sustainability
“Sustainable Thinking� Exhibition - Museo Salvatore Ferragamo
Fontana s. r.l. 206
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FONTANA
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To communicate sustainability “The planet on which we live is a closed system in terms of matter and an open one in terms of energy. We must therefore consider that all that we produce remains on it, as if we were locked inside a spaceship. Fashion items too”. That is how Simone Colombo, Head of Corporate Sustainability at OVS, began his speech during the event “Rethink sustainability in fashion”, organized by Fashion Technology Accelerator. To remind us that the theme of sustainability, although it is very trendy in this period, cannot and must not become a temporary topic; instead it must be a permanent element of our lives, a lasting lifestyle and mental attitude. And that is simply because the Earth will not be able to endure our uncontrollable ‘impulse’ to produce things for much longer. In the opinion of Sergio Solero, ceo at BMW, and of the architect Roberto Palomba (who made interventions at the Milan Fashion Global Summit), the levers of change are millennials, technologies and incentives. These are the targets to keep in mind while working towards a kind of fashion that pays more attention to ethics, besides paying attention to aesthetics. Without forgetting, as Claudio Marenzi, current president of Confindustria Moda, said really well, that “the Italian supply chain is certainly the most virtuous and, in comparison with its main competitor, China, we are more than 10 years ahead in terms of sustainability. It is important, though, to lay down the foundations to communicate these values outside and highlight them properly”. To communicate sustainability, then, does not mean validating marketing trickeries, but to use instead the knowledge stemming from transparency (we will talk of traceability and transparency later on) to make choices that respect the future of people and planet. When sustainability is not appearance but substance, it is right to spread the message… In the next few pages you will find debates and curiosities, research and prospects, materials and projects for really sustainable fashion.
Comunicare sostenibilità. “Il pianeta su cui viviamo è un sistema chiuso per materia e aperto per energia. Dobbiamo quindi considerare che tutto quello che produciamo rimane al suo interno come se fossimo chiusi in un’astronave. Anche gli oggetti moda”. Simone Colombo, Head of Corporate Sustainability di OVS, ha aperto così il suo intervento durante l’evento “Ripensare la sostenibilità nel fashion”, organizzato da Fashion Technology Accelerator. A ricordarci che il tema sostenibilità, pur essendo molto in voga in questo periodo, non può e non deve divenire un trend passeggero, bensì deve insediarsi nelle nostre vite come stile e atteggiamento mentale duraturo. Per il semplice fatto che questa Terra non potrà sopportare ancora a lungo il nostro incontrollato ‘impulso’ di produrre cose. Per Sergio Solero, ceo di BMW, e per l’architetto Roberto Palomba (ascoltati al Milano Fashion Global Summit) le leve del cambiamento sono millenials, tecnologie e incentivi. Questi i target da tenere a mente mentre si lavora per una moda più attenta all’etica oltre che all’estetica. Senza scordare, come ha ben detto Claudio Marenzi - presidente di Confindustria Moda, che “la filiera italiana è sicuramente la più virtuosa e, rispetto al primo competitor, la Cina, abbiamo più di dieci anni di vantaggio in termini di sostenibilità. È importante, però, porre le basi per comunicare questi valori all’esterno e metterli adeguatamente in luce”. Comunicare sostenibilità, allora, non significa dar voce a furbizie di marketing, ma utilizzare la conoscenza che deriva dalla trasparenza (di tracciabilità e trasparenza parliamo più avanti) per operare scelte rispettose del futuro e delle persone e del pianeta. Quando la sostenibilità non è apparenza bensì sostanza, è giusto diffonderne il messaggio… ecco allora le prossime pagine dove si alternano dibattito e curiosità, ricerca e prospettive, materiali e progetti per una moda veramente sostenibile.
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FOCUS ON GREEN FASHION AFAR An African collection of canvas bags, linen bags and accessories, dyed with natural pigments extracted from the earth. The details are in zebu leather and zebu horn, and the buckles are made of titanium. Afar is produced in Ethiopia and bears the indelible mark of its land. The new season centres on new cochineal-based or eucalyptus-based natural dyes mixed with vintage handprocessed leather. Una collezione africana di borse e accessori in canvas o lino, tinto con pigmenti naturali estratti dalla terra. I dettagli sono in pelle di zebù, corno di zebù e le fibbie sono in titanio. Afar è prodotta in Etiopia e porta il marchio indelebile della sua terra. La nuova stagione è incentrata su inedite colorazioni naturali a base di cocciniglia ed eucalipto miste a pellame vintage trattato a mano.
MERON Leather Exotica launched its brand in its showroom in July 2017. The Addis Ababa company’s mission is that of becoming an important high-quality leather producer, implementing the concept of sustainable fashion as a business model in an ethical and efficient manner. The materials used to produce the collections are calfskin and sheepskin. And it is all born out of the tactile sensations given by the incredible softness of vegetable-tanned full-grain leather; these sensations testify to the high craftsmanship of old manual traditions. Leather Exotica ha lanciato il suo marchio Meron nel suo showroom a luglio 2017. L’azienda di Addis Abeba ha come mission quella di diventare un importante produttori di prodotti in pelle di alta qualità, implementando in modo etico ed efficiente un concetto di moda sostenibile come modello di business. I materiali utilizzati per realizzare le collezioni sono la pelle di vitello e la pelle di montone. E tutto nasce dalle sensazioni tattili date dall’incredibile morbidezza della pelle a pieno fiore tinta al vegetale, che testimoniano l’alta artigianalità di antiche tradizioni manuali.
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KABANA LEATHER The founder and CEO Semhal Guesh, who received the award for “young female entrepreneur of the year” from UNDP, has a mission in life: to provide women the same support she received. As new doors open for women in Ethiopia, the company founded by Semhal helps women’s equality, safety, salaries and benefits in the workplace, also investing in their entrepreneurial ideas through loans, tutoring and coaching. The company employs 92 permanent workers and 20 temporary workers, 80% of whom are women. Kabana has its own production plant, where it makes bags, small leather goods and accessories, 100% of which are exported to the United States, although recently small quantities have been directed towards the European market. Semhal’s vision is that of being a leading company in the production of leather goods in the African continent, producing at the same time innovative and creative projects, creating job opportunities along the entire supply chain for Ethiopian women and contributing to the country’s prosperity. La fondatrice e CEO Semhal Guesh, premiata dal 2018 come “giovane imprenditrice dell’anno” dall’UNDP ha una missione nelle vita: fornire alle altre donne lo stesso sostegno da lei ricevuto. Man mano che si aprono nuove porte per le donne in Etiopia, l’azienda fondata da Semhal aiuta il livello di parità, sicurezza, salari e benefici delle donne sul posto di lavoro, investendo inoltre nelle loro idee imprenditoriali attraverso prestiti, tutoring e coaching. L’azienda impiega 92 lavoratori a tempo indeterminato e 20 lavoratori temporanei di cui l’80% sono donne. Kabana ha la sua fabbrica produttiva, dove realizza borse, piccola pelletteria e accessori, di cui il 100% viene esportato verso gli Stati Uniti, anche se recentemente piccole quantità si stanno indirizzando verso il mercato europeo. La visione di Semhal è quella di essere un’azienda leader nella produzione di pelletteria nel continente africano, allo stesso tempo producendo progetti innovativi e creativi e creando opportunità di lavoro lungo tutta la filiera per le donne dell’Etiopia e contribuendo alla prosperità economica del Paese.
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FOCUS ON GREEN FASHION
HUMOUR.NOIR® “My collections express love for nature through exclusive vegan materials, with a contemporary and urban taste. humour.noir® is the brand for a new, enlightened generation, which pays attention to style but also makes a declaration of intent through what it wears. humour.noir®’s motto is: be unique. Be extravagant”. This is how Jenny Steinke, founder of humour.noir®, describes her sustainable and exclusive label, which combines a sophisticated aesthetics, inspired by a journey through the vast planes of Africa, with a really sustainable approach. The vegan materials are accurately selected and handcrafted in Italy, made to last over time. “Le mie collezioni esprimono l’amore per la natura tramite materiali vegani esclusivi, di gusto contemporaneo e urban. humour.noir® è il brand per una nuova generazione illuminata, attenta allo stile ma che fa una dichiarazione d’intenti attraverso ciò che indossa. Il motto di humour.noir® è: sii unica. sii eccentrica”. Così Jenny Steinke, fondatrice di humour.noir®, racconta la sua label sostenibile e esclusiva, che unisce un’estetica raffinata ispirata a un suo viaggio attraverso le vaste pianure dell’Africa con un approccio davvero sostenibile. I materiali vegan sono accuratamente selezionati e lavorati artigianalmente in Italia, fatti per durare nel tempo.
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FOCUS ON GREEN FASHION
HAROLD’S The German company was founded in 1936, but it was only when it began working with the Florentine-based company Pielle le sac that it took on the name Harold’s. The design is made in Germany and production takes place in a small company in Colombia, according to the principles of fair trade and to the highest safety standards for workers. Bags, backpacks, luggage, messengers and laptop cases are unisex and made with top quality leather and treated to have a vintage appearance. But this factor must not deceive consumers: the bags’ interiors are modern and functional, equipped with pockets and special compartments for computers and electronic devices. L’azienda tedesca è stata fondata nel 1936, ma è solo quando ha iniziato a lavorare con la fiorentina Pielle le sac ha preso il nome di Harold’s. Il design è made in Germany e la produzione proviene da una piccola azienda in Colombia, secondo i principi del fair trade e i più alti standard di sicurezza per il lavoratore. Borse, zaini, valigeria, messenger e porta laptop sono unisex e realizzati con pellame di altissima qualità e lavorati per dare loro il caratteristico aspetto vintage. Ma questo fattore non deve trarre in inganno: gli interni delle borse sono moderni e funzionali, attrezzati con tasche e scomparti speciali per computer portatili e device elettronici.
MATIÈRE SECONDE Passionate about upcycling, interior design and fashion, sisters Elise and Agathe decided in June 2018 to create the accessory, costume jewellery and furniture brand Matière Seconde. Their challenge is that of using only recycled or upcycled materials and to work directly with Burkina Faso’s craftswomen, in order to guarantee ethics in production (equal pay, professional training courses, health coverage). And the fashion proposed by the French brand is an explosion of colours and freshness: the bags and accessories created by plastic upcycling display exclusive, unique and unrepeatable design and prints. Appassionate di upcycling, interior design e moda, le due sorelle Elise e Agathe hanno deciso a giugno 2018 di creare il marchio di accessori, bijoux e arredi Matière Seconde. La loro sfida: utilizzare solo materiali riciclati o upcycled e lavorare direttamente con le artigiane del Burkina Faso al fine di garantire l’etica produttiva (condizioni eque di remunerazione, corsi di formazione professionale, copertura sanitaria). E la moda proposta dal brand francese è un’esplosione di colori e di freschezza: le borse e accessori creati dall’upcycling della plastica sfoggia design e stampe esclusive, uniche e irripetibili.
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FOCUS ON GREEN FASHION
VERDURA Trawl nets, those now banned by the European Union and by which Andrea Verdura was charmed when he saw them abandoned on the pier of Piombino, are the soul of these original and truly charming bags. The nets are washed several times and subsequently dyed with natural pigments, and come with cork and recycled rubber details; the vegetable-tanned leather strips and canvas, which complete the details, are scraps and leftovers. The most complex part of production is probably finding the materials. In this search, the designer is supported by “pirates” from the Sea Shepherd, the international organization that fights against natural habitat destruction and the slaughter of the inhabitants of the oceans, often caused by trawl nets which ruin the sea bed. Le reti da pesca a strascico, quelle ormai proibite dall’Unione Europea e dalle quali Andrea Verdura si è fatto affascinare vedendole abbandonate sul molo di Piombino, sono l’anima di queste borse originali e decisamente affascinanti. Le reti vengono lavate più volte e successivamente tinte con pigmenti naturali, i dettagli sono in sughero e gomma riciclata, così come le strisce di pelle a concia vegetale e il canvas che ne rifiniscono i dettagli sono scarti di vecchie produzioni. La parte più complessa della produzione è probabilmente il reperimento dei materiali. In questa ricerca, il designer è sostenuto dai “pirati” della Sea Shepherd – l’organizzazione internazionale che lotta contro la distruzione dell’habitat naturale e il massacro degli abitanti degli oceani, spesso causato da reti a strascico che rovinano i fondali marini.
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FOCUS ON GREEN FASHION
SORUKA Every year the Indian leather industry generates an enormous amount of waste. Cut-outs, faulty lots or lots rejected by clients, and unsold stock. A part of this waste is incinerated, while other parts are discarded into landfills. The Soruka bag line, made with recycled leather cut-outs, was created in order to fight this phenomenon and transform waste into versatile accessories that are pleasant to wear, giving them new value and at the same time contributing to reducing the environmental impact caused by leather waste. The extremely colourful collection is specifically designed with a timeless style, created to survive seasonal microtrends. Every piece is unique because it is handmade by artisans from Calcutta and New Delhi, coordinated by Original Arts, a small Spanish company that has always worked in the distribution of handcrafted products, partly ethical and fair trade products. Ogni anno l’industria indiana del pellame genera una quantità enorme di scarti. Ritagli, partite fallate o rifiutate dai committenti e invenduti di magazzino. Una parte di questi scarti viene bruciata, un’altra viene buttata nelle discariche. La linea di borse Soruka, realizzata con ritagli di pelle recuperata, nasce proprio per contrastare questo fenomeno e trasformare gli scarti in accessori versatili e piacevoli da indossare, dando loro un nuovo valore e contribuendo, al contempo, a ridurre l’impatto ambientale del pellame di scarto. La coloratissima collezione è disegnata appositamente con uno stile senza tempo, fatto per sopravvivere ai microtrend stagionali. Ogni pezzo è unico poichè fatto a mano da artigiani di Calcutta e New Delhi, coordinati da Original Arts, una piccola realtà spagnola che da sempre lavora nella distribuzione di prodotti artigianali, in parte etici e equo solidali.
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FOCUS ON GREEN FASHION
ECOALF The Spanish brand, founded in 2009, aims to transform waste such as fishing nets, plastic bottles, tyres and even coffee residues into top-quality fabrics and subsequently into clothing items, shoes, backpacks and bags. The strength of the company, founded by Javier Goyeneche, lies in the research and development from the recycling of new materials - at present more than forty and in the important project of collecting and reusing algae and plastic material recovered from sea beds. Indeed, Ecoalf collaborates with Spanish fishermen, thanks to whom it collects the waste along the Mediterranean coasts. A collaboration that was born in Alicante in 2015, and which today reaches 52 harbours, for a total of more than 3,000 people involved and 250 tons of plastic already recycled, part of a long-term plan called “Upcycling the Oceans”. Il brand spagnolo di abbigliamento nato nel 2009 si propone di trasformare rifiuti come reti da pesca, bottiglie di plastica, pneumatici e persino residui di caffè, in tessuti di prima qualità e, successivamente, in capi di abbigliamento, calzature, zaini e borse. La forza dell’azienda fondata da Javier Goyeneche è nella ricerca e sviluppo dal riciclaggio di nuovi materiali, al momento più di quaranta, e nell’importante progetto di raccogliere e riutilizzare alghe e materiale plastico recuperato dai fondali marini. Difatti Ecoalf collabora con dei pescatori spagnoli grazie ai quali raccoglie i rifiuti lungo le coste del Mediterraneo. Una collaborazione nata ad Alicante nel 2015, che oggi si è ampliata andando a toccare 52 porti, per un totale di oltre 3.000 persone coinvolte e 250 tonnellate di plastica già riciclata, parte di un piano a lungo termine chiamato “Upcycling the Oceans”.
GOLLA Since 1995, the Finnish company Golla offers a wide range of backpacks, bags and accessories that are functional and whose design is sober and at the same time elegant. High-quality production and a timeless design guarantee long product durability and have as little impact on the environment as possible. Among the most popular proposals are the Laptop BackPacks, a series equipped with an opening mechanism that makes it easier to place the laptop into the backpack and take it out. Besides being built with resistant materials, these backpacks offer padded shoulder straps in order to guarantee maximum comfort while carrying them. And the new models of the bestseller Orion are made entirely with recycled PET bottles, combining a modern Nordic taste design with respect for the environment. Dal 1995, l’azienda finlandese Golla propone una vasta gamma di zaini, borse e accessori, funzionali e dal design sobrio ed elegante nello stesso tempo. Una produzione di alta qualità e un design senza tempo garantiscono una lunga durata dei prodotti e riducono al minimo l’impatto sull’ambiente. Tra le proposte più gettonate ci sono i Laptop BackPacks, una serie di zaini equipaggiati con un meccanismo di apertura che semplifica l’inserimento e l’estrazione del portatile stesso. Oltre ad essere costruiti con materiali resistenti, questi zaini offrono tracolle imbottite per garantire il massimo comfort durante il trasporto. E i nuovi modelli del bestseller Orion sono realizzati interamente con bottiglie in PET riciclato, combinando un design moderno di gusto nordico e il rispetto per l’ambiente.
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FOCUS ON GREEN FASHION
NUKAK The Spanish brand aims to make the world a better place. The project was started in 2001 in Barcelona with the aim of giving waste materials a new opportunity, finding treasures lost among the waste of progress and modernity. Their second life was born out of the search for and development of all the materials that it is possible to recover, analysing their qualities and characteristics in order to adapt them to the best shapes and functions. Bags, backpacks, clutch bags, wallets and bum bags are handcrafted, starting with the upcycling of tyre tubes, truck tarpaulins, PVC advertising banners, boat sails and so on. Il brand spagnolo si propone di rendere il mondo un posto migliore. Il progetto nasce nel 2001 a Barcellona con l’intento di dare una nuova possibilità ai materiali scartati, trovando tesori perduti tra lo spreco del progresso e della modernità. La loro seconda vita nasce dalla ricerca e sviluppo di tutti i materiali che è possibile recuperare, analizzandone le qualità e caratteristiche per adattarli alla forma e funzione migliori. Borse, zaini, pochette, portafogli e marsupi sono realizzati a mano artigianalmente a partire dall’upcycling di camere d’aria di pneumatici, teloni di camion, striscioni in PVC pubblicitari, vele da barca e così via.
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EXHIBITION
Eco-fashion at the Salvatore Ferragamo Museum OPENED LAST APRIL AT THE SALVATORE FERRAGAMO MUSEUM, THE “SUSTAINABLE THINKING” EXHIBITION IS A JOURNEY THROUGH THE PIONEERING INSIGHTS OF THE FOUNDER SALVATORE FERRAGAMO IN THE SEARCH FOR NATURAL, RECYCLED AND INNOVATIVE MATERIALS, AND THE MOST RECENT ECO-FASHION EXPERIMENTS Designed by Stefania Ricci, director of the Ferragamo museum and foundation, with the contribution of Giusy Bettoni, Arabella S. Natalini, Sara Sozzani Maino and Marina Spadafora, the “Sustainable Thinking” exhibition project investigates the crucial issue of sustainability through an artistic-cultural journey which tells of evolutions and interpretations. The language chosen to conduct this reflection on the relationship between man and nature is that of fashion, art and materials. The exhibition hosts works by international artists and fashion designers who present their own key to the recovery of a more meditated relationship with nature and its profound relationship with technology, the use of organic materials and its creative reuse, up to underline the importance of a collective commitment, a conscious and shared way of thinking. The material substance is the fil rouge of the representation starting from the research on materials that has been conducting since the 1920s by Salvatore Ferragamo, including cellophane, hemp and fish skin. It then explores the history of quality materials that, having reached the end of their lives, are transformed into quality products, as a concrete example of circular economy. Installations are created by recalling the ancient techniques of craftsmanship both as the art of recycling and the recovery of manual traditions, which are fundamental aspects of the sustainable philosophy. And then materials that create intertwinings, relationships between different cultural environments. Smart technologies that, through experimentation, become key for renewal. Back to nature, understood as a virtuous rediscovery of natural fibers. The exhibition will remain open until Sunday March the 8th 2020.
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FERRAGAMO MUSEUM
La eco-moda al Museo Salvatore Ferragamo INAUGURATA LO SCORSO APRILE AL MUSEO SALVATORE FERRAGAMO, LA MOSTRA “SUSTAINABLE THINKING” È UN PERCORSO TRA LE PIONIERISTICHE INTUIZIONI DEL FONDATORE SALVATORE FERRAGAMO NELLA RICERCA DI MATERIALI NATURALI, DI RICICLO E INNOVATIVI, E LE PIÙ RECENTI SPERIMENTAZIONI IN AMBITO ECO-FASHION Ideato da Stefania Ricci, direttore del museo e della Fondazione Ferragamo, con il contributo di Giusy Bettoni, Arabella S. Natalini, Sara Sozzani Maino e Marina Spadafora, il progetto espositivo di Sustainable Thinking indaga il tema cruciale della sostenibilità attraverso un percorso artistico-culturale che ne racconta evoluzioni e interpretazioni. Il linguaggio scelto per condurre questa riflessione sul rapporto uomo-natura è quello della moda, dell’arte e dei materiali. La mostra ospita opere di artisti e fashion designer internazionali che presentano la propria chiave di lettura sul recupero di un rapporto più meditato con la natura e la sua profonda relazione con la tecnica, l’impiego di materie organiche e il riuso creativo, fino a sottolineare l’importanza di un impegno collettivo, di un modo di pensare consapevole e condiviso. La sostanza materica è il fil rouge della rappresentazione che prende il via dalla ricerca sui materiali condotta fino dagli anni ‘20 da Salvatore Ferragamo, tra cellofan, canapa e pelle di pesce. Esplora quindi la storia di materie di pregio che, giunte a fine vita, sono trasformate in prodotti di qualità, come esempio concreto di economia circolare. Le installazioni sono realizzate rievocando le antiche tecniche dell’artigianato nella duplice veste dell’arte del riciclo e del recupero di tradizioni manuali, aspetti fondamentali della filosofia sostenibile. E poi materie che creano intrecci, relazioni tra ambiti culturali diversi. Tecnologie smart che, attraverso la sperimentazione, diventano chiave per il rinnovamento. Ritorno alla natura, inteso come virtuosa riscoperta delle fibre naturali. La mostra resterà aperta fino a domenica 8 marzo 2020.
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INTERVIEW
“Green” soul TO PRODUCE SOPHISTICATED DESIGNER FASHION ACCESSORIES BY RESPECTING THE ENVIRONMENT: CINZIA FONTANA TELLS US ABOUT THE CLOSE RELATIONSHIP BETWEEN THE HISTORIC COMPANY IN COLLECCHIO (PR) AND SUSTAINABILITY
What are Fontana’s inspiring principles in regard to sustainability, and how do you put it into practice in your company on a daily basis? We would like to have as little impact on the environment as possible, in order to be able to maintain the balance of the planet. Our raw materials are mainly natural: the real corozo is the seed of the fruit of a type of palm, the real horn and bone come from farming, while the Austrian deer horn is obtained from the animal’s moulting, with the animal “losing” the antlers once a year. The mother of pearl comes from Australian and Philippines farms. Our synthetic raw materials have between 30% and 100% of vegetable resins, while the brass we use is lead-free. All our production processes are aimed at achieving as much sustainability as possible. We recycle the waste deriving from processing with a dust aspiration plant, which enables us to collect the waste deriving from the processing of natural materials - which are excellent manure for agriculture - separately from synthetic materials. We recycle paper and cardboard, some plastic packaging such as trays, containers and/or film, re-using the former in the production process as containers, the latter as packaging. Over the years we have managed to bring the recycling of paper down to 98%, of cardboards to 80% and we are working on that of plastic, where we have reached 60% of re-use. We have a water-recycling plant, a water treatment plant for lasers, and all of our emissions are by far below the allowed percentage. In 2010 we began to approach structural plant engineering from an ecological point of view: all of our glass optimizes thermal transmittance, all of our lights
are LED lights, both indoors and outdoors, moreover our thermal power station is a biomass one, we opted for an Austrian boiler that, through specific filters, produces very low emissions and reduces the formation of waste ashes, which are then re-used as manure in our garden. We obtain hot water from this power station during the winter months, while in the summer we use the solar panels of a specific plant. Other photovoltaic panels produce energy, although it is not enough to make us completely independent: indeed, in our programs there is the implementation of the plant and at the moment we are using a supplier of energy from renewable sources up to 40%. In what manner do you communicate your “green” approach to customers? At present, we are updating our website, where we will communicate all the information on sustainability to those who will visit it, our agents are trained to highlight the fact that our production cycle is in the name of sustainability. What are the most important specifications that Fontana agrees on with its suppliers in reference to the traceability of your products? We give our suppliers stringent specifications, and as a result of that we have obtained polyester materials with as little as 30% of vegetable origin resins, even reaching 100%. The galvanic plants with which we collaborate are certified and for each bath, which is already nickel-free, they provide us with the analysis declaring the basic palladium microns. Furthermore, we follow and apply an Ethical Code from which we never depart.
ROLLER BUCKLE (FONTANA’S PATENT) IN CASEIN TURTLE FIBBIA RULLO (BREVETTO FONTANA) IN TARTARUGA DI CASEINA
BUTTONS AND ROUND BLACK CASEIN BUCKLE BOTTONI E FIBBIA TONDA NERA IN CASEINA
METAL AND REAL BLACK/WHITE UGANDA HORN FIBBIA IN METALLO E VERO CORNO NERO/BIANCO UGANDA
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BUCKLES IN REAL WHITE UGANDA HORN FIBBIA VERO CORNO BIANCO UGANDA
FONTANA
Anima “green” PRODURRE RAFFINATI ACCESSORI MODA DI DESIGN NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE: CINZIA FONTANA CI RACCONTA DELLO STRETTO RAPPORTO DELLA STORICA AZIENDA DI COLLECCHIO (PR) CON LA SOSTENIBILITÀ
Quali sono i principi ispiratori di Fontana riguardo alla sostenibilità e come la mettete in pratica nella quotidianità della vostra azienda? Vorremmo avere un impatto sull’ambiente il minore possibile, per poter mantenere l’equilibrio nel pianeta. Le nostre materie prime sono prevalentemente naturali: il vero corozo è il seme del frutto di una tipologia di palma, il vero corno e l’osso provengono da allevamenti, mentre il corno di cervo austriaco è ricavato dalla muta dell’animale, che perde il “palco” una volta all’anno. Le madreperle provengono da allevamenti australiani e filippini. Le nostre materie prime sintetiche hanno dal 30% al 100% di resine vegetali, mentre l’ottone che noi lavoriamo è esente da piombo. Tutti i nostri processi produttivi sono rivolti alla ricerca della maggior sostenibilità possibile. Effettuiamo il riciclo degli sfridi delle lavorazioni con un impianto di aspirazione delle polveri, che ci permette di raccogliere separatamente lo scarto di lavorazione dei materiali naturali (che sono un ottimo concime per l’agricoltura) da quelli sintetici. Effettuiamo il riciclo della carta e del cartone, di alcuni imballaggi di plastica quali vaschette, contenitori e/o pellicole, riutilizzando i primi nel processo produttivo come contenitori, i secondi negli imballaggi. Negli anni siamo riusciti a raggiungere un riciclo del 98% della carta, 80% del cartone, stiamo migliorando sulla plastica, dove abbiamo raggiunto il 60% di riutilizzo. Abbiamo un impianto per il riciclo dell’acqua, un altro di filtri ad acqua per i laser, tutte le nostre emissioni sono di ben lunga al disotto di quelle consentite.
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BUTTONS AND BUCKLES IN REAL HORN, CUFFLINK IN BRASS AND HORN BOTTONI E FIBBIE IN VERO CORNO PIÙ GEMELLO (OTTONE E VERO CORNO)
We would like to have as little impact on the environment as possible Vorremmo avere un impatto sull’ambiente il minore possibile
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BUTTONS IN REAL HORN CRUST AND BUTTON IN REAL VINTAGE BONE BOTTONI IN VERO CORNO CROSTA E BOTTONE IN VERO OSSO VINTAGE
A partire dal 2010, abbiamo iniziato un percorso ecologico di impiantistica strutturale: tutti i nostri vetri sono ad ottimizzazione della trasmissione termica, tutte le nostre luci sono led sia interne che esterne, inoltre la nostra centrale termica è a biomassa, abbiamo optato per una caldaia austriaca che, attraverso filtri appositi, ha emissioni molto basse e riduce la formazione delle ceneri di risulta, che vengono riutilizzate quale concime nel nostro giardino. Da questa centrale otteniamo acqua calda nei mesi invernali mentre nella bella stagione subentrano i pannelli solari di un impianto apposito. Altri pannelli fotovoltaici producono energia, benché non sufficiente a renderci autonomi: nei nostri programmi c’è difatti l’implementazione dell’impianto e al momento ci serviamo di un fornitore di energia da fonti rinnovabili nella misura del 40%. Come comunicate il vostro approccio “green” ai clienti? Al momento, stiamo aggiornando il nostro sito dove comunicheremo tutte le informazioni sulla sostenibilità a chi lo visiterà, i nostri venditori vengono formati per evidenziare che il nostro ciclo produttivo è all’insegna della sostenibilità. Quali sono i capitolati più importanti che Fontana concorda con i suoi fornitori in particolare riguardo alla tracciabilità dei vostri prodotti? Ai nostri fornitori diamo dei capitolati stringenti che come risultato ci hanno fatto ottenere dei materiali poliesteri con un minimo del 30% di resine di origine vegetale fino ad arrivare al 100% . Le galvaniche con cui collaboriamo sono certificate e per ogni bagno (già nickel-free) ci consegnano l’analisi con la dichiarazione dei micron di palladio di base. Inoltre seguiamo ed applichiamo un Codice Etico da cui non deroghiamo mai.
BUTTONS IN REAL COROZO OR HICKORY NUT BOTTONI IN VERO COROZO O HICKORY NUT
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SPOTLIGHT | PB0110 In response to the global discussion on disposable plastic bags, the Belgian brand of Philippe Bree launches its sustainable solution: AB 96. It is a combination of a clutch bag and a shopping bag created by Ayzit Bostan, with small relief motifs of fruit and vegetables created exclusively by artist Martin Fengel. The versatile detachable clutch is made by vegetable-tanned leather from Belgium, the nylon bag is made in Tuscany. It is available in 4 colour combinations: coral red, cedar brown, twilight pinkpurple and gray-black. Ecofriendly and chic, they are easy to match and to carry in every occasion thanks to their versatility and their casual style but thanks to the bellows and the practical format, these two handles are also ideal as shopping bags. Everyday situations are unpredictable, but one thing is certain: plastic is not part of them! In risposta alla discussione globale sui sacchetti di plastica monouso, il brand belga di Philippe Bree lancia la sua soluzione sostenibile: AB 96. È una combinazione di una pochette e una shopping bag creata da Ayzit Bostan, con piccoli motivi di frutta e verdura in rilievo realizzati in esclusiva dall’artista Martin Fengel.La versatile pochette staccabile è in pelle conciata al vegetale proveniente dal Belgio, la borsa in nylon è realizzata in Toscana. E’ disponibile in 4 combinazioni di colori: rosso corallo, marrone cedro, rosa crepuscolo-viola e grigio-nero. Ecofriendly e chic, sono facili da abbinare e portare in ogni occasione grazie alla loro versatilità e al loro stile casual ma grazie al soffietto e al pratico formato, queste duemanici sono ideali anche come borse per la spesa. Le situazioni quotidiane sono imprevedibili, ma una cosa è certa: la plastica non ne fa parte!
NEWS
To choose cork means to choose eco-sustainability Scegliere il sughero significa scegliere l’ecosostenibilità SACE COMPONENTS TALKS OF CERTAIN SPECIFICS OF CORK THAT EVERYONE SHOULD KNOW
Sace Components, a company with more than 10 years’ experience in the trade and production of semi-finished cork products for shoes, bags, construction, sailing and furniture, tells us about some interesting facts about cork and its beneficial environmental impact. Cork is extracted from the trunk in a completely sustainable manner because the decortication process leaves the tree completely unaltered. Indeed, thanks to this type of processing, it regenerates itself cyclically, acquiring new vital lymph. With each harvest, cork trees give hundreds of kilograms of 100% natural product. Its countless uses involve zero environmental impact production, for an ecological lifestyle that involves both the daily behaviours of consumers and the choices of companies. Cork, in its totally natural state, is completely recyclable and eco-friendly… Not only that: a single cork stopper is capable of holding twice its weight in CO2, thus helping the atmosphere to stay cleaner. Finally, regular cork extraction offers a fundamental contribution in terms of environment, economy and social sustainability for the rural areas where cork trees grow. Its value is not confined only to the products extracted from the tree, but also to all the agricultural, forestry and wildlife activities rotating around the cultivation of cork trees.
SACE COMPONENTS RACCONTA ALCUNE PARTICOLARITÀ SUL SUGHERO CHE TUTTI DOVREBBERO CONOSCERE
Sace Components, azienda con esperienza ultra decennale nel commercio e produzione di semilavorati in sughero per calzature, borse, edilizia, nautica e arredamento, ci racconta alcune interessanti curiosità sul sughero e sul suo benifico impatto ambientale. Il sughero viene estratto dal suo tronco in maniera completamente sostenibile perché il processo di decorticazione lascia l’albero inalterato. Anzi, grazie a questa lavorazione, si rigenera ciclicamente acquisendo nuova linfa vitale. Per ogni raccolta, la sughera regala svariate centinaia di chilogrammi di prodotto naturale al 100%. I suoi innumerevoli utilizzi coinvolgono produzioni a impatto zero, per uno stile di vita ecologico che coinvolge sia i comportamenti quotidiani dei consumatori, sia le scelte delle imprese. Il sughero, nella sua naturalezza, è completamente riciclabile e amico dell’ambiente… Non solo, un singolo tappo di sughero è in grado di trattenere circa il doppio del suo peso in CO2, aiutando così l’atmosfera a restare più pulita. L’estrazione regolare di sughero offre, infine, un contributo fondamentale in termini di ambiente, economia e sostenibilità sociale per le aree rurali in cui crescono le sughere. Il suo valore si deve non soltanto ai prodotti estratti dall’albero, ma anche a tutte le attività agricole, forestali e faunistiche che ruotano attorno alla coltivazione della sughera.
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SPOTLIGHT | SVNR SVNR is a brand that was born from the union of ethics and aesthetics, it was founded in 2018 in Brooklyn, on a rainy summer weekend, thinking back to many past trips (the name is short for “souvenir”, “remember” in French). The brand combines the commitment of sustainable production practices with the love for fashion of its founder, Christina Tung, eclectic collector and designer. Keeping these principles in mind, SVNR jewels are made with only found, reused, recycled and natural materials, each piece is handmade and refers to a specific time and place. SVNR è un brand che nasce dall’unione di etica ed estetica, è stato fondato nel 2018 a Brooklyn, in un weekend estivo piovoso, ripensando ai tanti viaggi passati (ilnome è l’abbreviazione di “souvenir”, “ricordare” in francese). Il marchio associa l’impegno delle pratiche di produzione sostenibili all’amore per la moda della sua fondatrice, Christina Tung, designer e collezionista eclettica. Tenendo presente questi principi, i gioielli SVNR sono realizzati con solamente con materiali trovati, riutilizzati, riciclati e naturali, ogni pezzo è fatto a mano e fa riferimento a un tempo e a un luogo specifico.
NEWS ON STAGE
From food to fashion: the story of En Shalla FASHION, ENVIRONMENT AND ETHICS: THE EN SHALLA PROJECT BLENDS THESE THREE VALUE TOGETHER WITH ITS COLLECTIONS OF BAGS MADE FROM RECYCLED PLASTIC No one would have ever believed it would have been possible to transform packaging for industrial food into fashion objects, and yet En Shalla has done it. For the last four years, it has been behind a project aimed at employing women from the district of Marrakech in the manufacturing of bags made from recycled plastic. The bags are embroidered by hand, weaving different materials together through plastic grids: almost like a white canvas, it is possible to reproduce any pattern that might be desired. Inside each bag, instead, remains the original design, so customers can learn of is origins and story. The design of each bag is developed inside the plant by a group of artisans, with the bags subsequently distributed to villages surrounding the city, where women from rural areas reproduce the models by hand, in what is a creative and stimulating job that also allows them to earn a salary.
Dal cibo alla moda: la storia di En Shalla MODA, AMBIENTE ED ETICA: IL PROGETTO DI EN SHALLA METTE INSIEME QUESTI TRE VALORI CON LE SUE COLLEZIONI DI BORSE IN PLASTICA RICICLATA Nessuno crederebbe possibile trasformare gli imballaggi per cibi industriali in oggetti di moda, eppura En Shalla ne è capace. Da quattro anni a questa parte ha lanciato un progetto che coinvolge donne del comprensorio di Marrakech nella confezione di borse in plastica ricilata. Le borse vengono ricamate a mano, tessendo materiali diversi attraverso la griglia di plastica: come su una tela bianca, è possibile riprodurre qualsiasi pattern a seconda dell’ispirazione. All’interno della borsa, invece, rimane il disegno originale, in modo che i clienti possano sapere da dove arriva, qual è la sua storia. Il design di ogni borsa è sviluppato all’interno della fabbrica da un gruppo di artigiani, quindi le borse sono distribuite ai villaggi all’esterno della città dove donne delle aree rurali riproducono a mano i modelli, facendo così un lavoro creativo che le stimola e allo stesso tempo permette loro di generare un reddito.
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NEWS ON STAGE
The sublime art of recycling DUTCH SUZANNE JONGMANS USES RECYCLED MATERIALS TO RECREATE THE RICH COSTUMES OF FLEMISH PAINTINGS The artist creates highly elaborate photographic portraits that follow the Northern European masterpieces of the 15th, 16th and 17th centuries. She reconstructs everything in a meticulous way, especially the rich clothes of that time but instead of using lace and fine fabrics, Jongmans uses recycled and peculiar materials such as plastic sheets or foam, packaging in polystyrene and scraps of thick film. Thus the protagonists of the paintings by Rembrandt, Holbein the Younger and Rogier van der Weyden live again in a new world poised between the elegance of the past and our problematic present. The artist recovers the icons of the history of art using their timeless splendour to draw attention to the disastrous problem of industrial waste. “A piece of plastic with a printed text - she explains - used to pack a machine can look like a silk cloth. And the tear-off opening of a can may seem like a ring”. Suzanne Jongmans is a sculptress, costume designer and photographer. Her skill with needle and thread is a legacy of her family history, but the recovery of packaging materials has become part of her usual practice because it allows her to merge with the sculpture and create a relationship with the viewer that includes a “green” message.
THE DESIGNER SUZANNE JONGMANS
L’arte sublime del riciclo L’OLANDESE SUZANNE JONGMANS UTILIZZA MATERIALI RICICLATI PER RICREARE I RICCHI COSTUMI DEI DIPINTI FIAMMINGHI L’artista crea degli elaboratissimi ritratti fotografici che ricalcano i capolavori nord-europei del XV°, XVI° e XVII° secolo. Ricostruisce tutto in modo minuzioso, soprattutto i ricchi abiti dell’epoca ma anziché usare merletti e stoffe pregiate, la Jongmans si serve di materiali riciclati e inconsueti come fogli di plastica o schiuma espansa, imballaggi in polistirolo e scampoli di spessa pellicola. Così i protagonisti delle tele di Rembrandt, Holbein il Giovane e Rogier van der Weyden rivivono in un nuovo mondo in bilico tra l’eleganza del passato e il nostro presente problematico. L’artista recupera le icone della storia dell’arte usando il loro splendore senza tempo per attirare lo sguardo sul problema disastroso degli scarti industriali.”Un pezzo di plastica con un testo stampato - spiega - utilizzato per impacchettare una macchinario può somigliare a un drappo di seta. E l’apertura a strappo di una lattina può sembrare un anello”Suzanne Jongmans è scultrice, costumista e fotografa. La sua abilità con ago e filo è un retaggio della sua storia familiare, ma il recupero di materiali da imballaggio è entrato a far parte della sua pratica abituale perchè le consente di fonderla con la scultura e creare un rapporto con lo spettatore che includa un messaggio “green”.
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NEWS
The fashion system comes together for the environment La moda fa quadrato per l’ambiente THE END OF G7 IN BIARRITZ SAW THE PRESENTATION OF THE FASHION PACT, WITH 32 LEADING PLAYERS IN THE FASHION SYSTEM CONFIRMING THEIR COMMITMENT TO SAFEGUARD OUR PLANET In the months preceding the start of G7, French President Emmanuel Macron charged François-Henri Pinault, President and CEO of Kering, with the task of reuniting and bringing together the most important players in the fashion and textile industry, with the aim of outlining clear and concrete goals that will help to reduce the sector’s ecological impact. This “call to arms” was answered by 32 giants in the sector: Adidas, Bestseller, Burberry, Capri Holdings ltd, Carrefour, Chanel, Ermenegildo Zegna, Everybody&Everyone, Fashion3, Fung Group, Galeries Lafayette, Gap, Giorgio Armani, H&M, Hermes, Inditex, Karl Lagerfeld, Kering, La Redoute, Matchesfashion.com, Moncler, Nike, Nordstrom, Prada, Puma, Pvh, Ralph Lauren, Ruyi, Salvatore Ferragamo, Selfridges Group, Stella McCartney and Tapestry. Although each one of the companies that signed the pact is already promoting green projects or initiatives on their own, starting today they have also committed themselves to tackling the theme of sustainability in a more systematic way. Providing further incentive is also their awareness and understanding that the fashion industry, with an annual turnover of 1.5 trillion dollars, is one of the sectors with the greatest negative impact on the planet. It is exactly for this reason that it must play a primary role in making the move towards a more sustainable future. The goals of the Fashion Pact are based on the science-based Target initiative, which focuses on three main areas for safeguarding the planet: stopping global warming by creating and implementing a plan for eliminating gas emissions by 2050, reactivating biodiversity for the re-establishment of natural ecosystems and protection of the planet’s species and protecting the world’s oceans through concrete initiatives that include, for example, a reduced use of disposable plastic.
Nei mesi scorsi, in previsione del G7, il premier francese Emmanuel Macron aveva affidato a François-Henri Pinault, president e ceo di Kering, il compito di riunire e coinvolgere gli attori più importanti del settore moda e tessile con la finalità di definire degli obiettivi concreti per ridurre l’impatto ecologico causato dal comparto. Alla “chiamata alle armi” hanno risposto 32 big del settore: Adidas, Bestseller, Burberry, Capri Holdings ltd, Carrefour, Chanel, Ermenegildo Zegna, Everybody&Everyone, Fashion3, Fung Group, Galeries Lafayette, Gap, Giorgio Armani, H&M, Hermes, Inditex, Karl Lagerfeld, Kering, La Redoute, Matchesfashion. com, Moncler, Nike, Nordstrom, Prada, Puma, Pvh, Ralph Lauren, Ruyi, Salvatore Ferragamo, Selfridges Group, Stella McCartney e Tapestry. Nonostante ognuno dei firmatari abbia già promosso progetti o iniziative green nella sua attività, tuttavia da oggi si impegna – con la sottoscrizione al patto - ad affrontare il tema della sostenibilità in modo più sistematico. Vincolato anche dalla consapevolezza che l’industria della moda, con un giro di affari di 1,5 trilioni di dollari, è anche uno dei settori con l’impatto più pesante sul pianeta e proprio per questo deve ricoprire un ruolo primario nel salto verso un futuro più sostenibile. Gli obiettivi del Fashion Pact si basano sull’iniziativa Science-Based Target che si focalizza su tre aree principali per la salvaguardia del pianeta: arrestare il riscaldamento globale creando ed implementando un piano per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050, ripristinare la biodiversità per ristabilire gli ecosistemi naturali e proteggere le specie, salvaguardare gli oceani con iniziative concrete come ad esempio la riduzione della plastica monouso.
E’ STATO PRESENTATO IN CHIUSURA DEL G7 DI BIARRITZ IL FASHION PACT CHE IMPEGNA 32 BIG DEL SISTEMA DELLA MODA AL RISPETTO PER IL NOSTRO PIANETA
FRANÇOIS-HENRI PINAULT AND EMMANUEL MACRON FRANÇOIS-HENRI PINAULT E EMMANUEL MACRON
THE SIGNATORIES I FIRMATARI
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FOCUS
Traceability and transparency
Tracciabilità e trasparenza
THESE ARE THE TWO KEY WEAPONS TO PROMOTE AN INCREASINGLY WIDESPREAD SUSTAINABLE FASHION
QUESTE LE DUE ARMI CHIAVE PER PROMUOVERE UNA SOSTENIBILITÀ SEMPRE PIÙ DIFFUSA NELLA MODA
To maintain credibility, fashion must integrate traditional strengths (style, product quality, creativity) with the emerging values of sustainability and social responsibility and provide increasingly reliable information to end consumers.
Per mantenere credibilità la moda deve integrare i tradizionali punti di forza (stile, qualità del prodotto, creatività) con i valori emergenti della sostenibilità e responsabilità sociale e dare informazioni sempre più affidabili ai consumatori finali.
The Fashion Revolution organisation, a global movement that calls for a profitable but fairer, safer and cleaner fashion industry, identifies transparency as a useful tool to achieve its goals. “We believe that transparency is the first step to transform the sector. And starting to be transparent involves a simple question: who made my clothes? We believe that this simple question leads people to think differently about what they are wearing”. Fashion Revolution draws up every year the Fashion Transparency Index which analyses the degree of transparency of the 200 most important fashion brands. Their point of view about the situation is that while we see companies sharing their policies and commitments on human rights and the environment, a great deal of crucial information about the practices of the fashion industry remains hidden – in particular when it comes to impacts on the workers’ lives in the supply chain and on the environment. The results of 2019 are not that exciting: the average score for all 200 brands and retailers is 21% out of the 250 points analysed, showing that there is still a lot of work to do. “However, we are seeing brands and retailers moving towards greater transparency. Out of the 150 brands and retailers reviewed in 2018, this year we have seen an average increase of 5% of their transparency level and when we look at the 98 brands reviewed in the Index 2017 we see an increase of almost 9% in their average scores”. This year, the brands with the highest score were Adidas, Reebok and Patagonia, which reached 64% of the 250 points. The good news is that, compared to three years ago, more brands and retailers are revealing their suppliers: 70 of the 200 leading fashion brands reviewed, publish a list of their top-tier suppliers/ manufacturers. But why is transparency so important, even more than traceability? “The lack of transparency costs lives. It is impossible for companies to make
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L’organizzazione Fashion Revolution, movimento globale che chiede un’industria della moda profittevole ma più equa, sicura e pulita individua nella trasparenza lo strumento utile per raggiungere i suoi scopi. “Crediamo che la trasparenza sia il primo passo per trasformare il settore. E iniziare a essere trasparenti implica una semplice domanda: chi ha fatto i miei vestiti? Crediamo che questa semplice domanda induca le persone a pensare in modo diverso a ciò che indossano”. Fashion Revolution stila ogni anno il Fashion Transparency Index che analizza il grado di trasparenza dei 200 più importanti marchi della moda. Il loro punto della situazione dice che mentre vediamo le aziende condividere le loro politiche e impegni in materia di diritti umani e ambiente, ancora molte informazioni cruciali circa le pratiche dell’industria della moda rimangono nascoste - in particolare quando si tratta di impatti sulla vita dei lavoratori nella catena di fornitura e sull’ambiente. I risultati del 2019 non sono così entusiasmanti: il punteggio medio per tutti i 200 marchi e rivenditori è del 21% su 250 punti analizzati, a dimostrazione che c’è ancora molto lavoro da fare. “Tuttavia, stiamo assistendo a brand e retailer che muovono verso una maggiore trasparenza. Dei 150 marchi e dettaglianti recensiti nel 2018, quest’anno abbiamo registrato un aumento medio del 5% del loro livello di trasparenza e quando guardiamo i 98 marchi recensiti nell’Indice nel 2017 riscontriamo un aumento quasi del 9% nei loro punteggi medi”. I marchi con il punteggio più alto quest’anno sono stati Adidas, Reebok e Patagonia, che totalizzano il 64% dei 250 punti. La buona notizia è che più marchi e rivenditori stanno rivelando i loro fornitori rispetto a tre anni fa: 70 dei 200 principali marchi di moda recensiti pubblicano un elenco dei loro fornitori/produttori di primo livello. Ma perché è così importante la trasparenza, ancor più della tracciabilità? “La mancanza di trasparenza costa vite. È impossibile per le aziende assicurarsi che i diritti umani siano sempre rispettati, che le condizioni di lavoro siano adeguate e che l’ambiente sia salvaguardato senza sapere dove sono realizzati i loro prodotti. Ecco perché la trasparenza è essenziale. Se conosciamo le strutture in cui vengono fabbricati i nostri vestiti, se abbiamo accesso a informazioni sulle fabbriche, i mulini e le fattorie in cui i marchi stanno acquistando, il pubblico può aiutare il settore a tenere sotto controllo l’intera filiera”. Certo, la trasparenza da sola non è sufficiente per risolvere i problemi del settore, ma è un primo passo necessario verso un cambiamento sistemico più ampio. La trasparenza fa luce su questioni spesso tenute nascoste. In ultima analisi, ognuno di noi deve agire sulla ricchezza di informazioni che viene divulgata al fine di tracciare marchi e rivenditori, governi e fornitori per rendere conto dei diritti umani, delle condizioni di lavoro e dell’impatto ambientale.
TRACEABILITY
sure that human rights are always respected, that working conditions are adequate and that the environment is safeguarded without knowing where their products are made. This is why transparency is essential. If we know the facilities in which our clothes are manufactured, if we have access to information on factories, mills and farms where brands are buying, communities can help the sector to keep the entire supply chain under control”. Transparency alone is, of course, not enough to solve the LARS DOEMER sector’s problems, but it is a necessary first step towards a wider systemic change. Transparency sheds light on issues which are often kept hidden. Ultimately, each one of us must act on the wealth of information that is disclosed in order to track brands and retailers, governments and suppliers to account for human rights, working conditions and environmental impact. This is well explained by Lars Doemer, director and co-founder of GoBlu, a company dedicated to accelerating the ability of its customers to operate in a sustainable way. “The fact that today people say that they are increasingly interested in the issue of sustainability implies a strong commitment for companies to find engaging, simple and understandable stories to tell final consumers. Stories that tie the sustainability of a product to the values of those who buy it. In order for sustainability to fit into a fruitful business, it is necessary to start with the customer. The customer must understand the advantages related to the sustainability of the product, its added value and what differentiates a product from that of competitors”. For Lars Doemer, this result is achieved by allowing each individual product to communicate its own degree of sustainability, abandoning the strategies undertaken so far by companies that communicate their level of sustainability on websites or on social media: “It is time to investigate the message, to let each product communicate its values directly and easily to the consumer”. He quotes Patagonia as an example to follow in this regard. Indeed - says Lars Doemer - both its actions and its way of communicating are coherent and an example for many. As far as the fashion world is concerned, Lars cites other examples: in recent years H&M, which developed the transparency of its production chain extremely well; the Swedish company Lindex, which placed some information about the sustainability of the materials used on its online shop; or Timberland, which has implemented its own supplier index; speaking of footwear and online, we get to Zalando, which has started to provide useful information to those wishing to purchase more sustainable models. “We are on the starting line as far as fashion is concerned. Someone has already started, others are beginning to move. We, obviously, expect this trend to become stronger”. To the specific question about traceability, Lars’ answer is enlightening: “Traceability and transparency go hand in hand, in my opinion. Because traceability, which provides me with the list of actors involved in the production of an object, cannot be separated from transparency regarding the activities carried out by individual subjects (employee contracts, production processes, chemical agents used ...). Traceability is not enough. Knowing only what, where and by whom something is produced, is of no use if the impacts of this production on the natural and social environment are not known. Among other things, the concept of transparency can help companies to further evolve communication: if in the past, in fact, companies used to only tell which harmful chemical elements were not used in their products, today transparency requires to explain why, when and which elements are used. The best example that helps us understand the importance of this cultural transition is the food industry. On foods must be marked ingredients that compose them, not those that are not present in the recipe”. Talking to Lars Doemer, we find out that all this traceability talk, combined with Blochchain issues does not enthrall him. He does not believe that the true point is the technology to be used to communicate his production data: “Perhaps tomorrow the Blockchain will become a standard solution (even if costs do not allow it today), or perhaps other solutions and technologies will be found. Today too many expectations are placed on this instrument. The substance of the problem always and only concerns the quality and depth of the data exposed and communicated. It is much more challenging to start
Ce lo spiega bene Lars Doemer, direttore e co-fondatore di GoBlu, società votata ad accelerare la capacità dei propri clienti di operare in modo sostenibile. “Il fatto che oggi si dica che le persone sono sempre più interessate al tema sostenibilità implica per le aziende un impegno forte nel trovare storie coinvolgenti, semplici e comprensibili da raccontare al consumatore finale. Storie che colleghino la sostenibilità di un prodotto con i valori di chi lo acquista. Perché lo sostenibilità si inserisca in un business fruttuoso, bisogna partire dal cliente. ll cliente deve capire i vantaggi legati alla sostenibilità del prodotto, il suo valore aggiunto, deve comprendere cosa differenzia un prodotto rispetto a quello dei concorrenti”. Per Lars Doemer questo risultato si consegue permettendo a ogni singolo prodotto di comunicare il proprio grado di sostenibilità, abbandonando le strategie intraprese fino ad ora dalle aziende che comunicano il proprio livello di sostenibilità sui siti web o sui social: “È tempo di approfondire il messaggio, di lasciare che ogni prodotto comunichi i propri valori direttamente e facilmente al consumatore”. Cita Patagonia come esempio da seguire in tal senso. Infatti - sostiene Lars Doemer - sia il suo agire che il suo modo di comunicare sono coerenti e d’esempio per molti. Per quanto riguarda il mondo della moda, Lars cita altri esempi: H&M ha sviluppato bene, in questi anni, la trasparenza delle propria filiera produttiva; l’azienda svedese Lindex, che ha inserito alcune informazioni riguardo la sostenibilità dei materiali utilizzati nel proprio shop online; oppure Timberland che ha implementato un proprio indice dei fornitori; parlando di calzature e di online, si arriva a Zalando che ha iniziato a fornire informazioni utili a chi volesse acquistare modelli più sostenibili. “Siamo sulla linea di partenza per quanto riguarda la moda. Qualcuno è già scattato, altri stanno iniziando a muoversi. Ovviamente attendiamo che questa tendenza si rafforzi”. Alla domanda specifica sulla tracciabilità, la risposta di Lars è illuminante: “Per me tracciabilità e trasparenza vanno mano nelle mano. Perché la tracciabilità, che mi fornisce l’elenco degli attori coinvolti nella produzione di un oggetto, non può prescindere dalla trasparenza riguardo le attività svolte dai singoli soggetti (contratti dei dipendenti, processi produttivi, agenti chimici utilizzati…). La solo tracciabilità non basta. Sapere solo chi e dove ha prodotto cosa, non serve se non si conoscono gli impatti di questa produzione sull’ambiente naturale e sociale. Tra l’altro, il concetto di trasparenza può aiutare le aziende a compiere una ulteriore evoluzione comunicativa: se in passato, infatti, si diceva solo quali elementi chimici nocivi non venivano utilizzati nei propri prodotti, oggi la trasparenza impone di esplicitare quali elementi vengono utilizzati, quando e perché. L’esempio migliore che ci aiuta a capire l’importanza di questo passaggio culturale è l’industria alimentare. Su un cibo ci devono essere segnati gli ingredienti che lo compongono e non quelli che non sono presenti nella ricetta”. Scopriamo, parlando con Lars Doemer, che tutto questo parlare di tracciabilità, abbinandola ai discorsi di Blockchain, non lo appassiona. Non crede che il punto vero sia la tecnologia da utilizzare per comunicare i propri dati produttivi: “Forse un domani la Blockchain diverrà uno standard (anche se i costi oggi non lo permettono), o forse si troveranno altre soluzioni e tecnologie. Oggi si ripongono troppe aspettative in questo strumento. La sostanza del problema riguarda sempre e solo la qualità e la profondità dei dati che vengono esposti e comunicati. È molto più impegnativo iniziare a radunare le informazioni della propria filiera e capire come renderle comprensibili al pubblico. La tecnologia per comunicarle e verificarle è importante, certo, ma è pur sempre solo un veicolo. La cosa che conta è la qualità dei dati che si vogliono veicolare”. Per Doemer risulta molto più importante, quindi, costruire una cultura che permetta la condivisione delle informazioni da parte delle aziende (attività non banale vista la naturale e giusta diffidenza, SUSTAINABILITY 1 4 3
FOCUS
gathering information from your supply chain and understanding how to make it understandable to the public. Using technology to communicate and verify it is important, of course, but it remains only a vehicle. The thing that matters is the data quality you want to convey”. To Doemer building a culture that allows companies to share information (a non-trivial activity given the natural and right skepticism, as no one knows how this shared information will be treated) and the understanding of this information by the consumer is far more important. The technologies used to transmit this data are a secondary problem. Doemer is also skeptical about potential transparency standards: “Some small experiments are underway, I am thinking of the Higg Index, but we are only at the beginning. Furthermore, I do not think it useful to find a standard for traceability and transparency. I believe that fashion, as already happens in the world of sport, wants to maintain its independence in communicating its information to the customer, who wants to create a relationship in his own way. Moreover buying a dress is not the same as buying a refrigerator, for which it is easier to compare energy consumption levels”. A similar thought applies to labeling: “The trust that the consumer places in a brand is stronger and more important than any type of labeling, and that trust is earned only through transparency. Among other things, transparency does not mean that a company must be perfect. Indeed, transparency means expressing clearly on which points we have worked well, on which others we are still working to improve and those for which a solution has not yet been found. In this way we will undoubtedly gain the trust of the consumer who can independently decide whether the products deserve to be purchased”. Transparency, therefore, is the first, true winning weapon for social and environmental sustainability to evolve ever faster in the world. If the production steps of an object are openly declared, the natural consequence is that companies will want this information to be acceptable to customers. The second important step is never forgetting about customers: it is imperative, in fact, to find the right way to tell the story of the products to the final consumer. In
poiché non si sa come verranno trattate queste informazioni condivise) e la comprensione di queste informazioni da parte del consumatore. Le tecnologie per trasmettere questi dati sono un problema secondario. Doemer si dimostra scettico anche riguardo eventuali standard di trasparenza: “Qualche piccolo esperimento è in atto, penso all’Higg Index, ma siamo solo agli inizi. Inoltre, non ritengo sia utile trovare per forza uno standard per la tracciabilità e la trasparenza. Credo che la moda, come già avviene nel mondo dello sport, voglia mantenere la propria indipendenza nel comunicare le proprie informazioni al cliente, che voglia creare una relazione a modo suo. Del resto comprare un abito non equivale a comprare un frigorifero, per cui è più semplice il confronto sui livelli di consumo energetico”. Un discorso simile vale per l’etichettatura: “Più forte e importante di ogni tipo di etichettatura è la fiducia che il consumatore ripone in un brand e quella fiducia si guadagna solo con la trasparenza. Tra l’altro, trasparenza non significa che un’azienda debba essere perfetta. Anzi, trasparenza significa esprimere con chiarezza su quali punti si è lavorato bene, su quali altri si sta ancora lavorando per migliorare e quelli per cui non si è ancora trovata una soluzione. In questo modo si guadagnerà senza dubbio la fiducia del consumatore che potrà decidere in autonomia se i prodotti meritano di essere acquistati”. La trasparenza, quindi, è la prima, vera arma vincente affinché sostenibilità sociale e ambientale evolvano sempre più velocemente nel mondo. Se vengono dichiarati apertamente quali sono i passaggi produttivi di un oggetto, la naturale conseguenza è che le aziende vorranno che queste informazioni risultino accettabili per i clienti. Il secondo passaggio importante è non dimenticarsi mai proprio dei clienti: è imperativo, infatti, trovare il modo giusto di raccontare la storia dei prodotti al consumatore finale. Un modo chiaro e semplice, perché chi compra non vuole passare ore a leggersi difficili documentazioni. Il messaggio deve
THE APP THAT CREATES A CHEMICAL INVENTORY AND MONITORS COMPLIANCE The new app for BHive mobile devices, developed by Go Blu, that makes it easy for companies to create their own chemical inventories on the factory floor will soon be available on the market. Inspired by the popular wine app Vivino, which scans the label on a bottle with a mobile phone to reveal what’s inside, the new chemical app works in a similar way – giving companies a new tool to create accurate chemical inventories and help brands track compliance. Once the label on barrel of a chemical has been scanned with the smartphone, the app instantly taps into an online database of more than 45,000 commercially available chemical formulations to find out if the substances comply with a range of industrial standards and MRSLs (the list of prohibited substances for manufacturing).
L’APP CHE CREA UN INVENTARIO CHIMICO E TIENE SOTTO CONTROLLO LA CONFORMITÀ Sarà presto disponibile sul mercato la nuova app per dispositivi mobili BHive, sviluppata da Go Blu, che consentirà alle aziende di risparmiare tempo e creare facilmente i propri inventari di prodotti chimici, direttamente in fabbrica. Ispirata alla popolare app Vivino, che analizza il contenuto di una bottiglia di vino tramite la scansione con telefono cellulare dell’etichetta, la nuova app per sostanze chimiche fornisce alle aziende un nuovo strumento per creare accurati inventari chimici e aiutare i marchi a tenere traccia della conformità dei prodotti. Una volta che l’etichetta sul barile di una sostanza chimica è stata scansionata con lo smartphone, l’app attinge immediatamente a un database online di più di 45.000 formulazioni chimiche disponibili in commercio per scoprire se le stesse sostanze soddisfino o meno una gamma di standard industriali e la MRSL Watch a short video about the app: (la lista delle sostanze proibite per la manifattura). bit.ly/arsbhive
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TRACEABILITY
a clear and simple way, because the buyer does not want to spend hours reading difficult documents. The message must be engaging and understandable. It must, obviously, be supported by public data available to those wishing to verify and investigate. Once again the food industry helps us to understand: the success of the zero kilometre is also due to a great effort of communicating a clear message to the final consumer in a simple way. All this transparency talk recalls a simple and clear evangelical message that could summarise well what was said until now: “The truth will set you free”.
essere accattivante e comprensibile. Ovviamente deve essere supportato da dati pubblici a disposizione di chi volesse verificare e approfondire. Ancora una volta l’industria alimentare ci aiuta a capire: il successo del chilometro zero è dovuto anche a un grande sforzo di comunicare in modo semplice un messaggio chiaro per il consumatore finale. Tutto questo parlare di trasparenza ricorda un semplice e chiaro messaggio evangelico che potrebbe riassumere bene quanto detto fino ad ora: “La verità vi renderà liberi”.
ARE BLOCKCHAINS THE RIGHT TOOL FOR TRACEABILITY AND TRANSPARENCY? The growing commitment of companies in terms of the sustainability (for the environment and for the customer’s health) relating to materials and production processes requires to be shared and communicated, as well as guaranteed and convincing. This is where the much debated Blockchain technology comes into play. A Blockchain is a technology that can demonstrate the integrity of a completely transparent supply chain. We talked about it with Mark Blick, Diginex’s government solutions manager, who reminded us how this technology can help fight a phenomenon that today is often forgotten, like slavery. There are 40.3 million labour slaves in the world today: “A Blockchain ensures the truthfulness of data. It is, therefore, an important tool for the end consumer, but which in reality reverberates its potential also in other areas. In fact, a clear and transparent supply chain can allow a company to access funding or forge partnerships that would otherwise be difficult to establish. Because it is not enough for a company to operate well, it must be able to demonstrate its virtuosity. Safe instruments like a Blockchain can, therefore, guarantee that what a company declares corresponds to the reality of facts”. Heinz Zeller, Principal of Sustainability at HUGO BOSS, has the same opinion: “In the last two years, it has become increasingly clear that full traceability can accelerate the transformation of supply chains and make them more responsible in the fashion industry. Blockchains, or more precisely Distributed Ledger Technology, offer a solution thanks to secure and simplified information sharing, where transparency is only one of the advantages. It is a solution that can increase supply chain optimisation at different levels, such as reducing work duplication and optimise logistics services”. According to Zeller over the past 30 years, the fashion industry has operated through centralised proprietary systems to manage procurement and compliance of business partners. “This form of information exchange hinders full transparency and trust. Complete transparency may only be achieved in rare cases, at high costs, and only for specific requests, focusing on defined topics, such as animal welfare. By replacing this traditional information exchange system, the Blockchain would promote shared responsibility by involving all actors towards a single information hub. This decentralised approach makes it possible to immediately see the sustainability statements of all business partners, avoiding double controls and promoting a targeted orientation towards more sustainable practices”. Based on a public digitisation and decentralised registry of cryptographically protected transactions, the Blockchain technology allows companies to update and grant access to all relevant information, including compliance. The receiving business partners and a broader blockchain community validates, thus, the information. By sharing information in real time, companies can quickly achieve greater overall efficiency. For example, throughout the supply chain, repetitive tasks (such as delivery notes, bills of lading and customs clearance) can be automated through so-called “smart contracts” or a shared ledger. By combining procurement, compliance and financial transactions using so-called cryptographic tokens (a concept launched by the Bitcoin world), the Blockchain ecosystem reveals its true potential differing from other approaches. Tokens also function as an ideal tool for loyalty programs, which can promote long-term partnerships between trading partners and create trust between brands and end consumers. Furthermore, triggered by so-called “smart contracts”, tokens increase supply chain optimisation by replacing letters of credit and lowering financial transaction costs. Heinz Zeller concludes: “Benefits of this new technology concern the improvement of environmental and social and economic practices along the entire supply chain, increasing the well-being of workers”.
LE BLOCKCHAIN SONO LO STRUMENTO PER TRACCIABILITÀ E TRASPARENZA? Il crescente impegno delle aziende in termini di sostenibilità (per l’ambiente e per la salute del cliente) dei materiali e dei processi di produzione necessita, per essere valorizzato al massimo, di essere condiviso e comunicato, nonché, di essere garantito, cioè credibile. È qui che entra in gioco la tecnologia Blockchain di cui molto si discute. La Blockchain è una tecnologia in grado di dimostrare l’integrità di una supply chain completamente trasparente. Ne abbiamo parlato con Mark Blick, responsabile delle soluzioni governative di Diginex, il quale ci ha ricordato come questa tecnologia possa aiutare a contrastare un fenomeno spesso dimenticato ai giorni nostri come la schiavitù. Oggi nel mondo esistono 40,3 milioni di schiavi del lavoro: “Una Blockchain assicura la veridicità dei dati. Uno strumento importante, quindi, per il cliente finale, ma che in realtà riverbera il suo potenziale anche in altri ambiti. Infatti, una chiara e limpida catena di fornitura può permettere a un’azienda di accedere a finanziamenti o stringere collaborazioni altrimenti difficili da instaurare. Perché non basta che un’azienda operi bene, è necessario che sia in grado di dimostrare la propria virtuosità. Perciò strumenti sicuri come le Blockchain possono garantire che quanto un’azienda dichiara corrisponda alla realtà dei fatti”. Dello stesso avviso Heinz Zeller, Principal Sustainability presso HUGO BOSS: “Negli ultimi due anni, è diventato sempre più chiaro che la piena tracciabilità può accelerare la trasformazione delle filiere di fornitura e renderle più responsabili nel settore della moda. Le Blockchain, o più precisamente Distributed Ledger Technology, offrono una soluzione grazie alla condivisione delle informazioni sicura e semplificata, in cui la trasparenza è solo uno dei vantaggi. Si tratta di una soluzione che può aumentare l’ottimizzazione della supply chain a diversi livelli, come ad esempio la riduzione della duplicazione del lavoro e servizi logistici ottimizzati”. Secondo Zeller negli ultimi 30 anni, l’industria della moda ha operato attraverso sistemi centralizzati proprietari per gestire l’approvvigionamento e la conformità dei partner commerciali. “Questa forma di scambio di informazioni ostacola la piena trasparenza e fiducia. La completa trasparenza potrebbe essere raggiunta solo in rari casi, a costi elevati, e solo per richieste specifiche, concentrandosi su argomenti definiti, come il benessere degli animali. Sostituendo questo tradizionale sistema di scambio di informazioni, con la Blockchain si promuoverebbe la responsabilità condivisa coinvolgendo tutti gli attori verso un singolo hub delle informazioni. Questo approccio decentralizzato permette di vedere immediatamente le dichiarazioni sulla sostenibilità di tutti i partner commerciali, evitando controlli doppi e promuovendo un’orientamento mirato verso pratiche più sostenibili”. Basato su un registro pubblico digitalizzato e decentralizzato di transazioni protette da crittografia, la tecnologia Blockchain consente alle aziende di aggiornare e concedere l’accesso a tutte le informazioni pertinenti, inclusa la conformità. In tal modo, i partner commerciali riceventi e una più ampia comunità blockchain convalida le informazioni. Con la condivisione delle informazioni in tempo reale, le aziende possono raggiungere rapidamente una maggiore efficienza complessiva. Ad esempio, in tutta la catena di approvvigionamento, le attività ripetitive (come distinte di consegna, polizze di carico e sdoganamento) possono essere automatizzate tramite i cosiddetti “contratti intelligenti” o un libro mastro condiviso. Unendo appalti, conformità e transazioni finanziarie usando i cosiddetti token crittografici (un concetto lanciato dal mondo Bitcoin), l’ecosistema Blockchain rivela il suo vero potenziale e si differenzia da altri approcci. I token funzionano, inoltre, come uno strumento ideale per i programmi di fidelizzazione, che possono promuovere partnership a lungo termine tra i partner commerciali e creare fiducia tra marchi e consumatori finali. Inoltre, innescati dai cosiddetti “contratti intelligenti”, i token aumentano l’ottimizzazione della supply chain sostituendo lettere di credito e abbassando i costi delle transazioni finanziarie. Conclude Heinz Zeller: “I benefici di questa nuova tecnologia riguardano il miglioramento delle pratiche ambientali e socio-economiche lungo l’intera catena di fornitura, incrementando il benessere dei lavoratori”. SUSTAINABILITY 1 4 5
FOCUS
THE BLOCKCHAIN IN ITALY Antonio Franceschini – Head of CNA Federmoda during a workshop to launch a Pilot Project on the Blockchain entitled “The Blockchain for the Made in Italy traceability. Origin, Quality, Sustainability”, an initiative that is part of the project to define a national strategy on the blockchain promoted by MiSE, has highlighted the value of the supply chain and the need to build traceability projects that focus on the sustainability of the supply chain from an environmental point of view as well as for social, ethical and economic reasons. He also suggested to think of a new incentive system for those companies, which voluntarily want to follow a traceability path certified by a third party. Incentives that could be of a fiscal nature or rewards for the participation in tenders or promotional programs. But what is the situation of the Blockchain and more generally of traceability, in Italy? We asked Giuliano Pierucci, CEO of B2Lab and president of ABIE – Association of Blockchain Companies and Organisations. We started from history, from the current state of play: “Until the first half of 2018, Italy continued to accumulate delays compared to other countries in terms of ‘attention’ from instiGIULIANO PIERUCCI tutions and the ecosystem. As an entrepreneur, who has been active in this sector since 2015, I can testify that, until July 2018, we only had foreign interlocutors and there was little ‘Italian’ interest in the subject. From the second half of 2018 the attention has grown, also thanks to some European and national legislative passages and to the establishment of working groups in ministerial areas. The news, afterwards, of the launch of the Libra Project (a virtual currency based on Blockchain) by 28 major international companies - including Facebook, Visa, Mastercard and Paypal - has turned on the spotlight of the ‘general public’. In my opinion, in Italy we are way behind. The delay, however, can be filled. Now there is great attention on these issues by consumers, the entrepreneurial system and institutions. Regulators fielded important reflections on issues like Blockchain, Smart Contract (AGID) and Cripto-activity (CONSOB). The same is happening at European level. I hope that these activities will lead to new ‘rules’ that take into account various instances, and that will do so in the shortest possible time, so as to be able to govern and not pursue innovation. Also in industrial chains the percentage of realities that are passing from a generic attention to real uses of the blockchain technology has increased. The most involved sectors are those relating to Made in Italy: food and luxury, document management, production processes, IOT, supply chain and logistics”. Giuliano Pierucci explains to us, therefore, the enormous advantages in implementing a Blockchain in one’s workflow: “With the blockchain, a process is traced with non-counterfeiting methods, with digital signatures and time stamping, from start to finish. While the company still has the possibility to access information, as happens today with other solutions, it can no longer be manipulated. Furthermore, the possibility of automatically interfacing a platform based on the Blockchain which uses Smart Contract, for example Bloki (www.blokichain.com), with the Work Flow Management systems already present in the company makes us understand how these technologies can be interpreted as an intermediate layer that, integrated with other platforms (WFM, ERP, etc.), provides a very high functional upgrade to business processes. Companies and Administrations can see the success of their services on the market, reduce costs and better ensure compliance”. In how much time do you think it will become central for companies to undertake a serious path of product traceability? “In my point of view as an entrepreneur who follows these issues every day, I can say that it is already a central theme. The goal is to certify the product history. The blockchain technology is a fundamental tool because it allows to obtain three very important results: the first is to certify the bond between product and producer; the second is to keep all information and added-value content of the product safe, while making it available to consumers; third and most importantly, to combat counterfeiting. Thanks to a blockchain, an entrepreneur can fully “stand up for it” when he makes a statement about his product”. Do you have a practical example of an active Blockchain? “Our B2Lab BlokiReader. With the smartphone the customer can read on the product the certified history of the garment, the accessory, the shoe, via qr-
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LA BLOCKCHAIN IN ITALIA Antonio Franceschini - CNA Federmoda durante un workshop di lancio di un Progetto Pilota sulla Blockchain dal titolo “La Blockchain per la tracciabilità del Made in Italy. Origine, Qualità, Sostenibilità”, iniziativa che rientra nel Progetto di definizione di una strategia nazionale sulla blockchain promossa da MiSE, ha posto in evidenza il valore della filiera e la necessità di costruire progetti di tracciabilità che pongano al centro la sostenibilità della filiera stessa sia dal punto di vista ambientale che sociale, etico ed economico. Ha suggerito, inoltre, di pensare a un sistema incentivante da riconoscere alle imprese che volontariamente vorranno seguire un percorso di tracciabilità che dovrebbe essere certificato da un ente terzo. Incentivi che potrebbero essere di carattere fiscale o di premialità nella partecipazione a bandi o programmi promozionali. Ma qual è la situazione della Blockchain e più in generale della tracciabilità, in Italia? Lo abbiamo chiesto a Giuliano Pierucci, ceo B2Lab e Presidente ABIE - Associazione Blockchain Imprese ed Enti. Siamo partiti dalla storia, dal punto della situazione: “Fino al primo semestre 2018, l’Italia ha continuato ad accumulare ritardi rispetto agli altri Paesi in termini di ‘attenzione’ da parte delle Istituzioni e dell’ecosistema. Come imprenditore, attivo in questo settore dal 2015, posso testimoniare che, fino a luglio 2018, i nostri interlocutori erano solo esteri e c’era poca concentrazione ‘italiana’ sul tema. Dal secondo semestre 2018 l’attenzione è cresciuta, anche grazie ad alcuni passaggi legislativi europei e nazionali e alla costituzione di gruppi di lavoro in ambiti ministeriali.
TRACEABILITY
code, directly from the blockchain and not from an archive resident in any server. The system is already used in the fashion and food sector and has reached, to date, 16,000 readings. Access to data and content associated with the product and entered by the manufacturer in a certified way occurs automatically. Videos, photos, documents, tell the story of the product from its idea to the transport in the store, documenting the quality of materials and production, the company’s compliance with the most diverse rules, work ethic, sustainability. This story is freely ‘composed’ by the producer according to his own marketing criteria. It seems needless to point out that the use of a tool like BlokiReader strengthens trust in the product and in the brand, protects the brand, guarantees the consumer and supports checks by control bodies and consumer associations”. Are there any tax advantages or government aids that implement these systems? “Yes, absolutely. Blockchain has intrinsic innovative values with both technological and process features. The use of technology is therefore framable, according to the rules established by the Frascati Manual (OECD), in Research and Development Projects. Companies that base their transformation on the blockchain can, therefore, benefit from the 50% tax credit on the total eligible expenses. I would also like to recall that the innovativeness of technology makes it possible to participate in Regional Calls and other Ministerial Calls related to innovation. Furthermore, companies offering blockchain solutions are often startups, thus acquiring products from these companies has tax related benefits”.
La notizia, poi, del lancio del Progetto Libra (una valuta virtuale basata su Blockchain) da parte di 28 grandi realtà internazionali - tra cui Facebook, Visa, Mastercard e Paypal - ha acceso i riflettori del ‘grande pubblico’. In Italia, a mio avviso, siamo ancora i ritardo. Il ritardo però può essere colmato. Ora c’è grande attenzione su questi temi da parte dei consumatori, del tessuto imprenditoriale e delle Istituzioni. I Regolatori hanno messo in campo riflessioni importanti sui temi Blockchain e Smart Contract (AGID) e Cripto-attività (CONSOB). Lo stesso sta accadendo a livello Europeo. Spero che queste attività portino a nuove ‘regole’ che tengano conto delle varie istanze, e che lo facciano nel minor tempo possibile, così da poter governare e non inseguire l’innovazione. Anche nelle filiere industriali è aumentata la percentuale delle realtà che stanno passando da un’attenzione generica a veri e propri utilizzi della tecnologia blockchain. I settori maggiormente coinvolti sono quelli legati al Made in Italy: food e luxury, gestione documentale, processi di produzione, IOT, supply chain e logistica”. Giuliano Pierucci ci spiega, quindi, gli enormi vantaggi nell’implementare una Blockchain nel proprio flusso di lavoro: “Con la blockchain un processo è tracciato in modo non contraffattibile, con firme digitali e marcatura temporale, dall’inizio alla fine. Pur rimanendo la possibilità per l’azienda di accedere alle informazioni, come accade oggi con altre soluzioni, non si possono più manipolare. Inoltre, la possibilità di interfacciare automaticamente una piattaforma che si basa sulla Blockchain e utilizza Smart Contract, ad esempio Bloki (www.bloki-chain.com), con i sistemi di Work Flow Management già presenti in azienda ci fa capire come queste tecnologie possano essere interpretate come un layer intermedio che, integrato con altre piattaforme (WFM, ERP, ecc.), fornisce ai processi aziendali un upgrade funzionale elevatissimo. Le Aziende e le Amministrazioni possono vedere crescere il successo dei propri servizi sul mercato, diminuire i costi e garantire meglio la conformità”. In quanto tempo pensa diventerà centrale per le aziende intraprendere un percorso serio di tracciabilità dei prodotti? “Dal mio punto di vista di imprenditore che segue questi temi tutti i giorni, posso dire che è già un tema centrale. L’obiettivo è certificare la ‘storia dei prodotti’. La tecnologia blockchain è un uno strumento fondamentale perché permette tre importantissimi risultati: il primo è certificare il legame tra prodotto e produttore; il secondo è mantenere tutte le informazioni e i contenuti a valore aggiunto del prodotto al sicuro, pur rendendoli disponibili ai consumatori; e terzo, ancor più importante, combattere la contraffazione. Un imprenditore, grazie a una block chain, può a pieno titolo affermare di ‘metterci la faccia’ quando fa una dichiarazione su un suo prodotto”. Un esempio pratico di Blockchain attiva? “Il nostro BlokiReader di B2Lab. Con lo smartphone il cliente legge sul prodotto, tramite qrcode, la storia certificata del capo di abbigliamento, dell’accessorio, della calzatura, direttamente dalla blockchain e non da un archivio residente in un server qualsiasi. Il sistema è già utilizzato nel settore della moda e del food e, ad oggi, ha raggiunto le 16.000 letture. In automatico si accede ai dati e ai contenuti associati al prodotto e inseriti dal produttore in modo certificato. Video, foto, documenti, raccontano la storia del prodotto dall’idea al trasporto in negozio, documentando la qualità dei materiali e della produzione, la conformità dell’azienda alle regole più diverse, l’eticità del lavoro, la sostenibilità. Questa storia è ‘composta’ in modo libero dal produttore secondo i propri criteri di marketing. Mi sembra inutile evidenziare che l’utilizzo di uno strumento come BlokiReader rafforza la fiducia nel prodotto e nel brand, protegge il marchio, garantisce il consumatore e supporta le verifiche degli organismi di controllo e delle associazioni dei consumatori”. Vi sono vantaggi fiscali o aiuti governativi per implementare questi sistemi? “Assolutamente sì. La blockchain possiede caratteristiche innovative intrinseche, sia tecnologiche, sia di processo. L’impiego della tecnologia è, quindi, inquadrabile, secondo quelle che sono le regole fissate dal Manuale di Frascati (OCSE), nei Progetti di Ricerca e Sviluppo. Perciò le aziende che basano la loro trasformazione sulla blockchain possono beneficiare del Credito di imposta del 50% sul totale delle spese ammissibili. Ricordo, poi, che l’innovatività della tecnologia rende possibile partecipare ai Bandi Regionali e ad altri Bandi Ministeriali legati all’innovazione. Inoltre, le aziende che offrono soluzioni blockchain sono spesso startup, quindi acquisire prodotti da queste aziende comporta vantaggi di natura fiscale”. SUSTAINABILITY 1 4 7
NEWS
Next generation sustainability Sostenibilità di ultima generazione CLIC IS PROUD TO BE ABLE TO DEFINE ITSELF AS A “GREEN” COMPANY FOCUSING ON INNOVATION IN ORDER TO PROVIDE ITS CUSTOMERS AND EMPLOYEES THE BEST IN TERMS OF SUSTAINABLE THINKING
Founded almost 15 years ago, the company based in Castel Guelfo (Bologna) immediately established itself as a world leader in the design and production of metal accessories for leather goods, apparel and footwear. Starting from the customer’s needs, it is able to make exclusive and customised projects in only 48 hours thanks to the expertise and flexibility of a team of more than 40 people, guaranteeing high-quality and unique products. Each product is accurately selected and controlled throughout its production cycle, from the choice of the raw material to the finishing – mechanical and manual – by means of a strict quality control process. Its primary mission is to supply excellent products thanks to continuous investments in research, development and sustainability. For this reason, in the last few years Clic has been committed to making all aspects of the production chain eco-sustainable, thanks to a series of technologically advanced processes and automated tools that respect the environment. An important contribution to sustainability is the installation of a photovoltaic roof for the production of clean energy with zero impact on the environment. Ecobrass, an eco-friendly lead-free brass, has also been introduced. This special brass alloy contains a high percentage of copper and no lead, a highly polluting element that is gradually being eliminated from international productions. Lead-free brass is a challenge than can be turned into an opportunity to improve the environment around us. Clic takes this responsibility very seriously by trying to direct all its research into a process of change for the benefit of the planet. Clic not only has an eco-friendly production process, but is also committed to delivering the finished product to customers in an innovative packaging that fully respects the environment, thus giving added value through the use of sustainable materials.
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Nata quasi 15 anni fa anni fa, l’azienda di Castel Guelfo (BO) si è da subito imposta a livello mondiale come azienda leader per la progettazione e la produzione di accessori metallici per pelletteria, abbigliamento e calzature. A partire dalle esigenze del cliente, è in grado di realizzare in 48 ore progetti esclusivi e personalizzati grazie alla competenza e alla flessibilità di un team di oltre 40 persone, garantendo qualità e unicità al prodotto. Ogni prodotto viene sottoposto ad un’accurata fase di selezione e controllo durante tutto il suo ciclo di produzione, dalla scelta della materia prima alla rifinitura - meccanica e manuale - grazie a un rigoroso controllo qualità. La sua primary mission è quella di fornire prodotti che raggiungano l’eccellenza grazie a continui investimenti in ricerca, sviluppo e sostenibilità. Proprio per questo motivo da qualche anno a questa parte Clic si è impegnata per rendere eco sostenibile qualsiasi aspetto che coinvolga la filiera produttiva, grazie a una serie di processi tecnologicamente avanzati dal punto di vista dell’automazione e dell’eco sostenibilità ambientale. Un contributo importante alla sostenibilità è l’installazione di una copertura fotovoltaica per la produzione di energia pulita a impatto zero sull’ambiente. È stato inoltre introdotto l’Ecobrass, ottone ecologico senza piombo, una particolare lega di ottone nella quale è presente un’alta percentuale di rame e non è previsto il piombo, elemento fortemente inquinante che si sta cercando di eliminare dalle produzioni a livello internazionale. L’ottone senza piombo è una sfida che si può tradurre in un’opportunità per migliorare l’ambiente che ci circonda, e Clic prende questa responsabilità molto seriamente cercando di volgere tutte le sue ricerche in un processo di cambiamento a beneficio del pianeta. Clic non si limita ad essere eco-friendly solamente nel processo di produzione, ma si impegna anche nella consegna del prodotto finito al cliente in un packaging innovativo che rispetta al 100% l’ambiente, conferendo in questo modo un valore aggiunto tramite l’utilizzo di materiali sostenibili.
CLIC È FIERA DI POTERSI DEFINIRE UN’AZIENDA “GREEN” AL PASSO CON LE INNOVAZIONI AL FINE DI FORNIRE AI PROPRI CLIENTI E COLLABORATORI IL MEGLIO SUL MERCATO NELL’OTTICA DI UN SUSTAINABLE THINKING
NEWS
S bag to protect the environment S bag in difesa dell’ambiente AN EXCLUSIVE LINE OF ECO-FRIENDLY BAGS AND BACKPACKS FOR WORK AND LEISURE BY SMEMORANDA, CREATED BY DESIGNERS OF THE HISTORIC NAVA BRAND. INNOVATIVE AND COMPLETELY RECYCLED FABRICS GIVE LIFE TO ICONIC, MINIMAL AND ELEGANT ACCESSORIES THAT ARE BOTH ROOMY AND FUNCTIONAL The uncontrolled consumption of plastic is choking our seas and planet. But plastic can become a resource and the foundation for a new production cycle once its first life is over: it just needs to be recovered. The S bag collection is made with eco-sustainable materials obtained from the recycling of PET bottles (550 ml). The latest generation machinery allows polymerising the PET bottles and then transforming them into yarn, which is useful for producing fabrics with a natural finish: light and resistant, perfect for making bags and
backpacks. The polyester obtained from the recycling of PET bottles is used for the outer fabric and lining of all the products in the S bag collection. Each item of the S bag line carries a label printed with the number of bottles recycled during its production. Contemporary, light and resistant, S bags are for people who want to protect the environment and who love an urban style. The line consists of 6 models in 3 colour variations (olive green, blue and dark grey) and sports a label in regenerated leather.
UN’ESCLUSIVA LINEA DI BORSE ECOLOGICHE E ZAINI ECO SOSTENIBILI PER IL LAVORO E IL TEMPO LIBERO BY SMEMORANDA, PROGETTATA DAI DESIGNER DELLO STORICO BRAND NAVA. DA TESSUTI INNOVATIVI COMPLETAMENTE RICICLATI, PRENDONO FORMA PRODOTTI DALLA LINEA ICONICA, MINIMALI ED ELEGANTI, CAPIENTI E FUNZIONALI Il consumo incontrollato di plastica sta soffocando i nostri mari e il pianeta. Ma la plastica può diventare una risorsa, la base per un nuovo ciclo produttivo una volta terminata la sua prima vita: basta recuperarla. La collezione S bag è realizzata con materiali ecosostenibili ottenuti dal riciclo di bottiglie in PET (550 ml). Grazie a macchinari di ultima generazione, le bottiglie in PET vengono polimerizzate e poi trasformate in filato, utile a produrre tessuti dalla mano naturale: leggeri e resistenti,
perfetti per costruire borse e zaini. Il poliestere ottenuto dal riciclo delle bottiglie in PET è utilizzato per il tessuto esterno e la fodera di tutti i prodotti della collezione S bag. Ogni articolo della linea S bag porta, stampato sull’etichetta, il numero di bottiglie riciclate durante la sua produzione. Contemporanee, leggere e resistenti, le S bag sono dedicate a chi ama lo stile metropolitano e ha un’anima eco friendly. La linea è composta da 6 modelli in 3 varianti di colore (verde oliva, blu e antracite) e porta un’etichetta in cuoio rigenerato.
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IN BRIEF
Everlane, the strength of radical transparency
The oyster is a jewel for &OtherStories
Exceptional quality, ethical production facilities and radical transparency: these are the main strengths of Everlane as seen in its products. From one end, a use of high quality raw materials that ensure long-lasting products, from the other end, partners that guarantee the implementation of ethical work practices and eco-friendly processes in their production. Finally, there is Everlane’s highly acclaimed transparency, which reveals to its clientele what exactly is behind a product and its price.
Extremely striking jewels made from recycled oysters and silver: this is the heart of the limited edition collection that has brought H&M group’s & Other Stories together with Swedish designer Mia Larsen. The oysters come from a restaurant in Stockholm, are washed and processed by Mia’s workshop and subsequently transformed into beautiful artisanal jewels that capably convey a distinct and unique touch to whomever wears them.
• Eccezionale qualità, fabbriche etiche e trasparenza radicale: sono i punti di forza di Everlane che si riflettono sui suoi prodotti. Da una parte l’utilizzo di materiali di prima qualità che assicurano prodotti durevoli, dall’altra aziende partner nella produzione che garantiscono il rispetto dei parametri etici e ambientali, Infine la trasparenza, punto di forza di Everlane, per raccontare alla clientela cosa c’è dietro ad un prodotto e il suo prezzo.
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• Gioielli di grande fascino realizzati con ostriche e argento riciclati: sono alla base del limited collection che ha unito & OtherStories, brand del gruppo H&M, e la designer svedese Mia Larsen. Le ostriche provengono da un ristorante di Stoccolma: lavate e lavorate nel laboratorio di Mia, sono trasformate in bellissimi gioielli artigianali che sanno conferire un tocco distintivo a chi li indossa.
Prada looks to Econyl® After announcing its desire to no longer use fur, Prada accelerates on the issue of sustainability by presenting a line of bags produced with Econyl®, a regenerated nylon developed with Aquafil. For presenting the project and cutting-edge processes on which National Geographic, partner to Prada, is founded, “What we carry” is a series of short films that accompanies spectators on an incredible journey along the Econyl® supply chain. • Dopo l’annuncio di non voler più utilizzare pelliccia, Prada spinge l’acceleratore sulla sostenibilità presentando una linea di borse prodotta con Econyl®, un nylon rigenerato sviluppato con Aquafil. Per raccontare il progetto e i processi all’avanguardia su cui si fonda National Geographic, partner di Prada, ha realizzato “What we carry” una serie di corti che accompagna gli spettatori in un incredibile viaggio lungo la catena di approvvigionamento di Econyl®.