annuario di alpinismo europeo Edizione 2019 – ISBN 978 88 85475 519 – € 9,90
EDIZIONI VERSANTE SUD
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O R T L E S
H Y B R I D
T W C
J A C K E T
Durante le attività invernali stop-and-go in montagna, spendiamo molte energie per mantenere una temperatura del corpo confortevole. La nostra giacca da alpinismo Ortles Hybrid TWC Jacket è un convertitore di energia naturale. L’imbottitura in TirolWool® Celliant® è un materiale ibrido composto da lana delle pecore alpine tirolesi e fibre di poliestere caricate con una miscela di minerali termo-reattivi. Il calore emesso dal corpo viene assorbito, convertito in radiazioni infrarosse e riflesso verso il corpo, per tenere al caldo più a lungo. SALEWA.COM
SOMMARIO STORIA
003 EDITORIALE di Eugenio Pesci
VIE MITICHE 002 VIA COMICI-DIMAI Cima Grande di Lavaredo di Eugenio Pesci 014 ASTROMAN Washington Column, Yosemite, U.S.A. di Ivano Zanetti 028 BATMAN Wenden (CH) di Fabio Palma 036 LE DOS DE L’ÉLÉPHANT Bavella, Corsica di Maurizio Oviglia 044 VIA ABYSSE Tour de Jorasses di Oscar Meloni
TIRI MITICI
082 NEOSASSISTI UN VIAGGIO NELL’UTOPIA… di Alberto Milani e Niccolò Ceria 098 SASSO DELLA CROCE di Samuele Mazzolini 114 LASTE di Alessandro De Zorzi
PERSONAGGI 118 MURIEL SARKANY di Carlo Caccia 126 NICOLA TONDINI di Samuele Mazzolini
IDEAS 130 ALPINISMO PER NOI O PER GLI ALTRI di Alessandro Gogna
REPORT 2018
a cura di Alberto Milani
050 LES SINDACALISTES Cornalba di Carlo Caccia 062 LEGOLAND Valle dell’Orco di Maurizio Oviglia
139 TOP ALPINISMO E GHIACCIO 146 TOP FALESIA 154 TOP BOULDER
BLOCCO MITICO
162 MATERIALI a cura della redazione
070 IL CHIODO DELL’IVAN “Giardini di Porta Venezia” - Milano di Alberto Milani
RELAZIONI E PROPOSTE a cura di Marco Romelli
173 ROCCIA 204 GHIACCIO E MISTO
Copertina Niky Ceria su The X Pinch (V13), Grampians (Australia) Foto: © Giulia Paoletti Impaginazione Stefano Vittori Redazione magazine Eugenio Pesci Tommaso Bacciocchi Roberto Capucciati Matteo Maraone Alberto Milani (news) Marco Romelli (proposte) Damiano Sessa Redazione web up-climbing.com Stefano Michelin stefano.michelin@up-climbing.com
Prezzo di copertina 9,90 € ISBN 978 88 85475 519 © VERSANTE SUD 2018 Hanno collaborato a questo numero: Per i contenuti: Carlo Caccia, Niccolò Ceria, Alessandro De Zorzi, Alessandro Gogna, Samuele Mazzolini, Oscar Meloni, Alberto Milani, Maurizio Oviglia, Fabio Palma, Eugenio Pesci, Marco Romelli, Ivano Zanetti.
Per le nuove proposte: Niccolò Bartoli, Tarcisio Bellò, Claudio Betetto, Christian Casanova, Giovanni Chiaffarelli, Emanuele D’Amico, Matteo Della Bordella, Luca Gasparini, Leonardo Gheza, Cristiano Iurisci, Daniel Ladurner, Manuel Leorato, Andrea Mariani, Luca Gasparini, Davide Mazzucchelli, Claudio Migliorini, Giovanni Pagnoncelli, Santiago Padrós, Eugenio Pesci, Andrea Plat, Daniele Pieiller, Walter Polidori, Luca Schiera, Matthias Stefani, Diego Toigo, Gianni Tomasoni. Schizzi nuove proposte: Marco Romelli. Web www.up-climbing.com www.versantesud.it VERSANTE SUD Srl Via Longhi, 10 – 20137 Milano tel. +39 02 7490163 versantesud@versantesud.it info@up–climbing.com
4
VIE MITICHE
Cima Grande di Lavaredo, parete nord
VIA COMICI-DIMAI testo e ricerca iconografica di Eugenio Pesci
{{Comici in arrampicata negli anni trenta: lo stile, il tipo di passaggio, le scarpette, tutto ricorda l’arrampicata sportiva contemporanea in falesia. Mancano solo l’imbragatura, gli spit e la magnesite…
{{La grande guida cortinese Giuseppe “Bepe” Dimai che, con Comici e il fratello Angelo, fu protagonista della salita da nord alla Cima Grande.
Cima Grande di Lavaredo, parete nord, 2 settembre 1937, ore 12 circa. La forte cordata austriaca composta da Killian Weissensteiner e Hubert Höller si trova impegnata su un tratto di roccia estremamente difficile, a duecento metri da terra, sopra il cosiddetto Bivacco degli Italiani, nel tentativo di una delle prime ripetizioni della via aperta quattro anni prima, fra l’11 e il 14 agosto 1933, da Emilio Comici, Giuseppe e Angelo Dimai. Improvvisamente, il silenzio teso viene rotto da una voce che sale, incredibile e inaspettata, dal basso, non dalla base, ma dalle fessure sottostanti la cordata: “Acthung auf die Steine! Ich bin allein…”, attenzione alle pietre, sono da solo.
{{Le Tre Cime in una bella giornata d’estate, da nord, foto Stefania Ventura.
{{La cima Grande di Lavaredo da nord, con schizzo autografo della via e luogo del bivacco, tracciato dallo stesso Comici.
14
VIE MITICHE
Washington Column - Yosemite
Astroman testo di Ivano Zanetti fotografie di Ivano Zanetti e Paolo Masa
E
alle giovani promesse dell’Europa orientale ed ai fortissimi alpinisti cecoslovacchi di venire poi ad arrampicare sulle nostre montagne, e spesso ad aprire nuovi itinerari estremi, sia in estate che in inverno sulle Alpi, come sul Pizzo Badile e sul Cengalo, non che sulla stessa Marmolada. Nel 1983 Igor, aveva da poco aperto quel gioiello chiamato “Weg durch den Fish” in Marmolada (2/4 Agosto1981) strappandolo per un soffio all’antagonista di allora, un certo Heinz Mariacher… che ne effettuerà poi la prima ripetizione nel 1984 assieme ai fortissimi Maurizio Zanolla “Manolo”, Bruno Pederiva e alla propria compagna Luisa Jovane, scalatrice non certo inferiore ai tre…
{{L’autore nel 1992 sulla via del pesce in Marmolada. (Foto I. Zanetti)
In una serata organizzata a Adrispach nel cuore della Boemia, Igor ci fece vedere le diapositive di quella mitica salita e tutti noi restammo basiti dalla bellezza e dalla difficoltà che trasmettevano quelle immagini, placche immense e lisce, interrotte qua e la da qualche buchetto, traversi con corde che pendevano nel vuoto, e quella particolare nicchia a forma di piccola balena, detta appunto pesce, a cui tutti gli alpinisti di punta in quel periodo miravano. I primi ad arrivarci però furono loro, un ragazzino di quindici anni ed un alpinista appena più grande ma già con un’esperienza ed una preparazione enorme alle spalle, in un’estate calda e solare dei primi anni ottanta del secolo ventesimo.
“Nel 1992 ero in un periodo particolarmente prolifero dal punto di vista arrampicatorio, avevo da poco ripetuto la mitica via Attraverso il Pesce in Marmolada, Capolavoro autentico di Jindrich Sustr e Igor Köller aperta dal 2 al 4 Agosto del 1981” Accadde quando conobbi Igor, durante uno scambio alpinistico ed un gemellaggio col CAI di Torino, organizzato con l’omonima associazione cecoslovacca, cosa che permetteva a noi alpinisti occidentali di andare a conoscere luoghi lontani ed arrampicare in posti arcani, misteriosi e completamente sconosciuti.
“Quando saremo vecchi, mi guiderai ai nostri antichi attacchi e staremo li a guardare in su” Dino Buzzati
{{Yosemite. (Foto I. Zanetti)
28
VIE MITICHE
Wendenstöcke, Alpi Urane - Svizzera
BATMAN, WENDEN. Testo di Fabio Palma
Ero appena sceso da una via di una bellezza quasi commovente, Blaue Lagune, che, con lunghezze di pietra da antologia, solca con gradi non troppo difficili ( tra il 6b e il 6c) il pilastro di Excalibur, -quel siluro perfetto che si impone austero perpendicolarmente strapiombante al famigerato zoccolo del Wenden-fino alla leggendaria lunghezza chiave di 7b+. Blaue Lagune è proprio una striscia di calcare bluastro che si insinua nel giallo ocra con tonalità arancioni del pilastro, è la linea perfetta, e la lunghezza chiave prevedeva di superare un obbligato di 7a.
“La follia, come sai, è come la gravità: basta solo una piccola spinta.” Il Cavaliere Oscuro, C. Nolan
36
VIE MITICHE
Punta U Corbu, Bavella - Corsica
LE DOS DE L’ELEPHANT testo di Maurizio Oviglia
Il Dos de l’Elephant, o più semplicemente “Le Dos”, ha la reputazione di essere una delle vie granitiche più estetiche d’Europa, tanto che Catherine Destivelle la definì probabilmente la più bella di Francia. Ma quanto dovrebbe essere bella una via di granito, per superare in bellezza ed estetica le vie delle Aiguilles de Chamonix o del Grand Capucin, a cui certamente Catherine è molto affezionata? Linea inconfondibile, supera centralmente un pilastro arrotondato di più di 300 metri, che costituisce lo sperone sud della Punta U Corbu, sui graniti di Bavella in Corsica.
{{Il profilo del Dos de l'Elephant. (Foto Maurizio Oviglia)
44 VIE MITICHE
Tour de Jorasses, parete sud (m. 3813)
ABYSSE
Breve cronaca di una giornata che riempie la vita testo e foto di Oscar Meloni
Correvano gli anni ’90, Michel Piola e soci scorrazzavano su tutti i versanti, le pareti e le guglie del massiccio del Monte Bianco attrezzando stupendi itinerari che gli amanti, come noi, del granito doc, rincorrevano come segugi dietro alla preda. La nostra cordata era formata da tre vagabondi sempre on the road (il sottoscritto, Mario Giacherio, per tutti Giak, e Tino Comi detto il sindacalista, a cui è dedicato il famoso tiro di 8c+ della falesia di Cornalba). ď ˝
{{Tour De Jorasses. (Foto Marta Cavallari)
50
TIRI MITICI
Falesia di Cornalba - Lombardia
LES SINDACALISTES “Questa è una prestazione storica”
testo di Carlo Caccia
Ci sono quelli che si accontentano, che arrivati a un certo punto non pensano di andare oltre, e quelli che puntano sempre al massimo, allergici in tutto alle mezze misure. E se i primi – che magari vivono più tranquilli, senza farsi troppi problemi – passano più o meno inosservati, gli altri sono destinati a lasciare il segno, a essere in qualche modo ricordati. Beppe Dallona, climber e non solo, appartiene alla seconda categoria: un talento, certo, ma anche un campione di costanza e determinazione, che a metà degli anni Novanta del secolo scorso voleva una via dura, durissima, e alla fine l’ha conquistata, regalando alla falesia di Cornalba, dove lui era di casa, Les sindacalistes (8c+) e la sua storia.
{{Tutta la determinazione di Beppe Dallona su Les Sindacalistes, Cornalba (BG). (Foto Gian Mario Besana).
62
TIRI MITICI
Valle dell’Orco - Piemonte
testo di Maurizio Oviglia
Il furgone bianco scassato tatuato Guide LaTraccia scivola lungo la Valle dell’Orco ripercorrendo quasi in automatico curve che quelle ruote conoscono a memoria. La radio che ronza musica classica fa da sottofondo ai miei pensieri...gli occhi come sempre incollati al finestrino a scandagliare, tra i larici e gli abeti che iniziano a prepararsi per l’inverno, ogni centimetro di roccia. ...quante volte saremo già saliti in valle quest’anno?
{{“La prima parte del secondo tiro è una stupenda fessura strapiombante che ti consuma le energie portandoti stanco all’ uscita.” Matteo Sella. (Foto Pietro Sella)
70
BLOCCO MITICO
“Giardini di Porta Venezia” - Milano
IL CHIODO DELL’IVAN testo di Alberto “Albertaccia” Milani
{{Nel 2018 sullo strapiombino di 7a chiodato da Ivan Guerini (Foto di Massimo Malpezzi)
5:30. La sveglia suona implacabile. Silenzio nell’aria fresca dell’imminente autunno. Uno sfuggente bacio agli amori addormentati e via. Minuti automatizzati scorrono in un’abitudine sonnolenta mentre fuori le montagne si scrutano nell’immobilità del lago e il profumo degli alberi umidi ricorda l’infanzia. I pochi chilometri scorrono tra alberi e paesi tra l’antico e il vecchio. A Como c’è più fermento.
N
on c’è più parcheggio, cazzo. Pazienza. Il treno ha 10 minuti di ritardo, nessuna novità. Figure spettrali ciondolano nell’attesa, chi in giacca e cravatta, chi sporco di vernice, chi con uno zaino e una sigaretta appesa alle labbra. Un film muto senza sottotitoli dove dita battono convulsamente su schermi di tutte le dimensioni, nella droga tecnologica con cui ci si sforza di dimenticare il momento presente. L’insopportabile stridio di freni, l’odore di bruciato e l’unto stantio di sedili opachi sono gli unici stimoli che risvegliano i sensi mentre, con un ultimo sguardo ai monti, il sipario cala in un sonno senza sogni. Brusio, fermento e movimenti convulsi. Il treno ancora in movimento sta arrivando a Cadorna. Tutti sono già in piedi, e spingono per trovare uno spiraglio verso uscite ancora chiuse. Sguardi scocciati si posano sulla mia bici piegata, un ostacolo che sottrae decimi di secondo indispensabili per essere i primi a sedersi ad una scrivania tra mura di cemento. Aspetto. Le porte automatiche sbarrano carrozze ormai vuote dietro di me mentre lentamente spingo la bici verso l’uscita. Una coda di zombie scalpita in fila su un invisibile, ma inesorabile, nastro traportatore che entra nelle profondità della terra. Fuori, la cacofonia metropolitana accoglie il ritorno alla luce, con i rumori e odori che si perdono nel cielo grigio. Una signora anziana attraversa la strada tra clacson che la sollecitano a muovere le stanche gambe, lo sguardo rassegnato per ciò che non è in grado di comprendere. Un rampante giovane in giacca e cravatta mi guarda scocciato perché a passo d’uomo procedo in bici sul marciapiede largo almeno tre metri. Nelle orecchie, l’Unplugged degli Alice
in Chains è la colonna sonora ideale per iniziare questa giornata milanese. I minuti scorrono rapidi e apatici al ritmo delle pedalate e l’ossigeno manca, ma non per lo sforzo. Nella mente, il miraggio di un luogo in cui respirare ed essere libero. Presto, gli alberi secolari interrompono la monotonia metropolitana, quasi come un’oasi in quel deserto in cui brancolano migliaia, milioni di persone. Nella noiosa routine di ogni mattina, quei giardini rappresentano una pausa in cui lasciarsi andare, come se la vista degli alberi, dell’acqua e delle roccette tra i palazzi fornissero un surrogato di quella natura in cui mi sono sempre sentito più in sintonia che con le persone, e che fin da subito è stata la spinta che mi ha portato a vivere l’arrampicata in tutta la sua profondità. Guardando quel conglomerato rivedo il muro di sassi della casa in cui vivevo a Sondrio e sui quali avevo mosso i miei primi incerti passi verticali; sento il profumo del negozio in cui compravo, uno dopo l’altro, i miei primi moschettoni e la palpabile morbidezza della magnesite sbriciolata per la prima volta nel sacchetto. È la freschezza del vetro a cui il mio naso stava incollato quando passando in macchina ammiravo sognante gli arrampicatori alle prese con le mediocri paretine della Sassella o mi immaginavo futuristiche vie sulla Bastionata del lago. Ritrovare improvvisamente quell’entusiasmo è allo stesso tempo dolce ed amaro, un oscillare continuo tra sogni per il futuro e il non riuscire a sfuggire a quella sensazione di completa insofferenza alla società, che ha motivato la mia passione per la libertà e l’anticonformismo dell’arrampicata. La mente vaga agli anni dell’adolescenza, le prime arrampicate, lo sguardo
82
STORIA
NEOSASSISTI: UN VIAGGIO NELL’UTOPIA… L’arrampicata come creatività, individualità, esplorazione e ricerca… verso un ideale e una via per esprimere se stessi. testo di Alberto “Albertaccia” Milani e Niccolò Ceria
Non è facile introdurre un articolo come questo per chi ha vissuto l’arrampicata nello spirito che aveva anche solo una decina di anni fa. Non è facile mettere nero su bianco i pensieri senza lasciarsi prendere da sentimenti contrastanti, che oscillano dall’irritazione all’arrendevolezza, dalla malinconia al rammarico per ciò in cui si sta trasformando il mondo verticale, conditi dal disagio di non sentirsi più in sintonia con quel mondo in cui, per certi versi, ci si è anche rifugiati per trovare la propria identità.
{{Niky Ceria su Mortality Sequence,Flock Hill (NZ). (Foto Stuart Kurth, Arch. Ceria)
I
conflitti tra “vecchio” e “nuovo” sono sempre esistiti in arrampicata, e da tale antitesi è sempre derivata una sintesi perfetta, che sostanzialmente ha perso per strada alcune cose per poi guadagnarne altre. Dall’antitesi “alpinismo eroico vs Nuovo Mattino/Sassismo” è nata l’arrampicata libera, che è poi diventata arrampicata sportiva grazie anche alla discussa rivoluzione dello spit, fino ad esplodere con le competizioni e le gare, per ritrovare un suo lato romantico nella riscoperta del bouldering in chiave moderna… Tutte le passate “rivoluzioni” hanno comportato di volta in volta una rivisitazione degli ideali e dell’etica, che ha spesso implicato scontri aspri tra le fazioni avverse. Inoltre, queste rivoluzioni hanno sempre trovato nel “nuovo” una spinta per rinnovare la creatività e la fantasia, a fronte di una stagnazione in modi di intendere l’arrampicata che si erano via via calcificati, tarpando le ali agli “esploratori” di nuovi cammini. Anche in questi ultimissimi anni è in atto una sorta di rivoluzione dell’arrampicata che sta drasticamente cambiando questo mondo. Ciò che sta succedendo ha
però delle caratteristiche ben diverse da quanto successo in precedenza, per quanto sembri manifestarsi ancora come l’ennesimo contrasto tra vecchio e nuovo. In questo contesto capita spesso che la cosiddetta “old school” rivolga critiche aspre e talvolta eccessive alla nuova generazione di climber, probabilmente sotto l’influenza delle storie personali arrampicatorie che hanno vissuto la maggior parte dei “vecchietti”. Fino a pochi anni fa l’arrampicata era uno stile di vita ed una strada per allontanarsi da una visione della vita conformista, succube alle convenzioni della società. Questo è sempre stato il suo tratto caratteristico fin da quando sbocciò come disciplina indipendente dall’alpinismo: l’essere qualcosa di ribelle, in cui era possibile trovare un contesto fervido, forse anche un vero e proprio rifugio, per sviluppare la propria individualità là dove non era possibile che questa si integrasse nel contesto della società comune. In arrampicata trovavano libera espressione individui originali che faticavano ad inserirsi al di fuori di quella realtà, o che trovavano nello scalare una valvola di sfogo per una vita che spesso andava stretta.
98 STORIA
Dolomiti - Trentino-Alto Adige
SASSO DELLA CROCE
L’EVOLUZIONE NEL RISPETTO DELLA TRADIZIONE testo, fotografie e relazioni di Samuele Mazzolini
Ci sono montagne dove l’alpinismo si è espresso in maniera molto differente dalle altre, dove l’evoluzione della scalata e delle difficoltà ha richiesto tempo e coraggio, perché chi si è misurato con queste pareti ha sentito il bisogno di rispettare regole non scritte, che però sono sempre implicitamente esistite. Forse è stato lo zoccolo friabile a proteggere questa lunga muraglia di dolomia da un “assalto”, oppure la roccia solo in apparenza poco solida, fatto sta che ogni itinerario aperto è un piccolo gioiello per stile e realizzazione.
C
ome ogni amante delle Dolomiti mi sono recato la prima volta al Sass dla Crusc per ripetere alcune vie classiche e me ne sono innamorato a tal punto da avere il bisogno di doverci tornare a scalare quasi ogni estate. Perché questa affascinante e lunga parete, adagiata su verdi prati, quasi a voler nascondere la severità delle sue pareti, rappresenta per me ciò che dovrebbe essere l’evoluzione della scalata: rispetto della tradizione, rispetto della roccia e ricerca dell’ avventura. Dopo la prima via pionieristica ad opera di Gabloner, Kofler ed Heilrig (1936, V+), che supera il diedro-canale tra il Pilastro di Mezzo e il Piz Pilato, occorrerà aspettare Georges Livanos e Robert Gabriel per vedere aperta un’altra via che percorre la parete. I due tracciano in più giorni una difficile via sullo spigolo del Ciaval (1953, VI e A3), unico logico percorso fra repulsive placconate nere, che saranno vinte solo molti anni dopo.
Passa circa un decennio e, nel 1962, i forti scalatori altoatesini Mayerl e Rohracher, salgono l’evidente diedro posto nella zona centrale della parete, oggi noto a tutti come “Diedro Mayerl” (VI e A2), diventato ormai l’itinerario più classico e ripetuto. Qualche anno dopo è Reinhold Messner a tracciare le altre due grandi classiche della parete, spostando in avanti il limite dell’arrampicata libera, non solo in Dolomiti. Nel 1968, con il fratello Guenther, sale l’inviolato “Pilastro di Mezzo”, superando (in scarponi) un passaggio valutato oggi di ottavo grado e l’anno seguente, insieme al forte Hans Frisch, vince le compatte placche a destra del “Diedro Mayerl” (“Grande Muro”, VI e A2). Il “Pilastro di Mezzo” viene ripetuta solo una decina di anni dopo dal fuoriclasse austriaco Heinz Mariacher, il quale durante la prima ripetizione aggira a destra il tratto chiave, aprendo una variante (VII) che è quella comunemente seguita anche nelle ripetizioni attuali. Sempre lui torna
{{Sass dla Crusc
114 STORIA
Dolomiti - Veneto
LASTE L’università del movimento verticale sotto la Marmolada
Testo di Alessandro De Zorzi • Associazione La Rivolta
Dalla strada che sale verso il Passo Falzarego si può apprezzare e ammirare l’incantevole paesino di Laste, una cartolina stupenda: gruppetti di case che circondano una bianca chiesetta circondata da verdi prati. Ma qualcosa rende Laste speciale e sono i suoi grandi monoliti di calcare della Marmolada che sovrastano in altezza anche il campanile della chiesa. I massi sembrano essere grandi fortificazioni a difesa dell’abitato. E pare proprio che sulla sommità di uno dei due massi principali (Sass de la Murada) una fortificazione esistesse proprio fino al XIV secolo.
{{Sara Avoscan Laste Murada. (Foto Davide Dal Mas)
122 PERSONAGGI
Intervista
Muriel
SARKANY La piccola imperatrice di Carlo Caccia
Non sappiamo da dove cominciare: forse dovremmo lasciarle subito la parola e ascoltare le sue risposte alle nostre domande. Perché di Muriel Sarkany, nata a Bruxelles il 5 agosto 1974, si possono dire tante cose. E anche lei ha molto da raccontare, visto che ha gareggiato per vent’anni vincendo cinque Coppe del Mondo Lead e salendo quarantacinque volte sul podio, di cui venti sul gradino più alto. Dominatrice nelle competizioni dal 1997 al 2004, Muriel si è ritirata nel 2010 e nel 2013 ha salito il suo primo 9a: Punt’X alle Gorges du Loup.
{{PuntX, 9a. alle Gorges du Loup. (Foto Roman Bayon)
132 PERSONAGGI
Intervista
Nicola
TONDINI di Samuele Mazzolini
Nicola Tondini, 45 anni, guida alpina di Verona e forte arrampicatore, è sicuramente uno dei personaggi di spicco fra gli apritori di nuove vie in Dolomiti negli ultimi anni. Tante le sue realizzazioni estreme, fra cui spiccano le vie sul Sasso della Croce, Le colonne d’Ercole in Civetta e la recente Non abbiate paura di sognare sulla Scotoni, tutte aperte con una ferrea etica, che pone innanzi a tutto l’arrampicata libera, senza o con limitatissimo uso di spit, solo dove non è possibile proteggersi diversamente.
{{3° tiro one push di Non abbiate paura di sognare alla Cima Scotoni. Foto Klaus Dell'Orto. Climber: Nicola Tondini.
140 PERSONAGGI
Nicola Tondini
Quello che stupisce più di te è la tua continua crescita negli anni e la conseguente apertura di itinerari sempre più difficili. Quanto incide la preparazione atletica e l’arrampicata sportiva per fare questo? L’arrampicata sportiva è la base per poter spingersi su difficoltà così alte in apertura. È una condizione necessaria, anche se non sufficiente. Per vie come queste, serve anche un grande sensibilità a muoversi su protezioni trad e ad arrampicare su roccia non sempre perfetta. Inoltre ci vuole una forte motivazione e concentrazione mentale.
Dopo tante aperture di livello in Dolomiti, c’è ancora una linea che sogni, una scalata ancora più difficile per la quale ti stai allenando? Ho ancora 3-4 linee che sogno. A Maggio del 2017, terminata la libera dei singoli tiri della via sulla Scotoni, mi sentivo appagato e pensavo di essere già andato oltre ogni altra aspettativa. Ma il desiderio di mettersi in gioco, quest’anno è riemerso. Così oltre a fare la one single push di “Non abbiate paura di sognare” ho iniziato altri due progetti importanti. Progetti che mi potrebbero richiedere ancora qualcosa in più e che sicuramente mi hanno rimesso la voglia di allenarmi.
{{Tondini in sosta alla fine del 7° tiro di Non abbiate paura di sognare, durante l'apertura. Foto Andrea Simonini.
Prendendo spunto dal fatto che gestisci una sala di arrampicata, come vedi il rapporto, spesso in contrasto, tra plastica e roccia, in relazione alle competizioni, all’attività outdoor ed anche alle future olimpiadi. L’arrampicata indoor è una grandissima opportunità per avvicinare all’arrampicata sportiva migliaia di giovani. Al King Rock, essendo presenti nello staff anche molte guide alpine(XMountain), proponiamo da anni uscite outdoor ed esperienze in montagna di più giorni. Lo scopo è quello di far percepire la bellezza di questo sport come mezzo per vivere un contatto più diretto con la natura. L’indoor è ormai uno strumento imprescindibile anche per gli alpinisti più forti: sia che sia il pannello nel garage di casa, che la grande sala dove allenarsi in compagnia con gli amici. Le future olimpiadi porteranno ancora più persone ad arrampicare e, se si giocherà fino in fondo la sfida educativa con le nuove leve, si potranno avere ancora più persone capaci di amare lo sport e la natura e da questo substrato potranno nascere anche forti alpinisti.
142
IDEAS
ALPINISMO PER NOI O PER GLI ALTRI di Alessandro Gogna
Lo scopo di questo saggio è l’indagine sul come la comunicazione e la tecnica ad essa relativa abbiano influito e influiscano sull’alpinismo e sull’arrampicata. Quando nell’antica Roma venivano pubblicati ogni giorno gli Acta Diurna populi Romani, raccolta degli atti governativi e, insieme, resoconto degli eventi degni di nota accaduti nell’Urbe, non si parlava di alpinismo, ovviamente. Ma in quel modo era nato il giornalismo.
{{Albert Smith, il primo imprenditore inglese che trasformò la salita sul Monte Bianco, da lui compiuta nel 1851, in uno spettacolo di successo a Londra, in un libro e in un gioco dell’oca da tavolo di taglio alpinistico.
174 MATERIALI
CHILAM HOODY
Chilam Hoody Felpa in fleece leggera e confortevole perfetta per i mesi autunnali e primaverili. Il collo alto dona protezione mentre le tasche frontali sono perfette per la fase di warm-up pre scalata.
LANDSCAPE T-SHIRT
Landscape T-Shirt è dedicata agli amanti della montagna che amano identificarsi con ciò che più li rappresenta: il mondo verticale.
PYTHON
La scarpetta sensibile per eccellenza, pensata per il mondo delle competizioni e per utilizzi indoor su pareti artificiali dove è richiesta massima sensibilità. Particolarmente adatta per tallonaggi e agganci di rovescio. Python è una ballerina molto fasciante che adotta una soluzione di chiusura innovativa grazie ad una banda in velcro che blocca la scarpetta al piede in fase di tallonaggio ed evita quindi che la scarpetta si sfili durante gli utilizzi più estremi. La costruzione del tallone è anch’essa innovativa: utilizza una gomma ultra-aderente molto fasciante ed anti-scollaggio con i vantaggi di una costruzione a guscio ma con la sensibilità del tallone a costruzione tradizionale. La gomma ultra-aderente è presente anche frontalmente grazie ad un riporto pensato per gli agganci di punta. La suola è in mescola Vibram Xs Grip 2 per massima aderenza. Python, il nuovo punto di riferimento per le competizioni.
MATERIALI 175
BRAVE JEANS
Brave è il jeans da arrampicata con due tasche frontali e 2 posteriori con costruzione elastica in vita e ginocchia pre-sagomate, dedicato a tutti i climber che amano un look casual ma tecnico allo stesso tempo.
TX 2 LEATHER
Calzatura pensata per l’avvicinamento alle pareti d’arrampicata ed utilizzo in falesia, caratterizzata da una calzata molto avvolgente e dal comfort impareggiabile della pelle scamosciata.
TESTAROSSA
Avvolgente, performante. Questa scarpetta da arrampicata è dedicata a chi usa i piedi per sentire. L’ottimale abbinamento tra materiali sintetici e naturali è il compromesso ideale tra comfort e tecnicità. L’utilizzo di fodere interne solo sulla punta e sul tallone, lasciando sfoderata la parte centrale, permette alla scarpetta da climbing di associare i pregi di traspirazione e comodità della pelle alla precisione ed inalterabilità nel tempo della scarpa foderata. Il sistema di bordatura (brevettato) è parte attiva nel funzionamento della scarpa e distribuisce la tensione plantare in modo progressivo. Il nuovo sistema d’allacciatura asimmetrico permette la regolazione personalizzata dei volumi interni. La particolare costruzione, che prevede la suola solo sulla parte anteriore, consente una migliore fasciatura dell’arco plantare e del tallone.
176 MATERIALI
CAMP PHOTON EXPRESS KS
ARRAMPICATA Il rinvio per chi ama arrampicare a vista. I Photon Express KS sono equipaggiati con i leggerissimi moschettoni Photon (leva dritta per gli ancoraggi, leva curva per la corda, sempre con chiusura Keylock) e con fettuccia in poliestere. Il connettore per la corda è mantenuto in perfetta posizione dal Karstop Evo: un ferma moschettone in TPU di concezione innovativa, integrato nella fettuccia e quindi estremamente efficace, funzionale e inamovibile.
CAMP SWING
VIE SPORTIVE MULTIPITCH, ALPINISMO, ARRAMPICATA Cordino di posizionamento estremamente funzionale, che consente una facile e rapida regolazione della distanza dell’arrampicatore dall’ancoraggio. Una volta collegato lo Swing all’imbracatura e alla sosta, basta ruotare il bloccante in alluminio per allontanarsi dall’ancoraggio (anche se l’attrezzo è sotto carico) e tirare il capocorda libero per compiere l’operazione inversa.
CAMP FLASH
ARRAMPICATA SPORTIVA Imbracatura di nuova concezione sviluppata per l’arrampicata sportiva e le competizioni. Essenziale e superleggera, la Flash è caratterizzata da una fettuccia portante rastremata di nuova concezione che distribuisce il carico in modo uniforme su tutta la superficie della cintura e dei cosciali, garantendo una comodità inaspettata che la rende ideale anche per le vie multipitch. Alla fettuccia, analoga a quella della Alp Racing da scialpinismo, è adesivizzata una speciale imbottitura da 3 mm per ottenere un eccellente compromesso di leggerezza e comfort. La Flash presenta 4 portamateriali: quelli anteriori sono sagomati per facilitare l’aggancio e lo sgancio del materiale mentre quelli posteriori sono più flessibili e compatti. Asola posteriore per il sacchetto portamagnesite.
MATERIALI 177
CASSIN ALPINIST PRO
ALPINISMO, GHIACCIO, MISTO Rampone da alpinismo tecnico che assicura eccellenti prestazioni su ghiaccio e misto. Le punte frontali a T garantiscono un’eccezionale penetrazione nel ghiaccio, un ottimo sostegno nella neve e grande stabilità su terreno misto. Le punte anteriori secondarie presentano un design più aggressivo di quelle del modello Alpinist, assicurando il necessario supporto su ghiaccio verticale senza compromettere il comfort durante gli avvicinamenti. L’innovativa costruzione in soli 2 pezzi in acciaio al nichel-cromomolibdeno, con piattaforma anteriore e tacco che si compenetrano senza la classica astina di collegamento articolata, garantisce una rigidità assiale senza precedenti. In questo modo, una volta regolato, l’Alpinist diventa di fatto un solo pezzo che lo scalatore sente come parte integrante della calzatura. L’asta di collegamento integrata col tacco è caratterizzata da una doppia fila di fori che, insieme alla leva posteriore a 3 posizioni, permette una regolazione estremamente precisa, stabile e sicura dell’attrezzo. Il robusto antibott, grazie al suo design e al ritorno elastico del materiale, assicura un’efficace evacuazione della neve. La custodia in dotazione, personalizzabile in base alla lunghezza dei ramponi regolati, permette di trasportarli all’esterno dello zaino tramite fettucce.
CASSIN TORRE 70
SCALATA ARTIFICIALE, ALPINISMO Il Torre 70 è un saccone da recupero da 70 litri robusto e funzionale, ideale per le big wall che richiedono due o più giorni di scalata. La cintura e gli spallacci imbottiti garantiscono il comfort durante gli avvicinamenti. Una volta in parete, la cintura può essere rimossa e utilizzata come seggiolino grazie alle asole moschettonabili sui lati. Gli spallacci, sganciati in basso, possono essere infilati nell’apposita tasca (restando comunque collegati al saccone in modo che non vadano persi). Il robustissimo Tarpaulin TPU 4500D è autoportante, conferendo al Torre 70 la rigidità necessaria per facilitare il carico e l’accesso al materiale.
CAMP HYBRID JACKET
ALPINISMO, SCIALPINISMO, TEMPO LIBERO La Hybrid Jacket, grazie alla sua costruzione differenziata, unisce efficacemente i vantaggi del piumino e del softshell. La costruzione imbottita del busto e dell’esterno maniche garantisce un buon isolamento termico, mentre le parti in tessuto elasticizzato assicurano libertà di movimento e traspirabilità. Il tutto contribuisce alla leggerezza e alla compattezza di un capo versatile dedicato all’azione, che può essere usato da solo quando il freddo non è eccessivo o in combinazione ad altri quando la temperatura scende (specialmente come strato intermedio grazie alla vestibilità Slim Fit). Il tessuto Araneum favorisce la compattabilità del capo, ideale da tenere nello zaino per entrare in gioco quando necessario.
178 MATERIALI
ARPIA
L’Arpia è stata pensata per climbers che vogliono fare il primo passo verso i modelli performance. Combina performance con un alto livello di comfort, un perfetto modello polivalente che soddisfa in ogni situazione, dalla scalata indoor alle vie a più tiri. La forma leggermente arcuata e moderatamente asimmetrica offre una calzata confortevole dal primo momento.
FURIA 80 EDIZIONE LIMITATA
In un’accattivante special edition, per celebrare il suo ottantesimo compleanno SCARPA® presenta Furia 80, offerta in soli 900 pezzi numerati. Con nuovi ed esclusivi contenuti tecnologici ed una veste grafica estremamente accattivante, Furia 80 rappresenta lo stato dell’arte in termini di performance e innovazione. Caratterizzata dalla tomaia ultra morbida e da una punta estremamente sensibile e precisa, Furia 80 regala la sensazione di arrampicare a piedi nudi e al tempo stesso trasmette la sensazione di poter sfruttare appoggi quasi inesistenti. Un modello che gli amanti del brand e della storia dell’arrampicata non potranno lasciarsi sfuggire.
INSTINCT VS WMN
Progettata per climber esperti alla ricerca di tecnicità, precisione e uno straordinario potere di aggancio di tallone, SCARPA® Instinct VS ha ora anche una versione progettata specificamente per le scalatrici. La forma è leggermente asimmetrica e inarcata, mediamente arcuata. La suola Vibram® XS-Edge assicura precisione e supporto anche sugli spigoli.
MATERIALI 179
VAPOR V
Evoluzione del grande classico Vapor V, aggiornato di design e materiali. La doppia chiusura Velcro e la lingua imbottita garantiscono un alto livello di confort. La forma leggermente asimmetrica e inarcata e la punta leggermente arcuata offrono una calzata confortevole senza compromettere la performance.
RIBELLE S OD
Calzatura ultra leggera, precisa e sensibile per alpinismo tecnico veloce. La nuova calzata precisa, studiata e realizzata con rullata, aumenta la prestazione e la velocità. Dal fondo valle fino in cima alla montagna con rapidità.
VAPOR V WMN
La Vapor V Wmn, con suola Vibram® XS Grip, disegnata appositamente sulla forma del piede femminile, mantiene gli stessi miglioramenti tecnici della versione maschile.
PIKI
La Piki ha una calzata “foot-friendly” che non compromette il naturale sviluppo del piede del bambino. Il sistema di tensionamento del tallone è solo parzialmente attaccato alla tomaia e si muove liberamente sotto la caviglia per garantire grande elasticità e adattamento al piede in crescita.
180 MATERIALI
CLEPSYDRA S
Nuova forma per mantenere la posizione ottimale del moschettone sull’imbrago durante le manovre di corda Sistema di posizionamento che funziona a moschettone aperto e a moschettone chiuso Versione Small, leggera ed adatta agli usi piÚ estremi, dove ogni grammo conta
CASCO STEALTH
Incredibile peso di 198 grammi! Nessun componente metallico sulla testa per maggior sicurezza Misura unica, 55-61, regolabile anche indossando il casco
G22 PLUS
Nuove Punte frontali forgiate, intercambiabili Rampone tutto fare dal peso di solo 969 gr Nuove punte centrali per aumentare stabilitĂ e frenata in discesa
MATERIALI 181
SPORT DAISY CHAIN
Versione corta della celebre Daisy Chain Grivel 23kn di tenuta su ogni anello Abbinata al moschettone Tau, per essere ancora piĂš veloce e sicura
THE NORTH MACHINE
Piccozza tuttofare, ideale dalle pareti nord alle cascate di ghiaccio, passando per il misto tecnico in montagna Monta tutte le nostre lame della famiglia Machine: Ice, Ice plus, Mix, Cascade Plus, Dry plus Solo 480 gr
AIR TECH 28
Leggero e compatto Stile minimalista, cintura e cappuccio removibili e tasca laterale Chiusura Roll-top Peso 900 Gr
182 MATERIALI
AGNER DURASTRETCH DRY CONVERTIBLE JACKET
La nuova Agner Durastretch Dry Convertible Jacket da arrampicata alpina svolge da sola le funzioni di più di due strati - intimo tecnico, strato isolante e guscio antivento resistente all’acqua. Per ottenere questo risultato, Salewa ha ingegnerizzato Durastretch Dry, una nuova generazione di softshell 4-way stretch resistente alla roccia: traspirante, può per essere indossato direttamente sulla pelle, come un intimo tecnico; la superficie interna leggermente spazzolata offre protezione dal freddo durante le soste; la tessitura intrecciata ad alta densità crea un barriera che protegge dal vento e resiste anche alla pioggia leggera. Le maniche scaldabraccia removibili, il colletto alto e protettivo, e la profonda mezza cerniera frontale aggiungono ulteriore adattabilità alle condizioni eliminando la necessità di aggiungere o togliere strati durante la scalata.
AGNER HYBRID DOWN JACKET
La nuova giacca Agner Hybrid Down Jacket è un piumino traspirante messo a punto per l’arrampicata alpina, per offrire protezione dal freddo durante le soste per fare sicurezza o sulle pareti in ombra. Il segreto della Agner Hybrid Down Jacket è la costruzione delle camere che ospitano il piumino. Queste infatti non sono cucite alla maniera tradizionale, ma saldate. In questo modo nello spessore della saldatura possono essere praticate delle micro perforazioni che consentono un ricambio d’aria che allontana quella troppo calda e umida che si forma durante le fasi più intense dei tiri. In questo modo gli scalatori avranno il beneficio di una giacca di soli 316 grammi, dall’eccellente rapporto tra peso e isolamento, che compressa occupa poco volume nello zaino ma protegge efficacemente dal freddo solo dove serve, cioè su torace, schiena e spalle.
WILDFIRE EDGE
La nuova Wildfire Edge di Salewa è una scarpa da tech approach che risolve il dilemma tra avere una scarpa comoda per camminare e una precisa per arrampicare. La soluzione è l’innovativo Switchfit di Salewa. Per passare a un assetto da arrampicata basta spostare le stringhe dall’occhiello superiore a quello addizionale, e tirare. In questo modo il piede viene spinto in avanti verso la parte anteriore della scarpa, comprimendo le dita come avviene in una scarpetta per arrampicare. Una volta finita la parte di climbing, è sufficiente riportare le stringhe negli occhielli standard per avere nuovamente più spazio per le dita e poter camminare confortevolmente. Completano il pacchetto tecnico il rinforzo rigido Edging Plate nella parte anteriore del piede e la suola Pomoca in mescola butilica che offre trazione e aderenza efficaci sia su roccia bagnata sia asciutta. Vincitrice dell’Outdoor Gold Award 2018.
MATERIALI 183
APEX CLIMB 25
Zaino da arrampicata alpina realizzato in Robic® Fabric, un tessuto in nylon ad alta tenacità con il 60% di resistenza in più a strappi abrasioni. Gli spallacci sdoppiati si adattano ergonomicamente alla forma del torace lasciando libertà di movimento durate le prese più complesse e riducono il peso totale dello zaino. Dotato di chiusura roll-top e sistema Twin Compression System per stabilizzare il carico, supporto per piccozza e bastoncini, uscita per il sistema di idratazione, fissaggio della corda, accesso laterale e imbottitura posteriore in EVA con scanalature ergonomiche di ventilazione.
APEX WALL 32
Zaino da arrampicata alpina sulle grandi pareti e alpinismo che utilizza la più recente evoluzione del sistema Contact Flow Fit. Grazie all’area di contatto ridotta e agli speciali canali di ventilazione 3D, il sistema Contact Flow Fit utilizzato sul nuovo Apex Wall consente di avere una riduzione della temperatura della schiena di 1,6°C dopo 15 minuti di utilizzo. Realizzato in Robic® Fabric un tessuto in nylon ad alta tenacità più resistente del 60% agli strappi del nylon convenzionale. La fibbia ad aggancio magnetico permette di fissare la corda con una sola mano. Il sistema roll-top consente di regolare facilmente il volume dello zaino stabilizzando il carico, mentre gli spallacci sdoppiati non limitano la libertà di movimento delle braccia nemmeno nelle complicate prese sopra la testa. Vincitore dell’Outdoor Gold Award 2018.
VAYU 2.0
Casco da arrampicata e alpinismo con protezione multi impatto. La calotta esterna è in Carbon Nano Tech, un materiale polimerico ceramico con il 30% di carbonio, resistente alle cadute accidentali di massi. La calotta interna è in EPP ed EPS, in grado di resistere a impatti multipli. La costruzione ibrida rende il design del casco compatto, leggero e consente di avere ampie aperture di ventilazione. Dotato di sistema di regolazione a rotellacon una sola mano, fibbia magnetica, cuffia interna staccabile e lavabile, ganci per lampada. Vincitore del Red Dot Design Award.
Relazioni e proposte ROCCIA
ÒÒAlpi Sarentine, Alpi Retiche Orientali (Alto Adige, IT),
ÒÒEiger, Alpi Bernesi (CH), Adam & Evi
ÒÒVallagarina, Prealpi Bresciane e Gardesane (Veneto, IT),
ÒÒGruppo del Titlis, Alpi Urane (CH),
Polenta con farina degli altri ÒÒVal Bedretto, Alpi Lepontine (CH), N’uovo di gallina ÒÒMonte Bianco, Alpi Graie (Valle d’Aosta, IT),
L’isola che non c’è ÒÒGran San Bernardo, Alpi Pennine (Valle d’Aosta, IT), Via di Pier Atzori ÒÒValpelline, Alpi Pennine (Valle d’Aosta, IT), Voie du bon accueil ÒÒCatena dell’Andolla, Alpi Pennine (Piemonte, IT), O’ Sole Mia ÒÒCorni di Canzo, Prealpi Luganesi (Lombardia, IT), Geotecnica ÒÒGruppo delle Grigne, Alpi e Prealpi Bergamasche (Lombardia, IT), La Santa Asinità ÒÒMonte Spedone, Alpi e Prealpi Bergamasche (Lombardia, IT), L’amico ritrovato ÒÒVal di Mello, Alpi Retiche Occidentali (Lombardia, IT), Allegro non troppo ÒÒVal Masino, Alpi Retiche Occidentali (Lombardia, IT), Il Pilastro delle sorprese ÒÒGruppo dell’Adamello, Alpi Retiche Meridionali (Lombardia, IT), Verschneidungswechsel (Cambio del diedro) ÒÒGruppo dell’Adamello, Alpi Retiche Meridionali (Lombardia, IT), Ticket to Hell ÒÒGruppo dell’Adamello, Alpi Retiche Meridionali (Lombardia, IT), Sentinella di Buciaga ÒÒValle del Sarca, Prealpi Bresciane e Gardesane (Trentino-Alto Adige, IT), È solo un passo ÒÒAlpi Sarentine, Alpi Retiche Orientali (Alto Adige, IT), Heimatliebe
Oxl-Spray Diedro degli Elfi ÒÒVallagarina, Prealpi Bresciane e Gardesane (Veneto, IT),
Via dell’onda lunga ÒÒPiccole Dolomiti, Prealpi Venete (Veneto, IT),
Spigolo Bellavista ÒÒVallarsa, Prealpi Vicentine (Trentino-Alto Adige, IT),
Il bacio della Morte ÒÒMonti Lessini, Prealpi Venete (Veneto, IT),
Via delle quaranta galee ÒÒPrealpi Vicentine, Altopiano di Asiago (Veneto, IT),
Diretta Supernatural ÒÒVal di Zoldo, Dolomiti (Veneto, IT), L’Insonnia di Ganesh ÒÒPale di San Lucano, Dolomiti (Veneto, IT), Via Irene ÒÒGruppo del Popera, Dolomiti (Veneto, IT),
Spigolo Casanova-Marchisio ÒÒSirente-Velino, Appennino Centrale (Abruzzo, IT),
Diretta Ovest al Colle delle Trincere ÒÒMonte di Montiego, Appennino Centrale (Marche, IT),
Beata Ignoranza ÒÒGran Sasso, Appennino Centrale (Abruzzo, IT),
Solo Chiacchiere & Distintivo
GHIACCIO E MISTO ÒÒVal d’Avers, Alpi Retiche occidentali (CH), Variante Risiko
a Thron, il Mostro della Val d’Avers ÒÒGruppo dell’Ankogel, Alpi dei Tauri Occidentali (A), Fragments of light-M&N ÒÒGruppo Ortles-Cevedale, Alpi Retiche Meridionali (Trentino-Alto Adige, IT), Im Wandel der Zeit ÒÒDolomiti di Brenta, Alpi Retiche Meridionali (Trentino-Alto Adige, IT), L’Ultima Frangia
RELAZIONI E PROPOSTE 185
roccia
ÒÒVallunga/Langental, Dolomiti (Trentino-Alto Adige, IT),
Once in a Lifetime ÒÒPiccole Dolomiti, Prealpi Venete (Veneto),
Super Vajo ÒÒValle di Gares, Dolomiti (Veneto, IT), Dragone Alato ÒÒMarmarole, Dolomiti (Veneto), Supernova ÒÒMonti della Meta, Appennino Centrale (Molise, IT),
Canto del cigno ÒÒMonti della Meta, Appennino Centrale (Lazio, IT),
Cavallo Pazzo
ÒÒMonti Reatini, Appennino Centrale (Lazio, IT),
Diretta al Sassetelli ÒÒMonti Reatini, Appennino Centrale (Lazio, IT),
Goulotte Nascosta ÒÒMonti Reatini, Appennino Centrale (Lazio, IT),
Via Pontecorvo-Di Pascasio ÒÒGran Sasso, Appennino Centrale (Abruzzo, IT),
Una Vez Mas ÒÒGran Sasso, Appennino Centrale (Abruzzo, IT),
Che vuoi che sia
¨¨Alpi Bernesi (Svizzera) Eiger, Genfer Pfeiler 3064 m, parete nord e nord ovest ADAM & EVI Marcel Dettling con Evelyne Rebsamen, Sepp Dettling e Kathrin Dettling, in più tentativi dal 2012 al 2018. 320 m, 10 L, 7a+ (6b+ obbl.)
6a 7a 6c
Adam&Evi si sviluppa per 10 lunghezze sul Genfer Pfeiler (3064 m), a fianco delle ben note Freaknomics (Pfeifhofer, Rogger, 2009) e Deep Blue Sea (Ruhstaller, Ratmayer, 2000-2001). Si tratta di una via di tipo sportivo, completamente attrezzata a spit, che offre una scalata varia su roccia lavorata, da molto buona a ottima. Come sugli altri itinerari dei dintorni, però, è necessario prestare attenzione ai detriti che si accumulano qua e là nelle zone appoggiate.
7a
corda fissa
7a+ 3a
terrazzo
6b
6c+
Materiale: due corde da 50 m, 10-12 rinvii. Un paio di friend (0.3-1 Camalot) utilizzabili ma non indispensabili.
6b+
Accesso: da Lauterbrunnen o Grindelwald prendere il trenino per lo Jungfraujoch e scendere alla stazione Eigergletscher. Da qui prendere un sentiero evidente, con ometti e segnalazioni, che attraversa il versante occidentale dell’Eiger. Lungo il sentiero, in circa un’ora, si raggiunge un terrazzo nei pressi di L5. Con 3 doppie (50 m, 45 m, 45 m) lungo la via Freaknomics scendere alla cengia d’attacco. Relazione: L1: 7a, 10 spit, 40 m; L2: 6b+, 7 spit, 30 m; L3: 6c+, 7 spit, 30 m; L4: 6b, 9 spit, 45 m; L5: 3a, 1 spit, 30 m; L6: 7a+, 7 spit, 25 m; L7: 7a, 8 spit, 35 m; L8: 6c, 6 spit, 25 m; L9: 7a, 9 spit, 35 m; L10: 6a, 4 spit, 25 m.
7a Deep Blue Sea
Freaknomics
Discesa: dalla cima del pilastro dirigersi a ovest, all’inizio orizzontalmente, quindi in leggera discesa (tracce), fino a trovare una linea di corde fisse che conduce al terrazzo nei pressi di L5. Da qui seguire il sentiero d’accesso.
Location: Yosemite (USA) - Route: Rastroman - Grade: 11c - Climber: Nina Caprez
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