Sella Rock

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EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | CLIMBING iCLIMBING APP FREE DOWNLOAD ALESSIO CONZ – RENATO BERNARD SELLA rock 255 VIE CLASSICHE E SPORTIVE NEL GRUPPO DEL SELLA

Prima edizione Luglio 2023

ISBN 978 88 55471 459

Copyright © 2023 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina sulla via Maria al Sass Pordoi. © Renato Bernard

Testi Alessio Conz e Renato Bernard

Disegni Eugenio Pinotti

Fotografie degli autori dove non diversamente specificato

Cartine Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map

Simbologia Tommaso Bacciocchi

Impaginazione Manuel Leorato e Matteo Bertolotti

Stampa EFFE e ERRE Litografia, Trento

Km ZERO

Guida fatta da autori che vivono e

l’arrampicatasviluppano

sul territorio

Cosa significa?

È una guida a KM ZERO!

Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da arrampicatori locali.

Come i pomodori a Km 0?

Certo! E la genuinità non è un’opinione.

Gli autori locali fanno bene a chi scala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate;

non rifilano solo gli spot più commerciali;

reinvestono il ricavato in nuove falesie.

Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio;

sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale.

E infine la cosa più importante: sulle loro rocce, c’è un pezzetto del loro cuore

Nota

L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo.

Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.

ALESSIO CONZ, RENATO BERNARD SELLA

ROCK

255 vie classiche e sportive nel Gruppo del Sella

EDIZIONI VERSANTE SUD
Km ZERO
Guida fatta da autori che vivono e sviluppano l’arrampicata sul territorio
Sommario Sommario 4 Mappa generale 6 Gli autori ............................ 8 Introduzione di Alessio Conz 12 Introduzione di Renato Bernard ......... 14 Ringraziamenti 16 Bibliografia ......................... 17 Introduzione tecnica 18 PISCIADÙ 24 01. Torre del Pisciadù 26 02. Pilastro Borest 32 03. La parte oscura della Luna 34 04. Muro orientale del Pisciadù 42 05. Muro occidentale del Pisciadù sinistra 50 06. Muro occidentale del Pisciadù destra.. 60 SASS DLA LUESA 68 07. Torre del Campidel 70 08. Sass dla Luesa ................... 74 09. Piccolo Sass dla Luesa 80 MËISULES 84 10. Torre orientale delle Mëisules 88 11. Torre occidentale delle Mëisules 104 Gregor Demetz 112 12. Mëisules dla Biesces 114 Etica della chiodatura alpinistica in Val Gardena 122 13. Cansla 138 PIZ MIARA - PIZ CIAVAZES NO 144 14. Piz Miara 146 15. Avancorpo del Piz Miara .......... 148 16. Campanil do Bugons 154 17. Torre Fiechtl 158 18. Piz Ciavazes Nord Ovest - Anfiteatro 160 19. Piz Ciavazes Nord Ovest 164 TORRI DEL SELLA 168 20. IV Torre del Sella 172 21. III Torre del Sella 176 22. II Torre del Sella ................. 180 23. I Torre del Sella 194 PIZ CIAVAZES 224 24. Parte Alta 228 Il Sella visto da Heinz Grill 242 25. Parte Bassa e integrali 248 SASS PORDOI 284 26. Piz de Roces 286 27. Sass Pordoi Ovest 290 28. Pilastro dei Lilli 314 29. Il Panettone .................... 318 30. Sass Pordoi Sud 320 31. Punta Joel 332 32. Punta dei Larsei 334 33. Col Alton 338 VALLON ........................... 340 34. Pizes del Valun - Pala delle Guide 342 35. Sass dals Nu 346 36. Sass dles Diesc 348 37. Piz da Lech 352 Roland Mittersteiner 358 38. Bastionata dei Camosci 362 39. Col de Stagn 364 40. Palestra del Lago 368 Tabella riassuntiva delle vie 372 4
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Alberto Tradati - Piz Ciavazes, Via Rossi Tomasi (© Sassbaloss)
L. Pissadù Rif. Panorama P.SO GARDENAGRÖDNER JOCH  2252 Bustac Rif. Cavazza al Pisciadù Al t o pi a n o d e l l e Rif. Frara Piz Culac 2086  M ë i s u l e s  2985 Cima Pisciadù L. del Dragon Vallon del Pissado Rif. Boè 2927  Col Turont  2882 Col Aut 2908  l’Antersass 2980  Sas de Mesdì -Orientale 2880  Sass d e Forcia 2945 P.ta -di Mezzo  2917 2923  -Occidentale Forc.la Pordoi Sass de Pordoi 2950  Rif. Maria al Sass Pordoi Rif. Forcella Pordoi V a l L a s t i e s Piz Sëlva 2940  2972  Piz Gralba P.SO SELLASELLAJOCH P.SO PORDOIPORDOIJOCH  2534 Sasso Beccé 2254  Piza Pranseies  2284 Piz Sella Rif. Valentini Rif. Salei Rif. Des Alpes Col Rodela 2484  Rif. Col Rodella  2964 Piz Miara 2974  Piz Beguz Piz Rotic 2973  Mëisules dala Biesces Sass dai Ciamorces  2999 Pitl Ciampanil de Murfreit  2710 2714  Grant Ciampanil de Murfreit  2615 Sas dla Luesa 2634  Murfreitspitze Sas da Lech 2936  2613 Exner Pian de Gralba 2000  Campanil do Bugons Piz Ciavazes  2828 I Torre 2534  II Torre  2599 III Torre 2696  IV Torre  2612 Torri delSella Torre di Siela  2845 Piz de Roces  2779 Tor  Cansla  01 11 21 31 07 17 27 12 22 08 18 28 13 23 33 09 19 29 14 24 10 20 30 15 25 06 16 26 6
Pissadù L. di Boè Cavazza Pisciadù 2985 Pisciadù V a l M e z d i 3152  Piz Boè l’Antersass Forc.la dai Ciamorcès Mesdì Dent de Mesdì  2881 Piz da Lêch  2913  2901 Cime del Vallon Col de Stagn  2517 Rif. Kostner  2791 Le Punte 2945 P.ta de Joel P.SO CAMPOLONGO Rif. Bec de Roces Rif. Col de Burz  1980 Col de Stagn Cresta Strenta 3125  2613  Exner Sas dles Nü 2904  Sas dles Diesc  2916 Brunico  2520  2395 Torre Colfosco 38 02 32 37 03 39 04 34 40 05 35 36 7

Gli autori

Renato Bernard

• Diploma ISEF

• Maestro di sci e allenatore di sci alpino con la Scuola Italiana Sci Campitello di Fassa

• Guida Alpina e Istruttore ai corsi di formazione Guide Alpine con Fassa Guides - Casa delle Guide - Campitello di Fassa

Nei primi anni ’60 la Val di Fassa iniziava a capire che il turismo avrebbe potuto diventare una fonte alternativa più redditizia; la SS 48 delle Dolomiti non era ancora asfaltata e il passo Fedaia si raggiungeva solo a piedi da Pian Trevisan; a Campitello la grande seggiovia del Col Rodella girava imperterrita e in paese d’inverno il vecchio skilift a ganci mobili era il mio svago preferito. Ho fatto in tempo a conoscere Luigi Micheluzzi, Gian Battista Vinatzer, don Tita Soraruf e ad arrampicare insieme a Bepi Defrancesc.

Ho iniziato a scalare con gli scarponi rigidi, con le staffe e a far sicura a spalla; il primo imbrago basso è comparso in val di Fassa dopo il mio viaggio in Inghilterra, nel 1979, quando ho importato alcuni Williams della Troll e qualche prototipo di nut artigianale (allora scalai a Stanage Edge nel Peak District nel trad piú trad che possiate immaginare visto che non esistevano ancora i friend). Ho fatto in tempo a vivere un’atmosfera di montagna come solo in quegli anni era possibile, autentica e genuina, ricca di spunti e altruismo, le guide facevano gruppo ed erano affiatate tra di loro (nasceva il gruppo dei Ciamorces).

Ho fatto in tempo a piantare i primi spit della valle del Sarca, alla falesia dei Nuovi Orizzonti e ad aprire la mitica Mescalito sulla Rupe Secca ad Arco assieme al leggendario Renzo Vettori alias D’Artagnan. Ma ho pure fatto in tempo a liberarmi di tutto il fardello del passato e accettare il futuro, per vivere con fervore e determinazione il presente. Ora oltrepassati i 60 anni scalo e scio ancora con destrezza e occasionalmente mi capita ancora di liberare qualche tiro su roccia che non ero riuscito chiudere in giovinezza. Ho trascorso tutta la mia esistenza in val di Fassa, pur non disdegnando qualche bel viaggio e avventura extraeuropeo. Vivo tuttora con la mia famiglia a Campitello di Fassa dove negli anni siamo riusciti a costruire un piccolo residence con appartamentini per le vacanze. In realtà il mio destino sarebbe stato quello di diventare albergatore, infatti quando sono nato la mia famiglia gestiva in paese l’allora avanguardistico Albergo Agnello e qualche anno dopo ci trasferimmo in un hotel di nostra proprietà. Ho vissuto i miei primi vent’anni in albergo, abbastanza a lungo per capire che quel tipo di vita non era fatta per me e appena raggiunta l’età della ragione ho fatto la scelta di diventare Maestro di Sci e Guida Alpina e di imboccare la strada per me più confacente. Risale al 1983 il mio primo viaggio extraeuropeo negli Stati Uniti alla conquista della Yosemite Valley cui ne seguiranno tanti altri. Tra una pausa e l’altra ho portato a termine i miei studi (diploma di Educazione Fisica a Urbino) e completato la mia carriera sulla neve superando gli esami di allenatore federale di sci alpino e istruttore per i corsi per diventare guida alpina. Come allenatore ho esercitato all’inizio per il mitico sci club Marmolada e in seguito per lo ski team Fassa; negli anni novanta ci fu pure una breve parentesi come direttore della scuola di sci Campitello, in cui attualmente ancora opero nei periodi di alta stagione. Agli inizi del 2000 mi sono trovato a far parte del corpo docenti dell’allora futuristico liceo scientifico di Tione come responsabile per il settore montagna. Un incarico interessante negli ultimi anni fu come docente durante i corsi per maestro di sci circa la specializzazione freeride, attività molto interessante e di soddisfazione. Per concludere, attualmente dirigo il Corso per Guide della regione Friuli Venezia Giulia.

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In pratica una vita vissuta molto varia, alpinistica e non; mi piacciono molto le nuove esperienze e mettermi in gioco di continuo, tenere alta la motivazione e la voglia di migliorare; importante muoversi a contatto con la natura, in montagna, all’insegna del confronto, a contatto con i giovani, sperando ogni giorno di poter portare a casa qualcosa di nuovo e interessante. Non prediligo una disciplina in particolare, ma sono, come si dice in gergo, un all rounder; spazio dall’arrampicata su roccia e ghiaccio (dry tooling), allo sci alpinismo e al fuori pista, in altre parole seguo le stagioni e l’estro.

È tutta la vita che mi impegno in queste attività e lo faccio con grande passione, riesco ancora a divertirmi e a far divertire chi viene con me, il tutto senza trascurare la sicurezza che per me va sempre al primo posto.

Il mio curriculum alpinistico e professionale è fatto di molte vie, sono più di 40 anni che trascorro 250 giorni all’anno in montagna.

Il mio curriculum professionale è costituito da ormai migliaia di salite e ripetizioni nelle Dolomiti, nelle Alpi e in giro per l’Italia e il mondo: Marmolada, Civetta, Tre Cime, Tofane, Monte Bianco, Cervino, Badile, Grossglockner, Wildspitze, Bernina, Palù, Gran Sasso, Sardegna, Sicilia, Grecia, Croazia, Norvegia, Spagna, El Capitan e Half Dome (Yosemite), Ben Nevis (Scozia), Triglav (Slovenia)

Negli anni ho partecipato anche a diverse spedizioni: Denali (Alaska), Ama Dablam, Cho Oyu e Manaslu (Nepal), Shivling (India), Cotopaxi e Chimborazo (Ecuador), Patagonia, Perú, Canada.

In conclusione tanta esperienza e passione da trasmettere.

Renato Bernard, Federica Mingolla, Enrico Veronese
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Alessio Conz

Inizia ad arrampicare e a praticare sci alpinismo nei primi anni ’80 e frequenta assiduamente le Dolomiti per una quindicina d’anni, più tardi privilegia la falesia e le vie sportive. Diplomato geometra lavora per anni come disegnatore tecnico per poi abbandonare e prendere in gestione rifugi e lavorare come disgaggiatore; quindi torna a lavorare come geometra in imprese di consolidamento pareti. Istruttore di alpinismo del CAI dal 1987, nel 2010 diventa A. Guida Alpina e segue questo lavoro a tempo pieno iniziando a proporre per primo in modo continuativo alcune attività in Valsugana come il canyoning (ha scoperto e attrezzato il canyon Makkiayon) e le ferrate. Crea quindi Lagorai Avventura - Canyoning Valsugana, ormai realtà consolidata di proposte outdoor in Valsugana e Lagorai (www.lagoraiavventura.it).

Ha condotto un’approfondita esplorazione del Lagorai sia per quanto riguarda lo sci alpinismo, con due guide pubblicate, che l’arrampicata, con altre due guide pubblicate, aprendo numerose vie sportive e falesie nel gruppo.

Ha portato avanti progetti di manutenzione e ampliamento di varie falesie coinvolgendo varie amministrazioni (Valle del Vanoi, Sette Selle, Passo Manghen) portando cosi a sviluppare e far conoscere zone considerate minori.

Ha inoltre chiodato varie falesie nei dintorni di Trento e ha realizzato nel 2016 la prima guida di arrampicata della zona, completamente autoprodotta. Lavora inoltre come artigiano per lavori in fune specializzato in manutenzione ferrate e attrezzatura falesie. Ha inoltre svolto una fiorente attività di pubblicazioni, libri e articoli:

• Sci Alpinismo in Lagorai - Cima d’Asta

Alessio Conz e Andrea Reboldi, Versante Sud

2010

• Arrampicare sul granito delle Dolomiti – Lagorai

Alessio Conz e Gianfranco Tomio, Versante Sud

2011

• Trento falesie - arrampicata sportiva a Trento

Alessio Conz, Effe Erre 2016

• Mountain Bike in Valsugana e Lagorai

Alessio Conz, Versante Sud 2018

• Escursioni in Valsugana e Lagorai

Alessio Conz, Versante Sud 2018

• Garda Outdoor - raccolta di 100 itinerari misti

Alessio Conz e Diego Filippi, Vividolomiti 2019

• Trento Falesie

Alessio Conz, Vividolomiti 2019

• Lagorai Rock

Alessio Conz, Versante Sud 2019

• Sci alpinismo in Lagorai

Alessio Conz, Versante Sud 2019

• Dolomiti New Age - 130 vie moderne in Dolomiti

Alessio Conz, Versante Sud 2020

• Montagne di luce - 8 racconti

Alessio Conz, 2022

• Spit in Dolomiti (storico/saggio)

Alessio Conz, Versante Sud 2022

• Sella Rock

Alessio Conz e Renato Bernard, Versante Sud

2023

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Introduzione di Alessio Conz

Ho iniziato a conoscere il Sella nei primi anni ’80 e in vario modo ho continuato a frequentarlo negli anni, però non mi sarei sentito certamente in grado di affrontare questo lavoro da solo non avendo le conoscenze né i contatti necessari, e da qui è nato l’ottimo sodalizio con Renato.

C’era bisogno di una nuova guida del Sella?

Siamo partiti ovviamente da questa domanda fondamentale e siamo arrivati alla conclusione che mancava una trattazione completa e moderna delle principali salite, pertanto con questo lavoro abbiamo cercato di fornire una mappa precisa e aggiornata che comprenda vie classiche molto ripetute e relazionate, ma anche itinerari meno noti e naturalmente molte novità. Il lavoro è iniziato con una scaletta di circa 200 itinerari ma abbiamo concluso con il numero molto più elevato di 255, che comunque rappresentano una selezione scelta vista la vastità del gruppo. Abbiamo diviso il gruppo in 8 settori per avere una maggiore collocazione geografica ma anche storico tecnica viste le notevoli differenze di percorsi che si trovano. Abbiamo cercato di rendere massimamente leggibile la collocazione degli itinerari con numerose fotografie delle pareti.

Abbiamo salito tutte le vie?

Ovviamente no, ma possiamo dire di avere cercato informazioni di prima mano da apritori e ripetitori per tutte le vie che non abbiamo toccato con mano o per le quali sussisteva qualche dubbio sulla relazione, eliminando percorsi interessanti ma dei quali non potevamo fornire sufficienti informazioni. Peraltro considero la questione poco pertinente perché storicamente le guide sono state fatte da chi ha la grande pazienza di raccogliere e presentare le informazioni nel miglior modo possibile, e in questo caso (si tratta della mia decima pubblicazione di guide alpinistiche o escursionistiche) il lavoro è stato ampiamente superiore a quello delle precedenti.

Ci saranno errori?

Senz’altro. Ho imparato nel tempo che nonostante gli sforzi qualche errore ci sarà sempre; del resto ne ho trovati anche sfogliando e risfogliando guide di chi ha salito personalmente tutte le vie. Inoltre accade che per la stessa via esistano due o tre relazioni pubblicate completamente diverse, al punto che non sembra si tratti della stessa. In sostanza, è anche difficile rappresentare adeguatamente certi itinerari, dove per lunghi tratti non esiste una vera e propria via obbligata e quindi si trovano numerose varianti. Per evitare più possibile errori abbiamo accumulato decine e decine di ore con collegamenti al pc: io, Renato, e Manuel Leorato (il grafico che ha impaginato il libro), interfacciandoci continuamente con Eugenio Pinotti (che ha realizzato gli schizzi). Speriamo che questa sequenza di confronti abbia prodotto un buon risultato.

Le relazioni.

Le relazioni sono quasi tutte con solo lo schizzo o con il tracciato sulla foto, più che sufficienti nel caso di vie sportive ma ovviamente più delicate nel caso di vie classiche. Per le vie sulle Mesules e per poche altre abbiamo introdotto quanto più possibile la descrizione delle protezioni presenti, però in generale partiamo dal presupposto che una cordata che affronta una via classica abbia quel minimo di senso alpinistico per fare la scelta migliore del percorso disponendo di una foto col tracciato e di uno schizzo. Molte volte, ripetendo vie in Dolomiti, mi sono chiesto dove dovevo andare (seppure con relazione in mano) e mi sono sempre chiesto cosa avrei fatto se in quel momento fossi stato io l’apritore (e specialmente se avessi aperto quella via nel 1950!) risolvendo quasi sempre il problema. Avrò senz’altro salito qualche variante ma in generale ho terminato le vie iniziate. Qualche volta ho battuto in ritirata ma fa parte del gioco.

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www.versantesud.it GUIDE - LIBRI - MANUALI Arrampicata | Alpinismo | Boulder
Manuel AgreiterGino Bellumat (© Matteo Agreiter)

Introduzione di Renato Bernard

Sono particolarmente affezionato al Gruppo del Sella, posso dire che sia la mia montagna di casa, su di essa ho mosso i miei primi passi sia come alpinista che come arrampicatore.

Mi ricordo le prime escursioni con i miei genitori sull’altopiano e al Piz Boè e poi, più grandicello, le varie vie ferrate del gruppo, Mesules, Piazzetta, Piz da Lech, Tridentina: questi posti avevano da sempre attratto la mia curiosità e fantasia. Poi vennero le prime scalate vere; allora non esisteva l’arrampicata sportiva e l’approccio era completamente diverso.

Ho iniziato con la Guida Alpina Renzo Favé, vicino di casa, sulla Via dei Camini e lo Spigolo Steger della Prima Torre del Sella (e qui approfitto per ringraziarlo ufficialmente) e con Silvio Riz.

Più tardi, non ancora quattordicenne, ho ripetuto, con Gaetano Rasom, la Via Trenker terminando quasi all’imbrunire, lo spigolo della Seconda Torre con il primo vero maestro Enzo Nogara di Lecco (ripetuta pochi giorni dopo da primo con mio fratello Ivo), la grande Via Micheluzzi al Ciavazes con il futuro compagno di mille avventure Stefan Stuflesser (insieme non avevamo 35 anni), poi le vie alle Mesules.

Appena ventenne arrivò il diploma di Aspirante Guida e questa mia grande passione si trasformò in un sogno: la possibilità di accompagnare i clienti in questo parco giochi appena scoperto.

Dallo scalare “just for fun” a farlo per mestiere il passo fu molto breve e crebbe pure la voglia di rendere gli itinerari e l’ambiente sempre più sicuro.

Iniziai così un’opera di restyling delle soste di alcune vie classiche (vedi gli anelli sulle vie Maria e Gross al Sass Pordoi, oppure sulla Via della Rampa al Piz Ciavazes), fino ad arrivare alla completa rispittatura di alcune vie tipo Roberta 83, Baci da Honolulu e Alfa e Omega, la Icterus, fino all’apertura di Roberta 85, Non c’è 2 senza te o l’ultimissima via Willi al Sass Pordoi.

È stato quindi un onore e un piacere quando Alessio Conz mi ha chiesto di partecipare alla compilazione di questa guida. Avevamo già col-

laborato durante la stesura della guida Dolomiti New Age per i capitoli riguardanti il Sella / Catinaccio e avevamo già sperimentato una buona sinergia.

Probabilmente ho ripetuto più della metà delle vie di questo libro, alcune anche più volte, molti itinerari me li ricordo molto bene, altri meno. Ne è scaturito un ottimo lavoro, certo sempre migliorabile, qualche inesattezza (si spera poche) ci sarà sempre, ai lettori l’ardua sentenza. Dedichiamo questo libro a mio figlio Etienne, scomparso prematuramente proprio su questa montagna poco tempo fa, nella speranza che la cosa, da dove sta scalando e sciando ora, possa fargli piacere.

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Largo dei Vespri, 6 Nicolosi (CT) tel. 095 910173 — m. 349 166 0782 servolare17@hotmail.it El Bahira Campeggio Contrada Salinella snc San Vito lo Capo (TP) www.servolare17.com ABBIGLIAMENTO TECNICO CLIMBING - ALPINISMO - TREKKING - SCI

Ringraziamenti

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che ci hanno aiutato nella compilazione di questo lavoro, in particolare a Gregor Demetz che oltre a fornire interessanti relazioni delle sue vie ha avuto la grandissima pazienza di collaborare fattivamente alla stesura del capitolo Mëisules. Grazie a Heinz Grill & C. per le info e l’intervista. Grazie a Simon Kehrer, Roly Galvagni, Ivan Feller e Silvano Matassoni, Tommaso Cardelli, Franco Sartori, per le interessanti relazioni di vie nuove. Grazie a tutti gli altri per le info e le foto:

Alberto De Giuli (G.A.)

Alessandro Beber (G.A.)

Antonio Zanetti (C.A.A.I.)

Barbara Holzer

Dario Feller (C.A.A.I.)

Edy Boldrin e la sua guida “Finché c’è roccia c’è speranza”(G.A.)

Fabio Lasagni (I.N.A.L.)

Filippo Nardi e il bel sito “Oltrelavetta”

Florian Kluchner (G.A.)

Francesco Cornella (G.A.)

Franco Sartori (C.A.A.I.)

Gianfranco Menotti (G.A.)

Giorgia Felicetti

Giovanni Lonati per le foto

Gregor Demtez (G.A.)

Heinz Grill (C.A.A.I.)

Ivan Feller

Lorenzo Gadda (G.A.)

Luca Caldini (G.A.)

Luca Carotti

Manuel Agreiter (G.A.), gestore del Rifugio Kostner al Vallon

Manuel Leorato (I.N.A.)

Marcello Cominetti (G.A.)

Marino Tamanini (I.N.A.L.)

Martin Heiss

Matteo Agreiter per le foto

Matteo Bertolotti (I.N.A.) e il gruppo Sassbaloss

Matteo Mocellin - fotografo

Maurizio Giordani (C.A.A.I., G.A.)

Mauro Loss (I.N.A. - I.N.S.A. - I.N.A.L.)

Michel Ghezzi

Nicola Tondini (G.A.)

Pier Verri (C.A.A.I.)

Roberto Iacopelli (G.A.) e le sue fantastiche guide fumettose

Roland Mittesteiner

Roly Galvagni (I.A.L.)

Stefan Stuflesser (G.A.) e la sua guida di arrampicata “Intorno al Passo Sella”

Silvano Matassoni

Simon Gietl (G.A.)

Simon Kehrer (G.A.)

Tommaso Cardelli (G.A.)

G.A.: Guida Alpina

C.A.A.I.: Club Alpino Accademico Italiano

I.N.A.: Istruttore Nazionale Alpinismo (CAI)

I.N.S.A.: Istruttore Nazionale Sci Alpinismo (CAI)

I.A.L.: Istruttore Regionale di Arrampicata Libera(CAI)

I.N.A.L.: Istruttore Nazionale Arrampicata Libera (CAI)

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Bibliografia

Questa guida è dedicata a Etienne Bernard, con la consapevolezza che la sua anima vive ancora fra queste montagne, che lo hanno visto crescere e che tanto ha amato.

Renato Bernad ha portato sulla vetta del Dente del Sassolungo una piccola Madonnina in ricordo del figlio e l’ha dedicata a tutte le madri degli alpinisti e guide alpine.

Dietro le quinte di ogni grande alpinista, c’è una madre in prima fila

Gruppo del Sella Fabio Favaretto, Andrea Zannini 1991 Sella-Langkofel Extreme Richard Goedeke 1996 Arrampicare intorno al Passo Sella Stefan Stuflesser 1997 Arrampicare in Val Gardena e dintorni – Vol. 1 Mauro Bernardi 2002 Vie e vicende in Dolomiti Ivo Rabanser, Orietta Bonaldo 2005 Arrampicare in Val Gardena e dintorni – Vol. 2 Mauro Bernardi 2011 Arrampicare su vie moderne – Dolomiti settentrionali Armin Oberhollenzer 2012 Arrampicare in Val Gardena e dintorni – Vol. 3 Mauro Bernardi 2015 Finché c’è roccia c’è speranza Edy Boldrin 2020 Dolomiti New Age Alessio Conz 2020
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Introduzione tecnica

MATERIALE

Non serve spendere tante parole sulla scelta del materiale da portare: ogni arrampicatore ha le sue abitudini. All’interno di ogni relazione è comunque indicato il materiale da portare.

METEO

Il meteo può essere consultato su questi siti internet:

www.meteoam.it - www.ilmeteo.it www.meteo.it - www.3bmeteo.it

CONSIGLI E RACCOMANDAZIONI

Buona parte degli itinerari descritti sono stati da noi ripetuti. Per i restanti itinerari ci si è appoggiati direttamente all’apritore o ad alpinisti che ne abbiano effettuato la ripetizione. Abbiamo cercato di redigere questa guida con la massima cura possibile, ripetendo il maggior numero possibile di itinerari, tuttavia non mancheranno inesattezze e incompletezze. Chiediamo anticipatamente scusa e invitiamo i lettori-fruitori a segnalarci attraverso gli indirizzi della casa editrice, eventuali contributi migliorativi per la prossima edizione.

SOCCORSO ALPINO

In Trentino Alto Adige è attivo il servizio di Soccorso Alpino. Il numero da chiamare è il 118.

VALUTAZIONE DEGLI ITINERARI

Per classificare in maniera più completa le vie, si è adottata la scala estesa di valutazione che scinde l’impegno generale di una via (ambiente, lontananza dal fondovalle, lunghezza, impegno psicologico) da quello relativo alla distanza o posa delle protezioni. Tutto questo per forza separato dalla difficoltà tecnica, comunemente espressa con la scala francese o UIAA. Avremo dunque tre parametri da valutare e quindi tre scale diverse da affiancare nella relazione di una determinata via: la difficoltà tecnica, la proteggibilità, l’impegno generale. Per avere l’idea più precisa di una via, sarà dunque necessario esprimerli sempre tutti e tre, perché nessuno di essi, preso separatamente, potrà dare sufficienti informazioni al ripetitore.

LA DIFFICOLTÀ TECNICA

Si è adottata la scala francese per le vie attrezzate a spit e di carattere sportivo e la scala

DIFFICOLTÀ TECNICA

FR Grado in libera seguito tra parentesi dal grado obbligato più eventuale grado artificiale. Due esempi a lato.

UIAA Grado del passaggio più duro seguito tra parentesi dal grado obbligato più grado artificiale. Due esempi a lato.

7b (6a, A0 obbl.)

6c+ (6b obbl.)

VI (V+, A0 obbl.)

V+ (IV, A1 obbl.)

Segnali terra-aria Segnali terra-aria Razzo o luce rossa
OCCORRE SOCCORSO NON OCCORRE SOCCORSO No – no Yes – sì SEGNALI INTERNAZIONALI DI SOCCORSO TERRA-ARIA RIVOLTI A ELICOTTERI E AEREI 18
Tessuto rosso quadrato teso

PROTEGGIBILITÀ

S1 Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3-4 m tra uno spit e l’altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

S2 Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una decina di metri al massimo e volo senza conseguenze.

S3 Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5 metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi.

S4 Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmente provocare un infortunio.

R1 Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, sicure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.

R2 Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

R3 Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.

R4 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.

S5 Spittatura oltre i 10m, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provocare un infortunio (caduta su terrazzi e cengie o al suolo).

R5 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.

S6 Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20m, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali.

IMPEGNO GLOBALE

I Via corta richiedente poche ore, nei pressi della strada e con comodo avvicinamento, ambiente solare e ritirata comoda.

II Via di diverse lunghezze su una parete superiore ai 200m, avvicinamento facile anche se può richiedere una discreta marcia, comoda ritirata.

III Via lunga oltre i 300m, ambiente severo, richiede quasi tutta la giornata per essere superata. Può richiedere un lungo avvicinamento e la ritirata può non essere veloce.

IV Via distante dal fondovalle. Richiede un’intera giornata per essere superata. La ritirata può essere complicata e non svolgersi sulla linea di salita.

R6 Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.

V Via molto lunga stile big wall, richiede normalmente un bivacco in parete. Ritirata difficile, ambiente severo.

VI Big wall che richiede più giorni di permanenza in parete, ambiente di alta montagna, ritirata difficile.

VII Tutte le caratteristiche proprie del grado VI esasperate, come nel caso di big-wall himalayane che necessitano di una spedizione per essere superate.

19

UIAA per quelle più alpinistiche attrezzate prevalentemente a chiodi. Per ogni itinerario viene indicato sia il grado massimo, sia quello obbligatorio.

LA PROTEGGIBILITÀ

Abbiamo utilizzato una scala che tiene conto esclusivamente della distanza e dell’affidabilità degli ancoraggi, usando la lettera “S” nel caso di vie spittate e la “R” nel caso di vie attrezzate a chiodi o non attrezzate. Per le eventuali vie miste la sigla è “RS”.

L’IMPEGNO GLOBALE

Questa scala sostituisce la scala francese (TD, ED…) nel valutare l’impegno globale di una via, l’ambiente in cui si svolge, la difficoltà di ritirata e la lontananza dal fondovalle. È sostanzialmente la scala americana in uso per le big wall,

espressa in numeri romani da I a VII (la scala è aperta) e affiancata alla difficoltà tecnica. Come si deduce dalla tabella, la gradazione è slegata totalmente dalla difficoltà, che andrà quindi sempre affiancata al numero romano.

FOTOGRAFIE

A ogni fotografia è associata una descrizione che contiene anche il nome dell’autore dello scatto.

SCHIZZI

All’interno degli schizzi sono presenti alcune abbreviazioni.

• ch Chiodo

• cl Clessidra

• sp Spuntone

• x Spit

Introduzione tecnica
Silvano Arrigoni - Prima Torre di Sella, Spigolo Steger (© Sassbaloss)
20
21
Prima Torre di Sella, Via Delenda Carthago (© Sassbaloss)

Se mi chiedete perché scalo non capirete mai la risposta

Peter Boardman

a Etienne Bernard Guida Alpina e Maestro di sci

La cima del Pisciadù, 2985m si eleva nel versante nord del gruppo al termine del vasto altopiano delle Mesule. Accanto alla cima si trova la Torre del Pisciadù con la sua poderosa parete est. Alla base della cima si trova il Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù, situato in una vasta zona pianeggiante, oltre la quale precipitano le bellissime pareti ben visibili dalla strada che collega il Passo Gardena a Corvara; si tratta del Muro orientale del Pisciadù con la Torre Colfosco e del Muro Occidentale con la Torre Brunico. Questo versante è solcato dalla ripida Val Setus e percorso dalla famosa Ferrata Tridentina; entrambi conducono al Rifugio Pisciadù.

Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù

www.rifugiopisciadu.it

info@rifugiopisciadu.it – +39 0471 836292 – +39 335 6096141

01. Torre del Pisciadù

02. Pilastro Borest

03. La parte oscura della luna

04. Muro orientale del Pisciadù

05. Muro occidentale del Pisciadù sinistra

06. Muro occidentale del Pisciadù destra

Màsores de Pisciadù

PISCIAD
F e r rata T r i d e itnan Ferrata Tridentina L. Pissadù Rif. Cavazza al Pisciadù Cima del Pisciadù 2985   2395 Torre Colfosco Exner 2613  Tor Brunico  2520 01 02 03 04 05 06 Va l S e t u s V a l d e B o s t i P i c c i s a s s Mur de Pisciadù orient. 2530  Mur de Pisciadù occid.  2588
Ù
Torre del Pisciadù  2882 Sigaro del Pisciadù  Campanile Runggaldier 2362 
24
25
Simon Gietl - Torre Colfosco, La Perla Nera (© M. Mocellin)

TORRE DEL PISCIAD Ù

Bella Torre che si eleva a breve distanza dal Rifugio Cavazza al Pisciadù.

1. LINEA DORATA (E)

Franco Sartori, Antonio Zanetti nel 2009/2010

Sviluppo: 750m (22L)

Difficoltà: VI+ A1/RS3/IV

Materiale: martello e chiodi, friends e nuts, cordini, 1 staffa a testa.

La via attacca a sinistra di un diedro inclinato ben visibile. Nei primi 10 tiri la via è di stampo classico con difficoltà massime fino al V+ (R3) e sale la parete grigia fino alla base degli strapiombi gialli dove inizia la parte attrezzata a fix.

Accesso: dal rifugio Cavazza seguire il sentiero che conduce in Val de Mesdì fino al termine del tratto attrezzato, poi attraversare i ghiaioni per raggiungere il punto più basso della parete. 30’ È possibile raggiungere l’attacco partendo da Colfosco, Hotel Luianta 1670m per risalire la Val de Mesdì, sentieri 651/676, fino all’attacco. 2h

Discesa: seguire gli ometti verso il canale di destra e raggiungere il primo ancoraggio per le doppie. Con 3 doppie raggiungere il canale che divide la Torre dalla Cima del Pisciadù e seguirlo. Il canalone è piuttosto ostico e spesso con neve/ghiaccio (sulla destra orografica si trovano in posto alcuni chiodi).

III V/V+ IV+ IV+ V/V+ III+ III/IV III/IV III/IV+ II V/VI V/V+ IV A1/VI A1/VI+ A1/VI+ VI/A1 V+ V+/IV+ III+/IV III+/IV 15m 30m 35m 20m 45m 30m 40m 40m 35m 35m 35m 30m 10m 25m 25m 35m 35m 40m 55m 50m 50m 01 1
Pisciadù 26
1 2 Torre del Pisciadù 27

Piz Ciavazes Nord

Ferrata delle Mesule III Torre IV Torre

Torri del Sella - versante nord
170
Passo Sella La Locomotiva I Torre II Torre 171

IV TORRE DEL SELLA 2605m

ACCESSO

Dal Passo Sella, Albergo Maria Flora - versante Val Gardena, seguire il sentiero 649 per la Ferrata delle Mesules. Il sentiero attraversa alla base delle pareti delle Torri del Sella poi salire brevemente all’attacco. 30’

DISCESA

Dalla cima scendere in doppia nel canalone fra la IV Torre e la parete del Piz Ciavazes.

1. MALSINER - MORODER (N)

Vinzenz Malsiner e Ludwig Moroder nel 1961

Sviluppo: 350m (11L)

Difficoltà: VI+ (VI, A0)/R2/III

Materiale: Qualche friend piccolo e medio.

Bellissima via su bella roccia, ormai una classica; arrampicata sostenuta ed esposta, il tiro chiave è ben protetto. Il primo tiro segue una evidente fessura.

20 50m 25m 25m 25m 25m 30m 20m 40m 25m 40m 50m IV VIV+ V+ V+ V+ V VI/VI+ IV IV+ III 1
Torri del Sella
grande nicchia 172
1 173
23
Torre
Lorenzo Paroni, Icterus (© R. Bernard) Torri
del Sella I
del Sella
210
I Torre di Sella (© R. Bernard)
211
Via dei Pilastrini (© A. Conz)

35. VIA DEI PILASTRI (S)

Primi salitori ignoti

Sviluppo: 130m (5L)

Difficoltà: VI, A0/R2/I

Materiale: friend

Bella salita che attacca in una spaccatura dove si trova un masso incastrato; il primo tiro presenta una fessura che si proteggeva a nuts ma che ora è protetta con qualche spit (6b), poi prosegue verso sinistra e raggiunge il filo del pilastro con un bel tiro su roccia giallo rossa.

36.

Ci sono 3 linee che salgono in questo settore di parete: una via parte poco a destra della precedente, dove c’è una spaccatura formata da un pilastro appoggiato con un grande blocco incastrato (36Acamini esterni). Più a destra partono altre due linee più facili, una più tortuosa (36B) e una più diretta (36C).

36A.

Primi salitori sconosciuti

Sviluppo: 160m (6L)

Difficoltà: V/R2/I

Materiale: friends

Salita divertente

36B.

Primi salitori sconosciuti

Sviluppo: 200m (8L)

Difficoltà: IV/R2/I

Materiale: friends

36C.

Maria Gabloner, Franz Kostner nel 1905

Sviluppo: 170m (7L)

Difficoltà: IV/R2/I

Materiale: friends

blocco incastrato

salto di 110cm o spaccata di 90cm

23 30m 20m 35m 15m 20m 15m 30m 20m 20m 20m 30m 25m 30m 35m 20m 25m IV IV V VIII+ IVII II IV IVIVIII III II+ III III
36A 36B
CAMINI DIRETTA 36C VIE DEI CAMINI CAMINI ESTERNI (S) CAMINI (SE) CAMINI DIRETTA (SE)
Torri del Sella I Torre del Sella
212
36A 36B
213
36C

SASS DLES DIESC 2916 m

ACCESSO

Dall’arrivo degli impianti del Vallon brevemente all’attacco. 30’

DISCESA

Dall’uscita delle vie andare verso nord fino al bordo della parete sopra la Forcella Morena (fra il Sass dle Diesc e il Piz da Lech), con una calata di 50 metri raggiungere i gradoni che portano alla forcella e poi scendere per il canale detritico che riporta alla base delle pareti.

5. CHEZ MAXIM (SE)

Michele Barbiero, Andrea Zannini nel 1992

Sviluppo: 280m (10L)

Difficoltà: VI+ (VI-, A0)/R2/II

Materiale: una serie di friends.

Bella via su roccia ottima a parte un breve tratto che però è ben protetto. Tutti i chiodi sono sul posto (anche qualche spit) ma è da integrare con i friends. La via attacca in una nicchia pochi metri a destra della riga nera.

6. CASTIGLIONI-DETASSIS (SE)

Ettore Castiglioni e Bruno Detassis nel 1935

Sviluppo: 325m (10L)

Difficoltà: V+/R3/III

Materiale: martello e chiodi (non indispensabile), friends e nuts, kevlar.

Via interessante su roccia ottima ma sporca a tratti. Si sviluppa quasi interamente in camino e presenta una arrampicata atletica. La via è spesso bagnata quindi meglio programmarla a fine stagione o dopo periodi asciutti. Le soste sono su clessidre o chiodi, sulla via da integrare.

traversata friabile con spit

20m 25m 25m 25m 30m 20m 45m 35m 35m 35m 25m 35m 35m 35m 40m 40m 40m 40m 20m 25m II/III IV IV V IV+ IV IV IV IV IV IVIV II VI+ V V+ VI+ V IV+ V+ V36 5 6
Vallon
348
5 6 Sass dles Diesc 349
Sass dlas Nu Sass dels Diesc 350
Piz da Lech 351
Vie classiche e moderne in DOLOMITI

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