giardiniere giard
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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
N° 013
IL
+ARBOREE
Novembre – Dicembre 2018
Uno sguardo critico e attento sulla micorrizzazione artificiale
+PROGETTAZIONE
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In copertina il tagliaerba e il tagliasiepi ad asta della nuova Gamma Alpha
Le scelte giuste per valorizzare gli spazi verdi in inverno
SMART ATTUA LITÀ
1 Emak e Merlo insieme per la formazione 2 Unimog, la potenza in un porta-attrezzi 3 Le attrezzature Trevi Benne per il forestale
ILLA RAPPORTO NUOVA RIVISTA
TRA VERDE PER IL GIARDINIERE E CRIMINALITÀ
BEN OLTRE LA BENZINA I dettagli tecnici della nuova gamma di attrezzature professionali a batteria Pellenc www.pellencitalia.com
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EDITORIA LE/1
Con la copertina di questo nuovo numero, ILgiardiniere guarda al futuro presentando una nuova linea di attrezzature professionali con batteria integrata composta da un tagliaerba e un tagliasiepi ad asta che, promettono i costruttori, garantiscono prestazioni equivalenti a quelle dei motori. Perché sembra proprio essere questa la via obbligata per chi opererà nell’ambito della LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE manutenzione del verde professionale: macchine con sempre maggiori comfort per gli utilizzatori e rispettose dell’ambiente. E di ambiente parliamo anche nell’articolo di Camillo De Beni, dedicato all’opportunità del prato fiorito, una pratica che in Italia stenta a decollare, nonostante i tanti aspetti multifunzionali: pensiamo alle funzioni sociali, ma anche a quelle economiche (risparmio dei costi gestionali, risparmio di risorse idriche, risparmio nella manutenzione), a quelle legate al miglioramento ambientale e alla conservazione della biodiversità, nonché alla funzione estetico-paesaggistica. A pagina 46 il punto della situazione in Italia. Abbiamo deciso di ritornare sul tema delle micorrize, con uno sguardo attento sulla micorrizzazione artificiale. Così, Valerio Pasi a pagina 18 fa il punto, perché la micorrizzazione artificiale non è una tecnica facile e presuppone la produzione di grandi quantità di inoculo. E ancora altri temi: il giardino d’inverno, la case history della nuova società consortile responsabile del Servizio globale per la manutenzione delle aree verdi del capoluogo lombardo, l’utilizzo di sempreverdi e perenni… E per essere Smart, andate a pagina 29.
di Francesco Tozzi @Lab_VERDE
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PLAYGROUND COME GIOCO NATUR A
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n tema che mi sembra interessante affrontare, in questo periodo di chiusura di bilanci comunali e di programmazione di attività per il nuovo anno, è quello della progettazione e dell’uso del verde negli spazi gioco, sempre di più chiamati playground playground. Spazi che dovrebbero essere luoghi di incontro, sicuri e didattici, con un’attenzione alla crescita emotiva, psicologica e fisica dei bambini. Purtroppo oggi i piccoli, soprattutto nelle grandi città, non hanno la fortuna che ho avuto io di poter vivere in aperta campagna, dove con mio padre e i mie fratelli avevamo costruito una casetta sull’albero. Vivevamo il gioco osservando e imparando dalla natura che si alternava nelle stagioni, con ginocchia
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sbucciate, imprese temerarie pagate con qualche scappellotto dai genitori, ma sempre con un grande senso di libertà, e quando lo racconto ai figli di amici colgo il loro stupore di qualcosa oggigiorno impossibile. Con questo pensiero di gioco libero, in questi ultimi tempi, a Milano, ho assistito a un rifiorire di spazi gioco per bambini e ragazzi, di cui alcuni veramente interessanti. Certo siamo in una metropoli, ma vi vorrei segnalare il parco “La Biblioteca degli Alberi”, tra Via Melchiorre Gioia e Via Gaetano De Castillia, nella nuova zona di Porta Nuova, inaugurato a fine ottobre. Ci sono alcune realizzazioni di giochi per piccoli e adolescenti che considerano il verde sia come parte integrante sia come quinta scenica.
Ci sono alcune
realizzazioni di giochi per piccoli e adolescenti che considerano il verde sia come parte integrante sia come quinta scenica In conformità alle normative di sicurezza, la progettazione della pavimentazione, la collocazione dei giochi, la messa a dimora di diverse specie, rendono questi spazi urbani luoghi divertenti, accoglienti e confortevoli. C’è un uso sapiente del verde, come si può vedere dalle immagini in queste pagine, nel quale alcuni salici circondano l’area e, al contempo, sono delle vere e proprie tende. L’area si percepisce per il suo colore (arancione) da lontano ma solo attraversando i salici si è immersi dentro uno spazio circolare nel quale ogni gioco ha una sua collocazione e nulla è lasciato al caso. Mentre lo spazio gioco fitness per adolescenti e adulti è l’area in blu, come si vede dalla vista a volo d’uccello del parco. Vi suggerisco di andare a vederlo, è un parco che deve ancora crescere, ma i suoi “ semi” sono già stati messi a dimora con cura e attenzione per il fruitore ma anche per il verde che crescerà nel tempo. Sempre nella stessa area è singolare notare come è stato affrontato il tema del gioco nel verde nello spazio sotto il Bosco Verticale e quello in prossimità della Fondazione Catella: è sorprendente come il secondo sia fruito dai bambini anche quando piove… Ma forse questi sono i bambini di Milano, affamati di verde e di spazi belli!
di Marilena Baggio
Il cantiere
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Ben oltre la benzina
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Il verde urbano contro la criminalità
di Daniela Stasi
di Daniela Stasi
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Micorrize sì, micorrize no
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Il giardino in inverno
testo e foto di Valerio Pasi di M Marilena Baggio
SOMMARIO N°013
smart
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Un vero factotum
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Giardini in viaggio
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Soluzione sicura ed efficiente
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Quando il gioco si fa duro...
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Corsi e percorsi
di Viola Delfino
di N Nora Adamsberg di IIrene Nuvola
di Daniela Stasi
di Daniela Stasi
gestione
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Gli strumenti per disegnare il futuro di Anna Zottola
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Il medico cura, la natura guarisce
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Prato fiorito una valida opportunità
di M Maria Cristina Cesana
testo e foto di C Camillo De Beni
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Miami a Milano di Daniela Stasi
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg , Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Maria Cristina Cesana, Camillo De Beni, Viola Delfino, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni, Filippo Terragni, Anna Zottola
SCOPERTE
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Sempreverdi e perenni equilibrio di emozioni di Anna nna Piussi
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10 alberi mangia smog di F Filippo Terragni
rubriche
GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi
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Editoriale/1
Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
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Editoriale/2
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
di M Marilena Baggio
ASSOCIATA AD
News Focus Prontuario
di Jessica Bertoni
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di Francesco Tozzi
Laboratorio
verde
Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
abbonamento da 6+1 numeri: 30,00 Euro
CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
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JESSICA BERTONI
VALERIO PASI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
N°013
IL CANTIERE | in copertina
TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
La cover di questo numero de IL giardiniere parla di novità. Vi presentiamo infatti la nuova Gamma Alpha di Pellenc, linea di attrezzature professionali con batteria integrata composta da un tagliaerba e un tagliasiepi ad asta. Le prestazioni sono equivalenti ai motori termici. Leggere per credere di Daniela Stasi
BEN OLTRE
LA BENZINA P I PLUS
• Potenza • Ergonomia • Adattabilità • Elevata autonomia
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er avere un’idea concreta del successo che sta riscuotendo, bastava passare davanti allo stand Pellenc all’ultima edizione di Eima: davvero numerosi i professionisti interessati a saperne di più dai tecnici presenti. Non dimentichiamo poi che, proprio in occasione della fiera bolognese, è stata premiata al concorso “Novità Tecniche” con il riconoscimento di “Segnalazione”. Stiamo
parlando della nuovissima Gamma Alpha, linea di attrezzature professionali con batteria integrata firmata appunto Pellenc. Composta da un tagliaerba e un tagliasiepi ad asta, è caratterizzata da un utilizzo intuitivo e dalla rapidità d’esecuzione, grazie ai due modelli di batterie 260 e 520 integrate (utilizzabili sia spalleggiate che montate sugli attrezzi), contraddistinte da un’ottima autonomia e adattabili agli altri
IN BREVE • Batterie utilizzabili sia spalleggiate che montate sugli attrezzi • Pesi ridotti con prestazioni equivalenti ai motori termici • Bilanciamento ottimale durante il lavoro
utensili dell’azienda francese. Tra i plus: i pesi ridotti con prestazioni equivalenti ai motori termici, l’ergonomia massima grazie a un ottimale bilanciamento durante il lavoro e l’elevata adattabilità: lo zainetto permette di portare la batteria Alpha sulla schiena per alimentare gli altri utensili Pellenc, mentre il contrappeso, fissabile al posto della batteria, permette a un’altra batteria (ad es.1200) di alimentare un utensile Alpha, mantenendo sempre il bilanciamento.
POTENTE E VERSATILE
Partiamo dal tagliaerba professionale Excelion Alpha che, con la sua batteria 520 integrata, garantisce prestazioni pari o superiori ai tradizionali motori termici, apportando però tutti i vantaggi dell’elettrico. Con una velocità fino a
TAGLIAERBA EXCELION ALPHA Potenza max
900 W
Peso (esclusi utensile da taglio, carter e batteria)
3,1 kg
Peso (utensile completo con Alpha Cut e carter, esclusa batteria)
3,6 kg
Velocità di rotazione max
4.000 - 5.800 - 6.400 giri/min
Diametro taglio con Alpha Cut
400 mm
Autonomia con batteria P260
da 40 min a 1 ora 45 min
Autonomia con batteria P520
da 1 ora 30 min a 3 ore 30 min
Lunghezza totale dell’utensile (batteria + testa di taglio)
189 cm
N°013
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IL CANTIERE | in copertina
Vai al sito www. pellencitalia. com
TAGLIASIEPE HELION ALPHA Potenza max
1.200 W
Peso (senza batteria)
3,9 kg
Peso (con batteria 260)
6,4 kg
Lunghezza totale dell’utensile
240 cm
Cadenza di taglio
3.200 - 3.500 - 3.800 colpi/min
Lunghezza di taglio
51 cm
Apertura dei denti
33 mm
Distanza tra i denti
40 mm
Altezza dei denti
23 mm
Spessore dei denti
2,25 mm
Autonomia con batteria 260
da 2 a 3 ore
Autonomia con batteria 520
da 4 a 6 ore
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6.400 giri al minuto e un’autonomia media di tre ore, è adatto sia alla falciatura dell’erba alta e densa (anche lungo scarpate e fossati), sia alla rifinitura del taglio. Tra le peculiarità: indicazione dell’autonomia e dell’accensione mediante display leggibile in modo immediato; impugnatura tonda regolabile e ruotabile verso l’utente o dall’altro lato; cinghia di trasporto fissata sulla spalla con fermo pettorale, che impedisce il movimento sul collo; motori brushless ad alte prestazioni, progettati direttamente da Pellenc, a favore di una maggiore potenza e affidabilità.
BILANCIATO ED ERGONOMICO
Proseguiamo con l’Helion Alpha, il cui baricentro ottimale ne assicura il bilanciamento. La batteria 260 integrata lo rende un utensile sempre pronto all’uso per una durata di lavoro fino a quattro ore, in grado di realizzare tagli fino a 33 mm di diametro. In comune con il tagliaerba, vanta l’indicatore dell’autonomia e dell’accensione e il motore brushless Pellenc. Da segnalare, inoltre, l’mpugnatura ergonomica, l’ingombro ridotto a -180° con la testa di taglio pieghevole per il trasporto, il pulsante ergonomico per regolare l’angolo d’inclinazione (10 posizioni, da -90° a +45°), l’angolo sfalsato per spostarsi rispetto alla siepe senza inclinare la lamina e, infine, la manopola secondaria di regolazione della lamina, anch’essa ergonomica.
IL CANTIERE | attualità
Il verde u
contro la c
Se ne è parlato durante un convegno alla presenza di professionisti di vari settori. E il green nelle città assume un ruolo sempre più essenziale e meno accessorio di Daniela Stasi
TEMPO DI LETTU R A: 6 minuti
Q
uando esci da un incontro con i pensieri ancora rivolti ai temi trattati, significa che quanto emerso ha lasciato il segno. È accaduto a ottobre con il convegno dal titolo “Il verde nelle smart cities. Parchi e viali alberati per il benessere delle città, contro degrado e criminalità. Ricerca, esperienze e innovazione tecnologica per una nuova visione del verde urbano”, organizzato dalla Consulta Esperti per l’Italia e Assofloro Lombardia. Nel corso dell'iniziativa professionisti e istituzioni hanno messo in evidenza alcuni aspetti essenziali sul
perché sia fondamentale potenziare l’aspetto green delle nostre città. La presenza di alberi e di verde nei contesti urbani e periurbani è un indicatore importante di qualità della vita: città con più verde, ben pianificato, gestito e curato, hanno un valore aggiunto, soprattutto se si considera che il costante superamento dei limiti di PM10 pone l’Italia a rischio deferimento alla Corte di Giustizia Europea. Durante il convegno, oltre a porre l'accento sull'importanza del verde contro l'inquinamento, tema molto caro alla nostra rivista, si è affrontata la questione del verde urbano secondo prospettive diverse. Tra cui quella della sicurezza, su cui puntiamo l'attenzione in queste pagine.
La presenza di vegetazione OLTREOCEANO è risultata associata con una minore ESEMPI Oggi si attribuisce agli alberi anche un valore
presenza di reati violenti
e reati contro il patrimonio
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intrinseco di legalità. Recenti studi americani hanno
e urbano
a criminalità dimostrato che là dove ci sono giardini curati, la microcriminalità è in discesa. Il caso di Philadelphia ha fatto scuola: «Nel 2014 alcuni studiosi hanno analizzato i lotti liberi della città rilevando che erano “inquinati” da degrado e microcriminalità. Una parte di questi sono stati bonificati e resi alla collettività come parchi e giardini pubblici a gestione privata. Risultato: i fenomeni di criminalità hanno lasciato il passo a un ambiente curato, protetto e, fattore assai più importante, sicuro». A renderlo noto, Francesco Ferrini, professore ordinario presso l’Università di Firenze, che ha messo in luce il rapporto esistente tra la presenza di alberi e alcune tipologie di reato (crimini violenti e reati contro il patrimonio) e due reati specifici (furto con scasso e atti vandalici) con uno studio realizzato negli Stati Uniti in contesti metropolitani. «La ricerca ha studiato l'effetto della vegetazione sulla criminalità in 98 condomini in una zona a edilizia pubblica di Chicago – spiega Ferrini – e ha evidenziato che la presenza di vegetazione, il cui livello è stato misurato su una scala di cinque punti basandosi su foto aeree e a livello del suolo, è risultata associata con una minore presenza di reati violenti e reati contro il patrimonio. Questi risultati hanno implicazioni politiche importanti, che rafforzano i progetti di nuove aree verdi e la loro adeguata manutenzione». Altri ricercatori hanno mostrato una diminuzione del 12% dei reati a fronte di un aumento del 10% della copertura arborea. «Si può asserire che la presenza di alberature stradali è associata a tassi di criminalità più bassi – conclude Ferrini – Pur se è improbabile che qualcuno scelga di piantare un albero solamente per il potenziale effetto sulla criminalità, è importante sottolineare che, insieme a tutti gli altri benefici, la riduzione del crimine può fornire un ulteriore stimolo alla piantagione di alberi».
VISIONE DI SISTEMA Interessante anche l'intervento di Michèle Pezzagno, professore di Tecnica e pianificazione urbanistica all’Università degli Studi di Brescia, che ha fatto una cronistoria sul ruolo e l’importanza del verde dal punto di vista urbanistico. In particolare, ha sottolineato che solo dal 2001 si è cominciato a parlare, anche sotto il profilo legislativo, di qualità delle aree verdi e dell’importanza della multidisciplinarietà. La qualità delle aree verdi è un fattore direttamente correlato alla presenza di fenomeni di degrado. «È importante – commenta Pezzagno – pensare alla riqualificazione dei piccoli comuni, importanti tanto quanto metropoli come Milano. Cosi come è importante il verde di prossimità, perché è quello vissuto dai cittadini, come il sistema verde su ampia scala, che collega a rete la regione. Occorre dunque una visione di sistema, e da questo punto di vista è significativo che a Milano ci sia un assessorato che unisce verde e urbanistica, caso unico in Italia».
già esistenti con azioni che tendano a interdire comportamenti vandalici, impropri e criminali con azioni di progetto, gestione e manutenzione continuative. E per potere centrare tale obiettivo è necessario che le amministrazioni pubbliche mettano in atto azioni comuni e coordinate con le forze dell’ordine, la polizia locale, le strutture sociali e il gestore dello spazio verde pubblico. Un aspetto che sembra scontato, ma che nella realtà non lo è affatto.
CORRETTA GESTIONE
Partendo da questi presupposti, chiaramente risulta fondamentale cercare di trasformare le aree verdi N°013
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IL CANTIERE | tecniche
Micorrize Micorrize no Ne abbiamo già parlato per illustrarne caratteristiche e vantaggi. Affrontiamo nuovamente il tema, con uno sguardo critico e attento sulla micorrizzazione artificiale testo e foto di Valerio Pasi
TEMPO DI LETTU R A: 11 minuti
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i sono argomenti che, proprio per la loro complessità e il loro modo di essere recepiti dai lettori, meritano di essere scandagliati e sviscerati secondo diverse prospettive. È il caso delle micorrize, di cui abbiamo parlato diffusamente sul numero 11 (pag. 52). In
Tutti gli alberi ornamentali sono
originariamente forestali e pertanto è evidente l’importanza delle ectomicorrize nel momento dell’impianto 18
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quell’occasione, oltre a ripercorrere il percorso storico che ha portato al loro riconoscimento da parte degli addetti ai lavori, se ne erano illustrati gli effetti benefici sulle piante. Abbiamo deciso di ritornarci sul tema, affrontandolo da un altro punto di vista. E con una certa criticità su quanto offerto dal mercato.
COME UN GRUPPO DI AUTO-MUTUO AIUTO
Come già detto, per micorriza s’intende l’associazione che il 90% delle piante terrestri forma con funghi che vivono in simbiosi con le loro radici. Le specie fungine interessate sono circa
ze sì,
6.000, mentre le piante che formano associazioni sono circa 240.000. Il nuovo rapporto che si instaura è fisiologico, ecologico e riproduttivo e i vantaggi sono di tipo mutualistico, in quanto i funghi possono assorbire zuccheri dalle radici colonizzate, mentre le piante possono trarre nutrienti minerali e acqua dai funghi. La rete delle ife fungine per le piante è un vero e proprio apparato assorbente aggiuntivo (vedere box “Wood Wide Web”). La maggior parte degli alberi instaurano rapporti simbiontici con i funghi che formano ectomicorrize (ECM). Alcuni funghi producono carpofori (corpi fruttiferi) che sono molto
CASI PARTICOLARI Esistono particolari micorrize, le micorrize ericoidi, associate alle piante di ericacee quali rododendro, erica, calluna, mirtillo, le quali sono strettamente legate all’ambiente in cui crescono. Infatti molti endosimbionti ericoidi non sono coltivabili e i simbionti coltivabili sono ascomiceti, spesso sterili. L’infezione delle cellule epidermiche da parte del fungo avviene direttamente all’interfaccia radice-suolo quindi sono solo teoricamente possibili infezioni contemporanee da parte di micobionti diversi. Recentemente si è scoperto che funghi micorrizici ericoidi possono formare ectomicorrize su specie arboree (es. Piceirhiza bicolorata con diverse conifere). Vi sono anche le endomicorrize specifiche delle Orchidee, che interessano circa 20.000 specie di Orchidaceae sia epifite sia terrestri. Nelle orchidee l’equilibrio della simbiosi è molto sensibile a fattori ambientali e genetici.
conosciuti in quanto appartengono ai generi Boletus, Lactarius, Russula, Suillus, Amanita, Paxillus, Morchella e Tuber, ovvero porcini, amanite, pinaioli, russule e tartufi. I simbionti ectomicorrizici consistono in circa 5.000 specie diverse. Tuttavia pare che solo poche specie, in numero da 5 a 10, colonizzino dal 50 al 70% delle radici degli alberi (es. Cenococcum geophylum su 150 specie), mentre in qualche caso la simbiosi avviene solo con poche piante ospiti (es. Suillus luteus con il pino nero e Suillus grevillei con il larice). Le ectomicorrize sono una barriera fisica alla penetrazione di parassiti nell’apice radicale e modificano qualitativamente e quantitativamente i metaboliti vegetali emessi nella rizosfera, arrivando anche a produrre composti con funzione antibiotica. Si è verificato anche che l’apparato radicale di una pianta forestale adulta sia di norma micorrizata contemporaneamente da 30 a 50 specie fungine diverse. In questo modo, a seconda delle condizioni ecologiche, fenologiche, pedologiche e microclimatiche, ciascuna associazione può aiutare la pianta nel particolare momento in cui si trova, in modo da rendere possibile il superamento di un fattore di stress. Si è anche scoperto che gli alberi che deperiscono mostrano spesso variazioni notevoli nella composizione delle associazioni ectomicorriziche, in quanto perderebbero in modo progressivo la capacità di selezionare i simbionti più efficienti, lasciando che altri li sostituiscano.
LE ARBUSCOLARI SONO LE PIÙ DIFFUSE
Le micorrize più diffuse in natura sono quelle arbuscolari (AM), che interessano l’80% delle specie vegetali e la maggior parte delle piante coltivate come grano, mais, orzo, patata, pomodoro, legumi, agrumi, vite, olivo, piante da frutto, cotone, canna da zucchero, albero della gomma, erbe spontanee dei prati. Il fungo
I NUMERI • Circa 6.000 le specie fungine interessate • Circa 240.000 le piante che formano associazioni • Circa 5.000 specie di simbionti ectomicorrizici • Da 5 a 10 specie colonizzano dal 50 al 70% delle radici degli alberi • Le micorrize arbuscolari interessano l’80% delle specie vegetali • Il 90% delle radici assorbenti rimane in vivaio con la zollatura
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IL CANTIERE | tecniche
TIPI DI MICORRIZE, PIANTE E FUNGHI SIMBIONTI Tipo di micorizza
Pianta ospite
Fungo simbionte
Ectomicorrize
Piante forestali perenni e ad alto fusto, quali abete, pino, faggio, castagno, quercia
Circa 5000 specie di funghi appartenenti a Basidiomiceti (Amanita, Boletus, Laccaria), Ascomiceti (Tuber) e Zigomiceti (Endogone)
Ecto-endomicorrize
Piante ectomicorriche (pino e larice), Ericales (Arbutus, Arctostaphylos), generi Monotropa e Pyrola
Ascomiceti, Basidiomiceti, alcuni formanti ectomicorrize (Boletus, Laccaria)
Endomicorrize Ericoidi
Specie di Ericales come mirtillo, erica, calluna, rododendro
Due specie di Ascomiceti, Hymenoscyphus ericae e Oiodendron maius
Endomicorrize delle Orchidee
Tutte le specie di orchidee
8 generi di Basidiomiceti, riferiti a Rhizoctonia
Micorrize arbuscolari
Briofite, Pteridofite, Gimnosperme e la maggior parte delle Angiosperme (80% delle specie vegetali)
Circa 150 specie del phylum Glomeromycota
Da “Elementi chimici nei funghi superiori - I funghi di riferimento come strumento di lavoro per la bioindicazione e la biodiversità”, Roberto M. Cenci, Luigi Cocchi, Orlando Petrini, Fabrizio Sena, Carmine Siniscalco, Luciano Vescovi 2010.
simbionte forma, all’interno delle cellule radicali delle piante ospiti, caratteristiche strutture ramificate chiamate “arbuscoli”, ove avvengono gli scambi di nutrienti tra fungo e pianta: il fungo cede soprattutto fosforo e altri elementi poco mobili, talvolta cede anche azoto, mentre la pianta cede i fotosintetati e, nel caso delle leguminose, può cedere N proveniente dal processo di fissazione simbiotica con i Rizobi. Alcune formano anche delle vescicole, che sono degli organi dove vengono accumulate sostanze di riserva e per questo motivo la simbiosi era conosciuta con il nome di vesculararbuscular mycorrhiza (VAM). Le endomicorrize arbuscolari si rinvengono in tutti gli ambienti, ma soprattutto in quelli dove sono predominanti le
Micorrize.
La micorrizzazione artificiale non è una tecnica facile e presuppone la
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produzione di grandi quantità di inoculo
specie erbacee o dove la disponibilità del fosforo è bassa. Generalmente le micorrize arbuscolari non sono specifiche e i funghi micorrizici arbuscolari formano nel suolo un reticolo di ife indipendente da quello dei funghi ectomicorrizici. I funghi sono simbionti obbligati e appartengono al Phylum Glomeromycota. Calocedro e Lactarius.
ATTENZIONE AGLI INOCULI ARTIFICIALI
Tutti gli alberi ornamentali sono originariamente alberi forestali e pertanto è evidente l’importanza delle presenza delle ectomicorrize nel momento dell’impianto. Purtroppo le ectomicorrize si trovano solo associate al terreno, per cui, poiché il 90% delle radici assorbenti rimane in vivaio con la zollatura, solo una piccola parte delle radici porta ectomicorrize nel sito d’impianto. Non è detto inoltre che la ripresa di vitalità sia certa e rapida. Molte piante ornamentali, poi, vengono coltivate sin dalla riproduzione per talea entro substrati privi di terreno e quindi saranno prive di ectomicorrize. Per questo motivo sono state studiate tecniche di inoculo artificiale di ectomicorrize, in particolare dall’INRA, l’Istituto Nazionale per la Ricerca Agricola francese, originariamente per la produzione di piante “tartufigene”. La micorrizzazione artificiale delle piante non è una tecnica facile e presuppone la produzione di grandi quantità di inoculo, che deve essere vitale e soprattutto essere in grado di instaurare la simbiosi con successo. Il mercato oggi offre molti prodotti come inoculo di micorrize,
WOOD WIDE WEB La rete delle ife fungine (Wood Wide Web), come già detto, è un apparato assorbente aggiuntivo per le piante. Si sono anche effettuati studi che dimostrano come gli zuccheri e altre sostanze vengano trasportati attraverso questa rete dalle piante che ne hanno in abbondanza a quelle che ne hanno bisogno, come quelle giovani o quelle che crescono in condizioni di luce scarsa.
quasi tutti contenenti endomicorrize del genere Glomus che in realtà si ritrovano in abbondanza in qualsiasi suolo vitale. Vi sono anche prodotti che contengono ectomicorrize, solitamente del genere Pisolithus, i quali riescono a instaurare simbiosi quando utilizzati in vivaio su piante ornamentali in contenitore. Tuttavia occorre rilevare come, sull’onda della diffusa conoscenza dei vantaggi offerti dalle simbiosi micorriziche, vi sia un mercato di prodotti non accompagnati da documentazione scientifica rigorosa, in grado di confermare la reale efficacia nella formazione in vivo della voluta simbiosi, in grado di caratterizzare con risultati performanti la crescita della coltura o dell’albero inoculato. Tra l’altro, importanti studi scientifici hanno dimostrato che l’inoculo artificiale di Hebeloma clnylilndrosporum, fungo che forma ectomicorrize con Pinus pinaster, in suoli non sterilizzati non origina simbiosi in quanto le ectomicorrize presenti naturalmente sono molto competitive e non lo consentono. Per cui non è assolutamente detto che un inoculo artificiale riesca in campo a sortire un qualsiasi effetto!
Nocciolo e Lactarius in vaso.
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IL GIARD IN INVERNO
Suggerimenti concreti su come valorizzare gli spazi verdi anche nei mesi più freddi. Le piante da scegliere ed esempi d’autore da cui prendere spunto di Marilena Baggio
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In un giardino è proprio nella stagione invernale che si leggono errori, imperfezioni, punti deboli, nel resto dell’anno mascherati da
DINO P
er il giardino, l’inverno è in genere considerato una stagione da dimenticare, fatta di alberi spogli, terra nuda e foglie morte abbandonate ovunque. Invece è la stagione che svela il carattere di un giardino, la sua struttura portante, la sua vera “natura”. Ho sempre amato passeggiare in un giardino d’inverno, dove la brina prima e la neve poi sottolineano certe forme e il gelo disegna trine e
foglie e fiori
arabeschi sulle siepi o arazzi nei prati. Nelle diverse epoche storiche – dai giardini rinascimentali di Villa Lante a Viterbo, nel Lazio, al più famoso Versailles con i suoi parterre, a quelli inglesi paesaggistici di Stowe (Buckinghamshire), fino a quelli più recenti di Piet Oudolf – il giardino in inverno, infatti, è sempre stato un luogo affascinante.
CONSIDERARE OGNI VARIABILE
Innanzitutto non dobbiamo dimenticare il contesto dove si colloca il giardino, il clima e il microclima, l’armonia e le proporzioni tra le specie, oltre la sua necessità di manutenzione e gestione. È importante ricordare che, in un giardino, è proprio nella stagione invernale che si leggono errori, imperfezioni, punti deboli, i quali nel resto dell’anno sono mascherati dalla sovrabbondanza di foglie e fiori.
PER POTARE POCO • Elaeagnus punges ‘Maculata’ • Camellia japonica • Euonymus fortunei ‘Emerald’n’ Gold’ • Osmanthus fragrans
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Nella progettazione di uno spazio verde consiglio sempre di pensare allo spazio stesso partendo dalla stagione
invernale
A “LEZIONE” DAI MAESTRI Già nel Seicento il filosofo inglese Francesco Bacone nel suo giardino aveva messo in pratica idee innovative, ospitando piante che crescevano in forma libera e capaci di garantire bellezza anche nei mesi freddi: per l’inverno consigliava specie sempreverdi come agrifoglio, alloro, ginepro, tasso, lavanda e rosmarino, ma anche crochi, giacinti, tulipani precoci in fiore alla fine dell’inverno, o eriche ed ellebori, macchie di camelie e Hamamelis dalla bellissima corteccia colorata. Gertrude Jekyll, artista, scrittrice, tra le figure più influenti nella progettazione di giardini del XX secolo, era una maestra nel mescolare specie a partire dalle variopinte erbacee perenni e, sapendo che alcune di queste nella stagione invernale spariscono, aveva progettato percorsi lastricati e siepi sempreverdi, come struttura portante del giardino, come ad esempio a Hidcote Manor, in Inghilterra: una struttura di stanze verdi di tasso il cui stile formale ridimensionava l’apparente disordine delle erbacee perenni. Altro esempio è il giardino progettato da Vita Sackville-West e dal marito nella loro residenza a Sissinghurst, sempre in Inghilterra, dove aiuole geometriche perimetrate da piccole siepi di bosso e lavanda contenevano erbacce perenni. Un paesaggista indiscusso che ha saputo far tesoro degli schemi della Sackville è il paesaggista olandese Piet Oudolf, che li ha arricchiti con molte specie di graminacee, le quali non figuravano nell’elenco solito delle specie ornamentali dei giardini. La sua abilità si dimostra nel saper mescolare graminacee come Panicum virgatum, Miscanthus sinensis o Calamagrostis x acutifolia con erbacee perenni come Sedum spectabile, Echinacea purpurea ‘Rubinglow’, Echinops exaltatus. Sono nate così spettacolari bordure con specie che pur essendo secche non perdono il loro fascino, anzi offrono il meglio di sé con i loro steli e capsule contenenti semi. Una raffinata esperta e studiosa di piante ornamentali è stata inoltre la principessa Greta Sturdza con il suo vasto giardino di Vasterival in Normandia dove, all’interno di uno schema assolutamente informale, ha messo a dimora specie a rotazione che decorano ogni angolo in ogni mese dell’anno. Un altro maestro, infine, è stato l’inglese Russell Page che oltre ad adattare lo spazio verde alle esigenze del cliente, del luogo e dell’edificio, vantava un vasto repertorio botanico. Con maestria sapeva accostare erbacce perenni, rampicanti, rose e succulente in forma libera o potate secondo le regole dell’ars topiaria in base alla forma, colore e tessitura delle foglie e fiori. Un esempio? Il Giardino Botanico di San Liberato sul lago di Bracciano o i Giardini della Landriana, a Tor San Lorenzo, entrambi nei pressi di Roma.
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Altri fattori come il gusto personale o lo stile orientano, nelle zone a clima continentale, la scelta delle siepi: formali a portamento eretto e crescita veloce, sempreverdi (Laurus nobilis, Taxus baccata o il Quercus ilex, Thuja plicata), squadrate e composte da una sola specie, solo per citarne alcune, o spoglianti come Cornus alba, Crataegus monogyna o Hamamelis x intermedia ‘Diane’, Fagus sylvatica, Acer campestre, mentre il Carpinus betulus è un caso a sé. Se si vuole rinunciare alle continue potature, con una posizione a non pieno sole e con terreno acido, le proposte possono essere: Elaeagnus punges ‘Maculata’ o la Camellia japonica, Euonymus fortunei ‘Emerald’n’ Gold’ o Osmanthus fragrans.
CREARE SCENARI MUTEVOLI
Naturalmente ciascuno può organizzare un suo elenco di specie pensando non solo agli alberi e siepi ma anche ad arbusti dalla foglie variegate, per illuminare gli angoli più bui del giardino o “lavorare” sulla combinazione di graminacee con erbacee perenni (vedi il box “A lezione dai maestri”). L’elenco si può allungare pensando alle bacche, alle cortecce, alle foglie garantendo uno scenario imprevedibile e mutevole anche nella stagione invernale. Le piante coprisuolo sono importanti perché tolgono quell’aria triste e abbandonata al giardino in inverno. Le euchere sono sempreverdi e alcune varietà hanno foglie talmente robuste da supportare senza danni neve, pioggia e vento. Alcuni esempi sono: Heuchera ‘Stormy Seas’, Heuchera ‘Siver Scrolls’ e altre; ma quando il freddo si fa intenso danno il meglio di sé anche le foglie delle bergenie, che virano dal porpora al viola fino al rosa corallo, IMPORTANZA ALLE FOGLIE Per creare degli effetti scenografici non si ricorre solo alla forma dell’albero, ma grande importanza deve essere data alle loro foglie. Per scene “allegre” si scelgono le foglie rade e leggere di betulle o pioppi, mentre per dar vita a un gruppo maestoso di alberi, si preferiscono, per esempio, le querce con rami lunghi e fogliame compatto.
e ancora le edere per la zona esposta al sole, come la luminosa Hedera helix ‘Buttercup’. Le edere sono capaci di colonizzare in pochissimo tempo anche gli angoli dimenticati del giardino come la Hedera Helix dal fusto legnoso. Oppure le pervinche, Vinca major e Vinca minor, sono generose erbacee perenni e sempreverdi capaci di tappezzare velocemente terreni di ogni tipo, contrastandone anche l’erosione. Per tutte le ragioni sopra elencate, nella progettazione di uno spazio verde – giardino, terrazzo o semplice vaso che sia – consiglio sempre di pensare allo spazio stesso partendo dalla stagione invernale. Cogliete l’occasione di una camminata in un parco o di visitare un giardino in inverno, oltre a non subire la presenza di folla, potrete godere della scoperta di specie interessanti o essere sorpresi dall’intenso profumo del Sarcococca humilis: un cespuglio alto 50 cm dal profumo intenso dei piccoli fiori in gennaio, adatto a giardini dalle dimensioni modeste che può vivere anche in ombra. Ma io amo particolarmente il “bruttino” Chimonanthus praecox dal profumo seducente e avvolgente, che domina un vecchio giardino vicino a casa mia. Ecco ancora una volta il giardino ci sorprende, ci affascina e ci regala sorprese ed emozioni nuove… Invernali!
LE COPRISUOLO AD HOC • Heuchera ‘Stormy Seas’ • Heuchera ‘Siver Scrolls’ • Hedera helix ‘Buttercup’ • Vinca major • Vinca minor
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NEWS
News MACCHINE PER IL GIARDINAGGIO: MERCATO IN CRESCITA
Il 2018 si prospetta positivo per il mercato italiano delle macchine per il giardinaggio e la cura del verde. I dati relativi alle vendite nei primi nove mesi – diffusi a Bologna dall’associazione dei costruttori Comagarden nell’ambito del Salone EIMA Green – indicano una crescita per i rasaerba del 5,6%, una crescita per i decespugliatori del 9,5%, e così dei soffiatori/aspiratori (+4,7%) i tagliasiepi (+10,2%) i trattorini (+3,7%). In crescita risulta dunque il mercato dei macchinari per la manutenzione degli spazi verdi, utilizzati quest’anno anche nei mesi di luglio, agosto e settembre caratterizzati da caldo e piovosità che hanno stimolato l’attività vegetativa delle piante, mentre in calo risultano le motoseghe (-5,1%), le motozappatrici (-14,9%), i ride-on professionali (-12,1%). In totale, il mercato delle macchine e delle attrezzature per il gardening cresce nel periodo gennaio-settembre del 4,1%. Questo positivo andamento dovrebbe confermarsi anche a fine anno. Secondo le previsioni, elaborate da Comagarden con il gruppo di rilevamento statistico Morgan, nel bilancio conclusivo il mercato dovrebbe mantenere un attivo complessivo del 2,3%, con buoni risultati in particolare per rasaerba (+3,1%), decespugliatori (+5,4%), trimmer (+7,8%).
SABART SOSTIENE LE PICCOLE AZIENDE
RICONOSCIUTI I MONUMENTI VERDI Presentata la prima bozza della Carta di Siena sulla tutela dei monumenti verdi, contenente le linee guida per salvaguardare al meglio questo immenso patrimonio naturale di cui l’Italia è particolarmente ricca. Punto di partenza per l’elaborazione delle linee guida per salvaguardare al meglio questi alberi secolari è stato il riconoscimento da parte del Ministero dei Beni Culturali nel 2017 del primo monumento verde, la Quercia delle Checche in Val D’Orcia. Dal provvedimento del MiBACT sulla Quercia delle Checche, quindi, è nata l’esigenza di tutelare un monumento verde alla stregua di una chiesa, un castello, un palazzo storico. La Carta di Siena vuole essere il punto di partenza per l’elaborazione di un quadro normativo sui monumenti verdi e, nello stesso tempo, un percorso da seguire per la gestione di questa ricchezza da parte della comunità locale e dei cittadini.
Sabart, una delle più importanti realtà italiane nella distribuzione di ricambi e accessori per i settori forestale, giardinaggio, agricolo e antinfortunistica, ha promosso un’iniziativa a sostegno delle piccole aziende del bellunese, fortemente colpite dalla devastazione causata dall’alluvione dello scorso ottobre. Strade interrotte, danni a edifici e impianti, ma anche boschi distrutti dalle piogge e dalle raffiche di vento: la zona del bellunese è stata messa in ginocchio dall’ondata di maltempo che ha attraversato tutta Italia. «Da specialisti nel settore forestale, ci siamo sentiti profondamente colpiti da questa tragedia e abbiamo deciso di sostenere imprenditori e cooperative locali che hanno subito danni a strutture e produzioni attraverso l’acquisto di prodotti tipici del territorio – spiega l’AD di Sabart Luigi Bartoli – fornendo un contributo concreto per accelerare la ricostruzione e mettere i produttori nelle condizioni migliori per continuare a operare sul mercato». Per tutto il periodo natalizio, dal 10 al 31 dicembre, a fronte di un ordine minimo, Sabart ha donato ai clienti come premio alla fiducia un kit di prodotti alimentari e di artigianato originarie delle zone colpite dall’alluvione. Le specialità enogastronomiche provengono dal circuito Dolomiti-km0-Valcomelico, che nasce con l’obiettivo di promuovere i prodotti di alta qualità del territorio cadorino delle Dolomiti Bellunesi, raggruppandone i piccoli produttori e aziende locali in un sistema collaborativo a rete.
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I COMUNI FIORITI D’ITALIA PREMIATI A BOLOGNA
Pomaretto, centro montano che unisce la Valle Chisone con la Val Germanasca, nel pinerolese, è il Comune più fiorito d’Italia. Il premio, assieme a tantissimi altri, è stato assegnato a Bologna, in occasione delle premiazioni dei Comuni fioriti all’interno di Eima International, da Asproflor, l’Associazione dei Produttori florovivaisti. Uncem patrocina da sei anni questa rete e crede nell’impegno delle Il sindaco e i concittadini Amministrazioni con le comunità nel di Pomaretto insieme sul palco per ricevere rendere più belli e accoglienti piccoli e il premio “I quattro fiori grandi Comuni: 182 quelli che hanno Oro” di Comuni Fioriti. aderito all’edizione 2018. «A Bologna stamani è andata in scena l’Italia della vera grande bellezza, i Comuni che sono il tessuto connettivo del Paese - spiega Marco Bussone, presidente nazionale Uncem - C’è tantissima montagna protagonista, con Comuni che trovano nelle fioriture e nella partecipazione dei cittadini un motivo di impegno e condivisione. E molti Comuni che dall’Italia vanno a prendere parte ai concorsi mondiali ed europei. Ringrazio Asproflor per l’impegno e la dedizione nel dare supporto e slancio agli Enti, con una rete che promuoviamo perché vogliamo possa crescere». Uncem ha premiato, con la targa dell’Associazione, il Comune di Varallo, capoluogo della Valsesia: ad assegnarla sono stati il presidente Bussone e Flavio Cera, sindaco di Bellegra e membro della Giunta nazionale Uncem. Nel pomeriggio di sabato, Bellegra aveva anche ottenuto un successo speciale, con l’elezione di Miss Comuni fioriti, proprio del centro laziale. I quattro fiori Oro del concorso nazionale sono stati assegnati a Pomaretto (TO), Comune guidato da Danilo Breusa (presente a Bologna con 50 concittadini) che quest’anno ha partecipato alla competizione mondiale “Communities in Bloom” e vinto quattro fiori d’argento. Pomaretto ospiterà la finale del 2019 del concorso, tra un anno esatto: la macchina organizzativa, con Asproflor, è già in movimento.
EIMA CHIUDE CON NUMERI DA RECORD «La meccanica agricola sta entrando nell’immaginario collettivo – commenta il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – come un simbolo di progresso e di civiltà». La 43esima edizione di EIMA International si è conclusa con numeri straordinari. I visitatori hanno raggiunto la quota di 317 mila, in crescita dell’11% rispetto al risultato della scorsa edizione (2016) che già aveva rappresentato il record storico di questa manifestazione, e che assume un ruolo di primo piano non soltanto nel settore della meccanica agricola ma nel panorama fieristico generale, a livello mondiale. In crescita anche il numero di operatori esteri – oltre 50 mila con un incremento del 15% rispetto all’edizione scorsa – provenienti da 150 Paesi, per un evento che ha visto la partecipazione di 1.950 industrie espositrici e ha impegnato 375 mila metri quadrati lordi di superficie. «È un grande successo per la nostra Federazione e per la fiera di Bologna – ha dichiarato il Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – ma soprattutto per le industrie della meccanica agricola, un settore che sorprende per il livello tecnologico e che sta entrando nell’immaginario collettivo come un simbolo di progresso e di civiltà. Queste macchine sono sempre più potenti e nello stesso tempo sempre più raffinate e sensibili rispetto all’ambiente e alla sicurezza, e attirano una folla di giovani, mai numerosi come in questa edizione». L’appuntamento per la prossima EIMA è a Bologna dall’11 al 15 novembre 2020. N°013
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Vetrina di innovazioni Con 1.600 espositori provenienti da 50 Paesi, la dodicesima edizione di IPM ESSEN si riconferma tra gli appuntamenti internazionali più attesi da tutta la filiera verde
© Ph_Rainer Schimm
È considerata all’unanimità la fiera del giardinaggio più importante a livello internazionale. Con circa 1.600 espositori provenienti da 50 Paesi, IPM ESSEN 2019, in programma dal 22 al 25 gennaio nel rinnovato centro fieristico di Essen, città della regione tedesca della Renania Settentrionale-Vestfalia, rappresenta infatti la piattaforma numero 1 al mondo per lo scambio di informazioni e la realizzazione di ordini nel settore. L’offerta è IPM ESSEN 2019 ampia: le numerose novità e soluzioni 22-25 gennaio, Essen, Germania degli espositori sono rivolte all’intera www.ipm-essen.de filiera del verde. Dai floricoltori ai proprietari di garden center, fino ai membri del GaLa, l’associazione di giardinieri e vivaisti tedesca. Paese partner di questa edizione, il Belgio che, vantando l’80% della produzione europea di azalee, è rappresentato da un corposo numero di espositori e ha un ruolo di primo piano nel Forum internazionale del giardinaggio, quest’anno focalizzato sul tema del giardinaggio sostenibile. Non mancherà la tradizionale Green City nel padiglione 1A, dove associazioni di settore, aziende e professionisti organizzano dimostrazioni, workshop e speciali anteprime. La mostra didattica del 2019, infine, si concentra sulle radici e il loro © Ph_Rainer Schimm ambiente circostante con esperimenti, ricerca e consulenza.
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© Ph_Schuchrat Kurbanov
© Ph_Rainer Schimm
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