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I salumi crescono nonostante inflazione, rincari e Psa
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el corso del 2021 – secondo i dati diffusi dall’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi (Assica) – il comparto dei salumi ha mostrato una ripresa dei consumi sia in Italia (+5,4% a volume) sia all’estero (+15,2% a volume e +12% a valore) rispetto all’anno precedente, ma anche della produzione, aumentata del 7% a volume e del 6,2% a valore. Su questi numeri e sull’operato presente e futuro delle aziende del settore, tuttavia, pesano le tante difficoltà e incertezze che contrassegnano lo scenario internazionale, dal conflitto russo-ucraino all’aumento dei costi di energia e materie prime, dall’escalation dell’inflazione ai timori per nuove ondate del Covid in autunno, fino ai casi di Peste Suina Africana (Psa) sul territorio nazionale. Proprio quest’ultimo fattore ha spinto diversi Paesi terzi a limitare l’export dei salumi italiani, che nel primo semestre 2022, secondo i dati Istat, è stato comunque positivo superando quota 95mila tonnellate (+4,1%) per un fatturato di 925,6 milioni di euro (+9,5%). Tutte le principali categorie di prodotto, ad eccezione di mortadella e altri insaccati cotti, hanno registrato una crescita. A livello di consumi interni – secondo le elaborazioni Iri relative all’anno terminante a maggio 2022 – il comparto è trainato dalle performance dei salumi a peso variabile che, per la prima volta dopo anni, crescono maggiormente sia a valore (+2,4%) sia a volume (+2%) rispetto ai prodotti a peso imposto, a dimostrazione che il consumatore ha aumentato la frequentazione nei punti vendita e ha meno necessità di fare acquisti in modalità scorta, ma soprattutto è tornato più spesso al banco taglio dove può trovare prezzi più convenienti. In termini di categorie, all’interno dei prodotti a peso imposto tutti i segmenti hanno registrato un andamento negativo, ad eccezione degli affetati (+4,7% a volume) e degli snack (+7,2%), mentre per quanto riguarda il peso variabile si evidenzia una ripresa trasversale su tutte le principali tipologie. Da sottolineare il crescente interesse da parte del consumatore per l’origine 100% italiana delle carni e per i salumi a denominazione.