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Traceability is the only way to achieve lasting sustainability

La tracciabilità è l’unica strada per una sostenibilità sostenibile

Enrico Cietta

Solo strutturando un terreno comune riguardo un sistema di tracciabilità condiviso dall’intero settore calzature e pelletteria sarà possibile, per le aziende produttive dell’intera filiera, percorrere un serio e comparabile cammino verso la sostenibilità che sia di aiuto a compratori e consumatori nel valutare i propri acquisti.

I due termini sostenibilità e tracciabilità sono spesso utilizzati come sinonimi, anche se sinonimi non sono. Pur abitando uno spazio contiguo, ritengo la tracciabilità propedeutica a realizzare un percorso di sostenibilità sensato e sostenibile per le aziende che producono calzature e pelletteria”. Questo il pensiero di Enrico Cietta, Amministratore Delegato di Diomedea e Presidente del Comitato Scientifico di Expo Riva Schuh & Gardabags, da oltre 20 anni economista impegnato in ricerche e consulenza strategica nel settore moda e nelle industrie creative.

I PROBLEMI DELLA SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità presenta due problemi su tutti. Il primo: non esiste un'azienda sostenibile sotto ogni singolo aspetto. La sostenibilità, per come è stata interpretata fino a oggi, prevede un approccio per temi (siano essi l’uso di acqua, di energia, di chimica, di sostanze da riciclo, di politiche del lavoro e via dicendo). “È evidente che un approccio di questo tipo è l'unico possibile nello stadio iniziale di trasformazione di un settore - spiega Cietta -, ma non è applicabile in una fase matura poiché presenta diversi ed evidenti limiti. Un approccio segmentato, infatti, non permette di ottimizzare i costi o di condividerli con altri operatori del settore; quindi, genera ulteriori aggravi organizzativi e finanziari che non è possibile assorbire”. Il secondo problema della sostenibilità riguarda l'eccesso di certificazioni. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria proliferazione incontrollata di enti e sistemi di certificazione. “Anche questo fenomeno genera frammentazione e confusione rendendo quasi impossibile al mondo della produzione adeguarsi alle singole e variegate richieste che ogni marchio può avanzare”, sottolinea Cietta. La mancanza di un percorso condiviso dall’intero settore moda internazionale e l’assenza di standard comuni comporta che l'intera filiera del valore sia obbligata ad affrontare investimenti e sviluppare strategie che non favoriscono la crescita di soluzioni sostenibili, bensì l’aumento delle spese e il caos organizzativo,

oltre al non potersi presentare ai compratori o ai consumatori con una comunicazione chiara, univoca e quindi comparabile.

LA TRACCIABILITÀ COME SOLUZIONE

Per uscire dall’impasse Enrico Cietta, d’accordo con il Comitato Scientifico di Expo Riva Schuh, suggerisce di puntare sulla tracciabilità, e di interpretare i tanti

temi connessi alla sostenibilità a partire da un sistema

di tracciabilità univoco e trasparente. Un sistema che consenta via via di implementare i parametri chiave che permetterebbero a tutte le aziende della filiera moda internazionale di intraprendere un percorso a tappe verso collezioni sempre più sostenibili, senza temere sorprese o richieste inattese. Un sistema a cui potrebbero riferirsi anche buyer e consumatori, così da formarsi un’idea chiara riguardo il portato sostenibile di ogni prodotto. Un sistema che non implicherebbe per le aziende solamente un investimento; infatti, consentirebbe loro di disporre di dati chiari da analizzare per ottimizzare i processi. “La tracciabilità è l'approccio essenziale per consentire un orientamento ampio e omnicomprensivo al tema sostenibilità. Cosa intendiamo per tracciabilità? Un sistema di informazioni legato alla catena del valore che funga da collettore di dati predeterminati e regolamentati”. Fino a oggi si è ragionato più per best practices, individuate dal marketing di ogni singola azienda e non connesse alle necessità del settore e dell'intera filiera. L’adozione di un sistema di tracciabilità condiviso aiuterebbe il comparto a operare un salto evolutivo: “Bisogna

passare da un approccio Company Specific a uno Indu-

stry Specific. Bisogna puntare non tanto a far diventare il settore sostenibile in quanto composto da tante aziende sostenibili, ma immaginare e realizzare un sistema industriale sostenibile che consenta alle aziende di aderirvi”. Un esempio concreto: se una scarpa è composta da circa 60 materiali, realizzati da quasi altrettante aziende, e per ogni parte devo determinarne il portato sostenibile, così da assegnare un passaporto di sostenibilità chiaro e trasparente a ogni prodotto finito, è assurdo immaginare che tale sfida non avvenga sulla base di un approccio univoco e condiviso dall’intera filiera. Armonizzare ogni volta certificazioni diverse e dati non omogenei sarebbe inconcludente, oltre che dispendioso.

EXPO RIVA SCHUH & GARDABAGS E LA TRACCIABILITÀ

La fiera rivana, attraverso il lavoro del Comitato Scientifico, si fa cassa di risonanza di questa idea più matura di sostenibilità e promuove una filiera tracciabile. Non desidera mettere in evidenza le buone pratiche delle singole aziende, ma lavorare perché si giunga a un sistema condiviso dal settore e fornire, così, una linea guida per tutte le aziende. “Expo Riva Schuh & Gardabags intende individuare alcuni partner tecnici e un gruppo selezionato di aziende. Un team di lavoro che sarà chiamato a determinare quei principi di tracciabilità che potrebbero identificare con trasparenza il livello di sostenibilità di ogni azienda”, anticipa Cietta. Perché una fiera dovrebbe occuparsi di tali tematiche? “Perché è forse l’unico soggetto indipendente in grado

di radunare intorno a sé tutta la filiera a livello inter-

nazionale. Al contrario dei singoli imprenditori o delle associazioni, nazionali come sovranazionali, possiede una leva competitiva non indifferente: essere piattaforma di promozione, comunicazione e business, quindi interlocutore chiave del mercato. Quando una fiera come Expo Riva Schuh & Gardabags si impegna a fornire ai compratori informazioni chiare e confrontabili riguardo il livello di sostenibilità di aziende e collezioni, lancia un segnale forte a tutto il settore che sarà sempre più incentivato a investire in sostenibilità. La fiera si fa strumento di diffusione culturale rendendo la sostenibilità una potente arma competitiva”. La strategia pensata da Expo Riva Schuh & Gardabags non prevede che la manifestazione diventi un ente certificatore o lo sviluppatore di una piattaforma per la tracciabilità, ma vuole mettere insieme e far dialogare i soggetti che quello fanno di mestiere con le aziende del comparto. Costruire, così, un percorso condiviso che, attraverso lo strumento tracciabilità, conduca alla sostenibilità dell’intera industria della calzatura e della pelletteria.

Traceability is the only way to achieve lasting sustainability

Only by creating common ground for a traceability system shared by the entire footwear and leather goods sector will it be possible for production companies along the entire supply chain to follow a serious and comparable path towards sustainability that will help buyers and consumers assess their purchases.

“The terms ‘sustainability’ and ‘traceability’ are often used interchangeably, but they are not synonyms. While they exist in close proximity, I consider traceability to be a prerequisite for a sensible and lasting path towards sustainability for footwear and leather goods companies”. This is the view of Enrico Cietta, CEO of Diomedea and Chairman of the Expo Riva Schuh & Gardabags Scientific Committee. For over 20 years, Enrico has been an economist working in research and strategic consulting in the fashion and creative industries.

THE PROBLEMS OF SUSTAINABILITY

Sustainability presents two problems above all else. The first: no company is sustainable in every single respect. As it has been interpreted to date, sustainability involves an issue-based approach (whether this be the use of water, energy, chemicals, recycling, labour policies, etc.). Enrico Cietta explains: “Clearly, only an approach such as this is possible at the initial stage of a sector's transformation, but it is not applicable at a mature stage, because it has several obvious limitations. A segmented approach does not allow costs to be optimised or shared with other industry operators; it therefore generates additional organisational and financial burdens that cannot be absorbed”. The second problem of sustainability concerns excessive certification. In recent years, we have seen a real uncontrolled proliferation of certification bodies and systems. “This phenomenon also causes fragmentation and confusion, making it almost impossible for production companies to adapt to the individual and varied demands that each label can make”, Enrico points out. The lack of a pathway shared by the entire international fashion industry and the absence of common standards means that the whole value chain is forced to make investments and develop strategies that do not promote the growth of sustainable solutions. Rather, they increase expenses and organisational chaos, and mean that companies cannot present themselves to buyers or consumers with clear, unambiguous and therefore comparable communication.

TRACEABILITY AS A SOLUTION

In order to overcome this impasse, Enrico Cietta, in agreement with the Expo Riva Schuh Scientific Committee, suggests focusing on traceability, and interpreting the many issues related to sustainability with an unambiguous and transparent traceability system as the basis. This system would gradually implement key parameters that would allow all companies in the international fashion sector to embark on a step-by-step journey towards increasingly sustainable collections, without fear of surprises or unexpected demands. Buyers and consumers could also refer to this system, to form a clear idea of how sustainable each product is. This system would not only imply a cost for companies; it would provide them with clear data that could be analysed to optimise processes. “Traceability is the essential approach to enable a broad and all-encompassing focus on the topic of sustainability. What do we mean by traceability? An information system linked to the value chain that collects predetermined and regulated data”. Until now, we have been thinking more in terms of best practices, identified by the marketing teams of each individual company and not related to the needs of the sector or the supply chain as a whole. Adopting a shared traceability system would help the industry make an evolutionary leap: “We need to move from a company-specific to an industry-specific approach. The aim is not so much to make the industry sustainable by making many companies sustainable, but to imagine and introduce a sustainable industrial system that allows companies to become part of it”.

A concrete example: if a shoe is made up of around 60 materials, manufactured by almost as many companies, and for each part I have to determine how sustainable it is, so as to assign a clear and transparent sustainability passport to each finished product, it is absurd to imagine that such a challenge would not be met on the basis of an unambiguous approach shared by the entire sector. Harmonising different certifications and non-homogeneous data each time would be inconclusive as well as costly.

EXPO RIVA SCHUH & GARDABAGS AND TRACEABILITY

Through the work of the Scientific Committee, the Riva del Garda trade show is acting as a sounding board for this more mature idea of sustainability and promoting a traceable supply chain. Its intention is not to highlight the good practices of individual companies, but to work towards a system shared by the industry and thus provide a guideline for all companies. “Expo Riva Schuh & Gardabags intends to identify a number of technical partners and a select group of companies. This working team will be asked to determine the traceability principles that could transparently identify each company’s level of sustainability”, anticipates Enrico Cietta. Why should a trade show deal with such issues? “Because it is perhaps the only independent entity capable of bringing together the entire sector at international level. As opposed to individual entrepreneurs or associations, whether national or supranational, it has considerable competitive leverage: as a platform for promotion, communication and business, it is a key player in the market. When a trade show such as Expo Riva Schuh & Gardabags is committed to providing buyers with clear and comparable information on the sustainability level of companies and collections, it sends a strong signal to the entire industry, which will be increasingly incentivised to invest in sustainability. The trade show becomes an instrument of cultural dissemination, making sustainability a powerful competitive weapon”. The strategy devised by Expo Riva Schuh & Gardabags does not envisage the event becoming a certifying body or the developer of a platform for traceability, but rather aims to bring together and establish a dialogue between those who do this for a living and sector companies. Thus building a shared path that, through the traceability tool, will lead to the sustainability of the entire footwear and leather goods industry.

WISTEFF

ACBC: “UN Global Compact” e certificazioni ISO

L’azienda italiana, esperta nella progettazione e nella produzione di sneakers sostenibili, raggiunge due importanti traguardi nell’ambito della sostenibilità: aderisce al “UN Global Compact” e diventa seconda in Italia a poter rilasciare due delle certificazioni ISO .

La prima B Corp in Italia nel mondo delle calzature ha aderito a UN Global Compact, l’iniziativa su base volontaria promossa da Nazioni Unite con l’obiettivo di incoraggiare aziende di tutto il mondo ad adottare politiche sostenibili e osservanti la responsabilità sociale d’impresa, ed è entrata come nuovo attore all’interno del suo ampio network di imprese aderenti. La vision del Global Compact è promuovere su scala mondiale la creazione di una economia più inclusiva e sostenibile, identificando dei business model in grado di rispettare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), una serie di 17 obiettivi definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che mirano a migliorare in modo decisivo le condizioni di vita di tutta la popolazione mondiale. L’impegno al raggiungimento degli SDGs, insieme al rispetto dei 10 Principi nelle aree dei diritti umani, lavoro, ambiente e anti-corruzione è infatti necessario ai fini della partecipazione all’iniziativa di UN. Oltre a questo importante traguardo, ACBC ha ottenuto l’autorizzazione, seconda azienda in Italia, a rilasciare due delle certificazioni ISO ad aziende terze per poter valutare i fattori determinanti di aziende terze per il conseguimento di due delle certificazioni ISO (International Organization for Standardization) per la gestione della qualità aziendale. La prima, legata al calcolo dello dell’impronta carbonica, permette alle organizzazioni di quantificare le proprie emissioni al fine di attuare delle politiche di Carbon Management. La seconda, connessa alle pratiche di Environmental Management System, definisce i requisiti per contribuire a ridurre significativamente la responsabilità aziendale nei confronti della legislazione ambientale e a promuovere operazioni volte al raggiungimento di obiettivi virtuosi in termini di prestazioni ambientali. Attraverso queste due qualifiche, la green factory milanese si posiziona ancora una volta come un’affidabile label di consulenza per i maggiori attori dello scenario moda nazionale e internazionale, accompagnandoli nello sviluppo sistemi di gestione ambientale e verso un percorso di crescita responsabile.

ACBC: “UN Global Compact” and ISO certifications

The Italian company, an expert in the design and production of sustainable trainers, reaches two important milestones in the field of sustainability: joins the “UN Global Compact” and becomes the second in Italy to be awarded two ISO certifications.

Italy’s first B Corp in the world of footwear has joined UN Global Compact, the voluntary initiative promoted by the United Nations with the aim of encouraging companies all over the world to adopt sustainable policies and observe corporate social responsibility, and has entered as a new player lining its extensive network of member companies. The Global Compact’s vision is to promote on a global scale the creation of a more inclusive and sustainable economy by identifying business models capable of meeting the Sustainable Development Goals (SDGs), a set of 17 goals defined by the United Nations that aim to decisively improve the living conditions of the world’s entire population. Commitment to the attainment of the SDGs, together with compliance with the 10 Principles in the areas of human rights, labour, environment and anti-corruption is indeed necessary for participation in the UN initiative. In addition to this important milestone, ACBC obtained authorisation, the second company in Italy, to issue two of the ISO (International Organisation for Standardisation) quality management certifications to third-party companies. The first, related to carbon footprint calculation, allows organisations to quantify their emissions in order to implement carbon management policies. The second, related to Environmental Management System practices, defines requirements to help significantly reduce corporate responsibility towards environmental legislation and promote operations aimed at achieving virtuous objectives in terms of environmental performance. Through these two qualifications, the Milanese green factory once again positions itself as a reliable consulting label for major players in the national and international fashion scenario, accompanying them in the development of environmental management systems and towards a path of responsible growth.

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