PANE AVENA
ai 5 Cereali e Semi di Sesamo
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Consorzio Europa: un anno di consolidamento e restyling
Multicedi acquisisce 17 punti vendita da Apulia Distribuzione
Molino Spadoni presenta il nuovo Preparato per Pane Avena ai 5 Cereali e Semi di Sesamo Una miscela equilibrata a base di diversi cereali e dall’elevato valore nutrizionale, che conferisce al pane un caratteristico sapore naturale e genuino. Pratico e facile da utilizzare, contiene 2 bustine di lievito secco attivo all’interno della confezione.
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Consorzio Europa: un anno di consolidamento e restyling
Multicedi acquisisce 17 punti vendita da Apulia Distribuzione
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bergader.it
3 Editoriale
Facciamo “prevenzione” anche nelle nostre corsie
4 Cover
L’inflazione nascosta: la shrinkflation taglia la spesa degli italiani
12 Intervista
Consorzio Europa: un anno di consolidamento e restyling
15 Successi
Multicedi acquisisce 17 punti vendita da Apulia Distribuzione
17 Imprese
Ard Discount fa 250 a Malta: primo negozio estero
18 Mercati
Carni fresche: l’accento è sul benessere, sia umano che animale
34 Retail Innovation
Chefs à Mesa – Lisbona, Portogallo
37 Persone
38 Mercati
La frutta secca senza guscio conquista i consumatori
52 Osservatorio Digital
Frutta secca: quali brand spopolano sui social?
55
Social&Pr strategies
5 domande e risposte scottanti a tema Pr
57
Customer
Future skill sets – Competenze future
61 Focus
Bollicine: la denominazione come simbolo di qualità
64
Retail Real Estate
Sviluppo immobiliare: meglio senza commercio?
66 Mercati
Cura persona: l’attenzione degli shopper è sul prezzo e sulla qualità
75 Digital Club/Retail Ci sono più modi di stare “davanti” alla tecnologia
79 Tecnologistica
Pax Technology lancia Zolon Technology Co: la nuova branch aziendale focalizzata sul mondo retail
Lidl, 70 milioni per l’hub di Cagliari
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In arrivo le norme del governo per arginare il fenomeno della shrinkflation, sulla scia di quanto già visto in Francia. Overpackaging e skimpflation le nuove pratiche che minano la fiducia dei consumatori.
DM Magazine
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Ottobre è il mese della prevenzione per il cancro al seno. Un appuntamento imprescindibile per tutte le donne. A ricordacelo le tante iniziative anche nel mondo retail, dalle insegne alle aziende del largo consumo. Un moltiplicarsi di eventi dedicati al sostegno di associazioni, istituti di ricerca e fondazioni per la cura e la prevenzione di questa terribile piaga che ancora rappresenta circa un terzo delle malattie neoplastiche che colpiscono le donne. Tuttavia, nel nostro Paese resta alto un altro tipo di “male” che riguarda le donne e che pochi sentono il dovere di combattere, anche nelle corsie dei nostri supermercati: il gender gap. Se le grandi aziende e le insegne si prodigano per colmare al proprio interno questa disparità - in Italia le donne guadagnano tuttora il 10% in meno degli uomini - attraverso programmi specifici di carriera e certificazioni di parità, non altrettanto è lo sforzo profuso lungo le corsie dei punti vendita nostrani. Andando a fare la spesa, ci si accorge facilmente che le donne pagano ancora un prezzo più alto, la cosiddetta Pink Tax. Ovvero la tassa che interessa i prezzi dei prodotti destinati al pubblico femminile. Una tassa invisibile, ma con un impatto non banale sul portafoglio. Come il “celebre” rasoio rosa o i servizi che, quando sono “per donne”, costano di più di quelli “per uomini” (senza aprire il capitolo degli assorbenti mestruali e la relativa tassazione). E alla fine ci si accorge che finanche i rincari pesano di più sui prodotti “per donne”. Secondo una ricerca di Idealo Italia, “le donne devono prestare più attenzione poiché la fluttuazione media dei prodotti a loro dedicati è pari al 49,6%, mentre quella dei prodotti maschili è in media del 33%”. Quindi, ben vengano le iniziative per le malattie femminili e anche le certificazioni di parità, così come convegni e associazioni per promuovere l’empowerment femminile, che tanto danno risonanza a chi le pratica, però l’invito alle aziende del largo consumo e a tutte le catene della distribuzione è per un impegno quotidiano per la parità di genere, iniziando a colmare la disparità dei prezzi.
In arrivo le norme del governo per arginare il fenomeno, sulla scia di quanto già visto in Francia. Overpackaging e skimpflation le nuove pratiche che minano la fiducia dei consumatori.
di Marco Usai
Forse non tutti ricorderanno l’esperienza del film collettivo satirico “Signore e signori, buonanotte”, realizzato dalla Cooperativa 15 maggio formata, tra gli altri, da maestri del cinema italiano come Nanni Loy, Ettore Scola, Mario Monicelli e Agenore Incrocci. In quel film, un magistrale Ugo Tognazzi interpretava Menelao Guardabassi, povero pensionato milanese con reddito di appena trentaduemila lire al mese che, seguito da una troupe Rai, raccontava la sua giornata tipo. Vi starete chiedendo cosa c’entra un film del genere con la shrinkflation: ebbene nella scena madre il pensionato va in un negozio di generi alimentari a comprare un panino con la mortadella per la sua magra cena e constata, metro alla mano, che cento lire di pane misurano
appena venti centimetri, contro i venticinque del giorno precedente. Da qui la battuta cult a favore di telecamera: «Io non mi lamento mai, ma qualche volta m’incazzo». Soltanto dei geni del cinema potevano raccontare, in poche scene, la sostanza del fenomeno della shrinkflation, l’inflazione nascosta, che ha evidentemente origini lontane e radici profonde ma che rappresenta, oggi, un tema di grande attualità in tema di consumi. E se il cinema d’autore, negli anni ‘70, ne aveva già colto l’essenza, la politica oggi prova a mettere un freno al dilagare di confezioni sgrammate, mezze vuote o realizzate con ingredienti di minor qualità, attraverso una norma contenuta nel disegno di legge Concorrenza incardinato in Parlamento e molto discusso tra gli operatori del settore.
Carrefour: il bollino arancione per i produttori poco trasparenti
La prova muscolare di Carrefour, che nel settembre 2023 in piena autonomia aveva bollinato oltre cento prodotti shrinkflationati, principalmente di grandi marche, ha aperto la strada a un movimento di opinione che ha costretto il governo francese ad affrettare i tempi per una legge che arginasse il fenomeno, entrata in vigore lo scorso 1° luglio. Una nuova puntata dello scontro tra il colosso della distribuzione e l’industria di marca, ulteriormente infuocato dalla decisione a gennaio di quest’anno del blocco temporaneo della vendita dei prodotti della multinazionale PepsiCo, a causa degli aumenti definiti inaccettabili dei listini dei tanti marchi di proprietà dell’azienda americana. Un blocco durato ben tre mesi.
Stessa battuta in cassa, ma il prezzo reale aumenta
È ormai noto il meccanismo di fondo: diminuendo la quantità di prodotto nella confezione e mantenendo fermo il prezzo unitario, aumenta il prezzo reale del bene, calcolato con il rapporto €/kg o €/litro. Ai sensi del codice del consumo, oggi, l’indicazione del doppio prezzo è comunque obbligatoria per tutti i prodotti preconfezionati con un peso standard determinato, che rappresentano la stragrande maggioranza dei beni del largo consumo confezionato: dunque la questione di trasparenza, in pura teoria, non si porrebbe. Se, tuttavia, è anche vero che oggi il consumatore è più avveduto e sempre più portato a guardare entrambi i prezzi per fare i dovuti confronti tra prodotti e tra insegne, è anche vero che ci sono alcune categorie di prodotto che sfuggono a un confron-
to immediato e che non sempre il consumatore ha tempo e modo di farlo. Serve uno sforzo in più, dunque, che agevoli una scelta più consapevole e trasparente in nome di quel patto di fiducia che lega tutta la filiera. In questa direzione sembra andare la norma del disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri che, salvo modifiche e imprevisti nel passaggio alle Camere, dovrebbe entrare in vigore entro fine anno: si prevede l’obbligo in capo ai produttori di garantire massima trasparenza, in caso di riduzione della quantità del prodotto rispetto al peso o volume precedente, specificando l’eventuale aumento di prezzo percentuale direttamente sull’imballaggio o con apposita etichetta, per un periodo di sei mesi a decorrere dalla messa in vendita. Norma molto simile a quella approvata in Francia, operativa dallo scorso primo luglio, dove il cliente può ricorrere addirittura a strumenti di autotutela: qualora ritenesse di aver riconosciuto una frode, attraverso il portale governativo SignalConso può mettersi in contatto con il Dipartimento Ministeriale per la repressione delle frodi e con i produttori stessi.
Nell’agenda di Kamala Harris la guerra all’aumento dei prezzi
Il 5 novembre gli elettori americani sceglieranno il prossimo presidente degli Stati Uniti. Ha destato molto scalpore, e più di una critica, il piano economico presentato dalla candidata democratica Kamala Harris, denominato “economia delle opportunità”. Al centro dell’agenda un controllo federale sull’aumento dei prezzi, attraverso l’azione della Federal Trade Commission, che dovrà accertare come e quanto le grandi corporation hanno sfruttato i consumatori attraverso l’aumento dei prezzi di cibo e altri beni di prima necessità. Se sarà eletta, ha affermato la Harris, lavorerà per vietare la pratica del price gouging, ovvero l’aumento dei prezzi di beni e servizi a un livello più alto di quello ritenuto corretto.
Se è possibile, in un certo qual modo, sostenere che la consapevolezza dei consumatori è molto cresciuta sul tema della shrinkflation, tanto da indurre l’Antitrust ad archiviare una recente istruttoria parlando di un’ormai diffusa consapevolezza sul fenomeno, non altrettanto compresi sono i fenomeni denominati overpackaging e skimpflation, due facce della stessa medaglia in questa spinosa questione. Nel primo caso, mantenendo ferme le dimensioni della confezione e diminuendo la quantità di prodotto all’interno, il consumatore porta a casa praticamente una maggior quantità di aria impacchettata, illuso magari di aver
comprato più prodotto del reale. Una pratica, quando non tecnologicamente giustificata, che possiamo a ragione definire poco trasparente e che ha un fortissimo impatto economico e ambientale: basti pensare all’enorme quantità di packaging prodotto, trasportato, stoccato e smaltito inutilmente. Quando, invece, non è la quantità totale ma la qualità a diminuire, mantenendo inalterato il prezzo unitario, si realizza la skimpflation: l’effetto inflattivo è lo stesso ma, semmai, risulta ancora più subdolo in quanto, per essere scoperto, presupporrebbe una conoscenza tecnologica su materie prime e metodi di produzione che il cliente medio, ovviamente, non possiede. Anche qui le conseguenze sono nefaste, soprattutto in termini di fiducia dei consumatori nei confronti delle aziende produttrici e dei retailer stessi: proprio a questi ultimi, chiamati a selezionare il miglior assortimento possibile, si rimprovera l’accettazione di compromessi al ribasso sulla qualità senza un’opportuna informativa al cliente, come accade nel caso contrario, quando anche una leggera miglioria viene rilanciata con il trionfalistico claim “nuova ricetta”.n
NIQ: consumi in lieve calo nel largo consumo nel secondo trimestre di quest’anno
Tra aprile e giugno 2024, nel settore del largo consumo si nota un lieve calo del fatturato (-0,1% vs Q2 2023), che ha comunque superato i 31 miliardi di euro. È quanto riporta il Barometro dei Consumi pubblicato da NIQ a settembre, decretando la sostanziale tenuta delle vendite dei beni di prima necessità, tra cui spiccano le ottime performance dei freschi, dei prodotti per la cura della persona, della casa e degli animali domestici. «Il progressivo rientro dell’inflazione – afferma Romolo De Camillis, retailer director NIQ Italia – sta impattando sull’andamento delle vendite nel secondo trimestre dell’anno. In particolare, il largo consumo rallenta la sua corsa, sostenuta principalmente dai prezzi, e chiude il trimestre con un andamento rispetto al 2023 leggermente negativo».
«La Gdo non regga il gioco all’industria. Serve uno stop alle promo folli»
Abbiamo intervistato Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Decò Italia, tra le voci più critiche sul tema della shrinkflation.
Perché ha preso così a cuore questa battaglia?
Fondamentalmente per due motivi: in primis per me la trasparenza è un valore e qualsiasi cosa che va contro questo principio mi dà molto fastidio. Se poi l’inganno lo subisce il consumatore, mi arrabbio ancora di più, perché siamo noi distributori a mettere la faccia con il cliente. In secondo luogo, questa pratica ha un impatto fortemente negativo sulla sostenibilità della filiera del largo consumo, perché alla fine si vende più contenitore che contenuto: l’overpackaging è un altro dei miei vecchi cavalli di battaglia.
Con chi ce l’ha esattamente?
Con l’industria di marca, ovviamente, ma anche con i miei colleghi della Gdo. Negli ultimi anni abbiamo assecondato, in qualche caso subendo, gli aumenti di listino imposti dall’industria e quei listini non sono più diminuiti, nonostante sia ormai passata la bufera degli aumenti dei costi di tantissime materie prime e dell’energia. Oggi i nostri interlocutori del mondo produttivo cercano di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo e senza mettere mano al portafoglio, andando a diminuire il prodotto o, al massimo, concedendo sconti temporanei senza abbassare stabilmente i listini. E noi distributori che facciamo? Invece di contrastare il fenomeno ci buttiamo a capofitto in questo mare inquinato e abbiamo ricominciato a fare promozioni con tagli prezzo folli. Messaggio deleterio e diseducativo per il cliente.
Che c’è di male nelle promozioni? Non è il cliente che le vuole?
Il cliente cerca risparmio, non promozioni. Se tutti fanno le promozioni, va dietro alle promozioni ma se si forza la mano non riesce a percepire il giusto e, anzi, si fa un’idea distorta del margine di guadagno della Gdo. Ecco, io sono tutt’altro che d’accordo con un intervento dello Stato in un mercato ampiamente competitivo come il nostro, ma se proprio dovessi suggerire un intervento regolatorio sarebbe quello di imporre un tetto massimo alle promo di prezzo, con un tetto del 10%. Tutti sarebbero costretti, dagli stessi meccanismi del mercato, ad abbassare stabilmente i prezzi e ci sarebbe una convenienza vera per il consumatore.
In attesa di una normativa, che contromisure state prendendo?
Dipende dai casi: se i listini aumentano per motivazioni valide, possiamo addirittura tollerare interventi di sgrammatura ma abbiamo il dovere, in ogni caso, di comunicarlo al consumatore in maniera tempestiva e trasparente.
Le considerazioni di Anna Rea, presidente dell’Associazione Nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori promossa dalla UIL, sui temi della shrinkflation e delle etichette trasparenti.
Qual è, secondo lei, la causa principale dell'aumento sempre più diffuso della shrinkflation nei prodotti di largo consumo?
La shrinkflation, o sgrammatura che dir si voglia, viene vista dalle aziende come una soluzione meno percepibile per trasferire parte degli aumenti dei costi sui consumatori, senza che questi notino direttamente un incremento di prezzo. Come associazione dei consumatori riteniamo che le principali cause di questo fenomeno siano l’aumento dei costi di produzione e la volontà delle aziende di mantenere i margini di profitto inalterati. L’incremento dei prezzi delle materie prime, dell’energia, del trasporto e della manodopera ha messo sotto pressione molte imprese, soprattutto nel contesto competitivo europeo, dove la crisi si fa sentire in maniera più acuta. Tuttavia, questo stratagemma non può gravare unicamente sui consumatori. Per questo ci battiamo da sempre per etichette chiare e trasparenti, oltre che per ridurre i prezzi del carrello della spesa.
Come valuta le misure proposte dal governo per contrastare la shrinkflation e quali strumenti normativi o legislativi sarebbero, a suo avviso, necessari per tutelare maggiormente i diritti dei consumatori?
Ogni misura volta a contrastare pratiche che violano i diritti dei consumatori rappresenta un segnale positivo. In questo caso, le aziende sono obbligate a informare i consumatori della riduzione della quantità e dell'aumento del prezzo in termini percentuali, attraverso un'apposita etichetta con evi-
denziazione grafica della variazione. Questa etichetta segnalerà in modo chiaro e immediato che il prodotto ha subito una riduzione di quantità o di peso, permettendo ai consumatori di confrontare più facilmente prodotti simili e di fare scelte d'acquisto più consapevoli. Con questa misura, il governo è corso ai ripari contro una pratica commerciale già ampiamente diffusa nelle nostre abitudini.
Nei consumatori c’è consapevolezza del fenomeno?
Notiamo che la consapevolezza di questo fenomeno sia ancora limitata, sebbene stia crescendo. Molti consumatori non si accorgono subito di queste manovre e persino i più attenti possono cadere nella trappola, magari a causa della fretta o della fiducia consolidata verso un marchio specifico. Per questo motivo, riteniamo fondamentale sensibilizzare le persone e gli shopper, incoraggiarli a prestare maggiore attenzione alle etichette dei prodotti, affinché possano fare scelte di acquisto più consapevoli. Tuttavia, non basta solo il controllo da parte dei consumatori: anche le aziende devono fare la loro parte, agendo con maggiore trasparenza.
Europa festeggia 25 anni e la conclusione del primo semestre è stata occasione per la società, come ogni anno, per guardarsi indietro e ripensare con orgoglio a quanto fatto nel 2023.
di Maria Teresa Giannini
Per il Consorzio Europa, il fatturato della rete di vendita, composta da negozi prevalentemente di prossimità ed esclusivamente di proprietà dei soci, si è attestato a circa 400 milioni di euro. Parliamo di una cifra sviluppata da circa 230 punti vendita soci, in media di 500 metri quadri, distribuiti in 31 province tra Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto e Toscana, che coprono una superficie commerciale complessiva di 10mila mq e servono 150mila clienti fidelizzati. Nel corso del 2023 il Consorzio Europa ha anche avviato un piano di restyling generale della rete per rispondere a esigenze più moderne di mercato: di questo e di molto altro ha parlato Oreste Santini, presidente di Consorzio Europa e neopresidente del Gruppo Dit. Ilpianodiammodernamento,proseguitonelprimosemestredel2024,hacoinvolto diverseristrutturazioni:qualiinparticolare?
Ci siamo focalizzati sui reparti freschi e, in alcuni casi, sulla ristrutturazione completa dei punti vendita. Gli interventi hanno interessato circa 30 store, con un investimento complessivo di 2,5 milioni di euro, di cui 1,5 milioni sostenuti dai soci e 1 milione da parte del Cedi.
L’ultimofatturatoconsolidatodelConsorzioEuropaharegistratoun+7%rispettoal 2022: si direbbe un effetto diretto indotto dall’inflazione… o c’è dell’altro?
Siamo cresciuti anche nei volumi, ma la scelta decisiva è stata distribuire molto poco ai soci e sacrificare la marginalità in favore della quota di mercato.
Com’èilrapportonumericofraidme privatelabel?
Forse da questo punto di vista siamo un po’ in controtendenza, ma da noi il cliente troverà sempre una prevalenza di prodotti dell’industria rispetto alle private label, che pure, questo va detto, hanno accresciuto nel tempo la loro importanza e la loro presenza nei nostri punti vendita: abbiamo cominciato nel ’99 e allora la nostra quota di pl era solo del 7%, oggi siamo al 17%. Nel 2023 siamo cresciuti del 12% e abbiamo l’obiettivo di raggiungere il 20% dell’allestimento totale.
Quantodelvostrofatturatopassadalleprivatelabel?Diquantiprodottisiparla?
Siamo passati da 7-8 milioni a 26 milioni per quanto riguarda il marchio Sigma. Oggi il nostro assortimento vede 1.100 prodotti, ma arriveremo a 1.500.
Il2023,sullasciadell'annoprecedente,èstatounannodialtainflazione:ancheivostri listini ne hanno risentito?
Direi di no. La nostra politica commerciale è semplice: compriamo circa il 70% in promozione, quindi i soci ricevono la merce a prezzo calmierato. Per dare maggiore marginalità ai punti vendita. Questo ci permette di “immagazzinare” (per così dire) i prezzi di un certo momento e tenerli bassi durante tutta la supply chain. Va anche detto, però, che abbiamo una clientela per cui il prezzo è importante ma non determinante, lo sono invece altri elementi come il servizio e la qualità di ciò che vendiamo, e anche per questa ragione non abbiamo visto migrazioni di clientela verso i discount, cosa che tanti distributori, invece, hanno riscontrato.
Sietepresentiin5regionidicui4delNordeunadelCentro(laToscana):prevedetedi espanderviulteriormenteversoaltreregionioversoilCentro-Sud?
Certamente vogliamo estenderci, ma sempre in un’ottica di vicinanza con i punti vendita attuali: il cuore della nostra rete è la Lombardia, dove si concentra l’85% della nostra presenza; perciò, vorremmo allargarci alle province e nelle regioni vicine. Non abbiamo la forza logistica per pensare a un’estensione verso il Centro-Sud, non nel breve termine almeno.n
L’acquisizione rientra in un piano strategico che punta allo sviluppo in Campania, Lazio e Puglia.
M
ulticedi annuncia di aver perfezionato l’acquisto di 17 punti vendita a insegna RossoTono in Campania e della piattaforma logistica di Airola (Bn) da Apulia Distribuzione. Questa operazione consolida ulteriormente la leadership del gruppo nella regione la cui quota di mercato crescerà indicativamente di 1,5 punti. Nove dei 17 punti vendita sono dislocati a Napoli, tre a Salerno, mentre gli altri cinque si trovano nei comuni di Pompei, Benevento, Caserta, Mercogliano e Avellino.
Inuovi store, che saranno gestiti tutti direttamente da Multicedi - tramite la sua controllata Multinvest - saranno sottoposti per alcune settimane a una ristrutturazione e riapriranno tutti con le nuove insegne progressivamente entro il prossimo mese di novembre. Otto strutture diventeranno Decò Supermercati, mentre nove diverranno Dodecà. Questa trasformazione contribuirà, quindi, anche allo sviluppo della rete “every day low price” del gruppo, caratterizzata da “prezzi bassi tutti i giorni” senza offerte commerciali e volantini promozionali.
Oltre alle strutture, entreranno a far parte della famiglia Multicedi anche gli oltre 600 collaboratori attualmente impiegati, ai quali sono stati garantiti tutti i livelli occupazionali precedenti, rafforzando così ulteriormente l’impegno del gruppo verso la crescita, lo sviluppo del territorio e dei posti di lavoro. L’acquisizione, assieme all’apertura della piattaforma logistica di Bitonto (Ba) e il previsto hub logistico nella regione Lazio, rientra nel piano strategico di Multicedi che punta, nei prossimi anni, a un ambizioso sviluppo non solo in Campania ma anche nelle regioni limitrofe come Lazio e Puglia, e al raggiungimento, entro la fine del prossimo biennio, di un fatturato alle casse superiore ai 2 miliardi di euro.n
Leggi anche: “NewCold e Froneri: in cantiere il nuovo polo del fresco”
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La catena, che fa capo a Gruppo Ergon, è presente in Italia con negozi in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Sardegna.
Due traguardi in un colpo solo per Ard Discount, che ha inaugurato il 19 settembre il suo 250° punto vendita: il primo oltre confine, cioè a Malta, precisamente a Mellieha, località turistica a nord dell'isola. Il negozio ha una superficie di oltre 500 mq e sarà aperto tutti i giorni dalle 7 del mattino alle 22. «È la prima esperienza di Ard all'estero – sottolinea una nota - un'apertura che fa parte di un progetto di ulteriore sviluppo della rete e che guarda a nuove interessanti prospettive». La catena fa capo a gruppo Ergon (808 milioni di fatturato lo scorso anno), associato Despar e che, a sua volta, comprende anche le insegne Despar, Interspar, Eurospar e Altasfera. Ard, oggi presente in Italia in cinque regioni - Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Sardegna - ha stipulato con Maiora, a gennaio 2023, la joint venture Ardita per l’ulteriore sviluppo del canale discount. Bisogna ricordare anche che, il 14 marzo 2024, Eurospin è entrato a Malta, con l’intenzione di sviluppare un network di una dozzina di punti vendita.n
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l’accento è sul benessere, sia umano che animale
Il mercato delle carni fresche affronta con determinazione le spinte salutistiche e di tutela ambientale. A esse si ispirano le aziende nel proporre prodotti sempre più salubri e da filiere controllate. Buone le performance del “ready to eat” e “to cook”.
Nell’anno terminante il 25 agosto 2024, il mercato delle carni fresche registra una leggera crescita delle vendite a valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,1%). Il relativo giro d’affari arriva così a 1,9 miliardi di euro, cioè 21,2 milioni in più del 2023. Nello stesso periodo, anche i volumi registrano un incremento, pari all’1,8%, corrispondente a circa 4 milioni di chilogrammi venduti in più, per un totale di 209,7 milioni di chilogrammi (fonte NIQ, totale Italia, Iper+Super+Superettes+ Discount).
«La crescita a volume della categoria è trasversale a tutte le aree – osserva Giulia Monica di NIQ –. In particolare, nonostante sia la più marginale, il contributo maggiore è dato dall’Area 4, che cresce di 2 milioni di chilogrammi, mostrando un trend pari al +5,7%. Questo trend positivo è legato a una riduzione dei prezzi, che raggiungono i 9,42 €/kg, con un -0,7% rispetto allo scorso anno, che era stato fortemente impattato dall’effetto inflattivo (nel 2023 il
Prodotti che offrono un prefetto bilanciamento tra proteine animali provenienti da pollo e tacchino e proteine di origine vegetale. È questa la promessa fatta dalla nuova linea di Fileni 50% & 50%. «Con questo marchio proponiamo sia burger che polpette, – spiega Barbara Saba di Fileni – entrambi privi di glutine e quindi adatti a rispondere anche alle esigenze di alimentazione delle persone celiache. Inoltre, questi prodotti vantano una confezione realizzata per il 50% con plastica riciclata e presentano una grafica che consente di mettere in risalto l’equilibrio tra carne e verdure. Posizionati entrambi nel banco frigo, accanto alle referenze tradizionali, i burger sono proposti in confezione da due pezzi per 100 g ciascuno, mentre le polpette sono proposte in formato da 12 pezzi, per un totale di 240 grammi».
Trend vendite valore (%)
+1,1 1,9 mld/€
Trend vendite volume (%)
+1,8 209,7 mln/kg
prezzo medio al kg era cresciuto del 9,6%)». In termini di store format, solo supermercati e discount contribuiscono positivamente al trend positivo a volume. Ipermercati e superettes, ancora marginali (insieme rappresentano il 25% delle vendite a volume), risultano in sofferenza a volume. Gli iper in particolare risentono fortemente dell’aumento dei prezzi: questo è, infatti, il canale che registra la variazione più consistente del prezzo medio con un +1,2% al kg e un +1,7% a confezione. Sorprendente il risultato in termini di utilizzo della leva promozionale da parte dei discount, che nell’ultimo anno raggiunge quasi gli stessi livelli di pressione degli ipermercati, attestandosi al 28% (rispetto al 30% degli ipermercati).
Circa il 67,8% dei volumi della categoria è veicolato dalle carni avicunicole, in crescita del 2,2% nell’ultimo anno, soprattutto grazie ai discount, che rappresentano il 46,4% dei volumi. Seconda categoria in termini di importanza, invece, le carni di bovino (il cui segmento princi pale è rappresentato dai prodotti di terza lavorazio ne come gli hamburger). Questa categoria sviluppa il 16,3% dei volumi, in aumento del 2,2% rispetto al 2023. In generale, l’incremento delle carni fresche si può ricondurre a un leggero ampliamento assortimentale (+1,8%), registrato soprattutto dal segmento delle carni di bovino in iper (+4,3%) e super (+8,2%).
Le tendenze verso un’alimentazione salutare spingono sempre di più i consumatori a scegliere prodotti ricchi di proteine e poveri di grassi. E di questo trend beneficiano soprattutto le referenze avicole. «Si sta diffondendo un crescente orientamento verso la carne di pollame – dichiarano da Amadori –, apprezzata non solo per le sue caratteristiche nutrizionali ma anche per il costante miglioramento nell’area del gusto, dovuto soprattutto al ricorso ad aromatizzazioni naturali».
DISTRIBUZIONE: Iper La grande i
In Iper La grande i, il miglior risultato di quest’anno (gennaio-agosto) in termini di vendite di carni fresche è stato registrato nel bovino adulto, seguito da pollo e maiale. «Rispetto al 2023 – dichiara Salvatore Folino, coordinatore macellerie-polleria e uova di Iper La grande i –osserviamo un aumento significativo della pressione promozionale, con incrementi rilevanti soprattutto nelle categorie pollo, maiale, uova e bovino adulto. Nel 2024 il mercato evidenzia una diminuzione della disponibilità di alcuni prodotti rispetto agli anni precedenti, in particolare di certi tagli anatomici. Questo si traduce in una maggiore selettività e attenzione verso le nicchie di prodotto e le opportunità legate alla qualità piuttosto che alla quantità. Nei prossimi mesi lanceremo una vasta gamma di prodotti il Viaggiator Goloso, che sarà disponibile nei nostri punti vendita sia fisici che online».
L’apprezzamento delle proteine derivanti dalle carni bianche, a discapito dei consumi di carboidrati è sottolineato anche da Fileni. «Osserviamo inoltre – sottolinea Barbara Saba, direttrice marketing e innovazione di Gruppo Fileni – che, oltre a ricercare uno stile alimentare sano ed equilibrato, i consumatori sono sempre più orientati verso piatti che sanno unire il gusto alla semplicità e alla rapidità di preparazione. Per questo siamo orientati verso l’offerta di prodotti innovativi ad alto valore aggiunto, come Cotosnella, la prima cotoletta con il 50% di grassi in meno rispetto alla media del mercato, oppure la nuovissima linea Fileni 50% & 50%: burger e polpette con un bilanciamento ottimizzato tra le proteine della carne bianca e quelle di origine veg etale».
La crescente sensibilità del consumatore verso prodotti sani, leggeri e facilmente digeribili non riguarda esclusivamente il segmento delle carni bianche, ma investe in maniera più ampia tutto il comparto. «Nonostante le sfide legate all’aumento dei costi delle materie prime e alla pressione sui prezzi – spiega Valeria Fiorani, responsabile marketing e clienti di conto lavorazione di Fiorani –, il settore continua a mostrare segni di vitalità, spinto da consumatori sempre più informati e consapevoli delle loro scelte alimentari. I buyer e i category sono al lavoro con l’industria non solo per offrire prodotti convenienti con standard di qualità soddisfacenti, ma anche referenze di alta qualità, attente al benessere della persona, degli animali e all’impatto ambientale. Con la linea Filie -
Un’offerta proteica sempre più varia e differenziata caratterizza il gruppo Amadori, che in questa logica ha presentato nel 2024 il nuovo corporate brand: “Amadori –The Italian Protein Company”. «Una strategia comunicativa – spiegano dall’azienda – che testimonia l’esistenza di un percorso di evoluzione dell’offerta di proteine. Queste sono caratterizzate dall’essere, in primo luogo, naturali e di qualità, ma anche rappresentate da diversi colori: il bianco delle carni avicole, il giallo delle uova e degli ovoprodotti, il rosa dalle carni di suino, commercializzate dal 2022 con il brand Lenti, fino alla linea verde Veggy, che comprende proteine a base di legumi».
ra Benessere Animale e con l’attenzione all’innovazione che ci contraddistingue, sia in termini di prestazioni che di packaging e praticità, siamo in grado di rispondere pienamente alle esigenze dei consumatori di oggi. Ne è un esempio la nostra Tartare di scottona di razza Chianina che amplia la gamma delle tartare “ready to eat”, all’insegna della praticità di consumo, abbinata alla genuinità di un prodotto di razza pregiata». La domanda di referenze di origine controllata, tracciabili e rispettose del benessere animale è sottolineata anche da Martini Alimentare. «Per rispondere a queste richieste abbiamo investito notevolmente in innovazione – sottolinea Gianni Ceccarelli, direttore commerciale di Martini Alimentare –. Già da tempo offriamo una gamma “antibiotic free”, risultato di un impegno costante nel miglioramento delle pratiche di allevamento. I nostri clienti sono abituati a sapere cosa mangiano quando acquistano i prodotti Martini Alimentare e sanno di poter godere delle garanzie offerte da una filiera verticale e controllata che coinvolge centinaia di persone, dall’ufficio assicurazione qualità al singolo allevatore. Tutto all’insegna della trasparenza, della tracciabilità e del benessere animale».
I Mini Spiedini di pollo o suino sono la soluzione perfetta per assaporare una bontà ricca e genuina in pochi minuti. Un po’ come sentirsi su un altro pianeta, semplicemente guardando negli occhi la persona che ami, mentre la vita scorre.
Alla griglia, in padella o al forno, scegli tu come farti trasportare dal gusto di questi bocconcini teneri e appetitosi.
Peso canali e trend a valore (%)
Pronta ad accogliere la nuova domanda di prodotti in linea con il rispetto della natura e degli animali, Centrocarni si pone in un’ottica di massima valorizzazione della sostenibilità aziendale. «Siamo tornati alla terra e a quello che ha di meglio da offrire “naturalmente”, seguendo i suoi ritmi e rispettando le sue regole – spiega Claudia Corradetti, responsabile marketing dell’azienda –. Uno dei progetti più rappresentativi di questo approccio è la nostra Manzetta d’Abruzzo “Naturalmente Buona”, un prodotto sostenibile e a basso impatto ambientale. Questa referenza è il risultato di un allevamento realizzato nel rispetto del benessere animale. Abbiamo posto particolare attenzione all’offerta di una dieta bilanciata, a base di materie prime che provengono da aziende locali e abbiamo scelto di eliminare la soia, che è spesso proveniente da coltivazioni responsabili della deforestazione in Nord e Sud America. Integriamo inoltre con il fieno per migliorare il sapore della carne e favorire la salute degli animali e, infine, utilizziamo un mix di oli essenziali certificato dalla Carbon Trust, che permette di ridurre del 13/15% le emissioni di metano a livello ruminale. La mission della nostra azienda va al di là del profitto, vogliamo essere percepiti come una realtà 100% abruzzese che vuole portare sulle tavole piatti semplici, buoni e sani».
VALORIZZA IL COMPARTO
Nel mercato delle carni, il packaging riveste un ruolo sempre più fondamentale per la conservazione e la presentazione del prodotto. Proporre soluzioni innovative per rispondere alle nuove tendenze del packaging, con un forte impegno verso sicurezza e sostenibilità: è questa la missione di Sealed Air. «Il settore del packaging alimentare sta vivendo una trasformazione significativa, guidata da una crescente consapevolezza ambientale dei consumatori e dall’adozione di soluzioni sostenibili da parte delle aziende – dichiara Alessandro Beltrami, direttore vendite Italia Food di Sealed Air –. Noi rispondiamo a queste esigenze con un focus continuo sull’innovazione e sviluppiamo soluzioni che allungano la vita dei prodotti, garantendo freschezza e protezione
Amadori/Qualità 10+
Nome prodotto: La Suprema di tacchino
Caratteristiche: a base di fesa di tacchino, da carne allevata senza antibiotici, è unica sul mercato grazie al taglio verticale in controfibra, che garantisce una consistenza eccezionale.
Centrocarni
Nome prodotto: Tartare Manzetta d'Abruzzo
Caratteristiche: delicata ma rustica, un prodotto di filiera proteico e leggero, in porzione ideale e facilmente fruibile. Per un consumatore attento alla linea e al gusto. Formato 2x80 g vs skin.
Fileni Alimentare/Fileni
Nome prodotto: Fileni 50% & 50%
Caratteristiche: la prima linea di burger e polpette che propone in uguale proporzione proteine di carne di pollo e tacchino e proteine vegetali.
Fiorani E C./Fiorani
Nome prodotto: Tartare di Scottona Razza
Chianina Fiorani senza aglio
Caratteristiche: la materia prima pregiata e gli avanzati processi di lavorazione sono valorizzati dalla ricettazione con grana più grande. Il packaging sottovuoto è sostenibile.
Gruppo Martini/Martini
Alimentare
Nome prodotto: Mini Spiedini Martini
Caratteristiche: una proposta senza glutine realizzata con carni 100% italiane di pollo e di suino allevati senza l’uso di antibiotici, come garantito in etichetta.
durante il trasporto, l’esposizione e la conservazione domestica, oltre a essere adatte anche per l’e-commerce». Per carni e salumi, Sealed Air propone una soluzione di confezionamento skin sottovuoto denominata Cryovac Darfresh che aiuta i produttori a raggiungere i loro obiettivi di riduzione degli sprechi e di risparmio delle risorse. Questo packaging ha inoltre una progettazione orientata al riciclo e può essere realizzato con materiali riciclabili come il Pet e integrare materiale riciclato. La grande attenzione all’ambiente ha portato all’aumento di proposte green per il confezionamento. In questo contesto, i vassoi di Ilip per il fresh food sono progettati seguendo la logica dell’eco design, cioè per avere le migliori prestazioni con il minimo utilizzo di materiale e, nell’ottica dell’economia circolare, per un fine vita che ha l’obiettivo del riciclo. «Per il confezionamento dei prodotti freschi – spiega Andrea Teodori, area manager fresh food packaging Italy di Ilip – proponiamo tre linee di vassoi. Le linee Heat Sealing Master e Slice Master sono termosaldabili e adatte al confezionamento in atmosfera
La gestione della freschezza e la deperibilità del prodotto costituiscono una delle sfide principali nella filiera della carne. A questo si aggiungono l’instabilità delle forniture, la variabilità della domanda e la crescente pressione dei consumatori per l’introduzione di pratiche sempre più sostenibili. Relex Solutions, piattaforma per la pianificazione della supply chain e la vendita al dettaglio, fornisce alle imprese del settore gli strumenti tecnologici di previsione e di riordino, che consentono loro di gestire al meglio l’attività, massimizzando i profitti e minimizzando gli sprechi. Grazie all’intelligenza artificiale, Relex analizza dati storici e attuali per ottimizzare la previsione della domanda. «La carne ha una durata di conservazione limitata – afferma Stefano Scandelli, general manager di Cpg & Mfg e Svp Sales Emea & Apac di Relex Solutions –. In questo settore è quindi più necessaria che mai una catena dell’approvvigionamento efficiente, che integri e gestisca in modo coordinato tutti gli aspetti. È essenziale una pianificazione precisa e noi offriamo una piattaforma unificata per ottimizzare la supply chain end-to-end, supportando tutti i processi, dalla produzione allo scaffale».
Comunichiamo i valori della sostenibilità
Far conoscere i suoi prodotti e i valori di sostenibilità, qualità e innovazione che la contraddistinguono. È questo l’obiettivo delle strategie comunicative di Martini Alimentare «Per rendere il consumatore consapevole attraverso la trasparenza delle informazioni e la tracciabilità dei prodotti – chiarisce Gianni Ceccarelli – utilizziamo campagne informative e materiali promozionali che descrivono i processi di allevamento sostenibile e i benefici delle scelte che privilegiano il benessere degli animali. Senza trascurare un’attenzione generale alla sostenibilità ambientale».
modificata, mentre i vassoi Stretch Master sono progettati per i sistemi di confezionamento con linee automatiche che utilizzano film estensibile o flow pack. Per garantire la massima riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi, i nostri vassoi sono riciclabili e disponibili con un alto contenuto di Pet riciclato oppure in Mater-Bi, certificati compostabili per gli impianti di composta ggio industriale».
Oltre all’apprezzamento per la carne italiana, cresce anche l’interesse dei consumatori per carni di qualità provenienti dall’estero e allevate in modo sostenibile. In Italia da oltre 20 anni con la carne di manzo e di agnello, AHDB - Agriculture and Horticulture Development Board è l’ente responsabile della promozione delle carni rosse britanniche nel mondo. «I nostri prodotti sono presenti nei banchi di carne fresca delle principali insegne della Gdo – dichiara AHDB –». Nel 2023 le importazioni di carne ovina dal Regno Unito sono aumentate del 37,42% rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma il Bel Paese come un mercato strategico per l’industria delle carni d’oltremanica. Per quanto riguarda invece il manzo, lo scorso anno le importazioni si sono mantenute all’incirca sui volumi del 2022,
con un incremento dell’1,56%. «Vogliamo continuare a presidiare il mercato italiano e proseguire con le buone performance ottenute lo scorso anno – conclude l’ente –. Per farlo, sarà fondamentale mantenere le relazioni con i partner e i clienti che finora ci hanno dimostrato fiducia e collaborazione».
La scelta di puntare sempre meno sulla quantità e sempre più sulla qualità della carne si sta progressivamente diffondendo tra i consumatori italiani. È a questa scelta che risponde la carne di manzo irlandese allevata al pascolo, un prodotto che nel nostro Paese si posiziona nel segmento premium e che ha di recente ottenuto lo status di Indicazione Geografica Protetta. «La Gdo è un canale molto importante per la vendita e la promozione della carne bovina irlandese – dichiara Francesca Perfetto, market specialist di Bord Bia, ente governativo dedicato allo svilup -
Nei reparti di Penny Market il comparto avicolo è quello maggiormente performante del mondo carni fresche in termini di fatturato. «In aggiunta a questo segmento – spiega Marco Sala, senior buyer & category manager di Penny Market –, ci sono altri due mondi ai quali dedicare particolare attenzione: quello dei burger, soprattutto di bovino, che ha visto negli ultimi anni incrementi costanti sia sul fronte dei volumi che su quello della profondità assortimentale, e quello dei prodotti “ready to cook”, dove da un lato l’industria è in continua evoluzione e, dall’altro, nei nostri reparti serviti offriamo referenze preparate in loco con ricettazioni dedicate. Per agevolare il cliente, che ha sempre meno tempo a disposizione, ci stiamo quindi concentrando su questi ultimi prodotti, proposti tal quali o insaporiti con marinature e panature, in alcuni casi anche seguendo ricettazioni tipiche regionali. Inoltre, per assecondare i consumi tipici dei periodi freddi, stiamo progettando una linea di ricette preparate nei nostri reparti macelleria a libero servizio, in vendita a partire dall’autunno».
po dell’esportazione dei prodotti irlandesi –. L’Italia è il terzo mercato di esportazione per il nostro prodotto e siamo presenti presso i maggiori player del settore su tutto il territorio nazionale. Quest’anno la nostra attenzione si è concentrata nella promozione della certificazione Igp attraverso una serie di campagne B2b e B2c. In autunno saremo presenti con oltre 200 affissioni nelle principali stazioni della metropolitana milanese e con dei banner live su una selezione di canali tv nazionali. In parallelo, nei punti vendita Esselunga attiveremo una promozione dedicata alla carne bovina irlandese grass fed (nutrita a erba; ndr) con il nostro claim “Buona per natura”». n
Caso tratto dalla Ricerca Innovations 18 di Kiki Lab-Ebeltoft Group
Il mondo gourmet diventa accessibile: sei chef uniscono le forze e la creatività per un modello di fruizione che si concentra su asporto e consegna a domicilio.
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Specializzato super-gourmet 2023: apertura
Nella nostra società e nella nostra cultura il cibo e il suo racconto stanno vivendo un periodo di grande visibilità, grazie alla loro esplosione sui media e soprattutto sui social. Il “food porn”, che continua a monopolizzare una fetta importante delle bacheche social, è un indicatore importante di una cresciuta attenzione verso il cibo a 360°. Inclusa la curiosità in aumento per il mondo del “lusso” nel cibo e dei suoi creatori, modelli che hanno ormai scalzato nell’immaginario collettivo e nelle aspirazioni di molti giovani e giovanissimi il mondo dei calciatori e degli sportivi in generale. “Gustare le ricette degli chef” è una voce che ha velocemente scalato la classifica dei desideri di un pubblico crescente, ma di certo è qualcosa che molti possono permettersi solo saltuariamente.
Nel 2023 a Lisbona sei grandi chef si sono uniti per dare vita a un concept che riesce a rendere più accessibile l’esperienza: “Chefs à Mesa”, ovvero “chef a casa”. Si tratta di un negozio unico, specializzato in piatti di altissima qualità, disponibili solo da asporto o con consegna a domicilio. Ognuno degli chef, Bertílio Gomes, Miguel Castro e Silva, Paulo Morais, Vitor Adão e Vitor Sobral, ha uno spazio
dedicato dove esporre le proprie creazioni fresche, sottovuoto e surgelate. Senza dover pagare il servizio, che con questi posizionamenti ha sempre qualità, valore e prezzo significativi, i clienti riescono ad accedere al “meglio a casa” (payoff del concept) con costi molto più accessibili, come ad esempio due porzioni di
lasagna a 11,50 euro. Le ricette e i sapori, raffinati e unici, sono simili a quelli proposti dagli chef nei propri ristoranti e i piatti caratteristici di ogni chef sono ben visibili nel negozio. Le preparazioni si presentano in diverse forme, spaziando dalle ricette già pronte ai brodi e alle basi da poter completare poi a casa.
Chefs à Mesa rappresenta un concetto gastronomico premium che può essere assaporato ogni giorno a tavola grazie alla sua accessibilità. Pioniere di questo approccio in Portogallo, Chefs à Mesa garantisce qualità eccellente e creazioni culinarie esclusive sviluppate da alcuni dei migliori chef del Paese. Un merito da non sottovalutare al concept è, inoltre, la capacità di mettere insieme delle “star” tipicamente molto individualiste e poco disponibili in genere a collaborare con i colleghi. Il progetto combina praticità e alta cucina e il negozio è un luogo dove l'esplorazione culinaria rappresenta un'avventura coinvolgente, grazie anche agli eventi organizzati in negozio.n
tutti i consumatori. E tu?
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Coin: nominati presidente e amministratore delegato
Il Consiglio di amministrazione di Coin comunica la nomina a presidente di Andrea Gabola (in foto), e di Matteo Cosmi ad amministratore delegato. I due manager succedono, rispettivamente, a Marco Marchi e Ugo Turi. Le comprovate competenze di entrambi in ambito finanziario e le pregresse esperienze di successo in complesse operazioni di ristrutturazione aziendale, contribuiranno in maniera sostanziale all’attuazione del piano strategico di rilancio e rafforzamento patrimoniale di Coin.
Mangopay, fornitore di infrastrutture di pagamento modulari e flessibili per piattaforme, acquisita da Advent International nel 2022, annuncia la nomina a chief executive officer di Sergi Herrero, professionista esperto nell’industria fintech. Nel corso della sua carriera, Herrero si è guadagnato una solida reputazione come leader orientato ai risultati, in grado di apportare sia competenze nel settore dei pagamenti sia le comprovate capacità di ceo.
Metro Italia annuncia la nomina di David Martínez Fontano a nuovo chief executive officer e membro del comitato commerciale del gruppo. Fontano - che già conosce il mercato italiano grazie a un’esperienza di 4 anni in Italia presso un’azienda logistica - nella nuova posizione avrà il compito di guidare la società nel consolidamento del proprio ruolo di leader di mercato e partner di riferimento per il settore dell’horeca, sviluppando la Strategia 2030 con focus su multicanalità, digitale, sviluppo prodotti a marchio e valorizzazione delle filiere locali.
Cbre nomina Simone Galli head of retail investment properties
Cbre, azienda specializzata nella consulenza e nei servizi immobiliari, nomina Simone Galli nuovo head of retail investment properties in Italia. Nel suo nuovo ruolo, Galli entra a far parte del team di capital markets guidato da Silvia Gandellini e si occuperà di coordinare tutte le attività di consulenza legate alla vendita e all’acquisizione di immobili o di portafogli immobiliari relativi all’asset class retail.
di Claudia Scorza
Il comparto, in crescita sia a valore sia a volume, si dimostra solido e dinamico, capace di innovarsi con proposte in linea con le richieste dei consumatori, che ne apprezzano le proprietà benefiche e funzionali. Volano le referenze senza guscio, pratiche e veloci da
l mercato della frutta e dei vegetali secchi ha raggiunto un fatturato di 1,2 miliardi di euro nell’anno terminante il 25 agosto 2024, mostrando una crescita delle vendite dell’8,2%. A differenza di molti macrocomparti del largo consumo, la categoria ha registrato trend di segno positivo anche in termini di volume (+7%) e unità (+6,4%) per un totale di 107 milioni di chilogrammi e 486 milioni di confezioni vendute. Rispetto all’anno terminante precedente, si rilevano trend di crescita ancor più sostanziosi; in questo contesto, lo stabilizzarsi del prezzo medio e l’incremento del numero medio di referenze vendenti per singolo punto vendita (56,9 sku; +3,4%) hanno sicuramente giocato un ruolo chiave (fonte NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi Servizi+Discount).
Aree geogrAfiche e cAnAli distributivi
A livello di aree geografiche, l’Area1 primeggia per sales location a valore (32,1%) con trend di crescita a valore (+8,6%) e a volume (+8%) al di sopra della media di mercato. Per quanto riguarda le confezioni, l’evoluzione delle vendite, benché positiva, risulta essere più bassa rispetto a quanto rilevato per il totale Italia (+5,9%). «La medaglia d’argento spetta, invece, all’Area 3 – afferma Elena Pezzotti di NIQ –che, con una sales location a valore del 25,8%, vede crescere in maniera più contenuta le vendite (+7,8% a valore, +6,4% a volume e +6,8% in termini di confe -
zioni). Al terzo posto troviamo l’Area 2 (con una sales location a valore pari al 25,2%), anch’essa con trend di segno positivo cross unità di misura (+7,5% a val., +6,9% a vol. e +6,4% a confezioni). Infine, l’Area 4, nonostante una sales location a valore più modesta (16,5%), tiene alto il prestigio con delle crescite del venduto altrettanto positive (+9% a val., +5,9% a vol. e +6,8% a confezioni)». Tra i canali, i super non solo conquistano il primo posto per sales location a valore (37,9%), ma anche per trend di crescita con +9,5% a valore, +9% a volume e +8,9% in termini di confezioni vendute. Seguono i discount con una sales location a valore del 31,1%; anche per questo store format, l’ultimo anno terminante ha visto le vendite aumentare (+7,4% a val., +5,9% a vol. e +4,5% a confezioni. Gli iper si posizionano al terzo posto con una sales location a valore del 24,3% e registrano performance positive a valore (+8,6%), a volume (+7,2%) e a confezioni (+6,7%). Infine, anche i liberi servizi (sales location a valore pari al 6,7%) vedono gli andamenti delle vendite assumere segno positivo, indipendentemente dall’unità di misura (+3,3% a val., +1,4% a v ol. e +3,0% a confezioni).
lA fruttA seccA senzA guscio guidA lA crescitA
Il segmento della frutta secca senza guscio ha sicuramente guidato i trend di mercato con una quota a valore al di sopra del 50%, registrando una crescita cross unità di misura pari a +10,1% a valore, +10,4% a volume e +7,6% a confezioni. «Tra i sottosegmenti
Euro Company Società Benefit/Nadir
Nome prodotto: Datteri Sukkari, Ajwa, Safawi e Khudri
Caratteristiche: dall’Arabia Saudita, una selezione di quattro varietà di datteri, antiche e pregiate: Sukkari, Ajwa, Safawi e Khudri. In vendita nel formato doypack da 200 g.
Life
Nome prodotto: Linea Partycolari Dolci
principali – precisa Elena Pezzotti –troviamo le mandorle (16,3%), i misti (11,3%) e le noci (9,9%), che superano in positivo le performance della frutta secca senza guscio. Segue la frutta secca con guscio (quota a valore pari al 18,1%) che, rovesciando le sorti dell’anno terminante precedente, registra trend solo di segno positivo (+3,5 a valore, +2,1% a volume e +2,7% a confezione). In questo contesto, pistacchi (quota a valore pari all’8%) e noci (quota a valore pari al 5%) hanno giocato un ruolo cruciale nel risollevare le performance del segmento al contrario delle arachidi che, con una quota a valore del 4%, hanno visto le vendite decrescere indipendentemente dall’unità di misura». Anche la frutta essiccata, disidratata e pralinata (quota a valore del 17,9%), rispetto all’anno scorso, ha mostrato dei miglioramenti in termini di vendite generate (+5,8% a valore; +3,7% a volume e +4,1% a confezione). Portavoce di questa crescita è sicuramente la frutta essiccata, che rappresenta il 13,5% delle vendite totali con +5,7% a valore, +3,3% a volume e +3,1% a livello di confezioni. Infine, il segmento dei semi ha contribuito a generare il 4,8% delle vendite a valore e, come per i restanti segmenti, i trend rilevati sono stati positivi con +12,9% a valore, +11% a volume, +10,5% in termini di confezioni vendute.
Caratteristiche: frutta secca leggermente aromatizzata e non fritta proposta nei tre gusti cappuccino, caramello salato e cacao gianduia.
Per promuovere al meglio la conoscenza dell'alta qualità, della versatilità e del gusto distintivo delle Prugne della California, il California Prune Board ne promuove le caratteristiche sia sul mercato europeo sia su quello extra Ue. Per i consumatori vengono realizzate attività pr, progetti digital e sampling di prodotto. Di particolare rilievo per il 2024 il rinnovo della collaborazione con tre atleti italiani per un progetto di comunicazione integrata, della durata di sei mesi, focalizzato su sport e nutrizione. Inoltre, il sito e gli account social del California Prune Board offrono un’ampia selezione di ricette con indicazioni sull’uso del prodotto, oltre a numerosi blog post e video pillole realizzati dalla dottoressa Annamaria Acquaviva, dietista e nutrizionista per il Board in Italia.
un compArto dinAmico cApAce di rispondere Alle esigenze degli shopper I dati positivi del comparto confermano il crescente apprezzamento degli shopper per la frutta secca, come sostiene Angelica Addeo, brand manager di Ventura: «Il mercato della frutta secca in Italia continua a mostrare un trend positivo, sostenuto dalla maggiore attenzione dei consumatori verso uno stile di vita sano e verso i comprovati benefici nutrizionali di questi prodotti. Sempre più italiani includono frutta secca e semi nella loro alimentazione quotidiana, non solo come snack ma anche come ingredienti versatili da utilizzare in diverse ricette e occasioni, facendo vivere al mercato una vivace espansione». Secondo V. Besana il settore della frutta secca in Italia presenta da anni sintomi di maturità, sebbene le vicende macroeconomiche degli ultimi tempi abbiano impattato il mercato dell’approvvigionamento delle materie prime e, di conseguenza, i consumi. «Attualmente il mercato di riferimento è destagionalizzato – sottolinea l’azienda – e si sono ampliate le occasioni di consumo dei prodotti a base di nuts, sempre più richiesti dai consumatori. Tra le tendenze evidenziate nel comparto spiccano i prodotti sostenibili, free from, plant based, funzionali, vegan, e ricchi in fibre, proteine e Omega 3. Le tre piattaforme principali su cui la nostra market intelligence basa le innovazioni sono proprio “healthier food”, “enriched food” e “sustainable food”, che racchiudono la gran parte dei trend che osserviamo nelle preferenze dei consumatori». La dinamicità del comparto è dimostrata anche dalla diversificazione delle modalità di consumo e dalla versatilità dei prodotti proposti. Per Jasmina Annibali, responsabile comunicazione e marketing di New Factor, «uno dei trend più rilevanti del comparto è la crescente innovazione
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Scegliete la frutta secca di prima qualità come le Prugne della California. In fase di acquisto assicuratevi che sull’etichetta ci sia la denominazione d’origine “California”. Il 52% degli italiani che consumano frutta secca ha riferito che preferisce acquistare Prugne della California/USA piuttosto che da altri paesi di origine*. Non lasciatevi sfuggire l’occasione!
Partnership con maître chocolatier e chef italiani
Eventi Trade e Consumer
Progetti integrati di marketing e comunicazione
Campagne digitali
Collaborazione con Atleti di primo piano
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Se siete interessati all’acquisto di Prugne della California o a maggiori informazioni visitate californiaprunes.net/it/trade
nei formati e nelle modalità di consumo. Inoltre, è altrettanto significativo l’apprezzamento dei prodotti sgusciati, considerati dai consumatori più pratici rispetto alla frutta secca con guscio, sia per il consumo immediato sia per l'uso in cucina, in quanto si prestano facilmente a essere utilizzati in ricette casalinghe o professionali, come insalate, dolci, piatti salati o mix energetici».
cresce l’Attenzione per quAlità e controllo delle mAterie prime
La maggiore consapevolezza degli shopper sul piano salutistico si traduce anche nella ricerca di prodotti qualitativamente validi e maggiormente controllati, come riscontrato da Life: «I consumatori sono sempre più attenti alla qualità e all’origine dei prodotti in generale. La frutta secca non fa eccezione e, infatti, i consumi si orientano verso referenze la cui origine è certa e garantita da collaborazioni e filiere a tutela della qualità dei prodotti. Life da sempre è attenta a questo aspetto e continua l’opera di selezione dei frutti dalle migliori zone vocate. In particolare, il progetto Frutta a Guscio del Piemonte, di cui siamo promotori, tende proprio a valorizzare le eccellenze regionali, partendo dal contatto con i produttori per arrivare al confezionamento e alla distribuzione dei prodotti». La comunicazione di claim salutistici o di informazioni di prodotto direttamente sul packaging sono elementi importanti per molti player
New Factor pone grande attenzione alla sostenibilità e investe in nuove soluzioni per rendere la frutta secca più sostenibile e pratica, come le confezioni monodose in carta e i bicchieri in R-Pet riciclato e riciclabile: «Packaging eco-friendly – sottolinea Jasmina Annibali – ideali per il consumo fuori casa o durante la giornata lavorativa, che si inseriscono nella tendenza più ampia degli “on-the-go-snacks”. Fiore all’occhiello è certamente il prodotto Noci di Romagna, che in questo periodo vede iniziare il nuovo raccolto e che, dal 1997, ha dato vita a un progetto di filiera evolutosi nel tempo fino a raggruppare, al suo interno, svariati agricoltori del territorio».
Madi Ventura/Ventura
Nome prodotto: Ventura Probiotic+
Caratteristiche: la gamma aggiunge alla bontà della frutta secca tostata con nettare da fiori di cocco il contributo funzionale di un miliardo di cellule di Bacillus Coagulans, in grado di favorire l’equilibrio della flora batterica intestinale. Mandorle, anacardi e nocciole in una pratica confezione richiudibile da 100 g.
New Factor/Mister Nut
Nome prodotto: Noci di Romagna
Caratteristiche: noci di Romagna sgusciate, confezionate in pratici bicchieri in R-Pet riciclato e riciclabile.
Frutta essiccata e disidratata
del comparto per informare e rassicurare i consumatori sulla qualità della proposta a scaffale. «La domanda di frutta secca e morbida – afferma Flavio Ferretti, amministratore delegato di Noberasco – sta crescendo soprattutto per i naturali benefici che la categoria apporta e garantisce, dai minerali alle fibre, passando per le proteine vegetali, senza dimenticare la praticità di consumo. Molti shopper apprezzano anche la semplicità visiva dei pack con un’attenzione particolare all’ambiente e acquistano la frutta se abbinata a una lista ingredienti chiara e corta. Lavoriamo da anni sul packaging per poter trasmettere le informazioni corrette e nella maniera più pulita possibile. Su alcune linee di prodotto uniamo claim salutistici all’utilizzo di una confezione smaltibile nella carta, mentre su altre gamme, dove invece è importante visualizzare il contenuto all’interno, puntiamo sul giusto compromesso tra visibilità e informativa generale».
I consumAtori premiAno i prodotti
A cui riconoscono specifici plus La crescente sensibilità verso le etichette dei prodotti alimentari che presentano specifici benefici nutrizionali e contribuiscono al benessere generale ha portato alcuni ingredienti a distinguersi nella sfera delle preferenze dei consumatori. In questo contesto si inseriscono le Prugne della California: «Naturali e nutrienti – precisa il California Prune Board – sono uno snack e un ingrediente versatile utilizzabile in modi innovativi per soddisfare la domanda crescente di alimenti con caratteristiche nutrizionali distintive e di alta qualità da parte degli italiani. Le Prugne della California sono, infatti, naturalmente ricche di vitamine e minerali, alleati essenziali per il benessere quotidiano, ma anche un'ottima fonte
Noberasco
Le sponsorizzazioni sportive sono al centro della comunicazione
Nome prodotto: I Ricoperti
Caratteristiche: nuova linea di snack di frutta ricoperta di cioccolato di alta qualità, composta da mandorle, cocco, scorze d’arancia, ciliegie, arachidi e noci. Disponibile nel formato da 135 g x 12 bicchieri in carta con termosaldatura e coperchio in plastica, contenuti in un pratico cartone shelf-ready e anche in espositori dedicati.
V. Besana/Besana
Nome prodotto: Be Snack affumicato
Caratteristiche: un mix di anacardi e mandorle affumicato naturalmente in un comodo pack apri-chiudi salva freschezza per un break sfizioso e un aperitivo a casa.
Madi Ventura sta intensificando gli investimenti in comunicazione, puntando principalmente sulle sponsorizzazioni sportive, come spiega Angelica Addeo: «Abbiamo incrementato la nostra presenza a eventi di rilievo come la Deejay Ten, di cui siamo sponsor ufficiale, e la Milano Premiere Padel. Siamo inoltre il nuovo nutritional partner del Genoa Cfc per la stagione 2024/2025, contribuendo alle performance degli atleti con i nostri prodotti. Abbiamo attivato anche eventi proprietari, come le tappe della Ventura Padel Marathon, una maratona che vede sfidarsi oltre 100 coppie di padelisti in un weekend. Parallelamente, continua lo sviluppo di contenuti digitali da parte dei nostri brand ambassador sportivi con l’obiettivo di diffondere contenuti che esaltano i benefici nutrizionali dei nostri prodotti in linea con uno stile di vita attivo e sano».
Un impegno continuo per soddisfare i bisogni del consumatore
Life si pone l’obiettivo di continuare la propria missione, intrapresa oltre 80 anni fa, di partner d’eccellenza del consumatore: «Proprio su questo aspetto – precisa l’azienda – si focalizza la comunicazione e la soddisfazione del cliente. Non vengono, poi, tralasciati gli aspetti di innovazione, che rappresentano la volontà aziendale di rispondere ai bisogni in continua evoluzione degli shopper. Veicoliamo la nostra comunicazione sulle principali piattaforme social, da Instagram a Facebook, sul punto vendita delle principali insegne nazionali e su Amazon, oltre che tramite l’esposizione a importanti fiere nazionali e internazionali».
di fibre e di due importanti nutrienti che favoriscono il mantenimento di ossa normali: la vitamina K e il manganese». Tra le referenze del comparto spiccano i datteri, come evidenzia Maurizio Castagnoli, direttore generale di Euro Company: «Il dattero rappresenta, al momento, uno dei trend più interessanti del mercato e i risultati di vendita degli ultimi 12 mesi ancora una volta lo confermano: secondo i dati in nostro possesso, i datteri registrano +11,5% a valore (fonte Circana, totale Italia+discount, a.t. agosto 2024). Un frutto dalle proprietà benefiche sempre più consigliato per le sue caratteristiche nutrizionali e ideale per chi pratica attività sportiva. Da tempo, inoltre, si assiste a una destagionalizzazione delle vendite del prodotto, non più circoscritte alla sola finestra di stagionalità della frutta secca ed essiccata».n
L’analisi dell’Osservatorio Digital ha monitorato l’attività social dei principali player attivi nel comparto della frutta secca.
Quali sono i marchi di frutta secca che stanno conquistando il panorama digitale? Questa è la domanda che ha guidato l’analisi dell’Osservatorio Digitale di Soluzione Group, basata su strumenti di social listening Fanpage Karma� e Talkwalker�. L’obiettivo è esaminare l'attività online dei principali nomi nel settore, in modo da raccogliere informazioni utili per strategie di marketing, ricerca e sviluppo.
L’indagine condotta su Fanpage Karma ha esaminato le strategie social dei vari player, analizzandone il numero di follower e l’engagement generato dai contenuti pubblicati, e i loro risultati in termini di numero di fan e di interazioni dei contenuti pubblicati. Nonostante la frutta secca non sia tradizionalmente considerata un prodotto di fortissimo appeal, i marchi del settore mostrano una presenza attiva e coinvolgente sui social, con community numerose che pubblicano in modo continuativo sui diversi canali. Su Facebook, Noberasco guida la classifi-
ca con 104k fan, seguito da Fruttaebacche (51k) e Ventura (44k). L’analisi dell’engagement rivela risultati leggermente diversi: Ventura è in testa con 5.4k di interazioni, rincorso da Damiano Organic (1k) e FruttaeBacche (924). A trionfare tra i top post è Ventura, che si distingue ulteriormente con 9 dei 10 post più performanti su Facebook.
Su Instagram emerge la presenza di brand più giovani che stanno ottenendo ottimi risultati. La new entry Bowlpros domina con 104k followers, seguito da Damiano Organic (53k) e FruttaeBacche (35k). Quando si parla di engagement su Instagram, FruttaeBacche si posiziona al primo posto con un tasso di interazione del 17%, superando Ventura (6%) e Damiano Organic (5%) Anche su questo canale, la maggior parte dei brand dimostra una crescita costante. Inoltre, molti marchi, tra cui Bowlpros, Damiano Organic, Fatina, FruttaeBacche e Ventura, hanno deciso di espandere la loro presenza su TikTok, piattaforma emergente che permette di raggiungere un pubblico sempre più variegato.
L’analisi di Talkwalker amplia la panoramica, rivelando che quasi 10 milioni di persone sono state raggiunte dalle conversazioni online riguardanti la frutta secca. Tra gli hashtag, il più utilizzato è #pistacchio, che domina le discussioni, spesso associato a snack dolci più che salati, un ingrediente versatile, utilizzato sia nella pasticceria che come alimento consumato in purezza. I brand più menzionati nelle conversazioni online sono Ventura , Besana e Noberasco . Quanto alle tipologie di frutta secca, pistacchi, noci e anac ardi risultano tra i preferiti, utilizzati sia come snack che come ingredienti per gelati, creme e mix energetici. In conclusione, l’indagine mostra che i brand di frutta secca, pur operando in un settore di nicchia, sono riusciti a costruire comunità digitali solide e coinvolte, adattandosi a nuove piattaforme e tendenze.n
Alcuni spunti interessanti, utili ad agevolare ulteriormente il rapporto tra giornalisti e professionisti delle pubbliche relazioni.
Continuando l’analisi dell’ultimo “State of the Media Report” di Cision, ho preparato una disamina di cinque domande “scottanti” a cui questo importante studio ha cercato di trovare una risposta.
u Perché non ricevo alcuna risposta ai miei comunicati stampa?
Ci sono alcune possibili ragioni. Secondo il rapporto, la stragrande maggioranza dei giornalisti afferma che la maggior parte delle proposte che riceve non è adatta al proprio pubblico: 3/4 ha dichiarato che considera rilevante al massimo il 25% delle proposte.
v I comunicati stampa funzionano ancora?
Sì, assolutamente. Infatti, il 74% ha affermato che i comunicati stampa sono ciò che desiderano di più ricevere dai professionisti delle pr. Inoltre, il 68% ha affermato di considerarli la risorsa più utile per generare idee per i contenuti.
w Come posso distinguermi e ottenere l'attenzione dei giornalisti?
In breve, conoscendo il vostro pubblico. Ciò significa conoscere il loro pubblico e creare proposte che riflettano questa comprensione.
x Quali sono le regole per contattare un giornalista?
Solo il 2% dei giornalisti afferma di preferire ricevere proposte tramite messaggio diretto sui social media. L'email è di gran lunga il metodo di contatto preferito, con l'87% che predilige ricevere le proposte direttamente nella propria casella di posta.
y Cosa vogliono veramente i giornalisti dai professionisti delle pr?
Che gli semplifichino la vita (e il lavoro). Nello specifico comprendere il loro pubblico e cosa trova rilevante, metterli in contatto con esperti e portavoce per condurre interviste e fornire dati e ricerche chiave.
Conclusione: in breve, i giornalisti hanno bisogno che i professionisti delle pr mostrino empatia e comprensione quando lavorano con loro. Ciò include tutto, dal rispettare le loro scadenze e rispondere rapidamente alle loro richieste, fino al fornire le risorse, le informazioni e altri materiali che trovano utili.n
Michele Rinaldi, head of strategy c/o Soluzione Group
Il mondo del lavoro sta subendo rapidi cambiamenti e sconvolgimenti radicali. Nuove occupazioni, metodi e modelli richiedono competenze e approcci che in precedenza non erano trattati nell'istruzione e nella formazione. L'apprendimento permanente è essenziale.
Diverse opzioni di riqualificazione e aggiornamento consentono a persone di tutte le età di aumentare il proprio livello di conoscenza e ampliare il proprio set di competenze in qualsiasi momento. App, corsi online e contenuti di realtà virtuale rendono l'apprendimento indipendente dalla posizione, multidimensionale e permanente. I dipendenti si stanno assumendo maggiori responsabilità e devono essere più flessibili nella loro risposta ai cambiamenti delle circostanze. Anche l'io imprenditoriale è chiamato a rispondere nella vita di tutti i giorni. Pensiero, strategie e procedure imprenditoriali sono re quisiti chiave.
Nelle organizzazioni agili, modi di lavorare dinamici e auto-organizzazione sono essenziali, poiché solo allora è possibile reagire rapidamente ai cambiamenti di requisiti e desideri. Le applicazioni di intelligenza artificiale sostituiranno molti lavori, compresi quelli creativi. Allo stesso tempo i dipendenti stanno diventando una risorsa limitata in molti settori e potrebbero chiedere più concessioni alle aziende in termini di responsabilizzazione dei dipendenti. La prima generazione a crescere con l'intelligenza artificiale e a interagire con le tecnologie intelligenti in modo naturale, anche nella prima infanzia, è quella degli Ai Alpha. Non solo sono a loro agio nell'uso di queste tecnologie, ma stanno anche imparando a svilupparle. Oltre all'intelligenza artificiale, i robot supportano sempre di più le persone nel loro lavoro quotidiano su base collaborativa: nei processi di produzione e nel lavoro nei magazzini o nel servizio in ristoranti e hotel.
Strumento di intelligenza artificiale per i dipendenti dei supermercati
Il rivenditore americano Target ha introdotto uno strumento di intelligenza artificiale chiamato "Store Companion" nei suoi 2mila negozi per supportare i dipendenti nelle loro attività. L'app è accessibile tramite dispositivi aziendali e risponde a domande sui processi del negozio, come la registrazione degli ospiti per una Target Circle Card o il riavvio di un registratore di cassa. "Store Companion" funge da coach digitale, fornendo una guida immediata e risorse per aiutare i dipendenti nuovi o stagionali a imparare e ad adattarsi rapidamente. Ciò consente loro di concentrarsi maggiormente sul servizio clienti e sulle operazioni del negozio.
Ikea sta testando soluzioni di automazione nel suo negozio di Giheung per elaborare gli ordini online in modo più efficiente. Ciò comporta l'uso di robot telecomandati che prelevano i prodotti dopo aver ricevuto l'ordine e li trasportano nei luoghi di stoccaggio in cui sono di stanza i dipendenti. Dieci di questi robot consumano solo la stessa quantità di elettricità di un aspirapolvere. I prodotti vengono quindi portati a un sistema di imballaggio automatizzato, dove uno scanner 3D crea scatole in base alle dimensioni del prodotto. Grazie a questa tecnologia, è possibile elaborare circa 2mila ordini al giorno e imballare 300 scatole all'ora.
La catena di grandi magazzini rivela le domande dei colloqui
In considerazione della carenza di lavoratori qualificati, la catena britannica di grandi magazzini John Lewis ha lanciato una campagna intitolata "per ogni ruolo... per tutti da vedere" e ha pubblicato le sue domande dei colloqui nel tentativo di trovare dipendenti qualificati. Poiché i candidati possono visualizzare le domande in anticipo, avranno l'opportunità di prepararsi al colloquio nel miglior modo possibile. Attraverso pratiche di assunzione inclusive, John Lewis spera di identificare le competenze tecniche dei candidati che spesso non emergono nei colloqui tradizionali. n
Marco Zanardi , presidente Retail Institute Italy, vicepresidente Confindustria Intellect, presidente Iodounamano, partner Beready
Quando si parla di eccellenza enologica italiana, Rocca dei Forti si distingue come una delle espressioni più autentiche e raffinate del patrimonio spumantistico italiano. Nella variegata gamma Rocca dei Forti spicca Ribolla Gialla, il vino spumante brut millesimato, sapido, fresco ed equilibrato.
Ribolla Gialla Rocca dei Forti apre con eleganti profumi di cedro verde e bergamotto ed è perfetto in abbinamento a primi piatti a base di verdure, arrosti di pesce, insalate di mare e carni bianche.
Lo spumante fa parte di un’ampia gamma di prodotti firmati Rocca dei Forti: dai freschi e vivaci vini spumanti, a quelli più strutturati e complessi, tutti pensati per esaltare i momenti di convivialità e rendere speciale anche il più semplice degli attimi.
Alla base di ogni referenza Rocca dei Forti vi è un impegno costante alla qualità: ogni bottiglia è il risultato di una combinazione perfetta tra innovazione e tradizione, per garantire un’esperienza sensoriale unica, capace di soddisfare anche i palati più esigenti.
Il segmento del prosecco traina la crescita del comparto delle bollicine, ma è la denominazione a rappresentare l’elemento che spinge i consumatori nelle loro scelte d’acquisto.
di Federica Bartoli
Stando a quanto riportato nella quindicesima edizione dell’Osservatorio Immagino, i prodotti che recano in etichetta la dicitura “made in Italy” detengono ancora il primato nel carrello della spesa dei consumatori italiani, accompagnati dalle referenze caratterizzate dalle indicazioni geografiche riconosciute dell’Unione Europea (Dop, Igip, Doc, Docg) che, anche per il comparto delle bollicine, continuano a essere sinonimo e garanzia di qualità.
Il prosecco cresce
Seppur con qualche divergenza tra volume e valore, il segmento del prosecco prosegue la sua crescita, come condivide Matteo D’Agostino, marketing manager di Valdo:
VAL D’OCA SPINGE SU LE RIVE COLLECTION
La risposta di Val D’Oca alla domanda dei consumatori sul fronte delle bollicine è rappresentata da Le Rive Collection. «La linea – racconta Tito Campesan – include tre vini prodotti con le uve coltivate alle pendici di altrettanto ripide colline che caratterizzano l’area del Prosecco Superiore Docg: Rive di Santo Stefano Extra Brut, Rive di San Pietro di Barbozza Brut e Rive di Colbertaldo Extra Dry. Ogni Riva esprime differenti caratteristiche del sottosuolo, un’anima diversa che Val D’Oca si propone di far emergere in modo inequivocabile e netto, lontano da ogni logica di standardizzazione».
P er il mondo è P r osecco, per noi è casa.
Il territorio, da sempre, è di chi lo esprime.
Cantina Produttori di Valdobbiadene, con i suoi oltre 600 soci viticoltori, racconta nel suo Brut Millesimato l’essenza di una tradizione contemporanea.
Creato da uve Glera raccolte a mano, rappresenta una delle espressioni più elevate delle nostre origini.
«Stando ai dati Circana in nostro possesso relativi al 30 giugno 2024, il prosecco cresce a valore dell’1,5% rispetto all’anno precedente, mentre il volume si ferma al +0,5%. All’interno del segmento, è il prosecco Doc a crescere del 2,2% a volume, mentre il prosecco superiore Docg perde l’1,7% a volume. La fascia alta del prosecco Dop, dunque, è quella che sta soffrendo maggiormente, mentre una certa aggressività promozionale del Doc riesce a far segnare al comparto il segno positivo. La denominazione, per definizione, rappresenta per i consumatori la garanzia di scegliere un prodotto che rispetta un disciplinare ben preciso, che conferisce alle referenze standard qualitativi e organolettici condivisi».
Nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla successiva parabola inflattiva, le vendite del prosecco mantengono quindi un trend di crescita costante. Lo riferisce Tito Campesan, direttore commerciale di Val D’Oca: «Sicuramente tra i fattori che portano a questo fenomeno vi è un cambio di abitudini: a fronte del generale calo dei consumi di vino, le bollicine crescono con performance positive in Italia e anche all’estero e stanno conquistando fette di mercato solitamente presidiate dai vini fermi. Il fattore denominazione è sicuramente rilevante: il nome “prosecco” è importante e, una delle parole più ricercate è anche “Valdobbiadene”, riconoscendo quindi la denominazione come un plus». Serena Amadio, responsabile marketing e comunicazione di Togni, ci porta on board sugli altri trend che possono guidare le scelte degli shopper: «I consumatori stanno mostrando una crescente preferenza per vitigni che offrono freschezza, leggerezza e versatilità negli abbinamenti gastronomici. La Ribolla Gialla sta riscuotendo un successo particolare, grazie al suo profilo aromatico e fruttato. Le note floreali e la buona acidità, inoltre, contribuiscono a garantire un’esperienza sensoriale unica anche ai palati più esigenti».n
Sulla scia della spiccata preferenza dei consumatori per i vitigni di grande versatilità, Togni spinge sulla Ribolla Gialla Rocca dei Forti. «Si tratta di un vino spumante brut millesimato di grande raffinatezza, – afferma Serena Amadio –espressione autentica delle vigne dell’o monimo vitigno, provenienti dai territori più vocati. Alla vista si presenta color oro pallido dai riflessi accesi e lucenti e un perlage persistente. Regala un bouquet fine e delicato, dove spiccano note di fiori di ginestra e muschietto. Lo spumante è sapido, fresco ed equilibrato. Apre con profumi di cedro verde e bergamotto ed è ideale in abbinamento a primi a base di verdure, arrosti di pesce, insalate di mare e carni bianche».
Spesso le procedure burocratiche comportano un forte rallentamento nella realizzazione di progetti immobiliari volti alla rigenerazione urbana.
La riqualificazione dell’ex Fiera di Trieste rappresenta un significativo progetto di rigenerazione urbana fra quelli attualmente previsti in Italia. Questo intervento, promosso dal gruppo austriaco Mid Holding, segna una svolta per un'area simbolo della città, abbandonata da tempo e al centro di dibattiti urbanistici. Acquistato nel 2017, l’immobile ha finalmente superato una delle fasi più critiche del processo: dopo la conferenza dei servizi decisiva per il progetto a ottobre, ci sarà la stipula di una convenzione che dovrebbe aprire la strada ai lavori, previsti per la primavera 2025. Il progetto prevede un intervento su 22mila mq, con un’enfasi sul verde e la creazione di una struttura ben più complessa di un semplice shopping center. Su due piani da 12mila metri quadri ciascuno, l’edificio ospiterà negozi con grande distribuzione, uffici, una banca, strutture mediche, una palestra e altre attività, configurandosi come un nuovo "polmone" al servizio di un quartiere densamente popolato. Rilevante è anche il piano delle opere di urbanizzazione che contribuiranno a migliorare la viabilità e i servizi della zona circostante. Il lungo percorso di approvazione, costellato da consultazioni con autorità pubbliche e locali, è emblemati-
co delle sfide che caratterizzano i grandi progetti di riqualificazione o riconversione in Italia. La complessità delle normative e delle prassi amministrative costituisce spesso un ostacolo per gli operatori immobiliari, i quali si trovano a dover affrontare iter che si prolungano per anni. Il progetto dell’ex Fiera non è infatti un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di rigenerazioni urbane che stanno ridisegnando il volto di numerose città italiane. Come per la riqualificazione degli ex Mercati Generali di Roma o della riconversione dell’Ex Dea di Moncalieri, solo per citarne due di attualità. Questi progetti, che spesso prevedono la creazione di gallerie commerciali o centri destinati al commercio al dettaglio, contribuiscono a rivitalizzare aree urbane dismesse, con un impatto rilevante sull’economia locale e sulla qualità della vita dei cittadini.
Nonostante i benefici potenziali, le operazioni di rigenerazione urbana come quelle citate, soprattutto se hanno una componente commerciale, si trovano spesso a fare i conti con lungaggini burocratiche. I pareri, le autorizzazioni e i nulla osta richiesti dagli enti coinvolti sono numerosi e il processo di approvazione può rimanere bloccato per anni. Quando finalmente arriva il via libera, il progetto potrebbe non rispondere più alle esigenze del contesto socioeconomico, rendendo necessarie rivisitazioni che si traducono in ulteriori ritardi e costi aggiuntivi. Emerge la necessità di un equilibrio tra tutela dell’ambiente, decoro urbano e modernizzazione delle città. Una pianificazione ben strutturata è essenziale per garantire che tali interventi abbiano un impatto positivo e duraturo. Tuttavia, l’eccesso di normativa, unito a indirizzi politici e prassi talvolta poco coordinati, rischia di sfociare in decisioni arbitrarie che non tengono pienamente conto delle esigenze dei cittadini e degli operatori. Prendendo quindi spunto dal caso della riqualificazione dell’ex Fiera di Trieste, l’auspicio è che tutti i progetti – anche quelli con una componente commerciale - possano beneficiare di uno snellimento degli iter burocratici, in un contesto sempre più competitivo e liberalizzato. Solo attraverso una visione integrata e una semplificazione delle procedure si potrà garantire che gli interventi immobiliari non solo rispettino l’ambiente e il patrimonio esistente, ma rispondano anche alle nuove esigenze delle comunità urbane in tempi ragionevoli.n
Il comparto cresce sia a valore sia a volume, con i consumatori particolarmente selettivi sul fronte del rapporto qualità-prezzo.
Nell’anno terminante il 25 agosto 2024, il mondo del cura persona ha raggiunto a totale Italia gli oltre 4,6 miliardi di fatturato, in crescita del 7,7% sull’anno precedente; positive anche le confezioni, con 1,3 miliardi di unità vendute, pari al +3,4% (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Superette+Discount+Specialisti Drug).
AREE GEOGRAFICHE E CANALI DISTRIBUTIVI
A livello geografico, la performance è trainata dall’Area 4, che sviluppa il 21,9% del fatturato totale, con una crescita dell’11,4% a valore e del 5,9% a confezioni, seguita dall’Area 1, che veicola il 30,5% del fatturato e incrementa il venduto del 6,3% a valore e dell’1,9% a confezioni. «In termini di contributo al trend – condivide Matilde Ciroldi di NIQ - seguono l’Area 3 (+7,4% a valore, +3,3% a unità), che rappresenta il 23,9% del fatturato totale, e l’Area 2 (peso del 23,7%) con +6,7% a valore e +3% a confezioni. Sul fronte dei format distributivi, all’interno della Gdo oltre il 63,9% della crescita a valore è spiegata dai drugstore, che rappresentanoda soli - il 47,6% del giro d’affari del mercato e incrementano le vendite
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del 10,7% a valore e del 6,1% a confezione. Seguono i supermercati (peso del 20,8% sul fatturato totale) con un aumento del 6% a valore e dell’1,8% a unità, e gli ipermercati (peso del 19,4%) con un trend del +4% a valore, ma leggermente negativo a confezioni (-0,4%)».
All’interno del mondo del cura persona, nell’ultimo anno si osserva un incremento del fatturato spinto dai due comparti core, vale a dire quello dell’igiene personale (+9% a valore, +3,5% a unità) che vale il 30,3% del mercato, e quello del cura capelli (peso del 23%, con un trend del +10% a valore e del +4,1% a confezioni). «Sopra la media è anche la spinta del fatturato del cura viso (peso dell’11,7% a valore) – continua Matilde Ciroldi - che vede una crescita dell’8% a valore e del 3,4% a confezioni. In termini di driver della performance, il contributo al fatturato del comparto igiene personale è dovuto, in primis, allo spostamen-
Attraverso il nuovo payoff “Dermomed My Moment”, che rispecchia i nuovi valori legati alle esperienze sensoriali, Italchimica punta sul rebranding di Dermomed. «Accanto a questa operazione – fa sapere Manlio De Filpo – abbiamo lanciato una nuova linea di bagnodoccia e sapone mani, sviluppata in collaborazione con le più prestigiose Case Profumerie e caratterizzata da un nuovo posizionamento. La comunicazione ha coinvolto le redazioni trade, ma anche una pianificazione su riviste consumer femminili e piattaforme digitali, fino a un nuovo spot in onda su Rai e Warner Bros Discovery, trasmesso anche durante le recenti Olimpiadi di Parigi. Abbiamo realizzato, inoltre, attività di product placement in programmi tv come “La Ruota della Fortuna”». +7,7 +3,4
Peso canali e trend a valore (%)
ElaborazioneDMsudatiNIQ,totaleItalia,Iper+Super+Superettes+Discount+SpecialistiDrug,a.t.25agosto2024
to delle vendite su formati più grandi e alla crescita delle rotazioni; positivo è anche il contributo assortimentale, con una crescita del numero medio di referenze vendute (in media, 124 a totale Italia, +3 punti). Tra le geografie, il comparto dell’igiene personale traina la crescita del fatturato dell’Area 4, mentre per gli altri segmenti core la spinta al fatturato è localizzata specialmente in Area 1. Riguardo al cura capelli, da segnalare è l’effetto prezzo, in crescita da due anni a questa parte (+11,1% prezzo medio €/litro due anni fa, ora +6,8% sull’anno scorso), accompagnato comunque da un effetto positivo dei volumi, specialmente negli specialisti drug. Tra gli altri comparti, spicca anche la performance del cura viso, che veicola l’11,7% del fatturato totale e registra una crescita dell’8% a valore e del 3,4% a unità. Tra i principali driver della performance del fatturato, ci sono l’aumento delle vendite di prodotti come sieri e filler, oltre all’ampliamento distributivo e assortimentale, accompagnato da maggiori rotazioni nei drugstore». Segue, in termini di contributo al fatturato, il comparto rasatura e depilazione, con una quota del 9,4% e un trend del +6,2% a valore e +1,3% in confezioni. «Simile è il contributo assoluto del comparto cosmetica – conclude Matilde Ciroldi -
UNA CAMPAGNA CROSSMEDIALE E L’IMPEGNO PER LA COMUNITÀ
Sul fronte della comunicazione, Spuma di Sciampagna punta su una campagna crossmediale, che coinvolge i principali mezzi impiegati per raggiungere il target femminile nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 54 anni, ossia tv, stampa, digital e canali social. «Nel periodo autunnale – fa sapere Silvia Marelli – Spuma di Sciampagna sarà in prima linea per la prevenzione del tumore al seno con la campagna “I gesti che fanno la differenza”, un progetto dedicato alla promozione della salute femminile, realizzato in collaborazione con Salute Donna Odv, associazione di volontariato molto attiva su questo fronte».
che veicola l’8,4% del fatturato del cura persona, con un andamento del +6,3% a valore e +7% a unità, grazie a un ampliamento distributivo e assortimentale dei prodotti cosmetici in Gdo e alla crescita delle rotazioni. Sottotono, invece, l’andamento del segmento corpo, mani, piedi (quota dell’11,2%) che incrementa il fatturato del 3,3% a valore mentre, a confezioni, registra una leggera flessione (-0,4%) a fronte di un trend negativo già due anni fa. In flessione, anche a valore, sono specialmente l’Area 1 tra le geografie e iper e discount tra i format distributivi. Infine, con una quota residuale del 5,9%, troviamo il comparto della profumeria, con un aumento del 5,5% a valore e del 12,8% a unità, guidato dagli specialisti drug e seguiti dal canale discount».
Gli shopper mostrano un approccio sempre più sofisticato sul fronte della cura e del benessere personale, puntando alle novità di prodotto e alla qualità. «Il mercato dei bagnoschiuma e dei docciaschiuma è in continua evoluzione – rimarca Silvia Marelli, group brand manager di Italsilva . – I nuovi lanci portano l’azione di detersione verso un momento di soddisfazione e pura piacevolezza del consumatore. Formule sempre più attente al rispetto della pelle, la promessa di idratazione e profumi ricercati, sono tra i principali driver di acquisto del consumatore moderno, sempre con un occhio di riguardo al pricing». La qualità, dunque, spicca tra i trend più rilevanti nelle scelte di acquisto, come spiega
Peso segmenti e trend a volume (%)
Fabio Ravanelli, presidente del Gruppo Mirato : «Il consumatore di oggi è sempre più informato e attento alla qualità di ciò che acquista. Anche sul pack dei prodotti destinati alla cura della persona, quindi, sono presenti sia i claim con i benefici specifici del prodotto, sia le certificazioni raggiunte dalle aziende produttrici». Sull’importanza della qualità si esprime anche Alessandro Bonacina, direttore commerciale divisione consumer goods di Essity Italia : «Gli shopper di oggi sono consapevoli, informati, confrontano e il brand è particolarmente rilevante. In questo contesto il segmento dei prodotti riutilizzabili e dell’assorbenza continua a crescere, guidato dalle mutandine mestruali lavabili. L’awareness su questa categoria sta aumentando esponenzialmente, così come le consumatrici che, dopo averle provate, le raccomandano e le comprano».
La pressione inflazionistica registrata negli ultimi tempi ha certamente influenzato il comportamento degli shopper, che mostrano di prestare profonda attenzione al rapporto qualità prezzo. «In risposta alla crescente importanza dei drugstore, alla forte pressione promozio-
Tra i segmenti che hanno registrato le performance migliori, da Caddy’s evidenziano il cura viso donna, con i prodotti antimacchia, patch occhi e referenze per le impurità, il cura capelli, con trattamenti senza risciacquo come i termo-protettori o gli “all in one” e lo shampoo secco, e il cura barba, con una crescita che inizia a mostrare numeri di rilevanza permettendo di diversificare la proposta attraendo anche il pubblico maschile. «Il mondo del cura viso, della cura dei capelli e del make up – aggiunge Daniele Cadel, buyer cura persona di Dmo – ben si presta a creare fidelizzazione e a valorizzare la preparazione del nostro personale di vendita, che rende piacevole e soddisfacente l’atto d’acquisto da parte del cliente finale. Per quanto riguarda le novità, ci sono alcuni trend di spicco, come l’acido glicolico nel mondo del capello, i patch antiimpurità dalle forme più disparate, profumi espressamente studiati per i capelli e alcune nuove linee del mondo visage che coniugano il mondo delle vitamine e del superfood con il nutrimento e la cura della pelle».
nale e a un’inflazione che sembra attenuarsi – condivide Manlio De Filpo, direttore vendite consumer di Italchimica – i consumatori continuano a esplorare nuove opzioni che offrano un buon rapporto qualitàprezzo, pur mantenendo una fedeltà medio-alta verso alcuni brand. Vediamo una preferenza crescente per il segmento “premium accessibile”, accompagnata da un aumento delle vendite durante le promozioni, con una crescita dei formati e dei brand che riescono a coniugare valore e convenienza». La cautela dimostrata dai consumatori nelle scelte d’acquisto è sottolineata anche da Giulio Marrucci, marketing & trade manager personal care di Unilever Italia, il quale evidenzia quanto sia fondamentale il concetto di benessere: «I consumatori italiani sono molto attenti alla scelta dei prodotti per la cura della persona, che riconoscono come importanti per la tutela della propria salute e si mostrano, quindi, poco propensi ad accettare compromessi sulla qualità. Inoltre, assumono sempre più rilevanza i valori legati ai brand: gli shopper prediligono marchi responsabili, sia dal punto di vista sociale sia ambientale e che si facciano promotori di valori positivi».n
Essity Italy/Nuvenia
Nome prodotto: Mutandine Mestruali –
Intimawear by Nuvenia
Caratteristiche: in cotone, sono un nuovo modo per vivere le mestruazioni. Semplicemente da indossare, lavare e riutilizzare.
Italchimica/Dermomed My Moment
Nome prodotto: Bagnodoccia Vitalità al Lime
Caratteristiche: con le sue note frizzanti e agrumate, lascia la pelle idratata e ricaricata ogni giorno.
Italsilva Commerciale/ Spuma di Sciampagna
Nome prodotto: Bagnodoccia Crema Rinfrescante Cetriolo e Bambù
Caratteristiche: una formulazione cremosa combinata a una profumazione rinfrescante dalle note di cetriolo e bambù. Ideale per la detersione di tutti i tipi di pelle e per tutta la famiglia.
Mirato/Splend’Or
Nome prodotto: Nuova Linea Splend’Or
Caratteristiche: nuovo packaging e nuove formule, con il 95% di ingredienti di origine naturale e 100% vegan.
Unilever/Dove
Nome prodotto: Docciaschiuma Dove Advanced Care
Caratteristiche: 24 ore di pelle morbida effetto crema; i nuovi docciaschiuma detergono e idratano la pelle, per un effetto crema che dura tutto il giorno.
Parliamo ancora di tecnologia quando viene utilizzata fronte cliente.
Oggi vorrei raccontarvi una storia emblematica che parla di tecnologia, ma anche di umanità. Qualche giorno fa ero insieme al mio amico Leonardo in centro a Milano e, come in una scena che si ripete quotidianamente, siamo entrati in un punto vendita per comprare un gelato. Il caldo estivo richiedeva una dolce pausa, ma quello che abbiamo trovato ha fatto passare in secondo piano il nostro desiderio. Di fronte a noi, al posto del consueto bancone con una persona sorridente pronta a servirci, c’era un totem, una macchina fredda e impersonale per effettuare l’ordine. Un’esperienza
che doveva essere semplice e piacevole si è trasformata in un momento di riflessione. Volevamo parlare con qualcuno, scambiare due chiacchiere, sentire il tono di una voce umana. Invece, ci siamo trovati a fissare uno schermo, senza entusiasmo. Alla fine, siamo usciti senza comprare nulla. Questo episodio mi ha fatto pensare a come stiamo utilizzando la tecnologia oggi, e in particolare l'intelligenza artificiale. Non c'è dubbio che l'Ai possa fare grandi cose, ottimizzare processi e rendere le operazioni più efficienti, ma quando viene impiegata per sostituire completamente l'interazione umana, i risultati possono essere controproducenti.
La tecnologia, quando posta frontalmente all’utente, rischia di perdere di vista il cuore pulsante di qualsiasi attività di servizio: l’umanità. Non siamo ancora pronti per un mondo dove i sorrisi vengono sostituiti da schermate e i saluti da notifiche. In alcuni casi poi rende addirittura il servizio peggiore, vuoi per la complessità del processo, vuoi perché non riusciamo a interagire così efficacemente come faremmo con un essere umano.
O ancora perché commette troppi errori, ne ho parlato proprio il mese scorso con il caso di McDonald's. Se invece la tecnologia viene utilizzata dietro le quinte, per ottimizzare i processi, gestire flussi di lavoro o analizzare dati, i benefici possono essere enormi. In questo contesto, l'Ai può davvero fare la differenza, accelerando i processi decisionali, migliorando l'efficienza e liberando risorse umane per attività a maggiore valore aggiunto. Tuttavia, anche qui dobbiamo fare attenzione alle potenziali allucinazioni dell’Ai, quegli errori che, se non gestiti correttamente, possono portare a decisioni sbagliate e la supervisione umana è richiesta. La chiave è dunque nel bilanciamento: usare la tecnologia per supportare, non per sostituire. Integrarla con l’elemento umano per creare un’esperienza che sia al contempo efficiente e calda, razionale ed empatica. Solo così potremo davvero trarre il massimo da questa rivoluzione digitale senza perdere ciò che ci rende unici: la nostra umanità.n
Paolo Pelloni, Digital Club/Retail
La linea di dispositivi Elys è caratterizzata da prodotti e accessori innovativi dedicati al retail.
Il gruppo Pax ha costituito Zolon Technology Co, una società interamente di proprietà di Pax Technology, dedicata al mondo retail. Zolon offre una gamma completa di prodotti innovativi, denominata Elys, che comprende registratori di cassa elettronici (Ecr), terminali mobile, display e i relativi accessori. Il cuore del portfolio Elys è rappresentato dalla Elys Station, una workstation touchscreen con una struttura in alluminio resistente e ultrasottile e può essere utilizzata in modo indipendente o in combinazione con altri dispositivi della linea. Tra i dispositivi di spicco, l’Elys Tablet, con uno schermo da 7 pollici, può essere usato come dispositivo di pagamento versatile per il queuing-busting o le vendite assistite. Collegato alla Elys Station, si trasforma in uno schermo rivolto al cliente. Tra gli accessori, ci sono Elys Printer, Eye e Hub. Elys Printer è progettata per stampare rapidamente ricevute e documenti, collegandosi tramite Bluetooth o Wi-Fi a qualsiasi dispositivo, ma raggiunge il suo massimo potenziale quando associata alla Elys Station. Elys Eye e Elys Eye Touch, con un solo clic, si connettono alla Elys Station, offrendo un controllo intuitivo dell'inventario e una gestione semplificata delle transazioni grazie alla scansione veloce di codici a barre, codici Qr e carte fedeltà. Elys Hub, invece, potenzia le capacità della Elys Station, facilitando la connessione e la sincronizzazione di vari dispositivi esterni. Alla Elys Station si affiancano anche altri due Hub Epos: Elys Tower e la versione più essenziale Elys Litchi. Elys Tower, con stampante integrata, si distingue per la possibilità di fornire un display extra rivolto al cliente per offrirgli un'esperienza più interattiva. Elys Litchi vanta un display più grande e la possibilità di creare una configurazione in linea con le proprie esigenze aziendali: display aggiuntivo lato cliente, fotocamera, scanner e stampante. Completa il portfolio di prodotti Elys l’M9200 che combina le funzionalità di un Pda con una stampante integrata. Certificato Gms e dotato del sistema operativo Android 12 e di un potente processore Quad-Core Cortex, questo dispositivo garantisce un'elaborazione dei pagamenti fluida e senza interruzioni.n
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Il centro logistico nella provincia di Cagliari si estende su una superficie di 37mila metri quadrati, con una capacità di stoccaggio pari a 25mila posti pallet.
di Emanuele Scarci
Lidl Italia ha inaugurato il 12esimo hub logistico e la direzione regionale ad Assemini, a pochi chilometri da Cagliari. In Sardegna il discounter dispone di una rete commerciale di 23 punti vendita, che diventeranno 25 entro il prossimo febbraio. Il centro logistico si estende su una superficie complessiva coperta di oltre 37mila mq e ha una capacità di stoccaggio di 25mila posti pallet. L’investimento ha raggiunto i 70 milioni di euro e impiega 140 addetti. Il Cedi potrà soddisfare fino a 50 pdv, ma potrebbe raddoppiare qualora servisse ampliare la piattaforma logistica. L’hub è dotato di un impianto fotovoltaico da 2.688 kW in grado di coprire circa il 50% del fabbisogno energetico del centro, ovvero l’equivalente dell’energia utilizzata da 1.350 abitazioni. In Sardegna l’insegna leader è Conad, seguita da Crai e Md. Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia, ha sottolineato che «il primo punto vendita di Lidl in Sardegna è stato aperto nel 2002 e da allora il riscontro dei clienti è sempre stato molto positivo. Con Assemini non saremo più costretti a servire la Sardegna dalla piattaforma di Pontedera, riducendo i km percorsi e i tempi di fornitura che potranno scendere sotto le 24 ore». Il rafforzamento logistico della Sardegna è propedeutico all’ampliamento della rete commerciale nel Centro Sud, dove secondo Silvestri «ci sono ampie possibilità di crescita». Assemini si colloca all’interno di un programma di sviluppo che stima, per i prossimi 6 mesi, un investimento di 400 milioni di euro per l’apertura di 40 pdv. «In agenda - ha aggiunto Silvestri - ci sono l’ampliamento (+30%) delle piattaforme di Biandrate, nel Novarese, di Bologna e il raddoppio di Molfetta in Puglia. Nel frattempo, speriamo di superare il contenzioso giudiziario per il nuovo Cedi di Vaprio d’Adda, nella città metropolitana di Milano. Quindi penseremo a una piattaforma in Sicilia». n
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Carrefour, salgono a 3 gli ipermercati in franchising
Diventano 3 gli ipermercati passati da gestione diretta a quella in franchising. Dopo il Carrefour di Novara di 10 mesi fa, il ceo Christophe Rabatel (nella foto) ha inaugurato l’ipermercato di Pisa (in realtà già operativo dal 19 settembre sotto la gestione della società aretina Bonini) e subito dopo quello di Arma di Taggia (Imperia). Si avvia così la crescita del franchising nel canale delle grandi superfici, dopo che nel vicinato e nei super il numero degli affiliati sfiora quota 900 (format Express e Market).
Più fiducia nei consumatori. Confcommercio: segnale positivo
Per i consumi meno nuvoloni grigi all’orizzonte, quelli che hanno determinato una stagione estiva fredda. Secondo le rilevazioni Istat di settembre, cresce la fiducia per consumatori e imprese: l’indice dei consumatori cresce da 96,1 a 98,3 e quello delle imprese da 94,7 a 95,7. In particolare, tra i consumatori si segnala un forte miglioramento delle opinioni sulla situazione personale, mentre nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi delle imprese sull'andamento delle vendite.
Kimbo riparte con una crescita dei ricavi a due cifre
Caffè lungo per Kimbo. Nei primi 4 mesi del 2024 realizza una crescita dei ricavi (al netto dei bandi pubblici Agea) del 15% a 54,5 milioni di euro. Il balzo del fatturato riguarda tutti i canali commerciali «a riprova del successo delle politiche di marketing» dichiara la società napoletana. Lo scorso anno, Kimbo ha cambiato la guida dell’azienda (è uscito dopo 3 anni il ceo Roberto Grasso) e dal secondo semestre ha avviato una strategia di recupero della performance. Presidente è Mario Rubino.
Nestlé Uk investe 150 milioni di sterline sullo stabilimento Purina di Wisbec
In euro la cifra equivale a 180 milioni e servirà all’ammodernamento dell’impianto produttivo Nestlé Purina Petcare di Wisbech, nel Cambridgeshire inglese. I lavori sono già in corso e il completamento è previsto per l'inizio del 2025. La fabbrica sforna alcuni dei marchi di alimenti per animali domestici più diffusi del Regno Unito, come Felix, Gourmet e Winalot (studiato per la salute dei cani). Il sito, inaugurato nel 1998, dà lavoro a 600 persone di 20 nazionalità diverse.
ARRIVA LA NUTELLA IN VERSIONE VEGANA COOP PUBBLICA IL RAPPORTO 2024
Il Rapporto Coop 2024, presentato in anteprima alla stampa come consuetudine ai primi di settembre, fotografa un potere d’acquisto che è tornato ai livelli pre-pandemia. Ma non per questo il Paese è meno preoccupato, vuoi per lo scenario internazionale, vuoi per l’emergenza ambientale e soprattutto è un Paese affaticato dalla quotidianità e quindi sempre più inquieto. Sentiamo le parole di Albino Russo, direttore del centro studi, e di Domenico Brisigotti, direttore generale dell’insegna.
IL VIAGGIATOR GOLOSO INAUGURA
UN NUOVO NEGOZIO A MILANO
Il Viaggiator Goloso, brand premium del Gruppo Finiper Canova, ha aperto un nuovo negozio a Milano, in via Spartaco 12. Il nuovo monomarca milanese, l’undicesimo della catena, approda nel capoluogo milanese, con uno spazio di 250 metri quadrati: una sorta di bottega urbana che, grazie a un design caratterizzato da linee essenziali e pulite e alla presenza di uno spazio caffetteria take-away, risponde alle esigenze della clientela locale. Il commento di Stefano Borsoi, direttore marketing del Gruppo Finiper Canova e responsabile della divisione Il Viaggiator Goloso, e del direttore della comunicazione Gianluca Grassi.
Non si ferma l’innovazione di Nutella che ha presentato a Milano, in anteprima, la versione vegana. Consistenza, profumo e gusto, assicura il Gruppo Ferrero, sono proprio identici alla Nutella originale. Merito dell’impiego di sciroppo di riso per la dolcezza e di ceci per la cremosità. Nell’anno delle celebrazioni per il sessantesimo compleanno della regina delle creme spalmabili, a pochi mesi dal lancio della versione gelato, arriva sul mercato una nuova ricetta, nata con l’obiettivo di offrire l’esperienza Nutella a coloro che, per necessità o per scelta, prediligono alimenti a base vegetale o privi di lattosio. Ne abbiamo parlato con Stefano Lelli Mami, region marketing manager di Nutella Italia.
BUONFIGLIO (MEDIAWORLD): L’INSEGNA È MAIN SPONSOR
DELLA OLIMPIA MILANO
MediaWorld diventa main sponsor dell’Olimpia Milano nelle gare di Lega basket serie A. Le due realtà hanno stipulato un accordo pluriennale che vedrà il brand specializzato nel mercato dell’elettronica di consumo campeggiare sulle maglie della squadra meneghina a partire dalla stagione 2024/2025. La partnership, inoltre, verrà amplificata attraverso un ampio ventaglio di iniziative esperienziali, che testimonia la portata della collaborazione a favore di una target audience ampiamente sovrapponibile in termini sociodemografici. Ne abbiamo parlato con Vittorio Buonfiglio, chief operating officer di MediaWorld Italia.
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