stato considerato lo svizzero Sylvain Saudan. Egli infatti ha portato alla ribalta lo sci ripido pubblicizzando le sue imprese, scegliendo il palcoscenico del Monte Bianco per le prime spettacolari discese – a partire dal couloir Spencer (5.2) nel 1967 - e definendosi “sciatore dell’impossibile”. Sull’onda del successo mediatico di Saudan entra in voga la definizione di “sci estremo”, che verrà normalmente utilizzata dagli anni ’70 fino agli anni ’90, ad identificare quasi una disciplina a se stante, separata e talvolta anche in conflitto con i valori e i modi dello scialpinismo (Saudan e alcuni altri usavano mezzi aerei e portatori per la salita, in un atteggiamento tutto votato alla sola discesa). In queste note sto-
“A volte ciò che è avvolto da un mistero, nel momento in cui si svela perde parte del suo fascino. Il fascino dell’Aiguille du Chambeyron rimane inalterato” (M.Monaco). Diego Fiorito scia nel Canale Gastaldi, il giorno della prima discesa dell’Aiguille de Chambeyron (© Roberto Garnero)
14
15
Introduzione 16
riche quindi utilizzeremo il termine sci estremo solo per inquadrare storicamente certe discese degli anni Settanta e Ottanta, e poi il termine sci ripido - affermatosi successivamente - per indicare gli itinerari di scialpinismo di maggior difficoltà, ovvero di grado 4.x e 5.x. Negli anni Settanta lo sci estremo si afferma e si evolve rapidamente, sia dal punto di vista culturale che tecnico. Dal punto di vista culturale Heini Holzer incarna la reazione all’approccio di Saudan e l’importanza dello stile di salita oltre a quello di discesa, col rifiuto di qualsiasi uso dell’elicottero. “Non è molto importante raccontare le vie che si sono effettuate. L’importante è il come siano state percorse” scrive in Il mio sesto grado sugli sci. Dal punto di vista tecnico si rag-
giungono i massimi gradi di difficoltà: 5.4 nel 1973 (Aiguille Verte, Couloir Couturier) e 5.5 nel 1977 (Via degli Austriaci sulla nord delle Courtes, di Daniel Chauchefoin). Rispetto al panorama internazionale appena descritto, lo sci estremo fa la sua comparsa nel Cuneese con un certo ritardo, e gli inizi dell’esplorazione sistematica di itinerari ripidi sono piuttosto nebulosi e modesti. All’inizio degli anni Settanta era certamente giunta l’eco delle prime discese estreme nel gruppo del Monte Bianco (il libro di Saudan è del 1970, e nel 1973 la Rivista della Montagna pubblica un articolo interamente dedicato allo sci estremo), tanto che sulla rivista del CAI di Cuneo “Montagne Nostre” nel 1973 si legge che “Da tempo, nell’am-
biente alpinistico cuneese, si parlava di una possibile discesa in sci del canalone di Lourousa. Alcuni, a tavolino e dopo un buon bicchiere, consideravano la cosa non molto difficile. Altri, tecnicamente più preparati, affrontavano la discesa del tratto terminale. Ma la vera discesa integrale restava da compiere…” Per la prima discesa del canalone di Lourousa arriva dall’Alto Adige Heini Holzer, il più attivo e significativo sciatore estremo della prima metà degli anni Settanta, attirato dalla linea estetica: “Ho visto per caso una fotografia del Lourousa, mi è piaciuto ed eccomi qua. Non ero mai stato da queste parti”. Rispetto al livello tecnico raggiunto da Holzer in precedenti discese (5.3, per esempio allo sperone della Bren-
va sceso giusto la settimana prima), il Lourousa, di grado 5.1-5.2, era relativamente facile. Così, il 7 luglio del 1973, inizia lo sci ripido sulla Alpi del Cuneese, subito con una delle linee più lunghe e significative. Ci si sarebbe potuti aspettare un inizio più graduale, una fase introduttiva di esplorazione di linee più semplici, ma la situazione, per quanto possa sorprendere, è comune anche al resto delle Alpi: è nato prima lo sci estremo dello sci ripido, cioè sono state realizzate prima grandi e impegnative discese sulle montagne più prestigiose da parte di pochissimi e fortissimi sciatori, e solo in un secondo tempo l’esplorazione sistematica di itinerari anche meno prestigiosi da parte degli scialpinisti locali.
Alba di magia sulla parete Nord Est del Monviso (© Roberto Garnero)
17
Introduzione 18
Non deve stupire quindi che il secondo atto dello sci estremo nel Cuneese sia quasi un exploit: la discesa del canale Coolidge sulla parete nord del Monviso, nel 1975. Vale la pena soffermarsi su questa discesa. La difficoltà – tra 5.3 e 5.4 a seconda degli autori – pone questa discesa quasi in linea con le maggiori discese del tempo (i primi 5.4 nel gruppo del Bianco risalgono ad un paio di anni prima). Ad effettuarla è stato – significativamente – non tanto uno scialpinista di lungo corso ma un giovane maestro di sci di Limone, con un bagaglio tecnico e un approccio da sciatore, “alla Saudan”. L’autore, Nino Viale, si era allenato nel circondario di Limone, come al Becco Rosso, e nella primavera dell’anno precedente aveva effettuato forse la prima ripetizione del canalone di Lourousa. Salì dalla Sud con un amico alpinista, in vetta vesti l’attrezzatura da sci alpino e sciò il canale a vista, a partire da qualche decina metri sotto la sommità. Una terza rinomata discesa, il Canale della Forcella sull’Argentera avviene per opera di due francesi, Yakoubshon e Audibert, nel 1977. Ma la difficoltà (5.2) è ben lontana dalle decine di discese che
quell’anno - il 1977 fu un anno eccezionalmente favorevole per lo sci estremo - vennero realizzate nel Gruppo del Monte Bianco e nel Vallese. Da questo momento e per un po’ di anni le montagne del Cuneese verranno ignorate dai maggiori esponenti dello sci estremo, ma in compenso inizia l’esplorazione sistematica dei molti canali e canalini da parte di scialpinisti locali. Sebbene la fase pionieristica sia un po’ nebulosa (vista la relativa modestia di molti canali non è escluso che siano state effettuate delle prime discese non registrate), ricordiamo dapprima i fratelli Bottari, attivi dalla metà degli anni Settanta (Genovesi al Marguareis, 1974, per esempio), e poi Bruno Terzolo, detto “Kanalin”. In questo caso il soprannome è indicativo del gran numero di canali e canalini tipici del Cuneese da lui scoperti. In quasi trent’anni a partire dalla fine degli anni Settanta Terzolo, sia da solo che con un nutrito gruppo di compagni (Gianpaolo Desmero e altri), ha esplorato nel Cuneese decine di itinerari. Molti di questi sono oggi dei classici, data la difficoltà non elevata - tipicamente di grado 4.1-4.2 -, come il canalino Nord della Cima di Brocan (1981), il canale a
Zeta di Punta Gioffredo (1983), il canale N di Rocca Rossa (1984), il versante Sud del Monte Oserot (1985), il canale ONO delle Rocce Meano (1993). Poi dall’inizio degli anni Ottanta Igor Napoli, eclettico esploratore di itinerari in sci, roccia, kayak e bicicletta, approfondisce l’esplorazione sistematica ulteriormente – con itinerari talvolta reconditi - e instancabilmente fino a tutt’oggi, spesso in compagnia di Mauro Costamagna e Mario Monaco: ricordiamo il canale Nord “Zen” alla Testa Nord di Bresses (1982), il canale SO “Buddha Anomalo” alla Cima dell’Asta Soprana (1984), la parete NE di Rocca Blanca (1985, con Canavese), il Canale Ovest “dei Bonsai Giganti” alla cima del Baus (2001), il canale SE di Cima Las Blancias (2001, con Santanero). Da ricordare inoltre i tentativi di nuovi itinerari alla parete Sud del Monviso. Ma oltre alla ricerca di nuovi itinerari, Igor ha avuto un ruolo fondamentale nella loro divulgazione con la pubblicazione della prima guida dedicata allo sci ripido (2002). Ma di questo parleremo a breve. La prima ripetizione del Coolidge sulla Nord del Monviso è opera di Stefano De Benedetti, discesa
che funge per lui da banco di prova e dopo la quale inizia “a poter immaginare di fare delle discese nuove”. Nella prima metà degli anni Ottanta De Benedetti apre nel Cuneese alcuni itinerari: un paio di vie sull’esteso e complesso versante sud del Monte Matto (Canalone Cougnè nel 1982, con Napoli, poi l’anno successivo i canali SE con Gallo e Gualandi); l’esposto canale sud di destra dell’Oronaye, il canale nord del colletto De Cessole, il lungo canale Nord della Punta Caprera. Potremmo aspettarci un maggior numero di itinerari, vista la vicinanza alla natia Genova, ma la sua attività era concentrata soprattutto nel periodo estivo nel massiccio del Monte Bianco. Ma sul Monviso ha firmato uno dei maggiori capolavori a conclusione della sua ricerca esplorativa. All’inizio degli anni Ottanta Debenedetti era diventato uno dei più forti sciatori estremi delle Alpi e aveva sceso alcune delle maggiori pareti glaciali del Monte Bianco (via Mayor) e del Monte Rosa (via dei Francesi sulla parete est). Ma nel 1984 si rende conto che su questo tipo di discese ormai non è possibile innalzare il livello di diffi-
Cielo azzurro, sole e neve trasformata: cosa chiedere di più sciando negli ampi spazi dell’aerea dorsale Est Sud Est del Monte Salza? (© Diego Fiorito)
19
Introduzione
coltà: “…i pochi versanti che ancora rimangono da scendere non mi appaiono che la ripetizione di quanto è già stato fatto, discese che non dicono nulla di nuovo”. Così, scendendo la parete est dello Chaberton, si convinse che era possibile affrontare pareti completamente rocciose e quello stesso anno concretizza la nuova visione con la discesa della parete est dell’Aiguille Blanche de Peuterey (5.4). Infine nel 1986 termina la sua carriera e ricerca esplorativa con i due capolavori conclusivi: la via Diretta al Triangolo sulla Ovest del Monviso (che parte dal Colletto Pensa) e la discesa dell’Innominata nel versante est del Monte Bianco (5.5), entrambe linee effimere sufficientemente innevate solo per pochi giorni l’anno. La discesa di De Benedetti della via Diretta al Triangolo è di un livello così alto (valutata 5.4 o 5.5 a seconda degli autori) che non verrà ripetuta fino al 2009, con la prima ripetizione del local Federico Varengo. L’eredità di De Benedetti, la ricerca della “parete che non c’è”, non viene subito colto nel Cuneese. Sarà invece Federico Negri a portare la ricerca di linee effimere su pareti prevalentemente rocciose anche sulle montagne minori nel Torinese. Nella seconda metà degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta lo sci ripido nel Cuneese continua sostanzialmente nei modi e coi personaggi precedenti, indubbiamente lontano dalle tendenze del momento, quali i concatenamenti in velocità e soprattutto l’esplorazione sistematica di itinerari rocciosi anche sulle pareti minori, come quella intrapresa da Pierre Tardivel negli Aravis. Però nella seconda metà degli anni Novanta appaiono nuovi esploratori: Mario Monaco, Eraldo Viada, Danilo Giraudo, Andrea Schenone, e la complessità degli itinerari, soprattutto con quest’ultimo, si alza nettamente. Giraudo e Viada scovano stupende linee soprattutto in valle Stura. Monaco inizia un percorso quasi ventennale di ricerca di decine di itinerari che culmina con il canalino Sandra al Monte Matto (5.4) e la prima discesa italiana del Cho Oyu. Schenone lascia la sua firma su oltre cinquanta linee dalle Alpi Liguri (vicine alla natia Genova) alle Alpi Graie. Egli innalza il livello dell’esplorazione: canale Perotti al Monviso, 5.2 (1998); canale Nord della forcella dell’Asta, 5.3 (2001); sul Monviso sigla infine la prima discesa della parete Sud e al contempo la prima discesa dalla croce di vetta, nel 2001.
Fino a questo momento lo sci ripido era praticato da una cerchia piuttosto ristretta, le informazioni erano nebulose e difficili da reperire, le prime discese pubblicate magari con stagioni di ritardo. Ma con il nuovo millennio la situazione cambia radicalmente: Internet permette la condivisione in tempo reale delle informazioni sulle condizioni e le discese vengono pubblicate immediatamente; Igor Napoli pubblica nel 2002 la prima guida in Italia dedicata allo sci ripido; tre anni dopo Federico Negri con Enzo Cardonatti pubblica l’aggiornata guida sullo sci ripido dal Monviso al Gran Paradiso. Il numero dei praticanti e delle prime discese aumenta, ma soprattutto la mentalità, la percezione dello sci ripido, ora conosciuto e praticato da molti. Per descrivere questo fenomeno Cardonatti evoca un “nuovo mattino del ripido”, e ad un decennio di distanza possiamo confermarlo, quantomeno in Italia e nel Cuneese in particolare, testimoniato da un fiorire di discese e di pubblicazioni dedicate allo sci ripido che si diffonde anche alle Alpi centrali e Orientali. In Francia questo nascere di pubblicazioni dedicate allo sci ripido era iniziato già negli anni Ottanta (con le guide di Jean Pier Bonfort, Chantriaux, poi Tardivel, ecc.), ma là oggi questa concezione è già superata: le guide attuali – la collezione creata da Volodia Shahshahani – comprendono tutte le categorie di itinerari, dai più semplici ai più difficili, senza alcuna distinzione tra sci ripido e scialpinismo. Nel Cuneese il “nuovo mattino del ripido” c’è stato, e si è concretizzato in particolare nelle decine di discese di Giorgio Bavastrello, Diego Fiorito e Roberto Garnero. Essi hanno portato l’esplorazione sistematica ad un livello di difficoltà superiore, in particolare ispirato alla ricerca di vie su pareti rocciose (che ricorda l’esplorazione sistematica degli Aravis da parte di Pierre Tardivel negli anni Novanta) e con molti itinerari di livello 5.3 e 5.4, fino al 5.5 della via Fantaski sulla parete ovest del Monviso. Lo sci sul Monviso è sintomatico del nuovo clima culturale. Per anni il “re di pietra” non è stata una montagna per sciatori: dal 1975 per quasi un trentennio pochissimi si erano avventurati nei canali della nord, e nessun altro oltre a De Benedetti sulla ovest. Ma col nuovo millennio la musica cambia: nel 2001 Schenone scende la parete sud, che è ora quasi una classica, nel 2009 Federico Varengo con Roberto Garnero cercano la chiave
“L’avventura è dietro casa...”. Ivano Marengo si tuffa nel vuoto della vergine parete Sud Est del Monte Meidassa, il giorno della prima discesa (© Diego Fiorito)
20
d’accesso per scendere direttamente dalla vetta all’uscita del canale Perotti, e nella primavera 2013, complice un ottimo innevamento, diversi gruppi di sciatori locali tracciano ben cinque inediti itinerari - la parete Nord-Est, la linea The upper ledge sulla sud, il canalone Sud-Est, la parete Ovest del Viso di Vallanta, e infine la linea Fantaski lungo la cresta Nord-Ovest. È significativo che quest’ultima linea e la parete Nord-Est del Visolotto – scesa nello stesso periodo da Luca Giribone e Andrea Moretti, istruttori della scuola di scialpinismo di Pinerolo, completando l’opera avveniristicamente iniziata qualche anno prima da Rivoira e Podio – siano entrambe di difficoltà superiore alla Diretta al Triangolo. È da notare che in occasione della prima discesa di Fantaski è stato finalmente trovato il passaggio per la discesa integrale dalla vetta sul versante ovest, mentre poche settimane prima con la discesa integrale della Nord-Est è stata effettuata probabilmente la prima discesa con gli sci direttamente dalla vetta sul versante, della “corda molla”, che dà accesso agli itinerari a nord e nord est. Ciò significa che, in ottime condizioni, è possibile la discesa direttamente dalla vetta anche sul lato nord, e con questa situazione dovranno confrontarsi coloro che ambiranno a nuove prime discese. Oggi infatti l’esplorazione e l’evoluzione dello sci ripido non passa più per l’innalzamento della difficoltà - che abbiamo visto è ormai stabile sul 5.5 dalla fine degli anni Settanta -, ma, anche grazie ai servizi che consentono un monitoraggio molto più preciso dell’innevamento, nella ricerca intelligente di condizioni rare ed effimere.
Intanto negli ultimi anni una nuova schiera di giovani locali (in primis Christian Botta con Massimo Tardivo, Stefano Ambrosio e altri compagni) ha iniziato a esplorare nuove linee. Quali sono oggi le tendenze attuali dello sci ripido sulle Alpi? Da un lato sembrano volte a coniugare difficoltà, velocità e grandi dislivelli, sulla scia dei concatenamenti di moda negli anni Ottanta: nel gruppo del Monte Bianco atleti dall’esperienza agonistica (Kilian Jornet, Dennis Trento) percorrono linee vecchie e nuove in tempi eccezionali. Sulle più basse montagne del Cuneese è difficile concatenare grandi dislivelli su pendenze elevate, ma vale la pena ricordare il concatenamento dei tre canali della nord del Monviso (Lorenzo “Feis” Facelli e Jerome Gingreau) o l’intelligente collegamento dei tre canali (Forcella, Gunther e Lourousa) sulla Ovest dell’Argentera (Luca Borgoni e Davide Gerlero). Negli Ecrins invece c’è il “fenomeno Degonon”: Hervè Degonon nella sola annata 2017, pur così avara di neve, ha scovato negli Ecrins ben 34 (!) itinerari nuovi. Si tratta di itinerari su pareti rocciose e complesse, che prevedono quasi tutti multipli tratti di discesa in doppia o a piedi, cosa che testimonia come negli Ecrins, una regione dalla lunga tradizione di sci ripido, per poter effettuare nuove discese sia sempre più difficile trovare linee interamente sciabili. Benché anche nelle Alpi del Cuneese si siano registrate alcune discese con tratti obbligati di roccia o misto, le discese descritte in questo libro suggeriscono che ci siano ancora numerose possibilità interamente sciabili per i futuri esploratori.
21
Informazioni INFORMAZION TURISTICHE Dopo aver contattato gli uffici turistici di alcuni comuni delle valli oggetto della presente Guida, si è deciso di riportare di seguito alcuni siti ove reperire le informazioni turistiche utili: www.percorsioccitani.com/ (Percorso a tappe in Valle Maira) www.ghironda.com (Sito che racchiude tutte le strutture ricettive) www.louviage.it (Percorso a tappe in Valle Stura) http://vallevaraitatrekking.it/ (Percorso a tappe in Valle Varaita) www.vallidelmonviso.it/ (Informazioni turistiche sulle valli in zona Monviso) www.visitmove.it (sito di eventi, fiere e sport nelle valli del Monviso)
22
www.vallemaira.org (sito che racchiude strutture ricettive) CARTOGRAFIA Questa la cartografica di riferimento per le aree descritte: Chaminar en Val Maira di Bruno Rosano. Scala 1:20.000. WGS84-UTM 32T - Camminare in Val Maira. Carta topografica con sentieri e tracce. Esquiar en Val Maira di Bruno Rosano. Scala 1:20.000 WGS84-UTM 32T - Sciare in Val Maira. Carta topografica con gli itinerari di scialpinismo, sci ripido, sci estremo; ciastre, sci-escursionismo; cascate di ghiaccio; falesie, palestre di roccia. Alpi Senza Frontiere – IGN – Chambeyron / Val Maira n.7 di Bruno Rosano.
Alpi Senza Frontiere – IGN – Monviso / Haute Queyras n.8 Alta Val Varaita - Alta Val Maira N. 11. Carta dei sentieri e stradale 1:25.000. Fraternali Editore. Bassa Val Varaita - Bassa Val Maira N. 12. Carta dei sentieri e stradale 1:25.000. Fraternali Editore. Valle Grana e Bassa Valle Stura di Demonte N. 14. Carta dei sentieri e stradale 1:25.000. Fraternali Editore. Valle Maira. Carta dei sentieri 1:25.000 - L’Escursionsita Editore. BIBLIOGRAFIA Charamaio mai en val Mairo. Nevica ancora in Val Maira – di Bruno Rosano, L’Artistica Editrice Guida dei Monti d’Italia – Volume: MONVISO, Touring Club Italiano Scialpinismo. Dal Colle della Maddalena al Monviso (Italia-Francia) - di JC Campana, Blu Edizioni.
Alpi sud occidentali - viaggio tra immagini e nomi di luoghi - di Michelangelo Bruno, Ed. Gribaudo Voglia di Ripido - di I. Napoli, Ed. L’Arciere Ripido! - di Enzo Cardonatti, Edizioni Ripido SITI METEO www.meteofrance.com www.nimbus.it www.arpa.piemonte.gov.it (bollettino valanghe del Piemonte) SITI SPORTIVI www.gulliver.it (relazioni di itinerari e aggiornamenti delle condizioni della neve) www.lalpinistavirtuale.it (relazioni di itinerari e aggiornamenti delle condizioni della neve) www.skitour.fr (relazioni di itinerari e aggiornamenti delle condizioni della neve)
“Free- Skiing” sui soffici pendii sospesi della Parete Est di Rocca Bianca in Val Maira (© Roberto Garnero) Roberto Garnero impegnato nella ripida ed esposta Parete Sud dell’Aiguille de Chambeyron (© Diego Fiorito)
23
24
25
Scala difficoltà
26
TRAYNARD
DIFFICOLTÀ TECNICA (SCALA VOLO)
SCALA
INGAGGIO La scala di valutazione esprime l’ingaggio e la complessità dell’itinerario. Si esprime con numero romano da I a IV, secondo la scala descritta di seguito.
BLANCHÈRE
DIFFICOLTÀ TECNICA La valutazione della difficoltà tecnica di discesa (scala Volo) si sviluppa su 5 livelli, ognuno dei quali suddiviso in 3 differenti gradazioni, per una migliore precisione, ad eccezione del livello 5 che rimane aperto verso l’alto (es. 5.1, 5.2, 5.3, 5.4, 5.5,…) Tale scala prende in considerazione i tratti discesi sci ai piedi, indipendentemente dalla presenza di eventuali corde doppie, tratti in arrampicata o altri fattori che rendono più o meno complessa una discesa o una intera gita.
ESPOSIZIONE La scala di valutazione dell’esposizione si suddivide in 4 differenti livelli. Si parte da alcune evidenze che, a meno di condizioni particolari (es. molta neve fresca, ecc.) sono statisticamente valide ed è bene tenere in grande considerazione: La prima consiste nel fatto che a partire dai 30° di pendenza è quasi impossibile fermare una caduta su neve ghiacciata; la seconda che tra 40° e 45° è quasi impossibile frenare una caduta su neve trasformata; la terza che oltre i 50°, in ogni caso e con qualsiasi neve, la velocità di reazione dello sciatore alla caduta è più lenta della velocità con cui la caduta diventa incontrollabile.
SCALA
La valutazione di difficoltà utilizzata per gli itinerari di sci ripido si articola su tre valutazioni: valutazione della difficoltà tecnica della discesa valutazione dell’esposizione della discesa valutazione dell’ingaggio dell’itinerario.
1 1.1 1.2 1.3
Pendii molto semplici e larghi con passaggi singoli mai superiori ai 30°. Dislivello totale inferiore a 800 m. e esposizione nulla. È il classico sci escursionismo breve.
MS
S1
2 2.1 2.2 2.3
Pendii senza difficoltà tecniche e nessun passaggio raggiunge i 35°. Il dislivello e l’esposizione possono essere significativi.
BS
S2
3 3.1 3.2 3.3
È il grado di entrata dello sci alpinismo vero e proprio. Possono essere presenti passaggi tecnici e pendii fino a 35° anche molto lunghi, con eventuali brevi tratti a 40°-45°.
OS
S3
4 4.1 4.2 4.3
È il cosiddetto sci di canale, o sci ripido classico. Pendii a 40° molto lunghi (almeno 300 m.) con brevi passaggi fino a 50°.
S4/5
5 Pendii a partire dai 45° molto lunghi con brevi ma significativi 5.1 5.2 5.3 5.4 tratti ad almeno 50°, o pendii di almeno 45°-50° molto lunghi (al5.5 … meno 400 m.)
S5/6
ESPOSIZIONE E1
Non ci sono grossi ostacoli e l’esposizione è data dal pendio stesso, uniforme e collegato col pendio sottostante. Tenete presente comunque che un pendio di 30° e un pendio di 55° con esposizione E1 possono comunque avere effetti ben diversi sullo sciatore.
E2
La linea di discesa presenta, ad esempio, una piccola barra rocciosa che, saltata, con comporta un rischio di urto violento.
E3
Rischio certo di saltare una barra di roccia o sbattere violentemente contro la roccia o il ghiaccio di una terminale, con probabilità alta di impatto molto violento. Mai cadere.
E4
Presenza di barre rocciose o ghiacciate molto alte o multiple, terminali alte ed aperte, con impatto molto violento sicuro. Mai cadere.
INGAGGIO I
Percorso di discesa di facile individuazione. Ingaggio basso.
II
Percorso di discesa abbastanza complesso, di non facile individuazione, necessaria una buona conoscenza del terreno d’azione. Ingaggio medio. È utile studiare i passaggi in anticipo.
III
Discesa complessa e lunga con percorso di difficile individuazione, necessaria una buona conoscenza del terreno d’azione. Ingaggio elevato. È importante studiare i passaggi in anticipo, in quanto i riferimenti sono difficili da prendere.
IV
Discesa molto complessa e lunga con percorso di difficile individuazione e difficile interpretazione, necessaria una ottima conoscenza del terreno d’azione. Ingaggio molto elevato. È indispensabile studiare i passaggi in anticipo, in quanto i riferimenti sono molto difficili da prendere.
DIFFICOLTÀ ALPINISTICA (ALP) E
Difficoltà escursionistiche Terreno facile.
F
Alpinismo facile Nessuna difficoltà particolare, ma occorre buona capacità di orientamento.
PD
Alpinismo poco difficile Alcune difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio a 35/40°, spesso necessari ramponi e piccozza.
AD
Alpinismo abbastanza difficile Difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio tra i 40° e 50°.
D
Alpinismo difficile Difficoltà alpinistiche sostenute sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio tra i 50° e 70°.
27
Simbologia
28
orientamento
Descrive l’orientamento principale dei pendii su cui si discende durante l’itinerario
quota massima
Indica la quota massima che si raggiunge nell’itinerario descritto
dislivello totale
Metri complessivi di salita
lunghezza tratto ripido
Indica lo sviluppo in metri del tratto ripido descritto nell’itinerario
pendenza
Indica la pendenza media del tratto ripido descritto nell’itinerario. Tra parentesi viene indicata la pendenza massima.
difficoltà tecnica discesa
Indica il grado di difficoltà tecnica dal punto di vista sciistico secondo la scala “Volo”. La corrispettiva scala è riportata nella pagina precedente
esposizione (EXP)
Indica il rischio in caso di caduta (non controllata) in fase di discesa, ovvero le conseguenze che ostacoli, salti, ecc., presenti sul pendio possono provocare. Vedi tabella a pagina precedente.
difficoltà complessiva
Con tale difficoltà si esprime l’ingaggio e la complessità dell’itinerario. Vedi tabella a pagina precedente.
difficoltà alpinistica (ALP)
Indica la difficoltà alpinistica della salita ed eventuali passaggi alpinistici in fase di discesa. Vedi tabella difficoltà alpinistica riportata a pagina precedente
SCALA EUROPEA DEL PERICOLO VALANGHE
STABILITÀ MANTO NEVOSO
PROBABILITÀ DISTACCO VALANGHE
INDICAZIONI PER SCIALPINISTI ESCURSIONISTI E SCIATORI FUORI PISTA
GRADO
SCALA PERICOLO
1
Debole
Il manto nevoso è in generale ben consolidato e stabile.
Il distacco è generalmente possibile solo con un forte sovraccarico su pochissimi pendii estremi. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee.
Condizioni generalmente sicure per gite sciistiche.
2
Moderato
Il manto nevoso è moderatamente consolidato su alcuni pendii ripidi, per il resto è ben consolidato.
Il distacco è possibile soprattutto con un forte sovraccarico su pendii ripidi indicati. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee.
Condizioni favorevoli per gite sciistiche ma occorre considerare adeguatamente locali zone pericolose.
3
Marcato
Il manto nevoso presenta un consolidamento da moderato a debole su molti pendii ripidi.
Il distacco è possibile con un debole sovraccarico sui pendii ripidi indicati; in alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe.
Le possibilità per gite sciistiche sono limitate ed è richiesta una buona capacità di valutazione locale.
4
Forte
Il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggior parte dei pendii ripidi.
Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe.
La possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale.
Molto forte
Il manto nevoso è in generale debolmente consolidato e per lo più instabile.
Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido.
Le gite sciistiche non sono generalmente possibili.
5
29
1
Piemonte > Valle Grana
MONTE GRUM – Versante Nord Est NORD EST
Autori prima discesa: ignoti.
2367 m
CARATTERISTICHE ITINERARIO Questo itinerario potrebbe esser definito come la “Palestra di avvicinamento allo sci ripido della Val Grana”. La conca di Frise presenta un bel versante esposto a nord est nel quale si possono disegnare linee interessanti e l’esercizio alla disciplina in oggetto tocca vertici di qualità. L’ambiente è selvaggio e isolato e non è insolito reperire, anche per lunghi periodi invernali, la cosidetta “buona farina vecchia”. La salita si effettua per la via normale.
orientamento
quota massima
1150 m
dislivello totale
400 m
lunghezza tratto ripido
40°-45° (max 45°)
ACCESSO STRADALE Cuneo - Caraglio – Valgrana – Monterosso Grana – San Pietro - Figliere. Località di partenza: Figliere di Monterosso Grana (1200 m)
pendenza
4.1
SALITA Dopo aver lasciato l’auto in località Malan (1116 m) o Figliere, a seconda delle condizioni di sgombero neve del manto stradale, percorrere un breve tratto di strada in discesa fino al ponte sul Rio. Risalire in destra orografica i pendii che conducono al Gias del Pergo ed al Bivacco del Rosset (1900 m). Raggiunto il bivacco proseguire alla volta del
difficoltà discesa
E1
esposizione
II
difficoltà complessiva
F
difficoltà alpinistica Figliere di Monterosso Grana 1200
a s t C o
B
o
s l i
Prabianco 1355
B
M. Bram
a scha iol
2356
ha
1918
Rocce Bars di Corn
sc
1b
B
io
2345
la
2287 Laghetto del Bram 2197
Bivacco Rosset 1900
d
e
M. Grum ba
2367
l
Rocca Pergo Grossa
Co
m
1a
2092
2056
2128
Rocca Pergo Piccola
2222
2215 Passo della Magnana
32
2204
M. Prapian
Rocca Radevil 1957
colletto che porta alla dorsale che funge da spartiacque con la Valle Stura. Seguire la dorsale fino al Passo della Magnana e poi alla volta del Monte Grum. DISCESA Dalla vetta la scelta si apre su due itinerari: uno più semplice nel “Combal de Biolascha” (strettoia con possibile cascata di ghiaccio – occorre accertarsi che ci sia un sufficiente innevamento), l’altro ubicato nella zona denominata Rocce Bars di Corn. Quale che sia l’itinerario scelto, nella parte posta in basso occorre possedere un buon senso dell’orientamento, ed è necessario studiare in precedenza i passaggi migliori. Punti di appoggio: Bivacco del Rosset (per le chiavi informarsi presso il Comune di Monterosso Grana). Punti di osservazione: è visibile dalla pianura di Caraglio; dal parcheggio in località Figliere è visibile solo la parte alta. Note: il toponimo Grum ha significato di grande massa rocciosa.
Il selvaggio versante Nord Est del Monte Grum, nel quale si sviluppa il percorso di discesa del “Combal de Biolascha” (© Roberto Garnero)
1a
33
1 Monte Grum – Versante Nord Est Valle Grana
Una delle caratteristiche strettoie della Comba Biolascha (© Roberto Garnero) Il percorso nella parte bassa si snoda tra boschetti, paretine rocciose e piccole cascatelle (© Roberto Garnero) I versanti Nord Est dei Monti Grum e Bram (© Roberto Garnero)
34
35
2
Piemonte > Valle Grana
MONTE BRAM – Versante Nord Est NORD EST
Autore prima discesa: Federico Varengo (sci).
2356 m
CARATTERISTICHE ITINERARIO Questo è il più ripido degli itinerari presenti nella conca di Frise. Il percorso si snoda, nella parte bassa, tra boschetti, paretine rocciose e piccole cascatelle. Nella parte alta invece la parete si presenta come più aperta e solare.
orientamento
quota massima
1150 m
dislivello totale
450 m
ACCESSO STRADALE Cuneo – Caraglio – Valgrana – Monterosso Grana – San Pietro – Figliere. Località di partenza: Figliere di Monterosso Grana (1200 m)
lunghezza tratto ripido
40°-45° (max 45°)
SALITA Dopo aver lasciato l’auto in località Malan (1116 m) o Figliere, a seconda delle condizioni di sgombero neve della strada, scendere su strada brevemente fino al ponte che attraversa il Rio. Risalire il vallone mantenendo la destra orografica e cercando di tenersi il più possibile vicino al torrente, in direzione della costa Biolascha. Superare quindi una pista sterrata (visibile anche in presenza di abbondante innevamento), puntando ad una radura che permette di raggiungere il valloncello di Costa Bolis. Risalire il suddetto vallone senza seguire necessariamente un percorso obbligato, ma seguendo le varie asperità del terreno,
pendenza
4.1
difficoltà discesa
E2
esposizione
II
difficoltà complessiva
F
difficoltà alpinistica Figliere di Monterosso Grana 1200
a s t C o
B
o
s l i
Prabianco 1355
M. Bram
B
2356
2287
io
la
sc
Rocce Bars di Corn
ha
1918
2345
B
Laghetto del Bram 2197
a scha iol
Bivacco Rosset 1900
d
e
M. Grum
l
Rocca Pergo Grossa
Co
m
ba
2367
2092
2056
2128
Rocca Pergo Piccola
2222
2215 Passo della Magnana
36
2204
M. Prapian
Rocca Radevil 1957
mantenendosi perlopiù al centro dello stesso. Appena il terreno lo consente, imboccare un traverso ascensionale che sale verso destra in direzione della vetta dove un evidente canalino nevoso ne permette il suo raggiungimento. DISCESA Per il medesimo itinerario di salita. Punti di appoggio: nessuno. Punti di osservazione: dal parcheggio in località Figliere è visibile solo la parte alta. Note: il toponimo Bram ha significato di “grido lamentoso”.
I versanti Nord Est dei Monti Grum e Bram con i tracciati delle discese, ben visibili dalla pianura, nei pressi di Caraglio (© Roberto Garnero)
1b 2
37