giardiniere
vo o nu
PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
N° 011
IL
Luglio – Agosto 2018
+IRRIGAZIONE
Strategie per gestire la carenza e l’indisponibilità di acqua
Funzioni delle micorrize ed effetti sulle piante. Applicazioni pratiche
ATTUA LITÀ
MENO
EROSIONE
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Tecniche per avviare al meglio una compostiera e per trasformarla in opera d’arte
SMART 1 In alto con le piattaforme
cingolate di Imer 2 Tutti in aula con i corsi di Florinfo Academy 3 Tappeti erbosi in forma con Padana Sementi
LA NUOVA RIVISTA CON LE SPECIE PER IL GIARDINIERE ADEGUATE
© Ph_Matteo Donzelli
+ARBOREE ED ERBACEE
BIOLAGO, UNA PROPOSTA NATURALE Le potenzialità e i vantaggi ecologici e paesaggistici www.miamiscarl.it
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EDITORIA LE/1
Un numero fatto di esperienze. Esperienze sul campo, sperimentazioni, attività in cantiere che vogliono raccontare il lavoro di giardinieri e operatori del settore per trovare delle soluzioni a nuove e vecchie esigenze e piccole e grandi problematiche. Perché è questa la priorità del manutentore del verde. iere, Valerio Pasi a pagina 18 Così, in questo nuovo numero de ILgiardiniere ci propone una guida ragionata alle strategie per gestire al meglio la carenza o, addirittura, l’indisponibilità di acqua per l’irrigazione. E ci consiglia cosa fare. Perché la carenza idrica è un’eventualità che capita abbastanza spesso, con i cambiamenti climatici degli ultimi tempi, soprattutto per quanto riguarda il verde urbano e di arredo, sia pubblicoLA che sia intensivo che estensivo. NUOVAprivato, RIVISTA PER IL GIARDINIERE Con Marilena Baggio ci siamo interrogati, partendo da un’idea progettuale sviluppata per un concorso, sulle potenzialità del biolago, una soluzione ancora tutta da scoprire in Italia, ma sicuramente una proposta naturale con numerosi vantaggi ecologici e paesaggistici. Da questo numero abbiamo iniziato a collaborare (e siamo contenti!) con le due principali scuole italiane che formano nuove figure professionali nell’ambito della floricultura e della manutenzione del verde: la Scuola Agraria del Parco di Monza e Fondazione Minoprio. Con la prima ci siamo soffermati sul tema della gestione sostenibile dei rifiuti, mentre con Minoprio abbiamo raccontato una case history di un’idea progettuale da cui prendere spunto per la realizzazione di allestimenti temporanei. Un servizio sempre più richiesto ai giardinieri. E poi, Camillo De Beni si interroga su un tema (al quale dà anche una risposta): è incredibile come di micorrize se ne parlasse già oltre due secoli fa. Per questo ci siamo posti una domanda: in Italia, nel settore florovivaistico e nella gestione del verde ornamentale quanto ne sanno gli operatori? La risposta a pagina 52. E come ormai è consuetudine, se siete dei patiti di nuove tecnologie e soluzioni innovative, andate subito a pagina 29. Per essere più smart. di Francesco Tozzi @Lab_VERDE
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RIPENSARE AL L COME OASI V E
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ggigiorno c’è un crescente interesse per la sistemazione del verde urbano legato alla viabilità. Un esempio dalle diverse interpretazioni e realizzazioni sono le rotatorie stradali, realtà sempre più presenti nel panorama italiano, croce e delizia dei cittadini che le invocano od osteggiano.
La rotatoria non è solo un’infrastruttura stradale, è uno spazio
con un valore paesaggistico che condiziona anche la scelta delle specie 6
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Al di là della Circolare del Ministero dei Trasporti n. 6935 del 2017, che regolamenta la sua circolazione all’interno delle diverse corsie, la rotatoria (un’intersezione stradale secondo il Codice della Strada) può essere considerata un esempio di arredo urbano interessante. Questa oasi di verde presenta diversi aspetti a seconda delle dimensioni e dei ruoli che può assumere, e che forse non sono mai stati considerati. Ne citiamo alcuni: - biglietto da visita per l’ingresso nella città - area di biodiversità - spazio di ricreazione - punto di informazione Purtroppo questi aspetti di “comunicazione con il verde” spesso non vengono considerati e si assiste
L LA ROTATORIA V ERDE a realizzazioni dettate più dall’estro momentaneo dell’azienda esecutrice o dalla capacità di spesa del committente. Inoltre accanto a rotatorie che sono vere e proprie aiuole di arte topiaria, ce ne sono altre che sono spazi non realizzati. Altro ancora è osservare nel tempo che, senza la necessaria manutenzione, spazi arredati a verde diventano luoghi pericolosi per la circolazione veicolare o abbandonati all’incuria.È importante pensare alla sua funzione finale già nella fase di progettazione, e il ruolo di una rotatoria, alla luce di quanto accennato, non può essere solo di perfetta infrastruttura stradale: deve essere considerata uno spazio con un valore paesaggistico nel contesto in cui si realizza, che condiziona anche la scelta delle specie. A questo proposito un’organizzazione no profit danese, Crow, ha emanato delle linee guida per la regolamentazione del traffico a favore dei ciclisti e
dei pedoni. All’interno del testo si è definito come devono essere progettate le rotatorie stradali, che possono essere ri-pensate come vere e proprie oasi di verde da osservare, attraversare o dove addirittura riposare. È facile comprendere quindi che per la sicurezza stradale e per la bellezza dei nostri paesaggi (anche urbani) non è più possibile improvvisare.
di Marilena Baggio
smart
Il cantiere
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Teoria e pratica
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I dettagli che contano
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Compostiera cuore del giardino
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Cantieri sotto controllo
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Quando l’acqua è poca (o manca del tutto)
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Aggiornarsi per essere più competenti
Biolago, una proposta naturale
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di Daniela Stasi di Anna Piussi
di M Marilena Baggio
SOMMARIO
di Filippo Tommaseo
di Filippo Terragni
di V Valerio Pasi
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di Daniela Stasi
Professional Turf, proposta rinnovata di Filippo Terragni
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L’era della trasmissione “intelligente” di Filippo Tommaseo
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I tappeti erbosi del futuro di V Viola Delfino
gestione
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Riciclare non è sufficiente
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La lezione che vince
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Soluzioni pratiche per un giardino bio
di Enzo Favoino di Anna Zottola
a cur cura di Filippo Terragni
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Simbiosi benefica
di C Camillo De Beni
SCOPERTE
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Puntare in alto
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Echinacea + Salvia
di Daniela Stasi
di M Matteo atteo Ragni
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Alberto Confalonieri, Camillo De Beni, Viola Delfino, Enzo Favoino, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Anna Zottola GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
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di Francesco Tozzi di M Marilena Baggio
News Focus Prontuario
STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe. ASSOCIATA AD
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rubriche
Laboratorio
verde
Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
abbonamento da 6+1 numeri: 30,00 Euro
CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
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JESSICA BERTONI
VALERIO PASI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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IL CANTIERE | attualità
TEORIA E PRATICA
A voi i punti salienti della ricerca scientifica condotta sulle “Pareti d’Argilla Fiorite” dei Giardini di Castel Trauttmansdorff. In primis, è ormai certo che l’accurata scelta di specie vegetali contribuisca in modo rilevante a contrastare l’erosione del suolo di Daniela Stasi
TEMPO DI LETTU R A: 6 minuti
LA RICERCA L’inizio degli studi sulle “Pareti d’Argilla Fiorite” dei Giardini di Castel Trauttmansdorff risale al 2015, in seguito a fenomeni di erosione. Dopo il trapianto di varie specie vegetali, selezionate in base alle caratteristiche morfologiche degli apparati radicali, è stata studiata la dinamica di sviluppo del fusto, delle foglie e delle radici stesse. La ricerca, chiaramente, necessita di una continuità nel monitoraggio a lungo termine delle associazioni vegetali selezionate, così da studiarne l’evoluzione nel tempo e da ottenere un corposo database che possa diventare uno strumento per la scelta di specie da piantumare anche in altri contesti e a vari livelli di naturalità.
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i parla molto di giardini verticali, su riviste specializzate e non. Anche noi abbiamo già affrontato l'argomento (numero 9, pag. 6) più che altro per interrogarci sulla differenza tra verde verticale e verde rampicante. Questa volta l'approccio sarà più concreto. Prendiamo spunto, infatti, dal convegno sul tema svoltosi ai Giardini di Castel Trauttmansdorff di Merano. Per l'occasione sono stati presentati i primi risultati della ricerca scientifica condotta sulle “Pareti d’Argilla Fiorite” dei
Per maggiori dettagli: www.trauttmansdorff.it
LE PARETI Vere e proprie aiuole verticali, le “Pareti d’Argilla Fiorite” sono un progetto coordinato dai Giardini di Castel Trauttmansdorff, cui hanno partecipato il Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria, l’Università di WeihenstephanTriesdorf e l’Associazione per la ricerca sulle radici. In sostanza, dal XV secolo, dal pendio dove oggi si trovano le “Pareti d’Argilla Fiorite”, si estraeva l’argilla per la produzione di laterizi. Nell’autunno del 2000, pochi mesi prima dell’inaugurazione dei Giardini, forti e prolungate precipitazioni innescarono il distacco di imponenti frane. In seguito, sono stati ricostruiti dei versanti mediante l’utilizzo della tecnica di ingegneria ambientale denominata “terra armata”, formando un versante stabile (alto 20 metri e con una pendenza del 90%) costituito da strati sovrapposti di materiale inerte contenuto all’interno di geogriglie. Prima della piantumazione, il versante è stato ricoperto da stuoie pacciamanti. Per la manutenzione di questo versante, i giardinieri lavorano sospesi.
Giardini stessi, progetto in collaborazione con il Centro di Sperimentazione Laimburg.
CONSIDERARE LE PIANTE A PARTIRE DALLE RADICI
L L’obiettivo principale era individuare associazioni floreali piantumate in condizioni di forte pendenza che, oltre ad avere un valore ornamentale, potessero anche contrastare l’erosione superficiale del suolo, problematica che interessa i giardini verticali di Castel Trauttmansdorff e che pregiudica l’equilibrio dell’intero impianto. Al convegno hanno partecipato docenti e ricerca-
tori universitari, oltre a botanici, geologi, ingegneri, architetti del paesaggio e giardinieri. Nel corso dell'evento c'è stato anche un confronto con esponenti del settore della produzione florovivaistica e di materiali innovativi ed ecologici. Karin Kompatscher, coordinatrice del progetto e curatrice dei Giardini, ha sottolineato l’importanza di considerare le piante nella loro interezza, a partire dalle radici, e ha portato tali pareti a esempio per testimoniare come l’accurata scelta di specie vegetali, basata su criteri analitici di natura scientifica, contribuisca in modo rilevante a contrastare l’erosione del suolo.
I referenti del convegno. Da sinistra: David Mosna, Ufficio geologia e prove materiali Provincia Bolzano; Matthias Hofer, Piante erbacee perenni, Bressanone; Bernd Hertle, facoltà di giardinaggio della Hochschule Weihenstephan-Triesdorf; Oliver Urlandt, capo giardiniere e direttore tecnico Castel Trauttmansdorff; Monika Sobotik, Associazione per la ricerca sulle radici; Andreas Hofer, Piante erbacee perenni, Bressanone; Karin Kompatscher, curatrice dei Giardini; Donato Chiatante, dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria; Antonio Montagnoli e Mattia Terzaghi dell'Università degli Studi dell‘Insubria; Marco Trappolin, giardiniere dei Giardini di Castel Trauttmansdorff.
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IL CANTIERE | pratiche
Compostie r
cuore del giar d
Una prassi ecologica per produrre del buon terriccio. Un’idea che può diventare occasione di business. In queste pagine l’esperienza personale si trasforma in una breve guida, utile e concreta di Anna Piussi TEMPO DI LETTU R A: 9 minuti
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er quanto possibile il giardino deve restare un circuito chiuso, tutto quello che viene prodotto dalla terra viene ridato alla terra. Partendo da questo pincipio ogni giardino dovrebbe avere un composter. È una pratica da suggerire ai propri clienti privati, una prassi dal doppio valore: ecologico (riduce la raccolta di rifiuti organici e ne promuove il riuso) e funzionale per il giardino stesso, grazie al buon terriccio che è in grado di produrre. E perché non proporre l’avvio di un composter come servizio in più? Nell’era in cui la concorrenza si batte facendo
cifre al ribasso, distinguersi per l’offerta, può essere davvero una carta vincente. Chi pratica questa strada, lo sa bene. Vi dirò di più: l’amico Claude Pasquer (www.claudepasquer.com), architetto paesaggista che insegna alla prestigiosa Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio di Versailles, ha fatto del compostaggio un’opera d’arte che si può mettere come punto focale dei giardini, creando gli “Champicomposteur”, il cui nome integra champignon (fungo) e composteur - ovvio. Sono sculture funzionali, viventi, in rete di metallo a forma di fungo, nel quale si mette il materiale di compostaggio a strati, per avviarlo, e
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Il giardino deve restare un circuito chiuso, tutto quello che viene prodotto dalla terra viene ridato alla terra
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L’impiegata venuta a fare il controllo era stupita che fossi così contenta della visita, orgogliosa di farle vedere il bel terriccio che produce. È abituata a trovare la porta chiusa e nessuno che risponde al campanello. In Italia sono ancora pochi quelli che riescono ad avviare il compost e gestirlo bene. In Inghilterra il composter è elemento di conversazione scottante, campi opposti e dibattiti coniugali. La gente litiga a tavola sull’argomento, e a cena con gli amici alle volte sai che quello è proprio l’argomento da evitare - a livello dei figli illegittimi.
© Ph_Pasquer
L’IMPORTANZA DEGLI STRATI
continuano a ricevere materiale finché si svuotano. Grande idea, richiede un po’ di spazio per la quantità di materiale necessario ad avviarlo, perché Claude lo avvia a strati perfetti di verde e marrone, ma come non dargli credito per avere eletto il composter a opera d’arte, mettendo l’ecologia al cuore del giardino.
QUESTIONE DI CULTURA
Il composter è al cuore del mio giardino. Quello di plastica verde fornito dall’azienda dei rifiuti non è proprio attraente, specie ora che ci hanno scritto sopra il suo numero di matricola.
Il compost andrebbe costituito in strati. Uno strato più verde e umido, con più azoto, come ad esempio lo sfalcio di prati e i ritagli di verdura di casa, e uno strato con materiale più secco, con più carbonio, come le potature secche a pezzettini. L’eccesso di umido fa un liquame puzzolente, l’eccesso di secco resta secco e non composta, non digerisce nulla. Un composter ben avviato non puzza mai, ha un profumo erbaceo. È importante avere una base, una specie di lievito madre. L’ideale è un grosso secchio di stallatico DA FARE È importante suggerire di tenere la compostiera a mezz’ombra, perché in pieno sole si scalda troppo, e non deve asciugarsi mai del tutto. I composter in plastica sono bruttini, ma hanno il vantaggio di trattenere l’umidità trasudata dal compost. Vicino al compost è bene tenere uno spazio libero dove scaricare l’erba sfalciata del prato, in un mucchio abbastanza compatto perché non si asciughi subito. La aggiungo in strati di 10-15 cm alla volta, intervallandola con il resto dei rifiuti di cucina, orto e potature di siepe e arbusti sminuzzate, ottenute con una biotrituratrice elettrica. Un caso a parte sono le erbacce. Quelle annuali le scarico nel composter, le perenni, in primis la gramigna, seguita a ruota dall’acetosella (Oxalis acetosella) e le radici di tarassaco o altre infestanti perenni, le metto in un mucchio a parte, da bruciare quando possibile. Altrimenti le butto in fondo al campo, dove veramente non fanno differenza, ma non sempre c’è un campo a disposizione. Non mettere nel compost il convolvolo, o vilucchio, di cui non ci si libera più perché è sua caratteristica crescere nei campi coltivati, e si propaga ogni volta che ne spezzi la radice. N°011
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Claude Pasquer, che insegna alla Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio di Versailles, ha fatto del compostaggio un’opera d’arte,
Nelle foto gli “Champicomposteur” di Claude Pasquer, docente della Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio di Versailles. Un’idea creativa per promuovere la pratica del compostaggio, trasformandola in opera d’arte.
maturo, preso dal centro del mucchio. Questo avrà micro e macro organismi sufficienti per avviare tutto. Accumulare abbastanza materiale di compostaggio per fare un paio di strati, mettere il letame, aggiungere un po’ di altro materiale verde, e poi continuare a dare da mangiare al composter tutto il materiale verde prodotto dalla cucina. Il mio composter funziona da anni, perché l’ho avviato cosi, andando a rubare la cacca di cavallo della vicina, strisciando stile commando sotto i fili elettrici - dopo sette anni il reato è andato in prescrizione - e si è mangiato metri cubi di rifiuti di casa e giardino. Quando abbiamo traslocato mi sono portata dietro tutto il cuore del compost - la compostiera vecchia era distrutta, ma ho rimesso tutto il mio carico di vermetti attivi nella compostiera nuova, e quella è ripartita alla grande. Si potrebbe chiedere una secchiata di compost attivo da chi ce l’ha, oppure utilizzare
DA NON FARE Il compost domestico non si scalda abbastanza da “cuocere” tutti i semi delle piante buttate dentro, per quello cerchi di togliere erbacce da giovani, prima che vadano in fiore. Altre piante che non butto dentro sono la Stipa tenuissima, che già da sola si propaga come una dannata, e qualsiasi altra specie che per quanto decorativa pensi: “grazie ma ne abbiamo abbastanza”. Il compost si scalda molto quando è attivo, il calore è generato dall’attività dei microrganismi. Per quello le arvicole ci fanno sempre un nido. Per evitare ratti, e un compost puzzolente, non bisogna mettere carne, e per i rifiuti di cucina limitare al minimo quelli cotti, come la pasta. Ho sentito dire che le bucce d’arancia possono uccidere i vermi, ma non mi risulta: ne ho avute grandi quantità, le integro allo strato sottostante e non si è verificata alcuna morìa. Fondi di caffé, bustine di tè, preferibilmente strappate prima, gusci d’uovo frantumati: mangia tutto. Il grasso no. Per un composter in doghe di legno o aperto, attenzione a non far mettete niente che sia appetibile per cani, volpi, ratti. Le feci di qualsiasi animale vanno evitate, perché portatrici di batteri pericolosi per gli umani.
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gli attivatori di compost in commercio. Secondo me niente batte il letame, ma non tutti hanno a disposizione una vicina antipatica con quattro cavalli che producono montagne di oro marrone.
ENERGIA RISPARMIATA
In teoria il compost andrebbe girato ogni tanto, nella pratica è un’operazione complessa, io ne giro la superficie e gratto i lati con un rastrello. Un po’ di compost lo prendo dalla base, ma periodicamente devo vuotare tutto, mettendo dei teloni per terra, raccattare tutta la parte buona, già sminuzzata finemente, marrone, profumata, e mettere la parte ancora in lavorazione dentro la carriola per ributtarla dentro. Dopo questa operazione il composter fa un “rutto”, si assesta, e riparte, e d’estate produce anche due carichi di terriccio. Mi fa piacere vedere l’enorme volume di rifiuti verdi che non dobbiamo buttare via, chilometri in meno di trasporto, energia risparmiata. Mangia metri cubi di materiale senza ingrassare mai tanto, e in cambio produce un terriccio ottimo che aggiungo alle piante in vaso. Tra le quali, ogni tanto, spunta un germoglio di pomodoro, o di una zucca o zucchina. Aspetto di vedere cosa produrrà, è una lotteria imprevedibile basata su cosa hai mangiato l’anno prima. © Ph_Pasquer
© Ph_Pasquer
punto focale dei giardini
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QUANDO L´ACQUA È POCA
(O MANCA DEL TUTTO) Una guida ragionata alle strategie per gestire al meglio la carenza o, addirittura, l’indisponibilità di acqua per l’irrigazione. Cosa fare, come, perché di Valerio Pasi
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volte non abbiamo disponibilità di irrigare le piantagioni, che comunque ci vengono richieste. È un’eventualità che capita abbastanza spesso, soprattutto per quanto riguarda il verde urbano e di arredo, sia pubblico che privato, sia intensivo che estensivo. Oltre a essere un’esigenza dettata dalla non possibilità di avere una rete idrica disponibile, anche la minore disponibilità di acqua da destinare all’irrigazione del verde ornamentale è un limite che si presenta con sempre maggiore frequenza. Vediamo quindi
quali possono essere le strategie per gestire al meglio la carenza o, addirittura, l’indisponibilità di acqua per l’irrigazione.
CORRETTA GESTIONE
Un primo approccio deve riguardare la corretta gestione della risorsa idrica disponibile. Distinguiamo innanzitutto tra irrigazione di piantagioni consolidate e piantagioni recenti: le prime necessitano apporti inferiori, in quanto le radici sono in grado di esplorare un volume maggiore di terreno. Si potrebbe intervenire
LE MIGLIORI SPECIE XEROFITE Graminacee • Alopecurus pratensis • Arrhenantherum bulbosum • Buotelova curtipendula • Briza media • Briza minor • Calamagrostis x acutiflora • Calamagrostis epigejos
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Cortaderia selloana Deschampsia cespitosa Festuca gautieri Festuca glauca Holcus mollis Koeleria glauca Koeleria pyramidata Leymus arenarius
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Panicum virginatum Pennisetum alopecuroides Pennisetum ibridi Pennisetum purpureum Phalaris arundinacea Saccharum ravennae Stipa capillata Stipa pennata Stipa tenuissima
Agavacee • Agave americana • Yucca filamentosa • Yucca gloriosa Hemerocallidacee • Hemerocallis citrina • Hemerocallis ibridi • Phormium tenax
COME REALIZZARE UN RAIN GARDEN
) Cortaderia selloana.
quindi solo in emergenza, ovvero quando le piante mostrano i primi segni di sofferenza per carenza idrica e, a questo proposito, sono di grande aiuto i sensori, ormai in grado di effettuare letture di grande precisione dell’umidità,
della salinità e della temperatura del terreno, senza dover effettuare calibrazioni. Con sistemi intelligenti è possibile gestire i tempi di irrigazione, ottimizzandoli in funzione della risorsa idrica disponibile. Se i costi sono troppo elevati rispetto alle esigenze del cliente, una buona regola è quella di irrigare saltuariamente ma in quantità sufficiente a spingere l’acqua in profondità. Per un tappeto erboso consolidato si interverrà, a seconda delle temperature e della conseguente evapotraspirazione, apportando a ogni irrigazione circa 8-10 mm di acqua, che equivalgono a 8/10 litri per mq. A titolo esemplificativo, un irrigatore dinamico possiede una portata media variabile tra i 5 e i 26 mm/h a seconda della superficie servita: basta quindi un semplice calcolo per trovare il tempo necessario a coprire il fabbisogno. Per gli arbusti vale lo stesso principio, applicandolo però
Tappeto erboso realizzato con Zoysia: ecco come appare in estate e come in inverno.
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diminuzione dell’evapotraspirazione. I vantaggi sono l’interruzione della continuità tra suolo e aria e la diminuzione della temperatura al suolo: la combinazione delle due cose fa sì che l’irrigazione a volte non sia proprio necessaria. Infatti la pacciamatura può ridurre l’evaporazione fino al 70% ed è quindi essenziale per il mantenimento delle piante durante i periodi senza pioggia. Un altro accorgimento è l’utilizzo del compost come ammendante nel terreno, il quale - non dimentichiamolo - è una “cosa viva”, ovvero contiene quello che viene chiamato edafon, l’insieme degli organismi microscopici o di dimensioni piccolissime (batterî, funghi, alghe, protozoi, ecc.), che vivono negli strati superficiali del terreno, e hanno grande importanza per le piante terrestri perché modificano la composizione chimica del terreno stesso (mineralizzazione delle materie organiche, fissazione dell’azoto, ecc.). Il compost incrementa il contenuto in sostanza organica del suolo e apporta materiale utile al mantenimento dell’edafon, incrementando allo stesso tempo la capacità di ritenuta idrica senza influire sul drenaggio in senso negativo.
Phormium.
RITENTORI IDRICI alle portate delle ali gocciolanti, le quali dipendono dalla portata di ogni gocciolatore e al numero di gocciolatori per metro lineare dell’ala.
PACCIAMATURA E COMPOST
La pacciamatura degli spazi al di sotto degli arbusti e degli alberi, oltre che a contribuire enormemente alla salute delle piante, è un grande contributo al mantenimento dell’acqua nel terreno e alla
SPECIE A RIDOTTO APPORTO IDRICO Alberi • Acacia dealbata • Acer campestris Acer opufolium • Albizzia julibrissin Betula pendula • • • • • • • • • • • • •
Celtis australis Ceratonia siliqua Cercis siliquastrum Eryobotrya japonica Ficus carica Fraxinus ornus Gleditsia triacanthos Ilex aquifolium Koelreuteria paniculata Ligustrum lucidum Ostrya carpinifolia Prunus avium Quercus coccifera Quercus ilex Quercus pubescens Rhus typhina Sophora japonica Sorbus aria Tamarix gallica
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Arbusti e rampicanti • • • • • • • • • • • • • • • •
Aucuba japonica Berberis Bergenia Buxus sempervirens Chaenomeles Chamaerops humilis Cistus Colutea Convolvulus cneorum Cotoneaster Crataegus monogyna Cytisus sp Elaeagnus Euonymus Genista Griselinia littoralis Hebe Hippophae rhamnoides Juniperus Lavandula
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La distribuzione e la capacità di ritenuta idrica possono anche essere aumentate mediante l’utilizzo di agenti umettanti e ritentori idrici. Esistono prodotti sia di sintesi che di origine naturale in grado di far sì che vengano contrastate le zone idrofobe (agenti umettanti) e venga incrementata la capacità di ritenzione di acqua nel terreno (ritentori idrici). Queste sostanze vanno incorporate al terreno al momento della sua preparazione o mediante una carotatura o
Olearia Pittosporum tobira Potentilla fruticosa Prunus laurocerasus Rosmarinus Santolina Senecio Spartium Spirea Ulex europaeus Yucca
Piante perenni, bulbose ed erbacee • • • • • •
Acanthus Achillea Anthemis Asphodeline lutea Asphodelus Bergenia Centaurea montana
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Centranthus Coreopsis Cortaderia selloana Crocosmia Echinops Eryngium Euphorbia Gaillardia Galega Geranium Gypsophila Helenium Heuchera Lamium Limonium Linaria Linum Lychnis Nepeta Oenothera Papaver Penstemon Phormium Salvia Sedum Sempervivum Solidago Stachys
una bucatura, specialmente su tappeto erboso. I polimeri superassorbenti di poliacrilato o a base di cellulosa sono biodegradabili e, dopo un periodo variabile da tre a cinque anni a seconda della tipologia, dovranno essere nuovamente incorporati al terreno. Il loro funzionamento si basa sulla particolare struttura polielettrolitica che è capace di assorbire una quantità di acqua da 450 a 1.000 volte il proprio peso. Il processo è reversibile, e ciò significa che in vicinanza delle piante la cessione dell’acqua è controllata dalle esigenze della pianta stessa. La dose di utilizzo è di circa tre grammi per litro di substrato e il costo è grosso modo paragonabile a quello di un terriccio industriale. Il fatto che il prodotto sia completamente biodegradabile è sicuramente un punto a favore.
SCELTA DELLE SPECIE
Ma l’azione più forte che possiamo fare per ottenere il massimo risultato senza utilizzo o quasi di irrigazione è una progettazione dello spazio a verde a ciò finalizzata. Poiché il tappeto erboso è un forte consumatore di acqua, si possono comunque utilizzare specie di graminacee che hanno esigenze più limitate rispetto ad altre, come ad esempio la Zoysia. Questa specie macroterma, una volta che si è insediata (nelle regioni più temperate è fortemente consigliabile impiantare un tappeto precoltivato), è in grado di dare un tappeto erboso estivo molto performante, con ridotte esigenze sia in termini di taglio (minori interventi) che di apporto idrico. L’apporto idrico si azzera durante Agapanthus e Phormium.
SPECIE PER TAPPETO ERBOSO A RIDOTTO APPORTO IDRICO O TOLLERANTI LA CARENZA D’ACQUA • • • •
Zoysia japonica ibridi Bermudagrass (Cynodon dactylon ibridi) Festuca arundinacea ibridi Poa pratensis ibridi
il periodo di dormienza invernale, da ottobre ad aprile, quando nelle regioni più temperate la lamina fogliare assume il colore paglierino tipico, senza peraltro perdere la foglia. La Zoysia può essere molto adatta per una seconda casa che viene utilizzata soprattutto durante l’estate, ma anche per chi in inverno sfrutta poco gli spazi all’aperto. Per quanto riguarda invece la progettazione di nuove aiuole o spazi verdi, si possono ottenere notevoli risultati anche in termini di impatto ornamentale utilizzando graminacee ornamentali perenni, agavacee ed emerocallidacee. Queste piante vengono definite xerofite, ovvero piante che necessitano di pochissima acqua e che, con qualche differenza tra le diverse realtà climatiche, possono essere poste a dimora senza prevedere d’irrigarle, una volta ben radicate. L’importante è che il terreno dreni bene, pur trattenendo l’acqua necessaria, perché sono specie che non sopportano i ristagni idrici. Ovviamente la migliore soluzione per la messa a dimora è con la pacciamatura, sia organica che sintetica o minerale, utilizzando preferibilmente esemplari già abbastanza grandi, in vaso di dimetro cm 18 o superiore. Queste piante non necessitano di apporti rilevanti di nutrienti, per cui si consiglia di apportare all’impianto un concime organico a cessione molto lenta, come la cornunghia, che potrà bastare per diverso tempo. Per l’irrigazione potrà essere sufficiente per il primo anno dopo l’impianto quella di soccorso, da effettuare quando necessario, anche con un carrobotte attrezzato per quanto riguarda ad esempio le aree pubbliche che non sono servite dall’acquedotto. Altre soluzioni interessanti, anche sotto il profilo dell’accumulo di acqua piovana senza smaltimento in reti di captazione o in corpi d’acqua superficiali, sono i cosiddetti rain gardens, gardens basati sulla creazione di depressioni del terreno, buche poco profonde progettate per accogliere e smaltire l’acqua nel giro di un paio giorni, cui accompagnare specie vegetali ben resistenti sia all’eccessiva acqua e sia ai periodi di siccità, assolvendo anche il compito di assorbire e a filtrare il runoff inquinante e creare un habitat per la fauna selvatica, soprattutto in ambito urbano.
IN BREVE • Scegliere bene quali piantagioni irrigare • Utilizzare sistemi dotati di sensori • Irrigare saltuariamente ma in quantità sufficiente a spingere l’acqua in profondità • Pacciamare alberi e arbusti • Usare il compost come ammendante nel terreno • Servirsi di agenti umettanti e ritentori idrici • Progettare lo spazio a verde prevedendo un’irrigazione ridotta • Scegliere specie con esigenze limitate • Adottare soluzioni quali i rain gardens
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BIOLAGO Prendendo spunto da un’idea progettuale sviluppata per un concorso, ci soffermiamo sulle potenzialità di una soluzione ancora tutta da scoprire. Numerosi i vantaggi ecologici e paesaggistici di Marilena Baggio TEMPO DI LETTU R A: 11 minuti
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ensando all’estate e al desiderio di fresco ho pensato di parlarvi dell’esperienza di partecipazione al concorso di progettazione per la realizzazione di un teatro comunale con un parco pubblico per la cittadina di Albignasego (in cui il mio studio si è classificato terzo). L’occasione di svolgimento del tema di “cucitura” di quest’area periurbana della provincia padovana, attraversata da grandi infrastrutture viarie (autostrada A13 Bologna-Padova), con la campagna circostante prossima alla grande bellezza dei Colli Euganei, è stata l’idea di progettare un piccolo parco agricolo pubblico come sistemazione
esterna al futuro teatro. Un centro aggregativo culturale per la comunità locale che poteva essere l’espressione dei caratteri di un territorio che considera il verde come risorsa ambientale e culturale non da “consumare”, ma da cui imparare e godere i benefici che un paesaggio trasformato, se ben progettato, può restituire.
MINORE FABBISOGNO IDRICO
Nella progettazione del parco, si è voluto rispondere alle esigenze dell’Amministrazione, pensando a ridurre il fabbisogno d’acqua che un parco richiede, con metodologie attente alla progressiva riduzione delle disponibilità idriche e a evitare qualsiasi abuso con specie che
UNA PROPOSTA NATURALE ne richiedono un limitato fabbisogno. Come? Prevedendo raggruppamenti di innaffiamento simili, bassa manutenzione per poche specie disposte a grandi masse, un minimo di impianto di irrigazione e strategie nella deposizione dei vari strati del terreno, evitando la perdita di acqua sia per evaporazione che per filtrazione e dilavamento. Ma la vera novità è stata la proposta di un biolago (dettagli nel box “Di cosa si tratta”): questo perché
DI COSA SI TRATTA Il biolago è un bacino ornamentale d’acqua dolce in cui fare il bagno in tutta sicurezza. Un ecosistema naturale integrato nel paesaggio e arricchito da continue fioriture. Un sistema regolato dall’attività delle piante, della microflora e della microfauna, che depurano l’acqua senza l’ausilio di cloro o altri agenti chimici. In questo processo naturale, le sostanze inquinanti vengono trasformate in materiale biologico e vegetale.
l’acqua, pur essendo uno dei materiali costitutivi per la costruzione fisica e concettuale di ogni paesaggio urbano, è, prima di tutto, una risorsa preziosa soggetta a un consumo accelerato.
INVESTIMENTO RIPAGATO
La presenza di un bioloago nasce da diverse necessità. La prima, espressa dalla comunità locale, di avere una piscina; ma una struttura così articolata e complessa oggigiorno rappresenta un onere alto per una singola Amministrazione. Così l’idea ardita del biolago nasceva come alternativa ma anche come fonte di biodiversità naturale e risposta alla riduzione di isole di calore dell’area come antincendio e luogo di divertimento per tutti. A fronte di un investimento iniziale impegnativo, il biolago ha molte qualità e vantaggi ecologici e paesaggistici rispetto a qualsiasi altro intervento infrastrutturale idraulico. Inoltre poteva essere anche finanziato come opera di mitigazione idraulica a supporto del bacino di laminazione, di prossima realizzazione nel quartiere. N°011
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IL CANTIERE | progetto
BENEFICI/1 • Due mesi in più di stagione balneabile (l’acqua del biolago si riscalda prima e si raffredda dopo rispetto a quella di una piscina) • Realizzabile anche in zone soggette a vincolo ambientale (D.lgs. 42/2004) • Permette di evitare prodotti pericolosi per la salute in acqua • Ha un aspetto estetico gradevole durante tutto l’anno • Fiorisce in modo differente in ogni stagione
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LEGENDA Percorso di accesso pedoni dalla strada principale o dal bike sharing Percorso di accesso pedoni dal parcheggio Percorso automobili Percorso pedoni verso caffetteria e aree attrezzate Percorso di accesso attori Percorso mezzi per il carico/scarico e la manutenzione degli impianti Siepe di chiusura (con recinzione) Recinzione metallica di chiusura
1 Ingresso pedonale 2 Ingresso dal parcheggio 3 Parcheggio 4 Bike sharing 5 Accesso carico/scarico materiali scenici e manutenzione impianti 6 Area spettatori esterna e cinema all'aperto
7 Area esterna caffetteria 8 Area giochi 9 Area aggregazione (prato a sfalcio) 10 Biolago e solarium 11 Prato fiorito 12 Bosco urbano 13 Filare alberato (Populus Alba) 14 Filare alberato (Pyrus Calleryana)
STRALCI SVILUPPO DEL PARCO
LE SPECIE SELEZIONATE Ninfee, fior di loto, ibiscus d’acqua, Iris pseudoacorus, Iris ensata, Zantedeschia, Pontederia cordata, Hottuinia, Ipporus vulgaris, Lytrum salicaria, Butomus umbellatum, Caltha palustris, Iris ensata, Scirpus, Salvinia, altre specie erbacee perenni quali: Lobelia cardinalis, Verbena bonariensis, Bergenia, Myscantus, Cortaderia, ed altre e specie sommerse come Myriophillum, Eleocharis, Callitriche.
a basso consumo temporizzate, che funzionano in contemporanea solo nella stagione calda. La pulizia superficiale viene garantita da un sistema di skimmeraggio, mentre la filtrazione e la depurazione avvengono attraverso un sistema di fitodepurazione verticale forzata dall’alto verso il basso, con substrati lapidei a grandissima superficie porosa, mediante una combinazione floristica di piante da riposizione, da ombreggiamento e da ossigenazione, e dal pompaggio continuo dell’acqua. Trattandosi di un ambiente naturale delicato e T complesso ci sono degli aspetti da considerare come la manutenzione, che deve iniziare in primavera, e il controllo delle specie agrofile. Inoltre per ragioni igieniche e microbiologiche, uccelli acquatici, ratti e altri mammiferi (ad esempio cani) devono essere tenuti lontano attraverso azioni mirate. Nelle zone balneabili le lumache devono essere ridotte al minimo e in caso di popolazioni di massa devono essere rimosse manualmente (essendo ospite intermedio per le Cercariae). Il fitoplancton (alghe in sospensione) non deve causare torbidità dell’acqua. È chiaro che le nozioni qui riportate sono solo un accenno delle potenzialità e caratteristiche del biolago; per poter garantire una realizzazione adeguata e nel rispetto dell’ambiente non ci si può assolutamente improvvisare, ma affidare a fornitori esperti.
DETTAGLI OPERATIVI
Come si effettua la posa? Dopo lo scavo e modellazione del terreno, senza necessità di opere in cemento armato, l’invaso viene impermeabilizzato con membrana in gomma in mescola atossica, posato su uno strato di feltro ad alta resistenza alla punzonatura. Per la captazione di acque di scorrimento superficiale, è necessaria una linea di drenaggio perimetrale al biolago. E una volta realizzato, come si effettua la pulizia dell’acqua? Il sistema di ricircolo prevede pompe
BENEFICI/2 • Ha costi di mantenimento inferiori rispetto a una piscina • È un ambiente lacustre vivo, abitato da una grande ricchezza di flora e fauna (rane, rospi, tritoni, libellule) • Non ci sono zanzare perché l’acqua è sempre mossa e molto ossigenata • È mantenuto salubre anche grazie a milioni di colonie di batteri benefici e alle alghe • Viene mantenuto pulito da un sistema di filtrazione e da un pulitore meccanico
Un esempio di biopiscina pubblica.
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NEWS
News Il giardino pubblico a servizio dell’ambiente
Belli da vedere ma anche fondamentali per l’ambiente, i parchi urbani contribuiscono a preservare il clima e ad aumentare la qualità della vita in città. Infatti, oltre a fornirci ossigeno, il verde pubblico regola la temperatura, cattura e Il team del progetto. sequestra il carbonio e attenua gli effetti negativi dell’inquinamento o di eventi meteorologici estremi, per citare soltanto alcune delle sue funzioni. R3 Gis è impegnata in un progetto internazionale cofinanziato dal programma europeo Life che mira a migliorare la gestione del verde pubblico e, di conseguenza, a massimizzare i benefici per l’ambiente e la salute. «Creeremo una piattaforma tecnologica innovativa che ci permetterà, innanzitutto, di quantificare e valutare l’importanza del verde per l’ecosistema urbano – spiega Paolo Viskanic, direttore di R3 Gis –. A fine progetto avremo a disposizione un sistema per la gestione intelligente dell’acqua, e disporremo di nuovi strumenti per la manutenzione più efficiente dei parchi pubblici». La piattaforma sarà sperimentata per tre anni a Rimini e Cracovia e i risultati ottenuti saranno costantemente confrontati con quelli del management ambientale tradizionale praticato da molte strutture di manutenzione del verde comunali. Il progetto UrbanGreen ha un costo complessivo di 2,5 milioni di euro, coperto per il 60 per cento dall’Unione Europea con i fondi del programma LIFE, e vede R3 Gis nel ruolo di capofila. Numerosi i partner coinvolti, tra cui varie università (Firenze, Milano e Taipei), l’azienda municipalizzata di Rimini e le amministrazioni comunali di Cracovia e di Taipei. «In Europa – sottolinea Viskanic – le persone che vivono in città sono grosso modo quattro su cinque. La qualità della vita di queste popolazioni dipende in grande misura dalla qualità del verde urbano che le circonda. Il nostro obiettivo è quello di permettere alle amministrazioni comunali di gestire il verde urbano in modo efficiente, ad esempio irrigandolo solo quando serve oppure intervenendo tempestivamente sulle malattie. Naturalmente, anche gli occhi di un giardiniere esperto sanno riconoscere lo stato di salute di una pianta, o il grado di secchezza della terra. Ma qui stiamo parlando della gestione di vaste aree di verde pubblico».
AL VIA LA MILANO GREEN WEEK
Edizioni Laboratorio Verde srls, editore di riviste specializzate e prodotti editoriali nella filiera del florovivaismo e cura del verde professionale
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Agente plurimandatario A cui affidare la raccolta pubblicitaria e di servizi di comunicazione. Si offrono adeguati incentivi, clientela direzionale e supporto nell’attività di vendita. Scrivere allegando curriculum, completo di autorizzazione al trattamento dei dati personali in base al D.Lgs 196/03 a: info@laboratorioverde.net
Milano Green Week è la prima manifestazione promossa dall’amministrazione comunale capace di unire le persone per un unico scopo: l’ambiente. Nata nel febbraio 2018, sulle orme di tre precedenti esperienze di successo e con un nuovo cappello istituzionale, Milano Green Week è lo strumento del Comune di Milano che mostra alla cittadinanza come la città è cambiata e come oggi è in grado di coinvolgere i cittadini nel processo decisionale e di cambiamento. Milano Green Week è il momento giusto per mettere in primo piano il ruolo strategico assunto dagli stakeholders e la scelta corretta per entrare in contatto, attraverso incontri, laboratori, passeggiate, convegni, mostre e spettacoli, con le esigenze della città. Partecipare a Milano Green Week significa essere parte di un movimento proveniente dal basso capace in pochi giorni di trasformare la città, ma anche essere l’artefice del futuro del pianeta. Tutte le notizie su facebook: Milano Green Week e sul sito www.milanogreenweek.eu
FEDERUNACOMA SUL DECRETO DIGNITÀ
La meccanica specializzata chiede al Governo maggiore flessibilità sulle politiche del lavoro. In particolare, l’industria delle macchine, attrezzature e componentistica per l’agricoltura e la cura del verde – che è rappresentata all’interno di Confindustria da FederUnacoma e che costituisce uno dei settori di punta del“made in Italy, con oltre 11 miliardi annui di fatturato, 7,5 miliardi di export, più del 70% della produzione esportata, circa 1.800 imprese con 52mila dipendenti – ritiene che i nuovi provvedimenti contenuti nel “Decreto Dignità”, che riformano il Jobs Act e rendono più rigide le norme sulle assunzioni, possano bloccare la ripresa occupazionale e mettere a repentaglio la competitività e sostenibilità delle strutture produttive del settore. L’indagine circa gli effetti del Jobs Act sulle imprese industriali – realizzata da Federmeccanica – indica come nel settore di pertinenza della meccanica agricola oltre il 70% delle nuove assunzioni a tempo indeterminato sia stato realizzato proprio in forza di quella normativa che rischia oggi di perdere la propria efficacia. Più ancora, il nuovo Decreto introduce vincoli severi sui contratti a termine, non considerando che settori come quello della meccanica per l’agricoltura e la cura del verde sono inevitabilmente legati alla stagionalità e hanno quindi un’esigenza strutturale di flessibilità nelle assunzioni. Infine, FederUnacoma ribadisce la necessità che le politiche del lavoro, come quelle per la ricerca e l’innovazione e per la digitalizzazione dei settori produttivi, abbiano una continuità nel tempo e non siano soggette a repentine revisioni. «Il nostro comparto è esposto a tutte le variabili che gravano sull’industria – spiega il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – e a tutte quelle che investono l’agricoltura, e per questo subisce più di altri i contraccolpi delle crisi economiche e delle congiunture negative che possono verificarsi a livello globale o in aree produttive più ristrette». «La flessibilità - sostiene Malavolti - è lo strumento fondamentale perché la meccanica agricola possa reagire alle sfide dei mercati e mantenersi competitiva».
SPAZIO ITALIA A IPM
Prende forma il progetto voluto dal MIPAAF e organizzato da Flormart. Si chiamerà Spazio Italia e sarà l’area comune dedicata alle aziende italiane del florovivaismo e della sua filiera a IPM Essen 2019. Occuperà un’area di 800 metri quadrati, al cui interno si troverà una piazza e una zona riservata al Ministero. Il progetto si sta concretizzando grazie all’adesione delle aziende italiane del settore, che hanno scelto fra tre formule di partecipazione. Allestimenti curati e una campagna di marketing mirata aiuteranno il buon esito dell’iniziativa. N°011
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NEWS | focus
ORTICOLARIO 2018
Il giardino fa cultura
5-7 ottobre, Cernobbio (CO) www.orticolario.it
Dal 5 al 7 ottobre appuntamento a Villa Erba, sul lago di Como, per la decima edizione di Orticolario. L’evento rappresenta un’importante fonte di ispirazione anche per gli addetti ai lavori Decima edizione di Orticolario, l’evento che celebra la passione per il giardino in modo evoluto, allargando i confini e andando dalla botanica all’architettura del paesaggio, dal design fino all’arte. Un evento pensato certamente per il grande pubblico ma che, proprio per la sua essenza, è d’interesse anche per gli addetti ai lavori. In programma a Villa Erba, a Cernobbio, sul lago di Como, dal 5 al 7 ottobre ottobre, è infatti un contenitore ben strutturato di idee applicabili a e lettori d livello professionale. Anzi, a essere da spunto Per voi iniere saranno proprio il tema stesso dell’anno, il IL giard O S S E R G IN ! “Gioco”, e la pianta protagonista di questa O T A T N edizione, la Salvia. SCO ina 61 g a p a Vai pon! Il tema del “Gioco” sarà declinato in a il cou mille modi, per manutentori e progettisti e ritagli sarà interessante osservare, in particolare, come lo hanno “colto” i designer, paesaggisti, giardinieri e vivaisti per realizzare le otto installazioni selezionate mediante il concorso internazionale “Spazi Creativi”. Per quanto riguarda la pianta dell’anno, invece, Orticolario ha coinvolto realtà pubbliche e private con l’intento di voler mostrare in un ideale giro del mondo molte delle specie che compongono il genere Salvia (che al di là del valore alimentare e aromatico ha anche un potente valore ornamentale). È nata così la collezione di “Salvia per Orticolario 2018”, un percorso che, per la prima volta, vede il coinvolgimento di un istituto di ricerca nazionale come il CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, una grande azienda produttrice di giovani piante come Florensis e un appassionato coltivatore come Daniele Spinelli di Green Service. Infine, ricordiamo l’ospite d’onore, Roy Lancaster, vicepresidente dell’inglese RHS, Royal Horticultural Society, scopritore di piante, scrittore e giornalista, che riceverà il premio “Per un Giardinaggio Evoluto 2018”.
Salvia nemorosa Sensation™ Medium Deep Blue di Florensis. Il giardino “spLaYce ship” di Mirco Colzani, uno degli “Spazi Creativi” allestiti in occasione di Orticolario.
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