n. 19 ADESSO

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settimanale di COSTUME E attualità n.19 ANNO I • 18 dicembre 2014 • € 1,50

MODA: I LOOK PERFETTI PER LE FESTE DECORAZIONI FAI DA TE: IDEE CREATIVE PER LA TAVOLA E LA CASA

le tue storie, le tue emozioni

LE RICETTE NATALIZIE DI ANNA MORONI E DELLO CHEF TANO SIMONATO

GIORGIO PASOTTI NELLA VITA

SONO UN MAMMO!

ALESSANDRA MASTRONARDI ORA SO CHE

L’AMORE ETERNO ESISTE

CASIRAGHI-BORROMEO MATRIMONIO DA

FAVOLA

&

ALDO

PER IL NUOVO ANNO

GIOVANNI GIACOMO TRENT’ANNI INSIEME e fra noi niente crisi



EDITORIALE

“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo” Paolo Borsellino

INFILTRARSI NELLO SPAZIO LIBERO DELLA SOCIETÀ

Il termine “infiltrazione” è concettualmente sgradevole. Dà l’idea di qualcosa che si inserisce, infila, ingombra, ruba in un certo senso, spazio vitale a quanto c’è di buono. Un muro che si macchia, rovinando la pittura della stanza, e che impuzzolisce l’aria con quel sentore di umidità malsana. Un agente inquinante che percola nel terreno da un presidio industriale non a norma e che si fa strada nella terra fino a raggiungere una falda che verrà irrimediabilmente compromessa. Nella vicenda laziale di “Mafia Capitale” questa parola rappresenta un sistema, un meccanismo

di penetrazione realizzato per impossessarsi di appalti e danari pubblici che si è spinto fino alle attività di pulizia del mercato escuilino. Il fastidio nell’apprendere questo tipo di notizie e che dietro qualsiasi semplice attività quotidiana che viene realizzata da imprese, come la pulizia di una zona della città, possano essere presenti interessi malavitosi che alimentano un circuito di illegalità con i soldi pubblici. Economia nera, nascosta che viene poi ripulita e gestita per creare altra illegalità e questo in un momento in cui l’economia sana fatica a sopravvivere, è intollerabile. Andrea Minoia direzione@edizioniadesso.com

ADESSO



ADESSO SOMMARIO © Masiar Pasquali

23 DICEMBRE 2014 · N. 19

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UOMINI DA SOGNO James Franco, il divo sexy, ribelle e poliedrico

67. PUNTI DI VISTA È facile giudicare

16 ALDO, GIOVANNI & GIACOMO

Insieme da trent’anni tornano al cinema col loro decimo film: una commedia tutta da ridere.

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06. FOTO DELLA SETTIMANA Diventare donna 08. FATTI DI UN TEMPO Accadeva in questa settimana 10. FINESTRE SULLE CITTÀ Le città più ecosostenibili 12. I TUOI DIRITTI Catasto, occhio alla stangata TV & CUCINA PERSONAGGI 13. IMPEGNO PER GLI ALTRI Anna Moroni: Giorgio Pasotti: il bell’attore L’App solidale “Fame zero” le ricette per fare un figurone! papà nella vita e al cinema 22. PERSONAGGI 52. LIBRI 44. PERSONAGGIO TV Max Giusti Megan Montaner Tutte le novità 40. BELLEZZA 64. SPECIALE REGALI 46. CINEMA Saper scegliere i cosmetici Idee per doni solidali I film in uscita 42. IN ONDA 66. AGENDA 50 . PERSONAGGI Concerto di Natale Eventi in Italia Paolo Calabresi

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54 ADESSO... È AMORE Beatrice Borromeo & Pierre Casiraghi, amore chic 68. NARRATIVA

I racconti di Adesso

20 ALESSANDRA MASTRONARDI Nei panni di Giulietta, la bella attrice si è riscoperta romantica. E si prepara a nuovi grandi progetti.

MODA Tante idee per essere perfette durante le feste

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ADESSO

SETTIMANALE N. 19 - 23 DICEMBRE 2014, anno I

Direttore Editoriale ANDREA MINOIA direzione@edizioniadesso.com Direttore Responsabile Vincenzo Petraglia vincenzo@edizioniadesso.com Redazione Chiara Mazzei (Cultura e società) chiara@edizioniadesso.com

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Lorella Cuccarini (Storie di solidarietà)

GRANDI CHEF Tano Simonato e la sua cucina che combina innovazione e tradizione: tante idee per un menu perfetto per le feste

Federica Piacenza (Moda) moda@edizioniadesso.com Progetto grafico KYTORI s.r.l. www.kytori.com - info@kytori.com

70. IN LIBRERIA

Stefano Fisico (Caposervizio musica e spettacolo) fisico@edizioniadesso.com

Grafica ed editing Michele Magistrini (Caposervizio) Sebastian Páez Delvasto Laura Pozzoni

Terry Schiavo: Love Factor

Direzione marketing Ciro Montemiglio Foto Editor Carlo Sessa

91 PSICO Come non cadere nella dipendenza affettiva

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SPECIALE FAI DA TE Tavole di Natale, festoni e ghirlande

89. 90. 92. 94. 95. 96.

1978: viaggio a ritroso fra musica, curiosità e personaggi SPESA CONSAPEVOLE

Natale, ma senza sprechi GENITORI E FIGLI

Feste con la famiglia: sì o no? SALUTE

Dieta e tumori: occhio alle bufale

72 SE NE PARLA Adulti in amore: non è mai troppo tardi

POLLICE VERDE

Concessionaria Pubblicità SO.FIN.COM. S.p.A. Via Bramante 35, 20154 Milano Tel. 02.89.09.66.21 Fax 02.89.09.83.58 info@sofincom.com Agente esclusivo Regione Campania MediaAdv S.r.l. Via A. Panizzi 6, 20146 Milano Tel. 02.43.98.65.31 - 02.45.50.62.59 info@mediaadv.it Redazione Via Nino Bixio 7, 20129 Milano milano@edizioniadesso.com

L’orto d’inverno

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Distribuzione per l’Italia SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola 24, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.66.03.01

OROSCOPO

 Vieni a trovarci su Facebook, cerca la pagina Adesso

Hanno collaborato: Manuela Blandino, Lorenzo Bordoni, Chicca Costa, Marta Cerizzi, Silvia Coldesina, Federico Crisalidi, Alice Dutto, Serena Fogli, Massimo Lanari, Luca Foglia Leveque, Stefano Padoan, Fabio Quinto, Ettore Rizzo, Giulio Serri, Irene Spagnuolo, Roberta Valentini

SO.FIN.COM. S.p.A. Via San Lucio 23, 00165 Roma info@sofincom.com

74. LA MACCHINA DEL TEMPO

Foto e illustrazioni Ansa, Corbis, Fotolia, The Noun Project

93 AMICI ANMALI È Natale anche per loro: idee e regali per i nostri pet

Copyright 2014 Sofincom S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Stampa Bucarest r.e. uno s.r.l. Settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n.89- 14/03/2014. Una copia: 1,50 euro



FOTO DELLA SETTIMANA

DIVENTARE DONNA Un gioiello un po’ pretenzioso, forse, ma denso di significato. Per le giovani donne della tribu etiope dei Mursi, infatti, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta viene evidenziato dall’ampliamento del labbro attraverso un foro che mano a mano conterrà un disco di argilla sempre più grande. Quando la maturità sessuale sarà raggiunta e il labbro, dunque, dilatatissimo, le giovani saranno pronte per trovare marito.

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© Rod Waddington

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FATTI D’UN TEMPO

ACCADEVA

IN QUESTA SETTIMANA … di Ettore Rizzo

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© Pepe Robles

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L’Argentina, assieme al Cile, era lo stato più ricco del Sudamerica. Con un “piccolo” problema: un’inflazione colossale. Per porvi rimedio, negli anni ‘90, il peso argentino venne equiparato alla moneta più forte in circolazione, il dollaro. Fu una scelta disastrosa: l’economia entrò in recessione, la disoccupazione esplose e il debito pubblico si gonfiò spaventosamente. Il presidente Fernando De La Rúa tentò di arginare un’imminente fuga di capitali bloccando i prelievi bancari, ma la piazza si ribellò. Migliaia di argentini scesero in strada sbattendo pentole e padelle e chiedendo le dimissioni di De La Rúa, costretto ad abbandonare precipitosamente la Casa Rosada in elicottero e a dimettersi.

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Era partito alle 12,55 il treno che, da Napoli, doveva raggiungere Milano. I vagoni sono stracolmi di persone che stanno per raggiungere i parenti per festeggiare il Natale. Alle 19,08, tra Firenze e Bologna, all’altezza di San Benedetto Val di Sambro (dove 10 anni prima un ordigno aveva squarciato l’Italicus) una bomba radiocomandata fa esplodere il treno in galleria. È una strage: 17 morti e 267 feriti. Quello al Rapido 904 fu uno dei pochi attentati in cui esecutori e mandanti sono stati individuati con certezza: il boss mafioso Pippo Calò e altre sei imputati. Cosa Nostra, assieme alla camorra e ad ambienti dell’estrema destra, con l’attentato voleva sviare l’attenzione dello Stato dalla lotta antimafia. Stavolta, però, non ci riuscì.

LA FUGA DI DE LA RÚA

2 20 1 D 01 ICE

ATTENTATO AL RAPIDO 904

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La quarta repubblica francese, instaurata nel 1946, passò alla storia per i suoi partiti litigiosi, i suoi politici inconcludenti e l’estrema instabilità dei suoi governi (vi ricorda qualcuno?), ben 22 in 12 anni, oltre che per la disastrosa guerra d’Indocina. Nel giugno del 1958, con l’esplosione della guerra d’Algeria, come primo ministro arrivò però l’“uomo forte”: Charles De Gaulle, eroe della Francia libera durante la seconda guerra mondiale. Con frasi tipo “La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici” e “Come si può governare un Paese che ha 246 varietà differenti di formaggio?» De Gaulle promosse una nuova Costituzione che prevedeva il semipresidenzialismo e un esecutivo più forte. I francesi lo premiarono con il 78,5% dei voti.

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Con 458 voti favorevoli e 62 contrari, l’Assemblea Costituente eletta nel 1946 terminò i suoi lavori. Nacque la Costituzione italiana, con quel solenne articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” (“degli altri”, avremmo aggiunto poi amaramente). Il testo fu un compromesso tra il pensiero cattolico, quello liberale e quello marxista: tra gli articoli più dibattuti ci fu il 7, che delegava ai Patti Lateranensi i rapporti tra Stato e Chiesa. Per quanto riguarda la forma di governo, fu scelta una repubblica parlamentare, la più lontana dalla recente esperienza fascista: fu così che, al posto del partito unico, creammo una partitocrazia...

DE GAULLE PRESIDENTE

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LA COSTITUZIONE ITALIANA


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FINESTRE SULLA CITTÀ

LA CLASSIFICA DELLE CITTÀ ECO

di Fabio Quinto

Legambiente ha confrontato le nostre città tenendo conto di inquinamento, gestione dei rifiuti, consumi e trasporti pubblici. In difficoltà tutte le grandi città, bene la provincia

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a una parte c’è l’anima della “smart city”, quella che riduce l’inquinamento, mette in rete i servizi e propone stili di vita più sostenibili per l’ambiente e anche per le nostre tasche. Dall’altra, il volto oscuro del degrado, fatto di criminalità, pessima gestione del ciclo dei rifiuti, scarsa considerazione per la cosa pubblica. Sono le due facce delle città italiane emerse dall’ultimo rapporto Ecosistema urbano di Legambiente: due facce quasi sempre mescolate, in cui non è sempre agevole trovare dei vincitori e dei vinti. Ma vediamo com’è andata nel 2014.

LA CLASSIFICA GENERALE

Legambiente ha redatto una classifica di vivibilità ed ecosostenibilità basandosi su alcuni indicatori: qualità dell’aria, utilizzo e depurazione delle acque, gestione del ciclo dei rifiuti, efficienza del trasporto pubblico, incidentalità, frequenza di percorsi pedo-

nali e piste ciclabili, capacità di ridurre i consumi elettrici e utilizzo di energie rinnovabili. Sommando tutti questi elementi, la città più ecosostenibile è risultata Verbania, seguita da Belluno e Bolzano. Il Nord Italia si piazza, complessivamente, meglio, ma anche il Centro non scherza con L’Aquila (sesta) e Perugia (settima). Gli ultimi posti sono invece tutti del Sud, con Crotone, Isernia e Agrigento. Ma non mancano nemmeno le sorprese, come Oristano (ottava). Tra le grandi città, Venezia (decima) e Genova (49esima) battono ampiamente Firenze (60esima), Milano (62esima) e soprattutto Roma (82esima), Torino (86), Napoli (87) e Palermo (96).

CHE ARIA TIRA A BENEVENTO

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, considerando il Pm 10 la peggiore, a sorpresa, è Benevento, seguita da Frosinone e Torino, mentre Milano è solo sesta. Per quanto riguarda il consumo di acqua, la città più “sprecona”

è Pavia, seguita da Milano e Catanzaro; le più parsimoniose sono invece Sassari, Prato e Frosinone. Milano, Torino e Napoli fanno invece parte delle undici città italiane che riescono a depurare il 100% dei propri scarichi: preoccupante la situazione di Catania e Benevento, che riescono a depurare solo poco più del 20% delle acque.

A PORDENONE DIFFERENZIATA ALL’81%

Capitolo rifiuti. Il record di rifiuti destinati alla raccolta differenziata (con oltre l’81%) va a Pordenone, seguita da Verbania e Trento. Milano se la cava con il 43,8%, male Roma con il 30,5% e Napoli con il 20,7. Fanalino di coda Catanzaro, con un disastroso 2,5%. La città dove il mezzo pubblico viene maggiormente privilegiato rispetto all’automobile è Bolzano, seguita da Genova, Foggia e Milano; Reggio Emilia è prima per piste ciclabili e Salerno è in testa per le energie rinnovabili.

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ADESSO

I TUOI DIRITTI

CATASTO, OCC HIO ALLA

STANGATA

Per la sua attuazione ci vorranno dai 3 ai 5 anni, ma la riforma varata dal Governo di Massimo Lanari potrebbe portare, da sola, al quasi raddoppio della Tasi...

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nnunciata nel 2007, rinviata, temuta, ora finalmente è arrivata. Dietro la sbandierata “riforma del catasto” si nasconde l’ennesima stangata per le nostre tasche. Il governo ha infatti varato lo scorso 10 novembre il decreto legislativo sulle commissioni censuarie che dovranno attuare una colossale operazione di revisione catastale che riguarderà qualcosa come 66 milioni di immobili. Un’operazione lunga, che potrebbe richiedere dai 3 a i 5 anni, destinata però a rivalutare gli immobili dal 30 al 900%, con conseguente impennata per Imu, Tares, Tasi e Irpef.

I COMUNI SCALDANO I MOTORI

I 106 organismi impegnati dall’operazione saranno composti da membri dell’Agenzia delle entrate, dell’Anci (l’associazione dei Comuni) e dei pro-

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fessionisti (geometri, fiscalisti, ingegneri). Una volta formate le commissioni, sarà però necessario un nuovo decreto che dovrà legare le nuove stime ai valori di mercato rilevati dall’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia delle entrate. Da notare il crescente ruolo dei Comuni, che con il loro pressing potrebbero determinare un aumento delle rendite per aumentare le tasse locali. La legge delega “madre” dell’operazione (Legge 23/2014), però, stabilisce il principio del “gettito invariato” su base comunale: dalle nuove rendite, cioè, non potrà scaturire alcun aumento delle tasse. Solo una redistribuzione. Nelle intenzioni del governo ci sarebbe cioè l’intenzione di far pagare di più gli immobili di pregio oggi sottostimati. Cambia anche la modalità di calcolo delle rendite, che saranno basate non più sul numero dei vani ma sui metri qua-

dri dell’immobile. Si terrà conto anche di variabili come la presenza di scale, l’anno di costruzione, il numero di piani, l’esposizione e la localizzazione, in grado di far corrispondere sempre di più il valore catastale a quello di mercato.

LE CONSEGUENZE

Consumatori e Confedilizia prevedono, dall’operazione, un aumento di 230-300 euro a famiglia, e si dimostrano scettici sull’applicazione del principio del gettito invariato: «Non sarebbe la prima volta che precauzioni di questo tipo venissero disattese», si legge in un comunicato di Adusbef e Federconsumatori. «Non è mai capitato che una revisione catastale sia stata a gettito invariato», rincara la dose Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia. Secondo i dati pubblicati dal Corriere della Sera, a Roma per una casa di 100 m2 di classe A3 la Tasi passerebbe da 420 a 705 euro (+285 euro) e l’imposta di registro da 2.412 a 3.977 euro (+1.566 euro).


IMPEGNO PER PERSONAGGI GLI ALTRI

“FAME ZERO”

L’APP SOLIDALE

ADESSO

La Caritas internazionale lancia l’App per raccogliere e redistribuire il cibo in eccesso che andrebbe sprecato di Stefano Padoan

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na nuova applicazione che convoglia la lotta contro lo spreco alimentare sulla strada delle nuove tecnologie. È l’idea di Caritas Internazionale, che lancia un progetto innovativo: “Fame Zero”, che attraverso una app per smartphone e una piattaforma web punta a recuperare il cibo che dai frigoriferi e dalle dispense di privati e attività commerciali rischia di finire direttamente nella spazzatura. Tutto questo per poi donarlo a chi ne ha più bisogno. Caritas tenta perciò di creare una rete virtuosa fra donatori e famiglie bisognose. L’app sarà disponibile dall’8 dicembre su Google Play e Apple Store, ed è pensata per funzionare inizialmente in Italia, poi anche a livello mondiale. La tecnologia crea dunque un ponte diretto, veloce e comodo tra potenziali donatori e persone indigenti. Registrandosi sul sito di “Fame Zero” si può decidere di prendere parte al progetto intervenendo in tre diversi ruoli: ci sono innanzitutto i donatori (che possono anche rimanere anonimi), cittadini, commercianti o ristoratori che decidono di mettere il loro cibo avanzato a disposizione della comunità. Per farlo basterà semplicemente pubblicare un annuncio che indichi ciò che intendono donare. Ogni comunicazione sarà poi diretta all’“angelo” della relativa zona territoriale. L’angelo è colui che, dopo un’attenta selezione, recupera il cibo dalle diverse realtà. Queste risorse alimentari vengono poi consegnate ai centri di raccolta, ovvero associazioni e altre realtà di volontariato che si occuperanno di distribuire il cibo ai bisognosi della propria zona, sfruttando la loro conoscenza del territorio. Perché il network di “Fame Zero” sia efficace sono necessari però rigidi controlli, che possono rassicurare tutti

i partecipanti sull’effettiva utilità del loro impegno. I sistemi di tutela previsti dal progetto lavorano su due fronti: da un lato i donatori potranno seguire l’intero percorso degli alimenti, per verificare il concreto utilizzo finale che viene fatto del cibo. Dall’altro lato agli utenti finali sarà chiesto di valutare l’operato degli angeli e dei centri di raccolta, cioè dei soggetti che hanno la responsabilità di trasformare la generosità collettiva in un pasto donato. Questo perché la qualità del cibo deve essere sempre garantita.

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ADESSO

COVER STORY

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Aldo Giovanni Giacomo Al cinema con la commedia di Natale Il ricco, il povero e il maggiordomo, il trio comico festeggia con la decima pellicola un sodalizio che dura ormai da trent’anni di Stefano Fisico foto Masiar Pasquali


Aldo Baglio (56 anni), Giovanni Storti (57) e Giacomo Poretti (58), fianco a fianco da trent’anni, sono in questo periodo al cinema con la commedia di Natale Il ricco, il povero, e il maggiordomo, uno spaccato ironico sui piccoli, grandi fallimenti in cui ciascuno di noi prima o poi può incorrere.

«L’UNIONE FA LA NOSTRA FORZA»

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uando arriva il periodo natalizio tutto si tinge di rosso, dai ripostigli vengono tirati fuori presepi e alberi, addobbati per la felicità dei più piccoli, ma anche degli adulti che tornano bambini per qualche ora. La corsa ai regali aumenta di ritmo man mano che ci si avvicina alla meta, il Natale, che, una volta raggiunta, lascia tempo e spazio a lauti pranzi, chiassose cene e... cinema. Il grande schermo mai come in questo periodo esercita, infatti, grande appeal sulla massima parte degli italiani. E fra le diverse proposte natalizie ce n’è una tutta da ridere che vede come protagonisti Aldo, Giovanni e Giacomo: Il ricco, il povero, e il maggiordomo, una commedia sui piccoli, grandi fallimenti in cui ciascuno di noi prima o poi può incorrere. Il tutto con l’inconfondibile stile di un trio fra i più longevi e amati d’Italia.

Ragazzi, siete arrivati alla vostra decima fatica cinematografica. Al di là della trama, cosa differenzia Il ricco, il povero e il maggiordomo dai film precedenti? ALDO: «Sicuramente questo è il più bello, il più studiato, il più maturo, e l’energia che abbiamo in questo periodo è per la consapevolezza che siamo i più forti (ride). Comunque, a parte le battute, siamo davvero molto soddisfatti del risultato!». GIOVANNI: «Questo film ha poi un altro valore aggiunto perché è stato costruito a sei mani, anzi sette. Uno degli sceneggiatori, Morgan (Bertacca, ndr), ha uno spirito molto spiccato per la regia e, quindi, è venuta fuori una regia corale molto stimolante». E, invece, a livello di contenuti, cos’è che lo caratterizza più di tutto? GIACOMO: «Nel nostro film, più che il momento di difficol-

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COVER STORY

tà economica del nostro Paese, emerge la solidarietà, la capacità di trovare negli altri la forza di risollevarsi. Non solo, abbiamo voluto far vedere che la crisi non è arrivata per una casualità, ma per l’avidità di pochi. E l’unico modo per uscirne non è rinchiudersi nei propri singoli egoismi, quanto collaborare e impegnarsi tutti, insieme, per voltare pagina». Molti film italiani e non ingaggiano nei loro cast attori di grido per non “bucare” al box office. Per voi non è stato così. Segno di grande sicurezza o di una consapevole incoscienza? GIACOMO: «Credo che le scelte non siano mai fatte a tavolino, ma principalmente sulla storia e sulle persone che chiaramente ci fanno simpatia. Non persone di grido che potrebbero portare il loro pubblico, ma persone che hanno con noi un’empatia particolare e con le quali possono, quindi, nascere cose simpatiche». Che effetto vi fa riguardare le pellicole che avete girato in passato? Le rifareste col senno del poi? GIOVANNI: «Cerchiamo sempre di non riguardare ciò che abbiamo già

fatto, perché cambieremmo sempre tantissime cose. Soprattutto io. Ed è per questo che non mi vogliono mai in fase di montaggio!». Non vi è mai venuto in mente di scambiarvi i personaggi? GIACOMO: «Beh, sarebbe divertente vedere il conte Dracula che dai panni del siciliano Aldo assume le sembianze del milanese Giovanni. Verrebbero fuori sketch mica male con la milanese “cadrega” (sedia, ndr) che diventerebbe, invece, “seggia”!». Cosa preferite fra teatro, cinema e televisione? Con cosa vi trovate più a vostro agio? ALDO: «Noi siamo nati col teatro, anche se il teatro costa fatica, ci vuole molta energia e carica, un po’ come un telefonino. La ricarica per noi dura sette anni e una volta completata riprendiamo a fare teatro. Che non è mai facile. Perché nel proporre cose nuove dobbiamo inevitabilmente scontrarci con i nostri vecchi spettacoli, che in genere sono andati sempre molto bene». GIACOMO: «Concordo, sicuramente il cinema è più semplice. A dirla tutta non sarebbe affatto male fare

Con Il ricco, il povero, e il maggiordomo il trio comico torna al cinema a quattro anni da La banda dei Babbi Natale. Tornano, invece, alla regia, insieme con Morgan Bertacca, dopo dodici anni: l’ultimo film nel quale 18 stati, oltre che interpreti, anche registi risale, infatti, al 2002: La leggenda di Al, John e Jack. sono

un po’ di televisione nel modo in cui piacerebbe a noi, in seconda serata, nascosti, potendo fare tutto quello che vogliamo, senza censure e non a scopo di lucro». Il tipo di comicità che si propone è figlia del periodo in cui si vive. Come si è evoluta e sviluppata la vostra comicità dalle prime apparizioni in Ammutta muddica? GIOVANNI: «Sicuramente si è sviluppata per il fatto che sono cambiati i tempi, siamo cambiati noi e le persone che ci circondano e incontriamo quotidianamente, fonte sempre di nuovi stimoli e idee». ALDO: «L’energia che si aveva prima, e parlo degli esordi, non è sicuramente la stessa. C’è stato un periodo in cui molte compagnie teatrali venivano dall’estero e per noi erano molto di stimolo. Allo storico Teatro Ciak di Milano si cercava di seguirle e vedere quello che facevano, per trovare ispirazione. Oggi le cose sono cambiate parecchio...». Qual è la ricetta di un successo, il vostro, che dura da così tanto tempo? GIOVANNI: «È l’amicizia che ci


rende così uniti e affiatati. Certo, la comicità contribuisce a creare grande feeling fra noi, ma siamo soprattutto amici (guarda Aldo e Giacomo, che annuiscono)». Far ridere la gente non è cosa facile. Per i vostri sketch e le vostre battute, come vi preparate? GIOVANNI: «In realtà non ci prepariamo su nulla in particolare. Seguiamo istinto, intuizione, improvvisazione lasciandoci ispirare da ciò che ci circonda». Aldo, i tuoi compari Giovanni e Giacomo hanno pubblicato il loro primo libro. Immagino che tu li abbia letti... «Li ho letti e sto prendendo spunto da loro per farne uno anche io!». In tutta sincerità quale hai apprezzato maggiormente? «Quello di Giacomo l’ho letto fino alla cinquantesima pagina e poi mi sono stufato. Quello di Giovanni fino alla sessantunesima, dove di parlava di me, così l’ho mollato lì!». Tutti i film che avete girato si sono sempre svolti in Italia. C’è un motivo particolare per questa scelta? GIOVANNI: «Più che Italia diremmo Milano. I motivi sono diversi tra cui l’affinità con l’ambiente e, ovvio, anche la comodità di poterci lavorare. Altre città ci avrebbero messo a disposizione molte cose, ma noi siamo legati molto a questa città». Giacomo, in più occasioni, compreso nel tuo libro, hai ribadito il tuo legame con Milano, che tra pochi mesi aprirà ad Expo. Pensi che la

Nel film Giacomo interpreta un ricco e spregiudicato imprenditore milanese che finisce in rovina. A dargli una mano saranno il suo ex maggiordomo, Giovanni, e un venditore ambulante intraprendente ma sfortunatissimo, Aldo, con una madre estremamente decisionista, interpretata da una strepitosa Giuliana Lojodice.

gente e la città sia pronta per un evento del genere e cosa ti aspetti? «I messaggi che arrivano non sono chiari, in questo momento nessuno può intuire quello che realmente accadrà. Certo è che ad oggi sembra che con i lavori si sia ancora molto indietro e che alla gente ancora non sia arrivato il messaggio che nei prossimi mesi arriveranno in città migliaia e migliaia di visitatori». Normalmente nelle interviste non parliamo di calcio, ma essendo voi tifosi interisti vorrei che lasciaste un messaggio alla famiglia Moratti, che dopo tanti anni e tanti successi non fa più parte della società...

GIOVANNI: «Siamo molto dispiaciuti perché in tanti anni di presidenza ha regalato ai tifosi grandi successi. La nuova presidenza non ci sentiamo di giudicarla perché è da poco tempo che è entrata in questo mondo e perché il momento economico è molto differente rispetto a quello in cui c’era al comando la famiglia Moratti». A pochi giorni dal Natale, cosa vi piacerebbe trovare sotto l’albero? (Si consultano un attimo e poi Giacomo fa da portavoce) «Ci piacerebbe trovare un bello scatolone di fuochi d’artificio!».

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ADESSO

PERSONAGGI

ALESSANDRA

MASTRONARDI

«SONO COME GIULIETTA, ALLEGRA E UN PO’ MASCHIACCIO» di Roberta Valentini

BELLA E INTENSA NEI PANNI DELLA GIULIETTA SHAKESPERIANA, LA BRAVA ATTRICE SVELA IL SUO LATO PIÙ ROMANTICO

«L

a convivenza con un compagno di vita? Certo che ci penso. Per me, la condivisione è fondamentale, è sicuramente la chiave per mandare avanti un rapporto e ho progetti in questo senso. E poi, il dialogo è necessario: quando cominci a non dirti le cose, iniziano i problemi, la persona che sta davanti a te diventa un’estranea e non la riconosci più». Lo racconta Alessandra Mastronardi, giovane attrice di origini napoletane, che si divide tra Roma e i set di Oltreoceano. Luminosa, spiritosa, spontanea ma anche sofisticata, Alessandra vive un momento d’oro. Nella vita privata e in

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quella professionale. Al suo fianco, da due anni e mezzo, l’affascinante attore irlandese Liam McMahon, conosciuto sul set della fiction Titanic-Nascita di una leggenda. Il ruolo di protagonista in Romeo e Giulietta, la serie in due puntate in onda su Canale 5, che ha raccontato la tragedia di William Shakespeare. E quello di Giulia nel film per il cinema Ogni maledetto Natale, la commedia diretta da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, già registi di Boris. Alessandra, alle porte del 2015, parliamo d’amore: speri in quello che dura tutta la vita? «Chi non ci spera? Io ci tengo molto e ci provo (sorride)». Quanto rischi, quando si tratta di sentimenti? «Rischio ancora molto, un po’ meno rispetto a quando ero più giovane, perché crescendo poi le porte chiuse in faccia ti fanno più male. Forse, oggi sono di-


Alessandra Mastronardi, napoletana classe 1986, romana di adozione, ha raggiunto il successo con la serie televisa I Cesaroni e ora è nelle sale col film Ogni maledetto Natale, al fianco di Alessandro Cattelan (foto in basso).

sarà il tuo Natale, Alessandra? «Pieno di gente. Lo trascorrerò a Napoli, con la mia immensa famiglia, la sera della Vigilia e a pranzo il 25 dicembre: a tavola, non ce la caviamo con meno di trenta, trentacinque persone (e ride, ndr). Il vero problema per me è fare i regali, quello mi mette un po’ di ansia». Prossimi progetti professionali? «Sono in attesa. Intanto, aspetto l’uscita dei film che ho girato (Life con Robert Pattinson e The Tourist di Evan Oppenheimer, ndr)». Non temi la crisi, in un momento come questo? «Secondo me la strada di uscita dalla crisi c’è, qui in Italia, e sono fiduciosa e positiva per il futuro. Certo, le grandi star americane hanno capito l’importanza della tv, e non si fanno più differenze, a livello di budget, tra prodotti televisivi e cinematografici, ma penso che piano piano ci arriveremo anche qui e la fiction non sarà più considerata un prodotto di seconda scelta. Io non faccio differenza tra piccolo e grande schermo… Siamo artisti a 360° e come tali dobbiamo essere considerati». Ti piacerebbe recitare in teatro? «Per recitare in teatro, bisogna interrompere le riprese sui set, è necessario fermarsi almeno un anno e non so se sono pronta a superare questo scoglio. Però io sono qui, ben venga tutto quello che deve venire». Un ruolo, nella tua carriera, al quale sei particolarmente legata? «Sono legatissima al ruolo di Angela, la protagonista del film L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi: lei e suo marito Ernesto sono una coppia di sposi, che esistono realmente e che stanno insieme tutta la vita. Per me è stato emozionante portare Angela sul grande schermo e il suo personaggio mi ha regalato una gioia infinita. Quello sì che è amore vero…».

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© Porcarelli

ventata un pochino più razionale, ma comunque mi butto». Credi nel colpo di fulmine? «Sì, ci credo. Ma poi la storia, per andare avanti nel tempo, deve poggiare su solide basi». Hai un sogno per l’anno nuovo? «La mia aspirazione è non fermarmi mai, anche perché chi si ferma, poi, muore. Quindi, mi auguro di andare avanti sempre nel mio lavoro: ho appena iniziato a muovermi anche all’estero, quindi quello che arriverà, sarà bene accetto: non ho preferenze». Ti abbiamo visto da poco in tv nel ruolo di Giulietta, l’eroina della tragedia di William Shakespeare: in cosa vi somigliate? «Nel modo di vedere la vita, perché Giulietta è molto solare, molto viva, molto aperta, a volte sembra quasi ingenua, ma sotto sotto non lo è. Una ragazza senza sovrastrutture, un po’ come me, allegra e un po’ maschiaccio, che sa usare bene la spada e che va a cavallo. Spero che il pubblico l’abbia apprezzata, perché è un personaggio che ho amato molto». A quale Giulietta della storia cinematografica ti sei ispirata? «A quella di Claire Daines, del film diretto da Buz Luhrman. Mi ha incantato e l’ho imparata a memoria». Qual è il messaggio di questa fiction? «Il messaggio è che bisogna fermarsi ad ascoltare, quando si tratta di rapporti tra genitori e figli. Un tempo, i giovani facevano gesti estremi come quello di togliersi la vita, per amore. Oggi magari scappano di casa. Ma il motivo è sempre la mancanza di comunicazione, come quella inesistente tra le famiglie Capuleti e Montecchi e i loro figli». Sei tornata a recitare con Elena Sofia Ricci, che abbiamo visto nel ruolo della balia… «È stata una grandissima gioia, Elena Sofia è la mia attrice preferita e, dopo aver recitato tanti anni insieme ne I Cesaroni, tra noi due c’è un feeling pazzesco». A proposito della serie I Cesaroni, hai un po’ di nostalgia? «Nostalgia no. Ma riconoscenza sì, molta, perché è un progetto che mi ha dato tantissimo e sono stata felice di averlo girato, ma anche di aver terminato l’esperienza, perché poi si cresce…». Dalla tragedia alla commedia, con il film Ogni maledetto Natale. Come


ADESSO

PERSONAGGI

MAX

GIUSTI

UN NATALE SPECIALE CON CHI È SOLO di Giulio Serri

IL POPOLARE ATTORE, CHE CONDURRÀ IL CONCERTO DI NATALE SU RAI 2, OLTRE ALLA RINOMATA VERVE COMICA, SVELA GRANDE SENSIBILITÀ E ATTENZIONE VERSO CHI SOFFRE ED È SOLO

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ella suggestiva cornice dell’Auditorium della Conciliazione, Max Giusti è il padrone di casa della ventiduesima edizione del “Concerto di Natale”; il tradizionale appuntamento che, come ogni anno, tiene compagnia agli italiani la sera della Vigilia,a partire dalle 21 su Raidue. Una serata ricca di artisti nazionali ed internazionali, di suggestive melodie accompagnate, quest’anno, dalla simpatica verve del conduttore romano: “Dopo anni in cui ho accompagnato i telespettatori all’ora di cena con Affari tuoi- ci racconta- sono contento di tornare, seppur per una sera, a regalare emozioni con la musica e le can-

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zoni della festa più dolce dell’anno”. Attore, conduttore, imitatore il popolare showman romano è soprattutto marito di Benedetta Bellini, sposata il 4 luglio del 2009 e papà di Matteo e Caterina rispettivamente di quattro e due anni. Un tuo ricordo legato al Natale? «Ripenso alla mia infanzia: la Santa Messa di mezzanotte, un pranzo più abbondante, quel piccolo regalo tanto sperato e che spesso era pure utile, ma soprattutto l’abbraccio con quei parenti che magari vedevi soltanto una volta all’anno perché vivevano distanti: quelli di papà dalle Marche, sardi quelli materni. Mi mancano molte persone che purtroppo sono andate via dai miei Natali ma che sono sicuro continuano a guardarmi dall’alto». Musicalmente, quali sono i tuoi brani natalizi preferiti? «Ho nel cuore il tradizionale Tu scendi dalle stelle e vorrei fosse maggiormente riscoperto perché credo sia la canzone

di Natale che più di tutte ci rappresenta come Paese: è per la gente vera, semplice. Se dovessi, invece, pensare ad un canto più pop scelgo Happy Xmas ( War is over) di John Lennon». Conduci questo appuntamento dal Vaticano, ti piace Papa Francesco? «Dico la verità: da quando è stato eletto mi sono ancora più riavvicinato alla fede. Mi ha colpito la scelta del nome forse perché ritengo che San Francesco ci abbia insegnato i dettami più basilari della nostra spiritualità: l’amore per il Creato, spogliato da ogni orpello e vanità». Hai dichiarato recentemente che questa Italia non ha futuro… «Come può avere avvenire un Paese che non permette ai giovani di comprare casa e mettere al mondo un figlio perché non hai un tetto da dargli? Collaboro con la comunità di Sant’Egidio, incontro le persone meno fortunate. Al pranzo della Befana dello scorso anno ho riconosciuto un ragazzo della mia via che passava la giornata là con la fi-


danzata. Ho fatto finta di nulla, ma mi sarei dato una pugnalata. Il nostro Paese non dà speranza ai ragazzi e la toglie ai meno giovani. Sono anni duri, spero di rinascita». Progetti per il 2015? «Dopo tanta televisione con Supermax e La papera non fa l’eco, torno a teatro con una nuova tournèe. Parto a metà gennaio da Palermo con il mio spettacolo 2015 personaggi: tanto divertimento con le imitazioni che mi hanno portato fortuna ma anche monologhi con gag esilaranti». Le parodie, infatti, ti hanno fatto conoscere al grande pubblico. Imitatori si nasce o si diventa? «Sono figlio unico. Dagli 8 ai 14 anni stavo sempre assieme ai miei genitori annoiandomi tantissimo. Allora ascoltavo le canzoni alla radio e mi divertivo a cantarle con lo stesso timbro di chi le interpretava. Forse era anche un modo per mettermi in mostra». A quale personaggio, tra quelli imitati, sei più legato? «Fanno tutti parte di me, ma quello che mi diverte di più è Cristiano Malgioglio. Mi viene così spontanea la sua imitazione, e poi è quello che la gente ricorda maggiormente». Che ricordi conservi del tuo lungo periodo di gavetta? «Mi sono fatto spazio da solo, senza spintarelle o padrini politici. Ci vuole un po’ più di tempo magari ma la soddisfazione è enorme». La tua famiglia ti ha sostenuto in quegli anni? «All’inizio i miei genitori erano spaventati, ma non mi hanno mai ostacolato. Oggi sono molto contenti per me». Parlando sempre della tua vita privata, come vivi la paternità? «Quando sono diventato papà di Matteo, il mio primogenito, è stata l’unica volta nella mia esistenza in cui mi sono sentito davvero importante. C’è una persona, un bimbo che dipende da te. In quel preciso istante sono diventato adulto. Non so ancora se sono o no un bravo padre. I miei due bambini sono ancora piccoli. Di certo so che cosa voglio far vivere a loro. La famiglia! I nonni, le feste in casa, il senso di rifugio. Vorrei che sappiano che questo sarà sempre il loro porto sicuro. I miei due piccoli mi riempono davvero di gioia». Si dice che i genitori over 40 siano

più apprensivi… «Sono molto rilassato. L’unica cosa che a 46 anni hai più mal di schiena di uno che ne ha trenta (ride)». Ai figli piccoli che cosa si comincia ad insegnare? «Il rispetto per gli altri e il senso di condivisione. Quando accompagno il mio primogenito, Matteo, quattro anni, all’asilo, gli faccio portare qualcuna delle sue macchinine per giocarci insieme con i compagni. All’inizio non è che ne fosse contentissimo…». Infine, cosa dire a chi passerà queste feste in difficoltà o in solitudine? «Nelle mie cene natalizie ho imparato, già da qualche anno, ad avere alla mia tavola sempre qualcuno che è da solo, non necessariamente parente ma anche amici o conoscenti. Lancio una provocazione ai lettori: proviamo a trascorrere per una volta questa festa a servizio di chi ha bisogno, o assieme a chi non ha nessuno. Per esempio servendo un pasto caldo nel centro d’accoglienza della nostra città, in una mensa parrocchiale o in un ospizio. L’ho provato passando il 25 dicembre alla comunità di Sant’Egidio, vedrete che sarà un Natale indimenticabile…».

© ANSA

© AGI

Max Giusti, romano doc e tifosissimo della Roma, è sposato dal 2009 con Bendetta Bellini, da cui ha avuto due figli, Caterina e Matteo.

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ADESSO

TV & CUCINA

ANNA MORONI

QUANTO È BUONA LA TRADIZIONE! di Giulio Serri

BRACCIO DESTRO DI ANTONELLA CLERICI E CUOCA FORMIDABILE, HA CREATO PER NOI RICETTE ESCLUSIVE PER UN NATALE ALL’INSEGNA DEL GUSTO

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uando la incontriamo a casa nei pressi di via Gregorio VII, a pochi passi dal Vaticano, la sua cucina è già uno splendido palcoscenico di piatti invitanti. Un regno dal profumino irresistibile del quale è indiscussa regina: “Ho appena messo in forno il ciambellone per la piccola Maelle (la figlia di Antonella Clerici, ndr) e tra poco debbo preparare la frittata di patate per mio marito Tonino, quel sant’uomo che è la mia spalla da 51 anni”- ci accoglie scherzando. Con la sua inconfondibile vocina Anna Moroni è dal 2003 l’instancabile, dinamico, risoluto volto di punta del programma

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di Rai1 La prova del cuoco, giunto alla sua quindicesima edizione. Negli anni i telespettatori hanno potuto apprezzare sia l’amore e la dedizione che questa signora, dalle origini orgogliosamente eugubine, mette ogni qual volta che si cimenta ai fornelli che la naturalezza con la quale riesce ad insegnare idee e segreti per ricette facili, gustose e veloci. Una cuoca straordinaria ma anche una mamma e una nonna affettuosa. Una bellissima famiglia che Annina, così come è affettuosamente soprannominata in trasmissione, ha saputo seguire e curare assieme al marito Tonino, una presenza costante, complice nel suo cammino di donna.


TV & CUCINA

Come nasce la tua passione per i fornelli? «Dalla mia infanzia, a contatto con la vita semplice dei contadini, dove la donna era veramente l’angelo del focolare. Vedere mia zia Isolina alzarsi alle cinque della mattina e preparare la colazione per tutti è stato di grande insegnamento. Chi, invece, mi ha insegnato materialmente a cucinare è stata una cuoca eugubina, Costantina, che all’età di 12 anni mi portava con lei ai banchetti dei matrimoni e dei battesimi. Nonostante abbia fatto molti corsi sia in Italia che all’estero, non mi considero una vera e propria cuoca. Tanto che mai e poi mai avrei pensato di trovarmi in tarda età a cucinare davanti a milioni di telespettatori». Che cos’è per te la cucina? «La mia valvola di sfogo. Quando ho un problema, sono arrabbiata o giù di morale mi metto ai fornelli dal mattino alla sera. E poi trovo che cucinare sia un’arte: esattamente come puoi creare forme e sfumature con i pennelli, la stessa cosa succede con le pentole. Mi piace sperimentare, conoscere le altre culture e vedere come lo stesso ingrediente si possa trasformare sulla base di nuovi accostamenti». La famiglia quanto ha contato nella tua vita? «È stata sempre al primo posto. E per questo debbo ancora una volta ringraziare Dio che mi ha dato tre figli sani, intelligenti e lavoratori. Quella è stata la fortuna mia più grande». E poi c’è Tonino… «Certo (ride). Ci siamo conosciuti nel 1956, sposati nel 1963; abbiamo festeggiato l’anno scorso le nozze d’oro». L’hai conquistato con i tuoi manicaretti? «Sì, gli preparai i “dodici apostoli”, una ricetta pugliese. Siccome lui era ed è ancora il proprietario dell’autorimessa sotto casa mia, glieli calavo giù dalla finestra dentro un cestino». Il segreto per fare durare un’unione così a lungo? «Avere pazienza e saper perdonare, sorvolando sulle piccole incomprensioni». Perché le rubriche di cucina piacciono così tanto alla gente? «Per me è solo un bene: dare così attenzione alla cucina significa che c’è un ritorno alla casa, alla famiglia, allo

stare insieme. Dobbiamo ricominciare a mangiare come una volta; spazio alle zuppe, ai legumi. Inorridisco quando vedo le confezioni di insalata già lavata, le polpette surgelate o cose simili». E, invece, quali sono le ragioni del successo de La prova del cuoco? «La semplicità e il rapporto diretto che abbiamo instaurato con il pubblico. In studio abbiamo ricreato un ambiente quasi famigliare, semplice, senza sofisticazioni. Oltre, ovviamente, al modo di fare di Antonella, così solare ed empatico». Con la Clerici è ormai quasi un sodalizio artistico, che rapporti hai con lei? «È una vera amicizia. Dico sempre che ho tre figli, ma lei è la mia quarta figliola! Sua madre, che purtroppo non c’è più, era del mio stesso anno di nascita, mentre il mio primogenito ha la stessa età di Antonella. Con lei, in effetti, ho un modo di fare molto materno. E poi la piccola Maelle va ghiotta del mio ciambellone; non gliene faccio mai mancare una fetta». Spesso i piatti più semplici sono i più difficili. Come mai? «Perché prestiamo poca attenzione alla cottura, cosa, invece, fondamentale. Per fare un sugo, per esempio, non dobbiamo lessare i pomodori cuocendo la salsa a fuoco lento, ma gettarli nell’olio bollente, continuando la

ADESSO

cottura a fuoco alto. Poco importa se schizzeremo un po’ la cucina, puliremo dopo». Qual è un piatto banale ma complicato? «Gli spaghetti all’aglio, olio e peperoncino. Spesso si sbaglia la cottura dell’aglio, alcuni addirittura arrivano ad arrostirlo, con i conseguenti disagi di digestione che provoca. L’aglio deve solo dorarsi, non annerirsi. Poi, e non mi stancherò mai di ripeterlo, gli ingredienti devono essere di alta qualità, dalla pasta all’olio, allo stesso peperoncino». La cucina regionale che più ti garba? «Quella ligure e siciliana, perché entrambe sono ricche di profumi e sapori semplici». Oltre a quelli italiani, quali piatti ti piacciono? «Quelli della vera cucina cinese che ho gustato a Shanghai. Ho imparato a fare gli involtini primavera in casa». I tuoi cavalli di battaglia? «Cacio e pepe, gli sformatini di patate con il fiore di finocchio, il vitello all’olio e il mio millefoglie al cucchiaio». Chiudiamo con una domanda scherzosa. Se Anna Moroni fosse una ricetta, quale sarebbe? «Un friccò con pezzetti di pollo, coniglio o agnello. È un piatto che mi ricorda la mia infanzia».

Anna Moroni dal 2002 affianca quotidianamente Antonella Clerici a La prova del cuoco su Rai1 e con lei ha scritto diversi libri di cucina e lanciato una linea di utensili.

le ricette di annina per il natale


le ricette di annina RISOTTO ALLE PERE, RADICCHIO ROSSO E GORGONZOLA Ingredienti (per 4 persone)

• 1 cipolla • 280 gr di riso • 1 radicchio rosso di Treviso • Pere Williams (una ogni due persone) • Gorgonzola dolce • Brodo

Procedimento

Rosolare la cipolla tritata finemente nell’olio. Aggiungere il riso e farlo tostare bene, aggiungere un bicchiere di vino bianco e farlo evaporare. Cuocere il riso aggiungendo un po’ alla volta il brodo. Quasi a fine cottura aggiungere le pere spellate e tagliate a dadini, il radicchio rosso tagliato a striscioline e il gorgonzola dolce. Cuocere ancora per qualche minuto. Togliere dal fuoco e prima di servire mantecare con una noce di burro.

POLLO CON SALSA ALLO ZENZERO

Ingredienti (per 6 persone) • 1 pollo (oppure 2 petti d pollo e 2 cosce disossate) • 2 bicchieri di vino bianco • 1 limone (succo) • 1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato • timo, maggiorana e dragoncello • 100 gr di farina 0 • 2 uova

• pangrattato • olio di arachidi per friggere • sale e pepe PER LA SALSA ALLO ZENZERO • 2 cucchiai zenzero fresco • 2 cucchiai di aceto • 2 cucchiai salsa di soia • 4 cucchiai olio evo • sale e pepe

...e sul numero della prossima settimana 26


MENÙ

ADESSO

TORTA CAPRESE AL LIMONCELLO

Procedimento

La sera prima marinate, in una ciotola, il pollo tagliato a piccoli pezzi e spellato insieme al vino, allo zenzero, al succo di limone e al mazzetto odoroso. Asciugare il pollo e impanarlo con la farina, le uova e il pangrattato (facendo in modo che il composto aderisca bene). Friggere in olio di arachidi profondo e trasferire su carta assorbente. PER LA SALSA: Frullare nel mixer lo zenzero , l’aceto, la salsa di soia e l’olio EVO. Servire con la salsa su un letto di ruchetta condita e guarnite con pomodorini rossi tagliati a metà. Per una versione “gluten free” usate la farina di riso e la farina di mais per l’impanatura

Ingredienti

Procedimento

• 350 g di mandorle pelate • 5 uova (peso complessivo, con il guscio: circa 350 g) • 200 g di zucchero • 40 g di farina • ½ bicchiere di limoncello • 1 grosso limone non trattato • Burro • Sale

Montare molto bene i tuorli (conservare gli albumi) con 150 g di zucchero, un pizzico di sale e la scorza grattugiata del limone. A parte montare a neve ferma gli albumi e tritare molto finemente le mandorle. Incorporare, usando una spatola, la farina e le mandorle tritate, alternando con il limoncello e qualche cucchiata di albume. Mescolare delicatamente fino ad amalgamare tutti gli ingredienti , poi aggiungere lo zucchero e gli albumi rimasti. Imburrare una teglia di 26 cm di diametro, versarvi l’impasto e cuocere a 160° per 30/40 minuti circa. Il consiglio di Anna “Mi raccomando, controlla bene affinché la cottura non sia troppo prolungata, altrimenti la torta risulterà asciutta”

le altre ricette di annina per il capodanno 27


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Parte 2 - I colori delle feste: Gold &Silver - Come mi vesto a Natale? - Come mi vesto a Capodanno? Suggerimenti e look per festeggiare in tutte le situazioni 1. a casa con amici 2. a un party 3. in montagna 4. al caldo di Federica Piacenza

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Scintillanti e luminose, le nuove cercatrici d’oro rifrangono la luce tra glitter iridescenti e laminati metal, senza dimenticare gli innesti lamè che fanno tanto prezioso. Scelta azzeccata per le feste e anche di più per la sera. Il tocco Gold rimane sempre quello più apprezzato.

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Natale

Come mi vesto a

Semplice e minimale nel taglio, super natalizio grazie al colore fiammato, l’abito United Colors Of Benetton è facilmente trasformabile e diventa un must delle feste se pensato in una versione superaccessioriata. Tra le borse, si va a scelta tra la Braintropy a mano o la clutch rigida in tono TL180, ma da indossare solo la sera. Altissimi e in suede i tronchetti Joshua Fenu che staccano ma danno carattere e soprattutto riprendono la tonalità del foulard “salvaspalle” Lanificio Colombo. Chiude, il tocco leggero del bracciale in plexiglass Jeni con pietre applicate che paiono tatuate sul polso. Il pezzo in più? Il preziosissimo cappotto smanicato con bordi in cincillà e brooch in pietre dure come fermo Vicedomini.


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Blu oltremare, così si chiama questa gradazione che ruba il colore al notte. Scollatura profonda a V e gonna a ruota i particolari per l’abito in maglia come l’importante cappa tutto Vicedomini. Ton sur ton per gli accessori: stivali in suede con frontale al ginocchio O Jour e doctor bag a mano bicolor Jadise. L’alternativa? La pochette in pelle e patta in pitone nella luminosa variante blu china Badura Roma.


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A casa si, ma scenografiche.. con pon pon in pelliccia Minna Parikka

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Il fatto che non si opti per un locale, non impedisce di festeggiare il nuovo anno con stile, seppur magari buttando un’apparente occhio alla comodità. Per la festa a casa via libera alle tute. Più o meno strette, scollate, a manica lunga o sbracciate, con coulisse in vita e rimborso oppure dritte e quasi militari… Le offerte sono davvero tante anche perché il must di stagione è proprio questo.

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Ci sono poche occasioni in cui farlo senza incappare o inciampare in sguardi strani misti tra confusione e disapprovazione. Una delle serate più democratiche è proprio la notte di San Silvestro. Non è segnato il limite dell’eccesso ed è proprio il 31 dicembre la notte di paillette, borchiette, specchietti, glitter e luccichini vari. Ma attenzione se già l’abito è importante, risparmiamo sul resto: accessori, gioielli e acconciature varie, nel dubbio un bel raccolto con un ferma capelli prezioso sarà più che sufficiente per essere notate ma mai vistose. 35


FREDDO

con stile

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… E se si sceglie di festeggiare in montagna, due soluzioni prét à porter che mettono tutti d’accordo.

Parka con bordure in ecopelle e caldissimo ecofur camouflage all’interno La Fee Maraboutee, e pelliccia brownie con maxi collo Simonetta Ravizza. Piedi altrettanto al caldo con gli stivali ricoperti in pelo by Joshua Fenu. Così come i tronchetti con tacco a spillo Gaetano Perrone, un vero e proprio vezzo d’altura. Più comode le Paloma Barcelo, in suede, con zeppa ed ecopelliccia interna.


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CALDO

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Still life TREND FOR TREND - Capi disponibili su spartoo.it

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bikini Miss Bee

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gonna multicolor De Tomaso

Caraibi o giù di lì....

Con le cruise collections, o gli anticipi di primavera sarà semplice festeggiare anche al caldo anticipando di qualche mese la stagione… diversamente sarà altrettanto semplice copiare qualche abbinamento o palette colori dai vostri look di questa estate e buttare tutto in valigia, per brindare al nuovo anno all’insegna di colore, sole, mare e caldo.

super luccicante Simonetta Ravizza

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IDEE REGALO

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BELLEZZA

COSMETICI

COME SCEGLIERLI ?

I

n Italia, la produzione e la vendita dei prodotti cosmetici sono regolate dalla legge 713/86 e sue successive modifiche e, dall’11 luglio 2013, dal Regolamento dell’Unione Europea n. 1223/2009. Queste leggi disciplinano ogni aspetto dei cosmetici a tutela della salute dei consumatori. Per quanto riguarda la produzione esistono rigidi vincoli nella scelta e nell’utilizzo degli ingredienti e dei principi attivi che devono essere stati precedentemente approvati dal Ministero della Sanità. Non devono essere pericolosi, non possono essere di origine animale, per evitare

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eventuali rischi di trasmissione di malattie e non possono essere testati sugli animali. I cosmetici possono essere realizzati solo in Laboratori certificati che devono seguire dei protocolli standard per mantenere la sterilità ed evitare contaminazioni batteriche. Ogni cosmetico deve essere correlato da test specifici che garantiscano la “buona qualità” del prodotto, di conseguenza ogni cosmetico ha un suo “corposo dossier”. Prima che un prodotto cosmetico possa essere immesso sul mercato deve essere notificato a Bruxelles tramite il Portale Europeo, un sito in cui inseriamo tutte

di Manuela Blandino COSMETOLOGA

le informazioni sui cosmetici prodotti, quali ad esempio: la formula, l’etichetta del contenitore e della scatola, i testi descrittivi, le foto ecc. Se il prodotto è approvato, viene inviata una scheda riassuntiva della notifica. LEGGIAMO INSIEME L’ETICHETTA A questo punto cosa dobbiamo cercare sull’etichetta per essere sicuri di acquistare un prodotto sicuro? Ogni cosmetico è contenuto in un imballaggio diverso a seconda della natura del prodotto; vasetto per una crema, flaconcino per un siero, flacone per un latte detergente o


BELLEZZA

un tonico, tubo. Questo è definito come “imballaggio primario” (obbligatorio) mentre la scatola è definita come imballaggio secondario (facoltativo). Le informazioni devono essere indelebili per tutto il periodo di vita del prodotto considerandone il suo utilizzo (uno shampoo deve avere un’etichetta con scritte resistenti all’acqua), le scritte devono essere facilmente visibili, leggibili e nella lingua del paese in cui viene venduto. 1. Sulle confezioni deve essere indicato il “Responsabile dell’immissione in commercio” cioè il nome della Società ed il suo luogo di residenza in modo tale che sia possibile risalire a chi ha prodotto ogni singolo cosmetico. Per i marchi molto conosciuti è accettata l’indicazione del sito web. 2. Deve esserci il paese di produzione: ad esempio, Made in Italy significa che è stato prodotto totalmente in Italia. 3. La quantità di prodotto deve essere espressa in grammi (g) per le polveri o i sali e in millilitri (ml) per i liquidi e le emulsioni. Il peso non è obbligatorio per i prodotti monodose (es. campioncini). Questa informazione ci permette di capire quanto prodotto stiamo realmente acquistando, indipendentemente dal volume delle confezioni che spesso è ingannevole. 4. Sulle confezioni deve esserci un simbolo grafico: un vasetto aperto con una scritta. Il disegno del vasetto è il simbolo del PAO, cioè del periodo di tempo in cui il prodotto, se utilizzato correttamente, si man-

tiene stabile dopo l’apertura. La scritta è composta da un numero e dalla lettera M perciò 12M significa che il prodotto è utilizzabile senza rischi per 12 mesi. I cosmetici sigillati sono sterili ma nel momento in cui li apriamo vengono a contatto con l’aria e con le nostre mani ed inizia la contaminazione che viene tenuta sotto controllo dai conservanti, ma non a tempo indeterminato. Quindi rispettiamo questa informazione, ci tutela. 5. Deve essere scritta chiaramente la “Funzione primaria” di ogni cosmetico: spesso i cosmetici hanno nomi di fantasia ai quali, però deve seguire questa utile informazione, ad esempio Crema mani, Latte corpo, ecc. indispensabile per non creare equivoci o dubbi al consumatore. 6. Deve essere presente il “Modo d’uso” se il prodotto cosmetico deve seguire un protocollo particolare; ad esempio come utilizzare uno scrub corpo o una maschera viso, quante volte va utilizzato il prodotto e quando. Deve cioè fornire più informazioni possibili, affinché il consumatore lo possa utilizzare al meglio. 7. Per alcuni prodotti è importante aggiungere le “Precauzioni d’uso”, soprattutto se il prodotto può attrarre i bambini (ad esempio polveri colorate o micro sfere per decori unghie) o può essere pericoloso, quali le colle per unghie e ciglia finte. 8. Infine deve esserci il “Numero di lotto”, che identifica l’anno, il mese, il giorno o la settimana in cui il cosmetico è stato prodotto e l’elenco degli Ingredienti di cui parleremo ampiamente nel prossimo articolo.

ADESSO

ATTENZIONE Ricordiamoci sempre che un cosmetico non può vantare finalità terapeutiche, non può e non deve curare patologie cutanee o dermiche. Qualsiasi slogan pubblicitario o dicitura in etichetta deve essere comprovato da test clinici condotti da Università autorizzate. Se si vuole affermare che una crema fa “sparire le rughe” servono dei test che dimostrino ciò, senza tale documentazione le affermazioni sono ritenute ingannevoli. Prestiamo attenzione a cosa ci dice l’etichetta, adesso ne sappiamo di più ed i nostri acquisti, da oggi, saranno più tecnici e consapevoli.

HAKU I-DEVICE MASCHERA VISO SHISEIDO www.shiseido.com Si chiama «smart mask» ed è una novità assoluta firmata Shiseido: una maschera viso che funziona collegandola al proprio iPhone. HAKU I-DEVICE, questo il nome del futuristico trattamento di bellezza per ora in vendita solo sul mercato giapponese. Una confezione di Haku contiene una maschera in tessuto che va applicata direttamente sul viso e una coppia di elettrodi con un jack da collegare al proprio iPhone. L’attivazione dell’apposita App dà il via ad un trattamento idratante intensivo che attenua anche macchie ed imperfezioni cutanee in soli 10 minuti.

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IN ONDA

MUSICA E SOLIDARIETÀ PER IL CONCERTO DELLA VIGILIA di Stefano Padoan

Torna come ogni anno il consueto Concerto di Natale, in onda il 24 dicembre in prima serata su Rai2: musica italiana e internazionale per una gara di solidarietà nella notte più santa dell’anno

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a magia del Natale e l’incanto della musica: un’alleanza ormai duratura per celebrare la Vigilia attraverso il sostegno solidale a un progetto umanitario. È il Concerto di Natale, appuntamento tradizionale che quest’anno giunge alla ventiduesima edizione, e che nel corso degli anni ha conquistato sempre più il pubblico italiano tanto da diventare l’evento televisivo natalizio per eccellenza. La kermesse musicale si è tenuta il 13 dicembre all’Auditorium della Conciliazione di Roma ed è proposta su Rai2 il 24 dicembre a partire dalle 21.00. Ma la colonna sonora del consueto cenone in realtà supera i confini nazionali e viene trasmessa in tutto il mondo grazie a Rai International, che raggiunge paesi come Australia, Canada, Norvegia, Spagna,

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Gran Bretagna, Croazia, Repubblica Ceca, Indonesia, alcuni Stati africani e persino Hong Kong.

LA STORIA

Tanti ospiti italiani e internazionali riuniti in Vaticano per festeggiare il Natale a ritmo di musica. Questa l’idea originaria del Concerto, chiamato inizialmente Natale in Vaticano, che vide la luce per la prima volta nel 1993 per volere di Papa Giovanni Paolo II: una grande kermesse musicale che voleva celebrare la ricorrenza cristiana non solo attraverso la musica sacra, ma anche e soprattutto attraverso importanti artisti di musica leggera. Musicisti di ogni nazione, religione e cultura, che venissero a Roma a cantare il Natale in un mix di generi musicali che andavano dalla

lirica al rock, passando per il folk, il gospel, la musica classica o la musica etnica. L’evento ha avuto nell’Aula Paolo VI la sua sede fino al 2005, mentre dal 2006 è uscito dai confini di Città del Vaticano divenendo itinerante: è approdato così dapprima a Monte Carlo, al Grimaldi Forum, successivamente a Verona presso il Teatro Filarmonico, ma anche a Catania e Malta. Il Concerto è tornato a “casa” nel 2011, trovando la collocazione che ha attualmente, ovvero l’Auditorium Conciliazione di Roma. Ogni edizione ha avuto un diverso obiettivo benefico ad animare la serata, per far sì che il Natale arrivi veramente per tutti: da qualche anno il Concerto sostiene i progetti della Fondazione Don Bosco nel Mondo, che ad esempio l’anno scorso ha proposto l’iniziativa “Una


goccia per la vita”, finalizzata a facilitare l’accesso all’acqua potabile e alla costruzione di strutture igienico-sanitarie in alcuni villaggi della regione di Kandi, nel Benin (Africa Occidentale).

L’EDIZIONE 2014

Quest’anno la rassegna si preannuncia ricchissima. A fare gli onori di casa c’è il “debuttante” Max Giusti – da poco tornato in televisione con La papera non fa l’eco – che succede a Caterina Balivo nella conduzione. Anche in questa edizione è l’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana, diretta dal Maestro Renato Serio (collaboratore fedelissimo al programma) e dal Maestro Diego Basso, a fornire il supporto musicale e ad accompagnare gli artisti nelle loro performance. Grandi nomi tra le fila dei cantanti italiani: Renzo Arbore, Dolcenera, Suor Cristina, l’ex vincitrice di X Factor Chiara Galiazzo, Alessandra Amoroso, il cantautore folk emergente Daniele Ronda, la swing e jazz band Sugarpie & The Candymen, Mariella Nava e – per la gioia dei più piccini – anche le Winx direttamente dall’omonimo musical. Tra i big stranieri grande ritorno della

sacerdotessa del rock Patti Smith, che torna ad esibirsi accompagnata dalla figlia Jesse Paris, ma presenti anche la cantante e modella francese di origini africane Imany e la svizzera tedesca Alice Mondìa, star pop poliglotta che canta anche in italiano. Lo spirito natalizio è reso ancora più magico grazie alla presenza dell’Every Praise Gospel Choir di David Bratton (USA), dell’Art Voice Academy di Castelfranco Veneto (Treviso) e del Coro di Voci Bianche del Teatro dell’Opera di Roma diretto dal Maestro Josè Maria Sciutto. Ma la novità più grande è rappresentata dallo sbarco della musica dance e house sul palco del tradizionale concerto natalizio: per la prima volta si esibiscono i re di questo genere, da Bob Sinclar, alla voce soul di CeCe Rogers fino all’eclettico Steve Edwards. Il ricavato della serata e delle donazioni telefoniche va ad un nuovo progetto della Fondazione Don Bosco nel Mondo, “Ninos de plomo” (“Bambini di piombo”), che promuove la Decontaminazione dell’ambiente e assiste i piccoli della baraccopoli peruviana di Puerto Nuevo a Callao (il porto di Lima), continuamente esposti a sostanze tossiche.

MAX GIUSTI Al timone dell’edizione di quest’anno ci sarà il popolare attore e imitatore romano Max Giusti. Molto sensibile da sempre alle problematiche sociali, Giusti è spesso impegnato in attività di volontariato con la Comunità di Sant’Egidio e in passato ha deciso di trascorrere il Natale servendo alla mensa dei poveri. Attualmente conduce il programma Rai La papera non fa l’eco, in cui si trattano esperimenti e curiosità del mondo della scienza. (intervista a pagina 22)

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© Atresmedia Corporacion de Medios de Comunicacion S.A.

ADESSO

PERSONAGGI TV

MEGAN

MONTANER DA TRUCCATRICE A STAR di Stefano Padoan

AMATISSIMA IN ITALIA PER AVER INTERPRETATO PEPA NE IL SEGRETO, L’ATTRICE SPAGNOLA FINO A POCHI ANNI FA LAVORAVA DIETRO LE QUINTE. E ADESSO STA TORNANDO CON LA NUOVA SERIE SENZA IDENTITÀ

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S

e nel 2008 fossimo andati a cercare Megan Montaner, nessuno ci avrebbe saputo dire chi fosse. Eppure l’interprete de Il Segreto era già al lavoro sui set televisivi, vedendo realizzato il suo sogno d’infanzia. Un sogno che però rimaneva dietro le quinte del piccolo schermo: nata a Huesca, in Aragona, la giovane Megan – classe 1987 – aveva sempre voluto diventare una truccatrice e, dopo il percorso di studi, aveva iniziato a lavorare nella tv locale.

Spagnola, classe 1987, Megan Montaner inizia a lavorare nel mondo del cinema e della fiction dietro le quinte come make up artist. Dopo il grande successo ne Il Segreto, adesso è in tv con Senza Identità.

Ma la vita è sempre pronta a stupirti e a portarti dove non avresti mai pensato. Lì, tra un ritocco e un altro, Megan inizia a maturare un certo interesse per la recitazione, e così va fino in fondo: si trasferisce a Madrid e, dopo due anni di scuola di recitazione, ecco arrivare le prime particine. La vita però gliela cambia El secreto de Puente Viejo, la soap opera spagnola che in Italia, con il titolo Il Segreto, è l’assoluta regina del genere: mai una telenovela aveva conquistato in pianta stabile la collocazione in prima serata, arrivando addirittura a vincere gli ascolti in diverse occasioni. Nel 2011 Megan ottiene la parte della protagonista, Pepa Aguirre; e la bella e coraggiosa levatrice fa subito breccia nei cuori dei telespettatori, almeno tanto quanto li lacera poi con la sua tragica morte. La fine della prima stagione infatti è straziante, con l’eroina che abbandona il suo amore Tristàn dopo aver dato alla luce il loro figlio. Un addio fortemente voluto in realtà dall’attrice, desiderosa dopo una stagione molto intensa e fortunata con Il Segreto di cambiare genere e cimentarsi in altre produzioni. Ed eccola qui già pronta a tornare sui nostri teleschermi, come a volersi far “perdonare” per aver lasciato anzitempo il pubblico italiano. In una veste radicalmente diversa, però: nella nuova fiction Senza identità, da poco su Canale 5, Megan non è più un’ingenua ostetrica dei primi del Novecento alle prese con le sue pene d’amore, ma Maria Fuentes, una giovane avvocatessa forte e combattiva che indaga sul suo passato. Tutto comincia nel 2001, quando la donna scopre di essere stata adottata in modo illegale, strappata dalla famiglia naturale da bambina. Le sue prime ricerche svelano però un retroscena ancora più inquietante: i suoi genitori attuali gestiscono in realtà un vero e proprio traffico di neonati, che lei decide di debellare ad ogni costo, cambiando addirittura identità. Nove avvincenti puntate per una fiction che in patria è già stata rinnovata per una seconda stagione: di Megan Montaner non ci libereremo tanto facilmente. Per fortuna.


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CINEMA

L’AMORE BUGIARDO

SEGRETI E SOSPETTI NELL’ULTIMO FILM DI DAVID FINCHER PRESTO NELLE SALE Redazione FilmUp.com

C

on la sua solita maestria il cineasta americano David Fincher ha trasposto per il cinema il romanzo del 2012 scritto da Gillian Flynn, L’amore bugiardo - Gone girl, che ha per protagonisti i coniugi Nick e Amy Dunne, interpretati magistralmente da Ben Affleck e Rosamund Pike, e la loro storia. Una vicenda che non può non richiamare alla memoria tanti fatti di cronaca che, oramai quasi giornalmente, vengono narrati anche nei nostri telegiornali e nella miriade di talk show o simili programmi televisivi che amano rimestare in questi misteriosi avvenimenti, descrivendone, quasi con morbosità, i continui sviluppi o anche solo ipotesi. Infatti, in L’amore bugiardo - Gone girl i coniugi Dunne sembrano una coppia perfetta, felice e realizzata, come ce ne sono tante, ma, quando perdono il lavoro e sono obbligati a trasferirsi nella cittadina di provincia che ha dato i natali a Nick, sono costretti a fare i conti con la crisi, con la monotonia e con loro stessi. Se grattiamo la superficie del loro rapporto scopriremo che dietro l’apparenza Nick ed Amy sono molto diversi. Le loro vite finiscono sotto i riflettori il giorno del loro quinto anniversario di matrimonio, quando Amy scompare improvvisamente nel nulla e di lei non si ha più alcuna traccia. Iniziano così le ricerca della giovane donna in una piccola comunità sotto shock; ini-

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ziano le indagini e i numerosi appelli e le lunghe discussioni nei talk show televisivi. Verremo così a sapere che entrambi i coniugi avevano molto da nascondere e piano piano i sospetti della comunità si concentrano proprio su Nick, e le verità che emergono sembrano avvalorare questa tesi: Nick non è mai stato sincero e sembra essere un vero mostro. Ma, come sempre nel cinema di Fincher, le cose non sono come sembrano e continui colpi di scena ci portano poi a un finale inaspettato, una realtà quasi inimmaginabile quanto affascinante. Dramma, commedia e suspense si mixano in L’amore bugiardo - Gone girl per dare forma a un risultato eccellente. Questo grazie anche all’ottimo cast che comprende, oltre i sopracitati Affleck e Pike, anche Neil Patrick Harris, uno dei protagonisti di How I Met Your Mother, che nella pellicola interpreta un ex fidanzato di Amy, costretto ad azioni sciocche per un amore da troppo tempo atteso e sempre disilluso. Nel film viene mostrato come anche l’amore più solido e vero possa cambiare improvvisamente e lo fa senza mai annoiare, ma anzi conquistando lo spettatore che rimane con il fiato sospeso per tutto il tempo.


A cura della Redazione di

FILMUP .com

your movie magazine

FILM IN SALA DALL’18 DICEMBRE IL RAGAZZO INVISIBILE Regia di Gabriele Salvatores Genere: fantastico Cast: Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio Michele ha 13 anni ne non si può dire che a scuola sia popolare, ma a lui in fondo non importa. Gli basterebbe avere l’attenzione di Stella, che non riesce a smettere di guardare e che sembra non si accorga di lui. Finché un giorno, inaspettatamente, si guarda allo specchio e si scopre invisibile. La più incredibile avventura della sua vita sta per avere inizio.

ST VINCENT Regia di Theodore Melfi Genere: commedia Cast: Bill Murray, Melissa McCarthy, Naomi Watts Maggie, una madre single, si trasferisce a Brooklyn insieme al figlio dodicenne Oliver. Obbligata a lavorare fino a tardi, non ha altra scelta che affidarlo alle cure del loro nuovo vicino, Vincent, un pensionato scorbutico con un debole per l’alcool e le scommesse.

LO HOBBIT LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE Regia di Peter Jackson Genere: avventura Cast: Elijah Wood, Cate Blanchett, Martin Freeman Dopo aver reclamato la loro patria dal drago Smaug, la compagnia ha involontariamente scatenato una forza letale nel mondo. Infuriato, Smaug abbatte la sua ira ardente e senza pietà alcuna su uomini inermi, donne e bambini. Ossessionato soprattutto dal

recupero del suo tesoro, Thorin sacrifica l’amicizia e l’onore e mentre i frenetici tentativi di Bilbo di farlo ragionare si accumulano, finiscono per guidare lo Hobbit verso una scelta disperata e pericolosa. Ma ci sono anche pericoli maggiori che incombono…

BIG HERO 6 Regia di Don Hall, Chris Williams Genere: animazione Cast: T.J. Miller, Maya Rudolph, Jamie Chung Big Hero 6 è la toccante e avventurosa commedia sull’enfant prodige esperto di robot di nome Hiro Hamada, che impara a gestire le sue geniali capacità grazie a suo fratello, il brillante Tadashi e ai suoi amici particolari.

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ADESSO

PERSONAGGI

IL MESTIERE PIÙ BELLO E DIFFICILE DEL MONDO

PAPÀ NELLA VITA E SUL GRANDE SCHERMO, GIORGIO PASOTTI SI SCHIERA AL FIANCO DEI GIOVANI, CON LA SPERANZA NEL CUORE CHE IL NOSTRO PAESE POSSA RIPARTIRE PROPRIO DA LORO...

I

l tema delle famiglie allargate lo ha sempre toccato da vicino. E così ha scritto la sceneggiatura di Mio papà, il film presentato all’ultimo Festival Internazionale del Cinema di Roma e in sala in questo periodo, che lo vede anche protagonista nel ruolo di Lorenzo, un uomo che subentra in un contesto familiare già esistente e che si ritrova a fare da padre al figlio della sua compagna. Un po’ come è successo a lui, Giorgio Pasotti, che di figli degli “altri” qualcosa ne sa, dopo una lunga convivenza con Nicoletta Romanoff, madre di sua figlia Maria (4 anni) e di altri due ragazzi, Francesco e Gabriele, nati da un precedente matrimonio dell’attrice. Un’unione che ora è finita, dopo otto anni, ma che non impedisce all’attore di continuare a vivere i rapporti affettivi e filiali sotto il segno dell’armonia. Un po’ come dovrebbe succedere in tutte le famiglie che si “rompono”, dove dovrebbe regnare la regola dell’amore e del buon senso, in

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di Roberta Valentini

assenza di una regolamentazione giuridica.. Giorgio, parlaci di Mio papà… «È la storia di un uomo che si innamora di una donna con un figlio, nato da una precedente relazione. All’inizio il rapporto tra lui e il bambino è difficilissimo, ma poi passa il tempo e i due si scelgono reciprocamente. Poi succede qualcosa che cambia le carte in tavola del loro rapporto. Sia io che Giulio Base, che l’ha diretto e con cui ho scritto la sceneggiatura, ci abbiamo messo qualcosa delle nostre esperienze di vita personali, visto che viviamo l’esperienza delle famiglie cosiddette allargate». Nel film, però, non ti ispiri solo alle tue vicende personali… «In realtà, no. Ci avevo pensato già tantissimi anni fa, perché mi avevano colpito queste figure genitoriali chiamate spesso patrigni o matrigne, un termine brutto, che suona male. Ho voluto raccontare una storia che affrontasse i problemi di questi genitori a metà, che non sono tutelati

dal punto di vista giuridico, nel caso della fine di una relazione, per quanto riguarda i rapporti con i figli dei loro ex compagni. Sono un romantico e desideravo suscitare emozioni e reazioni nel pubblico. Spero di esserci riuscito». Hai in comune qualcosa con il protagonista del film, Lorenzo? «No, io e lui siamo agli antipodi, per carattere, per tipo di vita e di estrazione. Lui è uno che “aggiusta il mare” e fa i tuffi, io sono specializzato in arti marziali. Lui ha un rapporto da uomo grande a uomo piccolo con il bambino che entra nella sua vita, mentre io con Maria sono un padre-mamma, mi crogiolo per mia figlia». Qual è il segreto per instaurare un rapporto equilibrato con i figli nati da precedenti relazioni di un compagno o di una compagna di vita? «Il mestiere di papà è il più bello e difficile del mondo, ma non c’è un segreto per svolgerlo al meglio. Se i bambini sentono un sentimento sincero, che viene dal cuo-


PERSONAGGI

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re, da parte della persona che si trovano di fronte, ti accettano senza problemi. I sentimenti autentici, per fortuna, rompono gli schemi di qualunque tipo di legislazione». Siamo alla fine dell’anno: un augurio ai bambini di oggi per il futuro? «Il mio augurio, come padre e come uomo, è che i bambini di oggi riescano, attraverso una società diversa basata sui valori importanti, a riconquistare l’ottimismo e la speranza, che oggi sono andati perduti». Hai compiuto 41 anni: ora che sei in un’età più matura, che cosa pensi del mondo dei giovani? «Trovo che i giovani siano molto preparati, e molto esigenti, non è facile fare un cinema che a loro possa piacere: ci vuole serietà e senso della responsabilità. Non è vero che sono superficiali: amano le storie profonde, di interesse, e questo è un elemento molto bello che mi stupisce sempre in modo positivo…». Hai diretto e interpretato un altro film, Io, Arlecchino: ce ne parli? «Racconta il recupero di un rapporto tra un padre e un figlio che si sono persi negli anni: parliamo di un palcoscenico della commedia dell’arte con le maschere di Arlecchino, in un paesino di una valle sperduta del Nord Italia, dove questo ragazzo ritorna e riscopre le proprie origini, per cominciare, finalmente, ad essere veramente se stesso». Dopo tanti personaggi così diversi tra di loro che hai interpretato, per concludere, che uomo è, Giorgio Pasotti? «Un romantico. Anzi, scrivi: un inguaribile romantico».

Giorgio Pasotti (41 anni) è sul grande schermo con Mio papà, dove interpreta un padre alle prese con una famiglia allargata. Un po’ com’è capitato anche a lui nella vita reale con la lunga convivenza, da poco conclusasi, con Nicoletta Romanoff (35 anni), madre di sua figlia Maria (4 anni) e di altri due ragazzi, Francesco e Gabriele, nati da un precedente matrimonio dell’attrice.

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PERSONAGGI

PAOLO CALABRESI UN FILM DI NATALE DI LIVELLO? SI PUÒ ECCOME! di Chiara Mazzei

NELLE SALE CON UN NATALE STUPEFACENTE AL FIANCO DI LILLO E GREG, IL DIVERTENTE ATTORE ROMANO SI DIVIDE TRA CINEMA, TV, TEATRO E... UNA NUMEROSA FAMIGLIA!

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assare con disinvoltura dal Faust di Goethe al finto amico dei politici Egidio Magnozzi ne Le Iene, da Shakespeare e Brecht allo scorbuticissimo Augusto Biascica nella dissacrante (ed esilarante) serie Boris per lui è praticamente una passeggiata. E a noi non resta che rimanere sempre stupiti ed entusiasti davanti a questo poliedrico artista, capace di farci ridere a crepapelle come commuoverci per ‘intensità di un’interpretazione drammatica. Paolo Calabresi, romano classe ‘64, è un presenza che ha il sapore della garanzia di qualità sia in tv, che a cinema e a teatro. E quest’anno il bollino di qualità lo mette anche sul film di Na-

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tale. Dopo l’addio del cinema italiano al Cinepanettone (pace all’anima sua ma non ci mancherà), il Natale 2014 ci riserva un appuntamento con l’ironia alta eppur divertentissima di Lillo e Greg con Un Natale stupefacente, in cui Paolo interpreta un coatto, Giustino, a suo modo profondo che promette di regalarci grasse risate. «Sul busto – mi svela- ho tatuate due carpe, con scritto sotto Diem». Paolo, raccontaci un po’ com’è questo Giustino un po’ coatto... «Un coatto sì, ma anomalo. Non è il classico coatto da Cinepanettone. Giustino è un disadattato, un uomo di mezza età, né giovane ne vecchio, come me insomma, che cerca qualcosa e quindi si getta sull’orientale, su religioni che ti danno l’illusione di trovare la verità. E quando incontra Marisa (Paola Minaccioni, ndr) la intorta con queste cavolate. Però Giustino è uno che vende fumo senza saperlo, è quasi tenero nella sua inattendibilità. E poi è completamen-

te ricoperto di tatuaggi... ogni giorno impiegavano quasi 3 ore a mettermi tutti questi tatoo finti. È l’unico personaggio che parte accoppiato e finisce da solo. Quindi è una commedia per tutti ma non per lui». Possiamo dire che la comicità di Lillo e Greg è una garanzia... «Appena ho saputo che il film era stato scritto da loro mi sono subito tranquillizzato... È passata l’era dei Cinepanettoni, quel tipo di comicità ora funziona meno: ora si punta più sulla commedia all’italiana, credibile, con personaggi veri, reali, nonostante le situazioni siano surreali. Addirittura ho ricevuto delle critiche da alcuni colleghi che mi hanno chiesto come mai facevo il film di Natale. Io mi fido del mio intuito: credo si possa dimostrare il proprio valore anche e soprattutto nelle cose più leggere. Il valore di un attore non si deduce dalla statura intellettuale di un film. È più difficile essere credibili e bravi in Cento Vetrine che in una grande opera di teatro».


Tu hai cominciato come attore di teatro, cimentandoti con autori e registi di altissimo livello. Come hai scoperto questa passione? «Il teatro è dove sono nato e dove morirò e cerco di continuare a farlo. È quello che mi ha portato a fare i personaggi più strani: se sono riuscito a fare su La7 The Italian Job è stato grazie alla mia preparazione teatrale, del resto sono cresciuto con un maestro come Strehler. Il teatro è un lavoro che è un gioco, ma che va fatto seriamente».

Paolo Calabresi è un attore di teatro, cinema e tv di grande talento. Nato a Roma nel 1964, è anche una Iena “in prestito”, come si definisce lui stesso. È sposato e ha quattro figli.

Come è nata invece la collaborazione con Le Iene? «È nata perché avevo fatto queste follie di Italian Jobs, in particolare uno scherzo in cui interpretavo Nicolas Cage. Le Iene è un programma straordinario, che offre tutto, dalle inchieste più serie al divertimento». Che Iena ti senti? «Non sono in grado di definirmi. Faccio finta di fare la Iena io, sono prestato! Il mio personaggio di Egidio Magnozzi mostra come i politici vivano una realtà assurda: per loro è normale che gli si avvicini uno sconosciuto e faccia riferimento a chissà cosa. I politici si arrabbiano con Le Iene perché dicono che alimentano l’idea che siano tutti corrotti. Noi documentiamo solo la realtà». Quando hai un minuto per te cosa ti piace fare? «Ho quattro figli! (Ride) Ho capito il senso del tempo facendo così tante cose con un lavoro come il mio e una famiglia come la mia. La fatica è diversa dalla stanchezza: io sono affaticato, ma per niente stanco. La famiglia è e rimane il tesoro della mia vita. L’attore rischia di rivolgersi sempre a se stesso, per cui avere una famiglia è importante e mi ha sempre riportato alla realtà. È il regalo più grande». Progetti in ballo? «Quest’estate ho girato una sitcom scritta dai The Pills e diretta da Sidney Sibilla cui tengo molto, si chiama Zio Gianni. È una fiction che andrà in onda su Rai Due dal 22 dicembre, di soli 10 minuti, dalle 21 alle 21,10. È la storia di un uomo che ha perso tutto, lavoro, moglie, e si ritrova a vivere in una casa con degli studenti universitari. Lui perde sempre, è un po’ come Willy il Coyote: la sua vittoria non sta nel prendere lo struzzo ma nel provarci sempre, come zio Gianni! È una maschera tragica che fa molto ridere».

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Libri

I CONSIGLI

DELLA SETTIMANA di Luca Foglia Leveque

LILLI GRUBER

TEMPESTA RIZZOLI, 2014

Hella vede partire il suo Wastl, l’uomo che ama e con cui vorrebbe condividere tutta la vita. Berlino è il luogo d’incontro della loro ultima settimana assieme... il futuro è incerto e il presente un luogo pieno di nostalgia. La seconda guerra mondiale le sta portando via la cosa più cara, eppure lei ha fede in quell’uomo chiamato Adolf Hitler. Wastl, guardia delle SS, non è da meno,

PATRICIA CORNWELL

CARNE E SANGUE

MONDADORI, 2014 Patricia Cornwell, con la sua Kay Scarpetta, domina le classifiche dei libri dall’inizio degli anni novanta. Il pubblico ama la protagonista dei suoi romanzi e la Cornwell, giustamente, la porta nuovamente alla ribalta, questa volta con Carne e sangue. Kay, nel giorno del suo compleanno, è intenta a controllare il suo barbecue, quando qualcosa richiama la sua attenzione... sette monete di rame, da un centesimo, sono disposte in fila sul muretto del giardino. Trova il fatto molto bizzarro, strano, anche perché i centesimi riportano tutti la stessa data: 1981. Come se non bastasse, a poca distanza dalla sua abitazione, un uomo è stato ucciso con un colpo di pistola. Sarà il primo di una serie di omicidi apparentemente scollegati tra loro... Kay ha un solo indizio tra le mani, tondo, luccicante e di rame. pp. 365 – 23,00 €

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sostiene con fervore l’ideologia del Furher e la sua politica. Su di un treno diretto in Sudtirolo, verso casa, Hella conosce il giovane Karl, un falsario in cerca di una via di fuga da una Germania divenuta ostile e pericolosa: per i nemici del regime non c’è scampo, non c’è vita, e la fuga è l’unica via, l’unica patria. Ma il nazismo è un male pronto a espandersi, pronto a portare orrore e morte ovunque... nel 1943, in quella terra protetta dalle montagne, i tedeschi cambieranno per sempre la vita di Hella e il suo credere dovrà scontrarsi con una realtà amara. Lilli Gruber, giornalista e scrittrice, torna a parlarci della sua famiglia, delle sue origini, l’aveva già fatto nel 2012 con Eredità. Tempesta, a distanza di due anni, è un modo per tornare nuovamente in quel passato vissuto dalla sua prozia Hella e da tutte quelle persone che hanno assistito alla tragedia più grande di tutte: la guerra, un vento che spazza via ogni cosa. pp. 284 - 19,00 €

RISCOPRIAMOLI DAN BROWN

ANGELI E DEMONI MONDADORI, 2004

Dan Brown, autore statunitense classe 1964, sa il fatto suo: con Robert Langdon, sua creatura letteraria, si è conquistato uno spazio di riguardo nel genere thriller. Angeli e demoni ci presenta Robert e il suo mondo, ricco di enigmi e mistero. Il professor Langdon, esperto di iconologia, viene chiamato dal presidente del Cern: uno dei loro scienziati è stato assassinato

e marchiato a fuoco. Per Robert inizia un viaggio, con una Roma magica ed esoterica come sfondo, nel regno degli Illuminati: un’antica setta disposta a tutto pur di vendicarsi del loro nemico numero uno, la Chiesa cattolica. Lo scontro tra fede e scienza porterà il lettore in una vicenda mozzafiato, rocambolesca e indimenticabile. pp. 554 - 10,50 €


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ADESSO

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ÈPERSONAGGI AMORE


the

LOVE story

Pierre &

Beatrice UNA NUOVA PRINCIPESSA PER MONACO

di Irene Spagnuolo

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opo la nascita dei gemellini Gabriella e Jacques, il futuro con quel di Monaco si tinge di rosa con il fidanzamento ufficiale tra Pierre, il rampollo di casa Casiraghi, e Beatrice Borromeo. Il Piccolo Principato di Monaco esercita da sempre grande curiosità e fascino. Saranno la bellezza e i risvolti lussuosi. O l’indimenticabile sogno d’amore di Ranieri III e Grace Kelly. O le tristi e turbolente vicende della famiglia regnante Grimaldi. Che davvero è passato di tutto al Palazzo dei principi. Il Principe Ranieri nel 1956 sposava la diva di Hollywood, la ricca, dolce e incantevole Grace, che divenne un mito per i monegaschi e per il mondo intero. Dalla loro unione nascono Caroline, Albert e Stephanie. L’elegante e meraviglioso sentimento si spezza purtroppo con la prematura morte della Kelly, tragicamente scomparsa in un incidente d’auto nel 1982. Tutta la felicità travolta in un lampo dallo stesso destino che pochi anni dopo, nel 1990, tornò a consegnare un lutto enorme: fu la volta di Stefano Casiraghi, marito di Caroline, attivo e amato genero di Ranieri, che perse la vita in un incidente nautico sul suo catamarano nel corso dei mondiali di offshore. Il cuore di Caroline, che era già al secondo marito dopo Philippe Junot, tornò a battere per l’attore francese Vincent Lindon e poi per Ernesto Augusto di Hannover, attuale marito. I risvolti inquieti del regno peraltro sono molti. Dall’esistenza piuttosto ribelle e chiacchierata di Stephanie, attuale Commendatore dell’Ordine di San Carlo -decorazione ottenuta per il suo impegno verso i malati di AIDS- alla serie di flirt e figli di Albert. Già, anche Stephanie, con due matrimoni falliti, qualche relazione altrettanto sfortunata, figli dentro e fuori dai matrimoni e Albert, a lungo scapolo d’oro dalle mille avventure e più volte padre senza la legittimazione delle nozze, non hanno avuto una stabile serenità amorosa. Tornando ai nostri protagonisti, Pierre è appunto il terzogenito di Caroline e Stefano Casiraghi che dal 2008 frequenta assiduamente Beatrice, ex modella, testimonial della maison Blumarine, giornalista del Fatto Quotidiano, conduttrice tv (nota in particolare per la partecipazione a AnnoZero di Michele Santoro), figlia di Carlo Ferdinando Borromeo e Paola Marzotto. Una coppia


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È AMORE

56 Di Cillo © Vincenzo


di sangue piuttosto blu. Non solo Pierre vanta infatti ascendenze nobili, pure le famiglie d’origine di Beatrice, che per la cronaca è nipote di Marta Marzotto, si fregiavano del titolo di conti. A parte questo sono giovani, belli e uniti. Entrambi laureati all’Università Bocconi di Milano, lui ha studiato economia, lei diritto, visibilmente innamorati e desiderosi di un lungo cammino insieme, sembrano perfetti per una nuova favola in stile principesco. Sul fronte familiare di Pierre ci sono i precedenti: le nozze e la paternità del fratello Andrea con l’ereditiera colombiana Tatiana Santo Domingo e il fidanzamento della sorella Charlotte (più la maternità) con l’attore Gad Elmaleh. E d’altra parte l’evento clamoroso per il Principato doveva essere il matrimonio dello zio Albert con Charlene visto che lui, dal 6 aprile 2005, è succeduto al padre Ranieri e diventato Alberto II Principe di Monaco. Ma in fondo qualcosa di profondo, romantico e carismatico non è scattato. Non brillano, Albert e Charlene. Lui appare sempre più paffuto e rigido e lei, ex modella e campionessa di nuoto, statuaria ed elegante, ha sempre un’aria vagamente triste. Chissà se i gemelli in arrivo per Natale, sul quale sono puntati i riflettori del regno, porteranno una luce nuova sui volti e sul Palazzo dei Principi regnanti… Intanto a tenere allegri e attenti i fan del Principato ci sono appunto i Casiraghi e la giovanissima Alexandra di Hannover, figlia di Carolina e di Ernesto Augusto di Hannover, che è una stella del pattinaggio. Forse le leve moderne possono rispolverare l’antico splendore della passione, dello charme, dell’autorevolezza, insomma. E così per Pierre e Beatrice si attende con trepidante emozione l’annuncio ufficiale. I rumor parlano di un fidanzamento ormai suggellato dal classico dono dell’anello e di un matrimonio per il 2015. La verità è che l’annuncio formale, se anche la data fosse già stata fissata, non avverrà subito per non distrarre i monegaschi dai fiocchi in arrivo a Palazzo Grimaldi. Ma, giorno più o giorno meno, quello che conta è poterci contare, su quei freschi sorrisi che pronunceranno il loro si e che forse faranno ritrovare un po’ di gaudente, se pur giudiziosa, euforia nei cuori dei fan del casato monegasco e non solo. Si, diciamolo, i matrimoni vip e fiabeschi, nelle loro splendide cornici e nello sfavillante parterre di ospiti illustri, fanno tenere il fiato sospeso a tutti. Che non è tempo, è vero, di sfarzose ceDa sinistra Charlene e Alberto, Carolina, Charlotte, Pierre e Beatrice e l’amico di famiglia Karl Lagerfeld insieme a una serata di beneficenza a Monaco


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Nei giorni scorsi i due rampolli hanno ufficializzato il loro fidanzamento e secondo indiscrezioni convoleranno a nozze il prossimo aprile. E già si preannuncia un matrimonio da fiaba.

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rimonie o di strepitosi party eppure ne desideriamo il reportage con tutte le forze. Questione di speranza, gioia, fiaba, commozione. Cose eterne, non smetteremo mai di restare appiccicati alle foto, ai sospiri, ai passi delle beate star del nostro immaginario. Ma andiamoli a conoscere un po’ più da vicino. Loro e la loro lunga e tenera storia d’amore. Pierre ha ereditato dalla famiglia la passione per lo sport, presta il suo fisico atletico a moltissime attività, dalla boxe classica alla tailandese, equitazione, corsa in altura, e ha una passione speciale per le regate e i rally di auto storiche. Con la formazione in economia lavora nell’importante impresa immobiliare di costruzioni della famiglia Grimaldi e da bravo zio dispensa affetto ai nipoti. Davvero un bravo ragazzo. Di quelli che non hanno addosso solo l’etichetta buona dei natali d’elite. Anche la scelta di una fidanzata come Beatrice lo conferma. Pure lei di famiglia privilegiata ha tutta l’aria di una ragazza che usa la testa, si rimbocca le maniche e tiene un profilo sobrio e raffinato. Per sua stessa ammissione, da una parte Pierre, dall’altra le sorelle in linea di padre Lavinia (moglie di John Elkan), Isabella (moglie di Ugo Maria Brachetti Peretti) e Matilde (moglie del principe Antonius von Fürstenberg)le hanno fornito occasioni professionali fondamentali ma bisogna ammettere che ha saputo impegnarsi, far fruttare le chances e dimostrare preparazione. Oltre alla partecipazione a AnnoZero che naturalmente le ha fatto conquistare esperienza e visibilità è redattrice del Fatto Quotidiano dalla nascita della testata dove si occupa di economia e cura Sex and Teens spazio di indagine e approfondimento dedicata al sesso tra adolescenti, ha collaborato con Radio 105 Network, ha scritto il libro Italia AnnoZero con Vauro Senesi e Marco Travaglio. L’ultima prova sono i documentari di SkyTG24 che Beatrice Borromeo ha realizzato per la Wildside di Lorenzo Mieli con la collaborazione ‘speciale’ dello stesso Pierre Casiraghi nell’insolita veste di fotoreporter. Sono dedicati alle Lady ‘ndrangheta, le terribili protagoniste femminili della potente e feroce organizzazione criminale calabrese: donne e madri che ordinano omicidi, gestiscono il traffico di armi, comandano i clan. Forte dei suoi studi in giurisprudenza e del master in giornalismo alla Columbia University dove aveva affrontato proprio un


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lavoro sul giro della cocaina dal Sudamerica all’Italia via New York e dei contatti che questo le aveva aperto con Fbi e Dea e con Nicola Gratteri, procuratore a Reggio Calabria e consigliere della commissione parlamentare antimafia, Beatrice ha condotto la straordinaria inchiesta su una realtà ancora in ombra e crudelmente attuale. Belli, ricchi, colti e chic. Fanno coppia fissa dal 2008 e ora secondo le indescrizioni pare sia arrivato per Beatrice il diamante rosa di fidanzamento. I rumor si spingono a sussurrare di un matrimonio a primavera e ci starebbe eccome, i due sono ormai inseparabili e francamente figurano tra le coppie più raggianti e solide dell’universo blu. E poi bisogna dirlo, c’è qualcosa di frizzante in questa coppia di lusso che non disdegna pensieri, idee e gesti quanto meno sensibili all’altra faccia del mondo, quella dei deboli e dei poveri. Già, Beatrice è nota per questo. Sebbene possa condurre una vita agiata e godere di una sostanziale lontananza da certe stringenti problematiche economiche e sociali se ne occupa con veemenza. Questione di intelligenza e stile, forse. Ma anche di quel dna con tracce di San Carlo Borromeo che lei rivendica

con orgoglio. D’altra parte non pare affatto dispiacere a Pierre quest’inclinazione di Beatrice. Lui che va molto fiero della disciplina sportiva e della vita spartana che si conduce in regata come lezione esistenziale evidentemente comprende e condivide lo spirito della fidanzata. Lo dimostra anche spendendosi per cause benefiche, il nostro Pierre. Accanto alla madre Caroline, presidente dell’Amade Mondiale ente di beneficenza e sviluppo, o con il padre Alberto come a maggio di quest’anno quando ha gareggiato nell’A.S. Star Team for Children contro la Nazionale Piloti a Monaco allo scopo di devolvere il ricavato alla Fondation Princesse Charlène de Monaco che sostiene i giovani sportivi capaci che non hanno mezzi per intraprendere la carriera. Che forse qualche volta chi ha buona sorte e patrimonio ha una coscienza o, almeno, il buon gusto di ricordare sempre che non per tutti il viaggio è facile ed elettrizzante. Ecco, questo forse aggiunge un tocco di emozione a questa love story. Perché la bella fiaba principesca con due giovani tanto graziosi e dotati ha anche il suo magico risvolto umano. Certo loro si destreg-

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giano grandiosamente nella mondanità. Hanno charme da vendere, look sempre azzeccatissimo, l’asciutto e atletico fisico che aiuta. Ma è anche un fatto di serenità, magari. Di gioia e complicità. Non hanno nulla delle combinazioni a tavolino, sembrano proprio perfettamente a loro agio nei panni della coppia autenticamente entusiasta. Splendenti mentre seguono lo storico rally di Monte Carlo, all’annuale Ballo della Rosa -evento benefico voluto dalla principessa Grace-, al battesimo della nipote Vita sulle isole Borromeo del Lago Maggiore, a qualche matrimonio reale, in vacanza in giro per il mondo o a spasso per Milano in versione casual. Un mix di raffinatezza, glamour e semplicità. Probabilmente la classe è proprio un fatto di natura, si sa. A me piace pensare sappiano sempre dimostrare che hanno anche talento, anima e lungimiranza. Nella traballante atmosfera culturale della nostra epoca potrebbero essere un esempio di preziosa virtù. Intanto, più che focosi o chiassosi o snob, figurano come dolci e sinceri innamorati. E questo fresco e delicato romanticismo è una brezza proprio gradevole.

Pierre con lo zio Alberto di Monaco (appena diventato padre di Gabriella Therese Marie e Jacques Honoré Rainier), entrambi appassionati di sport.

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UOMINI DA SOGNO di Chicca Costa

JAMES FRANCO L’intellettuale sexy 60


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look e le pose, il vivace dinamismo, il sorriso intrigante, l’aria da ragazzo pensante sono un puzzle di sfumature eccitanti, non c’è che dire. Già, non solo sex symbol, James Franco. E’ un grande, in tutto. Originale, poliedrico e audace ha al suo attivo una quantità e qualità di risultati da recordman. Fascino al top su tutti i fronti insomma. Viene proprio voglia di scoprirlo. Nasce a Palo Alto nel 1978 da una famiglia di variegate origini e speciale inclinazione all’arte, caratteristiche che hanno influito molto sulla sua apertura mentale e sul suo temperamento. Non è un caso dunque che eccella in molti campi e che si lanci continuamente in imprese e ambiti diversi. Perennemente in pista. Attore, regista, scrittore, sceneggiatore, modello, pittore. Vince un Golden Globe nel 2001 interpretando James Dean nel film tv James Dean-La storia vera diretto da Mark Rydell e nel 2002 entra nel cast di Spider-Man recitando la parte di Harry Osborn(al quale seguiranno Spider-Man 2 nel 2004 e Spider-Man 3 nel 2007). Sempre nel 2002 si trasforma in un tossicodipendente sul set di Colpevole d’omicidio a fianco di Robert De Niro. Nel 2006 lo vediamo in Annapolis e diventa l’eroe Tristano nel film Tristano e Isotta. Nel 2008, con Strafumati, una commedia di Judd Apatow, si cala nei panni di uno spacciatore e conquista la nomination al Golden Globe. Nello stesso anno presenta lo show americano Saturday Night Live e recita in Milk con Sean Penn, Josh Brolin e Hemil Hirsch. È del 2009 la sua partecipazione alla soap General Hospital e ai film Notte folle a Manhattan e Mangia prega ama. In Urlo nel 2010 è sua la parte del

James Franco (36 anni), oltre che attore è anche regista, scrittore e sceneggiatore. Uno a cui piace cambiare look, come dimostra la foto qui sopra.

protagonista, il poeta Allen Ginseberg, e in 127 ore nel 2011 è lo scalatore Aron Ralston. Torna al cinema nel 2012 nel ruolo di Alien in Spring Breakers-Una vacanza da sballo. Nel frattempo produce e dirige il documentario Saturday Night, scrive libri (In stato di ebbrezza è un capolavoro), dirige il video di Blue dei R.E.M. e espone i suoi quadri a Los Angeles a Berlino a Parigi. Alla regia si misura tra il 2013 e il 2014 con il lungometraggio Child of Gold presentato alla 70° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e i film


As I Lay Dying e The sound and the Fury. A marzo 2014 pubblica il libro di poesie Directing Herbert White, produce e partecipa al documentario The Director. Inside the House of Gucci che celebra i 90 anni della maison Gucci (della quale è stato anche testimonial nel 2008 per la campagna del profumo Gucci by Gucci) con la regia di Christina Voros. A settembre al Festival di Venezia si è presentato con la testa rasata a zero e un tatuaggio non permanente sulla nuca: esigenze di copione probabilmente, visto che proprio al Lido ha girato alcune scene di

Zeroville, trasposizione cinematografica del romanzo di Steve Erickson sulla Hollywood anni ‘70, che uscirà nel 2015. E nel 2015 lo vedremo anche nella commedia di Goldberg e Rogen The Interview. A Venezia James Franco ha ritirato il Jaeger - Le Coultre Glory to Filmaker Award per la versatilità del suo talento creativo dopo la prima stella nella Hollywood Walk of Fame ricevuta nel 2013. Ma adesso a incantare, più della sua gloria, c’è lui. Che merita più di un applauso e un sospiro. È uno di quei bei giovanotti di buona testa, uno di quelli che ammic-

cano con charme dallo schermo o dalla passerella perché hanno elaborato eccellenti pensieri e realizzato grandi cose, un sogno stimolante ecco. Perché tutto si può scrivere tranne che sia solo un fusto tutto muscoli con lo sguardo ammaliante. James Franco è l’uomo che oltre ai desideri stuzzica i neuroni. L’ideale per una relazione appassionata ma anche intellettualmente seducente. Molto provocanti la sua vena artistica e il suo attivismo, aspetti che nell’alchimia dell’attrazione significano fantasia, verve e un’ottima dose di sorprese. Si sa, se il profilo estetico acchiappa e appaga subito l’occhio, l’eros gode di speciali prospettive con un partner intelligente, bravo, eclettico. E pure comunicativo e spiritoso, diciamolo. Dunque lui, l’estroso James, ha proprio le carte in regole per stregare. Qualche fidanzata c’è stata, in primis per durata della relazione forse Ahna O’Reill, ma oggi –al di là dei rumors da verificare- James potrebbe essere uno scapolo d’oro allettante per un amore o un’avventura. Allora per seguire le sue tracce e bearsi del suo sensuale talento ci sono Instagram e il suo fansite italiano di blogspot! Perfetto per le brame femminili, tra realtà e immaginazione.

James Franco qui nel film 2013 Il grande e potente Oz, in cui interpreta il protagonista Oscar Diggs, un mago da strapazzo e un seduttore che si ritroverà a vivere un’avventura straordinaria.

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SOLIDARIETÀ

NATALE SOLIDALE ECCO QUALCHE IDEA PER CHI NON SI ACCONTENTA DEI SOLITI, E SPESSO INUTILI, PENSIERINI NATALIZI. LE OCCASIONI PER FARE DEL BENE DAVVERO NON MANCANO...

AIBI

AMICI DEI BAMBINI: Fino al 31 gennaio, l’appuntamento con la solidarietà è in Corso Italia 13, a Milano presso il Temporary Shop di Ai.Bi.. Ogni giorno, dalle 11.00 alle 19.00, sarà possibile dedicarsi allo shopping natalizio scegliendo tra le infinite proposte delle aziende amiche di Ai.Bi., il regalo perfetto per i propri amici e i propri famigliari e, allo stesso tempo, donando un contributo prezioso alla felicità di un bambino. Si potranno scegliere capi di abbigliamento e accessori delle più conosciute e prestigiose aziende italiane e straniere, tanti abiti per bambino e giocattoli di Trudi, Mattel e Peg Perego. Per le più giovani, le bellissime borse di Coccinelle, i gioielli di Morellato e Bijoux, i prodotti tecnologici di Nokia, Sony e Philips. Non mancheranno i tradizionali prodotti di Amici dei Bambini: dalle colorate palline per decorare l’albero ai biglietti natalizi, per “tingere” di solidarietà il Natale, le utili e pratiche agendine e i divertenti mappamondi. In più un angolo speciale dedicato alle bomboniere solidali di Ai.Bi. Ai.Bi. inoltre organizza una serie di eventi all’interno del Temporary Shop Solidale: concerti, mostre, happy hour, e molto altro ancora. Visita il sito www.aibi.it e scopri le novità di Ai.Bi. FONDAZIONE RICERCA FIBROSI CISTICA ONLUS: A Natale puoi scegliere di regalare un libro speciale. BikeTour - Pedalando per la ricerca (Rizzoli, 25 euro) è il diario di viaggio di un’emozionante iniziativa sportiva ideata da un gruppo di amici che in sella alle loro biciclette hanno pedalato attraverso migliaia di chilometri e molte regioni d’Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica nell’impegno per la raccolta dei fondi e la diffusione della consapevolezza nei confronti della Fibrosi Cistica. Un racconto ad immagini, realizzato dal fotoreporter Alfonso Catalano. Un reportage unico, corredato dalle molte riflessioni dei partecipanti e dalle profonde considerazioni dei fondatori della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica. Tutto il ricavato realizzato dalle vendite del volume sarà devoluto interamente alla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus, che potrà così adottare un progetto specifico, supportando il team europeo dei ricercatori che da anni si battono per trovare la cura risolutiva a questa grave malattia genetica. Visita il sito www.fibrosicisticaricerca.it

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AISM

ASSOCIAZIONE ITALIANA SCLEROSI MULTIPLA: Anche quest’anno, le stelle sono il simbolo del Natale AISM. Con un’offerta di almeno 2 euro a stella, fai conoscere a tutti l’opportunità di sostenere la ricerca sulla sclerosi multipla. Sarà un dono capace di testimoniare il sostegno alle 72mila persone che in Italia vivono con la sclerosi multipla, malattia cronica, spesso invalidante e imprevedibile, tra le più gravi del sistema nervoso centrale, che colpisce una persona ogni 4 ore. Le stelle in panno con i colori del Natale contribuiranno alla raccolta fondi per sostenere la ricerca scientifica AISM non solo finalizzata a trovare la causa e la cura di questa malattia, ma anche per consentire, sin da oggi e da subito, una migliore qualità di vita della persona con SM, per una sua autonomia e inclusione sociale. Visita il sito www.aism.it

FFC


AMREF

AFRICAN MEDICAL AND RESEARCH FOUNDATION: Grazie al contributo di tante persone e alle aziende che a Natale scelgono di impegnarsi in un gesto di solidarietà, Amref potrà continuare a costruire pozzi, cisterne e strutture igieniche, a creare nuove scuole per i bambini e a formare nuovi medici per assistere e salvare la vita a milioni di Africani. Sul sito www.amref.it è possibile fare una donazione libera direttamente online oppure tramite gli operatori chiamando il numero 06/99704650. Donare è molto semplice: basta scegliere un progetto, decidere l’importo in base alle proprie possibilità e stabilire la periodicità della donazione, singola o regolare. Si può anche scegliere il sostegno a distanza: basta 1 euro al giorno per sostenere a distanza un bambino e la sua scuola. Nel negozio online di Amref “Occasioni del Cuore” è possibile acquistare regali solidali e gadget di artigianato africano. Ci sono inoltre idee originali per le decorazioni natalizie come gli angeli o il presepe in foglie di banano. Tutti questi prodotti sono Made in Africa e sostengono la creatività e il lavoro delle comunità con cui la onlus è in diretto contatto.

Scegli un regalo Amref. Troverai molto più di quello che immagini.

Con i regali solidali di Amref, puoi migliorare la vita di migliaia di africani. Rendi ancora più speciali compleanni, ricorrenze e feste con un Regalo del Cuore di Amref. Farai felice chi lo riceve e chi ne ha veramente bisogno in Africa. L’acquisto di bomboniere, gadget, pacchi dono simbolici o l’apertura di una lista nozze si trasforma infatti in preziose visite pediatriche, vaccini, acqua potabile, per migliorare il futuro di tanti bambini africani. Un’occasione unica per fare del bene e dimostrare di avere un cuore davvero grande. Almeno quanto l’Africa.

FAD

TRENTA ORE PER LA VITA: A Natale per te, per tua moglie, per tutta la tua famiglia, fai un regalo utile a te stesso e alla crescita dei tuoi bambini, fatti promotore di u n messaggio che salva vite umane. Regalati la formazione a distanza sulle manovre di disostruzione in età pediatrica di Trenta Ore per la Vita. A distanza da cosa? A distanza dal traffico, dalle code in auto, dagli orari stressanti. Decidi tu quando e quanto tempo vuoi dedicare a te stesso e alla cura delle persone che ami. Scoprirai che imparare a salvare la vita di un bambino è davvero un’esperienza straordinaria ma anche facile e persino divertente. Medici pediatri, professori universitari, esperti di alimentazione in pediatria ti guideranno in questo percorso formativo attraverso lo studio delle manovre, gli aggiornamenti delle linee guida internazionali, le statistiche sugli oggetti pericolosi e sugli alimenti più a rischio. Con loro c’è Lorella Cuccarini, socio fondatore e testimonial di Trenta Ore per la Vita, che vi condurrà in questo innovativo percorso formativo attraverso video, interazioni e visual 3D con materiali inediti. Acquista il corso su www.fadtrentaore.org

www.amref.it

PISTOCCHI

PISTOCCHI PER COSPE: Questo Natale la famiglia Pistocchi ha deciso di portare un contributo a COSPE Onlus (www.cospe. org) per sostenere insieme “Vite Preziose” un progetto per la restituzione della dignità alle donne afghane. Per il tuo pranzo di Natale o per fare un regalo: aiuterai anche tu le bambine e donne di Kabul nel percorso verso la loro emancipazione. Il progetto “Vite preziose” ha l’obiettivo di ridurre gli abusi sulle donne in Afghanistan attraverso azioni di empowerment, di responsabilizzazione delle autorità e di diffusione di una cultura della legalità. Il ricavato di questa iniziativa natalizia contribuirà alla creazione del Centro di assistenza legale e socio-psicologica previsto a Kabul. Vuoi saperne di più? Visita il sito: www.cospe.org e corri ad acquistare la Torta Pistocchi!

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ONE POR2DdEicNembre

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LIVE L E P S O G e l’energia

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RAPUNZEL

TEATRO BRANCACCIO - ROMA 18 DICEMBRE - 18 GENNAIO

Lorella Cuccarini per la prima volta nei panni della cattiva in questo musical emozionante e coinvolgente, sfida e orgoglio del Teatro Brancaccio diretto da Maurizio Colombi. Le musiche rock melodiche originali saranno la colonna sonora di uno spettacolo che farà sognare con gli effetti speciali tutte le famiglie nella migliore tradizione del prossimo Natale.

FAUSTIN AND OUT TEATRO DUE - PARMA

20 DICEMBRE FaustIn and out è composto da tre parti autonome ma che si completano solo nella visione integrale: La Presentazione, La Rappresenta-

Eventi in SETTIMANA di Chiara Mazzei

zione, La Cronaca, a comporre una riscrittura al femminile del Faust di Goethe, che intreccia tre livelli di significato: filosofico, politico e della cronaca, secondo una tecnica consueta per Elfriede Jelinek, scrittrice Premio Nobel per la letteratura nel 2004. L’autrice riprende la vicenda, accaduta in Austria, del padre che ha tenuto segregata per anni la figlia nella cantina di casa costringendola a un rapporto incestuoso, ponendola però in una dimensione fisica e metaforica che prevede un alto e un basso, un fuori e un dentro.

LOCOMOTIVE JAZZ FESTIVAL LECCE • 20 - 21 DICEMBRE

Il programma di quest’anno si snoda tra appuntamenti diurni e i “concerti evento” della sera, con progetti originali e in esclusiva. Una due giorni di musica dal carattere inusuale nel palinsesto musicale del periodo, una dimensione jazz che abbraccia gli spettatori in una calda atmosfera natalizia. Per il programma completo:www.locomotivejazzfestival.it/ event/locomotive_jazz_festival_ix_ edizione/

LEONIDAS KAVAKOS / ENRICO PACE OPERA DI FIRENZE • 19 DICEMBRE

Serata dedicata a Johannes Brahms: si passa dal primo concerto per pianoforte e orchestra, in cui il giovane Brahms sperimentava le sue orchestrazioni, all’ultima sinfonia, ricca di citazioni musicali tratte dalle composizioni di Ludwig van Beethoven e di Johann Sebastian Bach. A guidare la serata il duo Leonidas Kavakos-Enrico Pace, che dal 2006 si esibisce in tournée sia come coppia di solisti al violino e al pianoforte, sia con orchestre di prestigio.

DONATO BRAMANTE

MILANO - PINACOTECA DI BRERA • FINO AL 22 MARZO

A cinquecento anni dalla morte di Donato Bramante (1443/44 - 1514), la Pinacoteca di Brera celebra l’artista con una mostra, che nel tratteggiarne la poliedrica personalità ricostruisce il suo lungo soggiorno in Lombardia e a Milano (almeno dal 1477 fino al 1499), e l’impatto che la sua opera ha avuto sugli artisti lombardi.

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PUNTI DI VISTA

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È FACILE GIUDICARE È un tema che mi sta molto a cuore anche se, a dir la verità, non sono ancora mamma. Ma ho molte colleghe e amiche che lo sono. E, volente o nolente, vivo con loro molti momenti delle loro vite. E di quelle dei loro figli. Loris non era figlio di una conoscente. Non sapevo nemmeno esistesse, in un remoto paesino della provincia di Ragusa. Ma ora so che amava le arti marziali, aveva un fratellino e una mamma molto giovane. Il papà spesso non c’era, era fuori per lavoro. E so che dopo una normale mattina, Loris non c’è più. L’hanno ucciso. Le accuse si concentrano sulla madre, sulla cui storia si indaga senza pietà, pur di trovare qualsivoglia elemento che la possa, in qualche modo, indurre a confessare. Ma perché nessuno ha provato a stare vicino a questa giovane donna, assai

triste e sempre depressa, ad uscire da un tunnel infinito? E cosa può, eventualmente, averla spinta a spegnere la vita di un ometto che lei, per nove mesi, ha avuto dentro di sé? È facile giudicare quando non si vivono momenti sulla propria pelle. Una volta una mia amica mi disse: “Avere un figlio è la cosa più bella del mondo. Ma se non si ha vicino una persona che ti può aiutare, psicologicamente e fisicamente, da meraviglia un bambino si trasforma in incubo. E divide una coppia”. Me l’ha detto lei, madre di due piccoli. Forse c’è da crederci. E se, magari, al posto di scavare nella vita della mamma di Loris, si provasse a capire perché e come il marito le è stato, o meno, vicino, forse tanti aspetti di questa triste storia sarebbero già risolti.


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NARRATIVA

I colori di DORA di Iris Blu

Q

uando smetterà di piovere?” Dora scostò la tendina della finestra. L’acqua scendeva come impazzita, simile a un enorme fiume verticale. “Non ho mai visto così tanta pioggia in tutta la mia vita... arriverò all’appuntamento con la contessa completamente fradicia! Sabrina... ancora grazie per il favore!” “E di cosa? Mi fa piacere accompagnarti. Piuttosto, dimmi... com’è andata la serata?” “Molto bene, fin troppo bene! Lui si è fermato qui, tutta la notte...” “Lo sapevo, l’ho capito subito, mi è bastato uno sguardo per capirlo! Racconta, racconta...” Sabrina aveva sul viso un’espressione divertita e rapita. “Guarda che questa non è una soap opera! È andata bene... tutto qui! Non amo raccontare i dettagli, lo sai!” “Ah! Che noia, io ti racconto sempre tutto!” “È vero, ma io sono fatta a mio modo... ti dico

CAPITOLO XIX li, non vorrai far brutta figura!” “Hai ragione, ho lavorato solo qualche ora e sono stanchissima... mi farò una seconda doccia rigenerante! Ti affido un compito, scegli per me l’abito dell’incontro! Sabrina, non mi sembra vero! Sto per discutere i dettagli di una mia futura esposizione... sto per avere una crisi di panico!” “Corri! Corri a prepararti... io intanto faccio una telefonata!” Dora aprì il rubinetto dell’acqua calda... nel portasapone c’era un flacone viola di bagnoschiuma. Lo stesso che qualche ora prima aveva usato con Beniamino. Da quanto tempo non le capitava una cosa del genere? Tutta quell’intimità, in un colpo solo, era come il fiume d’acqua che stava scorrendo sulla sua città... E se Beniamino non fosse stato sincero? E se fosse stato interessato solo al sesso? E se non fosse stato quello giusto? Era stata troppo frettolosa?

QUELLA CONSAPEVOLEZZA CHE AVEVA ACQUISITO SUL SUO MODO DI ESSERE... ERA

QUELLO IL VERO CAMBIAMENTO. solo una cosa: lo conosco appena, ma sono innamorata, sono pazza d’amore. E ora ho paura!” “Paura di cosa? Devi ancora conoscerlo bene, vivere il quotidiano... lasciati un po’ andare, altrimenti non ti godrai questo momento meraviglioso. Il bello di una storia che inizia, che sboccia... è proprio la sorpresa, l’inaspettato!” “Appunto, e se lui fosse un insensibile? Uno che voleva solo sesso e niente altro?” “Beh, è un po’ tardi mia cara Dora, avresti dovuto pensarci prima! Ora preparati... la contessa ci aspetta per le 18! Dobbiamo essere puntua-

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“Chi se ne importa!” Quelle parole, sussurrate all’acqua, confidente sorda e spesso muta, vennero portate via, in un gorgo veloce di bolle profumate. Già, basta con le lamentele, con le supposizioni, con i forse... era ora di godersi l’attimo, la giornata, il presente. Dopo aver salutato Beniamino aveva lavorato qualche ora nel suo odiato call center, e poi era tornata di corsa nel suo appartamento. La pioggia l’aveva sorpresa a pochi passi da casa, per sua fortuna. Sabrina era arrivata subito dopo, si era presa mezza giornata di permesso per starle ac-

canto. Chissà... forse un giorno non avrebbe più provato quel senso di inadeguatezza, quella paura che la spingeva, sempre e comunque, a trovarsi una spalla... In passato aveva sofferto di panico, di un male che l’aveva accompagnata spesso e volentieri. Per fortuna, da tempo, le crisi erano passate... aveva detto a se stessa una sacrosanta verità: era insicura, e in molte occasioni aveva bisogno di qualcuno accanto, qualcuno che le volesse bene, che non la giudicasse, che la facesse sentire sempre se stessa... che non chiedesse più del dovuto! Sabrina si era offerta spontaneamente. Forse aveva pensato che Dora sarebbe ricaduta nel panico completo? Fece un respirone, contò fino a tre e si disse, ancora una volta: chi se ne importa! Non pensare a ciò che frulla nella testa degli altri, una medicina sana, a costo zero e sempre a portata di mano... forse Sabrina, manager di una multinazionale farmaceutica, avrebbe dovuto brevettare quel suo pensiero... Dora, all’improvviso, lasciò il turbinio della sua mente e si concentrò sulla voce di Sabrina... “Sì, dobbiamo vederci! E no, non posso aspettare e non puoi! Credimi Sergio, ti dico che dobbiamo parlarne... non mi interessa niente di mia cugina e della vostra misera relazione... non vi vedete più? Beh, è pur sempre una mia parente, avrà usato quel poco di sale in zucca che si ritrova... no, non dobbiamo parlare di voi né tantomeno di noi... non esiste un noi, mio caro Sergio! Probabilmente non è mai esistito... ok, io adesso ho da fare... passa appena dopo cena. Ti saluto, buon lavoro...” Caspita, la rossa era veramente furiosa... faceva tanto


la dura, ma non aveva ancora digerito il tradimento del suo ex. In fondo non era una cosa facile... chi avrebbe retto un tale peso? Portare nel grembo il figlio di un uomo che aveva avuto la bella idea di tradirla con una parente, con una cugina. Dora si tamponò i capelli, per un attimo lo specchio le restituì l’immagine di una bella trentenne dallo sguardo sperduto... era, improvvisamente, molto triste. Sabrina era lì con lei, nella stanza accanto. La sentì piangere, disperdere un dolore liquido, incolore e insopportabile. Cosa dirle? Cosa fare? Avrebbe trovato le parole adatte per consolare la sua amica? Rimase in silenzio. Pensò... pensò per qualche secondo. Ma la sua mente era vuota, era uno scroscio d’acqua destinato a non toccare terra... si sentiva vuota e impotente. E pensò che fosse giusto così: non era perfetta, viveva in un mondo imperfetto. Accettò il suo essere così com’era. E decise, l’unica cosa da fare era abbracciare la sua cara Sabrina... “Ehi, non piangere, fatti abbracciare!” Aveva l’asciugamano avvolto sul corpo e il viso ancora leggermente umido. “Anzi no, piangi, piangi e

sfogati! Dimmi tutto quello che ti passa per la testa, sono qui per ascoltarti... tu ci sei sempre, non solo con il dire: tu sei una dura! Un vulcano sempre pieno di idee... mi hai aiutato mille volte, e ora è il mio turno, posso offrirti solo questo abbraccio e il mio volerti ascoltare... piangi e sfogati, tesoro mio!” Le diede un bacio sulla guancia, la strinse a sé, cullando Sabrina delicatamente. Cullò la sua amica, con un movimento leggero, Dora era la terra soffice su cui quel fiume di lacrime si sarebbe posato. Sabrina pianse, senza dire niente. Pianse per quasi dieci minuti... “Ti preparo una tisana, io prendo la malva, ti va? Cosa ne dici? E poi... vai pure a casa e riposati!” “No Dora, ti accompagno e non cambio idea. Non amo rintanarmi in casa... lo sai! Avevo bisogno di crollare, di piangere... finalmente l’ho chiamato, penso abbia capito... non è uno stupido... anche se ama comportarsi da tale, all’occorrenza... è un superbo, un idiota... un... lasciamo perdere!” Dora mise dell’acqua in una teiera e preparò due tazze. “Intanto mi vesto, accendi pure il televisore, se vuoi” “Non ho scelto gli abiti, perdonami!” “Ma figurati, e poi... non sono una ragazzina. Anche se amo comportarmi da tale, all’occorrenza...” Le parole di Dora, a Sabrina, parvero molto mature. Forse Dora non sarebbe mai cambiata, non completamente. Forse sarebbe rimasta insicura e un po’ impacciata tutta la vita. Ma la consapevolezza, quella consapevolezza che aveva acquisito sul suo modo di essere... era quello il vero cambiamento. In realtà, anche se poco, era già un po’ cambiata. “Bene, sono pronta, come sto?” “Molto bene, chiamo un taxi, poi tornerò a prendere l’auto!” “Caspita, un taxi...” “Offro io, non si discute, non preoccuparti...”

La contessa le aspettava in un vecchio bar del centro, in una delle zone più costose e chic della città. Era arrivata in anticipo, con tante idee in testa e molta energia... era innamorata delle opere di Dora... com’era possibile che quella ragazza non fosse ancora stata notata da un occhio attento! I suoi quadri erano a dir poco splendidi, il suo talento era smisurato... quella ragazza era un vero genio. E lei l’avrebbe aiutata. E ovviamente ne avrebbe tratto visibilità e vantaggio. Entrambe avrebbero goduto di quel talento. “Sì, darò a questa ragazza la notorietà che merita, sarà la mia più grande scoperta... ne sono certa.” La contessa aveva scoperto molti talenti, alcuni celebri e altri un po’ meno. Tutti avevano in comune una cosa: erano grandi artisti, gente innamorata dell’arte. Proprio come lei. Sorseggiò il suo secondo cappuccino, caldo, profumato. La pioggia rendeva la vista sulla piazza un velo opaco che solo il sole sarebbe riuscito a spezzare. Nonostante la visuale non fosse delle migliori, finalmente, con pochi minuti di ritardo, vide scendere da un taxi la timida pittrice. Era dall’altra parte della strada, con la sua amica Sabrina, la rossa dallo sguardo da amazzone: le piaceva quella ragazza, era in gamba, determinata, si capiva subito. Il taxi andò via lentamente, sollevando piccole onde, pronte a tuffarsi in un canale di scolo. La contessa si alzò in piedi, fece cenno con la mano, sorridente, e poi non sorrise più. Quando vide sfrecciare quella macchina nera, più scura di tutte le nubi in cielo, pensò a quanto fosse imprevedibile la vita... Sentì, dietro a quella vetrata inondata dall’acqua, un urlo attutito, come finto, come contenuto in una bottiglia smarrita nel mare degli anni. Sentì Dora urlare il nome della sua amica, Sabrina. La vide proteggerla con un abbraccio, un abbraccio che divenne una spinta. Sabrina cadde a terra, poco distante. E Dora, invece, colpita dall’automobile, scivolò qualche metro più in là. L’acqua scorreva, muta, sorda. Scorreva, assieme al dolore. Continua nel prossimo numero...

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ADESSO

IN PERSONAGGI LIBRERIA

Terry Schiavo (44 anni), la showgirl che ricordiamo dagli anni ’90 in poi in diversi programmi tv, è in libreria con l’intrigante e ironico Love Factor. Ma davvero gli italiani lo fanno meglio? (SBC Edizioni, pp. 134 - 13 euro), dove in modo giocoso tratta gli errori di Cupido, facendo una riflessione sui percorsi amorosi di un uomo alla ricerca della donna ideale.

In libreria con Love Factor, la showgirl Terry Schiavo propone un divertente viaggio sui più comuni errori che uomini e donne farebbero bene ad evitare in fatto di sentimenti

«IL CUORE NON HA SESSO»

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ei è la showgirl che ricordiamo dagli anni ’90 in poi in diversi programmi Rai, Mediaset e Odeon Tv. Ma anche conduttrice, cantante, attrice di sit-com, cinema e teatro, giornalista. E ora, al suo secondo libro, scrittrice. Mentre nel 2015 la rivedremo con una nuova trasmissione su Telelombardia. Love Factor è un manuale d’amore in perfetto stile Schiavo: fresco, ironico, coinvolgente. Sdrammatizza gli errori di Cupido e presenta con un sorriso una riflessione sui percorsi amorosi di un uomo alla ricerca della donna ideale. Alla fine Terry invita tutti alla considerazione più naturale: per trovare l’anima gemella bisogna prima di tutto stare bene con se stessi. Vale per maschi e femmine, of course. Diciamolo: la splendida forma, la carica umana e la raggiante simpatia fanno di Terry l’autrice ideale di Love Factor. D’altra parte già con il primo libro – Volevo ballare il Bunga Bunga anch’io! - aveva dato

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di Irene Spagnuolo - foto di Elizabeth Lens

prova della sua arguta e passionale vena leggera. Dove leggera è divertente, non superficiale! È un piacere incontrarla... Terry, perché un libro come Love Factor? Il sottotitolo, Ma davvero gli italiani lo fanno meglio? , fa pensare a uno spaccato di verità, a un gioco, a una provocazione. Consigli la lettura più agli uomini o alle donne? «Consiglio la lettura a uomini, donne, gay e transessuali. Parla d’amore e non di sesso e come ben sappiamo il cuore non ha sesso. Amiamo, gioiamo e soffriamo tutti allo stesso modo, semplicemente comunichiamo in modo diverso. Perché l’idea di un manuale d’amore? Perché credo ci siano tre tipi di discussione che in Italia non tramonteranno mai e non avranno mai un epilogo: la politica, il calcio e l’amore». Secondo te quanto è cambiato nel nostro tempo l’amore nei rapporti uomo-donna, nelle dinamiche di seduzione e nella “tenuta” dei rapporti di coppia? «Tanto, molto, forse troppo. C’è poca vo-

glia di costruire, scarsa attitudine a mettersi in gioco e terrore di soffrire. Soffrire è inevitabile come è inevitabile la felicità. Bisogna prendere tutto il pacchetto e imparare di nuovo a lasciarsi andare ad amare, sia che siamo uomini sia che siamo donne. Non ne siamo più capaci perché siamo diventati egoisti e fifoni». Terry, la tua bellezza, la tua intelligenza vivace, il tuo sprint e i tuoi venti anni nel mondo dello spettacolo sono una marcia in più o un problema per l’attrazione e i rapporti di coppia? «A volte credo siano un problema, sai? Chi vive intensamente ogni istante come faccio io e soprattutto chi ha vissuto un certo tipo di ambiente, dove ne ha viste e sentite tante, diventa intollerante e forse esageratamente esigente. E se essere esigente è un’esagerazione io lo sono all’ennesima potenza! Gli uomini talvolta hanno paura di una donna che sembra avere gli attributi, ancor più paura se appartiene al mondo dello spettacolo, che spesso vivono come una dimensione fiabesca,


STORIE quasi irreale». A 44 anni splendidamente portati quanto trovi importante immagine e forma fisica per uomini e donne? «Viviamo in una società in cui, grazie anche all’avvento e alla grande diffusione e uso, a volte smodato, dei social network, siamo diventati tutti prevalentemente visivi, ossia, la nostra preferenza automatica e naturale a utilizzare il canale visivo per comunicare va certamente a scapito degli altri. Perciò, sì, la risposta è assolutamente sì. Inutile negarlo anche se è certamente errato fermarsi alle apparenze. Dietro una buona immagine deve esserci necessariamente la sostanza altrimenti troviamo il vuoto cosmico dopo pochissimo tempo». Un ultimo riferimento al tuo ironico e intrigante libro: l’anima gemella esiste per tutti? E ci vuole davvero una buona “strategia” per fare l’occhiolino a Cupido e vivere in coppia felici e appagati? «L’anima gemella credo esista, certo è che non è quella “ideale” ma quella che è adatta e perfetta per noi, per la nostra crescita come esseri umani. L’amore arriva sempre quando meno te l’aspetti quindi, l’unica strategia possibile è non aspettarsi nulla e focalizzarsi su altro».

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ADESSO

SE NE PARLA SPESSO RICEVIAMO LETTERE DI QUARANTENNI O CINQUANTENNI, SINGLE DI LUNGO CORSO O SOLE CAUSA DIVORZIO, CHE SI RITROVANO A DOVER FARE I CONTI CON UN NUOVO AMORE, CON TUTTE LE GIOIE E LE FATICHE AD ESSO CONNESSE. C’È CHI VIVE LA MATURITÀ COME ZAVORRA, CHI INVECE COME BAGAGLIO. UNA COSA È CERTA. IN AMORE NON CI SONO REGOLE FISSE. O FORSE SÌ, ALMENO QUALCUNA, CHE POSSA AIUTARE TUTTE NOI A VIVERE PIÙ SERENAMENTE I NOSTRI SENTIMENTI...

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ADULTI

IN AMORE 72

di Chicca Costa

a nuova alba, quella dei quaranta o cinquantenni, single di lungo corso o scoppiati causa divorzio, non è sempre facile. Non lo è tanto per gli uomini quanto per le donne. Non lo è in questo tempo, tanto emancipato e free quanto infelice e complicato. Troppe delusioni o troppe aspettative. E anche una dose di paura alla quale un thriller fa il solletico. Desiderio alla stelle e senso di inadeguatezza a gogò. In mezzo al guado è dura, diciamolo. È così che diventiamo tristi. O buffi. O insopportabili. O giù di lì. Che stare o rimettersi in pista non è più, appunto, un “gioco da ragazzi”. I cuscinetti adiposi, qualche ruga o delle ciocche bianche potrebbero non essere una tragedia, certo, ma c’è di mezzo un’infinita quantità di altre spade di Damocle. C’è chi a furia di flirt ha perso dimestichezza con i legami e l’affetto, chi si è abituato alle pantofole e alle routine, chi si improvvisa comicamente macho o femme fatale, chi sogna l’impossibile. L’anima gemella magari è dietro l’angolo ma incontrarla e riconoscerla non è affatto scontato. Questione non solo di fiuto o fortuna. Talvolta ci mette lo zampino, appunto, la nostra stessa caparbia stupidità. Perché a farla da padrone sono i condizionamenti psicologici, gli schemi sociali, la moda e tutte quelle altre diavolerie che fanno inceppare cuore e cervello. Già, nella cultura della bellezza e del benessere in piena crisi economica e culturale, uomini e donne rischiano grosso nelle faccende sentimentali e non solo.

CAPACITÀ D’ASCOLTO CERCASI

Tutte le relazioni tra i due sessi sono messe a dura prova. Abbiamo decenni di equivoci, emancipazioni, scontri, silenzi, pregiu-


dizi sulle spalle. E per una ragione o per l’altra abbiamo perso la virtù della leggerezza. Che non è superficialità, per carità. È sorriso, ironia e autoironia, gusto della vita, senso della misura. Uomini e donne fanno una fatica praticamente bestiale a parlarsi e capirsi. Roba che trascuriamo, da troppo. E lui e lei talvolta si guardano senza vedersi. Oppure scoprono di aver fatto cammini così diversi da essersi allontanati dal traguardo dell’incastro magico. Inutile farne un dramma ma pericoloso sorvolare. Occorre infilare il dito, tra lei e lui. Indagare, osare, riflettere. E fare buon uso di una sapiente sensibilità. Se le due parti della mela hanno una voglia matta di volare insieme una felicità possibile l’acchiappano, è sicuro. Insomma la felicità possibile non è solo un dignitoso compromesso, è un intelligente patto con la natura. Nelle differenze bisogna infatti trarre il massimo possibile godimento comune… Se tutto questo è un cappello, una premessa, una speranza il nocciolo della storia sta nelle rocambolesche avventure degli adulti in amore. Quelli che vivono la maturità come zavorra invece che come bagaglio. Quelli che fanno le pulci al partner perché si conformi alle loro esigenze. Quelli che non sono pronti a impegnarsi perché non ne possono più di mazzate. Quelli che gli anni li hanno sperperati senza crescere. Quelli che sono diventati migliori e ingranano la marcia giusta. E quelli che ancora credono che l’uomo o la donna ideale bussi un bel dì alla loro porta senza che loro debbano scomodarsi nella ricerca.

NON ESISTONO LEGGI IN AMORE

Tutto è vero, niente è vero. Non esistono leggi in amore, lo cantava Marco Ferradini e il suo “Teorema” si conferma valido. Esistono buonsenso, entusiasmo, disponibilità. E tutte quelle belle cose messe in fila per far vivere alla grande i rapporti umani. Piacersi è un bel punto di partenza. A patto che non diventi fastidiosa sicurezza o inutile vanità. Che il bersaglio da cogliere è l’altro! Allora diciamo piacersi quanto basta per porgersi a lui o a lei in modo da piacere. Autenticamente, s’intende. A nulla valgono artifici e strategie. Tanto prima o poi alla prova dei giorni finiremmo smascherati. Poi occorre avere l’audacia della seduzione e della curiosità e, soprattutto, della condivisione. Essere pronti. A ridere, molto. A piangere, se capita. A emozionarci, a ogni piè sospinto. A metterci in discussione, abbondantemente. Non vi sfiora l’idea che, invece, di puntarci un’ar-

ma contro l’un l’altro sia più elettrizzante e soddisfacente fare l’amore, due salti, quattro chiacchiere o una deliziosa mangiata? Non che sia una ricetta vincente o una formula magica ma uscire a cena al primo appuntamento con umiltà, fermezza, simpatia e fiducia è un buon passepartout. Almeno per non accumulare il rimpianto di non aver provato a fare faville. Certo a tutti, maschietti e femminucce, è richiesto un rigoroso test di autovalutazione, un bel bagno di umiltà, una grande ricarica di umorismo. “Deve amarmi per quello che sono”. D’accordo. A patto non facciate di tutto per la spudorata arroganza di essere in diritto di pretenderlo. “Deve essere compagna, amica, amante”. Sicuramente. A condizione che lo meritiate. Santa pazienza, è così difficile pensarci su? Infine, è assurdo fare i “forever young” o atteggiarsi a quello che non si è. Ma è rigorosamente consigliato essere attraenti. Che non vuol dire belli e splendenti ma decisamente interessanti. Chi mai passerebbe il resto della sua vita accanto alla noia? Forza, mano nella mano si può.


ADESSO

LA PERSONAGGI MACCHINA DEL TEMPO

1978 VIAGGIO A RITROSO FRA MUSICA, CURIOSITÀ E PERSONAGGI di Stefano Fisico

La sua elezione a 263º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, maturata in sole quattro votazioni e come mediazione tra le posizioni più conservatrici e quelle riformiste, segnò fin da subito uno spartiacque nella storia della Chiesa. Le riforme annunciate da papa Luciani non poterono vedere la luce. Dopo appena 33 giorni di pontificato, morì stroncato da un infarto. Un’inchiesta dello scrittore inglese David Yallop fece emergere gravi sospetti sulle reali cause della morte, che tuttavia rimangono tuttora non dimostrati. Ricordato come il Papa del sorriso, Giovanni Paolo I fu l’ultimo pontefice di nazionalità italiana. Nel 2003 venne avviato il processo di canonizzazione, tuttora in corso.

... E DI KAROL WOYTILA

È il 264° pontefice della Chiesa cattolica e anche il primo non italiano dal lontano 1523 (fine del pontificato di Adriano VI, olandese di origine). Il 2 aprile 2005 è fatto beato dal suo successore Benedetto XVI e, il 27 aprile del 2014, è proclamato santo da papa Francesco.

PERTINI PRESIDENTE

Al voto sul nuovo Capo dello Stato si presenta un Parlamento spaccato in due, frutto dei nuovi equilibri disegnati

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dalle elezioni politiche del 1976. In quell’occasione il Partito Comunista Italiano registra il suo miglior risultato di sempre, sfiorando lo storico sorpasso sulla Democrazia Cristiana. Il braccio di ferro tra il PCI di Enrico Berlinguer e la DC guidata dal segretario Benigno Zaccagnini si traduce in un’impasse sul voto che si protrae per 15 scrutini, durante i quali i due nomi che raccolgono maggiore consenso sono quelli del comunista Giorgio Amendola e del democristiano Guido Gonella. Il 16° è risolutivo e le due maggiori forze convergono su una figura stimata trasversalmente, protagonista della guerra di resistenza e già eletto due volte alla Presidenza della Camera: con 832 preferenze su complessivi 995 votanti (record di consensi tuttora incontrastato), Pertini diventa il 7° Presidente della Repubblica Italiana, subentrando al dimissionario Giovanni Leone (colpito dallo scandalo Lockheed).

©Robert Huffstutter

L’ELEZIONE DI GIOVANNI PAOLO I


Benvenuto a...

Nel

1978 nascono: 12 SETTEMBRE

Elisabetta Canalis Nata a Sassari, è un volto noto della televisione italiana, dove lavora come showgirl e attrice. Ha raggiunto la notorietà come velina di Striscia la notizia, in coppia con Maddalena Corvaglia. Presenza fissa di alcune trasmissioni delle reti Mediaset, come Controcampo e Mai dire Martedì, ha condotto l’edizione 2007 del Festivalbar e ha partecipato come valletta ai Festival di Sanremo 2011 e 2012. Come attrice ha preso parte alla fiction Carabinieri (20032004) e a diverse pellicole, tra cui La fidanzata di papà (2008) e A Natale mi sposo (2010). Nel 2014 ha sposato il chirurgo americano Brian Perri.

24 NOVEMBRE

Vanessa Incontrada Nata a Barcellona, in Catalogna, inizia la sua carriera a 17 anni come indossatrice, che la porta a trasferirsi a Milano. Lavora come showgirl in diversi show televisivi e poi approda in radio, dove lavora come speaker. Ritorna in TV e presenta alcuni programmi musicali e di moda. Il suo talent scout cinematografico è Pupi Avati che la scrittura per Il cuore altrove, accanto a Neri Marcorè. La consacrazione sul piccolo schermo arriva con Zelig: dal 2004 al 2010 affianca Claudio Bisio nella conduzione. Nel 2013 torna al cinema nel film di Sergio Rubini Mi rifaccio vivo, mentre l’anno seguente si fa apprezzare nella fiction di Rai Uno Un’altra vita.

12 APRILE

Luca Argentero Attore e personaggio televisivo, è nato a Torino. Laureato in Economia e Commercio, nel 2003 è tra i concorrenti della terza edizione del reality Grande Fratello e, grazie a questa partecipazione posa per un calendario sexy per il mensile Max e lavora come modello. Studia recitazione e debutta, nel 2005, nella serie televisiva Carabinieri e sul grande schermo con il film A casa nostra di Francesca Comencini. Due anni dopo ritorna nelle sale con la pellicola Saturno contro, di Ferzan Ozpetek, che gli vale il Premio Diamanti al Cinema come miglior attore non protagonista. Nel 2009 con la sua partecipazione al film Diverso da chi? conquista la sua prima candidatura al David di Donatello come miglior attore protagonista. Dal luglio del 2009, è sposato con l’attrice e doppiatrice Myriam Catania, con la quale ha anche girato il film C’è chi dice no.

7 FEBBRAIO

Ashton Kutcher Attore, modello e produttore televisivo statunitense, Ashton Kutcher è nato nell’Iowa da genitori di origine boema. Dopo aver esordito nel campo della moda e della pubblicità, interpreta per la prima volta un ruolo da protagonista nella sitcom That ‘70s Show, quello di Michael Kelso. Il personaggio gli dona il successo sperato e di lì comincia la carriera cinematografica, in film come The butterfly effect e The guardian. Nel 2005 diventa il toyboy più famoso al mondo sposando Demi Moore, di 15 anni più vecchia, dalla quale si separa nel 2010. Nel 2012 di fidanza con l’attrice Mila Kunis d cui ha da poco avuto una figlia, Wyatt Isabelle.

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Tano Simonato è titolare del celebre ristorante Tano passami l’olio di Milano ed è uno dei cuochi più apprezzati in Italia. Per noi ha creato un menù ad hoc per Natale

«LA CUCINA È SORRISO» UN VERO CHEF DEVE INNANZITUTTO DIVERTIRSI E FAR DIVERTIRE CON I SUOI PIATTI. E DEVE ESSERE ANCHE MODESTO. PAROLA DI TANO SIMONATO, UNO DEI PIÙ APPREZZATI CUOCHI DEL NOSTRO PAESE, CHE PER NOI HA CREATO UN MENÙ DI NATALE... ALLA SUA MANIERA! di Stefano Fisico

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n nome diventato una garanzia. Un nome che ha saputo imporsi negli anni grazie all’estro dell’inventiva e il radicamento nella tradizione. Tano Simonato ha aperto il suo ristorante, “Tano passami l’olio” nel 1995, dopo aver fatto il barman per circa 17 anni. Ma la sua vera passione è sempre stata la cucina. Nel 1991, un incontro casuale in Liguria con i proprietari di un frantoio fa scoccare la scintilla con quello che diverrà l’ingrediente base della sua cucina e, di fatto, una grande passione: l’olio extra vergine d’oliva. “Credo fermamente che l’olio evo sia il miglior condimento, sia in cottura che a freddo. Questo il motivo per cui ne tengo una cinquantina nella mia bacheca: mi permette di scegliere l’olio più adatto alla mia creazione, qualche volta inventata di sana pianta, qualche volta ripresa dalla tradizione e poi rivisitata”. Ospitalità, qualità, affabilità è tutto ciò che Tano cerca di offrire ogni giorno nel suo ristorante. E lo fa con il sorriso e la gioia di una grande passione che anima.

Tano, quando e com’è nata la passione per la cucina? «Di necessità ho fatta virtù: ho perso mio padre molto giovane e avendo tre fratelli minori, mi ritrovavo spesso a far loro da mangiare. Dopo mesi di bistecche, uova e insalate, mi sono detto: aspetta un po’ che adesso mi diverto! Quello fu il primo passo verso una cucina che voleva divertire e mi divertiva. I miei fratelli diventarono i miei giudici.. un po’ come le trasmissioni di oggi!» Quando ti sei reso conto che avresti potuto diventare uno chef? «Non credo esista un momento preciso, è stato un percorso graduale in cui sono cresciuto con passione, serietà e professionalità. La risposta degli amici, prima, e dei clienti, dopo, mi hanno fatto capire di essere sulla strada giusta». Il tuo ristorante si ispira all’amore per l’olio. Quali sono i migliori in assoluto e come si fa a capire quando è buono? «Non esiste l’olio migliore, esiste l’olio fatto bene da abbinare a una determinata pietanza. La nostra penisola è in assoluto la migliore del mondo nella produzione di

olio di qualità, nonostante ci siano parecchi problemi da risolvere. Detto questo, in fase di degustazione anch’io ho delle preferenze, ma ricordiamoci che un olio non lo usiamo da bere, ma ci serve per condire gli ingredienti, talmente diversi tra loro che hanno bisogno di diverse tipologie di olio per non rovinare il piatto stesso» Sono molti i colleghi che impazzano in tv. Cosa non deve mancare a uno chef per essere all’altezza? Ce ne è uno che stimi in particolare? «Ben vengano i programmi tv perché avvicinano di più gli appassionati e ne creano di nuovi, ma bisogna fare attenzione a non dare facili illusioni ai giovani, che spesso credono che fare il cuoco sia una posizione di star. In realtà fare il cuoco è un mestiere pesante e pieno di sacrifici. A un o chef non deve mai mancare la modestia e la capacità di far divertire e divertirsi. Sono diversi i colleghi che mi piacciono e stimo. Un nome su tutti, proprio perché è agli antipodi della mia filosofia, Philippe Leveille: il rispetto reciproco è tale da considerare il lavoro dell’altro quasi una missione».

il menù di natale di tano 77


Ingredienti: 12-16 gamberi rossi

Per il brodo di cime di rapa: Peperoncino Sale, zucchero Olio evo forte (Puglia)

il menù di natale di tano

Per i rapanelli:

4 rapanelli Sale, zucchero, pepe a mulinello Olio evo medio (Marche, Abruzzo)

Preparazione Per il brodo di cime di rapa: Per i rapanelli: Sfogliare le cime e tenere a parte i fiori. Con le foglie fare il brodo, mettendo le foglie in 2 litri d’acqua circa. Lasciare in cottura 20 minuti circa. Aggiustare di sale qb e poco zucchero. Passare a setaccio. Frullare poche foglie con frullatore a immersione con un po’ della sua acqua di cottura. Unire le foglie frullate al brodo e mettere poco peperoncino. Tenere in temperatura. Sbollentare i fiori di cime di rapa per 1 minuto in acqua già bollente. Scolare, condire con poco sale e tenere da parte.

Gamberi rossi in brodo di cime di rapa e rapanelli

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Lavare e tagliare i rapanelli con spessore di 1 mm. circa. Mettere in ciotola e condire con: sale qb, poco zucchero, pepe e olio evo medio. Mettere nel piatto di portata il brodo di cime e aggiungere i fiori di cime di rapa. Dopo aver sgusciato i gamberi e privati della sua testa, tagliarli per il verso lungo, come a libro, e metterli nel brodo. Aggiungere i rapanelli e un filo d’olio forte.

4 persone


Ingredienti: Per gli agnoli:

Pasta sfoglia per ravioli (procuratela da un buon pastaio) Per chi ha voglia di farla in casa: 500 gr. di farina 9 uova di cui 4 intere e 5 tuorli 15 gr. di olio evo leggero 250 gr. di ripieno con: Filetto di maiale tritato (ma potete anche scegliere carne diversa) 3 fette di prosciutto crudo 2 uova intere 30 gr. di parmigiano o padano 25 gr. di pan grattato Noce moscata, sale, zucchero e pepe a mulinello qb 2 cucchiai di olio evo leggero

Per IL ragout di carota:

2 carote medie Brodo vegetale Salvia e alloro Sale e zucchero qb

Per la crema di parmigiano:

50 gr. di Parmigiano 80 ml. di latte intero 25 gr. Maizena Sale e zucchero qb

4

persone

Procedimento: Per gli agnoli :

Se fate la sfoglia: mettere tutti gli ingredienti nella planetaria o impastatrice, sarà pronta quando il composto sarà omogeneo. Tagliare un po’ di pasta alla volta e tirarla con spessore di 1 mm circa. Ricavare dei quadrati da 6 x 6 cm. Tenete sempre la pasta coperta con canovaccio umido (umido non bagnato!) Una volta messo il ripieno, piegare a metà, formando un triangolo e successivamente, unire i 2 lati lungi del triangolo. Mettere in una bowl tutti gli ingredienti per il ripieno, il prosciutto crudo va prima battuto, naturalmente. Rimestare a lungo, sino a formarne un impasto omogeneo. Mettere ora una giusta quantità di ripieno nei quadrati e chiudere gli agnoli.

Per il ragout di carota:

Lavare e pelare le carote. Una carota la tagliate a rondelle e la lessate in brodo vegetale per circa 20 min. aggiungendo una foglia di alloro e 2 di salvia. Quando sarà morbida, frullate con frullatore a immersione per ottenere una vellutata, aggiustare di sale e zucchero. Tagliare l’altra carota ottenendo una brunoise (cubetti) di circa ½ cm. E lessare tenendo al dente…circa 4-5 min.. ma meglio controllare… Condire leggermente la brunoise di carota con sale, zucchero e un filo d’olio evo leggero.

Per la crema di parmigiano: Frullare il parmigiano già grattugiato con il latte a freddo, con un frullatore a immersione. Porre sul fuoco moderato, portare in temperatura, non deve bollire. Preparare un roux (acqua e maizena) e aggiungere al composto. Rimestare in continuazione mentre si farà questa operazione. Aggiustare di sale e zucchero.

preparazione del piatto:

Agnoli in ragout morbido di carota e crema di parmigiano

Mettere al centro un po’ di crema di grana (riscaldata) nel piatto di portata, meglio se molto ampio. Formare con la crema di grana delle gocce qua e là. Riscaldare la crema di carota e posizionare delle gocce qua e là la vellutata di carota. Posizionare 10-12 agnoli sparsi. Infine, sopra ogni goccia di carota mettere un po’ di brunoise di carota e un po’ collocarla alla rinfusa. Un filo d’olio evo leggero chiude il piatto.


Ingredienti: Per il baccalà:

500/600 gr. di baccalà già dissalato Salvia Zucchero Olio evo medio (Sicilia, Marche, Sardegna)

Per LA SALSA DI SOIA:

2 cucchiai di soia 2 cucchiai di aceto balsamico 1 cucchiaio di miele sale, pepe (o peperoncino a piacere) Olio evo Medio Brodo vegetale Maizena

Per IL BROCCOLO ROMANO:

15 teste di broccolo romano o cimoni Alloro Sale, zucchero e pepe Olio evo Medio

4

persone

Procedimento: Per il baccalà:

Se è già dissalato, assicurarsi che sia molto elegante, altrimenti rimetterlo in acqua almeno per un giorno e cambiare l’acqua almeno 4 volte nella giornata. Se è ancora sotto sale, lavare il baccalà, metterlo in acqua, cambiando l’acqua almeno 4 volte al giorno per 4 giorni. Ricavare dal baccalà solo il filetto. (Gli scarti li potrete usare per fare una pasta) Pertanto assicurarsi che sia solo la parte dove è più alto, no coda. Scottarlo in padella con delle foglie di salvia e olio evo, facendo attenzione di far prendere cottura solo alle due facce, quella sopra e quella sotto. Per circa 6-7 minuti. Poco prima di finire la cottura mettere 2 prese di zucchero sui tranci di baccalà. Niente sale.

Per LA SALSA DI SOIA:

Mettere in una padella un mestolo di brodo vegetale. Aggiungere i 2 cucchiai di soia, i 2 cucchiai di aceto balsamico e il cucchiaio di miele. Aggiustare, solo in caso di necessità di sale, visto che la soia è già molto salata, aggiungere pepe qb o peperoncino a piacere. Addensare aggiungendo del Roux di maizena, (acqua e maizena ben sciolta) e portare a densità voluta.

Per IL BROCCOLO ROMANO:

Mondare il broccolo, lavandolo sotto acqua corrente. Portare a bollitura dell’acqua in una pentola, aggiungere i broccoli e farli cuocere per circa 5-6 min. tenendoli al dente. Scolare i broccoli e metterli in acqua e ghiaccio per 1 min. Mettere i broccoli in una bowl e condire con sale, zucchero, pepe e olio evo medio.

preparazione del piatto:

Disegnare a piacere con la salsa di soia (riscaldata) nel piatto di portata, posizionare il baccalà al centro del piatto, coprendo una parte del baccalà con la salsa ed infine i broccoli intorno. Se il baccalà si raffredda, metterlo in forno per 2 minuti. Un filo d’olio evo medio a chiudere il piatto.

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Trancio di baccalà laccato in salsa di soia, aceto balsamico e miele con broccolo romano


Ingredienti: Per il panettone:

12 cubi di panettone (come da foto)

Per LA crema inglese: 5 uova 150-180 ml di latte 1 arancia 90 gr. di zucchero

Procedimento: Per la crema inglese:

portare a 70° il latte lentamente con la scorza di una arancia, grattugiata a microplan. Montare i tuorli con lo zucchero. Unire i 2 composti e portare a 85° circa, a fuoco moderato. Se la scorza d’arancia è stata grattugiata troppo grossa, passare a setaccio. Porre in frigorifero per un’ora.

Peril panettone:

Ottenere dei cubi da 4-5 cm. tenendo comunque la crosta del panettone. Renderlo croccante o in forno per circa 10 min. a 200° o su di una piastra ben calda in tutte e 6 le facce.

preparazione del piatto:

Porre nel piatto di portata i cubi di panettone e ricoprire con la crema inglese.

4 persone Panettone croccante con crema inglese all’arancia 81


Natale in casa di Serena Fogli

Tavola Classica

APPARECCHIARE IN STILE CLASSICO

COME APPARECCHIARE: TOVAGLIA,TOVAGLIOLI, PIATTI E POSATE

Non solo cibo: a Natale anche l’occhio vuole la sua parte! Facciamo spazio ai piatti della tradizione ma riserviamo anche un occhio di riguardo alla mise en place. Per apparecchiare la nostra tavola natalizia non c’è bisogno di tirar fuori il servizio buono: a Natale, infatti, quello che conta è il gusto e... Un pizzico di creatività! Le possibilità sono infinite, tante quante gli stili che si possono ricreare nella nostra sala da pranzo. Se però è la tradizione ciò a cui volete puntare, la tavola in stile classico è senza dubbio quello che fa per voi. Rosso, bianco e le tonalità dell’oro: ecco i colori che andremo a utilizzare per dar vita a una tavola che rispetti in pieno lo spirito del Natale!

Se quello che desideri è una tavola di Natale in stile classico è necessario puntare sui colori tradizionali della festività. Il bianco, il rosso e l’oro, quindi, sono le tonalità dalle quali dovrai partire per dar vita alla perfetta mise en place natalizia. Lo stile classico è uno stile che non esagera, uno stile che trova nella linearità delle forme e nella semplicità del contenuto i suoi punti di forza. Opta, quindi, per una tovaglia bianca e luminosa, in fiandra o in lino, che puoi impreziosire sui bordi con una maiolica rigorosamente dorata o sulle tonalità del rosso. Il motivo dorato (o rosso) può essere ripreso anche dai tovaglioli che, in questo modo, andranno a illuminare il bianco della mise en place. I tovaglioli, piegati a rettangolo, andranno posizionati a sinistra dei piatti e di fianco alle forchette. Il lato destro, infatti, va riservato ai coltelli, con la lama rivolta verso il piatto, e al cucchiaio. Per quanto riguarda la scelta dei piatti, invece, lo stile classico impone l’utilizzi o della porcellana bianca, che può essere impreziosita da un sottopiatto in tinta unita capace di richiamare i colori della tua tavola: dal color oro, al rosso, puoi anche optare per un sottopiatto trasparente in vetro. I bicchieri, tre a testa, sono i classici calici: disposti da sinistra verso destra e in ordine decrescente di grandezza: il calice sarà destinato per l’acqua, quello dalla forma più panciuta al vino rosso e quello sottile a tulipano al vino bianco. Per impreziosire ulteriormente la tavola puoi scegliere di utilizzare un runner, da posizionare sul lato lungo della tavola: opta per una tinta unita coordinata con il colore della dei tovaglioli.

IL CENTROTAVOLA

La perfetta mise en place natalizia non può non prevedere la presenza di un bel centrotavola. Come sempre, se opti per lo stile classico, punta alla semplicità e non esagerare. Le candele, per esempio, possono essere un centrotavola perfetto, se presentate nel modo più appropriato. Scegli le candele bianche a gambo lungo e posizionale su un piattino color oro o porcellana, per poi circondarle alla base con fiori rossi freschi. Puoi scegliere, per esempio, le classiche stelle di Natale: sono perfette per l’occasione! L’idea non ti convince? Eccone un’altra che, al posto delle candele a gambo lungo, utilizza le classiche candeline con la base in metallo. Riempi un vaso in vetro fine e trasparente di acqua, nella quale immergerai le foglie di pungitopo e le sue caratteristiche bacche rosse. Posiziona in cima una candela e accendila: l’effetto sarà strepitoso!

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... Shabby Chic Quando il Natale mescola sapientemente tradizione e modernità, la tavola delle feste risponde con una mise en place elegante ma capace di strizzare l’occhio al romanticismo. In una sola parola? Shabby Chic! Se lo stile classico non è nelle tue corde, cosa c’è di male nel prendere a prestito le idee di interior design più innovative e soprattutto alla moda? Lo Shabby Chic, infatti, è una forma di arredo in cui l’eleganza, intesa nel senso più classico del termine, viene contaminata da un concetto romantico di antiquariato in cui le tonalità sbiadite e a prima vista “rovinate” diventano un punto di forza. E allora prendiamo spunto dall’unicità di questo stile per dar vita a una tavola di Natale diversa dal solito, ma non per questo meno elegante.

I MODI PER APPARECCHIARE

Tonalità pastello e oggetti apparentemente vecchi e datati: è questo tutto ciò che ti serve per dar vita a una mise en place Shabby Chic. Il risultato sarà una un’atmosfera sognante e rilassata per una tavola elegante ma senza troppe pretese. Ma come far convivere questi colori e questi oggetti con il perfetto spirito natalizio? Presto detto! Cominciamo dalla tovaglia, che deve essere rigorosamente bianca. Se vuoi qualcosa di più prezioso ti consigliamo di optare per una tovaglia con i bordi ricamati all’uncinetto: i pizzi e i merletti sono un vero e proprio leitmotiv per questo stile. Per quanto riguarda i piatti, opta per la porcellana bianca e scegli quelle forme che, come idea, ricordano la tipica casa delle bambole con cui giocavi da bambina: è il vintage declinato nella sua forma più romantica a farla da padrone. Se non vuoi rinunciare al rosso, scegli una tonalità più tenue come quella del corallo: puoi destinare questo colore ai sottopiatti e ai tovaglioli che, dopo aver arrotolato e fermato con una piccola striscia di iuta, potrai adagiare sul piatto destinato alla prima portata. Shabby Chic a Natale non significa rinunciare al bon ton: ecco perché le posate andranno ordinate secondo un preciso criterio. Le forchette vanno posizionate a sinistra del piatto e i coltelli a destra, con la lama rivolta verso l’interno. Non abbiate paura che la vostra tavola sia poco luminosa, perché sarà ai bicchieri che affideremo il compito di dar più luce alla nostra mise en place. Scegli quindi un irrinunciabile calice per il vino, da accompagnare a un semplice bicchiere per l’acqua. Puoi decorare entrambi con un semplice fiocco realizzato con del filo di lana che riprenda il rosso corallo utilizzato per i tovaglioli.

IL CENTROTAVOLA Il centrotavola ha il potere di impreziosire la nostra mise en place, rendendola più elegante e ricercata. Realizzare un centrotavola Shabby Chic è molto semplice, tanto che puoi dar libero sfogo al lato più romantico della tua creatività. Nel caso del Natale, tuttavia, non possiamo rinunciare all’uso delle candele. Per realizzare questo centrotavola Shabby Chic hai bisogno di vasetto di vetro (quelli della marmellata vanno benissimo!), un centrino bianco lavorato all’uncinetto, un nastro rosso corallo e una candelina con il supporto in metallo. Ricopri con il centrino la superficie esterna del vasetto, assicurandolo a quest’ultimo con il nastro rosso corallo. Accendi la candela e posizionala all’interno del vasetto e… Il gioco è fatto! La tua tavola di Natale è pronta per accogliere gli ospiti una arrivo!

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Festoni e stelle comete in feltro ADESSO

PERSONAGGI

Il Natale ha un immenso potere: è capace di rendere più accogliente la nostra casa. I colori tipici della festività, l’albero addobbato a festa e le lucine che ne ornano i rami sono in grado di dar vita a quella magica atmosfera che noi tutte conosciamo. Ma perché limitarsi a un semplice albero di Natale? Questo periodo dell’anno, infatti, offre moltissimi spunti creativi da sfruttare per abbellire le stanze di casa nel pieno rispetto dello spirito natalizio. Uniamo il fai da te a un pizzico di creatività per dar vita alle decorazioni più diverse. Fatti aiutare dai piccoli di casa: saranno entusiasti di partecipare ai preparativi del Natale!

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COME REALIZZARE UN FESTONE NATALIZIO Il festone è il tipico oggetto da appendere alle pareti di casa, alle mensole, davanti al caminetto o alla libreria: riempie la stanza di calore e porta in casa il perfetto spirito natalizio. Optiamo, quindi, per un festone che recita… “Buon Natale!”. Per realizzarlo hai bisogno di spago grezzo (la lunghezza varia in base alle vostre necessità), di nastri rossi, di un po’ di cartone, di fogli di carta e di pennarelli o, se sei più tecnologica, di un computer dotato di stampante. La prima cosa da fare è quella di scrivere le lettere che andranno a comporre il nostro messaggio: la grandezza di ogni lettera dovrà rientrare nella metà di un tipico foglio di dimensione A4. Puoi rea-


PERSONAGGI

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LA STELLA COMETA IN FELTRO Tra i simboli tipici del Natale non può mancare la stella cometa. Utilizziamola, quindi, per abbellire ulteriormente la nostra casa, appendendola, per esempio, alla porta d’ingresso. Puoi utilizzare i materiali più diversi e far spaziare la fantasia: noi abbiamo scelto il feltro, perché si tratta di un materiale molto caldo e adatto alle atmosfere invernali. Per realizzare la stella cometa hai bisogno di un cartoncino (scegli le sue dimensioni in base alla grandezza che vuoi dare alla tua stella), di una porzione di feltro del colore che desideri (e della stessa dimensione del cartoncino), di un paio di forbici e di una colla adatta al feltro. Per prima cosa dovrai disegnare la stella cometa sul cartoncino: se non sei un’esperta di disegno a mano libera, su internet potrai trovare moltissime sagome da utilizzare come guida, così come in commercio, nei classici negozi. Una volta riportata sul cartoncino la stella cometa, ritagliala in modo accurato. A questo punto sovrapponila al feltro e ritaglia anche quest’ultimo seguendo i bordi del cartoncino. Ora non ti resta che incollare il feltro al cartoncino così da donare alla tua stella cometa maggiore rigidità. La tua decorazione è pronta per essere appesa alla porta di casa! L’idea in più? Utilizza una porzione di feltro di colore diverso per sagomare i bordi della stella cometa: puoi cucirli o incollarli… A te la scelta!

lizzare le lettere a mano con il PC: quale che sia la tecnica utilizzata, fai attenzione a comporre lettere sempre della stessa grandezza, così da rendere omogeneo il festone. Dopo aver realizzato ciascuna lettera, procedi a incollare ciascun foglio su una porzione di cartone leggermente più grande, così da lasciare scoperta una parte del bordo, a mo’ di cornice. Puoi lasciare grezzo il bordo del cartone o ricoprirlo con un po’ di tulle rosso o dorato: a te la scelta! Dopo aver realizzato e incollato tutte le lettere, procedi a bucare ciascun cartone in due punti diversi: un buco in alto a destra e il secondo in alto a sinistra. Sarà in queste aperture che dovrà passare lo spago, così da unire tutte le lettere e comporre il messaggio finale di augurio! Per abbellire ulteriormente il festone, utilizza il nastro rosso per creare dei fiocchi tra una lettera e l’altra. Il nostro festone è finito: non ti resta che appenderlo e… Buon Natale!

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PERSONAGGI

Se non riuscite ancora a sentire l’atmosfera natalizia in casa o se fate fatica a percepire l’aura magnetica del Natale… Forse manca qualcosa! E allora, se l’albero addobbato non è sufficiente, arrivano in nostro soccorso altri tipi di decorazione. Che ne dite, per esempio, di una bella ghirlanda vestita a festa da appendere alla porta di casa? Non c’è bisogno di correre in negozio per procurarsene una perché, come sempre, è il fai da te a venire in nostro soccorso. Sarà una soddisfazione per noi ma anche per il nostro portafoglio!

GHIRLANDA CON LE PIGNE

Ghirlande GHIRLANDA DI BOTTONI FAI DA TE Una ghirlanda alternativa per un Natale che gioca con la modernità e… Il riuso creativo! La ghirlanda di bottoni è perfetta se stai cercando una decorazione natalizia diversa dal solito. Per realizzarla ti serve un salsicciotto di gommapiuma, di un po’ di scotch, di moltissimi bottoni, di stoffa colorata, di nastri colorati e della colla a caldo. Per prima cosa dovrai rendere concentrico il tuo salsicciotto: unisci quindi le due estremità della gommapiuma con l’ausilio dello scotch. A questo punto ricopri il salsicciotto con la stoffa colorata: puoi cucirla oppure incollarne le estremità con la colla a caldo. Ora che il supporto è pronto, puoi procedere ad incollare i bottoni: sceglili rossi, verdi e dorati per un effetto ancor più natalizio! Hai ricoperto l’intero supporto con i bottoni? La tua ghirlanda è quasi pronta! Non ti resta che realizzare un bel fiocco col nastro colorato e incollarlo alla base. Un altro nastro, invece, ti servirà per appenderla alla porta di casa. Non trovi che sia davvero bellissima?

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La ghirlanda natalizia di pigne è un vero e proprio classico di questa festività. Realizzarla in casa con il fai da te è davvero semplice. Mettiamoci subito all’opera! Per realizzarla, hai bisogno di un cartoncino, di un bel po’ di pigne (che puoi raccogliere durante una bella passeggiata al parco), di nastri rossi, e della colla a caldo. Sei pronta ad assemblare i vari elementi? Prendi il cartoncino e disegna due cerchi concentrici: la distanza tra un cerchio e l’altro deve essere di circa 8/10 cm. Con le forbici ritaglia lungo le linee disegnate, fino ad ottenere un cerchio con un buco in mezzo. A questo punto, con la colla a caldo, incolla le pigne su tutta la superficie del cartoncino, fino a ricoprirla. È arrivato il momento di utilizzare il nastro: puoi avvolgerlo lungo tutta la superficie della ghirlanda oppure realizzare un fiocco e incollarlo alla base di quest’ultima… A te la scelta! L’idea in più? Procurati un campanellino e appendilo alla ghirlanda con l’ausilio di un nastrino: ogni volta che aprirai la porta di casa... La ghirlanda suonerà!

GHIRLANDA CON I TAPPI DI SUGHERO Hai il cassetto pieno di tappi di sughero e non sai cosa farne? Utilizzali per realizzare una bella ghirlanda natalizia! Per questo lavoretto fai da te hai bisogno di un bel po’ di tappi (almeno 40), di bacche rosse, di una base di polistirolo o di cartone e di qualche foglia di pungitopo. Come per la ghirlanda con le pigne, realizza la base circolare utilizzando del cartone o del polistirolo, per poi procedere a incollare i tappi con la colla a caldo: orienta i tappi sulla base di cartone (o polistirolo) secondo il tuo gusto personale, il risultato sarà strepitoso! Sempre con la colla a caldo, incolla le bacche rosse tra i tappi, così da rendere più natalizia la tua composizione. Il tocco in più? Incolla le foglie di pungitopo alla base della ghirlanda: stai cominciando a sentire la magica atmosfera del Natale?


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SPESA CONSAPEVOLE

A NATALE TAVOLA IMBANDITA MA

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SENZA SPRECHI

Le feste sono alle porte ed è tempo di pranzi e cene luculliani. Qualche consiglio per godere dei piaceri della buona tavola senza “fare la festa” al portafoglio di Stefano Padoan

S

pianificatela in anticipo, provando a stimare in maniera realistica le porzioni. Se, come spesso accade, il numero di portate è più elevato del solito, potete ragionevolmente prevedere piatti non così abbondanti per ogni pietanza. Secondo, munitevi dell’immancabile lista, per non farvi attrarre dalle offerte dei supermercati che spesso vi fanno riempire il carrello di prodotti inutili e superflui (di solito una quantità esagerata di panettoni e pandori, che poi ritroviamo tutti chiusi dopo l’Epifania). Pensate poi con cura al menù della festa, provando a valorizzare sempre i prodotti di stagione: ecco che ottimi antipasti possono essere degli sfiziosi crostini a base di trevigiana e provola, o con gorgonzola e pere. Nel mese di dicembre, a cavallo tra autunno e inUn primo accorgimento è dunque avere verno, le pere e le mele hanno infatti metodo nel fare la spesa: innanzitutto ancora vita lunga, dato che in Italia si otto le feste, si sa, si tende sempre un po’ a fare strappi alla regola in fatto di cibo: i cenoni e i pranzi non possono avere come protagoniste le materie prime di tutti i giorni, soprattutto se abbiamo ospiti. Attenzione però a non trasformare il magico periodo natalizio in un incubo per le nostre finanze: si possono preparare menù ricercati anche senza ricorrere a primizie o ad alimenti particolarmente costosi, che poi sotto le feste tendono anche a lievitare di prezzo. Il segreto sta sempre nella sana abitudine di acquistare frutta e verdura di stagione, ma anche, mai come in questo periodo di tavole imbandite, nel sapere azzeccare le quantità per evitare l’odioso spreco di cibo.

prendono una pausa solo tra giugno e luglio. Per quanto riguarda i primi è immancabile una pasta all’uovo, che potete riempire con ricotta e spinaci o ricotta e zucca. Meglio evitare invece funghi, melanzane, peperoni e pomodori, mentre ortaggi ideali per dei secondi o contorni possono essere i carciofi (da fare ad esempio ripieni di carne e formaggio), o i finocchi gratinati. Arrivano poi le prime patate dolci dell’anno, che possono diventare il contorno perfetto e sempre apprezzato per un arrosto. Per quanto riguarda la frutta le feste sono l’ultima occasione per gustare i cachi e le noci: durante il periodo natalizio attenzione dunque al prezzo e alla provenienza della frutta secca, alimento tipico di questo periodo dell’anno ma non sempre di stagione.

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GENITORI E FIGLI

FESTE IN FAMIGLIA...

O NO?

di Federico Crisalidi PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” recita un detto. Ma se un figlio adolescente ha esigenze e desideri diversi, che fare per vivere queste giornate in armonia?

N

on è una novità: le feste natalizie sono spesso motivo di discussione con i figli adolescenti, in particolare con quelli un po’ più grandi. I genitori desiderano riunire la famiglia ma i ragazzi possono non gradire tutti i convenevoli di rito, le ore a tavola, le formalità a cui sottoporsi. Ci sono ragazzi che amano la tradizione, per cui le feste sono la famiglia: amano trascorrere delle giornate particolari con i genitori, i fratelli, i nonni. Ma ce ne sono anche molti che amano sovvertire proprio tutto ciò che è tradizione, in quanto la associano al mondo infantile e, quindi, tale ribellione rap-

I

presenta a livello profondo un’emancipazione e un modo per sentirsi più grandi. Le feste in famiglia rappresentano uno “sforzo”, si sentono costretti a stare a tavola per tre giorni ininterrotti, mentre preferirebbero di gran lunga una bella settimana bianca con gli amici. Ma ognuno di noi, figli ma anche genitori, ha desideri spesso in conflitto. Il ragazzo che desidera un Natale lontano dai consueti rituali, dentro di sé conserva una parte che desidera aprire un regalo sotto l’albero e fare una risata con il nonno a tavola. Del resto, anche il genitore che ama circondarsi della famiglia al completo ha una parte di sé che desidera una “fuga”, magari

romantica, lontano da tutti. Contraddizioni e ambivalenze fanno parte di ognuno di noi ed emergono con forza nelle dinamiche familiari e nella relazione genitori-figli. Inoltre, il Natale non è un periodo neutro, risveglia in ciascuno di noi antiche emozioni che possono essere più o meno positive, ricordi di sensazioni gioiose o malinconiche. Chi non ama circondarsi di parenti, ad esempio, forse ha vissuto situazioni di tensioni familiari e percepisce quindi l’atmosfera conviviale come una forzatura. Chi detesta il rito dello scambio dei doni probabilmente ha il ricordo di regali deludenti sotto l’albero.

QUALCHE CONSIGLIO PER I GENITORI Riconoscere le differenze È importante che i genitori riconoscano che il figlio sta crescendo, che sta sviluppando desideri diversi e che, in questa fase della sua vita, il gruppo dei pari assume un’importanza cruciale. Ciò non significa che non ami la propria famiglia, semplicemente che in questo momento sta vivendo un processo di “individuazione” che passa anche, a volte, dall’allontanarsi un po’ dalla famiglia. Programmare le feste Il passo essenziale è non interrompere mai il dialogo e quindi decidere

insieme il da farsi, in modo da prestare ascolto il più possibile alle diverse istanze, dei genitori e dei figli, della famiglia nel suo complesso. In questo modo sarà possibile raggiungere un compromesso trovando una soluzione che possa soddisfare tutti. Disinnescare le tensioni È inutile insistere eccessivamente per costringere il ragazzo a partecipare controvoglia a tutte le feste in programma, rischia di innescarsi un braccio di ferro infruttuoso che inasprirà ancora di più il conflitto, portando come conseguenza l’arroccarsi di ognuna delle parti sulle proprie posizioni.


PSICO

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LE RELAZIONI PERICOLOSE Sane o dipendenti? Capiamo insieme la differenza e come costruire un rapporto di coppia soddisfacente

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a relazione con un partner dovrebbe essere un legame instaurato con un’altra persona e basato sulla reciprocità, oltre che sull’amore, l’attrazione sessuale, la condivisione. Per reciprocità si intende un scambio paritario, dove entrambi le parti cooperano per il benessere della coppia; se una delle due parti rema da sola, la barca non prosegue la sua navigazione. Spesso, però, si assiste a relazioni impari, sbilanciate, dove non esistono più due identità che condividono qualcosa e che viaggiano verso un obiettivo comune, bensì si osserva l’annullamento di un individuo in funzione dell’altro. In queste situazioni avviene una vera e propria alterazione dell’equilibrio tra dare e ricevere e un annullamento della propria individualità, in funzione di una totale donazione all’altro che diventa lo scopo della vita. Il fatto che l’obiettivo primario della propria esistenza sia incarnato in una persona, comporta la tensione ad agire unicamente in funzione di essa, così da poter soddisfare tutti i suoi bisogni, dimenticando i propri; spesso infatti il timore di contrariare l’altro e di essere ab-

di Silvia Coldesina PSICOLOGA

bandonati, porta a negare i propri sentimenti ed emozioni e ad accettare passivamente ogni comportamento, anche scorretto, del proprio oggetto d’amore. Si instaurano così relazioni di dipendenza, dove un membro della coppia perde l’interesse per sé e la propria individualità in funzione del mantenimento di una relazione, perché si teme di non poter vivere senza l’altro. La dinamica dipendente all’interno di una relazione di coppia si instaura sempre da ambo i lati: il partner di un soggetto dipendente è spesso una persona sfuggente, o bisognosa di attenzioni, o fortemente narcisistica, di fatto è una persona che tende a non ricambiare l’infinito amore di cui l’altro è desideroso, andando così a instaurare un meccanismo perpetuo di ricerca di soddisfazione e costante disillusione. Tale meccanismo ha molto a che vedere con la scarsa autostima, che conduce ad avere un valore di sé così basso da ritenere di non poter vivere se non in funzione di un’altra persona, anche se questa ignora, tradisce, umilia. Le cause di questi comportamenti sono, come sempre, da ricercare nel proprio passato: relazioni con i propri genitori caratterizzate da trascuratezza sul piano emotivo, carenza di affetto, svalutazione e colpevolizzazione, si ripercuotono sullo sviluppo di un’immagine di sé sufficiente-

mente solida da affrontare in maniera adeguate le relazioni con le altre persone, senza avere il costante timore di essere rifiutati, criticati o abbandonati. Stabilendo una relazione simbiotica con il proprio partner le persone dipendenti tentano così di trovare il proprio valore e colmare le carenze affettive Il buon funzionamento di una relazione si basa su dialogo autonomia e reciprocità: un coppia che funziona è formata da due individui che rispettano reciprocamente i propri bisogni e che non si annullano, né sadicamente tentano di annullare l’altro. Se ci si rende conto di aver instaurato una relazione su una base non paritaria è opportuno discuterne, confrontarsi e ristabilire nuove basi, condividendo i timori e le incertezze.

INDICI DI DIPENDENZA AFFETTIVA - Percezione di benessere in presenza del partner e impossibilità di percepirne in sua assenza - Desiderio di stare costantemente a contatto con il partner e sensazione di “ mancanza di aria” in sua assenza - Presenza di comportamenti eccessivi per evitare l’abbandono da parte dell’altro - Non riuscire a immaginare la propria vita senza l’altro

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SALUTE

DIETE E TUMORI OCCHIO ALLE BUFALE

Secondo una teoria che circola sul web, i tumori si potrebbero evitare consumando semplicemente più cibi alcalini e meno acidi come zuccheri, carni e farine raffinate. Ma è una truffa. Ecco perché...

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a notizia circola in rete ormai da qualche mese. Se n’è occupata anche la trasmissione tv Le Iene. Ora il tam tam si è spostato vertiginosamente sui social network. La notizia è di quelle sconvolgenti: le vere ragioni dell’insorgere del cancro sarebbero state scoperte già nel 1931 dal premio nobel tedesco Otto Heinrich Warburg. E dipenderebbe tutto dal cibo. Secondo Warburg, una dieta ricca di «cibi acidificanti», uniti all’inattività fisica, creerebbe un «ambiente acido» dovuto alla carenza di ossigeno. E questo provocherebbe il cancro. Viceversa, un’attività fisica regolare e una dieta di sostanze alcaline (che attraggono ossigeno) sarebbe l’antidoto giusto per la prevenzione e addirittura la cura dei tumori. Sarà vero? BUONI E CATTIVI Proviamo ad esaminare la dieta consigliata dai sostenitori di Warburg. L’acidità dei cibi viene misurata con la scala del pH, i cui valori vanno da zero a 14: zero corrisponde alla massima acidità, 7 al pH neutro e 14 alla massima alcalinità. Il nemico numero uno sarebbe lo zucchero raffinato e i suoi sottopro-

di Fabio Quinto

dotti (pH 2,1), seguito da tutte le carni e dal cibo di origine animale (formaggio, uova, ecc.), il sale, le farine raffinate e i loro derivati (dal pane alla pasta), il caffè e il cibo cotto in genere. All’opposto, via libera ai (pochi) alimenti alcalinizzanti: verdure crude, frutti, cereali integrali, miele. Insomma, la dieta vegana. E poi tanta acqua e attività fisica.

LA VERITÀ SUL PH Dobbiamo crederci? Il dottor Salvo Di Grazia, chirurgo e blogger, è specializzato nella caccia alle bufale mediche sul web. E non esita a definire «una bufala» quanto esposto dai sostenitori di Warburg. Sentite cosa dice sul suo blog. «Il nostro sangue ha un pH lievemente alcalino: 7,4. Se questo valore diminuisce (quindi va verso lo 0) o aumenta (verso il 14) anche di poco non potremmo sopravvivere perché la maggioranza dei meccanismi che ci consentono la vita non funzionerebbero e verrebbero danneggiati in pochissimo tempo (pochi minuti!)». Il pH, di fronte a lievissime variazioni, «viene subito riportato alla norma da una serie di meccanismi», e questo mediante «due mezzi: i reni e la respirazione». Se così non fosse, «basterebbe mangiare un limone per rendere acido il plasma sanguigno e morire o assumere un cucchiaio di bicarbonato di sodio per avvelenarsi». Dietro le teorie dei sostenitori di Warburg, secondo Di Grazia, si nasconderebbero quelle di Robert Young, sedicente medico americano arrestato nel gennaio del 2014 per truffa ed esercizio abusivo della professione medica.


AMICI ANIMALI

È NATALE ANCHE PER IL TUO PET

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Le feste sono alle porte: non dimenticarti del tuo amico a quattro zampe. Ecco alcune idee per fare al proprio pet un dono simpatico e originale

C

di Marta Cerizzi

ani, gatti ma anche conigli e altri animali domestici sono considerati dalla maggior parte dei proprietari come dei veri e propri componenti del nucleo famigliare, perché dunque non pensare anche a loro a Natale, facendogli trovare sotto l’albero dei doni utili per il loro benessere? Il tuo amico a quattro zampe sarà contento e la vostra intesa si rafforzerà

GIOCHI GOLOSI PER IL CANE

Nei negozi per animali puoi trovare un vasto assortimento di accessori decorati in versione natalizia dalle ciotole ai guinzagli, alle cucce, ma oltre a questi doni più tradizionali, puoi provare con dei giochi di attivazione mentale come delle palline, contenenti crocchette, che il cane deve far rotolare per accaparrarsi l’agognato premio. Sempre graditi sono gli snack: ne esistono di diversi gusti e per tutte le taglie, l’importante è non esagerare con la razione giornaliera suggerita altrimenti si rischia di provocare uno squilibrio nella dieta del cane.

DONI UTILI AL GATTO

Sonagli e palline di gomma sono senz’altro tra gli oggetti più graditi ai gatti ma altrettanto piacevole sarà regalare al proprio micio un bel tiragraffi dove potrà arrampicarsi e rifarsi

le unghie lasciando così finalmente in pace tende e divani. Un’altra idea che potrebbe rendere davvero felice il tuo gatto è quella di acquistare una fontanella per l’acqua corrente: basta collegare alla corrente elettrica la spina di cui è dotato l’apparecchio e aspettare che l’acqua inizi a circolare a ciclo continuo grazie a una piccola pompa. È risaputo infatti che i mici non amano bere l’acqua che ristagna nelle ciotole ma preferiscono di gran lunga quella fresca che scorre dal rubinetto: con questa fontanella potrai soddisfare in pieno anche il gatto più esigente.

ADOZIONE A DISTANZA

E PER GLI ALTRI PET?

Non dimentichiamoci degli altri animali domestici: anche criceti, conigli e furetti si meritano un piccolo pensiero natalizio. Molto divertenti sono ad esempio i tunnel in nylon che permettono a criceti e cavie di giocare e passare il tempo invece di usare le classiche ruote: basta posizionarlo nella gabbietta cambiandone la posizione di tanto in tanto per creare nuovi stimoli. Per i conigli si può pensare invece a un pratico recinto da viaggio, facile da trasportare perché leggero e ripiegabile: ha un rivestimento in gomma e bordi rinforzati per proteggere in sicurezza l’animaletto che può zampettare felice su qualsiasi prato.

A Natale pensa agli animali più sfortunati che si trovano rinchiusi in canile o in gattile: molte associazioni animaliste propongono adozioni a distanza di cani e gatti particolarmente bisognosi. Con un piccolo contributo economico si può provvedere al mantenimento e alla cura dell’animale prescelto per un certo periodo di tempo.

REGALI HI-TECH Regali particolarmente appropriati, per appassionati di tecnologia, sono i collari per cani e gatti dotati di dispositivo GPS per sapere sempre dove si trova il proprio amico peloso direttamente da cellulare o computer.

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POLLICE FAI DA TE VERDE

ORTO D’INVERNO FALLO IN CASA!

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LE PIANTE CHE CRESCONO BENE ANCHE NEI MESI PIÙ FREDDI. TUTTI I CONSIGLI PER COLTIVARLE IN CASA

on l’arrivo della stagione invernale le temperature si abbassano e il vostro orto sul balcone potrebbe essere a rischio. Il trucco per farlo sopravvivere è quello di trasferire le piante in vaso dentro casa e coltivare solo le verdure in grado di resistere anche al clima di dicembre e gennaio.

1. INSALATA VERDE

Nel vostro orto invernale eliminate la lattuga o l’insalata riccia. Preferite la misticanza dalle foglie piccole, che cresce velocemente: così avrete sempre verdura fresca da portare in tavola.

2. RAVANELLI

Tre settimane bastano per avere dei ravanelli rossi e polposi da aggiungere a zuppe e insalate. Coltivateli in un vaso con terriccio ricco di potassio e poi annaffiate con uno spruzzino per mantenere il terreno sempre umido.

3. POMODORINI CILIEGINO

Per un orto che si rispetti, oltre all’insalata non possono mancare i pomodori. Dato che li coltiverete in casa, scegliete quelli più piccoli. Cuori di bue o pomodori a grappolo richiedono sostegni per crescere in altezza, mentre i pomodori ciliegino sono facili da coltivare anche in spazi ridotti.

4. ERBE AROMATICHE

Prezzemolo, rosmarino, erba cipollina, salvia e basilico: le piante aromatiche sono facilissime da far crescere in vaso e sono perfette per dare un tocco di verde alla cucina e avere sempre a portata di mano i sapori freschi da aggiungere ai vostri piatti.

5. AGLIO

Per aggiungere gusto alle vostre preparazioni, interrate qualche spicchio d’aglio in un vaso, o create delle file tra gli altri ortaggi. Crescerà in poco meno di un mese e così lo coltiverete a costo zero per tutto l’anno.

COME CURARE L’ORTO IN CASA Posizionate le piante vicino alle finestre, ma lontane dai termosifoni: il calore dell’ambiente basterà a farle crescere sane e rigogliose. Ruotate poi le piante una volta alla settimana per esporle alla luce in modo uniforme e innaffiatele ogni tre giorni.

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di Alice Dutto


CASA DOLCE CASA

UN DIVANO PER OGNI SALOTTO

TRUCCHI E CONSIGLI PER ACQUISTARE IL DIVANO ADATTO PER OGNI AMBIENTE, SENZA RISCHIARE DI PENTIRSI DELLA SCELTA DOPO POCO TEMPO

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odelli, tessuti e colori diversi: l’offerta nel mondo dell’arredamento in fatto di divani è davvero estesa e variegata. Per non perdersi tra le varie proposte ed effettuare la scelta migliore per le proprie esigenze è bene fermarsi un istante e rispondere a qualche domanda.

IL MODELLO

Classico o moderno? Piccolo o grande? La scelta dipende dallo spazio che avete a disposizione e dallo stile della vostra casa. Se l’arredamento è minimal, con linee definite e regolari, preferite un sofà di design che si accordi con questo ambiente. Se il vostro gusto, invece, è rustico e retrò, un divano più country e tradizionale sarà la scelta migliore.

IL COLORE

La prima regola è quella di abbinare il colore del proprio divano a quello degli altri elementi presenti in salotto: dai mobili al pavimento, dalle pareti alle tende e ai tappeti. Una scelta saggia è quella di optare per una tinta neutra, che non rischi di stancare presto e che si riadatti anche a un eventuale cambio di arredamento. Tuttavia, se volete usare il vostro sofà come elemento su cui catalizzare l’attenzione, potete puntare su colori più accesi. Il bordeaux è perfetto da intonare ad arredi classici, si abbina bene ai mobili in ciliegio o in mogano, di colore scuro. Il verde, invece, è perfetto per un ambiente che vuole comunicare serenità e calma, in questo caso le tende e i cuscini dovranno essere panna o beige. Per chi ama il bianco, ricordate di ravvivare un po’ l’atmosfera con un plaid o cuscini a motivi floreali o dalle nuance più sgargianti. Nel caso in cui il pavimento non si accordasse con il colore del divano, usate un ampio tappeto in sintonia con il sofà per staccare visivamente i vari colori.

L’ARREDAMENTO

Posizionate poltrone e sofà attorno

ADESSO

di Alice Dutto

al caminetto con un tavolino basso in mezzo, a distanza di sicurezza dal fuoco, per creare un piccolo angolo intimo e raccolto. I divani sceglieteli di tessuto facilmente lavabile e di colore scuro, in modo da evitare di rovinarli. Se lo stile è moderno, preferite un camino tecnologico e dei mobili laccati dalle linee definite. Per dare più risalto al vostro camino, disponete qualche quadro intorno a esso o un televisore a schermo piatto sopra il bordo.

IL TESSUTO

Preferite rivestimenti sfoderabili, più facili da pulire e anche da sostituire. Se avete poca disponibilità di budget optate per le fibre naturali – cotone, lino, lana e pelle – anche se sono meno resistenti e più difficili da mantenere. La pelle, ad esempio, è la più facile da pulire, ma tende a graffiarsi e rovinarsi velocemente. Gli altri tessuti possono macchiarsi facilmente e, nel corso del tempo, anche bucarsi. Se poi avete un gatto in casa, è un’opzione da scartare. In quel caso, meglio scegliere stoffe sintetiche, più pratiche e durevoli, come la similpelle, l’alcantara, la ciniglia e l’acrilico.


OROSCOPO dal 18 al 23dicembre

dal 21/3 al 20/4 Il Natale non è -solo- albero, addobbi e tanti bei regalini. È, soprattutto, un rinnovamento dello spirito, nella comunione coi propri cari. L’imperativo per voi, cari amici, deve essere questo: comunione spirituale col mondo. Guai a voi se vi impuntate sulle vostre manie. Almeno nelle feste, siate teneri e comprensivi.

ARIETE Soldi: 3 Amore:4 Salute:4 dal 21/5 al 21/6

Non avete mai pensato che i regali possono essere anche per voi stessi? Farsi un regalo, in realtà, è quanto di più salutare ci sia. Non siate troppo severi con voi stessi e concedetevi una coccola, un bel massaggio o quella borsa che puntate da tempo. Ve lo meritate.

GEMELLI

Soldi: 5 Amore:3 Salute:2

dal 23/7 al 22/8 L’idea della cena della Vigilia con la suocera vi fa venire i peli dritti nelle braccia? La mandria di nipoti, cugini e prozii che vi assalirà nelle feste vi mette ansia? Calma. Le feste devono essere un momento di relax e non di stress. Per cui mettete le cose in chiaro e non vi fate ammorbare dal mondo intero.

LEONE Soldi: 5 Amore:2 Salute:1 dal 23/9 al 22/10

Una situazione che vi sembrava estremamente vantaggiosa ha rivelato una serie di contro cui non avevate pensato. Invece che continuare come muli sulla stessa strada, fermatevi a ponderare di nuovo il tutto per capire se vale la pena andare avanti o meno.

BILANCIA ANNA GALIENA 22-12-1954

Soldi: 2 Amore:2 Salute:5

dal 22/11 al 20/12 Siete contenti che questo anno volga al termine? Probabilmente in parte sì e in parte no. Volete un consiglio? Fate mente locale e riflettete su cosa è andato storto. Potete fare qualcosa per cambiarlo? Bene, mettetevi subito all’opera. Non potete? E allora, buttatevelo alle spalle!

SAGITTARIO Soldi: 4 Amore:2 Salute:4 dal 20/1 al 18/2 Avete alte aspettative per questo periodo di festa. Che il vostro obiettivo sia riposarvi, andare a divertirvi con gli amici, viaggiare con la vostra dolce metà o poltrire sul divano, sappiate che sarete completamente soddisfatti. Queste vacanze natalizie saranno un successone.

ACQUARIO Soldi: 4 Amore:5 Salute:4

dal 21/4 al 20/5 Per voi ogni anno la gioia più grande è quella di fare i regali per rendere felici gli altri, molto più che riceverli. La vostra tenerezza, spesso nascosta, conquisterà davvero tutti e le feste saranno all’insegna dell’affetto e del calore familiare. Godetene a pieno.

Soldi:4 Amore:5 Salute:5

TORO

dal 22/6 al 22/7 La stanchezza si fa sentire, ma tenete duro: arriva il momento del riposo. Potrete contare sulle coccole della famiglia e del partner, felici di potervi viziare un po’. Uscirete da queste giornate totalmente rigenerati nello spirito.

Soldi:3 Amore:5 Salute:3

CANCRO

dal 23/8 al 22/9 Scusate se esisto è un film appena uscito nelle sale. Per coi invece il discorso è: scusate se esistono gli altri. A volte siete davvero troppo presi da voi stessi e vi scordate anche le attenzioni basilari nei confronti di chi vi sta vicino. Pensateci su.

Soldi:3 Amore:1 Salute:4

VERGINE

dal 23/10 al 21/11 A quanto pare non fate in tempo a togliervi da un impiccio che ne salta fuori subito un altro. Rientra tutto nel risolvibile, per carità, ma è tempo di fare un po’ di ordine nei rapporti. Parola d’ordine: chiarezza. E ne uscirete con classe.

Soldi:5 Amore:2 Salute:1

SCORPIONE

dal 21/12 al 19/1 Un periodo di grandissimo impegno è finalmente volto al termine. Ora potete tirare un sospiro di sollievo e alzare la testa per guardare avanti. Siete stati fermi troppo a lungo. È ora di fare nuovi progetti e ritornare un po’ alla vita. E Buon Natale!

Soldi:5 Amore:3 Salute:2

CAPRICORNO

dal 19/2 al 20/3 Questo lungo periodo di prova, sul lavoro o nella coppia, sembra protrarsi molto più del previsto. Pensavate di chiarirvi le idee e prendere una decisione in modo rapido e indolore, invece è molto più dura. È necessario che arriviate a un dunque. La cosa vi sta solo logorando.

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