Private Label Magazine
I nuovi orizzonti della sostenibilità nella private label
Roncadin, pizze surgelate sempre più green
Conad: private label in scala europea
I nuovi orizzonti della sostenibilità nella private label
Roncadin, pizze surgelate sempre più green
Conad: private label in scala europea
I nuovi orizzonti della sostenibilità nella private label
Roncadin, pizze surgelate sempre più green
Conad: private label in scala europea
3 Editoriale
Chiediamo benessere e sostenibilità a misura di portafoglio
4 PLM Awards
Ecco i classificati al terzo posto dell’edizione 2024
6 L’analisi Dunnhumby L’Mdd continua a influenzare le decisioni di acquisto
10 Cover story
I nuovi orizzonti della sostenibilità nella private label
PLMagazine
Supplemento trimestrale di Distribuzione Moderna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano
Registrazione n° 52 del 30/1/2007
Direttore responsabile
Armando Brescia
Direttrice editoriale
Maria Teresa Manuelli
22 Intervista alla distribuzione Conad: private label in scala europea
27 PL consulting Il ruolo del design nel bilancio di sostenibilità
28 The private label scenario IPLC: Il prezzo è giusto? – 1° parte
37 Aziende in campo Penny Italia, Conad, Marca by BolognaFiere
Comitato scientifico
40 PL branding by The Optimist Gdo verso la sostenibilità, tra cambiamenti generazionali e obiettivi globali
44 Intervista all'industria Roncadin, pizze surgelate sempre più green
48 Mercati Il business dei prodotti a Mdd per l’igiene della casa continua a brillare
56 Osservatorio QBerg Detergenza lavastoviglie: due semestri di assortimenti e-commerce a confronto
Stefano Ghetti, managing partner Expertise on Field/partner IPLC Italy Alberto Miraglia, general manager Retail Institute Italy Paolo Palomba, managing partner Expertise on Field/partner IPLC Italy Emanuele Plata, co-founder, past president, board advisor PLEF
Collaboratori
Antonio Ballotta, Federica Bartoli, Alessandra Businaro, Siro Descrovi, Veronica Fumarola, Fabio Massi, Paolo Palomba, Fabrizio Pavone, Luca Salomone
Progetto grafico Silvia Ballarin
Editore Edizioni DM Srl - Via G. Spadolini, 7 20141 Milano P. Iva 08954140961
Contatti Tel. 02/20480344 redazionedm@edizionidm.it
Pubblicità
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L’invio di materiale (testi, articoli, notizie, immagini, dati, grafiche, ricerche ecc.) da parte di autori esterni alla Redazione non garantisce che esso venga pubblicato, né in parte, né nella sua forma originale. Lo stesso, peraltro, potrebbe essere pubblicato in forma rimaneggiata per necessità di carattere editoriale. Si precisa altresì che l’invio del suddetto materiale costituisce automatica autorizzazione da parte di Edizioni DM Srl alla pubblicazione a titolo gratuito su tutte le proprie testate.
Ci piacciono i clienti che fanno domande, per questo diamo valore a produttori sinceri e appassionati. Ci piacciono persone e negozi che amano e che vogliono migliorare il proprio lavoro.
Per questo abbiamo selezionato, scelto e proponiamo quattro collezioni di prodotti, quattro marchi distintivi.
Per rendervi ancora più liberi di sceglierci.
Quattro collezioni per distributori un pò speciali: storie di identità, valore e territori.
Maria Teresa Manuelli Direttrice editoriale
“Aiutateci a prenderci cura di noi stessi e del pianeta, senza svuotare il portafoglio”. Ecco cosa chiedono gli acquirenti della Gdo in Italia. Con questa frase si possono sintetizzare i tanti studi sugli ultimi cambiamenti delle abitudini di acquisto nel nostro Paese. L’undicesimo rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) realizzato dall’Istat indica che i redditi degli italiani sono in leggera ripresa e le diseguaglianze sociali in lenta attenuazione. È un’Italia che con fatica sta uscendo dalla crisi economica collettiva innescata dall’inflazione, lavorando di più e recuperando un po’ di fiducia nel futuro. E aumenta anche la disponibilità di spesa per sé e per il Pianeta. Per citare dei numeri, gli importi medi degli italiani nel 2022 dedicati all’acquisto di prodotti per la cura della bellezza e della salute del corpo ammontavano a 458 euro, mentre un recente rapporto Compass parla di circa 483 euro investiti per le palestre, i centri sportivi e le piscine. Dall’altro lato aumenta anche la domanda di uno stile di vita più sostenibile per l’ambiente. Secondo l’Osservatorio Immagino 2024 l’83,6% della spesa in Gdo va a prodotti che si dicono green. Gli stessi risultati sono emersi anche dall'ultima edizione del Consumer Pulse di dunnhumby, un programma di ricerca che monitora i cambiamenti nei comportamenti degli acquirenti. Con l'inflazione alimentare in calo, i nuovi dati mostrano che i consumatori italiani si sentono più sicuri nel dare priorità ad acquisti più sani e sostenibili. Allo stesso tempo, c'è una crescente aspettativa che retailer e brand possano supportare questi intenti. Per molti consumatori italiani, mangiare bene è già un aspetto importante, con quasi la metà (49%) che dichiara che farlo li fa sentire bene. Più di un terzo (38%) afferma di voler condurre uno stile di vita più sano, con un quarto (23%) che sottolinea di "dover" fare scelte più sane per sé e per la propria famiglia. Tuttavia, il costo rappresenta un ostacolo per questi obiettivi. Come possono i retailer e i brand supportare i propri clienti in queste ambizioni? Nelle pagine che seguono vedremo quali risposte stanno dando le principali insegne a queste domande.
Andiamo a conoscere le medaglie di bronzo di questa edizione.
Acetum
Con sede nel cuore della regione culinaria più ricca d'Italia, è il più grande produttore mondiale di Aceto Balsamico di Modena Igp certificato. Le sue persone lavorano ogni giorno facendo tesoro della tradizione italiana e realizzando gli aceti nel modo più sostenibile. Produce e invecchia i propri aceti nei 4 stabilimenti a Modena. Esporta i suoi prodotti nel mondo da oltre 30 anni, grazie a un team con anni di esperienza sulle diverse tipologie di prodotto e formato. https://acetum.it/
Antonio Ruggiero
Citra vini
Fondata nel 1973, la principale realtà vitivinicola in Abruzzo, riunisce 8 cantine di provata esperienza, tutte situate nella provincia di Chieti, in un territorio dalle straordinarie potenzialità, storica culla del Montepulciano d'Abruzzo e del trebbiano d'Abruzzo. Fin dalla sua fondazione Citra ha la mission di raggruppare le più importanti realtà vitivinicole della provincia di Chieti puntando sulla qualità. https://www.citra.it/
Leader nella produzione di patate. Nata nel1889 oggi è un gruppo presente nei principali areali produttivi d’Italia - con stabilimenti in Emilia Romagna, Abruzzo e Lazio – ha costruito negli anni una solida rete di produttori in Europa e nel resto del mondo. Lavora ogni giorno per mantenere inalterata la qualità dei prodotti. La sostenibilità ambientale è uno dei cardini fondamentali dell’attività: un’agricoltura che rispetti l’ambiente e la natura consente di ottenere prodotti di grande qualità e sapore unico. https://www.antonioruggiero.com/
FREDDO
Versilfungo
Dal 1986, raccoglie ciò che di buono la natura ha da offrire, seleziona i migliori tartufi, funghi, frutti di bosco e ortaggi con l’aiuto di fornitori fidati, evita lo spopolamento massivo dei terreni rispettando la sostenibilità ambientale. Monitora i prodotti per garantire la massima trasparenza e freschezza, confeziona con cura e distribuisce per fare arrivare in tutta Italia questi tesori della terra.
https://www.versilfood.com/
Icefor
Azienda specializzata nella produzione a proprio marchio e per conto terzi di detergenti, detersivi, emulsioni, cere e disinfettanti destinati all’igiene sia in ambito professionale che domestico. La storia aziendale di oltre 40 anni, caratterizzata da una forte carica innovativa, si concretizza nella continua ricerca di soluzioni tecniche e tecnologiche che permettono di dare valore aggiunto ai propri processi e prodotti, dedicando grande attenzione alla qualità del prodotto e della sua sostenibilità sociale e ambientale. https://www.icefor.com/
Mugue
Essity Italy
Presente in Italia dal 1985, opera su tutto il territorio nazionale nell’ambito della produzione di materiali in carta “tissue” (fazzoletti, carta igienica, tovaglioli, ecc.) e della commercializzazione di prodotti per l’igiene della persona e la cura dell’incontinenza. Opera attraverso due entità legali dedicate rispettivamente ai prodotti a brand e ai prodotti per i marchi privati (private label).
https://www.essity.it/
Leader di mercato per la cura e l’igiene del pet e house care. Produce articoli unici, efficaci, di altissima qualità e caratterizzati da un forte contenuto di innovazione e ricerca scientifica. Nasce nel 1966, con la produzione e la commercializzazione di detergenti per la casa. Ma si è specializzata nella produzione di spazzole adesive levapelucchi di altissima qualità e con forte potere adesivo: rimozione del 99,24% di acari, 90% di batteri, 100% delle tarme https://www.mugue.it/
TerComposti
Opera dal 1985 nel campo della produzione dei terricci e dei substrati di coltivazione utilizzati nel settore della orto-floro vivaistica. Conferma il suo ruolo di leadership nel panorama del mercato dei terricci e substrati hobbistici e professionali. Un risultato raggiunto anche grazie all’espansione dell’azienda e alla sua efficiente struttura commerciale. https://tercomposti.com/
Il leader globale nella scienza dei dati per il retail, ha presentato la quinta edizione del Retail Preference Index (Rpi) in Italia, durante un webinar in collaborazione con Retail Institute Italy. Questo studio annuale, lanciato negli Stati Uniti nel 2017 e oggi condotto in 16 paesi, identifica le insegne preferite dai consumatori e analizza i fattori che determinano tali preferenze. Ecco i principali risultati emersi dallo studio in Italia riguardo alla PL.
La Marca del Distributore (Mdd) continua a ricoprire un ruolo prioritario tra i fattori che influenzano la scelta dell’insegna presso cui acquistare. Negli ultimi anni (2022, 2023), emersa come fattore a se stante, ha occupato il primo posto: era ciò che portava le persone a dirigersi verso Coop o verso Conad, Esselunga o Pam. Quest’anno essa si trova al secondo posto tra i fattori per importanza, dietro all’Esperienza d’acquisto, elemento chiave nella scelta.
La soddisfazione sulla Mdd è valutata dai consumatori attraverso quattro dimensioni, in quest’ordine: varietà della Mdd, qualità, prezzo e informatività dell’etichetta. È dunque la varietà della Mdd la componente che guida il percepito e la soddisfazione nei confronti della Mdd del retailer. Pertanto, bene gli investimenti volti ad aumentare i brand, offrire maggiore scelta seguendo i bisogni dei con-
sumatori, a patto che siano chiaramente comprensibili e non creino confusione. Ricordiamoci che la varietà deve essere osservata in funzione della piacevolezza e praticità dell’esperienza in punto vendita. Un’eccessiva varietà che confonde potrebbe risultare dannosa.
Infine, osserviamo come il percepito dei consumatori sia variato anno su anno in merito all’Mdd. I primi cinque sono Esselunga, Coop, Iper - La Grande i, Conad e Decò. Esselunga riesce a guadagnare la testa, spodestando Coop, che si conferma in seconda posizione. Iper - La Grande i fa un balzo in avanti di due posizioni, Conad ne perde una e Decò, invece, ne guadagna due, entrando per la prima volta nella Top 5. Interessante notare la forte progressione di Crai, che ha scalato ben sei posizioni anno su anno.
Un’ultima nota interessante riguarda il prezzo percepito della Mdd: Eurospin è l’unico discounter a entrare nella Top 3 per soddisfazione, con Coop al primo posto ed Esselunga al terzo. l
Cosa dicono i risultati della ricerca sulle insegne in generale?
L'Rpi Italia 2024 ha raccolto le opinioni di 5.500 consumatori, generando circa 10.400 valutazioni e fornendo così una classifica dettagliata delle 22 insegne più apprezzate dagli italiani. I principali risultati emersi dallo studio sono:
• Esselunga, Conad, Coop, Eurospin e Lidl continuano a dominare la classifica dei retailer più amati dagli italiani. Tuttavia, insegne come Famila, Alì, Decò, Iper La Grande i e Mercatò hanno ottenuto punteggi di soddisfazione notevoli, rappresentando una sfida per i leader di mercato.
• La ricerca evidenzia un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, con una crescente importanza attribuita all’esperienza in negozio, all’Mdd e alla varietà dell’offerta.
• I programmi fedeltà si affermano come un fattore cruciale per il successo dei retailer, con un impatto decisivo sulla connessione emotiva dei clienti e sulla crescita delle vendite.
• Per la prima volta, lo studio ha analizzato le priorità dei consumatori in base alle diverse fasi della vita, rivelando come le esigenze e le preferenze varino significativamente tra le diverse situazioni familiari e professionali.
Lo sviluppo sostenibile, ambientale, sociale ed economico, è una priorità per i retailer. Protagonista indiscussa di questo percorso evolutivo è la Mdd, sempre più local e con confezioni riciclabili. Ora, però, è giunto il tempo di nuove sfide e le partnership con i fornitori restano fondamentali per una crescita in sinergia.
Era il 1972 quando l’Onu introduceva per la prima volta il concetto di sostenibilità in una conferenza sull’ambiente, ma è soltanto nel 1987 che il concetto di sviluppo sostenibile viene definito con più precisione, all’interno del rapporto Brundtland, pubblicato dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo. Da allora sono passati quasi quarant’anni e la sostenibilità è diventata un tema sempre più centrale a livello mondiale. Lo è anche per i retail e la Mdd è indubbiamente protagonista. Secondo l’edizione 2024-1 dell’Osservatorio Immagino, nel 2023 il paniere dei prodotti “green” complessivamente ha generato 43,8 miliardi di euro di vendite, contribuendo per il 92,1% al giro d’affari complessivo del largo consumo confezionato. L’analisi relativa ai produttori, ha rilevato che la maggior presenza di prodotti che comunicano la sostenibilità ambientale si registra tra le referenze private label (91%) che superano i brand top 20 (90,5%), le cui vendite sono cresciute del +13% a valore e più lievemente
43,8 miliardi: il valore in euro generato dal paniere dei prodotti green nel 2023
91%: la percentuale di referenze PL che comunicano la sostenibilità ambientale on pack
87,7%: la percentuale di prodotti Mdd che forniscono informazioni sulla raccolta differenziata, sul corretto uso e sulla conservazione del prodotto
76,7%: la percentuale di prodotti PL che riportano le singole caratteristiche ambientali sulla confezione
a volume (+0,4%). Non solo, i prodotti Mdd riportano on pack anche maggiori indicazioni pratiche, relative sia alla raccolta differenziata sia al corretto uso e conservazione del prodotto (87,7% vs 83,3% dei top 20 produttori) e anche in questo caso i volumi sono risultati in leggera crescita, in controtendenza rispetto agli altri fornitori. I prodotti PL sono primi anche se si analizzano le singole caratteristiche ambientali (76,7% vs 67,9% dei top 20 produttori). I dati, dunque, confermano un percorso virtuoso della Mdd sul fronte della sostenibilità, ma quali sono le nuove sfide che deve affrontare nel prossimo futuro?
> 5.300: il numero di referenze Mdd Conad
> 300: le categorie merceologiche presidiate dalla PL Conad
11: le linee di prodotto a marchio
33,2%: la quota a valore della Mdd Conad nel canale super sul totale del largo consumo confezionato in Italia nel 2023
6 miliardi di euro: il fatturato generato dai prodotti a marchio nel 2023
La sostenibilità rappresenta un asset sempre più importante per Conad, tanto da averla posizionata al vertice della piramide strategica e la marca del distributore è espressione concreta dell’impegno del retailer sul fronte green. «Stiamo lavorando per rendere la nostra marca privata un vero e proprio bastione del posizionamento di sostenibilità della nostra insegna, attraverso un piano di sviluppo pluriennale che prevede l’integrazione dei fattori Esg, che consideriamo fondamentali per il nostro futuro – fa sapere Alessandra Corsi, direttrice marketing dell’offerta e Mdd di Conad –. Ci daremo obiettivi di medio-lungo periodo attraverso l’utilizzo di kpi quantificabili e misurabili, che ci permetteranno di monitorare i progressi e garantire la conformità alle nuove direttive europee. Questo approccio ci consentirà di essere pronti a rispondere alle richieste crescenti di trasparenza e responsabilità da parte dei nostri stakeholder, senza perdere di vista il nostro impegno a migliorare continuamente. In qualità di leader della grande distribuzione italiana, abbiamo la responsabilità di promuovere la sostenibilità per un futuro migliore, consapevoli che non debba essere solo una scelta, ma un valore integrato in ogni fase della nostra attività».
I prodotti a marchio sono progettati e realizzati con l’obiettivo di minimizzare gli sprechi di risorse e l’emissione di sostanze dannose per l’ambiente. «Coop – ricorda Francesco Scocozza, responsabile prodotto a marchio Coop Italia –, nel 1998 è stata la prima azienda in Italia, ottava nel mondo, ad aver conseguito la certificazione SA8000, in conformità della quale ha definito la sottoscrizione da parte dei fornitori del prodotto a marchio di un codice di comportamento etico che contempla impegni sui diritti dei lavoratori. Con la campagna ‘Buoni e giusti’, avviata nel 2016, Coop ha rilanciato un percorso di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori e dell’opinione pubblica in tema di legalità, eticità delle filiere produttive e autenticità dei prodotti alimentari. Inoltre, effettuiamo sulle nostre filiere ortofrutticole controlli aggiuntivi rispetto a quelli previsti per legge. Ora l’obiettivo è la riduzione della plastica da tutti i prodotti a marchio, il non uso di microplastiche aggiunte in cosmetici e detergenti a marchio, la riprogettazione degli imballaggi affinché siano riciclabili, compostabili o riutilizzabili».
22: le linee a marchio Coop
32%: la percentuale della PL del settore grocery, che sale al 40% guardando al totale Mdd
4,5 miliardi di euro: il fatturato raggiunto dai prodotti PL Coop nel 2023 l’anno.
>80%: la percentuale delle categorie merceologiche presenti in Coop in cui i prodotti a marchio sono i più venduti
Fonte: dati aziendali
85%: la percentuale di assortimento Mdd nei negozi Aldi
>2.000: i prodotti PL di Aldi dall’alimentare al non-food
30: le marche private label di Aldi
La strategia del Gruppo Aldi Süd in ottica green ha un obiettivo chiaro e definito: rendere la sostenibilità accessibile a tutti. «Questo significa – spiega il reparto national buying di Aldi – offrire prodotti di qualità e al miglior prezzo garantendo, allo stesso tempo, una filiera sostenibile. Abbiamo definito una serie di linee guida, periodicamente aggiornate e integrate, che ci aiutano nella gestione sostenibile delle nostre attività lavorative nel garantire un approvvigionamento delle risorse nel rispetto di criteri ambientali e sociali lungo le catene di fornitura globali, in particolare per quelle materie prime considerate a rischio, come cacao, caffè, pesce, olio di palma, cotone, ecc. La sfida per il futuro è una maggiore condivisione di dati e informazioni per un monitoraggio più attento della filiera e una riduzione delle emissioni di CO2 e, in generale, di ottimizzazione del consumo delle risorse idriche e dello spreco alimentare, nonché una maggiore trasparenza e controllo per garantire il rispetto dei diritti umani e nuove proposte di prodotti alternativi e packaging più sostenibili. Le aziende si trovano oggi a dover affrontare una nuova fase della sostenibilità che non è più legata al solo sviluppo di progetti, ma si sta inserendo nei processi interni. Innovazione sostenibile significa affidarsi a nuove tecnologie, alla necessità di raccogliere, mappare, monitorare i dati che riguardano l’ambiente e i diritti umani, alla disponibilità di nuove materie prime alternative, a una sinergia maggiore con i fornitori che si trovano ad affrontare assieme a noi la transizione sostenibile».
INALPI, VERSO UN’INDUSTRIA A “CICLO CHIUSO”
L’obiettivo di Inalpi nel medio-lungo periodo è quello di diventare un sistema industriale a ciclo chiuso. Un percorso che sta portando avanti anche grazie al progetto realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, finalizzato alla valutazione dei migliori interventi sulle fermentazioni enteriche che rappresentano la maggior causa di emissione, attraverso l’addizione di integratori nell’alimentazione per una riduzione delle emissioni giornaliere. «Valuteremo anche azioni nella fase di stoccaggio dei reflui zootecnici – aggiunge Gabriella Bollino, direttrice commerciale e marketing di Inalpi –. Il progetto ha inoltre l’obiettivo di ridurre la quantità di concimazioni necessarie per la coltivazione di alimenti zootecnici. Ma il percorso comprende anche la realizzazione di progetti dedicati al recupero dell’acqua da condensato delle torri di sprayatura e la depurazione dell’acqua di scarico da depuratore, trattata e riutilizzata all’interno dei processi produttivi, che ci porterà all’azzeramento dell’impatto idrico».
«Lo sviluppo del packaging, la selezione dei fornitori e i flussi logistici sono i tre asset attorno cui ruota la sostenibilità dei prodotti a marchio di Crai», informa Pietro Poltronieri, direttore Mdd di Crai. Come evidenziato nel Bilancio di Sostenibilità presentato di recente dal Gruppo, grazie alla centralizzazione della distribuzione dei prodotti surgelati a marchio Crai, i collegamenti di trasporto sono stati ridotti da 240 a soli 38, a fronte di un raddoppio del volume di merce trasportata. «La
“OGGI PER DOMANI”, l’impegno di ALDI che rende la sostenibilità accessibile per tutti i clienti
All’insegna di una cultura aziendale incentrata sulla sostenibilità, ALDI si impegna nel perseguire uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la società del futuro attraverso il programma “Oggi per domani”, l’iniziativa che in linea con la Vision2030 del Gruppo ALDI SÜD mira a rendere “la sostenibilità accessibile per tutti i clienti”.
lungo tutta la filiera - dall’approvvigionamento di materie prime considerate a rischio fino al processo di produzione finale – affinché la realizzazione dell’assortimento possa essere sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.
Sin dal suo arrivo in Italia nel 2018, ALDI si è infatti impegnata nell’adottare comportamenti leali e pratiche commerciali eque e dignitose
Il modello aziendale mira ad offrire la migliore qualità al miglior prezzo possibile, in sinergia con offerte trasparenti e processi efficienti e nel pieno rispetto di clienti, partner commerciali, collaboratori, società e ambiente.
Attraverso una stretta collaborazione con i propri fornitori, il Gruppo mira a contribuire alla “democratizzazione” dei prodotti sostenibili in tutti gli 11 paesi in cui è presente, fondando la propria strategia sui seguenti pilastri
internazionali: rispetto dei diritti umani, ottimizzazione del packaging, riduzione delle emissioni e filiere sostenibili, lotta allo spreco alimentare, benessere animale. A queste si aggiungono due tematiche centrali per l’Italia, incentrate su attività volte a rendere i prodotti sani e accessibili per tutti i clienti e a offrire supporto alle comunità locali attraverso collaborazioni con partner non profit e for profit.
concentrazione delle piattaforme da un lato e l’ottimizzazione dei trasporti dall’altro sono elementi migliorativi che abbiamo introdotto ormai da diversi anni e su cui continueremo a lavorare – prosegue Poltronieri –. Siamo molto attenti anche alla comunicazione che forniamo sui prodotti ai consumatori: ci impegniamo a essere sempre chiari e trasparenti per favorire un acquisto consapevole».
3.000: i prodotti a marchio Crai
20%: l’incidenza della Mdd sul fatturato del lcc del Gruppo
Fonte: dati aziendali
Per migliorare la sostenibilità della Mdd, secondo i retailer intervistati, è fondamentale il rapporto con i fornitori. «La sostenibilità richiede un approccio sinergico –sostiene Alessandra Corsi di Conad –. Bisogna lavorare insieme per sviluppare soluzioni che siano vantaggiose per tutti. Collaborare con i nostri fornitori ci permette di condividere conoscenze, esperienze e risorse, creando così un ecosistema in cui l'innovazione può prosperare». Anche per Michela Cocchi di Despar Italia «la collaborazione con i fornitori è un elemento essenziale per perseguire un percorso di sostenibilità della Mdd che nasce dal rapporto di fiducia che si crea tra noi e loro». I rapporti duraturi con i fornitori sono un punto di forza pure per Coop: «Collaboriamo con circa 800 realtà per la realizzazione dei nostri prodotti a marchio – afferma Francesco Scocozza –, con cui abbiamo relazioni di lunga data, in media 20 anni, in alcuni casi anche 30. Per noi sono dei veri e propri partner con cui costruiamo progetti e condividiamo obiettivi ambiziosi».
16: le linee PL di Despar
3.800: il numero delle referenze
Mdd di Despar
1 miliardo di euro: il fatturato generato dai prodotti a marchio
Despar nel 2023
23,8%: la quota a valore anno progressivo agosto 2024 (+1,4% vs stesso periodo 2023)
Da diversi anni Despar utilizza materiali riciclabili per le confezioni dei prodotti a marchio e cerca di ridurre l’over packaging. Dal 2022 insieme ai fornitori Mdd ha avviato un progetto per calcolare e ridurre l’impatto ambientale dei prodotti in termini di CO2. Inoltre, l’insegna ha aderito alla campagna di Too Good to Go sull’etichetta consapevole per ridurre lo spreco alimentare. Dei 450 fornitori di prodotti PL, il 98% è italiano. «Il Manifesto di sostenibilità che abbiamo presentato nel 2023 e che tutte le aziende associate al consorzio Despar Italia hanno sottoscritto – dichiara Michela Cocchi, brand manager di Despar Italia – rappresenta la nostra carta dei valori e la bussola che guida il percorso di sviluppo sostenibile, anche nell’ambito Mdd. In particolare, tra gli impegni che continueremo a perseguire c’è l’implementazione del progetto avviato con i fornitori per quantificare la carbon footprint dei prodotti PL e intraprendere percorsi di riduzione lungo la filiera. Continueremo a favorire le economie dei territori, promuovendo i localismi; ad adottare soluzioni che possano minimizzare gli impatti delle nostre attività sull’ambiente, e a promuovere iniziative per ridurre lo spreco alimentare».
Dalle aziende pack plastic free e maggiore digitalizzazione
Non ci sarebbe Mdd (o quasi) senza le industrie di produzione. Ma in che direzione va la loro innovazione a servizio della private label? «Da circa un anno stiamo conducendo test su film monomateriali con l'obiettivo di sviluppare imballaggi completamente riciclabili – informa Ruggero Molinari, marketing manager di De Angelis Food Group –. Questo progetto rappresenta un'importante evoluzione della nostra strategia nella direzione di una sempre maggiore sostenibilità, iniziata nel 2019. Ora intendiamo ottenere certificazioni ambientali che attestino le nostre pratiche, garantendo trasparenza ai consumatori. Investiremo in innovazioni tecnologiche per migliorare l’efficienza dei nostri processi e ridurre i consumi energetici». Anche per Diodato Ferraioli, chief commercial officer di La Doria, «un aspetto chiave per la sostenibilità è l’evoluzione del pack, con l’obiettivo di utilizzare materiali sempre più riciclabili, biodegradabili e riutilizzabili. Inoltre, stiamo investendo nella digitalizzazione dei processi produttivi e logistici, che ci permetterà di ottimizzare le risorse, ridurre gli sprechi e migliorare la tracciabilità dei prodotti». Il rispetto dell’ambiente e l’eco-sostenibilità sono priorità strategiche del Gruppo Merenchino. «Oggi offriamo packaging riciclabili per le nostre referenze a libero servizio e banco taglio. L’obiettivo è quello di proporre per tutta la nostra gamma, packaging plastic free – annuncia Stefano Ziliotti, direttore commerciale e marketing di Gruppo Marenchino –, ma nel nostro concetto di sostenibilità includiamo anche la riscoperta delle antiche tradizioni casearie, gli usi e i consumi dei nostri avi, la valorizzazione del territorio e del localismo, a cui si affianca il rispetto del benessere animale. Il Gruppo Marenchino si è dotato di una policy interna che prevede la richiesta ai nostri conferenti latte del rispetto della certificazione CReNBA in aggiunta alle attività di controllo della nostra assicurazione qualità». Per Tommaso Fiore, responsabile commerciale di Fiore di Puglia, che per la Mdd produce taralli, friselle, snack aromatizzati, taralli senza glutine, «i pilastri della sostenibilità sono l’utilizzo dell’energia rinnovabile, forni con alimentazione a pellet certificato, l’utilizzo di materie prime a km zero, oltre che packaging riciclabili e un maggiore focus sulle proprietà nutritive dei prodotti, con più fibre e proteine».
Dal 1960 abbiamo messo radici in Italia e, di anno in anno, siamo cresciuti con nuovi punti vendita. Le persone sono il cuore pulsante della grande famiglia Despar. Grazie alla loro dedizione, professionalità e passione offriamo ai clienti la migliore esperienza di spesa fatta di qualità, servizio e convenienza.
Lavoriamo con oltre 400 piccole e medie imprese, per il 98% italiane, con cui stringiamo partnership per realizzare i prodotti firmati Despar.
Sosteniamo il territorio con attività e iniziative a impatto sociale per portare valore aggiunto nelle comunità in cui ci inseriamo.
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4 volte Insegna dell’Anno
Il lavoro del Gruppo C3 negli ultimi mesi si è concentrato sul miglioramento della sostenibilità dei pack. «Quest’anno – racconta Sara Fabris, category executive Mdd di Consorzio C3 – abbiamo allargato l’assortimento della frutta secca inserendo delle vaschette apri e chiudi con l’80% di plastica riciclata, di cui 50% R-pet, che si possono riutilizzare, e realizzato una passata di pomodoro in una confezione riciclabile con 71% di materie prime da fonti rinnovabili. Infine, ma non per ultimo, tutti gli imballi delle referenze accessori “aiuto in cucina” come carta forno, alluminio e anche le fascette delle vaschette/contenitori sono certificati Fsc. Stiamo lavorando a un progetto, che concluderemo a fine anno, che prevede la sostituzione delle confezioni in Pet delle uova con cartoncini in polpa di legno. Inoltre, sempre nella linea di accessori “aiuto in cucina” stiamo valutando di utilizzare, per le vaschette in alluminio e i contenitori, i coperchi in carta biodegradabili e compostabili».l
35 milioni di euro: il fatturato generato dal brand Noi&Voi nel 2023
734: il numero delle referenze PL Noi&Voi
15: le novità Noi&Voi in arrivo entro la fine del 2024
A FARE IL PUNTO CON PL MAGAZINE
È : ALESSANDRA CORSI, DIRETTRICE MARKETING DELL’OFFERTA E MDD CONAD
Il gruppo ha sempre insistito molto sull’importanza delle Mdd, oggi più che mai protagoniste nel mondo del largo consumo. Quali sono i risultati di questa linea strategica? E come è orchestrato il rapporto con i fornitori?
Il leader italiano della Gdo è anche leader di private label? E, se sì, per quali motivi? Abbiamo girato le domande ad Alessandra Corsi, direttrice marketing dell’offerta e Mdd Conad. «Certamente. La nostra marca del distributore è leader assoluta nel panorama della distribuzione moderna in Italia, con una quota, sul venduto, superiore al 33% nel canale super. Questo primato si fonda su una crescita costante e un miglioramento continuo, sostenuto da punti di forza distintivi. Tra questi: capacità di innovazione, accurata segmentazione del ‘portfolio’ prodotti, basata sui bisogni di consumo, forza propulsiva dell’offerta. Al centro della nostra strategia ci sono i bisogni dei clienti, che studiamo e analizziamo costantemente, per anticiparne le aspettative. Il nostro approccio ci ha permesso di costruire una proposta commerciale su misura, articolata su una vasta gamma di marchi i quali rispondono a esigenze specifiche. Con oltre 5.300 referenze, che coprono più di 300 categorie merceologiche, la nostra Mdd rappresenta un’offerta completa e differenziata, in grado di soddisfare le richieste di un mercato in continua evoluzione».
E i rapporti con i fornitori?
Le relazioni di lungo termine con i nostri fornitori sono uno dei pilastri fondamentali del nostro successo.
Con oltre 800 aziende che lavorano sul prodotto a marchio, siamo in grado di assicurare ai clienti un’offerta di qualità, conveniente e costantemente controllata. Più del 70% dei nostri partner collabora con noi da oltre 5 anni, a dimostrazione di un rapporto di fiducia e continuità. Parallelamente, svilup -
piamo una “frangia” di nuove imprese, che operano per i nostri brand, per stimolare l’innovazione e affrontare le sfide emergenti del mercato.
Quali requisiti devono avere le imprese partner?
Siamo impegnati nel dare, a tutti i nostri fornitori, gli strumenti e il supporto per assumere un approccio responsabile lungo tutta la filiera, contribuendo non solo al loro sviluppo, ma anche alla crescita delle comunità e dei territori in cui operano. Essi devono rispettare i parametri stabiliti dal Consorzio, che si basano sull’International featured standard (Ifs), dunque un sistema di verifica unificato, applicato anche dalla Gdo europea, che garantisce qualità e sicurezza in ogni momento della produzione e lavorazione alimentare. Oltre a questo, Conad applica capitolati molto rigorosi, i quali superano le normative vigenti, garantendo eccellenza e trasparenza.
Conad ha una rete molto capillare. Quale impulso date alle Pmi locali?
Conad ha sempre creduto profondamente nella valorizzazione del territorio e nel supporto ai produttori locali. E così, specie attraverso la linea Sapori&Dintorni, che abbiamo sviluppato in stretta collaborazione con i nostri soci, ci impegniamo a por-
tare sulle tavole dei nostri clienti le eccellenze enogastronomiche di tutte le regioni italiane. Questo progetto nasce dalla conoscenza approfondita che i soci vantano nei confronti delle aziende dei propri territori, il che ci permette di selezionare il meglio delle specialità delle varie zone d’Italia e di promuovere una filiera corta, trasparente e sostenibile. Investiamo in questa direzione da anni, perché crediamo nel potenziale dei piccoli produttori e delle comunità. Anche in questo caso, grazie alla nostra rete capillare di soci e cooperative, riusciamo a costruire rapporti duraturi e di fiducia, offrendo ai partner la visibilità e il sostegno necessari per crescere, pur mantenendo la propria autenticità e qualità. In questo modo, non solo valorizziamo le eccellenze locali, ma rafforziamo anche il tessuto economico e sociale nel quale operiamo.
Abbiamo assistito, in passato, a una ripercussione dell'inflazione anche sulle PL. Ora possiamo dire che il fenomeno è rientrato?
Negli ultimi anni, effettivamente, abbiamo osservato significativi incrementi di prezzo anche sulle private label, causati da fattori esogeni, come l'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia, un contesto che ha portato, come sappiamo, alla rincorsa generalizzata dell'inflazione. Tuttavia, in tempi più recenti, la tensione pare essersi ridimensionata: attualmente ci troviamo, anzi, in deflazione rispetto ai picchi inflazionistici recenti, anche se non possiamo dire che il passato sia completamente alle spalle. Conad, da parte sua, ha sempre affrontato questa sfida cercando di mantenere il migliore equilibrio fra qualità e prezzo. Oggi continuiamo a monitorare attentamente l'evoluzione del mercato e ci impegniamo a contenere gli eventuali impatti sui clienti, garantendo loro convenienza in un contesto economico in incessante evoluzione. l
con la nuova linea di prodotti pensata per te che vuoi sentirti bene con gusto.
In questo processo la comunicazione visiva e la user experience assumono un ruolo fondamentale ma che spesso - purtroppo - non viene riconosciuto. Ecco cosa tener presente per un progetto efficace.
In un contesto in cui la sostenibilità è diventata un fattore strategico imprescindibile, anche le aziende del comparto Gdo sono chiamate a raccontare in modo chiaro e trasparente, sfruttando lo strumento del bilancio di sostenibilità, il loro impegno nei tre principali pilastri: ambientale, sociale ed economico. In questo processo la comunicazione visiva e la user experience assumono un ruolo fondamentale ma che spessopurtroppo - non viene riconosciuto. Il bilancio di sostenibilità è sì uno strumento gestionale, ma se ne consideriamo il potenziale di influenzare e ispirare i lettori nell’apportare un contributo positivo al futuro che ci aspetta, diviene chiaro che andrebbe trattato a tutti gli effetti come uno strumento di comunicazione aziendale. Come agenzia di comunicazione, il nostro compito è accompagnare le aziende nella creazione di un documento che risulti esteticamente curato e facilmente consultabile, così da diventare uno strumento potentissimo: la grafica deve saper tradurre la complessità dei numeri e delle iniziative in un racconto visivo uniforme, che valorizzi l’impegno dell’azienda su ogni fronte. L’utilizzo di infografiche, schemi intuitivi e di un design coerente rispetto all’identità aziendale e al contenuto del documento non è solo una scelta estetica, ma una strategia per garantire trasparenza e facilitare la comprensione delle tematiche trattate. Un bilancio di sostenibilità non solo riporta statistiche e dati, ma li rende coinvolgenti e soprattutto accessibili per i vari stakeholder, dagli investitori ai consumatori, e in questo senso le potenzialità fornite dai servizi di digitalizzazione e di interattività sono infinite: indici interattivi, materiali audio e video extra, pop-up, animazioni, contenuti dinamici, ricerca rapida e tanto altro ancora. Compito di ogni studio di consulenza, come il nostro, è di guidare i partner offrendo un supporto sia creativo che strategico: ogni elemento del bilancio di sostenibilità, dall’impaginazione alle scelte cromatiche, passando per l’adattamento ai diversi canali di diffusione e alle tipologie di utenza, deve essere pensato per riflettere i valori aziendali e consolidare al tempo stesso la veridicità del report e la credibilità dell’azienda. Noi di A&B Studio sappiamo che, in un mercato sempre più attento al futuro del pianeta e alle implicazioni economiche e sociali, saper comunicare in modo efficace le attività aziendali sostenibili è importante tanto quanto intraprenderle. l
1° parte
In che misura la crisi del costo della vita ha influito sul panorama del mercato distributivo e quali sono stati i più significativi riscontri dell’evoluzione del panorama del mercato distributivo? IPLC ha analizzato le strategie di pricing dei principali retailer europei e l'evoluzione del ruolo della private label.
La ricerca che IPLC ha condotto nel primo quadrimestre 2024 ha rivelato che ci sono delle tendenze costanti nel marchio del distributore, diventato più competitivo delle marche. I risultati chiave della nostra ricerca sono stati:
• Il prezzo medio del marchio del distributore “mainstream” rispetto alla marca
nazionale è ora in media del 48% più economico (2021: 47% in meno, 2016: 33% in meno), mostrando una tendenza costante del marchio del distributore a diventare più competitivo rispetto alle marche.
• La strategia di posizionamento dei prezzi dei supermercati rispetto ai discount varia da paese a paese. Nel
Regno Unito, in Irlanda e in Italia, Lidl (preso come benchmark di riferimento perché presente con quote di mercato significative in tutti i paesi analizzati) rimane oltre il 15% più economico rispetto ai principali supermercati. Alcuni di questi supermercati, come Tesco, scelgono di fare campagne "Price Match" su un mix di prodotti a marchio del distributore “entry-level” e “mainstream”, integrati con alcuni prodotti di marca, per contrastare la minaccia dei discount.
• Tuttavia, in altri paesi, come Francia, Germania, Paesi Bassi e Portogallo, i supermercati hanno abbassato i prezzi del marchio del distributore “mainstream” fino a raggiungere il livello prezzi dei discount, il che significa che i prezzi di Lidl sono solo il 6% circa più bassi rispetto a molti dei supermercati analizzati e, in due casi (E.Leclerc in Francia e Edeka in Germania) solo il 4% in meno.
Quanto è più economica (nel paniere prodotti analizzati) in % la private label “mainstream” di Lidl vs...
• I retailer continuano a adattare le loro architetture a marchio del distributore. Di particolare interesse è l'attività rilevata nelle “entry-level” private label. In questo caso, abbiamo visto varie strategie, tra cui gamme nuove, ampliate e rilanciate, alcune delle quali hanno avuto successo come "Just Essentials" (Asda, Regno Unito) e gli "Spesotti" (Coop, Italia), mentre altre lo sono state meno ("Einfach Gut", Aldi South, Germania).
• Nel nostro panel abbiamo registrato un aumento del 34%, rispetto al 2021, del numero di prodotti offerti nella fascia “entry-level” a marchio del distributore. Quando si acquista un mix tra “entry-level” (se presente) e “mainstream” (quando il “entry-level” non è presente), il prezzo medio rispetto al prezzo delle marche nazionali è inferiore del 54%.
• Nel nostro panel i prodotti “entry-level” sono venduti in media il 28% più economici del “mainstream” nei supermercati e il 30% in meno in Lidl.
• Nel nostro panel abbiamo visto i prezzi al pubblico aumentare in media del 31% tra il 2021 e il 2024. La private label “mainstream” è aumentata in media del 31%, mentre le marche sono aumentate in media del 27%. Ovviamente è la private label “entry-level” quella che ha visto l'aumento maggiore del 36%, qui infatti un aumento di 0,10 € del costo del prodotto ha un impatto percentuale maggiore sulla private label “entry-le vel” rispetto all'impatto che ha sulla “mainstream” e sulla marca, a causa del basso prezzo di partenza del prodotto “entry-level”.
* IPLC research 2018 "Opportunità nel mercato del marchio del distributore a valore aggiunto»
** Fonte: rilevazione dai siti web dei retailer, aprile 2024
*** Fonte: Lebensmittel Zeitung
**** Rimozione dell'etichetta “entry-level” e mantenimento di circa 30 etichette di fantasia
tegia, mentre Lidl in Francia ha appena cominciato ad implementarla.
• Nella maggior parte dei paesi, la private label “entry-level” nei supermercati e nei discount è di una qualità inferiore rispetto alla “mainstream”. Non è così in Germania dove le gamme "Güt & Günstig" di Edeka e "Ja!" di Rewe sono di qualità “mainstream” ma vendute a prezzi scontati.
• In alcuni mercati, come il Regno Unito e l'Irlanda, Aldi (e Lidl) offrono la priva te label “entry-level” accanto alla loro “mainstream”. Tuttavia in Germania, Aldi ha fatto marcia indietro in questa stra
• Il maggiore aumento dei prezzi del paniere dei prodotti a marchio del distributore rispetto alle marche ha aiutato la crescita della quota di mercato dei prodotti a marchio del distributore. Questi maggiori aumenti nei panieri delle private label sono anche il risultato del fatto che i costi delle materie prime rappresentano una percentuale più elevata del costo totale di un prodotto a marchio del distributore rispetto alla marca, il cui costo totale include anche il sostegno marketing e promozionale.
• Abbiamo rilevato come alcuni prodotti hanno aumentato i loro prezzi di oltre il 100% negli ultimi 3 anni, in particolare l'olio extra vergine di oliva che è aumentato di oltre il 200% per alcune marche in Portogallo e Spagna, e di oltre il 150% nelle private label sia nei supermercati che nei discount nella maggior parte dei paesi.
• Una tattica nota come shrinkflation è stata utilizzata dalle marche, e anche in alcuni prodotti a marchio del distributore, per contrastare la recente impennata dei prezzi di costo è stata quella di ridurre le dimensioni della confezione mantenendo (o ancora aumentando) il prezzo al pubblico. Ne è un esempio la marca Bertolli di Olive Spread nel Regno Unito, che ha ridotto il peso della confezione da 500 g a 450 g, mentre il prezzo al kg è aumentato di oltre il 110%.
• Il prezzo di vendita al pubblico di confezioni di dimensioni simili di alcune marche può variare considerevolmente tra i diversi paesi europei, un esempio è la Coca Cola che vende ad un prezzo di oltre il 150% in più in un retailer in Irlanda rispetto a un retailer in Francia. Anche in Lidl, il prezzo di vendita al pubblico dello stesso prodotto può variare di oltre il 50% da un paese all'altro, con un esempio estremo che è la Cola da 2 litri che si vende nei Paesi Bassi a oltre 2,5 volte il prezzo nel Regno Unito.
• Una strategia di tutti i retailer per gestire il loro mix di margini durante il recente periodo di inflazione dei costi
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elevati è stata quella di lanciare nuovi prodotti a marchio del distributore “premium” o “value-added” come Biologico, Vegano e Free-From.
• I prodotti private label “premium” sono venduti nei supermercati in media il 79% più costosi del “mainstream”. Ciò si confronta con il 93% nel 2018, suggerendo che le “premium” private label sono diventate più competitive negli ultimi 6 anni. Lidl, tuttavia, addebita in media solo il 59% in più per il suo marchio privato “premium” rispetto al suo “mainstream”, suggerendo che potrebbero ottenere un margine maggiore dal loro posizionamento “premium”.
• In una piccola selezione di 55 prodotti in Italia e Germania, i prodotti biologici sono venduti in media al 50% in più rispetto ai prodotti di livello “mainstream”. Nel 2018, abbiamo scoperto che i
prodotti biologici avevano un premio del 96% nel prezzo al pubblico rispetto al livello “mainstream”; quindi, possiamo concludere che anche i prodotti biologici sono diventati più competitivi negli ultimi anni, rendendoli più accessibili al consumatore.
• Si è visto che i principali discount negli ultimi 3 anni hanno referenziato più marche nazionali nella loro gamma "quotidiana". Anche se questa può essere una strategia per convincere i loro clienti che non hanno bisogno di acquistare altrove per alcune delle loro marche preferite, una teoria è che le marche vengano referenziate per aiutare i discount a dimostrare, a punto vendita, quanto siano economici i loro prodotti a marchio del distributore. Le marche possono quindi offrire margini più elevati rispetto al marchio del distributore, il che può essere interessante per i discount.
• Lidl vende la marca equivalente ai suoi prodotti a marchio del distributore su oltre il 30% dei prodotti nei nostri panieri. In media, i prodotti di marca sono venduti al 119% in più rispetto al prodotto Lidl, quasi certamente aggiungendo un buon margine operativo ed evidenziando quanto sia economica l'alternativa del marchio del distributore Lidl. l
L’Antica Pizzeria da Michele e Roncadin spa SB
Che hanno fatto conoscere la tradizione e l’eccellenza italiana portando la pizza in tutto il mondo.
Roncadin spa SB via Monteli 3 Meduno (PN) info@roncadin.it
roncadin.it damichele.net
La gamma di prodotti dedicati alla “golden age” riguarda referenze non food e food, forte dell’esperienza maturata con la linea Welless.
Penny Italia, discount del gruppo Rewe, ha presentato la nuova marca privata ‘Forever You’, 25 prodotti food e non food creati ad hoc per i clienti ultra 50enni. La gamma, che sarà disponibile in negozio dal prossimo 7 novembre, «è il frutto di 18 mesi di ricerche di mercato, focus group, analisi di laboratorio e rigorosi test clinici», ha spiegato l’azienda. E tra marzo e aprile 2025 è previsto l’arrivo di 10 referenze per l’integrazione, e di altri 15 prodotti nei mesi successivi. Penny decide così di creare una linea che trasmetta il messaggio che in qualsiasi momento della propria vita tutti abbiano il diritto di godere a fondo delle giornate, di valorizzarsi, di piacersi e di piacere. «Esiste un forte senso di inclusione e rispetto che Penny fa proprio da molto tempo e che ci consente di fare luce dove i più non guardano, alzando di molto l’asticella in tema di scelte di business coerenti e socialmente impegnate», ha commentato Nicola Pierdomenico, ceo di Penny Italia. La nuova linea è pensata per chi sceglie di continuare a sentirsi giovane e vitale sempre, e per chi vuole affrontare con leggerezza e serenità lo scorrere del tempo, senza smettere di curare corpo e spirito. Il packaging a sfondo bianco, che alterna finiture brillanti a satinate, è pensato per trasmettere l'idea di salute e vitalità, a cura dell'agenzia The Optimist. La marca del distributore di Penny sale così al 60% dell’offerta Penny e l’obiettivo dell’azienda è raggiungere il 70% entro il 2027.l
Una linea dedicata ai consumatori che mettono il benessere mentale e fisico al centro delle loro scelte quotidiane.
Conad ha presentato valori e caratteristiche dei prodotti Piacersi Conad, nuova offerta di prodotti a marchio dedicata alle persone che considerano la cura del proprio benessere il tema centrale della loro vita e delle loro scelte quotidiane. Piacersi Conad, che nell’ambito dell’offerta Mdd Conad sviluppa un fatturato di oltre 100 milioni di euro, diventa così un vero e proprio brand, con più di 160 referenze, tra freschi, freschissimi, drogheria alimentare e prodotti surgelati, che riflettono le nuove abitudini dei clienti: momenti di consumo diversificati in diversi momenti della giornata, dai pasti principali ai consumi on the go. «Piacersi Conad è la linea dedicata a Salute e Benessere – afferma Alessandra Corsi, direttrice marketing dell’Offerta e Mdd Conad –, uno dei pilastri dello sviluppo della marca commerciale Conad, insieme a Convenienza, Sostenibilità e Naturalità, Servizio e Indulgence. Con Piacersi offriamo ai nostri clienti un’ampia gamma di prodotti pensati per soddisfare il desiderio di sentirsi bene senza rinunciare al piacere, mantenendo quindi una grande attenzione agli aspetti di gusto. Siamo convinti che prendersi cura di sé ogni giorno e ascoltare i propri desideri sia il primo passo verso la felicità e questa consapevolezza ci ha guidato nell’evoluzione del posizionamento della marca. Piacersi è il contenitore dell’innovazione di Conad nell’area del benessere, in grado di intercettare i trend attuali e futuri in questo segmento». Secondo i dati demoscopici elaborati da Ipsos emerge nei consumatori un’attenzione crescente verso la salute mentale (87%) e fisica (86%) e gli affetti, dalla famiglia (83%) alle relazioni sentimentali (70%). Benessere a tutto tondo e relazioni significative passano in primo piano rispetto a valori come il successo professionale ed economico (rispettivamente 69% e 65%) e il divertimento (44%). In fondo alle priorità, il successo in sé, ricercato solo da un italiano su quattro.l
Frutto della collaborazione tra BolognaFiere e Mtp Group, prende il via un evento di respiro internazionale che punta a rivoluzionare il mercato della private label in Polonia, aprendo nuove opportunità alle aziende italiane desiderose di espandersi nell'Est Europa.
Si svolgerà a Poznań il 19-20 febbraio 2025 la prima edizione di Marca Poland, la fiera dedicata al mercato della private label dell’Est europeo. La manifestazione, basata sul format di successo di Marca by BolognaFiere (il 15-16 gennaio 2025 a Bologna la sua 21a edizione), punta a rivoluzionare il mercato della private label in Polonia, aprendo nuove opportunità alle aziende italiane desiderose di espandersi nell'Est europeo. Nei due ampi padiglioni multifunzionali all’interno del Centro Congressi di Poznań, polo fieristico internazionale, è già prevista per questa prima edizione la presenza di oltre 200 espositori in arrivo da Polonia, Italia, Spagna, Germania e altri Paesi europei, e di 250 buyer in rappresentanza della Gdo europea (prevalentemente dell’est). «Questo evento risponde a una chiara esigenza di mercato – dichiara Wojciech Kokotek, direttore di Marca Poland –. In Polonia, la quota di mercato raggiunta dalla marca privata all’interno della Gdo locale ha raggiunto il 27% e crescerà nei prossimi anni (Fonte Nielsen IQ). Vogliamo creare un momento di contatto tra le insegne e le aziende che vogliono contribuire con i loro prodotti a questa crescita». Come già avviene a Marca by BolognaFiere in Italia, Marca Poland intende mettere in contatto produttori food e non food con le principali catene di distribuzione europee. «Le imprese che daranno vita a questo progetto avranno la possibilità di allargare il loro raggio d’azione entrando in mercati dove oggi poche imprese italiane sono presenti e dove è attesa una grande crescita nella domanda di prodotti di qualità», commenta Domenico Lunghi, direttore manifestazioni dirette Food&Beverage di BolognaFiere.l
La strada è ancora lunga, ma la necessità e l’opportunità che possono raccogliere le insegne è proprio quello di farsi promotore di questo cambiamento.
La Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) è ormai riconosciuta come punto di incontro delle esigenze dei consumatori che hanno bisogni in costante trasformazione. La pandemia ha messo in evidenza questa realtà, portando a cambiamenti significativi nelle abitudini di acquisto: l'espansione dell’e-commerce e il ricorso ai servizi di consegna a domicilio sono solo due esempi.
Inoltre, la Gdo è sensibile ai cambiamenti generazionali nelle tendenze di acquisto, come dimostra la crescente attenzione della Generazione Z verso la sostenibilità e il consumo consapevole, elementi che stanno guidando il settore verso nuove strategie più orientate al rispetto dell'ambiente, ma anche all'etica di consumo. La sensibilità al tema
sembra essere, quindi, più presente nelle nuove generazioni che in quelle precedenti, oppure, semplicemente, finalmente ne siamo diventati consapevoli tutti. In poche parole, oggi, non possiamo comprare una maglietta pensando solo al prezzo o alla misura, senza pensare a quanti litri d’acqua sono stati necessari per produrla o da che tipo di manodopera è stata realizzata.
Come si inserisce la Gdo in questo quadro di progressiva consapevolezza di imprese produttrici, consumatori, governi? Come si inseriscono i prodotti a marchio?
Abbiamo detto che i punti vendita della distribuzione organizzata (fisica o virtuale) sono proprio i luoghi in cui i bisogni dei consumatori si rivelano tramite le loro scelte, in cui le necessità cambiano nell’arco degli anni e spesso affiancano ai bisogni concreti anche richieste e aspirazioni. In questo momento, quindi, la distribuzione non è solo tramite tra imprese produttive e consumatori, ma piuttosto raccoglitrice dei cambiamenti in atto, secondo la prospettiva e la sensibilità di ciascuna insegna.
Queste e, di conseguenza, i prodotti a marchio hanno, quindi, la possibilità di avere un ruolo attivo in tema di sostenibilità. Diremmo anche l’obbligo, data la potenziale capacità di sensibilizzazione e informazione che hanno. Dal punto di vista strategico possono lavorare in diverse aree che raggiungono il consumatore in modo diretto oppure indirettamente. Se, infatti, l’insegna investe direttamente su linee Healthy, è molto chiaro il riferimento al Sdg 3 (Salute e benessere) ed è molto chiaro il legame con l’interesse diretto del consumatore per uno stile di vita sano attraverso l’acquisto di prodotti biologici, senza Ogm, a basso contenuto di grassi e zuccheri ecc. Altrettanto evidente è il portato culturale delle campagne informative sui benefici di una dieta sana ed equilibrata. Sono note le linee Equilibrio di Esselunga, Welless di Penny, Piacersi di Conad, Benesì di Coop e tante altre.
Altrettanto evidente che proporre packaging in carta anziché in plastica risponde principalmente all’Sdg 12 (Consumo e Produzione Responsabili), poiché mira a ridurre l'uso di materiali non sostenibili, migliorare la gestione dei rifiuti e promuovere un consumo più responsabile. Inoltre, la diminuzione della plastica soddisfa
anche altri goals relativi alla riduzione dei gas serra e diminuisce l’inquinamento di plastica degli oceani (Sdg13 e Sdg 15).
Non solo i prodotti devono rispondere alla ricerca della sostenibilità lo devono fare anche le iniziative che, apparentemente meno tangibili, hanno comunque un riflesso importante sulla “reputation” dell’insegna e sulla credibilità che può avere presso i suoi consumatori più esigenti. Grande visibilità e apprezzamento per il consumatore sono le azioni come Act for food di Carrefour, la collaborazione di Conad e Todis con Banco Alimentare e l’adesione a Too Good to Go di Penny e Lidl, per offrire pacchi scontati di prodotti vicini alla scadenza, riducendo lo spreco alimentare
Se invece valutiamo l’Sds 7 (Energia pulita e accessibile) sappiamo che molte catene perseguono l’efficientamente energetico e utilizzano l’illuminazione led, isolamento termico e refrigerazione efficiente per ridurre i consumi. Carrefour e Lidl hanno installato pannelli solari nei punti vendita e magazzini, e utilizzano energia da fonti rinnovabili. Conad e Despar adottano sistemi a basso impatto ambientale e gas naturali per la refrigerazione e così via tutte le altre. Tutte queste attività hanno una ricaduta diretta sul cliente in termini di sensibilizzazione infatti, per esempio, Coop e Conad svolgono campagne per educare dipendenti e clienti su un uso efficiente dell’energia. Oppure offrono stazioni di ricarica per veicoli elettrici nei parcheggi e sperimentano veicoli sostenibili per le consegne o monitorano il consumo energetico per ottimizzare l'efficienza.
Non è detto che al cliente arrivino tutte le informazioni con lo stesso grado di approfondimento e certamente non tutte avranno nel suo percepito lo stesso peso ma, ci sono dati che mostrano come la Gdo sia riconosciuta dai consumatori come un attore chiave nella promozione della sostenibilità. Per esempio, una ricerca condotta da Lidl Italia ha rilevato che il 60% degli italiani riconosce alla Gdo un ruolo significativo nel promuovere la consapevolezza sui temi della sostenibilità. Tuttavia, la stessa ricerca evidenzia che il 90% dei consumatori ritiene che le insegne della Gdo dovrebbero fare ancora di più in questo ambito. La strada è ancora lunga, ma la necessità e l’opportunità che possono raccogliere le insegne è proprio quello di farsi promotore di questo cambiamento teso a raggiungimento di un mondo più sostenibile. Le generazioni future non paiono essere più interessate solo a un bun prodotto, ma a un prodotto etico, sostenibile per loro economicamente, e sostenibile anche per chi l’ha prodotto. l
Alessandra Businaro partner e client service director The Optimist
A FARE IL PUNTO CON PL MAGAZINE È
DARIO RONCADIN, AMMINISTRATORE DELEGATO DI RONCADIN
Le pizze frozen a marchio del distributore sono il cuore pulsante della produzione dell’azienda di Meduno (Pn), che lo scorso settembre ha ottenuto la certificazione B Corp.
Produrre pizze surgelate conto terzi è il cuore pulsante di Roncadin che insieme a Zero, la realtà di Sommacampagna (Vr) che realizza pinse e altri prodotti freschi da banco frigo, e Roncadin Inc. con sede a Chicago, fa parte del Gruppo Roncadin. La mission aziendale è chiara e definita: produrre una pizza buona sia per il consumatore, sia per l’ambiente e le persone. La dimostrazione di questo intento è la certificazione B Corp ottenuta lo scorso settembre. A parlare dell’attenzione alla sostenibilità, dei risultati e dei nuovi progetti dell’azienda è Dario Roncadin, amministratore delegato di Roncadin.
Qual è il fatturato consolidato di Roncadin e quanto incide la PL?
Il fatturato consolidato del Gruppo Roncadin ammonta a 175 milioni di euro, con la private label che pesa per il 95% sul totale.
Quando avete deciso di scommettere sulla produzione di prodotti Mdd?
Da subito: siamo nati per servire Bofrost Germania, che cercava un produttore di pizza e non trovava nessun fornitore all’altezza. Da lì l’idea di orientarci sul mercato della private label in Italia e all’estero.
175 mln di euro
Il fatturato 2023 del Gruppo Roncadin (185 mln la previsione 2024)
4
Il numero di stabilimenti di produzione (tre in Italia, uno in arrivo a Chicago)
15 circa Il numero di insegne servite in Italia per la private label
8
Il numero di linee pl del Gruppo Roncadin, compresa quella di Chicago
30 circa Il numero di insegne servite all’estero
4
Il numero di stabilimenti di produzione (tre in Italia, uno in arrivo a Chicago)
100
mln/pezzi
I volumi di produzione annui di Roncadin
95
>800
Il numero dipendenti del Gruppo Roncadin
70
Mdd esportati da Roncadin
100
Sul vostro sito dichiarate di produrre 672 referenze per la Gdo, in media sei ricette per ciascun cliente. I retailer, dunque, sono più conservatori che sperimentatori?
Senza dubbio, nella categoria pizze surgelate il best seller assoluto è la pizza margherita. A seguire, ma distanziati, in Italia ci sono gli altri grandi classici: pizza a base salamino, prosciutto e funghi, quattro formaggi. Se guardiamo, invece, all’estero, ogni paese ha le sue preferenze. Negli Usa, per esempio, sono le farciture a base di carne ad avere più successo. Sei ricette per ciascun cliente sembrano poche, ma in realtà ognuno ha le sue combinazioni “personali”. Inoltre, rinnoviamo molto le gamme, anche a livello stagionale.
Roncadin non produce solo pizze, ma anche piccoli calzoni e altri panificati. Qual è il prodotto più richiesto dalla Gdo per la Mdd?
Nel 2022 Roncadin ha fatto il suo ingresso nel mercato degli impasti freschi da banco frigo: pizze, pinse, tranci, focacce, grazie all’acquisizione di una società di Sommacampagna (Vr) specializzata nel settore da cui è nata Zero. Il prodotto di punta è proprio la pinsa, la pizza tipica romana che sta vivendo un grande successo nell’ultimo periodo.
In generale, quali sono i principali trend che rilevate nel mondo dei panificati surgelati?
Oggi i consumatori quando vanno in pizzeria sono abituati a poter scegliere fra impasti diversi e farciture gourmet. Ora anche i retailer vogliono offrire questo tipo di esperienza ai propri clienti.
Avete in programma il lancio di nuovi prodotti per il 2025?
Il nostro team ricerca e sviluppo, composto da 15 persone, non si ferma mai. Abbiamo in programma importanti
lanci destinati ai marchi dei distributori per il 2025, ma al momento non possiamo ancora comunicarli. Per quanto riguarda i nostri brand, invece, vogliamo arricchire la gamma Antica Pizzeria Da Michele con due nuove referenze: Diavola e Prosciutto e funghi.
State valutando un’ulteriore espansione dell’azienda?
Quando individuiamo delle potenzialità di crescita siamo sempre pronti a cogliere le opportunità per offrirei un servizio sempre più a 360 gradi ai nostri clienti. Al momento, per esempio, il mercato americano è in espansione. E noi stiamo per inaugurare ufficialmente il nostro stabilimento di produzione a Chicago.
La cover di questo numero di PL Magazine è dedicata ai “nuovi orizzonti della sostenibilità nella private label”.
Quali sono i “nuovi orizzonti” per Roncadin?
L’impegno di Roncadin per la sostenibilità è di lunga data e inizia già con la nascita dell’azienda, quando Edoardo Roncadin sceglie Meduno, situata nella zona pedemontana della provincia di Pordenone, anche con l’obiettivo di portare sul territorio un’opportunità di sviluppo non solo economico, ma anche culturale e sociale, con una visione a lungo termine, rispettosa dell’ambiente e delle persone. Negli anni questo impegno si è concretizzato e affinato in tanti modi; prima di tutto puntando su logiche di risparmio energetico e approvvigionamento da fonti rinnovabili, optando con decisione per il fotovoltaico già diversi anni fa. Negli ultimi anni si è strutturato e formalizzato, in particolare con la trasformazione di Roncadin in società benefit nel 2021 e con la redazione del bilancio di sostenibilità, che nel 2024 arriverà alla sua alla sua terza edizione. A settembre 2024, inoltre, abbiamo ottenuto la certificazione B Corp, ulteriore passo avanti nel nostro percorso. Per la sostenibilità ambientale Roncadin investe 1,6 milioni di euro, pari al 34% degli investimenti complessivi annui. Il polo produttivo di Meduno utilizza al 100% energia elettrica green, con un mix che comprende l’energia autoprodotta grazie all’impianto fotovoltaico aziendale e quella proveniente da fonti rinnovabili certificate. L’obiettivo è di continuare a limitare, con costanza e determinazione, la CO2 emessa per ciascuna pizza. Le misure adottate fanno anche sì che il 99,98% dei rifiuti di Roncadin vengano avviati al recupero. l
Nell’ultimo anno i prodotti a marchio del settore hanno fatto vedere un passo decisamente più veloce di quelli industriali e complessivamente hanno raggiunto un fatturato di 348,5 milioni di euro, con una crescita del 12,5%.
Il mercato dei prodotti per l’igiene della casa ha fatto registrare mesi davvero positivi in termini di vendite, a dimostrazione che l’attenzione da parte del consumatore per la salubrità della propria abitazione è ancora piuttosto alta. Secondo le rilevazioni realizzate da NIQ nei punti vendita della grande distribuzione (discount compresi) le vendite complessive dei detergenti per superfici e stoviglie nell’anno terminante al 25 agosto 2024 hanno superato 1,6 miliardi di euro facendo registrare un aumento del 7,8% sui dodici mesi precedenti, mentre il tasso di crescita delle confezioni – salite a più di 723 milioni – è stato
più contenuto (+2,5%). Nell’ultimo anno, i prodotti a Mdd del settore hanno fatto vedere un passo decisamente più veloce e complessivamente hanno raggiunto un fatturato di 348,5 milioni di euro (pari a una quota del 21,8% sulle vendite del comparto in Gdo) con una crescita del 12,5%, mentre le confezioni hanno sfiorato i 235 milioni, mettendo a segno un incremento dell’11,3%. Anche i due macro segmenti dei prodotti private label hanno corso più della media del settore: i detergenti per superfici a Mdd +11,4% a valore e +10,6% nelle confezioni, i detergenti per stoviglie +13,4% e +11,9%.
In termini di canali distributivi, negli ultimi dodici mesi la crescita a volume delle vendite dei prodotti private label ha interessato soprattutto i drugstore specialisti che hanno fatto registrare un +20%, contro il +6,3% della media del comparto. Anche nei supermercati e negli ipermercati il tasso di crescita delle quantità vendute dei prodotti a Mdd è stato nettamente più vivace (rispettivamente +13,5% vs +0,4% e +8,6% vs +0,2%), mentre nei discount il gap è stato meno eclatante (+8,6% vs +7%). «Nel comparto della pulizia casa –afferma Rosa Tufano, shopper analyst e category manager detergenza di Iper La grande i – nonostante il numero limitato di referenze disponibili a marchio privato, lo scorso anno le vendite hanno
+25%
La crescita nel 2023 delle vendite dei prodotti per l’igiene casa a marchio
Iper La grande i
Filippo Campanile, ad di Saci Industrie spiega che la produzione della sua azienda è rappresentata al 100% da prodotti a Mdd: «Produciamo su base annua 150 milioni di confezioni di detersivi, dei quali 95 per l’igiene della casa, con una quota export pari al 40% in direzione di 29 Paesi europei ed extra. La nostra strategia predilige clienti di grandi dimensioni che consentono un contenimento della numerosità degli articoli a fronte di volumi comunque elevati, sui quali possiamo esprimere massima competitività grazie all’efficienza dei nostri impianti e processi. In termini di volumi, le categorie più richieste rimangono quelle tradizionali, prodotti maturi come i lavapiatti a mano e in generale i detergenti per superfici in trigger. Tra i nostri “cavalli di battaglia” menzionerei uno spray a base di candeggina, per il quale oltre venti anni fa sviluppammo una formula di tale successo da farlo crescere fino a oggi, senza soluzione di continuità. Per quanto riguarda i prodotti di tendenza, la crescita più sostenuta la registriamo nel comparto dei gel lavastoviglie, grazie al crescente gradimento da parte degli utilizzatori di questa soluzione in alternativa alle tabs, e di pari passo col diffondersi delle macchine nelle case».
registrato una buona performance con un trend di crescita che si attesta intorno al 25%. Come di consueto, nei formati di vendita come gli ipermercati, abbiamo rilevato una forte incidenza della promozionalità. In particolare, anche per queste referenze, le promozioni contribuiscono al 40% del fatturato totale».
Despar, per il packaging dei suoi prodotti per l’igiene casa, utilizza flaconi e imballaggi con plastica riciclata tra il 30% e il 100%.
Antonino Urgo, product manager bevande, cura casa e cura persona di Despar Italia, spiega che nel 2023 il comparto dei prodotti per l’igiene della casa ha registrato una crescita del 16% a valore e dell’11% in volumi: «A mostrare le performance più interessanti è stato il segmento dei detergenti per superfici (+15% a valore) e dei detersivi per stoviglie (+32% a valore), in linea con quanto si registra sul mercato Italia. L’andamento positivo della Mdd nel comparto è dovuto anche al fatto che, in un contesto di mercato ancora segnato dal calo del potere d’acquisto delle famiglie e da una sensibile differenza in termini di prezzi tra le marche e i prodotti private label, i clienti riconoscono alle referenze a Mdd un miglior rapporto qualità-prezzo rispetto ai prodotti di marca. Un aspetto, questo, che contribuisce ad avvicinare i consumatori ai nostri prodotti e che, nel caso della nostra insegna, porta a una crescente fidelizzazione al marchio».
Detersivi per stoviglie
Sono le performance a valore più positive in Despar
Negli ultimi anni, i detergenti per superfici e per stoviglie a Mdd hanno dimostrato un’evoluzione che li ha fatti apprezzare dal consumatore non soltanto per il prezzo, ma anche per altri plus. «La sostenibilità è uno dei driver di sviluppo del prodotto a marchio anche nel comparto delle refe-
renze per l’igiene e la cura della casa – prosegue Antonino Urgo di Despar Italia – dove è continuo il nostro impegno per offrire ai clienti un portfolio di prodotti più sostenibili e competitivi, sia nel packaging sia nella formulazione. In particolare, utilizziamo flaconi, imballaggi e involucri con una percentuale di plastica riciclata tra il 30% e il 100% e, ogni volta che è possibile, puntiamo all’utilizzo di materie prime a minor impatto o di origine naturale. Per esempio, nella linea dei pulitori di superfici stiamo modificando le composizioni passandole a formulazioni senza fosfati. Sul fronte delle novità di prodotto a breve lanceremo una nuova linea di accessori di pulizia a marchio Despar realizzati con materiali di qualità e garantiti per offrire le migliori prestazioni».l
Carmelo Siragusano, direttore commerciale e marketing di MartiniSPA, afferma che la private label rappresenta un pilastro strategico per l’azienda: «Ci consente di costruire solide partnership con i principali rivenditori e sviluppare prodotti personalizzati che soddisfano le esigenze specifiche dei nostri clienti. In un mercato altamente competitivo in cui prezzo, qualità e sostenibilità sono fattori chiave, consideriamo la marca privata come un’opportunità per fornire prodotti innovativi e di alta qualità, rispondendo al contempo a tendenze quali la consapevolezza ambientale e la responsabilità sociale. Collaboriamo con successo con un’ampia gamma di rivenditori nazionali e internazionali e siamo ben consolidati in più mercati. In particolare, la nostra attività di esportazione è stata guidata dalla crescente domanda di prodotti sostenibili, come la nostra linea Mr Eco. In termini quantitativi, le vendite nel segmento delle private label sono aumentate in modo significativo negli ultimi anni, a seguito della fiducia che i rivenditori ripongono nella nostra qualità e innovazione».
Fabio Massi giornalista specializzato nei temi del mondo del retail e del mass market
L’Istituto di Ricerca italiano, leader nei servizi di price intelligence e di analisi delle strategie assortimentali cross canale (flyer, punti vendita fisici, e-commerce e newsletter), ha analizzato l’offerta e-commerce.
Abbiamo analizzato l’offerta e-commerce, basata sul monitoraggio settimanale di ventisei siti, tra GD e Amazon Fresh, relativamente alle sottocategorie che compongono la Detergenza Lavastoviglie. Mettendo a confronto due semestri, ovvero il primo 2024 vs lo stesso periodo 2023.
I produttori: importanti variazioni nei top con un occhio alla PL
Diciamo innanzitutto due cose importanti:
1. La detergenza lavastoviglie è un comparto molto concentrato: i TOP5 produttori, infatti fanno il 77.7% di quota di visibilità (o “Quota display”) nell’e-commerce;
2. La Private Label, da sola, sarebbe il terzo produttore, a testimonianza di un comparto in cui per il trade è strategico investire.
Altre evidenze sono date dalle variazioni: vediamo infatti come due tra i TOP5 perdano ben 1,84 p.p. di quota display (Reckitt) e 1,20 p.p. (Unilever), in favore soprattutto proprio della PL (+1,12 p.p.) e di Procter&Gamble (+0,91 p.p.).
Gli “Altri”, seppur con una quota residuale del 3.5%, aumentano il proprio spazio sugli scaffali virtuali di un non indifferente 0,46 p.p.
Comparto stabile, ma con variazioni a livello di sottocategoria
Possiamo parlare di comparto stabile in quanto, come è evidente dal primo grafico che proponiamo, la variazione in termini di punti percentuali (il 100 di riferimento è il totale della categoria Detergenza piatti), tra un anno e l’altro vediamo un aumento di soli 0,16 p.p.
Notiamo come:
➡ Il comparto Lavastoviglie, che include i Monodose, i Liquidi, i Polvere e gli Altri detergenza piatti (brillantanti, sale, cura lavastoviglie, antiodore) occupa poco meno del 70% dell’intera categoria;
➡ All’interno di questo comparto, in realtà è la sottocategoria Detergenti lavastoviglie monodose l’unica ad aumentare la propria visibilità, mentre le altre tre calano tutte.
La numerica delle marche mostra un notevole divario tra i monodose (25 marche), i liquidi (29) e gli altri (23), in cui però i monodose contano addirittura 167 referenze uniche, contro le 131 dei liquidi e le 96 di altri detergenza piatti.
Sottocategoria, quella dei monodose, che oltre a essere quella che avanza, è anche molto meno frammentata negli assortimenti dei principali player online.
A ulteriore conferma ci quanto siano i monodose la sottocategoria su cui più si investe, è anche l’aumento di prezzo anno su anno: +11,7% rispetto alle altre che o diminuiscono, di poco, o sono sostanzialmente stabili. l
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dedicato alla marca
del distributore e ai suoi protagonisti