Sostenibilità e tecnologie guidano l’evoluzione del PACKAGING
Le soluzioni di ultima generazione supportano la trasformazione degli
Sostenibilità e tecnologie guidano l’evoluzione del PACKAGING
Le soluzioni di ultima generazione supportano la trasformazione degli
Magazine del quotidiano online www.technoretail.it Febbraio 2024
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Direttore editoriale
Fabio Massi
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EDITORIALE 3
I retailer puntano sulle soluzioni digitali per potenziare l’omnicanalità
IMPRESE
Le soluzioni di ultima generazione supportano la trasformazione degli store
COVER FOCUS
Sostenibilità e tecnologie guidano l’evoluzione del packaging
RETAIL FORWARD
Le sfide e le opportunità del settore del retail nel business management
APPROFONDIMENTO
CPaaS: le tendenze chiave del 2024
DATA MANAGEMENT
Ridurre la complessità automatizzando i processi: una guida ai modelli globali di fatturazione elettronica
NEUROMARKETING
Il neuromarketing come leva per la sostenibilità dei packaging
SOLUZIONI PDV
Panasonic: nuova soluzione AI per personalizzare il retail in-store
SHOPPING EXPERIENCE
Nel 2023 il 46% degli italiani ha ricevuto acquisti online danneggiati
SUPPLY CHAIN
Lidl mette su strada il suo primo semirimorchio refrigerato elettrico
PROTAGONISTI
Elision entra in Autentico per rafforzare la tracciabilità del vino Scalapay nomina Andrea Fumagalli nuovo country manager Italia
CASE HISTORY
Caseificio Cavola ottimizza lo stoccaggio delle forme grazie a Still
LOYALTY
I buoni pasto di Satispay entrano nei punti vendita di MD
VIDEO
Geopost cresce e celebra a Roma il traguardo di 100mila point
completa il portafoglio di
con i
Scontrino Smart è sintesi di praticità, convenienza e sostenibilità. È lo scontrino digitale del tutto parificato a quello cartaceo che si può ottenere tramite il Registratore Telematico Epson: uno strumento rivoluzionario che Epson ha messo a disposizione di esercenti e consumatori già dal 2021, per un mondo retail e hospitality sempre più digitalizzato.
Questa soluzione offre un grande vantaggio sia agli esercenti che ai loro clienti, che non hanno più necessità di avere e conservare anche la copia cartacea: lo Scontrino Smart Epson è infatti equiparato agli scontrini di carta e può quindi essere regolarmente utilizzato come prova di acquisto.
Scegliendo questa soluzione l’esercente può ottenere grandi benefici: stampare di meno risparmiando energia e carta, con costi di gestione minori; eliminare la carta chimica impiegata per gli scontrini fisici, che contiene il bisfenolo, una sostanza plastica e inquinante non riciclabile che va smaltita nei rifiuti
indifferenziati; contare su una continuità operativa garantita, senza la preoccupazione di dover cambiare il rotolo; attivare per i clienti un servizio in più, offrendo eventualmente sconti, promozioni e offerte personalizzate.
Tra i vantaggi per il cliente ci sono invece la libertà di ricevere lo scontrino come preferisce, via e-mail, SMS, tessera di loyalty, NFC o QR Code (e senza registrazione obbligatoria) e la comodità di archiviare e conservare i propri scontrini in modo pratico e semplice.
Scopri di più: epson.it/scontrino-smart-Epson
FABIO MASSI, DIRETTORE EDITORIALE
I RETAILER PUNTANO SULLE SOLUZIONI DIGITALI PER POTENZIARE L’OMNICANALITÀ
Oggi è più che mai evidente il lavoro delle aziende del retail mirato a migliorare l’integrazione tra online e offline attraverso l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative, sia in-store sia nel back-end, con l’obiettivo di potenziare il modello di vendita omnicanale. Secondo i risultati emersi dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, infatti, lo scorso anno l’incidenza degli investimenti nel digitale dei principali retailer sul fatturato non soltanto non si è arrestato, ma è addirittura cresciuto rispetto all’anno precedente raggiungendo il 3,1% (nel 2022 era il 2,5%). Le strategie di innovazione delle aziende del settore hanno puntato soprattutto sul negozio fisico, cercando di semplificare e rendere autonoma l’esperienza del cliente. Nel corso del 2023 il 44% dei top retailer ha implementato o potenziato i sistemi di digital signage con l’obiettivo di intercettare l’attenzione del cliente attraverso comunicazioni legate a prodotti e promozioni guidandolo lungo il suo percorso di shopping.
Il 35% delle insegne ha invece investito nei chioschi digitali per facilitare i consumatori nell’esplorazione degli assortimenti e nella conoscenza delle referenze, mentre quasi 1 retailer su 4 ha puntato sulle soluzioni di self-scanning cercando di rendere autonomo il cliente nella selezione dei prodotti e nella fase di pagamento grazie alla connessione con sistemi di self-checkout e di digital payment. A queste soluzioni si aggiunge il supporto dell’intelligenza artificiale (AI), una tecnologia che sta diventando un fattore sempre più fondamentale nel processo di trasformazione digitale delle aziende del commercio al dettaglio, in grado di migliorare l’efficienza operativa e di rendere l’esperienza del cliente estremamente personalizzata e coinvolgente, dalla fase di ricerca dell’articolo fino ai servizi di post-vendita.
Nel corso del 2023 i punti vendita del settore del retail hanno proseguito il processo di trasformazione digitale iniziato qualche anno fa mostrando un’attenzione crescente soprattutto verso le tecnologie di ultima generazione, in grado di migliorare la relazione con i consumatori, ottimizzare i processi di back-end e agevolare l’operatività del personale di front-end. Grazie all’implementazione di display di digital signage e di schermi tattili in vari reparti degli store, ad esempio, i retailer riescono a coinvolgere maggiormente i clienti, ai quali possono offrire informazioni dettagliate sui prodotti e facilitare esperienze di shopping più fluide. L’utilizzo di soluzioni basate sulla realtà aumentata e sulla realtà virtuale permette ai consumatori di visualizzare i prodotti in maniera più dettagliata e di provare virtualmente capi di abbigliamento o accessori. Altro ambito in piena evoluzione è il punto cassa, nel quale l’adozione di sistemi di pagamento senza contanti, wallet mobili e soluzioni di self-checkout avanzate migliorano l’efficienza delle transazioni e riducono i tempi di attesa.
Nel corso del 2023 i punti vendita del settore del retail hanno proseguito il processo di trasformazione digitale iniziato qualche anno fa mostrando un’attenzione crescente soprattutto verso le tecnologie di ultima generazione.
Grazie al supporto dell’Internet of Things, strumenti come le smart camera, i sistemi di tracciamento Rfid e le etichette elettroniche possono essere implementati in qualsiasi comparto per monitorare l’inventario in tempo reale o per gestire il magazzino con maggiore efficienza. Il pieno ritorno dei consumatori nei punti vendita della Gdo ha spinto le insegne a investire nel potenziamento di alcuni servizi specifici come i bistrot interni dedicati all’offerta di snack di qualità e di pasti veloci per la pausa pranzo, supportati da cucine professionali all’avanguardia in grado di assicurare precisione, affidabilità e massima produttività, oltre che risparmio energetico. Caratteristiche molto simili a quelle garantite dalle soluzioni di ultima generazione dei banchi per la rifregerazione nei reparti ortofrutta, freschi e surgelati, che rendono la conservazione dei prodotti più efficiente sia in termini di presentazione sia di riduzione degli sprechi.
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Negli ultimi dieci anni – secondo Davide Zandonà, after sales director di Arneg Italia – il mondo del retail si è fortemente evoluto verso una logica molto più tecnologica e digitale: «Prima di comprare un prodotto, il consumatore cerca recensioni online, naviga nelle community e si informa nei social o nelle app. E una volta acquistato, lascia una recensione o partecipa a una survey di gradimento: il momento dell’acquisto, cioè, inizia e finisce ben prima e dopo l’acquisto stesso. Le attrezzature tecnologiche pensate per la customer experience permettono di velocizzare le fasi dello shopping e riescono a creare un’esperienza personalizzata: mi riferisco, ad esempio, alle casse evolute o ai sistemi di scanning automatico di produzione della nostra consociata Intrac. Ma non solo, il Gruppo Arneg è da sempre impegnato a sviluppare nuove tecnologie che semplifichino la vita dei retailer. Il nostro servizio di assistenza tecnica full service digitale, ad esempio, sfrutta l’integrazione con IoT che rende gli oggetti intelligenti, l’edge computing che elabora dati in loco velocemente e l’AI che personalizza l’esperienza rendendo i servizi più efficienti, proattivi e su misura».
“Le attrezzature tecnologiche pensate per la customer experience permettono di velocizzare le fasi dello shopping e riescono a creare un’esperienza personalizzata“.
Servizi avanzati per un controllo totale e costante
Uno dei punti di forza dell’assistenza tecnica dell’azienda è il gestionale Arneg Data Power. «Sviluppato con l’uso di AI e machine learning – spiega Davide Zandonà – questo servizio è in grado di prevedere disservizi di parti elettriche o elettroniche e anomalie nei consumi energetici fino a cinque giorni prima che si verifichino. Abbiamo sviluppato anche Arneg Connect, che offre un supporto professionale quotidiano al punto vendita attraverso una piattaforma virtuale centralizzata in grado di connettere automaticamente il nostro cliente al customer service. Arneg Anywhere è invece un servizio end-to-end che permette di avere accesso a una connessione di rete dati internazionali, europea ed extraeuropea, mentre Arneg Primegate garantisce una supervisione cloud ai negozi più piccoli».
Si richiedono strumenti per rendere più fluida la vendita assistita
Camillo Radaelli, head of sales business systems di Epson Italia, afferma che è emersa una crescente esigenza, da parte degli store, di poter disporre di soluzioni di vendita in mobilità: «Questa richiesta nasce dalla necessità di rendere più fluida la vendita assistita così da poter seguire il cliente da vicino sino alla finalizzazione dell’acquisto. In questo senso, la nostra soluzione Scontrino Smart, sviluppata già tre anni fa, permette di emettere un titolo d’acquisto digitale – del tutto parificato a quello cartaceo – che consente di realizzare postazioni “cashless”. Per il settore dell’hospitality il tempo è spesso un elemento che fa la differenza, soprattutto nella ristorazione veloce, diventa quindi essenziale avere sistemi self per la gestione degli ordini o per punti cassa con self-checkout per un pagamento immediato senza assistenza. Noi offriamo entrambe le soluzioni: con le stampanti integrate in un chiosco si può procedere al pagamento con velocità, mentre con TM-L100 si possono produrre etichette a lunghezza variabile da apporre sulle confezioni di cibo per informare su tutti gli ingredienti, evitando così qualsiasi problema per chi soffre di intolleranze o allergie».
“Diventa essenziale avere sistemi self per la gestione degli ordini o per punti cassa con self-checkout per un pagamento immediato senza assistenza“.
Scontrino Smart è una delle soluzioni di punta di Epson. «Con questo strumento digitale, l’esercente riesce ad avere costi di gestione inferiori rispetto al sistema tradizionale – spiega Camillo Radaelli – oltre a consumare meno energia e meno carta chimica, rendendo la sua attività più sostenibile. Inoltre, può attivare per i clienti un servizio in più, offrendo anche sconti, promozioni e offerte personalizzate. I vantaggi per il cliente sono diversi ed evidenti: la libertà di ricevere lo scontrino come preferisce (e-mail, sms, loyalty card, Nfc, QR code), nessuna registrazione obbligatoria per godere di tutte le funzionalità di Scontrino Smart, con garanzia assicurata della propria privacy, massima praticità nell’archiviare e conservare i propri scontrini».
“Strumenti come le etichette elettroniche, ma anche totem, display bifacciali e ledwall, sono oggi strumenti strategici per tutte le insegne del retail“.
Secondo Roberto Girardi, country sales manager Italia di Nicolis Project, nell’ultimo anno si è avuta la riconferma di un aspetto fondamentale per il retail: «Far vivere un’esperienza negli store fa la differenza nella vendita. Per questo diventa essenziale una gestione centralizzata della comunicazione, che permetta di distribuire in modo coordinato e capillare i contenuti corporate e promozionali in ogni punto vendita. Ecco quindi che soluzioni come le etichette elettroniche, ma anche totem, display bifacciali e ledwall, sono oggi strumenti strategici per tutte le insegne del retail. Ne è una prova la crescente preferenza nel 2023 per Profimax Cloud, l’architettura software realizzata in collaborazione con Microsoft per la gestione coordinata dei contenuti su tutti i touchpoint digitali, forte della tecnologia cloud che rende questa piattaforma flessibile e performante. Sono sempre di più i retailer nel panorama italiano che hanno scelto questa soluzione, riscontrando notevoli miglioramenti in termini di operatività e vendite».
Lumina, la novità 2023 di Nicolis Project, ha segnato un passaggio importante nella veicolazione di comunicazioni multimediali sugli scaffali. «Specialmente in reparti come l’ortofrutta in cui sono ancora pochi gli strumenti efficaci in grado di attrarre, intrattenere e informare la clientela – spiega Roberto Girardi – questo display Lcd mono e bifacciale permette di veicolare contenuti, immagini o video in prossimità del prodotto, andando a completare la già ampia gamma di soluzioni interattive evolute di totem, ledwall e videowall. Le etichette elettroniche rimangono comunque la tecnologia più richiesta e le novità del 2024 punteranno a una loro ulteriore evoluzione, con display multicolore per arricchire i messaggi promozionali e rendere la comunicazione sempre più attrattiva».
Si punta sull’automazione e sull’esperienza del cliente
Secondo Cristian Almasio, sales director di Omnisint, con la diffusione delle tecnologie digitali la gestione degli store nel retail sta diventando sempre più fluida ed efficiente: «Oggi è fondamentale che i punti vendita restino al passo con i tempi per essere più rapidi nelle operazioni interne. Alcuni esempi sono l’adozione della tecnologia Rfid e IoT, pagamenti digitali e l’uso di sistemi di analisi in tempo reale per monitorare le prestazioni delle vendite. Altri fattori importanti da implementare sono sicuramente l’automazione delle operazioni e la personalizzazione dell’esperienza del cliente, per aumentare i livelli di customer satisfaction e incrementare le conversioni. Grazie all’uso delle etichette elettroniche il lavoro degli operatori negli store viene notevolmente semplificato, aumentando al contempo l’esattezza delle operazioni. Inoltre, l’adozione delle etichette elettroniche aiuta a migliorare l’aspetto estetico del negozio, rendendolo più moderno e accattivante agli occhi dei clienti».
“Oggi è fondamentale che i punti vendita restino al passo con i tempi per essere più rapidi nelle operazioni interne“.
Due nuove linee di etichette elettroniche
Quest’anno l’azienda ha presentanto due novità nell’ambito delle etichette elettroniche Solum. «La nuovissima gamma Newton Core presenta una doppia durata della batteria rispetto al passato (fino a dieci anni di autonomia) – spiega Cristian Almasio – Led luminosi a sette colori per facilitare le operazioni di picking e rifornimento scaffali, e schermo a tre o quattro colori (nero, bianco, rosso e giallo). Le etichette elettroniche Newton Pro presentano invece tutte queste caratteristiche, ma con il vetrino di protezione, per una sigillatura contro umidità e polvere garantita IP68. Grazie agli impianti di produzione interni, garantiamo tempi di consegna rapidi pur mantenendo un’elevata qualità e massimizzando la competitività dei costi».
In Gdo aumenta lo spazio dedicato alle cucine di produzione
Nel corso del 2023 all’interno della Gdo, Enrico Ferri, ceo di Rational, ha riscontrato un incremento del settore della panificazione: «Un servizio atto a completare l’offerta dedicata a quei clienti che, soprattutto a causa degli orari di lavoro, hanno difficoltà a recarsi nei panifici indipendenti dei centri urbani. In crescita anche i bistrot interni ai supermercati – non più solo quelli nelle gallerie dei centri commerciali – che permettono una pausa pranzo o uno snack di qualità mentre si fa la spesa. Continua a crescere la richiesta dei prodotti finiti e porzionati nei banchi. Per poter gestire al meglio tutte queste nuove tendenze, lo spazio dedicato alle cucine di produzione è in aumento e, in termini di attrezzature, la richiesta si incentra su soluzioni all’avanguardia, che supportino gli operatori nell’intero processo di produzione».
“La richiesta si incentra su soluzioni all’avanguardia, che supportino gli operatori nell’intero processo di produzione“.
La gamma di Rational si compone di due linee. «L’utilizzo combinato del forno iCombi Pro e del sistema multifunzione iVario Pro copre la maggior parte delle cotture – spiega Enrico Ferri – permettendo l’eliminazione di gran parte delle attrezzature tradizionali. A ottobre abbiamo lanciato la nuova opzione di iCombiPro, la pulizia autonoma iCareSystem AutoDose: un sistema integrato con cartucce che contengono prodotti solidi per la pulizia e la cura; le cartucce vengono posizionate in modo sicuro all’interno del sistema di cottura e la pulizia si avvia automaticamente all’ora desiderata o su richiesta. iCombi Pro preleva autonomamente dalle cartucce il quantitativo necessario di prodotto in base al lavaggio che deve effettuare, aumentando la sicurezza sul lavoro, facendo risparmiare tempo e garantendo la sicurezza igienica Haccp».
La digital transformation, secondo Emanuela Di Costa, product marketing manager digital & service di Epta, rappresenta per i retailer l’opportunità di rimanere competitivi in un mercato in continua evoluzione: «L’adozione di strumenti digitali all’interno degli store permette infatti di trarre vantaggio dalle potenzialità odierne e prevedere i trend di domani, in un’ottica sempre più ibrida ed efficace in grado di incrementare le vendite nel futuro. In termini di digitalizzazione, l’offerta del Gruppo è sempre più ampia e si declina nel pacchetto di servizi avanzati forniti da EptaService, presentati nella formula LifeCycle Program, con l’obiettivo di supportare i retailer durante l’intero ciclo di vita delle nostre soluzioni. Il programma, sviluppato secondo il principio guida “Great Expertise at Your Service”, si articola in tre diversi cluster: Maintenance e Troubleshooting, per una manutenzione predittiva e un’assistenza 24/7, Complementary Services, con funzionalità quali il telemonitoring, e i Digital Services, che consentono l’accesso al Digital Hub e alle piattaforme di diagnostica avanzata LineON e SwitchON».
Le piattaforme di diagnostica avanzata di Epta dedicate al controllo e alla gestione delle prestazioni dei banchi frigo offrono numerosi vantaggi ai retailer. «LineON è una tecnologia accessibile anche tramite app – spiega Emanuela Di Costa – che permette di elaborare data report inerenti i check-up, geolocalizzare i banchi e ottenere analisi statistiche sui trend di vendita, rivelandosi un efficace strumento di marketing. SwitchON offre invece un accesso a distanza a banchi remoti e centrali, coniugando funzionalità evolute di monitoraggio e algoritmi di manutenzione predittiva, con una guida intuitiva per la risoluzione dei malfunzionamenti, a garanzia di una più rapida gestione dei processi di troubleshooting».
Negli ultimi anni il mondo del packaging ha mostrato un’evoluzione importante, spinta dalle nuove consapevolezze di consumatori e accompagnata dalle tecnologie emergenti. La sostenibilità ambientale è sicuramente il motore di questo cambiamento e le aziende produttrici stanno sempre di più adottando confezioni riciclabili, compostabili o realizzate con materiali riciclati. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo curato da Nomisma, la principale caratteristica di sostenibilità ricercata dalle famiglie italiane al momento di acquistare un prodotto è l’assenza di imballaggi in eccesso (59%), seguita dalle confezioni interamente riciclabili (58%), quelle prodotte con ridotte emissioni di CO2 (46%), con materiale riciclato (45%) o compostabile/biodegradabile (44%). Dall’analisi emerge una forte attenzione anche per gli imballaggi plastic-free e per quelli utilizzabili più volte. Quasi 8 italiani su 10, inoltre, ritengono importante conoscere in che modo verrà riciclata la confezione e la seconda vita che avrà il materiale una volta riciclato. A questo proposito l’utilizzo di tecnologie da parte delle aziende produttrici come QR code, Nfc e realtà aumentata migliorano l’interazione tra il consumatore e il prodotto, fornendo preziose informazioni aggiuntive non soltanto sulla gestione dei materiali, ma anche sulla tracciabilità degli ingredienti o proponendo tutorial ed esperienze interattive coinvolgenti. Tra le altre tendenze che stanno caratterizzando il settore del packaging nel retail si denota un approccio sempre più semplice e pulito nel design delle confezioni, con grafiche chiare e minimaliste, oltre a una crescente personalizzazione per adattarsi alle preferenze individuali dei consumatori anche attraverso immagini o messaggi speciali. Con la forte crescita dell’e-commerce, infine, si sta verificando uno spostamento verso il packaging primario progettato per la spedizione diretta, a discapito dell’utilizzo di imballaggi secondari e terziari.
di Fabio Massi
La principale caratteristica di sostenibilità ricercata dalle famiglie italiane al momento di acquistare un prodotto è l’assenza di imballaggi in eccesso.
Il mercato richiede pack innovativi e sostenibili
Secondo Nicola Ballini, direttore commerciale di Ilip, i consumatori preferiscono sempre di più prodotti realizzati con materiali rinnovabili, riciclabili o compostabili con certificazione: «Per questo da tempo lavoriamo per garantire soluzioni per il confezionamento che siano sempre più affidabili e responsabili dal punto di vista della sostenibilità. Dal 2022, prima ancora dell’entrata in vigore dell’etichettatura ambientale, abbiamo aggiornato tutti i nostri imballaggi B2C destinati alla grande distribuzione e al commercio al dettaglio, includendo le informazioni obbligatorie sul materiale del prodotto e dell’imballaggio, nonché le indicazioni sul corretto smaltimento. Tra le soluzioni su cui abbiamo puntato molto in questo anno rientrano i prodotti Sprint, che nascono dal costante impegno nell’offrire la nostra esperienza e professionalità per pack innovativi e sostenibili, sempre meno seriali e sempre più calibrati su specifiche esigenze. Si tratta di imballaggi innovativi, sviluppati strategicamente per dare risposta a necessità specifiche del mercato e che posseggono caratteristiche di design, funzionalità, prestazioni di conservazione che si differenziano dagli standard».
“I consumatori preferiscono sempre di più prodotti realizzati con materiali rinnovabili, riciclabili o compostabili“.
Due gamme di vassoi riciclabili al 100%
Per il settore carne e alimenti freschi Ilip dedica due gamme. «SealMaster comprende vassoi termosaldabili per il confezionamento in atmosfera modificata (Map) – spiega Nicola Ballini – mentre i vassoi della linea WrapMaster sono progettati specificamente per i sistemi di confezionamento con linee automatiche che utilizzano film estensibile o flow pack. Le due gamme offrono ciascuna cinque formati di vassoi, ognuno declinabile in diverse altezze, progettati secondo i principi dell’eco-design, cercando di ottenere le migliori performance con il minor quantitativo di materiale, e dell’economia circolare, rendendoli riciclabili al 100%. Sono disponibili nelle formulazioni in r-Pet, in bioplastica compostabile industrialmente e in multistrato Pet/PE (solo SealMaster)».
Il ruolo del packaging è sempre più cruciale
I consumatori si dimostrano sempre più informati sulle problematiche collegate alla sostenibilità, una consapevolezza che passa anche dal carrello della spesa. «Avvicinandoci al 2025, con la crescente importanza degli impegni pubblici per la sostenibilità dei principali retailer nazionali e internazionali – afferma Aldo Galbusera, senior marketing manager di See – diventa essenziale che i prodotti esposti sugli scaffali rispondano alle esigenze di gestione dell’imballaggio a fine vita e alle preoccupazioni ambientali dei consumatori. L’impatto del packaging sulle decisioni d’acquisto è evidente e in aumento, la riduzione degli eccessi di imballaggio e le indicazioni chiare sulle confezioni che riguardano la gestione post-apertura influenzano sempre di più le scelte dei consumatori. La capacità di proteggere e conservare, unita all’attenzione crescente verso la riduzione degli sprechi alimentari, rende perciò il packaging cruciale e richiede una sostenibilità senza compromessi».
“Diventa essenziale che i prodotti esposti sugli scaffali rispondano alle esigenze di gestione dell’imballaggio a fine vita e alle preoccupazioni ambientali dei consumatori“.
Cryovac Bdf di See si distingue come la scelta ideale di packaging. «Con una significativa riduzione della plastica e una semplificazione delle strutture, per renderle più sostenibili senza compromessi sugli aspetti “industriali” dell’imballaggio alimentare – spiega Aldo Galbusera – questa soluzione, allineata alle necessità dell’intera catena produttiva e distributiva, si focalizza sull’equilibrio tra sostenibilità e aspetti fondamentali come protezione, conservazione e automazione dei processi. Inoltre, nel 2024, abbiamo lanciato il sistema Cryovac AutoWrap Lite che offre un confezionamento ad alta velocità per porzioni retail di formaggio, combinando con il film Cryovac Bdf con il sottovuoto per una shelf life raddoppiata rispetto ai sistemi in atmosfera modificata».
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Il nostro sistema di confezionamento automatico offre vantaggi in termini di sostenibilità grazie a buste che sono 4,9 volte più leggere rispetto ai secchi, occupando il 40-50% in meno di spazio. Questo sistema automatizzato ha un ingombro ridotto e confeziona buste da 200 ml2 litri, a una velocità di 28 confezioni al minuto!
Cresce l’utilizzo delle casse riutilizzabili e riciclabili
Il modello che propone Cpr System per la filiera agroalimentare, basato sulla produzione, movimentazione e riciclo degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili e dei pallet, si sta dimostrando sempre più performante. «Nell’ultima annualità le movimentazioni sono cresciute – raccontano dall’azienda – in controtendenza rispetto al calo generalizzato di consumi dell’ortofrutta. Il tema della sostenibilità e dell’efficienza economica del nostro modello è vincente perché va incontro alle esigenze dei retailer. Un altro aspetto determinante per il successo della nostra offerta è l’effettiva riduzione di impatto grazie al riutilizzo delle casse a ciclo chiuso. La cassa Redea, ad esempio, disponibile in diversi formati idonei alla movimentazione dell’ortofrutta, è caratterizzata da un design innovativo, è leggera e resistente, e consente l’areazione perfetta del contenuto e una maneggevolezza unica. Redea è dotata di etichetta smart label con codice a barre 1D e 2D e tag Rfid che consentono una tracciabilità completa e una gestione efficiente del circolo virtuoso di movimentazione, dal magazzino al punto vendita, fino al centro di lavaggio e ritorno».
“Il tema della sostenibilità e dell’efficienza economica del nostro modello è vincente perché va incontro alle esigenze dei retailer“.
A fianco dell’affermazione della cassa Redea, con la quale è in atto il completo piano di sostituzione delle precedenti casse che si completerà entro la fine dell’anno, Cpr System ha lanciato una novità nel settore. «Noè è un pallet ad alta performance – spiegano dall’azienda – ottenuto con la materia plastica prima seconda derivata dal Tetra Pack. Questo pallet è realizzato con un impianto a esso dedicato unico in Europa, si tratta di un’innovazione assoluta nel mercato continentale che aiuta l’ambiente, creando valore ed efficienza».
Creiamo questo segmento trimestrale sulla retail industry focalizzandoci soprattutto sulla prospettiva del business management. Cerchiamo di esplorare insieme le sfide e le opportunità del settore, con uno sguardo attento alla gestione aziendale. Mentre la disruption (tecnologica, sociale, psicologica) ha già causato turbolenze nel commercio al dettaglio, le dinamiche globali attuali (geo-politiche, geo-economiche, revisioni delle catene globali del valore ecc.) aggiungono un livello di complessità, disturbando la pianificazione futura (forward thinking).
Per ovvie ragioni siamo tutti concentrati sul presente che ci sembra già complesso “solo quello” (ma che in realtà ci distrae dall’osservazione del medio-lungo periodo). L’incertezza politica, unita agli impatti della pandemia di Covid-19, sta generando inflazione a due cifre, scarsità di manodopera e interruzioni continue nelle catene di approvvigionamento. A complicare ulteriormente la situazione, emergono segni sempre più evidenti delle implicazioni del cambiamento climatico. Questa combinazione di pressioni sui prezzi, carenza di manodopera ed emergenze in materia di sostenibilità crea un livello di incertezza che definisce un nuovo scenario per rivenditori e marchi.
È ancora valido l’approccio tradizionale al dettaglio in questo contesto? In che misura il macroambiente influisce sul commercio al dettaglio e viceversa? La crisi dei costi della vita e la volatilità dei prezzi, con l’inflazione in aumento, presentano notevoli sfide per consumatori e imprese. La confusione sui prezzi, evidenziata da un eccesso di etichette nei negozi, rende difficile per i consumatori trovare le migliori offerte, aumentando il rischio di spese eccessive. La carenza di manodopera nel settore retail, che coinvolge il 60% dei dipendenti in prima linea, solleva la questione della sostenibilità a lungo termine dell’attuale modello di lavoro. L’automazione potrebbe essere una soluzione, ma fino a che punto? I negozi senza personale sono davvero il futuro, o è necessario trovare un equilibrio tra automazione e presenza umana per soddisfare le esigenze dei consumatori?
Le pressioni sulla sostenibilità richiedono una trasformazione verso modelli di business più sostenibili, ma implementare pratiche eco-friendly presenta sfide operative. La gestione dell’inventario, la riduzione degli sprechi e l’adozione di iniziative come il re-commerce richiedono un approccio olistico e la consapevolezza delle possibili conseguenze indesiderate. Infine, la chiusura crescente dei negozi tradizionali e la digitalizzazione accelerata del retail sollevano interrogativi sull’impatto sulle comunità locali. La riduzione della disponibilità di negozi e l’aumento della competenza digitale possono influenzare l’equilibrio economico, la coesione sociale e l’accessibilità per tutti i consumatori. Con i tradizionali big-box che ripensano il proprio portafoglio di negozi e la crescente digitalizzazione delle operazioni di vendita al dettaglio, assistiamo a un numero rilevante di razionalizzazione di rete degli store. Ciò solleva molte domande su come verrà influenzata la prosperità economica delle comunità locali.
Il circuito chiuso del R-PET di ILIP
Il Gruppo ILPA, di cui ILIP fa parte, ha integrato verticalmente la supply chain dell’R-PET e dispone di un impianto di riciclo all’avanguardia dove tratta con riciclo meccanico bottiglie e contenitori in PET da post consumo, per ottenere, secondo i canoni dell’economia circolare, materia prima seconda in forma di flakes per i propri prodotti.
ILIP e le società del Gruppo ILPA, con una capacità di riciclo di 60.000 tonnellate di PET riciclato annue, contribuiscono
• a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti che riciclano e di quelli che producono
• a raggiungere gli obiettivi di riciclo degli imballaggi in plastica italiani, operando nel loro territorio di elezione, l’Emilia-Romagna
• a realizzare gli obiettivi di economia circolare in Europa
T2T R-PET® di ILIP è l’acronimo di “tray to tray” in PET riciclato, di vassoi in R-PET prodotti riciclando vassoi in PET o R-PET post consumo. Si tratta della realizzazione dell’obiettivo del “closed loop”, ovvero del “ciclo chiuso”, non solo interno al Gruppo ILPA grazie all’integrazione verticale del riciclo, ma anche grazie al riciclo di imballaggi per alimenti in PET.
Tutti gli imballaggi in R-PET di ILIP sono prodotti, oltre che con bottiglie, anche con cestini e vassoi in PET riciclati.
ILIP, fra i leader Europei nella produzione di imballaggi e trasformazione di plastica e bioplastica, contribuisce a migliorare la sostenibilità ambientale delle comunità in cui opera direttamente ed in cui è inserita.
Il tutto nel rispetto delle normative europee in materia di lavoro, salute, ambiente e tutela del consumatore.
Solo evitando affermazioni unilaterali caratterizzate da quello che oggi si chiama «greenwashing», si possono avere concreti impatti positivi sull’ambiente e sulle comunità coinvolte direttamente. Per queste ragioni il nostro approccio si basa su dati e dichiarazioni verificate e verificabili
La riduzione diretta della concorrenza dovuta alla chiusura di un negozio può alterare l’equilibrio nel mercato del lavoro, determinando una maggiore pressione sui salari, una maggiore disuguaglianza di reddito e un aumento dei livelli di disoccupazione. Inoltre, la riduzione della disponibilità di negozi e dei posti vacanti nel settore immobiliare può ridurre l’attrattiva dell’intera collettività. Ciò lascia molte comunità locali preoccupate per gli effetti collaterali non intenzionali di queste decisioni di chiusura degli store aziendali. L’impatto su di esse può assumere molte forme, colpendo consumatori, concorrenti e altri stakeholder di quelle comunità. Mentre i negozi fisici possono offrire opportunità di interazioni e coinvolgimento sociale, la rapida digitalizzazione può portare a un aumento dei sentimenti di alienazione e solitudine tra alcuni segmenti della popolazione. Inoltre, la competenza digitale non è scontata; potrebbe sorgere la domanda su quanto alcuni consumatori siano rimasti indietro. Diamo facilmente per scontato che le nuove generazioni siano, per definizione, native digitali, ma è proprio vero? Inoltre, concentrandosi eccessivamente sulla “Generazione Z”, quali esigenze dei consumatori vengono trascurate? Con la crescente digitalizzazione, ad esempio, resta sempre meno spazio per i pagamenti in contanti. Ciò potrebbe significare che alcuni consumatori vengono espulsi dal mercato al dettaglio o lasciati con meno opzioni? Se sì, cosa implica questo?
A seguito della breve fotografia condivisa, possiamo sostenere con grande forza che la retail industry sta cambiando Dna (diciamo che ironicamente è stato iniettato un vaccino mRna che ha modificato il Dna originario e che ora obbliga a cambiamenti forzati nell’industry): non si tratta più di essere rivenditori ma “industria” distributiva e questo comporta notevoli cambiamenti nella corporate purpose, vision e strategy, nella gestione organizzativa (processi, micro e macro struttura), marketing, logistica/trasporti, tecnologia, prodotti diretti e indiretti, filiera, finanza, leadership e top management e tanto altro.
Marco Zanardi, presidente Retail Institute Italy, vicepresidente Confindustria Intellect, presidente Iodounamano, adjunct professor Università Milano Bicocca, partner Beready.
Il trend dell’omnicanalità è in continua crescita ed espansione. Le recenti ricerche confermano infatti che un utente medio trascorre oltre 6 ore e 40 minuti online ogni giorno destreggiandosi tra app di messaggistica, social network, motori di ricerca ed e-commerce.
Un’iperconnessione vissuta anche dai consumatori che puntano a soddisfare nel minor tempo possibile i propri bisogni: dall’esigenza di rimanere in contatto con amici o parenti fino alla voglia di acquistare e ricevere l’ordine entro un massimo di 48 ore. In questo scenario, anche i brand si sono sempre più digitalizzati con l’obiettivo di garantire una customer experience fluida e all’altezza delle aspettative. Si è passati da un approccio multicanale volto a migliorare singolarmente le performance di ogni touchpoint a una visione più integrata che unisce indistintamente online e offline.
In ottica omnicanale, la Communication Platform as a Service (CPaaS) diventa una componente strategica per i brand. Una piattaforma con alti standard di sicurezza con cui coordinare in modo sinergico i vari canali di comunicazione per avere una panoramica completa del consumer behaviour. Nel solo 2022, il 54% delle large enterprise ha implementato queste soluzioni cloud-based. Il motivo? La CPaaS è un sistema capace di gestire con la massima scalabilità la progettazione e l’esecuzione di flow di comunicazione avanzati e altamente personalizzati. Ma come evolverà questa tecnologia nel 2024?
Il primo trend è riferibile alla programmazione low-code e all’intelligenza artificiale per semplificare il processo di sviluppo dell’applicazione. Per i brand, questo significa progettare in autonomia le interfacce utenti senza aver una conoscenza profonda delle tecniche di coding. Per questo, le piattaforme CPaaS nel 2024 sono ricche di rappresentazioni grafiche e funzionalità semplici come il drag-and-drop. Una democratizzazione che va di pari passo con l’integrazione dell’AI per rendere queste soluzioni ancora più performanti e intuitive. Per esempio, grazie all’ampliamento delle tecniche di apprendimento, i chatbot sono in grado di comprendere gli intenti e il tono di voce delle domande e rispondere con un linguaggio vicino a quello umano tenendo traccia delle interazioni passate.
Il secondo trend riguarda invece l’integrazione tra mondo fisico e digitale. Oggi, è chiaro che il customer journey non è da considerarsi un percorso a tappe lineare, bensì una continua sovrapposizione di step con punti di contatto che si alternano tra l’online e l’offline. Un incontro sempre più ravvicinato che vede la CPaaS come trait d’union per dar vita a una phyigital experience memorabile. Questa tecnologia garantisce al cliente la possibilità di ottenere tutto ciò che desidera nell’immediato, immergersi nella fase esperienziale per vivere la qualità di un prodotto o servizio e interagire concretamente con il brand. Nel 2024, questo si traduce con totem interattivi negli store, ampliamento delle modalità di consegna e ritiro (smart locker, clic & collect, ship from store ecc.), QR code in negozio per ottenere promozioni personalizzate o richiedere il supporto di un personal shopper AI. In questo scenario, i canali di comunicazione tradizionali e di instant messaging facilitano l’orchestrazione di strategie mirate per lead generation, drive-to-store e loyalty programs. In ottica di personalizzazione, il terzo trend è legato alla multimedialità. Per distinguersi nel mercato e dai competitor, i brand puntano a costruire e mantenere una relazione positiva, coinvolgente e dinamica con i clienti. La CPaaS consente di arricchire l’esperienza attraverso l’invio di rich content come video, gif o caroselli che attirano l’attenzione del destinatario incrementando l’engagement rate. Per esempio, importanti catene della Gdo che si affidano a Link Mobility utilizzano WhatsApp per inviare il volantino digitale con le offerte dedicate alla community.
Raffaele Rota, marketing director di Link Mobility ItaliaR I STO R A Z I O N E
M O D E R N A
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L’evoluzione dei modelli di fatturazione elettronica a livello globale non solo sta modificando il modo in cui le aziende emettono e ricevono le fatture, ma sta innescando un aumento della complessità tecnica.
Le differenze tra i vari modelli di fatturazione elettronica riflettono le soluzioni predilette dai singoli governi per aumentare trasparenza finanziaria, efficienza e supervisione dei processi fiscali. I benefici della fatturazione elettronica si estendono tuttavia anche alle aziende, rappresentando un’opportunità per digitalizzare i processi, rendendoli più competitivi in un’ottica di internazionalizzazione.
La matrice: quattro modelli di fatturazione elettronica
Modello di scambio centralizzato: mittente – autorità fiscale – destinatario
Secondo questo modello, invece che trasmettere la fattura direttamente al destinatario, l’emittente la inoltra in formato digitale all’amministrazione fiscale. Il governo agisce quindi come intermediario, trasmettendo la fattura al destinatario. Esempi di applicazione: Italia, Polonia da luglio 2024.
Modello di reporting in tempo reale: mittente – destinatario + autorità fiscale
Al contrario del precedente, questo modello non impone il formato digitale delle fatture, che devono comunque essere segnalate all’autorità fiscale in tempo reale, o quasi, attraverso una piattaforma centrale. Esempi di applicazione: Ungheria
Modello di clearance con canale di trasmissione non definito: mittente – autorità fiscale – mittente – destinatario
In questo caso, le fatture devono essere approvate dall’autorità fiscale prima dell’invio al destinatario. Ogni fattura deve essere timbrata, firmata o codificata da parte dell’ente governativo prima di essere inviata al destinatario. Esempi di applicazione: Messico, Brasile.
Modello ibrido: mittente – fornitore di servizi certificato – autorità fiscale – destinatario
Questo modello fornisce ai contribuenti una serie di alternative per l’invio delle fatture. In Francia, ad esempio, una piattaforma centralizzata per la fatturazione trasmette i dati delle transazioni all’amministrazione fiscale dopo l’operazione. Esempi di applicazione: Francia.
In un contesto normativo in continua evoluzione, una soluzione come quella di Comarch, progettata per automatizzare i processi di fatturazione può aiutare a ridurre la complessità tecnica, soprattutto per le aziende che operano in più Paesi e hanno la necessità di adattarsi a più modelli contemporaneamente.
Katya Kancheva, business solution manager di Comarch Italia
Recentemente ho condotto uno studio con un focus sull’applicazione del neuromarketing al settore alimentare italiano. Utilizzando l’eye tracker, la ricerca ha analizzato le reazioni visive dei consumatori di fronte a differenti tipologie di packaging di pasta, esplorando come elementi quali colore, materiale e trasparenza influenzino le scelte d’acquisto. I risultati forniscono insight preziosi per le aziende, rivelando non solo l’impatto estetico del packaging, ma anche la percezione di sostenibilità, una tematica cruciale nell’attuale panorama ambientale.
Lo studio ha messo in luce come il neuromarketing possa essere un potente alleato sia per guidare le strategie di branding su scelte più consapevoli e green sia per accompagnare il consumatore verso opzioni più sostenibili nel settore alimentare. Questa analisi diventa ancora più rilevante considerando il peso ambientale e logistico che il packaging rappresenta nella quotidianità delle persone.
Esploriamo ora come il design e il marketing possano contribuire a migliorare l’impatto della sostenibilità dei prodotti. Lo studio ha preso in considerazione tre tipologie di packaging, differenziate non solo in base al materiale principale utilizzato (cartone o plastica), ma anche dalla presenza di trasparenza frontale, anch’essa realizzata in plastica. L’obiettivo era quello di comprendere come i consumatori reagiscono a diverse combinazioni di design e materiali durante il processo decisionale di acquisto.
L’analisi sull’ecosistema di imballaggi evidenzia un problema significativo: ogni italiano si trova con una media di 50 kg di packaging all’anno. Questa massa di materiali, che ammonta a quasi 3 milioni di tonnellate annue, rappresenta una sfida ambientale e logistica.
di Francesco
, Pinci
I dati dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy rivelano che solo il 25,4% dei prodotti analizzati fornisce istruzioni per lo smaltimento delle confezioni. L’aspetto positivo è che gran parte (82%) di quella quota indica packaging totalmente o largamente riciclabili. Tuttavia, il 6,2% degli imballi dei prodotti non è riciclabile, creando ulteriori problemi di gestione dei rifiuti. Le soluzioni proposte includono etichette “parlanti”, design sostenibile e l’uso di materiali riciclabili.
Sarebbe auspicabile che le aziende investano maggiormente in alternative ecocompatibili, come il cartone, una soluzione cruciale per mitigare l’impatto ambientale derivante dall’uso diffuso della plastica nei packaging. Questa transizione rappresenta non solo un passo avanti verso la sostenibilità ambientale, ma anche un’opportunità per le aziende di migliorare significativamente l’immagine dei propri brand.
L’utilizzo del cartone come alternativa alla plastica, oltre a ridurre la dipendenza da materiali dannosi per l’ambiente, contribuisce anche a una gestione più responsabile delle risorse naturali. L’adozione di materiali ecocompatibili invia un forte messaggio di impegno verso la sostenibilità, attirando l’attenzione e la fiducia dei consumatori sempre più orientati su scelte consapevoli. Un approccio responsabile alla gestione del packaging non solo soddisfa le aspettative dei consumatori moderni, ma dimostra che il progresso economico può andare di pari passo con una maggiore consapevolezza ambientale.
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Panasonic: nuova soluzione AI per personalizzare il retail in-store
Panasonic Connect Europe presenta una nuova soluzione che permette agli operatori del settore retail di personalizzare tramite chatbot basati sull’AI generativa i messaggi pubblicitari forniti ai clienti mentre fanno acquisti all’interno del negozio.
Oggi i retailer hanno la possibilità di monitorare automaticamente i dati demografici degli acquirenti, combinare queste informazioni con le preferenze di acquisto e informazioni aggiuntive come il meteo o gli eventi locali e personalizzare istantaneamente la pubblicità sui display dei negozi. Panasonic ha stretto una partnership con Adeal Systems, azienda tra i leader nel settore dei dati e dell’intelligenza artificiale, per combinare Cusaas, un assistente di personal shopping basato sull’AI, con le sue soluzioni di telecamere e display all’avanguardia in ambito tecnologia per il retail, con l’obiettivo di offrire un’esperienza di acquisto di livello superiore.
La soluzione si avvale di telecamere per identificare i dati demografici di chi si trova all’interno del negozio, l’analisi viene fornita al sistema Cusaas e combinata con ulteriori informazioni esterne per generare suggerimenti sui prodotti. I chatbot basati sull’AI generativa vengono quindi utilizzati per progettare annunci pubblicitari in tempo reale, che vengono forniti tramite l’applicazione di signage di Framr prima di essere visualizzati sui display 4K di Panasonic.
Presentata presso l’innovativo Customer Experience Centre (Cxc) di Panasonic a Monaco di Baviera, la nuova soluzione è in pratica un sistema di raccomandazione intelligente, che consente ai negozianti di portare l’esperienza online in negozio o di creare una strategia omnicanale utilizzando dati in tempo reale per consigliare e personalizzare in maniera smart le comunicazioni con i clienti.
Elision, azienda specializzata in IoT e blockchain e competence center di Tesisquare, entra nel capitale della società italiana Autentico, esperta di soluzioni con tecnologia Rfid/Nfc per il settore vinicolo.
L’operazione è stata finalizzata lo scorso dicembre ed è il risultato di un lungo percorso al quale Elision stava lavorando da tempo. Autentico è una Pmi innovativa italiana che implementa soluzioni innovative per l’anticontraffazione e per la logistica di magazzino utilizzando la tecnologia Rfid, con una specializzazione nel comparto vinicolo, in grado di garantire la tracciabilità totale delle bottiglie dalla linea di imbottigliamento al consumatore finale – ovunque esse si trovino nel mondo – l’anticontraffazione e il controllo delle vendite fuori dalle aree commerciali di competenza dei clienti (lotta al mercato grigio).
Autentico ha sviluppato due piattaforme hardware/software, Autentico Chain e Autentico Nfc, rispettivamente per il controllo della produzione e della distribuzione con l’utilizzo di tecnologia Rfid e Nfc. Tra le varie caratteristiche innovative delle due soluzioni ci sono le microetichette Nfc (visibili o nascoste) che non si danneggiano durante il processo di imbottigliamento. Ogni bottiglia diviene univoca, impossibile da clonare, perfettamente riconoscibile da tutte le altre e rintracciabile in qualsiasi momento ovunque si trovi. Non ultimo, il contatto diretto tra la cantina e il cliente finale che legge l’etichetta Nfc presente sulla bottiglia – semplicemente avvicinando il proprio smartphone – apre le porte a infinite possibilità di marketing, sia sotto il profilo della fidelizzazione sia dello sviluppo dei ricavi.
«Siamo molto orgogliosi di questa operazione – dichiara Dario Pacotto, ceo di Elision – la partnership permetterà di valorizzare al meglio le sinergie tra le due società, e consentirà ad Autentico di sfruttare l’ampio network internazionale di Tesisquare».
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Nel 2023 il 46% degli italiani ha ricevuto acquisti online danneggiati
Secondo una ricerca a livello europeo realizzata dalla società demoscopica britannica OnePoll per DS Smith, azienda leader nella fornitura di imballaggi in cartone ondulato, nel 2023 ben il 46% del campione ha dichiarato di avere ricevuto consegne con il packaging danneggiato.
I dati dell’indagine mostrano che quasi tre quarti degli italiani (74%) effettuano acquisti online almeno una volta al mese, con un significativo 28% che fa acquisti almeno una volta alla settimana. Grandi volumi di acquisti comportano altrettante spedizioni e con esse la probabilità che si verifichino danni in transito. Il 53% dei beni che hanno subito danni ha un valore compreso tra 21 e 100 euro e il 5% supera i 200 euro; si sono anche registrate occasioni, nell’1% dei casi, in cui il valore del bene danneggiato superava i 1.000 euro. La percentuale è piccola, ma DS Smith stima che nel solo mese di novembre sono stati restituiti oltre 16 milioni di pacchetti danneggiati, mostrando come il dato assoluto (160mila pacchetti) sia tutt’altro che trascurabile.
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La ricerca di OnePoll ha inoltre mostrato che il 44% degli italiani ritiene corrieri e spedizionieri responsabili dei danni riportati dalle loro consegne, con un 18% che ascrive la responsabilità ai commercianti e un 19% che chiama in causa i produttori del packaging. «Le consegne danneggiate rappresentano una perdita per tutti i soggetti coinvolti – dichiara Magnus Renman, group R&D director di DS Smith – gli acquirenti si sentono frustrati e i rivenditori devono affrontare la difficoltà di gestire i resi. Stiamo effettuando test di impatto e implementando tecnologie di tracciamento per capire che cosa succede effettivamente ai pacchi nel loro viaggio verso le nostre case. Ricreiamo quelle condizioni in laboratorio in modo da poter mettere alla prova l’imballaggio e quindi fare tutto il possibile per proteggere il prodotto all’interno».
Lidl Italia, catena di supermercati con oltre 730 punti vendita su tutto il territorio nazionale, in un’ottica di una sempre maggiore sostenibilità della flotta ha messo su strada il primo semirimorchio refrigerato elettrico, progetto realizzato con il partner storico LC3 Trasporti, vettore all’avanguardia sui temi della sostenibilità, e Schmitz Cargobull, società leader nella produzione di rimorchi.
Il nuovissimo semirimorchio mantiene la corretta temperatura della merce grazie a due batterie al litio, ferro e fosfato da 32 kWh che si caricano in 2 ore e garantiscono un’autonomia che va dalle 4,5 alle 10 ore. Le batterie, infatti, si ricaricano anche durante la marcia e recuperano l’energia in frenata che altrimenti verrebbe dispersa. In termini di sostenibilità ambientale, non impiegando combustibili fossili per la refrigerazione, questo semirimorchio elettrico consente il totale abbattimento delle emissioni di CO2, corrispondente a un risparmio di circa 9,5 tonnellate di CO2 in meno immessa nell’atmosfera, nonché un risparmio di circa 6mila litri/anno di diesel.
«La decarbonizzazione dei trasporti è un percorso lungo e complesso che richiede un cambio di mentalità – commenta Luca Ros, direttore logistica di Lidl Italia – affinché la sostenibilità diventi un driver cruciale nei processi decisionali e anche un fattore imprescindibile, un valore aggiunto, per il consolidamento delle nostre partnership. L’introduzione di questo nostro primo semirimorchio refrigerato elettrico è il frutto di una proficua collaborazione e di una visione comune con il nostro storico partner LC3 Trasporti e con Schmitz Cargobull. A entrambi va il mio ringraziamento per l’impegno profuso».
Michele Ambrogi, presidente di LC3 Trasporti, aggiunge: «I semirimorchi eCool targati Schmitz rappresentano una modernissima soluzione che soddisfa appieno sia le nostre esigenze legate al trasporto sostenibile sia quelle di Lidl, il nostro principale cliente con cui condividiamo gli obiettivi di decarbonizzazione».
Bracchi investe nella logistica fashion e
Scalapay, piattaforma italiana leader nel buy now pay later (Bnpl), ha annunciato la nomina di Andrea Fumagalli a nuovo country manager Italia.
Fumagalli arriva con una vasta esperienza internazionale e conoscenze derivanti da una ventennale carriera nel campo dell’information technology. La sua leadership si è distinta in ruoli manageriali con profonde competenze nel business development e strategiche capacità relazionali con clienti esistenti. Inoltre, nel suo percorso professionale ha guidato attività chiave per la crescita aziendale, dalla formazione di partnership strategiche alla gestione delle risorse umane.
Fumagalli approda in un momento di espansione internazionale per l’azienda, a partire dall’Italia, che si sta consolidando per supportare la crescita dei merchant, della relazione con i clienti esistenti e per sostenere nel contempo gli acquisti consapevoli dei consumatori fornendo loro un’esperienza unica. L’attività di Fumagalli sarà mirata ad accrescere il business in Italia e le sue priorità immediate si concentreranno sulla formazione di una solida infrastruttura operativa che generi una pipeline di vendita distribuita in modo uniforme, insieme allo sviluppo delle opportunità con i clienti.
«Andrea, con la sua vasta esperienza e mentalità innovativa, sarà un prezioso alleato nel raggiungimento dei nostri obiettivi di business e nel nostro sviluppo sostenibile in Italia – commenta Massimiliano Errigo, chief revenue officer di Scalapay – la sua nomina rappresenta un passo importante nella nostra strategia di crescita, e siamo fiduciosi che porterà un impatto positivo e duraturo nel nostro percorso».
Andrea Fumagalli: «Sono entusiasta di assumere il ruolo di country manager Italia e di guidare la nostra crescita nel mercato italiano. L’innovazione costituisce il fulcro del mio approccio lavorativo, un valore che rispecchia pienamente l’ambiente dinamico e stimolante di Scalapay. Collaborando con il team e i nostri brand partner, lavoreremo per garantire un’esperienza cliente straordinaria e per realizzare i nostri obiettivi di crescita».
Gxo: nuovo business development director per Italia e Svizzera
Il Caseificio Cavola 993, una delle realtà più importanti nel settore caseario e nella produzione di Parmigiano Reggiano, si è affidato a Still, leader nella fornitura di sistemi e attrezzature per l’intralogistica, per ottimizzare l’attività di stoccaggio nel nuovo magazzino di Toano (Reggio Emilia).
Inaugurato nel marzo del 2023, il nuovo magazzino si estende su una superficie di 2.500 mq e si alimenta grazie a 700 pannelli fotovoltaici, è il più grande dell’Appennino Reggiano e necessitava di un meccanismo di stoccaggio all’avanguardia: l’azienda conserva infatti le proprie forme di formaggio all’interno di speciali scaffalature a mensola – chiamate scalere – che possono raggiungere un’altezza di 8 metri. Attività che richiedono dunque un picking preciso e sicuro, soprattutto considerando gli spazi molto stretti delle corsie.
Per rispondere a questa sfida, Caseificio Cavola si è rivolto a Still, che ha studiato per l’azienda un progetto volto ad automatizzare le attività di stoccaggio. Un progetto all’avanguardia che ha previsto anche il rinnovamento della flotta per gestire al meglio tutte le attività di trasporto delle merci all’interno del magazzino. Il progetto ha previsto la fornitura di un commissionatore verticale Still EK-X semi-automatico, integrato con l’Erp aziendale, che guida gli operatori verso la forma da prelevare attraverso un sofisticato software di navigazione per il prelievo destinato alle spedizioni. Tutte le operazioni di picking sono eseguite in totale sicurezza grazie l’installazione di un sistema di laser scanner che rallenta automaticamente il carrello alla presenza degli ostacoli, garantendo un ambiente di lavoro sicuro e ordinato.
Per gestire con precisione e sicurezza anche le fasi di trasporto e stoccaggio, il Caseificio ha deciso di rinnovare anche il proprio parco macchine inserendo all’interno della flotta anche un retrattile modello FM-X17, due doppi stoccatori EXD-SF, due transpallet (modelli EXH-SF e ECH15) e un carrello elevatore RX20-20. Tutti mezzi Still capaci di ottimizzare le attività che si svolgono all’interno del magazzino.
Satispay, l’app di mobile payment innovativa e indipendente dai circuiti tradizionali delle carte di credito e debito, ha stretto una partnership strategica con MD, uno dei maggiori player della grande distribuzione, grazie alla quale i suoi buoni pasto sono spendibili negli 800 punti vendita dell’insegna.
L’accordo è possibile grazie alla sostenibilità del modello Buoni Pasto di Satispay basato su commissioni contenute per gli esercenti che accettano i ticket. Questo modello ha consentito a MD di trovare una soluzione congeniale per combinare le esigenze dei clienti e quelle dell’insegna, rendendo l’esperienza d’acquisto più veloce e vantaggiosa. I lavoratori clienti vedono i loro buoni pasto accettati da più controparti, e dove in questo momento c’è più bisogno, possono anche fare la spesa a prezzi contenuti con un’esperienza d’acquisto ancora più fluida.
«La partnership con Satispay – commenta Giuseppe Cantone, direttore commerciale di MD – si inserisce in un processo di costante ricerca dell’insegna di soluzioni innovative per soddisfare le aspettative dei nostri clienti. Riconosciamo l’importanza di adattarci alle esigenze di consumatori evoluti e digital oriented e abbiamo individuato nei Buoni Pasto Satispay un’opportunità per offrire un’opzione sostenibile e trasversale».
I buoni pasto, totalmente digitali, saranno caricati automaticamente su una sezione dedicata nell’app Satispay del lavoratore che potrà pagare nei punti vendita MD utilizzando sia il ticket sia l’eventuale importo extra prelevato dal suo wallet personale. Un processo fluido e veloce come un normale pagamento effettuato con l’app Satispay che velocizza l’operazione alla cassa e permette di utilizzare i buoni anche nei giorni festivi.
Aldi porta il volantino digitale su WhatsApp
«Siamo lieti di collaborare con MD – dichiara Luca Palermo, chief business development officer B2B di Satispay – che per la prima volta in Italia introduce nel mondo discount i buoni pasto e decide di farlo con il nostro servizio».
Il Gruppo Geopost celebra a Roma il traguardo del 100millesimo punto di ritiro e consegna out-of-home in Europa. Stefania Pezzetti, ceo di Brt (parte di Geopost) spiega ai nostri microfoni l’importanza di questo risultato e le strategie future della sua azienda.
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Generix Group è un software vendor specializzato in soluzioni SaaS per la gestione della supply chain collaborativa che facilita lo scambio di beni e dati tra fornitori e clienti in tutto il mondo, gestendo la totalità dei flussi in modo sostenibile.
Con Catherine Balavoine, supply chain solutions sales expert dell’azienda, abbiamo approfondito le informazioni circa l’ultima acquisizione portata a termine dall’impresa francese con un focus sui cambiamenti che la gestione del magazzino sta affrontando nell’ambito del mercato italiano.
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