Il SUPRAMONTE di BAUNÈI e il SELVAGGIO BLU

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LUIGI TASSI con Claudio Calzoni e Mario Muggianu

Il SUPRAMONTE di BAUNÈI

e il SELVAGGIO BLU

EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | TREKKING


Prima edizione Luglio 2020 ISBN 978 88 85475 571 Copyright © 2020 VERSANTE SUD – Milano, via Longhi, 10. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina

Punta Caròddi e Cala Goloritzè dal belvedere di Punta Salìnas (© Luigi Tassi)

Testi

Luigi Tassi

Fotografie

Luigi Tassi

Cartine

Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map

Simbologia

Tommaso Bacciocchi

Impaginazione

Silvia Ruju

Stampa

Tipolitografia Pagani – Passirano (BS)

Nota

Il trekking è un’attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.


LUIGI TASSI

Il SUPRAMONTE di BAUNÈI e il SELVAGGIO BLU con il prezioso contributo di Claudio Calzoni e Mario Muggianu

EDIZIONI VERSANTE SUD


SOMMARIO Il Supramonte di Baunèi e il Selvaggio Blu . . 6 Il Supramonte di Baunei . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Lettura degli Itinerari e Legenda . . . . . . . . 14 Classificazione dei percorsi in base alla difficoltà . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

1. DE BARRÀCU IN BARRÀCU . . . . . . . . . . . 20 1.1. Prima tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2. Seconda tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.3. Terza tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.4. Quarta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.5. Quinta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.6. Sesta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

24 30 36 42 48 54

2. SU ACCÀRGIU . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 2.1. Prima tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2. Seconda tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3. Terza tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.4. Quarta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5. Quinta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.6. Sesta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

66 72 78 84 92 98

3. SELVAGGIO BLU SU CONNÒTU . . . . . . . . 104 3.2. Seconda tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.3. Terza tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.4. Quarta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.5. Quinta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.6. Sesta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

108 114 120 126 132

4. ARÈSTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138 4.1. Prima tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.4. Quarta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.5. Quinta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.6. Sesta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

144 150 158 168

5. FÌLU PÈNDERE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174 5.1. Prima tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.2. Seconda tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.3. Terza tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.4. Quarta tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

178 186 194 202

Claudio Calzoni mentre sale la Via Ferrata di “Arèste”  

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IL SUPRAMONTE DI BAUNÈI E IL SELVAGGIO BLU A quasi 500m slm. il paese di Baunèi domina la vallata sottostante ed è la naturale porta di accesso al Supramònte che si raggiunge facilmente in auto seguendo la panoramica strada che tornante dopo tornate raggiunge l’altopiano del Gòlgo. Quello che mi ha colpito maggiormente, la prima volta che sono salito in fuoristrada con Claudio Calzoni di Exploràndo Supramònte, è il silenzio; sono abituato al silenzio in montagna ma in questo luogo è diverso. La natura è padrona incontrastata dell’ambiente e nonostante i turisti e i tanti trekkers e climbers che attraversano la piana per raggiungere le loro mete nulla sembra turbare il selvaggio equilibrio che qui regola lo scandire del tempo che scorre lento e incurante della presenza dell’uomo. Su una colata basaltica scura che contrasta fortemente con le bianche rocce calcaree che coronano l’altopiano, si apre Su Stèrru, la voragine carsica a campata unica probabilmente tra gli inghiottitoi più profonda d’Europa. Da questo punto si apre a raggiera un dedalo di sentieri, tracce e antiche strade che conducono nelle aree più remote del Supramònte e verso il mare; si attraversano leccete secolari e boschi di macchia mediterranea a volte così fitti da sembrare impenetrabili fino a raggiungere imponenti falesie a picco sul mare. Il territorio tra Santa Maria Navarrése e Cala Sisìne è tra i più suggestivi del mediterraneo; l’isolotto d’Ogliàstra è solo il primo di uno dei tanti gioielli che la natura ha donato a quest’angolo di terra. Si succedono senza soluzione di continuità guglie, falesie, calette e grotte che rendono unica l’esperienza di chi si trova a scoprire per la prima volta i circa 40km di costa che separano il porto turistico dalla spiaggia punto d’arrivo del Selvaggio Blu classico e di tre degli itinerari che descriveremo nella Guida.

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Ci troviamo nel paradiso del trekking e dell’arrampicata; i sentieri e le pareti del Supramònte sono mèta continua di chi ama la natura e che nella natura incontaminata stessa vuole immergersi. Il Selvaggio Blu classico è stato tracciato e percorso per la prima volta da Mario Verin e Peppino Cicalò nel 1987 collegando antichi sentieri pastorali e le mulattiere dei carbonai di fine ‘800, tracce indelebili dell’operosità dell’uomo sul territorio. Sfruttando questi camminamenti e superando difficili tratti su roccia con passaggi fino al IV° i due alpinisti hanno raggiunto Cala Sisìne partendo da Pèdra Lònga, punti dove inizia e si conclude l’impegnativo trekking. L’Agugliàstra (Pèdra Lònga) è un monumento naturale che si staglia sul mare per 128 metri ed è meta ambita da climbers provenienti da ogni paese; è facilmente raggiungibile e segna l’ultimo contatto con la “civiltà” per chi si inoltra lungo sentieri del Supramònte. Punta Giràdili, Capo Monte Sànto con Portu Pedròsu e Portu Cuàu, Punta Salìnas con lo straordinario belvedere su Cala Goloritzè sono solo alcune delle meraviglie naturali che si possono ammirare lungo la costa tuttavia la magia selvaggia del territorio rivela il suo splendore quando le linee obbligate di cammino conducono verso l’interno. I canyon, i bacus, i promontori che si susseguono concedono esperienze difficilmente replicabili in altre aree in Italia e nel Mediterraneo. Nessuna fonte d’acqua dopo Bàus che si supera appena discesi da Pèdra Lònga verso Punta Giràdili, nessun rifugio gestito costantemente se non alcuni ovili che è possibile utilizzare come ripari solamente concordando con il pastore il proprio arrivo, in sostanza un’“Avventura” con la “A” maiuscola da vivere personalmente. L’asprezza del territorio, l’assenza di segnavia e la difficoltà che spesso si incontra nella lettura


delle tracce di sentiero rendono qualsiasi trekking indimenticabile. A fianco e parallelamente al Selvaggio Blu classico ora vengono percorsi anche altri itinerari che tratteremo in queste pagine; sono di diversa difficoltà e che richiedono impegni profondamente diversi. Ognuno trasmette emozioni

e sensazioni che meritano di essere affrontate almeno una volta; che sia un lungo cammino di più giorni o un impegnativo itinerario con passaggi alpinistici poco importa... il Supramònte di Baunèi ripagherà sempre ogni sforzo profuso per raggiungere il proprio obiettivo. Luigi Tassi

Al lavoro in parete  

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IL SUPRAMONTE DI BAUNEI La Sardegna è un’isola bella e selvaggia, per come è e per come appare a chi la visita, dal Grand Tour in poi, capace di affrancarsi, nelle sue pieghe più remote, da fulgide apparenze smeraldine, e lontana, oggi, nell’assunzione di nuova consapevolezza, da narrazioni patinate, cedevoli ancora, nell’orizzonte del visitatore meno avveduto, alla tentazione del pittoresco. Una Sardegna che soffre l’imminenza di uno spopolamento inesorabile, un’isola che sente su di sé il destino, drammaticamente annunciato dai demografi, delle sue Sardegne minori, rapprese nei piccoli paesi in via d’estinzione

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palpitanti di gioiosa bellezza, comparabili, essi, ad un qualsiasi borgo dell’universo mondo, eppure così diversi e irripetibili. E irripetibile è quest’isola, nell’unicità della sua geografia e nella generalità della sua storia, materiale e immateriale, così conservativa e così esposta, nel contempo, all’attacco secolare di chi viene di là dal mare, anche su questo guado di mondo che è Baunèi, di qua dal mare, dietro gli insani montes dei romani, venuti molto prima degli spagnoli, dei piemontesi e dei toscani, quelli che, ultimi, si son portati via foreste intere, da farne carbone e traversine.


Noi, mai dimentichi di ciò che siamo, noi, sostenuti dall’assunzione di questa nuova consapevolezza, che è coscienza di quella storia madre e matrigna, vogliamo raccontare le parti più intime, più vicine alla nostra umanissima geografia, quella dei caprai e dei carbonai, dei contadini fatti pastori e dei pastori fatti contadini, dei pastori diventati, oggi, esperti conduttori su sentieri di pietra, gli stessi che Luigi Tassi rappresenta qua con grande maestria. Il Supramonte di Baunèi è uno dei supramontes che compongono il mondo di mezzo, tra il Gennargèntu e il Tirreno. È un frammento di luna stagliato sul quasi continente, bianco di calcare e blu di cielo e mare, grigio e rugginoso sui fianchi lisci delle sue falesie, interrotte e sovrastate dal folto verde delle leccete, così ricche che persino i tonni, al tempo dei romani,

si cibavano di ghiande, a far da controcanto alle capre che, allora come oggi, scendono al mare ad abbeverarsi. Da Bàus a Goloritzè, il Supramonte svela nell’acqua i suoi mondi sommersi, nella meraviglia delle grotte sul mare, dal Fico ad Utopìa a su Marinàiu, luogo, quest’ultimo, che reca le tracce del primo neolitico recente dell’isola. Perché sul mare, manco a dirsi, su questo mare di pietra, è il preludio della nostra storia, locale e mediterranea, testimoniata, nelle sue emergenze più significative, dai nuraghi di Orgodùri e Co‘e Sèrra, Àlvu e Pèdru Sàccu, dalle chiese antiche di San Pietro e di Santa Maria, da quella mappa di uranica bellezza che è Grùtt’e Jànas. Perché, infine, tutte le strade portano a Baunei: la bia maore dei Romani, che dal caput mundi per mare arrivavano, l’ab Ùlbia Càralis che scel-

Cala Goloritzè dal mare e sulla sinistra Punta Salìnas, uno dei “belvedere” più famosi del Mediterraneo  

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sero, dopo il Mille, quanti dal mare fuggivano, vuoi per i mori, vuoi per le malattie. È allora che Baunei, la “villa Bauni de montibus” dei pisani e degli aragonesi, nel cuore del medioevo europeo, inizia a veder raccontata la sua storia, o almeno a vederne documentata la consistenza, fino a quando -nel 1688- la villa diventa il centro più popoloso d’Ogliastra. Per giungere all’800 dell’Angius e del Valery, che dei baunesi testimoniano la bontà, e ai tempi nostri, infine, densi di novità, specie nel secondo Novecento, quando i baunesi scoprono in Santa Maria Navarrese la bellezza di quel mare nostrum sino ad allora così ostile. Su questo mare, su questi monti, si racconta dunque la nostra storia, aperta oggi a nuove esperienze, dentro scenari nuovi, sotto il profilo politico, culturale e socioeconomico. Tant’è, specie negli ultimi lustri. Oggi si sta realizzando un disegno pervasivo e di lunga gittata, volto ad attivare tutti gli strumenti utili a valorizzare la

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grande bellezza del nostro territorio, quasi tutto ricadente nel Sito di Interesse Comunitario. Il Piano di valorizzazione e di recupero delle terre soggette ad uso civico, il Piano Urbanistico Comunale e il Piano di Utilizzo dei Litorali, oggi in vigore, segnano le coordinate di quel disegno. Protagonisti sono i baunesi, pronti ad un processo nuovo che è solo agli inizi, ravvisabile nell’intensificazione dell’offerta turistica, dinnanzi ad una domanda in forte evoluzione, che è tutta nella crescita esponenziale dei posti letto e delle attività che operano nel comparto della ricettività, con ciò che esso genera sul piano economico e dell’arricchimento culturale. Ma chi viene a Baunèi, infine, perché ci viene? Io credo che i motivi siano molteplici, e siano gli stessi che hanno sempre indotto il visitatore avveduto, qual era quello del Grand Tour, a cercare su questa landa tirrenica quanto altrove non c’è, a trovare nelle acque cristalline di Ispuligedenìe e Birìala il mare più pulito d’Italia, a calpesta-


re “sa pèdra nascèndo” (noi la chiamiamo così perché crediamo che qua anche le pietre vivano di vita propria), a sentire le case di pietra calde di sole, a scoprire quei nuraghi che valgono un Colosseo, a farsi parte di una grande antropologia narrata nelle dimore dei pastori, affrescate di fumo e di cielo. Perché è nelle pietre che è scritta la nostra umanità senza tempo, è nel ginepro, nell’ostinazione delle sue nervature che è tutto il fascino di mille e una storia, di questa “vita fossile -come voleva Moravia- conservata nella profondità dei secoli”. Bene, qua, nel racconto fotografico di Luigi Tassi, il territorio di Baunèi si svela nella sua wilderness più suggestiva, tratteggiata, per mano esperta, nella naturalità dei suoi elementi costitutivi, geomorfologici e biologici, storici ed esperienziali, da viversi con lo stesso animo di chi va per il mondo a cercarne l’origine. L’animo di chi, alla piena coscienza dell’ancestralità da preservare, in questa parte di mondo, ha inne-

stato pian piano la propria sensibilità di esploratore, da Furrèddu e Pintòri, che per primi scesero nel baratro de su Stèrru, a Verin e Cicalò che scelsero l’en plein air del Selvaggio blu, coniando il marchio editoriale di un’esperienza inedita, unica nello scenario mediterraneo, da cogliersi secondo chiavi di interpretazione che avrebbero portato a concepire quel che oggi è Selvaggio blu e quanto ad esso -poco, inveropossa assimilarsi. Non si può concepire il Selvaggio blu senza che si consideri la disposizione di spirito che occorre per coglierne l’intensità, sia all’esploratore, oggi guida escursionistica (domani -si confida- guida abilitata alle calate in corda e alle arrampicate), sia a chi, turista attivo e visitatore avveduto, si fa condurre in quell’esplorazione. Allora, solo allora, nel vissuto dell’esperienza, quella disposizione diventa pienezza, appagamento, voglia di ritornare. Monte Oro, Pedra Lònga, Punta As Gènnas  

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È intorno a questo che noi, in Ogliastra, in Sardegna, stiamo costruendo un percorso nuovo, aggiornato ai tempi di un rinnovato Grand Tour, forti di una nuova coscienza e consapevoli della necessità di aprirci alle ricomposizioni di un mondo in continua evoluzione, a partire dalle nuove generazioni che ereditano un grande patrimonio di competenze e di conoscenze, e alle quali si chiede la grande responsabilità di farsene carico. E tanto accade, oggi, a Baunèi, nella misura in cui i giovani scelgono un percorso di formazione che li porti a stare qua e a far tesoro di quanto questa terra generosa può dar loro. E tanto accadrà se anche la comunità e le istituzioni, prima di tutto le istituzioni, che noi oggi ci

onoriamo di rappresentare, sapranno sostenere, con dovuta lungimiranza, quel percorso. Questa Guida segna un passo importante nel senso della trasmissione di quelle conoscenze e dà a noi la grande opportunità di condividere la necessità di raccontare al mondo universo quanto, di questo mondo piccolo, così bello, così ricco, ancora non si conosce ma che, pian piano, è pronto a svelarsi. Salvatore Corrìas

Cala Mudalòru dall’alto durante una calata in corda doppia   Un Barràccu dell’ovile di Onamàrra  

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LETTURA DEGLI ITINERARI E LEGENDA Gli itinerari sono stati tutti percorsi o controllati alla data di pubblicazione della guida, le informazioni e i dati riportati possono essere però soggetti a cambiamenti per fattori esterni non prevedibili e che si potrebbero verificare con il tempo e il susseguirsi delle stagioni. Eventi meteorici intensi, fenomeni di dissesto o l’intervento dell’uomo possono modificare anche radicalmente le condizioni e le caratteristiche del tracciato. Registrando la vostra copia della Guida sul sito dell’autore: www.luigitassi.com riceverete aggiornamenti e informazioni sullo stato/percorribilità degli itinerari. L’indice è stato strutturato proponendo i cinque trekking dal meno impegnativo al più difficile tecnicamente; nei primi due non è mai necessario arrampicare o disarrampicare, quindi per l’accompagnamento non è necessaria una Guida Alpina tuttavia l’asprezza del terreno e l’anantropizzazione del territorio sono presupposti importanti di cui tener conto quando si organizza un trekking impegnativo. In ogni caso il supporto logistico per gli approvvigionamenti di acqua e cibo è fondamentale ed è bene pianificare con cura e precisione questa fase rivolgendosi ad una Guida locale. In tutto il territorio del Supramonte di Baunèi non sono presenti fonti di acqua potabile, è possibile approvvigionarsene in pochi punti attrezzati sulla costa e sull’altopiano che non sono operativi in tutte le stagioni. Ogni itinerario, con le eventuali varianti, viene descritto in una scheda numerata progressivamente e le informazioni relative ad ogni itinerario sono così organizzate:

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Fascetta orizzontale d’apertura: numero progressivo, titolo dell’itinerario. Fascetta verticale sinistra: titolo dell’itinerario, numero progressivo. Colonna verticale sinistra: contiene informazioni tecniche fondamentali per inquadrare velocemente l’itinerario. Colonna verticale destra: contiene alcune note tecniche, la descrizione dettagliata del percorso e il profilo altimetrico. Pagina a fronte: planimetria con le località e i waypoints attraversati. Con i dati e le informazioni organizzate in quest’ordine, riuscirete a comprendere le caratteristiche dell’itinerario e a verificare se è adatto alle vostre aspettative, all’esperienza, al tipo d’impegno fisico e di tempo necessario per completarlo. Vi esorto a verificare sempre che quanto state per affrontare sia in linea con la vostra preparazione fisica e tecnica per evitare di trovarsi in situazioni o ambienti difficili da gestire. NOME DELL’ITINERARIO I nomi che sono stati scelti per gli itinerari rispettano la tradizione Sarda e il territorio aspro e selvaggio che attraversano. COLONNA VERTICALE DI SINISTRA Difficoltà Indica il grado di difficoltà secondo la tabella di pagina 18. Impegno fisico È un valore soggettivo che ho cercato di rendere il più omogeneo possibile valutando distanza, dislivello e difficoltà tecnica di ogni itinerario. Si esprime su cinque valori da facile, una stella, a par-


ticolarmente impegnativo dove le cinque stelle indicano la necessità di un ottimo allenamento per percorrere l’itinerario nei tempi indicati. Bellezza Il Supramonte di Baunèi e il tratto di costa compreso tra Santa Maria Navarrese e Cala Lùna hanno un fascino particolare; l’asprezza del territorio e la quasi totale assenza dell’uomo, soprattutto nell’interno, rendono questi luoghi difficili da valutare e definire un parametro di “bellezza” è stato quanto mai difficile. Nella valutazione quindi viene considerata la varietà di ambienti che si attraversano durante il cammino e i panorami che passo dopo passo si aprono ai nostri occhi.

Segnavia Segnavia questo sconosciuto... fatta eccezione per pochissimi storici bolli Blu lasciati da Mario Verin e Peppino Cicalò c’è solo qualche raro omino di pietra, i sentieri non sono segnati ne indicati. Quota di partenza È l’altitudine espressa in metri sul livello del mare da dove inizia l’itinerario. Quota di arrivo Indica la quota raggiunta al termine della tappa di ogni itinerario. Dislivello positivo Per valutare il dislivello positivo sono stati considerati tutti i tratti in salita di ogni itinerario; è un valore arrotondato

La Guida Alpina Alberto De Giuli, con lui ho percorso per la prima volta “Arèste” 

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ovviamente ma che permette di valutare subito l’impegno fisico necessario per concludere il percorso. Distanza Qui troverete indicati i chilometri totali dell’itinerario dall’inizio alla fine. Tempo di percorrenza È un valore medio che è stato ricavato tenendo conto della lunghezza e del dislivello dell’itinerario procedendo con un passo regolare e non veloce; all’aumentare della difficoltà del percorso è stata considerata una migliore forma fisica. Vie di fuga Può essere un’informazione molto utile in itinerari molto lunghi o impegnativi sapere dove poter interrompere il cammino in sicurezza per raggiungere una strada o un luogo sicuro. Periodo di fruibilità Il grafico che è stato scelto permette di valutare rapidamente in che periodo dell’anno è opportuno affrontare un itinerario. La particolare posizione del Supramonte di Baunei permetterebbe di fruire del territorio per tutto l’arco dell’anno tuttavia nei mesi estivi le temperature possono raggiungere punte di difficile sopportabilità, ovvero in pieno inverno potrebbero verificarsi fenomeni meteorici particolarmente intensi quindi, nonostante i cinque trekking sono nella stessa area troverete piccole differenze tra l’uno e l’altro.

COLONNA VERTICALE DI DESTRA Testo principale Caratteristiche generali dell’itinerario. Breve descrizione e nota introduttiva alle caratteristiche generali dell’itinerario. Descrizione Relazione completa dell’itinerario. Profilo altimetrico Indica in modo rapido le pendenze positive e negative che presenta l’itinerario. PAGINA A FRONTE Planimetria Permette di visualizzare lo sviluppo del percorso con l’indicazione dei punti di riferimento principali per l’orientamento, i waypoints che troverete nella descrizione e le località principali toccate dall’itinerario. Note Contengono informazioni sui bivacchi, le vie di fuga e quanto può essere utile durante il cammino.

QR-code In alcune pagine troverete un QR-Code con le indicazioni per il suo utilizzo.

Discesa in corda doppia per raggiungere Cala Birìala  

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INFORMAZIONI SULLA CONSULTAZIONE DELLA GUIDA E UNA CORRETTA LETTURA DEGLI ITINERARI

CLASSIFICAZIONE DEI PERCORSI IN BASE ALLA DIFFICOLTÀ

T

T = turistico

E

E = escursionistico

EE

EEA F

Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000 m e costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.

EE = per escursionisti esperti

Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.

EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura

Percorsi attrezzati o vie ferrate per i quali è necessario l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (imbragatura, dissipatore, moschettoni, cordini) e di equipaggiamento di protezione personale (casco, guanti).

ATTENZIONE: QUALSIASI DIFFICOLTÀ ALPINISTICA È DA CONSIDERARE SUPERIORE A QUELLE ESCURSIONISTICHE F = Facile, non presenta particolari difficoltà

È il grado più semplice dell’arrampicata, si deve saper scegliere l’appoggio per i piedi e spesso è necessario utilizzare le mani per mantenere l’equilibrio; si possono incontrare passaggi di I e II grado e la progressione potrebbe essere non facile per chi soffre di vertigini.

PD

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PD = Poco difficile, presenta qualche difficoltà alpinistica su roccia

I singoli passaggi su roccia possono arrivare fino al III grado e spesso è necessaria la progressione alpinistica. Si deve muovere un arto alla volta e l’uso delle mani è continuo su buone prese ed appigli.


Selvaggio Blu

Trekking guidati

Logistica trekking in autonomia

Guide e servizi per il trekking in Sardegna 389 0643429 – 333 9634349

Grotta del Fico


1.2

Ogliastra > Baunèi

DE BARRÀCU IN BARRÀCU – 2a TAPPA EE

difficoltà

ÙÙÙÙÙ impegno fisico

10 m

quota di partenza

10 m

quota di arrivo

700 m

dislivello positivo

12 km

distanza

6/8h

tempo di percorrenza

– vie di fuga

CARATTERISTICHE Splendido percorso con uno dei dislivelli più importanti di tutti i trekking del Supramònte di Baunèi: si parte e si arriva al livello del mare raggiungendo quota 630m slm. superando oltre 700mt. di dislivello positivo totale. Il sentiero, molto ampio e sempre ben evidente, permette di concentrare l’attenzione sui panorami che si mostrano con una varietà non comune. Gli ambienti lunari di grigio calcare prevalgono e la vastità delle due còdule maggiori, Còdula di Elùne e Còdula di Sisìne rimane ben impressa nella memoria di chi percorre questo sentiero; completano il quadro indimenticabile l’arco di Lopiro, gli ovili di Onamàrra e Su Iròve Lòngu. L’arrivo a Cala Sisìne con la luce calda del pomeriggio ripaga di ogni sforzo profuso per completare la tappa odierna. DESCRIZIONE Il sentiero inizia subito alle spalle del ristorante (2); percorreremo una strada realizzata nel secolo scorso per i carri che sarà quindi bene evidente per tutta la prima parte del percorso. Risale con ampi tornanti il pendio, fino a raggiungerne la sommità chiamata Nosculi (3). Evidenti sono le intrusioni di basalto che cominciano ad intravedersi sul fondo; antica lava emersa da una chilometrica faglia sul Supramònte. Raggiunto il crinale della collina, il sentiero procede in quota su terreno soffice e scuro per poi scendere a Bacu Distèrru. Ancora qualche passo ed arriviamo sul fondo di Bacu Lopìro (4); inizia ora una interminabile salita che ci porterà fino a circa 630m. Camminiamo già da un’ora e proprio accanto al sentiero si erge il maestoso arco di roccia (5) che proprio dal Bacu prende il nome: impossibile non fermarsi a fotografare... forma una naturale cornice

600 m

6

7

8

9 10

500 m

400 m

11 5

300 m

12

200 m

3

100 m

0m

1

0 km

30

4

2

13 14 2

4

6

8

10,218


Way Point

Bacu Àrta

1 Cala Lùna 2 Inizio carrareccia 3 Nòsculi 4 Bàcu Lopìro 5 S’arcàda ‘e Lopìro 6 Bivio 7 Onamàrra 8 Carrareccia 9 Bivio 10 Iròve Lòngu 11 Macchia 12 Tornanti 13 Cala Sisìne 14 Punto tappa

Cala Lùna

2

1 3 Su Molènte

Bàcu Lopìro 4

5

Mar Tirreno Onamàrra

7

6

8

9

Iròve Lòngu

10

11 12

13 Cala Sisìne 14

 415 Punta Plumare  452 Punta Su Mulone

Coesèdda Plan’e Mùrta Punta’e Antine 320 

31


3.3 Ogliastra > Baunèi > SELVAGGIO BLU SU CONNÒTU – 3a tappa

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Alla nostra sinistra si apre Bacu Sonnùli (8), profondissima incisione carsica che non ci permette di scendere di quota immediatamente. Riprendiamo il sentiero verso sud-ovest fino ad individuare un passaggio sulla roccia che permette di trovare di nuovo la traccia che scende dolcemente il versante destro del bacu (nostra sinistra); ora camminiamo obliquando verso il basso su pietraie, rami di ginepro e passaggi delicati fino all’incontro dei due versanti fino ad un grande grottone (9) arancione. Dopo averlo attraversato, il sentiero si alza su grandi rocce immediatamente a destra (non seguiamo l’ampia valle che si apre alla nostra sinistra). Superate le difficoltà, manteniamo ancora

la destra per raggiungere un altro insediamento pastorale (10): Fènos Tràinos, restaurato recentemente in maniera davvero impeccabile. Ci prendiamo il tempo di ammirare e fotografare questo splendido ovile, la sua corte e le sue strutture per riprendere il cammino lungo il sentiero alla sinistra de “su barràcu”. La traccia è di nuovo evidente e porta in pochi minuti ad un fitto bosco di corbezzoli su un comodo fondo di terra e foglie. Dopo essere entrati nel bosco è necessario fare attenzione: alla nostra sinistra c’è un sentiero (11) tra i corbezzoli (non proseguiamo sulla destra il percorso originale del Selvaggio Blu, che ci condurrebbe in pochi passi fuori dal bosco). Iniziamo a camminare tra gli


alberi e risaliamo dolcemente su Iròve ‘e Onàna sotto una piacevole ombra costante, mantenendoci leggermente sulla destra. A pochi metri dalla parete (12) che chiude “Su Iròve” seguiamo la traccia a destra, sul sentiero che porta di nuovo verso la via classica per raggiungere Punta Salìnas da Irbiddòssili. Seguiamo il sentiero ben marcato fino all’ovile de Su Rùncu ‘e Su Prèssu (13) dove è possibile riposare e scattare qualche bella fotografia. Dall’ovile si aggira sulla destra uno sperone roccioso fino a incrociare di nuovo il sentiero; da questo punto fino a Punta Salinas si incontrano diversi incroci di sentieri, tutti conducono al belvedere su Cala Goloritzè facendo attenzione

a non rimanere troppo alti sulla nostra sinistra (14). Dopo aver rimontato alcuni facili salti di roccia (15) si apre uno dei panorami più affascinanti della Sardegna... una sosta sulla terrazza più famosa della costa è obbligatoria (16). Ora riprendiamo il sentiero immediatamente alle spalle del “belvedere” mantenendo la destra disarrampicando su un ripido pendio fino ad arrivare ad una cengia sottile, al suo termine è necessario discendere un tronco di ginepro (17) appoggiato, non prima di aver indossato il casco e l’imbrago ed essersi assicurati all’ancoraggio sulla parete. Raggiungiamo un ovile costruito in una posizione spettacolare (18):

La Guda Alpina Alberto De Giuli in cammino verso Su Rùncu’e Su Prèssu 

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3.6 Ogliastra > Baunèi > SELVAGGIO BLU SU CONNÒTU – 6a tappa

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sulla destra in discesa su una pietraia, noi dobbiamo percorrere quello che sale sulla sinistra. Risaliamo la valletta e continuiamo a camminare senza perdere quota fino a raggiungere un insediamento pastorale: Coile Pìddi (5-6). Una breve pausa dal cammino è d’obbligo per fotografare il baràcu e soprattutto il panorama che si raggiunge rapidamente in direzione del mare: di terrazze panoramiche ne abbiamo incontrate molte tuttavia lo scorcio sul mare che si apre in questa posizione è davvero meraviglioso, probabilmente una delle più belle della costa. Torniamo in prossimità dell’ovile e torniamo sul sentiero principale (5) che ci porta sotto le pa-

retine dove ci siamo fermati poco fa; una breve disarrampicata ci permette di arrivare in una profonda spaccatura nella roccia conosciuta erroneamente come Sa Nùrca (7). Altra breve pausa per fotografare questa caratteristica formazione nella roccia per poi proseguire scendendo leggermente sulla sinistra sotto la parete; gli ancoraggi della sosta della prima calata (8) in corda doppia da 25m della giornata sono poco più avanti e si raggiungono costeggiando la parete. La seconda calata (9) di 45m si raggiunge molto rapidamente camminando sempre rimanendo vicini alla roccia. Abbiamo raggiunto a questo punto il grande bo-


sco di Birìala Su Sàltu Mànnu: scendiamo lungo i tornantini su pietraia instabile, fino a raggiungere l’aia carbonile sulla sommità della grande frana (10) che sovrasta Cala Birìala. Qui inizia un sentiero abbastanza evidente nel bosco di Lecci e Corbezzoli che lo traversa longitudinalmente: i piedi ora sono meno sollecitati, il fondo è soffice di terra e foglie e per circa mezz’ora possiamo recuperare energie camminando all’ombra dei grandi alberi. Poco prima di un passaggio emozionante la vegetazione si dirada e il sentiero ci conduce ad una grande scala (11) costruita dai carbonai: su grandi blocchi di calcare permette la discesa e

il passaggio ad Isuìli e ancora una volta il panorama che si apre davanti a noi è straordinario. Proseguiamo a camminare senza perdere quota attraversando anche questo bosco a mezza costa fino ad un passaggio obbligato (12); è ricavato su una parete di roccia a strapiombo sul mare: Su Pàssu de Orronnòro, anche questa è un’opera dei carbonai, una sottile cengia aperta con le mine. Abbiamo raggiunto l’ultima sezione del bosco di Birìala Orronnòro. Dopo qualche minuto di cammino, il bosco si apre e ci si trova davanti ad un’immensa frana di calcare bianco ancora instabile. Nel 2015, dopo giorni di pioggia inCala Birìala dall’alto prima delle calate dopo Sa Nùrca  

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4.4 Ogliastra > Baunèi > ARÈSTE – 4a tappa

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gia, da qui è impossibile sbagliare; dopo aver disceso una scala (13) e superato alcuni massi raggiungiamo un’altra perla del Mediterraneo (14), infiniti “ciottolini” bianchi che agli occhi dei pastori dei secoli scorsi dovevano sembrare piccole pulci bianche come la neve. Proprio al termine del bosco si trova un forno risalente al periodo dei carbonai, possiamo allestire il campo nei suoi pressi e concederci un indimenticabile bagno a fine serata.

NOTE Per raggiungere la zona dove approntare il bivacco dobbiamo tornare indietro sui nostri passi, risalire la scala ed entrare nel bosco. Il tratto evidenziato in rosso è il più delicato e impegnativo.

Il panorama su Cala Goloritzè dall’alto della Ferrata   La Via Ferrata di Arèste, impegnativo passaggio dopo i “Lèderes”  


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4.5 Ogliastra > Baunèi > ARÈSTE – 5a tappa

blu straordinario del mare con le baie e spiagge che creano un dipinto naturale; meriterebbe una lunga sosta per fissare nella memoria il luogo e il momento, ma si deve scendere in spiaggia che, dopo essersi calati, si raggiunge facilmente superando i pochi scogli che ci separano dalla sabbia. Ora ci meritiamo un pomeriggio di relax e di mare in quello che forse è l’angolo più suggestivo dell’intero Golfo.

NOTE Possiamo allestire il campo nel bosco soprastante di Bilaricòro che si raggiunge passando sugli scogli a sud della cala; passaggio obbligato un foro nella roccia che ci consente di superare la piccola baia rocciosa. La prima aia carbonile che incontriamo risalendo nel bosco si presta bene ad accoglierci per il nostro fine tappa. Come nelle precedenti tappe il tratto evidenziato in rosso è il più delicato e impegnativo.

Stretta fessura tra le rocce a Cala Birìala   Caratteristico passaggio prima di arrivare a Mudalòru  

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05 Passaggi impegnativi per raggiungere Cala Mudalòru

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Trekking Out Since 1870


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