n. 16 ADESSO settimanale

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settimanale di COSTUME E attualità n.16 ANNO I • 03 dicembre 2014 • € 1,50

le tue storie, le tue emozioni

ESTETICA ONCOLOGICA LE STORIE DI CHI AIUTA A SENTIRSI BELLA PER

COMBATTERE LA MALATTIA MICHAEL FASSBENDER

L’UOMO DEI SOGNI SERENA ROSSI DOPO “TALE E QUALE”

VOGLIO UN FIGLIO

SAMANTHA CRISTOFORETTI LA PRIMA ITALIANA

NELLO SPAZIO BALLANDO CON LE STELLE SAMANTA TOGNI: CON GIULIO POTREBBE ESSERE

LA VOLTA BUONA!

Fabio

DE LUIGI io e cristiana insieme siamo

UNA COPPIA INFALLIBILE



EDITORIALE

Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana. Albert Einstein

5 MILIONI DI PERSONE

L’America è un paese strano, grande e molto potente anche se, spesso, su alcuni temi lascia noi europei interdetti, in particolare sulle questioni che hanno a che fare con la gestione della cosa pubblica. Gli Stati Uniti sono un paese di immigrazione e sebbene noi italiani siamo abituati a pensare che l’immigrazione clandestina riguardi solo noi popoli del Mediterraneo, chi ha contatti oltreoceano sa che è un tema caldo sentito e dibattuto. Fa parte delle nostre cronache da troppo tempo questa scia di problemi che non siamo mai stati in grado di affrontare veramente. Un po’ a causa di un’Europa che, obiettivamente, non ci supporta. Sicuramente la politica con le proprie iniziative non ha aiutato. Obama, che in questo momento sta perdendo il controllo di entrambe le camere del Congresso, ha annunciato una rivoluzione su questo tema. Un argomento spinoso e difficile anche per lui, ma indispensabile date

le promesse che sono state fatte durante la campagna elettorale. La sintesi di questo ambizioso piano di riforma prevede la regolarizzazione di 5.000.000 di irregolari (immagino Borghezio in preda a un severo attacco di orticaria) che verranno protetti dai rimpatri forzati e che riceveranno un permesso di soggiorno e di lavoro. Di contro si avrà un inasprimento sulla lotta per la tutela dei confini, escludendo dai benefici delinquenti e terroristi. L’intento è, a mio parere corretto, e sopratutto dannatamente realistico. Aiutare cittadini che non delinquono, facendoli uscire dal buio della clandestinità e usare la mano pesante con delinquenti e gestori di racket umani è un segno di civiltà, umanità e lungimiranza. Chissà che qualcuno nel nostro Paese non tragga ispirazione. Andrea Minoia direzione@edizioniadesso.com

ADESSO



ADESSO SOMMARIO 03 DICEMBRE 2014 · N. 16

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UOMINI DA SOGNO Michael Fassbender, il bello e “cattivo” del cinema

50. LIBRI Tutte le novità

16 FABIO DE LUIGI

L’attore romagnolo, protagonista con Cristiana Capotondi della commedia Soap Opera, a tutto tondo fra cinema e una vita di padre affettuoso e cuoco provetto

24 06. FOTO DELLA SETTIMANA La festa del Buddha 08. FINESTRE SULLA CITTÀ Città al led 09. FATTI DI UN TEMPO Accadeva in questa settimana 10. LA VITA È ADESSO L’Italia solidale vista da Lorella 12. I TUOI DIRITTI Le tabelle millesimali 13. IMPEGNO PER GLI ALTRI Giovani e volontariato: nasce la YoungEr Card 26. PERSONAGGI Enzo Garinei 30. MODA Look & people 36. BELLEZZA La cura del contorno occhi

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BALLANDO CON LE STELLE

Samanta Togni: con Berruti la coppia più bella

38. BEAUTY / NATALE Idee regalo per lei 40. IN ONDA Hotel 6 stelle 42. TV Mara Maionchi

TEATRO

Dirty Dancing La passione in scena 44. PERSONAGGI TV Vincenzo Venuto 46. CINEMA I film in uscita 48. MUSICA Cesare Cremonini

52 ADESSO... È AMORE Felipe e Letizia di Spagna, un amore a prova di scandalo 60. STORIE ED EMOZIONI

Cura estetica e malattia: Spazio Benessere IEO

20 SERENA ROSSI A tu per tu con la vincitrice di Tale e quale show che sogna di diventare mamma e un posto a Sanremo

PAPA FRANCESCO Il mondo del Pontefice fra novità, viaggi e parole di speranza

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ADESSO

SETTIMANALE N. 16 - 03 DICEMBRE 2014, anno I

Direttore Editoriale ANDREA MINOIA direzione@edizioniadesso.com Direttore Responsabile Vincenzo Petraglia vincenzo@edizioniadesso.com Redazione Chiara Mazzei (Cultura e società) chiara@edizioniadesso.com Lorella Cuccarini (Storie di solidarietà)

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Stefano Fisico (Caposervizio musica e spettacolo) fisico@edizioniadesso.com

INCHIESTA Crisi e usura, i dati e le storie di un fenomeno in continua ascesa

Progetto grafico KYTORI s.r.l. www.kytori.com - info@kytori.com

73. PUNTI DI VISTA

Federica Piacenza (Moda) moda@edizioniadesso.com

Grafica ed editing Michele Magistrini (Caposervizio) Sebastian Páez Delvasto Laura Pozzoni

Donne multitasking

Direzione marketing Ciro Montemiglio Ricerca iconografica Carlo Sessa

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© GCTC

CUCINA CREATIVA Spinaci, tra gusto e salute

DONNE D’ITALIA Samantha Cristoforetti

78. NARRATIVA I racconti di Adesso 80. LA MACCHINA DEL TEMPO

93. 94. 95. 96.

86. 88. 90. 91. 92.

FAI DA TE

POLLICE VERDE

Tutto sulla tecnica della talea CASA DOLCE CASA

Rinnovare la cucina con creatività OROSCOPO

1975: viaggio a ritroso fra musica, curiosità e personaggi SPESA CONSAPEVOLE

Pneumatici invernali: guida all’acquisto Italiani popolo di sedentari GENITORI E FIGLI

Quando nostra figlia diventa donna BRICONSIGLI

Decorare con lo stencil

 Vieni a trovarci su Facebook, cerca la pagina Adesso

Concessionaria Pubblicità SO.FIN.COM. S.p.A. Via Bramante 35, 20154 Milano Tel. 02.89.09.66.21 Fax 02.89.09.83.58 info@sofincom.com

Redazione Via Nino Bixio 7, 20129 Milano milano@edizioniadesso.com

SALUTE

AMICI ANIMALI

SO.FIN.COM. S.p.A. Via San Lucio 23, 00165 Roma info@sofincom.com

Agente esclusivo Regione Campania MediaAdv S.r.l. Via A. Panizzi 6, 20146 Milano Tel. 02.43.98.65.31 - 02.45.50.62.59 info@mediaadv.it

Eventi in Italia

Proteggere i pet dal freddo

Hanno collaborato: Manuela Blandino, Lorenzo Bordoni, Viviana Carfì, Marta Cerizzi, Daniela Chessa, Silvia Coldesina, Federico Crisalidi, Alice Dutto, Serena Fogli, Massimo Lanari, Luca Foglia Leveque, Laura Frigerio, Angela Iantosca, Stefano Padoan, Fabio Quinto, Ettore Rizzo, Irene Spagnuolo, Roberta Valentini

Nuova vita ai vecchi asciugamani

82. AGENDA

Foto e illustrazioni Kikapress, Corbis, Fotolia, The Noun Project

89 PSICO Attacchi di panico: conoscerli e affrontarli

Distribuzione per l’Italia SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola 24, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.66.03.01 Copyright 2014 Sofincom S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Stampa Bucarest r.e. uno s.r.l. Settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n.89- 14/03/2014. Una copia: 1,50 euro


Piumini DanesiÂŽ pooq deneÂŽ pensa al vostro benessere partendo dal coprimaterasso. Feather Cloud è una soffice ed accogliente nuvola di piume, creata per cullare i punti d’appoggio del corpo, in particolare modo spalle ed anche. Posto semplicemente tra voi e il vostro materasso, e fissabile comodamente grazie agli elastici angolari, Feather Cloud rilassa i muscoli, favorisce la circolazione sanguigna e regala un sonno rigenerante e ristoratore, liberandovi dallo stress accumulato durante la giornata. Chi ha avuto il piacere di provarlo nelle beauty farm o negli hotel di prima categoria, racconta che basta sdraiarvisi una sola volta per sentirne la mancanza. Investire in un sano riposo migliora la vita.


ADESSO

FOTO DELLA SETTIMANA

UNA FESTA PER IL BUDDHA La nascita, l’illuminazione e la dipartita del Buddha è ciò che si commemora durante il Vesak, la più importante festa buddhista che si celebra tra fine maggio e inizio giugno nel Sud-est asiatico. In questa occasione, le piazze e i templi vengono affollati da migliaia di seguaci.

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ADESSO

FINESTRE SULLA CITTÀ

M’ILLUMINO DI LED Milano come Los Angeles e Oslo: sarà la prima città italiana ad usare la tecnologia che permette ai Comuni di risparmiare sulle bollette

di Massimo Lanari

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ntro agosto 2015 Milano sarà la prima città italiana a passare completamente all’illuminazione pubblica a Led. Bollette meno care, costi di manutenzione abbattuti, rispetto dell’ambiente: la tecnologia a Led piace non solo ai privati cittadini, ma anche agli amministratori delle nostre città. Milano sarà così una delle prime città al mondo, assieme a Los Angeles, Oslo, Copenaghen e Stoccolma, a passare integralmente al Led. Tuttavia, anche nel resto d’Italia qualcosa si sta muovendo: presto arriverà anche Brescia, oltre ad alcune zone di Roma; già oggi buona parte delle strade di Venezia e di Firenze è illuminata a Led; altri programmi di rinnovamento sono stati presentati a Genova, Torino, Napoli e Catania.

IL PIANO MENEGHINO

Nel capoluogo lombardo l’operazione «Milano a Led», secondo Comune e A2A, comporterà per le casse municipali una riduzione delle bollette da 42 a 32 milioni di euro già nel 2015, per poi arrivare a regime a una bolletta di 29 milioni di euro all’anno. Con un risparmio, quindi, del 31%. Costo dell’operazione, 38 milioni di euro. Occorrerà sostituire oltre 140mila punti luce che comporteranno il dimezzamento dei consumi pro capite di energia elettrica, che passeranno dagli 87 Kwh attuali a 42: oltre il 50% in meno, con la conseguente riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera per produrre elettricità. Anche a Roma il sindaco Ignazio Marino, assieme ad Acea, ha annunciato un piano di sostituzione in 12mila vie e piazze di Roma, per un totale di 190mila punti luce e un risparmio previsto di 15 milioni all’anno.

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STRADE BUIE E CRIMINALITÀ

Insomma, sembra andare in soffitta la parte del Piano Cottarelli che prevedeva la riduzione dei punti luce nelle nostre città. Il commissario per la revisione della spesa aveva infatti indicato in 2 miliardi di euro la spesa dei Comuni per l’illuminazione, e aveva indicato come «misure di breve periodo» per ridurre la spesa pubblica «lo spegnimento dell’illuminazione extraurbana, lo spegnimento dell’illuminazione pubblica esterna non necessaria e lo spegnimento dei punti luce nelle aree artigianali e industriali». Cottarelli, poi,

aveva sottolineato l’eccessivo «inquinamento luminoso» delle città italiane. Rispetto al resto d’Europa, l’Italia consuma 107 Kwh per abitante, più del doppio di Germania e Regno Unito e un terzo in più della Francia. Mentre, sempre secondo Cottarelli, «non esiste evidenza empirica di un legame tra intensità della illuminazione stradale e tasso di criminalità». Sarà. Ma Cottarelli avrà mai provato a farsi un giro in una via buia di una delle nostre città? O a parcheggiare la sua auto in un angolo male illuminato? Evidentemente no. Lunga vita ai Led, allora. E non spegnete quei lampioni.


FATTI DI UN TEMPO

ADESSO

ACCADEVA

IN QUESTA SETTIMANA… di Ettore Rizzo

© Bhopal Medical Appeal

MEZZANOTTE E CINQUE A BHOPAL

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A Bhopal, in India, la multinazionale chimica americana Union Carbide aveva costruito uno stabilimento per la produzione di isocianato di metile, una sostanza altamente tossica. Nel 1983 la produzione venne sospesa, in vista della definitiva chiusura: il pericolosissimo isocianato rimase però incustodito, fino alla tragedia. In piena notte, un guasto all’impianto provocò la formazione di una nube tossica che investì in pieno una città di un milione di abitanti. Morirono oltre 20mila persone, ma i contaminati sono centinaia di migliaia in un raggio di 20 km. L’Union Carbide pagò ai sopravvissuti un risarcimento di 470 milioni di dollari, una cifra irrisoria per il danno prodotto. L’area è tuttora contaminata.

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Dopo anni di studi e sperimentazioni sugli animali, il chirurgo sudafricano Christiaan Barnard esegue a Città del Capo il primo trapianto di cuore al mondo. Il paziente è Louis Washkansky, 55 anni; la donatrice una ragazza, Denise Darvall, 25 anni, morta in un incidente stradale. L’intervento, durato 9 ore, riesce, ma il paziente morirà 18 giorni dopo per una polmonite. L’anno dopo ci riprova, trapiantando il cuore di un mulatto in quello di un bianco, fatto non scontato nel Sudafrica dell’apartheid. Il paziente morirà dopo 19 mesi. Al terzo tentativo vivrà altri 12 anni; al quarto addirittura 23. Nel 1985, a Padova, verrà eseguito il primo trapianto in Italia su Ilario Lazzari, scomparso nel 1992.

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«Il navigatore italiano è giunto nel nuovo mondo». Con questo messaggio in codice il presidente americano Franklin Delano Roosevelt viene informato che Enrico Fermi è riuscito a creare in laboratorio il primo reattore nucleare a fissione artificiale al mondo. Fermi aveva iniziato a studiarci su fin dal 1934 quando, a Roma, i «ragazzi di via Panisperna» erano riusciti a inventare una «pistola a neutroni» che rendeva radioattive le sostanze che non lo erano. Poi il gruppo si sciolse a causa delle leggi razziali e Fermi emigrò negli USA (sua moglie era ebrea). La nuova invenzione viene subito accolta con soddisfazione. Siamo in piena seconda guerra mondiale e Fermi fa parte del progetto Manhattan, il cui obiettivo è uno solo: la costruzione della prima bomba atomica.

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© Etienne

Una diga che si sbriciola, centinaia di morti. 40 anni prima del Vajont c’era il Gleno. Nel primo dopoguerra si decise di costruire una diga che sbarrava il torrente Gleno, in Val di Scalve, nel bergamasco. Per costruirla, però, si usò calcina di scarsa qualità al posto del cemento. Risultato, al primo riempimento dell’invaso, la diga crollò miseramente. Sei milioni di metri cubi d’acqua si precipitarono sui paesi del fondovalle, travolgendo Bueggio e Dezzo, fino a investire Darfo. Morirono circa 500 persone. A Darfo arrivò il re Vittorio Emanuele III e Gabriele D’Annunzio. I progettisti furono processati e condannati, ma se la cavarono con pene piuttosto lievi. La solita storia.

IL PRIMO TRAPIANTO DI CUORE

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LA PRIMA REAZIONE NUCLEARE

IL DISASTRO DI GLENO

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ADESSO

INSIEME A TRENTA ORE PER LA VITA

LA VITA È

ADESSO

UNA RIFLESSIONE SULLA CHIRURGIA ESTETICA ONCOLOGICA, UN TIPO DI INTERVENTO MENO CONOSCIUTO MA DAVVERO IMPORTANTE PER RESTITUIRE ALLE PERSONE COLPITE DALLA MALATTIA L’ARMONIA COL PROPRIO CORPO Nonostante il grande periodo di crisi, il settore della medicina estetica non subisce flessioni. Al contrario, è in continua ascesa: segno evidente che gli italiani non sono disponibili a fare rinunce quando si tratta del proprio benessere fisico e psicologico. Desiderio assolutamente legittimo, anche se non tutti i trattamenti producono sempre l’effetto desiderato. Infatti, spesso, ci ritroviamo a criticare sui giornali i volti di numerosi personaggi famosi trasformati - più che dal tempo dagli interventi chirurgici. Esiste però una medicina estetica che non è mai eccessiva: quella oncologica. Ne avete mai sentito parlare? In questi anni di impegno a fianco di associazioni come la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori o l’Associazione Italiana contro le Leucemie, ho potuto conoscere da vicino tante donne colpite dalla malattia: donne trasformate, toccate nel profondo, a volte “devastate”. Penso a quelle che hanno dovuto subire una menomazione provocata dall’asportazione di un seno o a quelle che hanno perso la speranza di diventare madri, dopo un’isterectomia totale. Questi alcuni dei casi più gravi, ma anche quando gli interventi non sono così invasivi, i danni prodotti dalla radio e dalla chemioterapia possono essere altamente invalidanti. Tra i più frequenti: la caduta dei capelli e sopracciglia, cicatrici, gonfiori, infiammazioni, macchie della pelle. Tutti effetti collaterali destinati a scomparire, che però indeboliscono ulte-

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INSIEME A TRENTA ORE PER LA VITA

riormente la sfera psicologica di una persona, in particolare di una donna. Fino a qualche anno fa, una paziente era esclusivamente accompagnata dal personale medico, focalizzato soprattutto sulla patologia e non sui cambiamenti - anche transitori – che un tumore può produrre. Oggi, è possibile contare anche su una serie di professioniste che hanno le competenze tecnico-scientifiche per sostenere una donna in terapia oncologica e darle benessere fisico e psicologico. Molte di queste sono state formate attraverso i corsi dell’Associazione Professionale di Estetica Oncologica, nata un anno fa all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, fondato dal prof. Umberto Veronesi. L’APEO ha riunito oncologi, ricercatori, specialisti in chemio e radioterapia, chirurghi plastici, cosmetologi: grazie al loro lavoro d’equipe sono nati dei protocolli di cura molto efficaci. L’associazione - che devolve tutti gli utili a cause benefiche nell’oncologia – periodicamente organizza corsi professionali per insegnare alle estetiste che lo richiedono come effettuare trattamenti alle persone in terapia, ad ogni stadio della malattia: massaggi per lenire dolori da metastasi, manicure o pedicure per unghie compromesse dalla chemio, trattamenti per la pelle ustionata dalla radioterapia. Poi c’è la cura dei capelli e il trucco per coprire le imperfezioni. Tutti interventi che possono migliorare la qualità della vita di donne

già profondamente turbate dalla malattia. Questo autunno - come negli scorsi anni - è partita una massiccia campagna di informazione sul cancro. Prima il mese di ottobre della LILT - dedicato in particolare alle donne - poi la campagna di AIRC nella prima settimana di novembre. Giustamente si pone l’attenzione sull’importanza della prevenzione - che permette di diagnosticare la malattia in uno stadio ancora iniziale e di poterla curare tempestivamente - e della ricerca, che continua a fare notevoli passi in avanti, su molteplici

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campi. Malgrado questo, il cancro, ad oggi, è ancora la seconda causa di morte in Italia. Le cifre pubblicate quest’anno fanno paura: si stima che vi siano ogni anno 366.000 nuove diagnosi di tumore (esclusi i tumori della pelle). Il 55% circa riguardano gli uomini e il 45% le donne. Centinaia di migliaia di persone chiamate a lottare quotidianamente contro una malattia impietosa che, anche quando curabile, trasforma profondamente nella mente e nel corpo. Per questo penso che l’estetica oncologica sia una nuova frontiera della medicina, importante e preziosa: per sostenere in maniera adeguata le persone malate, per restituire loro una qualità di vita accettabile, per farle sentire meno sole in uno dei momenti più duri della loro esistenza. Se desiderare avere ulteriori informazioni: www.esteticaoncologica.org Lorella

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ADESSO

I TUOI DIRITTI

LE DUE ITALIE

DELLE TABELLE MILLESIMALI

Sono lo strumento per la ripartizione delle spese condominiali. Ma la loro modifica, in assemblea, deve avvenire a maggioranza o all’unanimità?

S

embra proprio non trovare pace la questione della modifica, in condominio, delle tabelle millesimali a maggioranza oppure all’unanimità. Una sentenza della Cassazione ha infatti sparigliato nuovamente le carte. Vediamo perché. I millesimi sono l’unità di misura per ripartire le spese condominiali e determinare le maggioranze in assemblea. Di solito le tabelle vengono predisposte dal costruttore e sono accettate dai proprietari all’atto di acquisto. Se mancano, esse vengono approvate dall’assemblea. Per modificarle, fino al 2010, vigeva il principio dell’unanimità. In assemblea servivano cioè 1000/1000. Con il tempo, però, il principio ha iniziato a mostrare qualche crepa: le tabelle non rispecchiavano ingrandimenti come terrazzi trasformati in verande, soffitte diventate mansarde o soppalchi che aumentavano la superficie utile dell’appartamento. Il proprietario, vista la necessità dell’unanimità, poteva opporre un “veto” alla modifica delle tabelle e quindi concorrere alle spese condominiali in misura inferiore rispetto al suo reale “peso”. La Cassazione, con la sentenza 18447 del 2010, ha rivoluzionato la disciplina sostituendo all’unanimità il principio della modifica a maggioranza. Insomma, 500/1000 e non più 1000/1000. Alla sentenza, però, hanno fatto seguito due scuole di pensiero: una secondo la quale l’assemblea poteva deliberare con ampia discrezionalità. Un’altra interpretazione, più restrittiva, limitava la modifica solo ai casi di errore o importanti ampliamenti. La riforma del condominio (Legge 220/2012) ha accettato questa seconda interpretazione, modificando l’articolo 69 del codice civile come segue: «I valori proporzionali delle singole unità immobiliari espressi nella tabella millesimale di cui all’articolo 68 possono essere rettificati o modifica-

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di Fabio Quinto ti all’unanimità. Tali valori possono essere rettificati o modificati, anche nell’interesse di un solo condomino, con la maggioranza prevista dall’articolo 1136, secondo comma, c.c., nei seguenti casi: 1. quando risulta che sono conseguenza di un errore; 2. quando, per le mutate condizioni di una parte dell’edificio, in conseguenza di sopraelevazione, di incremento di superfici o di incremento o diminuzione delle unità immobiliari, è alterato per più di un quinto il valore proporzionale dell’unità immobiliare anche di un solo condomino. In tal caso il relativo costo è sostenuto

da chi ha dato luogo alla variazione». Questione risolta, direte voi. E invece no. Con la sentenza 3221 del 12 febbraio 2014, la Cassazione ha ribadito il principio della modifica a maggioranza perché «l’atto di approvazione delle tabelle millesimali, come quello di revisione delle stesse, non ha natura negoziale; ne consegue che la revisione delle tabelle (ancorché di origine contrattuale) non deve essere approvata con il consenso unanime dei condomini, essendo sufficiente la maggioranza qualificata di cui all’art. 1136, secondo comma». Insomma, si vota a maggioranza. Fino alla prossima riforma.


IMPEGNO PER GLI ALTRI

UN REGALO A

CHI DONA I

l volontariato è servizio, gratuità, dono di sé agli altri. Ma se in cambio si riceve qualche simpatico incentivo, non lo si disdegna sicuramente. È quello che ha pensato la regione Emilia Romagna ideando la YoungEr Card, una tessera che permette ai giovani di avvicinarsi a realtà di volontariato attive sul loro territorio e, allo stesso tempo, di poter accumulare punti che consentiranno di usufruire di sconti in una serie di negozi in tutta la regione. All’iniziativa hanno già aderito 110 Comuni e 10 Unioni di Comuni. Le agevolazioni riguardano in particolare la fruizione di servizi culturali e sportivi (teatri, cinema e palestre) e possono essere individuate dai ragazzi grazie all’esposizione del logo della YoungEr Card sulla vetrina dei negozi. Ma l’obiettivo ultimo non è

certo quello di “premiare” i giovani volontari per un servizio che fa della gratuità il suo tratto distintivo oltre che educativo: con questo strumento i ragazzi tra i 14 e i 29 anni possono innanzitutto interessarsi al mondo associativo scoprendo, magari proprio vicino a casa, una realtà di volontariato che non hanno ancora avuto modo di conoscere ma che può colpirli e appassionarli. Un giovane, così, più associazioni conosce e più punti ottiene, a simbolizzare la propria crescita umana attraverso le esperienze, formative e di vita, che accumula durante il percorso. Nel paese di Sorbolo, ad esempio, le realtà coinvolte sono molteplici: il progetto YoungEr

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In Emilia Romagna è nata YoungEr Card, tessera che premia l’attività di volontariato dei giovani: sconti per chi regala un po’ del proprio tempo agli altri di Stefano Padoan

Card ha già trovato la piena collaborazione di Coop, ma anche della Croce Rossa – che offre ai ragazzi l’itinerario per diventare pionieri – e di gruppi parrocchiali come animatori e Scout. Piccoli sconti per compiere un’attività passiva come l’acquisto, in cambio dunque di qualcosa di molto più importante e vitale per il futuro dei giovani: il loro protagonismo nella società civile, lo sviluppo del loro senso di comunità e di cittadinanza attiva. Perché aderire a progetti di volontariato, lo sappiamo, sarà il vero regalo che questi ragazzi si faranno.

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COVER STORY

A tu per tu con il simpatico attore romagnolo che in quest’intervista si rivela anche padre affettuoso e cuoco provetto 16


Fabio De Luigi (47 anni) e Cristiana Capotondi (34) formano ormai una delle coppie di fatto del cinema italiano. Dopo aver interpretato due innamorati Paolo nelle commedie La peggior settimana della mia vita (2011) e Il peggior Natale della mia vita (2012), sono una coppia in crisi nell’ultimo film di Alessandro Genovesi Soap Opera.

Fabio

DE LUIGI «Io e Cristiana insieme siamo una coppia infallibile»

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i sono attori e attori. Ci sono quelli che sembrano inarrivabili e di cui a volte ci si dimentica molto in fretta e quelli che sembrano di casa, quasi come se facessero parte del proprio nucleo familiare. Fabio De Luigi appartiene a quest’ultima categoria, irresistibile, con la sua aria un po’ sorniona, per un stuolo di fan che da anni lo segue con grande affetto. Salito alla ribalta del grande pubblico grazie alla fortunatissima collaborazione con la Gialappa’s Band, ha fatto amare personaggi rimasti negli annali della comicità: da Medioman a Olmo, fino all’Ingegner Cane. Da allora ne ha fatta di strada partecipando a diversi programmi televisivi e interpretando svariati ruoli in film per il grande schermo, come l’ultimo di cui è protagonista: Soap Opera, di Alessandro Genovesi, dove recita al fianco, fra gli altri, di Cristiana Capotondi, Diego Abatantuono, Ale e Franz, Chiara Francini, Caterina Guzzanti e Ricky Menphis. E proprio al fianco della bella Cristiana, con la quale forma ormai una delle coppie di fatto del nostro cinema, interpreta un uomo alquanto confuso che, a causa di un tradimento, rischia di perdere tutto. Bello e simpatico, a telecamere spente, il Fabio nazionale non smette di sorprendere e in quest’intervista si svela anche come padre affettuoso e cuoco provetto...

di Stefano Fisico

Fabio, quanto ti somiglia Francesco, il personaggio che interpreti in Soap Opera? «Credo che somigli un po’ al personaggio che avevo interpretato in Happy Family: la storia si svolge in un bizzarro condomino, fortemente idealizzato, popolato da varia umanità: le diverse tipologie di persone interagiscono tra loro e coinvolgono il protagonista, il quale si ritrova a essere suo malgrado il perno di una specie di carovana di personaggi curiosi. Tutto questo avviene proprio mentre Francesco sta attraversando un momento di difficoltà: è rimasto solo perché ha tradito la donna di cui è innamorato – che lo ha lasciato – trovandosi così ad abbassare un po’ la guardia. Questo permetterà ad amici, amiche e conoscenti, di inserirsi nella sua vita individuandolo come un punto di riferimento in un momento in cui lui non può esserlo nemmeno per se stesso». Terza pellicola girata insieme al regista Alessandro Genovesi, con cui oramai avete creato un vero e proprio sodalizio. Quanto è importante per un attore entrare in sintonia con il regista del film di cui viene chiamato ad interpretare un ruolo? «È davvero fondamentale, siamo al terzo film con la differenza che gli altri due li avevamo scritti insieme, per cui avevo seguito il processo creativo dagli inizi. Qui, invece,

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COVER STORY

sono entrato in un progetto che già esisteva e in cui poi Alessandro mi ha coinvolto. Sapendo poi che entrambi amiamo raccontare le storie e situazioni nei film, ovviamente questo tipo di rapporto è un vantaggio». Il tuo modo di porti è sempre molto spontaneo e gentile, al punto che è facile vederti quasi come uno di famiglia. Come te lo spieghi? «Non me lo spiego e forse la riposta sta nella domanda che mi hai posto. Quello che noto è che effettivamente nei miei confronti c’è un atteggiamento di curiosa familiarità che posso riscontrare banalmente in una camminata per strada, semplicemente nel modo di salutarmi. Questa è una cosa che mi piace moltissimo e che forse in fondo deriva dalla mia spontaneità». Hai avuto la fortuna di lavorare con tante belle donne. Tra loro ne abbiamo scelte alcune. Ci dai un aggettivo o una definizione per Michelle Hunziker? «Un’amica». Elisabetta Canalis? «Una compagnona». Cristiana Capotondi? «La socia. Insieme siamo infallibili. Due soci collaudatissimi!» Laura Chiatti? «Divertente».

Gli anni Novanta hanno regalato alla tivù programmi come quelli della Gialappa’s in cui sono passati i migliori talenti comici che oggi riempiono teatri e palazzetti in tutt’Italia. La tua strada si è rivolta più verso cinema e sit-com, ma quando hai cominciato avevi un modello di riferimento? «Il mio gusto è sempre stato il modello di riferimento. Adesso che è diverso tempo che faccio del cinema devo dire che è un ambiente dove mi trovo molto bene, amandolo molto anche da spettatore». Che cosa pensi quando ti rivedi nei panni di Medioman, Olmo o l’Ingegner Cane? Tra tutti quelli che hai fatto, a quali sei più legato? «Sono legato a tutti come se fossero miei figli. Quelli con la Gialappa’s sono stati anni meravigliosi, sono state nove edizioni in cui ho attraversato un periodo molto stimolante, con trentadue personaggi proposti che a distanza di tempo percepisco quanto bene funzionassero. Essendo una persona molto critica, nel momento in cui li interpretavo cercavo sempre dove migliorarli, per cui non riuscivo a godermeli fino in fondo. Adesso, invece, quando mi capita di rivedermi, devo dire che riesco a divertirmi anch’io». Ci sono cantanti che in una vita non venderanno mai le copie che vendesti

tu con il disco di Olmo & Friends. Non pensi sia arrivato il momento di scusarti con loro? «Scusate, è stato un abbaglio ma è stato a fin di bene!» In questo momento il meglio della musica, della cucina e della cinematografia arriva dall’Emilia Romagna. Laura Pausini, Ligabue, Vasco Rossi, Bruno Barbieri e te. Terra magica o cibo che poi crea ispirazione? «Siamo in una zona un po’ al Nord e un po’ al Centro, dove, avendo la Pianura padana messa di traverso, evidentemente andiamo a pescare un po’ qua e un po’ là, facendo poi un po’ la somma di tutto questo». Ai fornelli come te la cavi? Hai un tuo piatto forte? «Me la cavo benissimo ai fornelli e in particolar modo sono molto bravo nei primi. Un piatto che che vi propongo di provare è una pasta al tonno di facile realizzazione. Si parte dalla riduzione di vino bianco con dentro dello zenzero grattugiato, a cui si aggiunge il tonno in scatola senza cuocerlo ma facendolo andare solo con un po’ di fuoco. Si spegne e si aggiunge un po’ di sale grosso. A quel punto si cola la pasta e, ultima cosa ma molto importante, la si mangia!» Come vivi il privato con la tua famiglia? E cosa ami fare nel tempo libero? «Faccio cose molto semplici, come portare i bambini (Dino e Lola, di 7 e 3 anni, avuti dalla compagna Jelena, 44 anni, con la quale convive dal 1998, ndr) a scuola o accompagnarli al parco. Mi piace poi molto divertirmi con loro anche guardando i cartoni animati, oppure, quando siamo a letto, vedendo insieme qualche bel film». Se dovessi convincere i nostri lettori a venire a guardare Soap Opera, cosa diresti? «Più che convincerli, vorrei dare loro un consiglio dato che credo sia un film che meriti di essere visto. Un film che definirei una “torta riuscita”, dove c’è una bellissima storia che ti fa passare un’ora e mezza gradevole». De Luigi è salito alla ribalta del grande pubblico grazie alla fortunatissima collaborazione con la Gialappa’s Band, dando vita a personaggi rimasti negli annali della comicità: da Medioman all’Ingegner Cane, fino all’esilarante Olmo (in foto), che ha di recente riproposto anche a Zelig.

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ADESSO

PERSONAGGI Serena Rossi (29 anni), vincitrice della quarta edizione di Tale e quale Show, ha dato vita a interpretazioni davvero indimenticabili. Fra tutte, quelle di Mariah Carey e Anna Tatangelo, che, ha confidato, l’hanno particolarmente emozionata.

SERENA ROSSI

«DOPO TALE E QUALE È IL MOMENTO DI AVERE UN FIGLIO» di Roberta Valentini

Ha trionfato meritatamente alla quarta edizione del talent di Carlo Conti e ora la splendida attrice napoletana pensa già al suo futuro...

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a il sorriso gioioso di chi vive la vita con passione e allegria. È una napoletana doc, Serena Rossi, vincitrice della quarta edizione di Tale e quale show, il talent condotto da Carlo Conti su Rai1, e orgogliosa di aver preso parte anche alla sfida con le vecchie glorie delle passate edizioni del programma. «Sono emozionatissima e felice per la vittoria davvero inaspettata. Ho iniziato ad avere più fiducia in me stessa dopo la performance di Mariah Carey, la mia cantante preferita e la più emozionante

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per me. Non credevo, però, di poter vincere questa quarta edizione, perché i miei colleghi sono stati davvero tutti eccellenti performer! Ringrazio davvero quelli che mi sono stati vicini e mi hanno aiutata, a partire dalla mia coach Maria Grazia Fontana, la mia truccatrice Alessandra, la mia parrucchiera Daniela, ma soprattutto Carlo Conti e tutta la gigantesca macchina del programma», ha raccontato. E ora bella attrice partenopea pensa già al futuro e si confessa sulle sue radici, la professione, le passioni, l’amore e tanti nuovi progetti lavorativi e non.


La Rossi ha recitato per molti anni nella serie Un posto al sole, nel ruolo di Carmen Catalano che l’ha portata alla ribalta del grande pubblico. Ma la bella attrice partenopea ha prestato il suo volto a diverse altre fiction di successo. Prossimamente la vedremo su Canale 5 in Squadra mobile, diretta da Alexis Sweet.

gara, ma anche di gioco, seppur molto impegnativo. Il mio obiettivo è stato sempre quello di far divertire il pubblico. È bello sentire l’affetto e il supporto delle persone in un’esperienza che di settimana in settimana è diventata sempre più difficile. Meno male che ho potuto tirare fuori il mio lato più ironico, la mia napoletanità, anche durante le prove!»

Serena, che cosa ti porti dietro della cultura napoletana? «Il sorriso, l’educazione che ho ricevuto dai miei genitori, la grinta e la voglia di fare, di comportarsi sempre bene in un mondo come quello dello spettacolo che, a volte, può essere anche un po’ insidioso. Ecco, rimanere legata alle mie radici e origini è per me una grande vittoria, al di là del successo professionale. Anche se vivo a Roma da tanti anni, con Napoli ho un rapporto viscerale, visto che gli amici e la famiglia continuano a vivere là. Dicono che noi napoletani abbiamo una marcia in più, anche se ancora non ho capito qual è (sorride)».

«A parte Mariah Carey, forse a quella di Anna Tatangelo, perché è stata la prima che ho fatto: ero emozionatissima e c’erano i miei genitori e il mio fidanzato a fare il tifo per me, e poi perché anche Anna era presente e si è commossa rivedendosi “com’era” quando aveva diciassette anni». Dopo la vittoria della quarta edizione, anche con le vecchie glorie hai tirato fuori il meglio di te... «Contentissima di sperimentare ancora nuovi personaggi, in uno spirito di

Tra tutti i concorrenti, con quali hai legato di più? «C’è un bel feeling con tutti, ma ho fatto il tifo per Michela Andreozzi, perché eravamo amiche da prima, e poi mi sono trovata benissimo con Matteo Becucci, Alessandro Greco e Raffaella Fico». Il canto è una tua grande passione. Hai cantato in Un posto al sole, quando recitavi nel ruolo di Carmen, sei stata una splendida Rosetta in Rugantino, a teatro, hai dato la voce a Anna, nel film animato Frozen. Ti vedremo per caso anche al Festival di Sanremo? «Come cantante? No, io vorrei andare a Sanremo come valletta, quella mora. Carlo Conti non si pronuncia (ride), ma io lo dico: sono disponibile…».

Non è un caso, dunque, che tu proprio recentemente abbia rappresentato la cultura napoletana al Gala del Cinema e della Fiction in Campania… «Sì, con il film dei Manetti Bros, Song’e Napulè, dove interpreto il ruolo della sorella di Lollo Love (Giampaolo Morelli, ndr), che ha vinto nella categoria “Miglior Film”. Sono stata molto felice, sia perché il film in questione rappresenta una faccia di Napoli diversa da quella che siamo abituati a vedere, più positiva e musicale, sia perché proprio a Napoli ho recitato tanti anni sul set di Un posto al sole, e questa premiazione è stata un’occasione per stare insieme a tutti i miei colleghi». In queste settimane a Tale e quale show ti abbiamo vista nelle vesti e nelle voci di diversi cantanti famosi. A quale imitazione sei più legata?

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ADESSO

PERSONAGGI

Serena e la vita privata: sei legata da sei anni a un tuo collega, l’attore Davide Devenuto, che fa parte ancora del cast di Un posto al sole. Fare lo stesso mestiere vi unisce o vi divide? «Io e Davide parliamo poco del nostro lavoro, però ci sosteniamo a vicenda. Non c’è rivalità, viviamo il rapporto in modo sano e facciamo il tifo l’uno per l’altra. Lui è sempre presente alle mie prime e sia a Rugantino che a Tale e quale show si è addirittura commosso. E, per quel che mi riguarda, mi è capitata di stare mesi ferma senza recitare mentre lui era impegnato sul set. Non è stato un dramma. Ho fatto altro, mi sono iscritta all’università, indirizzo cinema e spettacolo». Tu e Davide avete adottato anche una cagnolina, Emma… «Sì, è una trovatella di cinque anni, Non me ne separo quasi mai. Spesso me la porto sul set. Quando non me ne posso occupare io, la lascio ai “nonni”, i miei genitori e quelli di Davide. Insomma, io e il mio compagno stiamo facendo le prove da famiglia».

Serena è legata sentimentalmente al collega Davide Devenuto (42 anni), che fa parte del cast di Un posto al sole e con il quale, confida, spera di mettere presto su famiglia.

Provi a descrivere Serena Rossi? «Sono pesante, “vecchia”, pigra. Passerei la vita sul divano… Quando sto con Davide e la mia cagnolina a guardare la tv, sono la persona più felice del mondo». Dove ti vedremo, dopo Tale e quale show? «In Squadra mobile, una serie per Canale 5 diretta da Alexis Sweet e prodotta da Valsecchi. È lo spin off di Distretto di polizia e recito con Giorgio Tirabassi e Daniele Liotti. Anche lì siamo diventati una famiglia». Parlarci un po’ del tuo personaggio in Squadra mobile... «Sono Valeria, una giovane poliziotta della squadra di Tirabassi. Il mio non è solo un ruolo d’azione, sarò una donna che vive un intenso tormento amoroso. Sono contenta, perché si punta molto sull’aspetto privato e umano del personaggio. Così posso esprimere ancora una volta la mia passionalità tutta napoletana».

© Riccardo-Ghilardi

A proposito di famiglia, sei pronta a diventare mamma? «Sì, ci penso molto, da donna e da compagna. Davide ha 42 anni e potrebbe essere pronto a fare il papà. O no? (ride)».

Al matrimonio, invece, non pensi mai? «A volte. Però Davide non mi ha ancora chiesto di sposarlo. Davide... se ci sei batti un colpo (ride di gusto)!».

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PERSONAGGI

SAMANTA

TOGNI

«CON GIULIO POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA» di Daniela Chessa

CON L’AFFASCINANTE BERRUTI FORMA UNA DELLE COPPIE SUPER FAVORITE PER LA VITTORIA FINALE DI BALLANDO E IN QUEST’INTERVISTA LA BELLA BALLERINA UMBRA NON NASCONDE LE SUE SPERANZE...

S

ensualità, bravura, caparbietà e dolcezza la formula che Samanta Togni ha utilizzato in questi anni per entrare nel cuore degli amanti del programma Ballando con le stelle. Figlia d’arte, il ballo ha sempre fatto parte della sua vita, insieme con il forte legame con la famiglia e il figlio Edoardo, di tredici anni. Tanti i partner di ballo che l’hanno accompagnata finora in quest’avventura: Fabrizio Frizzi, Biagio Izzo, Stefano Bettarini, col quale nel 2010 ebbe anche una

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breve relazione, Raz Degan, Gedeon Burkhard, Alex Belli, Luca Tarquinio, Roberto Farnesi. Quest’anno tante le voci sul feeling con il bell’attore Giulio Berruti, ma Samanta Togni ha nel cuore solo un uomo: il compagno Daniele Mai. Se dovessi fare un bilancio, come ha cambiato Ballando con le stelle la tua vita professionale e privata? «A livello professionale molto perché ha aperto le frontiere a nuovi mondi. Prima ero una ballerina competitrice e, quindi, ero immersa in un contesto molto bello ma abbastanza limitato, invece questo programma mi ha fatto andare oltre. Ora ho più opportunità di lavoro e la possibilità di esibirmi anche in tivù e teatro. A livello privato mi ha dato la possibilità di conoscere tante persone che hanno arricchito il mio bagaglio di vita e anche la mia crescita personale».

Cosa ti dice tuo figlio Edoardo quando ti vede ballare in tv? «Lui è orgogliosissimo della mamma. Ora ha quasi tredici anni, in molti mi chiedono se è geloso, ma lui non lo è affatto, anzi è il mio primo sostenitore. Abbiamo un bellissimo rapporto ed è felicissimo di vedermi lavorare in tivù. Quando gli parlo di una potenziale fine di Ballando – sai dopo dieci edizioni ogni tanto ci si chiede se continuerà ancora! – lui mi dice: “Mamma, speriamo di no, io sono cresciuto con Ballando!”. E in effetti questo programma fa parte anche della sua crescita, non solo della mia». Che mamma sei con lui? «Sono una mamma che parla molto con suo figlio. L’ho avuto a vent’anni, quindi molto giovane. Si può dire che siamo cresciuti insieme. Io, però, sono sempre stata attenta a quella che si dice la quantità del tempo e non solo alla qualità. Quando era più piccino è sempre venuto con me,


anche qui a Ballando, ed è cresciuto vivendo anche i miei impegni lavorativi. Sono molto fortunata perché ha un carattere meraviglioso e io, da parte mia, gli ho sempre parlato tantissimo e non l’ho mai escluso da nessuna delle varie sfaccettature della mia vita. Non ho mai fatto una distinzione fra il lavoro e mio figlio: visto che il lavoro mi assorbe molto non mi sono mai potuta permettere di lasciarlo fuori dal mio mondo professionale. Quindi posso dire che è cresciuto nel mio ambiente vedendomi ballare. È un ragazzo molto sereno, equilibrato, ovviamente in una fase, quella della preadolescenza, difficile, ma spero che il dialogo che è sempre esistito fra noi lo agevoli nell’attraversare al meglio questa parentesi della sua vita». Come sta vivendo il tuo compagno (Daniele Mai, preparatore atletico, ndr) la grande attenzione mediatica che tu e Giulio Berruti avete generato finora? «Daniele è fuori da questo mondo, quindi non conosce bene quali sono le dinamiche di questo fantastico “mondo paillettato” (sorride). Però sapeva bene, visto che è una vita che lo faccio, quale era il mio mestiere e a cosa andava incontro quando abbiamo deciso di condividere insieme il nostro percorso. Non posso dire che sia felice quando sente mormorare delle cose su di me,

però poi la realtà la vede e vive il nostro rapporto nel nostro quotidiano, che è la vita reale, mentre quello che succede in trasmissione è solo uno show. Ciò non toglie che ho un buon rapporto con Giulio, fatto di simpatia, rispetto e affetto. E, ovviamente, il nostro rapporto... non ha nulla a che vedere con quello col mio Daniele, che è amore e vita reale». Giulio ha dichiarato in più occasioni un certo interesse nei tuoi confronti. Tu cosa pensi di lui? «Giulio è stata una grandissima scoperta, è un ragazzo molto intelligente, molto ironico e soprattutto di grande cultura. Purtroppo, c’è questo pregiudizio del bello ma stupidino. Invece lui è un bel ragazzo con delle basi molto importanti, bravo e intenso, nell’accezione più completa del termine. Sono contenta di lavorare con lui perché è un professionista nel suo settore ed è riuscito a portare questo suo bagaglio d’esperienza nel programma che stiamo vivendo insieme». Siamo abituati a vederti sempre bellissima in abiti molto sexy. Fuori dalla pista sei una donna in tacchi alti o scarpe da ginnastica? «Scarpe da ginnastica tutta la vita! Voi mi vedete così ma fuori di qui e mi si prende anche in giro perché sono un po’ maschiaccio. Nella vita di tutti i giorni vesto molto comoda anche perché sono sempre di corsa, quindi direi sicuramente scarpe da tennis!». Qual è tra i tuoi colleghi quello con cui sei più legata? «Abbiamo tutti un bellissimo rapporto che si è creato negli anni. Poi ci sono colleghi con cui mi sono legata di più, cioè con gli storici di Ballando: Simone Di Pasquale, Samuel Peron, Natalia Titova, Raimondo Todaro». Qual è il tuo rapporto con la padrona di casa? «C’è un rapporto di grande stima con Milly Carlucci. È una donna con un’esperienza, una bravura e un livello profes-

sionale davvero invidiabili. La guardo con ammirazione perché sa fare il suo lavoro con grande serietà, grande attenzione e cura di ogni piccola sfumatura, cosa che dopo tanti anni, la distingue da altre sue colleghe. Lei fa la differenza». Spente le luci sul programma, quali saranno i tuoi progetti professionali? «Continuerò nell’insegnamento, ho in programma alcuni spettacoli e in più stiamo perfezionando un lavoro teatrale che ha già fatto alcune date e che spero ne avrà presto tante altre in tutt’Italia». Sei tra le veterane del programma, con ben nove partecipazioni. Pensi sia l’anno della vittoria? «Guarda, non mi voglio portare sfortuna da sola. Io ci spero, sai, dopo aver fatto quasi tutte le edizioni, sarebbe un bellissimo regalo...».

Samanta Togni (33 anni) ha cominciato la sua avventura a Ballando nella prima edizione (2005) al fianco di Fabrizio Frizzi. Fra gli altri suoi partner, anche Stefano Bettarini, Raz Degan, Alex Belli e Roberto Farnesi. Nella vita la bella ballerina umbra, legata sentimentalmente al preparatore atletico Daniele Mai, ha un figlio, Edoardo, di 13 anni.

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ADESSO

PERSONAGGI TEATRO

Classe 1926, Enzo Garinei porta in scena dal 2 all’8 dicembre all’Auditorium Conciliazione di Roma, insieme con la Compagnia dell’Alba e in co-produzione con il Teatro Stabile d’Abruzzo, l’evergreen della commedia musicale italiana Aggiungi un posto a tavola, che compie quest’anno quarant’anni.

ENZO GARINEI

«IL TEATRO? UN ELISIR DI LUNGA VITA» di Vincenzo Petraglia

IN SCENA CON AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA, IL GRANDE ATTORE ROMANO CI CONDUCE IN UN AFFASCINANTE MONDO FATTO DI RICORDI E GRANDI COLLEGHI DEL PASSATO

È

uno dei grandi di una generazione di attori che ha fatto la storia del nostro Paese, classe 1926, ma vero “giovincello” del palcoscenico, in questo periodo in scena, nel ruolo del Sindaco Crispino, all’Auditorium Conciliazione di Roma con Aggiungi un posto a tavola, la commedia musicale italiana più famosa al mondo, scritta da Garinei e Giovannini con Iaia Fiastri nel 1974, di cui proprio quest’anno si celebra il quarantennale. Con Enzo Garinei facciamo un tuffo nel passato, fra teatro e non solo... Maestro, cosa sarebbe la sua vita senza teatro? «Beh, sono 65 anni che faccio questo mestiere e non saprei immaginare la mia vita senza. Credo sarebbe una vita un po’ più vuota di quella che ho la fortuna di vivere. Quando ero piccolo mi affascinava molto la musica, quindi se non avessi fatto l’attore avrei forse po-

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tuto fare il direttore d’orchestra». Fra gli attori con cui ha lavorato, chi non dimenticherà mai? «Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Gino Bramieri, Walter Chiari e molti altri. Ecco, io non sono un nostalgico, nel senso che, nonostante la mia età avanzata, guardo sempre al futuro, ma di personaggi e amici come loro mi rimane una profonda nostalgia». Con Totò avvenne proprio il suo esordio al cinema (Totò le Mokò, 1949, ndr). Cosa la colpì di più di lui? «La sua capacità di trasformarsi, tornare alla fine di ogni film o spettacolo teatrale l’uomo elegante quale era: il Principe Antonio De Curtis, appunto. Aveva una capacità di cambiare pelle davvero incredibile con le sue facce e il suo modo di recitare che magari, quando era in scena, facevano dimenticare il fatto che nella realtà era anche un bell’uomo. Aveva una doppia personalità, come d’altronde un po’ tutti gli attori...». Quali sono le antenne che un buon attore dovrebbe avere? «Deve vivere appieno la sua epoca, cogliendone mode, espressioni, modi di esprimersi. Deve avere le orecchie per sentire cosa succede, gli occhi per vedere le persone e i personaggi e la voce, perché è con la voce che si esprimono le emozioni».

Ma qual è la magia più grande del mestiere d’attore? «Beh, indubbiamente quella di vivere vite parallele. E poi il teatro è la mia medicina, il mio elisir di lunga vita. D’altronde non mancano gli esempi di attori a noi contemporanei molto longevi, Giorgio Albertazzi in testa. Diciamo che la nostra generazione, quella cioè nata fra gli anni ‘20 e ‘30, è abbastanza fortunata. Nonostante la guerra, non siamo in pochi a essere arrivati in buona salute ai giorni nostri». Cos’è cambiato nel modo di affrontare la realtà oggi rispetto ad allora? «All’indomani delle due guerre c’era grande fermento, fiducia, speranza per il futuro, una voglia di riprendersi la propria vita dopo gli anni difficili della guerra. Siamo stata una generazione che è, quindi, cresciuta con una grande voglia di vivere. Oggi, invece, vedo in giro molta delusione, preoccupazione, inquietudine legate anche alla vaghezza e all’indecisione nelle scelte, non solo quelle politiche». In questo periodo è in scena con Aggiungi un posto a tavola. Perché rimane, a distanza di quarant’anni, un evergreen? «Perché, oltre a essere una commedia musicale con magnifiche musiche, splendidi personaggi e tanti colpi di scena, è anche un po’ fiaba. Una storia che coinvolge e commuove ancora oggi grandi e piccini!». Di cosa ci sarebbe bisogno oggi per ridare linfa vitale al teatro? «Oggi mancano i mecenati, i classici impresari che un tempo mettevano su teatri e compagnie e aiutavano gli artisti a esprimere la propria arte. E poi mancano gli autori, che oggi preferiscono scrivere per cinema e tivù, e anche gli stessi attori. Intendo, attori del calibro dei vari Sordi, Manfredi, De Sica, Mastroianni...».


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ADESSO

TEATRO

DIRTY DANCING

LA PASSIONE RIVIVE A TEATRO IL GRANDE SUCCESSO CINEMATOGRAFICO TORNA A TEATRO CON UN MUSICAL ECCEZIONALE CHE FA SOGNARE IL PUBBLICO. NOI ABBIAMO INCONTRATO I PROTAGONISTI, SARA SANTOSTASI E GABRIO GENTILINI di Stefano Fisico

C

i sono spettacoli che non tramontano mai, dei classici che continuano a farci sognare ogni volta come se fosse la prima. Dirty Dancing appartiene sicuramente a questa schiera. Il film è stato un successo planetario con 40 milioni di copie della colonna sonora vendute e, solo negli Stati Uniti, oltre 11 milioni di dvd e blu-ray. Lo spettacolo teatrale ha debuttato nel 2004 in Australia e nelle rappresentazioni internazionali ha registrato mesi e mesi di tutto esaurito. Per la selezione del cast italiano sono stati visionati più di mille candidati in

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oltre tre mesi di ricerca. Alla fine, la scelta dei protagonisti è ricaduta su Sara Santostasi nel ruolo di Frances “Baby” Houseman, e Gabrio Gentilini nel ruolo di Johnny Castle, che abbiamo intervistato durante una pausa dello spettacolo in scena a Milano al Barclays Teatro Nazionale fino al 28 dicembre. Come ci si sente a interpretare due mostri sacri della cinematografia internazionale? GABRIO: «È un grande onore! Le loro interpretazioni hanno decretato gran parte del successo di questo titolo. È una fortuna per noi poter riproporre questa storia a teatro e godere dell’eredità di affetto che il pubblico ha per Dirty Dancing!» SARA: «Ovviamente sono più che orgogliosa di interpretare un ruolo che fa parte della storia della cinematografia internazionale, ma allo stesso tempo, mi rendo conto dell’enorme responsabilità che si ha interpretando Baby. Ho visto il film molte volte, cercando di lavorare sui punti chiave di questo personaggio, ovviamente mettendoci del mio, per questo spero che la mia Baby

sia apprezzata e ammirata allo stesso modo dell’originale». Come vi siete preparati per interpretare al meglio i balli? G: «Ore e ore di sala prove! Sono state tutte cose nuove da apprendere per entrambi. Abbiamo dovuto imparare a gestire noi stessi come individui e soprattutto come coppia, prendendoci cura l’uno dell’altra. Ovviamente ci siamo concentrati sul mambo e sulla presa. È stata dura, ma il risultato è arrivato e ora ce lo godiamo ogni sera in scena!» S: «Abbiamo cominciato a provare dal 25 agosto senza sosta, per quasi 8/9 ore al giorno. Abbiamo iniziato proprio dalle coreografie. Per me il primo impatto con lo spettacolo è stata la coreografia che Baby e Johnny fanno allo Sheldrake, e la fatidica presa. È stata dura, ma ci sosteniamo sempre tutti a vicenda; soprattutto con Gabrio, abbiamo dovuto imparare a parlarci senza dire niente, è questo il segreto dei balli di coppia». I’ve had the time of my life: come ci si sente a ballare un pezzo così bello? G: «È magia allo stato puro! Ci emoziona ogni volta... Il pubblico in quel


momento è tutt’uno con noi. Quando arriva il momento dell’ “angelo” senti che sono lì a sperare e pronti ad esultare per noi. È il sigillo dello spettacolo, la chiusa perfetta di una storia di due persone che hanno imparato ad amarsi tra un passo di danza e l’altro». S: «Beh, di certo è un’emozione grandissima, una grande colonna sonora, vincitrice di Golden Globe e un Oscar. Io ci metto cuore e anima e ogni sera mi emoziono». Se non aveste fatto questo mestiere, cosa sareste oggi? G: «Non riesco ad immaginarmi altro... Avrei portato avanti questa passione in modo amatoriale e avrei probabilmente fatto qualsiasi altra cosa mi avesse dato da vivere». S: «Credo che farei comunque questo mestiere, non ho mai pensato ad altro, ci proverò finché ho forza e vita. Poi ovviamente non ho lasciato gli studi e frequento l’università a Roma». Quali sono gli aspetti che si apprezzano di più e di meno di questo mestiere? G: «Amo la forza del cambiamento. Più sei disposto a cambiare e migliorare e più hai possibilità di restare a lungo sul mercato. Quello con cui è difficile convivere è che è pieno di up and down: non

hai mai certezza di che passi farà la tua carriera. Ora ho imparato che quando il successo arriva bisogna celebrarlo e condividerlo con coloro che ti sostengono, sempre restando consapevoli che tutto va e viene». S: «La parte bella per me è tutto, anche i sacrifici. La parte brutta è che spesso chi ci vede da fuori non si accorge di quanta fatica, sudore e sacrificio ci sia, ed è un peccato». Il vostro sogno nel cassetto? G: «Affermarmi come uomo nella mia professione e nelle mie relazioni personali. Viaggiare, continuare a sognare e far sognare gli altri con le mie passioni». S: «Un sogno grande l’ho appena realizzato con Dirty Dancing, poi il mio cassetto è pieno zeppo di sogni e spero che si possano avverare tutti. Comunque continuo a lottare per realizzarli». Cosa amate fare nel (poco) tempo libero? G: «Stare con i miei amici più intimi o la mia famiglia e trattarmi bene con esercizio fisico e riposo. Buon cibo, buona compagnia e appena posso permettermelo una bella SPA! Stare con i miei amici più intimi o la mia famiglia e trattarmi bene con esercizio fisico e

riposo. Buon cibo, buona compagnia e appena posso permettermelo una bella SPA!». S: «Quello che comunemente fa una ragazza della mia età; ovviamente il mio tempo è dimezzato, ma mi piace soprattutto stare con i miei amici. Adesso che sono lontana da casa, stare con la mia famiglia, quando vengono a trovarmi». Tre buoni motivi per venire a vedere Dirty Dancing? G: «Se hai amato il film, amerai il fatto che lo show sia rimasto molto fedele allo script originale. I momenti salienti ci sono tutti, la musica è dal vivo e i testi sono quelli originali inglesi. E poi noi interpreti sapremo farvi innamorare sicuramente!». S: «Tre sono troppo pochi per racchiudere tutte le cose belle e spettacolari di questo musical. Primo, perché è un’icona del cinema mondiale, e noi nel musical teniamo fede al film stesso. Secondo, lo spettacolo crea e dona forti emozioni. Terzo, vi coinvolgerà così tanto che uscirete da teatro con una gran voglia di ballare, anche se non lo avete mai fatto. Infine, non potete perdere Gentilini a petto nudo, ogni volta viene giù tutto il teatro!».

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Amanda Seyfried, con qualche trasparenza qua e là, gonnellina svolazzante e ben strizzata in vita, rappresenta appieno il lato fresco del club delle 20enni. L’accessorio in più: rossetto effetto lacca extra rouge e collana che ravviva il colore serioso dell’abito

Little black dress… la soluzione

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Il range dai 30 ai 40 è di sicuro quello con più opportunità. Che sia più audacemente a metà coscia, come propone una affascinante Cristina Chiabotto, o al polpaccio stile Cameron Diaz è comunque assicurata!

Mme Coco Chanel diceva che nel dubbio meglio togliere che aggiungere. E allora la soluzione più pratica è il monopezzo, che ci risolve la vita da mattino fino a sera con un solo e semplice cambio di accessori. Da sempre capo base e must have, il tubino è indispensabile nel guardaroba di ogni donna. Ora in pelle, meglio se eco, è il nuovo passe-partout 24h/24.


MODA PERSONAGGI

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I 40 sono i nuovi 30 si sa‌ e in effetti, a ben vedere, a queste mise non manca nulla: pelle e trasparenze sapientemente intagliate per Ilaria D’amico o lievemente svasato e quattro dita sopra il ginocchio per chi ha gambe che non temono nulla come Heidi Klum.

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40

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Colorati, vivaci, a righe o traforati. Regolari o lunghi fino al gomito, sono l’accessorio che segna l’inizio dell’inverno

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Cuffie in lana e cashmere LANIFICIO COLOMBO

Cuffie, berretti, panama, cloches. In lana, in pelliccia, in ecofur, con dettagli preziosi o meno, in colori neutri o texture più irriverenti. L’importante è avere l’idea giusta in testa

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2 1. Stampa fiorata su fondo nero per il pantalone a sigaretta e la camicia in seta BLACK DRESS BERLIN 2. Clutch con applicazione gioiello BRAINTROPY 3. In seta fino al ginocchio con coulisse in vita ROBERTO VERINO 4. Anello con boule smaltata FRANCESCA VILLA 5. Completo in jersey con fiori a contrasto ESCADA 6. Con pizzo sulle spalle KOCCA 7. Tronchetto spuntato con inserto prezioso GAETANO PERRONE

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- IL GIARDINO D’INVERNO È vero, non ci sono più le stagioni di una volta! Sulle gonne longuette e a ruota sbocciano rose, peonie, primule e viole… e che importa se è Autunno pieno! di Federica Piacenza

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l contorno occhi, così come il contorno labbra, è una zona molto delicata e fragile del viso. È sottoposto continuamente alle sollecitazioni ambientali (vento, umidità, sbalzi caldo/freddo ecc.) e ai naturali e costanti movimenti della mimica facciale. Di conseguenza, il contorno occhi tende ad invecchiare assai più rapidamente rispetto alle altre aree cutanee. In questa piccola ma importante zona del viso, mancano ghiandole

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sebacee e film idrolipidico, le fibre di collagene ed elastina sono scarse, la circolazione sanguigna e linfatica è molto rallentata e le tossine ristagnano più facilmente (le odiate occhiaie sono causate da accumuli di scorie non drenate). In base a ciò la pelle del contorno occhi tende ad essere più sottile, fragile, secca e permeabile. Le borse sono un altro inestetismo del contorno occhi. Si manifestano con il passare degli anni a causa della perdita

di elasticità cutanea delle palpebre inferiori, contribuendo a spegnere sempre di più lo sguardo. I venti muscoli presenti nel contorno occhi ci assicurano le espressioni del viso con oltre 10.000 movimenti giornalieri; ci fanno sorridere, strizzare gli occhi se c’è troppa luce, ci permettono di spostare lo sguardo in tutte le direzioni, svelano i nostri stati d’animo ma a lungo andare rovinano la sottile pelle del contorno occhi e si manife-


BELLEZZA

stano profonde depressioni cutanee note come rughe e segni d’espressione. Altro nemico del nostro sguardo è il sole, soprattutto i raggi UV che lesionano in profondità le fibre elastiche ed il collagene, contribuendo significativamente ad un progressivo ma inesorabile invecchiamento. Per questo è bene riservare a questa zona le dovute attenzioni, evitando che un contorno occhi trascurato finisca col togliere anzitempo la naturale luminosità al nostro sguardo.

PREVENIRE

Il trattamento ideale per conservare l’aspetto del contorno occhi è la prevenzione: rallentare la comparsa dei segni tipici dell’invecchiamento deve essere il nostro primo obiettivo. Indipendentemente dal tipo di pelle che abbiamo, la zona del contorno occhi richiede sempre un trattamento cosmetico molto delicato; questa zona è sempre estremamente sensibile e fragile, quindi, richiede molte attenzioni da parte nostra.

COME SCEGLIERE IL PRODOTTO GIUSTO

Certamente scegliere il prodotto giusto non è facile. Quante volte abbiamo abbandonato il cosmetici per il contorno occhi che avevamo comprato perché ci faceva lacrimare gli occhi o ce li arrossava? Prima di acquistare questi prodotti è meglio farci dare un campioncino e provarlo a casa: la sera dopo la detersione e al mattino prima del make up; se, dopo l’applicazione del prodotto, i nostri occhi non avranno problemi, saremo sicure che questo è il cosmetico giusto per noi. Esistono diverse formulazioni per questi prodotti; gel, creme-gel, emulsioni, texture ideali per ogni necessità, non untuose e di rapido assorbimento. È importante che questi cosmetici non abbiano profumi, siano testati oftalmologicamente e contengano principi attivi specifici in grado di soddisfare i 4 obiettivi più importanti:

2. drenare scorie e tossine e migliorare la circolazione capillare: la Caffeina (Caffein) in sinergia con gli estratti di Edera (Hedera Helix) è in grado di attenuare le ombre delle occhiaie e i ristagni di liquidi. 3. azione anti age: estratti vegetali

quali il Faggio (Fagus sylvatica) per proteggere collagene ed elastina e stimolare l’attività cutanea.

4. protezione UV: filtri minerali per una protezione sicura dai raggi solari. Piccole attenzioni quotidiane che ci regaleranno, sempre, uno sguardo luminoso, magnetico ed affascinante e, soprattutto che non sveli prima del tempo il passare degli anni.

ADESSO

CONSIGLIO L’utilizzo degli occhiali da sole con lenti polarizzate è vivamente consigliato dagli oculisti perché costituiscono una protezione indispensabile per i nostri occhi. Sarebbe opportuno utilizzare occhiali da sole di diverse intensità, adatti alle diverse condizioni di luce nelle varie stagioni dell’anno, i raggi UV ci colpiscono anche se il cielo è nuvoloso. Queste lenti servono per proteggere le delicate strutture oculari dalla luce intensa del sole e dall’irraggiamento da raggi UV ma, esiste un altro buon motivo per utilizzarli: con questi occhiali, evitiamo di sollecitare la muscolatura degli occhi prevenendo la comparsa sulla pelle di rughe definite a “zampa di gallina”. Gli occhiali scuri non sono quindi solo una moda ma un modo efficace per proteggere non solo gli occhi anche la zona intorno ad essi dalla comparsa di rughe e dall’invecchiamento cutaneo precoce da raggi UV.

SALBA Balsamo Contorno Occhi 15 ml € 11,99 www.salba.it È un’emulsione leggera, vellutata che dona un comfort immediato alla delicata zona del contorno occhi. Arricchito con Acido Ialuronico e Burro di Karitè, svolge un’azione idratante e nutriente proteggendo la pelle dai segni del tempo. Contiene preziose micro polveri di Perla che riflettono armoniosamente la luce per un risultato illuminante immediato ed un conseguente effetto anti-occhiaie.

1. idratare e nutrire: Acido Jaluronico per un’azione di idratazione intensiva ed olio di Jojoba o di Oliva per mantenere l’elasticità cutanea.

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NATALE 2014

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PERSONAGGI

donna

Le città sono finalmente immerse nella calda atmosfera natalizia, le strade sono illuminate a festa, le vetrine sono addobbate e ricche di idee per i nostri cari. Cresce la frenesia di completare la nostra lista dei regali, vogliamo essere originali e scegliere oggetti utili ma raffinati. Perché non donare “Bellezza”? Vediamo quali sono, quest’anno, le novità per coccolare le donne

01 BLACK ROSE PRECIOUS FACE OIL SISLEY

Anti-Aging Nutrition 25 ml € 165,00 Olio secco satinato al tempo stesso preparatorio, nutriente e anti-età. Un trattamento prezioso ed efficace per restituire una nuova tonicità alla pelle che manca di confort, morbidezza e vitalità! Olio di Camelina (molto ricco di Omega 3), in sinergia con olio di Prugna (ricco di Omega 6) per ottimizzare l’equilibrio lipidico della pelle; estratto di Padina pavonica che rinforza l’equilibrio idrico del derma e Rosa Nera, efficace e voluttuosa, qui utilizzata come estratto. Si utilizza mattino o sera, sotto i trattamenti quotidiani per preparare la pelle e donare confort, da 3 a 7 gocce, su pelle pulita. Può anche essere utilizzato da solo, secondo le esigenze.

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02 HUILE DE JEUNESSE DIVINE L’OCCITANE

30 ml € 79,00 L’ultima creazione del Laboratorio di L’OCCITANE è il nuovo splendido olio che nutre, rimpolpa, rigenera, riequilibra, revitalizza, protegge, rilassa. Questa formula, naturalmente efficace, aiuta il processo di rigenerazione della pelle, grazie alla combinazione di sette oli vegetali, ricchi di principi attivi dalle eccezionali qualità anti-età. La texture è morbida, leggera, di rapido assorbimento con un finish infinitamente setoso e non oleoso. L’aspetto della pelle cambia immediatamente: rimpolpata, idratata, morbida come il velluto, semplicemente divina...

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03 KIT TRIO PELLE PERFETTA

STRIVECTIN € 79,90 Il kit Trio Pelle Perfetta per il viso, il contorno occhi e le labbra contiene: StriVectin-SD ® Concentrato intensivo Anti-Age 60ml per una efficace azione sui segni del tempo. StriVectin-SD ® Concentrato Anti-Age per il contorno occhi – 7 ml per uno sguardo luminoso e seducente. StriVectin Clinical Corrector™ Balsamo Labbra Colorato Anti-Age SPF 20 – 15 ml per labbra perfette.

04 FUTURE SOLUTION LX

SHISEIDO € 128,00 Un regalo prezioso per una persona speciale. Un cofanetto lussuoso, un design esclusivo, Future Solution LX rappresenta il regalo perfetto per chi non vuole rinunciare ad una luxury experience nella migliore tradizione giapponese Kit Future Solution LX Eye and Lip Regenerating Cream – 15 ml In regalo: •FSLX Extra Rich Cleansing Foam – 15ml •FSLX Concentrated Balancing Softner - 25 ml •FSLX Total Regenerating Cream – 6 ml

05 ANTI-WRINKLE SET ANTI AGE

ESTEE LAUDER € 97,00 Estée Lauder presenta per le festività 2014 una lussuosa novità per chi ama i prodotti di questo

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prestigioso brand. Un elegante box dorato contenente: • Advanced Time Zone 50 ml; • Advanced Time Zone Eye 15 ml; • Advanced Night Repair 15 ml; • Perfectly Clean Cleanser 50 ml. Un kit completo per un efficace effetto anti-age. Texture delicate, oil free, un confort immediato, per una pelle vellutata, luminosa e levigata.

06 PREMIUM BOX ASSORTMENT EDIZIONE LIMITATA

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Sephora € 24,90 La famosa linea Bagno di Sephora in un’edizione limitata assolutamente irresistibile: Bath Party! Dalle profondità di questa collezione giunge la fragranza esclusiva di un profumo festivo e straordinariamente attraente dalle note di bergamotto, ylang-ylang, peonia e patchouli. Ammaliante e seducente, questa linea bagno dai motivi allegri e colorati ti farà tuffare in un mondo meraviglioso... Il dress-code di questo Bath Party? Uno spirito festoso che ravviverà tutta la stanza da bagno!

07 DEFENCE XAGE ULTIMATE REPAIR Filler Crema Notte

BIONIKE 50 ml € 39,95 L’innovativo complesso Rejuvenate SGFTM per un’azione più mirata durante il riposo notturno è associato a speciali attivi: estratto di Microalga, che agisce sui meccanismi naturali di autoriparazione cutanea ed estratto da semi di Lupino, per contrastare la degradazione delle componenti strutturali della pelle. Al mattino il viso appare più riposato e luminoso, come rimpolpato. Crema avvolgente, è adatta a tutti i tipi di pelle.

08 GOMMAGE MAINS MINUTE

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L’OCCITANE 100 ml € 15,00 L’Esfoliante Mani Minuto è stato formulato per avere delle mani incredibilmente dolci solo in 1 minuto. La sua formula bi-fasica si compone di: zuccheri esfolianti biologici per esfoliare con dolcezza ed eliminare le cellule morte e oli (di karité, di mandorla dolce e di semi di uva) per contribuire ad addolcire e nutrire le mani. Mescolare la formula con la spatola. Applicare sulle mani asciutte, massaggiarle delicatamente, insistendo sulle cuticole. Risciacquare abbondantemente.

09 COLLAGENE3 CONTORNO OCCHI FILLER STRUTTURALE IMMEDIATO

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SONIA ROVESTI COSMETICS 4 PATCH € 29,90 Un trattamento di collagene puro per ricreare la struttura tridimensionale del contorno occhi. Il collagene di cui sono costituiti i patch è strutturato a triplo livello molecolare per una efficace rigenerazione della pelle superficiale, media e profonda. I patch, specifici per il contorno occhi, lavorano con un sistema a tripla azione che forma una rete tridimensionale che imita la struttura della pelle umana. L’effetto dei patch inizia durante la fase di umidificazione. Gli attivi vengono veicolati in profondità durante i 20 minuti di posa. La pelle appare più sana, luminosa ed intensamente idratata.

10 KIT INVERNO SNOW IN PARIS

HERBORIST € 39,90 La Cristal Mask mani assicura un’idratazione profonda grazie agli elementi attivi contenuti e ad una texture leggera come la seta. La CC Mask, dalla consistenza ricca e dolce, idrata la pelle e ne uniforma il colore, mentre l’alta concentrazione di polvere di perla garantisce luminosità all’epidermide. Mani curate, colorito straordinario… ed eccovi pronte per l’inverno! E per aggiungere un tocco di colore, una shopping bag a righe azzurre e bianche, perfetta da usare come borsa per il tempo libero.

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IN ONDA

UN HOTEL CON QUALCOSA IN PIÙ di Stefano Padoan

Torna su Rai 3 Hotel 6 Stelle, la docu-fiction che ha aperto una finestra su disabilità e mondo del lavoro: sei ragazzi molto speciali sono pronti ad affrontare una nuova sfida

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ei ragazzi al lavoro in un hotel a... sei stelle. Una più del massimo, verrebbe da dire: come il numero di cromosomi dei suoi dipendenti, che li rendono lavoratori davvero speciali e... extra-lusso. Stiamo parlando di Hotel 6 stelle, la docu-fiction in sei puntate, andata in onda dal 17 febbraio al 31 marzo scorso, che ha seguito l’inserimento lavorativo in un hotel di Roma di sei ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Dopo il successo e il grande impatto mediatico e sociale, la serie è pronta a ripartire venerdì 14 novembre, sempre su Rai 3 in seconda serata, con nuovi protagonisti e una nuova location.

LA PRIMA STAGIONE

Chi l’ha detto che dei ragazzi con sindrome di Down non possono lavorare? Da questa provocazione è partita l’idea di Hotel 6 stelle: grazie al programma per la prima volta in Italia la televisione ha affrontato il tema della disabi-

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lità legandolo strettamente al mondo del lavoro, con l’obiettivo di mostrare all’opinione pubblica che esiste per tutti un’autentica possibilità d’integrazione lavorativa. Una scommessa fortemente voluta e vinta da Rai 3 e Claudio Canepari, che ha prodotto la serie insieme a Magnolia e in collaborazione con l’Associazione Italiana Persone Down (AIPD). E i risultati non hanno tardato ad arrivare: dopo la messa in onda della prima edizione non solo i sei protagonisti sono stati sommersi da proposte di lavoro, ma l’AIPD è stata contattata da oltre 50 aziende e associazioni disposte ad offrire tirocini formativi, assunzioni e lavori stagionali. Sono 20 le persone con sindrome di Down e altre disabilità intellettive che hanno già iniziato un percorso lavorativo, mentre molti altri tirocini sono in imminente partenza.

LA SECONDA STAGIONE

Un successo del genere non poteva che avere un seguito: ecco dunque altri sei


ragazzi speciali, questa volta alle prese con un tirocinio formativo in un resort a cinque stelle di Villasimius, una delle più suggestive località turistiche della Sardegna. I nuovi protagonisti si confronteranno con un’esperienza importante di lavoro e di vita: per la prima volta staranno un mese intero lontano da casa e dai genitori, in una situazione che metterà alla prova innanzitutto le loro capacità di autonomia, di crescita personale e di relazione. Ma la sfida vera poi si giocherà sul lavoro, che affronteranno con l’aiuto del personale della lussuosa struttura che li ospita: ciascun ragazzo è infatti affiancato da un tutor, con cui inizierà un vero e proprio percorso formativo. Tanto si giocherà proprio lì, nell’incontro progressivo con il proprio mentore e nella tenacia con cui si cimenteranno nelle diverse attività della struttura ricettiva: Alice al centro benessere, Daniela alle camere, Giordana al ristorante, Andrea come facchino, Gabriele come barman e Giovanni come bagnino. Durante la messa in onda delle due ultime puntate, il 12 e il 19 dicembre, è poi prevista una raccolta fondi tramite sms solidale a favore dei progetti di formazione e inserimento lavorativo delle persone con sindrome di Down.

I ragazzi di Hotel 6 stelle sono tornati con le loro avventure nel mondo del lavoro e ci emozioneranno come nella prima serie.

LA PRIMA PUNTATA

Nella prima puntata l’avventura prende il via: per i nostri protagonisti e i loro educatori è il giorno dell’arrivo presso l’hotel e, dopo il benvenuto da parte dei direttori, ci si rimbocca subito le maniche. Ad ogni ragazzo viene assegnato il reparto e il tutor che lo seguirà per tutta la durata dello stage. Andrea sarà un facchino, ruolo che richiede cortesia e affidabilità; Alice scoprirà cosa vuol dire essere addetta alla Spa; Giordana, che ha tanta voglia di imparare, avrà l’incarico di cameriera di sala; Gabriele, che ha già fatto esperienza nel bar gestito dal fratello, diventerà barman; Daniela, come cameriera ai piani, si confronterà presto con le prime difficoltà mentre Giovanni, che adora il mare, sarà addetto alla spiaggia realizzando così il suo desiderio. Ma il percorso è appena all’inizio. Le difficoltà non mancheranno, certo, ma dietro ognuno di quei ragazzi c’è una storia diversa e un sogno di vita che non vede l’ora di realizzarsi. E anche loro troveranno il loro spazio nella società, vincendo con il sorriso la loro battaglia contro il pregiudizio.

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PERSONAGGI TV Mara Maionchi, 73 anni, nata a Bologna, è senza dubbio la figura femminile di maggior spicco nel panorama della discografia italiana. Nel 2010 ha recitato anche una piccola parte nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo, La Banda dei Babbi Natate, interpretando la bisbetica suocera di Giovanni.

LA GIUDICE

DEI GIUDICI di Stefano Padoan

DAGLI SCRANNI DELLA GIURIA DI X FACTOR HA ELARGITO SEMPRE COMMENTI SCHIETTI E SINCERI, A VOLTE UN PO’ TRANCHANT. ORA MARA MAIONCHI È TORNATA: CONDUCE L’XTRA FACTOR E NON LE MANDERÀ CERTO A DIRE...

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ara la terribile e il suo caratterino: è stato questo, nelle prime quattro edizioni di X Factor, uno dei leit motiv del noto talent show passato da Rai2 a Sky Uno. Poi, però, la settantatreenne discografica bolognese ha detto basta: si sarebbe dedicata a fare la nonna. Periodo sabbatico durato non troppo a lungo, visto che adesso l’ex giudice torna nel programma in una nuova veste, ovvero quella di

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conduttrice dell’Xtra Factor. Di certo non si è stufata del nipotino Nicolò, ma la voglia di mettersi in gioco in una nuova sfida si è fatta presto sentire. Ma quando mai è stata ferma Mara: negli ultimi anni la televisione l’ha vista prendere parte anche a Scalo 76, Io Canto e Amici di Maria De Filippi, e lei senza sforzo ha sempre regalato perle di saggezza popolare, dissacrante ironia e una punta di cinismo che sottolinea il suo stile essenziale e pragmatico. Una tempra forgiata in decenni di lavoro in campo discografico, gomito a gomito con colleghi e concorrenti tutti di sesso maschile. Lei, unica donna ai tempi a rivestire un ruolo importante, si è fatta valere da subito con la sua proverbiale verve, lavorando con l’etichetta di Mogol e Lucio Battisti, passando poi

alla Ricordi e ancora alla Fonit-Cetra, fino a fondare una sua etichetta, la Nisa, nel 1983. Innumerevoli le sue scoperte, da Gianna Nannini a Umberto Tozzi passando per Renzo Arbore, fino ad arrivare a Tiziano Ferro; ma il suo nome si lega anche ad artisti come Eduardo De Crescenzo, Mia Martini, Fabrizio De André e Vasco Rossi. Un vero e proprio carrarmato dunque, che però si presenta al pubblico televisivo in modo scanzonato, divertente e divertito. È così che conduce l’Xtra Factor, che lei stessa ha definito una sorta di “bar sport” dove, al termine di ogni puntata, si giudicano tanto le performance dei concorrenti quanto le strategie dei loro capisquadra Morgan, Mika, Victoria Cabello e Fedez. Discussioni vivaci e senza peli sulla lingua insomma, con lo stile inconfondibile di Mara: spontaneo, frizzante e un po’ improvvisato. Tanta naturalezza e simpatia, tutto per soddisfare quel vizietto che le piace sempre molto: giudicare, criticare e commentare.



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PERSONAGGI

VINCENZO VENUTO

«PAURA? L’HO AVUTA SOLO UNA VOLTA!» di Laura Frigerio

In tv ci affascina e diverte con Life: uomo e natura e, fra tutte le mete, ci svela la sua passione per l’Africa IL SIMPATICO BIOLOGOCONDUTTORE CI SVELA I MOMENTI PIÙ DIVERTENTI E QUELLI PIÙ DIFFICILI DEL SUO LAVORO

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on c’è spettacolo più bello della natura. Ne è convinto Vincenzo Venuto, biologo ‘prestato’ ormai da qualche anno (e con successo) alla tv. Ora è tornato su Rete 4 con una nuova stagione di Life: uomo e natura, che ancora una volta ci condurrà (purtroppo solo virtualmente) in luoghi splendidi e spesso inesplorati...

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Sei tornato in tv con Life: uomo e natura. Che novità ci sono rispetto alla prima stagione? «In realtà non ci sono molti cambiamenti. Sono previsti come sempre i miei contributi e poi vedrete una serie di documentari provenienti dall’estero, in particolare dalla Gran Bretagna. Ci saranno delle vere chicche, come Hidden Kingdoms che mostra il mondo dalla prospettiva degli animali e Life Story che racconta la storia del viaggio attraverso la vita del regno animale. L’ingrediente principale, come avrete capito, rimane la natura». Queste puntate saranno dedicate in particolar modo ad Africa, Centro

America, Sud America e Asia, giusto? «Si, perché è lì che si sono concentrati i nostri viaggi. Io, per esempio, arrivo di ritorno da un viaggio in Sud Africa e prima ero stato in Messico e alla Repubblica Dominicana». Mi pare che l’Africa sia un continente a cui sei molto legato. Si può considerare il tuo posto del cuore? La consiglieresti come meta? «Io consiglio sempre l’Africa dove ho fatto delle ricerche e ci ho lasciato il cuore. Amo la Tanzania, il Kenia, la Namibia, però la mia meta preferita rimane la Bassa California, zona poco conosciuta e frequentata, ma meravigliosa. Pensate


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che c’è il deserto (che sembra quello di Tex Willer), un parco nazionale, il mare con le balenottere grigie e in luoghi come Cabo Pulmo si possono persino pescare le perle. Io suggerirei di girarsela tutta, da Cabo San Lucas alla Laguna Occhio di Lepre». Quando hai capito che avresti voluto fare questo ‘da grande’? «Io da ragazzo l’unica cosa che sapevo era che amavo gli animali, quindi tutte le mie scelte sono andate in questa direzione, dalla biologia all’etologia, fino allo studio dei pappagalli. Mi sono ritagliato un campo sempre più ristretto senza una possibilità di uscita, almeno apparente. Poi c’è anche la mia passione per i viaggi, soprattutto in luoghi poco conosciuti. Insomma, amavo la natura ma non sapevo esattamente dove mi avrebbe portato ed eccomi qui». Da biologo a conduttore tv. Com’è stato questo passaggio? «La conduzione mi piace, anche perché non mi sembra un lavoro così diverso da quello di insegnante che facevo in

università: alla fine si tratta sempre di divulgazione, racconto storie e descrivo scenari che conosco o scopro». Tu hai visitato anche territori difficili, da vari punti di vista. Hai mai avuto paura? «Tante volte mi sono reso conto di aver corso un rischio, ma solo dopo averlo superato. Non sono stati molti i momenti in cui ho avuto paura, ma una volta mi trovavo in Africa in un villaggio e alle due di notte ho iniziato a sentire dei rumori, ho dato un’occhiata fuori dalla mia tenda e ho visto delle persone cosparse di sostanza fluo che facevano un rito e sembravano dei veri fantasmi! È stata una forte emozione, in tutti i sensi».

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sognare ora lo si fa per pensare a mete da vedere dal vivo e toccare». Sei impegnato in altri progetti, oltre a Life: uomo e natura? «A breve dovrei riprendere anche con Alive – Storie di sopravvissuti».

Nell’ultimo periodo sembra esserci stato il boom dei documentari dedicati alla natura. Cosa ne pensi? «Non so se il documentario stia avendo oggi più successo rispetto a qualche tempo fa. Credo che in realtà ci sia sempre stato interesse, però forse prima mancava l’offerta. Poi sono cambiati i tempi e se una volta li si guardava per

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CINEMA

PASOTTI È “MIO PAPÀ”

DA SINGLE INCALLITO A PADRE AMOREVOLE Redazione FilmUp.com

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l regista Giulio Base torna al lungometraggio dopo l’esperienza della commedia Il pretore, uscita nelle sale ad aprile. Questa volta ci propone una commedia romantica che ha per protagonista un attore italiano che non ha bisogno di particolari presentazioni, il bravo Giorgio Pasotti, che nella sua carriera, iniziata nel 1994 appena ventenne, ha interpretato Adriano ne L’ultimo bacio e film come La grande bellezza. In Mio papà ricopre il ruolo di Lorenzo, il classico eterno ragazzo anche se ha superato da tempo i trent’anni, bravo nel suo lavoro di sommozzatore su una piattaforma petrolifera, single incallito che rifugge dai legami. Quando si annoia prende il gommone per scendere a terra in cerca di svaghi e avventure, che immancabilmente trova. Questo almeno fino a quando incontra Claudia. Tra di loro la passione nasce subito ed è travolgente, tanto che per la prima volta in vita sua si ferma a dormire a casa di una donna. Lo aspetta però una sorpresa, la donna, infatti, ha un bimbo di sei anni, Matteo, che è scontento quanto lui della situazione e non lo accoglie a braccia aperte. La prima reazione di Lorenzo è quella di fuggire, ma quando Claudia lo cerca nuovamente non saprà resistere; per la prima volta nella sua vita è veramente interessato a una donna al di là della semplice attrazione fisica, si sta innamo-

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rando. Ma non si può avere una relazione con una donna e ignorare l’esistenza del figlio, così Lorenzo decide di instaurare un rapporto con Matteo. Missione che non si presenta facile visto che è lo stesso Matteo a non volere nessun legame con lui, a non volerlo nelle loro vite. Con pazienza e amore, complice anche un viaggio di lavoro di Claudia che li obbliga a una convivenza forzata, Lorenzo riesce a far breccia nella corazza del bambino e a diventare per lui un vero e proprio papà. L’uomo è cambiato e se ne accorgono tutti, a partire da colleghi e amici: è amorevole, il suo carattere si è ammorbidito e l’amore che prova per Claudia e Matteo si rafforza di giorno in giorno. Tutto sembra meraviglioso, ma la tragedia è dietro l’angolo… La commedia familiare dai toni romantici e agrodolci, infatti, improvvisamente si tinge dei colori del dramma ed è qui che il regista mostra il meglio di sé. Con poche sequenze riesce a catturare i sentimenti dei suoi personaggi, il dolore che li col-

pisce, ma lo fa con tenerezza. Il ritmo narrativo rallenta, seppur ormai alle battute finali, per chiudersi nella magnifica scena finale, che rappresenta il cuore del film.


A cura della Redazione di

FILMUP .com

your movie magazine

FILM IN SALA DAL 27 NOVEMBRE OGNI MALEDETTO NATALE Regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo Genere: commedia Cast: Alessandro Cattelan, Marco Giallini, Corrado Guzzanti Massimo e Giulia hanno vite molte diverse, ma quando s’incontrano scatta il colpo di fulmine. C’è solo un problema: il Natale si avvicina minaccioso. La decisione di trascorrere le feste con le famiglie si rivelerà una catastrofe dai risvolti tragicomici. Potrà il loro amore sopravvivere al Natale?

I PINGUINI DI MADAGASCAR Regia di Eric Darnell, Simon J. Smith Genere: animazione Cast (voci): Benedict Cumberbatch, Peter Stormare, John Malkovich Le super spie non nascono... vengono covate! Scoprite le doti dei più grandi agenti segreti sotto copertura dello spionaggio globale: Skipper, Kowalski, Rico e Private. Insieme dovranno fermare il malvagio Dr. Octavius Tentacoli, dalla sua folle intenzione di distruggere il mondo.

TRASH Regia di Stephen Daldry Genere: avventura, thriller Cast: Rooney Mara, Martin Sheen, Wagner Moura Quando due ragazzi che smistano rifiuti nelle favelas di Rio trovano un portafoglio in mezzo ai detriti giornalieri della loro discarica locale, fanno presto ad immaginare che le loro vite cambieranno per sempre. Ma quando la polizia locale si fa avanti, offrendo loro una grande ricompensa in cambio del

portafoglio, i ragazzi, Rafael e Gardo, si rendono conto dell’importanza del loro ritrovamento. Con l’aiuto del loro amico Rato, il trio inizia una straordinaria avventura cercando di tenersi stretto il portafoglio, eludere la polizia, e scoprire i segreti che nasconde…

MELBOURNE Regia di Nima Javidi Genere: drammatico Cast: Payman Maadi, Negar Javaherian, Mani Haghighi Amir e Sara stanno per trasferirsi a Melbourne per continuare i propri studi, ma poco prima della partenza un evento tragico che coinvolge la figlia dei vicini rischia di sconvolgere la loro vita...

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MUSICA

CESARE CREMONINI UNA GRANDE CONFERMA di Stefano Fisico

Il ragazzo bolognese dalla Vespa Special è arrivato molto, molto lontano... Con il tutto esaurito, il “Logico Tour” conferma il successo dell’ex cantante dei Lunapop

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uando uscì il comunicato che ne annunciò le date la percezione fu quella del tour della svolta e ora, a distanza di mesi e quasi a conclusione del “Logico Tour”, possiamo confermare che Cesare Cremonini si colloca definitivamente nei superbig della canzone italiana. Lo abbiamo seguito nella tappa di Rimini al 105 stadium, completamente esaurito. Lui, puntuale, esce da una sottile tenda bianca sulle note di Logico. Indossa un completo nero luccicante e si scatena sul palco ballando e saltando per tutto lo spettacolo. Sono sei i musicisti che lo accompagnano e lo seguono con un entusiasmo e un’energia veramente incredibile. Grande il repertorio che presenta senza sosta per quasi due ore e mezza. Le canzoni dell’ultimo album e tutti i singoli del suo repertorio hanno avuto l’eco del palazzetto senza cali di entusiasmo. I brani più emozionanti quelli cantati e suonati al pianoforte come Vieni a vedere perché su uno

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dei bracci del palco, fra i fans scatenati che cantano con lui ogni parola. Grintosi i pezzi presentati con la chitarra insieme al suo vecchio amico e da brivido la tromba di Marco Tamburini. Scorre sugli schermi anche un cortometraggio in bianco e nero interpretato dallo stesso Cesare al fianco di Tea Falco, col sottofondo della sua Io e Anna. Simpatico è stato il suo ricordare al pubblico presente i trascorsi di gioventù nella riviera romagnola, su e giù per l’A14. La voce è chiara e pulita fino all’ultimo pezzo, Un giorno migliore. Poco prima della tappa milanese, Cesare ha dichiarato che il palco è il posto dove si trova più a suo agio e in cui non si trova contro ma insieme alle persone che riempiono i palazzetti. Nulla di più vero nelle parole del cantante bolognese che siamo certi potrà presto provare l’esperienza di uno stadio. Il Logico Tour è terminato il 27 novembre a Padova. Un grande e meritato successo che lo traghetterà nel 2015 con nuovi progetti e nuove date.

Cesare Cremonini è nato a Bologna nel 1980. Ha esordito col gruppo Lunapop nel 1999, raggiungendo un grande successo con il primo e unico album del gruppo, Squérez? Nel 2002 il primo album da solista, Bagùs.


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Libri

I CONSIGLI

DELLA SETTIMANA

di Luca Foglia Leveque

CLAUDE HOUGHTON

IO SONO JONATHAN SCRIVENER CASTELVECCHI, 2014

SANDRO SETTIMJ

PER QUANTO MI RIGUARDA SONO SEMPRE INNAMORATO MONDADORI, 2014

Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato è il romanzo d’esordio dell’autore Rai Sandro Settimj. Ugo non capisce il suo rapporto con il sesso femminile e non sa cosa aspettarsi dall’amore... si racconta, sdraiato sul lettino di uno psicanalista a dir poco bizzarro, in cerca della verità. Ha sempre visto le donne come le protagoniste delle favole che tanto ama, ma la realtà è fatta di brevi avventure dal finale spesso amaro. Dopo un’esperienza come animatore nei villaggi turistici, e dopo aver aumentato i suoi dubbi e le sue insicurezze, troverà una ragazza speciale, una in grado di schiarirgli le idee, la mente e il cuore. Sarà lieto fine? O sarà l’ennesima illusione? Perché Ugo è un romantico pasticcione, in cerca del vero grande amore. pp. 261- € 16

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Rimasto inedito in Italia fino a qualche mese fa, questo particolare e interessante romanzo è datato 1930. Con una prefazione più che prestigiosa, firmata da Henry Miller, le pagine di questo libro ci portano in una Londra post prima guerra mondiale. James Wrexham ha quasi quarant’anni e una noiosa occupazione in uno studio legale. Stanco della monotonia e della routine, risponde a un annuncio di lavoro molto curioso: un certo Jonathan Scrivener, in procinto di lasciare l’Inghilterra, cerca un segretario in grado di catalogare tutti i libri della sua biblioteca. Dopo pochi giorni, James verrà contattato da un incaricato di Scrivener: il posto è suo. James dovrà dimorare nella casa del suo datore di lavoro, già partito da Londra. In quella casa, di cui non conosce il proprietario, le giornate del signor Wrexham si riveleranno alquanto bizzarre. L’appartamento è visitato da alcuni conoscenti dell’eccentrico Scrivener: c’è chi lo dipinge come un uomo di genio, chi come un fallito e chi lo vede solo come un mi-

santropo. Il povero segretario è confuso: chi è veramente l’uomo che gli ha dato un lavoro e la possibilità di riflettere sul genere umano? James ormai non fa altro che interrogarsi, vorrebbe conoscere la verità su quello strano personaggio chiamato Jonathan Scrivener. pp. 277 - € 18,50

RISCOPRIAMOLI DAVID LETAIT-HELO

MARIA CALLAS

VISSI D’ARTE, VISSI D’AMORE LINDAU, 2009 Maria Callas era una ragazzina piena di timori e insicura. Incoraggiata dalla madre, donna poco amorevole e insoddisfatta, iniziò a studiare canto, scoprendo di avere un dono raro. Maria era una donna straordinaria, capace di dedicarsi anima e corpo al suo lavoro. Almeno nella prima parte della sua vita, il canto fu solo un lavoro, un modo per ricevere quell’affetto che le era stato negato da una madre interessata

solo al profitto e alla gloria. In amore non andò meglio, perché quello vero arrivò tardi e non fu mai realmente corrisposto: Aristotele Onassis. Divismo, rivalità, musica, passione e tanta malinconia... Maria Callas ci viene svelata da David Lelait-Helo, autore dalla penna brillante e sicuramente innamorato di quella voce che non c’è più e che pure resiste. pp. 232 - € 21



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È AMORE

Felipe & Letizia UN AMORE A PROVA DI SCANDALO


di Irene Spagnuolo

F

the

LOVE story

elipe Juan Pablo Alfonso de Todos los Santos de Borbon y Grecia è Filippo VI Re di Spagna (e tutti i titoli conseguenti) dal 19 giugno 2014, dopo l’abdicazione del padre Juan Carlos. Al suo fianco la moglie Letizia Ortiz, di origini borghesi, diventata Sua Altezza Reale Principessa delle Asturie solo con il matrimonio celebrato il 22 maggio 2004 nella Cattedrale dell’Almudena di Madrid. Natali molto distanti, quelli di Felipe e Letizia. Lui nasce erede alla Corona, figlio di Juan Carlos e Sofia che hanno regnato quasi 50 anni, ovvero dal lontano novembre 1975. Sicuramente ha ricevuto l’educazione e la formazione al ruolo e, se mai, viene da chiedersi tra malizia e ammirazione, quali caratteri e inclinazioni abbia preso da cotanti genitori. Sofia di Grecia e Danimarca, figlia del Re di Grecia Paolo I e di Federica di Hannover, imparentata con i più nobili casati d’Europa, coltissima, dinamica interprete di campagne sociali e umanitarie, strenuamente ligia al protocollo di corte, è nota alla stampa per la dignitosa compostezza con la quale sopporta le infedeltà coniugali. Juan Carlos, apprezzato nei primi anni di trono, ha visto largamente scemare la simpatia dei sudditi proprio per la leggerezza con la quale ha travolto l’immagine di coppia: dallo scandalo della battuta di caccia in Botswana dove lo accompagnava ‘l’amante’ Corinna Larson, è saltato il tappo del silenzio ed è diventato il re play boy, quello che di tradimenti ne aveva inanellati più o meno una collezione. Storicamente non si può negare forse a Juan Carlos di aver accompagnato la Spagna dalla dittatura alla democrazia e di aver esercitato con zelo la sovranità, ma probabilmente la moralità della Casa Reale è un’aspettativa che in tempi moderni non si può deludere. Al di là della fiaba romantica si chiede a Re e Regina prova di virtù. D’altra parte a dare il colpo di grazia alla popolarità traballante del trono è intervenuto l’uragano giudiziario che ha investito Cristina Sua Altezza Reale e Infanta di Spagna (sorella di Felipe) e il marito Inaki Urdangarin, accusati di frode e riciclaggio. Al di là dello scettro, dunque, quella che è passata di mano a Re Felipe è la sorte della Corona. A lui l’arduo compito della ‘continuità’, recuperando nel contempo credibilità e gradimento. Le voci più autorevoli danno per forte il


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È AMORE

legame con mamma Sofia che, in fatto di esperienza e condotta, la sa lunga e ad oggi è data dai sondaggi al primo posto nel cuore degli spagnoli tra i membri della famiglia reale. In effetti il secondo posto è proprio di Felipe, 46 anni, cordiale, attraente, preparato, riflessivo, serio, sportivo e… innamorato. Già, pare lo avesse dichiarato sin da giovane: sarebbe rimasto sempre se stesso e si sarebbe accasato per amore. E ha mantenuto la promessa fidanzandosi e portando a nozze Letizia, non appartenente alla nobiltà, divorziata, giornalista e anchor woman con spiccato senso di indipendenza, giovane e bella donna non proprio rientrante nei canoni della Corona di Spagna. La loro love story ha ovviamente diviso l’opinione pubblica: da un lato i sostenitori, sentimentali commossi dalla scelta del cuore o fautori di una concezione più emancipata e meno rigorosamente blu della Zuerzela, dall’altro gli scettici, palesemente avversi alla

grinta e alla scioltezza di Letizia o conservatori oltranzisti leali agli schemi aristocratici. In molti hanno predetto plateali ribellioni o rotture. L’etichetta e gli oneri di corte, si sa, non sono affatto facili da osservare specie per chi, come Letizia, non è cresciuta con il mito del reame. Il suo passato di redattore e reporter per carta e tv narra di un temperamento e di un bagaglio culturale solidi, vivaci e piuttosto agguerriti. Letizia poteva rivelarsi insofferente alla posizione e al dovere di uniformarsi alla ragion di monarchia. Tutto è stato osservato con la lente di ingrandimento, passato al setaccio,

Felipe fliglio di Juan Carlos di Spagna e della regina Sofia, è diventato re il 25 luglio 2014, dopo l’abdicazione del padre annunciata il 2 giugno.


commentato: ogni uscita pubblica o privata, ogni mise indossata, ogni parola. E prontamente le intemperanze, i momenti di crisi, le determinazioni fuori dalle righe non sono mancate ma lei, Letizia Ortiz oggi Regina di Spagna, è ancora lì. Con Felipe, Leonor (9 anni) la piccola Principessa delle Asturie e l’Infanta Sofia (7 anni). Moglie, madre, regina. Ed ex tutto il resto perché dal suo ingresso a Palacio Real e a La Zarzuela ha completamente rinunciato alle sue attività professionali e si è dedicata a quelle istituzionali. L’unica trasgressione all’ufficialità è quel pizzico di libertà che ha difeso con veemenza: qualche uscita con le amiche e qualche serata con il marito al cinema o al ristorante in versione coppia del popolo. Si è scritto di rapporti solo ‘civili’ con la suocera Sofia (anche se a fiuto di foto li definirei molto più cordiali) e con le sorelle di Felipe, Elena e Cristina di Borbone, e - più che di tenere pose da buona consorte - di espressioni altere e indocili che non gli hanno fatto guadagnare fama di dolcezza. Almeno fino a quando è stata Principessa e alla vigilia dell’incoronazione quando addirittura si erano fatte insistenti le ipotesi di una rottura con Felipe. La ‘fredda’ Letizia, almeno secondo i sudditi, è però radicalmente cambiata dal 19 giugno, da quando la scena e lo scettro sono passati in primis a lei e a Felipe. I diffidenti penseranno forse che Sua Maestà Letizia, intelligente e determinata, stia sfoderando savoir faire per lucida valutazione di opportunità ma io tendo a considerare molto umano che si trovi più a suo agio nella condizione di Regina, in cui pur con tutta la pressione e gli obblighi addosso può affermare il suo profilo, che in quello ‘secondario e subalterno’ di Principessa nel quale doveva solo e sempre ubbidire senza un’impronta davvero personale. È apparsa più sicura e serena sin dalla prima uscita come Regina, al Museo El Prado, ha infittito l’agenda degli appuntamenti ‘politici’ e accanto al marito ha mostrato rinnovate allegrie e confidenza. Con buona pace di quelli che non vedevano faville, insomma, gli sguardi arrivano innamorati. Si, dal giorno dell’investitura si intercettano proprio feeling e affetto. La loro missione, dichiarata e attesa, è delicatissima: salvaguardare l’unità del Paese e ritrovare il sostegno degli spagnoli, peraltro in un momento

di grave situazione economica e sociale generale. Devono dimostrare molto, moltissimo, alla Spagna. E resistere, fortemente, ai terremoti di famiglia, al gossip, alla fatica delle responsabilità. Mai tranquilli, Felipe e Letizia. Le ultime chiacchiere hanno riguardato il sospetto di imminente divorzio tra Juan Carlos e Sofia e una brutta indagine su padre, zia e nonna di Letizia per una presunta insolvenza dolosa. Giovani, istruiti, dinamici e appassionatamente ‘spagnoli’, il Re e la Regina di Spagna dovranno scrivere la loro storia, d’amore e di regno. E questo è l’aspetto più intrigante di questa vita coniugale nella quale ficchiamo il naso. È straordinariamente eccitante immaginare un autentico ardore tra un uomo e una donna coronati che riescono pure

ad attendere, con affetto e devozione, alla crescita delle loro creature. A due che devono mescolare tutto il giorno, ogni giorno della loro vita, cerimoniale e intimità. Non sono ‘vecchi’ sovrani, magari più avvezzi per mentalità, ad acconciarsi alle esigenze e alle apparenze. 46 anni lui e 42 lei, in un grande Paese come la Spagna, nel mezzo di una congiuntura internazionale complicata, con i media attenti a ogni mossa, i problemi familiari, le tensioni della strada, le gioie e gli affanni di genitori, dovranno far appello a tutto il trasporto e la sintonia che li ha avvicinati per trovare l’equilibrio ideale. Ecco, il punto è l’incastro perfetto tra dimensione pubblica e sfera privata. Praticamente una sfida enorme! La società del nostro tempo, anche

Il giorno del sì


Ăˆ AMORE

I reali con le figlie Leonor, nata il 31 ottobre 2005, e Sofia, nata il 29 aprile 2007. Leonor, dopo l’ascesa al trono del padre, è diventata principessa delle Asturie ed erede al trono.


È AMORE

quella spagnola, è lontana quasi anni luce dal paludato, per quanto splendente, mondo di palazzo e alla giovane regia famiglia è richiesto un senso del dovere e della causa altissimo, talora estenuante, per riuscire da un lato a interpretarne e assecondarne pulsioni e bisogni e dall’altro a sfuggirne allo stile, alla libertà, alle abitudini. Decoro, attenzione, impegno. Questo è richiesto, all’ennesima potenza, a Felipe e Letizia. E chissà come si ritaglieranno spazi e momenti per gli abbracci, i giochi, le lacrime, le semplici condivisioni quotidiane. Quanta ‘normalità’ potranno assicurare a Leonor e Sofia, figlie di un destino che non ammette tante deviazioni. Quanta verità potranno regalare e regalarsi. Perché la realtà è una, sola una: il Re e la Regina saranno amati tanto quanto si ameranno e riusciranno ad amare la gente. Tutto viaggia sulle sensazioni e sulle emozioni. L’amore, unicamente l’amore, attrae e genera amore. Nel programma Reale non c’è più posto per defaillances e sono ammessi solo i colpi di estro o di zelo che mirino all’obiettivo. Allora, anche se in dieci anni ha già festeggiato tante tappe, è come se iniziasse oggi questa love story. Il presente è la chiave per il futuro, devono saperlo bene Felipe e Letizia, quando camminano fianco a fianco alla parata militare o si ritagliano qualche ora di felicità fuori dalle solennità. Sarà piuttosto interessante seguirli, tra le pieghe del cuore, del costume, degli affari di Stato. Il gigante Felipe e la minuta Letizia possono rappresentare un sogno o lottare contro un incubo. Se lui dovrà superare Juan Carlos e servire con illuminato progressismo la Corona, Letizia dovrà ‘riappacificarsi’ con gli spagnoli mantenendo il sorriso dei mesi scorsi, spendendosi nell’esercizio della diplomazia, delle opere in campo umanitario, della sensibilità sociale ancora più della mirabile Sofia. L’uno e l’altra riusciranno solo se accanto alla biografia di un Re e di una Regina sapranno respirare e manifestare la passione, la stima, la comprensione di

Letizia Ortiz, nata nel 1972 ad Oviedo, e figlia di un giornalista e una infermiera. È stata sposata ad Alonso Guerrero Perez per un anno, dal 1998 al 1999. Prima di diventare principessa ha lavorato come giornalista della tv spagnola.

sposi. La Spagna e gli spagnoli guarderanno ora, più degli abiti di Letizia – dalle creazioni di Felipe Varela alla sfilza di scarpe sempre made in Spain con somma gioia del mercato nazionale - la compattezza e l’affidabilità dei sovrani. A Felipe sarà chiesta rettitudine e lungimiranza, a Letizia più che impeccabile eleganza energia e sensibilità. Dolcezza, fierezza, integrità: tre parole magiche per essere esempio e guida. Adesso più che mai. Non si affievolisce così, una love story. Anzi. Dall’enorme viaggio da affrontare insieme due amanti sinceri possono

ADESSO

trarre entusiasmanti e fortissimi legami, di pelle, intelletto, spirito. Questo è forse proprio il brivido che mancava a questa coppia un po’ precisa, un po’ tiepida. Il rosa, e ancor più il rosso, non va mai tenuto fuori dalla porta. Neanche se è quella della casa del parco di El Pardo, la residenza che Felipe e Letizia hanno mantenuto anche dopo l’investitura. Magari ‘vissero felici e contenti’ non si addice alle concretezze del 2014 di un regno non di fantasia ma la sottile, essenziale formula del successo è la stessa: se è amore regnerà, con l’acclamazione di tutti.


UOMINI

DA SOGNO di Laura Frigerio

Michael Fassbender

Sex symbol molto... rock! L’attore è attualmente nelle sale con Frank, film che lo vede coperto da una testa di cartapesta. Ma il fisico c’è... e si vede!

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ssere un sex symbol significa riuscire a scatenare cuori e ormoni sempre, anche quando non ci si sente particolarmente in forma o si ha il volto coperto da una testa di cartapesta, come è successo a Michael Fassebender in Frank, attualmente nelle sale. Nel film del regista irlandese Lenny Abrahamson l’attore veste i panni inconsueti del leader di una band indie, votata alla musica sperimentale. Frank (questo il suo nome) è un tipo piuttosto strano: da un lato carismatico e geniale, dall’altro fragile e pieno zeppo di complessi. È per questo che indossa questa enorme testa che per lui rappresenta una sorta di “coperta di Linus”. Eppure, mentre si muove (anche in maniera sincopata), parla con quella sua voce profonda e canta (sorprendentemente bene), rimane irresistibile. Quindi non badate a chi, sapendo che siete delle fans di Michael, vi dice che è inutile andare al cinema dato che lui non si vede in volto mai (o quasi): ne vale la pena, eccome! ATTORE PER CASO Vedendolo così viene facile pensare che Michael sia nato per fare l’attore o quantomeno il modello, ma in realtà non è così. Lui non è mai stato attratto dalle luci della ribalta e persino la sua passione per la recitazione è arrivata per caso. Lo sapete come

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è iniziato tutto? Con un annuncio su una bacheca della scuola, che invitava i ragazzi a iscriversi a un corso di recitazione. Michael, che all’epoca aveva 17 anni, provò per curiosità e ci prese così tanto gusto da decidere di non frequentare l’università e di fare l’attore “da grande”. Una delusione per i suoi genitori, la nordirlandese Adele e il tedesco Joef, che speravano di vedere il loro figliolo impegnato nel settore della ristorazione (come loro), magari ad alti livelli. Il ragazzo invece decise di iscriversi al Drama Centre London, ma ben presto si rese conto di non aver intrapreso una strada facile. LA GAVETTA Nonostante l’avvenenza Michael non trovò tutte le porte spalancate, anzi per anni rimane disoccupato. Nel 2001 riesce ad entrare nel cast della serie tv Band of Brothers – Fratelli al fronte, ma poi deve ripiegare sulla radio e il teatro, tornando poi alla tv tra Londra e Los Angeles. Poi nel 2006 Zac Snyder si accorge di lui e lo prende per fare lo spartano Stelios in 300. L’anno seguente è in Angel – La vita, il romanzo di François Ozon. LA SVOLTA Le cose iniziano a girare per il verso giusto nel 2008, grazie all’incontro con il regista Steve McQueen che lo dirige in Hunger, vincitore della Caméra d’or come migliore opera prima al 61° Festival di Cannes. Questa è la prima volta che Michael può finalmente dimostrare il suo talento: interpreta, infatti, l’attivista nordirlandese Bobby Sands morto nel 1981 a causa dello sciopero della fame e per entrare nei suoi panni è costretto a dimagrire ben 18 kg. Arrivano quindi i primi premi, tra cui spicca quello come “miglior attore” ai British Independent Film Awards. Nel 2009 arriva invece quello come “migliore attore non protagonista” ai London Critics Circle Film Award grazie al film Fish di Andrea Arnold. Nello stesso anno arriva un’altra grande occasione: quella di recitare in Bastardi senza gloria del mitico Quentin Tarantino. Il suo ruolo? Ma come, non ve lo ricordate? È quello del tenente Archie Hicox! SCANDALOSO MICHAEL Hollywood si è accorta finalmente di lui e inizia a coinvolgerlo anche in produzioni importanti, come la saga di X-Men, dove gli viene affidata la parte di Magneto. Però a far parlare di lui è un altro film, sempre

diretto da Steve McQueen: parliamo di Shame. In concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nel 2011, racconta il dramma di un uomo d’affari ossessionato dal sesso tanto da rovinare la propria vita. La pellicola fa riflettere per le sue forti tematiche, ma crea anche un micro-scandalo per via delle scene esplicite. «Non è stato affatto facile spogliarsi e masturbarsi - o almeno fingere di farlo davanti a degli sconosciuti. Ma è una cosa che si supera!» - ha confessato l’attore «Mia mamma sarebbe dovuta venire alla premiere, ma grazie a Dio le è venuto mal di schiena all’ultimo minuto. Credo fosse psicosomatico. Per tutta la durata del film ho ringraziato Dio che mia madre non fos-

se con me, quella sera!». Eppure proprio grazie a questo ruolo Michael ha vinto la Coppa Volpi per la “migliore interpretazione maschile”, diventando uno degli attori più richiesti nonché il sogno di milioni di donne in tutto il mondo. MICHAEL E L’AMORE Facile immaginarlo in versione rubacuori, però di fidanzate “ufficiali” non ne ha presentate molte. Nel 2011 c’era Zoe Kravitz (figlia di Lenny), conosciuta sul set di X Men – L’inizio; mentre tra il 2012 e il 2013 è stata la volta di Nicole Beharie, sua collega in Shame. Subito dopo è stato legato a Madalina Ghenea, ma anche con lei è finita. E ora? Lui si dichiara single, ma chi lo sa...

Michael (37 anni), irlandese di origine tedesca, è in questo periodo al cinema con Frank, la rock-comedy di Lenny Abrahamson.


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STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI

SE LA BELLEZZA COMBATTE

IL MALE 60


N

di Chiara Mazzei

LO SPAZIO BENESSERE ALL’IEO: RTROVARE L’EQUILIBRIO GRAZIE ALL’ESTETICA

elle nostre menti, il concetto di chirurgia estetica si va ad associare inevitabilmente ai volti e i corpi delle star, nostrane o d’oltreoceano, che non sembrano poter stare al mondo senza omologarsi il più possibile ai canoni estetici imposti dai media. Seni immobili e prosperosi, labbra prorompenti e zigomi affilatissimi, per un risultato quasi sempre identico. Vale a dire che, alla fine, queste donne con la fisima della perfezione estetica si assomigliano tutte, si confondono e quasi non si riconoscono più. A noi qualche ruga fa molto meno orrore di quei volti inespressivi e simili fra loro in modo inquietante. Nella totale libertà di decisione per se stessi, bisognerebbe però riflettere sulla reale necessità di autoimporsi certi canoni, di non sentirsi adeguate se non si ha una quarta di reggiseno o due zigomi che sembrano contenere due pagnotte. Questo, tuttavia, è solo un aspetto della chirurgia estetica. Quello più popolare e noto, che genera schiere di adepti tanto quanto schiere di schifati. Ma non è tutto qui. C’è un’altra faccia della medaglia, alla quale i più non pensano. La chirurgia estetica ha, infatti, una funzionalità che trascende il capriccio e diventa reale servizio alla persona. Quando entrano in gioco le problematiche legate alla malattia, il nostro corpo assume una connotazione nuova: diventa lo specchio del male contro cui stiamo lottando, la tela su cui, contro la nostra volontà, vengono tracciati i segni della sofferenza che ci affligge. Ed è a questo punto che intervenire su quei segni, eliminarli, correggerli, diventa una sorta di arma che, attraverso il corpo, mira a ricostruire lo spirito. Lottare contro il cancro è un’esperienza durissima. E le donne impegnate in questa vera e propria guerra vedono, giorno dopo giorno, il proprio corpo trasformarsi e, spesso, perdere quelle caratteristiche che diventano veri e propri baluardi della femminilità. I capelli non sono una peluria accessoria. Il seno non una bella protuberanza da mostrare agli uomini. Sono elementi che ci connotano come donne. Ed è per questo che perdere i capelli o dover asportare i seni anche a livello psicologico rappresenta una batosta di quelle che ti spezzano le gambe. Vedere che la malattia cambia anche le nostre fattezze, oltre a provocarci sofferenza fisica e psicologica, non è facile da accettare. Ed è proprio su questo aspetto che l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano ha voluto dare un contributo in più, proprio per poter offrire alle pazienti un sopporto ulteriore nella già difficilissima lotta contro il tumore. Da circa un anno, infatti, IEO ha creato uno spazio benessere per offrire consigli mirati alla prevenzione dei danni cutanei da terapia oncologica medica e radioterapica. L’obiettivo di questo spazio è quello di far riscoprire alle persone un nuovo equilibrio e benessere, che non sia solo fisico. «Andare dall’estetista per un trattamento al viso è una specie di premio, una coccola che mi concedo quando vado a fare la visita all’Istituto». Le parole di Maria Teresa Scaffidi colgono nel segno il cuore di questo spazio all’interno dell’Istituto. L’avvocatessa milanese ha lottato contro un tumore al seno ed ora deve tornare ogni sei mesi per la visita di controllo. «Mi aiuta anche solo l’idea di non andare all’ospedale esclusivamente per la visita: l’idea di fare qualcosa di mio, per me stessa, è importante per stemperare la tensione del controllo e vivere l’ambiente dell’ospedale in maniera più serena». Parlando con Maria Teresa ho pensato due cose. La prima è che questa idea dello spazio benessere è davvero splendida e importante, perché è in grado di dare un supporto psicologico alle donne che vi accedono che va chiaramente molto oltre la ceretta o la pulizia del viso che si può fare, ma va ad agire nel profondo e regala un momento di benessere fisico che si ri-

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STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI

L’ISTITUTO

percuote sullo spirito segnato di queste lottatrici. In secondo luogo, sentendo la voce squillante, piena di energia e positività di Maria Teresa, ho pensato che sarebbe bello che lei potesse parlare a tutte le donne che vivono quotidianamente la battaglia che ha combattuto anche lei, uscendone vittoriosa. Mi piacerebbe che le donne che leggono queste righe potessero sentire la forza e la determinazione che ho sentito io e ricevere anche solo un briciolo di quell’energia e quel forte senso di speranza che risulta meravigliosamente contagiosa. «I cambiamenti che il corpo attraversa nel periodo della cura sono ingenti e hanno un forte impatto» mi ha spiegato Maria Teresa «Si perde la pienezza del seno, il corpo è gonfio e ingrassato, non riesco più a mettere i tacchi che usavo abitualmente... si vive una vera e propria rivoluzione e bisogna trovare un nuovo equilibrio, ricreando la propria femminilità». Lo Spazio Benessere offre anche un altro servizio non da poco: in accordo con i responsabili dei singoli reparti, effettua alcuni servizi estetici (come manicure e pedicure estetica e piccole depilazioni) al

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letto del paziente. E se le pazienti possono trovare un ambiente in cui ritrovare l’equilibrio col proprio corpo e dare un po’ di tregua a uno spirito duramente provato è anche grazie a delle estetiste competenti ed attente, che hanno deciso di specializzarsi nelle cure estetiche alle donne sotto terapia oncologica. «Da estetista ho un’attenzione diversa, un occhio particolare a tutte le problematiche legate alla malattia su cui mi sono formata – mi racconta Elena Olgiati, che lavora allo Spazio Benessere dalla sua apertura – e nel tempo ho imparato a trattare le clienti come clienti “normali”, senza cioè negare loro delle cure estetiche per timore di non saper trattare il loro caso né, d’altra parte, un pietismo che non le aiuterebbe». Il ritorno alla normalità è proprio quello su cui Elena e le sue estetiste lavorano: «Quello che cerchiamo di fare è restituire alle pazienti una quotidianità normale, prendendoci cura di loro e aiutandole a recuperare quegli aspetti estetici che ci caratterizzano come donne e a livello psicologico sono molto importanti». Quando le chiedo come mai abbia deciso di specializzarsi in questo tipo di estetica,

L’Istituto Europeo di Oncologia quest’anno ha compiuto vent’anni. Nasce, infatti, nel 1994 da un’idea di Umberto Veronesi ed è un “comprehensive cancer centre”, che si propone di raggiungere l’eccellenza nel campo della prevenzione, della diagnosi e della cura dei tumori attraverso lo sviluppo della ricerca clinico scientifica e l’innovazione organizzativa e gestionale in un contesto di costante attenzione alla qualità del servizio erogato alle persone assistite. Coerentemente ai propri valori, l’Istituto pone la persona al centro della propria attività e si impegna a raggiungere un continuo miglioramento dei servizi offerti. Per sostenere l’Istituto e la sua fondamentale attività: http://www.fondazioneieo.it/ comedonare/Pages/default.aspx Elena mi racconta che ha perso entrambi i genitori a causa del cancro ed è convinta che un supporto di questo tipo sarebbe stato prezioso per entrambi. «Quindi - mi dice – questo tipo di lavoro mi permette di dare un aiuto alle persone malate e ne sono felice». E noi siamo felici che ci siamo persone come Elena e luoghi come Spazio Benessere e l’Istituto Europeo di Oncologia, che ci danno la convinzione che in questo Paese ci sia ancora chi ha a cuore la persona e il suo benessere.


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le Donne D’ITALIA di Viviana Carfì

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Samantha Cristoforetti Quel viaggio nello spazio atteso tutta la vita

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a prima astronauta italiana, selezionata tra 8.500 candidati, ad andare nello spazio: Samantha Cristoforetti è partita domenica scorsa con la Missione Futura. Un minuto prima delle 22 (alle 21,59 esatte) di domenica 23 novembre la navicella russa Soyuz TMA-15M è decollata da Bajkonur, ‘la Città delle stelle’ kazaka, verso l’ISS, la stazione spaziale internazionale che fluttua nell’orbita bassa a 480 chilometri di distanza dalla Terra. ALLA SINISTRA DEL COMANDANTE A bordo un equipaggio di tre persone, il comandante russo Anton Shkaplerov (RAS – Russian Space Agency), lo statunitense Terry Virts (Nasa) e lei, Samantha Cristoforetti (ESA – European Space Agency) che ha preso posto alla sinistra del comandante. Dove siede l’ingegnere responsabile del volo, cioè chi fa da supporto perché conosce in modo approfondito tutti i sistemi della navicella e dovrà intervenire in caso di situazioni non nominali e di emergenza. Un ruolo importante e di grandissima responsabilità, ma Samantha non è mai sembrata intimorita. Dopo anni di studio intenso tra Stati Uniti, Russia, Giappone, Canada, Germania e Francia, da quando nel luglio 2012 è stata scelta per questa missione di lunga durata, si è dedicata ad un fittissimo ed estenuante addestramento fatto di prove di ardimento, sopravvivenza sotto la neve sfidando temperature siberiane, centrifughe, hydrolab, prove e riprove della tuta spaziale Sokol dalla quale dipende la sopravvivenza degli astronauti, decine di esami e di qualificazioni che l’hanno portata sin qui. Ad una manciata di ore da quel viaggio atteso tutta la vita, Samantha ha dichiarato: «Non vedo l’ora di essere seduta sulla rampa di lancio, ad aspettare l’accensione dei motori per cominciare questo viaggio che in soli 9 minuti mi porterà in orbita e in 6

ore sull’ISS, che sarà la mia casa spaziale per 6 mesi». Aspetta questo momento da quando piccina leggeva Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery e si lasciava incantare dal protagonista che vive su un asteroide ma decide di intraprendere un lungo viaggio verso la terra per conoscere nuovi amici. Leggeva e di tanto in tanto alzava gli occhi verso il cielo stellato che a Malé, in Trentino, dove è cresciuta, è tanto più intenso ed avvolgente grazie all’assenza di inquinamento di luci artificiali. È allora che Samantha decide di ripercorrere al contrario il viaggio del piccolo protagonista e quando dirà: «Da grande farò l’astronauta!» – nessuno, tra amici e parenti, ha mai pensato, neanche per un solo istante, che avrebbe cambiato idea. Dopo la maturità s’iscrive all’Università Tecnica di Monaco di Baviera in Germania dove consegue anche il master in ingegneria che le apre le porte per la Scuola Nazionale Superiore di Aeronautica e dello

LASSÙ TRA LE STELLE SI VIVE IN PACE La Nasa ha sospeso tutti i contatti con i rappresentanti del governo russo, niente mail e nemmeno teleconferenze a causa del comportamento di Mosca nei confronti dell’Ucraina. Unica relazione ancora in essere tra i due paesi riguarda la ISS (l’International Space Station), poiché da quando gli shuttle a stelle e strisce sono andati in pensione, le navicelle russe Soyuz sono gli unici veicoli per equipaggio in servizio da e per la stazione spaziale. Ma se da una parte gli States dipendono dai russi per il trasporto umano in orbita, dall’altra, secondo quanto dichiara Charles Bolden, il numero uno del progetto ISS, la Nasa fornisce all’avamposto sistemi di navigazione, di energia e di comunicazione. E dunque un suo eventuale ritiro dal progetto, costringerebbe i partners, Russia inclusa, a chiudere i battenti della casa spaziale. Un sistema fatto di pesi e contrappesi che ha garantito al laboratorio orbitante, almeno sino ad oggi, di passare incolume attraverso le numerose crisi politiche. Per questo si parla di nominare la ISS per il Nobel per la pace. Perché se da lassù ogni asperità si appiattisce (la catena montuosa dell’Himalaya, circa 9.000 metri, appare come una minuscola briciola), anche dissapori, livori o peggio crisi e guerre si annullano: Nasa, RSA ed ESA collaborano da anni e pare proprio che funzioni.

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CURIOSITÀ IL GRANDE FRATELLO SU MARTE

Da aprile di quest’anno via libera alla costruzione dei primi simulatori in cui saranno addestrati gli aspiranti astronauti di MarsOne, l’ambizioso progetto che intende portare la prima colonia umana sul Pianeta Rosso entro il 2025. Per offrire ai futuri coloni il contatto preliminare con l’ambiente che diventerà la loro casa su Marte, sono previsti avamposti multipli di simulazione situati in luoghi differenti con specifiche facilities di addestramento in ambienti altamente realistici. Nel primo sarà realizzato il terreno marziano, il secondo simulatore verrà situato in un ambiente più remoto, probabilmente nel deserto artico. Successivamente è previsto l’utilizzo di sistemi vitali specifici per la vita su Marte. Sono già stati selezionati 1.058 aspiranti astronauti tra i 200mila che hanno inviato la loro candidatura sul sito di MarsOne. Ma le selezioni continueranno per altri due anni, al termine dei quali i futuri colonizzatori marziani saranno solo 24 divisi in 6 equipaggi e che verranno addestrati per affrontare un viaggio per Marte senza biglietto di ritorno. I rappresentanti ufficiali di MarsOne hanno dichiarato di voler trasmettere in tv le prossime procedure di selezione sotto forma di reality show. Le trattative con le compagnie televisive per l’acquisizione dei diritti per quello che ha tutte le carte in regola per diventare il Grande Fratello dello Spazio e la trasmissione più seguita di tutti i tempi. Spazio di Tolosa in Francia. Per la tesi decide, invece, di volare a Mosca presso l’Università Mendeleev delle Tecnologie Chimiche. E al ritorno si diploma in Scienze Aeronautiche presso l’Università Federico II di Napoli. Ingegnere, capitano militare dell’aeronautica e astronauta, Samantha parla correntemente russo, tedesco, francese e inglese e sta perfezionando il cinese. Ma lei non si sente affatto una superdotata: «Gli astronauti sono persone normali che sanno fare abbastanza bene un po’ di tutto. La sfida più grande è quella di dover imparare rapidamente tante cose diverse: un bombardamento di nozioni e skills che bisogna metabolizzare. Tutto il sistema fa affidamento sul fatto che l’astronauta apprenda in modo veloce, altrimenti un addestramento come il nostro dovrebbe durare 15 anni invece che tre». Non ama essere definita ‘la prima donna italiana’ ad andare nello spazio. Preferisce, piuttosto, sottolineare che è il settimo astronauta italiano a vedere le stelle da vicino. Della sua sfera personale non si sa nulla. Mentre parla tantissimo e in tutte le lingue che conosce della sua professione. Chi dice di lei che è una persona schiva, che detesta la notorietà e i riflettori dei media, non la conosce affatto. Samantha è una donna incredibilmente intelligente e capace, come pochi, di gestire la propria immagine. Malgrado l’impegno eccezionale per l’addestramento che ha previsto anche la possibilità di uscire dalla stazione e di intervenire sul braccio robotico (EVA Training, la passeggiata extra-veicolare) nel caso di anomalie, l’astronauta azzurra in questi mesi ha rilasciato interviste, ha gestito blogger e social network come Facebook, Twitter e ha aperto siti per dare a tutti la possibilità di intraprendere questo straordinario viaggio insieme a lei. Avamposto42 per parlare del tema di Expo 2015. Il sito avamposto42.esa.int è stato creato per seguire in diretta l’addestramento, le qualificazioni e le emozioni e tutto quanto succederà a bordo della stazione. Oltre che un laboratorio spaziale dove si fa scienza, la stazione

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è per Samantha l’avamposto di tutta l’umanità nello spazio. In questo modo il suo viaggio diventa il viaggio di tutti, attraverso le sue emozioni, le sue scoperte, i suoi esperimenti. Ne approfitta dunque per parlarci da lassù di una cosa che le sta molto a cuore: la nutrizione, l’alimentazione, intesa come interazione consapevole tra il cibo e il nostro corpo. «Dobbiamo comprendere che il cibo non è solo fonte di energia ma qualcosa che riesce ad interagire e a trasforma-

re il nostro organismo. Ci può far stare bene a lungo non facendoci ammalare o al contrario può far esplodere delle vere e proprie patologie. Imparare che cibo, metabolismo e salute sono legati tra loro significa imparare a mantenersi in salute». L’obiettivo della Cristoforetti è anche quello di far arrivare da lassù, in modo forte e chiaro, il messaggio di Expo 2015: dobbiamo tutelare e difendere il nostro pianeta per garantire a tutte le popolazioni del mondo presenti e future cibo e acqua


Samantha è nata a Milano il 26 aprile 1977 e rimarrà nello spazio per sei mesi, dove a 480 chilometri di distanza dalla Terra, insieme con l’equipaggio, svolgerà varie attività ed esperimenti scientifici programmati.

pulita. Le giornate saranno intense. Oltre a gestire i sistemi di bordo e assicurarne la manutenzione, il copilota italiano dovrà svolgere varie attività ed esperimenti scientifici programmati. Dovrà gestire arrivi e partenze di veicoli e nel caso essere impiegata in attività extraveicolari (all’esterno della stazione). Nel tempo libero, oltre che mangiare e dormire, farà sport almeno un paio d’ore al giorno per evitare che l’assenza di peso annulli totalmente la tonicità muscolare e ossea. Farà fotografie al Pianeta Blu (la terra) e alle stelle, starà incollata con il naso all’oblò, ascolterà musica e leggerà. «Porto con me quattro libri cartacei perché non voglio rinunciare all’esperienza unica di fluttuare nella Cupola e sfogliare le mie pagine preferite mentre davanti, sotto e sopra, scorrono maestosamente oceani e continenti! Inoltre ho fatto stampare 500 libricini con frasi e poesie (e persino un’equazione) che, per me, raccontano il significato di questo mio viaggio nello spazio da regalare ad amici e parenti». L’ha intitolato Untraveled World ed è tratto da quella famosa poesia di Alfred Tennyson sul viaggio di Ulisse: «Io sono una parte di tutto ciò che ho incontrato, eppure tutta l’esperienza è un arco attraverso cui risplende quel mondo inesplorato il cui confine svanisce continuamente quando mi muovo».

TECNOLOGIE, INGEGNERIA, MEDICINA E IL PRIMO CAFFÈ SPAZIALE: ECCO GLI ESPERIMENTI DELLA MISSIONE FUTURA Per un numero totale di dieci, gli esperimenti della Missione Futura spaziano negli ambiti più disparati: dai disturbi del sonno alla circolazione cerebrale. La condizione di microgravità permette di studiare il comportamento degli elementi da un punto di vista privilegiato, lo spazio può rivelarci molte sorprese sul comportamento del corpo umano e dei fluidi in assenza di peso. 1) NATO, uno studio che, lavorando sul tessuto osseo a livello di nanoparticelle, servirà a contrastarne la degenerazione ossea. 2) DRAIN BRAIN, si occuperà di realizzare un nuovo strumento diagnostico per le malattie neurodegenerative, osservando in microgravità il ritorno venoso dal cervello al cuore. 3) CYTOSPACE, si occuperà di variazioni sull’architettura cellulare per osservare come la cellula si struttura nello spazio. 4) POP3D, la seconda stampante in 3D inviata nello spazio è un enorme potenziale d’ingegneria per costruire in assenza di peso le strutture per futuri esperimenti o addirittura per futuri habitat spaziali, risparmiando enormemente sulla massa da far partire dalla terra. 5) BONE-MUSCLE CHECK, ha il compito di validare un sistema semplice più innovativo per quantificare la debilitazione ossea tramite un prelievo salivare. 6) WEARABLE-MONITORING, una maglietta da indossare che si occupa di controllare la qualità del sonno perché in orbita si verifica un influsso negativo sul sistema nervoso autonomo a causa dell’assenza di peso. 7) BLIND AND IMAGINED, si occupa di equilibri e movimenti. 8) VIABLE, monitora la presenza di funghi e batteri all’interno degli ambienti della stazione spaziale. 9) ORTHOSTATIC TOLERANCE, avrà il compito di sviluppare le contromisure idonee dopo il rientro a terra basate su allenamenti fisici specifici. 10) ISSPRESSO, la prima caffetteria spaziale in grado di lavorare in microgravità mantenendo la temperatura d’uscita a 75 gradi e la pressione dai 5 ai 7 bar. Rappresenta il lato umano dei pilots, quello che va a toccare il cuore e il palato degli astronauti, dando il conforto di un buon caffè italiano bevuto a 400 chilometri di altezza. Magari osservando l’amato Pianeta Blu, affacciati dalla cupola dell’ISS, la finestra sul mondo, sul cosmo.

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PERSONAGGI

PRIGIONIERI DELL’USURA di Angela Iantosca

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PERSONAGGI L’INCHIESTA

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COMPLICE LA CRISI ECONOMICA, È SEMPRE PIÙ FACILE OGGI SCIVOLARE NELLE GRINFIE DEGLI STROZZINI, CHE MAI COME IN QUESTO PERIODO PROLIFERANO NEL NOSTRO PAESE. A CONFERMARLO I DATI ALLARMANTI DI UN FENOMENO CHE, OLTRE A COMMERCIANTI E PICCOLI IMPRENDITORI, COINVOLGE SEMPRE PIÙ GENTE COMUNE, INSOSPETTABILI, PADRI DI FAMIGLIA CHE NON RIESCONO PIÙ A FAR FRONTE ALL’AUMENTATO COSTO DELLA VITA

a crisi sembra non voler allentare la morsa che soffoca il nostro Paese, come ci dicono i dati sulla povertà relativa e assoluta: secondo l’Istat, nel 2013 il 12,6% delle famiglie risulta in condizioni di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230mila nuclei familiari) mentre il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28mila). Le persone in povertà relativa rappresentano, invece, il 16,6% della popolazione (10 milioni 48mila persone) e quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila individui). Dati allarmanti (con una maggiore incidenza al Sud) che, inevitabilmente, hanno delle conseguenze ancora più gravi. Perché per rispondere alle necessità quotidiane, non avendo in molti casi la possibilità di chiedere un prestito alle banche (costantemente a caccia di garanzie), si ricorre sempre più spesso a prestiti elargiti da privati oppure organizzazioni criminali che fanno precipitare non di rado nelle losche trame dell’usura. Il sovraindebitamento delle famiglie in Italia, a luglio 2014, è cresciuto del 292,1% rispetto allo stesso mese del 2013 e l’usura è aumentata del 203,5%, come rilevano i dati del Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics, elaborati per Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani. «In Italia – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it – nel 2014 sono a rischio d’usura 3 milioni e 860mila

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famiglie e 3 milioni 420mila piccoli imprenditori. A luglio 2014 il debito medio delle famiglie italiane ha raggiunto la cifra di 52.400 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 68.200 euro». Al primo posto delle regioni più esposte all’usura troviamo la Campania seguita da Puglia, Calabria, Liguria, Valle d’Aosta, Toscana, Sicilia, Lombardia. «L’aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, delle esattorie, dei compra oro e delle sale da bingo e giochi d’azzardo – continua Carlomagno – stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese nelle mani di spregiudicati usurai». Secondo “Sos Impresa” sarebbero 200mila i commercianti sotto usura e 40mila gli usurai in attività. A risentire più di tutti del fenomeno sarebbero il settore del commercio con 32mila chiusure nel solo 2013 a seguito di problemi di indebitamento ed usura e quello del turismo, con 18mila chiusure. FRA LEGGI DI TUTELA E BANCHE AL LIMITE DELL’USURA Oggi l’usura è regolamentata a livello normativo dalla legge “anti-usura” numero 108 del 7 marzo 1996 che ha introdotto rispetto alla legislazione precedente la considerazione dello stato di bisogno quale aggravante del reato. A determinare il limite oltre cui il tasso di interesse richiesto al debitore è usura è la Banca d’Italia, la quale ogni tre mesi calcola questo tasso soglia. Ma l’aspetto forse più importante

UN AIUTO ALLE IMPRESE «Sos Impresa – spiega il Responsabile dell’ufficio stampa Bianca La Rocca – nasce subito dopo la morte di Libero Grassi, ucciso dalla mafia nell’agosto del 1991 dopo aver intrapreso un’azione solitaria contro una richiesta di pizzo. Nel febbraio 1992 nasce, dunque, Sos Impresa, con il movimento di Tano Grasso, a capo dei commercianti di Capo d’Orlando, e da allora segue la strada relativa a estorsione, usura e criminalità economica in genere. Anche se le vittime che seguiamo non sono solo commercianti». Oggi la legge anti-usura (la 108 del 7 marzo 1996) è uno strumento sicuramente importante, ma che necessita delle modifiche: «Sono anni sottolinea La Rocca - che parliamo di una riforma della 108, che era una buona legge di cui il Presidente di Sos Impresa, Lino Busà, è stato uno degli estensori, ma che oggi, ormai, mostra i segni del tempo. Chi commette reato diventa furbo. È sempre più difficile dimostrare il reato di usura, che, di fatto, oggi è depenalizzato, visto che arriva quasi sempre in prescrizione. L’iter per il risarcimento del danno è diventato farraginoso e lento». Insomma il reato dilaga e le denunce diminuiscono.

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L’INCHIESTA

Il sovraindebitamento delle famiglie in Italia, a luglio 2014, è cresciuto del 292,1%, rispetto allo stesso mese del 2013, e l’usura è aumentata del 203,5%. Nel nostro Paese sarebbero 40mila gli usurai in attività e ben 200mila i commercianti sotto usura.

di questa legge sono gli articoli 14 e 15, che introducono due fondi per le vittime di usura: il fondo di solidarietà, che si applica però solamente ai fatti verificatisi dopo l’1 gennaio 1996 e che prevede mutui senza interessi per gli imprenditori in difficoltà, e il fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, che fornisce invece contributi a fondazioni ed enti che si occupano del problema. Tuttavia la burocrazia talvolta lentissima e farraginosa inibisce l’utilità di questi strumenti e gli imprenditori si trovano ad affrontare problemi reali a breve termine a fronte di aiuti che devono arrivare, ma che sono effettivamente bloccati in qualche antro dell’iter burocratico. E intanto a pagare sono ancora una volta le imprese. Ad aggravare la situazione ci pensa anche il sistema bancario, particolarmente severo sia nella concessione di prestiti che, quando li rilasciano, nelle condizioni applicate. Secondo il Report nazionale sull’usura praticata dalle banche, preparato dalla Fondazione Sdl, sul 99% dei quasi 47mila conti correnti aziendali analizzati, sono state rilevate anomalie: in particolare usura

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oggettiva (nel 71% dei casi i tassi di interesse passivi erano superiori al tasso soglia fissato trimestralmente dalla Banca d’Italia), usura soggettiva (nel 74% dei casi sono state applicate condizioni particolarmente gravose, considerata la situazione di difficoltà economico-finanziaria dell’azienda) o anatocismo (calcolo di interessi su interessi, 71 volte su 100).Alcologia di Torino – non sono predisposti a metabolizzare l’etanolo, per cui l’alcol fa un danno maggiore, soprattutto in quegli organi che sono in via di sviluppo come il cervello, perché circola immodificato ed è la causa della perdita di neuroni, della riduzione della memoria e della capacità di orientamento. Quando l’organismo non è predisposto a metabolizzare l’alcol, mettersi alla guida di un motorino, anche dopo un solo bicchiere, può essere letale. È solo dopo i diciotto anni che il cervello è in grado di percepire il rischio e individuare le situazioni nelle quali è meglio non bere». Ecco perché è necessario evitare che queste nuove mode che si stanno diffondendo tra i giovanissimi tramite i social network vanno contrastate e combattute con ogni mezzo.

TI USURO, MA CON FATTURA! Se Napoli è il primo grande Comune che ha deciso di togliere imposte, tasse e tributi comunali per tre anni a chi denuncia di essere stato vittima di estorsione ed usura (il beneficio, voluto dal sindaco Luigi de Magistris, scatta già dal momento in cui viene emessa una sentenza di condanna in primo grado nei confronti delle persone denunciate), c’è chi emette addirittura fattura per la sua attività di usuraio. Dalle intercettazioni di una delle più articolate indagini sulla ‘ndrangheta al Nord, quella coordinata dalla Dda di Milano contro le “locali” di Desio e Seregno, in Brianza, emergono, infatti, particolari inquietanti ed emblematici. Si tratta evidentemente di una consorteria così potente, di un sistema così accettato, che gli usurai che stringono accordi economici con gli imprenditori emettono perfino le fatture per i soldi prestati! Come spiega uno degli indagati intercettati a un amico. In una delle transazioni ricostruite dalla Dda, a fronte di un prestito di 50mila euro, sono stati subito aggiunti 2mila euro di interessi, che hanno portato all’istante la cifra da restituire a 52mila euro. Su questa cifra è stata applicato, per dieci giorni, un interesse del 20% e pertanto, alla scadenza del decimo giorno, è stata restituita la somma di ben 62.400 euro.


PERSONAGGI L’INCHIESTA

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LA TESTIMONIANZA DI FAUSTO

La crisi economica non fa che accrescere il ricorso agli usurai, non solo da parte degli imprenditori, ma anche dell’uomo comune. Gli usurati camminano tra noi, sono padri di famiglia, gente che negli anni si è anche tolta qualche sfizio, ma che ora non riesce più a far fronte all’aumentato costo della vita. Sono persone disperate, sole, vulnerabili, che tentano di nascondere la verità agli amici. La storia di Fausto Bernardini è quella di un uomo che, per portare avanti l’associazione sportiva creata per i giovani, finisce in mano agli usurai, “amici di amici”. Come è cominciata questa disavventura? «Nel 2006 per coprire le spese della società sportiva di cui mi occupavo, siccome gli sponsor ritardavano nel pagare, mi rivolsi ad un commerciante della mia zona, che un paio di anni prima era stato nostro sponsor, il quale mi indirizzò verso un suo conoscente che scoprii in seguito essere già il suo usuraio... Ma capita spesso che gli usurai ti obblighino ad usurare a tua volta. Come primo “prestito” mi diede 10mila euro. Ovviamente alla fine del mese non avevo i soldi da restituire. Gli sponsor ritardavano. Da quel momento è stato un dramma, perché non ne sono uscito più non riuscendo ad accedere al credito legale. Sono entrato in un tunnel dove quei 10mila euro sono diventati 300mila in un anno e mezzo. A un certo punto non avevo neanche più i soldi per mangiare e ai miei usurai chiedevo anche i soldi per far la spesa». Quale potere esercita l’usuraio sulla sua vittima? «Il meccanismo sul quale gioca l’usuraio è quello della dipendenza psicologica. Io facevo quello che dicevano loro. Mi chiamavano cinque volte al giorno: ho ricevuto 3mila chiamate in un anno e mezzo. La dipendenza era talmente forte che, nonostante il terrore che provavo ogni volta che suonava il cellulare, rispondevo subito perché li vedevo come gli unici in grado di aiutarmi. Quando li ho denunciati, avevo la sensazione di denunciare mio padre. Se non avessero minacciato la mia famiglia, mi sarei anche fatto spezzare le gambe…» C’è una qualche via d’uscita dal tunnel, come lo chiama lei, dell’usura? «L’unica strada possibile è la denuncia. Bisogna denunciare!»

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PUNTI PERSONAGGI DI VISTA

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DONNE, FIGLI, CARRIERA, COMPAGNO: SI PUÒ (ANCHE IN ITALIA) Vuoi essere una donna di successo? Devi necessariamente sceglierti un compagno di vita con poche ambizioni. Non c’è storia. Almeno sulla carta. Insomma: in famiglia non c’è posto per due persone in corsa verso traguardi professionali. Inevitabilmente qualcuno deve retrocedere. Se, poi, aggiungi il fattore “essere genitori” la donna parte svantaggiata. Secondo due studi presentati dal New York Times, esiste infatti un legame diretto tra

l’essere genitori e il corrispondente economico: se sei maschio e hai figli hai maggiore possibilità di essere assunto o guadagnare di più, ma se sei donna l’evento ti rallenta comunque la carriera. Ma siamo sicuri che queste indagini siano, effettivamente, veritiere?! Non so voi, ma oramai i tempi sono veramente cambiati: una donna può avere anche due figlie, rientrare nel posto di lavoro, avere una carriera appagante, un marito altrettanto impegnato e,

aspetto da non sottovalutare, degli introiti importanti. Non sto parlando di un mondo ideale: i miei esempi sono sotto i miei occhi giornalmente. Ho molte colleghe con figli, che guadagnano bene e svolgono assai dignitosamente il loro lavoro. E hanno un compagno soddisfatto. Certo, rispetto a lui dormono molto meno e arrivano in ufficio sempre al limite (magari la tata non è arrivata o i figli non stanno bene)…ma quella, si sa, è la solita vecchia storia. 73


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PERSONAGGI IL MONDO DI FRANCESCO

VIVA MAMMA E PAPÀ C di Massimo Lanari

he Francesco sia il Papa dell’apertura e dell’accoglienza non ci sono dubbi. Ma da qui a farne una sorta di antipapa, come vorrebbero molti intellettuali, ce ne corre. A costoro sarà sembrata una doccia gelata il messaggio inviato lo scorso 17 novembre ai partecipanti al Colloquio internazionale sulla complementarietà tra uomo e donna. Già la parola «complementarietà», in un’epoca in cui il pensiero “politicamente corretto” tende a negare qualsiasi differenza tra i sessi, suona eversiva. Ma sentite il resto: «I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva». Insomma, difesa a spada tratta della famiglia, quella del Vangelo, quella della tradizione cristiana.

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NO A RUOLI STATICI

Ma «quando parliamo di complementarietà tra uomo e donna», non dobbiamo cadere nell’«idea semplicistica che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico. La complementarietà assume molte forme, poiché ogni uomo e ogni donna apporta il proprio contributo personale al matrimonio e all’educazione dei figli». Insomma, complementarietà sì, ma no a ruoli fissi per la mamma e per il papà o per il marito e la moglie. «Nel nostro tempo il matrimonio e la famiglia sono in crisi. Viviamo in una cultura del provvisorio, in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico. Questa rivoluzione nei costumi e nella morale ha spesso sventolato la bandiera della “libertà” ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili».

LA TRAPPOLA DELL’IDEOLOGIA

La soluzione? «Occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione: i suoi beni immateriali. La famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale». Il Papa invita i giovani a non lasciarsi «coinvolgere dalla mentalità dannosa del provvisorio e siano rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturo, cioè di andare controcorrente». Quindi, ha esortato a non fare del concetto di famiglia una bandiera politica, ideologica. «La famiglia è un fatto antropologico, e conseguentemente un fatto sociale, di cultura. E noi non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica», aventi solo «forza in un momento della storia, e poi cadono. Non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o famiglia progressista: la famiglia è famiglia».


ANCHE I COMMERCIALISTI

Papa Francesco esorta la categoria a non coprire le illegalità e a svolgere il proprio lavoro con spirito umano e costruttivo: «Dietro ogni carta c’è una storia, ci sono dei volti»

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osa c’entrano i commercialisti con il Papa? C’entrano, se l’ “Onu dei commercialisti”, ossia l’Ifac (l’organizzazione mondiale della categoria) decide di tenere il proprio congresso annuale a Roma. E di incontrare Bergoglio in Vaticano, nella sala Paolo VI. La platea, per Papa Francesco, era di quelle toste: come spiegare loro che il messaggio cristiano si nasconde anche dietro tasse, commi e fatture? Ma, ancora una volta, il Pontefice non ha deluso le aspettative. Nella situazione attuale di crisi economica «è più forte la tentazione di difendere il proprio interesse senza preoccuparsi del bene comune, senza badare troppo alla giustizia e alla legalità. Perciò è richiesto a tutti, specialmente a quanti esercitano una professione che ha a che fare con il buon funzionamento della vita economica di

hanno un’anima

un Paese, di giocare un ruolo positivo, costruttivo, nel quotidiano svolgimento del proprio lavoro, sapendo che dietro ogni carta c’è una storia, ci sono dei volti». Cari commercialisti, non aiutate quindi ad evadere le tasse, ma aiutate. Anche perché «dal vostro osservatorio professionale vi rendete conto della

drammatica realtà delle tante persone che hanno un’occupazione precaria, o che l’hanno perduta, di tante famiglie che ne pagano le conseguenze, di tanti giovani in cerca di un primo impiego e di un lavoro dignitoso». Anche i commercialisti, dopo tutto, hanno un’anima.

IL PAPA, GLI IMMIGRATI E LE PERIFERIE Il Papa si è recentemente soffermato sulle tensioni tra italiani e immigrati nel quartiere romano di Tor Sapienza. «Sono fatti che accadono in diverse città europee, specialmente in quartieri periferici segnati da altri disagi». Il Papa ha invitato le istituzioni «ad assumere come priorità quella che ormai costituisce un’emergenza sociale e che, se non affrontata al più presto e in modo adeguato, rischia di degenerare sempre di più». La strada deve essere quella dell’incontro, non dello scontro: «Cittadini e immigrati, con i rappresentanti delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L’importante è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. È possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica e inclusiva».


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I PARADOSSI DELLA FEDE

TORNIAMO A

LEGGERE IL VANGELO IL COMMENTO DI MONSIGNOR GUIDO GALLESE VESCOVO DI ALESSANDRIA

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olte persone, soprattutto sui media, parlano di Gesù senza conoscerlo realmente. Dandone un’immagine spesso banale, che nulla ha a che fare con il vero messaggio di Cristo, così forte, così paradossale, così controcorrente I paradossi della Fede ci sono perché Gesù è un tipo decisamente controcorrente. Lo è rispetto al mondo di oggi, dopo duemila anni di cristianesimo. Figuriamoci rispetto al suo tempo. Ma, proprio a causa di questi paradossi, pochi riescono a capire veramente il Vangelo e l’insegnamento di Cristo. Di solito, quando si parla di Gesù, se ne parla senza conoscere con esattezza l’argomento in modo scientifico.

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UN ESPERIMENTO A volte faccio un esperimento: prima ascolto le persone che parlano di Gesù, che provano ad interpretare il significato delle sue affermazioni. Poi provo a indagare sulle basi delle loro affermazioni. Ora, dal punto di vista scientifico, le testimonianze extra-evangeliche su Gesù sono poche e hanno la caratteristica di essere non-dottrinali: ovvero ci fanno capire che Gesù è esistito, ma ci danno pochissimi dati per conoscere la sua dottrina. Quello che Gesù ha insegnato può essere desunto solo dai Vangeli canonici o da pochi apocrifi (che hanno la caratteristica di essere stati scritti molto tardi, alcuni secoli dopo Gesù, e quindi sono poco affidabili dal punto di vista scientifico). Ebbene, quelle persone che parlavano di Gesù avevano conoscenze veramente povere e desumevano le loro nozioni da operazioni intuitive più che deduttive. Ma fare tali operazioni con Gesù porta spesso all’insuccesso, perché la principale caratteristica di Gesù era ed è, per chi ne ha un’esperienza diretta nella vita spirituale - l’imprevedibilità: la nostra pastorale consiste nell’iniziare cose che non sappiamo dove vadano a

finire. Un esempio per tutti: Giovanni XXIII ha indetto il Concilio Vaticano II pensando che sarebbe stato molto breve, che avrebbe compattato i ranghi e ribadito la dottrina della Chiesa. Invece il Concilio non è stato breve, non ha compattato i ranghi e ha dato delle svolte di novità del tutto inaspettate. GLI EQUIVOCI DELLA STAMPA E qui si innesta la fatica con i media: essi hanno la necessità di trattare le cose nel modo più breve e semplice possibile, per cui tra tutte le letture a disposizione di un evento tendono a dare quelle più “terrene”. O perché non si capiscono o perché manca lo spazio o il tempo. Recentemente, in occasione dell’Assemblea generale dei vescovi italiani, ho avuto modo di leggere la rassegna stampa. E sono rimasto basito per la differenza abissale tra quello che le mie orecchie hanno sentito e quello che i miei occhi hanno letto il giorno dopo... E tu, caro lettore, che conoscenza hai di Gesù? Per leggere il Vangelo secondo Marco tutto di fila bastano 90 minuti, come una partita di calcio: lo hai mai fatto? Sarebbe un’esperienza veramente interessante...



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NARRATIVA

I colori di DORA di Iris Blu

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ora si guardò allo specchio e poi, timidamente, si voltò verso Sabrina “Sto bene... ne sei sicura? Grazie ancora per questo vestito... è un regalo stupendo! Veramente, tu e le ragazze siete state a dir poco fantastiche!” Sabrina la guardò con un sorriso divertito, “certo che stai bene, sei uno schianto e lo stenderai al tappeto! Non so... io ti auguro il meglio... ma a pelle, questo Beniamino, non mi convince. Sarà che lavorando per una casa farmaceutica, di dottori e medici... non ne posso più!” “Ma non lo conosci neanche! Come fai a dire una cosa del genere?” “Stavo scherzando... però il suo nome proprio non mi piace, devo dirtelo.” Dora, con il rossetto in mano, guardò Sabrina con dolcezza... “Allora? Hai chiamato Sergio? Sono giorni che rimandi... che intenzioni hai?” Sabrina si mise a sedere sul letto di Dora.

CAPITOLO XVI vendere i miei quadretti floreali online, e tu mi darai delle dritte, perché sei una donna in gamba! Mi fido di te!” Già, la proposta della contessa... ovvero replicare i dettagli floreali di alcuni dei quadri più famosi al mondo... e poi allestire una mostra. “Certo, sarà un duro lavoro, ma io amo dipingere... e un giorno farò solo questo: dipingere, dipingere, dipingere... all’infinito. Ah, domenica sera se non ricordo male dovrebbe tornare la nostra barista preferita... dobbiamo organizzare anche con lei!” “Sì, dovrebbe atterrare verso le 22:00! L’ho sentita prima via sms... mi sembra stia bene, molto bene! Aveva proprio bisogno di una vacanza... sono contenta! Stiamo riuscendo a vederci più del solito. Ma cosa era preso a tutte?” “Sabrina, è la stanchezza, lo stress... ti toglie l’energia di fare la qualunque cosa... bisogna un po’ combattere e non lasciarsi travolgere... il lavoro ci assor-

SAPEVA, CON SICUREZZA, SOLO UNA COSA:

QUANDO LA GUARDAVA LA SUA TRISTEZZA SVANIVA. COME PER MAGIA.

Accarezzò le lenzuola rosa confetto, con le dita stirò alcune pieghe di quella stoffa odorosa di bucato. Perché con la vita non è così facile? Perché non basta un tocco per far scomparire le brutture, le ansie, le insicurezze? “Lo farò, lo farò, stai tranquilla. Questa settimana è stata dura... per fortuna sta per finire! Ho rimandato solo per questo, credimi. La tua settimana invece, racconta! Sei emozionata? Lunedì sera hai conosciuto la contessa, stasera vedi Beniamino, domani rivedi la contessa... neanche una diva ha così tanti impegni...” “Sì, sono felice... la proposta della contessa mi piace molto... è veramente interessante! In ogni caso non rinuncio alla mia idea: voglio

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be, al di là di quanto possa essere soddisfacente. Tu ad esempio sei realizzata, guadagni bene... eppure spesso ti sento scontenta! Ti capisco, sai? Immagino che non sia facile...” “No, non lo è per niente. In un mondo così poi... gli uomini dominano e sgomitano. E noi dobbiamo fare altrettanto senza dimenticare di essere donne, mogli, compagne, madri... forse sto facendo solo retorica. Questa maternità mi sta cambiando... lo sento. Sai, è una cosa strana, stranissima. Non riesco a descrivertela... ci scriverò una poesia! Non scrivo una poesia da quando avevo vent’anni. Ecco, hai ragione... si studia e si lavora per occupare un posto migliore nel

mondo. E poi ci ritroviamo tutti cambiati, non amiamo più i nostri interessi... io ti ammiro Dora: sei straordinaria e non te ne rendi conto. Fai un lavoro che non ami ma continui a dipingere... a coltivare il tuo sogno! A coltivarlo, proprio come si fa con i fiori... i tuoi quadri sono semplici ma pieni di emozioni, di colori, sono belli... come te.” Dora guardò la sua amica riflessa nello specchio della sua camera. “Grazie, mi hai detto qualcosa di veramente bello!” Si mise accanto a lei e l’abbracciò. Le diede un bacio sulla guancia, stringendola forte. “E ora sii sincera” disse alzandosi in piedi “come sto?” “Hai il mascara che cola! È un disastro!” Sabrina scoppiò a ridere... “dammi, ti sei commossa... e ora cola tutto. Questo è il classico dei classici. Sono le 19:30... sei in anticipo, il ristorante di cui mi hai parlato è qui vicino, giusto?” “Sì, Beniamino mi aspetta lì per le 20:00! Sono emozionata, mi credi? Un appuntamento... e lui è bellissimo! Ha degli occhi meravigliosi, ti ho già detto di che colore sono?” “Sì, tipo trenta volte... grigi, con screziature verdi o qualcosa del genere...” “È veramente... beh, non farmi dire altro!” “Sì, hai detto anche questo, altre quattrocento volte. Calmati... e pensa alla scarpe! Questo vestito nero ti sta d’incanto, sembri veramente una diva da rotocalco! Ci vuole un bel tacco alto... cosa ne dici?” “Hai ragione, guarda, metterò queste... le ho usate pochissime volte. Sono praticamente nuove... spero di non dovermene pentire!” Sabrina era impressionata, Dora stava veramente bene. Si era truccata con cura, aveva raccolto i capelli biondi, in modo molto semplice... era magnifica! “Bene, mi dai uno strappo? Magari è davanti al ristorante... così lo vedi!” “Certo, divertiti e fai la brava...


dai andiamo! Aspetta... ti ho portato un’altra cosa... il vestito è da parte di tutte e tre, Emilia compresa. Ma questo è u n mio regalo!” Sabrina aprì la bor- sa e tirò fuori un pacchettino, minuscolo. Lo consegnò a Dora, lei era sbalordita. “Non vorrai farmi piangere, vero? Ok, vediamo cos’è...” Scartò il pacchetto e aprì una minuscola scatola blu. Dentro c’era una collanina d’oro bianco con un ciondolo, una rosa bianca luccicante. “Ma... è stupenda, grazie. Non dovevi, l’avrai pagata un sacco...” “Smettila, e goditi la tua collana. Consideralo un regalo di Natale... sono solo un po’ in anticipo, tutto qui. E poi guadagno molto, lo sai. Per me sei come una sorella, una sorellina da proteggere e viziare! Ah, voglio anch’io un tuo quadro e voglio pagare il tuo lavoro...” “Non scherzare, dopo questo regalo poi...” “Senti, so bene quanto guadagni... io guadagno molto di più e anch’io ho bisogno di riempire le mie pareti con delle belle opere!” Dora acconsentì. “Beh, ne riparleremo con calma, ora però andiamo! Il mio bello mi aspetta...” Sabrina era veramente stanca, aveva lavorato tutto il giorno, non vedeva l’ora di dormire... chiacchierarono del più e del meno e in meno di cinque minuti fu-

rono davanti al ristorante. “Allora, chi è? Il tizio con il cappello? Ti prego, dimmi di no!” Dora guardò con attenzione... passò in rassegna le persone davanti al ristorante. All’orizzonte un’insegna lampeggiante, con raffigurato il Taj Mahal, illuminava un solitario venditore di rose. Dora lo osservò, aveva l’aspetto trasandato e lo sguardo triste. Le sue rose, leggermente avvizzite, vennero scosse da una folata di vento, che ne disperse qualche petalo rosso. “Eccolo, è il tizio che è sbucato da quell’incrocio... che faccio, scendo, vado? Dammi un bacio!” “Caspita, è veramente uno schianto.” Sabrina abbassò il finestrino e fischiò, in uno stile non proprio femminile... “ma sei impazzita?” Dora la rimproverò con poche parole intrise di un astio al limite dell’isterico. “Ma sì, non ha sentito! Stavo solo scherzando! Guarda, ti sta comprando delle rose... hey! Ha preso tutto il mazzo. Buon segno, non è un avaro!” Dora sospirò, baciò la sua autista sulla fronte e scese dall’auto. “Hey, se hai bisogno... chiamami, in bocca al lupo e buona cena! Non bere troppo, primo perché fa male e secondo perché sono invidiosa! Io non posso bere!” Dora le lanciò uno sguardo divertito, le fece la boccaccia e scomparve dentro al ristorante. Beniamino era entrato qualche secondo prima... “Buonasera sono qui con un amico, l’ho visto entrare poco fa.” “Certo signorina, il suo amico la sta aspettando, mi segua.” Il cameriere le fece strada. Il ristorante non era pieno... e il tavolo scelto da Beniamino era appartato, illuminato da luci calde e soffuse e da una bellissima candela a forma di fiore di loto. “Sei... bellissima.” Beniamino si alzò e baciò Dora su una guancia. “Ti ho preso un pensierino, non ho avuto il tempo di fermarmi da un fiorista vero e proprio... so che ami i fiori, spero possano piacerti.” “Sono stupende... grazie.” Dora era imbarazzatissima, anzi, non si era mai sentita così a disagio. Cosa le prendeva? Lui la guardava in silenzio. Ne osservava la bocca morbida, addolcita da un rossetto

di un rosso scintillante... guardò i suoi occhi intensi e dolci, sentì il profumo intenso di quella donna timida e aggraziata. Poi ruppe il silenzio. “Sei nervosa? Ti guardo troppo intensamente, perdonami... cosa ne dici di bere del vino bianco? O preferisci del rosso?” “Oh, il bianco va benissimo! No, non sono nervosa, solo molto stanca...” Dora mentì, spudoratamente. Cercò di riprendersi, voleva godersi la serata ed essere serena... per farlo cercò di rompere il ghiaccio a sua volta. “Com’è andata la tua settimana? Il colloquio? Raccontami un po’...” “Il colloquio è andato benissimo, peccato non aver festeggiato assieme... è solo il primo di tre colloqui, ma sono certo che andranno bene anche gli altri.” “I signori hanno scelto il vino?” “Sì, prenderemo questa bottiglia...” Beniamino indicò un vino costosissimo e il cameriere fece un cenno di assenso, con il capo. “Sai, quel posto è molto ambito, non è un contratto che ti mette a posto per la vita, ma è un lasciapassare che mi darà grande visibilità... e io voglio farmi assumere a tutti i costi.” Dora era rimasta di stucco... caspita, che tenacia e che grinta! Proprio le doti che le mancavano... “Beh, i miei complimenti, sembri un tipo molto in gamba. Sono sicura che andrà tutto per il meglio.” “Già, nel giro di un mese dovrei arrivare al terzo colloquio... spero di avere qualcuno con cui festeggiare. Posso invitarti a cena già da adesso? Così non avrai scuse...” Scuse? Dora non vedeva l’ora... lo trovava un po’ snob, l’aveva capito dal modo in cui trattava il cameriere. Però era affascinata... era indubbio. I suoi occhi grigi! Dora dovette trattenere un sospiro... Il vino venne servito, era freddo ma non troppo, la temperatura era quella ideale... “Al tuo nuovo lavoro!” Beniamino sorrise di cuore... “Grazie e... a noi due... alla nostra nuova amicizia.” Dora bevve un sorso, chiuse gli occhi e poi li riaprì di scatto. Quel sapore, fruttato e forte, era decisamente ottimo. Vide Beniamino sorseggiare quel liquido ambrato... caspita, somigliava veramente alla sua amica Emilia. “A cosa pensi?” “Oh, nulla, nulla... ti guardavo, hai uno sguardo molto bello, luminoso, solare... eppure con qualcosa di triste...” Beniamino posò il bicchiere e poi la guardò rapito. Uno sguardo luminoso, solare eppure triste? Forse. Sapeva, con sicurezza, solo una cosa: quando la guardava la sua tristezza svaniva. Come per magia. Continua nel prossimo numero...

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ADESSO

LA PERSONAGGI MACCHINA DEL TEMPO

1975 VIAGGIO A RITROSO FRA MUSICA, CURIOSITÀ E PERSONAGGI di Stefano Fisico

NASCE MICROSOFT

Legati da lunga amicizia fin dagli anni del college, Bill Gates e Paul Allen erano sempre più convinti delle infinite possibilità di business che offriva il mercato dei personal computer e l’uscita nel 1974 del primo kit per Microcomputer Altair 8800 diede loro la spinta decisiva. I due si trasferirono ad Albuquerque (Nuovo Messico) e qui diedero vita alla società Microsoft Company, per produrre software. Come prodotto di lancio, venne proposto alla Micro Instrumentation and Telemetry Systems (MITS) un linguaggio di programmazione per l’Altair 8800, adattando il BASIC ideato da John George Kemeny e Thomas Eugene Kurtz. In otto settimane i due informatici misero a punto la nuova versione: nacque l’Altair Basic, il primo linguaggio di programmazione scritto per un personal computer.

FINISCE LA GUERRA IN VIETNAM

Iniziata ufficialmente nel 1955, il 30 aprile del ‘75 avvenne l’ultimo atto della guerra con la caduta di Saigon e la presa del potere da parte del regime

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comunista del Vietnam del Nord, che unificò il paese dando vita, il 2 luglio del 1976, alla Repubblica Socialista del Vietnam. Si concluse così uno dei conflitti più feroci del XX secolo, nel corso del quale vennero lanciati esplosivi in un numero superiore a quelli utilizzati su tutti i fronti della Seconda guerra mondiale. In più, le forze USA utilizzarono un nuovo tipo di bombe al napalm, contenenti fosforo bianco e per questo in grado di amplificare gli effetti distruttivi sugli esseri umani e sull’ambiente naturale.

ARRIVA GOLDRAKE

Il principe Duke Fleed fugge dal suo pianeta natale finito nelle mire del feroce re Vega. Raggiunta la Terra, sotto le mentite spoglie di Actarus, viene accolto all’istituto di ricerche spaziali diretto dal Dr Procton, che proteggerà con il suo robot dagli attacchi alieni. È l’inizio di Goldrake, storico cartone animato prodotto dalla Toei Animation e trasmesso in 74 episodi. Nonostante Mazinga sia più vecchio di qualche anno, Goldrake è il primo cartone animato robot a essere trasmesso in Italia, con il nome di Atlas Ufo Robot, a partire dal 4 aprile 1978.

©Simone Tagliaferri


Benvenuto a...

Nel

1975 nascono: 2 MAGGIO

David Beckham Durante la sua carriera, ha ottimamente pianificato l’aspetto economico e di marketing della propria attività calcistica. Nel 2012, difatti, ha guadagnato 46 milioni di dollari e, secondo alcune stime, con la moglie Victoria Adams (ex Spice Girls) avrebbe un patrimonio di quasi 190 milioni di sterline. Nato all’ombra del Big Ben, è un ex centrocampista, arrivato secondo nella classifica del Pallone d’oro 1999 e presente nella lista FIFA 100 del 2004. David Robert Joseph Beckham ha giocato in varie squadre. tra cui Manchester United, e Real Madrid. In tredici anni, ha indossato la maglia dell nazionale inglese 115 volte, andando in rete 17 volte.

7 AGOSTO

Charlize Theron Attrice dalla bellezza mozzafiato, nasce in Sud Africa e vive un’infanzia difficile, a causa del padre alcolizzato che morirà per mano della madre. Esordisce come modella a soli 12 anni e studia danza classica. Trova la popolarità al cinema grazie al film L’avvocato del diavolo del 1997, al fianco di Al Pacino. La sua migliore interpretazione la raggiunge nel film Monster, per il quale deturpa il suo viso e le sue forme e si aggiudica anche la statuetta come migliore attrice agli Oscar del 2004. Attualmente legata all’attore Sean Penn, ha un figlio adotatto nel 2012, Jackson.

26 MARZO

Roberto Bolle Primo ballerino italiano contemporaneo, ha danzato nei templi della danza mondiale dal Royal Ballet di Londra al Teatro dell’Opera di Vienna. Nato a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, a 12 anni viene ammesso alla scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala e a notare il suo talento è un certo Rudolf Nureyev, che lo scrittura per il ruolo di Tadzio nell’opera Morte a Venezia. Insignito del premio Gino Tani e del premio Galileo, diventa una star mondiale, recitando al Bolshoi di Mosca, al Covent Garden di Londra e al teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Etoile del Teatro alla Scala dal 2003, è stato nominato Principal dell’American Ballet Theatre di New York. Ambasciatore di buona volontà per l’Unicef, realizza spettacoli a sostegno del FAI. Nel 2012 riceve dal presidente Napolitano il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per meriti acquisiti verso il Paese in campo culturale.

4 GIUGNO

Angelina Jolie Icona sexy e riconosciuta come donna più affascinante del mondo, insieme con il compagno Brad Pitt campeggia stabilmente sulle cronache rosa internazionali. Attiva anche come regista e produttrice, nel 2013 è risultata l’attrice più pagata di Hollywood, con un reddito di 33 milioni di dollari. Americana di Los Angeles, si fa notare per il suo indubbio fascino nel ruolo di Lara Croft in Tomb Raider, ispirato all’omonimo videogioco. Vincitrice di tre Golden Globe, conquista l’Oscar nel 2000 come Migliore attrice non protagonista, nel drammatico Ragazze interrotte. Con il marito Pitt, conosciuto sul set di Mr. & Mrs. Smith, sostiene i diritti della comunità gay e finanzia numerosi progetti umanitari in Africa, collaborando con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Attività che nel 2014 le vale l’Oscar umanitario “Jean Hersholt”.

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Ocembre ILreA- N M i d 8 emb

29 nov

FIERA N I O N A I L’ARTIG anno, un appuntamentoo ni nd di tutt Come og re, tra sta venti, e rd e p n o tti, e da n con ogge il mondo, te di ogni tipo per pos cibo e pro rio tutti tare prop n te n o c c a

Eventi in SETTIMANA di Chiara Mazzei

SIGNORINI, FATTORI, LEGA E I MACCHIAIOLI DEL CAFFÈ MICHELANGIOLO. RIBELLI SI NASCE

LUCCA

ACROSS ASIA FILM FESTIVAL CAGLIARI 3 - 7 DICEMBRE

A ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, l’appuntamento cinematografico incentrato sui linguaggi indipendenti della recente produzione cinematografica asiatica. Lungometraggi, cortometraggi, laboratori e talk con registi si susseguiranno insieme a numerosi eventi collaterali che vedranno protagoniste le comunità di immigrati, creando un momento di scambio culturale e sociale e consolidando l’amicizia tra i Paesi. Per info: www.acrossasiaff.org

22 NOVEMBRE - 6 APRILE I macchiaioli, da testimoni del proprio tempo, decisero di scendere in arena, rinunciando ai sogni e alle coscienti illusioni, per diventare artefici del proprio destino interpretando la vita reale e spirituale, e diventando strumento della propria vita ideologica. La mostra, che si tiene al Lucca Center of Contemporary Art, nasce proprio da questo presupposto: rivedere il movimento dei macchiaioli alla luce della loro modernità, del loro essere ribelli alle regole accademiche e a ogni convenzione.

e Omar – è tutto uno show!, un diversamente musical che racconta l’Italia e i suoi orrori. Presso la Sala Delfino di Piazza Piero Carnelli, Iacchetti alza il sipario, dunque, su una black comedy musicale che gioca col grottesco e la satira per raccontare il disagio giovanile, l’incomunicabilità all’interno della famiglia, la crisi dei valori tradizionali, l’aggressività e lo sciacallaggio della televisione che trasforma le tragedie in materiale da spettacolo, l’ipocrisia dilagante, il razzismo dettato dalla paura, il “business dell’orrore”, i pellegrinaggi sui luoghi dei delitti celebri.

CITY FILM FESTIVAL

NAPOLI 27 NOVEMBRE - 3 DICEMBRE

La prima edizione del festival di cinema documentario e fotografia dedicato alla rappresentazione della città, si articola in tre sezioni principali: Atlante, Vedute Napoletane, In Residenza, che insieme concorrono a esplorare il tema della rappresentazione della città attraverso le potenzialità del cinema documentario nelle sue varie forme e manifestazioni, ponendo l’accento sul valore del cinema come strumento di conoscenza. Info: www.cityfilmfestival.org

COME ERIKA E OMAR MILANO

FINO AL 7 DICEMBRE Arriva al Teatro Delfino, lo spettacolo di Enzo Iacchetti Come Erika CONSIGLIACI UN EVENTO  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00

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ADESSO

CUCINA PERSONAGGI CREATIVA

Che forza gli

spinaci!

Tutte le proprietà di questo alimento ricco di sostanze nutritive e dal sapore inconfondibile

F

urono gli Arabi a introdurre per primi gli spinaci in Europa tra il 1200 e il 1300. Ai tempi era considerato il principe degli ortaggi per le sue virtù e proprietà benefiche. A livello nutrizionale, è la verdura che ha più ferro in assoluto, ma poiché contiene anche l’acido ossalico, una sostanza che limita l’assimilazione dei minerali, il 95% del ferro presente negli spinaci non viene digerito dal corpo. Bisognerebbe mangiare un kg di spinaci per assumere l’equivalente in ferro di 100 grammi di carne. Oltre a questa sostanza, gli spinaci contengono: la vitamina C, che rafforza le difese immunitarie; i carotenoidi; l’acido folico, che aiuta la memoria; la clorofilla e la luteina. In più, sono fon-

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te anche di antiossidanti, che aiutano a contrastare i radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento. IN CUCINA Molto usati anche ai fornelli, la versione più semplice da preparare prevede la cottura al vapore e un condimento a base di succo di limone, un pizzico di sale e un filo d’olio. Ma gli spinaci rappresentano anche un ottimo ingrediente per farcire le torte salate, a partire dalla classica Pasqualina ligure, altrimenti si possono usare come contorno per il secondo, dal pesce all’arrosto. Il loro gusto è poi capace di dare un sapore e una consistenza particolare anche ai primi, in particolare alla pasta.

IL SEGRETO DI BRACCIO DI FERRO La prima cosa che viene in mente quando si parla di spinaci è Braccio di ferro. Il cartone animato del marinaio che mangia gli spinaci per diventare più forte. Pochi sanno, però, che nelle prime storie del fumetto, Popeye ricavava i suoi poteri speciali non dalla verdura, ma strofinando le mani sulla testa della magica gallina Berenice.

SPINACI SUL BALCONE Nel vostro orto di casa fate un po’ di spazio anche agli spinaci. Procuratevi i semi e piantateli quando le temperature sono relativamente basse nel terriccio morbido e concimato con del compost domestico. Fate dei buchi poco profondi a 10 centimetri l’uno dall’altro e metteteci dentro i semi. Ricoprite i buchi con la terra e annaffiate senza creare ristagni d’acqua. Mettete il vaso dove riceva la luce del sole, ma non diretta.


Ricette a cura di Cookinglaura blog.alice.tv/cookinglaura

PERSONAGGI

ADESSO

PASTA AL PESTO DI SPINACI

Ingredienti per circa 4 persone • 320 gr di pasta • 1 mazzo di spinaci freschi • 50 gr di di parmigiano grattugiato • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva • 10 gr di pinoli • buccia di arancia grattugiata • 2 foglie di basilico • Sale, pepe

Le ricette

Lavate bene gli spinaci più volte, cambiando l’acqua per eliminare la terra. Sistemateli in una larga padella (potete anche pressarli perché il loro volume si ridurrà notevolmente) con un cucchiaio di olio e fateli appassire senza aggiungere acqua per 2-3 minuti. Versate nel frullatore gli spinaci ancora caldi con la loro acqua di cottura, il parmigiano, l’olio, i pinoli, le foglie di basilico, sale e pepe. Frullare con il mixer ad immersione fino ad ottenere una crema. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e conditela con il pesto di spinaci. La salsa preparata in questo modo si conserva benissimo anche in freezer.

B

raccio di Ferro aveva ragione! Gli spinaci sono una fonte incredibile di ferro e vitamine e in questo periodo si trovano bellissimi al mercato. Prediligete quindi quelli freschi a quelli surgelati; provateli crudi ad insalata, con l’aggiunta di dadini di mela e noci, oppure semplicemente appassiti in padella con burro, sale e pepe per un contorno classico ma sempre delizioso. Evitate la bollitura o, peggio ancora, la pentola a pressione! Gli spinaci freschi cuociono in pochissimi minuti e devono mantenere il loro bel colore verde acceso. Provate queste due gustose ricette che vi propongo oggi: riuscirete a far mangiare gli spinaci anche ai bambini, parola di Cookinglaura!

SFORMATO DI SPINACI RIPIENO DI PROSCIUTTO E FORMAGGIO Ingredienti per 4 persone • 2 mazzi di spinaci freschi • 100 gr di formaggio molle • 50 gr di prosciutto cotto • 50 gr di parmigiano grattugiato • 100 gr di farina • 2 uova • 100 ml di latte • sale e pepe

Fate appassire gli spinaci con un cucchiaio di olio in una larga padella, senza aggiungere liquido. Fateli raffreddare, strizzateli bene e frullateli con le uova, la farina e il latte, il parmigiano, sale e pepe. Foderate di carta da forno uno stampo rettangolare da plum cake, versateci la metà del composto di spinaci, ricoprite con il prosciutto e il formaggio, sistemandoli al centro, e ricoprire con il restante composto. Spolverizzate la superficie con poco parmigiano grattugiato e infornate a 180° a bagnomaria per 40 minuti. Fate raffreddare bene prima di sformare e servite dopo averlo fatto riscaldare brevemente al microonde.

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SPESA CONSAPEVOLE

ADESSO

RESTIAMO IN CARREGGIATA Dal 15 novembre è entrato in vigore l’obbligo delle gomme invernali per le auto su molte strade. Un acquisto importante, ma qual è la cifra giusta da spendere? Ecco i nostri consigli di Stefano Padoan

N

eve e ghiaccio in agguato, strade con l’obbligo di transito con catene o pneumatici invernali, percorsi di montagna via via più difficili. Anche la nostra auto deve prepararsi per l’inverno in arrivo. Le ordinanze possono entrare in vigore in periodi diversi da regione a regione, ma nella finestra decisa a livello nazionale che va dal 15 novembre al 15 aprile. E, se non vogliamo farci trovare impreparati, è tempo di dotarsi innanzitutto di pneumatici invernali. Le gomme invernali sono infatti uno strumento fondamentale per la nostra sicurezza. Sono adatte non solo alla neve, ma anche al ghiaccio, alla pioggia e ad ogni situazione quando la temperatura scende sotto i 7° C. Rispetto

alle gomme estive, cambia il disegno del battistrada, con incavi più profondi; e la mescola, a base di silice, che permette alla gomma di scaldarsi più velocemente per garantire così una maggiore aderenza all’asfalto. Ma qual è la soluzione più sostenibile per viaggiare in assoluta sicurezza anche d’inverno? In Italia sono ancora poche le autovetture dotate del doppio treno di gomme, ovvero di quattro ruote per la stagione estiva e di un altro set per quella invernale. Solo un’auto italiana su quattro ha adottato questo accorgimento, mentre in Germania il doppio treno estivo/invernale è la regola. Eppure per non gravare troppo sul portafoglio dell’automobilista è proprio questa la soluzione

migliore: uno studio del Politecnico di Torino ha constatato che l’utilizzo del doppio treno è un’anticipazione di spesa che, considerato l’intero ciclo di vita dell’auto, rappresenta un risparmio. Infatti quando sono montati gli pneumatici invernali, gli estivi sono “a riposo” e viceversa. Se quindi i battistrada vengono utilizzati solo per pochi mesi all’anno in modo alternato, non si consumano e di conseguenza durano di più. La sostituzione periodica delle gomme inoltre consente un controllo sistematico della pressione di gonfiaggio, ottimizzando così anche il consumo di carburante. Ecco un bell’esempio di come sicurezza può far rima con convenienza.

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ADESSO

SALUTE

ITALIANI, DIAMOCI UNA MOSSA

Oltre il 50% delle persone non effettua attività fisica, esponendosi a gravi rischi per la salute. Muoversi, invece, fa bene. A tutti

L’

Italia, si sa, è un popolo di sportivi “seduti”. Allo sport praticato preferiamo guardare quello praticato da altri. Meglio ancora se, anziché andare allo stadio o al palazzetto, possiamo farlo stando comodamente davanti alla tv, spaparanzati sul nostro divano. Secondo la Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), l’Italia è al 17esimo posto tra i paesi più sedentari al mondo, con un indice di inattività del 54,7%, contro una media globale del 31,1%. In Europa solo Malta, Cipro e Regno Unito ci battono. E la pigrizia colpisce di più proprio i ragazzi, ai quali evidentemente il boom di smartphone, tablet e computer ha tolto, negli ultimi anni, qualche incentivo al movimento. PERCHÈ OCCORRE FARE ATTENZIONE Ma cosa rischiano i 24 milioni di ita-

di Fabio Quinto

liani che non praticano alcuno sport o attività fisica in generale? I medici sportivi, nel loro ultimo congresso, hanno definito la sedentarietà una vera e propria «patologia», da affrontare come tale dal sistema sanitario nazionale. Secondo i dati riferiti dall’Inail, si stima che ogni anno 2 milioni di persone muoiano nel mondo per le conseguenze dell’insufficiente attività fisica. In particolare, la vita sedentaria incrementa del 10-16% la possibilità di ammalarsi di cancro alla mammella e al colon e del 22% la probabilità di avere un infarto. Mentre il rischio di contrarre malattie cardiovascolari in genere aumenta addirittura di 1,5 volte. Senza contare, poi, gli effetti positivi sul peso, sulla massa muscolare, sulla prontezza del nostro cervello. Lo sport, inoltre, aumenta la fiducia in noi stessi ed è un potente veicolo di socializzazione.

PRECAUZIONI PER LA TERZA ETÀ Tutte considerazioni valide, ancora di più, per gli anziani, chiamati a rispondere alla naturale diminuzione della massa muscolare, alla riduzione della concentrazione dei minerali nelle ossa e delle capacità dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio. Per l’anziano, quindi, gli obiettivi principali devono essere quelli dell’accrescimento della mobilità articolare (praticando, ad esempio, la ginnastica dolce) e dell’allenamento della massa muscolare e delle capacità aerobiche, ad esempio con allenamenti regolari in palestra due volte alla settimana. Tutte attività da seguire dietro indicazioni mediche e con determinate precauzioni: i recuperi tra un esercizio e l’altro, ad esempio, devono essere più lunghi; i carichi devono crescere progressivamente, senza eccessivi sforzi. E la scusa di un passato da sportivo non vale: mettetevi il cuore in pace, occorre ripartire da zero.

PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI AI NOSTRI ESPERTI

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PSICO

NO PANIC!

Gli attacchi di panico sono una terribile esperienza di terrore che colpisce mente e corpo e che fa sentire paralizzati: impariamo a conoscere come si presentano, quali sono i sintomi e come curarli

L’

attacco di panico è uno stato improvviso di malessere fisico e psicologico, di breve durata ma elevatissima intensità, un picco di ansia incontrollabile associato ad una sensazione di terrore che si presenta in maniera apparentemente immotivata e sparisce lasciando uno strascico di timore e disagio. La sintomatologia è molto simile a quella della crisi di ansia (sudorazione, fiato corto, palpitazioni, senso di oppressione toracica, difficoltà respiratorie), tuttavia lo stato psicologico del momento è differente. Durante una crisi di panico il pensiero è come bloccato dalla paura, non ci sono soluzioni, il terrore copre qualsiasi forma di idea, non si riesce a pensare ad altro; la realtà, al tempo stesso, sembra differente, non ci si sente più parte di essa, si verifica il fenomeno chiamato di derealizzazione, in cui ci si sente esterni a ciò che si sta vivendo. Lo stato di terrore sotteso a tutti gli attacchi di panico è paura di morire, di

perdere il controllo, di impazzire, non ci sente più padroni della propria mente, che sembra bloccata, e del proprio corpo che ha reazioni strane, immotivate. Ciò comporta un aumento della sintomatologia fisica descritta, al punto che si pensa di avere un reale malessere fisico: spesso, infatti, gli attacchi di panico vengono confusi dalle persone con patologie fisiche gravi, generalmente di natura cardiaca, con un conseguente aumento della paura. Si entra così in un circolo vizioso: il sintomo stimola la paura di morire e la paura di morire aumenta il sintomo. Il fatto che l’attacco di panico abbia una componente fisica così evidente porta inizialmente a negare il disagio psicologico a supporto della teoria di avere davvero una patologia fisica. Fondamentale, in questi casi, è affrontare gli accertamenti medici, così da essere certi del dato di realtà. La patologia fisica è socialmente accettata, mentre ci si vergogna a dire che si soffre di crisi di panico, perciò riconoscere

ADESSO

di Silvia Coldesina PSICOLOGA

di avere un fisico in salute è fondamentale per riuscire ad ammettere che non è lui la fonte del disagio. La durata di un attacco di panico è variabile, da pochi minuti a mezzora. Quando termina lascia una sensazione di disagio profondo: resta, infatti, uno stato di allarme, una sensazione di ansia diffusa ma, soprattutto, si innesca la paura che ritorni. Scatta così il meccanismo della “paura di avere paura”. Nella realtà dei fatti l’attacco di panico non ha degli standard temporali ben definiti, se legato a una situazione stressante può non verificarsi più al termine di questa, oppure può ripresentarsi periodicamente, anche con una certa frequenza. Quando, però, si innesca il meccanismo della paura, si vive con il timore che possa tornare in ogni momento, arrivando a evitare le situazioni che si teme possano facilitarne la comparsa: ciò comporta una grave ripercussione sulla qualità della vita, che rischia così di essere soggetta a eccessive ed inutili limitazioni.

POSSIBILI CAUSE DEGLI ATTACCHI DI PANICO - Stress - Fattori ambientali - Caratteristiche personologiche - Episodi del proprio passato - Eventi traumatici

I CONSIGLI PER AFFRONTARLI - Ridurre le situazioni stressanti - Mantenere uno stile di vita equilibrato - Cercare di conoscere le sensazioni fisiche sperimentate così da mantenere un maggior controllo sulla paura - Cercare di collegare il malessere al fattore scatenante - Ricordarsi sempre che gli attacchi di panico colpiscono un numero sempre crescente di persone e che la cura esiste: non serve vergognarsi e rinchiudersi nel proprio malessere, ma affrontarli con l’aiuto di un professionista

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ADESSO

GENITORI E FIGLI

QUANDO SI DIVENTA DONNA Come parlare delle mestruazioni con i figli senza imbarazzo, con parole rassicuranti ma esaustive

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on è facile affrontare l’argomento del primo ciclo mestruale, in famiglia raramente è argomento di confronto con i figli, specie sull’aspetto psicologico legato a questo importante passaggio del ciclo di vita. Questo evento viene vissuto dalle giovani adolescenti con emozioni contrastanti, spesso con imbarazzo, disorientamento, paura e ansia, soprattutto a causa della mancanza di informazioni: il menarca viene spesso definito “impressionante” se non

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di Federico Crisalidi PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

addirittura “traumatico”, perché il sangue è associato a una ferita o al dolore. E anche se sono informate sugli aspetti pratici, spesso non sanno come affrontare le emozioni legate ad esso. Invece, le ragazze che sono preparate all’evento affrontano il menarca in modo più positivo, soprattutto dal punto di vista emotivo. Il ruolo dei genitori è dunque fondamentale: parlare di questo favorisce un rapporto di confidenza e intimità per comunicare in futuro su qualunque argomento riguardante l’adole-

scenza ed è utile anche per la crescita emotiva dei figli maschi. È importante che la famiglia valorizzi l’arrivo del menarca, in modo da rendere l’evento emotivamente importante ma senza caricarlo di eccessive ansie o facendolo diventare un problema. Ma anche i genitori spesso si sentono a disagio e poco preparati per trattare l’argomento, mentre bastano pochi semplici accorgimenti, perché il sostegno emotivo è fondamentale, da parte non solo della madre ma anche del padre.

COME AFFRONTARE IL TEMA

Quando iniziare a parlarne È preferibile iniziare presto, intorno agli 8-10 anni, nel momento della pre-adolescenza, età della curiosità, cominciando dai cambiamenti del corpo legati alla pubertà, per poi passare alle mestruazioni. Il genitore deve anche affrontare l’argomento delle differenze tra il corpo maschile e femminile, della sessualità, del modo in cui vengono concepiti e nascono i bambini. Come affrontare l’argomento È probabile che siano i genitori a dover prendere l’iniziativa ed entrare in argomento ed è bene farlo, anche se la ragazza non si mostra interessata o se dice di “sapere già tutto”. Ecco alcuni consigli pratici: - Cercate di capire cosa sa già. Il genitore potrebbe dire: “Presto ti capiterà una cosa che succede a tutte le ragazze, sai cosa?”. È importante anche

chiarire idee, paure, fantasie.- discutere del problema con gli insegnanti; - Parlate di voi. La madre potrebbe parlare di cosa le è successo quando le è arrivato il ciclo, di cosa ha provato, di come ha iniziato a gestirlo. - Date informazioni pratiche spiegandole in modo semplice. È meglio iniziare da quanto spesso si verifica il ciclo, quanto dura, quanto sangue si perde, come usare l’assorbente. In seguito si può passare ad alcune comprensibili informazioni sulla fisiologia del ciclo mestruale, magari con l’aiuto di materiale educativo, reperibile nelle librerie o nei consultori, che la ragazza potrà leggere per conto proprio oppure insieme ai genitori. Continuare a parlarne L’argomento dovrebbe essere affrontato regolarmente perché, crescendo, la ragazza avrà nuove domande, si aggiungeranno dubbi e timori legati alla sessualità e alla contraccezione.


AMICI ANIMALI

ADESSO

ARRIVA IL FREDDO PROTEGGI IL TUO PET!

La stagione invernale è alle porte ed è importante pensare a come proteggere al meglio i propri amici a quattro zampe dal freddo di Marta Cerizzi

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on l’arrivo dell’inverno gli animali da compagnia, benché provvisti di una folta pelliccia, rischiano di soffrire molto il freddo perché sono ormai abituati a vivere tra le nostra mura domestiche, su calde coperte e morbidi cuscini. Quando però devono uscire per la classica passeggiata o per esplorare il territorio, rischiano dei veri e propri malori per il brusco abbassamento di temperatura.

IL CAPPOTTINO IDEALE

L’uso del cappottino è certamente il modo migliore per proteggere il proprio animale dal freddo e prevenire acciacchi al sistema osteoarticolare o problemi alle vie respiratorie: quando lo porti fuori per i suoi bisognini non dimenticarti di farglielo indossare. Ne esistono di diversi modelli, più o meno alla moda, ma ciò che conta di più è la praticità: il cappottino deve essere facile da infilare

e da levare. Un cappotto di qualità deve avere il tessuto esterno impermeabile mentre il lato interno, a contatto con la pelle, deve essere foderato con un tessuto morbido e traspirante come il pile o la lana. Fai attenzione a scegliere un cappotto di una taglia adatta al tuo cane: non deve essere né troppo stretto né troppo largo altrimenti non potrà muoversi e correre agilmente, inoltre deve proteggere le parti più delicate e più sensibili al freddo come la pancia e il torace.

UN RIPARO CONFORTEVOLE

Per quei cani e gatti che sono invece abituati a stare all’aperto bisogna mettere a disposizione un riparo asciutto in cui possano rifugiarsi e dormire. La cuccia, di dimensioni adatte alla taglia dell’animale, deve essere sollevata da terra di qualche centimetro per proteggerlo dall’umidità che sale dal terreno.

L’apertura per l’entrata deve essere leggermente decentrata per consentire una maggior difesa da vento e pioggia. L’interno va arricchito con coperte di lana, pile o anche vecchi maglioni in cui l’animale può avvolgersi. Per garantire una maggiore protezione all’animale, soprattutto in caso di freddo pungente, è bene coibentare la cuccia con materiali isolanti.

UNA SANA ALIMENTAZIONE

Un’alimentazione ricca di grassi e proteine è l’elemento che può fare la differenza nella difesa contro il freddo invernale. Quando le temperature si abbassano si tende a bruciare più calorie perdendo peso: una dieta ricca di prodotti calorici aiuta ad accumulare riserve di grasso che l’animale può utilizzare per mantenere la propria temperatura corporea. Proprio come accade a noi anche gli animali, quando hanno freddo, sentono il bisogno di mangiare di più quindi, se ti accorgi che il tuo amico a quattro zampe continua ad aver fame, non esitare a dargli delle porzioni più abbondanti.

POCHI BAGNI In inverno evita di fare troppi bagni al cane perché con il lavaggio vengono asportati gli oli protettivi presenti sulla cute: il cane rischia così di andare incontro a fenomeni di desquamazione e secchezza dell’epidermide.

PASTI AL CALDO D’inverno fai bere e mangiare il tuo pet dentro casa e se proprio decidi di lasciare una ciotola dell’acqua all’esterno che almeno sia di plastica e non d’acciaio altrimenti con il gelo la lingua dell’animale rischia di restarci attaccata!

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BRICONSIGLI

STENCIL CHE PASSIONE! U

na casa piena di brio, una casa capace di adattarsi perfettamente alla personalità di chi la abita. Estro, creatività e manualità sono gli ingredienti con i quali possiamo rendere il nostro appartamento un vero e proprio gioiello di interior design. E allora, se anche voi siete stanche delle solite pareti bianche, ecco una soluzione low cost con la quale decorare i muri della nostra dimora. Siete pronte ad apprendere i rudimenti dell’arte dello stencil? Lo stencil è una tecnica di pittura con la quale è possibile donare un po’ di colore alle pareti di casa, un modo semplice ed economico per decorare il nostro appartamento senza stravolgerne l’architettura. Lo stencil, che letteralmente significa “stampino”, utilizza alcune particolari mascherine o cartamodelli (da comprare o realizzare col fai da te) che, applicati alle pareti, ci permetteranno di colorarle dando vita alle fantasie più diverse: e se fiori, farfalle e motivi geometrici sono sicuramente le forme che vanno per la maggiore, potrete affidarvi al vostro gusto per trovare il letimotiv che si adatta maggiormente alla vostra personalità… E alle pareti della vostra casa!

STEP 1- PREPARA L’OCCORRENTE

Prima di cominciare a decorare le pareti di casa assicurati di avere a portata di mano tutto ciò che ti serve per procedere nei lavori. Avrai bisogno degli stencil (potrai trovarli nei negozi dedicati al bricolage o potrai realizzarli da sola se te la cavi con l’arte del disegno), dello scotch di carta (per far aderire lo stencil alla parete), di colori acrilici di tuo gradimento, di pennelli (o spugnette) e di guanti per le mani. Preparato tutto l’occorrente... Possiamo passare alla decorazione vera e propria!

STEP 2 - PREPARA IL MURO E APPLICA LO STENCIL

Assicurati che sulla parete che vuoi trattare non ci sia polvere, così da rendere il tuo lavoro più preciso e accurato. Successivamente fai aderire lo stencil

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al muro e fissalo bene con lo scotch di carta, facendo attenzione che sia esattamente nella posizione da te desiderata. Lo scotch di carta ha il vantaggio di aderire perfettamente ai muri e non dà alcun problema nella sua rimozione.

STEP 3 - COLORA

A questo punto puoi passare alla decorazione vera e propria: intingi il pennello (o la spugnetta) nella vernice acrilica e passa il colore sullo stencil, partendo dal bordo e continuando lentamente verso il centro, cercando di non uscire della mascherina. Una volta che tutto lo stencil sarà ricoperto di colore, pri-

di Serena Fogli

ma di rimuoverlo aspetta che asciughi completamente, così da evitare sbavature anti-estetiche.

STEP 4 - RIMUOVI LO STENCIL E RICOMINCIA DA CAPO

Una volta che il colore sarà asciutto, rimuovi con delicatezza lo stencil e… il gioco è fatto: la prima decorazione è andata a buon fine! A questo punto puoi continuare l’opera: utilizza lo stesso stencil, così da continuare col motivo prescelto, o scegline un altro nel caso tu voglia variare fantasia e disegno. Il risultato sarà strepitoso e la tua casa profumerà di un’atmosfera tutta nuova!


FAI DA TE

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asciugamani, quanti usi! C

on il riuso non si butta via nulla, neanche i vecchi asciugamani! Perché anche quando arrivano alla fine della loro onorata carriera, i vecchi asciugamani, usurati o troppo ruvidi al tatto, possono diventare un ottimo materiale grezzo col quale dar vita ad altri utilissimi oggetti. Con il riuso sono la creatività e l’inventiva il vero motore del fai da te: e allora ecco un po’ di spunti e di idee con le quali riciclare oggetti che, altrimenti, finirebbero dritti nella spazzatura!

IDEA 1 - PARASPIFFERI PER L’INVERNO

L’inverno è alle porte e tutte noi sappiamo quanto, in casa, la dispersione del calore possa diventare un grande problema. I paraspifferi, da porre ai piedi di porte e finestre, svolgono un eccellente lavoro: ma perché acquistarli nuovi in negozio quando possiamo crearli con le nostre mani utilizzando vecchi asciugamani che altrimenti andrebbero buttati? Per creare i paraspifferi fai da te hai bisogno (oltre a un paio di asciugamani) anche di due nastri colorati e di una vecchia stoffa in cotone. Sarà sufficiente aprire completamente la stoffa per poi sovrapporci due vecchi asciugamani. Arrotola il tutto fino a formare un salsicciotto. A questo punto non ti resta che cucire il cotone su tutta la lunghezza dell’oggetto fino ad ottenere un bussolotto aperto ai lati. Il salsicciotto è quasi pronto: utilizza i nastri colorati per chiudere la stoffa alle sue due estremità con un bel nodo!

di Serena Fogli

IDEA 2 - TAPPETINO PER IL BAGNO... O COPERTA PER IL PARCO!

Avete mai sentito parlare del patchwork? Si tratta di una tecnica di cucito che consiste nell’assemblare insieme diversi pezzi di tessuto o stoffa dando vita ad un oggetto di uso quotidiano. Un esempio sono proprio le trapunte che, realizzate con il patchwork, riescono a riempire di colore la nostra casa. E allora prendiamo a prestito questa particolare tecnica per utilizzarla sui nostri vecchi asciugamani. Raccogli un po’ di asciugamani di diverso colore e ritagliali in rettangoli più piccoli: a questo punto sarà sufficiente cucire i diversi rettangoli tra loro, alternando i vari colori, per ottenere un perfetto tappetino per il bagno o la cucina! Se hai a disposizione molti asciugamani puoi dar vita a una composizione più grande e realizzare così una coperta perfetta per le giornate al parco (o in spiaggia, quando tornerà l’estate!).

IDEA 3 - PORTAOGGETTI… DA VIAGGIO!

Quando si è in viaggio è fondamentale che la valigia sia ben organizzata: slip e calzini, per esempio, vanno riposti in sacchetti differenti, così da trovarli senza alcun problema quando servono. Perché però utilizzare anti-estetici sacchetti in plastica quando possiamo creare delle praticissime minisacche con i vecchi asciugamani? Prendi un vecchio asciugamano e ritaglia due rettangoli della grandezza che ritieni idonea per la tua sacca da viaggio. Cuci insieme due rettangoli ed ecco pronta la tua sacca! L’idea in più? Applica un bottone colorato (o anche una zip se sei brava con ago e filo) e la tua sacca portaoggetti è pronta per seguirti in ogni tuo spostamento vacanziero!


ADESSO

POLLICE FAI DA TE VERDE

TUTTI I SEGRETI DELLA TALEA

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di Alice Dutto

PIANTE SANE E RIGOGLIOSE CON LA TECNICA CHE FA RIPRODURRE LE PIANTE A PARTIRE DAI RAMI

nterrare i semi di una pianta non è l’unico modo per farla riprodurre. Per averne una nuova, identica a quella originaria, si può anche procedere attraverso la tecnica della talea. Con questo termine si indica un frammento di pianta reciso e posto nel terreno in modo che possa moltiplicarsi e rigenerarsi dando vita a una nuova pianta

COME SI FA

Fare una talea è molto semplice: si prende un ramo della pianta originale e lo si taglia con un coltello o con delle forbici dalla lama sterilizzata e affilata a circa 10-15 centimetri, in proporzione alla grandezza della pianta. Il taglio deve essere netto e orizzontale. Ora eliminate da ciascun pezzo le foglie più vicine alla base, in modo da lasciarne solo una o due in cima. Bagnate l’estremità recisa del rametto e poi passatelo nella polvere radicante. A questo punto, la talea è pronta per essere messa a dimora nel terreno. Prendete una vaschetta di plastica trasparente, come quelle che contengono i pomodori al supermercato, e uniteci dentro due pugni di terriccio con uno di ghiaia o di palline di argilla, in modo che il terreno sia ben drenato. Mescolate bene e mettete a dimora la talea per circa un terzo della sua lunghezza e poi fate pressione con le mani per compattare il terriccio. Annaffiate con un nebulizzatore e chiudete il vaso con un’altra vaschetta di plastica per formare una sorta di mini serra in cui la pianta può crescere al caldo e protetta.

QUALCHE BUON CONSIGLIO

Passata qualche settimana, in alcuni casi anche qualche mese, la talea genererà nuove radici e comincerà a crescere. Per rinvasare la nuova pianta in un recipiente più grande dovrete aspettare circa un anno. Potete mettere a dimora la talea direttamente in un vaso, la variante della vaschetta

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vi permetterà di vedere in qualsiasi momento lo stato di sviluppo delle radici. Per quanto riguarda l’annaffiatura, ricordate che il terreno deve essere sempre umido, ma mai troppo

bagnato, altrimenti la pianta finirà per marcire. Ricordate che il periodo migliore per effettuare la talea è la mezza stagione, quando le temperature non sono troppo estreme.


CASA DOLCE CASA

ADESSO

RINNOVA LA TUA CUCINA

DECORARE IN MODO CREATIVO: ECCO TANTE IDEE SEMPLICI, ECONOMICHE E FANTASIOSE PER DARE UN TOCCO DI ORIGINALITÀ IN PIÙ ALLA VOSTRA CUCINA

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ono i dettagli che, spesso, fanno la differenza tra una casa anonima e una di tendenza. E non serve spendere un patrimonio per rendere più originali i propri ambienti. Prendiamo la cucina, ad esempio. Non c’è bisogno di rifarla da capo a piedi per renderla più accogliente: per decorarla con gusto vi servirà mettere in pratica solo qualche semplice idea.

ANGOLO COTTURA

Se dietro ai fornelli e al lavandino avete delle vecchie piastrelle, la prima cosa da fare è quella di coprirle

per rinnovare lo spazio. Metteteci sopra uno specchio, una lastra di vetro opaca o una di acciaio. L’effetto sarà subito più moderno e alla moda. Nel caso in cui ci fosse il muro, provate a ridipingerlo, passandoci sopra anche la vernice antimacchia, per evitare che si sporchi in futuro. Potete aggiungere anche qualche stencil per dare un’aria tutta nuova alla zona.

LA LAVAGNA

Un’idea molto originale e semplice da realizzare è quella di trasformare una parte della cucina, un’anta o lo sportello del frigo, in una lavagna colorata. Lì potrete scrivere con i gessetti i vostri appunti, come la lista della spesa o dei messaggi per tutta la famiglia. Procuratevi della vernice lavagna, che si trova in tutti i negozi di pittura per la casa, e con un pennello, stendetela sulla superficie che volete trasformare. Ricordatevi soltanto che se si tratta di un mobile

di Alice Dutto

di legno, dovrete prima passarci la carta vetrata in modo da rendere la superficie liscia e priva di difetti.

DETTAGLI IN VISTA

Usate barattoli e contenitori trasparenti per decorare la cucina con quello che avete in dispensa. Metteteci dentro le spezie, la pasta, lo zucchero, il caffè e tutto l’ambiente avrà subito un altro sapore (e colore!). Un effetto simile lo potete ottenere anche mettendo in vista le vostre stoviglie. Tazze e piatti li potete disporre su una mensola o appenderli a dei ganci sulla parete.

VERDE IN CUCINA

Tanti piccoli vasi da disporre sulla credenza, dove far crescere le vostre piante aromatiche. Un’idea semplice per avere le vostre erbe a portata di mano per cucinare e per dare un tocco di colore e di profumo in più all’ambiente.


DY OO W

N LE AL

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OROSCOPO

dal 27 novembre al 3 dicembre

ARIETE

TORO

dal 21/3 al 20/4

dal 21/4 al 20/5

C’è una sorpresa in arrivo e sarà di quelle super gradite. Verrà da qualcuno che non vedete da tempo o qualcuno da cui proprio non ve lo aspettate: fatto sa che sarete al centro dell’attenzione nel modo in cui preferite e la cosa vi darà una carica di cui sentivate grande bisogno. Godetevela tutta!

I difetti e gli atteggiamenti sbagliati si sedimentano nel tempo e riflettendoci ci sembra impossibile scalfirli. Eppure è fondamentale che noi tutti lavoriamo su di essi e non ci adagiamo sulle nostre pecche come se fosse inevitabili. Se solo capiste quanto vivreste meglio lavorando su voi stessi, non perdereste un minuto di più.

I progetti che avete in mente non devono rimanere nel magico mondo delle idee ma trovare spazio in una programmazione ben precisa, altrimenti come potranno diventare realtà? Butatte giù un piano di massima e affinatelo via via che le cose si concretizzano. Ah, cosa fondamentale: dovete crederci!

SAGITTARIO

dal 22/11 al 20/12

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GEMELLI

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dal 21/5 al 21/6

dal 22/6 al 22/7

dal 23/7 al 22/8

Si può dire tutto di voi, ma non che non abbiate buona volontà e voglia di fare. L’entusiasmo che mettete in tutti i contesti in cui siete inseriti vi porterà a raccogliere la stima di tutti e vi aiuterà a raggiungere gli obiettivi che vi siete posti, anche i più ambiziosi. Continuate così!

Flessibilità, trasformazione, cambiamento... chiamatelo come volete, fatto sta che ormai avete capito che non potete stare troppo a lungo fermi in una condizione perché presto vi verrà chiesto di passare ad un’altra. Sarete anche un po’ stufi e a ben diritto. Ma tenete duro: prima o poi troverete il vostro punto di arrivo.

Avete voglia di un po’ di novità, in questo momento della vostra vita in cui tutto sembra ripetersi sempre uguale. Datevi all’esplorazione di nuovi ambienti, un nuovo sport, un corso di lingua o di cucina. È il periodo adatto per scoprire passioni nascoste che vi daranno una grande dose di energia e positività.

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VERGINE

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BILANCIA

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SCORPIONE

dal 23/8 al 22/9

dal 23/9 al 22/10

dal 22/11 al 20/12

Non vi sentite in piena forma e questa settimana accuserete un po’ di acciacchi tutt’altro che gradevoli. Cogliete questi segnali del vostro corpo per un bel check up generale e qualche coccola rigenerante: vi siete mai concessi un bel massaggio? No? Bene, è arrivato il momento di rimediare.

La vostra pazienza è davvero ammirevole. In pochi riuscirebbero a gestire certe situazioni delicate con cui voi, invece, fate i conti tutti i giorni. Tenete a mente questo quando sarete sul punto di esplodere e, forse, riuscirete a trattenervi.

State dimostrando una caparbietà e una determinazione non usuali nel perseguire l’obiettivo che vi siete molto lucidamenti posti. Sicuramente siete lodevoli per questo, ma nella vita non sempre è necessario pianificare ogni minimo dettaglio. Lasciate un po’ di spazio anche per l’improvvisazione e il cuore.

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CAPRICORNO

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ACQUARIO

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PESCI

dal 21/12 al 19/1

dal 20/1 al 18/2

dal 19/2 al 20/3

Una relazione, sentimentale o lavorativa, vi sta monopolizzando in maniera eccessiva. Dovreste porre dei paletti e non permettere che le persone si approfittino del vostro buon cuore. Anche perché rischiate di tracurare molte altre persone che tengono a voi.

Chi l’ha detto che siano sempre gli altri a sbagliare? Questa presunzione di essere sempre nel giusto vi si ritorcerà contro e vi farà mettere in discussione molte certezze. E per fortuna. A volte è bene ricordarsi che non siamo infallibili.

Non è un momento d’oro per le vostre finanze, ma ricordate che siete in buona compagnia. Dovete cercare di essere più prudenti nei vostri investimenti e chiedere consigio a chi se ne intende di più. State tranquilli: tutto andrà a posto nel giro di pochi mesi.

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