GR Magazine 2/2024

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FOCUS

Diversity & Inclusion

INTERVISTA

Cameo

Bonduelle

LA DURA LOTTA SPRECO

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DI UNA TEXTURE AVVOLGENTE?

YOGURT SENZA LATTOSIO INALPI, TANTI SAPORI IN UNA TEXTURE UNICA

Un’ innovativa gamma di yogurt in cui il buonissimo latte della filiera Latterie Inalpi incontra ingredienti sfiziosi, selezionati per creare

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FOCUS Diversity & Inclusion

INTERVISTA Cameo Bonduelle

LA DURA LOTTA LO SPRECO CONTRO

FOCUS

Bilanci di sostenibilità

GR MAGAZINE GREEN RE TA IL ANNO II2/2024

Formaggi Bergader:

da oltre 120 anni celebra con eleganza la semplicità della montagna

Era il 1902, quando, nel paesino alpino Waging am See, Basil Weixler inizia a lavorare con passione nel suo piccolo caseificio di paese, fornendosi del latte più buono dei pascoli che lo circondano. Il nome Bergader – letteralmente vena di montagna – racconta proprio l’origine di questo formaggio, prodotto nelle alte vette con latte di altissima qualità

Un nome che significa rispetto per la natura e per la tradizione montana, due elementi a cui l’azienda è strettamente legata.

Bergader rappresenta così tutto il sapere dei mastri casari che con sapienza preparano formaggi prelibati, ma anche la capacità dell’azienda di evolversi con i tempi.

I formaggi storici di grande successo, il Bavaria Blu e il Cremosissimo L’Originale, nell’innovativo e caratteristico pack a mezzaluna, portano la semplice e genuina bontà dei sapori di montagna sulla tavola. L’erborinato Edeliplz, creato nel 1927, da quest’anno si evolve in chiave contemporanea arrivando con tante creative declinazioni per chi cerca sapore e versatilità in cucina:

edelblu Classic, iconica referenza per gli amanti dei blue cheese;

edelblu Gourmet: un formaggio inedito, gustoso e cremoso grazie alla maturazione prolungata;

edelblu Cubes un divertente ed invitante formato;

edelblu Cream, una golosità che sprigiona l’immaginazione, una versione spalmabile dal facile e veloce utilizzo.

Tutti i formaggi della linea edelblu Bergader sono preparati con latte di primissima qualità delle Alpi e accompagnano il consumatore alla scoperta delle sfumature più raffinate della montagna.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
www.bergader.it

Magazine del quotidiano online www.greenretail.news

giugno 2024

Direttore responsabile

Armando Brescia

Direttore editoriale

Responsabile di redazione

Hanno collaborato

Pierangelo Piantanida

Valentina Neri

Progetto grafico

Sara Mauri

Editore

Edizioni DM Srl

Via A.Costa, 2 20131 Milano P. Iva 08954140961

Contatti

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Pubblicità

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L’invio di materiale (testi, articoli, notizie, immagini, dati, grafiche, ricerche ecc.) da parte di autori esterni alla Redazione non garantisce che esso venga pubblicato, né in parte, né nella sua forma originale. Lo stesso, peraltro, potrebbe essere pubblicato in forma rimaneggiata per necessità di carattere editoriale. Si precisa altresì che l’invio del suddetto materiale costituisce automatica autorizzazione da parte di Edizioni DM Srl alla pubblicazione a titolo gratuito su tutte le proprie testate.

FOCUS

FOCUS

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Bilanci di sostenibilità

Più sostenibili di così!

beneficio economico e sociale del contrasto allo spreco alimentare

La dura lotta contro lo spreco

PROTAGONISTI 15

Refrigeranti naturali: Arneg tutela il pianeta usando gas sostenibili

Torna Sensi di Polpa, la campagna antispreco di Cameo che salva la frutta “brutta”

OSSERVATORIO

La rendicontazione di sostenibilità della Gdo italiana

INTERVISTA 32

Bonduelle: formazione, empowerment e coinvolgimento dei dipendenti

La sostenibilità è al centro delle strategie di Vip

Tetra Pak: soluzioni di trattamento e confezionamento innovative

Salov presenta OliveRec: l’app per collaborare al miglioramento genetico dell’olivo

Cellularline prosegue il suo impegno nei confronti dell’ambiente

Diversity & inclusion

Inclusione e diversità: una ricchezza per le organizzazioni

LC3 trasporti viaggia al 100% con fonti energetiche fossil-free

Raben Group ha reso pubblico il sustainability report 2023

Il buono del bianco: il progetto Sabelli per la filiera sostenibile

AR.PA Lieviti inizia il percorso di certificazione Esg

Perfetti Van Melle: nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni

Primark porta in Italia i workshop per la riparazione degli abiti

Penny Italia investe sulla sostenibilità Caviro investe in logistica e automazione

SOMMARIO | GRM
Claudia Scorza Fabrizio Vallari
EDITORIALE LOGISTICA E PROCESSI INTERVISTA COVER PERSONE E IMPRESE VIDEO 3 40 22 34 4 43
Il
PLEF SUCCESSI
STRATEGIE 24 38
E

nima artigiana, personalità innovativa

Ci prendiamo tutto il tempo necessario per trovare nuove soluzioni

A TE BASTA SAPERE CHE PUOI RISCALDARE E RAFFREDDARE CON UNA SOLA CENTRALE.

Daniele Addetto assemblaggio centrali

Dalla ricerca Arneg nascono BOOSTER e BOOSTER XL, centrali frigorifere a CO2, refrigerante naturale, che combinano nello stesso telaio la refrigerazione a media e bassa temperatura e che permettono di recuperare calore per ottenere acqua calda sanitaria e riscaldare il nuovo punto vendita.

arneg.com

IL BENEFICIO ECONOMICO E SOCIALE DEL CONTRASTO ALLO SPRECO ALIMENTARE

FABRIZIO VALLARI, DIRETTORE

Fra gli “obiettivi per lo sviluppo sostenibile” dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, il dodicesimo evidenzia l’importanza di promuovere una riduzione dello spreco alimentare al fine di aumentare la sostenibilità dei sistemi alimentari da un punto di vista ambientale, economico e sociale.

Lo spreco alimentare si verifica sia prima che l’alimento raggiunga il consumatore - per inefficienze in agricoltura, nella produzione e trasformazione industriale e lungo la supply chain - sia dopo a causa di acquisti non programmati, errate modalità di consumo o di conservazione. Secondo le stime di Porsche Consulting, le attività agricole sono responsabili per circa l’11% degli sprechi alimentari, trasformazione industriale e packaging per il 5%, un altro 5% è imputabile alla logistica e ad inefficienze nella gestione del punto vendita, dovute ad esempio alla difficoltà nel prevedere i flussi di vendita, danneggiamenti al packaging, procedure scorrette o malfunzionamenti nello stoccaggio o nella refrigerazione.

La causa principale dello spreco alimentare è il disallineamento tra domanda e offerta su ogni livello della supply chain di produttori, Gdo e Ho.Re.Ca. Ci sono diverse azioni che possono migliorare la situazione: creare di valore attraverso la trasformazione degli alimenti prossimi alla scadenza in cibo cucinato e pronto al consumo, la vendita a prezzo inferiore poco prima della scadenza, la conversione degli scarti in prodotti diversi da quello alimentare o l’utilizzo dello scarto per la produzione di fertilizzante o energia. Per la grande distribuzione agire sullo spreco alimentare significa anche recuperare redditività attraverso la razionalizzazione dell’assortimento, un prezzo allo scaffale legato alla scadenza del prodotto, una migliore previsione della domanda attraverso strumenti di Artificial Intelligence e la razionalizzazione dei livelli di magazzino.

Due terzi dei consumatori italiani sono già consapevoli del problema e sono disposti a sostenere modelli di business alimentare più sostenibili. Per industria e retail si tratta di razionalizzare le attività e i processi per ridurre degli sprechi alimentari che – sempre secondo le analisi di Porsche Consulting - possono arrivare a incidere fino al 4% del giro d’affari.

EDITORIALE | GRM
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La dura lotta contro lo spreco

Tra alti e bassi, fatica ad affermarsi una decisa spinta verso lo “spreco zero”. E ciò nonostante sia sempre più sentita nel mondo l’esigenza di ridurre gli sprechi alimentari, poiché una fetta ancora molto ampia degli abitanti del globo soffrono per fame e malnutrizione. La sfida è globale e per vincerla i comportamenti virtuosi di tutti gli attori in campo, dalle istituzioni ai cittadini, dalle aziende produttrici alle realtà della vendita, possono fare la differenza.

“Dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030”. È il contenuto di uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu (Obiettivo 12.3).

Un traguardo conosciuto e, sulla carta, perseguito ovunque ma che, nonostante l’urgenza determinata dalla persistente gravità della situazione alimentare mondiale, fatica a trovare una decisa spinta verso il suo raggiungimento. Infatti, ben un terzo della produzione alimentare globale viene sprecato, a detta della Fao, che sottolinea come a fronte di ciò vi siano 33 milioni di persone che non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni, mentre l’Onu quantifica in più di 800 milioni di individui coloro che non hanno cibo sufficiente per nutrirsi.

COVER | GRM 5

750 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, con una situazione allarmante in 43 Paesi.

Il report di Azione contro la Fame “2024 Hunger Funding Gap”, ha analizzato la situazione di 17 Paesi in situazione di crisi alimentare.

Il report ha evidenziato che nessun appello per i programmi relativi alla fame è stato soddisfatto per intero e che a ricevere più di metà delle risorse finanziarie richieste è stato solo il 12% di essi.

Un quadro mondiale impietoso

Cifre che trovano conferma in due recenti rapporti internazionali. Alla vigilia dell’ultima COP 28 di Dubai dello scorso anno, è stato presentato il 18mo Indice Globale della Fame (GHI - Global Hunger Index), curato per l’edizione italiana da Cesvi e redatto da Welthungerhilfe e Concern Wordlwide, realtà facenti parte del network europeo Alliance2015. In base ad esso, sono 750 milioni le persone nel mondo che soffrono per la fame, con una situazione particolarmente grave o allarmante in 43 Paesi, e il numero di persone malnutrite è arrivato a 735 milioni. Ciò mentre i progressi per contrastare questo fenomeno sono in stallo dal 2015 e nel 2023 la situazione si è fatta cupa, complice l’impatto combinato di disastri climatici, guerre, crisi economiche e pandemie. A soffrirne sono in primis gli abitanti dei Paesi più poveri e fra questi soprattutto i giovani, fra cui in particolare le donne, che rappresentano all’incirca il 60% delle vittime di fame acuta.

Non meno fosco è il panorama raffigurato in un ulteriore lavoro, presentato in contemporanea con un’altra vetrina mondiale, il World Economic Forum di Davos a inizio anno. È il report di Azione contro la Fame “2024 Hunger Funding Gap”, che ha analizzato la situazione di 17 Paesi in situazione di crisi alimentare e che ha mostrato come durante la scorsa annata, analizzando i finanziamenti fondati sui dati del sistema umanitario dell’Onu, sia stato soddisfatto solo il 35% degli appelli provenienti da essi. Il che di conseguenza ha creato un gap dei finanziamenti per l’emergenza fame che ha raggiunto il 65% (+23% sul 2022). Inoltre, il report ha evidenziato che nessun appello per i programmi relativi alla fame (in emergenza o in corso) è stato soddisfatto per intero e che a ricevere più di metà delle risorse finanziarie richieste è stato solo il 12% di essi. Secondo le stime, occorrerebbero per esaudire le richieste dei 17 Paesi analizzati oltre 8 miliardi di euro: una cifra non impossibile da reperire, se si calcola che corrisponde a quanto si ipotizza abbiano speso gli italiani per i regali di Natale del 2023! Invece, a causa soprattutto di conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianze strutturali, sono oggi 783 milioni (cifra superiore agli abitanti dell’Ue e degli Usa messi assieme) le persone che a livello globale soffrono la fame (in aumento di 122 milioni rispetto alla situazione pre-pandemica).

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La tendenza allo spreco chiama in causa soprattutto le cattive abitudini.

Complessivamente, lo spreco italiano vale 13,155 miliardi di euro, per la maggior parte domestico.

Lungo la filiera, il peso dello spreco è di 4,207 milioni di tonnellate, la maggior parte relativo all’ambito casalingo.

Lo spreco alimentare lungo la filiera

A fronte di ciò, e al di là della determinazione delle istituzioni pubbliche a far fronte a tale quadro e dell’obbligatorio reperimento delle risorse finanziarie sufficienti, appare anacronistico il fatto che possa esistere una così elevata fetta di alimenti che viene sprecata. Peraltro, in un mondo in grado di produrre già oggi il cibo necessario a sfamare l’intera sua popolazione… Eppure, prendendo in esame solo il caso italiano, si continua ad assistere a un’insopportabile tendenza allo spreco, che chiama in causa soprattutto le cattive abitudini. Lo si evince dai dati del nuovo rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International, che ha preso in esame proprio il “Caso Italia” 2024, presentato in occasione della XI Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del febbraio scorso. Una rilevazione, promossa dalla Campagna Spreco Zero di Last Minute Market, assieme all’Università di Bologna-Distal e all’Ipsos.

Secondo il rapporto, lo scorso anno si è avuto un aumento dello spreco di cibo nelle nostre case, passato da 524,1 a 566,3 grammi settimanali pro capite, cioè da 75 a quasi 81 grammi quotidiani (precisamente 80,9), ovvero +8,05%, per un costo di circa 290 euro annuali a famiglia e 126 pro capite.

Complessivamente, lo spreco italiano vale 13,155 miliardi di euro, per la maggior parte domestico (pari a oltre 7miliardi e 445 milioni di euro, il 56,6%), che è quasi il doppio di quello nella distribuzione (quasi 4 miliardi, 30,4%), mentre lo spreco in campo e quello nell’industria assumono valori molto più contenuti (entrambi pari circa a 856 milioni, 6,5% ciascuno). Lungo la filiera, il peso dello spreco è di 4,207 milioni di tonnellate, la maggior parte relativo all’ambito casalingo (41,4%), seguito a grande distanza dal campo (26,9%), dall’industria (24,3%) e dalla distribuzione (7,4%).

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COVER | GRM

ANCORA MENO OLIO, ANCORA MENO SPRECO

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• Certificato da pesca sostenibile

Tonno

all’olio di oliva

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Zero spreco: non serve sgocciolare!

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Utilizzare il prodotto senza sgocciolare è:

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C A R A T T E R I ST
CH
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NONSI SGOCCIOLA
C O N T E N U T O

Too Good To Go nel corso del 2023 ha contribuito a evitare che più di 121 milioni di pasti fossero sprecati.

Carrefour Italia è fra le prime del settore a valorizzare prodotti prossimi a scadere ma ancora in buone condizioni, vendendoli a prezzi convenienti.

Confida, tramite un accordo con Banco Alimentare ha ritirato i prodotti dai distributori automatici in anticipo sulla data di scadenza, per donarli a persone bisognose.

Cuki fornisce vaschette di alluminio e casse termiche per recuperare il cibo non consumato nelle mense della ristorazione e quello invenduto nella Gdo a favore dei soggetti più vulnerabili.

Tetra Pak ha messo a punto una serie di soluzioni mirate per ridurre al minimo le perdite di cibo nel corso della produzione.

Dare il buon esempio…

Le buone pratiche per arginare questo fenomeno - che incide non solo economicamente sulla società, ma presenta anche evidenti lati etici negativi, per non parlare di tutto ciò che ad esso è riconducibile in termini di consumo energetico, di risorse, materie prime, acqua e suolo sciupati, dei trasporti necessari e del relativo inquinamento - dovrebbero coinvolgere in prima misura i cittadini. Ma nondimeno, anche le altre componenti della filiera possono fare, e fanno, la loro parte per contenere lo spreco alimentare, industrie produttrici e mondo del retail in primo luogo. In ciò spesso aiutate e supportate da realtà che fanno della lotta allo spreco la loro mission. Come Too Good To Go, che nel suo Impact Report da poco pubblicato sottolinea come nel corso del 2023 abbia contribuito a evitare che più di 121 milioni di pasti fossero sprecati, così da far sì che non venissero immesse nell’atmosfera 328.554 tonnellate di Co2eq e non fossero utilizzati inutilmente quasi 100 miliardi di litri di acqua. Il tutto grazie alla bontà delle soluzioni proposte attraverso l’app del suo marketplace, che ha fra l’altro consentito alla community della società di crescere aggiungendo 21 milioni di nuovi utenti registrati e 72mila ulteriori negozi attivi.

Questo grazie a partner come Carrefour Italia, prima realtà della Gdo a collaborare con l’app, dal 2019, consentendo sinora di non emettere più di 2.500mila Kg di CO2eq e di salvare oltre 1.000 tonnellate di cibo. Ma anche fra le prime del settore a valorizzare prodotti prossimi a scadere ma ancora in buone condizioni, vendendoli a prezzi ridotti e convenienti. Ciò in virtù d’iniziative legate al programma “Sfida Zero Sprechi”, correlate appunto a prodotti vicini alla scadenza o che abbiano superato il Tmc (termine minimo di conservazione), nonché dell’impegno di ridurre del 50% i suoi rifiuti alimentari entro l’anno prossimo. E risale al 2022 la collaborazione con l’app di Mutti, che sinora ha dato modo di salvare oltre 76mila prodotti, pari a 37.600 Kg di cibo, evitando in tal modo l’emissione di 38.000 Kg di Co2eq. Ma l’azienda persegue altresì da sempre un comportamento virtuoso in questo ambito, tanto che ad

esempio nel 2021 si è aggiudicata per la categoria Imprese il Premio Vivere a Spreco Zero dell’omonima campagna (quest’anno alla 12a edizione), grazie al fatto che ben l’81% dei rifiuti prodotti e della materia prima fresca non idonea alla trasformazione viene recuperata o riciclata (in biogas o alimenti per zootecnia e pet food).

D’altro genere, ma non meno virtuoso, è l’esempio che viene da Confida – Associazione italiana Distribuzione Automatica – che tramite un accordo stretto lo scorso anno con Banco Alimentare, che mira a ritirare i prodotti dai distributori automatici in anticipo sulla data di scadenza, ha potuto donare all’organizzazione 74 tonnellate di prodotti alimentari, andati a famiglie e persone bisognose.

A collaborare dal 2011 col Banco Alimentare è Cuki, grazie al progetto “Cuki Save the Food”, che punta a contrastare lo spreco di alimenti tramite la fornitura di milioni di vaschette di alluminio e migliaia di casse termiche per recuperare il cibo non consumato nelle mense della ristorazione collettiva e quello invenduto nella Gdo. Un progetto che sinora ha dato modo di recuperare all’incirca 24 milioni di porzioni di cibo a favore dei soggetti più vulnerabili.

Recente è poi l’esempio che viene da Tetra Pak, che si è posta l’obiettivo di diminuire gli sprechi e le perdite alimentari, collaborando con una serie di stakeholder, come governi, realtà organizzative e partner del comparto alimentare, e mettendo a punto una serie di soluzioni mirate. Queste vanno da tecnologie di trasformazione alimentare, che danno modo di ridurre al minimo le perdite di cibo nel corso della produzione, a tecniche di trattamento asettiche, che proteggono gli alimenti deperibili e ne aumentano la vita a scaffale.

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THE MOST INVISIBILE, THE

MOST VISIBLE

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Mettete in evidenza e rendete irresistibili i prodotti sottozero con le nuove isole Costan, GranOntario e GranDrake a tutto vetro, dall’inedita visibilità totale.

• Oltre alle ampie vetrate e al design essenziale, queste vasche vantano una eccellente capacità espositiva, e grazie al mobile di testa dalle forme arrotondate, incentivano al massimo le vendite promozionali nel vostro store.

• Una gamma ideale per le superfici di ogni dimensione: i mobili si sintonizzano con il family feeling del verticale GranBering, del semiverticale GranSesia, e di tutti i banchi della serie GranFit

• In più, per la prima volta, la piattaforma di diagnostica avanzata Epta SwitchON è di serie.

INNOVATION RELOADED. THE EPTA SUSTAINABLE SYSTEM.

Un modo di essere e di operare che riflette l’Innovazione Sostenibile Epta. E che trova un’inedita applicazione nelle soluzioni Costan GranOntario a vasca doppia e GranDrake a vasca singola, una gamma di isole che rivoluzionano la zona frozen grazie a una riduzione del 24% dei consumi energetici

EPTA PRESENTA GRANONTARIO E GRANDRAKE A

MARCHIO COSTAN: MASSIMA VISIBILITA’ E INEDITI

SERVIZI DIGITALI PER LE NUOVE VASCHE SURGELATI

Epta – Global player indipendente e leader specializzato nella refrigerazione commerciale – amplia ulteriormente la sua offerta, in termini di tecnologie dedicate alle referenze sottozero che, protagoniste di una crescita continua, si confermano parte integrante delle scelte alimentari degli italiani, oltre a essere formidabili alleati nella lotta allo spreco

In linea con i più recenti trend della GDO, Epta presenta dunque la gamma di vasche GranOntario e GranDrake della famiglia GranFit di Costan, con cui dà nuova vita ai surgelati

FROZEN FOOD: LA CATEGORIA DEI RECORD

Il report relativo al consumo di questa tipologia di alimenti, pubblicato lo scorso anno a giugno, da IIAS –Istituto Italiano Alimenti Surgelati, sottolinea come il 2022 abbia segnato il nuovo massimo storico nel consumo di frozen food in Italia, per una quantità pari a quasi un milione di tonnellate, poco più di 990 mila per l’esattezza e con un incremento dell’1,2% rispetto all’anno precedente.

Questo importante traguardo, associato all’aumento del consumo annuo pro capite per un valore di circa 16,8 kg, si è altresì tradotto in una crescita, registrata al 9%, del settore, con un volume d’affari che ha raggiunto i 5,3 miliardi di euro Tali risultati, in controtendenza rispetto all’andamento complessivo dei consumi alimentari, sono da attribuire alle indiscusse qualità delle referenze surgelate, quali praticità, affinità ai freschi a livello nutrizionale e convenienza economica, come riconosciuto dalla maggior parte dei consumatori.

IL CONSUMO DI SUPERCONGELATI CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

La lotta allo spreco alimentare, che

secondo i dati FAO riguarda a livello mondiale 1,3 miliardi di tonnellate ogni anno, equivalenti a circa un terzo della produzione annuale di cibo destinato al consumo umano, rappresenta una sfida non solo economica, ma anche sociale, che potrebbe essere arginata anche grazie all’incremento del consumo di alimenti supercongelati. Secondo uno studio della Sheffield Hallam University, il loro consumo domestico in sostituzione ai freschi, potrebbe infatti abbattere lo spreco del 47%

La stima si fonda sulle vere e proprie caratteristiche “salva-spreco” delle referenze frozen: lunga durata di conservazione, efficiente porzionatura, ridotti tempi di preparazione e scarti quasi inesistenti rendono questa tipologia di prodotti responsabile del “solo” 2,6% di spreco individuale complessivo, calcolato in 13 grammi a settimana

GRANONTARIO E GRANDRAKE: 100% DI VISIBILITÀ AI PRODOTTI E PIÙ SPAZIO ALLE REFERENZE IN ESPOSIZIONE

Gli orizzontali negativi GranOntario e GranDrake della famiglia GranFit a marchio Costan, rispettivamente a vasca doppia e a vasca singola, permettono la creazione di format di vendita unici nel reparto surgelati di ogni store, che superano gli schemi tradizionali, consentendo di sperimentare layout basati su combinazioni inedite, grazie a volumi espositivi flessibili e personalizzabili

In un’ottica comparativa rispetto ai modelli precedenti, GranOntario e GranDrake si contraddistinguono per superiore capacità espositiva e stabilità della temperatura interna, a favore del massimo risparmio energetico

Caposaldo della nuova linea è la trasparenza: la speciale struttura in vetro garantisce il 100% della visibilità dei prodotti esposti, contro il 64% raggiunto dai modelli pre-

cedenti, massimizzandone attrattività e la reddittività. Il distintivo effetto “total glass”, abbinato alla linea di carico posta a 435 mm e alla riduzione del numero di binari di scorrimento, permette inoltre un incremento dell’8,75% di referenze in esposizione rispetto al modello Tortuga Ultra, a parità di ingombro al suolo

La vetratura panoramica di questi modelli e il mobile di testa dalle forme arrotondate rendono l’estetica di GranOntario e GranDrake perfettamente coordinata con il family feeling della linea GranFit.

I vetri temprati, anticondensa, a basso fattore di riflessione ed emissività sono concepiti inoltre per ridurre la dispersione del freddo e, insieme all’ottimizzazione della rotazione delle ventole digitali a 24V e della resistenza anticondensa sui telai dei vetri, sanciscono il miglioramento della classe energetica da E a D, per una riduzione dei consumi energetici del 24%

In più, il design minimalista ed ergonomico si declina anche nel dispositivo anti-intrappolamento sulle coperture a spinta e nel corrimano a 860mm da terra.

“Non solo innovazioni strutturali: gli orizzontali negativi GranOntario e GranDrake sono infatti anche le prime isole a vasca, appartenenti ai remoti, ad essere equipaggiate di serie con la piattaforma di diagnostica digitale SwitchON” dichiara Alice Ferrari, Head of Product Marketing di Epta, che prosegue “Algoritmi di manutenzione predittiva, monitoraggio da remoto dei singoli componenti e di parametri quali temperatura, umidità e sbrinamento, oltre che segnalazione di guasti e guida nei processi di troubleshooting, sono gli ulteriori vantaggi di SwitchON, inclusi nel LifeCycle Program di Epta, a garanzia di una perfetta conservazione dei surgelati”.

Informazione pubblicitaria

Simona Mesciulam, direttrice marketing di Generale Conserve/Asdomar spiega l’obiettivo dell’azienda di azzerare gli sprechi di materia prima.

I potenziali scarti derivanti dalla lavorazione del pesce trovano oggi una seconda vita nella produzione di farina di pesce impiegata nell’industria zootecnica.

Generale Conserve/Asdomar:

azzerare gli sprechi

La gestione della materia prima ittica, e in particolare del tonno, ricopre un ruolo fondamentale nell’impegno per la sostenibilità e per l’ambiente di Generale Conserve/Asdomar. “Oltre ad avere una severa policy di acquisto della materia prima, lavoriamo all’interno del nostro ciclo produttivo con l’obiettivo di azzerare gli sprechi di materia prima come progetto di filiera” – afferma la direttrice marketing Simona Mesciulam. Da qui nasce il progetto Tonno Zero Spreco”. Ispirandosi ai princìpi dell’economia circolare, in Generale Conserve/Asdomar, i potenziali scarti - derivanti dalla lavorazione del pesce - trovano oggi una seconda vita nella produzione di farina di pesce impiegata nell’industria zootecnica, tramite un impianto di trasformazione dedicato. “Riutilizziamo anche i brodi di cottura del tonno che vengono filtrati per recuperarne le parti proteiche e arricchire le farine di pesce – conclude Mesciulam - creando valore ed intercettandole prima che possano diventare elementi invasivi per le acque di scarico”.

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Epta: più efficienza nella catena del freddo

Nella lotta allo spreco alimentare, la corretta refrigerazione delle referenze svolge un ruolo cruciale. Epta si impegna da sempre a contrastare il fenomeno, sia mediante la progettazione di soluzioni refrigerate performanti, che attraverso lo sviluppo di modelli destinati a prodotti con vere e proprie funzioni anti-spreco, come i surgelati. Da un lato, non solo industrializza un’ampia offerta di banchi in versione Closed, in linea con le più stringenti regolamentazioni internazionali, ma conduce interventi di retrofit per la chiusura dei modelli Open presenti nei punti vendita. Dotare i banchi di porte permette infatti di migliorare l’efficienza operativa e ridurre i consumi nel breve e lungo termine. In quest’ottica, il Gruppo ha recentemente ampliato la gamma Outfit di Costan, applicando coperture scorrevoli dritte in vetrocamera ai modelli Batik, a favore di un superiore isolamento termico. Dall’altro, presenta le nuove vasche GranOntario e GranDrake della gamma GranFit a marchio Costan che, rispettivamente a vasca doppia e a vasca singola, sono dedicate ai prodotti surgelati.

Nella lotta allo spreco alimentare dove la corretta refrigerazione svolge un ruolo cruciale, Epta offre soluzioni refrigerate performanti. Industrializza un’ampia offerta di banchi in versione Closed e conduce interventi di retrofit per la chiusura dei modelli Open presenti nei punti vendita.

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COVER | GRM

Radicate nella natura, Coltivate biologicamente

350 agricoltori altoatesini si dedicano da generazioni alla coltivazione di mele biologicheun impegno costante per la qualità e per una disponibilità assicurata tutto l’anno.

vog.it

Refrigeranti naturali: Arneg tutela il pianeta usando gas sostenibili

L’anidride carbonica, identificata anche con il codice R744, è un gas refrigerante naturale promosso dalle norme internazionali con l’obiettivo di eliminare progressivamente l’utilizzo di refrigeranti sintetici. Basta una piccola quantità di CO2 all’interno della centrale per raffreddare un sistema di refrigerazione remoto e preservare le qualità organolettiche degli alimenti freschi e surgelati. La CO2 non è infiammabile e non è tossica; ha un ODP Potenziale di Eliminazione dell’Ozono pari a 0 e un GWP Potenziale di Riscaldamento Globale pari a 1; non richiede i necessari controlli periodici per fughe o perdite previsti dalla Regolamentazione F-GAS; è un fluido refrigerante a basso costo disponibile ovunque. Arneg offre una gamma completa di centrali a CO2 in grado di soddisfare ogni esigenza. Si distingue nel mercato per la disponibilità di versioni aperte/chiuse per esterni e kit di insonorizzazione, utili per una maggiore durabilità e comfort uditivo soprattutto in contesti residenziali, ma anche per l’integrabilità con impianti HVAC, tramite la produzione di acqua calda e fredda per la climatizzazione dei locali.

Propano: leggero, performante, atossico

Il propano, o gas R290, è un idrocarburo presente in natura con eccellenti prestazioni termodinamiche, non dannoso per l’ozono. Si presta soprattutto alla refrigerazione di banchi frigo con motore incorporato e refrigeratori di piccole dimensioni perché, data la sua alta infiammabilità, deve essere usato in quantità contenute. In Europa è soggetto a un limite di carico di 150g per macchina, oltre il quale diventa necessario condurre una valutazione dei rischi per ottenerne la certificazione di utilizzo. Il propano ha un elevato potere frigorigeno; un indice ODP pari a 0 e GWP pari a 3; è eco-compatibile ed ha un basso impatto energetico ed economico. Arneg propone mobili frigoriferi plug-in a R290 in grado di adattarsi a punti vendita di tutte le metrature. A partire dai grandi negozi, in cui possono essere utilizzati come punti promozionali, fino ai supermercati di prossimità, dove ogni centimetro merita di essere valorizzato al meglio.

15 PROTAGONISTI | GRM

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Più sostenibili di così!

Si affermano sempre più decisamente i bilanci di sostenibilità, con i quali i vari soggetti istituzionali, associativi e imprenditoriali, affermano la volontà di perseguire uno sviluppo sostenibile.

Oltre ai parametri economico-finanziari, le rendicontazioni periodiche includono sempre più spesso le performance ambientali, etiche e sociali. I bilanci di sostenibilità divengono strumenti di affermazione, riconoscibilità e competitività, rispetto ai mercati di riferimento e agli stakeholder aziendali.

di Pierangelo Piantanida

Dal 2025 si allargherà notevolmente la platea delle aziende obbligate a rendicontare il loro impatto ambientale, sociale ed economico.

Di sostenibilità si parla in tutti gli ambiti organizzativi e aziendali, e praticamente le realtà di ogni settore si adoperano per includere il raggiungimento dei parametri ambientali, etici e sociali nei propri rendiconti periodici, affiancandoli alle abituali performance reddituali. Il tutto per adempiere a quanto stabilito dall’ONU nei 17 SDGsSustainable Development Goals - che fanno da leit motiv dell’agire di molte nazioni del globo e delle loro componenti pubbliche e private. Si affermano così sempre più decisamente i bilanci di sostenibilità, con i quali i vari soggetti istituzionali, associativi e imprenditoriali, affermano la volontà

di perseguire uno sviluppo sostenibile, presentandosi con un “biglietto da visita” di sicuro appeal nei confronti dei loro comparti di riferimento e degli stakeholder.

La sostenibilità diventa un “obbligo”

Un fondamentale input per l’affermazione dei bilanci di sostenibilità viene dalle recenti normative europee, che, come sottolinea Assolombarda, hanno come conseguenza il fatto che dal 2025 si allargherà notevolmente la platea delle aziende obbligate a rendicontare il loro impatto ambientale, sociale ed economico, utilizzando dei criteri comuni a livello continentale. Un percorso in quattro tappe, a cominciare dall’anno prossimo (ovvero dall’anno fiscale 2024) e che proseguirà sino al 2029 (anno fiscale 2028), coinvolgendo via via diversi soggetti (con esclusione delle Pmi non quotate e non appartenenti a gruppi), così che ad esservi interessate saranno, dalle attuali 11.600 realtà europee coinvolte dalla vecchia normativa, ben 49mila imprese, di cui quasi 7mila in Italia.

17 FOCUS BILANCI DI SOSTENIBILITÀ | GRM

Da Future Respect nasce Index Future Respect, una classifica di sostenibilità che valuta e riconosce i migliori bilanci di sostenibilità delle imprese.

Il Sole 24 Ore e Statista promuovono l’elenco dei Leader della Sostenibilità e riconoscono a 240 aziende italiane i loro meriti.

Conai dedica annualmente alle imprese che rivedono i propri imballaggi in un’ottica “green” il Bando Ecopack.

Un vero e proprio “salto di qualità”, di cui è responsabile la nuova CSDR (Corporate Sustainability Reporting Directive - Direttiva 2022/2464), entrata in vigore il 5 gennaio 2023 e che ha sostituito la precedente NFRD (Non Financial Reporting Directive –Direttiva 2014/95/UE), attuata in Italia dal Decreto legislativo 30 dicembre 2016 n. 254.Una neo direttiva che, ai sensi dell’art. 5, dovrà essere recepita dagli stati membri entro il 6 luglio di quest’anno.

I migliori sono classificati

Ed è un modus vivendi, quello all’insegna della sostenibilità, che s’impone in Italia anche grazie a iniziative di sostegno e visibilità, quale ad esempio il lavoro della società benefit Future Respect, sotto la cui egida è nato l’Index Future Respect, una classifica di sostenibilità, che vedrà quest’anno la sua settima edizione, promossa da ConsumerLab (Centro Studi di Future Respect, Markonet e Comitas), in collaborazione con Adiconsum, Adoc e Confconsumatori, la quale valuta e riconosce appunto i migliori bilanci di sostenibilità delle imprese, pubblicati entro fine agosto d’ogni anno.

Nondimeno importante è l’annuale elenco dei Leader della Sostenibilità, alla quarta edizione quest’anno, promosso da Il Sole

24 Ore e Statista, che ha visto lo scorso mese di maggio riconoscere a 240 aziende italiane i loro meriti in base al rapporto di sostenibilità e al bilancio finanziario pubblicati. Da citare la presenza in classifica nel settore Alimentari & Bevande di nomi quali Gruppo Colussi, Gruppo Orsero, La Doria, Lavazza Group, Newlat Food, Oleificio Zucchi, Pietro Coricelli, Sanpellegrino e Berlucchi

Nonché in virtù di specifiche iniziative miranti a incrementare, e premiare, la cultura della sostenibilità e circolarità, oltre che della prevenzione e dell’innovazione rispetto alla problematica dei rifiuti, nei comparti più propriamente imprenditoriali, fra cui l’undicesima edizione di Ecopack, il Bando che Conai dedica annualmente alle imprese che rivedono i propri imballaggi in un’ottica “green”. Lanciato a febbraio, prevede candidature aperte sino alla fine di aprile, con la successiva analisi dei casi da parte dell’Eco Tool Conai e il vaglio di una giuria di tecnici, mentre la cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo novembre.

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Logistica Uno: ecosostenibilità

dei servizi logistici

Logistica Uno ha l’obbiettivo di diventare leader nel fornire servizi logistici ecosostenibili, grazie alle attività della sua unità LogiGreen.

l 79% delle aziende intraprendere azioni di mobilità sostenibile, il 95% impiegare energia rinnovabile e l’89% autoprodurre elettricità da fonti rinnovabili

Otto aziende su 10 hanno formalizzato una policy che garantisce salute e sicurezza sul luogo di lavoro

Un obiettivo chiaro quello di Logistica Uno: diventare leader nel fornire servizi logistici ecosostenibili, grazie alle attività della sua unità LogiGreen. Una visione societaria che è inequivocabilmente green, così che il suo impegno è quello d’integrare la sostenibilità in ogni aspetto del proprio lavoro. Ciò grazie all’adozione di pratiche come il trasferimento del trasporto merci dalla strada alla rotaia e l’uso di mezzi più ecologici.

Inoltre, l’azienda effettua un costante monitoraggio dei magazzini e dei trasporti, utilizzando strumenti di calcolo delle emissioni di CO2: tutto ciò al fine di fornire una misura dell’impatto climatico, così da poter neutralizzare il più possibile le emissioni. Ed infine, Logistica Uno s’impegna a traguardare il primo bilancio di sostenibilità relativo al 2024.

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FOCUS BILANCI DI SOSTENIBILITÀ | GRM

LogiGreen Logistica Uno presenta LogiGreen

Negli ultimi anni, la sostenibilità ambientale è diventata un tema cruciale per tutte le aziende, e Logistica Uno non fa eccezione. Lo scorso anno abbiamo lanciato la nostra nuova unità, LogiGreen, con l’obiettivo chiaro di perseguire la sostenibilità in ogni aspetto delle nostre attività.

Una delle nostre principali iniziative è il passaggio dal trasporto su gomma a quello ferroviario, noto come switch modale-intermodale. Questo cambiamento permette di ridurre significativamente le emissioni di CO2, spostando la maggior parte del trasporto merci dalla strada alla rotaia. Inoltre, stiamo implementando sistemi di handling più efficienti e utilizzando mezzi di trasporto ecologici alimentati a LNG e bio-LNG.

I nostri magazzini sono coperti da pannelli fotovoltaici, sfruttando l’energia pulita del sole per le nostre operazioni quotidiane. Monitoriamo costantemente le emissioni di CO2 dei nostri impianti, utilizzando strumenti di calcolo avanzati che ci permettono di misurare e neutralizzare il nostro impatto climatico

Il nostro impegno per l’ambiente va oltre le pratiche aziendali. Supportiamo associazioni benefiche e scientifiche, promuoviamo challenge e collaboriamo con istituti formativi dedicati all’inclusione sociale.

Inoltre, sensibilizziamo i nostri dipendenti attraverso iniziative e attività territoriali. Un esempio concreto del nostro impegno è il progetto di una foresta permanente di Paulownia. Questa pianta, grazie alla sua straordinaria capacità di assorbimento di CO2, ci aiuta a ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera e a creare una filiera del legno sostenibile

Ci impegniamo a creare un ambiente di lavoro inclusivo, e supportiamo la crescita professionale dei nostri dipendenti attraverso programmi di formazione continua e sviluppo delle competenze. Promuovendo l’uguaglianza di genere e l’inclusione, assicurandoci che ogni individuo abbia l’opportunità di realizzare il proprio potenziale. Inoltre, collaboriamo con istituti educativi per offrire stage e opportunità di apprendimento ai giovani, preparando la prossima generazione di professionisti della logistica.

In Logistica Uno, siamo convinti che la sostenibilità sia la strada da percorrere per un futuro migliore. Con LogiGreen, ci impegniamo a essere leader nei servizi logistici ecosostenibili, lavorando ogni giorno per rendere il nostro pianeta più verde. La nostra visione è chiara: costruire un futuro in cui l’innovazione, la responsabilità ambientale e la sostenibilità sociale vadano di pari passo.

www.logisticauno.it

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Inalpi pubblica il proprio bilancio sociale con le iniziative per ridurre l’impatto ambientale e tutelare il benessere animale, oltre che al sostegno sociale, sportivo e culturale del territorio.

Inalpi: un percorso di transizione green

È un vero e proprio percorso verso la transizione green dell’intero gruppo e della propria filiera del latte, quello che la cuneese Inalpi intende compiere, a partire dal piano di sviluppo e investimenti messo in pista dal 2020. E questo grazie a una crescita a livello sia d’infrastrutture che di ricerca e innovazione, che di sostenibilità.

A proposito di quest’ultima, va citato come l’azienda sin dal 2016 pubblichi il proprio bilancio sociale, a conferma della bontà delle attività impostate all’insegna dello sviluppo sostenibile. Attività che vanno dalle buone pratiche aziendali alle iniziative per ridurre l’impatto ambientale e tutelare il benessere animale, oltre che al sostegno sociale, sportivo e culturale del territorio e della comunità locali.

Ilip: innovazione sostenibile e responsabile

Ilip concilia l’ascolto dei clienti con l’innovazione e la sostenibilità ambientale.

Innovazione, responsabilità e sostenibilità guidano l’attività di Ilip. Guardando al futuro e al miglioramento dei prodotti, la società concilia l’ascolto dei clienti con l’innovazione e la sostenibilità ambientale, applicando i principi delle “3R” per promuovere l’economia circolare.

- Ridurre: l’azienda s’impegna a ridurre il materiale plastico nei packaging, diminuendone peso e spessore a parità di performance, grazie all’eco-design.

- Riciclare; Ilip è parte di un processo produttivo a ciclo chiuso T2T R-Pet, cioè produce vassoi in R-Pet con la materia prima seconda derivante dal riciclo post consumo di altri vassoi in Pet o R-Pet.

- Risorse rinnovabili: la società produce packaging da bioplastiche e carta; inoltre, offre prodotti in fibre naturali di polpa di cellulosa, carta e legno certificati Fsc.

21 FOCUS BILANCI DI SOSTENIBILITÀ | GRM

Torna Sensi di Polpa, la campagna antispreco di Cameo che salva la frutta “brutta”

Tra gli alimenti più sprecati ci sono frutta e verdura. In Italia, ogni anno ne finiscono nella spazzatura circa 600 tonnellate, molte delle quali sono ancora buone dal punto di vista nutrizionale e del gusto, ma scontano piccoli difetti estetici.

di Valentina Neri

Sensi di Polpa è il progetto lanciato da cameo attraverso il brand Fruttapec: una campagna che invoglia le persone a dare una seconda possibilità alla frutta “brutta”, ammaccata o imperfetta nella forma o nel colore, in realtà ottima per preparare marmellate e confetture. Ne abbiamo parlato con Federica Ferrari, executive manager corporate communication di Cameo.

Il progetto Sensi di Polpa è stato lanciato nel 2021. Quanti sprechi ha evitato? La campagna Sensi di Polpa, giunta quest’anno alla quarta edizione, è pensata per sensibilizzare le persone e fornire idee su come riutilizzare la frutta “brutta”. Ogni settimana, infatti, ciascuna famiglia getta circa 72 grammi di frutta. Oltre a generare consapevolezza nel consumatore, la campagna ha salvato 16mila kg di frutta in tre anni, il cui spreco avrebbe generato l’emissione di oltre di 43mila kg di CO₂: l’equivalente di circa 96 voli da Roma a Londra.

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Avete in programma per quest’anno di rinnovare o arricchire l’iniziativa?

Anche per il 2024 abbiamo lanciato una nuova edizione di Sensi di Polpa perché crediamo sia importante accrescere la consapevolezza sugli sprechi alimentari e riteniamo che questa iniziativa si presti ad arrivare efficacemente nelle abitudini degli italiani tramite momenti quotidiani come la spesa e la preparazione dei pasti. Dal 2021 ad oggi abbiamo arricchito la campagna con nuovi strumenti per raggiungere l’obiettivo comune di riduzione dello spreco. Già lo scorso anno abbiamo realizzato un libro di favole a tema rivolto ai bambini e un vademecum con dieci consigli pratici e dieci ricette anti-spreco ideate dai nostri pasticcieri. La quarta edizione di Sensi di Polpa vede l’introduzione di un’ulteriore novità: abbiamo infatti sviluppato nuovi suggerimenti per salvare la frutta brutta anche attraverso i nostri Preparati per Torte.

Entro il 2025 cameo si propone di ridurre del 25% lo spreco nei magazzini e nella produzione. Quali sono le aree dove si generano maggiori sprechi e su cosa vi proponete di intervenire?

Negli anni abbiamo raggiunto un’elevata efficienza all’interno della filiera produttiva. Sappiamo che il fermo macchina delle linee di produzione di norma genera purtroppo degli scarti. Questi fermi macchina possono dipendere da molteplici fattori come ad esempio l’umidità, che trattiene polveri negli impianti, la mancanza di continuità produttiva della linea stessa, o ancora le temperature troppo alte di saldatura delle buste che possono rendere il prodotto non idoneo. Lavoriamo costantemente sulle linee in modo da ridurre sia il numero di fermate che la relativa quantità di scarto generato.

Spreco alimentare generato a “valle” della filiera: quali iniziative avete messo in campo? Nel 2021 abbiamo stretto la partnership con Too Good To Go, la realtà certificata BCorp nata per responsabilizzare ed educare cittadini, esercizi commerciali e aziende, ad agire contro lo spreco di cibo. A loro conferiamo una parte dei prodotti prossimi alla scadenza. In tre anni abbiamo salvato dallo spreco oltre 580mila prodotti ridistribuendoli attraverso le Box Dispensa. Abbiamo poi implementato l’etichetta “Spesso Buono Oltre” su un primo gruppo di prodotti, conosciuta anche come Etichetta Consapevole, che aiuta a capire la differenza tra due diciture: “da consumare entro” (data di scadenza) e “da consumarsi preferibilmente entro” (Termine Minimo di Conservazione). Gli studi mostrano come in Europa il 10% degli sprechi alimentari sia attribuibile proprio alla scorretta interpretazione delle etichette. In Italia, il 63% dei consumatori non ha le idee chiare sul significato di queste due diciture. Infine i nostri pasticcieri sviluppano ricette che non lasciano avanzi nel frigorifero, come ad esempio un po’ di panna o metà mela. Se restano avanzi, è perché si possono conservare correttamente e usare in una preparazione successiva.

La lotta allo spreco è fondamentale nella riduzione dell’impatto ambientale. Quali altre iniziative avete pianificato per raggiungere questo obiettivo?

Da anni ci impegniamo a ridurre le nostre emissioni di CO₂. Lo stabilimento di Desenzano del Garda ha raggiunto la neutralità climatica già nel 2015, ma entro il 2030 vogliamo ridurre del 35% le nostre emissioni totali di CO₂ per poi raggiungere la neutralità climatica anche in tutte le fasi che impattiamo indirettamente entro il 2050. Dal 2016, un impianto fotovoltaico produce una parte dell’energia di cui necessitiamo. Dal 2023, attraverso un nuovo impianto a terra, abbiamo raggiunto un livello di autoproduzione di energia del 10% e miriamo al traguardo del 25% quest’anno. Dove non possiamo produrre in autonomia l’energia, la procuriamo da fonti rinnovabili: per lo stabilimento di Desenzano del Garda, il 100% dell’energia elettrica acquistata proviene da fonti geotermiche. All’inizio del 2024 abbiamo inoltre aderito all’iniziativa Science Based Targets (SBTi) impegnandoci su due fronti: raggiungere obiettivi climatici di riduzione delle emissioni di CO₂ basati su evidenze scientifiche e fornire report periodici in conformità ai criteri riconosciuti a livello mondiale.

23 INTERVISTA | GRM

LA RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLA GDO ITALIANA

Plef - Planet Life Economy Foundation

La mission di Plef ETS è studiare, definire, promuovere e diffondere strategie d’impresa rispettose del vincolo di sostenibilità (ambientale, sociale ed economica). Lo scopo dell’associazione è favorire l’incontro tra università, impresa, società civile per mezzo di attività di networking, progetti e attività di formazione e ricerca e promuovere la realizzazione di un nuovo modello economico e sociale (Renaissance Economy) in grado di generare vero valore, superando le tesi contrapposte della crescita e della decrescita. Conta oltre 100 soci aderenti ed è membro attivo del Consiglio Nazionale della Green Economy e di ASviS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. L’Associazione, infatti, vuole dare il suo contributo nell’aumentare la consapevolezza nei cittadini e nelle aziende dell’urgenza della transizione climatica e dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Il 2021 può essere considerato un anno spartiacque per le imprese del retail. La combinazione di eventi globali come la fine della fase acuta della pandemia di COVID-19, l’inizio di crisi geopolitiche internazionali e la conseguente inflazione hanno avuto un impatto significativo sul settore, comportando una riorganizzazione delle operations (nuove norme sanitarie e di sicurezza, nuove modalità di interazione con i clienti e gestione dei pdv fisici), l’accelerazione dell’e-commerce (adeguamento delle piattaforme online e logistiche), una revisione delle catene di fornitura (sfide significative nella gestione dell’inventario e nella pianificazione delle scorte) e un generale aumento dei costi (delle materie prime, della logistica e della manodopera da gestire, senza trasferirli interamente ai consumatori, ma mantenendo margini di profitto complessivi competitivi).

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Questo insieme di fenomeni hanno comportato dei cambiamenti anche nel comportamento dei consumatori, con una maggiore enfasi su salute e benessere, nonché un aumento della domanda di prodotti sostenibili e responsabili dal punto di vista sociale e ambientale. I consumatori hanno iniziato a cercare esperienze di acquisto più integrate tra i canali fisici e digitali, portando le imprese del retail ad adottare strategie omnicanale per offrire un’esperienza al cliente più fluida e coesa.

Parallelamente Sostenibilità e Responsabilità sono diventati vincoli imprescindibili per l’attività d’impresa: i retailer hanno aumentato l’attenzione verso pratiche sostenibili e responsabili non solo per rispondere alle aspettative dei consumatori, ma anche per conformarsi a nuove regolamentazioni (CSRD) e standard (ESRS). Con l’evoluzione delle normative europee sulla rendicontazione non finanziaria e di sostenibilità, le imprese del retail hanno iniziato a integrare maggiormente la sostenibilità nelle loro strategie aziendali e a migliorare la trasparenza delle loro operazioni.

Per questa ragione sullo spartiacque del 2021 Planet Life Economy Foundation ETS grazie al socio Fondatore E. Plata, in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano, nella persona della prof.ssa F. Doni ha avviato una analisi della rendicontazione di sostenibilità della GDO Italiana (di prossima pubblicazione), esaminando i bilanci di sostenibilità pubblicati nell’esercizio 2021 da 17 insegne con campioni delle catene nazionali, della cooperazione al consumo, del dettaglio associato e delle unioni volontarie, senza poter riscontrare per quel periodo specifico rapporti di insegne di discount, che successivamente hanno invece prodotto significativi rendiconti. Questi saranno considerati nel seguito dell’impegno informativo che EDM intende promuovere come OSSERVATORIO ANNUALE DELLA RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ della DISTRIBUZIONE MODERNA IN ITALIA.

I tempi della CSRD

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata in vigore il 5 gennaio 2023, definisce un quadro innovativo per la rendicontazione. Tale legislazione prevede che entro il 1° dicembre 2022 gli stati membri dell’UE recepiscano la Direttiva, la cui applicazione sarà obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2023 per i report pubblicati nel 2024. Le disposizioni relative alle piccole e medie imprese (PMI) quotate si applicheranno invece agli esercizi finanziari a partire dal 1° gennaio 2026.

Sostenibilità, ripensamento delle catene di fornitura e degli assortimenti: le imprese del retail sono chiamate ad evolversi rapidamente per restare competitive e la rendicontazione non finanziaria diventerà sempre più uno strumento di trasparenza utile in qualsiasi momento di interrelazione dell’impresa coi propri portatori d’interesse, finanche nelle prospettive simbiotiche di filiera e di territorio intrinseche nel posizionamento strategico sostenibile di ogni impresa.

Per questo motivo Planet Life Economy Foundation ETS è impegnata anche con l’ Università degli studi di Milano nel progetto di un corso di perfezionamento

C.I.R.S.I.A. - Competenze intersettoriali per la rendicontazione di sostenibilità integrale in azienda, utile a far acquisire le capacità che sono indispensabili per agire nell’azienda in linea con le disposizioni europee della CSRD, coinvolgendo docenti UNIMI ed esperti PLEF per la parte didattica e prevedendo il diretto coinvolgimento di 8 imprese di diversi settori che ospiteranno i corsisti per una verifica e un confronto sulle pratiche di rendicontazione attivate o da attivare.

OSSERVATORIO PLEF | GRM
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Inclusione e diversità: una ricchezza per le organizzazioni

La valorizzazione delle differenze è una parte fondante delle strategie aziendali

Diversità, inclusione ed equità fanno parte della terminologia aziendale, a significare come, all’interno delle organizzazioni, la valorizzazione delle differenze sia una parte fondante delle strategie aziendali. E questo pur se non tutte l’imprese ne sono capaci, nonostante i molti esempi virtuosi.

D&I: l’acronimo sta per Diversity & Inclusion (Diversità e Inclusione) e racchiude la convinzione, presente ormai in qualsiasi organizzazione, che il riconoscimento e la valorizzazione delle “diversità” di ogni tipo, nonché ovviamente la loro positiva “inclusione” nel contesto aziendale, sia un caposaldo delle strategie imprenditoriali votate alla responsabilità sociale. Una convinzione che vede i suoi albori sin dagli anni ’80

del secolo scorso, particolarmente in America, che contempla sempre più la presenza in azienda di una figura di riferimento specifica (il diversity manager) e che ha tratto ulteriore slancio dall’inserimento nell’Agenda 2030 dell’Onu di due specifici SDGs: parità di genere (5) e ridurre le ineguaglianze (10).

27 FOCUS DIVERSITY & INCLUSION | GRM
Valorizzare la “biodiversità” aziendale

Il fattore determinante sta soprattutto nel far diventare questa sorta di “biodiversità” che le contraddistingue in un punto di forza.

Nelle aziende devono sussistere processi giusti e imparziali, atti a garantire a tutte le persone le medesime opportunità di successo e partecipazione, in relazione alle loro singolarità. Da qui l’acronimo DE&I.

Ma di quali “diversità” si parla? Il termine identifica un panorama assai vasto: si va dagli stili di vita e dai modi di pensare al credo politico e al livello d’istruzione e di cultura, così come dallo status socio-economico all’aspetto fisico e alla disabilità, dalla religione praticata all’orientamento sessuale, all’etnia. Elementi che vanno a incidere più o meno marcatamente nei rapporti fra le persone all’interno delle organizzazioni d’ogni tipologia (così come, del resto, in tutta la società) e che, se adeguatamente riconosciuti e valorizzati come dei possibili plus (invece che magari ignorati o peggio demonizzati), sono in grado di determinare un mix potenzialmente molto valido per il proprio successo.

Il fattore determinante sta dunque non solamente nell’includere tutti coloro che sono portatori di qualche differenza rispetto ai canoni “normali” delle nostre società, ma soprattutto nel far diventare questa sorta di “biodiversità” che le contraddistingue in un punto di forza.

E questo tanto più oggi che ai termini diversità e inclusione si tende sempre più ad unirvi quello di equità, a significare come sia necessario che nella società e nelle aziende

debbano sussistere anche politiche e processi giusti e imparziali, atti a garantire a tutte le persone le medesime opportunità di successo e partecipazione, in relazione alle loro singolarità. Da qui l’acronimo DE&I (Diversity, Equity & Inclusion), che identifica un concetto più ampio del precedente e che sta prendendo progressivamente piede all’interno delle aziende, almeno quelle che si richiamano nel loro agire ai valori etici riconosciuti a livello internazionale.

Giovani generazioni, le più sensibili alla D&I

Ma è davvero sempre così o a volte tutto ciò è solo sulla carta? Non sempre nelle aziende vi è una reale applicazione di tali concetti, poiché, se la maggior parte di esse ne riconosce un indubbio valore etico, molte non attuano azioni o si dotano di strumenti adeguati a metterli in pratica. Così si deduce ad esempio dalla ricerca “Future of Work”, curata da Inaz, Osservatorio Imprese Lavoro e Business International – Fiera Milano, che nella quinta edizione del 2023 si è concentrata proprio sulla D&I, con un sondaggio fra circa 100 Hr director di aziende italiane (condotta nel periodo settembre-ottobre 2022). Se infatti la maggior parte dei rispondenti (84%) ne sottolinea l’importanza etica, sono poco compresi i suoi risvolti pratici, ovvero di

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Nelle aziende è in crescita l’attenzione alle giovani generazioni, le più sensibili alla D&I.

Le realtà sono in grado di andare incontro alle necessità dei loro dipendenti, comprese nello specifico quelle relative all’inclusione.

business (50%) e di fiducia della comunità finanziaria (42%). Nelle aziende comunque è in crescita l’attenzione alle giovani generazioni, le più sensibili alla D&I, come si evince dalle risposte alla voce “engagement, attraction e retention” (64%).

Fra gli ambiti di diversity sui quali c’è la maggiore attenzione si segnalano la disabilità (78%), il genere (76%) e le differenze generazionali (62%). In compenso, però, meno della metà delle imprese (46%) ha all’attivo piani e iniziative legati alla D&I, pur se molte (63%), prevedono di metterli in programma nel prossimo futuro. Tra le azioni attuate vi sono quelle che contrastano la disparità di genere (76%), ma a monitorare sistematicamente il gender pay gap è meno di metà di coloro che hanno risposto (44%) e ancor meno (38%) sono coloro che si impegnano a ridurlo. Questo quando invece un buon numero di realtà (60%) sottolinea di concentrarsi sull’aumento delle donne nei ruoli manageriali.

e reso noto a Milano lo scorso marzo da Great Place to Work Italia, che anche per quest’anno ha pubblicato la classifica delle 60 migliori imprese in Italia per cui lavorare, a detta di oltre 219mila collaboratori ascoltati, appartenenti a 379 entità analizzate, quasi egualmente distribuite fra le varie categorie (grandi, medie, medio-piccole e piccole). A primeggiare in qualità di Best Workplaces 2024 nelle rispettive aree dimensionali vi sono Hilton, Cisco, Biogen e Auditel

Ed è a sua volta andata a verificare i migliori progetti DE&I la settima edizione del Diversity Brand Summit, che assegna i Diversity Brand Awards 2024, proprio per le iniziative capaci di mettere in atto concretamente tale concetto, comunicandole e facendole altresì percepire favorevolmente ai consumatori.

I migliori progetti DE&I sono stati premiati con i Diversity Brand Awards 2024.

Fare di diversità virtù

A fornire però dei panorami decisamente positivi sono le classifiche in cui si evidenziano le realtà che sono in grado di andare incontro alle richieste e necessità dei loro dipendenti, comprese nello specifico quelle relative all’inclusione. Voce, quest’ultima, che trova ampio spazio nel lavoro svolto

Organizzato e promosso a febbraio nel capoluogo meneghino dalla no profit Diversity e dalla società di consulenza strategica Focus Mgmt, l’evento ha visto Tim vincitore “overall” e PayPal vincitore “digital”, mentre a Netflix è andato il Premio Accessibilità “Design 4 All”. Hanno completato la Top 10 Initiatives 2024, con le singole iniziative più virtuose dei brand realizzate durante il 2023, Amazon, Barbie, Fastweb, Ferrovie dello Stato Italiane, H&M, Ikea, Sky e Spotify

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FOCUS DIVERSITY & INCLUSION | GRM

Enel nel proprio piano di sostenibilità ha inserito diversità e inclusione fra i parametri in base a cui misurare gli obiettivi da raggiungere.

Prima le persone: in Enel diversità e inclusione creano valore

Valorizzare le diversità e promuovere l’inclusione rappresentano un’opportunità per innovare, migliorare l’ambiente di lavoro e favorire la produttività di un’azienda.

L’azienda vuole rimuovere gli ostacoli lavorativi legati alla maternità con programmi specifici.

La valorizzazione delle diversità e l’inclusione rappresentano un’opportunità per creare valore. In ambito aziendale, per esempio, si risolvono in un vantaggio economico: capitalizzano il valore che c’è in ognuno e contribuiscono a creare un ambiente di lavoro più sereno e produttivo. Inoltre la presenza di punti di vista diversi è un motore di innovazione che, a sua volta, genera altro valore. E ancora, un’azienda attenta a diversità e inclusione tende a calamitare il talento e diventa più attrattiva verso l’esterno. Lo confermano i risultati di alcuni studi, come un documento di McKinsey dal titolo “Delivering through Diversity” secondo cui le aziende che realizzano iniziative in favore della diversità di genere e quelle che presentano una composizione etnica mista hanno possibilità di successo superiori rispetto alle altre, rispettivamente del 15% e del 35%. Il rapporto “The Disability Inclusion Advantage”, realizzato da Accenture, dimostra poi come le aziende che eccellono nell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità abbiano in media ricavi superiori del 28% rispetto alle altre.

Numerose sono anche le iniziative dedicate alle disabilità e le attività per favorire lo sviluppo professionale di tutti.

Enel: la policy Diversità e Inclusione

Enel nel proprio piano di sostenibilità ha inserito diversità e inclusione fra i parametri in base a cui misurare gli obiettivi da raggiungere. Il suo percorso è iniziato nel 2013 con la pubblicazione della Policy sui Diritti

Umani ed è proseguito con l’adesione ai principi del WEP (Women’s Empowerment Principles) promossi da UN Global Compact e UN Women e l’emissione della Policy Diversità e Inclusione, un documento che traduce in principi la filosofia di inclusione e valorizzazione delle diversità definendo un set di azioni specifiche che toccano in particolare le diversità di genere, età, nazionalità e disabilità e la cultura dell’inclusione a tutti i livelli e contesti organizzativi. Inoltre, dal 2016, è stata istituita l’unità globale People Care and Diversity Management che svolge il ruolo di indirizzo e supervisione dell’adozione della Policy, promuovendo iniziative e progetti con un budget specifico. Per le pari opportunità legate al genere l’azienda vuole rimuovere gli ostacoli lavorativi legati alla maternità con programmi specifici e attività di formazione per i neogenitori, in modo da favorire un giusto equilibrio tra vita privata e professionale. Collabora inoltre con le scuole e le università per promuovere le carriere tecniche e scientifiche delle ragazze con iniziative come Women in Tech. Per quanto riguarda le differenze di età, le iniziative sono bidirezionali: da un lato ci sono programmi di tutoraggio per i nuovi assunti, dall’altro attività di knowledge sharing per la condivisione delle competenze tra il personale di diverse generazioni. Altri programmi sono previsti per chi si trasferisce in un altro Paese all’interno del Gruppo, in modo da facilitare il contatto interculturale. Numerose sono anche le iniziative dedicate alle disabilità: facilitazioni per gli spostamenti lavorativi per il personale con difficoltà motorie, punti di ristoro riprogettati per migliorarne l’accessibilità, attività per favorire lo sviluppo professionale di tutti, tecnologie di riconoscimento e sintesi vocale per facilitare la comunicazione alle persone sorde e l’uso sempre più esteso di audiodescrizioni per ciechi o ipovedenti, di sottotitoli e traduzioni nella lingua dei segni.

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Penny Italia ha scelto con orgoglio di essere partner di Milano Pride 2024 e Pride Sport Milano, confermandosi primo e unico retail in Italia a sostenere attraverso la sponsorship le attività della community.

Penny è il primo e unico retailer in Italia a supportare il Milano Pride

L’insegna è partner ufficiale di Milano Pride 2024 e Pride Sport Milano. Con il claim di comunicazione “è il tuo turno”, il discount alimentare del gruppo REWE prende, e invita a prendere, una posizione sulla diversità e l’inclusione.

Un carro Penny Italia si unirà ai festeggiamenti della parata di Milano Pride per confermare il pieno sostegno dell’azienda ad un approccio inclusivo, egualitario e che veda nella diversità un naturale valore aggiunto della società.

Penny Italia conta oggi 5083 collaboratori, il 65% donne, di 28 differenti nazionalità e un’infinità di orientamenti politici, religiosi e sessuali. Una preziosa diversità che conferma il capitale umano come il valore più grande dell’azienda: è quindi con la forte consapevolezza che la diversità - e quindi l’inclusione - siano una ricchezza, che l’azienda distributiva ha scelto con orgoglio di essere partner di Milano Pride 2024 e Pride Sport Milano, confermandosi primo e unico retail in Italia a sostenere attraverso la sponsorship le attività della community. Per tutto il mese di giugno, ossia il “pride month europeo”, i negozi Penny di tutta Milano vestiranno i colori rainbow con una comunicazione trasparente e chiara che invita ad agire, a prendere una posizione, che spinge fondamentalmente ad essere sé stessi: “è il tuo turno”. Testimonial d’onore della campagna la Drag Queen di riferimento del panorama Lgbtqia+ milanese, La Wanda Gastrica, presente con la sua immagine ma anche fisicamente in occasione degli eventi del Milano Pride. Il linguaggio della campagna poi si declinerà in altri messaggi, altrettanto inequivocabili, pur sempre in tema retail, quali “100% hate free”, “sui diritti niente sconti” e “intollerante solo al lattosio”, frasi che saranno anche visibili sulle maglie delle persone di Penny che partecipano agli eventi.

Penny è inoltre presente come ospite alla Pride Sport Night presso il Teatro Dell’Elfo a Milano; il brand poi scenderà in campo - in tutti i sensi - anche con una formazione di calcetto e una di volley per i tornei della Pride Sport Arena presso l’Arco Della Pace, dove è presente anche uno stand dedicato in cui regalerà ad atleti e visitatori la possibilità di girare un video professionale in stile “red carpet”, attraverso il sistema Thor, il robotic camera system dotato di intelligenza artificiale. Un carro Penny Italia poi, con a capo la Drag Queen testimonial, si unirà ai festeggiamenti della parata di Milano Pride sabato 29 giugno nel pomeriggio, per tutto il percorso, per un momento certo di festa, ma in cui confermare il pieno sostegno dell’azienda ad un approccio inclusivo, egualitario e che veda nella diversità un naturale valore aggiunto della società così come lo è per la vita. “Non è sufficiente dichiararsi sportivi, occorre scendere in campo; e lo stesso vale per l’inclusione e il rispetto delle differenze: non basta più parlarne: serve metterci la faccia con coraggio e trasparenza. Con questa consapevolezza che la diversità sia una ricchezza e che i valori di Penny siano anche i valori dello sport - dichiara Marcello Caldarella, corporate communications management di Penny Italia - abbiamo deciso di esserci, di sostenere Milano Pride e Pride Sport, oltre il pregiudizio, oltre le paure”.

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FOCUS DIVERSITY & INCLUSION | GRM

Bonduelle: formazione, empowerment e coinvolgimento dei dipendenti

Prima realtà europea del Gruppo a diventare B Corp, Bonduelle Italia ottiene anche la certificazione per la parità di genere.

Valentina Neri

“Le persone rappresentano la ricchezza dell’azienda e l’obiettivo è costruire per loro un ambiente di lavoro che sia sempre più equo, dove ognuno possa essere sempre sé stesso per esprimere il suo pieno potenziale e crescere”. A dirlo è Francesco Castelli, direttore risorse umane di Bonduelle Italia, azienda che nel 2024 ha centrato un nuovo traguardo: la certificazione per la parità di genere.

Com’è nata la volontà di avviare questo percorso orientato alla certificazione per la parità di genere?

Sono tre i pilastri su cui Bonduelle concentra il proprio impegno – Pianeta, Alimentazione e Persone – ed è perseguendolo attraverso obiettivi misurabili e azioni concrete che nel 2023 Bonduelle Italia è diventata B Corp. Ciò rappresenta l’apice di un percorso iniziato molto tempo fa e profondamente radicato nei nostri valori aziendali. Allo stesso tempo, rappresenta un punto di partenza verso nuovi impegni e progetti. È con questa nuova responsabilità che l’azienda ha avviato un percorso per la parità di genere, ottenendo nel 2024 da Bureau Veritas la certificazione UNI/PdR 125, conferita a chi promuove politiche aziendali che mirano a ridurre il gender gap e sostenere l’avanzamento professionale femminile. Siamo stati affiancati da Fondazione Libellula, impresa sociale per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, nel percorso che ha portato a questo riconoscimento, attraverso attività di consulenza, training ed empowerment.

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di

Può fornirci qualche dato sul numero dei dipendenti e sulla presenza femminile?

In Italia Bonduelle conta 420 collaboratori tra le due sedi di San Paolo d’Argon e Battipaglia; di questi il 39% sono donne e il 27% ricopre un ruolo manageriale.

Il percorso di certificazione ha preso in esame diverse aree tematiche. Può citare alcune iniziative che avete già messo in campo, o che avete intenzione di avviare?

Bonduelle ha avviato una serie di attività come training interni per promuovere la cultura contro la violenza e la discriminazione di genere, con l’obiettivo di Gruppo di avere entro il entro il 2025 tutti i manager in Italia formati sui temi di D&I. In Italia, l’azienda ha deciso di estendere la formazione anche a tutti i collaboratori e collaboratrici. L’azienda ha inoltre preso parte al progetto MentorSHE, il programma di mentoring interaziendale promosso da Fondazione Libellula, pensato per favorire i percorsi di crescita al femminile ed il women empowerment. Inoltre, nell’ultimo anno Bonduelle ha lanciato in Italia 15 iniziative di volontariato allineate alla missione, alla strategia e ai valori dell’azienda per migliorarne l’impatto e la presenza a livello locale. La durata di queste iniziative è stata pari a 862 ore, a cui ha partecipato il 28% della popolazione aziendale durante l’orario di lavoro.

I dipendenti sono stati coinvolti in questo percorso? Qual è il loro feedback? Il coinvolgimento dei dipendenti è stato un elemento centrale. Sin dall’inizio, tutti i collaboratori sono stati parte attiva di questo cambiamento, non solo come destinatari delle iniziative ma come protagonisti: sono stati infatti organizzati workshop e sessioni di formazione mirate, durante le quali hanno potuto esprimere le proprie opinioni e condividere esperienze personali. Questi momenti di confronto sono stati fondamentali per comprendere meglio le sfide quotidiane legate alla parità di genere e per co-creare soluzioni efficaci e sostenibili. Bonduelle Italia continuerà a coinvolgere i collaboratori credendo fermamente che il loro contributo sia essenziale per mantenere e migliorare i nostri standard di parità di genere. La loro partecipazione attiva non solo rende più forte la comunità aziendale, ma permette anche di creare un ambiente di lavoro più aperto, in cui ognuno possa esprimersi.

33 INTERVISTA | GRM

La sostenibilità è al centro delle strategie di Vip

Grazie ai nuovi impianti verrà aumentata l’autoproduzione di energia elettrica del 13%, arrivando all’80% del fabbisogno elettrico aziendale.

Nell’associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta, non c’è decisione che venga presa senza che siano valutati i relativi impatti ambientali. Il ruolo che viene assegnato alla sostenibilità è evidente anche nella scelta di dar vita a una figura dedicata, che si occupi in modo esclusivo di sviluppare la sostenibilità e di farla diventare un trait d’union tra i reparti. È così che all’interno della squadra è stata inserita la funzione di sustainability manager, ricoperta da Viktoria Alber. Ogni mese la manager riunisce i responsabili dei vari reparti (qualità, produzione, vendite, acquisti, marketing) per fare il punto sulla realizzazione dei progetti intrapresi e sulla messa in cantiere di quelli nuovi. Un vero e proprio “team sostenibilità”, che ha sviluppato progetti in collaborazione con i produttori e le cooperative.

Questi vanno dall’aumento della percentuale di irrigazione dei meleti tramite impianti ad ala gocciolante (l’obiettivo è di portarla dal 58% attuale all’80% nel 2026) all’aumento della quota di energia autoprodotta tramite pannelli fotovoltaici installati nelle cooperative del consorzio (incremento del 12% negli ultimi tre anni), passando per il calcolo del footprint ecologico della produzione di ogni singola mela, con la raccolta e l’elaborazione dei dati dalle singole cooperative.

Anche l’azzeramento degli sprechi alimentari è un tema fondamentale per VIP e i suoi produttori. Oltre 50 anni fa, l’industria frutticola altoatesina ha fondato la propria organizzazione di produttori per la lavorazione delle mele industriali. Le mele che non soddisfano i requisiti di mercato in termini di colore e dimensione vengono trasformate in concentrato, succo di mela o purea, in modo da ridurre al minimo gli sprechi e al contempo garantire la creazione di valore aggiunto per i produttori. Un’altra iniziativa del team ha portato alla realizzazione del cosiddetto “pascolo per le api” al Monte Sole di Laces. Un progetto durato tre anni, con la messa a dimora di migliaia di piccoli alberi e arbusti di ben 22 specie diverse, tutte “bee-friendly”, che permettono alle api di trovare polline e nettare per colmare il periodo tra una fioritura dei meleti e l’altra.

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Tetra Pak: soluzioni di trattamento e confezionamento innovative

La sicurezza alimentare rappresenta un tema centrale a livello globale e costituisce il cuore dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 dell’Onu, il quale mira a porre fine alla fame nel mondo nel contesto dell’Agenda 2030.

La Fao identifica quattro pilastri che devono essere garantiti affinché sia possibile raggiungere la sicurezza alimentare, ovvero: disponibilità, accesso, utilizzo e stabilità. È in riferimento al secondo pilastro che si inserisce l’impegno di Tetra Pak, la cui tecnologia asettica può migliorare la qualità e la sicurezza degli alimenti a temperatura ambiente, facilitando lo stoccaggio e la distribuzione, anche in zone remote. Un aspetto particolarmente importante se si considera che nel 2022, 2,4 miliardi di persone hanno avuto difficoltà ad accedere regolarmente ad una quantità sufficiente di alimenti e che le proiezioni al 2030 indicano che quasi 600 milioni di persone soffriranno di sottonutrizione cronica.

Per affrontare questa sfida, Tetra Pak punta ad assicurare i più elevati standard di sicurezza alimentare, tenendo conto anche della necessità di potenziare le infrastrutture di riciclo attraverso la collaborazione con partner di rilievo lungo tutta la catena del valore. Il trattamento e il confezionamento asettici apportano considerevoli benefici quando si tratta di conservare gli alimenti deperibili e garantirne la qualità e le proprietà nutritive fino a oltre sei mesi. Queste tecnologie consentono, infatti, di estendere la vita a scaffale degli alimenti, senza necessità di refrigerazione e conservanti. In questo modo, alimenti quali il latte, i succhi e le alternative a base vegetale risultano accessibili anche nelle regioni in cui non sono presenti infrastrutture adatte a supportare la catena del freddo. Inoltre, riuscire a garantire la sicurezza di questa tipologia di alimenti per periodi più lunghi significa anche ridurre il rischio di sprechi alimentari.

In aggiunta, Tetra Pak investe a livello globale circa 100 milioni di euro all’anno in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la percentuale di materiali rinnovabili e il contenuto a base di carta nelle confezioni in cartone asettico. Un obiettivo che si pone in linea con la volontà di favorire la circolarità attraverso collaborazioni locali volte a creare nuove infrastrutture per espandere la capacità di riciclo e fare in modo che i cartoni a base carta raggiungano tassi di riciclo sempre più alti.

PERSONE E IMPRESE | GRM 35

Salov presenta OliveRec: l’app per collaborare al miglioramento genetico

dell’olivo

L‘azienda mette a disposizione del progetto e delle attività di ricerca una porzione dell’oliveto di Villa Filippo Berio.

OliveRec è l’app realizzata nell’ambito del progetto europeo GEN4OLIVE e sviluppata da Aedit - società spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – in collaborazione con Tea Group e con il supporto di Cnr-Ibe. Salov - gruppo industriale tra i principali player mondiali del settore oleario e proprietario dei marchi Filippo Berio e Sagra - ha un ruolo chiave nel progetto, mettendo a disposizione delle attività di ricerca e sperimentazione il vasto oliveto di Villa Filippo Berio. L’obiettivo a lungo termine del progetto è raccogliere dati utili per il miglioramento genetico dell’olivo mettendo a disposizione dei ricercatori e operatori un sistema semplice e immediato per l’archiviazione e la condivisione dei dati. L’app, inoltre, coinvolge anche i cittadini in questa rete condivisa di acquisizione d’informazioni sulle biodiversità che è basilare per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dai patogeni, in primis la minaccia rappresentata dalla Xylella Fastidiosa.

OliveRec, non soltanto, consente ai ricercatori di gestire tutte le informazioni che provengono dagli utenti e quelle raccolte nelle collezioni già esistenti ma permette anche di caricare e utilizzare dati provenienti da sensori posizionati vicino alle piante. “Siamo orgogliosi di affiancare il Cnr e tutti i partner in questo progetto di ricerca e valorizzazione della biodiversità oleicola presente in abbondanza nel nostro Paese - commenta Fabio Maccari, amministratore delegato Salov. Da sempre la nostra azienda è impegnata nella ricerca e siamo convinti che questo progetto potrà dare un contributo fondamentale: unisce infatti le competenze tecniche e scientifiche alla forza del network che in questo caso può usufruire del contributo anche dei cittadini. Siamo più che mai convinti che conoscere e attingere dal patrimonio di biodiversità delle olive sia la chiave per andare sempre più verso un’olivicoltura sostenibile, per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso, migliorare le proprietà chimiche e organolettiche dell’olio e ridare slancio al settore oleicolo.”

Fabio Maccari, amministratore delegato di Salov

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Cellularline prosegue il suo impegno nei confronti dell’ambiente

Rinnovata la collaborazione con 1% For the Planet per sostenere iniziative per la tutela dell’ambiente.

A conferma del suo impegno virtuoso nei confronti dell’ambiente, Cellularline rinnova la collaborazione con il programma 1% For the Planet, un’iniziativa volta alla tutela del pianeta attraverso il sostegno diretto a organizzazioni no-profit. L’accordo prevede la donazione di una quota del fatturato derivante dalla linea di prodotti ecosostenibili Become a favore della Onlus Sea Shepherd, impegnata attivamente per difendere, conservare e preservare i mari. La linea Become rappresenta la palestra in cui Cellularline sperimenta soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale. Ogni prodotto della linea è progettato per ridurre al minimo gli effetti negativi sull’ambiente senza compromettere la qualità o le prestazioni: la custodia e il cavo sono realizzati al 100% con plastica riciclata; il carica batterie è composto per il 98% di plastica riciclata; il vetro temperato è realizzato con il 38% di vetro riciclato.

L’iniziativa si inserisce all’interno di un impegno più ampio da parte di Cellularline, che da tre anni redige un report Esg che evidenzia le azioni concrete messe in campo dalla società a tutela dell’ambiente. Nel 2022, il Gruppo ha compensato 901 tonnellate di Co2, superando il 100% delle emissioni di scope 1 e 2, ha installato un impianto fotovoltaico nella sede di Reggio Emilia per raggiungere il 70% di autosostentamento energetico e ha ridotto del 60% l’utilizzo di plastica monouso nel packaging di tutti i prodotti.

Luisa Cataldo, Group HR Manager e Responsabile del progetto Esg di Cellularline Group, ha dichiarato: “Crediamo che le aziende come la nostra possano giocare un ruolo fondamentale nella salvaguardia dell’ambiente, non solo riducendo l’impatto ecologico, ma investendo attivamente in progetti di conversione e ripristino ambientale. In quanto parte di questo ecosistema, ci sentiamo responsabili di agire per la sua salvaguardia e di promuovere pratiche sostenibili in ogni aspetto del nostro operato”.

37 PERSONE E IMPRESE | GRM

AR.PA Lieviti inizia il percorso

di certificazione Esg

L’attenzione all’impatto ambientale e alla responsabilità sociale sono tra i nuovi progetti del management dell’azieånda bolognese.

L’impegno di Ar.pa Lieviti nella mitigazione dell’impatto ambientale e nel miglioramento delle condizioni di lavoro è pronto a passare ad una fase successiva. Agli investimenti già realizzati nel 2022 e 2023 per ottimizzare i processi produttivi, si aggiunge una precisa roadmap di scelte e azioni strutturate, che hanno l’obiettivo di certificare l’impresa secondo i criteri della certificazione Esg.

L’azienda non è nuova ad azioni orientate a ridurre gli sprechi, migliorare le condizioni di lavoro, la gestione dei consumi energetici, ottimizzare la logistica, e a consolidare il rapporto con il territorio anche attraverso operazioni di solidarietà. Si tratta di mettere a sistema tutte queste iniziative, utilizzando come guida anche gli obiettivi di sviluppo sostenibili dell’Onu per strutturare - in un percorso preciso - la governance e i nuovi investimenti.

In questa prima fase di valutazione iniziale degli obiettivi si è scelto di lavorare con un partner specializzato come Synesgy (Gruppo Crif), primo network mondiale dedicato al mondo Esg per incrementare consapevolezza e trasparenza nei processi delle filiere produttive. “Si tratta di un percorso lungo, che richiede investimenti in tempo e risorse, ma che ci consentirà di valorizzare e mettere a sistema le attività sostenibili che già abbiamo implementato - ha commentato Carla Gherardi, presidente di Ar.pa Lieviti. Siamo fermamente convinti che questo tipo di certificazione possa avere positive ricadute sia sulla reputazione esterna del nostro marchio, aprendo la possibilità di esplorare nuovi mercati e nuove partnership commerciali, ma anche per lavorare sulla consapevolezza dei nostri lavoratori che in questo modo si sentiranno parte di un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e delle persone. D’altra parte, la sostenibilità è oggi un criterio di selezione nel mondo business, e la certificazione è quindi indispensabile per essere efficaci e credibili”.

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Perfetti Van Melle: nuovi obiettivi di

riduzione delle emissioni

Il secondo gruppo al mondo nel settore confectionery annuncia che i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra di medio termine, basati su criteri scientifici, sono stati valutati e approvati da SBTi.

Science Based Target initiative (SBTi), promossa da UN Global Compact (UNGC), World Resource Institute (WRI), Carbon Disclosure Project (CDP) e Wwf supporta le aziende nell’adozione di obiettivi di mitigazione del proprio impatto guidandole nella transizione ad un’economia a basso tenore di carbonio. L’approvazione conferma che gli obiettivi di medio termine per il 2030 di Perfetti Van Melle sono in linea con il livello di decarbonizzazione richiesto per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C rispetto alle temperature preindustriali, come stabilito dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

“Secondo le Nazioni Unite, limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C è ancora possibile, ma siamo pericolosamente vicini a questa soglia. Ecco perché le imprese devono agire con urgenza per ridurre le emissioni di carbonio su larga scala. Sono orgoglioso che Perfetti Van Melle stia facendo la sua parte fissando gli obiettivi globali di medio termine per la riduzione delle emissioni di gas serra, che sono stati valutati e approvati dall’SBTi. Un passo significativo per dimostrare il nostro impegno verso la responsabilità sociale e ambientale”, ha dichiarato Andrew Boyd, chief sustainability officer di Perfetti Van Melle.

I nuovi obiettivi vedranno l’azienda ridurre nell’ambito dello scope 1 e dello scope 2 le emissioni di gas serra del 42% entro il 2030, rispetto all’anno di riferimento 2021. Questo include le emissioni provenienti dalle proprie attività, come i siti industriali e non. Nello stesso arco di tempo, ridurrà del 25% anche le emissioni nell’ambito dello scope 3, ovvero emissioni derivanti dalla supply chain a monte e a valle delle proprie attività, come ad esempio le emissioni legate ai beni e servizi acquistati e il loro trasporto, viaggi di lavoro e il trattamento dei prodotti a fine vita.

39 SUCCESSI E STRATEGIE | GRM

LC3 trasporti viaggia al 100%

con fonti energetiche fossil-free

La partnership con Greenture rappresenta un significativo passo verso la transizione a favore di un’economia priva di combustibili fossili (fossil-free) per quanto riguarda i servizi di trasporto pesante.

LC3 Trasporti è in grado di offrire un trasporto 100% sostenibile grazie alle opzioni offerte dai nuovi certificati Gse per la copertura degli acquisti di Lng con GO (Garanzia di Origine) Bio per tutto l’anno in corso, grazie all’accordo con Greenture, la società controllata al 100% da Snam che supporta il processo di decarbonizzazione dei trasporti e delle applicazioni off-grid per favorire la diffusione di gas naturale, biometano, idrogeno e altri fuel sostenibili. In conformità con la normativa italiana, la partnership con Greenture per l’utilizzo dei servizi basati su Bio-Lng fisico e certificato, rappresenta un significativo passo verso la transizione di LC3 Trasporti a favore di un’economia priva di combustibili fossili (fossil-free) per quanto riguarda i suoi servizi di trasporto pesante.

Nei prossimi mesi, l’azienda offrirà questa innovazione a tutti i clienti attualmente legati da contratti di fornitura di Lng di origine fossile, ma che non hanno ancora effettuato la transizione a biometano. L’impegno nello sviluppo e nel sostegno di un trasporto pesante più sostenibile mira a trasformare il maggior numero possibile di servizi esistenti in servizi Premium Sostenibili, i quali si basano sull’adozione di tecnologie altamente decarbonizzate e sulla piena sostenibilità ambientale.

Michele Ambrogi, presidente di LC3 Trasporti, dichiara: “Siamo pienamente fiduciosi che l’impegno che LC3 ha intrapreso con Greenture incontrerà il favore del nostro panel clienti che potranno apprezzare questa proposta innovativa. Se abbracciata, questa offerta diventerà un catalizzatore significativo verso la piena sostenibilità delle nostre partnership di business. Riteniamo che la trasformazione verso soluzioni più ecologiche non solo rispecchi i nostri valori aziendali, ma rappresenti anche una necessità imprescindibile nell’attuale contesto ambientale”.

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Raben Group ha reso pubblico il sustainability report 2023

Il documento copre tutte le operazioni all’interno dell’azienda e sottolinea l’impegno per la trasparenza e la responsabilità negli sforzi di sostenibilità.

Quasi 12mila dipendenti, una flotta di oltre 10mila veicoli e circa 160 depositi dislocati in 15 Paesi europei, questi sono i numeri dell’operatore logistico.

Nel 2023, Raben Group ha proseguito il suo impegno nel ridurre le emissioni in linea con gli obiettivi dell’iniziativa Science Based Targets (Sbt). Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda si è concentrata sulla riduzione dell’intensità delle emissioni dei trasporti e delle proprietà immobiliari. In particolare, ha deciso di iniziare a testare il biocarburante (Hvo100) nella propria flotta e ha continuato a investire nel miglioramento degli automezzi, nello sviluppo dell’elettromobilità e dei magazzini, con l’obiettivo di ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra. Il Gruppo ha inoltre mantenuto un’elevata quota di energia green nel mix di consumi elettrici, con una conseguente riduzione di quasi il 23% delle emissioni Scope 1 e 2 rispetto al 2020 (anno di riferimento).

«Il 2023 è stato un altro anno di sfide per la nostra agenda Esg. Rg continua a impegnarsi in progetti con i nostri clienti, i nostri vettori e i nostri partner commerciali per modellare e migliorare il nostro impatto sull’ambiente, sulle comunità e sul lavoro. Siamo soddisfatti dei progressi compiuti in materia di sostenibilità e siamo impazienti di compiere i prossimi passi nel 2024» - ha dichiarato Ewald Raben, ceo di Raben Group.

L’impegno in ambito sostenibile ha portato a risultati significativi, tra cui un netto aumento del rating Ecovadis a 65 punti nel 2024.

41 LOGISTICA E PROCESSI | GRM

Il primo quotidiano online sulla Gdo

Ogni giorno, numeri, fatti e protagonisti della Gdo e del largo consumo.

Il retail in real time. Dal 2007.
www.distribuzionemoderna.info

Il buono del bianco: il progetto Sabelli per la filiera sostenibile

Garantire un riconoscimento economico agli sforzi degli allevatori per migliorare il benessere dei bovini da latte e la bio-sicurezza, rendere più efficienti e digitali gli allevamenti, raggiungere la completa rintracciabilità del latte e migliorare l’impatto ambientale, con l’adozione di energie rinnovabili e di pratiche di tutela del suolo. È il progetto di Sabelli raccontato ai nostri microfoni dall’ammministratore delegato Angelo Davide Galeati a Cibus 2024.

Primark porta in Italia i workshop per la riparazione degli abiti

L’iniziativa rientra nella strategia “Primark Cares”. L’azienda si è impegnata a diventare più sostenibile e circolare entro il 2030, dimezzando le emissioni di carbonio e contribuendo a garantire uno stile di vita adeguato ai lavoratori che producono i suoi vestiti. Ne abbiamo parlato con Luca Ciuffreda, responsabile vendite Italia. Ne abbiamo parlato con Luca Ciuffreda, responsabile vendite Italia.

È la prima insegna ad aver sviluppato 12 referenze in collaborazione con Airc e 3 da agricoltura aeroponica. Il 2023 è stato anche l’anno delle collaborazioni con Wwf, Too Good To Go, Banco Alimentare ed altri. Monica di Maggio, responsabile private label e coordinatrice sostenibilità di Penny Italia illustra i progetti in corso per il 2024 che vedranno in primis la pubblicazione del secondo report di sostenibilità e la graduale trasformazione in chiave più sostenibile di tutti i negozi della rete.

Penny Italia investe sulla sostenibilità Caviro investe in logistica e automazione

Con 175 milioni di litri di vino venduti ogni anno in Italia ed esportati in oltre 80 Paesi, Caviro rappresenta la più grande cantina d’Italia. Con un investimento di 11 milioni di euro ha inaugurato un nuovo magazzino automatizzato nel sito di Forlì. L’investimento rientra all’interno del Piano Nazionale Industria 4.0 - Contratto di Sviluppo con il progetto regionale “Legami di Vite” a cui hanno partecipato altre sei realtà vitivinicole.

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Il primo quotidiano online sulla sostenibilità nel retail greenretail.news

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