ADESSO Le tue storie, le tue emozioni
s e t t i m a n a l e d i C O S T U M E E at t u a l i tà n . 1 0 A N N O I • 0 2 o t t o b r e 2 0 1 4 • E U R O 1 , 5 0
LUOGHI.
LANGHE
VANESSA
INCONTRADA
MAGIE D’AUTUNNO
NEL MIO
LAVORO CI SI PUÒ ANCHE PERDERE MICHELLE & TOMASO
Verso il
GRANDE GIORNO
Flavio
Insinna SE NON MI SONO ANCORA SPOSATO CI SARÀ UN PERCHÉ...
E intanto lo scapolo d’oro della tivù si gode il successo di “Affari tuoi”
SINDROME DI DOWN.
“Anch’io lavoro” CONTRO OGNI SPECIALE MODA PREGIUDIZIO LE NOVITÀ DALLE SFILATE
ADV: CLARENCEMANAGEMENT.COM
EDITORIALE
“Una mela guasta può far marcire una mela sana, ma una mela sana non può sanare una mela guasta” Mario Rigoni Stern
IO STO CON LE MELE A Piacenza oramai è diventato un caso politico l’iniziativa di eliminare la merenda confezionata con un frutto. L’assessore Giulia Piroli (Pd), in un’ottica di riduzione degli sprechi, ha deciso di sostituire le industriali merendine confezionate con un frutto. L’assessore ha dichiarato alla stampa: “Il 50% delle merende viene buttato e in un periodo in cui migliaia di famiglie tirano la cinghia per arrivare alla fine del mese, un’amministrazione pubblica deve dare per prima il buon esempio. Per questo motivo abbiamo pensato che la priorità anche nel settore della ristorazione scolastica deve essere la limitazione degli sprechi”. Applauso. Invece no! Orde di genitori imbufaliti perché ai piccini sono state tolte le merendine imbottite di zuccheri e sostituite con un forse troppo sano frutto
di stagione. Petizioni, proteste sui social network, avversari politici che accolgono i colleghi al consiglio comunale con magliette della Banda Bassotti che rubano dolciumi ai bambini. Incredibile. Parto dal presupposto che dare a dei bambini delle merende confezionate sia già di per sé una scelta sbagliata. A riempire gli stomaci ipertrofici dei bambini di oggi ci pensano già i parenti più prossimi e a mia memoria (anche se indubbiamente è passato qualche anno) all’asilo mi arrivava per merenda e spuntino mattutino una bella mela. Se a questo errore nutrizionale aggiungiamo che è una scelta inutilmente costosa, penso che la giunta a Piacenza abbia preso una decisione corretta. Meno giusto, invece, l’atteggiamento dei genitori che non capiscono il valore di una scelta che unisce risparmio a benessere. Andrea Minoia direzione@edizioniadesso.com
ADESSO
Apriamo un Flagship Store! Oltre la classica erboristeria! Apriamo uno spazio di salute naturale con l’insegna di un marchio mitico. Erbaflor Peruzzo da più di 60 anni tramanda i segreti della medicina tradizionale e ne produce i rimedi naturali. Oggi cerchiamo partners per aprire spazi che presentino i nostri 500 prodotti esclusivi e divulghino i saperi e i valori in cui crediamo.
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Il principio attivo dello star bene
ADESSO SOMMARIO Foto sommario e in copertina Assunta Servello
GIOVEDÌ 02 OTTOBRE 2014 · N. 10
64 DARIO BALLANTINI I mille volti del comico toscano 62. LIBRI Tutte le novità 66. PERSONAGGI Sabina Guzzanti 62. GRANDI SFIDE Alex Zanardi
26 FLAVIO INSINNA
Il mattatore di Affari tuoi si racconta tra passioni, successi e progetti per il futuro 06. FOTO DELLA SETTIMANA Il bagno nel Gange 08. ATTUALITÀ Le foto della settimana 10. FORUM DI ADESSO Lettrici protagoniste 12. LA VITA È ADESSO L’Italia più bella secondo Lorella 15. FATTI DI UN TEMPO Accadeva in questa settimana 16. ATTUALITÀ In primo piano
L’Italia racconta il mondo L’Italia racconta l’Italia
20. 22. 24. 34. 44.
FINESTRE SULLA CITTÀ
L’evasione fiscale I TUOI DIRITTI
Pensioni rosa
IMPEGNO PER GLI ALTRI
Corsi per il volontariato
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48
TV E DINTORNI
Striscia la notizia in onda con tante novità e protagonisti 47. TV La scelta di Catia 50. COMPLEANNI TV Tempesta d’Amore 52. PERSONAGGI Alessandro Cattelan
74
MUSICA
Chiacchierata informale con la storica band dei Nomadi 52. PERSONAGGI Daniela Virgilio 54. CINEMA I film in uscita 60. LIBRI E DINTORNI Fabrizio Trecca
ADESSO... È AMORE Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi 70. 85.
STORIE ED EMOZIONI
“Lavoro anch’io”
PUNTI DI VISTA
Padri e figli
30
MODA
Look & people BELLEZZA
I benefici delle Alghe 46. TV Il mondo di Ulisse
PERSONAGGI A tu per tu con Vanessa Incontrada, protagonista su Rai1 con la fiction Un’altra vita
PAPA FRANCESCO Il mondo del Pontefice fra novità, viaggi e parole di speranza
86
ADESSO
SETTIMANALE N. 10 - 02 OTTOBRE 2014, anno I Direttore Editoriale ANDREA MINOIA direzione@edizioniadesso.com Direttore Responsabile Sergio Greci Caporedattore Vincenzo Petraglia vincenzo@edizioniadesso.com Redazione redazione@edizioniadesso.com Chiara Mazzei (Cultura e società)
80
Lorella Cuccarini (Storie di solidarietà)
INCHIESTA Se il male di vivere passa attraverso il cibo. I dati, le testimonianze, il fenomeno in ascesa dei siti che istigano ad anoressia e bulimia
Federica Piacenza (Moda) moda@edizioniadesso.com Progetto grafico KYTORI s.r.l. www.kytori.com - info@kytori.com
90. NARRATIVA I racconti di Adesso 98. AGENDA
Stefano Fisico (Caposervizio musica e spettacolo)
Grafica ed editing Michele Magistrini (Caposervizio) Sebastian Páez Delvasto Laura Pozzoni
Eventi in Italia
100. GIOCHI Allena la tua mente
Direzione marketing Ciro Montemiglio Coordinamento tecnico Luciano Giacalone
110 CUCINA CREATIVA Fichi, che passione!
92
AMORI INDIMENTICABILI Liz Taylor e Richard Burton
102. LA MACCHINA DEL TEMPO
1969: viaggio a ritroso fra musica, curiosità e personaggi
115. BRICONSIGLI Come eliminare la ruggine 116. POLLICE VERDE Vademecum per giardinieri in erba 119. FAI DA TE Creatività con le cassette della frutta 120. OROSCOPO
104. SALUTE Crudo è bello, ma con prudenza! 105. PSICO Com’è difficile scegliere 106. GENITORI E FIGLI Se il ragazzo non si applica 107. AMICI ANIMALI Quando il gatto va a caccia 108. CONCORSI CULINARI Italian Cupcakes 112. LA SPESA CONSAPEVOLE Sos elettrodomestici 114. CASA DOLCE CASA Arredamento d’autunno Vieni a trovarci su Facebook, cerca la pagina Adesso Settimanale
Ricerca iconografica Carlo Sessa Foto e illustrazioni Maurizio Fiorino, Kikapress, Corbis, Fotolia, The Noun Project Hanno collaborato: Manfredi Barca, Manuela Blandino, Lorenzo Bordoni, Marta Cerizzi, Silvia Coldesina, Federico Crisalidi, Alice Dutto, Maurizio Fiorino, Serena Fogli, Massimo Lanari, Luca Foglia Leveque, Laura Frigerio, Angela Iantosca, Stefano Padoan, Vittorio Petrone, Giulio Serri, Irene Spagnuolo, Roberta Valentini
SO.FIN.COM. S.p.A. Via San Lucio 23, 00165 Roma info@sofincom.com Raccolta Pubblicitaria MediaAdv S.r.l. Via A. Panizzi 6, 20146 Milano Tel. 02.43.98.65.31 - 02.45.50.62.59 info@mediaadv.it Redazione Via Nino Bixio 7, 20129 Milano milano@edizioniadesso.com
94 LANGHE Magia d’autunno
Stampa Poligrafici il Borgo s.r.l. Via del Litografo 6, 40138 Bologna Tel. 051.60.34.001 Distribuzione per l’Italia SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola 24, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.66.03.01 Copyright 2014 Sofincom S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n.89- 14/03/2014. Una copia: 1,50 euro
ADESSO
FOTO DELLA SETTIMANA
IMMERSIONI PURIFICATRICI Ogni buon fedele induista deve immergersi almeno una volta nella vita nel fiume Gange durante la festa di Mesha Sankranti, ovvero l’ingresso del Sole nella costellazione dell’Ariete. Solo così potrà purificarsi completamente. 6
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generazione economico, leggero e sicuro, che grazie alla sua struttura impilabile permette una notevole riduzione dei costi di stoccaggio e di trasporto.
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certificato PEFC. Inoltre è sempre disponibile nei vari formati, grazie alla fitta rete di distributori presenti su tutto il territorio nazionale.
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S.r.l.
Una Settimana in foto
ADESSO
PERSONAGGI
1
NIENTE È COME SEMBRA
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IL PRINCIPE AZZURRO
3
DOLCE STIL BRITANNICO
1. Se guardando la foto state pensando che questa teiera farebbe un figurone nella vostra cucina, bhe, dovreste guardare meglio. Perché questa magnifica immagine è creata da corpi umani. L’artista Emma Fay, infatti, ha realizzato dei veri e propri capolavori utilizzando come tela il corpo umano. Per celebrare la 24esima edizione del World Biggest Coffee Morning, la Fay ha creato un set da colazione con tanto di teiera, tazza, piattino, cupcake, dipinti però sul corpo di modelli contorsionisti, il tutto per beneficenza. Davvero spettacolare. 2. Che volto ha l’uomo perfetto? Qualcuno dirà: de gustibus... E no! Ecco la risposta: secondo un sondaggio realizzato dalla Crown Clinic di Manchester e sottoposto a 1000 persone, il viso perfetto è quello dato dai capelli di Harry Styles, dagli occhi blu di Zac Efron, dal mento di Robert Pattinson, dalle guance di Ryan Gosling e dal naso di Jamie Dornan. 3. Katie Davies, giovane modista britannica, ha creato delle dolcissime borse ispirandosi ai dolciumi del colosso Mr Kipling. Il quale, le ha subito proposto di produrle in esclusiva. Le borsette, almeno, non fanno ingrassare. 4. Sono tanti i modi, romantici o meno, per chiedere in sposa la propria compagna. Ma Ben Holt si è superato, dichiarandosi alla fidanzata, Clair Lumsley, dopo un adrenalinico lancio col paracadute. 5. Tim e Kerry Meek, due insegnanti inglesi, hanno deciso di ritirare dalla scuola le figlie Amy, 11 anni ed Ella, 9, per iniziare un viaggio didattico in camper di un anno attraverso l’Inghilterra. Altro che riforma della scuola... questa è rivoluzione! 6. Autunno per molti significa funghi. Tutti ne siamo ghiotti, ma è necessario prestare massima attenzione e non arrischiarsi a raccogliere specie non conosciute. Non ci si può improvvisare cercatori... quindi, giudizio! 7. La diciannovenne Emily Keat ha reso realtà il sogno di molte bambine (che, generalmente, muore con l’insorgere della maturità): è diventata una sirena. Con tanto di coda in silicone, è ora una richiestissima performer di feste per bambini.
PERSONAGGI
ADESSO
4
UN SÌ DA URLO
ESTATE... IN PARTY
5
SCUOLA AMBULANTE
7
GIOVANI SIRENE CRESCONO
6
FUNGHI A IOSA 9
il Forum
ADESSO
FORUM
uno spazio in cui puoi far sentire la tua voce, chiedere consiglio e dare i tuoi suggerimenti alle altre lettrici.
ALLORA CHE ASPETTI,
SCRIVICI O CHIAMACI. ASPETTIAMO IL TUO PARERE!
DI ADESSO PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano Manda una mail a forum@edizioniadesso.com Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00
ECCO LE RISPOSTE ALLE LETTERE DELLA SETTIMANA SCORSA Pubblichiamo la risposta della nostra lettrice Katia a Dora, che si è lamentata di una nuora maleducata, che tende ad approfittarsi della sua disponibilità Ciao Dora, sono suocera anche io e posso capire le tue difficoltà... e il tuo nervosismo! Non è il mio caso, ma ho molte amiche che si lamentano proprio come te. Hanno nuore che le vanno a trovare solo se hanno bisogno di farsi stirare i panni o tenere per una giornata i figli. Spesso, in effetti, vengono scambiate per vere e proprie baby sitter. Io credo che non dobbiate accettare tutto questo: disponibilità sempre, soprattutto per il bene dei nipoti, ma schiavismo no! Quindi se ti porta i panni, gentilmente rispondi che ne hai già una pila dei tuoi da stirare. Se ti chiede di tenere i bambini senza avvisarti prima, dille che la prossima volta ti deve dare un preavviso, perché hai già un altro impegno. Certe persone, anche se adulte, vanno educate. Katia, Nocera
Qui riportiamo, invece, la risposta di Giordana, che a Dora consiglia rimedi estremi... Cara Dora, io trovo l’atteggiamento di tua nuora inconcepibile. Se fossi nei tuoi panni, le direi chiaro e tondo che tu non sei la sua serva e non si deve azzardare a portarti i suoi panni da stirare o a prendere senza chiederlo le conserve che prepari. Non si deve neanche permettere di portarti i bambini senza avvisarti in anticipo. Insomma, non sei al suo servizio! A costo di litigarci, cantagliene quattro e fatti valere. Che le piaccia o no, la solfa deve cambiare. In bocca al lupo! Giordana, Follonica
LA DOMANDA DELLA SETTIMANA COME AIUTARE MIA FIGLIA? Care lettrici, ho una bella famiglia, di cui sono grata. Mia figlia minore, però, da almeno un anno ha dei problemi col cibo che si fanno sempre più seri. Ha cominciato a mostrarsi fissata con la linea, ma inizialmente mi è sembrata una cosa tipica da adolescente. Poi però ha diminuito drasticamente le quantità di cibo, eliminato, ovviamente, dolci e carboidrati e praticamente vive di insalata. Non ha più un aspetto sano e sono preoccupata. Ho provato a parlarle ma si irrigidisce e mi dice di farmi gli affari miei. Come posso aiutarla senza allontanarla di più? Grazie per i consigli che vorrete darmi. Carla, Forlì
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ANNUNCIO PUBBLICITARIO
Laura, giornalista-repor ter alla radio-televisione tedesca, racconta:
ESCL
Come ho perso 34 CHILI mangiando a volontà, senza medicine - senza fare esercizi - in meno di 5 SETTIMANE! Q
USIVO
1° giorno:
Ho provato di tutto per dimagrire e perdere la mia cellulite: dopo 17 diete e 32 metodi, avevo finito per arrendermi, quando…
uando ho fatto un incontro incredibile che ha CAMBIATO la mia vita! Ma mi lasci prima raccontare come la ragazza “grassottella” che ero (tutte le donne della mia famiglia hanno la tendenza ad ingrassare - e io non facevo eccezione) ha ottenuto all'età di 39 anni, un fisico da modella.
2 gravidanze, una dopo l'altra, e un “look” da elefante! Un chilo al mese: è generalmente ciò che si suppone di prendere durante la gravidanza. Andiamo! Ok vada per 12 se si è magri… Ma allora come è stato possibile che io ne ho presi 26 la prima volta e durante la seconda gravidanza viaggiavo sui 30 chili? Di sicuro lei dirà che ho mangiato per due - che mi rimpinzavo tutto il santo giorno! Ebbene, lo ammetto! Non mi sono mai privata di niente, OK, vado matta per il cioccolato e per i fritti... Ma in ogni modo, è vietato? Fa parte dei piaceri della vita! E questo compensa un po' le noie della gravidanza… E poi, all'inizio, non si pensa che ad una cosa: calmare lo stomaco tra una nausea e l'altra. Dopo, quando si è già deformate, perché ostinarsi? Non è sempre facile da capire: “Sei sicura che ne hai uno?! Devono aver sbagliato nell'ecografia, non è possibile!" Certamente c'erano 2 o 3 persone comprensive, che mi trovavano luminosa, raggiante, magnifica… Ciò non toglie che avevo un look da elefante! Senza parlare delle smagliature, delle caviglie gonfie, la cellulite nelle cosce… Non è bello! Non ci si può più tagliare le unghie dei piedi, depilarsi… e tutta questa colpevolezza: è davvero pesante da sostenere!
Ma ecco il peggio…! Dopo la nascita del mio secondo figlio (nella foto tra le mie braccia), invece di perdere 1 chilo al mese, ho continuato a prendere 1 chilo al mese! Risultato: sfioravo i 90 chili sulla mia bilancia (i giorni in cui avevo il coraggio di salirci). Dopo aver provato TUTTO per dimagrire (diete, tisane, esercizi fisici e quasi 32 metodi), mi ero rassegnata. Deforme, piena di complessi, gonfiata dalla cellulite, ho deciso con mio marito di cambiare le nostre abitudini. “Quest'anno si parte: in vacanza in campagna.” Geniale! Le vacanze in fattoria per ricordare i nostri momenti di giovinezza - e i buoni prodotti della terra con i loro sapori autentici, per dimenticare tutte queste torture inefficaci contro i miei chili.
Ed ecco il meglio! Si figuri che è mangiando alla taverna del luogo, che ho scoperto il “potente elisir” che ha sconvolto la mia vita! Il padrone mi ha detto con un grande sorriso: “Soprattutto, si faccia un piacere! Non esiti a gustare le nostre specialità: nessuno dei
nostri clienti ha mai preso 1 solo grammo, al contrario, dimagriscono!..." Stupefatta, ho ripetuto: “Dimagriscono???” “Sì, e a vista d'occhio a condizione di assumere qualche goccia di questo elisir prima di cominciare il pasto” mi ha assicurato. Unendo il gesto alla parola ha tirato fuori dalla sua tasca un flacone contagocce: “3 gocce, non di più!” direttamente nel mio bicchiere, aggiungendo: “Senò, va troppo velocemente”. Sembra incredibile ma ho mangiato e bevuto come un'ingorda (e ho cominciato la sera stessa) - per constatare sulla mia bilancia il mattino successivo, che avevo perso 1 chilo! Ero stupefatta. Quella taverna era diventata la mia mensa e alla fine delle vacanze avevo perso 15 chili in 15 giorni, MANGIANDO molto abbondantemente mattino, mezzogiorno e sera!!!
… Un concentrato di Aceto di Sidro E' il segreto per DIMAGRIRE MANGIANDO che il padrone della taverna ha voluto svelarmi. Ma quale?! L'Aceto di Sidro della mamma Touflard - chiamata Nonna Madeleine dai suoi numerosi nipoti e pronipoti… Curiosa e da buona giornalista, ho deciso di fare una piccola visita alla mia benefattrice per ringraziarla… Grazie a Nonna Madeleine e al suo Aceto di Sidro ancestrale ultra-concentrato, avevo perso più di 1 Chilo al giorno! E contavo di non fermarmi là… DOVEVO ancora DIMAGRIRE molto velocemente! Ed era indispensabile per me, acquistare qualche boccetta di quel divino elisir!
Per me fu un sogno! Alla fine di 3 settimane: 26 chili in meno! Come spiegare gli effetti spettacolari che 3 goccioline di Aceto di Sidro di Nonna Madeleine mattino, mezzogiorno e sera prima di ogni pasto, possano avere su tutto il suo corpo? E' allucinante! E senza confronto con tutto ciò che esiste già… Questo “rimedio strepitoso” che polverizza i chili ribelli e i buchi di cellulite MANGIANDO secondo la mia fame (facendo anche degli eccessi) è veramente INFALLIBILE! In più, questo elisir stupefacente è totalmente naturale, dunque senza alcun pericolo per la mia salute: il che mi ha incoraggiato per concretizzare il mio obiettivo! Cioè, passare sotto la soglia dei 55 chili… In meno di 5 settimane: Mi sono sciolta come zucchero e ho perso 34 chili così facilmente, come si respira! Tutto assaporando dei piattini deliziosi… Ho persino interrotto il mio trattamento prima della fine, talmente andava velocemente. Anche TROPPO velocemente! Non soltanto ho raggiunto il mio obiettivo con 55 chili annunciati sulla mia bilancia, ma sono anche riuscita a stabilizzare il mio peso a 52 chili tondi tondi! Una vera prodezza che mi rende fiera e completamente raggiante!
Lei comprende ora perché questo incontro con Nonna Madeleine ha cambiato la mia vita!
Io, che venivo chiamata “cicciabomba” a scuola - il “bulldozer” in ufficio - il “grande calibro”, obbligata a vestirmi nei negozi taglie forti… Io, la “grossa del 5° piano”, sono riuscita nell'impossibile: avere alla fine questa “taglia da modella”, che avevo sempre sognato e che si vede nelle riviste.
Tutto mi è riuscito!
!
“Ho perso 34 chili e tutta la mia cellulite in 32 giorni, e non ho più ripreso un grammo. Il mio corpo è letteralmente cambiato”.
–1 chilo
7° giorno:
–7 chili
15° giorno:
–15 chili
Il 1° giorno: è un buon chilo di grassi cattivi e di cellulite che si volatilizzano come per incanto. E mi creda: si vede! Il 7° giorno: 7 chili in meno cioè 1 chilo di perdita al giorno! Senza medicine, senza fare esercizio e MANGIANDO a volontà. Golosa vivevo un VERO sogno ad occhi aperti! Il 15° giorno: 15 chili di PERDITA ammassi di cellulite che sono spariti e già 2 taglie in meno. Straordinario: più mangio e più dimagrisco! Per la sua salute, eviti di mangiare troppi grassi, troppi zuccheri, troppo sale.
Laura 1 mese più tardi, FIERA del suo peso stabilizzato a 52 chili!
SMS: 337 10 64 276
Oggi, sono molto alla moda. Indosso minigonne, tailleurs sexy, jeans attillati, bikini colorati, tacchi alti e scollature vertiginose… Non rifiuto NIENTE! Sono OVUNQUE a mio agio, l'andatura sicura, fiera del mio aspetto e tutto mi riesce!
Invii il suo ordine tramite sms indicando: codice media, codice prodotto, quantità, cognome, nome, indirizzo completo, cap, località, provincia, data di nascita, comune di nascita (solo per italiani), stato di nascita (solo per stranieri). ESEMPIO*: PC1510,C00D,ROSSI,ENRICA,VIALOMBARDIA,9,20123,MILANO,20/03/74,FIRENZE
Nessuno può immaginarsi neanche per un secondo che prima, ero grossa. Ho ritrovato una pelle soda, tonica, una pancia extrapiatta, dei glutei ben torniti e delle cosce filiformi… Gli uomini mi guardano con ammirazione, concupiscenza e mi rispettano.
Da rispedire a: Naturalfit P.O. Box 247 - 3940 AE Doorn - The Netherlands
Sa… non ho un mestiere facile. Ma ora, la mia nuova arma di seduzione è una vera leva che mi apre TUTTE le porte! La mia carriera di giornalista ne ha tratto dei benefici: sono salita di grado, ho più responsabilità e il mio stipendio è quasi raddoppiato! Ma il più felice, è il mio maritino. Si è innamorato del mio corpo ANCORA di più del primo giorno! E quest'anno, le nostre vacanze in riva al mare sono state idilliache. Com'era fiero di me, in spiaggia: non credeva ai suoi occhi. Quanto a me, ho una forma olimpionica, un'energia da vendere ed una gioia di vivere traboccante. Mi sento BELLA come non mai! Ma la cosa più strabiliante, è che dopo aver preso il mio trattamento, il mio peso si è completamente stabilizzato a 52 chili. Ideale! E in più, posso sempre mangiare ciò che voglio, senza pericolo di ingrassare. E' veramente una nuova vita che comincia quando si è magri. Allora, anche lei: scopra l'elisir Aceto di Sidro di Nonna Madeleine e come me, si sciolga a vista d'occhio! E resti magra, per sempre. Laura
Chiami il nr. 02 455 57 028 precisando il suo nome, cognome, telefono e il trattamento che vuole ordinare. Qualora non dovesse ritenersi soddisfatto/a dell’acquisto del prodotto, potrà avvalersi della facoltà di recesso ottenendo il rimborso totale di quanto ha versato (escluse le spese di spedizione e imballo). A tal fine sarà necessario inviarci una raccomandata con ricevuta di ritorno e tutti i prodotti ordinati per cui si intende chiedere il rimborso, entro 30 giorni dal ricevimento del pacco, così come descritto nella distinta di spedizione allegata nel pacco. Eseguita la procedura descritta nella distinta di spedizione, procederemo al più presto ad inviare il rimborso dell’ordine effettuato.
*ogni parola deve essere seguita dalla virgola senza spazi
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speditemi il trattamento ACETO DI SIDRO che indico qui di seguito:
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INSIEME A TRENTA ORE PER LA VITA
LA VITA È
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L’inserimento dei ragazzi Down nel mondo del lavoro avviene oggi con grande successo
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DOPO L’AGGHIACCIANTE RIFLESSIONE DEL BIOLOGO RICHARD DAWKINS, UNA MIA RIFLESSIONE SUI RAGAZZI CON SINDROME DI DOWN E L’ASSOCIAZIONE AIPD, CHE NE AIUTA L’INSERIMENTO SCOLASTICO E LAVORATIVO
Un’estate, quella appena conclusa, che ci ha regalato, come ogni anno, alcuni matrimoni da favola. Dalla meravigliosa coppia americana Jolie/Pitt, agli italianissimi Ramazzotti e Canalis, le pagine dei settimanali rosa si sono scatenati per raccontare ogni dettaglio del giorno più bello! Tanti i fiori d’arancio estivi, ma nella mia personale classifica, in prima posizione metterei senz’altro il matrimonio tra Marta e Mauro, due sconosciuti di trenta e quaranta anni che si sono giurati eterno amore dopo dieci anni di fidanzamento e due di convivenza. Sono stati i protagonisti di uno dei primi matrimoni celebrati in Italia tra persone con la sindrome di Down. È stato bellissimo poter condividere le loro emozioni in rete: infatti, hanno postato su facebook le foto dell’evento e un video in cui raccontano il loro primo incontro. Sempre nella stagione calda, si è tornati a parlare ancora di questa sindrome - conosciuta anche come Trisomia 21 - ma in occasioni tutt’altro che festose. Una coppia australiana è finita sui giornali di tutto il mondo dopo aver “commissionato” un bambino ad una donna thailandese. La donna aveva “affittato” il suo utero in cambio di denaro ma, dopo le prime settimane, aveva scoperto che i bimbi in gestazione erano due: al quarto mese, è emerso che uno dei gemelli era affetto da sindrome di Down. Al momento della nascita, ai destinatari è stato spedito solo il bimbo sano, mentre quello affetto dalla patologia è rimasto alla mamma naturale.
Non voglio parlare in questa occasione di maternità surrogata: un argomento che richiederebbe uno spazio a parte. Ma alcune domande nascono spontanee: che mondo è quello che tratta i bambini come merce? E le donne come incubatrici? Una nuova forma di schiavitù spacciata per progresso. Pochi giorni dopo si è aggiunta l’esternazione del biologo britannico Richard Dawkins: in un tweet, alle donne in attesa ha vivamente consigliato di abortire qualora venga diagnosticata al bimbo la sindrome di Down. In rete, si è scatenata (giustamente) l’ira di tutte quelle mamme che, decidendo il contrario, avevano affrontato con coraggio la disabilità del proprio bambino. D’altronde un anno prima, sempre lui aveva dichiarato che “un feto è meno umano di un maiale adulto”... Qualche volta bisognerebbe avere il buonsenso di tacere. Ma evidentemente quest’uomo, ha un concetto diverso di buonsenso. Poco tempo prima, in Francia veniva bandita la messa in onda del video “Dear future mom”, ideato da Coordown, in occasione della giornata mondiale della sindrome di Down. Quali erano i contenuti “incriminati”? Alcuni bambini e ragazzi con sindrome di Down, nelle lingue principali, comunicavano alle future mamme di non avere paura: anche con la sindrome di Down, i loro figli avrebbero potuto comunicare, giocare, studiare, lavorare. In pratica, essere felici. Un video che si concludeva con un abbraccio tra loro e le loro mamme. Commovente e gioioso. Ebbene, il Consiglio Superiore dell’Audiovisivo francese ha censurato il video perché avrebbe potuto offendere la sensibilità di tutte le donne che avevano optato per l’aborto terapeutico. Veramente paradossale. E tutte quelle che hanno deciso di dire sì alla vita, oggi come dovrebbero sentirsi? Alla faccia del Paese illuminista! Personalmente ricordo un’edizione di Trenta Ore per la Vita dedicata anche alle persone Down. Con i fondi raccolti realizzammo progetti davvero utili e importanti per favorire la loro autonomia e l’inserimento nel mondo del lavoro. Inoltre, aiutammo le famiglie che
avevano bisogno di un orientamento finanziando una linea telefonica dedicata e un Osservatorio Scolastico Nazionale. Sempre in quella occasione, visitai alcune sedi dell’Associazione Italiana Persone Down in diverse zone d’Italia ed ebbi modo di conoscere persone con sD, delle età più disparate. Rimasi colpita. Toccai con mano l’amore con cui erano stati cresciuti all’interno delle loro famiglie. E dovetti ricredermi su molti luoghi comuni: non è vero che non possono avere relazioni stabili con gli altri; non è vero che non riescono ad impegnarsi con costanza in un lavoro. Sono capaci di emozionarsi e di esprimere la loro gioia. Altro che “infelici”! Quando ero piccola, così venivano solitamente chiamate queste persone, con un termine assolutamente improprio. Perché la loro voglia di vivere è contagiosa. La maggior parte di loro possono raggiungere, pur con tempi più lunghi, livelli di autonomia simili agli altri. Possono innamorarsi e decidere di vivere insieme, come nel caso di Marta e Mauro. Hanno solo bisogno di tempo
ma, soprattutto, hanno bisogno di aiuto e sostegno. Proprio in questi giorni, Trenta Ore per la Vita ha avviato un progetto di formazione e orientamento al lavoro che coinvolgerà operatori e giovani con sD in attesa di occupazione. Dopo un breve corso che si terrà a Roma nel mese di novembre, si attiverà attraverso la rete internet la Formazione A Distanza –la FAD- per poter raggiungere contemporaneamente le 48 sedi italiane dell’AIPD, e tutti i giovani e le famiglie che ne fanno parte. I familiari e gli operatori del mondo Down svolgono un lavoro preziosissimo che ha sempre bisogno di essere aiutato. E purtroppo anche in Italia, in questi ultimi anni, le spese per il Welfare si sono contratte ulteriormente a causa della perdurante crisi economica. Personalmente però, quello che a me fa più paura è la crescita sempre più dirompente di un così detto “progresso scientifico” che non è rivolto al miglioramento della qualità della vita dei più deboli, ma alla loro “silenziosa” eliminazione. Lorella
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FATTI DI UN TEMPO
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ACCADEVA
IN QUESTA SETTIMANA…
di Massimo Lanari
Il muro di Berlino era caduto. Ovunque i regimi comunisti stavano crollando. In Germania la riunificazione della Repubblica federale tedesca (Germania Ovest) con la Repubblica democratica tedesca (Germania Est) era solo questione di tempo: già nel marzo del ‘90 le prime elezioni libere della storia della Germania Est avevano determinato un governo avente come unico mandato la riunificazione all’Ovest. Il 3 ottobre finiva un incubo durato 40 anni, frutto dell’occupazione sovietica e alleata dopo la seconda guerra mondiale. In mezzo al plauso generale, ci fu anche qualche voce discordante. La Polonia, ad esempio, preoccupata per il risorgere della potenza tedesca. E il presidente del consiglio italiano Giulio Andreotti: «Amo talmente la Germania che ne preferivo due».
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La nave da crociera italiana Achille Lauro venne sequestrata da un commando terroristico del Fronte per la Liberazione della Palestina a largo delle coste egiziane. Vennero presi in ostaggio 201 passeggeri e 344 uomini dell’equipaggio. Gli egiziani e Arafat convinsero i terroristi a liberare la nave: prima, però, uccisero un passeggero americano, Leon Klinghoffer. Gli Stati Uniti reagirono intercettando l’aereo egiziano che stava portando i terroristi in Tunisia, dirottandolo sulla base di Sigonella, in Sicilia. Ma Craxi rivendicò la giurisdizione italiana sul caso, schierando i carabinieri di fronte alle forze speciali americane. Gli Stati Uniti dovettero desistere e i terroristi vennero condannati dalla giustizia italiana.
LA RIUNIFICAZIONE TEDESCA
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IL DIROTTAMENTO DELL’ACHILLE LAURO
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Lo Sputnik, il «compagno di viaggio», fu il primo satellite lanciato dall’uomo nello spazio. I sovietici lo fecero partire dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, la «città delle stelle»: era una sfera d’alluminio dal diametro di 58 cm, dalla quale uscivano 4 antenne lunghe 2,5 metri. Lo Sputnik compì circa 1400 orbite attorno alla Terra e 70 milioni di km, prima di disintegrarsi nell’atmosfera terrestre. Gli Stati Uniti accolsero la notizia con preoccupazione. Siamo in piena guerra fredda: la sfida spaziale tra Usa e Urss mette in gioco il prestigio delle due superpotenze, e si presta anche a possibili sviluppi militari. I razzi di entrambi i contendenti si basavano sulla rivoluzionaria tecnologia utilizzata dai tedeschi per i missili V-2 durante la seconda guerra mondiale.
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Il 2 dicembre 1934 il presidio italiano di Ual Ual, al confine tra la nostra colonia somala e l’Etiopia, venne attaccato dagli etiopi. L’aggressività del negus Haillè Selassiè trovò terreno fertile in Mussolini, che da anni progettava di invadere l’Etiopia. Il momento sembrava propizio: si pensava che Francia e Gran Bretagna avrebbero concesso al Duce mano libera in Africa. Non fu così. Mentre i francesi inizialmente si «disinteressarono», gli inglesi si opposero, fino a promuovere delle sanzioni economiche contro l’Italia. La guerra si concluderà il 5 maggio 1936: Mussolini aveva firmato l’ultima impresa coloniale della storia.
IL LANCIO DELLO SPUTNIK
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L’ITALIA ATTACCA L’ETIOPIA
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PERSONAGGI
IN PRIMO PIANO
di Vincenzo Petraglia
IL NEMICO SILENZIOSO
IL FATTO CHE IN OCCIDENTE OGGI NON SI MUOIA PIÙ DI AIDS, GRAZIE AI FARMACI DISPONIBILI CHE HANNO ALLUNGATO NOTEVOLMENTE LA PROSPETTIVA DI VITA DEI MALATI, HA PORTATO AD ABBASSARE NOTEVOLMENTE LA GUARDIA NEI CONFRONTI DELLA PROBLEMATICA. A FARNE LE SPESE SONO SOPRATTUTTO I GIOVANI, MENTRE IL NUMERO DEI CONTAGI HA RIPRESO A CRESCERE... Anche se in Occidente praticamente non si muore più di Aids (Sindrome da immunodeficienza acquisita), non vuol dire che la battaglia contro la malattia simbolo degli anni ‘80 sia vinta. Tutt’altro! La ricerca ha fatto enormi passi in avanti ma la strada per trovare un vaccino definitivo è ancora lunga. I farmaci oggi disponibili riescono soltanto a controllare la malattia e la prospettiva di vita di un malato, dal momento in cui viene cominciata la cura, si è allungata fino a quarant’anni. Certo, non è facile convivere con la terapia e, spiegano i medici, basterebbe smettere di prendere i farmaci per tre giorni a far riprendere vigore al virus. Il fatto, però, che, almeno da noi (in Africa, in particolare, dove l’accesso ai farmaci non è per tutti, l’Aids continua a mietere moltissime vittime nella quasi, tanto per cambiare, indifferenza generale, purtroppo!) non si muoia quasi più, ha portato negli ultimi anni ad abbassare notevolmente la guardia nei confronti del problema. E a farne le spese sono soprattutto i giovani, talvolta molto poco informati sulle forme di trasmissione del virus. A scuola e negli altri ambienti frequentati dai giovani se ne parla troppo poco, perché questa è una malattia che non fa più clamore. Non è un caso, dunque, che, secondo dati epidemiologici diffusi di recente, in Italia ci siano ben 4mila nuovi casi di contagio all’anno, di cui 2mila solo in Lombardia. Oggi, soprattutto le nuove generazioni, che non hanno vissuto in prima persona il clamore e la grande paura generata dal virus negli anni ‘80, sono vittima di poca informazione al riguardo. Così oggi accade sempre più spesso che, finché non si manifestano i sintomi gravi della malattia, non si sa neppure di essere sieropositivi. Almeno una persona su quattro, tra coloro che hanno già contratto il virus, non è consapevole, infatti, del proprio stato, e ben il 60% (mentre nel ’96 era il 21%) dei malati scopre di essere sieropositivo solo nel momento in cui gli viene diagnosticata la malattia vera e propria. Questo ovviamente comporta che la persona colpita non viene curata tempesti-
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vamente. Ciò aumenta anche il rischio che si possano, inconsapevolmente, contagiare altre persone, perché magari l’individuo che ne è infetto non usa le dovute precauzioni nei rapporti sessuali con il proprio partner. Quando la malattia venne scoperta, la fonte principale di contagio era la tossicodipendenza (soprattutto a causa dello scambio di siringhe usate sporche di sangue), mentre oggi la trasmissione avviene principalmente per via sessuale, sia eterosessuale (43,7%) che omosessuale o bisessuale (22%). Paradossalmente oggi quelle che un tempo erano consi-
derate le categorie più a rischio sono più attente in termini di prevenzione, facendo, quindi, con più assiduità i dovuti controlli e iniziando così, nel caso, a curarsi da subito e a cercare di ridurre il più possibile i comportamenti a rischio, come rapporti occasionali e senza profilattico. È, dunque, necessario, oggi più che mai, tornare a parlare di questo nemico silente. A partire dai media, dalla scuola, dalla famiglia e dai luoghi di aggregazione giovanile. Perché in ballo c’è la salute di tutti noi, e in primis dei nostri ragazzi e delle persone che amiamo.
L’Italia racconta il mondo PERSONAGGI
EMERGENZA CLIMA
ANCORA UN NULLA DI FATTO AL RECENTE SUMMIT ONU Molta teoria e pochi impegni pratici. È quanto emerso dal summit sui cambiamenti climatici che si è tenuto al Palazzo di Vetro dell’Onu a New York, cui hanno partecipano 125 paesi con l’obiettivo d’altronde dichiarato di non varare nessuna misura concreta per il Pianeta (come se non ne avesse bisogno con la massima urgenza!), ma solo di “ridare - come ha spiegato lo stesso segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon in apertura dei lavori - slancio politico al dibattito”. In pratica, un bel nulla di fatto, mentre “stiamo - ha sottolineato Christiana Figueres, a capo della divisione clima delle Nazioni Unite esaurendo il tempo a nostra disposizione”. I numeri, d’altronde, parlano chiaro. Le emissioni di gas serra, secondo quanto registrato dal “Global Carbon Project”, sono aumentate del 2,3% nel 2013. Soltanto negli Stati Uniti, l’aumento è stato del 2,9%. Stati Uniti e Cina sono del resto tra i paesi maggiormente responsabili del disastro ambientale. Insieme, producono circa il 45% della CO2 presente nell’aria. Mentre le temperature continuano a crescere e secondo le previsioni finiranno per risultare, alla fine di questo secolo, di 4 gradi più alte rispetto al periodo pre-industriale (secondo gli scienziati non dovrebbero superare i 2 gradi per evitare effetti devastanti sull’ambiente). La situazione è, dunque, più che preoccupante, ma il dato di fatto è che ormai l’attenzione generale nei confronti dei
A SCUOLA
DI SOPRAVVIVENZA
LA SINGOLARE ESPERIENZA DI UN PESCATORE MESSICANO, MIRACOLOSAMENTE SALVO DOPO UN NAUFRAGIO È durata ben otto giorni la disavventura di Raymundo Rodriguez Noyola, un pescatore messicano 43enne di Acapulco, disperso in mare dopo un naufragio. L’uomo, come ha raccontato dopo essere stato soccorso da uno yacht di passaggio, che fortunatamente lo ha avvistato, è sopravvissuto affrontando il mare e le sue insidie su uno scatolone di polistirolo e mangiando, durante i giorni che è rimasto in acqua, un gabbiano che si era posato sulla sua imbarcazione di fortuna. Una gran bella lezione di adattamento!
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SVIZZERA CHAPEAU!
NELL’ALTA ENGADINA UN HOTEL MOLTO PARTICOLARE
cambiamenti climitaci è sempre più blanda, complice sicuramente la crisi economica e i venti di guerra che spirano nel mondo, diventati un po’ una sorta di alibi al rispetto del Protocollo di Kyoto, firmato nel 1997, ma mai ratificato dagli Stati Uniti e senza effetti vincolanti per paesi come Cina e India, tra i maggiori inquinatori al mondo. Il problema di fondo è che in nome del profitto, nessuno è disposto a rinunciare ai combustibili fossili!
Non c’è che dire, i nostri cugini transalpini hanno molto da insegnarci in termini di rispetto dell’ambiente e civiltà! Non è un caso che abbiano avuto il merito di dar vita al primo plus-energy hotel delle Alpi. L’unico albergo cioè che produce, tramite fonti energetiche alternative, più energia di quanto effettivamente ne consumi. Circa il 5% in più rispetto al suo normale fabbisogno, alimentato da un mix di solare e geotermico fra pannelli collettori installati nei vetri per captare l’energia solare e sonde geotermiche che provvedono a irradiare calore terrestre all’intero dell’edificio. Un bel primato per il Romantik Hotel Muottas Muragl (www.muottasmuragl. ch), in territorio di Samedan ma non lontano da St. Moritz, che sorge in uno degli scenari naturalistici più belli della Svizzera. La struttura, che ha appena compiuto 103 anni e che è raggiungibile solo attraverso funicolare, alimentata da un impianto fotovoltaico installato sui binari, è il frutto di un sapiente lavoro di ristrutturazione che ha consentito di ridurre di un terzo il suo fabbisogno energetico e al tempo stesso ricavare stanze di charme. Dal monte Muottas Muragl, a 2456 metri di altitudine, la vista spazia sull’intera Alta Engadina, una delle valli più belle del Paese, punteggiata da laghi, boschi e aguzze montagne, come il ghiacciaio del Corvatsch.
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L’Italia racconta l’Italia
PERSONAGGI
FORZA RAGAZZE!
NEL MONDIALE DI VOLLEY CHE SI GIOCA IN ITALIA TUTTI UNITI NEL NOME DELLA NAZIONALE Il Campionato mondiale di pallavolo femminile, che si gioca per la prima nella sua storia nel nostro Paese, è un’occasione di festa incredibile per i tanti appassionati di questo magnifico sport e per il milione di ragazze che in Italia gioca a pallavolo o a beach volley. L’ultimo e unico titolo mondiale delle nostre “leonesse” risale a dodici anni fa e, comunque si chiuda per noi questo Mondiale (finale il 12 ottobre), non possiamo che fare il tifo e sostenere fino in fondo la splendida squadra azzurra messa in piedi dal coach Marco Bonitta.
È COMINCIATA LA CORSA
AGLI OSCAR 2015
OTTOBRE, MESE DELLA SALUTE
A RAPPRESENTARE IL PAESE “IL CAPITALE UMANO” DI VIRZÌ
TANTE INIZIATIVE PER CONTROLLI GRATUITI IN TUTT’ITALIA Nel mese di ottobre sono molte le iniziative promosse in tutt’Italia per fare controlli gratuiti, a scopo di prevenzione, in svariati ambiti sanitari. Mentadent promuove visite gratuite tramite il Mese della Prevenzione, in collaborazione con l’Associazione nazionale dentisti italiani. Se si desidera, si può proseguire con un programma di cure su misura a prezzi calmierati. Info: www.mentadent.it. Per tutto il mese i 397 Punti Prevenzione delle 106 Sezioni Provinciali Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori), saranno a disposizione per visite senologiche gratuite e controlli diagnostici clinico-strumentali. L’edizione 2014 ha come slogan “Siamo più forti insieme”: le persone vengono invitate ad ascoltare le storie di quattro famiglie attraverso l’esperienza di quattro persone colpite dal tumore al seno, dei familiari e dei sostenitori, troppo spesso ignorati, e che sono invece comunque interessati dalla malattia. E anche quest’anno shopping solidale: parte del ricavato della vendita di alcuni cosmetici del Gruppo Estée Lauder e di alcune firme della moda andrà a favore
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della Lilt. Info: 800-99.88.77, www. lilt.it o www.nastrorosa.it. Giornata mondiale della vista (9 ottobre): in Italia è dedicata ai giovani e alla guida sicura. Previsti check-up oculistici gratuiti e campagne informative in oltre sessanta città dello Stivale. Info: www.iapb.it. Giornata mondiale dell’osteoporosi (20 ottobre): nei 95 ospedali che hanno aderito all’iniziativa consulenze e visite gratuite, oltre a convegni ed eventi finalizzati alla conoscenza di quella che è una delle malattie più temute dalle donne. Info: www.ondaosservatorio.it, oppure 02/29.01.52.86. “Viva!” è, invece, la campagna di sensibilizzazione sul tema della rianimazione cardiopolmonare che ha come obiettivo la diffusione delle conoscenze e delle tecniche per riconoscere e trattare l’arresto cardiaco. Più di cento eventi in ottanta città che raggiungeranno il culmine dal 13 al 19 ottobre. L’arresto cardiaco colpisce ogni anno in Europa oltre 400mila persone, di cui circa 60mila in Italia. Molte di esse potrebbero essere salvate con le giuste manovre di rianimazione. Info: www.ircouncil.org.
Il capitale umano è il film scelto dall’Anica per rappresentare l’Italia agli Oscar 2015 nella categoria Miglior film straniero. Il film di Paolo Virzì si è imposto su altri sei film, tra cui Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, Anime Nere di Francesco Munzi e Le meraviglie di Alice Rohrwacher. Il film del regista toscano, che già tanti premi ha ricevuto (David di Donatello, Nastri d’Argento, Globo d’oro, Ciak d’oro ed altri riconoscimenti), prima dell’arrivo effettivo a Los Angeles, dovrà attendere il 15 gennaio, giorno in cui saranno annunciate le nomination ufficiali per gli Academy Awards 2015. Solo quel giorno si saprà se il film avrà o meno la possibilità di vincere l’Oscar, come avvenuto l’anno scorso per La grande bellezza di Paolo Sorrentino.
Foto: Jacqueline Roberts
“Lara è nata sana. Poi ha perso tutto. Ma non i suoi occhi meravigliosi, che oggi ti chiedono aiuto.”
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Per più di un anno, Lara è stata pura gioia di vivere, come ogni bambino. Poi, quando tutto sembrava perfetto, ha cominciato lentamente a perdere ogni giorno qualcosa: la parola, l’uso delle mani, delle gambe. Aiutami a far qualcosa contro questa sindrome odiosa. Con solo 2 € per ogni SMS o 2 o 5 € per ogni chiamata da rete fissa aiuti la ricerca di una cura che non c’è ancora, sostieni un’assistenza quotidiana che è www.airett.it fondamentale. Grazie, da Nicola Savino.
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FINESTRE SULLA CITTÀ
LE OTTO
ITALIE DELL’EVASIONE FISCALE Niente Nord-Est e niente partite Iva: secondo l’Agenzia delle Entrate il fenomeno si annida nelle grandi città e in alcune aree del Sud. Povertà e pericolosità sociale sono le vere cause di Massimo Lanari «Combattere l’evasione fiscale». «Lotta ai furbetti». «Evasori totali». «Lavoratori autonomi nel mirino». In materia di evasione fiscale il nostro cervello è oramai pieno di luoghi comuni che criminalizzano intere categorie e territori. Un recente studio dell’Agenzia delle Entrate, però, ribalta la questione: ecco le otto categorie in ordine di pericolosità fiscale.
STANNO TUTTI BENE
È l’area in cui il rischio evasione è minore: in una scala in cui 1 è il massimo dell’onestà fiscale e 5 il top dell’evasione, qui siamo a 1. E, a sorpresa, in questa fetta rientrano buona parte delle province dell’Italia Settentrionale, quelle della piccola impresa e del popolo delle partite Iva. Altro che evasori, quindi. Leggete qua: Como, Cremona, Mantova, Piacenza, Pordenone, Udine, Modena, Parma, Forlì-Cesena, Ravenna.
IL SETTORE INDUSTRIALE
Anche questa è un’area a rischio 1, contraddistinta solo da una maggiore presenza di aree di «pericolosità sociale», con qualche sconfinamento nell’illegalità. Crolla anche il mito del Nord-Est ricco ed evasore: rientrano in questa categoria Padova, Treviso, Verona e Vicenza, affiancate dalla Brianza e da città come Torino, Genova, Bergamo, Brescia, Bologna e Firenze. La culla del manifatturiero non è la culla dell’evasione fiscale.
GLI EQUILIBRISTI
Qui la pericolosità fiscale sale a 3. È la fascia intermedia, quella dell’Italia Centrale: Perugia, Arezzo, Macerata; e al Nord Ferrara e Novara. L’infedeltà fiscale qui è leggermente più alta, ma la stabilità e il controllo sociale,
oltre all’alta qualità della vita, sembrano dare qualche garanzia rispetto a possibili “scivolamenti”.
NON SIAMO ANGELI
Siamo sempre a 3, ma qui i fattori di rischio si moltiplicano: il tenore di vita è più basso e la pericolosità sociale aumenta. Quindi le percentuali di evasione fiscale di Bari, Messina, Catania, Palermo e Cagliari sono più elevate.
RISCHIOSE ABITUDINI
Alla pericolosità fiscale 3 si somma un tenore di vita più alto, ma una pericolosità sociale ai massimi livelli: a sorpresa, da questo punto di vista va male a Imperia, Savona, Rimini, Lucca, Livorno, Latina e Pescara.
NIENTE DA DICHIARARE?
È il volto povero della nostra provincia. L’indice di evasione è altissimo,
4, mentre il tenore di vita è al minimo. Unica salvezza, la tranquillità e di conseguenza la bassa pericolosità sociale. Rientrano in questa categoria Campobasso, Benevento, Avellino, Enna e Oristano.
METROPOLIS
È proprio nelle nostre città che si concentra il livello massimo di evasione fiscale. Ad un’alta pericolosità per l’Erario si somma un tenore di vita alto, che sembra invogliare a qualche “licenza” di troppo, e una pericolosità sociale massima. Rientrano in questa categoria Roma e Milano.
RISCHIO TOTALE
Sono le province in cui lo Stato è assente e le tasse sono quasi una parolaccia. Sono zone povere, pericolose (livello 5, il massimo), fiscalmente infedeli: Napoli, Salerno, Lecce, Reggio Calabria, Agrigento, Trapani.
PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI AI NOSTRI ESPERTI
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I TUOI DIRITTI
PENSIONI
L’OPZIONE ROSA
Le donne potranno lasciare il lavoro anche a 57 anni, passando però al sistema contributivo che riduce mediamente l’assegno mensile del 30% di Massimo Lanari
I
n vista dell’avvio del dibattito sulla legge di Stabilità 2015 (la vecchia Finanziaria), si torna a parlare di pensioni. Dalle prime dichiarazioni dell’esecutivo, sembrerebbe che le principali novità si concentreranno non sull’aumento dell’età pensionabile – per il quale dovrebbe restare in vigore la tabella di marcia prevista dalla legge Fornero – ma sul taglio delle pensioni più alte, un nuovo blocco degli aumenti e la risoluzione del problema degli esodati.
ETÀ PENSIONABILE
Tuttavia, quel che è certo è che nel 2015 l’età pensionabile è, per gli uomini, di 66 anni e 3 mesi, per tutte le categorie. Mentre, per le donne, si va dai medesimi 66 anni e 3 mesi per il settore pubblico ai 64 anni e 9 mesi per le lavoratrici autonome, fino ai 63 anni e 9 mesi per le dipendenti del privato. Differenze che spariranno nel 2018, quando uomini e donne andranno tutti in pensione a 66 anni e 3 mesi. Salvo la possibilità di usufruire della pensione anticipata.
OPZIONE DONNA
Per le donne, però, fino al 31 dicembre 2015 c’è anche un’altra possibilità. È l’«opzione donna», che consente alle lavoratrici con almeno 57 anni e 3 mesi di età e 35 di contributi (requisito maturato entro il 30 novembre 2014) di andare in pensione prima, anche se con un assegno mensile inferiore per via del passaggio al sistema contributivo. Conviene? Vediamo alcuni esempi. Innanzitutto,
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per usufruire della possibilità, occorre aver compiuto 57 anni entro il 31 agosto 2014. Una donna che ha compiuto 57 anni a luglio 2014, potrà andare in pensione il 1° novembre 2015. Senza l’opzione, dovrà lavorare fino al 2021, a 64 anni, usufruendo della pensione anticipata. O il 2024 per la pensione di vecchiaia. In entrambi i casi, però, si beneficerebbe del sistema retributivo, che permette di disporre di cifre mensili nettamente più elevate. Di quanto? Difficile dirlo, ogni caso fa storia a sé. Ma, valutando i parametri delle riforme pensionistiche che si sono succedute nell’ultimo ventennio, si può affermare che le pensioni con il nuovo sistema contributivo siano inferiori di circa il 30% rispetto al retributivo. Le incertezze sul quadro economico hanno già provocato, sia nel 2013 che nel 2014, un vero e proprio boom di domande. Spetterà ora al Governo stabilire se questo sistema, definito «sperimentale» dalla legge Fornero, cesserà oppure verrà prorogato o esteso anche agli uomini.
BLOCCATI GLI STIPENDI DEGLI STATALI Dopo il blocco dell’aumento delle pensioni nel 2012-2013, che suscitò le famose lacrime in diretta del ministro che lo propose, Elsa Fornero, ora toccherà agli statali. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha infatti annunciato che per gli statali «non ci sono i fondi» per garantire degli aumenti in vista del rinnovo del contratto collettivo della categoria. Immediate le proteste.
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IMPEGNO PER GLI ALTRI
IL VOLONTARIATO
SI IMPARA
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ormare se stessi per aiutare meglio gli altri. È l’idea che ispira il Corso base di formazione al volontariato, promosso da Caritas di Roma e che ogni anno è indirizzato a chiunque voglia avvicinarsi al mondo del servizio agli altri. La formazione non è infatti pensata solo per quanti vogliono svolgere un servizio nei centri che la Caritas promuove a Roma, ma anche a coloro che sono interessati ad approfondire le tematiche e gli aspetti del volontariato. Dieci incontri – che per questa edizione si svolgono dal 13 ottobre al 5 dicembre – che non si limitano dunque ad essere una semplice infarinatura: alternando moduli base e momenti di approfondimento, puntano a fornire tutti gli strumenti e la miglior consapevolezza possibile per maturare la giusta motivazione nella scelta di impegnarsi per gli altri. Accanto a questo, l’obiettivo è anche quello di far acquisire ai corsisti capacità personali e di gruppo orientate alla relazione d’aiuto. Il Corso è suddiviso in due moduli. Il primo, “Sensibilizzare ed
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orientare al volontariato”, si articola in quattro incontri puramente teorici mentre il secondo, “Formare e inserire i volontari nei Servizi Caritas”, prevede 6 lezioni in aula a cui si aggiunge una formazione sul campo: 30 ore di tirocinio per iniziare a “sporcarsi le mani” e a mettere in pratica quanto appreso, lasciandosi interpellare dall’esperienza concreta che si vive nel mettersi a disposizione degli altri. Chi lo desidera, al termine, potrà operare come volontario in attività a favore dei senza dimora, dell’integrazione dei cittadini immigrati, nella promozione della solidarietà al fianco dei giovani in difficoltà, dei carcerati e dei malati di Aids. L’ente caritativo diocesano nel tentativo di favorire la più ampia partecipazione possibile, sia dal punto di vista territoriale sia di fasce d’età, si svolge in sei differenti sedi ad orari diversi. Per informazioni e per iscriversi (c’è tempo fino al 10 ottobre): Tel. 06.88.81.51.50 Email: volontariato@libero.it
Al via a Roma una nuova edizione del corso base di formazione al volontariato, per avvicinare le persone al servizio agli altri di Stefano Padoan
Cuore nobile.
A CAMPAIGN FINANCED ACCORDING TO EC REGULATION N.1234/07
EUROPEAN UNION
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In ogni bottiglia di vino è racchiuso il cuore più nobile della terra d’Abruzzo, che le sapienti mani dei nostri viticoltori hanno saputo coltivare con tradizione e passione, per arrivare a produrre “Orsetto Oro” una linea di vini dal gusto moderno ed elegante, riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.
Casal Thaulero | Ortona (Abruzzo) Italy
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Flavio
Insinna VI RACCONTO PERCHÉ NON MI SONO ANCORA SPOSATO di Vincenzo Petraglia
Il popolare conduttore di “Affari tuoi” che vive il donare un sorriso alle persone come una sorta di missione, 26
© Assunta Servello
Flavio Insinna, romano Doc classe 1965, dopo aver tentato, invano, nel 1984, di entrare nell’Arma dei Carabinieri, decide di seguire la strada della recitazione. «Avrei potuto intraprendere molto più facilmente – dice – la professione di chirurgo, come mio padre, ma la mia strada non era quella e oggi sono più che felice della scelta fatta, perché in qualche modo anch’io aiuto gli altri, donando loro un sorriso».
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lavio Insinna è una vera forza della natura. Travolgente con la sua energia e il suo entusiasmo, un “chiacchierone” che ti inonda di parole e che è difficile arginare, sensibile e serio quando serve, ma sempre con la battuta sulle labbra, pronto a sdrammatizzare ogni cosa e capace di strappare sempre un sorriso. Nella vita come nel piccolo schermo, ad Affari tuoi, il programma che continua a portargli grande fortuna e che per lui – racconta – è un po’ come andare in analisi. È un Flavio Insinna a 360° quello di quest’intervista, che ci parla dell’attaccamento smisurato verso la sua famiglia e di qualche occasione forse persa in amore, per un suo inguaribile difetto... Flavio, in tivù sembri un giocherellone sempre sorridente e con la battuta pronta. Ma sei così anche nel quotidiano o hai anche tu, come tutti, i tuoi momenti bui? «Da mia madre ho preso la solarità, mentre da mio padre, essendo lui siciliano, il senso della tragedia. Certe volte basta che cada una foglia e mi sembra che crolli tutto. Da questo punto di vista, infatti, Affari tuoi per me è una buona terapia, un po’ come andare in analisi, in quanto nel dover
sostenere i concorrenti, incitandoli a non abbattersi, ti rendi conto che talvolta ingigantiamo un po’ troppo i nostri problemi e che le nostre reazioni di fronte alle difficoltà sono spesso sproporzionate. Dinanzi a ogni tipo di problema non bisogna mai arrendersi e bisogna essere in grado di trovare in se stessi la forza necessaria per andare avanti». Ma qual è la chiave del successo di Affari tuoi? Perché piace a così tanta gente? «Credo che il grande segreto sia la scelta dei concorrenti, persone comuni che incontri per strada e che da noi sono libere di essere se stesse. Questo porta le persone da casa a identificarsi e a condividere il loro sogno di vincere cifre importanti in grado di cambiare la vita. E in un periodo piuttosto buio come questo sognare è l’unica cosa che ci rimane, anche se mi rendo conto, avendo girato anch’io un po’ l’Italia per i provini, che le cose sono cambiate molto rispetto all’Affari tuoi del 2006. Prima il futuro incuriosiva, oggi terrorizza». Fra i tuoi tanti fan ci sono anche molti bambini, da cui ricevi un sacco di letterine... «Sì, ed è il premio più grande che si possa ricevere. Me ne arrivano di ogni tipo, con disegnini e frasi di af-
© Assunta Servello
a viso aperto fra passioni mai sopite e qualche occasione in amore forse non colta come avrebbe potuto... 27
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sero, tutt’altro. Penso abbia influito molto anche il lavoro che faccio, che ha travolto forse un po’ tutto, perché mi ci sono dedicato anima e corpo fino a questo momento. Siccome ho avuto poi la fortuna di vivere in una famiglia meravigliosa, con mio padre e mia madre che si sono sempre amati tantissimo e che, al di là di qualche inevitabile litigio, si sono sempre sostenuti a vicenda, forse ho sempre temuto inconsciamente che un giorno mi si dicesse: “Non ci sei mai”. Probabilmente questo, visto il lavoro che faccio, mi ha sempre un po’ trattenuto e mi ha fatto rimanere scapolo». Comunque mai dire mai! Per cui, come una tua ipotetica pretendente potrebbe sperare di conquistarti? «Ho smesso di pensare da tempo che ci possa essere la persona ideale. In genere mi si conquista, comunque, con la pazienza. Quella che io non ho.
Quando nella mia vita ho incontrato donne pazienti, mi hanno sempre conquistato. Il che non vuol dire donne remissive o stupide, ma semplicemente disponibili all’ascolto, quello vero. Se hai un animo inquieto come il mio, non pretendi risposte, per cui io non ho mai cercato al mio fianco la classica fata turchina con le risposte sempre pronte, ma solo disponibilità ad ascoltarmi e ad accettarmi per come sono. Queste donne mi hanno sempre fatto sentire a casa...». Come te la cavi nella tua nuova casa? Ti mancano le comodità di vivere con la tua mamma (ci ha vissuto fino a un paio di anni fa, ndr)? «Diciamo che me la cavo piuttosto bene. Se c’è da preparare una pasta, sono in grado di farlo tranquillamente, anche se preferisco andare in trattoria, soprattutto quando rientro troppo tardi, anche perché mi piace
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fetto che mi fanno venire la pelle d’oca. Capita che arrivino anche dagli ospedali da parte dei bambini o anche dei loro genitori che mi scrivono che la sera, durante la mezzora in cui va in onda il programma, i loro piccoli sono spensierati e sorridono. Sono queste le vere soddisfazioni della vita. E mi dico che se è vero che non sono riuscito a fare il chirurgo come papà, almeno dono sorrisi alle persone! Una volta proprio un chirurgo mi disse che i sorrisi che strappo ai bambini col mio modo di fare un po’ guascone fanno bene come la chemio. Inutile dire la grande gioia che provai di fronte a quelle parole. La vita cerca un po’ a tradimento di spegnere il fanciullo che è dentro ciascuno di noi e la vera sfida è farlo rimanere in vita. Io, alla soglia dei cinquant’anni (li compie il prossimo 3 luglio, ndr), sto provando a mantenerlo bello in salute!». Ti vedi un giorno papà? «Un po’ il tempo scarseggia, nel senso che o succede a breve o il rischio è quello di fare il nonno, più che il papà!». A che punto sei con La macchina della felicità? «Ho consegnato la bozza e per Natale dovremmo farcela a uscire in libreria». Di cosa parla? «È un romanzo d’amore un po’ complicato, che racconta la trasformazione di un uomo che si è nascosto quasi tutta la vita, attraverso il lavoro, innanzitutto a se stesso, ma poi ha l’occasione di cambiare le cose e rimettersi in gioco». E fuori dalle pagine, nella tua vita reale, l’amore c’è? Come lo vivi? «Se guardo indietro, credo di essere stato, anche immeritatamente, molto amato. Mio padre e mia madre sono stati un vero regalo del cielo, ma anche le donne che sono passate nella mia vita mi hanno dato grandi dimostrazioni d’amore». Con nessuna di loro è andata, però, a buon fine... «Probabilmente sarà forse pure passata la donna che poteva essere quella della mia vita, da sposare e con cui condividere l’esistenza, ma non è successo e non perché non abbia incontrato donne che non lo meritas-
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Formatosi nel Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti, Insinna è un artista a tutto tondo. Oltre che come conduttore televisivo, ha, infatti, all’attivo diversi personaggi interpretati per cinema, teatro e televisione. Fra le fiction di maggior successo, Don Matteo, nel ruolo del Capitano Anceschi, Don Bosco, nella quale interpreta proprio il ruolo del santo, e Ho sposato uno sbirro, nel ruolo di protagonista.
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chiacchierare con le persone. E, comunque, mia madre, a maggior ragione da quanto mio papà è venuto a mancare (nel maggio 2011, ndr), è sempre presente nelle mie giornate». Con lei e con tuo padre hai avuto sempre un legame fortissimo... «E anche con mia sorella Valentina. Siamo sempre stati una famiglia molto unita. Tutto quello che siamo io e mia sorella lo dobbiamo a loro, al buon esempio che ci hanno sempre dato. Siamo stati educati con valore saldi e una delle regole di base della mia famiglia è stata sempre di non pensare solo a noi stessi ma di guardarci intorno, per vedere se c’è qualcuno che ha bisogno. Mio padre l’ho visto sempre come il medico degli ultimi, che aiutava le persone che non avevano la possibilità di curarsi. Era il tipo di medico che usciva di casa senza problemi alle dieci di sera per precipitarsi a visitare i pazienti che avevano bisogno. Mi diceva sempre che il paziente quando va dal medico ha paura e, quindi, bisogna sempre trattarlo con garbo e delicatezza, sempre con un sorriso. In casa hanno sempre avuto importanza regole come quelle dell’onestà, della correttezza, del sacrificio e del rispetto per gli altri. Oggi vedo in giro molto meno rispetto. Vedo, per esempio, genitori che difendono a spada tratta i propri figli nei confronti degli insegnanti. Mio padre, che in famiglia era soprannominato “il tedesco”, non mi avrebbe mai giustificato e anzi mi avrebbe svitato la testa se avessi risposto male a un professore». È vero che ti piacerebbe fare una trasmissione notturna? Come mai? «Perché non dormo, soffro di insonnia! E poi perché mi piacerebbe dare la buona notte alle persone, dopo una giornata faticosa di lavoro, con un quarto d’ora dedicato a parole di speranza e bellezza, che magari aiutino a dormire anche meglio e un po’ più sereni». Quante ore dormi, quindi, a notte e come inganni il tempo? «Se va bene dalle tre alle sei del mattino, nel resto del tempo leggo, navigo su Internet, guardo le televendite notturne...». Prima di arrivare al grande successo, all’inizio del tuo percorso artistico, ti
Al timone di Affari tuoi, in onda su Rai1 subito dopo il Tg, Flavio continua ad avere grande successo. Una trasmissione che gli ha portato sempre grande fortuna, visto che già nel 2006 gli valse il Telegatto come conduttore-rivelazione dell’anno.
sono state sbattute un po’ di porte in faccia. Anche quelle fanno bene, no? «Fanno benissimo e ti rafforzano che è una bellezza! Se tornassi indietro mi augurerei di fare lo stesso percorso e con gli stessi maestri. Gigi Proietti innanzitutto, ma anche Nino Frassica e Diego Abatantuono, che oltre a insegnarti il mestiere, ti insegnano anche a difenderti dalle insidie di questo nostro lavoro. Un mestiere che, se non lo tieni un po’ a bada, è capace di invadere ogni singolo spazio della tua vita. L’io, con questo mestiere, si ingigantisce a dismisura e l’unica arma che hai per difenderti è la curiosità che ti porta ad aprirti anche verso altre cose della vita. Mio padre mi ha sempre detto: “La vecchiaia la costruisci da giovane, con delle curiosi-
tà, delle passioni, che arricchiscono e rendono più piena la tua vita”. Io non vorrei pertanto essere un condannato al lavoro. Intendo dire uno che senza lavoro non è felice. Nella vita ci sono anche altre cose. C’è la bellezza, le persone che ti circondano, il mare, che io amo a dismisura e dove mi piacerebbe trascorrere in tranquillità la mia vita quando andrò in pensione. D’altronde – e io ho imparato a farlo col tempo – è importante vedere quello che si ha e non quello che non si ha, perché è l’unico modo per godersi veramente le cose. E, invece, spesso ci accorgiamo di quello che avevamo solo quando l’abbiamo perduto. Io ho imparato ad accontentarmi e a godere per quello che oggi, ora, ho la fortuna di avere».
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PERSONAGGI PERSONAGGITV
VANESSA
INCONTRADA AL MIO PICCOLO ISAL, QUANDO CRESCERÀ, DOVRÒ SPIEGARE UN SACCO DI COSE di Roberta Valentini
© Ralph Palka
Innanzitutto, racconta la protagonista di “Un’altra vita”, come funziona il mondo dello spettacolo e della notorietà
L
a spontaneità è la sua arma vincente. Non ama la perfezione, Vanessa Incontrada. Del resto, questa bella italo-spagnola, con la sua risata allegra, la cascata di riccioli scomposti, la voglia di essere un po’ hippy quando si toglie le scarpe con il tacco 12 e comincia a ballare scatenata sui tanti palcoscenici che l’hanno vista protagonista, perfetta non lo è mai stata. Nel senso più bello
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e armonico del termine. Perché la sua bellezza è composta da un insieme di particolari che, mescolati, formano un tutto unico e irresistibile. E, anche nella professione, Vanessa è una che “mescola”: attrice, conduttrice e comica. È tornata in tv su Rai1 nella fiction di Cinzia Th Torrini, Un’altra vita. La scorsa estate ha condotto in coppia con Carlo Conti i Music Awards, una festa in onore della musica, e nel 2015 sarà la nuova,
spumeggiante conduttrice di Italia’s Got Talent, il programma in onda su Sky che regala una possibilità di successo ai talenti sconosciuti. Niente male, per una che è stata a riposo, ma non troppo. «In realtà, quando non sono impegnata sui set o in tv, non sto mai senza fare niente – dice – perché mi occupo del negozio di abbigliamento che ho aperto a Follonica, la cittadina toscana dove vivo. Ferma proprio non ci so stare».
Vanessa Incontrada (36 anni il 24 novembre) è madre del piccolo Isal (6 anni, nella foto in bassso), avuto dal compagno Rossano Laurini. Nella vita si divide fra lavoro, famiglia e un negozio di abbigliamento che ha aperto a Follonica, cittadina nella quale vive lontana dai riflettori. Qui sotto, con Daniele Liotti, nella fiction Un’altra vita
Vanessa, partiamo dal ruolo di Emma, la protagonista della fiction Un’altra vita: che donna è e quanto vi somigliate? «Emma è una donna forte che trova il coraggio di ricominciare un’altra vita sull’isola di Ponza insieme alle sue tre figlie, dopo che il marito è stato travolto da uno scandalo per truffa. Se le somiglio? Guarda, non lo so, ma se parliamo del coraggio di cambiare, credo che questo sia dovuto soprattutto all’ingenuità di una persona. Io, per esempio, vivo molto nel presente, ingenuamente e senza pensare troppo, e credo che sia proprio questo modo di essere a darmi la forza di affrontare i naturali cambiamenti che la vita presenta a ognuno di noi». Nella fiction sei la mamma di tre adolescenti, mentre nella vita hai un bambino di sei anni, Isal (avuto dal compagno Rossano Laurini, ndr) … «Sì, e sono molto grata a questo ruolo e alla regista, Cinzia Th Torrini, che me lo ha proposto, perché grazie al personaggio di Emma sono riuscita a capire fino in fondo che cosa deve aver provato mia madre quando ero un’adolescente alle prese con i primi turbamenti e il proprio percorso di autonomia. Mi sono avvicinata di più alla mia mamma. Con mio figlio Isal non credo che sperimenterò mai
queste dinamiche, il rapporto tra una madre e un figlio maschio è totalmente diverso». Che mamma sei nella vita? «Una mamma super emozionata solo all’idea che abbia affrontato il suo
© Ralph Palka
primo giorno di scuola alle elementari. Mi sento di dire grazie a mio figlio, perché anche se è piccolo, sembra che capisca il mio lavoro e si adatti ai miei ritmi. Quando sarà più grande, però, dovrò spiegargli bene i risvolti della notorietà di una che fa un lavoro come il mio. Ora è ancora piccolo per rendersene conto». Se parliamo di notorietà, dunque, possiamo dire che hai scelto di abitare a Follonica per una vita senza clamori? «Sì, esatto, perché lo stile di vita del posto dove vivo è più gestibile, semplice, a contatto con la realtà. E questo è fondamentale, perché il mio lavoro a volte può portare a perdersi. A Follonica, invece, faccio la compagna, la mamma e mi occupo del mio negozio». Un bilancio della tua vita attuale? «Sto vivendo un anno particolare,
pieno di lavoro: da una parte sono felicissima, dall’altra molto spaventata, perché quando hai una famiglia è tutto più complicato. Però, come dicevo, sono una che vive nel presente. Se ci penso, non ne esco...». A giugno scorso hai condotto i Music Awards per la terza volta, la seconda in coppia con Carlo Conti: qual è il tuo rapporto con la musica? «È il mio pane quotidiano: io e la musica abbiamo un rapporto molto forte, veramente intenso. Il primo programma che ho fatto, del resto, è stato Superclassifica Show, e poi ho lavorato diversi anni in radio, a Rtl». C’è un genere, un cantante o una canzone che prediligi? «Non posso fare nomi, perché la musica è legata alle emozioni della giornata. Se sei triste, magari te ne piace un tipo, se sei felice, un altro. Per esempio, durante l’estate non ho
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PERSONAGGI
fatto altro che ascoltare la nuova canzone di Francesco Renga, Il giorno più bello del mondo, anche se lui non è il mio artista preferito in assoluto».
Tra tutti i tuoi partner televisivi, qual è il tuo preferito? «Ho avuto la fortuna di lavorare in grande sintonia con Bisio, con Giorgio Panariello, con Teo Mammucari e anche con Carlo Conti. Io e Carlo, per esempio, ci siamo divertiti molto insieme, abbiamo lavorato ai Music Awards come se si trattasse di una festa, ci siamo capiti al volo. Per quanto si può essere professionisti, se non c’è magia, feeling, non si può andare bene avanti». E se Carlo Conti ti chiamasse al suo fianco per condurre il Festival di Sanremo? «Mai dire mai. Allora vorrà dire che ci vedremo lì…». Qual è il segreto della tua spontaneità e sicurezza sul palcoscenico? «Se tu mettessi la mano sul mio cuore prima di salire sul palco, sentiresti un tumulto. Poi, però, mi affido e vado. Penso che in questo mio mestiere sia importante ascoltare e affidarsi. Non guardo neanche i gobbi, sono umana e penso che la perfezione non esiste, in tv come nella vita. Per cui se ho una défaillance, ci rido sopra». A parte Italia’s Got Talent nel 2015, dove altro volerà Vanessa Incontrada? «Mi vedrete in un’altra miniserie diretta da Cinzia Th Torrini, Anna e Yousuf, in cui interpreto il ruolo di una donna che si trasferisce insieme
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© Photomovie / Marina Alessi
Parliamo di Zelig, un programma che ti ha regalato grande notorietà: ti manca un po’ lavorare con Claudio Bisio? «Come fa a non mancarmi? È come un marito, anche se ti separi da lui, rimarrà sempre nel tuo cuore. Con Claudio mi sento sempre, ma ovvio che la vita va avanti e avevo anche bisogno di sperimentare altre situazioni professionali per guardare al futuro».
alla figlia piccola in un paese musulmano dopo che il suo compagno arabo viene trasferito dall’Italia al suo Paese di origine per un errore della polizia. È un ruolo tosto, con risvolti interessanti, dal momento che mi incontrerò e scontrerò con una cultura totalmente diversa da quella occidentale». Recitare o condurre? «Mi piacciono entrambe le cose. Diciamo che quando recito ho la possibilità di essere chi non sono, mentre sul palcoscenico viene fuori di più la vera Vanessa».
Vanessa, originaria di Barcellona, ha esordito nel mondo della moda a 17 anni come indossatrice, per poi approdare in tivù, dove ha condotto, fra le altre cose, anche Zelig, al fianco di Claudio Bisio. L’anno prossimo la vedremo in Italia’s Got Talent e nella miniserie Anna e Yousuf, nel ruolo di una donna che per amore si trasferisce in un paese arabo.
SCACCO matto CHARME SCOZZESE rinnovato per Diane Kruger, che sceglie un abito al ginocchio a portafoglio in principe di Galles, ravvivato dai macrocheck giallo senape.
DI TUTTO UN PĂ’ per Mollie King, in abito Longuette in micro e macro pied de poule su maxi finestrato e scollo abissale.
MODA PERSONAGGI SCACCHIERA mini e maxi per il cappotto di Simona Ventura blu su rosso incrociato su un bianco pantone.
La tendenza che fa piĂš inverno di tutte si impone anche per questa prossima stagione, riproposta su tagli inediti, incroci di colori impensati, a volte sfacciati. DALLA SCOZIA con amore la tradizione si veste di novitĂ
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ORIGINALE la maxi cappa indossata da Eliana Miglio. Principe di Galles tradizionale ma con decori sul fondo.
Bentornato
TARTAN still life: TRENDFORTREND.COM
Micro e macro scacchiera, principe di Galles, pied de poule, scozzese, la grande famiglia del tartancresce e si incrocia, ne escono PROPOSTE NUOVE E INNOVATIVE per colori, texture e pattern
di Federica Piacenza
Cappotto e abito KOCCA Giacca con profili in pelle LANIFICIO COLOMBO
MODA
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Cappa macrocheck KOCCA Pantaloni EQUIPMENT
SFILATA DAKS AI 2014/15
SFILATA VIVIENNE WESTWOOD AI 2014/15 Borsa pied de poule MARKS&ANGELS
Coppola in principe di galles DORIA 1905
Chiodo in tweed e pelle DE TOMASO
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MODA LOOK
Tre in UNO Se volete essere sicuri di come ci si vestirà, basta seguire alcuni personaggi, che puntuali come un orologio fanno da apripista alle mode, e non necessariamente per una sola stagione, ma sono anzi destinate a fare scuola. Sarah Jessica Parker non ha nulla da invidiare alla sua Carry Bradshow di “Sex and the City” e in un colpo solo indossa 3 must destinati ad un lungo futuro: blu Cina, argento e la borsa a zaino di Federica Piacenza
still life: TRENDFORTREND.COM
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Abito NENETTE Borsa a zaino MARKS&ANGELS Sandalo argento GAETANO PERRONE
MILANO MODA DONNA PE 2015
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ETRO
ROBERTO CAVALLI
COSTUME NATIONAL
GUCCI
VERSACE
ROBERTO CAVALLI
Dalle passerelle milanesi tutte le anticipazioni per la prossima Primavera Estate 2015
di Federica Piacenza
ADESSO PERSONAGGI
colori caldi
E FREDDI
PERSONAGGI
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Immancabile
Rigato TRUSSARDI
MARNI
EMPORIO ARMANI
BIANCO
ROBERTO CAVALLI
ALBERTA FERRETTI
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PERSONAGGI
STAMPE
ETRO
Multicolor
GUCCI
42JEAN STELLA
DENIM’70
TRUSSARDI
MARNI
ETRO
GIPSY BOHO CHIC
ALBERTA FERRETTI
PERSONAGGI
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BELLEZZA
MERAVIGLIOSE L
di Manuela Blandino COSMETOLOGA
e alghe sono tra i primi organismi viventi che sono comparsi sulla terra, popolando fiumi, laghi e mari. Sono delle strutture unicellulari assolutamente autonome e possono vivere libere, quali la Chlorella o la Spirulina, o aggregate in strutture a forma di nastri o pseudo-foglie, quali il Fucus. Ogni singola cellula realizza il suo ciclo vitale senza comunicare o interagire con le altre. Filtrano l’acqua traendo da essa il loro nutrimento ed ecco perché, in ogni cellula, ritroviamo alte concentrazioni di sali minerali, vitamine, frammenti proteici e fitormoni. In base al loro colore è possibile capire la loro origine: le alghe verdi vivono in superficie, libere o fissate alle rocce dei fondali marini, mentre quelle brune e rosse vivono più in profondità. Le alghe hanno un’ampia serie di utilizzi: trovano applicazione in agricoltura, nel settore farmaceutico,
alghe
alimentare e cosmetico. Le alghe utilizzate per i prodotti di bellezza sono raccolte e lavorate nella zona del Canale della Manica, un ecosistema unico e protetto dove questi semplici organismi concentrano straordinarie proprietà cosmetiche. Si utilizzano disidratate o fresche lavorate a freddo (criomicrofrantumate), se ne estraggono alcuni particolari principi attivi con azione mirata, sono prodotti naturali eclettici e che ci offrono una vasta gamma di utilizzi che apportano risultati visibili. Prevengono la degradazione del collagene e dell’elastina a livello degli strati profondi della pelle migliorandone l’elasticità e la compattezza; proteggono dalla disidratazione cutanea, attenuando gli effetti negativi degli stress ambientali e dei raggi UV; stimolano i metabolismi locali, promuovendo la riduzione degli accumuli di grasso e, favorendo l’ossigenazione dei tessuti, rimodellano le
CELLULINOV 200 ml - SISLEY Paris www.sisley.com Sisley lancia una nuova formula «snellente» shock: un trattamento cosmetico per il corpo innovativo e intelligente, che contrasta gli inestetismi della cellulite su tutti i fronti per attenuare i cuscinetti, rinnovare la pelle e renderla più bella. Questo nuovo trattamento agisce anche inibendo lo stoccaggio dei grassi grazie all’estratto di un’Alga rossa. Ricca di oligosaccaridi marini vegetali, l’alga agisce in associazione con l’estratto di Loto delle Indie, Semi di Logan, Ginkgo Biloba, Caffeina e Cedrolo per rallentare la formazione di grassi e attivarne l’eliminazione. Questa azione anti-cellulite contribuisce, giorno dopo giorno, ad attenuare i cuscinetti, a levigare e rimodellare la silhouette. CELLULINOV: una texture sensoriale che agisce per ottenere un immediato aspetto levigato. Applicare il prodotto due volte al giorno.
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BELLEZZA
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CONSIGLIO forme corporee; apportano fondamentali sali minerali quali lo iodio, elemento indispensabile per una buona funzionalità dell’organismo; forniscono gli elementi strutturali alle membrane cellulari, attenuando e prevenendo l’invecchiamento cutaneo. La talassoterapia è una pratica che affonda le sue radici nella Bretagna del XIX secolo; si basa sui benefici che i trattamenti con prodotti marini (acqua, alghe e fanghi) apportano all’organismo sfruttando tutti i benefici del mare per il benessere e la bellezza. I principali benefici sono: una tonificazione dei tessuti, il rallentamento dell’invecchiamento della pelle, la riduzione dei cuscinetti di grasso localizzato per stimolazione dei metabolismi
locali e l’attenuazione degli inestetismi correlati con la cellulite, ma, soprattutto, sono detossinanti e purificanti. Studi sempre più approfonditi sui benefici che le alghe apportano al nostro organismo hanno reso popolare e di facile accesso questa antica e sempre nuova pratica, ma la talassoterapia non è indicata a tutte le persone. In particolare, è sconsigliata in caso di problemi legati ad un accelerata funzionalità della tiroide (per la presenza elevata di iodio, che stimola questa ghiandola); disturbi di cuore e ipertensione (pressione alta); alcune malattie della pelle (in questo caso è bene farsi consigliare dal medico o dal dermatologo), bronchiti e infezioni urinarie acute in corso.
Utilizzando un semplice ingrediente presente in cucina, il sale grosso, si possono ottenere risultati per la bellezza e il benessere tutt’altro che trascurabili. Un bagno con sale iodato favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso e dei gonfiori. Basta riempire la vasca da bagno con acqua a temperatura non troppo alta, aggiungere qualche cucchiaio di sale grosso iodato, un paio di gocce di olio essenziale di Lavanda (rilassante) e rimanere piacevolmente immerse per 20 minuti. Per potenziare i benefici del bagno nel sale iodato sarebbe utile fare un peeling a base di sale e olio d’oliva da massaggiare sul corpo prima dell’immersione, ottenendo così un ulteriore effetto detossinante e riossigenante.
COME PROLUNGARE I BENEFICI DEL MARE ANCHE A CASA PROPRIA?
Si può facilmente ricreare nella nostra vasca da bagno un ambiente marino rilassante e piacevole. Esistono, in commercio, pastiglie, sali e oli perfetti per arricchire l’acqua del bagno e sono disponibili linee cosmetiche a base di sali, alghe e fanghi che vengono utilizzati nei luoghi talassoterapici e nei centri benessere e che sono efficaci a casa propria tanto quanto lo sono durante un soggiorno in un centro benessere specializzato.
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PERSONAGGI TV
ULISSE
QUANDO LA CONOSCENZA È UN PIACERE di Stefano Padoan
Dal 4 ottobre torna Alberto Angela con il magazine di Rai 3 dedicato alla scienza e al sapere. Otto puntate alla scoperta dell’uomo e della natura
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ssere figlio d’arte non è mai semplice. Se poi il padre è una vera e propria colonna della Rai, riuscire a costruirsi la propria carriera differenziandosi dal percorso paterno è un’impresa che riesce solo a un professionista vero. È il caso di Alberto Angela che, con il suo Ulisse, il piacere della scoperta è riuscito a confezionare un prodotto di divulgazione scientifica longevo e di successo, che va in onda dal 2000. Un programma personale e originale che si è affermato schivando i continui tentativi di paragone, da parte di pubblico e critica, con il Quark (poi mutato in Superquark) del padre Piero Angela. E ora Alberto Angela è pronto a tornare con la serie autunnale del suo Ulisse: sabato 4 ottobre alle 21.30 su Rai 3 prendono il via otto nuovi appuntamenti, durante i quali il presentatore ci condurrà in un viaggio di esplorazione nel nostro pianeta, nel corpo umano, nella storia, nella cultura per rispondere alle tante domande che l’esperienza e la curiosità ci pongono ogni giorno. Nel corso delle puntate verranno affrontati come di consueto i più svariati argomenti: dall’incredibile invenzione del treno a un tuffo nel passato alla corte delle Signorie rinascimentali italiane. Scopriremo anche la grande ricchezza
dell’Italia, perché l’arte e la cultura sono il nostro patrimonio: vedremo a quali attacchi – furti, aggressioni e falsificazioni – è continuamente esposto, ma anche chi sono gli uomini che lo difendono e con quali strumenti. A tal proposito, particolare attenzione sarà dedicata a Pompei, croce e delizia del patrimonio storico nostrano, emblema della condizione in cui versano molti nostri reperti: Alberto Angela entrerà in ambienti che nessumo ha mai visto fin’ora. Un viaggio del tutto particolare ci condurrà poi negli ambienti più estremi che possiamo
trovare sulla Terra, per scoprire come si riesce a vivere nei luoghi più freddi e più caldi del nostro pianeta. Si parlerà anche di Dna, spesso tirato in causa nelle indagini poliziesche. Ma che cos’è che ci rende diversi l’uno dall’altro? Studiare il Dna ci permetterà di prevenire e sconfiggere le malattie? Molti e differenti, dunque, i temi di questa edizione di Ulisse. Tutti accomunati, però, da uno stile di racconto inconfondibile, che istruisce ma allo stesso tempo affascina. Perché il sapere non può annoiare e scoprire deve essere sempre un piacere.
Alberto Angela, nato a Parigi nel 1962, è paleontologo, divulgatore scientifico, scrittore e giornalista.
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IN ONDA
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Catia Pellegrino, primo comandante di vascello donna della Marina Italiana, protagonista della docufiction in onda lunedì 6 ottobre alle 21.05 su Rai 3.
LA SCELTA DI
CATIA
di Manfredi Barca
Il dramma dell’immigrazione visto attraverso gli occhi di un comandante di Marina
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li occhi carichi di speranza, le braccia tese, il mare, il vento che spazza la nave. Il mondo di Catia, primo comandante di vascello donna della Marina Italiana, è tutto qui. Ogni giorno avanti e indietro per il Mediterraneo in cerca di migranti che tentano di raggiungere il Vecchio Continente. Il nuovo progetto editoriale che andrà in onda su Rai3 lunedì 6 ottobre, chiamata appunto La scelta di Catia, è una docufiction che parla di immigrazione, ma anche di speranza, di amore, di coraggio. Il tutto all’interno della cornice di Mare Nostrum, l’operazione portata avanti da un anno dal Governo italiano per soccorrere gli immigrati in arrivo verso le coste siciliane. Un progetto editoriale d’attualità, che porta sui piccoli schermi web e televisivo il racconto di un’immigrazione massiccia dagli esiti spesso drammatici e della quotidianità professionale, che va oltre il genere e suoi pregiudizi, del comandante della pattugliera Libra, Catia
Pellegrino. Realizzato da H24 per Rai Fiction e Corriere della Sera, in collaborazione con la Marina Militare Italiana, il progetto comprende una docufiction, che andrà in onda lunedì 6 ottobre su Rai3 alle 21.05, e una serie web, diffusa a partire da lunedì 29 settembre su Cor-
riere.it. Originaria di un piccolo paese in provincia di Lecce, entrata in Marina nel 2000 quando le Forze Armate furono aperte per la prima volta alle donne, Catia Pellegrino è stata al comando della nave che l’11 ottobre 2013 ha salvato 214 migranti in mare, un naufragio dal quale nacque poi la missione Mare Nostrum. Per la Rai, secondo quanto spiegato dalla presidente, Anna Maria Tarantola, si tratta di un prodotto perfettamente calibrato sulla traiettoria che si voluto dare al servizio pubblico: «In questa Rai, due anni fa - ha detto Tarantola - ho voluto individuare un percorso caratterizzato da due aspetti: da un lato il racconto della realtà per una Rai che sta vicino a quello che succede in questo Paese senza escludere nessuno; dall’altro la rappresentazione femminile nella sua realtà, ovvero di cosa sono davvero le donne in questo Paese».
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ADESSO
PERSONAGGI TV
CON
MICHELLE
LE NOTIZIE STRISCIANO ANCORA di Stefano Padoan
TORNA PER LA 27ESIMA EDIZIONE “STRISCIA LA NOTIZIA”, SEMPRE CON MICHELLE HUNZIKER ALLA CONDUZIONE... MA ANCHE CON TANTE SIMPATICHE NOVITÀ
È
di gran lunga il preserale più famoso d’Italia: stiamo parlando di Striscia la notizia, il tg satirico di Canale 5 che dal 22 settembre è tornato in onda per sbeffeggiare vip e politici e raddrizzare i torti. L’irriverente intuizione di Antonio Ricci ha scoperto davvero l’elisir di lunga vita: con la sua formula leggera e il suo modo di fare giustizia – sommario ma divertente – ha conquistato
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almeno due generazioni di telespettatori italiani. E così il programma spegne quest’anno 27 candeline, ma non ha nessuna intenzione di fermarsi: «Voglio arrivare almeno a 30 edizioni» ha dichiarato l’autore. Una certezza e molte novità per questa stagione, che vede alla conduzione la veterana Michelle Hunziker affiancata da un poker di uomini inedito: se la prima settimana il telegiornale è stato affidato alla coppia Leonardo Pieraccioni (non è un esordio, lo aveva già fatto nel 2005) e Maurizio Battista, dal 29 settembre hanno ripreso le redini Piero Chiambretti e Michelle Hunziker, in attesa del ritorno dell’inossidabile Ezio Greggio. Quattro uomini più uno, però: la bella e simpatica conduttrice di origini svizzere si sposa infatti il 10 ottobre con il compagno Tomaso Trussardi, dal quale ha avuto esattamente un anno fa la figlia Sole ed
ora è nuovamente in dolce attesa. Cosa succederà quel fatidico venerdì, in cui avrebbe dovuto essere in onda con il programma? «Quel che è certo è che non registreremo la puntata – ha assicurato la Hunziker, ribadendo che il tg è sempre rigorosamente in diretta – ma ci inventeremo qualcosa di divertente»: c’è da aspettarsi dunque un collegamento con la sua festa di nozze. Sciolto l’intricato nodo dei conduttori con questa staffetta piena di professionisti della risata, il programma conferma i suoi capisaldi: denuncia sociale e satira, ma anche Gabibbo e veline. Riconfermati infatti i volti dello scorso anno, la bionda Irene Cioni e la mora Ludovica Frasca. Tra le novità, rubriche legate al mondo dei social network e un nuovo sottotitolo: “La voce dell’indecenza” che sottolinea, ha spiegato Ricci, l’indecente mondo del lavoro, pieno di proposte umilianti per i giovani. Nuova anche la sigla Selfame Mucho, dedicata, ha spiegato Ricci, alla moda dei selfie (gli autoscatti con il telefonino).
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COMPLEANNI TV
AMARE SENZA
COMPROMESSI
NELLA VITA E SUL SET Tempesta d’Amore celebra la puntata numero 2000 ambientando l’episodio a Vienna. Per l’occasione, Adesso ha incontrato i protagonisti di questa nona stagione...
O
di Stefano Padoan
tto anni di programmazione, dieci stagioni prodotte finora, milioni di telespettatori negli oltre 20 paesi in cui è stata distribuita. Sono questi i numeri di Tempesta d’Amore, che il 15 ottobre alle ore 20.00 su Rete Quattro spegne la candelina numero 2000. Più che una tempesta, dunque, un vero e proprio uragano, che ha travolto in maniera dirompente la tv italiana. Ambientata nel lussuoso hotel a cinque stelle Fürstenhof, situato nel paesino immaginario di Bichelheim, la soap tedesca segue le vicende dei
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proprietari e i dipendenti dell’albergo creando un mix di storie d’amore, tradimenti e intrighi che ha stregato irrimediabilmente gli spettatori: nonostante numerosi cambi di palinsesto e collocazioni insolite per una telenovela (come la prima serata), gli ascolti nel corso degli anni hanno toccato addirittura il tetto dei 4 milioni. E proprio con il Bel Paese la produzione bavarese vive un idillio tutto particolare: non è un caso che la prima location estera di Tempesta sia stata proprio in Italia (precisamente a Verona), dove nel 2010 Bavaria Film e Mediaset hanno coprodotto tre punta-
te per celebrare il quinto compleanno della serie. Gita fuori porta che il cast bissa per festeggiare il ciak numero 2000, girando questa volta a Vienna. Ma qual è il segreto del successo della soap made in Germania? “Secondo me l’ambientazione: i dirndl (gli abiti tradizionali bavaresi, ndr), gli alpeggi... tutte cose tipiche tedesche che all’estero possono apparire come curiose, esotiche – spiega Liza Tzschirner, alias Pauline Jentzsch -. Poi le storie e i personaggi sono in qualche modo da favola: ci sono la principessa e il principe, la fata cattiva, la coppia reale e un grande amore che
trionfa su tutto… chi non vorrebbe trovarsi al Fürstenhof?”. Questo luogo d’idillio ha portato strascichi nella realtà: “Non è il mio caso, io sono felicemente fidanzata, ma la risposta è sì, il Fürstenhof è davvero un luogo magico!”. Un luogo magico in cui finzione e realtà si intrecciano. Come nel caso di Leonard Stahl, il protagonista maschile: nella serie è perdutamente innamorato di Pauline e disposto a tutto per averla. Nella vita reale, come lui stesso confessa, la sua relazione è molto più tranquilla e solida: “L’anima gemella l’ho trovata da un pezzo – spiega l’attore trentaquattrenne – e il ‘lieto fine’ continua nella mia vita presente, appassionatamente”. La sua anima gemella porta il nome di Mirjam Heimann e nella soap interpreta Coco, la migliore amica di Pauline. Ma c’è un amore altrettanto grande nella vita di Christian: il calcio, in particolare il club del Borussia Dortmund. E sul set questo ha creato qualche divertente siparietto: “Il giorno della finale di Champions League, lo scorso anno, è stata la giornata di riprese più pazza. Il team di Tempesta è tutto tifoso del Bayern, mentre mia moglie ed io siamo tifosi del Borussia. Una giornata piena di cori, sfottò, piccoli e grandi dispetti…”. Goliardia a parte, “sono orgoglioso di far parte di una produzione tanto fortunata – continua Leonard - ma bisogna ammettere senza invidia che sono anzitutto attori come Mona (Seefried, che impersona Charlotte, ndr), Antje (Hagen, volto di Hildegard, ndr) e Sepp (Schauer, Alfons nella soap, ndr) a dare – insieme a tutto il team – un volto alla serie”. Un volto che continuerà anche per la prossima stagione. Le riprese, infatti sono già cominciate. Sulle anticipazioni, però, Christian si fa evasivo, lasciandosi sfuggire solo un “Aspettatevi delle grandi guest star”; e allora interviene la spumeggiante Liza: “Ne succederanno ancora di tutti i colori! La ‘fata cattiva’ si è risvegliata e Pauline e Leonard, ma non solo, saranno messi duramente alla prova. Per quanto riguarda il mio personaggio, diventerà sempre più sicura di sé e più determinata nelle proprie deci-
sioni. Capirà con chiarezza dove e a chi appartiene”. Ma come sono nella vita i nostri amati protagonisti? Ci sono somiglianze tra Liza e Pauline, tra Christian e Leonard? L’attrice nella soap interpreta un’abile pasticcera, e in effetti il suo rapporto con i dolci è - osiamo dire - privilegiato: “I dolci sono il mio grande vizio! Li adoro. Ho da poco scoperto i cannoli siciliani… devo stare attenta, rischio grosso!”, ma lontano dal set meglio tenersi lontano dai fornelli: “In cucina al contrario di Pauline sono piuttosto impacciata, mi cade sempre tutto… lascio preparare i dolci a mia sorella, che è pasticcera di professione”. Il vero punto cardine della serie, comunque, restano le grandi storie d’amore. “Io e il mio personaggio siamo entrambi un po’ ingenui – rivela – ma soprattutto crediamo a questa grande regola: amare senza fare compromessi.” Gli fa eco Liza: “Pauline mi assomiglia per la sua vitalità e leggerezza e soprattutto perché ama senza se e senza ma, non solo il suo Leonard, ma anche la sua migliore amica”. L’attrice ventisettenne poi si lascia andare ad una vera e propria dichiarazione d’amore per l’Italia e per Adesso: “Adoro i fan italiani e impazzisco per la vostra cucina! Leggo spesso Adesso, perché voglio imparare la lingua... In Italia verrei subito: se avessi l’opportunità di lavorarci, non esiterei un attimo a lasciarmi alle spalle per un po’ le bellezze di Monaco”. Noi la attendiamo a braccia aperte!
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ADESSO
MUSICA
X FACTOR? OGNI ANNO NON VEDO
L’ORA DI RICOMINCIARE di Laura Frigerio
ALESSANDRO CATTELAN RACCONTA I RETROSCENA DI UN SUCCESSO CHE SI RINNOVA AD OGNI EDIZIONE
È
tornato X Factor, il talent show più amato della tv (appuntamento ogni giovedì in prima serata su Sky Uno HD). Molte le novità di questa 8a edizione (tra cui l’ingresso tra i giudici di Victoria Cabello e Fedez, che affiancano Morgan e Mika), ma la certezza rimane lui: Alessandro Cattelan, il conduttore-gentleman amatissimo dai concorrenti, ma anche dal pubblico a casa. Noi abbiamo fatto due chiacchiere con lui per sapere come vive questa ennesima sfida... Come affronti questa 8a edizione? «Con grande energia, anche perché non vedevo l’ora di ricominciare. Questo programma mi prende così tanto che, ogni volta che si conclude, penso già al nuovo inizio. Stavolta posso ritenermi soddisfatto dato che siamo stati impegnati praticamente tutto l’anno vista l’introduzione della parte ‘on the road’, durante la quale siamo andati a cercare talenti in giro per l’Italia. Quest’ultima è stata un’esperienza molto bella, perché mi ha fatto assaporare i ‘bei vecchi tempi’ in
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cui i talent scout avevano un ruolo fondamentale nel mondo della musica». Visto dall’esterno sembra tutto così impegnativo... «In effetti lo è, perché è uno show tecnicamente complesso, ma per me risulta estremamente facile. Sarà, come ti dicevo prima, che mi faccio prendere così tanto dal talento dei ragazzi, dalle loro sfide continue che non ci penso. Loro sono il vero motore che ci spinge a intraprendere questa avventura». Cosa pensi della nuova squadra di giudici? Non ti spiace che Simona Ventura ed Elio siano andati via? «La giuria quest’anno è veramente forte! Certo che mi manca chi se ne è andato, ma sono anche felice delle new entry: lo show ha perso da una parte, ma guadagnato dall’altra. Fa parte della ciclicità della tv e non solo. Io poi, sapete come sono fatto, vado sempre d’accordo con tutti: è per questo che a voi giornalisti risulto così noioso!» Non è vero, anzi, è sempre un piacere parlare con te! A parte questo, qual è il momento per te più emozionante del talent? «Sarò banale, ma è quello in cui proclamo il vincitore. Appena svelo il suo nome si fanno largo i ricordi del percorso (artistico e umano) fatto insieme». I giudici sostengono che in questa edizione ci siano tanti talenti, tu cosa ne pensi?
«Non tocca a me dirlo, preferisco fare un bilancio quando sarà finito tutto. Penso comunque che ogni anno X Factor lanci dei talenti, poi sta all’industria discografica valorizzarli o meno. Sai una cosa? Sarebbe bello se potessimo occuparci noi anche della fase ‘post’, ma purtroppo non è così e bisogna accettare le regole del gioco». Ogni anno alle selezioni ci sono dei candidati giovanissimi. Se, una volta cresciuta, tua figlia Nina volesse partecipare a qualche talent show tu saresti d’accordo? «Domandone! Non saprei, dovrei trovarmici in quella situazione! Una cosa è certa: in giovane età un talent si può affrontare in maniera sana e positiva se si ha alle spalle una famiglia solida, che ti segue passo dopo passo. Penso, per esempio, a Francesca Michielin che è riuscita ad arrivare dove è arrivata grazie a questa importante ‘rete’ intorno a sé». Tu che bambino eri? «Intelligentissimo e bellissimo! Scherzi a parte: ero molto vivace, tanto che i miei genitori, ogni volta che si andava in vacanza, si informavano sugli ospedali in loco perché sapevano che mi sarei fatto male. Per fortuna io ho una figlia femmina e fa meno danni (anche se potrebbe farne di altri tra qualche anno!)». Tornando alla tv, una curiosità: ci sarà una seconda stagione di E poi c’è Cattelan? «Si, torneremo il prossimo anno. Anche in questo caso non sto più nella pelle, dato che questo programma è un po’ il mio ‘bambino’. L’approccio e il linguaggio saranno sempre gli stessi, a loro modo innovativi. Vedremo di correggere quelle piccole cose che non andavano e di introdurre delle novità. Mi piacerebbe poi continuare ad avere degli ospiti del livello di quelli dello scorso anno (vedi Valentino Rossi e Federica Pellegrini). Qualche esempio? Paolo Bonolis e, perché no, Matteo Renzi».
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CINEMA
UNA PROMESSA
ROMANTICISMO DI PRIMO ‘900
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uesta settimana arriva in sala, insieme a grandi produzioni americane come Sin City Una donna per cui uccidere e al gioiellino d’animazione Boxtrolls Le scatole magiche, anche il nuovo film del regista francese Patrice Leconte, il romantico Una promessa. La pellicola, ambientata in Germania nei primi decenni del ‘900, ha per protagonista il giovane Friedrich Zeitz, di umili origini ma dalle indubbie capacità, impersonato da Richard Madden, il Robb Stark de Il trono di spade. Quando viene assunto come impiegato in un’acciaieria si fa subito notare per la sua efficienza, tanto da venire promosso a segretario personale del suo datore di lavoro, Karl Hoffmeister, che ha le fattezze del bravissimo attore inglese Alan Rickman, conosciuto soprattutto per il ruolo di Severus Piton in Harry Potter. Quando Hoffmeister decide di lavorare da casa per problemi di salute, si trasferisce anche lui nella sontuosa dimora del ricco imprenditore. Qui conosce la bella e giovane moglie dell’uomo, Lotte, cui
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Redazione FilmUp.com presta il proprio volto la Rebecca Hall di Vicky Cristina Barcelona. Tra il giovane Friedrich e la bella Lotte nasce molto presto un sentimento d’amore intenso e struggente che dovrà affrontare molte difficoltà. Infatti, il giovane deve partire per il Messico per un importante incarico lavorativo e dovrà restare dall’altra parte dell’oceano per almeno due anni;
ma prima della sua partenza Lotte gli fa una promessa: al suo ritorno, potranno finalmente consumare il loro amore. Nel tempo in cui sono lontani si scrivono appassionate lettere d’amore, anelando al momento in cui potranno rivedersi,
ma la sorte non è dalla loro parte. Infatti, proprio alla vigilia della partenza di Friedrich, il continente europeo è sconvolto dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che causa un’interruzione di tutte le linee marittime fra i due paesi e dei servizi postali. Solo otto anni dopo Friedrich avrà la possibilità di rimettere piede in quello che è, ormai, un territorio devastato dalla guerra e che deve fare i conti con milioni di morti. Lotte lo starà ancora aspettando? Manterrà la promessa? Può il loro amore essere sopravvissuto alla lontananza e al silenzio? Il film di Leconte, già firma dell’insolito e accattivante La bottega dei suicidi, risulta essere incalzante, intenso e sensuale, dove anche i silenzi sono pregni di significato, come l’opera da cui è tratto, il romanzo di Stefan Zweig dal titolo Il viaggio nel passato, un capolavoro di concisione in cui tutto il superfluo viene eliminato per fare posto alla storia d’amore e al sentimento che questa esprime.
FILM IN SALA DAL 02 OTTOBRE FRATELLI UNICI Regia di Alessio Maria Federici Genere: commedia Cast: Raoul Bova, Luca Argentero, Carolina Crescentini, Miriam Leone Pietro è il fratello di Francesco e per colpa di un incidente non ricorda più di esserlo. Francesco è il fratello di Pietro e per colpa dell’incidente è costretto a ricordarsene. Un uomo affermato che non sa più come si ama, un eterno ragazzino che non ha mai amato. Hanno passato tutta la vita a desiderare di essere figli unici e ora sono obbligati a riscoprirsi fratelli. E a scoprire che anche quando si è dimenticato tutto, non si può dimenticare chi si è amato veramente. SIN CITY - UNA DONNA PER CUI UCCIDERE Regia di Frank Miller, Robert Rodriguez Genere: azione Cast: Soseph Gordon-Levitt, Rosario Dawson, Bruce Willis, Jessica Alba, Mickey Rourke, Eva Green, Josh Brolin Un cast stellare porta di nuovo in scena le storie firmate da Frank Miller nell’omonimo fumetto. Infatti, con un frenetico prologo abbiamo Mickey Rourke nei panni del disadattato ma leale spaccafacce Marv, a nove
anni da quel Sin city che si propose direttamente in qualità di vero e proprio trasferimento su pellicola delle strisce disegnate. Come nell’opera cartacea, fu attraverso un livido bianco e nero, occasionalmente fornito di tracce di colore, che vennero raccontate le sfide tra corrotti e i violenti duelli all’ultimo sangue consumati nella immaginaria città del titolo; scenario anche di questo secondo lungometraggio cui giova non poco all’aspetto visivo il ricorso al 3D.
BOXTROLLS - LE SCATOLE MAGICHE Regia di Graham Annable, Anthony Stacchi Genere: animazione Cast (voci): Elle Fanning, Simon Pegg, Toni Collette, Ben Kingsley I più piccoli potranno immergersi nel magico mondo creato da Annable e Stacchi, in cui conoscere una nuova specie di famiglia, i Boxtrolls, creature bizzarre e dispettose, che hanno amorevolmente adottato un ragazzino orfano, Uovo, fin dall’infanzia, nella splendida casa nelle caverne che hanno costruito sotto i viottoli di Pontecacio. Qui vivono una vita felice, lontano dalla società, dai residenti snob della cittadina di epoca vittoriana ossessionati dalla ricchezza, dalla classe sociale, e dal benessere, ma soprattutto dai formaggi puzzolenti…
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ANNABELLE Regia di John R. Leonetti Genere: horror Cast: Eloy Azorin, Manuel Baqueiro, Maria Castro Vi ha terrorizzato in The Conjuring - L’evocazione, ma per Annabelle, tutto inizia qui. Capace di malvagità atroci, la bambola è custodita in un museo dell’occulto nel Connecticut - visitato solamente da un prete che la benedice due volte al mese. Il thriller della New Line Cinema inizia ancora prima che si scateni il male…
A cura della Redazione di
FILMUP .com
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PERSONAGGI
DANIELA VIRGILIO «NON SONO UNA FEMME FATALE»
Diventata famosa con Romanzo Criminale, l’attrice ci svela di essere tutto fuorché una seduttrice nella vita reale
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di Laura Frigerio
bbiamo conosciuto Daniela Virgilio grazie alla serie tv “Romanzo Criminale”, dove vestiva i panni della sensuale Patrizia, ma poi ha avuto modo di dimostrare che non è solo una femme fatale. E ci tiene a ribadirlo anche ora, nonostante sia al cinema con Vinodentro, un film dove sprizza sex-appeal da tutti i pori.... Vinodentro di Ferdinando Vicentini Orgnani, è senza dubbio un film molto intrigante. Cosa ti è piaciuto fin da subito di questo progetto? «Mi è piaciuta la sua unicità, all’interno di un ventaglio di film che sono più o meno sullo stesso genere. Vinodentro si differenzia perché è ispirato a un ro-
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manzo che a sua volta attinge dal Faust. Il risultato è molto interessante. Lo stesso vale per il personaggio che mi è stato proposto: di solito si costruisce un ruolo su qualcosa, mentre qui si partiva dal nulla, perché lei non ha un passato o radici, è frutto dell’immaginazione e della fantasia, è quasi evanescente, non è datato o collocato da qualche parte. Per me è stata una grande sfida interpretarlo. Poi devo dire che sono molto soddisfatta del risultato, perché è visivamente elegante e non è poco, considerando che il cinema non è solo contenuto ma anche immagine». Ti piacciono il noir e il giallo, anche come spettatrice o lettrice? «Si, molto. Sono generi piuttosto ristretti, che piacciono solo a una parte di
pubblico, ma proprio per questo li trovo stimolanti. Poi capisco che il cinema italiano, oggi come oggi, non li frequenti molto perché i nostri “blockbuster” sono ben diversi, però penso che pellicole così possano aprire la mente». Girare questo film deve essere stato complicato, ma anche divertente. C’è qualche episodio da backstage che ci puoi raccontare? «Si certo! Considera che durante le riprese (per ovvi motivi) ci tenevano lontano dal vino, ma c’è stata una scena in cui un collega (di cui non svelerò il nome) doveva berne un bicchiere, ma ci sono stati così tanti ciak che ad un certo punto lui ha cominciato a non ricordarsi più le battute!» Il vino è un ingrediente fondamentale del film e quindi scatta la domanda enogastronomica: che rapporto hai con la tavola? Ami sorseggiare, tra una portata e l’altra, del buon vino? «Ammetto di essere una golosa, ma non sono mai stata una grande esperta di vini. Solo ora inizio ad assaggiare per cercare di capire cosa preferisco, però posso dirti che preferisco i vini fermi alle bollicine». Invece parliamo della tua fama di femme fatale. Ti ci ritrovi? «Devo dire di essere la parodia di me stessa, perché nonostante faccia spesso e volentieri la femme fatale per lavoro non lo sono affatto nella realtà. Sono il classico tipo che gira senza trucco, in jeans e scarpe da ginnastica. Non ho mai fatto la sensuale nemmeno per conquistare un uomo, però chissà prima o poi potrei provare a farlo!» Prossimi progetti? «Ho appena finito di girare terzo film de I soliti idioti, che uscirà a febbraio. È una commedia e quindi mi vedrete in una veste totalmente diversa. Una volta tanto cercherò di fare ridere piuttosto che di affascinare».
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MUSICA
NOMADI
SI NASCE «Uno spirito nomande cerca sempre qualcosa di nuovo da fare e imparare» di Stefano Fisico
CHIACCHIERATA INFORMALE CON BEPPE CARLETTI, STORICO LEADER DELLA BAND EMILIANA CHE, DOPO ANNI, NON PERDE COLPI E CONTINUA IL SUO PERCORSO NEL MONDO DELLA MUSICA, CON UN LEGAME COI FAN SEMPRE PIÙ SALDO... 58
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n un periodo in cui le band italiane ed internazionali composte da giovani interpreti stanno conquistando mezzo mondo, fa quasi strano poter parlare di un gruppo che ha alle spalle più di 50 anni di onorata carriera. Siamo negli anni ’60: decine di band nascevano e scomparivano in pochissimo tempo, in un’atmosfera di dopo-boom economico, dove ci si divideva tra un’Italia arricchita economicamente e
impoverita socialmente. Proprio in un contesto del genere prendono vita i Nomadi. L’intuizione e la voglia di creare questo gruppo, che oramai fa parte della tradizione italiana, è di Beppe Carletti, anima e leader con cui abbiamo fatto quattro chiacchiere per i lettori e le lettrici di Adesso. Beppe, le tue rughe in viso un po’ ci raccontano di te, e di quanto tempo è
MUSICA
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I NOMADI, band storica del panorama italiano, si sono formati a Novellara nel 1963. Da sinistra, Daniele Campani, Cristiano Turato, Beppe Carletti, Cico Falzone, Sergio Reggioli e Massimo Vecchi.
trascorso tra i vari sali e scendi da palchi, giornate in studi di registrazione a incidere e scrivere canzoni. Cosa ti aspettavi quando hai iniziato questo progetto? «Più che progetto ai tempi i Nomadi sono nati come una vera e propria idea, partorita da me e Augusto Daolio per la passione e l’amore che avevamo nei confronti della musica e per il piacere di stare insieme. In quegli anni si viveva un po’ alla giornata, suonando nelle balere e cercando di fare ballare e divertire la gente. Il progetto si è concretizzato con il passare degli anni e con le incisioni dei primi dischi. Un passaggio graduale in cui dal ’63 ad oggi si sono avvicendati ventidue “nomadi” che hanno contribuito alla costruzione di una grande casa, mattone dopo mattone, e che oggi nel 2014 non è ancora terminata. Questo è essere Nomadi, dove c’è sempre qualcosa di nuovo e interessante da fare e imparare». I gruppi oggi hanno poca longevità: talvolta i componenti si dividono per intraprendere carriere da solisti o semplicemente perché vengono sostituiti da un gruppo nuovo. Se nascessero oggi i Nomadi credi che farebbero la stessa fine? «Credo di no per il fatto che Augusto, voce e frontman del gruppo, non ha avuto l’idea di fare il cantante solista. Ai tempi in cui abbiamo iniziato noi c’era proprio il concetto del gruppo, dove ognuno aveva un ruolo ben preciso in cui però lo spirito era quello di stare insieme. Ci sono diversi esempi di gruppi più o meno famosi che si sono sciolti e in cui i loro cantanti hanno intrapreso la carriera da solisti. Piero Pelù quando ha lasciato i Litfiba non ha ottenuto più gli stessi risultati e come lui molti altri. L’unico che ricordo ha aumentato il proprio successo è Cesare Cremonini che da solista non ha risentito dello sciogli-
mento dei Lunapop». Si vendono sempre meno dischi, soprattutto in Italia. Come contrasteresti il fenomeno della pirateria? «Per prima cosa educherei le persone a non rubare. Molti non ci pensano, ma lo scaricare musica senza acquistarla è come entrare dal panettiere, prendere il pane e uscire senza pagarlo. Molta gente vive di musica, e non parlo dei cantanti, ma di coloro che stanno dietro le quinte. La mancata vendita quindi, si ripercuote sui posti di lavoro di queste persone, che hanno dietro famiglie e figli, creando drammi e problemi familiari. Ci vorrebbe una vera campagna esplicita di sensibilizzazione del problema, nella speranza che le cose possano migliorare». Le iniziative che riguardano il mondo Nomadi trovano il punto massimo nell’annuale ritrovo insieme a fan ed amici a Novellara. Quali sono i ricordi a cui sei più legato? «Sicuramente quella del 1993 in cui si festeggiavano i trent’anni dei Nomadi, ma anche il primo anno senza Augusto e quindi il suo ricordo. Ci fu una partecipazione straordinaria da parte della gente, di amici e colleghi, e la cosa ancora più straordinaria era il fatto che
mai avrei pensato i Nomadi potessero arrivare a festeggiare un anniversario del genere, soprattutto dopo quello che era capitato l’anno prima. Ricordo che gli ospiti che vennero ,sembrava fossero lì per salutare Augusto in un’atmosfera unica che ancora oggi nel raccontarlo mi fa venire la pelle d’oca». Che ne pensi dei talent musicali che oramai impazzano in tv? «È sicuramente l’unica vetrina musicale rimasta, oltre Sanremo, che può dare visibilità a giovani cantanti. La differenza sta nel fatto che il talent dura diverse settimane, mentre il festival della canzone italiana nasce e muore in una settimana. Una bella vetrina che distorce anche quella che è la percezione reale di ciò che si fa. Tante le aspettative che spesso poi terminano al momento di una eliminazione, o poco dopo l’uscita dal gioco. Per questo bisognerebbe spiegare a tutti coloro che partecipano, di prenderlo realmente per quello che in fondo è, un gioco. Con questo non voglio dire che non sia possibile uscire e intraprendere la carriera di cantanti, perché con delle belle canzoni e delle ottime qualità canore è sicuramente possibile, ma i casi sono davvero pochi».
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LIBRI & DINTORNI
Fabrizio Trecca (74 anni), medico e conduttore televisivo (volto storico e ideatore di Vivere meglio su Rete 4), è anche scrittore. Ha pubblicato svariati libri. L’ultimo è Quando c’è la salute (Armando Curcio Editore, pp. 192 - 14,90 euro).
FABRIZIO TRECCA QUANDO C’È LA SALUTE... di Vittorio Petrone
I consigli dello storico conduttore tv di Vivere meglio, medico e ora in libreria con un romanzo, per affrontare al meglio i classici acciacchi d’autunno
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ell’estate (peraltro quest’anno mai decollata del tutto) ormai non resta che un ricordo, le temperature si fanno sempre più fresche, le ore di luce, con l’autunno appena entrato, diminuiscono, e ciò non può non avere ripercussioni sul nostro benessere psicofisico. Allora vediamo come possiamo correre ai ripari e ridurre al minimo le conseguenze che il cambio di stagione può inevitabilmente avere sul nostro organismo. Lo facciamo con Fabrizio Trecca, medico e per anni volto storico di Vivere meglio, il programma di Rete 4 da lui stesso ideato dedicato alla medicina e al benessere, e scrittore, di libri di medicina ma non solo. Come l’ultima sua creatura: Quando c’è la salute, romanzo che, con ironia, riflette su ciò che conta veramente nella vita. Quali sono gli acciacchi d’autunno più comuni? «Le malattie più comuni sono quelle classiche da raffreddamento insieme con le esacerbazioni delle artrosi e di tutte le malattie del grande gruppo reumatico, come torcicolli e mal di schiena per esempio». Andiamo per ordine partendo da quelle da raffreddamento. Come affrontarle nel migliore dei modi?
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«Se si incorre in mal di gola e raffreddori, specie per anziani e bambini, non va trascurato niente perché anche banali colpi di freddo possono portare a infezioni delle vie aeree che se non curate adeguatamente possono anche portare a fastidiose complicazioni, talvolta finanche al ricovero, come nel caso, per esempio, delle polmoniti». In che modo non vanno trascurati? «Prendendosi il necessario riposo. Spesso anche quando si è raffreddati si va a lavorare mentre ci si dovrebbe riposare per qualche giorno, perché altrimenti al posto di guarire magari in due o tre giorni si finisce per portarsi avanti l’infezione molto più a lungo, senza contare che così facendo si contagiano anche i colleghi». A volte si commette forse anche l’errore di imbottirsi di farmaci… «Certo. Bisogna lasciare alla malattia il tempo di fare il suo corso! I farmaci vanno presi solo nei casi che lo necessitino davvero. Parlo ovviamente delle persone normali, perché se poi si parla di persone con altri tipi di problemi allora si rendono necessari trattamenti personalizzati. Faccio un esempio: i diabetici sono, proprio a causa della malattia di cui soffrono, molto più soggetti a prendere facilmente infezioni. È, quindi, necessario prendere i dovuti accorgimenti per evitare che ciò avvenga».
Può aiutare anche l’alimentazione? «Un grosso aiuto lo danno tutti quegli alimenti ricchi di vitamine C, quindi peperoni, pomodori, agrumi, kiwi e così via. Frutta e verdura sono sempre molto utili, e nel consumarle è sempre bene mangiare prodotti di stagione. Utilissimo è anche bere tanto perché l’acqua diluisce la carica virale, come pure un toccasana è un bel bicchiere di vino durante i pasti». Consigli per prevenire, invece, i problemi reumatici? «Contrariamente a quanto si possa pensare è molto importante fare la giusta attività fisica, dove per giusta intendo senza esagerare, perché questo aiuta a mantenere attive le articolazioni a vantaggio delle possibili artrosi. Quindi è molto salutare fare attività fisica dolce, come per esempio passeggiate all’aria aperta. Ciò ci fa bene anche a livello psicologico, perché la luce è uno dei più grandi antidepressivi naturali esistenti. Consiglio, quindi, di stare all’aperto e sfruttare il più possibile la minore quantità di luce che c’è in autunno durante il giorno, evitando di restare chiusi in casa. Se fa freddo, copritevi per bene e senza esagerare e... uscite. Ne gioveranno mente e corpo!».
Libri
I CONSIGLI
DELLA SETTIMANA
di Luca Foglia Leveque
ESMAHAN AYKOL
TANGO A ISTANBUL SELLERIO, 2014
ALICE MALERBA LA MECCANICA DEI RUOLI CARTACANTA, 2014 Ada e Cosmo sembrano avere poco in comune. Lui ha gli occhi di un bel verde intenso e lei due iridi scure, praticamente nere. Lei non si riconosce nel volto di quel parente, di quel fratello gemello, che l’ha lasciata a Torino a fare da badante a una madre malata di nervi e bipolare. Cosmo ha preferito allontanarsi, fuggire, con una laurea in mano e la voglia di rifarsi una vita. Ha preferito voltare le spalle a quel passato privo di una figura paterna, a quell’infanzia trascorsa con una nonna incapace di essere amorevole. Cosmo ha voluto rompere il legame morboso con Ada. La morte della nonna materna lo costringerà a tornare in Italia, lo costringerà a vedere da vicino quel rapporto che ha tenuto lontano, con la distanza. Alice Malerba, al suo primo romanzo, possiede un grande dono: scrive in bianco e nero, e poi improvvisamente, ci mostra colori inaspettati. pp. 174 - € 13,00
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Esmahan Aykol torna a far rivivere il personaggio che l’ha resa celebre: Kati Hirschel. Kati ha una libreria, specializzata in romanzi gialli, nella bellissima Istanbul. Ama porsi molte domande, ama essere curiosa e vive la vita come se fosse un libro, ovviamente giallo! È già incappata, casualmente, in vicende poco chiare e misteriose, e lo farà ancora. Una mattina il suo fidato amico Fofo le chiede di accompagnarlo da una strampalata veggente, vuole farsi leggere i fondi del caffè, vuole vedere cosa ne sarà del suo amore probabilmente non corrisposto. Kati invece non vorrebbe conoscere il suo avvenire, non le interessa e forse non crede neanche a queste cose... eppure quello che l’indovina ha visto nei fondi del suo caffè (neanche troppo buono) le ha sconvolto la giornata: nel suo futuro c’è un cadavere, di nuovo! Chi sarà a morire? Forse quella conoscente ricoverata d’urgenza per una strana crisi epilettica? Kati si troverà invischiata in un altro caso apparentemente inspiegabile? Oppure questa volta il giallo non sarà veramente così giallo?
Inizia così il quarto libro di questa autrice turca, che vive tra Berlino e Istanbul, e che somiglia molto alla protagonista dei suoi romanzi. Esmahan Aykol, con le sue pagine ricche di umorismo e ironia, ci offre una panoramica di un mondo non poi tanto lontano dal nostro. Ci mostra una città ricca di fascino e mistero, ci mostra ciò che ama. La vita di una donna come tante che desidera e attrae situazioni singolari. pp. 179 - € 17
RISCOPRIAMOLI HAZIEL
ANGELI E ARCANGELI MONDADORI, 2008
Siete nati tra il 29 settembre e il 3 di ottobre? Bene, il vostro angelo custode è Haamiah! A che ora? A mezzogiorno? Un altro angelo da tenere in considerazione è Aniel. E il giorno di nascita? Sì, anche il giorno esatto è importante, perché in ogni momento c’è un angelo custode tutto per noi, pronto a proteggerci e illuminarci. Con questo volume di Haziel (pseudonimo di François Bernard Termés, esperto di teologia, cabala cri-
stiana e angelologia) entrare in contatto con le entità divine che vegliano su di noi sarà semplice, e sicuramente interessante. L’autore ci presenta settantadue angeli, ci fornisce i loro nomi e una preghiera... da utilizzare al momento giusto. È un libro da leggere dalla prima all’ultima pagina. Oppure da sfogliare, sicuri del fatto che un angelo verrà in nostro aiuto. pp. 252 - € 9,50
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PERSONAGGI
IL TALENTO DI MR. BALLANTINI di Stefano Fisico
Tutti conoscono le sue strepitose imitazioni, ma il popolare imitatore è anche un talentuoso pittore, che ci svela tutti i sui sogni per il futuro
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embra ieri quando, per la prima volta, entrava nelle case degli italiani grazie alle comparsate in Striscia la notizia nei panni dello stilista Valentino, con il suo tormentone “Oh, capperi!”. Sono invece passati tanti anni e con loro tanti personaggi. E il prossimo 13 ottobre questo artista poliedrico compirà mezzo secolo. 50 anni in cui il dna familiare, tramandato da babbo e nonno - come direbbe lui, da buon livornese - lo ha fatto crescere con due grande passioni: la pittura e la recitazione. Dario, ripercorrendo i tuoi primi cinquanta, cosa ti manca ancora da fare e cosa, invece, non rifaresti? «Mi manca di fare un film in cui possa unire l’interpretazione alla parte creativa, che sento molto mia. Professionalmente parlando se potessi tornare indietro su alcuni personaggi
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molto usati tipo Valentino, Morandi e Montezemolo lavorerei di più. Il successo che hanno avuto e il fatto che per tanto tempo ho lavorato molte ore al giorno su di loro, ha fatto si che poi mi adagiassi un po’ senza sperimentare cose nuove per migliorarli. Anche sul fronte della pittura non smetterei, come ho fatto, per 10 anni tra il 1990 e il 2000 di dipingere.». In una tv che dà molto spazio a programmi leggeri, ti è mai venuta voglia di alzare il livello creando un format che unisse le tue grandi passioni, spettacolo e arte? «Si, mi è stato anche vagamente proposto ma per farlo bisogna essere molto attenti e non superficiali, dedicando molto tempo che non ho, essendo già parecchio impegnato nei personaggi di Striscia». Facciamo un gioco. Ad ogni personaggio di Striscia associa un pittore. Antonio Ricci? «Salvador Dali».
Ezio Greggio? «Maurizio Cattelan». Enzo Iacchetti? «Marc Chagall». Michelle Hunziker? «Andy Warhol».
Il Gabibbo? «Jean-Michel Basquiat». Qualche politico o personaggio tv ti ha mai chiesto di imitarlo per avere un “incremento” di popolarità? «Ci fu Roberto Cavalli che quando lo avvisai della sua imitazione si allarmò molto, al punto che mi ci fece ripensare. In quel periodo stavamo cercando un sostituito di Valentino che aveva fatto un po’ il suo tempo, e Cavalli poteva essere un’ottima alternativa. Un paio d’anni dopo, lo rincontrai e mi esortò a farlo, ma oramai eravamo già andati su altri personaggi e la sua imitazione venne usata pochissime volte. Tra gli altri personaggi ricordo che ironicamente me lo chiese Bonito Oliva, che saprei anche fare, ma essendo un personaggio molto di nicchia non ho fatto. In grande onestà e piacere dico che nessun politico mi ha mai chiesto di essere imitato». Di tutte le veline che si sono succedute nelle diverse edizioni, quali a tuo avviso sarebbero potute essere fonte di ispirazione per pittori ed artisti? «Marina Graziani, Laura Freddi e Melissa Satta».
Alcune celebri imitazioni di Ballantini: sopra Michela Vittoria Brambilla, sotto a sinistra Beppe Grillo e a destra Matteo Renzi. Nella pagina a fianco una delle opera d’arte da lui realizzate.
Si è da poco concluso il Festival di Venezia che rimane ancora una delle poche manifestazioni in cui si possono vedere pellicole di un certo spessore. A quando il primo film firmato Dario Ballantini? «Rifacendomi alla prima domanda, mi auguro presto. L’unica volta che andai a Venezia era nel 1995 per L’uomo proiettile, un film d’essai di Silvano Agosti regista indipendente». Anche la musica è una forma d’arte e fonte d’ispirazione. Cosa ami ascoltare? «Io sono appassionato di cantautori italiani e ho una spiccata preferenza per Lucio Dalla. Ho fatto un lavoro teatrale Da Balla a Dalla in cui parlo del mio rapporto con lui, da fan a fonte di ispirazione, fino al momento in cui poi ci siamo conosciuti, diventando poi lui fan dei miei quadri, fino all’apoteosi del vederlo suonare gratuitamente ad una mia mostra. In tutto questo riproporrò le sue canzoni e in inverno partirà un tour. Con grande soddisfazione dico anche che tra gli appassionati e collezionisti dei miei quadri c’è Vasco Rossi. Guccini e Jannacci sono gli altri cantautori che prediligo». Dove sogni di esporre le tue opere? «Due sono i posti in cui mi piacerebbe un giorno poter esporre le mie opere: il Prado di Madrid, essendo io un grande estimatore di Picasso che considero il più grande pittore di tutta
la storia, e il MoMa di New York». Cosa ci riserverà questa stagione da parte tua? Nuovi personaggi? «Come si fa a prescindere da Renzi e dal Papa che già faccio? Direi che con loro in questo momento sono molto attuale e quindi mi concentrerò per farli rendere al meglio nella “mia” versione».
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PERSONAGGI
SABINA
GUZZANTI «L’ITALIA È IN CRISI? VI SPIEGO IL PERCHÉ» di Laura Frigerio
INTERVISTA ALLA REGISTAATTRICE CHE, DOPO IL SUCCESSO ALLA 71A MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, PORTA “LA TRATTATIVA” NELLE SALE
È
una donna coraggiosa Sabina Guzzanti. Il suo dire le cose come stanno, anche attraverso l’ironia e la satira, le hanno sempre portato guai. Eppure continua ad andare avanti per la sua strada ed è per questo che, nonostante sia stata praticamente ‘bandita’ dalla tv, rimane una delle artiste più amate da quegli italiani
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alla perenne ricerca della verità. È a loro (ma non solo) che è dedicato anche il suo ultimo film, La Trattativa, che racconta (con uno stile tutto suo) quegli accordi tra Stato e mafia che hanno portato il nostro paese alla situazione attuale. La pellicola, presentata con successo fuori concorso alla 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriva dal 2 ottobre nelle sale. Come nasce l’idea di realizzare un film su La Trattativa? «Nasce qualche anno fa, durante la lavorazione di Draquila – L’Italia che trema. L’intervista di Ciancimino mi ha fatto
scattare qualcosa e mi ha fatto venire voglia di approfondire l’argomento. È così partita una riflessione politica che è diventata un nuovo film». La struttura del tuo film è inedita, soprattutto per te che hai sempre privilegiato il documentario. Come mai questa scelta? «È frutto di una lunga ricerca. Ho impiegato tanto tempo per scrivere la sceneggiatura con chiavi diverse, poi ho pensato di ispirarmi a Elio Petri (nello specifico al cortometraggio Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli del 1970). Il meccanismo teatrale permette di passare dalla finzione al documenta-
Figlia di Paolo Guzzanti, ex parlamentare di Forza Italia, Sabina è nata a Roma nel 1963.
rio con libertà creativa e anche un pizzico di umorismo. La recitazione è una componente importante in questo film, perché ricordiamo allo spettatore il punto di vista di questo o quel testimone». So che sei rimasta contrariata dal fatto che il Ministero dei beni e delle attività culturali non ti abbia supportato in alcun modo. Te la senti di parlarne? «È uno di quegli episodi con cui si confrontano gli italiani tutti i giorni. La Trattativa doveva essere presentata a Venezia fin dallo scorso anno, ma non avevo i soldi per finirlo e così mi sono rivolta al Ministero, senza però alcun esito positivo. A infastidirmi è stato soprattutto il fatto che al mio film non fosse nemmeno riconosciuto l’interesse culturale, cosa che invece avviene per numerose pellicole italiane, comprese quelle dei Vanzina! È l’ennesimo esempio della sfrontatezza del potere politico italiano, che non rispetta i suoi cittadini che pagano onestamente le tasse (come me)». Immagino che le ricerche per ricostruire con precisione i fatti non siano state una passeggiata... «È stato un lavoro lungo e impegnativo, interrotto e ricominciato più volte. Man mano che andavo avanti nelle ricerche trovavo sempre materiale nuovo e, grazie a Radio Radicale che ha un data base con tutti i processi dell’epoca, ho avuto modo di ascoltarli e questo mi ha aiutato molto anche per capire i meccanismi». Qual è l’obiettivo principale che vuoi raggiungere con il tuo film? «Mettere tutti (anche chi non legge i
giornali) in grado di capire di cosa si tratta, di conoscere i fatti che hanno cambiato il corso della democrazia e avere un’idea, almeno generica, di quali fasce delle istituzioni e della classe dirigente (ancora al comando) è invischiata. Le istituzioni italiane hanno paura della democrazia e quindi si cerca sempre un’altra strada. Qualcuno finge senso di responsabilità, dice di prendere decisioni per il nostro bene ma non è così, se non ci fosse stata la trattativa non saremmo in queste condizioni. Dobbiamo cercare di capire il reale motivo per cui il nostro paese è cambiato così tanto in poco tempo, altrimenti saremo sempre più depressi. D’altra parte il cinema appartiene ad una dimensione collettiva e ha una forza diversa rispetto ad altri mezzi, dà più coraggio che depressione». A Venezia il pubblico (ma anche la
stampa) ha apprezzato molto il tuo lavoro e lo ha applaudito. Te lo aspettavi? Avevi qualche paura o ansia, considerando il fatto che tocchi un nervo scoperto e le polemiche erano già iniziate fin dall’uscita della locandina? «Lo ammetto: ero nella mia camera nervosissima. La settimana prima della presentazione veneziana dicevo fischi per fiaschi, pensavo ad una parola e ne uscita un’altra. Non mi aspettavo gli applausi e nemmeno questa accoglienza, soprattutto da parte dei giornalisti e quindi mi posso ritenere già fortunata». Hai ricevuto qualche intimidazione? «Per il momento no, sono solo successe cose sgradevoli perché lo è anche il periodo storico che stiamo vivendo. Comunque bisogna dire che ho cercato di costruire un film inattaccabile: ho raccontato cose realmente accadute, tutte verificate. Mi sono fatta supportare anche da un giornalista, Giorgio Mottola di Report, che ha scritto un libro proprio sulla trattativa tra Stato e mafia». La Trattativa viene spesso associato a Belluscone di Franco Maresco, anch’esso presentato a Venezia (dove ha ricevuto il premio speciale della giuria della sezione Orizzonti). Secondo te il successo delle vostre pellicole è legato a qualcosa che c’è nell’aria, ad una tendenza precisa? «Li associano, ma in realtà i nostri film sono molto diversi tra di loro, anche perché Maresco non parla di Stato-mafia. Credo che, purtroppo, non ci sia nulla nell’aria in questo periodo e più che seguire una tendenza si è cercato di andare contro».
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GRANDI SFIDE
LA SFIDA DI
ALEX
ZANARDI PRONTO PER L’ENNESIMA IMPRESA
Q
uando Alex Zanardi ha rivelato la sua nuova avventura quasi nessuno ci credeva. Non che non abbia già sorpreso e abituato tutti, amici e ammiratori, a sfide incredibili. Ma questa volta, mettiamola così, si è decisamente superato. Percorrerà la gara di long distance triathlon più impegnativa e prestigiosa del mondo. In poche parole: quattro chilometri a nuoto, centottanta di bici e quaranta a piedi, in totale 224 km di pura fatica. L’impresa, che non a caso si chiama The Ironman Triathlon, si terrà il prossi-
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di Maurizio Fiorino
mo 11 ottobre e si svolge alle Hawai sin dal 1978 impegnando atleti da tutto il mondo. La parola d’ordine finora è una soltanto: non esiste impresa impossibile. «È la mia nuova avventura» dice soddisfatto. Beh, quasi commuove ascoltarlo. Sono passati poco più di dieci anni dal drammatico incidente che gli cambiò la vita e gli amputò le gambe. In tutti questi anni Alex non ha mai smesso di fare sport e di lottare, anzi, non perde occasione per prendersi in giro. «Sono un anarchico, ragiono poco. Di fatto, sono una persona più di gamba che
di testa». Quando gli domando se ha mai fatto quattro chilometri a nuoto e lui risponde di no, aggiunge «tanto non posso mollare. Devo nuotare per forza, se no affondo». Ci vuole tecnica e preparazione, certo, ma soprattutto uno spirito libero che Alex Zanardi certamente possiede. La prima cosa che si nota, incontrandolo, sono le mani dalle dita robuste. E subito dopo il taglio di capelli, all’indietro come un divo di Hollywood. È un uomo elegante e, come ogni sportivo puro, ha in sé il dono della positività, del “tutto è possibile”.
GRANDI SFIDE Pronostici? «Aspiro ad arrivare al traguardo a un minuto sotto le dieci ore. L’ho detto. Adesso fammi toccare ferro, cioè le mie protesi» . Delle tre prove, quale ti sembra più difficile? «Quella del nuoto, ma solo perché sono meno preparato». Nessuna paura? «La gara si svolgerà a Konm nelle Hawaii. Zona di vedove nere e squali. Ma se uno squalo mi vede non mi attacca. Dice: l’hanno già provato e non è buono. Quindi sto tranquillo». E le vedove nere? «Dormo già con la muta dal terrore». Senti Alex, perché lo fai? «Non c’è una risposta. Appena mi hanno proposto di partecipare al mondiale ho accettato all’istante. Sono attratto dalla possibilità di potermi cimentare in qualcosa di nuovo che va oltre la performance sportiva. Non voglio pormi limiti, non me li sono mai posti in vita mia. Perché dovrei iniziare adesso?» Che preparazione ci vuole per affrontare questa maratona? «Innanzitutto c’è da dire che con l’endurance non parto certo da zero. Sono sempre stato attento alla preparazione e alla nutrizione, ma so che tutto è perfettibile. Per affrontare questa avventura, che mi vede al debutto nella multidisciplina, dovrò soprattutto mettere a frutto il lavoro fatto finora. Sono grato a Enervitt, che mi affiancherà in tutta la gara con prodotti appositamente creati per me, e al mio allenatore Francesco Chiappero, sedici anni più giovane. Hai mai sentito che l’atleta è più vecchio di chi lo allena? Lui dice che l’impresa riuscirà a patto che non mi metta a fare il pilota». Sei consapevole che è un’avventura,
questa, che rimarrà nella storia dello sport? «Detta così fa impressione. Ma sì, è vero. Mi hanno anche chiamato dal David Letterman Show e spero di andarci, impegni permettendo. Solo che quando sono libero io, sono impegnati loro. Vediamo se sono disposti a spostare il Matt Damon di turno». Un divo tra i divi. «Non mi sento un divo. Ma sono felice, sì. Faccio la cosa più bella che possa desiderare: fare sport, divertirmi ed essere anche pagato per farlo. E questa è una figata pazzesca. Ma questo non scriverlo» . Oltre allo sport, cosa ti piace fare? «Mi piace scrivere. Una passione che ho scoperto scrivendo la mia autobiografia. Ogni tanto mi gira un concetto in testa e mi piace metterlo giù. È liberatorio». Sei stato e sei ancora pilota, conduttore televisivo, ciclista, scrittore. C’è
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stato un momento in cui ti sei detto: non ce la faccio più? «Una volta ai mondiali di Baie-Comeau nel 2013. Ero stremato e mi sembrava di dover sputare fuori i polmoni. Se avessi seguito il mio istinto mi sarei fermato per piangere, poi mi sono detto: sei arrivato fin qui, non vuoi provarci? Sono rimasto in coda al gruppo, facendomi dare un distacco di quindici metri, dopo di che ho preso più velocità e sul piano, a braccia ferme, ho passato il primo, il secondo, il terzo, il quarto e il quinto. Eravamo in sei. Quando sono arrivato dietro al primo, lui mi ha visto con la coda dell’occhio. Ho sentito che urlava e lì mi è venuta una sensazione indescrivibile. In quegli attimi lì, appena vedi che la tua ruota supera la sua, saltano fuori delle energie che secondo me sarebbero interessanti da studiare. E poi com’è andata a finire? «Sono arrivato primo».
Alex Zanardi, bolognese, classe ‘66, è un pilota, un appassionato sportivo, uno scrittore e un conduttore televisivo. Dopo l’incidente di Formula Cart del 2001, ha comunque continuato la sua attività di sportivo, cimentandosi in sfide sempre più ambiziose. È considerato, universalmente, un esempio di grande tenacia e ottimismo.
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STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI
“ANCH’IO LAVORO”
CONTRO OGNI PREGIUDIZIO di Chiara Mazzei
E
ravamo seduti nella cambusa, la tenda grossa e capiente in cui teniamo il cibo per il campo e tutto il materiale e gli attrezzi, e stavamo sorseggiando un caffé caldo nelle nostre tazze di alluminio. I ragazzi erano sparsi per il campo per godersi l’oretta libera dalle attività. E noi capi prendevamo fiato per qualche minuto. Con noi, privilegiata per poter stare coi capi, Michela, da tutti chiamata Michi
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Miciuzzi. Con il suo sorriso stampato e gli occhietti furbi dietro una montatura di occhiali colorata, parlava solo se interpellata e, di norma, mai a sproposito. La tiriamo in ballo per una questione spinosa: quale dei capi Reparto fosse il più fascinoso. Com’è Angelo? Le chiediamo. Bello, risponde, con un sorriso tra il timido e il malizioso. E Piero? Bello! E Gemi? Gemi... Simpatico! Assolutamente geniale.
Sulla mia strada, ho avuto la fortuna di condividere un po’ di cammino con questa ragazza con la sindrome di Down. E grazie a ciò, sono perfettamente consapevole dell’infinita simpatia, della furbizia e della tenerezza di cui sono capaci ragazze e ragazzi come lei. Sono altrettanto consapevole dell’immenso valore che apportano nei gruppi in cui si inseriscono, dell’allegria contagiosa che donano a chi sta attorno a loro e
della capacità innata di farsi volere un gran bene. La sindrome di Down non è una malattia. Non deve né può essere curata. Questo è un dettaglio che fa la differenza, perché determina un approccio ben preciso alle persone che ne sono affette. Non ci sono medicine da somministrare, non ci si deve aspettare una guarigione e una sparizione dei sintomi. Perchè essere down è una condizione. Come essere biondi o miopi. Una condizione, certamente, che comporta delle limitazioni e delle problematiche, ma che non toglie assolutamente nulla alla persona. Anzi. Chiunque abbia mai avuto a che fare, in qualsiasi contesto, con bambini o adulti con questa sindrome sarà d’accordo con me. Certo è che le famiglie che si trovano ad affrontare questa situazione coi propri figli, a volte del tutto inaspettatamente, devono fare i conti con delle innegabili problematiche e delle esigenze particolari. Devono fare i conti, anche, con una società che spesso non è pronta ad accogliere i propri figli e in cui, pertanto, diventa difficile progettare e costruire un futuro. Contro l’ignoranza di molti e contro il disinteresse dei potenti, in Italia fortunatamente abbiamo numerose associazioni che si prodigano per sensibilizzare l’opinione pubblica e dare sostegno a chi ne ha bisogno. Fa parte di questa categoria AIPD, l’Associazione Italiana Persone Down, nata nel 1979 a Roma, che conta oggi ben 48 sezioni in tutta Italia. AIPD è costituita, dunque, da un centro nazionale che si occupa della sindrome di Down a 360 gradi, come mi ha spiegato Monica Berarducci, psicologa e psicoterapeuta che lavora con AIPD dal 2002. «A livello nazionale, offriamo sostegno a chiunque ne abbia bisogno e organizziamo attività in diversi ambiti, dal supporto scolastico all’inserimento nel mondo del lavoro, sensibilizziamo la società e le istituzioni su chi sono le persone con sindrome di Down e su cosa possono fare. Poi i nostri vari centri a livello locale, in tutta Italia, calano il tutto nel loro contesto passando alla parte pratica». Negli ultimi anni, grazie a questo tipo di lavoro, l’ignoranza generale è stata notevolmente attenuata: oggi, per fortuna, è meno probabile vedere lo stupore ai limiti della stupefazione sui volti di datori di lavoro cui viene proposto l’inserimento di persone Down. «Non
Matteo Froni lavora al Mc Donald’s di Mantova, sua città natale. Il suo inserimento nel gruppo di lavoro è stato un successo.
tutti i Down possono essere inseriti nel mondo del lavoro, ma molti sì, con l’adeguato supporto - spiega la dottoressa Berarducci - Non c’è un tipo di lavoro che si adatta di più di un altro: quello che conta è la buona organizzazione del lavoro. Se ci sono mansioni semplici, ben strutturate fin dall’inizio, e un ruolo chiaro all’interno dell’azienda, l’inserimento va a buon fine». A buon fine, ci verrebbe da dire ottimo più che buono, è andato l’inserimento di Matteo, un ventenne di Mantova che oggi lavora, con grossa gioia di tutti, al Mc Donald’s della sua città. L’azienda,
in questo caso, non ha avuto nessun tipo di problema nell’accogliere nel suo gruppo un ragazzo Down, mostrandosi anzi sensibile e attenta. Laura Tonini, la mamma di Matteo, è oggi Vice Presidente di AIPD Mantova e mi racconta, con emozione e commozione, come suo figlio sia riuscito a costruirsi un futuro perchè, come mi spiega, «finché ha frequentato la scuola tutto era più o meno definito. Ma dopo per un attimo c’è stato il vuoto. C’è chi mi ha detto che Matteo poteva fare giusto il volontario, ma a me non sembra giusto perché mio figlio ha delle competenze ed è corretto
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STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI
che venga retribuito come qualsiasi lavoratore». Matteo, dunque, ha avuto modo di fare un tirocinio di tre mesi presso Mc Donald’s e, da subito, le cose hanno preso una piega assolutamente positiva. «Matteo è un ganzo!» La sua tutor, Patrizia Dario, non ha dubbi e mi racconta, molto fiera e piena di allegria, dell’inserimento del ragazzo nel gruppo di lavoro. «Fin da subito, Matteo si è inserito benissimo tra i colleghi. È molto in gamba, ha un atteggiamento meraviglioso ed è sempre allegro». Matteo è un lavoratore come tutti gli altri: ha le sue mansioni, i compiti da portare a termine, viene ripreso, come tutti, se tarda anche solo di un minuto. Come dice lui stesso, il lavoro gli piace molto, soprattutto stare in cucina e fare i panini, «perché c’è tanto movimento e si sta bene. Invece la cosa che mi piace di meno è trovare i vassoi sporchi sui tavoli. Le persone dovrebbero metterli via insieme a tutti gli altri, invece ogni tanto li trovo nel posto sbagliato». Come dargli torto? Matteo non solo è un gran lavoratore, ma ha portato anche un valore aggiunto molto importante al gruppo di lavoro. Lui si definisce «simpatico e allegro... mi dicono che sono affidabile. Faccio le cose velocemente e senza stare a discutere» (dote abbastanza rara) e Patrizia mi rivela di come ogni volta si stupisca della sua grandissima capacità di coinvolgere
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le persone nella sua vita, raccontando di sé, di portare infinita allegria. «Ogni esperienza per lui è motivo di gioia, una gioia che riesce a trasmettere a tutti... Matteo è stratosferico!». Dopo i mesi di tirocinio, infatti, il giovane mantovano è stato puntualmente assunto. La madre mi racconta come per lei sia stata una sorpresa e una grande felicità, mentre per Matteo nessuno stupore: lui se lo aspettava (giustamente!). «Anche il primo stipendio - continua Laura - è stata una gioia enorme, per il forte significato che ha assunto. Pensare che mio figlio sia arrivato fin qui, mi riempie di soddisfazione e speranza». Pensare che quando Matteo è nato i suoi genitori non sapevano che avesse la sindrome di Down. Si sono trovati, dunque, in una situazione altamente destabilizzante: in prima battuta, hanno cercato soluzioni pratiche, un confronto e un sostegno anche da parte di altre famiglie nella stessa situazione. Proprio da questo incontro, con altre 7 famiglie, Laura ha dato vita alla sede mantovana dell’Associazione, che oggi si è ingrandita e accoglie ben 42 famiglie. Con loro, sono state affrontate poi domande anche più complesse, che vanno oltre le esigenze del primo momento e riguardano la costruzione di un futuro per Matteo e tutti i ragazzi down. «Tutto è possibile per i nostri ragazzi».
Questa frase Laura me la dice con una forza che non si può rendere a parole. Una forza che quasi si tocca e contiene gioia, speranza, positività: un amore infinito. Tutto si può fare e si può fare da soli: l’autonomia è un punto focale su cui il lavoro dell’associazione e delle famiglie verte molto. «Un po’ come lo Scoutismo che insegna ad essere autonomi, a cavarsela da soli - continua la madre di Matteo, che frequenta il gruppo Scout della sua città - così anche in generale deve essere valido questo principio». Il lavoro di AIPD è prezioso. Tra i vari servizi l’Osservatorio Scolastico sull’inclusione ha lo scopo di assicurare un servizio di informazione e consulenza specialistica, sia diretta che telefonica o tramite e-mail, a famiglie, insegnanti e operatori riguardo alle tematiche dell’inclusione scolastica. E per accompagnare gli adulti Down esiste l’Osservatorio sul mondo del lavoro che si pone l’obiettivo di offrire alle Sezioni AIPD sparse sul territorio un sostegno concreto per realizzare esperienze di inserimento lavorativo. A questa operazione si aggiunge un lavoro costante di sensibilizzazione del mondo aziendale e, più in generale, della società su chi sono le persone con sindrome di Down e chi potrebbero essere come lavoratori in azienda. La risposta, del resto, grazie a Matteo già la conosciamo.
UN TELEFONO PER AMICO Con Telefono D ( che risponde al numero 06 3720891) AIPD offre un servizio di consulenza telefonica sulla sindrome di Down. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì (dalle 9.00 alle 18.00 e il venerdì dalle 9.00 alle 15.00) e risponde a richieste che riguardano tutti gli aspetti legati alla sindrome di Down, con particolare attenzione ai temi relativi agli aspetti assistenziali e di tutela (invalidità civile, provvidenze economiche, agevolazioni, legge 104, inserimento lavorativo, tutela).
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È AMORE
the
LOVE story
VERSO
il grande
GIORNO
Per Michelle e Tomaso ora la felicità è completa. Il 10 ottobre le nozze e un altro figlio in arrivo di Irene Spagnuolo
P
erché ci arriviamo un po’ tutti, alle nozze, con Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi. E non è solo questione di gossip. Anzi. Certo i loro nomi fanno clamore e il loro fidanzamento è rimbalzato con insistenza sui giornali, in rete, in tv già dai primi rumors nel 2011. Nomi perfetti per una finestra di costume: Trussardi che l’ha dettato o cavalcato e Hunziker che l’ha attraversato, interpretato, presentato. Ma sull’amore e sui matrimoni da favola si sogna anche volentieri, che sia colpo di fulmine o di genio. A dirla tutta oltre lo sguardo dei paparazzi c’è quello emozionato dei fan e dei romantici e quello sarcastico dei matematici e dei cinici. Che gli occhi, si sa, sono lo specchio dell’anima. I sentimentali sono inclini a credere a ciò che vedono, i razionali a spiegare il motivo di ciò che si affaccia alla loro vista. Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi: sembra la combinazione vincente di un film o di una trasmissione di successo sul piccolo schermo. Ma non siamo su Scherzi a parte e neanche a Paperissima. Qui ci sono loro fuori da ogni ruolo, nella realtà. Che vita, quella del vip. Tomaso appartiene a una famiglia, a un marchio e a un patrimonio che non possono passare inosservati e, “figo” come giustamente lo definisce Michelle, sarebbe l’uomo ideale per un’enorme platea femminile. Michelle, oltre alla notorietà che nell’immaginario collettivo è già roba di grande appeal, ha una bellezza, una simpatia e un sorriso praticamente indiscutibili. E insomma la dura prova del vip è scritta nel destino: se sei attraente in qualche modo devi pagare pegno. Tutti i giorni e in ogni dove sotto la lente di ingrandimento. Nel bene e nel male, rinviati al giudizio del pubblico. Quello di Michelle, innanzitutto. La sua esposizione è elevatissima, anni e anni di moda, programmi televisivi, cinema e teatro vogliono dire riflettori perennemente accesi su qualsiasi scelta, parola, flirt. Perfino su un taglio di capelli o su un vestito. Siamo quindi informatissimi sulla sua storia personale, sui vari amori, sul precedente
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È AMORE
matrimonio (con Eros Ramazzotti), su una triste vicenda di stalking di cui è stata vittima, su un periodo fragile e complicato vissuto proprio dopo la separazione da Ramazzotti e la morte del padre, sulla sua attività sociale con “Doppia Difesa”, associazione di sostegno e assistenza alle donne vittime di violenza. D’altra parte quella di Tomaso non sarebbe stata forse una faccia altrettanto visibile, ma il casato e la posizione non lo avrebbero comunque sottratto all’attenzione generale. Peraltro già le relazioni con Lucia Fabiani, Alessia Ventura, Anna Munafò e la stessa moda, nella quale Trussardi gioca tra i leader, gli facevano frequentare il mondo dello spettacolo e dello star system. E poi la cronaca, dolorosa e prematura: la famiglia di Tomaso è stata pesantemente colpita da due terribili lutti, quello del padre e quello del fratello a soli quattro anni di di-
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stanza l’uno dall’altro. Ecco, a nozze con Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi è il viaggio che ci tocca e ci fa pensare, forse addirittura immedesimare, nei percorsi del tempo e del cuore. Michelle, con una figlia adolescente, Aurora, avuta da Eros Ramazzotti e un passato di relazioni chiacchierate conosce il rampollo di casa Trussardi, più giovane di lei, amministratore delegato del settore produttivo TRS Evolution e figlio di Maria Luisa che, dalla scomparsa del marito, ha guidato con forza e abilità affari e prole. Dato che Michelle Hunziker è decisamente popolare e non è mai stata lontana dall’umano groviglio delle passioni, i maligni hanno scritto di una certa ritrosia della signora Maria Luisa verso la showgirl, quasi avesse preferito una nuora meno in vista, una
figura più sobria o meno desiderata dall’universo maschile. Impossibile negare del tutto le voci che, comunque, sono state superate a ottobre del 2013 dalla nascita di Sole, a suggellare l’amore tra Michelle e Tomaso e ancor più ora, dalla seconda gravidanza di Michelle e dall’annuncio dell’immi-
nente sposalizio. Ma anche superfluo. Ogni mamma ha diritto a certe ansie, a qualche aspettativa e a un’idea di moglie modello per il sangue del proprio sangue. Così come ogni mamma è incline a concedere una prova d’appello, si rasserena davanti alla felicità, comprende che non vi è ragione di temere e allarga le braccia accogliendo i lieti eventi. Su, la caccia agli scheletri nell’armadio dovrebbe esserci venuta a noia. Che è proprio troppo facile e spietato fare le radiografie e la morale ai personaggi pubblici andando a spulciare polverosi reperti di errori, vicissitudini o contraddizioni. La volpe che non arriva all’uva deve smetterla di dire che è acerba. Tra l’altro essere allergici alla felicità altrui non fa bene alla salute e all’umore e non ci regala neanche l’uva. Le chiacchiere caustiche sgonfiano e impoveriscono il bisogno ancestrale al sogno ad occhi aperti. Svoltiamo, poeticamente. Hanno conosciuto pagine difficili, Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi. Per questo, più di tutto, ci andiamo a nozze. Questo matrimonio, appunto, è anche nostro. Di noi che non abbiamo una vita da vip ma facciamo lo zig zag come loro tra gioie e tristezze, tra parentesi che si chiudono e nuove spe-
ranze di amore e futuro. Perché ricchezza, successo e luci della ribalta per i quali più o meno sospiriamo con un pizzico di invidia ci fanno spesso dimenticare il privilegio dell’anonimato e del basso profilo. Quelli che ci tengono fuori dalla ferocia e dalla morbosità e ci fanno essere liberi di amare e lasciare. Le nostre peripezie amorose non finiscono in pasto alla stampa, possiamo baciare il nostro partner o litigarci senza che la tensione erotica o quella emotiva vengano passate al vaglio di milioni di curiosi. Insomma abbiamo una privacy e, forse, qualche via di fuga in più dei nostri adorati vip. E d’altro canto ci è dato scoprire, con qualche sollievo, che abbiamo in comune qualche esperienza brutta, tragici ricordi e, magari, le naturali paturnie. Che, diciamolo, una suocera – la migliore – porta la croce dal dizionario e, volendo guardare bene dentro le cose, è bello sapere che può essere ingombrante pure quando la nuora è di quelle che tutti gli uomini vorrebbero al proprio fianco e alla quale tutte le donne vorrebbero assomigliare. Ammesso che sia vero poi. Già, il gossip chi lo prende più sul serio? Maria Luisa è un’intelligente signora che magari nulla ha eccepito.
C’eravamo tanto amati
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ADESSO
È AMORE
A me che trovo realmente possibili le favole, quelle di lui e lei che vissero felici e contenti tutta la vita, interessa solo tutta quella intesa che Michelle e Tomaso sprizzano da tutti i pori. Il cammino verso la letizia di una famiglia allargata testimoniato dalla tenerezza e dalla confidenza che si intuiscono nel rapporto tra Tomaso e la graziosa Aurora. I primi passi di Sole e la pancia che rivela la creatura in arrivo che, giratela come volete, sono un grandissimo frutto di affetto, complicità, impegno. E, lasciatemelo dire, la gradevole e rassicurante femminilità antica: audace e dolcissima la vocazione di Michelle Hunziker alla maternità. Il fisico sembra restituirle ogni volta di più il favore della natura e su questo è ammesso il delirio di ammirazione universale, signori e signore. Avrà pure la dieta, la palestra, i massaggi ma io intonerei una ola. Chapeau, Michelle. È questo splendore che bisogna paparazzare. Insieme a quello dell’avvenente Tomaso galante e premuroso con la suocera Ineke. È un quadretto languido e patinato che non vi convince fino in fondo? Fatevene una ragione, con leggerezza. Spruzzandoci su, al limite, un po’ di sana ironia. Che Hunziker-Trussardi sul campanello di casa è proprio un passepartout per il benessere in tutti i sensi! Per non farci cedere ad odiose malevolenze e a pettegole insinuazioni tocca a loro una passione sempre brillante e una condotta all’altezza del sentimento e del si che andranno a pronunciare, pena gli strali perpetui dei delusi e dei traditi. A noi, invece, può andare appunto di lusso con un principe o una principessa sconosciuti, lontano dai flash e dai commenti possiamo essere meno impeccabili, non andare troppo d’accordo con la suocera, barcollare pure talvolta. Che le coppie e i loro respiri, famosi o ignoti che siano, sono nati apposta per farci volare con il pensiero, i pruriti, i brividi. E allora possiamo assumere una buona dose di allegria dalla risata contagiosa di una mamma in forma come Michelle al braccio di un “figo” diventato papà affettuoso. Ce n’è per tutti i gusti, per tutte le sta-
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Tomaso, erede di Nicola Trussardi, morto tragicamente in un incidente stradale nel 1999, è l’amministratore delegato dell’azienda di famiglia, marchio famoso del Made in Italy per abiti e pelletteria. Ha anche posato come modello per lo spot di alcuni profumi del suo brand e fra i suoi passati amori figurano quelli con l’ex Meteorina e Schedina a Quelli che il calcio Lucia Fabiani, la modella Anna Munafò e la showgirl Alessia Ventura.
1994 Modella per l’intimo Roberta, Michelle Hunziker (37 anni) diventa famosa per il suo impeccabile “lato B”. Seguono numerosi successi televisivi: Paperissima, Zelig, Scherzi a parte e Striscia la notizia, dietro il cui “bancone” è appena tornata anche quest’anno. 1998 In grande stile e super roman-
tico il matrimonio con il cantante Eros Ramazzotti. Rimarranno sposati fino al 2002. I due avevano già avuto una bambina, Aurora Sophie, nel 1996.
2011 Colpo di fulmine con il bel
Tomaso Trussardi, più giovane di lei di sette anni: Cupido è Vittorio Feltri, amico comune che li fa incontrare. Il 10 ottobre 2013 dal loro amore nasce la piccola Sole. Lo scorso 8 settembre, la showgirl ha annunciato tramite Facebook che lei e Tomaso sono in attesa di un secondo bebè, mentre fra pochi giorni, il 10 ottobre, giorno del primo compleanno di Sole, i due convoleranno a nozze, con rito civile, a Bergamo.
gioni. I grandi appuntamenti d’amore sono la vera Storia. Audience assicurato, più di Striscia la notizia, da citare perché ci sta proprio a pennello. Intanto, in attesa del fatidico giorno, andiamo a nozze con un’idea: che mettere delicatamente il dito tra i battiti delle celebrità non sia spiare morbosamente dal buco della serratura ma allenarsi a un saggio esercizio di riappacificazione con la “normalità”. Fare un balzo intellettuale e di spirito. Nelle dimensioni e nelle dinamiche dell’amore e delle relazioni in buona misura possiamo accorgerci di essere tutti sotto lo stesso cielo. D’accordo, Michelle e Tomaso qualche fortuna che stuzzica l’appetito ce l’hanno ma, se proprio quella è fuori dalla nostra portata, ci resta l’ideale abbuffata di incanto. Non è poco. L’eleganza trussardiana di Tomaso e il viso raggiante di Michelle scrivono un’altra saga del cuore, efficacemente made in Italy perché insomma anche lei, nonostante i natali svizzeri, è ormai emblema italiano. Alla passerella sono abituati e hanno fascino in abbondanza per conquistarci. Oso spingermi oltre. L’incastro tra lo stile della gloriosa maison e la straordinaria vitalità di Michelle può fare magie. Magie, ripeto, non scintille. Gli scettici non sono invitati. Ecco dunque che, al massimo della frivolezza, quella tenera e innocua, possiamo accomodarci al trionfo delle grazie che questo matrimonio elargisce generosamente: accanto ai due protagonisti, alla giovane Aurora, a Sole che compie il primo anno di vita, possiamo bearci delle beltà familiari, da mamma Ineke che ha tutti i tratti di quello che ha donato alla figlia, a mamma Maria Luisa e a Beatrice e Gaia (le sorelle di Tomaso), che incarnano la migliore tradizione di italico charme. E io che faccio un tifo speciale per il brio e la freschezza della meravigliosa Michelle attendo, dopo Striscia la notizia, anche il suo ritorno a Zelig - che festeggia 18 strepitosi anni di comicità - e l’album delle nozze che sfoglierò con una lacrima di solidale e frizzante partecipazione: “Lui è figo ma tu, permettimi, lo batti” (da donna a donna vale doppio).
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se il
MALE DI VIVERE
passa attraverso
Anoressia e bulimia coinvolgono sempre più persone nel nostro Paese. Un fenomeno capace di trascinare in una spirale inarrestabile di malessere e privazioni che spesso passa anche attraverso il web, con siti che istigano proprio a comportamenti alimentari estremi. Un mondo che abbiamo deciso di raccontare attraverso il punto di vista di chi c’è passato e... ne è uscito
U
no: Non essere magri vuol dire non essere attraenti. Due: Essere magri è molto più importante che essere sani. Tre: Devi comprare vestiti giusti, tagliarti i capelli, prendere lassativi, morire di fame, fare qualsiasi cosa per sembrare più magra. Quattro: Non devi mangiare senza sentirti in colpa. Cinque: Non devi mangiare cibo ingrassante senza autopunirti dopo. Sei: Devi contare le calorie e restringere l’assunzione. Sette: Quello che dice la bilancia è la cosa più importante. Otto: Perdere peso è bene, prenderne è male. Nove: Non potrai mai essere troppo magra. Dieci: Essere magra e non mangiare sono simbolo di vera forza, di volon-
tà e successo. Ecco i dieci comandamenti di una religione che si chiama anoressia che ogni anno interessa migliaia di nuove persone in Italia, con una età media che è scesa ai 12 anni. Una vera e propria religione che, ormai, ha anche una sua divinità tutelare: “Ana”, divinità che per la bulimia si chiama, invece, “Mia”. Basta fare un giro in rete per trovare blog che inneggiano a Lei, incitando alla magrezza estrema, alla gioia della leggerezza. Siti che stanno suscitando molte polemiche tanto da spingere anche la politica a interessarsene. A giugno, infatti, è stata depositata una norma che vuole puntare all’introduzione di un nuovo reato, tramite l’articolo 580bis del codice penale, per sanzionare
anche con il carcere chiunque “istighi a pratiche alimentari idonee a provocare anoressia e bulimia”. DI CHI È LA COLPA? Le statistiche parlano di circa 3 milioni di persone che nel nostro Paese soffrono, secondo diversi gradi di gravità, di disordini alimentari. Ma di chi è la colpa di quella che sembra una vera epidemia? Ce lo spiegano coloro che, improvvisamente, non si piacciono più, coloro che, guardandosi allo specchio vedono il proprio corpo grasso, la pelle tesa e, soprattutto, si sentono non adatti. «La moda non c’entra e neanche le immagini che si vedono in tv o sui giornali. Nessuno mi ha mai chiesto di dimagrire, neanche quando facevo la fotomodella.
“STRINGIMI PRIMA CHE ARRIVI LA NOTTE” È il titolo del romanzo pubblicato l’anno scorso da Claudio Volpe, nato dall’incontro casuale con il mondo dei blog legati a “Ana” e “Mia” e tra i primi a parlare delle “dee” dell’anoressia e della bulimia. «Ho conosciuto il fenomeno – racconta – in modo casuale, imbattendomi su Internet nei cosiddetti blog pro Ana. Ho passato mesi interi a leggere i commenti di quanti partecipano a questo fenomeno, commenti che inneggiavano alla propria distruzione, al dominio del proprio corpo e della propria mente, mesi a guardare immagini di donne magrissime, al limite della sopravvivenza. È stato – continua – come calarsi in un mondo buio di cui io non conoscevo nulla. Ragazze, ma anche i ragazzi, che si sentono partecipi di questa filosofia di vita, totalmente proiettati verso il dominio di se stessi, anima e corpo. Sono spesso ragazzi molto intelligenti e sensibili, in grado di percepire i contrasti e i paradossi del nostro mondo. Ed è proprio l’incapacità di accettare e affrontare i paradossi dell’e-
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sistenza, i vuoti che la vita apre dentro di noi, i dolori e le solitudini quotidiane, le difficoltà a relazionarsi con gli altri, la famiglia in primis, che li conduce a sublimare un bisogno fisico in una filosofia in grado di dare risposte, pur sempre dogmatiche, a tanti interrogativi che per loro natura non possono essere razionalizzati».
PERSONAGGI L’INCHIESTA
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IL CIBO di Angela Iantosca
C’entrano i silenzi, la paura di essere invisibile, di non essere all’altezza, di deludere. Di non essere l’orgoglio dei miei. Di essere sempre seconda, nell’ombra. E allora non mangiavo. Per sparire del tutto. O, forse, per farmi vedere per la prima volta davvero, in tutta la mia fragilità, debolezza, impotenza, trasparenza. Per far arrivare il mio grido soffocato. E poi ho cominciato a mangiare di tutto, per colmare quel vuoto che rigettavo fuori insieme a quella quantità enorme di cibo, talmente grande da farmi svenire. Ero grassa, o meglio, pensavo di esserlo, e forse ne sono convinta ancora oggi, nonostante sia “guarita”. Anche se dall’anoressia e dalla bulimia non si guarisce mai del tutto. Ma sono cresciuta. Sono cambiata. Ho imparato ad accettare me stessa e ciò che mamma e papà non mi daranno mai. Ho imparato e ora sto camminando nella vita». È serena Claudia, consapevole delle proprie debolezze, del suo vissuto e di come quella sofferenza l’abbia cambiata, sia interiormente che fisicamente. Perché nessuno te lo dice che non mangiare per anni, nella speranza di raggiungere quel peso ideale che non si può tradurre in un numero ma in una immagine di se stessi, lascia tracce, provoca danni fisici, dolori fortissimi. Problemi intestinali, amenorrea (assenza di mestruazioni), stipsi, astenia (debolezza cronica). E non solo. La pelle si secca e si disidrata, le unghie si indeboliscono, i capelli cadono, il corpo si ricopre di peluria e il colore delle estremità diventa giallastro, il ritmo cardiaco rallenta, diminuisce la pressione arteriosa e la temperatura corporea. Si è stanchi e si ha sempre freddo; si hanno problemi digestivi, si altera la funzionalità renale e ormonale, le ossa si demineralizzano. E se si comincia a mangiare male prima delle mestruazioni, si può verificare addirittura un rallentamento o un arresto della crescita ossea, per cui la statura può essere sensibilmente più bassa rispetto alla media. Nel 5-10% dei casi l’anoressia porta anche alla morte.
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SE L’ANORESSIA VA IN SCENA...
La storia di Mariafrancesca Garritano, ex ballerina della Scala A portare alla ribalta il problema dell’anoressia nel mondo della danza è stata Mariafrancesca Garritano, nota come Marygarret, ballerina solista del Teatro alla Scala di Milano, che nel 2012 decise di denunciare qualcosa che aveva sempre visto e di cui lei stessa era stata vittima, senza rendersene conto. Una denuncia che le è costata la carriera: in seguito alle sue dichiarazioni, alla stesura del libro La verità, vi prego, sulla danza e a un’intervista rilasciata all’Observer, è stata, infatti, licenziata. C’è voluto coraggio a raccontare la verità... «Sto riscontrando ora, visto tutto quello che è successo, che ci è voluto coraggio a farlo. Perché, in realtà, io non ho fatto altro che raccontare la mia esperienza: non pensavo di dire qualcosa di sconvolgente. Non avrei mai immaginato che si potesse arrivare alla negazione del problema: è proprio in questo atteggiamento che si annidano le cause della persistenza del problema stesso». C’è una dieta che eri obbligata a seguire? «Non c’è una dieta che viene imposta. Nelle mie denunce non ho mai detto questo. Nessuno mi ha mai detto cosa mangiare e cosa no. In realtà il cominciare a mangiare sempre meno nasce da una situazione comune, dal vedere le compagne che si comportano così e la magrezza sembra sinonimo di bravura. Nessuno ti impone di seguire un regime alimentare, ma quando senti tutti i giorni proprio in quegli anni delicati del-
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la crescita, gli insegnanti, a scuola, che ti dicono “siete vacche grasse, sei come un raviolo cinese, devi togliere tre dita…”, a te arriva il messaggio che hai un problema con la forma fisica. Quando vedi che intorno a te c’è gente che non mangia e che si confronta dicendo “io sono riuscita a mangiare una mela e uno yogurt in una intera giornata…”, è normale che tu arriverai a fare altrettanto, se non peggio». Cosa ha provocato in te il dimagrimento? «Io ho vissuto questa fase a 16-17 anni. Per un anno e 8 mesi non ho avuto il ciclo, ero dimagrita in maniera impressionante, eppure non sapevo di vivere un disturbo alimentare. Pesavo 43 chili». Sono tutte così? «No, molte ballerine sono magre per costituzione e non hanno bisogno di sottoporsi a diete ferree. Ci sono alcune ragazze che hanno sempre seguito un’alimentazione sana e non hanno mai avuto problemi. La magrezza non corrisponde necessariamente allo star male». Come si affronta la fatica fisica senza nutrimento? «In realtà non sarebbe possibile affrontare sforzi fisici. Ma la caratteristica delle anoressiche è questa: il dimagrimento genera uno stato di onnipotenza che dà forza. Il non mangiare dà questa sensazione di adrenalina. Perché nel dimagrimento riscontri che hai dei benefici che derivano dall’autostima, dai complimenti che ricevi».
UNA SPIRALE INARRESTABILE Una ragazza come tante. La scuola, gli amici, la mamma che lavora in un ospedale e il papà in un’azienda. Niente di particolare finché nella vita di Giulia (la chiameremo così) si intrufola l’anoressia. «Tutti fanno affidamento su di me, perché io sono la più grande. Devo dare l’esempio. Non posso sbagliare. Ma sulle spalle sento un peso. Studio tantissimo e mio papà pretende sempre di più. “Non posso deluderli”, mi ripeto in continuazione. Sono stremata. A volte me lo domando: “Ma mi vedono? Si chiedono come sto? Gli importa veramente di me?”. Forse se morissi potrei vedere davvero chi mi vuole bene». Giulia è carina, ma improvvisamente non lo è più, ai suoi occhi, e comincia a non mangiare, a calcolare le calorie di ogni singolo granello che ingerisce. «Ho 15 anni e frequento il Liceo Artistico in un collegio di suore al Nord. Mi piace studiare. Eppure ad un certo punto mi metto in testa che devo perdere qualche chilo. Non lo so perché, ma una voce mi dice: “Via i carboidrati e i dolci!”. Ma non basta. Via anche la carne. Ma è troppo semplice. Allora via anche il pesce. Non ho un peso ideale da raggiungere. No. So solo che l’immagine riflessa nello specchio non mi piace più. Mi batte il cuore
PERSONAGGI L’INCHIESTA
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IL PARERE DELL’ESPERTO Colloquio con Federico Crisalidi, psicologo e psicoterapeuta È vero che esistono diversi tipi di anoressie? «Ci sono anoressie sintomo, come un lampo in una tempesta, che nascondono in realtà un quadro psicopatologico più grave. Ossia, potrebbero essere il sintomo di qualcos’altro. Per poter “guarire”, dunque, è necessario capire quale sia il reale problema, anche se uno spettro anoressico rimane sempre nella vita. Tu puoi far mangiare una persona, ma uno spettro di mortificazione in lei rimarrà sempre. Cambierà forma, non sarà più patologia, ma ci sarà». Alcune anoressie possono emergere dalle pressioni del gruppo soprattutto negli adolescenti, anche se in tutti i casi c’è sempre la famiglia di mezzo… «L’anoressia può essere determinata da un rapporto conflittuale con la famiglia, in primis con la madre. E perché prima di salire sulla bilancia. Chiudo gli occhi, abbasso la testa e tra i miei piedi vedo la lancetta. Che bello, ho perso 500 grammi in poche ore! Ma è un entusiasmo che dura poco. Posso migliorare. Se voglio, riesco anche a non mangiare nulla per un giorno intero. E quando ho fame e colmo quel vuoto, poi mi sento in colpa». Giulia non se ne rende conto, ma prima arriva a 45 chilogrammi, poi a 40 e non si ferma. A scuola si accorgono che qualcosa non va. A casa sembra che tutti facciano finta di niente. Quando dalla scuola chiamano preoccupati i suoi genitori, la madre dice che la figlia è dimagrita a causa di una influenza. Intanto lei arriva a 37 chili. «Mi ricoverano in ospedale. Non riesco a fare niente, non riesco a studiare, non riesco a lavorare. Non ho più forza. Ma le recupero piano piano. Eppure quella vocina non se ne va e dopo poco tempo torna ad assillarmi. Allora mangio, ma comincio a fare tantissimo sport: vado a correre anche alle 3 di notte, pur di non farmi notare. Fino a quando, su un giornale, leggo un articolo che parla di Pro Ana. È un articolo di denuncia di questi siti che inneggiano alla dea dell’anoressia. Chiudo il giornale di fretta e accendo il mio pc: è una rivelazione! Fi-
si manifesta attraverso il cibo? Proprio perché il primo rapporto tra madre e figlio è alimentare. E proprio quel primo legame l’adolescente vuole recidere, quando entra in crisi: si tratta di una protesta inconscia verso il genitore intrusivo. Ma l’anoressia deriva anche dalla voglia di non crescere». Tante forme per una malattia misteriosa. «È l’unico caso in cui l’essere umano trova una forza così grande da andare avanti, nonostante la mancanza di energie fisiche derivanti dal cibo. Sono persone che, nonostante questo, continuano a condurre una vita perfetta. Ma la forza deriva da un’ansia fortissima che impedisce loro di dormire. Eppure è una forza che ti porta a morire». Per sperare in una guarigione è essenziale lavorare sulle famiglie? «Per me è una regola. Soprattutto quando siamo di fronte ad adolescenti non molto grandi, spesso le famiglie pensano di lavarsi le mani, portandoci i figli. In realtà le sedute non servono a niente se poi il giovane, tornando a casa, trova lo stesso problema che causa la sua anoressia».
nalmente ho trovato la mia famiglia, le mie amiche, delle persone che scrivono quello che io sento». Giulia ricomincia, con più determinazione di prima. Perde peso, ma questa volta c’è un’altra bestia in agguato, la bulimia: mangia, mangia fino a vomitare. E poi, fino a svenire. «Quando mi risveglio credo di soffocare. Allora vomito tutto di nuovo. Chiamo mia madre in ospedale, piango e finalmente le chiedo aiuto. Quando mi ricoverano, incontro una psicologa. E lei cambia il mio modo di vedere le cose.
Lei mi ascolta: “È pesante voler far contenti sempre gli altri, dimenticandosi di sé. Ora basta. Pensa a te. Gli altri dovranno accettare le tue scelte”, mi dice. Ora mi vedo: vedo i miei capelli che hanno perso consistenza, il mio stomaco rovinato, l’amenorrea, le ossa fragili, la faccia gonfia. Ma vedo anche la bellezza che tornerà. Ho solo vent’anni. Non devo essere perfetta a tutti i costi. Sono io. Punto. Così come sono. E mi devo voler bene. So che non è facile guarire e che la malattia è sempre in agguato…
Sono circa 3 milioni le persone che nel nostro Paese soffrono, secondo diversi gradi di gravità, di disordini alimentari. Un’epidemia che va combattuta a partire innanzitutto dalle famiglie.
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PUNTI DI VISTA Ventidue assenze. Fatali. Elencate su un foglio da una bambina di 11 anni e consegnate al papà che, senza pensarci due volte, ha rassegnato le dimissioni. Non è fantascienza ma, se così si può definire, una storia a lieto fine. Raccontata proprio da lui, il manager assente che, sin dal giorno in cui la figlia gli ha presentato il conto, non ha mai smesso di pensare a quel momento. Ma, come buon manager di successo, ha scelto di trovare una soluzione. E così Mohamed El-Erian ha
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lasciato il lavoro, prendendo un portfolio part-time e riuscendo ad aprire un nuovo capitolo della sua vita. Che gli permette di alternarsi con la moglie per svegliare la figlia, prepararle la colazione, portarla a scuola. E programmare anche una vacanza per loro due. La scelta fatta è, senza alcun dubbio, fantastica. Ma l’interrogativo che resta, però, è sempre lo stesso: è sempre necessario arrivare al limite per capire che si sta sbagliando?
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di Massimo Lanari
LA LEZIONE
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ALBANESE
’è un paese che, in un secolo, è passato dal dominio musulmano alla pacifica convivenza tra cristianesimo e islam, per poi passare all’ateismo di Stato. E, infine, a un ritorno alla convivenza, anche se dietro la religione si nasconde il volto indifferente del relativismo e dell’ateismo pratico. Stiamo parlando dell’Albania, il paese scelto da Papa Francesco per la sua visita dello scorso 20 settembre. L’Albania, dunque, è il paese della pacifica convivenza (57% di musulmani, 10% di cristiani cattolici, 7% di cristiani ortodossi) o dell’ateismo (si stima che il 75% della popolazione non sia praticante)? Un modello di civiltà oppure la vittoria postuma di Enver Hoxha, il folle dittatore comunista che voleva fare dell’Albania il primo paese ateo al mondo?
RISPETTO E FIDUCIA
Sembra essere stato questo il dilemma che ha accompagnato Francesco nella sua visita nel paese delle aquile. «Mi rallegro in modo particolare per una felice caratteristica dell’Albania, che va preservata con ogni cura e attenzione: mi riferisco alla
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pacifica convivenza e alla collaborazione tra gli appartenenti a diverse religioni. Il clima di rispetto e fiducia reciproca tra cattolici, ortodossi e musulmani è un bene prezioso per il Paese e acquista un rilievo speciale in questo nostro tempo». Dunque, «nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione!»
LE PERSECUZIONI DI HOXHA
La tolleranza religiosa appartiene al Dna del popolo albanese ed è iscritta nel Kanun, il secolare codice delle consuetudini, vera “costituzione” del paese fin dal Medioevo. Ben prima, quindi, delle persecuzioni antireligiose di Hoxha. «Quando, in nome di un’ideologia, si vuole estromettere Dio dalla società, si finisce per adorare degli idoli, e ben presto l’uomo smarrisce se stesso, la sua dignità è calpestata, i suoi diritti
violati. Voi sapete bene a quali brutalità può condurre la privazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa, e come da tale ferita si generi un’umanità radicalmente impoverita, perché priva di speranza e di riferimenti ideali». La negazione della religione, dunque, non produce tolleranza ma all’opposto impoverimento e intolleranza. Allo stesso tempo, le migliaia di giovani che hanno popolato le strade di Tirana per salutare il Papa testimoniano che il relativismo, qui come altrove, non ha ancora vinto. Questa è la lezione dell’Albania.
L’OMAGGIO AI MARTIRI
Il Papa ha sfilato a Tirana tra le foto dei martiri cristiani uccisi durante la dittatura di Hoxha. Il Papa si è poi commosso quando ha abbracciato Don Ernest Simoni, 87 anni, torturato e imprigionato per 27 anni per il suo rifiuto di staccarsi dalla Chiesa di Roma.
PEDOFILIA, L’ARRESTO DELL’EX ARCIVESCOVO WESOLOWSKI Monsignor Jozef Wesolowski, polacco, ex nunzio apostolico in Africa, Asia Centrale e Repubblica Domenicana nonché ex arcivescovo di Slebte (Irlanda), è stato arrestatolo scorso 23 settembre dalla gendarmeria vaticana. L’accusa, formulata già nel 2013 dalle autorità della Repubblica Dominicana, è pesantissima: pedofilia. Il prelato avrebbe adescato alcuni ragazzini su una spiaggia di Santo Domingo, pagandoli per fare sesso. Richiamato a Roma da Papa Francesco, è stato prima sottoposto a processo canonico, che ha ridotto Wesolowski allo stato laicale; poi è stata la volta della giustizia penale, che ne ha disposto gli arresti domiciliari, seguendo le rigorose disposizioni varate da Papa Francesco in materia.
IL MONDO DI FRANCESCO
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alla SCOPERTA
degli antenati del papa
Alcuni storici locali hanno individuato la casa natale della nonna del pontefice, Maria Gogna. Si troverebbe a Teo, frazione di Cabella Ligure, in provincia di Alessandria E IL PAPA INCONTRA TSIPRAS Un “comunista” in Vaticano? Alexis Tsipras, leader del partito greco di sinistra Syriza, ha incontrato il Papa lo scorso 18 settembre. Il politico greco ha detto di aver parlato «della crisi in Europa dopo la politica di recessione e austerità, abbiamo parlato della guerra globale e della necessità di prendere iniziative di pace, abbiamo parlato dell’immigrazione, abbiamo parlato della necessità di avere in primo piano gli esseri umani e non la speculazione». Il Papa «ha detto che è scandaloso che ci preoccupiamo più delle banche che delle persone». Di certo le posizioni su famiglia, aborto e matrimoni gay non potrebbero essere più distanti. Ma arruolare Papa Francesco tra i contestatori delle politiche di austerity volute dalla signora Merkel non sembra certo fantascienza.
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vete presente quel piccolo lembo di Piemonte che confina con l’Emilia-Romagna? È la Val Borbera, zona ricca di bellezze naturali, un tempo, però, poverissima terra di emigrazione verso le Americhe. Ed è proprio qui che un gruppo di storici locali ha individuato le radici di Papa Francesco. O meglio, della nonna del Pontefice, Maria Gogna, classe 1897. Spulciando gli archivi del Comune e della Diocesi, Giancarlo Libert, Giuseppe De Carlini e Mariangela Bava avrebbero infatti individuato l’indirizzo esatto dove sarebbe nata nonna
Bergoglio: via San Bernardo a Teo, frazione di Cabella Ligure. Gli anziani del paese ne sono sicuri: tutti i Gogna provengono da lì, e anche Danilo Rovegno, proprietario della porzione che gli sta accanto, sostiene di averla acquistata da un tale Domenico Gogna, classe 1890. Di sicuro Maria Gogna – che il parroco registrò come “Gugna” per errore o per una rudimentale latinizzazione del cognome - dovette restare ben poco a Teo. Di lì a poco, infatti, il padre porterà con sé la piccola in Argentina. La quale, nel 1907, sposerà un altro italo-argentino, Francesco Sivori: nel 1911 da Maria
Gogna nacque Regina Sivori, madre di Bergoglio. La piccola portava il nome della bisnonna di Bergoglio, morta proprio nel 1907, anno del matrimonio di Maria. Ora, se gli esiti della ricerca venissero confermati, qualcuno finalmente si ricorderà di questa frazione semidisabitata. Forse verrà apposta una targa, forse qualcuno organizzerà dei sentieri intitolati alle radici di Papa Francesco. Di sicuro se ne ricorderà lo stesso Pontefice: nel 2015 è previsto un viaggio a Torino e Asti. E una tappa a Cabella Ligure e a Teo ci starebbe proprio bene. Da quelle parti ci sperano tutti.
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I PARADOSSI DELLA FEDE
IL SENSO DELLA CROCE IL COMMENTO DI MONSIGNOR GUIDO GALLESE VESCOVO DI ALESSANDRIA
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ivere la sofferenza con speranza e con amore, perché essa conduce alla Resurrezione: è il “paradosso” del cristianesimo. Con questa riflessione inizia la collaborazione con Adesso di monsignor Guido Gallese, vescovo di Alessandria. In occasione della Festa dell’esaltazione della Santa Croce, Papa Francesco ha detto: «Noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza». Non so se porto in me un piccolo ateo, nonostante abbia ricevuto per tre volte il sacramento dell’Ordine, ma in ogni caso mi piace sottolineare la paradossalità di questo genere di frasi. In esse un ateo non riesce a trovare un senso; e un credente, molto spesso, ha paura di cercarlo perché teme che non ci sia. Fatto sta che queste frasi che rimangono un po’ lì, scartate dagli uni e dagli altri,
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mi attirano e mi piace gustarle in tutta la loro paradossalità. In questo caso mi ha colpito molto che Papa Francesco abbia detto che la Croce è cammino verso la Risurrezione e che è la nostra speranza. Forse i nostri fedeli sono troppo assuefatti a questo linguaggio, infatti difficilmente li vedo sobbalzare al sentire cose di questo genere. Un giorno un confratello durante la preghiera dei fedeli, notando che l’assemblea era piuttosto distratta ha detto: «Perché il tetto della chiesa possa ora crollare su di noi qua riuniti, preghiamo...»; e non è mancata una nutrita schiera di persone che hanno risposto «ascoltaci, o Signore!». Torniamo dunque ad esaminare queste frasi “scandalose” in modo consapevole. «La Croce è cammino verso le resurrezione». Ossia: per fortuna che ho questa croce, così risorgo! Magra consolazione, verrebbe da dire. E comunque la risurrezione è un pensiero molto più pallido di quello della morte. E allora? Perché Papa Francesco l’ha detto? «La Croce è la nostra speranza». Questa frase sembra, se possibile, ancora più assurda. Chi mette nell’orizzonte delle proprie speranze una croce? E chi, quando vive una croce, la invoca come speranza? Voi vi immaginate che una persona deportata ad Auschwitz possa dire: «La Croce è la mia unica speran-
za»? Beh, è successo. Lei era un’ebrea convertita al cattolicesimo e fattasi monaca di clausura: Suor Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein. Sul treno che la conduceva ad Auschwitz, dove avrebbe trovato la morte il 9 agosto 1942, scrisse un bigliettino per la priora del convento da cui proveniva con scritto: «O Crux, ave, spes unica», «Ave o Croce, unica speranza!». Il senso di tutto ciò? Come dice il Papa, «noi non esaltiamo una croce qualsiasi, o tutte le croci: esaltiamo la Croce di Gesù, perché in essa si è rivelato al massimo l’amore di Dio per l’umanità». La differenza tra la croce e la Croce (con la C maiuscola) è l’amore. La croce è una tortura, mentre la Croce è un modo di vivere la realtà, anche sfavorevole, con amore. L’amore è ciò che fa vivere l’uomo. Il dolore, il male, la cattiveria lo fanno morire. Ecco perché la risurrezione. Ed ecco perché la speranza: quando sei di fronte all’orrore della cattiveria e alla somma crudeltà di un campo di concentramento, l’unica speranza è amare. È l’unico modo di vivere e di non farsi contaminare da quel luogo terribile. Se ci pensiamo è proprio vero: in questo mondo pieno di male l’unica speranza è l’amore. Paradossale, ma vero. È un augurio per tutti coloro che stanno soffrendo e in particolare per i perseguitati.
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ADESSO
PERSONAGGI NARRATIVA
I colori di DORA di Iris Blu
CAPITOLO X
D
opo tre giorni di influenza, finalmente, si sentiva meglio. Dora si alzò dal letto, fresca e riposata, con in testa un solo pensiero: la pittura. Il dottore le aveva dato una settimana intera di malattia, per riprendersi completamente. E lei aveva cercato di fare del suo meglio per rimettersi in forma. Aveva ancora qualche giorno libero... perché non dipingere? “In fondo, bisogna curare il corpo ma anche l’anima. Anzi, soprattutto l’anima...” Si guardò in giro, la casa per fortuna era pulita, c’era solo un po’ di disordine. Non amava dipingere nel caos, per creare aveva bisogno di pace, ordine e tranquillità. Prima di mettersi all’opera però aveva bisogno di nutrirsi e di fare una bella doccia. Avrebbe dipinto e poi pensato al suo futuro, ai suoi nuovi progetti come artista!
Preparò la sua colazione, come d’abitudine, e poi si fece una lunghissima doccia ristoratrice. “Sto proprio meglio, ci voleva. E adesso, mi metto a dipingere!” Niente l’avrebbe fermata, almeno, così pensava... Sentì il telefono trillare, era un messaggio: “Dora posso passare a trovarti? Tra un’oretta, che dici? Ho bisogno di parlare con un’amica, vera! Sei ancora in malattia? Rosaria.” Non avrebbe voluto rinunciare alla pittura, ma non se la sentiva di dire no alla sua vecchia amica. Probabilmente Biancaneve, come l’aveva soprannominata Sabrina, aveva bisogno di confidarsi. Forse era successo qualcosa con quel suo spasimante virtuale! “Vuoi vedere che... si sono conosciuti e si è presa una cotta?” Immaginò la sua amica in lacrime e con
ESSERE SINCERI, NE VALE SEMPRE LA PENA? SPESSO LA NOSTRA VERITÀ NON RIFLETTE IL VOLTO DI CHI CI STA DI FRONTE. Già si vedeva intenta a vendere quadri su commissione: la sua idea era semplice. Avrebbe aperto un sito e venduto omaggi floreali... dipinti! “Sarà un successone, me lo sento. E forse riuscirò anche ad andarmene da quel posto di lavoro che non amo. Basta telefonate, basta reclami, basta gente arrabbiata... e basta farmi pagare due soldi per essere una macchinetta senz’anima...” Sospirò e stese le braccia nell’intento, probabilmente, di abbracciare un nuovo mondo. Un mondo dove sarebbe stata serena e soddisfatta.
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le valigie in mano, pronta a trasferirsi da lei per aver rotto con Andrea. E i gatti? Ora ne aveva ben tre! “Dora, ma cosa vai a pensare! Vorrà solo sfogarsi. La sera della cena l’ho trovata bene, anche se forse anche lei non è soddisfatta...” Mise da parte i pensieri inutili e iniziò a mettere via le uniche cose che davano alla casa un’aria disordinata: l’asse da stiro e una montagna di vestiti lasciati sul divano. “Beh, l’avrei comunque fatto. E poi Rosaria è una patita dell’ordine. Se la co-
nosco bene, come la conosco, si offrirà per pulire casa perché ero influenzata!” Rispose al messaggio di Rosaria con un semplice “Ti aspetto!” Si fece un altro caffè, lungo e nero, e accese la televisione. Guardò distrattamente un vecchio telefilm anni ’80, una sitcom che una volta la divertiva e che adesso trovava solo noiosa e ripetitiva. Un po’ come la sua vita... “Devo riuscire a cambiare il mio quotidiano, posso farcela. Posso...” Rosaria arrivò puntuale, esattamente un’ora dopo, e Dora l’accolse con del caffè e dei biscotti al cioccolato. “Grazie, vuoi proprio viziarmi! Sono passata per salutarti e parlare un po’. Sono eccitatissima! Ho preso una decisione: voglio mandare in giro le mie canzoni, scriverne di nuove e vedere cosa succede. Continuavo a chiedermi da dove provenisse quella sensazione di insoddisfazione, ho anche dato la colpa ad Andrea, al tempo che dedica al lavoro... al poco tempo che passa con me! Ma non è così, ho capito che sono stata io a rintanarmi in casa per lucidare pavimenti già puliti e... tutto il resto.” Rosaria era euforica, sembrava quasi incontenibile. “Caspita, ti sento molto carica. Probabilmente... eri depressa e non lo sapevi, non credi? Questa idea del canto ti sta dando l’energia per riemergere! Bene, mi sembra fantastico.” “Depressa? Dici?” Rosaria non aveva mai pensato di essere depressa. Si era semplicemente sentita non realizzata, incompleta. E aveva capito che non poteva contare su un legame, anche se stabile e per la vita, per
completarsi. Doveva agire e doveva farlo in totale autonomia. “Non so Dora... forse hai ragione. La cosa importante però è un’altra: mi sento bene, finalmente posso fare una cosa senza dipendere da mio marito. Lui ama arrivare a casa e trovare tutto perfetto, ordinato, pulito, splendente. E lui ama tutto questo perché io gli ho fatto credere che fosse sufficiente per me, che fosse abbastanza per vedermi sempre sorridente, che per me fosse ossigeno. Ma per respirare ho bisogno d’altro, ho bisogno di esprimermi e devo farlo attraverso l’arte. Tu puoi capirmi, lo so... perché fai un lavoro che... non ami.” “Puoi dirlo forte! Non è un segreto! Delle quattro sono l’unica rimasta indietro: voi tre vi siete sistemate, chi un modo e chi in un altro. Sabrina ha una carriera ben avviata, Emilia ha realizzato il suo sogno con il bar e tu sei sposata. Io, solo io... non puoi capire, credimi. Tu hai tutto quel che ti serve, Andrea è un bell’uomo, è ricco, non ti fa mancare nulla. Sei quella che ha avuto la fortuna di trovare tutto pronto, passami il termine...” Dora si rese conto di aver detto qualcosa di troppo e forse qualcosa di sbagliato. Oppure no? “Pronto? La mia è una storia d’amore come tante, con l’aggiunta (non da poco l’ammetto) che lui è un uomo belloccio
e anche benestante. Ma ci sono gli alti e bassi che vivono tutte le altre coppie del mondo! Con quel pronto volevi farmi intendere altro?” Rosaria stringeva la tazza oramai vuota. Ne guardò il fondo e vide un’ombra di caffè muoversi lentamente. Somigliava a un uccello, a una rondine, e in quel momento avrebbe voluto possedere delle ali per volare via, lontano da quell’amica che avrebbe dovuto capirla e che invece l’aveva ferita. “No, volevo solo dire che sei stata fortunata. Tutto qui! Credimi, non volevo offenderti o metterti di cattivo umore. Io mi alzo tutti i giorni, vado a lavorare per poco più di mille euro al mese, ho ambizioni che per mancanza di tempo non sono mai riuscita a coltivare come avrei voluto... ecco, la verità e che non ti capisco completamente: hai sempre avuto il tempo per fare tutto. Hai avuto il tempo di arredare con gusto il tuo appartamento, di occuparti di tuo marito, di prendere in casa tre gatti, di fare meditazione, yoga, di pulire una casa che qualcuno potrebbe riordinare per te... e adesso mi dici di non sentirti realizzata, di aver accantonato le tue aspirazioni. Ma nessuno te l’ha impedito. Per me invece è diverso! Io non ho tempo, non ne ho veramente. Tu, invece, l’hai sempre avuto.” Anche il caffè di Dora era finito, e anche lei guardò il fondo della tazza. Vide un velo di liquido nero prendere le sembianze di un elefante. Lei, sempre premurosa e cordiale, si era comportata in modo brusco? O forse aveva semplicemente espresso la sua sincera opinione? Rosaria rimase in silenzio per qualche secondo. A Dora, però, quel breve lasso di tempo parve interminabile. “Forse non sono riuscita a esprimere realmente quello che provo. Sì, ho un bel matrimonio, una bella casa, passo sempre delle vacanze meravigliose e non ho grandi problemi... ma... mi manca qualcosa. Mi manca sentirmi apprezzata, da me stessa, per qualcosa che solo io so fare. E ho scelto di parlare con te, di questa situazione, perché anche tu sei un’artista. Anche tu hai poco tempo. E anch’io ho avuto poco tempo! Ho avuto
poco spazio per me... ecco, cosa volevo dirti! Grazie per il caffè, era ottimo.” Biancaneve era veramente pallida. Si alzò, lasciando lo sguardo a terra. Dora non ebbe il tempo di fiatare. Rosaria, sulla porta, si fermò, come per dire qualcosa. Aprì la bocca ma non disse nulla. Dora sentì solo un rumore. Quello della porta di casa chiudersi piano. Ma come? La lasciava andare via senza dire niente, senza scusarsi? Avrebbe voluto farlo, avrebbe voluto fermare la sua amica, probabilmente ancora in attesa dell’ascensore o forse di corsa sulle scale... ma non riuscì a muoversi. Aveva solo detto quello che pensava. Cosa aveva fatto di male? Aveva usato un tono pacato per parole dure, risultando forse falsa o caustica? “Anche la parola è arte e oggi non sono stata all’altezza del mio talento...” Già, si sentì priva di talento. Si sentì avvilita, perché avrebbe dovuto aiutare qualcuno che invece aveva finito per ferire. Prese il telefono e chiamò Rosaria. La immaginò tornare indietro per un abbraccio colmo d’affetto. Si sarebbero scusate a vicenda e avrebbero bevuto un altro caffè, questa volta con panna e un pezzo di cioccolato fondente. Rosaria però non rispose. Dora lavò le tazze della colazione e un paio di bicchieri. Poi si mise a dipingere. Disegnò un prato verdissimo, pieno di fili d’erba mossi dal vento. Dipinse un cielo pieno di nubi grigie e cariche di pioggia. Si sentiva triste, si sentiva come il suo nuovo quadro. Trattenne il pianto e andò a sdraiarsi. “Ho bisogno di dormire. E di pensare...” Avrebbe trovato il modo di chiarire, trovato il modo di riconquistare la sua amica. Le avrebbe regalato un quadro, le avrebbe chiesto scusa e parlato nuovamente di ciò che provava e di come vedeva le cose. Essere sinceri, ne vale sempre la pena? Spesso la nostra verità non riflette il volto di chi ci sta di fronte. E l’altro, intimorito, fugge, senza lasciarci l’occasione di capire e vedere cosa avrebbe voluto mostrarci. Dora si addormentò e dormì profondamente per qualche ora. Non sentì il telefono squillare. Sabrina la cercava, voleva dirle una cosa importante, aveva delle ottime notizie per lei. Continua nel prossimo numero...
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LIZ TAYLOR &
Richard Burton di Serena Fogli
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u ed io proveremo che la morte è meno forte dell’amore, tu ed io faremo della morte un ultimo abbraccio, le tue labbra si porteranno via il mio respiro». Una frase che ha fatto la storia del cinema segnando anche l’inizio di una delle storie d’amore più belle e tormentate di cui i rotocalchi abbiano memoria. Elizabeth Taylor e Richard Burton, un amore intenso e drammatico dal primo all’ultimo giorno, una passione così evidente che, guardando le foto d’epoca che ritraggono i due attori insieme, sentiamo ancora risuonare l’eco di un sentimento non ancora sbiadito. Ovunque andassero, le telecamere li seguivano incessantemente per fissare per sempre su pellicola l’immagine di una coppia perfetta, almeno in apparenza. IL PRIMO INCONTRO, UN AMORE AL SAPORE DI CINEMA Sono gli anni ‘60 e a Cinecittà si sta girando uno dei film più costosi di sempre, Cleopatra: un kolossal come non se ne fanno più oggi in cui Richard Burton ed Elizabeth Taylor, nelle parti di Marco Antonio e Cleopatra, recitano la parte di due amanti. Amanti nella finzione cinematografica, i due finiscono per innamorarsi davvero, come nella più bella delle favole. I rumors sul set erano molti, tanto era evidente l’attrazione tra i due. Che sia leggenda o realtà, è ormai passato alla storia l’aneddoto sul bacio di scena tra i due attori che, in realtà, durò
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Un amore burrascoso
Richard Burton, pseudonimo di Richard Walter Jenkins, ed Elizabeth Taylor, entrambi inglesi, si innamorarono sul set di Cleopatra, quando entrambi erano sposati.
molto più del previsto, oltre il classico ciak di chiusura del regista. Entrambi sposati, i due non riescono a nascondere ai paparazzi la loro fulminea passione: li vediamo sfrecciare in stupende macchine cabriolet nella Roma degli anni ‘60, vediamo i costosissimi regali di lui a lei, i fiumi di alcool versati e gli sguardi sognanti che l’una rivolgeva all’altro: i rispettivi consorti apprendono dalle pagine dei rotocalchi dell’amore tra i due, senza poter far nulla per fermare quella che sarebbe diventata una delle più passioni più intense e tormentate mai raccontate. Liz Taylor e Richard Burton, due nomi e una sola persona: ad entrambi bastò poco tempo per capire che quello che avevano tra le mani era un amore troppo grande, così grande da far male. Un amore inizialmente adultero di cui entrambi erano consapevoli, tanto che in seguito Liz Taylor dichiarò: «Sapevo cosa stavo facendo, sapevo che amare Richard era sbagliato, ma non potevo farci niente, era un qualcosa contro cui non potevo combattere». Eppure la loro storia andò avanti e bruciò la sua fiamma, una fiamma che in realtà non si spense mai completamente. DUE VOLTE SPOSI: LE NOZZE GLAMOUR E IL TORMENTO DI UNA COPPIA PERFETTA Si conobbero nel 1963 e si sposarono il marzo dell’anno successivo a Montreal, in Canada, al Ritz-Calrton Hotel: Elizabeth Taylor era già al suo quinto matrimonio e Richard Burton aveva avuto due figli dalla sua precedente moglie. Le nozze furono semplici e Liz Taylor era più bella che mai. Un abito atipico per una sposa raggiante: di giallo vestita, con una creazione di Irene Sharaff, costumista del film Cleopatra, i capelli dell’attrice erano ornati da una corona di giacinti. L’unico vezzo? Una costosissima spilla di smeraldi e diamanti regalatole dal suo ormai sposo. Con il matrimonio, tuttavia, cominciano a emergere le prime incomprensioni, i primi battibecchi, le scenate di gelosia prima e i litigi furibondi poi. Possono due persone amarsi alla follia e, allo stesso tempo, non riuscire a stare insieme per il troppo male che si fanno? Per Elizabeth Taylor e Richard Burton è andata esattamente così. In
una lettera Richard Burton scrive alla sua Liz: «Certamente sai quanto ti amo, certamente sai quanto male ti faccio. Ma il fatto fondamentale, più cattivo, ingiusto, criminoso e innegabile, è che noi non ci comprendiamo mai... viaggiamo su diverse lunghezze d’onda. Tu sei più distante di Venere - il pianeta intendo - e io sono totalmente sordo alla musica delle sfere celesti. Ma una cosa è innegabile. Ti amo e ti amerò per sempre. Torna da me prima che puoi». I due attori si lasciavano e si riprendevano, in un continuo rapporto fatto di conflitti, amore, tensione e passione. Eppure ad un certo punto qualcosa si spezza: siamo nel 1974, Richard Burton ha una relazione extraconiugale e i due annunciano il divorzio. «Forse ci siamo amati troppo, non avrei mai creduto che una cosa del genere potesse essere possibile», dichiarò Elizabeth Taylor quando la notizia si diffuse sui media. Eppure nessuno dei due riusciva a dimenticare l’altro, nonostante i litigi, nonostante i tradimenti, nonostante il divorzio. Dopo essersi incontrati nell’estate del 1975 per discutere di questioni economiche, Liz e Richard si ritrovano l’uno nelle braccia dell’altra. Seguono mesi di passione e
poi un nuovo e inaspettato annuncio ai media: di nuovo innamorati, la coppia d’oro del cinema hollywoodiano decide di convolare a nuove nozze, questa volta celebrate in Botswana. L’amore ritrovato però non riuscirà a cancellare né le vecchie cicatrici né a appianare le nuove divergenze. I mesi successivi al matrimonio sono un inferno ed entrambi ripiombano nel turbine dei litigi e delle incomprensioni passate. Solo dieci mesi dopo aver nuovamente pronunciato il fatidico sì, i due divorziano per la seconda volta, e questa volta per sempre. «Amo Richard con ogni fibra della mia anima, ma non possiamo stare insieme: ci distruggiamo a vicenda»: saranno queste le parole dell’attrice di fronte all’ennesimo fallimento di un amore troppo intenso. Forse i due non smetteranno mai di amarsi, nemmeno quando, improvvisamente, Richard Burton muore a soli 58 anni a causa di un ictus. Elizabeth Taylor fu devastata dalla notizia e il suo cuore andò letteralmente in pezzi: aveva perso per sempre l’amore più grande della sua vita. A separarli, da quel momento in poi, non sarebbero state solo le incomprensioni e l’incapacità di stare uno accanto all’altra, ma il più definitivo degli addii.
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ADESSO
PERSONAGGI LUOGHI
LANGHE
ALLA SCOPERTA DELLE TERRE DEL BAROLO E DEL BARBARESCO, FRA I VINI PIÙ CELEBRI D’ITALIA, DEL PREGIATO TARTUFO BIANCO D’ALBA, DEI FUNGHI, DELLE CASTAGNE, DELLE NOCCIOLE, CHE ALIMENTANO UNA FIORENTE ARTE DEL CIOCCOLATO. FRA ATMOSFERE E PAESAGGI PUNTEGGIATI DI BORGHI E CASTELLI CHE RAGGIUNGONO IL MASSIMO DEL PROPRIO FASCINO CON I COLORI SGARGIANTI DELL’AUTUNNO, NON A CASO RICONOSCIUTI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ DALL’UNESCO
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L’
autunno è forse il periodo più bello per visitare quest’angolo di Piemonte a cavallo tra Cuneo e Asti, capace di offrire suggestioni, sapori, panorami davvero spettacolari, non a caso riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Le Langhe, con le loro colline ricoperte dai vigneti che in questo periodo si infiammano dei colori autunnali, le tortuose stradine panoramiche che conducono a borghi e castelli incantati, la ricchissima enogastronomia, rinomata in tutto il mondo, rendono un viaggio fra queste lande un’esperienza indimenticabile. Queste sono le terre dei più grandi vini italiani, del Barolo e del Barbaresco innanzitutto, del pre-
giato tartufo bianco d’Alba, dei funghi, delle castagne, delle nocciole, che alimentano la fiorente arte del cioccolato e dell’industria (la Ferrero è un’autentica “istituzione” da queste parti) ad esse legata. I gialli, gli aranci, i rossi dei vigneti della Bassa Langa che contrastano col verde brillante dei prati e dei boschi dell’Alta Langa, compongono un mosaico di colori davvero inebriante. E quando la tipica nebbiolina del mattino e della sera comincia a ritirarsi o ad avvolgere le colline e iniziano a scorgersi soltanto i campanili dei borghi e le torri dei castelli che, come per incanto, emergono dalla spessa coltre bianca, la magia è compiuta e quelle atmosfere surreali sono destinate a rimanerti dentro, per sempre.
MAGIE D’AUTUNNO di Vincenzo Petraglia - foto di Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero
ALBA, CITTÀ GOURMET
Alba è la “capitale delle Langhe”, soprannominata anche la “città dalle cento torri”, e rappresenta il punto di partenza ideale per andare alla scoperta del territorio. Il centro storico è un suggestivo intreccio di torri medievali, palazzi liberty, chiese romaniche e una miriade di negozietti di prodotti tipici, ristoranti ed osterie, in cui assaporare le innumerevoli prelibatezze locali. È qui che la Ferrero, il cui indotto dà praticamente lavoro alla stragrande maggioranza degli albesi, ha i suoi stabilimenti e al cioccolato è legata una parte imprescindibile della cittadina. Pasticceri e veri e propri artisti del cioccolato qui danno libero sfogo alla propria creatività... Per cui non privatevi dell’ebbrezza di provare praline e
TERRA DI ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE Principi della tavola sono sicuramente i grandi vini, in particolare Barolo, Barbaresco, Nebbiolo, Barbera d’Alba, Moscato d’Asti, Dolcetto d’Alba, e i tartufi, quello Bianco d’Alba, ma anche tutte le altre varietà di cui, a seconda della stagione, il territorio è ricco. Eccellenti anche le nocciole, in particolare la Nocciola Piemonte Igp, le castagne e i funghi, i formaggi, i salumi e le carni. Fra i gustosi piatti tipici locali, non sono assolutamente da perdere i tajarin all’uovo, gli agnolotti del plin, con sugo d’arrosto o burro e salvia, il brasato al barolo, il fritto misto alla piemontese, la carne
cruda all’Albese, la Bagna Càuda, a base di verdure. Piatti che sono una vera delizia per il palato. Per itinerari organizzati all’insegna del gusto: Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero, 0173/36.25.62, www.tartufoevino.it.
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ADESSO
SULLE ORME DELLA GRANDE LETTERATURA
LUOGHI
Dire Langhe non significa solo colli ricoperti di vigneti. L’area più meridionale del Piemonte nasconde altre meraviglie, meno note forse, ma non per questo meno affascinanti: nell’Alta Langa, gli ordinati filari lasciano il posto a colline verdissime, boschi selvaggi, noccioleti, piccoli borghi in pietra e tanti percorsi trekking di straordinaria bellezza che dalle colline salgono su per le montagne e l’Appennino ligure per poi ridiscendere verso il mare. E proprio l’estrema vicinanza al mare (Savona dista in linea d’aria solo una cinquantina di chilometri), che con i suoi venti raggiunge queste terre, rende i prodotti che vi si coltivano di eccezionale qualità, come la regina della gastronomia dell’Alta Langa, la Nocciola Piemonte Igp, in assoluto la migliore al mondo (lo dimostrano appositi studi fatti) per sapore e qualità organolettiche. Borghi come Cortemilia e Cravanzana sono silenziosi paesini cui conducono strade poco trafficate, ideali per percorsi in bici e per coloro che cercano luoghi del gusto ma anche della tradizione e della cultura. Su queste colline e in borghi quali Castino, Niella Belbo, Bossolasco, San Benedetto Belbo e diversi altri trovarono, infatti, ambientazione molte delle opere di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio. Quest’ultimo in particolare rese l’Alta Langa, con la sua storia e la sua gente, protagonista di alcuni suoi scritti, come, per esempio, “La malora”, indimenticabile nella sua bellezza ed intensità.brullo e pregno di silenzi, si adattano perfettamente.
cioccolatini, che siate amanti dei gusti più tradizionali o di quelli più audaci e particolari, perché ce n’è davvero per tutti i gusti! Ma Alba è celebre nel mondo soprattutto per il suo “diamante grigio”, quello che Gioacchino Rossini, che ne fu grande intenditore, definì “il Mozart dei funghi”: il Tuber magnatum pico, in altre parole il tartufo bianco d’Alba, cui la cittadina dedica ogni anno un’importante fiera (quest’anno si tiene dall’11 ottobre al 16 novembre), che, giunta all’84esi-
ma edizione, richiama intenditori e appassionati, commercianti, ristoratori e chef provenienti da tutto i mondo. Una manifestazione che diventa una vetrina internazionale, oltre che del tartufo, anche di tutte le altre eccellenze enogastronomiche locali, con una serie di eventi di grande appeal. Fra tutti, di grande suggestione, il “Palio degli asini” (domenica 5 ottobre), in cui si sfidano i vari borghi della zona e a cui fa da corollario anche una sfilata in costume per le vie del centro storico: oltre mille figuranti Il duecentesco castello di Grinzane Cavour, sede dell’Enoteca Regionale Piemontese
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©Maurizio Milanesio
danno vita a scene di vita medioevale con nobili dame, cavalieri, armati, popolani e contadini, stendardi, trombe e sbandieratori.
FRA BORGHI E CASTELLI
“Perdersi” nella campagna delle Langhe è una grandissima gioia per gli occhi e il palato. Le dolci colline ricoperte di vigneti e le tortuose strade panoramiche conducono a suggestivi borghi, cascine, castelli, cantine, in cui degustare la straordinaria varietà di grandi vini locali, trattorie, dove assaggiare la ricchissima gastronomia locale, e svariate strutture di charme dedicate anche al benessere, per chi vuole rigenerare corpo e psiche nella tranquillità della campagna. Tra i borghi più caratteristici, c’è Barolo, il paese da cui il “Vino dei re e Re dei vini” trae il nome e che occupa un ruolo centrale nel WiMu, il Museo del Vino, ricavato all’interno dell’antico castello dei Marchesi Falletti. Il percorso espositivo parte dal terzo piano, il più alto, e termina nel seminterrato: un’ideale discesa nelle profondità della cultura del vino con esperienze multisensoriali, giochi di luce, filmati, pannelli multimediali. Vale la pena visitarlo. Come pure,
La splendida tavolozza cromatica composta dai vigneti intorno al Castello di Grinzane-Cavour - ©Mauro Rosso
COME DOVE QUANDO
per chi ama le curiosità, interessante è anche il Museo dei Cavatappi, una collezione con cimeli provenienti da tutto il mondo. Molto graziosi sono anche i borghi di Barbaresco, con la sua inconfondibile torre e l’Enoteca regionale, e Neive, inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia: stretti vicoli acciottolati si arrampicano sul lieve poggio del centro storico, su cui domina la Torre dell’Orologio e da cui si gode una splendida vista sui vigneti circostanti, dove si produce Barbera d’Alba, Barbaresco, Moscato d’Asti e Dolcetto d’Alba. Per una delle viste in assoluto più belle sui colli delle
Langhe vale la pena raggiungere Trezzo Tinella, minuscolo borgo dell’Alta Langa, al confine fra Langhe e Monferrato: salendo in località Boscasso lo scenario di cui si può godere è davvero spettacolare con i picchi innevati delle Alpi che fanno da sfondo, come una sorta di anfiteatro naturale, ai colli punteggiati di campanili e castelli. I castelli, altra magnifica ricchezza di queste terre. Ce ne sono svariati e fra i più suggestivi c’è sicuramente quello di Grinzane-Cavour, che con la sua massiccia sagoma duecentesca si erge fra le distese di vigneti che lo circondano. Oggi ospita l’Enoteca Regionale Piemontese, un ristorante e il Museo del Conte, oltre a essere sede del Premio Letterario “Grinzane Cavour” (che si assegna tutti gli anni a giugno), dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba e della prestigiosa Asta mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, evento benefico che si tiene quest’anno il 9 novembre. Nel borgo che si sviluppa ai suoi piedi il Conte Camillo Benso fu sindaco per 17 anni e forse proprio qui affinò le arti della diplomazia che gli sarebbero in seguito servite per le sorti del Regno. Molto belli anche i castelli di Monticello d’Alba, fondato intorno all’anno Mille e fra i meglio conservati dell’area, di Serralunga d’Alba, eretto nel ‘300, e di Barolo, di cui si diceva poc’anzi. Fortezze che rendono ancora più fiabeschi e carichi di suggestioni i meravigliosi paesaggi delle Langhe.
I RISTORANTI
· Piazza Duomo Piazza Risorgimento 4, Alba 0173/36.61.67 - www.piazzaduomoalba.it · La Vite Turchese via Alba 5, Barolo 366/4.55.67.44 - www.laviteturchese.com · Al Castello via Castello 5, Grinzane Cavour 0173/262172 - www.castellodigrinzane.it
ALBERGHI · Hotel Savona via Roma 1, Alba 0173/44.04.40 - www.hotelsavona.com · B&B Dimora San Sebastiano piazza Vittorio Veneto 9, Neive 0173/67.70.14 o 333/8.99.95.87 www.dimorasansebastiano.com · Agriturismo Rio Sordo Strada Rio Sordo 20, Barbaresco 339/2.13.17.99 - www.agriturismoriosordo.it
GLI EVENTI DA NON PERDERE
· 84ESIMA FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO DI ALBA (11 ottobre-16 novembre). Appuntamento imperdibile per gli amanti del tartufo e delle altre eccellenze locali con molti gli eventi collaterali. · PALIO DEGLI ASINI DI ALBA (5 ottobre). Per un’avvincente sfida tra i borghi della zona e una suggestiva sfilata in costumi medievali.
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UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE ENTE TURISMO ALBA BRA LANGHE E ROERO Piazza Risorgimento 2 - Alba 0173/36.28.07 www.langheroero.it.
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ROMICS
Eventi in SETTIMANA di Chiara Mazzei
te tre città, Formia capofila, Gaeta e Minturno grazie alla collaborazione di oltre 15 associazioni che animeranno 4 concerti, 7 spettacoli teatrali, 3 mostre, 14 incontri. Cuore del festival i cineforum e le lezioni di storia in 9 scuole del territorio tra istituti superiori e scuole medie.
ROMA • 2-5 OTTOBRE
d’inchiesta, giornalismo economico e giornalismo narrativo saranno analizzati sotto diversi punti di vista. A Internazionale a Ferrara si parla anche di diritti e diversità: omosessualità, aborto e violenza sulle donne, e verrà affrontato anche il tema dei diritti degli immigrati. Non mancherà l’attualità italiana, ma soprattutto quella internazionale. Come ogni anno, i protagonisti saranno i giornalisti che collaborano con la rivista, nomi importanti di tutto il mondo. Per info: internazionale.it/festival
FESTIVAL INCANTI
TORINO • 4-11 OTTOBRE
La sedicesima edizione di Romics, Festival internazionale del fumetto, dell’animazione e dei games, vi aspetta alle Fiere di Roma con eventi speciali, incontri con grandi autori, cinema, intrattenimento per tutti i gusti e tutte le età. Il Festival renderà omaggio alle più celebri matite italiane che hanno conquistato il mondo e al grande cinema, con proiezioni speciali e spettacolari preview dei maggiori film in uscita, incontri e costume characters.
FORMIA FESTIVAL #900
FORMIA, GAETA, MINTURNO (LT) • 1-18 OTTOBRE
“Le notti chiare erano tutte un’alba” sarà il titolo di questa prima edizione dedicata alla Grande Guerra in occasione della ricorrenza del suo centenario. Circa 60 eventi che si chiuderanno nella cerimonia finale del Premio Internazionale Vittorio Foa insignito dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Saranno coinvol-
FUNNY’S COCKTAIL & CLUB SET MILANO • 4 OTTOBRE
Salvo Vinci, direttamente dalla scuola di Amici, riproporrà le più belle canzoni dei Queen. Possibilità di cena e dopocena. Per info e prenotazioni: Al Bar - Piazza Città di Lombadia 1, tel. 333260068
FESTIVAL DI INTERNAZIONALE
FERRARA • 3-5 OTTOBRE
Giunto all’ottava edizione, il Festival è diventato uno degli appuntamenti più importanti del panorana culturale italiano. Filo conduttore di questa edizione l’informazione: giornalismo
Nella sua ventunesima edizione Incanti sceglie di raccontare la complessità della contemporaneità. Il Teatro di Figura per eccellenza crocevia di sperimentazione e di ricerca, quest’anno a Incanti interseca danza, video-arte, musica e arti figurative. Il tema del Festival sono le Contaminazioni: di generi e stili, ma anche di realtà culturali vicine e lontane. La Rassegna presenta quest’anno un percorso ricco di novità, spesso in prima italiana, con compagnie provenienti da Italia, Spagna, Germania, Belgio, Giappone e Cile.
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1. I gatti in famiglia 4. Una pietanza in tavola 10. Elemento chimico del gruppo delle terre rare 15. Aria calda e stagnante 16. Regione storica della Sardegna 17. Sono ottimi con i würstel 18. Scrisse di Pantagruel 20. Il Mainardi popolare etologo 21. Il mobile accanto al letto 22. Sostanze organiche grasse 24. Cortina ne è la perla 25. Respiro affannoso 26. Lecce 27. Iniziali di Palazzeschi 28. La Nizza dei francesi 29. La patria di Radames 30. Grande città olandese 31. De Janeiro in Brasile 32. Due fori in faccia 34. Insolita, infrequente 36. Doppie nel gatto 37. La fine delle ferie 38. Il gas della cucina 39. Uomini in divisa 41. Si dice che nobilita 42. Molti vivono a Lugano
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43. Rianima l’intirizzito 44. La liberazione del fermato 46. Ossa delle ginocchia 47. Un settore del supermercato 48. La Pericoli del tennis 50. Consumate dal vento 51. Relativi alla pelle 52. Capoluogo della Puglia
VERTICALI
1. Fu a capo dei cinesi 2. Il difetto... meno detto 3. La Alt attrice e modella 4. Alza la voce in chiesa 5. Timbrare il biglietto in tram 6. Cavalli dal pelame misto 7. C’era il Lescano 8. Azienda Energia e Servizi 9. Sono nel tacco e nella punta 10. Mammifero che depone uova 11. Ripugnante, turpe 12. Animali da soma 13. Andato in poesia 14. Le vocali di pochi 16. L’aggettivo... per l’uomo delle nevi! 17. Maneggiano molte risorse finanziarie 19. Dio egizio di Tebe 20. Sciogliere... un groviglio
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21. Sono conformi all’originale 22. Lega Navale Italiana 23. Non santi ma quasi 24. Il Fo premio Nobel 25. Confortano il benestante 26. Misure di capacità 29. Fenomeno delle vallate 33. Suffisso diminutivo 35. Non li conforta la fede 38. Si contrappone al bonus 39. Gioca il derby con l’Inter 40. Ospita il bottone 41. Lo è il cateto 42. Una... qualunque 43. Batte... al poeta 44. Retorica (abbr.) 45. Fondo per l’Ambiente Italiano 46. A briscola vale quattro 47. Prime lettere in Russo 49. Centro del Perù La Alt attrice e modella
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GIOCHI
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LA PERSONAGGI MACCHINA DEL TEMPO
1969 VIAGGIO A RITROSO FRA MUSICA, CURIOSITÀ E PERSONAGGI di Stefano Fisico
MAN ON THE MOON
Domenica 20 luglio l’uomo sbarca sulla Luna. L’ annuncio da parte del conduttore televisivo Tito Stagno che comunica ai telespettatori che l’Apollo 11 ha toccato il suono lunare alle 22,17, ora italiana. Grande la gioia nel quartier generale della Nasa, e dell’astronauta Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna seguito alla tv da 600 milioni di persone in tutto il mondo.
ROCK AND ROLL BABY!
Venerdì 15 agosto ci fu il Concerto di Woodstock. Tre giorni di rock, cultura hippie ed eccessi. Grandi i nomi del rock che si alternarono sul palco: da Joe Cocker agli Who, passando per un giovanissimo Carlos Santana. La vera star salì sul palco l’ultimo giorno: il chitarrista Jimi Hendrix deliziò il pubblico con due ore di concerto. Il Festival di Woodstock ha rappresentato qualcosa di più di un semplice evento musicale: è stato un fenomeno sociale e di costume che ha segnato una generazione.
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STRAGE DI PIAZZA FONTANA
Venerdì 12 dicembre ricordiamo la strage di Piazza Fontana avvenuta a Milano alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Decenni di inchieste giudiziarie e giornalistiche e sette processi (l’ultimo nel 2005) non saranno sufficienti a trovare mandanti ed esecutori della strage, ma emergeranno con evidenza le responsabilità di gruppi eversivi dell’estrema destra e di ambienti dei servizi segreti italiani e stranieri, animati dallo scopo di instaurare, attraverso gli attentati, uno stato di polizia permanente e rendere instabile la vita democratica del paese.
Benvenuto a...
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1969 nascono: 25 SETTEMBRE
Catherine Zeta-Jones Nata nel Galles meridionale, è a ragione inserita tra le attrici più sexy di Hollywood e tra le donne più belle del mondo. Da adolescente intraprende la carriera di ballerina e prende parte a numerosi musical, grazie ai quali diventa molto popolare a Londra. Dalla danza fa una breve tappa nel mondo della musica, con il singolo For all Time, prima di approdare sul grande schermo in Francia. Il successo al cinema le arride con La maschera di Zorro (1998) ed Entrapment (1999). Il 2003 è l’anno della consacrazione: con il film Chicago si aggiudica l’Oscar come attrice non protagonista. È sposata con Michael Douglas dal 2000.
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Antonio Conte Nato a Lecce, è stato un calciatore di Lecce e Juventus. In tredici stagioni con i bianconeri è sceso in campo 295 volte in serie A, segnando 29 reti. Ha conquistato anche cinque scudetti, una Coppa UEFA (92/93) e una Champions League (95/96). In Nazionale ha collezionato 20 presenze (e segnato due reti), arrivando secondo sia ai Mondiali del 1994 che agli Europei del 2000. Ritiratosi nel 2004 ha finora allenato Arezzo, Bari, Atalanta, Siena e Juventus. Con quest’ultima ha vinto tre campionati consecutivi di serie A e la Supercoppa italiana 2012 e 2013. Oggi allena la Nazionale.
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Beppe Fiorello Da showman ad attore di grido, Beppe Fiorello, fratello del più noto Rosario, è nato a Catania. Dopo una lunga esperienza come tecnico in un villaggio turistico, nel 1994 entra a Radio Deejay, come Fiorellino. Duplice debutto nel 1998, al cinema con L’ultimo capodanno di Marco Risi, in TV con il film Ultimo, al fianco di Raoul Bova. Le sue performance di attore non passano inosservate nemmeno ad Hollywood, dove ottiene una piccola parte in Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella. Nel terzo millennio è l’uomo di punta delle fiction targate Rai, dimostrando di sapersi destreggiare tra personaggi molto vari. Autore, insieme con il fratello di un cortometraggio per i 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2013 veste i panni di Domenico Modugno in Volare e l’anno successivo è protagonista del film L’oro di Scampia, ispirato al libro La mia vita sportiva di Gianni Maddaloni, padre del campione olimpico di judo Pino Maddaloni.
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Jennifer Lopez Con Shakira si contende lo scettro di regina del pop latino, ma per J.Lo parlano gli oltre 75 milioni di dischi venduti. Nata a New York, da genitori portoricani, per lasciarsi alle spalle il contesto urbano di degrado e criminalità in cui è costretta a vivere, studia canto e danza. Una scelta che le spalanca le porte del cinema e poi quelle della musica. Sul set, dopo alcuni ruoli non di grande effetto, nel 1997 sfonda con Selena, in cui interpreta la cantante messicana Selena Quintanilla Pérez (assassinata a 24 anni). La notorietà cresce con Out of Sight (accanto a George Clooney) e Shall We Dance? (con Richard Gere). Nel 1999 pubblica il primo album On the 6, vendendo in totale 8 milioni di copie. Con il secondo, J.Lo (attualmente il suo album più venduto), fa il botto e spopola in tutte le radio del pianeta con il singolo Love Don’t Cost a Thing. Eletta nel 2012 da Forbes Celebrità più potente del mondo, nel 2014 sforna il decimo album A.K.A..
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SALUTE
CRUDO È BELLO MA CON PRUDENZA
Dal sushi alla tartare, il consumo di carne e pesce non cotta comporta qualche rischio. Ecco quindi le precauzioni da utilizzare. Fondamentale, in particolare, la temperatura di conservazione di Massimo Lanari
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alla tartare al sushi, dal carpaccio al crudo barese: il consumo di carne e pesce crudi sta avendo un crescente successo, al ristorante come in cucina, tanto che sui banchi del supermercato sempre più spesso troviamo pietanze crude già condite e pronte per essere consumate. Saranno sicure? E quali sono gli accorgimenti da utilizzare? LA CARNE La vendita di carni crude fresche è sottoposta a una lunga serie di controlli per tutto il percorso, dall’allevamento alla lavorazione, compresa la presenza di un veterinario ufficiale nei macelli. Al momento dell’acquisto, tutto quello che il consumatore può fare è verificare il rispetto delle temperature di conservazione e accertarsi che le carni non presentino ossidazioni, riconoscibili dal colore rosso scuro. Il consumo di carne cruda può comportare pericoli di origine biologica, legati alla presenza di parassiti o batteri. Le malattie più comuni causate da questi organismo sono le cisticercosi, la sarcosporidiosi, la toxoplasmosi e la trichinellosi che causano nell’uomo
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una sintomatologia che va dai banali disturbi digestivi ad altri più gravi. Nel caso dei batteri come salmonella, listeria, escherichia coli ed altri, si può arrivare a forme di epatite, pancreatite e meningite. Parassiti e batteri si moltiplicano più facilmente con le alte temperature della stagione calda: il consumo di carne cruda è quindi sconsigliabile d’estate, proprio quando questa pietanza ci sembra più appetitosa. In ogni caso, è importante non interrompere la catena del freddo durante il trasporto del prodotto; in frigorifero e a tavola, tenete separato tutto ciò che è crudo da tutto ciò che è
cotto, comprese le posate; infine, non riutilizzate mai l’eventuale marinatura utilizzata per la carne cruda. IL PESCE «Abbattuto». È questa la parola chiave da controllare prima di consumare pesce crudo. Se il trancio di pesce è stato «abbattuto» significa che è stato surgelato a -20°C per almeno 24 ore prima della vendita. In assenza di questo procedimento, i rischi sono ancora più numerosi di quelli connessi al consumo della carne: si può rischiare, in particolare, di contrarre l’anisakidosi, l’infezione gastrointestinale causata dalle larve di Anisakis, il parassita del pesce azzurro, anche noto come verme delle aringhe. Attenzione anche alla sindrome sgombride, causata dall’interruzione della catena del freddo nel tonno ma anche nel pesce spada, le acciughe, gli sgombri e le aringhe: i sintomi della presenza di questo batterio – diarrea, vomito, nausea, eritemi al viso, gonfiori – possono essere apparentemente scambiati per un’ “allergia” al pesce. Non è così: si tratta di una patologia leggera causata dalla cattiva conservazione del pesce che può essere tranquillamente curata con degli antistaminici.
PSICO
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COM’È DURA SCEGLIERE In alcuni casi avere troppe possibilità di scelta crea sensazioni negative: sembra quasi di non poter rinunciare a niente. Ecco come non essere vittime di questo meccanismo di Silvia Coldesina PSICOLOGA
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pesso nei negozi, davanti a diverse opzioni relative alla stessa tipologia di merce, magari di fronte a dieci marche differenti del medesimo prodotto, si tende ad andare in crisi, a fermarsi a riflettere più di quanto in realtà si vorrebbe, per riuscire a mettere in atto una scelta. Per non parlare di quanto tale dinamica diventi evidente per molte donne davanti a tante paia di scarpe o borse. Non potendo acquistarle tutte ci si trova inevitabilmente di fronte a una scelta, ed è proprio in questa condizione che si scatenano mille domande nella mente, legate a dubbi e incertezze. In passato tale dinamica di pensiero era completamente sconosciuta: l’assenza di alternative, se da un lato influiva sul benessere privando delle soddisfazioni connesse alle diverse opportunità, dall’altro poneva al riparo dalle tensioni connesse al pensiero rimuginativo legato ai confronti tra le varie opzioni a disposizione. Ne consegue, quindi, che, in realtà, l’aumento delle opportunità di scelta non è stato foriero di un maggiore benessere e alcuni studi recenti dimostrano come sia l’assenza di opzioni che l’eccessiva presenza provochino un
aumento delle sensazioni negative. Ciò avviene perché si attiva una dinamica di confronto tra le opportunità disponibili, il pensiero si focalizza sulle varie caratteristiche di ognuno, rendendo difficile individuare quelle a cui si può rinunciare. Spesso i confronti si attivano anche verso le possibilità non disponibili realmente, ma di cui si conosce l’esistenza per sentito dire da altri, opzioni simili a miraggi, di cui non si è neppure certi che esistano realmente, ma che generano dubbi solo per il fatto di essere stati ipoteticamente presi in considerazione. La scelta, alla fine, diventa quasi un obbligo, del cui risultato, però, non ci si sente mai pienamente soddisfatti, poiché mai perfetto, mai davvero migliore
di tutte le altri realtà. E proprio come le persone di questa nostra epoca, che tendono sempre a sentirsi in difetto nel confronto con gli altri, lo stesso vale per le loro scelte, costantemente non altezza delle altre proposte, con un conseguente sviluppo di vissuti di frustrazione e insoddisfazione. Il grande “dramma” insito nello scegliere non è tanto individuare la soluzione migliore, quanto accettare di rinunciare a tutte le altre: se scelgo una cosa, infatti, significa che non ne scelgo un’altra, che sto rinunciando a un’altra possibilità, accettando di non essere onnipotente ma, al contrario, di dover sottostare al limite che la condizione di scegliere comporta.
INDICAZIONI PER UNA SCELTA CONSAPEVOLE • Per le decisioni legate alla quotidianità, cercare di ridurre le opzioni tra cui scegliere • Concentrarsi sulle caratteristiche positive di ciò che si è scelto, su ciò che ha piuttosto che su ciò che non ha • Ricordarsi che non esiste una scelta perfetta, ma la scelta migliore per sé e per i propri bisogni
PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI AI NOSTRI ESPERTI Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano redazione@edizioniadesso.com Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00
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PERSONAGGI GENITORI E FIGLI
IL RAGAZZO NON SI
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Oggi molti genitori non accettano le valutazioni degli insegnanti sui figli. Ecco alcuni consigli per un comportamento più equilibrato
ome reagisce la famiglia alle valutazioni degli insegnanti riguardo lo studio e il comportamento dei ragazzi a scuola? Non è una questione marginale perché alla base del rendimento scolastico c’è sempre il benessere o il disagio dell’adolescente. Infatti, l’impatto emotivo con la scuola non è insignificante: non rappresenta solo il luogo in cui apprendere nuove competenze, ma è anche e soprattutto uno spazio di incontro con coetanei ed adulti significativi. Le generazioni precedenti tenevano in alta considerazione le valutazioni degli insegnanti: maestri e professori erano considerati figure
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di Federico Crisalidi PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA
esterne alla famiglia e dotate di autorità che indirizzavano i genitori nel crescere i ragazzi. Anzi, un basso rendimento scolastico era vissuto come una vergogna. La disciplina e l’autorità avevano un valore decisamente superiore rispetto ad oggi. I genitori moderni davanti alle parole di un insegnante tipo “suo figlio non si applica, potrebbe fare di più”, si sentono spesso valutati e svalutati come figure genitoriali, sembra quasi che l’antica vergogna torni come un fantasma a cui devono rispondere con forza: “io sono un bravo genitore!”. Ecco allora che valutazioni negative sono spesso mal tollerate: i genitori si arroccano nella difesa dei figli, criti-
cano gli insegnanti, attribuendo loro la responsabilità degli insuccessi dei figli. Gli insegnanti, da parte loro, addossano completamente alla famiglia i problemi dell’alunno. Entrambi smettono di osservare il disagio. I genitori incolpano gli insegnanti di incompetenza o di incapacità di “saper prendere” il proprio figlio. Gli insegnanti dimenticano che i problemi di apprendimento o di comportamento hanno radici psicologiche. Ma dov’è l’adolescente in tutto questo? Io credo che l’atteggiamento più adeguato sia semplicemente domandarsi: cosa posso fare, in base al mio ruolo e alle mie competenze, per aiutare questo ragazzo?
GUIDA PER I GENITORI - Non sentirsi svalutati e valutati come genitori. Gli insegnanti stanno facendo una valutazione sul rendimento scolastico del ragazzo, che certo coinvolge sia aspetti cognitivi che comportamentali e relazionali, ma non si tratta di un giudizio sul suo essere persona o sul vostro essere genitori. - Ascoltare gli inseganti. Svolgono un ruolo centrale in questa fase della crescita, possono diventare per l’adolescente dei punti di riferimento da affiancare a quelli familiari e, anzi, potrà crearsi una proficua collaborazione tra scuola e famiglia per far sentire il ragazzo compreso e sostenuto in una crescita armonica. - Ascoltare i propri figli. Il ragazzo deve sentirsi soggetto attivo e protagonista: spesso accade che sia insegnanti che famiglia smettano di parlare con il ragazzo e inizino a parlare “di” lui. Invece, deve essere sempre centrale l’attenzione e l’ascolto per cosa prova, come si sente e cosa pensa delle valutazioni degli insegnanti.
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ANIMALI
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QUANDO IL GATTO VA A CACCIA Cacciare è un istinto primordiale nei felini: sgridare il tuo micio perché porta a casa le sue prede è sbagliato in quanto sta solo seguendo la sua indole più profonda. di Marta Cerizzi
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felini sono nati per essere predatori infallibili: il gatto possiede un istinto per la caccia che neanche secoli di convivenza con l’uomo e di addomesticamento hanno potuto sopire. I gatti cacciano topi, lucertole e altre piccole prede non perché siano affamati ma per soddisfare i propri istinti primordiali.
efficienza. Un gatto in cerca di cibo è portato a spingersi in nuovi territori di caccia correndo così il rischio di finire nei guai. Viceversa un micio sazio, essendo libero dalla preoccupazione di alimentarsi, tende a cacciare con maggior tenacia e pazienza, concedendosi tutto il tempo necessario per avere la meglio sulla sua preda.
CAPIRE E NON SGRIDARE È sbagliato rimproverare il micio perché ti fa trovare sulla soglia di casa topini o uccellini morti. Allo stesso modo, risulta del tutto inappropriato tentare di sottrargli le prede con violenza: non si può forzare un animale ad andare contro la propria natura. Inoltre, l’abitudine del gatto a omaggiarti con piccole prede non è nient’altro che una dimostrazione d’affetto nei tuoi confronti: credendo che tu non sappia cacciare, ti sta insegnando come fare.
ADDESTRAMENTO MATERNO La maestria dei gatti nella caccia non è tuttavia una dote innata: un micio diventa un buon cacciatore solo se ha avuto l’occasione e il tempo per imparare quest’arte dalla madre, tramite il gioco, tra i due e i sei mesi di vita. Infatti già nei primi mesi di vita si possono osservare dei giochi di caccia nei gattini, che spesso afferrano e mordicchiano la coda della madre. Spesso poi le gatte portano ai loro cuccioli degli animali morti o feriti per fare esercizio: in questo modo gli stanno insegnando i primi rudimenti della caccia.
UN’OPINIONE SBAGLIATA È una credenza errata quella di ritenere un gatto affamato un ottimo cacciatore: un micio che ha fame tende a cacciare con meno pazienza, concentrazione ed
DURANTE LA CACCIA Le tecniche di caccia dei gatti sono basate principalmente sull’appostamento
UN CAMPANELLINO PER FUGGIRE Per impedire al tuo micio di uccidere poveri animaletti indifesi, puoi inserire un campanellino sul suo collare che agirà come una specie di allarme mettendo sull’attenti le prede che così avranno il tempo per fuggire prima che il gatto si avvicini troppo.
TOPINI FINTI È del tutto inutile rimpinzare di cibo il gatto per attenuarne l’istinto predatorio; piuttosto forniscigli tutta una serie di giochi, come i finti topolini, capaci di stimolarlo e stancarlo.
e l’agguato: prima di uccidere la preda la immobilizzano, tenendola ferma con la zampa. Questa tecnica può andare avanti anche per alcune ore ma non deve essere considerata una forma di crudeltà, bensì una tattica per sfiancare la preda e finirla poi con un colpo letale che consiste nel mordere la nuca, rompendo così la colonna vertebrale. Le prede più cacciate dai gatti sono per lo più i piccoli roditori come i topi, ma possono anche essere lucertole, piccoli uccelli, pesci e insetti. Alcune volte i gatti possono anche attaccare ricci, conigli e serpenti.
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CONCORSI CULINARI
Italian Cupcakes ALLA FIERA DEL LEVANTE DI BARI UN CONCORSO DI CREATIVITÀ TUTTO DEDICATO ALLA DOLCEZZA Foto Ricciolo - Bari
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irca 1000 mq destinati al food, un pot-pourri di profumi, dal dolce al salato: si tratta del Levante Cake and Cooking Show, evento che si è svolto a Bari dal 13 al 21 settembre all’interno della nota Fiera del Levante. In occasione della 78esima edizione, infatti, un intero padiglione è stato dedicato non solo al Cake Design e alla pasticceria ma anche alla cucina e alla tavola in generale. In una fiera dalla presenza di pubblico eccezionale e dallo stile che ci piace definire un po’ naif si alternano così all’esposizione di salumi catalani, la vendita di cupcakes al pistacchio, la degustazione di vini locali e ancora tanti eventi e dimostrazioni a cura di grandi chef e pasticcieri che fanno davvero spettacolo. Perla di questo ricco padiglione che attira tutti i visitatori è come sempre l’area del Cake Design. Intravediamo tra
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la folla un cupcake gigante dove si possono acquistare gli omonimi dolcetti ai gusti più assortiti, decine di torte spettacolari e professionisti del settore che si cimentano in una serie di live show assolutamente spettacolari. A tutto questo si aggiungono i corsi e i contest organizzati da Italian Cupcakes, azienda ormai affermata nel settore che ha sede proprio a Bari e che opera a livello nazionale con una rete in Franchising nuova di zecca (www. italiancupcakes.it). Il sorriso che vedete in foto appartiene infatti alla vincitrice del contest della pagina facebook Italian Cupcakes a tema “Pin up girl”, Angela Cassano. Si tratta di una gara tra appassionati della dolce arte che si sono cimentati nella realizzazione di soggetti femminili in stile anni ‘50, interamente fatti di zucchero. Le bellissime pin up hanno prima partecipato ad una fase di selezione sul
web per poi essere esposte direttamente in fiera per tutta la durata dell’evento, attirando gli sguardi dei tanti curiosi e non solo. Tra gli sponsor della competition figurano non solo gli organizzatori, Italian Cupcakes, ma anche Decora, azienda leader del settore e lo stesso Adesso Magazine. A giudicare l’opera d’arte delle concorrenti una giuria tecnica composta da tre membri: Gianpaolo D’incognito in rappresentanza di Italian Cupcakes, Giuseppe Palmisano a rappresentare la categoria dei pasticcieri e Rosa Maria Duenas per la categoria dei Cake Designer. Angela sorride soddisfatta per il verdetto della giuria e anche per gli applausi del pubblico, ma soprattutto porta a casa un bel bottino: un corso certificato PME da frequentare presso la scuola di Cake Design Italian Cupcakes di Bari e una fornitura di prodotti gentilmente concessa da Decora. Se volete seguire le creazioni di Angela visitate la sua pagina facebook: unafettadifelicita’
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
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PERE MADERNASSA
Prodotto con il marchio “Valore al Territorio”, la pera Madernassa è coltivata nel Roero fin dal secolo scorso. Ha avuto origine in un appezzamento della Cascina Gavello della Borgata Madernassa, su una collina esposta a levante tra i comuni di Guarene e Castagnito. La forma del frutto è piriforme, lievemente appiattita all’estremità, di grandezza media. Il colore della buccia è verdastro con sfumature a volte rossastre a volte grigio marrone a seconda del terreno in cui si trova; la sua polpa è compatta e si presta soprattutto alla cottura. Il prodotto non contiene conservanti né zuccheri aggiunti. Per Life i prodotti a marchio “Valore al Territorio” sono molto importanti, in quanto Valore al territorio è un marchio creato dall’Azienda per sostenere la biodiversità. Per questo Life promuove numerose operazioni dedicate alla riqualifica di territori nazionali ed internazionali. Oltre a sostenere i progetti sin dalla fase di analisi iniziale e verificare la qualità dei siti e dei processi produttivi, offre ai coltivatori la possibilità di concretizzare il loro impegno, fatica e passione, impegnandosi a promuovere e distribuire i preziosi frutti risultato di queste “filiere”. “Valore al Territorio” non identifica la semplice selezione di un prodotto ma certifica la qualità dell’intero percorso di un frutto e dell’ambiente in cui si sviluppa. Life collabora con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino con cui si impegna per riqualiflcare i terreni e recuperare le antiche produzioni. Una scelta che nasce dal profondo rispetto per l’ambiente che l’ha vista crescere. Scegliere i prodotti con il marchio “Valore al Territorio” è un modo per partecipare concretamente al progetto Life. Scegliere la qualità significa sostenere la biodiversità e mantenere in vita la varietà di sapori e profumi che solo una natura amata e rispettata è in grado di offrire. Le Pere Madernassa saranno, insieme agli altri prodotti a marchio “Valore al Territorio”, protagoniste al prossimo Salone del Gusto di Torino
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CUCINA CREATIVA
Fichi, che passione Lo sapevate che fanno bene al cuore e che aiutano a controllare il peso?
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onostante i fichi secchi siano disponibili in ogni stagione, non si può resistere al gusto di quelli freschi. Bianchi o neri, i fichi maturano da luglio fino a settembre, anche se alcune varietà europee sono disponibili anche in autunno. Dal dolce al salato, i fichi si sposano bene con molti alimenti. Si possono presentare al naturale, con un accompagnamento di salumi, oppure sotto forma di marmellata. TUTTE LE VIRTÙ Oltre a essere una buona fonte di potassio, che regola la pressione del sangue, nei fichi sono presenti anche molte fibre. Quindi, nonostante siano mediamente calorici – contengono circa 74 calorie ogni 100 grammi – possono aiutare nel controllo del peso, perché stimolano il corretto funzionamento dell’intestino. Altre sostanze presenti in questi frutti sono la vitamina A, il magnesio, il ferro e il calcio, tutti elementi importanti per
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LA SIMBOLOGIA
la bellezza e il benessere della pelle. Anche le foglie hanno delle proprietà interessanti: la loro assunzione può aiutare i diabetici e i pazienti che soffrono di patologie cardiovascolari. SCEGLIERLI E CONSERVARLI I fichi sono molto fragili, per questo al mercato li troverete imperfetti e con qualche ammaccatura. Tuttavia, l’apparenza non vi deve ingannare: a meno che non siano completamente aperti, con la polpa che esce, il loro gusto non vi deluderà. Lo stelo incurvato e la buccia un po’ arricciata indicano una migliore maturazione e un sapore più intenso. Evitate i fichi rattrappiti, quelli con segni di muffa o con un liquido lattiginoso sulla cima. Una volta che li avrete comprati, mangiateli entro uno o due giorni. I fichi, infatti, non durano a lungo e il miglior modo per conservarli è a temperatura ambiente, fuori dal frigo.
Nel corso della storia i riferimenti ai fichi sono molti: si parte da Adamo ed Eva che, dopo aver commesso il peccato originale, coprivano le loro nudità con le foglie dell’albero di fico. Nella Grecia classica questi frutti, considerati delle vere e proprie prelibatezze, erano riservati agli oratori e ai filosofi. I Romani li consideravano frutti sacri perché, stando al mito, la lupa che allattò Romolo e Remo, i fondatori della Città Eterna, lo fece proprio sotto un albero di fico.
Ricette a cura di Cookinglaura blog.alice.tv/cookinglaura
Le ricette N
essun frutto è più versatile dei fichi: sono ottimi sia per i dolci che per il salato. Quelli secchi, poi, sono un’ottima fonte di vitamine concentrate (ma anche di calorie, stia attento chi è a dieta!) e possono essere utilizzati in una torta morbida oppure con un raffinato filetto di maiale, magari aromatizzato con il timo fresco. Approfittatene quando li vedete al mercato perché la loro stagione è breve: all’inizio dell’estate troverete i fioroni, verdi e grandi dal sapore poco dolce, adatti come accompagnamento al prosciutto o al formaggio stagionato. La fine dell’estate invece ci regala i fichi neri, più piccoli e molto zuccherini. Provateli tutti con le ricette di Cookinglaura
FICHI, CHÈVRE E PANCETTA
Ingredienti per 4 persone • 8 fichi neri • 8 fette di caprino cilindrico • 8 fette sottili di pancetta • timo Preriscaldate il forno a 200°. Lavate i fichi e tagliateli in due per il lungo senza sbucciarli. Farciteli con una fettina di formaggio chévre e richiudeteli. Avvolgeteli con una fettina di pancetta e sistemateli sopra una teglia foderata di carta forno. Infornateli per 5 minuti e serviteli caldi come aperitivo.
COMPOSTA DI FICHI E SENAPE Ingredienti per 3 vasetti • 500 gr di fichi fioroni • 180 gr di zucchero semolato • 50 ml di aceto di vino bianco • 2 cucchiaini di sanape in polvere inglese • 1 cucchiaino raso di semi di coriandolo • 1 foglia di alloro
Lavate i fichi e tagliateli a pezzi. Se volete potete lasciare la buccia. In una casseruola media mettete i fichi, unite tutti gli altri ingredienti e fate cuocere a fuoco medio per circa 20 minuti, mescolando e schiacciando con un cucchiaio di legno. Se volete potete passarla al passaverdure, in questo caso aggiungete i semi di coriandolo solo alla fine. Quando la composta si è addensata, versatela bollente in piccoli vasetti sterilizzati per 20 minuti in acqua bollente e fatti asciugare su un canovaccio pulito. Tappateli e posizionateli a testa in giù, in questo modo si sterilizzeranno anche i tappi e si formerà il sottovuoto. Servire la composta con formaggi stagionati e freschi.
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SPESA PERSONAGGI CONSAPEVOLE
ELETTRODOMESTICI,
COME RISPARMIARE
Procedere all’acquisto non è semplice: troppi modelli e tecnologie in continua evoluzione. Qualche consiglio per orientarsi nel mare magnum dei prodotti di Stefano Padoan
È proprio vero: tante volte per spendere meno bisogna spendere meglio. Un acquisto basato solo ed esclusivamente sul prezzo di listino e con entrambe le mani sul portafoglio non è certo una scelta lungimirante. L’unica spesa intelligente è una spesa informata, consapevole e che abbia una visione d’insieme: un occhio al prodotto e uno ai propri bisogni... soprattutto se si tratta di elettrodomestici, articoli complessi dall’alto tasso di tecnologia, perennemente in evoluzione. Per quanto riguarda questo settore di mercato, la differenza tra un buon acquisto e un pessimo affare sta tutta nel saper individuare i prodotti che consumano meno. Da qualche anno verificare i con-
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sumi degli elettrodomestici in vendita è semplicissimo: tutte le etichette sono tenute per legge a riportare i dati relativi al dispendio energetico (acqua e corrente elettrica). Non ci resta che imparare a leggerle: avremo sicuramente sentito parlare delle classi energetiche, quelle lettere che vengono associate ad ogni prodotto e che ne riassumono il grado di efficienza energetica.
energetiche ancora migliori che sono state raggiunte, grazie al progredire della ricerca, dai modelli prodotti negli ultimi anni. Per fare qualche esempio, una lavatrice di classe A+++ in un anno può fa risparmiare fino a 260 euro sulla bolletta. Niente male: qualche decina di euro in più nel prezzo di listino non dovrebbe dunque farci desistere dall’acquisto di un elettrodomestico attento ai consumi.
La scala è decrescente, dalla A verde (livello di consumi più basso) a scendere fino alla G, di colore rosso, che segnala gli elettrodomestici che consumano di più. A queste denominazioni si sono poi aggiunte anche nuove etichette, A+, A++ e A+++, che indicano efficienze
Senza dimenticare che questo gesto sarebbe anche in difesa dell’ambiente, se pensiamo che l’energia utilizzata per il consumo domestico è il 25% di tutta l’energia utilizzata nell’Unione Europea. In questo caso economia è dunque sinonimo di ecologia.
Editing by
Sweet Collection
www.soggetto-oggetto.com
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PERSONAGGI CASA DOLCE CASA
Centrotavola autunnale fai da te Prendete un vaso di vetro trasparente e riempitelo con pigne, ghiande, nocciole e castagne. Poi infilateci dentro dei rami di albicocco o di pesco e posizionate la vostra opera al centro della tavola imbandita. Un’altra idea è quella di utilizzare le foglie: procuratevi dei barattolini di vetro, come quelli per le marmellate, e metteteci dentro delle foglie gialle e rosse, alla fine inserite una candela.
Le piante che colorano l’autunno Avere una casa fiorita anche in questa stagione non è impossibile: basta scegliere le piante giuste. Provate con i ciclamini autunnali (hederifolium), che abbelliranno il vostro balcone con fiori rosa, oppure con la celosia, la cui fioritura inizia in estate ma si protrae per tutto l’autunno. Infine, ci sono i narcisi autunnali di piccole dimensioni e dai petali bianchi.
L’AUTUNNO IN CASA
di Alice Dutto
QUALI SONO I COLORI E I MATERIALI ADATTI PER DARE ALLA CASA UN’ARIA AUTUNNALE? ECCO ALCUNE IDEE E CONSIGLI FACILI DA REALIZZARE
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e giornate si accorciano, le temperature si abbassano e la natura comincia a svestirsi: è arrivato l’autunno. È il momento di rinnovare la casa per intonarla alla stagione appena iniziata. Per raggiungere questo obiettivo non servirà chiamare un architetto d’interni, ma basterà mettere in pratica qualche piccolo accorgimento e la vostra casa avrà uno stile impeccabile.
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IL LUOGO GIUSTO
Rosso scuro, giallo, ocra, arancione: sono queste le tonalità che dovrete utilizzare per rendere le vostre stanze più calde e confortevoli. Per ottenere un effetto ancor più interessante, potete abbinare a queste tinte un tocco di verde acido, che si sposa bene con l’arancione, il giallo e il rosso. Un’altra combinazione ancora più raffinata è quella tra il rosso e il color prugna.
I MATERIALI E I TESSUTI
Legno, lana e cotone grezzo: puntate su questi materiali naturali per una perfetta atmosfera autunnale. Basterà un tappeto, qualche cuscino o una coperta calda e in tinta per trasformare
l’aspetto di una stanza.
DECORAZIONI
Lasciatevi ispirare dalla natura e impreziosite la vostra casa con centrotavola, ghirlande e vasi di fiori e foglie secche, rami intrecciati e pigne da posizionare come oggetti d’arredo sui mobili o da appendere vicino alle finestre.
L’ATMOSFERA
Per dare il tocco finale alla vostra casa d’autunno, posizionate qualche piccola zucca in giro per i vari ambienti e completate il vostro lavoro con delle candele da accendere quando viene sera. L’effetto sarà molto piacevole.
PERSONAGGI BRICONSIGLI
RUGGINE? SI PUÒ SCONFIGGERE I
ADESSO
di Serena Fogli
l tempo e l’incuria posso essere poco clementi con gli oggetti di metallo, soprattutto se vengono lasciati all’aperto. La ruggine è un nemico silenzioso del quale spesso non ci accorgiamo. E così capita che biciclette, tavolini o lucchetti lasciati esposti alle intemperie si ossidino e si ricoprano di questo antiestetico composto. Tuttavia non tutto è perduto! Con i prodotti corretti, una giusta dose di buona volontà e tanto olio di gomito possiamo far tornare i nostri oggetti come nuovi. Prima di agire, però, capiamo con chi abbiamo a che fare: la ruggine è il risultato di un processo al quale sono sottoposti gli oggetti ferrosi in presenza di aria e di acqua. La ruggine corrode i metalli, rendendoli meno resistenti: agire per tempo, quindi, significa salvare un oggetto da probabile rottura. Ecco quindi alcuni metodi, naturali e non per salvare un oggetto arrugginito.
IL CONVERTITORE
Se l’oggetto che dobbiamo salvare è poco arrugginito possiamo affidarci alla chimica, utilizzando un convertitore, ovvero un prodotto specifico usato per stabilizzare l’ossidazione degli oggetti ferrosi, eliminando la ruggine e prevenendone la futura comparsa. Si tratta di un prodotto che può essere acquistato in qualsiasi negozio o catena di bricolage. Prima di tutto si procede spazzolando la ruggine friabile con uno straccio bagnato d’acqua, per poi applicare il convertitore sulle superfici danneggiate con uno spruzzino o un pennello: lascia agire per il tempo indicato sulla confezione ed eventualmente rivernicia le superfici con apposito prodotto.
L’ACETO
In casa sono nascosti moltissimi rimedi antiruggine: uno di questi è l’aceto, che si può utilizzare per gli oggetti di piccole dimensioni. Basta immergere l’oggetto arrugginito nell’aceto bianco e lasciarlo agire per ventiquattro ore. Successivamente strofina il metallo con una paglietta o un foglio di alluminio e il gioco è fatto! E per evitare che la ruggine si formi nuovamente? Presto detto: strofina l’oggetto pulito con una cipolla o ricopri il tutto con la cera d’api. Provare per credere!
IL BICARBONATO DI SODIO
Anche il bicarbonato è ottimo contro la ruggine. È sufficiente preparare una crema morbida composta per il 70% da bicarbonato e per il restante 30% da acqua e procedere a stenderla sull’oggetto da pulire. Dopo averla lasciata agire per qualche minuto si può spazzolare l’oggetto con una spugnetta abrasiva (anche la carta vetrata va bene), così da rimuovere la ruggine. Per evitare che l’oggetto in questione si ossidi nuovamente, si può optare per la verniciatura o l’applicazione di un prodotto antiruggine.
SALE E LIMONE
Il limone, unito all’azione abrasiva del sale, è un ottimo rimedio contro la ruggine. Devi spargere il sale sull’oggetto arrugginito fino a ricoprirne la superficie, per poi strizzarci sopra il succo di limone. Lascia agire per un paio di ore e poi… Strofina! Per farlo utilizza la buccia del limone spremuto ed eliminerai la ruggine senza problemi.
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POLLICE PERSONAGGI VERDE
La subirrigazione
Per irrigare le vostre piante, in vaso o in giardino, provate con le anfore. Il sistema di subirrigazione è molto antico e ancora oggi usato in Cina, Messico, Pakistan e India. Si tratta dell’uso di ampolle di terracotta che vengono sotterrate nel terreno piene d’acqua piovana e chiuse con un tappo di ceramica. Così, l’acqua viene rilasciata gradualmente, sfruttando la porosità della terracotta e lasciando il terreno sempre umido. Un sistema molto efficiente, che permette di risparmiare fino al 70% di acqua.
GUIDA AI PRINCIPIANTI DEL VERDE di Alice Dutto
DAGLI ATTREZZI AI PRIMI PASSI DA FARE, ECCO TUTTO QUELLO CHE SERVE E QUALI SONO GLI ERRORI DA EVITARE PER CHI È ALLE PRIME ARMI CON IL GIARDINAGGIO
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ognate di diventare dei giardinieri provetti, ma non sapete da dove cominciare? Siete ancora nella fase in cui confondete la vanga con il rastrello? Bene, ecco un po’ di consigli da seguire per imparare a coltivare le piante e avere un giardino perfetto!
LA POSIZIONE
Avete a disposizione un giardino, un terrazzo o un balcone? Dove si trova e quanta luce prende durante il giorno? È un luogo riparato dal freddo o esposto a correnti d’aria? Dovete tenere conto di tutti questi elementi per scegliere che tipo di piante comprare e dove posizionarle.
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IL TERRENO
Non tutti i terricci sono uguali: alcuni sono più acidi, altri neutri. Dovrete scegliere quello giusto a seconda delle piante che intendete coltivare e delle temperature in cui vivranno.
GLI ATTREZZI
Ogni giardiniere che si rispetti ha gli attrezzi giusti. La prima cosa di cui dotarsi sono i guanti, per proteggere le mani, poi non può mancare il rastrello, per rimuovere i sassi dal terreno, la forbice per potature, la pala, la vanga, il piccone e la zappa per smuovere il terreno.
COME E QUANDO INNAFFIARE
Ogni pianta ha bisogni diversi, ma in
generale non bisogna inondarle d’acqua. Annaffiatele due, massimo tre volte alla settimana. Se andate via informatevi sulla disponibilità dei vicini a bagnare le vostre piante mentre non ci siete. In alternativa, riempite delle grandi bottiglie d’acqua e capovolgetele nel terreno: in questo modo le piante resisteranno per circa 7-10 giorni.
PROCEDETE CON CALMA
Non pretendete troppo da voi stessi: se vi siete appena buttati nel giardinaggio, andateci piano. Per la prima stagione scegliete delle piante facili da coltivare e cominciate a studiarle. Tenete un libro di appunti dove scrivere cosa succede, i problemi che avete riscontrato e così via.
PERSONAGGI FAI DA TE
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cassette della frutta spazio alla
creatività di Serena Fogli
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iuso creativo significa dare nuova vita a quegli oggetti che, solitamente, vengono buttati in spazzatura. Per esempio possiamo creare lampadari originalissimi con i bicchieri di plastica o divani e tavolini con i bancali in legno. Insomma, il riuso è un modo fantasioso per arredare casa e produrre meno rifiuti, facendo quindi del bene all’ambiente. Oggi vogliamo occuparci in particolare delle classiche cassette in legno, quelle utilizzate al mercato per riporre frutta e verdura. Sai che possono diventare degli ottimi complementi d’arredo? Opportunamente lavorate e decorate sono capaci di dare un tocco di originalità alla nostra casa a costo zero! Andiamo a creare... ...UNA CUCCIA PER IL GATTO Hai bisogno, semplicemente, di due cassette della stessa grandezza, un po’ di vernice del colore che preferisci e qualche fascetta da elettricista. Prima di procedere ad assemblare la cuccia, assicurati di eliminare eventuali schegge o chiodi sporgenti con un
po’ di carta vetrata e un martello, così da evitare che il nostro gatto si faccia male. A questo punto puoi procedere a verniciare le due cassette della tua tonalità preferita, lasciando successivamente asciugare. Dopo di che sovrapponi le due cassette facendo combaciare i manici, in modo da creare il giaciglio nel quale il tuo gatto potrà riposarsi serenamente. Per fissare le due cassette insieme utilizza le fascette da elettricista, così da rendere i due pezzi un unico elemento. Il tocco finale? Posiziona un bel cuscino colorato, in tinta con la tonalità scelta per la cassetta, all’interno della cuccia: il vostro gatto la amerà! ...UNA LIBRERIA Le cassette della frutta possono diventare una bellissima libreria. Ci avevi mai pensato? Un oggetto perfetto per il salotto o, se opportunamente dipinto con tinte super colorate, per la cameretta dei bimbi. Procurati 3 o 6 cassette (dipende da quanto desideri grande la libreria) e, prima di procedere all’assemblaggio, puliscile approfonditamente e vernicia-
le del colore che preferisci, anche con una semplice vernice trasparente. A questo punto hai bisogno di viti corte e staffe, da avvitare sul retro delle cassette, così da unirle una all’altra. Gira la tua fila di cassette sul lato dell’altezza ed ecco pronta una libreria da riempire! Facile no? ...VASI PER IL NOSTRO GIARDINO O IL BALCONE Sia che tu abbia a disposizione un giardino, sia che tu abbia un piccolo balcone, le cassette della frutta sono perfette per dar vita a un piccolo orto domestico. Prima di tutto procurati tante cassette quante i vasi che vuoi realizzare e dipingile del colore che preferisci, con una vernice non tossica e adatta al legno. Dopo averle colorate, procurati un telo microforato, che impedirà alla terra di fuoriuscire dalla cassetta: per fissarlo al legno utilizza una semplice puntatrice. A questo punto non ti resta che riempire il nuovo vaso con del terriccio e procedere a piantare i semi che preferisci: fiori od ortaggi… La scelta è tutta tua!
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OROSCOPO
dal 2 all’8 ottobre
ARIETE
TORO
dal 23/9 al 22/10
dal 21/3 al 20/4
dal 21/4 al 20/5
Comincia un periodo di grande positività in famiglia: potrete godere dell’affetto dei vostri cari che, in questa settimana, si sentiranno in vena di coccolarvi un po’. Potrete, una volta tanto, lasciare il resto del mondo e le sue brutture fuori dalla porta. Siete in forma e circondati da tanto amore, cosa altro potete desiderare?
Questa settimana gli astri vi sorridono, cari Arietini! Vi sentirete particolarmente energici e cercherete di coinvolgere anche chi vi sta intorno. A volte con successo, altre no. Questo non vi impedirà di proseguire nella strada della positività in cui vi siete immessi. Anche i più musoni si faranno contagiare... Ben fatto!
Certe volte è davvero difficile sognare, pressati come siamo dalla quotidianità e dai problemi concreti con cui, volenti o nolenti, dobbiamo fare i conti. Tuttavia, il sogno è l’altra faccia della vita ed anche un’ancora di salvezza in una realtà spesso troppo dura. Dunque, lasciate cadere le zavorre e spiccate il volo.
BILANCIA
denaro
amore
salute
denaro
amore
salute
denaro
amore
salute
GEMELLI
CANCRO
LEONE
dal 21/5 al 21/6
dal 22/6 al 22/7
dal 23/7 al 22/8
Se avete appena recuperato una vecchia idea, cercando di farla diventare progetto concreto, è davvero il momento giusto perché riusciate con successo. L’entusiasmo non vi manca e la capacità organizzativa neppure. Le persone coinvolte vi seguiranno a ruota. E allora, pronti, partenza, via!
Le vostre paure a volte assomigliano più a paranoie. Cercate di non perdere la testa e razionalizzare maggiormente le situazioni. Sentirsi meno con una persona cara, non significa averla persa. Avere qualche problema finanziario, non significa andare in rovina. Calmatevi. Andrà tutto bene.
Il vostro corpo richiede attenzioni: dopo le vancanze non gli avete dedicato le cure che necessitava. Concedetevi un pò di coccole: le donne qualche seduta dall’estetista, rigenerando la pelle; gli uomini possono tornare alle sane abitudine sportive, lasciate un po’ da parte.
denaro
amore
salute
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salute
denaro
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salute
VERGINE
SCORPIONE
dal 23/8 al 22/9
dal 23/10 al 21/11
dal 22/11 al 20/12
Un detto molto saggio dice che il momento più buio è quello prima dell’alba. E così è. Anche se ti sembra di essere nel folto del nero, non devi mai perdere le speranze. Perché le cose trovano sempre la loro strada verso la soluzione. E a ben guardare, hai già tanto di luminoso dentro e fuori di te. Coraggio.
Avete trascurato troppo a lungo un problema di salute che, sebbene non grave, non può essere ignorato a vita. Sconfiggete la pigrizia e fatevi qualche controllo. Scoprirete che con poca fatica il problema potrà essere facilmente superato e vi domanderete: perché non l’ho fatto prima?
Sul lavoro, dovrete affrontare una situazione nuova che si presenta come una sfida. Cercate di affrontarla con coscienza, con entusiasmo ma senza esagerare in spacconaggine. I risultati - assai positivi - non tarderanno ad arrivare.
denaro
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salute
CAPRICORNO
denaro
amore
SAGITTARIO
salute
ACQUARIO
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PESCI
dal 21/12 al 19/1
dal 20/1 al 18/2
dal 19/2 al 20/3
Anche le amicizie, come l’amore, a volte richiedono dei compromessi. Capirsi, accettarsi, a tratti non è per niente facile. Spesso vi sentite di dare molto e non ricevere altrettanto da coloro che considerate amici. Non prendetevela troppo. È la vita.
Avete bisogno di nuovi stimoli. È abbastanza evidente. Cercateli nelle passioni in comune col partner o nei vostri vecchi hobbies, che avete ormai relegato in un cassetto. L’importante è non adagiarsi tra i cuscini del divano. Non fanno per voi.
Dopo tanti sacrifici fatti, al lavoro, in famiglia, in ogni contesto, dovete pensare un po’ a voi stessi. Perché non organizzate un week end romantico o una full immersion nella natura? Vi serve staccare un po’ dal solito tran tran e sgombrare la mente dagli assilli quotidiani.
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