VALTELLINA ROCK Falesie

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CAMILLA CERRETTI

VALTELLINA rock

Falesie

Monotiri sportivi e trad in Valmasino, Valmalenco, Val Gerola, Bassa e Alta Valle

EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | CLIMBING


Prima edizione Gennaio 2021 ISBN 978885547 0209 Copyright © 2020 VERSANTE SUD – Milano, via Longhi, 10. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina Camilla Cerretti, Savonarola, Sperone degli Gnomi, Val di Mello (© Giovanni Ongaro) Testi

Camilla Cerretti

Disegni

Chiara Benedetto

Cartine

Chiara Benedetto. © Mapbox, © Open Street Map

Simbologia

Tommaso Bacciocchi

Impaginazione

Chiara Benedetto

Stampa

Press Grafica s.r.l. – Gravellona Toce (VB), Italia

Km ZERO

da autori Guida fattae sviluppano che vivonmo picata sul l’arra torio terri

È una guida a KM ZERO!

Cosa significa? Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da arrampicatori locali. Come i pomodori a Km 0? Certo! E la genuinità non è un’opinione. Gli autori locali fanno bene a chi scala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo gli spot più commerciali; – reinvestono il ricavato in nuove falesie. Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale. E infine la cosa più importante:

sulle loro rocce, c’è un pezzetto del loro cuore

Nota

L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.


Km ZERO Guida fatta da autori che vivono e sviluppano l’arrampicata sul territorio

Il 2% del ricavato di questa guida viene reinvestito in materiale per attrezzare vie e falesie

CAMILLA CERRETTI

VALTELLINA rock

Falesie

Monotiri sportivi e trad in Valmasino, Valmalenco, Val Gerola, Bassa e Alta Valle

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prefazione La Valtellina è una valle alpina appartenente alla regione Lombardia, confinante a Nord con la Svizzera. Parallela al crinale alpino, è solcata dal fiume Adda: sulla destra orografica troviamo le Alpi Retiche occidentali, mentre a sinistra le Alpi Orobie. Grazie alla posizione particolarmente strategica, incontriamo a pochi chilometri di distanza diverse tipologie di roccia: il granito della Val Masino, il calcare dell’Alta Valle, lo gneiss e lo scisto della Bassa e Media Valle, il serpentino della Val Malenco, il verrucano della Val Gerola. Ci troviamo ancora in un terreno tutto da scoprire, dove accanto a strutture diventate ormai punto di riferimento dell’arrampicata a livello internazionale, tra cui il Sasso Remenno in Val Masino o la falesia dello Zoia in Val Malenco, troviamo ancora spazio per la nascita di nuove linee, su strutture più o meno conosciute o, in alcuni casi, mai prese in considerazione. Questo grazie ad arrampicatori locali, tra cui il più attivo è sicuramente Simone Pedeferri, che valorizzano il territorio mantenendo in sicurezza le falesie esistenti e sviluppando ogni anno nuovi settori e nuove vie, sempre di altissimo livello. La Valtellina offre dunque un’ ampia scelta di luoghi e itinerari in base al meteo, alle difficoltà tecniche, all’ingaggio mentale, alla voglia di camminare, alla tipologia di arrampicata. Questa guida vuole essere il più completa possibile per tutto quello che riguarda i singoli tiri, che siano trad o sportivi, posti in comode falesie o in luoghi più remoti. In poche eccezioni sono inserite anche vie lunghe, ma solo se chiodate in ottica plaisir e situate in una falesia dove siano presenti monotiri. Una guida non solo per il classico falesista che cerca la comodità dell’accesso e magari gli spit ravvicinati, ma anche per chi cerca l’avventura, il contatto con la natura selvaggia, la riscoperta di luoghi poco frequentati e di linee poco conosciute. Chi cerca luoghi sicuri, con chiodature rilassanti e gradi facili, con avvicinamenti comodi e basi per far giocare i bambini, trova molte opzioni tra cui la classica Sud del Remenno, la Sassella, Castelvetro, Castelli, Migiondo. Chi cerca l’alta difficoltà, a prescindere dall’avvicinamento, può trovare pane per i suoi denti in Val Masino un po’ ovunque, ma in particolare nelle falesie Remenno Nord, Strombix, Formaggino, Grotta del Ferro oppure in Valmalenco nelle falesie Zoia, le Prese, la Terrazza, o ancora in Alta Valtellina a Isolaccia, Discarica Abusiva, Crap de la Tureglia. Per chi invece vuole scoprire linee trad, la Val di Mello è certamente una delle proposte più interessanti, dove incontriamo una moltitudine di fessure, lame, diedri, molti dei quali interamente da proteggere e alcuni da integrare. Questi sono per la maggior parte tiri da affrontare con competenze specifiche già acquisite, che richiedono materiali specifici e capacità di valutare la situazione in base al proprio livello, in quanto il bastone telescopico per piazzare friend e dadi non esiste ancora... Detto questo, nel Masino troviamo perle trad di rara bellezza, a partire dalla fessura di BUDINO alla Ovest del Sasso Remenno, per passare ad AMPLESSO DI FARFALLE al Masso del Ripetitore, MISSIONE AFRICA (salibile interamente trad nonostante gli spit) al settore Missione Africa, LA SIGNORA DEL TEMPO e LA SIGNORA DEL TAMPAX al Tempio dell’Eden, LA CREPA DEL BAMBA al Sarcofago e BOROTALCO alle Dimore degli Dei, solo per citarne alcuni. Infine troviamo la categoria degli appassionati del genere “Old but Gold” (vecchio ma buono), chi ama cercare pezzi di storia, tiri considerati démodé magari perché presentano stili di arrampicata che oggi sono ignorati dalla massa, come i tiri di aderenza tipici del Granito del Masino. Non per forza questi arrampicatori appartengono alla categoria Senior, anzi alcuni di loro sono molto giovani e ne troviamo un esempio nelle interviste fatte a Luca Schiera e Niccolò Bartoli. Per loro, tra le falesie di riferimento non possono mancare la Bregolana, Le placche del Giardino e l’Alkekengi, dove lo spit si allunga e l’impegno mentale anche... Ecco che la guida diventa un po’ come un ricettario di cucina, dove scegliamo un piatto in base agli ingredienti che vogliamo usare, per garantirci un’esperienza in linea con le nostre esigenze.

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Camilla Cerretti, Falesia di Alba (© Paolo Sartori)

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Sommario Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Sommario e cartina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Indice per esposizione . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Un po’ di storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Logistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Consigli per l’uso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 I gradi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Tabella di comparazione dei gradi . . . . . . . 28 Bibliografia - Siti internet . . . . . . . . . . . . . . 30 Legenda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Amore a prima placca . . . . . . . . . . . . . . . 34

BASSA VALTELLINA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

01. Pilasco (lo Scivolo) . . . . . . . . . . . . . . . . 02. La Colmen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 03. Sirta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 04. Fusine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giorgio Piasini_Scintilla . . . . . . . . . . . . . .

05. La Sassella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06. Cràp de la Nona . . . . . . . . . . . . . . . . . . 07. Ponte - Falesia del Sole . . . . . . . . . . . . 08. Chiuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 09. Castelvetro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

40 42 48 54 61 62 66 76 78 80

VAL GEROLA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84

10. Gerola Alta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 Cristian Candiotto_Cinghio . . . . . . . . . . . . 98

11. Pescegallo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100 12. Denti della Vecchia . . . . . . . . . . . . . . . 102

VAL MASINO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106 PIANA DEL REMENNO . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 13. Lo Scivolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 14. Il Sasso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122

Paolo Marazzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206

27. Brachiosauro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208 CAPE FEAR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210

28. Il Sarcofago . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29. Dimore degli Dei . . . . . . . . . . . . . . . . . 30. Placche del Gardino . . . . . . . . . . . . . . 31. Alkekengi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

212 214 216 218 Luchino e la placca . . . . . . . . . . . . . . . . 222 32. Mosquito Coast . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224

VALLE DEI BAGNI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33. Il Diamantoide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34. Placche della Bregolana . . . . . . . . . . 35. Massi dei Tornanti . . . . . . . . . . . . . . . 36. Masso del Belvedere . . . . . . . . . . . . . PREDAROSSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37. Predarossa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Massimo “Vigneron” Bruseghini . . . . . . .

47. Pareti dello Zoia . . . . . . . . . . . . . . . . .

Mirko Masè . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168

48. 49. 50. 51.

17. Il Ripetitore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 170 18. Strombix . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 172 19. Masso della Iris . . . . . . . . . . . . . . . . . 180 IRIS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182

20. Falesia del Tornante . . . . . . . . . . . . . . 184 Niccolò Bartoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 186

226 228 230 234 238 240 242

VALMALENCO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248

38. Valdone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39. Sasso del Curlo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40. Falesia di Alba . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41. Massi di Senevedo . . . . . . . . . . . . . . . 42. Parete dei Fili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43. Falesia delle Prese . . . . . . . . . . . . . . . 44. Falesia del Ciafer . . . . . . . . . . . . . . . . 45. La Terrazza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46. Vertigine Orizzontale . . . . . . . . . . . . .

THUNDER ROAD . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136 Simone Pedeferri . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154

15. Il Pesgunfi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156 16. Il Formaggino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160

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VAL DI MELLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188 21. Grotta del Ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 22. Sperone Mark . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192 23. Missione Africa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196 24. Trapezio d’Argento - Tempio dell’Eden 198 25. Sperone degli Gnomi . . . . . . . . . . . . . 202 26. Brontosauro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 204

GOODBYE VIBRATION . . . . . . . . . . . . . . .

Deposito Inerti . . . . . . . . . . . . . . . . . . Parete della Diga . . . . . . . . . . . . . . . . Rocca del Bignami . . . . . . . . . . . . . . . Val Poschiavina . . . . . . . . . . . . . . . . . . Scerscen, il laboratorio del serpentino . .

250 254 256 260 262 264 266 268 272 276 280 290 292 296 300 302 310

ALTA VALTELLINA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 312

52. Fusine – Val Belviso . . . . . . . . . . . . . . 314 53. Castelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 316


54. Crap del Düch . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55. Vernuga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56. Migiondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57. Sasc del Torc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58. Maǧión di Raśàa . . . . . . . . . . . . . . . . . 59. Sasso de la Martolera . . . . . . . . . . . . 60. Discarica Abusiva . . . . . . . . . . . . . . . . Matteo De Zaiacomo_Giga . . . . . . . . . . .

61. Crap de la Tureglia . . . . . . . . . . . . . . . 62. Lares Vecc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63. Calar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64. Forni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

318 320 328 340 342 344 346 350 354 358 362 366

65. Bagni Vecchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66. Cancano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67. Sasso Garibaldi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68. Corno del Caprone . . . . . . . . . . . . . . . 69. Isolaccia - Crap de Scegn . . . . . . . . . 70. Malga Trela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71. Val Pila . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72. Li Crapena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73. Fopel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74. Crap Neir . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75. Placca dei Vagabondi . . . . . . . . . . . . .

372 380 384 386 388 402 404 406 408 412 414

Mirko Masè, Formaggino (© Paola Magni + Dario Ballabio)

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Indice per esposizione NORD 04. Fusine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 06. Cràp de la Nona . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 12. Denti della Vecchia . . . . . . . . . . . . . . . 102 16. Il Formaggino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160 18. Strombix . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 172 23. Missione Africa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196 32. Mosquito Coast . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224

EST 01. Pilasco (lo Scivolo) . . . . . . . . . . . . . . . . 40 08. Chiuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78 15. Il Pesgunfi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156 19. Masso della Iris . . . . . . . . . . . . . . . . . 180 36. Masso del Belvedere . . . . . . . . . . . . . 238 43. Falesia delle Prese . . . . . . . . . . . . . . . 264 46. Vertigine Orizzontale . . . . . . . . . . . . . 272 48. Deposito Inerti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 292 74. Crap Neir . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 412

SUD 05. La Sassella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 07. Ponte - Falesia del Sole . . . . . . . . . . . . 76 09. Castelvetro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 20. Falesia del Tornante . . . . . . . . . . . . . . 184 21. Grotta del Ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 22. Sperone Mark . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192 24. Trapezio d’Argento - Tempio dell’Eden . 198 25. Sperone degli Gnomi . . . . . . . . . . . . . 202 26. Brontosauro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 204 27. Brachiosauro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208 28. Il Sarcofago . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 212 29. Dimore degli Dei . . . . . . . . . . . . . . . . . 214 30. Placche del Gardino . . . . . . . . . . . . . . 216 31. Alkekengi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 218 33. Il Diamantoide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 228 34. Placche della Bregolana . . . . . . . . . . 230 35. Massi dei Tornanti . . . . . . . . . . . . . . . 234 38. Valdone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 250

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40. Falesia di Alba . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44. Falesia del Ciafer . . . . . . . . . . . . . . . . 45. La Terrazza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53. Castelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54. Crap del Düch . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55. Vernuga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56. Migiondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59. Sasso de la Martolera . . . . . . . . . . . . 60. Discarica Abusiva . . . . . . . . . . . . . . . . 61. Crap de la Tureglia . . . . . . . . . . . . . . . 62. Lares Vecc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65. Bagni Vecchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66. Cancano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67. Sasso Garibaldi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69. Isolaccia - Crap de Scegn . . . . . . . . .

256 266 268 316 318 320 328 344 346 354 358 372 380 384 388

OVEST 02. La Colmen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 03. Sirta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 11. Pescegallo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100 17. Il Ripetitore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 170 47. Pareti dello Zoia . . . . . . . . . . . . . . . . . 280 49. Parete della Diga . . . . . . . . . . . . . . . . 296 52. Fusine – Val Belviso . . . . . . . . . . . . . . 314 57. Sasc del Torc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 340 63. Calar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 362 68. Corno del Caprone . . . . . . . . . . . . . . . 386 70. Malga Trela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 402

Varie 10. Gerola Alta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 13. Lo Scivolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 14. Il Sasso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122 37. Predarossa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242 39. Sasso del Curlo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 254 41. Massi di Senevedo . . . . . . . . . . . . . . . 260 42. Parete dei Fili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262 51. Val Poschiavina . . . . . . . . . . . . . . . . . . 302 58. Maǧión di Raśàa . . . . . . . . . . . . . . . . . 342 64. Forni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 366


Fabio Bellotti, Goldfinger, Masso di Goldrake (Š Bogna Sudolska)

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Ringraziamenti Ringrazio tutte le persone che hanno contribuito a questo lavoro, in particolare: Giovanni Ongaro, Simone Pedeferri, Mirko Masè, Davide Spini, Paolo Marazzi, Luca Schiera, Luca Tenni, Luca “Bubu” Salvadori, Giacomo Casiraghi, Simone Porta, Fabio Salini, Luca Maspes, Matteo De Zaiacomo, Maximiliano Piazza, Ivan Pegorari, Matteo Pavan, Michela Scieghi, Ricky Branchi, Caterina Bassi, Martino Quintavalla, Nicola Ciapponi, Daniele Bianchi, Giacomo Regallo, Bogna Sudolska, Matteo Colico, Stefano Cadregari e i ragazzi della Colmen, Niccolò Bartoli e i ragazzi della Valmasino, Fabrizio Paindelli, Giacomo Rovida, Giacomo Meneghello, Luca Silvestri, Christian “Cinghio” Candiotto, Carlo Mazzoleni, Michele Comi, Augusto Rossi, Giorgio “Scintilla” Piasini, Silvia Salice, Alberto Allevi, Giuseppe “Popi” Miotti, Chicco Fanchi, Rudy Colli, Mario Bradanini, Valentina Porro, Eraldo Meraldi, Luigi Zen, Paolo Sartori, Clemente Pozzi, Marco Bermejo, Ricky Felderer, Giuseppe Bianchetti, Martina Cislaghi. Ringrazio Stéphanie Frigière, Pietro Biasini, Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto per essere stati, ognuno in modo diverso, di grande ispirazione. Ringrazio Versante Sud per avermi dato la possibilità di lavorare a questa guida e avermi concesso tutto il tempo necessario a raccogliere ed elaborare il materiale. Ringrazio l’azienda Crazy Idea per aver vestito alcuni climber nei servizi fotografici. Infine ringrazio Angelica Chiozza e Gian Fossati per avermi supportata in ogni mio progetto.

Pietro Biasini, Tormenton, Formaggino (© Camilla Cerretti)  

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Stéphanie Frigière, La Crepa del Bamba, Sarcofago, Val di Mello (© Giovanni Ongaro)

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Un po’ di storia La Valtellina, in particolare la Val Masino, è tra i primi luoghi in Italia dove si è sviluppata l’arrampicata libera e dove si è vista alzare l’asticella dell’alta difficoltà, dai primi 8a italiani fino ai recenti 9a. Fino alla metà degli anni ‘70, il Sasso Remenno, La Sirta, La Sassella, Isolaccia e alcune altre falesie sono frequentate principalmente in ottica alpinistica: le linee si aprono a chiodi, usati come punti di ancoraggio e progressione, col solo scopo di esercitarsi per le grandi pareti. L’idea di arrampicata libera come la intendiamo oggi deve le sue origini all’alpinista Paul Preuss che, nel 1912, ha iniziato a concepirne i fondamenti, introducendo la possibilità di salire una linea senza avvalersi delle protezioni artificiali per la progressione. In seguito i più forti alpinisti si trovano ad applicare questo concetto solo per i tratti di roccia improteggibili, usando i chiodi per riposare fra un tratto in libera e un altro. Solo negli anni ‘60 il concetto di arrampicata libera è definitivamente consacrato grazie americano John Gill, che sposta completamente il punto di vista della realizzazione arrampicatoria dalle grandi pareti ai massi e piccole falesie. Sull’ondata di questa rivoluzione, nascono anche in Italia due grandi movimenti che si basano sui princìpi di Gill e degli americani: il Nuovo Mattino in Valle dell’Orco e Il Sassismo in Val Masino, rivoluzionando anche in Italia il modo di approcciarsi alla scalata e di rapportarsi con la roccia. “Questi ragazzi decisero che l’andare in montagna non avrebbe più dovuto essere frutto di una sfida tra uomini, o tra superuomini, bensì un’esperienza personale, gioiosa e spontanea, attraverso la quale ognuno fosse libero di ricercare nuovi spazi per esprimere sé stesso. Il Sassismo fu un grande momento di provocazione, di distruzione, di ricerca e di proposta. La prima provocazione fu quella di cercare un terreno di gioco il più lontano possibile da quello super sfruttato della competitività e dell’eroismo organizzato, tra i più alti valori creati dalle generazioni precedenti, e la scelta cadde su un terreno tanto banale per l’alpinismo ufficiale quanto naturale da individuare: i sassi. Sui sassi quei giovani scoprirono il gioco dell’arrampicata, il piacere di sentire i movimenti del proprio corpo adattarsi alle diverse situazioni che la roccia offriva loro, il salire senza lasciare traccia come avevano sempre fatto i ragni, le formiche, le scimmie e tutti gli altri animali in grado di arrampicare. Fu un periodo molto creativo e divertente: i goffi e pesanti scarponi, che costringevano a una arrampicata lontana dalla naturalezza e dalla spontaneità, vennero eliminati e i chiodi, che da decenni avevano rappresentato il mezzo indiscriminato per conquistare bruttissime e illogiche pareti, vennero ridotti all’indispensabile e sostituiti dai più “morbidi” ed “ecologici” nut e friend.” Tratto da Mellomito, J.Merizzi, edizioni VEL 2013. Sotto lo slancio di Ivan Guerini, personaggi come Antonio Boscacci, i fratelli Merizzi, Popi Miotti, hanno messo i semi per quello che poi si è sviluppato sulle pareti di granito della Val Masino e di tutta la Valtellina. Nel periodo appena successivo, a partire dagli anni ‘80, vediamo l’avvento dell’arrampicata sportiva portata ai massimi livelli da personaggi tra i quali Daniele Pigoni, Paolo Cucchi, Enrico Fanchi, Roberto Bianchini, Martin Scheel, Beppe Dallona, che tracciano e liberano le prime vie nel Masino. Degne di nota sono certamente le linee di Daniele Pigoni, grande artista e fortissimo arrampicatore, che più di tutti ha saputo leggere l’alta difficoltà tra gli appigli e gli appoggi che offre la roccia. Sono anni di sperimentazioni, dove le esperienze all’estero, specialmente in Francia, in Inghilterra e negli States, si riflettono sull’approccio all’apertura delle linee anche in Italia. Queste pratiche hanno riscontri anche negativi, come quella di migliorare o scavare appigli in modo artificiale, che per fortuna non ha vissuto un ampio sviluppo e oggi è vista per quello che è: un atto vandalico a tutti gli effetti.

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Crazy Store Castione - Via Nazionale, 67/C 15


Un po’ di storia

Parallelamente, in Alta Valtellina, vediamo una forte attività alpinistica che porta a salire le prime linee della falesia di Isolaccia già prima degli anni ‘80, con Renato Casarotto, Sergio Pozzi, Duilio Strambini, Ferruccio Cavazzi, Maurizio Zappa e il gruppo dei finanzieri di Bormio. Queste salite di stampo classico, spesso risolte con passi in artificiale, portano alla fase dell’arrampicata sportiva, che si sviluppa a partire dagli anni ‘80. Tra i protagonisti della zona, molti dei quali ancora molto attivi, vediamo Luigi Zen, Adriano Greco, Giordano Senini, Eraldo e Fabio Meraldi, Luca Pozzi, Gianluca Olcelli e molti altri. Nel decennio successivo, con Rudy Colli, Richard Colombo, Aldo Rovelli, Christian Gianatti, Simone Pedeferri, Sergej Shaferov, vediamo salire e aprire linee di incredibile bellezza e difficoltà che ancora oggi sono un riferimento per l’alta difficoltà. Nello stesso periodo, nasce in Valmalenco una forte attività di chiodatura e salita in libera di vie altrettanto estreme, che vedono come principale protagonista Massimo “Vigneron” Bruseghini alle Falesie dello Zoia. Mano a mano che la comunità dei climber si espande, nascono e si sviluppano settori e falesie in ogni angolo della Valtellina e, a oggi, l’attività di chiodatura di nuovi itinerari (e interi settori) non si è ancora fermata. Oltre al sempre attivo Simone Pedeferri, diversi giovani stanno iniziando a farsi conoscere per le loro imprese e alcuni di loro, oltre a ripetere i tiri più duri, sono spesso impegnati nell’apertura di nuovi tiri (sia trad che sportivi) e nella richiodatura e pulizia di settori storici. Tra loro troviamo Luca Schiera, Paolo Marazzi, Matteo De Zaiacomo, Luca Tenni, Luca Salvadori, Caterina Bassi, Martino Quintavalla e tanti altri. Alcuni di loro stanno già lavorando a nuovi settori che verranno inseriti nella prossima edizione...

Simone Pedeferri, Grotta del Ferro, Val di Mello (© Richard Felderer)  

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Simone Pedeferri, Strombix (Š Camilla Cerretti)

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Logistica ACCESSI L’accesso alle maggior parte delle aree riportate in questa guida è molto comodo e negli ultimi anni grazie a diversi miglioramenti della viabilità ha ulteriormente ridotto i tempi di percorrenza per raggiungere molte di esse. La Valtellina, che coincide interamente con il territorio della provincia di Sondrio, è raggiungibile in vari modi; numerosi sono infatti i valichi che permettono di raggiungere la valle, vero e proprio luogo di passaggio sin dall’antichità. Possiamo parlare di “cuore delle Alpi” se pensiamo che confina con ben quattro province della Lombardia e due del Trentino-Alto Adige oltre che con la Svizzera. Andrebbe comunque precisato che Valtellina e Valchiavenna sono due valli ben distinte, forse il fatto che entrambe formano assieme la provincia di Sondrio ha indotto a vederle come un’unica entità di nome Valtellina. In questo libro prendiamo in considerazione il territorio valtellinese inteso come valle che da Colico arriva fino a Livigno. Il territorio è attraversato principalmente da gruppi montuosi facenti parte alle Alpi Retiche e Orobiche, dalle quali scendono numerose valli. COME RAGGIUNGERE LA VALLE IN AUTOMOBILE Da Sud (ovvero da Milano): da Lecco si prende la superstrada Lecco-Colico che si conclude al Trivio di Fuentes, vero e proprio crocevia dove si diramano le strade principali che portano in Valchiavenna (SS36 dello Spluga) o Valtellina (SS38 dello Stelvio). Da Como invece si può arrivare in Valtellina percorrendo la Strada Statale Regina che si conclude proprio a Dubino, abitato che sorge dove Valtellina e Valchiavenna si delineano nelle rispettive direzioni. Per chi arriva dall’Engadina dalla dogana di Piattamala si arriva in breve tempo a Tirano. A Livigno, zona extradoganale, vi si accede attraverso il Passo della Forcola (m.2315) e poco distante troviamo il passo del Bernina e il tunnel a Nord del lago Gallo. Dalla provincia di Bergamo è possibile raggiungere Morbegno valicando i 1991 metri del Passo San Marco. Da quella di Brescia si giunge all’Aprica (m.1176) dopo aver lasciato alle spalle la Valcamonica oppure dopo esser scesi dal Passo del Tonale, oltre il quale comincia la regione Trentino, sino a Edolo. Dal Passo del Tonale è anche possibile una volta giunti a Ponte di Legno deviare verso il Passo del Gavia (m.2621) e giungere a Santa Caterina Valfurva, poco distante da Bormio. Ultima possibilità, ma non meno importante, è il valicamento del Passo dello Stelvio (m.2757) per chi proviene da Bolzano in Alto Adige. Da qui la strada scende fino a Bormio. Si tenga presente comunque che la maggior parte di questi valichi sono chiusi nel periodo invernale. COME RAGGIUNGERE LA VALLE IN TRENO Da Milano è possibile prendere il treno che porta sino a Lecco e da qui attraverso la Valtellina, con capolinea Tirano e fermate principali a Morbegno e Sondrio. A Tirano inoltre approda il “Treno Rosso” del Bernina, vera e propria attrattiva turistica per chi volesse andare in Engadina (Svizzera) a godersi gli stupendi scenari che essa offre. COME RAGGIUNGERE LA VALLE IN AEREO Gli aeroporti più vicini sono quelli di Milano (Linate e Malpensa) e quello di Bergamo (Orio al Serio).

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Bruno Mottini, Isolaccia (© Roby Trabucchi)

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Logistica

DOVE ALLOGGIARE Tutta l’area della Valtellina è molto frequentata dai turisti, sia in inverno che in estate. Per questo motivo troviamo molte possibilità di alloggio tra cui B&B, campeggi, rifugi, hotel e agriturismi. Questi ultimi, particolarmente consigliati per chi vuole associare all’arrampicata anche la scoperta della buona cucina Valtellinese e dei prodotti locali. Il campeggio libero è usualmente vietato, mentre (a meno di esplicite segnalazioni), non ci sono normalmente problemi a sostare con camper o furgoni, a patto di rispettare le norme di buon senso e civiltà (non estrarre tendalini, tavolini, lasciare pulito ecc.). Comunque, prestare sempre molta attenzione nella sosta per evitare di occupare terreni privati o creare situazioni critiche, che in alcune aree potrebbero causare problemi con gli abitanti del luogo. PREVISIONI E BOLLETTINI METEREOLOGICI Per informazioni metereologiche è suggerito visitare i seguenti siti, consultandone diversi in caso di previsioni incerte... https://www.arpalombardia.it/Pages/Meteorologia/Previsioni-e-Bollettini.aspx www.3bmeteo.com/ www.ilmeteo.it/ Previsioni attendibili per la Valtellina possono essere consultate anche sui siti svizzeri: https://www.meteosvizzera.admin.ch/ www.rtsi.ch/meteo Infine, per un’idea ancora più chiara delle condizioni in tempo reale è possibili vedere la situazione attraverso le molte webcam che sono disponibili on-line per le diverse località. Giacomo Regallo, Eclissi, Sasso Minato (© Bogna Sudolska)  

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Paolo Marazzi, Olcelli Extention, Discarica Abusiva (Š Camilla Cerretti)

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Logistica

NUMERI E INDIRIZZI UTILI INFORMAZIONI TURISTICHE MORBEGNO Piazza M. Bossi, 7/8 Tel. +39 0342 601140 E-mail: info@valtellinamorbegno.it Sito: www.valtellinamorbegno.it VAL MASINO Loc. S. Martino Tel. +39 0342 641117 Cell. + 39 3343999708 E-mail: info@valmasino.info Sito: www.valmasino.info VAL GEROLA Via Nazionale 5, Gerola Alta Tel. +39 3938644223 E-mail: info@valgerolaonline.it Sito: www.valgerolaonline.it APRICA Corso Roma, 150 Tel. +39 0342 746113 E-mail: info@apricaonline.com Sito: www.apricaonline.com GROSIO Via Visconti Venosta Tel. +39 346 7270827 / 0342 841228 E-mail: iatgrosio@valtellinaturismo.com TEGLIO Piazza S. Eufemia, 6 Tel. +39 0342 782000 E-mail: iatteglio@valtellinaturismo.com TIRANO Consorzio Turistico Media Valtellina Via M. Quadrio, 11 Tel. +39 0342 705 568 / Fax: +39 0342 701 236 E-mail: info@valtellinaturismo.com Sito: www.valtellinaturismo.com CHIESA IN VALMALENCO Loc. Vassalini Tel. +39 0342 451150 E-mail: info@sondrioevalmalenco.it Sito: www.sondrioevalmalenco.it

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SONDRIO Piazza Campello, 1 c/o Palazzo Pretorio Tel. +39 0342 526299 E-mail: turismo@comune.sondrio.it Sito: www.visitasondrio.it BORMIO Via Roma, 131/B Tel. +39 0342 903300 E-mail: info@bormio.eu Sito: www.bormio.eu LIVIGNO Plaza Placheda- Via Saroch, 1098 Tel. +39 0342 977800 E-mail: info@livigno.eu Sito: www.livigno.eu SONDALO Via Verdi, 2/A Tel. +39 0342 801816 E-mail: info.sondalo@bormio.eu Sito: www.sondaloturismo.it VALDIDENTRO Piazza IV Novermbre, 1 Tel. +39 0342 985331 E-mail: info.valdidentro@bormio.eu Sito: www.bormio.eu VALDISOTTO Via Roma, 55 Tel. +39 0342 950166 E-mail: info.valdisotto@bormio.eu Sito: www.visitvaldisotto.it VALFURVA Piazza Magliavaca Tel. +39 0342 935544 E-mail: info.valfurva@bormio.eu Sito: www.santacaterina.it SOCCORSO ALPINO 112 POLIZIA 113 VIGILI DEL FUOCO 115 EMERGENZA SANITARIA 118 SE VOLETE CONTATTARE L’AUTRICE Camilla Cerretti E-mail: camilla.c1984@gmail.com


Paolo Marazzi, Gemellao Ao-Ao, Sasso Remenno Sud-Ovest (©Paolo Sartori)

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Consigli per l’uso Questa guida è suddivisa in cinque macro aree: la Bassa Valtellina, la Val Gerola, la Val Masino, la Valmalenco e l’Alta Valtellina. Data l’ampiezza del territorio, è stato impossibile prendere in considerazione anche le vie multipitch, per cui sono presenti tutte le falesie con monotiri, sia trad che sportivi. Unica eccezione è fatta per quelle vie multipitch che si sviluppano sopra i singoli tiri, dove solitamente la chiodatura è paragonabile a quella della tipica falesia. Per ogni area, che corrisponde a un capitolo, troviamo la descrizione generale e la mappa indicante tutti i settori in essa contenuti. In ogni settore, troviamo le caratteristiche tecniche, gli accessi e le informazioni relative a ogni singolo itinerario. In alcune falesie, soprattutto quelle storiche e di maggior rilevanza, oltre che le difficoltà e le descrizioni, sono indicati i nomi delle prime RP (Rotpunkt o Red Point, ovvero la salita in libera). Inoltre, se i tiri non sono attrezzati, troviamo indicazioni sulla proteggibilità e sull’attrezzatura necessaria ad affrontare la salita. Molti tiri trad appartenenti al periodo degli anni ‘90 sono nati con la gradazione inglese, con particolare riferimento all’Hard Grit, anche grazie all’uscita, in quel periodo, del relativo film. Questo fenomeno ha portato a usare la gradazione inglese per tutti quei tiri trad difficilmente proteggibili, per la maggior parte saliti solo dall’apritore o da qualche folle ripetitore. In ogni caso si è deciso di convertire tutti quei gradi di difficile comprensione con la nostra scala francese, indicando a fianco con la lettera R, su una scala da 1 a 5, la pericolosità oggettiva, data dalla potenzialità del tiro di essere protetto e in che modo. Insomma, quando si supera l’indicazione R2 è meglio stare molto attenti, indossare il casco e valutare bene la situazione. All’interno della guida, si trovano poi alcune schede di approfondimento, relative ai personaggi e alle loro storie. Diversi sono i personaggi grazie ai quali abbiamo testimonianze importanti di vita vissuta tra le falesie valtellinesi: tiri saliti, punti di vista, riflessioni, che fanno venire voglia di andare a toccare con mano quella roccia, quelle prese di cui ci parlano. Giacomo Regallo, Gemellao Ao-Ao, Sasso Remenno Sud-Ovest (© Bogna Sudolska)  

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Clemente Pozzi, Isolaccia (Š Giacomo Meneghello)

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I gradi Per quanto riguarda gli itinerari da proteggere, accanto al grado di difficoltà, si trova il grado di proteggibilità indicato con la lettera R:

PROTEGGIBILITÀ S1

Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3-4 m tra uno spit e l’altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

R1

Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, sicure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.

S2

Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una decina di metri al massimo e volo senza conseguenze.

R2

Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

S3

Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5 metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi.

R3

Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.

S4

Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmente provocare un infortunio.

R4

Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.

S5

Spittatura oltre i 10 m, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provocare un infortunio (caduta su terrazzi e cengie o al suolo).

R5

Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.

S6

Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20 m, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali.

R6

Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.

Per affrontare i tiri trad, oltre che possedere padronanza nell’uso delle protezioni veloci, bisogna predisporre di materiale sufficiente per evitare di correre rischi inutili, pertanto è consigliabile oltre all’eventuale materiale indicato per ogni singolo tiro, disporre di una serie completa di nut e una serie completa di friend, dai micro alle misure più grandi, ma soprattutto indossare sempre il casco. Può essere utile inoltre ricorrere all’uso di due mezze corde (o gemelle) da 60m per salire i tiri più lunghi, così come quelli con le protezioni più precarie.

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Paolo Marazzi, La Crepa del Bamba, Sarcofago, Val di Mello (Š Paolo Sartori)

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Tabella di comparazione dei gradi GRAN BRETAGNA Mod Moderate

Diff Difficult

VDiff Very Difficult

HVD Hard Very Difficult

Sev Severe

VS

Very Severe

GERMANIA

1

I

5.1

I

2

II

5.2

II

III

5.3

III

5.4

IV

5.5

V

5.6

VI

5.7

VIIa

5.8

VIIb

16

2+ 33

4+

5a

5.9

VIIc

17

5.10a

VIIIa

18

6a

VI-

5.10b

VIIIb

19

VIIIc

5b

E3 5c 5c

6b

E5

VI

5.10c

6b

VI+

5.10d

IXa

6b+

VII-

5.11a

IXb

5.11b

IXc

5.11c

Xa

5.11d

Xb

24

5.12a

Xc

25

6c 6c+ 7a 7a+

6b

E6

6c 6c

E7 7a

E8

7a

7a

E9

7a

E10

7b

ESPOSTO

PROTETTO

VIII-

22 23

5.12b

XIa

26

VIII+

5.12c

XIb

27

7b 7c

IX-

5.12d

28

7c+

IX

5.13a

8a

5.13b

29

IX+

8a+

X-

5.13c

8c 8c+

E11

VII+

21

7b+

8b+ 7a

VII

20

VIII

8b

7b

7b

15

V+

6a+

6b

14

5

5a

E4

13

5+

E2

6a

V-

12

5b

E1 6a

IV IV+

11

HVS

Hard Very Severe 5a

III+

AUSTRALIA

V

4b

28

USA

4

4a

4b

6c

UIAA

3+

3c

HS

Hard Severe

5c

GRADO FRANCESE

9a

X X+ XIXI

5.13d 5.14a

30 31 32

5.14b

33

5.14c

34

5.14d

9a+

XI+

9b

XII-

5.15b

9b+

XII

5.15c

5.15a


Michele Caminati, Amplesso di Farfalle, Ripetitore, Piana del Remenno (Š Camilla Cerretti)

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Bibliografia P. Masa, J. Merizzi, VAL DI MELLO. 9000 METRI SOPRA I PRATI, Egeria 1985 P. Corti, C. Zecca,VAL DI MELLO, Grafiche Stefanoni 1989 G.L. Maspes, G. Miotti, MASINO, BREGAGLIA, DISGRAZIA, Guide dalle Guide 1996 A. Gaddi, MASINO BREGAGLIA, REGNO DEL GRANITO, 2007 A. Pavan, G. Lisignoli, M. Quitavalla, VALTELLINA, VALCHIAVENNA, ENGADINA, Falesie e vie sportive, Versante Sud 2011 J. Merizzi, MELLOMITO, Edizioni Vel 2013 M. Sertori, VAL DI MELLO, Versante Sud 2014

Siti internet https://www.waltellina.com http://www.valdimello.it http://masinoclimbing.blogspot.com/

SEGNALI INTERNAZIONALI DI SOCCORSO TERRA-ARIA RIVOLTI A ELICOTTERI E AEREI OCCORRE SOCCORSO Segnali terra-aria

Razzo o luce rossa

Yes – sì

Segnali terra-aria

No – no Tessuto rosso quadrato teso Quadrato rosso di 100x100cm. Cerchio centrale rosso di 60cm di diametro. Corona bianca di 15cm

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NON OCCORRE SOCCORSO


Daniele Bianchi, Rosetta Stoned, Sasso Remenno (Š Camilla Cerretti)

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Legenda Bellezza

ÙÙÙÙ

Splendida

ÙÙÙÙ

Bella

ÙÙÙÙ

Meritevole

ÙÙÙÙ

Non esaltante

Questa indicazione tiene conto di diversi fattori tra cui, oltre alla bellezza della roccia e dei tiri, l’ambiente circostante, la tranquillità del posto e tutto ciò che può rendere una falesia “Splendida”, “Bella“, “Meritevole” o “Non esaltante. Questa valutazione è personale e soggettiva.

Chiodatura

ÙÙÙÙ

Ottima e ravvicinata

ÙÙÙÙ

Ottima

ÙÙÙÙ

Buona

ÙÙÙÙ

Così così

Valutazione della chiodatura dei tiri: 1 stella lascia a desiderare, o per distanza o per la qualità delle protezioni; 2 stelle è buona; 3 stelle significa che la chiodatura è ottima e sicura mentre quando sono presenti 4 stelle significa che le protezioni sono molto vicine o posizionate in modo particolarmente ragionato.

Parcheggio

Comodità

ÙÙÙÙ

Molto comoda

ÙÙÙÙ

Non sempre comoda

ÙÙÙÙ

Scomoda

ÙÙÙÙ

Assicurarsi

Indicazione generale che valuta la comodità media del terreno dove si fa sicura. Non è da escludere che in alcune falesie dove per la maggior parte dei tiri la base è comoda, per altri potrebbe essere necessario assicurarsi o stare in equilibrio su un piccolo terrazzino.

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ÙÙÙÙ

Ottimo

ÙÙÙÙ

Buono

ÙÙÙÙ

Discreto

ÙÙÙÙ

Difficile

Questa indicazione è utile per pianificare gli spostamenti soprattutto nel caso di più persone con più macchine: nel caso di parcheggio discreto o difficile è consigliato utilizzare il minor numero di veicoli possibile o i mezzi pubblici.

Affollamento

ÙÙÙÙ

Alto

ÙÙÙÙ

Medio

ÙÙÙÙ

Basso

ÙÙÙÙ

Nessuno

Questa indicazione si riferisce all’affollamento medio di una falesia durante il periodo consigliato e con condizioni climatiche ideali.

Avvicinamento

L’indicazione dei tempi di avvicinamento a piedi dal parcheggio alla base della falesia o del primo settore che si raggiunge, è calcolata su una velocità media di cammino considerato anche il peso dell’attrezzatura (corde, zaini, rinvii, scarpette, acqua, vestiti e quant’altro). Il tempo di percorrenza può variare in base a condizioni climatiche e del terreno. Ad esempio in tardo autunno, alcuni sentieri possono essere totalmente ricoperti dalle foglie per cui, oltre a perdere più facilmente la traccia, la camminata è più lenta. Idem nel caso di accessi ripidi durante le calde giornate estive sotto il sole. L’indicazione rimane soggettiva e variabile in base anche ad altri fattori che possono influire sui tempi di percorrenza.


Tipo di roccia

Le falesie presenti in questo volume possono essere molto diverse per tipologia di roccia e genere di arrampicata; per questo motivo, per ogni falesia viene indicato il tipo di roccia presente. Questa informazione risulta essere molto utile per decidere in quale falesia scalare in base ai propri gusti personali.

Per famiglie

Questa indicazione non è da confondere con la presenza o meno di tiri nei gradi più facili ma semplicemente per capire se è possibile recarsi alla base di questa falesia con bambini piccoli o che necessitano di un controllo costante da parte degli adulti. Molte falesie spesso non sono adatte a famiglie con bambini piccoli per la possibile presenza di cenge esposte, per l’avvicinamento impegnativo o pericoloso, per la possibilità di caduta sassi, per la presenza di una strada trafficata o altri pericoli oggettivi.

TRAD climbing

Indicazione se nella falesia descritta esistono tiri da fare in arrampicata trad. Tabella di valutazione dei tiri TRAD a pagina 26.

Principianti

Con questa indicazione si individuano le falesie dove la maggior parte dei tiri presenti sono ideali anche per i principianti o per chi arrampica per “la prima volta”. La chiodatura di queste falesie è solitamente molto sicura e ravvicinata anche se non mancano alcune eccezioni.

Si scala con la pioggia

QRcode parcheggio

Indica la possibilità di arrampicare anche con pioggia moderata. Può essere che parte o tutti i tiri siano protetti e non si bagnino. Difficoltà a trovare il parcheggio? Con una semplice scansione di questo codice attraverso una delle tante applicazioni disponibili, è possibile attivare il navigatore del vostro smartphone che vi porterà direttamente al parcheggio. Le coordinate si rifersicono alle mappe di Google. QRcode parete

Nonostante tutti gli sforzi per rendere gli accessi dal parcheggio alla falesia i più chiari possibili, se proprio non capite dove andare, grazie alla scansione di questo codice sarete in grado di visualizzare la posizione della falesia sulle mappe di Google o altre.

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AMORE A PRIMA PLACCA di Martina Cislaghi

Sarà per il fatto che, durante la mia lunga vita sportiva, ho sempre praticato sport e attività incentrate principalmente sulla forza degli arti inferiori, ma io, con le grandi pareti aggettanti, coi tetti, con gli strapiombi da capogiro, non ho mai avuto un rapporto idilliaco. Aggiungiamo poi che nessuno mi ha mai spiegato con esattezza come si faccia a scalare in fessura e quindi anche con quelle devo ancora farci pace, ma essendo perennemente spinta dalla voglia di imparare e sperimentare cose nuove, prima o poi fessure e strapiombi mi vedranno arrivare ai loro piedi con tanta voglia di trovare un modo per andare in su. Ma la realtà più sincera e spudorata è che, fin dagli esordi della mia attività arrampicatoria, sono sempre stata attratta, affascinata e rapita dalla scalata in placca. Si, perché la placca è quella cosa che la guardi e, soprattutto da profano o neofita, ti chiedi “ma dove sono le prese?”, “da dove si può salire?”, “ma è davvero percorribile?”: insomma, guardi la parete e, paragonandola ai ricordi della lavagna che avevi in classe a scuola da bambino, ti sembra decisamente più liscia. Un primo aspetto che amo della placca dunque è la serie di reazioni che è in grado di scatenare di primo acchito: sembra inaccessibile, illeggibile, impercorribile. La placca ha il potere di spiazzare il suo osservatore, di insinuare il dubbio, l’incertezza sull’effettiva possibilità di salirla. Ma al contempo emette un richiamo per chi lo sa ascoltare, propone una sfida, ma la offre in modo sottile al suo spettatore, non lancia il guanto di provocazione come un grande strapiombo o una fessura off-width, la placca è molto più discreta: lascia la porta aperta e ti invita ad avvicinarti, ti propone di osservarla, di toccarla, di scoprire come in realtà non sia piatta, informe, livellata, ma, al contrario, viva, tridimensionale e ricca di rilievi, un mosaico di forme percettibili, palpabili e tangibili per colui che si voglia davvero cimentare nell’impresa. La placca è il George Seurat delle rocce: come nel puntinismo i colori venivano scomposti in piccoli punti per

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poi fondersi nella retina dell’osservatore e creare il quadro d’insieme, così nella scalata in placca la salita viene frammentata in piccoli quarzi e cristalli, ognuno dei quali è fondamentale per comporre la bellezza dell’opera d’arte cui appartiene. Il placchista perciò è una sorta di ibrido tra un esploratore, un ricercatore e un artista: necessita di uno sguardo differente, attento ai dettagli, desideroso di scoprire, di sperimentare un cambio di prospettiva, nella quale è il piccolo, il minuscolo a essere importante; deve essere animato dalla voglia di cercare, dalla consapevolezza che il nascosto non è introvabile, è semplicemente celato in attesa di qualcuno che voglia scovarlo, deve fortemente credere che ciò che è nascosto sia, in realtà, assolutamente visibile, che il vuoto non sia una mancanza; infine deve saper dare un senso d’insieme, una forma, deve apprezzare la texture, la grana, il materiale, amare a tal punto la struttura rocciosa da incastrarne perfettamente i singoli microscopici pezzi per creare un bellissimo puzzle, come l’insieme di tanti pixel crea lo scatto fotografico perfetto. Non è solo nello sguardo, nel modo di approcciarla, ma è anche e soprattutto nel momento della salita che la placca mostra le sue peculiarità: per affrontarla serve essere sinceri con sé stessi, perché non puoi vincerla con forza bruta e zero tecnica. La placca stravolge non soltanto la dimensione spaziale (il piccolo che prevale sul grande), ma anche quella temporale: è il regno del tempo dilatato, l’incarnazione della lentezza che a volte si trasforma in atemporalità. In placca non può esserci frenesia, non è la fretta a dettare le mosse: le strategie vincenti sono la calma, l’osservazione, il rallentamento. “Oserò esporre qui la più grande, la più importante, la più utile norma di tutta l’educazione? Non è guadagnare del tempo, ma perderne”: se mai Rousseau si fosse approcciato alla scalata, sicuramente sarebbe stato un placchista! Bisogna dimenticare l’orologio, smettere di avvertire lo scorrere del tempo, bisogna concedersi il lusso


Stéphanie Frigière, Val di Mello (© Giovanni Ongaro)

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Amore a prima placca

di perdersi, fluire, abbandonarsi al processo ma in modo consapevole, per poi essere in grado di riprendersi e ritrovarsi. Scalare in placca è come percorrere un labirinto magico e intricato ballando il tip-tap, è una danza leggera e delicata, il cui ballerino sembra aver siglato una momentanea tregua con la forza di gravità. È un’arte, e come tale richiede originalità, disposizione al cambiamento, fantasia, capacità di adattamento, creatività. È un’esperienza estetica ed estatica, che ti assorbe completamente e rapisce la totalità dei tuoi sensi, il tuo corpo, la tua mente: la placca pretende la tua assoluta e consapevole presenza nell’azione che stai compiendo. Serve testa, fiducia nelle proprie capacità, anche in quelle che temiamo di non avere. Ogni scalata in placca è un viaggio, che però compi in una sorta di trance: l’arrivo è come un risveglio e a volte sei così tanto immerso nel tuo fluire sulla roccia che, guardandoti attorno, fatichi a realizzare di essere arrivato in sosta, ed è perfino difficile ricordare come sei giunto fino a lì. È un qualcosa che sembra impossibile anche mentre si compie proprio sotto ai tuoi occhi, ai quali però, come ci ricorda de SaintExupery, l’essenziale è spesso invisibile. Per questo servono cuore e passione, che siano saldi nel momento in cui i tuoi arti tremano sotto lo spostamento del tuo peso. Serve dialogare con le proprie paure, per spingersi laddove non pensavamo di poterlo fare. Serve l’umiltà di confrontarsi con i propri limiti, ma

il coraggio di provare a spingersi un po’ più in là. Perché una cosa è certa: in placca non c’è possibilità di mentire, né a sé stessi, tantomeno alla parete. Serve trasparenza di gesti ed emozioni, chiarezza di idee e intenti: sono ammessi la titubanza, il timore, l’insicurezza a patto che si sia in grado di dar loro un nome e di non farseli girare a vuoto nella pancia, creando solamente confusione; infatti, dopo aver ascoltato cosa queste emozioni avevano da dire, è opportuno elaborarle, farle evolvere in decisione, voglia di mettersi in gioco e alla prova e infine di trasformarle in azione concreta, perché in placca, per andare avanti, bisogna essere in grado di andare oltre. Se è vero che la placca è un regno speciale, in cui si stravolgono le dimensioni di tempo e spazio, è altrettanto vero che, approcciandosi a essa, si entra in un territorio ambiguo e ambivalente: la placca è un terreno d’incontro fra ossimori, che però non si escludono l’uno con l’altro, ma che, in questo luogo magico, imparano a convivere. In placca la paura si muove a braccetto col coraggio, l’insicurezza fa un brindisi alla fiducia, la soddisfazione eleva un inno alla fatica, il peso del corpo si dissolve nella leggerezza del movimento. Perché è un botta e risposta fra l’instabilità e l’equilibrio, che bisogna essere in grado di trovare, nell’arrampicata come nella vita, di cui la scalata in placca è, a parer mio, una perfetta metafora. La placca infatti ci ricorda l’importanza delle piccole cose, ci insegna che c’è differenza fra salire e Le placche dell‘Alkekengi, Val di Mello (© Luca Schiera)  

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scalare, perché scalatore non è colui che punta ad arrivare in alto il più rapidamente possibile, o che identifica il successo esclusivamente con l’arrivo in catena (della serie “che importa come ci arrivo, basta arrivarci”), ma colui che è in grado di godersi il processo, di apprezzare tutto quello che sta in mezzo fra l’attacco e la calata, è un esteta dell’eleganza, del gesto curato, della sequenza giusta, del fluire armonioso, l’esecutore di una danza verticale che fa di lui un tutt’uno con la parete. La placca ci educa all’attesa, alla pazienza, al rispetto della natura, dei suoi ritmi e dei suoi tempi – una placca fradicia per la pioggia difficilmente si potrà scalare – rammentandoci che siamo tutti parte di un’unica grande realtà, le cui regole e leggi sono molto più forti di noi. Con i suoi tempi lenti e dilatati si oppone alla frenesia che ci impone la nostra quotidianità. Ma più di ogni cosa, ci fa quasi tornare bambini, rievocando in noi uno sguardo che è ancora in grado di farsi travolgere dallo stupore e dalla meraviglia. Infatti non importa quante volte tu abbia già scalato in placca, neppure conta se la linea che stai percorrendo – sia essa di un tiro, un blocco, di una via – tu l’abbia già ripetuta e chiusa mille volte: la placca possiede il dono di rinnovare la propria magia, di presentarsi ogni volta sotto una nuova luce. Parafrasando Eraclito – che dopo questa affermazione, si rivolterà nella tomba e mi farà togliere la laurea in filosofia – “Placca rei”, non si scala mai due volte sulla stessa placca. Dopo aver portato in catena un progetto in placca un paio di anni fa, mi era venuto naturale scrivere due righe che vorrei condividere con voi: “ci sono momenti in cui tutto scorre giusto, in cui il tuo corpo sente la roccia, in cui la tua testa è libera e l’unica cosa che conta è il presente... in questi momenti ti confondi con la brezza delicata di una domenica di autunno, perché per come ti senti leggera, ti sembra quasi di poter volare... e allora non resta che salire, lasciando i pesi a terra, sempre più su, verso un cielo dove l’azzurro, nonostante qualche nuvola, vince su ogni cosa”. Amo la placca, perché scalarla richiede fiducia, passione, testa ma soprattutto cuore (e gambe, e piedi... e un buon paio di scarpette!). Ma soprattutto perché, per affrontarla, serve un gran sorriso: ché i pensieri negativi pesano ed è meglio lasciarli a terra.

Il Trapezio d’Argento, Val di Mello (© Arch. Mellokids)

Aderenza mellica (© D. Spini)

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BASSA VALTELLINA Con Bassa Valtellina si identifica la prima parte del fondo valle, che incontriamo risalendo il fiume Adda a partire da Colico, fino a Chiuro. Nonostante le falesie della bassa valle siano poco conosciute e frequentate dai turisti, troviamo alcuni settori piuttosto interessanti, molto frequentati dai climber locali, tra cui la storica Sirta e il recentissimo Cràp de la Nona. Troviamo così delle piccole oasi di tranquillità, adatte a ogni stagione, in base alla loro esposizione. In inverno, la Colmen è ben soleggiata e posizionata sul soleggiato versante della Costiera dei Cech. Ugualmente, nella zona di Sondrio la Sassella, la Falesia del Sole a Chiuro e Castelvetro sono ideali nelle soleggiate giornate invernali. Se al contrario si cerca un po’ di refrigerio dalla calura estiva, Fusine e in particolare il Sasso della Nona, sono i posti ideali se non si vuole salire troppo di quota.

01. Pilasco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 02. La Colmen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 03. Sirta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 04. Fusine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 05. La Sassella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

06. Cràp de la Nona . . . . . . . . . . . . . . . . . . 07. Ponte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 08. Chiuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 09. Castelvetro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

40 42 48 54 62

66 76 78 80

Leonardo Dei Cas, Gambe Aperte, Ponte (© Camilla Cerretti)  

02

01

03 04

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07 08 05

09 06

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02 Bassa Valtellina  La Colmen

PÜRTAIA Settore tranquillo posto in mezzo al bosco. 1. AVANTI C’È POSTO

5c

15m Bel tiro verticale. Sfruttando il camino diventa più facile 5a 20m Uno dei tiri più lunghi del settore. Arrampicata divertente su belle tacche 5c 15m Parte dal vago camino per finire su bella placca a tacche 7b 15m Tiro storico di ignoto chiodatore con difficile ingresso e placca 6b+ 18m Parte in comune con la GRAN PLACCA, poi a destra su spigolo tecnico NL 18m Marcato strapiombo di continuità 7c 18m Tacche rovesce in strapiombo 6b+ 15m Tiro in fessura non ancora chiodato, molto bello 6b+/c 15m Bel tiro su tacchette con uscita fisica 5b 15m Ottimo riscaldamento su prese buone e tacche nette 5c 20m Bel tiro vario; parte dal camino poi diedrino e placca finale 6a 10m Corta e infida placchetta

2. PANORAMA 3. LA CLASSICA 4. GRAN PLACCA 5. SPIGOLONE 6. ZENO 7. HUBBLE 8. COLMEN CRACK 9. POIANA 10. SPIGOLO ANGELA 11. ARDITO DESIO 12. TRE SPIT

LA COLMEN PÜRTAIA

5c

5a

5c

6b+ 7b 04

01

44

02

03

05 ?

06 07

5c

7c 6b+

08

09

6b+/c

5b

10

6a

11

12


Eleonora Broggi Tonelli, Spigolo Angela (Š Camilla Cerretti)

45


Val Gerola  Gerola Alta

10

C - SPIN-ELLO

1. SPIN-ELLO

6c

Bello spigolo

GEROLA ALTA SPIN-ELLO

6c

01

D - LA CASCATA Quattro bei tiri in uno degli angoli più belli di Gerola. 1. 2. 3. 4.

VAFRABELLO BUTCH PARASSITI ROSSO SPERANZA

6b

6b+

01

92

6b 6b+ 6a+ 6a

GEROLA ALTA LA CASCATA

6a+

6a

04 02

03



14

Val Masino > Piana del Remenno

IL SASSO L’area del Sasso comprende le strutture che gravitano attorno al Remenno come tanti satelliti. Tra queste, ne troviamo due talmente vicine che sembrano farne parte, ma sono in realtà indipendenti: il Masso di Goldrake e il Sasso Minato. Qui troviamo linee tra le più dure ed esplosive dell’area, come la mitica SPIRIT WALKER sul Goldrake o SLOT MACHINE al Sasso Minato. Facendo un giro intorno a questi tre massi, incontriamo satelliti minori guardando in tutte le direzioni: dal versante Sud vediamo il Sasso dell’Ano, da Ovest tutto il gruppo dell’Albero delle Lucciole, da Nord il Masso di Sega Lombarda e da Est, affacciati sul fiume oltre la strada, i Massi del Torrente.

900 m altitudine

Tutte

esposizione

ÙÙÙÙ bellezza

ÙÙÙÙ chiodatura

ACCESSO Superato l’abitato di Filorera, sulla SP9, raggiungiamo la struttura del Sasso Remenno, parcheggiando appena prima o appena dopo. Verificare sempre la segnaletica in quanto la maggior parte dei parcheggi è a pagamento in alta stagione e il parchimetro si trova appena prima della casetta dei servizi igienici.

ÙÙÙÙ tranquillità

ÙÙÙÙ comodità

ÙÙÙÙ parcheggio

5/10 min

A B C D E F

avvicinamento

granito tipo di roccia

Sì - No

MASSO DI GOLDRAKE SASSO REMENNO SASSO MINATO SASSO DELL’ANO MASSO DI MACKROUNY ALBERO DELLE LUCCIOLE + GUEP

G H I L M N

LA GROTTA LA TARTARUGA MASSO DELLE MANI MASSO DI SEGA LOMBARDA IL TEMPIO - IL TORRENTE SASSO DI BOH

TRAD climbing

Sì - No

H

L

principianti

Sì - No

G

per famiglie

B

F

I San Martino

Sì - No

D

si scala con la pioggia

E

A

C N

Ardenno 18 18 8 9

8 1

12

13

18 17 21

23

20 14

204 2 2

< 4b 4c 5a 5b 5c 6a 6b 6c 7a 7b 7c 8a 8b 8c 9a ?

122

M


Simone Pedeferri, Zanca Bianca, Sasso Minato (Š Bogna Sudolska)

123


Enrico Baistrocchi (© Paola Magni + Dario Ballabio)

164


165


31

Val Masino > Val di Mello

ALKEKENGI La vera aderenza mellica si trova alle placche dell’Alkekengi. Qui, anche i placchisti più audaci possono trovarsi in difficoltà, a causa degli spit decisamente distanziati che obbligano a mantenere i nervi saldi. La maggior parte delle vie sono opera di Boscacci, ma tra gli apritori troviamo anche M. Giacherio, D. Soldarini, J. Merizzi e altri amanti del genere. Per chi volesse cimentarsi con queste vie d’altri tempi, prestare particolare attenzione alla lunghezza dei tiri, in quanto alcuni superano i 40m. Recentemente, alcuni tiri, sono stati richiodati a fix inox dalle Guide Alpine Val di Mello e altri da M. Giacherio e L. Schiera, sempre mantenendo la distanza originale tra le protezioni. Nella primavera 2020 vediamo una riscoperta del settore da parte di un gruppo di giovani climber locali, tra cui Niccolò Bartoli, che assieme a Matilde Landi e Mathieu Chinaglia, inizia ad attrezzare un nuovo settore, in un’ottica propedeutica. L’intento è quello di proporre l’aderenza in veste sportiva, dove si può affrontare la tecnica con maggiore serenità. La chiodatura è utile alla progressione, senza diventare comunque seriale.

1100 m altitudine

SUD

esposizione

ÙÙÙÙ bellezza

ÙÙÙÙ chiodatura

ÙÙÙÙ tranquillità

ÙÙÙÙ comodità

ÙÙÙÙ parcheggio

50 min

ACCESSO Dal parcheggio seguire la mulattiera fino a Cascina Piana. Poco oltre le case, il sentiero percorre un’ampia distesa erbosa vicina al torrente e supera un tratto ripido lastricato di pietre. Al termine di questa breve salita prendere una traccia pianeggiante verso sinistra, che in breve porta al nuovo settore. Per il settore sinistro, proseguire sulla traccia e poco dopo la prima piccola radura salire a destra tra gli alberi in direzione delle placche (50 minuti dal parcheggio).

avvicinamento

granito tipo di roccia

Sì - No

TRAD climbing

Sì - No principianti

Sì - No per famiglie

Sì - No

si scala con la pioggia

10 5

12

36 3 4

2

< 4b 4c 5a 5b 5c 6a 6b 6c 7a 7b 7c 8a 8b 8c 9a ?

218

Tatiana Bertera (© Arch. Tatiana Bertera)


Luca Schiera, L‘Infinito (© Camilla Cerretti)

219


47

Valmalenco

PARETI DELLO ZOIA Bellissima falesia in quota, tra le più belle della Valtellina. L’arrampicata, su muri di serpentino compatto rosso e nero, tagliato da fessure, è molto tecnica e di resistenza sulle dita, ma non mancano gli strapiombi più altletici. Tutta l’area è stata scoperta e valorizzata a partire dal 1993 da Massimo “Vigneron” Bruseghini, fortissimo arrampicatore locale prematuramente scomparso nel 1999 (a lui è dedicata una lapide nel settore alto). Nel 2002 sono stati aggiunti molti tiri, specialmente nel settore centrale, grazie al lavoro di Gerry Miotti, Gino Notari, Matteo Maternini e Fabio Sertore. Nel 2013, è stato fatto un enorme lavoro di chiodatura e richiodatura, a opera delle Guide Alpine della Valmalenco Luca Maspes e Michele Comi finanziati dal Comune di Lanzada, che ha visto nascere il nuovo settore New Zoia. Vista la quota della falesia, la stagione migliore per frequentarla è l’estate, ma attenzione, nei pomeriggi più soleggiati può fare molto caldo.

2050 m altitudine

OVEST SUD esposizione

ÙÙÙÙ bellezza

ÙÙÙÙ chiodatura

ÙÙÙÙ tranquillità

ÙÙÙÙ comodità

ÙÙÙÙ

ACCESSO Da Sondrio risalire la Valmalenco, fino a Chiesa Valmalenco, dove si svolta a destra per Lanzada. Proseguire lungo la strada fino all’ ampio parcheggio nei pressi di un ristoro e, per comodo sentiero, raggiungere in 2 minuti il rifugio Zoia. Il Primo Settore si raggiunge proseguendo per il sentiero che conduce al rifugio Cristina. Camminare per circa 5 minuti fino a quando lo si vede sulla destra appena sotto il sentiero. 15 minuti dal parcheggio. Continuando a salire si incontra sulla sinistra del sentiero il Secondo Settore e quindi, sempre proseguendo sul sentiero si passa proprio sotto al Terzo Settore. 20 minuti. Il settore New Zoia è raggiungibile sia seguendo la traccia a destra del Primo Settore, che proseguendo dal Terzo Settore: scendere dal sentiero, in direzione del Primo Settore.

parcheggio

15/20 min avvicinamento

serpentino tipo di roccia

Sì - No

TRAD climbing

Sì - No principianti

Sì - No per famiglie

Sì - No

si scala con la pioggia

13

11

12 9 6

1

10

76

9 4

1

< 4b 4c 5a 5b 5c 6a 6b 6c 7a 7b 7c 8a 8b 8c 9a ?

280


Ivan Pegorari, Taifon (Š Rainer Eder)

281


65 Alta Valtellina  Bagni Vecchi

91. AMORES 92. FRAGILE 93. FUSILLI 94. REMEDIA AMORIS 95. DELIRIO CROMATICO 96. TRISTIA 97. SEPTIMA VALE 98. RICAMI

Luca Salvadori (© Marco Majori)

378

6b 6b 6c 6b+ 6b+ 6a 5c+ 6a

10m 10m 10m 10m 10m 10m 10m 12m

Muretto e leggero strapiombo Muretto intenso Muretto e allungo in leggero strapiombo Entrata delicata, poi di resistenza Placca, poi muretto Placca verticale, poi muretto Muretto con uscita in leggero strapiombo Muretto articolato


99. USUS OPUS MOVET HOC 100. HOMO ABILIS 101. SOFFIO VITALE 102. IBIS 103. AUTORITRATTO

6a 6a 5c 6a 6a

104. EPILOGO

6a

12m Muretto verticale 12m Placca e muretto finale 12m Delicata in uscita 11m Muretto che si adagia in uscita 11m Stessa partenza della precedente, poi a destra 11m Stessa partenza di AUTORITRATTO, poi ancor più a destra

379


416




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