n. 17 ADESSO settimanale

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settimanale di COSTUME E attualità n.17 ANNO I • 10 dicembre 2014 • € 1,50

le tue storie, le tue emozioni

RAMAZZOTTI & PELLEGRINELLI EROS FINALMENTE SERENO E DI

NUOVO PAPÀ

CHRISTIAN DE SICA

PSICOLOGIA SE LUI È TROPPO

MIO PADRE VITTORIO

GELOSO

FIORELLA MANNOIA

CHRIS HEMSWORTH L’UOMO PIÙ SEXY DEL

UN GENIO TIMIDO I MIEI PRIMI

SESSANT’ANNI IN MUSICA

MONDO

TERRE DES HOMMES LA NOSTRA BIMBA VIRTUALE CONTRO GLI

ORCHI IN RETE

Giusy

VERSACE a Ballando con Raimondo HO IMPARATO A VOLARE


OFFICIAL RADIO

radiomontecarlo.net


EDITORIALE

Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini. Jurij A.Gagarin

NEL BLU FELICE DI STARE LASSÙ

Samantha è lì. Sopra le teste di tutti noi. Con la sua laurea in ingegneria meccanica che si è conquistata in Germania e i gradi dell’Aeronautica Militare di capitano. Di origine trentina, sarà la cinquantanovesima donna a volare nello spazio e la prima italiana. In questo periodo in cui non si fa altro che portare in evidenza i problemi degli italiani, una notizia che riesca a renderci un po’ orgogliosi è importante. Un curriculum importante che parte dall’Accademia aeronautica di Pozzuoli passando per l’America dove si è specializzata. Nel 2009 ha superato la durissima selezione dall’ASE, dove si è collocata al 3° posto su una rosa di 8500 canditati.

Ora è a più di 400 km di altezza per condurre la sua missione “ISS Expedition 42/43 Futura” che la vedrà impegnata per un periodo di 7 mesi sulla stazione orbitante internazionale per portare a termine un cospicuo numero di esperimenti sulla fisiologia umana e sulla stampa 3d in assenza di gravità. Pare che la sua dotazione spaziale includa anche una macchina del caffè espresso che assolverà al duplice compito di rilassare gli altri astronauti e verificare il comportamento dei liquidi nello spazio. Non vedo modo migliore di portare l’italianità a bordo. Andrea Minoia direzione@edizioniadesso.com

ADESSO


Piumini DanesiÂŽ pooq deneÂŽ pensa al vostro benessere partendo dal coprimaterasso. Feather Cloud è una soffice ed accogliente nuvola di piume, creata per cullare i punti d’appoggio del corpo, in particolare modo spalle ed anche. Posto semplicemente tra voi e il vostro materasso, e fissabile comodamente grazie agli elastici angolari, Feather Cloud rilassa i muscoli, favorisce la circolazione sanguigna e regala un sonno rigenerante e ristoratore, liberandovi dallo stress accumulato durante la giornata. Chi ha avuto il piacere di provarlo nelle beauty farm o negli hotel di prima categoria, racconta che basta sdraiarvisi una sola volta per sentirne la mancanza. Investire in un sano riposo migliora la vita.


ADESSO SOMMARIO 10 DICEMBRE 2014 · N. 17

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UOMINI DA SOGNO Chris Hemsworth L’uomo più sexy dell’anno

54. LIBRI

GIUSY VERSACE

Con Raimondo Todaro ha formato la coppia in assoluto più apprezzata a Ballando con le stelle. Ritratto di una grande donna che ha avuto il coraggio di cominciare una nuova vita.

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Tutte le novità

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06. FOTO DELLA SETTIMANA Creature molto particolari 08. FATTI DI UN TEMPO Accadeva in questa settimana 09. IMPEGNO PER GLI ALTRI Torna la maratona Telethon MUSICA PERSONAGGI 10. LA VITA È ADESSO Fiorella Mannoia: Enzo Iacchetti, a teatro con un L’Italia solidale i miei 60 anni in musica musical su Erika e Omar vista da Lorella 46. CINEMA 40. IN ONDA 26. MUSICA Il banco dei pugni I film in uscita Antonella Lo Coco 42. PERSONAGGI 50. PERSONAGGI 28. MODA Samya Abbary Marcello Cirillo Look & people 52. PERSONAGGI 44 . TV 34. BELLEZZA Maurizio Lastrico Fabrizio Frizzi Prendersi cura dei capelli 36. BEAUTY / NATALE Idee regalo per lui

58 ADESSO... È AMORE Eros & Marica, finalmente la serenità! 56. TECNOLOGIA Smartphone

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CHRISTIAN DE SICA Dopo tanti Cinepanettoni, ora nelle sale con un film sulla scuola. Il grande attore si racconta

PERSONAGGI Paola Minaccioni, la camaleontica interprete del cinema italiano

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ADESSO

SETTIMANALE N. 17 - 10 DICEMBRE 2014, anno I

Direttore Editoriale ANDREA MINOIA direzione@edizioniadesso.com Direttore Responsabile Vincenzo Petraglia vincenzo@edizioniadesso.com Redazione Chiara Mazzei (Cultura e società) chiara@edizioniadesso.com Lorella Cuccarini (Storie di solidarietà)

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Stefano Fisico (Caposervizio musica e spettacolo) fisico@edizioniadesso.com

STORIE ED EMOZIONI Terre des Hommes a difesa dell’infanzia contro il turismo sessuale in Rete

Progetto grafico KYTORI s.r.l. www.kytori.com - info@kytori.com

77. PUNTI DI VISTA Viaggio supersonico 78. NARRATIVA

Federica Piacenza (Moda) moda@edizioniadesso.com

Grafica ed editing Michele Magistrini (Caposervizio) Sebastian Páez Delvasto Laura Pozzoni

I racconti di Adesso

Direzione marketing Ciro Montemiglio Foto Editor Carlo Sessa Foto e illustrazioni Kikapress, Corbis, Fotolia, The Noun Project

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CUCINA CREATIVA Cavolfiori, amici del benessere SE NE PARLA Se lui è troppo geloso

80. LA MACCHINA DEL TEMPO

1976: viaggio a ritroso fra musica, curiosità e personaggi

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POLLICE VERDE

Balcone fiorito d’inverno CASA DOLCE CASA

Arredare con la luce OROSCOPO

82. AGENDA

Eventi in Italia

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SPESA CONSAPEVOLE GENITORI E FIGLI

Il primo rapporto sessuale Vino, toccasana per la salute AMICI ANIMALI

Quando il micio è obeso FAI DA TE

Nuova vita alla cenere

 Vieni a trovarci su Facebook, cerca la pagina Adesso

Concessionaria Pubblicità SO.FIN.COM. S.p.A. Via Bramante 35, 20154 Milano Tel. 02.89.09.66.21 Fax 02.89.09.83.58 info@sofincom.com

Redazione Via Nino Bixio 7, 20129 Milano milano@edizioniadesso.com

SALUTE

BRICONSIGLI

SO.FIN.COM. S.p.A. Via San Lucio 23, 00165 Roma info@sofincom.com

Agente esclusivo Regione Campania MediaAdv S.r.l. Via A. Panizzi 6, 20146 Milano Tel. 02.43.98.65.31 - 02.45.50.62.59 info@mediaadv.it

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Hanno collaborato: Manuela Blandino, Lorenzo Bordoni, Viviana Carfì, Marta Cerizzi, Silvia Coldesina, Federico Crisalidi, Alice Dutto, Serena Fogli, Massimo Lanari, Luca Foglia Leveque, Laura Frigerio, Angela Iantosca, Stefano Padoan, Fabio Quinto, Ettore Rizzo, Irene Spagnuolo, Alex Ursu, Roberta Valentini

88 PSICO Ansia da prestazione: come gestirla

Distribuzione per l’Italia SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola 24, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.66.03.01 Copyright 2014 Sofincom S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Stampa Bucarest r.e. uno s.r.l. Settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n.89- 14/03/2014. Una copia: 1,50 euro


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FOTO DELLA SETTIMANA

CREATURE MOLTO PARTICOLARI Javier Pérez, artista e art director ecuadoriano, traendo ispirazione dal gioco delle ombre cinesi e dall’abitudine dei bambini a mimare con l’ausilio delle mani, utilizza le sue dita per “completare” alcune illustrazioni di animali, dando vita a una serie di opere che stanno spopolando sul web e che regalano sorrisi a grandi e piccini. 6


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ADESSO

FATTI D’UN TEMPO

ACCADEVA

IN QUESTA SETTIMANA … di Ettore Rizzo

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L’ASSASSINIO DI JOHN LENNON

BR

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New York, ore 22,51. Una leggenda vivente della musica, l’ex Beatles John Lennon, sta rientrando a casa. Un venticinquenne squilibrato di nome Mark Chapman esplose contro di lui cinque colpi di pistola, colpendolo quattro volte mentre esclamava: «Hey, mister Lennon». Lennon fece in tempo a mormorare: «I was shot...» («mi hanno sparato») prima di stramazzare al suolo e morire pochi minuti dopo. «Non ho paura di morire, sono preparato alla morte perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da un’auto per salire su un’altra», aveva dichiarato undici anni prima. Assieme a Paul Mc Carntey aveva cantato e composto la maggior parte delle canzoni dei Beatles.

8 19 DIC 80 EM

E

Junio Valerio Borghese, ex eroe di guerra, era presidente del Fronte Nazionale, un’organizzazione di estrema destra. Fu lui ad organizzare il golpe dell’Immacolata: una colonna di guardie forestali da Rieti scese verso Roma, mentre membri dell’esercito e del partito di estrema destra Avanguardia Nazionale si diressero verso il ministero dell’Interno e la sede della Rai, da cui Borghese avrebbe dovuto trasmettere un messaggio alla nazione. Alcuni golpisti erano già al Viminale quando una telefonata di Borghese, improvvisamente, fermò tutto. Perché? Mistero. Secondo alcuni, l’ordine arrivò dal «venerabile» Licio Gelli. Secondo Andreotti, fu Giorgio Almirante ad avvertire il governo e a far saltare tutto.

BR

BR

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«Tora! Tora! Tora!» («Tigre! Tigre! Tigre!»). Il grido ruppe l’assoluto silenzio radio con cui la squadra navale giapponese si era avvicinata alle Hawaii. Obiettivo, la base navale di Pearl Harbour, dove era ormeggiata la flotta americana del Pacifico. Gli Stati Uniti erano ancora neutrali. I bombardieri e gli aerosiluranti giapponesi, scortati dai micidiali caccia Mitsubishi Zero, colpirono gli americani di sorpresa (ma qualcuno, forse, sapeva...), affondando in due ondate cinque corazzate e due cacciatorpediniere. Per l’opinione pubblica americana fu uno shock. Roosvelt reagì entrando in guerra contro Giappone, Germania e Italia. L’ammiraglio Yamamoto, comandante della flotta nipponica, non esultò: «Temo di aver solo svegliato il gigante che dorme».

7 19 DIC 41 EM

5 19 DIC 25 EM

BR

E

Diciamo la verità: non ci fosse stato Fantozzi e quel suo commento («è una cag...ta pazzesca!»), nessuno si sarebbe ricordato del capolavoro del cinema muto firmato dal regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Il film, dalla durata di appena 77 minuti, narra della fallita rivoluzione russa del 1905, esplosa a Odessa in seguito all’ammutinamento dei marinai della possente nave da guerra zarista. Nel Secondo tragico Fantozzi (1976) la corazzata «Kotionkin» viene rappresentata come il simbolo della distanza tra l’intellighenzia culturale dell’epoca e i gusti popolari, assai più interessati a un’epica Italia-Inghilterra che al cinema d’essai.

IL GOLPE BORGHESE

8 19 DIC 70 EM

PEARL HARBOUR

LA CORAZZATA POTËMKIN


IMPEGNO PER GLI ALTRI

LA MARATONA

PIÙ BUONA

ADESSO

In onda dall’8 al 14 dicembre sulla Rai torna Telethon, per raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie rare di Chiara Mazzei

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gni anno c’è un appuntamento fisso con la solidarietà, cui gli italiani rispondono sempre solerti. Torna anche quest’anno, per la sua venticinquesima edizione, dall’8 al 14 dicembre sulle reti Rai, la storica maratona televisiva della Fondazione Telethon, volta a finanziare e sviluppare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. I risultati ottenuti nel tempo da questa iniziativa sono davvero importanti. Grazie a Telethon, ad oggi, sono state messe a punto terapie per alcune malattie rare prima considerate incurabili, come l’ADA-Scid, leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott Aldrich. Fabrizio Frizzi, Flavio Insinna, Massimo Giletti e Cristina Parodi condurranno, nella serata del 12 dicembre su Rai Uno, il charity show Io esisto, una serata di intrattenimento che nasce con l’obiettivo di informare e sensibilizzare il pubblico sul problema delle malattie genetiche rare e sull’importanza di sostenere la ricerca scientifica. Protagonisti non saranno solo gli artisti ma anche le storie di bambini e famiglie che ogni giorno si confrontano con la malattia e i ricercatori Telethon impegnati nella sfida quotidiana di trovare possibili cure. Le loro storie saranno raccontate attraverso interviste in diretta e con la messa in onda di cortometraggi inediti. A partire dal 7 dicembre sarà attivo il “numeratore”, strumento che in tempo reale permetterà di visualizzare i fondi raccolti grazie agli italiani che potranno donare telefonando o inviando sms al numero solidale 45501. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun sms inviato. Sarà di 2 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TWT, TeleTu e ClaudItalia di 5/10 euro per ciascuna

chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb. Il numero 45501 è attivo dal 1° al 16 dicembre. Insieme alla maratona televisiva sabato 13 e domenica 14 dicembre volontari Telethon saranno presenti in circa 2000 piazze italiane dove sarà possibile con una donazione minima di 10 euro ricevere un maxi cuore di cioccolato e sostenere la ricerca Te-

lethon. Filo conduttore delle iniziative di dicembre è la campagna “La nostra maratona è #ognigiorno” dal messaggio lanciato da tutti i protagonisti di Telethon, malati, famiglie, ricercatori, donatori. L’edizione 2013 della staffetta televisiva ha permesso di raccogliere 30.500.000 euro. Quest’anno non dobbiamo essere da meno. Mano ai telefoni, pronti a donare!

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ADESSO

INSIEME A TRENTA ORE PER LA VITA

LA VITA È

ADESSO

GLI SCONCERTANTI DATI RIGUARDANTI LA PEDOFILIA IN RETE PORTANO A UNA RIFLESSIONE SULL’URGENZA DI INTERVENTI ADEGUATI. QUESTA SETTIMANA VI RACCONTO L’INSTANCABILE ATTIVITÀ DI TERRE DES HOMMES L’ho letto una volta, una seconda e una terza. Poi ho chiuso gli occhi per qualche secondo, li ho riaperti e ho ripetuto ad alta voce quanto stavo leggendo. Non ci volevo credere. Ad ogni ora del giorno settecentocinquantamila pedofili sono

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connessi online, in ricerca di un bambino o una bambina con cui fare sesso via web. Sono le ultime rivelazioni diffuse dall’FBI e dalle Nazioni Unite. Sono numeri che fanno gelare il sangue. La buona notizia è che Scott Robert Hansen, uno di questi 750mila pedofili che vive in Australia, è finito dietro le sbarre. È stato condannato a due anni di prigione per aver indotto una minore a compiere atti sessuali online. C’è un particolare: Sweetie, la bambina filippina di 10 anni vittima del suo abuso, non esiste nella vita reale. È una creatura virtuale generata da un programma per il computer. È stata messa in rete come esca,

per verificare quanto e come gli adulti si avvicinano ai minori via web. Per il giudice australiano è stata sufficiente per emettere una sentenza di condanna. “È irrilevante che la bambina non sia reale perché se credi che lo sia è abbastanza”. Per l’organizzazione internazionale Terres des Hommes - ideatrice di Sweetie - è una vittoria importante. Da preda, Sweetie si trasforma in cacciatrice, assecondando le perverse richieste dei pedofili con cui entra in contatto in chat. Accetta di spogliarsi. A quel punto i pedofili le inviano foto pornografiche e contatti telefonici. Da lì scattano le denunce. E ora anche la prima condanna.


INSIEME A TRENTA ORE PER LA VITA

“Siamo lieti di questo grande risultato, anche perché il giudice ha ritenuto che il reato commesso fosse assimilabile a quello compiuto nei confronti di una bambina vera”, racconta Raffaele Salinari, presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes. “Ciò dimostra la validità del nostro metodo, che stiamo presentando alle Forze dell’Ordine di varie nazioni. Agire proattivamente utilizzando tecnologie come quella usata con Sweetie può dare il colpo di grazia a un fenomeno che ci preoccupa particolarmente, come quello dello sfruttamento sessuale via webcam”. Fino ad oggi, Sweetie è stata abbordata da oltre 20mila utenti in tutto il mondo. “È la dimostrazione di come pedofili e sfruttatori di bambini possano agire indisturbati nella rete, ma anche di come sia possibile rintracciarli”, insiste Raffaele Salinari. Terre des Hommes ha anche lanciato una petizione internazionale per fare pressione sui principali governi affinché si impegnino a realizzare al più presto politiche investigative proattive. Nonostante il fatto che il “turismo sessuale” minorile tramite webcam sia proibito dalle leggi della maggior parte dei paesi, solo 6 pedofili online – denuncia Terre des Hommes sono stati messi in prigione per questo crimine. “Non è un problema di mancanza di leggi”, dichiara Hans Guyt, responsabile della campagna di Terre des Hommes

Olanda. “Le Nazioni Unite hanno stilato delle norme che rendono illegale questo tipo di violenza sui bambini quasi in ogni parte del mondo. Ma il problema maggiore è che la polizia non intraprende delle azioni finché le vittime non sporgono denuncia”. Com’è ovvio i bambini non denunciano quasi mai questo tipo di crimini perché di solito provengono da famiglie

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molto povere e vengono costretti dagli adulti a prostituirsi online. Dovrebbero quindi spesso testimoniare contro la loro stessa famiglia, cosa molto improbabile per un bambino. Sono sempre convinta che internet debba restare una rete libera, ma nel rispetto della legge. Numerose organizzazioni internazionali che difendono il mondo dell’infanzia ci dicono che il numero di bambini sfruttati attraverso le webcam è in continua ascesa anche perché l’accesso a internet si sta pian piano diffondendo anche nei paesi in via di sviluppo. Attenzione però a considerare questo fenomeno lontano dall’Europa. Data la semplicità delle attrezzature necessarie, potrebbe coinvolgere anche i minori dei paesi più industrializzati come l’Italia. I figli vanno sempre sorvegliati. Davanti al computer il doppio. Questo per me è alla base di un genitore 2.0. Lorella

Sopra, le chat che alcuni utenti hanno avviato con Sweetie, la bambina filippina completamente virtuale che Terre des Hommes ha progettato per incastrare i pedofili. Uno, in Australia, è stato recentemente condannato.

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Giusy Versace (37 anni) e Raimondo Todaro (27): la coppia in assoluto più ammirata dal pubblico di Ballando con le stelle e che ha fatto fantasticare non poco i più romantici.

Il grande successo in tivù, la riconoscenza per l’affetto del pubblico, i ricordi del terribile incidente che nove anni fa le ha cambiato l’esistenza. E il ritorno alla vita... grazie all’amore, lo sport e ora il ballo


© G. Colombo

Giusy

VERSACE «A Ballando con Raimondo emozioni che non dimenticherò mai»

C

on Raimondo Todaro ha formato la coppia in assoluto più ammirata dal pubblico di Ballando con le stelle. Ha danzato il valzer come una principessa. Ha riso divertita quando una delle sue gambe è volata via durante il numero di salsa. È stata protagonista di uno strepitoso cha cha cha. E poi il jive, il paso doble, la rumba… Dando ogni volta il massimo per affrontare al meglio le sfide dello show di Milly Carlucci. Giusy Versace, una donna che di prove e sfide da superare ne sa qualcosa. Da quel lontano giorno di nove anni fa, in cui ha perso entrambe le gambe in un incidente stradale e ha dovuto reimparare a camminare e a vivere, grazie all’aiuto delle protesi. Ma camminare soltanto non le bastava. E così è diventata la prima italiana campionessa di corsa paralimpica: in quattro anni di attività ha collezionato nove titoli, un record europeo e si sta allenando per qualificarsi ai Mondiali del prossimo anno. Una che non si arrende, insomma, e che lo fa con un sorriso, una femminilità e una dolcezza speciali. “Una ragazza con le palle”, come l’ha definita Guillermo Mariotto, lo stilista e giurato di Ballando. E che si muove sulla pista con grazia, leggerezza e senso dell’umorismo, aiutata da un partner come Raimondo Todaro, l’insegnante di ballo che in tutte queste settimane le ha dimostrato sempre un affetto speciale, anche tramite sguardi, baci, abbracci che hanno non di rado fatto fantasticare i più romantici. Anche se lei è fidanzatissima, con Antonio Magra, anche lui disabile e sportivo paralimpico, e Raimondo ha una figlia, Jasmine, dalla compagna Francesca Tocca. Giusy, partiamo da Ballando con le stelle: puoi fare un bilancio di questa tua avventura? «Il mio bilancio è positivo, già per il fatto di essere riuscita a mettere le scarpe con i tacchi, a camminarci e addirittura a ballarci...

di Roberta Valentini

Da quando sono rimasta vittima dell’incidente, avevo completamente abbandonato l’idea, invece ho dovuto ricredermi». Cosa mi dici di Raimondo Todaro? Sai, che molti, soprattutto i più romantici, hanno fantasticato su di voi? «Io sono fidanzata e lui ha una compagna. Ma tra noi c’è un rapporto bellissimo: Raimondo è stato in tutto questo tempo sempre molto dolce e mi ha sostenuta in ogni occasione. Il feeling c’è stato fin dall’inizio, anche perché mi è venuto incontro in tutte le maniere e quindi sono riuscita a seguirlo molto facilmente. Con lui, quando ballo, mi sembra davvero di volare. Mi fido ciecamente di lui». Che cosa hai pensato, quando ti hanno proposto di partecipare al programma? «Inizialmente credevo che volessero la mia presenza come ospite per una sera, poi quando mi hanno spiegato che mi volevano come concorrente, sono diventata viola». Qual era l’aspetto che ti spaventava di più? «Sicuramente l’impegno fisico che richiede il programma, dal momento che io sto preparando il mondiale dell’anno prossimo, il fatto di dovermi trasferire per tre mesi da Milano a Roma. E poi, diciamo la verità, una disabile che balla senza gambe il sabato sera su Raiuno, che si chiama Versace di cognome, può essere fraintesa. Avevo paura della reazione della gente e anche della mia. Ma Milly e il suo staff mi hanno riempito di premure e la paura se n’è andata». Durante la tua esibizione di salsa, quando la gamba è volata via, hai reagito con un meraviglioso sorriso. Quali sono stati i tuoi pensieri in quel momento? «Innanzitutto mi è venuto da ridere e, se ci penso, rido ancora. Mentre Raimondo, che è stato bravissimo, mi teneva in braccio, mi sono chiesta dove fosse finita la mia gamba. Sai, io sono abituata a questo, mi è capitato spesso, sul motorino, durante le gare,

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all’Autogrill, l’importante è cercare di mantenere l’equilibrio e di non cadere, però chi assiste non sai mai come può reagire. E invece il pubblico l’ha presa bene e s è creato comunque un momento di allegria. Alla fine, questo incidente mi ha reso più umana ai loro occhi, perché nella prima puntata sono stata protagonista di un cha cha cha talmente perfetto, che davvero poteva sembrare che tutto mi riesce facile, senza fatica». Parliamo della tua fatica quotidiana, Giusy: che cosa significa convivere con un paio di protesi come le tue? «Significa convivere con il dolore fisico, le protesi fanno male e non è un caso che molte persone nelle mie stesse condizioni o con una gamba sola si arrendano alle sedia a rotelle o alle stampelle. Sono gambe rigide, pesano e quando le tolgo devo fare attenzione ad idratare bene le cicatrici dell’amputazione. Alcune giornate sto meglio, altre peggio, a volte zoppico, altre cammino e ballare così non è facile, come non è facile correre. Ogni mattina mi alzo e dico “Signore dammi la forza per questa giornata” e ogni sera, prima di addormentarmi, lo ringrazio per quello che sono riuscita a fare. Vivo giorno per giorno».

Giusy, nove anni fa a causa di un brutto incidente stradale in cui ha rischiato di morire, ha perso entrambe le gambe, ma, dando prova di grande forza e coraggio, ha cominciato una nuova vita che l’ha trasformata nella prima italiana campionessa di corsa paralimpica: in quattro anni di attività ha collezionato nove titoli, un record europeo e conta di essere fra le protagoniste ai Mondiali del prossimo anno.

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Dopo l’incidente, quando mi sono “risvegliata dal coma, ho fatto un voto alla Madonna e Lei mi ha aiutata a rinascere

Nella tua vicenda, la fede ha avuto e ha un ruolo fondamentale, come hai raccontato nel tuo libro, Con la testa e con il cuore si va ovunque… «Sì, durante l’incidente, prima di svenire, quando ho visto che le mie gambe erano state tranciate, ho iniziato a pregare, sentivo che potevo morire e mi sono aggrappata alla vita con la unghie e con i denti. In ospedale, poi, dopo il coma, ho fatto un voto, promettendo alla Madonna che se fossi tornata a camminare con le protesi sarei andata in pellegrinaggio a Lourdes per ringraziare. E così ho fatto. Mi ha accompagnata una zia, volontaria dell’Unitalsi, di cui oggi faccio parte anch’io, e lì ho trovato tutte le risposte alle mie domande. Per me andare a Lourdes significa fare il pieno di energia, un po’ come quando metti in

carica il cellulare». A proposito di Lourdes, è vero che hai pianto a lungo la prima volta che sei stata là? «Sì, perché provavo un profondo senso di gratitudine, visto che riuscivo a reggermi sulle protesi, ma anche una bella rabbia, che lì è uscita fuori tutta. Inutile dire che una donna che perde le gambe, si sente menomata nella sua femminilità, apre l’armadio e si rende conto che un certo tipo di “mondo” non è più per lei, dal collant, alla minigonna o ai jeans attillati. E, ogni volta, è come ricevere una coltellata. E allora ti chiedi: perché proprio a me?. Me lo sono chiesta anche io, davanti alla grotta della Madonna, in un grande sfogo di pianto». E dopo il pianto, che cos’è successo? «Ho sentito una voce che mi diceva


Nonostante in molti, nel vederli ballare così affiati, avrebbero voluto che fra loro nascesse del tenero, Giusy è fidanzatissima, con Antonio Magra, anche lui disabile e sportivo paralimpico, che ha perso una gamba da ragazzino a causa di un incidente agricolo con una motozappa, mentre Raimondo è padre di Jasmine, avuta dalla compagna Francesca Tocca.

nell’orecchio di girare la domanda e di chiedermi “perché non a me? Che cosa ho io, più degli altri, perché questo mi debba essere risparmiato?”. Ecco, lì ho capito e ho guardato alle mie nuove gambe non come a una croce da portarmi dietro, ma come a una nuova opportunità per continuare a vivere. E c’è stato il punto di svolta». Anche la tua famiglia ha avuto un ruolo fondamentale… «Sì, sono stata fortunata, perché mia madre Liliana e mio padre Alfredo mi hanno supportata e sostenuta in modo eccezionale, insieme a mio fratello. Non mi hanno mai lasciata sola, neanche una volta, neanche in bagno. Abbiamo riso, pianto e ci siamo guardati allo specchio sempre insieme. Sono i miei angeli custodi. Mio fratello è venuto e vivere con me a Milano, mentre loro, che sono separati, ma si sono uniti nel dolore, continuano a stare a Reggio Calabria. Altre persone nelle mie condizioni non hanno avuto questo amore e questo sostegno meravigliosi, se ce l’ho fatta è proprio grazie alla mia famiglia». E i tuoi cugini Santo e Donatella, invece, come sono intervenuti? «Non ho mai permesso che intervenissero: andiamo d’accordo, usciamo a pranzo e ci confrontiamo, ho un rapporto molto stretto con Santo, un po’ meno con Donatella, che è sempre in giro, ma essere loro parente non mi ha agevolata, né prima dell’incidente quando lavoravo in azienda nel settore commerciale, né dopo. Ce la volevo fare per la mia forza di volontà e ho dimostrato di esserne capace. Dico solo che quando sono tornata in azienda dopo l’incidente, non ho trovato la mia scrivania e non avevo più il mio ruolo. E l’incidente l’ho avuto durante uno viaggio di lavoro. Quindi, per me, niente tappeto rosso, mi sono battuta anche più degli altri e per me va bene così». Come sei arrivata addirittura a diventare una campionessa di corsa? Prima dell’incidente, non eri un’atleta… «Ero una sportiva, andavo in palestra e giocavo a tennis, ma se sono diventata

un’atleta è tutto merito del mio compagno, Antonio. Lui era un atleta, correva e faceva il lanciatore, lo accompagnavo alle gare e un giorno mi ha spinto a provare. Mi sono cimentata per curiosità e ho scoperto un mondo nuovo. Ho imparato ad amare la corsa senza le gambe, incredibile, no? Poi ho iniziato a vincere e a collezionare titoli. Mai pensavo di arrivare a tanti traguardi e devo dire grazie anche al mio allenatore Andrea Giannini, che mi ha trasformata da una papera che saltellava in un’atleta. Insomma, la corsa è un grande amore e la gioia di gareggiare è talmente tanta, che dimentico i lividi e il dolore». Hai nominato Antonio, il tuo com-

pagno di vita da sette anni: come vi siete conosciuti? «Durante un mio periodo di riabilitazione a Bologna, anche a lui manca una gamba, ma quando l’ho visto la prima volta, alto e atletico, non me ne sono accorta. Solo il giorno dopo, quando l’ho incontrato in pantaloncini corti e ho visto il suo ginocchio bionico, mi sono detta: “ma guarda un po’, abbiamo Robocop”. A lui devo molto, perché mi ha insegnato a guardare oltre…». Antonio è arrivato nella tua vita un anno dopo l’incidente, quindi sembra proprio la persona giusta al momento giusto… «Sì, mi ha dato la marcia in più per

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fare tante cose: lui mi fatto riappropriare della mia femminilità, ha creato Giusy l’atleta, mi ha spinta a partecipare a Ballando, a scrivere il libro e a fondare la Onlus “Disabili NoLimits”, di cui sono presidente. Mi ha fatto sentire bella e di nuovo desiderata, quando invece mi sentivo brutta e diversa. Mi ha fatto una corte spietata e ha demolito i miei dubbi. “Ma dove andiamo, che abbiamo una gamba in due?”, mi dicevo. E, invece, lui ha insistito. Comunque vada tra noi, che duri in eterno o finisca tra un anno, gli sarò grata per sempre. Mi ha aiutato a mettere le basi per costruire quella che sono ora, come si fa con un palazzo. A lui ho dedicato il mio libro, insieme ai miei genitori e a tutti quelli che ci sono stati». Ancora non vivete insieme, come mai? «Perché lui sta a Catania e io a Milano, e a quanto sembra è un po’ difficile decidere chi deve trasferirsi e dove, visto che ognuno di noi due è molto legato alla città in cui vive. E chissà che non sia proprio questa distanza e questa continua necessità di viaggiare per vederci, il segreto della durata del rapporto. Forse è per questo che Antonio mi sopporta (ride)». E se ti chiedesse di sposarlo? «Prima dobbiamo capire dove vivere! Un passo alla volta! Do molto valore al matrimonio, proprio perché sono figlia di due separati e sempre per questo motivo non ho accettato la proposta di matrimonio del mio ex fidanzato». A proposito del tuo ex fidanzato, invece, che ricordo hai? «Siamo cresciuti insieme dai 18 ai 28 anni e ci siamo voluti molto bene. Ma con lui mi sono tirata indietro perché non mi sentivo più sicura di voler costruire qualcosa, nei nostri dieci anni di rapporto ero cambiata molto e non è stato l’incidente a dividerci, questo lo dico con assoluta certezza. Anzi, lui mi ha chiesto di sposarlo proprio dopo che ho perso le gambe, ma non me la sono sentita e mi assumo la responsabilità della fine del nostro rapporto». Parliamo di maternità: ti vedi mamma in futuro? «Me lo domandano tutti, mio padre per primo ogni giorno al telefono mi chiede un nipotino, vuole diventare nonno. Sarebbe un’esperienza bellissima, ma un figlio è una grande responsabilità e per seguirlo si devono lasciare tante cose, mentre io ho una vita attualmente molto

accelerata e piena di impegni. Quando sarà il momento, come nel tassello di un puzzle, sicuramente succederà, com’è stato per tutte le cose nella mia vita, fino ad oggi. Ma sarei bugiarda e ipocrita a dire che l’idea di una gravidanza un po’ non mi spaventa. È un sacrificio fisico grande per tutte le donne, quindi doppio per me...». Che cosa ti auguri per questo Natale e che regalo sogni di trovare sotto l’albero? «Per me il Natale è un momento importante, significa famiglia, calore, risate, tombolate. Lo passerò con i

miei genitori, dividendomi un po’ tra tutti e due, visto che sono separati. Il regalo che mi aspetto? Non ne ho idea, ogni anno è una sorpresa. In genere sono io quella che fa i regali, vado in giro, studio quello che può piacere alle persone che amo». La tua canzone natalizia preferita? «Quella di Mariah Carey, All I want for Christmas is you, mi mette una grande allegria». Un desiderio per l’anno nuovo? «Ho tanti progetti, vediamo che cosa succede. Per prima cosa riprenderò gli allenamenti per i Mondiali».


Elena Di Cioccio

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PERSONAGGI

«MIO PADRE MI HA INSEGNATO L’UMILTÀ» di Roberta Valentini

Al cinema con un ruolo più “sobrio”, non da Cinepanettone, Christian De Sica ricorda con tenerezza la sua infanzia, mentre guarda al futuro

È

tornato nei cinema con una commedia dai toni leggeri, La scuola più bella del mondo, diretta da Luca Miniero, nei panni del preside di una scuola toscana, Filippo Brogi. Un ruolo diverso, per Christian De Sica, rispetto a quelli suoi abituali nei Cinepanettoni. «Il mio Filippo Brogi è un uomo competitivo, ma che crede nel valore della scuola, tanto che i suoi alunni sono dei vincenti. È un personaggio gradevole, privo di pesantezza e volgarità, in una commedia dove si sente il tocco elegante, la classe e la grazia di un re-

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gista come Miniero: più che un regista, lui mi è sembrato un attore comico». Esordisce così, il figlio di Vittorio De Sica, durante la conferenza stampa romana per la presentazione del film. A sessantatre anni compiuti lo scorso gennaio, Christian è diventato professionalmente sempre più versatile. Attore drammatico nei film di Pupi Avati e nell’ultima serie tv del regista bolognese, Un matrimonio. Attore comico al cinema e giudice televisivo nel talent di Carlo Conti, Tale e quale show. Protagonista di un musical come Cinecittà, dove dimostra il suo talento di

Christian De Sica ( 63 anni ) sta vivendo un periodo d’oro della sua carriera fra televisione, con Tale e quale show, cinema, con il film di Miniero La scuola più bella del mondo e teatro. È, infatti, in tournée con Cinecittà.

© Moris Puccio

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© Angelo Redaelli

De Sica in scena durante lo show teatrale Cinecittà che sta portando in giro per l’Italia e che fa rivivere un modo di fare spettacolo andato ormai quasi del tutto perduto.

Christian, se torni indietro nel passato, come ha reagito papà Vittorio quando gli hai comunicato che volevi fare l’attore? «Frequentavo l’università di lettere, andavo bene, tutti trenta e lode, ma a un certo punto mi sono reso conto che la mia “scuola” era un’altra, quella dei night. Quando gli ho detto che sarei andato con Massimo Boldi in giro per le balere, gli è preso un colpo: “Che sei matto? Tu devi studiare!”, mi disse. Ma ormai avevo deciso e quella decisione è stata la mia salvezza, perché quando © Angelo Redaelli

interprete e chansonnier. Tutto merito del suo talento, coltivato negli anni, sfidando il “confronto” con un padre che ha fatto la storia del cinema italiano e al quale l’attore è legato da sempre da un fiume di ricordi e da un amore particolari. «È stato un padre eccezionale, lui mi suscitava tanta tenerezza, perché siccome mi ha avuto a 51 anni e aveva già i capelli bianchi, non è che poteva rotolarsi, andare in bicicletta, giocare a pallone con me: tutte quelle cose che poi io ho fatto con mio figlio Brando», ha ricordato quando è stata inaugurata la mostra Tutti De Sica, dedicata al padre. «Allora, per stare seduto e non correre, faceva il regista e obbligava me e mio fratello Manuel a fare gli spettacoli nel salotto di casa, dove ci faceva recitare con le parrucche e i baffi, con un aiuto regista che altri non era che il grande René Clair. Io e mio fratello, vestiti in frac, sembravamo due cornacchie, e recitavamo in sketch come I suicidi, I cittadini che protestano. Lui si divertiva, noi un po’ meno. Però mi ha trasmesso la passione per questo mestiere…». Racconti importanti, quelli dell’attore, che a quarant’anni dalla morte del grande Vittorio (scomparso il 13 novembre 1974), non dimentica un’infanzia e un’adolescenza felici, vissuta sotto il segno dell’arte e del genio paterni. E che racconta il suo passato e il suo presente, ricco di aneddoti speciali.

papà è morto avevo solo 23 anni e già avevo un mestiere in mano. Probabilmente, se avessi continuato con l’università, non sarei andato avanti nella vita come poi mi è successo». In questo tuo ultimo film sei un preside di liceo entusiasta e competitivo. Se ripensi ai tuoi anni scolastici, invece, che cosa ti viene in mente? «Mi ricordo che il liceo per me è stata una sorta di accademia di arte drammatica. Ho frequentato il Nazareno, a Roma, una scuola privata di preti, dopo essere stato bocciato in prima liceo e dove mi ritrovai a ripetere l’anno con un compagno di classe come Carlo Verdone, che poi sarebbe diventato mio cognato nel corso degli anni. Ecco, io e Carlo, oltre a studiare sui libri, “studiavamo” anche i nostri professori: come accavallavano le gambe, come fumavano, come tossivano… Abbiamo cominciato così, imitandoli scherzosamente». A proposito di scuola di vita, invece, che cosa ti ha insegnato tuo padre? «La cosa che mi ha insegnato papà è che bisogna essere molto molto umili, che bisogna essere grati. E infatti, ogni volta che apro le finestre, ringrazio Gesù, per quello che ho e perché faccio questo mestiere». Come definiresti Vittorio De Sica, tu

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PERSONAGGI

che hai vissuto con lui 23 anni? «Lui era un anticonformista, non andò mai a ritirare l’Oscar, per esempio. Io ho quello di Ladri di biciclette, che mi regalò il produttore del film, Totò Cicogna, e l’ho dato a mio figlio Brando, che ce l’ha in America. E poi si vergognava anche di andare a comprare le camicie e le giacche, ci mandava mia madre (Maria Mercader, ndr). Quando mi sono comprato la mia prima macchina, una Bentley scassata che costava 1.700.000 lire, e volevo portarlo con me, lui mi diceva: che sei matto, io mi vergogno! E prendeva il taxi o andava in autobus…». Dai ricordi paterni al cinema di oggi: ti è dispiaciuto, quest’anno, non recitare nel Cinepanettone, dopo il successo di Colpi di fortuna dell’anno passato? «Premesso che l’ultimo che ho fatto con Neri Parenti mi ha regalato tante soddisfazioni, quest’anno ho preferito recitare nel film di Luca Miniero, perché ho pensato che fosse meglio per me. Bisogna anche considerare la questione dell’età: non potevo continuare a interpretare amanti e “cornificatori”, non sarei più stato credibile, e invece diventare il preside di una scuola, come è successo quest’anno, mi è sembrato un ruolo più giusto e più adatto a me». Ma se dovessero richiamarti, tu che cosa risponderesti? «Se dovessero richiamarmi per recitare in un Cinepanettone con un ruolo che mi si addice, io correrei subito… Anzi,

devo dire che Aurelio (De Laurentiis, il produttore, ndr), mi ha telefonato (ride)». Sul set del film La scuola più bella del mondo, invece, come ti sei trovato con i tuoi “colleghi di scuola” (Rocco Papaleo, Miriam Leone, Angela Finocchiaro e Lello Arena, ndr)? «Mi sono trovato bene, avevamo formato un’ottima compagnia e non sempre succede sul set, perché generalmente quando si recita in un film, ogni attore è solo con il suo personaggio. Questa volta, invece, abbiamo vissuto insieme e ogni sera, dopo le riprese, si andava a mangiare tutti al ristorante. Non per niente sono ingrassato nove chili… Insomma, il clima era talmente bello e divertente, che credo sarà percepito dal pubblico quando ci vedrà sul grande schermo». Com’è stato recitare con così tanti ragazzi di età diverse? «I bambini e i ragazzi del film sono stati straordinari e si sono rivelati dei grandissimi attori: sono stati una botta di vita e di energia, mi hanno regalato un rinnovato entusiasmo e tanta voglia di continuare a recitare. E questo, in un mestiere come il mio, è importante». Quali sono i tuoi prossimi progetti? «A dicembre ricomincio il teatro con il musical Cinecittà e poi girerò un film nuovo, la storia tra un uomo della mia età e una donna di 45 anni, non una storia d’amore, ma quella di un’amicizia speciale, in un film di nicchia».

Christian De Sica è sposato con Silvia Verdone, sorella di Carlo, conosciuta ai tempi della scuola, da 34 anni, ed è padre di Brando (31 anni), regista, e Maria Rosa (29), stilista. In basso, in una scena del film con Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Miriam Leone.

CHRISTIAN DE SICA ANGELA FINOCCHIARO

UN FILM DI LUCA MINIERO

ROCCO PAPALEO MIRIAM LEONE

© Cattleya / Foto: Fabio Lovino

ADESSO

CATTLEYA E UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL PRESENTANO LA SCUOLA CON CHRISTIAN DE SICA ROCCO PAPALEO ANGELA FINOCCHIARO PIÙ BELLA DEL MONDO UN FILM DI LUCA MINIERO MIRIAM LEONE NICOLA RIGNANESE UBALDO PANTANI CON LA PARTECIPAZIONE DIRETTORE DI PRODUZIONE CRISTINA TACCHINO OPERATORI DI LELLO ARENA SOGGETTO E SCENEGGIATURA DANIELA GAMBARO DAVIDE SONDELLI SACHA IPPOLITI SUONO MAURIZIO ARGENTIERI COREOGRAFIA MASSIMO GAUDIOSO LUCA MINIERO CASTING MARITA D’ELIA AIUTO REGIA TOMMASO PETROLO CHANTAL TOESCA SEGRETARIA DI EDIZIONE GINA NERI FOTOGRAFIA FEDERICO ANGELUCCI MUSICHE PAOLO BUONVINO SANTI PULVIRENTI ORGANIZZATORE GENERALE PIERGIUSEPPE SERRA DELEGATOANIMAZIONI ASTUTILLO SMERIGLIA COSTUMI ELEONORA RELLA SCENOGRAFIA MONICA VITTUCCI MONTAGGIO GIOGIÒ FRANCHINI COLLABORAZIONE DI PRODUZIONE ARIANNA DE CHIARA PRODUTTORE ESECUTIVO ANTONELLA IOVINO UNA PRODUZIONE CATTLEYA PRODUTTORE DELEGATO FRANCESCA AL MONTAGGIO LUCA MONTANARI LaScuolaPiuBellaDelMondo PRODOTTO DA RICCARDO TOZZI GIOVANNI STABILINI LONGARDI MARCO CHIMENZ REGIA DI LUCA MINIERO

© Moris Puccio

lascuolapiubelladelmondo.libero.it

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MUSICA

MANNOIA

I MIEI PRIMI SESSANT’ANNI... IN MUSICA L’ARTISTA FESTEGGIA IL SUO IMPORTANTE COMPLEANNO CON L’ANTOLOGIA FIORELLA E CONQUISTA SUBITO LE CLASSIFICHE. NOI L’ABBIAMO INTERVISTATA...

P

iù passa il tempo e più Fiorella Mannoia acquista bellezza e dolcezza. Incontrarla e parlare un po’ con lei è sempre un piacere, soprattutto ora che ha appena festeggiato i suoi primi 60 anni (e 46 di carriera) in grande stile, ovvero con una bellissima antologia intitolata semplicemente Fiorella, piena di vecchi successi e duetti imperdibili, che non a caso ha già conquistato le classifiche... Fiorella, come mai ha deciso di festeggiare così i tuoi 60 anni? «Quando ho compiuto 60 anni mi sono chiesta se sarei caduta anch’io nella tentazione di fare un’antologia e, a furia di

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pensarci, ho iniziato a immaginare cosa ci avrei messo. Lo confesso: non mi ricordo nemmeno gli album che ho fatto, perché non ho il culto della personalità (io vado avanti e basta), ma ho riaperto i cassetti con le foto e mi sono resa conto di tutte le canzoni e i tour fatti, così mi sono detta che in fondo me lo meritavo. Ci sarebbero voluti quattro album per raccogliere 46 anni di carriera: io ho tenuto come inizio la mia partecipazione a Castrocaro a 14 anni, ma in realtà ho cominciato a 8 anni. Due pezzi infatti sono andati su iTunes per mancanza di spazio. In un cd ho inserito i pezzi più rappresentativi, ma anche quelli meno noti: I treni a vapore, per esempio, non l’ho messa perché l’ho già riproposta mille volte durante i concerti. Nel secondo cd ci sono i duetti con colleghi che per me sono preziosissimi, perché senza di loro probabilmente non sarei qui». Ci sono stati degli artisti che ti hanno sorpreso?

di Laura Frigerio «Si, pensavo che Ligabue non avrebbe detto sì e invece l’ha fatto. Lo stesso Adriano Celentano, che in passato ho incontrato solo una volta ed era un po’ che non cantava. Io ho iniziato proprio cantando le canzoni di Celentano e lui lo sapeva, non a caso il mio secondo singolo, dopo la cover della sua Un bimbo sul leone, era Mi piace quel ragazzo lì proprio dedicata a lui». E poi c’è Khorakhanè, splendido duetto con Dori Ghezzi... «È stato per me un regalo bellissimo. Dori non cantava più da anni e l’ultima volta è stata proprio con questo pezzo, nell’album di Fabrizio De André. Lei non ha mai partecipato a concerti dedicati a lui e il fatto che abbia deciso di rimettersi davanti a un microfono per me mi ha emozionato tantissimo. Come mi ha fatto venire i brividi sentirla cantare con questa voce più matura e profonda!». Cosa mi dici, invece, dell’inedito Le parole perdute? «Si tratta di un pezzo più politico di quello

© Paolo De Francesco

FIORELLA


glia di produrla, ma poi ho fatto un passo indietro per evitare il conflitto di interessi, dato che siamo entrambe artiste donne e io canto ancora. Se però un giorno smettessi, perché no?». Per concludere: un piccolo bilancio? Com’è Fiorella oggi, a 60 anni? «Oggi sono più serena e leggera. Penso che, andando avanti negli anni, si debbano cambiare le priorità della propria vita: a volte ci arrabbiamo e ci viene l’ansia per cose inutile, ma poi ci rendiamo conto che la cosa più importante è la salute, tua e dei tuoi cari. Sorrido quando vedo colleghi che si arrabbiano perché nel camerino non hanno il vino in fresco o perché il monitor non si sente bene e il faro si accende prima o dopo del previsto. Io non vedo motivo per lamentarmi, ringrazio Dio per quello che ho avuto». Fiorella è testimonial di Amref, l’organizzazione no profit che gestisce progetti solidali di sviluppo in Africa. Per tutto il periodo di Natale presta il suo volto, insieme con Giobbe Covatta, a una campagna sul sostegno a distanza: www.amref.it

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©Orange Artcom

che possa sembrare. Si parla dell’importanza di ritrovare l’armonia tra di noi, perché solo rimanendo uniti possiamo sperare che questo brutto momento passi. Le parole perdute sono quelle che hanno perso significato: ci vuole un lampo di coraggio per farle rivivere, perché ci stanno portando via i sogni e solo uniti possiamo provare a crederci ancora. Quando vai, per esempio, ad un evento di Emergency e senti parlare una persona come Gino Strada le ritrovi. Mentre la scrivevo mi sono venute in mente le persone che per le loro parole ci hanno persino rimesso la vita». Qual è invece la parola oggi dominante, secondo te? «La parola disonestà, che racchiude purtroppo l’essenza dell’Italia. Il nostro non è un paese in crisi, ma corrotto dalle basi fino ai piani alti, dalla testa ai piedi. Viviamo in maniera corrotta e si scambia il diritto per il favore. Finché non ci sarà qualcuno che non farà una legge contro la corruzione seria, io non voto più. Finora ho visto solo tante chiacchiere e nessun fatto, non c’è l’effettiva volontà di affrontare questo problema. Non a caso, non appena si aprono i giornali, si trovano notizie che parlano di mazzette». Tornando alla musica e alla tua carriera. Sei una nostalgica? «No, non lo sono. Non sono una che piange quando vede i Beatles, perché tendo sempre a guardare avanti. Spe-

ro di continuare ad avere degli stimoli, anche dai più giovani: non è detto infatti che sia io a dover sempre insegnare qualcosa a loro, ma può accadere anche il contrario». In questi anni, infatti, hai spesso collaborato con giovani artiste come Noemi e Deborah Iurato. Come vedi questa nuova generazione proveniente principalmente dai talent? «Siamo solo cresciuti in contesti ed epoche diverse: ai miei tempi le case discografiche investivano su un giovane, lo mettevano sotto contratto e seguivano il suo percorso di crescita. Ora invece i talent show sono quasi l’unico modo per avere un contatto con il mondo della discografia e ai ragazzi non viene data la possibilità di sbagliare. È per questo che a volte possono sembrare più competitivi e persino aggressivi. Per Noemi e Deborah Iurato ho scritto delle canzoni, perché mi piacciono e credo molto in loro. Anzì vi dirò: quando ho conosciuto Noemi mi è venuta vo-


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MUSICA

LO COCO «X FACTOR È SOLO UN’ILLUSIONE» di Stefano Fisico

LA CANTANTE, DA POCO USCITA CON IL SINGOLO OPTIONAL, RACCONTA COME I TALENT SIANO UN’IMPORTANTE VETRINA. MA IL VERO LAVORO PER EMERGERE COMINCIA SOLTANTO DOPO...

C

osa differenzia quelli che sono i moltissimi aspiranti cantanti che partecipano ai vari talent, l’uno dall’altro? Apparentemente potrebbe essere il timbro vocale, il modo di stare sul palco o la personalità. Tutte caratteristiche importanti, che tuttavia lasciano il tempo che trovano se, dopo la fine del talent in questione, non vengono supportate da un progetto concreto. Antonella Lo Coco è stata sicuramente una di quelle che aveva ben chiaro come muoversi per non trovarsi a un punto di non ritorno. La sua partecipazione alla quinta edizione di X Factor è stata un ottimo trampolino di

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lancio per quella ragazza che sfornava pizze e che sognava di vivere cantando. L’abbiamo incontrata per parlare del suo nuovo singolo Optional da poco uscito e dei suoi progetti futuri. A risentirlo a distanza di qualche settimana, sei soddisfatta di Optional ? «Considerando che lo ascolto da ancor prima che uscisse, posso dire che sono molto soddisfatta. A volte si scrivono delle canzoni che dopo un mesetto che sono uscite, nel riascoltarle a mente lucida, si pensa che potrebbero essere in parte cambiate. Nel caso di Optional, l’ho scritta questa primavera a Londra e non cambierei nulla, caricandomi molto ogni volta che la risento. So di essere di parte, ma so anche di essere una molto critica com me stessa e le cose che faccio». Sei una delle poche superstiti di X Factor. Ma è proprio cosi difficile imporsi a livello musicale nel panorama italiano?

«Sì, è difficile e credo che il talent sia una bella vetrina ma un passaggio. È una sorta di grande illusione per noi aspiranti o emergenti. X Factor ti dà fama e notorietà, ma è l’inizio di un percorso che va coltivato, dove bisogna sgomitare perché si è in tanti, e molti di questi davvero bravi. X Factor è poi una delle pochissime vetrine musicali rimaste, dato che trasmissioni come Festivalbar, Top of the pops, piuttosto che semplici spazi musicali all’interno di trasmissioni non esistono più. Al di là di quello, credo che anche il mercato digitale abbia un po’ ammazzato la musica, essendo molto più semplice trovare le canzoni e reperire un sacco di artisti, svalutando un po’ il prodotto. Ora i dischi non si fanno più per vendere, nel mio caso essendo un’emergente lo faccio per passione sapendo bene che non venderò decine di migliaia di copie, cose che anni fa, anche per un emergente era possibile». Di molti finalisti si sono perse le tracce, invece tu sei riuscita a progettare

©Masiar Pasquali

ANTONELLA


Grinta e determinazione sono le tue peculiarità, tanto che ti si potrebbe definire una vera e propria “dura”. Dura dal cuore tenero? «Assolutamente si, anche se il termine dura lo sostituirei con determinata. Cerco sempre di trasmettere questa cosa che è anche un po’ nella mia indole. Sul palco ho sempre saltato come una vera rocker, anche se in la mia parte tenera la si può percepire dai testi in cui spesso parlo di amore». In più occasioni hai detto che il tuo riferimento musicale è Elisa, partita cantando in inglese. Pensi sia più facile comporre in inglese e se potessi con chi ti piacerebbe duettare? «Io ho cominciato scrivendo le mie prime canzoni in inglese, appunto perché seguendo Elisa prendevo spunto, pur non sapendo esattamente cosa stessi scrivendo. È una lingua un po’ più musicale, può suonare meglio, ma con il senno di poi ti dico che un cantante italiano deve cantare in italiano, perché se devi comunicare qualcosa lo devi fare nella tua lingua. Apprezzo molto il cambio di direzione di Elisa che a mio avviso ha continuato a scrivere le sue canzoni, nel suo genere, nel suo stile, con dei testi in italiano non scontati. Sulle collaborazioni, sono molto contenta e orgogliosa di aver lavorato con Emis Killa sul nuovo singolo che farà da colonna sonora al film natalizio di Aldo Giovanni e Giacomo. Emiliano (Emis Killa) è uno di quelli che ha qualcosa da dire e che lo dice in modo diverso e più profondo. Sogno di collaborare con Elisa e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro». A Londra, Antonella Lo Coco è diventato “Koko”. Cosa ti è piaciuto di quella città e dove ti piacerebbe anda-

re in futuro per trovare ispirazione? «A Londra il mio nome e cognome erano troppo lunghi e hanno ben pensato di soprannominarmi “Koko”, che credo mi si addica molto. L’esperienza londinese è stata fantastica perché credo sia una città che non si finisce mai di scoprire sotto tanti punti di vista, compreso quello musicale, dove tutte le sere in molti locali, grandi o piccoli, si possono ascoltare gruppi musicali emergenti che propongono svariate tipologie di musica. Mi piacerebbe in futuro un viaggio negli Stati Uniti, e la California non sarebbe affatto male».

Antonella Lo Coco (29 anni), dopo l’esperienza a X Factor, sta collezionando diverse esperienze professionali per arricchire il più possibile il suo percorso artistico, da poco uscita col nuovo singolo Optional.

Il prossimo anno entri nei trenta. Ti piacerebbe festeggiarli con una partecipazione al festival di Sanremo alle spalle? «Il 1° aprile, che è il mio compleanno, sarebbe un bellissimo modo per festeggiare i miei 30. Sanremo è uno dei palchi in cui mi piacerebbe arrivare e quindi incrocio le dita nella speranza che qualcosa accada».

©Masiar Pasquali

il tuo futuro spaziando anche in altri campi come il cinema. Ti senti di dover ringraziare qualcuno per tutto questo? «Sicuramente Agidi, il mio manager, tutto lo staff e i fan che hanno sempre creduto in me da X Factor, e anche prima della partecipazione al talent. Senza il loro supporto, anche con tutto il mio impegno, non sarei riuscita ad arrivare artisticamente a quello che sono ora, perché una cantante ha bisogno di uno staff che la consigli e supporti al meglio».

Nel privato chi è Antonella Lo Coco? «Quella che sta chiacchierando con te in questo momento. Il complimento più bello che mi si possa fare, al di là di quelli musicali, è che sono rimasta la persona di prima, che dopo X Factor non è assolutamente cambiata, e per me questo è motivo di grande soddisfazione». Avendo tu un trascorso da grande pizzaiola, qual è la tua preferita? «Per me le pizze più buone sono sempre le classiche, poi ognuno può fare le sue personalizzazioni. Io amo la Speciale che è con pomodoro, mozzarella di bufala e pomodorini.Quella più stravagante che mi hanno chiesto di fare è una pizza molto cotta con i bordi completamente carbonizzati. Il cliente tagliava poi i bordi e mangiava la parte centrale perché a suo avviso aveva un gusto più buono».

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Sì al velluto purchè BLU

Afef Jnifen Tronchetti Provera, elegante come poche e senza vezzi particolari, basta la scelta di un luminoso velluto blu china e pochi accessori lunari.

regale

Michelle Williams in lungo blu oltreoceano con lavorazioni damascate su trasparenza. Rifinisce puntando sull’acconciatura: una fascia preziosa le incornicia il viso per dare luce.

glam

Tulle, chiffon, pizzo, sono certamente effetti vedo-non vedo tra i più maliziosi, tuttavia tra i tessuti più sensuali la fa da padrone il velluto. Caldo, scivoloso, morbido e modellante è per antonomasia il simbolo da sempre di sontuosità e ricchezza. Un tocco sofisticato anche in versione casual, meglio se in BLU!


MODA PERSONAGGI

ADESSO

Si, perché il tessuto velvet è perfetto anche per giacca e pantaloni. Che si tratti di un intero completo, Jessica Biel docet, o del solo revers come nel caso della giacca di Isabella Aldovini, il tocco è sofisticato senza essere cerimonioso. Chic e non impegna.

retrò Dita Von Teese, con l’eleganza seducente che la contraddistingue sempre e da sempre eccola con un tubino in velluto blu notte con scollatura tonda e profondissima. Niente di volgare se ad acuire è un innesto in pizzo del bustier sottostante. L’acconciatura anni ’40, manicure laccata rosso fuoco e décolletées con incrocio sul collo del piede dai riflessi argentati fanno il resto. Perfetta.

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F R E D D O

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A SINISTRA: Parka con ricami e cappuccio in pelliccia STELLA FOREST, € 650,00 Giubbetto in panno di lana ANTIK BATIK, € 390,00 Stivale in pelle con tacco largo in legno SEE BY CHLOE, € 485,00 A DESTRA: Cappotto con piumino interno KOCCA, prezzo su richiesta Cardigan in lana ONLY, € 54,95 Stivale al ginocchio ASH, € 350


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Coperte con stile anche in città

di Federica Piacenza


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Qualcosa di... di Federica Piacenza

Minimal con tocco Glam Vestito turchese con fascia in vita ESCADA, abbinato alla maxi pochette tricolor LAURA VELA

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PRENDITI CURA I

DEI TUOI CAPELLI

capelli sono classificati come degli “annessi cutanei” che ricoprono la sommità della testa. Possono essere lisci, mossi, crespi o ricci in base alla ricombinazione genetica che avviene durante la fase della fecondazione dell’ovulo. Ciò significa che nasciamo con un determinato tipo di capelli e tale rimarrà per tutta la vita. Il colore dei capelli è anch’esso dettato dal nostro DNA, l’intensità del colore naturale potrà modificarsi leggermente durante l’infanzia ma chi nasce con i capelli scuri, crescendo non li potrà mai

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di Manuela Blandino COSMETOLOGA

avere chiari se non ricorrendo a tinture e viceversa. La struttura del capello è composta da una parte visibile: il fusto e da una parte che si affonda nella cute: la radice (l’unica zona viva). Nella parte terminale di questa porzione è presente la zona germinativa in cui avviene la crescita ed il rinnovamento di questo annesso cutaneo e dove sono presenti le cellule che ne determinano il colore: i melanociti. Se tagliamo un capello e lo osserviamo al microscopio, vediamo tre cerchi concentrici. La zona più interna è il midollo, dove si concentra il colore

naturale del capello, la zona intermedia è la corteccia, che conferisdeice volume al capello. Infine la zona più esterna è la cuticola, formata da cellule disposte come le tegole di un tetto e con il margine libero direzionato verso la punta. La composizione chimica dei capelli è uguale a quella dei peli, delle unghie e dello strato corneo dell’epidermide: la cheratina, una proteina fondamentale del nostro corpo, robusta e resistente alle sollecitazioni fisiche (ad es. traumi) ed ambientali (caldo, freddo, smog, ecc.). Con il passare degli anni o per una pre-


BELLEZZA

disposizione genetica o per forti traumi, le cellule che producono il colore cessano di lavorare ed i nostri capelli cambiano colore diventando prima grigi poi bianchi. Così come i peli, anche i capelli hanno un ciclo vitale che li fa crescere, allungare ed infine cadere. I capelli continuano a rinnovarsi ed ognuno di noi ha, nel suo codice genetico, una lunghezza massima che potrà raggiungere. Sono rarissimi i casi in cui i capelli possono crescere così tanto da scendere oltre i fianchi. Questi soggetti sono fonte di studi per scoprire qual è il motivo e gli scienziati sperano così di poter trovare una soluzione per contrastare la calvizie. Questo è sicuramente un problema che affligge molti uomini e alcune donne dopo la menopausa e, ad oggi, sono pochi i casi in cui si è riusciti a risolvere questa situazione in maniera definitiva. Sicuramente un’alimentazione sana e ricca in vitamine del gruppo B aiuta a mantenere anche una capigliatura sana e forte, ma spesso non è sufficiente. Per i capelli esistono in commercio moltissimi prodotti cosmetici e spesso è difficile scegliere quelli

giusti per noi. Le azioni cosmetiche più importanti sono tre:

1. AZIONE DETERGENTE

È svolta principalmente da shampoo e balsamo. Lo shampoo deve essere delicato, con un potere detergente che non sia aggressivo per cute e capelli. Se ci si lava i capelli tutti i giorni è meglio fare lo shampoo una volta sola, sciacquarli bene ed applicare sulle lunghezze un balsamo oil-free, dalla texture leggera. Vanno bene sia quelli “a risciacquo” sia quelli spray da lasciare sui capelli prima dell’asciugatura. Servono per proteggere la cuticola e per renderli morbidi e facili da pettinare. Il phon deve essere tenuto abbastanza lontano dalla testa per evitare di disidratare il cuoio capelluto e i capelli stessi e la temperatura dovrà essere media.

2. AZIONE EUTROFICA

Il prodotto di elezione è la lozione, una formulazione liquida che contiene un elevato concentrato di principi attivi che stimolano la cute e vengono

ADESSO

assorbiti rapidamente e portati verso la radice del capello dove possono stimolare l’attività cellulare per una crescita migliore. Gli impacchi e le maschere per capelli possono donare, ai capelli, lucidità e compattezza, nutrendo la cute del cuoio capelluto.

3. AZIONE ESTETICA

Sono disponibili molti cosmetici in grado di modificare temporaneamente l’aspetto del capello (ad es. la permanente) o il loro colore (tinture coloranti o decoloranti) o di definire l’acconciatura quali gel, brillantine, lacche, oli secchi. Affidiamoci a prodotti di qualità, a professionisti seri e preparati, evitiamo di fare esperimenti strani, potrebbero danneggiare i nostri capelli. Lisci, mossi, ricci, lunghi, corti, comunque siano i nostri capelli, possiamo avere una chioma bella, luminosa e forte tutto l’anno se impariamo a scegliere i prodotti giusti per noi e con poche semplici azioni quotidiane ci potremo garantire un’acconciatura invidiabile.

KERAMINE H FIALA RINFORZANTE 10 fiale da 10 ml € 9,95 www.socostore.it Restituisce forza e bellezza ai capelli deboli, sottili, facili a spezzarsi. Ogni fiala contiene sostanze di cui sono composti anche i nostri capelli: cheratina e aminoacidi. La cheratina rinforza e ripara lo stelo, gli aminoacidi mantengono il capello più forte e robusto fin dalla radice. La formula è stata ulteriormente potenziata in aminoacidi per un maggiore effetto rinforzante. L’uso regolare della Fiala Rinforzante compatta la struttura dei capelli e ne migliora la pettinabilità. Rinvigorisce i capelli impoveriti dai trattamenti (permanenti, decolorazioni). Non unge la cute e non appesantisce i capelli. Il prodotto è declinato in 3 diverse tipologie:

1 AVORIO

per capelli secchi volume e morbidezza

2 BIANCA

per capelli normali leggerezza e luminosità

3 ROSSA

per capelli grassi morbidezza e la leggerezza

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NATALE 2014

Uomo

Scegliere il regalo perfetto per il proprio fidanzato o marito, o per il papà, il figlio o per l’amico non è facile. I regali di Natale per lui ci mettono sempre in crisi e trovare l’idea perfetta risulta essere decisamente difficile! Quest’anno cerchiamo un regalo di Natale che sia diverso dal solito e che riesca a stupirlo. Ecco qualche idea regalo perfetta per l’uomo della tua vita.

01 1 MILLION COFANETTO

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PACO RABANNE Anche la Maison Paco Rabanne è ormai pronta a festeggiare il Natale e, più scintillante che mai, propone dei cofanetti imperdibili per gli appassionati del brand: per l’uomo il dandy moderno e inafferrabile di 1 Million ed ognuno troverà il regalo perfetto per festeggiare “à la Paco Rabanne” la fine del 2014. Sempre fedeli al concetto di seduzione estrema ma senza mai perdere quel tocco di ironia che li contraddistingue 1 Million sarà disponibili con questa formula: Eau de Toilette 100 ml Shower Gel 100 ml, Travel Spray 15 ml.

02 KIT SHISEIDO MEN TOTAL REVITALIZER

SHISEIDO € 76,00 Il trattamento beauty per lui. Un kit facile e veloce per l’uomo che desidera un trattamento anti-età; due obiettivi da raggiungere: mantenere un aspetto giovane e vitale; 3 gesti semplici ed efficaci da compiere tutti i giorni; 4 prodotti mirati per rinnovare l’aspetto senza cambiare le abitudini. Il kit contiene: •Men Deep Cleansing Scrub – 50 ml •Men Shaving Cream – 50 ml in esclusiva •Men Total Revitalizer Eye – 5 ml

03 TRAVEL BAG SUPERIDRATANTE PROTETTIVO QUOTIDIANO COLLISTAR

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€ 35,00 Come ogni anno si rinnova la gioia per gli specialissimi Auguri che Collistar riserva al suo pubblico: l’esclusiva e attesa collezione di borse e travel bag che in ogni dettaglio celebrano un gusto e una sensibilità per il bello tipicamente italiani e che per il 2014 sono di nuovo firmate Piquadro! Il kit contiene: superidratante protettivo quotidiano 50 ml + Schiuma da Barba Aderenza Perfetta Pelli Sensibili 75 ml + Gel Doccia Tonificante 100 ml + Travel-bag Piquadro.

04 CK ONE LA FRAGRANZA

CALVIN KLEIN € 47,50 Limpido, fresco, leggero. Tutto, in ck one, riflette il mondo in evoluzione, sfidando il tradizionale marketing dei profumi. È semplice e accessibile. Le note di testa, brillanti ed effervescenti, sono il risultato della fusione di bergamotto, cardamomo, ananas fresco e papaia. Le note di cuore sono definite dalla migliore qualità di ‘hedione high cis’ (uno speciale derivato del gelsomino), un aroma che aumenta l’intensità del bouquet, violetta, rosa e noce moscata chiudono meravigliosamente il cuore della fragranza. Le note di fondo sono due nuovi tipi di muschio associati all’ambra completano la sensazione di pienezza e di calore. A personalizzare ck one contribuisce infine un accordo di tè verde, per una fragranza ben equilibrata in vivacità e sensualità. Il kit contiene: Eau de toilette spray – 100 ml & 15 ml e Body wash – 100 ml

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05 BOSS BOTTLED BOX

HUGO BOSS € 67,90 BOSS BOTTLED, l’eau de toilette per l’uomo di oggi! Con la sua struttura complessa, BOSS BOTTLED è versatile e ricca di contrasti, come l’uomo di oggi. Reso intenso dalle note di fondo calde e legnose, è un profumo inconfondibilmente maschile; le note di testa fruttate e agrumate di mela, di limone e di prugna, bilanciano il cuore floreale e speziato, dominato dal geranio, con un’aggiunta di cannella e di chiodi di garofano. Gli accordi caldi delle note di fondo del sandalo, del vetiver e del cedro sono stemperati dalla vaniglia la cui essenza completa la fragranza e abbraccia tutti gli altri ingredienti, proprio come un abito su misura, che completa il look curato dell’uomo di oggi. Il kit contiene: Eau de Toilette 100 ml + Eau De Toilette 30 ml + Gel doccia 50 ml.

06 SISLEŸUM for men SOIN GLOBAL REVITALISANT 50 ml €179,95

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Sisley dona una risposta anti-âge, dopo barba e rivitalizzante globale destinata esclusivamente alla pelle maschile. Un trattamento unico e completo che agisce su: • Idratazione e nutrimento • Riparazione / azione anti-rasoio • Effetto mat / azione anti-lucido • Energia e vitalità / azione anti-stress, anti-fatica • Rughe e perdita di tonicità Una sola ricchissima formula, due texture: gel per la pelle mista e/o grassa, crema per la pelle normale e/o secca. Applicare mattina e sera su pelle ben detersa.

07 LAVOMA-KIT Nettoyage de Bolide

SEPHORA € 15,00 Car wash! Un vero uomo non può iniziare al meglio la giornata senza questo cofanetto. Abbiamo pensato a tutto il corpo: Gel Douche qui Fait Tout, perfetto per detergere la pelle senza aggredirla, e il Deodorante Roll-on Anti-traspirante, che non contiene alcol e non lascia aloni bianchi. Splendente dalla testa ai piedi…

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08 06 KIT MA BELLE GUEULE J’EN PRENDS SOIN

SEPHORA € 24,90 Un kit completo che riunisce un detergente viso ultra tonificante, un gommage viso effetto peeling, una schiuma da barba ultra comfort e un gel idratante anti-stanchezza. Essere belli è una questione di rituali.

09 TOM FORD GREY VETIVER

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EAU DE TOILETTE 50 ml € 61,00 Tom Ford propone una nuova fragranza che reinventa il suo profumo esclusivo al vetiver, TOM FORD GREY VETIVER, arricchendolo di una freschezza ancor più intensa. Il giaggiolo, crea un’aura di calore e lussuoso benessere nel cuore del profumo. La mascolinità è abilmente equilibrata da artemisia, salvia e sfavillanti fiori d’arancio che imprimono maggior vitalità al tratto centrale del vetiver. L’aggiunta di musk apporta una ventata di sensualità carnale impalpabile, irresistibile e irrinunciabile.

10 FULL POWER MEN ANTI-HAIR LOSS INTENSIVE LOTION

100 ml € 19,95 Le sinergie funzionali che si creano tra i principi attivi ad alta efficacia di origine biologica (estratti di piante coltivate biologicamente) come la Betulla, l’Ortica ed il Ginseng e l’attivo Procapil TM fanno di questa lozione un coadiuvante anti-caduta (coadiuvante preventivo della caduta dei capelli) specifico per l’uomo. Utilizzato come indicato sul flacone favorisce la regolazione della secrezione sebacea e la microcircolazione del cuoio capelluto.

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ADESSO

PERSONAGGI

L’ETERNO ENZINO RITORNA A TEATRO ENZO IACCHETTI, IN SCENA CON UN MUSICAL ISPIRATO ALLA TRAGICA VICENDA DI ERIKA E OMAR, PUNTA IL DITO CONTRO LO SCIACALLAGGIO DEI MEDIA E IN QUESTA CHIACCHIERATA NE APPROFITTA PER TOGLIERSI ANCHE QUALCHE SASSOLINO...

P

er tanti anni il suo volto ha accompagnato la cena di milioni di famiglie, diventando un punto di riferimento fondamentale nel panorama televisivo italiano. Per anni lo abbiamo visto dietro il bancone di Striscia la notizia, sempre pronto a strapparci una risata anche raccontandoci gli aspetti meno belli del nostro Paese. Attore, comico, cabarettista, cantante, Enzo Iacchetti è ora pronto anche per la regia di un nuovo spettacolo teatrale in scena a Milano al Teatro Delfino, con “Come Erika e Omar è tutto uno

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di Stefano Fisico • foto di Giacomo Luigi

Show”. A più di sessant’anni è sempre il teatro avrebbe fatto parte della tua sulla cresta dell’onda e carico di ener- vita cosa avresti risposto? «Magari! Già prima di andare da gia come agli esordi... Maurizio, a cui devo la vita artistica Enzo, parlaci di questo spettacolo sen- e la popolarità, lavoravo in teatro facendo anche spettacoli drammatici. In za dubbio molto particolare... «L’ho voluto chiamare Come Erika e questo caso specifico faccio il regista e Omar - è tutto uno show per tanti mo- il produttore, ed essendo uno che non tivi. Primo tra tutti, perché non è una ha vizi, mi piace investire i miei soldi fiaba che racconta una falsa storia di in spettacoli per fare in modo di dar la una famiglia perfetta come tante ap- possibilità, come in questo caso, a venpaiono. Secondo perché credo che ti famiglie, per un mesetto di avere uno quando accade un fatto così grave che stipendio a fine mese». riguarda dei giovani, probabilmente ha Guardandoti indietro, c’è qualcosa al suo interno un disagio familiare che che non faresti più e qualcosa invece la stessa famiglia non vuol far vedere. che vorresti ancora fare? Terzo perché, pur emulando il fatto «Non parlerei più con un certo tipo di accaduto a Novi Ligure nel 1992, vede stampa che tante volte mi ha mirato protagonisti altri due giovani che non con il fucile, travisando e cambiando hanno rapporti con i loro genitori e de- le parole che avevo detto. cidono di eliminarli. A partire poi da Quello che avrei voluto fare e che tenmetà del primo tempo fino al termine terò, perché non demordo, è un film dello spettacolo crescerà la grottesca bello drammatico di cui ho già i diritti. presa in giro della televisione che da- Sono cinque anni che cerco un produtvanti a fatti del genere gongola pur di tore, non perché non possa finanziarlo fare ascolti con speciali interminabili». io, ma solo perché non voglio farlo low Se ti avessero detto nel lontano 1990, Budget dato che la storia è straordinadurante una tua apparizione al Mau- ria, ed è un film da festival». rizio Costanzo Show, che 25 anni dopo Hai interpretato a teatro Il Vizietto


con Marco Columbro, che ci ha confessato di non essersi immaginato tutto il successo che poi avete riscosso. Lo stesso vale per te? «Si, perché avevamo di fronte Tognazzi e Serreau che venivano da un film, non da un musical come il nostro, e questo è un confronto allucinante. La mia paura era quella di poter essere una brutta copia qualora avessi rivisto il film, e allora ho deciso di non guardarlo e di interpretare il ruolo di Zaza come veniva a me. Molti mi dicono che in realtà io e Marco siamo stati un’ottima coppia, anche se credo che il successo di questa commedia derivi dalla commedia stessa, che è un meccanismo pressoché perfetto di comicità e dramma messi insieme». Rifacendoci al tuo libro L’amore è una bella sagoma, parliamo di amore. Contento del percorso che sta facendo tuo figlio Martino? Che consigli cerchi di dargli? «Mio figlio ha talento, ha una voce strepitosa, ma in Italia, chiamandosi come me, trova parecchie difficoltà in quanto figlio di un artista fuori dal coro, sempre schietto e vittima dei raggiri dei giornalisti. Per evitare che certi attacchi a me si ripercuotessero su di

lui, abbiamo deciso di non sapere l’uno dell’altro, in modo che così io non lo possa raccomandare, com’è successo nel caso de Il vizietto, dove ha fatto il provino con un cognome diverso, è stato preso e io me lo sono ritrovato sul palco, ovviamente con grande gioia e soddisfazione». La tua fidanzata Tania Peli è un’artista. Non ti ha mai chiesto di fargli da modello? «Una volta mi ha fatto una maschera, un ritratto in ceramica raku, molto più bello di quello che sono. Ma lei mi vede bello per altri motivi, non credo fisicamente. È lei quella bella! Nonostante abbia quasi la metà dei miei anni, ha un cervello notevole. Una donna fantastica». Nel 2013 hai dichiarato di aver votato il Movimento a 5 Stelle. Cosa pensi dell’Italia oggi? «Io sono amico di Beppe Grillo come lo sono tanti comici e l’ho votato per dare un voto di protesta, non vedendo nessun’altra via d’uscita. Potrei appuntargli che, forse, fosse stato più gaberiano nel modo di porsi anarchico e difensore delle cose giuste, con più delicatezza, probabilmente sarebbe

arrivato a più del 24% . Onestamente, in molte cose che stanno facendo per cambiare un po’ questa nazione, devono dirgli grazie in tanti, a cominciare da quelli di finta sinistra del governo che sono d’accordo con quelli di finta destra del governo. Quindi per me Beppe non deve mollare, perché è l’unica forza di opposizione. Se poi si modificasse un pochino riuscendo a mettersi d’accorso du questione importanti, beh in quel caso era già il mio idolo da comico, lo diventerebbe anche da politico». Un ristorante a Milano ha nominato un antipasto in tuo onore... «Sono andato a mangiare lì e ho richiesto un piatto di un certo tipo, con verdure saltate e gamberetti e così alla fine quella è diventata la ratatouille Iacchetti. È molto gustosa e il proprietario è stato carinissimo perché ogni volta che mi presento a qualsiasi ora, al termine degli spettacoli teatrali, è sempre pronto a prepararmela!».

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ADESSO

IN ONDA

AFFARI DA VERI DURI

di Stefano Padoan

Docu-reality grezzo ma intrigante, Banco dei pugni è un programma statunitense che in Italia sta avendo un successo clamoroso. Su Dmax è iniziata da poco l’ottava stagione

D

etroit, nel bel mezzo dell’8 Mile Road. Un paesaggio urbano border line, in cui il rischio criminalità è molto elevato: per gestire un’attività in questo quartiere bisogna proprio avere gli “attributi”. Se poi l’esercizio è il più grande banco dei pegni della città, a cui affluisce la più bizzarra e disparata clientela in cerca di denaro contante, devi essere davvero un vecchio volpone. Ecco a voi Les Gold, che insieme ai suoi due figli Ashley e Seth dirige l’American Jewelry and Loan, un negozio di oltre 4.600 mq situato lungo la famigerata strada dello Stato del Michigan.

LA SERIE

Un banco dei pegni “di frontiera” come questo non poteva non avere puntate

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addosso le telecamere della televisione: i tre sono infatti protagonisti di Banco dei pugni, docu-reality americano che dal 2012 viene trasmesso su Dmax con risultati d’ascolto davvero sorprendenti. L’ottava stagione, partita nel mese di ottobre, sta facendo registrare una media 706.000 telespettatori con il 2,5% di share: numeri altissimi per un programma in onda su un canale digitale e in fascia oraria preserale (tutti i giorni dalle 20.20 alle 21.10 in doppio episodio). La serie segue una normale giornata di lavoro al negozio, in cui ogni tanto i tre devono aggiungere al fiuto per gli affari un po’ di sangue freddo e nervi saldi, per far fronte a situazioni rischiose e al limite. Trattare con i clienti, a volte in condizioni economiche disperate, non è infatti semplice e la contrattazione

spesso degenera in litigi o comportamenti aggressivi contro cui la sicurezza deve intervenire prontamente.

PUGNI E...

Una “tranquilla” attività a gestione famigliare dunque, ma non esattamente per cuori teneri. Se infatti la situazione è torrida durante gli affari quotidiani con chi arriva al negozio per impegnare, riscattare o comprare un oggetto, non si può certo dire che invece tra genitore e figli i rapporti siano idilliaci. Les è un proprietario navigato, che la sa lunga su come fare soldi, ma anche su come difendersi in un quartiere disagiato e malfamato come l’8 Mile. Ciò è dovuto anche alla sua storia: anche suo padre aveva un banco dei pegni, chiuso però dopo la sua morte, avvenuta in seguito a


La serie segue una normale giornata di lavoro in un banco dei pegni, spesso teatro di litigi e situazioni rischiose che si vengono a creare con clienti a volte in condizioni economiche disperate.

una sparatoria nel negozio. Una lunga esperienza che ora non dimentica di far pesare ai figli, che vorrebbe a propria immagine e somiglianza e che non ritiene ancora pronti per ereditare l’attività. Di contro la figlia Ashley si ribella perché non si sente abbastanza valorizzata e, nella competizione per ben apparire agli occhi del padre, entra spesso in conflitto con il fratello Seth; il più giovane di famiglia è colui che tenta di portare alcune innovazioni in negozio, spesso però non apprezzate dal capofamiglia. Anche nel rapporto con i dipendenti Les non ci va giù leggero, lasciandosi a volte prendere da attacchi d’ira tragicomici che ogni tanto culminano con un licenziamento; il più delle volte, però, a mente lucida, ritorna sui propri passi. Una combriccola dunque un po’ litigiosa ma allegra, in cui alla fine l’amore prende il sopravvento e li tiene uniti, naturalmente con l’insostituibile opera da paciere della moglie e madre Lily.

... AMORE

Spesso Banco dei pugni è stato paragonato all’altro famoso banco dei pegni della televisione, ovvero Affari di famiglia in onda su Cielo. Il programma ambientato a Detroit però si concentra meno sulla rarità degli oggetti al centro della compravendita e punta maggiormente sulle storie umane delle persone che si rivolgono all’American Jewelry and Loan. Una rappresentazione senza filtri dunque della varia umanità di questa fetta d’America. Così capita che il freddo e calcolatore Les si sciolga di fronte a clienti che raccontano una storia toccante, offrendo loro un po’ di più di quanto gli converrebbe. Ma non solo: i Gold sono generosi sostenitori del “THAW Fund”, un fondo che aiuta le famiglie della loro zona a pagare le bollette di luce e gas. L’anno scorso, durante una festa di raccolta fondi organizzata presso il loro negozio, sono riusciti a raccogliere oltre 40.000 dollari per la causa.

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ADESSO

PERSONAGGI

ABBARY

UNA DOLCE SORPRESA

L’attrice, alla conduzione di Mamma che torta, il nuovo goloso programma in onda su La5 UNA PASSIONE, LA SUA, QUELLA PER I DOLCI, NATA DA PICCOLA E DIVENTATA ORA UN MESTIERE

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amya Abbary è una donna multitasking: nasce come modella, poi scopre la passione per la recitazione e in seguito quella della conduzione. Dopo la fortunata esperienza di “Nonsolomoda”, ha portato sul piccolo schermo anche la sua passione per la cucina: e così, forte del successo della sua rubrica a “Mattino 5”, è diventata padrona di casa di “Mamma che torta!”, il nuovo goloso programma de La5...

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Parliamo di questa tua nuova avventura televisiva su La5... «In realtà non si tratta di una cosa totalmente nuova, dato che prima di avere un programma tutto mio, avevo una rubrica all’interno di Mattino 5 (con il titolo Le ricette di Samya). In questo caso l’attenzione si concentra sul goloso mondo dei dolci e vede la partecipazione diretta dei bambini, particolarità che rende il tutto ancora più divertente». Ti piace stare a contatto con i bambini? Sei madre? «Non sono ancora madre, ma sono una zia felice. Questa è la prima volta che mi trovo a lavorare a stretto contatto con dei bimbi e devo dire che, nonostante

di Laura Frigerio

non sia facilissimo a volte tenerli buoni, è un’esperienza che mi sta dando molto a livello umano. I più piccoli non hanno sovrastrutture, sono spontanei e veri. E secondo me non c’è cosa più bella della genuinità!». Com’è nata la tua passione per i fornelli? «Ho iniziato a bazzicare la cucina di casa quando ero piccolissima, osservavo mia madre e apprendevo con grande facilità, tanto che a soli sei anni avevo già cucinato la mia prima torta! E devo dire che sono veramente felice di essere riuscita a dare sfogo a questa mia passione, anche televisivamente». Sei golosa?

© Gianni Brucculeri

SAMYA


PERSONAGGI

«Certo! I sogni nel cassetto sono la nostra benzina, quella spinta che ci porta ad affrontare la vita e le sue difficoltà (oltre che le gioie), ogni giorno. Credo che se qualcuno si sente realizzato deve stare molto attento, anche perché rischia di perdere stimoli e di vedere crollare tutto il suo mondo all’improvviso senza rendersene conto». Ma i tuoi sogni riguardano anche la vita privata? Sei una di quelle donne che sognano ancora il principe azzurro? «Si, c’entra anche la mia vita privata e sentimentale. Un principe azzurro? Diciamo che il mio è un principe tra azzurro, bianco e blu».

© Gianni Brucculeri

Ti manca Nonsolomoda? «Direi proprio di si. E non perché mi manca il mondo della moda (che continuo a frequentare, dato che vengo invitata a sfilate ed eventi fashion), ma per il fatto che si tratta di una trasmissione ‘cult’ e di grande classe». Dove la mettiamo invece la tua carriera da attrice? «Lo so che posso sembrare ripetitiva, ma anche recitare è una mia antica passioncella. Pensa che da bambina, quando giocavo con le mie amichette, fingevo di essere un’attrice e mettevo in piedi dei veri e proprio spettacoli. Mi ritengo fortunata, perché ho avuto modo di partecipare a produzioni importanti, soprattutto in tv, ma oggi come oggi non è poi così facile muoversi in questo campo, anche perché ormai pare che tutti vogliano fare l’attore anche senza studi ed esperienze». Tu hai davvero un bel curriculum e quindi la domanda nasce spontanea: hai ancora dei sogni nel cassetto che vorresti realizzare?

© Gianni Brucculeri

«Parecchio... e temo che si veda! Infatti la mia più grande paura, con Mamma che torta!, è che finisca per cadere troppe volte in tentazione. Il pasticcere sa già che mi deve tenere lontane le torte, perché altrimenti rischio di assaggiarle tutte, soprattutto se sono al cioccolato (dato che ne vado ghiotta!)». Ma facciamo un passo indietro, per parlare delle tue esperienze lavorative passate legate a un altro tuo amore, ovvero la moda... «Si, io ho esordito tanto tempo fa (per la precisione quando avevo 17 anni) come modella e negli anni sono rimasta spesso legata a questo mondo, tanto che ho condotto persino Nonsolomoda». Ti consideri una fashion victim? «Mi piace seguire le nuove tendenze, ma non sono fissata. Tendo ad adattare la moda ai miei gusti e alla mia personalità. Senza parlare delle volte in cui mi vesto in base al mio stato d’animo, privilegiando i colori vivaci quando sono felice e scegliendo tonalità più scure nei momenti più pessimisti».

ADESSO

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ADESSO

PERSONAGGI TV Fabrizio Frizzi, classe 1958, si è sposato il 4 ottobre di quest’anno con Carlotta Mantovan, da cui nel 2013 ha avuto la figlia Stella. Dal 1992 al 1998 è stato sposato con la collega Rita Dalla Chiesa.

VELE

di Stefano Padoan

PRESENTATORE ECLETTICO E AMATISSIMO, FABRIZIO FRIZZI STA VIVENDO UN MOMENTO MAGICO: È TORNATO AL TIMONE DE L’EREDITÀ, È IN CORSA PER PRESENTARE L’ANNO CHE VERRÀ, MA SOPRATTUTTO HA DA POCO CORONATO IL SOGNO D’AMORE CON LA SUA CARLOTTA

P

eriodi davvero magici nella vita ne capitano pochi, anche se sei un famoso e apprezzato conduttore televisivo. Fabrizio Frizzi questa cosa la sa, e vuole godersi fino in fondo il momento: per marzo 2015 è previsto il ritorno del suo fortunato programma Soliti ignoti

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© AGI

A GONFIE

- Identità nascoste, ma nel frattempo non resta con le mani in mano. Da novembre infatti è tornato a presentare L’eredità, seguitissimo quiz nella fascia preserale di Rai1 e si parla di lui anche per la conduzione de L’anno che verrà, la trasmissione che celebra in diretta il nuovo anno. E dire che finora non le cose non sono mai girate troppo male: Fabrizio Frizzi inizia a farsi conoscere negli anni Ottanta, con programmi come I fatti vostri, Scommettiamo che...? e Luna Park, che ottengono risultati d’ascolto incredibili. Un successo meritato, perché con il passare del tempo il presentatore mette in mostra doti che vanno oltre la semplice capacità affabulatoria di un buon padrone di casa televisivo: è lui infatti l’indimenticabile voce italiana di Woody nel famoso film di animazione Toy Story. Ma l’anno

scorso Fabrizio Frizzi ha stupito ancora quando, nella veste di concorrente a Tale e Quale Show, ha dimostrato insospettabili abilità recitative nella gara di imitazioni presentata da Carlo Conti. E proprio con il presentatore toscano ha incrociato più volte i destini lavorativi: i due sono indubbiamente i volti di spicco della Rai e non è la prima volta che si alternano alla conduzione di alcuni programmi. Proprio come sta avvenendo con L’eredità, con Conti che tornerà al timone solo dopo l’avventura al Festival di Sanremo. Se la vita professionale sta indubbiamente dando soddisfazioni, tutto però impallidisce di fronte al coronamento della sua storia d’amore con Carlotta Mantovan, giornalista di Sky Tg24 con la quale è convolato a nozze il 4 ottobre scorso. Il grande passo è avvenuto dopo un legame di oltre dieci anni in cui i due nel 2013 hanno anche avuto una figlia, di nome Stella: “galeotto” fu il palco di Miss Italia 2012, dove Fabrizio (presentatore di quell’edizione) e Carlotta, allora concorrente, si incontrarono per la prima volta. Meglio di così, insomma, non può proprio andare.


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ADESSO

CINEMA

ROMANTICISSIMO WOODY COLIN FIRTH ED EMMA STONE STAR DELL’ULTIMA COMMEDIA DEL REGISTA AMERICANO Redazione FilmUp.com

C

ome ogni anno è immancabile l’appuntamento con il nuovo film di un regista che, lo si ami o lo odi, è sicuramente uno dei più famosi della nostra epoca: Woody Allen. L’anno scorso ci ha presentato il bellissimo e intenso Blue Jasmine con una strepitosa Cate Blanchett vincitrice del suo secondo Oscar. L’anno precedente è stata la volta del mediocre To Rome with Love che, nonostante un cast stellare, ha deluso le aspettative. Cosa non successa nel 2011 con Midnight in Paris dove una bella storia romantica ha permesso al regista di vincere l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Quest’anno, invece, ci presenta la commedia Magic in the Moonlight. Protagonista della vicenda è il famoso illusionista Wei Ling Soo, il più celebrato mago della sua epoca, dietro cui si cela il gentiluomo inglese Stanley Crawford (Colin Firth), un uomo scorbutico e perfezionista. A movimentare la sua vita arriva la proposta di un amico d’infanzia e collega, che vuole aiuto per smascherare una medium ospite dei Catledge sulla Costa Azzurra. Un uomo come Crawford, che si autodefinisce “razionale in un mondo razionale”, non può essere che allettato da tale possibilità, così accetta. Giunto alla residenza dei Catledge conosce la

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bella Sophie Baker (Emma Stone), la fantomatica medium. Con lo scorrere del tempo, però, Stanley comincerà a guardare Sophie in maniera diversa, arrivando perfino a credere che sia veramente dotata di un potere straordinario, che darebbe una risposta vera alle tante domande dell’uomo, ma soprattutto alle sue. Per lui il mondo inizia a cambiare, diventa più luminoso e colorato, e senza accorgersene si ritrova ad amare la giovane Sophie. Uno sfortunato incidente, però, lo riporterà alla realtà… Il nuovo film di Woody Allen come regista è un’allegra commedia vagamente romantica, che con leggerezza tratta temi cari al regista stesso, infatti è ben noto il suo interesse per la magia, ma come sempre in tutte le sue opere, le domande restano irrisolte. La critica lo ha definito una delle opere più romantiche di Allen, in cui i protagonisti sono ben delineati anche se forse un po’ esagerati a livello di toni e ricordano personaggi della letteratura. Vero e falso si contendono continuamente la scena, sviluppandosi e annodandosi per tutta la sequenza della pellicola, che in principio fa ben sperare grazie ai dialoghi ci-

nici e salaci, che catturano l’attenzione del pubblico, ma che poi perde la forza iniziale e rallenta nel finale, rimanendo comunque una visione piacevole e interessante.

Scritto e Diretto da Woo dy

Allen

GRAVIER PRODUCTIONS presenta eiLeen atKins coLin FirtH Marcia GaY una produzione dipperMoutH in associazione con perdido productions & sKe-dat-de-dat Harden HaMisH LinKLater siMon McBurneY productions “MaGic in tHe MoonLiGHt” MontaGGio aLisa LepseLter, a. eMMa stone JacKi WeaVer castinG JuLiet c.e. scenoGraFia anne seiBeL, adc direttore deLLa FotoGraFia darius co-produttori HeLen roBin rapHaËL KHondJi, asc, aFc co-produttore esecutiVo JacKtaYLor patricia dicerto costuMi sonia Grande BenoLieL prodotto da LettY aronson, p.g.a. roLLins produttore esecutiVo ronaLd L. cHez stepHen tenenBauM, p.g.a. WARNERBROS.IT/MAGICINTHEMOONLIGHT edWard WaLson, p.g.a. scritto e diretto da WoodY aLLen © 2014 GRAVIER PRODUCTIONS, INC.

DAL 4 DICEMBRE AL CINEMA

FACEBOOK.COM/WARNERBROSITA


A cura della Redazione di

FILMUP .com

your movie magazine

FILM IN SALA DAL 4 DICEMBRE THE ROVER Regia di David Michôd Genere: drammatico CastGuy Pearce, Robert Pattinson Dieci anni dopo il collasso del sistema economico occidentale, nel mondo non ci sono più regole, la violenza impera e tutte le risorse naturali si sono esaurite. In questo scenario post-apocalittico, Eric (Guy Pearce), intraprende un lungo e duro viaggio attraverso il deserto australiano, insieme al giovane Rey (Robert Pattinson), un ragazzo problematico e ferito.

MOMMY Regia di Xavier Dolan Genere: drammatico Cast: Anne Dorval, Antoine-Olivier Pilon, Suzanne Clément Un’esuberante giovane mamma vedova si vede costretta a prendere in custodia a tempo pieno suo figlio, un turbolento quindicenne affetto dalla sindrome da deficit di attenzione. Kyla, l’originale nuova arrivata del quartiere, offre loro il suo aiuto…

UN AMICO MOLTO SPECIALE Regia di Alexandre Coffre Genere: commedia Cast: Tahar Rahim, Victor Cabal È la vigilia di Natale e Antoine, sei anni, ha una sola idea in mente: incontrare Babbo Natale e fare un giro in slitta con lui tra le stelle. Così, quando Babbo Natale gli cade come per magia sul balcone, Antoine è troppo stupito per capire che sotto il classico costume rosso e bianco si nasconde in realtà un ladro intento

a svaligiare gli appartamenti dei quartieri alti. Nonostante tutti gli sforzi dell’improvvisato Babbo Natale per sbarazzarsi del determinato Antoine, i due finiranno per formare un’improbabile coppia in giro per i tetti di Parigi, ognuno intento a realizzare il proprio sogno in una notte magica dove tutto può accadere...

THE PERFECT HUSBAND IL MARITO PERFETTO Regia di Lucas Pavetto Genere: horror Cast: Gabriella Wright, Bret Roberts Viola e Nicola stanno attraversando un periodo difficile. Per superare questa crisi decidono di passare un fine settimana in un vecchio chalet sperduto tra i boschi, ma tutto prenderà una china diabolica...

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PERSONAGGI

PAOLA MINACCIONI

CONTRO LA GHETTIZZAZIONE DELLE ATTRICI

di Chiara Mazzei

INTERPRETE TRA LE PIÙ ESILARANTI DEL NOSTRO CINEMA, CAPACE ANCHE DI PROVE DI GRANDE INTENSITÀ DRAMMATICA, SARÀ PRESTO IN SALA CON UNA COMMEDIA NATALIZIA

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n Italia, diciamolo, siamo tutti un po’ vittime degli stereotipi e le donne sono, spesso, chi ne fa più le spese. Se sei bella, sarai un po’ scema. Se fai ridere, allora sei una cozza. Ah, e se fai ridere allora devi fare la macchietta e basta, perché non puoi

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assolutamente essere una brava attrice drammatica. Ecco, Paola Minaccioni scalfirebbe anche i più ostinati sostenitori di questi archetipi neoclassici. In grandissima forma, con un fisico invidiabile, passa con disinvoltura dal teatro al cinema, senza disdegnare la radio e qualsiasi cosa faccia, lo fa alla grande. E sa far ridere, da matti, come sa far commuovere. Paola Minaccioni è un’attrice coi fiocchi, una donna profonda, innamorata del proprio lavoro che vive come una forma di arte. E a confermarlo sono anche i premi che ha vinto: il Nastro d’argento come miglior

attrice non protagonista per “Allacciate le cinture” e “Magnifica Presenza” di Ferzan Ozpetek, regista che l’ho diretta in più film e per il quale nutre una profonda stima. A breve sarà nelle sale col film “Un Natale stupefacente”, al fianco dei compagni di una vita Lillo e Greg, nei panni di Marisa, una donna a tutto tondo, come ci ha raccontato...


PERSONAGGI Paola, parlaci del personaggio che interpreti in Un Natale stupefacente, ovvero la moglie di Remo (Lillo) che decide di lasciarlo... «Marisa è una donna come tante che vive una crisi esistenziale: un giorno si sveglia e capisce che non ama più suo marito. Vuole sentirsi di nuovo viva, ma non solo per quanto riguarda l’aspetto sentimentale, vuole ricominciare ad emozionarsi, cerca nuove strade per non invecchiare prima del tempo. Trovo che sia un ruolo originale perché in genere questo è un soggetto più maschile... nei film è sempre l’uomo che va in crisi a un certo unto della sua vita. E qui si intuisce anche l’originalità della scrittura di Lillo e Greg, che riescono a portare una comicità alta verso il basso in qualche modo. Quando Remo le chiede perché lo ha lasciato, lei risponde, come un tormentone, sempre “Non lo so...”. Ecco, con due parole riescono a rendere un significato molto più ampio, rendendo il tutto molto comico. La forza di questo personaggio sta nel fatto che è una donna a tutto tondo e non una macchietta. Spesso in questo lavoro si subisce una vera e propria ghettizzazione, soprattutto per quanto riguarda le attrici comiche: se fai ridere devi essere per forza un cesso». Com’è stato lavorare con Lillo e Greg? «Io ho avuto la fortuna di conoscerli quando ho iniziato a fare teatro, molti anni fa e di lì è cominciata una lunghissima collaborazione, anche in radio. Si può dire che siamo cresciuti insieme e questo film è un punto d’arrivo molto bello. Mi sono ritrovata a casa, in un certo senso». Anche col resto del cast si è creato un bel rapporto? «Assolutamente, infatti ci siamo divertiti

moltissimo. Paolo Calabresi è un bravissimo attore, così come Ambra Angiolini, Francesco Montanari, Riccardo De Filippo... Insomma, ho molta fiducia in questo gruppo. È stata un’esperienza particolare, perché questo è IL film di Natale per eccellenza, un film con una comicità di situazione, una comicità psicologica. Insomma, sono felice!». Quando ti rivedi ti piaci o sei sempre critica nei confronti di te stessa? «Dipende dai ruoli, da quanto mi sono concentrata. Ad esempio della mia interpretazione di Egle in Allacciate le cinture (del regista Ferzan Ozpetek, ndr) sono molto contenta: è stato liberatorio interpretare una persona che ti libera dalle tue paure. Ovviamente, ci tengo a vedere come esco poi nelle riprese, poi se ho una ruga in più me ne frego... Ecco, sto cercando di liberarmi da questo condizionamento. Il mercato è spietato: ti dicono che devi essere eternamente ragazzina. In realtà poi questi giovani che entrano nel mondo del cinema vengono buttati in pasto ai media e bruciano in fretta. Spesso è anche colpa dei giornalisti, che vengono presi dalla fugacità della novità piuttosto che seguire il percorso che un attore ha costruito nel tempo». A proposito di Ferzan Ozpetek, hai girato diversi film con lui. Quale credi sia il suo punto di forza? «Ferzan è un poeta e credo sia imperfetto come la poesia, ma pur sempre evocativo. Lui ha una fortissima sensibilità verso gli esseri umani, sa dare qualcosa alle persone con cui si relaziona, fa tutto con amore, cura e rispetto. Lui fa cinema, fa arte. Se lavori con lui te ne innamori. È un uomo che ti fa crescere».

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Sei un’attrice estremamente versatile, passi dal dramma al comico, dal teatro al cinema... ma cosa senti più nelle tue corde? «L’unica cosa cui tengo è fare le cose bene... Il lavoro è gran parte della mia vita, quindi una cosa che faccio lavorativamente parlando è un passo in avanti rispetto alla mia esistenza; mi piace fare qualcosa che abbia importanza, che abbia anche un valore sociale. Insomma voglio fare cose in cui mi riconosco. Nel cinema non ho ancora tutta questa libertà, mentre nel teatro molto di più. Ora è un anno che non vado in scena a teatro e mi manca come l’aria... Io a teatro sono come un pesce in acqua!». Il prossimo anno ti vedremo nella sale con Torno indietro e cambio vita dei Vanzina... «È un film romantico, di intrattenimento. Carlo Vanzina è un grande. Io apprezzo che quando fai un film con lui sai quello che vai a fare: io non amo l’ipocrisia. Lavoro sempre volentieri con loro, per la gioia di collaborare con persone che ti insegnano sempre qualcosa. In questo caso interpreto un ruolo sopra le righe, tragicomico e molto divertente. Mi entusiasma fare ogni volta una cosa diversa». Quando hai un minuto libero, cosa ti piace fare? «Sport! O meglio, il tempo per fare sport me lo ritaglio sempre. Quando corro è come se entrassi in una fase meditativa, è un lavoro di volontà sui tuoi obiettivi, mi libera la mente. Poi quando ho un minuto libero mi piace leggere, andare al cinema e a teatro. Insomma, non sto mai ferma!». Se potessi toglierti un difetto? «L’insicurezza. Ogni volta, la prima persona che devo convincere sono io stessa».

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©ANSA e AGI per RAI

MARCELLO CIRILLO «L’IMPORTANZA DEI NO DI MIO PADRE»

Volto immancabile de I fatti vostri, si divide tra tv, teatro, scuola di musica e famiglia

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o conosciamo tutti per le sue performance musicali televisive e per la sua simpatia. Ma Marcello Cirillo, oltre lo schermo, coltiva molte passioni, come quella per il teatro del quale, nonostante sia in grado di provocare in lui non poche “apprensioni”, non può fare a meno. “Mi piace frequentare diverse forme di comunicazione, oltre alla tv, alla scuola di musica che ho e ai concerti che faccio. Il teatro mi fa sentire in un sogno che inseguo da anni”. In scena fino a poco fa con Funny Money, ogni sera ha fatto ridere e divertire. «Tempo fa mi ha chiamato Carlo Alighiero proponendomi questo testo dello stesso autore che ha scritto Taxi a due piazze, Ray Cooney. Sono rimasto affascinato perché è la storia di un uomo, di un cantante di serie B, che improvvisamente trova una borsa contenente 2 milioni di euro. Ovviamente c’è una identificazione da parte del pubblico, perché ognuno si domanda: cosa farei

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di Angela Iantosca

io se mi trovassi nei suoi panni? Andrei dalla polizia o me li terrei? Il nostro personaggio li tiene… anche se questa cosa complica il tutto! È una commedia degli equivoci scritta benissimo!». Cosa fai prima di entrare in scena? «Leggo il copione perché ho paura di dimenticare le battute. Anche perché parlo dall’inizio alla fine. Ho sempre paura… Qualche sera fa ho dimenticato una battuta… non so cosa mi sono inventato… Il pubblico non si è accorto di niente, ma in

scena facevo domande a Carlo cercando di fargli capire che dovevamo uscire da quel momento senza farci accorgere! È stato divertentissimo!». Riti scaramantici? «Mi piace fumare. Mi fumo una sigaretta prima di cominciare… Certo, da cantante non dovrei dirlo. Ma non ho altri vizi». Sei il protagonista: come vivi questo ruolo? «Con un senso di grande responsabilità: la compagnia è fatta di bravissimi atto-

Con Francesca Nunzi, Carlo Alighiero e Francesca Draghetti, protagonisti insieme a teatro dello spettacolo andato in scena Funny Money


PERSONAGGI mo di 5 figli e non avendo avuto mai niente da dire a nessuno, perché ero l’ultimo! Sono un educatore, così mi sento. Ho due figli grandi. Mi sono sposato a 25 anni». Quanto è difficile oggi fare il genitore? «Difficilissimo. Il padre oggi cerca sempre di essere amico dei figli, ma l’amicizia a volte crea distanza. Quando io vedevo mio padre come una montagna invalicabile e avevo timore e mi sentivo insoddisfatto, tuttavia mi veniva da dire che la sua esperienza non mi faceva entrare in errore. Oggi i genitori fanno fatica a dire di no. Perché noi siamo figli di genitori che ci hanno educato in modo molto rigido e abbiamo cercato, sbagliando, di fare ciò che non avevano fatto con noi. Il rapporto si è evoluto, ma non necessariamente è una cosa giusta. Molte volte ringrazio per i no e per gli schiaffi di mio padre, perché mi

hanno permesso di essere una persona per bene». Hai mai pensato di andar via dall’Italia? «Mi hanno proposto molte volte di andare via, ma non ce la faccio, sono troppo legato all’immagine che io ho del Paese, che non è una immagine reale. È l’immagine di una Italia sorridente, accogliente che ultimamente un po’ mi sconvolge ed è molto triste». E le tue figlie? «Entrambe laureate, una in Psicologia e l’altra in Scienze della Comunicazione. Una gira, l’altra segue la mia scuola di musica. Io dico che se trovano loro stesse in qualsiasi parte del mondo sono felice. Noi genitori siamo solo veicoli umani per aiutare i ragazzi ad essere autosufficienti».

Marcello Cirillo, classe 1958, entra ogni giorno nelle case degli italiani con Giancarlo Magalli, Adriana Volpe e Paolo Fox nella seguitissima trasmissione I Fatti Vostri, ma è anche apprezzato attore teatrale. ©ANSA e AGI per RAI

ri. Vivo questa cosa anche con un po’ di ansia. Mi sento sempre impreparato. Ma i miei compagni mi danno la forza: Carlo, Francesca Draghetti, Francesca Nunzi…». Chi te lo ha fatto fare? «Me lo domando ogni volta che mi trovo a provare la parte! Ma poi penso che la paura sia normale: sono in ansia persino i grandi artisti! Io non mi sento mai sicuro». E dopo la commedia, ancora teatro… «A fine impegno sarò regista di uno spettacolo dal titolo Gospel per la pace insieme a un cantante palestinese, un cantante israeliano, un coro di quaranta elementi. A dirigerci il maestro Demo Morselli. Voce narrante quella di Barbara De Rossi». Come hai cominciato? «Prima è arrivata la musica nei club, nei piano bar, poi tutto il resto. Vengo da una lunga militanza nei locali. Ho cominciato a 16 anni, lavoravo in alcuni locali della Roma by night che si chiamavano Il vecchia Roma, Il tartarughino… Da ragazzino suonavo nei locali malfamati… E penso di aver avuto un piccolo successo, perché facevo tutto ciò che non aveva a che fare con un piano bar: suonavo Battiato, De Gregori, Venditti, Cocciante e quasi sempre mi buttavano fuori dai locali perché mi ritenevano un urlatore. Poi ho avuto successo!». E la tv? «Sono arrivato in tv grazie a Ravera e Arbore, che era cliente del piano bar. Mi disse un giorno: “Tu sei il più bravo a fare piano bar perché non lo fai”. Ho cominciato come ospite nel 1983 al Festival di Sanremo, poi sono arrivati Quelli della notte». La tv era come te la immaginavi? «Veramente ho avuto una grande sorpresa, soprattutto negli anni Ottanta: non pensavo di entrare in uno studio da sconosciuto e uscirne da persona famosa. Non pensavo che fosse così forte l’impatto della tv. Ora è diverso. Allora il Festival lo vedevano 20 milioni di persone. E non c’erano tutti i canali che ci sono oggi». Dall’8 settembre sei a I fatti vostri... «Ormai faccio da arredamento! Ho cominciato con I fatti vostri, poi mi dedicai al teatro sperimentale, ai concerti. Poi Guardì mi richiamò nel 2000 per Mezzogiorno in famiglia e poi di nuovo I fatti vostri». Cosa ti dà la musica? «Sento nella vita che mi manca sempre qualcosa… quando suono mi sento completo. L’artista è una persona insoddisfatta che ha bisogno di amore, di consenso». Guardandoti dall’esterno, come ti vedi? «Mi vedo una persona che è stata sempre alla ricerca di una famiglia, essendo ulti-

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PERSONAGGI

Maurizio Lastrico, genovese doc, classe 1979, ha esordito a Zelig Off nel 2009 proponendo la Divina Commedia rivistata, trattando i temi quotidiani in lingua dantesca. A breve sarà a teatro con lo spettacolo Quello che parla strano.

QUANDO LA COMICITÀ HA MILLE FACCE di Stefano Fisico - foto Riccardo Giordano

TRA I COMICI PIÙ ACCLAMATI DI ZELIG, MAURIZIO LASTRICO È ANCHE ATTORE TEATRALE E HA UN PASSATO DA EDUCATORE GIOVANILE. I MILLE VOLTI DI UN ARTISTA A TUTTO TONDO...

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elig è sicuramente una fucina di grandi talenti della comicità. Anno dopo anno, sul fortunato palco si alternano comici da ogni parte di Italia che entrano nelle nostre case con tormentoni e gag che strapperebbero la risata a chiunque. Tra questi professionisti della risata, troviamo anche Maurizio Lastrico, un attore teatrale e autore che arriva dalla Liguria, e più esattamente da Genova,

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che ha raggiunto la notorietà con ruoli di comico e cabarettista prima in Camera Cafè e successivamente a Zelig. Lo abbiamo incontrato per parlare dei suoi progetti futuri e del suo (insospettabile) passato da educatore.... Maurizio, in questo periodo in cui impazzano artisti Rap e Hip Pop come Fedez e Emis Killa, tu che hai proposto Bibbia e Divina Commedia in metrica, non hai mai pensato di collaborare con qualcuno di loro? «L’anno scorso avevo collaborato con Frankie Hi NRG Mc, ma purtroppo per esigenze di trasmissione non è andata in onda. In effetti, sto scrivendo anche io dei pezzi rap sui luoghi comuni e sicuramente c’è una vicinanza. Prima o poi un incontro dovrà esserci perché c’é un amore comune per la condensazione del linguaggio,

che così può arrivare a fasce più giovani di età e far schizzare la creatività». Rimanendo sulla musica, tu arrivi da una terra che ha regalato grandi autori come De Andrè, Tenco, Bindi e molti altri. Ascolti musica e se si quale ? «Ne ascolto molta e come dicevamo prima il rap ultimamente mi incuriosisce parecchio. In questo momento della mia vita mi sento in vena Beatles, Nirvana, De André e poi sento molta musica classica per trovare ispirazione per i pezzi che scrivo e che avranno un’atmosfera più teatrale». Tolti i panni del comico televisivo, indossi spesso quelli dell’attore teatrale. La scorsa estate sei stato il protagonista de Il Bugiardo di Goldoni.


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In quale ruolo ti trovi più a tuo agio? «Il ruolo migliore è quello di non sapere tra un mese cosa andrai a fare. È un grande privilegio il poter passare da un ruolo all’altro. L’immediatezza della risposta che dà la comicità è quasi impagabile a livello di soddisfazione e di godimento. Però devo dire che i due mesi passati con la Popular Shakespeare Kompany di Binasco sono stati un momento formativo veramente bello e importante per poi tornare a fare il comico con con una consapevolezza diversa. La parte autoriale mi piace moltissimo, ma cercare di capire e portare sul palco Shakespeare o Goldoni, come si suol dire, è “tanta roba!”». Da gennaio sarai in tour con lo spettacolo Quello che parla strano, scritto da te. Ce ne parli? «È un work in progress al cui interno inserirò le migliori divine commedie e tutti i brani nuovi più recitativi. L’idea è

quella di lavorare con tre registi, di cui ancora non posso svelare il nome, che si occuperanno ognuno di una parte. Ci saranno nuove sperimentazioni anche più visual o più rap, ma manterrò quelli che sono i miei cavalli di battaglia. La mia vocazione trovo sia quella non solo di lavorare sui contenuti, che nella comicità si ripetono, ma molto sulla forma. Sono molto curioso di vedere cose esce dalla testa di questo Maurizio qua!». Nel passato sei stato un educatore alle scuole elementari. Quel periodo ti è stato di ispirazione in qualche modo? «Come educatore ero a contatto con ragazzi di elementari, medie e superiori. Il contatto con le fasce giovani mi ha influenzato molto nello slang e mi ha dato la possibilità di avere una vicinanza con la loro mentalità. Mi fa sempre piacere incontrarli, perché mi dà il giusto assesto, riportandomi ad una concretezza forte. Per poterli rivedere e passare dei

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momenti con loro gioco nella squadra di pallavolo del mio paesino». Se potessi sottrarre qualcosa a qualche tuo collega, a chi e cosa prenderesti? «Vorrei l’organizzazione e la metodicità di Antonio Ornano, la genialità di Billy X, la profondità del pensiero comico di Corrado Guzzanti, il coraggio e la competenza di Maccio Capotonda, la genialità lessicale di Rocco Tanica con cui sarebbe un sogno poter collaborare». Cosa ti piacerebbe vedere nel tuo futuro? «Un po’ più di serenità e di equilibrio in questo lavoro, e mi piacerebbe vedere un qualcosa a cui non so dare un nome, arrivando ad un punto e facendo delle cose che ancora non so. Il mio sogno nel cassetto è quello di fare il più bello spettacolo live che sia mai stato fatto».

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Libri

I CONSIGLI

DELLA SETTIMANA

di Luca Foglia Leveque

FRANCESCA RAMOS

DICIOTTO OSSA ROTTE BALDINI&CASTOLDI 2014

LENA DUNHAM

NON SONO QUEL TIPO DI RAGAZZA SPERLING&KUPFER 2014

In America Lena Dunham (New York City, 1986) è celebre per aver vinto un Golden Globe, un Emmy Award e per la serie televisiva Girls. Con il libro Non sono quel tipo di ragazza ci confida, con un linguaggio molto colorito e tanta ironia, la sua impresa più grande: essere una quasi trentenne in un mondo che non sempre sa amarci per come siamo realmente. I suoi racconti e aneddoti ci conducono nel cuore e nella mente di una ragazza come tante... la prima volta, la dieta che spesso non funziona, i primi lavori malpagati, i consigli di mamma e papà, i ragazzi da evitare e di cui puntualmente ci si innamora... Quello di Lena non è un romanzo, non è un diario e nemmeno un’autobiografia. È più un prontuario da consultare regolarmente, scritto ridendo e per far sorridere: perché le Girls sono uguali in tutto il mondo. pp. 262 – € 16,90

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Francesca Ramos aveva esordito, nel 2007, con il romanzo Una come me. Diciotto ossa rotte è il suo secondo libro, e anche il suo testamento letterario. L’autrice si è spenta all’inizio del 2012, a causa di una malattia genetica, lasciando un manoscritto compiuto e tanti tanti appunti... forse avrebbe voluto ritoccare il suo romanzo e leggendo la postfazione (a cura di Matteo B. Bianchi) è difficile non pensare a quanto tempo avrebbe ancora speso per questo suo lavoro. O forse no. Perché la sua scrittura scorre veloce come un treno, ma è un treno che lascia immagini vive e non semplici macchie colorate e senza forma... La madre di Francesca Greco si è fatta male, è scivolata e si è rotta una gamba. A Roma. E Francesca è nella sua Milano, alle prese con un quotidiano sempre troppo pieno di lui: Leonardo, il fratello maggiore, un uomo che è grande solo nell’aspetto. Leonardo infatti ha un handicap, è come un bambino sepolto in un’età biologica che non gli appartiene. A chi affidare il fratellone? Alessandra, cugina che Francesca

non vede da tempo, sembra l’unica soluzione, l’unico appiglio. Francesca parte, lascia alla sua parente precise istruzioni su ciò che Leo ama e su ciò che bisogna fare per accudirlo. Per Alessandra, sarà l’occasione per conoscere meglio Leo... e per rivivere, nei ricordi, la prematura scomparsa di Elisa, la cuginetta più piccola, morta molti anni prima in una tragica e strana caduta. pp. 212 - € 15,00

RISCOPRIAMOLI FANNIE FLAGG

POMODORI VERDI FRITTI AL CAFFÈ DI WHISTLE STOP

BUR RIZZOLI 2000 Pomodori verdi fritti... molti ricorderanno il bellissimo film tratto da questo libro e il romanzo, ovviamente, non è da meno. Fannie Flagg (pseudonimo di Patricia Neal) attrice e scrittrice, deve a questa storia l’inizio della sua carriera letteraria. Whistle Stop è una minuscola cittadina dell’Alabama, è il 12 giugno 1929 e nell’aria c’è odore di novità: sta per essere inaugurato un caffè, il Whistle Stop Caffè! Le vicende legate alle proprietarie del locale, Idgie e Ruth, sono affidate alla

voce dell’anziana Ninny, ospite di una casa di riposo dove farà la conoscenza di una casalinga infelice e depressa, Evelyn. Tra un ricordo e un altro, l’amicizia tra le due donne diverrà sempre più forte, ed Evelyn avrà l’occasione di cambiare una vita che non ama... Forza, amicizia, amore e coraggio sono i veri ingredienti di questo libro da leggere e rileggere. Un sempreverde, come i pomodori del titolo. pp. 363 - € 10,00


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SMARTPHONE

IDEE per un

NATALE TECNOLOGICO

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Samsung Galaxy Note 4

Vi presento due titani che quest’anno saranno i protagonisti delle feste natalizie: andiamo a scoprire qualcosa di più su questi device. Le dimensioni dello schermo sono a favore del Samsung Galaxy Note 4 con i suoi 5,7 pollici rispetto all’iPhone che di pollici ne ha 5,5, ma che riesce a sfruttarli in modo piu funzionale dato che ci permette di inserire più applicazioni su una singola schermata rispetto al Note 4. I due device vengono animati da due sistemi operativi diversi. Per l’iPhone abbiamo l’iOS 8.1 con un Apple store dedicato dove poter rendere il device davvero smart. Invece il Note 4 veste Android 4.4.4 personalizzato dalla Samsung stessa con la sua TouchWiz. Il Samsung Galaxy Note 4 dispone di features particolari studiate apposta da Samsung per rendere il device originale. La parte hardware dei due dispositivi si differenzia nella parte del processore e ram. Per il Samsung Galaxy Note 4 abbiamo un processore quad-core 2,7Ghz e una ram da 3gb che permettono al sistema operativo di essere davvero molto veloce e reattivo. Invece l’iPhone 6plus che è un dual-core 1.4Ghz con la rispettiva ram da 1gb permette al device di essere veloce e reattivo anche se qualche volta mi sono imbattutto in qualche leggera scattosità dovuta forse a qualche problema del Os. Veramente buona la qualità dei video e delle foto scattate con la fotocamera da 8 mpx dell’ iPhone 6 plus che è dotato anche di uno stabilizzatore d’immagine, invece il note 4 ci ha stupito per la sua ottima qualità di foto e di video che la fotocamera da 16 mpx ci consente di fare, anche se la fotocamera dell’iPhone è famosa per la naturalezza delle foto e per la possibilità di scattarne di ottima qualità anche in condizioni di luce ridotta. I device sopra esposti rimangono perlomeno fino alla fine dell’anno i più potenti nel settore della telefonia in grado di darci ottime prestazioni, fotocamere potentissime e app stores dove poter scaricare giochi, app e tutto il neccessario per rendere più produttiva la nostra vita.

iPhone 6 plus

Come ogni anno, nel periodo natalizio, il mercato degli smartphone propone device potentissimi con caratteristiche di tutto rispetto. Tutte le case produttrici schierano i loro migliori soldati per assicurarsi un posto nella classifica degli smartphone piu potenti al mondo. E anche quest’anno il podio viene conquistato dalla casa di Cupertino Apple, Samsung e i low cost Windows Phone. Di seguito ecco i device che secondo noi possono occupare un piccolo spazio sotto l’albero, per fare felice quelle persone che vogliono entrare per la prima volta nel mondo degli smartphone o, come molti altri, vogliono fare l’upgrade a uno smartphone di nuova generazione di Alex Ursu


consente di navigare in internet a velocità strabilianti là dove esiste la copertura Lte. Invece l’altro non dispone di questo modulo, ma comunque riesce ad arrivare ad una velocita di 42 Mbps. Esplorando un pò la parte multimediale troviamo che il Samsung, con la sua fotocamera da ben 13mpx, ci consente di scattare foto di ottima qualità. Stupefacente anche quella dei video che possono avere una risoluzione massima FULL HD. Invece per il Lumia 735 abbiamo un sensore da 6.7 mpx che ci consente di scattare buone foto in qualsiasi condizione di luce.

Lumia 530

Anche se è passato più di un anno dalla sua uscita, il Samsung Galaxy s4 si presenta ancora come un ottimo smartphone di fascia media che oggi potrebbe tener testa a smartphone come il nuovo Lumia 735. Due smartphone potentissimi che indossano due sistemi operativi diversi: il Galaxy s4 con il suo android 4.4, sistema operativo ormai ben radicato nelle anime degli smartphone, mentre il Lumia 735 con il suo scintillante S.O Windows phone che è famoso per la leggerezza e l’ottima reattività. Entrambi sono equippaggiati con dei processori di tutto il rispetto: nel Lumia troviamo un processore quad-core da 1,2 ghz e 1gb di ram con acceleratore grafico Adreno 305 che da molti blogger viene considerato come il Lumia più equilibrato. Invece il Galaxy S4 viene commercializzato con un processore quad-core da 1,9Ghz con 2 gb di ram, ottime prestazioni in un design compatto. Per quanto riguarda la connettività, il nuovo Lumia 735 dispone del modulo lte che

Samsung Galaxy S4

Lumia 735

Huawei y330

Vorrei concludere con altri due smartphone che hanno fatto l’ingresso quest’anno nell’agguerrito mondo della tecnologia e che fanno parte del settore low cost. Sto parlando del nuovo Huawei Y330 (Android 4.2) e il Lumia 530 (Windows Phone 8.1). Due smartphone con caratteristiche dignitose e un prezzo inferiore ai 100 euro. La parte hardware del Huawei y330 è caratterizzata da uno schermo da 4 pollici, fotocamera posteriore da 3 megapixel, una memoria interna da 4 gb e un processore dual-core da 1,3 Ghz con 512mb ram; il Lumia 530, invece, dispone di uno schermo da 4 pollici, una fotocamera frontale da 5mpx, una memoria interna da 4 gb che può essere estesa con la scheda microsd fino a 128 gb e un processore qualcomm snapdragon 1.2Ghz con una ram da 512mb. Confrontandoli, riesco a notare una fluidità maggiore nel Lumia 530 grazie alla leggerezza del suo sistema operativo.

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ÈPERSONAGGI AMORE

Eros & Marica FINALMENTE LA SERENITÀ

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di Irene Spagnuolo

S

the

LOVE story

econda gravidanza per la bella Marica Pellegrinelli che ha impalmato Eros Ramazzotti dopo cinque anni d’amore e la piccola Raffaella Maria (dai nomi delle mamme di Marica e Eros) nata nel 2011. Per Ramazzotti si tratta invece del terzo figlio perché è già padre anche della diciottenne Aurora avuta dal matrimonio con Michelle Hunziker. Le nozze tra Eros e Marica sono state celebrate con rito civile il 6 giugno e poi festeggiate il 21, giorno del solstizio d’estate e del loro anniversario. Splendido l’abito indossato da Marica, modello Valentino Haute couture, con lunga gonna impreziosita dal ricamo di note musicali con versi tratti dalla canzone Due Mondi di Lucio Battisti: ‘cade l’acqua ma non mi spegne, voglio te, una vita, far l’amore nelle vigne, l’amore è qualcosa di più, la luce che ti sfiora…’ Una scelta decisamente romantica, come loro, le fedi Cartier della serie Love in oro bianco con ametiste, acque marine, zaffiri blu e rosa e l’atmosfera del matrimonio al quale hanno preso parte molti vip tra i quali Laura Pausini, Biagio Antonacci, Gianni Morandi, Max Pezzali, Alessandro Del Piero. Il bouquet è stato preso al volo dalla giovane e graziosa Aurora. Per la luna di miele Eros e Marica sono volati in Germania al concerto degli Aerosmith e dei Rolling Stone. Eloquente e sentimentale il pezzo del video del live postato da lui su facebook nella serata degli Aerosmith: I don’t want to miss a thing. Il feeling della coppia è alle stelle, complice evidentemente un Cupido in ottima salute. D’altra parte in questioni d’amore Eros Ramazzotti in tanti anni di carriera ci ha fatto ascoltare, sognare e cantare quasi tutto. Ha esordito negli anni ’80 giovanissimo, lui nato nel 1963 in un quartiere popolare di Roma e subito apprezzato per la sua originalità. Approda al Festival di Sanremo nel 1984 nella sezione Voci Nuove con il brano Terra promessa, vince e conquista un’enorme popolarità. Ci ritorna l’anno dopo tra i ‘big’ con Una storia importante con la quale si classifica al sesto posto ma raggiunge un vero e proprio trionfo discografico. Nel 1986 partecipa ancora e lo vince con Adesso tu e poi vince il Festivalbar con l’album Nuovi Eroi. Da quel momento il percorso professionale di Eros Ramazzotti viaggia dav-


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È AMORE

vero alla velocità della luce. In Italia e all’estero miete consensi e successi, riempie gli stadi, manda in delirio le fan, colleziona duetti e collaborazioni prestigiose, incide pezzi che sfidano il tempo e le mode. Nel 1993 l’album Tutte storie schizza in vetta alle hit parade di tutta Europa, intanto lui si lancia in un eccezionale evento live con Pino Daniele e Jovanotti. Nel 1994 crea una sua società di produzione, la Radiorama, e nel 1995 sale sul palco del Summer Festival con le celebrità del rock, da Rod Stewart a Elton John, Joe Coker e molti altri. Sempre nel 1995 conosce Michelle Hunziker e tra loro è subito passione. Nel 1997 dedicherà a lei e alla figlia Aurora (nata nel 1996) la famosa ballata Quanto amore sei. Si sposa con Michelle Hunziker nel 1998 all’apice del suo boom, quando in tour incassa il tutto esaurito e i ritornelli delle sue canzoni rimbalzano ovunque. Album e molti concerti in giro per il

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mondo lo consacrano al grande pubblico e negli anni gli fanno conquistare tutti i più ambiti riconoscimenti musicali e immense occasioni come quando, ancora nel 1998, si esibisce con Luciano Pavarotti al Pavarotti&friends in Se bastasse una canzone, o nel 2000 quando esce Più che puoi che canta con Cher. Nel 2003 vince un altro Festivalbar e ad annunciarlo, ironia della sorte, è Michelle Hunziker presentatrice dell’edizione, già diventata nel frattempo ex moglie. L’escalation continua con Eros Roma

Ramazzotti e la Pellegrinelli si sono sposati, con rito civile, il 6 giugno e il loro è un rapporto all’insegna dell’equilibrio e della serenità.


live, un dvd del 2004 che raccoglie la sua esibizione all’Olimpico al quale segue, l’anno dopo, il disco Calma apparente che gli frutta il Platinum Europe Award. Nel 2006 è addirittura insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica, insieme a Laura Pausini. Nel 2009 esce Parla con me, altro trionfo strepitoso. Ogni volta vende milioni di copie, scala al volo la classifica, guadagna premi. Il suo mercato è planetario: ovunque, dall’Europa all’America, Eros Ramazzotti è una delle voci più note degli ultimi decenni. Con lui l’Italia esporta il miglior made in Italy in una chiave che, si può dire, è specificamente ramazzottiana. Già, il suo stile e l’inconfondibile voce nasale sono un marchio unico e caro e, nonostante sperimentazioni e maturazioni artistiche, Eros Ramazzotti è rimasto fedele all’impronta degli esordi. Dopo il singolo Un Angelo disteso al sole a fine 2012 esce l’album Noi che, a conferma dell’indiscusso apprezzamento di cui gode il cantante, raggiunge subito la prima posizione nella classifica iTunes in 17 Paesi del mondo e gli regala il Premio Ondas alla carriera. È praticamente impossibile passare in rassegna l’intera collezione delle sue canzoni e dei suoi traguardi. Ammirato e adorato da intere generazioni, Eros è un fenomeno nel panorama canoro e una garanzia commerciale. La sua insomma è davvero la fantastica storia di un cantante nato ‘dove è più facile sognare che guardare in faccia la realtà’ che, i sogni di bambino, pare averli realizzati alla grande. Enorme merito al talento, all’impegno e alla capacità di intercettare nel tempo situazioni, emozioni, fragilità, tristezze e slanci comuni e tradurli in parole e ritmi coinvolgenti per il pubblico. Ma anche a quella straordinaria alchimia tra anni ’80 –che non muoiono mai- espressione pulita e grinta agro-zuccherina. Hanno sempre ispirato una certa simpatia infatti quel suo broncio a tratti malinconico, quei suoi testi sofferti, quella sua immagine di padre presente e affettuoso, quella sua aria da eterno solido bravo ragazzo della porta accanto. Eppure, numeri e risultati alla mano, è indubitabilmente una star. Insomma uno di quelli che potremmo pure credere – magari scioccamente - più sregolato, frivolo o ‘bastardo’. Conosce Marica Pellegrinelli, modella

bergamasca del 1988, in occasione dei Wind Music Awards di Verona nel 2009 (a consegnargli il premio fu proprio lei) e da allora sono inseparabili. Lei, modella, studia recitazione e aspira a fare l’attrice ma intanto adora il ruolo di moglie e mamma. Fisico da sfilata in 1 metro e 80 centimetri di altezza fanno di lei una donna molto sexy con un viso dolce e due occhi azzurri che incantano. Eros dichiara sia stato colpo di fulmine e non stentiamo a crederci visto l’affiatamento e la tenerezza che i due continuano a manifestare, coronati appunto da una bimba e un lieto evento a breve. La notorietà di Eros, l’indubbia avvenenza di Marica, certi sviluppi paralleli della vita della ex, Michelle Hunziker, anche lei di nuovo innamorata, risposata (con Tomaso Trusardi)e baciata da

un’altra figlia e da una maternità in corso rendono la loro storia particolarmente seguita e paparazzata. Peraltro Ramazzotti e Pellegrinelli sembrano concedersi sorridenti ai fotografi, felici e sereni come sono, condividono allegramente le loro foto e i loro pensieri sui social network e non badano che a godersi la loro beata unione. Chissà quale sarà il futuro, di Marica Pellegrinelli. Vista l’età, le qualità e l’eleganza è facile immaginare che non stenterà a farsi largo nel mondo della moda o del cinema. Oltre alle sfilate qua e là cercando di coniugare la sua attività con le date dei tour di Eros e i suoi impegni di mamma, è stata seducente e deliziosa nello spot Morini gioielli ed è anche apparsa in forma smagliante nel 2013, nonostante la prima gravidanza,

Un sì in musica


È AMORE

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È AMORE

quando ha indossato la biancheria intima di Yamamay. Ha inoltre partecipato al programma Markette su La7. Sempre presente agli eventi mondani accanto a Eros, quello di Marica è un profilo discreto, raffinato, fascinoso. Con un maquillage fresco e leggero e una scintillante mise argentata ha appena fatto la sua splendida apparizione alla presentazione della versione restaurata di Nuovo Cinema Paradiso al Festival Cinema Italian Style a Los Angeles. Poi in nero raffinato e un sorriso sfolgorante ha posato, sempre al fianco di Eros, tra gli ospiti del parterre d’eccezione alla premiere americana de Il capitale umano di Paolo Virzì, in lizza tra i papabili agli Oscar 2015. D’altra parte ancora da Los Angeles un video ce la consegna cuoca provetta mentre stende la pasta per preparare la pizza per il marito. Che dire, una donna virtuosa dalle mille sfaccettature! In effetti pare che entrambi, al di là dell’ufficialità, prediligano una vita ‘normale’ e siano soliti frequentare molti amici fuori dal jet set. Unica grande eccezione è il vip Biagio Antonacci, storico amico di Ramazzotti. Potere dell’amore. E ce ne vuole molto a 26 anni, madre, moglie di un uomo osannato come Eros, nel bel mezzo di una famiglia allargata. In questi cinque anni d’amore Marica ha sicuramente dovuto allontanare il ricordo o il paragone con un mito popolare come Michelle, avvicinare l’adolescente Aurora, affrontare l’avventura della maternità, gestire la sua immagine pubblica e onorare i suoi impegni da testimonial. Certo, per noi è tutto dorato. La ricchezza, le opportunità, l’ebbrezza di una vita con un cantante come Ramazzotti sono un po’ una favola alla quale chissà quante donne anelerebbero. Già, difficile pensarla diversamente. Soprattutto quando le foto ci regalano gli sguardi adoranti di lui, istanti da brivido per qualsiasi femmina. Peraltro anche Eros, con quel fiore accanto, avrà scoperto una seconda giovinezza e un eccitante orizzonte di nuovo calore. Insomma, altro che cercare il risvolto difficile. Qui la magia c’è, eccome. È sempre molto stuzzicante notare come

il sigillo di tutte le relazioni amorose dei ‘divi’, di quelli che seguiamo e apprezziamo per la musica, al cinema, in tv e dei quali fantastichiamo su lussi, lustrini, stravaganze ed eccessi, sia sempre il rifugio familiare. Un figlio, che è legame, gioia, continuità, responsabilità, sembra essere anche il senso più profondo di un desiderio e di un bisogno squisitamente umano: quello di vivere la realtà e di toccare il cielo con un dito negli affetti e non nella gloria. La voglia di essere persone prima che personaggi.

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Che in fondo per Eros Ramazzotti, avvezzo alle immense commozioni di applausi oceanici, resterà comunque del cuore più di tutto il primo vagito dei suoi figli no? Comunque Marica, appunto, in questa coppia è quella che ha ancora tutto l’orizzonte da esplorare e chissà che non sia proprio lui, l’adorato Eros, il suo pigmalione. Lo scopriremo solo vivendo, proprio come avrebbe detto Lucio Battisti. Intanto i 50 anni di un Eros che già dal nome promette faville possono bastare a far sognare Marica e noi.

La bella Marica è in dolce attesa per la seconda volta, questa volta di un maschio che nascerà a marzo. La primogenita si chiama Raffaella Maria (dai nomi delle mamme di Marica e Eros), nata nel 2011.

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UOMINI DA SOGNO di Irene Spagnuolo

CHRIS

HEMSWORTH il più sexy dell’anno

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hris Hemsworth è l’uomo più sexy del mondo secondo la classifica 2014 di People, l’influente e gettonata rivista settimanale statunitense. Difficile contestare la scelta: per quanto in fatto di bellezza e sex appeal i gusti possano farla da padrone, Chris Hemsworth è oggettivamente un esemplare maschile al quale pure lo specchio, abbagliato, fa l’occhiolino. THOR, IL DIO DEL TUONO L’attore, australiano, nasce a Melbourne nel 1983 e muove i primi passi in produzioni televisive come la soap opera Home and Away nella quale veste i panni del personal trainer Kim Hyde dal 2004 al 2009. Sempre in tv partecipa con Abbey Ross a Dancing with the stars, la versione australiana di Ballando con le stelle, dopo approda al cinema. Innanzi tutto in Star Trek, film del 2009 nel quale interpreta il padre del capitano Kirk, poi in A perfect Getaway di David Twohy. Ma l’enorme successo arriva dal 2011 con il ruolo di Thor il dio del tuono nei film targati Marvel: Thor, The Avangers, Thor: The Dark World e Avangers: Age of Ultron. Nel 2012 è il cacciatore Eric in Biancaneve e il cacciatore, adattamento in chiave dark fantasy di Biancaneve e i sette nani diretto da Rupert Sanders. Nel 2013 la sua carriera tocca un’altra grande affermazione con l’interpretazione di James Hunt in Rush, film di Ron Howard che narra della grande rivalità tra i mitici piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda (che nel film è Daniel Brühl). Attualmente impegnato sul set lo rivedremo ancora al cinema e non solo come dio Thor nei sequel della Marvel: nel film d’azione In the Heart of the Sea di Ron Howard (2015),

nel film di fantascienza firmato da Michael Mann Cyber, nel thriller crime Candy Store di Stephen Gaghan e probabilmente in Robopocalypse di Steven Spielberg. BELLISSIMO, INNAMORATO E FEDELE! Il fascino di Chris sta soprattutto nella dotazione di madre natura e sport: chioma biondo-castana e occhi azzurri su un metro e novanta di muscoli fanno di lui un ragazzo che farebbe girare la testa anche fuori dalla forza seducente delle parti in cui si cala al cinema. D’altra parte però storia e stile di Chris ci raccontano altro. Prima


cosa, che è anche bravo a recitare e, con intensità di sguardi ed espressività, aggiunge parecchio al suo fisico da macho. Seconda cosa ha una forte e aperta risata da simpatico ragazzo australiano. Terza cosa, non ha la fama di quello che colleziona donne e avventure che non siano quelle sull’adorata tavola da surf. Chris Hemsworth è infatti sposato dal 2010 con l’attrice spagnola Elsa Pataky (nota in Italia per la parte di Cecilia in Manuale d’amore 2 di Giovanni Veronesi accanto a Carlo Verdone)- dalla quale ha avuto India, di due anni, e i gemelli Sasha e Tristan di otto mesi – e ha tutta l’aria di essere un marito fedele e un padre affettuoso e presente. Donne, praticamente un gioiello di uomo! TUTTA LA SEDUZIONE DELLA VIRILITA’ Roba che viene da chiedersi come possa sentirsi la moglie Elsa, peraltro altrettanto attraente e molto capace, per carità, però non così sfacciatamente desiderata e desiderabile come quel fusto con il quale divide la vita. Intanto lui ha accolto la designazione scherzandoci su, con il tono di quello che non ha alcuna intenzione di crederci davvero o di mettersi a fare il conquistatore seriale. E forse è tutto lì. In quella ‘normalità’ così seria dell’avvenente Chris Hemsworth. Già. Essere belli e vip non significa essere sciocchi, superficiali o sciupafemmine. E allora ci tocca guardare ma non toccare. Sognare e basta, insomma. Che Chris non è il tipo che si possa facilmente indurre in tentazione, ecco. O almeno questo è il messaggio che lancia sebbene, ovviamente, un tour nel suo album fotografico ci consegna una dose di piacevolezza e charme che ci scapperebbe da attribuire a un impenitente single che saltella da un flirt all’altro. Invece questa splendida visione con ogni look e in ogni circostanza, dal corpo seminudo alla versione casual a un abito da cerimonia, con chi lo avvistiamo fuori dai luoghi di scena? Con Elsa e la prole! Che magia l’amore. Così grande da offuscare, quasi, la forza seduttiva del ‘nostro Chris’. Se è vero infatti che al nostro fianco l’uomo dei desideri è proprio come lui, bellissimo e del tutto rapito dal sentimento e dall’attrazione per noi, quello da copertina o da cinema lo vorremmo magari più mascalzone e quindi, chissà, più inseguibile. Ma per quanto io cerchi di sfatare un po’ la sua carica sensuale –mero esercizio per raffreddare i pensieri hot- lui è li, tutto decisamente da ammirare e coccolare con tutti i sensi in allegro subbuglio. Evviva, altro che metrosexual, People premia la virilità.

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People consacra l’attore australiano Chris Hemsworth (31 anni) uomo più sexy del mondo 2014



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STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI

ASCOLTARE IL GRIDO DEI

PICCOLI DALL’ABUSO ALLA POVERTÀ: LA LOTTA DI TERRE DES HOMME PER L’INFANZIA di Chiara Mazzei

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Grazie al prototipo virtuale “Sweetie”, ideato da Terre des Hommes, sono stati individuati numerosi profili di pedofili nell’intento di adescare minori in Rete.

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rrobabilmente il nome Sweetie richiama alle vostre menti una caramella o qualche altro tipo di golosità. Qualcosa, comunque, di accattivante. Ed è a questa associazione mentale che devono aver pensato i suoi creatori quando le hanno dato un nome. Eppure Sweetie non è un dolciume, ma un’arma potentissima nascosta sotto le fattezze di una bambina di 10 anni. L’idea è tanto semplice quanto geniale: creare una simulazione di bambina virtuale, pronta ad essere agganciata in rete dalle migliaia di pedofili che vi bazzicano ogni giorno in cerca di prede facili e, soprattutto, minorenni. Sweetie è solo virtuale, ovviamente, ma ha reso possibile l’identificazione di migliaia di uomini adulti disposti a pagare per prestazioni sessuali via web cam. Sweetie, che ha le fattezze di una bambina filippina, è stata ideata e creata dall’Associazione Terre des Hommes, che da quando è nata nel 1960, grazie a Edmond Kaiser, giornalista e attivista, si occupa a 360 gradi della tutela e la cura dell’infanzia. Nel 2013 Terre des Hommes Olanda ha lanciato l’allarme su una nuova forma di sfruttamento minorile ancora poco nota, ma che si sta diffondendo con una rapidità che non può non creare apprensione: il “turismo sessuale” minorile tramite webcam. Nelle sole

Filippine sono già decine di migliaia i bambini vittime di questo fenomeno. Da questa constatazione, l’Associazione ha deciso di agire proattivamente: invece che aspettare che questi pedofili mettano le mani su bambini e bambine reali, si è pensato di dare vita a un prototipo virtuale che si lasci abbordare da questi uomini e permetta così l’identificazione del loro profilo. In poco più di due mesi di lavoro, i ricacatori di Terre des Hommes hanno raccolto i profili oltre mille adulti pronti a pagare bambini nei paesi in via di sviluppo per prestazioni sessuali davanti alla webcam. Le registrazioni video delle conversazioni, di adulti provenienti da moltissimi paesi, sono state in seguito consegnate all’Interpol che ha proseguito le indagini. E le buone notizie non finiscono qui. A novembre, in Australia, è stata effettuata la prima condanna in tribunale proprio grazie all’operazione Sweetie. Un giudice australiano ha infatti condannato Scott Robert Hansen, un “sex offender” di Brisbane, sulla base delle prove raccolte grazie alla bambina virtuale. «Siamo lieti di questo grande risultato, anche perché il giudice ha ritenuto che il reato commesso fosse assimilabile a quello compiuto nei confronti di una bambina vera», ha dichiarato Raffaele Salinari, presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes. «Ciò

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STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI

dimostra la validità del nostro metodo, che stiamo presentando alle Forze dell’Ordine di varie nazioni. Agire proattivamente utilizzando tecnologie come quella usata con Sweetie può dare il colpo di grazia a un fenomeno che ci preoccupa particolarmente, come quello dello sfruttamento sessuale via webcam». E non si deve pensare che se l’abuso avviene virtualmente non è altrettanto distruttivo ed esecrabile rispetto a quello reale. Secondo lo studio condotto da Terre des hommes, infatti, il turismo sessuale minorile tramite webcam è in grado di devastare la psiche delle vittime in modo analogo di un abuso fisico. I bambini coinvolti soffrono di mancanza di autostima e depressione e mostrano sintomi di stress post-traumatico. Spesso sentono vergogna e hanno sensi di colpa per ciò che fanno; hanno comportamenti autodistruttivi, usano droghe e alcool per rilassarsi e trovare una via di fuga dai loro problemi. E non si deve neanche pensare che manchi del tutto una legislatura a proposito. «Non è un problema di mancanza di leggi - ha spiegato Hans Guyt, responsabile della campagna di Terre des Hommes Olanda - Le Nazioni Unite hanno stilato delle norme che rendono illegale questo tipo di violenza sui bambini quasi in ogni parte del mondo. Ma il problema maggiore è che la polizia non intraprende delle azioni finché le vittime non sporgono denuncia. Ma, com’è ovvio, i bambini non riescono quasi mai a denunciare questo tipo di crimini, perché di solito provengono da famiglie molto povere e vengono costretti dagli adulti a prostituirsi online. A volte dovrebbero testimoniare contro la loro stessa famiglia, cosa che è quasi impossibile per un bambino». Grazie al progetto Sweetie, Terre des Hommes ha vinto dodici Leoni d’Oro e il Grand Prix for Good al Festival Internazionale della Creatività a Cannes, l’equivalente dell’Oscar della Comunicazione. L’IMPEGNO DI TERRE DES HOMMES PER L’INFANZIA La tutela dell’infanzia è sempre stata al centro dell’attività dell’Associazione sin dall’inizio. “Aiutare anche solo un bambino è sempre una bella storia d’amore”: nella parole del fondatore Edmond Kaiser il cuore di una missione audace e intensa volta alla difesa di chi, troppo spesso, da solo non può difendersi. Proteggere dagli abusi e da ogni tipo di violenza, dalla strada e dallo sfruttamento economico e sessuale, grazie a centri dedicati chiamati “Le Case del Sole”,

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programmi di intervento nelle strade e al fianco dei bambini lavoratori, delle vittime di prostituzione minorile, delle bambine e dei bambini in condizioni di semi-schiavitù domestica e dei bambini in carcere o in conflitto con la legge. Garantire il diritto all’istruzione, garantire la salute, attraverso progetti in tutto il mondo che si occupano di bambini profughi, poveri, abusati e delle loro famiglie. Terre des hommes è tutto questo e ancora molto più. “Finché un solo bambino rimarrà affamato, malato, abbandonato, infelice e sofferente, chiunque sia, dovunque sia, il movimento Terre des Hommes, creato per questo scopo, si impegnerà per il suo immediato e completo soccorso”. La carta dell’Associazione parla chiaro. Parla semplice. Ci sono bambini, nel nostro Paese come nel resto del mondo, che soffrono, per mille motivi diversi. E non hanno la possibilità di vivere l’infanzia che meritano. Quella semplice e meravigliosa che dovrebbe essere un diritto inalienabile. Grazie a questa associazione, il grido di aiuto, spesso muto, di questi piccoli viene raccolto, accolto e spento.

UN REGALO SPECIALE PER NATALE Dovete ancora comprare i regali natalizi? Molto bene, quest’anno potete optare per un regalo davvero speciale, che non si scarta ma sicuramente dona un aiuto forte e concreto a chi ne ha davvero bisogno. Andate sul sito www. superregali.com e scegliete tra le tante possibilità offerte da Terre des hommes. Un alpaca per una famiglia peruviana, una mucca per i bambini siriani, galline per i bambini dell’Ecuador, assistenza psicologica per i bambini profughi siriani e molte altre idee a prezzi diversi e accessibili a tutti. Con una cifra modica, possiamo tutti contribuire a far passare delle buone feste anche a chi è in grande difficoltà.



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PERSONAGGI

QUANDO

LUI È TROPPO 72


PERSONAGGI SE NE PARLA

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SOSPETTI, BUGIE, LITIGI, PEDINAMENTI. LA GELOSIA PUÒ DIVENTARE UN SERIO PERICOLO E ROVINARE LA VITA, CON CONSEGUENZE TALVOLTA ANCHE ESTREME. COME RICONOSCERLA E DIFENDERSI

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ontinue telefonate, pressioni, controlli, scenate di gelosia per una scollatura un po’ generosa o per un trucco troppo vistoso. Accuse di essere ambigua con i colleghi, civettuola con il barista, di ricevere messaggi inopportuni ed ecco che cominciano a fioccare i divieti, a spuntare i musi lunghi, le discussioni interminabili. Quelli che, all’inizio, possono sembrare i segnali di una sana e normale gelosia rischiano di trasformarsi in un rapporto opprimente e asfissiante. Più di tre telefonate al giorno, assicurano infatti gli esperti, è già allerta! Attenzione, dunque, al partner apparentemente coinvolgente, premuroso, attento e onnipresente, il suo atteggiamento può dare origine a dinamiche psicologiche complesse che possono sfociare in una gelosia patologica, pericolosa e ossessiva. COSA NASCONDE LA GELOSIA? In nessun caso la gelosia è sintomo d’amore ma rivela, al contrario, un desiderio di possesso e nasconde una profonda insicurezza, mancanza di autostima e di fiducia soprattutto in se stessi. Il geloso tende ad avere pensieri negativi e un comportamento sospettoso più o meno accentuato nei confronti della partner e richiede continue prove d’amore e di fedeltà. Comincia col “suggerire” alla partner come vestirsi, non accetta le sue uscite o la sua socializzazione, critica le amiche più libertine e spinge, man mano, la compagna a rinunciare ai propri bisogni e alla propria identità nella sua esasperata esigenza di essere amato,

ammirato e scelto come unico destinatario dell’investimento amoroso. QUANDO LA GELOSIA DIVENTA PERICOLOSA Un po’ di gelosia fa bene a qualsiasi relazione, ma quando diventa un’ossessione, un chiodo fisso allora il geloso insoddisfatto, frustrato tende al possesso avido della partner. «Per colmare il “vuoto di sé” – afferma Mariacandida Mazzilli, psicologa e psicoterapeuta – il geloso esige una presenza e una disponibilità continua, totale e un amore incondizionato, non riesce più a identificare la compagna come “altro da sé”, ma come “specchio” di se stesso e quando non ci riesce può diventare aggressivo e violento. Persa la fiducia, la condivisione e il rispetto, lei deve cominciare a farsi delle domande: perché sono disposta ad annullare me stessa così facilmente? Mi accetto per quello che sono? Sono destinata a diventare l’oggetto della sua ossessione?». L’UOMO GELOSO VA RASSICURATO Che sia geloso per carattere o a causa di pregresse delusioni, in ogni caso, soffre moltissimo perché è convinto di non meritare l’amore della partner. Per questo non perde occasione per sabotare la relazione, sottolineando ogni aspetto negativo del comportamento della compagna e dimenticando tutto ciò che di positivo il rapporto gli dona. Invece di rispondergli a tono, come istintivamente si vorrebbe dopo le continue e infondate accuse, è importante rassicurarlo, aiutandolo a costruire un’immagine positiva di sé, valorizzando le cose di cui può andare fiero, il suo lavoro, il suo stile, il suo charme. Dimostrargli com-

GELOSO di Viviana Carfì

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SE NE PARLA

prensione è il modo per fargli capire che si è presa coscienza della sua sofferenza e che non ha nulla di cui preoccuparsi. ATTENTE A NON CADERE NELLA TRAPPOLA Attenzione, però, a non cadere nella trappola dei sensi di colpa! Il geloso fa la vittima ed è talmente convincente da spingere la partner a dubitare di se stessa e di farle pensare di aver avuto veramente un comportamento ambiguo. Lei tende a mettersi in discussione con il rischio di giustificarsi e, quindi, di avvalorare i sospetti del compagno. Quando la gelosia si trasforma in patologia, la situazione diventa insostenibile e la convivenza difficile e snervante. Dimostrargli amore può servire ma senza stravolgere la propria personalità profonda per diventare come lui desidera. È il momento di porre dei limiti e di convincerlo ad accettare che deve lavorare su stesso e di chiedere aiuto a un esperto. COME RIPORTARE IL RAPPORTO ALLA NORMALITÀ Ovviamente la gelosia può essere molto distruttiva se non si corre ai ripari per tempo, evitando così che diventi una spirale di incomprensioni e litigi. Ecco alcuni atteggiamenti che possono aiutare il rapporto col proprio partner: Mettersi nei suoi panni e cercare di capire cosa porta il partner a essere così sof-

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focante nei propri confronti può aiutare a riportare il rapporto alla normalità. Un atteggiamento sbagliato può effettivamente insinuare il dubbio del sospetto. Aprirsi, è ora di parlarne in modo tranquillo cercando di capire cosa lo faccia “scattare”. Se tu sei sincera e sicura, lui comincerà ad aprirsi spiegando i motivi di tanta gelosia. Questo momento è molto importante, perché lui stesso si renderà conto di quanto sia esagerato il suo comportamento. Se la sua gelosia fa parte della sua natura, fagli capire che a lungo andare questa pressione logorerà la vostra relazione perché tutto potrebbe essere frainteso e con il passare del tempo le cose potranno anche peggiorare, occorre porre un freno subito alla sua possessività. Portalo nel tuo mondo e proponigli di partecipare alle uscite in cui solitamente non è contemplato in modo che possa vedere concretamente quanto siano innocue le uscite che teme tanto. Pari opportunità, condividere la vita insieme è bellissimo, ma non bisogna mai escludere i propri spazi. Se lui può giocare a calcetto due volte alla settimana, andare in discoteca con gli amici e messaggiare con tutti (e tutte), tu devi avere le stesse opportunità, altrimenti fagli capire che la relazione fra di voi non ha futuro.

I CAMPANELLI D’ALLARME Ci sono determinati comportamenti che non devono essere sottovalutati e se avete dei dubbi parlatene con le amiche e con persone esperte. - Suggerisce sempre come dovete vestirvi Se lui inizia a imporvi determinati abiti perché siete troppo vistose, riconquistate subito la vostra indipendenza e fate presente che non è un abito a far crollare una relazione solida. - Si preoccupa in modo eccessivo se socializzate o uscite da sole Improvvisamente vorrebbe che cambiaste stile di vita e possibilmente cerchia di amici/amiche perché non selezionati da lui, non permetteteglielo perché lui non deve dirvi cosa fare. - Vi telefona sempre e pretende che siate sempre pronte a rispondere Qui siamo già in una fase critica, se siete arrivate a questo punto dovrete fare un lungo lavoro per salvare il salvabile. Ma dovete mettercela tutta per fargli capire che mentre lavorate, o siete in palestra o a fare la spesa non potete sempre rispondere alle sue continue chiamate. - Ha comportamenti aggressivi nei vostri confronti Dovete agire immediatamente. Non dovete fare l’errore di pensare che le cose cambino da sole perché non sarà così, quando si arriva a questo genere di attitudini subentra la fase peggiore, ed è quella dove lui farà di tutto per svilire voi e il vostro modo di fare, agite in fretta e se è il caso anche in modo drastico.


LA STORIA Massimo, commercialista 50enne di Torino «Geloso perché troppo bella per me! E così l’ho perduta per sempre...» «La mia assurda gelosia e la mia insicurezza mi hanno fatto perdere l’amore di Valentina. Controllavo ogni movimento, ogni gesto, ogni sguardo, per tanto amore, pensavo, ma era per mancanza di fiducia e di stima di me stesso. Non volevo rischiare di perderla, avevo il terrore che potesse innamorarsi di un altro uomo, che potesse trovare in un altro ciò che io non ero in grado di darle. Ho trascorso, così, gli anni della nostra relazione, la più importante della mia vita, nel sospetto e nella sofferenza. Fino a quando, dopo l’ennesimo pedinamento, mi ha lasciato. L’ho incontrata dopo un lungo matrimonio ormai sfilacciato e di notti relegato nella camera degli ospiti. Anna, mia moglie, non ne voleva più sapere di me, ma nostra figlia Eleonora era ancora troppo piccola per comprendere la nostra separazione. Quindi optammo per un’unione faticosamente formale. Valentina mi ha fatto risentire vivo e dopo tanto tempo ho ricominciato ad amare. Lei era passionale, autentica, simpatica e bella. Forse troppo bella per me e non potevo credere che si fosse davvero innamorata di me. L’ho messa al centro della mia vita, del resto era lei che me l’aveva ridata! Le compravo regali, fiori, organizzavo cene romantiche o con amici, viaggi indimenticabili. Lei era diventata il mio mondo e volevo che tutti lo sapessero. Ma dentro di me s’insinuava un dubbio: cosa faceva quando io non c’ero? Chi vedeva? Con chi parlava? Valentina un’imprenditrice di successo, autonoma e vulcanica incontrava quotidianamente un sacco di uomini e quando me ne parlava, non riuscivo a pensare ad altro: gli sarà piaciuto? Si sono limitati al lavoro? Ero pazzo di gelosia, la chiamavo in continuazione, andavo a prenderla a lavoro o mi facevo trovare sotto casa sua senza avvisare. Insomma non vivevo più bene, lavoravo male e giorno dopo giorno segnavo sempre più stretto il suo territorio. Quando eravamo insieme, non sopportavo che si guardasse in giro, che ricevesse un sms o una telefonata. Doveva essere solo mia e per sempre! Non mi ha mai tradito, lo so perché la controllavo, solo che mi sono spinto troppo in là e quando mi ha scoperto è rimasta talmente ferita e spaventata del mio assurdo comportamento che non ne ha più voluto sapere di me. Ho sofferto moltissimo. Un amico mi ha suggerito di farmi aiutare e oggi sto lavorando sulle problematiche che mi hanno spinto ad avere quest’assurdo atteggiamento. Valentina non tornerà più da me, ma io spero di vivere meglio la mia vita futura».

LA PIAGA DEL FEMMINICIDIO Non è raro che alla base dei delitti che vedono come vittime le donne ci sia un eccesso di gelosia. Oltre 130 i casi di femminicidio in Italia nel 2013 a cui si sommano almeno 83 tentativi, rispetto ai 74 del 2012 e dall’inizio del 2014 ad oggi quasi 50. La scia di sangue “rosa” sembra non volersi arrestare, tant’è che ogni giorno leggiamo di casi di violenza, maltrattamenti e omicidi che si consumano tra le mura domestiche per mano di uomini, mariti, fidanzati, compagni gelosi o incapaci di accettare di essere abbandonati dopo l’ennesima minaccia o l’ennesimo pestaggio. Ma perché tanta rabbia, sadismo e intolleranza nei confronti delle donne amate? «Oltre alle motivazioni estreme di patologia psichiatrica in cui le emozioni non sono più fisiologiche e si trasformano in esplosioni di rabbia e tristezza estrema, come nel caso di “ubbidire” a una voce interna che spinge ad uccidere la propria partner – spiega Michele Cucchi (in foto), psichiatra e direttore del Centro medico Santagostino di Milano – ci sono casi di abuso di sostanze stupefacenti o anabolizzanti che rendono aggressivi e spesso vittime di paranoie e deliri. Ma sicuramente la motivazione principale è che l’emancipazione delle donne raggiunta a tutti gli effetti negli ultimi anni abbia scatenato negli uomini un risentimento e un bisogno di rendere sadiche certe relazioni, nel disperato tentativo di recuperare la leadership perduta».

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PUNTI DI VISTA

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A NEW YORK IN TRE ORE?! “YES, WE CAN” (O ALMENO, CI PROVIAMO) Dal Concorde a un aereo ancor più veloce il passo, manco a dirlo, è assai breve. Si chiama N + 2 e, in tre ore, potrebbe portarci nella Big Apple, partendo da Londra. La velocità? Almeno due volte superiore agli attuali aerei commerciali. Progettato da Lockheed Martin e destinato anche alle compagnie aeree commerciali, il super trasporto mira a ridurre il tempo di viaggio da New York a Los Angeles della metà. Insomma: in due ore e mezza si riuscirebbe a passare dalle palme di Los Angeles al bosco di Central Park. Ed è tutto vero.

Il velivolo chiamato AS2 Aerion volerà a 1.958 km/h e sarà veloce quasi quanto il Concorde, che ha volato anche a 2.172 km all’ora. Il costo di un volo “supersonico” per un’azienda? Fino a, circa, 100 milioni di dollari. I primi test potrebbero partire entro il 2019. Al momento i prototipi sono rivolti a un’élite di ricchi, visti i prezzi da capogiro e i servizi di prima classe. A quanto pare, però, gli aerei supersonici potrebbero raggiungere anche i turisti “regolari”. E, chissà, garantire a più persone un viaggio nuovo e, ovviamente, veloce. 77


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NARRATIVA

I colori di DORA CAPITOLO XVII

“E

ra tutto buonissimo, non trovi? Amo il cibo piccante... e da quel che vedo piace molto anche a te!” Beniamino era sorridente, rilassato... non si sentiva così bene da tempo. Quella ragazza, un po’ timida e magnetica, aveva su di lui uno strano effetto. Sentiva il suo calore senza bisogno di toccarla... Era quasi stordito da tutta quella bellezza, da tutta quella dolcezza, lei era penetrante come il profumo di un fiore. Mentre lei sorrideva, con il bicchiere in mano e un pezzo di dolce indiano tra le labbra, lui capì una cosa: si era innamorato. Era innamorato di Dora, di una ragazza che aveva visto solo un paio di volte... “Mi piacerebbe rivederti, presto. Cosa ne dici?” Dora trangugiò il suo boccone di dolce al cocco, quella domanda l’aveva spiazzata. “Certo, farebbe piacere anche a me. Io spesso

divertenti e lo faceva spesso e volentieri. Insomma, era egocentrico ma anche simpatico. “Beh, la contessa mi ha proposto di dipingere per una mostra a tema. Mi è sembrata molto seria e molto interessata alla mia arte... un toccasana per la mia autostima! Avevo bisogno di ricevere dei complimenti da una persona competente... lei è una pittrice, gallerista, insomma: un’esperta a tutto tondo! Sono molto emozionata e felice. Dovrò dipingere... fiori! Replicare i dettagli floreali di alcuni dei quadri più famosi al mondo... ovviamente con il mio tocco personale. Non sarà semplicemente copiare quei dettagli... dovrò renderli vivi, diversi! È una grande sfida, un modo per conoscermi meglio come persona e artista.” Dora, mentre parlava dei suoi futuri quadri, aveva cambiato completamente espressione. Si era illuminata, aveva nella voce

LEI SORRISE E LUI FECE ALTRETTANTO.

SORRISE CON LEI, SORRISERO IN SILENZIO, GUARDANDOSI NEGLI OCCHI... di sera sono impegnata... sai, gli orari del call center non mi permettono di essere sempre libera per una bella serata! Ma... basta accordarsi!” “Non mi hai ancora raccontato nulla di questa contessa... in effetti ho monopolizzato la conversazione, abbiamo parlato tutto il tempo del mio lavoro.” Dora apprezzò lo sforzo di Ben. Lei l’aveva ascoltato con interesse e attenzione: ed era vero. Lui era molto preso dal suo futuro, dalle sue ambizioni. Dora gli aveva dato spazio e lui l’aveva subito riempito di parole... parole che ruotavano solo attorno a lui. Per fortuna era un tipo capace anche di ironizzare, snocciolava battute

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forza ed energia, a Beniamino parve quasi una creatura magica, fatata. Una creatura munita di un paio d’ali, un angelo in grado di farlo volare... e quell’angelo gli stava porgendo la mano. “Sai, sono fortunata... non ho un lavoro che mi piace, ma ho una grande passione che mi spinge ad andare avanti. L’ho capito con il tempo e l’ho capito anche grazie all’incoraggiamento delle mie amiche... Sabrina, Rosaria ed Emilia... mi piacerebbe fartele conoscere, un giorno. Beh, adesso mi sembra presto... Piaceresti a tutte, sei un tipo simpatico e brillante.” Già, conoscere le sue amiche... Beniamino aveva nella tasca interna

di Iris Blu

della giacca una fotografia che lo ritraeva con Emilia. L’aveva portata per consegnarla a Dora, per il quadro... ma non riuscì a tirarla fuori. Avrebbe dovuto spiegare tante cose, troppe, e non aveva voglia di rovinare quell’atmosfera così romantica. Decise, avrebbe rimandato al prossimo incontro. “Non mi hai detto cosa vuoi che dipinga... fiori?” “Ah, già, il quadro... ci sto ancora pensando. Voglio qualcosa di speciale, di unico, come te...” Dora arrossì, ma non abbassò lo sguardo. “Sai, è da molto che non conosco un uomo come te, non so, hai qualcosa di... enigmatico, misterioso! Intendo in senso positivo. E mi piace la tua grinta, la tua tenacia...” Beniamino non arrossiva, mai. Eppure... Dora notò un lieve cambio di colore su quel viso bello e fiero. La luce delle candele, anche se fievole, restituì a Dora sfumature nuove e diverse, che non aveva ancora visto sul volto di Ben. Allora... era anche sensibile? L’aria da duro era solo una facciata? Chissà quante donne gli giravano attorno, di sicuro lei non era l’unica... era veramente bello, interessante. “Ti vedo improvvisamente distratta, a cosa pensi?” “Ah, no, a nulla... cosa ne dici di un caffè? È tardi, forse meglio un decaffeinato!” “Beh, dipende dalle tue intenzioni... potremmo andare a bere qualcosa, che ne dici? Conosco un posto molto carino, c’è musica jazz e cocktail buonissimi!” “Ti piace la musica jazz?” “Sì, molto, mi rilassa... seguire l’improvvisazione mi permette di non pensare al quotidiano, di lasciarmi andare, di vivere un po’ di spensieratezza. Penso sempre troppo al lavoro, non che mi


dispiaccia, amo il mio lavoro...” “A me il jazz non piace... ma farò un’eccezione se mi prometti un buon cocktail!” “Perfetto! F a n n o dei cocktail alla frutta molto buoni, ti piacciono dolci, vero?” Lei annuì, sorridente. “Ne ero sicuro... permettimi di offrirti la cena.” “No, dai, dividiamo a metà... è un modo per festeggiare i tuoi progressi nel lavoro. Ed è un modo per festeggiare anche i miei... sono un po’ scaramantica su queste cose. E poi mi hai già regalato queste bellissime rose...” Ben sorrise, si mise la giacca e si avviò verso l’uscita. Dora aveva detto no, ma lui avrebbe comunque pagato la cena. Per molti versi era all’antica, vecchio stampo, voleva fare bella figura e in genere ci riusciva sempre... allora perché all’improvviso si sentiva quasi goffo? Lei se ne era accorta? Era arrossito come un ragazzino... cosa gli stava capitando? “Dai, sono stato io a invitarti, lascia fare a me!” Dora sospirò e disse solo “Va bene, grazie.” In strada l’aria era fresca, faceva quasi freddo, il cielo era velato dalle luci della città eppure alcune stelle erano ben visibili. “Una stella cadente, l’hai

vista?” Dora sbarrò gli occhi, come se avesse visto la cosa più bella del mondo. “No, dove?” “Era proprio sopra di noi, ho alzato lo sguardo un attimo ed era lì...” “Beh, esprimi un desiderio. Bisogno esprimere un desiderio, giusto?” “Già, vediamo, cosa posso desiderare?” Lui la prese sottobraccio, lo fece senza guardarla. La via era praticamente deserta e per un paio di minuti ascoltarono solo i loro passi, lenti. Il loro camminare produceva un unico suono, un lieve tamburellare su quell’asfalto scuro e silenzioso, su quello spartito di catrame. “Siamo quasi arrivati, dopo il cocktail ti riaccompagno a casa... beh, questo è scontato. Non ti lascerò di certo tornare da sola!” “Raccontami altro di te... non mi hai detto niente della tua famiglia, neanche una parola. Da quel che ho capito non hai molti amici... come mai? Caspita, sono già due domande!” “La mia famiglia? Te ne parlerò un’altra sera, spero non ti dispiaccia.” La domanda l’aveva turbato, era evidente. “Gli amici! Che dire... beh, ho un sacco di conoscenti, avevo legato molto con un paio di compagni dell’università, ma avendo cambiato città... sai non è facile conoscere e approfondire. E poi, sarò sincero, negli ultimi anni mi sono buttato anima e corpo nello studio e nel lavoro. Sono abbastanza ambizioso, forse l’avrai capito! Non sono pentito delle mie scelte anche se devo ammettere che ultimamente mi sto facendo delle domande. Quando avrò ottenuto tutto ciò che desidero... con chi potrò condividere la mia felicità?” Erano arrivati davanti al locale scelto da Beniamino, il rumore del loro camminare era stato sostituito da un pezzo jazz cantato, malinconico e triste. “Entriamo, cosa dici? Mi sembra che

tu abbia freddo...” “No, in realtà sto bene, avevo freddo prima, e poi questi dieci minuti di camminata mi aiuteranno a smaltire tutte quelle delizie appena mangiate. Ancora grazie, veramente... ti andrebbe di... è stupido, lo so. Ma vorrei guardare il cielo, solo due minuti! Chissà, magari riusciremo a vedere un’altra stella cadente, forse la vedremo assieme.” “Va bene, ci sto. Beh, che desiderio hai espresso?” “Non posso dirtelo, non fare domande stupide!” Lei sorrise e lui fece altrettanto. Sorrise con lei, sorrisero in silenzio, guardandosi negli occhi, mentre la musica del locale assumeva i toni scuri del jazz più malinconico e inquieto. Eppure nessuno dei due fece caso a quel pezzo triste. Nessuno dei due fece caso a quella stella cadente che li aveva illuminati nuovamente. Si baciarono, lentamente, si osservarono senza il bisogno di guardarsi. Si fermarono, un attimo, mentre sopra di loro una piccola scia di nubi girovaghe era già pronta a oscurare la luna e il cielo. “Sai, mi vergogno... ma... era questo il mio desiderio.” “Avresti dovuto dirmelo, ed esprimere un altro desiderio! Dovresti essere più ambiziosa e volere l’impossibile. Io sono qui, per te... e ti desidero.” Si baciarono ancora, si strinsero. Si presero per mano ed entrarono nel locale. Dora era al settimo cielo, era veramente felice. La musica aveva assunto toni più allegri, ritmati. Il mattino dopo Dora si svegliò a casa sua... tra le braccia di Ben. “Buongiorno!” sussurrò lui... Lei mugolò qualcosa e poi appoggiò la testa sul petto di lui. Il suo abbraccio era confortevole, era caldo. Era la luce di una stella che desiderava non lasciare più. “Buongiorno anche a te!” Il cellulare di lui squillò... Beniamino prese il suo smartphone e lesse velocemente un sms appena ricevuto: Ciao, ti andrebbe di vederci questa sera? Cosa ne dici di una bella cenetta a casa mia... ti aspetto. Roberta.” Tolse la suoneria e posò il cellulare... “Chi era? Devi andare via? Io oggi lavoro solo mezza giornata, devo incontrare la contessa!” “No, non era nessuno... credimi. Non era nessuno.” Continua nel prossimo numero...

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ADESSO

LA PERSONAGGI MACCHINA DEL TEMPO

1976 VIAGGIO A RITROSO FRA MUSICA, CURIOSITÀ E PERSONAGGI di Stefano Fisico

NASCE LA REPUBBLICA

Nell’Italia degli anni di Piombo debutta in edicola il quotidiano la Repubblica, che fin dal primo numero si propone di far riflettere sui fatti, più che raccontarli. La sua portata innovatrice nel formato e nel linguaggio lo porta a scrivere una pagina importante del giornalismo italiano. L’idea di dar vita a un quotidiano matura nel giornalista 52enne Eugenio Scalfari, dopo l’esperienza felice del settimanale L’Espresso e la parentesi politica come deputato del PSI. Lo spirito moderno nella forma e nei contenuti del primo, unito alla profonda conoscenza della sfera istituzionale, fanno da sostrato culturale al nuovo prodotto editoriale.

NASCONO GLI U2

Un giovane batterista Larry Mullen, intenzionato a metter su una band, affigge un volantino nella bacheca della “Mount Temple Comprehensive School”, l’unica scuola non confessionale di Dublino. All’appello rispondono in quattro e il 25 settembre si ritrovano a suonare nella cucina di Larry, dando vita a un nuovo gruppo che prende inizialmente il nome di Feedback. Oltre a Mullen ci sono il cantante Paul David Hewson (soprannominato Bono Vox), il bassista Adam Clayton e due chitarristi, Dave Evans e suo fratello Dick. Dopo l’uscita di

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quest’ultimo nel 1978, la band prende il nome di U2, ispirato all’aereo spia americano abbattuto in Unione Sovietica nel 1960.

LA PRIMA DONNA MINISTRO

Il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti nomina come ministro del Lavoro Tina Anselmi, insegnante ed ex sindacalista. È la prima donna a diventare ministro nella storia d’Italia. La famiglia e la donna sono al centro del suo impegno politico, che si traduce nella prima legge sulle pari opportunità (1977), grazie alla quale vengono abolite le discriminazioni esistenti in materia di lavoro e di salario tra i sessi. Grandi meriti le vengono riconosciuti nell’essersi battuta a favore dei diritti delle donne sulla scena politica internazionale. Più volte indicata come possibile candidata alla Presidenza della Repubblica, una delle sue ultime battaglie è quella contro la massoneria nell’ambito della commissione d’inchiesta sulla loggia P2.


Benvenuto a...

Nel

1976 nascono: 17 OTTOBRE

Fabri Fibra

Beniamino di migliaia di teenager e amanti del rap, Fabrizio Tarducci, in arte Fabri Fibra, è considerato un po’ l’Eminem italiano, sia per i successi raccolti, sia per i contenuti forti e provocatori dei suoi testi. Nato a Senigallia, ha raggiunto la notorietà da solista nel 2004 con l’album Mr. Simpatia. Vincitore di 7 dischi di platino e 2 dischi d’oro, raccolti con 7 album, ha tra i suoi brani più popolari: Applausi per Fibra, Bugiardo, In Italia (con Gianna Nannini), Tranne te e Le donne. Nel 2011 si è misurato con la scrittura, pubblicando per Rizzoli il saggio Dietrologia - I soldi non finiscono mai, con la prefazione di Marco Travaglio.

10 DICEMBRE

Alessia Fabiani Nata a L’Aquila, lavora nel mondo dello spettacolo come modella, showgirl ed attrice. Inizia la sua carriera da piccola, con la partecipazione alla sit-com Orazio e nel 1994 vince il concorso di bellezza Bellissima. L’anno seguente entra in Mediaset e conduce, insieme ad Alberto Castagna, l’edizione successiva. Dal 1999 al 2002 lavora come letterina nello show Passaparola, condotto da Gerry Scotti. Dopo due calendari sexy, nel 2003 e 2004, diventa inviata del programma Lucignolo. Indagata nel 2007 per false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento nello scandalo “Vallettopoli”, si allontana sempre più dal piccolo schermo, recitando in alcune commedie teatrali.

1 MAGGIO

Violante Placido Figlia dell’attore e regista Michele Placido, Violante è nata a Roma nel 1976. Il primo ruolo con cui si fa notare nel mondo del cinema è quello di Adelaide nel film Jack Frusciante è uscito dal gruppo, accanto a Stefano Accorsi. ll primo ruolo di rilievo arriva con il film L’anima gemella, per la regia di Sergio Rubini. Ha recitato anche in Ora o mai più, per la regia di Lucio Pellegrini, Che ne sarà di noi, per la regia di Giovanni Veronesi, e nel discusso Ovunque sei, dove Violante Placido viene diretta dal padre. Nel 2006 debutta nel mondo musicale con lo pseudonimo di Viola. Nel 2009 interpreta il ruolo della pornodiva Moana Pozzi nella miniserie tv, in onda su SKY, dal titolo Moana, per la regia di Cristiano Bortone. Nel 2013 dal compagno Massimiliano D’Epiro ha avuto il figlio Vasco.

4 GIUGNO

Francesco Totti Nato a Roma, è un calciatore, attaccante e capitano della Roma, campione del mondo 2006. Dal 1992 gioca nella Roma, totalizzando 561 presenze e 235 reti, alla fine del campionato 2013-2014. Con i giallorossi conquista 1 scudetto (2000/01), 2 Coppe Italia (2007 e 2008) e 2 Supercoppe italiane (2001 e 2007). È al secondo posto (ma primo tra quelli in attività, con una media di 0,42) nella classifica dei marcatori della serie A di tutti i tempi, guidata da Silvio Piola con 274 gol in 537 presenze. Al termine della stagione 2006/07 è il capocannoniere della serie A con 26 gol. In Nazionale colleziona 58 presenze con 9 reti e vince anche la medaglia d’argento agli Europei del 2000. Dal 2005 è sposato con la showgirl Ilary Blasi, da cui ha avuto due figli, Christian e Chanel.

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A (TN) Z N E S S S. MA dicembre 6-8

LI TE DEG SI T O N A L I ACCNE H C C I B ALAM E L’ANTICA TRADIZIO LEA RIVIV LA CUL ORIA NEL DISTILLAT PPA TRENTINA. A DELLA GR E UN ORIGINALE NI IO Z A ATRO DEGUST OLO DI TE C A T T E SP E T ITINERAN

NOI INUIT. I POPOLI DEL FREDDO ARTICO CECINA (LI) 6 DICEMBRE - 25 GENNAIO

Eventi in SETTIMANA di Chiara Mazzei

nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, Mattia Rondelli dirigerà l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala e il coro Ars Cantica. Il programma prevede - per la prima volta in Italia - il Gloria per soli, coro e orchestra di Giuseppe Sarti e la Sinfonia n.5 Opera 67 di Ludwig van Beethoven. Il concerto è aperto gratuitamente a tutta la città, ma è dedicato in particolare a chi per vivere usufruisce dei servizi assistenziali di Caritas Ambrosiana. Oltre all’aiuto materiale delle persone bisognose, l’associazione tende a dare loro dignità attraverso momenti di aggregazione culturale stimolanti.

STOMP

ROMA - TEATRO BRANCACCIO 2 - 14 DICEMBRE

L’esposizione, alla Fondazione Geiger, vuole far conoscere al pubblico la storia e la cultura del popolo degli Inuit – un tempo conosciuto come Eschimese – che è disseminato in una vastissima estensione territoriale. La mostra fornisce uno spaccato della vita quotidiana tradizionale degli Inuit, focalizzandosi sulle attività di sostentamento come caccia e pesca, sulle modalità di trasporto e di svago, giochi e danze, e sulle credenze legate a miti e leggende.

FA.RE MUSICA PER TUTTI MILANO 11 DICEMBRE

Giovedì 11 dicembre alle ore 20.30

sionisti-attori-acrobati danno voce ai più “volgari”, banali e comuni oggetti della vita quotidiana: bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni, riciclandoli ad uso della scelta, in un “delirio” artistico di ironia travolgente.

WORLD PRESS PHOTO

FORTE DI BARD. VALLE D’AOSTA • 6 DICEMBRE - 6 GENNAIO

La mostra World Press Photo è il risultato del più importante concorso internazionale di fotogiornalismo organizzato dal 1955, dalla World Press Photo Foundation, organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam. L’esposizione presenta le immagini più belle e rappresentative che per un anno intero hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo.

Dopo l’eccezionale successo delle ultime tournèe in Italia, torna STOMP, uno tra i più rivoluzionari ed entusiasmanti eventi spettacolari degli ultimi anni. Senza trama, personaggi né parole, STOMP mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea. Con strofinii, battiti e percussioni di ogni tipo, i formidabili ballerini-percusCONSIGLIACI UN EVENTO  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00

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CUCINA PERSONAGGI CREATIVA

Bontà e salute col

cavolfiore

Ideale per chi è a dieta, questo ortaggio è un ottimo alleato in cucina... scopriamo come!

L

a Brassica oleracea L. var botrytis, questo è il nome del cavolfiore in botanica, è una varietà della famiglia delle Crucifere (di cui fanno parte anche il cavolo e i cavoletti di Bruxelles) caratterizzata da un’infiorescenza che è la parte commestibile della pianta. Il colore di questo pezzo può variare e va dal bianco al paglierino, al verde, al violetto. Tipico ortaggio invernale – ne esistono però anche varietà estive – contiene molti principi nutritivi preziosi come il potassio, il calcio, ma anche fosforo, ferro, acido folico e vitamina C. Nutrienti benefici che aiutano soprattutto chi ha problemi di colesterolo o di digestione. Il cavolfiore è ricco anche di principi attivi antinfiammatori e antiossidanti, che rallentano il processo di invecchiamento contrastando l’azione dei radicali liberi. Inoltre, sono depurativi e hanno una fun-

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zione diuretica e rimineralizzante. IN CUCINA Al vapore, per rimanere leggeri, al forno con la besciamella per scaldarsi in una sera d’inverno. Il cavolfiore è un ingrediente molto versatile e si presta a numerose preparazioni. Si può conservare nel surgelatore, sott’olio o anche sott’aceto. Se, invece, preferite tenerlo in frigo, abbiate l’accortezza di avvolgerlo in un sacchetto di plastica. Riconoscere un cavolfiore fresco è molto semplice, basta fare attenzione alla presenza delle foglie verdi che lo contornano e al colore del fiore: più è bianco più sarà fresco. Deve poi essere chiuso e compatto, sodo e senza macchie. Si raccomanda di mangiarlo spesso, soprattutto per chi è a dieta, considerato che ha un apporto calorico molto contenuto (25 kcal/100 grammi) e un elevato potere saziante.

COME COLTIVARLO

La coltivazione del cavolfiore non presenta particolari difficoltà, perché è una pianta abbastanza resistente, anche se preferisce climi caldi alle temperature rigide. Per poter mangiarne uno autoprodotto, avrete comunque bisogno di un giardino. Far crescere un cavolfiore in vaso è molto difficile anche se non impossibile. Le varietà di cavolo hanno periodi di semina e raccolta diversi, che vanno a coprire tutto l’arco dell’anno. L’importante è che la pianta abbia un terriccio ricco e ben drenato e che d’inverno venga protetta dal freddo.


Ricette a cura di Cookinglaura blog.alice.tv/cookinglaura

PERSONAGGI

ADESSO

PANCAKES AI CAVOLI GUARNITI CON RICOTTA ALLE ERBE E PROSCIUTTO CRUDO

Ingredienti per circa 6 persone • 300 gr di cavolfiore • 150 gr di farina • 2 uova • 200 ml di latte • 500 gr di ricotta • 100 gr di prosciutto crudo • Erba cipollina, prezzemolo, basilico • 50 gr di burro • Sale e pepe

Le ricette

Lessate per 10 minuti il cavolfiore a cimette nell’acqua bollente leggermente salata. Scolatelo e schiacciatelo con una forchetta. In una ciotola mescolate le uova, la farina, il latte e i cavoli schiacciati, regolando di sale e pepe. In una padella antiaderente fate sciogliere una noce di burro e versate una cucchiaiata di impasto, formando un pancake abbastanza regolare. Fate cuocere per un minuto circa, poi giratelo con una spatola, terminando la cottura sull’altro lato. Continuate così fino ad esaurimento dell’impasto. Servite i pancake ancora tiepidi, guarnendoli con una quenelle di ricotta lavorata con le erbe tritate, sale e pepe e una fetta di prosciutto crudo adagiata sopra.

L’

arrivo della stagione fredda coincide con l’arrivo dei cavoli al mercato. Provateli tutti: verza, cavolo cappuccio rosso o bianco, cavolfiore, broccolo. Sono ottimi, salutari e molto versatili. Non fermatevi alle solite ricette: il cavolfiore, per esempio, è ottimo per condire la pasta insieme a uvetta e pinoli o con la bottarga, come vi suggerisco oggi, ma anche crudo in insalata, con olive taggiasche e fettine di arancia. Non temete l’odore quando lo cuocete: scegliete cavoli ben chiusi, bianchi, senza macchie scure e cuoceteli in acqua bollente, aromatizzata con una foglia di alloro o buccia di limone. Provate queste due nuove ricette di Cookinglaura, ne andrete matti!

SPAGHETTI CON CAVOLFIORE E BOTTARGA DI MUGGINE Ingredienti per 4 persone • 300 gr di spaghetti grossi • 500 gr di cavolfiore • 50 gr di bottarga di muggine • 1 spicchio di aglio • Peperoncino • Prezzemolo • Olio extravergine di oliva • Sale

Lessate il cavolfiore per 10 minuti in acqua bollente leggermente salata, poi scolatelo e mettetelo da parte. In una larga padella che contenga la pasta fate soffriggere dolcemente lo spicchio di aglio schiacciato in 6 cucchiai di olio evo e il peperoncino, aggiungete il cavolo e fatelo insaporire bene per almeno 5 minuti, schiacciandolo con una forchetta. Cuocete la pasta scolandola al dente e fatela saltare nel condimento di cavolfiore, aggiungendo un mestolino di acqua di cottura. Spolverizzate con la bottarga grattugiata e il prezzemolo tritato.

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SPESA CONSAPEVOLE

ADESSO

IL CALORE CHE RISPETTA L’AMBIENTE Dotarsi di una stufa a pellet non è solo uno sfizio che dona un tocco di rustico alla casa: è anche una valida soluzione per avere un riscaldamento ecologico e attento al portafoglio! Ecco come e perché sceglierla di Stefano Padoan

C

on oltre 10 milioni di sistemi di riscaldamento installati, legna, pellet e cippato hanno un ruolo di primo piano tra le rinnovabili in Italia. Secondo l’Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) il nostro è il Paese con la più alta diffusione di stufe a pellet e il primo consumatore al mondo di questo combustibile ecologico. Ma perché tanto successo? La risposta non è da ricercare solo nel desiderio di tornare ad avere un focolare in casa, che ravvivi il salotto con una fiamma allegra e scoppiettante. Le basse emissioni e l’ottimo rendimento energetico rendono infatti il pellet una soluzione per risparmiare sul riscaldamento e nello stesso tempo rispettare l’ambiente. Diamo uno sguardo ai numeri: per produrre la stessa quantità di calore (1

Mwh), con il pellet si spenderebbero 72 euro, mentre con una caldaia a metano 86 e con un impianto a gasolio 145. Solo la legna da ardere e il cippato (biomassa composta da rametti e fogliame) costano un po’ meno, ma sono più ingombranti e difficili da conservare nelle aree urbane. Il pellet è anche più ecologico: fatto con materiali di scarto di segherie e industrie del legno, non viene prodotto abbattendo altri alberi. A differenza della caldaia a metano, la stufa a pellet non emette CO², anche se produce monossido di carbonio e le polveri cosiddette IPA (idrocarburi policiclici aromatici), le cui emissioni tuttavia sono ultimamente state molto ridotte grazie all’avanzamento tecnologico dei nuovi apparecchi. Se la vista della fiamma rende le stufe a pellet simili a un camino, la tecnologia le fa somigliare più a

una moderna caldaia a gas. Centralina elettronica e termostato permettono di programmare l’accensione, scegliendo giorno e ora, e di regolare la temperatura. Necessita di un collegamento alla rete elettrica e, contemporaneamente, di una canna fumaria, anche se esistono modelli che possono farne a meno. Quando scegliete la vostra stufa, controllate bene nella scheda tecnica che i metri cubi riscaldabili siano quelli giusti per la vostra casa. Una stufa da 125 KW, ad esempio, scalda un ambiente di 100 m²: di solito, però, le stufe vengono scelte per riscaldare singoli ambienti, non un intero appartamento, e sono quindi sufficienti delle potenze inferiori. Tenete presente infine che l’installazione di una stufa a pellet può usufruire delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni.

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ADESSO

GENITORI E FIGLI

LA SUA PRIMA VOLTA

di Federico Crisalidi PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

I giovani si accostano precocemente al sesso, ma sono consapevoli di questa scelta? Vediamo come i genitori possono aiutarli in questo importante momento della loro crescita

G

li adolescenti di queste ultime generazioni affrontano con grande disinvoltura la sessualità, spigliatezza che in realtà nasconde una scarsissima conoscenza dei meccanismi fisiologici, dei rischi, e del rapporto tra sessualità e affettività. Si abbassa l’età in cui si scopre il sesso e si alza il numero delle malattie sessualmente trasmesse: gli adolescenti hanno molta fretta di crescere ma anche altrettanta confusione in tema di sesso. Manca la percezione del rischio, sia

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delle malattie sessualmente trasmesse che delle gravidanze indesiderate, sono molto disordinate le idee riguardanti la prevenzione, il preservativo è ancora guardato con diffidenza e disinteresse. Soprattutto, la sessualità viene usata dai giovanissimi come mezzo di autoaffermazione, per sentirsi “grandi”, slegata dal bisogno di relazionarsi, dal rispetto per se stessi e per l’altro, dal desiderio di amare ed essere amati. Invece, ricerche scientifiche dimostrano che avere il primo rap-

porto sessuale non troppo presto, diciamo nella tarda adolescenza (19-21 anni), è predittivo di una maggiore soddisfazione di coppia e di relazioni più durature e stabili. Questo dimostra come la maturazione cognitiva e affettiva consente di vivere con maggior consapevolezza le relazioni sentimentali. Ma, considerato che l’età del primo rapporto sessuale si aggira intorno ai 14 anni, certi argomenti non si possono rinviare. Ecco allora alcuni consigli su come affrontare l’argomento “primo rapporto”.

LINEE GUIDA PER I GENITORI Parlate ai vostri figli senza tabù e imbarazzo Non forzate il dialogo, cercate di far emergere spontaneamente gli argomenti, con chiarezza e senza imbarazzi, in modo da non crearne a vostro figlio, essendo sempre sinceri ed evitando i sensi di colpa, mostrate un atteggiamento aperto e disponibile. È importante che riflettiate sul vostro atteggiamento e sulle vostre convinzioni sulla sessualità: se lo considerate una cosa bella e “pulita” il vostro atteggiamento sarà sereno e ne parlerete volentieri. Insegnate l’autostima Spiegate ai ragazzi come la scelta di avere un rapporto sessuale è anzitutto un gesto d’amore verso il partner ma anche verso se stessi: è un atto intimo

e profondo da condividere solo con una persona che ti ama e che ami, che ti rispetta, che aspetta. Parlate delle emozioni Parlare di sessualità è fondamentale per costruire il senso di responsabilità nei ragazzi: cercate di spiegare loro l’importanza dei valori e della consapevolezza delle proprie scelte, mostrate ai vostri figli come iniziare una vera vita sessuale comporti particolare attenzione verso il proprio corpo e quello dell’altro. Date importanza alle loro scelte e azioni, rappresentando un supporto emotivo che li aiuti nella loro crescita fino al raggiungimento della loro completa autonomia e identità sessuale.


PSICO

ADESSO

ANSIA DA PRESTAZIONE Se ne sente spesso parlare in relazione alla sfera della sessualità, ma in realtà l’ansia da prestazione si presenta in varie situazioni della quotidianità e colpisce sia gli uomini che le donne

L’

ansia da prestazione è uno stato ansioso con ripercussioni sul versante corporeo, che si verifica con l’approssimarsi di una situazione specifica. L’esempio più immediato e più conosciuto è quello legato alla sessualità: in alcuni uomini si genera uno stato di agitazione profonda quando sono in procinto di avere un rapporto sessuale, al punto da non riuscire ad avere l’erezione o da eiaculare precocemente. In realtà, però, questo genere di ansia non è legato solo al rapporto sessuale, ma si attiva quando ci si trova a dover affrontare una “prestazione”, cioè a prestare la propria opera nello svolgimento di un’attività specifica, sia essa fisica che intellettuale; a questa definizione aggiungerei anche che tale attività può essere sottoposta al giudizio altrui. Un esame, un colloquio di lavoro, la consegna di un progetto, il contatto con una persona che attrae, una competizione sportiva, sono tutte situazioni in cui si deve agire e si è sottoposti alla valutazione dell’altro, con conseguente attivazione di dinamiche inconsce di inadeguatezza. Il pensiero sottostante è che l’esito della propria prestazione deve essere perfetto, non è possibile commettere alcun errore, pena il giudizio negativo dell’altro e la conseguente svalutazione di sé. Se, infatti, ci si sentisse sicuri e all’altezza delle situazioni che si devono affrontare non si attiverebbe l’ansia da prestazione, che invece si presenta facendo leva sulle personali insicurezze, sui timori di non

essere capaci o abbastanza bravi, andando così a inficiare l’azione stessa. Quanti ragazzi, pur avendo studiato a lungo e con molta attenzione per un esame, si bloccano e non riescono più a rispondere alle domande poste? Si entra così in un circolo vizioso: il timore di non fare bene genera ansia, la quale influisce sul risultato non consentendoci realmente di svolgere come vorremmo ciò che ci preoccupa tanto. In questo modo facciamo una sorta di autosabotaggio, che serve per confermare la nostra idea interiore di non essere all’altezza, sviluppata in anni e anni di insicurezze e timori, da cui è

di Silvia Coldesina PSICOLOGA

difficile discostarsi. E come ben sappiamo, le nostre insicurezze si basano sui metri di paragone che scegliamo di mantenere, ideali da raggiungere spesso inarrivabili e al limite della perfezione, a confronto dei quali sentiamo di non valere nulla. Come uscirne? Affrontare un percorso mirato per ridimensionare i propri ideali e accettare le proprie imperfezioni, contestualmente a rafforzare la stima di sé e delle proprie capacità consente di approcciarsi alle situazioni ansiogene in maniera più serena e senza ripercussioni sulla propria prestazione.

PAURA DEL GIUDIZIO Nelle situazioni in cui si ha ansia da prestazione la propria autostima dipende totalmente dal riconoscimento che proviene dalle altre persone; un giudizio negativo comporta il crollo della stima di sé con conseguente autosvalutazione

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ADESSO

IL VINO FA BENE. CON MODERAZIONE

SALUTE

Ha effetti positivi sull’apparato digerente. Smentiti, invece, i benefici sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari evidenziate nel celebre “paradosso francese”. E anche la birra...

D

di Fabio Quinto

iciamolo subito: l’abuso di alcolici è un male da combattere con tutti i mezzi. È dannoso per la nostra salute, per la nostra psiche, per la vita dei nostri cari. Eppure, se al «modello anglosassone» di consumo degli alcolici - che prevede forti quantità in poco tempo, anche di superalcolici, e spesso a digiuno – sostituiamo quello «mediterraneo», ossia moderate quantità di vino e birra costanti e durante i pasti, le cose cambiano. Perché un bicchiere di vino, soprattutto se rosso, oltre ad essere buono fa bene alla salute. LA RICERCA DI SIENA Una ricerca dell’università di Siena hanno certificato i suoi effetti positivi contro l’helicobcter, batterio che provoca ulcere ed è fattore di rischio di carcinoma e linfoma gastrico. Anche la presenza di radicali liberi dello stomaco, responsabili di diverse patologie infiammatorie, è combattuta efficacemente dai vini rossi. «Un bicchiere abbondante di vino a pasto – dice la professoressa Daniela Giachetti – è sufficiente a produrre l’effetto benefico e protettivo sulla mucosa gastrica. Se il consumo però aumenta oltre i 350 millilitri a pasto, l’etanolo agisce in senso negativo sullo stomaco pro-

vocando danni che possono essere anche di notevole entità». Tutti i vini, poi, hanno un elevato potere antiossidante. GLI STUDI NEL CHIANTI Certo, sono ormai lontani gli anni del «paradosso francese», quando alcune ricerche affibbiarono al vino degli effetti miracolosi, addirittura in materia di prevenzione di tumori e malattie cardiovascolari: negli anni ‘80 e ‘90 sembrava che la longevità degli abitanti del Sud della Francia, pur con una dieta ricca di grassi simile a quella americana, fosse dovuta proprio al consumo di vino rosso. I ricercatori americani della Johns Hopkins University School of Medicine hanno recentemente smentito questa teoria. E lo hanno fatto studiando la popolazione del Chianti, in Toscana, una delle tradizionali roccaforti del consumo di vino rosso in Italia, prendendo in esame ben 800 persone tra il 1998 e il 2009. Risultato, gli anziani sono morti o si sono ammalati esattamente come nelle altre zone in cui si segue la dieta mediterranea, di cui il vino è una componente importante ma certamente non quella decisiva. UNA BIONDA PER LA VITA Durante l’incontro europeo «Beer and Health» (birra e salute) è emerso che anche la birra aiuterebbe a migliorare la memoria degli anziani e avrebbe un effetto protettivo nei confronti di molte patologie, dal diabete all’artrite reumatoide e alle malattie cardiovascolari. Merito dei polifenoli, l’elemento che contribuisce maggiormente all’apporto di acido idrobenzoico, che ridurrebbe del 53% il rischio cardiovascolare. Un altro «paradosso» in arrivo?

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QUANDO IL MICIO È IN SOVRAPPESO

AMICI ANIMALI

ADESSO

Una vita sedentaria e un’errata alimentazione possono determinare obesità e sovrappeso del tuo gatto. Ecco come evitarlo...

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econdo recenti studi un gatto domestico su tre è in sovrappeso: alimenti troppo energetici, dosi eccessive di pappa e una vita sedentaria sono le principali cause dell’aumento di peso dei gatti, tanto più se si tratta di esemplari sterilizzati. Per capire se il tuo micio è in sovrappeso, quando lo prendi per il torace, accertati di sentire con le dita le costole: se sei nel dubbio rivolgiti al veterinario che, in base alle sue conoscenze e ai dati relativi a sesso, età e razza, ti saprà dire se il tuo gatto è fuori forma.

ALIMENTAZIONE PERFETTA

Spesso si tende ad alimentare il proprio micio abbondando nella quantità e nella frequenza dei pasti: è vero che i gatti preferiscono tanti minipasti nell’arco della giornata piuttosto che uno abbon-

di Marta Cerizzi

dante, però ciò non significa che si debba ogni volta esagerare con le porzioni. Di solito un bel gatto robusto e attivo consuma circa 350 g di cibo al giorno mentre un gatto più piccolo circa 250 g: di queste quantità almeno un terzo deve essere costituita da carne, pollo e pesce mentre il resto da riso, verdure e formaggio. La carne deve costituire l’elemento principale dell’alimentazione del gatto perché a differenza del cane, che è onnivoro, il gatto resta sostanzialmente carnivoro.

CIBO IPOCALORICO

Il linea di massima il fabbisogno energetico quotidiano di un gatto adulto è di 70 kcal, per cui se il veterinario ritiene che gli alimenti che stai somministrando al tuo gatto siano troppo calorici sarà opportuno passare ad un cibo più

“light”. La nuova alimentazione va introdotta gradualmente altrimenti il gatto rischia di soffrire di problemi digestivi e di disturbi intestinali a seguito dell’alterazione della flora batterica. Inizia mischiando un quarto del nuovo cibo con tre quarti di quello vecchio per un paio di giorni e poi, se non ci sono problemi, diminuisci la dose del cibo vecchio fino a sostituirla completamente con quello nuovo. Dopo un mese, se la nuova dieta funziona, dovresti notare che il tuo micio sta meglio: è più attivo, appare più snello e ha un pelo più lucido.

TANTA ATTIVITÀ FISICA

Per bruciare le calorie in eccesso i gatti devono vincere la pigrizia: il gioco e l’attività fisica sono le soluzioni migliori per restare in forma. Fornisci al tuo micio un tiragraffi e dei giocattoli con cui si potrà sfogare: nei negozi per animali ne esistono di tutti i tipi e di qualsiasi prezzo ma se vuoi risparmiare puoi usare anche dei semplici oggetti di recupero come tappi di sughero, spaghi e scatole di cartone che stimoleranno la curiosità del tuo micio facendolo muovere e non poltrire sul divano.

INTOLLERANZE I gatti non digeriscono bene l’amido del pane e della pasta e neppure il lattosio contenuto nel latte e nei latticini: cerca dunque di non somministrare al tuo gatto, troppo di frequente, questi alimenti che potrebbero causargli problemi intestinali.

ERBA GATTA Lascia sempre a disposizione del tuo micio dell’erba gatta: oltre ad essere un’importante fonte di vitamine, è anche un efficace purgante in grado di aiutarlo a risolvere i suoi problemi digestivi.

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BRICONSIGLI

PULIRE IL FORNO? UNA PASSEGGIATA!

di Serena Fogli

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uando le temperature si abbassano il forno torna ad essere il re della cucina. Che siano torte (dolci e salate) o piatti gratinati, il forno è un microcosmo di pura bontà: il sapore e il calore dei piatti appena sfornati è impagabile e mette d’accordo tutti i tipi di palato, anche quello dei piccoli di casa. Esiste, tuttavia, un fastidioso risvolto della medaglia: l’uso del forno non può non prescindere da una pulizia più frequente dello stesso. Si tratta, senza dubbio, di un compito ingrato: le eventuali incrostazioni di lunga data e la posizione spesso scomoda rendono le operazioni di pulizia molto difficoltose. Senza contare che, utilizzare i prodotti chimici che troviamo al supermercato, (benché si tratti di una scelta sicuramente più veloce) è poco sano sia per l’ambiente che per noi: una rimozione non accurata degli stessi può andare a contaminare i cibi che portiamo in tavola, alterandone il sapore. E allora, perché non affidarci alla natura con prodotti che, in casa,

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non mancano mai? Sono il bicarbonato, l’aceto e il limone: il loro potere altamente sgrassante e igienizzante è perfetto da utilizzare per la pulizia del forno. Scopriamo subito come fare!

PULIRE IL FORNO... CON IL LIMONE

Il limone è un ottimo sgrassante naturale e utilizzarlo per la pulizia del forno può diventare una valida alternativa all’uso dei prodotti chimici venduti al supermercato. È sufficiente spremere il succo di limone su tutta la superficie interna del forno e, dopo aver riposto le rimanenti bucce in un tegame e aver posizionato quest’ultimo sulle griglie del forno, accenderlo a 180°. Lascia agire il prodotto per 30 minuti, poi apri lo sportello e lascia raffreddare l’interno. A questo punto sarà passa una spugnetta… Il gioco è fatto! Anche il profumo sarà impagabile.

CON L’ACETO

Sapevi che l’aceto è un ottimo disinfettante? Se a questo potere uniamo il fatto che è anche ottimo per sgrassare, ecco

trovato il prodotto perfetto per pulire il forno. Ecco come bisogna procedere: scalda un bicchiere di aceto in una pentola piena d’acqua e intanto accendi il forno a circa 100°. Una volta che l’acqua sul fornello ha raggiunto il bollore, prendi la pentola e riponila nel forno ancora acceso, lasciando agire il tutto per un quarto d’ora. A questo punto è sufficiente armarsi di una spugnetta e passarla su tutta la superficie del forno che, a pulizia ultimata, brillerà e profumerà di buono!

CON IL BICARBONATO (E IL SALE)

Per eliminare le incrostazioni dal forno ci affidiamo all’incredibile potere del bicarbonato… E del sale! Dosa mezza tazza di sale, mezza di bicarbonato e mezza di acqua: mescola tutto insieme fino ad ottenere una pastella da stendere sul forno o almeno nelle parti in cui il forno presenta delle incrostazioni. Ora lascia agire per circa un’ora e risciacqua: le incrostazioni sono sparite e il forno è pulito!


FAI DA TE

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cenere, non buttiamola! Q

uante di voi hanno o vorrebbero un camino in casa? In effetti, benché si tratti di un modo piuttosto antiquato per riscaldare gli ambienti domestici, oggigiorno sono ancora molte le case dotate di questo splendido strumento che sa di tempi ormai andati: accenderlo non significa solamente ricreare in casa un’atmosfera romantica e fiabesca, ma anche risparmiare sul riscaldamento tradizionale. Che fare, però, della cenere che si accumula al suo interno? Il fai da te ci impone di non buttar via niente: esistono molti modi, infatti, per riutilizzare in casa la cenere, un materiale che solo all’apparenza è di scarto.

PER PULIRE

Sapevi che la cenere è un ottimo sgrassante naturale? Con gli scarti del camino possiamo dar vita a un ottimo detergente che prende il nome di lisciva. Hai bisogno solo di cenere, acqua, una vecchia pentola che non usi più e un colino e del cotone per filtrare. Per ogni bicchiere di cenere hai bisogno di cinque bicchieri d’acqua. Unisci quindi l’acqua e la cenere in una pentola, mettila sui fornelli e lascia bollire il composto a fuoco vivace, continuando a mescolare. Una volta che il tutto ha raggiunto il bollore, abbassa la fiamma e copri la pentola con un coperchio, lasciando poi cuocere il tutto per un paio d’ore. Ricordati di mescolare di tanto in tanto, poiché il composto di cenere tende ad attaccarsi al fondo della pentola. Terminata la cottura, lascia riposare il composto nella pentola per 24 ore, per poi passare alle

di Serena Fogli

operazioni di filtraggio servendoti di un colino ricoperto col cotone. Fai attenzione: la cenere deve rimanere sul fondo della pentola perché il detergente sta tutto nel liquido! Filtra due o tre volte il composto, così da ottenere della lisciva purissima, che potrai conservare in recipienti di vetro fino ad un anno. La lisciva può essere utilizzata pura o arricchita con un olio essenziale a piacere, così da donarle un aroma più gradevole. Ora che è pronta puoi utilizzarla per pulire casa: diluita con acqua è ottima per igienizzare i pavimenti e usata pura è perfetta per spolverare e pulire le superfici lavabili di casa.

CONTRO LA NEVE O IL GHIACCIO

La cenere è ottima per combattere i disagi derivanti dal freddo e dalle basse temperature, quindi, all’occorrenza, potrai spargerla sulle superfici ghiacciate o innevate che devi sciogliere. Potrai farne altresì un uso preventivo: se il servizio meteo prevede gelate notturne, spargi la cenere sul vialetto di casa prima che cali il tramonto e vedrai che la mattina successiva non rischierai di cadere o slittare con la macchina!

COME… FERTILIZZANTE!

Spesso ci si dimentica degli antichi trucchi utilizzati dai nostri antenati agricoltori per rendere la terra più fertile e florida. La cenere, infatti, è un ottimo fertilizzante che aiuta a bilanciare il pH del terreno, rendendolo meno acido. Ovviamente non dovrai cospargere di cenere un terreno atto ad accogliere quelle piante che preferiscono un terreno più alcalino, o otterrai l’effetto contrario: quindi, prima di utilizzarla nell’orto o in giardino, informati sulla tipologia di terreno che le tue piante preferiscono e otterrai i risultati sperati.


ADESSO

POLLICE FAI DA TE VERDE

BALCONE FIORITO, ANCHE D’INVERNO di Alice Dutto

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ECCO CINQUE PIANTE CHE RESISTONO BENE ALLE TEMPERATURE FREDDE

hi pensa che i fiori si possano ammirare solo in primavera si sbaglia di grosso. Esistono, infatti, anche delle piante che ben resistono alle rigide temperature invernali, dando luogo anche a delle bellissime fioriture.

CICLAMINI

Facili da coltivare, sono ideali per balconi allegri. Le tonalità dei petali vanno dal bianco al viola, passando per le diverse gradazioni di rosa. La temperatura ideale per questa pianta è sempre sotto i 15 gradi e il terreno deve sempre essere umido, ma non zuppo. Per questo è bene annaffiarli dal sottovaso. Durante le gelate, o la neve, ritirate la pianta in casa, lontano però da fonti di calore.

VIOLE

Una pianta dai petali delicati, ma dal fusto resistente. Sopporta bene i bruschi cali di temperatura e non richiede troppe cure. La varietà migliore da tenere in inverno è quella cornuta (Viola hortensis), che non teme le gelate e nemmeno le piogge.

ELLEBORO

Conosciuto come la “Rosa di Natale”, questa pianta fiorisce d’inverno. Ha bisogno di essere posizionata in una zona umida e ombreggiata, in vaso o in giardino, e non richiede particolari cure. L’unica accortezza è quella di non esporla alla luce diretta del Sole. Preferisce un terreno argilloso, ricco di humus, e ben drenato da concimare regolarmente. Per farla durare più a lungo dividete i ciuffi più densi per dare più respiro alla pianta.

CACTUS DI NATALE

Questa pianta grassa, originaria dell’America tropicale, è facilissima da coltivare. Fa parte della famiglia delle Cactaceae ed è conosciuta anche con il termine di schlumbergera. La sua particolarità è quella di fiorire nei giorni delle feste invernali, tra dicembre e gennaio. I suoi fiori rossi e viola rendono ancora più bello questo periodo. L’unico errore da evitare nella coltivazione di questa pianta è quello di innaffiarlo troppo. Il cactus di Natale, infatti, ha bisogno di un clima umido e di avere acqua con regolarità, ma poco alla volta e di sera, evitando ristagni nel sottovaso.

CAMELIA INVERNALE

La camelia sasanqua deriva dalla Cina e, a differenza di quella Japonica, fiorisce da novembre a marzo. Ama un’esposizione a mezz’ombra e ben sopporta il freddo invernale, ma soffre le gelate improvvise. Quando sono giovani, le piantine mal sopportano le temperature molto alte e le correnti d’aria.

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CASA DOLCE CASA

ADESSO

ARREDARE CON LA LUCE

DAL BULBO AL FILO, DALLA POSIZIONE ALL’EFFICIENZA ECCO QUALCHE IDEA PER ARREDARE LA CASA CON LE LAMPADE, SENZA SPENDERE UN PATRIMONIO

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on solo illuminazione. Le lampade sono importanti per dare luce alla stanza e permettere di vederci quando è buio, ma sono anche oggetti di design che possono dare un volto nuovo alla vostra stanza. Ecco come usarle per rinnovare la vostra casa in modo originale ed economico.

LAMPADARI, APPLIQUE E PIANTANE

Il primo passo è scegliere il tipo di lampada da utilizzare: la luce dal soffitto o dalla parete illumina l’ambiente in modo omogeneo arricchendolo an-

che a livello estetico. Le lampade da terra, invece, sono complementi d’arredo spesso usati come decorazione per la stanza: non a caso si mettono vicino a mobili di pregio per esaltarli o in un angolo vuoto per riempirlo.

FORME E COLORI

La scelta della lampada deve armonizzarsi, nei colori e nelle forme, all’ambiente in cui viene inclusa, altrimenti sembrerà fuori posto. Cercate di integrarla bene nella stanza: ad esempio, se i mobili sono moderni, potreste scegliere delle lampade dal gusto retrò per fare contrasto. Al contrario, se state cercando di arredare una casa classica, puntate su cristalli, vetro soffiato e ceramica, intramontabili evergreen.

L’IMPORTANZA DEL FILO

Per un ambiente completamente diverso dal solito, scegliete delle lampade semplici con la lampadina, un filo co-

di Alice Dutto

lorato fluo e la base di vetro trasparente a forma di vecchia bottiglia. L’effetto sarà moderno e allegro allo stesso tempo. In alternativa, potete scegliere anche lampade senza base da appendere direttamente al soffitto con il loro filo colorato e un paralume di plastica trasparente o, in versione ancora più minimal, solo con la lampadina.

IL BULBO AL CENTRO

Tonde o ovali, decorate o lisce: le abbiamo sempre viste così. Ora, però, se ne trovano di molto più originali per arredare gli ambienti di casa. Ci sono quelle con il bulbo dalla forma ritorta e arabescata, quelle in gomma morbida che si possono toccare e distorcere, e quelle in vetro allungato che ricordano delle bolle di sapone. Più strane le sceglierete, più concentrerete l’attenzione su questi pezzi che diventeranno veri protagonisti del vostro arredamento.


OROSCOPO dal 4 al 10 dicembre

dal 21/3 al 20/4 A voi arietini le feste sono sempre piaciute. Un’occasione speciale per stare insieme a chi vi è più caro. Sebbene le vostre intenzioni siano più che encomiabili, cercate di non strafare: cucinare per un esercito o comprare regali e addobbare casa come se non ci fosse un domani, potrebbero causarvi troppo stress. Non è il caso.

ARIETE Soldi: 2 Amore:4 Salute:3

dal 21/4 al 20/5 Questo periodo finale dell’anno vi richiederà un grosso sacrificio a livello lavorativo e vi imporrà ritmi abbastanza impegnativi. Ricordate che queste fatiche verranno ripagate l’anno prossimo. Non è piacevole aspettare, ma ne vale la pena.

Soldi:3 Amore:4 Salute:4

dal 21/5 al 21/6 Siete rimasti incastrati in una situazione che non vi va per niente a genio. Dovreste riflettere sul fatto che la suddetta situazione non vi è piovuta dal cielo come un meteorita, ma vi ci siete ficcati voi a testa bassa. Pertanto, per la prossima volta, cercate di prendere provvedimenti prima che sia ormai tardi.

GEMELLI Soldi: 4 Amore:1 Salute:3

dal 22/6 al 22/7 Il vostro lato più irascibile verrà spesso messo a durissima prova questa settimana. La gente troverà delizia nel provocarvi e a voi pruderanno la mani. Dato che non potete sfogarvi, ricordate che ci rimetterà solo il vostro fegato. Fate lunghi respiri. È l’unica soluzione.

Soldi:2 Amore:5 Salute:5

dal 23/7 al 22/8

LEONE Soldi: 5 Amore:1 Salute:4 dal 23/9 al 22/10

BILANCIA KIM BASINGER 8-12-1953

Soldi: 2 Amore:4 Salute:1

dal 22/11 al 20/12 Si sa, a Natale siamo tutti più buoni, ma quest’anno probabilmente esserlo vi creerà qualche problema in più del solito. Nelle prossime settimane in molti attenteranno alla vostra pazienza. Se non volete commettere un omicidio, cercate di crearvi una sorta di corazz anti-stress. Ce la potete fare. Buona fortuna.

SAGGITARIO Soldi: 3 Amore:2 Salute:4 dal 20/1 al 18/2

Quando tira una brutta aria, in generale è sempre opportuno alzare i tacchi e andarsene. Ecco. Imparate questa semplice lezione: non potete sempre risolvere i problemi di tutti e i conflitti altrui. A volte è meglio ritirarsi e lasciare che se la vedano gli altri.

ACQUARIO Soldi: 5 Amore:4 Salute:2

CANCRO

dal 23/8 al 22/9

Siete pieni di energia e non vi capacitate di come Questo mese comincia con un’importante il vostro patner non sia minimamente contagiato avventura che nella quale vi state lanciando da tutto questo entusiasmo. Se pensate che con grande entusiasmo. Lo spirito è quello vostro marito o la vostra fidanzata si stiano giusto ma attenzione alle illusioni: rimanete coi trasformando in vostro nonno, date una bella piedi per terra ed eviterete cocenti delusioni. sveglia prima che il torpore diventi letargia. Siete Soldi:5 Amore:2 Salute:3 troppo esplosivi per farvi spegnere così.

Un piccolo problema di salute vi dà qualche fastidio di troppo. Cogliete la palla al balzo per fare qualche accertamento e dedicare un po’ di attenzione al vostro corpo, un tantino trascurato negli ultimi tempi. Il nuovo anno vi vedrà in formissima. Non vi preoccupate.

TORO

VERGINE

dal 23/10 al 21/11 Per raccogliere i frutti di un progetto cui vi siete dedicati, dovete aspettare ancora molto tempo. Non sperate troppo nelle gratificazioni altrui, perché, come spesso e volentieri capita, nessuno vi dirà Bravo! Ditevelo da soli, quando sarà ora. capita,Soldi:2

Amore:4 Salute:3

SCORPIONE

dal 21/12 al 19/1 Questa settimana pioveranno proposte molto allettanti da amici e persone care. Un concerto, una gita fuori porta, una cena in compagnia: qualunque cosa sia, accettatela di buon grado perchè farà bene al vostro spirito, un po’ troppo preso dalla frenesia della routine negli ultimi tempi.

Soldi:4 Amore:1 Salute:4

CAPRICORNO

dal 19/2 al 20/3 Molto spesso vi si chiede di gestire un numero spropositato di persone. Colleghi, sottoposti, amici, fratelli, zie e prozie. Se la vena sulla vostra fronte si sta cominciando a ingrossare troppo, cercate di prendere fiato e lasciare che le persone, in definitiva, se la sbrighino di più da sole. Andrà tutto bene. E voi non esploderete.

Soldi:4 Amore:1 Salute:4

PESCI




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