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ISSN 2611-108X
SEPT. 2018 ¤ 7,00
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Accessory Fashion Magazine
FASHION
September issue #1
Accessory Fashion Magazine
05 INTERVIEW
Nicholas Kirkwood CELEBRITY
Euridice Axen Eugenio Franceschini
SPORT
Valentina Marchei Ondřej Hotárek OPINION LEADER
Alberto Bonisoli
ISSN 2611-108X
SEPT. 2018 ¤ 7,00
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GI OSEPP O S.L .
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EDITORIAL Accessory Fashion Magazine
www.af-magazine.com
ISSUE 05/2018 EDIZIONI AF s.r.l. Via Ippolito Nievo, 33 - 20145 Milano Tel. +39 02 319121 - Fax +39 02 33611619 www.edizioniaf.com info@edizioniaf.com Direttore responsabile Matteo Pasca Direttore editoriale Lorenzo Raggi Art director Angelo Lanza angelo.lanza@edizioniaf.com Fashion editor Luca Termine luca.termine@edizioniaf.com Fashion guru Giusi Ferré Music and fashion Joe T Vannelli Entertainment Editor Fabrizio Imas Celebrity pr Annalisa Mellina Editorial producer Andrea Reis Contributors Alice Blanchet, Antony West, Yadier Castro Piedra, Gautier Pellegrin, Luca Dalmazio, Peter Penn, Stratis Kas, Alessio Tibaldi, Joe Colosimo Graphic design Michele Alberti michele.alberti@edizioniaf.com In redazione Erika Alberti, Cristina Locati, Enrico Martinelli, Barbara Solini redazione@edizioniaf.com Responsabile promozione fiere Giuseppe Picco Promozione Lorenzo Caresana, Filippo Crepaldi, Massimiliano De Lonti, Piernicola Fascetto, Giorgio Gori, Mario Gori, Gabriella Laino, Lucio Luiselli, Enza Masotti, Stefano Migliavacca, Natalie Spelge adv@edizioniaf.com Marketing, digital e abbonamenti Mariella Catalano, Mariel Cuba, Andrea Zampieri subscription@edizioniaf.com Operations Paolo Arosio, Elisa Trasi operations@edizioniaf.com Stampa Arti Grafiche La Milanesa - Rho (MI) Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Autorizzazione MBPA/LO - NO/114/A.P./2017 ART.1 COMMA1 - LO/MI. Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano al numero 374 in data 3 luglio 1995. È vietata la riproduzione senza autorizzazione dei testi e delle immagini. Il trattamento dei dati personali dei destinatari di “af.mag” è svolto nel rispetto della Legge 675/96 sulla Privacy. È possibile chiedere la modifica o la cancellazione dei propri dati indirizzando la richiesta a: Edizioni AF S.r.l. sede di Via Ippolito Nievo, 33 - 20145 Milano - Italy ai numeri di fax e agli indirizzi di posta elettronica sopraindicati.
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Euridice Axen Dress BLUGIRL - Biker MICHAEL KORS - Boots ALBERTA FERRETTI Bag MICHAEL KORS - Jewelry IOSSELLIANI Photos by Angelo Lanza - Fashion by Stefania Sciortino
LORI BL U
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EDITORIAL
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There are those who believe ’è chi crede l’Italia il genius loci della creatività. Ci credono i giapponesi di Nissan che si sono affiancati all’iconica Italdesign per realizzare la nuova GT-R50 (ammirala qui: bit.ly/gtr50ita). Un felino progettato, sviluppato e costruito interamente a mano da Italdesign, il cui motore raggiunge la stratosferica soglia dei 720 Cv, cuore pulsante di una serie limitata in 50 esemplari, che sfiora i 900.000 euro di prezzo, o di sogni. Il numero di unità non è casuale, celebra due compleanni molto importanti: i 50 anni della GT-R e il mezzo secolo di attività della celebre azienda di Moncalieri fondata, nel 1968, da Giorgetto Giugiaro. Ma nel saper fare italiano ci credono veramente anche molti altri, come avrete modo di scoprire in questo numero di settembre. Ci crede la stella del design Nicholas Kirkwood che racconta i tanti pregi e vantaggi del suo collaborare, ormai da anni, con la manifattura italiana: “Lavorare in Italia significa avere accesso al meglio di due mondi: alla lunga tradizione attenta a ogni minimo dettaglio e alle tecnologie più all’avanguardia”. Ci crede il neo Ministro Alberto Bonisoli, che ha investito tutta la sua passione e professionalità a servizio dell’Italia: “Non ho accettato di ricoprire questo ruolo per riempire le mie giornate, ma perché credo viviamo un momento storico in cui si può incidere sulla struttura sociale di questo magnifico Paese”. Ci crediamo tutti quando ammiriamo la meravigliosa e ghiacciata danza di Valentina Marchei e Ondřej Hotárek, testimonial di quanto anche lo sport possa farsi arte ed emozione. O la recitazione elegante e fantasiosa di due attori giovani e di successo come Euridice Axen ed Eugenio Franceschini. Ci crediamo anche noi che in anteprima vi proponiamo il meglio di calzatura e pelletteria italiana per la prossima Primavera/Estate 2019. Matteo Pasca
There are those who believe Italy to be the Genius Loci of creativity. Nissan’s Japanese believe it, and have joined the iconic Italdesign to create the new GT-R50 (you can admire it here: bit.ly/gtr50ita). A feline designed, engineered and built entirely by Italdesign, whose engine reaches the stratospheric threshold of 720 hp, the beating heart of a limited series of 50 units, which is close to 900,000 euros in price, or dreams. The number of units is no coincidence, it celebrates two very important birthdays: the 50 years of GT-R and the half-century of the famous Moncalieri company founded in 1968 by Giorgetto Giugiaro. But many others truly believe in Italian know-how, as you will discover in this September issue. The famous designer Nicholas Kirkwood believes in it, and talks about its many benefits and the advantages of his long collaboration with Italian manufacturing: “Working in Italy means having the best of two worlds: the long tradition focusing on attention to the smallest detail and the most cutting-edge technologies”. The new Minister Alberto Bonisoli believes in it, and has placed all his passion and professionalism at the service of Italy: “I did not accept this role to fill up my days, but because I believe we are living a historic moment when you can affect the social structure of this magnificent country”. We all believe in it when we admire the marvellous and icy dance of Valentina Marchei and Ondřej Hotárek, testimonials of how even sport can be art and emotion. Or the elegant and imaginative acting of two young and successful actors such as Euridice Axen and Eugenio Franceschini. We also believe in it, when we preview the best Italian footwear and leather goods for the next Spring/Summer 2019. Matteo Pasca
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Shoes and bag GUCCI
ISSUE N.05 SEPT 2018
FASHION GURU
Giusi Ferré
MUSIC AND FASHION
Joe T Vannelli INTERVIEW
Nicholas Kirkwood
CELEBRITY
Euridice Axen
FASHION
September issue #1 Rock, paper, scissors Valentina Marchei e Ondřej Hotárek Kiss me I parked my red wheels in a lilac garage Bag-raider Eugenio Franceschini Runway DESIGNER
Paola Brunazzi YOUNG DESIGNER
Manfredi Manara ART
Alessio Tibaldi PALCOSCENICO
Preview Spring Summer 2019
OPINION LEADER
Alberto Bonisoli
Ministro dei Beni e delle Attività Culturali della Repubblica Italiana
INTERVIEW
Siro Badon
EXHIBITIONS
Pitti Immagine Uomo 94 Premium and Panorama Gardabags Baselworld RETAIL
Bric’s Laura Epifani
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80’s Never Die by Giusy Ferrè Illustrations by Alessio Tibaldi
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a moda, si sa, va e viene. E già la modista di Maria Antonietta, regina sfortunata ma di squisita eleganza, diceva che nella moda non c’è niente di nuovo se non quello che abbiamo dimenticato. Ma ci sono decenni che non si dimenticano “E, come le persone, alcuni fanno più baccano degli altri” scrive il New York Times a proposito dei primi anni Ottanta. Non si dimenticano certi azzardi, laser, body colorati, calze a rete e cotonature, giubbotti di jeans e bretelle. Tutto quello scintillio esagerato che è tutt’ora apprezzatissimo nei revival spettacolari, quando si celebra la migliore musica di quegli anni. “80’s Never Die” si chiama il concerto con cui Donatella Rettore e le sue celebri canzoni – Splendido splendente, Kobra e Lamette – hanno registrato durante l’estate il tutto esaurito. È il periodo in cui fa il suo esordio anche Madonna. Ru Paul presenta il suo primo drag queen show al Pyramid Club di New York. Le modelle si evolvono in top model, sempre più belle, seducenti, giovani, rappresentate dalla copertina di Time con l’allora sedicenne Brooke Shields, incantevole con un collettino di pizzo. E la moda diventa fashion: una fantasia, un azzardo, un esperimento che riesce, ma nessuno negli anni seguenti sente l’esigenza di ripetere. Pensiamo al post-atomico, lanciato da Rei Kawakubo di
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Comme des Garçons e Yohji Yamamoto che nel 1981 avevano abbandonato Tokyo “dominata dal senso comune di una borghesia noiosa” per debuttare a Parigi, con il chiaro intento di rivoluzionare le regole della moda occidentale. La collezione ha l’effetto di uno shock: gli abiti color carbone sono costruiti con tagli indefiniti e mostrano grandi squarci, che evocano il pericolo atomico. Molto applaudita e fotografata proprio per il suo senso di penitenza nel momento in cui la vita scorre più rapida, vibrante, colorata e rumorosa, diventa la più sofisticata tendenza controsenso che appare e scompare nel volgere di un anno per non tornare più. Se non nel film di Bruno Corbucci, Delitto in Formula Uno (1983) dove la moglie di Er Monnezza Tomas Milian si presenta orgogliosa con un abito marrone tutto strappi e buchi (“Post-atomico è l’ultima novità del momento”) per andare al matrimonio della sorella. Dipende dalla musica, da gruppi come Spandau Ballet e Depeche Mode o cantanti come Steve Strange, Boy George e Sade, se si afferma il new romantic. Nasce a Londra come reazione al punk, e per quanto possa sembrare strano si tratta di un movimento giovanile e di una moda spontanea. Tutto rivolto al passato perché non è più chiaro dove sia finito il futuro. Troppo nebbiosi gli orizzonti per orientare le scelte e soprattutto i percorsi, individuali e collettivi. Così il guardaroba recupera l’abbigliamento del passato attraverso contaminazioni, sovrapposizioni e variazioni. Con pizzi, mantelli, volants, velluti, camicie bianche da neodandy e preziosismi pirateschi che tra i rappresentanti più convinti hanno Vivienne Westwood e Stephen Jones. Ma quando il contenuto ideologico si rivolge verso altro, il new romantic scompare e oggi si ritrova soltanto sulle vecchie copertine dei dischi.
Power look. Calling a taxi under the Torre Velasca
A ‘Paninari’ group at the Burghy in San Babila square
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È un film, invece, Flashdance, a rendere di improvvisa attualità lo stile ginnico, prelevato di peso dalle palestre e trasferito nella vita quotidiana, con i suoi leggings, gli scaldamuscoli ispirati al mondo delle ballerine, le t-shirt giganti strette da un nodo quasi sui fianchi. Dei leggings non ci siamo più liberati, ma la palestra si è aperta e uomini e donne corrono in mezzo al traffico sotto i grattacieli in pantaloncini corti. Allora si chiamava jogging ed è diventato in breve tempo un fenomeno di massa. Ora si chiama running e lo stile Flashdance si rivede soltanto quando, per la centesima volta, proiettano questa commedia rosa su un canale televisivo. Tra i reperti d’epoca della tv, sempre divertente da vedere, c’è quella galleria di manie e mode che è Italia 1 con il suo Drive In. Munito del Paninaro d’ordinanza, Enzo Braschi, con il suo Wild Boys come grido di guerra. Rappresentava un fenomeno di moda e di costume che ha attraversato le cronache italiane degli eighties. Nato a Milano intorno a un centralissimo bar (Il Panino), caratterizza i ragazzi della buona borghesia. Mentre a Roma, ricorda il critico di Repubblica Antonio Dipollina, “il referente erano i tipi tozzi di estrazione sociale più bassa, dediti alla cura del vestire ma con meno ricercatezza dei dettagli”. Era una divisa quella dei paninari: scarpe Timberland, piumino Moncler, jeans Armani, calze Burlington a vistosi rombi colorati. Difficile che qualcuno se ne ricordi, già nel 1987 non c’era più traccia dei paninari propriamente detti, ma che siano sopravvissuti – e diventati più che celebri i marchi da loro amati – è quasi un miracolo. All’opposto, e ugualmente scomparsa, è la moda degli yuppies: young urban and professional. Si è trattato di un modo di pensare internazionale, espresso dalla generazione dei giovani manager e professionisti, concentrati sulla carriera, il denaro, la vita agiata. D’obbligo l’abbigliamento griffato, mentre gli accessori, dagli orologi alle auto, dovevano essere di lusso. A spazzare via queste regole ciniche, basate soltanto sulla vita materiale, sarà la New Age degli anni Novanta. Non che abbia mutato in profondità i decenni seguenti, ma certo ha fatto dimenticare lo stile yuppie. Ed è meglio così. Fashion, it’s a well-known fact, comes and goes. The milliner of Marie Antoinette, an unlucky but exquisitely elegant queen, already said back in those days that in fashion there is nothing new but that which we have forgotten. And yet there are decades that cannot be forgotten. “And, like people, some make more noise than others”, writes The New York Times about the early eighties. Certain risks, lasers, coloured bodysuits, fishnets stockings and backcombed hair, denim jackets and braces cannot be forgotten. All that overthe-top sparkle that is still highly appreciated in spectacular revivals, when the best music from those years is celebrated. “80s Never Die” is the title of the concert which, thanks to Donatella Rettore and her famous songs Splendido splendente, Kobra and Lamette, sold out throughout the summer. It was the time when Madonna first appeared on the scene. Ru Paul presented his first drag queen show at the Pyramid Club in New York. Models evolved into top models, more and more beautiful, seductive, young, portrayed by the cover of Time magazine with the then sixteen-year-old Brooke Shields, lovely wearing a lace collar. And fashion became fashionable: a fantasy, a risk, a successful experiment, but no-one in the following years felt the need to
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“Fashion, it’s a well-known fact, comes and goes. The milliner of Marie Antoinette, an unlucky but exquisitely elegant queen, already said back in those days that in fashion there is nothing new but that which we have forgotten”
Post-atomic look. A walk to the former funfair Varesine Alessio Tibaldi, in his slightly noir illustrations, pays tribute to the city of Milan. Even the one that no longer exists.
repeat all that. Let us think of the post-atomic style launched by Rei Kawakubo of Comme des Garçons and Yohji Yamamoto, who, in 1981, had abandoned Tokyo, a city “dominated by the common sense of a boring bourgeoisie”, to make his debut in Paris, with the clear intention of revolutionizing the rules of Western fashion. The collection had a shocking impact: the coal-coloured clothes were created with indefinite cuts and showed great gashes, which evoked the atomic danger. The collection, which was very much applauded and photographed because of its sense of penance at the exact moment when life flows faster, more vibrant, coloured and noisier, became the most sophisticated against-the-grain trend, which appeared and disappeared within a year and never came back. Except in the movie by Bruno Corbucci, Delitto in Formula Uno [Crime in Formula One] (1983), in which the wife of the character Er Monnezza, played by Tomas Milian, proudly appears wearing a brown outfit full of holes and tears (“Postatomic is the latest novelty”) to go to her sister’s wedding. The
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new romantic style became popular thanks to music, to bands such as Spandau Ballet and Depeche Mode or singers such as Steve Strange, Boy George and Sade. It was born in London, as a reaction to punk, and strange as it may seem, it was a young movement and a spontaneous fashion style. It focused completely on the past because it was no longer clear where the future had gone. The horizons were too foggy to direct choices, and especially the routes, both individual and collective. Thus the wardrobe recovered styles from the past through contaminations, superimpositions and variations. With laces, cloaks, ruffles, velvets, white neo-dandy shirts and pirate-style fineries that had in Vivienne Westwood and Stephen Jones their strongest representatives. But when the ideological content moved towards something else, the new romantic style disappeared and today it can be found only on old record covers. It was a movie, Flashdance, instead, that turned gymnastic style into something contemporar, transferred vigorously from gyms to daily life, with its leggings, the legwarmers inspired by the world of dancers, the extralarge t-shirts tied on the hips with a knot. We have never got rid of leggings since, but the gym became an outdoor place with men and women running in traffic under skyscrapers wearing shorts. Back then it was called jogging and quickly became a mass phenomenon. Now it is called running and the Flashdance style is seen only when, for the hundredth time, this romantic comedy is shown on TV. Among vintage TV excerpts, always fun to watch, there is that gallery of manias and fads called Italia 1 (a Italian TV channel) with its Drive In show. With its official Paninaro, Enzo Braschi, with its Wild Boys as his war cry. It was a fashion and costume phenomenon that ran through 1980s Italy. Born in Milan in a very central bar (Il Panino), it characterized middle class kids. While in Rome, says the critic Antonio Dipollina of the newspaper La Repubblica, “the reference model were the stocky guys from lower classes who paid a lot of attention to the way they dressed but less to details”. That of paninari was a uniform: Timberland boots, Moncler down jackets, Armani jeans, Burlington socks with flashy coloured rhombuses. It is unlikely that someone should remember them; in 1987, the real paninari had already disappeared, but the fact that they survived, and that the brands they loved became more than famous, is almost a miracle. Yuppie fashion, which has also disappeared, was quite the opposite: young urban and professional. It was an international way of thinking, expressed by the generation of young managers and professionals, whose focus was on their careers, money, comfortable life. Designer clothes were a must, while accessories, from watches to cars, had to be luxury ones. 90s New Age would sweep away those cynical rules, which were based only on material life. It certainly did not change the following decades in a profound way, but it definitely made the yuppie style disappear. And we are better off that way.
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Anyone can be an artist! (or maybe not?) by Joe T Vannelli Illustration by Joe Colosimo
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i trovavo a Venezia per suonare all’Hotel Danieli, per il party della rivista Variety, durante il Festival del Cinema e, in quell’occasione, ho visitato la mostra dedicata a Elio Fiorucci a Ca’ Pesaro. La mia carriera è iniziata proprio con lui, avevo 18 anni. Durante il giorno lavoravo nel reparto dischi del suo “Concept Store” di Via Torino a Milano, mentre la sera iniziavo la mia carriera in consolle al “Sì o Sì”, discoteca di tendenza in quel periodo. Sono sempre stato appassionato di moda, di trend (non solo musicali), e nel mio percorso da Dj ho lavorato con Krizia, ho fatto ballare Naomi Campbell e Kate Moss ai party di Gianni Versace, e ho sempre cercato uno styling essenziale, ma riconoscibile: canotta nera e occhiali da sole sono stati la mia ‘divisa’ in consolle per anni e lo sono tutt’ora. Oggi la moda e la musica si alimentano a vicenda e l’una amplifica l’altra a livello mediatico. Gli stilisti utilizzano i grandi cantanti per le loro campagne o addirittura per rilanciare i loro marchi. Gli artisti stessi firmano ‘Capsule Collection’ che diventano must have in pochi giorni: Kanye West, Pharrell, Rita Ora, Katy Perry… Certamente ricorderete le campagne di Armani con i volti di Calvin Harris e Tiësto; o Afrojack che firma la capsule per G-Star RAW, sold out in poche ore - giusto per citarne alcuni; Marcelo Burlon ha mosso i primi passi nel mondo dei club e oggi possiede un brand che sfila sulle più importanti passerelle. Io stesso, spinto dalla voglia di esplorare questo mondo dall’interno, capirne i meccanismi e divertirmi a creare un prodotto mio, ho da poco lanciato una linea di t-shirt fashion, JTV Collection, che non ha la pretesa di definirsi “Moda” con la M maiuscola, ma che naviga benissimo nel mare del “ready to wear”. Certamente la facilità odierna con cui si possono approcciare i veri professionisti e ci si può immergere in mondi complessi, un tempo percepiti come inavvicinabili, apre a tutti più ampi orizzonti.
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Rispondo con fermezza ai giovani che, a volte, sento incolpare i tempi moderni per i loro insuccessi: oggi le possibilità sono davvero tante. Con pochi euro puoi acquistare un volo per gli States, mandare una mail a qualunque produttore, realizzare una traccia musicale con software digitali, addirittura dire in giro che di mestiere “fai il Dj” senza possedere competenze tecniche o conoscenze musicali. Credetemi, 40 anni fa non era possibile e per riuscire dovevi faticare molto di più, senza incoraggiamenti e pochissime speranze. Il vero successo oggi non è più “Arrivarci!”, ma riuscire a durare nel tempo… come stilista, musicista, cantante, fotografo, designer, scrittore. Perché la vera difficoltà - di oggi, come di ieri - è realizzare qualcosa di straordinario che lasci un segno indelebile. Chiunque può “fare musica”, ma tra 40 anni la tua canzone farà ancora battere il cuore di chi ti ascolterà? I was in Venice to play at the Hotel Danieli, for the party of Variety magazine, during the Film Festival, and on that occasion, I visited the exhibition dedicated to Elio Fiorucci at Ca’ Pesaro. My career began with him; I was 18. During the day I was working in the record department of his “Concept Store” in Via Torino in Milan, while at night I was beginning my career at the console at the “Sì o Sì”, a trendy discotheque at the time. I have always been very fond of fashion, of trends (not only musical ones), and during my journey as a DJ, I worked with Krizia, I made Naomi Campbell and Kate Moss dance at Gianni Versace’s parties; and I have always looked for an essential but at the same time recognizable style: black These days fashion and music feed each other and one amplifies the other on a media level. Designers use great singers for their campaigns or even to relaunch their brands. Artists themselves sign ‘Capsule Collections’ that become a must have in just a few days: Kanye West, Pharrell, Rita Ora, Katy Perry… You can certainly remember the Armani campaigns with the faces of Calvin Harris and Tiësto; or Afrojack that signs the capsule collection for G-Star RAW, sold out in just a few hours – just to mention a few; Marcelo Burlon started out in the world of clubs and today he owns a brand that is shown on the most important catwalks. I myself, driven by the desire to explore that world from within, to understand its mechanisms and have fun creating a product of my own, have recently launched a line of fashion t-shirts, JTV Collection, which does not expect to call itself “Fashion” with a
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capital F, but which navigates the sea of “ready to wear” really well. Certainly, the ease with which these days one can approach the real professionals and enter complex worlds which were once perceived as unreachable opens up broader horizons for everyone. I reply with firmness to the young people whom I sometimes hear putting the blame for their failures on modern times: these days the possibilities are really many. With a few euros you can purchase a flight to the United States, send an e-mail to any producer, make a musical track with digital softwares, even tell people that you work as a DJ without having any real technical skills or musical knowledge. Believe me, 40 years ago it was not possible, and in order to make it, you had to work much harder, without being encouraged and with very few hopes. These days real success is no longer “To get there”, but to manage to last over time… as a fashion designer, musician, singer, photographer, designer, writer. Because the really difficult thing today, just like yesterday, is to create something extraordinary that will leave an indelible mark. Anyone can “make music”, but in 40 years’ time will your song still make the heart of those listening to it beat?
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FEDERATION FRANCAISE
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Ph. A.L.
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Nicholas Kirkwood Beauty addicted
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l noto conduttore David Letterman è famoso per introdurre i suoi ospiti con la frase “non ha bisogno di presentazioni”. Si potrebbe dire lo stesso di Nicholas Kirkwood, ormai punto di riferimento indiscusso nel mondo calzaturiero. Lancia la sua prima collezione nella primavera del 2005 sfidando le convenzioni delle calzature femminili e sorprendendo per le invenzioni e le tecniche di lavorazione ricche di particolari. Alle sue spalle la formazione presso le prestigiose scuole di design Central Saint Martins e Cordwainers College di Londra, tra i suoi traguardi la partnership del 2013 con il colosso LVMH e l’apertura di 3 monomarca a Londra, New York e Las Vegas oltre alla presenza in più di 150 punti vendita nel mondo. Cosa significa realizzare le sue scarpe in Italia? “Lavorare in Italia significa avere accesso al meglio di due mondi. Da una parte l’esperienza e la lunga tradizione tramandata da generazioni; una conoscenza e un’attenzione al dettaglio che non esiste altrove. Dall’altra, significa poter sfruttare tecnologie all’avanguardia per il settore calzaturiero, in grado di assisterti nella fase di progettazione e produzione. Personalmente utilizzo molto la stampa 3D applicata ai tacchi: posso sviluppare un tacco in Italia, inviare il file a Londra e trovarmelo realizzato/stampato appena rientro in Inghilterra”. Con quali materiali preferisce lavorare? “Quasi tutti sono virtualmente di provenienza italiana. Dico ‘virtualmente’ perché molti li ho realizzati per conto mio. Se, per esempio, non trovo sul mercato la pelle che abbia la morbidezza e al tempo stesso l’aspetto che cerco, allora decido di crearla da me. Lo stesso faccio con i colori. Con la mia squadra lavoriamo tantissimo sullo sviluppo di nuove idee. A volte funzionano, a volte no. Ma la sperimentazione è la vera forza trainante di una collezione. Può condurre a notevoli successi come a grandi fallimenti, che occorre essere pronti ad accettare”. Che tipo di designer è? “Abbastanza fanatico e pignolo. A volte esagerato, così ossessivo che rischio di ostacolare il lavoro. Sono convinto, però, che quando conosci a fondo qualcosa sai anche come utilizzarla e, a quel punto, come realizzare veramente novità. Quando vuoi superare il limite ti senti dire: “Oh no, non è possibile”. Essere creativi significa conoscere la realtà e provare in qualche modo a superarla. Se credi in qualcosa, puoi trovare una soluzione per realizzarla”.
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“Being creative means knowing what is real and trying in some way to go beyond it. If you believe in something, you can find a solution to create it”
La perla è un elemento iconico nei suoi modelli. Come mai? “È presente nelle mie collezioni fin dal 2007. Inizialmente mi intrigava l’idea di utilizzare un elemento così prezioso sotto il tacco, come fosse parte strutturale della scarpa. Un’idea quasi decadente. Col tempo ho individuato altre forme e luoghi: un filo di perle su zeppa come se si camminasse su una preziosa collana (idea anch’essa decadente). Poi la perla è tornata sotto il tacco, quindi vi è entrata dentro o ha avvolto la parte posteriore di una struttura mascolina… comunque, l’ho sempre utilizzata come fosse parte strutturale e non decorativa. L’elemento prezioso, che di solito si ostenta, a me piace nasconderlo. Un po’ come si dice facesse Andy Warhol che si appuntava gioielli all’interno del cappotto. Nessuno sapeva fossero lì, tranne lui che, perciò, si sentiva speciale. Per le mie perle vale la stessa idea: un segreto da scoprire, qualcosa di non immediatamente evidente, che penso dica molto di chi le indossa”. Lei è uno dei designer più influenti nel settore. Come vive questo ruolo? “È fantastico sapere di essere d’ispirazione per altri, specialmente se si tratta delle generazioni più giovani. Nel senso che preferisco non ispirare troppo i miei coetanei… non so se mi spiego?! A parte gli scherzi, è molto gratificante poter scrivere parte del futuro di questo settore”. Cosa pensa dell’evoluzione della distribuzione, dei negozi reali o digitali? “Siamo agli inizi di una rivoluzione già in atto. Il negozio, oggi, non deve essere più solo il luogo in cui vendere un prodotto, ma in cui approfondire la conoscenza di un marchio, farne esperienza. Deve ispirarsi al web: se è vero che in molti siti puoi anche acquistare, è pur vero che l’online ti cattura quando informa su un brand attraverso interviste, video, o la storia di come viene fabbricato il prodotto. Il web è una vetrina sul mondo del marchio e gli spazi fisici dovrebbero sposare lo stesso concetto. Non sto dicendo in alcun modo che i negozi siano giunti al capolinea. Penso che il significato e lo scopo di un negozio debbano evolvere: mi dovrà raccontare di cosa si occupa il marchio oltre le scarpe, utilizzando arte, musica e altri elementi che riflettano l’anima del brand”. Esiste un accessorio moda di cui non può fare a meno? “Probabilmente le mie Nike Air Max 90. Ho un debole per loro. Ne possiedo in tutti i colori. Di solito le indosso bianche e, quando iniziano a sporcarsi, ci gioco: le vernicio, le decoro e le rimetto a nuovo”. Aspettiamo quindi una capsule collection “by Nicholas Kirkwood”? “Beh, non si sa mai. Tengo aperte tutte le porte”.
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The well-known TV host David Letterman is famous for introducing his guests with the words, “My next guest needs no introduction”. The same could be said of Nicholas Kirkwood, an undisputed point of reference in the footwear world. He launched his first collection in the spring of 2005 challenging the conventions of women’s footwear with surprising inventions and techniques rich in detail. His background includes training at the prestigious Central Saint Martins design school and the Cordwainers College of London, and among his goals a partnership in 2013 with the giant LVMH and the opening of 3 flagship stores in London, New York and Las Vegas, as well as the presence in more than 150 stores worldwide. What does it mean making your shoes in Italy? “Working in Italy means getting the best of both worlds. On the one hand, you have the experience and long tradition handed down over generations; knowledge and attention to detail that doesn’t exist anywhere else in the world. On the other hand, it means being able to have cutting-edge footwear technologies that can help with the design and manufacturing process. I personally use a lot of 3D printing for heels: I can develop a heel in Italy, send the file to London and find it made/printed as soon as I get back to England”. What material do you prefer to work with? “Virtually all of the materials I use are sourced in Italy. I say ‘virtually’ because I also create many of them myself. If, for example, the market does not have the leather with the softness and appearance that I am looking for, then I will create it myself. The same goes for colours. I work very closely with my team to develop new ideas. Sometimes they work, sometimes they don’t. But experimentation is the real driving force behind a collection. It can lead to significant successes as well as major failures, which we must be prepared to accept”. What kind of a designer are you? “I am rather fanatical and fussy. At times, exaggerated, and so obsessive that it gets in the way of the work process. However, I am convinced that when you truly know something, you also know how to use it and, at that point, how to come up with something that is truly new. When you want to go beyond the limits, people tell you: ‘Oh no, it’s not possible’. Being creative means knowing what is real and trying in some way to go beyond it. If you believe in something, you can find a solution to create it.” The pearl is an iconic element of your models. Why? “It has been present in my collections since 2007. Initially, I was intrigued by the idea of using such a precious element under the heel, as if it were a structural part of the shoe. An almost decadent idea. Over time, I identified other forms and places: a string of pearls on a platform that looked as if you were walking on a
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precious necklace (also a decadent idea). Then the pearl returned under the heel, then it went inside and wrapped around the back part of a more masculine style of heel… however, I’ve always used it as part of the structure and not as a decoration. I like to hide the precious element, which is usually flaunted. It’s a bit like what Andy Warhol used to do when he pinned up jewellery inside his coat. No one knew it was there except him, and it made him feel special. The same idea applies to my pearls: a secret to be revealed, something that is not immediately obvious, which I think says a lot about the person wearing it”. You are one of the most influential designers in the industry. How does this make you feel? “It’s great to know that I am inspiring others, especially if it’s the younger generation. However, I prefer not to be an inspiration for my colleagues too much… if you know what I mean? Jokes aside, it’s very rewarding to be able to write part of the future of this industry”. What do you think about the evolution of distribution in physical or digital stores? “We are in the middle of a revolution. Today, stores should no longer be just a place for selling a product, but a place for learning more about a brand, and for experiencing it. It should work in the same way as an online store: while it is true that you can buy products on many websites, it is also true that you can also learn about a brand through interviews, videos and the storytelling of how the product is made. The web is a window to the brand’s world and brick and mortar stores should embrace this concept. I am in no way saying that actual retailers have come to an end. I think that the meaning and the purpose of a store should evolve: it should tell me about the brand’s parallel interests besides shoes, using art, music and other elements that reflect its soul”. Is there a fashion accessory that you can’t do without? “Probably my Nike Air Max 90. I’m a sucker for them. I have them in all colours. Usually I wear the white ones and, when they get a little bit dirty, I play around a bit. I paint them, decorate them and give them a new lease of life”. So, are we going to see a capsule collection “by Nicholas Kirkwood”? “Well, you never know. I like to keep my options open”.
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“We are in the middle of a revolution. Today, stores should no longer be just a place for selling a product, but a place for learning more about a brand, and for experiencing it�
WORTMAN
CELEBRITY
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Euridice Axen
The call of an actress Photos by Angelo Lanza Fashion by Stefania Sciortino Text by Fabrizio Imas
B
ellissima, ironica e divertente: forse sono proprio questi gli ingredienti che hanno portato il premio Oscar Paolo Sorrentino a sceglierla per Loro 1 e 2, il film ispirato alla vita di Berlusconi dove interpreta l’audace e disinibita moglie di un ambiguo imprenditore. Italo-svedese e figlia d’arte, in cuor suo ha sempre saputo di voler intraprendere il mestiere di attrice, tranne che per un breve periodo della sua vita in cui ha pensato di fare la giornalista. Forse perché, essendo molto curiosa per natura, l’attività investigativa della reporter l’avrebbe sicuramente appagata. Non era nuova a lavorare con il grande regista. Aveva già preso parte, infatti, alla serie televisiva The Young Pope, andata in onda su SKY, dove interpretava proprio il ruolo di una giornalista, spregiudicata e disposta a tutto pur di avere la sua audience. Su quel set, lui le aveva detto che sicuramente si sarebbero rincontrati, ma in quel momento pensò fosse solo un complimento per il lavoro svolto. Invece era una promessa, che a distanza di qualche tempo è stata mantenuta. Il processo di selezione per il casting del film non è stato facile. Ciò che più l’ha colpita di Sorrentino, e di cui sarà sempre riconoscente, è stata la sua capacità di immaginare un’attrice ‘trasformata’: una visione non semplice, che Euridice aveva già sperimentato in precedenza con Gabriele Lavia.
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Bomber and pants GUCCI
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Dress BLUGIRL Biker MICHAEL KORS Boots ALBERTA FERRETTI Bag MICHAEL KORS Jewelry IOSSELLIANI
Pants GUCCI Shoes MARCO PROIETTI
CELEBRITY
“In everyday life, in fact, her preference is for comfort, even if when shooting a film or participating in an event she has a lot of fun dressing up fashionably, putting herself in the capable hands of experts”
Si reputa una donna fortunata, nonostante le sue aspettative nei confronti degli altri siano sempre molto alte; a volte, però, le è sufficiente confortarsi, ripetere tra sè e sè: “Hai un letto caldo, degli amici che ti vogliono bene, fai un lavoro che ti piace... non ci si può lamentare”. È cosciente che la bellezza sia solo uno strumento, soprattutto nel lavoro di un’attrice dove gioca un ruolo importante, una sorta di plusvalore che aiuta, anche se lei non si considera una ‘bellona’. Parlando di moda, invece, si definisce ‘super casual’. Nella vita quotidiana, infatti, sceglie sempre la comodità, anche se quando si affida alle mani degli esperti – vuoi per le riprese di un film, o per un evento – si diverte tantissimo a vestire alla moda. Non sa ancora se è cambiato o cambierà qualcosa nella sua vita professionale nel ‘dopo Sorrentino’, ma si ritiene molto soddisfatta. Sa di aver fatto qualcosa di bello e questo le permette, in un certo senso, di potersi ‘riposare un attimo’. Il che non vuol dire adagiarsi, ma semplicemente essere consapevoli che quel che di buono ha realizzato non glielo può più togliere nessuno. A volte, scherzando con gli amici, dice che adesso potrebbe anche aprire una pizzeria… ma sappiamo che non lo farà. La consacrazione l’ha ricevuta all’ultima edizione dei Nastri D’Argento con il premio “Guglielmo Biraghi” che, mi confida, l’ha colta alla sprovvista: visto il cast blasonato di cui ha fatto parte, la sua speranza era solo quella di compiere un buon lavoro. E possiamo dire che è stato davvero un ottimo lavoro. Beautiful, ironic, and fun: maybe these are the traits that led Oscar winning director Paolo Sorrentino to choose her for Loro 1 and 2, the movies inspired by the life of Berlusconi, where she interprets the bold and uninhibited wife of a deceptive businessman. Italian-Swedish by birth, with acting running in the family, she has always known that she wanted to be a professional actress, except for a very brief period of time in her life when she considered the possibility of being a journalist. Maybe because, with her extremely curious nature, she thought the investigative work of a reporter would be especially rewarding. She was not new to working with this great director. In fact, she
had already taken part in a TV series shown on SKY, The Young Pope, where she played the part of an unprincipled journalist ready to do anything to boost her ratings. On that set, he had told her that they would most assuredly meet up again in the future, but at the time, she thought it was only a compliment for a job well done. Instead, it was a promise, which eventually came to fruit. The process of selection for the casting of the film was not easy, but what impressed her the most about Sorrentino, and for which she will always be grateful, is his ability to imagine an actress as already “transformed” into the character she is playing: something that is not easy to envision, but which is possible, as Euridice previously saw with Gabriele Lavia. She considers herself a fortunate woman, notwithstanding the fact that her expectations have become increasingly high when it comes to others; but, sometimes, it’s enough, when facing certain situations, to think to yourself, “you have a warm bed, friends that love you, and you like your work”. When considering all this, she feels she really has nothing to complain about. She is also aware that beauty is only used as a tool, playing an especially important role in the life of an actress and serving as a sort of added value that nevertheless helps. Instead, when it comes to fashion, she defines herself as ‘super casual’. In everyday life, in fact, her preference is for comfort, even if – when shooting a film or participating in an event – she has a lot of fun dressing up fashionably, putting herself in the capable hands of experts. She does not yet know if something will change in her ‘post-Sorrentino’ professional life, but she is very satisfied: she knows she has done something worthwhile and this allows her, in a certain sense, to be able to ‘rest for the moment’. This does not mean slowing down, but simply knowing that what she did well can never be changed by anyone. Joking with her friends, she sometimes says she might even open up a pizzeria now; but she won’t. At the last edition of the Nastri D’Argento awards, she was extremely honoured when she received the “Guglielmo Biraghi” award, which she confessed was a big surprise to her. With the starstudded cast that worked with her on the film, her hope was only that of having done a good job. And we can say that it really was an excellent job.
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Dress BLUGIRL Shoes MARIO VALENTINO Jewelry IOSSELLIANI
Bag MICHAEL KORS Shoes MARIO VALENTINO
Dress ALBERTA FERRETTI Shoes MARIO VALENTINO
Dress and shoes ALBERTA FERRETTI Bag MICHAEL KORS Jewelry IOSSELLIANI Photos by Angelo Lanza Fashion by Stefania Sciortino Styling assistant: Rosamaria D’Anna Producer: Michele Sabia @ Upgradeartist, Roma Make-up: Massimo Ginesi Hair: Enza Santoro @Aldo Coppola using L’Oréal Professionnel
PEVERADAMODA S.r.l. 55018 Segromigno in Monte (LU) ITALY Via Delle Ville, 441/443 Tel. +39 0583 922575 / 926529 Fax +39 0583 926525 peveradamoda@iol.it - a.peverada@tiscali.it
PEVERAD A
FABI _C alzaturificio_S.p
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fashion
September issue #1 Rock, paper, scissors Valentina Marchei e Ondřej Hotårek Kiss me I parked my red wheels in a lilac garage Bag-raider Eugenio Franceschini Runway
September issue #1 Photos by Angelo Lanza Fashion by Luca Termine
Suit MUGLER - T-shirt A-LAB MILANO - Fur MASSIMO ALBA - Shoes ARTSELAB - Bag GEDEBE
Dress and bomber TER ET BANTINE - Vest MAKE MONEY NOT FRIENDS - Bag LONGCHAMP - Shoes CLONE
Purple dress DELFRANCE - Pink jacket ASOS - White coat ROBERTA BIAGI - Skirt ALYSI - Bag DESIGNINVERSO - Glasses MYKITA - Shoes MIAHATAMI
Trench and pants MIAHATAMI - Sweatshirt and bag MAKE MONEY NOT FRIENDS - Hat STETSON - Slippers with fur POLLY PLUME - Clutch LES PETITS JOUEURS
Dress and cardigan PIERANTONIO GASPARI - Belt bag and clutch PIJAMA - Shoes ALYSI - Hat STETSON - Furs ANGELIA AMI
Coat SEVENTY - Whole suit GUY LAROCHE - Fur ANGELIA AMI - Handbag FRANCESCA E. VERSACE
Turtleneck ALYSI - Sweater ARTHUR ARBESSER - Jacket ASOS - Pants PRINGLE OF SCOTLAND - Glasses ETNIA BARCELONA - Pillow MAKE MONEY NOT FRIENDS - Shoes POLLY PLUME
Black suit and purple skirt NOBI TALAI - Collant ASOS - Scarf A-LAB MILANO - Shoes LONGCHAMP
Photos by Angelo Lanza Fashion by Luca Termine Photo assistant: Yadier Castro Piedra Styling assistant: Angela Qehaia Grooming: Giulia Gagliano @ MKS Milano using Filorga Model: Lexi Bhardwaj @ Women Models Milano
Rock, paper, scissors Photos by Stratis Kas Fashion by Sabrina Mellace
Dress ANTEPRIMA Shoes ETRO Stockings OROBLU Hat HERBERT JOHNSON
Jacket CALCATERRA Shirt and pants LANNERETT Hat HERBERT JOHNSON
Sunglasses MIU MIU Top PRINGLE OF SCOTLAND Coat MARYLING Hat HERBERT JOHNSON
Coat MALLONI Dress MOQETTE Shoes ETRO Stockings COROBLU Bag GIANCARLO PETRIGLIA Hat HERBERT JOHNSON
Bag and shoes BOTTEGA VENETA
Top PRINGLE OF SCOTLAND Bag BALLY Coat MALLONI Hat HERBERT JOHNSON
Coat CRICOSTRU Top KATIA GIANNINI Bag MALLONI Pants ISSEY MIYAKE Stockings OROBLU Shoes ETRO Hat HERBERT JOHNSON
Coat LANNERETT Pants KATIA GIANNINI Hat HERBERT JOHNSON Photos by Stratis Kas Styling by Sabrina Mellace Styling assistant: Rebecca Sofia Donà Make-up: D’alta X’alta @DTalesCreativeAgency Hair: Konstantinos Sakkàs @DTalesCreativeAgency Model: Sara Mirella Hakala @IMG Models
SPORT
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Valentina Marchei e Ondřej Hotárek Sparkling dream
E
rano preparati al tramonto, quando i graffi del ghiaccio hanno annodato i loro pattini. Lui li ha cresciuti: sacrificio, rischio, vittorie e delusioni. Lì sul ghiaccio è la loro anima… vuol scivolare ancora una volta fra luci e musica, dentro i mille riflessi di un sogno, fra personaggi, figure, intrecci. E loro sorridono sempre, oltre i limiti della fatica. Su questo freddo specchio, lanciala in un triplo lutz, poi un twist. E mentre il sospiro si sospende in brivido, assaporate l’esplosione di gioia di chi sugli spalti vi ha seguiti in volo. Emozione che cristallizza in applausi e grida. “Ora culliamo il sogno l’uno dell’altra. Entusiasmo e passione ci hanno sospinto di nuovo al centro della pista. Lì, per noi, è solo divertimento”. Quando le loro carriere parevano destinate a chiudersi, Valentina Marchei (Centro Sportivo Aeronautica Militare) e Ondřej Hotárek (Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria) stupiscono e zittiscono tutti. Dopo soli 4 mesi che si allenano insieme, vincono il titolo italiano (2015) e dopo poco conquistano il 4° posto agli Europei. I successivi Mondiali li vedono salire fino alla 9° posizione, qualificandosi per le Olimpiadi. E la favola continua nel 2018 in Corea del Sud: a Pyeongchang si piazzano al sesto posto nella loro disciplina, il pattinaggio di figura, sulle note di Tu vuò fa’ l’americano (http://bit.ly/marhotol18) e concorrono al 4° posto della squadra nazionale. Battono tutti i record italiani come fosse la classica ciliegina sulla torta di due spettacolari carriere: lei 5 volte campionessa italiana in singolo, un quarto posto agli europei del 2013 e un ottavo posto ai mondiali del 2012 (nessuno ha mai vinto tanto in due diverse discipline); lui due volte campione italiano con Laura Magitteri, prima di duettare insieme a Stefania Berton con cui conquista una storica medaglia di bronzo agli Europei del 2013. Siamo al lieto fine? Non è detto…
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They were ready for the sunset, when scratches on ice knotted their skates. It has raised them: sacrifice, risk, victories and disappointments. On the ice is their soul... it wants to slip once again between lights and music, inside the thousand reflections of a dream, between characters, figures and plots. And they keep on smiling, beyond the limits of exhaution. On this cold mirror, she is launched into a triple lutz, then a twist. And while your breath is taken away it suddenly turns into a shiver, enjoying the explosion of joy of those, who in the stands followed you in your flight. An emotion that puts into effect applauses and shouts. “Now let’s cradle into each other’s dreams. Enthusiasm and passion pushed us back to the centre of the track. All you can find there for us is fun”. When their careers seemed destined to end, Valentina Marchei (Aeronautical Military Sports Centre) and Ondřej Hotárek (Fiamme Azzurre Sports Association of the Penitentiary Police) amaze and silence everyone. After only 4 months of training together, they won the Italian title (2015) and after a while they won the 4th place at the European Championships. The subsequent World Cup sees them climb up to the 9th position, qualifying for the Olympics. And the fairytale continues in 2018 in South Korea: in Pyeongchang they place themselves in sixth position in their discipline, figure skating, on the notes of Tu vuò fa’ l’americano (http://bit.ly/marhotol18) and contribute to the 4th place of the national team. They beat all Italian records as if it was the classic icing on the cake of two spectacular careers: she was 5 times Italian champion in single competiton, reached the fourth place at the Europeans in 2013 and the eighth place at the World Cup in 2012 (no one has ever won so much in two different disciplines); he has been twice Italian champion with Laura Magitteri, before forming a duet with Stefania Berton with whom in 2013 at the Europeans he won a historic bronze medal. Are we at the happy end? Who knows…
EDITORIAL
Valentina: Top and skirt MANGANO Shoes SERGIO ROSSI Ondřej: Shirt, gilet and pants CARLO PIGNATELLI af magShoes BALDININI
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Valentina: Dress STEFANO DE LELLIS Shoes MALLONE Ondřej: Total look CARLO PIGNATELLI Still: Bag FRANCESCA VERSACE
Valentina: Jacket SHIRTAPORTER Shoes LOUBOUTIN Ondřej: Jacket THOMAS PINA Shoes LOUBOUTIN
Coat CINI Pants and shoes MUSANI
“Now let’s cradle into each other’s dreams. Enthusiasm and passion pushed us back to the centre of the track. All you can find there for us is fun”
Valentina: Fur OTTOD’AME Dress BEATRICE Shoes LIU.JO Ondřej: Total look BRERA’S Shoes MORESCHI Still: Shoes BENEDETTA BOROLI Clutch LE PETITS JOUEURS
Valentina: Dress STEFANO DE LELLIS Shoes MANFREDI MANARA Ondřej: Shirt ALESSANDRO GHERARDI Vest and pants GIORGIO ARMANI Still: Bag OTTOD’AME Shoes PRETTY BALLERINAS
Valentina: Shirt STEFANO DE LELLIS Culotte LA PERLA Boots TIPE & TACCHI Bag GIANCARLO PETRIGLIA Ondřej: Total look DOLCE & GABBANA
Valentina: Dress STEFANO DE LELLIS Shoes BOTTEGA VENETA Ondřej: Vest and pants MASSIMO DUTTI Shoes RALPH LAUREN AF.Mag Production Styling assistant: Francesco Zucchinali Make-up: Anna Kalytyak @ MKS Milano using Makeup Urban decay naked heat Hair: Francesco Ficara @ MKS Milano using Alfaparf Milano
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Kiss me Photos by Peter Penn Styling by Giulia Frulio
Anthony: wearing TOM FORD - Jacket, shirt and bow tie: TOM FORD / Sheva: wearing STELLA McCARTNEY - Bra INTIMISSIMI
Maxi: wearing GUCCI - Top H&M
Danielle Mackenzie: wearing SAINT LAURENT - Top WOLFORD
Natalie: wearing STELLA McCARTNEY - T-shirt DIESEL
Suzie: wearing CHRISTOPHER KANE - Leotard ATTIC AND BARN
Marina L.: wearing POMELLATO - Bra PRIMARK
Camila: wearing BOTTEGA VENETA - Top DIESEL
Anthony: wearing MOSCOT - Shirt and bow tie PRADA / Amanda: wearing CARTIER - Bra RADÀ
Agustina: wearing MCQ - Bra INTIMISSIMI
Anthony: wearing MOSCOT / Allegra, our lucky charm: sleeping
Klara: wearing ALTUZARRA - Top H&M
Emily P: wearing ALAIA - T-shirt ZARA
Sheva: wearing STELLA McCARTNEY - Bra INTIMISSIMI
Renée: wearing BOUCHERON - Jacket PULL AND BEAR - Top INTIMISSIMI
Anthony: wearing DIOR - Jacket HAVANA & CO Kurganova: wearing BOUCHERON - Bra VICTORIA SECRET Photos by Peter Penn Styling by Giulia Frulio Photo assistant: Yadier Castro Piedra Make-up: Silvia Sardella using Make Up Forever Hair: Francesco Ficara using Alfaparf Milano Thanks to BOOM Models Management for all models, director Marco Macchi and Annalisa Mellina Very spacial Thanks to Marta Drisaldi and to our lucky charm Allegra
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I parked my red wheels in a lilac garage Photos by Alice Blachet Fashion by Angela Qehaja
Tracksuit ADIDAS ORIGINALS VELVET NAVY - Top TOMMY HILFIGER - Sneakers NIKE AIR MAX 90 X OFF-WHITE
Pants URBAN OUTFITTERS CAMO VINTAGE - Leotard ZARA - Sneakers ADIDAS YEEZY DESERT RAT 500 “BLUSH” - Pouch ASOS
Pants SUPREME GRADIENT PINK - Sneakers NIKE AIR MAX 180 X COMME DES GARÇONS
Top VICTORIA’S SECRET - Pants PALM ANGELS - Sneakers CONVERSE ALL STAR X COMME DES GARÇONS PALY - Sunglasses BOB SDRUNK - Shoulder bag 02.75 - Bottle COCA COLA
Top TOMMY HILFIGER - Pants SUPREME X NIKE - Sneakers NIKE AIR FORCE 1 X OFF WHITE
Photos by Alice Blachet Styling by Angela Qehaja Make-up and hair: Anna Kalytyak Talent @bettacreuso
T-shirt GOSHA RUBCHINSKIY - Leotard AMERICAN APPAREL - Sunglasses ASOS - Socks CALZEDONIA - Sneakers CONVERSE GOLF LE FLEUR
Bag-raider Photos by Gautier Pellegrin Fashion by Dinalva Barros
Left: Pants SARTORIAL MONK Blazer SIMON CRACKER Turtleneck AMERICAN VINTAGE Bag A. TESTONI Glasses EYEPETIZER Right: Blazer pois MUSANI Shirt MALLONI Hat MONTE GALLO Papillon COR SINE LABE DOLI
Left: Coat SARTORIAL MONK Bag MARRONE RIPANI Right: Cardigan K.WAY Shirt ISABEL BENENATO Jeans DROME Boots ISABEL BENENATO
Left: Jacket MALLONI T-shirts LAMBERTO LOSANI Glasses DOLCE & GABBANA Pouch ISABEL BENENATO Right: Pants and gilet M140 Shoes A. TESTONI Leather bag VALSPORT
Left: Pants and coat ANGELOS FRENTZOS Shoes CARLO PIGNATELLI Bag MALLONI Right: Sweater ANGELOS FRENTZOS Coat DROME Glasses OCCHIALERIA ARTIGIANA
Left: Sweater 120% CASHMERE Pants ISABEL BENENATO Boots PREMIATA Bag MALLONI Right: Shirt and jeans ISABEL BENENATO Shoes BALDININI
Left: Pants and vest LAMBERTO LOSANI Shoes VALSPORT Right: Glasses PRADA Jacket FASE Photos by Gautier Pellegrin @MKS Milano Styling by Dinalva Barros @MKS Milano Photo assistant: Ralf Javoiss Styling assistants: Valeria Lombardi Make-up and hair: Jo Sanna @Mh_artist Model: Jaron Baker @Img Models Thanks to Bss Studio 2 @Bssrent.com
celebrity
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eugenio Franceschini
A reckless life, but not too much Photos by Angelo Lanza Concept by Luca Termine Text by Fabrizio Imas
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ugenio Franceschini, super impegnato tra cinema e TV, è figlio d’arte (il padre Gianni è attore teatrale) e la sua formazione affonda le radici nella commedia dell’arte e nella sua spiccata fisicità. Lo abbiamo visto lo scorso giugno nel film di Marco Ponti ‘Una Vita Spericolata’, di cui è molto soddisfatto: “il lavoro più interessante che abbia affrontato nell’ambito dell’audiovisivo”. Un film senza introspezione ed elucubrazioni, dagli obbiettivi molto diretti, quasi fosse stato girato seguendo il metodo Stanislavskij. Per la gioia del pubblico di RAI 1, invece, ha già iniziato le riprese della seconda stagione della fiction di assoluto successo ‘La strada verso casa’ accanto ad Alessio Boni. Ma il vero cambiamento nella vita di Eugenio è stato diventare padre, un desiderio fortissimo che ha da poco esaudito: “I bambini appena nati sono brutti e piangono sempre. Ma quando sono tuoi, anche se di notte non ti fanno dormire, diventano veramente bellissimi”. Forse un giorno anche suo figlio gli dirà, come ha fatto lui con il padre, di voler fare il suo stesso mestiere. Anche se è consapevole che per essere attori ci vogliono sia talento che casualità, Eugenio è pronto a supportarlo: “altrimenti mi sentirei ingrato nei confronti di una passione che mi ha regalato tante soddisfazioni”. Al matrimonio non ci sta pensando per il momento, troppo prematuro. Per ora lui e la fidanzata immaginano solo la festa con gli amici. E proprio con la fidanzata gioca sul suo aspetto fisico. Scherzando mi confida che quando si guarda allo specchio si dice: “Che figo che sono!” e poi ne ridono insieme. Sì, sa di essere di bell’aspetto, ma non se ne cura assolutamente.
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celebrity
Le sue origini sono profondamente venete, un ambiente in cui la moda non era contemplata. I suoi capi d’abbigliamento preferiti rimangono le maglie di flanella del nonno, ferroviere di professione e contadino per passione: “Quando è mancato, mia nonna me le ha regalate tutte”. Gli amici a volte lo prendono in giro per questo suo modo di vestire vintage, o “vecchio” come lui stesso lo definisce. Però, le maglie spesse che non si sgualciscono rimangono il must a cui non sa rinunciare. Non si considera assolutamente un potenziale trend setter, anzi, si reputa un conservatore, nonostante ammiri l’estro dei designer. E quando gli capita di esagerare, come in questi scatti, si diverte come un pazzo a interpretare un personaggio perché si fissi nella staticità della fotografia. Eugenio Franceschini, extremely busy on TV and in movies, has acting in his blood (his father is the theatre actor Gianni) and his training is rooted in “commedia dell’arte” and in his strong physicality. We saw him last June in Marco Ponti’s film ‘Una Vita Spericolata’ (A Reckless Life) of which he is very proud, “It is the most interesting work I have done in the audio-visual field”. A film without introspection and lucubrations, with very clear and straightforward objectives, as if it has been shot using the Stanislavsky method. Instead, to the delight of the RAI 1 audience, he has already begun shooting the second season of the successful TV series ‘La strada verso casa’ alongside Alessio Boni. But the most significant change in Eugenio’s life was becoming a father, something that he truly desired: “New-borns are ugly and cry a lot. But when they are yours, even if they don’t make you sleep at night, they are truly beautiful”. Perhaps one day his son will also tell him, as he told his father, that he would like to be an actor. Even if he knows that to be an actor you need to have both talent and luck, Eugenio is ready to support his son, “otherwise I would feel ungrateful towards a passion that has given me so many satisfying moments”. He is not thinking about marriage at this moment, it’s too early. For now, he and his girlfriend are only thinking about having a party with friends. He jokes about his physical appearance with his girlfriend. Jokingly, he says that when he looks in the mirror he says, “What a hunk!” and then they laugh together. Yes, he knows he is good-looking, but he doesn’t really take care of his appearance. His origins are deeply Venetian, an environment where fashion was not given much thought. His favourite clothes are his grandfather’s flannel shirts, a railwayman by profession and a farmer by passion. “When he passed away, my grandmother gave me all of his clothes”. His friends sometime tease him about the way he dresses in vintage clothes, or “old” clothes as he likes to call it. However, thick sweaters that do not crease are a must-have item. He doesn’t consider himself to be a trendsetter at all, on the contrary, he considers himself a conservative, despite admiring the creativity of designers. And when he gets the chance to exaggerate, as in this shooting, he has a lot of fun playing a character and fix it in the static nature of a photograph.
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EDITORIAL
“Perhaps one day his son will also tell him, as he told his father, that he would like to be an actor. Even if he knows that to be an actor you need to have both talent and luck he will support him�
Accessory Fashion Magazine
September issue Shooting
Editorial: A reckless life, but not too much Starring
Eugenio Franceschini wearing GUCCI Photographer Angelo Lanza Fashion editor/concept Luca Termine Illustrations Marco Colletti Styling Stefania Sciortino Entertainment editor Fabrizio Imas Grooming Martina Molinari @ Elia Piatto Hair, Torino using Shieldon Photo assistant Yadier Castro Piedra Styling assistant and props Angela Qehaja Video director Fabio Bastianello Graphic designer Michele Alberti Producers Michele Donatelli @ TT Agency Roma Andrea Reis @ MKS Milano Driver William Chessa @ Back Stage Service, Milano Light and technical Teresa Zollo @ Back Stage Service, Milano Location Giardino Della Guastalla, Milano Thanks to
Gucci Press Office
Comune di Milano
NO
POL I
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LE PA
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Comando di Polizia Locale Milano Also thanks to Lorenza Anceschi and Samanta Deflorio for the little white rabbit
Watch video at: www.af-magazine.com
RUNWAY
ARMANI PRIVÉ
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Runway
Haute Couture 2018/19 Photos by Antony West
ALEXIS MABILLE
CHANEL
FENDI
GIVENCHY
JULIENNE FOURNIER
JP GAULTIER
SCHIAPARELLI
FENDI
RI VA D EL GA RD A - EXP
ARC AD IA s .r.l.
designer
Paola Brunazzi
A face reflected in the mirror to express every woman’s plurality
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ato nel 2016 da un approfondito lavoro di ricerca sui materiali e da uno spiccato senso del colore, il marchio Paola Brunazzi Milano riflette una personalità dinamica, funzionale, sempre chic. Sviluppate a Milano e prodotte fra Emilia e Toscana, le collezioni - capaci di unire creatività e attenzione alle richieste del mercato - definiscono uno stile e un modo di vivere intimamente femminile: pezzi eleganti dallo spirito fashion, per donne dalla personalità volutamente complessa e ironica. Diplomata in fashion design alla Domus Academy di Milano, Paola Brunazzi ha collaborato dapprima con Trussardi, specializzandosi nella progettazione e realizzazione di accessori donna, per poi approdare in Dolce&Gabbana, dove ha coordinato l’ufficio stile per gli accessori. Un’esperienza in Tod’s, per poi ricoprire il ruolo di vice presidente mondo della divisione design di Samsonite: “Dopo tanti marchi del lusso, con Samsonite ho voluto far esperienza di un’importante realtà, ben radicata anche nel mondo asiatico, verso cui tutti si stavano muovendo. Ho così completato il mio percorso di conoscenza del settore”. Un’esperienza che le ha lasciato la voglia di puntare con ancor più forza sul Made in Italy: “Trasmettere il nostro saper-fare ad altri, che se ne appropriano solo per fare copia/incolla, ci impoverisce di un bene preziosissimo. Così ho voluto dar vita al mio marchio e puntare sulla creatività e sulla manifattura italiana, pur cercando di contenere i prezzi”. Per la prossima stagione calda, la SS2019, Paola Brunazzi Milano propone l’ormai immancabile (e portafortuna) clutch “Nana”, a cui affianca una reinterpretazione del suo tratto distintivo: il gioco di simmetrie dei due volti che si incontrano, a simboleggiare la pluralità di ogni donna. I volti, stampati direttamente su pelle, popolano con forza parte delle proposte, mentre si nascondono un po’ di più in altri modelli dove compaiono solo su piccoli accessori. I volumi sono molto ampi, morbidi e avvolgenti. Una vera alternativa alle proposte strutturate delle ultime stagioni. Macro hobo, senza tracolla, macro marsupi o zaini funzionali (portabili sia a zaino che ancora una volta come hobo). Molto interessante la reinterpretazione delle forme più classiche, che anche in questo caso vengono destrutturate: modelli leggeri e semplici, dal grande fascino.
Born in 2016 from an in-depth research on materials and from a marked sense of colour, the brand Paola Brunazzi Milano reflects a dynamic, functional and ever chic personality. Her collections, which are developed in Milan and produced between Emilia and Tuscany, and which combine creativity and attention to market demands – define a style and an intimately feminine way of life: elegant pieces with a fashion spirit, for women with a deliberately complex and ironic personality. With a degree in fashion design from the Domus Academy in Milan, Paola Brunazzi first collaborated with Trussardi, specializing in the design and realization of women’s accessories; she then worked for Dolce&Gabbana, coordinating the style office for accessories. After that, she had a professional experience at Tod’s and then became the global vice president of Samsonite’s design department: “After many luxury brands, with Samsonite I wanted to experience an important reality, well established in the Asian world too, towards which everyone was moving. I thus completed my knowledge of the sector”. An experience that instilled in her the desire to focus even more strongly on the Made in Italy: “To pass on our know-how to others, who take advantage of it only to do copy and paste, impoverishes us as far as a most precious asset is concerned. Therefore, I decided to create my own brand and focus on Italian creativity and manufacture, trying to contain prices, though”. For the next hot season, the SS2019 season, Paola Brunazzi Milano proposes the by now ever-present (and lucky) clutch “Nana”, which is flanked by a reinterpretation of its distinctive trait: the symmetry play of the two faces that meet, symbolizing every woman’s plurality. The faces, printed directly on leather, populate part of the proposals in a powerful way, while they hide a little more in other models, where they appear only on small accessories. The volumes are extremely ample, soft and enveloping. A real alternative to the structured proposals of the last few seasons. Macro hobos, without shoulder straps, macro pouches or functional backpacks (portable both as backpacks and, once again, as hobos). The reinterpretation of the more classic shapes is very interesting, and in this case too, they are destructured: light and simple models, with a great appeal.
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Manfredi Manara Ode to femininity
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orme classiche, che slanciano la figura femminile e ne esaltano l’esilità, impreziosite da passamanerie realizzate su misura, nappine vezzose, fiocchi… le creazioni di Manfredi Manara trasportano in un altrove, fatto di fasti barocchi e romanticismi nostalgici. Anche per il prossimo inverno la sua musa ispiratrice è una femme fatale bon ton, che si immerge in una color palette delicata, ma al contempo audace, composta di nuances oro e nude, nero brillante e verde profondo. Ai tessuti tradizionalmente utilizzati dallo stilista, come la morbida seta e il velluto iridescente, si contrappone la vernice specchiata. Fil rouge resta il fiocco in raso, suo tocco iconico, bordato in passamaneria e confezionato a mano. Riconosciuto come uno dei giovani designer più promettenti del momento, Manfredi Manara racconta il mondo della sua infanzia con le sue calzature, velluti e tappezzerie adornate di orli e nastri che popolano il ricordo degli appartamenti della nonna. Nato nel 1990 nel Principato di Monaco da padre italiano e madre argentina, ma cresciuto tra Londra e Milano, Manfredi Conti Manara si forma presso la London College of Fashion, e dopo varie esperienze lavorative tra Londra, Parigi e New York, crea nel 2016 la sua prima collezione. Realizzate a Parabiago, le sue calzature portano i nomi di eroi e personaggi di poemi epici, omaggio ad una femminilità senza tempo.
Classic shapes, which create a vertiginous look for feminine figures, while highlighting their sinuousness, with embellishments provided by custom-made trim, charming tassels, and bows… the creations of Manfredi Manara transport us to another place, made up by baroque splendour and nostalgic romanticism. The brand’s muse for the coming winter season is once again a bon-ton femme fatale, immersed in a delicate palette of colours, which is also bold at the same time, with gold and nude tones, shiny black and dark green. The fabrics traditionally used by the stylist, like soft silk and iridescent velvet, are contrasted by mirrored patent leather. The satin bow, with its ironic touch, maintains its position as the leading theme, and is trimmed with passementerie and carefully hand assembled. Recognised as one of the most promising young designers of the moment, Manfredi Manara depicts the world of his childhood with the footwear, velvets, and tapestries, decorated with edging and ribbons, which were typical of his grandmother’s apartments. Born in 1990 in Monaco, with an Italian father and Argentinian mother, but raised between London and Milan, Manfredi Conti Manara got his degree from the London College of Fashion, and after various experiences working in London, Paris, and New York, he created his first collection in 2016. Made in Parabiago, his footwear bears the names of heroes and figures from epic poems, paying tribute to a timeless femininity.
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VI TTORIO VIRGIL I
ART
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Alessio Tibaldi Fashion Horror Story
U
no sguardo noir ma anche ironico e dissacrante sulla moda e i suoi simboli: dall’indimenticabile tubino nero di Givenchy indossato da Audrey Hepburn in ‘Colazione da Tiffany’, alla semplice tunica bianca disegnata da Gucci negli anni ‘90 e protagonista dell’illustrazione dedicata ad af-magazine. Nelle opere del ciclo ‘Fashion Horror Story’, che ricordano i comic horror alla Tim Burton, Alessio Tibaldi riflette la sua personale visione dell’universo moda: sicuramente originale e non scontata. “Guardo sempre con un po’ di distacco la moda e tutto ciò che vi ruota attorno; nella quotidianità, non è sicuramente al centro delle mie preoccupazioni, ma come forma espressiva la trovo molto interessante” – racconta. In particolare afferma di aver voluto declinare alcuni elementi tipici della sua ricerca artistica, quali il disagio e la sofferenza umana, in un ambito più ‘leggero’ come l’illustrazione e la moda. “E’ un’operazione e un divertito gioco di contrasti, una sorta di rovesciamento, una sfida. È nato così questo ciclo di scenette gotiche e surreali, che raccontano piccoli drammi ‘modaioli’… sempre, però, con un sorriso sulle labbra”. Alessio Tibaldi nasce a Milano nel 1977 e si laurea in Pittura all’Accademia di Brera. Dopo un periodo trascorso a Berlino – durante il quale vive il clima culturale e artistico trasgressivo e sperimentale della città –, torna a Milano, dove attualmente vive e lavora. Formatosi come artista visivo, arriva all’illustrazione tre anni fa proprio con il progetto ‘Fashion Horror Story’: una rilettura grottesca e gotica di alcune delle creazioni che hanno fatto la storia della moda e del costume. Al centro della sua creazione artistica vi è spesso la sofferenza umana, colta da differenti prospettive, come nelle opere Lampedusa e Confini Mortali, caratterizzate da imponenti installazioni di disegni su carta velina e packaging di scarto.
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A noir style that also takes an ironic and sacrilegious take on fashion and its symbols: from the unforgettable black Givenchy sheath dress worn by Audrey Hepburn in ‘Breakfast at Tiffany’s’, to the simple white tunic designed by Gucci in the 90’s, which was also the protagonist of the illustration dedicated to af-magazine. In the works of the cyclic ‘Fashion Horror Story’ project, which recall the horror comedy films of Tim Burton, Alessio Tibaldi proposes his own personal vision of the fashion universe that is completely original and unpredictable. “I always look at fashion and everything surrounding it with a slight detachment: in daily life, it’s definitely not at the centre of my thoughts, but I find it very interesting as an expressive means” – he explains. In particular, he affirms that he wanted to develop some elements typical of his artistic research, such as unease and human suffering, in a ‘lighter’ setting like illustration and fashion. “It is an undertaking and an entertaining play of contrasts, a kind of revolution, a challenge. These are the origins of this series of gothic and surreal images, which depict little ‘fashionable’ dramas…always, however, with a smile on their lips”. Alessio Tibaldi was born in Milan in 1977 and received his degree in Painting from the Accademia di Brera. After a brief period of living in Berlin - during which he experienced the cultural, artistic, transgressive, and experimental lifestyle of the city -, he returned to Milan, where he currently lives and works. Having received training as a visual artist, he started illustrating three years ago with his project ‘Fashion Horror Story’: a grotesque and gothic rereading of some of the creations that have gone down in the history of fashion and costume. At the centre of his artistic creation, there are often themes like human suffering, taken from a number of different perspectives, like in his works Lampedusa and Confini Mortali, characterised by impressive design installations on tissue paper and discarded packaging.
ART
GUCCI
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palcoscenico Preview Spring-Summer 2019
Drawing by Joe Colosimo
Preview S/S 2019
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S/S 2019
Pretty Lady
palcoscenico
U
no stile molto femminile e a tratti lezioso, fatto di riflessi metallici, toni pastello e applicazioni ricercate come fiocchi e cristalli, con tacchi vertiginosi che digradano dolcemente anche verso altezze piĂš moderate e le borse compagne di ogni occasione.
An extremely feminine style with a little bit of coyness thrown in for good measure, made up by metallic reflections, pastel tones, and sophisticated appliquĂŠs like bows and crystals, with vertiginous heels that softly decline into more moderate heights and bags that are the perfect companions for every kind of occasion.
Viola Fonti
Accademia
Vernissage - Soffice Sogno
Brunate
Vernissage - Soffice Sogno
Conni
Fauzian Jeunesse
Giorgio Fabiani
Fiorangelo
Danilo Di Lea
S/S 2019
Preview S/S 2019
palcoscenico
preview s/s 2019
palcoscenico
Donna Soft
Eliza Di Venezia
Moda Di Fausto
Soldini
Giampaolo Viozzi
Giovanni Fabiani
preview s/s 2019
Napoleoni
Marino Fabiani
Angus Int. @Gardabags
Ilasio Renzoni
Liu-Jo
Marina C. @Gardabags
palcoscenico
S/S 2019
preview s/s 2019
palcoscenico
Sergio Amaranti
Kharisma
Pomme D’or
Lorena Paggi
Loriblu
Loretta Pettinari
preview s/s 2019
Mally
Luca Verdi
Ma e Lò
Pas De Rouge
Nacrèe - Fratelli Lotti
Marcos Nalini
palcoscenico
preview s/s 2019
S/S 2019 Cromia
Gilda Tonelli @Gardabags
Giudi
Giordano
palcoscenico
Pelletterie Avorio @Gardabags
preview s/s 2019
Marino Orlandi @Gardabags
Gianni Conti by Elda Trade @Gardabags
D&D Group @Gardabags
Sara Burglar
Vittorio Virgili
palcoscenico
preview s/s 2019
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S/S 2019
Cherry glam
palcoscenico
l rosso diventa colore elettivo della prossima estate con la sua energia e la sua carica di sensualità, pronto ad illuminare tanto i modelli più eleganti e sexy, quanto quelli sportivi.
Red becomes the preferred colour for the coming summer with its energy and spirit of sensuality, ready to fully light up not only the most elegant and sexy models, but also those with a sporty appeal.
Comart
Bellini 1951
Dénouée
Ernesto Dolani
preview s/s 2019
Eliza Di Venezia
Giampaolo Viozzi
David Jones - Paris
Laura Di Maggio - Anteprima @Gardabags
Kharisma
Fruit
palcoscenico
preview s/s 2019
Nacrèe - Fratelli Lotti
Napoleoni
Pavlina - Indoswiss @Gardabags
Valentino Orlandi
palcoscenico
Redibo @Gardabags
preview s/s 2019
Roberto Botticelli
Viola Fonti
Voile Blanche
RFR A Grail Therapy
Naturalis
palcoscenico
S/S 2019
preview s/s 2019
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Casual, Comfy & Sporty
Bellini 1951
S
ono le tre parole-chiave di uno stile che si pone in perfetta sintonia con la stagione estiva e la sua voglia di benessere, libertà e vita all’aria aperta: sneaker, ma anche sandali comfort e scarpe chiuse in colori naturali, metallizzati o total white.
These are the three key words of a style that is in perfect sync with the summer season and its desire for well-being, freedom, and an outdoor lifestyle: sneakers, but also comfort sandals, and closed shoes in natural colours, with metallic finishes, or in total white.
Bruno Rossi Bags @Gardabags
Jape
palcoscenico
preview s/s 2019
Luca Verdi
Lab Milano
Pulicati @Gardabags
H_CE
Stonefly
T-Progetto
palcoscenico
preview s/s 2019
Easywalk
King Tartufoli
La Bottega di Lisa
Luigi Traini
Punto Pigro
palcoscenico
preview s/s 2019
Thierry Rabotin
XTI Footwear @Gardabags
Repo
Charlotte @Gardabags
Piampiani
palcoscenico
S/S
preview s/s 2019
palcoscenico
Alexandra
Barleycorn
Laura Bellariva
Cappelletti
Confort
Fessura
preview s/s 2019
Ilenia P
Imac
Kelton
Liu-Jo
Tyko
Ma.Bi
palcoscenico
S/S 2019
preview s/s 2019
palcoscenico
182 i Talking about elegance
ntrecci, ricami, pellami di pregio e lavorazioni artigianali caratterizzano lo stile maschile piĂš elegante, dove il rinnovamento passa soprattutto attraverso alcuni dettagli esclusivi capaci di fare la differenza.
Weavings, embroideries, fine leathers and craft workmanship characterise the most elegant men’s style, with renewal arriving above all through exclusive details capable of making the difference.
Artful - Al.Fi
Antica Cuoieria
Almas
Fratelli Borgioli
preview s/s 2019
Calzaturificio Ducal
Corvari
Graziano Salvatelli
Calzaturificio Fratelli Vanni
Gian Ros
Giovanni Conti
palcoscenico
preview s/s 2019
Lancio
Lido Marinozzi
Lorenzi
Mario Bruni
palcoscenico
Maurizi
preview s/s 2019
Men’s Shoes
Personal Shoes
Rossi
Roberto Morelli
Luca Guerrini
palcoscenico
preview s/s 2019
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New sporty look
palcoscenico
L
a sneaker maschile strizza sempre più l’occhio alla calzatura classico-elegante, da cui attinge dettagli e pellami pregiati, ma resta anche legata al mondo più strettamente sportivo da cui trae origine, con materiali high-tech e fondi ad alta performance.
The men’s sneaker increasingly takes its cue from classic-elegant footwear, fully drawing upon its details and exquisite leathers for inspiration, while also maintaining its ties with the more strictly oriented sports world from which it originates, with high-tech materials and highperformance outsoles.
Antica Cuoieria
Bagatto
Barleycorn
Aldo Brué
preview s/s 2019
Cappelletti
Barracuda
Fabi
Enval Soft
Corvari
Ernesto Dolani
palcoscenico
preview s/s 2019
palcoscenico
Gianfranco Butteri
Filomoti
Giampieronicola
Gianfranco Lattanzi
Galizio Torresi
Giorgio 1958
preview s/s 2019
Good Man
Lancio
Jackal Milano
Imac
Lido Marinozzi
Igi & Co
palcoscenico
preview s/s 2019
Maurizi
Luca Guerrini
S/S Personal Shoes
palcoscenico
Mario Bruni
preview s/s 2019
Rossi
Mario Bruni
2019 Nazzareno Carelli
Voile Blanche
RFR Fabiano Ricci
palcoscenico
preview s/s 2019
192 L Play of lights
palcoscenico
a moda per i piĂš piccoli della prossima estate punta sulla luce e le cangianze con bagliori metallizzati, glitter e dettagli fluorescenti, che convivono accanto al bianco ottico e ai colori intensi.
Missouri
Melania
Romagnoli
Primigi
preview s/s 2019
The coming summer season sees fashion for the littlest set focus upon light and iridescences, with metallic flashes, glitter, and fluorescent details, which coexist alongside optical white and intense colours.
Easywalk
Primigi
Missouri
Melania
Romagnoli
palcoscenico
“Scarpa e borsa devono essere abbinate per forza, così era solita fare mia madre. Due elementi complementari, due perfetti amanti. La linea netta e decisa, senza tratti sottili o esitanti. Una linea chiusa, per un minimalismo infantile, a omaggiare Bruno Munari. Qualcosa di dolce, ma anche aggressivo e drastico” Joe Colosimo “There is no denying that shoes and bags must inevitably be matched, as my mother always did. Two complementary elements, two perfectly matched lovers. The clear and distinct outline, without fine or uncertain traits. A closed outline, for a child-like minimalism, in tribute to Bruno Munari. Something sweet, but also aggressive and drastic”
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OPINION LEADER
Alberto Bonisoli
V
To make the ‘hunger for culture’ grow
arca da solo la soglia di Palazzo Litta a Milano, e passa quasi inosservato. La sicurezza, attendendosi auto blu e scorta, lo ferma prima di accorgersi che è lui, il nuovo Ministro dei Beni e delle Attività Culturali del Governo Italiano. Già da questi atteggiamenti si riconosce la caratura e la cifra di Alberto Bonisoli: “Non ci trovo nulla di strano - sottolinea stupito - In fondo sono un dipendente pubblico alla stregua di molti altri e per fare il mio lavoro non ho bisogno di destare particolare attenzione”. Quali elementi di continuità prevede con il lavoro dei passati governi? “Fino a Letta e Renzi si è solo pensato a tagliare i fondi della cultura con in mente l’unico fine, anche legittimo se vogliamo, di rimettere in sesto i conti dello Stato. Da lì in poi si può, senza dubbio, riconoscere più attenzione alla questione culturale, anche se si sono, in pratica, solo armonizzati i calendari delle fiere. L’unico altro vero traguardo raggiunto è stato far sedere tutto il settore moda attorno allo stesso tavolo. Risultato assolutamente non scontato, ma che lascia ancora moltissimo da costruire”. La cultura italiana vale circa 255,5 miliardi di euro ed è in crescita. Cosa serve per farla ulteriormente migliorare, pensando in particolare alla moda? “A livello internazionale il Ministero degli Esteri si è mosso molto bene nel promuovere la moda e il design italiano sui vari mercati, istituendo per esempio l’Italian Design Day. Nulla di innovativo, ma finalmente qualcuno si è accorto che per promuovere l’intero Sistema Paese, con ricadute economiche importanti, non vi è altra strada che condurre operazioni culturali, in affiancamento alle proposte fieristiche. Vorrei che avvenisse con più sistematicità e vorrei agire in accordo con gli Istituti Italiani di Cultura, che in questo momento non prevedono un’agenda condivisa e i cui programmi sono lasciati all’iniziativa personale. Il mio chiodo fisso è portare in giro per il mondo moda, accessori, prodotto e design che, raccontati attraverso una giusta narrativa, divengono prodotto culturale, un messaggio molto forte e promozionale, anche del mondo produttivo”. A Pitti Uomo lei ha dichiarato: “La moda è cultura”. “Apparentemente un’affermazione banale, ma ha fatto notizia perché nessuno lo aveva mai detto prima”. Ha detto anche: “È il momento di rendersi conto dell’importanza della moda nel forgiare la cultura italiana e i valori delle prossime generazioni”. Uno dei valori è quello della sostenibilità. Cosa ne pensa? “La moda si sta già spostando dall’ottica di una ‘sostenibilità glam’, un po’ di facciata, verso una sostenibilità sostanziale. Gli imprenditori del fashion si stanno rendendo conto che, senza un cammino serio verso una produzione sostenibile, salterà la solidità economica delle loro aziende. Io vorrei spingere perché questo mutamento proseguisse, anzi accelerasse”.
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197
OPINION LEADER Per raggiungere lo scopo bisogna investire molto di più in ricerca, però. “Certo, e lo faremo. Anche se, nel caso della sostenibilità vedo un tipo di ricerca diverso da quello statale classico. Personalmente mi piace immaginare uno Stato che finanzi una ricerca lontana da immediati ritorni economici e che potrebbe inserirsi anche in ricerche non così pure (come quelle su nuovi materiali sostenibili), a patto che vi sia un coinvolgimento dei privati. La strada giusta è il co-investimento”. Quali punti pensa di sviluppare il suo dicastero riguardo la formazione dei giovani nel campo della moda? “Dobbiamo chiederci se possiamo ancora permetterci il ritardo che caratterizza i programmi formativi italiani in genere… Il mondo formativo italiano, intrappolato in questioni sindacali, si è progressivamente allontanato dalla realtà. Una situazione pericolosa, che rischia, fra l’altro, di non trovare soluzioni all’esaurimento della preziosa miniera degli operai specializzati, vera anima trainante della nostra manifattura”. Il presidente di Confindustria Boccia continua a chiedere al nuovo governo di non fermare i piani di Industria 4.0. Cosa ne pensa? “Come Governo sentiamo la responsabilità di svecchiare il Paese. Se proseguire sulla strada di Industria 4.0 significa premiare le aziende che fanno innovazione, allora sicuramente andrà tenuta in debito conto, magari con qualche aggiustamento. Anche in questo caso la chiave di lettura corretta sarà quella del co-investimento”. Alberto Bonisoli, 56 anni, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali del governo Conte, in quota al Movimento 5 Stelle, è un bocconiano dal profilo manageriale che ha lavorato nel mondo della moda, del design e della formazione. Per accettare il dicastero ha lasciato il ruolo di Direttore di NABA - Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano. He crosses the threshold of Palazzo Litta in Milan on his own and goes almost unnoticed. The security people, expecting a blue car and bodyguards, stop him before realizing that it is him, the Italian Government’s new Minister of Cultural Heritage and Activities. That kind of behaviour already indicates Alberto Bonisoli’s caliber and style: “I don’t find anything strange about it”, he says with amazement. “After all I am a public employee like many others and in order to do my job I do not need to attract any special attention”. What elements of continuity do you predict with the work of past governments? “Untill Letta and Renzi all they did was to cut funding with only one goal in mind – although a legitimate one, if you wish – namely, that of fixing the State’s accounts. From then on we can undoubtedly be given credit for devoting more attention to the culture issue, even though there were very few facts, except just harmonized fair calendars. The only real achievement was to get the whole sector to sit around the same table, a not at all foregone conclusion. In brief, we are still at square one and there is still so much to build”. Italian culture value is about 255.5 billion euros, still growing. What must be done in order to make these numbers grow further, especially in the fashion sector? “At an international level, the Foreign Ministry worked very well with regard to the promotion of Italian fashion and design on the va-
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rious markets, creating, for example, the Italian Design Day event. Nothing innovative, but at last someone realized that in order to promote the whole Country System, with a significant economic impact, there is no other way than to carry out cultural operations, alongside the fair proposals. I would like that to happen more systematically and in agreement with the Italian Institutes of Culture, which, at the moment, do not envisage a shared agenda, and whose programs are left to personal initiative. My obsession is to promote the worlds of fashion, accessories, products and design worldwide, and then all that becomes, if promoted the right way, a cultural product - a very strong and promotional message - of the production sector too”. At Pitti Uomo you said: “Fashion is culture”. “Apparently a banal statement, but it drew a lot of attention because no-one had ever said that before”. You also said: “It is time we realized how important fashion is in forging Italian culture and the values of the next generations”. One of these values is sustainability in fashion. What do you think? “Fashion is already moving from the perspective of a ‘glam sustainability’, which is a bit of a front, towards substantial sustainability. Fashion entrepreuners are realizing that without seriously moving towards a sustainable kind of production, the economic solidity of their businesses will end. I would like to push forward so that this change will continue; indeed, it will speed up”. In order to accomplish that goal the country must invest much more in research, though. “For sure, and we’ll do it. As for sustainability, though, I see another kind of research, different from the classic State kind. Personally, I like to imagine a State that funds a kind of research that is remote from immediate economic returns. It could also be integrated in a not so pure kind of research (such as that on new sustainable materials), provided that private entities are involved. The right course is co-investment”. What points does your Ministry intend to develop with regard to training young people in the field of fashion? “We must ask ourselves if we can still afford the delay that characterizes Italian training programs in general… The Italian training world, trapped in trade union issues, has progressively removed itself from reality. A dangerous situation, which, among other things, might not find solutions to the exhaustion of the precious mine of specialized workers, the real driving force of our manufacture”. The president of the Italian entrepreneurs association, Boccia, keeps asking the new government not to halt the plans of Industry 4.0. What is your opinion in regard to that? “As a Government, we feel the responsibility to modernize the Country. If continuing with Industry 4.0 means rewarding the businesses that create innovation, then we will certainly have to take it into account, maybe with a few adjustments. In this case too, the right key will be co-investment”. Alberto Bonisoli, 56, Minister of Cultural Heritage and Activities in Conte’s government, and a member of the Five Star Movement, is a Bocconi University graduate with managerial skills. He has worked in the worlds of fashion and design and in the training sector. In order to accept his appointment, he quit his role as Head of Institute at NABA - Nuova Accademia delle Belle Arti in Milan.
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ROYAL SHOES s.r.l. - ANTICA C
news
Assocalzaturifici National Assembly
L
Italian footwear’s recovery is pushed back
’industria calzaturiera si dibatte ancora tra luci ed ombre. Archiviato il 2017 con indicatori moderatamente positivi - produzione oltre le 190 milioni di paia, export a 9,2 miliardi di euro (record degli ultimi 15 anni) e saldo commerciale a 4,54 miliardi di euro, +8,5% rispetto al 2016 - che avevano alimentato la speranza di una ripresa, il comparto riunito a Milano il 19 giugno in Assemblea affronta la delusione di un primo trimestre con il freno tirato: “Il 2018 si è aperto con un rallentamento nelle vendite estere e nei ritmi produttivi. - ha annunciato il presidente Annarita Pilotti - L’export registra un timido +0,1% in valore, ma cala di oltre il 3% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, preoccupano alcune criticità in determinate aree di sbocco internazionali. In particolare, in CSI il recupero rilevato nel 2017 si è interrotto e i primi tre mesi del 2018 registrano -7% in valore e -2% in quantità, con flessioni del 10% per la Russia. Si conferma anche la frenata in Far East (-6,3% in valore), dove l’ulteriore crescita di Cina e Corea del Sud non è bastata a compensare le perdite di Giappone e Hong Kong”. Il mercato dell’UE, quello dove sono dirette 7 paia su 10 esportate, presenta un andamento deludente (+0,3% valori e -6% quantitativi), segnando volumi negativi di oltre 10 punti percentuali in mercati chiave come Francia, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. Extra-UE, ad eccezione dell’area CSI che inverte decisamente la rotta, tutti gli altri mercati approfondiscono le dinamiche evidenziate nel 2017: la Svizzera con +10% in valori e quantitativi consolida il ruolo di hub logistico; gli USA allargano la forbice tra volumi e spesa (+10% e -10,2%); il Canada, anche grazie al CETA, segna +23% nei volumi. Riprendono vigore le importazioni (+5%), con la Cina che segna +10% nei volumi, ma il saldo commerciale resta ancora largamente positivo a 1.069 milioni di euro, segnando però -6% rispetto allo stesso periodo del 2017. Quale strategia per superare l’attuale congiuntura? Le aziende associate rispondono concordi: puntare sul promettente mercato USA, e sul mix tra ricerca dei nuovi mercati, razionalizzazione dei costi e innovazione di prodotto.
Annamaria Pilotti, Federico Visconti, Tommaso Cancellara
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After having ended 2017 with moderately positive indicators – with production volumes superior to 190 million pairs, export values at 9.2 billion euros (as the best performance of the last 15 years) and a foreign trade balance of 4.54 billion euros, up +8.5% from 2016 – with high hopes created for an eventual recovery, the sector, which reunited in Milan on 19 June at the National Footwear Assembly, is forced to face the disappointing abrupt halt of 2018’s first quarter: “2018 began with a slowdown in foreign sales and production rhythms. – announced President Annarita Pilotti – Exports recorded a weak rise of +0.1% in value, but fell by more than -3% in volume, when compared to the same period last year. Additionally, the difficulties being experienced in some international end markets are cause for worry. In particular, in the CIS area, the recovery that began in 2017 has come to an abrupt halt, with a -7% drop in value and -2% fall in quantity recorded during the first three months of 2018. Russia, instead, has experienced an overall -10% decrease. There is also a slowdown in the Far East (-6.3% in value), where the further growth of China and South Korea has not been enough to compensate for losses in Japan and Hong Kong”. The EU market, where 7 out of 10 pairs are exported, presents a disappointing trend (+0.3% in value and -6% in quantity), with a drop of more than 10 percent in export volumes to key markets like France, Spain, Belgium, and Netherlands. Non-EU markets, with the exception of the CIS area that completely reverses its trend, expand upon the positive dynamics of 2017: Switzerland, with its +10% increase in volumes and values, reinforces its role as a logistics hub; while in the USA, there is an increasingly large gap between positive volumes and negative values (+10% and -10.2%); and Canada, also thanks to CETA, registers +23% in volumes. Imports once again take off (+5), with imports from China registering +10% in volumes, which in any case does not affect the Italian trade balance that remains very favourable at 1.069 billion euros, notwithstanding its -6% downtrend from the same period in 2017. What is the best strategy for overcoming the current economic situation? The Association’s member companies are all in agreement: focusing on the promising market of the USA and on a mix of research on new markets, cost optimisation, and product innovation.
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INTERVIEW
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Siro Badon
Luxury, “know-how” and footwear culture
“
Passione e la convinzione di poter fare qualcosa di positivo per la categoria”: è questa la spinta di Siro Badon, la motivazione che sostiene da sempre la sua attività imprenditoriale e corporativa. Da una parte, la presidenza del calzaturificio De Robert che dirige assieme al fratello Roberto a Saonara, in provincia di Padova, lavorando con le più prestigiose firme del lusso. Dall’altra, l’impegno associativo profuso alla presidenza di Acrib-Sezione Calzature di Confindustria Venezia Rovigo, in rappresentanza dei calzaturieri della Riviera del Brenta, il distretto calzaturiero veneto rinomato per l’altissima qualità delle produzioni, e alla vice presidenza di Assocalzaturifici, dove detiene la delega alla formazione. Tre ruoli che si compenetrano, allargando la sua visione dal campo aziendale a quello distrettuale e nazionale, che gli hanno permesso di sviluppare una personalissima prospettiva sul settore e le sue sfide.
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Presidente Badon, avrà salutato i dati relativi all’export veneto con un certo orgoglio: nel 2017 è stata la prima regione per le esportazioni settoriali e conferma il suo primato anche nel 2018. Quali ritiene siano i motivi di questo successo? E quali sono i principali mercati consolidati e quelli emergenti? “Come Acrib siamo i primi esportatori della provincia di Venezia: un risultato ottenuto non tanto perché abbiamo le scarpe più belle, ma perché sappiamo fare le scarpe più complicate, più difficili da realizzare! Sono poche le griffe che non producono nel nostro distretto... non solo lavorano con le nostre aziende, ma hanno addirittura investito aprendo i loro stabilimenti sul nostro territorio: LVMH, Dior, Saint Laurent, Giorgio Armani.... una scelta motivata dal fatto che qui si trova la filiera a 360°: partendo dal Politecnico Calzaturiero per la formazione, abbiamo tutto quello che serve per la realizzazione dei nostri prodotti in un raggio di 5-10 km, dalle macchine alla manutenzione, dai semilavorati agli accessori... c’è una concentrazione di imprese che altrove non ha eguali. Se la filiera è una risorsa, anche il “saper fare” che ci contraddistingue come maestri calzaturieri, è determinante. Nella Riviera del Brenta ci siamo specializzati in un certo tipo di calzature, complesse e di pregio, per le firme del lusso. Questa avventura è iniziata alla fine degli anni ‘90: in passato tutti avevamo puntato sui brand propri, ma avevamo difficoltà a vendere il made in Italy con il prezzo alto che contraddistingue le nostre produzioni di qualità. Inoltre, con la crisi il ceto medio si è assottigliato, il gap tra ricchi e poveri si è allargato e la gente che poteva spendere era sempre di meno.... le logiche di prezzo sono diventate sempre più determinanti: “con la crisi”, ci disse Enrico Finzi di AstraRicerche, “la gente ha imparato che può vivere bene anche spendendo di meno”, e così è stato. È un cambiamento culturale destinato a rimanere, che ci ha spinto ad intraprendere un’altra direzione. Quanto all’export, le aziende della Riviera del Brenta vendono fuori confine il 92% della produzione. Chi non ha come punti di riferimento la Francia e la Svizzera, esporta in Nord Europa, nei Paesi asiatici, in Usa – anche se quest’ultimo è un mercato molto difficile. Negli ultimi tempi ci stiamo rivolgendo anche all’estremo oriente, alla Cina e alla Corea del Sud. Assocalzaturifici ha svolto un lavoro promozionale stupendo in quest’area del mondo, presentando Micam agli operatori di mercati emergenti come Indonesia, Malesia, Vietnam e Singapore”. Anche il lusso e l’alto di gamma cedono alle lusinghe del fast fashion e del commercio online: le trasformazioni in atto nella distribuzione come hanno cambiato il modo di fare scarpe di lusso in Veneto? “Il fast fashion e internet hanno cambiato il modo di lavorare nei nostri calzaturifici: i tempi ed i ritmi sono diversi e, o ti adegui, o scompari. Il mercato della collaborazione con le griffe – perché le griffe non cercano più un terzista, bensì un collaboratore – lavora con estrema velocità: spesso lo stilista viene in azienda con un semplice disegno e in una mezza giornata vuole uscirne con il prototipo pronto. Il fabbricante deve essere preparato a rispondere alle sue esigenze, investire in tecnologia e materiali per poter passare immediatamente alla lavorazione, ed essere appetibile, offrire un servizio che lo renda insostituibile, altrimenti la griffe non ci mette nulla a trovarsi un altro fornitore. Idem per il fast fashion: vengono, hanno esigenze e tu devi rispondere o sei fuori. Sei sempre in attività, non vale più il discorso della stagionalità, non ci sono pause, si lavora a getto continuo. Anche in De Robert, abbiamo investito in un nuovo stabilimento e durante la fase di trasloco, abbiamo sempre mantenuto in attività il settore modelleria, per rispondere prontamente alle esigenze dei nostri clienti”.
INTERVIEW Le politiche doganali ed i venti di protezionismo che, sulla scorta della crisi economica mondiale, si agitano in molti mercati, in quale modo condizionano la calzatura della Riviera del Brenta? “Per il momento non abbiamo alcuna ripercussione sul nostro lavoro. Se mi permette una riflessione personale, finché al mondo ci saranno persone che vogliono comprare un paio di scarpe, un bel vestito, mangiare bene, queste problematiche si supereranno. Per quanto riguarda le griffe, poi, non credo avvertano ripercussioni per effetto delle politiche protezionistiche”. Una delle sfide principali con le quali si devono confrontare la calzatura veneta ed italiana è quella del ricambio generazionale, non solo a livello manageriale, ma anche di maestranze. Un tema spinoso soprattutto in una regione dove l’eccellenza manifatturiera è il pre-requisito per conservare il primato nell’alto di gamma. Secondo lei, come si dovrebbe affrontare questa sfida? “Sono ormai sei anni che ho la delega alla formazione come Vice Presidente Assocalzaturifici: il mio primo obiettivo in questo campo è stato di ridare dignità al nostro lavoro. Per anni abbiamo sentito dire dalle famiglie che lavorare in fabbrica è come andare dal diavolo, ma si tratta di un’immagine obsoleta: oggi le nostre fabbriche assomigliano a sale operatorie, sono pulite, si respira un’aria fresca, si lavora con serenità. In più, i nostri operai hanno stipendi importanti, soprattutto con certe specializzazioni. Nella Riviera del Brenta un riferimento per le nuove maestranze è il Politecnico Calzaturiero, dove vengono formati migliaia di ragazzi che imparano tutti i lavori del ciclo produttivo della scarpa, anche specialistici come la cucitura, e poi trovano impiego nelle nostre fabbriche. Ecco, una parte di quel 40% di giovani italiani disoccupati potrebbe trovare un lavoro nel nostro settore, se solo lo volesse. Il fatto è che molti si rifiutano di lavorare in fabbrica, per pregiudizio: spesso è più facile lavorare con extracomunitari... mi dispiace ma è così: è gente che ha cultura, voglia di imparare e di fare... motivazioni che a molti giovani italiani mancano. Un altro stupendo progetto è quello della Scarpetta d’Oro, il concorso di illustrazione e narrativa promosso da Acrib fino dal 1995 che si pone l’obiettivo di avvicinare le giovani generazioni al contesto socio-economico in cui viviamo e mantenere viva la tradizione calzaturiera, unendo la creatività alla concretezza del riferimento manifatturiero. Ecco, sia in seno ad Acrib che ad Assocalzaturifici mi spendo per offrire una immagine appetibile del settore ai giovani per garantire una continuità alle nostre aziende”. Come presidente dell’Acrib e come imprenditore, come è cambiato il modo di fare business nel settore della calzatura negli ultimi anni? E quali sono le sfide nelle quali si vuole cimentare nel breve-medio termine? “Com’è cambiato il lavoro? C’è stata un’evoluzione delle tempistiche: ogni 30 secondi c’è una novità e tu devi stare al passo. È un lavoro che richiede la massima flessibilità, sia nell’organizzazione che nell’operatività, manageriale e tecnica, all’interno dell’azienda. Con i miei oltre 40 anni da imprenditore ho vissuto l’evoluzione dell’azienda calzaturiera: oggi sono orgoglioso che la De Robert sia arrivata alla terza generazione, con l’ingresso di mio figlio e dei miei due nipoti in azienda. Qual è la sfida che voglio affrontare nel futuro? Più che una nuova sfida, sono molto emozionato all’idea di vedere come le nuove leve della mia famiglia sapranno traghettare l’azienda nel futuro”.
“Passion and the conviction that you can do something positive for the industry”: this is the drive of Siro Badon, the motivating force that has always stood behind his entrepreneurial and corporate activities. From one end, he is the President of the De Robert shoe factory located in Saonara, in the province of Padua, which he manages together with his brother Roberto, while collaborating with the most prestigious designer labels. From the other end, he is fully committed to his role as the President of the Acrib-Footwear Section of Confindustria Venezia Rovigo, representing the Venetobased district of Riviera del Brento shoe manufacturers, which is renowned for the extremely high quality of its productions. At the same time, he is in charge of professional training in his role as the Assocalzaturifici Vice President. Three roles that blend into one another, while broadening his horizons from his own personal business to the district’s businesses and those of all of Italy, allowing him to develop an extremely personal perspective of the sector and its challenges. President Badon, you must view Veneto’s export results with a certain amount of pride and satisfaction: in 2017, it was the first region for the sector’s exports, and it has once again reconfirmed its position in first place also in 2018. What do you believe are the reasons behind this success? And what are the main established and emerging markets? “As Acrib, we are the first exporters in the province of Venice: a result obtained not so much because we have the most attractive shoes, but because we know how to make the most complicated and most difficult shoes of all! There are very few designer labels that do not produce in our district…not only do they work with our businesses, but they have even invested in opening their own facilities in our territory: LVMH, Dior, Saint Laurent, Giorgio Armani.... a choice motivated by the fact that here the entire supply chain can be found: starting from Politecnico Calzaturiero for professional training, we have everything needed for the creation of our products located within a range of 5-10 km, from machinery to maintenance, from semi-worked goods to accessories… there is a high concentration of businesses that is without equal. If the supply chain is a resource, then also the ‘know-how’ that makes us stand out as expert footwear manufacturers, is critical. In Riviera del Brenta, we are specialised in a certain kind of footwear, which is complex, fine, and dedicated to luxury designer brands. This adventure began at the end of the 90’s: in the past, we all prioritised our own brands, but we had difficulty in selling Made in Italy at the high price that characterises our quality productions. Additionally, with the economic crisis, the middle class thinned out, while the gap between rich and poor continued to grow, with fewer people able to spend…thus, the logic governing prices also became increasingly important: ‘with the crisis’, explained Enrico Finzi from AstraRicerche, ‘people learned they could live well, while spending less’, and this is how it was. It was a cultural change destined to stay, pushing us to undertake a new direction. As far as exports are concerned, Riviera del Brenta businesses sell 92% of their production outside national borders. It’s almost impossible to name who isn’t a point of reference, since there’s France and Switzerland, with exports made to Northern Europe, Asian countries, and the USA – even if the latter is a very difficult market. In more recent times, we have started working with the Far East, from China to South Korea. Assocalzaturifici has done a great promotional job in this part of the world, presenting Micam to the operators of emerging markets like Indonesia, Malaysia, Vietnam and Singapore”.
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INTERVIEW
Even luxury and high-range products must yield to the dictates of fast fashion and online commerce: how have on-going transformations in distribution changed the way luxury shoes are made in Veneto? “Fast Fashion and the internet have changed the way our shoe manufacturers work: the times and rhythms are different and you either adapt or disappear. The market of collaboration with designer labels – because designer labels no longer look for subcontractors, but rather collaborators – is extremely quick moving: often stylists come to the company for a simple design and in just half a day’s time they expect to leave with the prototype in hand. Manufacturers must be ready to reply to such needs, by investing in technology and materials that allow them to immediately begin working. They must also be attractive; offering a service that makes them irreplaceable, otherwise designer labels will quickly find another supplier. The same for fast fashion: they come, they have needs, and you must reply, or you’re out. You are always active, and seasons no longer exist. There are only pauses, and work is a never-ending cycle. Even at De Robert we invested in a new facility, and during our move, we always remained active with our pattern making, in order to promptly reply to the needs of our customers”. How do new customs policies and protectionist measures, which are arising in many markets in response to the worldwide economic crisis, affect Riviera del Brenta footwear? “For now, we have not felt any repercussions on our work. If you’ll allow me a personal reflection, as long as there are people in the world who want to buy a good pair of shoes, a nice dress, or eat well, these problems will be overcome. As far as designer labels are concerned, I don’t believe they will feel the repercussions caused by protectionist policies”. One of the main challenges that Veneto and Italian footwear manufacturers must face is that of the generational changeover, not only at a managerial level, but also in terms of workforce. A delicate theme above all in the region where manufacturing excellence is a pre-requisite to maintaining first place in the high-end range. In your opinion, how should this challenge be faced? “I’ve been the Assocalzaturifici Vice President in charge of training for the last six years: my first goal in this field was that of restoring a sense of dignity to the work we do. For years, we had to listen to families say that working in a factory was like going to hell, but this image is now obsolete: today, our factories resemble operating rooms. They are clean, the air is fresh, and work is done in tranquillity. Moreover, our workers have good salaries, especially those with certain specialisations. In Riviera del Brenta, a reference for new workers is Politecnico Calzaturiero, where thousands of kids are trained, learning all the jobs belonging to the shoe’s productive cycle, including specialised ones, like stitching. They then go on to find employment in our factories.
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In fact, part of the 40% of Italian youths who are currently unemployed could find a job in our sector, if only they desired to do so. The fact is that many refuse to work in a factory, because of pre-existing prejudices: often it is easier to work with non-EU citizens…I’m sorry, but that’s the way it is: they have culture and a desire to learn and do…values that many young Italians are missing. Another excellent project is that of the Scarpetta d’Oro, which is set up as a dual international contest for illustrators of children’s books and for the creative fictional works of primary schools. Promoted by Acrib since 1995 and continued under Confindustria Venezia Rovigo, the aim of the contest is that of bringing younger generations closer to the social-economic context in which we live, while keeping the tradition of footwear manufacturing alive, by uniting creativity with the concrete reality of manufacturing. So, in both Acrib and Assocalzaturifici, I am committed to offering an attractive image of the industry to youths, in order to guarantee continuity for our businesses”. As President of Acrib and as an entrepreneur, how has the way business is done in the footwear industry changed in recent years? What are the challenges you would like to try your hand at in the short to mid-term? “How has work changed? There’s been an evolution in timing: every 30 seconds, something new pops up and you must keep pace with it. It is a job that requires maximum flexibility, both in terms of the organisation, and in terms of managerial and technical operations within the company. With my more than 40 years of experience as an entrepreneur, I have lived through the evolution of footwear manufacturing: today, I am proud that De Robert has arrived in its third generation, with the entry of my son and my two grandchildren into the company. What is the challenge that I want to face in the future? More than a new challenge, I am very excited at the idea of seeing how the new levers, which are represented by my family, will do in guiding the company towards the future”.
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Pitti immagine Uomo 94 Excellent results and creative energy e collezioni uomo per la primavera estate 2019 presentate alla 94esima edizione di Pitti Uomo, kermesse che ha radunato alla Fortezza da Basso di Firenze,1240 marchi di cui 561 esteri, hanno proposto sportswear e classici contemporanei, nel segno di tradizione artigianalità e innovazione.
Grande concretezza, frizzanti anteprime mondiali e un programma eventi sempre più ricco: i top buyers internazionali si sono dati appuntamento a Firenze all’ultima edizione di Pitti Immagine Uomo. L’estero conferma gli eccellenti risultati di presenze dello scorso giugno, trainato dai numeri in crescita di Stati Uniti (+23%), Regno Unito (+6%), Olanda (+13%), Francia (+7%), Germania, Portogallo, Hong Kong, Canada e India; in calo leggero il fronte italiano. In totale sono stati 19.100 i compratori e più di 30.000 i visitatori a questa edizione. “La partecipazione di tutti i più importanti buyers internazionali ed italiani - con un numero sempre crescente di retailers online, e la grande attenzione da parte della miglior stampa internazionale – dichiara Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – confermano il ruolo di Pitti Immagine Uomo come punto di riferimento globale per il lifestyle, lo scouting di qualità, e per il lancio worldwide di nuove tendenze e progetti moda. Lo dicono anche i risultati di presenze e i feedback raccolti tra espositori e buyer: tutti di grande apprezzamento per le novità proposte in fiera, i nuovi progetti espositivi che abbiamo lanciato alla Fortezza, gli eventi speciali, e per l’atmosfera di creatività che ha invaso Firenze in questi giorni”. Un grande interesse e riscontri positivi sono arrivati da parte della stampa e dei buyer per le novità alla Fortezza da Basso – come I GO OUT, il nuovo progetto sull’outdoor style presentato alla Sala Della Ronda, che ha raccolto apprezzamenti unanimi, la Guest Nation Georgia, l’area Scandinavian Manifesto, le tante anteprime di questa edizione e per il ricco programma degli eventi speciali fuori Fortezza come la sfilata del menswear guest designer CRAIG GREEN a Boboli, lo special event firmato Roberto Cavalli alla Certosa, la
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The men’s collections for the Spring/Summer 2019 season presented at the 94th edition of Pitti Uomo, an event that has gathered at the Fortezza da Basso in Florence 1240 brands, of which 561 were foreign brands, have proposed sportswear and contemporary classics, in the name of tradition, craftsmanship and innovation. Great substance, sparkling world previews and an increasingly rich program of events: international top buyers met in Florence at the latest edition of Pitti Immagine Uomo. Foreign countries confirm the excellent numbers of visitors last June, led by the growing numbers of the United States (+23%), United Kingdom (+6%), Holland (+13%), France (+7%), Germany, Portugal, Hong Kong, Canada and India; the Italian front is experiencing a slight decline. In total, the buyers were 19.100 and visitors were more than 30.000 during this edition. “The participation of the most important international and Italian buyers – with a growing number of online retailers, and the great attention from the best international press – says Raffaello Napoleone, CEO of Pitti Immagine – confirm the role of Pitti Immagine Uomo as a global reference model for lifestyle, quality scouting, and for the worldwide launch of new trends and fashion projects. The number of visitors and the feedback gathered among exhibitors and buyers also confirm that: great appreciation for the novelties proposed at the fair, the new exhibition projects we have launched at the Fortezza, the special events, and the atmosphere of creativity that invaded Florence during those days”. Great interest and positive responses have come from the press and the buyers for the novelties at the Fortezza da Basso – such as I GO OUT, the new project on outdoor style presented at the Sala Della Ronda and which received unanimous appreciation, the Guest Nation Georgia, the Scandinavian Manifesto area, the many previews of this edition and the rich program of special events outside the Fortezza such as the show by the menswear guest designer CRAIG GREEN in the Boboli Gardens, the special event by
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sfilata del designer project Fumito Ganryu, gli eventi di anniversario di Herno e Lardini, l’opening dei nuovi spazi del Gucci Garden, l’anteprima del progetto Moncler Genius con Hiroshi Fujiwara, gli showcase e performance di MCM e Birkenstock, il fashion show di BED j.w. Ford e la mostra-evento di Emilio Pucci e Bonaveri. Per quanto riguarda le tendenze viste in fiera, sono due le direzioni guida: classico casual-chic e streetwear, anche ibridati tra di loro, secondo i nuovi codici dell’easy formal dove il rigore più classico lascia il passo a un inedito stile disinvolto. I pellami (in particolare quelli pregiati ed esotici) sono stati protagonisti a Pitti Immagine Uomo, utilizzati non solo per calzature, borse, abbigliamento, ma anche per esclusivi cinturini da orologio, aste e astucci per occhiali, gioielli. Tra le proposte più interessanti spiccano quelle in alligatore del Mississippi - rigorosamente patinato a mano - vitello rovesciato, coccodrillo, razza e lucertola, vari tipi di rettile. Le luxury sneaker cercano sempre l’innovazione, meglio se associata alla sostenibilità dei prodotti e dei processi. Da segnalare in svariate collezioni il recupero di scarti di pelle, la concia e la colorazione al vegetale, dai suggestivi effetti cromatici. Gli influssi streetwear sono evidentissimi sia nel design che nella ricerca stilistica, confluendo in un orizzonte lifestyle. La ricerca dialoga con la moda in termini di unione tra estetica e funzione, studiando il rapporto tra movimento, capo e ambiente. I concetti di peso e di limite cadono di fronte al connubio di tecnomateriali, soluzioni come zip o soffietti e costruzioni all’avanguardia. Calzature da trekking e da biking fondono performance tecnica ed estetica, preservando l’artigianalità del processo di manifattura. Il classico mountain boot si riveste di materiali all’avanguardia senza tralasciare un sottile gusto fashion. Le lifestyle bag per l’uomo sfoggiano versatilità unita all’alta qualità dei materiali. Accanto alla parte business, viaggio, cinture e piccola pelletteria, la ricerca si concentra su una proposta di zaini dalle proporzioni perfette.
Photo credits:Pitti immagine Uomo press office
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Roberto Cavalli at the Certosa, the show by Fumito Ganryu, as part of the designer project, the anniversary events of Herno and Lardini, the opening of the new spaces of the Gucci Garden, the preview of the Moncler Genius project with Hiroshi Fujiwara, the showcases and performance by MCM and Birkenstock, the BED j.w. Ford fashion show and the exhibition event by Emilio Pucci and Bonaveri. As for the trends seen at the exhibition, the leading directions are two: classic casual-chic and streetwear, also hybridized with each other, according to the new codes of easy formal, where the most classic rigour gives way to a new casual style. Leather (especially precious and exotic leather) was the real protagonist at Pitti Uomo Immagine, used not only for shoes, bags, clothing, but also for exclusive watch straps, spectacle shafts and cases, jewels. Among the proposals seen at the fair stand out the Mississippi alligator – rigorously hand-patinated – overturned calf leather, the crocodile, the ray and the lizard, various types of snakes. Luxury sneakers are always looking for innovation, even better if associated with product and process sustainability. The upcycling of leather scraps, tanning and vegetable dying, with suggestive chromatic effects, are to be pointed out. The streetwear influences are obvious both in the design and the stylistic research, converging in a lifestyle horizon. Research has a dialogue with fashion in terms of union between aesthetics and function, studying the relationship between movement, item and environment. The concepts of weight and limit disappear before the combination of techno-materials, solutions such as zips or bellows and avant garde constructions. Trekking and biking shoes merge technical and aesthetic performance, preserving the craftsmanship of the manufacturing process. The classic mountain boot puts on avant garde materials without neglecting the fashion element. Men’s lifestyle bags display a versatility combined with the high quality of the materials used. Besides the business, travel, belts and small leather goods part, research focuses on the proposal of backpacks with perfect proportions.
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Hot trends at Premium and Panorama
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on un totale di 1.038 marchi, di cui l’80% provenienti dall’estero, e oltre il 30% di new entry, le fiere del Gruppo Premium – PREMIUM, SHOW & ORDER X PREMIUM, SEEK, BRIGHT, ETHICAL FASHION SHOW e #FASHIONTECH – hanno offerto un ventaglio di proposte internazionali d’alto livello, combinando efficacemente lo street style con il segmento high-end, per un’offerta a 360 gradi. A Premium (tenutasi come di consueto negli spazi della Station di Berlino), l’atmosfera generale si è confermata vivace e positiva con 510 brand dei quali più della metà provenienti dall’estero, tra new entry e marchi affermati. La rinnovata formula a “showroom” di Show & Order nella contigua Kühlhaus si è confermata la scelta migliore. “I saloni hanno avuto un ottimo successo, anche rispetto alla scorsa estate. Gli espositori hanno apprezzato la gamma di visitatori - buyer internazionali, operatori del settore, designer e coolhunter. Tutti hanno colto l’occasione per scambiare contatti e farsi ispirare dai trend e dagli eventi organizzati.
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With a total of 1,038 brands, of which 80% coming from abroad, and more than 30% new entries, the fairs of the Premium Group – PREMIUM, SHOW & ORDER X PREMIUM, SEEK, BRIGHT, ETHICAL FASHION SHOW and #FASHIONTECH – offered a range of top-level international proposals, effectively combining street style with the high-end segment, for a comprehensive offer. At Premium (as usual held in the spaces of Station Berlin), the overall atmosphere was bubbly and positive with 510 brands participating, more than half of which came from abroad, including new entries and established brands. Show & Order’s new “showroom” formula in the adjacent Kühlhaus proved once more to be the best choice. “The shows were very successful, even compared to last summer. The exhibitors praised the range of visitors – international buyers, fashion experts, designers and coolhunters. All of them took the chance to exchange contacts and get inspired by the trends and the events organised. Our strength is the concept of mixing fashion content, business and a sense of community: we connect the right people at the right time.
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EXHIBITIONS
Direi che la nostra forza è il concept di unire contenuti moda, business e senso di comunità: colleghiamo le persone giuste al momento giusto. L’intera filiera ne trae vantaggio. Anche la nuova piattaforma digitale b2b veee.com, presentata a PREMIUM e SEEK, ha ricevuto un feedback molto positivo” ha commentato in proposito Anita Tillmann, Managing Partner del PREMIUM GROUP. Segnali positivi anche dalla Messe Berlin con la fiera Panorama, che ha presentato con un’ampia scelta di collezioni di moda donna, uomo e bambino nonchè un ricco programma tra seminari e eventi. Tra le novità di questa edizione, grande favore ha suscitato la presenza di un market dedicato alle sneaker, un’area con una panoramica di negozi vintage berlinesi e una sezione speciale dedicata alla sostenibilità. E proprio la moda e il lifestyle green sono stati protagonisti dell’ultima frizzante edizione di Ethical Fashion Show / Greenshowroom (dalla prossima edizione sotto il nome Neonyt), ricca di proposte interessanti e freschissima, che non solo conferma l’importanza di un segmento moda in fortissima crescita, ma esprime anche il diffondersi di una nuova consapevolezza tra aziende e consumatori. Appuntamento con le prossime edizioni dal 15 al 17 gennaio 2019, nelle rispettive location.
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The entire network benefits from that. Also the new digital b2b platform veee.com featured at PREMIUM and SEEK received very positive feedback,” commented Anita Tillmann, Managing Partner of PREMIUM GROUP. The Panorama fair of Berlin also provided positive feedback. It presented a wide range of women’s, men’s and children’s fashion collections, as well as a rich program of seminars and events. One of the most appreciated additions of this new edition was the presence of a market dedicated to sneakers, an area with a selection of Berlin vintage shops and a special section dedicated to sustainability. And “green” fashion and lifestyle were the stars of the last lively edition of Ethical Fashion Show / Greenshowroom (from the next edition, it will be called Neonyt), full of interesting and fresh proposals, which not only confirms the importance of a fashion segment in strong growth, but also expresses the spread of a new ecoawareness between companies and consumers. The next editions are scheduled for 15 to 17 January 2019 in the respective locations.
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A bridge between past and future
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apoli,1952: Mario Valentino, “il calzolaio che usava la pelle come tessuto”, apre il suo studio e diventa in poco tempo un riferimento per le scarpe e gli accessori Made in Italy. La sua è una storia di famiglia, che ha origine agli inizi del ‘900, quando il padre di Mario, Vincenzo, era già un importante calzolaio per aristocratici locali e celebrità internazionali. Simboli di eleganza e altissima artigianalità, le scarpe Mario Valentino sono memorabili per la loro qualità, ma anche per le importanti collaborazioni sviluppate negli anni (Karl Lagerfeld, Giorgio Armani, Gianni Versace e Claude Montanà) così come per le campagne pubblicitarie di geni fotografici quali Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Richard Avedon e Oliviero Toscani. Un heritage celebrato nel 2018 attraverso: un volume edito da Skira in cui si ricostruisce l’intensa avventura di Mario Valentino attraverso la lettura del prezioso patrimonio documentario raccolto nell’archivio aziendale; l’allestimento delle vetrine della Boutique di Via Borgonuovo 27 a Milano, durante la settimana della Moda dello scorso febbraio, con l’archivio degli anni ’70 e ’80 dell’azienda; la partecipazione di alcuni modelli alla mostra “Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971 – 2001”, chiusasi a maggio a Palazzo Reale, sempre a Milano. Heritage celebrato, soprattutto, con una nuova collezione di calzature e abiti in pelle, realizzata dal nuovo ufficio stile, che ha lavorato partendo dal ricchissimo archivio e creando una collezione al contempo innovativa e classica. Il progetto di Enzo Valentino, figlio del visionario fondatore dell’omonima azienda e attuale Amministratore Delegato, è quello di creare un ponte tra passato e futuro e raccontare la nuova visione attraverso le collezioni ricche di spunti stilistici del passato ma contemporanee nelle forme e nell’attitudine.
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Naples, 1952: Mario Valentino, “the shoemaker who used leather as fabric”, opened his own studio and soon became a reference for Made in Italy shoes and accessories. His is a family history, which originated in the early 1900s, when Mario’s father, Vincenzo, was already an important shoemaker for local aristocrats and international celebrities. Symbols of elegance and high craftsmanship, Mario Valentino’s shoes are memorable for their quality, but also for the important collaborations developed over the years (Karl Lagerfeld, Giorgio Armani, Gianni Versace and Claude Montanà) as well as for the advertising campaigns of some geniuses of photography like Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Richard Avedon and Oliviero Toscani. A heritage celebrated in 2018 through: a volume published by Skira in which the intense adventure of Mario Valentino is reconstructed through the reading of the precious documentary heritage gathered in the company’s archive; the setting up of the Boutique’s window displays in Via Borgonuovo 27 in Milan, during last February’s Fashion Week with the company’s archive of the ‘70s and ‘80s; the participation of some models at the “Italian fair. Italy seen in fashion from 1971 to 2001”, which ended in May at Palazzo Reale, always in Milan. A heritage celebrated, above all, with a new collection of footwear and leather clothing, created by the new style office, which has worked starting from the very rich archive and creating a collection that is both innovative and classic. The project of Enzo Valentino, son of the visionary founder of the company and current CEO, aims to create a bridge between past and future illustrating the new concept through the collections, which are full of stylistic ideas from the past but which, at the same time, are contemporary in the forms and in the attitude.
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EXHIBITIONS
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The debut of Gardabags
a 90a edizione di Expo Riva Schuh ha segnato anche il debutto di Gardabags, il nuovo progetto espositivo dedicato alle borse e agli accessori, che è stato accolto positivamente dai compratori, che hanno così potuto avere un quadro più completo delle nuove tendenze e delle offerte in termini di total look per completare al meglio le loro collezioni. Nella splendida cornice sulle rive del lago, la nuovissima struttura del Palavela, con i suoi oltre 2mila metri quadrati di superficie espositiva direttamente collegati al Centro dei Congressi di Riva del Garda, ha accolto un’attenta selezione di aziende, che hanno proposto le nuove collezioni estive 2019 e i rinfreschi stagionali di borse, cinture e accessori. Dall’estero erano in particolare presenti aziende provenienti dalle principali aree produttive a livello mondiale, tra cui Cina, India ma anche Emirati Arabi, Polonia, Spagna, Regno Unito, Germania e Portogallo. Una sezione speciale, inoltre, è stata dedicata ai brand innovativi e sostenibili, che hanno fatto dell’equilibrio tra produzione e ambiente la loro firma distintiva.
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The 90th edition of Expo Riva Schuh also saw the debut of Gardabags, the new exhibition project dedicated to bags and accessories, which was positively commented upon by buyers, who were presented with a more complete picture of new trends and offerings in terms of the total look, allowing them to better complete their collections. In the striking setting of the lakefront, the brand new Palavela structure, with its more than 2 thousand square metres of exhibition space directly connected to the Riva del Garda Congress Centre, hosted the attentive selection of exhibiting companies, which proposed new collections for summer 2019 and seasonal re-stockings of bags, belts, and accessories. Arriving from abroad were mostly companies coming from leading production hubs worldwide, including China and India, but also United Arab Emirates, Poland, Spain, United Kingdom, Germany, and Portugal. Moreover, a special section was dedicated to innovative and sustainable brands, which have made the balance between production and an eco-friendly approach their own personal trademark.
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Retail expansion for Bric’s
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iugno 2018 ha segnato un momento chiave per l’espansione retail di Bric’s, azienda italiana di articoli da viaggio e accessori moda, ambassador dell’Italian style. Dopo l’apertura in aprile di un negozio all’interno del Grand Indonesia Mall a Jakarta, Bric’s inaugura un nuovo monomarca nella città italiana più famosa al mondo: Roma, simbolo di storia e bellezza nel mondo, meta d’eccezione del turismo, soprattutto straniero. “Questa apertura rappresenta un tassello importante per la strategia di crescita di Bric’s” ha affermato Attilio Briccola, CEO dell’azienda - “Il cliente internazionale in generale e il turista in particolare sono per noi consumatori importanti. Sono viaggiatori, amano l’Italia e i suoi prodotti, e statisticamente hanno un’ottima propensione all’acquisto, enfatizzata in caso di prodotti Made in Italy”. Il flagship store si trova in pieno centro città, all’interno della Luxury Zone dello shopping, in una cornice favolosa: l’iconica Piazza di Spagna, al numero civico 52, con riferimento all’anno di fondazione dell’azienda. Il nuovo retail concept è pensato per un cliente sempre più connesso e viaggiatore e segue un trend ormai sempre più diffuso nelle modalità di approccio allo shopping: l’omnicanalità. Lo store, infatti, ospiterà al loro interno selezionate collezioni Bric’s, maggiormente identificative del brand e più vicine ai gusti del turista internazionale: valigeria, accessori, borse e zaini in perfetta fusione di funzionalità ed eleganza. Il consumatore, una volta entrato nel mondo Bric’s, potrà estendere la sua shopping experience: dalla scelta dei prodotti esposti agli ordini da postazioni multimediali.
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June 2018 was a key moment for the retail expansion of Bric’s, the Italian travel goods and fashion accessories company and ambassador of the Italian style. After the opening in April of a store inside the Grand Indonesia Mall in Jakarta, Bric’s inaugurates a new single-brand store in the most famous cities in the world: Rome, a symbol of history and beauty and one of the world’s biggest tourist destinations, especially foreign tourists. “This opening is an important part of Bric’s growth strategy,” said Attilio Briccola, CEO of the company. “International clients in general and particularly tourists are important consumers for us. They are travellers, who love Italy and its products, and statistically have an excellent propensity to buy, which is emphasised in the case of Made in Italy products”. The flagship store is located right in the city centre, within the Luxury Shopping Zone, in a fabulous setting: the iconic Piazza di Spagna, at number 52, referring to the year when the company was founded. The new retail concept is designed for an increasingly connected customer and follows a shopping trend that is becoming more and more popular: multichannel shopping. In fact, the store will host a selection of Bric’s collections that most represent the brand and are closer to the tastes of the international tourist: luggage, accessories, bags and backpacks in a perfect blend of functionality and elegance. Once the consumer enters the Bric’s world, they can extend their shopping experience: from choosing the products on display to placing orders at multimedia stations.
RETAIL
221 Laura Epifani
The chic side of Como Lake
L
o storico negozio Laura Epifani, fondato a Como negli anni ’80, ha da qualche anno aperto le sue luminose vetrine a Cernobbio, vicino alla riva del Lago, e attrae l’attenzione di qualsiasi donna amante degli accessori di lusso. Offre perlopiù una vasta gamma di calzature femminili multimarca di fascia alta, insiema a una attenta selezione di borse, come Zanellato, Orciani e Jimmy Choo. Alla fedele clientela “in maggioranza italiana” - come ci racconta la proprietaria Laura Pezzi - si aggiungono i turisti stranieri durante la stagione più calda: per la maggior parte americani e inglesi, che vivono il Lago di Como come luogo di piacevole relax, anche per brevi periodi. “Le clienti che approdano sul lago, magari la prima volta per motivi di lavoro o vacanza, vengono da noi anche solo per curiosare, ma ogni volta che tornano… ripassano in negozio, il che ci fa molto piacere. Inoltre, grazie alla vicinanza con il confine, parte della clientela è svizzera, ed è molto fidelizzata visto che beneficia del rimborso dell’IVA”. Difficile per Laura scegliere il brand di maggior successo: “Vendono tutti molto bene, non ce n’è uno che distacchi gli altri, perché ogni azienda/marchio ha la sua clientela… Casadei, Miu Miu, Prada, Zanotti ci permettono di arrivare a fine stagione con pochissima rimanenza”. La scelta dei prodotti avviene molto istintivamente - continua Laura: “Non mi prefiggo mai, prima di vedere un campionario, quello che devo comprare. Io acquisto solamente ciò che mi piace e che penso possa piacere alle clienti”. La strategia di vendita, al contrario, è molto chiara, infatti “la cliente deve vedere il prodotto in vetrina, innamorarsi e comprarlo”, per questo motivo “le vetrine vengono rinnovate spesso, in modo che le clienti possano trovare sempre un pezzo nuovo”. La novità più interessante per la stagione estiva è “Sergio Rossi con la sua linea SR1, quella con le placche metalliche. Piace tanto e l’abbiamo già venduta molto bene la scorsa stagione”.
A few years ago the historic Laura Epifani store, founded in the 80s in Como, opened its bright shop windows in Cernobbio, near the shore of the Lake and attracts the attention of any woman who loves luxury accessories. It offers a wide range of high-end multibrand women’s shoes, together with a accurate selection of bags, such as Zanellato, Orciani and Jimmy Choo. The “mostly Italian” faithful clientele - as the owner Laura Pezzi tells us - is joined by foreign tourists during the hottest season: above all Americans and British people, who live Como Lake also for short periods as a pleasant relaxing place. “Customers who arrive at the lake, maybe the first time for work or holiday purposes or sometimes just out of curiosity, but each time they come back ... they stop by again, which makes us very happy. Moreover, thanks to the proximity to the border, some of the clientele is Swiss, and is very loyal as it benefits from VAT reimbursement”. For Laura it is difficult to choose the most successful brand: “They all sell very well. There is not one that surpasses the others, because each company/brand has its own clientele ... Casadei, Miu Miu, Prada, Zanotti allow us to reach the end of the season with very little unsold stock”. The choice of the products occurs very instinctively – Laura carries on: “Before seeing a sample, I never decide what to buy. I only buy what I like and what I think could please customers”. The sales strategy, on the contrary, is in fact very clear “the customer must see the product in the shop window, fall in love with it and buy it”. This is the reason why “windows are often renewed, so that our customers can always find new pieces”. The most interesting news for the new summer season is “Sergio Rossi with his SR1 line, the one with metal plates. Customers like it a lot and we sold it very well already during the last season”.
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YOUNG DESIGNER
222 Giorgia Milani
Let yourself be surprised
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no stile trasversale, che punta sulla valorizzazione della ricerca e sulla qualità italiana della manifattura: è lo stile firmato Giorgia Milani. La sua musa ispiratrice? Una donna risoluta, molto femminile, metropolitana, ironica, interessata all’oggi. Una donna che, nella moda, ama un prodotto ricercato ma accessibile, che vuole apparire con stile. Alla base del progetto del marchio, però, c’è anche una profonda conoscenza della materia prima e della manifattura artigianale, espressione del background di Antonio Di Giovanni, il suo fondatore, cresciuto professionalmente nella pelletteria campana dove ha appreso i segreti e le ragioni del successo del Made in Italy, cui ha poi unito un gusto cosmopolita formatosi in anni di viaggi per il mondo. Creando il brand Giorgia Milani, la sua personale visione si è unita al lavoro di un team giovane e dinamico, capace di riconoscere la molteplicità come carattere del contemporaneo e di canalizzarla in un coerente disegno stilistico e imprenditoriale.
An across-the-board style, which focuses on highlighting research and Italian quality products: this is the style of Giorgia Milani. And the brand’s muse? A determined, extremely feminine, metropolitan, and ironic woman who lives for the day. A woman who, in fashion, loves a sophisticated, yet accessible, product, and a stylish look. At the heart of the brand’s project, however, there is also a full understanding of the raw material and craft workmanship, as an expression of founder Antonio Di Giovanni’s background, who learned the secrets and reasons for Made in Italy’s success by working in the Campania sector of leather goods for a number of years. He then united this experience with a cosmopolitan style based on many years of traveling the world. In creating the Giorgia Milani brand, his personal vision has been merged with the work of a young and dynamic team of professionals, who have capably recognised diversification as a contemporary value, and channelled it into a modern-day, stylish, and entrepreneurial design.
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MA . BI S.A.S. - N OC L AIM
EXHIBITIONS
224 Baselworld reconfirms its new “smart” look Strategies in step with the times also for the top watch brands
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aselworld, punto di riferimento per tutto il mondo dell’orologeria non solo “swiss made”, ha concluso l’innovativa edizione 2018 ottenendo ottimi risultati in termini di visite, tali da consolidare la versione di soli sei giorni anche per il prossimo anno, dal 21 al 26 Marzo 2019. Molteplici le novità presentate, superlative in tecnologia, innovazione e ricchezza di materiali senza tuttavia stravolgere il design, ancorato a modelli classici quasi a voler mantenere uno stile “vintage” che il mercato pare non voler abbandonare. Ne è un esempio Rolex che per l’attesissimo Gmt Master II ha rinnovato materiali e prestazioni mantenendo l’iconica estetica dei suoi predecessori. Se dal punto di vista creativo non si vuole osare, nell’ambito commerciale e comunicazione si respira un’aria nuova, fresca, che porta alcuni marchi storici ad aprire le porte all’ e-commerce, per esempio. Un metodo che oggi coinvolge solo il 3-4% del venduto per brand già presenti on-line da tempo, ma sono alte le previsioni di un esponenziale miglioramento in un breve lasso di tempo. Anche Patek Philippe, che al momento mantiene un canale di vendita classico, considerando improbabile da parte degli utenti l’acquisto di pezzi costosi senza né provarli né toccarli, si lancia sui social con la pagina ufficiale Instagram dove ogni 18 del mese alle ore 18:39 (il 1839 è l’anno della fondazione del marchio) pubblica immagini di nuovi orologi o post dedicati alla maison.
The innovative 2018 edition of Baselworld, a point of reference for the entire watchmaking world, not just “Swiss made,” closed with excellent results in terms of visits, which consolidates the version of only six days also for next year, from 21 to 26 March 2019. Many new products were presented, with superb technology, innovation and materials that nonetheless do not distort the design, which is anchored in classic models wanting to maintain a “vintage” style that the market does not seem to want to abandon. One example is Rolex, where the much-anticipated GMT Master II has renewed the materials and performance while maintaining the iconic look of its predecessors. Creatively speaking, it plays safe, while a breath of fresh air sweeps the commercial and communication areas, which has led some historical brands to open their doors to ecommerce, for example. This method currently only accounts for 3-4% of sales for brands already present online for some time, however, the expectations for an exponential improvement in the short-term are high. Patek Philippe, who at the moment maintains a classic sales channel – believing that it is unlikely that users will buy expensive pieces without trying or touching them – enters the social scene by opening an official Instagram account where on the 18th of every month at 18:39 (1839 is the year of the brand’s foundation) it publishes images of new watches or posts dedicated to the company.
GUCCI L’orologio della nuova collezione G-Frame di Gucci, movimento al quarzo Swiss Made, dal design contemporaneo e innovativo con cassa rettangolare in acciaio 21x34 mm, è caratterizzato dal profilo piramidale del vetro zaffiro che crea un meraviglioso effetto di luci, all’interno del quale le iconiche api fungono da indici nei quattro punti cardinali. Il quadrante in madreperla, inoltre, si abbina perfettamente al cinturino intercambiabile in stoffa negli colori verde e rosso. I cinturini disponibili sono tutti studiati per essere abbinati oltre che all’orologio anche agli altri prodotti della maison. The watch of Gucci’s new G-Frame collection features Swiss Made quartz movement, a contemporary and innovative design and rectangular steel case measuring 21x34 mm. It is made of sapphire glass sculpted in a pyramid shape that creates beautiful light effects, inside of which the patterned dial showcases four pyramid-stud markers. The mother-ofpearl dial perfectly matches the interchangeable red and green striped canvas strap. The available straps are all designed to be combined not only with the watch, but also with other products of the company.
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EXHIBITIONS
HUBLOT Un segnatempo quasi completamente scolpito nello zaffiro. Big Bang One Click Sapphire Diamonds nasce grazie alla competenza della manifattura orologiera di casa Hublot capace di sviluppare un processo che consente di lavorare lo zaffiro (una specie di corindone da sempre molto difficile da modellare) di grandi dimensioni in modo uniforme, implementando un ‘cuore automatico’ HUB1710 e una lunetta con 42 diamanti incastonati. Il cinturino, dotato di un sistema di attacco brevettato, completa un prodotto dalla straordinaria resistenza. A timepiece almost completely sculpted in sapphire. Big Bang One Click Sapphire Diamonds comes from the watchmaking expertise of Hublot, capable of developing a process that allows large sapphires (a kind of corundum that has always been very difficult to model) to be worked in a uniform manner, implementing a HUB1710 “automatic heart” and a bezel set with 42 diamonds. This extremely resilient product is completed by a strap with the patented “One Click” attachment system.
PATEK PHILIPPE L’unico cronografo da donna della collezione, il 7150/250R, si presenta con uno stile sobrio abbinato a dettagli vintage come i pulsanti tondi guilloché, il quadrante opalino con lancette e cifre applicate in oro rosa e scala pulsometrica che omaggia la tradizione degli antichi cronografi. La cassa tonda con lunetta impreziosita da un’incastonatura di ben 72 diamanti custodisce il cuore pulsante composto dal calibro CH 29-535PS a carica manuale, mentre il cinturino è in alligatore a squama squadrata, cucito a mano, con fibbia in oro rosa e diamanti. The only women’s chronograph in the collection, the 7150/250R has an understated style combined with vintage details such as round guilloched pushers and an opaline dial with rose gold hands and numerals and a pulsometer scale that pays homage to the tradition of antique chronographs. The round case with bezel set with 72 diamonds accommodates the manually wound calibre CH 29-535 PS, while the strap is made of alligator leather with square scales, handsewn, with buckle in rose gold and diamonds.
ROLEX “Diamonds are a girl’s best friend”: Oyster Perpetual Cosmograph Daytona in oro everose 18 carati arricchito da 56 diamanti incastonati sulla cassa, 36 a sostituire l’emblematica lunetta blu e rossa con i colori dell’arcobaleno e 11 in funzione di indici, ognuno dello stesso colore della gemma corrispondente sulla lunetta, si candida ad essere “il migliore amico” per eccellenza. Una vera opera d’arte le cui gemme vengono incastonate una ad una da un dipartimento dedicato all’interno dell’azienda. “Diamonds are a girl’s best friend”: the Oyster Perpetual Cosmograph Daytona in 18-carat everose gold enriched by 56 diamonds set into the lugs and crown, including 36 in lieu of the emblematic blue and red bezel with the colours of the rainbow and 11 hour markers on the dial, each matching the colour of the corresponding gem on the bezel, defines itself as being the “best friend” par excellence. A real work of art where each stone is placed and fixed one by one by inhouse gem-setters.
SHEEN Il nuovo arrivato in casa Sheen, SHS-4524CG, si presenta in una colorazione uniforme denominata Peach Gold, sviluppata per distinguersi dall’oro rosa e dall’argento, donando una lucentezza naturale che esalta il colore della pelle di ogni donna mantenendo un design minimal e un aspetto sofisticato. Il quadrante in vetro zaffiro (resistente ai graffi) dall’eccellente nitidezza e il sistema di ricarica solare, che converte in modo efficiente la luce per alimentare l’orologio, si aggiungono alle caratteristiche del segnatempo. The new addition to the Sheen line is the SHS-4524CG. This metal watch uses an original Peach Gold colour throughout, developed to stand out from the pink gold and silver, giving a natural shine that brings out the colour of a woman’s skin, while maintaining a minimal design and sophisticated look. The crystal-clear (scratch-resistant) sapphire dial and solar charging system, which efficiently converts light to power the watch, add to the watch’s features.
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