SCIALPINISMO in VALLE d’ AOSTA
Monte Bianco / Rutor / Gran Paradiso / Champorcher / Cervino – Monte Rosa / Coumba Freida / Valle Centrale
101 ITINERARI: dai super classici ai più ricercati
Prima edizione Novembre 2024
ISBN 978 88 55471 343
Copyright © 2024 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina Salendo verso l’Aiguille de Lesache © Ilaria Sonatore
Testi
Fotografie
Deborah Bionaz, Ilaria Sonatore
Deborah Bionaz, Ilaria Sonatore
Cartine Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia Tommaso Bacciocchi
Impaginazione Francesco Rioda
Stampa Tipolitografia Pagani – Passirano (BS), Italia
Km ZERO
Cosa significa?
È una guida a KM ZERO!
Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da sciatori locali.
Come i pomodori a Km 0?
Certo! E la genuinità non è un’opinione.
Gli autori locali fanno bene a chi scia: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo i tour più commerciali; – reinvestono il ricavato in nuovi itinerari.
Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale.
E infine la cosa più importante: sulle loro itinerari, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
Lo scialpinismo è un’attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.
Km ZERO
DEBORAH BIONAZ - ILARIA SONATORE
SCIALPINISMO in VALLE d’AOSTA
101 ITINERARI: dai super classici ai più ricercati
Sommario
Punta Galisia
Punta Calabre
40. Granta Parei
Grand Etret
Gran Paradiso
Colle Grand Neyron (ex Biv. Sberna)
Grand Sertz
Colle della Rossa
Gran San Pietro
47. Punta di Leppe
53. Passo della Civera
54. Passo della Coppa
55. Punta Giordani
56. Piramide Vincent
57. P.ta Gnifetti e P.ta Zumstein
58. Punta Palasinaz
Corno Bussola
Gran Cima
Becca di Nana
Monte Facciabella
Becca Trecaré
Petit Tournalin
Mont Roisetta
Château des Dames
67. Breithorn Occidentale e Centrale
SETTORE COUMBA
69. Punta Paglietta 370
70. Mont Fallère Parete Nord 374
71. Mont Flassin 378
72. Mont Vertosan 384
73. Punta Valletta 390
74. Testa di Crévacol 394
75. Cresta di Corléans - Canale Nord 398
76. Col Serena 402
77. Costa di Serena 408
78. Grand Golliaz - Colle di St. Rhemy 412
79. Aiguille de Lesache 416
80. Mont Fourchon 422
81. Tête Blanche de By 426
82. Tête du Filon 430
83. Bec Noir 434
84. Mont Gelé 438
85. Trouma des Boucs 442
86. Noeud de la Rayette 446
87. Col de la Tsa ....................
88. Becca di Luseney 456
89. Château des Dames - Col du Créton 460
90. Becca d’Oren 468
Spalla della Dent d’Hérens ........ 474
Col Charbonnière 482
Pointe de la Pierre 486
Becca di Nona 490 95. Punta Leysser 494 96. Mont Rouge 498
97. Mont Fallère Parete Sud 502
98. Tour dei Colli in Val ClavalitéColle di Moutsaillon e Colle di Fénis 506
99. Costa di Champorcher 514
100. Col Chaleby 520 101. Monte Zerbion 524
Mappa generale
TAKE EMOTION TO ANOTHER LEVEL
Scale difficoltà
SKI DIFFICOLTÀ DISCESA
MS / MSA Terreno facile. Pendii ampi o bosco rado; inclinazione < 30° e dislivello contenuto (< 800m). Esposizione e rischio valanghe limitati. La qualità della neve condiziona in maniera determinante la difficoltà.
BS / BSA Terreno con poche difficoltà tecniche. Pendii più accidentati e ripidi, ma con inclinazione < 35°. Il dislivello e l’esposizione possono essere significativi (dislivelli > 800m). Richiesta una buona tecnica sciistica e una buona capacità di valutazione della stabilità della neve.
OS / OSA Terreno tecnico. Passaggi tecnici e canali, pendii a 35° anche molto lunghi e brevi settori a 40/45°. L’esposizione ed eventuali pericoli oggettivi possono essere importanti. Richiesta un’ottima tecnica sciistica e un’ottima capacità di valutazione della stabilità della neve.
SCALA EUROPEA DEL PERICOLO VALANGHE
SCALA PERICOLO STABILITÀ MANTO NEVOSO
1
DEBOLE
2
MODERATO
3
MARCATO
4
Il manto nevoso è in generale ben consolidato e stabile.
Il manto nevoso è moderatamente consolidato su alcuni pendii ripidi*, altrimenti è generalmente ben consolidato.
Il manto nevoso presenta un consolidamento da moderato a debole su molti pendii ripidi*.
Il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggior parte dei pendii ripidi*.
5
Il manto nevoso è in generale debolmente consolidato e per lo più instabile.
PROBABILITÀ DISTACCO VALANGHE
Il distacco è generalmente possibile solo con un forte sovraccarico** su pochissimi pendii estremi***. Sono possibili solo piccole e medie valanghe spontanee.
Il distacco è possibile principalmente con un forte sovraccarico**, soprattutto su pendii ripidi* indicati. Non sono da aspettarsi valanghe spontanee molto grandi.
Il distacco è possibile già con un debole sovraccarico** soprattutto sui pendii ripidi* indicati. Talvolta sono possibili alcune valanghe spontanee di grandi dimensioni e, in singoli casi, anche molto grandi.
Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico** su molti pendii ripidi*. Talvolta sono da aspettarsi numerose valanghe spontanee di grandi dimensioni e spesso anche molto grandi.
Sono da aspettarsi numerose valanghe spontanee molto grandi e spesso anche valanghe di dimensioni estreme, anche su terreno moderatamente ripido*.
INDICAZIONI PER SCIATORI ED ESCURSIONISTI
Condizioni generalmente sicure per le escursioni.
Condizioni favorevoli per le escursioni, ma occorre considerare adeguatamente locali zone pericolose.
Le possibilità per le escursioni sono limitate ed è richiesta una buona capacità di valutazione locale.
Le possibilità per le escursioni sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale.
Le gite sciistiche non sono generalmente possibili.
Le parti di terreno dove il pericolo è particolarmente pronunciato vengono descritte più dettagliatamente nel bollettino delle valanghe (ad es. quote, esposizione, forma del terreno ecc.).
* Pendio moderatamente ripido: pendii meno ripidi di circa 30°. * Pendio ripido: pendii più ripidi di circa 30°.
** Sovraccarico debole: sciatore o snowborder che effettua curve dolci, che non cade; escursionista con racchette da neve; gruppo che rispetta le distanze di sicurezza (minimo 10m). Sovraccarico forte: due o più sciatori o snowborder che non rispettano le distanze di sicurezza, escursionisti a piedi, curve saltate o molto strette, caduta di sciatore, motoslitta, mezzo battipista, esplosione.
*** Terreno ripido estremo: particolarmente sfavorevole ad es. dal punto di vista della pendenza (più ripido di circa 40°), forma del terreno, prossimità alle creste o proprietà del suolo.
CFATTORE UMANO
• Valutare la composizione del gruppo di gitanti in relazione a esperienza, capacità tecniche, preparazione fisica e condizione psicologica
FATTORI DI VALUTAZIONE
BTERRENO
• Valutare attentamente gli itinerari scelti sulla base delle capacità del soggetto meno preparato tecnicamente/fisicamente
• Documentarsi con guide sulla scelta di itinerari da valutare, sulla base della stagione e dell’innevamento del periodo
• Consultare cartine topografiche 1:25.000 o 1:50.000
• Tracciare uno schizzo di rotta
• Individuare i soggetti di maggiore esperienza per condividere le scelte e le responsabilità
• Valutare le pendenze dell’itinerario in relazione a pericolo valanghe e alle difficoltà tecniche
• Individuare le gite alternative
• Controllare l’effettiva composizione del gruppo alla partenza, e l’eventuale presenza di altri gruppi
• Controllare l’equipaggiamento individuale e di gruppo, con particolare attenzione al materiale utile all’autosoccorso
• Effettuare la prova ARTVA
• Formazione di piccoli gruppi autonomi con proprio “capogita”
• Controllare durante la gita i tempi di marcia verificando il rispetto della tabella di marcia
• Assicurarsi che il gruppo mantenga le regole base di autodisciplina, soprattutto in presenza di situazioni di pericolo
• Valutare a intervalli regolari le condizioni fisiche e psichiche dei partecipanti durante la gita, soprattutto in seguito a situazioni di stress
• In caso di pericolo, in discesa mantenere le distanze di sicurezza, sciare in corridoi prestabiliti e arrestarsi a monte dei compagni che precedono in zone di sicurezza
DECISIONALE
ACONDIZIONI NIVEO-METEO
• Consultazione dei bollettini nivo-meteorologici e valutazione di previsione meteorologica, situazione di innevamento e pericolo di valanghe
• Completano il quadro le informazioni di esperti locali quali guide alpine, ufficio turismo, rifugisti, ecc, e quelle dedotte dal web (con spirito critico!)
1Regionale Pianificazione della gita a tavolino, valutazione delle alternative
• Orientarsi rispetto alla carta topografica di riferimento e allo schizzo di rotta, condividendo l’informazione con gli altri
• Valutare le reali condizioni meteorologiche, anche in relazione alla previsione letta a tavolino
• Individuare la “macrotraccia” sul posto valutando le condizioni generali di innevamento e pericolo lungo il percorso scelto
• Valutazione dell’effettiva quantità di neve al suolo, della neve fresca, e delle condizioni generali di pericolo valanghe nella zona della gita
• Individuare le zone di potenziale distacco valanghe quali canaloni, pendii sottocresta, cornici, pendii aperti, radure, ecc.
• Raccolta di ulteriori informazioni da persone locali e gitanti di rientro
2Zonale Valutazione dettagliata sul posto del rischio valanghe e delle condizioni ambientali; eventualmente cambio di destinazione per la gita
• Individuare le fonti di altri eventuali pericoliquali salti di rocce, cascate di ghiaccio, seraccate, zone crepacciate, ecc.
• Valutare nel dettaglio l’inclinazione di pendii ripidi con il metodo del bastoncino o con inclinometro (inclinazione critica 25-30°)
• Valutare durante il percorso, a intervalli regolari le condizioni di visibilità, vento e temperatura
• Valutare l’esposizione dei pendii rispetto ai venti prevalenti dei giorni precedenti e all’irraggiamento solare pregresso
• I n vista della discesa valutare attentamente itinerari di variante, in relazione all’irraggiamento futuro e al pericolo valanghe
• Valutare lo spessore della neve fresca (altezza critica 20-30cm) e le caratteristiche del manto nevoso (neve con coesione, assestamenti con “woom”, strati di scorrimento o deboli)
• Eventualmente se si avverte una situazione di possibile pericolo , valutare la stabilità del manto effettuando prove rapide quali bastoncino o pala
3Locale Valutazione del singolo pendio durante lo svolgersi della gita, ed eventualmente adozione di misure atte a prevenire rischi per il gruppo
Simbologia
esposizione
Esposizione
Indica l’orientamento prevalente dei pendii di salita e discesa dell’itinerario.
difficoltà
Difficoltà
Indica la difficoltà sciistica in discesa. Vedi tabella Difficoltà discesa a pag. 10.
periodo di percorrenza punti di appoggio
Periodo di percorrenza
Indica il periodo di massima ideale in cui l’itinerario può essere percorso.
Punti di appoggio
Indica, rifugi, bivacchi o punti d’interesse presenti lungo l’itinerario.
dislivello
Dislivello
Dislivello complessivo della salita e della discesa.
qr-parcheggio
Inquadra il qrcode con il tuo smartphone per raggiungere il parcheggio.
NB. Le autrici non si assumono la responsabilità di eventuali variazioni sull’accesso al punto di partenza, dovute a cause di forza maggiore o variazioni della viabilità. Si consiglia di leggere attentamente la descrizione sugli accessi presente in ogni gita.
salita discesa
materiale consigliato
Nella descrizione del materiale consigliato abbiamo spesso usato l’acronimo “n.d.a.” che sta a significare “normale dotazione alpinistica” ovvero corda, picozza, ramponi, materiale per la progressione su ghiacciaio.
Ferrate delle Guide, Introbio (© G. Meneghello)
Premessa
Quando mio padre, negli anni 80, aveva voglia di farsi una sciata, lo svolgimento della gita era molto semplice. Usciva di casa (abitava vicino ad Aosta, a 600m sl.m.!), risaliva un bosco qualunque e lo sciava nella polvere soffice. Ora a 600 metri di quota non si scia, ma neanche a mille e talvolta è difficile farlo anche a duemila metri. Negli ultimi trent’anni il clima è cambiato molto rapidamente e di conseguenza anche il modo di fare scialpinismo. Purtroppo ora non basta più uscire di casa e scegliere un pendio qualunque sul quale tirare due curve. La scarsità di neve ci impone di essere molto più attenti e informati su dove andiamo.
Questa guida si propone come un piccolo strumento per muoversi tra le montagne valdostane e per scoprirne la bellezza pagina dopo pagina. Si tratta di una selezione di oltre cento itinerari che ovviamente non ha la pretesa né di essere completa né esaustiva. Le possibilità scialpinistiche in Valle d’Aosta sono moltissime e ogni itinerario qui descritto può offrire infinite varianti. La nostra selezione cerca di coprire l’in-
tero territorio regionale e propone itinerari per tutti i livelli e gusti, dalle grandi classiche alle perle nascoste. Avremmo potuto descrivere altri mille itinerari, ma in fondo è anche bello non raccontare proprio tutto tutto e lasciare a voi il piacere di scoprire nuovi angoli selvaggi.
Il metodo che abbiamo seguito, e che speriamo vi aiuti a orientarvi meglio sul meraviglioso territorio valdostano, è stato quello di suddividere gli itinerari in sette macro-zone all’interno dei confini regionali. Abbiamo volutamente cercato di evitare itinerari che necessitino la risalita di piste da sci o l’utilizzo di funivie se non in pochissimi casi isolati come per la zona del Monte Rosa.
Il nostro viaggio attraverso la Valle d’Aosta parte dal settore Monte Bianco e prosegue in senso antiorario verso il gruppo del Rutor, le valli del Gran Paradiso e quella di Champorcher. Riprende dal massiccio del Monte Rosa, prosegue ai piedi del Cervino e giunge nella Coumba Freida, con le valli del Gran San Bernardo, Bionaz e Valpelline. A questo si aggiunge un settore bonus che raccoglie gli itinerari che partono dalla valle centrale.
© P. Lucianaz
Ogni settore si apre con una breve introduzione morfologica che racconta brevemente le caratteristiche della zona. Ogni itinerario prevede una descrizione del percorso, l’accesso, qualche nota per inquadrare meglio la tipologia di gita, fotografie recenti, l’estratto di mappa con la traccia del percorso e una legenda con indicazioni tecniche come dislivello e difficoltà. È doveroso però ricordare che tutte queste indicazioni sono nostri personali suggerimenti e non leggi assolute come quelle incise da Hammurabi. Non escludiamo quindi che qualcuno possa trovarsi in disaccordo su alcune nostre valutazioni e, soprattutto, ricordiamo a tutti che è fondamentale avere piena consapevolezza delle proprie capacità e un’attitudine sempre vigile. La neve è un elemento effimero in continua evoluzione, pertanto questa guida rimane un’indicazione che deve essere corroborata da una valutazione puntuale delle condizioni, del meteo, del manto nevoso e del proprio stato di forma. Insomma, skialpers, godetevi la powder ma fate attenzione! Ci teniamo a sottolineare che ogni itinerario descritto è stato percorso da entrambe le autrici (o almeno da una delle due) nel periodo compreso tra dicembre 2022 e giugno 2024. Data la variabilità delle condizioni di innevamento, probabilmente non tutti gli itinerari saranno percorribili
tutti gli anni e magari in annate “magre” alcuni non vedranno quasi la neve. Vi suggeriamo però di prenderli in considerazione tutti e, quando la neve c’è, cogliere l’attimo e andare a esplorare proprio quelle zone meno interessate da precipitazioni: sapranno regalarvi sciate incredibili! Un’ultima considerazione. Nei nostri pellegrinaggi tra le vette valdostane siamo state testimoni di un fenomeno bizzarro, ovvero che è più facile incontrare orde di skialper scalpitanti a novembre e dicembre a fare scintille su pendii ancora acerbi, mentre ad aprile-maggio, quando la stagione dello scialpinismo è al suo apice, in giro non si incontra un’anima. Capiamo benissimo la fregola di calzare gli sci non appena appare una macchia bianca sulle cime (ce l’abbiamo anche noi ehehe), ma la primavera non è da snobbare..anzi! È la stagione migliore per la pratica dello scialpinismo e molti itinerari di questa guida li abbiamo selezionati proprio in ottica primaverile.
Insomma, tutto questo sproloquio per dirvi: divertitevi, non fatevi male, esplorate, non tritate troppo i pendii ma pensate anche al prossimo, faticate e soprattutto emozionatevi. Noi, scrivendo questa guida, lo abbiamo fatto.
Deborah Bionaz
Neve e valanghe
L’attività scialpinistica necessita della presenza dell’elemento primario, la neve. La neve non è un elemento statico, bensì è un materiale che si può deformare e comprimere. Essa può trasformare la propria struttura a seconda della variazione delle temperature, dell’azione del vento e dell’irraggiamento solare. Ogni evento di precipitazione nevosa costituisce uno strato con caratteristiche fisiche e meccaniche proprie che va a sovrapporsi a quello precedente. L’insieme degli strati forma il manto nevoso. Immaginando questo insieme di elementi nel contesto morfologico complesso e articolato della montagna, con pendii diversamente inclinati e orientati, risulta facile immaginare quante variabili ci siano in gioco. E quali siano le possibili conseguenze. Un po’ come posizionare una torta a strati su un piano inclinato e variare a esempio la temperatura dell’ambiente, oppure aggiungere progressivamente più strati.
Una delle conseguenze alle sollecitazioni a cui il manto nevoso è sottoposto è la formazione delle valanghe, ovvero distacchi di neve di piccole o grandi dimensioni lungo una superficie inclinata. Le valanghe costituiscono uno dei principali rischi per coloro che praticano lo scialpinismo. Per questo motivo è fondamentale adottare tutte le precauzioni possibili per minimizzare il rischio di essere coinvolti in un evento valanghivo tra le quali:
- informarsi sulle condizioni meteorologiche e nivologiche attuali e pregresse;
- imparare a osservare la morfologia dell’itinerario a larga scala e a “leggere” il paesaggio (es. presenza di passaggi esposti, accumuli da vento, presenza di fratture etc.);
- prestare attenzione alle variazioni di temperatura e irraggiamento solare durante il percorso;
- dotarsi di materiale da autosoccorso in valanga e saperlo utilizzare correttamente;
- diffidare dalla presenza di eventuali tracce pregresse di salita o discesa di altri sciatori, non sempre sinonimo di pendio sicuro.
Fortunatamente a oggi vi sono preziosi strumenti che contribuiscono a informare i frequentatori della montagna innevata e ad aiutare nella presa di decisione per la scelta dell’itinerario.
Il bollettino neve e valanghe della Valle d’Aosta (https://bollettinovalanghe.regione.vda.it/home) viene emesso giornalmente dall’Ufficio neve e valanghe del Dipartimento programmazione, risorse idriche e territorio, in collaborazione con Fondazione Montagna sicura.
È consultabile per singola meteonivozona, ovvero una porzione di territorio nella quale vengono descritti la copertura nevosa, il grado di pericolo attuale e previsto nei giorni successivi all’emissione del bollettino. Vi sono inoltre indicazioni nivologiche e meteorologiche, vengono descritti i luoghi maggiormente pericolosi, i problemi tipici valanghivi e altri parametri utili all’individuazione delle situazioni di pericolo.
Il bollettino per la valutazione del pericolo valanghe fa riferimento alla scala unificata europea del pericolo valanghe elaborata dal Gruppo di lavoro dei Servizi di previsione e prevenzione valanghe - EAWS, di cui Aineva fa parte. Occorre precisare che la scala descrive la probabilità che avvenga il distacco di una valanga in una determinata area, ma non il rischio che ne consegue. Il termine pericolo definisce infatti la probabilità che avvenga un determinato fenomeno (nel nostro caso la valanga), ma non implica né che si verifichi l’evento né il momento in cui potenzialmente potrebbe accadere.
Un ulteriore strumento è costituito dall’applicazione per smartphone “Meteo 3R”, nata dalla collaborazione tra le Regioni Valle d’Aosta, Liguria e Piemonte. Raccoglie i dati relativi alle precipitazioni nevose, al vento, all’umidità e alla pioggia di oltre 650 stazioni di rilevamento dislocate nelle tre regioni e costituisce una buona base di partenza per comprendere e monitorare l’evoluzione delle condizioni meteorologiche e nivologiche nelle aree di riferimento.
Alcuni itinerari di questa guida rientrano in aree al confine con Francia e Svizzera. Ne consegue che, per poter valutare al meglio le condizioni nivologiche e meteorologiche, sarebbe opportuno consultare anche i bollettini relativi alla Francia e Svizzera, in quanto indicativi delle condizioni sui rilievi di confine: - https://meteofrance.com/meteo-montagne - https://www.slf.ch/it/bollettino-valanghe-esituazione-nivologica.html#pericolovalanghe Oltre alla messa in atto di tutte le precauzioni per evitare di rimanere coinvolti in un incidente valanghivo, è indispensabile possedere un’ottima conoscenza sul funzionamento della propria attrezzatura da autosoccorso (ARTVA, pala e sonda) ed essere in grado di gestire un’eventuale situazione in cui vengono coinvolte in valanga altre persone.
È consigliabile inserire inoltre tra le chiamate d’emergenza del proprio telefono cellulare i seguenti numeri:
- Numero d’urgenza valido in tutta Europa 112
- Centrale unica del Soccorso Alpino Valdostano 800800319
- Soccorso Alpino Francia - Chamonix (PGHM) 0450531689
- Soccorso Svizzera Rega 1414
© I. Sonatore
Settore Monte Bianco
Questo capitolo racchiude le aree e le vallate della Valle d’Aosta prossime al Monte Bianco lungo la dorsale alpina occidentale. Vi sono incluse la Val Veny e la Val Ferret ai piedi del massiccio del Monte Bianco nel comune di Courmayeur e il settore di Planaval a cavallo dei comuni di Morgex e La Salle. Queste zone non presentano soltanto un comune denominatore geografico, ma anche caratteristiche meteorologiche ben definite e molto simili tra loro. Tutte ad esempio risentono delle perturbazioni atlantiche che interessano il territorio valdostano. In pratica, se in inverno si preannuncia una perturbazione da ovest o nord-ovest, è molto probabile che in questi settori vi sia un buon apporto di neve. Al contrario, se la provenienza delle precipitazioni è sud-orientale, tali zone ne verranno marginalmente lambite.
Per quanto riguarda l’accessibilità, la strada della Val Veny è chiusa al traffico nel periodo invernale fino a primavera inoltrata Occorre quindi verificarne preventivamente lo stato di apertura presso il Comune di Courmayeur. Lo stesso discorso vale per la Val Ferret, anche se in questo caso l’accesso fino alla Loc. Plampincieux e la presenza delle piste da fondo fino a Lavachey agevolano gli avvicinamenti. La valle di Planaval è invece accessibile tramite un ultimo tratto di strada sterrata, solitamente sgombero da neve in quanto serve un ristorante a fondo strada, ma occorre in ogni caso salire con mezzi adeguatamente attrezzati.
01. Col Fetita e Testa dei Frà 36
02. Costa Serena da Planaval 40 03. Aiguille d’Artanavaz
Tour des Périades 76 11. Aiguille de l’Aigle 82
CURIOSITÀ
Il Monte Bianco anticamente era chiamato “Mont Maudit”, in quanto dimora di spiriti malvagi. La leggenda narra che un misterioso viandante venne ospitato dagli abitanti di un borgo della Valdigne, afflitti da continue persecuzioni da parte di demoni e spiriti maligni. Egli promise di intercedere con Dio perché li liberasse dal male. Ed ecco che la neve cominciò a cadere in abbondanza sulla montagna ricoprendola di una candida e spessa coltre che gelando imprigionò per sempre gli spiriti maligni. Da quel giorno la montagna cambiò il suo nome in Monte Bianco.
COL FETITA e TESTA DEI FRÀ
2557m e 2818m
SUD-OVEST
esposizione
MS
difficoltà
842m / 1103m
dislivello
Dic-Apr
periodo di percorrenza
punti di appoggio
Itinerari molto conosciuti e frequentati della zona, poiché non presentano difficoltà tecniche lungo il percorso e permettono di godere appieno della vista sulle vallate circostanti e su sua maestà il Monte Bianco. L’ideale è percorrere queste salite dopo una nevicata per approfittare appieno dei pendii e dei boschi sottostanti senza troppo affollamento. Se così non fosse, preparatevi ad affrontare neve rimaneggiata dai numerosi passaggi. Astenersi anime scivolatorie solitarie.
Mont de la Varise 3006
Pic de la Varise
Tête Noire 2894
Bec d’Aouille 2532 2769
Éculés
Praz Barlet Bonalex
2710
2744
Piginière
Grassey Planaval
Cheverel Morge
Les Places
Fenêtre de Sereina 2547
Tête de Sereina 2830
Lacs de Dziule Rantin
Lac de Sereina
Tête des Fra 2818
Tramail des Ors
Col Fetita 2557
2623 Punta Fetita
Ors Dèsot
Ors Damon Plan Beillard
Col Boromein 2319 2442
ATTREZZATURA. Equipaggiamento standard da scialpinismo.
LOCALITÀ DI PARTENZA. Parcheggio a monte dell’abitato di Morge 1715m, La Salle.
ACCESSO. Dall’uscita dello svincolo autostradale Aosta Ovest percorrere la SS26 in direzione Courmayeur. Alla rotonda di ingresso per La Salle deviare in direzione del capoluogo, attraversarlo e proseguire in direzione Morge. Mediante una serie di tornanti si raggiunge la suddetta località. Ampio parcheggio dopo il bivio per Planaval 1715m.
seraccata del ghiacciaio del Frébouze, indicativamente a quota 2300m. Nell’ultimo tratto di canale più esposto, a seconda dell’innevamento, potrebbero essere necessari brevi passaggi su roccette. Calzare nuovamente gli sci, aggirare la seraccata in direzione nord est e risalire i pendii puntando al bivacco già visibile. Raggiungere la base dello sperone roccioso sul quale sorge il bivacco, lasciare gli sci e risalire i 30m di corde fisse fino alla porta d’accesso del bivacco.
DISCESA. Lungo l’itinerario di salita, ma attenzione agli orari di discesa, poiché si tratta di una gita primaverile con esposizione est e su pendii con tratti esposti. Valutate l’opzione sicuramente più conservativa e romantica di trascorrere la notte al bivacco, godervi le luci del tramonto ed effettuare la discesa il giorno successivo con manto nevoso più compatto e stabile. Il bivacco ha 12 posti letto, materassi, coperte, stoviglie e piastre elettriche, che però in inverno non funzionano, quindi portatevi un fornellino!
NOTE. Itinerario con notevole sviluppo e passaggi alpinistici esposti.
vallone fino a quota 2600m circa, dopodiché virare progressivamente a Sud risalendo un ampio canale che da accesso alla conca del ghiacciaio di Bouc. Puntare alla ripida pala nevosa sulla destra, risalirla fino a scorgere le roccette finali che conducono alla cima. Questo ultimo tratto, a seconda delle condizioni, si effettua con i ramponi.
DISCESA. Lungo l’itinerario di salita.
NOTE. Verificare lo stato di apertura della strada che da Bonne conduce a Usellières
GRANDE ROUSSE 3607m
NORD-OVEST
esposizione
OSA
difficoltà
1822m
dislivello
Apr-Giu
periodo di percorrenza
punti di appoggio
La Grande Rousse è uno stupendo itinerario che, pur essendo vicino alla frequentatissima cima Giasson, regala giornate di completa solitudine in ambiente selvaggio. È adatto a coloro che possiedono già un buon allenamento sia fisico che tecnico-alpinistico. La salita si sviluppa su un terreno vario, ha dislivello e sviluppo notevoli e contiene tratti di salita e discesa a elevata pendenza. Occorre quindi anche valutare attentamente la stabilità del manto nevoso se vi sono state nevicate recenti. Non lasciatevi però scoraggiare dalla complessità di questo itinerario, poiché la discesa, se amate le pendenze sostenute, vi ripagherà di ogni goccia di sudore versata.
ATTREZZATURA. Equipaggiamento standard da scialpinismo, n.d.a., picozza e ramponi.
LOCALITÀ DI PARTENZA. Loc. Usellières, Valgrisenche 1785m.
ACCESSO. Dal casello autostradale Aosta Ovest percorrere la strada statale SS26 in direzione Courmayeur, superando gli abitati di Ville-
Alpe de Brevil
Usellières Fornet
Epée di Plontains
Truc de Seyaz 2573
Rif. Chalet de l’Epée
Mont Forciaz Occ. 3187 Arolla
Alpe Mont Forclaz
Becca Refreita 2611
Biv. Ravelli
Mont Forciaz Or. 3243
Cima del Bouc 3107 3261 Punta Rabuigne
Gh.io di Mont Forciaz
Giasson
Giasson di
Colle di Giasson 3149
Barmaverain
Cima St-Martin
Colle di Fos 3283
neuve e Arvier. All’uscita di quest’ultimo deviare a sinistra in direzione Valgrisenche e risalire la stretta vallata. Superare il capoluogo di Valgrisenche e dirigersi verso la frazione di Bonne. Percorrere la strada che costeggia la diga e proseguire fino al fondo a Usellières 1785m in cui termina la strada. Numerosi parcheggi ai lati della strada in prossimità del villaggio. Verificare lo stato di apertura della strada che da Bonne conduce a Usellières, solitamente chiusa fino all’inizio della primavera.
SALITA. Dal villaggio di Usellières 1785m risalire i prati in direzione E verso l’alpe Arolla 1909m. Proseguire lungo la strada poderale fino a superare un ponte 1946m. Da qui, a seconda dell’innevamento, proseguire lungo la carrozzabile oppure tagliare all’interno del bosco fino agli alpeggi
Settore Champorcher
Abbiamo dedicato un capitolo a parte a questa bellissima e splendida vallata, la prima che si incontra sulla sinistra entrando in Valle d’Aosta e collocata in destra idrografica della Dora Baltea. Per quanto non possegga catene montuose importanti come le sue limitrofe, questa valle racchiude un fascino particolare, costituito da angoli selvaggi e scorci tutti da scoprire.
In realtà avremmo voluto scrivere molto di più a riguardo di questa stupenda vallata, ma essa ricade in parte nel Parco del Mont Avic ed è regolata da numerose restrizioni che limitano di parecchio le aree percorribili nel periodo invernale (mentre in estate la scelta è notevolmente più ampia..!). Non lasciatevi quindi ingolosire dai numerosi pendii intonsi che vedrete qua e là ma informatevi preventivamente sulla loro percorribilità. Vi invitiamo inoltre a rispettare le indicazioni fornite dall’ente parco e riportate al seguente link in modo tale da non disturbare la fauna e non incorrere in spiacevoli sanzioni: http://montavic.it/wp-content/uploads/2022/10/Mobilità-invernale.pdf
L’accesso all’alta valle di Champorcher (quella relativa ai rifugi Dondena e Miserin) è regolato da una strada carrozzabile, chiusa nel periodo invernale. Se si intendono effettuare delle gite in quella zona occorre quindi informarsi preventivamente sullo stato di apertura…oppure prevedere all’incirca 5 km aggiuntivi di avvicinamento!
Dal punto di vista morfologico, la valle di Champorcher è caratterizzata da un fondovalle molto stretto e inciso dal torrente Ayasse, mentre nella parte alta prevalgono ampi prati e zone adibite a pascolo con pendii aperti che ben si prestano alla pratica dello scialpinismo.
Per quanto riguarda l’innevamento, la valle di Champorcher riceve grandi apporti da perturbazioni di provenienza sud-orientale, solitamente più frequenti nel periodo tardo-invernale. Purtroppo negli ultimi anni questa tipologia di perturbazione si è fatta sempre più rara, con conseguente scarso innevamento di tutta l’area. Quando però ciò accade, come successo nel mese di marzo 2024, la vallata di Champorcher si trasforma in un piccolo grande paese dei balocchi per gli amanti dello sci, con metri di neve a ricoprire villaggi , boschi e montagne.
50. Colle Laris 276
51. Mont Rascias . .
282
52. Mont Glacier 288
CURIOSITÀ
La leggenda narra che in questa sperduta vallata avesse trovato rifugio un militare romano di fede cristiana appartenente alla mitica legione tebea, Porciero, da cui il nome Champ Porcier o San Porcier, poi cambiato in Champorcher. Egli sfuggì a un terribile massacro grazie alla protezione della Madonna di cui portava sempre con sé una statua. Questa stessa statua sarebbe stata rinvenuta da alcuni pastori sulle sponde del lago Misérin a 2583m di altitudine nel corso del XVI secolo, dove venne edificato successivamente il santuario dedicato alla Madonna delle Nevi.
BREITHORN Occidentale 4165m e Centrale 4156m
SUD
esposizione
BSA
difficoltà
685m
dislivello
periodo di percorrenza
Rifugio Guide del Cervino 3480m
punti di appoggio Nov-Giu
Breithorn Occidentale
Il Breithorn si può annoverare tra i 4000 più facili delle Alpi e viene spesso frequentato sia a piedi che con gli sci per il classico “battesimo dei quattromila”. Difatti il dislivello contenuto, la vicinanza agli impianti di risalita e le ridotte difficoltà tecniche lo rendono molto accessibile ai neofiti dell’alta montagna. Da non sottovalutare però il fatto che l’itinerario si svolge su terreno glaciale e l’ultimo tratto della calotta risulta spesso ghiacciato. In cima al Breithorn ci si può arrivare tendenzialmente a partire dall’inizio della stagione invernale fino a primavera inoltrata se le condizioni di innevamento lo permettono. In questo caso abbiamo aggiunto anche la variante di salita alla Punta Centrale poco distante perché, come recitava una famosa pubblicità di gelati, “two is megl che one”!
ATTREZZATURA. Equipaggiamento standard da scialpinismo, picozza, ramponi, n.d.a.
LOCALITÀ DI PARTENZA. Loc. Breuil-Cervinia 2000m, Valtournenche.
Breithorn Centrale
TROCKENER STEG - MATTERHORN GLACIER PARADISE Rif. Teodulo
Furgghorn 3451
Mezzalama 4076
3899 Gobba di Rollin Klein Matterhorn (Piccolo Cervino) 3883
TESTA GRIGIA MATTERHORN GLACIER RIDE II
PLATEAU ROSA1 GOBBA DI ROLLIN
3899 Gobba di Rollin P. ta di Rollin 3296 L. della Punta di Rollin Gran Lago P. so di Ventina Nord 3443 P. so di Ventina Sud 3666 T h e o d u l g l e t s c h e r F u r g g g l e t s c h e r
MATTERHORN GLACIER RIDE CIME BIANCHE LAGHIPLATEAU ROSA BONTADINI FORNET FURGGSATTEL Rif. Guide del Cervino Testa Grigia 3480 Theodulhorn 3472
PLATEAU ROSA 2 PLATEAU ROSA 3
ACCESSO. Dalla SS26 in corrispondenza di Chatillon deviare in direzione Valtournenche BreuilCervinia e risalire la vallata lungo la SR46 fino alla località Breuil-Cervinia. Qui prendere gli impianti di risalita che conducono fino a Plateau Rosà 3480m.
SALITA. Da Plateau Rosà 3480m risalire per qualche centinaio di metri in direzione est a bordo delle piste di discesa, lasciandosi il Piccolo Cervino sulla sinistra, puntando in direzione del colle del Breithorn 3825m. Con un’ampia virata e perdendo qualche metro di quota, aggirare la depressione del Ghiacciaio del Breithorn e portarsi alla base dell’evidente calotta della cima omonima. Risalire
dessous 1950m. Lasciarle sulla destra e proseguire nel bosco in direzione sud ovest fino al suo limite con diminuzione netta delle pendenze. Procedere lungo la medesima direzione nel fondovalle superando dossi e avvallamenti e puntando all’evidente colle 2547m.
DISCESA. Lungo l’itinerario di salita.
SCI ALPINISMO nella VALLE del GRAN
SAN BERNARDO
ATTREZZATURA. Equipaggiamento standard da scialpinismo, picozza, ramponi, n.d.a.
LOCALITÀ DI PARTENZA. Loc. Diga Place Moulin nel comune di Bionaz 1970m.
ACCESSO. Dal casello autostradale di Aosta Est percorrere la galleria che conduce alla Valle del Gran San Bernardo. All’altezza dell’abitato di Gignod, seguire le indicazioni per Bionaz. Superare il capoluogo e proseguire lungo la strada che conduce alla diga fino all’evidente sbarramento. Parcheggio comunale a pagamento.
SALITA. Imboccare la strada poderale in destra orografica della diga che conduce al Rifugio Prarayer. Questo tratto di strada (circa 5km) è percorribile anche in bicicletta nel caso in cui fosse sgombero da neve. È possibile spezzare la
Puro godimento, anche nei tour con più cambi di assetto.
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