INTERVISTA Olitalia, il percorso di branding nel retail è vincente
SUCCESSI
Conad, nel mirino i business specializzati. Ricavi a 21,1 miliardi
INTERVISTA
Olitalia, il percorso di branding nel retail è vincente
INTERVISTA Olitalia, il percorso di branding nel retail è vincente
SUCCESSI
Conad, nel mirino i business specializzati. Ricavi a 21,1 miliardi
Olitalia, il percorso di branding nel retail è vincente
Gdo
Fedeltà 2.0: il futuro della
Olitalia, il percorso di branding nel retail è vincente
Conad, nel mirino i business specializzati. Ricavi a 21,1 miliardi
General Trade entra in Gruppo VéGé
I derivati del pomodoro sono sempre più nobili
Analisi delle attività promozionali sui pomodori conservati
44
I trend di marketing che ci aspettano nel 2025
Micro trend 2025: embedded finance
Gelati: spazio a un’offerta innovativa
Real Estate
Nel frattempo, negli Usa, arriva il modello innovativo di Wyld Oaks 46 Mercati
Al senza glutine si chiede bontà
Club/Retail
Fare la spesa coi bot: no, non quei bot! 58 Tecnologistica
Coop Alleanza 3.0 accelera nella digitalizzazione dei punti vendita
Baoli propone il transpallet compatto Kbp 14-20
Just Cuts App,
Il passaggio da un modello transazionale a uno più relazionale è alla base del nuovo patto tra insegne e consumatori. Spazio a programmi di loyalty con più gamification e AI per conoscere meglio i clienti.
DM Magazine
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Un altro anno si apre, ancora in un contesto di instabilità e incognite internazionali ed economiche. Soprattutto questo 2025 metterà alla prova la capacità di adattamento della Grande Distribuzione Organizzata italiana, chiamata ad affrontare sfide complesse in un mercato in rapida evoluzione. Le recenti previsioni del Rapporto Coop Winter Edition evidenziano come la digitalizzazione rappresenterà il banco di prova più significativo per il settore, richiedendo investimenti consistenti in tecnologia e formazione del personale. Ma la prima vera sfida cruciale sarà l a gestione dell'omnicanalità. Le insegne dovranno integrare efficacemente canali fisici e digitali, implementando sistemi di intelligenza artificiale per ottimizzare la gestione dei magazzini e personalizzare l'offerta. Questa trasformazione richiederà non solo risorse economiche, ma anche un profondo cambiamento culturale all'interno delle organizzazioni. Sul fronte della competitività, la pressione dei discount continuerà a crescere, costringendo i retailer tradizionali a rivedere i propri modelli di business. La gestione delle private label, quindi, diventerà ancora più strategica, con la necessità di sviluppare gamme che bilancino qualità e convenienza. La sostenibilità rappresenterà un'altra sfida fondamentale. Le insegne dovranno dimostrare impegni concreti – e non di facciata - nella riduzione dell'impatto ambientale, ripensando l'intera catena logistica e investendo in packaging eco-compatibili. Tutto questo mentre i margini operativi continueranno a essere sotto pressione per la necessità di mantenere prezzi competitivi. L'evoluzione dei format distributivi richiederà, infine, ripensamenti significativi degli spazi commerciali, con l'integrazione di servizi aggiuntivi e aree esperienziali. Una trasformazione che dovrà tenere conto sia delle nuove esigenze dei consumatori sia della necessità di ottimizzare la redditività per metro quadro. Con l'affermarsi progressivo di format ibridi, che integreranno vendita, ristorazione e servizi, rendendo i punti vendita sempre più “hub multiservizio”. Il 2025 si preannuncia, quindi, come l'anno in cui il settore dovrà dimostrare la propria capacità di innovare e adattarsi, per competere efficacemente nel mercato.
Il passaggio da un modello transazionale a uno più relazionale è alla base del nuovo patto tra insegne e consumatori. Spazio a nuovi programmi di loyalty con più gamification e AI per conoscere meglio i clienti.
di Marco Usai
Franco Califano cantava «L’infedeltà è un peccato veniale […] coinvolge tutti quanti, non facciamo i finti tonti». Di certo il Califfo, nella sua lirica, si riferiva alla spinosa questione del tradimento nel contratto matrimoniale, ma possiamo prendere in prestito questi versi anche per parlare di fedeltà nel rapporto tra consumatore e insegna commerciale. Partiamo da un dato: tra il 2022 e il 2024, secondo i report elaborati dall’“Osservatorio Fedeltà” dell’Università di Parma su dati Nielsen, il 45% delle famiglie ha cambiato insegna principale in cui fa la spesa. Un dato che fa riflet-
tere, soprattutto se analizzato insieme a quello sul numero medio di carte fedeltà per nucleo familiare: nel 2024 ben 52 famiglie su 100 sono iscritte a tre o più programmi fedeltà, in aumento di otto punti rispetto all’anno precedente. Se non tutti quanti, come diceva il cantautore romano, possiamo ben dire che una buona fetta di consumatori è dunque particolarmente avvezza all’infedeltà quando si tratta di scegliere dove fare la spesa, alla ricerca della massima convenienza possibile nel rapporto tra qualità e prezzo. Ma c’è chi, tra i retailer, ha saputo costruire con i propri clienti una connessione emotiva talmente profonda da vincere le tentazioni derivanti da sconti e promozioni e superare il semplice aspetto transazionale della spesa, instaurando una vera e propria relazione. Parte da qui la loyalty del futuro, basandosi su una più efficace gestione dei dati del cliente, che diventano un asset strategico per la crescita e l’innovazione, e su proposte iper-personalizzate che arricchiscono la shopping experience in tutti i canali in cui l’insegna si propone, siano essi fisici o digitali.
A conferma della volontà di continuare a investire nei programmi loyalty in ottica di una sempre maggiore personalizzazione e diversificazione, Esselunga razionalizza e rilancia le carte Fìdaty attraverso la dismissione della carta blu Plus e il rafforzamento della carta di pagamento Oro, ampliando l’offerta del suo catalogo mediante nuove partnership e ulteriori premi che andranno a intercettare necessità e interessi dei consumatori. Tutti i clienti già in possesso della carta Fìdaty Oro, richiedibile gratuitamente ed emessa dietro insindacabile giudizio dell’insegna, possono usufruire di uno sconto del 10% sulla linea Esselunga Top che si somma agli sconti promozionali, consegne e-commerce agevolate e una raccolta punti
Fragola più veloce. Annunciata anche la partnership con Ita Airways: grazie a questo accordo, i clienti del programma Fìdaty potranno convertire i propri punti
Fragola in punti Volare per acquistare biglietti aerei e, allo stesso modo, i soci del programma Volare potranno trasferire i punti all’interno del saldo punti Fìdaty per redimere i premi presenti nel catalogo dell’insegna di Pioltello.
Diciamoci la verità: i programmi fedeltà si assomigliano un po’ tutti. Il 58% delle famiglie, stando alle evidenze della ricerca dell’Osservatorio
Fedeltà, crede infatti che il programma fedeltà della propria insegna principale sia molto simile a quello di altre insegne. Per differenziarsi, i retailer puntano sempre più sulla iper-personalizzazione delle strategie di loyalty, facendo innanzitutto tesoro dei dati di prima parte provenienti dalla barriera casse, dall’app e dai propri siti di e-commerce, e sfruttando le nuove tecnologie abilitate dalla crescita esponenziale delle soluzioni di AI. Missione non facile: secondo un recente “Consumer Pulse” di Dunnhumby, lo studio che monitora periodicamente i cambiamenti di comportamento dei consumatori, in Italia permane un certo grado di negatività attorno ai programmi fedeltà gestiti dai retailer, specialmente per quanto riguarda la loro capacità di far risparmiare. Un problema di percezione che può essere superato proprio con una strategia iper-personalizzata, dove offerte e comunicazioni pertinenti
* Programma fedeltà senza insegne per l'anno precedente in quanto è il primo anno che emerge come fattore a sé
pervengono ai clienti esattamente al momento giusto tramite i canali esatti: coupon, voucher, prezzi esclusivi e raccomandazioni funzionano meglio, in effetti, sui prodotti che i clienti desiderano davvero. Conviene investire mezzi e risorse? Gli studi direbbero di sì. Come si evince da un secondo studio di Dunnhumby, il “Retail Performance Index 2024”, la loyalty offre il maggior potenziale di crescita in termini di vendite: le aziende eccellenti in questo settore come Esselunga, Alì e Coop sperimentano, infatti, un tasso di crescita annuale composto CAGR3 medio dell’8% rispetto al 6% delle insegne più focalizzate su altre leve del retail mix come qualità, prezzo e marca del distributore. Una maggior soddisfazione in fedeltà, dunque, aumenta connessione emotiva e rappresenta una chiave di differenziazione fondamentale per le catene. Se, infatti, un po’ tutte le principali insegne stanno lavorando bene sulle leve della customer experience e della comunicazione, poche eccellono veramente sulla loyalty, che diventa dunque un terreno fertile per diventare davvero salienti per i propri clienti.
Non si tratta di regalare punti o sconti, ma di coinvolgere il cliente con dinamiche semplici e con obiettivi realistici e coerenti con i servizi e i prodotti dell’insegna. L’analisi di regressione condotta dall’Osservatorio Fedeltà, che dal 1999 sviluppa ricerche sul mondo della customer loyalty, rivela che l’engagement dei programmi fedeltà aumenta dopo aver redento un vantaggio, meglio se non monetario: ricevere una gratificazione aumenta sensibilmente il coinvolgimento del cliente con un effetto che dura
VicoFoodBox, una box ricca di attenzioni per fidelizzare gli italiani all’estero
VicoFoodBox, piattaforma di e-comemrce made in Italy, rende ogni acquisto un viaggio nel cuore dell’Italia con strategie che fidelizzano e sorprendono. Attraverso le iconiche box, che dal 2019 hanno raggiunto oltre duecentomila utenti in tutta Europa e in Inghilterra, l’azienda punta a costruire relazioni di fiducia autentiche. «Vogliamo coccolare i nostri Vico Lovers – afferma Debora Celentano, cmo e co-founder dell’azienda con sede a Napoli –che sono in gran parte italiani che vivono all’estero per motivi di studio o di lavoro, riempiendo le nostre box di prodotti buoni, convenienti e di piccole attenzioni che rafforzano il legame. Ad esempio, ci piace scrivere a mano il nome del destinatario e un biglietto di ringraziamento su ogni scatola, aggiungere prodotti extra per premiare i clienti più fedeli, spedire newsletter personalizzate con offerte su misura e storie di produttori. Nel 2024 abbiamo lanciato la nostra prima fidelity card e la relativa raccolta punti, ottenendo ottimi riscontri. Ma il nostro punto di forza – conclude la giovane imprenditrice – è il Customers Happiness Team, pronto a rispondere a tutte le esigenze e le segnalazioni dei nostri clienti».
anche più di un mese. All’opposto, i clienti che non hanno mai redento un vantaggio legato al programma fedeltà hanno un tasso di coinvolgimento addirittura negativo. Appare dunque necessario ridisegnare la strategia rinnovando i programmi e abbracciando una proposta strutturata e differenziante, centrata su una value proposition formalizzata per restituire ancora maggior valore ai
42% Aggiungeremo elementi di gamification
39% Offriremo più vantaggi legati al comportamento di acquisto
38% Introdurremo (più) vantaggi esperienziali
38% Introdurremo/miglioreremo la app del programma
32% Aggiungeremo offerte o vantaggi legati a “valori”
26% Introdurremo più vantaggi economici (cashback/buoni sconto)
22% Miglioreremo l’esperienza di redemption
15% Creeremo una community per i membri
14% Lanceremo un nuovo programma
13% Lo orienteremo verso la sostenibilità sociale e ambientale
13% Introdurremo (più) vantaggi digitali
13% Introdurremo contenuti informativi a scopo educational
13% Amplieremo il programma ad altri brand del nostro portafoglio
11% Aggiungeremo “early access offers”
10% Aggiungeremo livelli
clienti, vecchi e nuovi. Il cliente pienamente ingaggiato utilizza proattivamente la carta, redime i punti, condivide informazioni sul programma e modifica i propri comportamenti d’acquisto per sfruttare le offerte previste dal programma. Vale, insomma, tanto oro quanto pesa. Ultima riflessione: secondo i manager del largo consumo intervistati nell’ambito della ricerca dell’Osservatorio Fedeltà, nei prossimi tre anni assisteremo a una sostanziale trasformazione dei programmi con l’introduzione di elementi di gamification, vantaggi esperienziali e legati ai valori della sostenibilità, oltre che alla creazione di community sempre più esclusive. Su quali touchpoint si investirà maggiormente? Sicuramente sull’app aziendale, ma anche su applicazioni di terze parti, come WhatsApp, su cui lavorerà un retailer su due nei prossimi dodici mesi. Senza dimenticare il fattore umano, rappresentato dai collaboratori dell’azienda, che saranno sempre più ambassador del programma fedeltà: non solo destinatari della formazione sulle meccaniche, ma protagonisti nelle fasi progettuali e di feedback. n
Todis presenta la nuova App Fidelity
Il 2025 è l’anno del debutto della nuova App Fidelity di Todis, insegna di supermercati a marca privata di proprietà di Iges, società controllata dalla cooperativa Pac2000A Conad, che ha recentemente festeggiato i suoi venticinque anni di attività. Insieme a sostenibilità, prossimità e convenienza, la digitalizzazione è uno dei pilastri su cui l’azienda vuole costruire il suo prossimo futuro: «Abbiamo realizzato un prodotto con un design funzionale e intuitivo – commenta Sara Pifferi, responsabile marketing di Todis – come quelli che oggi siamo abituati a utilizzare quotidianamente. Vogliamo instaurare e mantenere un rapporto personale con ognuno dei nostri clienti e aumentare le loro visite nei nostri punti vendita, offrendo un servizio personalizzato.
Con la professoressa Giada Salvietti, researcher presso l'Osservatorio Fedeltà dell'Università di Parma, facciamo qualche considerazione sui risultati delle ricerche rese pubbliche nelle scorse settimane.
Parliamo al presente: i retailer italiani hanno approcciato nel modo giusto il concetto di loyalty?
I numeri ci dicono che il 90% delle aziende retail ha un programma fedeltà, dato nettamente superiore alle performance del mondo dell’industria e dei servizi. In generale, nel B2c, il 77% delle aziende è già operativo e quasi la metà di chi non ha un programma lo adotterà nei prossimi due anni. Possiamo confermare che si tratta di un tema chiave della strategia di business di tutte le aziende del largo consumo, che ormai vedono il programma
fedeltà non più come un centro di costo ma come un centro di profitto.
Come sono andati i clienti fedeli quest’anno?
Bene, più di un’azienda su due dichiara di aver registrato numeri in aumento con un ritorno sugli investimenti positivo nel 90% delle imprese che riescono a misurarlo. I Kpi più importanti per misurare gli obiettivi del programma sono quelli legati al rapporto tra percentuale di fatturato e transazioni riconducibili agli iscritti; il rapporto tra vendite e fatturato e i tassi di attività, retention e churn.
Meglio la carta digitale o quella fisica?
Più di undici milioni di famiglie, il 65% del totale, utilizza la carta digitale. In due delle cinque insegne top analizzate si utilizza solo l’app o la versione dematerializzata, su cui si può fare sempre maggior affidamento.
Guardiamo al futuro: come evolveranno i programmi fedeltà?
Emerge con forza la necessità di differenziarsi, di spiccare in un mercato ormai saturo in cui le meccaniche e le tecnologie sono molto simili tra loro. C’è una forte spinta verso la gamification, utile per aumentare la frequenza di visita all’app partecipando a minigiochi che, in molti casi, sono incentrati su tematiche legate ai valori e alla storia del brand o a temi connessi alla sostenibilità. I retailer stanno capendo che è necessario costruire una relazione solida e duratura con i propri consumatori, basata sull’intrattenimento e su una presenza costante. Solo così si riuscirà ad andare in profondità, trasformando un rapporto di convenienza in una relazione vera.
Metti (Dunnhumby): «Il paradigma è cambiato: bisogna conoscere il cliente per vendere prodotti»
Abbiamo intervistato Marco Metti, business development manager di Dunnhumby Italia, per un focus sul concetto di iper-personalizzazione delle strategie di loyalty.
Qual è il vero significato di questa iperbole?
Iper-personalizzazione significa essere capaci, sfruttando al meglio i dati a disposizione promuovendo azioni promozionali mirate e diverse per ogni cliente, di aumentare la share of wallet dell’insegna. Alla base di questo nuovo paradigma c’è la conoscenza del cliente a 360 gradi: frequenza di spesa, composizione del nucleo familiare, scontrino medio, categorie d’interesse, sensibilità alle offerte e tutte quelle variabili che, analizzate in maniera congiunta, restituiscono quel customer Dna che le insegne devono conoscere per agire con maggiore efficacia su tutte le leve del retail mix, non solo le promozioni. Non parliamo di dati medi e di segmentazioni che spesso possono essere fuorvianti, ma di informazioni precise sul singolo cliente.
Un cambiamento epocale…
Se negli anni Novanta, con il category manage -
ment, si diceva che fosse necessario conoscere i prodotti per vendere ai clienti, oggi viviamo in una fase diametralmente opposta: bisogna conoscere i clienti per vendere i prodotti, recuperando un po’ quell’antico mestiere che avevano i commercianti di quartiere che conoscevano perfettamente le famiglie che frequentavano il negozio e, di conseguenza, sapevano quali prodotti avere in assortimento.
Personalizzare tutto il possibile. A che punto siamo?
La personalizzazione oggi paga: il successo di Google, Netflix e Facebook non è casuale e, anzi, oggi il cliente della Gdo si aspetta di essere parimenti conosciuto, riconosciuto e coccolato anche quando entra in punto vendita. La tecnologia permette alle insegne di analizzare una mole enorme di dati e avere insight precisi, che permettono di anticipare le esigenze del singolo e creare, così, quell’effetto “wow” che rende speciale il rapporto con l’insegna e rafforza la fedeltà.
In che modo il Retail Media potrà giovarsi di questo approccio customer centrico?
Negli Stati Uniti il Retail Media è già il secondo canale advertising dopo il digitale; in Italia l’attenzione cresce, ma c’è bisogno di una maggiore consapevolezza sulle potenzialità dello strumento. Facciamo un caso pratico: oggi per chi vuole lanciare un nuovo prodotto o servizio è fondamentale misurare l’impatto dell’investimento di marketing. I retailer possono mettere a disposizione delle aziende i propri database di clienti iper-profilati per veicolare messaggi promozionali mirati che consentono, a chi li commissiona, di poter misurare il ritorno in termini di visibilità, gradimento, frequenza d’acquisto, tasso di riacquisto. E di ottenere, con un minor sforzo economico, una resa decisamente maggiore rispetto a una comunicazione sui mass media.
di Veronica Fumarola
Crescere anche nel canale retail. È questo il principale obiettivo del percorso di branding avviato negli ultimi anni da Olitalia. Attraverso un ampio assortimento di oli extravergini, oli di semi e prodotti da frittura e attività di comunicazione dedicate, l’azienda romagnola punta a essere sempre più presente nella Gdo italiana, dopo aver consolidato la sua presenza nel food service e all’estero – grazie alla distribuzione in circa 120 paesi nel mondo – e il suo ruolo di co-packer per importanti retailer italiani e stranieri.
Nel 2023, il fatturato aggregato di Olitalia e Acetaia Giuseppe Cremonini (che fa parte del Gruppo Olitalia) ha raggiunto i 286 milioni di euro, un traguardo possibile grazie a una struttura ben organizzata, che vanta due stabilimenti produttivi di cui uno a Forlì dedicato all’olio e uno a Spilamberto (Mo), dove ha sede l’Acetaia Giuseppe Cremonini, per un totale di oltre 99 milioni di litri prodotti e un organico di più di 148 dipendenti. Andrea Marchelli , direttore marketing di Olitalia fa il punto sull’ultimo anno, presentando i risultati raggiunti nel retail, ma anche nel fuori casa e all’estero.
Gli ultimi anni vi hanno visti impegnati nel percorso di costruzione della marca nel retail. Quali sono i “frutti” di questo lavoro?
Il 2024 è stato un anno di crescita importante per Olitalia, che registra performance positive sia a valore sia a volume in tutti i principali canali di vendita in Italia e all’estero. In particolare, nel retail, grazie a un ambizioso piano di distribuzione e di promozione nelle principali insegne della Gdo e a un piano di investimenti in comunicazione, Olitalia sta registrando una continua crescita del brand sia nel segmento dell’olio extravergine sia in quello dei
semi. Tra i fattori di successo c’è indubbiamente la forza di un’azienda che sa cogliere le opportunità del mercato, anche in condizioni generali difficili. Ad esempio, nella linea extravergine, l’azienda ha diversificato l’offerta dei prodotti, andando a presidiare tutte le fasce di prezzo con prodotti di qualità: dal nuovo Fior d’Olio al Classico, fino al 100% italiano Oro, che complessivamente hanno registrato 1,3 milioni di litri venduti, con un aumento del 27% rispetto al periodo precedente. Anche la linea dei semi e dei prodotti da frittura, tra cui Frienn, ha visto una crescita del 14%, raggiungendo 4,5 milioni di litri venduti (fonte: NIQ, distribuzione moderna, a.t. a settembre 2024).
Siete distribuiti in 120 paesi all’estero. Quanto incide questo business sul fatturato aziendale e su quali aree sono maggiormente concentrati i vostri interessi?
L’export è nel cuore della strategia aziendale e vale quasi il 40% del fatturato. L’azienda è già distribuita in circa 120 paesi con un focus particolare sui mercati asiatici, come Taiwan e Sud Corea, in cui il brand Olitalia detiene quote di mercato rilevanti nel canale retail. La nostra strategia è quella di rafforzare la presenza nei paesi con quote di mercato importanti senza rinunciare allo sviluppo in mercati ad alto potenziale come, ad esempio, gli Stati Uniti.
Cosa può raccontarci, invece, a proposito della produzione di private label?
Olitalia è un importante produttore di Mdd e partner strategico per numerosi distributori in Italia e all'estero. Con otto linee di produzione e una capacità di 60mila bottiglie all'ora, di cui 27mila sulla nuova linea Pet, l'azienda garantisce elevata flessibilità produttiva e qualità certificata attraverso oltre 100 controlli annuali. L’expertise nel blending e le numerose certificazioni internazionali (Brc, Ifs, Bioeuropa, Vegan Ok, Halal, Kosher, Aeo) ne fanno un co-packer d'eccellenza, contribuendo alla sua espansione nei mercati globali.
Quali sono gli obiettivi per il 2025?
Nel 2025 la nostra strategia rimane focalizzata su una crescita solida e sostenibile, creando valore a lungo termine per i nostri stakeholder. Continueremo a investire nell'innovazione per anticipare le esigenze dei consumatori e contribuire allo sviluppo del settore, offrendo sempre prodotti di alta qualità. n
Leggi l’intervista completa
Nel 2030 Conad sarà sempre il network distributivo capillare e uni-brand che conosciamo, ma accanto ai canali tradizionali della Gdo si amplieranno le aree di business della salute-benessere, del pet e, in generale, dei servizi (polizze e turismo). Quelli, cioè, a margini più rotondi e con volumi crescenti.
di Emanuele Scarci
Conad calcola che in un quinquennio l’utile operativo (Ebit) dei canali tradizionali scenderà dal 2,5% al 2% dei ricavi, mentre i discount saliranno dal 4,5% al 5,5%, il business della salute-benessere dall’8% all’8,5% e la ristorazione dal 6% al 6,5%. «Da qui al 2030 prevediamo una crescita contenuta del mercato Gdo, unita a una forte pressione sui margini, dovuta alla riduzione del potere d’acquisto e alla crescita del discount - ha detto il direttore generale di Conad Francesco Avanzini, in occasione dell’incontro con la stampa dello scorso 19 dicembre a Milano -. L'arena competitiva rimarrà affollata, con la crescita degli specialisti di valore e di convenienza, canali nei quali Conad dovrà incrementare la propria presenza. Per questo, avranno un ruolo ancora più fondamentale gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità, così come lo sviluppo di nuove linee di business nei servizi ai clienti, che compenseranno la minore crescita attesa dei canali tradizionali». Poi Avanzini ha aggiunto: «Dello sviluppo della salute-benessere ne stiamo parlando con i soci e nel 2025 non escludiamo acquisizioni. Nel petfood continueremo a crescere e ci organizzeremo con una logistica dedicata, come se fossimo Arcaplanet». Intanto la galassia della Margherita stima di chiudere il 2024 con un fatturato di 21,1 miliardi di euro, in aumento del 4,5% sull’anno precedente. «La crescita è stata alimentata per lo più dai volumi» ha sottolineato Avanzini. Inoltre 1,16 miliardi sono già arrivati dalla vendita dei servizi specializzati, anche se con un peso rilevante (744 milioni) dei distributori di benzina. La società ha precisato di aver mantenuto la quota di mercato al 15% sul totale Italia, con un peso rilevante in tutti i canali di vendita e in tutte le aree geografiche del Paese. In questo scenario si segnala la brillante performance dei negozi specializzati, con PetStore Conad (+17,8%), il nuovo “urban format” TuDay Conad (+ 5,8%) e con Conad Superstore (+5,7%). La marca del distributore ha segnato un fatturato alle casse di 6,3 miliardi (+4,7%) e una quota sul totale delle vendite al 33,7% (+0,5 punti) nel canale supermercati. Gli investimenti sulla marca commerciale si sono concentrati sui prodotti di base, sulla valorizzazione delle marche premium e sul rilancio di Piacersi Conad.n
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L’azienda specializzata in casalinghi dispone di una rete di vendita strutturata in 3 format e stima un fatturato di oltre 500 milioni di euro per il 2025.
Inizia con un nuovo sodalizio il 2025 di Gruppo VéGé: a partire dal prossimo 1° gennaio, nel primo gruppo della distribuzione moderna nato in Italia, farà il suo ingresso Happy Casa Store, l’insegna facente capo a General Trade, specializzata in casalinghi, piccoli elettrodomestici, articoli da regalo, giocattoli, accessori auto/moto, garden e bricolage.
Nata a Martina Franca (Ta) nel 2008, Happy Casa conta un fatturato 2023 che supera i 330 milioni di euro con la previsione di un fatturato 2025 per oltre 500 milioni di euro, 160 punti di vendita in 17 regioni per un totale di oltre 200mila mq di superficie di vendita e più di 1.600 dipendenti. La rete di vendita di Happy Casa si struttura attraverso 3 format: Happy Casa Store (1.000-1.300 mq), Happy Casa Store Maxi (1.3012mila mq) e Happy Casa Store Iper (2.001-3.500 mq). A questi si aggiunge una presenza online consolidata grazie al canale e-commerce.
L’ingresso di General Trade rappresenta un rafforzamento nel settore drugstore di Gruppo VéGé che riunisce 31 imprese con competenze multicanali che spaziano dagli ipermercati alle superette, dai cash&carry all’afh, dai supermercati ai superstore, dai punti vendita specializzati all’online e che negli ultimi 10 anni è stato protagonista di una crescita ininterrotta con un fatturato 2023 di 13,78 miliardi di euro con un aumento del 9,4% sul 2022 e con una previsione di fatturato 2024 pari a 15,28 miliardi di euro, con un ulteriore incremento stimato del 10,88%.
«L’ingresso di General Trade rappresenta un grande risultato nella ricerca di realtà eccellenti nell’ambito del progetto VéGé 2030, con la volontà di affiancare alla nostra rinomata leadership nell’alimentare anche traguardi ambiziosi nel Non-Food - commenta Giovanni Arena, presidente di Gruppo VéGé. - Con General Trade rinforziamo infatti un’area molto importante nell’assortimento moderno, e rappresenta un importante tassello della riorganizzazione di VéGé in 3 business unit: in primis in dettaglio moderno con ipermercati, superstore e supermercati, quindi l’area dell’ingresso con i cash&carry e infine l’area non food con i drugstore e il bazar, in una strategia che per la crescita investe nella specializzazione e nella suddivisione per competenze specifiche».n
Leggi anche: “Surgital presenta il piano industriale triennale”
di Maddalena Marconi
Considerati una bandiera della cucina nazionale, i derivati del pomodoro costituiscono un mercato abbastanza stabile, ma l’innovazione favorisce il superamento del concetto di commodity e valorizza le produzioni locali e le filiere controllate.
Nell’anno terminante il 27 ottobre 2024, il mercato dei derivati del pomodoro in Italia ha raggiunto un fatturato di quasi 846 milioni di euro, registrando un aumento del giro d’affari dello 0,8%. Nonostante la lieve crescita a valore, il segmento evidenzia trend di segno negativo a volume (-0,2%), realizzando un totale di circa 460,6 milioni di chilogrammi venduti. Rispetto all’anno precedente, la categoria ha quindi sicuramente visto un rallentamento delle vendite. In questo contesto, il continuo aumento del prezzo medio al chilo (+1%) non ha giocato favorevolmente, nonostante le promozioni abbiano registrato un’importante crescita d’intensità a volume (+1,5%), raggiungendo il 38,6% (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi Servizi+Discount).
Aree geogrAfiche e cAnAli distributivi
Le performance migliori si sono registrate nelle aree geografiche con la sales location a volume inferiore. L’Area 1 e l’Area 2, che rappresentano rispettivamente il 22,6% e il 13,8% delle vendite, si sono contraddistinte per
IL DELICATO
Una passata che si rispetti
La passata Extrafine
Il Delicato Petti da pomodoro toscano ha superato tutte le prove del Bollino Salvagente che riguardano: provenienza della materia prima, analisi multiresiduale pesticidi e analisi multiresiduale
fitofarmaci della blacklist Il Salvagente. Più buona di così?
LA COMPLETA L’Italia in una passata
La passata Completa è ottenuta dopo 100 anni di esperienza della famiglia Petti, dalla selezione e dalla trasformazione dei migliori pomodori provenienti dalle 6 regioni italiane che si distinguono per tradizione: Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Puglia.
la crescita sia a valore che a volume (Area 1 con +2,5% e +1,9% e Area 2 con +1,8% e +0,9%). «Al contrario – chiarisce Elena Pezzotti di NIQ –, l’Area 4, con una sales location del 37%, e soprattutto l’Area 3, che rappresenta il 26,6% del mercato, hanno influito negativamente sulle performance di categoria. L’Area 4 ha registrato una decrescita a valore dello 0,03% e a volume dello 0,9%; mentre nell’Area 3 la riduzione è stata, a valore, dello 0,2% e a volume dell’1,5%. In questo caso, la modesta crescita promozionale ha impattato negativamente sull’andamento delle vendite nel CentroSud». Tra i canali, i super - al primo posto per sales location a volume (41,6%) - registrano la maggiore crescita sia a valore (+2,2%) che a volume (+0,9%). Seguendo il fil rouge delle quote di mercato, subito dopo troviamo i discount, che contribuiscono a generare il 27,8% delle vendite a volume, anch’essi con trend di segno positivo a valore (+1,1%) e a volume (+0,6%). Gli iper, terzi sul podio con una sales location del 18,5%, si contraddistinguono per le performance leggermente negative a volume (-0,2%). I liberi servizi, infine, con una sales location del 12,1%, registrano una decrescita sostanziosa delle vendite sia a valore (-3,8%) che a volume (-5,2%). Se per i super la leva distintiva di crescita sembra essere l’assortimento medio (47,8 referenze, +1,9%), nei discount sono le promozioni ad aver giocato il ruolo chiave (20,7%, +2,1%).
«Considerando il loro contributo a volume del 63,9%, – prosegue Elena Pezzotti - le passate rappresentano sicuramente il segmento principale e registrano anche un’importante crescita delle vendite sia a valore (+3,8%) che a volume (+2,1%). Questa è veicolata principalmente dall’assortimento medio (15 prodotti per punto vendita), cresciuto nell’ultimo anno del 2,5%. Al contrario, le polpe e i pelati/pomodorini, con una quota a volume complessiva del 34,6%, influiscono negativamente sui trend di categoria, registrando una flessione delle vendite a valore (polpe -3,8%; pelati/pomodorini -3,7%) e a volume (polpe -4,6%; pelati/pomodorini -3,6%)». Infine, i concentrati, nonostante abbiano contribuito a generare solo una minima parte del totale delle vendite (1,5%), crescono sia a valore (+5,8%) che a volume (+1,9%).
oltre l’ideA di commodity
I risultati hanno premiato le imprese e i prodotti che hanno saputo dimostrare attitudine all’innovazione e capacità di soddisfare le mutevoli esigenze dello shopper, anche uscendo dalle logiche del prodotto commodity. Lo conferma Chiara Spagna, marketing manager food di Conserve Italia: «Oggi il consumatore tende a considerare sempre meno i derivati del pomodoro come una commodity e chiede prodotti con elevate caratteristiche qualitative, 100% italiani e provenienti da un’agricoltura sostenibile, a filiera controllata e certificata, che esprimano salubrità e sicurezza alimentare. Sono questi gli asset su cui puntiamo per valorizzare l’offerta dei nostri marchi Cirio e Valfrutta». Il concet-
Agromonte
Nome prodotto: Salsa pronta di pomodoro ciliegino
Caratteristiche: lavorata con procedimenti naturali, ha un basso contenuto di acidità e conserva tutto il gusto dolce del ciliegino. La bottiglia ambrata protegge il prodotto dalla luce.
Casalasco Società Agricola/Pomì
Nome prodotto: Polpa Fine
Caratteristiche: soffice e cremosa polpa di pomodoro fresco 100% italiano, dal sapore morbido, ideale per cucinare ragù, zuppe e salse e per condire pizze e focacce. Formato 2x390 g in Tetra Recart.
Conserve Italia/Valfrutta
Nome prodotto: La Passata Valfrutta al Vapore
Caratteristiche: la confezione con tappo svita e avvita impatta il 25% in meno sulle emissioni di Co2 rispetto alle precedenti, garantendo un salto di qualità in termini di sostenibilità. Formato brik da 500 g.
Gruppo Fini/Le Conserve della Nonna
Nome prodotto: Lampomodoro
Caratteristiche: solo pomodoro dell’Emilia-Romagna. Elevata qualità e consistenza ricca per un prodotto buono “come fatto in casa”. Formato da 700 g.
to di “de-commoditizzazione” è centrale anche per un altro brand storico italiano.
«Negli ultimi anni si è ampliata l’offerta di conserve di pomodoro premium – sottolinea Pasquale Petti, direttore generale di Italian Food – Gruppo Petti –. I risultati premiano le proposte attente alla qualità e all’origine della materia prima, come quelle con il nostro marchio Petti, capaci di soddisfare un numero crescente di consumatori esigenti. In primis contano la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti, con una particolare attenzione alla provenienza regionale della materia prima. Un’altra tendenza importante è la diversi-
IL PUNTO DI VISTA DELLA DISTRIBUZIONE: TODIS
Una crescita sia a valore che a volume. Sono ottime performance quelle che Todis vanta in questo mercato. «I risultati migliori della categoria riguardano le polpe e le passate – dichiara Andrea Diotallevi, buyer derivati del pomodoro e conserve vegetali dell’insegna –. Rispetto ai volumi, è interessante soprattutto l’andamento dei concentrati. Fatta sempre salva la nostra attenzione alla convenienza, i risultati riscontrati finora ci fanno prevedere che le principali opportunità si debbano cogliere con i prodotti di fascia medio-alta. Abbiamo intenzione di ampliare la nostra offerta in questo comparto, non solo rispetto al numero di referenze, ma anche sul fronte del packaging, in una logica di crescente attenzione alla sostenibilità».
Specializzata soprattutto in private label, La Doria ha una strategia di comunicazione B2b. È quindi principalmente ai retailer che si rivolge, con l’obiettivo di promuovere i valori aziendali, evidenziando la qualità dei suoi prodotti, il controllo di tutta la filiera produttiva e l’impegno nel realizzare uno sviluppo sostenibile. «Partecipiamo ai principali eventi fieristici internazionali e utilizziamo canali tradizionali come la stampa di settore specializzata – spiega Diodato Ferraioli –. Prestiamo inoltre un’attenzione particolare ai canali digitali, curando con precisione i contenuti istituzionali trasmessi attraverso i siti web e i social media. Grazie a tutti questi strumenti utilizzati sinergicamente, riusciamo a mantenere un dialogo costante con i nostri target e gli stakeholder».
Peso canali e trend a valore (%)
ficazione, che comprende l’offerta di linee gourmet e biologiche, ma anche l’attenzione al packaging. Un contesto, questo, che avvantaggia i marchi che, come il nostro, puntano sulla qualità, investono su una forte brand identity e sono capaci di fidelizzare il consumatore e di uscire dalle dinamiche di mercato delle commodity». Pur confermando che tra le strategie per differenziarsi e fidelizzare il consumatore vi è la valorizzazione della provenienza e l’attenzione alla filiera, Lorenza Baretti, brand manager di Le Conserve della Nonna - Gruppo Fini, ricorda che la percezione della categoria come commodity non è del tutto scomparsa: «Per Le Conserve della Nonna utilizziamo esclusivamente pomodoro dell’Emilia-Romagna raccolto a poca distanza dallo stabilimento, offrendo la garanzia di una filiera corta e controllata, e puntiamo sulla qualità del prodotto finito grazie a un processo produttivo che consente di ottenere consistenze particolarmente dense e corpose. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che si tratta pur sempre di un comparto percepito ancora spesso come una commodity, quindi la leva prezzo e le promozioni restano di fondamentale importanza».
cresce l’Attenzione AllA sostenibilità AmbientAle e sociAle
Miriam Arestia, responsabile marketing di Agromonte, evidenzia ulteriormente la presenza di una domanda sempre più consapevole e selettiva, senza dimenticare la
Nonostante il focus sempre più spinto sull’originalità della materia prima e sulla filiera, le attività promozionali rimangono un importante driver d’acquisto, una leva a cui nessuno può sottrarsi, nemmeno un’azienda con una forte brand identity come Petti , che nel 2025 festeggerà il Centenario del marchio.
«Il nostro impegno – chiarisce Pasquale Petti – è quello di pianificare iniziative promozionali mirate e corrette, che diventino in primis un veicolo pubblicitario per far provare e apprezzare i prodotti. Nel corso del prossimo anno, inoltre, abbiamo in serbo tanti progetti per onorare la storia della nostra famiglia, che da un secolo ha saldamente in mano le redini delle aziende del Gruppo Petti».
Italian Food/Petti
Nome prodotto: La Completa - Passata ai 6 pomodori
Caratteristiche: l’unica passata ottenuta dalla selezione dei migliori pomodori provenienti dalle 6 regioni italiane che, per tradizione, coltivano l'eccellenza dell’oro rosso.
La Doria
Nome prodotto: Pelati
Caratteristiche: pomodori coltivati in Italia, raccolti al culmine della maturazione e pelati delicatamente al vapore, salvaguardando gusto e profumi del pomodoro fresco.
Princes Italia/Napolina
Nome prodotto: Napolina Chopped
Caratteristiche: pomodori coltivati in Puglia, con un impegno costante verso la sostenibilità e garantendo la tracciabilità lungo tutta la filiera del pomodoro pugliese.
necessità di curare l’equilibrio nel rapporto qualità-prezzo. «I consumatori – spiega la manager – sono alla ricerca di soluzioni sostenibili e spingono il settore verso pratiche ecologiche e l’innovazione di prodotto. La materia prima d’eccellenza, che rispetta criteri di tracciabilità e trasparenza, è un fattore decisivo per la scelta d’acquisto e sono premiate le aziende che si impegnano in pratiche etiche e sostenibili». Tra questo tipo di aziende c’è anche Princes Italia, recentemente entrata a far parte del Gruppo Newlat. Continuiamo a investire in progetti e collaborazioni con associazioni che condividono con noi l’importanza di generare valore positivo nelle comunità in cui operiamo – sottolinea Gianmarco Laviola, amministratore delegato di Princes Italia –. Valorizziamo la filiera etica del pomodoro pugliese grazie alla realizzazione di alleanze con organizzazioni che si battono per la tutela dei diritti umani e con i nostri partner commerciali e sul campo».
nuovi pAck più leggeri ed eco-friendly Sul fronte della sostenibilità ambientale un aspetto di crescente rilievo, in questo come in molti altri settori, riguarda il packaging. Lo evidenzia La Doria, azienda specializzata nella produzione conto terzi. «Tra le innovazioni a cui i consumatori attribuiscono sempre maggiore importan za – chiarisce Diodato Ferraioli, chief commercial officer di La Doria ci sono solo le nuove ricette, ma anche i packaging più atten ti alle esigenze di salvaguardia ambientale. Noi siamo in grado di prestare particolare attenzione a que ste tipologie di esigenze e di offrire così ai nostri clienti prodotti che valorizzano l’offerta». Anche Roberto Morelli, direttore vendite Pomì e De Rica Italia, brand di Casalasco Società Agricola, considera che l’attenzione alle confezioni possa costituire un elemento decisivo. «Sul piano dei pack si stanno progressivamente riducendo le grammature – osserva Morelli – e sono sempre più premiati i formati in brick, grazie alla loro versatilità e alla facilità di smaltimento. Italianità e genuinità della materia prima restano comunque il requisito più importante nell’orien tare le scelte dei consumatori, al quale si affiancano le più recenti preferenze per determinate tipologie di pomodoro e l’attenzione alla regione d’origine».n
A cura di: Team Focus Italia
Focus Research South East/Focus Rappresentanza Italia
Focus Research è una delle agenzie leader in Europa che si occupa di ricerche di mercato e consulenza. Da 30 anni fornisce ai propri clienti soluzioni di dati, sistemi e software per l'elaborazione dei dati in 35 Paesi europei. La sua attenzione si rivolge soprattutto all’analisi qualitativa e quantitativa delle attività promozionali dei volantini della grande distribuzione e di catene specializzate. Le quote qualitative sono orientate al GAV-valore pubblicitario lordo.
Le attività promozionali posizionate in prima pagina, con un'immagine di dimensioni importanti pubblicate all’interno di volantini con un raggio d’azione lordo (Gross Reach) significativo, hanno un impatto maggiore sul consumatore. Di conseguenza, queste promozioni risultano vantaggiose in termini del ritorno degli investimenti.
In questo caso, abbiamo elaborato i dati dei volantini dei rivenditori di beni di largo consumo italiani e preparato un'analisi che confronta i dati dal 2022 al 2024 (da gennaio a settembre, 9 mesi, year to date). Le analisi si basano sul valore pubblicitario qualitativo (GAV=Gross Advertising Value) nei volantini per la categoria pomodori conservati (conserved tomatoes).
Come si evince dalla slide, nei primi nove mesi del 2024 il valore qualitativo nella comunicazione delle promozioni di conserve di pomodori vede le private label posizionarsi al primo posto con il 28,3%, superiore di 0,8% rispetto a Mutti, secondo classificato. Per quanto riguarda le private label, inoltre, il valore del 2024 risulta essere il più alto dei tre anni con un incremento del 7,1% dal 2022 nello stesso periodo.
Dall’analisi del valore pubblicitario lordo si evince che, tra i retailer, Eurospin è primo per quanto riguarda le promozioni delle private label con il 97,3%, mentre Lidl detiene la maggiore quota del valore pubblicitario lordo per quanto riguarda Mutti con il 77,5%, Esselunga è primo per Cirio con il 35,1% e Carrefour lo è per Valfrutta con il 10,4%.n
Campari scioglie il nodo: il prossimo ceo sarà Simon Hunt, britannico, esperienza di oltre 30 anni nel settore dei premium spirits. Il top manager ha lavorato per le principali aziende del settore degli alcolici (Diageo, William Grant&Sons, Allied Domecq), maturando esperienza sui mercati internazionali, in particolare negli Stati Uniti e nei mercati emergenti.
Guala Closures, azienda specializzata nella produzione di chiusure per liquori, vini, birra, acqua e bevande, annuncia la nomina di Andrea Lodetti nel ruolo di amministratore delegato del Gruppo. Precedentemente, Lodetti è stato ceo di Bormioli Pharma, produttore specializzato in soluzioni per il packaging farmaceutico in vetro e plastica, con nove stabilimenti produttivi in Europa e una presenza globale.
nuovo direttore commerciale
Nuovo direttore commerciale per il Gruppo Clai. Si tratta di Ernesto Panetta, 61 anni, napoletano, che vanta un importante percorso nell’area commerciale di grandi realtà italiane e internazionali dei beni di largo consumo alimentare, iniziato in Barilla, proseguito in Rana e successivamente in Bell, Mauri, Fiorucci e Greci, in ruoli di sempre maggiore responsabilità.
è la nuova responsabile commerciale del Consorzio Forza 3
Valentina Greco, classe 1985 e laureata in trade marketing, dopo 12 anni negli acquisti di Carrefour Italia, approda in Drug Italia come buyer e capo commissione del Personal Care nella centrale Forum.
Caso tratto dalla Ricerca Innovations 19 di Kiki Lab-Ebeltoft Group
Comodità, velocità e trasparenza, con un ottimo rapporto qualità-prezzo: le chiavi per il successo di Just Cuts si potenziano con l’uso dell’app e delle possibilità di self check-in a distanza oltre che in negozio, anche senza appuntamento.
Area chiave: Quick & Easy
Info chiave
App
2023: lancio
Just Cuts
1990: inizio attività
2000: partner ufficiale dei Giochi Olimpici in Australia
2013: lancio linea Justice Professional B2c
270+ Saloni, catena leader dell’emisfero Sud
Paesi: Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Taiwan, Singapore
100mila clienti a settimana
Nei 34 anni trascorsi da quando Denis McFadden ha fondato Just Cuts in Australia, il mercato degli Hair Salon si è evoluto in modo significativo. Il Dna del brand è rimasto però lo stesso: offrire professionalità a costi accessibili e soprattutto comodità, semplicità e velocità di fruizione per i clienti. Un posizionamento chiaro, che ha facilitato lo sviluppo grazie al franchising, che tende a privilegiare partner che coinvolgono più membri di uno stesso nucleo familiare. La creazione di una scuola professionale interna consente di attirare anche affiliati che non hanno alcuna esperienza precedente.
Il modello si basa su una struttura di prezzi fissi e trasparenti, consentendo ai clienti di conoscere il costo finale prima della propria visita. Inoltre, i saloni continuano a garantire la possibilità di usufruire dei servizi anche senza appuntamento e accettano clienti fino a 15 minuti prima della chiusura. Dal 2013 è stato lanciato il brand Justice Professional per facilitare i clienti nel poter curare anche a casa i propri capelli con prodotti di alto livello. Altro servizio molto apprezzato e qualificante è la garanzia sul servizio: per una settimana il cliente ha il diritto di tornare in qualsiasi salone Just Cuts per un redesign (light) del proprio taglio. L’ultima iniziativa per facilitare il lavoro dei partner e l’esperienza dei clienti è stato il lancio dell’app Empowerment Rewards Stylist, che include un sistema di loyalty B2b per incentivare le vendite della linea Justice Professional. I premi sono buoni regalo digitali, alcuni prodotti selezionati e anche strumenti per barbieri e parrucchieri. Inoltre, l’app consente di monitorare in tempo reale i Kpi dei saloni, per analizzarne e migliorarne la produttività. Per i clienti finali l’app, oltre ai contenuti delle tendenze di stile più aggiornate, semplifica e velocizza la comunicazione con i saloni e la pianificazione delle varie attività, con la possibilità di un check-in a distanza per avere un preventivo dei servizi e il tempo di attesa stimato. In questo modo si estende il servizio di self check-in che era già presente in negozio.
Nel mondo della cura dei capelli c’è spazio per posizionamenti diversi. Just Cut presidia molto bene da tempo quello della comodità, velocità e trasparenza, continuando a migliorare la customer experience grazie a tecnologie sempre più evolute.n
Fabrizio Valente , founder e amministratore di Kiki Lab (Gruppo Promotica)
For two decades, the IAW trade fair has been the meeting place for retailers, buyers and exhibitors from all over the world. From 11 to 13 March 2025, we will be celebrating our big anniversary in Cologne and invite you to join us!
As a visitor, you can experience the latest trend articles, inspiring niche products and proven sales drivers. Benefit from a wide range of high-quality products and exciting networking opportunities with industry experts.
As an exhibitor, present your products at Europe‘s leading trade fair for Retail Promotions and Imports. Make valuable contacts, discover new sales markets and celebrate 20 years of innovation for the retail trade with us.
Be there as a visitor: Get your free ticket now! Simply scan the QR code and register directly in the ticket shop.
Be there as an exhibitor: For a stand offer please contact us at: Phone: +49 5721 9930898 E-mail: team@iaw-messe.net
Spazio all’inclusività, mentre continua a essere sostenuta la distanza tra consumatori e intelligenza artificiale.
Comeogni anno, il report "Marketing Trends 2025" di Kantar delinea le tendenze chiave che plasmeranno il futuro del marketing, riflettendo le trasformazioni sociali, tecnologiche e demografiche in atto. Da questa edizione emerge come oggi l’inclusività sia diventata un elemento chiave nel panorama degli acquisti: circa l’80% dei consumatori ritiene fondamentale che i brand promuovano diversity & inclusion. Ignorare questo aspetto può portare a una perdita di rilevanza sul mercato. Sul fronte demografico, il rallentamento della crescita della popolazione rappresenta una sfida importante e i marketer dovranno adattare le proprie strategie a questo nuovo scenario. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa, nonostante il suo grande potenziale, rimane una certa diffidenza: il 40% dei consumatori mostra scetticismo verso la pubblicità creata dall’AI.
In questo contesto, sarà cruciale garantire trasparenza e costruire fiducia nell’uso dei dati. Il consumo di contenuti video, invece, continua a espandersi, spingendo i brand a optare per un approccio “total video”. Integrare diverse piattaforme in modo strategico sarà essenziale per raggiungere il pubblico in maniera efficace e coordinata. Anche i social media stanno affrontando un calo nella capacità di attirare l’attenzione degli utenti. Per contrastare questa tendenza, nel 2025 si prevedono nuove sperimentazioni creative e un’adozione ad ampio raggio del nuovo linguaggio social proposto in primis da TikTok. In parallelo, cresce il peso della "creator economy". I creator, grazie alla capacità di generare contenuti più autentici ed empatici, offrono ai brand l’opportunità di costruire relazioni di fiducia e di consolidare la propria presenza sul mercato, diventando un valido alleato per arricchire i feed dei canali social aziendali. Infine, l’innovazione rimane un pilastro fondamentale per il successo, soprattutto per i brand più affermati. Nei prossimi anni sarà necessario puntare su sperimentazione e creatività per trovare nuove vie di crescita e competere in un mercato sempre più sfidante.n
Michele Rinaldi, head of strategy c/o Soluzione Group
Le funzionalità della finanza incorporata permettono al consumatore di sperimentare un’esperienza d’acquisto più fluida e agevole.
La finanza incorporata è l'integrazione perfetta dei servizi finanziari in applicazioni ed ecosistemi principalmente non finanziari. Il concetto consente alle aziende di offrire servizi finanziari direttamente in determinati punti dei loro processi e servizi esistenti. Di conseguenza, i clienti non hanno più bisogno di affidarsi a istituzioni o servizi finanziari esterni.
La finanza incorporata accelera il percorso del cliente
Poiché le funzionalità della finanza incorporata sono integrate perfettamente nel percorso del cliente, l'elaborazione dei pagamenti o del credito viene notevolmente accelerata. Ciò non solo crea un'esperienza di acquisto fluida per i clienti, ma anche nuove modalità, come l'uso di servizi a valore aggiunto come "acquista ora, paga dopo". La finanza incorporata abbatte ulteriormente le barriere all'acquisto tramite l'integrazione di programmi fedeltà e soluzioni di portafoglio digitale. Alcuni rivenditori consentono anche l'integrazione di criptovaluta. In futuro, le applicazioni AI saranno utilizzate per personalizzare i servizi finanziari incorporati in tempo reale e adattarli alle esigenze di clienti e rivenditori.
La start-up statunitense Blackbird ha lanciato la piattaforma di pagamento e premi "Blackbird Pay" per ristoranti. I ristoranti che partecipano alla rete Blackbird Pay pagano in media il 2% per transazione, il che rappresenta un notevole risparmio sui costi rispetto alle commissioni applicate dai tradizionali sistemi di elaborazione dei pagamenti. Allo stesso tempo, Blackbird Pay migliora l'esperienza culinaria, poiché la piattaforma consente la fatturazione automatica e i commensali non devono più attendere il conto. Inoltre, il sistema offre ai clienti anche l'opportunità di pagare in "$Fly", i punti premio nativi di Blackbird.
La società statunitense Blackbird Labs ha creato una piattaforma che aiuta i ristoranti ad aumentare la fedeltà dei propri ospiti e a incoraggiarli a tornare più spesso. Consente ai ristoranti di personalizzare le interazioni con i visitatori apprendendo le loro preferenze e offrendo loro premi per le visite di ritorno. Utilizzando un'app per smartphone e la tecnologia Nfc, i visitatori possono creare abbonamenti e raccogliere valuta virtuale. Blackbird raccoglie anche i dati dei visitatori per aiutare i ristoranti a gestire efficacemente le loro promozioni.
La start-up statunitense Reshop ha lanciato una piattaforma di rimborso per marchi al dettaglio come Alo Yoga, Steve Madden e il marchio di cosmetici Orveon. Tramite la piattaforma, i clienti ricevono un rimborso immediato per gli articoli restituiti e possono effettuare nuovi acquisti subito con il denaro rimborsato. Reshop sarà integrato in Narvar, una piattaforma con oltre 1.400 partner che serve il 90% dei consumatori adulti negli Stati Uniti. Reshop può aiutare i rivenditori a utilizzare i rimborsi come un'opportunità per riconquistare clienti e generare vendite aggiuntive.
Prodotti Amazon su TikTok e Pinterest
Il colosso statunitense della vendita al dettaglio Amazon sta collaborando con la piattaforma di social media TikTok e sta intensificando la sua collaborazione con Pinterest in modo che i clienti possano acquistare prodotti Amazon direttamente sulle piattaforme. Per farlo, i clienti devono collegare i loro profili social al loro account Amazon. Su TikTok, possono quindi acquistare prodotti direttamente dagli annunci Amazon che vedono nel loro feed "Per te". La partnership ha lo scopo di fornire ai clienti esperienze di acquisto simili e rafforzare la posizione di Amazon nel commercio sui social media. n
Il comparto, in lieve flessione a valore, vede l’introduzione di referenze innovative che attirano il consumatore, determinato a sperimentare nuovi gusti e nuove formule.
Nell’anno terminante a novembre 2024, il mercato dei gelati ha registrato una crescita delle vendite a volume dell’1,7%, con una flessione del valore pari allo 0,7% rispetto all’anno precedente, per un totale di 210,7 milioni di chilogrammi commercializzati e un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro (dati Circana, totale Italia, Iper+Super+Lsp+Tradizionale+Discount).
Aree geogrAfiche e cAnAli distributivi
Per quanto riguarda i canali distributivi, il Sud veicola la maggior parte dei volumi e del valore (29,1% vol. e 28% val.) seguito dal Nord-Ovest con il 27,8% dei volumi e il 27,8% del valore. A seguire Centro+Sardegna (22,9% vol. e 24,3% val), men-
tre in ultima posizione troviamo il NordEst (20,1% vol. e 19,9% val.). Sul fronte dei canali distributivi, a guidare sono i supermercati, che segnano il 50,3% a volume e il 54,6% a valore, distanziati dai discount che rincorrono con il 30% a volume e il 22,7% a valore. Il canale Lsp registra il 10,3% dei volumi e il 12,2% del valore, mentre a seguire troviamo gli ipermercati (6,3% vol. e 6,8% val.) e il canale tradizionale (3% vol. e 3,7% val.).
AndAmento dei segmenti
Per quanto riguarda i segmenti che compongono il mercato, a registrare la crescita maggiore, sia a volume sia a valore, sono i gelati impulso (+22,9% vol. e +13,5% val.), seguiti dai gelati vaschette che mantengono a loro volta segno positivo (+4,2% vol. e +8% val.). Per quanto riguarda i gelati dessert e i gelati multipack, entrambi i segmenti evidenziano segno negativo sia a volume sia a valore,
Stando a quanto condividono da Carrefour, nel 2024 la categoria che ha registrato le performance migliori è quella delle vaschette gelato, in particolare quelle con peso inferiore al mezzo chilo. «Questo successo è stato trainato dall’innovazione – afferma Alessandra Palmacci, category manager gelati e surgelati dell’insegna –. A giugno, l’inventore della celebre crema spalmabile alle nocciole ha lanciato il primo prodotto a marchio Nutella nel mondo dei gelati, contribuendo a determinare i risultati positivi di questa categoria. Il segmento dei multipack, che include stecchi, coni, sandwich, ghiaccioli, coppe e barrette, continua a rivestire un ruolo importante. Tuttavia, a causa del clima sfavorevole, non ha registrato performance positive nel 2024. In Carrefour prestiamo molta attenzione al settore salutistico e plant-based, in comunione con la crescente domanda di prodotti di questo tipo. Abbiamo già avviato una revisione dei nostri assortimenti nel 2024 e continueremo ad ampliare l’offerta anche nel 2025. Abbiamo osservato, inoltre, l’introduzione di nuove varianti di gusti su gelati già esistenti e, in questi mesi, stiamo lavorando alla definizione della strategia per la campagna gelati 2025 con novità interessanti per quanto riguarda sia i prodotti a marchio nazionale sia i gelati a marchio Carrefour».
Ferrero/Nutella
Nome prodotto: Nutella Gelato
Caratteristiche: cremoso gelato alla nocciola variegato alla Nutella, arricchito da strati di Nutella. Un’esperienza multisensoriale da gustare, esplorando un mix di diverse cremosità e consistenze.
G7
Nome prodotto: Linea sorbetti Monodose Caratteristiche: i nuovi sorbetti in minicup Lampone, Limone e Zenzero, Mango e Passion Fruit affiancano le tradizionali coppette di gelato con cucchiaino. Formato da 80 g.
Sammontana/Gruvi
Nome prodotto: Mini assortito
Caratteristiche: Gruvi diventa mini per un’esperienza di gusto multisensoriale, in formato ridotto e assortito, al gusto pistacchio, croccantino e fondente.
ossia rispettivamente -2,1% a volume e -1,1% a valore, e -1,9% a volume e -4,8% a valore. I primi tre marchi (Unilever Ic, Sammontana e Froneri) coprono a valore il 41,7% di un mercato in cui la private label vale, al momento, ben il 40,3%.
Il climA Avverso e l’Attenzione Al prezzo influenzAno i consumAtori
È stato un anno complesso per il mercato dei gelati, che ha faticato a carburare a causa delle condizioni climatiche avverse. «Questa situazione – spiega Paolo Malvaldi, marketing manager gelato di Sammontana – ha influito sui consumi sia per il dentro sia per il fuori casa, con luoghi come le spiagge e i parchi acquatici dove le piogge hanno condizionato le presenze. Si
Gelati multipack
Gelati vaschette
Gelati impulso
ElaborazioneDMsudatiCircana,totaleItalia,Iper+Super+Lsp+Tradizionale+Discount,a.t.novembre2024
tratta di una prospettiva con cui dovremo fare sempre più i conti e per cui le imprese devono essere pronte». Il comportamento degli shopper muta anche sotto il punto di vista dell’attenzione al prezzo e alla convenienza, come sottolinea Gaia Onza, head of marketing di Algida Italia: «Dopo il picco dell’inflazione, i consumatori hanno acquisito comportamenti di spesa più controllati, evitando sprechi e cercando di risparmiare. Nell’ultimo anno gli shopper hanno cercato di tenere sotto controllo i consumi riducendo lo scontrino medio e andando più spesso a fare la spesa. Lo shopper è sempre più infedele, preferendo visitare diverse insegne per ottimizzare le spese. Le promozioni restano uno dei principali criteri di scelta, ma rispetto allo scorso anno i clienti si mostrano più fedeli ai propri brand in promo».
Il focus è su nuovi gusti e un’offertA innovAtivA I consumatori sono sempre più attratti da soluzioni originali e interessanti. È quanto rivela Alberto Piscioneri , general manager di Tonitto 1939 : «Negli ul -
Le strategie comunicative di Tonitto 1939 si concentrano principalmente sul B2b, con un focus sulle fiere specializzate. «Nel 2025 – fa sapere Alberto Piscioneri – parteciperemo a diverse esposizioni internazionali, come Marca in Italia, Gulfood in Medio Oriente, Foodex in Giappone e il Plma ad Amsterdam. Inoltre, intendiamo rafforzare gli strumenti digitali, dal sito web ai social media, fino all’ufficio stampa e alle attività di pr, per instaurare relazioni solide e continuative con i mezzi di comunicazione».
timi anni, abbiamo investito e lavorato su diverse aree di mercato: il settore dei prodotti naturali, con i sorbetti in primo piano, l’ambito della pura indulgenza, avviando collaborazioni con brand prestigiosi che saranno confermati nel 2025, e il comparto healthy, per soddisfare la crescente domanda di alimenti gustosi, ma salutari. L’azienda, inoltre, si sta concentrando su gelati proteici e senza zuccheri». Spingono sul valore dell’innovazione anche da Ferrero , ribadendo quan -
Tonitto 1939/Tonitto 1939 e Sperlari
Nome prodotto: Gelato Galatine
Caratteristiche: fedele alla storica ricetta Galatine, nella sua versione frozen sarà realizzato con gli stessi ingredienti di alta qualità della tavoletta: latte italiano come principale ingrediente, yogurt magro e miele.
Unilever/Magnum
Nome prodotto: Magnum Double Nocciola
Caratteristiche: gelato marmorizzato alla nocciola e alla mandorla caramellata, salsa alla nocciola salata, copertura di croccante cioccolato bianco e inclusioni di pistacchi, nocciole e mandorle caramellati.
Unilever Ic
Sammontana
Froneri
41,7
TOTALE (%)
40,3
PRIVATE LABEL A VALORE (%)
to gli shopper ricerchino esperienze organolettiche sempre più raffinate, in grado di coniugare indulgence (soprattutto gli stecchi) e nourishment (biscotti e coni), con il refreshment connaturato all’esperienza di consumo dei gelati: «I consumatori, inoltre, si avvicinano sempre di più ai grandi brand, mantenendo un occhio di riguardo al “value for money”. Si osserva, infine, il trend di diverse marche confectionary o bakery che entrano in questo segmento, proponendo i loro prodotti più popolari in versione gelato». Serena Turazza , responsabile marketing di G7 Gelati , condivide che «il consumatore ricerca nel gelato un prodotto indulgence e affina sempre di più il piacere e la scoperta di gusti del mondo della gelateria; si amplia, inoltre, l’offerta di proposte funzionali, proteiche o low calories, anche se i numeri in questo ambito non sono ancora significativi». n
Il progetto, che coniuga sostenibilità ambientale e innovazione, potrebbe riadattarsi alle esigenze del mercato italiano, soprattutto in ottica di riqualificazione urbana.
Il settore immobiliare globale sta vivendo una trasformazione epocale, trainata da un crescente interesse per la sostenibilità, la multifunzionalità degli spazi e il miglioramento della qualità della vita urbana. Wyld Oaks, un ambizioso progetto immobiliare vicino a Orlando, Florida, rappresenta un esempio di come la pianificazione strategica possa coniugare crescita economica, sostenibilità ambientale e innovazione urbanistica. Ma quali lezioni può offrire agli sviluppatori italiani, in un mercato dalle dinamiche completamente diverse?
Si tratta di un progetto “greenfield” sviluppato su oltre 87 ettari di terreno precedentemente non edificato. Prevede una comunità integrata con oltre 4mila unità abitative (appartamenti, condomini e case unifamiliari), circa 280mila mq di spazi retail, 25mila mq di piastra alimentare, 18.500 mq di uffici, un villaggio sanitario, un negozio di alimentari, un’area per spettacoli e ampi spazi verdi. L’obiettivo è creare un ambiente che riduca la necessità di spostamenti, rispondendo alle crescenti esigenze abitative e di servizi di un’area in rapida espansione. Il progetto, avviato dal gruppo J. Beninati affiliato a Evans Properties, è stato finanziato attraverso la vendita di una parte del terreno per uno sviluppo industriale, garantendo così un investimento senza debito.
Tra i vantaggi del progetto spicca la capacità di rispondere ai bisogni locali, con un mix equilibrato di spazi abitativi, commerciali, di servizi e di intrattenimento. L’integrazione multifunzionale riduce l’impatto ambientale e migliora la qualità della vita, eliminando lunghi spostamenti su strade congestionate. Anche la strategia finanziaria adottata, che ha evitato il ricorso a prestiti, rappresenta un esempio di sostenibilità economica.
Tuttavia, ci sono anche criticità. Un progetto di queste dimensioni può mettere sotto pressione le infrastrutture locali, come strade e servizi pubblici, oltre a rischiare di saturare il mercato immobiliare in caso di rallentamento economico. Inoltre, come noto, la Florida è soggetta a rischi climatici rilevanti, il che potrebbe incidere negativamente sull’attrattività per gli investitori.
In Italia, progetti come Wyld Oaks sono rari. Qui lo sviluppo immobiliare si concentra principalmente sulla riqualificazione di aree urbane o sul recupero di edifici storici, più che su nuove costruzioni in terreni non edificati. Fattori come la scarsità di terreni edificabili, le normative stringenti, la bassa crescita demografica e l’invecchiamento della popolazione limitano la possibilità e le opportunità di realizzazione di progetti di questa scala.
Alcuni elementi del modello Wyld Oaks, però, sono adattabili al mercato italiano. L’integrazione di funzioni residenziali, commerciali e di servizio è un’opportunità nelle riqualificazioni di aree dismesse, come le vecchie zone industriali. Anche la possibilità di razionalizzare aree o intere porzioni di città, con criteri moderni e adatti alle attuali esigenze e integrate con i sistemi infrastrutturali, nonché il focus sulla sostenibilità, con spazi verdi e mobilità ridotta, rispondono a esigenze crescenti dei consumatori italiani.
Wyld Oaks dimostra come lo sviluppo immobiliare possa evolversi per affrontare le sfide attuali e future, grazie a multifunzionalità, sostenibilità e gestione economica efficace. Sebbene il mercato italiano presenti caratteristiche diverse, progetti innovativi possono trovare spazio nelle riqualificazioni urbane. Esempi come Porta Nuova e Mind, entrambi a Milano, mostrano come sia possibile integrare residenze, servizi e sostenibilità in contesti locali. Progetti che pongono al centro la qualità della vita e l’impatto ambientale rappresentano una risposta concreta alle esigenze di un mercato in evoluzione.n
Alberto Deiana, project management executive Mi.No.Ter.
di Jessika Pini
La sicurezza nutrizionale è ormai considerata un prerequisito: la sfida del settore oggi è offrire un’esperienza appagante al pari dei prodotti convenzionali.
Il mercato del gluten free (pasta, pani, forno/cereali/snack, ricorrenze e farine) in Italia ha raggiunto un fatturato di ben 314 milioni di euro nell’anno terminante il 27 ottobre 2024, registrando un aumento del giro d’affari addirittura del 7,4%. Il segmento mostra trend di crescita anche a volume (+6,1%) e unità (+6,7%) per un totale rispettivamente di 48,4 milioni di chilogrammi e 141 milioni di confezioni vendute (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi Servizi+Discount).
«Nonostante il prezzo medio al kg e a confezione si ano aumentati rispettivamente dell’1,2% e dello 0,6% – commenta Elena Pezzotti di Nielsen IQ –, la crescita dell’intensità promozionale a volume (11,8% e +1,2%) e a confezione (12,2% e +1%), ma soprattutto l’incremento del numero medio di referenze vendute (26,8 Skus e +4,5%), hanno sicuramente supportato le performance del comparto».
Aree geogrAfiche e cAnAli distributivi
Tutte le aree geografiche hanno contribuito alla crescita delle vendite a volume del senza glutine, ma il contributo maggiore arriva dall’Area 4 di Nielsen che, nonostante occupi l’ultimo posto per totale di kg venduti
Da diversi anni, Nutrition & Santé ha adottato una strategia di comunicazione integrata che combina mezzi offline e online. «Il nostro obiettivo principale è fornire informazioni utili e pertinenti ai nostri consumatori attraverso i canali che utilizzano di più – spiega Elena Angeloni –. Siamo attivi sui social media che, insieme a collaborazioni con influencer e content creator, ci permettono di raggiungere un pubblico giovane, presentando i nostri prodotti e proponendo nuove ricette e modalità di utilizzo innovative. Anche la televisione continua a essere un mezzo importante per comunicare con i nostri consumatori più fedeli».
(15,6% del totale), cresce dell’8,1%, seguita dall’Area 1 (+6,5%). In questo caso, la sales location è la più alta registrando un contributo alle vendite a volume del 36,1%. Segue l’Area 2 che, seconda in classifica per sales location a volume (25,4%), cresce meno rispetto alla media di mercato con un trend pari al +5,9%. Infine, l’Area 3 – con una sales location a volume del 23% –registra un trend di segno positivo del 4,5%. In questo contesto, come sottolineato per il totale Italia, l’Area 4 sembra aver beneficiato di un arricchimento assortimentale (18,9 Skus e +7,1%). Prendendo in considerazione i canali, i super registrano la maggiore crescita a
bArillA
Nome prodotto: Penne Rigate Senza
Glutine
Caratteristiche: realizzate con un esclusivo mix di mais bianco, mais giallo e riso integrale, offrono un gusto bilanciato e una consistenza ideale per sughi delicati.
dr. schär/schär
Nome prodotto: Tramezzino
Caratteristiche: pane senza glutine, privo di crosta, morbido, gustoso e versatile. Preparato con miglio, quinoa, olio extravergine di oliva e pasta madre. Ricco di fibre, senza lattosio, conservanti e alcool.
Il pAstAio/pAtArò
Nome prodotto: Gnocchi Solo Patate e Acqua
Caratteristiche: preparati solo con patate e acqua, senza glutine, latte, uova e conservanti, sono un prodotto genuino, naturale e adatto a diete speciali in grado di soddisfare anche i consumatori più attenti alla salute e alla qualità.
volume (+7,6%) e si posizionano al primo posto per sales location a volume (41,9%). I discount, contribuendo a generare il 22,4% delle vendite a volume, mostrano anch’essi trend di crescita importanti (+6,6%). Anche gli iper, secondi sul podio con una sales location a volume del 28,5%, si contraddistinguono per performance positive a volume, anche se al di sotto della media di mercato (+5,7%). Invece, i liberi servizi, come per molte altre categorie del largo consumo, con una sales location a volume del 7,3% evidenziano una decrescita delle vendite (-1,6%). Se i super sembrano aver beneficiato di una crescita assortimentale (44,1 Skus e +5,9%), i discount hanno giovato di un aumento delle promozioni (9,2% e +2,1%).
314 mln/€
+7,4
Il piano di comunicazione di Schär prevede due momenti strategici nell’arco dell’anno e si focalizza sui contenuti chiave che valorizzano gli asset distintivi dell’azienda: la qualità e il gusto. La campagna “Con il meglio di noi” esprime l’identità di Schär e i valori che portano alla creazione del prodotto finito. «Raccontiamo questo forte impegno attraverso i volti dei protagonisti delle varie fasi della nostra filiera. Sempre più vicini al consumatore, lo invitiamo così a compiere con noi un emozionante viaggio, dal campo alla tavola, offrendogli ulteriori ragioni per scegliere Schär quale brand di eccellente qualità», spiega William Galletti. L’audace campagna “Con il meglio del gusto”, invece, racconta il risultato di questo impegno totale, ossia il gusto appagante dei prodotti: con un tono simpaticamente provocatorio l’azienda mira a far ricredere anche i più diffidenti sull’idea diffusa che il senza glutine sia poco gustoso e gratificante, dimostrando concretamente che i propri prodotti hanno un gusto, una consistenza e un aroma eccellenti, a volte anche migliori rispetto a quelli convenzionali.
mln/kg
Soffice e senza crosta, fatto con ingredienti di qualità: miglio, quinoa, pasta madre e olio extravergine di oliva.
Perfetto anche per le farciture più creative, salate e dolci, per un pranzo in ufficio o uno snack on the go.
AndAmento dei segmenti
Il trend positivo a volume (+6,1%) è sicuramente guidato dal mondo della pasta senza glutine. Infatti, sia la pasta secca (quota vol. 24,6%) che la pasta fresca (quota vol. 1,9%) hanno registrato performance più che positive nell’ultimo anno terminante, rispettivamente del 10,7% e del 17,6% a volume. «Nel caso della pasta secca – precisa Elena Pezzotti –, l’intensità promozionale, nonostante risulti inferiore rispetto a quella della pasta fresca (15,9% vs 42%), vede un’importante crescita influendo positivamente sulle performance di categoria. Inoltre, in ambo i casi, la crescita assortimentale ha giocato un ruolo chiave (pasta secca 7,9 Skus e +3,9%; pasta fresca 2,2 Skus e +3,2%). Anche le farine/ miscele senza glutine rappresentano un sottosegmento rilevante con una quota a volume del 43,7%. Registrano però una crescita molto più contenuta sia a valore (+4,7%) che a volume (+3,3%), sostenuta dalle promozioni ma soprattutto dall’aumento del numero medio delle referenze vendute (+2,5%)». In generale il senza glutine mostra un trend positivo sia nel segmento sia salato che dolce.
Iper La grande i ha recentemente esteso la propria offerta gluten free in nuovi punti vendita come Cremona e Montebello della Battaglia (Pv), consolidando anche attraverso questo comparto la propria posizione sul territorio. Inoltre, con la partecipazione al programma “Alimentazione fuori casa senza glutine” dell’Associazione Italiana Celiachia l’insegna offre esperienze di ristorazione dedicate, sicure e di alta qualità, come il corner al ristorante La Corte del Maestoso di Monza. «A maggio 2024 – aggiunge Martino Giannubilo, direttore acquisti freschi tradizionali di Iper La grande i –abbiamo ampliato la nostra offerta senza glutine a marchio Iper con prodotti di macelleria tra cui: involtini, medaglioni, salsicce, bocconcini, hamburger, cotolette, cordon bleu e tagliate che si sono aggiunti ai prodotti di panetteria e pasticceria e alle referenze del marchio Amarsi&Piacersi, quali pasta, gnocchi, muesli, pizza surgelata, triangoli di mais e corn flakes».
Forno cereali snack +7,9 +6,3 Pasta +9,1 +10,7
Pani morbidi +7,8 +8,3
Pani croccanti +3,3 +1,9
Il consumAtore vuole quAlità nutrizionAle e gusto
«I consumatori sono sempre più orientati verso prodotti con un profilo nutrizionale ottimale – commenta Elena Angeloni, senior brand manager di Céréal – che contribuisca al loro benessere fisico e mentale. Una forte tendenza è la presenza di “ricchi di”; gli arricchimenti più richiesti sono fibre e proteine, quest’ultime ormai non sono solo un trend, ma una realtà consolidata». Oltre al profilo nutrizionale, celiaci e intolleranti chiedono però di non trascurare il gusto: «Se la ricerca di sicurezza alimentare rimane l'aspetto centrale e imprescindibile quando si parla di senza glutine, parallelamente, il consumatore attuale privilegia prodotti capaci di garantire un'esperienza sensoriale pienamente gratificante, senza limitazioni – afferma William Galletti, head of sales retail Italia di Schär –. Questa tendenza è particolarmente evidente nelle referenze più tradizionali come il pane, ma lo stesso fenomeno si riscontra anche in quelle più innovative, soprattutto nei dolci: in questa categoria, il senza glutine si trasforma da "necessità" a "desiderio," con un focus sull'indulgence». Sebbene lo scaffale dedicato ai prodotti gluten free sia molto limitato (il numero medio di referenze è 15), Guido Veronese, direttore generale Italia di Pasta Rummo osserva che: «Oggi assistiamo a lanci sempre più frequenti di prodotti realizzati con nuovi ingredienti e in nuovi formati allo scopo di dare agli shopper del segmento la possibilità di arricchire la propria dieta e gustare cibi sempre più buoni e appaganti, oltre che privi di glutine. Infatti, il vero driver di acquisto della categoria oggi è la qualità: i consumatori sono stanchi di prodotti punitivi, senza sapore e consistenza».
c’è spAzio per un
AllArgAmento del tArget
Il miglioramento di qualità e gusto favorisce anche l’ampliamento dei target di consumatori. «Per ragioni di praticità – motiva Katia Desogus, direttore marketing di Pasta Barilla
Italia – le famiglie preferiscono acquistare un unico prodotto senza glutine che verrà consumato anche da tutti gli altri componenti, piuttosto che comprare alimenti separati per chi è celiaco o intollerante e per chi non lo è. Di conseguenza, il potenziale bacino di utilizzatori si espande notevolmente, ma vanno proposti prodotti di qualità e appaganti». La sfida di rendere le referenze gluten free uguali alle convenzionali implica quindi una costante ricerca e innovazione. «Secondo diverse analisi, la domanda di prodotti senza glu -
morAto group/nutrifree
Nome prodotto: Tramezzino
Caratteristiche: un soffice pane senza crosta perfetto da utilizzare in mille modi per creare tanti piatti sfiziosi. Adatto per una pausa pranzo veloce, un picnic o come base per un gustoso buffet.
nutrition & sAnté/céréAl senzA
glutine
Nome prodotto: Le Gallettine
Caratteristiche: disponibili in due varianti di gusto, Prosciutto e Mediterraneo, e non fritte, sono un connubio perfetto tra leggerezza e gusto per accompagnare aperitivi o pause sfiziose.
pAstA rummo
Nome prodotto: Gnocchi di Patate
Gluten Free
Caratteristiche: gnocchi realizzati con patate fresche e farina di mais 100% italiane. Un nuovo formato, con la qualità del fresco e i vantaggi della gamma ambient in un packaging pratico e distintivo.
tine non è più solo una nicchia, ma si sta consolidando come una vera e propria categoria di consumo – puntualizza Riccardo Rubessa, direttore commerciale Italia presso Il Pastaio –. Le nuove generazioni sono particolarmente sensibili ai temi legati alla salute, e il mercato italiano, tradizionalmente molto legato alla pasta e alla cucina regionale, ha saputo adattarsi, proponendo soluzioni senza glutine che mantengono intatta la qualità e il gusto tipico dei prodotti tradizionali». Morato Group, con il brand dedicato alla categoria Nutrifree, si sta concentrando sulle innovazioni nei segmenti del pane e sostitutivi e della prima colazione, caratterizzati da elevata frequenza d’acquisto e rotazione. «Da sempre siamo aperti al confronto soprattutto con le nuove generazioni, che chiedono prodotti innovativi e capaci di “normalizzare” l’esperienza di consumo gluten free – dichiara Pasquale Russo, sales director Italy retail, specialized channel & horeca Nutrifree di Morato Group –. Pertanto, gli sforzi dell’R&D si stanno concentrando nel trovare soluzioni che siano attraenti per questo target, come nuove varianti di gusto per snack e sostituti del pane che soddisfino esigenze di convivialità, immediatezza di consumo e autogratificazione».n
Aldi, che al senza glutine dedica la linea Enjoy Free, osserva una crescente esigenza di questi prodotti da parte dei consumatori italiani che si riflette nelle abitudini di acquisto e che ha reso i clienti sempre più sensibili all’origine delle materie prime e a proposte innovative. Dal reparto National Buying dell’insegna fanno sapere che Aldi punta sulla completezza della spesa e sulla competitività del prezzo: «Nel nostro assortimento gluten free abbiamo scelto di offrire referenze per ogni pasto e momento della giornata, in particolare, pasta, snack salati e biscotti, oltre a tortine, pan bauletto e tanti altri che premettono di fare una spesa senza glutine completa, a un prezzo discount. Questo significa poter contare su un notevole risparmio, considerando che con il nostro assortimento copriamo tutti i prodotti del paniere base».
Sul numero scorso mi ha colpito l’ottimo articolo di Marco Zanardi sulle competenze future e sul cambiamento generazionale. Visti i tre esempi presentati, ho voluto provare ad avventurarmi in altri casi futuribili, forse non troppo.
Supermercati con AI per acquisti su misura
L'intelligenza artificiale diventerà il personal shopper digitale di ogni cliente. Attraverso app integrate con i sistemi dei supermercati, i consumatori riceveranno consigli di acquisto personalizzati basati su:
• Abitudini alimentari precedenti
• Profilo nutrizionale
• Obiettivi di salute
• Preferenze dietetiche specifiche
• Budget personalizzato
Un algoritmo intelligente suggerirà alternative più economiche, prodotti in offerta compatibili con le proprie esigenze e persino ricette create su misura, riducendo gli sprechi alimentari e ottimizzando la spesa.
Robotica collaborativa: uomini e macchine in corsia
L'automazione nei supermercati non sostituirà i dipendenti, ma li affiancherà in attività sempre più complesse. Robot collaborativi si occuperanno di:
• Riassortimento automatico degli scaffali
• Gestione precisa del magazzino
• Preparazione degli ordini online
• Pulizia e sanificazione degli ambienti
I dipendenti potranno così concentrarsi su attività a maggior valore umano: consulenza personalizzata, gestione delle relazioni con i clienti e problem solving (o chiedere a un bot cosa fare).
Sostenibilità aumentata: lo scontrino diventa green
Un nuovo sistema di etichettatura digitale permetterà ai consumatori di vedere immediatamente l'impatto ambientale dei loro acquisti. Ogni prodotto avrà un "passaporto ecologico" che mostrerà:
• Chilometri percorsi
• Impronta di carbonio
• Sostenibilità del packaging
• Provenienza dei prodotti
• Impatto sociale della filiera
I consumatori potranno fare scelte consapevoli in tempo reale, premiando aziende e prodotti più virtuosi. Un sistema di gamification con punti e ricompense incentiverà acquisti sempre più sostenibili. Questi tre scenari dimostrano come i supermercati italiani possano trasformarsi da semplici luoghi di approvvigionamento a ecosystem tecnologici, esperienziali e sostenibili, dove l'innovazione incontra la tradizione e il cliente è al centro di un'esperienza di acquisto sempre più intelligente e personalizzata. n
Attraverso l’adozione della piattaforma, l’insegna intende ottimizzare le operazioni in-store ed evitare la stampa cartacea.
VusionGroup, azienda specializzata nelle soluzioni di digitalizzazione per il commercio, ha annunciato un nuovo progetto con Coop Alleanza 3.0 per implementare soluzioni avanzate di digitalizzazione nei punti vendita. Coop Alleanza 3.0, infatti, sta gradualmente adottando la piattaforma VusionCloud e le etichette elettroniche, così da ottimizzare le operazioni in-store, modificare in modo veloce e dinamico i prezzi, migliorare l’esperienza del cliente ed evitare la stampa cartacea in coerenza con i propri obiettivi di sostenibilità ambientale e con il programma Sustainable Retail sposato da VusionGroup. La cooperativa, che complessivamente è presente in 8 regioni con circa 350 punti vendita, sperimenterà in alcuni di essi anche la soluzione avanzata di Computer Vision e l’Intelligenza Artificiale Captana, per il monitoraggio degli scaffali in tempo reale. Le soluzioni di VusionGroup offriranno a Coop Alleanza 3.0 numerosi vantaggi, pensati per migliorare le operazioni e l’efficienza nei punti vendita. Le Esl multicolore miglioreranno la visibilità e la chiarezza delle informazioni per i clienti, riducendo allo stesso tempo gli sprechi di carta e inchiostro. I collaboratori semplificheranno la propria operatività grazie ai Led delle etichette a supporto di diversi processi operativi. Inoltre, VusionCloud permetterà a Coop Alleanza 3.0 di tracciare, monitorare e gestire tutti i suoi dispositivi IoT da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. L’implementazione delle soluzioni di VusionGroup nei negozi Coop Alleanza 3.0 è già iniziata in 40 punti vendita, con una data di completamento prevista entro la fine del 2025 circa. n
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Il nuovo strumento è l’ideale per i negozi e i supermercati e dispone di una capacità di carico compresa tra i 1400 e i 2mila kg.
Baoli presenta il nuovo transpallet Kbp 1420, progettato e costruito da Kion Group per rivoluzionare la movimentazione dei materiali in spazi ristretti. Con dimensioni compatte e caratteristiche avanzate, il Kbp 1420 rappresenta la soluzione ideale per negozi, supermercati, centri faida-te e qualsiasi ambiente che richieda precisione e agilità. Con una capacità di carico compresa tra 1.400 e 2mila kg, si distingue per il suo design compatto e stabile: la sua altezza ridotta consente, infatti, di lavorare con efficienza in spazi stretti come corridoi, angoli di negozi o sotto scaffali, mentre il peso contenuto di soli 175 kg facilita l’utilizzo su piattaforme di carico o ascensori per merci. Inoltre, il telaio a cinque punti di appoggio del nuovo carrello offre un’eccellente stabilità anche con carichi importanti e la sua posizione ribassata migliora la visibilità delle forche e del carico, aumentando la sicurezza e la velocità di movimentazione. Pensato per garantire una maggiore autonomia operativa, il transpallet è equipaggiato con batterie al litio da 48 V, che assicurano un’autonomia prolungata e sono facilmente ricaricabili tramite il caricabatterie integrato, utilizzabile su prese standard da 230 V. Il transpallet compatto Kbp 14-20 supporta, inoltre, due diverse tipologie di batterie, offrendo così flessibilità e riserve energetiche significative. La sicurezza e la facilità d’uso sono al centro del progetto. Il lungo braccio del timone riduce lo sforzo necessario per la sterzata, migliorando la manovrabilità anche in ambienti ristretti. Inoltre, il timone è facile da usare e integra un sistema di accesso con codice pin che impedisce utilizzi non autorizzati, eliminando il rischio di smarrire chiavi fisiche. n
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Auricchio: 10 milioni di finanza sostenibile
Dieci milioni di finanza “green” per Gruppo Auricchio, re dei formaggi della tradizione italiana. La somma, erogata da Cassa depositi e prestiti, sarà destinata a rinnovare e ad aumentare l’efficienza energetica degli impianti produttivi, presenti su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. Il finanziamento prevede anche la parziale copertura di Sace attraverso lo strumento Garanzia Futuro.
Melinda e New Factor, al via la partnership per il vending
Un’intesa per consolidare ulteriormente la presenza sul mercato di entrambi i soggetti venendo incontro, in modo ancora più efficace, alle aspettative dei consumatori. È questo il senso dell’accordo siglato da Melinda Lab e New Factor: a quest’ultima è affidata la commercializzazione dei prodotti dell’azienda attiva nel settore dei trasformati a base di frutta nel segmento delle vending machine.
Tripletta di acquisizioni per la piattaforma paneuropea, attiva nel settore dei magazzini refrigerati per le imprese alimentari. Ne dà notizia l’advisor Chiomenti. Cube Cold, a sua volta controllata da I Squared Capital, private equity con sede a Miami (Florida), si è infatti aggiudicata Sottozero, con sede a Cremosano, in provincia di Cremona.
Salumi, la corsa dei prezzi. Vendite di Prosciutto di San Daniele a +8,5%
La corsa della materia prima fa correre i prezzi dei salumi con inevitabili ricadute sui prezzi al consumo. Secondo dati di NielsenIQ, nei primi 9 mesi del 2024 il valore delle vendite nella Gdo dei salumi Top 12 è aumentato del 2%, con picchi per il Prosciutto San Daniele del +8,5% a 194 milioni di euro e per il Prosciutto di Parma del +2,6% a 301 milioni.
FULCRON: DAL 1985, EFFICACIA E INNOVAZIONE AL SERVIZIO DEI
Distribuzione Moderna ha incontrato Arexons, azienda del Gruppo Petronas, specializzata nella realizzazione di prodotti per la manutenzione e la cura dell’auto, il fai da te e l’industria. Il viaggio nell’impianto di Cernusco sul Naviglio (Mi) ha rappresentato l’occasione per conoscere a fondo il brand Fulcron, la linea di detergenza per piccole e grandi superfici destinata sia all’ambito professionale sia all’uso domestico.
PAM ACCELERA SULLA LINEA TESORI DELL’ARCA
Pam Panorama torna alle origini delle proprie linee a marchio e rilancia la gamma Tesori dell’Arca, proposta inizialmente negli anni ’90. Ma è un ritorno con un packaging rinnovato per catturare l’attenzione a scaffale e una gamma che dedica particolare attenzione alla sostenibilità, oltre che alla consueta qualità. La linea è disponibile in esclusiva nei punti vendita Pam, Panorama, Pam Local e Pam City e ha scelto Filippa Lagerback come ambassador. Il commento di Gerardo Luca Sinesi, responsabile prodotti a marchio Pam.
BERGADER ANTICIPA I PROGETTI PER IL 2025
Bergader, azienda bavarese specializzata nella produzione e nella commercializzazione di formaggi, inizia il 2025 all’insegna di un nuovo assetto societario che vedrà Diego Farinazzo assumere la carica di direttore marketing e Andrea Brognolli ricoprire il ruolo di direttore vendite. Proprio i due manager hanno condiviso ai microfoni di Distribuzione Moderna che anno è stato il 2024 per l’azienda e quali sono le progettualità per il 2025.
BELLINZONA (CARREFOUR): CREARE UN LEGAME DURATURO COL CLIENTE ATTRAVERSO LA LOYALTY
Con Roberto Bellinzona, chief marketing officer di Carrefour Italia, abbiamo analizzato quanto sia importante per il retailer sviluppare efficaci attività di loyalty e customer engagement.
Il premio alle imprese italiane fornitrici di prodotti MDD che presentano caratteristiche ideali per i retailer, selezionate sulla base di oggettivi criteri di eccellenza produttiva e di affidabilità
Responsabile marketing
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