Valsesia Rock

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COLLANA LUOGHI VERTICALI

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prima edizione Giugno 2003 Seconda edizione Giugno 2008 Terza edizione Giugno 2015 ISBN 978-88-98609-59-8 Copyright © 2015 VERSANTE SUD S.r.l. Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina

Nadia Lacerra, I wonna dance, 7a, Casa Capietto (ph. Paolo Sartori)

Testi

Davide Borelli, Nicola Degasparis

Disegni e cartine

Eugenio Pinotti

Icone

Ilaria Niccoli

Stampa

Monotipia Cremonese

Ringraziamenti Un doveroso ringraziamento a tutte le persone che, con il loro aiuto e la loro disponibilità, hanno permesso la realizzazione di questa terza edizione della guida. Un sentito grazie anche a chi continua a scoprire e chiodare nuove falesie in Valsesia, e anche a chi dedica molto del proprio tempo libero alla riscoperta di quelle per anni dimenticate. In ordine sparso: Andrea Tamilla, Tiziano Bertoncini, per la preziosa collaborazione nella revisione di molte relazioni delle falesie e delle vie. Nadia Lacerra per la costante e fedele presenza in tutta questa avventura. Alberto Zucchetti e Alberto Zanada, per tutte le vie e le falesie attrezzate. Martino Moretti, Walter Grober, Sandro “Boris” Borini,

VERSANTE SUD Catalogo

Nota L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.

Giancarlo Crotta, Marco Cunaccia, Paolo “Baga” Bagatin, Guido Zali, il Corpo Guide Alpine di Alagna, Erwin Zucca, per gli aggiornamenti di tutte le loro falesie. Luca “Soru” Sarasso, Federico “Chicco” Villani, Martina e Cristiana Zali, Damiano Colla, Fabrizio “Bicio” Uberti, Lorenzo Bognetti, Marco “Dragons” Dragone, Chris Lepori e Paolo Sartori per il loro aiuto nelle immancabili foto. Davide Zanino, Gabriele Moroni, Dino Deiana, per i piacevoli articoli da loro scritti. Le associazioni Amici del Pannello e ClimbONE, tutti gli AVPeople e anche chi, involontariamente, abbiamo dimenticato. Davide e Nicola


FOR CLIMBING

BOOKS FORBOLTS Il 2% del ricavato di questa guida viene reinvestito in materiale per attrezzare vie e falesie

Davide Borelli Nicola Degasparis

VALSESIA ROCK Falesie e vie sportive in Bassa Valsesia, Varallo, Val Sermenza, Val grande e Alta Valsesia

EDIZIONI VERSANTE SUD


Introduzione

Introduzione Siamo alla terza edizione della guida di arrampicata della Valsesia. Gli anni passano, gli impegni personali portano ad alcuni cambiamenti, la forma fisica non è sempre a buoni livelli. La nostra “voglia di arrampicata” però rimane immutata nel tempo, in alcuni casi si trasforma in tenacia. L’entusiasmo nel frequentare la roccia è sempre alle stelle. Grazie a questa nostra passione siamo ancora qui a presentarvi la Valsesia, i suoi luoghi, le sue pareti e le sue falesie. Per dovere di cronaca, la prima apparizione della Valsesia nella bibliografia di arrampicata risale al 1987, quando la falesia di Ara e la parete dei Finanzieri di Alagna vennero recensite nella guida “I luoghi della libera 1” della Vivalda Editori. Dieci anni più tardi, nel 1997, venne data alla luce la guida “Arrampicare in Valsesia”, edita da Melograno Edizioni e curata dal gruppo GASS, molto attivo in quegli anni a promuovere l’arrampicata sportiva in Val Sermenza. A questo volume fece seguito, nel 2003, la prima edizione di Versante Sud “Arrampicate sportive e moderne in Ossola e Valsesia” e, a cinque anni di distanza, la seconda edizione “Ossola e Valsesia”. E sulla scia dell’entusiasmo apparve on-line www. arrampicareinvalsesia.it, un punto di riferimento per tutte le news e gli aggiornamenti di arrampicata in Valsesia. Anno 2013: siamo al lavoro per la nuova edizione. Rispetto all’ultimo volume uscito la Valsesia avrà, come nel 1997, una guida interamente dedicata alle sue pareti. Nel corso di questi ultimi anni sono nate nuove e interessanti falesie mentre, con grosso lavoro da parte dei “soliti noti”, ne sono state riportate alla luce alcune vecchie, abbandonate per lungo tempo e cadute ingiustamente nell’oblio. Alcuni esempi sono la storica del “Fun’d’Scotte” ad Alagna, comoda per l’estate e con molte belle vie di media difficoltà e la falesia della “Badia” a Quarona, i cui tiri più difficili attendono una conferma del grado da parte dei climbers più talentuosi. In campo multipitch è da segnalare un ripristino di alcune vie di rilevanza storica sulla “Parete Calva” a Rassa, tra le più selvagge e selettive della Valsesia. Al momento della stesura della guida è ancora in fase di sviluppo la parete del rifugio Massero nei dintorni di

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Carcoforo: con la sua prevalenza di gradi facili e il suo ambiente squisitamente montano, si rivelerà fra le mete preferite del pubblico “no-big” e adatta ai corsi di alpinismo. Ampliamenti in vista per le falesie dell’alpe Boracche e di Casa Capietto: stanno aumentando notevolmente i tiri nella prima, mentre nella seconda si sta attrezzando un settore poco più in basso della parete classica. I loro muri di gneiss ruvido, compatto e lavorato, sono da annoverare fra i più attraenti di tutta la Valsesia, e i lunghi avvicinamenti non dovranno scoraggiare gli arrampicatori. Sempre in fase di stesura guida, sono stati ultimati alcuni lavori a progetto di manutenzione e consolidamento della falesia “Ronco” a Fervento: il luogo si conferma così un punto di riferimento per intere famiglie di arrampicatori. Inoltre nuovi fix stanno apparendo sulle pareti limitrofe alla Torre delle Giavine, a Boccioleto: forse è giunto il momento di rivalorizzare alcune vecchie vie già esistenti. Ancora un paio di novità per l’estate: la falesia delle “Quare”, attrezzata dall’instancabile Alberto Zucchetti, su cui sono presenti tiri atletici di tutte le difficoltà e la falesia del “Bric Brac Bruc”, dove Paolo “Baga” Bagatin ha chiodato tiri decisamente più selettivi su una roccia che non ti aspetti. Purtroppo in questi anni continua la scarsa e inspiegabile frequentazione di alcuni settori e alcune piccole falesie: un vero peccato, si rischia di perdere un pezzo di storia dell’arrampicata valsesiana. Ma la Valsesia non è solo falesie e vie multipitch ma è anche bouldering: già negli anni ottanta erano note alcune aree in valle in cui si praticava il sassismo come forma di allenamento propedeutico alle salite in montagna. Agli inizi del nuovo millennio, con la riscoperta del bouldering come disciplina indipendente, sono stati valorizzati molti settori, diffusi su tutto il territorio, con roccia e stili di arrampicata differenti. Chissà, forse avremo modo di entrare nel dettaglio in un’altra occasione. Davide Borelli


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Indice e cartina

Introduzione tecnica Link e numeri utili Introduzione storica I tiri più duri Esposizione delle falesie Legenda

8 9 10 13 14 15

BASSA VALSESIA 1 Pietra Romanasca 2 Pietra Groana 3 Sas dal Cros 4 Falesia di Ara 5 Falesia della Badia 6 Paretina Reg. Gibellino 7 Falesia del Laghetto

20 22 26 30 38 42 44

VARALLO E VALMASTALLONE 8 Bric Brac Bruc 9 Pilastro di Cravagliana 10 Falesia della Scarpiola

48 52 54

VAL SERMENZA 11 Sas d’la Tela 12 Torre delle Giavine 13 Sas Balma 1 14 Sas Balma 2 15 Falesia Ronco 16 Parete delle Piane Grande 17 Parete del Selletto 18 Rimasco 19 Monte Castello 20 Pilastro Balmelle 21 Ai Salee’ 22 Rifugio Massero

58 60 68 72 74 84 86 88 90 92 94 96

VAL GRANDE - ALTA VALSESIA 23 Scopello 24 Masso Pietre Grosse 25 Alpe Meggiana 26 Parco Giochi 27 Falesia delle Quare 28 Falesia della Discarica 29 Falesia Lo Specchio 30 Parete Calva 31 Campertogno 32 Parete Alba 33 Alpe Boracche 6

98 102 104 106 108 112 114 120 128 132 136

34 Parete Bianca 35 Pareti Viana, Toni, Il Nido 36 Falesie di Casa Capietto 37 Parete del Cengio 38 Sperone Cima Mutta 39 Alagna Fun’d’scotte 40 Massi di S. Antonio 41 Bastionata del Cimalegna 42 Bastionata Punta Grober 43 Punta Vittoria

142 146 150 158 160 162 168 174 180 184

ALTRE FALESIE

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STORIE E PROTAGONISTI Breve storia dell’andar per sassi in Valsesia 16 L’alta difficoltà in Valsesia 18 Ara e i favolosi anni Ottanta 28 Roccia e Mistero 1984-2014 118


Rimella 22

Carcoforo 21

43

Rima

42

20

41 39 40

38

37

10

Fobello

Omegna

19

18

Rimasco

Alagna

11

12 36 35

34

15 33

17

Mollia

Riva Valdobbia 32 31

Rassa

Cravagliana

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Boccioleto

Campertogno

Balmuccia

Varallo

Lago d’Orta

8

29 28

30

16

13

9

Piode

26 27 24

23

Scopello

Quarona

7 6 5

25

3

Postua Crevacuore

Borgosesia Se

sia

4

Serravalle Sesia 2

Grignasco Romagnano Sesia 1

Gattinara

A26

Biella Carpignano

A26

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Introduzione storica

Introduzione storica Scrivere qualcosa sulla storia dell’arrampicata sportiva in Valsesia non è cosa facile. Non si può parlare di arrampicata senza parlare di alpinismo e non si possono scindere le due discipline, strettamente collegate, una figlia dell’altra ma ormai ben distinte e separate. Non si può escludere ciò che l’alpinismo ha rappresentato e rappresenta in Valsesia. Si può affermare che molti dei praticanti valsesiani non sono dediti solo ad una disciplina ma sono “alpinisti” polivalenti, generalmente appassionati di montagna, trekking, escursioni, sci di pista e freeride, che coltivano stagionalmente le proprie passioni, in funzione del clima e del meteo locale. Non esiste una documentazione scritta sulla storia dell’arrampicata valsesiana: le notizie e le imprese affiorano attraverso il colloquiare fra gli arrampicatori; parole e impressioni di protagonisti o di semplici spettatori, notizie che si tramandano come se fossero vere e proprie “leggende verticali”. Complici anche la discrezione e la riservatezza degli abitanti di questi luoghi. Andando per ordine “cronologico” e senza avere la pretesa di scrivere un “trattato” in materia, sicuramente non privo di errori e di omissioni involontarie, proviamo a fare un po’ di luce sull’argomento. 1800 Il Monte Rosa è il grande punto di riferimento per gli alpinisti-esploratori di una lontana epoca. Gli anni di conquista e di esplorazione delle principali vette costituenti il massiccio del Monte Rosa si collocano fra gli ultimi dell’ottocento. Da più fronti e da diversi versanti, personaggi i cui nomi ora ricorrono in rifugi, punte e bivacchi, salirono le vette più prestigiose del massiccio del Monte Rosa. Giordani, Vincent, Gnifetti sono alcuni dei nomi più importanti e ricorrenti. Grazie a questo alpinismo di conquista, si delinea ciò che è il Monte Rosa: “la montagna” della Valsesia. 1900 Nei primi anni del novecento la Valsesia è in linea con le tendenze del mondo alpinistico italiano e mondiale di quegli anni: l’arrampicata è il metodo di allenamento per affrontare le cime più aspre e le salite più impegnative in montagna. Vengono utilizzati alcuni sassi più o meno grandi presenti in valle, come palestre di allenamento.

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Anni Trenta In questo periodo viene presa di mira la Torre di Boccioleto: dopo la conquista della vetta tramite teleferica da parte di alcuni impavidi boccioletesi, è con l’apertura della via Normale da parte degli alpinisti Castiglioni e Negri che si inaugura l’assalto al monolito. Anni Sessanta Si delineano meglio le esigenze degli alpinistiarrampicatori. Alcuni sassi sul monte Tovo e altri in prossimità delle vecchie miniere di Alagna non sono più sufficienti per l’allenamento: si passa quindi alla ricerca di strutture rocciose più adatte a tale pratica e fruibili in maggiori periodi dell’anno. Vengono esplorate le zone delle Giavine Rosse a Vocca, le pareti sulla strada per Civiasco, ma è sui risalti rocciosi della Pietra Groana, in bassa Valsesia, che si concentra maggiormente l’attenzione. È l’alpinista novarese Silvio Lupo che, dopo alcuni sopralluoghi insieme a esponenti CAI Varallo, inizia ad attrezzare la Pietra Groana. Per lungo tempo questa rimarrà un punto di riferimento per l’allenamento in favore delle ascensioni alpinistiche. Anni Settanta Dopo le prime e avventurose salite della “Torre delle Giavine” di Boccioleto, anche questo monolito, con l’apertura di altri itinerari sui suoi versanti più impervi, inizia ad essere considerato anche palestra didattica e propedeutica alle salite in roccia in montagna. Gli alpinisti Francione, Guala, Esposito, Bertone, Galbusera sono fra gli autori delle maggiori linee di salita di quei tempi, fino ad arrivare agli anni Ottanta quando l’arrampicata sportiva si “intromette” positivamente sulla Torre, con l’apertura, dall’alto e a spit, della via Sumo, ad opera di Martino Moretti e Simone Musazza. Nel 1978 si insedia ad Alagna il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza; molti di questi Finanzieri si distingueranno nei decenni successivi con salite alpinistiche di importanza mondiale: Silvio Mondinelli e Christian Gobbi, per citare alcuni nomi, senza dimenticare le guide alpine locali Sperandio, i fratelli Enzio, Michele Cucchi, Armin Fischer, più impegnate nelle attività invernali e alpinistiche sul Monte Rosa. Anni Ottanta Gli anni Ottanta risentono dell’influenza sportiva


mondiale di quel periodo. I protagonisti di questo periodo sono gli alpinisti Danilo Saettone, Emilio De Tomasi, Tullio Vidoni, Costantino Piazzo, Gaetano Valle, Luciano Bonato, Dino Deiana, Martino Moretti, Agli alpinisti sopracitati si aggiungono i primi arrampicatori sportivi come Mirko Longo, Aldo Granelli e Davide Zanino, Osvaldo Antonietti e un gruppetto di giovani arrampicatori della Valsessera, che in breve raggiunge un livello abbastanza elevato. Verso la metà degli anni ottanta si aggiungono nomi nuovi: Francioli, Zucchetti, Paglino, Grober, Schiavon, Zanada, Aprile e molti altri. Nascono falesie fondamentali per il cosidetto “freeclimbing”: la palestra del Fun’d’Scotte, aperta nei primi anni 80 dai Finanzieri della stazione di Alagna e dalla guida Osvaldo Antonietti, e la palestra di Ara, che viene scoperta da Mirko Longo e da Aldo Granelli nel 1984. Queste pareti vengono attrezzate con spit da 8mm e piastrine artigianali, le difficoltà sono da subito abbastanza elevate da V° al VII°/VIII°, gli attuali 6c/7a. Parallelamente Luigi Barberis attrezza una piccola parete fra le colline gattinaresi, la Pietra Romanasca le cui vie risultano essere allenanti al punto giusto. Ma sono i tiri tecnici della falesia di Ara ad attrarre maggiormente gli arrampicatori forestieri: è grazie ai forti arrampicatori biellesi di quegli anni, Centenaro, Zanone, Gnerro, che vengono liberate e salite alcune tra le vie più impegnative della valle. Il grado 7b e 7c potrebbe oggi far sorridere molti climbers, ma ricordiamoci che era solo il 1987. Oltre all’arrampicata su falesie attrezzate che contribuisce all’innalzamento del livello degli arrampicatori locali, persiste anche lo spirito alpinistico di apertura di itinerari di alta difficoltà in parete. Vengono effettuate le prime salite della Parete Calva, la più impervia e selvaggia della zona, ricca di mistero e fascino, che fino ad allora aveva resistito agli assalti di alpinisti famosi (negli anni 30 dai Ragni di Lecco, negli anni 60 da Giorgio Bertone, negli anni 70 da Tullio Vidoni). Martino Moretti e Dino Deiana nel 1984 effettuano la prima assoluta della parete aprendo Viva Dolcino seguita nel 1985 da Margherita va da Dolcino. Entrambe le vie vengono aperte dal basso senza l’uso di mezzi artificiali ma solo con mezzi tradizionali, chiodi per fessure, nuts e friends. Successivamente anche Walter Grober lascia il segno su questa parete, attrezzando vie molto impegnative e avventurose: Macarena ed Eretica e un’altra sulla sinistra, Superskippy, vie che per chiodatura e audacia strizzano l’occhio a salite più Yosemitiche. Sono le scuole CAI di alpinismo dell’epoca che

raccolgono e riuniscono gli appassionati del settore. Grazie anche all’espansione dell’arrampicata sportiva sul territorio nazionale, vengono organizzate “serate” di arrampicata in falesia, allo scopo di promuovere tale disciplina e avvicinare i giovani della zona. Anni Novanta C’è fermento anche nelle valli laterali, soprattutto in Val Sermenza: il promotore e anima trainante è Giovanni Aprile. Fu il primo a chiamare la GdF di Alagna per attrezzare a Rimasco una piccola parete a bordo strada, intitolata “Guido Filisetti”. Era il 1989, e un articolo di quotidiano locale riportava la notizia dell’inaugurazione. Grazie a Giovanni e agli amici di quel periodo, Graziano Tamiotti, il novarese Claudio Soldarini, Guido e Pier Luigi Zali, Paolo Ragozzi, Enrico Antonietti, vengono attrezzate nuove falesie: il lavoro più grosso è quello che riguarda la falesia di Fervento, senza dimenticare altri piacevoli settori come il Sas Balma, il pilastro di Balmelle, la falesia Ai Saleè a Carcoforo. Un altro merito di Giovanni è quello di aver attrezzato vie sportive a fix 10mm sulla parete del Selletto e su quella del Monte Castello: Heremitage e Mani pulite sono fra le prime aperte in questo stile in Valsesia. Tra il 1994 e il 1995 viene fondato il G.A.S.S. “Gruppo Arrampicata Sportiva Sermenza”, per promuovere l’arrampicata in valle e chiodare nuove falesie. Al gruppo aderiscono molti giovani appassionati locali e anche ragazzi forestieri, che frequentavano la Val Sermenza durante le loro vacanze estive. Sicuramente questo gruppo ha contribuito a consolidare la passione per la montagna di tutti i suoi componenti: infatti si può dire che, dopo la sua chiusura, molti hanno continuato nel settore, come Volontari del Soccorso Alpino, guide alpine, Istruttori FASI o Istruttori CAI. Sulla scia dell’entusiasmo viene realizzata anche la prima guida della valle Arrampicare in Valsesia che faceva seguito a un piccolo volume delle falesie della Val Sermenza e colmava il vuoto editoriale dato dall’unica apparizione di due falesie valligiane nella guida di Vivalda Editori del 1989. Sempre negli anni Novanta Martino Moretti attrezza alcune pareti rocciose poco distanti dal paese di Quarona: la falesia del Laghetto e la falesia della Badia. Soprattutto la prima si rivela punto d’interesse per molti arrampicatori locali, a differenza della seconda che, con i suoi gradi più sostenuti, non riceve le giuste attenzioni da parte dei climbers. Ma tutto crea movimento e molti, su queste pareti, hanno iniziato a muovere i primi passi.

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Introduzione storica

Sul finire degli anni novanta e nei primi anni del nuovo millennio si avvicendano nuove figure importanti per lo sviluppo dell’arrampicata in Valsesia: la guida alpina Alberto Zucchetti è il principale artefice della chiodatura di falesie e vie lunghe. Il suo stile preferito di apertura è dal basso, con trapano, friends e nuts. Alberto ha letteralmente scovato alcune falesie e si è dedicato con innata passione e con particolare dedizione al lavoro di chiodatura. Le sue creazioni sono un marchio di qualità. Da non dimenticare il prezioso aiuto ricevuto da fedeli amici come Alberto Zanada, Daniele Zinetti e Sandro Borini, Davide Martinotti, che lo hanno accompagnato spesso nei lavori più difficoltosi di “disgaggio” delle pareti, pulizia sentieri e sistemazione della base delle falesie. Anni 2000 All’inizio del nuovo millennio si affacciano sulla scena verticale valsesiana “giovinastri” del calibro di Nicola Degasparis di Grignasco e Gabriele Moroni di Novara, nati e cresciuti negli ambienti giovanili federali. Il primo si dedica all’apertura di alcune vie estreme in alta valle, mentre il secondo libera molti dei tiri più duri della zona. Sono da attribuire a loro le prime ripetizioni di Fandango nella falesia di Ara, storica via di Alberto Gnerro e Mauro Centenaro, e del primo 8b+ valsesiano, Hamunaptra al Masso di S. Antonio ad Alagna. Gli stessi ragazzi si rendono protagonisti della rivalorizzazione dei Massi di Parone: storici passaggi di sassisti degli anni ottanta, esplorati per la prima volta da Luigi Barberis e Davide Zanino, vengono riscoperti e ripuliti durante la ribalta del bouldering a cui si assisteva in quegli anni. Nel 2003 gli ossolani Pellizzon e Garanzini, i novaresi Fratagnoli e De Maria chiodano egregiamente a fix le vie Free Dolcino, Alpino Giardiniere e Incanta Serpenti sulla Parete Calva. Queste vie sportive e moderne riportano l’attenzione degli arrampicatori su questa parete, rendono più piacevoli le salite. I tempi sono maturi e in questi anni viene pubblicata la guida Arrampicate Sportive e moderne in Ossola e Valsesia e attivato il sito web arrampicareinvalsesia.it, utile per raccogliere informazioni, news e curiosità sul mondo della verticale valsesiana. Si consolida così lo sviluppo dell’arrampicata in tutte le sue forme: Giancarlo Crotta, Nicola Degasparis, Marco Cunaccia e i soliti nomi Zucchetti, Zanada, Boris, Zinetti, Moretti, continuano a chiodare nuove falesie e attrezzano nuovi tiri.

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Nel campo del bouldering i fratelli Davide e Giorgio Borelli, più orientati verso il lato sportivo e atletico dell’arrampicata, insieme ad alcuni amici ed affiancati dal lavoro di Nicola Degasparis, si dedicano a spazzolare nuovi sassi e ad esplorare nuovi settori, tenendo il lavoro un po’ nascosto al vasto pubblico di arrampicatori. Con le manifestazioni “Teva Extreme Games” tenutesi a Rassa dal 2005 al 2008, si formano gruppi e associazioni che riuniscono gruppi di amici e appassionati di arrampicata. L’associazione “ClimbOne” è la prima a costituirsi dopo gli anni del gruppo GASS. Da questo gruppo emergono anche arrampicatori sportivi di tutto rispetto: originari di Guardabosone, piccolo paese della Valsessera poco distante da Borgosesia, Pippo Nolasco e Marco Zuccoli sono tra i più forti climbers della zona. Il primo si è distinto sia in gara che in falesia, raggiungendo gradi nel lavorato di 8c+/9a; entrambi però non disdegnano ripetere tiri estremi in valle e liberare nuovi blocchi duri. Dal 2010 a oggi Siamo giunti così ai giorni nostri, momenti in cui i soliti “afficionados”, temerari, volenterosi e appassionati, continuano a sfornare nuove vie e nuove falesie. I “mostri sacri” del passato non mollano e godendo di una loro “seconda giovinezza”, rispolverano vecchi itinerari e vecchie falesie abbandonate, compiendo un grosso lavoro di manutenzione e richiodatura. Nel comune di Varallo è inoltre sorta una struttura di arrampicata, con tanto di associazione sportiva dedita alla promozione dell’arrampicata fra i giovani. Che sia di buon auspicio per un futuro roseo e prosperoso dell’arrampicata in Valsesia. E tra tutti questi nomi sopracitati non bisogna dimenticare tutti gli appassionati di questo sport: è sempre grazie a loro che il movimento va avanti e continua a tramandarsi nel tempo. Un ringraziamento a quelle persone che, crescendo in questa valle, hanno scritto pagine importanti per questa semplice storia.




Massi di San Antonio

RP Gabriele Moroni (2005)

8b PLAY CLIMBER MANNAGGIA IL CULO HELL-KIMISTA

  

Sas Balma 2 Casa Capietto Masso San Antonio

RP Nicola Degasparis (2011) RP Nicola Degasparis (2012) RP Gabriele Moroni (2004)

8a/8b TIN DUR



Bric Brac Bruc

RP Marco Zuccoli (2013)

8a+ VERTICAL HELL

 Masso San Antonio

8a FANDANGO SMIGOL CARMELA TECNOTAMARRO ALCHIMISTA SOLITARIO MONDO RAP AEROFAGIA SPIGOLO GERVASUTTI

       

Falesia di Ara Fervento Il Nido Masso di San Antonio Masso di San Antonio Masso dei Cadaveri Masso di San Antonio Sas Balma 1

I tiri più duri

8b+ HAMUNAPTRA

RP Nicola Degasparis (2003) RP Gabriele Moroni (2004) RP Nicola Degasparis (2005) RP Nicola Degasparis (2011) RP Nicola Degasparis (2011) RP Gabriele Moroni (2003) RP Nicola Degasparis (2011) RP Nicola Degasparis (2010) RP Nicola Degasparis (2009)

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04

Bassa Valsesia

Bassa Valsesia

Falesia di Ara

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Il Monte Fenera, di interesse naturalistico e speleologico, si colloca all’inizio della Valsesia: il versante nord-ovest è ricco di grotte nelle quali sono stati ritrovati importanti reperti archeologici e dal 1987 è stato istituito il Parco Naturale del Monte Fenera. Tra queste rocce calcaree è nata, nel lontano 1983, la falesia di Ara, posta sopra all’omonima frazione di Grignasco; solare e tranquilla, è sicuramente tra le più belle e frequentate della valle.

433

Faesia di Ara

SW

Il merito va senza dubbio ai primi arrampicatori locali, tra i quali ricordiamo doverosamente Mirko Longo e Aldo Granelli che individuarono la parete e chiodarono le linee di salita più evidenti, molte delle quali sono tra le più classiche della falesia. Nell’opera di chiodatura, nella seconda metà degli anni ottanta, si sono aggiunti anche arrampicatori biellesi (tra cui un certo Alberto Gnerro, che qui realizzò il suo primo 7c+

Grotte Rifugio Speleologico

780

Borgosesia

Pilastro di Hokuto

780

Falesia di Ara

1

77

780

20’

Chiesetta di S. Grato

grotte

Ara

eS m Fiu ia

es Grignasco

8a 7c 7b 7a 6c 6b 6a 5c 5b 5a <5

30

1 2

4 4

2

4 3 3

6

8

7

44 Giancarlo Crotta - Figli dell’ebola - 6c (ph. D.Borelli) u


dopo un anno di arrampicata) che segnarono le linee più dure. Sul finire degli anni ’90 venne effettuata una totale richiodatura a resina da Davide Borelli aiutato da Claudio Crotta. L’esposizione e il clima favorevole la rendono frequentabile nella stagione invernale, nei mesi compresi tra ottobre e maggio. L’arrampicata è sovente tecnica su tacche e con passi singoli mai banali. Prevalgono i muri verticali anche se non manca qualche leggero strapiombo. La chiodatura è in buone condizioni anche se alcune vie, mantenendo la distanza originale delle protezioni, hanno il primo spit un po’ alto. Attenzione: la falesia è posta all’interno del Parco Naturale del Monte Fenera e sino ad ora non sussistono divieti e incomprensioni con l’Ente Parco; si raccomanda comunque la massima pulizia e rispetto della natura.

Note Continuando sul sentiero 780 si può raggiungere il Pilastro di Hokuto, piccolo monolito posto sulla sommità della falesia, su cui sono presenti brevi itinerari su placca lavorata e muri verticali. Da questo sentiero si può ritornare in pochi minuti alla falesia principale seguendo alcune tracce, poco evidenti, indicate con rombi rossi.

Accesso Seguire la strada provinciale che da Grignasco porta verso Borgosesia e, una volta usciti dal paese, svoltare a destra in prossimità del ponte della ferrovia, seguendo le indicazioni per la frazione Ara. Lasciata l’auto nel parcheggio principale all’ingresso della frazione raggiungere la chiesetta di S.Grato e aggirarla a sinistra. Attraversare i prati e imboccare il sentiero n°780 fino ad oltrepassare il recinto elettrico per cinghiali. Poco più avanti deviare a sinistra e proseguire seguendo le frecce e i bollini rossi fino alla base della falesia. 20 minuti dal parcheggio.

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13

Val Sermenza

Val Sermenza

Sas Balma 1

13

All’ombra della Torre delle Giavine, in Val Sermenza, giacciono, immersi nel bosco, alcuni imponenti massi di interesse arrampicatorio. Il primo ad essere scoperto fu il Sas Balma che, negli anni ’80, venne frequentato da alcuni arrampicatori del luogo, tra cui ricordiamo i fratelli Pier Luigi e Guido Zali, artefici delle prime linee di salita. Nel 1993 l’allora gruppo G.A.S.S. (Gruppo Arrampicata Sportiva Sermenza) richiodò ad anelli resinati tutti gli itinerari attrezzandone anche di nuovi, rendendo il masso frequentabile alla maggior parte degli arrampicatori di medio livello. Successivamente nuovi itinerari vennero chiodati sul masso strapiombante adiacente per mano di Davide Borelli e Nicola Degasparis. Purtroppo la conformazione della roccia (gneiss ruvido, molto solido e compatto) non ha

800

Sas Balma 1

S E

386

Oro - Solivo

belvedere

5’

permesso di sfruttare solo gli appigli naturali presenti: si è dovuto provvedere quindi (con tutti i pro e i contro) alla creazione di alcuni appigli scavati, senza però esagerare nel lavoro di bricolage. L’arrampicata è prevalentemente tecnica e di dita sulla maggior parte degli itinerari, mentre diventa di forza con passi di blocco su quelli in strapiombo. L’esposizione sud/est e l’altitudine di 800m c.a. permette di frequentare il masso nei mesi compresi tra aprile e ottobre: molto comoda l’estate poiché il masso va in ombra dalle 13:00. Attualmente il Sas Balma, nonostante la scarsa frequentazione, continua a preservarsi negli anni grazie all’instancabile Guido Zali che, con il suo costante lavoro di pulizia, rende accessibile il masso e i suoi itinerari.

Ronchi

Torre delle Giavine

Sas Balma 1 Sas Balma 2 5a

Balmuccia

14

Rimasco

Boccioleto

SP10 enza

Serm Torrente

? 7c 7b 7a 6c 6b 6a 5c 5b 4c

68

3 1 1 1

3 3

5 5 5 7

35 Martina Zali - Jim Morrison - 6a - Sas Balma 1 (ph. N. Degasparis) u


Accesso Seguire la SS 299 della Valsesia in direzione Alagna fino al paese di Balmuccia: svoltare a destra per Rimasco, Rima, Carcoforo. Superato il paese di Boccioleto, in prossimità della frazione S. Marco, svoltare a destra in direzione Ronchi. Proseguire per cinque tornanti fino alla frazione Ronchi, dove è consigliato parcheggiare. Continuare a piedi per 200m sulla stretta strada che

conduce alle frazioni Oro e Solivo fino al primo tornante, dove un breve sentiero conduce alla base del masso superiore (vedi cartello). Ăˆ inoltre possibile utilizzare il sentiero che parte a sinistra della strada, 200m prima della frazione Ronchi. Si parcheggia con discrezione a lato della carreggiata e in 5 minuti si arriva alla base del primo masso e in breve a quello superiore.

69


Falesie di Casa Capietto Appena dopo l’abitato di Mollia si trova la piccola frazione di Casa Capietto. Inspiegabilmente, fino al 2007/08, non è stata chiodata nessuna delle pareti presenti in questa piccola località: un vero peccato perchè qui si trova la roccia di miglior qualità dell’alta valsesia. Il gruppo di guide alpine locali M. Cunaccia, G. Crotta, N. Degasparis, M. Moretti e F. Uberti dopo alcuni sopralluoghi iniziano, nell’ottobre 2007, a pulire e attrezzare quelli che ora sono il settore Acciaieria e Sghiseria da subito si capisce il bel potenziale delle pareti, costituite da gneiss grigio e rosso solcato da numerose fessure più o meno esili e costellate da tratti di roccia lavorata dove, oltre alle classiche tacche, compaiono buchi e concrezioni particolari. L’inclinazione verticale o leggermente strapiombante richiede un’arrampicata sempre tecnica e rende le vie continue e di resistenza.

1200 S E

36

Falesie di Casa Capietto

Val Grande - Alta Valsesia

Val Grande - Alta Valsesia

36

Finiti i lavori in questi due settori M. Cunaccia, M. Moretti e G. Crotta iniziano nel 2011 ad attrezzare il settore basso (Capietto Nuova); qui la roccia risulta più lavorata e ruvida, con alcuni passaggi su grossi blocchi; l’arrampicata rimane sempre molto tecnica e di continuità e non mancano passaggi su tetti. Le stagioni migliori per frequentare entrambe le falesie sono la primavera e l’autunno; con giornate miti e soleggiate, anche in inverno i settori alti regalano condizioni super. Decisamente troppo caldo in estate. Situazione diversa per la falesia bassa, in inverno troppo fredda mentre in estate, essendo al riparo dalle piante, si riesce ugualmente ad arrampicare bene. Tutte le vie sono attrezzate con materiale inox da 10mm, in parte offerto dal negozio Tempo Libero di Borgosesia. Sghiseria

Acciaieria Casa Capietto

30-40’

sentiero con bolli blu Settore Capietto Nuova pineta sentiero con bolli rossi

case fontana

area boulder

Mollia Casa Capietto Alagna

Fiume

? 8b 7c 7b 7a 6c 6b 6a 5c

150

1

4 4 9 8

1

Sesia

12 12 11

61 Chicco Villani - La Gruviera - 7b (Ph. T. Brigatti) u


Accesso Percorrere la SS299 della Valsesia in direzione Alagna, oltrepassare per circa 1 Km l’abitato di Mollia. Raggiungere la piccola frazione di Casa Capietto (vedi cartello sulla destra) e parcheggiare l’auto. Proseguire a piedi attraverso la frazione, svoltare a sinistra nei pressi di una fontana e dopo un centinaio di metri piegare a sinistra seguendo il sentiero contrassegnato con bollini rossi. Superati alcuni grossi massi, il sentiero prosegue in traverso fino ad un bivio in cui si prende il ramo di destra sempre segnato con bollini rossi e in circa 15-20 minuti si è alla base della falesia nuova.

Per i settori Acciaieria e Sghiseria seguire sempre il sentiero dopo la fontana ma al primo bivio proseguire dritti per il sentiero principale, superate alcune baite diroccate e la pineta, prendere il ripido sentiero sulla sinistra contassegnato con bollini blu che in 30-40 conduce alle basi delle due falesie. Nota Nelle immediate vicinanze e poco distante dal parcheggio, esiste una bella area boulder, in cui sono presenti un buon numero di massi e di passaggi, spazzolati e segnati grazie al lavoro di Nicola Degasparis.

151


154

Nicola Degasparis - Il Girovago - 7b (ph. D. Borelli)


155


rk a M

I N L A O I I S R E S E S F N N O C I U BE R D LIM C t h g Twi

…A me non importa proprio quello che pensa il prossimo. Faccio quello che mi pare. Ci riesco. Fallisco. A volte sono così pigro che non combino proprio niente…

Una copia di Confessioni di un serial climber vale cento volte tutte le schifezze scritte sull’Everst messe assieme. Will Gadd

Collana I RAMPICANTI www.versantesud.it


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