annuario di alpinismo europeo Edizione 2018 – ISBN 978 88 85475 328 – € 9,90
EDIZIONI VERSANTE SUD
SALEWA.COM
SOMMARIO VIE MITICHE
PERSONAGGI
002 VIA DEI BELLUNESI Spiz di Lagunàz Pale di San Lucano, Dolomiti di Federico Montagna
072 MARZIO NARDI Dalla Kosterliz a Icaro e la nascita del bouldering italiano di Alberto Milani
010 CAVALCARE LA TIGRE Corno Piccolo del Gran sasso di Paolo Caruso
086 JERNEJ KRUDER di Stefano Michelin
024 JORI BARDILL Pilone Centrale del Freney Monte Bianco di Eugenio Pesci
REPORT 2017
032 DIRETTA DEL POPOLO Pizzo Badile di Giovanni Rivolta
BLOCCO MITICO 040 LA FESSURA KOSTERILTZ Valle dell’Orco di Alberto Milani
STORIA
a cura di Alberto Milani 093 TOP ALPINISMO E GHIACCIO 096 TOP FALESIA 105 TOP BOULDER 112 MATERIALI a cura della redazione
RELAZIONI E PROPOSTE a cura di Marco Romelli
123 ROCCIA 158 GHIACCIO E MISTO
052 IL GRADO NOVE di Stefano Michelin 060 IL 9A FEMMINILE di Eva Toschi
Copertina Jernej Kruder in Yosemite Foto: © François Lebeau Prezzo di copertina 9,90 € ISBN 978 88 85475 328 © VERSANTE SUD Maggio 2018 Redazione magazine Tommaso Bacciocchi Roberto Capucciati Matteo Maraone Stefano Michelin Alberto Milani (news) Marco Romelli (proposte) Damiano Sessa Redazione web up-climbing.com Stefano Michelin stefano.michelin@up-climbing.com
Hanno collaborato a questo numero: Per i contenuti: Paolo Caruso, Alberto Milani, Stefano Michelin, Federico Montagna, Eugenio Pesci, Giovanni Rivolta, Marco Romelli, Eva Toschi. Per le nuove proposte: Tarcisio Bellò, Pino Calandrella, Giovanni Chiaffarelli, Valentino Cividini, Lorenzo Corso, Alberto Fantone, Roberto Ferraris, Giovanni Giarletta, Anselmo Giolitti, Cristiano Iurisci, Daniel Ladurner,
Simone Manzi, Claudio Melchiorri, Jeff Mercier, Santiago Padros, Eugenio Pesci, Walter Polidori, Edoardo Saccaro, Luca Schiera, Angelo Taddei, Gianni Tomasoni, Nicola Tondini Web www.up-climbing.com www.versantesud.it VERSANTE SUD Srl Via Longhi, 10 – 20137 Milano tel. +39 02 7490163 versantesud@versantesud.it info@up–climbing.com
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VIA MITICA
Spiz di Lagunàz
VIA DEI BELLUNESI Un’epopea tra i gialli in un angolo selvaggissimo delle Dolomiti testi di Federico Montagna
Le Pale di San Lucano rappresentano una realtà tutta a sé nel panorama dell’alpinismo dolomitico. Benché affascinanti, vaste e complesse, sono state trascurate a lungo, a tutto vantaggio di luoghi allora più in voga come Civetta, Marmolada e Lavaredo… A parte qualche incursione esplorativa di Tissi e Comici nei primi anni 30 e qualche puntata della cordata Castiglioni-Detassis impegnata nella stesura della guida CAI TCI delle Pale di San Martino, per circa 40 anni, dagli anni 30 in avanti in piena rincorsa al 6 grado superiore e alle direttissime, non sono state prese in considerazione.
SEZIONE
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{{Il Pilastro Sud Ovest dello spiz di Lagunaz dalla valle di San Lucano
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VIA MITICA
Via dei Bellunesi
Ci è voluto quello spirito libero e selvaggio del compianto Marco Anghileri, assolutamente non nuovo ad imprese del genere, per regalare un’altra emozione su queste pareti: ripetizione invernale e solitaria (e seconda assoluta) della Via del Bellunesi dal 13 al 16 marzo 2012. Come ha scritto, ci è andato quasi per curiosità attratto dalla linea del pilastro e da una vecchia foto sbiadita dei tre apritori vista nella locanda Col di Prà in val di San Lucano. Ma l’alpinismo di Marco è sempre stato così, spinto da uno spirito quasi fanciullesco unito a una professionalità e forza da brividi. Dopo un primo tentativo fatto a febbraio, Marco tornò in parete a inizio marzo, portandosi su un saccone da 20 e passa chili, materiale e due corde da 60 metri. Dopo la risalita dello zoccolo ed il bivacco alla base della parete, superò il pilastro di circa 1300 metri in soli due giorni bivaccando poco sotto la cima dello Spiz di Lagunàz: per evitare la famigerata sosta sul traverso impossibile sui chiodini dei primi salitori, Marco unì il tiro del traverso col tiro successivo della prua verticale. La discesa fu fatta dal Diedro Casarotto-Radin attrezzando tutte le soste di calata, ma non mancò un’ulteriore emozione per Marco quando vide i vecchi cordoni fucsia di suo fratello Giorgio, reduce dalla prima invernale del Diedro Casarotto, all’uscita del Diedro Casarotto-Radin.
Che dire di questa viaF.storica. vie della coppia {{Da sinistra: S. Stucchi, Miotto e Come I. Ferraritutte dopo laleprima ripetizione assoluta della Via dei preparazione Bellunesi. (© arch.fisica Ferrari) Miotto-Bee richiede e psicologica
notevole per avventurarsi su 1300 metri di roccia non certo marmorea, con un traverso che ti taglia ogni possibilità di ritorno, assicurandoti alle lamette e chiodini psicologici lasciati dai primi salitori. Chissà se tra i top climber di oggi ci sarà qualcuno che oserà lanciarsi e tentare questa impresa, per ora appannaggio di soli alpinisti, lontani dalle mode imperanti, amanti di una montagna fatta di grandi sacrifici e di grandi fatiche, di avventure in luoghi assai selvaggi (Ferrari, Stucchi, Anghileri). Attenderemo con ansia qualcuno che abbia il coraggio di affrontarla, magari in un’ottica differente, magari in libera con una visione sportiva, sebbene senza snaturarla. Le emozioni regalateci dai racconti degli apritori e dei pochi ripetitori resteranno comunque indimenticabili.
Riferimenti E. De Biasio, Pale di San Lucano, Ed. Luca Visentini F. Miotto, Pareti del cielo, Nuovi Sentieri Editore M. Kulot, A. Bertogna, Riccardo Bee un alpinismo titanico, Ed. Versante Sud S. Ardito, Dolomiti giorni verticali, Ed. Versante Sud A. Gogna, Dolomiti e calcari di Nord Est, CDA e Vivalda editori Planetmountain.com - Forum
{{Marco Anghileri, autoscatto durante la prima ripetizione solitaria e invernale della Via del Bellunesi. (© arch. Anghileri)
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Via deitecnica Bellunesi VIA SEZIONE MITICA VIA DEI BELLUNESI. Relazione
SEZIONE
Trentino Veneto
Apritori: Riccardo Bee, Franco Miotto, Stefano gava, 11-13 luglio 1979. Sviluppo: 1350 m. Difficoltà: VI e A2. Attacco: L’accesso dalla parete è avvenuto dall’alto calandosi in doppia per il Boral di Lagunaz dalla cresta tra la Quarta Pala e il monte di San Lucano; si ritiene più naturale e conveniente l’avvicinamento per lo zoccolo della sud della Terza Pala e la cengia che attraversa il versante ovest verso l’interno del Boral. Discesa: Viene descritta la linea di discesa normalmente seguita dalla cima dello Spiz di Lagunaz che prevede di scavalcare la torre di Lagunaz e risalire le pendici meridionali del Monte San Lucano per raccordarsi ad uno dei sentieri che portano a fondovalle. NB: tutte le indicazioni sono intese sempre faccia a valle.
Relazione tratta da Pale di San Lucano di E. De Biasio, Ed. Luca Visentini. La via può considerarsi divisa in 2 parti: la prima costituita da un diedro giallo di 240 m, profondo una quindicina chiuso da un enorme doppio tetto. Si sale per il fondo del diedro per lame e fessure fino a raggiungere la sommità del pilastro; fin qui 180 metri con difficoltà di 5+ A1. Salire ore per 20 metri fortemente strapiombanti superando 2 tetti sulla sinistra. Quindi si esce dal diedro e si raggiunge lo spigolo a sinistra con un difficile traverso di una quindicina di metri in grande esposizione. Si sale ancora per una lunghezza di corda fino a raggiungere un terrazzo, ottimo posto da bivacco; A3 con passaggi fino al 7. La seconda parte è costituita da placche grigie lisce e strapiombanti; in particolare, una prima fascia la si supera a sinistra con un traverso in leggera discesa per 30 metri, salendo quindi per 50 metri e rientrando con un traverso a destra di pari misura sopra il terrazzo: 5+ e A1. Si continua ora su terreno più facile in obliquo a destra con alternanza di tratti verticali e traversi (6, 5 e A1), fino a raggiungere una liscia e rotondeggiante fessura obliqua verso sinistra. La si sale entrando in un grande diedro grigio dal quale si esce su terrazzo con mughi (110 metri, 5+ A1). Si continua ora diritti per diedrini e spigoli fino a raggiungere uno spallone con mughi (4 e 5). Si sale quindi su terreno più facile e per cresta, passando sulla destra di un’enorme caverna e con breve percorso si raggiunge la vetta. Discesa Salire facilmente alla vetta vera e propria (spaziosa, possibile bivacco non riparato). Da qui andare verso nord (ometti) per una facile cresta, quindi scendere a dx per mughi, dopo un canale sulla dx. Su un mugo si trovano i cordoni di calata. Prima doppia di 45 metri fino ad una zona appoggiata; seconda doppia di 50 metri al termine della parete, vicino ad una selletta. Da qui scendere qualche metro e risalire a sx alla selletta. Scendere con facile arrampicata (II) e spostarsi verso dx fino alla sosta di calata; terza doppia di 50 metri nel vuoto, fino sul fondo del canale che divide lo Spiz dalla Torre di Lagunaz. Ora occorre salire la Torre di Lagunaz. Scendere per roccette e poi traversare a dx verso la Torre, utilizzando delle cengette (clessidra con cordone). Si attraversa un intaglio formato da un grosso spuntone e poi si raggiunge la base di un evidente canalone che sale a dx. Salire il canalone, tenendo poi la dx e arrivando ad un muretto inciso da un
diedrino. Non salire lì ma più a dx, per placca (3+, sembra poco appigliata, ma non è così). Dalla placca traversare a sx per rientrare nel canalone, sopra il diedrino). Ora continuare nel canalone, fino ad arrivare ad un anfiteatro più ampio. Non seguire il ramo di sx, ma continuare nel canale principale, stando sulla sx fino a delle roccette dove si segue un camino e roccette (3+) che portano infine in vetta. Ora non andare ad una crestina a sx con piccolo ometto, ma passare in un breve intaglio a dx (salendo), scenderlo e andare a sx alla sosta per calata. Prima doppia di 45 metri da masso incastrato con cordino; seconda doppia di 40 metri fino ad una cengetta con calata su chiodo e clessidra; terza doppia di 45 metri che deposita alla base. Si risale un piccolo dosso e sulla dx si trova il libro di via, protetto in una custodia metallica appesa alla roccia. Ora si deve salire sul Monte San Lucano. Salire il pendio erboso che ci si trova di fronte, seguendo delle tracce più o meno marcate, che poi salgono verso dx e passano dietro un crinale, arrivando ad una lunga cengia che passa sopra una parete (visibile anche durante le doppie appena fatte). Al termine della cengia si percorre una zona che scende ed arriva ad una zona con erba e placchette. Da qui si può scendere per circa 100 metri in arrampicata, oppure scendere in doppia: Prima doppia da 50 metri da tozzo spuntone con cordone e cordino su clessidra; seconda doppia da 50metri da un grosso masso con cordone, scendendo verso dx, alla base di alcune placconate. Ora traversare a destra raggiungendo dei prati, quindi scendere un colletto erboso che va a dx e da lì proseguire per buone tracce di fianco all’Arco di Bersanel (arco naturale non visibile dal colletto), e poi ancora fino a raggiungere una evidente forcella (Forcella di Gardes, 1998m). Scendere verso sx seguendo il sentiero 764 per la Valle di San Lucano, continuando infine seguendo le indicazioni per l’abitato di Col di Pra. Da qui continuare su strada asfaltata nella Valle di San Lucano. Tempo complessivo dalla vetta dello Spiz di Lagunaz: circa 5-6 ore. I primi salitori scesero per la terza Pala di San Lucano: dalla cima seguire la cresta di collegamento con la terza Pala (cresta nord ovest , ore 2, max 3+) indi calarsi per 1500 mt in parte arrampicando ed in parte con corde doppie lungo lo spigolo Sud Est (via Tissi-Andrich).
Via dei Bellunesi
VIA MITICA
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VIA MITICA
Corno Piccolo - Gran Sasso
CAVALCARE LA
TIGRE
testo di Paolo Caruso
{{La parete est del Corno Piccolo: a sinistra in alto il Monolito e verso destra in basso il Pancione di Cavalcare la Tigre.(Š P. Caruso)
Cavalcare la tigre
VIA MITICA
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Cavalcare la Tigre è nata nell’estate del 1982. Si è trattato di un’esperienza cruciale per la mia formazione, che mi ha fatto capire molto su me stesso, sulle mie capacità e sul mio rapporto con il concetto di “limite”, non solo fisico ma soprattutto mentale e interiore. Avevo cominciato ad arrampicare solo tre anni prima, con un corso del CAI e poi con un corso di alpinismo invernale della Guida alpina romana Luigi Mario, un amico di mio zio Emilio che con lui aveva aperto importanti itinerari sul Gran Sasso.
D
opo aver messo le mani sulla roccia un paio di volte avevo subito capito che l’arrampicata avrebbe occupato un posto importante nella mia vita. Sentivo che non si trattava semplicemente di uno sport, o di un hobby appassionante per me, ma di un cammino percorrendo il quale avrei imparato di più su me stesso, sull’essere umano in generale e sul senso della vita, aspetti che fin dall’adolescenza erano per me essenziali. Avevo compiuto 18 anni e il “significato” di quell’andare in montagna mi sembrava fosse collegato al senso stesso dell’esistenza e agli obiettivi che avrei potuto pormi vivendo. Naturalmente all’epoca non avevo ancora messo chiaramente a fuoco tutto ciò, ma ero spinto in avanti da un desiderio prepotente di saperne di più e di migliorare. Avevo velocemente imparato tutto ciò che veniva insegnato nei corsi e mi aspettavo ci fosse molto altro: una disciplina, con delle tecniche di movimento precise, apprendendo le quali avrei potuto sviluppare le mie capacità, spostare in avanti i miei limiti. Le domande che mi ponevo, a parte quelle più profonde ed esistenziali, erano semplici e concrete ma, come ho scoperto poi, di grande importanza per la nascita e lo sviluppo del lavoro che ho realizzato negli anni seguenti:
“Come si fa a scalare bene, cioè, come si fa a diventare più bravi?” Interrogativi legittimi e basilari in qualsiasi ambito sportivo e dell’agire umano ai quali, però, non riuscivo a trovare risposta nell’ambiente romano o tra gli alpinisti delle generazioni precedenti alla mia. Tutto ciò che avevo ottenuto “tormentando” lo zio Emilio e altri alpinisti e istruttori navigati, era stato il consiglio: “Fai esperienza, ripeti tutte le vie facili così da non rischiare e vedrai che il miglioramento arriverà”. In sostanza, stavano dicendo che non c’era nulla da insegnare, e quindi da imparare, riguardo al movimento sul verticale! La strada che mi veniva prospettata però non mi allettava molto. Ero giovane, determinato, con un buon bagaglio motorio alle spalle e dopo pochi mesi ero già in grado di arrampicare tranquillamente su itinerari che erano considerati particolarmente difficili dai miei istruttori. Nell’81 avevo superato le selezioni per diventare Guida Alpina e stavo frequentando il corso di formazione. Il tempo necessario per ripetere “a tappeto” tutte le vie normali e le classiche mi sembrava spropositato rispetto all’urgenza che avevo di elaborare i miei quesiti che, come detto, erano anche di natura interiore.
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VIA MITICA
Pilone centrale del Freney - Monte Bianco
JÖRI BARDILL
GLI SPIT PIÙ ALTI
D’EUROPA testo di Eugenio Pesci
Nella magnifica guida alpinistica dedicata da Gino Buscaini ad una parte del Monte Bianco nel 1994, a pagina 193 ci si imbatte nella seguente descrizione di un itinerario: “Magnifica scalata in maggior parte libera, con numerosi passaggi in artificiale. Roccia buona. Buoni posti da bivacco su tutto il pilone. I primi salitori utilizzarono molti chiodi; attualmente imposto 15 ch. e 2 spit, tanto da ritenere la via schiodata. Dislivello dalla crepaccia all’uscita in cresta: 800m, dei quali 500 per la parte rocciosa. Difficoltà ED+, sostenute fino a V+ e A2 (ED- i primi salitori). Se in libera 6c.”.
Jöri Bardill
Q
ualche riga sotto si legge che la via attacca a 4000 metri di quota, e che dall’ultimo tratto roccioso si raggiunge per cresta la cima del tetto d’Europa.
Si tratta della direttissima al Pilone centrale di Frêney, grandioso itinerario in altissima quota che supera il più celebre pilastro granitico delle Alpi tenendosi poco a sinistra della classica via aperta nel luglio 1961 da Chris Bonington, Don Whillans, Yan Clough e J. Duglosz, seguiti da una cordata italo-francese di cui facevano parte anche René Desmaison e Ignazio Piussi.
I primi salitori della direttissima furono la guida svizzera Jöri Bardill e i fortissimi svizzeri Michel Piola e Pierre-Alain Steiner, dal 10 al 12 agosto del 1982. Bardill era all’epoca meno noto dei suoi due compagni ma, dai racconti dello stesso Piola, guidò in buona parte la cordata in una salita che si svolse spesso in condizioni metereologiche sfavorevoli e con visibilità molto ridotta.
VIA MITICA 25
Purtroppo, il giovane Bardill perse la vita l’anno dopo travolto da una caduta di seracchi. Lo stesso Steiner, stella di prima grandezza nel mondo alpinistico di quegli anni, perirà nel 1986, davanti agli occhi impotenti del suo amico Erhard Loretan per una caduta su un pendio ghiacciato in discesa dagli 8201 metri del Cho Oyu.
Steiner era un arrampicatore di gran classe, alpinista creativo e molto esperto, compagno quasi fisso di Piola, con cui aveva salito il Naso di Zmutt al Cervino per una via diretta usando anche qualche spit, dal 29 luglio al primo agosto 1981, e la Beauté du monde alla ovest delle Petites Jorassess sempre nel 1981.
{{Sui tiri superiori della Jöri Bardill (© Matteo Della Bordella)
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VIA MITICA
Pizzo Badile
DIRETTA DEL
POPOLO testo di Giovanni Rivolta
Negli anni ’90, la Diretta del popolo, era diventata una delle mete più ambite per i climber lombardi, in particolare, per coloro che frequentavano con assiduità, le pareti del Masino-Bregaglia. La via, come altre sulla stessa montagna, fu aperta dal giovane premanese Tarcisio Fazzini insieme a Ottavio Fazzini e Livio Gianola. Tarcisio (Tarci per gli amici), era già molto conosciuto tra i “granitisti” , in seguito all’apertura di arditi itinerari nel Masino-Bregaglia.
{{Giovanni Rivolta durante la ripetizione di Diretta del popolo (Š arch. Rivolta)
40 BLOCCO MITICO
Uno strappo nella roccia e nel tempo
LA FESSURA KOSTERLITZ testo di Alberto “Albertaccia” Milani
Non accade spesso che ci sia un giorno così ricco di “prime volte”. Sono quasi le due di notte di questa mia prima volta all’Orcoblocco e prima volta in Valle dell’Orco, dopo anni di attesa e di visite programmate e sistematicamente rinviate al futuro. Gord posiziona i faretti in modo da illuminare bene il masso. È anche la prima volta che faccio una “night session”. A dire il vero non è che ciò mi entusiasmi molto perchè ho sempre ritenuto le night session un’intromissione nei ritmi della natura.
{{Sulla Kosterlitz durante l’Orcoblocco 2017. (© Roberto Capucciati)
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BLOCCO MITICO
La fessura Kosterlitz
il trad è proprio il futuro di questo posto, nel senso che ci sono una quantità di strutture, pareti, sassi, indefinibili e questo sta piacendo molto a chi viene da queste parti. Per il futuro vedo una grande rinascita. Ovviamente ci sarà tantissimo da scoprire e sarà solo un divertimento, ma sarà una grande rinascita su tutti gli stili di scalata e arrampicata. Il trad secondo me sarà la prima cosa da portare avanti di pari passo con il bouldering. Penso che difficilmente potrà finire perché continuiamo a trovare nuove aree super invitanti e bellissime. Sarà sempre più difficile accompagnare queste cose con la mia attività al rifugio perché occupano un sacco di tempo in estate, che è la stagione in cui c’è anche più possibilità di stare all’aperto a scoprire e spazzolare i massi. Allo stesso tempo credo che l’attività di guida potrà dare solo un grande valore aggiunto alla scoperta, all’esplorazione ma soprattutto nel mostrare a tutti i visitatori le potenzialità e le bellezze di questo posto. Stiamo anche già sistemando tante linee appartenenti al passato perché, oltre alla parte di scoperta, credo che sia molto importante valorizzare quello che è stato fatto nel passato. Ci sono tante vie e anche gli stessi massi di Zangerl, pur non essendo ancora storia, iniziano già a risporcarsi e sono da ripulire. Quindi vedo un futuro ridente e vedo un grande aumento di frequentatori in questo posto… Ci puoi parlare di una delle aree che ritieni più interessanti nel contesto della Valle? Sicuramente Atlantide. Quest’area blocchi che non è stata presentata al raduno perché era sommersa dall’acqua (si trova infatti nel lago artificiale e la frequentazione dipende dal grado di svuotamento dalla diga, ndr). Dall’area blocchi parte una falesia che abbiamo chiodato io e Stefano e fa parte del grande lavoro esplorativo che abbiamo fatto in questa valle. Sono stati aperti 26 tiri al momento e probabilmente ne usciranno di altri. Insieme alla falesia sempre subito sopra i blocchi ma nello stesso identico punto si fa anche trad. Ci sono delle belle strutture fessurate dove si riesce ad arrampicare in stile inglese, e secondo me è un po’quello su cui questa valle deve spingere e puntare. È una cosa che piace molto e qui se ne può fare davvero tanto divertendosi. Anche quest’anno il viaggio alla scoperta dei blocchi mitici del boulder italiano è finito. Dopo aver letto una menzione a questo significativo “settimo grado”, tradotto 6b, molti probabilmente avranno perso interesse e avranno piantato lì. Molti forse si saranno trascinati stanchi e disinteressati
fino a queste parole, probabilmente senza provare nessun reale interesse. Molti altri ancora, leggendo il nome di Zangerl si saranno precipitati a verificare se c’è qualche 8a da poter aggiungere alla propria lista… Inutile farsi illusioni o coltivare speranze, questo è il boulder attuale, numerologia, moda e consumismo, conditi dal disinteresse per un passato nemmeno troppo lontano. Poco importa perché qui non si parla a chi la vive in questo modo. Sono sicuro invece che quei pochi ragazzi che ancora hanno dentro il fuoco della passione per il boulder, per ciò che è stato e per ciò che rappresenta, forse ancora possono vivere con emozione l’arrivare in cima ad una fessura che un giovane scozzese visionario ha aperto 45 anni fa, destinato a scrivere la storia dell’arrampicata italiana e della fisica mondiale. Una fessura che è uno strappo nella roccia di questo masso ma anche uno strappo nel tempo stesso, nel futuro che ci aspetta, tra la spasmodica ossessione di uno sterile “tutto e subito” contrapposta ad una storia di emozione, passione, e scoperta di sé stessi. Ed è proprio in queste ultime che il boulder esprime tutto il suo vero potere, con quel suo farci scoprire i limiti e farci vibrare al massimo…soprattutto nell’anima!
Riferimenti bibliografici G. Novaria La fessura da Nobel che rischiò di essere fatta saltare in aria – La Stampa http://www.lastampa. it/2016/10/05/cronaca/torinoalps/la-fessura-danobel-che-rischi-di-essere-fatta-saltare-in-ariaN8qCwKJSU7Mt6CCzc2uWYM/pagina.html E il nuovo mattino scomparve in un masso – La Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/ repubblica/2000/08/05/il-nuovo-mattino-scomparve-inun.html M. Bartocci Kosterlitz, una fessura da Nobel – Il Manifesto http://ilmanifesto.it/kosterlitz-una-fessura-da-nobel/ Gianni Battimelli - Mike Kosterlitz: l’anima inglese del Nuovo Mattino - Rivista della Montagna n. 107, aprile 1989 Kosterlitz e il premio Nobel http://gognablog.com/ kosterlitz-e-il-premio-nobel/ Il Sasso Prois - http://gognablog.com/il-sasso-prois/ Infoboulder - Masso Kosterlitz - http://www.infoboulder. com/?mod=pages&ID=3 Beyond Gravity - https://www.youtube.com/ watch?v=qW3r6Cs_kI0.
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STORIA
IL GRADO
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E V NO Da Action Direct a Silence testo di Stefano Michelin
“I’m just really, really happy”. Con queste poche e per certi versi enigmatiche parole, il fuoriclasse ceco Adam Ondra aveva annunciato il 3 settembre 2017 di aver completato il suo progetto nella grotta norvegese di Flatanger e di aver liberato così il primo 9c mondiale. La notizia fece il giro della Terra in men che non si dica. Un tabù era stato abbattuto, l’ennesimo tabù.
{{Adam Ondra, Silence (Š Pavel Blazek)
60 STORIA
L’ARRAMPICATA È FEMMINA Breve storia di donne verso il limite e oltre. testo di Eva Toschi
Autunno 2002. 16 anni fa. Una ragazza basca si trova in Svizzera per coronare un sogno che la ossessiona da due anni. È la seconda volta che si trova qui, a combattere contro (o con?) questa severa placca di venti metri che un giorno del 1993 un arrampicatore di nome Fred Nicole ha deciso potesse essere scalata. Il tempo fa schifo. Eppure la ragazza è tornata proprio alla ricerca del momento giusto per salire quello storico muro. Il tempo fa schifo e la ragazza non può far altro che aspettare. Sono certa che le domande che vorticano nella sua testa sono tante, che i dubbi sono tanti: cosa ci faccio qui? Perché ho avuto la presunzione di credere di poter salire questo tiro? Sono pronta? Lo sarò mai?
{{Angela Eiter, Planta de Shiva (Š Javipec)
64 STORIA
Il 9a femminile
Passano pochi mesi, presto è autunno ed è il momento ideale per scalare nella falesia americana di Red River Gorge (Kentucky). Una giovane ragazza bionda, alta 1,57 e leggera come un fuscello è alle prese con un grande sogno. I suoi occhi sono vispi, è piena di energia. Crede che l’unico motivo per cui nessuna donna americana abbia salito un 9a è semplicemente perché non abbiano provato. Lei decide di provare. Minuti che sembrano trascorrere tra sogno e realtà. L’arrivo in catena. Le mani aperte. È il 15 ottobre 2011. Sasha DiGiulian a soli 18 anni diventa la prima donna americana e la terza al mondo a salire una via di quella difficoltà. Dopo qualche mese salirà anche “Era Vella”, in Spagna, confermando così di cosa è capace.
Pure Imagination 9a, Red River Gorge, Kentucky. Prima salita: Jonathan Siegrist 2010 Prima salita femminile: Sasha DiGiulian 2011 Con la salita di Pure Imagination sei diventata la prima donna americana a scalare un 9a ... è stato molti anni fa, ma puoi raccontarci per favore cosa hai provato durante quella salita? Devo confessarti una cosa: quando ho iniziato a scalare avrò visto il video 10000 volte, sognando di poter un giorno scalare come te; sembrava tu stessi ballando sulla roccia!
Quando ho salito Pure Imagination è stato uno di quei momenti “pizzicami” in cui si mescolano le linee tra realtà e sogno. Non avevo idea di essere in grado di riuscire in questa salita; ho solo iniziato a provarci perchè la linea ispirava. Ho imparato molto da questo processo, principalmente che non si sa mai fino a quando non ci provi. Vai fuori e prova. Il peggio che succede è che cadi. Pensi che, dopo aver scalato “Era Vella”, (un’altra via 9a), che “Pure Imagination” sia più o meno della stessa difficoltà? Ho sentito che qualcuno dice che “Pure Imagination” potrebbe essere 8c + ... cosa ne pensi di questo? falso o vero?
Penso che l’intera scala dei gradi sia soggettiva. Non vedo davvero il punto nel confronto tra Era
Il 9a femminile
STORIA 65
{{Sasha Digiulian, Utah (Š arch. Digiulian)
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PERSONAGGI
MARZIO e ICARO
Una vita scolpita nella roccia testo di Alberto “Albertaccia” Milani
Icaro... Tutti conosciamo Icaro.
{{La ricerca, l’anima più pura del boudering. (© Federico Ravassard)
86 PERSONAGGI
JERNEJ KRUDER Lo sloveno polivalente testo di Stefano Michelin
Boulder, trad, multipitch, deep water, falesia. Lo sloveno Jernej Kruder ha tagliato negli ultimi anni tutto il panorama dell’arrampicata sapendo spaziare praticamente in tutte le specialità senza tralasciare importanti risultati anche in campo agonistico. In particolar modo negli ultimi due, il nome dei Kruder è stato una costante in tutte le specialità con prestazioni talvolta uniche e sempre interessanti.
{{Jernej Kruder, Yosemite. (© François Lebeau)
REPORT
2017
Tutte le principali news dell’anno appena passato divise in tre categorie, ALP-ICE CLIMBING, FALESIE e BOULDER per non perderti neanche una delle prestazioni top del 2017!
REPORT 2017 93
TOP ALPinismo MULTI-PITCH e ghiaccio 30 dicembre 2016/Austria - A cavallo tra 2016 e 2017 arriva la notizia della prima ripetizione di una storica via, che porta dietro di sé la vicenda umana oltre che alpinistica di uno dei più significativi alpinisti degli anni ’90. Thomas Huber, Stephan Siegrist e Roger Schaeli riescono infatti a ripetere la leggendaria Metanoia, via sulla parete nord dell’Eiger, aperta nel 1991 da Jeff Lowe in un momento emblematico della sua vita e rimasta finora irripetuta. 2 febbraio/Islanda - Pazzesca salita per la ghiacciatrice Lucie Hrozova, cha sale la volta di un tunnel nel ghiacciaio più grande d’europa, il Varnajokull, creando Arya, 25 metri gradati WI10/+ . 2 marzo/Francia - Bella connessione per Ines Papert e Luka Lindic sulla nord delle Grandes Jorasses, dove in due giorni concatenano le vie No Siesta e Bonatti-Voucher. 14 marzo/Austria - Una first ascent di altissimo livello per il tedesco Fabian Buhl sulla bellissima parete della Sonnenwand: in solitaria autoassicurata, principalmente in stile trad e dopo essersi concesso lunghissimi voli, Fabian libera Ganesha, multipitch con difficoltà fino all’8C. 15-16 marzo/Italia - Nuova via sulla Nord del Cervino per Alexander Huber, Dani Arnold e Thomas Senf, che effettuano una variante alla Gogna-Cerruti per affrontare direttamente la parete strapiombante, con difficoltà fino all’A4 in artificiale.
112 MATERIALI
COBRA ECO
Cobra Eco è la versione eco-sostenibile della ballerina per eccellenza, realizzata con materiali eco-friendly per contenere al minimo l’impatto ambientale. E’ una scarpetta d’arrampicata la cui quasi totalità dei componenti (85%) deriva da materiali riciclati (suola, nastro, elastico collo piede) ed a ridotto impatto ambientale (pelle con concia metal free, collanti a base acquosa). Adotta la suola La Sportiva Frixion Eco ottenuta riciclando la gomma utilizzata nel processo produttivo (suola e tallone) garantendo al contempo performance di tenuta e durata paragonabili ad una mescola standard. Cobra Eco grazie alle sue eccezionali doti di spalmabilità su ogni tipo di roccia e superficie, è la scarpetta ideale per le competizioni Speed.
SKWAMA WOMAN
Scarpetta d’arrampicata sensibile, fasciante e flessibile, ideale per utilizzo performance sia su roccia che in palestra indoor, pensata per utilizzi su pareti strapiombanti e su placche. Come la pelle squamosa di un serpente, Skwama è una scarpetta d’arrampicata super sensibile e fasciante in grado di supportare il climber nei movimenti più tecnici su strapiombi (in e outdoor) e placche. Pensata per l’utilizzo performance è estremamente flessibile grazie alla nuova costruzione della suola che aumenta la possibilità di utilizzare la calzatura “spalmandola” sulla roccia in maniera omogenea ed uniforme. La tomaia in pelle scamosciata e microfibra ha una costruzione che consente una perfetta avvolgenza del piede senza punti rigidi o vuoti, favorendo la massima stabilità in torsione, anche grazie all’innovativo guscio brevettato S-Heel™ che mantiene la stabilità accentuando le performance e l’adattabilità della scarpetta nei tallonaggi. La Skwama™ in gomma protettiva ultra-aderente in punta protegge dalle abrasioni e forma una superficie grippante per gli agganci di punta. La suola Vibram XS-Grip2 fornisce la massima aderenza a qualsiasi tipo di parete. L’arrampicata cambia pelle, aggiunge le squame.
SOLUTION
Versione Reboot 2018 del celebre modello Solution. Morbida, precisa, rivoluzionaria. La soluzione di ogni “problema”. Rivoluzionaria scarpetta d’arrampicata sviluppata specificatamente per la scalata boulder. Di fronte ai problemi tecnici che la roccia vi sottopone, la scarpetta “Solution” vi supporta con le più innovate tecnologie per risolvere il vostro boulder. La tomaia adotta la tecnologia Lock Harness System, sistema di fasciatura del piede dall’interno, che abbinata alla particolare costruzione a guscio del tallone consente di esaltare al massimo la prensilità dei piedi nei tallonaggi e la presa di rovescio con i piedi sui massi strapiombanti. Il sistema di bordatura P3 (Permanent Power Platform) è parte attiva nel funzionamento della scarpa, lavora in sinergia con il plantare distribuendo e mantenendo la tensione in modo costante nel tempo. L’innovativo e rapido sistema d’allacciatura (Fast Lacing system) abbinato alla linguella in tessuto elasticizzato permette un’ottima regolazione di volumi interni.
MATERIALI 113
HAIM HODDY
Haim Hoody è la felpa versatile e funzionale pensata per accompagnarti nelle più intense giornate d’allenamento. Il design ricercato e cool, invece, rende questo capo perfetto per muoversi liberamente sia dentro che fuori dalla palestra.
SQUAMISH HOODY
Squamish Hoody è la felpa da donna perfetta per le soste in parete o per utilizzo tempo libero after climbing. E’ dotata di comoda e spaziosa tasca marsupiale frontale e cappuccio con regolazione “one-hand”.
STRIVE TANK
L’allenamento, si sa, è una sfida continua contro se stessi ed i propri limiti: Per aiutarti a raggiungere i tuoi obbiettivi, La Sportiva ha realizzato Strive Tank, la canotta elastica e traspirante grazie alla costruzione body-mapping e al trattamento anti-odore e anti-batterico Polygiene®
114 MATERIALI
CASSIN EGHEN 35
ALPINISMO, ARRAMPICATA, VIE SPORTIVE MULTIPITCH, GHIACCIO Il successo dell’Eghen 22, lo zaino tecnico per le uscite light & fast in giornata, ci ha portato a sviluppare l’Eghen 35: un prodotto coi medesimi punti di forza – comodità, funzionalità e robustezza – ma più capiente e quindi ideale per le scalate di più giorni o che richiedono molto materiale. Caratterizzato da una forma stretta e allungata, con un design essenziale per non intralciare durante l’arrampicata, l’Eghen 35 presenta un doppio sistema di chiusura che permette di variarne la capacità. Le fettucce laterali amovibili consentono di fissare materiale extra all’esterno, ma anche di comprimere il carico all’interno. Il pannello in EVA dello schienale può essere sfilato dal suo vano per essere usato come appoggio durante i bivacchi; la tasca interna con due zip, normalmente agganciata allo schienale con due fibbie rapide, può essere rimossa e portata a tracolla per avere sempre con sé documenti, denaro, chiavi ecc. dopo la scalata.
Tech info: Zaino tecnico per uscite di più giorni o che richiedono molto materiale Volume di carico flessibile (da 35 a 45 litri) grazie al doppio sistema di chiusura In tessuto molto robusto, con fondo rinforzato Schienale con imbottitura termosaldata e pannello rimovibile in EVA da 4 mm utilizzabile come sedile durante i bivacchi Spallacci imbottiti con sistema di avanzamento del carico Cinghia sternale rimovibile e regolabile in altezza Cintura addominale imbottita, a scomparsa sulla parte frontale dello zaino, con fibbia a doppia regolazione e fettuccia per stabilizzare il carico 2 maniglie superiori collegabili per recupero/trasporto 2 porta piccozza con velcro superiore e tasca inferiore per le lame con rinforzi in Hypalon Porta corda a scomparsa Tasca interna amovibile con doppia zip, utilizzabile come tracolla dopo la scalata Tasca elastica interna per maggior ordine del materiale Chiusura principale rapida, con fibbia e anello in fettuccia per facilitare l’apertura/chiusura anche indossando i guanti Seconda chiusura ad avvolgimento con fibbie rapide Fettucce laterali amovibili per fissare materiale all’esterno e comprimere il carico
MATERIALI 115
CAMP DYON EXPRESS KS DYNEEMA
ALPINISMO, ARRAMPICATA Il Dyon Express KS Dyneema® è il rinvio per le grandi scalate alpine che richiedono peso minimo e massima funzionalità. Un risultato garantito dalla leggerezza della fettuccia in Dyneema® e soprattutto dalle eccezionali caratteristiche dalla coppia di moschettoni Dyon, dotati dell’innovativa chiusura brevettata con leva a filo KeyWire e naso SphereLock. Il connettore inferiore è mantenuto in perfetta posizione dal Karstop Evo: un ferma moschettone in TPU di concezione innovativa, integrato nella fettuccia e quindi estremamente efficace, funzionale e inamovibile. Tech info: • Rinvio superleggero con 2 moschettoni Dyon • Fettuccia in Dyneema® da 11 mm (lunghezza 11 e 20 cm) con Karstop Evo ferma moschettone integrato
CAMP STORM
ALPINISMO, ARRAMPICATA, VIE SPORTIVE MULTIPITCH Casco al top di gamma, superleggero ed estremamente confortevole, che assicura una protezione completa in tutte le attività verticali. Lo Storm è caratterizzato da una costruzione molto robusta, da un’eccellente ventilazione e da una rapidità di regolazione che ne fanno il compagno ideale per le salite più lunghe e impegnative. Particolarmente curato anche il design, che suggerisce allo stesso tempo solidità e leggerezza. Tech info: Il più leggero tra i caschi CAMP Struttura interna in EPS e calotta esterna in policarbonato “in-moulding” 22 aperture per un’eccellente ventilazione Imbottitura interna rimovibile per maggiore comfort Sistema di regolazione posteriore con rotella Divider laterali con clip per una rapida regolazione delle fettucce di fissaggio 4 clip portalampada di grandi dimensioni Disponibile in 4 colori e 2 taglie Conforme alla norma EN 12492
CAMP ENERGY
ALPINISMO, ARRAMPICATA La Energy è un’imbracatura leggera e confortevole in grado di soddisfare le esigenze del più ampio range di utilizzatori, dai principianti agli arrampicatori più esperti. Polivalente, adatta per l’arrampicata sportiva e per le vie in montagna, è curata in ogni dettaglio con l’impiego di materiali di prima qualità. L’interno termoformato e la notevole larghezza di cintura e cosciali garantiscono comodità e sostegno durante le sospensioni e le calate in doppia. I cosciali con fibbia scorrevole, ad ampiezza variabile ma non completamente apribili, uniscono l’assoluta sicurezza della costruzione fissa con la versatilità della costruzione regolabile. I 4 portamateriali in fettuccia con tubetto di rivestimento consentono un facile accesso a tutto l’equipaggiamento. Tech info: Imbracatura polivalente per il più ampio range di utilizzatori Cintura e cosciali con interno termoformato Fibbia rapida autobloccante sulla cintura Sistema di regolazione dei cosciali con fibbia scorrevole 4 portamateriali rinforzati Anello di recupero posteriore
116 MATERIALI
FURIA S
Ultra morbida e sensibile, Furia S regala la sensazione di stare a piedi nudi sulla roccia e l’abilità di agganciare le prese. Asimmetrica e inarcata, con punta arcuata, offre altissima sensibilità in punta. La tomaia combina 7 pezzi di microfibra con cuciture che non creano sovrapposizioni. Il sistema di Wave di chiusura a strap distribuisce uniformemente la pressione sulla tomaia permettendo aggiustamenti di volume. Il soffietto elastico facilita la calzata. L’inserto minimale in Flexan di 1mm assicura la massima sensibilità in punta. Il Sistema IPR-tension assicura massima flessibilità, mantenendo la tensione dalle dita fino al tallone. Il sistema SRT garantisce agganci perfetti in punta grazie alla gomma M50. Suola di lunghezza 1/3 in Vibram XS Grip 2 3,5mm con tallone sagomato XS Grip 2 di spessore 2mm. Tech info: TOMAIA: Microfiber SUOLA: XS Grip2 3.5 mm TAGLIE: 34-45 (comprese mezze taglie) PESO: 220 grammi (1/2 paio tg.40)
MAESTRO ECO
Tech info: TOMAIA: 2,0mm Suede + Microfiber SUOLA: Vibram® XS Edge 4,0 mm TAGLIE: 36-46 (con mezze taglie) + 47 - 50 (no mezze taglie) PESO: 275 grammi (1/2 paio taglia 41)
Una scarpetta rivoluzionaria che offre grande stabilità su piccoli appoggi e spigoli e affidabilità sulle spalmate. La Maestro Eco ha una forma dritta e leggermente inarcata, mediamente arcuata sulla punta, ed è progettata per l’arrampicata multi-pitch e le grandi pareti. Tomaia: La tomaia combina 3 pezzi in pelle con fori laterali e sulla lingua, per maggior traspirabilità. Sistema di allacciatura fino in punta per una calzata più precisa. Intersuola intera in plastica Janus 1,1 mm, progettata per distribuire la forza lungo tutto il piede, mantenendo la giusta rigidità torsionale per affrontare gli appoggi più piccoli. Il Sistema IPC-Tension garantisce supporto totale per affrontare un uso continuato su piccoli appoggi, senza compromettere la flessibilità nelle spalmate. Suola intera Vibram XS Edge di spessore 4mm, combinata a uno strato sottostante al tallone in gomma XS Grip 2.
MAESTRO ECO WMN
Maestro Eco WMN è pensata per tutte le donne che amano l’arrampicata multipitch e trad. Offre grande stabilità del piede su piccoli appoggi e, al tempo stesso, è sufficientemente flessibile per spalmare. Maestro Eco WMN ha una forma dritta e leggermente inarcata, mediamente arcuata sulla punta.
Tech info: TAGLIE: 34 1/2 -41 (con mezze taglie) PESO: 230 grammi (1/2 paio taglia 38)
MATERIALI 117
MAGO
Tech info: TOMAIA: 1.8 mm Suede + Microfiber SUOLA: XS Grip2 3.5 mm TAGLIE: 34-45 (comprese mezze taglie) PESO: 215 grammi (1/2 paio tg.40)
Con una struttura rinforzata grazie alle cuciture e all’intersuola TPS, la nuova Mago assicura grande precisione anche sugli appigli più piccoli come nessun’altra scarpetta. La forma asimmetrica, inarcata e molto arcuata nella punta, permette di concentrare la forza sull’alluce diventando uno strumento di assoluta precisione. La tomaia combina 5 pezzi di microfibra e pelle e, grazie all’allacciatura fino in punta, può adattarsi ad ogni forma del piede. Il complesso sistema di cuciture rinforza la struttura della tomaia. L’inserto in TPS presagomato assicura una forma concava e sensibilità sull’alluce. Il tallone è rinforzato con una striscia in Flexan per mantenere tensione e struttura. Il Sistema di tensionamento X-Tension mantiene la forma della scarpetta nel tempo. La potenza è concentrata sull’alluce pur fornendo supporto a tutto l’arco plantare. Suola: La suola di lunghezza 1/3 in Vibram XS Grip 2 a spessore 3,5mm, assicura la massima flessibilità.
RIBELLE LITE OD
Stile e forma sono immediatamente riconoscibili come appartenenti alla famiglia RIBELLE. La nuova e innovativa forma, infatti, segno distintivo del Ribelle, permette una camminata “rullata” e veloce, tipica degli alpinisti che desiderano percorrere le ascese in “stile alpino”. La versione LITE, in MicroTech, utilizza il sistema costruttivo Sock-Fit XT che permette elevato comfort del piede e la membrana impermeabile e traspirante OutDry® garantisce piedi asciutti in ogni condizione. Ideale per percorsi di trekking, vie ferrate e alpinismo classico, Ribelle Lite è la scarpa per tutti i professionisti della montagna e le guide alpine. La suola Pentax Precision III con battistrada in mescola Vibram® Mont è compatibile con i ramponi semi-automatici e la forma “curva” tipica della famiglia Ribelle permette una camminata veloce e confortevole. Tech info: TOMAIA: Tech Fabric + Microtech FODERA: OutDry® Lamination+37.5 by Cocona INTERSUOLA: Activ Plus (polypropylene + fiber glass 4 mm) SUOLA: Vibram® Pentax Precision III TAGLIE: 37 – 48 (comprese mezze taglie) PESO: 650 g (1/2 paio tg. 42)
RIBELLE LITE OD WMN
La Ribelle Lite OD WMN è la versione leggera della famiglia Ribelle per la donna che cerca innovazione, qualità, stile e design esclusivo. Ribelle Lite OD WMN, con tomaia in MicroTech, utilizza il sistema costruttivo Sock-Fit XT che permette elevato comfort del piede mentre e la membrana impermeabile e traspirante OutDry® garantisce piedi asciutti in ogni condizione. La suola Pentax Precision III con battistrada in mescola Vibram Mont è compatibile con i ramponi semi-automatici e la forma “curva” tipica della famiglia Ribelle permette una camminata veloce e confortevole. Tech info: TAGLIE: 37 – 42 (comprese mezze taglie) PESO: 550 g (1/2 paio tg. 38)
118 MATERIALI
FOREST
Per la SS18, E9 presenta la Forest in cotone elasticizzato pronto per tinta nei colori dust-warmgrey-pistacchiobrick-mustard. Il logo centro petto circondato da un boschetto ed il piccolo slogan “ Listen to the nature” retrocollo sottolineano l’importanza di tornare a prendere contatto con la natura. 100% made in Italy.
QUADRO
Pantalone uomo in cotone elasticizzato disponibile nei colori pistacchiocobalt blue-warmgrey-mustard-wine. Unico per le sue originali tasche quadrate a contrasto con tessuto testurizzato, taschino fondo gamba e coulisse regolabili alla caviglia. Vi accompagnerà nelle vostre sessioni di scalata e nella vita di tutti i giorni. 100% made in Italy.
WET
Bermuda uomo, unico nel suo genere, in nylon fast-dry elasticizzato, nato per la scalata sul mare (DWS) con un innovativo sacchetto portamagnesite in pvc sul retro incorporato, estraibile per una veloce asciugatura. Tasca sul fianco serigrafata con logo E9. Disponibile nei colori ice-olivepistacchio-cobalt blue. Imperdibile! 100% made in Italy.
NOA
Top donna con spalline in lycra in contrasto in cotone elasticizzato con imbottitura sul seno, stampato e ricamato sul front. Fresco, brioso, confortevole per la scalata e le calde giornate all’aria aperta. Disponibile nei colori violet, wine, black, iron, cobalt blue, wine. 100% made in Italy.
MATERIALI 119
GULP
Nuovo sacchetto portamagnesite studiato appositamente per il bouldering. Leggero e colorato , con chiusura in velcro, doppio porta spazzolino e taschino porta oggetti frontale. Stabile e pratico con cinturino di chiusura che da aperto diventa una maniglia. Imperdibile!
MIX
Pantalone donna in cotone poliestere elasticizzato con coulisse e costina in vita. Le sue originalissime tasche tonde con le impunture in contrasto, il ricamo ed il suo taglio vi renderanno uniche e libere nelle vostre sessioni di scalata. Disponibile nei colori iron-must-apple-cobalt-violet. 100% made in Italy.
NANA
Pantalone 1/2 donna in nylon fast dry elasticizzato caratterizzato dalle sue originali tasche stampate. La costina in vita e sul fondo gamba vi daranno il massimo comfort per la scalata e la vita all’aria aperta. Diponibilità nei colori cyclamenice-olive-pistacchio-cobalt blue. Naturalmente 100% made in Italy.
BAR-B
Abito donna con spalline a contrasto in lycra. Il cotone elasticizzato stampato all-over e il suo taglio sbarazzino vi renderanno libere dopo le vostre scalate ed uniche nella vita di tutti i giorni. Disponibile nei colori cobalt blue-Iron-Violet. 100% made in Italy.
120 MATERIALI
VAYU 2.0
Casco da arrampicata e alpinismo con protezione multi impatto. La calotta esterna è in Carbon Nano Tech, un materiale polimerico ceramico con il 30% di carbonio, resistente alle cadute accidentali di massi. La calotta interna è in EPP ed EPS, in grado di resistere a impatti multipli. La costruzione ibrida rende il design del casco compatto, leggero e consente di avere ampie aperture di ventilazione. Dotato di sistema di regolazione a rotellacon una sola mano, fibbia magnetica, cuffia interna staccabile e lavabile, ganci per lampada. Vincitore del Red Dot Design Award. Tech info: CERTIFICAZIONE: CE 12492, UIAA 106 MATERIALE: CTN (Carbon nano tech), EPP; EPS PESO: 280 g TAGLIA: S/M (54-59 cm), L/XL (59-63 cm) COLORI: red, yellow, blue, bright blue, grey, white
AGNER ENGINEERED CORDURA JACKET E PANT Giacca e pantalone da arrampicata realizzati in Durastretch, il softshell 2-way stretch di Salewa morbido, traspirante e resistente alle abrasioni, rinforzato con filamenti in Corudra®. I tessuti in CORDURA® sono noti per la loro resistenza, versatilità e affidabilità, e la tecnologia CORDURA® fiber technology ha un eccellente rapporto tra il peso e la resistenza a strappi, tagli e abrasioni. L’innovazione introdotta da SALEWA è stata di integrare questa tecnologia direttamente nel tessuto, che risulta quindi resistente alle abrasioni senza che siano necessari rinforzi o cuciture supplementari che limiterebbero la doti di elasticità del materiale. Il risultato finale è dunque un tessuto stretch leggero che offre una sensazione di confortevole morbidezza, ma resistente alle abrasioni e duraturo nel tempo
Tech info Jacket: PESO: 350g (M size 50/L), 290G (W size 38/44) TAGLIE M: 44/XS - 56/3XL TAGLIE W: 38/32 - 50/44 COLORI M: magnet, poseidon COLORI W: tawny port, poseidon
Tech info Pant: PESO: 300g (M size 50/L), 280g (W size 38/44) TAGLIE M: 44/XS - 56/3XL TAGLIE W: 38/32 - 52/46 COLORI M: magnet, black out, poseidon COLORI W: tawny port, black out, poseidon
MATERIALI 121
APEX CLIMB 25
Zaino da arrampicata alpina realizzato in Robic® Fabric, un tessuto in nylon ad alta tenacità con il 60% di resistenza in più a strappi abrasioni. Gli spallacci sdoppiati si adattano ergonomicamente alla forma del torace lasciando libertà di movimento durate le prese più complesse e riducono il peso totale dello zaino. Dotato di chiusura roll-top e sistema Twin Compression System per stabilizzare il carico, supporto per piccozza e bastoncini, uscita per il sistema di idratazione, fissaggio della corda, accesso laterale e imbottitura posteriore in EVA con scanalature ergonomiche di ventilazione.
Tech info: SISTEMA DI TRASPORTO: Contact Fit SPALLACCI: Split Shoulder Straps MATERIALE: Nylon, Robic® Fabric DIMENSIONI: 47 x 18 x 25 cm VOLUME: 22 l PESO: 563 g COLORI: kamille, magnet
WILDFIRE
Scarpa da avvicinamento tecnico sviluppata per offrire eccellenti doti di arrampicata e di camminabilità. Esclusiva suola Pomoca Speed MTN con mescola Pomoca Butylic per garantire presa sia sulle rocce bagnate sia asciutte, con tassellatura aggressiva per dare trazione sul fango o sui terreni più morbidi. Allacciatura climbing lacing e climbing zone sulla punta della suola per offrire precisione in arrampicata. La struttura Exa-Shell e il sistema 3F System avvolgono offrendo stabilità torsionale ed eliminando scivolamenti interni negli appoggi laterali. Disponibile sia nella versione da uomo sia da donna, e anche nella versione GTX con moembrana impermeabile e traspirante Gore-Tex® Extended Comfort. Tech info: PESO: 345 g (UK 5) 400 g (UK 8) TAGLIE: M 6-13 UK / W 3-9 UK COLORI M: cactus, premium navy, black olive COLORI W: magnet, rose brown
Relazioni e proposte ROCCIA Alpi e Prealpi di Provenza (Alpes-de-Haute-Provence, FR), A Hard Day’s Night Alpi e Prealpi di Provenza (Alpes-de-Haute-Provence, FR), El Condor Alpi Graie (Haute-Savoie, FR), L’Or du Temps Alpi Graie (Haute-Savoie, FR), La part des anges Alpi Graie (Valle d’Aosta, IT), Où vas tu Basile Alpi Graie (Valle d’Aosta, IT), Tartaruga Volante Alpi Graie (Piemonte, IT), Autunno Pazzo Alpi Pennine (Valle d’Aosta, IT), Colgate Rebelle Alpi Pennine (Valle d’Aosta, IT), Camera con vista Prealpi Lombarde Occidentali (Lombardia, IT), Pareti del Buco del Piombo Alpi Retiche Occidentali (CH), Via Alina Alpi Retiche Occidentali (Lombardia, IT), Rubber Duck Alpi Retiche Occidentali (Lombardia, IT), L’Olandese Volante Alpi Retiche Occidentali (Lombardia, IT), Gran diedro della marocca Alpi Retiche Occidentali (Lombardia, IT), Via Napoleone Alpi e Prealpi Bergamasche (Lombardia, IT), Mauro delle montagne Alpi Retiche Meridionali (Lombardia, IT), Sentiero per Hua Shan Alpi Retiche Meridionali (Lombardia, IT), Poialandia Alpi Retiche Meridionali (Lombardia, IT), Panorama su Marmor Prealpi Bresciane e Gardesane (Trentino-Alto Adige, IT), Camino del pesce d’aprile Prealpi Bresciane e Gardesane (Trentino-Alto Adige, IT), L’euforia di Susy Prealpi Bresciane e Gardesane (Trentino-Alto Adige, IT), Seconda stella a destra
Dolomiti (Trentino-Alto Adige, IT), Sisyphos Dolomiti (Trentino-Alto Adige, IT), Das Echo der Zeit Dolomiti (Trentino-Alto Adige, IT), Non abbiate paura… di sognare Dolomiti (Trentino-Alto Adige e Veneto, IT), Schatten der Grossen Dolomiti (Trentino-Alto Adige e Veneto, IT), I tempi cambiano Dolomiti (Veneto, IT), Airliner Dolomiti (Veneto, IT), Llops de mar Appennino centrale (Abruzzo, IT), Cambi di Prospettive Appennino centrale (Abruzzo, IT), DomoCreek
GHIACCIO E MISTO Alpi Marittime (Piemonte, IT), Dragonet Gully Alpi Cozie (Piemonte, IT), Il tempo degli onori Alpi Graie (Haute-Savoie, FR), Red Devils Alpi Retiche Occidentali (Lombardia, IT), Couloir Sud del Pizzo Malenco Alpi e Prealpi Bergamasche (Lombardia, IT), Monte Vigna Vaga parete nord Alpi Retiche Meridionali (Alto Adige, IT), Schattenspiel Prealpi Vicentine (Veneto, IT), Vajisti Route Alpi Carniche (Veneto, IT), La Pissa Alpi Carniche (Friuli-Venezia Giulia, IT), La Bruixa Alpi Carniche (Friuli-Venezia Giulia, IT), Cascata da Pino Appennino centrale (Lazio, IT), Via Ginevra Appennino centrale (Abruzzo, IT), Gran Diedro delle Murelle Appennino centrale (Abruzzo, IT), Ursus Directa Appennino centrale (Abruzzo, IT), Jetl a Ripet Appennino meridionale (Basilicata, IT), Cascata delle Ciavole
roccia
¨¨Gorges du Verdon, Alpi e Prealpi di Provenza (Alpesde-Haute-Provence, FR) Falaise de L’Escalès, Settore Hellfest A HARD DAY’S NIGHT E. Pesci, dall’alto, 2017 100 m, 4/5 L, 7a e A0 Itinerario sportivo che si sviluppa lungo un pilastro situato poco a destra delle lunghezze finali di Hellfest (O. Dutel, B. Martineau, 2012), riprendendo un monotiro finale di E. Pesci del 1990. L2 è ancora da liberare. Materiale: classico da roccia, 18 rinvii. Accesso: da La Palud-sur-Verdon seguire la D23, strada panoramica delle Gorges du Verdon. Accesso come per Hellfest. Poco a sinistra dell’uscita di quest’ultima (pochi minuti dalla D23), scendere 3 m a una cengetta, dove si trova una sosta con catena zincata ad anello chiuso. Da qui con una doppia da 40 m alla S4. Con un’altra doppia diritta alla S3, 25 m. Da S3, con una doppia di 30 m in diagonale a sinistra, passando numerosi rinvii, si raggiunge S1, appesa e scomoda, poco a destra di Hellfest. Con un’ulteriore doppia su spigolo in strapiombo e pendolino a destra, 35 m circa, si arriva in sosta su Hellfest. Hellfest
A Hard Day’s Night
7a
5a
6b
?
6c+
RELAZIONI E PROPOSTE 123
Relazione: L1: seguire i fix di Hellfest e uscire a destra, con difficile singolo, alla S0 di A Hard Night’s Day, due fix di collegamento. 6c+, 35 m; L2: traverso su piccole prese e muro leggermente strapiombante, violento di dita, grado incerto, 8… (facilmente azzerabile). NL, 15 m; L3: magnifico pilastro in puro stile Escalès, in piena esposizione, su buchi che sembrano scolpiti apposta… 6b, 18 m; L4: placca adagiata e canalino ripulito. Prestare attenzione a qualche presa mobile. Concatenabile con il precedente. 5a, 25 m; L5: magnifico spigolo grigio, verticale, tecnico e di movimento. 7a, 40 m.
¨¨Alpi e Prealpi di Provenza (Alpes-de-Haute-Provence, FR) Pilier de L’Encastel EL CONDOR E. Pesci, I. Zanetti settembre 2017 (prima salita). Attrezzata dall’alto tra il 2016 e il 2017 dagli stessi Pesci e Zanetti. 360 m ca., 12/13 L, 7a+ e A1, 6c obbl., S2, III. Gradi da confermare. Una delle vie più remote delle Gorges, un lungo viaggio verticale che offre un interessante mix di arrampicata sportiva di livello medio/alto e di ambiente: El Condor si sviluppa infatti sul Pilier de l’Encastel, lungo la Rive Gauche, proprio di fronte al Belvédère de Trescaire. Si scala in piena esposizione, sospesi su un grande vuoto, in un luogo isolato. La roccia, malgrado alcuni tratti ripuliti, è nel complesso ottima e, a tratti, davvero magnifica, lisciata e lavorata dal vento. L’itinerario è impegnativo per la lunghezza, la continuità dei passaggi e l’impervio accesso. Attenzione: nel 2017 era in vigore un invito a non scalare in questa zona da gennaio ad agosto per rispettare la nidificazione dei rapaci. Materiale: classico da roccia, due corde da 60 m, 20 rinvii, eventualmente una staffa americana. La via è completamente attrezzata a fix inox sui tiri e alle soste. Accesso: da La Palud-sur-Verdon seguire la strada per Castellane (D952) fino al Pont de Soleils. Piegare
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