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2020
primavera-estate
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Nel mezzo del cammin di nostra vita ci ritrovammo infettati da un virus oscuro Dapprima una notizia che rimbalza da un angolo lontano del pianeta, poi uno spettro che comincia ad aggirarsi sulle nostre vite, infine una realtà con cui fare i conti quotidianamente, minuto dopo minuto. Una realtà inedita, inconcepibile, drammatica. Anno 2020, primavera. Dalla reclusione in casa, imposta dal dilagare del Coronavirus e dai relativi decreti varati dal governo, nasce la necessità di testimoniare la propria condizione di isolamento e smarrimento. Con leggerezza e malinconia, con ironia e disincanto, Gabriele Di Luca compone ogni giorno un decalogo “malumoristico” di riflessioni, impressioni, frammenti narrativi o citazioni capaci di connetterlo in modo più intimo ai frequentatori virtuali della sua bolla domestica. Cerca in questo modo di conservare una relazione con il mondo che pure continua a scorrere oltre le finestre, con brandelli di ostinata appartenenza sociale cui si sforza di dare un senso, o semplicemente una forma. Le sue divagazioni ritmano l’accadere e più spesso il non accadere degli eventi, costruendo una trama solo apparentemente sconnessa di pensieri, in realtà una lenta e progressiva teoria dell’esistenza. L’io narrante finisce così per proiettare ansie e desideri in un curioso alter ego che pian piano gli ruba la scena e (forse) il destino. Nell’attesa di tornare, prima o poi, a riveder la gente. Gabriele Di Luca (1967), livornese, risiede da oltre vent’anni in Alto Adige, dove svolge le professioni di insegnante e traduttore. Editorialista del “Corriere dell’Alto Adige”, scrive inoltre per le testate “ff” e “salto.bz”. Per le Edizioni alphabeta Verlag ha curato, insieme a Maurizio Ferrandi, i due volumi antologici Pensare l’Alto Adige (2017 e 2018) e tradotto il testo di Alexander Langer Südtirol ABC (2015).
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Gabriele Di Luca
E quindi uscimmo a riveder la gente Diario dalla Grande Reclusione 2020, 200 pp., illustrato bn 13,5 x 20,5 cm, Euro 13,00 ISBN 978-88-7223-366-5
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Un “classico dimenticato” della letteratura altoatesina Bolzano, seconda metà degli anni cinquanta. Michele è un inquieto trentenne, agente di commercio che oscilla tra l’edonismo della nuova società consumistica e vaghe quanto velleitarie aspirazioni di vita. Una possibile svolta esistenziale è rappresentata dall’occasionale incontro con Marta, una timida e discreta maestra elementare di etnia tedesca, che abita in una casa di campagna insieme all’anziana madre e ad un amico di famiglia dal ruolo ambiguo. La casa, stretta tra una sponda dell’Adige e uno strapiombo roccioso, è stata teatro, nell’immediato dopoguerra, di un tentativo di rapina finito nel sangue. Tra i due nasce una relazione complicata e resa ancora più impervia dal contesto ambientale, dall’ostilità diffusa e sempre meno nascosta tra i due gruppi linguistici, che di lì a poco sfocerà nella stagione del terrorismo. Sarà l’inattesa visita di Michele alla “casa sull’argine” a riportare a galla alcuni sinistri frammenti di passato tenuti fin lì segreti. Innescando un finale rocambolesco e “aperto”. Con un sapiente intreccio narrativo e uno straordinario realismo d’ambientazione, il romanzo di Gianni Bianco, edito per la prima volta nel 1965, offre un incisivo ritratto generazionale e – sottolinea Carlo Romeo nella Postfazione – lo «spaccato di un piccolo mondo còlto nel suo momento di massima tensione e metamorfosi». Gianni Bianco (1932-2015), nato in Campania e bolzanino d’adozione, dopo aver svolto per un breve periodo la professione forense, si è dedicato al giornalismo. Entrato in RAI come collaboratore, è stato successivamente capocronista dell’“Alto Adige” e redattore del “Giorno”, per il quale ha ricoperto anche l’incarico di inviato speciale per gli sport invernali. Memorabili i suoi articoli al seguito della Valanga Azzurra. Per molti anni ha diretto la rivista “Sci”. Autore di numerose pubblicazioni in ambito sportivo, alla questione sudtirolese ha dedicato, oltre al romanzo Una casa sull’argine, il saggio-inchiesta La guerra dei tralicci (Manfrini, 1963).
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Gianni Bianco
Una casa sull’argine Postfazione di Carlo Romeo 2020, 144 pp. ca. 13,5 x 20,5 cm, Euro 12,00 ISBN 978-88-7223-357-3
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«Un continente che ha tradito la propria storia, che si distorce in una smorfia disgustosa, altro che le immagini sfavillanti degli schermi. È una bocca vorace che divora ciò che le piace e risputa quelli che non vuole.» Storie di distacchi, fughe, migrazioni: le “vite lontane” di due figure femminili si intrecciano in una pluralità di piani narrativi e temporali, mescolando fantasia e realtà, passato e presente, infanzia ed esistenza adulta. L’io narrante rievoca luoghi abbandonati e remote vicende di guerra, che fanno da sfondo a fratture familiari, confini da valicare e affetti da preservare. È lo stesso destino di Meta, profuga etiope prima rapita e poi sfruttata: l’addio alla propria terra, il viaggio alla volta dell’Europa, le indicibili privazioni e sofferenze. L’incontro finale tra le due svela sorprendenti affinità e legami, e una comune necessità di riscatto. Il romanzo di Anna Rottensteiner, scritto in una lingua ricca di immagini plastiche e sensuali, è una raffinata, intrigante riflessione sulla condizione del “migrare”: da una sponda all’altra, da un Paese all’altro, da un’identità all’altra, ci si allontana da se stessi per ritrovarsi nell’altro.
Anna Rottensteiner (1962), nata a Bolzano, ha studiato Germanistica e Slavistica all’Università di Innsbruck. Dopo aver svolto le professioni di libraia ed editor, dal 2003 è direttrice della Literaturhaus am Inn, la Casa della Letteratura di Innsbruck. Ha collaborato in qualità di traduttrice e curatrice a diversi progetti editoriali interculturali, e ha al suo attivo tre romanzi (di cui uno per bambini) e alcune raccolte di racconti. In edizione italiana è disponibile il suo romanzo d’esordio, Sassi vivi (Keller, 2016). Recentemente ha curato i due volumi della raccolta di racconti Risentimento/Ressentiment (alphabeta, 2019-20).
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Anna Rottensteiner
Le vite lontane
Traduzione dal tedesco di Carla Festi 144 pp. 13,5 x 20,5 cm, Euro 12,00 ISBN 978-88-7223-350-4
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Giorni di vento è un sottile romanzo di formazione, che attraverso il confronto tra due generazioni, diverse e lontane, riapre una dolorosa pagina di Storia per alcuni rimossa, per molti semplicemente sconosciuta. Innsbruck, primavera 1990. Lukas è un ragazzino vivace, che ha una sola, grande passione: il calcio. L’attesa per gli imminenti Campionati mondiali si fa sempre più fremente, tanto più che quell’anno si tengono in Italia, Paese che per Lukas è sinonimo di vacanze al mare, giochi estivi, dolciumi a volontà. Ad aprire uno squarcio in questo quadretto idilliaco sarà la frequentazione di un vicino di casa, il vecchio e solitario Lahner, un sudtirolese appartenente a una famiglia di optanti: una delle tante vittime dell’italianizzazione forzata della sua terra natale, prima e dopo la seconda guerra. Il ricordo della Heimat è venato di rimpianto e amarezza, è la storia di una famiglia lacerata e tuttora divisa da un oblio volontario e da antichi rancori. Un beffardo scherzo del destino – l’incontro con un ex carabiniere – disvela il capitolo più nero di questa storia: un arresto arbitrario, una serie di torture subite, i segni che queste hanno lasciato sul corpo e nell’anima di Lahner. Il ritiro della Nazionale tedesca in Alto Adige sarà l’occasione per il vecchio di chiudere il cerchio del proprio passato e per il giovane di scoprire un’Italia insolita e sorprendente. Bernd Schuchter (1977), scrittore, critico letterario ed editore, è nato e vive a Innsbruck. Ha al suo attivo tre romanzi, alcune raccolte di racconti e novelle, e vari saggi di storia, arte e filosofia. Si è aggiudicato, tra gli altri, il premio Brixen/Hall (2007) per le opere in prosa e il premio Theodor Körner (2017) per la saggistica d’arte. Tra le sue ultime pubblicazioni, ricordiamo il romanzo storico Rikolas letzter Auftritt (Braumüller, 2019), dedicato alla bizzarra figura del banchiere-editore Richard Kola. Giorni di vento è il suo primo romanzo tradotto in italiano.
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Bernd Schuchter
Giorni di vento
Traduzione dal tedesco a cura di Carla Festi 144 pp. 13,5 x 20,5 cm, Euro 16,00 ISBN 978-88-7223-344-3
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«Penso ci sia qualcosa nella tensione lirica di queste prose che trascende l’intenzione letteraria. Verrebbe quasi da chiamarli raccoglimenti, esercizi di meditazione.» Helena Janeczek
Un unico, irripetibile momento. Un frammento di mondo introiettato, una visione che si fa evento. In ogni singolo sguardo c’è insomma una storia da raccontare. In questo sorprendente collage di impressioni e meditazioni, Anita Pichler sovverte le tecniche narrative tradizionali plasmando una lingua capace di pronunciare fenomeni percettivi e processi visivi, di raccontare linee e colori, forme naturali e paesaggi. Nella sua prosa si alternano elementi narrativi e squarci poetici, laddove il fluire delle parole segue un proprio ritmo segreto, quasi ipnotico, dando corpo e sonorità a immagini suggestive e scorci assolutamente originali. A metà tra racconti e tableaux, i nove testi che compongono il volume, insieme alle riproduzioni pittoriche che li suggellano, sono un invito ad addentrarsi nella dissonante molteplicità del visibile, nella contraddittorietà dei sentimenti umani, nello spaventoso e affascinante mistero che è l’esistenza. Anita Pichler (1948-1997), meranese, è stata tra le più originali e controverse scrittrici sudtirolesi del dopoguerra, la cui opera ha suscitato molti entusiasmi, ma è stata anche oggetto di feroci critiche. Donna di straordinaria sensibilità poetica, la sua è stata una vita errabonda e inquieta fino alla sua morte prematura, all’età di soli quarantanove anni. Laureata in Slavistica e Germanistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stata lettrice universitaria, redattrice e traduttrice dall’italiano. Per le Edizioni alphabeta Verlag è uscito il racconto Come i mesi l’anno (2016).
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Anita Pichler
Di entrambi gli occhi lo sguardo Nove variazioni sul vedere
Postfazione di Helena Janeczek
Traduzione dal tedesco di Donatella Trevisan
107 pp., ill. a colori, â‚Ź 12,00 ISBN 978-88-7223-328-3
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«Prendere la mira e mancare esattamente un punto indefinito lontano dal bersaglio.» Un piccolo universo popolato da uomini stravaganti e animali spaesati, una carrellata di protagonisti, loro malgrado, di storie in frantumi che sembrano tutti vagare a mezz’aria, quasi in assenza di gravità, dentro una bolla di poesia e malinconia, trafitta da improvvise stilettate di ironia e paradossi. Con una spassosa appendice dedicata al Sudtirolo, ai suoi miti posticci e alle sue eterne contraddizioni, ai suoi vittimismi incrociati sui quali viene gettato uno sguardo acuto e insofferente. Divertimenti tristi appartiene al genere letterario del “racconto rotto”. È una raccolta cioè di frammenti di un testo smembrato che diventano poemetti in prosa, aforismi dilatati, sequenze interrotte, onirogrammi, romanzi compressi, divagazioni, miniature. Sono un centinaio, o poco più, di prose minime collocabili tra la caricatura e l’apologo, che disvelano il talento, l’umorismo stralunato e il funambolismo di un geniale artigiano della parola, Enrico De Zordo, sulla cui vena grottesca e parossistica vegliano i numi di Franz Kafka ed Ennio Flaiano.
Enrico De Zordo (1969) è nato a Brunico e vive a Bressanone. Laureato al DAMS di Bologna con una tesi su Edoardo Sanguineti, ha pubblicato la raccolta di versi Perimetri (L’Autore Libri, 1998). È stato insegnante di italiano in una scuola di economia domestica e commerciante di vini. Dal 2010 lavora nell’ambito dei servizi sociali.
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Enrico De Zordo
Divertimenti tristi
Centoundici prose minime
Postfazione di Gabriele Di Luca
163 pp., â‚Ź 12,00 ISBN 978-88-7223-311-5
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norber c. kaser
rancore mi cresce nel ventre
Poesia & prosa 1968-1978 Testo originale a fronte Traduzione dal tedesco di Werner Menapace 492 pp., cartonato, € 20,00 ISBN 978-88-7223-288-0
norbert c. kaser (1947-1978), nato a Bressanone, visse tra l’Alto Adige e Vienna. Ex frate cappuccino e insegnante di scuola elementare, pubblicò articoli di critica sociale e culturale su giornali e riviste locali, e intraprese diversi viaggi, brevi ma significativi. Solo dopo la morte, però, le sue poesie e i suoi scritti, dispersi e talora incompleti, sono stati raccolti dapprima in diverse antologie e poi nel 1988 nell’opera completa in tre volumi presso l’editore Haymon.
L’opera poetica di Norbert C. Kaser – con le iniziali rigorosamente minuscole –, presentata qui in ampia versione insieme ad altri testi in prosa, è parte integrante della letteratura mitteleuropea del Novecento. Scrittore geniale e multiforme con una lingua asciutta e tagliente, rigorosa e al tempo stesso eversiva, Kaser ha portato alla luce le contraddizioni, i fermenti e le lacerazioni di una società e di un’epoca, gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, rendendoli universali. È stato un oppositore radicale delle ipocrisie e delle ottusità di entrambi i nazionalismi in Alto Adige, testimoniando il declino di una Heimat in perpetua oscillazione tra rivolta e disincanto. Poeta della malinconia e dell’estrema consapevolezza, cantore della vita agra, la sua vicenda artistica e umana incarna il destino di uno spirito fragile e combattivo al contempo, di uno straordinario tessitore di parole che smaschera, spesso con vena satirica, i labili fantasmi della «borghesia bottegaia e del clero oppressivo».
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situazioni di vita quotidiana da una terra del tutto particolare, per certi versi unica. Ricreano un mondo – quello altoatesino – dalle mille sfaccettature e infinite contraddizioni, ne sono lo sguardo prospettico, lo specchio talvolta deformante, l’immagine cangiante. Ne sono la più completa, autentica espressione letteraria degli ultimi venticinque anni. Memorie, reportage, racconti, estratti di romanzi che attraversano un territorio di confine, la sua gente, la sua storia, i suoi luoghi, il suo immaginario.
Toni Colleselli (a cura di)
Narrare l’Alto Adige
25 anni di racconti intorno alla provincia meno italiana d’Italia 680 pp., € 28,00 ISBN 978-88-7223-246-0
Nel resto d’Italia la narrazione dell’Alto Adige/Südtirol è stata per lungo tempo – e in parte lo è ancora – deformata da una conoscenza assai approssimativa delle vicende sociali e politiche. I testi raccolti in Narrare l’Alto Adige propongono testimonianze e racconti storici, presentano personaggi reali e di finzione, ci introducono in paesaggi naturali e umani, ricostruiscono biografie e destini, ma anche semplici
Contributi di: Alessandro Banda • Pier Francesco Bonaventura • Alex Boschetti • Paolo Cagnan • Renzo Caramaschi • Paolo Crazy Carnevale • Luciana Chittero Villani • Toni Colleselli • Brunamaria Dal Lago Veneri • Kareen De Martin Pinter • Riccardo Dello Sbarba • Bruno Durante • Giorgio Falco • Helene Flöss • Ettore Frangipane • Umberto Gandini • Italo Ghirigato • Letizia Gianmoena Monti • Lotti Goliger Steinhaus • Lilli Gruber • Sabine Gruber • Kai Zen • Ernest van der Kwast • Kurt Lanthaler • Claudio Magris • Andreas Maier • Sepp Mall • Fabio Marcotto • Roberto Masiero • Francesca Melandri • Reinhold Messner • Andrea Montali • Sandro Ottoni • Tim Parks • Hans Karl Peterlini • Anita Pichler • Anne Marie Pircher • Quit the Doner • Paul Renner • Carlo Romeo • Andrea Rossi • Michele Ruele • Luigi Serravalli • Matteo Strukul • Katia Tenti • Franz Thaler • Paolo Bill Valente • Giorgio Vonmetz Schiano • Stefano Zangrando • Ada Zapperi Zucker • Joseph Zoderer
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Astrid Kofler
Il volo dell’altalena
Traduzione dal tedesco di Giuliano Geri 2018, 320 pp., € 15,00 ISBN 978-88-7223-308-5
Astrid Kofler (1965), giornalista, filmmaker e scrittrice, collabora, tra gli altri, con RAI e ORF. Si occupa in particolare di storia sociale dell’Alto Adige, come testimoniano i suoi numerosi documentari e le sue opere letterarie e di ricerca storica, per i quali si è aggiudicata nel 2011 il Walther-von-der-Vogelweide-Förderpreis del Südtiroler Kulturinstitut. Il volo dell’altalena è il suo primo romanzo tradotto in italiano.
Autunno 1935: la giovanissima maestra Ada Torelli, originaria della Ciociaria, viene destinata a una scuola elementare in provincia di Bolzano, al culmine del processo di italianizzazione del Sudtirolo. Si ritrova così in uno sperduto villaggio di montagna, tra una popolazione rurale oppressa da un’antica miseria e dall’imposizione di una lingua e di una cultura del tutto estranee. Insieme allo zelo e al rispetto dei dettami pedagogici fascisti, sviluppa via via un sentimento di empatia con i luoghi e le persone, in particolare con i bambini. Gli eventi politici che seguiranno di lì a breve, però, renderanno vana la sua missione. L’accordo tra Mussolini e Hitler sulle “Opzioni” sconvolgerà infatti i già precari equilibri di questa terra di confine, lacerando il tessuto sociale e familiare di un’intera comunità, obbligata a scelte dolorose, cui nemmeno Ada potrà sottrarsi.
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Adriana Altaras
Gli occhiali di Tito
Storia rocambolesca della mia famiglia Traduzione dal tedesco di Stefano Zangrando 260 pp.,€ 18,00 ISBN 978-88-7223-204-0 Adriana Altaras (1964) è nata a Zagabria e ha trascorso la sua infanzia in Italia. Dal 1983 è attrice professionista e ha partecipato a numerosi film e sceneggiati. Dagli anni novanta è inoltre regista teatrale. Cofondatrice del teatro off Zum westlichen Stadthirschen, ha collaborato con la Shoah Foundation di Steven Spielberg. Nel 2000 è stata insignita dell’Orso d’Argento alla Berlinale per particolari meriti artistici. Dal romanzo autobiografico Gli occhiali di Tito è stato tratto un film (Titos Brille, 2014) per la regia di Regina Schilling.
Con due figli fanatici di calcio e un marito che stoicamente sopporta le sue nevrosi, l’attrice e regista Adriana Altaras conduce a Berlino una vita frenetica e confusionaria. Alla morte dei genitori eredita una casa nella quale in oltre mezzo secolo si è accumulato di tutto. Riaffiorano vecchi cimeli, lettere strazianti, fotografie sbiadite e vari segreti di famiglia. Il passato irrompe quindi all’improvviso nel suo presente: un padre ex partigiano titoista e una madre condannata alla solitudine, entrambi scampati a un tragico destino e segnati dalla fuga e dall’esilio, una serie di personaggi strambi e incredibilmente longevi, e tutti – ma proprio tutti – i topoi classici di una famiglia ebraica. Una divertente saga familiare che attraversa l’Europa e l’intero, travagliato ventesimo secolo.
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Waltraud Mittich
Micòl
Traduzione dal tedesco di Giovanna Ianeselli e Stefano Zangrando 163 pp., € 12,00 ISBN 978-88-7223-290-3
Waltraud Mittich (1946) è nata a Bad Ischl e vive tra Brunico e Zurigo. Laureata in Lingue e Letterature straniere e moderne all’Università di Padova con una tesi su Ingeborg Bachmann, ha svolto per molti anni la professione di insegnante. Tra le sue ultime opere di narrativa pubblicate ricordiamo Abschied von der Serenissima (Laurin, 2014). Micòl è il suo primo romanzo tradotto in italiano.
Nel 1962 Giorgio Bassani pubblica Il giardino dei Finzi-Contini, che racconta l’amore impossibile di un giovane per Micòl, ragazza ebrea che finirà deportata nei campi di sterminio. Un destino che l’autrice sudtirolese Waltraud Mittich ha voluto riscrivere, riprendendo, mezzo secolo dopo, i fili di una storia brutalmente interrotta. La ragazza diventa così una donna capace di elaborare un proprio canone di femminilità che la conduce alla libertà e all’autodeterminazione. Nella sua “nuova” esistenza letteraria, declinata in una varietà di stili e registri, verranno comunque a riflettersi gli orrori, le speranze e le conquiste del “secolo breve”.
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Alex Boschetti
Un interminabile inverno 276 pp., € 14,00 ISBN 978-88-7223-281-1
Alex Boschetti (1977) ha al suo attivo diverse sceneggiature per fumetti e graphic novel, tra cui Mani pulite (2018), La scomparsa di Emanuela Orlandi (2013) e La strage di Bologna (2006), tutti editi da Becco Giallo. Ha pubblicato inoltre racconti in diverse antologie e il romanzo Nera Neve (ENS, 2003). Ha all’attivo anche sceneggiature per cortometraggi in animazione e videoclip.
Albert Kleim vive tra Bologna e New York. Ha una vita apparentemente tranquilla e costellata di successi, costruita lontano dalla sua terra natia, l’Alto Adige. È un accademico di fama e un noto opinionista televisivo. D’un tratto il figlio più piccolo scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Ha inizio così una lunga e dolorosa discesa agli inferi. Le ricerche senza esito, il matrimonio che va a rotoli e l’incubo della depressione lo faranno entrare in contatto con un mondo parallelo, torbido e crudele. Un mondo che lo porterà a guardare al suo passato e alla sua stessa esistenza con occhi diversi. Sullo sfondo, un Alto Adige incantato e severo, custode di memorie senza tempo e di segreti inconfessabili. Una terra di antichi conflitti e sentimenti contrastanti, che si attacca alla pelle e al destino con la stessa, silenziosa ostinazione di un interminabile inverno. Un noir sottile e spiazzante, un gioco di intrecci psicologici e di verità sotterrate, con un finale in crescendo che lascia il gusto dolceamaro della sorpresa.
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Stefano Zangrando
Amateurs
176 pp., € 14,00 ISBN 978-88-7223-260-6
Stefano Zangrando (1973), dottore di ricerca in letterature comparate, nel 2008 ha ottenuto una borsa di scrittura dell’Accademia delle Arti di Berlino e nel 2009 il Premio italo-tedesco per la traduzione letteraria. Scrittore, traduttore e critico letterario, ha pubblicato una raccolta di racconti (Quando si vive, Keller, 2009) e il romanzo Il libro di Egon (Greco, 2005). Il suo ultimo libro, Fratello minore (Arkadia, 2019), a metà tra biopic e autofiction, è ispirato alla vicenda umana e artistica del poeta, regista e drammaturgo Peter Brasch.
Forse un romanzo d’iniziazione, forse un romanzo di confine, sicuramente una ricerca del proprio essere giovane, cosmopolita, precario della vita. Stefano Zangrando ambienta il suo racconto in una Berlino che spazia tra il reale e il fantastico, dove convivono frivolezza e straniamento, voglia di festa e di contestazione. In questo confuso scenario metropolitano due amici di vecchia data si reincontrano, ognuno in preda a solitari aneliti amorosi, e fanno la conoscenza di personaggi di ogni genere e provenienza. Tra avventure notturne e dialoghi sulla natura umana, tra un battibecco e una confessione, tra un malinteso e l’altro, nel loro flanerismo viene svelandosi lentamente l’influenza del passato e delle origini, la natura “di confine” che contraddistingue entrambi. Tuttavia, a dispetto degli indizi che sembrano unirli giocosamente in una sorte comune, dietro l’angolo li attende un finale beffardo.
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Kurt Lanthaler
Il delta
Traduzione dal tedesco di Stefano Zangrando 166 pp., € 14,00 ISBN 978-88-7223-239-2
Kurt Lanthaler (1960) è uno scrittore bolzanino di lingua tedesca. Oltre alla serie di gialli con protagonista il camionista Tschonnie Tschenett, è autore di romanzi, racconti, poesie, libretti musicali, testi teatrali e sceneggiature. Ha tradotto in tedesco i romanzi di Peppe Lanzetta e Roberto Alajmo. Vive tra Berlino e Zurigo.
Le storie della vita di un certo Fedele Conte Mamai, trovatello del Polesine, cresciuto su una chiatta in mezzo al grande fiume e diventato ingegnere. Storie di anguille e di un labirinto di acque che si ingrossano all’improvviso, storie di una vecchia valigia di cartone, di baccalà e babà. Storie di paesi stretti dietro gli argini, di grandi imprese ingegneristiche e di imprese, ancora più grandi, di Madre Natura. Storie di migrazioni e di lingue che si impastano in un amalgama di bugie e verità. Kurt Lanthaler racconta la storia e le storie di una vita itinerante che prende avvio dal delta del Po e attraversa villaggi e decenni, passando per pianure e monti, per fare infine ritorno al mare. Cinquant’anni di lotta tra uomo e natura, di inutile progresso civile, di passioni, dolori, malinconie, in un romanzo picaresco letteralmente avvolto in un’atmosfera umida e nebbiosa.
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BackList Francesca Quarta Winner winner chicken dinner Romanzo giallo 2018, 352 pp., € 15,00 ISBN 978-88-7223-307-8
Andrea Rossi Acquabianca 2012, 280 pp., € 18,00 ISBN 978-88-7223-172-2
Bert d’Aragon Ichnusa 2012, 390 pp., € 20,00 ISBN 978-88-7223-190-6
Gianfranco Mattera I fiori di Parigi 2016, 164 pp., € 12,00 ISBN 978-88-7223-264-4
Aldo Mazza, Reinhard Gunsch (ed.) Ad alta voce Storie di quotidianità sociale 2011, 248 pp., € 15,00 ISBN 978-88-7223-166-1
Madè Neumair Quattrostorie 2016, 237 pp., € 14,00 ISBN 978-88-7223-253-8
Helene Flöss Anni secchi 2011, 99 pp., € 10,00 ISBN 978-88-7223-165-4
Claudia Heckl Posta silenziosa 2016, 128 pp., € 12,00 ISBN 978-88-7223-261-3
Maria Annita Baffa La sposa della neve 2015, 136 pp., ill., € 12,00 ISBN 978-88-7223-240-8
Laura Mautone Come sabbia come neve Poesie 2014, 84 pp., € 12,00 ISBN 978-88-7223-226-2
Paolo Bill Valente (ed.) Scrivere sul confine Premio Merano Europa 2013, 122 pp., € 12,00 ISBN 978-88-7223-217-0
Andrea Montali Forse tornerai dall’estero 2013, 60 pp., € 8,00 ISBN 978-88-7223-214-9
Toni Colleselli Storie di lingua Racconti dall’Alto Adige 2012, 140 pp., € 14,00 ISBN 978-88-7223-198-2
Bruno Durante La valigia del doganiere 2012, 175 pp., € 14,00 ISBN 978-88-7223-199-0
Lorenzo Toresini Confinandanti 2011, 135 pp., € 25,00 ISBN 978-88-7223-175-3
Giorgio Somalvico Città Dall’alba di un amore alle sue ceneri 2011, 327 pp., € 20,00 ISBN 978-88-7223-167-8
Brunamaria Dal Lago Veneri Piedi, zoccoli e ruote Zibaldone erratico dal Tirolo a Timbuctu 2010, 227 pp., € 15,00 ISBN 978-88-7223-152-4 Daniele Barina, Paolo Crazy Carnevale Macahity 2010, 210 pp., € 15,00 ISBN 978-88-7223-159-3 Andrea Montali Ho letto il tuo diario 2010, 126 pp., € 10,00 ISBN 978-88-7223-157-9
Cinzia Zungolo Porto della zingara 2010, 124 pp., € 12,00 ISBN 978-88-7223-132-6
Kenka Lekovich Se improvvisamente il treno si fermasse a Maglern 2010, 92 pp., € 10,00 ISBN 978-88-7223-150-0
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2020
primavera-estate
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I testi di Alex e di Alessandro hanno molto da dire ancora oggi, non tanto e non solo sull’Albania, quanto su un modo di agire e di scrivere, di sperare e di lottare. Goffredo Fofi Che cosa legava Alessandro Leogrande, tra i più brillanti scrittori e reporter della sua generazione, ad Alexander Langer? Quale eredità ha saputo cogliere il giovane Leogrande nel pensiero critico e nell’impegno politico di uno dei più autorevoli esponenti del movimento ecologista e non violento? Questa raccolta di saggi e articoli dipana un filo comune – un modello di indagine sociale, ma soprattutto di relazione con l’Altro – a partire da un luogo speciale, l’Albania, al quale sia Langer sia Leogrande hanno dedicato diversi scritti, frutto di viaggi, incontri, esperienze personali. Un mosaico di storie e un quadro di analisi – lucide e appassionate al contempo – che compongono il ritratto di un paese in perenne bilico tra i fantasmi del passato e un presente segnato da sviluppo disordinato e straordinarie risorse umane e culturali. Una significativa testimonianza che muovendo in particolare dall’emigrazione albanese in Italia degli anni novanta – paradigmatica e non priva di eventi tragici – offre un prezioso spunto di riflessione sulle paure e i pregiudizi che accompagnano gli attuali flussi migratori. Alexander Langer (1946-1995), è stato giornalista, insegnante, attivista politico, collaboratore di diverse riviste, associazioni, iniziative civiche. Instancabile sostenitore del dialogo interetnico in Alto Adige/Südtirol, negli anni ottanta è tra i promotori del movimento politico dei Verdi in Italia e in Europa. Eurodeputato dal 1989, con la caduta del Muro intensifica il suo impegno contro i risorgenti e contrapposti nazionalismi, in particolare nei territori dell’ex Jugoslavia e nei Balcani in generale.
Alessandro Leogrande (1977-2017), scrittore e giornalista, è stato vicedirettore del mensile “Lo Straniero”. Ha collaborato con il “Corriere del Mezzogiorno”, “il Riformista”, “Saturno” (inserto culturale de “il Fatto Quotidiano”), Radio Tre. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Un mare nascosto (L’ancora del Mediterraneo, 2000), Il naufragio (Feltrinelli, 2011), e Dalle macerie. (a cura di S. Romeo Feltrinelli, 2018).
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tà vi no Alexander Langer, Alessandro Leogrande
Dialogo sull’Albania
a cura di Giovanni Accardo prefazione di Goffredo Fofi © 2019, 288 pp., Euro 16,00 ISBN 978-88-7223-347-4
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Consiglio caldamente il libro, che è bello e utile, ed è anche un complemento e un aggiornamento del lavoro di Alex Langer. Adriano Sofri A un secolo dall’annessione all’Italia e a quasi cinquant’anni dall’entrata in vigore della “Seconda autonomia”, l’Alto Adige/Südtirol continua a essere in perenne oscillazione tra il rischio di un conflitto etnico e un modello di convivenza per certi versi all’avanguardia. Una terra abitata e animata da diverse comunità e identità, concorrenti e complementari allo tempo stesso, e nella quale si delineano le sfide che attendono l’intera Europa: il fenomeno dell’immigrazione, le politiche di integrazione, la necessità di nuovi istituti giuridici da una parte; la rottura della coesione sociale, il richiamo alla compattezza etnica e il mito delle “piccole patrie” dall’altra. Questo appassionato pamphlet vuole offrire strumenti concettuali e indicare modalità e opportunità per una ridefinizione del concetto stesso di identità. Stare insieme richiede infatti la fatica dei “pensieri complessi”; stare insieme è un’arte che va coltivata e praticata senza mai illudersi di possederla una volta per tutte.
Aldo Mazza (1948), salernitano, si è trasferito in Alto Adige/Südtirol all’età di ventidue anni, dopo aver conseguito le lauree in Giurisprudenza e Materie letterarie. Insegnante d’italiano nelle scuole sudtirolesi e successivamente docente presso le università di Bolzano e Klagenfurt, ha fondato nel 1987 la scuola di lingue e centro di formazione Alpha Beta Piccadilly. Editore e autore di numerosi volumi di didattica e saggi culturali, ha dedicato l’intera vita professionale al dialogo e all’integrazione tra i gruppi linguistici. Anche per questo motivo gli è stato conferito nel 2018 il prestigioso Tiroler-Ehrenkreuz, massimo riconoscimento culturale del Land Tirol.
Lucio Giudiceandrea (1956), laureato in Filosofia, vive e lavora a Bolzano. Giornalista e scrittore, si occupa di cronaca politica locale e realizza reportage televisivi e radiofonici per la RAI in varie regioni della Mitteleuropa. Tra le sue pubblicazioni saggistiche ricordiamo Spaesati (Raetia, 2006), e L’Intruso (Raetia, 2011).
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Lucio Giudiceandrea, Aldo Mazza
Stare insieme è un’arte Vivere in Alto Adige / Südtirol
210 pp., Euro 16,00 ISBN 978-88-7223-323-8
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Un’antologia che vuole essere un contributo a ripercorrere la storia dell’Alto Adige nel Novecento e in particolare la testimonianza del dibattito che le vicende altoatesine hanno prodotto nel corpo politico e intellettuale italiano dall’inizio degli anni cinquanta in poi. Le pagine selezionate dai curatori provengono in egual modo da saggi di politica e sociologia, opere a carattere storico, reportage e appunti di viaggio. Gli autori sono studiosi di varia estrazione e orientamento, altoatesini o attenti osservatori esterni. Mentre il primo volume (1950-1972) getta luce sull’animato confronto e le tensioni etniche che hanno accompagnato la crisi della prima autonomia, il secondo volume (1973-2018) offre un’articolata riflessione sulla “nuova autonomia”, che ha inizio con l’approvazione del secondo statuto tuttora in vigore, focalizzando l’attenzione anche sul presente e sul futuro della singolare e per molti italiani ancora sconosciuta realtà dell’Alto Adige/Südtirol. Una realtà di straordinario interesse storico e sociale, una terra di confine in cui si gioca, per certi versi, il futuro dell’Europa.
Contributi di: Volume primo (1950-1972)
Paolo Alatri, Renato Ballardini, Carlo Battisti, Gianni Bianco, Palmiro Boschesi, Romano Bracalini, Renato Cajoli, Angelo Facchin, Giuseppe Farias, Antonio Manfredi, Andrea Mascagni, Renato Mazzoni, Lidia Menapace, Andrea Mitolo, Ugo Niutta, Claudio Nolet, Guido Piovene, Mauro Scoccimarro, Umberto Segre, Leopoldo Sofisti, Altiero Spinelli, Mario Toscano
Volume secondo (1973-2018)
Sabino Acquaviva, Piero Agostino, Jadel Andreetto, Alcide Berloffa, Wolf Bukowski, Riccardo Dello Sbarba, Andrea Di Michele, Stefano Fait, Lucio Giudiceandrea, Aldo Gorfer, Fabio Levo, Bruno Luverà, Aldo Mazza, Claudio Nolet, Flavio Pintarelli, Flavia Pristinger, Ilaria Riccioni, Daniele Rielli, Sebastiano Vassalli, Toni Visentini
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Gabriele Di Luca, Maurizio Ferrandi (a cura di)
Pensare l’Alto Adige
Frammenti del dibattito italiano su una terra di frontiera
Volume primo, 1950-1972 2018, 293 pp., Euro 16,00 ISBN 978-88-7223-293-4 Volume secondo, 1973-2018 2019, 480 pp., Euro 18,00 ISBN 978-88-7223-327-6
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La questione altoatesina nel cuore delle istituzioni. Ottant’anni di scontri e arringhe, di dibattiti e votazioni che hanno scandito i vari passaggi storici di un’annosa vicenda politica, in cui entra in gioco il tema dei diritti delle minoranze nella recente storia d’Europa. Un percorso che va dalla fine della Grande Guerra e dall’occupazione italiana del Sudtirolo, sino all’attuazione del secondo Statuto di Autonomia e alla chiusura della vertenza internazionale.
Volume primo (1918-1943) La questione altoatesina rivive “in presa diretta” nei discorsi pronunciati in Parlamento dai personaggi politici che hanno contribuito a fare la storia d’Italia e di quel piccolo fazzoletto di terra compreso tra Salorno e il Brennero. Un itinerario storico e politico attraverso gli interventi e i dibattiti tenutisi, tra il 1918 e il 1943, alla Camera e al Senato del Regno d’Italia, ma anche nei parlamenti di Austria, Germania e Baviera. Per riscoprire la dimensione nazionale ed europea di una questione di confine.
Volume secondo (1945-1992) La questione altoatesina raccontata dalla tribuna parlamentare. Un punto di osservazione affacciato sulle aule della Camera e del Senato italiani, del Nationalrat austriaco, del Reichstag prima e del Bundestag poi, ma anche sulla Camera dei Comuni e dei Lords nel Regno Unito o sull’Assemblea Generale dell’ONU a New York. Maurizio Ferrandi (Bolzano, 1954), giornalista appassionato di divulgazione storica, oltre ad aver collaborato a lungo con le testate “l’Adige” e “Alto Adige”, e con l’emittente TVA, per venticinque anni ha prestato servizio presso la RAI di Bolzano, realizzando tra l’altro diversi programmi a carattere storico. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo un saggio sul complesso rapporto tra Mussolini e l’Alto Adige (Fantasmi e stelle alpine, Curcu & Genovese, 2015). A breve uscirà, presso Edizioni alphabeta Verlag, una dettagliata biografia di Ettore Tolomei (L’uomo che inventò l’Alto Adige, 2020).
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Maurizio Ferrandi Cronache parlamentari della questione altoatesina Volume primo, 1918-1943
“Al Brennero ci siamo e ci resteremo…” 276 pp., Euro 15,00 ISBN 978-88-7223-276-7
Volume secondo, 1945-1992
Dibattiti e dinamite 252 pp., Euro 15,00 ISBN 978-88-7223-277-4
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L’Alto Adige-Südtirol è una terra che esibisce come poche altre le ferite della storia europea contemporanea. Questo volume collettaneo e bilingue intende tracciare un bilancio degli ultimi cinquant’anni di letteratura altoatesina. I saggi che lo compongono ripercorrono alcune opere di autori e autrici che hanno avuto legami più o meno stretti con l’Alto Adige/Südtirol e hanno contribuito a mettere in luce tappe, vicende e peculiarità della sua evoluzione storica, sociale e culturale. Una riflessione critica da cui emerge un consistente e oltremodo interessante patrimonio narrativo, che fa da cornice a un intero secolo di “difficile convivenza”. Con contributi di: Rut Bernardi, Toni Bernhart, John Butcher, Anna Maria Chierici, Alessandro Costazza, Eleonore De Felip, Ferruccio Delle Cave, Arnaldo Di Benedetto, Elgin K. Eckert, Sieglinde Klettenhammer, Maria Piok, Luca Renzi, Christine Riccabona, Sigurd Paul Scheichl, Paolo Bill Valente, Verena Zankl.
John Butcher, Anna Maria Chierici (a cura di)
Un secolo di difficile convivenza
Ein Jahrhundert schweren Zusammenlebens
256 pp., Euro 16,00 ISBN 978-88-7223-336-8 Accademia di Studi italo-tedeschi di Merano
Akademie deutsch-italienischer Studien Meran
John Butcher (1975) è direttore scientifico della sezione Arte e Letteratura del Centro Studi “Mario Pancrazi” di Sansepolcro (AR). Tra i suoi ambiti di ricerca, oltre all’umanesimo italiano e alla poesia barocca, vi è letteratura contemporanea altoatesina, italofona e tedescofona.
Anna Maria Chierici (1975) è attualmente Research Associate presso la University of Toronto, dove insegna Lingua e Letteratura italiana. Tra i suoi studi ricordiamo La scrittura terapeutica. Saggio su Gianni Celati (Archetipo Libri, Bologna 2011).
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Storiografia e la letteratura sono due discipline che sulla scia del decostruzionismo, della microstoria e dell’oral history sono arrivate, per certi versi, a scambiarsi i ruoli tradizionali. Una raccolta di riflessioni di autori di lingua tedesca e italiana applica questo inedito confronto al contesto dell’Alto Adige/Südtirol, «terra di transizione, confine, contesa», le cui particolari vicende storiche (annessione, politiche di assimilazione, Opzioni, guerra, tensioni etniche e attentati terroristici) sono entrate da tempo, con sempre maggiore intensità, nella rielaborazione letteraria. Con contributi di: Alessandro Costazza, Joachim Gatterer, Sepp Mall, Francesca Melandri, Carlo Romeo, Andrea Rossi, Anna Rottensteiner, Paolo Valente, Martha Verdorfer
Alessandro Costazza (1959) è ordinario di Letteratura tedesca presso l’Università Statale di Milano. Ha pubblicato studi sull’estetica del Settecento in Germania e in Italia, sulla teoria della traduzione, sul rapporto tra letteratura e filosofia e sulla rappresentazione della Shoah. Si è occupato inoltre di letteratura sudtirolese del dopoguerra, con una particolare attenzione a Franz Tumler. Tra le sue ultime pubblicazioni, il saggio storico Ladri di identità. Dalla falsa testimonianza alla testimonianza come finzione nella letteratura tedesca della Shoah (Mimesis, 2019).
Alessandro Costazza Carlo Romeo (a cura di)
Storia e narrazione in Alto Adige / Südtirol 196 pp., Euro 15,00 ISBN 978-88-7223-291-0
Carlo Romeo (1962), docente nei licei, si occupa di letteratura moderna e contemporanea dell’Alto Adige, nell’ottica di una “storia regionale” comparativa. La sua produzione narrativa e di critica letteraria indaga prevalentemente aspetti storici e culturali dei territori di frontiera. Tra i fondatori della rivista “Storia e Regione/Geschichte und Region”, ha curato edizioni in lingua italiana di opere e cataloghi storici e artistici di area sudtirolese-austriaca.
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Anno 1985. Con il suo controverso reportage dal Sudtirolo dal titolo Sangue e suolo, lo scrittore Sebastiano Vassalli scosse l’opinione pubblica, altoatesina e nazionale, mettendo a nudo le contraddizioni di un modello di convivenza etnica e linguistica. «La Bibbia del disagio degli italiani» lo definì Alexander Langer. Trent’anni più tardi, poco prima della sua scomparsa, sarebbe tornato sul tema con un nuovo libro, Il confine, che ripercorre un intero secolo di contrasti, “fandonie storiche”, follie politiche. Sul prezioso contributo di Vassalli alla questione altoatesina Gianfranco Riccio offre inediti spunti di riflessione, rilanciando un dibattito – quello sul “confine problematico” e sugli “italiani trasparenti” – destinato a non esaurirsi mai.
Giancarlo Riccio (1952), giornalista e storico del giornalismo, scrive su “La Lettura”, supplemento del “Corriere della Sera”, e sul “Corriere dell’Alto Adige”. In passato ha lavorato a “Repubblica”, “Il Messaggero”, e collaborato con “l’Espresso”, “Il Fatto Quotidiano” e “RadioTre”. Vive tra Merano e Berlino.
Giancarlo Riccio
Vassalli, il Sudtirolo difficile
Prefazione di Ferruccio de Bortoli 186 pp., Euro 15,00 ISBN 978-88-7223-265-1
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Dire no a razzismo e nazionalismo. Opporsi a un sistema totalitario e al culto del capo. È quanto fece il sudtirolese Josef Mayr-Nusser, martire del nazismo, che si rifiutò di giurare “fedeltà e coraggio” a Hitler. Pagò questa scelta con la vita: morì nel febbraio 1945, a soli trentacinque anni, sul treno che lo stava trasportando a Dachau. Il 18 marzo 2017 è stato proclamato beato da papa Francesco. Paolo Bill Valente ripercorre la vita e la testimonianza di MayrNusser, ne raccoglie documenti epistolari, reperti d’archivio e materiali fotografici. Dimostrando – in un mondo in cui ricompaiono muri e confini sorvegliati, retoriche menzognere e incitamenti all’odio – l’assoluta, tragica attualità del suo messaggio.
Paolo Bill Valente
Fedeltà e coraggio La testimonianza di Josef Mayr-Nusser
96 pp., Euro 12,00 ISBN 978-88-7223-280-4
Paolo Bill Valente (1966) è nato a Merano, dove vive e lavora. Scrittore, giornalista, saggista, ha svolto numerose ricerche sulla storia della sua terra plurilingue, mettendone in luce aspetti nascosti o rimossi. Per Edizioni alphabeta Verlag ha pubblicato Sinigo. Con i piedi nell’acqua (2010), Giorni strani in Ad alta voce. Storie di quotidianità sociale (2011), Bussano – Sie klopfen (2011) e Diario del maestro di Cordés (2013).
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Giulio Andreotti fu uno dei politici italiani che dedicò maggiore attenzione ai rapporti con l’Austria e alle vicende dell’Alto Adige. Da De Gasperi trasse la convinzione che la via del negoziato pacifico e la ricerca di un compromesso con la Südtiroler Volkspartei fossero il modo migliore per affrontare e risolvere la questione altoatesina, e nel corso della sua lunga carriera politica si dimostrò un convinto fautore del dialogo con la minoranza di lingua tedesca. Sulla base di una ricca e inedita documentazione conservata nell’Archivio privato di Giulio Andreotti, Luciano Monzali delinea un’analisi dettagliata e approfondita delle relazioni fra Italia e Austria nel corso degli anni settanta e ottanta del secolo scorso, gettando nuova luce su aspetti poco noti delle vicende politiche dell’Alto Adige/Südtirol.
Luciano Monzali (1966) insegna Storia delle Relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari. È autore di numerosi studi sulla storia della politica estera dell’Italia unitaria nell’Ottocento e nel Novecento. Fra le ultime sue pubblicazioni ricordiamo I monarchici e la politica estera italiana nel secondo dopoguerra (Rubbettino, 2012).
Luciano Monzali
Giulio Andreotti e le relazioni italo-austriache 1972-1992
Prefazione di Gabriele Di Luca 133 pp., ill., Euro 15,00 ISBN 978-88-7223-241-5
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La questione altoatesina è un aspetto particolare del conflitto epocale tra identità e globalizzazione. In questa chiave di lettura prende corpo uno straordinario lavoro di testimonianza storica, basato su una ricca e minuziosa documentazione raccolta per oltre cinquant’anni sulle colonne della rivista “Il Cristallo”. I saggi di Claudio Nolet, raccolti in ordine cronologico, seguono e illustrano lo sviluppo degli eventi più significativi – internazionali, nazionali e locali – a partire da un’analisi approfondita della stampa altoatesina in lingua tedesca e italiana. Emergono così – con particolare lucidità, sobrietà e ironia – le vicende politiche e sociali di una “provincia difficile”, che ha trasferito nel nuovo millennio tutte le sue peculiarità e contraddizioni.
Claudio Nolet (1928-2103), nato a Trieste, si è trasferito con la famiglia a Merano nel 1935. Dal 1958 è vissuto a Bolzano, dove è stato insegnante e preside in vari licei. Autore di numerosi saggi, impegnato in politica, dal 1984 è stato assessore alla Cultura del Comune di Bolzano per undici anni. Animatore del Centro di Cultura dell’Alto Adige fin dagli anni cinquanta, dal 2004 ha diretto la rivista “Il Cristallo”.
Claudio Nolet
La provincia difficile
Cronache politiche altoatesine (2001–2012) a cura di Sandro Ottoni in collaborazione con Centro di Cultura dell'Alto Adige 383 pp., Euro 25,00 ISBN 978-88-7223-224-8
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Fin dalle origini la vicenda biblica di Caino e Abele getta sulla storia dell’umanità l’ombra funesta del fratricidio. Cercare di comprendere come si generano i dissidi tra gli esseri umani, specialmente quando essi si costituiscono in gruppi contrapposti, e quali siano le strategie necessarie per superarli, è stato il tratto distintivo dell’intera attività politica e intellettuale di Alexander Langer. Sudtirolese di nascita e cittadino del mondo, nel ventennale della sua scomparsa questo libro offre una meditazione a più voci sulla sua eredità di “pacificatore”, muovendo da una lettura prismatica di uno dei suoi ultimi e più significativi scritti, il Decalogo per la convivenza. La domanda che gli autori dei saggi raccolti nel volume si sono posti riguarda l’attualità e l’attualizzazione dei dieci punti tratteggiati da Langer, in un contesto storico che ha visto sfumare vecchi conflitti e radicalizzarne di nuovi. Non solo Sudtirolo, dunque, o accenni alla guerra nell’ex Jugoslavia, che fu il teatro più cruento nel quale Langer intervenne con le sue analisi e la sua passione: l’Europa di oggi, sottoposta a un flusso migratorio di portata epocale, ha l’arduo compito di elaborare modelli di convivenza, sotto la costante minaccia di tensioni economiche, sociali, etniche e religiose, dentro e fuori i suoi confini. In questo senso, il pensiero di Langer si rivela ancora oggi una guida efficace.
Massimiliano Boschi, Adel Jabbar, Hans Karl Peterlini (a cura di)
Oltre Caino e Abele
Il Decalogo per la convivenza riletto e commentato In memoria di Alexander Langer 1995-2015 220 pp. ca., Euro 16,00 ISBN 978-88-7223-251-4
Contributi di: Massimiliano Boschi, Irene Cennamo, Gabriele Di Luca, Riccardo Dello Sbarba, Lorenz Gallmetzer, Marita Gasteiger, Adel Jabbar, Arno Kompatscher, Dietmar Larcher, Valentino Liberto, Lisa Mazza, Hans Karl Peterlini, Werner Wintersteiner
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Alexander Langer vedeva nel suo Sudtirolo plurilingue e multiculturale un piccolo laboratorio da cui trarre stimoli e insegnamenti per confrontarsi con realtà sociopolitiche più grandi e complesse. Il Südtirol ABC, che aveva cominciato a scrivere in occasione del cinquantennale delle Opzioni, e che è rimasto un testo incompiuto, è un breviario di storia locale costruito per lemmi, che parla, tra le righe, anche di Europa e di relazioni tra i popoli. A oltre un quarto di secolo di distanza si ripropone come acuta riflessione sulle pratiche della convivenza, sui temi del dialogo, sul rapporto con l’Altro, sulle pericolose derive dell’etnocentrismo e dei revanscismi vari. A testimoniare uno sguardo lungimirante, quasi profetico, sui destini dell’Europa, e uno spirito libero capace di ragionare intorno alle contraddizioni del nostro tempo in modo non ideologico, rifiutando ogni semplificazione. Alexander Langer (1946-1995) è stato insegnante, giornalista, traduttore e attivista politico. Più volte membro del Consiglio provinciale di Bolzano e del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige, dopo la militanza tra le file della sinistra extraparlamentare e la direzione del quotidiano “Lotta continua” è stato tra i promotori del movimento ecologista in Italia e dal 1989 deputato al Parlamento europeo per i Verdi. I suoi scritti principali sono raccolti nel volume Il viaggiatore leggero (a cura di E. Rabini, Sellerio, 1996).
Alexander Langer
Südtirol ABC Sudtirolo
a cura di Siegfried Baur e Giorgio Mezzalira
166 pp. ca., Euro 16,00 ISBN 978-88-7223-252-1
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Uno sguardo sulla storia recente dell’Alto Adige, sulla conquista e lo sviluppo dell’autonomia dal punto di vista dell’esperienza quotidiana, sulle prospettive future di una comunità che continua a oscillare tra cooperazione e divisione, tra vicinanza e distanza. La contrapposizione fra un “noi” e un “loro” nella vita e negli intrecci di ogni giorno, e negli incontriscontri fra un “tu” e un “io”, conosce tali e significative eccezioni da mettere in dubbio il suo stesso fondamento ideologico. In questa analisi delle vicende altoatesine l’autobiografia si alterna così alla cronaca e alla storia. Alle puntuali e pungenti descrizioni dei “clan” che dominano la vita pubblica e il mondo dell’informazione tedesco-sudtirolese, all’attenzione riservata a fenomeni (i ladini) e personaggi (Alexander Langer) “extra-vaganti” rispetto a certi schematismi interpretativi, si affiancano non meno emblematiche vicende familiari, che fanno di questo libro un prezioso strumento di comprensione di quella terra complessa e affascinante che è l’Alto Adige/Südtirol. Hans Karl Peterlini (1961), a lungo giornalista e direttore di testate politico-culturali in Alto Adige, opera attualmente come libero ricercatore nel campo della formazione e della pedagogia, con particolare attenzione ai fenomeni etnico-culturali. Tra le sue più recenti pubblicazioni, uno studio sull’iden-
Hans Karl Peterlini
Noi figli dell’autonomia
Alto Adige/Südtirol oltre il disorientamento etnico Traduzione dal tedesco di Umberto Gandini 297 pp., Euro 17,00 ISBN 978-88-7223-208-8
tità politica in ambienti etnocentrici (Capire l’altro. Piccoli racconti per fare memoria sociale, Franco Angeli, 2012) e una ricerca sulle competenze interculturali dei giovani altoatesini (La scarpetta di Cenerentola, Edizioni alphabeta Verlag, 2012).
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Edizioni alphabeta Verlag esprime la vocazione più autentica di un territorio di frontiera: un ponte tra lingue e culture differenti che nella sua duplice identità – italiana e tedesca – declina la nozione di confine in termini di oltrepassamento, contaminazione, dialogo. Il suo catalogo è un luogo di incontro e di “sconfinamento” tra generi letterari, tra storia e finzione, tra ragione e follia. COLLANE
TravenBooks narrativa • Romanzi e racconti che narrano – nelle declinazioni più varie – esperienze di confine: confine geografico, linguistico, identitario, psicologico. • Raccolte antologiche che sono racconti storici, testimonianze, frammenti biografici, destini reali o immaginari, paesaggi naturali e umani, da un territorio di conflitti e convivenza. • Raccolte di poesia
Parole del tempo/Zeitworte narrativa • Antologie di racconti, in lingua italiana e tedesca, dedicati alle “parole-concetto” che identificano il nostro tempo. Dieci tra i migliori scrittori contemporanei italiani e di lingua tedesca si interrogano sul presente e su alcuni meccanismi psicologici, spontanei e/o indotti, che generano visioni, sentimenti e reazioni condivisi. 180 – Archivio critico della salute mentale saggistica e narrativa • Storie individuali, esperienze collettive, testimonianze intorno al disagio psichico • Riflessioni sulla rivoluzione basagliana e sull’applicazione della Legge 180 Territorio / Gesellschaft saggistica • Riflessioni su un territorio di confine: Alto Adige/Südtirol
materialien manualistica • Materiali didattici per l’insegnamento e l’apprendimento comunicativo delle lingue italiana e tedesca • Glossari e manuali linguistici in più lingue per ambiti specifici contact saggistica • Problematiche di culture di confine e in contatto docu varia • progetti e ricerche interculturali
Glottodidattica saggistica • Saggi di glottodidattica e sociolinguistica
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39012 Merano p.zza della Rena, 2 tel. (0473) 210650, fax (0473) 211595 books@alphabeta.it www.edizionialphabeta.it
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