n. 12 ADESSO settimanale

Page 1

settimanale di COSTUME E attualità n.12 ANNO I • 16 ottobre 2014 • € 1,50

WILLIAM & KATE UN AMORE CHE... CRESCE!

le tue storie, le tue emozioni

GIOCO D’AZZARDO

SPECIALE FESTIVAL DI ROMA

È ALLARME DIPENDENZA ANCHE FRA I GIOVANI

LE STAR E I FILM

CHE VEDREMO DANIELE LIOTTI

SONO UN’ANIMA

RIBELLE PUPI AVATI

VI RACCONTO I CAPRICCI DI

SHARON STONE

Elena Sofia

RICCI

Ecco come sono diventata

UNA DONNA MIGLIORE



EDITORIALE

“La Natura siede qui solitaria e minacciosa, e caccia da questo suo regno tutti i viventi” Ugo Foscolo

SE L’ACQUA NON SI FERMERÀ Oramai la ribellione della Terra è una costante del nostro Paese. Proprio nelle ore in cui stiamo chiudendo il nostro giornale si conta un morto nella zona di Brignole. La paura è altissima a Genova, un posto dove gli abitanti sono ben abituati all’acqua e ai disagi che porta, ma sembra che la situazione di queste emergenze alluvionali siano di volta in volta più gravi e difficili da gestire. Le immagini sono quelle dei grandi disastri con automobili trascinate via dalla corrente, numerose zone prive di energia elettrica, evacuazioni di massa in interi quartieri. Le scuole ovviamente chiuse e disagi per gli abitanti delle zone colpite. L’area di Brignole (tra quelle più colpite dall’evento) è una zona dove i danni sono enormi: negozi, attività, primi piani delle case, veicoli e cassonetti sono stati devastati dalla furia incontrollata dell’acqua del Bisagno e del Rio Feregiano. Que-

sti corsi d’acqua che passano nel centro abitato si sono ingrossati a dismisura a causa delle piogge torrenziali che hanno battuto la zona, e la memoria va subito al 2011 quando furono 6 i morti causati dalle piogge torrenziali. Certo questi problemi sono sempre esistiti ma, anche se al momento non confermati da alcuna ipotesi scientifica, si ha la sensazione che qualcosa in ambito climatico stia sempre peggiorando. Ci sono stranezze: estati che una volta erano afose e caldissime, ora sono corte e fresche, alternate a settimane intere di pioggia. Gli eventi alluvionali sono di forza sempre maggiore. La preoccupazione vera è che sembra di essere sull’orlo di un precipizio e sta cominciando a girarci la testa. Se qualcosa possiamo fare per cercare di comprendere e poi fermare questo degrado ambientale è meglio incominciare subito. Andrea Minoia direzione@edizioniadesso.com

ADESSO



ADESSO SOMMARIO GIOVEDÌ 16 OTTOBRE 2014 · N. 12

70 PERSONAGGI Daniele Liotti, il bello dall’animo ribelle 62. LIBRI Tutte le novità 72. PERSONAGGI Milo Infante 74. MUSICA Fabio Concato

26 ELENA SOFIA RICCI

La camaleontica protagonista di Che Dio ci aiuti si racconta tra un doloroso passato e un futuro pieno di nuovi progetti

52

©Assunta Servillo

06. FOTO DELLA SETTIMANA Poliziotti afghani 08. ATTUALITÀ Le foto della settimana 10. FORUM DI ADESSO Lettrici protagoniste 12. LA VITA È ADESSO L’Italia solidale vista da Lorella 15. FATTI DI UN TEMPO Accadeva in questa settimana 16. ATTUALITÀ In primo piano News dall’Italia e dal mondo 18. FINESTRE SULLA CITTÀ Sicurezza sui mezzi 20. I TUOI DIRITTI La prima casa non si tocca 30. GRANDI REGISTI Pupi Avati 34. PERSONAGGI Gilles Rocca 36. MODA Look & people 42. BELLEZZA Gambe perfette

50

PERSONAGGI

Duilio Giammaria ci racconta il suo Petrolio 44. IN ONDA Le frontiere dello spirito 46. TV Francesco Sole 48. IN ONDA Bella più di prima

64

PERSONAGGI

Camila Raznovic pronta per la conduzione di Kilimangiaro 54. PERSONAGGI Raffaella Rea 58. CINEMA I film in uscita 60. MUSICA Moreno

ADESSO... È AMORE William e Kate, la famiglia... cresce! 76. 80.

STORIE ED EMOZIONI

I diritti dei bambini

DONNE DI ADESSO

Ana Sussmann

22 SPECIALE ROMA I protagonisti del Festival del film, tra immancabili polemiche e novità

PAPA FRANCESCO Il mondo del Pontefice fra novità, viaggi e parole di speranza

88


ADESSO

SETTIMANALE N. 12 - 16 OTTOBRE 2014, anno I Direttore Editoriale ANDREA MINOIA direzione@edizioniadesso.com Direttore Responsabile Sergio Greci Caporedattore Vincenzo Petraglia vincenzo@edizioniadesso.com Redazione redazione@edizioniadesso.com Chiara Mazzei (Cultura e società) chiara@edizioniadesso.com

82

Lorella Cuccarini (Storie di solidarietà)

INCHIESTA Gioco d’azzardo: é allarme dipendenza. Viaggio nel Paese che detiene il record mondiale di slot machine pro capite e del mercato delle scommesse online

Federica Piacenza (Moda) moda@edizioniadesso.com

87. PUNTI DI VISTA Emergenza Ebola 94. NARRATIVA I racconti di Adesso 102. AGENDA

Stefano Fisico (Caposervizio musica e spettacolo) fisico@edizioniadesso.com

Progetto grafico KYTORI s.r.l. www.kytori.com - info@kytori.com Grafica ed editing Michele Magistrini (Caposervizio) Sebastian Páez Delvasto Laura Pozzoni

Eventi in Italia

Direzione marketing Ciro Montemiglio

110 CUCINA CREATIVA Autunno, tempo di zucca

92

AMORI INDIMENTICABILI Federico Fellini e Giulietta Masina

116. POLLICE VERDE Combattere i parassiti 119. FAI DA TE L’amido di riso 120. OROSCOPO

104. LA MACCHINA DEL TEMPO

 Vieni a trovarci su Facebook, cerca la pagina Adesso

Ricerca iconografica Carlo Sessa Foto e illustrazioni Kikapress, Corbis, Fotolia, The Noun Project Hanno collaborato: Marco Antonelli, Manfredi Barca, Manuela Blandino, Lorenzo Bordoni, Marta Cerizzi, Silvia Coldesina, Federico Crisalidi, Mattia Doglio, Alice Dutto, Serena Fogli, Massimo Lanari, Luca Foglia Leveque, Laura Frigerio, Angela Iantosca, Stefano Padoan, Giulio Serri, Irene Spagnuolo, Roberta Valentini

SO.FIN.COM. S.p.A. Via San Lucio 23, 00165 Roma info@sofincom.com

1971: viaggio a ritroso fra musica, curiosità e personaggi

106. SALUTE Rimedi contro la psoriasi 107. PSICO Gestire la rabbia 108. GENITORI E FIGLI In cerca di identità 109. AMICI ANIMALI Dal veterinario 112. LA SPESA CONSAPEVOLE Il carrello salva-clima 114. CASA DOLCE CASA Un barattolo, mille usi 115. BRICONSIGLI Un trasloco intelligente

Coordinamento tecnico Luciano Giacalone

Raccolta Pubblicitaria MediaAdv S.r.l. Via A. Panizzi 6, 20146 Milano Tel. 02.43.98.65.31 - 02.45.50.62.59 info@mediaadv.it Redazione Via Nino Bixio 7, 20129 Milano milano@edizioniadesso.com

96 NORVEGIA Tutto un altro mondo

Stampa Poligrafici il Borgo s.r.l. Via del Litografo 6, 40138 Bologna Tel. 051.60.34.001 Distribuzione per l’Italia SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola 24, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.66.03.01 Copyright 2014 Sofincom S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n.89- 14/03/2014. Una copia: 1,50 euro


OFFICIAL RADIO

radiomontecarlo.net


ADESSO

FOTO DELLA SETTIMANA

I VOLTI DELLA DISPERAZIONE

6

Essere un agente di polizia in Afghanistan significa rischiare la vita ogni giorno. Sono quattro i poliziotti che quotidianamente cadono, infatti, in imboscate da parte dei Talebani, ma la mancanza di alternative lavorative spinge molti giovani, perlopiÚ analfabeti figli di agricoltori provenienti dalle aree rurali, a sfidare la sorte entrando nell’Arma



Una Settimana in foto

ADESSO

PERSONAGGI

1

BICI OLD STYLE

1. A bordo delle loro biciclette, rigorosamente precedenti il 1987, più

2 8

BABBI NATALE PER LA TERRA

3

UNA GUERRA... NEOLITICA!

di 5mila impavidi hanno pedalato lungo i sentieri toscani rivivendo il ciclismo d’epoca de L’Eroica, la manifestazione nata per la salvaguardia del patrimonio naturale e delle Strade Bianche senesi. Ben più di 100 tra questi intrepidi erano ultrasettantenni. Complimenti! 2. È già Natale? Ci è sfuggito qualcosa? No, in India non sono impazziti. Si tratta, invece, di una spettacolare installazione dello scultore Sudarsan Pattinaik, che con l’aiuto di 30 studenti ha realizzato 500 Babbi Natale sulla spiaggia di Puri, vicino Odisha. 5mila tonnellate di sabbia e 4 giorni di lavoro per una buona causa: riportare l’attenzione sul pericolo del surriscaldamento globale. 3. Uno straordinario reperto storico: questa fotografia, scattata durante la prima guerra mondiale, mostra il più grande campo di addestramento militare britannico, niente meno che nel sito archeologico di Stonehenge. 4. Il locale più popolare di Parigi compie la bellezza di 125 anni. Quartier generale del Can-can e ispiratore di numerose opere artistiche, il Moulin Rouge è un’icona a tutti gli effetti. Auguri! 5. Le foto del matrimonio le vorremmo tutti un pò bucoliche, ma Rebecca e Brian Pepper, due neosposi australiani, hanno un po’ esagerato. Questo toro, infatti, ha deciso di fare irruzione sul set creando notevole disagio...6. Per festeggiare i 90 anni, i pompieri di Faido, nel Canton Ticino, si sono improvvisati modelli: il risultato è un calendario di beneficienza per il Kinderspital di Zurigo, per i bambini che hanno subito degli infortuni dovuti a incendi. Belli e bravi! 7. Sono passati 23 anni da quando le note della sigla di Twin Peaks sono entrate nelle nostre case inquietandoci non poco. Ebbene, per i nostalgici della famosa serie di David Linch ci sono buone notizie: nel 2016 i misteri legati alla morte di Laura Palmer, l’agente Cooper e i suoi sogni premonitori, nonché l’entità maligna Bob torneranno tra noi... Tremate!


PERSONAGGI

4 7

ESTATE... IN PARTY

TANTI AUGURI MOULIN ROUGE!

A VOLTE RITORNANO

ADESSO

5

MINACCIA TAURINA

6

POMPIERI DA CALENDARIO 9


il Forum

ADESSO

FORUM

uno spazio in cui puoi far sentire la tua voce, chiedere consiglio e dare i tuoi suggerimenti alle altre lettrici.

DI ADESSO

ALLORA CHE ASPETTI,

SCRIVICI O CHIAMACI. ASPETTIAMO IL TUO PARERE!

PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  Manda una mail a forum@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00

LE RISPOSTE ALLE LETTERE DELLA SETTIMANA SCORSA

LA DOMANDE DELLA SETTIMANA SE QUELLA NON SONO IO... Care amiche di Adesso, mi sono cacciata in una situazione dalla quale non so come uscire. Ho conosciuto in rete un ragazzo e abbiamo iniziato a trovarci la sera per chiacchierare. Ci siamo scambiati anche i numeri e spesso ci sentiamo. Il problema è che io non mi reputo per niente attraente, per cui quando lui mi ha chiesto una foto ho deciso di mandargli quella di una mia amica, molto più carina di me. Lui infatti mi ha fatto molti complimenti. Ora vorrebbe incontrarmi dal vivo, ma io non sono quella che lui pensa. Come posso fare? Vorrei conoscerlo, ma temo che la realtà lo deluderebbe... Aiuto! Simona, Saronno

10

Pubblichiamo la risposta di Stella a Elena, che vuole un matrimonio semplice ma i suoceri hanno altri piani... Cara Elena, il matrimonio è il tuo e sei tu a dover decidere. Al massimo, il tuo ragazzo può dire la sua. Ma neanche troppo. Il matrimonio è roba nostra. Ti posso capire perchè anche i miei suoceri volevano fare una cosa in grande, ma io ho immediatamente zittito tutti e fatto le cose a modo mio. Il mio consiglio è: parla chiaramente a tua suocera e metti le cose in chiaro. Dille che ci tieni ai suoi pareri ma chi invitare lo decidi tu. Fatti aiutare a scegliere menu e fiori, almeno la coinvolgi, ma alle persone ci pensi tu. Stella, Sassuolo

Ecco la risposta di Serena a Gioia, che ha tradito un’amicizia Cara Gioia, in effetti ti sei comportata in modo terribile. Ma non ti voglio giudicare perché tutti possiamo sbagliare. A questo punto, se hai questa relazione col compagno della tua amica, cerca di capire se è un rapporto meramente fisico o c’è qualcosa di più. Se è il primo caso, imponiti di chiudere la relazione. Fatti forza, perchè non puoi rovinare la vita delle persone per un capriccio fisico. Se invece ti sei innamorata, allora parla chiaro con lui, prima, e con la tua amica dopo. Se vuoi una cosa seria, devi essere sincera. Probabilmente perderai un’amica, ma è inevitabile. In bocca al lupo. Serena, Arezzo



ADESSO

INSIEME A TRENTA ORE PER LA VITA

LA VITA È

ADESSO

IL FORTE CALO DELLE ADOZIONI CI PORTA A UNA RIFLESSIONE GENERALE SUL SISTEMA E SULLA PRATICA DELLA FECONDAZIONE ETEROLOGA. INTANTO IL NUMERO DI BAMBINI ABBANDONATI RIMANE TRISTEMENTE ELEVATO A volte, ho la sensazione che nel nostro Belpaese si sia perso il più semplice e puro buonsenso. In Italia, ormai il luogo dove si legifera più spesso non è il Parlamento ma le aule giudiziarie. E capita soprattutto a proposito di temi complessi che spaccano il Paese, come nel caso della fecondazione eterologa. Dalla sentenza della Corte Costituzionale di alcuni mesi fa - in cui si è dichiarato legittimo l’uso di questa tecnica - ad oggi non esiste ancora traccia di una legge che regolamenti la stessa a livello nazionale. E naturalmente, in questo vuoto legislativo, ogni Regione si sta organizzando autonomamente. Secondo una ricerca recente del Censis, solo quattro persone su dieci sarebbero favorevoli all’eterologa e con una serie di precisi distinguo: di queste il 46% è d’accordo sulla possibilità di aprire ai single, il 29% aprirebbe anche alle coppie omosessuali. Qualche anno fa, in una rivista femminile anch’io mi ero dichiarata favorevole all’eterologa. Come mamma, pensavo principalmente a quale dramma vivessero le coppia sterili, nell’impossibilità di realizzare il loro desiderio di genitorialità. Ingenuamente, non ero conscia delle conseguenze che sarebbero derivate da questo tipo di pratica. Oggi, dopo averne osservato le storture e le profonde ambiguità, sono dell’opi-

12


nione assolutamente opposta. Nel mondo, l’eterologa ha inaugurato un nuovo tipo di “mercato” - con il suo catalogo e il suo tariffario - e una nuova schiavitù, quella delle donne che “affittano” il loro utero per generare figli destinati ad altri. Un argomento che dovrebbe far balzare le femministe sulla sedia ma, evidentemente, non tutte le donne sono considerate uguali: calpestare i diritti di quelle più povere per sancire quelli delle occidentali non è considerato ingiusto e immorale. Peccato che la maternità non appartenga alla categoria dei diritti. Piuttosto si può considerare un desiderio, assolutamente legittimo, per ogni coppia che decida di realizzare insieme un pro-

getto di vita. Nella stessa Costituzione sono elencati i diritti fondamentali del cittadino: diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, all’uguaglianza davanti alla giustizia. Non c’è traccia di quello alla maternità. Mentre, ci sarebbero alcuni diritti inalienabili che sono quelli dei bambini. Che il più delle volte vengono disattesi. Tra questi, il diritto di conoscere i propri genitori e le proprie radici. Quali e quante siano le domande che pongono i minori sulle loro origini ce lo possono confermare quotidianamente gli operatori che si occupano di adozioni. Io ho conosciuto questa realtà attraverso l’AiBi, una delle più importanti associazioni italiane per l’adozio-

ne nazionale e internazionale. Qualche anno fa, in un’edizione di Trenta Ore per la Vita, ristrutturammo un ospedale pediatrico in Moldavia. Erano anni in cui nel nostro Paese ci fu il boom delle adozioni. Adozioni che oggi sono invece calate vertiginosamente. Dal 2010, sono praticamente dimezzate. Uno dei motivi – e forse il più grave - è quello economico: il costo di un’adozione internazionale è altissimo e non tutti possono permetterselo. Per non parlare poi dell’arduo percorso che devono affrontare le coppie: una burocrazia lentissima, molteplici incontri che a volte hanno il sapore dell’interrogatorio, viaggi interminabili della speranza. Un “calvario” che richiede una pazienza infinita e anni di attesa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Onu, nel mondo ogni anno vengono fatte circa 260 mila adozioni, a fronte di un numero spaventoso di orfani: il presidente di AiBi, Marco Griffini, dichiara che per dare una famiglia a tutti i bimbi africani orfani dell’AIDS servirebbero almeno quindici milioni di famiglie. Senza contare gli orfani di Ebola. Sono numeri che fanno rabbrividire. Milioni di bambini che già esistono, che avrebbero il diritto di avere un padre e una madre, di crescere nell’amore di una famiglia. Che aspettano solo un cenno dei grandi. Che troppo spesso dimenticano di esserlo. A partire da chi dovrebbe decidere. Nel nostro Paese urge una profonda riforma della legge che regola le adozioni: bisognerebbe velocizzarne l’iter, abbassare sensibilmente i costi da sostenere. Perché non mettere anche in questo caso un ticket unico per i genitori adottivi come è stato già deciso per l’eterologa? La Conferenza delle Regioni in questa materia ha redatto le Linee Guida in tempi rapidissimi. Per quanto riguarda le adozioni, tutto è fermo ad una legge modificata nel 1998. Due pesi, due misure. Sarebbe interessante capirne il motivo. Lorella

13



FATTI DI UN TEMPO

ADESSO

ACCADEVA

IN QUESTA SETTIMANA…

di Massimo Lanari

IL LUNEDÌ NERO DI WALL STREET

E

Lunedì mattina. Mentre la Milano da bere deve ancora smaltire i postumi del week end, aprono i mercati asiatici. Tokyo chiude con un -2,5%. Tutto normale. Ma a Hong Kong succede qualcosa: -11% e i futures americani segnano dei ribassi pesantissimi. In serata Wall Street chiude con un catastrofico -22,6%. È il panico. Nei giorni seguenti Hong Kong perderà il 45,5%, Melbourne il 41,8%, Madrid il 31%, Londra il 26,4%. Milano se la caverà con un -10%. L’economia va bene, nessuno si spiega il disastro. Ma Alan Greenspan, presidente della Federal Reserve, rassicura i mercati dichiarandosi pronto a immettere sul mercato la liquidità necessaria per evitare fallimenti. È la mossa vincente: la borsa si riprenderà rapidamente e la crisi non avrà effetti sull’economia reale.

1 19 9 O 87 TTO BR

E

Olimpiadi di Città del Messico, 1968. L’americano Tommie Smith vince l’oro nei 200 metri facendo il record del mondo, 19 secondi e 83 centesimi, mentre il connazionale John Carlos vince il bronzo. Sono neri e militanti di Potere nero, organizzazione anti-segregazionista americana. Siamo nel ‘68 e il motto «tutto è politica» ha già fatto capolino. E le olimpiadi non potevano certo salvarsi: ecco quindi che, durante la cerimonia di premiazione, i due atleti ascoltano l’inno americano senza scarpe e con lo sguardo rivolto a terra. E sollevando il pugno chiuso avvolto da un guanto nero, simbolo del Black power. I due atleti furono sospesi dalla squadra ed espulsi dal villaggio olimpico. Smith verrà anche cacciato dall’esercito, ma i due, per molti, diventeranno un simbolo.

«Non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi corigerete». Con quell’italiano stentato, l’uomo che veniva dal freddo conquistò subito il cuore dei fedeli. Era Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia. Sarebbe stato un terremoto. Il Papa polacco diede forza al movimento di Solidarnosc, che aprì la prima crepa nei regimi comunisti dell’Est. Come non ricordare l’attentato di Ali Agca nel 1981, la visita in carcere e il perdono; la storica omelia contro la mafia nel 1993. E poi il rapporto diretto con i fedeli, anche durante il calvario sdei suoi ultimi anni di vita. Per tutti era già santo.

E

© Newtown grafitti - Flickr

WOJTYLA DIVENTA GIOVANNI PAOLO II

1 19 6 O 78 TTO BR

2 19 0 0T 44 TO B

RE

Furono 60 i bombardamenti aerei subiti da Milano tra il ‘40 e il ‘45. Tristemente famoso quello del 1944: da due basi angloamericane nei pressi di Foggia si levarono 74 bombardieri B-24. Obiettivo, Milano: gli stabilimenti Alfa Romeo e quelli Breda. Le bombe, però, furono sganciate per errore sui quartieri popolari di Gorla e Precotto. La popolazione avevano raggiunto i rifugi antiaerei, e così avevano fatto anche maestri e alunni della scuola elementare Francesco Crispi di Gorla. Una bomba, però, centrò in pieno le scale raggiungendo il rifugio sotterraneo e uccidendo 184 bambini e tutto il corpo docente. Quella mattina morirono a Milano 614 persone.

GUANTI NERI ALLE OLIMPIADI

1 19 6 O 68 TTO BR

LA STRAGE DI GORLA

15


ADESSO

PERSONAGGI

IN PRIMO PIANO

di Vincenzo Petraglia

SE IN ITALIA LATITA IL BUONSENSO

I DIRITTI CIVILI ANIMANO, GIUSTAMENTE, DA SEMPRE IL DIBATTITO POLITICO. FECONDAZIONE ETEROLOGA, COPPIE OMOSESSUALI E VIA DICENDO. TEMATICHE SU CUI GLI ITALIANI DIMOSTRANO UNA CERTA APERTURA, AL DI LÀ DI QUALSIASI ARROCCAMENTO IDEOLOGICO, CHE NON DI RADO BLOCCA LA NAZIONE SU QUESTI COME SU ALTRI TEMI Mentre la nebulosa che avvolge la galassia della fecondazione assistita non si è ancora del tutto diradata, in quanto si procede un po’ per ordine sparso a seconda della regione presa in considerazione, e mentre il dibattito sui temi sociali e in materia di diritti in Italia rimane sempre acceso (non ultime la protesta delle “Sentinelle in piedi” schierati contro l’estensione di certi diritti al mondo gay e la polemica innescata dalla circolare del ministro Angelino Alfano tesa a vietare la registrazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso avvenuti all’estero), come al solito gli italiani dimostrano di essere sempre un po’ più avanti rispetto alla politica. Che, evidentemente, arroccata talvolta su po-

16

sizioni ideologiche un po’ anacronistiche, fatica a stare al passo coi tempi e con quanto realmente chiede la società civile, quella reale, quella che ogni giorno deve confrontarsi con una realtà non sempre facile da affrontare, soprattutto quando non viene tutelata dalla legge e si trova ad avere fra le mani strumenti non sufficienti a far valere i propri diritti fondamentali. È il caso delle unioni gay, ma anche delle opportunità offerte oggi dalla scienza alle coppie per avere un figlio tramite le tecniche di fecondazione assistita oggi disponibili. È quanto emerge anche dalla recente ricerca targata Censis-Fondazione Ibsa “Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia”. Sarebbero ormai tanti

gli italiani che ammettono la possibilità di avere figli anche al di fuori della coppia eterosessuale tradizionale. Per il 46% è legittimo per i single, per il 29% è giusto anche per le coppie omosessuali. In questo giudizio la fede religiosa ha un’influenza limitata: è d’accordo il 43% dei cattolici praticanti nel primo caso e il 23% nel secondo. Dati che denotano nell’opinione della maggior parte degli italiani una sorta di superamento della famiglia tradizionale, in un contesto in cui peraltro la crisi scoraggia nelle famiglie la volontà di mettere al mondo figli. Nel 2013 c’è stata una riduzione delle nascite del 3,7% rispetto al 2012 e si è passati dai 576.659 bambini del 2008 ai 514.308 del 2013: mai così pochi nella storia d’Italia (le serie storiche ufficiali partono dal 1862), nonostante il costante aumento della popolazione nel tempo, i progressi della medicina e il contributo, in termini di nuove nascite, degli immigrati residenti nel nostro Paese. Non solo. Sempre il rapporto Censis-Ibsa denota come, a fronte di un sempre maggiore tasso di infertilità nelle coppie, la maggioranza degli italiani sia favorevole all’inseminazione omologa in vivo (l’85% del totale) e alla fecondazione omologa in vitro (73%) e una buona fetta della popolazione sia favorevole anche all’inseminazione-fecondazione eterologa. È d’accordo, infatti, con l’uso di gameti esterni alla coppia il 40% degli italiani (tra i cattolici praticanti la percentuale scende al 30% e sale al 65% tra i non credenti). Messaggi che andrebbero forse recepiti un tantino meglio da chi ci governa, perché non si può, nel legiferare e nel prendere provvedimenti che inevitabilmente influenzano la vita dei cittadini, tutti, minoranze comprese, trascurare o escludere nessuno. Almeno in un Paese come il nostro che si professa democratico. Questo vale per le coppie gay quanto per chi desidera donare amore e avere un figlio. Cercando di non ledere, ovvio, i diritti di chicchessia, ma utilizzando, al di là di ogni arroccamento ideologico, soltanto il buonsenso.


news dall’italia e dal mondo EBOLA LA GRANDE PAURA CERVELLO DA NOBEL PERSONAGGI

SI DIFFONDONO NEL MONDO I TIMORI PER L’EPIDEMIA, ANCHE SE UNA NUOVA SPERANZA È ALL’ORIZZONTE

Dopo i recenti casi di contagio anche negli Stati Uniti e in Europa, l’allarme nei confronti del virus di Ebola è massimo. Un’epidemia che ha già ucciso in Africa quasi 4mila persone e che, secondo Thomas Frieden, capo dei Centers for Disease Control and Prevention, uno dei massimi organismi sanitari degli Stati Uniti, è un’epidemia che non ha precedenti fin dai tempi dell’Aids, a inizio anni ‘80. Non è un caso che anche Jim Yong Kim, presidente della Banca Mondiale, abbia sottolineato che Ebola può avere «un impatto potenzialmente catastrofico sul mondo, per scongiurare il quale serve una risposta globale». Intanto,

per fortuna, nuove speranze, legate a una possibile cura, sembrano affacciarsi all’orizzonte e parlano italiano. Un vaccino che al momento sembrerebbe efficace nel contrastare il virus è stato, infatti, sviluppato a Napoli, nei laboratori del Ceinge (Centro di Ingegneria Genetica). Anche se per avere risposte più certe bisognerà attendere ancora. La sperimentazione, dopo aver ottenuto risultati promettenti sugli animali, si trova, infatti, nella cosiddetta fase 1, che dovrebbe concludersi a febbraio 2015. Solo a quel punto si potrà pensare alla fase 2 e a una sperimentazione su larga scala. La corsa contro il tempo continua.

NAPOLI: PROPRIO

UN BEL PRIMATO!

PARTENOPEI RE INCONTRASTATI DELLA FALSIFICAZIONE DELLE BANCONOTE IN EUROPA L’Italia detiene diversi record. Di alcuni faremmo volentieri a meno, come quello di essere i re incontrastati della produzione di banconote falsificate. Più del 50% del denaro contraffatto nell’eurozona viene, infatti, prodotto, secondo le indagini del nucleo tributario della Guardia di Finanza, nell’hinterland di Napoli: a Giugliano, Afragola, Marano, Quarto, Pozzuoli, Aversa. Una vera “università” dei falsari Made in Naples che richiama delinquenti da tutta Europa, che qui giungono per imparare i trucchi del mestiere.

ADESSO

NUOVI SCENARI PER LA NOSTRA MACCHINA PERFETTA

Che il nostro cervello sia una macchina meravigliosa è cosa risaputa. Ma ogni volta che un piccolo, nuovo, particolare viene svelato di quella che è la nostra più complessa struttura molecolare, non si può non rimanerne uteriormente affascinati. Consapevoli di quanto ancora poco conosciamo della struttura e delle enormi potenzialità del cervello umano. Un’ulteriore tessera a questo complesso puzzle lo hanno aggiunto i recenti vincitori del Premio Nobel per la Medicina John O’Keefe, doppia cittadinanza americana e inglese, e i coniugi norvegesi May-Britt ed Edvard I. Moser, che hanno svelato il meccanismo che sta alla base dell’orientamento dell’essere umano nello spazio. Il nostro cervello funzionerebbe praticamente come un Gps. In particolare, nel 1971 O’Keefe ha scoperto i primi componenti di questo Gps: un gruppo di cellule “localizzatrici” che hanno il compito di tracciare una mappa dello spazio circostante, posizionandosi al suo interno. Oltre 30 anni dopo, nel 2005, i Moser hanno scoperto un altro tassello chiave, identificando un altro tipo di cellule nervose (cellule “griglia”) che generano un sistema di coordinate in grado di localizzarci ancora più precisamente. Insieme, i due tipi di cellule ci rendono possibile determinare una posizione e “navigare” all’interno di ambienti complessi. Non c’è che dire: siamo proprio una macchina perfetta!

17


ADESSO

FINESTRE SULLA CITTÀ

SICUREZZA

SUI MEZZI... DOVE È FINITA?

Il recente caso di Roma riporta al centro la questione della sicurezza a bordo dei mezzi pubblici. Che ormai colpisce non solo i passeggeri, ma anche autisti e controllori di Massimo Lanari

S

ono lontani i tempi del cartello “Non parlate all’autista”. Oramai dovrebbe esserci scritto “Non aggredite l’autista”. Il caso di Corcolle è stato solo l’ultimo di una lunga serie: nel quartiere romano un autobus di linea è stato bloccato e devastato a sassate da una folla di immigrati inferociti. Elisa, l’autista 33enne, è riuscita a stento a salvarsi. Un assalto probabilmente spiegabile – ma non certo giustificabile – con l’abitudine di alcuni conducenti di saltare qualche fermata a causa della scarsità di mezzi. Sono 120, secondo l’Atac, i casi di aggressione registrati solo nella capitale nel 2013. I sindacati sono in allarme. La Filt-Cgil laziale, a fine settembre, denunciava un vero e proprio bollettino di guerra: «il 20 settembre autista Atac aggredita a Corcolle; il 19 settembre capotreno Fs a Nettuno; il 16 luglio autista Cotral a Tivoli». Le cause? «I mezzi sono vecchi e i fondi per l’acquisto di quelli nuovi non ci sono (su 2157 autobus Atac solamente 1510 sono in servizio, praticamente guasto un mezzo su tre); i cittadini viaggiano scomodi, male ed aspettano troppo; i lavoratori Atac subiscono stress, frustrazione e aggressioni. Occorre quindi recuperare preziose risorse economiche, acquistare vetture nuove, acquistare pezzi di ricambio per i mezzi guasti, incrementare la forza lavoro». In realtà dati ufficiali sul fenomeno, a livello nazionale, non ve ne sono, e il rischio è quello di venire travolti dal solito “bombardamento mediatico”, spesso fuorviante. Tuttavia, le cronache delle nostre città, da Nord a Sud, sono impressionanti: a Vicenza, in sole 24 ore, due autisti sono stati picchiati per aver pizzicato due passeggeri senza biglietto; a Roma un gruppo di ragazzi italiani ha aggredito un autista «perché aveva la caden-

18

za napoletana»; a Brescia un autista, sceso dall’autobus per proteggere un anziano aggredito da un’ondata di bulli, è stato gettato a terra e picchiato. A Desenzano (Brescia), 60 persone sono salite sull’autobus pretendendo di non pagare il biglietto, in tre se la sono presa minacciando l’autista e devastando le obliteratrici, fino all’intervento della polizia; a Bologna in un solo giorno, il 24 settembre, sono stati aggrediti tre controllori; a Napoli il 2013 si è chiuso con la media-record di un’aggressione ogni due giorni. E l’elenco potrebbe continuare. Le dimensioni del fenomeno fanno che intuire che, oltre alla carenza di fondi per i trasporti, i motivi di simili, insensate esplosioni di violenza sono ben più profondi e preoccupanti.

LE LINEE DELLA PAURA Pericolose per gli autisti e anche per i passeggeri: ecco le linee più pericolose nelle nostre città secondo la stampa locale. Se volete, giocatele al lotto. Torino:

4, 18, 76

Genova: 1, 7, 9, 13, 17, 18, 35, 270 Milano: 54, 60, 61, 70, 73, 90, 91, 92, 94, 95 Brescia: 1, 3, 9, 11, 12, 13 Bologna: 13, 14, 20, 27 Roma:

1, 12,19, 20, 42, 55, 58, 60, 64, 195, 451, 558

PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI AI NOSTRI ESPERTI  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00


Nuovissimo dall’estate 2014

brandnamic.com l Foto: Simone Ruzzenente

Love can be so sweet ...

A|mo|re: Sentimento intenso verso una persona, che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene. Il nuovo Posthotel si concentra sui piaceri della bella vita e del relax. Da soli, in coppia oppure tra amici, saremo felici di potervi viziare al Posthotel che si presenta ora completamente rinnovato, qui nel cuore di San Candido!

Dolce Vita Alpina Post Fam. Wachtler I-39038 San Candido (BZ)

T. +39 0474 913133 info@posthotel.it www.posthotel.it


ADESSO

I TUOI DIRITTI

LA PRIMA CASA

NON SI TOCCA

I giudici hanno stabilito che l’abitazione non è mai pignorabile. Un’opzione già abolita nel 2013 dal Decreto del Fare, ma che era ancora valida per i casi pendenti

E

ra uno dei motivi che rendeva Equitalia il più odiato degli esattori: la possibilità, in caso di debiti del cittadino nei confronti del fisco, di pignorare la prima casa. Ora la Corte di Cassazione, con la sentenza 19270/2014 dello scorso 12 settembre, ha detto basta: la prima casa non è pignorabile, mai. Ad intervenire in materia era stato, in realtà, il Decreto del Fare, risalente al giugno del 2013, che aveva introdotto il divieto di ipotecare la prima casa se l’immobile è il solo bene posseduto, è usato come abitazione principale, ha una destinazione d’uso catastale abitativa e non è una villa o un castello, appartenente cioè alle categorie A/8 e A/9 del catasto. Peccato, però, che poco dopo l’approvazione del decreto il ministero dell’Economia abbia dato ad Equitalia un parere

20

che autorizzava l’agenzia di riscossione ad applicare la normativa solo ai nuovi casi di pignoramento, non a quelli antecedenti al 21 giugno 2013. Ora la Cassazione ribalta la questione e stabilisce un principio: la prima casa è intoccabile. Secondo i giudici, la «mancanza di una disposizione transitoria comporta che debba essere applicato il principio per il quale, nel caso di successione di leggi processuali nel tempo, la nuova norma disciplina non solo i processi iniziati successivamente alla sua entrata in vigore, ma anche i singoli atti di processi iniziati prima». Dunque, ogni provvedimento di pignoramento relativo alle cartelle esattoriali di Equitalia non pagate dovrà essere annullato. Attenzione, però. La sentenza riguarda solo i beni pignorati da Equitalia, non quelli delle banche o di altre so-

di Massimo Lanari

cietà finanziarie. Solo nel 2012, secondo i dati più recenti di Adusbef-Federcomsumatori, in Italia ci sono stati ben 46mila pignoramenti, con un aumento del 23% rispetto all’anno precedente. In testa alla poco invidiabile classifica c’è Milano (6130 pignoramenti), seguita da Roma e Torino; ma, in rapporto alla popolazione, la città più colpita risulta Prato, seguita a sorpresa da Bolzano e Cagliari.

E ORA GLI ESATTORI RISCHIANO IL POSTO A dare un duro colpo a Equitalia non è stata solo la sentenza della Cassazione, ma anche il passaggio ai Comuni della riscossione dei tributi locali. Lo aveva già stabilito il Decreto Sviluppo nel 2011 (Decreto 70/2011), ma il passaggio è stato più volte prorogato. La data stabilita, salvo ulteriori proroghe, è quella del 1° gennaio 2015. Ma Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, lancia l’allarme: in Equitalia c’è un «eccedenza di personale» e «oggi stiamo aspettando di capire chi farà la riscossione dei tributi locali». Equitalia dispone oggi di circa 8.200 dipendenti, 2mila dei quali si occupano delle cartelle esattoriali degli enti locali. Posti di lavoro ora, teoricamente, a rischio. Ma in Italia i dipendenti pubblici licenziati non sono più di un centinaio all’anno, e spesso in seguito a reati gravissimi. Ad Equitalia, dunque, possono dormire sogni tranquilli.


é il momento perfetto per trasformare il tuo bagno. In occasione del ventennale la Eban offre fino al 31/12/2014 uno speciale sconto del 35% sulle nuove collezioni e un morbido omaggio: un set di accappatoi, per lui & lei. Come non approfittarne?

€ 1.644

€ 1.070 paola 80

€ 1.764

€ 1.146 sonia 75

€ 2.055

€ 1.330 paola120

Per scoprire il punto vendita più vicino o per maggiori informazioni sulla promozione visita il sito dedicato: www.promo.ebansrl.com o chiama allo 071. 7578025 *prezzo consigliato iva compresa composizione come foto, esclusi accessori.

EBAN WOODBATH 1994-2014 ANNIVERSARY

WOODBATH


ADESSO

PERSONAGGI SPECIALE ROMA

IL CINEMA

NAZIONAL POPOLARE UN RITORNO ALLA SEMPLICITÀ NELL’EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL FILM DI ROMA DI QUEST’ANNO di Chiara Mazzei

22


S

tupore, spavento, agitazione mista ad eccitazione adrenalinica. Questo devono aver provato gli spettatori parigini che assistettero, nel 1896, alla proiezione de L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, dei fratelli Lumière. Le cronache raccontano di gente terrorizzata che fugge a destra e manca, convinta che un treno stia sfondando lo schermo e punti diritto verso la folla. Auguste e Louis Lumière fecero molto di più che una scoperta tecnologica già di per sè immensa: essi diedero vita a una vera e propria magia, un mondo in grado di far sognare come nessun altro. Perché questo il cinema è: una fucina di emozioni. Ci fa ridere a crepapelle, piangere, commuovere. Ci distrae e ci fa riflettere. Ci informa e ci fa sperare. Il cinema nasce come arte democratica perché fa leva sui più primitivi sentimenti dell’animo umano e ne pungola l’esplosione come poche altre cose al mondo. Se pensiamo ai vari festival del cinema sparsi per il mondo, ci viene quasi da pensare che tutta questa democrazia poi non sia mica tanto reale. L’impressione, da Toronto a Venezia, passando per Cannes e Berlino, è quella di contesti estremamente patinati, di tappeti rossi e abiti dai lunghi strascichi che fanno da contorno

UNA SPLENDIDA MADRINA

Nicoletta Romanoff sarà la padrona di casa della nona edizione del Festival. L’attrice, chi si è detta lusingata ed entusiasta dell’invito ricevuto, è nata a Roma del 1979 ed è, da parte di madre, discendente dell’antica famiglia reale russa. Diventata popolare grazie al film di Gabriele Muccino Ricordati di me, è fidanzata da anni con l’attore Giorgio Pasotti, da cui ha avuto una figlia nel 2010, Maria.

Giunto alla nona edizione, il Festival, diretto da Marco Müller, quest’anno prende una piega decisamente popolare. Il giudice principale, infatti, sarà il pubblico.

a una produzione cinematografica che ci verrebbe da definire per pochi illuminati. Se, infatti, da una parte queste manifestazioni possono e devono essere un’occasione per dare visibilità e spazio a prodotti che difficilmente li troverebbero nei normali canali di comunicazione, dall’altra spesso si trasformano in contenitori di film mentalmente inaccessibili ai più. Sembra quasi che più bizzarro sei, più minimalista, più incomprensibile e insensato agli occhi di un cervello normodotato, più sei “da festival”. Ci sentiamo tutti un pò scemi davanti a certe pellicole. E ci viene da domandarci se siamo noi che non siamo in grado di trovare la poesia in quella roba che definire bizzarra è un eufemismo oppure, alla fine della fiera, è quella roba che tutto questo gran senso non ce l’ha. E ci sono le giurie internazionali. Nomi altisonanti, da ogni dove, che massacrano o osannano il film di turno. E tu magari ti fidi. Lo vai a vedere. Ma il più delle volte ne esci confuso. Frustrato nel tuo sentirti lento di comprendonio. O, semplicemente, mortalmente annoiato. Un ritorno alla semplicità sarebbe auspicato. Semplicità che non è bassezza o limitatezza concettuale. Si tratta di tornare alla sala dei Lu-

mière, per emozionarsi genuinamente e meravigliarsi, ogni volta, della magia del cinema. E l’edizione del Festival del Film di Roma di quest’anno credo che vada in questa direzione. E la dimostrazione sta nel fatto che il giudice sarà il pubblico: saranno gli spettatori, infatti, ad assegnare i principali premi del Festival, a decretare, insomma, quali saranno i film più belli. Come ha sottolineato il Sindaco della Capitale, Ignazio Marino, «Si tratta di una scelta che vuole sottolineare con ancora maggiore forza il carattere metropolitano e popolare della manifestazione, mantenendone però la qualità artistica e il carattere internazionale, degno di una grande capitale». E Roma, diciamolo, questo carattere ce l’ha nelle ossa e nel sangue. Perchè è una città dall’atmosfera magica, come può essere Venezia, è splendida ed elegante, ma è anche calda, accogliente, popolare. Ti fa sentire a casa, sempre. Ti avvolge nella sua grande bellezza, quella perfettamente narrata da Sorrentino e quella che, da sempre, ha ispirato grandi registi e autori. E allora il Festival diventa festa. E il tappeto rosso, i vestiti di seta che fanno coppia con gli smoking, diventano un contorno bello, colorato, af-

23


ADESSO

SPECIALE ROMA

fascinante, il colore di un’atmosfera che ci include tutti. Una festa che dura 10 giorni e coinvolge tutta la città, trovando il suo cuore all’Auditorium Parco della Musica, il bellissimo complesso di Renzo Piano, che regala uno dei più bei Red Carpet al mondo.

I PROTAGONISTI... FRA LE CRITICHE

Naturalmente, impazzano le critiche. Sì perché la prima edizione c’era Nicole Kidman e quest’anno la Lodovini e la Cucinotta. Perchè la prima edizione si è aperto il festival con Fur e quest’anno con Soap Opera, con Diego Abatantuono e Fabio De Luigi. Apriti cielo. Eppure i nomi stranieri, del calibro di Clive Owen e Kevin Costner non mancano neanche quest’anno. I film stranieri neppure. Ma dove sta scritto che il lustro di un Festival sia dato dal numero di star e pellicole straniere presenti? E dove sta scritto che una commedia sia più bassa e meno valida di un boriosamente concettuale dramma giapponese? La scaletta di proiezione dei film conferma questa vena popolare della festa. Ad aprire e chiudere infatti saranno due film decisamente nostrani e decisamente popolari. Il primo è il sopra citato Soap Opera, una commedia brillante che, tra equivoci, intrecci, odi ed amori, racconta le storie degli inquilini di un palazzo a poche ore dal Capodanno. Tra i protagonisti, i veterani della commedia de Luigi e Abatantuono, affiancati, fra gli altri, da Ale e Franz, Cristiana Capotondi e Richi Memphis. Chiuderà invece il Festival Andiamo a quel paese, di e con il popolare duo comico Ficarra e Picone, che interpretano due fratelli disoccupati che decidono di ritirarsi in un paesino di provincia per campare più dignitosamente e qui, in reatà, troveranno uno stuolo di anziani ad attenderli. Per quanto riguarda la sezione principale del Festival, Cine d’oggi, i film italiani in gara sono tre. Biagio di Pasquale Scimeca è dedicato al missionario palermitano Biagio

24

Dall’alto, in senso orario Soap Opera, Escobar - The lost paradise, I Milionari, La foresta di ghiaccio, Andiamo a quel paese


SPECIALE FESTIVAL Conte, che in gioventù abbandona la famiglia benestante per dedicare la propria vita ai poveri. Nelle parole del regista, “Non un documentario o una biografia agiografica, ma un film che vuole essere una ricerca nel profondo dell’anima, la sua, quella di Biagio, ma anche la mia di anima, che si è persa, che fatica a ritrovare la strada”. Ancora, La foresta di ghiaccio di Claudio Noce, girato sulle Dolomiti con Ksenia Rappoport ed Emir Kusturica. Una sorta di “thriller con un forte elemento sociale”, come lo definisce il regista, in cui un oscuro segreto si cela dietro l’apparente serenità di un piccolo paese alpino. Infine, I milionari di Alessandro Piva racconta l’ascesa e la caduta di una famiglia criminale napoletana, con i bravissimi Francesco Scianna e Ludovica Lodovini. Trent’anni di storia di una città bella e dannata, il sogno di un ragazzo che si fa travolgere dal-

la brama di un potere, quello peggiore, fine a se stesso. Nella sezione Gala, oltre ai due film di apertura e chiusura, troveremo grandi italiani e grandi stranieri, che possono riservare piacevoli sorprese. Escobar - Paradise Lost, esordio alla regia del romano Andrea Di Stefano, racconta la storia vera di un giovane surfista che, andando a trovare i fratello in Colombia, si innamora perdutamente della bella Maria. La questione si complica quando viene però a scoprire che la ragazza è nipote del noto trafficante di droga Pablo Escobar, interpretato dal sempre eccezionale Benicio Del Toro. Un film realizzato con un budget altissimo (25 milioni di dollari): abbiamo conosciuto Di Stefano come interprete in Cuore Sacro, Vita di Pi, Mangia Prega Ama e ora siamo tutti curiosi di capire come se la cava dietro la macchina da presa. Certo è che le carte sono tutte in regola per un otti-

ADESSO

mo risultato finale. Tra i tanti a concorso, non si può non menzionare la serie The Knick, diretta dal geniale Steven Soderbergh, premio Oscar per Traffic. La serie è ambientata nella New York di inizio ‘900, all’interno dell’ospedale Knickerbocker, in cui il folle e geniale chirurgo John Thackery, interpretato dall’affascinante e talentuoso Clive Owen, opera a capo di un team di medici e infermieri in un’epoca caratterizzata da elevati tassi di mortalità e assenza di antibiotici. La carne sul fuoco è tanta. E la curiosità altrettanto. In conclusione, ci piace sottolineare che il motto Più festa, meno festival a noi piace. Che il ritorno al popolo non è uno scadere ma un toccasana. Che poi Roma è la città dei Ladri di biciclette, dei Soliti ignoti, la Città aperta di Rossellini... Altro che film d’autore giapponese... evviva la maniera italiana! A sinistra la serie The Kick di Soderbergh, sotto il film Biagio di Scimeca.

EVENTI A LATERE Molti gli eventi in programma durante la kermesse. Tra questi, la XVI edizione del Premio Internazionale Cinearti “La Chioma di Berenice”, ideato per premiare gli artigiani del settore della bellezza, come omaggio alla fantasia e alla bravura di acconciatori, truccatori, costumisti, scenografi, compositori e realizzatori di effetti digitali per il cinema. La premiazione avverrà il 20 ottobre al Capitol Club, il nuovo spazio polifunzionale di Roma.


ADESSO

COVER STORY

La camaleontica attrice, protagonista in tivù con “Che Dio ci aiuti”, racconta quanto il lungo percorso di conoscenza del 26


© Marco Rossi

Elena Sofia Ricci, classe 1962, viene scoperta e lanciata nel mondo del cinema da Pupi Avati con Impiegati (1984), con cui vince il Globo d’Oro come migliore attrice rivelazione. È l’inizio di una carriera che l’ha portata negli anni a vedersi assegnare, fra gli altri premi, due David di Donatello e due Nastri d’argento.

Elena Sofia

RICCI La psicanalisi mi ha aiutata a capire chi sono veramente

E

lena Sofia Ricci è una donna davvero molto bella. E non ci riferiamo solo al suo aspetto esteriore, quanto anche a quello interiore. Una donna solare, divertente, disponibile. Nota al grande pubblico soprattutto per le serie televisive di grande successo che l’hanno vista protagonista, come la fortunatissima Che Dio ci aiuti, in onda in questo periodo su Rai1, è anche una camaleontica attrice di cinema, da

di Vincenzo Petraglia

sempre perfettamente a suo agio sia in ruoli drammatici che brillanti sotto la direzione di registi del calibro di Pupi Avati, Davide Ferrario, Ferzan Ozpetek, Giovanni Veronesi, Carlo Vanzina e diversi altri. Ruoli che le sono valsi svariati premi e riconoscimenti: David di Donatello, Nastri d’argento, Ciak d’oro, Globi d’oro e quant’altro. Successi che, come dimostra quest’intervista, non hanno cambiato la donna profonda e umile che è...

proprio mondo interiore l’abbia aiutata a sciogliere i nodi di un doloroso passato e a migliorarsi come madre, donna e figlia 27


ADESSO

COVER STORY

In Che Dio ci aiuti, cosa ti diverte di più nell’interpretare suor Angela? «Mi diverte la possibilità di spaziare fra diversi generi: dalla commedia spinta all’italiana fino al trattare sentimenti e temi come la spiritualità, che nessun altro personaggio mi aveva finora consentito di sperimentare». Ti ha cambiata in qualche modo questo ruolo da quando hai iniziato a interpretarlo? «Mi ha avvicinata molto alla fede, anche grazie all’incontro con una suora vera, con cui sono diventata amica e confidente, che mi ha spalancato porte che finora erano rimaste socchiuse. Oggi, dopo essermi occupata per vent’anni della mia anima terrena, ho cominciato ad occuparmi anche della mia anima spirituale». Sei diventata una cristiana praticante? «Vado a Messa, ricevo l’Eucarestia e questo mi infonde un senso di pace e serenità che prima non avevo. La fede ti cambia la prospettiva sul mondo e ti dà

28

La Ricci è sposata da undici anni col compositore Stefano Mainetti e ha due figlie: Emma, 18 anni, nata da una precedente relazione col collega Pino Quartullo, e Maria, 10 anni, avuta da Mainetti. Oggi – racconta – si sente una madre piuttosto equilibrata grazie a un percorso di analisi durato dieci anni, che l’ha aiutata a mettersi in discussione come donna.

la sensazione che qualsiasi cosa accada ce la puoi sempre fare. Credo che ciò derivi dalla consapevolezza di sentirsi amati dal Signore, perché ciascuno di noi è speciale per Lui». Ultimamente hai ricevuto il sacramento della Cresima... «Sì, avevo fatto la Comunione contestualmente al matrimonio e di recente ho sentito il bisogno di ricevere anche questo sacramento. Desideravo farlo ed è stato bellissimo, forse perché più consapevole rispetto a quanto potessi esserlo da ragazzina. E per la grande felicità che ho sperimentato devo ringraziare mia madre, che non è neppure battezzata. Quando, negli anni ‘60, le mie amichette facevano la Comunione, che all’epoca si faceva vestite da sposine, lei mi disse: “Non ho nulla in contrario che tu la faccia, ma se vuoi farla, la farai senza essere vestita da sposa”. Non la feci, perché mi sarei sentita a disagio in mezzo alle mie amichette. E così l’ho fatta a quarant’anni passati... vestita davvero da sposa». Se una delle tue due figlie (Emma, 18 anni, nata da una relazione col collega Pino Quartullo, e Maria, 10 anni, avuta dal compositore Stefano Mainetti, con cui si è sposata undici anni fa, ndr) ti comunicassero di voler prendere i voti, come pensi reagiresti? «Conoscendo le mie figlie rimarrei abbastanza sorpresa. Ma nella vita mai dire mai. D’altronde era quello che pensavano anche i genitori della mia amica suora, che era avvocato! Comunque, ciò che più mi sta a cuore è che le mie figlie siano felici nel bene, senza fare del male a nessuno e neppure a se stesse. Quindi se dovessero fare una scelta del genere, le lascerei sicuramente fare. Forse mi spaventerebbe solo un po’ se optassero per la clausura, perché, egoisticamente, so che non potrei vederle e riabbracciarle spesso». Invece, cosa vogliono fare da grandi? «La maggiore punta a lavorare nel mondo dello spettacolo, anche se non vuole se ne parli troppo perché è decisa a farcela con le proprie gambe. Studia pianoforte, oltre che danza, come la piccola, che invece ancora non sa bene cosa vuole fare da grande. Una cosa è certa: sono nate e cresciute in un mondo di artisti, fra attori, musicisti e registi e, qualsiasi cosa faranno, l’importante è che studi-

no, perché l’unica cosa che fa la differenza è la preparazione». Che mamma sei nei loro confronti? «Sono una mamma abbastanza tradizionalista e, per via del mio modo di essere, anche un po’ ingombrante. Essendo stata a lungo in analisi, mi sono messa molto in discussione anche come madre, e credo questo mi abbia aiutata molto a trovare un giusto compromesso per il mio ruolo genitoriale. Con loro ho stabilito delle regole precise: studiare, rispettare se stessi e gli altri, osservare le regole della casa. Quindi anche orari e quant’altro. Della serie, “questa casa non è un albergo”! Ebbene sì (ride), l’ho detto anch’io! Allo stesso tempo cerco di essere sempre disponibile con loro all’ascolto». Cosa ti ha spinta ad andare in analisi? «Quando avevo trent’anni stavo malissimo e avevo molti problemi e frustrazioni. Ero davvero incartata come una caramella con un bel po’ di nodi da sciogliere. Per questo motivo decisi di avviare questo percorso, che è durato dieci anni, e dal quale non posso prescindere come mamma, donna e figlia. Tutte le conquiste di questo mio percorso cerco di mettere a frutto giorno per giorno. E penso davvero sia stato un bene che abbia cominciato questo cammino prima di diventare madre, altrimenti avrei rischiato di riversare sulle mie figlie i miei problemi e perpetuare una serie di dinamiche non proprio sanissime». Cosa consigli ai genitori di oggi? Qual è l’esercizio più grosso che ciascuno di noi dovrebbe fare in nome dell’amore per i propri figli? «Forse quello di fare un percorso che aiuti a comprendersi meglio, a capire bene i passaggi della vita che ci hanno fatto soffrire. In questo modo saremo in grado di capire meglio anche i nostri figli evitando così quei classici errori che si fanno proprio perché si riversano su di loro i problemi e i nodi che non abbiamo risolto». Quali sono stati i momenti, i primi che ti vengono in mente, che più ti hanno fatto soffrire nella vita? «Ne ho avuti parecchi, e per conquistare ciò che ho oggi, ho dovuto lottare molto. Nel lavoro, per esempio, oggi raccolgo il frutto di una lunga semina fatta di scelte controcorrente che mi hanno portata a essere un’attrice libera e non in-


In televisione Elena Sofia ha collezionato molti successi. Fra tutti I Cesaroni e Che Dio ci aiuti, giunta alla terza stagione e con la quale è in onda in questo periodo, nei panni dell’amatissima suor Angela, ogni giovedì sera su Rai1.

casellata in generi particolari. Ho lottato tanto, facendo lo slalom fra personaggi e generi molto diversi, e la scelta di fare anche televisione per un po’ mi ha penalizzata con il cinema, perché in Italia si è un po’ abituati a ragionare per categorie a compartimenti stagni. Ma per fortuna alla lunga la mia costanza è stata premiata. Nel privato, invece, ho avuto molti momenti difficili, un insuccesso dietro l’altro fino a quando non ho cominciato a essere, grazie all’analisi, una persona un po’ più risolta, mentre prima ero veramente un disastro come ragazza. Il mio percorso è stato sempre un po’ segnato dalla separazione. A partire da quella col mio vero padre (il professore di Storia dell’Arte Paolo Barucchieri, ndr), con cui mi sono ritrovata solo dopo trent’anni. Lui e mia madre si separarono quando ero molto piccola e a crescermi è stato Pino (Passalacqua, regista, con cui la madre si è rifatta una vita, ndr), un uomo che ho amato moltissimo e che mi ha insegnato tutto e ha reso più forte la mia passione per la recitazione. La loro morte (nel 2003 di Pino e due anni fa di Paolo, ndr) ha rappresentato sicuramente due dei momenti più dolorosi della mia vita, anche se entrambi continuano a vivere dentro di me». In amore come ti si conquista? Tuo marito Stefano come ha fatto a rapire il tuo cuore? «Fra noi è stato un vero e proprio colpo di fulmine. L’ho visto a una festa di beneficenza e mi ha letteralmente folgorata. Mi son detta: “È l’uomo della mia vita, quello con cui trascorrerò il resto della mia esistenza”. Un po’ come

avviene quando fai il test di gravidanza e scopri che sei incinta. Poi l’ho conosciuto meglio e quando ho saputo che faceva il musicista, che era diplomato in chitarra classica, che anch’io ho studiato, e che “Rac 2. Concerto per piano” di Rachmaninov era il suo brano preferito, allora non ho avuto più alcun dubbio... Che lui fosse cioè l’uomo della mia vita! Così, con la follia di una quarantenne un po’ adolescente, gli ho chiesto: “Quando ci sposiamo?”. E praticamente dal giorno dopo abbiamo cominciato a vivere insieme». Oggi cosa apprezzi di più di lui? «La serenità, l’onestà, la forza del carattere, la sua capacità di mettersi sempre in discussione. Subisco molto il fascino dell’artista che è, la sua capacità di scrivere musica così raffinata e onesta, che oggi non è mai un qualcosa di scontato. Stefano è un uomo molto romantico, tenero, dolce. Uno che crede nel progetto comune che abbiamo sposato, quello cioè della famiglia». E lui, invece, cosa pensi apprezzi di più di te? Quali sono i tuoi pregi e difetti? «Siamo entrambi due personalità forti – io Ariete e lui Leone – e certamente, anche se proviamo a esserlo, non siamo certo una famiglia zen. Credo lui apprezzi molto di me la schiettezza. Siamo persone molto oneste intellettualmente, anche nella professione che facciamo. Magari la facciamo male, ma certamente la facciamo con onestà!». Se tu fossi una canzone quale saresti? «L’opera omnia dei Beatles». Un animale? «Mi piacerebbe tanto essere una giraffa,

forse perché vorrei essere più alta. Ero un metro e 65, ma (ride), man mano che passa il tempo, mi sto accorciando sempre di più!». Come ti mantieni in forma? «Facendo ginnastica e mangiando bene. Sto attenta all’alimentazione, non fumo e bevo pochissimo. Cerco, insomma, di avere uno stile di vita sano. La mia amica suora dice che il Signore è la sua droga e anch’io, nel mio piccolo, cerco di prendermi cura e di avere rispetto, oltre che del mio corpo, anche della mia anima». Che cos’è per te la bellezza? «La bellezza vera credo stia nella capacità della persona di farsi attraversare dalla vita, mentre capita, invece, spesso che essa scorra di fianco a noi. Da quando ho iniziato il mio percorso di fede sono diventata più bella, mi è cambiato lo sguardo, semplicemente perché sono serena. Certo la genetica ha un peso importante, ma una bellezza che fa leva solo su quello, prima o poi svanisce. È allora che subentra la capacità di farsi attraversare dalla vita, non di farsi semplicemente sfiorare». Hai detto che la chirurgia estetica è il burqa dell’Occidente... «Lo penso fortemente. È inutile ostinarci a voler rimanere per sempre delle trentenni, perché ci saranno sempre delle vere trentenni che ci faranno le scarpe! Per un’attrice poi intervenire sul proprio viso è un po’ come darsi la zappa sui piedi, perché, se ci si stravolge il volto, ci si preclude anche la possibilità di fare ruoli di donne di una certa età, che al nostro posto farà qualcun altra! Questo non significa che escludo a priori che un giorno, quando magari comincerà a cascare tutto, faccia anch’io un lifting, ma riempire, gonfiare, quello no, perché spersonalizza e rende tutte uguali. E soprattutto fa invecchiare tragicamente, perché viene fuori la maschera tragica di una persona che non ha saputo accettare il tempo che passa...».

29


ADESSO

GRANDI REGISTI

VI RACCONTO IL MIO

RAGAZZO D’ORO

Tra capricci da diva, quelli di Sharon Stone, e un omaggio al padre, l’ultima fatica di Pupi Avati di Roberta Valentini

UNA DIVA DOC, UN CAST NOSTRANO DI TUTTO RISPETTO, UNA STORIA CON QUEL GIUSTO TOCCO DI PERSONALE, SONO GLI INGREDIENTI, VINCENTI, DELL’ULTIMO FILM DEL GRANDE REGISTA BOLOGNESE

L’

amore e la passione per la musica e per la propria città lo accompagnano da tutta la vita. Non è un caso che abbia girato la maggior parte dei suoi film a Bologna, e non è un caso che la musica, altra sua grande passione oltre il cinema, sia spesso protagonista delle sue storie insieme agli attori. Ma per Il ragazzo d’oro, sua ultima fatica cinematografica, dopo tre anni di assenza, omaggio a un padre perduto all’età di dodici anni, Giuseppe Avati, in arte e per gli amici Pupi, ha cambiato città. Stavolta la sua storia di rapporti familiari irrisolti, piena di pathos e con un pizzico di mistero, è ambientata a Roma. Dove Pupi ha chiamato all’appello, oltre

30

alla coppia Riccardo Scamarcio - Cristiana Capotondi, una star internazionale come Sharon Stone. E non solo di lei e dei suoi capricci da diva, il regista racconta ad Adesso. Ma anche di un film sempre pensato e ora realizzato, a settantacinque anni, «quando senti che gli anni davanti a te diminuiscono e che il tempo vola via», del suo rapporto con un padre che non c’è più e che avrebbe voluto al suo fianco nel momento del successo, della famiglia, della passione per la musica e della vita. Pupi, perché proprio Sharon Stone? «Perché mi serviva un’attrice che fosse una donna intelligente e carismatica, in grado di entrare in scena e di stupire, attrarre e sedurre. Il suo personaggio, l’editrice Ludovica Stern, grande amore del padre di Riccardo Scamarcio, morto per suicidio, mi ha fatto pensare a lei».

RAI CINEMA, ANTONIO AVATI E FLAVIA

RICCARDO

SCAMARCIO SHARON

STONE CRISTIANA

CAPOTONDI

PARNASI

PRESENTANO

UN RAGAZZO D’ORO PUPI AVAT I

UN FILM DI

E CON

E

OSVALDO RUGGERI VALERIA MARINI

GIOVANNA RALLI

MUSICHE

RAPHAEL GUALAZZI

IN ASSOCIAZIONE CON

NEL RUOLO DELLA MADRE

UNA PRODUZIONE DUEA FILM E COMBO PRODUZIONI CON RAI CINEMA CASINÒ CAMPIONE D’ITALIA ERREA FACTORIT

DAL 18 SETTEMBRE AL CINEMA

SEGUICI SU

01distribution

In Teatri Selezionati

In Teatri Selezionati

Ma tra le attrici internazionali, non esiste solo lei… «Se vuole dire che negli Stati Uniti ci sono attrici più brave, capaci e talentuose di lei, questo lo so. Ma sono

Riccardo Scamarcio è il protagonista dell’ultimo film di Pupi Avati, in cui recita Sharon Stone, per la prima volta in un film italiano.


GRANDI REGISTI

come la passione per il cinema e per il jazz, in età adulta la figura paterna mi è diventata sempre più necessaria e, attraverso questo film, è come se mi fossi confrontato con lui». Qual è il ricordo più vivo di suo padre che conserva nel cuore?

poche quelle che hanno il suo tipo di impatto, che siano delle icone. Quando vai in giro per il mondo e pronunci il suo nome, tutti sanno a chi ti riferisci, e così… Certo, se venissero pubblicate le carte e le mail intercorse tra la mia produzione e il suo avvocato a Los Angeles, vi stupireste per la quantità di dettagli e richieste che rasentano l’impossibile. Insomma, una diva». Com’è stato il suo primo incontro con Mrs. Stone? «Siamo andati a prenderla io e mio fratello Antonio a Firenze in treno, dove lei era andata a trovare Andrea Bocelli. Ci aspettava alla stazione, al binario sbagliato, era seduta sulla sua valigia, aveva una lunga gonna a fiori e nessuno l’aveva riconosciuta. Poi, quando siamo saliti sul treno, dove abbiamo parlato del film e definito gli aspetti della sceneggiatura fino al nostro arrivo a Roma, lentamente quella donna “qualsiasi” si è trasformata in Sharon Stone. E, quando siamo arrivati alla stazione, con duecento fotografi ad attenderla, la sua trasformazione in una diva è stata completa». È vero che la diva americana sul set l’ha fatta penare con i suoi capricci? «Diciamo che un giorno è andata a fare shopping con la carta di credito della produzione e che mio fratello Antonio, quando l’ha scoperto, è sbiancato, e diciamo che l’ultimo giorno di riprese all’Hotel del la Ville, a Roma, è scomparsa senza dire nulla prima di girare l’ultima scena, perché non voleva fotografi intorno e un particolare operatore televisivo che l’aveva infastidita. L’abbiamo cercata ovunque, mentre lei stava nascosta nella sua macchina. Invece di parlare direttamente del suo disagio e delle sue richieste, ci ha fatto telefonare dal suo manager americano mentre lei era a pochi metri da noi (e sorride, ndr)… Poi è tornata, ha girato la scena in modo professionale e ha fatto la carina con tutti. È un tipo un po’ stravagante, oserei dire bipolare, no?» La chiamerebbe di nuovo, per un altro film? «Perché no? Ora che la conosco me-

ADESSO

glio, che so i suoi capricci e che è a rischio sparizione quando ci sono i fotografi, posso anche richiamarla…». In una scena del suo film, la Stone accavalla le gambe davanti a Riccardo Scamarcio proprio come faceva con Michael Douglas in Basic Instinct: una citazione voluta, la sua? «Assolutamente sì. Sul set la prendevo in giro e le dicevo sempre: “ma ti rendi conto che tu sei diventata la Stone solo grazie a quella scena?”. Lei, che è molto autoironica, rideva e accettava la mia presa in giro». Parliamo di questa sua ultima fatica cinematografica: nella storia, il rapporto tra un padre che non c’è più e suo figlio, sono i veri protagonisti. Un omaggio al suo, di padre? «Sì, inseguivo questa idea da tanto tempo, proprio perché mio padre è morto quando io avevo solo dodici anni. E se in giovane età mia madre, come tutte le mamme che sono accoglienti e sanno supplire alla mancanza di una figura paterna, mi ha regalato l’amore e la possibilità di coltivare sogni bizzarri


ADESSO

PERSONAGGI

«Ricordo quando mio padre, che faceva l’antiquario e il rappresentante, andò a Roma, a Cinecittà, da Bologna. Voleva vedere come produrre un film e io l’avevo accompagnato. Poi la morte glielo ha impedito. Ma è bello pensare che, invece, noi figli qualcosa nel cinema, che era il suo sogno, siamo riusciti a farla. Ecco, mi piacerebbe tanto poterglielo dire, che siamo riusciti a raccogliere il suo testimone» Nel suo film, il protagonista (Scamarcio, ndr), che scrive un libro come se fosse suo padre scomparso, assumendone addirittura gli stessi atteggiamenti, finisce in un centro di salute mentale pur di realizzare il sogno di un genitore che non c’è più… «Sono orgoglioso di questo personaggio, ho descritto uno dei figli più belli che si possano immaginare, un ragazzo d’oro che rinuncia a se stesso… Bisogna capire che il rapporto tra un padre e un figlio è molto speciale, non è fatto di parole e di confidenze, ma di sguardi e di pudori». Pupi, lei vive una vita sotto il segno della fantasia e della creatività. Ma la creatività va a braccetto con la follia, come quella del suo personaggio? «Assolutamente si. Mia moglie e miei figli mi rimproverano sempre, perché nella mia vita mi relaziono spesso e volentieri con persone che hanno problemi. Sono le più vere, le più fantasiose, quelle che non vivono legate alle somme e alle sottrazioni, ma ai sentimenti e che hanno il coraggio di uscire dai comportamenti omologati del nostro presente. La creatività, l’uscire dagli schemi deriva da uno stato psicologico alterato, da parte di chi non si rassegna a quelle che sono le mode imposte delle nostre vite». Ha descritto tante figure paterne nei suoi film, qual è quella in cui si identifica di più? «Quella del padre del “ragazzo d’oro”. Forse perché ho la sensazione di non aver ancora fatto il film della mia vita, come lui che muore senza aver scritto il libro della sua vita. Il fatto di non avere ancora prodotto una sintesi

32

Scamarcio, al suo primo film con il regista bolognese, interpreta un figlio che non riesce a sciogliere il rapporto con il padre. Una sceneggiatura con spunti autobiografici.

cinematografica della mia vita mi fa somigliare un po’ a quell’Ettore Dias, lo sento incombere e ho pensato a che cosa accadrebbe ai miei figli se dovessero aprire il mio computer e trovare uno scritto lasciato incompiuto, una volta che io non ci fossi più. Insomma, ho raccontato la storia d’amore di un padre e di un figlio, in un mondo dove mancano queste storie e si premiano troppo spesso la cattiveria, il cinismo e l’aggressività. E poi il film l’ho scritto con mio figlio Tommaso, e questa è un’altra somiglianza non da poco…». Ma insomma, nella vita di un uomo, un padre è meglio averlo o non averlo? «La risposta è sì e no… La verità è che avrei desiderato di avere un padre vicino nel momento in cui ho avverti-

to di aver combinato qualcosa di buono nella vita. Finché si fallisce l’obiettivo, fa comodo non averlo e sfuggire, quando invece si ottiene un riconoscimento, allora vorresti tornare a casa e trovare tuo padre ad aspettarti». Il segreto per un girare un buon film? «La sceneggiatura. Senza una buona sceneggiatura, il film non esiste». Ultima domanda: ha voluto Raphael Gualazzi come autore della colonna sonora de Il ragazzo d’oro. Perché lui? «Perché è un talento musicale. Come Cesare Cremonini. E, proprio come Cesare, lo vedrei bene anche come attore. Magari potrei scritturarli tutti e due insieme per la mia prossima storia…».


INSIEME, POTREMO D I A G N O ST I C A R E

UN TUMORE

QUANDO È ANCORA P I Ù P I C C O LO D E L P U N TO A L L A F I N E D I Q U ESTA F R A S E DONA AL

45597

.

A I U TA C I A R E N D E R E S E M P R E P I Ù P R EC O C E L A D I A G N O S I , S E M P R E P I Ù S I C U R A L A G UA R I G I O N E . La cosa essenziale di fronte a un tumore è che la diagnosi sia rapida; quanto meno sviluppato è, tanto più è possibile debellarlo. Per questo ti chiediamo di aiutarci ad acquistare un macchinario che individua i tumori prima che raggiungano i 3 millimetri di estensione. Tumori piccolissimi, che troveremo grazie a un tuo piccolo sforzo, che diventerà il dono più grande per migliaia di malati.

www.fondazioneieo.it

Dal 6 ottobre all’1 novembre. Dona 1€ con SMS da cellulare personale. Dona 2 o 5€ con chiamata da rete fissa.


ADESSO

PERSONAGGI

GILLES ROCCA

LA BELLEZZA NON SEMPRE AIUTA NEL CINEMA L’attore è fra i protagonisti della pellicola di Marco Risi “Tre tocchi”, in scena al Festival del Film di Roma di Roberta Valentini

IN SALA A PARTIRE DAL 13 NOVEMBRE, È LA STORIA DI SEI ATTORI-CALCIATORI DELLA SQUADRA FONDATA DA PASOLINI NEGLI ANNI ‘70

S

i chiama Gilles, come Gilles Villeneuve, un omaggio di suo padre al pilota di Formula Uno scomparso in un incidente nell’ ’82, un anno prima della sua nascita. Bruno, occhi chiari, un passato da calciatore in erba alle spalle e un volto prestato negli ultimi dieci anni ai fotoromanzi e alle fiction, Gilles è bel-

34

lo e consapevole di esserlo. «Ma cerco sempre di andare oltre le apparenze e di lavorare su me stesso. Se il mio aspetto per certi versi mi ha aiutato a farmi notare e mi ha fatto guadagnare, per altri costituisce un ostacolo…», racconta. Un ostacolo che non ha fermato un regista come Marco Risi, che lo ha voluto tra i sei protagonisti del suo ultimo film, Tre Tocchi (prodotto dallo stesso Risi con Andrea Iervolino di Ambi Pictures, ndr), in concorso nella sezione Gala del Festival Internazionale del Film di Roma e nelle sale dal 13 novembre. Niente male per uno che si definisce «irruento, testardo, iperattivo e grande perfezionista».


PERSONAGGI

Gilles, come è nata questa avventura nel mondo del cinema? «È nata grazie alla comune passione per il calcio mia e di tanti colleghi attori e registi come Marco Risi e Stefano Reali. Giochiamo tutti insieme nella Italiana Attori, la squadra fondata da Pier Paolo Pasolini negli anni ’70, e durante i nostri incontri settimanali, Risi ha avuto l’idea di girare una storia che raccontasse le vite di sei attori appassionati di calcio. Ci ha studiato per oltre un anno, e grazie a lui finalmente esordisco sul grande schermo». Chi è il tuo personaggio? «Un attore di soap opera che si chiama Gilles, proprio come me, che guadagna molti soldi ma vive in un mondo di apparenza e di superficialità, tanto da cadere addirittura nel giro della cocaina. La sua vita si intreccerà con quella di un’attrice di teatro impegnata, molto diversa da lui, interpretata da Martina Codecasa, che lo metterà di fronte ai suoi limiti. Alla fine, però, riuscirà a riscattarsi quando farà un provino con Paolo Sorrentino, che nella pellicola interpreta se stesso». È vero che per interpretare questo ruolo sei dimagrito quattordici chili? «Sì, sono andato avanti a scatolette di tonno e insalata e ho eliminato i carboidrati per due mesi. Volevo rendere al meglio l’aria sofferta del cocainomane, e infatti mi vedrete con le occhiaie e le ossa della faccia sporgenti. Ho preso a modello Matthew MacConaughey, che è dimagrito per Dallas Buyers Club. Spero di essere riuscito nell’intento…». Hai qualcosa in comune con il Gilles del film? «A parte la passione per il calcio e per il cinema, il mio è un personaggio estremo e nella vita lo sono anche io, nel senso che, da bravo istintivo, mi butto a capofitto nelle cose. Però mi fermo qui. Non arriverei mai, nel caso di un grande successo, a stravolgere la mia vita come fa lui». Recentemente sei stato vittima di un’aggressione in un incidente stradale… «Sì, ho riportato diverse ferite, ma preferisco non aggiungere altro sull’argomento. È una questione delicata e c’è un processo di mezzo. Posso dire che ora sto bene e mi concentro sul mio lavoro». Parliamo d’amore: il tuo cuore è impegnato o le tue fans hanno qualche chance di poterti corteggiare? «Convivo da sei anni con una collega, Miriam Galanti. Quando l’ho conosciu-

ta, ho pensato: una ragazza così non me la faccio scappare. A parte la sua bellezza, mi ha colpito la sua intelligenza, il suo impegno negli studi, la sua profondità e capacità di andare oltre le apparenze. Lo posso dire? La amo alla follia e la passione comune per il cinema ci aiuta a stare insieme, nel senso che ci supportiamo a vicenda negli inevitabili alti e bassi di questo mestiere. L’ho anche diretta nel mio cortometraggio sul femminicidio, Metamorfosi, che è stato scelto dal Ministero degli Interni per rappresentare l’Italia al Consiglio Europeo per i diritti delle donne». Ma prima di Miriam, com’era Gilles Rocca con le donne? «Un po’ irrequieto, ho avuto tante storie, e ho bruciato tante tappe, anche perché sono andato via di casa a 13 anni per seguire la mia prima passione, quella per il calcio. Prima a Empoli, poi in Spagna, in Inghilterra e, infine,

ADESSO

quattro anni nella Lazio. Ma con Miriam ho cambiato vita, mi sono fermato e sono felice di averlo fatto». È vero che hai detto no a Uomini e Donne? «Sì, è vero. Avevo fatto un colloquio otto anni fa, ma poi ho rifiutato di partecipare, perché mi sono reso conto che quel tipo di programma non era la mia strada. Hanno continuato a chiamarmi, anche recentemente, ma la mia risposta non è cambiata». A parte le fiction, allora, non cederesti a nessun programma televisivo? «Mi piace moltissimo Tale e Quale Show, perché in un contesto come quello un attore può mettersi alla prova a 360°». Dopo l’uscita di Tre Tocchi, che cosa ti auguri per il futuro? «Mi auguro che questo film faccia riempire le sale e che dia a tutti noi nuove possibilità: quello di attore è il mestiere più precario che c’è».

Gilles Rocca ha lavorato dieci anni nei fotoromanzi Lancio e ora a Grand Hotel. Tra le fiction, Don Matteo, I Cesaroni, Carabinieri (esordio sul set), Distretto di Polizia. Ha vinto come miglior attore il programma Volami nel cuore condotto da Pupo e dedicato ai nuovi talenti. Nelle foto sopra, scene dal film “Tre tocchi”.


SIGNORE in rosso POIS Simpatici, sdrammatizzano il rosso geranio indossato da Monica Bellucci

Per decenni è stato considerato il colore della sconsideratezza e sfacciataggine. Troppo evidente, troppo ammiccante, troppo tutto. Ora, finalmente sdoganato, si mostra per quello che realmente è: il colore del coraggio e della vita oltre che da sempre dell’amore


MODA

ADESSO

ELEGANTISSIMA Goga Ashkenazi designer di Vionnet, posa con una delle sue creazioni durante la serata dell’Amfar

COORDINATO Karolina Kurkova abbina il rossetto rosso fuoco al vestito sfrangiato

SPLENDIDA e in lungo vermiglio Isabella Ferrari alla serata per l’Amfar (organizzazione per la ricerca contro l’Aids)

37


Audacia, passione, coraggio, carattere, tutti in un’unica parola anzi colore... rosso

di Federica Piacenza

IL ROSSO COME NUOVO NERO

SFILATA CRISTIANO BURANI AI 2014/15

38

Un mix da provare: il maglione over taglio uomo da portare con pantalone sigaretta ingentilito da foulard stampato (tutto LANIFICIO COLOMBO), collana lunga macro boules in corallo rosso (CHANTECLER), anello over (CORRADO GIUSPINO) e occhiale (ALe RO)

Cappotto LANIFICIO COLOMBO


Stampa cocco per la borsa in suède (MARKS&ANGELS) e feltro burgundy per la coppolina anni ‘20 (DORIA 1905)

SFILATA STELLA JEAN AI 2014/15 ENTRAMBE SFILATA MAURO GASPERI AI 2014/15 Accessori ispirazione anni ‘70. Suola e tacco largo in legno per gli stivali rosso fuoco (M MISSONI), bracciale rigido con riubino (DUBINI) da portare rigorosamente a vista sui guanti da motociclista traforati (BRUNO CARLO)

39


MODA LOOK

Bentornato GILET

Niente a che vedere con il vecchio antenato, il “panciotto”. Oggi la smanicato è una giacca a tutti gli effetti, senza maniche, d’accordo, ma chiude il look di molte mise alla stregua degli altri capospalla. In pelliccia, in piumino, in pelle, aderenti o svasati, corti e lunghi una scelta che risolve con stile le mezze stagioni di Federica Piacenza

Borsa PAENAY Smanicato in cincillà blu e verde SIMONETTA RAVIZZA Tronchetto bicolor con zeppa ASH su spartoo.it

Pochette blu china MISSONI Polacchino in pitone MELLOW YELLOW

Smanicato in pelliccia ADD Gilet in pelle J BRAND

Tronchetto bicolor FRENCH CONNECTION su spartoo.it

Minitracolla fucsia LAURA VELA

Tronchetto con zip DIRK BIKKEMBERGS

Piumino smanicato ADD

40

Tracolla con catena PAUL & JOE su spartoo.it Tronchetto metallassée spuntato SCHUTZ su spartoo.it

still life: TRENDFORTREND.COM

ADESSO


Editing by

www.soggetto-oggetto.com

Sweet Collection


ADESSO

BELLEZZA

GAMBE perfette

T

utte le donne desiderano avere gambe belle toniche e senza inestetismi. Con pochi e facili accorgimenti possiamo mantenerle in salute ed evitare gonfiori, edemi e capillari evidenti. La circolazione sanguigna venosa e linfatica degli arti inferiori viaggia contro la forza di gravità: sangue e linfa devono risalire verso il cuore e certamente stare a lungo fermi in piedi o seduti non aiuta il ritorno dei liquidi. Il primo accorgimento, quindi, è camminare almeno un’ora al giorno: i muscoli della pianta dei piedi massaggiano i vasi sanguigni e linfatici e aiutano a spostare i liquidi verso l’alto, prevenendo il gonfiore alle caviglie. È importantissimo ridurre il sale nell’alimentazione: il sodio trattiene molti liquidi nei tessuti, soprattutto delle gambe, creando la condizione ideale per edemi e cellulite. Vanno protette le pareti dei capillari assumendo derivati del mirtillo e del ribes ed estratti vegetali drenanti quali centella asiatica, tarassaco e betulla. Durante le ore di sonno è utile mantenere le gambe sollevate (basta un cuscino sotto il materasso) in modo tale che tutti i liquidi e le scorie si-

42

ano rapidamente eliminati. Il caldo durante l’estate o i caloriferi accesi d’inverno favoriscono l’accumulo di liquidi a livello degli arti inferiori, quindi spugnature con acqua fredda e prodotti rinfrescanti sono ottimi alleati per la leggerezza delle gambe. Il gonfiore è frequente, nelle donne fertili, nella settimana che precede il ciclo mestruale in quanto estrogeni e progesterone sono ai loro livelli massimi, espletando una importante vasodilatazione con conseguente gonfiore diffuso. Camminare, fare le scale a piedi e controllare l’alimentazione contribuiscono ad attenuare questo disagio. Trai i cosmetici troviamo molti prodotti efficaci per completare l’operazione “gambe perfette”: preziosi alleati per una strategia vincente. I bendaggi freddi attivano un’interessante ginnastica vascolare: se applichiamo un prodotto freddo sulla pelle creiamo una buona vasocostrizione superficiale ed una vasodilatazione profonda intensamente drenante. Purtroppo questi trattamenti non sono molto apprezzati, in quanto quasi tutte noi amiamo poco la sensazione di freddo ma, sapendo cosa succede e quali benefici ne possiamo ricavare, forse ne vale la pena.

di Manuela Blandino COSMETOLOGA

I massaggi linfodrenanti sono un valido aiuto per migliorare la circolazione linfatica e venosa così come lo è la pressoterapia, un massaggio compressivo delicato, che utilizza dei gambali gonfiabili che agiscono massaggiando la gamba dal piede verso la coscia, assicurando così un buon drenaggio. Dopo questi trattamenti professionali ci si sente leggere come delle ballerine! Quando si prova la fastidiosa sensazione di avere le gambe gonfie, vanno sospesi i trattamenti che agiscono sui muscoli quali, ad esempio, i massaggi sportivi poiché potrebbero traumatizzare i capillari rallentando, così, l’eliminazione dei liquidi. Per avere sempre gambe leggere è utile applicare, due volte al giorno, prodotti specifici meglio se in crema


BELLEZZA

per evitare la disidratazione cutanea. Tra gli ingredienti migliori dobbiamo cercare, in etichetta, il Rusco (Ruscus aculeatus), l’Ippocastano (Aesculus hippocastanum), la Centella asiatica (Hydrocotyle asiatica), la Vite rossa (Vitis vinifera) che oltre a proteggere le pareti dei capillari favoriscono l’eliminazione dei liquidi e delle tossine. Questi prodotti vanno applicati partendo dalle caviglie, risalendo lentamente lungo le gambe fino ad arrivare alle cosce, possibilmente stando sdraiate sul letto; in questo modo aiutiamo la circolazione di ritorno e

favoriamo la smobilitazione di liquidi e tossine. Esistono, in commercio, calze e guaine definite “cosmetiche”, in quanto nel filato sono state aggiunte microcapsule che contengono principi attivi cosmetici specifici per le gambe e che vengono rilasciati durante tutta la giornata; una tecnologia molto interessante per un’azione mirata e di lunga durata. Soprattutto quando fa caldo, possiamo tenere questi cosmetici in frigorifero: l’applicazione sarà ancora più piacevole e confortevole per avere, sempre, gambe toniche e perfette.

ADESSO

BIONIKE DEFENCE BODY GEL DEFATICANTE GAMBE Grazie all’effetto rinfrescante, dona immediato sollievo. Con l’uso costante, l’azione sinergica e bilanciata dei suoi attivi aiuta a migliorare la circolazione cutanea, favorendo il drenaggio dei liquidi in eccesso e alleviando il senso di gonfiore. Particolarmente indicato durante la gravidanza, per attenuare ogni sensazione di pesantezza. Applicare una o più volte al giorno, massaggiando con movimenti ampi e circolari dalla caviglia risalendo fino all’estremità della gamba.

CONSIGLIO Dopo un viaggio o una faticosa giornata di lavoro, la sera possiamo regalare un immediato benessere alle nostre gambe e ai nostri piedi con una coccola di benessere: un pediluvio. Aggiungiamo all’acqua tiepida del sale rosa (ricco di sali minerali) e muoviamo delicatamente i piedi come se stessimo nuotando. Questo delicato e ricco massaggio acquatico, oltre a ridurre lo stress favorirà il drenaggio dei liquidi, riducendo la sensazione di gonfiore.

43


ADESSO

IN ONDA

LA TELEVISIONE DELL’ANIMA

di Marco Antonelli

È tornato Le Frontiere dello Spirito. Un legame tra fede e televisione proficuo e duraturo, quest’anno con una grande novità: la lettura del Vangelo entra nelle carceri

U

n’oasi di pace e spiritualità nel palinsesto mondano e frenetico della televisione di oggi: così i telespettatori percepiscono, sin dal 1984, Le Frontiere dello Spirito, uno spazio domenicale dove posare il capo e ritagliarsi un momento di riflessione. Il programma di cultura e attualità religiosa di Canale 5, in onda ogni domenica alle 8.50, torna anche quest’anno curato e condotto come sempre dal cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura in Vaticano oltre che insigne biblista.

UN APOSTOLO DEL TERZO MILLENNIO

Il cardinale, vero e proprio volto storico della rubrica, è saldamente alla conduzione dal 1988, quando prende il posto di don Claudio Sorgi, pioniere delle prime edizioni. Una vocazione comunicativa oltre che sacerdotale la sua: autore di numerosi libri di divulgazione biblica (del 2014 Giuseppe - Il padre di Gesù, edito da San Paolo), da anni collabora con diversi quotidiani come Avvenire (dove per 15 anni ha tenuto la rubrica Mattutino), L’Osservatore Romano e Il Sole 24 Ore. Ma ha colto da subito anche le potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione, tanto che dal 2011

44

cura alcuni blog (Parola & parole per Il Sole 24 Ore e Le pietre d’inciampo del Vangelo per Famiglia Cristiana) e ha un profilo su Twitter.

AL PASSO COI TEMPI

Uno stile di testimonianza innovativo e al passo con i tempi che traspare anche dall’impegno televisivo: Frontiere ha il merito infatti di essere il primo programma che affronta la lettura integrale dei testi sacri della Liturgia domenicale, declamati da alcuni attori e poi commentati ed approfonditi da cardinal Ravasi. Accanto a questo, però, si dà spazio anche all’attualità attraverso reportage e testimonianze ideate e curate, fin dal 1985, dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi. Si costruisce così un itinerario di scoperta della dimensione religiosa ed ecclesiale a tutto tondo, che non tralascia gli aspetti di vita vissuta. Nella trentunesima edizione, questa seconda parte del programma s’intitola Il grido di Abele e vuole affrontare la tragedia dei Cristiani vittime delle nuove persecuzioni del XXI Secolo in tante parti del mondo: dalla Siria alla Nigeria, dal Medio Oriente all’Africa.

IL VANGELO DEGLI ULTIMI

In questa edizione, però, le frontiere ello Spirito si allargano ancor di più: il


IN ONDA

programma si rinnova e va incontroall’umano, all’emarginato, all’ultimo, aprendo le porte delle carceri e portando la Buona Notizia in luoghi dove spesso domina solitudine e disperazione. L’illuminante esegesi biblica di Gianfranco Ravasi è così inserita in una cornice nuova, che fa toccare con mano tematiche sociali spesso trascurate. La lettura del Vangelo viene dunque proposta due volte: la prima dai detenuti che fanno parte delle Compagnie teatrali delle carceri di Bollate (Milano), Rebibbia femminile e maschile (Roma) e Volterra (Pisa); la seconda dall’attore Pierluigi Corallo, voce già nota ai telespettatori di Frontiere.

di ascolto e riflessione. Una disposizione d’animo che, nel difficile cammino di conversione che spetta a tutti, suscita nel carcerato sensibilità e prospettive differenti, in grado di regalare interpretazioni sorprendenti.

BOLLATE E REBIBBIA

Nella prima puntata ad esempio la lettura è stata affidata ai detenuti della compagnia Teatro In-Stabile di Bollate (or-

ADESSO

ganizzata dalla Cooperativa E.S.T.I.A.) diretti dalla regista Michelina Capato, mentre i brani sono stati commentati dal cardinale Ravasi nella chiesa di S. Lorenzo in Damaso. Dal 30 novembre fino alla domenica che precede il Natale, i passi del Vangelo di Avvento saranno letti invece dalle detenute di Rebibbia, mentre il commento del cardinale avverrà dalla chiesa del nuovo complesso carcerario maschile di Rebibbia.

LA FEDE, ANCHE NELLA FRAGILITÀ

Un coinvolgimento, quello dei detenuti, che nasce con l’obiettivo di far conoscere realtà poco note, ma anche di ascoltare le parole del Vangelo pronunciate da chi vive esperienze diverse dalle nostre: una condizione di fragilità che costringe inevitabilmente a mettere in discussione se stessi e ad intraprendere un cammino

45


ADESSO

PERSONAGGI TV I tre giudici del programma, direttamente da Italia got talent : Rudy Zerbi, Maria De Filippi e Gerry Scotti

ILPRESENTATORE VENUTO DA YOUTUBE

di Stefano Padoan foto Ufficio stampa Mediaset

CONOSCIAMO PIÙ DA VICINO FRANCESCO SOLE, MODENESE CHE È PASSATO DALL’ANONIMATO A STAR DEL WEB E INFINE A VOLTO DI MEDIASET NEL NUOVO PROGRAMMA TU SÌ QUE VALES

46

Q

uando sabato 4 ottobre è iniziato su Canale 5 Tu sì que vales!, il nuovo talent show di Maria De Filippi, molti telespettatori si saranno chiesti chi fosse quel ragazzo che conduceva accanto a Belen Rodriguez. Capelli rossi e faccia pulita, il giovane presentatore è in effetti una new entry nel mondo della tv: il suo nome è Francesco Sole e di professione fa lo Youtuber. Nato a Modena 22 anni fa, Gabriele Dotti (in arte Francesco Sole) fino a poco tempo fa era un semplice studente universitario di Economia. Poi, un po’ per gioco, ha iniziato a postare (pubblicare) video su Youtube, la famosa piattaforma web in cui è possibile vedere video ma anche caricarne di propri. I contenuti che il ragazzo condivide su internet sono semplici e di immediato impatto per gli adolescenti: parla infatti ironica-

mente di amore e dei rapporti sociali delle nuove generazioni, che crescono immerse nel mondo dei social network (come Facebook e Twitter) e ossessionate dallo smartphone e dai servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp. I video più visti hanno titoli come L’amore al tempo di WhatsApp (oltre un milione e mezzo di visualizzazioni), Se mi lasci ti cancello e La vita ai tempi dell’iPhone. Assieme al successo, non sono tardati ad arrivare anche i primi apprezzamenti da parte dei Vip: dopo quelli di Frank Matano e Guglielmo Scilla, suoi predecessori nel salto dal “tubo” al mondo dello spettacolo (attualmente “iena” il primo ed entrambi attori al cinema), ad accorgersi di lui sono stati anche Francesco Facchinetti (che dopo X Factor si occupa di scovare nuovi talenti) e Maria De Filippi, che addirittura quest’estate lo ha nominato per la doccia ghiacciata dell’Ice Bucket Challenge, catena benefica a favore della ricerca sulla SLA. Da lì all’approdo nel nuovo programma della regina dei talent il passo è stato brevissimo. Nel mondo del web però non mancano le critiche per Francesco, accusato di non essersi “fatto da solo” ma di aver avuto un notevole aiuto da Francesco Facchinetti, suo agente da tempi non sospetti, e in generale da Mediaset: una prova sarebbe la sua apparizione di qualche mese fa negli spot dei canali Premium del biscione e un numero di fan sul suo canale Youtube che, solo agli esordi, era già sorprendentemente alto. Polemiche a parte, Francesco intanto ha mollato universie casa dei genitori – perché le sue produzioni gli permettono di campare da solo – e sta scrivendo un romanzo per Mondadori oltre che lavorare alla sceneggiatura di un film.


......BENESSERE BENESSEREINTESTINALE INTESTINALE ,be , e b r r e e i i d d a a c c i i g g rner e n i i s s e e n n C C o o i i a a z z n n i i a a n n m m i i b b a a t t i i m m v v o o C C eio e o i l l l l i i o o s s n n p p i i t t i i s s d d e e t i l l n n i i a a r r o o fibrfeibnreatnuatpuerplear slalsuatleudteeldteul tu

• DIGESTIONE • DIGESTIONE LENTA LENTA E DIFFICILE E DIFFICILE • GONFIORE • GONFIORE ADDOMINALE ADDOMINALE • FREQUENTE • FREQUENTE STANCHEZZA STANCHEZZA E SENSAZIONE E SENSAZIONE DI DEBOLEZZA DI DEBOLEZZA • STIPSI • STIPSI

Confezione Confezione da 100da caps 100 caps vegetali vegetali Cod. Prodotto: Cod. Prodotto: 924870138 924870138

Amicolon Amicolon è unaè combinazione una combinazione sinergica sinergica di erbe di erbe L’aggiunta L’aggiunta di vitamina di vitamina C completa C completa il profilo il profilo del del naturali naturali e vitamina e vitamina C. Psillio, C. Psillio, ottimaottima fonte fonte di fibre, di fibre, è prodotto, è prodotto, contribuendo contribuendo alla normale alla normale funzione funzione del del una pianta una pianta che esercita che esercita un’azione un’azione emolliente emolliente e lenitie lenitisistema sistema immunitario. immunitario. va sulvasistema sul sistema gastro-intestinale; gastro-intestinale; chiodichiodi di garofano, di garofano, Amicolon Amicolon della della Natural Natural Point Point vieneviene prodotto prodotto secondo secondo zenzero zenzero e rabarbaro e rabarbaro sono sono alcune alcune delle delle fibre fibre solubili solubili elevati elevati standard standard qualitativi, qualitativi, non contiene non contiene coloranti, coloranti, naturali naturali presenti presenti nella nella formula formula che unite che unite insieme insieme dolcificanti. dolcificanti. facilitano facilitano un corretto un corretto transito transito gastro-intestinale gastro-intestinale favo- favoAmicolon Amicolon è in vendita è in vendita nelle nelle erboristerie, erboristerie, farmacie farmacie e e rendorendo la pulizia la pulizia dell’intestino. dell’intestino. negozi negozi di alimentazione di alimentazione naturale. naturale.

Solo prodotti Solo prodotti di QUALITÀ di QUALITÀ

Natural Natural Point Point srl - via srl Pompeo - via Pompeo Mariani, Mariani, 4 - 20128 4 - 20128 Milano Milano tel. 02.27007247 tel. 02.27007247 - www.naturalpoint.it - www.naturalpoint.it - info@ - info naturalpoint.it @naturalpoint.it

ortolandesign.net

Richiedi Richiedi gratuitamente gratuitamente o scarica o scarica dal sito dall’opuscolo sito l’opuscolo informativo informativo con ilcon programma il programma di pulizia di pulizia intestinale. intestinale.


ADESSO

Bella più di prima e una produzione DueB produzioni di Luna Berlusconi, ufficio stampa Esse3 comunication

IN ONDA

RITROVARE

LA BELLEZZA di Stefano Fisico

Ne hanno passate tante e la loro bellezza è sfiorita, ma con Bella più di prima, su La5, sette persone avranno la loro rivincita trovando l’aspetto - e l’animo - di un tempo a vita spesso ci mette alla prova, ci pone davanti ostacoli da superare e sofferenze da sopportare. E a volte questi si tramutano in segni ben visibili sul nostro viso e il nostro corpo. Attenuare questi segni e ritrovare la bellezza, tuttavia, non è impossibile: ogni lunedì, in seconda serata, su La5, il team di esperti di Bella più di prima si prende cura di donne e uomini che si prenderanno la loro rivincita. Abbiamo incontrato alcuni degli esperti di queste trasformazioni fisiche ma anche psicologiche...

L

mi come Bella più di prima sono utili anche a sensibilizzare i pazienti verso un atteggiamento di prevenzione nel lungo termine».

Maria Grazia, tu ti occupi del sorriso. Perché, seconte te, è così importante? «Il sorriso è fondamentale, è il nostro biglietto da visita, ciò che ci presenta agli occhi degli altri e dice chi siamo. È importante prendersene cura non solo per motivi estetici ma anche e soprattutto perché avere dei denti sani ci mette al riparo da problemi di salute ben più gravi. Purtroppo, oggi si continua ad andare dal dentista solo quando si ha male, ma program-

Annalisa, tu sei alla prima esperienza in uno programma di questo tipo. Ti è piaciuta? «Di esperienze televisive di questo tipo non ne avevo mai avute, principalmente ho preso parte a trasmissioni per interviste. Questa, è completamente diversa, perché sei tu in prima persona e soprattutto esponi la tua professionalità e il tuo modo di lavorare ad un vasto pubblico fatto di pazienti, donne, uomini ma anche di colleghi e addetti ai lavori. Ho cerca-

48

Sono più gli uomini o le donne che curano il proprio sorriso? E perché, secondo te? «In percentuale, sono ancora le donne a rivolgersi maggiormente al dentista per motivi estetici, ma il numero degli uomini, soprattutto nella fascia media di età, è in crescita. Questi ultimi, quando vengono nel mio studio, sono ancora più esigenti delle donne».

to di essere me stessa e comportarmi come in una normale giornata passata in studio con le mie pazienti». Delle persone che hanno partecipato e che ti hanno raccontato le loro esperienze di vita, quali ti hanno colpito maggiormente? «Le storie sono tutte storie molto forti, ti coinvolgono anche come donna. Quello di Patrizia (protagonista della prima puntata) è stato il caso che mi ha dato grande soddisfazione, il viso di Patrizia è rifiorito. Ma anche le altre: l’entusiasmo trascinante di Paola, l’infinita gratitudine di Sabina, l’incontenibile curiosità di Manola, la durezza che si è sciolta come neve al sole di Donatello». Antonio, nella società di oggi conta così tanto essere belli? «Il corpo è un biglietto da visita sia in ambito lavorativo che nella vita personale. Essere belli a tutti i costi no, ma avere un aspetto gradevole aiuta ad aumentare la propria autostima e quindi l’efficacia relazionale con gli altri».


Dal 9 al 22 ottobre 2014*

IL CLIENTE È NEL SUO REGNO

*Offerta valida dal 9 al 22 Ottobre 2014 nei Punti Vendita indicati sul sito. Salvo esaurimento scorte. Le foto e le descrizioni dei prodotti sono puramente indicative. Salvo errori tipografici. - **Per la Finanziaria, vedi condizioni all’interno del punto vendita.

**

COMANDI GESTUALI E VOCALI

À NOVIT

À NOVIT -150 €

849

699

TAN FISSO 0%, TAEG 0%

INCLUSI 2

in 20 rate da

79

Sconto 17,6%

Polti

Sconto 12,5%

-10 €

69

PLEU0210 Vaporella - Silver Sistema Caldaia in pressione, potenza max 1750 W, capacità caldaia 1,1 lt, regolazione vapore fino a 90 g/min, pressione max 4 bar

34,95

ECOLAVAGGIO®: PER LAVARE A FREDDO COME A CALDO, RISPARMIANDO

Importo finanziato € 699 Costi accessori azzerati. Importo totale dovuto dal consumatore: € 699

LG 50LB679V - SMART TV LED 50” 3D - FULL HD Internet TV, 3D, 3 HDMI,1 HDMI ARC, MCI 700, DLNA, WiFi + Ethernet, decoder digitale terrestre + satellitare, slot Common Interface CI+, certificazione DGTVi Bollino Gold

CLASSE ENERGETICA

BLACK FINISHING DESIGN

195 kWh

1200

349

Samsung

-70 €

Sconto 20%

279

32H5030 - TV LED 32’’ - FULL HD 2 HDMI, 100 hz, DVB-T2 DVB-C, mega contrasto dinamico, black finishing design

8Kg

549

-150 €

Sconto 27,3%

399

TAN FISSO 0%, TAEG 0%

in 10 rate da

Samsung

39,90

Importo finanziato € 399 Costi accessori azzerati. Importo totale dovuto dal consumatore: € 399

WF 80F5E 0W2W - Lavabiancheria Ecolavaggio®, programmi speciali: Eco Wash, Smacchia Tutto, cestello Diamond, resistenza in ceramica, fine programmata, sistema Smart Check, sicurezza bambini, display a LED Touch

www.nova.euronics.it


PERSONAGGI

© Assunta Servillo

ADESSO

Duilio Giammaria, nato a Bari nel 1960, è stato inviato di guerra per la Rai in Iraq e in Afghanistan, realizzando reportage e documentari per cui ha anche ricevuto due menzioni speciali per il lavoro svolto.

LA TV PIÙ BELLA

È QUELLA PREVEGGENTE di Chiara Mazzei

Duilio Giammaria con Petrolio ci porta nell’Italia migliore e tutta da valorizzare

O

gni lunedì sera lo troviamo su Rai 1 a raccontarci il nostro Paese, quello che non va e dovremmo, e potremmo, migliorare; la bellezza di un’Italia che da sola potrebbe bastare a farci campare come dei pascià, e invece mandiamo alla malora e sottovalutiamo. Col suo stile chiaro, diretto, da giornalista abituato a scandagliare la realtà, anche quella più orribile della guerra, Duilio Giammaria entra nelle nostre case con Petrolio, il programma d’inchiesta che scova le ricchezze del Bel Paese, tra tesori artistici e culturali e talenti e capacità imprenditoriali che aspettano solo di rivere l’attenzione che meritano ed essere portati alla luce, di essere “estratti” proprio come il petrolio. Un programma che non si limita a descrivere e analizzare ma tenta, altresì, di trovare soluzioni concrete per valoriz-

50

zare questo tesoro interrato. Abbiamo fatto una chiacchierata con Giammaria, un uomo che rappresenta un modello di giornalismo altissimo, che racconta con onestà intellettuale e tenta di rendere la realtà in cui opera un po’ migliore... Duilio, quale obiettivo ti sei posto con Petrolio? «Mi sono posto come obiettivo quello di fare un programma assertivo. Quello che cerchiamo di fare non è solo raccontare la realtà, ma profilare una proposta di soluzione. Aumentano i fatti e non le opinioni, perché i fatti portano a un’evidenza, cioè le cose che valgono nel nostro Paese». Secondo te, è davvero fattibile trovare delle soluzioni e metterle in atto, per riportare in auge il Paese? Perché l’impressione generale

è che l’Italia sia impantanata nel fango e sia impossibile uscirne. «Penso di sì, siamo arrivati talmente in fondo... Bisogna avere il coraggio di guardarci negli occhi e capire che ognuno di noi determina quello che è intorno a sé. Il confronto di opinioni è un modo di schierarsi: bisogna trovare un punto di sintesi. Adesso siamo governati da una persona che ha una forte visione, un punto di vista forte. La scommessa della mia vita è quella di partecipare a determinare un Paese che mi assomigli di più e non lamentarmi. La tv è uno strumento adatto a creare un sentimento». Hai un passato importante come giornalista di guerra (ha seguito la guerra in Iraq e Afghanistan, ndr). Cosa ti hanno lasciato quelle esperienze professionali? «Mi hanno lasciato l’idea che le società possano crescere e svilupparsi ma anche suicidarsi e morire. Ho capito come la burocrazia debba essere uno strumento e non un fine e sia assolutamente necessaria, laddove manca c’è la guerra. Quello che ho vissuto in quelle esperienze lavorative permane ancora oggi dentro di me, è una sensazione viva». C’è un programma che, nel futuro, ti piacerebbe condurre? «Bhe, Petrolio! (Ride, ndr) Lo sento molto mio e sento come crescerà. Il mio programma ideale non è ancora questo ma ci stiamo lavorando. Il mio programma ideale al 100% punta sull’approfondimento, è una tv preparata in anticipo ma che si innesta nell’attualità, perché la tv più bella è quella preveggente, cioè che sa prevedere la realtà. Una tv di fatti, una finestra sul mondo: devi consentire alla realtà di entrare nella realtà».



ADESSO

PERSONAGGI

Camila con Dario Vergassola, suo collega di coduzione

CAMILA RAZNOVICH

VENITE CON ME SUL KILIMANGIARO! di Laura Frigerio

La conduttrice torna in tv dopo due anni di assenza e esordisce al timone di un programma storico come Kilimangiaro

I

l suo arrivo al timone di Kilimangiaro (ex Alle Falde del Kilimangiaro) è stato un po’ turbolento, anche per via delle polemiche innescate da Licia Colò, improvvisamente sostituita dopo anni di onorato servizio. Nonostante questo Camila Raznovich è serena e felice di tornare sul piccolo schermo dopo una lunga assenza. La conduttrice e il compagno, l’architetto Eugenio Campari, hanno voluto dare una sorellina alla primogenita Viola (nata nel 2009) e così, due anni fa, è nata la piccola Sole. Noi abbiamo cercato di scoprire qualcosa in più di questa mamma multitasking divisa tra l’intimità familiare e i riflettori televisivi... Il tuo è decisamente un ritorno in grande stile. Come affronti questa nuova sfida? «L’affronto con grande passione ed energia, anche perché ero ferma da due anni e questo è il mio ritorno ufficiale dopo la mia seconda gravidanza». Sarai ancora una volta su RaiTre, canale che in passato ti ha visto protagonista con Amore Criminale e Tatami. Un bel ritorno a casa... «Si, sono molto legata a questa emittente e sono contenta di vedere che

52

Amore Criminale va ancora in onda, tra l’altro condotto da una donna in gamba come Barbara De Rossi». Tornando al Kilimangiaro. Gli eventuali paragoni con le passate edizioni ti preoccupano? «Sono consapevole del fatto che non sarà facile, soprattutto all’inizio, anche perché questo programma è stato condotto per quattordici anni da una signora della tv italiana. Si tratta di una eredità pesante da gestire, però sono felice e pronta per questo nuovo esame». Cosa cambierà? Ci saranno tante novità? «I documentari e i viaggi rimarranno il cuore del programma. Intorno ad essi abbiamo costruito un programma diverso, con maggiori legami all’attualità e un contatto diretto con i telespettatori. Ci saranno persone che ci racconteranno i loro viaggi via Skype, dedicheremo una rubrica alle capitali europee e punteremo molto sulle soluzioni low cost per viaggiare, cosa fondamentale in un momento come questo in cui i soldi a disposizione sono sempre meno. Vogliamo continuare ad essere una finestra sul mondo, anche perché quando si parla di viaggi si parla anche di vita».

Al Kilimangiaro torna anche Dario Vergassola. Che rapporto hai con lui? «Lo conoscevo già ed è una persona deliziosa e intelligente, quindi è un vero piacere lavorare con lui. Tra l’altro quest’anno lui non si limiterà a fare da ‘spalla comica’, avrà più spazio e lo vedrete anche in un’altra veste». Qual è il tuo rapporto con il viaggio? «Viaggio da quando sono nata e continuo ad essere una viaggiatrice incallita, una passione che sto cercando di trasmettere anche le mie figlie che hanno già il passaporto, sono uscite dal continente, hanno preso la nave e l’aereo, affrontando persino un volo di 16 ore. Noto un certo timore nel fare viaggiare i bambini, ma in realtà è fattibile». Continui ad essere una mamma multitasking? «Certo, ora più che mai, dato che oltre a Viola mi devo occupare anche di Sole. Sono sempre divisa tra lavoro e famiglia, alla ricerca del giusto equilibrio. In questo periodo mi sono anche trasferita a Roma per il programma e ho portato le bambine con me». Quanto ti ha cambiato la maternità? «Molto, mi ha aiutato a crescere, ad essere una persona migliore. Ora mi considero completa e realizzata».


Dal 9 al 22 ottobre 2014*

*Offerta valida dal 9 al 22 Ottobre 2014 nei Punti Vendita indicati sul sito. Salvo esaurimento scorte. Le foto e le descrizioni dei prodotti sono puramente indicative. Salvo errori tipografici. - **Per la Finanziaria, vedi condizioni all’interno del punto vendita.

IL CLIENTE È NEL SUO REGNO

**

LED HD 15,6”

Lenovo NOTEBOOK (59404754)

Intel Core i3 4010U 1.70Ghz, RAM 4GB DDr3L, HDD 500 GB, scheda video Intel HD Graphics 4400, masterizzatore DVD, WiFi 802.11 b/g/n, bluetooth 4.0, 2x USB 3.0, 1x USB 2.0, webcam HD720p, display 15.6” LED, Windows 8.1 64bit

399

-50 €

7”

3G ANDROID 4.2

Sconto 12,5%

349

179

Sconto 22,3%

139

TAN FISSO 0%, TAEG 0%

in 10 rate da

-40 €

34,90

Importo finanziato € 349 Costi accessori azzerati. Importo totale dovuto dal consumatore: € 349

Samsung

GALAXY TAB 3 LITE SMT111 - 7” Android 4.2.2 Jelly Bean, memoria interna 8 GB (espandibile con micro SD fino a 32GB ), processore Dual Core 1.2Ghz, fotocamera 2 MP, HSPA+ 21 Mbps, wireless b/g/n, bluetooth 4.0, display 7”

299

TAN FISSO 0% TAEG 0%

TOT. CREDITO E DOVUTO 449,99€. ZERO SPESE

Sconto 33,4%

199

PS4™ + Driveclub + Abbonamento PS Plus da 12 mesi 20 RATE DA 24,99

-100 €

€ 449,99 Invece di € 500,98 Sconto del 10,2%

Beats Studio 2 - Cuffie

PASSA A PLAYSTATION®4

150 €

*

DI SUPERVALUTAZIONE DELLA TUA CONSOLE USATA CON L’ACQUISTO DI PS4™ CON DRIVECLUB * Offerta valida fino al 16 Novembre. Consulta il regolamento completo su www.playstation-promzioni.it

www.nova.euronics.it


ADESSO

PERSONAGGI

RAFFAELLA REA CI VUOLE CORAGGIO PER INSEGUIRE I PROPRI SOGNI di Laura Muzzupappa

PROTAGONISTA DELLA NUOVA SERIE LA STRADA DRITTA, L’AFFASCINANTE E BRAVA ATTRICE NAPOLETANA CI CONDUCE NEL SUO MONDO PIENO DI SOGNI ANCORA DA REALIZZARE

54

T

alentuosa e solare, protagonista sul piccolo schermo di alcune delle fiction più amate dal pubblico, come “Distretto di polizia”, “Raccontami” e “La Narcotici”, Raffaella Rea il 20 e il 21 ottobre è fra le protagoniste de “La strada dritta”, la miniserie targata Rai1 in onda in concomitanza col cinquantenario della realizzazione dell’Autostrada del Sole. Ad Adesso la bella attrice napoleta-

na rivela un animo profondo e sempre pronto a mettersi in discussione. Non a caso, dice, se non avesse fatto l’attrice, avrebbe fatto con molta probabilità la psicanalista! Raffaella, parlaci un po’ della miniserie La strada dritta. «È la storia di uno degli eventi più importanti dell’Italia moderna: la costruzione dell’Autostrada del Sole, il rac-


PERSONAGGI

Nata nel 1982 a Napoli, Raffaella debutta sul grande schermo con il film di Carlo Mazzacurati L’amore ritrovato. In tv ha recitato in diverse fiction tra cui Distretto di polizia, La Narcotici e Raccontami

conto epico di un paese proteso verso il futuro, incarnato in un sogno lungo 755 chilometri, che diventa realtà. Quando il regista Carmine Elia, mi ha parlato di questo progetto, sono rimasta conquistata. Poi, però, ho pensato: E’ un po’ rischioso raccontare una storia che parla della costruzione di una strada. Invece, la cosa bella è che la strada diventa una metafora per raccontare la costruzione di qualcos’altro, ovvero la costruzione di vite, la costruzione di un paese, che si voleva unito». Tu interpreti il ruolo di Angela. Che donna è? «Angela è la moglie di Pietro, un operaio napoletano che si trasferisce al nord e viene assunto per lavorare all’autostrada. Alcuni accadimenti drammatici, spingeranno Angela a reagire in una maniera molto moderna rispetto all’epoca in cui è ambientata la storia, perché lei non è una donna che tace di fronte alle difficoltà, non accetta che qualcun altro prenda delle decisioni per la sua vita. Al contrario, mette in gioco tutta se stessa, il suo ruolo di madre e fa una cosa molto forte: comincia a lavorare. Negli anni ’60 non era una cosa scontata, soprattutto

per le donne del Sud» A gennaio tornerai, sempre su Rai1, con il secondo capitolo di Sfida al cielo - La Narcotici. Cosa succederà al personaggio di Daria Lucente? «Daria è il vicequestore aggiunto della sezione Narcotici. Alla fine della prima serie, l’abbiamo lasciata che ormai ha collaudato la sua storia d’amore con il capo della Narcotici Daniele Piazza (Gedeon Burkard, ndr), da cui ha avuto anche una figlia. Nella seconda serie, un accadimento che non posso svelare, sconvolgerà ogni equilibrio. Daria sarà costretta ad iniziare un nuovo percorso, che la porterà ad affrontare altre sfide e un drastico cambiamento di vita». Daria è un personaggio a cui tu sei molto legata. Perché? «Daria non rappresenta affatto lo stereotipo della donna poliziotto a tutti i costi. In lei convivono forza e fragilità. È solida, ferma e coraggiosa, senza mai essere un’eroina. Svolge il suo lavoro con grande umanità e non nasconde le sue paure neanche quando decide di affrontare le cose di petto. Sa di aver bisogno degli altri e, nei momenti di maggiore difficoltà, si appoggia ai col-

ADESSO

leghi della Narcotici, che considera la sua famiglia a tutti gli effetti. Tra tutti i ruoli che ho interpretato finora, è sicuramente il personaggio che ho vissuto di più». Tu hai girato anche diversi film. Per te, fare fiction è come fare cinema? «Sì, perché ci metto lo stesso amore. Certo, da un punto di vista pratico, un set cinematografico è organizzato diversamente da un set televisivo. A maggior ragione, credo che chi lavora per una fiction meriti molta più stima perché è costretto a fare molto di più in meno tempo e, spesso, con meno mezzi. E poi, francamente, ci sono dei prodotti televisivi di alta qualità e del cinema abbastanza scadente. Quindi, forse preferisco stare sul piccolo schermo, ma fare le cose fatte bene». Prima parlavamo de La strada dritta. Ma la strada della tua vita, Raffaella, è dritta o tortuosa? «Che domandona! La strada della mia vita non è sicuramente un’autostrada. E meno male, perché io non ho mai amato viaggiare in autostrada. Se devo fare viaggi lunghi, preferisco percorrere strade in cui si va meno veloce, ma il paesaggio è più variegato. Poi, io amo cantare in macchina. E posso dire che lo faccio anche nella vita, scegliendo di affrontare le difficoltà con il sorriso. Tutto sommato, mi ritengo una persona fortunata. Certo, di mio, ci ho messo dell’impegno, però la fortuna mi ha sempre assistito». Per intraprendere la carriera di attrice, hai lasciato Pomigliano D’Arco e ti sei trasferita a Roma. In famiglia come hanno preso la tua scelta? «Mi hanno lasciato andare, hanno voluto che seguissi le mie passioni, la mia realizzazione. Devo dire che ci vuole coraggio a prendere sul serio una ragazza di diciotto anni che dice: “Voglio fare teatro, voglio fare l’attrice”. Soprattutto in un paese di provincia del Sud. E poi si sono fidati, perché io sono entrata in un ambiente sconosciuto per loro. Da ragazzi, tutti pensiamo: “Ah, non vedo l’ora di andarmene!”. Poi quando lo facciamo, ci rendiamo conto che la famiglia è una rete che ci protegge. Partendo, si cresce più in fretta, però si apprezza anche di più l’importanza delle persone care».

55


ADESSO

PERSONAGGI

Cosa porti sempre con te dei tuoi luoghi? «Mi porto le contraddizioni. Napoli è così. Chi la vive, nota la bellezza estrema e poi il degrado. Per cui mi porto l’insegnamento che le cose non sono mai come sembrano. Poi mi porto una grande solarità, che però spesso stride con le difficoltà oggettive della gestione quotidiana della vita. Ecco perché cerco di non esprimere giudizi totalizzanti e definitivi, non do mai nulla per scontato». Se non avessi fatto l’attrice cos’altro avresti potuto fare? «È una domanda che mi pongo spesso, perché caratterialmente so di non essere portata per questo mestiere. Nel momento in cui lo faccio, mi piace tantissimo. Però, so che la vita da zingara non fa per me, perché sono molto legata alla mia casa, agli affetti. Anche l’esposizione è qualcosa che mi imbarazza. Credo che, se non avessi fatto l’attrice, sarei diventata una psicoterapeuta. Mi piace parlare con la gente, ascoltarla e capirla. La psicanalisi mi avrebbe catturato». Con quali sfide professionali ti piacerebbe misurarti in futuro? «Ame piacerebbe fare anche delle cose comiche. Io mi sento una persona abbastanza ironica e mi piacerebbe poterlo usare anche nel lavoro. Ma mi usano sempre per altro, forse perché è più facile vedermi in un ruolo drammatico. Mi piacerebbe anche fare un musical. Ho studiato canto e danza, quindi potrei anche mettermi in gioco. Insomma, fare cose diverse da quelle che ho fatto finora, sarebbe sicuramente interessante». Abbiamo parlato tanto del tuo lavoro e del tuo approccio alla vita. Ma come stai nel privato? «Ho una vita tranquilla, senza grandi eventi da raccontare. In questo momento sono in una pausa riflessiva, mettiamola così. Quest’anno soprattutto è stato un anno in cui ho rivalutato un po’ di cose, ho analizzato le mie relazioni del passato e devo dire che sono sicura che questo mi porterà tante cose nuove. Sento che farò degli incontri importanti, ma non lo dico per essere ottimista e basta. Dai momenti di crescita nasce sempre qualcosa di migliore».

56


CERCA CINEMA DATABASE DEI FILM SOCIAL

NEWS ANTEPRIME

ATTORI E REGISTRI

FOTO TRAILERS GALLERY CURIOSITÀ E INTERVISTA

E VIDEO GUIDA TV

SPECIALI E APPROFONDIMENTI

HOMEVIDEO BOX OFFICE

GIOCHI E CONCORSI

POSTERS E DEL PUBBLICO LOCANDINE RECENSIONI

E MOLTO ALTRO...


ADESSO

CINEMA

UN GIOVANE

DAVVERO FAVOLOSO

D

opo gli apprezzamenti ottenuti al recente Festival di Venezia, finalmente arriva in sala Il giovane favoloso di Mario Martone. Protagonista assoluto della pellicola è il talentuoso Elio Germano, attore romano che ha già dato prova della sua bravura in pellicole come il toccante La nostra vita, per cui ha vinto il riconoscimento come migliore attore sia a Cannes sia ai David di Donatello. Il regista, già firma dell’apprezzato Noi credevamo, attraverso Germano, racconta la storia di una delle figure più importanti della nostra letteratura: Giacomo Leopardi. Si parte dall’infanzia dell’autore de Il sabato del villaggio, vissuta sotto lo sguardo orgoglioso e implacabile del padre, il conte Monaldo, e di una madre che, cattolicissima, pretende di assistere alle confessioni in chiesa del figlio. Sono anni che passa quasi sempre in casa, circondato dai libri, fino a quando tenta la fuga, ma viene scoperto e fermato dal padre che lo tenne nella sua prigione a

58

Redazione FilmUp.com Recanati per altri dieci anni. In questo periodo amò diverse donne, amori per lo più infelici, ma è un uomo la persona a cui si legò maggiormente: più giovane di lui, bello, romantico e patriottico, Antonio Ranieri. A prestare il suo volto a quest’ultimo è Michele Riondino, già visto in Acciaio, Fortapàsc e nei panni del giovane Montalbano televisivo. Con

Ranieri, quando riesce a lasciare la sua città natale e arrivare a Firenze, Leopardi viene coinvolto in un triangolo sentimentale con la bellissima Fanny Targioni Tozzetti, interpretata nella pellicola

dall’attrice francese Anna Mouglalis, tra le protagoniste di Romanzo criminale. Ranieri, come altri prima di lui, capisce la grande statura dell’amico, e lo assiste con devozione, mettendo su carta i versi che Giacomo gli detta, visto che ormai la sua semicecità e le deformazioni sono diventate per lui un ostacolo. Dopo l’ennesima delusione amorosa, (Fanny, infatti, era invaghita di Ranieri), Leopardi si lascia convincere dal suo fedele amico a trasferirsi a Napoli, città che amò profondamente. Quando scoppia il colera, i due si trasferiscono in una casa in collina, alle pendici del Vesuvio, ultimo pezzo di un lungo viaggio e dove Leopardi scrive La ginestra. Una storia, quella raccontata da Martone, che racchiude tutte le peculiarità di uno degli autori più importanti della storia italiana, alcune anche poco conosciute, dal suo genio, alle sue sofferenze, gli amori e le avventure, e che ci fanno conoscere da vicino l’uomo che si celava dietro il poeta.


FILM IN SALA DAL 16 OTTOBRE ...E FUORI NEVICA! Regia di Vincenzo Salemme Genere: commedia Cast: Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Maurizio Casagrande Enzo Righi ha cinquant’anni e vive cantando (male) sulle navi da crociera. Eterno immaturo, è allergico a qualsiasi tipo di responsabilità. Quando arriva la notizia della morte di sua madre, è costretto a rientrare a Napoli per la lettura del testamento, dove, dopo anni, incontrerà i fratelli Stefano e Cico. Ad attenderli una sorpresa: saranno costretti a vivere tutti insieme per volontà testamentaria della madre.

UN MILIONE DI MODI PER MORIRE NEL WEST Regia di Seth MacFarlane Genere:commedia Cast: Seth MacFarlane, Charlize Theron, Amanda Seyfried Seth MacFarlane interpreta il ruolo del vigliacco allevatore Albert, che, dopo essersi tirato indietro da uno scontro a fuoco, viene lasciato dalla sua scostante fidanzata per un altro uomo. Sarà una misteriosa e bellissima donna, da poco arrivata in città, ad aiutarlo a tirar fuori il suo coraggio e a farlo nuovamente innamorare.

A cura della Redazione di

FILMUP .com

your movie magazine

TUTTO PUÒ CAMBIARE Regia di John Carney Genere: commedia Cast: Keira Knightley, Mark Ruffalo, Adam Levine Greta e il suo storico fidanzato Dave si conoscono fin dai tempi del college e suonano insieme. Quando lui ottiene un contratto discografico da una major partono insieme alla volta di New York. Il rapido e travolgente successo porta, però, Dave ad allonta-

narsi da Greta. La svolta per lei arriva per caso, quando Dan, un produttore discografico che ha appena perso il lavoro, la sente cantare in un locale dell’East Village e viene conquistato dal suo talento. Questo fortunato incontro è lo spunto per il ritratto, incantevole, di una reciproca collaborazione che trasforma le vite dei protagonisti, sullo sfondo di un’estate newyorkese accompagnata da una colonna sonora che si profila come vera protagonista della pellicola.

PICCOLE CREPE, GROSSI GUAI Regia di Pierre Salvadori Genere: commedia Cast: Catherine Deneuve, Gustave Kervern, Féodor Atkine Antoine è un musicista. Ha passato i quaranta quando decide bruscamente di porre fine alla sua carriera. Dopo aver vagabondato per qualche giorno, trova lavoro come portiere nel palazzo in cui abita Mathilde. È una donna giovane già in pensione, generosa e impegnata, che divide il suo tempo tra le sue attività associative e la vita del condominio. Una sera, Mathilde scopre un’inquietante crepa nel muro del suo salotto e poco a poco la sua angoscia aumenta, finché non si trasforma in vero e proprio panico.

59


ADESSO

MUSICA

SUPER MORENO Prontissimo per le tappe di Milano e Roma, con tante novità e il solito entusiasmo di Stefano Fisico

A

Moreno piacciono le sfide: dai primi contest di free style all’ultima edizione di Amici, la gara lo prende e lo appassiona. Quest’anno ad Amici, da coach della squadra dei Bianchi ha portato in finale Deborah, la cantante che ha conquistato la vittoria. Sa benissimo che per vincere bisogna lottare e studiare e l’ha sempre fatto. Dopo i sold out della passata stagione non vede l’ora di tornare sul palco per quelle che saranno due anteprime da non perdere. La prima già sold out lo vedrà esibirsi all’Atlantico di Roma il 18 ottobre, per poi pochi giorni dopo, il 22 chiudere all’Alcatraz di Milano. Per i lettori e le lettrici di Adesso abbiamo chiesto a lui direttamente anti-

60

cipazioni su questi due ultimi concerti. «Questa estate abbiamo girato l’Italia con quello che potremmo definire un Dj set Tour, essendo delle performance della durata di circa trenta minuti. Le due situazioni che ci saranno a Roma e Milano saranno al chiuso, diversamente da quelle fatte in estate. Io amo portarmi dei ragazzi che rappano sul palco, soli o insieme a me, e in questo caso ne porterò uno. Come lo scorso tour potrebbero esserci dei ballerini, ci sarà Dj Rino Double S che collabora anche con Fabri Fibra, e ci saranno degli ospiti speciali che in base ai loro impegni verranno a trovarmi su entrambe le città. La grande iniziativa partita qualche giorno fa riguarda il modo in cui poter acquistare

Incredibile o la special box di Stecca con all’interno la maglietta. Sono stati allestiti due bancomat sia su Roma che su Milano che danno la possibilità di acquistare il cd grazie alla moneta virtuale Bitcoin, e per coloro che lo faranno ci sarà poi anche modo di incontrarmi prima o dopo del concerto per salutarsi e fare due chiacchiere. Sono molto orgoglioso di essere il primo rapper che sulle orme di quelli americani quali Snoop Dog o Fifty Cent utilizza questa nuova tecnica di pagamento virtuale in un contesto del genere». Moreno dunque vi aspetta per questi due concerti ha già anticipato che ci saranno grandi novità che lo riguardano per il 2015 e noi vi terremo aggiornati.



Libri

I CONSIGLI

DELLA SETTIMANA

di Luca Foglia Leveque

ELISABETTA CAMETTI

K- NEL MARE DEL TEMPO

GIUNTI EDITORE, 2014

ALLISON WINN SCOTCH

L’AMORE GUARISCE OGNI COSA

SPERLING & KUPFER, 2014 Natalie Miller è una newyorkese ambiziosa, tenace e sul lavoro è un vero squalo. Si ritiene una trentenne fortunata, ha un fidanzato da due anni, e ricopre un ruolo molto importante nell’ambito politico: è la prima assistente della senatrice Dupris. Tutto sembra filare liscio... ma il cancro, come un animale feroce, è dietro l’angolo. Per Natalie sta per iniziare un periodo duro, molto duro. Verrà abbandonata dal suo ragazzo, Ned, proprio nel momento del vero bisogno, della prova d’amore. E dovrà affrontare la chemioterapia in solitudine. La strada verso la guarigione è lunga, sembra interminabile. Sarà un vecchio amore a darle la forza di andare avanti, sarà la sua incrollabile fiducia in se stessa a cambiare le cose. L’amore guarisce ogni cosa è un romanzo solare, capace di infondere coraggio. pp. 279 - € 12,90

62

Elisabetta Cametti, dopo aver esordito con K – I guardiani della storia, torna a far parlare di sé con il suo secondo romanzo. Al centro della vicenda, intricata ma molto scorrevole, ritroviamo Katherine Sinclaire. Katherine è una donna di successo, manager di una grande casa editrice, ed è pronta ad esordire con un libro tutto suo. La presentazione del suo primo romanzo sarà memorabile: mentre è intenta a illustrare il suo libro, uno squilibrato si toglie la vita con un colpo di pistola. L’uomo prima di morire le lancia un anello e le lascia un messaggio molto inquietante... quindi l’incubo non è finito? Perché Katherine è reduce da un’esperienza sconvolgente, che le ha cambiato l’esistenza. Un anno prima era rimasta invischiata in un’avventura rocambolesca, ai limiti del reale, una storia che le ha permesso di conoscere il suo amato Jethro Blake ma che ha messo a repentaglio la sua vita. Katherine si addentrerà in un altro mistero che la lega a una donna del passato, una donna ritrat-

ta in un quadro che cela un enigma senza tempo. Angelica, la dama del ritratto, era una strega e ha i suoi stessi occhi... K- Nel mare del tempo ci porterà da Londra all’Italia prealpina, sulle tracce di un antico manufatto conteso da molti. È la seconda avventura di Miss Sinclaire e sicuramente non sarà l’ultima. pp. 576 - € 14,90

eBook DANIEL JARACH

KIDNAPPING

DANIEL C. JARACH EDITORE, 2014 America post 11 settembre. Qualcuno ha rapito il giovane Robert Foster e ha chiesto un ingente riscatto: 10 milioni di dollari. Quello di Robert, figlio quattordicenne di un senatore degli Stati Uniti, è solo il primo di tanti misteriosi rapimenti, che si ripeteranno in varie città del mondo. Chi si cela dietro questi crimini? Michael Powell, americano con origini italiane, è un giornalista molto particolare. Non si dedica solo alla scrittura... è anche un agente speciale della Cia. Sarà

suo compito investigare su questi strani crimini e sullo spargimento di sangue innocente. A Roma, città dove vive, conosce la bella Raquel Lancaster. Lei si presenta come funzionario dei Lloyds di Londra... ma Michael non è l’unico ad avere dei segreti. Kidnapping - L’esercito del sole è l’opportunità, per chi non si è ancora avvicinato al digitale, di leggere un e-book. Quindi munitevi di E-book Reader, e sfogliate questo avvincente thriller. pp. 250 - € 7,42



ADESSO

the

È AMORE

LOVE story

Un

amore

REALE


di Irene Spagnuolo

L

La famiglia si allarga e l’amore sembra moltiplicarsi

di Irene Spagnuolo

’8 settembre 2014 Clarence House dirama l’annuncio ufficiale: Loro Altezze Reali il Duca e la Duchessa di Cambridge attendono il secondo figlio. Per noi repubblicani farsi ricevere, o intrufolarsi, a corte è un po’ come tuffarsi in un libro del passato, in una pellicola, in una fiaba. Ma siamo in territorio monarchico e la creatura in arrivo è reale, in tutti i sensi. Con gusto del bon ton ossequio allora la nobile virtù dei titoli e il regio Protocollo ma mi lascio guidare da quello che ispirano i protagonisti stessi: roba che allenta le tensioni e rasenta l’idillio, quello da batticuore puro. Se la storia ha consegnato spesso la scena agli interessi, ai veleni e agli intrighi delle regge di mezzo mondo, Kate e William ne hanno scritto infatti una pagina molto più romantica. Senza sbirciare altrove o in altre epoche, per la stessa royal family britannica l’armonia tra William e Kate è un cielo stellato nella pletora di tensioni, infedeltà, scandali. Katherine (Kate) Middleton nel 2011 ha fatto il suo ingresso innamorata e raggiante nella Casa Reale Windsor. E’ diventata Duchessa di Cambridge sposando appunto William Duca di Cambridge, nipote della potente e longeva Regina Elisabetta II e figlio del Principe Carlo e dell’adorata Diana Spencer, la compianta Lady D. William è il secondo erede al trono dopo il padre Carlo, così la giovane e bellissima Duchessa sarà la legittima consorte del Re del Regno Unito nonché madre dei suoi successori. Prima che con la famiglia reale, la royal family e i circa 125 milioni di attuali sudditi di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, Kate ha dovuto affrontare il confronto con la suocera che non ha conosciuto, quella Lady D che non regnava ma aveva una sorta di scettro spirituale, la Lady D che ancora oggi riscuote un enorme tributo d’affetto e ammirazione. Un’icona di femminilità, dolcezza e carisma la principessa triste, divorziata da Carlo e vittima di un tragico incidente sul quale non si è mai fatta pienamente luce. Moglie infelice, madre premurosa di William e Henry, attivista instancabile sul fronte sociale e umanitario. Di certo l’ombra che gravava su Kate era in-

65


ADESSO

È AMORE

gombrante: insomma poteva evocarne la figura o farla rimpiangere. Perfidi e scettici non mancano mai ma, a dispetto delle diffidenze, Kate conquista senza imitare. E, soprattutto comunica una gioia e una serenità che la mamma di William probabilmente non ha conosciuto. Lasciamo perdere il gioco di paragoni a colpo di abiti, cappelli e pose, roba da chiacchiera un tantino acida e, in verità, sciocca. Due donne, due stili. E poi, se proprio fosse che talvolta Kate indulga a trarre ispirazione dalle celebri e apprezzate mise di Lady D, non ci sarebbe che da leggerlo come omaggio sentito o ammiccamento garbato ai pubblici sguardi. Quello che incanta è che le Altezze Reali William e Kate vivono di sorrisi e complicità. Una fiaba davvero spettacolare. Una tenerezza che ha sfidato tutte le occasioni ufficiali e le paparazzate. L’immagine di intesa e armonia che sprigionano supera la

migliore letteratura rosa. D’altra parte Kate sembra proprio aver abbracciato l’uomo e il ruolo, con dedizione e rispetto. I suoi ‘scivoloni’ sono un topless e qualche gonna troppo corta o troppo svolazzante, cose che noi comuni mortali ci permettiamo senza alcun imbarazzo e guai a chi scomoda la morale. A lei è comunque arrivata presto la disciplina della severa corona a mettere regole e divieti e, senza davvero un plissè, si è adeguata con una più sobria seppur moderna eleganza. William dal canto suo incarna il prototipo del bravo ragazzo nonché degno rampollo di una dinastia di quel rango. Tutto parla bene di lui, dagli studi, allo sport, alla carriera militare, agli incarichi di corte, agli impegni benefici. E, soprattutto, a quegli occhi adoranti che accarezzano quelli della sua sposa. Ecco, l’anello di oro bianco con 14 diamanti e un grosso zaffiro che Kate porta al dito, lo stesso che il

Principe Carlo aveva donato a Diana, forse ha trovato migliore sorte. Un secondo giro più fortunato, finalmente. Nel 2013, con somma letizia di Buckingam Palace, nasce il Royal Baby n. 1, George Alexander Louis, il primo figlio di Kate e William, terzo in linea di successione al trono

29 aprile 2011 Il Duca e la Duchessa di Cambridge raggianti nel giorno del loro matrimonio celebrato nell’Abbazia di Westminster

66


Alla uscita dall’ospedale dopo il parto con il piccolo George Alexander Louis, nato lo scorso 22 luglio e, sotto, durante la celebrazione del battesimo.

dei sedici reami del Commonwealth. In natali di tale lignaggio c’è l’effetto glamour delle principesche esistenze e c’è tutto il risvolto pratico, dall’autorità di palazzo alle atmosfere politiche, culturali, religiose. Che vedere la luce come principino e avere davanti la prospettiva di una corona è un destino fantastico, una prova di nervi, una straordinaria responsabilità, una speciale avventura. Comunque il piccolo George sembra crescere splendidamente sotto le cure di mamma Kate e papà William. Già, fortune e lacciuoli a parte, l’impressione è quella di una famiglia nel normale cammino di gioia, gioco e passione. E non si fermano, William e Kate. A settembre di quest’anno, dopo pressanti rumors, viene appunto confermata la seconda gravidanza. La dichiarazione giustifica peraltro le assenze di Kate al fianco di William in appuntamenti istituzionali: come per George anche per questa seconda attesa Kate soffre di pesanti nausee che la costringono al riposo. Kate, peraltro, non è mai apparsa smaniosa di molte libertà o di pubblica esposizione. Si occupa di cause sociali, sta al fianco di William in tutte le occasioni ma per lo più mantiene un vivace atteggiamento di moglie e madre. Che godimento, lo dico in barba ai recenti sondaggi che

Il giorno del fidanzamento

in Inghilterra registrano in ribasso l’appeal della Duchessa. La loro ‘Cenerentola’ appagata e radiosa tanto da non dare segno di intemperanze all’ordine e al costume del regno non è più invidiata: le giovani inglesi ne stimano intelligenza, fisico e look ma non si dicono attratte dai suoi privilegi, non baratterebbero l’indipendenza, il divertimento, le trasgressioni con il dorato universo della monarchia. Oh my God, tutti sappiamo che onori e oneri vanno a braccetto e che non è oro tutto ciò che luccica. Le grinfie della regina e dell’intera famiglia reale non sono proprio braccia calde e tenere ma i sentimenti, la favola, il gusto delle vite da castello sono davvero morte per un sussulto di sfrenata avanguardia? O c’è qualcosa che si può leggere come un profondo mutamento del lifestyle e delle aspirazioni socio-culturali? Non si può negare che Kate sia sotto contratto: obblighi e cerimoniale innanzi tutto. E non solo. Le menti legali di parte Windsor hanno blindato il matrimonio tanto che in caso di divorzio le resterebbe poco più che un dignitoso appannaggio e la garanzia di visite illimitate ai figli. Altro che conquiste, chi varca soglie regali come prima cosa è tenuto all’obbedienza e alla pazienza. Non si può neanche dire facile una vita che non può concedersi buone dosi di leggerezza. A poco più di trent’anni l’etichetta esasperante, l’agenda martellante, i figli da educare al pubblico giudizio possono pure essere raccontati come una gabbia, lo so. Tutto questo per essersi sposata con il futuro Re del Regno Unito. Tutto questo per una vita nel potere, nelle ricchezze e nei loro risvolti. Tutto questo perché ci sono scelte davvero assolute. Che a farsi impalmare corrispondono più costrizioni e accondiscendenze che euforie e vittorie. E allora si, in toni rilassati, pure il parallelo con la donna e madre Lady D è stuzzicante. Nulla di personale, appunto. Magari ci possiamo leggere una svolta, qualcosa che è mutato con gli anni e la mentalità. O una verità antica e immutabile: solo l’amore può farcela e sopravvivere alle intemperie; solo l’amore non convive con l’orgoglio, l’angoscia, la vendetta, le rappresaglie. Già, si tratta di

67


ADESSO

È AMORE

trovare la chiave o individuare i percorsi. Dell’istinto, del calcolo, della fierezza, delle dinamiche di relazione. I sentimenti quanto e come comandano? E il regno, l’attività sociale, diplomatica, civile non seducono e non vincolano per sempre? Con il pensiero a Lady D, la moglie che forse non aveva trovato un autentico marito o l’inquieta che non seppe accomodarsi tra le spine della casa reale o l’incomoda tra il Principe Carlo e quella che è diventata la sua seconda moglie, la costante Camilla Parker Bowles, viene da chiedersi se ancora oggi suscita più simpatia perché ha sofferto e tradito, si è ammalata e ribellata. Lì, a un possibile passo dall’altissima carica, nelle stanze della Storia e dei bottoni, sulla pista di uno show eterno, tra lussi, clamori, strategie, impronte politiche, essenze culturali, si è chiamati a un carattere incrollabile, a rinunce, sacrifici, compromessi. Perfino umiliazioni, talvolta. Abbiamo memoria dei tormenti di Lady D, dello sfuggente aplomb del Principe Carlo, delle convulse vicissitudini di una coppia scoppiata. Chissà che il passato non abbia lasciato una lezione e una cicatrice. Insomma forse è questa la ragione per la quale la gloria di Kate non è in cima alla lista dei piaceri e dei sogni. Terribili, le paure e le disillusioni. L’attuale gioventù vira verso modelli spensierati e bizzarri, ribelli e free. Belli e ricchi, magari, ma assai meno impegnativi. La posizione di Kate non sarebbe quindi abbastanza stuzzicante. Io ho avvertito il fascino che tutti, uomini e donne, riconoscevano a Diana ma questo non esclude l’inchino- non solo di rito- allo charme della più mite e devota Kate. Anzi. Mi piace, la suadente Duchessa di Cambridge. Molto. La vedo semplice e gioiosa ma anche consapevole e coraggiosa. Non è questo un portentoso concentrato di principesche qualità? Magari c’è più metodo, temperamento e abilità di quanto non si scorga, nel delicato brio di Kate. O magari –romanticamente propendo e insisto- c’è solo l’unico prodigio nel quale vorrei credere, quello del cuore. Si, nonostante le gradevolissime distrazioni dei recenti anni britannici, dall’ammirato lato B di Pippa Middleton alla

68


straordinaria simpatia di Henry detto Harry, per me il vero trionfo resta la magia beata dei due sposi. Kate, oltre a ‘ereditare’ i gioielli di Diana, può benissimo incarnarne la grazia, di avvenenza e umanità.. Ottimo patrimonio da trasmettere al principino George e al secondogenito. Magari sarà la volta di una femmina. In fondo lo sperano in molti, tra i sudditi. E mentre William e Kate combattono contro fotografi invadenti che inseguono il royal baby George possiamo darci tutti al toto-nomi. Che il pronostico di un Elizabeth Diana, sul quale puntano alcuni tabloid inglesi, mi mette di buon umore. Un fiocco, rosa o azzurro che sia, è sempre un’emozione felice sia chiaro. Ma quei due nomi, chissà, potrebbero stendere un velo di pace e armonia tra la regina e la memoria della ex nuora. Non ci resta che attendere il pancione che Kate esibirà nei prossimi mesi, pronti a scommettere che papà William sarà amorevolmente presente, premuroso e gongolante. Fari puntati sulla luminosa famiglia di Kensington Palace. Forse i sogni possono diventare realtà anche fuori dalla carta stampata. Altro che gossip. William e Kate ci hanno abituati, se mai, alle notizie d’amore e ai lieti eventi.

69


ADESSO

PERSONAGGI

LA MIA SFIDA PIÙ

GRANDE?

ESSERE PADRE di Roberta Valentini

© Ralph Palka

Il protagonista della fortunata fiction Rai“Un’altra vita” racconta il rapporto col figlio e il suo passato da ribelle

È

innamorato del suo lavoro, ma non rinuncia alla vita privata. È un uomo riservato, ma ha il sorriso aperto e disponibile. Ama i valori, quelli veri, della famiglia e dell’amicizia. E vive con grande responsabilità e un pizzico di allegria il suo “ruolo” forse più bello, quello di papà di Francesco, il figlio adolescente nato da un amore giovanile. È un uomo semplice, Daniele Liotti, che ora si trova in un momento professionale e personale importante: il ritorno in tv con Un’altra vita, la fiction diretta da Cinzia Th Torrini, dove recita in coppia con Vanessa Incontrada, il set di Squadra Mobile, la serie di Canale 5 che lo vedrà in azione con Giorgio Tirabassi. E, particolare non di poco conto, una nuova compagna, Scila, con cui vive un nuovo capitolo della sua vita sentimentale, di cui non parla, ma che lo rende felice.

70

Daniele, parliamo di lavoro: in che momento sei della tua carriera? «In un momento positivo. Sono contento, perché dopo un momento di congelamento, in cui sono stato fermo anche per una mia scelta, oggi sono alle prese con due personaggi nuovi (Antonio in Un’altra vita e il poliziotto corrotto Sabatini in Squadra mobile, ndr) molto diversi, che mi hanno dato l’occasione di cimentarmi. Devo dire grazie anche al teatro, al quale mi sono dedicato in passato, che mi ha allargato un po’ le spalle e mi ha reso più sicuro». L’inverno scorso ti abbiamo visto in un piccolo cameo nel film Tutta colpa di Freud. Ti manca il cinema? «Un po’ sì. Soprattutto, mi manca la possibilità di poter fare un bel ruolo da protagonista per il grande schermo. Ma confido che, interpretando questi ruoli di spessore in tv, possa poi arrivare anche una proposta cinematografica interessante».

Qui sopra e affianco, Liotti sul set della serie che si sta girando in questo periodo, Squadra Mobile, insieme con Laura Barriales e Giorgio Tirabassi.


© Ralph Palka

Nella fiction Un’altra vita sei Antonio, un uomo diviso tra l’amore per due donne, una moglie con problemi psichici e una nuova passione, e ti ritroverai a dover fare una scelta, dolorosa in ogni caso. Daniele e l’amore: ti è mai capitato, nella tua vita personale e sentimentale, di dover scegliere? «Scelte così difficili, per fortuna, non ne ho mai dovute fare. Sono un uomo istintivo e passionale e non mi rassegnerei mai a una vita nella quale non sono felice, ma è anche vero che una persona alla quale voglio bene non la abbandonerei mai. Ho sempre visto i miei genitori molti uniti, pronti a sacrificarsi per la famiglia: questi insegnamenti me li porto dietro sempre». A proposito di famiglia, com’era Daniele Liotti da adolescente? «Sono il secondo di tre fratelli (Marco e Roberto), tutti molto vicini per età. Sono sempre stato il più autonomo e indipendente, ma anche il più ribelle, sempre nel senso positivo della parola. Sono andato a vivere da solo molto presto e ho fatto anche qualche stupidaggine. Mio padre le chiamava le “Danielate”… (e sorride, ndr)». Sei diventato padre anche molto presto… «Sì, quando è nato mio figlio Francesco dall’unione con la mia ex compagna, Arianna, avevo 26 anni. È stato un bel regalo e, anche se la mia storia con sua madre è finita presto, ho avuto la possibilità di crescerlo in prima persona in pieno accordo con lei». Oggi tuo figlio Francesco ha quasi sedici anni: che cosa vuol dire educare un figlio adolescente nel 2014?

Daniele Liotti (43 anni), tra i protagonisti, al fianco di Vanessa Incontrada, Loretta Goggi e Cesare Bocci, della fiction Rai Un’altra vita, ha all’attivo numerosi ruoli tv di successo in fiction quali Il capo dei capi e Il generale dei briganti.

«Lo posso dire? Sono un padre un po’ in difficoltà (e sorride, ndr), che si ritrova a crescere un ragazzo “rock’n’roll”, che suona la chitarra sei volte a settimana, sia fuori con gli amici che in casa». Padre amico o genitore vecchio stampo? «Un po’ tutte e due, cerco di essere bivalente. Nel senso che sgridarlo troppo non serve, e poi non lo facevo neanche quando era piccolo, quindi cerco la strada del dialogo facendolo parlare di tutto. Poi, quando proprio è necessario, divento il papà classico che alza la voce e “assegna” qualche punizione e ramanzina». Il rapporto di Francesco con il tuo lavoro di attore… «Dico solo che gli piacerebbe fare il regista per il puro gusto di comandarmi (e ride, ndr)».

Se, invece, pensi al futuro professionale dei giovani… «Un po’ sono preoccupato, perché la possibilità di collegarsi con il mondo tramite internet regala loro mille stimoli, ma li priva anche della fantasia, della capacità di impegnarsi, rispetto ai ragazzi della nostra generazione. Però penso anche che la scuola andrebbe un po’ modernizzata». Che cosa si prova a tornare a recitare in un contesto come quello di Squadra mobile? «Sono contento, perché con la stessa produzione, la Taodue, avevo realizzato già Il capo dei capi, un grande successo. E poi sono al fianco di Giorgio Tirabassi, nel ruolo del commissario Ardenzi, mentre io sono Sabatini un personaggio ambiguo, un poliziotto corrotto che, come amico e collega, lo tradirà. È una prova di attore interessante, questa del cattivo, che arriva dopo un periodo di maturazione. E devo dire che, come cattivo, mi tolgo molte soddisfazioni, tanto godo dell’impunità! (ride, ndr)». Nel tempo libero, invece, cosa fai? «Mi dedico agli affetti. Faccio il papà, ma non troppo, altrimenti mio figlio dice “che mi accollo”. Poi vado a cavallo, uno sport che mi piace tantissimo, e mi diverto a scoprire i posti più belli e particolari dell’Italia. Direi che è abbastanza…».

71


ADESSO

PERSONAGGI

MILO

INFANTE

«VI RACCONTO GLI ADOLESCENTI DI OGGI» di Maurizio Fiorino

CHIACCHIERATA CON IL CONDUTTORE DI “SENZA PECCATO”, CHE HA MOLTO DA DIRE IN FATTO DI TV E NON SOLO...

con un taglio documentaristico d’inchiesta, per capire chi sono e cosa fanno i giovani d’oggi, diversi dai loro genitori e alle prese con problemi che spesso neanche gli adulti sanno affrontare.

possibile parlare di adolescenza senza cadere nei luoghi comuni? È questa la nuova sfida di Milo Infante, classe 1968 e una carriera quasi trentennale alle spalle, neo conduttore di Senza peccato, un viaggio nel mondo degli adolescenti fatto di storie, di volti, di episodi e cose non dette. Quattro puntate, tutte trattate

Innanzitutto permettimi una domanda. Cos’ha di diverso Senza peccato dai tantissimi format dedicati al mondo dell’adolescenza? «Innanzitutto il nostro non sarà il solito programma che andrà nelle discoteche a filmare le ragazze mezze nude che ballano sui cubi e a dire che sono ubriache. Di fatto, non parleremo neanche di meglio gioventù visto che non esiste una meglio

È 72

età adulta». Partiamo dal titolo, forte e coraggioso. «All’inizio non mi convinceva anche perché, andando in onda a mezzanotte, non volevo che qualcuno si facesse un’idea sbagliata. Battute a parte, devo dire che mi ci sono affezionato. Anche perché se un ragazzo sbaglia, possiamo dire che è colpa del ragazzo?» Cosa intende? «Qualche giorno fa a Napoli è stato ucciso un ragazzo di diciassette anni perché non si era fermato ad un posto di blocco. Al poliziotto è partito un colpo


© Agenzia Ansa

Milo Infante, dopo aver condotto fino al 2012 L’Italia sul Due, è tornato alla conduzione dopo un periodo di allontanamento. Nel luglio 2014, infatti, ha vinto una causa contro la Rai per demansionamento.

La spaventa l’adolescenza di suo figlio? «Mio figlio ha sei anni, è ancora un po’ presto. Però parlando con tanti genitori ti rendi conto come, intorno ai quindici o sedici anni, quello che noi credevamo di conoscere improvvisamente si trasforma. Non è più il bambino che chiama la mamma alla sera perché vuole che gli sia raccontata una storia, è un piccolo adulto che chiude la porta della sua camera».

di pistola “accidentale”. È una notizia che stringe il cuore a tutti. Questo ragazzo era in motorino insieme ad altri due, tutti e tre senza casco. Di chi è la colpa? Sicuramente del carabiniere che ha sparato ma forse, anzi leviamo il forse, c’è una colpa nostra, dei media e della società, che non riusciamo a trasmettere i valori fondamentali. Siete in tre in motorino, senza casco e il carabiniere vi ferma: vi dovete fermare, ragazzi».

Ai suoi tempi era diverso? «Qualche giorno fa parlavo proprio di questo con un papà di una ragazza vittima di cyberbullismo. Mi ha detto: sai, noi siamo cresciuti preparati, perché ai miei tempi se c’era un bullo io lo dicevo a mia mamma che lo diceva a mio papà che andava fuori dalla scuola, parlava

con la preside e coi genitori di questo bambino e si risolveva tutto. Oggi più del 70% dei ragazzi vive il cyberbullismo come primo problema, più della droga, più delle malattia. E cosa ne sappiamo noi genitori di questo nuovo fenomeno? Niente». Che ruolo avrà, allora, Senza peccato? «La nostra idea è quella di creare attenzione su problemi che oggi tanti genitori non considerano. Raccontiamo storie che a volte sono un pugno nello stomaco. Faccio questo mestiere da tanti anni e ti assicuro che sentire alcuni genitori che raccontano della loro esperienza coi figli non è stato facile. Mi auguro che servirà come aiuto a chi ha un figlio adolescente».

Quali sono i temi più complessi affrontati in trasmissione? «L’importanza di fare gruppo, che spesso degenera nel bullismo, l’incomunicabilità tra figli e genitori, la sessualità, il rapporto col corpo. Le dipendenze, la ludopatia, la difficoltà di costruirsi un futuro lavorativo. Continuo?»

© Agenzia Ansa

Se la colpa non è dei ragazzi e neanche del poliziotto, allora di chi è? «Possiamo dare la colpa ai ragazzini? Possiamo dire loro che sono stupidi? Cominciamo a chiederci chi vende l’alcol ai nostri figli, chiediamoci chi vende loro la droga. Se parliamo di cyberbullismo che, anche grazie alla trasmissione ci siamo resi conto è un fenomeno che molti genitori non conoscono, chiediamoci se in Italia c’è una legge contro il cyberbullismo. La risposta è no».

73


FABIO CONCATO

«SANREMO? TUTTO DA RIFARE» Il grande cantautore si racconta, tra nostalgia del passato e delusione di un presente da cambiare... di Chiara Mazzei

SOSPENDEREBBE SANREMO E AI TASTI MI PIACE E NON MI PIACE AGGIUNGEREBBE IL “CHI SE NE IMPORTA”. A TU PER TU CON UN GRANDE E IRRIVERENTE CANTAUTORE

M

ilanese doc, rappresentante e innamorato di quella Gran Mìlan che forse adesso non esiste più. Cantautore e artista di straordinaria sensibilità, musicale e non solo, di quelli che, forse, non esistono più. Fabio Concato, dopo 40 anni di carriera, non

smette di raccontarci le piccole grandi cose che ci rendono felici, ci angosciano, ci stupiscono e fanno riflettere. E lo continua a fare, anno dopo anno, con la delicatezza dei suoi testi che sono quasi poesia e il ritmo di una musica che mescola generi e colori e non stanca mai. Abbiamo fatto una chiacchierata con questo grande della musica italiana, che il 20 ottobre si esibirà al Teatro Nazionale di Milano insieme al trombettista Jazz Fabrizio Bosso, scoprendo un’infinita passione per la musica, un animo che sa essere tanto delicato nel cogliere

la bellezza del mondo quanto sferzante nei confronti delle brutture della società di oggi. Fabio nel 1982, tutti canticchiavano Una domenica bestiale. Ti piace ancora svegliarti quando Milano dorme ancora o il tuo rapporto con la città è cambiato? «In realtà si tratta di un rapporto di amore e odio. Ho la sensazione che Milano sia sempre più alla deriva. Non tutto è sbagliato, anche nell’82 c’erano dei problemi evidenti, però ho l’impressione


MUSICA

che più passa il tempo più tutto vada alla malora. Se potessi andarmene, lo farei, perché non è più una città vivibile. D’altra parte la amo, è una città che può mancare molto. Ho un rapporto un po’ conflittuale, direi». La forza delle tue canzoni sta nel raccontare le piccole grandi storie della quotidianità. Secondo te questo tipo di cantautori stanno sparendo? «Io penso che le cose piccole siano quelle importanti. Sì, secondo me questo tipo di cantautore sta sparendo. Ci sono dei rimpiazzi talentuosi, ma non di questo tipo. Il fatto è che io sono capace di scrivere di queste cose, di società, di malessere, di solitudini e angosce e ho questo modo di farlo. Forse non ho mai avuto molti colleghi che parlassero di queste cose come lo faccio io. L’unico che trovo assimilabile a me, nel tipo di musica e nei contenuti, è Nino Bonocore, con una personalità diversa chiaramente. Si tratta di non dire cose dementi e non mortificare la musica. Parole e musica, insieme, come si deve, insomma». Nel 2007 ti sei presentato a Sanremo con Oltre il giardino, in cui racconti la difficoltà di una persona di mezza età che perde il lavoro, tema tuttora attuale... «L’uomo che ho raccontato è fortunato, tutto sommato, perché ha le risorse per reagire. Invece ci sono quelli che prendono le facciate e non si rialzano. Del resto, siamo tutti diversi. Nonostante la tragedia della disoccupazione, questa canzone dà speranza, un messaggio positivo legato alla spinta a rimettersi in gioco». Nella tua carriera, hai collaborato con molti grandi artisti. Cosa ti hanno lasciato queste esperienze? «Certi personaggi mi hanno insegnato l’arte dell’umiltà e l’attenzione a tutto quello che gli sta intorno, altri il divertimento e la dedizione al lavoro. Ad esempio mi piace ricordare Lucio Dalla e la gioia di starlo ad ascoltare, non solo quando cantava. Aveva un grande fascino e sapeva davvero di tutto. O anche Pino Daniele, un essere di una simpatia unica, un napoletano acuto e ironico che quando è in vena di fa morire dalle risate. Insomma, credo di aver tirato fuori da ognuno le cose migliori. Siamo musicisti, si parla lo stesso linguaggio» Il tuo ultimo album di inediti è uscito a distanza di molti anni dal precedente... Ci hai lavorato così a lungo?

«No, in realtà in quei dieci anno ho lavorato moltissimo ma ho fatto musica invece che scriverla. Volevo fare qualcosa di nuovo, il bello del nostro mestiere è quello di provarsi, osare. Quando ho avuto qualcosa da scrivere l’ho fatto e sono stato velocissimo. L’album ha preso forma in sole sei settimane: volevo un lavoro leggero, semplice e divertente. I risultati commerciali, poi, sono una cosa a parte: un po’ di sana frustrazione rimane, ma va tolta, altrimenti ti massacra». Ormai Sanremo è rimasta l’unica vetrina per un certo tipo di musica... «Fosse per me lo bloccherei almeno per un anno, per ritrovare il bandolo del tutto, per cercare di fare qualcosa di utile alla musica e cambierei anche i modi di votare: la gara è bella ed emozionante,

ADESSO

Nel mio social c’è il tasto mi piace, non mi piace e... chi se ne importa! Io non ho quel tipo di bisogno: far sapere delle cose banali della mia vita non serve a nessuno, se non a me stesso. È un’orgia pazzesca di notizie, spesso false. Si parla tanto di condividere, ma questa non è vera condivisione». Qual è la tv che ti piace guardare? «Guardo solo i film. Per il resto, è sempre la solita offerta: politica, società, cucina. Con gli stessi personaggi che si riciclano. È abbastanza triste. In tv si cucina dalla mattina alla sera. C’è pieno di veline, showgirl, calciatori: il nostro non è un Paese che premia il merito e la competenza, quindi molti cercano scorciatoie per fare soldi. Credo sia un appiattimento grave e pericoloso: non ci si interessa più della cultu-

Fabio Concato, classe 1953, indimenticabile con successi che hanno fatto la storia della musica leggera, torna in tour toccando varie città italiane. A Milano sarà al Teatro Nazionale il 20 ottobre col trombettista Jazz Fabrizio Bosso.

ma chi l’ha detto che debba avere per forza un vincitore? Non può essere una sana manifestazione musicale in cui ci si occupa di musica? Se poi ci devono essere dei giudici, questi devono essere addetti ai lavori. Perché a giudicare le canzoni sono chiamati attori? Oppure giornalisti obsoleti? Farei un po’ di pulizia e darei un taglio diverso. Meno star, anche internazionali, che spesso autopromuovono se stesse, e più musica». Oggi c’è una grande sovraesposizione sui social network da parte di molti cantanti e artisti in generale... Cosa ne pensi? «Si sovraespongono... e anche malamente! Io penso che la causa sia la solitudine infinita che stiamo vivendo.

ra, i teatri e i cinema chiudono, non si fanno investimenti in campo culturale. Ci vorrebbe un mago per saltarci fuori!» Chiudiamo col tuo concerto insieme a Bosso... perché dovremmo venirvi a guardare? «Perché ci divertiamo molto, tutti e due. Fabrizio interviene su alcuni brani, senza stravolgerli, ma aggiungendo colori con la sua tromba. E questo progetto ha un senso: non sono per fare le cose giusto perché la stampa ne parli... tutto deve avere una giustificazione. Noi ci divertiamo, trasformando la musica senza sconvolgerla. Le diamo un vestito nuovo».


ADESSO

STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI

IL DIRITTO A

ESSERE FIGLI di Chiara Mazzei

L’ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI ACCOMPAGNA LE COPPIE NEL DIFFICILE PERCORSO PER DIVENTARE GENITORI

C

i sono diritti che ci sembrano talmente naturali, normali verrebbe da dire, che pare inconcepibile possano essere negati a qualcuno. Se possiamo ancora ancora comprendere, ma non accettare e giustificare, il fatto che alcuni giovani non abbiamo il diritto allo studio, che delle famiglie non abbiano il diritto a una casa, che altri non abbiano il diritto a sognare il proprio futuro come vor-

76

rebbero, troviamo invece inconcepibile anche solo l’idea che ci siano bambini cui sia negato il diritto di essere figli e, di contro, adulti cui sia negato quello di essere genitori. Perché, in questo caso, si va oltre le esigenze concrete, la materialità di ciò che si possiede o la scelta di un lavoro piuttosto che un altro. Qui si parla, invece, della basilare e sacrosanta possibilità di avere una mamma e un papà. La cosa più naturale del mon-

do. Eppure sic est. 168 milioni: un numero che dà le vertigini. È il numero dei bambini abbandonati in tutto il mondo. Bambini che vengono da paesi in guerra, da famiglie in ristrettezze economiche, da situazioni sociali critiche. Bambini che, sebbene e nonostante bambini, ne hanno già passate di tutti i colori. E dall’altra parte ci sono sempre più coppie che, per i più svariati problemi, non possono avere figli.


L’incontro tra questi due gruppi, tuttavia, non rappresenta un’operazione facile e scontata. Il percorso per diventare genitori adottivi è abbastanza lungo e, a seconda dei casi, travagliato e complesso. Questo per i comuni mortali, naturalmente. Che se ti chiami Madonna o Ricky Martin, allora, è una passeggiata. Una coppia che decide di adottare un bambino deve passare attraverso una lunga sfilza di colloqui, incontri, selezioni. E anche quando viene giudicata idonea, c’è tutta una trafila di passaggi con la burocrazia che porterebbe all’esasperazione anche il più zen degli umani. Senza dimenticare tutto il prima e il dopo. Il prima, perchè decidere per un’adozione non è affatto facile e scontato, anche quando si desidera fortemente diventare genitori. Il dopo perché, da un giorno all’altro, ci si ritrova fisicamente a dover far famiglia tra estranei. Un percorso lungo e duro, quindi. Ma bellissimo, per gli esiti che ha e per la ricchezza inaspettata che sa portare alla vita di chi lo intraprende. E un senso di gioia e ricchezza, quella vera, che sta dentro e si vede solo negli

In Italia il numero delle adozioni è in forte calo, anche perché sempre più persone si rivolgono alla fecondazione eterologa e, inoltre, l’adozione richiede dei costi molto elevati.

occhi di chi la ha, è quello che traspare dalle parole di Andrea, un papà che ci ha raccontato questo percorso che ha intrapreso anni fa, con la moglie Barbara, e li ha resi papà e mamma di due bambini, Lidia e Zheng Zheng. L’inizio di questo cammino è segnato dalla frustrazione. Quella che accomuna Barbara e Andrea a tutte le coppie che desiderano ardentemente diventare genitori ma non riescono. La frustrazione degli esami, dei test clinici che non danno risultati e non trovano, dunque, una spiegazione al problema. «Ci sentivamo in un angolo, senza risposte» racconta Andrea. Un giorno, però, una collega annuncia, inaspettatamente, di essere diventata madre. «Pancioni sospetti non se ne erano visti, per cui abbiamo capito che era riscorsa all’adozione». L’esperienza della collega accende una lampadina nella sua testa. La coppia incomincia a raccogliere informazioni (cosa per nulla facile nel neanche troppo lontano 2003) e muove i primi passi rivolgendosi al Tribunale dei

Minori e dando la propria disponibilità per accogliere un bambino. Di qui, iniziano i colloqui con assistenti sociali, psicologi e referenti vari, nel loro caso, fortunatamente, competenti e disponibili. Dopo circa un anno, ricevono il Decreto di Idoneità. «Ci siamo dunque rivolti ad AiBi (Associazione Amici dei Bambini) e siamo stati fortunati perché ci siamo subito sentiti a nostro agio. È stata una sensazione di pancia: avevamo trovato quello che stavamo cercando - continua Andrea - Da lì, partendo dall’emozione, abbiamo iniziato a costruire un percorso razionale». Perché diventare genitori adottivi non è una cosa che si fa a cuor leggero. Non è una decisione facile né da prendere sotto gamba. Richiede, al contrario, una grande consapevolezza e una preparazione psicologica importante. «L’adozione è una ginnastica tra cuore e razionalità» mi spiega Andrea, che ha imparato a lavorare sulle proprie emozioni, ha scoperto, insieme a Barbara, passo passo, il mondo delle adozioni,

77


ADESSO

STORIE PERSONAGGI ED EMOZIONI

NASCE LA FAMILY HOUSE Da un vecchio stabile in disuso da anni a importante una clinica ad alta specializzazione, in grado di fornire servizi a 360° sull’abbandono e sull’accoglienza, la prima struttura del genere sul territorio italiano: questo il progetto portato avanti da AiBi. La Family House avrà due comunità mamma-bambino, cioè un servizio di accoglienza residenziale che coinvolge 4/5 nuclei mammabambino, sia italiani sia stranieri, che versano in situazioni di fragilità. Ancora, un appartamento di semiautonomia, una culla termica, un “pronto soccorso” per salvare i neonati dal cassonetto e per prevenire l’aborto, una foresteria, per ospitare le famiglie adottive e affidatarie, un Centro di Formazione ad Alta Specializzazione e uno spazio neutro per l’incontro tra bambini e famiglie. Insomma, una House davvero unica e speciale. Per info: www.aibi.it/natalesolidale/family-house di cosa significa diventare genitori e far diventare tuo figlio davvero tuo figlio. In questo, oltre agli psicologi e agli operatori socio-sanitari, diventa fondamentale il confronto con altre coppie adottive. «Una risorsa preziosa perché, attraverso il loro vissuto, ti offrono una testimonianza che ti dà il senso reale della cosa», spiega Andrea. E questa risorsa risulta fondamentale sia prima che dopo l’adozione «perché il percorso non termina quando arriva il bambino. Il difficile arriva dopo, quando si deve costruire, giorno dopo giorno, la famiglia ed affrontare le piccole grandi difficoltà quotidiane». E la forza di AiBi sta proprio in questo: è nata come associazione di famiglie adottive, che attraverso la condivisione e il confronto, si aiutano vicendevolmente. AiBi oggi è presente in 24 paesi e lavora costantemente per garantire ad ogni bambino il diritto di essere figlio, contro l’abbandono, che è a tutti gli effetti uno dei maggior mali del nostro secolo. L’associazione gestisce anche adozioni internazionali che com-

78

portano spesso problematiche non indifferenti, legate anche a situazioni sociali e politiche critiche. E questo è stato il tipo di adozione cui sono ricorsi Andrea e Barbara, che oggi sono genitori di Lidia, una ragazzina moldava, e Zheng Zheng, che è cinese. Il principe e la principessa, come li chiama, con infinita tenerezza, Andrea. «I nostri figli, oltre alla gioia, ci danno anche una lezione di vita: perché loro hanno vissuto esperienze che noi non abbiamo mai vissuto e non vivremo mai. Pertanto loro hanno ben chiari in testa certi valori, sanno cosa è veramente importante e cosa non lo è. Sanno che è più importante avere la mamma che li va a prendere a scuola piuttosto che un giocattolo». Inoltre, mentre gli adulti hanno l’opportunità di prepararsi all’adozione, i bambini no. Loro lasciano tutto quello che hanno, bello o brutto che sia. Mantengono solo il proprio nome. E si affidano totalmente. Grazie ad AiBi, questo cammino diventa più sicuro e meno tortuoso. Il servizio che questa associazione svolge ha un

valore davvero immenso. E il progetto che si sta concretizzando, grazie anche a Trenta Ore per la Vita, dà un ulteriore valore a questo lavoro quotidiano. Nascerà presto, infatti, Family House (vedi box), oggi palazzina in disuso alla periferia di Milano, domani centro di accoglienza ricco di servizi. Le adozioni sono tristemente in calo nel nostro Pease, in primis a causa della crisi, perché, come dice Andrea «è roba da ricchi». E poi perchè sempre più persone si affidano alla fecondazione eterologa, che, invece, non costa uno sproposito perché vista come cura. Ma di fatto non lo è. Chi affronta un percorso psicologico per l’adozione si prepara a non fare discriminazione, a non esigere un bimbo giapponese piuttosto che russo. Si prepara ad accogliere con apertura e consapevolezza. Un percorso affine andrebbe fatto anche per la fecondazione, perchè, almeno nel nostro Paese, c’è troppa poca consapevolezza e tanta superficialità.


In occasione dei suoi

100 anni in Italia,

SINGER® presenta tre nuovi modelli 7285Q

Grande tavolo aggiuntivo Per gestire al meglio di grandi dimensioni su una superficie più ampia

14T970C

11 piedini inclusi 4 piedini per quilt Per espandere le tue possibilità creative

Nuovo telaio infinito Crea bellissimi bordi con il telaio da 170 mm x 100 mm

Posizione ago programmabile Utile per quilting e appliquè

Trasporto differenziale Garantisce cuciture precise e previene arricciature

XL420

www.singer.it

Punto di copertura Fornisce i punti giusti per realizzare cuciture perfettamente rifinite


Ana Sussmann Foto e testo di Maurizio Fiorino

il “folletto” dell’East Village 80


DONNE DI

A

na Sussmann è un incrocio tra una donna e un folletto. Nata in Romania, cresciuta in Israele e una vita passata a New York. «Nell’East Village» tende a sottolineare. Vive nella stessa casa da decenni, nel cuore del quartiere che fu teatro d’avanguardia per la generazione artistica degli anni Ottanta, da Madonna a Andy Warhol a Patti Smith. «Non sono mai stata neanche a Coney Island». Mai? E a mare non ci vai? «Certo. In Messico con le amiche, mica a Brooklyn». Non si capisce mai quando Ana parla sul serio oppure scherza. Dice di essere sì vegetariana e «mangio solo pesce e pollo». Se obietti che anche il pesce e il pollo, fino a prova contraria, sono carne, lei ridacchia e risponde che il pollo le serve per le proteine «e perché è buono. E il pesce, beh, mi da l’energia del mare. Quando lo mangio chiudo gli occhi e penso di nuotare». In tempi di crisi e spending review, le sue lezioni di yoga presso le sedi della prestigiosa palestra americana Equi-

nox non subiscono variazioni. Anzi, si moltiplicano. Sono sempre strapiene, soprattutto quella del martedì sera nel West Village. Il segreto del suo successo è il suo aspetto fisico: non può che farti simpatia, piccola com’è, e capace di sollevarsi su una mano o di contorcersi e accartocciarsi come se fosse un pezzetto di carta. Pratica yoga da quando è bambina, lo insegna da talmente tanti anni che neanche li ricorda più, sia nelle scuole che privatamente. Ricorderò per sempre Ana come la donna che mi ha insegnato a stare dritto con la testa in giù e i piedi per aria in meno di cinque minuti. Una sera mi ha domandato quale fosse la mia posizione yoga preferita e io risposi che era la Śīrṣāsana, meglio conosciuta come headstand, considerata da chiunque pratichi yoga come la posizione “re” delle asana. Aggiunsi che non sarei mai stato in grado di farla, avendo cominciato yoga da poco e non essendo molto agile e flessibile. Lei mi fulminò con gli occhi. «Di cosa diavolo parli?» disse, ordinandomi di mettermi

ADESSO

giù e di provarci. Ora, per chi non conoscesse Ana e si trovasse ad avere a che fare con lei, c’è da dire che nei primi dieci minuti si rischia di mandarla letteralmente al diavolo. Non essendo nata in America e avendo conservato il suo accento dell’Est Europa (che è fortissimo), le sue parole rischiano spesso di essere incomprensibili e facilmente fraintendibili. «Per fare questa posizione devi ricordarti due regole: quella di non avere paura e di non pensare mai che qualcosa sia impossibile» disse. Mi ritrovai a testa e mani giù e sedere per aria. «Che aspetti? Siediti al contrario!» Timidamente alzai un ginocchio e poi l’altro. Ero già felice per il risultato ottenuto. «Alza la gamba sinistra, su!» fece lei. Tremando, l’alzai. «E ora la destra, cosa aspetti?» aggiunse. In tre minuti mi insegnò una cosa che, nella mia testa, avrei imparato dopo qualche anno di pratica yoga. Quando tornai a terra lei sorrideva. «Hai visto? Te l’avevo detto, lo yoga è ora, è questo momento».

81


BENVENUTI NEL PAESE

DELL’AZZARDO di Angela Iantosca

L’Italia detiene il record mondiale di slot machine pro capite e del mercato delle scommesse on line. Punta dell’iceberg di un mondo, quello del gioco d’azzardo, che catalizza da sempre interessi enormi per la criminalità organizzata e che porta nelle casse dello Stato ben otto miliardi di euro l’anno. Al fronte dei quali se ne spendono, però, circa sei, in costi sociali e sanitari, per i due milioni di italiani considerati ad alto rischio dipendenza e gli 800mila malati patologici

82


PERSONAGGI L’INCHIESTA

ADESSO

fatti, mentre i consumi e i risparmi delle famiglie italiane decrescono, le spese per i giochi non conoscono crisi: siamo il primo paese al mondo per il “Gratta e vinci”, abbiamo un numero pro capite di macchine da gioco di ultima generazione - le Vlt - triplo rispetto agli Stati Uniti e deteniamo il 23% del mercato mondiale del gioco on line.

C

hi non ha giocato almeno una volta nella vita? Ammettiamolo: tutti quanti abbiamo comprato un “Gratta e vinci” sperando che quel cartoncino ci cambiasse la vita (anche se la probabilità che ciò accada è a dir poco remota). Ma la questione è un’altra: l’Italia è un Paese fondato sul gioco d’azzardo. Colpa della crisi? Non è dato sapere. Ma i numeri sono sempre più preoccupanti. Soprattutto quando il gioco diventa una malattia e quello stesso Stato promotore di giochi d’azzardo è costretto a intervenire per “salvare” i propri figli. In Italia ci sono 5.800 imprese del settore dei giochi autorizzati dallo Stato che danno lavoro a 120mila persone e fruttano un fatturato annuo legale di 87 miliardi di euro. Secondo l’Eurispes, in Italia gioca il 47% delle persone che appartengono alla classe indigente e il 56% di quelle del ceto medio-basso. Nel 2009 gli italiani che giocavano erano circa 35 milioni, attualmente gioca (occasionalmente) il 70% della popolazione. Ogni italiano maggiorenne, in media, spende da 1.703 a 1.890 euro all’anno, con punte a Pavia, la città per eccellenza del gioco d’azzardo, dove si arriva addirittura a 2.960 euro. Un giro d’affari enorme che nelle casse dello Stato porta otto miliardi di euro l’anno. Un divertimento che per qualcuno è patologico: 800 mila sono i giocatori pa-

UN’EPIDEMIA DAL BUSINESS MILIONARIO Cifre come queste è ovvio che facciano da catalizzatore ad attività quantomeno losche. Il dossier di Libera “Azzardopoli 2.0” segnala, infatti, cifre allarmanti per quanto riguarda il coinvolgimento delle mafie e il gioco illegale. Ammonta a 15 miliardi di euro il fatturato stimato del gioco illegale per il 2012. Ben 49 clan gestiscono giochi di vario genere: dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, dai

tologici, mentre due milioni sono quelli considerati ad alto rischio di dipendenza. Una dipendenza che determina per lo Stato dei costi sociali enormi: secondo Libera, si stimano in una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui i costi sociali e sanitari che il gioco d’azzardo patologico comporta per la collettività. Dato al quale si devono aggiungere i costi che riguardano l’aggravarsi di fenomeni sociali rilevanLa capitale del “nero” nelle slot machine e videoti: le infiltrazioni mafiolottery è la provincia di Napoli, seguite, in termini se nei giochi, la crescita percentuali, da Reggio Calabria, Vibo Valentia, del ricorso all’usura, il Palermo e Caltanissetta. Le province più virtuose peggioramento delle sono quelle di Pordenone, Oristano, Chieti, Bielcondizioni delle persola e Bolzano. Dopo Napoli, in valori assoluti, le ne più fragili e povere, province più “nere” sono, invece, Roma, Milano, maggiormente esposte Torino e Palermo. Sono questi i risultati di una rialla seduzione di slot e cerca realizzata dal sociologo Maurizio Fiasco per biglietti della lotteria, i la Consulta nazionale. Secondo lo studio “Il giosussidi da versare a chi si co d’azzardo e le sue conseguenze sulla società rovina giocando, l’increitaliana. Il peso del gioco illegale nelle province mento delle separazioni italiane”, la quantità di denaro che nel 2012 è e dei divorzi, un aumentransitato negli apparecchi automatici (Newslot to impressionante di gioe Vlt) differirebbe per oltre il 20% da quello regicatori tra i minorenni. Instrato. Lo studio evidenzia che nel 2012 sarebbe-

A NAPOLI LA MAGLIA NERA DELL’AZZARDO…

ro complessivamente 8,6 i miliardi illecitamente confluiti nelle mani delle organizzazioni criminali attraverso il nero, un vero fiume di soldi.

83


ADESSO

L’INCHIESTA Secondo l’Eurispes, in Italia gioca il 47% delle persone che appartengono alla classe indigente e il 56% di quelle del ceto medio-basso. Nel 2009 gli italiani che giocavano erano circa 35 milioni, attualmente gioca (occasionalmente) il 70% della popolazione.

Santapaola ai Condello, dai Mancuso ai Cava, dai Lo Piccolo agli Schiavone. Un business che si allarga sempre più a nuove fette di “mercato” che fanno gola, e non poco, alla criminalità organizzata. Secondo i dati dell’ultimo rapporto Espad (European School Survey Project on Alcohol and Drugs) sull’Italia, stilato dall’Ifc-Cnr di Pisa, nel 2012 il 45,3% degli studenti ha giocato d’azzardo. Circa il 70% ha scommesso in media meno di 10 euro al mese, il 20% da 11 a 50 euro e il 6% oltre 51 euro. Si stima che 630mila minorenni nel 2012 abbiano speso almeno un euro, nonostante la legislazione restrittiva sui minori. Sempre secondo la ricerca, il 12% degli studenti è a rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo. Si stima che siano 100mila gli studenti che già presentano un profilo di rischio moderato e 70mila quelli con una modalità di gioco problematica. Non solo. Secondo le ultime rilevazioni della Società Italiana Medici Pediatri

(Simp) e l’Osservatorio Nazionale sulla Salute e l’Infanzia sarebbero a rischio anche ragazzi e bambini: sarebbero, infatti, 800mila, tra bambini e adolescenti tra i 10 e i 17 anni, che giocano d’azzardo: uno su 5, ovvero il 20%, mentre sarebbero 400mila i bambini tra i 7 e i 9 anni che hanno già provato a scommettere la paghetta. L’indagine ha rivelato anche una profonda contraddizione nei comportamenti dei genitori: il 75% dichiara che se scoprisse che i figli scommettono, interverrebbe prendendo gli adeguati provvedimenti, il 90% ignora addirittura il termine ludopatia, mentre il 70% non ha mai parlato del tema del gioco patologico in famiglia e il 51,3% di essi non usa alcun filtro per evitare che i bambini finiscano su siti pericolosi. Dati che denotano un limite anche culturale dell’Italia, terreno fertile per una piaga che comporta notevoli costi sociali per uno Stato che dovrebbe rivedere, e non poco, il suo approccio al problema.

LA STORIA DI LUCIO «Ho cominciato a sedici anni. Mia madre mi dava le classiche diecimila lire, così lei poteva occuparsi della sua vita e io non le stavo intorno. A volte capitava che veniva a trovarmi mentre giocavo nella saletta e capitava che vincevo. E allora mi diceva “bravo”. E io mi sentivo importante. Ho sempre cercato di risentire quel “bravo”. Per questo da allora, ogni volta che avevo un vuoto, un problema che non sapevo risolvere, andavo a giocare per dimostrare di essere bravo». Lucio, che preferisce mantenere l’anonimato, ha 35 anni e da cinque mesi ha smesso di giocare. «Quando mi sono accorto che qualcosa non andava, ho cercato su Internet e ho trovato l’Associazione “Giocatori Anonimi”. Funziona come gli “Alcolisti Anonimi”: è formata solo da persone che sono state o sono malate di gioco, che decidono di aprirsi, confrontarsi, confessarsi». Perché i giocatori sono bugiardi. «Inventi di tutto pur di non farti scoprire. Dici che sei in un altro posto e, invece, sei lì che giochi alle macchinette. Lavori per avere i soldi da poter giocare. Sei felice quando vinci, ma solo perché puoi giocare di nuovo. In realtà il giocatore compulsivo vuole perdere». Lucio è uno dei moltissimi che fa parte dell’Associazione che in Italia conta più di 80 gruppi. «La cosa fondamentale è parlare. solo quando cominci

84

a parlare puoi davvero affrontare il problema. E ti rendi conto che il gioco è la punta dell’iceberg di un problema enorme, mai affrontato che affonda le radici nella famiglia. Io, “grazie” al gioco, sono stato costretto a fare un percorso interiore di crescita, ad affrontare le ferite. A perdonare davvero mia madre, delle sue assenze, delle sue dipendenze dall’alcol, della sua vita sentimentale complicata e anche delle azioni delinquenziali che ha compiuto. Non è un caso se il crollo l’ho avuto quando lei è morta. Da quel momento il gioco è diventata una vera e propria patologia». Eppure, nonostante la terapia di gruppo, Lucio è consapevole che da quella malattia non si guarisce. «Impari ad affrontarla, a capire cosa fare quando passi vicino a una macchinetta e senti il bisogno irrefrenabile di andare lì e giocare. Ho letto che nel giocatore compulsivo si scatena come una reazione chimica nei primi minuti. Se riesci a superare quel momento, è fatta!». Ma quanto ha perso nella sua vita Lucio? «Circa 60mila euro. Ma solo negli ultimi sei anni… Non saprei fare un calcolo totale. Tutti i risparmi, senza dubbio, e moltissimi stipendi. E io sono stato “fortunato”, perché ho conosciuto gente che si è indebitato, è finito nel giro dell’usura, qualcuno ha anche tentato il suicidio».


PERSONAGGI L’INCHIESTA

Ogni italiano maggiorenne, in media, spende da 1.703 a 1.890 euro all’anno, con punte a Pavia, la città per eccellenza del gioco d’azzardo, dove si arriva addirittura a 2.960 euro. Un giro d’affari enorme che nelle casse dello Stato porta otto miliardi di euro l’anno.

ADESSO

SOS DIPENDENZA Tutti sognano la vincita, ma quanto è davvero a portata di mano, questo sogno? È davvero piccola la spesa da affrontare? Quanto è equo il prezzo del biglietto? Quali false credenze influiscono sulla propensione al gioco? Quante informazioni sono concesse al giocatore? Da queste domande nel 2009 nasce “Fate il Nostro Gioco” (www.fateilnostrogioco.it). L’idea, partorita da un fisico e un matematico, Diego Rizzuto e Paolo Canova, è quella di usare la matematica per dimostrare che le vittorie non sono... matematiche! Infatti, esplorando le leggi che stanno dietro il caso e le scommesse, dimostrano che sarebbe conveniente investire in altro modo i soldi. I due scienziati torinesi non tengono solo conferenze, ma lavorano soprattutto nelle scuole, per cercare di allontanare i ragazzi dal pericolo dell’azzardo. Sono molte le iniziative come queste tese a disincentivare il gioco d’azzardo o aiutare chi incappa fra le

sue trame. Come “Giocatori Anonimi” (www. giocatorianonimi.org), un’associazione di uomini e donne che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza al fine di risolvere il loro problema comune e aiutare altri a recuperarsi dal gioco compulsivo. L’unico requisito per divenirne membri è il desiderio di smettere di giocare. O, ancora, SenzaSlot.it, lanciato nel febbraio 2013 su iniziativa del Collettivo Senza Slot. Costituito da Paola Alessia Schintu, Ludovica Cassetta, Mauro Vanetti, Pietro Pace che, vivendo nella città con una slot machine ogni 110 abitanti, Pavia, hanno deciso che avrebbero bevuto il caffè solo ed esclusivamente nei bar senza slot. Da qui la nascita del movimento per la liberazione dei bar dalle slot. Sino ad oggi sono indicati sul sito 2.300 bar “liberati” sul territorio nazionale.

85



PUNTI DI VISTA

Ebola, abbiamo un problema. Ed è subito psicosi. Un americano morto, un’infermiera contagiata. Ma non in Africa. Il punto di osservazione del mondo si ingrandisce sempre più e, giorno dopo giorno, non si guarda più soltanto all’Africa, dove il virus si è sviluppato e diffuso senza sosta, ma anche all’America e all’Europa: un morto negli Stati Uniti, un’infermiera contagiata in Spagna. Ad oggi, l’epidemia di ebola rappresenta la sfida più grande dalla comparsa dell’Aids: è l’allarme lanciato dalla massima autorità sanitaria Usa,

ADESSO

Thomas Frieden, direttore dei Centri americani per il Controllo e la Prevenzione della Malattia con sede ad Atlanta. “Direi che, in trent’anni di lavoro nella sanità pubblica, l’unica situazione simile a questa è stata quella con l’Aids”, ha spiegato Frieden, sottolineando che il ritmo di diffusione della malattia è simile a quello della fase iniziale della sindrome da immunodeficienza acquisita. Di epidemia, però, si parla soltanto da quando il virus è sbarcato in Occidente. Perché non lo si è affrontato prima? 87


ADESSO

IL MONDO DI FRANCESCO

UNA BIBBIA

IN OGNI FAMIGLIA

I

l nostro modo di essere cristiani ha bisogno di stimoli. Servono input quotidiani. Per questo Papa Francesco, durante l’Angelus dello scorso 5 ottobre, ha esortato i cristiani a leggere la Bibbia. «Perché la famiglia possa camminare bene, con fiducia e speranza, bisogna che sia nutrita dalla Parola di Dio»: il Pontefice ha poi ringraziato le Edizioni San Paolo che, in occasione del centenario della loro fondazione da parte del beato Giacomo Alberione, ha promosso una nuova edizione della Bibbia dotata di un piano di letture giornaliero. Con la sua consueta schiettezza, Francesco ha poi proseguito citando chi in casa ha due o tre Bibbie: «Ma dove le avete nascoste? La Bibbia non serve per metterla in uno scaffale, ma per tenerla a portata di mano, per leggerla spesso, ogni giorno, sia individualmente che insieme, marito e moglie, genitori e figli, magari la sera, specialmente la domenica. Così la famiglia cresce, cammina, con la luce e la forza della Parola di Dio!». Di fronte

88

di Massimo Lanari

alle Bibbie distribuite dai «fratelli paolini», il Papa ha poi scherzato. «State attenti: non fate i furbi, prenderla con una mano, non con due!».

CHIESA DIFFIDENTE

Parole semplici, ma che in realtà costituiscono l’ultima tappa di una svolta storica. Per i cristiani delle origini, la Bibbia era tutto: da essa, in particolare, i catecumeni traevano la loro formazione. Poi, con il passare dei secoli, si fece avanti un atteggiamento più diffidente. La Chiesa era preoccupata per le traduzioni e le interpretazioni che i laici potevano dare alle Sacre Scritture. La lettura da parte dei non ecclesiastici non venne vietata, ma in genere scoraggiata: ci si doveva attenere alle interpretazioni che la Chiesa dava durante le celebrazioni, punto. Tutto ciò, però, non impedì che dopo l’invenzione della stampa (XV secolo) fossero disponibili sul mercato migliaia di Bibbie, scritte non solo nelle lingue originali (ebraico, greco, latino), ma anche in “volgare”. La prima copia della Bibbia in italia-

no, ad esempio, risale al 1471 e venne stampata a Venezia.

LA SVOLTA POST LUTERANA

L’atteggiamento prudente della Chiesa entrò ben presto nel mirino di Lutero: fu uno dei motivi all’origine della fuoriuscita dalla Chiesa di Roma da parte dei protestanti, che basano tutta la propria religiosità sul rapporto individuale tra Dio e l’uomo, di cui la lettura della Bibbia costituisce un aspetto fondamentale. Con il Concilio di Trento le traduzioni della Bibbia dal latino vennero vietate, e il libro sacro venne sostituito da catechismi e riassunti. Dalla metà del Settecento, su impulso di Papa Benedetto XIV, il vento cominciò a cambiare. Tuttavia fu solo negli anni ‘60, con il Concilio Vaticano II, che la Chiesa iniziò a considerare la lettura personale della Bibbia come uno dei baluardi della fede, quasi quanto i protestanti. E l’appello di Francesco può essere letto anche in questo modo: un nuovo passo per la riconciliazione all’interno della cristianità.


IL MONDO DI FRANCESCO

ADESSO

NON È FRANCESCO

Secondo il libro del giornalista Antonio Socci, l’elezione di Bergoglio durante il conclave del 2013 sarebbe nulla. Le tensioni nel mondo cattolico si riacutizzano

UNA VOTAZIONE CONTESTATA

«Infatti l’articolo 69 della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis che regola il Conclave recita testualmente: “Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia, in nessuno dei due casi viene annullata la votazione”». Dunque, l’elezione di Papa Francesco sarebbe nulla. Socci, inoltre, si scaglia contro alcuni «silenzi» e prese di posizione di Francesco. E dedica il libro a Benedetto XVI, a suo avviso vero “anti-Bergoglio”. Insomma, anche con Francesco la Chiesa naviga sempre e comunque nella tempesta.

I

tempi del plauso unanime di fronte all’opera di Papa Francesco sembrano lontani, ogni giorno di più. Dopo la presa di posizione dei cinque cardinali contro la comunione ai divorziati, ora infatti c’è un nuovo libro che agita il mondo cattolico: Non è Francesco. La Chiesa nella grande tempesta, di Antonio Socci, ex conduttore televisivo da sempre vicino a Comunione e Liberazione. Secondo Socci, l’elezione di Papa Francesco sarebbe addirittura nulla..

SCHEDE BRUCIATE

Socci riporta un episodio – finora non smentito dal Vaticano - raccontato dalla biografa del Papa, la giornalista argentina Elisabetta Piqué. Durante il conclave,

dopo la quinta votazione, «il cardinale scrutatore, che per prima cosa mescola i foglietti deposti nell’urna, si accorge che ce n’è uno in più: sono 116 e non 115 come dovrebbero essere. Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell’urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, che era rimasto attaccato al primo. Cose che succedono. Niente da fare, questa votazione viene subito annullata, i foglietti verranno bruciati più tardi senza essere stati visti, e si procede a una sesta votazione». Da quella votazione ripetuta uscirà il nome di Bergoglio, che diventerà Papa Francesco. Secondo Socci, però, quelle schede non dovevano essere bruciate.

IL PAPA SILURA IL VESCOCO PLAYBOY Monignor Kieran Conry, vescovo di Brighton (Regno Unito), si è dimesso. Dopo le pressioni di Papa Francesco, il prelato ha rinunciato all’incarico. «Sono stato infedele. Vorrei rassicurarvi che le mie azioni non erano illegali e non hanno mai coinvolto minori», ha dichiarato. «Mi dispiace per la vergogna che ho arrecato alla diocesi e alla Chiesa; chiedo le vostre preghiere e il perdono». Conry ha però chiarito subito di avere avuto una sola relazione e non due, come affermato dall’infuriato ex marito di una parrocchiana a cui il vescovo scriveva lettere ritenute un po’ troppo appassionate.


ADESSO

I PARADOSSI DELLA FEDE

SIAMO IL

SOGNO DI DIO IL COMMENTO DI MONSIGNOR GUIDO GALLESE VESCOVO DI ALESSANDRIA a vigna del Signore è il progetto che Egli ha per noi: per questo non dobbiamo perdere la fiducia in noi stessi. Né come uomini, né come pastori della sua Chiesa. Nonostante tutte le difficoltà.

L

Durante la messa inaugurale del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, nella sua omelia Papa Francesco ha sottolineato a mio avviso due cose, una bella e l’altra un po’ più pungente. Cominciamo dalla bellezza evocata dall’immagine del Vangelo e del profeta Isaia, quella della vigna del Signore. La vigna è il “sogno” di Dio, il progetto che Egli ha per noi, per il suo popolo. Un progetto complicato, che richiede tante attenzioni, un amore paziente e fedele. Noi siamo il “sogno” di Dio. «Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio» (Sal-

90

mi, 139, 14). «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Isaia, 43,4). Quante volte, presi dallo sconforto, abbiamo pensato a un Dio lontano, che quasi non ha tempo per noi? Ma questa prospettiva ribalta tutto. Dio ci sogna. Egli è fuori dal tempo. Questo messaggio ci proietta in una dimensione diversa da quella umana. È la dimensione della Fede: essa è capace di cambiare la nostra vita quotidiana, dandoci anche una maggiore fiducia in noi stessi. Se Lui ha fiducia in noi, perché non dovremmo avere fiducia in noi stessi? «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, 8, 31). Pensiamoci, prima di farci prendere dallo sconforto e magari ragionare in termini troppo umani. Prima di pensare che la vigna sia esclusivamente nostra, facendoci prendere dalla cupidigia e dalla superbia. La seconda considerazione è, ancora una volta, una giusta stilettata verso la Chiesa, verso noi pastori,

riuniti per il Sinodo sulla famiglia. Anche noi pastori siamo chiamati a lavorare nella vigna del Signore per cooperare col suo sogno. E anche in noi è sempre presente la tentazione di impadronirci della vigna, di precipitare nella cupidigia. Ecco, io credo che noi dobbiamo recuperare il senso di gratuità insito nella nostra missione, e dobbiamo farlo anche facendo i conti con le delusioni che il nostro ministero ci ha riservato. Un ministero che, inutile nasconderlo, negli ultimi 50 anni è in passivo. Il numero dei fedeli decresce sempre di più, e anche noi a volte ci chiediamo: «Dove ho sbagliato?». Sono anni di sofferenze che pian piano si sedimentano, lasciano cicatrici. Ecco, anche noi pastori dobbiamo ritrovare la fiducia di Dio. E, per farlo, cominciamo col ripartire dalla comunità. Sia tra noi pastori, sia confrontandoci con la comunità dei fedeli: è in questo modo che possiamo ripartire. In fondo, siamo tutti nella stessa vigna.


studiolattepiu.com

MADE IN ITALY

L’INNOVATIVO BREVETTO INTERNAZIONALE CHE GARANTISCE IN MODO NATURALE UN PERMANENTE CONTRASTO DELLA CELLULITE DRENAGGIO DEI LIQUIDI IN ECCESSO RINNOVAMENTO DEL COLLAGENE PELLE PIU’ TONICA E LUCIDA BENESSERE E LEGGEREZZA PER LE TUE GAMBE In vendita presso i Centri Autorizzati FOLLOW US

www.myshapes.it EMILIO & ROSANNA - Via Veneto 21/a Campora San Giovanni Amantea (CS) - NOUVELLE ESTETIQUE - Via della Libertà 13 Amantea (CS) - CENTRO LORENZ - C.da San Lorenzo Lago (CS) - ESTETICA-MENTE - Via Nazionale, 9 Paola (CS) - DR PARRUCCHIERI - Via Kennedy, 33E Rende (CS) - ESTETICA IMMAGINE - Via Stazzone, 16 Aci Castello (CT) PANEFORTE MONIA - Via Madonna della Via , 172 Caltagirone (CT) - SOLARIO - Via Passo Gravina, 86 Catania (CT) - SUNRISE - VIA M.R IMBRIANI, 27/A Catania (CT) ESTETICA VENUSIA - Via S.Quasimodo, 7 Fiumefreddo di Sicilia (CT) - CENTRO ESTETICO EGIZIA - Via Palermo, 287 Grammichele (CT) - DIMENSIONE BENESSERE - Via dell’Autonomia, 31 Gravina di Catania (CT) - FITNESS WORLD - Via George Marshall, Misterbianco (CT) - BEAUTY FLOOR STILE GRAFFIANTE - Via Vittorio Emanuele, 186 Palagonia (CT) - ESTETICA GLOBALE - Via San Filippo, 140 Paternò (CT) - IL LOOK TRA I CAPELLI - Via F.Petrarca, 28 Paternò (CT) - ESTETICA FRANCESCA - Via Gaetano Basile, 31/G Randazzo (CT) - KARISMA - Via Carnazza, 87 Tremestieri Etneo (CT) - BENESSERE E BELLEZZA - Via Lungomare, 171 Catanzaro Lido (CZ) - OLTRE L’ESTETICA - Via Gregorio Staglianò, 205 Chiaravalle Centrale (CZ) - PINK BEAUTY - Via Paolo Borsellino, 6 Davoli (CZ) - EWA BEAUTY SPACE - Via S.Boezio, 24 Lamezia Terme (CZ) - CRIALESI ESPOSITO MARINELLA - Via Beato Angelico sn Lamezia Terme (CZ) - CENTRO NAILS BEAUTY FASHION Via Miceli, 10 Soverato superiore (CZ) - CENTRO ESTETICO “THE LOOK” - Via San Giovanni, 101 Barcellona Pozzo di Gotto (ME) - VENUS DAY SPA - Via Operai, 11 Barcellona Pozzo di Gotto (ME) - CENTRO ESTETICO BELLEZZA E BENESSERE - Via Gabriele D’Annunzio Brolo (ME) - ESTETICA IRENE MIRAUDO - Via Nazionale, 128 Capri Leone (ME) - ESTE’ - Via Fata Morgana 375, 15 Messina (ME) - ESTETICAMENTE - Viale dei Tigli, 3 Messina (ME) - PIANETA DONNA - Via Sicilia, 14 Messina (ME) - RAGGIO DI SOLE - Via C.Pompea, 1459 Messina (ME) - RINCI PAOLA - Viale San Martino, 323 MESSINA (ME) - EGO CENTER - Via Comunale, 46 Messina Tremestieri (ME) - BERTINO GIUSEPPA - Via Garibaldi, 9 Oliveri (ME) - MUNAFO’ MARIA - Via Orlando, 80 Rodì Milici (ME) - CENTRO ESTETICO GABRIELLA - Via Margi, 60 San Piero Patti (ME) - A & M sas - Via San Pancrazio, 56 Taormina (ME) - ESTETICA ANTONELLA - Via Gioventu’ Italiana, 25 Villafranca Tirrena (ME) - SATTA MILENA - C.so IV Novembre, 54 Sorgono (NU) - CENTRO ESTETICO BEAUTY PARADISE - Via Santa Chiara, c/o Centro Commerciale Le Botti Arborea (OR) - URSO MARIA - Via Cesare Battisti, 12/A Altavilla Milicia (PA) - CENTRO IMMAGINE - Via Guglielmo Marconi, 5 Partinico (PA9 - IL BENESSERE DELLA BELLEZZA - Contrada Vigne Grandi Feroleto della Chiesa (RC) - PARAFARMACIA FK PHARMA - Via Quarnaro, 17/3 Gallico Reggio Calabria (RC) - UN SOFFIO DI BELLEZZA - Via Canonico Margottà-Prunella Melito di Porto Salvo (RC) - FRANCO ANGELA - Via Giovanni XXIII,15 Motta San Giovanni (RC) - METAMORFOSI - Via F.Cilea, 58 Palmi (RC) - ZONA IN - Via Italia, 77 Polistena (RC) - DISTINGUO - Via Mattia Preti, 5/a Reggio di Calabria (RC) - ESTETICA VENERE - C.so Umberto, 55 (tel. 393 6207489) Chiaramonte Gulfi (RG) - DI MARTINO GIUSEPPINA - Via Risorgimento, 114/E Modica (RG) - ESCENT srl - Zona Industriale Modica Pozzalo Modica (RG) - ESTETICA ARMONIA - Via Calasanzio, 2 Ragusa (RG) - ESTETICA COMPLETA PRIMA DONNA - Viale Primo Maggio, 157 Scicli (RG) - K2 CHOCOLATE - C.so Sicilia, 220 Augusta (SR) - LATINA SILVIA - Viale Pietro Nenni, 24 Floridia (SR) - PIEDIGACI SEBASTIANA - Via Regina Margherita,111 Francofonte (SR) - IO NARCISO - Via Mosco, 7 Siracusa (SR) ESTETICA CHARME - V.le Berlinguer, 21 Benetutti (SS) - CENTRO ESTETICO “BECOS CLUB” - Viale Europa, 21 Filadelfia (VV)

GEA s.r.l. - Via Giardini 645/1 - MODENA - tel. +39 059 7880074 - info@myshapes.it


i r o Am

i l i b a c i t n e im

Ind

FEDERICO &

Giulietta,

un amore eterno

E

di Serena Fogli

rano diversi in tutto e per tutto. Lei amava la prosa, lui il varietà. Lei fumava una sigaretta dietro l’altra da quando aveva sedici anni e lui viveva con le finestre sempre aperte. Lei amava viaggiare e bramava la scoperta dell’altrove, lui era metodico, odiava i viaggi e gli unici spostamenti che si concedeva erano tra la loro casa in via Margutta, Cinecittà e Fregene. Eppure, insieme, Federico Fellini e Giulietta Masina hanno rappresentato la storia d’amore più bella del cinema italiano. Cinquant’anni d’amore puro, seppur accompagnati da ombre e tradimenti, cinquant’anni di simbiosi nella vita e sul lavoro, in un rapporto di complicità assoluta. L’INIZIO DI UN GRANDE AMORE Siamo nel 1942 e Giulietta Masina ha 21 anni, studia lettere all’università La Sapienza e sogna di diventare un’attrice drammatica. Lavora all’EIAR (questo il nome della RAI di un tempo) per il programma radiofonico Terziglio, all’interno del quale recita per la rubrica Cico e Pallina, uno sceneggiato di cui è autore proprio Federico Fellini, a quei tempi già sceneggiatore di successo. Il loro primo incontro, tra i corridori dell’EIAR, è casuale, eppure per lui incrociare lo sguardo di lei è come essere colpito da un fulmine in una giornata di sole. Lei, tuttavia, non rimane troppo colpita dalla figura del futuro grande regista. Anzi, descrivendo proprio quel primo incontro, dichiara che Fellini «sembra un fachiro, somiglia a Gandhi. È tutt’occhi, occhi profondi, inquieti, indagatori». E invece per il grande regista è amore a prima vista tanto che, raccontando del momento in cui i suoi occhi si posano su di lei per la prima volta dirà: «Il nostro primo incontro io non me lo ricordo, perché in realtà io sono nato il giorno in cui

92


ho visto Giulietta per la prima volta». Ma come avvicinare quel «peperoncino piccolo piccolo» che lo faceva tanto ridere? Fellini lascia passare qualche settimana e le telefona, parlandole di un probabile film tratto da Cico e Pallina e di una fantomatica produzione da sottoporre a Vittorio Mussolini: la invita a pranzo in un lussuoso ristorante in una traversa di Via del Tritone a Roma e qui, probabilmente, viene suggellato il loro amore. Il film ovviamente non si farà mai, ma i due diventano una coppia. Eppure le compagne di università di lei la prendono in giro, perché era nota la predilezione che l’attrice aveva per i biondi. Lei, molto candidamente, ribatte «ma io Federico lo vedo biondo». L’amore a prima vista è celebrato con un matrimonio fulmineo, perché solo nove mesi più tardi i due convolano a nozze e la dolce ragazza diventerà, per il suo Federico e per il mondo intero, Giulietta. Comincia un rapporto simbiotico, quasi spirituale, in cui l’una completa l’altro, in cui lui è la testa e lei il cuore, lui il regista e lei l’attrice, una coppia che renderà immortali pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Come possiamo dimenticare, per esempio, Le notti di Cabiria? Un film che, nel 1957, varrà a Giulietta Masina il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes. Una coppia d’oro in cui, però, la luce di un amore destinato all’immortalità viene spesso oscurata dalle frequenti scappatelle del marito.

LUI, LEI, L’ALTRA: GIULIETTA SAPEVA? Lui non poteva fare a meno della sua Giulietta, eppure la tradì con donne che erano l’esatto opposto di lei. Lei, piccola, esile, minuta. Le altre, procaci e giunoniche, come le donne che Fellini amava riprendere nelle sue pellicole. Come la formosa farmacista Anna Giovannini, che lo stesso Fellini soprannominò “La Paciocca”, una donna con la quale, pare, la relazione andò avanti 36 anni. E poi fu la volta del chiacchieratissimo rapporto con Sandra Milo: sul set di 8 e mezzo lui perde la testa per lei e lei per lui, lui le ruba un bacio sul set, nel camerino di lei e così ha inizio una storia fatta di attese, bugie, telefonate e fughe che durerà per 17 anni. «Mi sono innamorata subito di lui. Ma pensavo che la relazione sarebbe finita presto, una volta soddisfatta la reciproca curiosità e invece...» si confida Sandra Milo nel libro Caro Federico. Ma qual era il ruolo di Giulietta, musa e moglie di Fellini, in tutto questo? Giulietta sapeva? È la stessa Sandra Milo a rispondere alla domanda. «Siamo state molto amiche, non abbiamo mai parlato del legame che mi univa al marito. Forse lei sapeva, ma diplomaticamente taceva e poi sono certa che mi volesse bene e che mi stimasse come collega. Giulietta era troppo intelligente per fare la moglie gelosa. Sapeva di aver sposato un uomo particolare». Giulietta sapeva e taceva, perché tanto sapeva che Federico sarebbe sempre tornato da lei. In quegli anni si mormora molto delle scappatelle di Fellini: tanti chiacchierano, alcuni restano in silenzio, in molti giudicano. Una voce fuori dal coro è quella di Angelo

Arpa, sacerdote gesuita amico del regista che, interrogato sull’argomento, ridimensiona gli innamoramenti di Fellini «che spesso nascevano dall’impossibilità per lui di tracciare un confine netto fa la realtà e la finzione scenica». Eppure, probabilmente, quale che sia la verità, o la motivazione alla base dei ripetuti tradimenti, Fellini, con il cuore, fu sempre fedele alla sua Giulietta. UN AMORE IMMORTALE Lei era la musa e lui il genio, lei era l’altra metà del suo io, lei era tutto il suo mondo. E forse fu proprio quando ricevette il suo riconoscimento più importante che Fellini fece la sua più grande dichiarazione d’amore alla donna che, nel bene e nel male, gli era sempre rimasta accanto. È il 1993 e sul palco degli Academy Awards, Fellini riceve l’Oscar alla carriera dalle mani di un’ancora splendida Sophia Loren. Visibilmente commosso, dice: «Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno lavorato con me, ma non posso farlo. Fatemi fare un solo nome, di un’attrice che è anche mia moglie. Grazie cara Giulietta e per favore… non piangere!». Federico Fellini morirà solo sei mesi dopo aver ricevuto l’Oscar e sarà Giulietta, già molto malata, a occuparsi di tutto, dando così l’estremo saluto all’uomo con il quale ha condiviso mezzo secolo di vita. Dopo la morte del marito, Giulietta si spegnerà velocemente e, passati cinque mesi, raggiungerà il suo amato Federico. Sepolta con l’abito di paiettes che indossava la notte degli Oscar, tra le mani una foto di Federico, è così che finisce la più bella storia d’amore del cinema italiano.

93


ADESSO

PERSONAGGI NARRATIVA

I colori di DORA di Iris Blu

CAPITOLO XII

E

ra una mattinata calda e ventilata, ottima per una bella tintarella. Emilia era sdraiata mollemente sulla sdraio, mentre Carlo leggeva un giallo di Agatha Christie. Sfogliava le pagine lentamente, adorava leggere e assaporare le parole. Mentre Hercule Poirot si trovava sull’Orient Express, alla prese con un mistero da risolvere, Carlo pensava a un altro giallo: perché Emilia, solare ed estroversa, si era confidata solo con lui? Perché le sue amiche non sapevano nulla di Beniamino? Tra tutti e tutte, Emilia aveva scelto lui, si era aperta completamente solo con il suo compagno. Pensava spesso a quanto fosse solare, energica, estroversa... l’unica ombra sul viso della sua ragazza, come amava chiamarla, era quella vecchia storia familiare, irrisolta. “Che fai, leggi ancora? Hai divorato due libri in pochi giorni. Il mio uomo,

lineamenti leggermente marcati, quelle labbra lunghe e carnose, quello sguardo grigio... la guardava sempre allo stesso modo. Con desiderio, con la voglia di averla come compagna... e come moglie. Un giorno. Lui aveva quarant’anni, voleva sistemarsi. Mettere su famiglia e magari avere dei figli. Lei invece rimandava la convivenza. Sapeva bene che il motivo non era la mancanza d’amore o di stima. Anzi, lui era sicuro dell’amore di Emilia. “Pensavo, al rientro in città, di tagliarmi i capelli molto corti e tingerli di nero. Sono stanca del mio castano... e ho anche qualche capello grigio!” “Sei bellissima così, sei bella e sexy.” Lei lo guardò strizzando gli occhi, come per dire: sì, come no! “Sì, bellissima... devo smetterla di bere più cappuccini di quelli che preparo. E magari passare da tre a due brioche al giorno.” “Sono buonissime le brioche del tuo

QUANTI INTERROGATIVI! DALLE POSSIBILI RISPOSTE...

SI SENTÌ PERSEGUITATA DALLE DOMANDE MA ANCHE

bello e colto... mi metterò anch’io a leggere. Prima però sposto la sdraio, ho preso il sole per quasi due ore... non sono più abituata.” “L’anno scorso non hai voluto accettare la mia proposta... avrei pagato le ferie, tutto. Ma sei cocciuta e testarda.” Lo disse sorridendo. Emilia non era affatto permalosa. “Sai come la penso! Forse adesso potrei anche accettare. Beh, per l’anno prossimo, intendo. Oramai siamo una coppia consolidata... anche se non viviamo ancora assieme. “È una proposta?” Carlo allungò la mano. Con l’indice, sporco di sabbia, le sfiorò il naso leggermente aquilino. Lei era una donna niente male. Forse non bellissima. Ma l’insieme di quei

94

bar! Mi ingozzerei anch’io se lavorassi lì con te. E comunque sei magra e tonica.” “Ah! Magra! Ho preso tre chili negli ultimi due mesi... Non mi compri con i complimenti, al rientro andrò dal parrucchiere e poi mi iscriverò in piscina. Voglio andare a nuotare almeno due o tre volte a settimana. Vedrai! Diventerò uno schianto.” “Io ti dico quello che penso, castana stai benissimo e i capelli sono già corti... no? Va beh, è solo la mia opinione. Io vado a fare un bagno. Vuoi venire?” “Ti raggiungo, se non mi addormento... sono talmente rilassata che potrei addormentarmi in acqua.” Carlo piegò l’angolo di una delle ul-

time pagine del libro e lo mise in uno zaino. Uno dei ragazzi del bar si avvicinò per chiedere qualcosa... avevano fame o sete? Snocciolò un sorriso e poche parole in inglese. Emilia ordinò un tè freddo alla pesca e un panino con del formaggio. Carlo non prese niente, avrebbe mangiato dopo. Aveva voglia di nuotare e basta. Si diresse verso la riva del mare, l’acqua era fredda e trasparente. Era settembre inoltrato, eppure su quell’isoletta il clima era meraviglioso e in più non c’era molta gente. Lui in città stava bene, era abituato al caos, al correre frenetico della sua vita lavorativa... guadagnava molto bene, anzi, i suoi affari andavano a gonfie vele. Aveva ereditato dai genitori la passione per la l’arte e aveva studiato lettere... Cosa fare della sua passione per la scrittura e la letteratura? Era diventato, nel corso degli anni, un giornalista molto richiesto. Scriveva per parecchie testate e da poco aveva iniziato la carriera di conduttore televisivo per una piccola emittente. Era felice, realizzato, non aveva mai avuto problemi economici e aveva al suo fianco una donna meravigliosa. Si erano conosciuti per caso, in una libreria. Emilia cercava un libro giallo, un regalo. Lui le stava accanto, cercava un libro dello stesso autore del romanzo che Emilia teneva tra le mani. Era un po’ timido ma decise di farsi avanti... le parlò, le consigliò un altro titolo di quello scrittore che lui tanto amava. Un invito per un caffè nel bar accanto alla libreria... ed erano già passati un po’ di anni. Quel primo caffè, lungo e amaro, Emilia volle offrirglielo per forza. “Mi hai consigliato un buon libro! Io leggo,


ma non s o n o una grande appassionata di gialli. La mia amica Sabrina invece non fa altro che leggere libri del genere.” Lei era molto esuberante, sorridente, con una voce bassa e molto sexy. Eppure non stava giocando a fare la seduttrice, era il suo modo di essere, era naturale, spigliata e con la risata facile. Carina e piena di cose da dire. Si era innamorato subito... delle sue idee chiare, del suo temperamento deciso. Lui spesso era introverso, bisognoso di un po’ di solitudine. Con Emilia aveva trovato un nuovo equilibrio: aveva tirato fuori nuove parti di sé, rimanendo se stesso. Grazie a lei aveva tirato fuori il suo lato solare ed estroverso... e quando si presentò l’occasione di andare in televisione, per il programma culturale, si era trovato pronto. Quante volte l’aveva ringraziata? Tante, tante volte... e lei aveva sempre risposto “non ho fatto nulla, ti ho solo voluto bene e te ne vorrò sempre, amore mio.” Lui voleva contraccambiare... donarle il sorriso perfetto, aiutarla a superare quel ricordo doloroso di cui parlava poco. Di cui

non parlava apertamente da molto. Conosceva la storia dell’eredità, i dettagli sul caratteraccio di Beniamino... eppure gli sfuggiva qualcosa. Possibile che due fratelli, per giunta gemelli, potessero troncare il loro legame per un po’ di soldi? Evidentemente sì... Carlo fece ancora qualche bracciata e poi corse dalla sua bella. “Eccoti, non tornavi più. Stavo per darti per disperso... hai trovato qualche sirena canterina?” “No, no... la mia sirena è sotto l’ombrellone. Hai mangiato, tutto bene?” Lei lo guardò sbadigliando. “Oh, scusami. Sono talmente stanca... quasi quasi vendo il bar e apro un chiosco su quest’isola. Tu potresti scrivere ugualmente e io potrei godermi il mare...” “Magari tra qualche anno... non si può mai sapere.” Lui si chinò, sgocciolante, sul viso unto di crema della sua ragazza. Le diede un bacio lieve sulle labbra. “Mi asciugo per bene e vado a prendermi un panino... vuoi altro? Un gelato?” “No, ti ringrazio. Proverò a leggere un po’, o forse mi farò una dormitina. Abbiamo ancora un bel po’ di giorni per ammirare questo panorama meraviglioso. Che bello! Non mi sembra vero. Dopo chiamerò Sara, ci stiamo sentendo solo via messaggio...” “La senti tutti i giorni, immagino che non ci saranno grandi novità. Non pensare al lavoro... vado e torno.” Carlo aveva ragione, l’avrebbe chiamata il giorno dopo. Chiuse gli occhi e si mise ad ascoltare il vento e le onde. Si addormentò nel giro di pochi minuti. Quanto stress accumulato! Era energica, determinata e tante altre cose. Ma non era di ferro, come tutti. Finalmente, dopo qualche giorno di vacanza, era entrata nell’ottica giusta: doveva riposarsi e basta. In fondo era sdraiata, in

riva al mare, proprio per quel motivo. Si addormentò nel giro di pochi istanti... Al risveglio, dopo un paio d’ore, avrebbe ricordato una sola singola immagine di un lungo sogno: il volto di Beniamino. Carlo, all’ultimo boccone del suo secondo panino, la osservò intenerito. Al rientro le avrebbe fatto una grande sorpresa, le avrebbe regalato una copia del suo primo libro. Aveva scritto, in gran segreto, un giallo pieno di colpi di scena e dalla trama molto fitta. Il libro era piaciuto a una grande casa editrice. Lo attendeva un periodo pieno di novità lavorative... le avrebbe proposto di dormire da lui più spesso, tra un viaggio e l’altro. La casa editrice gli aveva pianificato un tour promozionale abbastanza impegnativo. Forse sarebbe riuscito a portarla con sé in almeno un paio di città. “Difficile! Conoscendola, al ritorno, vorrà riprendere in mano le redini della sua attività. In ogni caso proverò a convincerla. Potremmo passare un bel weekend in una città romantica, approfittando di una delle mie presentazioni.” Doveva rilassarsi anche lui, e così fece. Lesse qualche minuto e poi si addormentò, con il libro sul viso. Emilia aprì gli occhi. “Cosa ho sognato? Non ricordo... però ricordo lui, il suo viso. Non avrei dovuto chiedere al tizio del negozio di leggermi le carte. Avrei dovuto rispondere: no, grazie! Mi sto facendo influenzare, tutto qui. Non ci vediamo da un decennio, dal mio trasferimento... chissà se ha terminato gli studi, se è diventato medico, chissà se lavora o se è disoccupato. Era una ragazzo determinato e pieno di grinta. Di sicuro starà benissimo... probabilmente avrà scelto di vivere in una grande città.” Quanti interrogativi! Si sentì perseguitata dalle domande ma anche dalle possibili risposte. Guardò nuovamente il mare e poi richiuse gli occhi. Aveva voglia di non pensare a nulla, di lasciarsi andare, mise da parte domande e risposte e si addormentò. Nuovamente. Presto, però, avrebbe dovuto fare i conti con quelle risposte tanto agognate. Continua nel prossimo numero...


ADESSO

PERSONAGGI LUOGHI

NORVEGIA

tutto un altro mondo

SPETTACOLARE CON LA SUA NATURA INCONTAMINATA E MAESTOSA, OFFRE, ANCHE FRA L’AUTUNNO E L’INVERNO, PAESAGGI MOZZAFIATO DI CUI SI PUÒ ANDARE ALLA SCOPERTA ANCHE VIA MARE A BORDO DEI CELEBRI POSTALI NORVEGESI TRA FIORDI DI STRAORDINARIA BELLEZZA, ISOLE E ARCIPELAGHI INCANTATI E CIELI CHE REGALANO LE EMOZIONI UNICHE DELL’AURORA BOREALE

96

F

are un viaggio in Norvegia equivale ad effettuare un tuffo nella natura alla stato puro, una natura maestosa, che risponde a proporzioni e distanze cui non siamo troppo abituati in Italia. Percorrendo questo incredibile, oltre che enorme Paese, ci si trova di fronte a una natura senza fronzoli, per certi versi dura e in molti casi selvaggia, capace di entrarti dentro e di lasciare il segno. Comunque la si percorra, in auto, treno o bus, questa parte di Scandinavia è sempre capace di sbalordire con i paesaggi mozzafiato che la caratterizzano. Foreste sconfinate, migliaia di laghi dai colori più diversi, cascate e fiumi impetuosi, possenti montagne e ghiacciai perenni. Anche se forse uno dei più sugge-

di Vincenzo Petraglia

stivi modi per scoprirla rimane il mare. Perché solcare la miriade di insenature della frastagliatissima costa, inoltrarsi via mare tra i fiordi, le tortuose lingue d’azzurro che si insinuano talvolta anche per decine e decine di chilometri fra profonde falesie rocciose, è un’esperienza davvero unica. E lo si può fare in ogni stagione, anche in autunno ed inverno, periodi che consentono di ammirare nei limpidi cieli nordici lo spettacolo di disarmante bellezza dell’aurora boreale. Per gli amanti della natura, un’esperienza da fare insomma almeno una volta nella vita!

A BORDO DEI POSTALI INSEGUENDO L’AURORA BOREALE

Uno dei modi più entusiasmanti per sco-


sistervi, lascia davvero a bocca aperta e riempie il cuore di gioia, quella che deriva dal sentirsi parte integrate di quel respiro del cosmo, della natura, a cui ci siamo un po’ tutti disabituati nel nostro tran tran cittadino. Nei nove giorni di navigazione (ma si può optare anche per tratte più brevi) a bordo dell’Hurtigruten, si naviga facendo tappa in alcune delle più caratteristiche cittadine costiere e, via via, che si procede verso Nord, si passa tra gigantesche fenditure lungo una costa selvaggia e poco abitata, canali, vette dalle fantasiose forme modellate dal vento e dagli agenti atmosferici, piccoli villaggi di pescatori e mitici fari, isole e suggestivi arcipelaghi, talvolta pervasi da atmosfere anche un po’ sinistre, a seconda del meteo, a queste

© Kel 12 / Hurtigruten

prire la Norvegia è a bordo delle navi della flotta Hurtigruten, la compagnia postale dei fiordi di Norvegia,, che da oltre cent’anni attraversa paesaggi di grande suggestione e unicità. In assoluto una delle crociere più belle al mondo. Si naviga lungo i 2400 chilometri che separano Bergen da Kirkenes, nell’estremo nord del Paese, al confine con la Russia e la Finlandia, che in questo periodo e per tutto l’inverno consente di godere, quando cala l’oscurità, degli straordinari giochi cromatici disegnati nel cielo dalla danza ipnotica delle aurore boreali. Le spettacolari tempeste magnetiche solari che impattando con l’atmosfera creano fasci di luce, spirali che vanno dal viola al verde, dall’azzurro al bianco. Uno spettacolo che, se si ha la fortuna di as-

Le navi dell’Hurtigruten (la compagnia postale dei fiordi di Norvegia), partono ogni giorno da Bergen alla volta di Kirkeness coprendo una distanza di ben 4mila chilometri.

97


ADESSO

LUOGHI

© Kel 12 / Hurtigruten Bergen ha mantenuto in buona parte il suo aspetto medievale e non a caso è dal 1979 Patrimonio dell’Unesco. Passeggiare fra le case con i tetti a spiovente dalle facciate multicolori del Bryggen oppure tra i banchi del mercato del pesce è un’esperienza assolutamente da fare.

latitudini sempre molto irrequieto e variabile. Dove, anche d’inverno, si riesce comunque a navigare grazie alla Corrente del Golfo proveniente dai Tropici che riesce a spingersi fin qui rendendo il clima meno proibitivo e mitigando la temperatura dell’acqua, che qui non ghiaccia mai. I vecchi postali offrono in più la comodità di poter scendere dove si vuole, fermarsi il tempo che si desidera, eventualmente anche più giorni, e poi ripartire quando si vuole, prendendo il postale successivo, per continuare il proprio viaggio verso Nord. Tanto di postali da Bergen, andata e ritorno, ne partono tutti i giorni.

BERGEN, LA BELLA DI NORVEGIA

Colorata e vivace, incastonata in un magnifico scenario naturalistico, Bergen rappresenta la porta d’accesso al meraviglioso mondo dei fiordi. È da qui, che ci si imbarca, infatti, per risalire la costa e scoprire le meraviglie che il mare e la terra norvegese offrono. La città ha

98

© ViPe


mantenuto in buona parte il suo aspetto medievale e non a caso è dal 1979 Patrimonio dell’Unesco. Passeggiare fra le sue viuzze, aggirarsi tra i banchi del vivacissimo mercato del pesce sul Torget, i negozietti e i caffè è un vero piacere. Sin dai tempi della Lega Anseatica, che coinvolgeva gran parte dell’Europa settentrionale e del Mar Baltico, Bergen ha svolto un ruolo di primo piano nei commerci e principale testimone di quell’epoca è il Tyske Bryggen (pontile tedesco) sul porto di Vågen, dove le antiche case dai tetti a spiovente ospitano oggi graziose botteghe e caffè. Poco lontana la possente sagoma della torre della vecchia fortezza Bergenshus e il Palazzo reale. Assolutamente da non perdere, sempre nella parte vecchia della città, anche il dedalo di stradine che si attorcigliano attorno alla Cattedrale. Bergen, nota come “la città dei rododendri”, in quanto ne fioriscono moltissimi a ridosso dell’abitato, ha da sempre avuto una vita culturale piuttosto vivace e non è un caso che vanti una delle prime orchestre sinfoniche al mondo e il primo teatro nazionale. Svariati sono anche i musei che si possono visitare. Fra questi, molto particolare, il Museo della lebbra, in quanto fu proprio un medico di Bergen, Gerhard Hanse, a isolare il bacillo di questa malattia. Il Bergen Art Museum è, invece, uno dei più grandi

del Grande Nord. Le opere spaziano dal Rinascimento all’arte contemporanea, esposta nelle case Rasmus Meyer Collection, dove spicca la seconda più ampia collezione al mondo di tele di Edvard Munch, dopo Oslo. Al compositore Edvard Grieg, lo Chopin del Nord, è dedicato un museo a Villa Troldhaugen, nella quale visse fino al 1907. L’edificio in stile vittoriano si trova poco fuori il centro, immerso fra i boschi e con una pacificante vista sul laghetto in riva al quale il musicista era solito ritirarsi e trarre ispirazione per le sue composizioni. Prima di lasciare Bergen e tuffarsi nel mondo incantato dei meravigliosi fiordi che la circondano, fra cui il Sognefjord, culla della cultura vichinga, con i suoi 200 chilometri il fiordo più lungo al mondo, vale la pena salire ai belvedere di Fløyen (319 metri), raggiungibile in funicolare, e di Ulriken (607 metri), al quale sale una funivia: la vista sulla città e sui meravigliosi scenari naturalistici che fanno da sfondo alla città è davvero incantevole.

ÅLESUND, LA CITTÀ LIBERTY

A circa 400 chilometri da Bergen, si raggiunge Ålesund, unica nel suo genere in Norvegia, in quanto possiede un notevole numero di edifici Liberty, costruiti dopo l’incendio del 1904 che distrusse quasi completamente l’abitato, ricostru-

ito nel giro di tre anni in stile art nouveau con influenze del Jugenstil tedesco. Il centro storico è un’esplosione di edifici color pastello decorati da guglie e torrette, creature metaforiche, draghi, volti umani, motivi floreali. I più interessanti, fra cui la farmacia, si trovano attorno al porto, tra le vie Kongensgata, Kirkegata e Apotekergata. La movimentata storia della città (da porto di pesca con imbarcazioni antiche in legno a base per la caccia alla foca e alla balena, da porto merci a snodo commerciale) è racchiusa nel Museo di Ålesund, che propone un interessante percorso fra caccia, pesca e tematiche navali. La lunga tradizione locale della pesca trova massima espressione nel Fiskerimuseet, dall’altra parte del Brosundet, il suggestivo canale che taglia la città e su cui si affacciano graziosi edifici multicolori. Qui, oltre a tante vecchie barche in legno, vengono illustrate le varie attività di quello che era e rimane, uno dei più importanti porti per il commercio del pesce: l’estrazione dell’olio di fegato di merluzzo, l’essiccazione e la preparazione di botti per il trasporto. Imperdibile è l’Atlanterhavsparken (parco dell’Atlantico), che custodisce l’acquario più grande della Scandinavia. Per chi decide di sostare qualche giorno in questa suggestiva cittadina, gli scenari naturalistici che la circondano sono

© Geirangerfjord og Ålesund & Sunnmøre/Fred Jonny Hammerø”.

Le montagne che fanno da cornice ai fiordi sono un vero eden per gli sport all’aria aperta: dal trekking allo sci. Per raggiungere gli impianti sciistici bisogna spesso attraversare il mare a bordo di traghetti fra scenari naturalistici di grande suggestione. Nella foto in piccolo, Ålesund, la città liberty.

© Geirangerfjord og Ålesund & Sunnmøre/Fred Jonny Hammerø”.

99


Le Isole Lofoten sono dette “i Tropici del Nord”, in quanto la Corrente del Golfo del Messico ne mitiga molto il clima. L’arcipelago si trova oltre il Circolo Polare Artico e offre paesaggi davvero unici.

davvero straordinari, ideali per ogni tipo di sport, dal trekking allo sci. Le montagne circostanti sono, infatti, tutte munite di impianti e tracciati all’avanguardia. Per raggiungerli bisogna non di rado attraversare il mare a bordo dei traghetti che quotidianamente collegano le varie sponde dei fiordi. Lo Hjørundfjord è circondato dalle maestose vette delle Alpi Sunnmøre, alcune delle quali si innalzano dal mare fino a 1700 metri di quota. Un vero paradiso per ogni tipo di sport invernale (qui si scia tranquillamente dall’autunno fino a maggio) con dislivelli e ripide discese che talvolta vanno dai 1500 metri delle vette fino al livello del mare del fiordo. E dopo questo tuffo negli sport invernali, si può riprendere la navigazione a bordo dei postali che attraversano, prima di riprendere il largo, lo Hjørundfjord, appunto, e il Geirangerfjord, uno dei più suggestivi della Norvegia, sedici chilometri tra pareti verticali a strapiombo sul fiordo, cime appuntite e cascate dai nomi fiabeschi, come “Sette sorelle”, “Velo nuziale” e “Pretendente”.

OLTRE IL CIRCOLO POLARE ARTICO

Proseguendo la navigazione si giunge a Trondheim, dove non è assolutamente da perdere la Cattedrale di Nidaros, con la sua magnifica facciata decorata da centinaia di sculture e dove è sepolto Sant’Olav, il re che portò il cristianesimo in Norvegia. Oltre Trondheim navigando verso la cittadina di Bodø si supera il Circolo Polare Artico, anticamera del meraviglioso arcipelago, pescosissimo, delle Isole Lofoten, soprannominate “i Tropici del Nord”, in quanto la Corrente del Golfo che dal Messico arriva sin qui

100

mitiga molto il clima, nonostante si sia così a Nord. Le isole, il cui capoluogo è Svolvær, sono un mix di mare cristallino, paesaggi verdissimi che emozionano per la loro bellezza, montagne dagli aguzzi profili e piccoli villaggi di pescatori (fra i più particolari c’è quello di Henningsvær) dediti alla pesca e alla lavorazione del merluzzo nelle caratteristiche “rorbu”, le variopinte casette in legno. Fermarsi qualche giorno in queste isole per esplorarle può rivelarsi un’esperienza di grande suggestione, proiettati in una dimensione unica e paesaggi davvero particolarissimi. La navigazione continua lungo Vågsfjord fino a Trømso, porta dell’Artico, dagli inizi del ‘900 punto di partenza delle prime esplorazioni verso il Nord più estremo, come ricorda il Polarmuseet. Qui è da visitare anche il planetario Nordnorsk Vitensenter, il primo a proiettare un filmato ad alta risoluzione che condensa sette mesi di osservazioni, migliaia di fotografie e centinaia di ore sotto le aurore boreali. Riprendendo la navigazione, si prosegue, infine, verso Honningsvåg, il villaggio più vicino al mitico promontorio di Capo Nord e, superati gli antichi borghi di pescatori di Kjøllefjord, Mehamn, Berlevåg e la penisola e il fiordo di Varanger, verso Kirkenes, capolinea nord del Postale dei Fiordi. Siamo al confine con la Russia e la Finlandia, dove dal 20 maggio al 20 luglio è visibile il sole di mezzanotte, mentre la notte polare dura da fine novembre a metà gennaio. Un luogo davvero fuori dal mondo con foreste abitate da alci, orsi e lupi, enormi distese di tundra, montagne innevate e atmosfere che, chi avrà la fortuna di arrivare fin quassù, difficilmente dimenticherà.

LA CROCIERA PIÙ EMOZIONANTE DEL MONDO Le crociere a bordo delle navi Hurtigruten partono da Bergen e, dopo aver attraversato il Circolo Polare Artico, giungono fino a Kir kenes percorrendo circa 4mila chilometri e facendo scalo in 34 porti, caricando e scari cando merci e passeggeri. Il tempo medio di percorrenza totale va, a seconda dell’itinera rio, dai 9 agli 11 giorni, anche se è possibile optare per crociere più brevi, percorrendo solo una parte dell’intero tragitto fra Bergen e Kirkenes.

QUANDO PARTIRE

Ogni stagione ha il suo fascino. Se la primavera e l’estate offrono la possibilità di godere appieno della natura rigogliosa di questi paesaggi, l’autunno e l’inverno consentono di tuffarsi forse ancora di più nelle suggestioni e nelle atmosfere nordiche, con i paesaggi imbiancati e soprattutto la possibilità di ammirare il magico spettacolo dell’aurora boreale.

INFO

Per organizzare la propria crociera si può far riferimento direttamente alla compagnia norvegese Hurtigruten (www.hurtigruten. com) oppure affidarsi a tour operator che offrono pacchetti personalizzati. Fra questi, Kel 12 (tel. 02/2.81.81.11, www.kel12.com), che propone crociere di diversa durata, da un minimo di 6 giorni e 5 notti con tariffe a partire da 989 euro a persona. Per ulteriori info: Ufficio Norvegese per il Turismo (www.visitnorway.com/it).


Una sola batteria per una grande squadra

Si ringrazia la squadra Amici di Bergamo amante del calcetto e del giardinaggio

Gamma al litio

Un intero sistema di lavoro Potente, ecologico, silenzioso e versatile Alimentato da un’unica batteria 36V Li-ion Carica in soli 22 minuti

www.dolmar.it


MAtobre R6O al 25 ot

dal 1

ALE NAZION R E T IN L FESTIVA DEL FILM , el cinema de festa d popolare Una gran più o ancora l quest’ann iuria composta da g a ll ra a ie ie rr z a gra alla c Il premio ilian pubblico. M s a m o T andrà a

Eventi in SETTIMANA di Chiara Mazzei

NEXT VINTAGE ROMEO E GIULIETTA

MILANO - TEATRO LA SCALA • FINO AL 23 OTTOBRE

PAVIA • 17 - 20 OTTOBRE

Un invito imperdibile per acquistare divertendosi, una grande “caccia al tesoro” all’accessorio o a un capo riemerso dal passato tra i vari stand in mostra provenienti da tutta Italia al castello Belgioioso di Pavia. Eevento collaterale sarà la mostra R come Roberta Di Camerino, un omaggio ad una delle più creative stiliste italiane della storia della moda.

APERITIVO IN CONCERTO

MILANO - TEATRO MANZONI • 19 OTTOBRE - 15 MARZO Una storia d’amore senza fine, un classico della coreografia sulle immortali note di Prokof’ev, musica straordinaria, ricchissima di emozioni e di dettagli descrittivi, profondamente teatrale e coinvolgente. Torna in scena alla Scala dal 10 al 23 ottobre, nell’allestimento creato nel 2010 da Mauro Carosi e Odette Nicoletti. Ritroviamo due étoiles maschili del Teatro alla Scala, Roberto Bolle e Massimo Murru. Per informazioni: tel. 02/72.00.37.44 www.teatroallascala.org

FIERA INTERNAZIONALE DEL MARRONE CUNEO • 16-19 OTTOBRE

Una delle più importanti rassegne enogastronomiche d’Italia, vetrina unica delle eccellenze e delle antiche tradizioni del territorio cuneese, quest’anno si sviluperà nelle piazze della città. Per 4 giorni Cuneo si riempie, al ritmo scoppiettante dei môndaj, di una moltitudine di colori, profumi e sapori, con centinaia di espositori provenienti da ogni parte d’Italia e non solo.

di confine” che si nutrono di culture diverse. Si comincia il 19 ottobre con il violoncellista Jaques Morelenbaum, assieme alla moglie, la cantante Paula Morelenbaum. Numero Verde 800-914350 www.aperitivoinconcerto.com

BODY WORLDS

ROMA • 16 OTTOBRE - 15 FEBBRAIO

Considerata tra le esposizioni itineranti di maggior rilievo al mondo, con 40 milioni di visitatori, BODY WORLDS permette al pubblico una visione diretta e del corpo umano: una maniera innovativa per conoscere e comprendere i meccanismi vitali e il funzionamento degli apparati. La tecnica della plastinazione di Gunther von Hagens consente, infatti, la conservazione perfetta di tessuti e organi, offrendo un’occasione unica di divulgazione scientifica. roma@bodyworlds.com

© Andrea Palmucci Con i suoi 12 appuntamenti esclusivi, anche nella stagione 2014-2015 si conferma finestra sul mondo e non viene meno al proprio scopo, quello di esplorare l’inconsueto, l’inesplorato, offrire al pubblico stimoli che ne accrescano la conoscenza. Musica brasiliana e jazz, attraverso grandi musicisti che ne hanno fatto la storia e nel contempo ne incarnano l’attualità, ma anche esponenti di quelle “musiche CONSIGLIACI UN EVENTO

102

 Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00



ADESSO

LA PERSONAGGI MACCHINA DEL TEMPO

1971 VIAGGIO A RITROSO FRA MUSICA, CURIOSITÀ E PERSONAGGI di Stefano Fisico

A TUTTO ROCK!

Il 14 giugno 1971 apre il primo Hard Rock Cafe, dove ancor oggi si può sorseggiare un buon caffè fantasticando sulle mitiche chitarre di Jimi Hendrix o sugli abiti di Freddie Mercury. L’idea di un ristorante tematico, concepito come una memoria storica del rock attraverso gadget, strumenti e documenti sui grandi artisti del passato, venne a Peter Morton e Isaac Tigrett, che lo aprirono a Londra. Il successo non tardò ad arrivare, anche per il sostegno delle star della musica e del cinema che presero a frequentare abitualmente il locale. In seguito i due si separarono e la catena fu venduta. Tra i 175 Cafe sparsi in 53 paesi, tre sono in Italia, nello specifico a Firenze, Roma e Venezia.

MEDICI SENZA FRONTIERE

Il 20 dicembre 1971 un’equipe di camici bianchi, uniti dalla comune esperienza in disumani teatri di guerra e in contesti sconvolti da cataclismi, decise di inaugurare una nuova era della medicina umanitaria, dando vita in Francia a un’organizzazione non governativa che non avesse confini nella sua azione. Di qui il nome

104

Medici Senza Frontiere. Quel gruppo, la cui anima era il medico francese Bernard Kouchner, si era formato, all’interno della Croce Rossa, nel corso delle operazioni di soccorso alla popolazione del Biafra, decimata da una guerra feroce, e successivamente alla gente del Bangladesh colpita da una catastrofica alluvione.

LA BATTAGLIA PRO AMBIENTE

Il 15 settembre 1971 Greenpeace inizia la sua attività. Accade a bordo di un vecchio peschereccio, il Phyllis Cormack, per mezzo di quattro acerrimi ambientalisti e pacifisti - Jim Bohlen, Irving Stowe, Paul Cote e il giornalista Bob Hunter - salpa da Vancouver e fa rotta verso l’isola di Amchitka, in Alaska, per opporsi ai test nucleari programmati dal governo USA. Il tentativo non va in porto ma la forte risposta dell’opinione pubblica, che si schiera moralmente e materialmente (con donazioni spontanee) con il piccolo gruppo, sancisce la nascita di una vera e propria organizzazione, destinata a occupare negli anni la scena politica mondiale e che qualche mese dopo prenderà il nome storico di Greenpeace.


Benvenuto a...

Nel

1971 nascono: 14 AGOSTO

Raoul Bova Nato a Roma, è uno degli attori più affascinanti del panorama italiano. Da giovane si affaccia al mondo del nuoto, divenendo anche istruttore. Esordisce in TV in alcune miniserie fino ad ottenere la fama con Piccolo grande amore di Carlo Vanzina. Ottiene poi numerosi ruoli, su tutti quello del commissario Breda in La Piovra e del Capitano dei Carabinieri Ultimo. Attivo in ambito sociale, è socio fondatore della Fondazione Capitano Ultimo Onlus contro l’attività della criminalità organizzata e per la legalità. È stato nominato Ambasciatore di buona volontà della FAO.

18 DICEMBRE

Claudia Gerini Nata a Roma, nel 1985 vince il concorso di bellezza Miss Teenager, dove conosce Gianni Boncompagni, al quale si lega professionalmente e sentimentalmente. Nel 1991 partecipa a Non è la Rai ed esordisce anche come attrice in due film diretti da Carlo Verdone, Viaggi di nozze e Sono pazzo di Iris Blond (premio Flaiano), mettendo in mostra le sue doti comiche. Nel 2003 conduce, insieme a Pippo Baudo e Serena Autieri, il Festival di Sanremo. Nella vita è legata al cantante dei Tiromancino, Federico Zampaglione, da cui ha avuto una figlia nel 2009.

26 APRILE

Giorgia

Star del pop italiano con oltre sette milioni di dischi venduti, la sua è una delle voci più belle e potenti della storia della musica. Nata a Roma, Giorgia Todrani sale alla ribalta con Sanremo Giovani 1993, che vince con il brano Nasceremo. Il palco dell’Ariston la consacra definitivamente nel 1995 con il trionfo di Come saprei. Seguono album di straordinario successo, come Come Thelma & Louise (1995), Mangio troppa cioccolata (1997) e Girasole (1999). Vincitrice di un Nastro d’argento nel 2003 (con Gocce di memoria, tema del film “La finestra di fronte” di Ozpetek), mette in bacheca anche otto Italian e Wind Music Awards e un Premio Lunezia. Impegnata come ambasciatrice dell’Unicef per l’istruzione dei bambini e delle donne nel sud del mondo, nel 2013 ottiene il disco di platino per l’album Senza paura, trascinato dal singolo Quando una stella muore.

2 MARZO

Stefano Accorsi Partita da una battuta in inglese maccheronico, la sua carriera di attore a un certo punto ha messo la freccia seguendo il red carpet dei palcoscenici internazionali. Bolognese doc, Stefano Vincenzo Accorsi, pur avendo alle spalle già qualche esperienza nei telefilm e al cinema, diventa popolare solo grazie alla pubblicità di un noto gelato nel 1994 e due anni dopo sfonda sul grande schermo, interpretando il ruolo di protagonista in Jack Frusciante è uscito dal gruppo. A consacrarlo è il ruolo del giovane inquieto e vittima della droga di Radiofreccia, prima prova alla regia della rockstar Ligabue, che regala ad Accorsi il David di Donatello come Miglior attore protagonista. È padre di due figli, nati dal matrimonio con l’attrice francese Laetitia Casta, finito nel 2013.

105


ADESSO

SALUTE

PSORIASI COME COMBATTERLA

Rimedi definitivi non esistono, ma una corretta alimentazione e un’esposizione mirata ai raggi solari possono aiutare la pelle di Manfredi Barca

I

motivi del suo insorgere sono ancora sconosciuti. Così come i rimedi, almeno quelli definitivi. Contro la psoriasi, però, possiamo fare molto: per prevenirla, innanzitutto. La psoriasi è una forma di dermatite cronica che si manifesta sulla pelle con placche squamose, eritemi, lesioni cutanee, chiazze rosse, prurito e pelle secca. La malattia di solito colpisce i gomiti, le ginocchia, il cuoio capelluto, le mani o la parte bassa della schiena. È quasi certo che a scatenarla siano fattori genetici, influenzati però da alcuni fattori ambientali come lo stress elevato e un’alimentazione sbagliata. LA PREVENZIONE Dunque, se in famiglia si sono verificati casi di psoriasi, per prevenirli occorre evitare ritmi di vita forsennati, non fumare (è provato che il tabacco raddoppia le possibilità che la malattia si presenti) e, a tavola, limitare il più possibile i cibi ricchi di calorie. Attenzione quindi a dolci, carne, insaccati, formaggi e alcolici. Via libera invece a pasta, riso, legumi e pesce. Per quanto riguarda la verdura, privilegiate la cicoria e il radicchio. COME COMBATTERLA Se la psoriasi si presenta, in genere in zone piuttosto limitate, possiamo contrastarne l’avanzamento usando alcune semplici precauzioni. A tavola applicate i consigli validi per la prevenzione e aggiungete cibi ricchi di sostanze antiossidanti come la vitamina C, la vitamina E, lo zinco, il selenio, il beta-carotene. Consumate quindi abbondanti quantità di agrumi, pomodori, peperoni, cavoli, broccoli, carote, spinaci, albicocche, mandorle, noci, nocciole, olio extraver-

106

gine d’oliva, germe di grano, yogurt e pane integrale. Aumentate anche l’assunzione di uova, germe di grano, lievito di birra e fegato. Importantissimo, poi, l’apporto di liquidi per favorire l’idratazione della pelle: occorre consumare almeno due litri d’acqua al giorno, e limitare l’utilizzo di sale. AL MARE Il sole, in caso di psoriasi, può rivelarsi un alleato, ma anche un nemico. Una moderata esposizione ha effetti positivi nell’80% dei casi, grazie all’azione dei raggi UV che stimolano la sintesi della vitamina D, la quale svolge un’azione antipsoriasica. Non utilizzate quindi filtri solari anti-UV,

ma esponetevi gradualmente al sole nelle ore meno calde e meno pericolose. Ustioni e scottature peggiorano la situazione. Via libera, invece, ai bagni: l’acqua di mare ha infatti effetti decapanti, favorisce cioè il distacco delle lamelle della psoriasi. CREME Tutto questo, ovviamente, non deve sostituire l’applicazione di creme e farmaci adatti alle diverse tipologie di psoriasi. Particolarmente efficaci sono le azioni svolte da aloe, estratto di pompelmo, olio di macadamia, olio di jojoba. Fanno bene anche le cure termali con acque sulfuree e bicarbonato-calcio magnesiche.


PSICO

SE MI ARRABBIO

ADESSO

SONO GUAI

L

La rabbia è un sentimento naturale che non va necessariamente represso o mascherato. L’importante è capire a cosa è dovuta e imparare a controllarla

a rabbia è un sentimento molto antico: già nei tempi più remoti i sentimenti di rabbia dettavano comportamenti di reazione a minacce o aggressioni provenienti dall’esterno, funzionando perciò come un meccanismo che consentiva all’essere umano di percepire una spinta, una carica emotiva che suggeriva di agire. Le manifestazioni corporee della rabbia, come la tensione muscolare, il cambiamento del tono della voce, lo sguardo che diventa torvo, l’aumento della pressione sanguigna e l’imporporimento delle gote, sono le medesime in tutte le popolazioni, ma le manifestazioni specifiche sono prettamente soggettive e legate alla personalità di ognuno. Un sentimento comune e diffuso, che non viene socialmente accettato: l’espressione della rabbia viene costantemente inibita e mascherata, perché considerata sempre secondo un’accezione negativa. Già da bambini siamo tenuti a nascondere la rabbia, a reprimerla, a negare di essere arrabbiati con qualcuno. Per quale motivo ci si arrabbia? È una reazione successiva alla frustrazione o alla percezione di costrizione: in sostan-

za, ci arrabbiamo quando non riusciamo a perseguire un obiettivo preciso, oppure quando ci sentiamo costretti da altri, in qualche modo vessati. L’oggetto della rabbia può essere l’altro oppure l’obiettivo mancato, oppure ancora se stessi, trasformandosi quindi in una forma di autolesionismo. Di per sé, quindi, non si tratta di un sentimento patologico, ma è un meccanismo rivolto a tutelare la propria incolumità, il proprio desiderio di realizzazione, ed un motore che spinge ad agire. Se chiamassimo la rabbia con il nome “grinta”, verificheremmo subito che la sostanza non muta di molto, ma che diventa molto più accettabile. E la grinta è ciò che ci sprona a fare le cose, ad andare avanti, a perseguire i nostri obiettivi. La rabbia, perciò, fa parte di noi, e non è auspicabile reprimerla. Può però diventare un sentimento pericoloso, e ciò avviene quando non è abbinata ad un adeguato controllo. Quando in mac-

di Silvia Coldesina PSICOLOGA

china un’altra vettura ci taglia la strada, immediatamente l’ira sale ed è normale che ciò avvenga: è di fatto una condizione in cui un altro si frappone tra noi e il nostro obiettivo, la meta da raggiungere, e che minaccia la nostra integrità fisica. Ognuno di noi in questa situazione si arrabbia, ma gestisce l’emozione, non agisce di impulso e in modo violento. Purtroppo, però, la cronaca ci dimostra che non è sempre così, che la difficoltà a gestire la rabbia è molto diffusa, spesso in diretta correlazione alla tendenza a negarne l’esistenza, che non aiuta a favorire la conoscenza dell’emozione e la sua adeguata gestione. Conoscere la propria modalità di gestire la rabbia, accettare che si tratta di un’emozione che tutti sperimentiamo e che pertanto è lecito arrabbiarsi, è fondamentale affinché si sviluppi un pensiero sull’emozione che consenta di manifestarla e al tempo stesso controllarla.

COME GESTIRE LA RABBIA - Fermati a riflettere per capire per quale motivo ti sentie arrabbiato, così da capire come si può manifestare la tua sensazione - Parla con le persone di fiducia per sfogare l’emozione ed elaborarla - Se non riesci a elaborare, è meglio che ti allontani dalla situazione che ha innescato la rabbia in modo da rifletterci sopra più a freddo

PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI AI NOSTRI ESPERTI  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00

107


ADESSO

PERSONAGGI GENITORI E FIGLI

IN CERCA DI IDENTITÀ

L’

Il passo principale nello sviluppo caratteriale degli adolescenti? La progressiva differenziazione tra sé e mondo esterno

adolescenza è la fase di vita dell’essere umano di transizione dal bambino all’adulto, costellata di continui e profondi cambiamenti, fisico-corporei e psicologici, ed ancor più, una vera e propria fase di formazione, di costruzione dell’identità del nuovo individuo. Ma se dal punto di vista biologico il cambiamento si attua mediante istruzioni automatiche e predeterminate alla nascita dal nostro codice genetico, lo sviluppo psico-sociale dell’individuo è un processo non prestabilito, in cui l’individuo può e deve autodeterminarsi e costruirsi da sé la propria identità, senza limiti o regole predefinite. Questa nuova condizione di libertà può creare un forte senso di smarrimento

I

di Federico Crisalidi PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

nell’adolescente: da bambino, infatti, il ragazzo non aveva bisogno di una personalità perché viveva all’interno delle regole genitoriali, imparando per imitazione, e soddisfacendo così tutti i propri bisogni interiori. Invece ora, in conseguenza delle modificazioni cerebrali e ormonali, l’adolescente inizia a sentire impulsi nuovi e sconosciuti che lo spingono a sperimentare tutte le nuove esperienze che la vita gli offre, a verificare tutte le possibilità che i genitori finora hanno loro precluso in quanto ritenute, giustamente, non appropriate per la loro età; la vita sociale si arricchisce di nuove occasioni e li porta sempre più fuori e lontani dal nucleo familiare. L’adolescente si trova quindi, per la

prima volta, a poter e, quindi, a dover fare le prime scelte della sua vita: chi amare, chi non amare, chi frequentare, quali attività prediligere, come porsi nella società, soprattutto, come essere e chi essere. E proprio qui si assiste al fenomeno per cui gli adolescenti, alla ricerca cieca e inesperta di una loro caratterizzazione, compiono scelte a volte scellerate, in antitesi alle regole del buonsenso dei genitori, pur di differenziarsi dalla condizione di bambino “inquadrato” dalla famiglia. Le forti emozioni che provano fanno loro avvertire il desiderio di esprimerle anche attraverso atteggiamenti ribelli; le modificazioni sessuali che subiscono in quest’età li portano anche ad avvertire, per la prima volta, il nascere della tenerezza verso l’altro sesso. E tutto ciò, oltre a essere affascinante e travolgente, è al tempo stesso anche doloroso e spaventoso. Proprio per questo, dimostrano un attaccamento e un investimento emotivo eccezionale per i loro amici e coetanei, per il gruppo adolescenziale di riferimento, senza i quali si sentono fragili e smarriti.

SUGGERIMENTI PER I GENITORI - Favorite l’autonomia e l’affermazione di sentimenti ed aspirazioni (nei limiti consentiti dall’età) da parte di vostro figlio e gratificatelo quando si cimenta in una nuova esperienza; - Incoraggiatelo a parlare con voi quando è giù di morale o scoraggiato, a quell’età capita spesso ed è il sintomo di una difficoltà ad affrontare i propri cambiamenti; - Fornite consigli utili nei momenti di difficoltà, anche se i figli non sembrano propensi ad accettarli di buon grado.

108


ANIMALI

ADESSO

VETERINARIO CHE STRESS!

A

Proprio come i bambini hanno paura del dottore, anche cani e gatti detestano andare dal veterinario. Ecco qualche consiglio per rendere questa esperienza meno traumatica per il tuo amico a quattro zampe.

ndare dal veterinario è un’esperienza stressante per il cane che, una volta entrato nell’ambulatorio, può dimostrare atteggiamenti di paura, ansia o aggressività. Quanto ai gatti poi, lo studio del veterinario risulta essere un ambiente talmente caotico e superaffollato da rendergli particolarmente odiosa l’esperienza della visita. CALMA E PAZIENZA I veterinari sono esperti nel tenere fermi animali spaventati o nervosi: sono in grado di calmare il cane e il gatto anche più

di Marta Cerizzi

agitato ma è bene mettere in atto alcune precauzioni prima di entrare in uno studio veterinario. È consigliabile, ad esempio, portare il cane a fare una passeggiata prima della visita: in questo modo, oltre a fare i suoi bisogni, dopo un po’ di esercizio fisico sarà più calmo e docile. Sarebbe poi opportuno prenotare la visita veterinaria in modo da evitare le ore di punta durante le quali l’ambulatorio rischia di essere troppo affollato e quindi fortemente stressante per il pet. Poiché gli animali sono particolarmente sensibili alle variazioni d’umore del proprio padrone bisognerebbe, il giorno della visita, non lasciare trasparire ansia e preoccupazione ma restare calmi e parlare dolcemente al cucciolo accarezzandolo. AL SICURO NEL TRASPORTINO L’uso del trasportino è perfetto per non far agitare troppo il gatto: scegline uno che sia chiuso in modo da limitare il più possibile la vista su ciò che accade intorno. Se invece hai una gabbietta aperta coprila con un panno in modo che l’animale abbia la sensazione di trovarsi in un riparo sicuro nonostante i rumori esterni. Anche un cane di taglia piccola può essere trasportato dal veterinario in una

IL CONSIGLIO DEL VETERINARIO SUL TUO TELEFONO “Consiglio dal Veterinario” è un’applicazione per smartphone e tablet che ti permette di chiedere un consiglio ad un network di veterinari qualificati. L’applicazione, che si può scaricare direttamente da iTunes al prezzo di 1,99 euro, offre un servizio semplice e innovativo: puoi conoscere i profili dei veterinari, interagire con loro e fare le tue domande. Inoltre l’App “Consiglio dal Veterinario” offre anche una guida completa con “Diritti e Doveri” relativi al benessere quotidiano degli animali domestici.

gabbietta, così non potrà mordere, graffiare o scappare e nel contempo sarà protetto anche dagli altri animali presenti in sala d’aspetto. Per rassicurare ancora di più il gatto o il cane, aggiungi nel trasportino una tua vecchia maglietta o una coperta impregnata del tuo odore: questo semplice espediente risulta essere un buon calmante. UN ALLEATO PREZIOSO Purtroppo si tende a portare il proprio animale dal veterinario solo nel momento del bisogno, invece le visite dovrebbero avvenire periodicamente in modo da avere sotto controllo la salute del pet e tenere aggiornate le sue vaccinazioni: ricorda che il veterinario è un alleato prezioso che non solo cura le malattie del tuo amico a quattro zampe ma è anche in grado di prevenirne alcune. Visite veterinarie regolari giocano un ruolo importante nella salute degli animali domestici e rappresentano anche l’occasione per chiedere al veterinario informazioni sull’alimentazione, sull’igiene e sui trattamenti parassitari.

109


ADESSO

CUCINA CREATIVA

Una ZUCCA da favola Estremamente versatile e ricca di vitamine, se ne può usare ogni parte

C

i sono quelle magiche che si trasformano in carrozza nelle fiabe, ci sono quelle lugubri della festa di Halloween (festa del giorno dei morti di origine celtica sempre più in voga tra i giovani anche in Italia). Ma la zucca è soprattutto un frutto allegro, gustoso e versatile. Ottimo per le zuppe e i contorni, si sposa benissimo anche come ripieno per i tortelli (come nella celebre ricetta emiliana e mantovana). Non lasciatevi dunque sfuggire l’occasione di provare in cucina questo prodotto autunnale davvero interessante.

SI USA TUTTO Della zucca si usa ogni sua parte. Oltre alla polpa di zucca, se ne mangiano anche i semi, opportunamente salati. Si consuma cucinata al forno, al vapore,

110

A TUTTA SALUTE

nel risotto o nelle minestre, fritta nella pastella. Dai semi si ottiene poi un olio rossiccio usato in cosmesi e nella cucina tradizionale. TANTE TIPOLOGIE DIVERSE Con il termine zucca vengono identificati i frutti di diverse piante appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, in particolare alcune specie del genere Cucurbita (Cucurbita maxima, Cucurbita pepo e Cucurbita moschata) ma anche specie appartenenti ad altri generi come ad esempio la Lagenaria vulgaris o zucca ornamentale. La forma può variare dal rotondo all’allungato, simile a una grossa pera. Ogni tipologia ha usi e tipi di cottura diversi da sperimentare. Una cosa però le accomuna tutte: in Italia il loro periodo di raccolta parte a metà settembre fino a tutto novembre.

La zucca è un ortaggio povero di zuccheri e ricco di vitamine e minerali. Possiede proprietà antidiabetiche e antipertensive, come rileva uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università del Massachusetts e pubblicato sul “Journal of Medicinal Food”. I ricercatori hanno osservato che questo ortaggio è efficace nel controllo del metabolismo degli zuccheri, e quindi nel mantenere regolari i livelli di glicemia nel sangue e nel favorire un riequilibrio del peso corporeo.


SFORMATO DI ZUCCA E SALSA DI PARMIGIANO Ingredienti per 4 persone • 300 gr di zucca • 2 uova • 80 gr di farina • 100 ml di panna fresca • sale e pepe Per la salsa: • 100 ml di latte • 150 gr di parmigiano • 1 cucchiaino raso di amido di mais (maizena) • sale, pepe

Ricette a cura di Cookinglaura blog.alice.tv/cookinglaura

Le ricette

Per la salsa, sciogliete l’amido di mais a freddo nel latte, versate tutto in un pentolino, aggiungete il parmigiano e scaldate a fuoco molto basso finché la salsa non si addenserà un poco. Aggiustate di sale e di pepe. Cuocete la zucca per 45 minuti in forno, avvolta nella carta stagnola, poi tagliatela e mettetela nel mixer. Frullate e aggiungete le uova, la panna e la farina. Regolate di sale e pepe e versate il composto in uno stampo piccolo da plum cake. Cuocete a bagnomaria per 35 minuti in forno caldo a 180°. Fate raffreddare bene lo sformato prima di sformarlo, poi servitelo riscaldatelo al microonde e servitelo con la salsa, riscaldata anch’essa.

B

ella e buona, la zucca è la verdura simbolo dell’autunno. È un ortaggio molto versatile e ornamentale. Provate a creare un centro tavola con una zucca svuotata, riempita di oasis (spugna da fioraio) bagnata, rose e limoni verdi. Oppure svuotatela dopo averla ammorbidita in forno e riempitela a strati con la sua polpa, formaggio tenero e prosciutto cotto. È una vera delizia. Se siete scettici a causa del suo gusto dolce, provate questo strepitoso cake alla zucca, prugne secche e nocciole, morbidissimo e profumato, oppure cimentatevi nello sformato, che può essere servito come antipasto, per aprire una cena o un pranzo a base di carne e funghi, o come raffinato secondo vegetariano.

CAKE ALLA ZUCCA, PRUGNE SECCHE E NOCCIOLE Ingredienti per 8 persone • 200 gr di polpa di zucca • 150 gr di zucchero • 200 gr di farina • 3 uova • 100 gr di burro • 1/2 bustina di lievito per dolci • 30 gr di nocciole intere • Pane grattugiato • 10 prugne secche denocciolate • 1 pizzico di sale

Avvolgete la zucca nella carta stagnola e fatela cuocere per 45 minuti in forno a 180° finché non diventa tenera. Imburrate e infarinate uno stampo da plum cake, accendete il forno a 180°. Sciogliete il burro al microonde e fatelo intiepidire. Frullate la zucca e mescolatela con le uova, lo zucchero, la farina e il lievito, sempre frullando. Aggiungete all’impasto le prugne secche tagliate a piccoli pezzi e le nocciole, versate nello stampo, spolverizzate la superficie con zucchero semolato e granella di nocciole e cuocete per 45 minuti.

111


ADESSO

SPESA PERSONAGGI CONSAPEVOLE

QUANDO LA SPESA

È AMICA DELL’AMBIENTE

Attenta al portafoglio, ma anche ai cambiamenti climatici: è il decalogo della spesa salva-clima stilato da Coldiretti di Mattia Doglio

L

a salvaguardia della natura e della salute del nostro pianeta richiede un’attenzione continua, che si deve tradurre in gesti piccoli ma quotidiani: è quello che ribadisce Coldiretti che, all’indomani della Marcia di Roma per il Clima e del Vertice di New York sui cambiamenti climatici, ha stilato dieci regole per una spesa salva-ambiente. • Preferire prodotti locali, che non devono affrontare lunghi viaggi per giungere sulle nostre tavole: ad esempio un kg di ciliegie cilene per giungere sui banchi del nostro supermercato percorrono 12mila km, con un consumo di 7 kg di petrolio e l’emissione di 21 kg e mezzo di anidride carbonica. • Scegliere frutta e verdura di stagione, che quindi non consuma energia per

112

la sua conservazione. • Acquistare sempre di più direttamente dal produttore, per ridurre le intermediazioni: la filiera corta comporta non solo un risparmio economico, ma anche di evitare inutili trasporti. • Privilegiare i prodotti sfusi, che non consumano imballaggi: oltre ai distributori automatici del latte, ormai quasi tutti i supermercati vendono in questo modo anche i detersivi. Anche comprare confezioni formato famiglia riduce la quantità di materiale di imballo. • Formare Gruppi di Acquisto Solidale, o comunque acquistare in gruppo: ciò comporta un’ottimizzazione dei trasporti. • Utilizzare borse per la spesa di tela o biodegradabili, per ridurre i rifiuti e la circolazione di plastica.

• Dotarsi di elettrodomestici da cucina che riducano i consumi, come forni e frigoriferi a basso impatto energetico. • Non sprecare il cibo e non buttare via gli avanzi; ma anche fare la spesa in modo più oculato, per evitare che si creino accumuli che alcuni prodotti arrivino a scadenza. • Effettuare una raccolta differenziata sempre più precisa. Sono tutti suggerimenti di buon senso che, secondo un’analisi Coldiretti/ Ixè, sono adottati da un numero sempre crescente di persone: il 73% delle famiglie italiane ha infatti tagliato gli sprechi a tavola e l’80% dichiara di fare la spesa in modo più oculato. Un passo avanti verso uno stile di vita sempre più responsabile e attento al riscaldamento globale.


Nella Natura c’è tutto Non solo vitamine e minerali per risvegliare la tua energia

Oltre 500 sostanze funzionali prodotte dalla Natura, selezionate da Aboca

sostegno studio, crescita, cambi di stagione

www.aboca.com

vigore stress, sport, intenso lavoro

vitalità

studio, stanchezza mentale, attività intellettiva

INNOVAZIONE PER LA SALUTE


ADESSO

PERSONAGGI CASA DOLCE CASA

UN BARATTOLO, MILLE USI PORTACANDELE, VASI DA APPENDERE E PORTAMATITE: UN BARATTOLO DI VETRO PUÒ TRASFORMARSI IN TANTI OGGETTI DIVERSI PER DARE UN TOCCO DI ORIGINALITÀ IN PIÙ ALLA VOSTRA CASA di Alice Dutto

L

o potete usare per conservare la marmellata, il pesto o per metterci i carciofini sottolio. Quando si parla di barattoli di vetro il primo pensiero vola in cucina. Eppure, questi oggetti possono trasformarsi facilmente in originali elementi di arredo che renderanno ancora più bella la vostra casa.

114

PORTACANDELE

Fate colare un po’ di cera calda sul fondo del barattolo e incollateci la candela. Per decorarlo, intingete un pennello nella colla vinilica e stendetela alla base sfumando verso le pareti. Fatelo poi rotolare in uno strato di brillantini. Nella parte bassa si creerà un fitto strato di brillantini mentre la parte più alta risulterà sfumata. L’effetto di luce con la candela accesa sarà davvero elegante. Potete anche colorare il barattolo. Tagliate a strisce fogli di carta velina dalle tinte diverse e incollatele al barattolo con la colla vinilica diluita. Concludete il lavoro spruzzando dello spray lucido.

VASI DA APPENDERE

Legate del filo di ferro intorno all’apertura del barattolo e fate più giri.

Unite i due estremi del filo in modo da creare una specie di maniglia sopra il barattolo. Lì legate del filo colorato e poi appendete il barattolo al lampadario. Dentro potete metterci delle piantine, meglio se aromatiche, per riempire di profumo la vostra casa.

PORTAMATITE DI PIZZO

Imbevete dei pizzi della nonna di filato abbastanza sottile nella colla diluita. Poi strizzateli e fateli aderire alla superficie del barattolo. Lasciate asciugare e avrete dei portamatite originalissimi.

CENTROTAVOLA

Riempite il vostro barattolo di vetro con sassolini o sabbia colorati, conchiglie o potpourri e poi mettetelo al centro della vostra tavola. Semplice!


PERSONAGGI BRICONSIGLI

TRASLOCO? NO PANIC!

C

ambio casa, cambio vita. Prima o poi capita a tutti di dover traslocare e di dover cominciare una vita altrove. Quale che sia la distanza da percorrere con mobilio e scatoloni pieni zeppi di oggetti, vestiti e ricordi di una vita, il sentimento è sempre lo stesso: panico! Se traslocare significa affrontare un periodo molto duro, l’unica cosa che possiamo fare per renderlo il meno faticoso possibile) è rimboccarci le maniche e cercare di svolgere un lavoro preciso e organizzato. Perché traslocare significa prima di tutto organizzazione e criterio: solo in questo modo riusciremo a non smarrire oggetti a noi cari, a non rompere niente e a fare un lavoro che renda il massimo, con il minimo sforzo!

cercate di procurarvi il pluriball (plastica con le bolle), così da attutire gli urti durante il trasporto. Quando riempite una scatola, fate il possibile per non farla troppo pesante, altrimenti il trasporto risulterà troppo faticoso: meglio più scatole ma meno pesanti! Per riporre gli oggetti in una scatola, inoltre, è bene fare attenzione a posizionare quelli più pesanti sul fondo e quelli leggeri in cima: una volta chiusa, tuttavia, cercate di non capovolgerla o avremo lavorato inutilmente! Mentre inscatolate i vostri oggetti è opportuno segnare sul cartone della scatola l’elenco di tutto ciò che contiene. In alternativa è possibile numerare le scatole e scrivere su un foglio il contenuto specifico relativo a ciascun numero.

ADESSO

di Serena Fogli

COME SMONTARE I MOBILI

Se non vi affidate a una ditta specializzata e dovete smontare i mobili da soli per poi rimontarli nella nuova casa, è bene procedere con molta calma. Nello smontare il mobile, è opportuno fare uno schizzo su un foglio di carta dei vari pezzi che lo compongono e del modo in cui sono assemblati, così da riuscire a rimontarli con facilità. Inoltre, quando svitate le diverse parti, riponete le viti in scatoline diverse, una per ogni mobile. Per fare in modo che un mobile non si rovini con il trasporto, frapponete tra ogni parte smontata un cartone o una coperta, così da diminuire l’attrito e gli eventuali danni.

PIANIFICARE IL LAVORO

Quale che sia l’entità del lavoro da svolgere, un trasloco va pianificato per tempo. Questo ci consentirà di stilare una tabella di marcia che farà proseguire i lavori in modo ordinato e preciso, diluendo il carico di lavoro. Dividete il lavoro in base ai giorni che avete a disposizione, progredite una stanza alla volta, cominciando a riporre nelle scatole le cose che utilizzate di meno, così da arrivare agli ultimi giorni con gli oggetti necessari a far fronte all’ultimo periodo di lavori in casa: per esempio, se traslocate in estate potete cominciare a inscatolare l’abbigliamento invernale; in cucina, poi, potete mettere via gli oggetti che utilizzate di meno come i piatti del servizio buono e così via.

COME INSCATOLARE GLI OGGETTI

Mettere gli oggetti nelle scatole può sembrare semplice, a prima vista. Eppure si tratta di un’operazione che va effettuata con cognizione di causa: perché è sufficiente un piccolo sbaglio o una disattenzione per ritrovaci con molti oggetti rotti o danneggiati. Procuratevi degli scatoloni di cartone, dello scotch da imballaggio e dei pennarelloni neri per scrivere sulle scatole. Per il trasporto degli oggetti più fragili,

115


ADESSO

POLLICE PERSONAGGI VERDE

PARASSITI, ADDIO!

di Alice Dutto

NON C’È BISOGNO DI USARE PESTICIDI AGGRESSIVI PER PROTEGGERE LE VOSTRE PIANTE DA COCCINIGLIE E AFIDI. ECCO QUALCHE RIMEDIO NATURALE CHE POTETE USARE

L’

arma più efficace per combattere i parassiti che hanno attaccato le vostre piante è quella di saperli riconoscere.

ACARI

Sono i parassiti tipici delle piante dell’orto e di quelle ornamentali. Non si possono vedere a occhio nudo, ma si riconoscono perché attaccano la parte superiore delle foglie facendole deformare e ingrossare. In alcuni casi, formano anche delle sottili ragnatele. Le piante perdono vigore, le foglie scoloriscono e cominciano a cadere. Il periodo peggiore è quello estivo, quando gli acari si riproducono velocemente. Per combatterli, evitate gli eccessi di

116

concimazione e l’uso di compost o concime naturale. In caso di attacco, spruzzate sulle foglie un insetticida naturale a base di macerato di ortica.

AFIDI

Molti li conoscono come i “pidocchi delle piante”. Hanno un colore verde brillante e sono molto aggressivi, anche perché si riproducono molto velocemente. Prediligono i climi temperati e secchi, ma si adattano facilmente a tutte le condizioni atmosferiche. Il loro attacco si riconosce perché le piante cominciano ad appassire: le foglie ingialliscono fino a seccarsi e poi cadere. Per evitare che le piante muoiano, è utile effettuare una buona pacciamatura, cioè ricoprire il terre-

no intorno al tronco con della paglia o con un telo di plastica. Se, invece, le piante sono già state colpite dagli afidi, provate a combatterle con la lotta biologica: le coccinelle ne sono ghiotte!

COCCINIGLIE

Se le vostre piante hanno le foglie sbiadite, con un colore che tende al giallo o al rosso, deformate o accartocciate, sono state colpite da questi parassiti molto comuni, che preferiscono i climi caldi e asciutti. Per contrastarli spruzzate dell’acqua sulla pianta, oppure passate un cotton fioc imbevuto d’acqua su foglie e rami. Per i casi più gravi, pulite la pianta con uno straccetto bagnato con alcool denaturato.


twist

your look!

38 Curling Paste Extra Strong

Riccio scolpito, controllato e definito!!!

Solo nei mashup point e BHSALON HAIRDRESSING www.mashuphaircare.com - infoline 800103661


ADESSO

FAI DA TE

amido di riso... che scoperta! A

di Serena Fogli

mido di riso: alzi la mano chi non ne ha mai sentito parlare! Questo articolo è proprio per voi, perché stiamo per svelarvi i molteplici usi di questo prodotto acquistabile nella sua forma più pura solo in erboristeria. L’amido di riso, ottenuto dal riso ammorbidito, macinato, essiccato e polverizzato, è un prodotto che può essere utilizzato in cucina ma soprattutto nel settore della bellezza e della cosmesi. Questo composto è un vero e proprio antinfiammatorio naturale che se utilizzato, per esempio, sulle pelli sensibili (anche quelle dei bambini) può calmare arrossamenti e irritazioni. Facciamolo quindi diventare l’ingrediente di base dei nostri prodotti di bellezza e non solo risparmieremo denaro ma… ne guadagneremo in salute! L’amido di riso sarà il nostro alleato naturale nel combattere tutti i disagi di una pelle spesso irritata dagli agenti atmosferici, dall’inquinamento e da trattamenti di bellezza troppo aggressivi.

118

CURA DEI CAPELLI In Indonesia l’amido di riso è un vero e proprio segreto di bellezza. Proviamo a far nostra questa lontana tradizione per far splendere i nostri capelli: ricco di vitamina B, l’amido di riso renderà morbida e lucente la nostra chioma. Procediamo quindi nella creazione di una maschera da applicare sui capelli umidi. Le quantità degli ingredienti variano in base alla lunghezza dei vostri capelli, ma in generale è sufficiente mescolare acqua, amido di riso e un cucchiaino di miele fino ad ottenere un composto cremoso, al quale aggiungere, se lo desiderate, un goccio di latte di cocco, perfetto per profumare i capelli. Applicate sui capelli umidi e risciacquate. BELLEZZA DEL VISO L’amido di riso è perfetto anche per la pelle del viso: il suo forte potere lenitivo, infatti, è molto utile per diminuire arrossamenti e irritazioni; allo stesso tempo, nutrirete a fondo l’epidermide. Prendete, dunque, una piccola ciotola e mescolate due cucchiai di miele a tre

cucchiai di amido di riso. Per rendere più cremoso il composto, aggiungete un po’ di acqua di rose. A discrezione è possibile anche aggiungere qualche goccia di tea tree, un disinfettante naturale molto potente. Ora applicate la maschera sul viso e tenetela in posa per una decina di minuti, risciacquando con dell’acqua tiepida. PER UN BAGNO RILASSANTE L’amido di riso nutre la pelle in profondità, rendendola morbida e vellutata. Ecco perché possiamo utilizzarlo anche quando ci facciamo il bagno o... Quando lo facciamo ai nostri bambini! È sufficiente versarne qualche cucchiaio nella vasca piena d’acqua e il gioco è fatto. Per un po’ di relax, potete diluire nell’acqua anche un olio essenziale di vostro gradimento. Non avete la vasca? Non disperate, perché l’amido di riso può essere utilizzato anche sotto la doccia. Come? È molto semplice: l’amido di riso, a contatto con la pelle bagnata, diventa immediatamente una crema facile da applicare e capace di nutrire la pelle in profondità. Provate e non riuscirete più a farne a meno!



A RI LE VA

NO LI GO

5 .6 10 2. -2

OROSCOPO

dal 16 al 22 ottobre

ARIETE

TORO

dal 23/9 al 22/10

dal 21/3 al 20/4

dal 21/4 al 20/5

Un viaggio, anche molto breve, una reunion fra vecchi amici, un incontro inaspettato: questa settimana vi riserva momenti positivi e magari anche una piacevole sorpresa. Per chi cerca l’anima gemella, potrebbe essere il momento giusto. Godetevi il momento, amici!

Dovreste pensare a risolvere qualche vecchia questione mai davvero affrontata. Per lo più l’avete messa da parte, nascosta sotto il tappeto, ma a tratti ritorna a galla e dovete farci i conti. Forse è il caso che mettiate un punto. Dopo vi sentirete più leggeri.

La pazienza che dimostrate riguardo a questioni economiche, o anche nnei confronti di persone che vi mettono a dura prova coi loro atteggiamenti, verrà ripagata presto. Questa settimana raccoglierete molto, sia materialmente che a livello morale

BILANCIA

denaro

amore

 

salute



denaro

amore

 

salute



denaro

amore

 

salute



GEMELLI

CANCRO

LEONE

dal 21/5 al 21/6

dal 22/6 al 22/7

dal 23/7 al 22/8

In certi momenti della nostra vita, tendiamo un pò ad adagiarci sugli allori - o sui divani - e lasciarci un po’ andare. Il rischio è quello di sfiorire fisicamente e appiattirsi nella solita routine. Superate la pigrizia e tornate a prendervi cura di voi, con un minimo di sana vanità, e tornate a seguire le vostre passioni e nuovi stimoli. Forza!

A volte vi lasciate spaventare troppo da alcune sfide che vi vengono proposte. Temete di non essere all’altezza e di non farcela. Ricordate che se dei progetti vi vengono proposti, un motivo c’è. Le persone intorno a voi a volte riescono ad apprezzare il vostro talento meglio di voi.

Sul lavoro si profila qualche interessante novità: un cambiamento di mansioni, un nuovo collega, un progetto stimolante su cui concentarsi. Quale che sia, metteteci tutta la vostra abituale grinta e l’entusiasmo di cui siete capaci. Il successo è assicurato.

denaro

amore

 

salute



denaro

amore

 

salute



denaro

amore

 

salute



VERGINE

SCORPIONE

dal 23/8 al 22/9

dal 23/10 al 21/11

dal 22/11 al 20/12

Le decisioni importanti non vanno mai prese di fretta o sull’onda emotiva di situazioni contingenti. Ricordatevi che il cuore può sbagliare, il cervello difficilmente. Per cui prendetevi tempo per rifletterci su e capire i pro e i contro reali della situazione.

A volte le persone ci deludono. È una dura lezione da imparare, soprattutto quando si tratta di persone che abbiamo considerato amiche e care. Invece che rovinarvi il fegato, provate a riflettere sul fatto che queste persone, probabilmente, non sono quello che pensavate.

Settimana abbastanza movimentata per voi. Avrete tanto da fare, dovrete correre a destra e manca per riuscire a stare dietro a tutto. Le persone tenderanno a fare riferimento a voi e vi sentirete un po’ stanchi. Tenete duro!

denaro

amore

 

salute



CAPRICORNO

denaro

amore

 

SAGITTARIO

salute



ACQUARIO

denaro

amore

 

salute



PESCI

dal 21/12 al 19/1

dal 20/1 al 18/2

dal 19/2 al 20/3

Momento un po’ altalenante col partner: passate da momenti di romanticismo puro ed euforia a momenti in cui lo vorreste strozzare. Non vi preoccupate: tutto nella norma. Fate passare questa settiana un po’ umorale e tutto andrà a posto.

Siete vulcanici e decisamente su di morale e cercate di coinvolgere gli altri nel vostro entusiasmo. Ma tenete conto che non tutti hanno il vostro carattere e nella goliardia generale potreste urtare la sensibilità altrui. Mostrate più tatto.

In famiglia, sarete chamati a gestire una situazione alquanto delicata: a voi il duro compito di riportare la pace fra i litiganti. Ne fareste volentieri a meno, ma probabilmente siete gli unici a poter riuscire nell’impresa. Armatevi di santa pazienza e riuscirete.

denaro

amore

 

salute



denaro

amore

 

salute



denaro

amore

 

salute




BURG

®

IT’S A PHONE WWW.BURGSHOP.IT

SMARTWATCH


PRESTIFACILE è un iniziativa pubblicitaria e promozionale alla quale aderisce l’Agenzia in Attività Finanziaria con n° d’iscrizione OAM A9357 mandataria dell’intermediario Mediocredito Europeo S.p.A. L’iniziativa si limita a pubblicizzare un servizio non erogato direttamente dal titolare della campagna pubblicitaria. Il marchio Prestifacile è concesso in uso. Per ulteriori informazioni e circa le condizioni contrattuali e le informazioni europee di base sul credito ai consumatori, si rimanda ai fogli informativi presenti in filiale nonchè al contatto con l’intermediario autorizzato. I prestiti a protestati e cattivi pagatori sono negati ai lavoratori autonomi, poichè concessi esclusivamente nella forma della Cessione del Quinto dello stipendio o della pensione. Messaggio Pubblicitario promozionale.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.