ADESSO Settimanale n.1

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ADESSO Le tue storie, le tue emozioni

s e t t i m a n a l e d i C O S T U M E E at t u a l i tà n . 1 A N N O I . 3 1 l u g l i o 2 0 1 4 • E U R O 1 , 5 0 1 , 0 0

VERONICA

PAPA FRANCESCO

L’ULTIMO

UMANISTA «Senza lavoro

MAYA

non c’è dignità»

Il lavoro è importante ma

i miei figli sono la mia unica grande certezza

ENZO DECARO

VI RACCONTO IL MIO

TROISI FRANCESCO .

GAMBELLA. CON LE MIE IMPRESE IN CANOA COSTRUIAMO POZZI D’ACQUA

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COSA CHIEDONO E QUANTO FANNO

RISPARMIARE

ALLO STATO

Lorella

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Cuccarini IL MIO SEGRETO PER UN MATRIMONIO A PROVA DI BOMBA Il 3 agosto festeggia ventitré anni di amore col marito e i quattro figli e a Renzi lancia un appello per il futuro dell’Italia

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EDITORIALE

ADESSO

"Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni." Paolo Coelho

CAMBIA ADESSO Care Lettrici, voglio dare a tutte Voi il benvenuto in questa nuova esperienza di lettura. Quando, all’inizio di questa avventura, ho cominciato a discutere con la mia redazione dell’approccio che dovevamo avere, ho detto loro che avremmo realizzato un giornale positivo, piacevole e informativo, con personaggi e attualità sicuramente, ma anche con storie ed emozioni, che per tutti noi hanno un ruolo fondamentale. È cosi che nasce Adesso, da un pensiero su Voi lettrici. Abbiamo rinunciato per qualche ora ai telefonini e ai computer e siamo diventati tutti mamme, mogli, suocere, figlie e amiche, lavoratrici e casalinghe. E durante questa immersione fantastica al femminile abbiamo scoperto un mondo di emozioni e di storie entusiasmanti. Alcune forti, altre struggenti, ma tutte coinvolgenti e, anche se non sempre a lieto fine, in grado di insegnare qualcosa, di donare uno stimolo a guardare il futuro con sguardo positivo. Abbiamo deciso di raccontare la normalità della vita, anche quando

si parla di personaggi famosi, portando alla luce tutte quelle piccole eroine che giorno dopo giorno, con la tenacia che le contraddistingue,contribuiscono alla creazione di un mondo migliore. Abbiamo scelto di sostenere Trenta Ore per la Vita e di collaborare con loro nel dare voce alle storie dei protagonisti che vivono storie che ci portano a riflettere, ci coinvolgono e, a volte, non sono poi così lontane dalla nostra esperienza. E questo viaggio lo intraprendiamo insieme a Lorella Cuccarini, madrina e testimonial dell’associazione che ha contribuito a fondare. Quando le ho prospettato di lavorare insieme sulla parte dei contenuti l’entusiasmo è stato immediato e grande, così come le idee condivise quotidianamente in redazione. Insomma, in queste pagine semplicemente la vita, fatta di storie e di emozioni. Questa vita che è ora di vivere a pieno. Adesso. Andrea Minoia direzione@edizioniadesso.com

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ADESSO

SOMMARIO

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GIOVEDÌ 31 LUGLIO 2014 · N. 1

VERONICA MAYA In attesa delle nozze ci racconta la sua vita a telecamere spente

66. ENZO DECARO Incontriamo l’eclettico attore napoletano 70. STORIE ED EMOZIONI Francesco Gambella

28 LORELLA CUCCARINI A tu per tu con uno dei volti più amati del piccolo schermo che ci svela la sua ricetta per l’amore eterno 08. FOTO DELLA SETTIMANA La sposa bambina 10. ATTUALITÀ Le foto della settimana 12. LA VITA È ADESSO L’Italia più bella secondo Lorella 15. FORUM DI ADESSO Lettrici protagoniste 16. ZAPPING SUL MONDO Focus oltreconfine

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18. 22. 24. 26.

PRIMO PIANO

Attualità

I TUOI DIRITTI

Universo colf e badanti FATTI DI UN TEMPO

52. TRENT’ANNI DI QUARK Piero e Alberto Angela 54. CINEMA Michael Douglas

LA MACCHINA DEL TEMPO

1960: viaggio a ritroso fra musica, curiosità e personaggi 58. NOEMI Vis à vis con la cantante 62. LIBRI Tutte le novità

31 luglio 1976

FINESTRE SULLA CITTÀ

36. 38.

Movida estiva

39. 44.

Volontari WWF

PERSONAGGI TV

In Sconosciuti Collection un Giulio Scarpati del tutto inedito

IL GRILLO PARLANTE

68 AMORI INDIMENTICABILI Marilyn Monroe & John Fitzgerald Kennedy un amore proibito 74. FA LA COSA GIUSTA Vincenzo Spadafora

40

I nostri SI & NO

IMPEGNO PER GLI ALTRI PUNTI DI VISTA

La Costa Concordia MODA

Look & People

48. BEAUTY I cosmeceutici

MONDI OPPOSTI Matteo Salvini e Davide Demichelis a confronto su uno dei temi caldi dell’estate: l’immigrazione

PAPA FRANCESCO Il mondo del Pontefice fra novità, viaggi e parole di speranza

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ADESSO

SETTIMANALE N.1 - 31 LUGLIO 2014, anno I Direttore Editoriale ANDREA MINOIA direzione@edizioniadesso.com Direttore Responsabile Sergio Greci Caporedattore Vincenzo Petraglia redazione@edizioniadesso.com Redazione Chiara Mazzei (Cultura e Società)

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Lorella Cuccarini (Storie di solidarietà)

GRANDI ITALIANI Rodolfo Valentino, il divo indimenticabile che ha fatto sognare le donne di tutto il mondo 82. L’INCHIESTA Casalinghe alla riscossa 86. DONNE DI ADESSO La fotostoria 89. CONTROCORRENTE Christine Chua 92. NARRATIVA I racconti di Adesso

DONNE D’ITALIA C’è un perchè nascosto in tutte le cose. Parola di Dacia Maraini

98. GIOCHI Allena la tua mente 100. SINFONIE D’AUTORE

Un premio speciale

Grafica ed Editing Michele Magistrini (Caposervizio) Sebastian Paèz Delvasto Laura Pozzoni Ricerca Iconografica Carlo Sessa

CUCINA I cibi per abbronzarsi e proteggere la pelle e le ricette creative per l’estate 116. POLLICE VERDE Piante e vacanze 119. GIOIELLI Fatti da te 120. OROSCOPO

102. AGENDA

Foto e Illustrazioni Claudio Porcarelli, Maurizio Fiorino, Kikapress, Corbis, Fotolia Hanno collaborato: Manuela Blandino, Marta Cerizzi, Silvia Coldesina, Federico Crisalidi, Maurizio Fiorino, Serena Fogli, Luca Foglia Leveque, Angela Iantosca, Francesca Lovatelli Caetani, Vittorio Petrone

SO.FIN.COM. S.p.A. Via San Lucio 23, 00165 Roma info@sofincom.com Raccolta Pubblicitaria MediaAdv S.r.l. Via A. Panizzi 6, 20146 Milano Tel. 02.43.98.65.31 - 02.45.50.62.59 info@mediaadv.it

Eventi in Italia

104. SALUTE Colpo della strega 105. PSICO Autostima 106. GENITORI E FIGLI Le nuove sfide 107. ANIMALI In vacanza col micio 112. LA SPESA CONSAPEVOLE Il chilometro zero 114. CASA DOLCE CASA Riciclo creativo 115. BRICONSIGLI Decluttering: libere dalle cose inutili

Federica Piacenza (Moda) moda@edizioniadesso.com Progetto Grafico KYTORI s.r.l. info@kytori.com

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Stefano Fisico (Caposervizio Musica e Spettacolo)

Redazione Via Nino Bixio 7, 20129 Milano milano@edizioniadesso.com

94 MATERA Alla scoperta della città Patrimonio Unesco famosa per i suoi Sassi e a un passo dal mare

Stampa Poligrafici il Borgo s.r.l. Via del Litografo 6, 40138 Bologna Tel. 051.60.34.001 Distribuzione per l’Italia SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola 24, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.66.03.01 Copyright 2014 Sofincom S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n.89- 14/03/2014. Una copia: 1,50 euro

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Il principio attivo dello star bene


ADESSO

FOTO DELLA SETTIMANA

LE “PRINCIPESSE” DEL NEPAL

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Una delle spose bambine di Kathmandu durante il matrimonio simbolico col frutto dell’albero del Bel, rappresentazione della divinità Shiva. L’antichissimo rituale segna il passaggio all’età adulta delle vergini della comunità, agghindate come autentiche principesse.


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Una Settimana in foto

ADESSO

PERSONAGGI

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MICHELLE IN VERSIONE SUPERMARKET

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FOTO RICORDO DOPO IL PERICOLO SCAMPATO

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IL BORGO IN VENDITA SU EBAY

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1. Tra una nuotata e una pappina alla piccola Sole la Hunziker trova il tempo per fare un salto anche al supermercato contagiando col suo sorriso pure la cassiera. Non c’è che dire: è proprio un momento felice per la bella showgirl! 2. Los Angeles, California. Due coniugi ultraottantenni prendono con filosofia l’incidente in auto che hanno appena avuto e si immortalano davanti alla macchina capovolta. 3. Gli abitanti di Sparone, in Piemonte, hanno messo in vendita su eBay l’intera frazione di Borgata Calsazio a 245mila euro. A una condizione: che l’acquirente se ne prenda poi cura e la ristrutturi. 4. Amanda Lear, madrina del Padova Pride Village, sta al gioco degli organizzatori e si diverte a “spogliare” un avvenente modello. 5. Una suggestiva immagine al tramonto di Stradun Street, nel centro storico della bella o movimentata città croata. 6. Anche i maialini hanno il loro paradiso terrestre. Si trova ad Exuma, nelle Bahamas, dove non è raro incrociare sul bagnasciuga queste simpatiche bestioline. Stranezze del mondo! 7. Karen Wisinska, irlandese, ha rinvenuto nelle tasche dei jeans acquistati in una nota catena di negozi una carta d’identità e un Sos proveniente dalla Cina. Sul biglietto, scritto da un detenuto, un messaggio rivolto alla comunità internazionale affinché si intervenga per liberare lui e gli altri detenuti da uno dei tanti carceri-lager cinesi. È stata aperta un’inchiesta. 8. Anche le tartarughe, pur nella loro lentezza, hanno la propria gara di velocità. Si svolge a Durham (Inghilterra) nel corso dell’Adventure Valley. Con un po’ di pazienza tutti, prima o poi, giungono al traguardo!


PERSONAGGI

ADESSO

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SPIRITOSA AMANDA

SUMMER IN DUBROVNIK

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SOS DALLA CINA

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IL PARADISO È PER TUTTI

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TARTARUGHE DA GUINNESS 11


ADESSO

INSIEME A TRENTA ORE PER LA VITA

LA VITA È

ADESSO

P

erché ho scelto il titolo di una canzone di Claudio Baglioni? Certo, è un brano bellissimo e sono un’estimatrice di Claudio ma c’è dell’altro. “La vita è adesso” esprime al meglio la mia semplice filosofia di vita. La vita di ognuno di noi è fatta di tanti “qui ed ora”. E per tanti, il sogno più grande è sempre stato quello di cambiare il mondo. A dirlo così sembra persino un po’ infantile eppure per molti, in modo diverso, questo sogno si è tradotto in realtà e ha cambiato la realtà. Personalmente, sono sempre stata più affascinata dal suono lieve di una foresta che cresce che dal frastuono di un albero che cade. Non mi piacciono i titoli ansiogeni, la cronaca - ­soprattutto nera - quelli che urlano più forte... Preferisco pensare ad un’altra Italia, più silenziosa, che senza clamore lavora per migliorare il Paese in cui viviamo.

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realtà. Anche grazie a questa esperienza, ho vissuto di tanti adesso che mi hanno regalato momenti di felicità piena. Ricordo il giorno in cui inaugurammo il reparto Oncoematologico Pediatrico dell’ospedale di Pescara. Prima i bambini venivano curati insieme agli adulti. A distanza di tre anni, di fronte all’ospedale nacque anche la prima casa di Trenta Ore per la Vita, che ospitava gratuitamente i parenti dei bimbi, in cura presso il reparto. Funziona ancora a pieno regime e risolve i problemi di tante famiglie. Ricordo il giorno in cui consegnammo ai centri della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) decine di mammografi ed ecografi per la prevenzione tumorale. I medici finalmente avrebbero potuto effettuare molte più visite gratuite e quindi rispondere alle tante liste d’attesa sul territorio.

È la parte più consistente. Fatta di persone che non agiscono per il potere o la celebrità, ma per il bene comune. Questo esercito di persone ordinarie e straordinarie è il mondo delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni non governative, che affiancano - e spesso sostituiscono -­le Istituzioni in molti ambiti, soprattutto socio -­sanitari. Un mondo che ho imparato a conoscere attraverso l’esperienza vissuta con Trenta Ore per la Vita e che racconterò in queste pagine, settimana dopo settimana.

Ricordo un viaggio in Mozambico e in Malawi. L’incontro con alcune mamme sieropositive che, grazie ad un cocktail di farmaci assunti durante la gravidanza, avevano dato alla luce dei bimbi sani. Grazie a Trenta Ore per la Vita ne sono nati 8.600. Tutti sani. Non potrò mai dimenticare la gratitudine negli occhi di quelle madri. Dietro Trenta Ore per la Vita ci sono tante storie di persone speciali, che agiscono concretamente e gratuitamente; che sollevano dei problemi che alle volte sembrano insormontabili. È proprio nelle difficoltà e nel dolore che spesso ci sentiamo più soli. E non ci rendiamo conto che magari, proprio vicino a noi potrebbe esserci qualcuno disposto ad aiutarci.

Nel 1994, andava in onda il primo evento di raccolta fondi di Trenta Ore per la Vita. Quando tutto è cominciato, pensavamo di realizzare solo un evento televisivo. Quello era il nostro mestiere. In venti anni, Trenta Ore per la Vita si è trasformato enormemente, diventando un punto di riferimento per molte associazioni su tutto il territorio. Ed io sono cresciuta insieme a questa

Conoscere queste realtà ci fa riflettere su quanto ognuno di noi possa fare nella propria vita. Non solo come donatore, ma anche come parte attiva di un cambiamento. Se la mission del nuovo Adesso è quella di leggere con occhi “nuovi” i fatti, i personaggi, le storie, raccolgo la sfida con grande entusiasmo! Da giovedì prossimo, ogni settimana vi racconterò una piccola


In questa foto e quella sotto, all’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano

parte di questa foresta che cresce. Ogni volta, tratterò un tema diverso partendo sempre da una storia: un percorso difficile, una situazione drammatica. E attraverso questo racconto, vorrei segnalare chi, secondo la mia esperienza, è in grado di offrire un aiuto reale per chi ne avesse bisogno. Naturalmente, mi aspetto altrettanto da voi. Perché le informazioni e le conoscenze possano essere messe a disposizione di tutti. Sta per iniziare un’avventura che può cambiare il nostro modo di guardare al Paese, scoprendo un altro tipo di “grande bellezza” nascosta. Un forte abbraccio a tutti voi e arrivederci a giovedì prossimo. Lorella Lorella in Malawi (2009) con il programma DREAM per combattere il virus dell’HIV tra le donne e i bambini, in collaborazione con la comunità di Sant’Egidio

I NUMERI DI TRENTA ORE IN 20 ANNI Oltre 1 milione di donatori unici 45 associazioni beneficiarie sostenute 740 progetti realizzati sul territorio, tramite i quali sono stati finanziati: 62 automezzi attrezzati per il trasporto dei disabili; 7 reparti pediatrici ristrutturati; oltre 1.100 defibrillatori destinati a scuole e impianti sportivi pubblici; 22 case famiglia ristrutturate o realizzate; 154 città con progetti di assistenza domiciliare gratuita ai malati di leucemia, tumore e sclerosi multipla; E MOLTO ALTRO... 8.600 sono stati i bambini nati sani in Africa da mamme sieropositive. Centinaia di migliaia le persone che hanno appreso in televisione le manovre salvavita e di queste oltre 8.000 sono state formate gratuitamente attraverso i corsi di rianimazione cardio-polmonare con defibrillatore.

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il Forum

FORUM

Con questa settimana si apre il nostro forum, uno spazio in cui potrai far sentire la tua voce, chiedere consiglio e dare i tuoi suggerimenti alle altre lettrici.

ADESSO

DI ADESSO ALLORA CHE ASPETTI, SCRIVICI O CHIAMACI. ASPETTIAMO IL TUO PARERE!

PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  Manda una mail a forum@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00

ECCO COSA CI SCRIVONO GIOVANNA E GLORIA... SARÒ L’UNICA?

Ho 64 anni, insegno ancora italiano e latino in un liceo e quando mi dicono “ti invio una mail”, “collegati al tal sito” o “puoi pagare on line”, devo candidamente rispondere che non ho un computer, né un indirizzo elettronico, né la voglia di organizzarmi in questo senso. Intanto continuo a fare code davanti a sportelli stanchi e inefficienti, a dichiarare eterna gratitudine alla segretaria della scuola che mi permette di inserire i voti sul registro on line, ma credo di poter vivere ugualmente. Sono l’unica o qualcuno condivide la mia arretratezza? Giovanna, Lecce

SENSO DI COLPA... GIUSTO O INUTILE?

Ciao a tutte, ho 62 anni e da 15 convivo con un problema che sta condizionando la mia vita sotto molto aspetti. Mia madre è malata di Alzheimer: da sempre donna energica, vitale, dalla personalità molto forte, si è trasformata nell’ombra di se stessa. A tratti è persino aggressiva. Mi sento quasi un gendarme in quanto devo continuamente sorvegliarla perché non scappi o non combini guai. Negli ultimi anni ho smesso di avere una vita mia. Mentre lavoro la affido a una signora, ma quando rientro a casa mi dedico a lei e non mi sento di lasciarla neanche per un minuto. Molti mi hanno consigliato di portarla in un apposito istituto, dove possa essere accudita, ma io mi sento in colpa. Vero è che non ho più forze, sono perennemente stanca sia a livello fisico che mentale e non ho più una vita. Che fare? Continuare o così o cedere e portarla in un istituto? Gloria, Alessandria

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L’Italia racconta il mondo

ADESSO

PERSONAGGI

VENTI DI GUERRA

GAZA, SIRIA, IRAQ, UCRAINA SITUAZIONI SEMPRE PIÙ ESPLOSIVE È un’estate calda questa del 2014. E non sotto il profilo delle temperature, quanto, tristemente, sotto quello delle guerre in corso, che continuano a mietere vittime e spargere sangue. In primis, il conflitto che coinvolge Israele e la Palestina, innescato, almeno apparentemente, dal massacro di tre ragazzi israeliani, ma che cela interessi politico-economici e odi che vanno avanti da oltre sessant’anni. A fare le spese intanto di questa ottusa guerra, di fronte alla quale né l’Europa né gli altri organismi internazionali si stanno dimostrando all’altezza della situazione, è la gente comune. Come al solito, quella che nulla ha a che vedere con gli ingranaggi del potere e col fanatismo religioso. Da quando sono cominciati gli attacchi alla Striscia di Gaza i morti sono stati già diverse centinaia, fra cui anche molti bambini. Vittime che si aggiungono a quelle delle tante situazioni esplosive e conflitti in corso neppure troppo lontani da noi e di cui troppo spesso ci si dimentica: Ucraina, Siria e Iraq innanzitutto, ma anche le oltre trecento situazioni di guerra e conflitto armato nel mondo.

PERCHÈ LO FAI GEORGE?

IL BEL CLOONEY A UN PASSO DALLE NOZZE Manca ormai poco più di un mese al fatidico sì che manderà in frantumi cuori e velleità (quante donne – e non solo donne – avranno sognato almeno una volta a occhi aperti di poter un giorno in qualche modo conquistarlo!) di milioni di fan in tutti gli angoli del pianeta. Un momento che mai avrebbero voluto arrivasse. Eppure il bel Clooney, lo scapolo d’oro di Hollywood, fra i divi più sexy e amati di tutti i tempi, a 53 anni suonati sembra proprio aver messo la testa a posto. Deciso come non mai a dare un taglio netto alla carrellata di

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flirt e relazioni (fra cui anche con la nostra Elisabetta Canalis) che ha messo finora in rassegna. Il 12 settembre, infatti, il due volte premio Oscar, salvo imprevisti o ripensamenti dell’ultima ora da tanti auspicati, convolerà a nozze nella sua villa di Como con Amal Alamuddin, il brillante avvocato libanese 36enne che si batte per i diritti umani, oltre che donna bellissima e, aggiungeremmo, ormai invidiatissima. Staremo a vedere come andrà a finire e intanto aleggia la domanda: George perché lo fai?


PERSONAGGI Forse sono semplici operazioni di immagine, forse no. Fatto sta che sempre più personaggi dello star system internazionale prestano il loro volto a iniziative in ambito sociale. Dalla difesa dei diritti umani all’impegno con-

LE STELLE PIÙ LUMINOSE

QUELLE IMPEGNATE DEL SOCIALE

ADESSO

tro la povertà e le guerre passando per le battaglie ambientaliste. L’ultima a scendere in campo è Mia Farrow, l’ex compagna di Woody Allen e ambasciatrice dell’Unicef, che nel Palazzo di vetro delle Nazioni Unite ha posto la questione della Repubblica Centrafricana, dove – ha denunciato – è in atto una vera e propria pulizia etnica. Ma come lei sono tante le celebrities impegnate: da Brad Pitt e Angelina Jolie, tra i più attivi in campo umanitario, a Sean Penn, noto per il suo sostegno ai terremotati di Haiti, e Jude Law, che ha chiesto la liberazione di alcuni attivisti imprigionati in Russia. Ma anche George Clooney, Daryl Hannah, Christian Bale, perfino arrestati per le loro battaglie. E poi Shakira, Ben Affleck, Charlize Theron, Antonio Banderas, Leonardo DiCaprio, Ewan McGregor, Matt Damon, Madonna, Gisele Bündchen e molti altri. Un tempo spopolava insomma il divo bello e dannato, oggi quello virtuoso. Il pubblico pare apprezzare. E molto.

BIBLIOTECHE IN RIVA AL MARE

IN BULGARIA LA PRIMA BEACH LIBRARY

Estate tempo di relax e cosa c’è di più rilassante che la lettura di un buon libro in spiaggia cullati dal dolce infrangersi delle onde del mare? In Bulgaria, precisamente ad Albena, ha aperto i battenti la prima biblioteca da spiaggia dell’Unione Europea, la terza a livello mondiale. Scaffali en plein air a un passo dal mare che contengono ben 2.500 volumi scritti in dieci lingue diverse e a completa disposizione dei bagnanti. Il servizio è com-

pletamente gratuito, non richiede alcuna tessera, i titoli sono selezionati accuratamente (si va dai classici della letteratura mondiale ai thriller, dai libri storici alle biografie) e il meccanismo è semplice: i turisti possono prendere un libro gratuitamente e, in cambio, sono invitati a lasciarne uno di loro proprietà per diversificare la raccolta a scaffale. Come dire, la cultura non va mai in vacanza!

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ADESSO

PERSONAGGI

IN PRIMO PIANO

di Vincenzo Petraglia

LE VACANZE DEGLI ITALIANI? SEMPRE PIÙ MORDI E FUGGI A FOTOGRAFARE QUESTA TENDENZA, COMPLICE LA CRISI MA ANCHE PREZZI PER FAR VACANZA IN ITALIA PIÙ ALTI RISPETTO ALLA MEDIA EUROPEA, UNO STUDIO DI FEDERCONSUMATORI La crisi economica, lo sappiamo bene tutti, chi più chi meno, continua a mordere da anni e tutta una serie di indicatori e dati diffusi di recente da più parti disegnano uno scenario in cui gli italiani fanno sempre più fatica a far quadrare i loro conti, costretti quindi a tagliare dove possibile. A partire dalle vacanze. Secondo una recente indagine condotta da Federconsumatori in collaborazione con l’Ente bilaterale nazionale del turismo il modo di viaggiare e di trascorrere le vacanze degli italiani è molto cambiato negli ultimi anni e si è passati sempre più dalla classica villeggiatura di tre settimane che imperava negli anni Sessanta a vacanze, per i più fortunati, praticamente dimezzate. Un turismo sempre più mordi e fuggi dunque, non di rado legato a fine settimana lunghi (con pernottamenti, quindi, tre le due e le quattro notti al massimo) e a nuove modalità di turismo low cost: scambio casa, vacanze in bassa stagione, ospitalità presso amici e parenti e così via. Il numero di coloro che lasciano in estate le città per andare in villeggiatura – registra lo studio – è calato drasticamente. E non è un caso che le nostre grandi città che un tempo si svuotavano completamente con i grandi esodi

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agostani verso il mare oggi pullulino sempre più di vita e di traffico anche in piena estate. Nel 2008 partiva per una vacanza di almeno una settimana il 49% degli italiani, nel 2012 il 34, oggi a partire è soltanto il 31% della popolazione. Un crollo davvero vertiginoso che ovviamente si ripercuote negativamente sull’intera macchina del turismo italiano e sulla possibilità di mantenere o creare nuovi posti di lavoro, fortunatamente salvata almeno in parte dall’aumento dei flussi turistici stranieri verso il nostro Paese che si sta registrando ultimamente. E questo nonostante, secondo un recente studio della Coldiretti, fare le vacanze in Italia costi il 10% in più rispetto alla media europea. Tornando alla spesa turi-

stica interna degli italiani, si è passati dai 77,4 miliardi di euro del 2008 ai 70,1 miliardi del 2013. Uno scarto non da poco. E questo nonostante, dopo il boom dei viaggi all’estero negli anni rampanti, oggi, in tempo di spending review, la maggior parte degli italiani sia tornata a prediligere il Belpaese come meta delle proprie ridotte vacanze. Nel 2005 restava in Italia il 76% dei viaggiatori, contro il 24 che preferiva le mete oltre confine, l’anno scorso invece a varcare i confini nazionali è stato solo il 20% della popolazione. Otto italiani su dieci restano, dunque, nel Belpaese e non tanto per affezione quanto, potendo abbattere almeno i costi di trasporto e pernottamento, per necessità!


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ADESSO

L’Italia racconta l’Italia

PERSONAGGI

ADDIO CONCORDIA

COMINCIA LA FASE DI SMANTELLAMENTO A più di due anni e mezzo dal tragico naufragio all’Isola del Giglio, costato la vita a ben 32 persone, la Costa Concordia, il gigante dei mari rimasto per tutto questo tempo arenato come un enorme fantasma d’acciaio, ha finalmente completato il suo ultimo viaggio, giungendo nel porto di Genova. Ora la nave verrà completamente smantellata anche se nessuno potrà mai cancellare il ricordo di quella tragica e scellerata notte. Una notte che tanto dolore ha provocato ai familiari delle vittime e all’intera nazione, insieme con l’imbarazzo e la vergogna nei confronti del mondo per quanto accaduto a causa del discutibilissimo comportamento dell’equipaggio e del suo comandante Schettino, per i quali è ancora in corso il processo.

ITALIA

SEMPRE PIÙ BLU

VERSO IL

LEONE D’ORO

A giudicare dalle premesse la 71esima Mostra del cinema di Venezia (27 agosto - 6 settembre) sarà un’edizione alquanto interessante. Tra i film in concorso c’è molta attesa per The Cut di Fatih Akin, Nobi di Shinya Tsukamoto e The Look of Silence, documentario di Joshua Oppenheimer. Gli italiani in gara che cercheranno di bissare il successo dell’anno scorso di Gianfranco Rosi con Sacro Gra saranno Il giovane favoloso di Mario Martone, ispirato a Giacomo Leopardi e interpretato da Elio Germano, Anime nere di Francesco Munzi e Hungry Hearts di Save-

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rio Costanzo. Alla mostra, la cui giuria internazionale verrà presieduta da Alexandre Desplat, sarà ospite anche Abel Ferrara che presenterà il molto atteso Pasolini con, fra gli altri, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastrandrea e Willem Dafoe. Tra gli altri grandi ospiti del festival, diretto da Alberto Barbera e di cui sarà madrina Luisa Ranieri, anche Lars Von Trier, che torna dopo circa 10 anni al Lido e Al Pacino, in laguna con ben due film: Manglehorn, di David Gordon Green, fra le pellicole in concorso, e The Humbling, di Barry Levinson, fuori concorso.

Il mare italiano, secondo i dati diffusi dalla Fondazione per l’educazione ambientale Italia, sembra godere di migliore salute rispetto allo scorso anno con località balneari sempre più attente a turismo ecosostenibile e servizi offerti ai bagnanti. Le Bandiere blu sono, infatti, 248 contro le 246 della scorsa stagione. La regione che può vantare l’acqua più pulita della Penisola è la Liguria, con ben venti località Bandiera blu, seguite a ruota da Marche e Toscana. In coda alla classifica, fra quelle che hanno registrato una diminuzione delle Bandiere blu, la Calabria, passata da sei a tre bandiere.


PERSONAGGI

ADESSO

CICOGNE VIP

VIVA LE CURVE! Avete presente le tantissime modelle scheletriche e dall’espressione spesso anche un po’ triste che ci siamo abituati a vedere sfilare sulle passerelle di tutto il mondo? Beh, forse qualcosa finalmente sta cambiando a rompere una monotonia che ci aveva, a dirla tutta, un po’ stancati. A sancire quella che sembra essere una vera e propria nuova tendenza c’è ora anche il celeberrimo calendario Pirelli. Nell’edizione 2015, firmata dal famoso fotografo Steven Meisel, ci sarà, infatti,

anche l’americana Candice Huffine, tra le modelle extra large più famose del mondo: 29 anni, un metro e ottanta per novanta chili di morbide curve. E non è l’unico inno alla bellezza legata a canoni di femminilità più tradizionali. Basti solo pensare a Kim Kardashian o alla nostra Monica Bellucci, che esibiscono le loro curve mozzafiato con orgoglio, mostrando al mondo quanto il curvy possa essere bello. Sarà l’inizio di una nuova era in fatto di bellezza?

Che la maternità renda più belle le future mamme è cosa risaputa. Ne sono un esempio lampante la splendida Kasia Smutniak, compagna del produttore Domenico Procacci, al nono mese di gravidanza, e Bianca Guaccero, che dovrebbe, invece, partorire a dicembre. La solare attrice pugliese, sposata da quasi un anno col regista Dario Acocella, è più bella che mai. Come Laura Chiatti, fresca sposa di Marco Bocci e al quarto mese di gravidanza. E che dire infine della camaleontica attrice Anna Foglietta e della dolce conduttrice televisiva Georgia Luzi? Partoriranno entrambe a ottobre, anche loro, come tutte le altre, raggianti più che mai.

E FIORI D’ARANCIO SIANO... MOLTE LE COPPIE VIP CHE ANDRANNO ALL’ALTARE Con agosto si aprono due mesi piuttosto movimentati per alcune delle coppie più “in” del momento che pare abbiano scelto la seconda parte dell’estate per dirsi il fatidico sì. Fra i matrimoni vip di casa nostra spicca quello di Elisabetta Canalis e Brian Perri, il chirurgo con cui è fidanzata da circa un anno, che dovrebbero convolare a nozze in Sardegna il 14 settembre, solo due giorni dopo il matrimonio del suo ex fidanzato George Clooney con la bellissima Amal Alamuddin. Secondo indiscrezioni, sempre a settembre si giureranno amore eterno anche Mario Balotelli e la splendida modella Fanny Neguesha. E anche Raffaella Fico, con cui l’eccentrico campione ha avuto una figlia, ha annunciato di aver ricevuto pure lei la grande proposta da Gianluca Tozzi, figlio del noto cantante. Voci, ancora non confermate, parlano anche di matrimonio fra Melissa Satta e Kevin-Prince Boateng e Manuela Arcuri e Giovanni Di Gianfrancesco, mentre, andando oltre confine, uno dei matrimoni più attesi riguarda la sexy attrice Scarlett Johansson e il creativo Romain Dauriac, che secondo il New York Post avverrà entro la fine di agosto.

EFFETTO BRAZIL Sarà stato il mondiale di calcio giocato in Brasile, ma quest’anno anche sulle spiagge italiane impazza lo stile carioca. A partire dai costumi: perizoma e colori forti. Per non parlare dei brani più trasmessi, ascoltati e ballati, legati proprio alla grande kermesse sportiva. Primo fra tutti La La La (Brazil 2014) di Shakira, We Are One (Ole Ola) di Pitbull con Jennifer Lopez e Claudia Leitte e Maracanã Emis Killa. In pole position, fra i brani tormentone di quest’estate 2014, anche Sing dell’inglese Ed Sheeran e Liar Liar di Cris Cab, e, giocando in casa, La pioggia è uno stato d’animo dei Dear Jack, campioni di vendite dopo essere saliti alla ribalta con la tredicesima edizione di Amici di Maria De Filippi.

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I TUOI DIRITTI

COLF

PROFESSIONE (E BADANTE)

Paghe, ferie, riposo. E un regolare contratto: ecco quali sono i diritti dei nostri inseparabili collaboratori domestici dati obbligatori: generalità delle parti, compresa la residenza, durata del contratto, retribuzione. E poi ancora orari, mansioni, vitto e alloggio, spazi per gli effetti personali, ferie, giornata di riposo settimanale. Per le collaboratrici conviventi, lo stipendio deve essere di almeno 614,85 euro al mese per il livello A (colf), fino ad arrivare ai 1173,83 euro delle badanti specializzate. Lo stipendio è maggiorato in caso di assistenza notturna. Se, invece, la collaboratrice non convive con noi, allora la retribuzione si calcola sulla base di una tariffa oraria che varia dai 4,47 euro all’ora della colf ai 7,93 euro della badante specializzata. L’assunzione va comunicata all’Inps, e ogni tre mesi vanno versati i contributi. Il calcolo dell’importo si può stabilire consultando anche il sito www.inps.it. La colf o la badante convivente deve lavorare, al massimo, per 10 ore non consecutive al giorno. E, in una settimana, per un massimo di 30 o 54 ore non consecutive, a seconda dell’inquadramento contrattuale. Ogni giorno ha inoltre diritto a una pausa pomeridiana di due ore e a una notturna di 11. Per quanto riguarda il riposo settimanale, oltre all’intera domenica vanno concesse altre 12 ore. Tutte queste pause, così come i pasti e i trasferimenti sul luogo di lavoro, non vengono conteggiate per la determinazione dell’orario. Il periodo di ferie minimo è di 26 giorni lavorativi. Sono nostre amiche (o amici), ci aiutano nelle faccende domestiche, la loro compagnia spesso è fondamentale. Ma sono anche delle lavoratrici dipendenti, delle professioniste, con tanto di diritti e regole da rispettare. Ecco perché, prima di assumere una badante o una colf, occorre conoscere cosa dice la legge in materia di contratti, orari, ferie e retribuzione. Primo problema: vogliamo assumere una badante o una colf? La distinzione non è di poco conto. La badante, secondo la Legge Bossi-Fini (189/2002), è una persona dedita all’“attività di assistenza a componenti della famiglia affetti da patologie o handicap che ne limi-

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tano l’autosufficienza”. La colf, invece, è una generica addetta (o addetto) alle faccende domestiche. La distinzione è importante: come qualsiasi lavoratore dipendente, infatti, il lavoro di colf e badanti è regolato da un contratto collettivo nazionale firmato dai sindacati. Secondo il contratto collettivo, la colf è inquadrata nel livello A, la badante in quello C o D: per ogni livello ci sono paghe diverse, orari diversi e diritti diversi. Per ogni collaboratore domestico deve essere firmato un contratto (con modelli prestampati disponibili anche su Internet, ad esempio sul sito www. colfebadantionline.it) con numerosi

BADANTI EXTRACOMUNITARIE Le ultime ricerche evidenziano un crescente numero di italiane “tornate”, a causa della crisi, a fare la colf o la badante. Tuttavia le collaboratrici sono per quasi il 70% straniere. In questo caso, l’immigrata deve essere regolare e dotata di permesso di soggiorno da esibire al momento dell’assunzione. Altrimenti, se la colf è residente all’estero, bisognerà attendere il “Decreto flussi” emanato periodicamente dal Governo.



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FATTI DI UN TEMPO

CON QUELLA

FACCIA UN PO’ COSÌ

Trentotto anni fa la Nasa avvistò il Volto su Marte, che molti ufologi interpretarono come un gigantesco monumento marziano. Che si scoprì poi essere...

VITA SU MARTE

Era il 31 luglio 1976 quando la Nasa pubblicò una foto che fece sobbalzare astronomi, scienziati e ufologi di mezzo mondo. Sei giorni prima, la sonda spaziale Viking 1, in orbita attorno a Marte per effettuare la mappatura della superficie del “Pianeta Rosso”, aveva immortalato qualcosa di strano nella regione della Cydonia Mensae. Una roccia? La tanto attesa prova dell’esistenza dei marziani? O addirittura un colossale monumento, simile alle piramidi egiziane? Di sicuro c’era solo lei: un volto dal sorriso enigmatico, una specie di Gioconda spaziale che subito riscaldò la fantasia dei terrestri. Era la “Faccia su Marte”. La foto fece immediatamente il giro del mondo. Invano gli scienziati scrissero che si trattava di una semplice, «immensa formazione rocciosa centrale, che rassomiglia a una testa umana, formata da ombre che danno l’impressione di occhi, naso e bocca». La fantasia, o forse il fascino dell’ignoto che da sempre circonda

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questi argomenti, aveva ormai preso il sopravvento. Negli anni ’80 lo scrittore “complottista” americano ci scrisse su un libro: I Monumenti di Marte, in cui ipotizzava che la Faccia fosse solo uno dei tanti resti di una città in rovina costruita da un’antica civiltà marziana. Negli stessi anni lo scrittore Zecharia Sitchin, interpretando alcuni antichi testi sumeri, sostenne addirittura che il Volto fosse la prova dell’origine extraterrestre dell’uomo. Per non farci mancare nulla, negli anni 2000 l’ingegnere italiano Ennio Piccaluga rilanciò: «la Faccia su Marte è artificiale, e la superficie marziana è più ricca di monumenti della Valle dei Re». Chissà che delusione quando, il 21 settembre del 2006, l’Esa (Ente Spaziale Europeo) diffuse nuove immagini ad altissima risoluzione della regione di Cydonia con la sua celebre Faccia. Che, in realtà, non era altro che un’umile collinetta lunga 3 km, larga 1,5 e alta non più di 500 metri, a cui le ombre della luce

Non avrà la faccia affascinante del Volto avvistato nel 1976, ma di una cosa, oramai, gli scienziati sono pressoché sicuri: la vita su Marte esiste, o almeno è esistita. E questo nonostante la sua superficie presenti un aspetto arido, simile a quello di un deserto disseminato da rocce di colore scuro. Nel 1996 sul meteorite ALH 8001, piovuto al Polo Sud direttamente da Marte, vennero individuati dei possibili batteri fossili. Numerose missioni sul suolo marziano ne hanno certificato l’esistenza di acqua: la Nasa stessa ritiene altamente probabile la vita su Marte, almeno nel passato, anche se la certezza assoluta, ancora, non c’è. Di certo, però, si tratterebbe di “poveri” batteri, non certo degli evoluti marziani di tanti libri e tanti film.

del sole avevano accidentalmente dato delle sembianze umane. A guardare le nuove immagini della Faccia su Marte, solo una fervida immaginazione può vedervi un volto o qualcosa del genere. Tuttavia, il buco nell’acqua non ha scoraggiato ufologi e complottisti di ogni ordine e grado: sull’esistenza di antichi o moderni marziani ci sarebbero ancora migliaia di “prove” inattaccabili…


Eventi speciali a un soffio da Castel dell’Ovo

L’emozione del panorama, gli ambienti eleganti, l’incontro tra originalità, raffinatezza e buon gusto caratterizzano gli eventi che il Royal Continental ospita nei suoi straordinari spazi, che risplendono di un fascino elegantemente vintage, grazie agli interni disegnati da Gio Ponti, uno dei più grandi architetti del Novecento. Location di riferimento per convention e meeting, l’hotel è dotato delle più moderne sale meeting, 13 business suite e spazi espositivi per oltre 200 mq) con luce naturale e vista mare. Due diverse soluzioni per matrimoni e banchetti: le intime sale panoramiche del ristorante Ten al decimo piano dell’hotel e le ampie ed eleganti sale del rinomato ristorante Al Castello , caratterizzato da una vetrata con vista infinita sul mare, dal Vesuvio alla collina di Posillipo con al centro l’isola di Capri. In pieno stile “newyorkese”, il Roof al decimo piano, dal quale godere della splendida veduta sull’antico Borgo dei Marinari e sul leggendario Castel dell’Ovo, ospita la piscina di acqua di mare concepita dall’architetto Gio Ponti. Una soluzione progettuale unica nel suo genere pubblicata nel 1954 sulla copertina di Domus. Posizionato in una delle zone più vivaci e dinamiche di Napoli, il Royal Continental non è un semplice hotel ma un vero e proprio meeting point cittadino con i suoi eventi, degustazioni, mostre, feste ed aperitivi.

HOTEL ROYAL CONTINENTAL

Via Partenope, 38 - 80121 NAPOLI

tel: +39 081 2452068 fax: +39 081 2455132

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FINESTRE SULLA CITTÀ

ROMA NELLA CAPITALE ALCOL VIETATO DOPO LA MEZZANOTTE A Roma, dal 13 giugno al 31 ottobre, è in vigore un’ordinanza comunale che vieta, dalle 24 alle 7, il consumo di alcolici in strada. Non solo: dalle 22 è addirittura vietato consumare alcolici in bottiglie di vetro; e, dopo questo orario, è vietata la vendita “da asporto” di alcolici da parte di negozi, supermercati e distributori automatici. Dalle 2, divieto assoluto di somministrare alcolici. Si rischiano multe fino a 280 euro per gli esercenti e fino a 150 euro per i consumatori.

BASTA

SCHIAMAZZI STRADA IN

Viva il sano divertimento, ma a volte, in alcune città, si esagera: ecco come comportarsi per difendere il nostro riposo e salvare il decoro delle nostre vie Incontrarsi per strada, fare quattro chiacchiere con gli amici, bere qualcosa. Magari ascoltare un po’ di musica, un bel gelato e poi tutti a casa. In un’epoca di individualismo, è un po’ la rivincita dello stare insieme contro l’isolamento delle serate davanti alla Tv o al computer. Peccato, però, che le esagerazioni siano sempre dietro l’angolo: schiamazzi, risse, abuso di alcolici, droga e addirittura atti sessuali in luoghi pubblici. In alcuni quartieri delle nostre città ci vuol poco a trasformare una sana “movida” (parola spagnola che significa “movimentata”) in un vero e proprio girone infernale. Che, oltre al degrado delle strade, rende la vita difficile a chi cerca semplicemente un po’ di riposo. Che fare, allora? Cominciamo dal caso più comune, quello degli schiamazzi. Secondo l’articolo 659 del Codice Penale, “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro”. Già, ma qual è la soglia oltre

la quale si passa dal “normale” rumore al disturbo? Secondo la Cassazione, la Legge punisce i rumori che, oltre ad essere superiori alla “normale tollerabilità” (3 decibel in più rispetto al normale rumore di fondo), abbiano l’attitudine a propagarsi, a diffondersi, in modo da disturbare – in qualsiasi orario – una quantità indeterminata di persone. Se rumori e schiamazzi provengono da un pubblico esercizio (bar, ecc.), molto

dipende dalla regolamentazione degli orari stabilita dal Comune. Dunque, se il rumore è intollerabile, non esitate a chiamare i Vigili. Come pure se, dalla finestra, avvistate risse, spaccio di droga, atti sessuali in luogo pubblico, tutti reati che il nostro Codice Penale punisce severamente. Anche il consumo di alcol in strada è regolamentato dai Comuni e, in molti casi, oltre certi orari non può essere effettuato.

PARMA A PARMA NIENTE BIVACCHI Anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti si scaglia contro la movida senza regole: niente più persone sedute sotto i Portici del Grano, niente più birre o gelati consumati davanti al Duomo e niente più giovani in strada di fronte ai locali nel centro storico dopo un certo orario. Tutti i locali con musica o che vendono cibi da asporto dovranno chiudere a mezzanotte; all’una il venerdì e il sabato. Non solo: sarà vietato anche semplicemente bivaccare sotto i luoghi-simbolo della città. Anche di giorno e con un semplice gelato.

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Lorella

Cuccarini

VENTITRÉ ANNI DI MATRIMONIO E AMARSI COME IL PRIMO GIORNO di Vincenzo Petraglia foto Claudio Porcarelli styling Federica Piacenza hairstylist Nicola Botta makeup Anna di Florio

Lorella lancia un appello a Renzi: «Puntiamo sulla famiglia per far ripartire l’Italia!» 28


Abito Chiara Boni

È

indubbiamente uno dei volti più amati del piccolo schermo. Bella, professionale, solare, impegnata nel sociale, quattro figli e un matrimonio che dura da oltre vent’anni (il 3 agosto festeggia, infatti, col marito Silvio il 23esimo anniversario). Per Lorella Cuccarini è tempo di bilanci e nuove sfide, come racconta in questa chiacchierata a cuore aperto con Adesso. Lorella, tu dai l’impressione di essere una donna quasi perfetta tra famiglia, lavoro, un modo di porti solare e rassicurante. Ma qualche difetto ce l’avrai anche tu? «Qualcuno mi chiama la donna bionica ma credo di non essere né più né meno di tante altre donne che ogni giorno fanno i salti mortali per conciliare famiglia e lavoro. Difetti più di qualcuno, come tutti. Sono una super organizzatrice. Per qualcuno è un pregio ma io talvolta lo vivo un po’ come una piccola prigione perché forse po-

trei vivere meglio se non fossi così precisa. Sono anche molto cocciuta, anche se negli anni ho imparato ad ascoltare di più i consigli degli altri, e mi faccio guidare dall’istinto, mentre qualche volta dovrei forse essere un po’ più razionale». Cosa ti fa perdere proprio le staffe nella vita? «Le esibizioni di piccolo potere, le persone cioè che sono arroganti con i più piccoli. Credo che il potere più è piccolo più è esercitato da persone che sono degli emeriti cafoni. Le persone di vero potere e di una certa caratura non hanno, infatti, bisogno di darne sfoggio per il solo gusto di esercitarlo sugli altri. Prendersela con i più deboli mi fa, quindi, diventare una belva. E poi in generale mi fanno arrabbiare molto la mancanza di rispetto per gli altri e la maleducazione». Anche la tua famiglia (è sposata con Silvio Capitta, in arte Silvio Testi, produttore musicale e televisivo, dal

Il 3 agosto festeggia col marito Silvio e i quattro figli una delle unioni più riuscite e longeve del mondo dello spettacolo 29


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conoscano anche le nostre debolezze. Ci apprezzeranno di più!».

Lorella e Silvio il giorno del loro matrimonio quale ha avuto quattro figli, ndr) fa un po’ Mulino bianco: un matrimonio che dura da tanto tempo e ben quattro figli, cosa piuttosto rara oggigiorno, a maggior ragione per chi, come te, lavora nel mondo dello spettacolo… «Il 3 agosto tagliamo il nastro dei nostri primi ventitré anni di matrimonio, ma non è stato sempre tutto rose e fiori e anche noi abbiamo avuto, come tutti, i nostri litigi, superati però sempre in forza dell’amore, del rispetto e della stima reciproca. Le famiglie del Mulino bianco non esistono. Esistono, invece, le famiglie che sanno sfruttare anche i momenti più difficili per cementare il loro legame, sapendo stare gli uni accanto agli altri anche solo nel silenzio o facendo un passo indietro. O anche facendo un passo in avanti, quando per esempio il proprio compagno ha bisogno di un po’ più di tempo per sé e c’è quindi la necessità che l’altro prenda in mano le redini della famiglia. Credo che la condivisione di passioni e progetti e poi soprattutto i nostri figli siano una parte importante del nostro rapporto perché condividere la responsabilità di crescere quattro ragazzi è una bella sfida, capace di fortificare il legame di coppia». È questo il vostro segreto? «Credo che alla base ci sia un progetto più che un segreto. La grande crisi della coppia oggi è dovuta al fatto che si è tutti molto concentrati su se stessi e questo porta a non essere in genere disposti a fare un passo indietro per il

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bene del rapporto. Quando si sceglie una vita insieme si deve condividere e se non si ha la capacità di mettere un po’ del proprio ego da parte, il che non vuol dire annullarsi, non si va da nessuna parte. Io e Silvio quando abbiamo deciso di sposarci credevamo nel nostro progetto di vita comune, poi la passione si trasforma e diventa, anche con l’arrivo dei figli, un amore ancora più profondo e bello». Di lui cosa apprezzi di più oggi? «L’intelligenza, la sua solidità, il suo essere un punto di riferimento per me e i ragazzi. È un uomo curioso, creativo, uno che non perde mai l’iniziativa, neppure nei momenti difficili». Con i vostri figli che madre sei? «Credo di essere oggi una mamma più consapevole e, quindi, più serena, che come tale gli lascia più spazio. Con i figli bisogna cominciare a seminare molto presto e io e mio marito da sempre abbiamo cercato di farlo responsabilizzandoli. Sono una mamma attenta ma che lascia anche molto spazio e non sono una mamma amica anche se mi comporto come un’amica. Mi piace fare insieme un sacco di cose: viaggiare, andare a teatro, visitare musei. Cerco insomma di avere con i miei figli un rapporto adulto, anche se divento severa quando è necessario. C’è grande dialogo fra noi e non ho paura, se ho sbagliato, di chiedere scusa. Noi genitori non dobbiamo porci come dei supereroi ma è bello che i nostri figli

Cosa vogliono fare da grandi? «Sara, la maggiore, che compie vent’anni il 4 agosto, sta facendo l’università e studia per diventare manager di grandi eventi. Giovanni, che diventa maggiorenne a settembre, è all’ultimo anno del liceo e vuole andare in Inghilterra a studiare Economia Politica, mentre Giorgio e Chiara (gemelli, di 14 anni, ndr) hanno appena finito la scuola media e vogliono fare entrambi i calciatori. Ovviamente se è questo il loro sogno li asseconderemo, facendogli però continuare parallelamente gli studi». E tu da bambina cosa sognavi di fare? «Esattamente quello che faccio. Il mio primissimo amore è stato la danza perché ero appassionata, forse perché mia madre era a sua volta una grande appassionata, dei film musicali americani. I miei miti erano Fred Astaire e Ginger Rogers, Gene Kelly e Cyd Charisse, e sul loro esempio ho sempre desiderato diventare un’artista a tuttotondo, cosa non sempre facile da fare in Italia e spesso guardata con sospetto». Quali sono stati i momenti più belli della tua vita, sia a livello umano che professionale? «A livello umano la nascita dei miei figli. A livello professionale, Buona Domenica del ‘91, perché fummo dei veri pionieri con la prima diretta di Canale5, il debutto nel ‘97 a teatro con Grease, e anche l’inizio di quel cammino, Trenta Ore per la Vita (vedi a pag. 12), che tante gioie e soddisfazioni ci ha dato in tutti questi anni». I momenti, invece, più difficili? «Quello che è coinciso con una serie di episodi che in contemporanea hanno dato una bella sferzata alla mia vita. Innanzitutto la perdita prematura – aveva solo 65 anni – di mia mamma nel 2002, un’operazione alla tiroide che ho dovuto fare e che ha comportato diversi strascichi e poi l’inizio di un periodo di buio televisivo in cui per qualche anno non ho praticamente lavorato. È stato senza dubbio uno dei momenti più difficili della mia vita


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«È bello che i nostri figli conoscano anche le nostre debolezze»

Abito monospalla con rouches Chiara Boni

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Top a balze corallo OH LA LA

Lorella Cuccarini, 49 anni il 10 agosto, ha esordito in televisione con Fantastico nel 1985 al fianco di Pippo Baudo. È l’inizio di un’ascesa inarrestabile che l’ha portata a diventare uno dei volti più popolari del piccolo schermo

anche se oggi, col senno del poi, mi rendo conto che forse per me è stata una benedizione!». Chi ti ha aiutato di più in quel periodo? «Le persone che mi vogliono veramente bene e poi anche molto la mia voglia di non arrendermi e la fede». Sei una persona molto credente? «Sì, e sono anche molto praticante. Sento il momento della Messa come incontro, sia fisico che spirituale, con Dio. Come pure sperimento ogni giorno nella mia vita la forza della preghiera, lo strumento più forte che abbiamo per restare in relazione con Dio e le persone che amiamo e che non ci sono

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più. Credo che la preghiera, se coltivata, possa darci davvero una marcia in più e illuminare il nostro modo di vedere le cose». Cosa pensi di Papa Francesco? «Credo sia il Papa giusto per il momento storico che stiamo vivendo, anche se a un anno dall’inizio del suo pontificato è presto per tracciare un bilancio. Dal punto di vista della comunicazione, dell’apertura e della vicinanza alle persone credo sia un Papa splendido, capace di riavvicinare alla Chiesa e alla fede molte persone che se ne erano allontanate. È uno dei pochi punti di riferimento che abbiamo al momento, visto che in altri ambiti non mi sembra ce ne siano tanti».

Quali sono le persone che più hanno segnato il tuo percorso professionale? «Pippo Baudo mi ha sicuramente cambiato la vita perché è da Fantastico (1985, ndr) che è partito tutto l’ingranaggio. Lavorare a vent’anni al fianco di un grandissimo come lui sia in onda che nel dietro le quinte è stata un’occasione di crescita davvero straordinaria. Anche Antonio Ricci è stato fondamentale prima con Odiens (1988) e poi con Paperissima (1990). Esperienze che mi hanno dato modo di giocare anche un po’ con me stessa in chiave brillante, aspetto che evidentemente avevo dentro di me, ma che fino ad allora non era ancora emerso tanto. Sono stati comunque tanti i compagni di viaggio per i quali ringrazio ancora


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oggi il Signore, come Marco Columbro, per esempio, con cui ho condiviso grandi gioie ed esperienze lavorative bellissime, e Silvio Oddi (il ballerino e coreografo scomparso qualche settimana fa all’età di 43 anni, ndr), col quale abbiamo trascorso due anni bellissimi a Buona Domenica. Un uomo appassionato, che amava la danza e salutarlo così presto è stato un grandissimo dolore».

Se penso, per esempio, alla Lorella degli esordi, quella ragazza mi fa molta tenerezza. Non ho perso l’entusiasmo e l’energia di allora, però oggi vivo le cose con più leggerezza e accetto molto di più le mie fragilità, cosa che non si riesce a fare tanto quando si è giovani. Se una persona impara ad amare le sue debolezze vive meglio con se stessa. Paradossalmente mi piaccio di più oggi, anche proprio come donna,

CREDO CHE ACCETTARE L’INCEDERE

DEL TEMPO

SIA IL PRIMO MODO PER VIVERE BENE CON SE STESSI Tutti uomini! Con le donne, nel mondo dello spettacolo, un po’ più difficile creare legami importanti e magari anche qualche bella amicizia? Troppe prime donne in giro? «Non è facile ma forse più per mancanza di tempo che per altre ragioni. Personalmente amo molto il clima di gruppo e credo che il successo di un programma sia sempre un successo di tutti, mai solo del conduttore. Ho un ottimo rapporto con Paola Perego e Antonella Clerici, con cui, anche se non abbiamo mai lavorato fianco a fianco, è sempre bello ritrovarsi».

che quando avevo vent’anni, forse perché ho maggiore consapevolezza di me e sono più appagata. Quando ero giovane avevo mille dubbi, ansie, paure di essere criticata, mentre oggi ho imparato a dare il giusto peso anche alle critiche. Ne prendo atto, per carità, perché non si finisce mai di imparare, soprattutto se le critiche sono costrutti-

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ve, ma non ci sto più male come invece avveniva in passato». Ma nella pratica come ti mantieni in forma? «Mi piace mangiare sano e allenarmi con esercizi a corpo libero. L’attività sportiva, l’atto in sé del sudare, è per me una grande valvola di sfogo tramite cui incanalo anche ansie a arrabbiature». Se fossi un piatto o un alimento quale saresti? «Un gelato alla frutta, rinfrescante e che fa anche molto casa». Che rapporto hai con la cucina? «Sono una buona forchetta anche se sto attenta, perché noi siamo quello che mangiamo. Vivo il cibo un po’ come una trasgressione e la mia regola è mangiare bene ma con moderazione. Un rigore che mi viene dalla danza e che mi aiuta sicuramente a mantenermi in forma. In cucina non sono certo una cuoca provetta ma quando mi cimento devo dire che riesco abbastanza bene: poche cose ma fatte bene. Silvio è molto più creativo di me ai fornelli, anche perché, cucinando tre volte l’anno, può anche permetterselo!».

Cosa bolle in pentola per te in questo periodo a livello professionale? «Tante cose, anche se ancora nessuna definitiva, sia in ambito televisivo che teatrale. Progetti che partirebbero eventualmente in autunno. Diciamo che è un periodo di attesa e di fermento allo stesso tempo. Incrociamo le dita!». Nonostante tre gravidanze alle spalle, ti mantieni in splendida forma. Come fai? «Intanto accettando gli anni che passano. Il 10 agosto compio 49 anni e ormai sono a un passo dai mitici 50! Credo che accettare l’incedere del tempo sia il primo modo per vivere bene. Non si può rimanere legati all’immagine di quando si era giovani perché gli anni passano e inevitabilmente si cambia. Lorella mentre danza nel programma “La notte vola”

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Completo pantalone Patrizia Pepe

Hai dei luoghi, non strettamente fisici, delle oasi in cui ti rifugi per ritrovare la serenità quando ti capita di smarrirla? «La mia casa. Vivendo in campagna, anche se a soli dieci chilometri da Roma e nonostante sia sempre un porto di mare, mi offre angoli in cui poter stare da sola, magari anche in preghiera, per rigenerarmi». Il tuo nome viene spesso associato a “la più amata dagli italiani”. Qual è la cosa che più ti rende fiera di essere italiana e cosa ti crea, invece, qualche imbarazzo? «Sono fiera di essere italiana perché so di vivere nel Paese più bello del mondo, con ricchezze artistiche, paesaggistiche, di cultura e tradizioni davvero uniche, che potrebbero però essere sfruttate meglio come volano per l’economia. Certe volte penso che a Dio dev’essere piaciuta proprio tanto questa nostra piccola penisola per quanto è bella. E poi che dire della nostra creatività? Ogni giorno scopriamo creativi e ricercatori di successo all’estero. Ciò che più mi disturba è, invece, lo stereotipo, purtroppo talvolta motivato dai fatti, che circola nel mondo sulla nostro italianità. Pensiamo soltanto alla mafia e alla cattiva politica che, pur rappresentando una stretta minoranza, stanno distruggendo, come sanguisughe, questo nostro splendido Paese». Se ci fossero più donne al potere vivremmo secondo te in un mondo migliore? «Penso di sì, a patto che, raggiunti certi livelli, non rinuncino, come purtroppo accade talvolta, a essere donne, cercando invece di assomigliare agli uomini. La donna ha qualità e risorse infinite che utilizza per tenere in piedi la famiglia e potrebbe trasformarsi con successo nell’angelo del focolare che è anche in campo politico, economico e sociale».

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Di cosa oggi come oggi l’Italia avrebbe più bisogno? Un appello che ti senti di lanciare a Renzi... «Questo Paese è in ginocchio e i dati sulla disoccupazione giovanile sono a dir poco allarmanti. Oggi metter su famiglia è diventato una chimera, quasi un privilegio, e non perché i giovani non ci credano, ma perché non hanno i mezzi per farlo. Le famiglie sono un incredibile ammortizzatore sociale, per cui, caro Renzi, credo si debba cominciare proprio da qui, dal sostegno alle famiglie, per far ripartire questa nostra Italia».


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IL GRILLO

PARLANTE

LA BUONA E LA CATTIVA NOTIZIA DELLA SETTIMANA... di Vincenzo Petraglia

FRA RISVEGLI DI CAIMANI E RIFORME DA ATTUARE

DIVINE TRASPARENZE

Uno degli insegnamenti più grandi che Gesù Cristo ci ha dato attraverso il suo sacrificio sulla croce oltre duemila anni fa è quello dell’onestà e del vivere nella verità, della trasparenza insomma. Un messaggio che sembra aver finalmente recepito anche la Banca Vaticana, lo Ior (Istituto per le Opere di Religione), che a causa di non pochi recenti scandali ha fatto tremare più volte le fondamenta della curia romana. Il recente cambio al vertice dello Ior fortemente voluto da Papa Francesco, che dal suo insediamento ha posto fra le priorità del suo mandato proprio il rinnovamento della banca, va proprio in questa direzione. Troppe volte, infatti, lo Ior è salito alla ribalta per scandali legati a fondi neri e riciclaggio agevolati dall’opacità del sistema vaticano non conforme alle regole di trasparenza bancaria internazionale. E finalmente, almeno secondo quanto ufficialmente annunciato, il nuovo presidente dell’istituto, il francese Jean-Baptiste de Franssu, avrà proprio la missione di portare a compimento la riforma avviata da Bergoglio per traghettare lo Ior all’assoluta trasparenza, dotandosi contemporaneamente di un sistema anti-riciclaggio sempre più efficiente e all’avanguardia. Sono, dunque, settimane di intenso lavoro per il nuovo presidente e la sua squadra. Staremo a vedere e intanto, se effettivamente le cose andranno come dovrebbero andare... Deo gratias!

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La politica certo ormai ci ha abituati a spettacoli, inciuci, provvedimenti, siparietti di cui faremmo tutti volentieri a meno. E così dopo il risveglio del Caimano, il sempreverde ex Cavaliere che, dopo l’assoluzione per il processo Ruby, è tornato a far sentire forte il suo ruggito all’interno ma anche all’esterno del suo partito, le scene più desolanti ce le stanno offrendo in questi giorni un po’ tutte le forze politiche. Motivo dell’accesa contesa la riforma del Senato per la quale il Governo ha fatto valere la regola del contingentamento dei tempi (detta anche “tagliola”) per far fronte agli oltre 7mila emendamenti presentati da chi non condivide la riforma e arrivare al voto definitivo entro il prossimo 8 agosto. Apriti cielo! Una bagarre cominciata nei giorni scorsi e che sta continuando ancora a suon di spettacoli e uscite infelici, sia all’interno della maggioranza che all’interno dell’opposizione che, ripetiamo, ci eviteremmo tutti ben volentieri. Anche perché la questione, riguardando una riforma costituzionale di cui si parla da anni, è importante e delicata e gradiremmo venisse quantomeno affrontata con più pacatezza e sopratutto con più attenzione e meno fretta.



ADESSO

IMPEGNO PER GLI ALTRI

GUARDIE E LADRI...

DI NATURA

È

I volontari del WWF al servizio della legalità. Scopri chi sono, cosa fanno e come puoi fare la tua parte per la salvaguardia del territorio

un piccolo esercito di oltre 300 volontari, con 50 nuclei attivi presenti in 15 regioni d’Italia. Sono disarmati e vestono la divisa del Panda: sono le guardie del WWF Italia, la più grande organizzazione per la difesa e la conservazione dell’ambiente e delle specie a rischio. Non sono ranger o sceriffi, ma svolgono un lavoro completamente volontario e gratuito, che li porta a fianco dei cittadini onesti e, soprattutto, di chi non ha voce né mezzi per difendersi come gli animali e l’ambiente, per vigilare sul rispetto della natura e delle regole, prevenire o contrastare gli illeciti ambientali. Andiamo a conoscerli. Le Guardie sono comuni cittadini appositamente formati che svolgono funzioni di informazione verso la collettività, di vigilanza ambientale, venatoria e zoofila in stretta collaborazione con Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, oltre che con le altre associazioni di protezione ambientale. Nell’esercizio delle loro funzioni sono pubblici ufficiali a tutti gli effetti. Le Guardie WWF perseguono i numerosi reati - uno ogni 43 minuti, secondi i dati del Ministero dell’Ambiente - che si compiono in Italia ai danni dell’ambiente: dall’uccisione di specie protette al bracconaggio, dagli abusi edilizi all’abbandono di rifiuti, dal maltrattamento degli animali al commercio illegale di fauna e flora, dall’inquinamento di fiumi e mari, alla pesca illegale, dalle attività industriali inquinanti, agli scarichi abusivi, agli incendi.

IL PRESIDIO DEL TERRITORIO

Le Guardie sono presenti praticamente in tutto il territorio ed agisco-

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no tutto l’anno. Ci sono alcune aree dell’illegalità particolarmente “calde”, dove l’azione si concentra in alcuni periodi dell’anno: dalle Valli Bresciane per arginare il fenomeno del bracconaggio (in autunno), alle campagne del salernitano per combattere inquinamento e caccia illegale (in tarda primavera), fino alle piccole isole, come quella di Ischia, che negli anni ha visto ridurre sensibilmente l’abbattimento illegale della fauna migratoria proprio grazie

alla presenza costante delle Guardie WWF. Le Guardie non portano con sé fucili o pistole, ma hanno armi potenti a loro disposizione: l’amore per la natura, il rispetto delle leggi, il proprio esempio. La loro presenza sul territorio, grazie alle periodiche uscite o agli interventi mirati in seguito alle segnalazioni, è un punto di riferimento prezioso per i cittadini che vedono nelle “Guardie del Panda” veri e propri presidi a cui appellarsi in caso di illeciti da segnalare.

COME SI DIVENTA GUARDIA VOLONTARIA?

© G.Oddi-Guardia WWF2

CHE COSA FANNO?

Tutti possono fare la loro parte per il proprio territorio, giovani e anziani. Possono diventare guardie i maggiorenni, senza precedenti penali, dopo almeno un anno di attivismo e dopo aver frequentato gli specifici corsi organizzati dalle amministrazioni locali o dalle sedi locali del WWF. Una volta superato l’esame, il cittadino sarà a tutti gli effetti un prezioso “vigile” per la salvaguardia del nostro territorio.


PUNTI DI VISTA

ADESSO

Un viaggio dal sapore dolceamaro, un addio che prelude ad un nuovo inizio: la Costa Concordia lascia il Giglio ed è subito storia. Un’impresa apparentemente impossibile ma successa. È il 13 gennaio 2012 quando, a causa di un “inchino” un po’ troppo ravvicinato, la nave da crociera si incaglia e naufraga. 32 morti, timori di disastro ambientale, polemiche infinite. La macchina dei soccorsi, però, si mette in moto. E, tra mille difficoltà, a distanza di oltre due anni, il magistrale lavoro di tecnici di tutto il mondo, la Concordia abbandona le acque dell’Isola del Giglio e i suoi abitanti, che a lungo l’hanno “cullata”. Un’impresa che quasi fa pensare che “nulla è impossibile” e che, nel contempo, diventa il simbolo di una nazione apparentemente ferma con tanta voglia di ripartire. 39


ADESSO

VOCI A CONFRONTO

MONDIOPPOSTI di Vincenzo Petraglia

IMMIGRATI, PROBLEMA O RISORSA PER L’ITALIA? Il leader della Lega e il conduttore di “Radici”, il programma tv che mostra l'altra faccia dell'immigrazione, a confronto su uno dei temi più attuali e spinosi nel nostro Paese

© Alessandro Rocca Davide DeMichelis e la cantante Saba Anglana

Matteo Salvini

MATTEO SALVINI

DAVIDE DEMICHELIS

«In questo periodo di forte crisi dove le imprese chiudono e la disoccupazione galoppa voler pensare a tutti i costi agli stranieri come a una risorsa mi sembra qualcosa che fa a pugni con la realtà. Se fossimo in condizioni economiche normali bisognerebbe fare quello che solo la Lega aveva cercato di fare in passato: adottare sistemi di selezione, incentivando un’immigrazione specializzata che possa essere realmente utile al mondo del lavoro e adottare mano ferma nel colpire la clandestinità. Siccome, però, la situazione di oggi è molto diversa, non credo che ci si debba nemmeno porre il problema di far entrare nuova gente nel Paese».

Gli stranieri sono solo un problema per l’Italia o possono diventare anche un’opportunità?

«Io penso che siano una risorsa, anche economica. In Italia abitano oltre 4 milioni di immigrati regolari, circa il 7% della popolazione, che creano l’11% del Pil e versano allo Stato 11 miliardi di contributi fiscali. Se improvvisamente si bloccasse questo gettito fiscale avremmo un problema enorme in termini di Pil, pensioni, servizi. Di questi immigrati non si parla mai, mentre si continuano a mostrare solo carrette di mare e crimini commessi da un’esigua parte degli stranieri che vivono nel nostro Paese. Ciò genera soltanto pregiudizi e paura, che a loro volta producono chiusura e aggressività nella gente».

«Non si tratta di pregiudizi, ma di realtà dei fatti. La Lega non ha niente contro quegli stranieri regolari che rispettano la legge e sono qui per lavorare. Diverso è, invece, il discorso sui clandestini e sulla possibilità di nuovi ingressi. A tal proposito vale forse la pena guardare un dato fornito di recente dall’Istat, quello della disoccu-

I pregiudizi giocano, dunque, un ruolo importante in tema di immigrazione?

«Il problema di fondo è che c’è una sovrarappresentazione dei problemi che va ad alimentare l’idea che l’immigrato sia solo quello che arriva col barcone. La disperazione e qualche delitto fanno sempre notizia, eppure la gran parte degli stranieri vive una vita normale, spesso segnata da un lavoro duro, al solo scopo di garantirsi la sopravviven-

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pazione, che dà la misura di quanto sia messa male la nostra economia. Nei primi mesi del 2014 il totale dei disoccupati sfiorava il 14%, con un picco tra i giovani del 46%. Con certi numeri è a mio avviso irresponsabile pensare che servano altri immigrati. Pensiamo prima a come far uscire dalle secche il Paese e troviamo soluzioni su come far lavorare gli italiani che oggi sono a casa a causa della crisi, possibilmente evitando di aggiungere danno al danno». «Questo è un falso mito. Se un settore ha carenza di manodopera la strada obbligata è quella di alzare le buste paga per incentivare nuove assunzioni, cosa che non potrà mai succedere se ci sarà qualcuno disposto a lavorare a uno stipendio inferiore, spesso in nero. È proprio la presenza di un bacino illimitato di stranieri che impedisce ai compensi di certi settori di rivalutarsi come dovrebbero. In altre parole è un circolo vizioso che è necessario spezzare. Sono convinto che i nostri giovani non avrebbero alcun problema a svolgere certi lavori, a patto che questi vengano pagati in maniera adeguata. Purtroppo ciò non potrà accadere fino a quando si continuerà a lasciare le porte del Paese aperte a tutti. A complicare la situazione c’è poi anche l’euro, che sta soffocando la nostra economia e fa chiudere le fabbriche. Ci rende incapaci di esportare, mentre permette l’invasione di auto tedesche, vestiti cinesi, stoffe dal Pakistan e frutta dal Marocco».

za e magari mandare qualche aiuto alla famiglia. C’è un’altra faccia dell’immigrazione di cui non conosciamo quasi nulla e che smonterebbe parecchi pregiudizi. Con questo non voglio dire che gli immigrati sono tutti buoni e belli, però è anche sbagliato pensare che siano tutti brutti e cattivi. Se li conoscessimo meglio forse ci relazioneremmo in modo più equilibrato e consapevole. Gli uomini sono come gli animali: attaccano solo se si sentono minacciati e hanno paura».

In tema di occupazione, molti sono convinti che gli immigrati non sottraggono più di tanto lavoro agli italiani perché in fondo fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare...

«Fermo restando che bisognerebbe mettere gli immigrati nelle condizioni di lavorare in modo regolare, che metterebbe al riparo dallo sfruttamento e dalla corsa al ribasso dei salari, su questo fronte torniamo al discorso di prima. E cioè che gli stranieri che vivono in Italia lavorando in modo regolare contribuiscono a creare ricchezza nel nostro Paese e a far girare quindi l’economia. Pagando le tasse contribuiscono a rimpinguare le casse dello Stato, che in tal modo può garantirci più servizi e diritti. Abbiamo, credo, la fortuna di dover gestire certe problematiche dopo che paesi come Francia, Inghilterra e Germania hanno dovuto affrontarle prima di noi. La sfida più grossa è quella, quindi, di trovare una via italiana all’immigrazione, senza chiuderci a riccio di fronte al problema ma imparando dagli errori di chi ci è passato prima di noi per ottenere maggiori risultati in termini di inclusione sociale e integrazione».

MATTEO SALVINI

DAVIDE DEMICHELIS

Segretario federale della Lega Nord, ha cominciato giovanissimo la sua attività politica. A vent’anni viene eletto consigliere comunale a Milano. È l’inizio della sua ascesa politica che lo porterà a ricoprire i ruoli più importanti all’interno del movimento di cui fa parte e a divenire parlamentare ed europarlamentare. Spesso al centro di polemiche per le sue posizioni e idee politiche, è sempre molto netto e chiaro in tema di immigrazione.

Giornalista e conduttore televisivo, ha all’attivo documentari e programmi di successo quali Timbuctu, Il regno degli animali, Il pianeta delle meraviglie. La sua ultima creatura è Radici L’altra faccia dell’immigrazione, appena andato in onda su Rai3, nel quale ribalta il punto di vista comune sull’immigrazione attraverso storie di stranieri che accompagnano in prima persona lo spettatore alla scoperta dei propri paesi di provenienza.

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ADESSO

PUNTI DI VISTA

GLI ACROBATI DELL’HIMALAYA

Da secoli in Nepal gli antichi cacciatori di miele della tribù dei Gurung sfidano la gravità e le profonde voragini della più imponente montagna del mondo per raccogliere il prezioso nettare delle api, immagazzinato in giganteschi alveari. In un mondo dove lo stupore è merce sempre più rara, di fronte a spettacoli come questi non si può che rimanere incantati...

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VIAGGIARE con stile

di Federica Piacenza

COMODA E LUMINOSA Melany Griffith (57 anni) sbarca all’aeroporto di Los Angeles. Capello raccolto, maglioncino lamè, jeans e ballerine effetto nude.

TON SUR TON Elle Macpherson (50 anni), in ampia camicia da uomo in nuance su denim a sigaretta. Infradito gioiello e occhialone d’ordinanza.

CHICCHISSIMA Ines de la Fressange (57 anni), in completo blu notte taglio regolare, ravvivato dalla giacca taupe due bottoni.


MODA PERSONAGGI SEMPLICEMENTE ELEGANTE Afef Tronchetti Provera (50 anni) sbarca al Lido di Venezia. È tutto maxi: maxi pashmina blu cobalto, maxi occhiali, maxi cocco bag.

STILOSA Vanessa Paradis (42 anni), la ex moglie di Jhonny Deep, in partenza per Parigi con cappello ‘70ies e ampio foulard dai toni caldi.

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GRIFFATA Ampi occhiali, tacchi, trolley firmatissimo per Elizabeth Hurley (49 anni) che non rinuncia al modo da diva nemmeno in viaggio.

Si dice che conti IL VIAGGIO e non la meta e pare che le celebrities d’oltreoceano siano decisamente d’accordo con questa massima. Minimo comun denominatore? Occhialoni scuri d’ordinanza, maxi bag ultracapienti, stile comodo ma impeccabile 45


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MODA LOOK 2.

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PARTENZA

chic

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In viaggio, comode ed eleganti verso qualunque META, pronte per le vacanze... si parte! di Federica Piacenza

1. Camicia in seta maxi tasche frontali Roberto Verino 2. Cappello in gros grain Doria 1905 3. Occhiali SUNDAYSOMEWHERE 4. Bracciali rigidi in rettile Simonetta Ravizza, in wood e gold metal Escada 5. Foulard fantasia Dirk Bikkembergs 6.Maxi bag stampa pitone giallo su nero Kocca 7. Pantaloni scivolati bicolor Kocca 8. Borsone weekend in pelle SUNDAYSOMEWHERE 9. Ankle boot spuntato a trama larga oro metallizzato Gianna Meliani

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BELLEZZA

COSMETICI E COSMECEUTICI

di Manuela Blandino COSMETOLOGA

occhio alla differenza In un mondo sempre più globalizzato le informazioni viaggiano veloci nel web, diffondendo spesso notizie che creano disorientamento e confusione. Proviamo a fare chiarezza su un argomento di grande interesse: cosmetici e cosmeceutici. Molte aziende hanno iniziato a definire i loro prodotti come cosmeceutici, ma cosa sono in realtà? Cosa dobbiamo aspettarci dal prodotto che acquistiamo? Il Regolamento Europeo di luglio 2011 definisce come cosmetico “qualsiasi sostanza o miscela destinata a essere messa a contatto con le superfici corporee al fine di pulirle, detergerle, profumarle mantenendole in buono stato”. Un cosmetico deve dunque avere una composizione chimica tale da apportare benefici proteggendo la salute del consumatore. Negli ultimi anni, le formule dei cosmetici si sono adeguate alle richieste di un pubblico esigente che richiede, sempre di più, prodotti con ingredienti attivi ma di origine naturale, con sistemi di conservazione compatibili con la pelle e texture fresche e setose. Tutte queste richieste hanno spostato l’attenzione dei formulatori sullo studio e la creazione di

“cosmetici attivi o cosmeceutici”. Ma cosa si intende per “cosmesi attiva”? L’abbiamo chiesto a una delle migliori cosmetologhe italiane, la dottoressa Sonia Rovesti, che rappresenta la quarta generazione di una famiglia di chimici cosmetologi. «Un cosmetico attivo – ci spiega– è un prodotto in cui il principio attivo è contenuto in una concentrazione tale da essere efficace al fine di ottenere il risultato desiderato. Purtroppo – continua – questo non accade in tutti i prodotti in commercio, dove troppe volte il principio attivo viene utilizzato in concentrazioni efficaci solo a livello di slogan commerciali». Occhio, dunque, all’etichetta quando si acquista un prodotto (vedi box sotto). «Se si vuole che sia veramente efficace è necessario che i principi attivi selezionati per le formulazioni siano stati inseriti in una percentuale realmente attiva. Ciò fa si che i risultati vantati dalla scheda tecnica dei prodotti siano realmente raggiungibili dopo tempi di applicazione tra i 30 e i 60 giorni».

LEGGERE LE ETICHETTE In etichetta non sono riportate le percentuali dei principi attivi ma l’ordine degli ingredienti, posizionati in base al loro quantitativo presente nella formula: dal più alto al più basso. In pratica nella formula il primo ingrediente è quello presente in percentuale maggiore, l’ultimo quello in percentuale minore. Nei cosmeceutici i principi attivi efficaci ed importanti si trovano nelle prime posizioni della formula.

EMULSIONE LIPORIDUCENTE - SR COSMETICS Questa emulsione corpo cosmeceutica è un trattamento rimodellante a rapido assorbimento con principi attivi che agiscono specificamente sulle adiposità di braccia, fianchi, cosce e glutei. Caffeina e Cacao sono utili per mobilizzare efficacemente il grasso accumulato; l’estratto di un’alga marina attiva con il Coenzima A e la Carnitina avviano i grassi allo smaltimento con lo scopo di produrre energia. La Glaucina è un attivo lipolitico e inibisce la sintesi di nuovi adipociti, stimolando la reversione del tessuto adiposo a tessuto connettivo donando tonicità alla pelle. Applicare il prodotto mattina e sera.

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PUBLIREDAZIONALE

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Via Santa Tecla, 5 Milano +39 02 72002444 www.adhairmilano.com www.facebook.com/adhairmilano

Come nascono le ispirazioni di AD? Spesso partono da una suggestione che rielaboro mentalmente fino a quando non trovo una mia chiave interpretativa di ciò che per me è la moda. Nella mia visione la moda, infatti, è sia un punto di partenza, sia un punto di arrivo. Tutte le persone che vogliono sentirsi belle seguono la moda. Le stesse persone che vogliono ottenere il massimo dal proprio aspetto cercano un punto di arrivo nel fashion, ma la personalità di ogni individuo, come la moda è in continua evoluzione e le esigenze cambiano rapidamente. Le continue ricerche di noi hairstylist, degli stilisti della moda, le ispirazione prese dallo street style, dal cinema, dalla musica etc, nella mia testa si mischiano e si ricompongono come le pietruzze colorate in un caleidoscopio: da un’idea nasce un'altra idea .È come un libro: letta la prima pa-

gina seguono tutte le altre che creano un filo conduttore. Un’ ispirazione ne porta un'altra, così come accade da millenni per tutto ciò che, in tutti i settori, l’uomo ha costruito. Il team AD elabora uno stile, non solo un semplice taglio e colore. Lavoriamo per ottenere un look positivo e su misura . Il nostro obiettivo è fornire ai clienti il massimo del lusso in termini di professionalità e competenza, nell’esecuzione di un taglio curato e personalizzato e di una colorazione ad hoc. Per ottenere questo risultato ci avvaliamo anche di prodotti di alta gamma come il brand Philip Martin’s che ha realizzato una esclusiva linea organica in grado di minimizzare il rischio di allergie. Ti consigliamo di venire a trovarci per un semplice consiglio. Se, invece, hai voglia di un cambiamento totale di look, affidati alle mani esperte di AD.

Cos’è un hair stylist? è difficile dire se l’hair stylist è un ceatore o un interprete delle mode. Sicuramente, come ogni stilista, conosce e valorizza gli elementi iconici del passato, perchè non vada perduta la memoria della bellezza, che come un filo di luce e armonia percorre la storia dell’uomo. Tuttavia il processo attraverso il quale lo stilista attinge al repertorio e reinterpreta i rapporti, le linee e gli stili, ha una forte componente creativa, nella quale può manifestare il talento artistico dell’autentico stilista. Proprio in questa dimensione creativa si esprime la personalizzazione ch caratterizza l’hair styling secondo Alberto De Nisi: attraverso lo studio delle caratteristiche individuali, le proporzioni degli stili classici sono miscelate in tagli e colorazioni contemporanei ed innovativi, infiniti ed irripetibili, ma sempre “ creati su misura”. Alberto De Nisi

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PERSONAGGI TV

© Azzurra Primavera

SCONOSCIUTI COLLECTION, LA RICERCA DELLA FELICITÀ IN PRIMA SERATA La versione estiva del programma che ha conquistato il pubblico raccontando le persone comuni va in onda ogni lunedì su Rai3 con la conduzione dell’attore Giulio Scarpati

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ueste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo”. Il verso finale de I giusti, poesia di Jorge Luis Borges, ben riassume la filosofia di una delle scommesse più riuscite della stagione televisiva. Si tratta di Sconosciuti, programma di Rai3 andato in onda nella fascia preserale e che in oltre 100 puntate ha raccontato emozionanti storie di individui apparentemente ordinari, ma le cui vicende ben descrivono la ricerca della felicità che coinvolge tutti. Un esperimento frutto di un’intuizione di

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Simona Ercolani (vedi box) è così riuscito da essere stato confermato anche nel palinsesto estivo guadagnandosi la prima serata. Le storie raccontate dalla trasmissione vengono, infatti, riproposte in una nuova veste ogni lunedì alle 21.05 su Rai3 in Sconosciuti Collection e a fare da trait d’union tra di esse è un presentatore d’eccezione. A condurre il programma è, infatti, Giulio Scarpati, attore diventato popolarissimo col ruolo del dottor Lele Martini nella fiction Un medico in famiglia, al suo esordio alla conduzione televisiva. Scarpati sfrutta la sua esperienza di palcoscenico per

diventare un vero e proprio “narratore” che accompagna gli spettatori nei meandri delle singole vicende. Grazie a lui è impossibile non farsi coinvolgere in storie uniche nella loro disarmante semplicità. Sconosciuti Collection racconta il coraggio di ogni giorno delle persone nell’affrontare le proprie sfide quotidiane, come quella, per esempio, di Vito e Cristina che cercano di offrire ai loro figli albini la migliore delle vite, o di Lisa, moglie di un agente di scorta scampato solo per caso alla strage di via D’Amelio. Ma anche storie d’amore tra coppie speciali, come quella fra Enrico


AUTRICE DI CULTO Il suo nome in televisione è sinonimo di innovazione, emozioni e qualità. Sconosciuti e Sconosciuti Collection sono le ultime creazioni di Simona Ercolani e della sua casa di produzione Stand by me. Alla Ercolani, in passato inviata di Chi l’ha visto?, si devono programmi cult come Sfide, che ha rivoluzionato il modo di raccontare lo sport sul piccolo schermo. Tra le sue fatiche più recenti anche l’adattamento italiano di 16 anni e incinta, un docu-reality che su Mtv mostra il passaggio cruciale di giovani donne che affrontano la sfida di diventare madri.

Alcuni dei protagonisti delle scorse puntate

e Francesca, che si sono conosciuti tra le macerie del terremoto de L’Aquila, o l’amore “acrobatico” tra la pattinatrice Adela e lo stuntman Marco. Esempi sorprendenti, toccanti e anche divertenti che mostrano come la magia della vita si nasconda dietro ogni volto: basta cercarla e avere cuore ed orecchie pronti ad ascoltare.

DA MEDICO A PRESENTATORE

Per tutti è il giovane medico che la mattina si presenta all’affollatissimo tavolo della colazione augurando il buongiorno alla famiglia Martini. Ma in realtà Giulio Scarpati, il popolare Lele della fiction di Rai1 Un medico in famiglia, è un artista eclettico che nella sua carriera si è diviso tra teatro, cinema e televisione. E ora per lui una nuova sfida: l’esordio come conduttore nella trasmissione

di Rai3 Sconosciuti Collection. Una nuova avventura che l’attore ha accolto con entusiasmo anche perché già era fan della trasmissione che ora si trova a presentare: «L’ho seguita con interesse – ha spiegato – perché mostra una tv capace di entrare in punta di piedi nella vita di persone sconosciute». A Scarpati il compito di introdurre questi protagonisti e rivelare il significato più profondo delle loro vicende. Senza montarsi la testa però: «Ancora non mi candido per Sanremo, Carlo Conti può stare tranquillo». Sconosciuti Collection è la moderna versione di una comunità che si racconta e cerca qualcuno disposto ad ascoltarla, in cui Scarpati può valorizzare doti mostrate non solo come attore ma anche in una delle sue ultime toccanti fatiche: Ti ricordi la Casa Rossa? Lettera a mia madre, libro in cui ha raccontato il rapporto con sua madre, malata di Alzheimer, e ha cercato per lei di ricordare tutte quelle cose che la memoria della donna non riusciva a ritrovare. Una scelta, quella di scrivere di una vicenda così personale e di condividerla con il pubblico, che ha posto Scarpati in una condizione simile a quella in cui si trova come conduttore della trasmissione di Rai3 che racconta gli individui comuni. Dopo aver letto il suo libro molte persone hanno, infatti, scritto all’autore per chiedergli consigli o anche solo per sfogarsi. Scarpati è stato capace di ascoltarli e di far emergere l’unicità delle loro confessioni, così come fa ogni lunedì sera nello studio di Sconosciuti Collection.

UN ATTORE, MILLE VOLTI

Non solo Lele Martini. Il 58enne Giulio Scarpati nella sua carriera ha prestato il suo talento a tanti personaggi. In teatro si è cimentato con testi di autori come Carlo Goldoni, Euripide e Fedor Dostoevskij. Al cinema si è misurato con ruoli dall’importante significato civile come quello di Rosario Livatino ne Il giudice ragazzino e dell’avvocato Nino Marazzita in Pasolini, un delitto italiano. La grande notorietà gli è, però, arrivata dalla televisione dove, oltre che di Un medico in Famiglia, è stato protagonista, tra le altre, di due serie su preti-coraggio come L’uomo della carità - Don Luigi Di Liegro e Don Zeno. L’uomo di Nomadelfia. Nell’ultima stagione televisiva è anche entrato nel cast di Fuoriclasse 2.

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ADESSO

PERSONAGGI TV

SUPERQUARK, UN VIAGGIO TRA SCIENZA ED ENIGMI

Anche quest’anno, il giovedì sera, l’appuntamento è con la storica trasmissione di Piero Angela, dove a essere protagonista, oltre alla natura, è la storia grazie al figlio Alberto. Senza dimenticare tecnologia e società

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a musica dell’Aria sulla quarta corda di Bach non lascia dubbi. E nemmeno il volto familiare di Piero Angela. Anche quest’anno la programmazione televisiva estiva sarà nobilitata dalla più importante trasmissione di approfondimento in materia di scienza, tecnologia e storia. Di cosa stiamo parlando? Ma di Superquark, naturalmente. Andrà in onda tutti i giovedì in prima serata su Rai Uno, fino al 28 agosto. Quest’anno Superquark può vantare una scenografia tutta nuova, realizzata da Trixi Zikowsky, con grandi schermi che proiettano su pareti, soffitti e pavimenti ogni tipo di immagine ed effetto. Arricchendo così i racconti di Piero Angela, il giornalista divulgativo per eccellenza, capace di tradurre in parole povere concetti e argomenti complessi che, solitamente, sono patrimonio solo di pochi eletti. Ne è passato di tempo da quando, nel 1981, in se-

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conda serata debuttò Quark. Da allora la trasmissione si è evoluta, passando dai documentari naturalistici a vero e proprio magazine scientifico. Anche quest’anno, infatti, documentari naturalistici sempre più dettagliati e avventurosi saranno affiancati dagli approfondimenti storici di Alberto Angela: ci spiegherà i grandi personaggi, i misteri e le scoperte del passato e di oggi. Durante la prima puntata, ad esempio, Alberto Angela ha mostrato al pubblico l’interessante collezione di macchine per criptografia del Ministero degli Esteri italiano: grazie ad esse i militari comunicavano usando messaggi cifrati per evitare che il nemico ne intercettasse i segretissimi contenuti. Non mancheranno nemmeno le più pratiche rubriche “Come si fa” e “Scienza in cucina”, oltre a “Scienza e Società”, che spiegherà i vertiginosi mutamenti in atto nella nostra economia e nel nostro vivere quotidiano.

PIERO ANGELA: «A SCUOLA PRENDEVO 2!» Chi l’avrebbe mai detto che Piero Angela, il divulgatore scientifico per eccellenza, colui che è stato insignito di ben nove lauree honoris causa e che ha ricevuto la Medaglia d’oro della Repubblica Italiana per i benemeriti della cultura e dell’arte, a scuola non andava affatto bene? Lo ha confessato lui stesso. Il professore di Lettere «mi metteva 2 spiegandolo così: uno, per essere andato alla cattedra, e, due, per essere tornato a posto». Con i suoi 86 anni, Piero Angela ha le idee chiare sulla scuola di oggi: «Il mondo è cambiato ma l’unica cosa che resta sempre identica a se stessa è la scuola e una metodologia di insegnamento completamente da rivedere. Oggi si fa un gran parlare di computer e tablet in classe: ma, state attenti, non è quella la vera modernità. Non è importante se scrivi a mano, a macchina o al computer: ciò che conta davvero è quello che scrivi».



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CINEMA

LA SECONDA GIOVINEZZA DI MICHAEL IL TENEBROSO

MICHAEL DOUGLAS... IRRESISTIBILE BURBERO È il ruolo che interpreta in “Mai così vicini”, commedia romantica che affronta il tema dell’amore adulto con ironia e disincanto

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a presenza di due premi Oscar come Diane Keaton e Michael Douglas è già una garanzia. Se poi a dirigerli è Rob Reiner, regista dell’acclamato Harry ti presento Sally, pietra miliare delle commedie romantiche in stile hollywoodiano, il risultato non può che essere di qualità. Nelle sale cinematografiche dal 10 luglio, Mai così vicini è un divertente corso di educazione sentimentale, adatto a ogni fascia d’età, che vuole affrontare questi tempi così complessi in modo ironico e scanzonato. Oren Little, interpretato da un Michael Douglas in splendida forma (vedi box), è un agente immobiliare che si ostina a esercitare la professione per hobby e non per necessità. Potrebbe godersi la pensione e il meritato riposo e, invece, è alle prese con la vendita di un’ultima casa che nessuno sembra volere.

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Vedovo, scontroso, sboccato, irritante e sarcastico ma non privo di charme, Oren è indisponente verso il genere umano e non si fa nessun problema a nasconderlo. Ma quando il figlio, inaspettatamente, gli lascia in custodia la nipote di cui ignorava la presenza, per Oren diventa tutto più complicato. Incapace di prendersi cura della bambina di nove anni, la affida alla risoluta ed amabile vicina di casa Leah (Diane Keaton) che ha più o meno la stessa età di Oren ma che, al contrario, è gentile e affabile. A questo punto, inevitabilmente, tutto inizierà a cambiare: il burbero Oren abbandonerà un po’ alla volta quella solitudine strenuamente voluta e difesa e imparerà ad aprire il proprio cuore alla famiglia, all’amore e alla vita stessa. Perché non è mai troppo tardi per riconciliarsi con se stessi e con il proprio passato.

Il 25 settembre compirà 70 anni e quest’anno ha festeggiato i 45 anni di carriera cinematografica. Per Michael Douglas il tempo sembra essersi fermato e quell’aria da maschio consumato e tenebroso che lo ha eletto sex symbol alla fine degli anni ‘80 rimane ancora intatta. Figlio del grande Kirk Douglas, Michael entra nell’olimpo dei più potenti attori di Hollywood con l’interpretazione dello spregiudicato e affascinante Gordon Gekko in Wall Street di Oliver Stone, che gli vale l’Oscar come miglior attore protagonista nel 1987. Con il successo inizia il rapporto burrascoso con l’alcol che lo tiene lontano dal grande schermo fino al 1992, anno del memorabile Basic Instinct al fianco di una Sharon Stone mozzafiato. Sposato in seconde nozze nel 2000 con Catherine Zeta-Jones, di 25 anni più giovane di lui, nel 2010 si ammala di cancro alla gola, malattia sconfitta l’anno successivo dopo massicci cicli di chemio e radioterapia.

Irresistibile burbero è il ruolo che interpreta in Mai così vicini, commedia romantica che affronta il tema dell’amore adulto con ironia e disincanto



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LA MACCHINA DEL TEMPO

1960 VIAGGIO A RITROSO FRA MUSICA, CURIOSITÀ E PERSONAGGI di Stefano Fisico

LA PILLOLA DELLA DISCORDIA

Per la prima volta le donne americane possono acquistare il nuovo farmaco anticoncezionale Enovid. La scoperta risale a due anni prima, grazie agli studi effettuati da tre medici (Garcia, Rock e Pincus) che, partendo dalle prime ricerche effettuate nel 1931 dal ginecologo austriaco Haberlandt, sperimentano una pillola inibitrice del processo ormonale, all’origine dell’ovulazione. Il 9 maggio la Food and Drug Administration (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali) dà, infatti, il via libera alla commercializzazione dell’Enovid 10 mg per uso contraccettivo. Una decisione che scatena un acceso dibattito: da una parte i sostenitori di questo nuovo strumento messo a disposizione delle coppie, segno di progresso sociale, dall’altra i contrari, che si appellano a sani principi etici e morali a loro avviso frantumati. In Europa la scoperta arriva l’anno successivo con nome e composizione chimica differenti. Ad oggi, questo medicinale è utilizzato anche per il trattamento di alcune patologie.

I FLINTSTONES

Gli indimenticabili protagonisti del cartone animato creato dall’americana Hanna-Barbera Productions Inc. debuttano in tivù: i simpatici uomini dell’Età della pietra alle prese con macchine “moderne” davvero originali riscuotono un successo immediato anche nel nostro Paese.

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DONNE AL POTERE

Esponente politico dello Sri Lanka dal nome difficile da pronunciare, Sirimavo Bandaranaike è la prima donna della storia a ricoprire la carica di primo ministro. A 44 anni, in seguito alla morte del marito Solomon, assume il governo del proprio Paese che, a fasi alterne, guiderà fino al 2000, anno in cui si ritirerà per motivi di salute. Quattordici anni più tardi, nel 1974, Isabel Martínez de Perón alla morte del marito Juan Domingo Perón, eredita la presidenza dell’Argentina, diventando la prima donna ad assumere la carica di capo di Stato.


Benvenuto a... Nel nascono:

1960 13 MARZO

Luciano Ligabue

Artista poliedrico, impegnato nella letteratura e nel cinema, è l’altra faccia del rock italiano, di cui è un assoluto protagonista da quasi un ventennio. Emiliano di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, nella sua terra, da cui trae ispirazione per i suoi testi, muove i primi passi con la chitarra esibendosi in un gruppo locale, gli Orazero. Lanciato da Pierangelo Bertoli, nel 1990 pubblica il primo album, Ligabue, da cui trae il singolo Balliamo sul mondo?, che vince il Festivalbar Giovani. Il 1995 è l’anno della svolta: Buon compleanno, Elvis ottiene 70 settimane di permanenza nella classifica degli album più venduti. Da qui escono alcuni dei suoi più noti cavalli di battaglia, su tutti Certe notti, che ottiene il premio Tenco per la miglior canzone dell’anno. Nel frattempo si fa apprezzare come regista, grazie al successo del film Radiofreccia, che gli vale due David di Donatello per il Miglior regista esordiente e la Migliore colonna sonora, oltre a tre Nastri d’Argento. Uno dei brani scritti per il film, Ho perso le parole, vince il Premio Italiano della Musica nella categoria Miglior canzone del 1998. Negli anni successivi continua con la pubblicazione di album e con i concerti in tutta Italia che registrano il sold-out. Da Fuori come va? (2002) a Nome e cognome (2005), fino al trionfo del megaconcerto all’aeroporto Campovolo di Reggio Emilia, dove festeggia i 15 anni di attività davanti a circa 180mila spettatori. Presente nel 2012 al Concerto per l’Emilia, per raccogliere fondi in favore delle popolazioni colpite dal sisma, due anni più tardi sale sul palco dell’Ariston per omaggiare Fabrizio De André, interpretando Creuza de mà, e lanciare il singolo Per sempre, il terzo tratto dall’album Mondovisione del 2013.

27 GENNAIO

Heather Parisi Nota ballerina, showgirl e cantante, condivide con Lorella Cuccarini la scena televisiva degli anni Ottanta, entrando nel cuore di milioni di italiani. Nata a Los Angeles, da genitori con lontane origini italiane (i nonni materni erano di Terravecchia, nel Cosentino), la passione per la danza la fa trasferire a New York per frequentare, dall’età di 15 anni, la scuola dell’American Ballet. Una vacanza in Italia le cambia la vita, portandola all’attenzione di Pippo Baudo che la lancia in tivù nel 1979, all’interno del programma Luna Park. Nell’autunno dello stesso anno sfonda con la canzone Disco Bambina, sigla di apertura di Fantastico, che raggiunge quasi un milione di copie vendute. Presenza fissa delle successive edizioni del fortunato varietà e di altri programmi, firma altre sigle di successo con i brani Cicale (Disco d’oro), Crilù e Dolceamaro, affiancando famosi conduttori come Adriano Celentano e Lino Banfi. Dal 2000 si allontana gradualmente dal piccolo schermo, ritirandosi a vita privata.

30 SETTEMBRE

Giorgio Panariello Attore e comico, fiorentino doc, è uno dei volti più amati della televisione italiana, dov’è spesso protagonista come showman di trasmissioni di enorme seguito, come Torno sabato. Inizia la sua carriera in radio insieme a Carlo Conti e ad altri artisti di cabaret, proponendo l’imitazione di Renato Zero, che resterà uno dei suoi cavalli di battaglia. Approda in Rai e inizia ad avere ruoli in alcune commedie e film, fino a girarne due in prima persona, Bagnomaria nel 1999 e Al momento giusto nel 2000. Nel 2006 è stato direttore artistico e presentatore del Festival di Sanremo, affiancato da Ilary Blasi e Victoria Cabello. Ha lavorato anche in teatro, come attore e autore. Ha ricevuto tre Oscar della televisione e un Telegatto come Personaggio televisivo dell’anno.

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ADESSO

MUSICA

NEL MONDO DI NOEMI, FRA NOTE E SOGNI REALIZZATI

di Stefano Fisico foto Julian Hargreaves

LA CANTANTE ROMANA, IN TOUR QUEST'ESTATE, RIPERCORRE I SUOI PRIMI CINQUE ANNI DI CARRIERA

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uando iniziò a farsi conoscere dal grande pubblico durante l’edizione di X Factor del 2009 – in cui era “allenata” da Morgan – tutti dicevano che, nonostante le grandi qualità canore, difficilmente avrebbe potuto farcela. Sono trascorsi cinque anni da allora e Noemi, a dispetto di tutto e tutti, ha ottenuto risultati che molte sue colleghe non sono state in grado di raggiungere neppure in un'intera vita. Tre partecipazioni al Festival di Sanremo, dischi d’oro, di platino e multiplatino, collaborazioni con grandi cantanti italiani e lei stessa giudice in un talent di successo come The Voice, insieme con Raffaella Carrà, J-Ax e Piero Pelù. In questo periodo impegnata con il suo Made in London Tour, che toccherà ad agosto diverse città italiane, la cantante romana ci parla del suo mondo fatto di note e sogni. Se ti avessero detto, il giorno in cui hai fatto il tuo primo provino a X Factor, che cinque anni dopo la tua vita sarebbe cambiata così radicalmente, cosa avresti risposto? «Partiamo, sono pronta!».

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Hai avuto la fortuna di crescere professionalmente grazie anche a collaborazioni con grandi cantanti e musicisti. Quali sono le virtù principali che hai cercato di carpire da ciascuno di loro? «Ho cercato di capire innanzitutto come rimanere in equilibrio e quello di cui mi sono resa conto è che la maggior parte di loro, i più grandi in particolare, sono delle persone splendide e con un grande senso della realtà». Passare dal suonare nei club a livello amatoriale ai palchi e alle piazze più importanti d'Italia comporta una preparazione sicuramente diversa. Come ti prepari ai grandi appuntamenti con i tuoi fan? Hai qualche rito scaramantico prima di salire sul palco? «Prima di rispondere ci tengo a sottolineare che non considero le persone che suonano nei club dei musicisti amatoriali. Credo dovrebbero avere il rispetto che meritano, visto che sono dei professionisti che affrontano una realtà molto più dura della mia. Detto ciò, il mio rapporto con il live e i miei fan è molto naturale, quindi non ho riti scaramantici particolari. Amo cantare sia per venti che per duemila persone. Sì, forse ho un po' più di ansia, ma ringrazio tutti i giorni che sia questo il mio lavoro, da sempre il mio sogno più grande».

Ad agosto prosegui col tuo Made in London Tour. Perché non dovremmo, per nessuna ragione al mondo, perderci uno dei tuoi concerti? Convinci le nostre lettrici a venirti a vedere... «Volete sentire musica un po' diversa, coraggiosa, fuori dal coro? Bene, allora Made in London è ciò che fa per voi!». A proposito di The Voice, cosa mi dici dell'esperienza che hai fatto in tivù? In cosa, secondo te, potresti migliorare? «Mi sono divertita moltissimo, spero però di poter essere sempre più coraggiosa». Il coraggio occupa un posto fondamentale anche nel tuo disco Made in London, per incidere il quale hai vissuto per un po’ a Londra... «Sì, nel disco parlo di coraggio e anche dell'importanza del viaggio e della distanza, per crescere, capire chi siamo, migliorarci. Quando mi sono trasferita a Londra non è stato facile, con tutti i miei cari lontani. Ma lo stare soli, la dimensione della solitudine che talvolta è connessa al viaggio, aiuta a prendersi le proprie responsabilità, a crescere e, perché no, a essere anche più creativi in quello che si fa. Perché quando si viaggia, quando non si è a casa, si incontrano nuovi mondi e culture, persone e modi diversi di intendere la vita».




Mary Carbone


Libri

I CONSIGLI

DELLA SETTIMANA

di Luca Foglia Leveque

EVA CANTARELLA

PERFINO CATONE SCRIVEVA RICETTE I GRECI, I ROMANI E NOI FELTRINELLI, 2014

Eva Cantarella, famosa giurista e studiosa del mondo greco e romano, ha portato i suoi lettori nel passato e l’ha fatto moltissime volte. Torna in libreria, nuovamente, con questo libro interessante e ricco in cui rende accessibile a tutti un mondo antico e perduto che spesso viene trattato in modo troppo accademico. Lo fa con garbo e semplicità, incuriosendo e giocando, ponendoci domande e fornendoci riposte. Le donne greche rimanevano tutte recluse in casa? No, non sempre. Le giovani spartane, ad esempio, si tenevano in forma con il lancio del disco, la lotta e la corsa.

MARKUS ZUSAK

STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI FRASSINELLI, 2014

La Morte, voce narrante di questo libro, ci porta nella Germania nazista del 1939. La piccola Liesel Meminger, in un giorno di lutto, trova qualcosa nella neve, trova un nuovo amico: un libro. È incuriosita da quell’oggetto magico e pieno di parole e proprio non capisce come si possa voler distruggere un bene tanto prezioso. Salverà tanti altri libri, strappandoli dalle fiamme dei roghi nazisti o rubandoli dalla biblioteca. Circondarsi di parole, per Liesel, sarà una forma di protezione da un mondo in rovina e apparentemente privo di bellezza. Questo romanzo, già pubblicato in passato con un altro titolo, deve ringraziare la sua versione cinematografica: ne ha preso il nome, trovando nuovo vigore e nuova vita. pp. 576 - 16,90 euro

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Le donne romane prendevano il sole? Assolutamente no: la pelle bianca era sinonimo di bellezza e femminilità e per apparire diafane le matrone dell’antica Roma utilizzavano gli espedienti più strambi: sterco di coccodrillo, radici di melone sminuzzate, fiele di asino. Cosa amavano mangiare i nostri avi? A quanto pare di tutto e non risparmiavano neppure fenicotteri, gru, ghiri e pappagalli… Gli episodi e gli aneddoti non mancano, ce ne sono a bizzeffe, ce ne sono così tanti che appassionarsi sarà inevitabile. Le pagine dell’ultimo lavoro di Eva Cantarella prendono per mano il lettore e lo immergono, completamente, in una realtà lontana che appartiene a chiunque. Questo libro potrebbe essere un ottimo strumento per iniziare un lungo viaggio nel passato. Eva Cantarella, nella prefazione, se lo augura. Ed il suo è un augurio dettato da un grande amore: la nostra storia. pp. 224 - 16 euro

RISCOPRIAMOLI MARCELA SERRANO

NOSTRA SIGNORA DELLA SOLITUDINE FELTRINELLI, 2003

Marcela Serrano, grande voce della narrativa sudamericana, con questo romanzo del 2003, ci propone la storia di una donna dallo spirito inquieto e pieno di mistero. Carmen Lewis Avilla, una popolare scrittrice, scompare senza lasciare alcuna traccia. Sarà l’investigatrice Rosa Alvallay a farsi carico di un caso che la polizia ha ora-

mai archiviato. Carmen è ancora viva? E perché è scomparsa? La via più semplice per Rosa sarà farsi varco tra le pagine dei libri della scrittrice, piene di segreti e di inquietudini. Un giallo atipico, due donne e due mondi che si intrecciano, il tutto firmato dall’abile penna di Marcela Serrano. pp. 192 - 7 euro


© Foto di Christian Carlà

La creatività che mi contraddistingue ha una storia lunga oltre 50 anni. La mia è da sempre una famiglia di parrucchieri leccesi, che dal 1952 fa della qualità e della ricerca inimitabile dello stile il proprio marchio di fabbrica. La mia sfida è stata quella di portare questa passione familiare nel capoluogo lombardo, la città della moda.

Mi chiamo Stefano Buscicchio, ma tutti mi conoscono come Etienne. Essere figlio d’arte è una grande responsabilità, ma anche una grande fortuna. Oltre alla tradizione ho portato nel mio negozio la passione per il colore e per lo stile. I clienti esigenti non mi spaventano: io e il mio team lavoriamo costantemente per trovare la formula giusta, adatta alla personalità di ognuno di loro.

I capelli sono parte imprescindibile della nostra identità e tutti siamo sempre alla ricerca di mani esperte a cui poterci affidare. Etienne è un luogo di quelli che non potrete fare a meno di segnare in agenda. Tra i nostri servizi: • Ossigenoterapia • Acconciature per shooting • Acconciature per matrimoni, a domicilio ETIENNE MILANO - Via Sant’Eufemia, 17 - 20122 milano - tel. 02.30120087 - www.etiennemilano.it


ADESSO

PERSONAGGI

I FIGLI SONO LA MIA UNICA GRANDE CERTEZZA «Da quando sono diventata mamma» racconta la conduttrice di “Dolce Casa” «ogni cosa è cambiata e guardo tutto sotto una nuova luce» di Vittorio Petrone

IN ATTESA DI POTER CONVOLARE A NOZZE, VERONICA MAYA CI RACCONTA LA SUA VITA A TELECAMERE SPENTE

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lungo padrona di casa di Verdetto finale e in questo periodo al timone al mattino, dal lunedì al venerdì su Rai1, di “Dolce Casa”, sezione di Unomattina estate dedicata ai problemi delle famiglie italiane, Veronica Maya è più bella che mai. Complice una vita di compagna e mamma molto appagante, come racconta ad Adesso in quest’intervista.

Veronica, come va con i piccolini? «Sono la mia luce, la mia forza e il mio sorriso. Rappresentano tutto per me, la mia unica grande certezza, per cui ogni cosa, anche i cambiamenti sul lavoro che sto sperimentando in questo periodo, la guardo sotto una nuova luce e la vivo con maggiore serenità». Si assomigliano caratterialmente? «No, sono molto diversi. Riccardo


(due anni e mezzo, ndr) è molto simpatico e vivace, è forte ed è estremamente autonomo. Il piccolo Tancredi (un anno, ndr), invece, sembra più mite e mansueto, forse perché ha già capito che, essendo il secondogenito e con Riccardo che segna continuamente il territorio, è meglio prendere le cose con filosofia. Comunque sono entrambi estremamente teneri, la mia gioia assoluta». Ma tu sei la classica italica mamma-chioccia un po’ ansiosa o li lasci liberi di scoprire il mondo? «Fra me e Marco (Moraci, chirurgo plastico, ndr) forse il più apprensivo è lui. È più coccolone di me e tende a derogare un po’ alle regole, mentre io sono più portata a darle e a organizzare di più la nostra vita». Quindi sei tu quella più brava a dire no? «Sì, sono un po’ più severa. Essendo comunque entrambi molto presenti, due punti di riferimento molto precisi per loro, i nostri piccoli, almeno per adesso, ci seguono e ascoltano con grande serenità. Fra di noi si dialoga, si ride e si gioca molto». Cosa apprezzi di più di Marco? «Apprezzo la sua capacità di sapermi stupire continuamente. La cosa che più mi ha meravigliato in lui da quando siamo genitori è la capacità di interagire con i nostri figli. Si sta rivelando un padre stupendo, portatissimo. Inventa giochi in continuazione e cerca di passarci insieme più tempo possibile. È un uomo perfettamente interscambiabile con me, per cui ci aiutiamo e sosteniamo in ogni cosa. Non penso sia facile trovare un uomo così presente». Insomma proprio un uomo da sposare... «Infatti non vediamo l’ora di farlo, anche se di fatto ci sentiamo già una famiglia a tutti gli effetti. È questione solo di tempo, stiamo aspettando ancora i documenti necessari (il precedente matrimonio con Aldo Bergamaschi è stato annullato dalla Sacra Rota, ndr) e poi finalmente potremo sposarci, perché per entrambi è molto importante sancire questa nostra unione anche di fronte a Dio». Come ti tieni in forma dopo due gravidanze?

«Lavorando e correndo dietro ai figli! Non faccio diete e non sono regolarissima nel fare sport, anche perché non ho tanto tempo per dedicarmici. Cerco però di mangiare sano prediligendo frutta, pesce e verdura». Quanto è difficile in un Paese come il nostro fare strada per una donna in campo professionale? «Penso che se si lavora duro prima o poi si riesce a realizzare i propri sogni professionali, anche se oggettivamente in Italia le donne sono spesso un po’ discriminate. Personalmente se c’è una cosa che non mi ha mai spaventata è il lavoro. Ho cominciato a lavorare subito dopo l’adolescenza e ho avuto la fortuna di intraprendere un percorso prima con la danza e poi con lo spettacolo e la televisione. La danza classica mi ha formata alla disciplina, al sacrificio e alla precisione e, venendo da una famiglia di ristoratori, dal lunedì al venerdì lavoravo nel ristorante di mio padre in Francia, mentre il sabato e la domenica andavo a Milano per Domenica Sprint. Il mio percorso professionale poi, un po’ per fortuna e un po’ probabilmente per il mio modo di essere, è stato sempre piuttosto lineare e ogni cosa è venuta a suo tempo, anche perché non sono mai stata una con l’ansia di bru-

ciare le tappe». È facile o difficile instaurare amicizie vere nell’ambiente televisivo? «Nell’ambito delle maestranze ho diverse belle amicizie, mentre tra colleghe è un po’ più difficile instaurarne. È vero che ci si incontra di tanto in tanto in qualche happening, ma poi ognuna torna alla propria vita, per cui è raro che ci si frequenti oltre l’ambiente di lavoro. Forse nel mondo dello spettacolo, come d’altronde anche in tutti gli ambiti della vita, a rovinare talvolta i rapporti e a creare situazioni spiacevoli, è l’invidia, ma per fortuna essendo io di mio serena e soddisfatta della mia vita, sono cordiale e in buoni rapporti con tutti. Non sono una che guarda all’erba del vicino come sempre la più verde, per cui cerco di vivere in pace con tutti. Detto questo, le mie amicizie più belle sono quelle storiche che durano da trent’anni e che coltivo ogni giorno nel mio quotidiano». Cosa non manca mai nella borsa di Veronica? «A seconda dei casi, un paio di scarpe col tacco o delle ballerine per poterle cambiare all’occorrenza, un po’ di trucco, lo spazzolino da denti, un libro, ciucci e salviettine disinfettanti. Un sacco di roba insomma. E, infatti, la mia borsa pesa sempre tantissimo!».

VERONICA MAYA, 37 anni, è in onda dal lunedì al venerdì alle 9,30 con Dolce Casa su Rai1, rotocalco dedicato ai problemi della famiglia all’interno di Uno Mattina Estate. In questa foto col compagno, il chirurgo Marco Moraci

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PERSONAGGI

LA MITEZZA DI MASSIMO NASCONDEVA UNA GRANDE FORZA Decaro ricorda l’amico Troisi con cui ha condiviso gli esordi nel mondo del cabaret di Chiara Mazzei

L’ECLETTICO ARTISTA NAPOLETANO SARÀ PRESTO SUL SET PER LA SESTA STAGIONE DI PROVACI ANCORA PROF

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ra il 1977 quando uno strano trio si affacciava sul panorama della tv italiana con una comicità in grado di fare subito breccia nel pubblico. Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo Decaro erano La Smorfia, gruppo comico che porta in televisione un cabaret tutto napoletano. Sono passati quasi quarant’anni da

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quegli sketch che rappresentano i primi passi di un viaggio che, su strade diverse, porterà i tre protagonisti lontano nel mondo dello spettacolo. E in quarant’anni Enzo Decaro di strade ne ha percorse parecchie. Nato nel 1958 a Portici, ha una cattedra di Scrittura creativa alla facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Salerno. Ha recitato in numerose fiction di successo come Una donna per amico e Provaci ancora prof, è guest star della popolarissima Un Posto al sole e ha preso parte a numerosi film, sia come sceneggiatore che come attore, e spettacoli teatrali. È anche autore di poesie, alcune musicate insieme

con l’amico Troisi. Attore, regista, poeta, professore universitario: impossibile e limitante inquadrarti in un’unica definizione. Qual è però il fil rouge che lega tutti questi volti? «Sicuramente la ricerca. Se potessi, vorrei che sulla mia carta d’identità ci fosse scritto ricercatore. Nella mia vita ho avuto il grande privilegio di poter esplorare vari ambiti, mettendo in ognuno di essi grande passione. Oggi, tra queste, sono particolarmente affezionato all’insegnamento, per la possibilità che mi dà di avere uno scambio con le nuove genera-


PERSONAGGI

zioni, di trasmettere e condividere quello che so e allo stesso tempo ricevere entusiasmo da questi ragazzi». Dedicati ai giovani sono anche alcuni cortometraggi partecipanti al Festival Salento Finibus Terrae cui hai partecipato recentemente come giurato. Cosa ne pensi? «Questo festival permette ai ragazzi di avvicinarsi a una tipologia di film che in Italia ha una visibilità ridotta. In questo caso, abbiamo a che fare con prodotti di livello eccellente, sia per contenuto che per tecnica, per cui questo festival assume veramente un ruolo importante. Nel nostro paese i cortometraggi fanno fatica ad emergere soprattutto a causa di problemi di distribuzione ma, di fatto, rappresentano anche un’ottima palestra per molti registi e un’interessante forma di comunicazione». Il tuo lato comico è stato rispolverato con la partecipazione a Tale e Quale Show (programma della Rai in cui ha impersonato alcuni grandi della musica italiana e non, come Peppino Di Capri, Julio Iglesias, Barry White, ndr). Ti sei divertito? «Un’esperienza molto divertente. Un gioco sì, ma molto impegnativo. Era interessante studiare tutte le minime sfaccettature, i più piccoli tic per cogliere fino in fondo il personaggio e cercare di renderlo al meglio. Questo è un programma basato sul talento, quindi richiede un impegno molto particolare, ma rimane comunque un gioco davvero spassoso». Hai conquistato nuovamente la simpatia del pubblico, già molto affezionato al tuo Renzo Ferrero di Provaci ancora prof. A quando la sesta stagione? «In autunno cominceranno le riprese e ce la vogliamo mettere tutta per ripagare l’affetto che il pubblico ci dimostra seguendoci fedelmente da anni. Non vogliamo adagiarci sugli allori, ma trovare nuovi scenari, rendere la serie sempre nuova e stimolante. Il desiderio è quello di metterci lo stesso entusiasmo come fosse la prima stagione. È un po’ come voler mantenere una forma di artigianato anche in questa arte che rischia di essere fatta in forma “industriale”». Con la Pivetti (sua moglie nella serie, ndr) poi hai trovato un affiatamento quasi da coppia reale. Donna molto energica, quasi vulcanica... Com’è lavorare con lei? «Come lavorare con un vulcano... Bi-

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sogna stare attenti alle esplosioni di lava (ride)! Ormai dopo anni ci si vuole bene come una coppia normale, rimanendo ognuno se stesso, cercando quello che ci accomuna e mantenendo uno sguardo di persone più che di attori in quello che facciamo. Ma lavorare con Irene è soprattutto un grande onore e un grande piacere». Qualche tempo fa è ricorso il ventennale della morte di Massimo Troisi. Molto più che un collega, un amico, che tu hai definito “un mito mite”. Perché? «Massimo riusciva a rimanere mite, si fidava della sua velocità, non ha cambiato mai tono, ha ottenuto quello che voleva rimanendo fedele a se stesso. L’eredità che mi è rimasta è proprio questa: la lezione di un uomo che aveva profonda

quella pressione su stessi per raggiungere chissà cosa poi. Con la comicità si riusciva persino a sfatare dei luoghi comuni. Massimo con una semplice battuta sul meridione ha sfatato più miti e abbattuto più barriere di mille convegni. Oggi c’è la mania di raggiungere un certo share, un certo risultato. Io ho avuto la fortuna di vivere e lavorare in un tempo più libero». Da vent’anni il 19 febbraio, per il compleanno di Troisi, organizzi una partita di calcio benefica in favore dell’Associazione Bambini Cardiopatici nel mondo. Una tradizione che continuerai a portare avanti? «Finché avrò le forze farò questa partita. Ed è stato lui che ha voluto la collaborazione con l’associazione. Io continuo a dare un sostegno a questi

fiducia nelle proprie idee e convinzioni. La sua mitezza nasconde una grande forza, non ha bisogno di alzare la voce perché ha trovato un tono che col tempo resta». In una società di miti urlati e urlanti, hai nostalgia di quei tempi? «C’è la nostalgia di un punto di vista onesto e sorprendente, mai banale, mai scontato. Era un altro tempo. Nessuno inseguiva nulla. C’era la voglia di comunicare qualcosa, di trasmettere un’idea, un punto di vista comico. Non c’era quell’ossessione tutta moderna di inseguire a tutti i costi il successo,

“pazzi santi laici” che sono i medici dell’ospedale di San Donato Milanese. Offrono il loro tempo libero recandosi nelle parti più disparate del mondo, portando materiale chirurgico, attrezzature, formando i medici del luogo, insegnando loro a curare e ad agire sulle cardiopatie congenite. Poi organizzare questa partita di calcio mi sembra il modo più bello per ricordarlo… Massimo adorava questo sport». E immaginando le perle che Massimo avrebbe potuto tirar fuori su certi calciatori di oggi, ci salutiamo con una risata.

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i r o Am PERSONAGGI

i l i b a c i t n e im

Ind

JOHN &

Marilyn,

passione proibita

J

di Serena Fogli

ohn Fitzgerald Kennedy e Marilyn Monroe. Due mondi opposti, due nomi che continuano a essere pronunciati insieme. Lui, il 35esimo presidente degli Stati Uniti, nonché il più giovane a morire ricoprendone la carica. Lei, diva di Hollywood (di cui proprio il 5 agosto ricorre il 52esimo anniversario della morte), bionda, bellissima, un’icona della seduzione capace ancora oggi di influenzare il mondo dell’arte, della moda e del cinema. Sono state spese molte parole sulla presunta storia d’amore tra il presidente e la bella attrice, molti hanno fatto ipotesi, tanti hanno testimoniato che quello che era nato tra i due non fosse un semplice amore clandestino, ma un sentimento reale, travolgente, vero. Ad oggi, però, non è ancora semplice ricostruire il legame nato tra i due: la relazione tra JFK e Marilyn Monroe è stata sempre affidata al pettegolezzo e alle confidenze tradite piuttosto che alle cronache rosa del tempo. IL PRIMO INCONTRO TRA JOHN E MARILYN Bisogna correre al 1957 per trovare le radici dell’amore che fece mormorare l’America intera. All’epoca Marilyn era sposata col drammaturgo e scrittore Arthur Miller: un periodo molto difficile per i due. La diva aveva appena abortito e, dal canto suo, Miller era costantemente sotto minaccia di attentato. Preoccupata, la donna, chiese a Frank Sinatra, amico intimo di un JFK ancora senatore, di organizzare un incontro con quest’ultimo per chiedere protezione per il marito. Kennedy rimase sicuramente colpito dalla bellezza di Marilyn, la cui verve era già leggendaria (di lei il regista Jean Negulesco disse «Per un uomo lei rappresenta qualcosa che tutti

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complice che ancora oggi si mormora del viaggio che Marilyn fece con JFK a bordo dell’aereo presidenziale, l’Air Force One, camuffata con una parrucca scura e occhiali da sole oversize.

desiderano in sogno. Perché non si lasci eccitare da lei, un uomo dovrebbe essere morto»). Un incontro formale, quasi politico, che diede avvio alla clandestinità di un amore di cui si parla ancora oggi. LA LORO STORIA SEGRETA Ma come proseguì la relazione tra il presidente e la bella attrice? Entrambi sotto i riflettori, lui perché destinato a guidare il Paese, lei per essere diventata una delle più grandi dive d’America, la loro storia d’amore avrebbe potuto riempire le pagine dei rotocalchi, creando scandali e distruggendo la carriera politica dell’allora senatore. Eppure ancora oggi appare come qualcosa di leggendario, impalpabile e inconsistente. I successivi incontri tra i due avvennero grazie alla complicità di Peter Lawford, attore e cognato di John, che avrebbe detto: «Fra tutte le sue altre donne, Marilyn era la più adatta a lui. Stavano bene insieme». L’Holiday House Hotel di Malibù, la casa di Lawford a Santa Monica, l’Hotel Carlyle di New York furono solo alcune delle location che videro nascere, crescere e morire l’amore proibito tra i due. Gli anni passano, Kennedy diventa presidente e con lui Marilyn vive un sentimento nell’ombra, in un rapporto che diventa sempre più intimo e complice. Così intimo che lei ha libero accesso alla linea telefonica della residenza del presidente, al cui centralino si presentava con il nome di Miss Green; così

HAPPY BIRTHDAY MISTER PRESIDENT È il 1962 e sono passati già cinque anni dal primo incontro tra Marilyn Monroe e John Fitzgerald Kennedy. Ci troviamo al Madison Square Garden di New York e siamo nel pieno dei festeggiamenti per il compleanno del presidente. Qui fa la sua incredibile comparsa Marilyn che, in un seducente e luccicante vestito color carne, sale sul palco per cantare di fronte a 15 mila persone “Happy birthday Mr. President”. Un filmato che tutti noi, almeno una volta nella vita abbiamo visto, una canzone che, probabilmente è ad oggi fra i brani più suggestivi cantati in pubblico. Quando ripensiamo a Mariylin Monroe, l’immagine in bianco e nero di lei su quel palco è quella che emerge più di frequente nell’immaginario collettivo: un momento pubblico ma allo stesso tempo intimo, segreto, manifestazione estrema del sentimento che legava i due. IL TRIANGOLO: JACQUELINE SAPEVA? In tutto questo non dobbiamo dimenticarci che JFK era sposato con Jacqueline, le cui nozze avvennero il 12 settembre 1953, solo 4 anni prima del primo incontro tra lui e Marilyn Monroe. Ma quanto sapeva Jacqueline della liaison del marito con la diva di Hollywood? Solo recentemente sono stati rivelati

nuovi particolari in merito grazie al libro Quei pochi e preziosi giorni. L’anno finale di Jack con Jackie, il cui autore, Christopher Andersen, rivela che Jacqueline non solo fosse a conoscenza della relazione tra i due, ma che ebbe anche contatti con Marilyn. Stando a quanto scritto nel libro, fu quest’ultima a cercare un primo contatto con la moglie del presidente: siamo nel 1962 e una semplice telefonata alla Casa Bianca mette in contatto diretto Marilyn con la rivale in amore. È in questa occasione che l’attrice avverte Jackie dei progetti futuri di Kennedy. Una frase lapidaria, diretta perché, da aggiungere, probabilmente, ci sarebbe stato poco: «Mi ama e mi ha promesso che mi sposerà». Jacqueline sapeva che se il marito avesse deciso di lasciarla per Marilyn sarebbe scoppiato uno scandalo senza eguali in passato. La sua risposta fu molto diplomatica, la risposta di una donna abituata a vivere al fianco di un politico: «Ti trasferirai alla Casa Bianca e assumerai tutte le responsabilità della ‘first lady’, io me ne andrò e toccheranno a te tutti i problemi». Tuttavia non sapremo mai come sarebbe andata a finire: il presidente decise di prendere le distanze dall’attrice che, solo pochi mesi dopo, a soli 36 anni, venne trovata morta nella camera da letto della sua casa di Bretwood, a Los Angeles . Una storia d’amore tragica come solo a volte i sentimenti sanno essere. Un mistero ancora insoluto che porta con sé tanti interrogativi e tante domande senza risposta che fanno di John Fitzgerald Kennedy e Marilyn Monroe una coppia sussurrata ma allo stesso tempo immortale.

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STORIE ED EMOZIONI

FRANCESCO

GAMBELLA

Con le sue imprese in canoa al limite del possibile finanzia progetti umanitari in Africa

Campione nello sport e nella vita 70

testo e foto di Vincenzo Petraglia


PERSONAGGI

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L

e ultime avventure di cui è stato protagonista l’hanno portato a circumnavigare in canoa l’isola di Unguja nell’arcipelago di Zanzibar, in pieno Oceano Indiano, e ad attraversare le insidiose acque del Lago Vittoria, fra Uganda e Kenya, il più esteso del continente nero e il secondo più grande al mondo, popolato da coccodrilli, ippopotami, serpenti d’acqua. Nel lago Francesco Gambella, quarantenne campione romano di kayak estremo, ha percorso 200 chilometri in sei giorni sfidando le altissime temperature africane. Lo ha fatto a bordo di una canoa biposto, affiancato dal canoista-pescatore keniota Vincent Oundoh e accampandosi di notte in tenda su alcuni dei tanti isolotti che costellano quest’angolo remoto dell’Africa nera. Isole per lo più selvagge e talvolta anche disabitate. Un’avventura che ha dell’incredibile e che gli ha consentito di raccogliere fondi per finanziare cinque progetti idrici per la costruzione di altrettanti pozzi d’acqua che garantiscono oggi a circa 5mila persone l’accesso all’acqua potabile in alcune zone interne del Kenya. Progetti sostenuti da Amref, l’organizzazione non profit che porta avanti in Africa progetti solidali di sviluppo negli ambiti più diversi. Per quanto riguarda il tema dell’acqua i pozzi realizzati negli anni da Amref

Uno dei tanti pozzi d’acqua creati da Amref in Africa

garantiscono acqua pulita a quasi due milioni di persone, spesso nelle aree più remote del continente, che contribuisce in maniera determinante a debellare malattie quali il colera, il tifo, l’epatite e la gastroenterite. «La cosa più straordinaria di quest’esperienza – racconta Francesco – è stata l’incontro con le popolazioni locali, di un’accoglienza davvero incredibile. Molti di loro, vivendo in piccoli villaggi quasi totalmente isolati dal resto del mondo, non avevano neppure mai visto un bianco, una tenda e quello strano oggetto chiamato canoa, per cui la curiosità nei nostri confronti è stata sempre tantissima. Non dimenticherò mai Lago Vittoria - Uganda

– continua – gli occhi pieni di gioia e stupore dei bambini che al nostro arrivo ci facevano festa». Ma quelle di Zanzibar e del Lago Vittoria non sono che alcune delle tante spedizioni al limite di cui il campione romano è stato protagonista negli ultimi anni. Fra queste, sempre in canoa, il giro d’Italia da Savona a Venezia in 64 giorni, le traversate dal Messico a Cuba (Cancun-Havana), in un tratto di mare pullulante di squali, e da Mombasa-Malindi, in Kenya, oltre a diverse altre imprese simili. Una storia, la sua, ancora più incredibile se si pensa che da neonato ha rischiato di morire, salvato in extremis da due delicate operazioni chirurgiche, dopo altrettanti arresti cardiaci a causa di un blocco intestinale per una malformazione all’intestino. Contro ogni aspettativa, Francesco è diventato uno sportivo vero e soprattutto un uomo dai nobili ideali. Nasce, infatti, proprio da questa sua disavventura di salute la volontà di mettersi al servizio di chi soffre attraverso lo sport. «In moltissimi paesi poveri del mondo – spiega – non esiste una sanità minima accettabile per cui i miei record hanno come scopo prioritario raccogliere fondi per andare a garantire sanità gratuita e di qualità laddove non c’è e dare al maggior numero possibile di persone la stessa possibilità che ho avuto io all’età di sei mesi, quando sono stato salvato grazie all’efficienza della sanità italiana. Se mi fosse capitato in un paese povero molto probabilmente non ce l’avrei fatta». La prossima traversata, la Ostia-Olbia (circa 200 chilometri), prevista per il prossimo giugno insieme col pluricampione italiano di paracanoa Andrea Testa, ma che i due campioni stanno già preparando, sosterrà non a

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Francesco Gambella con Vincent Oundoh sul Lago Vittoria

caso la campagna “Stand up for African mothers”. Un progetto attraverso cui Amref prevede la formazione di 30mila ostetriche entro il 2015 nell’intento di ridurre la mortalità materna del 25%, in quanto una sola ostetrica può assistere ogni anno ben mille partorienti. «Le donne – racconta Francesco – hanno un ruolo chiave nel presente e nel futuro dell’Africa. Si occupano dell’educazione dei figli, camminano ogni giorno chilometri e chilometri per andare a cercare l’acqua, sono di solito le beneficiarie del microcredito per le piccole attività imprenditoriali. Non è, quindi, possibile accettare che ancora oggi una donna su 16 rischi di morire di parto, quando in Europa tale rischio riguarda solo una donna su 30mila, per la mancanza di semplice assistenza medica. In Africa ogni anno muoiono ben 280mila madri che lasciano orfani un milione e

mezzo di bambini. Il parto dà la vita e non deve più coincidere per tutte queste donne con la morte!». Con Amref Francesco è stato più volte nel continente africano per conoscere le tante realtà

keniota, ne è l’emblema: un cumulo di lamiere senza servizi igienici né acqua, che sotto il sole cocente si trasformano in autentiche fornaci mentre nel periodo delle piogge diventano un tutt’uno con fango e montagne di rifiuti nauseabondi. Ci vive oltre un milione di persone con una densità di ben 75mila abitanti per chilometro quadrato e un’incidenza di malati di Aids, la grande piaga che affligge tutta l’Africa (il 60% di tutta la popolazione mondiale malata di Aids vive, infatti, nell’Africa sub-sahariana), che a Kibera sfiora addirittura l’80%. «È una delle immagini – racconta il campione romano – che più porto nel cuore dell’Africa e che mi dà la motivazione a continuare nelle mie imprese sportive. Quando tocchi con mano certe realtà, ragazzi abbandonati al loro destino che

«Il mondo non può girare la testa dall’altra parte di fronte a tanta sofferenza e in giustizia» in cui opera l’organizzazione. Fra tutte, confida, quelle che più l’hanno colpito sono le baraccopoli delle grandi città. In quelle di Nairobi, per esempio, Amref interviene per recuperare i ragazzi di strada, detti in swahili, la lingua locale, chokora (spazzatura), costretti a sniffare colla per resistere alla fame in situazioni veramente al limite dell’immaginabile. Kibera, la più grande della capitale

vagano con una bottiglietta di colla per non sentire i crampi della fame o ragazzine di dodici anni malate di Aids con in braccio già un figlio, non riesci più a girare la testa dall’altra parte. È per questo che nel mio piccolo, laddove i potenti della Terra chiudono gli occhi di fronte al grido di sofferenza di queste persone, io voglio allargare le braccia verso di loro... attraverso la mia canoa».

AMREF, DA QUASI SESSANT’ANNI AL SERVIZIO DEGLI ULTIMI Fondata nel 1957, Amref (African Medical and Research Foundation) è un’organizzazione internazionale senza fini di lucro, oggi la più grande organizzazione di sviluppo e ricerca in ambito medico del continente africano. Conduce svariati progetti in paesi quali Etiopia, Kenya, Uganda, Tanzania, Sudafrica, Senegal, Sudan, offrendo, inoltre, formazione e consulenza in altri 35 paesi africani. Nei quasi sessant’anni di attività, Amref ha formato oltre 500mila operatori sanitari in tutti i campi di azione. Impiega oltre 800 persone, per il 97% africane e gestisce in parallelo 140 progetti di sviluppo sanitario. Fino a settembre sarà possibile sostenere la campagna “Donatori d’acqua”, che vede in prima linea anche Francesco Gambella e volti noti dello spettacolo come Giobbe

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Covatta. La racconta fondi consentirà di costruire ben cento pozzi d’acqua nei distretti kenioti di Makueni, Kitui e nella Regione Costiera, in particolare nelle zone di Magarini e Malindi. Nel mondo quasi 800 milioni di persone non hanno accesso all’acqua pulita e oltre la metà di esse si trova proprio in Africa sub-sahariana. Una persona su tre vive senza servizi igienici adeguati. Dati da brivido se si pensa che la mancanza di igiene e l’acqua impura rappresentano la seconda causa di morte tra i bambini nel mondo e la sola diarrea ne uccide 1,8 milioni. Si può diventare “donatori d’acqua” chiamando il numero verde 800 282960, tramite cui è possibile fare la propria donazione, o anche collegandosi al sito Internet www.amref.it.


CanCelliamo dagli oCChi di ahmed l’orrore del viaggio Che ha affrontato per fuggire dalla guerra. La sua famiglia sta fuggendo da una guerra sempre più feroce, da un Paese in cui non può più immaginare un futuro per sé, ma soprattutto per Ahmed e i suoi fratelli. Hanno bisogno di tutto e non ci chiedono niente: solo di aiutarli a ripartire, per cercare in altre nazioni nuova vita e nuova speranza. Da aprile noi di Progetto Arca, in Siria, in Sicilia, a Milano abbiamo assistito più di 6000 siriani, tra cui più del 30% bambini. Altri ne arrivano ogni giorno. Aiutaci ad accogliere famiglie come quella di Ahmed, a farle ripartire più serene di come sono arrivate. Anche una piccola donazione farà tanto; falla subito così:

con carta di credito sul sito www.progettoarca.org/siria

con bonifico bancario c/c Credito Valtellinese IBAN IT06 P052 1601 6180 0000 0001 166

aiutaci ad accogliere i profughi siriani, aiutaci a farli ripartire verso la pace.

Fondazione Progetto Arca onlus - Via degli Artigianelli 6 -20159 Milano

Per informazioni: tel. 02 69002965 - www.progettoarca.org


ADESSO

FA LA COSA GIUSTA

VINCENZO

SPADAFORA

SPADAFORA è stato il più giovane presidente di Unicef Italia. Con il suo libro dà voce all’Italia più bella, quella della solidarietà

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lasse ‘74, napoletano, Vincenzo Spadafora è stato il più giovane presidente del Comitato italiano per l’Unicef. Dal 2011 ricopre la carica di garante per l’infanzia e l’adolescenza in Italia. Una storia singolare in un Paese che spazio ai giovani non ne dà, in cui chi ha talento è spesso costretto ad andarsene per trovare chi lo ascolta. Una storia singolare perché Vincenzo nasce in una terra martoriata dalla delinquenza, tra Napoli e Caserta, in cui credere nei sogni è una cosa da pazzi. Una storia singolare anche quella raccontata nel suo libro, edito da Mondadori, La Terza Italia: manifesto di un Paese che non si tira indietro. Singolare perché è un’Italia di cui nessuno parla. Siamo circondati dallo sconforto, dal senso della crisi che pervade la vita economica e sociale del Paese, infiltrandosi come un cancro anche nella vita quotidiana. I media non fanno che dipingerci uno scenario ai limiti dell’apocalittico, in cui sembra impossibile trovare anche

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uno spiraglio di luce. Invece questa luce c’è. È la luce di cinque milioni di italiani che si dedicano con costanza e tenacia al volontariato, al cosiddetto terzo settore, il mondo della solidarietà e della gratuità del dare. Vincenzo inizia il suo viaggio partendo da dove è nato, nella Terra dei Fuochi, e precisamente ad Afragola, per accompagnarci nel suo percorso lavorativo e di vita e farci conoscere un Paese che esiste, è forte e non si tira indietro. Dalle strade della cittadina del Napoletano, dove i rifiuti tossici che invadono le strade causano morti innocenti, passando per Roma e i suoi palazzi del potere, messi sotto giudizio per i mancanti interventi, le mancate prese di posizioni e gli scempi nazionali, si arriva al Ruanda, alla striscia di Gaza, ai carceri minorili e le scuole e i laboratori teatrali in cui si cerca di dare ai giovani un’alternativa alla delinquenza. Il libro racconta storie difficili, storie di riscatto sociale e impegno civile, con lo sguardo di chi è

Dalla terra dei fuochi all’impegno per gli emarginati di Chiara Mazzei

partito dal basso ed ha inseguito i propri sogni con tenacia, senza arrendersi al peso delle brutture che sembrano quasi inevitabili. Spadafora è cresciuto in un ambiente difficile, di quelli in cui è più facile lasciarsi trasportare dall’onda del male che aggrapparsi alle alternative a questo male. La sua vita prende subito una piega diversa, grazie soprattutto all’incontro con due “giganti del bene”, come li definisce lui stesso, che in modo diverso contribuiscono a indirizzare il suo cammino. Prima fondamentale figura è quella della sua insegnante della scuola elementare. Una donna forte, che non si cura di orari, non si cura di problemi tecnici o fondi che non ci sono, ma dà tutta se stessa, non risparmia un centesimo di sé per offrire ai ragazzi un’alternativa valida alla strada: il volontariato. È una donna speciale, come ce ne sono molte. E Vincenzo lo dice perché lo sa, le ha incontrate, nei suoi interminabili giri nella scuole, nelle carceri, nelle realtà più dure. Ed è così che a soli 12

Il libro edito da Mondadori dedicato al Terzo Settore


anni diventa volontario all’Unicef e a 18 ecco il secondo incontro, quello con Aldo Farina, presidente e fondatore del Comitato Italiano per l’Unicef, che lo coinvolge nella sua squadra e gli permette di dedicarsi a progetti umanitari internazionali, collaborando con il mondo delle associazioni che si occupano di infanzia e adolescenza e contribuendo all’approvazione del Piano Nazionale dell’Infanzia. Dedicare la propria vita al Terzo Settore significa lottare contro l’ignoranza e la solitudine. La solitudine di quelli che Vincenzo chiama “sconosciuti” , giovani e famiglie in stato di grande povertà anche nel nostro Paese, adolescenti che non hanno accesso a Internet, emarginati e abbandonati a se stessi. Il lavoro e l’impegno quotidiano di Vincenzo è proprio quello di mettere in luce problematiche relegate in secondo piano dalla politica e spesso strumentalizzate dai media. Spadafora col suo libro ha il

grande merito di mettere in luce un’Italia nascosta, quella dell’associazionismo e del volontariato, che oggi si sostituiscono con fatica alle istituzioni, anche nei servizi che si possono considerare basilari per una nazione civile. «La politica» dice Vincenzo «dovrebbe essere molto grata al Terzo Settore, perché esso sopperisce alle mancanze delle istituzioni nei servizi all’infanzia e all’adolescenza». «I ragazzi non hanno più grandi desideri: oggi sognano lo studio, il lavoro, la famiglia, ossia quelli che dovrebbero essere i loro diritti». La Terza Italia offre così uno spunto di riflessione sulla politica, chiamata ad avere un ruolo centrale nel sociale ma, di fatto, spesso estranea e sorda a questo ambito. «La Terza Repubblica, a cui il titolo può riferirsi, secondo me non è mai nata», ha dichiarato Spadafora, «bisogna ritornare alla centralità dello Stato che al di là degli slogan faccia interventi concreti: sui comu-

ni, ormai in ginocchio e impossibilitati a operare, nel Sud, utilizzando i fondi europei, e nei vari dipartimenti, indirizzando le risorse su progetti duraturi». Il premier Renzi ha dichiarato che il Terzo Settore si chiama Terzo ma dovrebbe essere il Primo. Il progetto di riforma presentato è una buona sintesi delle istanze presentate dalle associazioni, ma Spadafora si augura che ad esso seguano provvedimenti concreti con finanziamenti adeguati. Il libro del garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza rappresenta uno spunto importante di riflessione, un messaggio coraggioso che ci racconta come si possa combattere efficacemente anche il destino che sembra più segnato. In una società che appare sempre più individualista, Spadafora ci racconta un’Italia attenta alle esigenze degli emarginati, generosa e solidale, che crea un circolo di amore gratuito in continuo movimento.

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PAPA FRANCESCO l’ultimo umanista

«Senza lavoro non c’è dignità» è l’accorato appello del Pontefice. Ma la nostra vita non è solo economia: ecco perché, ricorda, anche il riposo domenicale è importante. Insomma, è ora di rimettere al centro l’Uomo 76


IL MONDO DI FRANCESCO

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gni volta che Papa Francesco si pronuncia sui problemi più scottanti che affliggono l’umanità, non c’è mai una frase banale, un concetto scontato, una parola che lascia il tempo che trova. Abbondano, invece, le sorprese e le parole forti, sferzanti. Che non lasciano spazio a dubbi. Come quelle proferite di recente in Molise, la piccola regione di quel Sud con tanti problemi dove un Papa non si recava da 19 anni. L’ultimo era stato Giovanni Paolo II nel 1983 a Termoli e, nel 1995, a Campobasso e Agnone, il paese delle campane. «ROMPIAMO GLI SCHEMI» Incontrando i giovani nell’aula magna dell’Università di Campobasso, Bergoglio ha aperto loro il cuore portandogli un messaggio di speranza: «Il nostro è il Dio delle sorprese: ogni giorno ce ne fa una. Dio è così. Rompe gli schemi. Se non rompiamo gli schemi, non andremo mai avanti. Perché Dio ci spinge a questo: a essere creativi verso il futuro». NATURA E AGRICOLTURA Facendo riferimento alla scelta di un ragazzo di intraprendere gli studi agrari, Francesco ha ricordato che lavorare la terra non è un «rimanere fisso», è invece «un dialogo fecondo, un dialogo creativo. È il dialogo dell’uomo con la sua terra, che fa fiorire e diventare per tutti noi feconda». È la stella polare su cui basare il nostro amore per la natura. Occorre «custodire» la terra, non «sfruttarla». Ma anche agire su di essa in armonia con il creato, evitando anche l’eccesso opposto, la non-azione.

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LO SCIOPERO DELLA MAFIA «I mafiosi non sono in comunione con Dio: sono scomunicati». Un attacco durissimo, frontale, quello di Papa Francesco. Parole pronunciate durante una sua recente visita in Calabria. E che a qualcuno, evidentemente, non devono essere piaciute: ecco perché quasi duecento detenuti della sezione di alta sicurezza del carcere di Larino (Campobasso) hanno deciso di disertare la Messa della domenica, anche all’indomani della visita in Molise. «È la conferma di quanto il Papa incida sulle coscienze», ha commentato l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Bregantini. LAVORO E DIGNITÀ In un Sud dove la disoccupazione giovanile tocca punte del 51%, l’argomento lavoro non poteva non essere approfonditamente affrontato da Bergoglio. «Non avere lavoro non è solo non avere il necessario per vivere. Bene o male – ha detto – qualcosa riusciamo a mettere sotto i denti: c’è la famiglia, ci sono gli amici, la parrocchia, la Caritas. Il problema è non portare il pane a casa: questo è grave. Questo toglie la dignità». Toglie all’uomo il suo senso di realizzazione personale, mette a rischio il suo rapporto con gli altri. In una parola, toglie la speranza. «Non possiamo – ha ribadito – rassegnarci alla perdita di tutta una generazione di giovani. Una generazione senza lavoro è una sconfitta futura per la Patria e per l’umanità». DOMENICA, BAMBINI E CARITÀ L’Uomo, però, ha sottolineato il Papa, non è solo il suo lavoro. L’Uomo è qualcosa che va oltre, come il messaggio cristiano ci insegna. Prendiamo, ad esempio, il lavoro domenicale. «La domanda – ha detto Bergoglio – è: a che cosa vogliamo dare priorità? La domenica libera dal lavoro, eccettuati i servizi necessari,

sta ad affermare che la priorità non è l’economico, ma l’umano, il gratuito. Le relazioni non commerciali ma familiari, amicali. Per i credenti, la relazione con Dio e con la comunità». Insomma, il Papa ha riaffermato quella gerarchia di valori propria del Cristianesimo. Il lavoro è importante ma non è tutto, la materia è importante ma lo spirito lo è ancora di più. «Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà». Già, libertà. Ma liberi di fare che cosa, se non abbiamo dei valori saldi a guidare la nostra esistenza? Altro tema che si è rivelato stare molto a cuore al Papa Francesco quello dei bambini: «Bisogna giocare con i bambini, perdere tempo con loro. Stiamo perdendo tale saggezza e la situazione economica ci spinge a questo. È importante riappropriarsi del tempo da dedicare ai propri bambini». Infine il tema della carità. «La testimonianza della carità è la via maestra dell’evangelizzazione» è stato il monito di Bergoglio. Spetta alla Chiesa condividere «le difficoltà e le fragilità della gente» e dare alla società «quel supplemento d’anima che consente di guardare oltre e di sperare».

«CHIEDO PERDONO PER GLI ABUSI DEI PRETI PEDOFILI» Perdono. È quello che Papa Francesco ha implorato per gli abusi sessuali compiuti da sacerdoti. Lo ha fatto di recente in un’omelia tenuta a Roma, in Santa Marta. «Sono profondamente addolorato per i peccati e i gravi crimini sessuali commessi da membri del clero nei vostri confronti», ha detto rivolto alle vittime. «Umilmente chiedo perdono. Hanno profanato la stessa immagine di Dio». Perdono chiesto anche per i «peccati di omissione

da parte dei capi della Chiesa». Gli abusi, i suicidi delle vittime che non hanno retto all’umiliazione «pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza, e su quella di tutta la Chiesa». C’è «angustia e sofferenza» per quei preti che hanno sacrificato i più piccoli «all’idolo della loro concupiscenza». Un mea culpa che certo non cancella quanto accaduto ma può certamente offrire un conforto in più a coloro che sono stati vittime di tali abomini.

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PERSONAGGI

le Donne D’ITALIA di Serena Fogli

Dacia Maraini, donna controcorrente «C’è un “perché” nascosto in tutte le cose che conduce ad un altro “perché”, il quale suggerisce un piccolissimo imprevisto “perché”, da cui scaturisce probabilmente un altro, nuovissimo e appena nato “perché”»

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na vita che sembra un romanzo, un’esistenza in bilico tra viaggi e parole, un’urgenza di romanzare il reale e di rendere concreto l’idealismo che l’ha sempre contraddistinta sia nella vita privata che in quella pubblica. In una sola parola: Dacia Maraini, donna controcorrente. La Maraini è una delle più note e illustri scrittrici italiane, nonché la più tradotta nel mondo. Protagonista della vita letteraria contemporanea mondiale, la sua è una vita vissuta intensamente. Tradurla in poche pagine può sembrare riduttivo, utopico. Ma “impossibile” è, forse, una delle poche parole che la Maraini ha eliminato dal suo dizionario: forte e determinata, la scrittrice è una fine e acuta indagatrice dell’animo umano, soprattutto di quello femminile. I personaggi e le donne che nascono dalle sue pagine sono complessi, così come i temi affrontati: spesso di matrice sociale, i romanzi di Dacia Maraini fanno riflettere sulla condizione della donna all’interno della società, portando spesso i lettori e le lettrici a chiedersi, semplicemente “perché”. Essere diversa, essere se stessa: è forse questo ciò che la scrittrice afferma con la sua opera e la sua vita. È la curiosità il motore che aziona la Maraini scrittrice e donna, è il rifiuto dello status quo che mette in moto l’indagine, la ricerca e la riflessione. IL VIAGGIO CHE DIVENTA RESPIRO VITALE Viaggio e scoperta: sono queste le parole chiave della Maraini donna e scrittrice. Un’urgenza quasi genetica, una tradizione di famiglia: una nonna metà polacca metà francese, Yoi Pawloska Crosse, che nei primi anni del ‘900 attraversa da sola la Persia e l’India, in un periodo storico in cui per le donne intraprendere un viaggio solitario era non solo difficile ma contrario alla visione e al posto che alla donna era riservato nel mondo; un papà, Fosco Maraini, che sceglie l’antropologia come professione, un mestiere che lo porta a viaggiare in

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CURIOSITÀ DACIA E IL CINEMA

luoghi allora poco conosciuti come il Tibet e la Cina. Dacia viaggia che è ancora in fasce, su una nave che la traghetta, insieme con la madre Topazia e le sorelle, in Giappone dove, nel 1943, all’indomani dell’armistizio tra Giappone, Italia e Germania, viene rinchiusa insieme alla sua famiglia in un campo di prigionia. Ma forse è nell’età della maturità che la dimensione del viaggio acquista la dimensione nella quale la Maraini donna si riconosce di più. Sono i viaggi con Alberto Moravia negli anni della loro relazione amorosa o con l’amico fraterno Pier Paolo Pasolini. Sono le scorribande votate e dovute all’urgente scoperta del diverso, dello sconosciuto, dell’avventura. Con Moravia e Pasolini, la Maraini viaggia in Africa e Cina e scopre che il viaggio fisico diventa anche viaggio interiore, capace di cambiare e modificare il sentire e il mondo che ci circonda. UN AMORE SCANDALOSO – LA RELAZIONE CON ALBERTO MORAVIA Sono gli anni Sessanta e la Maraini incontra Alberto Moravia, allora sposato con la scrittrice Elsa Morante. Dacia e Alberto: a separarli, all’anagrafe, ci sono 29 anni ma ne nasce ugualmente un amore intenso, che li terrà uniti fino al 1978. Ma cosa c’è di così scandaloso in un amore? Niente, se non l’epoca in cui questo sboccia. Sono gli anni della contestazione, gli anni delle lotte, gli anni in cui non era ancora possibile divorziare. L’ambiente letterario mormora, i pettegolezzi non mancano, i benpensanti si indignano. Dacia Maraini e Alberto Moravia, un amore controcorrente, alla luce del sole nell’inammissibilità culturale dell’epoca: le foto in bianco e nero dei due sulla spiaggia di Fregene passano alla storia, testimonianza su pellicola della forza di una coppia anticonformista, lontana dalle logica della famiglia intesa nel senso più classico del termine. Una coppia che diventa poi triade grazie alla presenza costante di Elsa Morante nella vita di entrambi, che spezza le antiche ma attualissime leggi dell’amore e della gelosia.

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L’intensità delle storie della Maraini hanno ispirato anche la settima arte. Diario di una ladra (1972) diventa il film Teresa la ladra con Monica Vitti, che, nonostante i virtuosismi dell’attrice romana, non ottiene però il successo sperato. È, invece, del 1997 Marianna Ucria, tratto dal romanzo La lunga vita di Marianna Ucria (1990), con protagonisti i paesaggi della Sicilia. I costumi e la ricostruzione settecentesca sono un vero capolavoro. Il film vince nel 1997 tre David di Donatello per miglior fotografia, scenografia e costumi e, nel 1998, per le stesse categorie, anche i Nastri d’Argento. LUOGHI DEL CUORE

Bagheria, Sicilia. È qui che, a dieci anni, fa ritorno la Maraini con la sua famiglia, dopo la liberazione dal campo di prigionia giapponese, nell’isola di Hokkaido, a Sapporo: la Bagheria degli anni ‘40, una città dalle mille contraddizioni che, a lungo sopita nell’immaginario della scrittrice, diventerà poi oggetto di uno dei suoi più famosi romanzi autobiografici, Bagheria. Anche il Giappone rimarrà per sempre nella memoria della scrittrice. Nel 1943, nel campo di prigionia, per lei e la sua famiglia cominciano gli anni della fame, degli stenti. È solo una bambina ed è denutrita, come le sue sorelle. Il padre Fosco, per salvarle sceglie lo yubikiri, amputandosi due falangi del mignolo. Un gesto rituale col quale nella cultura locale la persona vuole dimostrare, non essendo nelle condizioni di potersi difendere, di essere vittima di un torto, richiamando in tal modo in causa la colpa dell’oppressore. Un atto estremo di sottomissione per amore delle figlie e della moglie Topazia: alla famiglia Maraini fu consegnata una capretta, con il cui latte le bambine sopravvissero.


LE DONNE D’ITALIA

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«Il primo viaggio l’ho fatto che avevo un anno, su una nave, di cui non ricordo quasi nulla ma evidentemente ho assorbito questa esperienza marina» DACIA MARAINI OGGI Ma chi è, oggi, Dacia Maraini? Una donna che continua a intingere nel calamaio della sua fantasia per portare alla luce personaggi sopiti nel suo intelletto. La scrittrice continua a viaggiare, partecipando a incontri con gli studenti, presentazioni di libri, rispondendo a interviste che riguardano il suo passato, presente e futuro. Perché neanche oggi Dacia si ferma. Continua l’incessante ricerca intellettuale, teatrale e cinematografica. Insieme agli ultimi libri, il 2013 è stato anche l’anno del cinema. È attraverso la forma del documentario che ha deciso di raccontare la sua vita per immagini. Io sono nata viaggiando, questo il titolo di un racconto che ripercorre la sua esistenza sia attraverso immagini di repertorio dell’Istituto Luce sia attraverso fotografie private e filmati inediti realizzati dall’autrice stessa trent’anni fa.

LE LETTURE CONSIGLIATE L’ETÀ DEL MALESSERE (1963) È il romanzo che rivela al pubblico la scrittura di Dacia Maraini. MEMORIE DI UNA LADRA (1972) L’occhio della romanziera si intinge di attualità e va a scavare nella realtà delle carceri negli anni del dopoguerra italiano. Una storia dura, ispirata da una donna, Teresa, che la Maraini conosce in carcere. LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA (1990) Un storia che ci fa immergere nelle atmosfere della Sicilia settecen-

tesca, alla scoperta della vita di Marianna Ucria, una donna nobile ma diversa dalle sue simili, capace di raccontare il mondo attraverso occhi diversi e alieni alle logiche dell’epoca. BAGHERIA (1993) Un libro fortemente autobiografico che ci riporta nella Sicilia della Maraini ancora bambina. Un romanzo con cui la scrittrice scava dentro se stessa e la sua vita alla scoperta delle proprie origini.

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CASALINGHE alla riscossa Sono un vero esercito e rappresentano la spina dorsale delle famiglie italiane e, con esse, dell’intero Paese, cui fanno risparmiare ben 400 miliardi di euro. Perché il loro lavoro, se fosse retribuito, equivarrebbe a 80mila euro l’anno e produrrebbe il 40% del Pil nazionale. Viaggio in un mestiere ancora troppo bistrattato e in cerca di tutele. Anche se qualcosa sembra finalmente stia cambiando... di Angela Iantosca

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SONO QUASI 4 MILIONI E MEZZO le donne che in Italia lavorano solo in casa. Gli uomini casalinghi, nel 2004, erano 26.441, oggi sono circa 64.769


L’INCHIESTA

ADESSO

L’

Italia è fatta per la maggior parte da uomini e donne che non fanno rumore, non salgono alla ribalta delle cronache, ma portano avanti, laboriosi e silenziosi, il nostro Paese. Come l’esercito di casalinghe che col loro lavoro quotidiano offrono non pochi benefici, non solo alle proprie famiglie ma all’intera società. A rimarcare la questione è lo studio “Cooking, Caring and Volunteering: Unpaid Work Around”, realizzato qualche tempo fa dall’economista Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) Veerle Miranda, nel quale si mette in evidenza un dato insospettato quanto sorprendente: se le casalinghe italiane venissero pagate per ogni loro prestazione domestica, gli stipendi che ne trarrebbero rappresenterebbero quasi il 40% del Prodotto interno lordo nazionale (Pil). Considerando che in Italia le casalinghe sono quasi 4 milioni e mezzo e tenendo conto del valore in denaro di ogni singolo lavoro svolto in casa, grazie ad esse le famiglie italiane risparmiano più di 400 miliardi di euro l’anno. Un merito economico mica da poco! MILLE LAVORI, NESSUNO STIPENDIO Secondo il sito Salary.com, ogni casalinga dovrebbe guadagnare più di 80mila euro l’anno. Troppo? No, perché se fosse pagata per ogni specializzazione (cuoca, domestica, baby-sitter, autista, governante e – udite, udite – anche psicologa), raggiungerebbe quasi 7mila euro ogni

mese. Non male, vero? Considerando, infatti, solo l’attività di cuoca, ogni donna di casa cucina per circa 14 ore a settimana (2 ore al giorno, se si pensa a pranzi e cene semplici). Partendo da una retribuzione media oraria di circa 10 euro, allora dovrebbe ricevere 140 euro a settimana, che equivalgono a circa 560 euro al mese. Come autista guadagnerebbe 10 euro all’ora per 8 ore a settimana; come insegnante – a supporto dei figli per i compiti – 10 euro ad ora per 13 ore a settimana. Il costo ad ora aumenta quando si entra nell’area psiche umana: per affrontare crisi di varia natura, dovrebbe recepire 28 euro all’ora, per 7 ore a settimana. E visto che la casalinga, in realtà, è una vera e propria manager di un’azienda chiamata famiglia, dovrebbe ricevere un ulteriore riconoscimento

di 40 euro all’ora. Insomma uno stipendio da dirigente di primo livello! Peccato che la busta paga sia virtuale – anche perché uno stipendio così gioverebbe alle casse dell’Italia – e che il lavoro delle casalinghe non influisca da questo punto di vista sull’economia nazionale, perché attività non retribuita. Le iniziative di vedere riconosciuto un compenso alle casalinghe non mancano, per ora ancora senza alcun esito: a marzo, per esempio, anche Michelle Hunziker e l’avvocato Giulia Bongiorno, dell’Associazione Doppia Difesa impegnata contro le violenze e gli abusi sulle donne, hanno proposto lo stipendio per le casalinghe. Un mezzo, anche, per aiutare quelle donne vittime di violenza costrette a restare a casa, nonostante tutto, perché sprovviste di un proprio reddito.

MOICA: «NON CHIAMATECI CASALINGHE» Nato nel 1982, il Movimento Italiano Casalinghe (Moica), oggi formato da 100 gruppi sparsi in tutta Italia e con rappresentanti in vari organismi istituzionali, è riconosciuto associazione di promozione sociale e onlus. Sua presidente e fondatrice è Tina Leonzi, 83enne. «Il lavoro di casalinghe – dice – non riguarda solo la cura della casa, ma soprattutto quello della famiglia. È molto cambiato negli anni: oggi la donna si occupa dei figli, gestisce il budget familiare, lavora dentro e fuori casa.

E le donne dovrebbero fare più rete tra di loro, essere delle alleate. Soprattutto in un momento di crisi come questo le suocere, le madri, le zie possono essere fondamentali. Crediamo che le parole “massaia” e “casalinga” siano riduttive. Per lungo tempo siamo state indecise su come sostituire queste espressioni, ma un’amica poi ha avuto un’idea brillante: sul suo biglietto da visita ha scritto “imprenditrice familiare”. Nulla di più veritiero per definire il nostro ruolo!».

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E L’UMORE VA GIÙ... A fronte di un’iperattività e una totale disponibilità ad assecondare le esigenze familiari, si registra una serpeggiante tendenza alla depressione tra chi è costretta a stare a casa. La causa, senza dubbio, è la monotonia e il senso di inutilità che a volte portano a una forma di risentimento verso mariti e figli. Uno stato generale di insoddisfazione che non di rado riguarda le donne italiane: secondo il rapporto “How’s Life 2013”, le casalinghe non arrivano neanche alla sufficienza per soddisfazione verso la vita. I motivi? Poca collaborazione da parte degli uomini, difficoltà nel trovare lavoro (il tasso di occupazione è al 47% contro la media europea che è al 60), poca disponibilità economica e minore partecipazione sociale.

del numero della casalinghe in Italia: se nel 2004 erano 5 milioni, nel primo trimestre del 2014 risultano essere 4.389.260. LE ITALIANE SUL TETTO DEL MONDO Che sia tutta torte, marito, casa, figli, il tipo mettilacera-toglilacera o più pale-

VOGLIO UNA VITA DA CASALINGA Moglie, donna di casa, madre, nuora, sorella, amante, lavoratrice, indipendente, ma sottomessa, brillante, ma con moderazione, padrona di casa instancabile e disponibile 24 ore su 24, fuori e dentro casa, attenta sul lavoro, ma con un occhio rivolto a quel cellulare che potrebbe richiamarla alla vita domestica, alle sue incombenze, ai bisogni dei figli e del marito, per i quali è sempre una centometrista medaglista, la donna del terzo millennio ha deciso di dire basta. Non fino in fondo. Secondo la ricerca “SorElle d’Italia”, commissionata qualche tempo fa da un noto mensile all’Istituto Piepoli, ci sarebbero sempre più donne, soprattutto giovanissime, che hanno come loro massima aspirazione di vita dedicarsi “corpo, anima e cervello” alla sola attività di casalinga. Ciò che secondo lo studio renderebbe più felici le trentenni di oggi è, nel 47% dei casi, il rapporto di coppia e, nell’11%, il considerarsi buone madri. Che sia per necessità, causa crisi, o per reale devozione, una buona fetta delle giovani donne di oggi sogna, quindi, la cura della casa come propria forma di realizzazione. Un dato un po’ in controtendenza rispetto a quanto dicono i dati Istat, che registrano un calo

LE TUTELE NON CI BASTANO MAI Ogni anno in Italia avvengono 3 milioni e mezzo di infortuni domestici, di cui 8mila mortali. Il 40% delle casalinghe ha avuto almeno un incidente in casa. Dal 2001 è entrata in vigore l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici (legge 493/1999) che definisce i requisiti che deve possedere la casalinga o casalingo. Il pagamento della quota annuale di 12,91 euro deve essere effettuato ogni anno entro il 31 gennaio e garantisce una tutela contro gli infortuni domestici più frequenti in cui si può incorrere svolgendo i lavori in casa. Tuttavia, secondo la presidente del Movimento Italiano Casalinghe Tina Leonzi si dovrebbero apportare delle migliorie alla norma: «Il principio che viene ribadito è importante, ma in termini di prestazioni la legge è inadeguata. Perché le persone che si fanno male veramente ricevono un’indennità, invece l’invalidità temporanea, anche quando si tratta di un incidente serio, non

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viene riconosciuta se la casalinga guarisce. Noi, quindi, chiediamo di aumentare il versamento, ma di garantire prestazioni più utili». «Allo stesso modo – continua la Leonzi – anche il Fondo Casalinghe (istituito nel 1997, ndr) andrebbe profondamente modificato. Pagando 26 euro al mese, per 13 mesi, ammesso che una casalinga abbia vent’anni di contributi davanti a sé, come montepremi riceverebbe 6.760 euro». Pochino, anche se, certo, meglio di niente. Al Fondo può iscriversi chi non abbia superato i 65 anni di età e svolga lavoro in famiglia non retribuito e senza vincoli di subordinazione, chi non sia titolare di pensione diretta e non presti attività lavorativa dipendente o autonoma per la quale sussista l’obbligo di iscrizione ad altro ente o cassa previdenziale. Per ulteriori info sul Fondo: numero verde 803164 o, da cellulare a pagamento, 06.164164, www.inps.it.


L’INCHIESTA

SECONDO GLI ULTIMI DATI ISTAT il 76,2% del lavoro familiare delle coppie è a carico delle donne, percentuale che diminuisce al Nord e aumenta al Sud

LE STORIE

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stra, tempo libero da spendere con le amiche, spettegolando sulla nuova vicina. O che sia, invece, la donna perfetta alla Nicole Kidnam o la donna dell’anno alla Eva Longoria, che, incredibile a dirsi, dichiara di amare nella vita reale il lavoro domestico, poco importa: la casalinga italiana è la più stacanovista del pianeta. A dirlo è l’ultimo rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo “How’s life 2013”: l’Italia è prima al mondo, infatti, per quantità di lavoro domestico svolto dalle donne. Le italiane lavorano ogni giorno 326 minuti in più degli uomini, mentre la media Ocse è di 131 minuti. Ogni donna italiana dedica 36 ore la settimana ai lavori domestici, gli uomini 14 ore. Le più sgobbone al mondo, dopo di noi, sono le giapponesi (21 ore a settimana), le indiane (18), le spagnole (15), fino alle francesi, con 12 ore e mezza.

DA NORD A SUD IL RACCONTO DI CHI HA SCELTO O HA DOVUTO SCEGLIERE UNA VITA DA CASALINGA

«Una famiglia, un lavoro e il sogno di fare la casalinga» MARIA RITA 48 ANNI di Latina: «Ricordo che alle elementari quando la maestra mi chiedeva “cosa vuoi fare da grande?” rispondevo la casalinga. Crescendo, sono diventata assistente sociale scegliendo di lavorare e mettere su famiglia. Un’impresa ardua, ma che ti insegna a diventare super organizzata. Credo sarebbe bello poter scegliere di fare la casalinga, se solo venisse riconosciuto a questa professione il valore, anche economico, che merita».

«La famiglia prima di tutto» MILENA 69 ANNI di Lenola: «Sono bergamasca di nascita e ho lasciato giovanissima il lavoro, anche perché c’erano le condizioni per andare in pensione. Ero caposala nel reparto d’Ostetricia di Latina. Tutti mi dicevano che sarei dovuta rimanere. Ma per me al primo posto c’è sempre stata la famiglia. Oggi, guardandomi indietro e osservando le mie due figlie, non posso che essere felice della decisione presa: accompagnarle nella vita, essere presente e fare sentire loro che c’eravamo, credo abbia permesso di fare un bel lavoro!».

«Essere casalinga ti permette di crescere» CATERINA 36 ANNI calabrese ma veneta d’adozione: «Sono laureata in Scienze dell’Educazione. Ho lavorato per anni. Poi la crisi ed eccomi a casa, casalinga per necessità. Ovviamente, non mi sono cullata e ho aperto un blog di cucina, matrimonioincucina.com. Credo che poter fare la casalinga sia un privilegio che ti permette di crescere molto umanamente: è uno dei pochi modi per avere il tempo di realizzare se stessi, senza inseguire chimere e falsi miti lavorativi».

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PERSONAGGI

Linda

C

Monte

lasse 1947 e crotonese doc, Linda Monte è uno strenuo difensore della città o, come preferisce dire lei, «di ogni cosa fragile». In realtà, sta al centro storico di Crotone come Crotone sta alla storia della Magna Grecia: impossibile staccarli. Sarà stata la sua formazione (quando scoppiò la rivoluzione studentesca, era poco più che ventenne), sarà che alcune persone la passione per la bellezza ce l’hanno nel dna, ma Linda è una romantica guerriera vecchio stampo, come ce ne sono poche. In

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Foto e testo di Maurizio Fiorino

città la salutano tutti, e lei ricambia con un sorriso e chiamando quasi tutti per nome. È un personaggio anomalo a Crotone: non fa il politico, non fa parte di nessuna istituzione ufficiale e ufficiosa né tantomeno di un ente pubblico e, se si fosse obbligati a definirla per forza in un aggettivo, si userebbe quello di rompiscatole. Evoca vagamente il Marco Pannella d’oro, quello degli anni Settanta, con una sigaretta perennemente penzolante tra le labbra e lo sguardo acceso e indomito. Non ricorda quante raccolte firme ha intrapreso in vita sua, né quante denunce


DONNE DI

ha sporto in difesa della sua città. «Negli ultimi anni almeno otto. L’ultima, sul voto di scambio alle ultime elezioni comunali». Conosce la storia di Crotone come pochi, in particolar modo quella del centro storico, da sempre considerato croce e delizia della città per via delle sue inestimabili bellezze e degrado. Da quando si scoprì – per via di uno scavo accidentale dell’Enel – che sotto la suggestiva Piazza Villaroja vi era sepolta l’antica Crotone, Linda non ha avuto più pace. Ha fondato, insieme ad altre persone, l’associazione “Amici di Piazza Villaroja” in difesa del centro storico e, nel 2011, si è candidata nella lista omonima (80% di donne candidate). Il simbolo era una gru, che secondo antiche credenze popolari si addormenta su una zampa sola: nell’altra tiene un sasso il cui rumore la sveglierebbe in caso di pericolo. E

Linda, come una gru, è sempre con gli occhi aperti. «Non abbiamo vinto, ma continuiamo a vigilare». Oggi piazza Villaroja è la piazza simbolo della sua tenacia. Nel corso degli ultimi anni ha condotto battaglie uniche, ma sempre mantenendo un profilo basso. Stanca di vedere le storiche targhe delle vie del centro storico, sostituite da quelle nuove, in plastica, le ha strappate e le ha conservate nel suo laboratorio. «Se ci tengono, che se le vengano a prendere». Insieme alla sua amica Margherita Corrado, archeologa, e ad altre associazioni ha organizzato le visite guidate nel centro storico partendo dal centralissimo Bar Italia fino ad arrivare al monumentale Castello di Carlo V. Ed è qui che si sta spendendo la sua battaglia del momento: ostacolando i lavori che vorrebbero trasformare il castello in un museo di acciaio e vetrine in plexiglass. Linda segue i lavori

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«passo per passo» e prepara, aiutata da gente competente, un dossier tecnico. Il tutto senza mai ricevere un solo finanziamento. Per parlare di se stessa, Linda usa quasi sempre il plurale. Ci tiene a non passare per eroina e ogni sua battaglia, vinta o persa, è la battaglia di tutti in difesa «di chi è più fragile», come ama ripetere. Che sia una persona, un gruppo di persone o un monumento, poco importa. Perché lei c’è, c’è sempre stata e non si arrende davanti a nulla. Uno dei momenti più felici della sua vita risale a diciassette anni fa, «quando ho letto il piano regolatore della città». Il momento più triste? Diventa pensierosa, si accende una sigaretta e poi sorride. «Non lo so. Forse, non c’è. Non mi lascio rattristare. Basta incontrare una persona che ha un problema, e ciò è sufficiente per darmi la forza di impegnarmi a risolverglielo».

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F O LLO W U S a m o re e b a c iw o r l d O N :


CONTROCORRENTE

CHRISTINE

CHUA

L’

Dalle Filippine per realizzare il suo sogno a dispetto della crisi di Chiara Mazzei

POSITIVA E COMPETITIVA Così si definisce la giovane imprenditrice filippina Christine Chua, che si è aggiudicata il premio per l’imprenditoria immigrata Money Gram Award 2014(foto sotto)

immigrazione rappresenta a tutti gli effetti un tasto dolente della nostra contemporaneità. Troppo spesso siamo testimoni di tristi storie di emarginazione sociale e mancata integrazione. Ma esistono anche molte storie che vanno controcorrente, che parlano di uomini e donne che hanno saputo trovare nel Belpaese una nuova casa, in cui costruire un futuro prospero per se stessi, per i connazionali e per chi li ha accolti. Christine Chua è sicuramente annoverabile in questo gruppo. Filippina, classe ’81, si è trasferita in Italia nel 2000 e da allora ha macinato esperienza arrivando a fondare un’azienda tutta sua che nel 2013 ha fatturato 1,2 milioni di euro. Christine è un mix di umiltà e tenacia, semplicità e grinta. Ci parla della sua storia, raccontando che quando è arrivata in Italia si è adattata a fare mille lavori: badante, baby sitter, operaia. Ha iniziato dal gradino più basso di quell’a-

zienda del settore navale che le ha fatto acquisire esperienza nel mondo dei corpi illuminanti dove ora eccelle. Dall’assemblaggio, in pochi anni Christine passa all’ufficio acquisti e alle relazioni con i clienti stranieri. La voglia di cambiare, di crescere, di mettersi in gioco è alla

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base del suo successo. «Mi sono detta: io posso farcela». Con questa determinazione si circonda di una squadra di amici fidati e fa decollare il suo sogno. Nel 2012 fonda la Delta Contract SpA, attiva nella vendita di corpi illuminanti per le navi da crociera, che impiega oggi cinque dipendenti. Nel 2013 l’azienda fa registrare una crescita del 65% del volume delle vendite e per il 2014 le stime parlano di un incremento di fatturato del 22%. Numeri non da poco in un momento di crisi come quello attuale che sono valsi a Christine anche il primo posto al Money Gram Award 2014, unico premio in Italia dedicato all’imprenditoria immigrata. Eppure all’inizio non è stato semplice: «La parte più complicata è stata il rapporto con le banche. Non è facile ottenere fiducia quando sei giovane e straniera». Ma Christine è riuscita nel suo intento, impegnandosi nel rispettare i pagamenti e dando quindi prova della sua affidabilità. Il resto è venuto di conseguenza, abbattendo così quelle barriere culturali che spesso nel nostro Paese sono la norma. «Con i clienti stranieri è sempre stato più facile, perché hanno un’apertura diversa, mentre con gli italiani è stato più difficile farsi accettare come professionista». A sostenerla nelle difficoltà, racconta, ci sono stati i suoi compagni di viaggio che hanno messo a disposizione le proprie competenze per creare una squadra in grado di realizzare grandi progetti. «Il segreto è sempre credere in se stessi e in quello che si fa, altrimenti è come restare fermo. Non cresci, non vai avanti».

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Mozzo dell’Albatros

GRANDI ITALIANI

Il fascino senza tempo di

RODOLFOValentino di Chiara Mazzei foto Fondazione Rodolfo Valentino

The Young Rajah

F

orse nessuno al mondo incarna meglio di lui lo stereotipo del bello e dannato. E del resto fu proprio per Rodolfo Valentino che venne coniato il termine “latin lover”. Carnagione olivastra, lineamenti fini e sguardo magnetico furono i segreti di un fascino cui era impossibile resistere. Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D’Antonguella nasce a Castellaneta, un piccolo paese in provincia di Taranto, nel 1895. Mancato perito agrario (ebbene si!) a soli 18 anni decide di imbarcarsi in cerca di fortuna nella lontana America. I soldi lasciati dai genitori finiscono molto presto e Rudy, come tutti lo chiamano, dà subito prova di grande tenacia rimboccandosi le maniche e accettando i lavori più disparati. Lavapiatti,

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giardiniere, cameriere, Rodolfo è anche abilissimo ballerino. Ci vuole poco perché si faccia notare e diventi il tanghero più richiesto della città. Elegante, pieno di charme, sorridente: le maggiori ballerine dell’epoca se lo contendono come taxi-dancer e fra tutte la spunta Bonnie Grass, che lo ingaggia a 50 dollari alla settimana. Il giovane emigrato può cominciare a permettersi i primi lussi: le camicie bianche con le iniziali, gli abiti su misura, i papillon, diventano la manifestazione evidente di una grande consapevolezza di sé e del proprio fascino, del potere che si esercita sul gentil sesso e non solo. La svolta arriva nel 1921 quando, trasferitosi a San Francisco, viene ingaggiato per recitare nel film I quattro cavalieri dell’Apocalisse. Finalmente il successo, inseguito, desiderato,


cercato con ambizione e fervore. È il tempo del cinema muto. Lo sguardo penetrante, il fortissimo sex appeal, il carisma interpretativo contribuiscono a creare quello che tutti concordano nel definire il primo divo maschile della storia del cinema. Fu un grande attore? Probabilmente no. Ma le mancanti doti recitative furono ampiamente compensate da quanto non si può imparare in nessuna scuola di recitazione. Oggetto di culto per milioni di donne in tutto il mondo, il primo divo della storia del cinema è stato recentemente oggetto di una fiction su Canale 5. Nel ruolo del bel Rodolfo uno dei più fascinosi attori del panorama italiano, Gabriel Garko, in cui molti ritrovano alcune delle caratteristiche appartenute alla star del cinema muto. Il divismo che nacque intorno a questa figura raggiunse livelli mai neanche immaginati per l’epoca. Valentino ha rappresentato il sogno proibito per milioni di donne, ma ha saputo anche suscitare la sconfinata ammirazione di giganti del cinema come Charlie Chaplin, che di lui disse «talmente immenso che la sua morte improvvisa causò la più grande tragedia per l’industria di Hollywood». Come tanti grandi del mondo dell’arte, della musica, del cinema, anche Valentino, infatti, morì giovanissimo, a soli 31 anni, per una

banale appendicite trascurata, passata in ulcera e poi in peritonite acuta. Il 23 agosto 1926 Valentino si spegne al Polyclinic Hospital di New York. La sua morte causa una vera e propria ondata di panico in tutta la città. Le fan si lasciano andare a fenomeni di isteria collettiva e i suoi funerali assomigliano a una vera e propria battaglia di strada cui tutti vogliono partecipare per un ultimo saluto all’uomo dei sogni perso per sempre. Vengono organizzati due cortei funebri, uno a New York e uno a Hollywood e negli anni a seguire una misteriosa donna, velata di nero, continua a portare dei fiori sulla sua tomba il giorno dell’anniversario della morte. Si è venuta a creare, così, la leggenda della donna in nero, che continua tutt’oggi come una tradizione che vede parecchie figure femminili velate di nero portare fiori sulla tomba di Valentino. «Le donne non sono innamorate di me, ma della mia immagine sullo schermo. Io sono soltanto la tela sulla quale le donne dipingono i loro sogni». L’uomo più desiderato del pianeta era comunque consapevole dell’aura inconsistente ed aleatoria del suo personaggio, che non corrispondeva, come non può mai corrispondere, all’uomo reale in carne ed ossa. Valentino anticipa di qualche anno la grande Rita Hayworth che disse «gli uomini vanno a letto con Gilda

e si svegliano con me». Eppure pochi come lui hanno saputo infiammare i cuori delle donne di tutto il mondo. E non solo. Il suo primo matrimonio, quello con Jean Acker, dura solo un mese e il secondo, quello con Natacha Rambova, stilista energica e carismatica che rappresentò la donna più importante per la sua vita artistica e sentimentale, fu secondo molti un legame di facciata per coprire la presunta bisessualità dell’attore. Durò, effettivamente, solo tre anni. Quello che è certo è che Rodolfo Valentino arrivò in America come un emigrato qualunque ed è diventato un’icona in cui mito e realtà si sono fusi indissolubilmente, l’incarnazione vera e proprio del divo che non muore mai.

CAMALEONTICO RODOLFO

Il figlio dello Sceicco

Il figlio dello Sceicco

Lo Sceicco (1921), Sangue e arena (1922), Aquila nera (1925) sono tra i film più noti del grande divo del cinema muto americano. Pochi sanno che oltre che nella settima arte, Valentino si cimentò anche nella poesia. La sua biblioteca vantava molti volumi di prestigio e durante uno dei suoi viaggi in Italia entrò in contatto con importanti esponenti dell’ambiente letterario, tra cui Gabriele D’Annunzio. Attorno a lui si sviluppò una vera e propria ossessione di massa. Il giorno della sua morte, il 23 agosto 1926, si registrarono circa trenta suicidi in diverse località del mondo e non solo da parte di donne. Un fattorino degli ascensori dell’Hotel Ritz di Parigi fu trovato morto su un letto tappezzato di foto del divo.

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NARRATIVA

I colori di DORA di Iris Blu

CAPITOLO I

D

ora tornò a casa, come ogni sera. Non amava particolarmente il suo lavoro. Anzi, in realtà, lo detestava con tutto il suo cuore. Si sentiva una trentenne insoddisfatta e piena di paure. “Lavorare in un call center non fa più per me. Io sono una pittrice!” Si ripeteva spesso frasi del genere, per darsi un po’ di coraggio e per risollevare il morale sempre a terra. Era una persona che odiava la routine, una donna preda di abitudini pronte a schiacciarla... si sentiva un cane pronto a correre sempre più lontano per recuperare un bastone in cambio di un biscotto. No, non andava bene, non andava affatto bene. Per fortuna aveva una grande passione: la pittura. Coltivava il sogno di esporre le sue opere, coltivava l’ambizione di poter vivere d’arte. E, cosa non da poco, aveva il sostegno delle sue amiche: Rosaria, Emilia e Sabrina. Si erano conosciute una decina di anni prima, quando Dora approdò nel suo primo call center. All’epoca, forse perché aveva vent’anni, tutto le sembrava diverso, leggero. Da allora,

mano con l’intento di allontanare un insetto indesiderato e fastidioso e respinta quella crisi di bassa autostima, iniziò a pensare ad altro. Pensò al suo presente! Doveva cenare e rilassarsi, doveva pensare ai suoi quadri. Era molto fiera dei suoi ultimi lavori, li trovava molto ispirati e pieni di classe. “Ogni tanto devo anche farmi un complimento! E ogni tanto devo dedicarmi del tempo.” Decise di ordinare una pizza e di bere un buon bicchiere di rosso, uno solo, non amava esagerare. Compose il numero della sua pizzeria di fiducia e attese. “Buonasera, vorrei ordinare una margherita… sì, sono io, la via è sempre quella…” Caspita! Era venerdì sera e si sentiva esausta. Qualche anno prima, per il fine settimana, non si sarebbe rintanata in casa in attesa di una pizza e con un calice di rosso. Avrebbe scelto un abitino grazioso e si sarebbe preparata assieme alle sue amiche. Ma ormai era tutto diverso. Delle quattro era l’unica single, la sola a non aver trovato un compagno. Certo, il suo cel-

“LASCIATI ANDARE, TUTTI, PRIMA O POI,

PENSANO AL PASSATO

E IN QUESTO NON C’È NIENTE DI MALE” però, erano cambiate molte cose. Rosaria si era sposata e faceva la casalinga, Emilia era diventata la proprietaria di un bar e Sabrina era riuscita nell’ardua impresa di diventare una manager ben pagata e richiestissima. E Dora? “Io sono sempre qui, attaccata al filo invisibile di un lavoro deprimente…” Scacciò il demone dell’invidia e dell’insoddisfazione, lo fece con un gesto, davanti allo specchio. Mosse la

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lulare era pieno di contatti, di numeri telefonici. Poteva contare sull’affetto di tante altre persone, ma le sue amiche erano uniche e speciali. Doveva ammetterlo: soffriva per quel cambiamento avvenuto pian piano. Se prima si vedevano tre o quattro volte, nel corso della settimana, ora non riuscivano a organizzare che un appuntamento ogni tanto, una o due volte al mese. E spesso era impossibile vedersi tutte e quattro assieme. Beh, Dora non

era mai stata una ragazza con il dono dell’iniziativa e forse era giunto il momento di cambiare. Avrebbe organizzato una cena sontuosa e piena di prelibatezze, si sarebbe data da fare per sorprendere le sue amiche. Prese il cellulare e inviò un messaggio alle ragazze: vediamoci domenica sera, da me. Voglio prepararvi una cena con i fiocchi e non accetto un rifiuto... ci vediamo così poco… mi mancate. Dora. Finito di mangiare si coricò sul divano, lo sentì così comodo e confortevole. Quasi una tana da cui non sarebbe voluta più uscire. I colori dello schermo televisivo, davanti a lei, non riportavano un’immagine precisa ma solo uno sfocato miraggio di tinte pastello. Si sarebbe persa volentieri in quel paesaggio tra il rosa e l’azzurro. Sarebbe stato come perdersi in uno dei suoi quadri: milioni di fiori mossi dal vento e lei, lì, tra le spire di un uragano di petali profumati pronti a proteggerla. In genere dipingeva fiori, era ossessionata dai gigli e dalle rose. Le capitava, raramente, di ritrarre qualcuno su commissione. Lei però amava dar vita alla natura e alla primavera. Più di una volta le era stato detto “questi fiori… sembrano vivi, sembrano veri!” Riaprì gli occhi: i colori dello schermo televisivo, ora, le proponevano soltanto una cartomante dall’aria spazientita. Aveva tolto quasi completamente il sonoro eppure le sembrò che la cartomante le fosse seduta in braccio, assieme a tutti i suoi tarocchi. “Quasi quasi chiamo!” pensò. Cosa chiedere nel caso? Troverò un nuovo


lavoro? L’ a m o r e della mia vita? Aprirò una galleria d’arte? Aveva in testa un sacco di domande e nessuna riposta. E fu sicura che non sarebbe stata una carta, dritta o rovescia, la soluzione ai suoi antichi dubbi. Non sarebbe stato un fante di cuori a farle trovare l’amore, non sarebbe stato l’asso di denari a renderla una pittrice celebre e ricca… la carta necessaria al cambiamento era sepolta nel suo animo. Era un seme miracoloso che lei ascoltava raramente… era il vero fiore da custodire e far crescere a dismisura, con i suoi colori iridescenti e unici. Era l’amore per se stessa. Si morse un labbro, si accorse di avere la pelle secca. Corse in bagno e si guardò allo specchio. Tutti quei pensieri profondi, scaturiti da un’immagine televisiva, e poi eccola lì! A cospargersi di crema tonificante il viso! Era veramente bella. Sì, era veramente una creatura graziosa. Non le mancava nulla, se non un bel bagno caldo e una sana dormita. Iniziò a far scorrere l’acqua e si ricordò del suo messaggio! Nessuna delle sue amiche aveva ancora risposto! O forse non aveva sentito il telefono squillare, visto la stato comatoso in cui era piombata poco prima! Prese il suo smartphone e diede un’occhiata. Nulla. “Pazien-

za, attenderò domani… da brava fan di Via col vento so che c’è sempre un domani.” Si immerse nell’acqua calda e provò a rilassarsi, promettendosi di non addormentarsi. Chiuse gli occhi e ripensò al suo ultimo amore. Una storia durata poco, un ragazzo come tanti. No, non era un ultimo amore. Era stata semplicemente voglia di non essere sola, era stato un tentativo, un voler vedere sbocciare fiori in assenza di terra fertile. La sua ultima vera passione risaliva a cinque anni prima e aveva un volto che non sarebbe mai riuscita a dimenticare. Era un volto dipinto, sulle mura fragili del suo cuore, dalle stesse mani di Eros. “Non penserò a te, non penserò a te, non penserò a te… non penserò al tuo nome.” Provò a cambiare il sentiero dei suoi pensieri ma i ricordi avevano già imboccato le vie della malinconia. Provò a non rammentare quel viso quasi perfetto e dagli occhi pieni di tenerezza ma la sua memoria non voleva ricordare altro. “Non penserò a te, non penserò a te, non penserò a te… non penserò al tuo nome.” Si sforzò con tutta se stessa e poi si rese conto di una cosa: era meglio arrendersi. “Lasciati andare, tutti, prima o poi, pensano al passato e in questo non c’è niente di male.” Un paio di lacrime giunsero tra le bolle del bagnoschiuma, dissolvendo piccole sfere con dentro l’arcobaleno. Fece un lungo, lunghissimo respiro e poi si immerse completamente nella vasca. Per un attimo desiderò essere una bellissima sirena, munita di una coda di un bel colore acceso. Si vide perdersi negli abissi marini, profondi eppure luminosi, inaccessibili al mondo terrestre e abitati da esseri straordinari e pieni di fascino. Le entrò del sapone in un occhio e l’immagine variopinta e fiabesca svanì, così com’era arrivata. Nella sua testa si fece largo un altro pensiero pieno di tormento: cosa comprare per la cena? Cosa preparo? Parmigiana di melanzane? Un piatto esotico? Cucina indiana? Amava stare ai fornelli e amava sperimentare.

Aveva preparato deliziose cene per le sue amiche decine e decine di volte. E l’avrebbe fatto ancora, come sempre. Allora perché tutta quell’inquietudine? “Solitudine, mia cara. Questa è paura della solitudine.” Quel pensiero, carico come una nube che promette tempesta, svanì, lasciando uno scorcio d’azzurro. Quel pensiero che non aveva il coraggio di prendere una forma, chiara e precisa, trovò la sua fine nel momento stesso in cui si fece avanti. Il coraggio di ammettere una debolezza! Che sollievo a volte. Eh sì, si sentì sollevata. E finalmente percepì una cosa meravigliosa, una sinfonia assordante: il silenzio. Dopo tanto chiacchiericcio interiore, sterile e inutile, riuscì a godersi un po’ di pace. Si asciugò pian piano, prendendosi cura dei lunghi capelli biondo cenere. Si guardò nuovamente allo specchio e si vide ancora più bella di prima. In genere beveva solo un calice di vino, ma forse, per quella sera, avrebbe fatto un’eccezione. E poi quel rosso toscano era così buono, intenso, pieno di vita. Si riempì nuovamente il bicchiere augurandosi di poter riempire, allo stesso modo, la sua vita. Riempirla di eventi eccezionali, di persone meravigliose, di momenti magici. Non ebbe dubbi, la sua esistenza sarebbe migliorata sicuramente, lo sentiva nel profondo. Un nuovo amore, un nuovo lavoro e una nuova memoria priva di quel nome che ogni tanto la tormentava… “Bruno…” Si ritrovò quel nome tra le labbra. Non poté farne a meno, non seppe il perché, ma pronunciò quel nome. Fu facile come respirare. E fu doloroso come vivere senz’aria, anche se solo per un istante. Dlindlindlin… Il cellulare suonò, era arrivato un sms. “Finalmente ragazze, finalmente!” Afferrò il telefono e lesse con avidità il mittente e il contenuto del messaggio: per domenica va benissimo, non vedo l’ora di cenare con te e le ragazze. Però vorrei vederti da sola, domani nel pomeriggio può andare? Devo dirti una cosa importante che non ho ancora detto a nessuno… Sabrina. Rimase perplessa, chissà cosa voleva dirle. Continua nel prossimo numero...

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ADESSO

LUOGHI

MATERA

un sogno scolpito nella roccia

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PATRIMONIO UNESCO, QUESTA CITTÀ MILLENARIA, CELEBRE NEL MONDO PER I SUOI SASSI, È UNO STRAORDINARIO CONCENTRATO DI NATURA, ARTE E STORIA... A UN PASSO DAL MARE

È

uno dei cinquanta siti Unesco dell’Italia, indubbiamente fra i più particolari, senz’altro unico al mondo. Matera, in Basilicata, con i suoi meravigliosi Sassi, rappresenta un luogo da vedere almeno una volta nella vita, meraviglioso intreccio di storia, arte, natura e anche mare, a nemmeno 40 chilometri di distanza. Un’occasione unica dunque, per scoprire uno dei tanti angoli, forse più segreti ma non meno entusiasmanti, che costellano la nostra magnifica Penisola. Da coniugare, visto che siamo in piena estate, con spiagge e mare fra i più incontaminati d’Italia: il litorale ionico, suggestivo susseguirsi di lunghe spiagge dorate incastonate fra pinete, macchia mediterranea e mare cristallino. UN PRESEPE A GRANDEZZA NATURALE Matera, la città dei Sassi, è uno sbalorditivo groviglio di gradinate e vicoletti, chiese e campanili, archi, ballatoi, orti e terrazze, case ammassate le une sulle altre e aggrappate a profondi burroni, sfarzosi palazzi barocchi e grotte, utilizzate un tempo anche come abitazioni o chiese rupestri. Sfumature che le donano il fascino arcano di una città sospesa, in una dimensione quasi atemporale, fra il suo passato millenario e la modernità. I Sassi rappresentano, infatti, uno dei nuclei abitativi più antichi del mondo, costellati, per via della natura carsica della Murgia, da grotte naturali frequentate già dal Paleolitico da diversi popoli nomadi. Posti solitari e sicuri, ideali per trovare rifugio fra le profonde fenditure della roccia. Come avvenne per i monaci basiliani che vi giunsero a partire dal VI secolo e trasformarono le grotte in insediamenti monacali e chiese rupestri magnificamente affrescate. Sono

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ADESSO

LUOGHI

TERRA DI CINEMA Per la bellezza dei paesaggi che le fanno da sfondo, Matera, candidata a Capitale europea della Cultura per il 2019, è stata più volte scelta da grandi cineasti per ambientare i propri film. Tra questi La Passione di Cristo (2004) di Mel Gibson, The Nativity Story (2006) di Catherine Hardwicke, Il Vangelo secondo Matteo (1964) di Pier Paolo Pasolini, Il sole anche di notte (1990) dei fratelli Taviani, L’uomo delle stelle (1995) di Giuseppe Tornatore, L’albero di Guernica (1975) di Ferdinando Arrabbal, King David (1985) di Bruce Beresford, e diversi altri. Pellicole spesso alla ricerca di atmosfere esotiche, mistiche, cui Matera e i paesaggi “biblici” della sua Murgia, l’altopiano roccioso su cui sorge, brullo e pregno di silenzi, si adattano perfettamente.

moltissime, disseminate fra i Sassi e il Parco della Murgia Materana. Fra queste, nel Sasso Caveoso, che insieme al Sasso Barisano e alla Civita, rappresenta il nucleo abitativo storico della città su cui svetta il campanile del Duomo duecentesco, la chiesa di Santa Lucia alle Malve, affrescata con dipinti del XIIXIII secolo. Il Convicinio di Sant’Antonio, scavato nella roccia nel XIV-XV secolo, ingloba altre quattro magnifiche chiese rupestri: San Primo, L’Annunziata, Sant’Antonio Abate e San Donato. Siamo nel rione delle Malve con le sue caratteristiche case-grotta, un tempo

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utilizzate come abitazioni, oggi trasformate in suggestive strutture ricettive, botteghe o ristoranti. È veramente sconfinato il numero delle chiese rupestri, la cui semplicità contrasta con la parte barocca della città, anch’essa molto bella, che trova in Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, l’espressione massima dell’architettura materana seicentesca. A Matera è bello “perdersi” fra le stradine, i cunicoli, le scalinate che quasi sicuramente condurranno a un qualche punto panoramico sul presepe a grandezza naturale che è la città. Non

perdetevi, per esempio, la vista dalla scalinata che conduce alla chiesa della Madonna dell’Idris o quella che si gode da piazzetta Pascoli: al tramonto la vista sulla selva di case in tufo che si tingono d’arancio lascia davvero senza fiato.


PERSONAGGI

ADESSO

COME DOVE QUANDO

I RISTORANTI

· Le Botteghe Piazza San Pietro Barisano 22 0835/34.40.72 www.lebotteghematera.it · Don Matteo Piazza Duomo 14 339/7.64.19.31 www.donmatteoristorante.com · Riva dei Greci Contrada Santa Pelagina, Metaponto 0835/74.18.18 www.rivadeigreci.it.

SUGGESTIONI IONICHE FRA MARE CRISTALLINO E ARCHEOLOGIA Poco meno di 40 chilometri e da Matera si è già con un piede in acqua. Un mare dai bassi fondali sabbiosi più volte Bandiera blu su cui si affacciano ampie spiagge di fine sabbia dorata, raramente affollate e adatte a un turismo soprattutto familiare. Si susseguono per circa 35 chilometri da Metaponto fino a Policoro, passando per Marina di Pisticci e Scanzano Jonico. Oltre a mare e relax, questo tratto di costa lucano offre anche un tuffo nella Magna Grecia, perché a partire dall’VIII secolo a.C. vi appro-

darono i coloni greci che costellarono il territorio di templi, santuari, teatri. A Metaponto si visitano il Museo archeologico nazionale e le imponenti Tavole palatine, con 15 colonne ancora in piedi del tempio di Hera (533 a.C.), dell’antica polis Metapontum, dove visse anche Pitagora. A Policoro, invece, il Parco archeologico di Herakleia custodisce resti dell’antica città del 433 a.C. e dei santuari di Demetra e Dioniso (VII e V secolo a.C.), mentre il Museo archeologico nazionale della Siritide conserva stupendi reperti quali corredi funebri, statuette votive ed epigrafi.

GLI ALBERGHI

· B&B Il Vicinato Piazzetta San Pietro Caveoso 7, Matera 0835/31.26.72 o 339/4.45.24.09 www.ilvicinato.com · Heraclea Hotel Residence Viale Lido, Policoro 0835/91.01.44, www.hotelheraclea.com · Ti Blu Village Club Contrada Scannaturco, Lido 48, Marina di Pisticci 0835/47.03.00 www.tibluvillage.it.

GLI EVENTI DA NON PERDERE

· Gezziamoci (www.onyxjazzclub.it), per godersi artisti jazz di fama anche internazionale. · Festival Duni (www.festivalduni.it), per concerti di musica classica in suggestive location cittadine.

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UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE DI MATERA

Gazebo di via Ridola 0835/31.16.55 www.comune.matera.it

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GIOCHI

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ORIZZONTALI 1. Una divertente serie di telefilm a episodi 5. Antenato del pallottoliere 10. Donna all’altare 14. In gola e in bocca 15. Lo si usa per sturare 18. Si raddoppia nel brindisi 19. Il Pacino di Serpico 21. Iniziali della Serao 23. Corte armi da fuoco 25. Dio egizio del sole 26. Profitti in denaro 29. Ettore famoso regista 30. Decalitro in breve 32. Emiliani del Bolognese 34. Carte pregiate a scopa 35. Bill, fondatore della Microsoft 37. Certi libri lo sono in maniera molto elegante 39. Avvolta in un foglio 42. Misura di capacità 44. Vince pur non essendo favorito 45. C’è quella del disco 46. Coreografia da stadio 48. Cat, cantautore inglese 50. Cresce dalla nascita 51. Lo sono le Nazioni dell’ONU 53. Privo di moto o di vita

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54. La fine dell’ultimatum 56. Far mancare del necessario 58. Il principio d’Archimede 59. Iniziali di Newton 60. Il santo di Pietrelcina 62. Gradevole, divertente 64. In mezzo ai cibi 66. La sfortuna nera 67. Il Capirossi centauro 68. Impresa da marines VERTICALI 1. Dileguarsi nel nulla 2. In fondo al cassetto 3. Animale che si mimetizza 4. Iniziali di Crozza 5. Ha soci che donano sangue 6. Cappello senza tesa 7. Lavorano sul palcoscenico 8. La base della porcellana 9. Si dice saltando 10. Chi lo dice afferma 11. Le iniziali di Cromwell 12. Baronetto inglese 13. L’azienda delle strade 16. Alta Pressione 17. Pescara 20. Anche la pazienza ne ha uno

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22. L’orologio con la suoneria 24. Un’azione da persona malvagia 27. Uno strato di neve 28. Grande profeta della Bibbia 30. Rimessa per barche 31. Guida politica 33. Istituto Tecnico per il Turismo 35. Felini domestici 36. Penose privazioni 38. Beffardo, derisorio 40. Centro Universitario Sportivo 41. Il romanzesco Lupin 43. Il comico Hardy 47. Un sinonimo di antenati 49. Animali che ululano 51. È il terzo fiume d’Europa 52. Dio greco dell’amore 55. A me dovute 56. In geometria c’è quello “greco” 57. In fondo al tunnel 61. Il Lionello che doppiava Woody Allen (iniz.) 62. Palermo 63. Iniziziali della Sampò 65. Simbolo chimico del bromo


ADESSO

GIOCHI

CRUCIPUZZLE Trova e cancella nello schema tutte le parole sotto elencate, tenendo conto che possono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente e che possono essere lette in tutte le direzioni possibili. A fine gioco resteranno inutilizzate alcune lettere: leggendole in ordine otterrai una frase di Oscar Wilde.

PADRE PAURA PIETRA PONTE POVERO PRATO PROVA QUALE QUALITÀ ROSSO SALIRE SANGUE SOFFRIRE UDIRE VIAGGIO VOLONTÀ

D C S A N G U E R O R R E

A E I M L A L A I T R A B

G R S B L I T N M T P M R

A T T I C O R T P A A A A

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S I T C O O A P A L M S R I C A V I M O L E R I L E G E T T O L E R N I L E T A E U M P I O P I E L L A

L O A E S O O A A E N R P

O H G S V V S U R G O O I

V A G A E E S R E E N A S

U D I R E A O A F T E A O

N S O F F R I R E M U I F

M A C A V P I I S S I A T I I T R A O U N P R I I A C L O

Ognuno ha in sé inferno e paradiso. Oscar Wilde

O L I V E R B A S C O

A T A V I A T T O R I

C O A P P O L E L A I M N C A O P T S T E E R E O L E S S

S P I P F A U S R T I O E R R E I L L T O

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SOLUZIONI

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O U S E L A U Q F P R E


ADESSO

SINFONIE D’AUTORE

“SINFONIE

D’AUTORE”

In Costiera amalfitana il premio per le eccellenze italiane

foto Cerzosimo Fotografia

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l 23 luglio nel suggestivo anfiteatro del porto turistico di Maiori, in Costiera amalfitana, si è svolta con successo la V edizione del Premio Sinfonie D’Autore. Un’unica serata per celebrare personaggi della musica, della moda, dell’arte, della cultura e dello spettacolo condotta da Laura Freddi in Eurovisione SKY. La direzione artistica affidata all’ideatrice e organizzatrice di grandi eventi Luana Ferraioli, che ha dichiarato: «Portare le bellezze della mia terra fuori confine, attraverso la premiazione delle sue eccellenze, e poterlo fare in diretta da uno scenario unico al mondo come la costa d’Amalfi è stato sicuramente il raggiungimento di un obiettivo che avevo da tempo e sono felice di aver potuto concretizzare questo intento in occa-

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in alto: Il professor Antonio Giordano, ricercatore di livello internazionale, riceve il premio all’eccellenza scientifica dall’Assessore Adriano Bellacosa qui sopra: Edoardo Vianello


L’ideatrice del premio “Sinfonie D’Autore” Luana Ferraioli

sione della V Edizione». Ogni anno il Premio verte su un tema in particolare e quest’anno Luana Ferraioli ha deciso di toccare quello delicato della violenza sulle donne, invitando personalità forti per lanciare un messaggio di solidarietà e speranza. Tra gli ospiti premiati il cantautore Edoardo Vianello, Erika Gottardi, direttrice di Woman & Bride, il Prof. Antonio Giordano ricercatore e direttore dell’Istituto Sbarro di Philadelphia, Gabriele Manzo di Amici 2009 e il suo show The Next Level, Gianluca Capozzi, la soprano Elisabetta Vilni e Luna Palumbo direttamente da The Voice. Tante le griffe Made in Italy che hanno scelto di essere presenti alla kermesse: Roberta Biagi brand internazionale, Laura Mancini che al Quadrilatero della Moda preferisce la Costiera amalfitana per presentare la Collezione Pret à Couture 2015, la linea Versace V19.69 Abbigliamento Sportivo con la collezione Beachwear. Immancabile la moda Positano con la storica Brunella Boutique Positano e l’accessorio sartoriale Magie di Tricot. La serata ha sostenuto come sempre i Progetti di Trame Africane Onlus. I Premi Libellula sono stati realizzati dall’artista Sasà Sorrentino e come riconoscimenti di merito sono state consegnate delle pergamene in creta della poliedrica artista Maria Teresa Kindjarsky D’Amato, ognuna con una motivazione specifica. Presenti vertici istituzionali della Provincia di Salerno, il presidente Antonio Iannone, l’Assessore all’ambiente Adriano Bellacosa, il sindaco di Maiori Antonio Della Pietra, il Commissario Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo Turismo Costiera amalfitana l’Ing. Elisabetta Romano, il responsabile il Dr. Montanino, l’Arch. Angela Pace Commissario straordinario Ente Provinciale del Turismo di Salerno. www.sinfoniedautore.com

qui sopra: Laura Freddi con Erika Gottardi - direttrice di Women & Bride foto in alto: La cantante Luna Palumbo di The Voice Italia in basso a sinistra: una delle modelle che hanno sfilato durante la serata per la Brunella boutique Positano con accessori sartoriali Magie di Tricot

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A no ROM el Vittoria

od Complesso al 21/09 fin

LUCE, RIO GINA L’IMMALIANO ITA i dalla fondazione n Novant’an ce. Le memorie, i Lu to mi tu dell’Isti lia dai pri ni dell’Ita g o s i , ti segre l presente del ‘900 a

ACQUAVIVA PICENA (AP)

SPONSALIA DAL 31 LUG AL 3 AGO

Eventi in SETTIMANA di Chiara Mazzei

GALLIPOLI (LE) pARCO GONDAR RAPHAEL GUALAZZI IN CONCERTO , 4 AGOSTO

Sulla scia del secondo posto all’ultimo festival di Sanremo e di un tour internazionale che lo sta portando a calcare i più importanti palchi di Belgio, Olanda, Germania e Francia, Raphael Gualazzi, pupillo dell’olimpo mondiale della musica jazz, lunedì 4 agosto è pronto a trasformare l’Arena del Parco Gondar in un fantastico teatro all’aperto.

RAVELLO (SA), © Studio Fotografico FOTOZIP

Sponsalia è la rievocazione storica del matrimonio tra Forasteria degli Acquaviva e Rainaldo dei Brunforte avvenuta nel 1234. Venerdì 1 agosto, i due rioni dell’Aquila e della Civetta si affronteranno nel Palio, mentre il 3 agosto si terrà il Banchetto Nuziale all’interno della maestosa Fortezza medievale: in una cornice di braceri, musiche, canti, balli medievali, si potranno gustare le ricercate specialità medievali alla corte dei duchi degli Acquaviva. www.paliodelduca.it

RAVELLO FESTIVAL 21 GIUGNO – 20 SETTEMBRE

62^ edizione del grande appuntamento annuale con la musica classica, rock e jazz, la danza e le mostre che durerà fino al 20 settembre 2014. Si svolgeranno oltre 50 appuntamenti, tra cui grandi concerti: il 2 agosto Sergio Cammariere in quintetto porterà a Belvedere di Villa Rufolo il suo jazz raffinato ed intenso dai sapori mediterranei per l’unica © Pino Izzo

SOTTO LE STELLE DEL CINEMA, FINO AL 14 AGOSTO

Tutte le sere, appena fa buio, alle ore 21.45, si illumina uno degli schermi più grandi d’Europa in Piazza Maggiore a Bologna, per risplendere dei migliori restauri e delle migliori copie dei classici che hanno fatto la storia del cinema, messi a disposizione dalla Fondazione Cineteca nell’ambito di bè bolognaestate 2014.

FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA FINO AL 3 AGOSTO

SCIACCART - FESTIVAL DELL’ARTE E DELLA CREATIVITÀ, 1-3 AGOSTO

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BOLOGNA, PIAZZA MAGGIORE

MARTINA FRANCA (TA)

SCIACCA (AG)

Presso il Complesso monumentale della Badia Grande si esibiranno diversi ospiti ed associazioni artistico-culturali provenienti da tutte le province siciliane, che daranno vita a diverse esibizioni artistiche nelle varie sezioni in cui è articolato il festival: cinema, teatro, musica, incontri con l’ospite, cartapesta, architettura, enogastronomia, fotografia, ceramica, animazione per bambini e, novità assoluta di questa edizione, scultura e street-art.

naturalistici e storici, senza dimenticare di ristorarsi con piatti tipici. A disposizione l’Itinerario delle Conche e quello delle Delizie. In alternativa anche NavigarMangiando a Trezzano e Gaggiano. www.naviglilombardi.it www.navigareinlombardia.it

data italiana della stagione www.ravellofestival.com

MILANO

NAVIGARE SUI NAVIGLI DI LEONARDO

È possibile navigare da qualche ora fino a un’intera giornata, ammirando paesaggi inediti per poi ripartire in bici o in carrozza alla scoperta di sentieri

Giunto alla quarantesima edizione, il festival presenta un repertorio di proposte operistiche molto ricercato, unitamente a concerti sinfonici di grande livello. Il 3 agosto la serata finale con la Festa del Festival, un omaggio alla storia e ai protagonisti della valle d’Itria, una vera e propria fantasmagoria di immagini, musica, coreografia e canto affidata al talento del coreografo e regista Nikos Lagousakos, per ripercorrere i quattro decenni del festival rievocandone le emozioni nello spazio simbolo della sua identità: il cortile di palazzo Ducale. www.festivaldellavalleditria.it

CONSIGLIACI UN EVENTO  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00



ADESSO

SALUTE

Colpo della STREGA Come prevenirlo in poche semplici mosse

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n dolore improvviso e acuto nella parte bassa della schiena e ci si ritrova bloccati in posizioni innaturali. Come evitarlo? Fare movimento, non rimanere seduti troppo a lungo nella stessa posizione ed evitare posture asimmetriche. Sedentarietà, postura e sovrappeso sono le prime cause della lombalgia acuta, comunemente nota come “colpo della strega”, un fastidioso blocco vertebrale alla parte bassa della schiena. Coloro che hanno avuto problemi di ernie sono tra i soggetti più esposti a questo doloroso inconveniente, ma il colpo della strega può bloccare anche chi fa semplicemente uno sforzo eccessivo o un movimento sbagliato. Per proteggere la propria schiena ed evitare così di rimanere fermi in posizioni innaturali, è necessario osservare alcune semplici accortezze: • Non fate brusche torsioni con il corpo e quando vi abbassate piegate sempre le gambe • Non caricate pesi eccessivi come le buste della spesa solo su una mano, ma cercate sempre di distribuire equamente il peso sulle braccia per non sbilanciarvi

su un fianco • Fate movimento, anche soltanto una passeggiata quotidiana per sgranchirvi un po’. La vita sedentaria, infatti, favorisce i problemi alla schiena • Non restate troppo a lungo seduti nella stessa posizione, ma alzatevi spesso e fate qualche passo. Facendo semplici esercizi di allungamento, aiuterete la colonna vertebrale a ritrovare il suo naturale equilibrio ed assetto • Perdete peso. L’eccesso di peso, anche senza raggiungere l’obesità, aumenta il rischio di rimanere bloccati con la schiena • Evitate posture asimmetriche: il corpo ha bisogno di scaricare i pesi e gli sforzi che fate • Se dovete spostare un oggetto grande o pesante, non affidatevi mai solo alla forza delle braccia ma sfruttate la spinta delle gambe • Ricordatevi di bere molta acqua per garantire la giusta idratazione ai dischi intervertebrali e copritevi per evitare i colpi di freddo, sia nei mesi invernali che in quelli estivi (attenzione all’aria condizionata)

CURE E RIMEDI La miglior prevenzione per il colpo della strega è il corretto movimento del corpo, ma se siete già doloranti e bloccati in una posizione innaturale potete trovare sollievo riposando nelle prime 10 ore che seguono il manifestarsi della patologia, per poi riprendere in modo graduale a camminare senza eccessivi sforzi. In questo modo darete il tempo alla muscolatura di rilassarsi in modo naturale. Per alleviare il dolore utilizzate impacchi di ghiaccio, mentre per rilassare la muscolatura l’ideale sono bagni o impacchi caldi. Fortunatamente, quando il colpo della strega non è dovuto a cause gravi, la sua durata si esaurisce in tre/quattro giorni; nel caso invece il mal di schiena durasse molto di più o si manifestasse frequentemente, è meglio farsi visitare da uno specialista per capire come intervenire in modo mirato ed efficace.

PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI

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 Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00


PSICO

ADESSO

Conoscersi per aumentare LA PROPRIA AUTOSTIMA Q

uante volte ci si sente insoddisfatti di sé, non all’altezza delle situazioni, quasi come se si fosse fuori luogo? L’autostima è fondamentale sia a livello personale che relazionale e una bassa autostima rischia di attivare una catena di timori e paure di agire che bloccano, impedendo così di vivere serenamente la quotidianità e il rapporto con gli altri. Ma da cosa dipende la nostra autostima? Le persone che ci circondano funzionano come tanti specchi, ci rimandano cioè l’immagine che noi proponiamo, secondo le sue mille sfaccettature. Troppo spesso, però, ci accorgiamo che pesa molto di più un parere negativo che viene regolarmente ingigantito che mille complimenti che tendiamo, invece, a sminuire e sottovalutare. Ciò avviene perché la nostra autostima, cioè la stima che abbiamo di noi stessi, il valore che ci attribuiamo, non è sufficientemente solida. Molti autori ritengono che il valore che ci attribuiamo derivi dal confronto tra l’idea che abbiamo di noi e l’ideale che vorremmo raggiungere, una sorta di metro di

di Silvia Coldesina PSICOLOGA

paragone con cui tendiamo a confrontarci regolarmente. Se, però, il metro di paragone non è realistico, ma piuttosto illusorio, il confronto con esso genererà unicamente delusione e frustrazione: è come avere un “io ideale” inarrivabile di fronte al quale ci si sente inadeguati, mai all’altezza, mai sufficientemente capaci. Ci sono corsi, libri, infiniti metodi per lavorare sulla propria autostima, per accrescerla in modo da consentire di sentirsi finalmente a proprio agio, capaci, adeguati o anche solo sufficienti. È innegabile che eventi esterni a sé, quali ad esempio un successo lavorativo o una nuova relazione sentimentale soddisfacente, contribuiscano ad aumentare l’autostima, ma l’attesa di un elemento magico che arrivi e ci tolga dai guai e risolva i problemi non solo mantiene in una posizione di immobilità e passività, ma ci toglie anche il potere che noi abbiamo su noi stessi. Perché in realtà noi abbiamo molto potere, quello di provare a conoscerci, a capirci, riconoscendo cosa davvero ci interessa, cosa vogliamo, arrivando a scegliere e conseguentemente ad agire.

Capire chi siamo, cosa ci piace, cosa non ci piace, quali sono i limiti e i punti di forza, ci mette a confronto con la realtà, rispetto alla quale non saremo sempre sconfitti, ma in base alle situazioni potremo giocare una partita più paritaria, agendo con un ruolo finalmente attivo, mettendo in campo le risorse scoperte. I punti di forza sono una risorsa, le debolezze rappresentano un’enorme consapevolezza e un oggetto di lavoro, la conoscenza di chi si è un patrimonio inestimabile che consente di ritrovare una situazione di benessere e di riprendere in mano attivamente la propria esistenza. Non sentirsi mai all’altezza, inadeguati, mai sufficientemente capaci di affrontare le situazioni conduce a una situazione di immobilità e impotenza. Conoscere se stessi, capire i propri limiti e le proprie risorse, favorisce la ripresa di un confronto attivo con la realtà.

IL MECCANISMO DELL’AUTOSTIMA Non sentirsi mai all’altezza, inadeguati, mai sufficientemente capaci di affrontare le situazioni, conduce a uno stato di immobilità e impotenza. Conoscere se stessi, capire i propri limiti e le proprie risorse favorisce la ripresa di un confronto attivo con la realtà. L’autostima è un giudizio su di sé e come tale è molto soggettivo. Se l’autostima è bassa, si cerca in ogni modo di innalzarla, se è alta bisogna fare i salti mortali per mantenerla tale ed essere sempre all’altezza delle situazioni. Ciò che però è realmente fondamentale per stare bene con se stessi, è capire sé e i propri valori, le proprie risorse e potenzialità, così da accettarsi per quell’essere straordinariamente imperfetto che ognuno di noi è.

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GENITORI E FIGLI

Nuovi genitori per NUOVI ADOLESCENTI M

i sono sempre sentito chiedere: dottore sono un buon genitore? Come faccio a diventarlo? Come mai mio figlio si comporta così? Perché non riesco a capirlo e litighiamo sempre? Problematiche rese ancora più complesse dal fatto che sia gli adolescenti che i genitori oggi sono molto cambiati in una società senza riferimenti morali stabili e piena di contraddizioni che pongono nuove sfide e inquietudini che i genitori si sentono spesso impreparati ad affrontare. Gli adolescenti contemporanei vivono una pluralità di esperienze affettive: sono accessibili vastissime forme di esperienze sessuali e chat, social network, forum hanno modificato il modo di comunicare e di stare in relazione. I ragazzi devono inoltre confrontarsi con un mondo del lavoro molto precario che prolunga l’adolescenza fino ai 30 anni. E i genitori di oggi? Anche per loro vige incertezza di ruoli, regole, valori. Oscillano in genere tra due posizioni estreme. Da

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di Federico Crisalidi PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

una parte i genitori incapaci di dare regole, che giocano a fare l’amico dei propri figli o si vestono allo stesso modo: riportano al mito di Peter Pan, ovvero della giovinezza perenne priva di ogni responsabilità. Dall’altra parte, i genitori che si sentono l’incarnazione di una verità dogmatica e si arroccano nel “Perché lo dico io!”. Si sentono in diritto di avere l’ultima parola su ogni cosa, incapaci di ascoltare i propri figli e i cambiamenti che stanno vivendo, incapaci di svolgere il ruolo di genitore-educatore. Ogni genitore è chiamato a educare i propri figli solo a partire dalla propria insufficienza, esponendosi al rischio dell’errore e del fallimento. Per questo motivo un buon genitore non è quello che si offre al proprio figlio come portatore di ottimo esempio, bensì come consapevole del carattere molto difficile del proprio mestiere. Ecco una buona notizia che dovrebbe alleviare la grande paura di chi si trova a occupare questo ruolo: si nasce figli e si diventa genitori.

IL VADEMECUM DEL BUON GENITORE 1. Essere chiari. Gli adolescenti hanno bisogno di chiarezza da parte degli adulti. Mostrare loro cosa significa essere madre e padre, quali sono i ruoli adulti, le loro funzioni, il senso profondo delle regole gli permetterà di costruirsi un’identità solida. 2. Saper aspettare. Accogliere i turbamenti del figlio senza pretendere di risolvere tutto subito. L’adolescenza è una fase che richiede una sua “maturazione”. 3. Disponibilità. Non fare troppo la morale, ma dare importanza all’emozione che traspare dalle parole. Ciò che i figli recepiscono è qualcosa di più profondo che riguarda la disponibilità nei loro confronti. Al di là delle reazioni legittime di dissenso, è importante che i figli percepiscano che il genitore, anche se non è d’accordo ed è arrabbiato per il loro comportamento inaccettabile, non li fa sentire abbandonati a se stessi tagliando la comunicazione o umiliandoli. È fondamentale, invece, che percepiscano che la fiducia non è stata persa ma che può, al contrario, sempre e solo migliorare. 4. Comunicare e negoziare. Non bisogna avere paura di parlare con i propri figli, sempre e di qualsiasi argomento, con mente aperta all’incontro con la loro diversità. Bisogna saper mettere dei limiti, cioè vietare e sanzionare, ma anche saper fare dei compromessi e mantenerli. 5. Prestare attenzione a paragoni e aspettative. Paragonare i propri figli a fratelli o compagni ha un effetto di scoraggiamento e umiliazione. L’intento di solito è aumentare l’autostima del ragazzo, ma si ottiene l’effetto contrario. Molte volte i genitori proiettano, inoltre, sui figli i propri sogni: un malinteso profondo perché in tal modo non li si accetta per quello che sono, alimentandone frustrazione e insoddisfazione.


ANIMALI

ADESSO

In viaggio con il MICIO

Il momento delle vacanze è arrivato, ma come fare col tuo adorato amico a quattro zampe? Ecco qualche consiglio che ti semplifica la vita

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e non intendi separarti dal tuo adorato gatto, neppure nel periodo delle ferie, la soluzione è semplice: portalo in vacanza con te. Con qualche piccolo accorgimento, anche i gatti possono affrontare in tranquillità un viaggio, a patto però che non sia troppo lungo e sia ben organizzato. Prima di partire porta il tuo gatto dal veterinario di fiducia per una visita di controllo: in questa occasione si potrà valutare se il micio sta bene ed è in regola con le vaccinazioni, soprattutto con l’antirabbica. È bene anche chiedere al veterinario il trattamento antiparassitario più indicato in relazione alla destinazione delle vacanze. Nelle settimane precedenti il viaggio ti conviene abituare il micio al trasportino: mettendo all’interno alcune crocchette o il suo gioco preferito, renderai la gabbietta un luogo gradevole e il gatto non si spaventerà all’idea di entrarci. Il trasportino ideale per far viaggiare tranquillo il gatto non deve essere troppo aperto altrimenti l’animale rischia di essere stimolato dal mondo esterno e finirebbe per agitarsi inutilmente. Prima del viaggio vero e proprio abitualo ad alcuni piccoli viaggi di prova per fargli conoscere l’ambiente dell’auto, magari anche solo restando fermi in macchina con il gatto chiuso nel traspor-

di Marta Cerizzi

tino. In ogni caso puoi sempre pensare di somministrare al micio un leggero sedativo che lo aiuterà ad affrontare il viaggio senza stress e senza nausee. Tieni presente poi che il gatto soffre di più il mal d’auto se viene messo sul sedile posteriore per cui è meglio tenere il trasportino sul sedile accanto a quello del guidatore. Una volta iniziato il viaggio in auto prevedi di fare delle soste per far sgranchire le zampe al micio ma stai attenta a tenerlo sempre al guinzaglio altrimenti rischia di scappare. Inoltre ricorda di non far mai uscire il gatto dal trasportino mentre l’auto è in movimento perché potrebbe spaventarsi e disturbare chi guida, causando incidenti. Se invece il viaggio anziché in auto avviene in treno, in nave o in aereo è fondamentale avvertire i gestori della compagnia che si viaggia con un gatto. Informati prima della partenza delle modalità di trasporto richieste per evitare spiacevoli sorprese al momento dell’imbarco. Vedrai che seguendo questi semplici consigli affronterai un viaggio tranquillo e trascorrerai delle vacanze rilassanti insieme al tuo amato gattino.

IN ALBERGO COL TUO MICIO Prima di prenotare la tua vacanza chiedi se l’albergo o il campeggio o la struttura dove alloggerai accetta i gatti. Se porti il gatto in albergo ricorda di avvisare il servizio di pulizia della presenza di un gatto libero nella stanza altrimenti alla prima occasione il tuo micio ne approfitterà per scappare.

E SE NON VUOLE PARTIRE? Se il gatto non vuole lasciare casa, non costringerlo ma pensa piuttosto a delle alternative come assumere un cat-sitter o chiedere aiuto ad un’amica che possa occuparsi di lui. In alternativa puoi rivolgerti a una pensione per animali avendo cura di sceglierne una seria e sicura: prima di portarci il micio visitala di persona per renderti conto del livello di igiene e di come sono le reali condizioni degli ospiti a quattro zampe.

PER DIRE LA TUA O CHIEDERE CONSIGLI  Scrivi a Redazione Adesso, via Nino Bixio 7, 20129 Milano  redazione@edizioniadesso.com  Chiama il NUMERO VERDE GRATUITO 800 32 33 00


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CUCINA E ALIMENTAZIONE

ABBRONZATE E PROTETTE con i cibi giusti

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usto e salute, i cibi sani e buoni aiutano a stare meglio. Siamo quello che mangiamo, è questa la nostra filosofia, come dire, scomodando i latini, mens sana in corpore sano. D’estate un po’ di tintarella non guasta, regala un aspetto salutare e giova all’umore, ma è bene sempre proteggersi, specialmente in viso, per non invecchiare precocemente. E anche a tavola possiamo dare una mano sia all’abbronzatura che alla nostra pelle a proteggersi meglio dal sole. In generale, è importante seguire un’alimentazione sana con molta frutta e verdura ricca di acqua, per idratare la cute, dare un colore uniforme, utilizzare antiossidanti per contrastare l’invecchiamento e

di Francesca Lovatelli Caetani

il danno solare e nutrire e proteggere la pelle applicando creme idratanti ed emollienti, facendosi consigliare da medici e dermatologi. D’estate non bisogna eccedere con gli alimenti ricchi di sodio, disidratanti, o con le bevande alcoliche, ma bere molta acqua per mantenere idratata la pelle. Tra i cibi-tintarella, ci sono carote, papaya, insalate, cicoria, lattughe, meloni, peperoni, pomodori, albicocche, fragole, ciliegie. Stimolano la produzione di melanina e proteggono dal caldo estivo, idratando il nostro organismo. Per 4 italiani su 10 l’abbronzatura perfetta resta uno degli obiettivi principali dell’estate, ma è soprattutto una corretta alimentazione ad aiutarla e stimolarla, prevenendo la disidratazione, che invec-

STOP ALLE SCOTTATURE Se non volete scottarvi, oltre a un’alta protezione con la quale vi abbronzerete lo stesso, assumete cibi che contengono vitamine PP, che calmano le infiammazioni derivanti dalle scottature, come arachidi, carne rossa, gamberetti, pesce azzurro, tonno, pesce spada, acciughe, sardine, sgombro. I vostri “verbi” estivi devono essere Nutrire, Dissetare, Reintegrare, Rifornire di vitamine, Contrastare i radicali liberi prodotti dall’esposizione ai raggi solari. Tutto ciò è possibile grazie alla vitamina A e ad altri preziosi elementi contenuti in frutta ed ortaggi.

DA LEGGERE

AI FORNELLI CON IRONIA

Tutti pazzi per Gaia di Stefania Nascimbeni Leggereditore, 2014 pp. 336, 14 euro Una storia ironica e romantica che ha come protagonista Gaia, giornalista agli esordi che per ottenere uno scopo e per via di un equivoco si ritrova a vestire i panni di chef. Peccato che non sia capace di friggere neppure un uovo! È l’inizio di una serie di ulteriori equivoci e mille peripezie fra pentole, fornelli e... impreviste questioni di cuore.

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PERSONAGGI

VELLUTATA DI CAROTE CON PAPAYA

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LA RICETTA CHE FACILITA L’ABBRONZATURA IN COLLABORAZIONE CON “HELLO COOKING SHOW” CORSIWS@GMAIL.COM

VELLUTATA DI CAROTE CON PAPAYA INGREDENTI 800 gr di carote ¼ di cipolla rossa di Tropea 100 gr di grana padano grattugiato 4 pizzichi di noce moscata Olio, sale, pepe, quanto basta PREPARAZIONE 1. Sbucciate la cipolla e le carote e tritatele quanto più finemente potete per accorciare i tempi di cottura 2. In un tegame abbastanza capiente fate rosolare la cipolla e un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva 3. Aggiungete le carote, aggiustate di sale e mettete i pizzichi di noce moscata. 4. Fate saltare il tutto per 4-5 minuti 5. Aggiungete due bicchieri di acqua e continuate la cottura per un altro quarto d’ora 6. Appena è terminata la cottura inserite nel composto il formaggio grattugiato e mettete tutto nel frullatore (oppure usate quello a immersione) per frullare bene tutto e renderlo molto morbido. 7. Sbucciate e tagliate a cubetti la papaya 8. Inserite il composto in ciotole o bicchieri “Martini”, aggiungete papaya sulla vellutata e fate raffreddare per 30 minuti circa Prima di servire decorate a piacere, magari con fiori commestibili, come abbiamo fatto noi.

chia la pelle. Via libera, quindi, all’assunzione di vitamina A, che favorisce la produzione di melanina. Le carote, per esempio, ne contengono 1200 microgrammi, nella classifica seguono radicchio e spinaci, poi albicocche, seguite da cicoria, lattuga, melone giallo e sedano, peperoni crudi, conditi con olio, saporiti e ricchi di beta carotene, pomodori, pesche gialle, perfette anche per man-

tenere l’abbronzatura più a lungo se frullate, cocomero, fragole, ciliegie. La papaya poi facilita l’abbronzatura perché contiene parecchia retinina (che favorisce l’azione della melanina) ed è grande amica della nostra pelle in quanto la purifica e col suo succo può rimuoverne le macchie e migliorare l’eczema. Il suo colore arancione, infine, ci dice che è ricca di beta carotene.

Buona tintarella!

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CUCINA CREATIVA

Mousse di pomodorini secchi e formaggio: l’aperitivo è servito

Pomodori secchi sott’olio, l’estate è nel barattolo COME PREPARARE LA CONSERVA CHE PROFUMA D’ESTATE COL METODO TRADIZIONALE DELL’ESSICCATURA AL SOLE: UNA SODDISFAZIONE ANCHE PER LE CUOCHE PIÙ ESPERTE

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eliziosi come antipasto, sorprendenti per condire contorni, pizze e focacce, i pomodori secchi hanno una grande versatilità in cucina. La ricetta è semplice ed economica ma può dare grandi soddisfazioni. POMODORI ESSICCATI AL SOLE, TUTTO UN ALTRO GUSTO! Se cercate un modo originale per realizzare la vostra conserva di pomodori secchi sott’olio, provate a far seccare voi stessi i pomodori al sole. Armatevi di pazienza perché per ottenere un risultato ottimale dovrete controllare per una decina di giorni le fasi che permetteranno ai pomodori freschi di trasformarsi nelle sottili sfoglie disidratate che andrete a

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conservare nei vasetti di vetro. Per ottenere un chilo di pomodori secchi dovrete utilizzare 6,5 Kg di pomodori freschi. I più adatti sono quelli lunghi, della varietà San Marzano: sceglieteli maturi ma ancora ben sodi. Lavateli, asciugateli e tagliateli in due nel senso della lunghezza. Sistemateli adagiandoli su delle graticole, così che l’aria possa circolare anche nella parte inferiore; in alternativa potete usare dei piani di legno, materiale capace di assorbire il liquido in eccesso. Se avete soltanto teglie o vassoi, abbiate cura di rigirare i pomodori molto spesso, in modo da eliminare l’umidità da entrambi i lati. Cospargete, senza esagerare, la superficie con del sale fino, perché l’essiccazione contribuisce a rendere gli ortaggi piuttosto saporiti. A questo punto copriteli con un telo dotato di piccolissimi fori (deve presentarsi come una sorta di rete a maglie fitte), che servirà da riparo contro la polvere e gli insetti. I pomodori devono restare al sole per circa sei-sette ore al giorno; dovete avere cura di esporli nelle ore più calde e nei periodi più caldi dell’anno (si consiglia tra fine luglio e metà agosto). La sera,

Se volete fare colpo sui vostri ospiti senza rinchiudervi tutto il giorno in cucina, quello che fa per voi è la mousse di pomodorini secchi e formaggio, ottima per realizzare un gustoso antipasto fatto in casa, a base di voulevant o sfiziose bruschette. Per realizzarla potete servirvi di una conserva a base di pomodori secchi, peperoncino, foglie di basilico e pezzetti di aglio sott’olio (potete aggiungere voi stessi questi ingredienti qualora non dovessero essere presenti nella conserva). Per 4/6 persone scolate bene 300 gr di pomodori e tagliateli a pezzettini, aggiungete qualche acciuga sott’olio e due cucchiaini di capperi, anch’essi ben scolati e tagliati e frullate il tutto. Aggiungete circa 400 gr di un formaggio cremoso come robiola o philadelphia e mescolate bene con l’aiuto del mixer finché la mousse non diventerà soffice. Se necessario, aggiustate di sale e pepe e conservate in frigo fino a poco prima di servirla in tavola.


PERSONAGGI

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Spaghettata o pasta fredda? Per 3 persone

invece, quando l’umidità è maggiore, è bene riporli in casa. Se al mattino notate qualche nuvola nel cielo fate molta attenzione perché, soprattutto a fine estate, alla prima minaccia di temporale dovrete intervenire, per salvare il buon esito della conserva invernale: lasciateli in casa ben coperti, al riparo dall’umidità e aspettate il primo giorno di sole per rimetterli fuori. Saranno finalmente pronti quando la loro polpa sarà ben asciutta, rigida e aggrinzita ed emaneranno un profumo intenso. Per avere un perfetto risultato occorreranno dai sette ai dieci giorni. CHIUSURA DELLA CONSERVA La seconda fase della preparazione è semplice e divertente: la chiusura della

conserva in barattoli di vetro. Adagiate i pomodori dentro i vasi sterilizzati, soltanto dopo aggiungete l’olio di oliva fino all’orlo, coprendo bene tutto il contenuto e aiutandovi con il manico di un cucchiaio di legno per evitare che rimangano bolle d’aria all’interno. A questo punto potete sbizzarrirvi nel personalizzare la conserva secondo il vostro gusto, usando foglie di menta o di basilico, fettine di aglio fresco o rondelle di olive e qualche cappero per rendere il tutto più saporito. Per l’assaggio aspettate un mesetto perché la consistenza sia tenera e i sapori perfettamente amalgamati. Se chiuse, le conserve durano fino a tre-quattro mesi ma una volta aperte, tenetele in frigorifero.

35 min (P) 15 min (C)

Estate, tempo di cene e di buffet in terrazza. Immancabile la spaghettata, in cui i pomodori secchi tagliati a listarelle vanno aggiunti al classico soffritto di olio, aglio e peperoncino. Saltate il tutto con parmigiano grattugiato e foglie di basilico fresco spezzettato a mano. Se scegliete di preparare una bella insalata di pasta fredda, optate per quella corta tipo farfalle o rigatoni, usate le striscioline di pomodori secchi insieme all’immancabile basilico, rondelle di olive nere, feta a pezzettini e delle zucchine soffritte con uno spicchio d’aglio.

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SPESA CONSAPEVOLE

QUALITÀ A KM ZERO: LA SPESA DAL CONTADINO Piccola guida per acquistare frutta e ortaggi freschi direttamente dal produttore. Conviene alla salute, al portafogli e al pianeta USA E GETTA? NO, GRAZIE Quando andate a fare la spesa dal contadino, ricordatevi di portare con voi tutto il necessario per non contribuire a creare inutili rifiuti di carta e plastica. Portate sempre con voi un paio di sporte ampie, di quelle che si possono riutilizzare più volte, i contenitori per le uova, qualche sacchetto di carta da alimenti. Insieme a voi saranno felici anche gli agricoltori, ai quali darete l’opportunità di ridurre l’emissione dei rifiuti.

COME IN FAMIGLIA Qualità, convenienza, ma anche calore e familiarità. Nei mercati del contadino potrete riscoprire anche il piacere di stare insieme, di un saluto cordiale, di una ricetta tradizionale tramandata e persino di un racconto di tanto tempo fa. A differenza di quanto accade al supermercato, qui non esistono guanti e sacchetti di plastica ma persone che saranno liete di servirvi consigliando il tipo di frutta e verdura da scegliere a seconda della ricetta che vorrete preparare, e di fermarsi con voi anche solo per il piacere di fare due chiacchiere.

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iscoprire il gusto dei cibi freschi e riappropriarsi dei sapori della nostra infanzia. È possibile, anche se viviamo in città, dove è sempre più diffusa l’opportunità di fare la spesa direttamente dal produttore. Acquistare frutta e verdura dal contadino è una scelta che porta con sé una lunga lista di vantaggi. Scopriamoli insieme. Stagionalità Il mercato dell’ortofrutta in Italia è molto variegato. Ci sono tantissime qualità di prodotti che possiamo acquistare in ogni periodo dell’anno. Ma spesso non abbiamo la consapevolezza di quali siano perché sui banchi del supermercato si trova ogni tipo di cibo in qualsiasi stagione. Grazie all’intervento di varie associazioni di settore, in tutta Italia, potrete conoscere personalmente gli agricoltori. Saranno loro stessi a guidarvi nell’acquisto dei prodotti stagionali. Ottimo rapporto qualità prezzo All’interno delle associazioni che favoriscono la filiera corta (dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi)

sono garantiti alti standard di qualità della merce esposta sui banchi. E il fatto che i prodotti della terra non abbiano intermediari che alzino i costi, permette di vendere frutta, verdura, marmellate, conserve e pane a prezzi davvero competitivi. All’interno dei mercati, inoltre, possono essere venduti solo i cibi coltivati dai contadini durante i giorni precedenti. Questo permette di trovare una quantità più limitata di prodotti rispetto al supermercato, ma garantisce affidabilità sulla freschezza dei prodotti. Attenzione alla salute e all’ambiente Porterete in tavola frutta e verdura che assicurano un’alimentazione sana e il rispetto del nostro pianeta. In un mercato contadino difficilmente troverete le banane o i cavolini di Bruxelles. Scoprirete invece tante varietà di insalate coltivate a due passi da casa. Infine, tenete conto del fatto che le merci vendute all’interno dei mercati contadini non viaggiano su gomma o in aereo per chilometri, sono coltivate senza pesticidi e secondo le leggi della natura, evitando l’eccessiva produzione e rispettando i cicli delle stagioni.



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CASA DOLCE CASA

RICICLO CREATIVO: LA SECONDA VITA DI UN VECCHIO SCOLAPASTA La casa è più allegra con i fiori di carta

ABBELLIRE LA CASA A COSTO ZERO SI PUÒ, BASTA USARE LA FANTASIA. ECCO TANTE IDEE PER DARE UN ASPETTO NUOVO ALLA CUCINA E AL GIARDINO

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rima di buttare via quello che non ci serve più, chiediamoci se, con un pizzico di creatività, gli oggetti che ormai non usiamo non possano trasformarsi in qualcos’altro. È questo il principio alla base del riciclo creativo. Avete mai pensato, per esempio, alle nuove vite che potete dare a un vecchio scolapasta? Ecco qualche idea. Lo scolapasta è tra gli utensili più utilizzati in cucina ed è proprio per questo motivo che spesso ne abbiamo tanti, ognuno di dimensioni diverse e adattabili alle diverse esigenze. Ebbene, se ne avete uno in più che non vi serve o che è ormai troppo vecchio, potrebbe tornarvi utile nella cura dell’orto o per abbellire la vostra casa, senza spendere un euro. In cucina, uno degli usi alternativi più semplici e immediati per reinventare lo scolapasta consiste nell’utilizzarlo per la cottura al vapore. L’importante è che lo scolapasta sia in acciaio. Trovate una pentola delle dimensioni adatte e il gioco è fatto, senza dover spendere denaro per acquistare l’apposito cestello.

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L’estate è la stagione ideale per ripensare lo scolapasta, in maniera fantasiosa, trasformandolo in un pratico cestello per il ghiaccio, da collocare sopra un contenitore che raccoglierà l’acqua: andrà benissimo un’insalatiera. Portatelo in tavola, così i commensali potranno servirsi dei cubetti per refrigerare le bevande. Se non avete già comprato un deumidificatore, prima di valutarne l’acquisto provate questa alternativa a costo zero: basta avere un vecchio scolapasta e del sale grosso. Inserite lo scolapasta in un contenitore chiuso come una ciotola, versate il sale e coprite il tutto con un canovaccio. Mentre il sale provvederà ad assorbire l’umidità, la ciotola che contiene lo scolapasta raccoglierà invece l’acqua. Passiamo al giardino: se avete un piccolo orto, utilizzate lo scolapasta per raccogliere le verdure che avete coltivato, o anche per lavarle sul posto riciclando così l’acqua usata per innaffiare. E che dire degli scolapasta di plastica colorati? Diventano originali vasi per contenere fiori e piante ornamentali.

Realizzare i fiori con la carta è un’attività divertente per abbellire e decorare la casa senza spendere denaro in costosi negozi di arredamento. Potete coinvolgere anche i bambini in quello che per loro sarà un nuovo gioco. Quel che vi occorre lo troverete in casa: vecchi giornali, ritagli di cartoncino, scarti di carta velina, tovaglioli colorati: ogni tipo di carta è adatto alla realizzazione dei fiori. Procuratevi anche delle forbici, nastro adesivo trasparente, cartoncino colorato, bastoncini lunghi di legno (quelli per gli spiedini), passamaneria e nastrini. Ritagliate tanti cuori della stessa misura dai vari tipi di carta e cartoncino: per fare un fiore occorrono tre cuori. Mettete il primo cuore sul bastoncino con la punta in su, fissandolo con il nastro adesivo, e plasmate gli altri due chiudendoli sul primo, in modo che le punte di tutti e tre i cuori si trovino in alto. Fermate il tutto con un altro pezzo di nastro adesivo. Ora arricciate le punte per dare movimento ai petali. Infine decorate il bastoncino con un nastrino colorato o con un pezzetto di passamaneria.


BRICONSIGLI

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IL DECLUTTERING È UNA VERA E PROPRIA TECNICA E SEGUE REGOLE PRECISE CHE POSSONO ESSERE APPLICATE AD OGNI STANZA DELLA CASA, ANCHE ALL’ARMADIO! di Serena Fogli

LIBERE DAGLI OGGETTI INUTILI

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uante volte avete perso tempo a cercare un oggetto che, alla fine non avete trovato? Quante volte vi siete preoccupate eccessivamente al pensiero di non trovare un documento importante ancor prima di cominciare a cercarlo? E quante volte avete pensato che fosse giunto il momento di far spazio al nuovo buttando oggetti o vestiti che ormai non usate più? Se avete risposto in modo affermativo ad almeno una di queste domande è arrivato il momento di armarsi di pazienza e buona volontà per fare spazio in casa con il decluttering! Decluttering è un termine inglese che significa, letteralmente, “fare spazio, eliminare gli ingombri”. Buttare via le cose vecchie, infatti, non significa solo avere una casa ordinata, ma anche cancellare i legami con un passato che ci fa soffrire: il decluttering libera la casa e la mente, lasciando spazio al nuovo e soprattutto al buonumore! COME ELIMINARE GLI OGGETTI INUTILI: LE DOMANDE FONDAMENTALI DA PORSI Ma come si eliminano le cose che non ci servono? E come possiamo capire se un oggetto che abbiamo in casa è veramente inutile? È importante farci alcune domande per capire davvero se quello che abbiamo di fronte è un

oggetto da buttare via: hai mai usato questo oggetto? Se si, funziona ancora? Questo oggetto ha uno scopo o è un semplice soprammobile? Se questo oggetto, accidentalmente, si rompesse, ne compreresti un altro identico o affine? Ebbene, se avete dato una risposta negativa ad almeno metà di queste domande vi trovate di fronte ad un oggetto che deve essere eliminato dalla vostra casa e dalla vostra vita. COME SI FA IL DECLUTTERING: PRENDETEVI IL VOSTRO TEMPO! Fare decluttering non significa rivoluzionare la vostra casa in un solo giorno! Si tratta di un’attività che ha bisogno di tempo per essere portata a termine. Ecco che, quindi, potrete istituire una tabella di marcia che, stanza dopo stanza, vi porterà a liberare la vostra casa dagli oggetti inutili o inutilizzati da troppo tempo. Per esempio, potete decidere di cominciare dalla camera da letto, dandovi una settimana di tempo per eliminare tutto ciò che non vi serve. Aprite il vostro guardaroba e liberatelo dei vestiti che non vi entrano più, che non sono più di moda o che semplicemente non mettete più perché non vi piacciono. Aprite gli armadi e fate spazio al loro interno: vi stupirete della quantità di oggetti che racchiudono e che sono rimasti inutilizzati per anni!

IL METODO DELLE QUATTRO SCATOLE Se non riuscite a decidere se un oggetto sia da buttare o meno, arriva in vostro soccorso il metodo delle quattro scatole. Procuratevi quattro scatole e destinate ognuna di queste ad uno scopo preciso: oggetti da conservare e recuperare, oggetti da buttare, oggetti da regalare o vendere, oggetti da smaltire con la raccolta differenziata. Uno alla volta, suddividere tutti gli oggetti della stanza che volete “ripulire” in una di queste scatole e, alla fine della sessione di decluttering, avrete ben chiaro cosa bisogna buttare e cosa, invece, conservare. COSA FARE DEGLI OGGETTI DI CUI DOBBIAMO LIBERARCI? Dopo il nostro decluttering ci ritroveremo con tanti oggetti da buttare. Ma è davvero necessario buttarli? Decluttering non significa creare pattume, ma liberarci di cio che non serve. Questi oggetti possono servire a qualcun altro! Fate una lista di quello di cui volete liberarvi e fatela circolare tra amici e parenti: alcuni saranno ben felici di prendere un oggetto che per voi è inutile. In secondo luogo potete destinare questi oggetti ad un ente benefico. Solo quando vi sarete liberate degli oggetti inutili capirete il vero senso del decluttering, perché solo allora non vi sentirete più oppresse dalla vostra casa!

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POLLICE VERDE

Piante sane e belle in 5 mosse

1. Date una leggera spuntata alle piante, sia

che si trovino in balcone che dentro casa, e trasferitele in maniera sensata rispetto all’esposizione al sole. Le piante che si trovano all’esterno dovranno essere posizionate nell’angolo più in ombra (generalmente a nord), l’una vicino all’altra in modo che traggano reciproco beneficio: le più alte proteggeranno le più piccole dal sole mentre queste ricambieranno schermando il terreno delle più grandi. Stesso accorgimento per le piante d’appartamento che andranno spostate nel luogo più fresco della casa per ridurre la traspirazione e diminuire le esigenze d’acqua.

2. Travasate le piante in un vaso più grosso

PIANTE RIGOGLIOSE ANCHE IN VACANZA IL CALDO E LE FERIE ESTIVE POSSONO METTERE IN PERICOLO GIARDINI E BALCONI FIORITI. ECCO I TRUCCHI PER MANTENERE LE PIANTE IN SALUTE ANCHE IN NOSTRA ASSENZA

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gni anno, quando si è pronti a partire per le vacanze estive, si pone sempre lo stesso problema: come curare le piante di casa in nostra assenza. Se non si ha la fortuna di avere un vicino gentile o un parente che possa occuparsene in prima persona, si deve necessariamente provvedere alla loro sopravvivenza con mezzi alternativi. Seguite allora questo

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breve vademecum che vi permetterà di preparare adeguatamente piante e fiori al periodo più caldo dell’anno e di ritrovare, al rientro dal viaggio, la natura rigogliosa che avevate lasciato.

prima della partenza: più il recipiente è piccolo, infatti, più la terra si scalda velocemente al sole e si secca. In questo caso, un aiuto fondamentale arriva anche dal terriccio, che va scelto con cura, soprattutto in un periodo dell’anno delicato come quello estivo.

3. Assicurate sempre alle vostre piante una

riserva d’acqua: per brevi assenze si può rabboccare bene il vaso o utilizzare il classico ed efficace trucco della bottiglia di plastica piena d’acqua da posizionare nel terriccio a testa in giù.

4. Lasciare dei recipienti d’acqua vicino ai

vasi, siano essi all’aperto o in casa. Il liquido, evaporando, garantirà un ambiente umido e di conseguenza una minore traspirazione delle piante ed un consumo d’acqua più contenuto. Se, invece, avete in programma di trattenervi fuori casa più di un paio di settimane, allora possono tornare utili specifici kit di irrigazione, alcuni anche molto semplici da utilizzare. Fate però un paio di prove di “autonomia” per verificare che il dosaggio previsto sia sufficiente.

5. Prima di partire assicuratevi che le piante d’appartamento non rimangano al buio per troppo tempo: per garantirgli la giusta dose di luce giornaliera, sarà sufficiente lasciare le veneziane aperte o semiaperte.




FAI DA TE

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BIJOUX FAI DA TE lo stile low cost fatto in casa che ogni oggetto può diventare decorativo, anche un semplice sasso!

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hi l’ha detto che il fai da te è solo legno, chiodi e oggetti d’arredo? Autoprodurre in casa non significa solo bricolage ma anche accessori! Uno dei modi per applicare la creatività all’autoproduzione è quello di realizzare bijoux e gioielli. Basta un pizzico di fantasia e manualità per dar vita a splendide creazioni! Rimbocchiamoci le maniche e facciamo un po’ di esperienza: i nostri bijoux saranno sempre pezzi unici, perfetti da indossare o regalare. Che dire, poi, della soddisfazione di indossare qualcosa che abbiamo fatto con le nostre mani? TUTTO CIÒ DI CUI ABBIAMO BISOGNO Molti dei materiali di cui abbiamo bisogno li abbiamo già in casa, gli altri possiamo procurarceli nei negozi specializzati o nei grandi magazzini che trattano articoli di bricolage. GLI ELEMENTI PER DECORARE I nostri bijoux possono essere confezionati con i materiali più diversi! Dalle perline di plastica alle pietre dure la scelta è davvero varia. E se le perle sono la vostra passione, chi l’ha detto che dovete spendere una fortuna? Ne esistono di tantissimi tipi, anche di legno! Con un po’ di esperienza capirete

GLI ELEMENTI PER LAVORARE Per lavorare i nostri gioielli fatti in casa servono alcuni attrezzi specifici. Forbici per tagliare fili di nylon o tessuto, tronchesini e pinze per dare forme particolari e tagliare i materiali metallici. Fondamentali la colla istantanea e la colla a caldo: la prima si utilizza per i fili di nylon, la seconda per unire materiali diversi. Le vernici (lucide, trasparenti o satinate) sono perfette per proteggere le creazioni una volta terminate. AD OGNI ELEMENTO DECORATIVO... IL SUO ATTEREZZO Nel caso utilizziate materiali decorativi particolari, dovrete procurarvi degli attrezzi ad hoc. Se, per esempio, avete deciso di lavorare il cuoio, ecco che diventa indispensabile avere a portata di mano la fustellatrice per fare i buchi e la rivettatrice per applicare chiusure, fermagli e bottoni metallici.

L’IDEA PASSO DOPO PASSO: COLLANA CON SASSO INCASTONATO HAI BISOGNO DI: Sasso piatto del colore che preferisci Filo di rame Pinze Laccetto di cuoio STEP BY STEP 1. Per rendere il rame più malleabile scaldalo su una fonte di calore 2. Con una pinza, crea una spirare alla quale, alla fine legherai il laccetto di cuoio 3. Partendo dalla spirale e aiutandoti con la pinza, ingabbia il sasso con il rame utilizzando la fantasia che preferite 4. Inserisci il cordoncino di cuoio all’interno della spirale e annodalo alla lunghezza che preferisci

GLI ELEMENTI PER RACCORDO, SOSTEGNO E CHIUSURA Quando creiamo una collana, quale filo utilizzare? Sul mercato ne esistono tantissimi tipi. Oltre al più classico filo di nylon, possiamo spaziare tra i fili metallici come il rame (perfetti per le collane rigide o per ingabbiare ciondoli e pietre dure), stringhe di cuoio o pelle, corda grezza o rivestita di cera. Per le chiusure, invece, i fermagli sono intramontabili: ne esistono a molla, a calamita, a scatto o a moschettone. Non dimentichiamoci poi gli anellini, fondamentali per agganciare e unire le chiusure ai fermagli stessi. Se poi la vostra creazione consta di un filo, potete unire le sue estremità con i fermini, ovvero particolari anelli che, dopo aver fissato i fili, vengono schiacciati con una semplice pinza.

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O BI FA

I ST TE

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OROSCOPO

dal 31 luglio al 6 agosto

dal 23/7 al 23/8

LEONE

Hai superato un periodo un po’ in salita e ti senti pronto a recuperare le energie per nuovi progetti. Attenzione all’alimentazione: cibo sano e lunghe passeggiate possono aiutarti a recuperare l’equilibrio di corpo e mente. Non mancare di concederti anche un po’ di relax. All’orizzonte si profilano sfide impegnative, devi farti trovare pronta! denaro

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ARIETE

TORO

dal 21/3 al 20/4

dal 21/4 al 21/5

Si respira aria nuova, caro Arietino! Questa settimana ti regalerà delle piacevoli novità in famiglia o al lavoro. La tua proverbiale tenacia sarà fondamentale in questa fase di cambiamento per te e per le persone cui vuoi bene. Non ti lasciare soverchiare dai pensieri negativi. La novità e il cambiamento sono aria fresca… respirala a pieni polmoni!

La tua praticità ti aiuterà a risolvere alcune questioni familiari delicate, per cui tu rappresenti un punto di riferimento importante per tutti. Ricorda però che un briciolo di romanticismo in più nel guardare la vita non guasterebbe. Cerca di movimentare la solita routine organizzando una sorpresa speciale per il partner.

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VERGINE

CANCRO

GEMELLI

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dal 22/5 al 21/6

dal 22/6 al 22/7

dal 24/8 al 22/9

Le stelle ti sorridono su tutti i fronti. Ti senti più sicuro di te e in armonia col tuo corpo. La salute è a 5 stelle anche grazie alla voglia di tenerti in forma che in questo periodo può contare su una grande determinazione. L’estate è tutta da godere in questa forma smagliante! Fai tesoro di questo momento up e conserva le energie positive per le prossime settimane.

Il momento di rinascita che è cominciato con l’estate troverà una definizione più piena. Finalmente ti lasci alle spalle un’esperienza emotivamente provante e puoi metterti in gioco anima e corpo in nuovi progetti lavorativi. Anche il tuo corpo trae vantaggio da questo nuovo vigore: dedicati qualche coccola in più. Te la sei meritata!

È un momento felice per l’amicizia, per cui quelle di vecchia data verranno consolidate mentre quelle più recenti riceveranno una spinta ad essere approfondite. Approfitta di questa energia positiva nelle relazioni sociali, per recuperare la creatività sepolta dagli impegni quotidiani. Una cenetta sfiziosa, un regalo fatto a mano, le idee sono tante… basta cominciare!

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BILANCIA Non ti lasciare abbattere dai giudizi affrettati di chi non ti conosce bene. La tua stabilità e il tuo equilibrio ti devono sostenere anche in questi frangenti, al lavoro come nella vita privata. Cerca un confronto solo se necessario. Le incomprensioni potrebbero riportarti a un umore più malinconico. amore

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CAPRICORNO Hai voglia di concludere tutto e subito, ma non è questo il modo giusto. Sia al lavoro che in amore, non avere fretta e non forzare la mano. Potresti aprire vasi di Pandora che ti farebbero pentire di tanta premura. Goditi gli amici e la famiglia, senza strafare. denaro

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SAGITTARIO

dal 23/10 al 22/11

dal 23/11 al 21/12

Cerca di concederti più passeggiate all’aperto e momenti di contatto con la natura. La vita professionale va a gonfie vele, ma sentirai il bisogno di ritagliarti un po’ di spazio per te. Se sei in vacanza non farti distrarre dalle questioni pratiche: concediti un po’ di relax… al resto penserai al rientro.

Oscilli tra momenti di grande insicurezza e attimi in cui ti senti di poter conquistare il mondo. Sarà facile cadere in banali litigi in questo finale del mese. Cerca di essere più accomodante al lavoro e nella coppia, evitando continui ed inutili battibecchi.

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PESCI

ACQUARIO

dal 22/12 al 20/1

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SCORPIONE

dal 23/9 al 22/10

denaro

denaro

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dal 21/1 al 19/2

dal 20/2 al 20/3

La vita sociale va alla grande: ti senti in forma e sprigioni un fascino particolare in qualsiasi contesto. Se non hai un partner, questo è un ottimo momento per nuove conoscenze. Se sei in coppia, ti riscoprirai più saldo nell’amore dedicandoti qualche momento di intimità in più.

Le preoccupazioni per una vecchia questione non risolta potrebbero levarti il sonno per qualche notte. Il pessimismo non porta da nessuna parte. Le cose sono destinate a sistemarsi in breve tempo. Ricordati che non devi fare appello alle tue sole forze. La famiglia e gli amici sono pronti a sostenerti.

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