Fotoshoe 30 2022 #01

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FOTOSHOE 30

Special

Expo Riva Schuh 2022

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Contents

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Expo Riva Schuh 2022

Expo Riva & Gardabags Innovation Village Retail

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Style

La Belle Époque

WhoSellsWhoBuys

Vela - Massimo Rebecchi Expo Riva Schuh 2022

News to know

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Lifestyle

Diego Della Valle WhoSellsWhoBuys

Club Shoes Market

Il mondo a rate Acquisto e strategie

WhoSellsWhoBuys

ANWR Group Tote Bag

Industry

Sara Bernabè Consorzio ATEA

Conference & Companies

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Q_SEVEN


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E-commerce

Farfetch

Expo Riva Schuh 2022

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Food&Shoes experience Fashion

Rule your world In the club Very important people Avantgarde Thirty meters above...

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Icon

Virgil Abloh Sustainability

B-Corp Certification Five strategies Fashion world Anti-Greenwashing Luxury bag #01 January 2022 Anno LIV EDIZIONI FOTO SHOE 30 srl Via Ippolito Nievo, 33 - 20145 Milano Tel. +39 02 319121 - Fax +39 02 33611619 www.fotoshoemagazine.com info@edizionifotoshoe30.com Send an e-mail to fotoshoe@edizioniaf.com to receive a link and read the next issues of FOTOSHOE online for free Photo by Angelo Lanza Fashion by Luca Termine Model: Lore Biki @ILoveModelMNG Shoes: Alessandro De Silvestri

DIRETTORE RESPONSABILE Matteo Pasca DIRETTORE EDITORIALE Roberto Pellegrini ART DIRECTOR Angelo Lanza angelo.lanza@edizioniaf.com FASHION EDITOR Luca Termine luca.termine@edizioniaf.com GRAPHIC DESIGN Michele Alberti michele.alberti@edizioniaf.com EDITORIAL Erika Alberti, Ursula Beretta, Tania Dausilio,

Alessandro Dorio, Mariacristina Ferraioli, Luca Fornari, Matteo Galuzzi, Enrico Martinelli, Sara Meneghetti, Claudia Schulz, Rosanna Villa redazione@edizioniaf.com DIGITAL Riccardo D’Iglio, Domiziana Desantis, Ilaria Marciò digital@edizioniaf.com PR & MARKETING Mariella Catalano, Mariel Cuba subscription@edizioniaf.com ADVERTISING Filippo Crepaldi, Giorgio Gori, Lucio Luiselli, Stefano Migliavacca, Jose Rivera adv@edizioniaf.com

OPERATIONS Massimo Ledda, Elisa Trasi, Andrea Zampieri operations@edizioniaf.com PRINTING New Everprint - Carugate, MI Aut. del trib. di Milano n. 392 del 5-12-69 Spedizione Posta Target. È vietata la produzione senza autorizzazione dei testi e delle immagini. Il trattamento dei dati personali dei destinatari di Foto Shoe 30 è svolto nel rispetto della Legge 675/96 sulla Privacy. È possibile chiedere la modifica o la cancellazione dei propri dati indirizzando la richiesta a: Edizioni Foto Shoe 30 srl, Via Ippolito Nievo, 33 20145 Milano ai numeri di fax e di posta elettronica indicati.


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Editorial

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Anche il caso sbaglia di Roberto Pellegrini Presidente Fierecongressi Riva del Garda

embrerebbe un controsenso. Il caso, per definizione, non può sbagliare. La casualità prevede, per sua stessa natura, che tutto possa accadere. E se tutto può accadere, allora ciò che accade non può essere sbagliato. Eppure, l’ultimo sorteggio di Champions League (apoteosi del caso) dimostra che anche il caso può sbagliare, e per ben due volte. A parte la buffa situazione in cui si è trovata la UEFA, riflettere sulla casualità ha molto senso da due anni a questa parte. Due anni in cui ci siamo trovati spesso in balia degli eventi, del colore di pennarelli che tracciano le sorti logistiche di regioni e Paesi, dell’incontrollato proliferare di varianti e aumenti dei costi di ogni genere. Ma al caso non ci si arrende, e noi, insieme ai nostri espositori e visitatori, non ci siamo arresi. Abbiamo contrapposto al “tutto può succedere” ancor più organizzazione, volontà e coraggio. Abbiamo creato sinergia fra la fiera in presenza e il supporto degli strumenti digitali, intensificato le iniziative di incoming insieme a ICE Agenzia, sviluppato un Buyer Programme che facilita l’incontro fra domanda e offerta, studiato soluzioni per far essere in fiera anche quei Paesi che la fiera non l’avrebbero potuta raggiungere fisicamente. Non ci siamo arresi e continueremo a lottare perché il settore possa riprendersi con sempre più vigore. Non è un caso (tanto per rimanere in tema), se questo numero si presenta rinnovato nella grafica e in alcuni contenuti: rende manifesta la nostra voglia di migliorare per essere sempre più all’altezza delle sfide che il caso (continuiamo pure a chiamarlo così) disporrà sul percorso.

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Also chance can be mistaken It could seem a contradiction. Chance, by definition, cannot be mistaken. Randomness predicts, by its very nature, that anything can happen. And if anything can happen, what happens can thus not be mistaken. Yet, the latest Champions League draw (apotheosis of chance) shows that even chance can be mistaken, and even twice. Apart from UEFA’s funny situation, reflecting on randomness has made a lot of sense for the past two years. Two years in which we often found ourselves at the mercy of events, of the colour of markers that trace the logistical fate of regions and countries, of the uncontrolled proliferation of variants and cost increases of all kinds. But you don’t give in on chance, and we, together with our exhibitors and visitors, haven’t. We contrasted “anything can happen” with even more organisation, will and courage. We have created synergies between the physical exhibition and the support of digital tools, intensified the incoming initiatives together with ICE Agenzia, developed a Buyer Programme that facilitates the meeting between supply and demand, studied solutions for those countries that couldn’t physically reach the fair to make them be present. We have not given up and we will continue to fight so that the sector can recover ever more vigorously. It is no coincidence (just to stay on the subject), if the graphics and some contents of this issue have been renewed: it makes us only want to improve in order to be increasingly more up to the challenges that chance (we also continue to call it that) will place on our path.


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Expo Riva Schuh

Appuntamento imperdibile con

Expo Riva Schuh & Gardabags Più internazionale, completa e innovativa, la rassegna di Riva del Garda torna in presenza dal 15 al 18 gennaio 2022, per presentare la nuova collezione invernale 2023, forte anche della presenza di espositori da Cina, India e Brasile e del progetto Innovation Village Retail.

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L

’appuntamento da segnare in calendario per gli operatori della calzatura e della pelletteria è da sabato 15 a martedì 18 gennaio 2022, con il ritorno in presenza e in totale sicurezza di Expo Riva Schuh & Gardabags, la manifestazione che apre la stagione fieristica internazionale con le anticipazioni moda invernali. Nonostante le difficoltà a livello globale, e grazie all’adozione di misure anti-covid strutturate e sistematiche (exporivaschuh.it/it/covid-free), il Salone di Riva del Garda riesce a mantenere invariato il tasso di partecipazione internazionale, con la presenza di aziende provenienti da 31 Paesi, vetrina del meglio delle produzioni mondiali di calzature (per uomo, donna e bambino), pelletteria e accessori. La 96esima Expo Riva Schuh e la 7ma Gardabags si preannunciano dunque come un’opportunità imperdibile di business, importante per le migliaia di buyer attesi, che avranno la possibilità di vedere e “toccare con mano” prodotti provenienti da Italia, India, Turchia, Spagna, Portogallo, Germania, Brasile, Francia, Paesi Bassi, Cina, Gran Bretagna, Bangladesh, Pakistan, Polonia, Hong Kong, Belgio, Svezia, Taiwan, Bulgaria, Croazia, Emirati Arabi, Albania, Austria, Grecia, Sri Lanka, Malaysia, Nepal, Romania, Russia, Slovacchia e Thailandia. Significativo è anche il ritorno in fiera di quelle aziende ed espositori che provengono da Paesi pilastro per il segmento della calzatura di volume a livello mondiale, come Cina, India e Brasile. L’organizzazione si è, infatti, impegnata a promuovere la partecipazione di questi player strategici sia grazie al coinvolgimento dei loro agenti italiani, sia attraverso inediti format espositivi digitali (Digital Connection) e phygital appositamente pensati per superare le restrizioni nella mobilità internazionale. L’internazionalità si accompagna a un’ampia varietà di design, materiali, stili e prezzi delle collezioni presentate, volte a garantire ai buyer la possibilità di effettuare i primi ordini per la stagione invernale 2023 e completare quelli per la prossima PE 2022, grazie alla presenza della


Expo Riva Schuh

cosiddetta “quick production”. Accanto a internazionalità e completezza dell’offerta, la prossima edizione di Expo Riva Schuh & Gardabags si contraddistingue anche per il focus sull’innovazione, che trova espressione concreta nel progetto Innovation Village Retail, realizzato in collaborazione con Blum & Retail Hub e con il coordinamento scientifico di Alberto Mattiello, membro del Comitato Scientifico di Expo Riva Schuh & Gardabags. Cosa aspettarsi? Un luogo dove l’ecosistema dell’innovazione del settore calzaturiero si racconta, incontra e confronta. Un’area espositiva interna alla fiera aperta a startup, aziende, istituzioni e professionisti, concepita per condividere la cultura dell’innovazione e creare occasioni di networking e di business tra realtà emergenti e player affermati. Le innovazioni proposte durante la 96esima Expo Riva Schuh & Gardabags, in particolare, saranno illustrate direttamente dalle aziende vincitrici del bando di Innovation Village Retail attraverso una serie di brevi speech e riguarderanno sia il grande/medio retail, sia il piccolo retail indipendente e le piccole catene del settore moda o dei segmenti calzature, pelletteria e accessori. «L’obiettivo è aiutare le nuove realtà imprenditoriali che contribuiscono all’innovazione del settore calzaturiero a entrare velocemente in contatto con partner industriali in grado di accompagnarle nell’affrontare le nuove sfide. Per il settore la spinta innovativa di queste realtà è una vera e propria linfa vitale, fondamentale per rimanere al passo con le esigenze di un mercato globale in continua evoluzione» - afferma Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi. Per registrarsi e partecipare a Expo Riva Schuh & Gardabags è disponibile il sito www.exporivaschuh.it, dove è possibile scaricare il biglietto d’ingresso e ottenere l’accesso all’esperienza virtuale della Digital Connection.

Unmissable appointment with Expo Riva Schuh & Gardabags More international, complete and innovative, the Riva del Garda exhibition is back in physical mode, from 15 to 18 January 2022, to present the new winter 2023 collection, also thanks to the presence of exhibitors from China, India and Brazil and the Innovation Village Retail project. The appointment to mark on the calendar for footwear and leather goods operators is from Saturday 15 to Tuesday 18 January 2022, with the physical return in total safety of Expo Riva Schuh & Gardabags, the event that opens the international fair season with the winter fashion previews. Despite the difficulties at global level, and thanks to the adoption of structured and systematic anti-covid measures (exporivaschuh.it/it/covid-free), the Riva del Garda Show manages to keep the international participation rate unchanged, with the presence of companies from 31 countries, showcase of the best footwear (for men, women and children), leather goods and accessories production worldwide. The 96th Expo Riva Schuh and the 7th Gardabags therefore 11


Expo Riva Schuh

What to expect? A place where talks, meetings and comparisons about the innovative ecosystem of the footwear sector are made. An exhibition area inside the fair open to startups, companies, institutions and professionals, designed to share the culture of innovation and create networking and business opportunities between emerging realities and established players. The innovations proposed during the 96th Expo Riva Schuh & Gardabags fair, in particular, will be directly illustrated by the winning companies of the Innovation Village Retail call through a series of short speeches and concern both large/medium retail, small independent retail and small chains in the fashion sector or in the footwear, leather goods and accessories segments.

promise to be an unmissable business opportunity, important for the thousands of expected buyers, who will have the opportunity to see and “touch” products coming from Italy, India, Turkey, Spain, Portugal, Germany, Brazil, France, the Netherlands, China, Great Britain, Bangladesh, Pakistan, Poland, Hong Kong, Belgium, Sweden, Taiwan, Bulgaria, Croatia, the United Arab Emirates, Albania, Austria, Greece, Sri Lanka, Malaysia, Nepal, Romania, Russia, Slovakia and Thailand. Equally significant is the return to the fair of those companies and exhibitors that come from pillar countries for the volume footwear segment worldwide, such as China, India and Brazil. The organisation is, in fact, committed to promoting the participation of these strategic players both thanks to the involvement of their Italian agents, and through new digital exhibition formats (Digital Connection) and phygital specifically designed to overcome restrictions in international mobility. Internationality is accompanied by a wide range of designs, materials, styles and prices of the collections presented, aimed at ensuring buyers the possibility of placing their first orders for the 2023 winter season and completing those for the next SS 2022, thanks to the presence of the so-called “quick production”. Beyond internationality and offer completeness, the next edition of Expo Riva Schuh & Gardabags is also characterised by the focus on innovation, which finds concrete expression in the Innovation Village Retail project, created in collaboration with Blum & Retail Hub, and with the scientific coordination of Alberto Mattiello, member of the Scientific Committee of Expo Riva Schuh & Gardabags. 12

«The goal is to help new entrepreneurial realities that contribute to innovation in the footwear sector to quickly get in touch with industrial partners able to accompany them in facing new challenges. For the sector, the innovative drive of these companies is a real lifeblood, essential to keep up with the needs of a constantly evolving global market» - states Alessandra Albarelli, General Manager of Riva del Garda Fierecongressi. To register and participate in Expo Riva Schuh & Gardabags, visit the website www.exporivaschuh.it, where you can download the admission ticket and gain access to the virtual experience of the Digital Connection.


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Expo Riva Schuh

Innovation Village Retail: le migliori Start Up della moda protagoniste a Riva del Garda

Expo Riva Schuh & Gardabags, in collaborazione con Blum & Retail Hub e con il coordinamento scientifico di Alberto Mattiello, lancia il nuovo progetto che vuole raccontare, far incontrare e confrontare l’ecosistema dell’innovazione del settore calzaturiero.

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n villaggio aperto a startup, aziende, istituzioni e professionisti, concepito per condividere la cultura dell’innovazione e creare occasioni di networking e di business tra realtà emergenti e player affermati: è questo il nuovo progetto che la fiera di Riva del Garda lancia con l’edizione del 15-18 gennaio 2022, realizzato in collaborazione con Blum & Retail Hub e il coordinamento scientifico di Alberto Mattiello, membro del Comitato

Scientifico di Expo Riva Schuh & Gardabags, che troverà posto presso il Padiglione D della fiera. “L’obiettivo è aiutare le nuove realtà imprenditoriali che contribuiscono all’innovazione del settore calzaturiero a entrare velocemente in contatto con partner industriali in grado di accompagnarle sul mercato - spiega Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi -. Per il settore la spinta innovativa di queste realtà è una vera e propria linfa vitale, fondamentale per rimanere al passo con le esigenze di un mercato globale in continua evoluzione”. “L’Innovation Village - sottolinea Domenico Lanzilotta, co-fondatore di Blum - è pensato come una piazza dove l’ecosistema dell’innovazione si racconta, si incontra, si confronta, si conosce e si riconosce. i tratta di un format sviluppato da Blum specificamente per contesti fieristici, con decine di edizioni già all’attivo che hanno portato innovazione nei comparti più diversi: dall’edilizia al turismo, dal florovivaismo alla sicurezza. Per Expo Riva Schuh ci siamo concentrati nell’individuazione di soluzioni disruptive nel retail: offriremo ai visitatori del nostro Village la possibilità di incontrare dieci startup di assoluto valore, che con le loro innovazioni stanno trasformando questo mondo”. Un’occasione importante anche per i piccoli innovatori, che avranno la possibilità di mettersi in mostra a Expo Riva Schuh & Gardabags, la più importante fiera internazionale dedicata alla calzatura e all’accessorio, esponendo i loro progetti in un desk dedicato. Nel corso della manifestazione, infatti, ciascuna delle startup finaliste parteciperà a pitch e momenti di presentazione alla giuria e al pubblico, e sarà protagonista di una vetrina virtuale all’interno della piattaforma digitale. La soluzione più innovativa, infine, verrà scelta lunedì 17 gennaio, alle ore 15.00 presso l’Hangar D, da una giuria di esperti, e parteciperà all’edizione estiva di Expo Riva Schuh & Gardabags, in programma a giugno 2022.


Expo Riva Schuh

Innovation Village Retail: the best Fashion Start-Ups featured at Riva del Garda Expo Riva Schuh & Gardabags, in collaboration with Blum & Retail Hub and with the scientific coordination of Alberto Mattiello, launches the new project that aims to talk about, bring together and evaluate the innovation ecosystem in the footwear sector. A village open to start-ups, companies, institutions and professionals, conceived to share the culture of innovation and create opportunities for networking and business among new contenders and established players: this is the new project launched by the Riva del Garda trade fair with the edition to be held on 15-18 January 2022, created in collaboration with Blum & Retail Hub and the scientific coordination of Alberto Mattiello, member of the Scientific Committee of Expo Riva Schuh & Gardabags, which will be located in Hall D of the fair. “The goal is to help new entrepreneurs who contribute to in-

novation in the footwear industry to quickly make contact with industrial partners able to accompany them on the market,” explains Alessandra Albarelli, General Manager of Riva del Garda Fierecongressi. “For this sector the innovative drive of these companies is its lifeline, essential to keep up with the needs of an ever-evolving global market”. “The Innovation Village,” underlines Domenico Lanzilotta, co-founder of Blum, “has been conceived as a hub where the innovation ecosystem can talk, meet and compare experiences, and get to know and recognise itself. It is a format developed by Blum specifically for trade fairs, with dozens of editions already under its belt that have brought innovation to the most diverse sectors: from construction to tourism, from horticulture to safety. For Expo Riva Schuh, we have concentrated on identifying disruptive solutions in retail: we will give visitors to our Village the chance to meet ten start-ups of absolute value, whose innovations are transforming this world”. This is also an important opportunity for small innovators, who will have the chance to exhibit and showcase their projects with a dedicated desk at Expo Riva Schuh & Gardabags, the most important international trade fair dedicated to footwear and accessories. During the event, in fact, each of the start-up finalists will pitch and present their projects to the jury and the public, and will be the protagonists of a virtual display on the digital platform. Finally, the most innovative solution will be chosen on Monday, 17 January 2022 at 3.00 p.m. in Hangar D, by a jury of experts, and will participate in the summer edition of Expo Riva Schuh & Gardabags, scheduled for June 2022.

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Expo Riva Schuh

Digital to Asia

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Full Speed

www.digitaltoasia.com

www.fullspeedsport.wixsite.com/website

Società di marketing digitale che affianca e sostiene le aziende nella promozione e vendita dei prodotti o servizi ai consumatori cinesi, tramite strategie digitali omnichannel. Dal 2017, sviluppa progetti di marketing per le aziende che vogliono promuovere i loro prodotti e servizi ai clienti cinesi e guida i turisti cinesi alla scoperta delle principali attrazioni di tutta Europa, garantendo loro esperienze di life-style e luxury shopping. È inoltre partner delle principali piattaforme social, di travel marketing e di pagamento cinesi (Alipay, Bytedance, Ctrip, Mafengwo etc.), nonché partner ufficiale di Fuorisalone.it.

Azienda rivolta all’innovazione nell’ambito della Prevenzione (infortuni e danni permanenti derivanti dall’intensa attività fisica) e alla Performance. Una gamma completa di plantari ortopedici personalizzati sulle specifiche dell’utilizzatore e dell’attività, tutelati da brevetto internazionale e capaci, con un rivoluzionario concetto di funzionamento, di abbattere gli infortuni e i danni permanenti negli sportivi. Una sede produttiva altamente tecnologica, una serie di punti diagnostici e distributivi sul territorio nazionale (rete franchising), una piattaforma on line di consulenza multidisciplinare e di e-commerce, ne rappresentano i punti di forza.

A digital marketing company that accompanies and supports companies in promoting and selling their products or services to Chinese consumers, through omnichannel digital strategies. Since 2017, it has been developing marketing projects for companies that want to promote their products and services to Chinese customers, and guides Chinese tourists to discover the main attractions across Europe, guaranteeing them lifestyle and luxury shopping experiences. It is also a partner of the main Chinese social media, travel marketing and payment platforms (Alipay, Bytedance, Ctrip, Mafengwo etc.), as well as an official partner of Fuorisalone.it.

This company focuses on innovation in the fields of Prevention (injuries and permanent damage caused by intense physical activity) and Performance. A complete range of orthopaedic insoles customised to the user’s specifications and activity, protected by an international patent and capable, with a revolutionary operating concept, of reducing injuries and permanent damage in athletes. The company’s strengths include its hitech production facility, a series of diagnostic and distribution points throughout Italy (franchising network), and an online platform for multidisciplinary consultancy and ecommerce.


Expo Riva Schuh

Future Fashion

Inferendo

www.futurefashionsolution.com

www.inferendo.com

Piattaforma omnicanale che aiuta i brand della moda a virtualizzare e personalizzare la loro collezione in 3D, riducendo i costi di campionario fino al 90% e migliorando l’esperienza d’acquisto. Virtualizzando i campioni in 3D e digitalizzando i materiali con un solo campione di pellame, l’ufficio stile di un’azienda è in grado di visualizzare tutte le varianti colore/materiale senza produrle fisicamente e i distributori di vendere la collezione con un campionario fisico più contenuto. Grazie al 3D viewer, con realtà aumentata integrabile con un click nell’ecommerce dell’azienda, è possibile dar vita a nuove esperienze di acquisto e, con la web-app ominicanale, gestire progetti Made to Order.

Startup innovativa di Intelligenza Artificiale creata nel 2019 con l’obiettivo di offrire alle aziende servizi di recommendation system volti a rendere più semplice, fluida ed efficace la navigazione dell’utente sui siti di e-commerce, permettendogli di trovare velocemente il prodotto che desidera acquistare, senza cercarli in categorie e sottocategorie o con ricerche testuali. Una soluzione semplice da integrare nel sito di e-commerce di un’azienda, che permette di incrementare le vendite, migliorando conversion rate e ricavi.

An omnichannel platform that helps fashion brands to virtualise and customise their collection in 3D, reducing sample costs by up to 90% and improving the shopping experience. By virtualising the samples in 3D and digitising the materials with a single leather sample, a company’s style department is able to visualise all the colour/material versions without physically producing them and retailers can sell the collection with a smaller physical sample size. Thanks to the 3D viewer, with augmented reality that can be integrated with a click into the company’s e-commerce, it is possible to create new shopping experiences and, with the omnichannel web-app, manage made to order projects.

Innovative Artificial Intelligence Start-up created in 2019 with the aim of providing companies with recommendation system services to make it easier, smoother and more effective for users to navigate on e-commerce sites. This allows them to quickly find the product they want to buy, without searching in categories and subcategories or with text searches. It is a simple solution to integrate into a company’s e-commerce site, allowing it to increase sales, improving conversion rates and revenues.

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Expo Riva Schuh

Lookcast

www.pikkart.com

Lookcast è una piattaforma di customer experience che ripensa il modo di presentare brand e prodotti, valorizzando il patrimonio aziendale di contenuti con entusiasmanti esperienze d’acquisto in grado di ingaggiare i clienti in ogni canale - dalla stampa al digitale - e riducendo così il gap tra selling e storytelling. Offre una soluzione modulare per supportare i marchi in diversi ambiti quali: Collection catalog, Designer module, Digital Lookbook, Digital showroom.

Azienda specializzata nello sviluppo di app e software proprietari di realtà aumentata e intelligenza artificiale, con applicazioni che spaziano dal retail all’industria. Una delle poche aziende al mondo, e prima in Italia, ad avere creato da zero un proprio pacchetto per lo sviluppo AR, cui si è aggiunta la tecnologia Pikkart-AR Logo, che consente di associare fino ad un miliardo di contenuti diversi ad altrettante copie della stessa immagine, tecnologia che nel 2017 ha ricevuto il Seal of Excellence dell’Unione Europea. Pikkart-AR Discover è l’ultima evoluzione della ricerca Pikkart, un software di AR in grado di riconoscere oggetti e luoghi in contesto e agganciare loro contenuti in AR come schede informative, foto, video e modelli 3D.

Lookcast is a customer experience platform that presents brands and products in a new way, enhancing the company’s wealth of content with exciting shopping experiences that engage customers across all channels – from print to digital – and reduce the gap between selling and storytelling. It offers a modular solution to support brands in different areas such as Collection catalogues, Designer modules, Digital Lookbooks, and Digital showrooms.

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Pikkart

www.lookcast.com

A company specialising in the development of propriety augmented reality and artificial intelligence apps and software, with applications ranging from retail to industry. One of the few companies in the world, and the first in Italy, to have created from scratch its own package for AR development. To this was added the Pikkart-AR Logo technology, which makes it possible to associate up to a billion different contents with as many copies of the same image. In 2017, this technology was awarded the Seal of Excellence by the European Union. Pikkart-AR Discover is the latest evolution of the Pikkart research, an AR software that can recognise objects and environments in context and link AR content such as fact sheets, photos, videos and 3D models to them.


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Expo Riva Schuh

RetailTune

www.viume.com

Piattaforma SaaS, supportata da un team di esperti specializzati, nata con l’obiettivo di aiutare i retailer a sfruttare appieno il potenziale delle strategie di Local Digital Marketing e Drive to Store, incrementando la visibilità online dei loro POS/POI su tutti i touchpoint digitali dove gli utenti conducono ricerche di prossimità. Attraverso Retail Tune è possibile geolocalizzare e ingaggiare gli utenti, indirizzandoli verso il POS/POI più vicino, offrendo loro esperienze di acquisto online e offline altamente personalizzate.

Soluzione software che permette a brand e retailer di personalizzare l’esperienza di acquisto sia online, sia offline, e ottimizzare la gestione dei loro prodotti automatizzando e arricchendo le informazioni tecniche, come categoria, sub-categoria, colore, materiale. La soluzione è composta da quattro moduli principali: etichettazione automatica dei prodotti, raccomandazioni personalizzate, visual search e assistente digitale di vendita.

SaaS platform, supported by a team of specialised experts, created with the aim of helping retailers to exploit the full potential of Local Digital Marketing and Drive to Store strategies, increasing the online visibility of their POS/POI on all digital touchpoints where users conduct proximity searches. Retail Tune makes it possible to geolocate and engage users, directing them to the nearest POS/POI, offering them highly personalised online and offline shopping experiences.

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Viume

www.retailtune.com

Software solution that allows brands and retailers to customise both the online and offline shopping experience, and to optimise the management of their products by automating and enriching technical information, such as categories, sub-categories, colours, materials. The solution consists of four main modules: automatic labelling of products, personalised recommendations, visual search and digital sales assistant.


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Expo Riva Schuh

Wapping Networks

www.impersive.com

Piattaforma di fidelizzazione omnicanale SaaS che collega tutti i canali di vendita del retailer, consentendo alle aziende di conoscere a fondo i propri clienti e costruire proposte e vantaggi personalizzati da fruire nei negozi fisici e online. Ogni interazione con il cliente (vendita/ ritorno/social media) è registrata in tempo reale sotto un ID univoco per cliente, che consente di comprenderne il comportamento, definendo un pubblico target e incidendo su di esso con proposte personalizzate. Con Wapping i rivenditori aumentano le vendite incrementando la frequenza di acquisto, alzando lo scontrino medio e attraendo nuovi clienti con il passaparola.

Una soluzione unica nel mondo della realtà virtuale, volta a produrre esperienze personalizzate (live) a 360° stereoscopiche (3D). Ha realizzato oltre 400 progetti branded, culturali, artistici, fashion ecc, distribuiti dai principali editori, brand e agenzie (Sky, Rai Cinema, Sony Playstation), grazie allo sviluppo di un sistema di applicativi e piattaforme per la gestione da remoto di contenuti su visori e piattaforme di distribuzione. Grazie alla tecnica Impersive, l’utente che indossa il visore si ritrova a vivere un’experience VR Immersiva da protagonista, sentendosi parte integrante dell’esperienza.

SaaS omnichannel loyalty platform that connects all of a retailer’s sales channels, enabling companies to know everything about their customers, and to build customised services and benefits to be used in physical and online stores. Each interaction with the customer (sale/return/social media) is recorded in real time under a unique customer ID, which allows the retailer to understand their behaviour, define a target audience and offer personalised proposals. With Wapping, retailers can increase sales by increasing the frequency of the purchase, raising average receipts and attracting new customers by word of mouth.

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Impersive

www.wappingweb.com

A unique solution in the world of virtual reality, aimed at producing personalised 360° stereoscopic (3D) immersive experiences. It has created more than 400 branded cultural, artistic, and fashion projects, distributed by the main publishers, brands and agencies (Sky, Rai Cinema, Sony Playstation), thanks to the development of a system of applications and platforms for the remote management of content on viewers and distribution platforms. The Impersive technique enables the user wearing the viewer to live an immersive VR experience as a protagonist, feeling an integral part of the experience.


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Style

Inverno alla Belle Époque

P

di Mariacristina Ferraioli

Ritratto di Luigi XIV di Hyacinthe Rigaud, 1702, Museo del Louvre, Parigi

Ci riporta nelle strade della Parigi di inizio secolo la moda ispirata alla Belle Époque che ritroviamo nelle collezioni autunno-inverno. 24

izzi, tulle, corpetti, bootie, francesine e fiocchi sono tra i must-have della stagione. Un viaggio a ritroso nel tempo in un’epoca che, nonostante sia durata solo dalla fine dell’Ottocento allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ha totalmente rivoluzionato la storia del costume, dell’arte e della moda. Sono anni innovativi e pieni di contrasti, di fiducia nel progresso e di importanti invenzioni – come il cinema, la radio, l’automobile, l’illuminazione elettrica – che hanno cambiato per sempre il corso della storia sociale e culturale dell’Europa, nonostante dilagasse ovunque la piaga del colonialismo spietato e del nazionalismo esasperato che avrebbero portato di lì a breve il vecchio continente nel baratro della Grande Guerra. La moda ci ha abituati a guardare ad epoche lontane con un occhio malinconico e innamorato, ma anche a continue riproposizioni declinate, però, in chiave contemporanea. Non stupisce, quindi, che tra i must-have della stagione ci siano gli stivali con i lacci - ispirati alle ballerine di can-can de Le Moulin Rouge o de Les Folies Bergère, che sembrano uscire da un manifesto pubblicitario disegnato da Toulouse-Lautrec - perfetti se abbinati con mini-dress in tulle o in pizzo che regalano un’aria sognante oppure da indossare in maniera più sbarazzina con jeans o pants attillati. Ideati alla fine dell’Ottocento per rispondere alle esigenze di funzionalità e modernità dovute all’ingresso della donna nel mondo del lavoro e al suo ruolo più attivo all’interno della società. I bootie si adattano precisamente ad ogni occasione e sono perfetti per essere indossati all day long, con tacco basso o appena accennato, di mattina, o altissimo, di sera; come gli stivali platform bianchi con maxi plateau e vertiginosi tacchi a spillo indossati da Lady Gaga, da sempre icona di stile e anticipatrice di tendenze, sia con un look da giorno sia con uno da soirèe Una scelta ai tempi dettata non solo dalla funzionalità, ma anche una necessità estetica dovuta all’esigenza di rendere la scarpa, fino a quel momento nascosta sotto le ampie gonne delle dame, anche visivamente


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accattivante oltre che comoda e pratica. A mano a mano che le gonne si accorciano, iniziano ad essere utilizzate calzature femminili più accollate, chiuse con lacci e con tacco “Luigi XIV” , ispirato alle scarpe rococò, ma più basso e comodo, dalla tipica forma a rocchetto. Per le donne più attive o che indossavano gonne lunghe fino alla caviglia, vennero proposti gli stivaletti Balmoral, dal laboratorio inglese di Crockett and Jones di Northampton. È una calzatura con tomaia a punta allungata e forma affusolata, dal collo alto molto aderente, chiusa con bottoncini davanti o con lacci, perfetta da indossare fino all’alba. Con l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, l’abbigliamento diventa più pratico e in armonia con il corpo. Gli abiti pomposi tipici dell’Ottocento lasciano il posto ai primi tailleur, composti da giacca lunga con maniche larghe con sbuffo alle spalle e strette sugli avambracci utilizzati soprattutto di mattina, o ad abiti, per la sera, senza maniche, realizzati con tessuti di seta, pizzo o chiffon, che presentano ampie scollature e ricche decorazioni di paillettes e perline. Agli inizi del Novecento, Parigi pullula di caffè e sale per danzare. Il ballo è dappertutto, di giorno e di notte, nei locali e nelle piazze, nei saloni dell’Hôtel particulier come nei cortili alla periferia della città, la febbre da ballo sembra aver contagiato tutti e anche la moda deve adeguarsi. Per la sera e soprattutto per il ballo, vennero ideate scarpe più comode e al tempo stesso eleganti. Dotate di cinturino, la tomaia ha una forma a punta ma non troppo affusolata, scollate davanti e con il tacco “Luigi XIV” . Estetica e comodità, dunque, che ritornano anche in chiave contemporanea negli ormai celeberrimi combat boot, anfibi alti fino al ginocchio caratterizzati da un’allacciatura importante, che donano al tempo stesso un look casuale ma estremamente sexy. Entrati ormai di diritto nel guardaroba femminile, questa tipologia di calzatura difficilmente verrà abbandonata. Oltre alla già citata comodità, offre, infatti, il vantaggio di adattarsi alle diverse condizioni metereologiche ma anche di essere particolarmente versatile per sposare varie combinazioni di stile. Una scarpa passepartout, amata da celebs e persone comuni, che si ispira alla moda degli esordi per contraddistinguere questi anni così complessi per il fashion system e per l’intero pianeta. Non è affatto un caso che dopo un biennio così duro, segnato dalla pandemia del Covid19, che ha profondamente limitato le abitudini e la vita sociale di tutti noi, la moda si sia ispirata proprio alla Belle Époque, un’epoca di pace e di rilancio dopo i profondi cambiamenti sociali e le rivoluzioni che avevano caratterizzato l’Ottocento. La Belle Époque è l’ultimo momento, prima della débâcle della

Pair of light purple suede shoes Jones, Peterson & Newhall Co. (establ. 1903), Museum of Fine Arts Boston

Crockett and Jones Archive Selection, 1911

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Winter like in La Belle Époque The Belle Époque-inspired fashion that we find in the autumn-winter collections takes us back to the streets of Paris at the turn-of-the-century.

@ Christian Vierig

Grande Guerra e delle dittature, in cui la storia celebra se stessa e la sua sfavillante joie de vivre. Dame eleganti, invenzioni rivoluzionarie e fiorire delle arti, le strade della

Lace, tulle, bodices, booties, brogues and bows are among the season’s must-haves. A journey back in time to an era that, despite only lasting from the end of the nineteenth century to the outbreak of the First World War, has totally revolutionised the history of costume, art and fashion. Those years were innovative, full of contrasts and faith in progress and characterised by important inventions - such as movie theatre, radio, cars, electric lighting - which have forever changed the course of Europe’s social and cultural history, despite the widespreading scourge of ruthless colonialism and exasperated nationalism that would soon bring the old continent into the abyss of the Great War. Fashion has accustomed us to look at distant times with melancholy and loving eyes, but also to constant re-propositions offered, however, in a contemporary key. It is therefore not surprising that boots with laces are among the must-haves of the season - inspired by the can-can dancers of Le Moulin Rouge or de Les Folies Bergère, who seem to come out of an advertising poster designed by Toulouse-Lautrec - perfect when combined with mini-dress in tulle or lace that give a dreamy air or to be worn in a more jaunty way with tight jeans or pants. Designed at the end of the nineteenth century to meet the needs of functionality and modernity due to the women’s entry into paid work and their more active role within society. Booties adapt perfectly to every occasion, to

capitale francese, all’ombra della Tour Eiffel appena inaugurata, brulicano di letterati ed artisti, gli Impressionisti sono ormai riconosciuti come maestri assoluti e una nuova generazione di artisti avanguardisti lavora alacremente per rompere ogni legame con la tradizione. Tale fermento ha ripercussioni anche sul fronte della moda dove tutto cambia velocemente. Se la donna di inizio secolo è protagonista assoluta della scena, sospesa tra una malinconica eleganza dal gusto un po’ retrò e uno stile più moderno e funzionale che rivela la necessità di una funzione più attiva e di primo piano all’interno della società, allo stesso modo o, forse, ancor di più, lo è adesso, interprete di un femminismo 3.0 che rivendica indipendenza, parità di genere e di potere, senza cedere il passo su estetica e vanità. 26

Henri de Toulouse-Lautrec, Ballo al Moulin Rouge, 1889-1890, Museum of Art, Filadelfia


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be worn all day long, with low or barely hinted heels in the morning, or very high heels in the evening; like the white platform boots with maxi plateaus and dizzying stiletto heels worn by Lady Gaga, who has always been a style icon and a forerunner of trends, both with a day look and a soirèe look. A choice at the time dictated not only by functionality, but also an aesthetic necessity due to the need to make the shoe, hitherto hidden under the wide skirts of the ladies, also visually appealing as well as comfortable and practical. As skirts get shorter, women start to use high-necked shoes, closed with laces and “Louis XIV” heels, inspired by Rococo shoes, but lower and more comfortable, with the typical spool style. For more active women or women who wore ankle-length skirts, Balmoral ankle boots were proposed from the English laboratory of Crockett and Jones in Northampton. These shoes feature an elongated toe upper and tapered shape, with a very snug high collar, closed with buttons on the front or with laces, perfect to wear until dawn. With the women’s entry into paid work, clothing becomes more practical and in harmony with the body. The pompous dresses typical of the nineteenth century give way to the first suits, consisting of a long jacket with wide sleeves with puffed shoulders, tight on the forearms especially worn in the morning, or dresses, for the evening, without sleeves, made with silk, lace or chiffon, which feature wide necklines and rich sequin and beaded decorations. At the beginning of the twentieth century, Paris was swarming with cafes and dance halls. Dance was in vogue everywhere, day and night, in clubs and squares, in the halls of the Hôtel particulier as in the courtyards on the outskirts of the town. Dance fever seems to have infected everyone and even fashion must adapt to this. For the evening and especially for the dance, more comfortable and at the same time elegant shoes were created. Equipped with a strap, the upper features a not too tapered pointed shape, with a low-cut front and the “Louis XIV” heel. Aesthetics and comfort, therefore, which also return in a contemporary key in the now famous combat boots, knee-high amphibians characterised by an important lacing, which at the same time confer a casual but extremely sexy look). Having now entered the women’s wardrobe by right, this type of shoe will hardly be abandoned. In addition to the aforementioned convenience, it offers, in fact, the advantage of adapting to different weather conditions but also of being particularly versatile to marry various style combinations. A passe-partout shoe, loved by celebs and ordinary people, which is inspired by early fashion to distinguish these complex years for the fashion system and for the entire planet. It is no coincidence that after such hard two years, marked by the Covid19 pandemic, which profoundly limited the habits and social life of all of us, fashion was inspired by the Belle Époque, an era of peace and revival

after the profound social changes and revolutions that characterised the nineteenth century. The Belle Époque is the last moment, before the debacle of the Great War and the dictatorships, in which history celebrates itself and its sparkling joie de vivre. Elegant ladies, revolutionary inventions and the flourishing of the arts, the streets of the French capital, in the shadow of the newly inaugurated Eiffel Tower, swarm with writers and artists, the Impressionists are now recognised as absolute masters and a new generation of avant-garde artists is working hard to break every bond with tradition. This ferment also has repercussions on fashion where everything changes quickly. If women at the turn of the century are absolute protagonists of the scene, suspended between a melancholy elegance with a slightly retro taste and a more modern and functional style that reveals the need for a more active and prominent function within society, at the the same way or, perhaps, even more so, they are now, interpreters of a feminism 3.0 that claims independence, gender equality and power, without giving way to aesthetics and vanity.

@ Edward Berthelot

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VELA delle nuove generazioni, di cui si fa interprete Filippo Rebecchi, figlio del designer.

Un luxury concept store dal dna autenticamente italiano, aperto a una dimensione cosmopolita e di design.

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di Ursula Beretta

Vela - Massimo Rebecchi, nato dalla mente creativa dello stilista toscano che, oltre 40 anni fa, apre proprio a Viareggio il suo primo negozio di ricerca, da cui origina il suo percorso nella moda. E oggi, nella perla della Versilia, il multibrand non smette di dare vita a una shopping experience unica grazie al suo spazio iconico e in movimento, in cui sempre più fondamentale si rivela l’apporto

Com’è nato Vela- Massimo Rebecchi? “Da un’idea di moda a tutto tondo, in cui la spiccata vocazione artistica e culturale è il pretesto per creare un punto di incontro e di condivisione che va oltre lo shopping. Un concept store che riflette, anche, il forte legame con il territorio e con lo spirito toscano, in cui città e natura sono parte di un unicum che influenza lo stile, metropolitano sì, ma perfetto per il tempo libero. Vela ha, da sempre, una forte identità, la stessa che deriva dalle sue peculiarità e che guida la sua ricerca verso brand in cui alla tradizione si unisce uno sguardo in avanti, dove i concetti di lusso, di qualità e di sostenibilità – valore che ci appartiene da sempre – danno vita a una proposta caratteristica e peculiare”. Vela nasce come un negozio di ricerca. Conserva questa essenza anche oggi? “L’attenzione alla ricerca è parte del nostro dna e viene stimolata tanto dalla nostra clientela internazionale che da quella contaminazione sana tra musica, sport e arte che ci caratterizza da sempre. E non solo. Per noi è una vera e propria passione, che abbiamo trasmesso ai nostri figli e che muove i nostri stessi collaboratori, parte fondamentale della nostra crescita e del nostro futuro”. Che cosa si intende per concept store? “Uno spazio in cui la moda è il punto di partenza per

Massimo


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l’inizio di un viaggio dove arte, cinema, musica e molto altro danno vita a un’immersione in un mondo unico ed estremamente personale. C’è spazio per tutto: dai gioielli agli skateboard. Tutto è ricerca!”. Da che cosa si parte per fare un buon buying? “Sicuramente dalla capacità di interpretare le esigenze della clientela e dalla comprensione dei cambiamenti in corso nella società e nella moda. Il tutto senza dimenticare una forte personalizzazione”. Guardando alle ultime sfilate, quali sono le vostre riflessioni? “Lo stile di Vela è uno solo: segui la tua impronta, filtra le tendenze senza subirle, adattale al tuo mondo e a come sei. Per noi è un diktat fondamentale. In termini più generali, questo tendere alla fluidità di genere e alla sempre maggiore attenzione alla sostenibilità va oltre la tendenza e ci appartiene da sempre”. La tendenza che vi ha conquistato e che, a vostro avviso, si rivelerà vincente il prossimo anno? “Fluidità e no gender con un ‘ma’: badare sempre a quello che si è e si vuole essere, al di là di ogni condizionamento, in un attitude che parte dalla testa dei nostri clienti e si riflette nel loro stile, che da noi trova il modo di esprimersi con libertà in tutto quello che si acquista”. Com’è cambiato lo shopping dopo il periodo pandemico? “Sicuramente c’è un surplus di attenzione a quello che si sceglie, oltre alla necessità di vivere con maggiore serenità che si riflette nella scelta di quello che si compra, che deve essere bello, di qualità, di ottima fattura e, naturalmente, a basso impatto ambientale. Inoltre, il materiale è quello che fa sempre di più la differenza. Le texture pure. Quelle naturali sono privilegiate rispetto ad altre, anche da chi, in passato, non ci badava.

Cosa vorreste vedere in futuro nella moda? “Quello che stiamo facendo e portando avanti da sempre: sostenibilità e libertà di scegliere senza condizionamenti”. Cosa c’è nel futuro di Vela? “Proseguire nel solco del progetto Vela, ovvero offrire qualcosa che più che un prodotto sia una vera e propria filosofia che nasce dalla tradizione, ma viene pizzicata dalle tendenze più esclusive e da marchi di nicchia. Un punto di vista concettuale più che commerciale che ci rende riconoscibili da sempre e che tradurremo anche nel nostro e-commerce, per permettere a chi non ci conosce di innamorarsi del nostro modo di intendere la moda”.

A luxury concept store with an authentically Italian DNA, open to a cosmopolitan and design dimension. It’s name is Vela - Massimo Rebecchi, born from the creative mind of the Tuscan designer who, over 40 years ago, opened his first research shop in Viareggio, from which his path in fashion originates. And today, in the pearl of Versilia, the multibrand does not stop giving life to a unique shopping experience thanks to its iconic and moving space, where the contribution of new generations is becoming ever more fundamental and is represented by Filippo Rebecchi, son of the designer.

How was Vela-Massimo Rebecchi born? “From an all-round fashion idea, in which the strong artistic and cultural vocation is the pretext to create a meeting and sharing point that goes beyond shopping. A concept store that also reflects the strong bond with the territory and with the Tuscan spirit, in which city and nature are part of a unicum that influences a metropolitan style, but which is also perfect

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for leisure. Vela has always had a strong identity, the same that derives from its peculiarities and that guides its search for brands in which tradition is combined with a forward look, where the concepts of luxury, quality and sustainability - value that has always belonged to us - give life to a characteristic and peculiar proposal”.

Vela was born as a research shop. Does it keep this essence even today? “Focussing on research is part of our DNA and is stimulated both by our international clientele and by that healthy contamination between music, sport and art that has always characterised us. And not just that. To us it is a real passion, which we have passed on to our children and which moves our own collaborators, a fundamental part of our growth and future”. What is meant by concept store? “A space where fashion is the starting point for the beginning of a journey where art, movies, music and much more give life to an immersion in a unique and extremely personal world. There is room for everything: from jewellery to skateboards. Everything is research!”

Where do you start from for a good buying? “Certainly from the ability to interpret customer needs and trying to understand the changes taking place in society and fashion. All without forgetting a strong customisation”. What are your thoughts if you look at the latest fashion shows? “Vela’s style is only one: follow your imprint, filter trends without suffering them, adapt them to your world and how you are. This is a fundamental diktat to us. In more general terms, this tendency towards gender fluidity and the increasing attention to sustainability goes beyond the trend and has always belonged to us”. What trend that won you over will, in your opinion, prove successful next year? “Fluidity and no gender with a ‘but’: always paying attention to what one is and wants to be, beyond any constraints, in an attitude that starts from our customers’ minds and is reflected in their style, and who with us find the way to express themselves freely in everything they buy”. How has shopping changed after the pandemic period? There surely is a surplus of attention to what you choose, in addition to the need to live with greater serenity which is reflected in the choice of what you buy, which must be beautiful, of quality, of excellent workmanship and, of course, with a low environmental impact. Moreover, the materials are ever more making a difference. Pure textures. Natural ones are privileged over others, even by those who, in the past, did not care about them”. What would you like to see in tomorrow’s fashion? “What we have always been doing and pursuing: sustainability and the freedom to choose without constraints”. What is in the future of Vela? “Proceeeding in the groove of the Vela project, offering something more than a product, a real philosophy that comes from tradition, but that is pinched by the most exclusive trends and niche brands. A conceptual rather than a commercial point of view that has always made us recognisable and that we will also translate into our e-commerce, to make sure that those who do not know us yes fall in love with our way of understanding fashion”.

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Expo Riva Schuh

Le novità da sapere prima di partecipare a

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Expo Riva Schuh di gennaio 2022 all’autunno 2018, Caterina Bricolo lavora nella segreteria organizzativa e commerciale della fiera gestendo gli espositori e gli spazi espositivi per Expo Riva Schuh & Gardabags. È stata la sua formazione in traduzione e interpretazione all’Università di Trieste e un master in Management turistico a portarla ad appassionarsi a questo ambiente. Ying Zhang, madrelingua cinese con alle spalle studi superiori e universitari in Italia, approda nel 2020 nel team in qualità di Sales & Exhibition Assistant nella Business Unit Internazionale di Riva del Garda FiereCongressi.

Caterina Bricolo

Torna l’edizione di gennaio di Expo Riva Schuh con tante novità, in presenza e digitali. Caterina Bricolo e Ying Zhang ci raccontano cosa prevede la fiera dal punto di vista dell’organizzazione e delle opportunità di business. 34

Qual è la più grande novità di questa edizione di Expo Riva Schuh? “Senza dubbio l’Hybrid Service, un esclusivo servizio di stand management, che offre la possibilità agli espositori di partecipare alla fiera anche senza esserci fisicamente. Un progetto a cui hanno aderito una decina di espositori, soprattutto extra europei. Impossibilitati a viaggiare a causa del Covid, potranno comunque spedire il loro campionario e lasciare a noi l’allestimento dello stand, all’interno del quale verrà organizzato un servizio di hostess e steward che avranno l’incarico di accogliere i compratori, illustrare le caratteristiche del campionario e agevolare il contatto con l’azienda produttrice, che potrà in ogni momento incontrare i visitatori grazie alla tecnologia messa a disposizione da Expo Riva Schuh & Gardabags. Il personale presente nello stand verrà debitamente formato riguardo le peculiarità dell’azienda e le caratteristiche della collezione, così da poter fornire tutte le informazioni necessarie per orientare le scelte dei buyer. Una proposta coraggiosa e innovativa, che integra la presenza fisica con il digitale, e che vuole continuare a fornire l’opportunità di sviluppare business a livello internazionale sia a chi compra, sia a chi vende, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia”.


Expo Riva Schuh

La compenetrazione fra fisico e digitale è il fulcro anche della piattaforma Swapcard… “Assolutamente sì. Stiamo utilizzando Swapcard da gennaio 2021 come luogo di incontro virtuale dove visitatori ed espositori possono interagire. Una piattaforma basata su una tecnologia di intelligenza artificiale che agevola i visitatori nella ricerca di espositori o prodotti che rispondano alle loro esigenze. Ma sono moltissime altre le funzioni che la piattaforma offre: un’agenda che permette di fissare appuntamenti in presenza o virtuali; uno strumento per scansionare i biglietti da visita e d’ingresso così da memorizzare i contatti; un mezzo per estendere la durata della fiera e le conseguenti opportunità di business, grazie alla Digital Connection che permetterà ai partecipanti di incontrarsi dal 12 gennaio fino al 28 febbraio. Poiché Swapcard è un’applicazione presente anche sugli smartphone, il nostro consiglio è di scaricarla così da avere sempre a portata di mano uno strumento potente per migliorare la propria visita in fiera, grazie anche alla possibilità di ricevere notifiche in tempo reale da parte dei propri partner d’affari”.

Replicheremo la ormai collaudata procedura di ingresso con il controllo del Green Pass e la misurazione della temperatura, oltre a fornire un servizio tamponi (che è bene prenotare per velocizzare i tempi di attesa) a beneficio di tutti coloro che ne avessero bisogno. Un ottimo servizio anche per chi dovesse effettuare tamponi molecolari in vista dei viaggi di rientro in aereo”. Quali altri servizi vale la pena menzionare? “Come sempre la nostra è una fiera diffusa, quindi oltre alla location principale del Quartiere Fieristico, alcuni espositori presenteranno le loro collezioni all’interno di alcuni hotel storici di Riva del Garda. Come per tutte le altre edizioni dell’evento saranno disponibili servizi di transfer dai principali aeroporti, che si possono prenotare sul sito internet www.exporivaschuh. it. Gli shuttle dagli aeroporti a Expo Riva Schuh saranno disponibili per le date del 14, 15 e 16 gennaio, mentre quelli per il ritorno verso gli aeroporti sono previsti per il 17, 18 e 19 gennaio. Non mancheranno le consuete navette urbane, in servizio per tutta la durata della fiera, che passano dagli hotel, anche sedi espositive, e arrivano al quartiere fieristico”.

Sono previste novità anche a livello strutturale? “Abbiamo avviato già da mesi i lavori per ampliare il quartiere fieristico. Una situazione che potrebbe causare qualche disagio, ma ‘stiamo lavorando per voi’ come si dice in questi casi, e il cantiere è un passaggio necessario per godere in futuro di una location più accogliente e funzionale. Per ovviare alla situazione abbiamo implementato dei parcheggi dedicati esclusivamente agli espositori: due sui tetti dei padiglioni e uno di fronte all’entrata principale (B2), dove si trovano anche i parcheggi VIP. Riguardo agli ingressi, oltre a quello tradizionale è prevista una nuova entrata dal padiglione D, completa di tutto: guardaroba, tornelli, stampa dei biglietti. Molto comoda per i visitatori che parcheggeranno dietro alla fiera e che potranno ritrovarsi immediatamente all’interno dei padiglioni”. Come sarà l’organizzazione dell’aspetto sanitario? “Come già accaduto lo scorso luglio, noi rispetteremo assolutamente tutti i protocolli anti Covid per garantire lo svolgimento della manifestazione in totale sicurezza. Spazi ampliati per evitare assembramenti, zone lounge dove riposare o lavorare, gel igienizzanti ovunque. 35


Expo Riva Schuh

News to know before attending Expo Riva Schuh in January 2022 Since autumn 2018, Caterina Bricolo has been working in the organizational and commercial secretariat of the fair, managing both the exhibitors and exhibition spaces for Expo Riva Schuh & Gardabags. Her studies in translation and interpretation at the University of Trieste, as well as a master’s degree in tourism administration, sparked her interest in this sector. Ying Zhang, a natural Chinese speaker who attended high school and university in Italy, will join the team in 2020 as a Sales & Exhibition Assistant in Riva del Garda FiereCongressi’s International Business Unit.

Ying Zhang

The Expo Riva Schuh January Edition is back with many new, face-to-face, and digital news. Caterina Bricolo and Ying Zhang explain how the expo will be organized and what business prospects will be available. 36

What is the biggest news of this edition of Expo Riva Schuh? “Without any doubt, the Hybrid Solution, an exclusive stand management service that allows exhibitors to participate in the show even if they are not physically there.” A dozen exhibitors, mostly from outside Europe, have signed up for the project. Unable to travel due to Covid, they will be able to send their samples and leave the stand setup to us, where a hostess and steward service will be organized to welcome buyers, show sample features, and facilitate contact with the manufacturing company, which will be able to meet visitors at any time thanks to the technology provided by Expo Riva Schuh & Gardabags. The staff will be thoroughly trained in the company’s unique qualities as well as the characteristics of the collection, allowing them to provide all the required information to help buyers make decisions. “A daring and original idea that mixes face-to-face with digital, and that seeks to continue giving international business opportunities for both buyers and sellers, despite the pandemic’s constraints.” The interpenetration between physical and digital is also the fulcrum of the Swapcard platform... “Of course, yes. We have been using Swapcard as a virtual meeting place where visitors and exhibitors can interact since January 2021. A platform that uses artificial intelligence to


Expo Riva Schuh

assist visitors in finding exhibitors or items that suit their requirements. However, the platform has many other features, including an agenda that allows you to schedule appointments in person or virtually; a tool for scanning business and entrance cards in order to save contacts; a way to extend the duration of the Fair and, therefore, business opportunities, thanks to the Digital Connection, which will allow participants to meet from January 12th to February 28th. Since Swapcard is also an app available on smartphones, we recommend downloading it so that you always have a powerful tool to improve your visit to the fair, including the possibility to receive notifications in real time from your business partners directly on your own device”.

Are there any structural adjustments as well? “We have already been working on expanding the exhibition centre for months. A situation that may cause some inconvenience, but as they say in these situations, “we are working for you,” and the construction site is an essential step toward a more welcome and effective location in the future. To address the issue, we have implemented parking spaces dedicated solely to exhibitors: two on the roofs of the halls and one in front of the main entrance (B2), which also includes the VIP parking lots. Regarding the entrances, in addition to the traditional one, a new entrance from pavilion D is being planned, equipped with cloakroom, turnstiles, and ticket printing. Visitors will be able to park behind the fair and walk right into the pavilions, which will be really convenient.”

Green Pass check and temperature measurement, as well as provide a swab service (which can be booked to reduce long waiting times) for those who require it. “A fantastic service for individuals who must undertake molecular swabs due to return flights via plane.”

Are there any other services worth mentioning? “As always, ours is a widespread fair, so in addition to the main location of the Exhibition Centre, some exhibitors will present their collections in some historic hotels in Riva del Garda. As for all other editions of the event, transfer services will be available from the main airports, which can be booked on the website www.exporivaschuh.it. Shuttles from the airports to Expo Riva Schuh will be available on January the 14th, 15th, and 16th, while shuttles back to the airports on January the 17th, 18th, and 19th. There will also be the traditional city shuttles, which will run throughout the fair, passing through hotels and even exhibition locations before arriving at the fairground.”

What will the health-related aspects be like? “As we did last July, we will strictly adhere to all anti-Covid regulations to ensure that the event is conducted in complete safety.” Larger rooms to escape crowds, lounge areas where to rest or work, and sanitizing gels strategically placed everywhere. We will repeat the now-tried admission method, including the 37


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I nuovi paradigmi dell’Italian lifestyle

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Diego Della Valle racconta come il Covid abbia suscitato una nuova sensibilità, sempre più orientata a una migliore qualità della vita e dove l’Italian lifestyle può fare la differenza nell’ambito del nuovo lusso. 40

ntervenuto alla scorsa edizione del ‘Milano Global Fashion Summit 2021’, il Presidente e CEO di Tod’s è partito da un dato di fatto: il Covid ha modificato profondamente il nostro modo di vivere, segnando un ‘prima’ e un ‘dopo’, ma ha anche fatto emergere una nuova ‘sensibilità’ di cui è importate tenere conto e che apre l’orizzonte a nuovi scenari. Secondo Della Valle, infatti, l’avvento della pandemia ha cambiato il nostro stile di vita, portando a una maggiore valorizzazione di aspetti quali il vivere bene, il vivere sano, la possibilità di circondarsi di positività, che si realizzi in oggetti, amici o esperienze. Emerge – secondo il guru di Tod’s – una nuova ‘sensibilità’ e i prodotti, così come il modo in cui si va a proporli al consumatore, devono tenerne conto. In questo nuovo macro-trend, sostiene Della Valle, l’Italia è avvantaggiata: “Noi abbiamo il valore aggiunto di essere italiani e di proporre l’Italian lifestyle, che è una sintesi di cultura, bellezza, buon cibo e qualità della vita. Noi abbiamo tutte le carte in regola per essere leader mondiali del mercato”. Non solo: anche per un brand del lusso come Tod’s, nell’era post pandemia, i giovani sono diventati un target sempre più importante e di riferimento, caratterizzato da dinamiche e canali di comunicazione specifici. “Abbiamo preso coscienza assoluta del fatto che il mercato dei giovani creerà sviluppo nel prossimo futuro e, quindi, è a loro che rivolgiamo oggi il nostro interesse, cercando di affiancarlo al nostro mercato tradizionale di riferimento. Per rivolgersi ai giovani è, però, fondamentale utilizzare il canale digitale, ma anche dimostrarsi sensibili verso tematiche a loro care come la sostenibilità. Bisogna parlare in modo chiaro e senza inganni, evitando di fare promesse che non si possono mantenere. Chi ha dei figli giovani sa che questa generazione non transige, e vuole che alle promesse seguano i fatti. Le aziende hanno l’obbligo di adeguarsi alle nuove aspettative dei consumatori, che si dimostrano essere consumatori di grande qualità, informati e attenti ai comportamenti delle aziende e alla loro condotta”. Ed è in questa direzione che si inquadra anche


Lifestyle

la recente collaborazione di Tod’s con Chiara Ferragni: “Si tratta di una collaborazione che non ha una valenza commerciale e che è invece legata a operazioni di sostenibilità e solidarietà. L’obiettivo è far sapere ai giovani quello che stiamo facendo in questi ambiti e stimolarli a seguirci su questi temi”. Il Covid ha anche portato le aziende a guardare con occhi diversi ai propri mercati di riferimento, come conferma lo stesso Della Valle: “Le aziende come la nostra, che per molto tempo hanno guardato a Oriente per i loro investimenti, oggi tornano a puntare su mercati più vicini, come l’Europa, ma anche l’America.” Questo, tuttavia, non significa che la Cina e l’Oriente non siano mercati importanti: “La ‘Greater China’ ci ha aiutato a superare un 2020 molto impegnativo, ma è senza dubbio un mercato che va gestito seguendo precise regole di distribuzione e comunicazione, e attraverso partnership attentamente selezionate. Noi abbiamo un rapporto eccellente con Alibaba e con alcuni department store che non trasgrediscono le regole di un lusso fatto di qualità e gli obiettivi perseguiti dal singolo marchio. La Cina è un mercato sempre più grande, sempre più raffinato e ormai pronto a gestire il lusso in modo profittevole anche per i brand”. Parlando più nello specifico del settore del lusso, il Ceo di Tod’s afferma: “Nel mondo del lusso chi era più forte prima della pandemia si è ulteriormente rafforzato, mentre chi aveva delle difficoltà e non ha investito in tecnologia, sviluppo sostenibile ecc., oggi fa ancora più fatica. È importante crescere, ma bisogna farlo in una logica di lunga durata. Noi vogliamo puntare sull’Italian lifestyle, sull’esclusività e sulla desiderabilità, e desiderabilità significa qualità, immaginario, racconto di uno stile di vita. La crescita non deve mai andare a discapito di questi valori, che sono per noi dei valori-cardine. Non bisogna mai correre il rischio di far diventare un prodotto non desiderabile per la troppa visibilità”. Last but not least, Della Valle ha affrontato il tema della distribuzione: “Oggi puntiamo sempre di più su un’offerta omnichannel, che mixa digitale e fisico. Anche se una parte della nostra distribuzione è ancora molto sbilanciata sul canale fisico, assistiamo a una crescita importante dell’ecommerce. Si tratta di un canale che offre enormi vantaggi in termini di ottimizzazione dei costi di distribuzione, di velocità, di conoscenza di ciò che il mercato vuole, di possibilità di parlare direttamente al consumatore finale. L’e-commerce è sicuramente un’opportunità enorme, che va gestita bene”.

The new standards of the Italian lifestyle Diego Della Valle explains how Covid kicked off a new awareness, increasingly oriented towards a better quality of life, where the Italian lifestyle can make the difference in the field of new luxury. Present as one of the speakers at the last edition of ‘Milano Global Fashion Summit 2021’, the President and CEO of Tod’s started from a known fact: Covid profoundly changed our way of living, creating a ‘before’ and ‘after’, but it also gave rise to a new ‘awareness’, which it is important to keep in mind, while opening the horizon up to new scenarios. In Della Valle’s opinion, in fact, the outbreak of the pandemic changed our lifestyle, leading to a greater appreciation for certain aspects like living well, living healthily, and surrounding ourselves with positivity through objects, friends, or experiences. What is emerging – according to the guru of Tod’s – is a new ‘awareness’ and products and the way in which they are proposed to the consumer must consider this. In this new macro trend, continues Della Valle, Italy has a clear advantage: “We have the added value of being Italian and proposing the Italian lifestyle, which is a blending of culture, beauty, good food, and quality of life. We have what it takes to be worldwide leaders in the market”. That’s not all: even for a luxury brand like Tod’s, in the postpandemic era, youths have become an increasingly important target of reference, characterised by specific dynamics and communication channels. “We are absolutely aware of the fact that the market of youths will lead to growth in the near future, and so, we are focusing on them today, while trying to flank this proposal with our traditional market of reference. In addressing today’s youths, it is fundamental to use the digital channel, but also show sensitivity towards themes that are dear to them, like sustainability. The message must be clear and without any deceit, while avoiding making promises that cannot be kept. Those who have young children know very well that this generation does not compromise and expects promises to be followed by actions. Businesses have the obligation to adapt themselves to the new expectations of consumers, who are proving themselves to be high quality consumers that are informed and attentive of the 41


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approach and conduct of companies”. It is in this direction that Tod’s recent collaboration with Chiara Ferragni unfolds: “It’s a collaboration that has no commercial value and which instead is connected to operations of sustainability and solidarity. The aim is to inform youths about what we are doing in these fields, while encouraging them to follow us on these issues”. Covid also led companies to look with different eyes at their markets of reference, as confirmed by Della Valle: “For a long time, 42

companies like ours looked to the Orient for their investments, while today there is a return to focusing on markets that are closer by, like Europe, but also America”. Nevertheless, this does not mean that China and the Orient are not important markets: “‘Greater China’ helped us overcome an extremely taxing 2020, but without a doubt it is a market that must be managed by following precise rules of distribution and communication, while carefully selecting partnerships. We have an excellent relationship with Alibaba and several department stores that do not infringe upon the rules of a quality luxury, respecting the goals pursued by individual brands. China is an increasingly extensive and sophisticated market, and by now, it is ready to manage luxury in a way that is profitable also for brands”. Speaking more specifically of the luxury sector, the CEO of Tod’s confirms: “In the world of luxury, those who were stronger before the pandemic further reinforced their positions, while those who were in difficulty and did not invest in technology, sustainable development, etc., today are struggling all the more so. It is important to grow, but it must be done with a long-term vision. We would like to focus on the Italian lifestyle, on exclusivity, and on desirability, and desirability means quality, image, and the presentation of a lifestyle. Growth must never be to the detriment of these values, which for us are key values. It’s important to never risk making a product undesirable through excessive visibility”. Last, but not least, Della Valle spoke about distribution: “Today, we are increasingly focused on an omnichannel offering, which mixes digital with physical. Even if part of our distribution is still very unstable in the physical channel, we are witnessing important growth in the e-commerce channel. It is a channel that offers enormous advantages in optimising distribution costs, rate of turnover, and better understanding what the markets want, while offering the possibility of speaking directly with the end customer. E-commerce is undoubtedly an enormous opportunity, which must be managed correctly”.


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I ‘maestri’ del sandalo estivo

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n’azienda dall’identità ben definita, che ha fatto tesoro del know-how e della lunga esperienza nel settore calzaturiero dei suoi fondatori per conquistare il mercato globale della calzatura di volume con un prodotto come il sandalo estivo di lavorazione toscana.

“Siamo fortemente convinti che la calzatura in toscana non sia un prodotto industriale, ma artigianato che appartiene al patrimonio storico e culturale della nostra bellissima regione.”: con questo mantra Francesco Bonetti e Mireno Fanucchi guidano con successo la Club Shoes di Camigliano S.Gemma Capannori (LU) dal 1995 nella sua crescita nazionale e internazionale. Espositori storici di Expo Riva Schuh, con il brand Tuscany by Easy Street propongono i loro articoli direttamente al pubblico finale tramite e-commerce. Abbiamo incontrato il fondatore di Club Shoes, Mireno Fanucchi, che ci ha raccontato storia ma soprattutto futuro dell’azienda. Come nasce Club Shoes? Da dove siete partiti? Siamo nati nel 1995 come Club Tre e nel 2010 ci siamo trasformati in Club Shoes, specializzandoci e distinguendoci sul mercato della calzatura per la produzione di sandali da donna e bambino adatti al mercato mondiale e tipici della nostra zona di Lucca e dintorni, realizzati soprattutto in pelle e con fondi monoblocco. In pochi anni, siamo cresciuti grazie alla fiducia riposta nei nostri prodotti e nell’azienda da parte della nostra clientela, con collezioni particolareggiate e sempre aggiornate dirette al mercato di volume e dal prezzo fortemente competitivo. Quali sono i vostri mercati di riferimento e canali di distribuzione? Il nostro mercato di riferimento è quello mondiale e in special modo quello americano, inglese, europeo e italiano. La nostra clientela è alla ricerca di un sandalo al prezzo giusto, confortevole e con contenuti moda sempre aggiornati ma non di estrema tendenza. La maggior parte della nostra produzione è fatta con marchio del cliente, ma produciamo anche con nostro marchio Mariella, soprattutto sul mercato americano.

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Quali ritiene siano le caratteristiche e i vostri punti di forza rispetto alla concorrenza? Sicuramente l’aggiornamento costante e una visione internazionale del prodotto, ma anche la capacità di offrire ai nostri clienti collezioni specifiche sulle loro esigenze, con un prezzo di volume e competitivo. Come avete reagito al ‘new normal’ e alla situazione post pandemia? Che cosa è cambiato? Abbiamo cercato di seguire il cliente nelle sue esigenze specifiche senza forzature, adattandoci al mercato attuale e in rapido cambiamento. Abbiamo investito ancora di più sui contenuti moda della collezione, cercando di anticipare le tendenze in atto e di interpretarle al meglio. Si parla molto oggi di ‘sostenibilità’: quali azioni avete intrapreso in questa direzione? Credo che il tema della sostenibilità sia di assoluta importanza e che sarà probabilmente la strada del futuro, ma ad oggi riguarda soprattutto le griffe e i brand che possono affrontarne i costi e gli investimenti. Per il mercato di volume, la sostenibilità si deve confrontare prima di tutto con il problema ‘prezzo’, che deve restare competitivo. Detto questo, noi come azienda cerchiamo di fare del nostro meglio, partendo ad esempio dall’impiego di pellami LWG. Quali sono le vostre aspettative per il prossimo futuro? Come prevedete evolverà il mercato della calzatura? L’immediato futuro è influenzato fondamentalmente dagli aumenti incontrollati dei prezzi delle materie prime e dei trasporti, nonché dalla logistica stessa dei trasporti, che ha raddoppiato i tempi di consegna. Di conseguenza è prevedibile che i prezzi delle calzature in vendita nei negozi andranno ad aumentare e questo può essere un vantaggio per la produzione Italiana rispetto a quella asiatica e delle stremo oriente.

anni, purtroppo, il Covid ha colpito duramente questa come le altre manifestazioni nel mondo. Credo tuttavia che grazie al Green Pass e alle misure di sicurezza adottate, anche l’edizione di gennaio si possa svolgere nel migliore dei modi. Come si caratterizza la nuova collezione che presenterete in fiera? Essendo specializzati nella sandaleria estiva, presenteremo in occasione dell’appuntamento di gennaio il nostro Pronto Moda SS22: una collezione dove spiccano i colori vivaci, e caratterizzata dall’impiego di materiali molto morbidi e nuovi intrecci., con tacchi e zeppe che convivono accanto al flat evergreen per il sandalo estivo. In generale, una collezione un po’ più elegante.

Siete presenti da anni a Expo Riva Schuh: perché è importante per voi la partecipazione a questa fiera? Expo Riva Schuh è sempre stata per noi la fiera di riferimento, perché essendo la prima in calendario ‘apre’ la stagione moda, sia invernale che estiva. Negli ultimi due 45


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The ‘masters’ of summer sandals A company with a well-defined identity, which has capitalised on know-how and the long experience in the footwear sector of its founders to conquer the global volume footwear market with the Tuscan-made summer sandal.

bottoms. In a few years, we have grown thanks to our customer’s trust in our products and in the company, with detailed and constantly updated collections directed to the volume market and at a highly competitive price.

“We strongly believe that footwear in Tuscany is not an industrial product, but craftsmanship that belongs to the historical and cultural heritage of our beautiful area”: with this mantra Francesco Bonetti and Mireno Fanucchi have been successfully driving the national and international growth of Club Shoes based in Camigliano S. Gemma Capannori (LU) since 1995. Historical exhibitors of Expo Riva Schuh, with the Tuscany by Easy Street brand, they offer their items directly to the final public through e-commerce. We met Mireno Fanucchi, founder of Club Shoes, who told us about the compan’y history but above all future.

What are your reference markets and distribution channels? We refer to world-wide markets, such as the U.S., English, European and Italian market. Our customers are looking for comfortable sandals at the right price and with constantly updated but not extremely trendy fashion contents. Most of our production is done under the customer’s brand, but we also produce under our Mariella brand, especially on the U.S. market. What do you think are your features and strengths compared to competitors? For sure constant updating and an international vision of the product, but also the ability to propose our customers specific collections based on their needs, with a competitive price per volume offer.

How was Club Shoes born? Where did you start from? We were born in 1995 as Club Tre and in 2010 we changed into Club Shoes, specialising and distinguishing ourselves on the footwear market for the production of women’s and children’s sandals suitable for the world market and typical of Lucca and its surroundings, made above all in leather and with monobloc

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FANUCCHI How did you react to the ‘new normal’ and the postpandemic situation? What has changed? We have tried to follow our customers in their specific needs without forcing, adapting to the current and rapidly changing market. We have invested even more in the fashion content of the collection, trying to anticipate current trends and interpret them in the best possible way. There is a lot of talk about ‘sustainability’ today: what steps have you taken in this direction? I believe that the sustainability issue is of the utmost importance and that it will probably be the path of the future, but today it mainly concerns designer labels and brands that can afford costs and investments. For the volume market, sustainability must first of all be confronted with the ‘price’ problem, which must remain competitive. That said, we as a company try to do our best, starting for example with the use of LWG leathers. What are your expectations for the near future? How do you expect the footwear market to evolve? The immediate future is fundamentally influenced by the uncontrolled increase in raw material prices and transport costs, as well as by the transport logistics itself, which has doubled

delivery times. Consequently, it is foreseeable that footwear prices in stores will increase and this can be an advantage for Italian production compared to the one in Asia and in the Far East. You have been attending Expo Riva Schuh for years: why is your participation in this fair important to you? Expo Riva Schuh has always been the reference fair for us, because being the first on the calendar, it ‘opens’ the fashion season, both in winter and summer. Unfortunately in the last two years, Covid has hit it as hard as it did other events in the world. I believe though that thanks to the Green Pass and the security measures adopted, il will be possible to carry out the January edition in the best possible way.

How is the new collection that you will present at the fair characterised? Since we specialise in summer sandals, we will present our SS22 Ready Fashion at the January appointment: a collection where bright colours stand out, which is characterised by the use of very soft materials and new weaves. Heels and wedges stand alongside flat evergreen summer sandals. In general, it is a slightly more elegant collection.

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Il mondo a rate

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di Tania Dausilio

La dilazione dei pagamenti diventa parte cruciale dell’esperienza di acquisto online, sempre più richiesta dalla clientela giovane, e non più considerata come una forma di abbassamento della reputazione di un brand, ma un modo di tessere una relazione duratura con i clienti, spinti ad accrescere il valore medio del proprio scontrino. 48

utto cambia, tutto è dilazionato. L’acquisto online è ormai una realtà sempre più consolidata. Lo dicono i numeri. Solo nel primo semestre del 2021 i pagamenti digitali nel nostro Paese hanno fatto registrare un +23,1% rispetto all’anno precedente. La pandemia ha accelerato un processo che avrebbe impiegato almeno 5 anni a generare gli stessi risultati. Ormai il consumatore post pandemico è più digitale e sfrutta le potenzialità del commercio omnicanale. I dati raccontano, infatti, che il 43% in più delle famiglie ha effettuato almeno un acquisto online nel 2021 rispetto al 2020, che la frequenza di acquisto online è aumentata del 79% in questo ultimo anno e che nel primo trimestre 2021 l’e-commerce italiano è cresciuto del 78%. Un incremento inarrestabile, che vede protagoniste le nuove generazioni, sempre più disabituate all’acquisto reale. Un consumatore più consapevole, aiutato da molteplici strategie d’acquisto, una su tutte la rateizzazione. Sulla scia di Amazon sono nate tante piattaforme che consentono di acquistare a rate in maniera semplice, veloce e senza alcuna maggiorazione di prezzo, anche in Italia. In ordine di comparsa sul mercato nostrano ecco Scalapay, Klarna e Clearpay, che stanno ottenendo un grande successo. Lo shopping è sempre più mobile e questo modifica i tempi e gli spazi dell’ingaggio tra domanda e offerta. Sono App, quindi, che consentono di pagare anche piccole somme in tre o quattro rate senza costi né interessi, che stanno iniziando ad essere presenti in migliaia di siti e-commerce italiani rivoluzionando così la modalità di consumo di milioni di persone. Il meccanismo d’acquisto è molto semplice: compri oggi e paghi domani dilazionando non oltre i tre mesi e ricevendo l’addebito direttamente su carta di credito. Come saranno i negozi del futuro? “Il mondo dell’e-commerce ha tratto beneficio da questa pandemia - spiega Samuele Camatari Fondatore e CEO di Diverse aziende legate al digitale e relatore esperto di e-


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commerce. Se prima veniva usato poco, ora i dati ci restituiscono uno scenario nettamente diverso. Infatti, il 70% delle persone che non aveva mai acquistato online prima e durante la pandemia, passata l’emergenza si è convinta. Da questo è evidente come sia necessario che i brand che non vogliono sparire dal mercato debbano adeguarsi, diventare ibridi, avere quindi una presenza online e offline. Durante la pandemia, in pieno lockdown, abbiamo visto panetterie di montagna usare Whatsapp per ricevere le ordinazioni e con la stessa facilità inviare un link con le modalità di pagamento”. Quali i vantaggi di un brand nel rivolgersi a piattaforme quali Scalapay?” “È evidente che si tratta di una tendenza. Da sempre il pagamento a rate rappresenta un’opportunità che porta ad un considerevole aumento del valore dello scontrino. Scalapay, ad esempio, consente di pagare in tre tranche senza interessi e aumenta il valore medio dello scontrino di oltre il 40%. L’azienda che sceglie di offrire questo servizio assisterà ad un aumento di quasi il doppio del valore di spesa dell’acquirente con la garanzia che oltre il 60% degli utenti riacquisterà entro i 3 mesi. Un altro aspetto importante è rappresentato dall’abitudine delle nuove generazioni. Si attesta che oggi il 20% dei consumatori se non intravede la possibilità di pagare a rate secondo queste modalità non compra più e cerca altrove”. Considerate queste nuove modalità di acquisto, il posizionamento di un brand conta ancora?

“Potrebbe non essere più così cruciale. Una volta o eri un brand riconosciuto o non eri nessuno. Oggi non è sempre così, soprattutto per le nuove generazioni. Se il metodo di pagamento stesso diviene garanzia di qualità e fiducia, ecco che si sostituisce alla reputazione del marchio”. Perché le aziende dovrebbero puntare su questo tipo di piattaforme? “Il pagamento a rate non è solo un mero strumento finanziario, ma diventa vero e proprio strumento di marketing. Se come brand decidi di non utilizzarlo, potresti non riuscire in alcun modo a vendere in alcuni Paesi del mondo. Inoltre, non si risulterebbe attrattivi per le nuove generazioni. Pagare a rate non è sinonimo di difficoltà economica, ma aiuta l’acquirente a comprare di più. Scegliendo un metodo di pagamento a rate non abbasso il mio target di riferimento anzi, incentivo e fidelizzo ulteriormente i clienti. Le nuove generazioni nei negozi non ci vanno, comprano tramite e-commerce, stanno sui social e, presto, diventeranno veri e propri operatori finanziari”. In questo nuovo scenario, quindi, il commercio, da semplice transazione, diviene interazione. Il momento del pagamento diventa una modalità di relazione con il cliente. Uno strumento per indagare desideri e gusti di un consumatore sempre più consapevole di ciò che vuole. Per questo la competitività di un’azienda si misura, ora più che mai, sulla prontezza e il livello di risposta alle sue esigenze, anche rispetto alle innovative forme di pagamento online. 49


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nerations as protagonists, increasingly unaccustomed to real purchases. A more aware consumer, helped by multiple purchasing strategies, one on all installment payments. In the wake of Amazon, many platforms have been created enabling to buy by installments in a simple and fast way, without any price increase, even in Italy. In order of appearance on the Italian market we have Scalapay, Klarna and Clearpay, which are achieving great success. Shopping is increasingly mobile and this changes the engagement times and spaces between supply and demand. These Apps allow you to pay even small amounts in three or four installments without costs or interest payments, which are starting to be present in thousands of Italian e-commerce sites, thus revolutionising the way millions of people consume. The purchase mechanism is very simple: you buy today and pay tomorrow by deferring no more than three months while the the debit is directly charged to your credit card.

The world of installment payments The deferral of payments becomes a crucial part of the online shopping experience, increasingly requested by young customers, and no longer considered as a form of lowering the reputation of a brand, but a way of weaving a lasting relationship with customers, driven to increase the average value of their receipt. Everything changes, everything is deferred. Online shopping is now an increasingly consolidated reality. The numbers say it. In the first half of 2021 alone, in our country digital payments recorded a +23.1% compared to the previous year. The pandemic accelerated a process that would have taken at least 5 years to generate the same results. The post-pandemic consumer is now more digital and exploits the potential of omnichannel commerce. Data show, in fact, that compared to 2020 in 2021 at least one online purchase was made by 43% more families, the frequency of online purchases has increased by 79% in this last year and in the first quarter of 2021 the Italian e-commerce grew by 78%. An unstoppable increase, which sees the new ge50

What will the shops of the future be like? “The world of e-commerce has benefited from this pandemic - explains Samuele Camatari Founder and CEO of several digital-related companies and expert speaker in e-commerce. If it was used little before, now data give us a clearly different scenario. In fact, 70% of people who had never bought online before and during the pandemic, changed idea once the emergency was over. It is evident that brands that do not want to disappear from the market must adapt, become hybrids, and therefore be present both online and offline. During the pandemic, in full lockdown, we saw mountain bakeries use Whatsapp to receive orders and with the same ease send a link with the payment methods”.


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What are the advantages of a brand in turning to platforms such as Scalapay? “It is clear that this is a trend. Installment payments have always represented an opportunity that leads to a considerable increase in the receipt value. Scalapay, for example, allows you to pay in three installments without interest and increases the average receipt value by over 40%. The company that chooses to offer this service will see an almost double increase of the buyer’s spending value with the guarantee that over 60% of users will buy back within 3 months. Another important aspect is represented by the habit of the new generations. It has been certified that 20% of consumers will stop buying and look elsewhere, if they are not given the possibility to pay by installments”. Considering these new ways of buying, does the positioning of a brand still matter? “It may not be so crucial anymore. In the past you were either a known brand or you were nobody. Today this is not always the case, especially for the new generations. If the payment method itself becomes a guarantee of quality and trust, it replaces the reputation of the brand”.

Why should companies focus on this type of platform? “Installment payments are not just a mere financial instrument, but becomes a real marketing tool. If a brand decides not to offer this type of payment plan, it may not be able to sell in some countries around the world. Moreover, it would not be attractive to the new generations. Installment payments are not synonymous with economic difficulty, but they help the buyer to buy more. By choosing installments, you do not lower your target audience, on the contrary, you further incentivise and retain customers. New generations don’t go to stores, they buy through e-commerce, they stay on social networks and, soon, they will become real financial operators”. In this new scenario, from a simple transaction, trade thus becomes interaction. The time of payment becomes a way of relating with the customer. A tool to investigate the wishes and tastes of consumers who are increasingly aware of what they want. For this reason, the competitiveness of a company is measured, now more than ever, on the readiness and response level to their needs, even with respect to innovative online payment methods.

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Fasi dell’acquisto e strategie efficaci

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xpo Riva Schuh & Gardabags sono tornati online lo scorso 2 dicembre con gli approfondimenti dedicati al mondo della calzatura e della pelletteria. Protagonista in questa sessione è stato il tema Redefining Off-Price, condotto dall’esperta di tendenze di WGSN, Jacqueline Wong, che ha delineato 5 profili di consumo che caratterizzano il nuovo approccio del consumatore post pandemia, e le relative tattiche da adottare per rispondere a questi nuovi bisogni. Le strategie suggerite hanno riguardato in particolare l’imballaggio, i metodi di consegna e i modelli di vendita al dettaglio innovativi come l’evoluzione dei servizi di abbonamento.

Post-pandemic drivers

Un nuovo appuntamento con Expo Riva Show condotto da Jacqueline Wong, esperta di tendenze WGSN, alla scoperta dei cinque concetti-chiave che brand e rivenditori devono considerare per adattarsi al contesto post pandemia, con un focus su imballaggio, metodi di consegna e modelli di vendita al dettaglio innovativi. 54

Che cosa guida il comportamento dei consumatori dopo la pandemia? La crisi sanitaria globale, la crisi economica che ne è conseguita, i problemi di sostenibilità in corso e i cambiamenti negli stili di vita hanno dato vita a nuovi modi di pensare e attitudini d’acquisto. A guidare il consumatore sono oggi in molti casi la frugalità e la convenienza economica, perché è aumentata l’attenzione alla spesa anche in conseguenza alla crescita dello shopping online. Nello shopping, il consumatore è anche sempre più attento ad aspetti come la velocità, la flessibilità, la convenienza e la possibilità di reso. Anche la sostenibilità è sempre più al centro delle scelte d’acquisto, così come la digitalizzazione, perché i consumatori sono sempre più alla ricerca di soluzioni digitali capaci di rendere la shopping experience più agevole e accessibile. Da questi concetti-chiave che guidano il cosiddetto ‘New normal’ emergono 5 distinti profili di consumo.

CONSUMER PROFILES

1 - Affordability advocates Preoccupati dagli effetti economici della pandemia e dall’ansia verso il futuro, questi consumatori considerano il risparmio una priorità e sono alla ricerca di alternati-


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ve di shopping quanto più possibile convenienti e con il miglior rapporto qualità/prezzo, così come sono particolarmente attenti agli sconti, alle promozioni e ai deal, agli acquisti all’ingrosso, su abbonamento e alla durata nel tempo del prodotto che acquistano. Si tratta anche di consumatori abituati a navigare online alla ricerca della migliore offerta per il tipo di prodotto ricercato. Un esempio di brand che si è rivolto con specifiche iniziative a questo tipo di consumatore è H&M con il servizio Singular Society, che mette a disposizione a prezzi convenienti un certo numero di capi essenziali in cambio di un abbonamento mensile o annuale. Il colosso del fast fashion ha anche creato uno showroom a Stoccolma, dove sono disponibili degli articoli in esposizione a prezzi molto convenienti. Key strategies: proposte a valore aggiunto (es. paga 1 prendi 2, sconti, free gifts); servizi di spedizione gratuiti o complementari per favorire la fidelizzazione; trasmettere valore oltre la transazione (offrire riparazioni, servizi di cura ecc.); usare dati e analisi per una strategia di scoutistica; imparare dal passato, analizzando come i consumatori hanno reagito a situazioni di crisi economica al fine di strutturare una supply chain più resiliente. 2 - Mission-based shoppers Si tratta di consumatori alla ricerca di esperienze di shopping veloci e agili - sia online, che in store - e per i quali la shopping journey è pianificata con attenzione. Essi utilizzano app come Zoolert o NowInStock per controllare la disponibilità del prodotto cui sono interessati e sono pronti a recarsi in negozio non appena questo è disponibile. Nei loro confronti, sono fattori cruciali la disponibilità in stock, la velocità di acquisto e la facilità. Esempi di retailer che hanno puntato su questo tipo di shopper sono Saks, che ha trasformato il suo website per renderlo più reattivo alle loro richieste attraverso filtri come ‘availabel now’ o ‘pre-order’, oppure Wallmart, che ha semplificato la sua shoppping experience sul punto vendita. Key strategies: tecnologia in grado di velocizzare l’acquisto e personalizzare l’offerta; implementazione di instock tools e piattaforme di inventario; preferire negozi con ingombri ridotti in grado di far risparmiare tempo al consumatore e rendere più agile lo shopping; implementare directed navigation, che aiutino il consumatore ad andare direttamente dove si trova il prodotto desiderato.

locità, convenienza, flessibilità, facilità di reso, possibilità di tracciamento del pacco. Essi hanno elevate aspettative nei confronti dei canali digitali in termini di facilità di navigazione, velocità nel trovare il prodotto desiderato, tracciamento. Un esempio di retailer che si è rivolto a questo tipo di consumatore è M&S con il modello Click and Collect, così come Sotheby, che è entrato per la prima volta nell’e-commerce rendendo accessibili i suoi prodotti di lusso per un acquisto immediato. Key-strategies: migliorare la checkout experience; sperimentare l’headless commerce (es. Shopify); avvicinare geograficamente il prodotto al consumatore con micro centri locali ben forniti; ripensare i negozi fisici quali luoghi per l’imballaggio e il ritiro di ordini fatti online; rendere l’esperienza online fluida e agile. 4 - Eco-warriors Sono i più attenti all’impatto sull’ambiente dei loro acquisti, in particolare sul fronte del packaging e delle spedizioni. Cercano, infatti, di minimizzare gli sprechi e prediligono i packaging e i metodi di spedizione più ecologici come l’impiego ridotto di imballo di plastica, la preferenza per la carta, l’uso di plastica riciclata, consegne più locali, spedizioni combinate di più prodotti, oppure carbon neutral shipping. Sono anche disposti a pagare di più per avere soluzioni più sostenibili. Un esempio è The Box, nato per ripensare i metodi di spedizione, una scatola di spedizione intelligente con un display digitale dell’indirizzo che può essere riutilizzato per oltre 1000 spedizioni prima di essere ricondizionato e che può essere riciclato. Key strategies: nuove opzioni per il packaging con imballaggi ottenuti dalle piante o dai funghi; fare donazioni di beneficienza a favore dell’ambiente; educare il consumatore al riciclo e incentivarlo con informazioni chiare sul packaging; scoraggiare l’over-consumo a favore del ‘Buy less, buy better’.

3 - On-demanders Sono i consumatori abituati allo shopping online modello Amazon e particolarmente sensibili a fattori come ve55


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5 - Value-driven shoppers Sono i consumatori più attenti al valore di ciò che acquistano in termini di comportamento sostenibile, etico e socialmente responsabile del brand, disposti anche a pagare di più per i prodotti che rispettano questi criteri. Esempi di brand che si rivolgono a questo tipo di consumatore sono American Eagle, che attraverso un QR code dona parte del ricavato a sostegno dei senza tetto, e Shona Joy, che collabora con partner come SurfAid per aiutare le zone più depresse del mondo. Key strategies: offrire donazioni di beneficienza; rendere facile acquistare in modo responsabile attraverso, a esempio, dei filtri come cruelty-free o biodegradabilità o riciclabilità; comunicare in modo chiaro e autentico le azioni responsabili del brand e creare un messaggio condivisibile; fornire prove tangibili di impegno sociale e ambientale, ad esempio attraverso la pubblicazione di Sustainability reports.

Purchase Phases and effective strategies A new appointment with Expo Riva Show led by Jacqueline Wong, trend expert of WGSN, to discover the five key concepts that brands and retailers must consider to adapt to the post-pandemic context, with a focus on packaging, delivery methods and innovative retail sales models. Expo Riva Schuh & Gardabags were back online last 2 December with in-depth articles dedicated to the world of footwear and leather goods. Protagonist in this session was the Redefining Off-Price theme, led by Jacqueline Wong, trend expert of WGSN, who outlined 5 consumer profiles that characterise the new post-pandemic consumer approach, and the related tactics to be adopted to respond to these new needs. The suggested strategies focused on packaging, delivery methods and innovative retail models such as the evolution of subscription services. 56

Post-pandemic drivers What drives consumer behaviours after the pandemic? The global health crisis, the resulting economic crisis and the ongoing sustainability problems and changes in lifestyles have given rise to new ways of thinking and purchasing attitudes. In many cases, consumers today are driven by frugality and economic convenience, because attention to shopping has increased also as a result of the online shopping growth. When shopping, consumers are also increasingly attentive to aspects such as speed, flexibility, convenience and the possibility of returning goods. Sustainability is also increasingly at the centre of purchasing decisions, as is digitisation, because consumers are increasingly looking for digital solutions capable of making the shopping experience easier and more accessible. From these key concepts that guide the so-called ‘New normal’, 5 distinct consumer profiles emerge.

CONSUMER PROFILES

1 - Affordability advocates Concerned by the economic effects of the pandemic and by anxiety towards the future, these consumers consider saving a priority and are looking for shopping alternatives that are as affordable as possible and with the best value for money solution, as well as being particularly attentive to discounts, promotions and deals, bulk purchases, products by subscription and long life of the items purchased. These consumers browse the internet in search of the best offer for the type of product they are looking for. An example of a brand that has addressed specific initiatives to these types of consumers is H&M with the Singular Society service, which makes a number of essential items available at affordable prices in exchange for a monthly or annual subscription. The fast fashion giant has also created


Market

a showroom in Stockholm, where items on display are available at very affordable prices. Key strategies: value-added proposals (eg pay 1 get 2, discounts, free gifts); free or complementary shipping services to promote loyalty; convey value beyond the transaction (offer repairs, care services, etc.); use data and analysis for a scouting strategy; learn from the past, analyse how consumers have reacted to situations of economic crisis in order to structure a more resilient supply chain.

2 - Mission-based shoppers These consumers are looking for fast and agile shopping experiences - both online and in store - for whom the shopping journey is carefully planned. They use apps like Zoolert or NowInStock to check the availability of the product they are interested in and are ready to go to the store as soon as it is available. Stock availability, purchase speed and ease of use are crucial factors. Examples of retailers who have focused on these types of shoppers are Saks, which has transformed its website to make it more responsive to their requests through filters such as ‘available now’ or ‘pre-order’, or Wallmart, which has simplified its shopping experience at the point of sale. Key strategies: technology capable of speeding up the purchase and customising the offer; implementation of in-stock tools and inventory platforms; prefer stores with reduced dimensions that can save consumer time and make shopping more agile; implement directed navigation, which helps consumers to directly end where the desired product is. 3 - On-demanders These consumers are accustomed to the Amazon model online shopping and are particularly sensitive to factors such as speed, convenience, flexibility, ease of return, possibility of parcel tracking. They have high expectations on digital channels in terms of easy navigation, speed in finding the desired product, tracking. An example of a retailer who has addressed this type of consumer is M&S with the Click and Collect model, as is Sotheby’s, which entered e-commerce for the first time by making its luxury products accessible for immediate purchase. Key-strategies: improve the checkout experience; experience headless commerce (eg Shopify); bring products geographically closer to consumers with well-supplied local micro centres; rethink physical stores as places for packing and picking up orders placed online; make the online experience fluid and agile.

and shipping. In fact, they try to minimise waste and prefer more ecological packaging and shipping methods such as the reduced use of plastic packaging, the preference for paper, the use of recycled plastic, more local deliveries, combined shipments of multiple products, or carbon neutral shipping. They are also willing to pay more for greater sustainable solutions. An example is The Box, created to rethink shipping methods, a smart shipping box with a digital address display that can be reused for over 1000 shipments before being refurbished and then recycled. Key strategies: new packaging options with plants or fungusderived packaging; make charitable donations to the environment; educate consumers on recycling and encourage them with clear packing information; discourage over-consumption to promote the ‘Buy less, buy better’ campaign.

5 - Value-driven shoppers These consumers are more attentive to the value of what they buy in terms of sustainable, ethical and socially responsible behaviour of the brand, and are also willing to pay more for products that meet these criteria. Examples of brands that cater to these types of consumers are American Eagle, which donates part of the proceeds to support the homeless through a QR code, and Shona Joy, which works with partners such as SurfAid to help the most deprived areas of the world. Key strategies: offer charitable donations; make it easy to buy responsibly through, for example, cruelty-free or biodegradable or recyclable filters; communicate the responsible actions of the brand in a clear and authentic way and create a shareable message; provide tangible evidence of social and environmental commitment, for example through the publication of Sustainability reports.

4 - Eco-warriors These consumers are more attentive to the impact of their purchases on the environment, in particular in terms of packaging

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Il desiderio di ‘comprare moda’ è scomparso a causa del Covid by Claudia Schulz

L’atmosfera è molto tesa a causa di una pandemia che, purtroppo, perdura. Le regolamentazioni ancora molto confuse di certo non aiutano gli affari”, inquadra così la situazione del mercato calzaturiero tedesco Klaus Pommerening, Product Manager per le calzature donna di ANWR. ANWR GROUP eG, con sede a Mainhausen (Assia - Germania), è una delle cooperative commerciali con fatturato tra i più alti in Europa. Un gruppo di aziende organizzato in modo cooperativo la cui forza risiede nell’ottimizzare i processi e fornire piattaforme commerciali e di comunicazione ai rivenditori indipendenti di calzature, articoli per lo sport e pelletteria. Circa 1.400 persone lavorano per le 20.000 aziende di medie dimensioni affiliate al gruppo ANWR attraverso i suoi due istituti di credito - DZB BANK GmbH e AKTIVBANK AG.

Klaus Pommerening, Product Manager per le calzature donna di ANWR, descrive la situazione del mercato calzaturiero tedesco ancora in seria difficoltà a causa della pandemia. Gli stivali sono l’unico prodotto di sicuro successo.

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Si intravede qualche segnale di speranza? “La Baviera è la prima regione tedesca a considerare la vendita al dettaglio di calzature come un bene necessario. È un piccolo raggio di speranza per i fatturati della distribuzione calzaturiera. Un provvedimento che dovrebbe essere replicato anche per le altre regioni.” Cosa cercano i clienti in questo momento? “Grazie alla stagione fredda, gli stivali vendono bene, in tutti i segmenti: donna, uomo e bambino. Essendo un inverno con neve, performano bene anche quelli più tecnici, dotati di membrane isolanti.

ANWR GROUP


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Ancora molto richieste anche le sneaker e tutti i modelli dedicati al mondo outdoor. I ‘combat boot’, invece, dominano per quel che concerne i trend moda al femminile.” Quali, invece, le referenze che mostrano il fianco e sono più in sofferenza? “Per le calzature da uomo il momento è ancora difficile. In realtà, a ben vedere, anche il giro d’affari legato al segmento donna non risulta all’altezza delle aspettative. Tutto il mondo delle scarpe basse è in sofferenza, come del resto accade di solito in inverno: molti aspettano ancora di capire cosa succederà e preferiscono investire negli stivali, per anadre più sul sicuro. Un atteggiamento che credo non cambierà anche per i prossimi anni. Il desiderio di ‘comprare moda’ è scomparso a causa del Covid.” Riguardo ai problemi di consegna? “In questo momento si è mediamente assestati su ritardi di 2-3 settimane. Un dato ancora buono, tutto considerato. I calzaturifici con produzione localizzata in Europa ne escono senza dubbio vincitori, anche se non sno del tutto al riparo dalle difficoltà: in questo momento, per esempio, è difficile trovare i granulati per realizzare le suole. In ogni caso, la produzione asiatica è quella che è stata colpita più duramente. Il fornitore che è stato in grado di riempire il proprio magazzino si troverà senz’altro in cima alla classifica del 2022. Da quello che ho sentito, i ‘due grandi marchi di scarpe sportive’ sono rimasti duramente colpiti, e già si parla di spedizioni annullate per la primavera/estate 2022.” I prezzi rappresentano l’altro fronte problematico? “Si parla di aumenti di prezzo dal 10 al 20 %. L’approvvigionamento dei componenti, i prezzi dei container, ecc. li hanno fatti esplodere e rendono difficili il calcolo dei listini da parte di tutta l’industria.” Uno sguardo al futuro: cosa sarà importante tener presente per la prossima stagione estiva? “Prima di tutto sarà importante riuscire a farsi consegnare gli articoli ordinati. Al momento non è per nulla scontato che accada. Le vetrine, poi, dovranno darsi un tocco di novità, freschezza, essere colorate e trasmettere positività. Solo beige e bianco non basteranno. 59


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Saliranno alla ribalta tutte quelle proposte che offrono elementi confortevoli. In primavera si assisterà al boom di combat boot nei toni chiari del beige, del crema o del bianco. Bestseller estivi: i modelli nude look per bambini e donne. Per gli uomini è difficile fare previsioni. Ciabattine comode in ogni declinazione, con elementi decorativi, in colori accesi, con un po’ di glitter: determineranno la fase post-Covid della prossima estate. Il pensiero dominante dei clienti dovrà essere: ‘Vado a comprarmi qualcosa di bello’ per scacciare la frustrazione!” Su quali temi vi state concentrando per gli ordini della stagione autunno/inverno 2022/23? “Continuerà il successo degli stivali ‘chunky’ - indossati indistintamente da giovani e meno giovani. Loafer e mocassini con fondi sportivi completeranno la gamma Combat. Anche se è ancora presto (l’intervista è dei primi di dicembre 2021) per definire tutte le scelte. A Expo Riva Schuh e alle fiere che seguiranno vedremo cosa proporranno i calzaturifici.”

The desire to ‘buy fashion’ has disappeared due to Covid Klaus Pommerening, Product Manager at ANWR for women’s footwear, describes the situation of the German footwear market still in serious difficulty due to the pandemic. Boots are the only product with guaranteed success. “The atmosphere is very tense due to a pandemic that, unfortunately, continues. The still very confused regulations certainly do not help business”, this is how Klaus Pommerening, Product Manager at ANWR for women’s footwear frames the situation of the German footwear market. 60


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ANWR GROUP eG, based in Mainhausen (Hesse - Germany), is one of the commercial cooperatives with one of the highest turnover rates in Europe. A cooperative business structure of the group whose strength lies in optimising processes and providing commercial and communication platforms to independent footwear, sporting goods and leather goods retailers. Around 1,400 people work for the 20,000 medium-sized companies affiliated with the ANWR group through its two credit institutions - DZB BANK GmbH and AKTIVBANK AG.

Are there any signs of hope? “Bavaria is the first German region to consider shoe retail as a necessary commodity. It is a small ray of hope for the turnover of the footwear distribution. A measure that should also be replicated for all other regions”. What are customers currently looking for? “Thanks to the cold season, boots sell well, in all segments: women, men and children. Being a winter with snow, even the most technical boots, equipped with insulating membranes, perform well. Sneakers and all the models dedicated to the outdoor world are also still in high demand. ‘Combat boots’, instead, dominate as for women’s fashion trends”. What references reveal their weak spot, instead, and are performing worse? “The moment is still difficult for men’s shoes. In reality, by the sound of things, even the turnover tied to the women’s segment is not up to expectations. The whole world of flat shoes is suffering, as usually happens in wintertime: many people are still waiting to understand what will happen and prefer to invest in boots, to be on the safe side. An attitude that I believe will not change in the next few years. The desire to ‘buy fashion’ has disappeared due to Covid”.

From what I have heard, the ‘two big sports shoe brands’ have been hit hard, and there is already talk of shipping cancellation for spring/summer 2022”.

Do prices represent the other problematic front? “There is talk of 10 to 20% price increases. The supply of components, container prices, etc. blew them up and made it difficult for the whole industry to calculate price lists”. A look to the future: what is the important thing to keep in mind for the next summer season? “First of all that ordered items are being delivered. At the moment it is not at all obvious that this will happen. Moreover, shop windows must give themselves a touch of novelty, freshness, be colourful and convey positivity. Using only beige and white colours will not suffice. All those proposals that offer comfortable elements will come to the fore. In spring there will be a boom in combat boots in light shades of beige, cream or white. Summer bestsellers: nude look models for children and women. It is difficult for men to make predictions. Comfortable slippers in every style, with decorative elements, in bright colours, with a little glitter: they will determine the post-Covid phase of next summer. The dominant thought of customers must be: ‘I’m going to buy myself something nice’ to push away frustration!”

What themes are you focusing on for orders related to the Fall/Winter 2022/23 season? “The success of ‘chunky’ boots will continue – worn without distinction by both young and old. Loafers and moccasins with sporty bottoms will complete the Combat range. Even though it is still too early (the interview is from early December 2021) to define all the choices. We will see what shoe factories will offer at Expo Riva Schuh and at the fairs that follow after”.

What about delivery issues? “At the moment, on average, delays of 2-3 weeks have been settled. Still a good figure, all things considered. Shoe factories with production located in Europe undoubtedly emerge as winners, even though they are not totally exempted from difficulties: at this moment, for example, it is difficult to find granules to make soles. In any case, Asian production is the one that has been hit hardest. Those suppliers that have been able to fill their warehouse will undoubtedly be on the top 2022 list. 61


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TOTE

Il mondo (e lo stile) in una borsa di Ursula Beretta 62

U

na Tote Bag è per sempre. E, soprattutto, per ovunque. Nata come borsa ampia e pratica in cui poterci infilare di tutto, è diventata nel tempo un vero e proprio must have. Con la complicità, naturalmente, dei marchi più celebri che ne hanno fatto un oggetto di stile (e di culto), dalla forte e spiccata personalità, sapientemente realizzato, super chic e funzionale, capace di resistere al tempo e alle mode. Senza passare mai inosservato. La sua origine, però, ha poco a che fare con il glamour. La Tote Bag, come si evince dal nome (che letteralmente si traduce come “borsa per portare”) nasce dalla necessità oggettiva di creare una borsa ampia in cui poter infilare di tutto. Inizialmente si trattava di grandi, capienti sacchetti realizzati in stoffa resistente e dotati di due manici per poterli appoggiare sulla spalla. La loro diffusione risale agli anni 40 del secolo scorso, quando queste borse venivano usate per la vita in barca, in virtù della loro resistenza e funzionalità. Un’origine solo apparentemente umile, se è vero che erano le grandes dames le prime a potersi permettere il lusso di utilizzarle per riporre tutto il nécessaire atto a trascorrere una giornata in yacht! Ma questi pratici contenitori beneficiarono, da subito, di una grande diffusione e finirono addosso ai venditori di giornali prima di entrare ufficialmente a far parte del corredo domestico di ogni casalinga d’oltreoceano, sempre in nome della loro grande praticità. Il passaggio a uno status nobile fu opera della designer americana Bonnie Cashin che, sulla falsariga di quelle sporte, disegnò una bag le cui linee eleganti e il morbido pellame non ne inficiavano la consueta utilità: era la fine degli anni 60 e la Cashin Carrying Tote divenne presto un’icona di stile che, dagli USA, spopolò in tutto il mondo. Era il trionfo stesso della Tote Bag e del concetto che esprimeva, che raggiunse l’apice dello stile e la definitiva consacrazione con l’idea geniale di Jean Louis Damas. L’allora presidente di Hermès, nel 1984, creò per

BAG


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Jane Birkin una borsa che potesse sostituire la sporta di paglia dalla quale l’attrice non si separava mai, un modello che, senza prescindere dalla grande capienza, fosse al contempo elegante, femminile e lussuoso. Nacque così la Birkin Bag, la prima Tote Bag in cuoio. E il resto è storia. Storia di moda e di donne che le hanno rese protagoniste indiscusse del loro stile e, prima ancora, della loro routine; di un’evoluzione che ha portato le Tote Bag ad acquisire infinite declinazioni senza perdere quei valori, quella personalità e quei punti di forza che le hanno rese leggendarie. Oltralpe il cabas firmato Vanessa Bruno ha fatto scuola non cessando mai di reinventarsi; la Cabas Phantom di Celine è diventata un grande classico accanto alla Book Tote di Dior (tassativamente da personalizzare); in Italia la Rockstud Tote Bag di Valentino si è imposta per il suo forte carattere accanto alle ultime avvistate sulle passerelle milanesi, proposte da Versace x Fendi e in technicolor da Etro. Ma non si contano i marchi che hanno dato alle tote bag il primato nelle loro collezioni, tra cui spiccano i modelli ricercatissimi di Coccinelle e di Anita Bilardi. E nuovi, stilosissimi capitoli della loro storia sono già pronti da scrivere!

A Tote Bag is forever. And, above all, for everywhere. Originally conceived as a large and practical bag in which to carry everything, over time it has become a real must-have accessory. With the complicity, of course, of the most famous brands that have made it a stylish (and cult) object, with a strong and distinct personality, expertly made, extremely chic and functional, capable of withstanding the test of time and fashion. Without ever going unnoticed. However, its origins have little to do with glamour. The Tote Bag, as the name suggests, was born from the need to create a large bag that could fit everything. Initially, they were large, roomy bags made of resistant fabric and equipped with two handles so they could be slung over the shoulder. Their popularity dates back to the 1940s, when these bags were used for life on a boat because of their strength and functionality. Their origin is only apparently humble, since the “grandes dames” were the first to be able to afford the luxury of using them to store all the necessities for a day on the yacht! But these practical containers immediately became very popular, and ended up on the backs of newspaper sellers before officially becoming part of the domestic kit of every overseas housewife, once 63


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The world (and style) in a bag again due to their great practicality. However, it was Bonnie Cashin, an American designer who took the tote from useful to fashionable. She designed a bag whose elegant lines and soft leather did not affect its usefulness: it was the end of the 1960s and the Cashin Carrying Tote soon became an icon of style that, from the USA, became popular all over the world. It was the very triumph of the tote bag and the concept it expressed, which reached the pinnacle of style and its definitive consecration with the brilliant idea of Jean Louis Damas. In 1984, the then President of Hermès created a bag for Jane Birkin to replace the straw bag that the actress always carried with her, a bag that regardless of its large capacity, was at the same time elegant, feminine and luxurious. Thus the Birkin Bag was born, the first leather tote bag. And the rest is history. History of fashion and of women who have made them the undisputed protagonists of their style and, before that, of their routine; of an evolution that has led the Tote Bag to acquire infinite variations without losing those values, that personality and those strengths that have made them legendary. On the other side of the Alps, Vanessa Bruno’s cabas has set the standard, never ceasing to reinvent itself; Celine’s Cabas Phantom has become a great classic alongside Dior’s Book Tote (which must be customised); in Italy, Valentino’s Rockstud Tote Bag has stood out for its strong personality alongside the latest ones spotted on the Milan catwalks, proposed by Versace x Fendi and in technicolour by Etro. But there are countless brands that have given tote bags pride of place in their collections, including highly sought-after models by Coccinelle and Anita Bilardi. And new, stylish chapters in their history are already being written!

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FEDERATION FRANCA


Industry

Verso il ‘new normal’

S

Sara Bernabè, General Manager Italy Planet, delinea la fisionomia del nuovo consumatore post Covid, il suo approccio al consumo, e i forecast del prossimo futuro.

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ara Bernabè, General Manager Italy Planet, tra i relatori del 26° ‘Fashion Summit Pambianco – La fashion industry e i nuovi paradigmi’ – ha offerto un’istantanea dei consumi post pandemia in Europa, e in Italia in particolare, mettendo in luce le caratteristiche del nuovo consumatore e le sue differenze rispetto al periodo pre-Covid, e tracciando alcune proiezioni sui trend di consumo, in particolare da parte del consumatore cinese. L’analisi ha preso avvio dall’andamento dei voli internazionali verso l’Europa, che sono ripartiti nel secondo semestre 2021 fino a raggiungere un +36% nell’ottobre 2021 su ottobre 2019. Questo recupero ha inciso profondamente sul tax free, che ha mostrato una crescita del 45% sul 2019. I dati mostrano anche che nel 2019, più di 1 consumatore su tre era cinese, mentre nel 2021 il 30% dei consumatori è americano, seguito da russi e arabi. Altro dato interessante è lo scontrino medio, che in Italia nel 2021 è aumentato del 3% rispetto al 2019 per tutte le nazionalità, e questo a causa del fatto che mancano i gruppi organizzati che rappresentavano i tipici fruitori dell’outlet e del tax free, mentre anche l’età dello shopper è aumentata (mancando i consumatori orientali, perlopiù giovani con alto potere d’acquisto). La segmentazione dello shopper internazionale messa a punto da Italy Planet mostra una fotografia dell’Italia nel 2019 divisa per tre categorie: gli Elite Spenders, con una spesa media per shopper di 15mila euro (1% di spenders con il 26% spesa), i Power Spenders (10% di spenders con 52% di spesa) con una spesa media per spender di 3mila euro, e i Core Spenders (81% di spenders con 24% spesa), con una spesa media di 500 euro per spender nel 2019. I dati mostrano che, nel 2020, gli elite shopper hanno pesato maggiormente rispetto alle altre due categorie, arrivando a toccare una punta del 58% di spesa a febbraio 2021, e questo perché erano gli unici che viaggiavano durante le restrizioni. Verso marzo 2021, però, si assiste ad un’inversione di tendenza, con gli Elite Spenders che scendono al 48%, i Power Spenders che salgono dal 37% di febbraio 2021 al 43% di marzo, e i Core Spenders che passano dal


Industry

5% di febbraio al 9% di marzo, segno che si va verso una normalizzazione della situazione man mano che le persone riprendono a viaggiare all’estero.

Il nuovo shopper La pandemia ha anche introdotto cambiamenti destinati a durare nel tempo come l’igienizzazione, lo smart working, il click and collect, le misure di protezione personale ecc.: abitudini che sono espressione di emozioni umane profonde e sentimenti come il senso dell’incertezza e l’ansia verso il futuro. I dati Italy Planet mettono in rapporto la propensione al consumo durante la crisi finanziaria globale del 2008 rispetto alla crisi post Covid del 2020 e mostrano come il consumo di beni e servizi si sia ridotto molto di più durante quest’ultimo periodo, che durate la crisi del 2008, evidenziando quanto la pandemia abbia inciso profondamente sui sentimenti e le abitudini di acquisto delle persone. Tuttavia, i dati mostrano che, nel corso del 2021, la propensione al risparmio ha imboccato un progressivo andamento discendente, mentre è aumentata la propensione al consumo man mano che è risalita la fiducia verso il futuro. Altra tendenza importante è il boom dell’ecommerce: considerando il solo secondo trimestre 2020, il tasso di crescita dell’e-commerce negli USA è pari a quello degli ultimi 10 anni, un trend che è proseguito a doppia cifra durante tutto il 2020, spingendo verso l’alto

anche la crescita dei servizi legati all’e-commerce come il buy-now-pay-later, che si stima permetta ai brand di ridurre l’abbandono del carrello virtuale di circa il 10%. Interessante anche la penetrazione di questo servizio nelle classi più mature, passata dal 1% al 18% per i Baby Boomers. La pandemia ha anche modificato profondamente il comportamento del consumatore, sempre più esigente e digitalizzato e attento non solo al prodotto, ma ai servizi che il brand può offrire, che diventano un fattore di differenziazione e di competitività. In questo processo, la tecnologia è l’acceleratore di tutti gli aspetti dei dipartimenti aziendali, e la customer journey la risposta del brand al nuovo consumatore. Questo, però, non vuol dire che si può trascurare il retail fisico a favore dell’esperienza digitale, anzi: le app di messaggistica, il gaming, l’e-commerce, i social media, lo streaming ecc. danno nuova linfa alla crescita dello store fisico. Oltre il 69% delle vendite nascono, infatti, proprio navigando sul proprio cellulare o tablet, un dato che arriva fino all’80% in Cina, e questo a prescindere dal fatto che poi si concretizzi l’acquisto online o in store. Il consumatore del new normal passa, infatti, con fluidità da un canale all’altro, in modo del tutto naturale. Il cliente post pandemia, inoltre, si aspetta offerte sempre più personalizzate. Ma se da una parte l’omnicanalità permette al cliente di entrare in contatto col brand attraverso più canali (social media, app di messaggistica, podcast, video

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Industry

giochi, store fisico ecc.), dall’altra c’è il limite che tutti questi canali, al momento, non dialogano ancora perfettamente tra loro. Per questo motivo è fondamentale per il brand tenere sempre la cabina di regia del proprio business attraverso la sincronizzazione di questi canali e facendoli dialogare con lo stock, il magazzino, la distribuzione alla vendita: si parla, infatti, di unified commerce. Il brand non deve cambiare il front-end, ma deve creare una piattaforma digitale che funga da ‘imbuto’, così da convogliare tutti questi canali nel back-end e offrire l’insieme dei dati necessari ad entrare in contatto al meglio con il cliente. Così, ad esempio, se un cliente entra in uno store e il brand dispone di una piattaforma digitale di gestione integrata dei dati, è possibile capire se è iscritto ai social media del marchio, se ha assistito ad uno streaming, se utilizza un gaming collegato al brand, oppure se ha un prodotto nella wish-list dell’e-commerce del marchio ecc..

Lo shopper cinese Il mercato e-commerce cinese è il maggiore al mondo, con una crescita pari al 6% e ci si aspetta raggiungerà i 2mila miliardi di dollari nel 2025. Nonostante, infatti, esistano alcuni fattori che stanno rallentando il consumo di lusso da parte del consumatore cinese (come, ad esempio, la politica della common prosperity, le restrizioni ai viaggi extracontinentali ecc.), la classe media è destinata a crescere in modo esponenziale da qui al 2030 (+68%) e l’attrattività dello shopping europeo resterà comunque alta una volta che sarà tornata alla normalità la mobilità aerea internazionale. Inoltre, va considerato l’apprezzamento della valuta cinese (lo yuan cinese è ai massimi degli ultimi 5 anni), che garantisce ai turisti del dragone un potere d’acquisto maggiore al periodo pre-pandemia. Questo permetterà ai consumatori cinesi di dominare il settore dell’acquisto dei beni di lusso, contribuendo a coprire quasi la metà (47%) delle vendite globali di personal luxury goods entro il 2025. Secondo IATA, infine, il trend di crescita dei voli internazionali sarà lento ma costante, e si tornerà al livello pre covid con il 2023, con una ripresa inziale dei voli intraeuropei, e in seguito con una crescita di quelli a lungo raggio, che andrà di pari passo con la crescita del tax free nel retail. Ci si aspetta, infatti, un aumento del 23% sul 2019 del tax free in Europa nel 2021 e del 56% nel 2022, soprattutto ad opera di turisti americani, del Middle East e cinesi, che si stima riprenderanno a viaggiare dal secondo semestre 2022. L’Italia crescerà più lentamente rispetto 68

alla media europea, (dove la ripresa appare trainata dalla Francia), con una crescita del tax free del 46% nel 2022, anche in questo caso alimentato soprattutto da shopper americani e del Middle East, e in misura minore cinesi.

Moving towards the ‘new normal’ Sara Bernabè, General Manager of Italy Planet, presents the physiognomy of the new post-Covid consumer, the new consumer approach to purchasing, and forecasts for the near future. Sara Bernabè, General Manager of Italy Planet, was among the speakers present at the 26th ‘Fashion Summit Pambianco – The fashion industry and new paradigms’ – offering a snap-shot onto post-pandemic consumption in Europe, and in Italy in particular, highlighting the features typical of the new consumer and the differences from the pre-Covid period, while presenting some forecasts on consumer trends, and especially those of Chinese consumers. The analysis began from the trend of international flights to Europe, which restarted during the second half of 2021 with an uptrend of +36% in October 2021 over October 2019. This recovery had a significant impact on the sales of tax-free products, which rose by +45% over 2019. The data that emerged also shows how in 2019, more than 1 consumer out of every 3 was Chinese, while in 2021, 30% of consumers are American, followed by Russians and Arabians. Another interesting fact regards the average receipt, which in Italy rose by +3% in 2021 over 2019 for all nationalities. The reason for this was partially due to a lack of organised group trips, representing an important source of income, to outlets or duty-free stores, while also the average age of the shopper increased (with a complete lack of Orientals, who are most often young with a high purchasing power). The segmentation of the international shopper outlined by Italy Planet presents a picture of Italy divided into three categories in 2019: the Elite Spenders, with an average amount spent of 15 thousand euros each (1% of spenders accounting for 26% of sales), the Power Spenders (10% of spenders accounting for 52% of sales) with an average amount spent of 3 thousand euros, and the Core Spenders (81% of spenders accounting for 24% of sales), with


Industry

an average amount spent of 500 euros per spender in 2019. The data shows how in 2020 Elite Shoppers accounted for even a greater share of the purchases made when compared to the other two categories, arriving at 58% of purchases in February 2021, since they were the only ones to travel during the time of restrictions. Towards March 2021, however, there was an inversion of this trend, with Elite Spenders dropping-off to 48%, while Power Spenders rose from 37% in February 2021 to 43% in March, and Core Spenders passed from 5% in February to 9% in March, thereby signalling a gradual return to normality as people once again begin travelling abroad.

The new shopper The pandemic also introduced changes destined to continue over time like sterilization, smart working, click and collect, personal protective measures, etc.: habits that are an expression of profound human emotions and sentiments, including the feeling of uncertainty and anxiety about the future. The analysis done by Italy Planet compares consumer trends during the global economic crisis of 2008 with those of the 2020 post-Covid crisis, showing how the consumption of goods and services decreased much more during this most recent period of crisis in 2020, in what is a clear confirmation of the extreme impact the pandemic had on the sentiments and purchasing habits of people. Nevertheless, the data likewise underlines how in 2021 the tendency to save money is gradually starting fade away as it is replaced by the tendency to consume more, with

people once again starting to trust in the future. Another important trend is the boom in e-commerce: if we consider only the second quarter of 2020, the growth rate of e-commerce experienced in the USA is equal to that of the last 10 years, representing a trend that has continued to grow in double digits throughout all of 2020, with a clear rise also in the services connected to e-commerce like buy-now-pay-later, which it is estimated allows brands to reduce the number of virtual carts abandoned to around 10%. Likewise interesting is the penetration of this service among the older generations, increasing from 1% to 18% among the Baby Boomers. The pandemic has also profoundly changed the habits of consumers, who are increasingly demanding, digitalised, and attentive not only to the product, but also to the services the brand can offer, transforming it into a factor of distinction and competitiveness. In this process, technology is the accelerator of all aspects of the company’s departments, and the customer journey is the answer of brands to the new consumer. This, however, does not mean that physical retail can be left behind in favour of the digital experience. To the contrary, messaging APPs, gaming, e-commerce, social media, streaming, etc. help reinforce the growth of the physical store. Over 69% of sales in fact arrive from navigating online from personal cell phones or tablets, and this number arrives at 80% in China, independent of where the final sale occurs, whether it’s online or in the physical store. The consumer of the new normal in fact passes with fluidity from one channel to the other, in a completely natural

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Industry

way. The post-pandemic customer also expects an increasingly personalised offering. If from one end, the omnichannel allows customers to come into contact with brands through a greater number of channels (social media, messaging apps, podcasts, videogames, physical stores, etc.), from the other end, all these channels are limited by their inability to perfectly interact with one another in this moment. For this reason, it is fundamental for brands to always have control of their businesses through the synchronization of these channels that interact with the brand’s stock, warehouse, distribution, and sales, in what is a unified commerce. The brand does not need to change its frontend but must create a digital platform that acts as a ‘funnel’, so that all these channels are involved in the back-end, jointly offering the data needed to better enter into contact with the customer. So, for example, if the customer enters a store and the brand has a digital platform for the integrated management of data, it is possible to understand if the individuals in question are registered with the brand’s social media, if they watched a streaming service, if they use gaming connected to the brand, or if they have a product present on the wish list of the brand’s e-commerce channel, etc…

The Chinese shopper The Chinese e-commerce market is the largest in the world, with a growth equal to 6%, which is expected to arrive at 2 billion dollars in 2025. Despite the fact there are still some factors slowing down luxury consumption by Chinese consumers

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(like, for example, the concept of common prosperity, restriction on extra-continental travel, etc.), the middle class is destined to grow exponentially all the way up to 2030 (+68%) and the appeal of European shopping will in any case remain high once international travel has returned to normal. Additionally, not to be forgotten is the appreciation of Chinese currency (the Chinese Yuan is at its highest level of the last 5 years), guaranteeing Chinese tourists a greater purchasing power than in the pre-pandemic period. This will allow Chinese consumers to dominate the sector of luxury goods, contributing to almost half (47%) of the global sales of personal luxury goods by 2025. Finally, according to IATA, the growth trend of international flights will be slow but constant, and there will be a return to the pre-covid level with the arrival of 2023, with an initial restart of intra-European flights, followed by long-distance ones, which will go hand-in-hand with the growth of duty-free purchases in retail. When compared with 2019, in 2021, we in fact expect a 23% rise in tax-free purchases in Europe, arriving at +56% in 2022, above all as the result of American, Middle Eastern, and Chinese tourists, who it is estimated will return to travelling during the second half of 2022. Italy will grow more slowly compared to the European average, (where it appears France will lead the way in the recovery), with a 46% rise in tax-free purchases in 2022, which also in this case will be mainly driven by American and Middel Eastern shoppers, and to a lesser degree Chinese shoppers.


G&F C O.


Conference

Il mercato riprende, ma serve una Omnicanalità 2.0

Molti gli spunti sul futuro espressi lo scorso 15 novembre durante il convegno “La moda nel contesto della transizione Ecologica e Digitale” organizzato da ATEA.

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urante il convegno tenutosi presso l’Hotel Villa Luigi Di Martinsicuro (TE), dal titolo “La moda nel contesto della transizione Ecologica e Digitale” lo sguardo si è rivolto in parte alla situazione attuale del mercato, ma si è spinto anche a immaginare i percorsi che le aziende dovranno intraprendere per affrontare un futuro sempre più caratterizzato da consumatori attenti ai temi della sostenibilità, e da una realtà pervasa, in ogni suo ambito, dalle influenze del digitale.

Il convegno, organizzato in collaborazione con Expo Riva Schuh & Gardabags, ha puntato i riflettori sull’esigenza di affrontare un passaggio transitorio in grado di trasformare la produzione del settore accessori moda in un esempio di innovazione tecnologica digitale e salvaguardia dell’ambiente. Per Francesco Palandrani, Presidente Consorzio ATEA, “il convegno ha rappresentato l’occasione per fare il punto della situazione e offrire la possibilità di comprendere meglio e più a fondo il significato e l’importanza della transizione digitale ed ecologica di cui tutti parlano. Perché non è facile per un’azienda di 15 dipendenti (come nella media degli associati al Consorzio ATEA) affrontare tematiche così complesse, o investire e lasciarsi coinvolgere ogni volta che qualcuno inventa una nuova parola chiave”. L’appuntamento si aperto con Alessandro Greco, Responsabile Settore Moda - Ufficio Beni di Consumo per ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane il punto sull’andamento. Greco ha fatto il punto sulla situazione del mercato e illustrato le azioni ICE a supporto dell’internazionalizzazione e della transizione digitale delle aziende del settore: “La situazione dell’export italiano è quasi tornata a pari con i valori pre-pandemia del 2019, ma affinché il trend prosegua è importante che le aziende italiane siano sempre più disposte ad allargare i propri orizzonti e a non fossilizzarsi sulle piazze di riferimento tradizionali, sempre più sature di offerta”. Per agevolare questa strategia ICE Agenzia sta puntando moltissimo su attività di formazione del tessuto industriale, sulle molte possibilità offerte dall’e-commerce, e su importanti campagne promozionali condotte sempre sulle piattaforme digitali. “Ad oggi – spiega Greco – circa 5.500 aziende italiane sono sbarcate nell’e-commerce grazie al nostro sostegno. In gran parte realtà medio-piccole che grazie ai numerosi accordi che abbiamo e stiamo stipulando con molte piattaforme (non esistono solo i big, ma anche tante cruciali case history


Conference

locali) hanno potuto approcciare mercati lontani e ancora poco battuti. Siamo consapevoli che l’e-commerce non sia la panacea di tutti i mali e non assicuri vendite esplosive, ma siamo certi garantisca una decisiva visibilità internazionale. Decisiva perché, oggi, molte grandi realtà distributive, quando debbono valutare un marchio per decidere se sceglierlo come partner e fornitore, controllano anche la sua visibilità nel mondo digitale”. Senza sminuire la forza e l’importanza della rivoluzione digitale, Alessandra Albarelli, Direttore Generale Riva del Garda Fierecongressi ed Expo Riva Schuh & Gardabags, ha sottolineato, però, il ruolo ancora centrale svolto dalle fiere a favore dell’internazionalizzazione del Made in Italy. Dopo aver esposto i risultati della Survey condotta dal Comitato Scientifico della manifestazione rivana, che purtroppo ha evidenziato una ripresa più lenta per la pelletteria nel secondo semestre dello scorso anno, ha sottolineato: “Il mio invito è di tornare con coraggio a presentare le proprie collezioni nelle fiere in presenza, che via via stanno riprendendo vigore dopo lo stop imposto dalla pandemia. Perché i compratori, anche coloro che operano sulle piattaforme digitali, ci hanno confermato la necessità di toccare con mano i prodotti e di conoscere di persona i loro possibili futuri partner, per poter valutare la qualità delle proposte e l’affidabilità delle aziende”. Tenendo presente che, nonostante Expo Riva Schuh & Gardabags stia mettendo in campo i migliori sforzi per portare sempre più compratori in presenza in fiera (grazie anche al supporto di ICE Agenzia), anche lei ha accolto con favore la rivoluzione digitale sviluppando una piattaforma online, rafforzata dall’Intelligenza Artificiale, in grado di facilitare l’incontro fra domanda e offerta, sia durante l’evento fieristico, che nel corso di tutto l’anno. “Expo Riva Schuh & Gardabags – specifica Albarelli – è una manifestazione dalla spiccata propensione interna-

Francesco Palandrani - Presidente Consorzio ATEA

zionale, ma già dalla prossima edizione di gennaio daremo molto risalto al Made in Italy, grazie all’istituzione di aree a esso dedicate”. Più di scenario l’intervento di Luciano Fratocchi, Referente per il trasferimento tecnologico dell’Università dell’Aquila, che ha sottolineato opportunità e minacce nascoste dietro la transizione ecologica applicata al sistema moda: “Senza dubbio la transizione ecologica è in atto, se è vero che il 63% dei consumatori dichiara di aver scelto prodotti sostenibili nel 2020. La sensibilità rispetto al tema è senza dubbio più acuta”. Fratocchi ha richiamato l’attenzione su due aspetti importanti da tenere in considerazione mentre si affronta questa transizione: “Una volta abbracciata la causa della sostenibilità bisogna imparare a comunicarla correttamente, facendo molta attenzione a non scivolare nel greenwashing, che rischia di trasformarsi i un pericoloso nemico capace di affondare un’impresa. Invece, chi ancora non fosse convinto di percorrere il sentiero della transizione sostenibile tenga presente che potrebbe essere un’ottima arma per ampliare la propria base clienti e approfittare delle opportunità offerte da un possibile reshoring della produzione”. Dopo che Alessandro Di Annunzio, Referente area finanza d’impresa Profili Aziendali srl, è entrato nel dettaglio delle agevolazioni per le imprese e della loro interazione con la transizione digitale, Daniel Agis, Marketing & Digital Strategies Advisor, si è spinto più in là guardando alle prossime evoluzioni che ci attendono e introducendo il concetto di Omnicanalità 2.0, un trend settoriale che trasformerà la distribuzione e lʼindustria da qui al 2030. Del ricchissimo intervento sottolineiamo solo alcuni spunti: “Viviamo un periodo in cui le ideologie tendono a scomparire per lasciare spazio a micro-cause su cui, soprattutto i Millennials (i consumatori del futuro) giocano il proprio impegno e la propria identità.

Alessandro Greco, Responsabile Settore Moda Ufficio Beni di Consumo di ICE – Agenzia

Alessandra Albarelli, Direttore Generale Riva del Garda Fierecongressi ed Expo Riva Schuh

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Conference

Questo contesto sta spingendo i brand a divenire sempre più attivisti sociali, come mai era accaduto in precedenza”. Un fenomeno che concorre allo svilupparsi di un nuovo concetto di Omnicanalità, che non si limita più a fornire al consumatore tanti e differenti touchpoint di acquisto fra loro connessi, ma che pretende esperienze differenti, quasi completamente scollegate dalla vendita di un prodotto, e più impegnate nel risolvere i problemi del mondo o comunque a coinvolgersi con le passioni e il credo dei consumatori. “Il commercio fisico, i negozi – spiega Agis – continueranno a esistere, ma sussisteranno meno realtà con superfici molto più ampie che si focalizzeranno su un marketing fatto di esperienze di coinvolgimento e intrattenimento. Luoghi in cui si vive il brand con il brand. E il marchio scoprirà di poter trarre profitto anche da iniziative molto lontane dal proprio core business. Le realtà più piccole, invece, dovranno scegliere con molta attenzione il proprio percorso, perché nei prossimi anni vivremo in un mondo pieno di contraddizioni, in cui sarà forte la spinta ecologica, ma anche quella per l’ultrafast-fashion”. Quel che è certo, ascoltando le conclusioni di Agis, è che la transizioni sostenibile e digitale delle aziende porterà una riconversione del retail e a un sistema moda in cui le produzioni saranno sempre più ristrette e focalizzate.

The market recovers, but Omnichannel 2.0 is needed Many ideas about the future were expressed on 15 November 2021 during the “La moda nel contesto della transizione Ecologica e Digitale” (Fashion in the Context of the Green and Digital Transition) conference organised by ATEA. During the conference held at Hotel Villa Luigi Di Martinsicuro (TE), entitled “La moda nel contesto della transizione Ecologica e Digitale” (Fashion in the Context of the Green and Digital Transition), the focus was partly on the current market 74

situation, but also on imagining the paths that companies will have to take to face a future increasingly characterised by consumers who care about sustainability issues, and by a reality pervaded by digital influences. The conference was organised in collaboration with Expo Riva Schuh & Gardabags, and put the spotlight on the need to move along a transitional path capable of transforming the production of the fashion accessories sector into an example of innovative digital technology and environmental protection. For Francesco Palandrani, President of the ATEA Consortium, “the conference was an opportunity to take stock of the situation and to offer the possibility to better and more deeply understand the meaning and importance of the green and digital transition that everyone is talking about. Because it’s not easy for a company with 15 employees (which is the average for ATEA Consortium members) to deal with such complex issues, or to invest and get involved every time someone invents a new key word.” The conference opened with Alessandro Greco, Head of the Fashion Sector – Consumer Goods Office of ICE Agenzia for the promotion abroad and internationalisation of Italian companies. Greco took stock of the market situation and outlined the actions of the ICE to support the internationalisation and digital transition of companies in the sector. “The situation of Italian exports is almost back on par with the pre-pandemic values of 2019, but in order for the trend to continue, it is important for Italian companies to broaden their horizons and not become fossilised in traditional reference markets, which are increasingly saturated with offers.” To facilitate this strategy, ICE Agenzia is betting heavily on training activities for industrial textiles, on the many possibilities offered by e-commerce, and on important promotional campaigns also carried out on digital platforms. “To date,” Greco explains, “about 5,500 Italian companies have entered e-commerce thanks to our support. Most of them are small to medium sized companies that, thanks to the numerous agreements we have signed and are currently signing with many platforms (not only the big ones, but also many crucial local case histories) have been able to approach distant and still little-known markets. We are aware that e-commerce is not the panacea for all ills and does not ensure explosive sales, but it certainly guarantees decisive international visibility. Decisive because, today, many large distribution companies when they have to evaluate a brand to decide whether to choose it as a partner and supplier, also check its visibility in the digital world.” Without diminishing the strength and importance of the digital revolution, Alessandra Albarelli, General Manager of Riva del Garda Fierecongressi and Expo Riva Schuh & Garda-


Conference

bags, underlined, however, the still central role played by trade fairs in the internationalisation of Italian products. After explaining the results of the survey conducted by the Scientific Committee of the Riva del Garda event, which unfortunately showed a slower recovery for leather goods in the second half of last year, she stressed: “My invitation is to courageously return to physically presenting one’s collections at trade fairs, which are gradually regaining strength after the stop imposed by the pandemic. Because buyers, including those operating on digital platforms, have confirmed to us the need to touch the products and to meet their possible future partners in person in order to assess the quality of the proposals and the reliability of the companies.” Bearing in mind that, although Expo Riva Schuh & Gardabags is making its best efforts to bring more and more buyers to the fair (thanks also to the support of the ICE Agenzia), it too has welcomed the digital revolution by developing an online platform, enhanced by Artificial Intelligence, capable of effectively matching supply and demand, both during the fair and throughout the year. “Expo Riva Schuh & Gardabags,” specifies Albarelli, “ is an event with a strong international bias, but as early as the next edition in January we will give great prominence to Made in Italy products, thanks to the establishment of areas dedicated to it.” Luciano Fratocchi, Technology Transfer Advisor at the University of Aquila, gave a more striking speech. He highlighted the opportunities and threats hidden behind the green transition applied to the fashion industry. “There is no question about it, the green transition is currently underway as 63% of consumers declare that they chose sustainable products in 2020. There is definitely greater awareness of the issue.” Fratocchi drew attention to two important aspects to be taken into account while facing the transition: “Once the cause of sustainability has been embraced, you must learn how to communicate it properly, being careful not to slip into greenwashing, which can turn into a dangerous enemy capable of sinking a company. Instead, those who are still not convinced of walking down the path of a sustainable transition, should bear in mind that it could be

Luciano Fratocchi, Referente per il trasferimento tecnologico Università dell’Aquila

an excellent weapon to expand their customer base and take advantages of the opportunities offered by a possible reshoring of production.” Alessandro Di Annunzio, Business Finance Manager of Profili Aziendali Srl, went into detail about the benefits for companies and their interaction with the digital transition, while Daniel Agis, Marketing & Digital Strategies Advisor, went further by looking at the next evolutions in store for us and by introducing the concept of Omnichannel 2.0, a sector trend that will transform distribution and industry between now and 2030. Here are a few highlights of this highly informative speech: “We are living in a period in which ideologies tend to disappear to make room for micro-causes on which consumers, especially Millennials (consumers of the future), can showcase their commitment and their identity. This context is pushing brands to become more socially active than ever before.” A phenomenon that contributes to the development of a new concept of Omnichannel, which is no longer limited to providing the consumer with many different interconnected purchasing touchpoints, but which demands different experiences, almost completely disconnected from the sale of a product, and more committed to solving world problems or in any case to involving themselves in the passions and beliefs of consumers. “Physical shops,” explains Agis, “will continue to exist, but there will be fewer shops with much larger surfaces that will focus on marketing made up of experiences of engagement and entertainment. Places where you experience the brand with the brand. And the brand will discover that it can also profit from initiatives far removed from its core business. Smaller companies, on the other hand, will have to choose their path very carefully, because in the next few years we will be living in a world full of contradictions, where the drive for eco-friendly products will be strong, but so will the drive for ultra-fast fashion.” What is certain, listening to Agis’ conclusions, is that the sustainable and digital transition of companies will lead to a reconversion of retail and to a fashion system in which production will be more and more restricted and focused.

Alessandro Di Annunzio, Referente area finanza d’impresa Profili Aziendali srl

Daniel Agis, Marketing & Digital Strategies Advisor

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Companies

ATEA

La qualità del Consorzio ATEA Alcune delle aziende aderenti al consorzio italiano che hanno partecipato alla realizzazione della nuova pubblicità Gardabags. Artigianalità e cura estrema della qualità accumunano tutte le creazioni.

The quality of the ATEA Consortium Some of the companies belonging to the Italian consortium that participated in the creation of the new Gardabags advertisement. Craftsmanship and extreme attention to quality are common to all the creations.

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Consorzio


Companies

GIUDI Fondata nel 1980, Pelletterie GIUDI s.r.l. ha da sempre realizzato prodotti che si contraddistinguono per un equilibrato mix di tradizione e modernità, alta qualità, apporto creativo ed ampia utilizzabilità. Tutte le proposte sono certificate dal consorzio “Vera Pelle Italiana”, conciata al vegetale. La mission del marchio è realizzare un prodotto italiano dal buon rapporto qualità prezzo (fascia media), ma con i dettagli e il design di un luxury brand. Tra gli impegni di Giudi il garantire al cliente un veloce riapprovvigionamento dei prodotti attraverso scorte di magazzino.

Founded in 1980, Pelletterie GIUDI s.r.l. has always created products characterised by a balanced mix of tradition and modernity, high quality, creative contribution and wide usability. All the proposals are certified by the Vegetable Tanned Leather Consortium “Vera Pelle Italiana”. The brand’s mission is to create a good value for money (mid-range) Italian product, but with the details and design of a luxury brand. Giudi’s commitments include ensuring the customer a rapid product replenishment through warehouse stocks.

DI BERARDINO

Erano gli inizi degli anni ‘60 quando Domenico Di Berardino e Romola Girasole si appassionano alla tradizione locale della lavorazione della pelle e, in una piccola bottega artigiana, danno alla luce le prime creazioni. I loro figli trasformano la piccola bottega artigianale in una realtà la cui mission è quella di offrire alle aziende servizi sempre più estesi e completi. Specializzata nella produzione di cartelle, borse ed accessori professionali e da viaggio, piccola pelletteria, oggettistica da regalo per l’ufficio e il tempo libero, i prodotti della pelletteria Di Berardino sono realizzati con il cuoio come vero protagonista.

It was the beginning of the1960s when Domenico Di Berardino and Romola Girasole became passionate about the local tradition of leather processing, giving birth to their first creations in a small artisan workshop. Their children transform the little atelier into a reality whose mission is to offer companies increasingly extensive and complete services. Specialised in the production of briefcases, women handbags, professional and travel accessories, small leather goods, office and leisure gift items, Di Berardino leather goods are made with leather as real protagonist.

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Companies

EDYPEL

XANTHIA - Gilda Tonelli

Nata nel 1999 a Nereto da una società, Edypel è specializzata prevalentemente nella lavorazione artigianale di vera pelle per pelletteria di lusso e medio alta, operando sia per conto terzi e che proprio. Il mercato di riferimento è quello europeo.

Conosciuta con il marchio Gilda Tonelli, Xanthia Srl nasce nel 1979 come piccolo laboratorio artigianale, ma grazie all’investimento in macchinari e personale altamente qualificato è riuscita nel corso degli anni a diventare una realtà di ampio respiro a livello nazionale e internazionale, capace di offrire ad ogni stagione borse dalla personalità unica e di qualità che dura nel tempo.

Founded in 1999 in Nereto by a company, Edypel is mainly specialised in the craftsmanship of genuine leather for luxury and medium-high leather goods, operating both on behalf of third parties and on its own. The company refers to the European market.

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Known under the Gilda Tonelli brand, Xanthia Srl was born in 1979 as a small artisan laboratory, but thanks to the investment in machinery and highly qualified personnel over the years it managed to become a large-scale reality at national and international level, able to offer bags for every season featuring a unique personality and a long lasting quality.


Companies

BORSETTIFICIO NADIR

R&B DIFFUSIONE MODA

Dal 1979 a oggi, l’azienda vanta collaborazioni con celebri brand e segue la realizzazione del manufatto, dallo sviluppo del prototipo alla ricerca dei materiali, dal campionario fino alla produzione, controllo qualità, packaging e imballaggio. Il Borsettificio Nadir, inoltre, dispone di un moderno centro taglio, un ampio parco macchinari ad alta tecnologia e di personale altamente qualificato che garantiscono uno standard di elevata qualità interamente Made in Italy’’.

Presente sul mercato ininterrottamente dal 2006, ma forte di un’esperienza pregressa trentennale nel settore della pelletteria, modellistica e controllo qualità, R&B Diffusione Moda di Corropoli (TE) è specializzata nella produzione di borse in pelle per uomo e donna di alta qualità, completata da un servizio di modelleria e prototipia con ricerca di materiali. L’azienda è in grado di eseguire un ciclo produttivo completo e complesso, così da offrire ai propri clienti - importanti griffes nazionali ed estere del lusso - la miglior assistenza possibile.

From 1979 to the present, the company has been boasting collaborations with famous brands following the creation of the product, from the development of prototypes to the research of materials, from samples to production, quality control and packaging. Moreover, Borsettificio Nadir has a modern cutting centre, a large fleet of high-tech machinery and highly qualified personnel that guarantees a high quality standard entirely Made in Italy.

A constant presence on the market since 2006, but with thirty years of experience in the leather goods sector, design and quality control, R&B Diffusione Moda based in Corropoli (TE) specialises in the production of high quality leather bags for men and women, completed from a design and prototyping service with research of materials. The company is able to carry out a complete and complex production cycle, so as to offer its customers - major national and foreign luxury brands - the best possible assistance.

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Companies

CMP

ASIA PELLETTERIE

Creata nel 1993 da Iampieri Bernardo, con i suoi oltre 50 anni di esperienza nel settore della pelletteria, poi affiancato dalle quattro figlie e dal genero, CMP srl è in grado di assicurare un prodotto dall’elevato rapporto qualità/ prezzo, grazie ad un rigido controllo dei costi di produzione, e la massima puntualità nella consegna anche nelle situazioni di emergenza, attraverso collaborazioni con i migliori artigiani del territorio di Teramo e con i designer più qualificati. L’azienda dispone di un fabbricato di proprietà di oltre 2.500 mq, dove si svolge la progettazione, prototipazione, modellistica, produzione, controllo qualità eseguito a mano, logistica e spedizione, e può contare su un proprio marchio di borse in pelle - Jampieri - risultato della fusione tra tradizione del Made in Italy e forme classiche ridisegnate in chiave moderna.

Da piccolo laboratorio artigianale nel 1973, l’azienda si trasforma in breve tempo in una realtà industriale di successo, distinguendosi nel settore per la sua produzione di pelletteria per l’abbigliamento, borse e borsoni da viaggio e per lo sport, riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Le grandi Maison glamour si affidano al know-how e all’alta artigianalità per creare un prodotto curato in ogni dettaglio, su misura, espressione del Made in Italy e in grado di suscitare emozione in un connubio perfetto tra tradizione e innovazione tecnologica.

Founded in 1993 by Iampieri Bernardo, with over 50 years of experience in the leather goods sector, then supported by his four daughters and his son in law, CMP srl is able to ensure a product with a high quality/price ratio, thanks to a rigid control of production costs, and maximum punctuality in delivery even in emergency situations, through collaborations with the best artisans in the Teramo area and with the most qualified designers. The company is located in the new ownership of over 2,500 square metres, where design, prototyping, model setting, production, manual quality control, logistics and shipping takes place, and can count on its own brand of leather bags Jampieri - result of the fusion between tradition of Made in Italy and classic shapes redesigned in a modern key.

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From a small artisan workshop in 1973, the company quickly transformed into a successful industrial reality, distinguishing itself in the sector for its production of leather goods for clothing, bags and travel and sports bags, recognised and appreciated all over the world. The major glamorous Maisons rely on know-how and high craftsmanship to create a custom-made product with attention to every detail, an expression of Made in Italy and capable of arousing emotion in a perfect combination of tradition and technological innovation.


Companies

ELDA TRADE

3C PELLETTERIE

Le borse di pelle nascono negli anni ’20 dalla passione e dal perfezionismo di Nicola Contigiani, che amava cucire da sé le borse con cui andava a caccia, e poi via via negli anni l’azienda da bottega artigiana si trasforma in affermata realtà internazionale, con una tradizione di famiglia portata avanti oggi da Elio e David Contigiani con il marchio Gianni Conti. Dal sapore british, ma con tutte le caratteristiche di pellame e lavorazione italiana, le borse Gianni Conti sono realizzate in pelle di alta qualità, in particolare le Icon bags: borse must have che con il tempo acquistano fascino vintage, per la loro resistenza, longevità e il design prestigioso.

Creata nel 2007 da Lorenzo Cellai che fa tesoro della tradizione pellettiera di famiglia, è specializzata nella produzione di borse in pelle per prestigiosi marchi di alta moda. La mission aziendale? Creare la borsa che lo stilista ha in mente, e proporre soluzioni per ottenere il miglior risultato. 3C Pelletterie offre un servizio completo che va dalla modelleria, alla ricerca e sviluppo del prodotto, di articoli in pelle, per collezioni e sfilate. È in grado di gestire ordini di produzione partendo dalla messa a punto del prodotto, passando dall’acquisto delle materie prime, programmando tutte le fasi di montaggio fino al confezionamento e alla spedizione in tutti i paesi del mondo.

Leather bags were born in the 1920s from the passion and perfectionism of Nicola Contigiani, who loved to sew for himself the bags he would take out hunting, and then gradually over the years the company has grown from an atelier into an established international entity, a family tradition currently led by Elio and David Contigiani with the Gianni Conti brand. With a British taste, but with all the features of Italian leather and workmanship, Gianni Conti bags are made of high quality leather, in particular the Icon bags: must-have bags that over time acquire vintage charm, for their resistance, longevity and the prestigious design.

Founded in 2007 by Lorenzo Cellai who treasures the family’s leather goods tradition, it specialises in the production of leather bags for prestigious high fashion brands. What is the company mission? Creating bags that the designer has in mind, and proposing solutions to obtain the best results. 3C Pelletterie offers a complete service ranging from model setting of leather items to product research & development, for collections and fashion shows. It is able to manage production orders starting from product development, passing from the purchase of raw materials, planning all assembly stages up to packaging and shipping to all countries of the world.

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E-commerce

Farfetch

dai big data al consumatore finale

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José Neves, fondatore e CEO Farfetch, racconta la sua visione del futuro dello shopping del lusso, partendo dalla crescita boom della piattaforma da lui creata nel 2007, passando per il second-hand e il social-commerce, per arrivare alla neonata Luxury new retail e al metaverso. 82

n vero e proprio fenomeno quello della piattaforma di e-commerce del lusso Farfetch, che prende avvio nel 2007, quando José Neves crea per gli amanti della moda un marketplace che nel giro di pochi anni arriva a contare oltre 1300 brand, boutique e negozi provenienti da più di 50 Paesi, e clienti in oltre 190 nazioni. “Mi piace definire Farfetch come una piattaforma-ponte del luxury della creatività globale, un punto di collegamento tra i clienti ai quattro angoli del pianeta”, così la definisce il suo fondatore, nel suo intervento nell’ambito del ‘Milano Fashion Global Summit 2021’ di fine ottobre. Il suo pubblico sono soprattutto i giovani, e in particolare i Millennials e la GenZ europei e asiatici, cresciuti con il cellulare in mano e abituati a comprare online dal rossetto alla pochette di lusso, clienti ai quali Farfetch è in grado di assicurare un’esperienza di shopping davvero unica e appagante, a cominciare dalla disponibilità della più grande selezione di articoli moda esclusivi riuniti in una sola piattaforma. Senza dubbio l’avvento della pandemia da Covid-19 ha creato un effetto ‘booster’ sulle vendite della piattaforma britannico-portoghese, tanto che come afferma Neves il 20% delle transazioni del lusso post Covid avvengono online. I clienti – afferma Neves - hanno sempre più bisogno di utilizzare l’acquisto online per risparmiare tempo e per avere una maggiore offerta di prodotto, il che porterebbe, secondo le previsioni del guru di Farfetch, l’attuale 20% di acquisto del luxury online, addirittura al 30-35% nel giro dei prossimi cinque anni. Ma Neves sottolinea anche come il ruolo del digitale sia importante anche nell’esperienza fisica di acquisto, per la sua funzione di ‘accompagnamento non accompagnato’, che migliora l’esperienza in carne e ossa grazie a funzioni di supporto digitale all’esperienza di shopping. Non a caso, la piattaforma investe in innovazioni tecnologiche, come la realtà aumentata di Store of the Future.


E-commerce

E tuttavia, il fashion avrà sempre più bisogno del connubio tra fisico ed e-commerce per creare la formula di shopping più soddisfacente, perché il cliente ha ancora piacere di toccare con mano il prodotto e vivere di persona l’esperienza di acquisto nella sua globalità. “A noi interessa far convergere queste due strade – fisico e digitale – afferma Neves, per creare delle sinergie e ottimizzare l’esperienza stessa d’acquisto. Questo significa anche digitalizzare sempre di più gli spazi fisici, aggiungendo brand alla nostra piattaforma. Oggi possiamo farlo perché siamo molto avanti nella conoscenza di alcune aree di quello che definisco ‘ciclo di acquisto’: conosciamo bene come si crea il desiderio di un prodotto, che tipo di scelte e percorso fa il cliente nella scelta, come il consumatore scopre i nuovi prodotti...”. In questa direzione va quindi visto l’importante accordo, siglato alla fine del 2020, tra Farfetch e il colosso cinese Alibaba, quello elvetico Richemont e la holding Artemis della famiglia Pinault (proprietaria di Kering), per la creazione di Luxury New Retail (LNR). Una partnership da 1,15 miliardi di dollari che riunisce alcune delle principali piattaforme tecnologiche e di vendita al dettaglio di lusso al mondo, e volta ad accelerare la digitalizzazione del settore del lusso globale e soddisfare la domanda in rapida crescita di prodotti luxury in Cina. Un mercato che – lo ricordiamo – assorbe oggi il 37% dei consumi globali di prodotti di lusso, percentuale destinata a raggiungere il 50% nel 2025.

Parlando infine di social-commerce, Farfetch è attivo in ambito social con snapchat con cui ha stretto una partnership esclusiva di virtual try-on, per offrire al consumatore un’esperienza digital che simuli la sensazione fisica di provare un capo o un accessorio. Così come è importante lo streaming online per eventi e sfilate e l’esperienza su app perché, come afferma Neves “ormai lo shopping è un mix tra digitale e fisico, si naviga online per consultare il catalogo, poi si guarda una collezione sull’app creata dal brand e magari si prova un accessorio sui social ecc. Oggi si deve lavorare su più canali contemporaneamente e noi vogliamo diventare una grande piattaforma di integrazione”. Il prossimo passo sembra essere quello del metaverso o meglio dei ‘metaversi’. “Abbiamo provato a prevedere delle tendenze con la creazione di mondi virtuali, in collaborazione con alcuni marchi. Ma stiamo al tempo stesso investendo nello sviluppo del nostro portafoglio brand, con nuove collaborazioni con nomi noti ma anche nuovi talenti creativi per dar vita a nuovi concept, cui mettiamo a disposizione sia la piattaforma digitale, che il canale distributivo”.

Un altro ambito in cui Farfetch non è certo rimasto a guardare è quello del second-hand. Un fenomeno letteralmente esploso negli ultimi anni, e che Neves interpreta anche nell’ottica di un approccio più sostenibile e rispettoso del pianeta. “Da qui al 2030 abbiamo obiettivi ambizioni per ridurre il peso dell’impronta carbonio e l’inquinamento globale – afferma –. Siamo stati la prima piattaforma globale a vendere accanto ai prodotti nuovi anche resale, cioè capi e accessori delle stagioni passate rimasti invenduti e re-immessi in circolazione. Così come invitiamo i nostri clienti a mandarci i capi che non utilizzano più in cambio di un credito per nuovi acquisti, mentre il prodotto, risistemato, è rimesso in vendita sul nostro sito. Abbiamo anche lanciato un servizio di riparazione dei capi e accessori, così come abbiamo avviato un sistema di donazioni a diverse ONG. Le parole chiave sono rivendita-circolarità-riparazionedonazione”. 83


E-commerce

Farfetch: from big data to the end customer José Neves, founder and CEO of Farfetch, recounts his future vision of luxury shopping, starting from the boom in growth experienced by the platform he created in 2007, passing through second-hand and e-commerce, to arrive at the newly conceived Luxury New Retail and metaverse channels. A bona fide phenomenon is that of the Farfetch luxury e-commerce platform, which first debuted in 2007, when José Neves created a marketplace for lovers of fashion. In just a few years, it arrived at over 1300 brands, boutiques, and stores coming from over 50 countries, with customers in over 190 nations. “I like to define Farfetch as a platformbridge of global luxury creativity, a point of connection between customers and the four corners of the planet”, is how it was defined by its founder, in his speech at the ‘Milano Fashion Global Summit 2021’ at the end of October. His public is mostly made up by you-

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ths, and especially European and Asian Millennials and GenZ, who grew up with cell phones in their hands, with the habit of buying anything from lipstick to luxury clutches online. To these customers, Farfetch can guarantee a genuinely unique and worthwhile shopping experience, starting from its selection of exclusive fashion items, which is the largest to exist on any single platform. Without a doubt, the outbreak of Covid-19 created a ‘booster’ effect on the sales of the British-Portuguese platform, and Neves in fact confirms how 20% of post-Covid transactions continue to occur online. “Customers – comments Neves – are increasingly in need of online purchasing, so they can save time and have a greater selection of products, and this could lead - according to forecasts made by the guru of Farfetch - 20% of the luxury purchases currently made online to arrive at even 30-35% over the next five years. At the same time, Neves underlines how the role of digital is also important in the physical purchasing experience, which in its role as ‘invisible companion’ improves the flesh and blood experience thanks to digital functions that support the shopping experience. It’s no coincidence that the platform invests in technological innovations, like the augmented reality of Store of the Future. Nevertheless, fashion will increasingly need a blending between physical and e-commerce channels to create the most satisfying formula for shopping, because customers are still interested in touching the product with their own hands and enjoying the experience of purchasing first-hand in its entirety. “We are interested in bringing these two pathways together – confirms Neves – for the creation of synergies and to optimise the purchasing experience itself. This means also increasingly digitalising physical spaces, while adding new brands to our platform. Today, we can do it because we are far ahead in our understanding of some areas that I define as ‘purchasing cycle’: we are quite familiar with how desire for a product is created, what kind of choices and pathway the customer selects, and how the consumer discovers new products…”. In this direction, there is accordingly the important agreement signed at the end of 2020 between Farfetch and the Chinese giant Alibaba, the one with the Swiss company Richemont and the holding Artemis belonging to the Pi-

We are interested in bringing these two pathways together - confirms Neves for the creation of synergies and to optimise the purchasing experience itself


E-commerce

nault family (who own Kering), for the creation of Luxury New Retail (LNR). A partnership worth 1.15 billion dollars that brings together some of the leading technological and luxury retail sales platforms worldwide, with the aim of accelerating on digitalisation in the sector of global luxury and satisfying the constantly growing demand for luxury products in China. It’s important to remember that it is a market responsible for absorbing 37% of the global consumption of luxury products worldwide, and this percentage is destined to arrive at 50% in 2025. Another area where Farfetch has not idly stood by on the side lines is that of second-hand. A phenomenon that literally exploded in recent years, and which Neves interprets also with a view to a more sustainable approach that is respectful of the planet. “From now until 2030, we have ambitious goals aimed at reducing the impact of our carbon footprint and global pollution – he confirms. Next to the sales of new products, we were the first global platform to also focus on resale products, which is to say garments and accessories of the past season that had remained unsold and which were put back into circulation. At the same time, we invite our customers to send us garments they no longer use in exchange for new purchases, while the product, once it has been readjusted, is put back up for sale on our website. We also launched a service of reparation for garments and accessories and have started up a donation system for several NGOs. The keywords are resale-circularity-reparationdonation”. Finally, in terms of social-commerce, Farfetch is active on the social network through snapchat, with which it has established an exclusive partnership for virtual try-ons, offering the consumer a digital experience that simulates the physical experience of trying on a garment or accessory. At the same time, online streaming is important for events and fashion shows, as well as the APP experience, because as confirmed by Neves “by now shopping is a mix between digital and physical, we navigate online to browse catalogues, and then we look at the collection on an APP created by the brand, and maybe even do a virtual try-on of the accessory, etc. Today, it’s important to work through several channels simultaneously and our aim is to become a leading platform of integration”. The next step is that of the metaverse or better of the ‘metaverses”. “We did our best to forecast trends with the creation of virtual worlds, in collaboration with some brands. However, at the same time, we are investing in the development of our brand portfolio that includes new collaborations with known names, but also new creative talents for giving life to new concepts, which we will make available both on the digital platform and through our distribution channel”. 85



Un evento esclusivo, degustazione vini e specialità enogastronomiche del territorio in straordinarie location. La nostra ricetta per il tuo business, stupisci i tuoi ospiti e gusta il successo! Your exclusive event: special fine-dining, wine-tasting and magnificent location. Our recipe for your business, amaze your guests and enjoy success!

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Expo Riva Schuh

Food&Shoes experience Emozione e spettacolo fuori salone

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’originale format organizzato dall’agenzia ONTHEGO nell’ambito di Expo Riva Schuh e Gardabags. Nuovi prodotti presentati e raccontati da esperti chef e sommelier attraverso raffinati percorsi enogastronomici, collezioni di calzature e accessori esposte come opere d’arte e sfoggiate sulle passerelle di storici castelli, per un viaggio fra moda, arte, musica, storia, vino e sapori che promette di stupire ed emozionare. Sono gli ingredienti che compongono “Food&Shoes experience”, l’originale format organizzato dall’agenzia ONTHEGO nell’ambito di Expo Riva Schuh e Gardabags. Una proposta dedicata a tutti gli espositori della manifestazione che, durante i giorni di fiera, hanno l’opportunità di condur88

re i propri affari e intrecciare relazioni professionali non solo all’interno dei padiglioni, ma anche fuori salone, diventando protagonisti di speciali serate evento organizzate su misura in contesti conviviali e suggestivi accuratamente elaborati: castelli incantati, musei d’eccellenza, prestigiose cantine vitivinicole e distillerie del territorio, eleganti palazzi, dimore storiche e ristoranti gourmet. Dal Welcome Cocktail parte di un percorso sensoriale caratterizzato dal curioso abbinamento delle calzature e dei vini, alla cena di gala arricchita da suggestivi giochi di luce e raffinate mise en place, come avvenuto in occasione della serata organizzata durante l’ultima edizione estiva di Expo Riva Schuh & Gardabags. Un appuntamento andato in scena nella spettacolare location di Spiaggia Olivi che, affacciata sulla sponda settentrionale del lago di Garda, ha regalato agli invitati un ricordo speciale della loro esperienza di soggiorno durante la fiera. Grazie al supporto organizzativo di alta competenza di ONTHEGO, Food & Shoes Experience lascia spazio all’eleganza e alla creatività, raccogliendo tutti gli ingredienti giusti per stupire i clienti e avere l’opportunità di creare con loro un rapporto di fedeltà basato sulle emozioni, centrali in ogni processo di acquisto e in ogni strategia commerciale. La ricetta giusta per vivere e far vivere un’esperienza unica ed esclusiva. Maggiori informazioni sul sito exporivaschuh.it/it/food-shoesexperience o scrivendo a info@foodandshoes.com.

Food&Shoes experience, Emotions and show in side events The original format has been organised by the ONTHEGO agency as part of Expo Riva Schuh and Gardabags. New products presented and told by expert chefs and sommeliers through refined food and wine tours, collections of footwear and accessories displayed as works of art and displayed on the run-


Expo Riva Schuh

ways of historic castles, for a journey through fashion, art, music, history, wine and flavours that promises to amaze and excite. These are the ingredients that make up the “Food & Shoes experience”, the original format organised by the ONTHEGO agency as part of Expo Riva Schuh & Gardabags. A proposal dedicated to all exhibitors of the event who, during the days of the fair, have the opportunity to conduct their business and establish professional relationships both inside the halls and outside the fair, becoming protagonists of special organised custom-made event evenings, carefully elaborated in convivial and evocative settings: enchanted castles, museums of excellence, prestigious wine cellars and distilleries in the area, elegant palaces, historic homes and gourmet restaurants. From the Welcome Cocktail part of a sensory journey characterised by the curious combination of shoes and wines, to the gala dinner enriched by suggestive light effects and refined mise en place, as happened on the occasion of the evening organised during the last summer edition of Expo Riva Schuh & Gardabags. An appointment staged in the spectacular location of Spiaggia Olivi which, overlooking the northern shore of Lake Garda, gave guests a special fair experience to always remember. Thanks to ONTHEGO’s highly competent organisational support, Food & Shoes Experience leaves room for elegance and creativity, gathering all the right ingredients to amaze customers and have the opportunity to create a loyal relationship based on emotions, central in every purchasing process and in every commercial strategy. The right recipe to make everyone live a unique and exclusive experience. For further information please visit the website exporivaschuh.it/ it/food-shoes-experience or write to info@foodandshoes.com. 89



Books

Mario Briccola

Uomo di Fede, Padre di Famiglia, Imprenditore Così come emerge con forza la figura di un uomo che, fin dall’avvio della sua avventura imprenditoriale, ha sempre messo al primo posto nella sua scala di valori non il profitto o l’arricchirsi, ma la famiglia, il lavoro e il rispetto dei lavoratori, con uno sguardo sempre rivolto al futuro.

I

l libro del giornalista e scrittore comasco Vittore De Carli vuole essere il racconto di un grande imprenditore, fautore di un brand emblema della valigeria di lusso nel mondo, ma anche di uomo che ha avuto una famiglia numerosa, uomo pio e, soprattutto, con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Il libro che ci consegna De Carli non è il racconto della vita di un uomo che ha avuto una famiglia numerosa, o quella di un imprenditore che ha creato un brand di caratura internazionale, e non è neppure il ritratto di un uomo pio, che dalla Parola di Dio ha sempre tratto ispirazione e insegnamento. È tutte queste cose insieme, perché un aspetto non sovrasta l’altro, né uno è alternativo all’altro. Pagina dopo pagina, emerge la figura di un uomo che ha vissuto di tradizioni diventando egli stesso tradizione, cioè qualcosa che deve essere conservata perché sempre attuale e utile per il futuro. Gli aspetti pionieristici che contraddistinguono l’attività dei fondatori non sono forse più attuali, ma sicuramente lo è lo spirito che Mario Briccola ha trasfuso alla sua attività e passato ai figli e nipoti che oggi guidano un’azienda internazionale il cui nome è divenuto un marchio globale. Bric’s, infatti, non è più solo un’impresa comasca, ma un brand conosciuto da Dubai a New York, espressione di eccellenza nella valigeria di lusso e di design, e degli accessori uomo. Il libro, accanto al racconto e al ricordo, diventa in alcuni punti addirittura corale, grazie alle testimonianze di quanti lo hanno conosciuto, ma soprattutto grazie ai pensieri della moglie Lidia e dei figli che ci rivelano alcuni aspetti intimi.

Mario Briccola, man of Faith, Father, and Entrepreneur The book by the journalist and writer from Como,Vittore De Carli, aims to tell the tale of a great entrepreneur and advocate of a brand that is symbolic with luxury luggage worldwide, but also of a man with a large family, a devout man, whose sights were always set on the future. The book that De Carli offers us is not just the life’s story of a man with a large family or that of an entrepreneur who created a brand of international calibre, and it is not even the portrayal of a devout man, who always found the Word of God to be a source of inspiration and wisdom. He is all of these things together, with all parts equal, and in proportion to one another. Page after page, emerges the figure of a man who lived by tradition, becoming a tradition himself, that is to say something that must be preserved because it is always relevant and useful for the future. Although the aspects of innovation that first made the founders stand out are no longer such a novelty anymore, what continues to remain relevant is the spirit Mario Bricola transmitted to his business and then handed down to his children and grandchildren, who today head an international company with a name that has become a global brand. Bric’s, in fact, is not only a company from Como, but a brand known from Dubai to New York, representing an expression of excellence in luxury and designer luggage and men’s accessories. The book, besides telling a story and recalling past memories, becomes in some parts even a choir, thanks to the accounts of all those who knew him, but above all thanks to the contribution of his wife Lidia and his children who reveal some behind the scenes looks at his life. Thus, what emerges is the strength of a man who, ever since he first began his entrepreneurial adventure, instead of focusing on profit or wealth, has always placed his family, the job, and respect for his workers in a place of primary importance, with his sights however always set on the future. 91


News

Goditi i migliori momenti in famiglia con l’originalità BEPPI ai tuoi piedi! Dal 1981 l’azienda portoghese ha fatto dello stile e del comfort per tutta la famiglia la sua mission, conquistando la fiducia di una vasta clientela in 72 paesi nel mondo. Un’azienda che nel 2021 ha festeggiato i 40 anni nel settore calzaturiero, forte di una clientela fidelizzata presente in ben 72 paesi nel mondo, compresi tra Europa, Africa, Medio Oriente, Asia e Sud America. Il suo segreto? Offrire comfort, stile e qualità a tutta la famiglia, calzando i piedi di grandi e piccini in molteplici occasioni e momenti della giornata. Fondata nel 1981 in Portogallo, Planitoi è conosciuta agli operatori del settore calzaturiero e al grande pubblico con il brand BEPPI, sinonimo di qualità e relax, eleganza e comodità, che è stato via via affiancato nel corso del tempo dai marchi BEPPI KIDS, SNAKERS, SPRINTERS e WAY: un totale di oltre 1.800 prodotti in catalogo, con una gamma completa di calzature e accessori per tutte le età, incentrati sul comfort e sul design. Da sempre l’azienda lavora con serietà e impegno per offrire al cliente finale un marchio di fiducia, su cui poter contare per sentirsi a proprio agio e comodo in una pluralità di occasioni - dal lavoro al tempo libero, dal gioco alla scuola - con il giusto rapporto qualità/prezzo e un servizio post vendita eccellente. Grazie alla presenza di uno Showroom permanente, inoltre, è sempre possibile per la clientela visionare e ‘toccare con mano’ le novità di collezione, vedere i campionari, apportare eventuali modifiche o richieste, per una piena soddisfazione in ogni fase dell’acquisto. BEPPI è anche online, sul sito WWW.BEPPI.COM

Enjoy the best family moments with the originality of BEPPI on your feet! Since 1981, the Portuguese company has made style and comfort for the whole family its mission, winning the trust of a vast clientele in 72 countries around the world. In 2021, the company celebrated 40 years in the footwear business, with loyal customers in 72 countries around the world, including Europe, Africa, the Middle East, Asia and South America. Its secret? Offering comfort, style and quality for the whole family, fitting the feet of young and old in a variety of occasions and moments of the day. Founded in 1981 in Portugal, Planitoi is known to footwear professionals and the general public under the brand name BEPPI, synonymous with quality, comfort, elegance and relaxation, which has been joined over time by the BEPPI KIDS, SNAKERS, SPRINTERS and WAY brands. Its catalogue has more than 1,800 products, with a complete range of footwear and accessories for all ages, focused on comfort and design. The company has always worked with professionalism and commitment to offer its customers a trusted brand they can rely on to feel comfortable and at ease in any occasion – from work to leisure, from play to school – with the ideal relationship between quality and price and an excellent after-sales service. Moreover, its permanent Showroom allows customers to view and “touch” the new products in the collection, see the samples, make any changes or requests, for complete satisfaction at every stage of the purchase. BEPPI is also online at WWW.BEPPI.COM 92


Fashion

Preview collections 2022

R V

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Sneaker e stivaletti continuano a dominare la scena, fra tocchi glitter, qualche punta sfilata, passando per toni naturali che avvicinano alla natura. L’uomo è combattuto fra la sua voglia di evadere il Tradizionale e la spinta verso un tocco di eccentricità.

I

A

Sneakers and ankle boots continue to dominate the scene, with touches of glitter, some pointed toes and natural tones that bring us closer to nature. Man is torn between his desire to escape the Traditional and the push towards a touch of eccentricity.


R Rule your world

Shooting: AF Production | Make-up: Imma Mennuti | Hair: Carlo Mauro


DI FRANCO


1 HUNDRED


DI FRANCO



DI FRANCO


DI FRANCO


1 HUNDRED


HOLD


DI FRANCO


I

In the club Shooting: AF Production | Make-up: Imma Mennuti | Hair: Carlo Mauro


PICCADILLY


PLUMEX




PICCADILLY


PLUMEX


PLUMEX



JEFFREY WASKOWIAK


LYFIT


PLUMEX



Him: HOMMY DIAZ Her: GABRIELA MENDEZ MARQUEZ


PICCADILLY


HOMMY DIAZ


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Very important people Shooting: AF Production | Make-up: Imma Mennuti | Hair: Carlo Mauro


EASYWALK


EASYWALK


GUGLIELMO GORNO


EASYWALK


HOMMY DIAZ


A Avantgarde

Shooting: AF Production | Make-up: Imma Mennuti | Hair: Carlo Mauro


NANO SHOES


SANYCOM


TAMARIS


TAMARIS


GIULIA SIMEONI



HOMMY DIAZ


NANO SHOES


1 HUNDRED


1 HUNDRED


CERUTTI


NANO SHOES



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Thirty meters above the sky Shooting: AF Production


SABRINA ZANI


SABRINA ZANI


USAFLEX



RICCI FOOT SAVER


USAFLEX


BIO GOLD by Golden Wiking



RICCI FOOT SAVER


BIO GOLD by Golden Wiking


BIO GOLD by Golden Wiking


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Guardare fuori, sempre di Mariacristina Ferraioli

Ripercorrere il breve, ma intenso percorso di Virgil Abloh non tanto per celebrarlo (lo hanno già fatto in tanti), quanto per coglierne i riferimenti, i valori che potrebbero ispirare chi ancora deve creare la moda di oggi e domani.

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Se davvero vuoi fare quella cosa che dici di voler fare, allora abbandona questa conversazione e vai a farla. Vai e stampa quella T-shirt oggi, e con ‘oggi’ intendo nei prossimi 30 minuti. Se non lo fai, è un problema tuo”. Amava parlare attraverso citazioni, brevi e semplici frasi che potessero esprimere la sua visione della moda e del mondo, Virgil Abloh, carismatico designer tra i più influenti del fashion system internazionale, morto a soli 41 anni per un angiosarcoma. Una morte tanto improvvisa quanto inaspettata, così come fulminea è stata l’ascesa di questo ex studente della facoltà di architettura di Chicago che in pochissimo tempo è riuscito ad entrare nel gotha dello star system e a essere nominato una tra le persone più influenti al mondo dalla rivista Time nel 2018. Nato nel 1980 a Chicago, in una famiglia di origini ghanesi, dopo la laurea in Ingegneria civile, Virgil Abloh si specializza in Architettura all’Illinois Technology Institute, a lungo diretto da Mies van Der Rohe. Il suo approccio all’architettura è fortemente influenzato dall’opera dell’architetto e designer tedesco da cui trae il minimalismo formale e quel “more is less” che ha reso celebre il maestro del Movimento Architettonico Moderno e che sarà la cifra stilistica di tutte le sue collezioni. La svolta della vita arriva dall’incontro con Kanye West, conosciuto ai tempi della laurea in Ingegneria civile, con cui nasce un sodalizio, consolidato da un periodo comune di stage da Fendi nel 2009. Insieme a Kanye West e Don C, fonda la RSVP Gallery, un negozio di moda al dettaglio con sede a Chicago. Il legame con West non si ferma qui. Virgil lavora per la label Yeezy, dirige l’agenzia creativa del rapper, Donda, realizzando, come art director, alcune cover dei suoi album più famosi. Nell’approccio creativo, Abloh preferiva non porsi dei confini: amava la moda ma anche la musica (era anche un noto deejay), l’arte, il design industriale, comunicare in modo dirompente e immediato, coinvolgendo nei suoi progetti artisti e designer come Riccardo Tisci, Nick Knight, Takashi Murakami, Kim Jones, Olivier Rousteing, George Condo, Jenny Holzer. Lancia a Milano nel 2012 il marchio


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Off-White, un anno dopo aver creato la sua prima etichetta Pyrex Vision, un progetto a metà tra l’esperimento artistico e l’evento commerciale, per la quale acquistava, a meno di 40 dollari, stock di t-shirt firmate Ralph Lauren e ne creava dei pezzi unici dipingendoli e rivendendoli ad un prezzo decuplicato. Il successo internazionale arriva con Off-White. Le linee del marchio, che comprende collezioni uomo e donna, oggetti e complementi di arredo, sono composte essenzialmente da capi ready to wear che rappresentano un mix perfetto tra cultura street e abbigliamento premium. Anche la scelta di Milano come quartier generale del nuovo progetto non è casuale perché Virgil Alboh punta a mixare la cultura del Made in Italy, globalmente riconosciuta come sinonimo di qualità, con un’estetica prettamente statunitense. È la chiave del successo che consente all’etichetta di conquistare sia i millennial che gli appassionati di moda più attenti alla qualità e al lusso. Il consenso riscosso nello star system e gli oltre 18 milioni di followers sui social hanno fatto il resto. Da quel momento in poi, l’ascesa è fulminea e costante. Entrato nel 2018 da Louis Vuitton, Virgil Abloh è stato il primo americano di origine africana a diventare direttore artistico di una maison di moda francese. Definito da molti “il più grande comunicatore culturale dai tempi di Andy Warhol”, Virgil Abloh ha fatto carriera mettendo in discussione i capisaldi del sistema-moda e rovesciandone ogni possibile aspettativa. Così come Warhol – anche lui casualmente americano figlio di immigrati - ha cambiato per sempre la storia dell’arte e della cultura del Novecento, Abloh ha rivoluzionato il mondo della moda degli anni Duemila travalicandone i confini e capendo forse prima di tutti che, nell’epoca della società di massa, anche grazie ai social media di cui era un profondo conoscitore, il confine tra reale e virtuale è sempre più labile e le gerarchie tra ciò che alto e ciò che è basso sempre più sottili. In questo il designer si pone come figlio ideale proprio del più iconico artista americano di cui sembra poterne emulare le gesta. Abloh, che si vantava di avere 30 idee diverse ogni giorno così da non cadere schiavo della routine del proprio pensiero, non amava essere etichettato in un solo lavoro, preferendo valorizzare anche altri aspetti del suo approccio al mondo della creatività. Un po’ fashion designer un po’ superstar dei social network, quello che distingue Abloh da gli altri stilisti della sua generazione è l’attitudine. Più che puntare sull’esclusività, ha puntato sull’inclusività di genere, di discipline, di mondi apparentemente tra loro diversissimi.

Se nessun artista è stato capace di raccontare le contraddizioni della società statunitense come Andy Warhol, allo stesso modo, nessun altro designer, è stato capace di mettere a nudo il sistema moda come Virgil Abloh, puntando a sovvertire l’elitarietà, su cui si fonda da sempre l’haute couture, rendendo esclusivi e ricercati capi considerati comuni. “Nella moda, c’è questa costante voglia di sapere cosa succederà nel futuro. Ma non è così misterioso. Esiste già, ed è ciò che accade al di fuori del mondo della moda. Certe volte la moda se ne dimentica e si mette su un piedistallo. Ma i tempi cambiano e il futuro non è così lontano, se guardi nei posti giusti”, sosteneva il designer americano. Guardare fuori, sempre; mostrare attenzione per ciò che avviene lungo le strade delle grandi città, non chiudersi mai nei palazzi della moda, non precludersi nessuna opportunità, Virgil Abloh ha rappresentato la new age del mondo della moda degli anni Duemila. Se si osservano le collezioni ideate sia per Off-White sia per Louis Vuitton, dunque, si rileva chiaramente l’attenzione per le tematiche più importanti della società contemporanea tra cronaca giornalistica ed elementi tipici della società dei consumi. Dal movimento Black Lives Matter alle lotte per la disparità di genere, Abloh ha sempre portato in passerella il suo punto di vista convinto che la sua vera missione fosse quella di creare comunità e di rendere più accessibile l’ingresso nel mondo della moda a tutti coloro che di solito ne sono esclusi. “Immagina se davvero avessi creduto di aver scelto la ‘moda’ per rivoluzionarla. Per me, quella è roba facile. Puoi essere rivoluzionario, ma questo non significa necessariamente essere bravo. Tutto quello che cerco di fare è creare oggetti che parlano del mio contesto e della comunità da cui provengo, così da permettere a molte più persone di fare lo stesso.” A Firenze, in occasione di Pitti Uomo, aveva fatto sfilare i modelli tra frasi e immagini relative alla piaga dell’immigrazione proiettate dall’artista contemporanea Jenny Holzer e recentemente aveva istituito una borsa di studio per giovani designer neri. Nella sua moda, cadono le differenze tra uomo/donna in nome di una fluidità mentale oltre che formale. La linearità è l’elemento che caratterizza i suoi capi, rendendoli iper-riconoscibili. Partendo da un’abilità innata nel rimescolare e ridefinire le tradizionali gerarchie tra fashion e streetwear e le distinzioni di ruolo, Abloh ha usato in maniera creativa tutti gli strumenti a disposizione: dalla pittura, alla pubblicità, dall’architettura al design, alla fonte inesauribile di ispirazioni generate dai social network. 153


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Looking outside, always Retracing Virgil Abloh’s short but intense path not so much to celebrate him (many have already done so), but to grasp his references, the values that could inspire those who still have to create the fashion of today and tomorrow. 154

“If you really want to do what you say you do, leave this conversation and do it. Go and print that T-shirt today, and by ‘today’ I mean in the next 30 minutes. If you don’t do it, that’s your problem”. Virgil Abloh, one of the most influential designers of the international fashion system, loved to speak through quotes, short and simple phrases that could express his vision about fashion and the world, died at the age of 41 from cardiac angiosarcoma. As sudden as unexpected, as well as lightning-fast was the rise of this former student of the faculty of architecture in Chicago, who in a very short time managed to enter the elite of the star system and be named in 2018 one of the most influential people in the world by Time magazine. Born in Chicago in 1980, in a family of Ghanaian immigrants, after graduating in Civil Engineering, Virgil Abloh specialises in Architecture at the Illinois Institute of Technology, for a long time directed by Mies van der Rohe. His approach to architecture is strongly influenced by the work of the German architect and designer from whom he draws the formal minimalism and that “more is less” that made the master of the Modern Architectural Movement famous and which will be the stylistic signature of all his collections. His life changed when he met Kanye West, known at the time of his degree in Civil Engineering, with whom he started a partnership, consolidated in 2009 with a common internship at the House of Fendi. Together with Kanye West and Don C, he founded the RSVP Gallery, a Chicago-based fashion retail store. The bond with West doesn’t stop there. Virgil works for the Yeezy label, directs the rapper’s creative agency, Donda, making, as art director, some covers of his most famous albums. In his creative approach, Abloh preferred not to set boundaries: he loved fashion but also music (he was also a well-known deejay), art, industrial design, communicating in a disruptive and immediate way, involving artists and designers such as Riccardo Tisci, Nick Knight, Takashi Murakami, Kim Jones, Olivier Rousteing, George Condo, Jenny Holzer. In 2012, he launched the Off-White brand in Milan, one year after creating his first Pyrex Vision label, a project halfway between an artistic experiment and a commercial event, for which he bought stock for less than 40 dollars of Ralph Lauren t-shirts and created unique pieces by painting and reselling them at a price that increased tenfold. International success comes with Off-White. The lines of the brand, which includes men’s and women’s collections, objects and furnishing accessories, are essentially composed of ready-to-wear garments that represent a perfect mix of street culture and premium clothing. Even the choice of Milan as the headquarters of the new project is not accidental because Virgil Alboh aims to mix the culture of Made in Italy, globally recognised as a synonym of quality, with a purely American aesthetics. It is the key to success that allows the label to


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conquer both millennials and fashion lovers who are more attentive to quality and luxury. The consensus received in the star system and the over 18 million followers on social media did the rest. From that moment on, the ascent is lightning-fast and constant. Joined in 2018 by Louis Vuitton, Virgil Abloh was the first American of African descent to become the artistic director of a French fashion house. Defined by many as “one of the best cultural communicators since Andy Warhol”, Virgil Abloh has made a career by questioning the cornerstones of the fashion system and overturning every possible expectation. Just as Warhol - also casually American son of immigrants - changed the history of art and culture of the twentieth century forever, Abloh revolutionised the fashion world of the 2000s, crossing its borders and understanding perhaps first of all that, in the era of mass society, also thanks to social media of which he was a profound connoisseur, the boundary between real and virtual is increasingly blurred and the hierarchies between high and low are increasingly thin. In this the designer places himself as the ideal son of the most iconic American artist whose deeds he seems to be able to emulate. Abloh, who prided himself on having 30 different ideas every day so as not to fall a slave to the routine of his own thinking, did not like being labelled in a single job, preferring to also enhance other aspects of his approach to the creative world. A bit of a fashion designer, a bit of a superstar of social networks, what distinguishes Abloh from the other designers of his generation is his attitude. More than focusing on exclusivity, he focused on gender inclusiveness, disciplines, apparently very different worlds. If no artist has been able to tell the contradictions of American society like Andy Warhol, in the same way, no other designer has been able to expose the fashion system like Virgil Abloh, aiming to subvert the elitism, on which haute couture has always been based, making garments, considered common, exclusive and refined. “In fashion, there’s a tremendous amount of quest for what’s happening next. But it’s not too mysterious. It’s what’s happening outside the world of fashion. Sometime fashion ignores that and places itself on a pedestal. But times are changing and the future is not that far removed if you look in the right place”, claimed the American designer. Looking outside, always; showing attention to what happens along the streets of big cities, never closing in on fashion palaces, never foreclosing on any opportunity, Virgil Abloh represented the new age of the fashion world of the 2000s. If we look at the collections designed for both Off-White and Louis Vuitton, we can clearly see the attention paid to the most important issues of contemporary society between news reports and typical elements of the consumer society. From the Black Lives Matter movement to the struggles for gender inequality, Abloh

has always brought his point of view to the runway, believing that his true mission was to create a community and to make the entry into the fashion world more accessible to all those who are usually excluded. “Imagine if I really believed I was taking ‘fashion’ and turning it on its head. That to me is easy. You can be a disruptor but it doesn’t mean you’re any good. All I’m trying to do is create things that are indicative of my surroundings and the community that I come from, so that more people can do them”. In Florence, on the occasion of Pitti Uomo, he had paraded the models among phrases and images relating to the scourge of immigration projected by contemporary artist Jenny Holzer and recently set up a scholarship for young black designers. In his fashion, the differences between man/woman fall in the name of a mental and formal fluidity. Linearity is the element that characterises his garments, making them hyperrecognisable. Starting from an innate ability to reshuffle and redefine the traditional hierarchies between fashion and streetwear and the distinctions of role, Abloh has creatively used all the tools available: from painting, to advertising, from architecture to design, to the inexhaustible inspiration source generated by social networks.

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I prossimi macro-trend della moda secondo Zalando

The starting point for fashion’: guidata da questa vision, la piattaforma e-tailer leader nel fashion in Europa intercetta i nuovi trend del mercato lanciando anche in Italia tre nuovi servizi: Connected retail, Second Hand e Zalando Plus. In occasione del 26° Fashion Summit Pambianco dello scorso novembre, il General Manager Italy and Spain di Zalando, Riccardo Vola, ha raccontato come si stia trasformando il volto della piattaforma leader nel fashion online in Europa, sulla scia dei tre macro-trend che caratterizzeranno la moda del prossimo futuro: digitale, sostenibilità e personalizzazione.

Digitale Fondata a Berlino nel 2008, presente in 23 Paesi dove offre fashion e lifestyle a oltre 46 milioni di clienti attivi, Zalando ha sempre puntato con forza sulla digitalizzazione, e da novembre 2021 ha lanciato anche in Italia un nuovo servizio rivolto alla distribuzione e chiamato Connecting Retail. Con esso, la piattaforma dell’e-tailer dà di fatto vita ad un rapporto ibrido con il b2b, permettendo ai negozi fisici (e non più solo ai brand) di vendere direttamente online sulla propria piattaforma. I rivenditori fisici collegano i propri negozi in modo rapido, semplice e senza costi di connessione: Zalando fornisce loro il software necessario, i con-

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tenuti online, le opzioni di pagamento, l’assistenza clienti e gestori degli account personali. Il negozio può decidere autonomamente se mettere in vendita sulla piattaforma l’intera collezione presente nello spazio fisico, oppure sola una parte di essa. Per esempio, una certa categoria di prodotto oppure solo i top price ecc., e ne stabilisce in modo autonomo l’assortimento e il prezzo di vendita. In questo modo il brand e il punto vendita hanno sempre il controllo totale del proprio business. Il servizio è già attivo in 13 paesi, inclusa l’Italia, con oltre 6 mila negozi, il che ha permesso a Zalando di offrire al consumatore, nel solo 2021, oltre 500 marchi e 100 milioni di prodotti in più rispetto al passato, con un assortimento anche più di nicchia e localizzato. Il consumatore può anche vedere quali sono i negozi che vendono quel determinato prodotto e decidere di visitarlo di persona, il che ha permesso, in molti casi, di incrementare il traffico nel punto vendita fisico. “La nostra ambizione per il 2023 - afferma Vola - è di portare la quota di business che arriva da questo nuovo servizio al 40% del business totale. In futuro pensiamo, inoltre, di inserire sul servizio Connected Retail nuove funzioni come il Click and collect, che permette di comprare su Zalando e ritirare il prodotto presso il punto vendita; così come offrire la possibilità al negozio (e non solo al brand come già avviene) di creare su Zalando la propria pagina, stabilendo così un rapporto ancora più diretto con il consumatore”.

Sostenibilità Il secondo trend che caratterizzerà sempre più il futuro del comparto moda e che determina la nuova strategia di Zalando è la sostenibilità. La piattaforma ha lanciato anche in Italia, nella primavera 2021, il servizio Second Hand, cavalcando un mercato – quello dell’usato – che è letteralmente esploso nel periodo post pandemia e che, secondo le stime della stessa piattaforma, sarà più grande di quello di prima mano nell’arco di 5-10 anni. “L’assortimento Zalando è passato da 20mila a 200mila prodotti nell’ambito del Second Hand – afferma Vola. Il consumatore può vendere i suoi prodotti usati direttamente alla piattaforma, che li ritira, li valuta e li rimette in circolazione, ricambiando il consumatore con un credito sull’acquisto del nuo-


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vo”. Zalando ha inoltre rafforzato, nel corso degli ultimi anni, le proprie strategie carbon neutral, lanciate nel 2019, assicurando maggior visibilità ai prodotti sostenibili con un’apposita etichetta e filtri specifici all’interno della piattaforma, che permettono al consumatore di individuare facilmente i prodotti green e di essere informato sulle novità.

Personalizzazione Last but not least, nell’ambito della personalizzazione Zalando ha lanciato anche in Italia, a fine novembre 2021, il nuovo servizio Zalando Plus, che con un pagamento annuale garantisce al consumatore di far parte di una sorta di ‘club’ e di godere di diversi vantaggi, tra cui un servizio consegne più rapido, l’accesso a un customer service più efficiente e, soprattutto, offerte riservate per capsule collection e collezioni Limited Edition.

Up-and-coming macrotrends in fashion according to Zalando ‘The starting point for fashion’: guided by this vision, the leading e-tailer fashion platform in Europe intercepts new trends in the market launching also in Italy three new services: Connected Retail, Second Hand and Zalando Plus. On the occasion of the 26th Fashion Summit Pambianco held this past November, Zalando General Manager for Italy and Spain, Riccardo Vola, spoke about how the face of the leading fashion platform in Europe is changing, in the wake of three macrotrends that will characterise fashion in the near future: digitalisation, sustainability, and personalisation.

Digitalisation Founded in Berlin in 2008, and present in 23 countries where it offers fashion and lifestyle products to over 46 million active customers, Zalando has always focused on digitalisation, and as of November 2021, has launched also in Italy a new service aimed at distribution called Connected Retail. With it, the e-tailer platform gives life to a hybridized relation with B2B, allowing physical stores (and not only brands) to directly sell online on its platform. Physical retailers can quickly and easily connect their stores free of charge: Zalando provides them with the necessary software, online contents, payment options, customer service and personal account managers. The store can then decide in accordance with its own preferences whether or not to sell the entire collection present in the physical store on the platform, or just a part of it. For example, the store can choose to present a certain

category of products or top price products only, while remaining completely in charge of the assortment and sales price. In this way, the brand and stores maintain full control over their own business. The service is already active in 13 countries, including Italy, with over 6 thousand stores, allowing Zalando to offer the consumer, in 2021 alone, over 500 brands and 100 million more products compared to the past, with an assortment that is even more niche and specialised. The consumer can even see which stores sell a certain product and decide whether or not to visit it in person, allowing, in many cases, to improve the foot traffic to the physical store. “Our goal for 2023 – confirms Vola – is to bring the share of business arriving from this new service to 40% of the total business. In the future, we are also considering inserting on the Connected Retail service new functions like Click and collect, which allows online purchases made on Zalando to be picked up at a store; while also offering the possibility to the store (and not just to brands as already happens) to create their own page on Zalando, allowing them to establish an even more direct relation with the consumer”.

Sustainability The second trend that will increasingly characterise the future of the fashion industry, while also determining the new strategy of Zalando, is sustainability. The platform launched also in Italy, in Spring 2021, the Second Hand service, arriving in a market – that of used items – that has literally exploded in the post-pandemic period and, which, according to the estimates of the platform itself, will become even bigger than that of first hand goods within 5-10 years. “The Zalando assortment has gone from 20 thousand to 200 thousand products in the Second Hand segment – confirmed Vola. Consumers can sell their used products directly on the platform, which picks them up, provides an estimate, and puts them back up for sale, offering the consumer credit for their trade-in towards new purchases”. In recent years, Zalando has also reinforced its carbon neutral strategies launched in 2019, ensuring greater visibility for sustainable products with a special label and specific filters on the platform that allow the consumer to easily identify green products and stay up-to-date on the latest proposals.

Personalisation Last, but not least, in the field of personalisation, Zalando has launched also in Italy, at the end of November 2021, the new Zalando Plus service, which with an annual payment guarantees the consumer membership in a kind of ‘club’, where it is possible to enjoy various benefits, including a more rapid delivery service, prioritised customer care and, above all, special access to capsule collections and Limited Edition collections. 157


Sustainability

Certificazione B Corp: stanno nascendo le imprese etiche

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l fenomeno dell’impresa sostenibile si sta concretizzando e viene ufficializzato dalla Certificazione B Corp. È stato innescato da vari fattori che si sono susseguiti negli ultimi decenni: la crisi nel campo finanziario si è sommata a quella ambientale, con le drastiche variazioni climatiche, fino a quella sanitaria. La pandemia Covid-19 ha causato momenti di stallo e di profondo ripensamento anche dei modelli economici. Le aziende si trovano a prendersi parte delle responsabilità degli eventuali danni che provocano. Questa nuova consapevolezza ha dato spazio a un diverso punto di vista, ovvero quello delle aziende che, in prima persona, si preoccupano di operare in modo da non provocare danni, o almeno contenerli. Il cambiamento sta avvenendo nei processi produttivi, nella considerazione nei riguardi dei lavoratori, nella giustizia sociale, nella sostenibilità etica e ambientale. Il futuro delle aziende di moda si gioca sulla sostenibilità, sono le regole del mercato globale e vanno rispettate per assicurare il successo del marchio.

Cosa vuol dire essere una B Corp?

Si sta realizzando un modello di azienda ibrida che coniuga il profitto con il sociale. Le aziende con la certificazione B Corp si inseriscono all’interno di un movimento globale che ha come scopo la sostenibilità e il benessere dell’ambiente e delle persone.

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Le B Corp – la B sta per benefit – costituiscono una serie di imprese che hanno l’obiettivo di essere al centro del cambiamento globale. Sono realtà aziendali che hanno scelto di far fronte alle conseguenze di un modo negativo di fare impresa. Si tratta della lotta contro le diseguaglianze sociali e lo sfruttamento delle risorse ambientali e dei lavoratori. L’obiettivo è di realizzare un modello di azienda intermedia tra quella di stampo tradizionale, volta a massimizzare i profitti, e quella di stampo sociale (tipo Onlus), che punta solo agli interessi collettivi. Queste “nuove imprese” compiono un’evoluzione interna, nello statuto, che le porta a prendersi cura di entrambi gli aspetti: il profitto e il sociale. La veridicità delle azioni compiute è essenziale, per questo nasce la Certificazione B Corp.


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Quelli da evitare sono i nocivi fenomeni di greenwashing. Non basta dare un’immagine positiva ma fittizia dell’azienda, anzi questo è addirittura controproducente sia per il pianeta che per l’immagine aziendale. Il rapporto con i clienti si basa sulla fiducia e questa si può raggiungere solo con reali comportamenti etici e trasparenza nelle azioni. Il punto fondamentale è impegnarsi per produrre concreti benefici sociali e ambientali. Ad avere già la Certificazione B Corp sono sia piccole realtà locali che grandi industrie nei più svariati settori. Per citare qualche nome: Patagonia, Alessi e Veja. Ci sono ancora molte imprese in “lista d’attesa”, ma che stanno lavorando attivamente per ottenere il riconoscimento di sostenibilità. Ciò che trattiene soprattutto le aziende più grandi è l’ostacolo, nel breve periodo, di doversi accontentare di minori utili e dividendi per i soci, che sono da destinare a interventi e investimenti mirati nei settori del sociale e della salvaguardia dell’ambiente. Ma è nel lungo periodo che si potranno vedere i maggiori vantaggi, infatti, l’attenzione verso ambiente, etica e sostenibilità sta crescendo in fretta e diventerà un paradigma essenziale che guiderà anche le decisioni di acquisto. Un aspetto con cui tutte le aziende si troveranno a dover fare i conti.

La Certificazione B Corp in Italia La comunità B Corp italiana è cresciuta fino a diventare la più importante e dinamica in tutta Europa. Si tratta di un movimento fatto di aziende diverse tra loro per storia, settore e dimensioni, ma che condividono un obiettivo comune. La volontà è di creare un nuovo modo di fare business, così da rendere le imprese una forza positiva per il pianeta e creare una prosperità durevole e condivisa. In Italia, la maggiore concentrazione di B Corp si riscontra al nord, tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna. I valori delle B Corp sono: trasparenza, responsabilità e innovazione. L’obiettivo è innescare una competizione positiva tra aziende che vogliono fare del proprio meglio per diffondere tipologie di business più evoluto e in linea con le esigenze dell’ambiente. L’Italia è stato il secondo Paese, dopo gli Stati Uniti, ad aver introdotto lo stato giuridico di Società Benefit, già adottato da oltre 300 aziende italiane. È una forma di impresa for profit ma con la missione di creare valore condiviso nel lungo periodo per avere un impatto positivo sulla società e sul pianeta. Le B Corp devono soddisfare degli elevati standard di performance sociale, ambientale ed economica. Sono società a scopo di lucro a tutti gli effetti, ma caratterizzate

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da alti gradi di eticità, trasparenza e responsabilità. Tra le imprese italiane ad averla ricevuta, lo storico marchio di tessuti e abbigliamento maschile Reda e il marchio Save The Duck, animal e cruelty free. In generale, l’Italia ha registrato un risultato davvero notevole nell’edizione 2021 del Best For The World, ovvero la classifica delle migliori Benefit Corporation. Infatti, sono state ben 23 le aziende italiane premiate da B Lab e incluse nella classifica, ottenendo così una pubblicità positiva a livello internazionale per un made in Italy sempre più etico. Ogni azienda che opera per ottenere un profitto può diventare una B Corp, ma deve perseguire la volontà della sostenibilità. Il che lo si dimostra misurando e facendo attenzione all’impatto dei suoi cicli di produzione e impegnandosi con azioni concrete per tendere al miglioramento.

Come si diventa una B Corp certificata? Per diventare una B Corp è necessario ottenere una certificazione che è stata ideata e viene rilasciata dalla non profit B Lab della Pennsylvania. La B Lab ha strutturato un sistema per la valutazione delle aziende e una certifi160

cazione per premiare le realtà che maggiormente si impegnano al raggiungimento degli standard di sostenibilità nelle tematiche sociali e ambientali. Le imprese che vogliono ottenere la Certificazione B Corp devono compilare un questionario molto approfondito, denominato BIA, che sta per Business Impact Assessment. I temi indagati sono: Governance (responsabilità e trasparenza), Lavoratori (salari e ambiente di lavoro), Comunità (atteggiamenti socialmente utili, creazione di posti di lavoro, supporto), Ambiente (attenzione all’impatto ambientale), Consumatori (impatto dei prodotti o servizi sui clienti). L’azienda deve misurare il vero valore che sta creando per la società. Ognuno di questi campi ha un range di punteggio, quindi, se dalla compilazione dell’intero questionario l’azienda ottiene un valore uguale o superiore a 80/200, può passare a un’ulteriore valutazione. Nella fase successiva dovrà produrre dei documenti che dimostrino quanto dichiarato in precedenza. Solo passando anche questa selezione, le aziende otterranno la Certificazione B Corp e potranno mostrarla per promuovere il marchio e i prodotti o servizi. Questa certificazione ha validità di tre anni, ma ogni anno è necessario preparare una relazione per mostrare quello che è stato fatto e per esporre gli obiettivi per l’anno successivo.

Verso la B Economy Una nuova visione condivisa del fare impresa, supportata da nuovi strumenti e obiettivi, porta a qualcosa di più grande dell’ottenimento della Certificazione B Corp. Si tratta della costruzione di una B Economy che funzioni per tutti, su scala globale e a lungo termine. Certo, uno scopo alto e prestigioso a cui tendere e per il quale è necessario ancora un duro lavoro. In questo scenario futuro, le aziende competono positivamente tra di loro per essere le migliori per il mondo, le persone (clienti e dipendenti) e l’ambiente naturale. Per la costruzione della B Economy sono necessarie attività che portino le aziende a raggiungere un equilibrio tra ottenere profitti e promuovere azioni per dare qualcosa in cambio al pianeta. Nel panorama dell’economia circolare, non si tratta solo di evitare di dissipare le risorse naturali, ma di fare qualcosa di concreto per favorire la sostenibilità, utilizzando il business come forza per il bene. Il focus non è e non sarà più soltanto produrre cercando di limitare i danni, ma fare in modo di “restituire” al mondo con lo scopo di arrivare a un’economia globale prosperosa e condivisa.


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B Corp certification: ethical businesses are springing up A hybrid company model is being created that combines profit with social issues. Companies that have earned the B Corp designation are part of a global movement dedicated to environmental and human well-being. The phenomenon of sustainable business is taking shape and is being formalized by the B Corp Certification. It was prompted by a number of causes that have piled on top of one another in recent decades: the financial crisis has added to the environmental crisis, which has resulted in significant climatic changes, as well as the health crisis. The Covid-19 pandemic has caused moments of stalemate as well as significant reconsideration of economic models. Companies are forced to accept responsibility for any harm they do. This new understanding has given rise to a new point of view, namely that of businesses concerned, first and foremost, with operating in a manner that does not create, or at the very least limits, damage. Change is taking place in production processes, in consideration of workers and social justice, in ethical and environmental sustainability. The future of fashion companies hinges on sustainability, they are the rules of the global market and must be respected to ensure the success of the brand.

What does it mean to be a B Corp? B Corps - the B stands for benefit - are a series of companies that aim to be at the centre of global change. They are companies that have chosen to face the consequences of a negative way of doing business. It is about the fight against social inequalities and the exploitation of environmental resources and workers. The goal is to create an intermediate company model between the traditional one, aimed at maximizing profits, and the social one (such as non-profit organization), which aims only at collective interests. These “new companies” undergo an internal evolution, in the statute, which leads them to take care of both aspects: profit and social. The truthfulness of the actions performed is essential, which is why the B Corp Certification was born. Those to be avoided

are the harmful phenomena of greenwashing. It is not enough to project a positive but fake image of the organization; in fact, this is both environmentally and corporately unproductive. The relationship with consumers is built on trust, which can only be earned via genuine ethical behaviour and action transparency. The most important thing is to make a commitment to delivering tangible social and environmental benefits. The B Corp Certification is already held by both small local businesses and large corporations in a wide range of industries. Patagonia, Alessi, and Veja are just a few examples. Many companies are still on the “waiting list,” but they are working hard to achieve sustainability certification. The fact that larger corporations will have to settle for lower profits and dividends for shareholders in the short term, which will be dedicated to targeted interventions and investments in the social and environmental protection sectors, is what is holding them back. However, the greatest benefits will be evident in the long run; in reality, environmental, ethical, and sustainability awareness is quickly developing and will soon become an essential paradigm that will also govern purchase decisions. This is an issue that all businesses will have to deal with.

The B Corp Certification in Italy The Italian B Corp community has evolved to be the largest and most active in Europe. It’s a movement made up of businesses that are different in terms of history, industry, and size, but have a same goal. The latter is to establish a new method of conducting business that will make firms a positive force for the world and create lasting and shared prosperity. The northern part of Italy, between Lombardy, Veneto, Piedmont, and Emilia-Romagna, has the highest concentration of B Corps. Transparency, responsibility, and innovation are B Corp principles. The aim is to encourage healthy competition among businesses that want to do everything they can to disseminate more advanced business models that are in line with the needs of the environment. After the United States, Italy was the second country to introduce the legal status of Benefit Company, which has been embraced by over 300 Italian businesses. It is a form of for-profit enterprise, but with the mission of creating shared value in the long term in order to have a positive impact on society and the planet. B-corps must meet high standards of social, environmental, and economic performance. They are full-fledged profit-making companies, but characterized by high degrees of ethics, transparency, and responsibility. Among the Italian companies to have received it are the historic brand of fabrics and men’s clothing, Reda, and the Save The Duck brand, anima, and cruelty-free. Italy recorded a truly remarkable result in the 2021 edition of 161


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the Best For The World, which is the ranking of the best Benefit Corporations. In fact, 23 Italian companies were awarded by B Lab and included in the ranking, thus obtaining positive international publicity for increasingly ethical Made in Italy. Any company that works to make a profit can become a B Corp, but it must pursue the will of sustainability. This is demonstrated by measuring and paying attention to the impact of its production cycles and engaging in concrete actions to strive for improvement.

How to become a certified B Corp To become a B-Corp, a business must receive a certification from the B Lab, a non-profit organization based in Pennsylvania. The B Lab has developed a system to evaluate companies and a certification to reward the realities that are most committed to achieving sustainability standards in social and environmental issues. Companies wishing to obtain B Corp Certification must complete a very thorough questionnaire, called BIA, which stands for Business Impact Assessment. The topics investigated are: Governance (responsibility and transparency), Workers (wages and work environment), Community (socially useful attitudes, job creation, support), Environment (attention to environmental impact), Consumers (impact of products or customer services). The company must measure the true value it is creating for society. Each of these fields has a range of values, so if the organization receives a score of 80/200 or higher after completing the full questionnaire, it can proceed to the next step. in the next step, the corporation will have to present records that certify what was previously declare. Companies will only be able to use the B Corp Certification to market their brand and products or services if they pass this selection. This certification is valid for three years, but it is required to present a report every year to explain what has been accomplished and to set goals for the following year. 162

Towards the B-Economy A new shared vision of doing business, backed up by new tools and ambitions, leads to something more than the B Corp Certification. It’s about creating a B Economy that benefits everyone in the long run, on a global basis. Of course, this is a high and prestigious goal to strive towards, and hard effort is still required. Companies compete positively with one another in this future scenario to be the best for the planet, people (customers and staff), and the natural environment. For the construction of the B Economy are necessary activities that lead companies to achieve a balance between obtaining profits and promoting actions to give something in return to the planet. In the context of the circular economy, it is not only about avoiding the dissipation of natural resources, but doing something concrete to promote sustainability, using business as a force for good. The focus is not, and will no longer only be, producing by trying to limit damage, but making sure to “return” to the planet with the aim of achieving a prosperous and shared global economy.


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La sostenibilità nel mondo della moda, un percorso lento ma necessario

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Un punto della situazione grazie alla ricerca condotta dalla process factory ideatrice di 4sustainability che certifica le performance di sostenibilità della filiera del fashion & luxury. di Tania Dausilio

che punto siamo con la sostenibilità nel mondo della moda e del lusso? “Il percorso verso la sostenibilità si potrà realizzare in modo efficace soltanto se i brand struttureranno richieste armonizzate e le monitoreranno concretamente, premiando i fornitori capaci di assicurare davvero una produzione sostenibile e permettendo loro di continuare a investire in questa direzione - spiega Francesca Rulli, Ceo di Process Factory e ideatrice di 4sustainability - È una partita che si vince solo con il contributo reale e bilanciato dalle due parti; in caso contrario, le realtà della filiera rischiano di doversi sobbarcare da sole un percorso molto impegnativo”. Un commento che arriva a seguito della presentazione dei risultati di una ricerca raggiunti da un campione rappresentativo di 100 aziende che hanno aderito alla roadmap proposta da 4sustainability, il marchio di Process Factory che certifica le performance di sostenibilità della filiera del fashion & luxury. A differenza di altri sistemi di certificazione, il marchio 4sustainability viene rilasciato e confermato a seguito dell’implementazione di progetti concreti, i cui esiti vanno monitorati nel tempo attraverso la verifica di KPI qualitativi e quantitativi. I risultati presentati appartengono a 100 aziende del settore, che si occupano per il 70% di materie prime e semilavorati, il 20% di lavorazioni con chimica interna, il 6% di capi e prodotti finiti, il 3% accessori e componenti e l’1% di lavorazioni senza chimica interna. I risultati della ricerca nel complesso hanno restituito un buon livello di conoscenza, da parte dell’intera filiera, delle tematiche di trasformazione derivanti dai 6 pilastri della sostenibilità: tracciabilità, materiali, chimica, persone, pianeta, riciclo.

La risposta delle aziende ai sei pilastri della sostenibilità La sostenibilità nel mondo della moda e del lusso è diventato un preciso requisito, necessario ai brand e richiesto soprattutto dai consumatori. 164


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I risultati della ricerca dimostrano che le aziende della filiera italiana sono pronte ad intraprendere un percorso di transazione. Nel caso della tracciabilità, infatti, è emerso che le aziende stanno lavorando da tempo per incrementare i processi e monitorare così la filiera. La prova di questo impegno la si evince dai punteggi alti e medio-alti raggiunti da oltre il 65% del campione. Diversamente accade per l’impiego e la conversione all’uso di materiali a minor impatto per una produzione sostenibile. Infatti si tratta di una dimensione, questa, fortemente richiesta ma ancora poco integrata all’interno del processo. Per ciò che concerne l’eliminazione delle sostanze chimiche, tossiche e nocive dai cicli produttivi, il 76% delle aziende del campione ha già avviato un percorso. Un dato incoraggiante. “Questo dimostra che le aziende hanno bisogno di un supporto strutturato e deciso e di strumenti ad hoc, che permetta loro di essere più efficienti nella trasformazione e ridurre più velocemente il loro impatto, fornendo quelle garanzie che sono sempre più richieste dai brand”, precisa Francesca Rulli. Un impegno costante per queste aziende si concentra nella social compliance e un uso consapevole delle risorse per la riduzione dell’impatto ambientale. Rulli aggiunge: “Il 56% delle aziende si deve accontentare di un rating più basso, soprattutto perché non dispone di sistemi di raccolta e analisi dei dati. Capita ancora spesso che si intraprendano iniziative senza, però, misurarne i risultati”. Infine, per ciò che concerne l’ultimo dei sei pilastri della sostenibilità, ovvero lo sviluppo delle pratiche di riuso, riciclo e design sostenibile, i punteggi sono ancora medio-bassi, a testimonianza di un percorso che è ancora in fase di attuazione”.

La sostenibilità solo grazie alla collaborazione tra brand, produttori e consumatori

siero unanime è: la sostenibilità non è una questione di prezzo, ma di valore. Ed è su questo che bisogna concentrarsi. Inoltre, la sostenibilità richiede un cambiamento di mindset che deve necessariamente coinvolgere il consumatore. Infine, il percorso di sostenibilità non può prescindere dalla collaborazione stretta tra il brand, la filiera di produzione e il consumatore.

Sustainability in the fashion world, a slow but necessary path Taking stock of the situation thanks to the research conducted by the process factory creator of 4sustainability which certifies the sustainability performance of the fashion & luxury supply chain. Where do we stand with sustainability in the fashion and luxury world? “The path towards sustainability can only effectively be achieved if brands structure harmonised requests and monitor them concretely, rewarding suppliers capable of truly ensuring sustainable production and allowing them to continue investing in this direction - explains Francesca Rulli, CEO of Process Factory and creator of 4sustainability - It is a game that can only be won with the real and balanced contribution of the two sides; otherwise, the realities of the supply chain may have to undertake a very demanding path on their own”. A comment

“Numeri primi: il Rinascimento sostenibile della filiera moda”. Questo il titolo dell’evento promosso da 4sustainability nel quale sono stati presentati i risultati di questa ricerca che ha visto impegnate 100 aziende del settore. A confrontarsi sui 6 pilastri della sostenibilità, prestigiosi ospiti internazionali: Elisa Gavazza (Southern Europe Director ZDHC), La Rhea Pepper (CEO and Co-founder TextileExchange), Payal Luthra (Global Apparel& Textile Lead WWF), Hakan Karaosman (Social Scientist University College Dublin), Maria Teresa Pisani (Economic Affairs Officer UNECE) e Andrea Crespi (Vicepresidente Sistema Moda Italia), moderati da Matteo Ward (CEO and Co-founder Wrad). A conclusione del confronto il pen165


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that comes following the presentation of the results of a research reached by a representative sample of 100 companies that have joined the roadmap proposed by 4sustainability, the Process Factory brand that certifies the sustainability performance of the fashion & luxury supply chain. Unlike other certification systems, the 4sustainability mark is issued and confirmed following the implementation of concrete projects, the outcomes of which must be monitored over time through the verification of qualitative and quantitative KPIs. The results presented belong to 100 companies in the sector, which deal with 70% of raw materials and semi-finished products, 20% of processes with internal chemistry, 6% of garments and finished products, 3% of accessories and components and 1% of processes without internal chemistry. The results of the research on the whole have returned on the part of the entire supply chain, a good knowledge level related to transformation issues arising from the 6 pillars of sustainability: traceability, materials, chemistry, people, planet, recycling.

The response of companies t o the six pillars of sustainability Sustainability in the fashion and luxury world has become a specific requirement, necessary for brands and required above all by consumers. The results of the research show that companies in the Italian supply chain are ready to embark on a transaction path. In the case of traceability, in fact, emerged that companies have been working for some time to increase processes and thus monitor the supply chain. The proof of this commitment can be seen from the high and medium-high scores achieved by over 65% of the sample. This is different for the use and conversion to the use of lower impact materials for sustainable production. In fact, this is a dimension that is strongly requested but still not very integrated within the process. As for the elimination of chemical, toxic and harmful substances from the production cycles, 76% of the companies in the sample have already started a process. An encouraging fact. “This shows that companies need structured and decisive support and ad hoc tools, which allow them to be more efficient in their transformation and reduce their impact more quickly, providing those guarantees that are increasingly requested by brands”, explains Francesca Rulli. A constant commitment for these companies focuses on social compliance and a conscious use of resources to reduce the environmental impact. Rulli adds: “56% of companies have to be satisfied with a lower rating, especially because they do not have data collection and analysis systems. Frequently it still happens that steps are undertaken without, however, measuring the results”. Finally, 166

as for the last of the six sustainability pillars, namely the development of reuse, recycling and sustainable design practices, the scores are still medium-low, reflecting a path that is still being implemented”.

Sustainability only thanks to the collaboration between brands, producers and consumers “Prime numbers: the sustainable Renaissance of the fashion industry”. This is the title of the event promoted by 4sustainability in which the results of this research involving 100 companies in the sector were presented. Talking about the 6 pillars of sustainability were prestigious international guests: Elisa Gavazza (Southern Europe Director ZDHC), La Rhea Pepper (CEO and Co-founder TextileExchange), Payal Luthra (Global Apparel & Textile Lead WWF), Hakan Karaosman (Social Scientist University College Dublin), Maria Teresa Pisani (Economic Affairs Officer UNECE) and Andrea Crespi (Vice President of the Italian Fashion System), moderated by Matteo Ward (CEO and Co-founder Wrad). Once the comparison has been drawn, the unanimous thought is: sustainability is not a question of price, but of value. And that’s what we need to focus on. Moreover, sustainability requires a change of mindset that must necessarily involve the consumer. Finally, the path of sustainability cannot ignore the close collaboration between the brand, the production chain and the consumer.


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Cinque strategie per una moda sostenibile

I

Promosso da Expo Riva Schuh & Gardabags, in collaborazione con WGSN, l’evento digitale condotto da Ailis Swords-McDonnell ha esplorato le strategie-chiave di sostenibilità che nei prossimi anni permetteranno alle aziende di rimanere competitive.

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l nuovo appuntamento di Expo Riva Show, dello scorso 18 novembre, ha offerto una panoramica delle cinque principali strategie di sostenibilità che possiamo aspettarci vengano messe in campo nei prossimi 2-3 anni dal punto di vista dello sviluppo del prodotto, dei materiali e del marchio, e che permetteranno alle aziende di rimanere competitive all’interno del mercato calzaturiero e della pelletteria. A svelarle è stata Ailis Swords-McDonnell - Trend Expert at WGSN Mindset.

Marchi

La pandemia è stata una sorta di ‘sveglia’, con la presa di coscienza del consumatore dell’impatto delle proprie pratiche di consumo sull’ambiente e un’opportunità per l’industria e il business per portare avanti cambiamenti di sistema, volti a creare un futuro più sostenibile e inclusivo. Per fare questo, i brand hanno rivolto la loro attenzione al proprio modello di business e alle proprie pratiche di comportamento. Il made to Order (MTO), in cui il processo di produzione inizia solo dopo la ricezione di un ordine da parte del cliente, è stato sicuramente il punto di partenza, per molti marchi del lusso, per guardare a un futuro più sostenibile, un concept che è stato poi adottato anche da numerosi brand di categorie e fasce di prezzo diverse. Il made to order, infatti, non solo limita gli sprechi associati all’acquisto d’impulso, ma coinvolge il consumatore nel processo di produzione, convogliando le emozioni nel percorso d’acquisto. Tra le strategie-chiave della sostenibilità in ambito fashion troviamo poi la circolarità, che si lega a concetti quali il riuso, il riciclo e il noleggio di abiti, pratiche che appaiono sempre più in crescita nel settore della moda. Ne è un esempio il programma Nona Source, lanciato lo scorso aprile dal gruppo LVMH, una piattaforma b2b che permette a designer e marchi di acquistare tessuti di stock e fondi di magazzino per dar vita a nuovi capi di abbigliamento. I capi possono però anche essere raccolti, puliti e rimessi sul mercato in un’ottica di circolarità, oppure, se non riciclabili, essere impiegati in ambiti


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diversi dalla moda e trasformarsi, ad esempio, in vere e proprie opere d’arte. Un altro concetto che il Covid ha instillato nei consumatori è il ‘Selling less and Curating More’, quindi produrre di meno di quanto fatto finora e optare per una crescita economica lenta: così, ad esempio, Vivienne Westwood ha ridotto il volume del suo business pronto-moda del 37%, del 55% per le borse e del 58% per le calzature. I consumatori sono anche sempre più attenti alla trasparenza della blockchain e al rischio di greenwashing. Nell’ambito dell’industria del fashion, però, questa trasparenza è ancora in fase embrionale, con solo il 31% dei 62 retailer più rilevanti a livello globale che svelano parte dei loro siti di produzione. La mancanza di trasparenza riguardo la supply chain rende meno forte la pressione sui marchi della moda affinché prendano consapevolezza e agiscano per una catena del valore più sostenibile. È importante, invece, condividere le informazioni sulla produzione, in modo trasparente, anche in ambito b2b.

Materiali L’industria della moda è la seconda più inquinante al mondo, ma la scienza dei materiali, negli ultimi tempi, ha fatto passi da gigante per creare alternative sostenibili ai materiali più inquinanti, soprattutto in considerazione di consumatori sempre più attenti all’uso, da parte dei marchi, di materiali sostenibili ‘from top to bottom’. Riciclo e Riuso sono concetti applicati anche alla scienza dei materiali e dei tessuti, con ad esempio aziende come Recover che riutilizza gli scarti dei materiali della produzione per creare nuovi tessuti, oppure realtà che riciclano materiali ottenuti da prodotti come airbag o sedili e interni per auto per creare abiti. Un’altra alternativa sono i tessuti innovativi come il Re-Nylon, il progetto di Prada basato sull’utilizzo del filo rigenerato ECONYL®, ottenuto da un processo di riciclo degli scarti della plastica recuperati dalle reti da pesca, dagli oceani, dagli scarti di fibre tessili ecc., e riciclabile all’infinito senza alterazione della qualità. Un’altra strada percorribile dai brand è la Carbon Capture Technology, che permette, ad esempio, di ottenere inchiostri catturando gli elementi inquinanti presenti nell’aria, oppure i Materiali Compostabili che permettono di ottenere tessuti e inchiostri da alghe, piante e funghi. Top brand come Hermes o Stella McCartney stanno ripensando alcuni loro capi classici sostituendo la pelle con materiali derivati dal micelio, mentre tra i materiali ricavati dalle piante ricordiamo il Pynatex, ottenuto dalle fibre di foglie di ananas e utilizzato, fra gli altri, da Paul Smith per le calzature. Il micelio ha anche grandi potenzialità nel

sostituire le schiume a base di plastica, o come alternativa sostenibile al packaging in plastica.

Shipping Nell’era dell’e-commerce, la sostenibilità delle spedizioni è importante tanto quanto il prodotto stesso. Bisogna ripensare il packaging dei materiali, i metodi di spedizione, i sistemi della supply chain, insieme al riuso e ai metodi di riciclo. Tanto più che la pandemia, spingendo l’acceleratore sull’e-commerce, ha inciso sulla crescita del packaging in plastica monouso, la maggior parte del quale è non riciclabile. Il primo modo per ridurre l’impatto del packaging è semplicemente ridurre i materiali di imballaggio (tra l’altro, con una conseguente riduzione dei costi e del peso degli imballaggi), oppure utilizzando packaging riutilizzabile o restituibile, come nel caso di RePack, realtà che fornisce 150 brand ed e-tailer con packaging restituibile, water-free. Sono, inoltre, disponibili materiali alternativi per il packaging come le plastiche riciclate, le plastiche biodegradabili, le bioplastiche o la carta. È importante, infine, veicolare un messaggio chiaro e sincero sull’origine e il processo relativo al packaging per evitare il greenwashing. Bisogna considerare anche soluzioni di spedizione a basse emissioni di gas serra, utilizzando magari partner che sfruttano il trasporto alimentato a bio-fuel. I brand devono ripensare i metodi di spedizione in un’ottica di carbon neutrality e circolarità, collaborando con gli in-

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novatori dell’industria del trasporto e della logistica per creare sistemi sempre più a impatto zero. Quindi, i 5 punti chiave sono: Decrescita, Circolarità, Trasparenza radicale, Riutilizzo e Innovazione, Spedizioni sostenibili.

Five strategies for a sustainable world Promoted by Expo Riva Schuh & Gardabags, in collaboration with WGSN, the digital event conducted by Ailis Swords-McDonnell explored the key strategies of sustainability, which in the years to come will allow companies to remain competitive.

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The latest edition of Expo Riva Show, held this past 18 November, offered a panorama onto the five leading strategies of sustainability that we can expect to see put into action over the next 2-3 years in terms of product, material, and brand development, while allowing companies to remain competitive in the footwear and leather goods market. Explaining these strategies was Ailis Swords-McDonnell - Trend Expert at WGSN Mindset.

Brands The pandemic was a kind of ‘wake-up call’ with consumers developing an awareness about the impact of their purchasing habits on the environment, while also representing an opportunity for the industry and businesses to make changes in the system that are aimed at creating a more sustainable and inclusive future. To this end, brands are focusing on their own business models and their own business practices. Made to Order (MTO), where the product process begins only after the order has been received from the customer, is without a doubt a starting point for many luxury brands in their orientation towards a more sustainable future. It is a concept that was then subsequently adopted by numerous brands belonging to various categories and different price ranges. Made to Order, in fact, is not limited to the waste associated with impulsive purchasing, but also involves consumers in the production process, helping to channel their emotions during the phase of purchasing. Among the key strategies of sustainability in the fashion industry, we find circularity, which is connected to concepts like the reuse, recycling, and rental of clothing, practices that seem to be increasingly popular in the fashion industry. One example is the Nona Source programme launched this past April by the LVMH group, a B2B platform that allows designers and brands to purchase inventory fabrics and warehouse remnants in order to give life to new clothing. At the same time, clothing can be collected, cleaned, and put back out onto the market in a scope of circularity, or, if they are not recyclable, can be used in other areas besides fashion and can even be transformed, for example, into bona fide works of art. Another concept set into motion by the pandemic among consumers was ‘Selling less and Curating More’, so producing less with the aim of achieving slow economic growth: Vivienne Westwood, for example, reduced the volume of its ready-to-wear business from 37% to 55% for bags and by 58% for shoes. Consumers are also increasingly attentive to the transparency of the blockchain and the risk of greenwa-


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shing. In the fashion industry, however, this transparency is still in its embryonic stage, with only 31% of the 62 leading international retailers providing information on their production sites. This lack of transparency along the supply chain sees less pressure put on fashion brands to act with greater awareness for a more sustainable supply chain. It is instead important to provide information on production, with complete transparency, also in the B2B sphere.

Materials The fashion industry is the second most polluting industry in the world, but scientific progress made with regards to materials, in recent times, has taken huge steps forward in creating sustainable alternatives to the most polluting materials, above all in light of consumers who are increasingly attentive to the use, by brands, of materials that are sustainable ‘from top to bottom’. Recycle and Reuse are concepts also applied to the science of materials and fabrics, with, for example, companies like Recover that reuse material discards from production to create new fabrics, or realities that recycle materials obtained from products like airbags or car seats and car interiors to then create garments. Another alternative are innovative fabrics like Re-Nylon, the Prada project based on the use of ECONYL® regenerated nylon, obtained from a process of recycling plastic waste recovered from fishing nets, the oceans, textile fibre scraps, etc., with the possibility of recycling indefinitely without affecting the quality. Another road that brands can go down is that of Carbon Capture Technology, which allows them to capture air pollution particles and convert them into ink, or Compostable Materials that allow fabrics and inks to be made from algae, plants and mushrooms. Top brands like Hermes or Stella McCartney are rethinking some of their classic items, replacing leather with materials derived from mycelium, while materials created from plants include Pynatex, which is obtained from the leaves of pineapples, and used by Paul Smith, among others, in the brand’s footwear. Mycelium also has great potential in replacing plastic-based foams or can be used as a sustainable alternative to plastic packaging.

Shipping In the era of e-commerce, the sustainability of shipments is as important as the product itself. There’s a need to rethink the packaging of materials, shipments methods, and supply chain

systems, while also looking to practices of reuse and recycling. In fact, the pandemic, which was responsible for accelerating the growth of e-commerce, is also responsible for contributing to an increased use of disposable plastic packaging, most of which is not recyclable. The first way to reduce the impact of packaging is to simply reduce the amount of packaging materials used (which also leads to reduced costs and reduced packaging weight), or use reusable or returnable packaging, as in the case of RePack, a reality that supplies 150 brands and e-tailers with packaging that is returnable and water-free. There are then alternative materials available for packaging like recycled plastics, biodegradable plastics, and bioplastics or bio-cardboard. Finally, it is important to provide a clear and sincere message on the origins and packaging process to avoid greenwashing. There should likewise be a focus on using shipment solutions with low greenhouse gas emissions, maybe even through partners that use biofuel transport. Brands must rethink their shipment methods in a scope of carbon neutrality and circularity, collaborating with innovators in the transportation and logistics industry to create systems that are increasingly zero impact. Accordingly, the 5 key points are: Degrowth, Circularity, Radical Transparency, Reuse and Innovation, and Sustainable Shipments. 171


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Comunicazione Anti-Greenwashing Trasparenza

La nuova sessione di Expo Riva Show ha fornito un resoconto su come i marchi possono evitare il “greenwashing”. L’esame di alcune case history condotto da WGSN ha portato ad esempio alcuni brand che brillano per una comunicazione trasparente e sostenibile.

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romosso da Expo Riva Schuh & Gardabags, in collaborazione con WGSN, l’evento digitale condotto lo scorso 25 novembre da Ailis Swords-McDonnell si è focalizzato su un tema sempre in cima all’agenda dei consumatori: la sostenibilità. Il webinar ha posto l’accento sulle modalità con cui trasmettere al consumatore un messaggio positivo e credibile, in grado di aumentare la fiducia nel marchio, evitando di farlo cadere nella trappola del greenwashing.

Nell’elenco delle case hystory dei brand che hanno utilizzato la trasparenza quale strategie primaria per comunicare il loro impegno verso la sostenibilità con autenticità ed efficacia, spicca Allbirds, un marchio di calzature con certificazione B Corp, che ha saputo unire comfort, design e sostenibilità. Tra le iniziative che il brand ha portato avanti in direzione sostenibilità ci sono il programma ‘try-before-you-commit-to-keep’, che permette di ridare indietro un articolo nell’arco di 30 giorni, oppure il programma Allbirds Carbon Fund, che mira a raggiungere il 100% di emissioni zero attraverso una tassa interna sul carbonio autoimposta e volta a finanziare progetti di riduzione delle emissioni sul pianeta. Da ricordare anche l’etichetta carbon footprint applicata a ogni calzatura, che informa il consumatore sull’impatto di quel prodotto sul pianeta. Allbirds ha, inoltre, avviato collaborazioni finalizzati a obiettivi di sostenibilità con altri marchi competitors con i quali si è impegnato a condividere knowledge, expertise, idee e risorse, come avvenuto di recente con Adidas, con la quale ha collaborato per lo sviluppo della sneaker ‘lowest-ever carbon footprint’. Altro esempio di trasparenza radicale è Pangaia, che ha tra l’altro pubblicato nel 2020 il suo primo Impact Report che relaziona riguardo le iniziative intraprese per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Pangaia è un chiaro esempio di brand dalla comunicazione trasparente e onesta verso il consumatore, che viene costantemente informato sui risultati raggiunti, su quelli ancora da raggiungere e sulle aree da migliorare. L’ultimo esempio è H&M che ha scelto di applicare gli Higg Index e ha condiviso con il consumatore il suo Sustainability Report 2020, a dimostrazione che anche nell’ambito del fast fashion si può investire in sostenibilità con serietà e trasparenza.

Activism Ci sono marchi che alla comunicazione trasparente hanno affiancato azioni a sostegno della tutela del pianeta e del


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benessere dell’uomo. Tra questi il marchio statunitense di abbigliamento outdoor Patagonia, che ha vinto lo UN Champion of the Earth Award nel 2019, il massimo riconoscimento a tema ambientale delle Nazioni Unite per aver posto la sostenibilità al centro del proprio modello di business. Ricordiamo iniziative come il suo programma Worn Wear di articoli second-hand, o 1% for the planet, che dona l’1% del ricavato dalle vendite ad iniziative non profit. Celebre è anche la sua campagna ‘Don’t buy this jacket’, che vuole spingere il consumatore a riflettere sull’over-consumo, o il sito che mette in contatto il consumatore con gruppi locali votati alla protezione dell’ambiente. Altro esempio è Levi’s e la sua campagna ‘Join us, use water less’ a favore del risparmio dell’acqua nella produzione di jeans, a partire dalle pratiche di coltivazione del cotone, fino alla produzione del jeans stesso, e all’uso che ne fa il consumatore. Esempio di social activism efficace è invece Kotn, che si è focalizzato sulla sostenibilità sociale e umana della propria filiera.

Greenwashing Infine, WGSN fornisce due esempi di marchi che hanno mancato l’obiettivo di trasparenza e sostenibilità, cadendo nella trappola del greenwashing. Il primo è il gigante del fast fashion Asos con la sua ‘Responsible Edit’, una selezione di prodotti che dichiaravano di avere un basso impatto ambientale, senza specificare grazie a quali misure e azioni, così come non esistono evidenze riguardo la riduzione di consumo di acqua e dello spreco tessile, tanto più che molti capi di questa collezione includono mix di materiali difficili da riciclare. Il brand ha anche creato una collezione di abbigliamento circolare, ma senza offrire la possibilità di restituire i capi usati per riciclarne i tessuti. Il secondo esempio è Amazon, un brand che è anch’esso caduto nella trappola dell’ipocrisia con il suo annuncio a impegnarsi a raggiungere emissioni zero entro il 2040, nonostante il consumatore abbia l’evidenza di come l’azienda spinga sul consumismo e il fast shipping.

Punti chiave I punti chiave per evitare il greenwashing sono: mostrare totale trasparenza; essere coerenti nella comunicazione; evitare affermazioni audaci o false; evitare politiche di distrazione con azioni e iniziative minori che mirano a spostare l’attenzione da un business sostanzialmente non sostenibile. Bisogna puntare su: usare certificazioni verificate; essere completamente trasparenti; impegnarsi nell’attivismo; educare e informare il pubblico.

Anti-Greenwashing Communication The new session of Expo Riva Show provided a report on how brands can avoid “greenwashing”. The analysis of some case histories conducted by WGSN has for example brought some brands to shine for their transparent and sustainable communication. Promoted by Expo Riva Schuh & Gardabags, in collaboration with WGSN, the digital event hosted on 25 November by Ailis Swords-McDonnell focused on a theme that is always at the top of the consumers’ agenda: sustainability. The webinar emphasised how to convey a positive and credible message to consumers, capable of increasing trust in the brand, trying not to make them fall into the greenwashing trap.

Transparency Allbirds, a footwear company with B Corp certification, which has been able to combine comfort, design and sustainability, is one of those outstanding brands on the list of case histories that have used transparency as a primary strategy to communicate their commitment to sustainability with authenticity and effectiveness. The ‘try-before-you-commit-to-keep’ programme which allows you to return items within 30 days, or the Allbirds Carbon Fund programme, which aims to achieve 100% zero emissions through an internal self-imposed carbon tax and aimed at financing emission reduction projects on the planet, are among the initiatives that the brand has carried out in the direction of sustainability. The carbon footprint label applied to each shoe, which informs the consumer about the impact of that product on the planet, is also worth mentioning. Allbirds also started collaborations aimed at sustainable objectives with other competing brands through their committment to share knowledge, expertise, ideas and resources, as recently happened with Adidas, with which it collaborated for the development of the sneaker ‘lowest-ever carbon footprint’. Another example of radical transparency is Pangaia, which among other things published its first Impact Report in 2020 that shows the initiatives taken to achieve its sustainable goals. Pangaia is a clear example of a brand with transparent and honest communication towards the 173


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consumer, who is constantly informed on the results achieved, on those still to be achieved and on the areas to be improved. The last example is H&M which has chosen to apply the Higg Index and shared its 2020 Sustainability Report with the consumer, demonstrating that even in the fast fashion sector, you can invest in sustainability with seriousness and transparency.

Activism There are brands that have combined transparent communication with actions to support the protection of the planet and human well-being. These include the US outdoor clothing brand Patagonia, which in 2019 won the UN Champions of the Earth Award, receiving the UN’s top environmental honour for putting sustainability at the heart of its successful business model. We recall initiatives like its Worn Wear programme of secondhand items, or 1% for the planet, which donates 1% of the proceeds from sales to non-profit initiatives. Equally famous is also its ‘Don’t buy this jacket’ campaign, which aims to push the consumer to reflect on over-consumption, or the website that puts consumers in contact with local groups dedicated to protecting the environment. Another example is Levi’s and its ‘Join us, use water less’ campaign in favour of saving water in the production of jeans, starting from the cultivation practices of cotton, up to the production of jeans, and the use consumers make of it. An example of effective social activism is Kotn, which has focused on the social and human sustainability of its supply chain.

Greenwashing Finally, WGSN provides two examples of brands that have missed the goal of transparency and sustainability, falling into the trap of greenwashing. The first is the fast fashion giant Asos with its ‘Responsible Edit’, a selection of products claimed to have a low environmental impact, without specifying the measures and actions taken, just as there is no evidence regarding the reduction in water and textile waste consumption, especially 174

since many items in this collection include a mix of materials that are difficult to recycle. The brand has also created a circular clothing collection, but without offering the possibility to return the garments used for textile recycling. The second example is Amazon, a brand that has also fallen into the trap of hypocrisy with its announcement to commit to zero emissions by 2040, despite the consumer having evidence of how the company pushes consumerism and fast shipping.

Key points The key points to avoid greenwashing are: show total transparency; be consistent in communication; avoid bold or false claims; avoid distraction policies with minor actions and initiatives that aim to shift the attention from a substantially unsustainable business. We need to: use verified certifications; be completely transparent; engage in activism; educate and inform the public.


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Sustainability

Luxury bag

biodegradabili

Il brand Anya Hindmarch, in collaborazione con la conceria danese Scan-Hide, lancia Return to Nature, la nuova collezione di borse che si biodegradano naturalmente.

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L

o scorso ottobre ha preso forma la visione del brand Britannico Anya Hindmarch, fondato nel 1987, con il lancio della collezione Return to Nature. La realizzazione di borse biodegradabili, che hanno come obiettivo la riduzione degli sprechi, è il risultato di due anni di ricerca e di innovazione.

L’idea è nata già qualche anno fa, dopo che Anya ha sentito parlare Arizona Muse, ambientalista e specialista in sostenibilità. Non c’è spreco in natura, da qui la volontà di creare un prodotto, in questo caso una borsa in pelle, conciata in modo da renderne possibile la biodegradazione. Il concetto dietro a questa collezione è proprio il ritorno alla natura e alla terra dei materiali e del prodotto stesso nel momento in cui esaurisce la propria vita. Come ha affermato la stessa Anya Hindmarch: “Le parole di Arizona mi hanno ispirata a intraprendere un lungo progetto per vedere se sarei riuscita a realizzare una bella borsa con pellami sostenibili e conciati in modo che potessero biodegradarsi e ritornare alla natura”. La conceria danese Scan-Hide, quella tedesca Richard Hoffmans e Nera (parte del gruppo Smit & Zoon) hanno accompagnato Anya nello sviluppo di questa collezione. Le pelli provengono proprio dagli allevamenti svedesi di Scan-Hide, che registrano i più alti standard in Europa per quanto riguarda il benessere degli animali. La concia è stata realizzata con un metodo innovativo, sostituendo il cromo (che ne impedisce la biodegradabilità) con la zeolite (una famiglia di minerali dalla struttura cristallina molto aperta). Un procedimento che rende la pelle priva di metalli pesanti e Aldeidi. Inoltre, le rifiniture in seta liquida, e non utilizzando spalmature in PU, consentono una biodegradabilità dell’89,2% in 28 giorni, come hanno dimostrato i test specifici effettuati BLC ISO 20136 (specifici per il valutare della pelle). L’ambizione di tutti i brand che hanno partecipato al lancio di Return to Nature è stata di aumentare il valore del prodotto finito, offrendo pelli di qualità, attraverso lavorazioni e materiali sostenibili. Il tutto senza compromettere le caratteristiche della pelle stessa e le prestazioni del prodotto finito.


SH OES_D U SSEL


Sustainability

Biodegradable Luxury bag The Anya Hindmarch brand, in partnership with the Danish tannery Scan-Hide, launches Return to Nature, the new bag collection that naturally biodegrade. Last October, the vision of the British brand Anya Hindmarch, founded in 1987, took shape with the launch of the Return to Nature collection. The creation of biodegradable bags, which their goal is to reduce waste, is the result of two years of research and innovation. The idea was born some years ago, after Anya heard about Arizona Muse, an environmentalist and specialist in sustainability. There is no waste in nature, from that, the desire to create a new product, in this case a leather bag, tanned in such a way as to make biodegradation possible. The concept behind this collection is the return to nature and to the land of materials and the product itself when it runs out of life. As Anya Hindmarch said: “Arizona’s words inspired me to undertake a long project to see if I could make a beautiful bag with sustainable leathers and tanned so that they could biodegrade and return to nature” The Danish tannery Scan-Hide, the German one Richard Hoffmans and Nera (part of the Smit & Zoom group) accompanied Anya in the development of this collection. The leathers come from the Swedish Scan-Hide farms, which record the highest standards in Europe regarding animal welfare. The tannery was carried out with an innovate method, replacing the chromium (which prevents its biodegradability) with zeolite (a kind of mineral with a very open crystalline structure). This process makes the skin free of heavy metals and aldehydes. In addition, the liquid silk finishes, and not using PU coatings, allow a biodegradability of 89.2% in 28 days, as demonstrated by the specific tests carried out by BLC ISO 20136 (specific for evaluating leather). The ambition of all the brands that took part in the launch of Return to Nature is to increase the value of the finished product, offering quality leathers, through sustainable processes and materials. All that without compromising the characteristics of the leather and the performance of the finished product. 178


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