FOTOSHOE 30
Sourcing Market Fairs Innovations Trends Sustainability
Contents 10 Expo Riva Schuh & Gardabags, back in the light! Fairs 34 10 44 49 Watchword: attention to detail Trends 44 14 What to expect in the next two years 26 Germany between hesitation and confidence Market 34 Serendipity Fashion 49 Buyers on the road: from Glasgow to Expo Riva Schuh & Gardabags Market
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Contents
FOTOSHOE 30 Sourcing Market Fairs Innovations Trends Sustainability
138 141 The Brazilian SICTCs’ sustainability and development project 141 Sustainability 58 An increasingly sustainable footwear industry Sustainability 138 New Zealand-based Vita Pacific’s first time at ERS Fashion 62 Never say goodbye Fashion #02 February 2023 Anno LIV EDIZIONI FOTO SHOE 30 srl Via Ippolito Nievo, 33 - 20145 Milano Tel. +39 02 319121 - Fax +39 02 33611619 www.fotoshoemagazine.com info@edizionifotoshoe30.com Send an e-mail to fotoshoe@edizioniaf.com to receive a link and read the next issues of FOTOSHOE online for free 52 Sustainability The challenge of new European regulations on sustainability and traceability
Expo Riva Schuh & Gardabags, ecco la luce!
Dieci delegazioni governative internazionali, più di 8.600 presenze provenienti da 100 paesi e un +5% di visitatori extra UE.
Queste le cifre che consentono a Expo Riva Schuh & Gardabags di chiudere un’edizione che ha permesso agli operatori della calzatura e della pelletteria di ritrovare slancio nei loro affari.
La 98esima edizione di Expo Riva Schuh & Gardabags lo ha decretato: il tunnel è finito. La sensazione era chiara fin dal primo giorno, simile a quando si stropicciano gli occhi prima di abbandonare una galleria e tornare in piena luce. Ora i numeri della manifestazione rivana lo confermano: il momento difficile, seguito alla pandemia, è alle spalle.
Dal 14 al 17 gennaio a Riva del Garda si è tornati a fare business con espositori e compratori di calzature e pelletteria provenienti da tutto il mondo, molto soddisfatti delle occasioni che si sono presentate in fiera.
Lo rimarca Roberto Pellegrini, Presidente di Riva del Garda Fierecongressi: «Chiudiamo questa edizione con il sorriso. L’incertezza in cui il Covid ha gettato l’intero settore si è finalmente dissipata. Expo Riva Schuh & Gardabags è tornata a essere quella piattaforma di business cruciale per tutti coloro che vogliono vendere e comprare
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calzature e pelletteria a livello globale. I numeri non sempre dicono tutto, ma in questo caso aiutano a capire su cosa si fonda la soddisfazione e il nostro ottimismo per il futuro».
Le presenze sono state 8.610 provenienti da oltre 100 paesi, cifre più che positive che si accompagnano a un aumento del 5% di visitatori extra continentali sul totale dei visitatori. Merita particolare segnalazione la crescita dell’America Latina, del Sud Est Asiatico e del Nord America. Sorprendente l’afflusso di compratori da Israele, mentre in crescita risulta anche il numero di visitatori italiani.
«È stato molto gratificante ritrovare in fiera tante delegazioni, provenienti da ogni parte del mondo, che hanno apprezzato la varietà dell’offerta presente a Riva del Garda - sottolinea Alessandra Albarelli, Direttrice di Riva del Garda Fierecongressi – Dieci delegazioni istituzionali governative da India, Turchia, Spagna, Portogallo, Indonesia, Costa d’Avorio, Hong Kong, Italia e dalle regioni cinesi di Sichuan e Wenzhou. Incontrarle nella cornice del nuovo Business Club ci ha permesso di conoscere in modo ancor più approfondito i loro mercati e le loro necessità. Il fatto che alcune importanti associazioni e istituzioni fieristiche di altri Paesi ci abbiano chiesto di collaborare per far crescere le loro manifestazioni e l’intero settore del loro territorio ci rende orgogliosi del lavoro svolto».
L’importante impegno per l’incoming, intrapreso nei mesi scorsi, ha dato i suoi frutti e i compratori giunti a Expo Riva Schuh & Gardabags hanno apprezzato non solo le nuove collezioni esposte, ma anche gli approfonditi incontri dedicati alla sostenibilità e alla tracciabilità di filiera, così come le diverse innovazioni proposte dalle startup dell’Innovation Village Retail.
Proprio durante le giornate di fiera è stato annunciato il
vincitore dell’Innovation Village Competition. Il Comitato Scientifico della manifestazione e un ampio parterre di esperti e operatori di settore ha scelto WonderStore (wonderstore.ai) per occupare il gradino più alto del podio, accanto ad ACBC e iHEEL. La startup, già presente sul mercato, grazie alle più recenti tecnologie IoT, di Computer Vision, AI e storytelling analytics è in grado di profilare, contare, tracciare e analizzare i clienti che visitano un negozio e fornire utili indicazioni per far crescere le vendite.
Non si è trattato solo di innovazione a Expo Riva Schuh & Gardabags, ma si è anche tratteggiata una panoramica di diversi mercati, consolidati e in crescita.
I Market Focus dedicati ai paesi europei di lingua tedesca, al Latino America, all’India, agli USA e al Sud Est Asiatico hanno evidenziato la sensibilità per le tematiche cruciali del settore e lo stretto legame con il network internazionale di buyer che la fiera ha saputo costruire. «Abbiamo fatto incontrare produttori e compratori in un
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contesto riservato e rilassato così da permettere loro di conoscersi, raccontarsi e individuare nuove occasioni di collaborazione», spiega GianPaola Pedretti, Exhibition Manager della manifestazione. «Fra le tante informazioni raccolte – prosegue – è emersa una considerazione sopra tutte: la lunga chiusura delle produzioni cinesi e asiatiche e le difficoltà logistiche sono in via di normalizzazione, ma quanto accaduto con la pandemia ha spinto i compratori di ogni latitudine a diversificare le proprie azioni di sourcing. Tutti hanno trovato in Expo Riva Schuh & Gardabags la piattaforma ideale per entrare in contatto con un’offerta così ampia di fornitori che, a loro dire, nessuna altra manifestazione propone». È tornata la luce, quindi, ed Expo Riva Schuh & Gardabags non ha assolutamente intenzione di lasciare che si spenga di nuovo. In programma, infatti, già molte iniziative concrete per far crescere ulteriormente gli scambi commerciali che avverranno durante la prossima edizione dal 17 al 20 giugno 2023, dedicata alla primavera/estate 2024.
ExpoRivaSchuh&Gardabags, backinthelight!
Ten international government delegations, more than 8,600 attendees from 100 countries and visitors from outside the EU up 5%. These are the figures with which Expo Riva Schuh & Gardabags closes an edition that enabled footwear and leather goods operators to restore their business momentum.
We’re out of the tunnel, the 98th edition of Expo Riva Schuh & Gardabags has confirmed it. The feeling was clear from the very first day, like squinting before emerging from a tunnel and coming back into the light. The numbers of the Riva del Garda show are clear: the difficult period, following the pandemic, is behind us. From 14 to 17 January, Riva del Garda witnessed a return to business, with exhibitors and buyers of footwear and leather goods from all over the world very satisfied with the opportunities presented to them at the show.
Roberto Pellegrini, Chairman of Riva del Garda Fierecongressi, comments: “We close this edition with a smile. The uncertainty into which Covid threw the entire industry has finally dissipated. Expo Riva Schuh & Gardabags has once again become the crucial business platform for all those who want to buy and sell footwear and leather goods on a global scale. Numbers do not always tell the whole story, but in this case, they help to explain what our satisfaction and optimism for the future is based on”.
Attendance was 8,610, with people coming from more than 100 countries, extremely positive numbers that were accompanied by visitors from outside Europe increasing by 5% as a percentage of the total. Particularly noteworthy was the growth in visitor numbers from Latin America, South East Asia and North America. The influx of buyers from Israel was a nice surprise, while the number of Italian visitors also increased.
“"It was very gratifying to see so many delegations from all over the world, who appreciated the variety of the offer present at Riva del Garda," says Alessandra Albarelli, Director of Riva del Garda Fierecongressi.
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"Ten governmental institutional delegations attended, from India, Turkey, Spain, Portugal, Indonesia, Côte d'Ivoire, Hong Kong, Italy, and the Chinese regions of Sichuan and Wenzhou. By meeting them in the setting of the new Business Club, we were able to get an even deeper insight into their markets and needs. The fact that a number of important trade show associations and institutions from other countries have asked us to work with them to grow their events and the entire sector in their region makes us proud of the work we have done”. The important commitment to the incoming market, made in recent months, has borne fruit and the buyers who came to Expo Riva Schuh & Gardabags appreciated not only the new collections on display, but also the in-depth meetings dedicated to supply chain sustainability and traceability, as well as the various innovations proposed by the start-ups of Innovation Village Retail. The winner of the Innovation Village Competition was announced during the show. The event's Scientific Committee and a broad spectrum of experts and operators in the sector chose WonderStore (wonderstore.ai) as the winner, with ACBC and iHEEL taking the other places on the podium. The start-up, which is already on the market, uses the latest IoT, Computer Vision, AI and storytelling analytics technologies to profile, count, track and analyse customers visiting a shop and provide useful insights to boost sales.
Innovation was not the only theme at Expo Riva Schuh & Gardabags, it also provided an overview of several established and growing markets. The Market Focuses dedicated to Germanspeaking European countries, Latin America, India, the USA and South East Asia highlighted awareness of key industry issues and the close ties with the international network of buyers that the show has built up. “We brought producers and buyers together in an intimate and relaxed setting so that they could get to know each other, tell each other about themselves and identify new opportunities for cooperation”, explains Exhibition Manager GianPaola Pedretti.
“Among the huge amount of information gathered”, she continues, “one consideration stood out above all others: the situation regarding the prolonged shutdown of Chinese and Asian production and logistical difficulties is now returning to normal, but what happened during the pandemic has prompted buyers from all over the world to diversify their sourcing. They have all found in Expo Riva Schuh & Gardabags the ideal platform at which to make contact with a wide range of suppliers, something that, in their opinion, is not offered at any other show”.
We’re therefore back in the light, and Expo Riva Schuh & Gardabags has absolutely no intention of heading back into the dark again. Many concrete initiatives are already planned to further boost trade at the next edition from 17 to 20 June 2023, dedicated to spring/summer 2024.
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Cosa aspettarsi per il prossimo biennio
L’incertezza in cui abbiamo vissuto negli ultimi due anni, causata dalla pandemia, ci accompagnerà anche per il prossimo biennio, ma sarà di segno diverso e metterà a tema nuove problematiche con cui il settore calzature dovrà confrontarsi». È il pensiero di Enrico Cietta, Presidente del Comitato Scientifico di Expo Riva Schuh & Gardabags, che ha illustrato l’evolversi delle filiere produttive internazionali.
L’analisi di Cietta prende il via dai dati registrati dal mercato internazionale nell’ultimo triennio. La produzione mondiale in volume si attesta nel 2021 sulle 22.211 milioni di paia, dopo essere scesa a 20.475 milioni di paia in tempo di Covid, rimanendo ancora lontana dalle 24.279 milioni del 2019.
Una fotografia del settore in cui non sono mutate solo le cifre, ma anche alcuni equilibri. La Cina, pur rimanendo capofila internazionale, ha registrato una perdita di produzione pari a 1,5 miliardi di paia e una perdita di 1,8 miliardi di paia esportate. Un decremento iniziato ancor prima del fenomeno pandemico e che delinea una situazione tesa a delocalizzare porzioni di produzione così come a destinarne una buona parte al mercato interno. Un movimento che ha permesso ad altri paesi asiatici di migliorare le proprie performance. Il Vietnam, infatti, ricopre oggi una quota di produzione mondiale in volume del 6,1% (nel 2017 era del 4,7%); il Pakistan registra un 2,3% (1,7% nel 2017); le Filippine 0,8% (contro lo 0,2% del 2017). In crescita anche l’India, che segna +191 milioni di
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Come evolveranno le filiere produttive nei prossimi due anni. Le considerazioni di Enrico Cietta, Presidente del Comitato Scientifico di Expo Riva Schuh & Gardabags
Enrico Cietta
paia andando a conquistarsi l’11,7% di quota di mercato, e la Turchia +147 milioni di paia (2,5%) la quale ha tratto enorme vantaggio dalla vicinanza con il mercato europeo e dalla possibilità di rappresentare una valida alternativa per superare i problemi legati alla logistica.
Questo rinnovato panorama internazionale dovrà confrontarsi con le incertezze del prossimo biennio. I punti di criticità, secondo Cietta, potrebbero essere rappresentati dalla discontinuità della filiera produttiva cinese, così come dalla bassa crescita economica mondiale che ormai tutti gli organismi internazionali si aspettano.
Segnali di ottimismo, ma pur sempre di incertezza, si ritrovano invece nella forte selezione delle aziende avvenuta in questi anni, che consegna oggi un paesaggio produttivo più solido e stabile, oltre alla differenziazione delle fonti di approvvigionamento, aspetto ormai consolidato.
Cietta’s analysis starts with the data registered by the international market over the last three years. Global production in volume terms was 22,211 million pairs in 2021, after having fallen to 20,475 million pairs during Covid, still far from the 24,279 million reported in 2019.
This snapshot of the sector not only reflects changes in the figures, but also in certain balances. While remaining the international leader, China recorded a loss in production of 1.5 billion pairs and a loss in exports of 1.8 billion pairs. This downward trend began even before the pandemic and reveals a tendency in which some parts of production are delocalised and a large part of it is channelled to the domestic market. This movement allowed other Asian countries to improve their performance. Vietnam now has a 6.1% share of global production in volume terms (versus 4.7% in 2017); Pakistan has 2.3% (1.7% in 2017); the Philippines 0.8% (0.2% in 2017). Other countries showing growth were India, which recorded +191 million pairs, taking an 11.7% market share, and Turkey +147 million pairs (2.5%), which benefited enormously from its proximity to the European market and its ability to provide a viable alternative to overcome logistics problems.
What to expect in the next two years
How production chains will evolve over the next two years. The considerations of Enrico Cietta, President of the Scientific Committee of Expo Riva Schuh & Gardabags
“The uncertainty we have experienced in the last two years, caused by the pandemic, will also be with us for the next two years, but it will have a different origin and will bring new problems that the footwear sector will have to deal with”, commented Enrico Cietta, Chairman of the Expo Riva Schuh & Gardabags Scientific Committee, who explained how international production chains are evolving.
This new international landscape will be beset by uncertainty over the next two years. The critical points, says Cietta, could be the discontinuity of the Chinese production chain, as well as the low global economic growth that all international agencies now expect.
Signs of optimism, but still of uncertainty, can instead be found in the strong company recruitment we have seen in recent years, which now provides a more solid and stable production environment, as well as the now consolidated differentiation of supply sources.
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Per scaricare il rapporto congiunturale completo per il 2023 del sistema pelle-calzature, inquadra il QRcode.
To download the complete economic report for 2023 of the leather-footwear system, scan the QRcode.
Alla scoperta di WonderStore, vincitrice della Start up Competition
WonderStore la vincitrice della Start up Competition del progetto Innovation Village Retail di Expo Riva Schuh & Gardabags, curato da Retail Hub e dedicato ai progetti più innovativi e dirompenti per il settore della distribuzione di calzature e accessori: una tecnologia tutta Made in Italy, che permette di raccogliere dati in-store al fine di comprendere meglio la customer experience e il comportamento del consumatore e quindi migliorare le vendite.
Quando nasce il progetto?
WonderStore nasce nel 2017 e nel giro di pochi anni è è fatta apprezzare ed è stata scelta da numerose aziende e store nel mondo, in Europa, soprattutto a Milano, ma anche in Asia e in America.
In che cosa consiste?
Si aggiudica il concorso dell’Innovation Village Retail alla
98° Expo Riva Schuh & Gardabags la tecnologia studiata per tracciare e conoscere a fondo il comportamento e le caratteristiche del consumatore in store.
Andiamo a conoscere WonderStore grazie alle parole del suo fondatore, Luigi Crudele.
WonderStore sfrutta le tecnologie più all’avanguardia nell’Artificial Intelligence, nello Story Telling Analitics e nella computer vision per profilare, tracciare, classificare e analizzare il cliente all’interno del negozio fisico. È in grado di acquisire e classificare, in tempo reale, per ogni cliente che entra in negozio, parametri fondamentali come sesso, età, etnia, presenza di occhiali, barba o baffi, colore dei capelli, make-up e persino le emozioni che prova, attraverso un sistema che estrae le principali caratteristiche facciali, oltre agli orari di afflusso e le aree dello store più visitate. Tutti i dati raccolti sono anonimi, nella piena salvaguardia della privacy e anonimato della clientela.
Quali benefici ne può ricavare un brand o un’azienda?
Si possono acquisire una serie di informazioni estremamente utili, come ad esempio il numero di persone che transitano davanti al negozio, quanto tempo sostano davanti alla vetrina, quante decidono di entrare nel negozio, così come si può tracciare il numero di persone che vanno nei camerini a provare un prodotto o che scelgono un
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È
determinato prodotto. Permette, inoltre, di migliorare la strategia di marketing del brand, perché è possibile misurare una campagna promozionale e, in generale, migliorare la performance dello store e la gestione dello staff rispetto al tipo di target individuato, guidando il recruiting del personale oppure dando suggerimenti in tempo reale al personale di vendita su azioni da intraprendere. Il sistema è, inoltre, in grado di proporre, attraverso dei monitor, contenuti targettizzati a seconda di chi sta guardando un prodotto, lanciando, ad esempio, messaggi promozionali o sconti direttamente mirati a quello specifico cliente in tempo reale, per invogliarlo all’acquisto. È anche in grado di integrare i dati online e offline, per migliorare ulteriormente la customer experience.
Una migliore conoscenza dei clienti è strategica per ottenere una maggiore efficienza nella gestione dello store e quindi una migliore esperienza di acquisto e soddisfazione del cliente stesso. Questo è il futuro del retail, e WonderStore è una realtà destinata a innovare il mercato, soprattutto perché porta nella dimensione fisica tutte quelle analisi che normalmente troviamo sulla parte web», afferma Massimo Volpe, co-founder Retail Hub.
Discovering WonderStore, winner of the Start up Competition
Winning the Innovation Village Retail competition at the 98th Expo Riva
to collect in-store data in order to better understand the customer experience and consumer behavior and thus improve sales.
When was the project born?
Gardabags
WonderStore is the winner of the Start up Competition of the Innovation Village Retail project of Expo Riva Schuh & Gardabags, curated by Retail Hub and dedicated to the most innovative and disruptive projects for the footwear and accessories distribution sector: an all-Italian technology that allows
WonderStore was born in 2017 and within a few years it has become appreciated and has been chosen by many companies and stores around the world, in Europe, especially in Milan, but also in Asia and America.
What does it consist of?
WonderStore leverages cutting-edge technologies in Artificial Intelligence, Story Telling Analytics and computer vision to profile, track, classify and analyze the customer lining the physical store. It is able to capture and classify, in real time, for each customer who enters the store, key parameters such as gender, age, ethnicity, presence of glasses, beard or mustache, hair color, make-up, and even the emotions he or she feels, through a system that extracts key facial features, as well as the times of influx and the most visited areas of the store. All the data collected is anonymous, in the full safeguard of customer privacy and anonymity.
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Schuh &
is the technology designed to track and deeply know in store consumer behavior and characteristics.
Let's get to know WonderStore through the words of its founder, Luigi Crudele.
What benefits can a brand or company gain from this?
A range of extremely useful information can be captured, such as how many people pass by the store, how long they stand in front of the window, how many decide to enter the store, as well as tracking the number of people who go to the fitting rooms to try a product or who choose a particular product.
It also makes it possible to improve the brand's marketing strategy, because it is possible to measure a promotional campaign and, in general, improve store performance and staff management with respect to the type of target audience identified, guiding staff recruiting or giving real-time suggestions to sales staff on actions to take. The system is, moreover, capable of proposing, through monitors, targeted content depending on who
is looking at a product, launching, for example, promotional messages or discounts directly aimed at that specific customer in real time, to entice them to purchase. It is also able to integrate online and offline data to further enhance the customer experience.
Better knowledge of customers is strategic to achieve greater efficiency in store management and thus a better shopping experience and customer satisfaction. This is the future of retail, and WonderStore is a reality destined to innovate the market, especially because it brings, in the physical dimension, all those analytics that we normally find on the web side," says Massimo Volpe, co-founder Retail Hub.
YouTube Luigi Crudele
Guarda la presentazione di Wonderstore da parte del CEO Luigi Crudele.
Watch Wonderstore’s presentation by CEO Luigi Crudele.
Linkedin the winner
Guarda come ha commentato la vittoria dell’Innovation Village Retail, Elisa Evangelio, Marketing e Communication specialist RTT s.r.l., partner di Wonderstore.
Watch how Elisa Evangelio, Marketing and Communication specialist RTT s.r.l., partner of Wonderstore, commented on the Innovation Village Retail win.
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A Riva del Garda il Made in Italy guarda al mondo
Quali iniziative avete in programma per la promozione del Made in Italy nel settore calzaturiero-pellettiero?
Del ruolo cruciale di appuntamenti come Expo Riva Schuh & Gardabags a favore dell’internazionalizzazione del Made in Italy abbiamo parlato con Maria Maddalena Del Grossodirettore Ufficio Beni Consumo di ICE Agenzia, e Damiano FrancovighPrimo Console e direttore generale per la Promozione del Paese, presenti all’inaugurazione di gennaio della fiera rivana.
“Come ICE Agenzia - afferma Maria Maddalena Del Grosso - supportiamo le fiere internazionali come Expo Riva Schuh nella loro azione di promozione sui mercati esteri, così come supportiamo le aziende italiane espositrici. Inoltre, finanziamo l’incoming di buyer, giornalisti, blogger e influencer esteri verso le fiere italiane, nonché l’incoming nei vari distretti produttivi italiani quali la Riviera del Brenta, la Toscana, la Campania, le Marche, ecc. Finanziamo, inoltre, la partecipazione (in termini di spazio espositivo e di promozione/comunicazione) di aziende italiane alle fiere estere che promuovono il Made in Italy, come Moda Italia Shoes From Italy in Giappone, Coterie a NY e Chicago Collective. Proseguono, inoltre, le azioni di promozione delle aziende italiane sulle piattaforme ecommerce e presso i grandi gruppi di acquisto, così come la campagna di Nation Branding per la promozione del Made in Italy in vari paesi”.
Perché Expo Riva Schuh & Gardabags è una piattaforma di business così importante per voi?
“Le fiere internazionali che si svolgono in Italia, come ERS, sono eventi di estrema importanza – afferma Damiano Francovigh - perché catalizzano l’attenzione, anche grazie al supporto di ICE Agenzia, degli operatori di settore (buyer, giornalisti, blogger ecc.), così da aumentare il networking per le aziende espositrici. Gli espositori, inoltre, hanno la possibilità di raccogliere molte informazioni e idee rispetto quei paesi. Tutto questo fa sì che fiere come ERS diventino delle piattaforme fondamentali di promozione del made in Italy nel mondo, anche sui mercati più lontani e meno conosciuti”.
Inoltre, come sottolinea Maria Maddalena Del Grosso, “ERS è un appuntamento privilegiato di incontro tra la domanda e l’offerta internazionale, con aziende espositrici in grado di produrre grossi volumi, e quindi con linee
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differenziate in grado di soddisfare la domanda del retail di diversi paesi al mondo. Senza contare che ERS è capace di intercettare la domanda di paesi emergenti, facendo dell’Italia un hub internazionale di incontro tra domanda e offerta di calzature e pelletteria. Sul fronte dei visitatori, il profilo internazionale della fiera aumenta la visibilità e promuove le aziende italiane sui mercati stranieri”.
Ci sono delle collaborazioni in programma con ERS & Gardabags?
“Stiamo lavorando allo scouting su un numero crescente di mercati, che vanno ad aggiungersi a quelli tradizionali del sud est asiatico. Penso, ad esempio all’America Latina, dove ci sono paesi interessanti come il Messico, oppure all’Africa sub sahariana”, afferma Maria Maddalena Del Grosso.
Su cosa devono puntare le aziende italiane?
Secondo Damiano Francovigh, oggi le aziende italiane devono puntare sempre di più sulla digitalizzazione, anche a livello di formazione del personale, al fine di arrivare più facilmente sui mercati esteri: “Una prerogativa che interessa in particolare le Pmi, che devono aprirsi ai mercati internazionali per restare vive e crescere”.
Maria Maddalena Del Grosso, invece, sottolinea come il calo demografico dell’Occidente, con conseguente calo economico, unito alle difficoltà legate all’avvento della pandemia e della guerra in Ucraina portino alla necessità per le aziende italiane di ripensare il proprio posizionamento tradizionale e aprirsi a nuovi mercati. “Penso, ad esempio, all’India, all’Indonesia, al Vietnam, alla Tailandia, dove le aziende italiane si possono posizionare sulla fascia alta del mercato, oltre che instaurare proficue collaborazioni produttive. Ma vanno considerati anche altri mercati interessanti e nuovi, come si diceva pocanzi: l’Africa sub sahariana, che presenta una crescita della classe media molto elevata, e l’America Latina, con paesi come il Messico e la Colombia, che offrono sbocchi di crescita interessanti per le aziende italiane”.
About the crucial role of appointments such as Expo Riva Schuh & Gardabags in favor of the internationalization of Made in Italy, we spoke with Maria Maddalena Del Grossodirector of the Consumer Goods Office of ICE Agency, and Damiano
Francovigh - First Consul and Director General for Country Promotion, who were present at the January opening of the Riva fair.
What initiatives are you planning for the promotion of Made in Italy in the footwear-skin sector?
"As the ICE Agency," says Maria Maddalena Del Grosso, "we support international fairs such as Expo Riva Schuh in their promotional efforts in foreign markets, just as we support Italian exhibiting companies. In addition, we finance the incoming of foreign buyers, journalists, bloggers and influencers to Italian trade fairs, as well as the incoming to the various Italian production districts such as Riviera del Brenta, Tuscany, Campania, Marche, etc. We also fund the participation (in terms of exhibition space and promotion/communication) of Italian companies in foreign fairs that promote Made in Italy, such as Moda Italia Shoes From Italy in Japan, Coterie in NY and Chicago Collective. Actions to promote Italian companies on e-commerce platforms and at large buying groups also continue, as does the Nation Branding campaign to promote Made in Italy in various countries."
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At Riva del Garda, Made in Italy looks to worldwide
Why is Expo Riva Schuh & Gardabags such an important business platform for you?
"International trade fairs that take place in Italy, such as ERS, are extremely important events," says Damiano Francovigh, "because they catalyze the attention, also thanks to the support of ICE Agenzia, of sector operators (buyers, journalists, bloggers, etc.), so as to increase networking for exhibiting companies. Exhibitors also have the opportunity to gather a lot of information and ideas with respect to those countries. All this makes fairs such as ERS become key platforms for promoting Made in Italy in the world, even in the most distant and lesserknown markets."
In addition, as Maria Maddalena Del Grosso points out, "ERS is a privileged meeting point between international supply and demand, with exhibiting companies able to produce large volumes, and therefore with differentiated lines able to meet the retail demand of different countries in the world. Not to mention that ERS is able to intercept demand from emerging countries, making Italy an international hub for matching supply and demand for footwear and leather goods. On the visitor front, the international profile of the fair increases visibility and promotes Italian companies in foreign markets."
Are there any collaborations planned with ERS & Gardabags?
"We are working on scouting a growing number of markets in addition to the traditional Southeast Asian markets. I am thinking, for example, of Latin America, where there are interesting countries like Mexico, or sub-Saharan Africa," says Maria Maddalena Del Grosso.
What should Italian companies focus on?
According to Damiano Francovigh, Italian companies today need to focus more and more on digitization, also at the level of staff training, in order to reach foreign markets more easily: "A prerogative that particularly concerns SMEs, which must open up to international markets in order to stay alive and grow." Maria Maddalena Del Grosso, on the other hand, stresses how the demographic decline in the West, with the consequent economic downturn, combined with the difficulties related to the advent of the pandemic and the war in Ukraine lead to the need for Italian companies to rethink their traditional positioning and open up to new markets. "I'm thinking, for example, of India, Indonesia, Vietnam, and Thailand, where Italian companies can position themselves at the high end of the market, as well as establish profitable manufacturing partnerships. But other interesting and new markets should also be considered, as mentioned earlier: sub-Saharan Africa, which has very high middle class growth, and Latin America, with countries such as Mexico and Colombia, which offer interesting growth outlets for Italian companies."
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Maria Maddalena Del Grosso
Damiano Francovigh
Il Business Club di Expo Riva Schuh & Gardabags
Da sempre la vocazione di Expo Riva Schuh & Gardabags è quella di mettere in contatto e far incontrare le persone creando opportunità di business, favorendo lo scambio di conoscenza e promuovendo spazi di formazione e aggiornamento su progetti che siano rilevanti e di impatto nel settore degli accessori moda. Dalla collaborazione fra Riva del Garda Fierecongressi e DDM Branding, agenzia internazionale di comunicazione con sedi in Italia e negli Stati Uniti, è scaturito un progetto innovativo, sostenibile ed utile: il Business Club.
Un’area, all’interno dello spazio fieristico, dedicata a ospitare, su invito, il pubblico di rilievo delle varie manifestazioni. Un’area di accoglienza in cui potersi rilassare prima di rigettarsi nella frenesia della fiera, ma anche un punto strategico per molte e diverse attività, grazie alle diverse aree che la caratterizzano: un caffè, un bistrot, una zona relax e una zona meeting.
Dieci delegazioni governative internazionali, più di 8.600 presenze provenienti da 100 paesi e un +5% di visitatori extra UE.
Queste le cifre che consentono a Expo Riva Schuh & Gardabags di chiudere un’edizione che ha permesso agli operatori della calzatura e della pelletteria di ritrovare slancio nei loro affari.
Nella Sala Meeting, su prenotazione, hanno potuto riunirsi fino a 10 persone. Location perfetta per incontri e riunioni importanti.
Il Bistrot prevede 40 posti destinati agli ospiti che vorranno pranzare oppure organizzare conviviali incontri di business. Proprio in questo spazio, nella prima giornata di fiera, è stato organizzato l’evento Wine & Shoes, curato da AIS - Associazione Sommelier del Trentino
Anche l’Open Bar si è prestato perfettamente per una pausa rilassante o un aperitivo di lavoro, anche grazie alla maestria dell’Associazione Cuochi Trentini, incaricata di prendersi cura della parte Bistrot e Open Bar.
Il visual dell’area si compone di linee blu armoniche e ondulate che si incontrano, richiamando l’idea di unione come punto d’incontro, simbolo e valore fondante del Business Club.
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Il Business Club è realizzato con i materiali di PolyPiù, sinonimo di esperienza nell’edilizia civile e industriale, che realizza materiali in policarbonato molto resistenti. Pannelli interamente riciclabili a fine vita e che quindi permettono a Riva del Garda Fierecongressi di tenere fede ai propri valori fondamentali legati al tema sostenibilità
Il Business Club ha debuttato nell’edizione di gennaio 2023 di Expo Riva Schuh & Gardabags, per poi caratterizzare tutte le manifestazioni fieristiche rivane fino a tutto il 2024.
TheExpoRivaSchuh &GardabagsBusinessClub
The collaboration between Riva del Garda Fierecongressi and DDM Branding, an international communication agency with offices in Italy and the USA, has resulted in an innovative, sustainable and useful project: the Business Club. An area, within the exhibition space, dedicated to hosting, upon invitation, the important public of the various events. A reception area where one can relax before throwing oneself back into the frenzy of the trade fair, but also a strategic point for many different activities, thanks to the different areas that characterise it: a café, a bistro, a relaxation area and a meeting area.
In the Meeting Room, up to 10 people could gather by reservation. The perfect location for important meetings and gatherings.
The Bistrot provides 40 seats for guests who wish to have lunch or organise convivial business meetings. In this very space, on the first day of the fair, the Wine & Shoes event was organised, organised by AIS - Associazione Sommelier del Trentino.
The Open Bar also lent itself perfectly for a relaxing break or a business aperitif, also thanks to the mastery of the Associazione Cuochi Trentini (Association of Trentino Chefs), which took care of the Bistrot and Open Bar area.
The vocation of Expo Riva Schuh & Gardabags has always been to connect and bring people together by creating business opportunities, fostering the exchange of knowledge, and promoting spaces for training and updating on projects that are relevant and impactful in the fashion accessories sector.
The visual of the area is composed of harmonious, undulating blue lines that meet, recalling the idea of union as a meeting point, the symbol and founding value of the Business Club. The Business Club is made of materials by PolyPiù, synonymous with experience in civil and industrial construction, which produces highly resistant polycarbonate materials. Panels that are entirely recyclable at the end of their life and therefore allow Riva del Garda Fierecongressi to keep faith with its fundamental values linked to the theme of sustainability.
The Business Club debuted in the January 2023 edition of Expo Riva Schuh & Gardabags, and will then characterise all of Riva's trade fairs until the end of 2024.
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Business, sustainability and innovation, these are the key words that characterise the new area, inside the exhibition space, reserved for institutional appointments with the personalities present during the days of Expo Riva Schuh & Gardabags.
Il console indiano a Expo Riva Schuh
AExpo Riva Schuh & Gardabags sono presenti numerose aziende indiane: cosa ci può dire in merito a questa nutrita partecipazione?
Le aziende indiane partecipano a questo appuntamento fieristico da molto tempo, guidate dal CLE - Council for Leather Exports, ma presenti anche in modo indipendente.
L’India è, infatti, tra i primi 5 paesi più rappresentati in fiera in termini di numero di aziende espositrici, ed ERS è da sempre un evento molto conosciuto e apprezzato.
Qual è la loro impressione sulla fiera?
Sono molto soddisfatte del supporto fornito dall’organizzazione e dell’atmosfera vivace e di business che si respira nei padiglioni. Questa manifestazione offre molte opportunità, sia per le aziende italiane interessate a fare business in India, sia per quelle indiane che mirano ad affermarsi sul mercato europeo e internazionale. Oggi, in EU, l’Italia rappresenta il principale partner per le aziende indiane.
Qual è la situazione del mercato della pelle e delle calzature in India?
L’India è, da sempre, uno dei paesi più rappresentati alla fiera di Riva del Garda: all’edizione di gennaio
2023 con 34 aziende guidate
dal CLE, cui si sommano quelle indipendenti. Abbiamo incontrato
Mrs. T. Ajungla Jamir, Console Generale dell’India, in visita a ERS.
Il Covid ha avuto un impatto importante per le aziende in tutto il mondo, e oggi l’attenzione è rivolta alla ricerca di nuovi mercati e opportunità di business. Il governo indiano ha messo in atto diverse misure volte a incoraggiare gli investimenti stranieri e il business in India e a supportare le aziende indiane nel loro sviluppo all’estero. Credo che questo sia il momento giusto per le aziende indiane per ampliare il loro business in Italia, perché il Covid ha dischiuso nuove opportunità e gli italiani paiono molto interessati e attratti dalla cultura indiana. Allo stesso modo, ritengo che questo sia il momento ideale per le aziende italiane ed europee per investire nel nostro paese, perché l’India vanta una lunga tradizione manifatturiera nel settore pelle e calzature, prodotti di eccellenza, e una supply chain ben sviluppata. L’appuntamento di
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Mrs. T. Ajungla Jamir
Expo Riva Schuh & Gardabags è, quindi, un’occasione imperdibile per avviare nuove e proficue collaborazioni, essendo dedicato al business B2B a livello internazionale.
Indian Consul atExpoRivaSchuh
panies interested in doing business in India and for Indian companies aiming to establish themselves in the European and international markets. Today, in EU, Italy is the main partner for Indian companies.
What is the situation of the leather and footwear market in India?
Covid has had a major impact for companies around the world, and today the focus is on finding new markets and business opportunities. The Indian government has put in place several measures to encourage foreign investment and business in India and to support Indian companies in their development abroad. I believe this is the right time for Indian companies to expand their business in Italy, because Covid has opened up new opportunities and Italians seem very interested and attracted to Indian culture. Likewise, I believe this is the ideal time for Italian and European companies to invest in our country, because India has a long manufacturing tradition in leather and footwear, excellent products, and a well-developed supply chain. The appointment of Expo Riva Schuh & Gardabags is, therefore, an unmissable opportunity to start new and profitable collaborations, being dedicated to B2B business at an international level.
Many Indian companies exhibit at Expo Riva Schuh & Gardabags: what can you tell us about this important participation?
Indian companies have been participating in this expo for a long time, led by the CLE - Council for Leather Exports, but also present independently. In fact, India is among the top 5 most represented countries at the fair in terms of the number of exhibiting companies, and ERS has always been a well-known and popular event.
What is their impression of the fair?
They are very satisfied with the support provided by the organization and the lively and business atmosphere in the halls. This event offers many opportunities, both for Italian com-
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India is, as always, one of the most represented countries at the Riva del Garda exhibition: at the January 2023 edition, with 34 CLE-led companies, to which independent companies are added. We met with Mrs. T. Ajungla Jamir, Consul General of India, who was visiting ERS.
La Germania tra esitazione e fiducia
Cosa sta succedendo in Germania?
Quali sono i temi che interessano
il mercato DACH? In occasione di Expo Riva Schuh & Gardabags, i rappresentanti del commercio al dettaglio e delle associazioni di acquisto di Germania, Austria e Svizzera si sono incontrati per una tavola rotonda con l'esperta di calzature e tendenze
Dr. Claudia Schulz.
Expo Riva Schuh & Gardabgs, in quanto fiera di volume che accompagna l’inizio di ogni nuovo ciclo di ordini, diventa un importante indicatore dell'umore del settore. Come stanno andando le cose nel mercato DACH e quali sono i temi che scottano nell'industria? Sono state le domande che la dottoressa Claudia Schulz ha esplorato nel panel di discussione “Fashion & Trends - Market Focus Germany". Inoltre, la tavola rotonda internazionale ha trattato le tendenze della moda per l'autunno/inverno 2023/24. Molti problemi gravano sul settore: le imprevedibilità politiche ed economiche gravano sia sull'industria che sul commercio. La pressione sui costi è immensa. Il tasso
di inflazione rimane elevato. Inoltre, i costi dell'energia e degli affitti sono aumentati e il salario minimo fa lievitare i costi del personale. Uno scenario davvero poco rilassante, rispetto al quale l'interesse per la nuova moda passa spesso in secondo piano. L’entusiasmo per la nuove collezioni e la decisione di inserire nuovi marchi nell'assortimento è difficile per molti acquirenti, anche a causa della mancanza di limiti. In tempi di tensione economica, le persone preferiscono affidarsi a fornitori fidati. La sicurezza prima di tutto. Eppure questo sarebbe il momento giusto per investire e stimolare i consumatori con nuove proposte. Ma la situazione è difficile. I rivenditori sono molto cauti e non sono abbastanza aperti a nuovi concetti. Eppure hanno urgentemente bisogno di affrontare le questioni di produttività e innovazione. Si tratta di concetti che attraggono i consumatori durante tutto l’anno e li motivano all'acquisto. In un contesto di esplosione dei costi, sarebbe urgente aumentare i prezzi medi per ottenere il rendimento necessario. Ma i consumatori sono disposti a spendere di più per scarpe nuove in una situazione già tesa? È discutibile. Ancora una volta, sembra che i tedeschi abbiano particolarmente a cuore questi problemi, mentre in Austria e in Svizzera sono molto più ottimisti riguardo alla nuova stagione. Cosa si dice sui blocchi degli ordini?
Ancora una volta, è stato il clima a risollevare il morale dei rivenditori, almeno nel breve periodo. Le giornate fredde e invernali hanno alimentato le vendite di stivali con fodera calda, hanno svuotato i magazzini e (nella fase di vendita) hanno portato maggiori guadagni nelle casse. E come vengono accolte le nuove collezioni? La funzionalità e il comfort sono una cosa. Soprattutto per le scarpe da uomo. caratteristiche come le membrane Tex, i sottopiedi estraibili e le cerniere sono indispensabili. Oltre alla marea di modelli outdoor, sono di nuovo in aumento i chelsea boots, anche in versioni più curate. Sull’altro versante, l'industria e il commercio confermano una chiara tendenza verso una maggiore femminilità e un look più raffinato. I mocassini, le décolleté e perfino le ballerine hanno ottenuto buoni risultati nel segmento delle scarpe basse. La lucentezza, il glitter e il glamour sono attraenti. Anche i colori metallici (argento!) e la vernice sono tornati di moda.
Inoltre, sono ricercati gli stivaletti puliti adatti all'uso quotidiano. La sneaker è ancora presente, ma in ritirata. Gli stivali da neve trapuntati e metallizzati lucidi non sono più
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Fashion & Trends - Market Focus Germany - Expo Riva Schuh & Gardabags
solo un accessorio per la neve e la pantofola sta diventando adatta per uscire, in versione vaporosa. A livello internazionale, gli stivali western stanno andando molto bene, anche se la Germania è ancora indietro. E i colori? "Il nero è tornato" di gran moda e quindi tutt'altro che standard. Ma affinché le vetrine non diventino troppo cupe il prossimo autunno/inverno, è necessario il colore. Il viola e il rosa, soprattutto la tonalità Pantone "Viva Magenta", potrebbero dare nuovi accenti. Il cognac e il grigio sono in arrivo. Il verde rimane importante come simbolo di freschezza e fiducia. Il settore calzaturiero ha bisogno di entrambi questi valori! La tavola rotonda concorda su una cosa: dopo una lunga fase piena di cesure, il 2023 è ancora un anno di incertezza e rischi, ma anche di molte innovazioni e fiducia.
Germanybetweenhesitationand confidence
What’s going on in Germany? What issues are occupying the DACH market? On the occasion of Expo Riva Schuh & Gardabags, representatives of the retail trade and buying associations from Germany, Austria and Switzerland met for a roundtable discussion with shoe and trend expert Dr. Claudia Schulz.
Expo Riva Schuh & Gardabags, as the kick-off fair for every new order round, is also an important indicator of the current mood in the sector. How things are going in the DACH market and which topics are burning under the nails of the industry were the questions Dr. Claudia Schulz explored in the discussion panel “Fashion & Trends - Market Focus Germany”. In addition, the international roundtable dealt with the fashion trends for autumn/winter 2023/24. Many problems burden the industry: political and economic imponderables burden industry and trade alike. Cost pressure is immense. The inflation rate remains high. In addition, energy and rental costs have risen and the minimum wage is driving up personnel costs. Truly not a relaxed scenario, against which interest in the new fashion often takes a back seat. The
enthusiasm for new fashion and the decision to include new brands in the assortment is difficult for many buyers, not least because of the lack of limits. In economically strained times, people prefer to rely on trusted suppliers. Safety first. Yet now would be the right moment to invest and stimulate consumers for new shoes and fashion. But the situation is difficult. Retailers are very cautious and not really open to new concepts. Yet they urgently need to address the issue of productivity and innovation. It's about concepts that appeal to consumers twelve months a year and motivate them to buy, so the conclusion. Against the background of the cost explosion, higher average prices would be urgently needed to achieve the necessary return. But whether consumers are willing to spend more money on new shoes in the already tense situation? Questionable. Once again, it seems that Germans are taking these problems particularly to heart. In Austria and Switzerland, people are much more optimistic about the new season. What about order blocks?
Once again, it's the weather that has ended up boosting retailers' spirits, at least in the short term. The cold, wintry days have fuelled sales of warm-lined boots, cleared the warehouses and (in the sale phase) flushed a little money into the coffers. And how are the new collections being received? Function and comfort are one thing. Especially for men's shoes, features like Tex membranes, removable footbeds and zippers are indispensable. In addition to the flood of outdoor styles, chelsea boots, also in neater versions, are on the rise again. On the other side, industry and commerce confirm a clear trend towards more femininity and a more refined look. Loafers, pumps and even ballerinas are rated well in the low shoe segment. Shine, glitter and glamour are appealing. Metallics (silver!) and patent are also back in the order.
In addition, clean ankle boots suitable for everyday wear are sought after. The sneaker is still present, but is in fashion retreat. Quilted, shiny metallic snow boots are by no means just a topic for the snow. And the slipper is becoming suitable for going out as a fluffy version. Internationally, western boots are doing extremely well; Germany is still lagging behind. And the colours? "Black is back" - highly fashionable and thus anything but standard. So that the windows don't get too gloomy next autumn/winter, colour is needed. Violet and pink, above all the Pantone shade "Viva Magenta" could set fresh accents. Cognac and grey are coming. Green remains important as a symbol of freshness and confidence. The shoe sector can really use both! The roundtable agrees on one thing: after a long phase full of caesuras, 2023 is still a year of uncertainty and risks, but also with many innovations and confidence.
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Mercato DACH: l’andamento delle vendite è positivo
Qual è l'umore generale in Germania?
Innanzitutto la buona notizia: l'umore negativo si è dissolto. Gli affari vanno bene in questo momento. Nel 2022, i rivenditori ANWR sono riusciti a ottenere un incremento del 10% rispetto all'anno precedente. Segnali positivi anche per quanto riguarda la stagione in corso: la merce per la primavera/estate sta arrivando per tempo. I rivenditori sfruttano questo periodo per trarre ispirazione e sono quindi più informati quando arriva il momento di fare gli ordini. Attualmente registriamo una crescita nella vendita al dettaglio al banco; online, invece, assistiamo a cali tra il 20 e il 30%. Per quanto riguarda la Svizzera: i rivenditori sono molto soddisfatti. Il gruppo premium si è comportato molto meglio del resto del mercato. In Svizzera stiamo anche beneficiando della chiusura dei negozi Vögele. Anche in Austria l'andamento delle vendite è stato positivo nel 2022, ad eccezione dei mesi di dicembre e gennaio, quando la neve è stata troppo poca e quindi la domanda di articoli caldi è diminuita.
Cosa preoccupa i rivenditori dell'ANWR?
Dopo la fiera e prima della fiera. Poco prima dell'inizio del Micam, la dott.ssa Claudia Schulz
ha parlato con Tobias Eichmeier, COO di ANWR Group EG, riguardo alla situazione attuale del mercato DACH
A preoccupare il commercio sono gli incalcolabili aumenti dei costi per gli affitti e il personale. L'inflazione di circa il 10% avrà un impatto anche sui salari. Ciò significa che, a seguito dell'aumento del salario minimo previsto dalla legge, ci si può aspettare un aumento generale delle richieste salariali da parte dei dipendenti. L'inflazione ha un impatto anche sugli affitti dei negozi. Grazie ai canoni di locazione indicizzati, gli affitti aumentano in base al tasso di inflazione. Il tema dei dipendenti ha molte sfaccettature: l'attenzione è rivolta al reclutamento e alla qualità del personale e alla sua fidelizzazione.
In che modo l'ANWR sostiene i propri soci per iniziare la nuova stagione con ottimismo e forza?
Sosteniamo il commercio con una consulenza aziendale completa. La nostra consulenza a 360 gradi comprende la
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Tobias Eichmeier - COO di ANWR Group EG
strategia, la redditività, la digitalizzazione, la consulenza sugli acquisti, la pianificazione dei limiti, l'assortimento e la profilazione, il personale e l'ulteriore sviluppo, nonché la consulenza sulle sedi. Inoltre, abbiamo sviluppato una bussola dei prodotti che fornisce le prime tendenze con informazioni concrete sugli acquisti. Offriamo ai rivenditori anche l'accesso ai principali marchi sportivi, proponiamo marchi di proprietà come Longo o Natural Sense, e alle nostre fiere di settore. Il contatto diretto e personale è importante per noi. Il 25 aprile si terrà l'ANWR Focus Day. L'attenzione si concentrerà sui tre temi chiave della digitalizzazione, delle risorse umane e della sostenibilità.
Com'è andato il 2022 per ANWR?
A livello internazionale, il volume della ZR è aumentato del 27,2%, raggiungendo 1,4 miliardi di euro. In Germania, la crescita del settore calzaturiero è stata del 32,4%, in Austria del 30,8% e in Svizzera del 27%.
Market DACH: salestrendispositive
After the fair and before the fair. Shortly before the start of Micam, Dr. Claudia Schulz spoke with Tobias
Eichmeier, COO at ANWR Group
EG, about the current situation in the DACH market.
What is the general mood in Germany?
The good news first: the negative mood has dissipated. Business is good right now. In 2022, ANWR dealers were able to achieve a plus of 10% compared to the previous year. Positive signals also regarding the current season: the goods for spring/summer are arriving on time. Retailers are using the time for inspiration and are therefore better informed when it comes to ordering later. We are currently registering growth in over-the-counter retail; online, on the other hand, we are seeing declines of between 20 and 30%. Regarding Switzerland: the Swiss retailers are very satisfied. The premium group has performed much better than the rest of the market. We are also benefiting in Switzerland from the closure of the Vögele shops. Sales development in Austria was also positive in 2022; except for December and January, as there was too little snow and thus less demand in the area of warm-lined functional goods.
What are the ANWR retailers concerned about?
It is the incalculable cost increases for rents and personnel that are a concern for the trade. Inflation of around 10% will also have an impact on wage settlements. This means that as a result of the legally raised minimum wage, higher wage demands by employees can be expected overall. Inflation also has an impact on shop rents. Due to index-linked rents, rents increase in line with the rate of inflation. The topic of employees has many facets: the focus is on staff recruitment, staff quality and staff retention.
How does ANWR support its members to start the new season optimistically and strongly?
We support the trade with comprehensive business consulting. Our 360-degree consulting includes strategy consulting, profitability, digitalisation, purchasing consulting, limit planning, assortment and profiling, personnel and further development as well as location consulting. In addition, we have developed a product compass that provides initial tendencies and trends with concrete purchasing information. We also offer retailers access to the major sports brands, offer attractive own brands such as Longo or Natural Sense and our own order fairs. Direct, personal contact is important to us. The ANWR Focus Day will take place on 25 April. The focus here will be on the three key topics of digitalisation, human resources and sustainability.
How did 2022 go for ANWR?
Internationally, the ZR volume increased by 27.2% to 1.4 billion euros. In Germany, the growth in the footwear sector was 32.4%, in Austria 30.8% and in Switzerland 27%.
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Bassepi debutta a Gardabags
sata esperienza come Product Manager in grandi realtà industriali come Fiat, Indesit, Ferrari e Maserati, e che fa tesoro della mia attuale posizione di presidente della Camera di Commercio italiana a Izmir, unita alla tradizione artigianale turca e alla qualità dei materiali”. Bassepi mira ad affermarsi come un brand dal respiro internazionale e dalla forte impronta sostenibile: “Oggi, però, lavoriamo soprattutto conto terzi attraverso la nostra società BSP Bag, con una capacità produttiva che può arrivare a 3mila pezzi al mese”.
Come si caratterizza la vostra produzione? Siamo specializzati in pelletteria in vera pelle, e in materiali naturali e sostenibili come raffia, cotone, shearling. Curiamo in modo particolare la scelta dei materiali e la lavorazione, che in molti casi avviene a mano e che coinvolge soprattutto donne, con risvolti significativi anche sul fronte sociale. Siamo molto attenti alle condizioni di lavoro nella nostra fabbrica, che rispecchiano appieno i più moderni parametri europei (lean manufacturing).
Quali sono i vostri mercati di riferimento?
I nostri principali clienti sono piccole catene e boutique di paesi come il Giappone, gli USA (Los Angeles in particolare) e l'Australia. Il mercato giapponese, nello specifico, è molto interessato all'aspetto sostenibile della nostra produzione e alla linea realizzata con materiali naturali. Circa il 60 per cento della nostra produzione è destinato al mercato locale, dove abbiamo clienti importanti come la catena di negozi Beymen. Puntiamo, comunque, con il nuovo brand Bassepi a far crescere il mercato estero, anche grazie alla partecipazione a fiere internazionali come quella di Riva del Garda.
Qual è la vostra impressione su questa prima presenza da espositori a Gardabags?
Bassepi è il neonato brand di Derin Koc, azienda nata più di una decina di anni fa in Turchia e specializzata in pelletteria di qualità, destinata principalmente al mercato turco.
“Il debutto del marchio è avvenuto a Mipel, lo scorso settembre a Milano, ma è a Gardabags che abbiamo presentato la collezione alla grande distribuzione internazionale. A contraddistinguerci è un'organizzazione della produzione che si ispira alla mia pas-
Siamo molto soddisfatti. Abbiamo avuto contatti importanti con aziende estere, giapponesi e americane soprattutto, ma abbiamo incontrato anche buyer provenienti da Dubai ed europei (da Croazia e Polonia), che si sono dimostrati molto interessati alla produzione Turca. La Turchia, infatti, ha assunto un ruolo sempre più di riferimento per il sourcing calzaturiero e pellettiero dopo il Covid e il conseguente aumento dei costi dei trasporti e il rallentamento di produzione e consegne dal Far East a seguito dei vari lockdown. La Turchia vanta, inoltre, una
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Un'organizzazione produttiva ispirata alle grandi realtà industriali unita all’artigianalità turca, per un brand in rapida ascesa. Ce ne parla Pietro Alba, co-fondatore di Bassepi.
lunga tradizione manifatturiera, materiali di qualità - a cominciare dai pellami - e gode di una posizione ottimale di 'ponte' tra Oriente e Occidente. Nel nostro caso, abbiamo abbinato a questi ‘plus’ tipici del paese, un'organizzazione della produzione efficiente e moderna, ispirata alle grandi realtà industriali europee. Siamo, così, in grado di offrire una produzione di alta qualità a prezzi molto competitivi, ma anche piccole quantità e tempi di consegna molto rapidi, un servizio sempre più importante per le aziende che operano nel business online.
Bassepi debuts at Gardabags
combined with Turkish craftsmanship tradition and quality materials." Bassepi aims to establish itself as a brand with an international outlook and a strong sustainable footprint. "Today, however, we mainly work on behalf of third parties through our company BSP Bag, with a production capacity of up to 3 thousand pieces per month."
How is your production characterized?
We specialize in genuine leather goods, and in natural and sustainable materials such as raffia, cotton, and shearling. We pay particular attention to the choice of materials and processing, which in many cases is done by hand and involves mostly women, with significant implications on the social front as well. We pay close attention to the working conditions in our factory, which fully reflect the most modern European parameters (lean manufacturing).
What are your target markets?
Bassepi is the fledgling brand of Derin Koc, a company founded more than a decade ago in Turkey and specializing in quality leather goods primarily for the Turkish market. "The brand's debut took place at Mipel last September in Milan, but it was at Gardabags that we presented the collection to large international retailers. What sets us apart is an organization of production that is inspired by my past experience as a product manager in large industrial realities such as Fiat, Indesit, Ferrari and Maserati, and that treasures my current position as president of the Italian Chamber of Commerce in Izmir,
Our main customers are small chains and boutiques in countries such as Japan, the U.S. (Los Angeles in particular) and Australia. The Japanese market, specifically, is very interested in the sustainable aspect of our production and the line made from natural materials. About 60 percent of our production is for the local market, where we have important customers such as the Beymen chain of stores. We aim, however, with the new brand Bassepi to grow the foreign market, also through participation in international fairs such as the one in Riva del Garda.
What is your impression of this first exhibitor presence at Gardabags?
We are very satisfied. We have had important contacts with foreign companies, Japanese and American mainly, but we also met buyers from Dubai and Europe (from Croatia and Poland), who were very interested in Turkish production. Turkey, in fact, has become more and more of a reference for footwear and leather sourcing after Covid and the consequent increase in transportation costs and the slowdown in production and deliveries from the Far East following the various lockdowns. Turkey also has a long manufacturing tradition, quality materials - starting with leathers - and enjoys an optimal position as a 'bridge' between East and West. In our case, we have combined these 'pluses' typical of the country with an efficient and modern production organization, inspired by the great European industrial realities. We are, thus, able to offer high quality production at very competitive prices, but also small quantities and very fast delivery times, an increasingly important service for companies operating in the online business.
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A production organization inspired by large-scale industries combined with Turkish craftsmanship for a fast-rising brand. Pietro Alba, co-founder of Bassepi, tells us about it.
Aumenta la contraffazione in Italia: +150% rispetto al 2021
e arte, e genera perdite per l’Italia di quasi 4 milioni di euro (Guardia di Finanza, 2022). Secondo la Camera di Commercio Internazionale, invece, per l’anno in corso, si prevede che a livello mondiale i posti di lavoro messi a rischio dal mercato grigio ammontino a 5,4 milioni.
I giovani e il mercato della contraffazione
Dallo studio “La seconda vita dei beni contraffatti in Italia. Casi studio dal mondo dell’arte e della moda” emerge come, nella prima metà del 2022, siano stati intercettati in Italia oltre 3 milioni di articoli contraffatti, + 150% sui primi 6 mesi del 2021. Oggi l’Italia è il quarto paese al mondo per beni contraffatti, in particolare nei settori moda, cosmetici e arte.
Rome Business School, che fa parte di Planeta Formación y Universidades - un network internazionale creato nel 2003 da De Agostini e dal Gruppo Planeta - ha pubblicato la ricerca “La seconda vita dei beni contraffatti in Italia. Casi studio dal mondo dell’arte e della moda”, che analizza quello che rappresenta un pericolo crescente non solo per i consumatori, ma anche per le aziende e l’intera economia mondiale. La contraffazione, infatti, ha segnato nel 2019 un giro d’affari di 412 miliardi di euro, corrispondenti al 2,5% del commercio mondiale. A livello europeo, si stima che il 56% dei sequestri delle merci contraffatte provenga da vendite nel web.
Il giro d’affari della contraffazione in Italia
Oggi l’Italia è il quarto paese al mondo per beni contraffatti, dopo Stati Uniti, Francia e Germania, per un ammontare totale delle perdite pari a circa 225 milioni di euro. In particolare, la contraffazione riguarda i settori moda, cosmetici
A giugno 2022, l’EUIPO ha condotto uno studio volto a indagare le abitudini dei giovani nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni in relazione all’uso di prodotti contraffatti e pirati. Dall’analisi emerge che: il 37% dei giovani intervistati dichiara di aver comprato tramite un canale di e-commerce almeno un prodotto falso negli ultimi 12 mesi (contro il 14% del 2021); e che 1 ogni 5 giovani europei ha usufruito di servizi pirati online negli ultimi mesi precedenti, nello specifico film (61%), serie tv (52%), musica (36%), software e eventi sportivi in diretta (entrambi al 35%). Vestiti e accessori rimangono al primo posto (17%), seguiti da calzature (14%), dispositivi elettronici (13%) e prodotti per l’igiene, cosmetici, cura della persona e profumi (12%). Talvolta gli acquirenti non lo fanno intenzionalmente, ma vengono indotti in errore date le difficoltà nel distinguere i prodotti autentici dai contraffatti, in particolare nell’online, dove si può incappare in prodotti contraffatti con maggiore facilità.
Strumenti per contrastare la contraffazione
“Codici a barre, identificazione a radiofrequenza, tag scansionabili e tecnologia blockchain, sono solo alcuni esempi di applicazioni che hanno l'obiettivo di proteggere e salvaguardare i marchi e i consumatori finali. afferma Valerio Mancini, tra gli autori della ricerca. Cosa fare, invece, delle migliaia di beni contraffatti sequestrati ogni anno? Mancini sostiene che bisognerebbe “reintrodurre le merci sul mercato una volta confermato che non pongono nessun rischio per le persone. Questo in un’ottica di sostenibilità e di economia circolare, soprattutto considerando la scarsità delle materie prime. La pratica della distruzione, oggi più che mai è altamente dannosa per l’ambiente”. Mancini aggiunge, inoltre, che si potrebbero usarne le parti non riciclabili per la creazione di combustibili di fonte alternativa, come proposto da numerose realtà e startup, come “Ri-Circola”. In merito alle opere d’arte, un’alternativa per rimetterle
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in circolazione è metterle all’asta, venderle o destinarle a finalità sociali. Sicuramente però, ci sono opere che non possono semplicemente avere una seconda vita nel mercato, perché appartengono alla storia dell’umanità. In questo caso, vale la pena mettere in luce esempi virtuosi come il “Museo dell’Arte Salvata”, una sezione del Museo Nazionale Romano inaugurata lo scorso anno, che accoglie opere d’arte trafugate, disperse, vendute o esportate illegalmente. Un’ulteriore ipotesi al vaglio per la protezione delle merci è l’istituzione di un osservatorio scientifico di monitoraggio, con una banca dati condivisa da gestori dei marketplace, aziende proprietarie dei marchi, operatori postali, forze dell’ordine e altre autorità pubbliche. Infine, l’idea di tavoli di collaborazione con le aziende di moda e lusso, per arginare il fenomeno.
IncreaseincounterfeitinginItaly: +150%comparedto2021
From the study “The Second Life of Counterfeit Goods in Italy. Case studies from the world of art and fashion” shows how, in the first half of 2022, more than 3 million counterfeit items were intercepted in Italy, + 150% over the first 6 months of 2021. Today Italy is the fourth largest country in the world for counterfeit goods, particularly in the fashion, cosmetics and art sectors.
Rome Business School, part of Planeta Formación y Universidades - an international network created in 2003 by De Agostini and Planeta Group - published the research "The Second Life of Counterfeit Goods in Italy. Case studies from the world of art and fashion," which analyzes what represents a growing danger not only for consumers, but also for companies and the entire world economy. Counterfeiting, in fact, marked a turnover of 412 billion euros in 2019, corresponding to 2.5 percent of world trade. At the European level, an estimated 56 percent of seizures of counterfeit goods come from web sales.
The turnover of counterfeiting in Italy
Today, Italy is the fourth largest country in the world for counterfeit goods, after the United States, France and Germany, with total losses amounting to approximately 225 million euros. In particular, counterfeiting affects the fashion, cosmetics and art sectors, and generates losses for Italy of nearly 4 million euros (Guardia di Finanza, 2022). According to the International Chamber of Commerce, on the other hand, global jobs put at risk by the gray market are expected to amount to 5.4 million this year.
Young people and the counterfeit market
In June 2022, EUIPO conducted a study to investigate the habits of young people in the 15-24 age group in relation to the use of counterfeit and pirated products. The analysis shows that: 37 percent of young people surveyed say they have bought through an e-commerce channel at least one counterfeit product in the past 12 months (up from 14 percent in 2021); and that 1 in every 5 young Europeans has used pirated services online in the past few months, specifically movies (61 percent), TV series (52 percent), music (36 percent), software, and live sporting events (both at 35 percent). Clothes and accessories remain in first place (17 percent), followed by footwear (14 percent), electronic devices (13 percent), and hygiene products, cosmetics, personal care, and perfumes (12 percent). Sometimes shoppers do not do this intentionally, but are misled given the difficulties in distinguishing authentic from counterfeit products, particularly in online, where they can stumble upon counterfeit products more easily.
Tools to fight counterfeiting
"Barcodes, radio frequency identification, scannable tags and blockchain technology are just a few examples of applications that aim to protect and safeguard brands and final consumers. says Valerio Mancini, among the authors of the research. What to do, however, with the thousands of counterfeit goods seized each year? Mancini argues that we should "reintroduce the goods to the market once it is confirmed that they pose no risk to people. This is from the perspective of sustainability and circular economy, especially considering the scarcity of raw materials. The practice of destruction, today more than ever, is highly harmful to the environment." Mancini adds, moreover, that its non-recyclable parts could be used for the creation of alternative source fuels, as proposed by many realities and startups, such as "Re-Circulate."
With regard to works of art, one alternative to put them back into circulation is to auction them off, sell them, or give them to social purposes. Surely, however, there are works that simply cannot have a second life in the market because they belong to human history. In this case, it is worth highlighting virtuous examples such as the "Museum of Rescued Art," a section of the Roman National Museum opened last year, which houses artworks that have been stolen, dispersed, sold or exported illegally. Another hypothesis under consideration for the protection of goods is the establishment of a scientific monitoring observatory, with a database shared by marketplace operators, brand-owning companies, postal operators, law enforcement and other public authorities. Finally, the idea of collaborative tables with fashion and luxury companies to curb the phenomenon.
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Serendipity
EMMEBLU
AF Production
ADG EXPORT
RUILY
STYLISH SHOES
VIZZANO
CLUB SHOES
GHENCH
CARRANO
BESTY
EN ROUTE
Parola d’ordine: Occhio ai dettagli
Parigi vale bene una messa. Ma anche una sfilata, a ben pensare. La settimana della moda dedicata all’Haute Couture appena conclusasi nella capitale francese ha indicato la strada in maniera straordinaria mostrando in anteprima quello che vedremo nei prossimi mesi indossato dalle celebs sui red carpet internazionali, ma anche le tendenze per il prêt-à-porter della stagione a venire. Parola d’ordine: osare per non passare inosservati con un’attenzione ai dettagli quasi maniacale. È Schiaparelli a dettare il passo con una sfilata provocatoria e scenografica che apre, di fatto, la Parigi Fashion Week. Ispirata all’Inferno di Dante, la collezione disegnata da Daniel Roseberry presenta, oltre alla finta tassidermia che viene applicata agli abiti, capi sfavillanti con trionfi d’oro, giochi di rifrazioni di luci, paillettes o lastre di lamiera rivestite in cuoio. I gioielli, già da tempo al centro della ricerca contemporanea di Schiaparelli, compiono un ulteriore passo in avanti: non sono più solo dettagli, ma diventano maxi, enormi giganteschi, delle vere e proprie opere d’arte da indossare.
della Parigi Fashion Week.
Una tendenza che ritroviamo anche sulla passerella di Giambattista Valli che presenta una collezione spettacolare, sospesa tra l’onirico e il barocco. Più che i vestiti, ad attirare l’attenzione sono i maxi orecchini pendenti, tempestati di diamanti e di perle smisurate, che non possono di certo passare inosservati. L’esatto opposto del “more is less”, in effetti. Importanza data ai dettagli che risulta ancora più evidente nella sfilata parigina di Fendi tutta giocata sul contrasto tra l’impalpabilità dei tessuti e gli orecchini tutt’altro che minimali firmati da Delfina Delettrez, direttore artistico della divisione gioielli della maison. Del resto, non è solo una questione di stile, ma soprattutto di marketing visto che il settore degli accessori, scarpe e borse in primis, ma anche gioielleria, profumeria, make-up rappresenta ormai una grande fetta di mercato per quasi tutte le maison del lusso interessate sempre di più a conquistare nuovi acquirenti anche tra quelle fasce
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Osare per non passare inosservati e un’attenzione quasi maniacale ai dettagli. Queste le tendenze emerse dai red carpet e dalle sfilate
Chiara Ferragni
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di pubblico che non possono permettersi di comperare un abito di Haute Couture. Lo dimostra Prada, l’ultima grande casa di moda ad essersi dotata recentemente di una nuova linea di alta gioielleria realizzata con l’utilizzo esclusivo di oro riciclato così da strizzare l’occhio anche a quella parte di mercato che chiede a gran voce una moda più sostenibile. Se i gioielli sono stati protagonisti sulle passerelle parigine, non meno importante è stata l’attenzione riversata sulle scarpe. Calzature in primo piano per John Galliano che ha rivisitato la scarpa-simbolo di Maison Margiela: la mitica Tabi, ispirata ai calzini tradizionali giapponesi che arrivano all’altezza della caviglia e che separano l’alluce dalle altre dita del piede. La scarpa viene riproposta in tutte le forme: dai classici stivaletti alle décolleté dai tacchi vertiginosi, che rendono barcollante l’andatura delle modelle, alle pumps ricoperte di strass. Forse non comodissime, ma sicuramente di grande impatto visivo.
La commistione di culture è il fil-rouge che guida la collezione di Maria Grazia Chiuri per Dior ispirata alla figura leggendaria di Josephine Baker, cantante, danzatrice e performer di origini afro-americane, che fu musa ispiratrice di Christian Dior. Abiti in seta e velluto leggero che accompagnano il corpo accarezzandolo, piccole borchie argentate e paillettes minuscole che irradiano la luce, cura maniacale per ogni più piccolo dettaglio rendono la collezione un inno all’artigianalità più spinta. Gli accessori che completano la linea si ispirano al cabaret degli anni Venti. La lunghezza, sempre sopra la caviglia, degli abiti rivela scarpe con la zeppa, finemente realizzate in velluto di seta ricamato, dal tacco e dal basamento in evidenza. Un perfetto connubio di eleganza e comodità che donano alla figura slancio e raffinatezza.
Watchword: Attention to detail
Paris is well worth a mass. But also a fashion show, come to think of it. The fashion week dedicated to Haute Couture that has just ended in the French capital has shown the way in an extraordinary way by showing a preview of what we will see in the coming months worn by celebrities on the international red carpets, but also the trends for prêt-à-porter for the season to come.
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Daring not to go unnoticed and an almost maniacal attention to detail. These are the trends that emerged from the red carpets and catwalks of Paris Fashion Week.
Schiaparelli Haute Couture S/S 2023
Fendi
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Maison Margiela
The watchword: dare not to go unnoticed with an almost maniacal attention to detail. It is Schiaparelli who sets the pace with a provocative and scenographic fashion show that opens Paris Fashion Week. Inspired by Dante's Inferno, the collection designed by Daniel Roseberry features, in addition to the mock taxidermy applied to the clothes, glittering garments with gold triumphs, games of light refractions, sequins or sheets of sheet metal covered in leather. Jewellery, which has long been at the heart of Schiaparelli's contemporary research, takes a further step forward: it is no longer just details, but becomes maxi, gigantic, true works of art to wear.
A trend that we also find on the Giambattista Valli catwalk, which presents a spectacular collection, suspended between dreamlike and baroque. More than the dresses, it is the maxi pendant earrings, studded with diamonds and oversized pearls, that attract attention and certainly cannot go unnoticed. The exact opposite of 'more is less', in fact. The importance given to details was even more evident in Fendi's Paris fashion show, which played on the contrast between the impalpable fabrics and the anything but minimal earrings designed by Delfina Delettrez, artistic director of the maison's jewellery division. Moreover, it is not only a question of style, but above all of marketing, given that the accessories sector - shoes and bags in primis, but also jewellery, perfumery and make-up - now represents a large slice of the market for almost all the luxury maisons that are increasingly interested in conquering new buyers, even among those sections of the public that cannot afford to buy a Haute Couture dress. This is demonstrated by Prada, the latest major fashion house to have recently equipped itself with a new line of high jewellery made with the exclusive use of recycled gold so as to wink at that part of the market that is clamouring for more sustainable fashion. If jewellery was the protagonist on the Parisian catwalks, no less important was the attention paid to shoes.
Shoes were in the limelight for John Galliano who revisited Maison Margiela's shoe-symbol: the legendary Tabi, inspired by the traditional Japanese socks that come up to ankle height and separate the big toe from the other toes. The shoe comes in all forms: from classic ankle boots to pumps with vertiginous heels that make the models' gait stagger, to pumps covered in rhinestones. Perhaps not very comfortable, but certainly of great visual impact. The mingling of cultures is the fil-rouge that guides Maria Grazia Chiuri's collection for Dior inspired by the legendary figure of Josephine Baker, singer, dancer and performer of African-American origin, who was Christian Dior's muse.
Silk and light velvet dresses that accompany the body by caressing it, tiny silver studs and tiny sequins that radiate light, maniacal care for every smallest detail make the collection a hymn to the most extreme craftsmanship. The accessories that complete the line are inspired by the cabaret of the 1920s. The length, always above the ankle, of the dresses reveals platform shoes, finely crafted in embroidered silk velvet, with a prominent heel and base. A perfect combination of elegance and comfort that give the figure impetus and sophistication.
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Giambattista Valli
Armani Privé
Christian Dior
Buyer in viaggio: da Glasgow a Expo Riva Schuh & Gardabags
Tra i paesi con cui Expo Riva Schuh & Gardabags sta stringendo rapporti e relazioni proficue rientra anche il Regno Unito. Durante la scorsa edizione della fiera, a gennaio 2023, sono stati presenti alla manifestazione Qasim e Kashif Jabbar, entrambi buyer e Managing Director di Ikrush. L’e-commerce, fondato nel 2012, si pone l’obiettivo di fornire abbigliamento, accessori e calzature di tendenza, rivolgendosi principalmente al mercato femminile tra i 18 e i 35 anni.
Qual è il vostro principale mercato di riferimento e in che situazione si trova?
Il programma di incoming buyer promosso dalla fiera rivana ha portato un crescente numero di delegazioni e buyer internazionali.
Abbiamo approfondito la situazione del mercato, compreso quello online, con Qasim e Kashif Jabbar, entrambi Managing Director dell’e-commerce Ikrush.
Ci concentriamo principalmente sul mercato del Regno Unito, ma intratteniamo affari anche con l’Europa e il Nord America. In ogni mercato si registrano sfide e difficoltà, anche dovute alle variazioni e alle oscillazione del business. Ci sono stati tanti cambiamenti a cui le aziende hanno dovuto adattarsi. In particolare nel mondo della moda sussisteva grande incertezza per le differenti condizioni di vita a cui la pandemia ci ha costretto. D’altra parte, uscire da quella situazione ha spinto le persone a desiderare ancora di più occasioni mondane. Ora tutti sembrano molto più attenti allo stile e al fashion rispetto al passato.
Quali le difficoltà e i vantaggi del mercato online?
Noi siamo principalmente dei retailer online, il che ci permette di godere del vantaggio di raggiungere una vasta audience potenziale.
Di contro sono da considerare anche alcune difficoltà: per esempio il maggior numero di competitor e la necessità di trovare strategie specifiche per emergere rispetto alla concorrenza globale. Noi sfruttiamo i social media, tra le altre cose, per ampliare il nostro bacino di utenza, ma è necessario mettere in atto piani d’azione precisi per attrarre l’attenzione.
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Kashif Jabbar e Qasim Jabbar - Managing Director di Ikrush
Quali qualità ricercate in un fornitore?
Per noi è molto importante poter dare ai nostri clienti dei prodotti belli e di qualità, si tratta delle caratteristiche che i consumatori desiderano e si aspettano di più. Perciò, quello che cerchiamo prima di tutto nei nostri fornitori è una grande attenzione alla qualità, un occhio particolare allo stile e ai dettagli del prodotto e, se possibile, un prezzo concorrenziale. Inoltre, per noi è importante anche il processo di produzione. Crediamo nella sostenibilità e nell’eticità del lavoro, quindi sia nel fare il bene per il pianeta sia nel rispetto per le condizioni dei lavoratori e di tutti gli attori della filiera di approvvigionamento.
Ci sono dei paesi da cui preferite acquistare al momento?
Stiamo lavorando soprattutto con il mercato europeo e con l’Estremo Oriente. In questi mercati stiamo trovando quelle caratteristiche per noi importanti: qualità, uno stile unico e particolare, attenzione per i processi produttivi in termini di sostenibilità ed eticità.
Quali prodotti cercate in vista della prossima stagione?
Per la stagione Autunno-Inverno 23/24 cerchiamo diversi tipi di calzature: dagli stivali con caratteristiche particolari come suole grosse, alti fino al ginocchio, agli scarponcini con o senza lacci, colori particolari e dettagli che li rendano prodotti unici e particolari. Inoltre, c’è una continua richiesta di sneaker ma anche di scarpe eleganti e con il tacco alto adatte a differenti occasioni d’uso.
Com’è stata la vostra esperienza in fiera a Riva del Garda?
Per noi è stata la prima volta ad Expo Riva Schuh & Gardabags e ne siamo stati piacevolmente colpiti. Si tratta di un’ottima manifestazione in cui è possibile incontrare tantissimi brand, produttori, venditori e compratori provenienti da tutto il mondo. Oltre alle occasioni di business, una fiera come questa consente uno sguardo completo a tutto il settore.
Buyers on the road: from Glasgow to Expo Riva Schuh & Gardabags
The incoming buyer programme promoted by the trade fair in Rivana brought an increasing number of international delegations and buyers. We took an in-depth look at the market situation, including the online market, with Qasim and Kashif Jabbar, both Managing Directors of e-commerce Ikrush.
Among the countries with which Expo Riva Schuh & Gardabags is forging fruitful relations and relationships is the United Kingdom. During the last edition of the fair, in January 2023, Qasim and Kashif Jabbar, both buyers and Managing
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Directors of Ikrush, were present at the event. The e-commerce company, founded in 2012, aims to provide trendy clothing, accessories and footwear, targeting mainly the female market between the ages of 18 and 35.
What is your main target market and what is its situation?
We mainly focus on the UK market, but also do business with Europe and North America. In each market, there are challenges and difficulties, also due to changes and fluctuations in business. There have been many changes that companies have had to adapt to. Particularly in the fashion world there was great uncertainty due to the different living conditions that the pandemic forced us into. On the other hand, coming out of that situation pushed people to desire even more worldly occasions. Now everyone seems much more style- and fashion-conscious than in the past.
What are the difficulties and advantages of the online market?
We are primarily an online retailer, which gives us the advantage of reaching a large potential audience. On the other hand, there are also some difficulties to consider: for example, the larger number of competitors and the need to find specific strategies to stand out against global competition. We exploit social media, among other things, to expand our customer base, but it is necessary to put in place precise action plans to attract attention.
What qualities do you look for in a supplier?
It is very important for us to be able to give our customers beautiful, quality products; these are the characteristics that consumers want and expect most. Therefore, what we look for first and foremost in our suppliers is a great attention to quality, a special eye for style and product details and, if possible, a competitive price. In addition, the production process is also important to us. We believe in sustainability and ethical work, in doing good for the planet and in respecting the conditions of the workers and all those involved in the supply chain.
Are there any countries you prefer to buy from at the moment?
We are working mainly with the European market and the Far East. In these markets we are finding those characteristics that are important to us: quality, a unique and special style, attention to production processes in terms of sustainability and ethicality.
What products are you looking for next season?
For the Autumn-Winter 23/24 season we are looking for different types of footwear: from boots with special features such as chunky soles, knee-high boots with or without laces, special colours and details that make them unique and special products. In addition, there is a continuous demand for trainers but also for elegant, high-heeled shoes suitable for different occasions of use.
How was your experience at the trade fair in Riva del Garda?
This was our first time at Expo Riva Schuh & Gardabags and we were pleasantly impressed. It is an excellent event where you can meet so many brands, manufacturers, sellers and buyers from all over the world. In addition to business opportunities, a trade fair like this provides a comprehensive look at the entire industry.
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Il futuro è ora: la sfida delle nuove normative europee sulla sostenibilità e la tracciabilità
Non è più possibile parlare di sostenibilità utilizzando verbi al futuro. Se fino a oggi è stato fatto, le nuove regolamentazioni europee da poco entrate in vigore, e le molte altre attualmente in cantiere, costringono il tessuto imprenditoriale a impegnarsi con sempre più attenzione. È tempo di passare dal pensiero all'azione.
Si è discusso ancora una volta di sostenibilità, e in particolare di tracciabilità, durante la 98esima edizione di Expo Riva Schuh & Gardabags, in un Talk che ha radunato importanti esponenti del settore che proprio su questi temi lavorano da tempo.Deborah Taylor, managing director di Sustainable Leather Foundation e consulente per l’Europa della Commissione Economica delle Nazioni Unite, nonché già direttrice per 5 anni del Leather Working Group. Massimo Brandellero, fondatore e CEO di The ID Factory, piattaforma collaborativa che grazie alla creazione di ID digitali mappa l'intera catena di fornitura attraverso una soluzione collaborativa dedicata a tutta la filiera. Manfred Junkert, managing director della Federal Association of the German Footwear and Leather Goods Industry.A tema le nuove normative europee dedicate ai temi di sostenibilità e tracciabilità già recepite da Francia e Germania: come cambiano il panorama produttivo europeo e quali prospettive si dischiudono per il mondo della produzione?
Le tappe della sostenibilità e della tracciabilità
Il tema della tracciabilità è il primo punto cruciale da mettere a fuoco se si vuole agire in modo sostenibile, secondo Massimo Brandellero. «Dieci anni fa quando le prime importanti associazioni ambientaliste protestarono e portarono i temi della sostenibilità all'attenzione di tutti, i marchi cominciarono a indagare la propria catena di fornitura rendendosi conto che non sarebbe stato facile ottenere informazioni e trasparenza. La filiera moda, del resto, non è affatto costruita per svelare i propri segreti, anzi è strutturata per preservare e nascondere il proprio saper fare, perché proprio in quelle tecniche, abilità e conoscenze si situa il massimo del valore aggiunto di un prodotto manifatturiero». Da quel momento in poi, però, tutto è cambiato, sostiene Brandellero. Tutto quello che prima si riteneva di dover mantenere segreto, diveniva
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necessario condividerlo e indagarlo per essere certi del valore dei propri fornitori e quindi dei prodotti. Ma fino al 2018 non si assiste a grandi cambiamenti. È dall'anno successivo che qualcosa inizia a mutare, perché le richieste del mercato si fanno tangibili e insistenti (anche se ancora nulla si muove a livello legislativo). Se i marchi si erano concentrati sul tema della Corporate Social Responsability, da quel momento una nuova area di interesse inizia a emergere e riguarda il mondo dei materiali che va a coinvolgere l'intera catena di fornitura. «Ci si è accorti – prosegue Massimo Brandellero - che proprio la catena del valore genera il 90% dell'impatto ambientale, sociale e finanziario di un prodotto. Da questa considerazione ne è derivata la centralità della tracciabilità della filiera a monte di qualsivoglia approccio sostenibile. Ogni aspetto della sostenibilità e ogni area tematica non può prescindere da una filiera trasparente e tracciata, fondata su dati qualitativi e verificati». Oggi, per la prima volta dopo dieci anni dai primi movimenti di protesta per mancanza di sostenibilità nella moda, si nota un cambiamento di approccio al tema: un cambiamento di mentalità. Se prima la sostenibilità rappresentava solo un valore chiave di cui parlare, oggi significa metriche, progetti a lungo termine che tengono conto della complessità e delle svariate sfaccettature che implica. Da un paio d'anni il settore ha preso consapevolezza del fatto che il tema è parte integrante del flusso di lavoro di un’azienda e i dipartimenti dedicati iniziano a incidere concretamente sui flussi produttivi.
Ora si muove anche il legislatore
È Manfred Junkert a introdurre il tema della nuova legislazione europea che la Germania ha già adottato. La Due Diligence Law tedesca viene da lontano: il suo iter prende il via intorno al 2011 grazie ad alcuni colloqui avviati con le Nazioni Unite riguardanti il rispetto dei Diritti Umani; nel 2016 la Germania si dota di un piano d’azione nazionale con l’intento di compiere azioni concrete a livello di catene di fornitura; nel 2021 il progetto di legge viene ratificato per diventare attuativo dal primo gennaio 2023. «La legge prevede che progressivamente le aziende si dotino di un sistema per la Gestione dei Rischi, sia ambientali che sociali, e istituiscano dei responsabili incaricati di occuparsi della catena di fornitura. Il provvedimento investe in prima battuta le grandi aziende, chiamate ad adeguarsi in tempi brevi, ma coinvolgerà progressivamente anche le realtà più piccole».In questo momento le aziende tedesche sembrano particolarmente preoccupate che le nuove regole comportino un grande impegno burocra-
tico, oltre che un ulteriore costo. Soprattutto temono di essere costretti a rivelare la composizione della propria catena di fornitura, che spesso rappresenta la principale arma competitiva sul mercato.Gli aspetti positivi sono legati, invece, alla mentalità delle aziende, sempre più spinte e convinte che lavorare per una produzione sostenibile sia necessario.Quali sono i punti che i produttori devono smarcare velocemente per continuare a vendere in Germania? Risponde ancora Junkert: «Se si hanno clienti tedeschi di grandi dimensioni, per cui si applicano fin da ora le nuove norme, è possibile che venga richiesto ai fornitori un report sui rischi a cui sono esposti e quali soluzioni hanno adottato per prevenirli. Come associazione abbiamo appena pubblicato un questionario in 20 punti, così da aiutare le società a individuare i punti importanti da tenere in considerazione»
È possibile tracciare una filiera come quella delle calzature così frammentata?
È ben noto come la filiera produttiva delle calzature sia particolarmente frammentata per quantità di lavorazioni e luoghi di produzione. È realistico pensare di riuscire a tracciarla? Per Deborah Taylor è difficile, ma necessario poter tracciare la vita di un prodotto dal suo arrivo in negozio all’indietro fino agli allevamenti o alle materie prime di cui è costituito. «In questo momento vi è molto rumore attorno al tema della sostenibilità, e questo rumore rischia di coprire le parole giuste e sostanziali che si dovrebbe considerare: una produzione e un consumo consapevole», dice la Taylor. La sostenibilità, del resto, non è una casella che può essere spuntata una volta per tutte, ma un cambio di mentalità che interroghi giorno dopo giorno le produzioni su come potrebbero essere meno impattanti su persone e ambiente.«Un cambio di mentalità – continua Deborah Taylor – che verrà spinto anche dalle varie regolamentazioni che non solo Francia e Germania stanno adottando, ma che l'intera Europa sarà chiamata ad assumere. Penso, per esempio, al recente obbligo per le aziende di presentare un Corporate Sustainability Report in sostituzione del Non-financial Reporting che molte grandi organizzazioni hanno dovuto presentare fino a oggi. Se per ora questi regolamenti valgono solo per aziende di alcuni settori e con più di 500 dipendenti, nell'arco di 3 o 4 anni il provvedimento coinvolgerà anche le piccole e medie imprese in molti più ambiti, non solo moda».Non ci si deve però spaventare. La legge non prevede che le aziende siano perfette, ma che siano trasparenti nel comunicare il punto in cui si tro-
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vano. Dovranno indicare dove risiedono i loro potenziali rischi, cosa possono fare per minimizzarli, e quali sono gli obbiettivi che si prefiggono. «È fondamentale iniziare ad agire in modo concreto, del resto il business di successo del futuro è quello che si prepara oggi».
Sostenibilità in accelerazione
Si dice che la pandemia, la pressione sociale, i grandi brand e le nuove leggi abbiano impresso una forte accelerazione all’implementazione di azioni concrete rivolte alla sostenibilità. Verità o green-washing? «È senza dubbio vero – ritiene Massimo Brandellero -. Diciamo che chi non ha già iniziato a pensarci deve per forza partire ora, perché quello che abbiamo visto accadere negli ultimi 7 mesi non lo abbiamo visto accadere negli ultimi 7 anni. Si nota anche un livello più approfondito di richieste da parte delle aziende, a denotare come vi sia molta più qualità nell'approccio al tema». Si torna alla tracciabilità per esemplificare il punto: se fino a qualche anno fa i brand ritenevano necessario tracciare la catena del valore per esercitare il controllo sui fornitori, oggi interpretano la trasparenza come uno stimolo per migliorare ogni aspetto produttivo e per poter comunicare, se non oggi nel prossimo futuro, con i propri clienti. Ciò implica che non è più solo l'ufficio incaricato di occuparsi di sostenibilità a essere coinvolto sulla questione, ma l'intera azienda.
Quali primi passi deve compiere un'azienda per divenire più sostenibile
«È la domanda chiave da cui siamo partiti con il progetto europeo. Abbiamo deciso di approntare una cassetta degli attrezzi e degli standard che ogni organizzazione potesse adottare per avviare un percorso finalizzato a produzioni più sostenibili», racconta Deborah Taylor. Questi i passi che lei individua come primari: compiere una valutazione
chiara di ciò che si conosce e non si conosce del proprio flusso di lavoro, quindi strutturare una valutazione dei rischi e individuare i processi necessari a mitigarli. «A tutti suggerisco di non scappare dagli eventuali rischi individuati lungo la catena di fornitura, ma di lavorare insieme ai propri partner per minimizzarli, così da far crescere l'intera industria in termini di sostenibilità. Anche perché spesso le soluzioni si trovano combinando approcci differenti, non certo agendo come silos separati».Per quanto riguarda l'approccio ai consumatori, per la Taylor è molto importante valutare attentamente le informazioni da trasmettere: «Il consumatore non desidera conoscere il nome dell’animale da cui deriva il pellame di una calzatura. Vuole essere certo che la catena di fornitura sia verificabile e verificata».
La tracciabilità non deve pesare sui produttori Spesso e volentieri la tracciabilità viene perseguita con audit che impegnano le aziende produttrice sia a livello economico che di tempo. Una situazione poco sostenibile sul lungo periodo.Per Deborah Taylor «gli standard e gli audit di certificazione di terze parti sono gli strumenti migliori di cui oggi disponiamo, ma rischiano di risultare impossibili da sostenere per le aziende che devono spendere risorse di denaro e tempo per gestire le differenti esigenze che ogni singolo marchio pretende. Il processo deve essere ottimizzato per alleviare la pressione sulle aziende. Con la mia fondazione, per esempio, abbiamo studiato una Transparency Dashboard dove diamo conto delle certificazioni che ogni azienda ha conseguito così che ogni brand possa accedervi e non duplicare le proprie richieste».Un altro punto importante riguarda gli standard. Le grandi organizzazioni di certificazione, guidate da COTANCE, stanno lavorando per armonizzare gli standard, così da individuarne uno comune che risulti solido e attendibile: quali documenti è necessario scambiarsi, con quali modalità, con quali dati e in quale punto della catena di fornitura fornirlo. «Lo scopo è arrivare a definire un nuovo standard ISO specifico per la tracciabilità che allinei tutti i certificatori rispetto a un percorso condiviso».
Quali gli sviluppi futuri della tracciabilità
Massimo Brandellero non vuole fare previsioni da indovino, ma analizzare i movimenti già in atto per immaginare le future evoluzioni del tema tracciabilità: «Sarà necessario, e sta già accadendo, sviluppare tecnologie e sistemi per tracciare le filiere che siano collaborativi e possano
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scambiarsi informazioni così da evitare anche in questo ambito, come per gli audit, inutili duplicazioni. Sarà necessario ricavare dalle filiere dati qualitativi in grado di collegarsi e rimanere collegati ai prodotti. La tracciabilità, infatti, diventerà necessaria e funzionale anche per alcuni settori a cui oggi non molti pensano: nel crescente settore del noleggio di abiti e accessori, oppure nell’ambito del sempre più frequente ritiro di prodotti a fine vita da parte dei brand (se il prodotto porterà con sé tutte le informazioni riguardo i materiali utilizzati sarà più semplice individuare modalità di smaltimento o riciclo). Chiude la riflessione Manfred Junkert: «Siamo nel mezzo di un processo di trasformazione che troverà le aziende preparate ad affrontare cambiamenti importanti. La crescente pressione della legislazione europea porterà a una maggior cooperazione fra le diverse associazioni di categoria che dovrà condurre all’individuazione di un sistema di classificazione dei vari aspetti della sostenibilità che permetta al consumatore di valutare con fiducia e facilità il valore sostenibile dei prodotti che acquista».
The future is now: the challenge of new European regulations on sustainability and traceability
United Nations Economic Commission, as well as former director of the Leather Working Group for five years. Massimo Brandellero, founder and CEO of The ID Factory, a collaborative platform that maps the entire supply chain through the creation of digital IDs; Manfred Junkert, managing director of the Federal Association of the German Footwear and Leather Goods Industry. On the subject of the new European regulations dedicated to sustainability and traceability issues already transposed by France and Germany: how are they changing the European production landscape and what prospects are they opening up for the world of production?
The stages of sustainability and traceability
The issue of traceability is the first crucial point to focus on if one wants to act sustainably, according to Massimo Brandellero. "Ten years ago, when the first major environmental associations protested and brought sustainability issues to everyone's attention, brands began to investigate their supply chain, realising that it would not be easy to obtain information and transparency. The fashion supply chain, after all, is by no means built to reveal its secrets; on the contrary, it is structured to preserve and hide its know-how, because it is precisely in those techniques, skills and knowledge that the greatest added value of a manufactured product lines. Since then, however, everything has changed, says Brandellero. Everything that used to be kept secret, became necessary to share and investigate in order to be certain of the value of one's suppliers and thus products. But until 2018, we do not see much change. It is from the following year that something begins to change, as the demands of the market become tangible and insistent (even if nothing is yet moving at the legislative level). If brands had been focusing on Corporate Social Responsibility, from that moment on, a new area of interest began to emerge and it concerned the world of materials, which involved the entire supply chain. "We realised," continues Massimo Brandellero,
Sustainability, and in particular traceability, was once again discussed during the 98th edition of Expo Riva Schuh & Gardabags, in a Talk that brought together important representatives of the sector who have been working on these issues for some time. Deborah Taylor, managing director of the Sustainable Leather Foundation and consultant for Europe of the
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It is no longer possible to talk about sustainability using verbs in the future tense. While this has been the case up to now, the new European regulations that have recently come into force, and the many others currently in the pipeline, are forcing the business community to become more and more committed. It is time to move from thought to action.
"that the value chain itself generates 90 per cent of a product's environmental, social and financial impact. From this consideration, the centrality of the traceability of the supply chain upstream of any sustainable approach was derived. Every aspect of sustainability and every thematic area cannot be separated from a transparent and traced supply chain, based on qualitative and verified data”. Today, for the first time in ten years after the first protest movements about the lack of sustainability in fashion, a change in approach to the subject is noticeable. Whereas before, sustainability was just a key value to talk about, today it means metrics, long-term projects that take into account the complexity and multifaceted nature it implies. For a couple of years now, the industry has become aware that the topic is an integral part of a company's workflow, and dedicated departments are beginning to make a real impact on production flows.
Now the legislator is also moving
It is Manfred Junkert who introduces the topic of the new European legislation that Germany has already adopted. The German Due Diligence Law goes back a long way: its process starts around 2011 thanks to talks with the United Nations concerning the observance of Human Rights; in 2016, Germany equips itself with a national action plan with the intention of taking concrete actions at the level of supply chains; in 2021, the draft law is ratified to become effective as of 1 January 2023. "The law stipulates that companies should progressively adopt a system for Risk Management, both environmental and social, and set up managers in charge of the supply chain. The measure primarily affects large companies, which are called upon to adapt quickly, but it will also progressively involve smaller companies”. At the moment, German companies seem particularly concerned that the new rules will entail a great
deal of bureaucracy, as well as an additional cost. Above all, they fear that they will be forced to disclose the composition of their supply chain, which is often their main competitive weapon on the market. The positive aspects, on the other hand, are linked to the mentality of the companies, which are increasingly driven and convinced that working towards sustainable production is necessary. What are the points that manufacturers need to clear quickly in order to continue selling in Germany? Junkert answers: “If you have large German customers, for whom the new regulations apply as of now, you may be asked to report to your suppliers on the risks they are exposed to and what solutions they have adopted to prevent them. As an association, we have just published a 20-point questionnaire to help companies identify the important points to consider”.
Is it possible to trace such a fragmented footwear supply chain?
It is well known that the footwear production chain is particularly fragmented in terms of the amount of processing and production locations. Is it realistic to think of being able to trace it? For Deborah Taylor it is difficult, but necessary to be able to trace the life of a product from its arrival in the shop back to the farms or raw materials of which it is made. "Right now, there is a lot of noise around the topic of sustainability, and this noise risks covering up the right and substantial words that should be considered: conscious production and consumption", says Taylor. Sustainability, on the other hand, is not a box that can be ticked once and for all, but a change of mentality that questions productions day after day on how they could be less impactful on people and the environment. "A change of mentality", continues Deborah Taylor, "that will also be driven by the various regulations that not only France and Germany are adopting, but that the whole of Europe will be called upon to adopt. I am thinking, for example, of the recent obligation for companies to present a Corporate Sustainability Report in place of the Non-financial Reporting that many large organisations have had to present to date. While for now these regulations only apply to companies in certain sectors and with more than 500 employees, within three or four years the measure will also involve small and medium-sized companies in many more areas, not just fashion”. The law does not require companies to be perfect, but to be transparent in communicating where they are located. They will have to indicate where their potential risks lie, what they can do to minimise them, and what their goals are. "It is essential to start taking concrete action, after all, the successful business of the future is one that is prepared today".
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Accelerating sustainability
It is said that the pandemic, social pressure, big brands and new laws have accelerated the implementation of concrete actions aimed at sustainability. Truth or green washing? “It is undoubtedly true”, Massimo Brandellero believes. “Let's say that those who have not already started thinking about it have to start now, because what we have seen happen in the last 7 months, we have not seen happen in the last 7 years. We also see a deeper level of enquiries from companies, denoting that there is much more quality in the approach to the subject”. We come back to traceability to illustrate the point: if until a few years ago brands considered it necessary to trace the value chain in order to exercise control over suppliers, today they interpret transparency as an incentive to improve every aspect of production and to be able to communicate, if not today then in the near future, with their customers. This implies that it is no longer just the department responsible for dealing with sustainability that is involved in this issue, but the entire company.
Which first steps a company should take to be more sustainable
“This is the key question we started with in the European project. We decided to set up a toolbox and standards that every organisation could adopt in order to start on the path to more sustainable production", says Deborah Taylor. These are the steps she identifies as primary: make a clear assessment of what you know and don't know about your workflow, then structure a risk assessment and identify the processes needed to mitigate them. "I suggest to everyone not to run away from any risks identified along the supply chain, but to work together with their partners to minimise them, so that the whole industry can grow in terms of sustainability. Also, because solutions are often found by combining different approaches, certainly not by acting as separate silos”. As far as the approach to consumers is concerned, for Taylor it is very important to carefully consider the information to be conveyed: “The consumer does not want to know the name of the animal from which the leather of a shoe is derived. He wants to be sure that the supply chain is verifiable and verified”.
Traceability must not burden producers
Traceability is often pursued by means of audits that burden the manufacturers both financially and in terms of time. An unsustainable situation in the long run. For Deborah Taylor, “standards and third-party certification audits are the best tools we have today, but they risk being impossible to sustain for companies that have to spend resources of money and time to manage the different requirements that each individual brand
demands. The process must be optimised to alleviate the pressure on companies. With my foundation, for example, we have designed a Transparency Dashboard where we give an account of the certifications that each company has achieved so that each brand can access them and not duplicate their demands”. Another important point concerns standards. The large certification organisations, led by COTANCE, are working to harmonise standards so that they can identify a common one that is robust and reliable: what documents need to be exchanged, how, with what data and at what point in the supply chain to provide it. "The aim is to arrive at a new, specific ISO standard for traceability that aligns all certifiers to a shared pathway".
Future developments in traceability
Massimo Brandellero does not want to make fortune-teller predictions, but to analyse the movements already underway to imagine the future developments of the traceability issue: “It will be necessary, and it is already happening, to develop technologies and systems to trace the supply chains that are collaborative and can exchange information so as to avoid unnecessary duplication in this area as well, as for audits. It will be necessary to derive qualitative data from supply chains that can link and remain linked to products. Traceability, in fact, will also become necessary and functional for certain sectors that not many people think about today: in the growing rental sector of clothing and accessories, or in the increasingly frequent take-back of end-of-life products by brands (if the product carries all the information about the materials used, it will be easier to identify disposal or recycling methods). Manfred Junkert concludes: “We are in the midst of a transformation process that will find companies prepared for major changes. The increasing pressure of European legislation will lead to greater co-operation between the different trade associations, which will have to lead to the identification of a classification system for the various aspects of sustainability that will enable the consumer to confidently and easily assess the sustainable value of the products he or she buys”.
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Un settore calzaturiero sempre più sostenibile
Ache punto ci troviamo rispetto alla sostenibilità nel mondo della calzatura? Quali sono gli approcci e le azioni dei produttori e che cosa ne pensano i consumatori? Le fatiche e gli sforzi di chi si impegna a essere sostenibile vengono ripagati da una crescita della domanda in questo senso?
La verità è che c’è ancora molta confusione e incertezza su quali prodotti e processi possono essere considerati sostenibili e quali caratteristiche rendono alcuni tipi di merce più sostenibili rispetto ad altri. Negli ultimi anni sono emersi diversi certificati di sostenibilità, prima nell’industria dell’abbigliamento e poi sempre di più in quella calzaturiera, utili a fornire degli standard che aiutino produttori, brand ma anche i consumatori a distinguere ciò che è eco-sostenibile ed etico da ciò che non lo è.
Il tema della sostenibilità guadagna sempre più slancio e diventa una vera e propria prerogativa per tutti gli attori della catena di approvvigionamento nel settore calzaturiero. A Expo Riva Schuh & Gardabags, edizione gennaio 2023, abbiamo incontrato vari espositori che proponevano prodotti e processi di produzione sostenibili.
Come affermato da Alexandre Turra Gastaldello, Export Director di Grendene, “rispetto all’importanza e alla centralità della sostenibilità come tema mondiale, i consumatori hanno iniziato ad acquisire consapevolezza in questo senso non molto tempo fa. È il motivo per cui non tutti ancora cercano attivamente prodotti sostenibili. Si tratta di una tendenza in crescita soprattutto nelle generazioni più giovani”. Per questo motivo gli acquirenti devono saper riconoscere i marchi che agiscono in maniera etica e green così da poter prendere scelte consapevoli e mirate. Grendene è un’azienda brasiliana fondata nel 1971 e proprietaria di brand quali Ipanema, Rider, Cartago, Zaxy e molti altri. Si occupa di sostenibilità già da 10 anni. Essere riusciti a raggiungere un basso impatto sull’ambiente ha permesso loro di ottenere, in quest’ultimo anno, la certificazione Zero Emissioni. Oltre a utilizzare energia da fonti rinnovabili e materiali riciclati, le calzature che producono sono interamente riciclabili, ne è un esempio il modello da uomo Cartago, al 100% riciclabile. Come spiega Alexandre Turra Gastaldello: “Quando il ciclo di vita del prodotto è giunto al termine è davvero molto semplice separare la parte di tessuto da quella sintetica e riciclarle entrambe inserendole in un nuovo processo
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Alexandre Turra Gastaldello - Export Director di Grendene
produttivo. Anche i ganci che utilizziamo per appendere ed esporre le nostre infradito sono realizzati in PVC riciclato”.
Ha ottenuto la certificazione di moda circolare anche l’azienda cinese Lufeng Footwear che produce scarpe dal 2004, soprattutto scarponcini da donna, stivali, mocassini, sandali e sneakers. Come ci dice Emily Lin, Chief Operational Officier: “Le richieste di prodotti sostenibili sono in aumento rispetto al passato. Tutti i materiali con cui realizziamo le nostre calzature hanno superato i test sugli standard di qualità, sicurezza, sostenibilità e performance, sia interni che dei brand che riforniamo”.
Le caratteristiche di sostenibilità, infatti, da sole non sono sufficienti per spronare i consumatori a procedere con l’acquisto. Si sa che le scarpe rappresentano anche un oggetto del desiderio e una dichiarazione di stile, sono preziose compagne di vita: oltre a proteggere il piede valorizzano la personalità di chi le indossa. Per questo sono indispensabili il comfort, la qualità dei materiali, ma anche il design che deve incontrare i gusti del pubblico. I produttori cercano di coniugare tutti questi aspetti per conferire ai propri modelli tutte le caratteristiche maggiormente richieste dal mercato.
Proprio come fa Dawar Footwear, azienda con sede ad Agra, in India, che già dal 1977 si dedica alla sostenibilità e alla produzione etica, senza dimenticare l’estetica. Si occupa di produrre soprattutto calzature in pelle per uomo e donna: stivali, scarpe eleganti con e senza tacco, sandali.
Rohit Sahai, Sr. Merchandiser di Dawar Footwear, afferma: “Per noi la sostenibilità è da sempre un tema imprescindibile. Sta diventando di giorno in giorno più importante perché i prodotti sostenibili vengono richiesti sia dai brand che dai consumatori. Per noi sostenibilità significa rinnovamento nei processi produttivi, operazio-
ni che siano rispettose dell’ambiente, utilizzo di risorse naturali, riutilizzo dei materiali e possibilità di riciclare i nostri prodotti e i materiali di scarto. Utilizziamo solo pellame certificato LWG (Leather Working Group) quindi conforme con i nuovi protocolli ambientali. Andiamo alla ricerca di materie prime naturali e promuoviamo una produzione che sia il più possibile a basso impatto ambientale”.
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Modelli Dawar Footwear
Modelli Grendene Footwear
Rohit Sahai - Sr. Merchandiser di Dawar Footwear
Quando si parla di ecologia, sostenibilità ed eticità le sfide diventano ancora più ardue rispetto a quelle tradizionali che il mercato chiede di affrontare quotidianamente. I processi con un minor impatto sull’ambiente sono solitamente più lunghi, la ricerca delle materie prime più tortuosa e i costi sia dei materiali che delle produzioni aumentano. Stiamo andando verso un futuro sempre più sostenibile e nessun produttore o brand che desidera continuare a sviluppare business può esimersi dal percorrere questa strada. La percezione condivisa è che si stia concretizzando la tendenza, anche da parte dei consumatori, di una maggiore attenzione verso una moda e dei processi di acquisto più eco-friendly.
Anincreasinglysustainable footwearindustry
Where do we stand with regard to sustainability in the world of footwear? What are the approaches and actions of manufacturers and what do consumers think? Are the labours and efforts of those committed to sustainability being rewarded by a growth in demand in this respect?
The truth is that there is still much confusion and uncertainty about which products and processes can be considered sustainable and which characteristics make some types of goods more sustainable than others. In recent years, various sustainability certificates have emerged, first in the clothing industry and then increasingly in the footwear industry, to provide standards that help manufacturers, brands but also consumers to distinguish what is sustainable and ethical from what is not. As Alexandre Turra Gastaldello, Export Director of Grendene, said, 'With respect to the importance and centrality of sustainability as a global issue, consumers started to become aware of it not so long ago. That is why not everyone is yet actively looking for sustainable products. This is a growing trend, especially among the younger generation. This is why buyers need to be able to recognise brands that act in an ethical and green manner so that they can make informed and targeted choices. Grendene is a Brazilian company founded in 1971 and owner of brands such as Ipanema, Rider, Cartago, Zaxy and many others. It has been involved in sustainability for 10 years already. Having managed to achieve a low impact on the environment has enabled them to obtain Zero Emission certification this past year. In addition to using energy from renewable sources and recycled materials, the shoes they produce are entirely recyclable, an example being the Cartago men's model, which is 100% recyclable. As Alexandre Turra Gastaldello explains: 'When the life cycle of the product has come to an end, it is really very simple to separate the fabric part from the synthetic part and recycle them both by putting them into a new production process. Even the hooks we use to hang and display our flip-flops are made of recycled PVC'.
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The topic of sustainability is gaining increasing momentum and becoming a real prerogative for all players in the footwear supply chain. At the January 2023 edition of Expo Riva Schuh & Gardabags, we met a number of exhibitors offering sustainable products and production processes.
Brand: Copacabana, Cartago, Grendha
The Chinese company Lufeng Footwear, which has been producing shoes since 2004, mainly women's boots, moccasins, sandals and trainers, has also obtained the circular fashion certification. As Emily Lin, Chief Operational Officer, tells us: "The demands for sustainable products are increasing compared to the past. All of the materials we use to make our footwear have passed tests on quality, safety, sustainability and performance standards, both in-house and of the brands we supply". Sustainability features alone are not enough to spur consumers to proceed with a purchase. We know that shoes are also an object of desire and a style statement, they are precious companions in life: besides protecting the foot, they enhance the personality of the wearer. For this, comfort and quality materials are indispensable, but also design that must meet the public's taste. Manufacturers try to combine all these aspects to give their models all the features most in demand on the market. Just like Dawar Footwear, a company based in Agra, India, which has been dedicated to sustainability and ethical production since 1977, without forgetting aesthetics. It produces mainly leather footwear for men and women: boots, elegant shoes with and without heels, sandals.
Rohit Sahai, Sr. Merchandiser at Dawar Footwear, said: "For us, sustainability has always been a key issue. It is becoming more important day by day because sustainable products are demanded by both brands and consumers. For us sustainability means renewing production processes, environmentally friendly operations, using natural resources, reusing materials and being able to recycle our products and waste materials. We only use leather that is LWG (Leather Working Group) certified and therefore complies with the new environmental protocols. We search for natural raw materials and promote production that is as environmentally friendly as possible'. When it comes to ecology, sustainability and ethicality, the challenges become even greater than the traditional ones that the market demands to be faced on a daily basis. Processes with less impact on the environment are usually longer, the search for raw materials more tortuous and the costs of both materials and production increase. We are moving towards an increasingly sustainable future, and no manufacturer or brand that wishes to continue to develop business can avoid going down this road. The shared perception is that the trend, also on the part of consumers, towards more eco-friendly fashion and purchasing processes is taking shape
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Modelli Lufeng Footwear
Emily Lin - Chief Operational Officier di Lufeng Footwear
XTI FOOTWEAR
say goodbye AF Production
Never
RENR
TOP WINNER
AMPLE
WH SHOES
LOOKFOOT
LUCK COMPANY
INUOVO
VALLEVERDE
DONNA SERENA
FLY FLOT
EEGIM SHOES
KEYS
F
Flamingo road AF Production
ECO BIO MEMORISY
PIENN
BIO LIFE
JOOI BROTHERS
VESNA
TIGLIO
EASY WALK
SONIMIX
ORTOMED
Shades of grey
JEEP
AF Production
PLUMEX
IN BLU
PARK EXPORTS
LONDON’S LIFE
GRISPORT
DINO DRAGHI
SAFETY JOGGER
GEMINI ITALIA
SANT LUIS CALZATURE
NUOVA EUROITALIA
LYFIT
GALANT
CENTER GROUP RENZI
DOCKERS by GERLI
ALBERTOTORRESI
In
I AF Production
the corner
LA STRADA
SOFTMODE
YONGHE SHOES
AKINAL
WISTEFF SCHUH
ALMA
PX SHOES
Leap in the dark
M&G
Production
AF
RELIFE
BATI MODA SHOES
KAMPA
TOM TAILOR
MAGO
BIOECO BY ARKA
MOLLY BESSA
At
the end of the rainbow
AF Production
A
BEVERLY HILLS POLO CLUB
HOSIS
MARESCA
LUXDIVE
IGI & CO
PACIFIC
CALZATURIFICIO EMANUELA
RELAXSHOE
DÉES SHOES
Design inspirations from the past, present and future
Many of the top shoe and bag designers worldwide use Arsutoria Studio to create their new collections and to find new market opportunities.
We have a simple mission: help you turn your ideas into products
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Arsutoria (shoes) and Arpel (bags) historical archives available online. Arsutoria magazines from 1947 to 1980 and Arpel magazines from 1965 to 1980
ISSN 2531-9620 Send an e-mail to: arsutoria@edizioniaf.com to receive link and read the next issues of ARSUTORIA online for free 465 SS2023 TRENDS GUIDE CONCEPT, INSPIRATIONS, THEMES, COLOURS SS2023 VISION LAB NEXT MATERIALS FOR THE NEXT COLLECTIONS FOCUS SUSTAINABILITY B-CORP, NEW MATERIALS SUSTINABLE VISIONS AND FIGURES SAFETY SHOES INNOVATION, TECHNOLOGIES, NEW COLLECTIONS
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E-commerce in Italia, primo driver di crescita dell’economia
Prosegue il trend positivo per il settore dell’ecommerce, secondo quanto indicano i dati raccolti dalla seconda edizione dello studio condotto da Netcomm, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, dal titolo “Il ruolo e il contributo dell’e-commerce e del digital retail alla crescita dell’Italia”. L’e-commerce e la filiera ad esso associata si confermano un comparto fondamentale per la crescita del sistema Italia. La rete del valore dell’e-commerce e del digital retail si posiziona al primo posto tra le 99 attività economiche italiane per incidenza sul fatturato complessivo del settore privato, arrivando a pesare per il 40,6% della crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane del settore privato nel quinquennio 2016-2020. Si stima che nel 2021 la crescita delle attività di questa filiera sia pari a +4,4% rispetto al 2020, attestandosi a quasi 71 miliardi di euro di fatturato complessivo a livello nazionale (era quasi 68 miliardi di euro nel 2020, con un incremento del 20% rispetto all’anno pre-pandemia).
Secondo uno studio condotto da Netcomm, in collaborazione con The European House - Ambrosetti, la rete del valore dell’e-commerce in Italia vale 71 miliardi di euro e il settore ha contribuito per il 40,6% alla crescita di fatturato totale delle attività economiche nel periodo 2016-2020.
“Alla luce dei risultati di questo studio non possiamo che decretare una volta per tutte la fine della concezione di e-commerce come un semplice ‘trend’. La rete del valore del commercio digitale è molto di più: stiamo parlando di una filiera concreta e tangibile che fa crescere la nostra economia più di tutte le altre 98 attività economiche prese in considerazione e che riguarda 723 mila imprese”. –ha commentato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Il commercio digitale e la sua filiera si configurano - e si configureranno sempre di più - come un ecosistema in cui canale tradizionale e digitale coesistono e collaborano in un orizzonte strategico di crescita.”
“Oltre ad essere una grande opportunità per l’internazionalizzazione delle produzioni del Made in Italy, il settore rappresenta un’opportunità anche per la creazione di valore per l’Italia.” – ha affermato Lorenzo Tavazzi di The European House – Ambrosetti – “I settori coinvolti nella filiera valgono oggi 71 miliardi di Euro (+95% dal 2016). Non solo. Questo sistema industriale e di servizi ha una elevata capacità di attivazione su tutto il resto dell’economia: per ogni 100 euro generati nella filiera estesa
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dell’e-commerce e del digital retail in Italia, se ne generano ulteriori 148”.
A livello geografico, le imprese che lavorano in questa filiera sono equamente distribuite sul territorio italiano, ma più della metà del fatturato proviene dal Nord-Ovest (51,1%, con un importante contributo offerto dalla Lombardia). Tra i sotto-settori, emerge il ruolo di traino esercitato dalla logistica, che ha conosciuto una fase di ripresa durante la pandemia, la cui crescita (CAGR) si attesta al +13,7% medio annuo in termini di fatturato.
La rete del valore dell’e-commerce e dei digital retail si articola in due macro-aggregati: le vendite online (che oltre ai marketplace e retailer totalmente o parzialmente attivi sul canale online comprende anche piattaforme pubblicitarie, servizi integrati per la presenza web e le attività di customer care) e i servizi a supporto delle attività di e-commerce, tra cui logistica, packaging e sistemi di pagamento.
Dalla survey condotta presso le imprese è emerso come la vendita online abbia permesso agli operatori di avere un rapporto diretto con la clientela (per un quarto dei rispondenti attivi nel canale B2B e per il 22% attivo nel canale B2C) e di offrire un’esperienza più completa e soddisfacente (soprattutto in chiave multicanale nel segmento B2C). In questo contesto, per 1 operatore su 5, l’ingresso nel canale online ha permesso di ridurre i costi di gestione dell’ordine, mentre solo per una minima parte dei rispondenti (10% nel B2B, 6,4% nel B2C) ha implicato un ridimensionamento della rete fisica retail, a conferma della convivenza e del mutuo supporto tra segmento online e offline.
Passando agli investimenti futuri, per le imprese coinvolte nella survey gli ambiti principali su cui si dovrà investire sono quelli connessi al mondo della vendita on line. Al primo posto l’investimento nel digital marketing, prima voce sia per il canale B2B (38,5% del panel), sia per il canale B2C (23,9% del panel). Seguono al secondo posto gli investimenti per il miglioramento della user experience, in particolare il sito di e-commerce e l’incremento della presenza su marketplace per il B2B, mentre per le imprese B2C l’incremento del team dedicato al canale e-commerce. Le proposte di Netcomm e The European House - Ambrosetti hanno individuato 3 ambiti d’intervento per sostenere lo sviluppo della filiera estesa del commercio elettronico in Italia. Politiche per lo sviluppo dell’“industria del commercio”, upgrade delle competenze e tecnologie digitali e rafforzamento del digital export. Si propone innanzitutto di destinare parte dei fondi del
PNRR agli investimenti tecnologici delle imprese dell’industria del commercio. Per quanto concerne l’upgrade delle competenze e tecnologie digitali, si suggerisce di prevedere finanziamenti destinati alle imprese per la formazione di potenziali risorse da impiegare nel settore dell’e-commerce e del digital retail, a condizione che queste accedano a corsi certificati e che, allo stesso tempo, le imprese si impegnino ad assumere la risorsa al termine di tale programma di formazione. Infine, per quanto riguarda il rafforzamento del digital export, si raccomanda di incoraggiare accordi con i principali marketplace ed e-Tailer internazionali B2C e B2B per la promozione in apposite “vetrine” delle produzioni del “Made in Italy” e di semplificare gli adempimenti doganali.
E-commerceinItaly,firstgrowth driveroftheeconomy
According to a study conducted by Netcomm, in collaboration with The European House - Ambrosetti, the value network of e-commerce in Italy is worth 71 billion euros and the sector contributed 40.6 percent to the growth of total turnover of economic activities in the period 2016-2020.
The positive trend for the e-commerce sector continues, according to data collected from the second edition of the study conducted by Netcomm, in collaboration with The European House - Ambrosetti, entitled "The role and contribution of ecommerce and digital retail to Italy's growth."
E-commerce and the supply chain associated with it are confirmed as a fundamental sector for the growth of the Italian system. The value network of e-commerce and digital retail ranks first among Italy's 99 economic activities in terms of incidence on total private sector turnover, coming to weigh 40.6 percent of the turnover growth of total Italian private sector
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economic activities in the five-year period 2016-2020. It is estimated that in 2021, the growth of the activities of this supply chain will be +4.4 percent compared to 2020, standing at nearly €71 billion in total turnover at the national level (it was nearly €68 billion in 2020, an increase of 20 percent compared to the pre-pandemic year).
"In light of the results of this study, we can only decree once and for all the end of the conception of e-commerce as a mere 'trend.' The value network of digital commerce is much more than that: we are talking about a concrete and tangible supply chain that grows our economy more than all the other 98 economic activities taken into consideration and that involves 723 thousand businesses." - commented Roberto Liscia, President of Netcomm. "Digital commerce and its supply chain are configuring themselves - and will increasingly configure themselves - as an ecosystem in which traditional and digital channels coexist and collaborate in a strategic horizon of growth."
"Besides being a great opportunity for the internationalization of Made in Italy productions, the sector also represents an opportunity for the creation of value for Italy." - said Lorenzo Tavazzi of The European House - Ambrosetti - "The sectors involved in the supply chain are now worth €71 billion (+95% since 2016). Not only that. This industrial and service system has a high activation capacity on the rest of the economy: for every 100 euros generated in the extended e-commerce and digital retail supply chain in Italy, an additional 148 euros are generated."
Geographically, companies working in this supply chain are equally distributed across Italy, but more than half of the turnover comes from the Northwest (51.1%, with an important contribution offered by Lombardy). Among the sub-sectors, the driving role exerted by logistics emerges, which has experienced a recovery phase during the pandemic, whose growth
(CAGR) stands at +13.7 percent on average per year in terms of turnover.
The value network of e-commerce and digital retail is divided into two macro-aggregates: online sales (which in addition to marketplaces and retailers totally or partially active in the online channel also includes advertising platforms, integrated services for web presence and customer care activities) and services supporting e-commerce activities, including logistics, packaging and payment systems.
The survey of businesses showed how online sales enabled operators to have a direct relationship with customers (for a quarter of respondents active in the B2B channel and 22 percent active in the B2C channel) and to offer a more complete and satisfying experience (especially from a multichannel perspective in the B2C segment). In this context, for 1 in 5 operators, entry into the online channel has allowed them to reduce order management costs, while for only a fraction of respondents (10% in B2B, 6.4% in B2C) has implied a downsizing of the physical retail network, confirming the coexistence and mutual support between the online and offline segments. Turning to future investments, for the companies involved in the survey, the main areas to be invested in are those related to the world of online sales. In first place is investment in digital marketing, the first item for both the B2B channel (38.5 percent of the panel) and the B2C channel (23.9 percent of the panel). This is followed in second place by investments in improving the user experience, particularly the e-commerce site and increasing the presence on marketplaces for B2B, while for B2C companies the increase in the team dedicated to the e-commerce channel.
Proposals by Netcomm and The European House - Ambrosetti have identified 3 areas of intervention to support the development of the extended e-commerce supply chain in Italy. Policies for the development of the "commerce industry," upgrading digital skills and technologies, and strengthening digital export. First and foremost, it is proposed to allocate part of the PNRR funds to the technological investments of trade industry enterprises. With regard to digital skills and technology upgrades, it is suggested that funding be provided for enterprises to train potential resources to be employed in ecommerce and digital retail, provided that they access certified courses and, at the same time, the enterprises commit to hiring the resource upon completion of such training program. Finally, as far as strengthening digital export is concerned, it is recommended to encourage agreements with major international B2C and B2B marketplaces and e-Tailers for the promotion in special "showcases" of "Made in Italy" productions and to simplify customs requirements.
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Roberto Liscia
Lorenzo Tavazzi
INTERNATIONAL FAIRS GUIDE 2023
Tutto il mondo delle fiere a tema Calzature, Pelletteria e Sicurezza.
The world of footwear, leather goods and safety fairs.
Un fantastico aiuto per aziende e professionisti che vogliono orientarsi nel mondo delle fiere B2B riguardo calzature, pelletteria e sicurezza.
A great help for companies and professionals who want to orient themselves in the world of b2b fairs of footwear, leather goods and safety.
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L'azienda di Auckland, proprietaria di diversi marchi di calzature da donna, ha deciso di offrire al mercato internazionale le ultime collezioni Gelato, Bresley e Cassini scegliendo ERS come vetrina esclusiva.
Abbiamo cercato di portare in fiera i nostri tre marchi più rappresentativi e il maggior numero possibile di modelli diversi", afferma Phill Glenn-Campbell, proprietario dell'azienda insieme al fratello Paul. "Il nostro obiettivo è quello di entrare in contatto con il maggior numero di persone possibile, mostrare i nostri prodotti, quello che possiamo fare e mantenere i contatti che possono poi svilupparsi in collaborazioni a lungo termine. Lavoriamo sia con il nostro marchio che con marchi privati".
Vita Pacific è stata originariamente fondata con il nome di Vita Shoe Company durante la Seconda Guerra Mondiale, producendo stivali per i soldati. Dopo la fine della guerra, l'azienda si è dedicata alle calzature civili per
uomo e donna. L'industria calzaturiera neozelandese ha subito un costante declino negli anni Novanta. Nel 1999, il proprietario offrì al suo product manager Paul l'opportunità di acquistare l'azienda e portarla verso nuove direzioni. L'azienda aveva chiuso tutta la produzione in Nuova Zelanda per concentrarsi sullo sviluppo e sull'importazione di calzature da varie parti del mondo: "Abbiamo esperienza di produzione in molti paesi, tra cui Cina, Indonesia, Thailandia e in tutta Europa; mantenere lo sviluppo dei nostri prodotti in Nuova Zelanda è molto importante per noi".
Qual è la differenza tra i vari marchi che presentate in fiera?
Bresley è il nostro marchio principale, che si rivolge a un pubblico di età compresa tra i 35 e i 65 anni. Con un mix di stile, comfort e colore. Cassini, invece, è dedicato a un mercato più maturo, con modelli caratterizzati da una calzata più ampia e pensati per risolvere alcuni problemi specifici del piede legati all'avanzare dell'età, ma sempre attento alle nuove tendenze e ai look, perché le donne di oggi, a qualsiasi età, vogliono essere attraenti. Infine, abbiamo Gelato, un marchio lifestyle con un forte look da sneaker di lusso. Le solette modellate migliorano il comfort e le suole superleggere consentono una facile indossabilità. Riteniamo che i prodotti di qualità siano importanti, quindi sviluppiamo utilizzando pellami e componenti di alta qualità, che controlliamo e specifichiamo ai produttori.
Quali sono i vostri mercati principali?
Vendiamo le nostre calzature in tutti i mercati della Nuova Zelanda e dell'Australia, in negozi indipendenti, catene di negozi e grandi magazzini, e stiamo aumentando la nostra presenza in Canada e negli Stati Uniti. Il nostro obiettivo è continuare a espandere il nostro raggio d'azione. È anche per questo che siamo venuti a Expo Riva Schuh come espositori.
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La prima volta a ERS del neozelandese Vita Pacific
VITA
Qual è la vostra impressione della fiera?
Conoscevamo già la fiera di Riva del Garda, perché l'abbiamo visitata negli ultimi 15 anni alla ricerca di aziende di sourcing interessanti. Sappiamo che si tratta di un'ottima fiera dal carattere internazionale. Inoltre, ci piace la sua atmosfera informale, che è simile al nostro stile di vita e al modo in cui facciamo affari in Nuova Zelanda. In passato abbiamo partecipato anche alla fiera di Dusseldorf e al Micam di Milano, ma dopo Covid abbiamo deciso di concentrarci solo su Expo Riva Schuh.
Cos'altro è cambiato per voi dopo il COVID?
È stato molto difficile trattare con le fabbriche e organizzare lo sviluppo dei prodotti della nuova stagione. In condizioni normali saremmo stati con le fabbriche, parlando con i campionari per assicurarci che comprendessero le nostre istruzioni, ora dovevamo essere più specifici, prenderci il nostro tempo con i produttori e ottenere da loro la conferma della comprensione. Le scarpe sono un prodotto complesso, con molti componenti che devono essere toccati, spiegati... quindi l'impossibilità di incontrarsi ha generato non poche difficoltà. Abbiamo superato questo periodo e la nostra collaborazione con le aziende produttrici sta andando di bene in meglio. Le fabbriche con cui lavoriamo sono precise, hanno una grande comprensione delle nostre esigenze, sono puntuali nelle consegne e rispettano i nostri progetti di sviluppo.
Quali sono, secondo lei, le tendenze della moda per la prossima stagione?
Quello che stiamo vedendo nel mercato neozelandese e australiano è un interesse per i colori vivaci, anche in inverno, come il fucsia e l'arancione. Anche le stampe e i metallizzati saranno importanti. In termini di modellistica, invece, dominano gli stivaletti e i mocassini, ma sono richiesti anche modelli versatili adatti a diverse occasioni.
Cosa cercano oggi i vostri clienti?
Siamo guidati dal successo e dalla redditività dei nostri clienti, li sosteniamo scoprendo cosa richiede il mercato e adeguando continuamente la collezione offrendo modelli in sintonia con il mercato e le loro esigenze. I nuovi sviluppi di stagione devono essere realizzati in tempi rapidi, e noi abbiamo produttori in grado di produrre velocemente per soddisfare queste richieste. Anche grazie a questa strategia, la nostra attività è cresciuta in modo significativo negli ultimi 6 anni. Il nostro obiettivo è che i nostri clienti crescano con noi.
PACIFIC
New Zealand-based Vita Pacific's first time at ERS
The Auckland-based company, owner of several women's shoe brands, has decided to offer the international market the latest Gelato, Bresley and Cassini collections by opting for ERS as its exclusive showcase.
"We tried to bring our three most representative brands and as many different models as possible to the fair," says Phill GlennCampbell, who owns the company with his brother Paul. "Our goal is to connect with as many people as possible, show our product, what we can do, and maintain contacts that can then develop into long-term collaborations. We work both with our own brand and with private labels."
Vita Pacific was originally founded under the name Vita Shoe Company during World War II, producing boots for soldiers. After the war ended, it turned to civilian footwear for men and women. Footwear Manufacturing in New Zealand was in steady decline through the 1990’s. In 1999, the Owner offered their product manager Paul an opportunity to purchase the business and take it into new directions. The company had shut down all production in New Zealand to focus on developing and importing footwear from various parts of the world: "We have production experience in many countries, including China, Indonesia, Thailand, and throughout Europe; keeping our own product developement based in New Zealand is very important to us."
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What is the difference between the various brands you present at the fair?
Bresley is our main brand, which is aimed at a target audience between the ages of 35 and 65. With a mixture of style, comfort and colour. Cassini, on the other hand, is dedicated to a more mature market, with models characterized by a wider fit and designed to solve some specific foot problems related to advancing age, but still attentive to new trends and looks, because women today, at any age, want to be attractive. Finally, we have Gelato, a lifestyle brand with strong luxe sneaker looks. Modled insoles improve comfort and the superlight outsoles make for easy wearability. We believe that quality products are important so we develope using high quality quality leathers and componentry, that we control and specify to manufacturers.
What are your main markets?
We sell our footwear throughout the New Zealand and Australia markets, independent retails, chain stores and major departments stores, we have been increasing our presence in Canada and the USA. Our goal is to continue to expand our reach. That is also why we came to Expo Riva Schuh as an exhibitor.
What is your impression of the fair?
We were already very familiar with the fair in Riva del Garda, because we have visited it over the past 15 years in search of interesting sourcing companies. We know that it is a very good fair with an international character. Also, we love its informal atmosphere, which is similar to our lifestyle and the way we do business in New Zealand. In the past we also participated in the Dusseldorf fair and Micam Milan, but after Covid we decided to focus only on Expo Riva Schuh.
What else changed for you after COVID?
It was very difficult dealing with the factories whilst arranging new seasons product development. Under normal conditions we would be with the factories, talking with the samples rooms to ensure understanding of our intructions, now we had to be more specific, take our time with factorys and get confirmation of understanding from them. Shoes are a complex product, many components which needs to be touched, explained ... so the inability to meet generated quite a few difficulties. We overcame this period and our collaboration with manufacturing companies is going from strength to strength. The factories we work with are precise, have a great understanding of our requirements and on time with their deliveries and respect our development designs.
What are the fashion trends for the coming season, in your opinion?
What we are seeing in the New Zealand and Australian market is an interest in bright colors, even in winter, such as fuchsia and orange. Also, prints and metallics are going to be important. In terms of patternmaking, however, ankle boots and loafers are dominating, versatile styles suitable for a variety of occasions are also in demand.
What are your customers looking for today?
We are driven by our customers success and profitability, we support them by finding out what the the market requires and continuously adjusting the collection by offering models in tune with the market and their needs. In-season new developements must be turned around fast, we have manufacturers which are able to produce quickly to meet these demands. Thanks in part to this strategy, our business has grown significantly over the past 6 years. Our goal is that our customers will grow with us.
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Il SICTC - Sindacato dell'industria calzaturiera di Três Coroas si propone di dare sostegno alle imprese del territorio, favorendo lo sviluppo del settore attraverso collezioni innovative, di qualità e sostenibili. Ne abbiamo parlato con Fábio Augusto Spohr, Vice-presidente di SICTC.
SICTC è un'associazione di categoria fondata il 19 Giugno 1981, che rappresenta le industrie che producono calzature e relativi accessori e componenti, nel distretto di Três Coroas, nello stato brasiliano meridionale del Río Grande del Sud.
L'associazione conta attualmente 53 aziende che producono differenti tipologie di prodotti: sneakers, scarpe col tacco, ballerine e stivali, sia in pelle che in sintetico. Tutte aziende caratterizzate da produzioni di qualità, dal design unico, che si propongono di lavorare seguendo i principi della sostenibilità. Il Brasile, per tutto il comparto moda, è il punto di riferimento del mercato dell’America Latina i cui paesi rappresentano alcuni dei maggiori compratori per gli associati SICTC che esportano anche in più di 70 paesi nel mondo.
Gli obiettivi dell’associazione
“Il nostro sindacato” - dice Fábio Augusto Spohr, Vicepresidente di SICTC - “si impegna a offrire sostegno alle imprese associate nei più svariati ambiti, compresa la promozione verso nuovi mercati, il favorire nuove opportunità commerciali, la cooperazione e collaborazione con altri enti e aziende, l’avvicinamento a nuovi partner”.
Três Coroas è uno dei principali e più tradizionali centri calzaturieri brasiliani e l’obiettivo che si pone il sindacato è la valorizzazione della manodopera, la formazione, la difesa del settore calzaturiero nazionale, statale e comunale, oltre a supportare e incentivare le aziende a operare in modo sostenibile. Ogni azienda associata contribuisce attivamente con il corretto smaltimento e riutilizzo degli scarti di produzione al fine di ottenere un basso impatto ambientale.
Continua Fábio Augusto Spohr: “Nel 2009 è nata la Scuola Calzolai, il cui obiettivo principale è la formazione avanzata di manodopera, così che il settore possa continuare ad avvalersi di operatori esperti. Inoltre, è il primo centro calzaturiero brasiliano a riutilizzare il 100% degli scarti, ovvero non riversa gli scarti di produzione in discarica, poiché il materiale in eccesso è destinato al riciclo o alla produzione di combustibile”.
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Il progetto di sostenibilità e sviluppo dei brasiliani di SICTC
Fábio Augusto Spohr - Vice-presidente di SICTC
Il Progetto Três Coroas Shoes
Il progetto Três Coroas Shoes è stato avviato nel 2015 e rappresenta l'unione delle imprese che lavorano e cooperano al fine di rafforzare i singoli marchi, mettendo in evidenza i prodotti realizzati a Três Coroas, con un focus particolare su design, qualità, sostenibilità e responsabilità sociale.
Il Progetto offre alle aziende opportunità di promozione verso il mercato interno ed estero, vengono organizzate tavole rotonde per favorire gli affari, showroom in città strategiche, partecipazione/esposizione a fiere nazionali e internazionali. Queste azioni collettive consentono un maggiore impatto sul mercato, rispetto a quello che potrebbe sviluppare una singola azienda, e ottimizzano gli investimenti delle imprese.
Expo Riva Schuh come opportunità verso l’internazionalità
Conclude Fábio Augusto Spohr:“Nel 2019 è iniziata l'internazionalizzazione del progetto Três Coroas Shoes che purtroppo ha subito un immediato arresto a causa della pandemia. Expo Riva Schuh ha rappresentato per noi una grande opportunità per riprendere il nostro percorso, aprendoci le porte verso ulteriori e nuovi mercati internazionali.
A Riva del Garda siamo stati accolti nel migliore dei modi e abbiamo registrato fin da subito riscontri positivi. Abbiamo incontrato nuovi clienti e delegazioni presentateci dalla fiera stessa. Visti questi ottimi risultati, le nostre aspettative sono ancora maggiori per la prossima edizione di giugno 2023 che sarà dedicata alla primavera-estate 2024. Del resto, si sa, la scarpa brasiliana è riconosciuta soprattutto per le sue proposte dedicate alla stagione calda”. Grande soddisfazione, quindi, per la trasferta trentina di SICTC, che è stata possibile anche grazie al supporto della Camera di Commercio Italiana Rio Grande do
Sul, l’Associazione Italia Brasile e la municipalità di Tres Coroas. Nelle immagini di seguito mostriamo i prodotti delle sette aziende brasiliane espositrici presenti in fiera a gennaio 2023.
TheBrazilianSICTCs'sustainability anddevelopmentproject
SICTC - Trade Union of the Footwear
Industry of Três Coroas aims to provide support to local companies, promoting the development of the sector through innovative, quality, and sustainable collections. We spoke about this with Fábio Augusto Spohr, Vice-President of SICTC.
SICTC is a trade association founded on 19 June 1981, representing industries that produce footwear and related accessories and components, in the district of Três Coroas, in the southern Brazilian state of Río Grande del Sud. The association currently has 53 companies producing different types of products: trainers, heels, ballerinas and boots, both leather and synthetic. All of them are companies characterised by quality production, unique design, which aim to work according to the principles of sustainability. Brazil, for the entire fashion industry, is the reference point for the Latin American market whose countries represent some of the biggest buyers for SICTC members who also export to more than 70 countries worldwide.
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Brand: Stephanie
Brand: Lightgel
Brand: Valentina
The objectives of the association
'Our union,' says Fábio Augusto Spohr, Vice-President of SICTC, 'is committed to offering support to its member companies in a wide range of areas, including promotion towards new markets, fostering new business opportunities, cooperation and collaboration with other entities and companies, and approaching new partners.
Três Coroas is one of the main and most traditional Brazilian footwear centres, and the union's objective is the valorisation of the workforce, training, the defence of the national, state and municipal footwear sector, as well as supporting and incentivising companies to operate in a sustainable manner. Each member company actively contributes with the proper disposal and reuse of production waste in order to achieve a low environmental impact.
Fábio Augusto Spohr continues: 'In 2009, the Shoemakers’ School was born, whose main objective is the advanced training of the workforce, so that the sector can continue to benefit from skilled workers. In addition, it is the first Brazilian shoemaking centre to reuse 100 per cent of its waste, i.e., it does not dump production waste in landfills, as the excess material is destined for recycling or fuel production'.
The Três Coroas Shoes Project
The Três Coroas Shoes Project started in 2015 and represents the union of companies working and cooperating to strengthen individual brands, highlighting products made in Três Coroas, with a focus on design, quality, sustainability and social responsibility.
The Project offers companies opportunities for promotion towards the domestic and foreign market, round tables are organised to foster business, showrooms in strategic cities, and participation/exhibition at national and international fairs. These collective actions allow a greater impact on the market, compared to what a single company could develop, and optimise companies' investments.
Expo Riva Schuh as an opportunity towards internationality
Fábio Augusto Spohr concludes: 'In 2019 the internationalisation of the Três Coroas Shoes project began, which unfortunately came to an immediate halt due to the pandemic. Expo Riva Schuh was a great opportunity for us to get back on track, opening the doors to further new international markets.
In Riva del Garda we were welcomed in the best possible way and immediately received positive feedback. We met new customers and delegations introduced to us by the trade fair itself. Given these excellent results, our expectations are even higher for the next edition in June 2023, which will be dedicated to springsummer 2024. After all, we know that Brazilian shoes are recognised above all for their proposals dedicated to the warm season'.
Great satisfaction, therefore, for SICTC's Trentino trip, which was also made possible thanks to the support of the Italian Chamber of Commerce Rio Grande do Sul, the Italy Brazil Association and the municipality of Três Coroas.
In the images below we show the products of the seven Brazilian exhibiting companies present at the fair in January 2023.
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Brand: Andine
Brand: Killana
Brand: Eléia
Brand: Variettà
Mimanera nasce in un piccolo garage
che rendono le sneaker Mimanera uniche nei loro dettagli. Si tagliano i primi importanti traguardi, si aprono i primi shop, e si collabora con artisti, personaggi e altre aziende. Nel 2021 nasce Mimanera International, il progetto globale che immagina Mimanera in giro per il mondo. Il primo passo è l’apertura dello store monomarca al Mall of Emirates di Dubai.
Che cosa accade dopo lo racconta il fondatore di Mimanera, per la prima volta espositore a Pitti Uomo, Matteo Gamboni: “Le scarpe personalizzate sono un successo in continua evoluzione. Nel 2016 nasce ufficialmente l’azienda e il brand Mimanera [dallo spagnolo Mi Manera, ‘a modo mio’] che racchiude tutta l’essenza del brand: dare valore all’unicità di ognuno di noi rendendola visibile tramite il proprio modo di vestire. Il concetto alla base del prodotto Mimanera è la decostruzione del basic e la sua ricostruzione in qualcosa di unico. Abbiamo voluto unire artigianalità e innovazione dando vita a sneakers concepite per chi ama vivere la vita senza schemi e senza regole. Realizziamo il sogno di chi vuole distinguersi tra la folla. Il nostro scopo è quello di concedere a chi ci segue il lusso di essere sempre unico”.
Come mai siete passati dalla fiera di Firenze?
Mimanera nasce in un piccolo garage nei dintorni di Cattolica, in Italia. È il luogo dove tutto ha inizio e il luogo che custodisce tutta la storia del brand. In quel garage, che tanto ricorda quelli della Silincon Valley, nel 2012 avviene la prima customizzazione: l’applicazione di borchie su un paio di Converse All Star. Il successo è immediato e la scelta delle personalizzazioni si amplia a glitter, Swarovski, patch di tessuti e rivestimenti. Ma non solo, si iniziano a personalizzare anche tutti i brand più amati di sempre: Nike, Adidas, Converse e Vans. Il brand cresce e con lui la squadra di artigiani che si specializza in molteplici e diverse tecniche di personalizzazione. Lavorazioni a mano, decolorazioni, applicazioni, cuciture innovative, accostamenti di colori sono solo alcune delle sperimentazioni
“Perché Mimanera non è stato compiutamente simbolo di unicità fino al 2022, quando a 10 anni esatti dalla prima personalizzazione, decide di rendere omaggio a quel garage dove tutto è cominciato. Il garage di Nonna Rosina rimane ancora oggi il testimone dell’evoluzione di un sogno e di un percorso fatto di passione ma anche di sacrifici. Nell’Agosto 2022 nasce il nuovo brand Mimanera Studio e la sua sneaker ufficiale: la Mimanera Garage. L’obiettivo e i valori rimangono gli stessi di sempre, ma quello che viene offerto è qualcosa che va oltre la customizzazione. Le sneaker Garage sono l’unione di anni di esperienza nel settore delle calzature con l’infinita passione per l’innovazione. Da una selezione di materiali di prima qualità e una ricerca verso nuovi orizzonti di stile, prende vita un modello dal design unico e inconfondibile”.
Cosa avete preparato per affrontare il prossimo inverno con unicità e stile?
“La nostra proposta porta il titolo ‘Concrete’ e segna l’esordio di un disegno ambizioso. Un inizio che parte dalle
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Pare l’inizio di una favola… ed effettivamente lo è. La storia di un’idea, un sogno, un colpo di genio. Sneaker personalizzate che conquistano il mondo.
fondamenta, costruendo mattone su mattone un’identità definita fatta di lavorazioni materiche e colore. Una sneaker che evolve la sua estetica attraverso azioni sperimentali su pellami primo fiore. Linee pulite che danno spazio a colature gommose dai colori accesi. Accoppiamenti di materiali dalla mano differente edificano un’armonia estetica. Trattamenti délavé rubati alla jeanseria donano un aspetto vissuto ad una scarpa che inizia il suo percorso con una salda esperienza nel mondo della customizzazione. Una collezione libera di esprimersi, senza specificità di genere né definizioni, che dà libero sfogo alla creatività e la rende indossabile”.
Mimanera was born in a small garage
was officially born, which encapsulates the whole essence of the brand: to give value to the uniqueness of each of us by making it visible through our way of dressing. The concept behind the Mimanera product is the deconstruction of the basic and its reconstruction into something unique. We wanted to combine craftsmanship and innovation to create snaekers designed for those who love to live life without patterns and without rules. We realise the dream of those who want to stand out from the crowd. Our aim is to grant those who follow us the luxury of always being unique”.
Why did you come to the Florence fair?
“Because Mimanera was not fully a symbol of uniqueness until 2022, when exactly 10 years after the first customisation, it decided to pay homage to that garage where it all began. Nonna Rosina’s garage still remains the witness of the evolution of a dream and a path made of passion but also of sacrifices. August 2022 saw the birth of the new Mimanera Studio brand and its official sneaker: the Mimanera Garage. The objective and values remain the same as always, but what is offered is something that goes beyond customisation. Garage snaekers are the combination of years of experience in the footwear industry with an infinite passion for innovation. From a selection of top quality materials and research into new horizons of style, a model with a unique and unmistakable design comes to life”.
Mimanera was born in a small garage near Cattolica, Italy. It is the place where everything begins and the place that holds the brand’s entire history. In that garage, so reminiscent of those in Silincon Valley, the first customisation took place in 2012: the application of studs on a pair of Converse All Stars. Success was immediate and the choice of customisations expanded to include glitter, Swarovski, fabric patches and upholstery. But that’s not all, all the best-loved brands of all time also begin to be customised: Nike, Adidas, Converse and Vans. The brand grows and with it the team of craftsmen who specialise in many different customisation techniques. Handwork, discolourations, applications, innovative stitching, colour combinations are just some of the experiments that make Mimanera snaekers unique in their details. The first important milestones are cut, the first shops are opened, and collaboration with artists, personalities and other companies takes place. In 2021, Mimanera International was born, the global project that imagines Mimanera around the world. The first step is the opening of the flagship store at the Mall of Emirates in Dubai.
Matteo Gamboni, the founder of Mimanera and a first-time exhibitor at Pitti Uomo, tells us what happens next: “Customised shoes are an ever-evolving success. In 2016 the company and the brand Mimanera [from the Spanish Mi Manera, ‘my way’]
What have you prepared to face next winter with uniqueness and style?
“Our proposal bears the title ‘Concrete’ and marks the debut of an ambitious design. A beginning that starts from the foundations, building brick by brick a defined identity made up of material processing and colour. A trainer that evolves its aesthetic through experimental actions on first-grain leathers. Clean lines that give way to rubbery drippings in bright colours. Pairings of materials with different hands build an aesthetic harmony. Washed-out treatments stolen from jeanswear give a lived-in look to a shoe that begins its journey with a solid experience in the world of customisation. A collection free to express itself, without gender specificity or definitions, which gives free rein to creativity and makes it wearable”.
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It sounds like the beginning of a fairy tale... and indeed it is. The story of an idea, a dream, a stroke of genius. Customised sneakers that conquer the world.
Addresses
APICCAPS
tel. +351 22.507.41.50
aicep.milan@portugalglobal.pt www.apiccaps.pt
pag. II cover
ASSOMAC SERVIZI s.r.l. tel. +39 0381.788.83 info@assomac.it www.assomac.it
pag. III cover
EXPO RIVA SCHUH
RIVA DEL GARDA FIERECONGRESSI S.p.A. tel. +39 0464.520.000 info@exporivaschuh.it www.exporivaschuh.it
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FLY FLOT s.r.l. tel. +39 030.968.900
info@flyflot.it
www.flyflot.it
pag. 9
IMAC S.p.A. tel. +39 0734.938.721
info@imac-italia.it - www.imacspa.com
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ORTHOLITE / O2 PARTNERS LLC
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info@ortholite.com - www.ortholite.com
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REFRESH by MARSAN FOOTWEAR S.L. tel. +34 968.718.313
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SYARIKAT PERUSAHAAN JOOI BERSAUDARA SDN BHD www.asadi.com.my
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UITIC
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