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La rivoluzione Punk ha cambiato anche il mondo della moda

I segni del movimento punk sono diventati simboli caratteristici non solo del mondo musicale, sociale e della politica, ma anche dell’estetica attraverso una moda anticonformista. Ancora oggi, l’influenza del punk continua ad essere di ispirazione per gli stilisti.

Il cuore della rivoluzione punk che ha cambiato per sempre la storia della moda, della musica, dell’arte e della cultura occidentale in generale è un piccolo negozietto dal nome evocativo “Sex” al 430 Kings Road a Londra, meta ancora oggi di pellegrinaggio da parte di fashionisti provenienti da ogni parte del mondo. È qui che, grazie all’incontro fortunato tra Vivienne Westwood, l’ultima icona punk vivente, e Malcom McLaren, futuro manager dei Sex Pistols, prende vita una rivoluzione giovanile di portata incalcolabile. I segni distintivi che caratterizzavano il movimento punk - nato agli albori degli anni Settanta negli Stati Uniti ma che ha avuto la sua consacrazione nella seconda metà del decennio sulle sponde della Manica - sono diventati simboli universali di una rivolta non solo musicale ma anche sociale e politica. Spille da balia, creste, borchie, abiti strappati e scuciti, stampati e decolorati tanto cari a Vivienne Westwood, prima di diventare moda e costume, sono stati un modo d'essere e di vedere il mondo ribelle e anticonformista. Nato come fenomeno inizialmente musicale, grazie a gruppi leggendari come i Sex Pistols, The Clash e Ramones, è nella moda che il movimento trova la sua consacrazione universale. L’utopia degli hippie, che sognavano un mondo più libero e giusto, è ormai al tramonto. Il punk è stato il contraltare del benessere economico, il frutto di una società benestante che ha partorito dei figli in rivolta. Nessuna illusione e nessun futuro, nessuna ingenuità e nessun ritorno alla natura, nel pieno della recessione inglese degli anni Settanta, i giovani punk delusi ed arrabbiati ne riflettevano il sentiment nelle parole e nell’abbigliamento. Pelle, borchie, catene, elementi anche vicini al mondo fetish ma indossati con più durezza, pantaloni bondage e corsetti, latex, frustini, t-shirt con scritte provocatorie, capi fai da te che incorporano indifferentemente tubi, tappi o catene, diventano gli elementi portanti di uno street style intriso di critica sociale e di infrazione dei tabù.

Ancora tutto quell’immaginario, depotenziato dalla sua forza dirompente, è sinonimo di ribellione sulle passerelle e nelle collezioni degli stilisti dell’intero pianeta. Interessante è, ad esempio, la fortuna che ha avuto la spilla da balia, indossata ovunque e in qualunque modo, come face jewel per trafiggere i volti dei giovani oppure portata sulle magliette e i pantaloni, che, pur rimanendo il simbolo del movimento, diventerà un elemento decorativo di lusso sulle passerelle dei big della moda come nell’iconico abito disegnato nel 1994 da Versace e indossato da Elizabeth Hurley per la première del film "Quattro Matrimoni e un Funerale". Tutta l’estetica punk, pur indebolita dalla sua carica eversiva, continua ad essere fonte inesauribile di ispirazione per stilisti di ogni generazione. Basti pensare a quanto visto sulle passerelle Primavera/Estate 2023. Scontato è l’omaggio di Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood che traccia una linea di continuità facendo proprio il motto della stilista inglese “Compra meno, scegli meglio e fai durare a lungo ciò che compri. Punta sulla qualità, non la quantità”, riattualizzando materiali di archivio e scarti di tessuti già utilizzati per porre l’accento sulla questione della salvaguardia del Pianeta e dell’uso smodato del fast fashion. Via libera, quindi, alla celebrazione della storia del brand attraverso corsetti, giarrettiere, short coat e gli immancabili platform altissimi perfetti sia per lui che per lei. È un approccio al punk decisamente più colorato e quasi carnevalesco quello che abbiamo visto sulla passerella parigina di Thom Browne per la prossima Primavera/ Estate. Lo stilista americano presenta un tripudio di abiti drappeggiati tempestati di ricami dorati, balze sfavillanti che definiscono cappotti in taffetà, piume, corsetti, intimo a vista e creste altissime sulla testa. Balenciaga, inve-

Vivienne Westwood punk fashion

Elizabeth Hurley per la première del film "Quattro Matrimoni e un Funerale”

ce, gioca sul contrasto tra visione apocalittica e accessori funny come la borsa a forma di orsetto punk indossata da Bella Hadid in passerella. La pelle è protagonista assoluta, ma in veste super sexy e abbinata alla lingerie. Pelle che ritorna in maniera prorompente da Gucci nella versione più classica del chiodo con la zip obliqua; nel doppiopetto di Burberry; nella variante con le frange di Versace e in quella borchiata di Annakiki. Tutte in chiave rigorosamente sexy: con abiti lingerie, microgonne o body che lasciano poco all’immaginazione. La provocazione, elemento inequivocabile del punk, resta in primo piano ma senza prendersi troppo sul serio. Una fortuna, quella del punk che non accenna a diminuire come dimostra l’apertura imminente, prevista per gennaio 2023, di un museo, il Punk Rock Museum a Las Vegas, interamente dedicato alla storia del movimento. Al suo interno saranno esposti migliaia di oggetti e memorabilia delle più importanti band punk della storia, ma punterà a coinvolgere i visitatori anche attraverso esperienze interattive, come la possibilità di suonare alcuni strumenti utilizzati dai più grandi musicisti punk.

The Punk revolution also changed the world of fashion

The marks of the punk movement have become characteristic symbols not only of the musical, social and political worlds, but also of aesthetics through non-conformist fashion. Even today, the influence of punk continues to inspire fashion designers.

The heart of the punk revolution that forever changed the history of fashion, music, art, and western culture in general is a small shop with the evocative name 'Sex' at 430 Kings Road in London, still a pilgrimage destination for fashionistas from all over the world. It was here that, thanks to the fortunate meeting between Vivienne Westwood, the last living punk icon, and Malcolm McLaren, the future manager of the Sex Pistols, a youth revolution of incalculable scope was born. The distinctive signs that characterised the punk movement - born at the dawn of the 1970s in the United States but which had its consecration in the second half of the decade on the shores of the English Channel - became universal symbols of a revolt that was not only musical but also social and political. Safety pins, crests, studs, ripped and unravelled, printed and discoloured clothes so dear to Vivienne Westwood, before becoming fashion and custom, were a way of being and seeing the world that was rebellious and non-conformist. Initially born as a musical phenomenon, thanks to legendary groups such as the Ramones, The Clash and Sex Pistols, it is in fashion that the movement finds its universal consecration. The utopia of the hippies, who dreamed of a freer and fairer world, is now in its twilight years. Punk was the counterpart of economic prosperity, the fruit of an affluent society that bore children in revolt. No illusions and no future, no naivety and no return to nature, in the midst of the British recession of the 1970s, disappointed and angry young punks reflected the sentiment in their words and clothing. Leather, studs, chains, elements even close to the fetish world but worn with more toughness, bondage trousers and corsets, latex, whips, t-shirts with provocative writing, DIY garments that indifferently incorporated pipes, caps, or chains, became the main elements of a street style steeped in social criticism and taboo breaking. Again, all that imagery, stripped of its disruptive force, is synonymous with rebellion on the catwalks and in the collections of stylists all over the planet. Interesting is, for example, the fortune that the safety pin has had, worn everywhere and in any way, as face jewellery to pierce the faces of young people or worn on T-shirts and trousers, which, while remaining the symbol of the movement, will become a luxury decorative element on the catwalks of the big names in fashion, as in the iconic dress designed in 1994 by Versace and worn by Elizabeth Hurley for the première of the film “Four Weddings and a Funeral”. The whole punk aesthetic, though weakened by its subversive charge, continues to be an inexhaustible source of inspiration for designers of every generation. Just think of what we saw on the Spring/ Summer 2023 catwalks. The homage of Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood is obvious, tracing a line of continuity by making the British designer's motto "Buy less, choose better and make what you buy last longer. Aim for quality, not quantity", re-actualising archive materials and fabric scraps already used

to emphasise the issue of safeguarding the Planet and the immoderate use of fast fashion. Green light, then, to the celebration of the brand's history through corsets, garters, short coats and the unfailingly high platforms perfect for both him and her. It is a decidedly more colourful and almost carnivalesque approach to punk that we saw on Thom Browne's Parisian catwalk for next Spring/Summer. The American designer presented a riot of draped dresses studded with gold embroidery, glittering flounces defining taffeta coats, feathers, corsets, exposed underwear, and head-high crests. Balenciaga, on the other hand, plays on the contrast between apocalyptic vision and funny accessories such as the punk bear bag worn by Bella Hadid on the catwalk. Leather is the absolute protagonist, but in a super sexy guise and combined with lingerie. Leather that returns in a bursting way at Gucci in the more classic version of the jacket with the oblique zip; in Burberry's double-breasted jacket; in Versace's fringed variant and in Annakiki's studded one. All in a strictly sexy key: with lingerie dresses, micro-skirts or leotards that leave little to the imagination. Provocation, an unequivocal element of punk, remains in the foreground but without taking itself too seriously. Punk's fortunes show no sign of slowing down, as demonstrated by the imminent opening, scheduled for January 2023, of a museum, the Punk Rock Museum in Las Vegas, entirely dedicated to the history of the movement. Inside, thousands of objects and memorabilia from the most important punk bands in history will be on display, but it will also aim to involve visitors through interactive experiences, such as the possibility of playing some of the instruments used by the greatest punk musicians.

Gucci S/S 2023

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