Greenstyle autunno 2015

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N U O V O. PA S S I O N I D A C O LT I VA R E N E L V E R D E

greenstyle

TRIMESTRALE NUMERO 22| AUTUNNO 2015 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS

AUTUNNO 2015 | numero 22

BIO•GIARDINO BIO•ORTO BIO•CUCINA

Euro 2,50

PREZZO di LANCIO Euro

cucina IL BUONO DELL’AUTUNNO

1,20

fioriture VOGLIO UN BOUQUET A KM 0

piantare È TEMPO DEI BULBI PRIMAVERILI

coltivare

SI FA PRESTO A DIRE ZUCCA


Bio Agen d Bio Agenda 2016

PRENOTA LA TUA COPIA PRESSO IL TUO GARDEN DI FIDUCIA oppure info@laboratorioverde.net TEL:

0332 989 211

Via Pasubio 16 | 21020 BREBBIA | Tel.: 0332 989 211 | Fax: 0332 989 122 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net


n da 2016

Protagonista il Nonno Gino e i suoi nipoti con notizie e racconti su piante, fiori, frutti ed erbe, oltre a tante ricette e curiositĂ .


GREEN IS THE NEW BLACK

www.erbasrl.it


AUTUNNO 2015 / L’editoriale

Q

ui sul Lago Maggiore, dove vivo e dove si trova la nostra casa editrice, si possono fare lunghe passeggiate in posti bellissimi. Se non sono in redazione, potete trovarmi sul lungolago o sulle colline prealpine, a godermi il paesaggio. Non è un mistero che mi piaccia l’autunno. E non sono l’unico: la luce, i colori, i profumi… tutto concorre a rendere l’atmosfera calda, vellutata, romantica. Unica. Mentre mi scaldavo sul nostro prato con i miei collaboratori – io sono pugliese e ho bisogno del sole come dell’aria – ho deciso che il numero autunnale di greenstyle doveva cercare di riportarvi tutto il bello e il buono che noi vediamo in questa stagione. Ed ecco qui: partiamo dai consigli della biodinamica per l’orto, e poi vi parliamo della regina, la zucca, e di come usare in un modo originale la frutta di stagione in cucina. Per gli appassionati e le appassionate di fiori, Silviadeifiori spiega con un bel tutorial come preparare un bouquet con le foglie secche. E sempre in tema di foglie, vi indichiamo alcuni dei giardini di Grandi Giardini Italiani in cui assistere ai più begli spettacoli di foliage. Questo è un numero che vuole ispirarvi: mandateci le foto e i commenti di quello che avete fatto anche grazie ai nostri consigli. Ne saremo felici. E se c’è qualche argomento che vi interessa per il numero invernale… scrivetemi! Francesco Tozzi @Lab_Verde

N° 22 - Autunno 2015 Diretto da Francesco Tozzi - f.tozzi@laboratorioverde.net REDAZIONE Alessandro Coraggio, Marta Meggiolaro, Filippo Tommaseo GRAFICA Daniela Francescon - daniela.francescon@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni - m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin - s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E MEZZI Katiuscia Morello - info@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 20120 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 989122 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net

Greenstyle periodico trimestrale, registrato presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA) il 27/03/2007, n. 2. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Associata ad Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Prezzo di copertina: 2,50 Euro • Abbonamento da 4 numeri: 10,00 Euro

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SOMMARIO Autunno 2015

16 21 PASSIONE VERDE I segreti dell’orto biodinamico

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La verdura “che piace a Dio”

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Si fa presto a dire zucca

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CUCINA & TERRITORIO Il buono dell’autunno

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ALL’INTERNO Voglio un bouquet a km 0

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Un po’ di foliage in casa

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Ortensia, generosa abbondanza

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Sono più miti le m attine e più scure di ventano le noci e le bacc he hann o un viso rotondo più . La rosa non è pi città. L’a ù nella cero ind ossa un più gaia a sciarp . La cam a pagna u n a gonna scarlatt a, Ed an c h per non ’io, essere a ntiquata , mi metterò un gioie l lo. Emi ly Dickin

son

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45 44 ALL’ESTERNO

LE RUBRICHE

La quarta dimensione

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Piante speciali, per te

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Notizie

Osmosi continua, tra modernità e paesaggio

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Carosello style Arriva l’autunno!

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Carosello Emergono per carattere

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Il segnalibro DIY, che passione

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Bulbi primaverili: colore, colore, colore!

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Autunno, che spettacolo

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NOTIZIE BREVI

A Milano nascono i primi agricoltori bio

VINCE IL FATTORE WOW Durante la settimana dei FlowerTrials una giuria di esperti ha selezionato la varietà che grazie al suo “fattore WOW” merita il FleuroStar Award 2015/16: è la Petunia Night Sky di Selecta Klemm. NightSky, dai fiori violetto scuro con puntini bianchi, assomiglia a una costellazione di stelle. Prodotta da talea, è facile da coltivare e da trasportare, grazie al portamento semi ricadente. È molto precoce e ha una eccellente ramificazione. Splendida in vaso singolo, ma ottima anche in mix, si farà amare grazie al suo nuovo e straordinario disegno, una prima assoluta nelle petunie.

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tivali ai piedi, vanghe e badili, zappe e rastrelli nelle mani, sorriso sulle labbra e tanto entusiasmo: ecco la fotografia di numerosi piccoli agricoltori bio, studenti della scuola primaria e secondaria, ma anche piccini della scuola dell’infanzia, di alcuni istituti di Milano che hanno aderito al progetto Bio Orti Nelle Scuole. Obiettivo: dare vita all’interno della scuola a un orto tutto bio, a partire dalla preparazione del terreno per arrivare alla raccolta dei frutti. Un’iniziativa promossa da NaturaSì che ha fornito gli esperti e ha coperto le spese per il materiale vivaistico e didattico in collaborazione con Marcopolo Environmental Group che ha fornito l’Humus Bio per la messa in opera degli orti. Un progetto che ha sino ad ora coinvolto circa 700 bambini e ragazzi dell’Istituto Comprensivo Pareto (Scuola Secondaria di Via Sapri 50 e Scuola secondaria di Via Gallarate 15), dell’Istituto Comprensivo Calasanzio (Scuola Secondaria Paolo Negri di Piazza Axum e Scuola Primaria di Via Don Gnocchi 25) e della Casa dei Bambini Montessori Onlus (Scuola dell’Infanzia e Scuola dell’Infanzia di via Arosio 3). Dopo alcuni incontri in aula per scoprire cosa

significa coltivare con il metodo biologico e biodinamico – che escludono l’impiego di pesticidi chimici di sintesi e impiegano la rotazione delle colture e la tecnica del sovescio – quale sia l’importanza della fertilità della terra per coltivare e produrre cibo e quanto sia fondamentale il contributo che l’agricoltura bio offre per la tutela dell’ambiente e della biodiversità e dunque per il futuro del pianeta, gli studenti, assieme ai loro insegnanti, hanno avuto l’opportunità di lasciare i banchi e di dedicarsi a un’attività semplice ma simbolica e importante, mettere le mani nella terra per dare vita al bio orto. Affiancati da un agronomo i piccoli agricoltori hanno osservato come viene organizzato un terreno per impostare un ciclo pluriennale di rotazioni colturali, hanno sperimentato la possibilità di migliorarne le caratteristiche mediante l’apporto di compost biologico e stallatico e hanno iniziato a creare il cumulo del compost per il loro bio orto. Ma non solo: hanno scoperto come dissodare un terreno e come prepararlo con le lavorazioni di affinamento alla semina e ai trapianti di tante specie di ortaggi, erbe aromatiche e piante officinali.

SOLIDO E COLORATO L’edizione appena terminate dello spoga+gafa ha ospitato il concorso “unique younstars”, un concorso dedicato a giovani designer per l’outdoor. Fra i 75 partecipanti da 32 nazioni ne sono stati selezionati 16, che sono stati presentati durante la fiera. La giuria ha premiato i suoi tre vincitori, ma anche i visitatori della fiera hanno potuto indicare il proprio vincitore. Il premio del pubblico è andato al designer indiano Aditya Khutale per Arko: un oggetto solido e colorato che può essere usato come sedia, tavolino da caffè, o base d’appoggio.


SEMPLICE NATURALEZZA Come i mazzi che facevamo da bambini. Ma quanto studio dietro qualcosa di così facile in apparenza: per bilanciare i volumi, per disegnare la forma, per accostare i colori. Due varietà di peonie, due tonalità di rosa e un verde brillante a riempire con sapienza i vuoti. Il risultato è una composizione leggera, originale ed esuberante. Pochi elementi ben dosati per esaltare la bellezza dei fiori, e usati in abbondanza e per lasciare a bocca aperta.

La dormienza dei semi dipende dall’ipollinazione

ELEGANZA DALLE PICCOLE FOGLIE Nel suo ambiente originario la Muehlenbeckia complexa svolge un ruolo fondamentale per la tutela del suolo, soprattutto negli ambienti ai margini del bosco. Inoltre, entra in competizione con le piante infestanti e aumenta la biodiversità degli insetti, grazie alla sua fitta trama che fa da protezione a moltissime specie. Insomma, una vera alleata dell’ambiente. Tutte caratteristiche che ne fanno un’ottima specie ornamentale. Appartiene alla famiglia delle Polygonaceae ed è autoctona della Nuova Zelanda. È una pianta vigorosa e potrebbe essere utilizzata anche nell’arte topiaria, che tanto piace ad alcuni clienti. Si tratta di una specie semi decidua e può crescere fino a 4,5 metri, adattandosi a supporti e strutture e in estate produce bacche bianche con semi neri. Nei nostri climi, la Muehlenbeckia cresce bene in vaso e predilige ambienti in mezz’ombra, quindi soffre un po’ in estate, ma è bellissima nelle mezze stagioni. La foglia piccola e di un verde intenso è il simbolo della sua eleganza, che si traduce poi negli ambienti dove viene posizionata.

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n team di ricercatori dell’Università di Pisa ha scoperto che la minore o maggiore dormienza dei semi, una caratteristica fondamentale per la sopravvivenza delle piante anche in condizioni ambientali sfavorevoli, deriva dal tipo di impollinazione. Lo studio, pubblicato sulla rivista Seed Science Research, ha riguardato l’iperico (Hypericum elodes), una specie palustre originaria dell’Europa Atlantica, ma sorprendentemente in grado di resistere anche in Toscana malgrado le condizioni climatiche non ottimali. Il gruppo di ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano, composto da Angelino Carta, Gianni Bedini, Angela Giannotti, Laura Savio e Lorenzo Peruzzi, ha condotto esperimenti d’impollinazione in condizioni naturali dimostrando che i semi prodotti per auto-impollinazione hanno una dormienza minore rispetto a quelli prodotti per impollinazione incrociata. “La dormienza è una caratteristica dei semi che impedisce la germinazione nei momenti sfavorevoli per la sopravvivenza delle piante – ha spiegato Angelino Carta – e il fatto che ci siano semi con diversi gradi di dormienza spiega le due diverse strategie di riproduzione delle piante, ad alto rischio e basso rischio”. I semi poco dormienti, infatti, germineranno quasi subito garantendo una lenta ma costante crescita della popolazione (strategia ad alto rischio); i semi più dormienti, al contrario, germineranno solo dopo che l’inverno aumentando la probabilità di sopravvivenza delle piante nella stagione primaverile (strategia a basso rischio). “Grazie alla nostra ricerca – ha concluso Angelino Carta – siamo riusciti a capire come, grazie a un polimorfismo della germinazione, l’Hypericum elodes sia in grado di sopravvivere in Toscana, ma soprattutto il legame fra dormienza dei semi e tipo d’impollinazione apre nuovi scenari per migliorare le specie di interesse agronomico e studiare l’evoluzione delle strategie di riproduzione delle piante a seme del nostro pianeta”.

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L’APPUNTAMENTO

Uomo e Natura, amore senza tempo La mostra di Palazzo Reale ci porta a riscoprire l’antichissimo legame che abbiamo con il paesaggio. Documenti e testimonianze eccezionali sono tutti raccolti a Milano. E in fondo, una sorpresa… di MARTA MEGGIOLARO artistica si raffina, e approda a Roma, nelle domus dei patrizi. Molti gli affreschi notissimi o meno noti, tra cui, straordinariamente ben conservati, potrete ammirare quelli della Casa del Bracciale d’oro da Pompei.

DUE SORPRESE FINALI Pittura di giardino. Da Pompei, Casa del Bracciale d’Oro

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entre a Como è in mostra “Giardini di Seta”, a Milano è in programma “Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei”. Le 180 opere di arte greca, magnogreca e romana presentano al pubblico le ricerche più avanzate di un aspetto affascinante, ma poco noto, delle nostre radici classiche: la rappresentazione della natura nei suoi vari aspetti, il rapporto dell’uomo con la realtà naturale e la sua azione sull’ambiente.

ANTICHI PAESAGGI DA FAVOLA Nelle sale di Palazzo Reale sono stati raccolti vasi dipinti, terrecotte votive, statue, affreschi e oggetti di lusso che vanno dal VIII sec. a.C. al II sec. d.C., divisi in sei sezioni. Un focus particolare viene dedicato

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ai reperti archeologici di area vesuviana con una selezione di capolavori di pittura parietale pompeiana. Dall’età arcaica in cui domina la natura selvaggia e spesso spaventosa, si attraversa l’evoluzione in senso simbolico e anche religioso del rapporto dell’uomo con l’ambiente: ed ecco spalancarsi davanti agli occhi l’eccezionale lastra funeraria detta del Tuffatore dal Museo di Paestum. La mostra prosegue raccontando la diffusione del gusto per la rappresentazione di una natura esuberante, che evoca giardini magici riferiti alla vita beata dopo la morte e alla rinascita in un mondo incantato. II pezzo più bello, quello che toglie il fiato, per me è il Rilievo Grimani prestato dal Kunsthistorisches Museum di Vienna: una pecora e i suoi cuccioli, immersi in un ricco ambiente naturale. Con l’età ellenistica la produzione

Conosciamo tutti le opere moderne di natura morta, come quelle di Caravaggio,

Rilievo: pecora con agnelli. Già Collezione Grimani Vienna

di Expo. E qui arriva il primo colpo di scena. Non prevista nel progetto di allestimento, si trova qui una “settima stanza”, nella quale la natura morta contemporanea ritrova profondità temporale nel rapporto con l’antico. La stanza ospita tre quadri di Filippo de Pisis, tre nature morte, esposti in maniera molto suggestiva. La seconda sorpresa è che, in occasione della mostra, Orticola di Lombardia, grazie a Hermès e in collaborazione con Io donna,

IL PEZZO PIÙ BELLO In mostra sarà esposto il celebratissimo “Vaso blu” del I sec. d.C., trovato a Pompei e ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. È un prezioso reperto lavorato nella stupefacente tecnica del vetro-cammeo, con scene di amorini vendemmianti in bianco su fondo blu. L’opera, ottenuta eccezionalmente per l’esposizione, ritornerà a Napoli dotata di una nuova vetrina antisismica e antisfondamento grazie al supporto di Fondazione Bracco.

dei fiamminghi, o le più amate in tutto il mondo: quelle di Van Gogh. Il genere in realtà è nato molto tempo prima,nel mondo ellenistico–romano. Dalle città vesuviane ci sono giunti affreschi che rappresentano frutti insieme a vasellame e ad animali; alcuni esemplari di semi, di frutti e di pani da Ercolano e Pompei ci riportano alla realtà alimentare di età romana, legandosi elegantemente al tema

ha allestito un giardino a cura degli architetti Marco Bay e Filippo Pizzoni. È ospitato nello spazio all’aperto retrostante Palazzo Reale, rievoca il viridario delle case romane e vi trovano dimora piante in uso duemila anni fa.. È la prima volta che un percorso verde entra in una mostra a Palazzo Reale. Ed è davvero la ciliegina sulla torta di questa mostra bellissima.


...i consigli dell’ esperto sul BLOG

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CAROSELLO STYLE

Arriva l’autunno! Novità per la nuova stagione e quelle che verranno. Tutte da scoprire di FILIPPO TERRAGNI

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CAROSELLO STYLE

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NIENTE PIÙ FOGLIE Il soffiatore/aspiratore elettrico ErgoJet 2500 è un attrezzo versatile e il sistema ClickFit, di cui è dotato, consente il passaggio dalla funzione soffiatore a quella di aspiratore e viceversa in modo estremamente semplice, senza l’utilizzo di attrezzi. L’impugnatura è morbida ed ergonomica. www.gardena.com

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PASSIONE VERDE

I segreti dell’orto biodinamico Non proprio tutti, perché sono tanti; ma iniziamo a presentarvi le principali tecniche offerte da Steiner. Partiamo con quelle utili adesso, a inizio dell’autunno, per prepararci a una primavera da bomba di FILIPPO TERRAGNI

I VANTAGGI • Non si viene a contatto con sostanze pericolose • Si rispettano i ritmi naturali e quindi si lavora il meno possibile • Si vive in un ambiente vitale e sano • Si producono alimenti sani e salubri

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a biodinamica è un metodo agricolo usato con successo da più di ottant’anni, che può essere applicato anche al giardinaggio. L’idea di fondo è che la terra è un unico organismo vivente, con cui gli uomini possono collaborare favorendone l’equilibrio, e producendo così cibo sano e salubre. Inoltre si prefigge di diminuire al massimo i consumi energetici e di non sfruttare le risorse del pianeta. Il vantaggio principale nell’uso della biodinamica è che non si viene a contatto con sostanze pericolose, si rispettano i ritmi naturali e quindi si lavora il meno possibile e si vive in un ambiente vitale e sano.

TRE INGREDIENTI SPECIALI Preparare il terreno è sempre il primo passo fondamentale. In questo caso si inizia irrorando il terreno con il cornoleta-

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me, chiamato anche preparato “500”, fra il pomeriggio e la sera. Il cornoletame viene preparato con corna di mucca ripiene di letame che vengono lasciate a riposare sotto terra. Dopodichè si può procedere con la semina. Altrettanto importante spruzzare sulle piante ben radicate e all’inizio della maturazione il preparato “501”, cioè il cornosilice. I microcristalli di quarzo, deponendosi sulla pianta, la aiutano nel processo di maturazione e ne aumentano il valore nutrizionale intrinseco. Anche i sapori e gli aromi ne trarranno vigore e giovamento. Questi preparati si possono fare da soli, ma serve tempo, spazio e materiale non così facilmente recuperabile (corna, letame, quarzo). Meglio andare a prenderli nei circoli agricoli biodinamici della vostra zona. Last but not least, il compost è un elemento irrinunciabile. Tenete conto che la cosa migliore, secondo il metodo biodinamico, è che il compost sia fatto con il materiale organico derivante da ciò che si deriva coltivare in quel terreno, e quindi la cosa migliore è prepararlo a casa, con i resti dell’orto, e potenziandolo con i preparati biodinamici di erbe officinali.

VUOI UN AIUTANTE? IL LOMBRICO Piccolo, innocuo e silenzioso, questo esserino non ha alcun difetto se non quello di essere, per qualcuno, un po’ orripilante. In realtà è il migliore alleato di chi ha un orto o un giardino. Infatti il lombrico si comporta come Il lombrico è il migliore alleato di chi ha un orto o un giardino.


una “mucca sotterranea”, o come un intestino: trasforma la sostanza organica in humus e pulisce il terreno inglobando le sostanze dannose in strati più profondi. Scavando le sue gallerie tiene in movimento le zolle e aiuta a drenare e arieggiare il suolo. Se presenti nella giusta quantità (una cinquantina per metro quadrato), i lombrichi ci fanno risparmiare: meno concimazioni, meno irrigazioni, meno pericoli di marciume, meno prodotti fitosanitari. Purtroppo basta un po’ di diserbante per farli sparire da intere zone per anni. Per attirarli nel proprio giardino si possono fare degli “inviti”: • fate in un angolo piccoli mucchietti di erba, foglie e stallatico • coprite con telo plastificato scuro e con uno strato di foglie • bagnate con tisane di ortica e camomilla. Vedrete in breve tempo comparire sotto i teli i lombrichi, che di giorno resteranno nascosti, al riparo dai predatori, e di notte usciranno a lavorare per voi.

BIODINAMICO E BIOLOGICO, LE DIFFERENZE I sostenitori della teoria steineriana sostengono che la capacità di progettazione e di intervento “universale” la rendono preferibile, perché: • Il processo di risanamento del terreno è veloce e duraturo • Le piante radicano meglio e maggiormente • Si creano equilibri vitali fra le piante • Si preserva la bellezza, la naturalità e la vitalità dell’ambiente

Le Labiate, usate come bordure e tappezzanti in posizione soleggiata, rinforzano le piante.

e le aromatiche in genere), usate come bordure e tappezzanti in posizione soleggiata, rinforzano le piante fiorite: per esempio una pianta di rose circondata dal timo sarà più sana e protetta dagli afidi. • Le leguminose aumentano la produzione, perché fissano l’azoto atmosferico nel terreno, che è uno dei migliori concimi. Quindi, alternate le file degli ortaggi con file di piselli, fave, fagioli e fagiolini. Fra le piante più consumatrici di azoto, che quindi beneficiano parecchio della consociazione: cavoli, zucchine, patate, rape, melanzane e peperoni. Nel prato, lo stesso lavoro è svolto egregiamente dal trifoglio bianco nano, dalla ginestra, dalla vescicaria e dal maggiociondolo, oppure, fra le specie arboree, da acacia, albizia, gledizia. • Non dimenticate di dedicare sempre uno spazio anche a camomilla, achillea, valeriana e ortica: sono dei toccasana per le altre piante, anche sottoforma di tisane e decotti.

PREPARIAMOCI ALL’INVERNO

UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO Sappiamo che le interazioni fra le piante possono essere dannose o vantaggiose. La biodinamica studia le consociazioni vegetali, le conosce da tempo, e se ne serve per ottenere uno sviluppo ottimale non solo di frutta e ortaggi, ma anche dei fiori e delle piante ornamentali. Facciamo qualche esempio. • La maggior parte degli ortaggi si consocia con le Liliacee (aglio, cipolla, porro): queste ultime, oltre a essere commestibili e a fare parte della nostra cucina tradizionale, difendono le altre dagli attacchi di funghi e insetti. • Le Labiate (origano, timo, rosmarino, lavanda, salvia,

In autunno il terreno è pronto per ricevere tutta la materia organica che durante l’estate il sole ha “cotto”.

L’autunno è il momento ideale per nutrire la terra, che in primavera sprigionerà tutte le sue forze: in pratica il terreno è pronto per ricevere tutta la materia organica che durante l’estate il sole ha “cotto”. Il processo può essere aiutato con il preparato 500k cornoletame, che aiuta la formazione dell’humus, spruzzato in tarda serata. Vedrete il suolo cambiare lentamente struttura, e diventare soffice, glomerulare e pieno di lombrichi. Alberi e arbusti, appena saranno privi delle foglie, possono essere trattati con una soluzione di equiseto, zolfo e benzoite, che disinfetta tronco e rami e permetterà una maggiore vigoria alla ripresa vegetativa.Per proteggere le nostre piante dalle gelate, è utile il preparato 507 a base di valeriana, con cui è importante bagnare bene le gemme. La valeriana attenua i danni provocati dal gelo; e in primavera, vedrete che fioritura!

UN PO’ DI STORIA L’agricoltura biodinamica è nata nel 1924 e rientra in un progetto molto più ampio, quello della antroposofia di Rudolf Steiner. Scienziato e filosofo, Steiner ha ideato un metodo per riportare l’uomo in un rapporto spirituale cosciente con se stesso e con le forze del creato, attraverso una serie di pratiche.

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PASSIONE VERDE

La verdura “che piace a Dio” Esploriamo un altro degli aspetti positivi della coltivazione: l’orto sociale. A Inarzo, nel varesotto, Mariano Crosta si occupa di due ettari di terra. Da solo? No, anzi, con dei collaboratori davvero speciali di MARTA MEGGIOLARO

Mario, il braccio destro di Mariano, mostra con orgoglio il raccolto di peperoni.

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irabilia Dei (“le meraviglie di Dio”, in latino) non è un’azienda agricola, ma una cooperativa sociale che si occupa di accoglienza di persone disabili dagli anni ’80, quando Lorenzo Crosta lascia un lavoro ben pagato e una vita comoda per lanciarsi con la moglie in questa avventura. Mariano è il secondo dei tre figli di Lorenzo, ha 32 anni, un figlio, Umberto, di due anni, una moglie che si chiama Elena, e che è la mia migliore amica da sempre. Nel tempo anche in loro è maturata la decisione di vivere l’esperienza della casa–famiglia, e così sono andati ad abitare a Inarzo nella Cascina Mai con Lorenzo, Marcella, e una ventina di disabili fra i venti e i sessant’anni. Vi racconto la loro storia sperando di trasmettervi un po’ dello stupore e della serenità che provo io quando vado a trovarli. D: Perche hai scelto questo lavoro? Non è una

scelta usuale… R: «Credo che le circostanze mi abbiano allontanato per poi farmi ritornare. Io ho sempre provato ad andarmene, come fa ogni figlio che, diventando grande, si stacca dalla famiglia per entrare nel mondo con le sue gambe. Ma sono sempre stato segnato positivamente da questa esperienza. Dopo il diploma all’alberghiero, decisi di iscrivermi ad Agraria: era da un po’ di anni che andavo con degli amici in Toscana, a Bolgheri, per la vendemmia, e mi ero innamorato della viticoltura. Una volta laureato, ho lavorato prima nelle Langhe, poi in Canton Ticino, e alla fine sono ritornato in Toscana. Il lavoro però non andava come avevo desiderato, o forse non ho avuto la tenacia di continuare… ma la verità è che mi mancava casa mia; non solo per nostalgia della famiglia, ma proprio per quel gusto nel vivere che avevo respirato nella mia giovinezza e che riuscivo ad apprezzare appieno solo lì. Così, appena ho saputo dell’idea di mio padre di mettere a frutto un po’ di terreno di cui disponeva, non ci ho pensato su molto».


MARIETTO «Mario è un tuttofare ed è il mio braccio destro. È infaticabile e sempre disponibile; Appena finisce nei campi o nel laboratorio, puoi vederlo all’opera a pulire pentole in cucina, oppure lo senti che si dedica al suo passatempo preferito: il karaoke. La sua

abilità nell’orto è strappare erba, tanto che non usiamo erbicidi. Se mio suocero ammirando l’orto gli fa i complimenti perché non c’è un filo di erba, puoi stare certa che il giorno dopo anche tutte le erbacce tra le azalee o sul piazzale non ci saranno più».

D: Qual è il tuo ruolo nella cooperativa sociale? Di cosa ti occupi? R: «Sono stato assunto da Mirabilia Dei per seguire il progetto agricolo iniziato nel 2011 con la piantumazione di un frutteto. Ora che l’impianto ha cominciato a produrre, seguo anche il processo di trasformazione per la realizzazione di frutta sciroppata e confetture. Il frutteto è composto da peschi, ma anche da ciliegi, peri, meli, albicocchi, fichi, pruni, e si estende su un ettaro e mezzo. L’orto, che ha una funzionalità didattica e di sussistenza, occupa mille metri quadrati. Quest’anno abbiamo fatto installare anche delle arnie di api che migliorano l’impollinazione delle nostre piante e che ci permettono di produrre dell’ottimo miele di acacia e castagno ». D: Chi sono i ragazzi che lavorano con te e quali sono le loro mansioni? R: «Le persone attivamente impiegate nel progetto agri-

Mariano Crosta, l’ultimo a destra, con i ragazzi disabili del progetto agricolo, nel pescheto della Mirabilia Dei.

tra le colture per le quali non è possibile usufruire dei teli. Le altre operazioni che facciamo insieme sono la raccolta della frutta e degli ortaggi, la cernita, la pulizia e la preparazione dei semilavorati. Devo essere sincero: all’inizio ero un pò scettico. Ero preoccupato che non avremmo raggiunto gli obbiettivi, ma mi son dovuto ricredere. Per il momento siamo in grado di gestire i vari passaggi della filiera». D: Come viene consumata la vostra produzione di frutta e verdura? R: «Abbiamo cominciato con l’idea della produzione di frutta sciroppata, sulla scia delle pesche di Monate. Poi abbiamo capito che non era possibile lavorare tutta la frutta matura per tempo, e allora abbiamo cominciato la produzione di confetture. Aiutati dai contributi di alcune Fondazioni, abbiamo acquistato un macchinario che ci permette di concentrare la frutta sottovuoto a temperature molto basse, consentendoci la produzione in grosse quantità di marmellate con caratteristiche molto simili a quelle preparate in piccole dosi a livello casalingo. Grazie ai prodotti dell’orto abbiamo la fortuna di mangiare per tutta l’estate e gran parte dell’inverno verdura fresca e, soprattutto, salubre, in quanto usiamo solo prodotti fitosanitari consentiti per il biologico. Siamo in continua evoluzione: abbiamo

MAURIZIO colo sono Mario, Gisella, Maurizio, Cristina, Giuseppe, e Gabriele; al bisogno e in lavori meno complessi, si aggiungono anche altre persone. A inizio stagione, dopo la fresatura, io e Mario prepariamo le aiuole spalando la terra in modo tale che le piantine possano radicare in uno strato soffice lontano dal pericolo di ristagni idrici. Poi stendiamo le manichette dell’impianto di irrigazione ed i teli per la pacciamatura. Usiamo teli biodegradabili realizzati con fibre vegetali così evitiamo di inquinare il terreno e, a fine stagione, i frammenti che rimangono al suolo vengono rivoltati insieme alle zolle e si decompongono apportando materia organica. Poi, insieme a Gabriele e Giuseppe, spargiamo paglia per pacciamare i passaggi tra le aiuole e per evitare la crescita di malerbe

L’orto ha scopo didattico e di sussistenza; occupa più di mille metri quadrati.

«Cos’è il lavoro per noi? Ce lo hanno insegnato i ragazzi, proprio nei primi anni della Cooperativa. Allora una delle commesse era assemblare cablaggi per frigoriferi e ognuno aveva il suo posto nella catena di montaggio. A Maurizio capitò di dover stringere la stessa vite, nello stesso posto, per non so quanto tempo. Mio padre era mortificato, perché pensava che fosse alienante dover lavorare così. Ma Maurizio, a

sue parole, gli spiegò che si sentiva importante, perché sapeva che quella vite l’aveva fatta un’altra persona e che, se lui non la stringeva in quel posto, chi avrebbe acquistato il frigorifero non avrebbe potuto bere la cocacola fresca. Non riesco ad immaginare un modo più dignitoso di vivere il lavoro, in cui anche l’azione più umile ed apparentemente insignificante assume un valore globale».

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PASSIONE VERDE

Il lavoro quotidiano nell’orto vede coinvolti sette ragazzi ospiti della comunità–alloggio.

incominciato una sperimentazione di altre conserve che andranno ad incrementare il ventaglio della nostra offerta commerciale. I giorni scorsi abbiamo preparato della passata di pomodoro. Invece oggi abbiamo provato a produrre un chutney di peperoni rossi e gialli, cipolle e mele, leggermente piccante, da accompagnare ai formaggi ed alla carne alla griglia. Non è venuto male!». D: Qual è il beneficio che ne traggono i ragazzi dal lavoro nell’orto? R: «L’anima più profonda di quello che facciamo, sia che si zappi la terra, sia che si assemblino giocattoli o qualunque altra cosa, è farci compagnia. Posso affermare che il nostro lavoro è farci compagnia nel compito che è la vita: in ogni istante – quando ci si alza, si fa colazione, si prega, si mangia, si lavora e ci si riposa – cerchiamo di fare memoria del senso per cui vale la pena fare ogni cosa. In questo modo, il lavoro non diventa una maledizione, ma è la possibilità di interagire con

combinino disastri o che si facciano del male, ma spesso sono i normodotati che vanno controllati di più... Nella ripetizione, prendono sempre più confidenza e ognuno, secondo le sue capacità, è produttivo: chi al dieci, chi al quaranta, chi al sessanta per cento. Quello che è certo è che ciascuno è una risorsa preziosa». D: Cosa stai coltivando adesso? R: «Abbiamo appena finito la raccolta delle pesche. Purtroppo, una grandinata a inizio stagione ha rovinato la maggior parte del raccolto. Peccato, sarebbe stata un’annata spettacolare, la qualità della frutta quest’anno è stata eccezionale. Nell’orto stiamo portando a maturazione peperoni e melanzane e non vediamo l’ora di raccogliere le zucche. Ancora qualche settimana e produrremo la confettura di zucca e cannella, che l’anno scorso ha riscosso un ottimo successo. Stiamo aspettando gli ultimi pomodori da mensa, abbiamo prodotto carote, cipolle, patate, cornetti, piselli, erbette da taglio

C’è un gusto nel vivere che apprezzo pienamente solo lì la realtà e sentirsi utili. A maggior ragione, se si fatica per produrre qualcosa di buono da mangiare, è sempre una gratificazione ricevere un complimento e sapere che la vendita dei nostri prodotti concorre alla vita della nostra Casa. I ragazzi si entusiasmano per queste cose, che sembrano piccole e invece sono fondamentali. Poi non è tutto rose e fiori, ma questo fa parte del gioco». D: È molto impegnativo seguire i ragazzi per fare in modo che tutto sia fatto per bene? R: «La cosa importante è non perdere la pazienza (e purtroppo io ne ho veramente poca), ripetere ogni giorno le stesse cose, facendo rivedere tutti i passaggi. Con il tempo imparano e capita che siano loro a correggerti se non mantieni lo standard che hanno imparato. Sicuramente bisogna avere mille occhi per evitare che

LE ORIGINI Tutto inizia nel 1982 con Lorenzo Crosta, un amico, e due disabili. Inizialmente i due soci avevano deciso di impegnarsi “solo” nel trovare un posto di lavoro adeguato e dignitoso per questi ragazzi. Da subito però fu chiaro che il rapporto con loro non poteva limitarsi a questo, ma che obbligava a coinvolgersi fino in fondo, nel tempo libero e anche nelle vacanze. L’esperienza fu talmente positiva che nacque il desiderio tra Lorenzo e Francesco di andare a vivere insieme alle loro famiglie con i ragazzi disabili, per vivere sempre con la stessa intensità. La conseguenza fu la nascita della prima comunità alloggio, che ospitava chi aveva l’esigenza di avere una casa per problemi familiari, o perché una famiglia non ce l’aveva più.

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La vendita di confetture e miele aiuta a sostenere i costi della comunità. Si realizzano anche cesti per Natale e per ogni occasione. Per informazioni: martina.crosta@mirabiliadei.it

e biete da costa, fagioli. Insomma, le varietà che si trovano in molti orti a gestione familiare. E poi abbiamo già iniziato l’orto invernale: abbiamo trapiantato verze, finocchi, radicchio variegato di Castelfranco e un sacco di radicchio trevigiano tardivo. Sono curioso di vedere se riuscirò a imbianchirlo come si deve. Vorrei provare a produrre una crema di radicchio buona come quella che ho assaggiato una volta in Toscana… Staremo a vedere!». www.mirabiliadei.it


PASSIONE VERDE

Si fa presto a dire zucca Facile da coltivare, bella da vedere, buona da mangiare. E salutare, per di più. Altro che carrozza di Cenerentola: non c’è bisogno di magie per apprezzarne tutte le qualità. di BIANCA BELFIORE

Zucca moscata di Provenza

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PASSIONE VERDE

UN PO’ DI STORIA Il termine zucca deriva da “cocutia” (testa), poi trasformato in “cocuzza”, “cozuccae” e, infine, zucca. È originaria dell’America Centrale e i semi più antichi, ritrovati in Messico, risalgono al 7000-6000 a.C. Nel nord America la zucca rappresentava un alimento “base” della dieta degli Indiani e infatti i primi coloni impararono da loro a coltivarla. Insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi esportati dopo la scoperta dell’America. Uno dei primi usi è stato quello di svuotarle per creare contenitori, vasi e strumenti musicali.

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C

on l’arrivo di settembre e fino a novembre giunge il momento di raccogliere le zucche. Ortaggio meraviglioso dalle mille proprietà benefiche, è un po’ come il maiale: non si butta via niente. La polpa si usa in cucina, i semi, seccati o arrostiti in forno e poi salati sono buonissimi da sgranocchiare, i fiori si mangiano nel risotto o fritti, e per i più golosi, possono anche essere farciti. Anche la buccia può essere riusata, dando vita a particolari decorazioni (come la zucca di Halloween), oppure in alcuni casi può essere cucinata. Ne esistono tantissime varietà, da quelle ornamentali a quelle buonissime da mangiare, da quelle giganti a quelle piccole, piccolissime; gialle, arancioni, verdi, striate… insomma, si fa presto a dire zucca, ma vi siete mai chiesti quali siano le differenze e le peculiarità di ogni varietà? Non possiamo fare un elenco completo, sarebbe molto lungo; ma ecco la nostra scelta!

LE PIÙ GUSTOSE Zucca Mantovana: varietà del nord Italia, con forma schiacciata, buccia verde dura e poco liscia, polpa compatta e pastosa di colore arancione acceso. Zucca di Chioggia: zucca tardiva con scorza verde dura e ruvida, polpa gialla. Può essere conservata per mesi, e diventa ancora più ricca e zuccherina. Moscata di Provenza: chiamata

L’ALLEATA NELLE DIETE La zucca è un alimento ricco di proprietà benefiche, e le ricette a disposizione sono molte. Vale davvero la pena inserirla nella nostra alimentazione quotidiana. E chi è a dieta, non si disperi: la zucca è formata per la maggior parte di acqua, è ricca di fibre e contiene pochissime calorie: aiuta a perdere peso più facilmente! Inoltre grazie al contenuto di carotene è un antiossidante che aiuta a eliminare i radicali liberi e a ritardare il processo di invecchiamento della pelle. La zucca è anche un ottimo diuretico, quindi contrasta la ritenzione idrica. Zucca spaghetti squash


COME COLTIVARLA La zucca è molto diffusa nei nostri orti, perché è facile e generalmente dà grandi soddisfazioni ed è abbastanza resistente a parassiti e malattie. Cosa ha bisogno? Il substrato ideale è un terreno soffice, ben drenato e ricco di

sostanze organiche. Per questo è utile la sarchiatura, fatta anche con un rastrello. La semina avviene fra aprile e maggio, quando le temperature si assestano sopra i dodici gradi: in buche profonde quattro centimetri

si dispongono due o tre semi. Le piante crescono molto: lasciate fra un buco e l’altro almeno un metro e mezzo di distanza. Pacciamate il terreno quando le piantine saranno giovani, per proteggerle dalle erbe infestanti.

Operate anche un po’ di diradamento, lasciando due piante per buca. Concimate molto, con letame o compost. Innaffiate con regolarità. Cimatura e sarchiatura aiuteranno poi le vostre piante a produrre zucche grandi.

COME SI SCEGLIE UNA BUONA ZUCCA?

Zucca centenaria

anche “zucca a polpa rossa”, è famosa in Francia per la sua forma tondeggiante con buccia che varia dal verde all’arancione e polpa arancione intenso. I semi, tostati e salati, sono E in molto apprezzati. Ovviam vaso? ente è p Il modo più semplice per gustare la la n ciarsi Spaghetti squash: diffusa negli ossib zucca, tagliata a fette e passata in forno, in vaso: anche nella co ile lt usate u USA, buccia e polpa sono gialle, condita con sale, pepe e burro. n conte ivazione grande nitore m , perché il sapore è delicato. Si chiama così o svilupp lt o la pianta p arsi sen ossa za li garden perché la polpa, cotta e grattata di fiduc mitazioni. Nel ia trove v delle va rete le s ostro via dalla buccia, assomiglia a un rietà più ementi adatte orname a i n v ta o piatto di spaghetti. l’imbara li o commestib stri gusti: il zzo dell Zucca butter nut: il nome si rifea scelta i, c’è solo bella fio . E dop ritura o la risce al fatto che il sapore ricorda vostre z gialla, avrete le ucche in vaso. quello delle nocciole. Dolce e dalla polpa morbida, compatta e burrosa. La buccia è arancio chiaro, forma allungata. Zucca serpente: propriamente si chiama “zucca legenaria longissima”, ma insomma, la forma allungata e stretta, la buccia verde e liscia, la fanno assomigliare a un serpente. Tipica in Sicilia, se ne usano anche le foglie, che vengono cucinate con le zuppe o la pasta. Zucca centenaria: anche chiamata “zucca spinosa” per via dei piccoli aculei che la ricoprono. È piccola e invernale. La polpa, color verde chiaro, ricorda quella delle zucchine estive. Allegre e particolari, le varietà di zucche ornamentali sono moltissime.

Al momento dell’acquisto è importante che il prodotto sia fresco, ben maturo e sodo. Basta “colpirla” con le nocche della mano e verificare che emetta un suono sordo. Il picciolo, inoltre, deve essere morbido e ben “attaccato” alla zucca; la buccia deve essere pulita e senza ammaccature. Visto che, generalmente le sue dimensioni sono enormi, la zucca viene spesso venduta a tranci o fette, ma occorre tener presente che buccia e semi rappresentano uno scarto del 30-35%. Specialmente nel caso in cui venga acquistata a fette, occorrerà verificare bene che la parte tagliata ed esposta all’aria non sia eccessivamente asciutta.

PIOZZO, IL PAESE DELLA ZUCCA Anticamente i Piozzesi venivano chiamati “Lapacusse” per l’abitudine di bere rumorosamente “lappare” da una zucca a forma di bottiglia che portavano appesa ad un fianco, piena di vinello, quando si recavano al lavoro nei campi. Poi i Piozzesi pensarono di “fare di vizio virtù” e idearono una sagra con una formula semplice, intelligente, economica a cui hanno risposto con entusiasmo l’ Amministrazione comunale e tutte le organizzazioni presenti sul territorio. In primavera vengono consegnati a ogni famiglia semi di zucca 400 varietà di semi provenienti da ogni parte del mondo, che i coltivatori piantano nel proprio orto. Il giorno della sagra, la prima domenica di ottobre, ogni qualità di zucca viene esposta in piazza e tra tutti i volenterosi e disinteressati “zucchicoltori” sono estratti a sorte ambiti premi, tra cui una zucca d’ oro. E per i visitatori, la possibilità di banchettare con portate rigorosamente a base di cucurbitacee.

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CUCINA & TERRITORIO

Il buono dell’autunno Fra le goloserie della stagione, castagne, noci e nocciole. Usiamole in cucina, nelle portate principali, non solo da sgranocchiare a fine pasto. E mi raccomando, lasciate un po’ di spazio per il dolce… di CARMEN ANTONA

PASTA FATTA IN CASA CON FARINA DI CASTAGNE È una pasta senza glutine che si può facilmente preparare in casa e condire con ragù oppure con una salsa sempre a base di castagne: Ingredienti • 150 g di farina di castagne • 100 g di farina gialla di mais • 40 g di farina di riso • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva • 2 uova • 2 cucchiai di acqua Preparazione Preparare la pasta fresca mescolando la farina di castagne e la farina di mais. Sgusciare le uova e disporle al centro delle due farine, insieme all’acqua e all’olio extravergine. Mescolare per bene, aggiungendo man mano la farina di riso fino a quando l’impasto risulterà liscio e non appiccicoso. Stendere la pasta con il matterello oppure con l’apposita macchina stendi–pasta, ricavando poi dalla sfoglia ottenuta delle fettuccine. Se si vuole stendere a mano la pasta, si consiglia di lavorare la sfoglia tra due fogli di carta da forno: in questo modo la stesura sarà più agevole. Attenzione però: la sfoglia non dovrà essere troppo sottile perché, non essendoci glutine, la pasta tende a rompersi più facilmente.

ti Ingredien

castagne 150 g di i latte 100 ml d lsiccia sa i d 150 g na da n a 50 ml di p cucina

Salsa di castagne Preparazione Bollire le castagne per 30 minuti, sbucciarle e tagliarle a pezzettini; frullarle insieme al latte e alla panna, aggiustando di sale e pepe, fino a quando il composto

non sarà omogeneo e senza grumi. Se è troppo denso, aggiungere ancora un po’ di latte. Sbriciolare la salsiccia e fatela rosolare, senza aggiungere condimenti, in una padella; quando sarà

quasi pronta aggiungere la salvia e il timo, facendo attenzione a non bruciarli. Condire la pasta di castagne con la crema di castagne e aggiungendo all’ultimo la salsiccia ben calda

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CUCINA & TERRITORIO

CONIGLIO ALLE NOCCIOLE Ingredienti • 1 coniglio da 1400 g • 100 g pancetta • 1 tazza di nocciole sgusciate • 1 cipolla • 5 foglie salvia • 2 rametti rosmarino • 1 mazzetto di finocchietto selvatico • 150 cl brodo • 1/2 cucchiaio farina • Aceto di vino • 3 cucchiai olio d’oliva extra-vergine • 1 noce burro • Sale e pepe Preparazione Pulire e tagliare a pezzi il coniglio e metterlo a bagno per 2 ore in acqua e aceto. Tostare le nocciole in forno, spellarle e tritatele grossolanamente. Tritare le erbe aromatiche e farle appassire in olio caldo. Tagliare a dadini la pancetta, unirla alle erbe aromatiche e, quando sarà rosolata, far colorire il coniglio. Aggiungere le nocciole e proseguire la cottura a fuoco moderato, salando, pepando e bagnando con il brodo quando necessario. A cottura ultimata, togliere i pezzi di carne e tenerli al caldo. Aggiungere al fondo di cottura una noce di burro lavorato con la farina, mescolare e versare la salsa sul coniglio.

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INSALATA DI NOCI E CEDRO Ingredienti • 2 cespi di lattuga • 10 gherigli di noci • 1 cedro maturo • Un gambo di sedano • 3 cucchiai di olio extra vergine di oliva • Sale qb Preparazione Lavare il cedro e affettarlo finemente; disporlo in una insalatiera capace e cospargerlo con un po’ d’olio, aggiungere il sedano finemente affettato, e salare. Lavare la lattuga, scolarla e tagliarla a pezzetti; tritare i gherigli e aggiungerli nell’insalatiera con la lattuga. Cospargere con l’olio rimasto e aggiustare di sale. Mescolare delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti.

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CUCINA & TERRITORIO

TORTA DI ZUCCA Ingredienti • 600 g di zucca pulita • 4 uova • 100 g di burro • 150 g di zucchero semolato • 350 g di farina 00 • 1/2 bustina di lievito (8 g) • 80 ml di latte Preparazione Pulire la zucca da semi e buccia e cuocerla al vapore: la cottura perfetta è quella che permette di ridurla in purea schiacciandola con una forchetta. Mettere la purea su una teglia coperta da carta forno e farla asciugare in forno a 100° per eliminare bene tutta l’acqua; quando sarà abbastanza asciutta metterla da parte. Dividere gli albumi dai tuorli e montarli a neve ferma. In un’altra terrina montare i tuorli con lo zucchero fino a che non saranno gonfi e spumosi. A questo punto unire il burro morbido, la purea di zucca e, un poco alla volta, la farina e il lievito setacciati insieme. Amalgamare bene il composto e aggiungere a filo il latte leggermente caldo. Terminare unendo gli albumi montati a neve facendo attenzione a incorporali mescolando delicatamente con una spatola dal basso verso l’alto per non farli smontare. Versare il composto in uno stampo imburrato e infarinato e cuocere in forno statico a 180 gradi per 50 minuti. Sfornare la torta e lasciarla raffreddare in teglia prima di servirla.

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Ingredien

cca 1 Kg di zu lla ia g a lp a po cchero zu i d g K ½ ogni vette per 50 gr di u sca e fr a cc Kg di zu ttugiata Scorza gra ne o m li n di u kirsch Liquore: hino o marasc

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La marmellata Preparazione Disporre la zucca affettata a strati in un recipiente, coprendo ogni strato con un po’ di zucchero e lasciare riposare per 24 ore. Scaduto questo tempo cuocere gli ingredienti così come si trovano per due ore a fiamma bassa; pochi minuti prima del termine della cottura aggiungere le uvette precedentemente

ammollate nell’acqua, una grattatina di scorza di limone ed un bicchierino di kirsch o maraschino secondo i gusti. Versare il composto ancora bollente nei barattoli precedentemente sterilizzati, chiudere ermeticamente i contenitori capovolgendoli immediatamente in modo da creare un vuoto che conserverà più a lungo la marmellata.


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ALL’INTERNO

Voglio un bouquet a

km 0

In America si afferma la tendenza a preferire fiori di origine locale. Più freschi e più economici, si distinguono dagli altri con un tocco romantico. E inatteso di STEFANIA MEDETTI

N

on solo Slow Food, ma anche Slow Flowers. Arriva dagli Stati Uniti il movimento che tutela la produzione locale di fiori che permette ai clienti di identificare i fiori di provenienza nazionale. «Il Movimento dei Fiori Coltivati negli Stati Uniti non è un trend, ma è un cambiamento culturale», scrive Debra Prinzing, autrice di libri sul giardinaggio e “mente” che ha dato vita a Slow Flowers, la directory che raccoglie fioristi, rivenditori e designer che usano fiori coltivati negli Stati Uniti.

UN’IDEA ALLA PORTATA DI TUTTI La storia comincia in un giorno di settembre, quando Debra prepara un bouquet fatto di quanto offriva il suo giardino in quel momento: foglie che iniziavano a ingiallire, dalie tardive e teste di semi di miglio. Guardandolo, l’intuizione: perché diamo per scontato che delle belle composizioni non siano realizzabili in determinati periodi dell’anno e a certe latitudini? Così, per un anno, l’autrice ha guardato con occhi diversi l’offerta di fiori e piante disponibili nei giardini e nei prati vicini alla sua abitazione e li ha trasformati in stupefacenti bouquet, raccolti nel libro fotografico: “Slow Flowers” che,

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ALL’INTERNO

Alcune delle composizioni floreali presenti nella raccolta della Prizing, realizzate con fiori raccolti nel giardino dell’autrice: più freschi, più belli, più sostenibili e profumati.

come il movimento fondato da Carlo Petrini, promuove la coltivazione e l’uso di piante cresciute localmente in modo responsabile. Per i bouquet amici della natura, Prinzing suggerisce di guardarsi intorno e non considerare esclusivamente i fiori. In inverno, per esempio, si possono creare interessanti contrasti usando foglie, erbe e baccelli. L’autrice, inoltre, ha capito che l’offerta può prosperare solo se nasce una domanda e, per questa ragione, ha dato vita al movimento Slow Flower e al marchio American Grown Flowers. Nella sua opera di conversione, fa notare ai contadini che i fiori coltivati rendono di più delle carote. «Per quanto non vogliano sostituire i loro raccolti con i fiori, iniziano a considerare i fiori un’interessante integrazione».

INSOLITI ED ECO–FRIENDLY

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(credito: Mary Grace Long)

Secondo la Prinzing, il cambiamento di rotta origina da due fattori. Il primo ha a che fare con il desiderio di spaziare oltre i soliti fiori utilizzati nei bouquet e i fiori locali, proprio per la loro essenza bucolica, sono inattesi e offrono un tocco di romanticismo in più, oltre a essere molto spesso sorprendenti, perché tendenzialmente sottovalutati. Ma nel conto va anche il secondo fattore, ovvero la crescente consapevolezza per l’impatto in termini di emissioni di carbonio che accompagna i fiori che arrivano da altri Paesi. I fiori cresciuti in Sud America, che insieme al Kenya rappresenta il primo fornitore degli Stati Uniti, contribuiscono molto spesso – lamentano i critici – a condizioni lavorative non eque, senza contare il fatto che, per poter resistere allo stress del viaggio, i fiori sono impregnati di conservanti chimici. L’associazione degli importatori americani risponde spiegando che questo scenario è ormai superato dall’introduzione di un salario minimo e dal bando di alcune sostanze.

L’autrice del libro “Slow Flowers”, fondatrice del movimento Slow Flower e del marchio “American Grown Flowers”.


IN BREVE • Slow Flowers raccoglie fioristi, rivenditori e designer che usano fiori coltivati esclusivamente negli Stati Uniti • L’associazione ha lanciato il marchio “Certified American Grown” • I fiori a Km 0 sono più freschi e più originali perché sono inattesi • Danno un tocco di romanticismo • Invogliano a usare, nelle composizioni, anche altro materiale come foglie, erbe e baccelli

I fiori locali hanno una faccia e una storia

FIORI CERTIFICATI “CRESCIUTI IN AMERICA” Sta di fatto che anche ai fioristi americani i fiori autoctoni piacciono sempre di più, perché sono più freschi e più originali. L’offerta, però, deve fare i conti con la stagionalità delle coltivazioni. Al di là di regioni come la California o Florida che possono garantire una fornitura che copre tutto l’anno, la maggior parte degli stati americani copre il fabbisogno solo per sei mesi l’anno. Però, ci sono le sorprese: l’Alaska, per esempio, si sta imponendo come stato produttore di peonie. Ma non finisce qui. Per aiutare i clienti a individuare i fiori coltivati negli Stati Uniti, la scorsa estate, in California, è nato il marchio “Certified American Grown” che conta già una

quarantina di coltivatori – con un giro d’affari che va da un minimo di diecimila dollari a oltre un milione di dollari l’anno –, selezionati attraverso una valutazione delle loro condizioni produttive. Realizzato in partnership con Made in the Usa Certified Inc., l’agenzia indipendente che verifica la fonte dei prodotti realizzati o coltivati negli Stati Uniti, il logo può essere utilizzato dalle aziende florovivaistiche partecipanti sulle confezioni, sul sito e su tutti i materiali promozionali. Finora, nessun regolamento obbligava a etichettare i fiori per indicarne la provenienza. Il fatto di aver introdotto un logo (Certified American Grown, ndr) dovrebbe spostare l’attenzione sui fiori locali, che hanno una “faccia” e una “storia”: è un invito a prendere posizione e a scegliere.

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ALL’INTERNO

Un pò di foliage in casa Silviadeifiori ci spiega come usare le splendide foglie autunnali. Con qualche bacca e qualche rosa il gioco è fatto di SILVIA LORI RONCO

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Se una mattina vi svegliate con la vena creativa, ma proprio non avete nulla in casa, fate quattro passi al parco! Si trovano spunti e idee molto interessanti!

Ad esempio: oggi, munita di cesto e stivali (giornata piovosa, ma i creativi non si fermano mai, figuriamoci per un po’ di pioggia!) ho raccolto un bel cesto di foglie autunnali! Una meraviglia!

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Le ho ripulite,asciugate e predisposte per essere trasformate dalle mie manine impazienti.

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Dopo aver fatto il “casting” alle mie foglie le ho accoppiate giocando e mischiando le diverse dimensioni e tonalità per creare dei mini bouquet.

Ho radunato tutto l’occorrente: davvero poco e super economico! Colla a caldo, fili di ferro, cesoie, forbici, corda, guttaperca marrone (da fiorista ma andrà bene anche dello scotch di carta in questo caso) e naturalmente le foglie!

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Le ho unite con del sottile filo di ferro tentando, nel chiuderle, di arricciarle un po’ in modo da dare movimento e non averle tutte piatte.

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Ho preso un filo di ferro più spesso, l’ho ripiegato su se stesso e poi ho rigirato un filo sull’altro includendo il gambino della foglia per creare un “allungamento“.


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Terminati i minibouquet così rifiniti, passiamo dalla fase di preparazione dei materiali a quella operativa e creativa: inizia il divertimento!

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Ho ricoperto il gambo e l’allungamento ottenuto col filo di ferro con la guttaperca marrone (mi raccomando che sia ben tesa in modo che i gambi e il filo siano ben saldi!)

Prendete la colla a caldo, mettetene un pochino alla base superiore del bouquet, iniziate a ricoprirlo con la corda e, mi raccomando, ogni tanto mettete qualche goccia di colla in più in modo che risulti fermo e ben aderente ai gambi. Se riuscite stringete di più nella parte finale che sarà sicuramente più sottile per dare una linea a spirale moto carina. Tagliate il finale stando attenti che non sfilacci!

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Unite i vari mini bouquet incrociando leggermente i gambi e, aiutati dal fil di ferro, orientate le foglie in ogni direzione per creare rotondità e movimento al bouquet che state creando. Chiudete i gambi nuovamente con la guttaperca.

13 Il giorno dopo insegnavo al Corso base di Flower Design e ho portato con orgoglio il mio bouquet modello: “minima spesa massima resa”. Al termine del corso è avanzato qualche materiale… e visto che non si butta via niente nella filosofia di Silviadeifiori, ho smontato e rimontato il mio bouquet con la stessa procedura inserendo questa volta tre rose, qualche ramo di tuja e qualche bacca corallo.

Et voilà! Un bellissimo bouquet, suggestivo ed economico per scatenare la fantasia… eh già perché se avete anche solo qualche elemento in più… guardate cosa potreste fare ancora!

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Ed ecco che ha preso vita un nuovo bouquet dal sapore caldo e autunnale arricchito da un tocco di colore in più, che bella soddisfazione! A questo punto lascio a voi tutto il divertimento e non mi resta altro che augurarvi una buona passeggiata in un parco! Un coloratissimo saluto Silviadeifiori

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ALL’INTERNO

Ortensia, generosa abbondanza Grandi fiori e lunga durata, non stancano mai grazie alle mille sfumature di cui si colorano. Presenza d’effetto, va bene per ogni occasione e anche se un’occasione non c’è di FILIPPO TERRAGNI posizionarli per almeno tre ore in un posto fresco e con tanta acqua a disposizione; si può anche spruzzare dell’acqua direttamente sui fiori, con delicatezza. Le ortensie sono abbastanza sensibili alla posizione: devono essere collocate lontano dai caloriferi, dalla luce diretta e da fonti di calore. Meglio non spostarle e non vanno avvicinate alla frutta: i gas prodotti dalla maturazione affrettano il processo di invecchiamento dei fiori. Quando le infiorescenze smettono di assorbire acqua e le foglie si afflosciano, rimuovere le foglie dal gambo e svuotare il vaso, poi ricollocare i fiori. In questo modo seccheranno e saranno ancora belli molto a lungo.

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Hydrangea è capace di concentrare su di sé tutti gli sguardi, grazie alle infiorescenze che raggiungono i 25 centimetri di diametro. La fioritura inizia in primavera e prosegue per tutta l’estate; in autunno i fiori si arricchiscono di sfumature. Le ortensie da reciso sono molto affascinanti e hanno una lunghissima vita in vaso. Inoltre, alcune possono cambiare colore, assumendo toni che variano dal rosa al blu. Per la conservazione in casa, non utilizzare contenitori di metallo, l’ideale è il vaso in vetro, ben pulito: si può

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controllare meglio il livello e la qualità dell’acqua, che è la grande alleata di chi vuole mantenere le ortensie a lungo. Riempire il vaso per 2/3 con acqua fredda e aggiungere il nutrimento per fiori recisi, che aiuta i fiori ad aprirsi del tutto e a mantenere le foglie. Non bisogna rimestare l’acqua o rabboccarla, ma cambiarla completamente. Tagliare i gambi con un taglio diagonale facilità l’assorbimento dell’acqua e rimuovere le foglie più basse evita contaminazioni con l’acqua. Se i fiori dovessero arrivare a casa un po’ appassiti,

NON APPASSISCE MAI L’ortensia ha una lunghissima vita in vaso: quando i fiori iniziano ad appassire, è possibile farli seccare per godere ancora della loro bellezza.


CAROSELLO

DUE IN UNO

Elho ha superato se stessa lanciando sul mercato B.for UP: un’edizione limitata che comprende un vaso da interni con riserva idrica, e uno stand in metallo. I colori dei due elementi sono in sapiente contrasto. Il doppio uso è divertente e originale: se la struttura in metallo contiene il vaso, è come una decorazione; se invece li mettiamo uno sull’altra, abbiamo un solido porta vasi.

Emergono per carattere La nostra selezione fra le collezioni 2015 – 2016 ha trovato per voi i prodotti con le qualità più interessanti. Più funzioni, più modelli, più colori, oppure più semplici possibile: ecco alcuni fra i migliori

SCENOGRAFICO E COMPONIBILE

Natural Deluxe Flower-box di Stefanplast è il nuovo sistema modulare per interni ed esterni. È versatile, e può essere usato con spalliera o senza. Disponibile in bianco, antracite, moka, o rosso, dotato di sistema per l’autoirrigazione e indicatore del livello dell’acqua, è la soluzione ideale per arredare qualunque spazio con fiori e piante.

FRA CIELO E TERRA

Balconi e terrazzi sono i giardini dei moderni city gardeners. Il nuovo Sky Balcon di Scheurich ha il design giusto per chi desidera uno stile contemporaneo, con colori brillanti e una finitura “gloss”. Una svolta decisa al di là delle solite cassette e balconiere, tanto che non vorrete nasconderlo dietro alle piante ricadenti.

PUNTARE ALL’ESSENZIALE

Forme pulite e moderne sono alla base del nuovo design di Artevasi, azienda portoghese rappresentata in Italia da Corino Bruna. Ampia la gamma di prodotti, dimensioni e colori che contraddistingue l’offerta dell’azienda, con vasi e contenitori in plastica che si sposano perfettamente con gli ambienti esterni.

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ALL’ESTERNO

La quarta dimensione Atteso come ogni anno, il Chelsea Flower Show ha saputo stupire anche i veterani. Emerge la passione per la naturalità, l’uso sapiente del trascorrere del tempo testo e foto di ANNA PIUSSI

Dan Pearson era atteso quest’anno con trepidazione, undici anni dopo il suo ultimo giardino a Chelsea, anni passati creando un enorme parco visionario in Giappone, e altre chicche in giro per il mondo. Il suo stile gli assomiglia – silenzioso, elegante, modesto, i suoi giardini si sposano con l’ambiente e sembrano essere sempre stati lì. Proponeva la ricreazione di un paesaggio di Chatsworth House, dimora storica dei duchi del Devonshire, sul pezzettino di terra più ambito e impestato di tutti i 45mila metri quadrati del Chelsea Flower Show. Un triangolo

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irregolare visibile da tutti i lati, sotto alla torre di comando della BBC, nel punto più trafficato e fotografato di Chelsea, ma proprio sopra qualcosa sotto che da anni tutti si erano dimenticati: la centrale dell’acqua. Proprio dove Dan stava per scaricare 10 camion di pietra e mezzo bosco. Nonostante i giorni persi per permettere alla Thames Water Authority di mettere in sicurezza le tubature prima di lasciarci costruire una montagna sopra, Dan – con il team di Crocus – ha vinto la medaglia d’oro e l’ambito “Best in Show”. Dal punto di vista tecnico, è un giardino eccezionale. Alcuni nel

pubblico erano sorpresi: “Questo giardino fa parte dello show? Ma se sembra sia sempre stato lì!”. È vero che il giardino occupa perfettamente lo spazio con una montagnola di rocce, alberi e arbusti, al punto che le strade che lo circondano sembrano essere nate per evitare questo rilievo del paesaggio. Altri erano delusi: “Cosa, questo è un giardino? Ma se è pieno di erbe selvatiche, sembra solo un paesaggio naturale!” Invece no, dalla fine del ‘700 nasce il giardino informale all’inglese, imitando le forme della campagna all’interno del giardino, con gruppi di piante ed alberi all’apparenza

spontanei. Gli esperti erano commossi come genitori alla laurea: “Il nostro Dan, com’è cresciuto bene”. Dan con questo giardino non è solo l’erede di una grande tradizione paesaggistica, ma il punto di raccordo con l’altra grande tradizione del giardino naturalistico, il Giappone. Un piccolo ponte di legno dai bordi netti, geometrici, richiama i lunghi pontili che percorrono il parco che ha creato in Giappone, e il contrasto è rinfrescante, così come il gioco dei volumi; una armonia asimmetrica yin–yang più dinamica di una semplice citazione dalla storia del giardino inglese. Immenso.


Vi racconto solo dei giardini che mi hanno ispirato, medaglie o meno. Il giardino di Sentabale, la fondazione benefica sotto il patronato di Prince Harry, progettato da Matt Knightleigh, medaglia “silver gilt”, mi è rimasto impresso più di altri da medaglia d’oro. Ispirato al paesaggio naturale del Lesotho, dove la fondazione sta costruendo scuole come quella semplice costruzione col tetto in paglia che appare nello sfondo del giardino, utilizza molte piante xerofile in combinazioni emozionanti. Anziché separarle in ghetti di piante succulente staccate da altre, le mescola come in natura – agavi ed aloe scultoree inframmezzate da graminacee, altre succulente, e piante dalla foglia coriacea della flora sudafricana. Fiori gialli ed arancioni danno un tocco di colore, e grandi alberi ben posizionati fanno sembrare lo spazio immenso.

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ALL’ESTERNO

Toni caldi vengono usati anche da Fernando Gonzales in “Pure Land Foundation Gardens”, in cui la pavimentazione diventa seduta e poi muretto in una unica forma fluida, di materiale artificiale. Linee organiche, con echi di Gaudì, proiettano ombre e giocano con le silouhette di piante arancioni, dorate, ramate. Per tanto che ho detestato il marmo bianco nel giardino sponsorizzato dagli emirati arabi, che sembrava l’aeroporto di Dubai, qui capisco e approvo l’uso del bianco in uno spazio piccolo pieno di idee adattabili ai giardini urbani. Accogliente, tattile e simpatico.

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Il giardino di James Basson (medaglia d’oro), non c’era bisogno di leggere il programma, col suo profumo ti veniva incontro a raccontarsi da solo, e in cuor mio, era il vero Best in Show. “A perfumer’s garden in Grasse” era sponsorizzato da l’Occitaine, un’azienda di profumi prodotti cosmetici naturali, che sta contribuendo alla rinascita della coltivazione di piante aromatiche in Provenza, dopo un periodo di declino. James ribalta i concetti di giardino perfetto, esibendo per primo quello che è naturale e imperfetto, e per questo così emotivamente

potente. I suoi giardini sono la madeleine di Proust, non puoi fare a meno di venire trascinata dai ricordi mentre al confronto altri giardini “perfetti” ti passano davanti agli occhi come diapositive. Questo è il giardino di un profumiere a Grasse (il cuore della produzione di profumi), abbandonato da tempo e poi ripreso in mano a una generazione di distanza. Include molte piante essenziali usati in profumeria e in cucina, e una vera e propria fetta di vita mediterranea. C’è il lavatoio coperto, con le pareti in tufo incrostate da muschio e popolate

di felci, un canale di irrigazione elevato, come da tradizione araba, corre lungo un lato esterno, e degli ulivi ombreggiano un semplice tavolo da giardino e qualche sedia pieghevole. Nel giardino sopravvivono le rose e gli ulivi, folti dopo anni che non vengono potati, gli iris emergono dal terreno appena ripulito dalle erbacce, spuntano arbusti comuni come la ginestra e piante selvatiche come il rosolaccio dei nostri campi. Facendo ingrullire i vivaisti pistoiesi, James è riuscito a scovare ulivi abbandonati in fondo ai campi dei loro fornitori, e ha messo in prima fila rosmarini con

qualche rametto secco, lavande un po’ filate, insomma piante che mostrano di essere sopravvissute al secco, all’abbandono. Solo in seconda fila, più vicino all’acqua e al cuore del giardino rigenerato, le piante riprendono vigore e forma, grazie alla mano del giardiniere che le cura. Il giardino di James Basson illustrava la quarta dimensione, il tempo. Quello che i giardinieri vivono giorno dopo giorno, è la certezza che tutto cresce in un giardino, che va in fiore o muore, un po’ si secca, cambia, si risemina e spunta più in là, e continuamente meraviglia.

I giardini sono fatti di spazi, non solo di piante ma senza piante non fai un giardino |

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ALL’ESTERNO

Piante speciali, Novità già disponibili sul mercato, particolari, per distinguersi. Perché l’erba del vicino sarà anche più verde… ma i fiori più belli li hai tu!

Magical Hydrangea Greenfire

Una ortensia per tutte le stagioni

È

la vincitrice del Plantarium di quest’anno. E in effetti ha tutte le carte in regola: è una pianta forte, sopporta bene sole e gelo, e soprattutto: è bellissima.

“Magical® four seasons” è il nome di una nuova ortensia Hydrangea che arriva dall’Olanda. Bella in vaso come a terra, ha un fiore forte e compatto. Le hydrangea che compongono la collezione sono state selezionate per essere molto resistenti, così, sia che tu sia un appassionato di giardinaggio, sia che non abbia molto tempo da dedicarci, potrai ospitare questa ortensia nella tua casa.

Il colore evolve nel tempo in un modo davvero speciale. La promessa di “Magical® four season” infatti è che in ogni stagione la tua ortensia si presenterà con una nuove veste, dai brillanti toni primaverili fino ai magnifici toni autunnali.

Verkleuring Magical Revolution blauw

Verkleuring Magical Coral blauw

Verkleuring Magical Coral blauw

L’hydrangea Magical® è anche un ottimo regalo: il vaso è elegante e sull’etichetta c’è lo spazio per un messaggio che accompagni questo presente floreale. Per individuare i rivenditori e scoprire tutta la collezione: www.magicalfourseasons.com

Magical Hydrangea Amethyst Blue

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per te

La rosa dai fiori di ibisco

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asciatevi incantare dal cuore rosso della novità di casa Meilland: forte e resistente, la prossima primavera vi sorprenderà con i suoi colori vivaci. Per un tocco di Tropici che non guasta mai.

EYECONIC® Meipouzmoi è una piccola rosa rampicante precoce: dalla primavera si copre di fiori giallo intenso con un tocco di rosso vermiglio al centro.

La fioritura continua fino all’inverno. Se coltivata in vaso raggiunge l’altezza adulta di 50-60 cm e sarà alta circa 120 cm se coltivata in piena terra.

Il fiore, con circa 10-12 petali, ha un diametro di 8 cm e ricorda quello dell’ibisco; esaltato da un fogliame denso, verde brillante, dà al terrazzo e al giardino un tocco di atollo polinesiano.

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ALL’ESTERNO

Osmosi continua, tra modernità e paesaggio Incantevole e rigogliosa, la natura fa da sfondo a una splendida villa in stile moderno che sorge sulla costa croata. Il dialogo tra interno ed esterno, grazie alle scelte architettoniche e all’originalità delle pavimentazioni di FILIPPO TERRAGNI

IL PRODOTTO Sassoitalia e Pavimento Acidificato, soluzioni Ideal Work, si integrano nell’ambiente con grande naturalità e originalità. www.idealwork.it

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mbientata in un paesaggio incantevole ricco di alberi, arbusti e fiori, tracciato da sentieri e graziosi rivoli d’acqua, sorge una residenza moderna; i volumi squadrati e scomposti e le linee rigorose si rifanno a un chiaro disegno di stampo razionalista. Il design moderno connota ogni elemento che prende parte a una composizione funzionale e modulare di grande leggerezza. I materiali utilizzati, le geometrie pure di quadrati e rettangoli, l‘assenza di decorazioni trasmettono nel loro ordine assoluto di forme e cromie, un’eleganza essenziale. Il rigore assoluto è stemperato dalla fluidità degli spazi in fusione interno/esterno: le facciate presentano numerose vetrate e aperture di grande ariosità, che consentono alla luce naturale di

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raggiungere tutte le stanze della casa; i corpi di collegamento permeabili tra il complesso principale e la dependance creano un gioco continuo di trasparenza e opacità.

ANCHE MATERIALE LOCALE Un valore particolare è acquisito dagli elementi caratterizzanti lo spazio esterno che si integrano armoniosamente con il paesaggio circostante. Appare un’oasi lussureggiante il giardino circostante, un immenso spazio verde in cui tutto esprime naturalità, bellezza, armonia ma con un tocco di grande originalità. Il patio davanti alla casa si presenta come una grande area rivestita con materiali naturali che si abbinano per tonalità al complesso: lo spazio è reso più dinamico dalle aiuole a

forma ogivale in cui sono stati piantumati alberi eleganti dal tronco chiaro. La superficie è stata creata con Sassoitalia®, la soluzione brevettata da Ideal Work più adatta dove è necessario assicurare una buona integrazione paesaggistica, prevedendo l’utilizzo di materiali naturali di provenienza locale oltre che graniglie Ideal Work; in questo caso inerti locali sono stati miscelati al fondo in cemento grigio e colore giallo paglierino. L’effetto è molto naturale e armonioso anche in rapporto all’architettura dell’immobile. La stessa soluzione è stata

adottata per uno dei vialetti del parco, un percorso lungo e sinuoso sottostante un’arcata in legno grezzo lavorato in elementi squadrati. Sassoitalia ha una lunga durata nel tempo grazie alla sua resistente struttura monolitica e impedisce la crescita di erbacce.

SUPERFICIE IRRIPETIBILE Tra laghetti azzurri, il grande prato, gli arbusti decorativi, si scorgono meravigliosi camminamenti a effetto metallico cangiante: si tratta di percorsi realizzati in Acidificato Ideal Work che attraversano sinuosamente i corsi d’acqua costituendo dei ponticelli o creano giochi suggestivi nel prato, imitando rivoli d’acqua. L’originalità della progettazione outdoor è resa ancor più unica da una superficie irripetibile, perché originata dalla reazione di acidi coloranti che penetrano nel calcestruzzo divenendone parte e cambiandone l’aspetto. La tonalità amber dona un aspetto “vissuto”, simil rame che contrasta con la modernità dell’edificio, ma arricchisce l’estetica dell’immobile. Nato per gli usi interni, il Pavimento Acidificato, per la propria struttura assicura elevata resistenza abrasiva e durabilità anche in esterno. Resistente all’acqua e agli agenti atmosferici, abbellisce il giardino della villa senza danneggiarsi.

SPUNTI PROGETTUALI • Geometrie di quadrati e rettangoli • Inerti locali integrati con cemento grigio e giallo paglierino • Camminamenti a effetto metallico cangiante • Aspetto “vissuto” del materiale utilizzato • Utilizzo di materiale anche di provenienza locale • Inserimento di betulle, alberi eleganti dal tronco chiaro


ALL’ESTERNO

Bulbi primaverili: colore, colore, colore! Tulipani, giacinti, narcisi e muscari per ricreare il fascino di atmosfere lontane. E portarle in giardino

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di FILIPPO TERRAGNI

autunno è il periodo giusto per pensare al proprio giardino o balcone, perché diventino in primavera gli ambienti perfetti in cui passeggiare o sostare, trascorrendo momenti di calma e piacere: è tempo allora di piantare le bulbose primaverili per godere di splendide fioriture nella stagione più bella. Perché non giocare infatti con le forme e i colori di tulipani, giacinti, narcisi e muscari, le bulbose simbolo della primavera? Ecco alcuni spunti suggestivi per ricreare diverse atmosfere, da quelle più pacate dei giardini anglosassoni a quelle più suggestive dei paesaggi provenzali, da quelle variopinte del Mediterraneo a quelle più nordiche per gli amanti dell’ordine e della ricercatezza.

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ALL’ESTERNO

TULIPANI, ATMOSFERA ANGLOSASSONE I giardini di ispirazione anglosassone rispecchiano un gusto sobrio, che mette al bando lo sfarzo e l’eccesso, per celebrare una bellezza pacata e raffinata. Il giardino diventa il rifugio ideale dalla frenesia quotidiana, il luogo in cui lasciarsi cullare dalle tonalità delicate e sapientemente accostate delle bulbose primaverili. Il tulipano è il bulbo ideale per ricreare il clima sereno e riposante dei giardini in stile anglosassone. Grazie ai suoi colori sfumati e alla delicatezza dei suoi petali, vi guiderà nella creazione di uno spazio verde dotato di armonia e sofisticata sobrietà.

Consigli utili • Piantare i bulbi a una profondità nel terreno di circa 10-15 cm e a una distanza di circa 10 centimetri. • Il terreno deve essere lavorato in profondità, leggero e ben drenato; subito dopo la piantagione le innaffiature devono essere moderate, poi aumentate gradualmente. • Esporre i tulipani al pieno sole. • Aiutare i bulbi in vaso con concimi specifici. Una volta appassite, recidere le corolle e dopo 6-8 settimane, quando le foglie saranno ingiallite, estrarre i bulbi dal terreno e lasciarli asciugare all’aria in un ambiente ombreggiato. Durante l’estate conservare i bulbi in sacchetti di carta in un luogo fresco e buio. Tulipa ‘Passionale’

GIACINTO, PROFUMO PROVENZALE Il fascino dell’atmosfera provenzale scaturisce dalla bellezza della natura che è un trionfo di tonalità uniche e profumi inebrianti. Bordure che assecondano le forme naturali, con cura e spontaneità, si rivelano perfette per ricreare nel proprio giardino un po’ della magia degli intriganti paesaggi provenzali. Quell’atmosfera affascinate e quasi misteriosa ben si rispecchia nelle forme incantevoli e nei colori pastello del giacinto, che tendono a fondersi con quelli del paesaggio.

Consigli utili • Piantare i bulbi di giacinto a una profondità di circa 20 cm e a una distanza di 10-12 centimetri. • Qualsiasi terreno è adatto anche se è preferibile calcareo, sabbioso e ricco di humus. Indispensabile un ottimo drenaggio per evitare marciumi. • Piantare i bulbi in una zona soleggiata o leggermente ombreggiata. • Dopo la fioritura lasciare i bulbi nella terra fino a quando le foglie non saranno completamente essiccate. Una volta estratti e puliti, riporre i bulbi in un luogo arieggiato e buio. Per quelli che restano in piena terra durante l’inverno preparare come protezione un letto di paglia, foglie e rametti da stendere sul terreno nel periodo freddo. Hyacinthus ‘Aiolos’, Muscari armeniacum ‘Atlantic®’

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MUSCARI, SI VA AL NORD L’atmosfera dei giardini nordici colpisce per la sua tendenza alla perfezione: nulla viene lasciato al caso, per una bellezza d’insieme frutto di abili attenzioni e calcoli accurati. La natura viene diligentemente modellata su disegni lineari dalle forme squadrate e categoricamente monocromatiche, in cui il bianco domina quasi incontrastato. Bordure uniformi e dai profili precisi sono perfette per accogliere le forme regolari e i colori del muscari, che incorniciano il prato e trasmettono sensazioni di ordine ed equilibrio.

Consigli utili • Piantare i bulbi a una profondità nel terreno di circa 10 cm e a una distanza di 8-10 centimetri. • Preferire un terreno morbido, fresco e ben drenato e annaffiare regolarmente evitando gli eccessi. • Esporre i muscari in una zona soleggiata. • A fioritura iniziata, utilizzare fertilizzante di tipo bilanciato. • Dopo la fioritura, lasciare naturalizzare i bulbi indisturbati nel terreno: mantenere condizioni umide fino a che tutte le foglie non sono appassite, poi rastrellare i residui vegetali. Ogni tre anni, a giugno, estirpare comunque i bulbi, dividerli e trapiantarli al momento. Muscari armeniacum ‘Lady Blue’

NARCISO, STILE LATINO La parola d’ordine del giardino in stile latino è colore: tonalità intense, che ci riportano con l’immaginazione all’atmosfera dei climi caldi. Accanto alle soluzioni più tradizionali, nel giardino latino si può osare con creatività, giocando con i contenitori per un effetto vivace e dal brio contagioso. I colori luminosi e le forme allegre, rendono il narciso l’indiscusso protagonista del giardino mediterraneo, perfetto per ricreare, in terreno o in vaso, un’atmosfera sempre in festa.

Consigli utili • Piantare i bulbi a una profondità di circa 10 cm e a una distanza di 12-15 centimetri. • I bulbi sono adatti a qualsiasi terreno, purché sciolto, ben drenato e fertile, meglio ancora se sabbioso. • Esporre i narcisi al pieno sole. • Al momento dell’impianto arricchire il terreno con poco fertilizzante naturale. • Dopo la fioritura, il bulbo può restare nel terreno per anni, ricordandosi solo di tagliare il fogliame una volta seccato. Se si estrae il bulbo dal terreno, è ugualmente necessario aspettare l’appassimento delle foglie; i bulbi dovranno poi essere collocati in un ambiente asciutto e buio in attesa della prossima piantagione. Narcissus ‘Lucky Number’

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LA VISITA

Autunno, che spettacolo Qualche spunto per goderselo al massimo, con il turismo ortoculturale: parchi e giardini in Italia e in Svizzera dove passare uno splendido weekend di sole e di colori. Per fare scorta prima dell’inverno…

LO SAI? “Foliage” è un termine francese. In origine significa semplicemente “fogliame”, ma la parola è passata a indicare la variazione autunnale del colore delle foglie degli alberi dal verde al giallo e alle diverse gradazioni del rosso.

“L’

di BIANCA BELFIORE

autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore”, ha detto Albert Camus. E davvero, dopo la delicatezza della fioritura primaverile, dopo l’esplosione dei verdi estivi, l’autunno regala una tavolozza di colori splendida, che vale la pena gustarsi alla calda luce di questi mesi. I posti migliori sono i 122 giardini che fanno parte del circuito Grandi Giardini Italiani, in cui si possono fare piacevoli passeggiate con temperature miti e un sole mai invadente, ammirando gli splendidi foliage degli alberi e delle piante..

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I PIÙ SUGGESTIVI 1) Fra i giardini del network alcuni, grazie alle essenze presenti e agli scenari che offrono, sono particolarmente adatti ad osservare lo spettacolo dei colori autunnali. Il Parco di Villa Carcano, ad Anzano del Parco (Como), si estende lungo i fianchi di una collina, con una vista incantevole sul lago di Alserio, sulle Grigne e sul Resegone. Alla fine del ‘700 il marchese Alessandro Carcano, fece edificare un’imponente villa in stile neoclassico, progettata dall’architetto Leopoldo Pollack. Il vastissimo parco fu realizzato con una tipica impostazione paesaggistica, includendo strutture e elementi che ne accentuano l’impronta romantica. Fra gli esemplari arborei più interessanti vanno menzionati vetusti Celtis australis, Ginkgo biloba, Aesculus hippocastanum e

COS’È GRANDI GIARDINI ITALIANI? Grandi Giardini Italiani è la rete di giardini d’eccellenza fondata nel 1997 da Judith Wade, la promotrice del turismo ortoculturale in Italia. Grazie agli elevati standard di manutenzione e gestione richiesti ai giardini per entrare a far parte del network, è sinonimo di qualità, eccellenza e sensibilità alla cultura del verde. www.grandigiardini.it

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poi Chamaecyparis, tassi, cedri. Addentrandosi nel parco s’incontrano grandi masse di palme e lauri, uno spettacolare Fagus ‘Purpurea Tricolor’, altissimi Abies nordmanniana, magnolie e castagni plurisecolari. Un viale di carpini conduce al lago, popolato da ninfee e da fauna selvatica, con due isolette e un promontorio. Un tempo il lago era utilizzato per produrre ghiaccio, che veniva conservato in una delle diverse ghiacciaie della proprietà, venduto in estate e dato in dono ai malati. Fin dalle origini il parco è stato vissuto dalla famiglia Carcano, che ancora oggi ne è proprietaria, non come un giardino formale da esibire, ma come un ambiente vivo e familiare. E questa è ancora oggi l’atmosfera che vi si respira, senza


2 numerose opere di importanti artisti internazionali. La visita ad Arte Sella può avvenire in tutti i momenti dell’anno: il magnifico contesto naturale della valle rende la visione delle opere sempre diversa e le occasioni di scoperta si moltiplicano con il variare dei colori e delle stagioni. Le stesse opere, lasciate al mutamento che la natura compie su di esse, sono di volta in volta diverse, e ricordano all’uomo la sua appartenenza ad un unico ciclo vitale.

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concessioni alle esteriorità architettoniche o botaniche: un luogo piacevole da vivere e da scoprire

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Arte Sella, a Borgo Valsugana (Trento).:Arte Sella è una manifestazione internazionale di arte contemporanea, nata nel 1986, che si svolge in Val di Sella, una valle laterale della Valsugana. Dal 1996 il progetto di Arte Sella si è sviluppato lungo una strada forestale sul versante sud del monte Armentera: si è così delineato un ideale percorso chiamato ArteNatura, lungo il quale il visitatore può incontrare numerose opere e allo stesso tempo godere delle particolarità ambientali del luogo. Dal 2001 i percorsi espositivi di Arte Sella comprendono anche l’Area di Malga Costa, arricchita dalla presenza della Cattedrale Vegetale, del Teatro Naturale e di

3) Il Parco del Castello di Grazzano Visconti, a Grazzano Visconti (Piacenza): ideato e realizzato tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 dal duca Giuseppe Visconti di Modrone, padre del regista Luchino Visconti che qui trascorse la sua infanzia. Si tratta di un esempio di giardino eclettico, in cui ispirazioni diverse convivono armoniosamente: le simmetrie del giardino all’italiana, posto proprio di fronte l’ingresso principale del maestoso Castello del XIV sec., e le linee dei viali che sembrano dirigere la visuale, coesistono con l’atmosfera romantica creata dalle zone a bosco e dai vialetti sinuosi che vi si inoltrano, in un gioco di luci e ombre tra gli alberi. Il suono dell’acqua del piccolo fiume Rio Grazzano che scorre all’interno della proprietà, pervade tutto il parco ricco di fontane, statue, ponticelli e piccoli fossati; integrata nella lussureggiante vegetazione e oltrepassato un passaggio arcuato nella siepe di carpini, appare la fiabesca “casetta dei bambini”, voluta dal duca Giuseppe per i giochi delle figlie minori Uberta e Nane, attigua ad un labirinto di tassi. La scelta delle piante è stata finalizzata a ottenere un effetto architettonico permanente: ecco allora tanti sempreverdi, come cipressi, pini, lecci, tassi e arbusti di mirto e bosso. Tra i fiori, in prevalenza rose e ortensie. Nel parco vivono inoltre essenze autoctone incolte, tipiche dell’area: sono farnie, olmi, pioppi neri, noccioli, aceri campestri, ciliegi, carpini e frassini, oltre ad arbusti del sottobosco come il melo selvatico, il sanguinello, il ligustro. Danno invece un tono più ricercato all’insieme arboreo del parco alcuni esemplari di cedro, glicine, cipresso d’America e diverse distese di bambù. Spiccano alcuni esemplari ultrasecolari, tra i quali un Platano Aceriforme di oltre 150 anni, un Tiglio di 80 e uno splendido gruppo di cedri del Libano.

I GIARDINI SVIZZERI SI PRESENTANO Gardens of Switzerland è un nuovo modo di far conoscere la Svizzera, i suoi paesaggi spettacolari e la flora autoctona. Oltre a creare una rete di giardini visitabili, caratterizzati anche dall’alto livello di manutenzione, il network contribuisce alla diffusione di una migliore conoscenza della storia dell’arte dei giardini e della botanica elvetica attraverso convegni, corsi e pubblicazioni dedicate. Il progetto è finanziato da Grandi Giardini Italiani. Per la prima volta sarà presente alla settima edizione di Orticolario, manifestazione culturale e florovivaistica che si terrà dal 2 al 4 ottobre a Villa Erba a Cernobbio, sul Lago di Como. Molti dei giardini aderenti al network si trovano a pochi chilometri dal confine svizzero. Il tema dello stand è l’ozio letterario. In questo spazio verrà trasmesso il piacere di stare in giardino, per concedersi un riposo dedicato al sapere e alla lettura di libri e guide dedicati ai giardini svizzeri. www.gardensofswitzerland.ch

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IL SEGNALIBRO

DIY, che passione I libri che invitano al fai da te sono moltissimi. Vi proponiamo una scelta fra quelli non immediatamente “pratici”, ma che “ispirano” con delicatezza a mettersi in gioco SLOW FLOWERS: FOUR SEASONS OF LOCALLY GROWN BOUQUETS FROM THE GARDEN, MEADOW AND FARM di Debra Prinzing, foto di Debra Prinzing, ed. St. Lynn’s Press, 144 pagine, circa 30 euro. Il testo è in inglese, e la cosa migliore è comprarlo online su amazon.it, ma ne vale la pena. Le foto di Debra parlano – avete un’anteprima nell’articolo a pagina 41 – e ispirano. L’invito è a camminare nei prati, annusare i fiori, e affidarsi casomai ai coltivatori locali, per portare a casa un tocco di delicato romanticismo. Per chi ama il Made in Italy IL MIO GIARDINO di Eliana Contri, illustrazioni di Ermes Lasagni, ed. Giunti per la collana Giunti Junior, 62 pagine, 13.90 euro. Il testo semplice e immediato, i disegni e il progetto grafico sono simpatici e accattivanti. Le informazioni sono complete e precise. Uno strumento adeguato per avvicinare i bambini al giardinaggio. E in più, c’è in regalo una bustina di semi per iniziare! Per i piccoli giardinieri in erba ALIMENTAZIONE 3.0 LA NUOVA FRONTIERA TRA SALUTE E SICUREZZA a cura di Ettore Novellino, Antonello Santini, Francesco Aversano. Ed. Edagricole di New Business Media srl, 272 pagine, 32 euro. Il volume raccoglie la voce di numerosi esperti in materia che concorrono ad un esame incrociato dei temi alimentari, suddivisi in due grandi partizioni: una incentrata sulla sicurezza, qualità e controllo (matrice normativa), l’altra, più propriamente salutistica, legata agli aspetti della nutrizione, degli alimenti funzionali e della nutraceutica. La lettura vuole essere trasversale nella consapevolezza che l’alimentazione è tema sociale, ambientale ed economico. Per chi vuole sapere cosa mangia LA DIETA DEL SORRISO LA MIA VITA, I MIEI SEGRETI di Alain Mességué, Cairo Editore, 142 pagine, 13 euro. Il famoso guru delle diete e delle erbe si racconta ripercorrendo alcune tappe della sua vita professionale, rilette con lo spirito e l’ironia che lo contraddistinguono. Più che un’autobiografia è una sorta di bilancio che l’autore offre generosamente al suo pubblico, e soprattutto a suo figlio. È, infatti, da una chiacchierata con lui che nasce l’idea di ricostruire in punti la sua vita fino a qui. Il racconto è ricco di suggerimenti e consigli per aiutarci a stare bene mangiando meglio, regala ricette che mescolano ingredienti sani e sorprendenti, sfata credenze e false convinzioni sull’alimentazione e i trucchi per dimagrire. Per chi vuole sorridere di più

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Il kit Paint your Plant® è anche l’occasione per un’attività da fare insieme, nonni e nipoti.

Evviva la Qual è il modo più bello per ringraziare i nonni della loro compagnia e di tutto quello che fanno per noi? Il primo modo è un bel bacio, il secondo è un regalo. Andate da loro con una pianta o un lavoretto fatto con le vostre mani… anzi: fate tutte e tre le cose insieme!

“N

di CHARLES LANSDORP

utrire il pianeta, energia per la vita”: il connubio perfetto con i fiori e le piante olandesi, che sono in primo piano nel Padiglione Olandese a Expo Milano 2015 durante la Festa dei Nonni. Introdotta ufficialmente nel 2005 come ricorrenza civile in Italia, la Festa dei Nonni è sempre più amata ogni anno che passa. E non c’è da meravigliarsi se guardiamo le statistiche: praticamente metà dei nonni italiani accudisce i nipotini almeno un giorno a settimana e un terzo quotidianamente. Per questa ricorrenza, festeggiata ogni anno il 2 ottobre, in concomitanza con la festa degli Angeli Custodi, non esiste regalo dal valore più simbolico di una bella pianta o di un bouquet fiorito. Le piante e i fiori crescono e fioriscono proprio come i nipotini, soprattutto quelli fortunati perché possono stare

CONSIGLI PER LA CURA DEL BOUQUET Se lo curate con (quasi) lo stesso affetto che date ai vostri nipotini, il bouquet della Festa dei Nonni vi farà compagnia il più a lungo possibile. Il trucco di base sta nel controllare che l’acqua nel vaso sia sempre limpida e che venga cambiata regolarmente. Fermate con un elastico i gambi, per non alterare la composizione sollevate il mazzo di fiori dal vaso fermate gli steli con l’elastico, che posizionate appena sopra la base degli steli gettate l’acqua vecchia e riempite il vaso con acqua fresca e tiepida a cui aggiungete un po’di conservante per fiori recisi accorciate gli steli

appena sotto l’elastico tagliate l’elastico e inserite i fiori nel vaso Per godersi ancora più a lungo la bellezza del bouquet: • Scegliete un vaso abbastanza capiente da ospitare tutti i fiori del bouquet. • Accorciate gli steli con un coltello pulito e usate un vaso pulito. • Eliminate le foglie superflue e i fiori danneggiati. • Evitate di unire fiori nuovi a fiori vecchi nello stesso vaso. • Tenete il bouquet lontano dai caloriferi, dal pieno sole e dal cesto della frutta.


SPECIALE

Il kit Paint your Plant® di Amigo Plant contiene una Echeveria tinta di bianco con smalti atossici, una borsa da regalo e una cartolina. Per unire regalo e lavoretto.

con i nonni e le nonne: l’omaggio floreale simboleggia il legame speciale e unico che fra loro si crea. Da giovedì 1 a sabato 3 ottobre nel padiglione Olanda si svolgono attività e workshop che coinvolgono tutti i bambini, genitori e nonni. Questa bellissima iniziativa è finanziata dalla VGB, l’Associazione dei Grossisti olandesi di Prodotti floricoli.

VIENI A DIPINGERE LA TUA PIANTA Se vuoi illuminare la giornata dei nonni prepara loro una bella sorpresa con le tue mani, grazie a Paint your Plant®: una pianta regalo unica e innovativa, completamente personalizzabile. Il kit Paint your Plant® contiene una pianta grassa di Echeveria tinta di bianco con smalti atossici, una borsa da regalo e una cartolina. Nel padiglione Olanda i bambini dai quattro anni in su possono sfogare tutta la loro creatività usando la pianta e i pennelli e trasformando l’Echeveria in una piccolo opera d’arte. Quando hai finito di colorare la pianta puoi fare un bel disegno sulla cartolina, scrivere un messaggio o una poesia di ringraziamento, confezionare il tutto nella borsetta regalo e vedrai che emozione trasmetterai ai nonni! Essendo una pianta grassa, l’Echeveria richiede pochissime cure, è sufficiente annaffiarla con moderazione. Paint your Plant® è un’esclusiva del coltivatore olandese Amigo Plant, risponde a tutte le esigenze in materia di sicurezza e di ambiente.

COLORA E VINCI UN CICLAMINO Schoneveld Breeding è un’azienda olandese di ricerca e di selezione di sementi per piante fiorite, che condivide con passione le proprie conoscenze e accoglie con grande regolarità gruppi di studenti provenienti da università agrarie in tutto il mondo. Dal 1 al 3 ottobre al padiglione Olanda i bambini potranno colorare vari disegni su carta, che serviranno per confezionare una bella pianta di ciclamino. Ogni bambino che colora un disegno può ritirare un ciclamino da regalare ai nonni. Il ciclamino

è una pianta bellissima: i fiori colorati sembrano tante piccole farfalle, esistono perfino varietà Cercac a petali frangiati, che si presentano con ani F aceboosu cora più allegria. L’offerta del ciclamino va k! Comita to-Festa dalla taglia XS alla XL. Gli esemplari grandi -d e iNo paintyo urplant nni risaltano al massimo in un copri vaso semschone v Chrysal eldbreeding plice, mentre le mini piante rappresentano Floral N utrie avalanc un divertente centrotavola multicolore. C’è heroses nts # il ciclamino giusto per deliziare ogni nonna e ogni nonno. In aggiunta, questa pianta è simbolo del cuore generoso e dedito, per cui costituisce il perfetto pensiero fiorito per la Festa dei Nonni. Al contrario di quanto faccia pensare il suo aspetto solare, il ciclamino non ama il caldo. In casa preferisce un posticino al fresco, all’esterno una posizione a mezz’ombra. Dite ai nonni di dare regolarmente poca acqua al ciclamino e durerà per molti anni.

NUTRIRE IL PIANETA? INCOMINCIAMO DAI FIORI! Tra gli sponsor dei workshop troviamo la ditta olandese Chrysal, produttrice di nutrimento, indispensabile ad

CONSIGLI PER LA CURA DELLE PIANTE Quando regali una pianta ai nonni, è bello spiegare anche come curarla. Le piante vanno un po’ coccolate, proprio come i nonni coccolano te! Dai ai tuoi nonni i seguenti consigli per la cura e sapranno che hanno a che fare con un vero prof. delle piante: Senza luce la pianta non vive. È molto semplice. Non significa

per forza che la pianta ama prendere il sole a lungo. Le piante grasse resistono ma le piante fiorite e gli esemplari con foglie sottili un po’ meno, e vanno riparati dai raggi diretti del sole. Con ogni probabilità la maggior parte delle tue piante proviene dai tropici: queste immigranti verdi sopportano male il freddo, si trovano

meglio a temperature tra i 18 e i 22 gradi centigradi. Le piante grasse e i cactus, invece, amano un inverno fresco, che giova al loro letargo (per davvero!). In inverno puoi tranquillamente sistemarli in un ambiente fresco. Che la tua pianta voglia acqua, lo sapevi già. Per scoprire quanta, è importante osservarla


LE PIANTE PURIFICANO L’ARIA L’ossigeno e l’aria pura prodotte dalle foreste sono tra le principali fonti di nutrimento per il nostro pianeta. Ma sapete che anche negli ambienti chiusi, come le case e gli uffici, le piante da appartamento hanno un’importantissima funzione da depuratori dell’aria? Le piante assorbono CO2 (diossido di carbonio), rilasciano ossigeno, purificano l’aria dalle polveri

sottili e dai gas nocivi (benzene, formaldeide, tricloroetilene), rilasciano vapore acqueo e aumentano l’umidità dell’aria migliorandone la qualità. L’arredo verde degli uffici risulta statisticamente in un aumento della produttività e in un calo notevole delle assenze per malattie… Energia per la nostra vita!

una lunga vita di piante e fiori recisi. Spesso ci chiediamo: “Perché mai dovrei dare del nutrimento ai fiori?”. La risposta è semplice: una volta recisi, i fiori sono privati dell’acqua, delle sostanze nutritive e degli ormoni della crescita provvisti dalla pianta madre. Per permettere al fiore di continuare il suo naturale ciclo di fioritura dobbiamo aggiungere del nutrimento all’acqua nel vaso. L’aggiunta del nutrimento avviene in ogni fase della filiera distributiva, dal floricoltore al grossista al fiorista e all’utente finale. L’interruzione di questa ‘catena alimentare’ causerà l’accorciamento irrevocabile della vita in vaso. In fondo i fiori sono come l’amore tra nonni e nipoti: un nutrimento senza interruzioni!

AVALANCHE+ È LA PIÙ BELLA DEL REAME

Le rose Avalanche+ sono le preferite di re e regine. Regalare un bouquet misto con rose color rosa significa gratitudine.

con attenzione. Annaffia solo quando la terra è asciutta. Infila un dito nella terra: ha bisogno di acqua? È meglio versare l’acqua direttamente sul terriccio. La pianta è esposta al sole, alle correnti d’aria o vicina al termosifone acceso? Dalle un sorso in più. Attenzione però a non dargliene troppa, perché le radici

marciranno e la pianta morirà. Lo sapevi che i minerali sono il piatto preferito delle piante? Accelerano la crescita. Includi questi stimolanti della crescita nella dieta quando la tua pianta è in fase di vegetazione o fioritura. È naturale che somministri acqua e, ogni tanto, terriccio nuovo. Ma la puoi coccolare di più, ad esempio con

le concimazioni. Non parliamo di palate di letame puzzolente ma di fertilizzante in bottiglia. Il nutrimento contenuto è ricco di minerali, che la pianta assorbe dal terriccio. Un bel lavoretto da fare insieme ai nonni sono le “piccole potature”, che consistono nell’eliminazione dei fiori sfioriti e delle foglie danneggiate.

La regina dei fiori è la rosa, e Avalanche è la regina tra le rose. Questa bellezza olandese dal fascino internazionale ha conquistato il mondo e, soprattutto, l’alta società, tant’è vero che porta l’etichetta “Haute florale”. Avalanche è una rosa con il gambo lungo, il fiore grande e lunga durata; è ormai da anni la rosa favorita delle famiglie reali olandesi e internazionali. Ha fatto parte dell’addobbo floreale in occasione del matrimonio della Regina olandese Máxima, del Principe Carlo Filippo di Svezia, del Principe Felice di Lussemburgo, del Cantante John Legend e dell’attrice Salma Hayek. Ricopre un ruolo da protagonista nello spot pubblicitario per il profumo Miss Dior, insieme a Natalie Portman. Il rapper americano Kanye West regala rose bianche Avalanche alla moglie Kim Kardashian appena può. La rosa bianca Avalanche+ ha una serie di sorelle graziose dalle tonalità varianti da rosa a bianco perla a viola intenso ad albicocca a rosa pallido, e uno degli aspetti più belli della rosa è che ogni colore ha il suo significato speciale. ”Grazie nonni”, è il messaggio delle rose rosse, che stanno per gratitudine e gioia. Anche un bouquet misto con le rose simboleggia la riconoscenza. L’omaggio di rose Avalanche di colore rosa, unite ad altri fiori, rappresenta la più grande gratitudine. Il 2 ottobre, se regali un mazzolino o un bel bouquet di rose Avalanche alla nonna, lei si sentirà regina per un giorno! Puoi anche confezionare un mazzo con le tue mani e accompagnarlo con un biglietto su cui esprimere tutto il tuo affetto. Tua nonna ama prepararti le torte? Sorprendila con una singola rosa Avalanche in un semplice vaso di vetro, sembra quasi un cupcake!


SPECIALE

Come si fa l’orto? Chiedetelo al nonno, e magari la prossima primavera fatelo: passerete insieme tanto tempo e alla fine la nonna vi cucinerà le cose buone che avete coltivato proprio voi!Ecco qualche indicazione di FILIPPO TERRAGNI

LO SAI? Per l’orto i migliori letami sono quello equino, quello bovino e quello dei polli. Va mischiato in fretta alla terra, perché se il concime sta all’aria perde l’azoto, di cui le piante sono ghiotte.

L

e fasi per preparare l’orto sono poche, ma c’è bisogno di tanta cura e di tanto movimento: è bello farlo con i nonni perché è bello stare all’aria aperta in compagnia, lavorando e chiacchierando. E poi sicuramente sapranno darvi una mano e tanti consigli utili. Dato che si sta avvicinando il momento per iniziare, cioè l’inizio dell’inverno, procuratevi gli attrezzi del contadino e iniziate!

PRIMA FASE: SCEGLIERE IL SUOLO

contrario è troppo argillosa, trattiene troppo l’acqua, e le piante marciranno: è da mischiare con la sabbia. Alla fine in ogni caso è meglio aggiungere del compost o del concime perché i primi trenta centimetri di terra siano nutrienti e morbidi: è lì che le radici delle tue piantine cercheranno da mangiare.

SECONDA FASE: PREPARARE IL TERRENO

Fra novembre e dicembre potete iniziare a preparare la terra che in primavera accoglierà i semi o le Per decidere dove fare l’orto dovete controllare piantine che avete scelto. Copritevi bene e l’esposizione: gli ortaggi hanno bisogno di E se no quando c’è il sole uscite a lavorare con i tanta luce. Di solito uno spazio a sud, o il giard n ho vostri attrezzi. Ricordatevi che c’è tempo, sud–est, è l’ideale. Ma attenzione: conino? Non fa quindi lavorate con calma e fate le cose trollate che non ci siano alberi o edifici niente! Se spazio per bene. che facciano ombra. Poi guardate il all’este hai dello rno, co un balc me one, o 1. Vangate il terreno. Con la vanga o il terreno e infilateci dentro le mani: u n che rice terrazz ve o, forcone, scendete nel terreno, rivoltate com’è? Se è sabbioso, non trattiene puoi co abbastanza lu ce, ltivare gli orta le zolle di terra, e eliminate i sassi e le l’acqua, le piante seccheranno: bisogna ggi in vaso o banchi– nei radici di tutte le altre piante per evitare aggiungere della terra argillosa. Se al o rto.


che queste ricrescano in primavera, togliendo spazio e sostanze nutritive ai vostri ortaggi.

Che soddisfazione portare in casa un cesto pieno di ortaggi appena raccolti, e che hai coltivato proprio tu.

2. Rendete il terreno più friabile. Se la terra è troppo argillosa aggiungete un po’ di sabbia e arricchite di sostanze nutritive con il concime o il compost. 3. Fresate il terreno. Con il termine fresare si indica lo sminuzzamento delle grosse zolle che si sono create con la vangatura. Con il piccone e il rastrello sgretolate la terra mescolandola bene con il concime.

TERZA FASE: LA SEMINA Con il tiepido sole primaverile arriva il momento di seminare! Vai con il nonno in negozio, scegliete quali ortaggi volete coltivare. Comprate i semi e poi corri nell’orto. Ecco quali attrezzi devi portare: 1. Vangate. Il terreno, dopo le precipitazioni invernali, si sarà ricompattato: con la vanga muovi le zolle. Togli le radici e i sassi che sicuramente troverai. 2. Rastrellate. Più rendi la terra morbida e friabile, più le tue piantine cresceranno bene, quindi non risparmiarti! 3. Organizzate lo spazio. A seconda di quello che avete scelto di coltivare, dividi l’orto in piccoli spazi, prepara dei solchi in cui metterete i semi e ricordati di lasciare uno spazio per camminare fra le piante. La distanza fra i solchi dipende dal tipo di ortaggio: quanto diventerà grande? Lascia che abbia il giusto spazio per crescere. 4. Seminate. Il periodo giusto per la semina è indicato sulla bustina. Mettete due o tre semi per buco. Ricoprite con la terra e compattatela. Bagnate abbondantemente.

5. Trapiantate. Un modo più costoso, ma più veloce, è acquistare delle piantine. Rimuovetele dai vasetti con la terra attaccata alle radici. Con un bastone o una piccola paletta fate un buco nel solco della larghezza del vaso e un po’ più profondo, inserite la piantina e con le mani avvicinate la terra al fusto premendo un po’ per stabilizzarla. Una volta trapiantate tutte le piantine bagnate abbondantemente. Attenti però: è la terra che va bagnata, non la pianta! Anzi, se le bagnate le foglie rischiate di farla ammalare.

QUARTA FASE: RACCOLTA

GLI ATTREZZI DEL CONTADINO • Guanti • Forca o vanga • Piccone • Rastrello • Pala • Stivali di gomma • Innafiatoio • Bastoni • Coltello o forbici da potatura • Cesto

Questo momento arriva dopo qualche mese, in cui vi sarete presi cura degli ortaggi strappando le erbacce, raccogliendo i sassi, bagnando tutte le volte che serve e proteggendo le piante da tutti gli insetti che cercheranno di mangiarle prima di voi! Adesso però è il vostro turno, e vedrete che soddisfazione tornare in casa con un bel cesto pieno di verdura fresca: vi ripaga di tutta la fatica e il sudore. Ecco i nostri consigli:

Ricordati di compattare bene la terra intorno alle piantine trapiantate.

DOPO LA SEMINA Per ricordarvi cosa avete seminato, piantate un bastoncino alla fine della fila seminata e attaccate la busta della semenza; oppure preparate voi delle belle etichette. Se volete riparare di più la terra seminata dalla pioggia forte e dagli uccelli, usate i teli protettivi traspiranti.

1. Raccogliete gli ortaggi nel momento giusto. Non aspettate che gli ortaggi diventino enormi: rischiate di mangiare un prodotto duro, poco saporito e soprattutto, avrete impedito ai frutti più piccoli di maturare. 2. Tagliate, non strappate. Con il coltello o le forbici potete tagliare gli ortaggi maturi che non si staccano facilmente dal ramo. Eviterete così di strappare il rametto della pianta su cui ci sono già altri frutti che devono ancora maturare. 3. Scegliete il contenitore. meglio usare delle cassette o dei cesti. Le buste di plastica non sono l’ideale perché, non avendo una base rigida, tendono a schiacciare i prodotti, e a non farli respirare. 4. Attenzione a dove lasciate il cesto! Non lasciate il cesto con il raccolto in casa se non lavate e conservate subito: altrimenti tutte le formiche e gli altri insetti che si trovano sui vostri ortaggi vi invaderanno la casa…e poi chi la sente la mamma?


SPECIALE

Raccontami una storia Francesco Mati non è solo il proprietario, con i suoi fratelli, di Piante Mati a Pistoia. È anche un appassionato di fiabe, che parlano di fiori, alberi e della magia che da loro, naturalmente, si sprigiona. Chissà che non capiti anche nei vostri giardini… testo di FRANCESCO MATI disegni di GIOVANNI BALLATI

RLa compagnia degli elfiR M

arta viveva in una vecchia città, una di quelle tutto asfalto e cemento. La sua famiglia non poteva permettersi di andare a vivere in quartieri dove c’erano tanti giardini e poche case. Lei abitava al terzo piano di un palazzone condominiale e passava ore a guardare il piccolo pezzetto di terra posto davanti all’ingresso. Era ciò che restava di un’aiuola nata già brutta tanti anni prima. Due ginepri striscianti color topo morto invadevano un angolo di quel quadrato di soli cinque metri di lato. Il resto erano erbacce e sporcizia.

Un grigio sabato pomeriggio di marzo, verso le cinque del pomeriggio, si fermò vicino al giardino un furgone mezzo arrugginito. Sulla fiancata c’era una scritta sbiadita: “Compagnia degli Elfi” e sotto in piccolo “Giardinieri specializzati”. Con un rumore di latta si aprirono gli sportelli e dal furgone scesero due ometti tarchiati in tuta verde. Scaricarono l’attrezzatura ed in poco tempo si prepararono ad intervenire. Iniziarono con la pulizia dell’aiuola da tutta la sporcizia, poi tagliarono a zero le erbe infestanti ed infine tolsero i ginepri, asportandone persino le radici. Fu tutto molto veloce, scaricarono un motocoltivatore e dissodarono l’area per poi livellarla a mano con grandi rastrelli. Si fermarono solo pochi istanti ad osservare il lavoro svolto, velocemente

Era ciò che restava di un’aiuola nata già brutta tanti anni fa

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Marta sognava spesso che un giorno quello potesse essere trasformato in un piccolo giardino fiorito.


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Un altro furgone stava arrivando. Identico al precedente ma carico di piante, attrezzature e materiali

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caricarono tutte le attrezzature ed il materiale, salirono sul furgone ed andarono via lasciando un’aiuola vuota ed una scia di fumo grigio.

Marta era perplessa, tutto era accaduto così in fretta

e solo ora realizzava che quella bruttura in fondo al palazzo era, adesso, uno spazio vuoto.

Qualcosa attirò la sua attenzione, un altro furgone stava arrivando. Identico al precedente ma carico di piante, attrezzature e materiali. Una scritta sbiadita, corrosa in alcuni punti, riportava: “Vivaio degli Elfi” e sotto in piccolo “Piante & Giardini”. Con il solito rumore di latta arrugginita si aprirono gli sportelli e dal furgone discesero due ometti tarchiati in tuta verde. Scaricarono le piante, i materiali e l’attrezzatura ed in poco tempo si prepararono ad intervenire. Iniziarono col piantare un cerchio di arbusti compatti, dalla foglia piccola, forse bossoli. Il cerchio aveva un’apertura, in prossimità della quale piantarono due coni di tasso alti e stretti. Sparsero semi ovunque trascinando poi un rullo per livellare nuovamente il terreno. In mezz’ora era tutto finito ed avevano già caricato tutte le attrezzature. Si fermarono solo pochi istanti ad osservare il lavoro svolto, salirono sul furgone ed andarono via lasciando un piccolo giardino neonato ed una scia di fumo grigio. Pochi minuti dopo iniziò a piovere delicatamente. Il giorno seguente Marta si svegliò presto, abituata ormai a svegliarsi ogni mattina alle sette per andare a scuola, si mise le pantofole ed in silenzio andò alla finestra. Con grande meraviglia vide che il piccolo giardino era ammantato di un bellissimo prato fiorito.

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Rimase alla finestra aspettando il risveglio dei suoi genitori, fece colazione e si vestì, poi chiese a sua madre se poteva uscire. Giuliana rimase perplessa, sua figlia non usciva mai. Del resto anche lei era rimasta piacevolmente sorpresa dal nuovo giardino spuntato all’improvviso. Il fatto che si trovasse all’interno del condominio e che potesse tenere d’occhio sua figlia da qualsiasi finestra, la rassicurò. Fece indossare il piumino a Marta, le raccomandò di non sporcarsi ed infine la lasciò uscire. Ormai aveva dieci anni ed era una bambina cosciente.

Un bel sole irradiava il prato fiorito mettendo in risalto i colori dei bei fiori di campo che ondeggiavano dolcemente, mossi da un alito di vento


SPECIALE

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Marta rimase sorpresa nel trovare altri

bambini del palazzo immobili davanti al giardino, sembravano essersi dati appuntamento, ognuno in silenzio, stupefatto ed incredulo davanti a quella meraviglia. Un bel sole illuminava il prato fiorito mettendo in risalto i colori dei bei fiori di campo che ondeggiavano dolcemente, mossi da un alito di vento. La siepe era folta e vigorosa, i coni alti e fieri, sembrava un giardino ben curato, fatto da almeno tre o quattro anni. Eppure solo ieri mattina quel piccolo paradiso era una discarica di lattine e cartacce. Timidamente Marta mosse un passo in avanti, attratta come da una calamita invisibile si diresse verso l’ingresso del cerchio. Mise delicatamente un piede sull’erba ed un passo dopo l’altro, lentamente entrò nel cerchio. Un raggio di sole l’abbagliò e per un attimo vide solo luce. D’istinto chiuse gli occhi. Quando li riaprì era al centro del cerchio che era al centro di un grande prato fiorito, circondato da una cortina di lecci. Davanti alla scura vegetazione, onde di arbusti da fiore componevano un morbido disegno naturale. Grandi chiazze di rose arbustive, coperte di fiori bianchi, completavano la composizione. Il sole splendeva alto e caldo nel cielo più azzurro che mai avesse visto, poche nubi bianche, soffici come cotone, componevano figure di buffi animali. Un porcellino con le zampe a punta, una pecora piena zeppa di lana, un coniglio di panna montata. Marta uscì dal cerchio ed entrò nel prato ed uno dopo l’altro comparvero gli altri bambini. Dopo essersi guardati attorno, ammutoliti dall’armonia delle forme e dei colori di quel giardino incantato, esplosero in un grido di gioia. Divennero subito amici e giocarono a nascondino, mosca cieca, ruba bandiera, fino a sfinirsi. Dopo un tempo interminabile decisero che era giunto il momento di mangiare. Avevano corso, gridato, saltato, consumando ogni caloria della colazione. Uno dopo l’altro rientrarono nel cerchio, un forte bagliore del sole e si ritrovarono nel curato giardinetto del condominio.

Marta entrò in casa tutta eccitata, Marco e Giuliana sorrisero nel vederla felice una volta tanto. “Tesoro sei già tornata? Non è interessante il giardino? Sei stata via solo qualche minuto. Che ci dici? E’ così bello come si vede da qui?”. “Molto di più mamma”. Detto questo andò alla finestra a vedere se davvero il giardino era ancora lì.

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Fine

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Quel giorno, a pranzo, mangiò come se avesse corso tutta la mattina. Poi, sorridendo, chiese ai suoi genitori se poteva tornare a vedere il giardino.


Li riconosci?

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Chi sono questi personaggi misteriosi? Se lo sai, completa i fumetti! Non sono cosi’ nera! Cosa credi, son la ......... Riempiti la pancia con me che son l' .............

Il kit Paint your Plant® è anche l’occasione per un’attività da fare insieme, nonni e nipoti.

Evviva la Qual è il modo più bello per ringraziare i nonni della loro compagnia e di tutto quello che fanno per noi? Il primo modo è un bel bacio, il secondo Son buona con la trota. Non dicoAndate una panzana: è un regalo. da loro con una pianta o un lavoretto fatto son insieme! la .............. conchiamo le vostre................... mani… anzi: fate tutte eLotresai, le cose mi

“N

di CHARLES LANSDORP

utrire il pianeta, energia per la vita”: il connubio perfetto con i fiori e le piante olandesi, che sono in primo piano nel Padiglione Olandese a Expo Milano 2015 durante la Festa dei Nonni. Introdotta ufficialmente nel 2005 come ricorrenza civile in Italia, la Festa dei Nonni è sempre più amata ogni anno che passa. E non c’è da meravigliarsi se guardiamo le statistiche: praticamente metà dei nonni italiani accudisce i nipotini almeno un giorno a settimana e un terzo quotidianamente. Per questa ricorrenza, festeggiata ogni anno il 2 ottobre, in concomitanza con Io piaccio ai re e al papa... la festa degli Angeli Custodi, non esiste regalo dal valore piùEsimbolico una bella o di un bouquet fiorito. a te? di Sono lapianta .............. Le piante e i fiori crescono e fioriscono proprio come i nipotini, soprattutto quelli fortunati perché possono stare

CONSIGLI PER LA CURA DEL BOUQUET

Mi mangi e dici ‘evviva!’ appena sotto l’elastico tagliate l’elastico e inserite i fiori nel vaso Per forza, io son l’..........

Se lo curate con (quasi) lo stesso affetto che date ai vostri nipotini, il bouquet della Festa dei Nonni vi farà compagnia il più a lungo possibile. Il trucco di base sta nel controllare che l’acqua nel vaso sia sempre limpida e che venga cambiata regolarmente. Fermate con un elastico i gambi, per non alterare la composizione sollevate il mazzo di fiori dal vaso fermate gli steli con l’elastico, che posizionate appena sopra la base degli steli gettate l’acqua vecchia e riempite il vaso con acqua fresca e tiepida a cui aggiungete un po’di conservante per fiori recisi accorciate gli steli

Per godersi ancora più a lungo la bellezza del bouquet: • Scegliete un vaso abbastanza capiente da ospitare tutti i fiori del bouquet. • Accorciate gli steli con un coltello pulito e usate un vaso pulito. • Eliminate le foglie superflue e i fiori danneggiati. • Evitate di unire fiori nuovi a fiori vecchi nello stesso vaso. • Tenete il bouquet lontano dai caloriferi, dal pieno sole e dal cesto della frutta.

Io non saro’ una fata. Pero‘ son l’.................


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