Greenstyle estate 2016

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PA S S I O N I D A C O LT I VA R E N E L V E R D E

greenstyle

€ 2,50

ESTATE 2016 | numero 25

TRIMESTRALE NUMERO 25| ESTATE 2016 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS

BIO•GIARDINO BIO•ORTO BIO•CUCINA

passione verde

ROSE, ROMANTICHE E...

ROCK!

E UNA GHIRLANDA DI ORTAGGI PER LA TAVOLA



La propagazione senza permesso è vietata.

Delosperma Wheels of Wonder®

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ESTATE 2016 / L’editoriale

L’

estate stenta a partire e mentre mi accingo a chiudere il numero sento il rombo di un altro temporale in avvicinamento. Anche il laghetto delle ninfee che vedo dalla finestra è livido e l’umido mi circonda manco fosse novembre. Sospiro, mi scappa un “che peccato”. È un peccato, è vero. Ma è anche vero che, per un innato istinto di sopravvivenza, quando la sete di cose belle diventa più forte, siamo pronti a godere di ogni minimo barlume. E così, appena il temporale smette, appena il sole occhieggia, tutti scendiamo a fare un giretto fra i fiori e le piante che circondano la Redazione: il profumo delle fioriture, le gocce incastonate fra le foglie, i colori resi più brillanti dell’acqua, tutto si assapora e si gode del sole come di un regalo… molto più di quando è sempre disponibile: che alla fine diventa scontato, e quasi stufa. È con questo spirito di meraviglia e di gratitudine che vi presento il numero estivo di greenstyle: ricco di proposte per esprimere al meglio l’amore per il verde, ovunque viviate, e ricco di consigli per metterci cura e passione. La stessa passione che anima chi pensa per voi queste pagine, e le professioniste che abbiamo intervistato in questo numero: Chiara di Sfumaturedicipria, Daniela de Il borgo in fiore, così come Antonella, l’ibridatrice a cui dobbiamo la petunia dell’anno, la NightSky ®. E poi, ricette senza fornelli per i giorni più caldi, da accompagnare a un vino speciale come il Chiaretto. Abbiamo selezionato con Grandi Giardini Italiani e con Il Parco più Bello le migliori proposte di itinerari per il vostro horticultural tourism. Per i momenti di relax, vi raccontiamo della nuova mania, anzi, del revival del lavoro a maglia – ma per essere alla moda chiamatelo knitting. Fra le fioriture di stagione, abbiamo pensato a varietà adatte anche ai meno esperti, come le salvie ornamentali (vedrete che soddisfazioni vi daranno!), alcune varietà selezionate da Mario Ferrarini di Arena Vivai per il gusto tipicamente femminile, e quelle che coloreranno l’estate di Matteo Ragni. Infine, in greenkids, la nostra rubrica per i bambini, potrete divertirvi con uno specialissimo “Indovina Chi?”, che porterà grandi e piccini a voler coltivare un orto! Vedrete che l’amore e la cura per il verde vi ripagheranno: leggete l’articolo di Anna Piussi, scoprirete quanto il verde può fare per voi. Francesco Tozzi

Buona estate, insieme a greenstyle!

greenstyle

N° 25 - Estate 2016

Diretto da Francesco Tozzi - f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro GRAFICA Daniela Francescon - daniela.francescon@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni - m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin - s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E MEZZI Katiuscia Morello - k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 20120 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net

@Lab_Verde

Greenstyle periodico trimestrale, registrato presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA) il 27/03/2007, n. 2. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Associata ad Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Prezzo di copertina: 2,50 Euro • Abbonamento da 4 numeri: 10,00 Euro

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SOMMARIO Estate 2016

16 PASSIONE VERDE Si Salvia chi può! di Alessandro Coraggio

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Mai stanchi di zucchine di Filippo Tommaseo

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In nome della Rosa di Costanza di Matteo

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I fiori sono rock colloquio con Chiara Sapiente di Marta Meggiolaro

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IN CUCINA Ciao ciao fornelli! di Felicita dell’Orto

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Profumo di Chiaretto di Mattia Conti

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INTERNO

Effetto wow di Mario Ferrarini

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Di che colore è la tua estate? di matteoragni.eu

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We are knitters 38 colloquio con Alberto Bravo e María José Marín di Marta Meggiolaro

Magico Tiglio di Bianca Belfiore

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Classici ed eleganti di Bianca Belfiore

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Fare a maglia fa bene al cuore di Marta Meggiolaro

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A ognuno la sua petunia di Marta Meggiolaro

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Boccioli, ovunque di Bianca Belfiore

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Ulivo, bello da indossare di Costanza di Matteo

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Erbe da chef di Costanza di Matteo

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Una barriera contro le zanzare di Filippo Terragni

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“Il ripos

o non è o zio, e giacer e qualch e v olta sull’erba in un gio rno d’esta ascoltan te do il mo rmorio dell’acqu a, o guar dando le fluttuar nuv ole e nel cie lo, è diffi c ilmente uno spre co di tem po.”

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John Lu b

bock

LE RUBRICHE Notizie

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La visita Como, fra arte e natura di Filippo Tommaseo

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Carosello Style E-state all’aria aperta di Filippo Terragni

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Greenkids Indovina chi?

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Tutorial Orto in tavola di Chiara Sapiente e Giulia Rosso

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Il giardino Benvenuti a casa Monet di Marta Meggiolaro

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Il segnalibro Vivere, con passione di Marta Meggiolaro

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Il giardiniere Healing Gardens di Anna Piussi

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Appuntamenti Parco più bello, ecco i finalisti di Filippo Tommaseo

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NOTIZIE BREVI

LE RADICI DELLA BOTANICA, NELL’ANTICO EGITTO La botanica occidentale affonda le sue radici nell’antico Egitto, ben prima cioè dell’epoca greca o romana. È questa la tesi del saggio “Gli erbari dell’antico Egitto” che la professoressa Marilina Betrò dell’Università di Pisa ha scritto per il volume “Naturalia e Artificialia: Le piante e i fiori d’Egitto nell’esperienza museografica degli scavi e degli erbari”, appena pubblicato in Spagna. Il saggio ricostruisce l’approccio degli Egiziani verso il mondo vegetale e mette in luce alcuni dati che permettono di dedurre l’esistenza di una letteratura botanica precedente ai ben più tardi erbari demotici, greci e copti. Nello specifico, l’ipotesi è che già almeno intorno alla metà del II millennio a.C. esistessero testi botanici di riferimento come dimostrano le glosse o le interpolazioni descrittive di piante rinvenute già nel celebre papiro medico Ebers (ca. 1550 a.C.) e poi in alcuni papiri successivi. Queste descrizioni hanno infatti una struttura sostanzialmente omogenea che segue uno schema prefissato, evidentemente consolidato da una lunga tradizione, e che comprende il nome della pianta, la descrizione dell’habitat e quella botanica, il tempo e il modo di raccolta e gli effetti collaterali o nocivi. «Malgrado l’esiguità delle fonti, i problemi relativi al lessico tecnico e la mancanza di studi specifici – spiega Marilina Betrò – è possibile ipotizzare una vitalità e continuità della cultura erboristica-botanica dell’antico Egitto, che dagli erbari d’età romana e dal filone ermetico sarà poi destinata a confluire nella grande tradizione medievale».

Rappresentazioni di pianti e uccelli dal «Giardino Botanico» di Karnak. (foto di Marilina Betrò).

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Nuovo orto urbano a Milano

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ityLife – l’area di riqualificazione dell’ex fiera di Milano – è stata arricchita quest’anno da una zona verde di 3mila metri quadrati, completamente rinnovata, e che si aggiunge al grande parco pubblico. Il progetto, ideato dall’architetto paesaggista Filippo Pizzoni con Susanna Magistretti di Cascina Bollate, prevede uno spazio all’aperto a disposizione della città, in cui colori e sapori permettono di riprendere un contatto tra la città e la campagna. Grandi aiuole disposte tra loro a comporre un percorso spezzato, quasi labirintico, all’interno delle quali si alternano coltivazioni orticole e piantagioni ornamentali, disposte secondo un’inattesa inclinazione a 45°. Lunghe strisce colorate con carciofi ed echinacea, agli e dalie, pomodori e zinnie, bietole, fragole, menta, girasoli, in un caleidoscopio di profumi e di colori. Ma nell’orto fiorito di CityLife trovano posto anche aiuole di insalate, un giardino di sole erbe aromatiche, e lunghi filari di vigne, una pergola di zucche rampicanti, una coltivazione di piante inconsuete e bellissime come il topinambur, il ricino, il cardo dei lanaioli o la liquirizia. L’orto crescerà secondo i naturali ritmi delle stagioni: come negli orti in campagna, inizieranno a spuntare le lattughe, le cipolle, le fragole, il prezzemolo; nel corso delle settimane cresceranno gli ortaggi seminati a marzo o i bulbi da fiori piantati a inizio primavera, e via via le lunghe aiuole si riempiranno di verdure e fioriture secondo l’avanzare della stagione, per un’esplosione di colori e profumi da giugno e per tutta l’estate, fino a settembre e ottobre, quando le ultime verdure di stagione lasceranno il passo ai cavoli che annunciano l’inverno.

GIOVANI GIARDINIERI, OPPORTUNITÀ IN PIEMONTE Dieci tirocini aziendali per giovani aspiranti giardinieri d’arte saranno attivati dalla Fondazione CRT a Torino e provincia. Lo ha annunciato il Vice Segretario Generale della Fondazione CRT, Annapaola Venezia, intervenendo alla Reggia di Venaria alla presentazione del corso di formazione professionale per giardinieri d’arte esperti nella cura del verde dei parchi storici. Con il progetto “Iniziativa Lavoro” della Fondazione CRT, nato per agevolare il contatto tra imprese e persone in cerca di un impiego, dieci giovani, selezionati in base a un esame di qualifica, avranno l’opportunità di partecipare post corso a tirocini full time di sei mesi in sette aziende del settore florovivaistico nel Torinese: Turin Garden, Coop Agriforest, Tecnoverde (tutte e tre a Torino), Vivai Castagno a San Maurizio Canavese, Gardenland a Pino Torinese, Fratelli Airaudi a Robassomero, Consorzio di valorizzazione culturale “La Venaria Reale” a Venaria. «Con l’attivazione dei tirocini – ha spiegato il Vice Segretario Generale della Fondazione CRT, Annapaola Venezia – vogliamo valorizzare le professionalità dei giovani giardinieri, con l’obiettivo di favorirne l’inserimento o il re-inserimento lavorativo». La Fondazione CRT ha anche stipulato a novembre il Protocollo di intesa con enti e istituzioni – tra cui Regione Piemonte, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, Consorzio La Venaria Reale, Associazione Giardini Parchi d’Italia – per la realizzazione del corso di formazione per giardiniere d’arte alla Venaria.


BREVETTI, FACCIAMO CHIAREZZA

Moda e storia si incontrano a Como

Alcune delle piante che acquistiamo sono protette da brevetto. Questo significa che quando le acquistiamo, paghiamo non solo il produttore e il rivenditore, ma anche chi ha “inventato” quella pianta. La privativa per ritrovati vegetali (in inglese PVR, Plant Variety Rights) è una forma di “diritti di proprietà intellettuale” che contribuisce a garantire un ritorno sugli investimenti dei costitutori di nuove varietà,proteggendole e rendendole disponibili per nuove attività di ricerca. Il costitutore è anche quello che assegna alla varietà una “denominazione” che diventa il nome generico e deve essere utilizzata da chiunque commercializzi tale varietà. Questo sistema è anche la garanzia sulla qualità della pianta che acquistiamo, perché per ottenere il brevetto una varietà deve essere nuova, distinta, uniforme e stabile. Per sapere se una varietà è brevettata si può accedere al sito del CPVO (Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali), dove tutti i prodotti vegetali protetti sono registrati ed elencati.

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al 18 giugno al 18 settembre 2016 Villa Sucota e Villa Bernasconi a Cernobbio ospitano la mostra “Cachemire, il segno in movimento”, organizzata dalla Fondazione Antonio Ratti in collaborazione con il Comune di Cernobbio e curata da Margherita Rosina e Francina Chiara. L’esposizione consiste in un percorso alla scoperta dell’evoluzione del motivo “cachemire” attraverso circa 150 pezzi esposti - tra tessuti, scialli, abiti, accessori e cravatteria. Tra i pezzi storici una vestaglia proveniente dal Vittoriale appartenuta a Gabriele D’Annunzio; tra i pezzi contemporanei un abito di Valentino Boutique indossato da Patty Pravo per un servizio su Vogue. Saranno in mostra anche preziosi scialli indiani ed europei della collezione privata di Antonio Ratti. A Villa Bernasconi fermatevi anche per un caffè da Anagramma,, gestito da professionisti di Cometa, in cui lavorano i ragazzi disabili della cooperativa sociale Il Sorriso di Cernobbio.

Fitofarmaci, gli hobbisti non sono delinquenti

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li hobbisti in Italia sono 7 milioni e 200 mila: tantissimi. Sono degli appassionati, e quindi non vogliono rinunciare alla loro passione, il giardinaggio: una attività preziosa, perché contribuisce a tener vivo, pulito, produttivo e ordinato il territorio. Eppure alcune strutture territoriali regionali li trattano come potenziali avvelenatori di falde acquifere senza coscienza né competenza. Dall’entrata in vigore del PAN, il Piano d’Azione Nazionale derivante da una direttiva europea, agli hobbisti residenti in alcune regioni è negato infatti l’acquisto dei pochi ma essenziali prodotti necessari per difendere il prato o il filare di vite, perché non dotati della formazione necessaria per usarli. Il solfato di rame e lo zolfo, fino a pochi mesi fa in libera vendita perché ritenuti non inquinanti e addirittura idonei all’agricoltura biologica, sono divenuti invendibili senza un patentino che ne autorizzi l’acquisto. Ma accedere ai corsi è difficile, perché il PAN demanda la formazione alle singole Regioni che, a loro volta, la affidano a organizzazioni territoriali competenti, ad esempio, l’Ispettorato Agrario, la Forestale, le Ulss, l’Avepa; organizzazioni composte da tecnici che si sono dimostrati incapaci di interpretare il senso della legge e che per questo escludono dalla possibilità della formazione i non-professionisti. In realtà, la legge prevede una formazione obbligatoria per i “professionisti”, ma la apre a tutti gli utilizzatori: per legge, per ottenere un patentino con cui acquistare i fitosanitari è sufficiente la maggiore età e la frequentazione di un corso specifico. Esattamente come avviene per conseguire una patente nautica, automobilistica, di caccia e pesca. Compag,

l’associazione nazionale che rappresenta i commercianti di prodotti per l’agricoltura, da mesi cerca di sensibilizzare il Governo sui gravi problemi di inadempienza e di errata interpretazione della legge operata dalle strutture territoriali e sui concreti rischi del comparto agricolo nazionale, che rischia la paralisi. Infatti ad oggi solo 300mila aziende agricole su un totale di un milione e mezzo ha potuto ottenere il patentino. Sperando che al più presto si arrivi alla soluzione per i professionisti e per gli hobbisti, il nostro consiglio per gli appassionati è di rivolgersi agli specialisti del proprio garden di fiducia, che sapranno fornire indicazioni sui corsi disponibili e informazioni sui prodotti leciti.

Fabio Manara, presidente Compag.

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LA VISITA

Como, fra arte e natura Si apre la stagione estiva di Villa Sucota e Villa Bernasconi. Due le opportunità: la mostra “Cachemire, il segno in movimento” e, per la prima volta, le aperture al pubblico dei parchi di BIANCA BELFIORE Ratti, che insieme a Emilio Trabella ne aveva delineato il profilo: elegante e ricercato, pur nella difficoltà dello spazio, in quanto si tratta di un terreno scosceso in cui il sentiero si arrampica dal livello del lago fino alla cima della collina retrostante la villa. Ora, seguendo il sentiero in altura, da Villa Sucota è possibile entrare nel parco di Villa del Grumello, e proseguire fino a ridiscendere a livello del lago a Villa Olmo.

DIALOGO CONTINUO Il percorso naturalistico permette di fruire delle tre ville senza soluzione di continuità e mette in rete, di conseguenza, anche le diverse attività che ciascuna propone nel corso dell’anno. Per quanto riguarda il periodo estivo, a Villa Olmo dal 16 al 25 giugno si svolge il festival letterario Parolario. Nel parco di Villa del Grumello, domenica 26 giugno si inaugura il percorso dedicato alle ortensie da collezione fornite dai vivai Anna Peyron e Borgioli-Taddei per la scorsa edizione di Orticolario, che si tiene ogni autunno nella vicina Villa Erba, e che qui hanno trovato una adeguata collocazione. Per quanto riguarda Villa Sucota, che ospita la Fondazione Antonio Ratti, la no-

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i è svolta poche settimane fa l’apertura al pubblico di Villa Sucota a Cernobbio, sul lago di Como, che insieme a Villa Olmo e Villa del Grumello dà luogo al “Chilometro della Conoscenza”. Una bella esperienza di collaborazione fra diverse Fondazioni e l’Amministrazione pubblica per rendere fruibile questo bene naturale e architettonico. Villa Sucota ha avuto come ultimo proprietario il signor

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La limonaia di Villa Sucota. Il sentiero che conduce alle serre si apre con un esemplare di Sophora Japonica Pendula centenaria ed è bordato di rosmarini.


STORIA DI UNA PIANTA PATRIOTTICA Villa Sucota ospita un esemplare centenario di corbezzolo. Durante il Risorgimento questo arbusto, noto per il pregiatissimo miele e per le bacche gustose, veniva piantato in bella vista negli ingressi delle ville dei nobili che sostenevano l’unità d’Italia, perché la compresenza sugli stessi rami di foglie verdi, fiori bianchi e bacche rosse richiamava chiaramente i colori della nostra bandiera.

Villa del Grumello e, alle spalle, il parco, collegato senza soluzione di continuità a quello di Villa Sucota e di Villa Olmo.

Uno scorcio di Villa del Grumello con tre altissimi pini marittimi e un maestoso cedro del Libano, esemplari secolari e in perfetto stato.

vità è l’apertura del parco in sé. Il percorso sta piacendo molto sia agli abitanti della zona, sia ai turisti, e si sta facendo strada l’idea di prolungare la possibilità della passeggiata fino a Villa Erba.

FUSIONE CON IL DESIGN CONTEMPORANEO Il parco di Villa Sucota è aperto al pubblico ogni domenica fino al 2 novembre, e per tutto il mese di agosto dalle ore 10 alle ore 18. Nel Parco, che con Villa Olmo e Villa del Grumello costituisce il Chilometro della Conoscenza (KM_C), i visitatori possono percorrere i sentieri che offrono incantevoli scorci sul paesaggio: luoghi del parco particolarmente suggestivi come il belvedere, la

Una delle installazioni di arte contemporanea presenti nel parco di Villa Sucota, realizzata con cordoli in pietra di vecchi marciapiedi.

piccola cappella ancora consacrata adiacente alla villa, il padiglione della musica, la limonaia e la serra per la coltivazione sono ora accessibili al pubblico, che può godere della splendida vista panoramica da diverse prospettive, in un continuo gioco di scorci che rende la passeggiata ancora più gradevole. Nel parco i visitatori incontreranno anche le opere d’arte contemporanea create appositamente da artisti che hanno collaborato negli anni con la Fondazione Antonio Ratti e contribuiscono così ad accrescerne il pregio.

KM_C CHILOMETRO DELLA CONOSCENZA Tragitto pedonale che unisce Villa Olmo, Villa del Grumello e Villa Sucota attraverso i sentieri dei parchi. I parchi sono punteggiati da serre, cappelle, limonaie, opere d’arte e rarità botaniche. Percorso naturalistico che unisce 17 ettari di parchi secolari di rara bellezza e pregio paesaggistico. È anche un unicum culturale, storico-artistico. Basato sulla condivisione di iniziative culturali, imprenditoriali, di alta formazione e di ricerca scientifica.

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CAROSELLO STYLE

E-state all’aria aperta Le nostre scelte fra le ultime novità del mercato, per una estate all’insegna del piacere di stare fuori. Da mattina a notte inoltrata! di FILIPPO TERRAGNI

ALLEGRIA IN BALCONE Novità 2016 di Erba è E-SMART, della linea Natura. Un vaso da appendere, con una linea giovane, sottovaso e distanziale regolabile. Il diametro misura 20 cm. Disponibile in diversi colori.

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CAROSELLO STYLE

SUPER RESISTENTE Moon Soon è una lampada antivento per uso esterno. Impermeabile, resistente al sole e alle intemperie, è alimentata da una batteria ricaricabile che garantisce 10 ore di luce intensa. Grazie al suo peso e alla forma, è stabile anche in caso di vento forte: indicata per terrazze, giardini, barche e in campeggio. E la realizzazione è artigianale. www.trade-winds.be

PRATICO E MULTIUSO È il nuovo sgabello Girotondo, new entry di casa Bama: disponibile in diversi colori, ha seduta ruotante con decoro paglia. Può essere usato all’interno come all’esterno, e può essere portato ovunque perché occupa poco spazio in macchina. Realizzato con materie di prima scelta, 100% riciclabili, nel rispetto dell’ambiente e delle persone, è addizionato di anti UV per resistere ai raggi del sole.

DECORO MODERNO Mosaïc di Nortene è un prodotto di design versatile e pratico, dallo stile contemporaneo. Usato in verticale è un elemento di decorazione o arredo, o anche di separazione. L’utilizzo in orizzontale può trasformare i pannelli in una recinzione dal forte impatto estetico, mentre installato a parete diventa un elegante supporto per le piante rampicanti. È disponibile nei colori antracite, bianco e ossido. E sul sito ci sono consigli d’uso e le istruzioni per montarlo. www.nortene.it

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BLU, ELEGANZA SENZA TEMPO La ceramica tradizionale si scopre ultra-moderna grazie al design della collezione Casale Blu di Villeroy&Boch, caratterizzata da un decoro reinventato in chiave contemporanea. Casale Blu è ispirata alla tradizione artigianale secolare e medievale della decorazione a mano delle ceramiche. Blu, bianco e verde tenue, attentamente accostati, regalano un tocco di sapore mediterraneo.

PRATO E ORTO IN ORDINE Per non ricorrere troppo a diserbanti e pesticidi, bisogna strappare le infestanti. La soluzione più comoda sono gli estirpatori. Fra le novità 2016 troviamo Fiskars Light, il più leggero e compatto di tutti gli estirpatori Fiskars, tanto facile da usare quanto bello da vedere.

AGILITÀ E CONTROLLO Il nuovo MiniMission di Neumann Italia è robot rasaerba progettato per superfici fino a 800 metri quadrati, è un concentrato di tecnologia al servizio del giardino: il nuovo sistema di navigazione gli permette di muoversi in totale autonomia anche in ambiti ristretti, o ingombrati da vasi, aiuole, piante.

IL REGALO IDEALE Da una idea di Ard van Klaveren dell’azienda olandese Vanklaveren Plant, l’idea di una Hydrangea a fiore singolo, preziosa come una bottiglia di vino, rara come una collana di diamanti. Un segno elegante, per una donna a cui vogliamo dire quanto è speciale.

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PASSIONE VERDE

COME LA POTO? La salvia è una pianta rustica e piuttosto vigorosa, quindi la potatura è sempre consigliata. Va effettuata a inizio primavera o alla fine dell’inverno. Accorciate i rami in modo leggero, restituendo una forma armoniosa al cespuglio ed eliminando le parti secche, i rami spogli e danneggiati. La potaura darà alla cacciata successiva un nuovo vigore.

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Si Salvia chi può! Tante varietà e diversi tempi di fioriture, la risposta giusta alle esigenze di ogni giardino. Anche perché sono ultra resistenti. C’è solo l’imbarazzo della scelta

P

di ALESSANDRO CORAGGIO

artiamo dal principio. La salvia che conosciamo tutti, e che è presente nella maggior parte dei nostri giardini, è l’officinalis, le cui foglie sono molto profumate e sono, naturalmente, edibili. Ma le varietà di salvia sono molte, molte di più. Alcune sono profumate, altre meno, la gamma di colori è ampia e soprattutto: regalano colore al giardino da

aprile fino a dicembre, con fioriture lunghe e scalari. Molte varietà sono rustiche e ben si adattano ai climi della nostra penisola: queste possono essere trattate da perenni, perché si disseminano in autonomia. Altre invece soffrono il freddo, quindi meglio trattarle come stagionali o tenerle in vaso, per poterle ritirare ai primi geli. Nel vasto universo delle salvie possiamo trovare delle selezioni o dei raggruppamenti nuovi come le Gogo di Proven Winners ed altre che sono sul commercio da


MESSA A DIMORA Il terreno ideale per la salvia è ben drenato, poroso e permeabile. Soffre il ristagno idrico e l’acidità eccessiva. Quindi, per il vaso scegliete un terriccio neutro, da orto, anche già concimato. Se invece volete metterla in giardino, fate una buca grande una volta e mezza le dimensioni del pane di terra della salvia. Coprite il fondo con uno strato di terriccio concimato e poroso. Mettete l’apparato radicale della salvia nella buca, facendo attenzione al colletto, che deve essere allo stesso livello della superficie del giardino, o leggermente più in alto. A questo punto riempite gli spazi vuoti con il terriccio, premete intorno alla pianta per compattare, e innaffiate.

sempre, come le bellissime salvie colorate della serie Wish o più semplicemente la Salvia Caradonna o la Salvia microphylla Hot Lips.

CARADONNA, LA REGINA La vincitrice in assoluto è lei, la Salvia nemorosa Caradonna: una bella perenne dal fiore viola e dalle foglie verde scuro. È una pianta così saggia che se piantata in giardino, o nella più triste rotonda, continuerà a fiorire per tutta l’estate. Un altro gruppo che raggiunge la vetta della mia personale classifica sono le farinacea, che con il loro naturale portamento compatto ed adatto anche ai vasi più piccoli, esprimono al meglio il loro carattere. La Arctic Blue, e la Bicolor Blue, sono le più insolite. E poi non posso non inserire nella top three la salvia coccinea Forest Fire: un rosso fiammante, davvero splendido.

FORTI E ADATTABILI La maggior parte delle specie amano il terreno ricco di materia organica, sciolto e ben drenato. Prima di metterle a dimora lavoratelo, aggiungendo concime organico

La salvia African Sky ha fiori bellissimi, color del cielo. Fiorisce per tutta l’estate e l’autunno, se eliminate le spighe appassite. Perfetta per le bordure, ma molto elegante anche in vaso.

maturo e anche terriccio da compost. Il ph non deve essere acido, perché ne potrebbe compromettere la crescita. Per favorire la fioritura scegliete una posizione soleggiata o in semiombra: i fiori hanno bisogno di almeno cinque-sei ore al giorno di luce solare diretta. Per quanto riguarda la coltivazione in vaso, invece, molte specie ben si adattano al contenitore, ma vanno scelti vasi ampi, per consentire il corretto sviluppo della pianta. È una scelta consigliata se le temperature invernali sono molto basse, perché le salvie in questo caso vanno ritirate. Per ottenere un bel cespuglio compatto e fioriture prolungate, potate le spighe appassite. La potatura a fine estate è utile, fa ringiovanire la pianta e permette una nuova fioritura: attenti solo a non toccare i rami già lignificati. Innaffiate ma non troppo frequentemente, le salvie sopportano bene brevi periodi di siccità.

LA CARADONNA, BELLA E SAGGIA La Salvia nemorosa Caradonna è una bella perenne dal fiore viola e dalle foglie verde scuro. È una pianta così saggia che se piantata in giardino, o nella più triste rotonda, continuerà a fiorire per tutta l’estate.

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PASSIONE VERDE

IL NOSTRO CONSIGLIO

Salvia farinacea Sallyfun™ blue

La Salvia coccinea è splendida per le spighe fiorite, un po’ meno per la vegetazione, perché i rami sono radi. Meglio allora coltivare più specie alternando i colori, oppure in compagnia di piante basse e cespugliose (sanvitalia, gaillardia, campanula garganica) che coprano la parte basale.

Salvia coccinea Forest Fire

SALVIA COCCINEA È un piccolo arbusto di 60-90 centimetri, con foglie triangolari verde scuro. Originaria dell’America settentrionale. Sta bene in terreni asciutti, ben drenati, ricchi di materia organica. Dall’inizio dell’estate produce lunghe spighe con fiori di un rosso acceso. Non sopporta il gelo: in inverno muore, ma si auto semina, quindi la ritroverete al suo posto la primavera successiva.

SALVIA FARINACEA Fiorisce dall’inizio dell’estate fino ai primi freddi invernali, con numerose spighe sottili ricche di fiori viola intenso. Esiste anche la varietà bianca o bicolore. Raggiunge i 40-50 centimetri di altezza, preferisce stare al sole e vuole innaffiature regolari ma non abbondanti. Si propaga per seme.

IN BREVE • Le salvie hanno diversi periodi di fioritura, dipende dalle specie e dalle numerose varietà in commercio • Esistono diverse varietà di salvia ornamentale, alcune da seme, altre da talea • Alcune sono trattate come delle perenni, e altre come stagionali • Ci sono piante più classiche, come la serie Wish, e alcune novità come le Gogo di PW • Rispondono a diverse esigenze • Garantiscono una fioritura continua da maggio fino all’inizio di dicembre

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Salvia microphylla Hot Lips

SALVIA MICROPHYLLA Messicana d’origine, raggiunge anche un metro e mezzo di altezza con la sua fioritura! Ha un fogliame denso e compatto, di colore verde-blu, leggermente ceroso e profumato. I fiori sono rossi o rosa, di colore molto intenso. Ama i terreni siccitosi, ma durante la fioritura è consigliabile innaffiare con regolarità.

La salvia Amistad è una delle varietà con le fioriture più prolungate, va da maggio a novembre. I fiori sono grandi e hanno un colore molto deciso, con una coppa quasi nera.


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PASSIONE VERDE

Mai stanchi di zucchine Diverse varietà la rendono adatta a ogni fascia climatica italiana, e con pochi accorgimenti il raccolto dà grandi soddisfazioni. A cominciare dai fiori di FILIPPO TOMMASEO

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olete darvi un tono? Chiamatela Cucurbita: questo è il nome botanico della zucchina, che fa parte della famiglia delle cucurbitacee. Un nome simpatico che sembra quasi esotico. E di motivi per ritenere simpatica la zucchina ce ne sono parecchi: infatti è estremamente semplice da allevare e i nuovi ibridi garantiscono una abbondante produzione per un periodo prolungato. Si tratta di un ortaggio che può essere impiegato in moltissime preparazioni: possiamo decidere di valorizzare sia il bel fiore della Cucurbita, sia il frutto, cotto o crudo, adoperandoli in mille modi diversi. Se aggiungiamo che si può facilmente conservare per i mesi invernali… bisogna concludere che è assolutamente il “mai più senza” di chi fa l’orto.

SI SEMINA DA MARZO Concluso il periodo delle gelate, è possibile iniziare a seminare, e si può proseguire fino a maggio. La semina avviene ponendo due o tre semi per buca. Per le varietà invernali preparate buche con una diametro di 50 centimetri, per le varietà estive bastano 30 centimetri.

LO SAI? La famiglia della zucchina, le Cucurbitaceae, comprende anche melone, cetriolo, zucche e angurie. La cucurbita è originaria dell’America centrale e giunse in Europa all’inizio del XIV secolo. Le varietà che conosciamo sono però frutto della selezione fatta direttamente nel nostro paese e si sposano alla perfezione con la nostra tradizione culinaria.

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OCCHIO ALLE LUMACHE! Le lumache sono molto pericolose soprattutto all’inizio perché mangiando le foglie apicali compromettono la crescita dei fiori e poi dei frutti: predisponete delle trappole o dei prodotti repellenti.

Anche per il sesto d’impianto, le dimensioni variano a seconda della stagionalità: 1,50 x 1,50 metri per la varietà invernale, mentre per quella estiva sarà sufficiente la distanza di 1 x 1 metri. Riempite le buche di letame ben stagionato, e coprite i semi con quindici-venti centimetri di terriccio. Il terreno va lavorato, perchè sia soffice e fresco, ma deve avere anche un’ottima capacità di drenaggio.

UNA GRAN MANGIONA La zucchina è estremamente avida di nutrienti, la cosa migliore è preparare il terreno già in autunno inglobando, anche molto in profondità, il letame maturo; all’arrivo della primavera, i componenti saranno già completamente mineralizzati e disponibili per le radici. Al momento della messa a dimora potremo distribuirne anche qualche manciata all’interno delle buche. Un ulteriore aiuto può venire da un fertilizzante a lenta


individui giovani. La massima produttività si raggiunge nel periodo in cui le temperature diurne restano tra i 24° e i 30°C.

TRE ANNI DI PAUSA La cosa migliore per organizzare il proprio orto con la coltivazione delle zucchine è progettare una rotazione triennale. Vista la sua voracità infatti questa è una pianta da rinnovo, che deve essere impiantata per prima in un terreno, e il terreno poi deve riposare per un tempo adeguato. Buone consociazioni sono quelle con i fagioli, la lattuga e le cipolle. Va invece evitata la vicinanza di patate, ravanelli e cetrioli. La pacciamatura, fatta con film plastico nero o paglia, è una buona idea sempre per le colture in pieno campo: combatte le piante infestanti, mantiene l’umidità del terreno e impedisce ai frutti di stare a contatto con la terra.

IL CONSIGLIO PRATICO Nelle vostre visite quotidiane all’orto, ricordate di liberare le piante dalle infestanti e eseguire frequenti zappettature, per favorire la penetrazione dell’acqua e l’arieggiamento del terreno. Può essere utile anche cimare i tralci laterali quando hanno raggiunto circa 50 cm di lunghezza: otterremo un esemplare più compatto e dalla produzione più regolare e continua.

cessione, con un alto tenore in potassio e una buona dotazione di azoto. Naturalmente in commercio sono molti i prodotti adeguati, l’importante è non dimenticare di concimare abbondantemente.

AMA IL CALDO La cucurbita viene dall’America Centrale, quindi ha bisogno di un clima temperato caldo e di un terreno esposto al sole, poco ventoso. Nel nostro paese si è perfettamente ambientata e si sviluppa in maniera ottimale a partire dal mese di aprile al Sud, da maggio al Nord e in generale se è posta in pieno campo. A seconda dalla collocazione geografica può essere mantenuta con successo anche fino a ottobre-novembre. Tenete conto però che il suo accrescimento si blocca quando le minime toccano i 12°C. Impianti troppo precoci possono essere fatali, perché verso gli 8°C la pianta comincia a subire danni irreversibili, specialmente se si tratta di

Le zucchine hanno bisogno di molto spazio per crescere in modo adeguato. Predisponete buche grandi dai 30 ai 50 centimentri, a seconda della varietà.

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PASSIONE VERDE

QUALI SCELGO? Le varietà attualmente in commercio si differenziano per la forma, cilindrica, piriforme, tonda, costoluta, e per il colore: verde chiaro “romanesco”, verde scuro, giallo, striato. Gli zucchini chiari sono generalmente più compatti, quelli più scuri più acquosi, ma più resistenti al freddo.

Molte le varietà possibili. Le zucchine più scure sono più acquose e più resistenti al freddo.

FIORI, MASCHI O FEMMINE? I fiori arancioni della zucchina si dividono nei due sessi: quelli femminili sono sulla sommità del frutto, i maschili, più grandi, si trovano su steli singoli che si partono da quello principale. Il “fiore di zucca” che troviamo in commercio è in realtà il fiore maschile sterile dello zucchino. Di grandi dimensioni, è ottimo da friggere in pastella, anche farcito… ma è bello anche nei mazzi di fiori.

EVITARE GLI SHOCK TERMICI

DUE MESI DI FRUTTI La raccolta è scalare e si protrae per almeno due mesi. Le zucchine che portano all’apice un fiore che sta per aprirsi sono pronte per il consumo e vanno tagliate alla base con un coltellino affilato. È consigliabile, a inizio produzione,

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© foto servizio di fotolia.it

Una delle operazioni più delicate nel nostro orto è sempre l’irrigazione. Per quanto riguarda questo ortaggio, l’ideale è farla a giorni alterni, durante la primavera e l’autunno, e ogni giorno nei mesi estivi, possibilmente la mattina presto o la sera, evitando invece le ore più calde, perché la combinazione con la diversa temperatura dell’acqua potrebbe causare uno shock termico alle radici. Uno dei sintomi più evidenti di carenza idrica è l’eccessiva produzione di fiori maschili. Invece uno dei segni dell’eccessiva irrigazione è la comparsa di malattie fungine. Per evitarle può essere una buona idea predisporre, prima della messa a dimora, un impianto di irrigazione a goccia, che peraltro aiuta anche a evitare l’eccessiva evaporazione con conseguente spreco di risorse.

Il fiore di zucca che troviamo in commercio è in realtà il fiore maschile della zucchina.

rimuovere frutti anche più piccoli, per stimolare la pianta. Evitiamo sempre di arrivare alla formazione dei semi perché ciò comprometterebbe il vigore generale. Da giugno a settembre è bene controllare giornalmente il nostro appezzamento e rimuovere immediatamente i frutti pronti. Ricordiamoci che più si raccoglie più si produce. Mediamente una singola pianta può arrivare a fornirci più di 7 kg di zucchine. I frutti si conservano per circa una settimana nello scomparto verdura del frigorifero. Possiamo anche conservarli per l’inverno semplicemente sbollentandoli e poi surgelandoli in sacchetti. Un’alternativa è la conservazione sott’aceto.


PASSIONE VERDE

In Nome della Rosa Uno dei fiori più amati, sinonimo di bellezza e romanticismo. Per vedere alcune delle fioriture più affascinanti in Italia, Grandi Giardini Italiani propone un itinerario ad hoc fra i parchi aderenti al network di COSTANZA DI MATTEO

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e non ci fosse Grandi Giardini Italiani, bisognerebbe inventarlo. Fortunatamente ci ha già pensato Judith Wade, scozzese per nascita, italiana di adozione, che negli anni ha costruito una delle reti più interessanti e complete per girare il nostro bel paese facendo horticultural tourism. Il turismo “verde”, insomma, che porta a visitare parchi e giardini. Fra gli appuntamenti immancabili di maggio e giugno per

Villa Montericco Pasolini Dall’Onda (ph. Ferruccio Carassale Archivio Grandi Giardini Italiani)

Roseto Vacunae Rosae (Ph. Cristina Archinto Archivio Grandi Giardini Italiani)

PASSIONE CENTENARIA Grandi Giardini italiani ringrazia per il sostegno all’iniziativa ‘’In Nome della Rosa’’ Rose Barni. Un’attività che vanta ormai una età centenaria, con una costante attenzione verso la resistenza e l’originalità, con la ricerca e la selezione di nuove varietà.

gli appassionati di piante c’è, naturalmente, la fioritura delle rose. Ecco allora la lista di giardini selezionati dal circuito GGI per conoscere o riscoprire importanti collezioni di rose antiche.

UNA GUIDA SPECIALE TRA I COLORI E I PROFUMI L’itinerario dedicato alle rose nei Grandi Giardini Italiani coinvolge tutta l’Italia: va dal Trentino, con i fascinosi


PASSIONE VERDE

Roseto Vacunae Rosae (Archivio Grandi Giardini Italiani)

Castello di San Pelagio (Archivio Grandi Giardini Italiani)

Giardini botanici di Castel Trauttmansdorff, al Veneto con il Viale delle Rose del Parco Giardino Sigurtà (VR); dall’esplosione di colori del Lazio con Palazzo Patrizi sul lago di Bracciano, il Roseto Vacunae Rosae e i moderni Giardini della Landriana nei pressi di Roma fino a Le stanze in fiore di Canalicchio in Sicilia. I Grandi Giardini Italiani aderenti all’iniziativa “In Nome della Rosa” ospitano varietà di rose coltivate fin dalla metà del Settecento (alba, gallica, damascena, centifoglia e moscata) nonché i gruppi formatisi nell’Ottocento (borboniane, di Portland, noisette, muscose, ibridi perpetui, cinesi, le prime tea) e gli ibridi di primo Novecento (tea, floribunde, pernetiane). In pratica, percorrendo le tappe di In Nome della Rosa,

ROSE ... SCOPPIETTANTI Da piccole gemme gialle esplodono i fiori bianchi, con riflessi dorati, esaltati dal fogliame verde scuro. Popcorn DRIFT® Novarospop è una nuova nata di casa Meilland: molto resistente alle malattie e con una fioritura abbondante e duratura, compatta, si abbina facilmente con le altre rose della famiglia DRIFT®.

Palazzo Patrizi (ph. Cristina Archinto Archivio Grandi Giardini Italiani)

è possibile rivivere in due mesi trecento anni di storia delle rose.

ORIGINI NOBILI E ANTICHE Le prime notizie sulla rosa risalgono a quasi cinquemila anni fa: venivano coltivate dal re babilonese Sargon (ca. 2350-2300 a.C.) e nell’antica Persia. In Egitto, le rose erano oggetto di coltura estensiva per essere esportate a Roma, dove erano impiegate per l’estrazione di olio profumato, la confezione di ghirlande, per creare effetti speciali di petali lanciati a pioggia durante i conviti. Le prime descrizioni scientifiche risalgono a Teofrasto (382-287 a.C.), e successivamente a Plinio il Vecchio (I sec d.C.) che ne scrisse nella Historia naturalis indicando Lazio e Campania quali le aree di coltivazione italiana. Seppure la rosa fosse coltivata principalmente a scopo commerciale, è noto che a Roma, Pompei ed Ercolano, esistevano i rosaria, giardini specializzati di sole rose, che quasi certamente ospitavano ibridi di Rosa alba (nelle forme ‘Maxima’, ‘Plena’, ‘Semiplena’). La Rosa alba è dunque fra le più antiche rose da giardino di cui si abbia conoscenza.

ROSE “IN FORMA” Giorgio Tesi Group è un’azienda toscana che propone le rose dei costitutori e ibridatori di livello internazionale, fra cui Rose Barni. Le rose sono presentate in forme tradizionali: vaso, radice nuda, arbusto, rampicante. Oppure – questa è la bella novità - assemblate in forme e strutture: gazebo, colonna, spalliere, piramidi, ombrelli e campane, che le rendono adatte ad adornare ogni spazio del giardino. www.giorgiotesigroup.it

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Rose da Nord a Sud Grandi Giardini Italiani segnala per maggio e giugno la visita ai giardini che hanno importanti piantagioni di rose, fra i quali: Lombardia:

Isola del Garda (San Felice del Benaco, BS) Parco Botanico della Fondazione Minoprio (Vertemate, CO) Villa Pizzo (Cernobbio, CO) Villa Carlotta (Tremezzo, CO) Parco della Villa Reale di Monza - ReGis (MB) Villa della Porta Bozzolo – FAI (Casalzuigno, VA)

Piemonte:

Parco della Villa Pallavicino (Stresa, VB) Giardini Botanici di Villa Taranto (Pallanza, VB)

Trentino Alto Adige:

Giardini di Castel Trauttmansdorff (Merano, BZ)

Veneto:

Parco del Castello di Roncade (Roncade, TV) Castello di San Pelagio (Due Carrare, PD) Parco Giardino Sigurtà (Valeggio sul Mincio, VR) Villa Arvedi (Grezzana, VR) Villa Pisani Bolognesi Scalabrin (Vescovana, PD) Villa Trissino Marzotto (Trissino, VI)

Emilia Romagna:

Palazzo Fantini (Tredozio, FC) Castello di Grazzano Visconti (Grazzano Visconti, PC) Villa La Babina (Sasso Morelli, BO) Villa Montericco Pasolini dall’Onda (Imola, BO)

Liguria:

Giardini Botanici Hanbury (Mortola Ventimiglia, IM) Villa Durazzo (S. Margherita Ligure, GE)

Marche:

Parco Storico Seghetti Panichi (Castel di Lama, AP)

Toscana:

Giardino di Boboli (Firenze) Villa Poggio Torselli (San Casciano Val di Pesa, FI) Villa Peyron al Bosco di Fontelucente (Fiesole, FI)

Campania:

Reggia di Caserta (Caserta) – Giadino all’Inglese

Lazio:

Giardini Botanici di Stigliano (Canale monterano, Roma) Giardini della Landriana (Ardea, Roma) Palazzo Patrizi (Bracciano, Roma) Parco Botanico di San Liberato (Bracciano, Roma) Roseto Vacunae Rosae (Roccantica, RI) Villa d’Este a Tivoli (Tivoli, Roma)

Sicilia:

Il Giardino del Biviere (Lentini, SR) Le Stanze in Fiore di Canalicchio (Catania)

UNA ROSA PER MEDICINA Chiamata rosa di Provenza o anche rosa dei farmacisti, la Rosa gallica ‘officinalis’ fu ufficialmente introdotta in Francia dal Medio Oriente al tempo delle Crociate (sec. XIII), dove divenne un’importante pianta medicinale. Da lì si diffuse negli altri paesi del vecchio e nuovo mondo. Coltivata nei monasteri per molti secoli, la Rosa gallica ha fornito il colore rosa intenso-cremisi a tutti gli ibridi da essa derivati. Di piccola taglia e molto rustica, è ancor oggi pianta di grande interesse orticolo-ornamentale.

Rosa gallica ‘officinalis’, chiamata anche rosa di Provenza o rosa dei farmacisti.


PASSIONE VERDE

I fiori sono ROCK Una fiorista con la passione per i tatuaggi, il vintage e la musica rockabilly? C’è. E con colori e contrasti, riesce a far emergere il suo carattere nelle sue composizioni colloquio con CHIARA SAPIENTE di MARTA MEGGIOLARO foto di DD - DOMENICADESIGN MILANO

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n quel di Pavia, anzi, più precisamente a San Martino Siccomario, si trova un laboratorio. Non è sempre aperto. Ma se sbirciate dalla vetrina, la tentazione di poter entrare sarà forte. Piante, fiori, arredamento vintage, opere d’arte, tutto si mischia in un mix di colori e suggestioni irresistibile. È SfumaturediCipria, la “base” di Chiara Sapiente, florist designer, e Giacomo Gennaccari, una passione per il collezionismo. Gli allestimenti di Chiara al Fuorisalone e ad altri eventi hanno fatto parlare, mi hanno

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colpito per quella vena decisa, non convenzionale, che si sprigiona dalle sue composizioni. Allora sono andata a cercarla. Ed ecco cosa mi ha raccontato Chiara, la rocker dei fiori. D: Raccontaci di te, prima di tutto. Come è nata la passione per i fiori? R: «Devo partire da lontano! Ho scoperto il mio amore per le piante già da piccina, affascinata dai colori, dalle forme più strane e soprattutto dalle piante grasse. Per


Un giradischi verde menta accoglie un mazzo di fiori, che sembrano prendere il volo come musica. I loro colori riprendono quelli degli arredi, si diffondono intorno e creano una atmosfera romantica, ma decisa: come Chiara e SFUMATUREDICIPRIA.

Ho lavorato con loro fino all’autunno 2014; è stata un’esperienza incredibile, che mi ha cresciuta umanamente e professionalmente e che mi ha permesso di imparare a fondo questo lavoro, sia nella gestione di un negozio, sia nella creazione di composizioni floreali di ogni tipo». acquistarle andavo a dare una mano il sabato pomeriggio in un piccolo negozietto nel centro di Piacenza, dove ho vissuto fino all’adolescenza. Dopo tredici anni di vita in Romagna, quando nel 2006 mi sono trasferita a Bologna, ho ripreso la mia vecchia passione iniziando a cucinare con i fiori in modo semi professionale, e partecipando ad un corso di formazione della Regione Emilia Romagna come addetta alla composizione e vendita nei garden. Dopo la specializzazione ho fatto un annetto come stagista in un vivaio, nella prima provincia di Bologna, e da dicembre 2009 ho iniziato a lavorare in una nota azienda italiana che si occupa di vendita di fiori recisi, che mi ha portata ad inaugurare per loro un negozio a Ferrara ed uno in centro a Milano, dove ho scelto di rimanere.

I colori complementari danno risalto l’uno all’altro, se ben equilibrati. E il tocco di vintage dei due vasi a coppa rende la composizione ancora più attraente.

D: Come mai la decisione di aprire un negozio per conto tuo? R: «Propriamente ho aperto un laboratorio, che ha tutte le carte per esser considerato un negozio, visto che ha anche la vetrina su strada, ma lo tengo aperto al pubblico solo su appuntamento: sono troppo spesso in giro per l’Italia, per stare fissa in negozio. Ho scelto di lavorare su eventi, piccoli spazi verdi e matrimoni proprio per avere la libertà di muovermi agilmente. Aprire è stata una scelta “logica“ e “logistica“. Dal 2013 vivo a Pavia con il mio ragazzo, con cui condivido moltissime passioni, tra cui quella del vintage, della ricerca e del recupero di oggetti vecchi ed antichi. Da quando viviamo assieme

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PASSIONE VERDE

“Mi piacciono

i contrasti, l’incontro

bilanciato fra due opposti fa risaltare la

bellezza di entrambi”

abbiamo unito le nostre collezioni ed a casa non ci stavamo più! Adesso, con il laboratorio atelier, dove tra l’altro sono esposte anche alcune opere d’arte del mio babbo, l’artista Bruno Sapiente, l’uomo che mi ha lasciato la dipendenza dal colore nel dna, abbiamo la possibilità di mostrare e noleggiare buona parte dei nostri props». D: Quali sono le cose che piacciono di più a chi entra in laboratorio? R: «È il boom del vintage, nei props e nei fiori...ma non solo! Pensa alla musica, al movimento Swing che sta impazzando in tutta Italia! Io sono anche una ballerina: con il mio compagno insegniamo Rockabilly per un’associazione di danza milanese». D: Quali sono secondo te le tendenze del momento nel mondo floreale? R: «In questo momento piace tantissimo il color cipria ed il color amaranto, e sono tornati i fiori di una volta: dhalie, delphinium, digitalis ed astrantia». D: E a te, che fiori piacciono? R: «Tutti i fiori ricercati e non scontati. Non ho un fiore o un colore preferito (seppure il cipria sia un po’ una mania); l’importante è che ogni fiore sia contestualizzato

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Chiara e Giacomo, fotografati da DD-domenicadesign Milano. Eclettici, ricchi di passioni, sono anche istruttori di rockabilly a Milano.

con gusto e armonia all’evento richiesto, sia esso un matrimonio romanticissimo o un allestimento super design per il Salone del Mobile». D: Però il tuo gusto potrebbe essere definito “rock”: come fai a renderlo visibile nella scelta dei fiori per le tue composizioni? R: «Lo stile compositivo che ogni artista ha, secondo me, è ispirato dalle sue passioni. Io sono una rock-romantica, adoro la natura contestualizzata nell’urbano, sono profondamente affascinata dalla street art, e quando vedo un graffito che spunta da una parete ricoperta di vite… beh, qui esce la chiara soft rock. Non è facile spiegarmi, ma la verità è che mi piacciono i contrasti, gli opposti. Non trovi che l’incontro bilanciato tra due mondi diametralmente opposti, esalti all’eccesso la bellezza di entrambi? Ecco, tutte queste mie peculiarità sono espresse nei miei fiori». PER SAPERNE DI PIÙ www.sfumaturedicipria.com


Grafica: Francesco Fedelfio

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IN CUCINA

Ciao ciao fornelli! Un menù fresco, invitante, e senza bisogno di cucinare niente: l’ideale per i giorni più caldi. E perché no, per organizzare un bel picnic all’ombra degli alberi, sull’erba di FELICITA DELL’ORTO

ROTOLI DI CETRIOLI E YOGURT GRECO Ingredienti • 5 cetrioli • 4 vasetti yogurt greco naturale da 250 g • Il succo di un limone • 10 foglie di menta fresca • Sale e pepe Preparazione: Lavare quattro cetrioli e sbucciarli parzialmente con un pelapatate. Tagliarli a metà longitudinalmente ed estrarre i semi. Lasciare a sgocciolare per eliminare l’acqua. Tagliare poi a pezzetti i cetrioli e frullarli con lo yogurt, il succo del limone, le foglioline di menta e il sale e

pepe fino ad ottenere una crema omogenea. Mettere in frigorifero per qualche ora a riposare. Sbucciate leggermente l’ultimo cetriolo e tagliatelo a fette sottili per il verso lungo. Quando la crema sarà pronta, creare i rotoli, ed eventualmente fermarli con uno stuzzicadenti. Guarnire con le foglioline di menta.

Panzanella del nonno Una ricetta tipicamente estiva, che proviene dalla cucina contadina toscana. Bastano un po’ di pane raffermo e degli ortaggi di stagione per avere un primo piatto fresco e gustoso. Ingredienti • 4 fette di pane casalingo (meglio se raffermo) • 2 pomodori maturi • 1 cipolla rossa

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• 1 cetriolo • 2 coste di sedano • qualche foglia di basilico • Olio extravergine di oliva qb • Sale e pepe qb Preparazione Mettere le fette di pane raffermo in una ciotola con dell’acqua e lasciarle ammorbidire per 10 minuti circa, quindi strizzarle bene e sbriciolarle in una

insalatiera. Tagliare a fettine sottili la cipolla, il sedano, il cetriolo ed i pomodori, in pezzi non troppo grandi. Unire le verdure al pane e mescolare bene con le mani per fare insaporire. Aggiungere olio, sale, pepe e basilico e mescolare ancora. La panzanella deve essere tenuta in frigorifero almeno per un’ora prima che possa essere gustata al pieno della sua freschezza.


CARPACCIO DI SALMONE ALL’ARANCIA Ingredienti • Un filetto di salmone fresco di 500-600g • 2 arance non trattate • Qualche fettina di cipolla di Tropea tagliata sottilmente • Olio extra vergine di oliva qb • Un cucchiaio di erba cipollina tritata finemente • Pepe rosa in grani • Sale qb Preparazione: Abbattere il salmone per almeno 24 ore; scongelarlo ed affettarlo sottilmente facendo attenzione che non siano presenti lische. Disporre il carpaccio in una capiente ciotola di vetro. Lavare bene le arance e con un pelapatate, asportare una parte della buccia da una delle arance senza la parte bianca. Tenere da parte la buccia. Spremere le due arance e versare il

succo nella ciotola con il pesce. Aggiungere l’erba cipollina e le fettine di cipolla. Tagliare a listarelle sottili la buccia d’arancia ed aggiungerla agli altri ingredienti. Salare, aggiungere il pepe rosa e infine aggiungere l’olio extravergine mescolando delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti. Lasciar riposare in frigorifero per almeno due ore prima di servirla.

INSALATA DI NOCI E CEDRO Ingredienti • 2 cespi di lattuga • 10 gherigli di noci • 1 cedro maturo

• un gambo di sedano • 3 cucchiai di olio • extra vergine di oliva • sale qb Preparazione Lavare il cedro ed affettarlo finemente;

disporlo in una insalatiera capace e cospargerlo con un po’ d’olio, aggiungere il sedano finemente affettato, e salare. Lavare la lattuga, scolarla e tagliarla a pezzetti; tritare i

gherigli ed aggiungerli nell’insalatiera con la lattuga. Condire con l’olio rimasto e aggiustare di sale. Mescolare delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti.

Cheesecake al doppio biscotto di cioccolato • 50 gr di zucchero a velo • 12 gr di fogli di gelatina Tortiera ad anello di 22/25 cm

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© foto servizio di fotolia.it

Ingredienti • 350 gr di biscotti al cioccolato • 160 gr di burro (si può sostituire con la Nutella o altre creme di cioccolato) • 500 gr di formaggio spalmabile (tipo Philadelphia) • 100 ml di panna da montare non zuccherata

Preparazione Ammollare in acqua fredda i fogli di gelatina. Sbriciolare i biscotti riducendoli quasi in polvere e impastarli con il burro ammorbidito (oppure con la crema di cioccolato) formando un impasto omogeneo. Dividere l’impasto in due parti. Disporre una parte dell’impasto nella tortiera coperta di pellicola trasparente e livellarlo bene in modo che sia uniforme, poi mettere in freezer per circa 20 minuti; estrarlo dal freezer e togliere il disco dalla tortiera, disporlo con molta delicatezza

su un piatto, e mettere in frigo. Ripetere l’operazione con l’altra metà dell’impasto. In una ciotola amalgamare il formaggio spalmabile e lo zucchero. In un’altra ciotola mettere i fogli di gelatina ben strizzati, con un cucchiaio di acqua tiepida, e girare continuamente fino a che non si saranno sciolti completamente. Unire la colla di pesce al resto dell’impasto. Montare la panna a neve e incorporarla all’impasto con una spatola girando dal basso verso l’alto. Versare il composto nella tortiera sopra alla base di biscotti livellando perfettamente la superficie. Mettere subito sopra alla crema il disco di biscotti messo precedentemente in frigo e premere leggermente in modo che aderisca alla crema. Mettere nuovamente in frigo per almeno 2 ore.

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IN CUCINA

Profumo di Chiaretto I vini rosati sono particolarmente apprezzati dal pubblico femminile per la leggerezza e il potere rinfrescante. Il colore particolare e il profumo li rendono perfetti in questa stagione. Specialmente uno di MATTIA CONTI

Il Chiaretto nasce sulle dolci colline che si affacciano sul Lago di Garda.

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l Rosè è sempre un vino che sa esercitare il suo fascino. Ma se ne volete uno speciale, vi consiglio quello della Valtenesi, vendemmia 2015: un vino prodotto sulla sponda bresciana del lago di Garda con le uve del vitigno autoctono Groppello.

IL VINO DI UNA NOTTE Le uve sono coltivate con passione dai viticoltori bresciani sulle dolci e delicate colline moreniche della Valtenesi, con il

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I vigneti della Valtenesi, nel bresciano.

metodo di allevamento classico della zona ovvero il Guyot ad archetto semplice o doppio. Perché dico che è speciale? Il segreto sta tutto nelle poche ore di contatto tra il mosto e le bucce delle uve rosse vendemmiate a settembre: da qui il termine “vino di una notte”. In sostanza, nel corso del rito della svinatura notturna, i cantinieri devono sintetizzare in pochi cruciali istanti tutta la loro esperienza, catturando la freschezza e il temperamento del territorio.

rosato, con riflessi violacei che con l’invecchiamento virano più verso l’aranciato-buccia di cipolla. Degustandolo, al naso emergono le tipiche note floreali e fruttate in particolare di lampone e fragola, caratteristiche che ne fanno un vino molto indicato per un pubblico femminile. In bocca sono le note minerali le prime a farsi sentire, che permettono di esaltare al massimo la fragranza che contraddistingue questo nobile vino esaltandone l’ottima sapidità.

ELEGANTE E FLOREALE

IL NOSTRO CONSIGLIO

Il risultato è un rosé fragrante e fresco di note fruttate in gioventù, ma capace di acquisire armonia, eleganza ed equilibrata complessità in pochi mesi di affinamento. Nel bicchiere si presenta di color

Il Chiaretto è vino molto versatile, abbinabile ad un antipasto di crostacei, ma che non sfigura con dei primi di terra oppure accompagnato a dei salumi durante un aperitivo magari in riva al lago.


GREENKIDS

Indovina chi?

D’estate sono un bel decoro I fiori e i frutti del …

Sembra una stella, ma è un po’ strana È il fiore della ...

Ha le ali, è molto bello È il fiore del …

Buoni con olio, uova e farina Sono i fiori della …

Al centro sembra un pungiglione È il fiore del …

Non è il fiore del fagiolo, ma è quello del …

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GREENKIDS

Sono io!

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Indovina chi? Del mio profumo ognun ciancia Sono il fiore della …

Della sua beltà si fregia Il bianco fior della …

Hanno un’aria dolce e fresca Sono i fiori della …

La rima non mi viene qui Perché è il fiore del …

In autunno viene l’ora Di assaggiare anche la …

Rosa al centro, il bianco lo orla È il fiore della …

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GREENKIDS

Sono io!

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INTERNO

We Are Knitters Lavorare a maglia non è più una cosa da nonnine. Arriva un nuovo approccio a questa attività antica, per darle nuova luce e renderla attraente alle giovani generazioni. Che hanno tanto bisogno di ritrovare la calma

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colloquio con ALBERTO BRAVO e MARÍA JOSÉ MARÍN di MARTA MEGGIOLARO

lzi la mano chi sa fare a maglia! Sono sicura che qualcuno c’è, ma che l’età media non sia bassissima. Per quanto mi riguarda, io avevo imparato da piccola, con mia zia e poi con suor Teresa, in oratorio, che nelle ore più calde teneva noi bambine in una sala fresca e luminosa a imparare il punto croce e a fare la maglia. Echi di tempi lontani che pare non tornino più… Eppure, una sera, ho incontrato nelle mie navigazioni in rete questa azienda: We Are Knitters, abbreviato in WAK. Un sito ricco di immagini bellissime che hanno colorato di desiderio i ricordi dei miei litigi con i ferri. Mi è venuta voglia di riprovare. E devo ammettere che fare la maglia la sera, quando i bambini dormono e il marito riposa accanto a me sul divano, è un piacere: dissolve i pensieri e le preoccupazioni, concentrata come sono sul mio lavoro e sulla sua destinazione. Riga dopo riga, vedo realizzarsi la copertina per la mia nipotina, in arrivo in autunno. E credo che regalare il mio tempo sia, in questi tempi in cui nessuno ha tempo, il modo migliore per dimostrarle il mio affetto. Allora ho contattato We Are Knitters e mi sono fatta raccontare di questa giovane azienda spagnola da Alberto Bravo, attualmente cofondatore e Direttore Creativo, e da María José Marín (detta Pepita), cofondatrice e CEO di We are Knitters.

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D: Come è iniziata questa avventura? R: «Dopo la formazione in campo economico, abbiamo entrambi lavorato come revisori contabili per PwC (un’azienda di revisione e di consulenza legale e contabile). L’ispirazione è arrivata durante un viaggio a New York nel 2010, che ci ha lasciato un ricordo particolare e curioso: l’immagine dei giovani abitanti della Grande Mela lavorare a maglia nei bar, nei parchi e persino in metropolitana. Al nostro ritorno in Spagna, abbiamo deciso di buttarci in questa nuova avventura, lasciando il nostro lavoro come revisori e immergendoci in un mondo fatto di gomitoli di lana, ferri e uncinetti. E così, We are Knitters spegne cinque candeline quest’anno. Dal 2011 ad oggi siamo incredibilmente cresciuti, partendo dal

BORSE PER TUTTI I GUSTI! «Come per tutti i nostri prodotti, i materiali delle borse sono di alta qualità, belli alla vista, resistenti e sostenibili, visto che la fettuccia di cui sono fatti è ottenuta riciclando magliette usate. I modelli, disegnati dal nostro team di designer, sono pensati per varie occasioni e gusti: dalle borse più classiche e colorate, alla tracolla per essere comode e trendy al tempo stesso, allo zainetto per chi ama lo stile urbano, fino alle clutches per uscire alla sera». Wallaby Clutch, un borsa realizzata a mano. Nel kit si trova tutto, anche l’accessorio per realizzare la chiusura.


NELLO STILE DI GREENSTYLE

L’idea è nata a New York, dove i ragazzi lavorano a maglia dappertutto, nei bar e nei parchi.

mercato spagnolo, espandendoci in Francia e Germania e recentemente entrando negli Stati Uniti, dove abbiamo anche installato il nostro secondo magazzino. Next step? Il mercato italiano!». D: Chi ha scelto il nome? R: « Lo abbiamo scelto insieme. Per noi il knitting rappresenta lo sfogo perfetto alla routine quotidiana fatta di stress, computer, cellulare, email, corse per riuscire a fare tutto in tempo. È il momento per rilassarsi e concentrarsi su se stessi, sul miglioramento della propria creatività. Cercavamo un nome che potesse rivendicare un’arte molto antica e un po’ dimenticata nei secoli passati, riportandola alla luce in modo originale e contemporaneo. Volevamo cambiare l’immagine del lavoro a maglia come un passatempo solo per nonnine e creare una comunità fresca, creativa ed eterogenea intorno alla marca… i knitters!». D: Cosa può offrire alle giovani generazioni? R: «Lavorare a maglia è un momento di evasione, per coltivare la propria creatività o anche solo per rilassarsi: le generazioni più giovani sono immerse nel mondo digitale e hanno bisogno di staccare. We are Knitters offre l’opportunità di avere con la rete un equilibrio: la abbandoni per lavorare al tuo progetto a maglia, ma senza rinunciare alla voglia di condividere e tenersi in contatto con il mondo attraverso l’uso delle nuove tecnologie e delle reti sociali. Puoi interagire con tutti gli appassionati appartenenti alla nostra comunità partecipando ai nostri Knitting Party o, soprattutto per i nostri clienti ultratecnologici, attraverso i social network. Tutti possono lasciarsi ispirare dalle immagini che postiamo sulla nostra pagina Facebook o su Instagram, così come possono scattare a loro volta foto con le proprie creazioni e condividerle con la community».

PER SAPERNE DI PIÙ Sono moltissime le riviste, i siti, i canali di youtube per imparare e per trovare i modelli, anche in italiano. Il sito di We Are Knitters include un po’ di tutto questo, in inglese: www. weareknitters.com

Il kit contiene: gomitoli, ferri, un ago, il modello, l’etichetta da applicare a lavoro finito.

«Teniamo molto alla proposta di una vita più “naturale”. Quando arriva il kit che hai ordinato, noterai subito che le buste in cui è spedito sono di carta riciclabile e riutilizzabile. La lana è 100% naturale e i ferri sono esclusivamente di legno. Se hai comprato un gomitolo di fettuccia per fare una borsa, devi sapere che è ottenuto riciclando magliette e camicie usate. Da noi, le parole moda e sostenibilità non devono per forza essere un ossimoro!».

200 grammi invece che 100. Inoltre, il nostro prodotto è di alta qualità: si parla di lana 100% peruviana e di cotone Pima. Basta toccare il filato per accorgersi della sua morbidezza! E poi, che noi non siamo competitors, per intenderci, di H&M. Noi vendiamo un’esperienza. Una esperienza a 360 gradi, che coinvolge l’uso delle proprie mani, lo sviluppo della creatività, la soddisfazione di indossare i propri capi o di regalarli a chi ci sta a cuore, la condivisione di una passione con tanti altri knitter… tutto dipende allora da che valore (anche monetario, se vuoi) si è disposti a dare a questa esperienza». D: Un altro dei pregiudizi è che sia qualcosa di invernale, invece sul sito di WAK sono disponibili dei pattern di abiti freschi e giovani in cotone. Chi li disegna? R: « Nella nostra sede di Madrid abbiamo un team di design. I nostri ragazzi sviluppano tutto internamente: dall’idea creativa, al capo di prova, al pattern da inviare nei kit. Proponiamo modelli per tutte le stagioni: cappelli, sciarpe, colli, cardigan e maglioni di lana per l’inverno, ma anche top di cotone, maglioncini, vestiti e bikini per l’estate. Abbiamo anche borse e decorazioni per tutto l’anno, e ogni nostro progetto è capace di incontrare il gusto dei giovani. E poi, perché non portarsi avanti durante l’estate con i regali di Natale?».

D: Qualcuno potrebbe obiettare che i prezzi sono alti, o che in una qualunque delle grandi catene di vestiario è possibile comprare con una spesa inferiore qualcosa di già fatto. Cosa rispondereste? R: «Che a differenza di ciò che si trova normalmente sul mercato, la maggior parte dei nostri gomitoli sono da

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INTERNO

Fare a maglia fa bene al cuore Quando un hobby è qualcosa di più. Il progetto che porta corredini ai bambini prematuri, nato ad Alessandria otto anni fa, si diffonde in Italia. E abbraccia il mondo

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di MARTA MEGGIOLARO

he bello quando da qualcosa che sembra sbagliato, ci lasciamo interrogare. In queste occasioni nascono le cose migliori. Come è successo otto anni fa a Laura Nani, mentre stava facendo delle scarpine per un’amica che avrebbe partorito a breve. Finito il lavoro, si accorge dell’errore: erano venute troppo piccole! Con queste scarpine in mano, ha pensato: cosa faccio? Ed ecco l’idea: ci sono bambini che potrebbero averne bisogno. In breve tempo, quattro o cinque signore si mettono insieme e portano la passione per la maglia a servizio degli ospedali, delle Terapie Intensive: nasce Cuore di Maglia.

UN MODO PER DIRE: NON SIETE SOLI Non è che in generale manchino i corredini per i prematuri: ormai anche le aziende più note prevedono una linea apposita. Ma questi minuscoli vestitini fatti a mano, hanno la capacità di dare colore e calore. Sono fatti pensando a questi piccoli che appena nati già devono lottare, e ai loro

UN PENSIERO PER TUTTI I progetti seguiti da Cuore di Maglia sono molti di più: è attiva la collaborazione con il CAV (il Centro di Aiuto alla Vita), e c’è anche Destinazione Paradiso, per i bimbi che, ahimè, non ce la fanno. Il progetto Capitani Coraggiosi invece si dedica ai ragazzi ricoverati in Oncologia Pediatrica.

Un corredino pronto per la terapia intensiva: cappellino misura mela, scarpine misura mezzo pavesino, e il sacco nanna con buco in fondo per i tubicini. Per realizzarlo, bastano due gomitoli.

POSSO AIUTARVI? Cuore di Maglia è una Onlus: si possono fare donazioni direttamente sul sito, si può donare il 5 per mille, oppure c’è la donazione “Regala un gomitolo”, che rende concretamente possibile il lavoro delle “Cuoresse”. Con due gomitoli si realizza un intero corredino: sacco nanna, cappellino e scarpine. Oppure, per chi si diletta di lavoro a maglia, sul sito si trovano dei modelli che si possono scaricare facendo una piccola donazione.

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genitori che in quei momenti hanno pensieri che vanno ben al di là della tutina. «La fine della gravidanza si sogna per nove mesi, in cui si prepara tutto nel minimo dettaglio; ma a volte ci si trova catapultati in un mondo sconosciuto, pieno di incertezze e di sofferenza. Il nostro obiettivo è strappare un sorriso anche a queste mamme e a questi papà, dar loro la certezza che ci sono altre persone che pensano al loro bambino», mi racconta Cristina Mirioni, ambasciatrice di Cuore di Maglia a Varese. «Ricordo che in una delle mie prime consegne in ospedale ero rimasta con l’infermiera, che ha avvolto il bimbo nel sacco nanna appena portato: ho visto la mamma distendersi in un sorriso, e il bimbo ha tirato fuori una manina, come per salutarci. Non dimenticherò mai l’emozione di quel momento».

UN CAPPELLINO A MISURA DI ... MELA Cuore di Maglia a Varese collabora con la Terapia Intensiva e il Nido dell’Ospedale del Ponte e con il nido di Cittiglio, ma in tutta Italia sono più di cinquanta gli ospedali che periodicamente ricevono i corredini, con scadenze e quantità precise. «Aderiamo al progetto Care, che è seguito da quasi tutte le Terapie Intensive, ed è incentrato sul prendersi cura, alleviare i disagi del bimbo e dei genitori che purtroppo devono stare in reparto. Le nostre misure base sono: per il cappellino la misura mela, cioè deve andare bene a una mela. Per le scarpine? Il mezzo pavesino. E poi abbiamo il sacco nanna, che è un sacco con un buco in fondo per far passare i tubicini a cui è attaccato il bimbo, e che avvolgendolo completamente, riproduce un po’ la sensazione di contenimento dell’utero materno. Durante una delle nostre riunioni annuali, il Camp, un medico ci ha raccontato che il bimbo avvolto nel sacco nanna si calma, il suo battito cardiaco rallenta e si regola! Sono grandi soddisfazioni». Uno degli ultimi progetti, quest’estate, è stato quello con Emergency. «Ci hanno chiesto 600 copertine per un ospedale pediatrico in Afghanistan. Eravamo spaventate, pensavamo che non ce l’avremmo fatta; e invece le abbiamo consegnate in novembre, per tempo: ed erano 1600! È stato un momento molto forte. Qualche tempo dopo, ci sono arrivate le foto dell’ospedale, con le mamme che piangevano commosse per tutto quel ben di Dio… e via alle lacrime delle Cuoresse (fra di noi ci chiamiamo così), che riconoscevano nelle foto le copertine fatte da loro!». Insomma, Cristina, fare la maglia fa bene al cuore dei bimbi, dei loro genitori… e al vostro? «Tutte, e siamo tante, abbiamo abbracciato questo progetto perché dà tanto innanzi tutto a noi. A ogni consegna, io do, ma ricevo molto di più». VIENI ANCHE TU Partecipa a uno dei Knitcafè di Cuore di maglia! Trovi le info su: www.cuoredimaglia.it


INTERNO

Ulivo, bello da indossare Emblema del Mediterraneo, pianta dai mille usi e simbolo di pace. Ma anche, grazie alla manualità di Daniela, elegantissimo vestito. Ecco come di COSTANZA DI MATTEO

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aniela Marchetti e il marito iniziano nel 2008 con un negozio di fiori a Ferrara, ma presto nasce il desiderio ingrandire l’attività per poter offrire un servizio più completo, senza lasciare il primo amore, cioè i fiori! A un tratto, due anni fa, l’occasione: acquistare un vivaio alla deriva, e raccogliere la sfida di rimetterlo in piedi. Nasce così “Il Borgo in Fiore”, un garden che si trova nel tessuto urbano di della bella città di Ferrara. L’idea di garden in cui si trova di tutto un po’, con un gusto particolare. La coppia punta sul servizio tagliato su misura, che la clientela apprezza.

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INTERNO

La struttura: un miniabito, in modo che fosse possibile infilarlo alla modella, legato dietro al collo all’americana.

Daniela Marchetti e Andrea Gatti.

Al Borgo in Fiore si trovano piante e fiori, consigli per la manutenzione, oltre al servizio di allestimento per matrimoni, eventi, e la progettazione e manutenzione di giardini.

FIORI, IL PRIMO AMORE Daniela è specializzata nella lavorazione del fiore fresco, che è la sua passione. Per metterla a frutto è iscritta a un corso di formazione per wedding designer, che prevede aggiornamenti continui, e diversi master di specializzazione che si fanno con professionisti internazionali. Quest’anno la scuola ha indetto un concorso, il cui tema era la mediterraneità, nelle sue forme e colori. Si doveva realizzare un abito floreale, un accessorio e un mazzo legato. Daniela, insieme a una collega-amica di Rimini, e a una di Ravenna, ha scelto di partecipare montando un abito con le foglie di ulivo, ricreando un vero e proprio tessuto. Serve molto tatto, molta manualità, perché si sgualciscono velocemente, ma c’è una tecnica che lo consente. «Poi abbiamo creato un motivo floreale con i fiori freschi: orchidee Wanda, che adesso sono molto usate anche perché durano tanto; ranuncoli, santini, delfinium, elleboro verde, muscari, asclepias che è arancione, e i myosotis. Li abbiamo tagliati e incollati sul nostro tessuto di ulivo. Come accessorio abbiamo pensato una collana, realizzata con gli stessi materiali. Per il mazzo legato abbiamo usato una struttura a forma di ombrellino, nella fascia esterna erano attaccate le foglie di ulivo, e il resto era fatto con gli stessi fiori del’abito». I giudici hanno valutato le foto, hanno considerato idea, stile compositivo, tecnica e colore: e le tre ragazze hanno vinto!

La parte più dura è stata attaccare tutte le foglioline, circa 5mila; è stata necessaria una settimana di lavoro individuale, ognuna nel proprio negozio. Poi in due giorni le varie parti sono state assemblate. Unico inghippo, ognuna ha potato l’ulivo che aveva, quindi erano varietà diverse: mischiando i lavori l’insieme è stato reso più omogeneo.

Come accessorio è stata realizzata una collana che riprendeva il tema dell’abito: come un prezioso cammeo i fiori freschi, incorniciati dalle foglie di ulivo composte a raggiera.

A “Il borgo in fiore” c’è una squadra di galli da guardia, molto agguerriti! Tanto che, quando il garden è aperto, Daniela li tiene chiusi nel pollaio.

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TUTORIAL

Orto in tavola Una ghirlanda di verdure e fiori, in cui colori e sapori estivi si mescolano con armonia. Ideale per dare rilievo a una cena con gli amici. E quel tocco di rustico che fa sentire a casa di CHIARA SAPIENTE e GIULIA ROSSO foto di GIULIA ROSSO

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In estate capita spesso che il mio orto produca più di quello che io e Giacomo riusciamo a mangiare… Quindi la soluzione è: invitare spesso gli amici, e usare quel che non riesco a cucinare per preparare un bel centrotavola!

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Craspedia, Carthamus, bacche di papavero, Iperico e Ozothamnus sono i fiori che ho scelto. Come verde, mirto e Thlaspi Green Bell.

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Ti occorrono: forbici, pinze, spago e fil di ferro.

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La base sono due rami di fichi acerbi. Sopra ho creato il fondo della composizione con il verde, diviso in due gruppi.


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Ho poi aggiunto le bacche, sempre con attenzione all’equilibrio e alla simmetria. Poi, i fiori. Al centro ho lasciato spazio per le verdure.

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Le verdure con forma allungata, come le carote, le ho legate a mazzetto.

Per finire, l’uva, che è solo appoggiata sul piatto, e rende l’insieme più scenografico.

Le altre le ho fissate con spago armato e ferretti ad uncino.

Ed ecco pronta la ghirlanda! Non è difficile da fare, è fresca, estiva, e rustica quanto basta.

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L’idea in più: ho preso un vasetto di vetro col suo coperchio, l’ho bucato con il trapano, ed è diventato un vaso monofiore! Io ci ho messo un allium.

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ESTERNO

Effetto WOW Piante grandi e con caratteristiche particolari, irresistibili. Rese ancora più preziose da un vaso elegante e da un etichetta che racconta tutto quello che vorresti sapere. Per emozionare di MARIO FERRARINI

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vete presente quei bellissimi quadri della Creazione, in cui si vedono Adamo ed Eva passeggiare nel Giardino, lussureggiante, bellissimo? Ecco, ci piaceva l’idea di come doveva essere il connubio uomo – natura nell’Eden biblico, e abbiamo pensato che ci piacerebbe che la gente tornasse all’amore primordiale per il verde, scevro dall’aspetto puramente commerciale, a un contatto diretto con fiori e piante, come era prima del peccato originale.

INNAMORATEVI DELLA PIANTA

Mario Ferrarini, uno dei titolari di Arena Vivai, appassionato del suo lavoro e delle sue piante.

Così è nata la collezione “Il Giardino dell’Eden”. Una gamma di piante scelte nel massimo splendore, in vaso 24, la dimensione giusta per i garden center, che vendono il verde al top. Il top è, insieme alla qualità, un formato importante, una pianta bellissima. È una presenza ad effetto. E a completare il pacchetto, c’è l’aspetto della personalizzazione, che dà a queste piante una identità precisa, a 360 gradi. Un vaso in colori pastello, con il logo elegante, e una etichetta emozionale. La grafica è vintage, i colori sono in pendant con il vaso, ed è presente più di una foto. La descrizione della pianta, piatta e schematica, stata sostituita da un racconto: noi con queste piante vogliamo toccare le corde del cuore di chi le vede, vogliamo che suscitino delle emozioni. Vogliamo che le persone si innamorino della pianta e poi trovino il posto per lei in giardino. Comunque, non mancano informazioni utili e dettagliate, anzi: l’abbiamo completata con compendio di informazioni sull’irrigazione – tasto delicatissimo - e sul tipo di terreno. Insomma, è un piccolo manuale emozionale per la pianta. Anche riguardo la scelta delle varietà, abbiamo pensato a qualcosa che potesse dare un’emozione in più, per questo le piante sono ricercate, difficili da reperire, qualcosa a cui la gente non è abituata: una caratteristica in più che dà “tono”.

INSOLITA E ROMANTICA Hydrangea aspera “Macrophylla”, ecco una varietà di Ortensia insolita, imponente nella crescita (può raggiungere i 3 metri!), con foglie ovali gigantesche, vellutate. Le infiorescenze sono romantiche, formate da piccoli fiori lilla delicati. Perfetta per le location semi ombreggiate o ombreggiate dove spesso è difficile trovare la pianta giusta da collocare. Molto indicata anche per conferire al giardino uno stile tipicamente “cottage”. Ci piace perchè: sta bene dove altre piante vegetano male (zone d’ombra) e perché è romantica in tutti i suoi aspetti vegetativi.

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ROSA DA SHOCK La Liatris spicata “Kobold” ha una fioritura sorprendente! Le infiorescenze conferiscono un sapore esotico al giardino, sfacciate nel loro rosa violaceo acceso. Un tripudio di petali filiformi che spiccano in cima alla vegetazione come piume e oscillano lievi alla brezza estiva. Adatta a tutti coloro che amano i colori vivi e vibranti anche durante la calura estiva. Ci piace perché: è un tocco frizzante e inaspettato.

FORTE E SOLARE La Rudbeckia fulgida “Goldsturm” ha una fioritura vistosa, con le sue ”margherite” color giallo oro e il centro scuro, che donano tanta allegria alle aiuole che lo ospitano. Ogni fiore è portato da uno stelo lungo, robusto e flessibile. Adattissima quindi ai giardini che ospitano abitualmente i giochi dei bambini. E naturalmente di facile coltivazione! Ci piace perchè: è un cespuglio erbaceo allegro e vispo, caratteristiche che trasferisce al giardino che la ospita.

DISEGNI MISTERIOSI Athyrium niponicum “Red Beauty”: Una felce molto particolare, per i particolari disegni che manifesta il fogliame. Adatta alle zone “meno felici” del giardino, forma un cespuglio non troppo alto e quindi perfetto a vestire la base delle quinte come alberi e grandi arbusti. A dispetto del fogliame delicato, si tratta di una pianta robusta e poco esigente. Ci piace perchè: sta bene dove altre piante vegetano male, nelle zone d’ombra, e perché è molto versatile negli accostamenti.

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ESTERNO

Magico Tiglio Un albero raffinato e femminile, i cui fiori sono un toccasana. Estremamente longevo, un vero patrimonio verde. Per non parlare del miele, delizioso

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arra un mito greco che la ninfa Filira, figlia di Oceano, viveva nell’isola del Ponto Eusino. Un giorno Crono si unì a lei ma, sorpreso dalla moglie Rea, si trasformò in uno stallone allontanandosi al galoppo. Quando Filira ebbe partorito, si accorse che il divino neonato, Chirone, era mezzo uomo e mezzo cavallo: e provò una tale vergogna per aver generato quel mostro, che chiese al padre di essere mutata nell’albero che da allora portò in greco il suo nome. Ma non tutto il male venne per nuocere: Filira si tramutò in un albero, il tiglio, di cui già allora erano note le proprietà curative. Questa pianta, con il suo aspetto e il suo profumo evoca la femminilità: i Greci la consideravano sacra ad Afrodite, e anche nelle saghe nordiche degli antichi popoli germanici ha un ruolo sacro, sopratutto per la sua longevità.

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di BIANCA BELFIORE

FOGLIE COME ALI Il nome attuale deriva dal greco ptilon, che significa “ala”, per la caratteristica brattea fogliacea che facilita la diffusione eolica dei grappoli di frutti. Albero di notevoli dimensioni, molto longevo come abbiamo già detto, ha un apparato radicale espanso, profondo. Il tronco è robusto, alla cui base si sviluppano frequentemente numerosi polloni (che è meglio eliminare) e ha una chioma larga, ramosa e tondeggiante. La corteccia “dapprima liscia” presenta nel tempo screpolature longitudinali. Le foglie sono alterne, asimmetriche, picciolate con base cordata e acute all’apice, dal margine variamente seghettato. I fiori sono ermafroditi, sono riuniti a gruppi in infiorescenze dai lunghi Il nome attuale deriva dal greco ptilon, che significa “ala”, per la caratteristica brattea fogliacea che facilita la diffusione eolica dei grappoli di frutti.

LO SAI? Il legno biancorosato, anche se di breve durata e facilmente attaccato dai tarli, è impiegato per mobili, tasti di pianoforte, matite, fiammiferi, paste da carta, etc. Le fibre della corteccia si possono utilizzare per fabbricare stuoie e cordoni. In particolare è utilizzato per i corpi di chitarre e bassi “solid body” in liuteria elettrica. La varietà utilizzata è normalmente indicata con l’inglese basswood.


CARTA D’IDENTITÀ Tilia L., 1753 (nome comune tiglio) è un genere di piante della famiglia Tiliaceae (Malvaceae secondo la classificazione APG), originario dell’emisfero boreale.

L’infuso di tiglio, ottenuto con fiori e brattee lasciate seccare, ha proprietà lenitive, mucolitiche e ansiolitiche.

sull’apparato intestinale in caso di sindrome dell’intestino irritabile. Per le proprietà lenitive schiarenti, il tiglio viene usato anche nella cosmetica.

DIFFICILE DA CLASSIFICARE Quando parliamo di Tilia platyphyllos, comprendiamo specie arboree che si incrociano facilmente tra loro, dando luogo a numerosi ibridi dalle caratteristiche intermedie; ne deriva che la classificazione delle specie risulta poco agevole, con opinioni contrastanti tra i botanici, e un numero di specie considerate autonome che può variare da 18 a 65 a seconda dell’autore considerato. In ogni caso, le specie spontanee in Italia sono: Tilia cordata, noto col nome di tiglio selvatico, e Tilia platyphyllos, noto col nome di tiglio nostrale o tiglio nostrano. Le specie citate vengono considerate da alcuni autori come sottospecie della linneana Tilia europaea nota come tiglio europeo o tiglio comune; troviamo inoltre la Tilia x vulgaris Hayne, il tiglio intermedio, che è un ibrido tra la Tilia cordata e la Tilia platyphyllos, con caratteristiche intermedie tra le specie originarie, molto diffuso in Italia. Tra le specie ornamentali coltivate in Italia, oltre a Tilia cordata, ricordiamo Tilia americana L. e le numerose varietà, originaria del Nord America e nota come tiglio americano; si presenta come un albero di 23–40 m di altezza, a foglie decidue, ovate-cordate di colore verde scuro e piccoli fiori ermafroditi, primaverili, di colore giallognolo, frutti secchi e duri, pubescenti, contenenti uno o due semi.

peduncoli dette antele. Sono molto profumati, per questo sono cercati dalle api e danno un ottimo miele. La loro fragranza può anche essere gustata in cucina utilizzandoli per aromatizzare dolci o sciroppi. I fiori e poi i frutti sono protetti dalla caratteristica brattea fogliacea ovoidale di colore verde-pallido, che come un’ala agevola il trasporto a distanza dei frutti. I tigli sono piante frugali, poco esigenti come esposizione alla luce e tipo di terreno, anche se preferiscono suoli fertili e freschi. Si moltiplicano per semina, propaggine, talea e in alcuni casi per innesto. Hanno un vigore vegetativo tale da essere scelti per numerosi interventi di albertura.

UN PORTENTO PER LA SALUTE

Il gigantesco e plurisecolare tiglio di Macugnaga, che secondo gli abitanti è stato piantato vicino alla chiesa nel XIII secolo.

Se hai un tiglio, raccogli i fiori con le brattee in giugno-luglio e lasciali seccare all’ombra: l’infuso e le tisane che ne otterrai vantano proprietà anticatarrali, bechiche, sudorifere, emollienti, antispasmodiche, vasodilatatrici e calmanti nei confronti di stati d’ansia.

CURIOSITÀ Il tiglio è una pianta molto longeva, per questo spesso veniva piantato come buon auspicio vicino alle chiese, in alternativa alla quercia. È famoso il tiglio del cimitero di Macugnaga, in provincia di Verbania, con una circonferenza di 833 cm a petto d’uomo, alto dodici metri; i locali sostengono che sia stato messo a dimora nel XIII secolo, per gli esperti botanici almeno due secoli più tardi. Ne parla Tiziano Fratus, cercatore di alberi nei suoi libri “Homo Radix. Appunti per un cercatore di alberi” e “Terre di Grandi Alberi. Alberografie a Nord-Ovest”.

LA LEGGENDA Il tiglio è un gigante verde ricco di sacralità, che come pochi altri suscita fascino e mistero, e intorno a cui fioriscono le leggende. Tra queste si può rammentare quella dei “Gutwiarghini”,

i “buoni lavoratori” della tradizione Walser, che abitavano tra le sue fronde e, con rigore e meticolosità, distribuivano alla popolazione preziosi consigli per sopravvivere

con nuove soluzioni ergologiche. Avevano però i piedi rivolti all’indietro e un giorno, venendo uno di loro beffeggiato per quel difetti fisico, scomparvero per sempre.

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© foto di fotolia.it

Nelle foglie e nei fiori di tiglio sono presenti flavonoidi, cumarine, oli essenziali, mucillaggini, tannini e zuccheri. Tutte queste sostanze sono usate in fitoterapia per combattere l’insonnia, la tachicardia, il nervosismo e il mal di testa dovuto a stati d’ansia e di stress. Di base infatti svolgono un’azione rilassante sul sistema circolatorio, provocando l’abbassamento della pressione. L’infuso di tiglio è ben tollerato in gravidanza, in fase di allattamento e dai bambini. Il tiglio è anche il rimedio indicato in caso di disturbi alle vie aeree dei bambini e degli adulti, perché le mucillagini contenute soprattutto nei fiori conferiscono proprietà mucolitiche e antinfiammatorie efficaci in caso di tosse e catarro. Per finire, ha lo stesso potere sedativo e ansiolitico anche il gemmoderivato, ottenuto dalle gemme fresche, che è anche un ottimo antispasmodico con effetti benefici

IL NOSTRO CONSIGLIO


ESTERNO

A ognuno la sua petunia Anche quest’anno la ricerca ci regala cultivar particolarissime con un forte appeal. Fra le novità in commercio, mille combinazioni di colori e caratteristiche sempre migliorate. Noi ne abbiamo scelte due di MARTA MEGGIOLARO

NightSky® è una varietà di petunia semi-ricadente del gruppo Famous, dal colore unico e sorprendente. Pluripremiata in tutti i concorsi e le fiere di settore, da quest’anno è disponibile sul mercato.

Polvere di stelle

Petunia NightSky®: dedicata a chi ha un animo sensibile, a chi ama le notti estive passate nei prati a guardare il cielo stellato. E a chi è attento alle ultime novità

Ovviamente, come per tutte le petunie bicolori, parlare di stabilità è relativo: è normale aspettarsi sempre un certo grado di variabilità a seconda delle condizioni ambientali. Nel caso della NightSky® le “stelle” possono variare in termini di quantità e dimensioni.

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Ci piace perché… l’ha selezionata Antonella Capo, giovane moglie e mamma nonchè unica ibridatrice italiana del gruppo Selecta con base a Latina (tutto il resto del lavoro di ricerca si svolge invece a Stoccarda). È nata in modo inaspettato fra le sue mani, mentre Antonella stava cercando una nuova combinazione di colori.

Il nostro consiglio: NightSky® è nata a Latina, ama il sole del nostro Paese: per avere sui vostri balconi questo bellissimo cielo stellato, compratela da chi la coltivata in Italia, come Il Mondo delle Petunie, che si trova proprio a Latina. La riconoscerete dal vaso!


Sumo™ è una petunia ricadente vigorosa e precoce, da giardino. È una pianta facile da coltivare, presente nei due colori principali, il purple ed il rosa.

Che la lotta abbia inizio Petunia Surfinia® Sumo™: potente, vigorosa, pensata per chi ha un carattere forte e deciso. Colori netti che racchiudono una grande energia, pronta a esplodere

Nonostante le dimensioni mozzafiato, Sumo™ è estremamente veloce nella crescita e nella fioritura. Una presenza d’impatto in vaso.

La Surfinia® Sumo™ deve il suo nome alla potenza e forza invincibile dei lottatori di Sumo. Vale a dire che quando la incontrate, siete di fronte alla petunia ricadente più forte del Giappone. In Italia, è prodotta e distribuita da Il Mondo delle Petunie.

UN MONDO DA SCOPRIRE Per tutte le informazioni, i consigli, e per scoprire l’incredibile famiglia delle petunie visitate il sito de Il Mondo delle Petunie: www.ilmondodellepetunie.com

Ma con i suoi grandi fiori e l’impressionante vigore, Sumo™ è un giocatore potente sopratutto in giardino: messa in piena terra, con una buona irrigazione e una sicura concimazione, potete ottenere bellissime aiuole rigogliose e resistenti alle intemperie.

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ESTERNO

Erbe da chef Oldani ci mette la faccia e firma una collezione di aromatiche. E grazie alla collaborazione con Cifo e Digiplastics, è tutto pronto per portare a casa l’essenza della cucina pop di COSTANZA DI MATTEO

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l mercato delle aromatiche è uno dei pochi che, dopo anni e anni di crisi, tiene. Anzi, continua a crescere, grazie a due elementi: il primo è il desiderio sempre più diffuso fra la gente di poter cucinare e mangiare alimenti genuini, a chilometri zero, e che costino poco grazie all’autoproduzione; il secondo, è la lungimiranza dei produttori che hanno investito nella selezione e nella produzione di novità che rendano questo settore interessante anno dopo anno.

SEMPLICE E SORPRENDENTE In questo panorama è nata la linea di erbe aromatiche FOO’D,, che unisce l’amore tradizionale e molto italiano per la coltivazione a terra o in vaso delle classiche (salvia, rosmarino, basilico), a nuove varietà e alla cucina firmata Oldani, lo chef creatore della cucina Pop, che presenta così l’idea: «Amo le erbe aromatiche e nella mia cucina, leggera ma che non vuole rinunciare al gusto, le uso per sostituire i condimenti pesanti. In fondo la natura ci ha abbondantemente fornito degli ingredienti per insaporire senza appesantire,, per condire senza prevaricare, senza contare il profumo.

IL CONCORSO • È valido fino al 31 ottobre • Può partecipare chi acquista almeno sei piante FOO’D • Scatta un selfie con le tue aromatiche • Crea una nuova ricetta a base di erbe • Fotografa la più bella aiuola di aromatiche • In palio, una cena per due persone nel ristorante di Oldani

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Noi diciamo “gustoso” e più facilmente pensiamo all’insieme di sensazioni che coinvolgono la bocca. Di un cibo però percepiamo aromi e profumi, un cibo lo assaporiamo, ne vediamo i colori, lo “ascoltiamo” persino. E fra tutti i sensi, quello che si attiva per primo è proprio l’olfatto, che di un piatto intercetta subito le stuzzicanti promesse». Ecco allora la possibilità per tutti di mettersi in gioco e di provare a portare nella propria casa un tocco da chef. E con un selfie insieme alle proprie piantine o inventando una nuova ricetta, è possibile anche partecipare al concorso per vincere una cena nel ristorante di Oldani a Cornaredo (Mi). Oggi sono disponibili anche la linea di orticole e di peperoncini, per estendere ulteriormente le possibilità che la nostra fantasia ci suggerisce.

I MIGLIORI ALLEATI Uno dei motivi per cui spesso si abbandona l’idea di lanciarsi nella coltivazione sono i problemi che potrebbero insorgere, rischiando di mandare all’aria l’investimento e il tempo dedicato: malattie, insetti, funghi. Le aromatiche sono piante rustiche, ma è anche vero che le coltiviamo per consumarle, quindi occorrono prodotti in grado di indurre la resistenza agli attacchi parassitari, parassitari e meglio se biologici, in modo da evitare di assumere qualche sostanza pericolosa. Ecco allora che la linea FOO’D ha stabilito una collaborazione con Cifo, che ha lanciato la linea Verde Urbano.


La linea Verde Urbano di Cifo presenta un assortimento completo per gli hobbisti, che comprende terricci specifici, concimi e prodotti per la protezione da malattie e insetti.

PER SAPERNE DI PIÙ Visita il sito www.learomatichefood.it per scoprire le ricette dello chef e altre curiosità. www.bloembagz.it www.cifo.it

I vasi BloemBagz sono adatti sia all’interno che all’esterno. Con la loro linea innovativa, sono perfetti in ambienti moderni.

Prodotti biologici, pensati proprio per chi abita in città ma non vuole rinunciare al verde, e che consentono di prendersi cura del proprio orticello, grande o piccolo, in vaso o a terra. La linea comprende anche i terricci specifici per la coltivazione di aromatiche e peperoncini, e i concimi pensati appositamente per la loro crescita rigogliosa.

DESIGN E PRATICITÀ I principi della cucina Pop sono presentati così dal suo creatore: «Amalgamare l’essenziale con il ben fatto, il buono con l’accessibile, la tradizione con l’innovazione, reinterpretando continuamente la grande cucina italiana e cercando l’armonia dei contrasti». Non poteva allora non nascere la collaborazione con Digiplastics e le BloemBagz. Sono vasi confezionati in diversi colori, dai più vivaci ai più eleganti, in molte misure differenti

e pensati con vari modelli per diversi usi; ad esempio, è disponibile una praticissima patatiera. Il punto forte di questi vasi è il fatto che sono prodotti in un materiale fatto di plastica riciclata al 100%. Questo tessuto è traspirante ma mantiene l’umidità, quindi è perfetto per la coltivazione, e in più è leggero ma molto resistente, quindi svolge la sua funzione di contenitore senza aggiungere peso al peso della terra e della pianta. Inoltre, i vasi BloemBagz sono lavabili in lavatrice, e una volta che hanno finito il loro compito, possono essere piegati e messi via con il minimo ingombro. Essenziali, semplici, e innovativi, per un connubio perfetto con le piante della cucina pop.

Un connubio perfetto: aromatiche FOO’D, vasi Bloembagz. E la linea Verde Urbano di Cifo per la difesa e la nutrizione.

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ESTERNO

Di che colore è la tua

estate? di MATTEORAGNI.EU

La mia Summer Edition include il rosso e l’arancio, con sfumature di rosa che addolciscono e il blu come contrasto. L’idea è combinare gli elementi in modo chiaro e deciso: come i Caraibi, come la Sardegna. I colori estivi sono forti, caldi, ma ricordiamoci che il bianco è il colore più estivo che ci sia. Ho scelto piante a fioritura estiva facili, da lasciare in giardino, ma anche sofisticate, da custodire e proteggere durante l’inverno. In estate tutto deve essere semplice, immediato e chiaro. Ci sono così tanti colori e fioriture che vince la più inaspettata e brillante. E allora ecco fiori dalle forme insolite, bizzarre, che colpiscono l’occhio e la fantasia. Buona estate! CHI È MATTEO RAGNI? Matteo Ragni è la voce delle piante: scrive, fotografa e racconta di piante, di persone coinvolte con le piante e di chi le piante le produce e le vende. Fa anche l’agrotecnico e si occupa di consulenza ad alcune delle principali realtà mondiali per la produzione, ibridazione e propagazione di materiale vegetale, cioè... piante. Per scoprire di più le sue attività: www.matteoragni.eu

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BELLA E DANNATA

SENSUALE PIACERE

PROFUMO DI SOLE

Passiflora coccinea: questa passiflora è il classico amore estivo: rosso e brillante. Gela tremendamente d’inverno, ha bisogno di calore e di protezione.

Abbi il coraggio delle tue azioni! La Clitoria ternatea è una pianta da usare con cura e da custodire con amore. D’estate svela i suoi colori e le sue forme particolari, che fanno presagire il piacere e la gioia del giardino.

La Lantana evita red è il fiore preferito da mia moglie. Colorato, brillante, profumato e rigoglioso. Come la mia famiglia direi!

ONORE E SPLENDORE

BIANCO CHE ACCECA

FASCINO MISTERIOSO

La Fuchsia Army Nurse è dedicata alle crocerossine che con il loro lavoro e la loro vita hanno contribuito a salvare l’Europa nelle grandi guerre. Una Fuchsia celebrativa e bellissima.

Resisterà al sole Italiano? Lo scopriremo questa estate, perché è una varietà nuovissima atterrata direttamente dall’Olanda nel mio giardino: Euonymus Paloma Blanca. Piume di pace su verde estremo.

Dahlia Mystic Fantasy Hawaiian Dreams è una Dahlia a fiore semplice su foglia scura. Una grande carica di fiori… e di sfumature inaspettate. Ideale per emozionare il giardino e chi lo abita.

IL NOSTRO CONSIGLIO La Fuchsia è una pianta strepitosa. Qualche avvertenza: ama la luce diffusa ma non diretta; le piace il caldo e tenere i piedi umidi. Ha un buon appetito, va fertilizzata ogni dieci giorni, e le piace stare comoda, in terreno soffice e ricco di sostanza organica. In autunno va potata e, se occorre, il rinvaso va fatto in primavera.

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ESTERNO

Classici ed eleganti Difficile rinunciare all’esplosione di fiori dei pelargoni. La varietà di colori e di forme è immensa e con pochi accorgimenti possono adornare il balcone anche dei giardinieri meno esperti

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di BIANCA BELFIORE disegni di FRANCA DEGHI

ra le piante dalla fioritura estiva che abbelliscono balconi e giardini in tutta Europa, una presenza intramontabile è il Geranio. Il nome botanico è pelargonium, quindi dovremmo chiamarli pelargoni, mentre “geranio” deriva da gerianacee, che è il nome della famiglia. È una pianta molto diffusa, e i produttori ogni anno propongono novità interessanti. Sono popolari perché sono piante semplici da coltivare e che fioriscono tanto e a lungo, se i rami vengono cimati regolarmente e puliti dai fiori appassiti.

AGGIUNGI ARGILLA AL SUBSTRATO Di solito il geranio viene coltivato in contenitori perché risulta più semplice da ritirare durante l’inverno, ma nelle zone più temperate può essere messo a dimora in piena terra: dà più soddisfazioni e ha meno problemi. Per la coltivazione in vaso, va bene usare i terricci specifici. Però la torba tende a perdere la capacità di assorbire acqua, e il substrato diventa troppo secco. Meglio aggiungere delle argille, che trattengano l’acqua, e pomice, perlite o argilla espansa per mantenerlo drenante. Scegliete vasi grandi, almeno 20 cm di diametro, e lasciate spazio fra le piantine, soprattutto ricadenti: la distanza minima è di 15 centimetri.

SAGGIA LA TERRA COL DITO Un errore frequente che si fa con i gerani è innaffiarli troppo: è vero che fa caldo e tutti beviamo di più, ma non bisogna eccedere, per evitare il marciume radicale. I gerani sono piante africane: possono sopportare la siccità. Vanno innaffiate solo quando il substrato è completamente asciutto. Un buon metodo per capire se il terriccio è asciutto è inserire

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Pelargonium peltatum. o “edera”, ha fusti sottili, lunghi e con numerosi nodi. Le foglie sono simili a quelle dell’edera. Vengono usati come ricadenti tipicamente su balconi o in contenitori sospesi.

un dito in profondità. Per evitare malattie crittogamiche innaffiate il terriccio, senza bagnare le foglie. E quando fa molto caldo, non innaffiate né concimate: le piante andranno a riposo e in autunno fioriranno di nuovo.

SOLE? AL MATTINO Dove le estati sono molto calde è meglio che le piante siano in pieno sole soltanto al mattino. Nelle località montane, invece, possono tranquillamente essere esposte in pieno sole anche per tutto il giorno. Ricordate che i gerani sono piante dal grande appetito: hanno bisogno di terra e nutrimento. Vanno bene sia i concimi a lenta cessione, sia la fertirrigazione, che si fa diluendo un concime liquido per piante fiorite (o idrosolubile) a dosi inferiori rispetto a quelle consigliate nell’acqua con cui le bagnate. Pelargonium macranthum, o imperiale: fusti legnosi e foglie trilobate. Le infiorescenze sono raccolte in ombrelle e i singoli fiori sono molto grandi.

Il pelargonium zonale è una pianta cespugliosa a base legnosa con foglie cuoriformi o tonde. I fiori sono portati in corimbi globosi. Sono i più diffusi e conosciuti.

DANNATA FARFALLINA Negli ultimi anni il problema più diffuso è la “farfallina del geranio”. Il Cacyreus marshalli deposita le uova all’interno della pianta causando il disseccamento dei rami. Per contrastarla è necessario usare insetticidi sistemici, in granuli o in pastiglie, da inserire periodicamente nel substrato.


ESTERNO

In Germania si trova una azienda che da più di quaranta anni si occupa di produrre callune, selezionando le migliori varietà e offrendo un prodotto di qualità superiore. Una delle novità in offerta sul mercato italiano sono le callune Gardengirls® a bocciolo Summer-Line: una linea che troverete nei garden già da metà agosto, proposta con colori che vanno dal bianco, al rosa, al rosso e al giallo.

Boccioli ovunque Sì, sembra che manchi tantissimo tempo… Ma l’autunno è dietro l’angolo. Un modo per prolungare nel tempo l’allegria estiva, è usare la selezione di precoci di Gardengirls® di BIANCA BELFIORE

Le Gardengirls® sono piante di cui è facile prendersi cura, e hanno usi versatili: possono essere usate in giardino, per realizzare cespugli e bordure; si vedono sempre di più nei cimiteri, perché danno colore e sono resistenti; il nuovo trend, però, è usarle come fronda recisa, nelle composizioni e nei bouquet, per un effetto non convenzionale.

IL NOSTRO CONSIGLIO Le callune prediligono un terriccio acido. Se innaffiate regolarmente, godrete della loro fioritura fino a inverno inoltrato, perché non temono il freddo. In primavera, smuovete la terra per ossigenarla; se in vaso, trapiantatele in vasi più grandi. Per permettere alla vostra pianta di germogliare di nuovo, creando cespugli compatti e coloratissimi, potate senza paura: in natura, questo lavoro viene fatto dalle pecore!

Un altro uso è senz’altro quello in vaso. Per questo Gardengirls® sono disponibili anche in mix di due o tre colori differenti, per un colpo d’occhio garantito! E per pensieri graziosi, piccoli regali, la linea Mini-Girls® in vasi da 6 centimetri è perfetta.

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ESTERNO

Una barriera contro le zanzare Le aromatiche sono grandi amiche dell’uomo non solo in cucina, ma anche perché con il loro forte odore creano un invisibile muro contro gli insetti più fastidiosi dell’estate. Ecco quali prediligere di FILIPPO TERRAGNI disegni di FRANCA DEGHI

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ono molte le piante che, per le sostanze che contengono o per l’odore che emanano, possono aiutarci a tenere lontani gli insetti. Prevedere uno spazio per loro in giardino contribuisce non solo ad abbellirlo, ma anche a renderlo più confortevole, perché meno soggetto alle visite di ospiti sgraditi. Fra le migliori alleate troviamo le piante aromatiche, che probabilmente hanno già una zona a loro riservata nei nostri balconi e nei giardini per poterle usare in cucina. Proviamo allora ad aumentarne la quantità e la varietà, disponendole con continuità e mischiandole con altre specie: l’odore che sprigionano creerà una barriera lungo tutto il perimetro del nostro spazio e ci aiuterà a evitare le punture. Vediamone alcune.

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1· LIPPIA CITRIODORA È un arbusto a che raggiunge il metro e mezzo di altezza. Può essere piantata in piena terra solo nelle regioni a clima invernale mite, altrove deve essere coltivata in vaso, e va riparata durante l’inverno. Le foglie emanano un profumo simile a quello della melissa e della citronella; in cucina si usa per dare sapore di limone alle vivande. Il profumo emanato dalle foglie può durare anni: è un ottimo ingrediente per i pot-pourri. Scegliete una posizione soleggiata e riparata dai venti freddi. Predilige un terreno ben drenato, sabbioso. Va annaffiata generosamente fino all’autunno.

2· TAGETE

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Si incontra spesso nelle bordure e nelle aiuole, perché è facilissimo da coltivare, e fiorisce per tutta l’estate. Va benissimo come fiore da taglio, perché immerso nell’acqua dura fino a quindici giorni. Ha un profumo intenso e selvatico, che lo rende sgradevole alle zanzare e a anche a qualche persona! Si adatta a ogni terreno, non teme la siccità e ama stare al sole: il pieno sole lo fa fiorire a profusione e per un lungo periodo. Però si adatta bene anche alla mezz’ombra. Nei nostri climi è una annuale, ma si auto dissemina con facilità.

3· ROSMARINO Conosciuta fin dall’antichità, quella del rosmarino è una pianta che noi siamo abituati a utilizzare prevalentemente a tavola, come condimento dei piatti più disparati, soprattutto a base di carne. Tuttavia il rosmarino ha notevoli proprietà benefiche che i Romani ad esempio conoscevano molto bene: infatti lo usavano come erba medicamentosa utilizzata per combattere mal di gola, mal di denti, distorsioni e slogature. Inoltre, il suo caratteristico profumo è sgradito alle zanzare.

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4· LAVANDA Il nome deriva dal latino e probabilmente fa riferimento all’usanza di inserire i fiori nell’acqua per il bagno con lo scopo di profumarla. È una pianta originaria del bacino del Mediterraneo, ma fino a qualche decennio fa nel nostro paese era poco utilizzata a scopo ornamentale nei giardini, era più coltivata per la raccolta dei suoi fiori, destinati all’industria profumiera, e per ricavarne il prezioso olio essenziale. Poi è stata riscoperta perché la sua capacità di adattamento a terreni poveri ed aridi è diventata preziosa. Una drastica potatura a settembre, tagliando la pianta più bassa possibile, evitando di arrivare sul legno spoglio, la farà crescere ordinata, ben accestita e durerà più a lungo.

5· CALENDULA

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È un genere di piante della famiglia delle Asteraceae. Comprende 12 specie la più conosciuta delle quali è la Calendula officinalis. Il nome deriva dal latino Calendae, parola con la quale i Romani indicavano il primo giorno del mese, dato che fiorisce una volta al mese durante tutta l’estate. Quasi tutte le specie vengono usate come pianta ornamentale per decorare i giardini o in vaso sui terrazzi. I fiori di Calendula officinalis sono utilizzati come rimedio fitoterapico per le loro proprietà antispasmodiche e cicatrizzanti; in omeopatia viene consigliata anche in caso di ustioni, di cure dentarie e dopo il parto. Utilizzate spesso anche in ambito gastronomico, per colorare piatti e insalate, nonché come succedaneo dello zafferano.

6· MENTA

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La menta (genere Mentha) è una pianta erbacea perenne, stolonifera, fortemente aromatica, dal tipico sapore pungente e piccante, che appartiene alla famiglia delle Labiate (Lamiaceae). Predilige sia le posizioni in pieno sole che la mezza ombra, e può resistere anche a basse temperature. Molto conosciuta già dal tempo degli Egizi e dei Romani, veniva usata da Galeno come pianta medicinale. In cucina si usa nelle zuppe, nelle salse, nella carne, in special modo per cucinare l’agnello, per preparare liquori, sciroppi, caramelle. È molto usata per aromatizzare alcune varietà di tè verde, è famoso il tè verde maghrebino. Secondo la leggenda, la menta prende il nome dalla ninfa Minthe o Myntha, amata da Ade, il dio degli Inferi, e che venne trasformata in pianta da Persefone, moglie di Ade.

7· RUTA La ruta è una pianta perenne che cresce spontanea in quasi tutte le regioni italiane. Le foglie fresche possono essere usate per insaporire i piatti, ed è usata anche per la preparazione di un tipo di grappa molto profumata e digestiva. Nota per le sue proprietà antiemorragiche, digestive, antispasmodiche, è utile anche in caso di affaticamento degli occhi. Attenzione, però, a non esagerare con il consumo e il contatto, perché può provocare irritazioni gastriche ed intestinali, fenomeni di fotosensibilizzazione, vertigini, forte salivazione e polso debole. Chi ha la pelle molto sensibile, a contatto con le foglie di ruta fresche rischia infiammazioni cutanee.

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IL GIARDINO

Benvenuti a casa Monet A Giverny, nord di Parigi, si torna indietro nel tempo, visitando la casa e il giardino del padre dell’Impressionismo. E preparatevi a sentirvi parte dei suoi quadri, quando vedrete le ninfee…

LA PICCOLA GIVERNY Regione: Normandia Posizione: a 75 chilometri da Parigi Residenti: 500 persone Visitatori: 700 000 all’anno Gallerie d’arte: 13 Ristoranti e cafè: 12, fra cui uno stellato Michelin, Le Jardin des Plumes Ospitalità: 22 strutture, di cui solo 2 sono hotel. Gli altri sono piccoli B&B. Negozi: 6

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di MARTA MEGGIOLARO

ono arrivata a Giverny in una mattina di pioggia, con un pullman di giornalisti internazionali. Una passeggiata attraverso un grande parcheggio circondato da prati fioriti e che iniziava a riempirsi nonostante il maltempo, fino ad arrivare a un lungo muro e a un cancello in ferro dipinto di verde. Varcato il quale, mi si è parato davanti agli occhi uno spettacolo mozzafiato, da far venire le lacrime. Anche sotto all’insistente pioggerellina primaverile, il giardino di Monet è qualcosa di incredibile, direi indescrivibile, per quanto possa essere strano ammettere questa impotenza da parte di una giornalista.

ALCHIMIA DI COLORI Fiori, fiori a perdita d’occhio, in un disordine solo casuale, una tale varietà che rende ogni centimetro unico e irripetibile per colori e forme. E una tale quantità che, nonostante la pioggia, il profumo raggiungeva anche i nasi più distratti. La guida ci ha condotto attraverso il giardino che si stende di fronte alla casa, chiamata Clos Normandie per il gusto tipicamente normanno della sua architettura, e che Monet ha abitato dal 1883 fino alla sua morte. Una casa amatissima, nonostante il lavoro lo portasse spesso a stare lontano anche per settimane; l’intimo rifugio suo e della sua numerosa famiglia – Monet ha avuto due figli dalla prima moglie, e quando è rimasto vedovo, si è avvicinato, innamorato e infine ha sposato

CURIOSITÀ La cucina in ghisa scelta da Monet era un modello all’avanguardia, e di grandi dimensioni, generalmente veniva montata sulle navi. Quando Monet si trovava a Giverny, i suoi figli dovevano uscire da scuola prima del suono della campanella, perchè li voleva tutti a pranzo con lui. E lui pranzava sempre puntualmente alle 11.45. Di fianco alla casa si trova un grande pollaio, popolato da vispe galline, come ai tempi del pittore. Ogni mattina, per colazione, Monet mangiava una omelette fatta con cinque uova fresche.

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un’amica di lunga data, a sua volta vedova, che aveva sei figli. E le porte di questa casa si aprivano raramente, e solo per gli amici più stretti. L’abitazione ricorda le case delle bambole in legno che, da bambine, desideriamo tutte: ogni stanza è pensata nel minimo dettaglio, i colori di ogni cosa sono perfettamente in pendant, tutti bilanciati. Il restauro, accuratissimo, è stato fatto ricostruendo gli arredi attraverso le lettere di Monet e i ricordi dei suoi famigliari. Alle pareti, le stampe giapponesi di cui era un profondo estimatore (fra cui alcune di Hokusai), soprammobili ricercati di porcellana sui mobili, tutti originali.


Una parte della grande casa di Giverny era lo studio di Monet. Qui solo pochi erano invitati, fra cui Renoir, Cézanne, Rodin, Zola, Clemenceau e i nobili giapponesi suoi amici. Questa stanza generalmente sapeva di sigaro, che Monet amava fumare. Presto le dimensioni di questo studio lo costrinsero a costruirne un secondo, e poi un terzo, sempre all’interno della proprietà.

Per cucina e sala da pranzo Monet scelse due colori complementari: azzurro e giallo. Nella cucina, l’azzurro risalta a contrasto con le pentole di rame, in sala, il giallo gioca con il blu delle suppellettili e le stampe giapponesi alle pareti.

Dal 2011 il capo giardiniere è James Priest, che con la consulenza anche di Georges Truffaut, è riuscito a riportare equilibrio fra perenni e annuali, fra le diverse altezze e i diversi tempi di fioritura. Priest è riuscito a ricreare l’approccio del pittore ai colori e alle fioriture, grazie a uno studio botanico e puntuale dei suoi quadri. Oggi, delphinium, lupini, papaveri, gladioli, margherite, tulipani, myosotis, iris, peonie, rose… tutto convive in una delicata armonia.

Per poter dipingere le ninfee, Monet voleva che la luce e le foglie fossero perfette. Per questo un giardiniere ogni mattina si occupava di pulire la superficie del laghetto e le ninfee stesse dalla polvere. Ancora oggi un addetto svolge la stessa mansione.

Il famoso ponte giapponese, che abbiamo in mente nei quadri del pittore, tradizionalmente dovrebbe essere rosso; ma Monet preferiva il verde, come si vede dai suoi quadri.

UN PROGETTO AMBIZIOSO Lo stesso lavoro è stato fatto per il giardino. La proprietà era rimasta a un figlio di Monet, Michel, che aveva però trascurato la parte verde. Attraverso le lettere in cui il pittore ne parla, con la moglie, gli amici e i giardinieri, e naturalmente attraverso i quadri che ha dipinto in questo luogo, è stato possibile ricostruire come Claude e la moglie lo avevano sistemato, perché fosse un luogo piacevole per i bambini e perché desse materiale “ispirativo” per il lavoro del padre. Il principio alla base: colore, sempre, su più altezze. Come per esempio nelle aiuole proprio di fronte alla casa, in cui tulipani rosa e

rossi sorgono da un tappeto di nontiscordardime azzurri. I protagonisti principali delle tre stagioni del giardino sono tulipani e glicini in primavera, rose e ninfee in estate, dalie e foliage in autunno. E poi, arriva il pezzo forte. Attraverso un sottopasso si giunge nella seconda parte del giardino, in cui si trova il famoso lago delle ninfee con il ponticello. Da quando Monet si stabilì a Giverny, ebbe il progetto di ingrandire la sua proprietà con questa zona, per poter creare uno specchio d’acqua secondo i canoni dell’arte giapponese di cui era profondo estimatore; ma per farlo occorreva deviare il piccolo corso d’acqua che bagna il paese, e né il sindaco né gli altri abitanti erano disposti ad accordare questo permesso al pittore, temendo che l’intervento avrebbe compromesso la portata del fiume e che le piante di Monet ne avrebbero contaminato l’acqua. Dopo lunghissime trattative, però, il pittore ottenne quello che voleva. Prepotente? Forse. Ma a vedere i frutti che ha dato il suo lavoro, gli si può perdonare il carattere spigoloso.

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IL GIARDINIERE

ANNA PIUSSI

Garden designer, insegnante di storia dei giardini, medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.

Healing gardens È il termine inglese per definire le proprietà terapeutiche del giardinaggio. Tanto conosciute che in Gran Bretagna in una ricetta medica ci si può trovare la prescrizione di “otto ore in vivaio”. E gli effetti? Sicuri. E benefici

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di ANNA PIUSSI

ondra, le nove di una mattina di dicembre. Apro le tende e a malapena si attenua il buio della camera. Fuori è il grigio solido di una normale mattina d’inverno cittadino. Pioviggina. La tentazione è di riavvolgersi in un raviolo di coperte e tornare a dormire, ma no, parto alla volta di Kew Gardens, smaniosa di giardini. A questa latitudine, il sole si alza tardi e, dopo un perimetro basso sull’orizzonte, si corica presto. I giorni invernali sono corti e bui, ci vuole poco a cadere in depressione anche solo per assenza di luce. S.A.D., Seasonal Affective Disorder, è una sindrome riconosciuta, ancora peggio nei paesi scandinavi, che lascio agli altri visitare d’inverno - lo fa per noi Checco Zalone in ‘Quo Vado?’, illustrando il blues da suicidio che può scatenare in Norvegia questo buio continuo. In Svezia tutti aspettano la neve come i bambini aspettano Babbo Natale, perchè l’inverno è una tristezza mortale di suolo scuro ed alberi spogli. Dopo una nevicata il suolo riflette la luce come uno specchio, alleggerendo l’umore. In assenza di luce, gli scandinavi si espongono a lampade speciali che imitano radiazioni solari, i londinesi a shopping e alcool. Chi vuole restare sano di mente

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esce a camminare nei parchi, in campagna, o a lavorare in giardino. Le ricerche dimostrano che la natura ha un effetto benefico sulla salute, e il giardinaggio può servire più che gli antidepressivi, al punto che viene prescritto dai medici. L’NHS, il servizio di sanità inglese, lo promuove ufficialmente da anni, e ci sono accordi per cui medici fanno la ricetta di “otto ore in vivaio” - il paziente segue corsi di semina, travaso, potatura, presso un vivaio affiliato, anzichè assumere medicinali. I benefici sono stati dimostrati per una varietà di malattie e malesseri, dall’obesità alle cardiopatie, per non parlare della depressione.

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er illustrare l’importanza del verde per la salute mentale e fisica potrei citare articoli e statistiche accademiche, o semplicemente attingere alla mia wiki-anedottica. Non sarei sopravvissuta dodici anni in Inghilterra senza il verde, ma quello che era un interesse secondario è diventata la mia professione in una specie di conversione sulla via di Damasco. Non era a Damasco, ma fuori Spello, in Umbria, che ho avuto un brutto incidente a cavallo che mi ha mezza spappolata: fegato esploso, cinque costole fratturate, polmoni perforati, insomma un disastro, salvata per il rotto della cuffia dai medici dell’ospedale di Foligno. Quando mi sono risvegliata


PackShot @ fotolia.it

Chi vuole restare sano di mente esce a

camminare nei parchi, in campagna, o a lavorare in giardino

Il romantico orto del castello di Miromesnil, in Normandia.

dall’anestesia, incapace anche solo di sollevare la testa, l’unica mia distrazione era di guardare il profilo dell’albero fuori dalla finestra del reparto di terapia intensiva, e seguirne la danza delle foglie. Intubata, immersa in un dolore che la morfina a malapena smorzava, con vicini di letto che periodicamente morivano o urlavano tutta la notte, fissavo l’albero con vera sete, ne seguivo l’ombra la notte, e per ogni infermiere avevo un nome di pianta: Olmo, Ginestra, Corbezzolo. Spostata in reparto, in una stanza tetra con vista su un muro, l’ansia, la depressione e il dolore erano insopportabile, volevo strapparmi via tutti i tubicini e scappare, finchè mi hanno spostato di camera e ho rivisto dalla finestra il mio albero. Mi è tornata la voglia di vivere, sono calati ansia e dolore, e dopo un paio di settimane mi hanno dimessa.

re carriera, lasciando biblioteche e musei per i giardini. A distanza di diciannove anni, adesso che i giardini li progetto, rischio di dare per scontato il loro valore spirituale e salutare, ma di recente ho sperimentato di nuovo quanto è importante il verde in ospedale. Stavolta era per mio figlio Henry, che con un trauma cranico ci ha fatto passare tre giorni in osservazione all’ospedale Meyer di Firenze: uno degli ospedali pediatrici migliori d’Italia, pieno di luce, di opere d’arte, di aspetti ludici che lo rendono a misura di bambino. Si inserisce nel verde delle colline di Careggi attraverso un lungo corridoio vetrato che porta al padiglione principale, dove gli spazi di accoglienza sono dislocati attraverso alte strutture in vetro, e si è sempre al sole e in vista del giardino fuori. Ma quello che mi ha fatto più piacere è trovare, accanto alla bellissima ludoteca, una parte di giardino messa ad orto, con ortaggi ed erbe aromatiche coltivati in aiuole rialzate.

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l mio recupero è stato nel giardino di famiglia, sotto l’occhio di mia zia vivaista, e i primi passi li ho fatti, testardamente, per potare ad ombrello un lauro ceraso scomposto, sotto il quale sono stata sdraiata per altri due mesi di recupero. Tornata in Inghilterra ho ricominciato gli studi per cambia-

Veduta aerea dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, adagiato sulle colline.

l verde aiuta a guarire, perchè cresce e muta sempre, distrae dal dolore offrendo ogni giorno una nuova foglia, un fiore, un frutto, ospita uccelli e insetti, e fa sentire parte della natura anzichè della malattia. Come l’assistenza clown, le visite del cane in reparto, la presenza di una grande ludoteca con attività artistiche, l’orticello è una medicina complementare alle soluzioni chimiche e chirurgiche, fa parte di quello che rendono il Meyer una grandissima risorsa per i bambini di mezza Italia. I tempi dell’orto sono rapidissimi, rispetto a quelli degli alberi, e adatti a quei bambini che purtroppo devono passare tanto tempo in ospedale o tornarci spesso. I ravanelli seminati da uno di quei bambini in chemioterapia hanno tempo di germinare e maturare, marcando con la loro rapida crescita i tempi di recupero dei piccoli pazienti. A mio figlio è andata di lusso, ma quanto tempo ci passano altri genitori all’ospedale, e con che sofferenza? L’orticello è benefico anche per i familiari, più che una spirale di meditazione, che sembra essere il luogo comune dei giardini spirituali. Che puoi farci in una spirale se non passeggiarci col cellulare all’orecchio aggiornando familiari, in cerchi sempre più claustrofobici? Invece, appena qualcuno è arrivato a darmi il cambio, l’Ortogiardino del Meyer mi ha fatto cacciare il malefico cellulare in tasca per accoccolarmi ad assisterlo, cavando erbacce fra ravanelli rigogliosi e fiere bietole, respirando liberamente per la prima volta. PER INFORMAZIONI E DONAZIONI: www.fondazionemeyer.it

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IL SEGNALIBRO

Vivere, con passione Una raccolta di testi che invita a buttarsi nel giardinaggio con amore e dedizione, fino a rendere fiori e piante una nota di sottofondo sempre presente. Per godere intensamente di ogni istante di MARTA MEGGIOLARO

PIÙ ORTO CHE GIARDINO – COME COLTIVARE VERDURE FELICI E FIORI GENTILI di Simonetta Chiarugi e Camilla Zanarotti 168 pagine, 19,90 euro, Mondadori

Dopo Buon Gardening!, ormai introvabile, Simonetta ci propone questo volume, realizzato insieme a Camilla Zanarotti, agronoma e architetto del paesaggio. Il focus questa volta è l’orto, e non un orto qualsiasi, ma quello in cui ci sia omeostasi, cioè equilibrio fra tutte le forme di vita che lo abitano. Pensato nello stile di Simonetta e del suo blog, aboutgarden, il testo è ricco di informazioni specifiche, dettagliate, consigli utili e note di colore, che si presentano con ordine e grazia fra le belle foto realizzate dalla stessa Simonetta. Tutto con un tono leggero, che rende il testo immediatamente fruibile anche ai meno esperti e che fa venire voglia di mettersi subito all’opera (quanto vorrei avere del terreno, io!). Per chi vuole un orto produttivo, sì, ma bello

HOME KITCHEN GARDEN – ORTO IN CITTÀ: BOTANICA, CUCINA E LIFESTYLE di Sandra Longinotti, fotografie di Marino Visigalli 240 pagine, 24,90 euro, Nomos Edizioni

Finchè l’orto-giardino non c’è, posso divertirmi a realizzare l’orto in vaso. E qui mi viene in aiuto Sandra Longinotti, con un testo adatto a chi vive in città e vuole dedicare lo spazio di terrazzi e balconi a una sinergia con la cucina. Finocchietto, viole, rosmarino, nasturzio, cipolla… nomi conosciuti e meno conosciuti si presentano in bell’ordine, con grandi foto, schede tecniche chiarissime e le indicazioni ad hoc per la coltivazione in vaso. Ma soprattutto, per ognuno è indicato un uso decorativo, solitamente associato alla tavola, e una serie di ricette. Ricette da leccarsi i baffi e strofinarsi gli occhi, grazie alla sapienza dell’autrice nella estetica del piatto e, naturalmente, nel combinare i sapori, con un gusto mai scontato. Per chi vuole una cucina con carattere

BELLEZZA PER TUTTI – GIARDINI E ORTI URBANI IN SVEZIA di Sonia Santella 92 pagine, 18,00 euro, Edizioni Polistampa

Non è detto, che chi vive in città non possa avere un pezzo di terra da coltivare: il fenomeno degli orti urbani sta prendendo piede rapidamente. Chissà cosa devono pensare gli svedesi delle nostre città, dove questi progetti sono in crescita, sì, ma comunque solo all’inizio: “chi ha il pane, non ha i denti, e chi ha i denti, non ha il pane”! Hanno ragione. Provate a leggere questo reportage di Sonia Santella sulla lunga tradizione degli orti urbani in Svezia:

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la bella stagione lassù è così corta che la cura e la dedizione che gli Svedesi dedicano ai loro giardini sono quasi commoventi. E il risultato sono spazi verdi bellissimi. Viene voglia di andare a vederli di persona… e se non è possibile, i due progetti in fondo al libro aiutano a ricreare la stessa atmosfera anche qui. Per chi ama lo stile nordico, al di là di Ikea

IL RISVEGLIO DEL GIARDINO – DALL’HORTUS AL PAESAGGIO, STUDI, ESPERIENZE, CONFRONTI a cura di Paolo Cornaglia e Maria Adriana Giusti 350 pagine, 25,00 euro, Maria Pacini Fazzi Editore

Una raccolta di saggi che aprono prospettive inedite sullo studio dei giardini italiani. L’esigenza dichiarata è riportare la discussione riguardo la manutenzione e la cura, necessarie nei nostri parchi storici continuamente modificati dal tempo, agli obiettivi primari per cui nasce un giardino, che deve essere luogo di cultura, di sperimentazione e di poesia. L’impianto saggistico rende la lettura certamente più impegnativa, ma è molto stimolante per approfondire la conoscenza di alcuni dei nostri tesori, anche dal punto di vista dell’espressione simbolica. I giardini, come diceva d’Annunzio, e come è ricordato nel saggio sul Vittoriale, dopotutto sono “ricetto e insieme metafora dell’avventura sensibile, panica ed erotica del soggetto umano”. Per chi non vuole essere solo amante, ma anche colto estimatore

I CACCIATORI DI PIANTE – DELLE AVVENTURE DI PIANTE, BOTANICI ED ESPLORATORI CHE HANNO ARRICCHITO I NOSTRI GIARDINI di Michael Tyler Whittle 328 pagine, 18,00 euro, ed. DeriveApprodi

Una narrazione vivace ci presenta la storia di chi, botanico di professione o per passione, ha viaggiato per il mondo in lungo e in largo alla ricerca di piante e fiori. Persone con storie e caratteri molto diversi, ma tutte disposte ad affrontare grandi disagi e terribili fatiche per trovare qualche specie nuova e interessante. Fra tutte, la più incredibile e appassionante per me è la storia di David Douglas, scozzese, che si è dedicato per la Corona inglese all’esplorazione del Nord America, schivando le frecce degli indiani, gli orsi e le tempeste, fra cui si trovava meglio che fra la nobiltà (come lo capisco!). Il pino Douglas deve il suo nome proprio a lui. Nel racconto trovano posto anche excursus sui metodi di conservazione e di trasporto di questi tesori viventi. Per chi vuole sentirsi parte di una storia avvincente

CONOSCERE E COLTIVARE LE HEPATICA

Michael Dale Meyers 72 pagine, 10,00 euro, Maria Pacini Fazzi Editore, collana “I Segreti di Flora” Dopo gli Ellebori, forse più appariscenti, un nuovo genere di erbacee del bosco si presenta al vasto pubblico. Il testo che vi proponiamo, grazie alla traduzione di Iacopo Lazzareschi Cervelli e al contributo di Mimma Pallavicini, dell’Opera delle Mura di Lucca e di Murabilia, è in effetti la tesi, presentata alla fine di un prestigioso Master della Royal Horticultural Society, dall’autore. Ma il volume ha la struttura di una monografia botanica e ha un’impronta didattica che lo rende facilmente fruibile. E credetemi, ne vale la pena. Le Hepatica non sono ancora molto conosciute, ma hanno i numeri per conquistarsi un posto nei nostri giardini. Le foto presenti nel testo vi convinceranno. Per chi vuole essere aggiornato sulle scoperte dei nuovi cacciatori di piante

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APPUNTAMENTI

L’opera suggestiva di Daniel Buren, a Villa Celle: La cabane èclatèe aux 4 salles, 2005.

COS’È IL PARCO PIÙ BELLO?

Parco più bello, ecco i finalisti Il Concorso, giunto alla XIV edizione, è arrivato alla tappa finale: la giuria svela i nomi dei dieci parchi e giardini italiani più belli. Per un inedito e spettacolare itinerario turistico e culturale di FILIPPO TOMMASEO

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e avete in programma una gita fuori porta nei prossimi weekend (e incrociamo le dita con questo tempo!), ma non sapete quale meta scegliere, affidatevi ai suggerimenti di ilparcopiubello.it: oltre 1000 parchi e giardini sono affiliati. Il Comitato scientifico del network ha appena decretato i dieci più belli dell’anno, ed entro la prossima estate verrà scelto il vincitore per la categoria Parchi Pubblici e quello per la categoria Parchi Privati.

NORD, FRA MONTI E GIOCHI D’ACQUA Presso Torino si trova Villa della Regina, con il suo spettacolare circuito di vasche e fontane attivato dalle sorgenti delle colline circostanti. A Biella l’Oasi Zegna, una vastissima area montana ricca di rododendri

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messi a dimora a partire dagli anni ’40 da Ermenegildo Zegna. In Lombardia, Villa Visconti Borromeo Litta e il suo ninfeo, oltre alle ottocentesche serre delle orchidee, appena inaugurate. Sul lago di Como trovate Villa Melzi d’Eril, dove si trova il laghetto orientale che ispirò Stendhal e Lizst. In Veneto abbiamo Villa Pisani Bolognesi Scalabrin e la sua fontana neorinascimentale.

trasformato in un museo all’aria aperta: una raccolta di opere che fanno parte del paesaggio. Nelle Marche invece abbiamo il Giardino Buonaccorsi, uno tra i più affascinanti giardini d’Italia, organizzato su una serie di

È il concorso nazionale dedicato a parchi e giardini a cui partecipano tutti i parchi affiliati al Network dei Parchi Più Belli d’Italia. Tra questi vengono ogni anno selezionate le eccellenze tenendo conto degli aspetti storico-artistici e botanici, dello stato di conservazione, del programma di manutenzione e gestione, della presenza di adeguati servizi, accessibilità e informazioni al pubblico.

terrazzamenti e che contiene anche un teatrino degli automi.

SUD, VERDE LUSSUREGGIANTE A Napoli si trova Villa Floridiana, che ospita il Museo Nazionale delle Ceramiche di Martina. Il parco offre un magnifico panorama sul golfo di Napoli e ospita oltre 150 specie vegetali: un vero e proprio polmone verde nel cuore dell’affollato quartiere. L’ultima tappa del nostro percorso è in Sicilia: il Giardino Pubblico Vittorio Emanuele di Caltagirone, per la sua posizione collinare e la ricchezza della vegetazione, costituisce un’isola verde di particolare bellezza e vastità.

CENTRO, ATMOSFERE ROMANTICHE A Modena incontriamo Villa Sorra, il cui giardino settecentesco viene trasformato a partire dal 1827 nell’esempio più significativo di giardino romantico dell’Ottocento estense. In Toscana si trova Villa Celle, un eccezionale esempio di parco romantico ottocentesco che il collezionista Giuliano Gori ha

L’affascinante struttura su più livelli di Villa della Regina.

PER SAPERNE DI PIÙ Tutte le informazioni sui dieci parchi finalisti, e su tutti gli altri 1000 Parchi Più Belli d’Italia, sulle loro attività ed eventi sono aggiornate quotidianamente sul portale internet www.ilparcopiubello.it oppure nelle pagine Facebook e Twitter “Il Parco Più Bello”.


BIO AGENDA Tutta dedicata all’orto

2017

Ecco l’anteprima della Bio Agenda 2017! Protagonista di questa 12a edizione sarà l’ORTO.

Chiedila al tuo garden center di fiducia

Via Pasubio 16 | 21020 BREBBIA | Tel.: 0332 989 211 | Fax: 0332 773 850 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net


Sogno floreale sul balcone Un autentico multitalento: con il terriccio universale Floragard e gli arbusti perenni si sentono a proprio agio nel vaso!

F

iori stagionali, come le primule in primavera, i classici estivi come i gerani e le petunie o i brughi richiesti in autunno, rientrano tra le specie con le quali si addobba e orna volentieri le cassette e i vasi. Mentre queste piante dopo un determinato periodo si congedano dal balcone per sempre, le piante perenni entusiasmano sempre di nuovo anno dopo anno. Alberi potabili come ligustri o bossi, forme a colonna o a nano, p. es. la mela ornamentale ‘Tina‘, creano uno sfondo permanente

per i suddetti alberi a breve durata. Una scelta ancora maggiore è offerta dal gruppo degli arbusti. Non c’è da meravigliarsi che soprattutto gli arbusti con foglie decorative, come la campanula rossa o la tiarella cordifolia vengano sempre di nuovo abbinati alle specie annuali. E non dovete rinunciare al colore, perché il fogliame si mostra spesso in sgargianti tonalità di arancione, rosso o giallo. Se preferite fiori colorati, consigliamo di scegliere piante perenni, come gerani, salvia, coreopsidi o nepete. Piantatele nel terriccio universale Floragard, in modo tale da alimentarle a lungo con tutte le sostanze nutritive necessarie. Aqua Plus® garantisce che le radici assorbono rapidamente acqua anche dopo periodi di siccità.

Suggerimento: Il terriccio universale Floragard è un terriccio completo pronto perl‘uso, soprattutto per piante nei vasi.

Ben fertilizzato nella stagione dei balconi Mettete i vostri fiori da balcone nelle mani migliori: il terriccio attivo per piante fiorite Floragard garantisce la realizzazione dei fiori da sogno – mentre voi vi rilassate e vi godete l’estate. Alimentazione con sostanze nutritive del terriccio attivo per piante Floragard con deposito di fertilizzante attivo Alimentazione con sostanze nutritive del terriccio per fiori tradizionale

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio Agosto

Settembre

Vantaggi del terriccio attivo per piante fiorite Floragard con deposito di fertilizzante attivo: Migliore crescita delle piante Fioritura prolungata Manutenzione ridotta

Floragard Vertriebs-GmbH Gerhard-Stalling-Strasse 7 26135 Oldenburg GERMANY

Sostanze nutritive sufficienti per tutta la stagione!

Terriccio attivo per piante fiorite Floragard:

Il grafico dimostra quanto a lungo agisce effettivamente il deposito di fertilizzante attivo: se piantate le cassette del balcone all’inizio di aprile usando terriccio per fiori tradizionale, le sostanze nutritive durano solo fino alla fine di maggio. Con il terriccio attivo per piante fiorite Floragard i vostri fiori sono alimentati nel migliore dei modi fino a settembre, quindi per tutta la stagione!

Il terriccio pronto per l’uso con il deposito di fertilizzante attivo garantisce l’alimentazione con sostanze nutritive per una stagione completa!

Fon +49 (0) 4 41 / 20 92 - 197 Fax +49 (0) 4 41 / 20 92 - 292 www.floragard.de sassi@floragard.de

… e tutto fiorisce!


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