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Sommario 006 Editoriale di Alberto Milani

ALPINISMO E GHIACCIO

Testi di Marco Romelli e Alberto Milani Report a cura di Alberto Milani 010 Novembre 2022 012 Dicembre 2022 014 L’inverno degli Ottomila Alex Txikon racconta il Manaslu e l’altissima quota nella stagione fredda 018 Gennaio 2023 020 Febbraio 2023 022 Marzo 2023 024 Aprile 2023

058 Dicembre 2022

102 Luglio 2023

059 Gennaio 2023

104 Agosto 2023

060 Excalibur: una spada di roccia da 9b+! Stefano Ghisolfi scrive un’altra pagina di storia dell’arrampicata italiana

105 Settembre 2023

066 Angelika Rainer: dalle picche al 9a La salita di Esclatamasters 072 Febbraio 2023 073 Marzo 2023 074 Teto Carnati: tra 9b e scienza Il lecchese raggiunge un nuovo livello a Arco 080 Aprile 2023

025 Maggio 2023

082 Maggio 2023

026 Questione di stile… veloce L’alpinismo “fast&light” di Nadir Maguet sui giganti delle Alpi

084 Luglio 2023

032 Giugno 2023 034 Luglio 2023 036 Sempre alla grande dalla Valle d’Aosta all’Himalaya Un’intervista a Francois Cazzanelli 042 Agosto 2023

083 Giugno 2023 085 Agosto 2023 087 Settembre 2023 088 Ottobre 2023

BOULDER

Testi e report a cura di Alberto Milani

044 Settembre 2023

092 Novembre 2022

046 Wu Wei, una multipich da 9a sulle placche trentine Intervista ad Alessandro Zeni

094 Dicembre 2022 095 Gennaio 2023

052 Ottobre 2023

096 Febbraio 2023

FALESIA

099 Aprile 2023

Testi e report a cura di Alberto Milani 056 Novembre 2022

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098 Marzo 2023 100 Maggio 2023 101 Giugno 2023

106 Box Therapy Il primo 8C+ boulder femminile… o no? 108 Ottobre 2023

RELAZIONI E PROPOSTE

a cura di Marco Romelli 112 Ghiaccio e misto 124 Roccia 156 Falesia


QUESTIONE DI EQUILIBRIO LECCO CREMENO CLUSONE MORBEGNO NEMBRO CALALZO DI CADORE BIANZONE DARFO BOARIO TERME

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Editoriale

Ale Zeni su Wu Wei Foto: Enrico Veronese - Grivel

Testo Alberto “Albertaccia” Milani

L’editoriale all’annuario 2022 si apriva domandandosi quali sarebbero stati gli orizzonti futuri dell’arrampicata e dell’alpinismo, essendo le realizzazioni dello scorso anno un “consolidamento” delle frontiere a cui i singoli pionieri erano giunti negli anni ancora precedenti, in particolare per le due discipline dell’arrampicata sportiva. Alla luce di ciò, il 2023 ne è stato l’inevitabile seguito! Le sfide alpinistiche si sono spinte in diverse direzioni. Volenti o nolenti, la velocità e i relativi record hanno attratto sempre interesse, introducendo un parametro effettivamente oggettivo nel valutare una prestazione “sportiva” quantificabile. Tempi notevoli sono stati realizzati su celebri vie delle Alpi, mentre i quattordici ottomila sono stati raggiunti uno dopo l’altro in un tempo totale stupefacente, seppur nell’ambito di un progetto alpinisticamente molto discutibile, incluso un episodio tragico che ha sollevato molta (doverosa) indignazione. Oltre alla velocità, è continuata l’apertura di nuove vie dall’elevata difficoltà tecnica sia sulle Alpi che in Himalaya e in Sudamerica, mentre nuovi traguardi sono stati raggiunti sulle multipitch sportive, dove vie estreme sono state salite a vista o flash in giornata, mentre il grado 9 ha iniziato a farsi vedere in parete. In totale sono oltre 70 gli exploit alpinistici che abbiamo qui commentato. Dall’altro lato, l’arrampicata sportiva ha continuato a mostrare tanti/tante climber ad altissimi livelli! In falesia, oltre a diverse salite da 9b+, il 9c è stato ulteriormente consolidato con la salita di B.I.G. di Schubert, mentre si fa sempre strada il trad, dove anche qui il grado 9 è ormai giunto. Ben 91 salite concorrono a popolare i report dell’arrampicata in falesia, nonostante i criteri più stringenti con cui quest’anno abbiamo selezionato gli

exploit più significativi. Il boulder non è stato da meno, con la tanto attesa ripetizione di Burden of Dreams ad opera di Will Bosi, un altro paio di salite da 9A e Katie Lamb che ha scritto la storia con il primo 8C+ femminile, seppur poi messo in discussione... Oltre a questi singoli episodi, molti altri hanno dimostrato come l’8C+ e l’8B+ siano ormai alla portata rispettivamente di molti ragazzi e ragazze, per un totale di oltre 65 salite qui riportate. Al di là dei numeri e degli exploit, sono anche altri i trend che gli scorsi anni ci portano, a mostrare la trasformazione del mondo verticale in un contesto globale sempre più mediatizzato e anche inevitabilmente sempre più soggetto alla massificazione e all’omologazione. La comunicazione delle diverse imprese avviene ormai in via prioritaria attraverso i social media, addirittura mostrando “in tempo reale” lo svilupparsi degli exploit. Ne sono una dimostrazione le dirette Instagram delle sessioni di Will Bosi su Burden of Dream o la salita di BIG di Jakob Schubert, avvenuta in diretta mondiale su Youtube. Un modo sicuramente interessante e coinvolgente per rendere tutti partecipi di imprese che scrivono la storia dell’arrampicata, ma che inevitabilmente possono portare con se anche aspetti meno positivi. Il “tutto e subito”, la rapidità e la fluidità con cui devono scorrere i contenuti, il continuo bombardamento di informazioni e notizie, non lasciano spazio all’approfondimento o ad una conoscenza più personale dei protagonisti, che spesso rischiano di essere proiettati a rappresentare ciò che la massa si aspetta da loro piuttosto che essere emblema del proprio personale modo di vivere e intendere l’arrampicata. Con l’inarrestabile “socializzazione” dei contenuti, sempre di più l’arrampicata e l’alpinismo si trasformano in prodotti di massa pensati per essere

facilmente comprensibili e digeribili dalle maggioranze, polarizzando poi di conseguenza anche il modo stesso di praticare queste discipline. Tutto evolve, tutto si trasforma, e nelle discipline verticali da sempre i contrasti epocali hanno marcato le fasi di un’evoluzione che ci ha accompagnato fino ad ora. Ben vengano l’evoluzione e i cambiamenti, a patto che portino però a trasformare i valori vecchi in valori nuovi, che siano però più ricchi, ampi, universali… È così ora? Ognuno potrà dare la propria risposta a questa domanda… Qualunque essa sia, per fortuna esistono ancora ampi spazi per seguire il proprio cammino verticale, che sia allineato o no con quello delle masse… In questo contesto, abbiamo cercato di far emergere quel lato individuale che caratterizza molte realizzazioni di altissimo livello, per andare più a fondo nella visione e nel pensiero dei singoli protagonisti al di là del solo exploit. Sono da intendere in questa prospettiva gli articoli di approfondimento qui riportati, spesso realizzati in forma di intervista. Con questa edizione 2023 l’annuario è alla sua quinta edizione in forma estesa, dove sono anche le tante immagini a documentare quanto di rilevante è accaduto durante l’anno. Come sempre i report e gli articoli sono seguiti da una sezione dedicata alle nuove relazioni raccolte con cura da Marco Romelli. Ringraziando i tanti climber e i fotografi che hanno collaborato a questo progetto, non resta che darci appuntamento al prossimo anno, augurandoci che l’alpinismo e l’arrampicata possano esplorare frontiere sempre nuove, lontane, elevate… ma mantenendo un po’ di poesia e purezza, senza essere contaminati dagli evidenti disvalori da cui siamo circondati ogni giorno… Al 2024 quindi, Alberto “Albertaccia” Milani

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report

2023

alpinismo e

ghiaccio


Report Alpinismo e ghiaccio 1

[1] Filip Babicz da record sul Traverso Integrale di Capo Noli Foto: Filippo Falco

Novembre 2022 16 novembre/Italia e Argentina

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La sezione Alpinismo si apre in modo peculiare, con un exploit a metà strada tra multipitch, free solo e deep water soloing! Ne è protagonista uno dei nostri alpinisti più forti e prolifici, Filip Babicz. A sbalzo sul Mar Ligure, l’italo-polacco ha infatti percorso senza corda i 1000 metri del Traverso Integrale di Capo Noli, connessione delle tre vie In Scio Bolesomme, Cercando sul Mare e Traverso Del Capo. Tuttavia, non è solo la lunghezza a impressionare, quanto il tempo impiegato da Filip: 22 minuti e 56 secondi, per un tempo medio di 39 secondi per ciascuno dei 35 tiri che costituiscono questa connessione, tra i 2 e i 30 metri dalla superficie del mare! Dall’altra parte del mondo, in Patagonia, si conclude oggi anche la bella spedizione al femminile di Rebeca Càceres, Nadine Lehner e Isidora Llarena: le tre alpiniste aprono una nuova via di neve e ghiaccio sul Cerro Arenales nello Hielo Continental

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Nortee, una montagna remota che ha richiesto loro un avvicinamento di ben 150 km in completa autonomia.



Report Alpinismo e ghiaccio 1

Dicembre 2022 3 dicembre/Italia

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Giorni di grande forma per François Cazzanelli e Jerome Perruquet, in azione sulle montagne di casa! Innanzitutto, il 27 novembre, i due alpinisti valdostani, con Stefano Stradelli, hanno attaccato la bastionata sud-est delle Grandes Murailles e vi hanno aperto Hyper Couloir - Couloir Franco Oberti, una via di 900 metri di AI4+, M4. Oggi invece, Cazzanelli, Perruquet e Francesco Ratti, aprono un’altra linea sempre sulle Grandes Murailles, portando così a termine un loro vecchio progetto: Triple Zero, 13 tiri in 600 metri con difficoltà di WI4+ e M7.

22 dicembre/Repubblica Ceca Adam Ondra protagonista anche in questa sessione con una salita multipitch inusuale! Il ceco libera infatti Přìklepový Strop, via fino all’8b+ e ex artificiale di 5 tiri, situati però nella grotta Macocha del Moravski Kras invece che su una più convenzionale parete all’aria aperta…

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[1] Cazzanelli in apertura su Triple Zero Foto: Archivio Cazzanelli

28 dicembre/Italia Il 2022 si chiude con una dura via di misto e ghiaccio ad opera di Manuel Baumgartner e Alexander Huber, in azione sulla Croda Rossa Pizora nelle Dolomiti di Braies. Das Gaislein und der Böse Wolf, questo il nome della loro via, si incentra su una notevole colata di WI4+ situata a metà parete e raggiungibile affrontando tratti di misto che raggiungono l’M8+.


Materiali

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ESCAPE

La Escape è un’imbragatura polivalente al top di gamma, estremamente leggera, traspirante, comoda e compattabile. È caratterizzata dall’innovativa costruzione Smart Webbing Technology che, combinando poliestere e fibra monofilamento, garantisce sia un’uniforme distribuzione del peso sull’intera superficie di cintura e cosciali sia una notevole traspirabilità. Ciò si traduce in leggerezza e comfort eccezionali, a cui contribuisce anche l’interno in morbido mesh 3D a sua volta traspirante. I 4 anelli portamateriale sono differenziati per la massima funzionalità: quelli anteriori sono preformati per facilitare l’aggancio e lo sgancio dell’attrezzatura, quelli posteriori sono più flessibili e compatti. Non manca un anello supplementare posteriore, realizzato in cordino semirigido per non intralciare se non utilizzato. La Escape si distingue anche per dettagli come l’anello di servizio in contrasto colore, gli elastici di collegamento dei cosciali muniti di robuste fibbie in plastica a sgancio rapido, i 2 slot per i moschettoni Hub e l’asola per il sacchetto portamagnesite. Disponibile in 4 taglie dalla S alla XL. Peso 305g (taglia M). 4

STORM

Casco superleggero ed estremamente confortevole, che assicura una protezione completa in tutte le attività verticali. Le 22 aperture garantiscono un’eccellente ventilazione lungo le vie sportive multipitch e in caso di aumento della temperatura durante le salite alpinistiche. Le 2 taglie sono ottimizzate per garantire un ampio range di calzata mentre l’imbottitura interna e il sistema di regolazione, collocato in posizione ribassata, assicurano la stabilità del casco anche nel caso di movimenti bruschi della testa. Disponibile in 2 taglie e 6 colori. Conforme alla norma EN 12492. Peso 230g (taglia 1) e 250g (taglia 2).

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SUMMIT 30

Il nuovo Summit 30 è lo zaino da scialpinismo per antonomasia, disegnato esplicitamente per le uscite con le pelli di foca. Dalle gite più tranquille alle ascensioni con discese di maggiore impegno, il polivalente Summit 30 mette a disposizione degli appassionati tutta l’esperienza di C.A.M.P. nella realizzazione degli zaini da skialp. Funzionalità, comfort e leggerezza – grazie alla costruzione in tessuto in nylon 100D – sono le caratteristiche distintive di un prodotto che porta negli zaini touring le innovazioni sviluppate per quelli da competizione, a tutto vantaggio del divertimento e del piacere di andare in montagna. Basti pensare al porta ramponi con apertura laterale, accessibile senza togliere lo zaino. Ma anche allo schienale con l’esclusiva apertura Full Backdoor, agli spallacci imbottiti con bordatura esterna e alle numerose tasche pensate per funzioni specifiche (tra cui quella per pala e sonda, immediatamente individuabile e facilmente accessibile in caso di necessità). In sintesi: se C.A.M.P. ha lo scialpinismo nel proprio DNA, il Summit 30 rappresenta al meglio questa fantastica passione. Peso 1090g. 5

PHOTON LOCK

Moschettone a ghiera ideale per le soste delle vie alpinistiche in quota e delle multipitch sportive. Molto versatile grazie alle sue dimensioni full-size, presenta una costruzione a doppia nervatura che garantisce sia un eccezionale rapporto resistenza/peso sia un’ampia superficie di scorrimento delle corde. Il naso con geometria SphereLock ottimizza il gioco leva-moschettone per la massima sicurezza. Peso 43g.

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AURORA

Aurora è un’imbragatura polivalente estremamente leggera, traspirante, comoda e compattabile, disegnata specificamente per le donne. La differenza non sta soltanto nei dettagli, coordinati con le versioni corrispondenti del sacchetto porta magnesite Acqualong, del moschettone Nimbus Lock, del rinvio Orbit Express KS e del casco Storm: a rendere unica l’Aurora è il profilo sagomato della cintura, che asseconda perfettamente le caratteristiche del fisico femminile. L’imbragatura è caratterizzata dall’innovativa costruzione Smart Webbing Technology che, combinando poliestere e fibra monofilamento, garantisce sia un’uniforme distribuzione del peso sull’intera superficie di cintura e cosciali sia una notevole traspirabilità. Ciò si traduce in leggerezza e comfort eccezionali, a cui contribuisce anche l’interno in morbido mesh 3D a sua volta traspirante. Disponibile in 4 taglie dalla XS alla L. Peso 300g (taglia M). 6

LOCKER DRAW KS

Il Locker Draw, rinvio speciale dotato di moschettone superleggero Photon Lock e di moschettone HMS Nimbus Lock, è concepito per semplificare e rendere più sicure le connessioni agli ancoraggi, le manovre e le calate in corda doppia. Il Photon Lock è il nostro moschettone a ghiera più leggero. Il Nimbus Lock offre tutti i vantaggi di un moschettone HMS a ghiera, massimizzandoli grazie al suo design compatto. La sua forma arrotondata garantisce un corretto posizionamento delle corde mentre il naso con geometria SphereLock ottimizza il gioco levamoschettone per la massima sicurezza. La fettuccia in poliestere da 12 cm è dotata di ferma moschettone Karstop Evo integrato dal lato del Nimbus Lock per impedirne la rotazione. Peso 129g.

Per maggiori informazioni: www.camp.it

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Exploit Gennaio

L’inverno degli Ottomila

Alex Txikon racconta il Manaslu e l’altissima quota nella stagione fredda Testo Marco Romelli Trascrizione e traduzione intervista Silvia Rialdi Foto Coll. Alex Txikon – cortesia Ferrino

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Exploit Gennaio

Alle 9.30 del 6 gennaio 2023 Alex Txikon, senza fare uso di ossigeno supplementare, ha raggiunto la vetta di 8163 metri del Manaslu. Insieme a lui agli alpinisti nepalesi Tenjen Lama Sherpa, Pasang Nurbu Sherpa, Mingtemba Sherpa, Chhepal Sherpa, Pemba Tasi Sherpa e Gyalu Sherpa.

sei nepalesi, sono passati ben trentanove anni. Alex, che ormai si può considerare a tutti gli effetti un esperto in materia, ci racconta quali sensazioni si provano in altissima quota durante l’inverno.

«

Il vertice del Manaslu è un posto molto stretto e non abbiamo potuto starci tutti assieme. Abbiamo salito e sceso la cresta uno alla volta, ma alla fine tutti gli scalatori del gruppo hanno raggiunto la cima» ha raccontato Txikon al rientro. Partita dal campo base, allestito a 5000 metri di quota, il 4 gennaio, la squadra è salita direttamente al campo 2 (6400 metri), cercando di muoversi rapidamente per approfittare di una breve finestra di bel tempo. A quel punto l’italiano Simone Moro, che faceva parte del gruppo, è stato costretto ad abbandonare la salita per problemi di salute ed è sceso da solo a valle, permettendo agli altri di continuare. Il giorno dopo, 5 gennaio, Txikon e compagni sono arrivati al campo 3 (7000 metri), dove si sono concessi una breve pausa prima di continuare la loro corsa, raggiungendo la vetta e rientrando poi al campo base dopo meno di sessanta ore dalla partenza. Alex Txikon conosce bene la stagione fredda sugli Ottomila: nel 2016, insieme a Moro e al pakistano Ali Sadpara, ha realizzato la prima invernale al Nanga Parbat. Ha al suo attivo anche alcuni tentativi invernali al K2, all’Everest e anche allo stesso Manaslu. In un momento in cui l’élite alpinistica internazionale sembra orientarsi prevalentemente sull’apertura di itinerari tecnicamente difficili su cime di settemila o seimila metri, da affrontare nella stagione più favorevole, l’ascensione di un Ottomila in inverno, seguendo “semplicemente” la via normale, è ancora interessante? Indipendentemente dalle tendenze dominanti tra i fortissimi di questa disciplina, si tratta di sicuro di un’impresa estremamente impegnativa. Lo dimostra anche il fatto che questo tipo di invernali è spesso tentato ma non altrettanto frequentemente riuscito. Nel caso del Manaslu tra la data della prima ascensione invernale, realizzata dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski nel gennaio 1984, e la successiva, che coincide proprio con quella conclusa quest’anno da Alex Txikon e dai

Temperatura di -45º, vento a 50 km all’ora… Cosa significa veramente? Come si sopravvive? Sopravvivere non è facile. Ma è necessario fare alcune distinzioni, perché trovarsi a -30º in Québec, o a -45º a 8000 metri non è la stessa cosa. Sono condizioni difficili ed estreme. Come si sopravvive? Con tanta energia, forza e motivazione. Bisogna essere decisi, determinati e soprattutto capaci di stare nel momento presente. La sensazione è simile a quella che ho provato anche in altri sport, come l’arrampicata per esempio.

QUANDO ARRAMPICO, INFATTI, IL SOLO “ PENSIERO CHE OCCUPA LA MIA MENTE È IL

PASSO SUCCESSIVO, PROPRIO COME IN HIMALAYA PENSO SOLO A COME SOPRAVVIVERE. RIUSCIRE A ENTRARE IN QUESTO STATO MENTALE È L’UNICO MODO PER RESISTERE. INOLTRE, DAL PUNTO DI VISTA PURAMENTE TECNICO E STRATEGICO, SCEGLIERE L’EQUIPAGGIAMENTO GIUSTO È ALTRETTANTO FONDAMENTALE, DALL’ABBIGLIAMENTO ALLO ZAINO. 15


Report Alpinismo e ghiaccio 1

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[1] Mario Vielmo sul Nanga Parbat Foto: Coll. Vielmo — [2] Benjamin Vedrine - Record sulla cresta intégrale de Peuterey Foto: @mathurinvth.pics — [3] Nadir Maguet da Record sulle Grandes Jorasses Foto: Evi Garbolino — [4] Simon Messner e Martin Sieberer sul Yernamandu Kangri Foto: Coll. Simon Messner — [5] Filip Princi su Oblivion Foto: Luca Battocchio — [6] Matteo Della Bordella, Silvan Schupbach e Symon Welfringer su The Alien Face Foto: Coll. Della Bordella.

Luglio 2023 3 luglio/Pakistan

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Mario Vielmo raggiunge il suo tredicesimo ottomila, arrivando in cima agli 8126 metri del Nanga Parbat. Insieme al vicentino, che non ha utilizzato ossigeno supplementare, sono arrivati in cima anche i compagni di spedizione Nicola Bonaiti e Tarcisio Bellò con in aggiunta anche Juan Pablo Toro, Valerio Annovazzi, Muhammed Hussein.

10 luglio/Francia Un nuovo record sulle Grandes Jorasses ad opera del 29-enne Nadir Maguet! Partendo dalla Val Ferret, Nadir ha percorso la Via Normale ( 3 ) per raggiungere i 4200 metri della Punta Walker in un tempo di 2 ore e 17 minuti, per poi tornare indietro al punto di partenza in un tempo totale di 3 ore e 19 minuti… un incredibile record che batte di oltre 40 minuti il precedente, risalente al 1993! Sempre oggi e sempre nel gruppo del Bianco anche qualcun altro va di corsa! Il francese Benjamin Védrines stabilisce

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un nuovo record sulla Cresta Integrale di Peuterey: partenza alle 4 del mattino, per arrivare in 2 ore e 46 minuti sull’Aiguille Noire, in 5 ore e 10 minuti sull’Aiguille Blanche de Peuterey e infine in 6 ore e 51 minuti sulla vetta più alta d’Europa ( 2 )!

15 luglio/Pakistan

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Una bella prima salita per Simon Messner e Martin Sieberer, in spedizione nel Karakorum pakistano. Scalando in stile alpino sulla parete ovest e affrontando tre bivacchi, i due sono i primi a raggiungere la vetta del Yernamandu Kangri, cima di 7180 metri nei pressi del Masherbrum.

16 luglio/Italia

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Spazio di nuovo al dry-tooling, con un altro italiano protagonista sul soffitto della Tomorrow’s World in Marmolada. Filip Princi ripete oggi il D14 di Oblivion, una delle vie di Tom Ballard. Come il primo salitore, anche Filip la realizza in DTS, cioè senza yaniro. Nello stesso stile lo sale anche

Lele Bagnoli, che già lo aveva ripetuto in precedenza con le yaniro.

21 luglio/Italia Giorni di grandi prestazioni per Jernej Kruder, scatenato sulle Tre Cime di Lavaredo! Per lo sloveno, che lo scorso anno già si era aggiudicato Bellavista, arriva la ripetizione in libera dei 500 metri di Pan Aroma, multipitch di Alex Huber originariamente gradata fino all’8c e ora valutata fino all’8b+, per una delle vie comunque più dure delle Alpi! Non stanco, ecco oggi il bis per Jernej, con la libera di Spanish Route, 550 metri che ancora raggiungono difficoltà fino di 8b+…

27 luglio/Nepal, Pakistan, Cina e India I quattordici 8000 vedono segnare un altro record di velocità, che polverizza il precedente di Nirmal Purja. La norvegese Kristin Harila li ha infatti saliti tutti in tre mesi e un giorno, in un tempo che è meno della metà di quello di Nirmal. Un’impresa


Report Alpinismo e ghiaccio 3

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che è indubbiamente incredibile dal punto di vista sportivo ma che solleva anche diverse questioni, sia per quanto riguarda il significato alpinistico di questi record che per i lati oscuri piuttosto spiacevoli che hanno caratterizzato il suo exploit. Oltre al presunto viaggio in elicottero direttamente al campo 2 del Manaslu, Kristin e il suo team sono stati anche accusati, con il supporto di un video, di aver fatto poco o nulla per soccorrere uno sherpa morente nel raggiungere la vetta del K2… Nonostante il maltempo, che ha impedito di realizzare il principale progetto sull’Ogre, la spedizione di Matteo Della Bordella, Silvan Schupbach, Symon Welfringer e Francois Cazzanelli non torna però a mani vuote. Sfruttando una brevissima finestra di meteo propizio, Matteo, Silvan e Symon aprono oggi una nuova via sui 6250 metri del Baintha Kabata, percorrendone il Pilastro Sud. 1000 metri di sviluppo in due giorni a creare The Alien Face ( 6 ), 7a e M5.

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Exploit Agosto

Sempre alla grande dalla Valle d’Aosta all’Himalaya Un’intervista a Francois Cazzanelli 36


Exploit Agosto Testo Alberto “Albertaccia” Milani Foto Grivel – Autori Vari

Da diversi anni il nome di François Cazzanelli è una presenza costante nella cronaca dell’alpinismo italiano e internazionale. Valdostano di nascita e residente a Cervinia, ai piedi di una delle cime più iconiche al mondo, il trentatreenne François di mestiere fa la guida alpina, a continuare una solidissima tradizione famigliare.

A

l di là della professione, il suo nome spicca come uno dei più importanti a livello italiano, con una attività vasta e polivalente che si è sviluppata su montagne sia lontane che vicine al suo Cervino! Con all’attivo più di 15 spedizioni extraeuropee in Himalaya, Patagonia, Alaska, Antartide… l’apertura di vie di misto impegnative, i record di concatenamenti o di velocità ecc. (suo il record andata e ritorno sul Manaslu in 17 ore e 43 minuti…), Cazzanelli ha sempre trovato menzione nelle passate edizioni del nostro Annuario! Giusto per menzionare le ultime realizzazioni, sono dello scorso anno le vie aperte in spedizione al Kondge Ri e al Tenganpoche, le linee di Echelle Vers le Ciel e diverse altre in Val D’Aosta, le salite del Nanga Parbat e del K2. Quest’anno l’abbiamo poi visto protagonista su vie di misto come il Couloir Isaïe, Sognando l’Inimmaginabile, Estate Indiana, Triple Zero… o la spedizione all’Ogre, purtroppo condizionata negativamente dal maltempo. Un alpinista a tutto tondo, dal livello altissimo e dalla creatività sempre alle stelle, come si vede brillare nei suoi occhi nelle tante foto che lo ritraggono sorridente durante una sua qualche impresa. Non sempre però abbiamo avuto modo di approfondire la sua conoscenza al di là di queste notevoli salite e proprio per questo abbiamo contattato Francois per fargli qualche domanda sulle sue imprese e spedizioni, sulla sua visione dell’alpinismo presente e futuro e, in veste di guida, sul come il mondo della montagna si stia massificando… Di seguito, le sue ricche considerazioni! Ciao François, da diverso tempo rappresenti uno degli alpinisti di punta a livello italiano e non solo. Innanzitutto ci puoi raccontare come si è sviluppata la tua carriera alpinistica?

Cazzanelli in apertura sull'Aiguille Noire Foto: Archivio Cazzanelli-Grivel

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Report Falesia

Dicembre 2022

4 dicembre 2022/USA

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Una notevole ripetizione femminile trad a Moab, nello statunitense Canyonlands National Park. Necronomicon, un tetto orizzontale fessurato salito nel 2011 da Jean-Pierre Ouellet e valutato 5.13d/14a (8b/+), vede ora la ripetizione della forte alpinista canadese Bronwyn Hodgins, autrice della seconda salita femminile dopo quella di Mary Eden nell’ottobre 2022.

13 dicembre 2022/Italia

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Sul calcare di Arco ritroviamo la nostra punta di diamante, Stefano Ghisolfi! Stefano ha chiuso uno degli ultimi tiri liberati da Adam Ondra, Bombardino, un 9a+ al Bus della Stria che prelude al 9b di Bomba!

21 dicembre 2022/Italia Dopo Ghisolfi, anche Giovanni Placci si porta a casa Bombardino, il 9a+ di Ondra al Bus della Stria! Per il 21-enne di Faenza è il terzo 9a+ in poche settimane…

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[1] Bronwyn Hodgins su Necronomicon Foto: Coll. Hodgins — [2] Giovanni Placci sale Bombardino Foto: Sara Grippo


Report Falesia

Gennaio 2023

7 gennaio/Francia

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il 2023 si apre all’insegna del trad, questa volta sull’arenaria di Annot e con protagonista il climber tedesco Jonas Schild. Dire Annot e dire trad significare evocare il nome de Le Voyage, tiro liberato nel 2017 da James Pearson per 40 metri di E10 7a (8b+), di cui Jonas realizza la sesta salita assoluta.

15 gennaio/Italia

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Di nuovo le falesie di Arco con protagonisti ancora italiani, in questo caso Angelika Rainer. L’altoatesina si aggiudica una dura salita in falesia, chiudendo il suo primo 8c+ in carriera con Solitary Souls, via liberata da Alfredo Webber.

30 gennaio/Spagna Michaela Kiersch grandissima dal boulder alla falesia! Dopo diversi 8B+ bloc e la famosa Dreamcatcher a Squamish, la statunitense raggiunge l’elitario traguardo del 9a+ e lo fa con una delle pietre miliari nella storia dell’arrampicata sportiva. A Siurana ripete infatti La Rambla, per la terza salita femminile dopo Margo Hayes e Chaehyun Seo.

[1] Jonas Schild Le Voyage Foto: Carmen Gasser — [2] Angelika Rainer sale Solitary Souls Foto: Marco Servalli

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Exploit Febbraio

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Excalibur: una spada di roccia da 9b+!

Exploit Febbraio

Stefano Ghisolfi scrive un’altra pagina di storia dell’arrampicata italiana Testo Alberto “Albertaccia” Milani Foto Diego Borello, Sara Grippo, Marco Erspamer

Non passa anno senza avere Stefano Ghisolfi protagonista di uno dei nostri articoli di approfondimento! Che sia la ripetizione di una delle vie più dure al mondo o una first ascent di importanza storica per la nostra arrampicata, Stefano è ormai al top mondiale da anni, l’italiano più forte di sempre per quanto riguarda l’arrampicata in falesia.

S

uo il primo 9b d’Italia, Lapsus ad Andonno. Lui il primo italiano da 9b+, con Perfecto Mundo a Margalef. Sempre lui il primo al mondo a sgradare una via di 9c, Bibliographie a Ceuse, di cui ha siglato la prima ripetizione. E ancora la

ripetizione di Change, il 9b+ di Ondra a Flatanger, molte altre salite fino al 9b, le first ascent di vie come The Lonely Mountain o Erebor ad Arco, sempre 9b, e tante tante altre realizzazioni di grado 9, tra ripetizioni e prime salite. Risultati che parlano da sé e che lo rendono sicuramente uno dei cinque arrampicatori attualmente più titolati al mondo con Ondra, Schubert, Megos e Bouin. Senza dimenticare poi che, a questi risultati su roccia, si aggiungono quelli da lui ottenuti nelle competizioni internazionali, che l’hanno visto primeggiare in più occasioni fino alla vittoria della Coppa del Mondo Lead nel 2021. Il 2023 l’ha visto protagonista in particolare nel nord Europa, impegnato rispettivamente sul primo 9c della storia così come sul primo 9A boulder! Stefano ha infatti passato la sua seconda estate di lavoro su Silence, un viaggio che è stato preceduto da quello in Finlandia per provare Burden of Dreams, sul quale Ghisolfi ha mostrato notevoli avanzamenti di sessione in sessione… Gli anni passano, Stefano è arrivato ai 30, ma l’energia è quella di sempre, così come i risultati! Infatti, oltre ai viaggi scandinavi, quest’anno l’ha visto scrivere un’ulteriore pagina di storia della nostra arrampicata, oltre che un risultato che si configura sempre al top dell’arrampicata mondiale… Excalibur! Su un grosso masso che pare una lama di roccia sporgente dalle montagne di Drena, Cristian Dorigatti e Morris Fontanari hanno individuato e chiodato un

Stefano Ghisolfi su Excalibur Foto: Marco Erspamer

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Report Boulder 1

[1] Greta Di Biase su Scary Christmas Foto: Luca Di Biase — [2] Andrea Locatelli Foto: Coll. Locatelli

Agosto 2023 9 agosto/Svizzera

A Fionnay un altro italiano si aggiudica la linea più iconica dell’area, l’8C di Foundation’s Edge! Si tratta di Pietro Vidi, di ritorno sulla roccia dopo le competizioni.

15 agosto/Svizzera Una doppietta di eccezionali ripetizioni italiane al Passo del Gottardo, che hanno come protagonisti due giovani promesse con tutte le carte in regola per diventare potenziali stelle dell’arrampicata mondiale! A fine luglio, Greta Di Biase, 10 anni, sigla il suo primo 8A boulder con la placca di Scary Christmas ( 1 ). Solo qualche giorno dopo è invece il turno del dodicenne bergamasco Andrea Locatelli, che oltre a risultati notevolissimi in falesia e nelle gare, trova anche il tempo di raggiungere l’8A+ nel boulder con la linea di El Toro ( 2 ), sempre al Gottardo.

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2


Report Boulder 1

2

[1] Francesco Berardino su Child of Hell Foto: Rainer Eder — [2] Pietro Vidi su Peace Corps Foto: Camilla Moroni

Settembre 2023 2 settembre/Svizzera

1

13 settembre/Svizzera

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Non ci spostiamo dal Gottardo, dove anche un altro italiano continua a spaccare! Francesco Berardino si aggiudica la sua quarta linea di 8C e oltre, chiudendo Child Of Hell, gettonato blocco di Shawn Raboutou!

Da Fionnay alla Valle Bavona, Pietro Vidi si aggiudica il suo terzo 8C! Dopo aver salito qualche mese prima Fight Club, il climber trentino ne realizza oggi la versione più diretta, dal nome Peace Corps.

5 settembre/USA

20 settembre/Canada

Un risultato storico che proietta il boulder femminile a limiti davvero vicinissimi a quello maschile! La statunitense Katie Lamb arriva lì dove nessun’altra è mai giunta, siglando il primo 8C+ boulder femminile, quando ancora sono solo in tre le ragazze ad aver raggiunto l’8C! Sulle montagne del RMNP in Colorado, a ben oltre 3000 metri di quota e una decina di kilometri dall’auto, Katie ripete Box Therapy, boulder estremo liberato da Daniel Woods nel 2018 e poi ripetuto solo da Drew Ruana e Sean Bailey. Una pagina di storia del boulder mondiale di cui parliamo più diffusamente in un articolo di approfondimento!

Inarrestabile Katie Lamb. Dopo il primo 8C+ femminile della storia ecco anche il settimo 8B+ in carriera! Katie lo realizza a Squamish, con la linea di Deadlift!

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Exploit Ottobre

Box Therapy il primo 8C+ boulder

femminile… o no? Testo Alberto “Albertaccia” Milani Foto Keenan Takahashi

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Exploit Ottobre

Katie Lamb scrive la storia sulle montagne del Colorado

N

on è la prima volta che i lettori di questo annuario si trovano a leggere di un boulder chiamato Box Therapy… Ne scrissi infatti nell’edizione 2019, in occasione della prima salita di Daniel Woods. Con il suo 8C+, questa linea si presentava come una delle più dure al mondo, ma ciò che la rese ancora più particolare non fu la sola difficoltà, ma il carattere rilevante del contesto in cui si trova. Situata a ben oltre i 3000 metri sulle Montagne Rocciose del Colorado e a una decina di chilometri di avvicinamento dalla macchina, Box Therapy costituisce infatti un’eccezione ai trend del boulder moderno, dove usualmente i massi più gettonati sono situati a pochi metri di cammino, senza nessuna difficoltà logistica e quindi senza la necessità di un particolare “ingaggio” anche solo per arrivare a toccarne le prese… Proprio per questo si tratta di una linea di carattere al di là del suo grado, che comunque la pone al top mondiale. Quindi, è ancora più interessante che questa linea sia entrata ora nella storia del boulder! Infatti, è proprio con Box Therapy che la statunitense Katie Lamb ha realizzato nel settembre 2023 il primo 8C+ bloc nella storia dell’arrampicata femminile! Una realizzazione quasi sbalorditiva, considerando come lo stesso 8C sia tutt’altro che consolidato alla frontiera del boulder femminile. Nell’ultimo paio di anni la Lamb si è distinta più volte ad altissimi livelli, aggiudicandosi ben sei linee di 8B+, che l’hanno resa una delle più titolate al mondo su questa difficoltà dopo Alex Puccio e Isabelle Faus. Con questa rapidissima crescita, non stupisce quindi che sia andata ancora ben oltre… Inoltre, Box Therapy si prestava bene a un risultato di questo tipo: un boulder caratterizzato da una sequenza piuttosto lunga, per una ventina di movimenti che non sono singolarmente estremi ma sempre continui, con un’intensa partenza dita aggiunta da Woods alla preesistente partenza stand liberata da Tommy Caldwell e battezzata Spread Eagle, 8A+. Come già visto anche nell’arrampicata in falesia, con questa salita di fatto si assottiglia notevolmente la differenza tra le prestazioni maschili e femminili, ora oltretutto nella disciplina arrampicatoria in cui si manifesta la massima intensità del gesto in tutte le sue caratteristiche. Katie scrive così una nuova pagina di storia, a seguire le diverse altre che prima di lei hanno spinto sempre più in là le frontiere del boulder femminile. Ripercorrendo gli ultimi tre decenni, il primo 8A bloc

femminile risale al 1998 ad opera di Catherine Miquel, con la celebre placca di Duel a Fontainebleau. L’anno dopo sempre lei si aggiudica il primo 8A+, Liason Futiles, ancora a Bleau. A inizio millennio, la falesista basca Josune Bereziartu trasferisce sui traversi la sua resistenza da 9a/+, realizzando nel 2002 il primo 8B+ trav femminile con La traversia De Balzola nella Cueva de Balzola (Spagna) e nel 2003 il primo 8C trav con la lunghissima E la nave va di Fred Nicole, a Lindental (Svizzera). Nel 2008, l’approdo all’8B tocca a Barbara Zangerl con Pura Vida a Magic Wood, sebbene questa linea sia stata poi sgradata a 8A+. Il primo 8B femminile consolidato arriva nel 2010 per Angie Payne, con The Automator nel RMNP, mentre l’ulteriore “+” è opera di Tomoko Ogawa nel 2012, con i quindici movimenti in tetto di Catharsis, un’opera di Dai Koyamada a Shiobara. Passano altri quattro anni ed ecco il primo 8C femminile, ancora in Giappone. Sul Monte Hei è la statunitense Ashima Shiraishi a scrivere la storia nel marzo 2016, con la salita di Horizon, linea di trenta movimenti di Koyamada. Pochi mesi dopo, è sempre lei a chiuderne un secondo, il lunghissimo Sleepy Rave nei Grampians, sempre di Koyamada. La seconda donna da 8C si rivela invece nel 2018, ed è la sconosciuta Kaddi Lehmann, autrice della ripetizione di Kriptos a Balsthal (Svizzera), seguita nel 2019 da un’altra sconosciuta, la tredicenne nipponica Mishka Ishi, che sul Monte Horai sale Byaku-Dou. Questa è in sintesi la storia del boulder femminile ai più alti livelli… a cui ora si aggiungono anche Katie Lamb e Box Therapy! Tuttavia, c’è un “ma”… A metà ottobre, Brooke Raboutou e suo fratello Shawn sono tornati anche loro sotto questo masso nel Wild Basin, per chiudere i conti con il blocco dopo gli ottimi tentativi della precedente stagione. Entrambi ripetono Box Therapy, sotto gli occhi dei loro genitori – e celebri climber! – Didier Raboutou e Robyn Erbesfield! A un mese di distanza da Katie, Brooke è quindi la seconda ragazza da 8C+ boulder? A quanto pare no… I fratelli Raboutou sono concordi nel proporre una rivalutazione a 8C, sostenendo che anche Daniel Woods e gli altri salitori (Drew Ruana e Sean Bailey) siano d’accordo con loro, sebbene non ci siano dichiarazioni “pubbliche” a tal proposito. Le solite discussioni su numeri, letterine e simboli che rischiano poi di offuscare la rilevanza delle salite di Katie e Brooke, comunque le più difficili di sempre nell’ambito del boulder femminile, che ci sia o no un “+”. Vedremo quindi se i futuri salitori convalideranno il primo 8C+ femminile della storia per la Lamb, o se questa frontiera rimane ancora da raggiungere…

Katie Lamb Box Therapy. Foto: Keenan Takahashi

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relazioni e proposte

ghiaccio e misto

Sirente-Velino, Appennino (Abruzzo) Cimata Fossa dei Cavalli 2301 m, parete nord

EQUIS DYRECTA

Cristiano Iurisci, Gianluca Nervegna, Nicola Carusi, 27 novembre 2022 250 m, D-, 55/60º, pass. fino a 80º e M3 Equis Dyrecta affronta la parete nord della Cimata Fossa dei Cavalli, caratterizzata da un’alternanza di fasce rocciose e grandi cenge. Materiale. Classico da ghiaccio e misto, friend e chiodi da roccia. La via non è attrezzata. Accesso. Forme, frazione di Massa d’Albe (AQ, Abruzzo), a 7 km dal casello di Avezzano dell’autostrada A25. Salire al Rif. Casale da Monte, 1130 m, a 3 km dal villaggio (indicazioni dalla piccola piazza del paese, accanto alla fontana), quindi percorrere il sentiero che risale l’adiacente Valle Majelama. A ca. 1500 m di quota la valle piega a sinistra (nord-ovest) e prende il nome di Valle del Bicchero. Risalirla fino a q. 1850 m (1h 45’), quindi piegare a sinistra in direzione dell’evidente base della parete, che si trova all’apice di un lungo pendio nevoso a 30º. L’attacco è a q. 2070 m, al centro della parete, nel punto dove la fascia basale rocciosa è incisa da un canaletto verticale. 2 h 45’. Relazione. L1: risalire detto canaletto per 30 m (70/80º, M3) raggiungendo un ripiano. A monte di quest’ultimo riprendere il canale, ora meno netto e inciso, e seguirlo per 15 m (70/75º, M2). Uscire sulla prima larga cengia nevosa della parete e sostare alla base della fascia rocciosa successiva; 55 m; L2: scalare il muretto sovrastante (15 m, 75/80º, poi 65º) uscendo presso una cengia nevosa. Salire dritti per 25 m (45º) fino alla successiva fascia rocciosa, 45 m;

Equis Dyrecta, tracciato. Foto: Coll. apritori

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Relazioni e proposte Ghiaccio e misto Sirente-Velino, Appennino (Abruzzo) Monte di Sevice 2355 m, versante nord-est

RADIO SEVICE E BRIGANTIKA

Durante la stagione invernale 2022/2023 Cristiano Iurisci, con vari compagni, ha esplorato l’anfiteatro roccioso dall’aspetto quasi dolomitico che si apre a nord-est del Monte di Sevice e del Costognillo, tracciando due itinerari su ghiaccio e misto. Materiale. Classico da ghiaccio e misto, friend e nut, alcuni chiodi da roccia. Viti da ghiaccio utili solo in condizioni particolari, specialmente per Brigantika. Accesso. A Rosciolo dei Marsi (AQ) seguire le indicazioni per la chiesa di S. Maria in Valle Porclaneta, situata a ca. 1000 m di quota, 4 km a nord dell’abitato. Presso il parcheggio situato ca. 150 m prima della chiesa seguire una sterrata verso nord-est per 200 m, quindi abbandonarla e salire dritti per evidenti tracce (bolli CAI) prima sulla destra (bosco), poi a sinistra (pendio aperto) nel vallone di Sevice. Raggiungere la sorgente Fonte Sevice (q. 1950 m, 2 h) e continuare nel vallone fino a sbucare su pianoro e al Rif. Capanna di Sevice, 2119 m, 2h 15’. Traversare il pianoro in direzione della cresta di sinistra fino ad affacciarsi sul vallone di Teve. Proseguire in salita fino alle prime cime di fronte (Tre Sorelle), raggiunte le quali 2. Brigantika

1. Radio Sevice

G. Nervegna sul 4° tiro di Equis Dyrecta. Foto: Coll. apritori

L3: sulla destra si apre una rampa-cengia diagonale che permette di raggiungere la successiva grande cengia che caratterizza la parete. Puntare alla destra di una macchia bianca di frana recente, sostare nei pressi di essa. 45/55º, 90 m; L4: risalire il canaletto di ghiaccio e misto (10 m, 75/80, M2) che si trova a sinistra della macchia bianca, poi su pendio nevoso a 50º salire alla successiva fascia rocciosa. 45 m; L5: traversare a destra per 15 m fino a fare ingresso in un largo pendio/canale che conduce in vetta (40 m, 55º poi 60º/65º e M2). Sostare a pochi metri dalla vetta, 60 m totali. Discesa. Per pendio nevoso ripido raggiungere la piana sottostante il versante meridionale della montagna (2000 m ca.) e il sentiero che prosegue a destra della valletta che si apre poco più in basso. Seguire il sentiero che, con lunghe serpentine, raggiunge la pineta sempre visibile alla base del Monte Cafornia, a 1400 m di quota. Scendere verso sinistra per il sentiero e tornare al Rif. Casale di Monte. 1 h.

Brigantika e Radio Sevice, tracciato. Foto: Coll. apritori

si apre il panorama sull’enorme circo glaciale del Sevice e della Valle dei Briganti; q. 2240 m, 2h 40’. Scendere in un canalone esposto a est per 100 m di dislivello, tenendo la destra, fino a quando è possibile traversare lungamente alle base delle dolomitiche pareti rocciose dell’anfiteatro. Con circa 200 m di traverso si raggiunge il grosso conoide nevoso al cui apice si trova l’attacco di Radio Sevice. Circa 100 m di traverso più avanti si trova Brigantika (3h 30’). Discesa. Entrambi gli itinerari escono su larga dorsale a nord della cima del Costognillo. Seguire la dorsale in direzione del Monte di Sevice, salire in vetta e scendere in breve al rifugio Capanna di Sevice dove si ritrova il percorso d’andata; 2h 30’ fino al punto di partenza.

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Relazioni e proposte Ghiaccio e misto 1. RADIO SEVICE

Gianluigi Ranieri, Francesco Borsato, Daniele di Leilo, Gianfrancesco Ranieri, 27 dicembre 2022, dopo un tentativo del 18 dicembre dello stesso Gianluigi Ranieri con Cristiano Iurisci, Francesca Mascioli e Nicola Carusi, usciti poi per canale poco interessante a sinistra 250 m, D-, 55-75º, M2/3

Radio Sevice, G. Ranieri recupera a metà del primo tiro. Foto: Coll. apritori

Relazione. L1: risalire la rampa di misto che, in leggera diagonale a sinistra, permette di aggirare la fascia rocciosa che si eleva sopra l’attacco, all’apice del conoide nevoso (15 m, M2/3 o 75º, poi 55º). Raggiunto un ripiano nevoso (20 m in tutto), seguire verso destra una rampa nevosa sottostante le pareti aggettanti (60º, M2) fino a quando la rampa stessa si fa più ampia e meno ripida. Sostare su rocce presso la successiva strettoia, 45 m; L2: andare ancora a destra per 15 m fino a quando la rampa sfocia in un imbuto nevoso; non seguire quest’ultimo a sinistra (come è stato fatto durante il primo tentativo d’ascensione) ma prendere il canale che si apre a destra, che si insinua tra due rocce, e proseguire (45/50º) fino a una successiva strettoia. Sostare a destra, 50 m; L3: superare un salto (10 m, 60º passo 70º) e salire per pendio nevoso evidente (55º). Sostare su roccia, 50 m; L4: seguire ancora il canale per 10 m, poi prendere una rampa a sinistra (10 m, M3/75º) oltrepassata la quale si prosegue più facilmente 30 m (50º). Sostare sulla destra, sulla verticale di un’evidente goulotte, 50 m; L5: non prendere il canale a imbuto che si apre a sinistra, ma puntare dritti alla goulotte e superarla (10 m, 70º). Salire ancora ca. 25 m (55-60º) fino alla piccola cornice d’uscita.

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2. BRIGANTIKA

Emanuele Pontecorvo, Cristiano Iurisci, Gianluigi Ranieri, Matteo Mingarelli 12 marzo 2023 250 m TD-, III, M4, 80º

Brigantika, L1. Foto: Coll. apritori

Relazione. L1: scalare l’evidente diedro/goulotte d’attacco che, in condizioni secche, presenta due salti di misto. Il primo risalto si supera sulla sinistra (15 m, 70-80º, eventualmente M4), il secondo a destra affrontando una specie di camino (15 m, 80º, 1 ch. lasciato, eventualmente M3). Salire su neve per 20 m fino a quando la pendenza diminuisce. Uscire su cengia nevosa e sostare su friend e dadi presso la fascia rocciosa sovrastante, 50 m; L2: piegare decisamente a sinistra sfruttando una cengia nevosa (20 m, 55º) fino a quando è possibile salire in diagonale a sinistra (10 m, 55º) e superare una fascia rocciosa. Lasciarla a sinistra e sostare poco a monte su evidenti rocce (ch. e friend), 40 m; L3: salire in leggera diagonale a destra (15 m, 60º), poi procedere con percorso logico in direzione di una fascia rocciosa incisa da una breve goulotte (10 m, 70/80º o passo M4). Ancora un poco verso destra superare una breve fascia rocciosa (70º) e uscire su pendio nevoso (55º). Sostare poco a monte su chiodi e dadi, 45 m; L4: traversare a destra ca. 10 m, quanto basta per accedere all’evidente canale che piega a sinistra (20 m, max 65º). Proseguire su pendio e sostare alla base di una zona rocciosa, 52 m; L5: salire dritti superando alcuni risalti rocciosi e/o neve e ghiaccio (30 m, 65º) fino a quando il terreno diviene completamente nevoso. Proseguire su pendenze minori fino alla cornice d’uscita, 60 m.


Relazioni e proposte Ghiaccio e misto Monte Bianco, Alpi Graie (Valle d’Aosta) Aguille Noire de Peuterey - Punta Brendel 3498 m, parete ovest

COULOIR ISAÏE

François Cazzanelli, Emrik Favre, Stefano Stradelli, 12-13 febbraio 2023 600 m, 12L. M8, 7a/+, AI5 Aiguille Noire de Peuterey

Punta Bich Punta Ottoz Punta Brendel

di Frêney: la cosiddetta “Brogliatta”, passaggio attrezzato con una corda fissa al margine destro della parete sud dell’Aguille Croux; il Colle dell’Innominata (vedere informazioni specifiche su questo passaggio); traversare bassi sotto sotto la parete sud dell’Aguille Croux fino a raggiungere la base del ghiacciaio. Arrivati sul Ghiacciaio di Frêney, sia che si provenga da monte che da valle, occorre farsi strada su terreno tormentato per portarsi sotto la parete ovest della Noire. Individuare l’attacco della via L’équipe des bras cassés (per maggiori informazioni vedere l’avvicinamento di questa via). L’attacco del Couloir Isaïe si trova circa 50 m a monte di quest’ultima, in corrispondenza dell’evidente canale-goulotte che si origina dal colle compreso tra le punte Brendel e Ottoz. Relazione. L1: risalire l’evidente diedro-goulotte, sosta su chiodi. AI4+, 50 m; L2: continuare lungo la linea di ghiaccio fino alla base di un muro di roccia verticale. Sosta su chiodi. AI5 e M4 difficile da proteggere, 50 m; L3: salire in verticale per un’evidente fessura a sinistra della sosta. La fessura diventa progressivamente strapiombante. Usciti dallo strapiombo piegare a destra fino a un piccolo terrazzino presso il

Couloir Isaïe, tracciato. Foto: Pierre Lucianaz - cortesia Grivel

Grandioso itinerario, decisamente atipico per la parete prevalentemente rocciosa su cui si svolge. L’ambiente è molto severo, isolato, paragonabile a quello tipico delle grandi pareti nord delle Alpi. La roccia è di qualità variabile: a tratti ottima, a tratti mediocre. Lungo la via sono state lasciate solo le soste di calata per la discesa, ma vanno verificate. Per l’avvicinamento, in funzione delle condizioni di innevamento, possono essere necessari gli sci. Materiale. Classico da ghiaccio e misto, protezioni veloci, viti e chiodi, 2 corde da 60 m, attrezzatura da bivacco e d’emergenza. Accesso. Dalla Val Veny (Courmayeur, AO) seguire il sentiero per il Rifugio Monzino. All’anfiteatro sottostante l’Aguile Croux, in base alle condizioni di innevamento, ci sono due opzioni: percorrere il sentiero che porta al Rifugio Monzino oppure tenersi sulla destra, salendo contro le pareti del Mont Rouge de Peteurey, per accedere al Ghiacciaio di Frêney. Dal Rifugio Monzino in base alle condizioni ci sono tre possibilità per raggiungere il Ghiacciaio

Couloir Isaïe. Foto: Pierre Lucianaz - cortesia Grivel

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Relazioni e proposte Roccia Marmolada, Dolomiti (Trentino-Alto Adige/Veneto) Punta Ombretta 3230 m, parete sud

MADRE ROCCIA

Iris Bielli, Matteo Della Bordella, Massimo Faletti, Maurizio Giordani, 2022-2023 935 m, 8b (7b+ obbl.) Matteo Della Bordella, Maurizio Giordani e Massimo Faletti, con la giovane promessa Iris Bielli del CAI Eagle Team, hanno tracciato una nuova linea di alta difficoltà sulla parete sud della Marmolada: Madre Roccia. L’itinerario è stato aperto in armonia con lo stile dominante su questa parete, mettendo poche protezioni e piantando gli spit prevalentemente a mano. Il 28 e 29 settembre 2023 Matteo e Iris hanno liberato tutti i singoli tiri, ma non la via in continuità.

Iris Bielli su Madre Roccia. Foto: Coll. Della Bordella

Iris Bielli su Madre Roccia. Foto: Coll. Della Bordella

Madre roccia, tracciato. Foto: Maurizio Giordani

Materiale. Sulla via ci sono 18 spit, soste escluse (uno spit per ogni sosta), piantanti quasi tutti a mano. Per una ripetizione gli apritori consigliano due serie di friend, delle quali almeno una di Totem Cam. Accesso. Da Malga Ciapela (Rocca Pietore, BL) salire al Rifugio Falier, quindi dirigersi alla parete sud come per la via Attraverso il pesce. Continuare costeggiando la parete verso destra fino al

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termine del pilastro della via Specchio di Sara, al limite del canale che divide quest’ultimo dal “Dorso dell’elefante”. L’attacco è circa 70 metri più a destra di quello di Specchio di Sara. 50’ dal rifugio. Relazione. L1: 6c, 65 m; L2: 7b/c, 30 m; L3: 7a+, 35 m; L4: 8b, 40 m; L5: 6c, 55 m; L6: 7a+, 25 m; L7: 7c+/8a, 25 m; L8: 7a+, 45 m; L9: 7b+, 50 m; L10: 6c+, 45 m; L11: II, 100 m; L12: 5+, 50 m; L13: 5+, 45 m; L14: 6b, 40 m; L15: 6a, 50 m; L16: 5+, 50 m; L17: 5+, 50 m; L18: 5+, 40 m; L19: 5+, 50 m; L20: 5+, 45 m. Discesa. È possibile calarsi in doppia lungo il pilastro che caratterizza la parte bassa della via. Nella parte alta invece le soste non sono attrezzate, si scende a piedi sul versante opposto della montagna.


Relazioni e proposte Roccia Pale di S. Martino, Dolomiti (Veneto) Punta Frassenè/Spiz d’Agner Sud, 2600 m ca., parete sud-est

BARBARI NEL TAO

Mirco Grasso, Nicolò Geremia, settembre 2022 500 m, IX+/XImpegnativo itinerario alpinistico tracciato sulla parete sud-est della Punta Frassenè/Spiz d’Agner Sud. Le massime difficoltà della via si concentrano sul caratteristico “scudo” di roccia verticale a buchi che caratterizza la sezione superiore della muraglia. Materiale. Classico da roccia con due corde da 60 m, una serie di friend (dal 0.2 al 3, doppi #075 #1 e #2, opzionali doppi 0.5 e 0.4, importante #1BD – non totem – per proteggere L10), tricam, cordini per clessidre, 10 rinvii. Lungo la via si trovano alcuni cordini in clessidra, alcuni chiodi, alcuni spit di sosta e tre soli spit di progressione sul tiro chiave (valutato 8a). Accesso. Da Frassenè (BL) salire al Rifugio Scarpa-Gurekian. Da lì continuare su sentiero quasi fino ai piedi della parete, 1 h. L’accesso è possibile anche per la Malga Agner con partenza dai Prati di Manzana, che si trovano prima del centro di Frassené provenendo

Barbari nel Tao, tracciato. Foto: Alessandro d’Emilia

Civetta, Dolomiti (Veneto) Torre Trieste 2458 m, parete sud

ENIGMA

Alessandro Baù, Alessandro Beber, Nicola Tondini, da fine settembre a inizio novembre 2022. Salita in libera (rotpunkt): 24-25 giugno 2023 900m, 28 tiri + rocce terminali. IX/IX+ (7c/7c+), VIII+ obbl. (7a+), R3, III, EX (tecnica, chiodatura, ambiente, complessiva)

Barbari nel Tao Foto: Mirco Grasso

da Voltago. Dalla Malga Agner salire direttamente alla parete per ripidi prati. 1 h fino alla malga, 1 h dalla malga alla parete. Relazione. L1: V, 45 m; L2: VI, 40 m; L3: V+, 30 m; L4: IV, 35 m; L5: VI+, 60 m; L6: VI+, 60 m; L7: VIII, 25 m; L8: IX, 30 m; L9: VIII, 45 m; L10: VIII+, 25 m; L11: X-, 35 m; L12: VIII/+, 30 m; L13: VIII-, 40 m. Discesa. In corda doppia: dalla cima alla S12, 30 m; fino alla cengia alta dove si trova S9, 60 m; fino alla grande cengia mediana, 60 m (sosta di calata sul bordo della cengia). Camminare per individuare la sosta di calata (spit+clessidra) di Che notte quella notte. Calarsi quindi lungo quest’ultima via: 50 m, sosta su clessidra; 50 m, sosta a spit in nicchia; 50 m, sosta fuori dal canale; 60 m fino a terra.

Nata da un’idea di Nicola Tondini e realizzata tra amici, con Alessandro Baù e Alessandro Beber, Enigma affronta una porzione ancora “libera” della parete sud di una delle più celebri torri delle Dolomiti, seguendo una linea logica e rispettando uno stile tradizionale. Materiale. Classico da roccia, 2 corde da 60 m, kevlar e fettucce. Microfriend e friend. Consigliati Alien: una serie (fino al rosso); Totem Cam: una serie (fino all’arancione); friend (da 0.5 al 3.0 BD, DMM o Wild Country). In parete sono stati lasciati 74 chiodi. Alle soste 32 chiodi e 13 fix. Accesso. Dal Rifugio Capanna Trieste in Val Corpassa (BL) prendere la strada forestale per il Rifugio Vazzoler. Dopo circa 40’ deviare sul sentiero CAI 558 per la Forcella delle Sasse. L’attacco della via si trova dove il sentiero passa a poche decine di metri dal punto più basso della parete.

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Relazioni e proposte Falesia Spodnja Trenta (Val Trenta), Slovenia

DREAMLAND

Dreamland, falesia interamente dedicata al drytooling, è stata scoperta e valorizzata dal forte alpinista, drytooler e soccorritore alpino Tine Cuder. Tra il 2017 e il 2023 lo stesso Tine, con Joze Biro e Filip Princi, ha chiodato due settori principali. Nel settore inferiore si trovano le vie più facili, dal D6 al D9. Nel settore superiore la difficoltà delle vie arriva al D14. La prima linea tracciata è Lose Control, situata nel settore superiore. Subito dopo, nel settore inferiore, sono state attrezzate Lojza D7+ e Podskalarca D9. Successivamente sono comparse Edge of Glory D13 e Sky Man D14 nella grotta del settore superiore. Quindi il settore basso si è arricchito di numerose altre vie: Joze, D7; Friendship, D8+; Alnblet, D5+; Guide 360, D5, Don’t Forget, D6. Una delle vie più recenti è la difficile Muda Orlova, D14 (settore superiore). È in programma l’apertura di ulteriori linee e di connessioni tra le vie per ottenere sfide sempre nuove. Probabilmente esiste la possibilità tracciare anche vie di più tiri. Esposizione sud. Accesso. da Gorizia seguire la strada 103 direzione Caporetto. Seguire le indicazioni Plezzo-Trenta, oltrepassare la Galleria “Berebica” e continuare fino a quando si vede una mulattiera che si stacca sulla sinistra (GPS: 46º22’10”N 13º43’36”E). È possibile parcheggiare l’auto presso una piazzola situata sulla destra. La falesia è visibile dalla strada e raggiungibile in 30’-40’ seguendo la mulattiera già citata. Superato il secondo cancello che si trova sulla mulattiera (ricordare di richiuderlo dopo essere passati!) occorre seguire un sentiero ripido sulla sinistra che conduce alla grotta del settore superiore. Materiale. Classico da drytooling, corda da 60 m, 12 rinvii. Le vie del settore superiore sono attrezzate con rinvii fissi.

LE VIE Settore inferiore 1. Joze 2. Friendship 3. Podskalarca 4. Lojza 5. Alnblet 6. Guide 360 7. Don’t forget

D7 D8+ D9 D7+ D5+ D5 D6

Settore superiore 8. Sky Man 9. Edge of Glory 10. Muda Orlova 11. Lose Control

6

7

5 Dreamland settore inferiore destro Foto: Filip Princi

10 8 1

2

11

4

Dreamland settore inferiore sinistro Foto: Filip Princi

158

9

3

Dreamland settore superiore Foto: Filip Princi

D14 D13 D14 D11


Relazioni e proposte Falesia Avise (Valle d’Aosta)

LE VIE (per L1 si intende la prima parte della via fino alla sosta intermedia, per L2 la via intera fino alla sosta superiore) 1. Opere Minori 6b+, 24 m, 11 spit 2. Gritissima 7b+, 15 m, 7 spit 3. Hardgrit 8?, 17 m, 8 spit 4. Eternamente Grazie 7b, 17 m, 7 spit 5. Indietro Nessuno 7c+, 14 m, 8 spit 6. L1: Free 7a+, 13 m, 7 spit L2: Freedom 7b+, 22 m, 12 spit 7. L1: Viaggio 7b, 13 m, 7 spit L2: Ultimo Viaggio 7c, 23 m, 12 spit 8. Due possibilità. A destra: Viaggio nel Tempo 8a, 25 m, 15 spit; a sinistra: Viaggio nel Tempo direct 8a/+, 26 m, 15 spit 9. Viaggio oltre Confine 7c+, 35 m, 19 spit. A causa dell’attrito oltre lo spigolo è necessario un cambio corda sotto la prua; 2 fettucce lunghe diventano i primi rinvii della seconda corda. 10. Wormhole 8? , 28 m, 14 spit 11. L1: Ami 6a+, 16 m, 7 spit L2: Ami Éternel 6c, 29 m, 13 spit 12. L1: Man 6c+, 16 m, 7 spit L2: Superman 7a+, 23 m, 12 spit 13. Impero Romano 7a, 21 m, 10 spit 14. Green Heart 7b, 20 m, 10 spit 15. L1: Regina 6b, 17 m, 8 spit L2: due possibilità, a destra: Regina Elisabetta variante destra 6c, 35 m, 17 spit; a sinistra: Regina Elisabetta 7a, 34 m, 17 spit

FALESIA MAURIZIO GIORDANO

È stata inaugurata quest’anno, il 10 giugno, la nuova falesia Maurizio Giordano, situata nei pressi di Avise in Valle d’Aosta. La parete è stata attrezzata da Filip Babicz in ricordo dell’amico scomparso: «Questa falesia è nata dal bisogno del cuore con l’intenzione di ricordare chi è stato Maurizio Giordano. Una persona grande nella sua semplicità e bontà, particolarmente empatica e sincera. Un vero amico... nonché un grande amante dell’arrampicata!», commenta Filip. La falesia si trova a quota circa 850 m ed è esposta a nord. Il periodo ideale per frequentarla sono le mezze stagioni ma l’esposizione a nord permette di scalare anche nei mesi più caldi dell’anno. Inoltre, grazie al profilo strapiombante della parete e alle soste intermedie, su alcuni tiri è possibile scalare nelle giornate di pioggia. Accesso. Provenendo da Courmayeur superare la rotonda di Avise e parcheggiare subito dopo il successivo tunnel presso un piccolo slargo sulla destra, al km 118,7 della SS26. Attraversare la ferrovia grazie a un sottopassaggio e, subito dopo, prendere il sentiero che si addentra nel bosco (cartello con il nome della falesia). Seguirlo (traccia evidente, bolli rossi sugli alberi) fino alla falesia. 10’. Coordinate GPS della parete 45º42’17’’N 7º8’23’’E. Materiale. Classico da falesia. Corda da 70 m sufficiente, prestando attenzione specialmente sulla via 15 (calata di 35 m esatti).

15 12

1 9 11

7

6

8

12

14 15

11

3

10

13

2 7

6 5

Schema della falesia. Grafica: Marco Romelli

1

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Falesia Maurizio Giordano Foto: Marco Romelli

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BIMESTRALE DI ARRAMPICATA E ALPINISMO Speciale Annuario. Dicembre 2023 Direttore responsabile Richard Felderer Coordinamento editoriale Eugenio Pesci Samuele Mazzolini Alberto Milani Redazione Tommaso Bacciocchi Roberto Capucciati Matteo Maraone Marco Pandocchi Damiano Sessa Sottocopertina Jakob Schubert su B.I.G. 9c, Flatanger, Norvegia. Foto: Mortiz Klee Grafica Tommaso Bacciocchi Impaginazione Francesco Rioda Versante Sud Srl Via Rosso di San Secondo, 1 – 20134 Milano tel. +39 02 7490163 versantesud@versantesud.it info@up–climbing.com Abbonamenti e arretrati www.versantesud.it Stampa Aziende Grafiche Printing srl – Peschiera Borromeo (MI)

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James Pearson su Bon Voyage Foto: Raphael Fourau



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