PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
giardiniere N° 030
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Settembre – Ottobre 2021
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Il protagonista della cover story è il giardiniere Davide Gabba, socio titolare di Luna Verde, specializzata in giardini di piccole e medie dimensioni
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE FOCUS IRRIGAZIONE La tecnologia a favore del risparmio idrico
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EDITORIA LE | 1
“L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore”. Rubo a larghe mani queste parole dello scrittore e filosofo Albert Camus perché, mai come quest’anno, l’autunno è una primavera, l’inizio di una nuova era. Tutto sta ricominciando – e mentre lo scrivo incrocio le dita: tornare agli eventi in presenza, che da settembre stanno riempiendo le nostre agende, è stato strano, da una parte la felicità di incrociare nuovamente gli sguardi senza il filtro dei monitor, dall’altra la sensazione che si prova alle prime volte. Tutto sta ricominciando, nel bene e nel male. Sì, scrivo con amarezza pensando a quei giorni di lockdown in cui tutti noi ci dicevamo cambiati, avevamo appreso il significato di tempo e libertà, il desiderio di meraviglia, eccetera eccetera. E ora che tutto ha ripreso movimento, è triste constatare che quella presa di coscienza, spesso, si è vanificata. Sono rimaste solo parole disperse nel vento. Questo numero de ILgiardiniere iere vuole essere un invito a coltivare stupore in ciò che si fa, a comprendere che ognuno di noi, nella propria professione, può prendersi il tempo per dare sempre il meglio. Ecco, quindi, pagine che parlano in modo concreto e diretto, che presentano problemi e le relativeLA soluzioni, NUOVA RIVISTA dai consigli del nostro agronomo di fiducia, PER IL GIARDINIERE Valerio Pasi, su come procedere per contrastare le infestanti sui tappeti erbosi (pag. 16), al ricorso all’endoinfusione per debellare la processionaria del pino (pag. 38). Fino alle ultime tecnologie per affrontare la crisi idrica, di cui parliamo nel focus irrigazione (pag. 33). L’attenzione al presente e al futuro è espressa a gran voce nell’articolo sul nuovo hotel meneghino Milano Verticale, segno e segnale che il verde non è più un accessorio ma parte integrante di ogni progetto (pag. 21), e sulle pagine dedicate all’economia circolare da attuare anche nei piccoli gesti legati alla quotidianità lavorativa (pag. 24). Senza dimenticare il punto da cui sono partito in questo editoriale, gli eventi in presenza: ve ne raccontiamo due, l’Arbor Meeting e Demogreen (pag. 36 e pag. 50), mentre Anna Zottola nella sua Opinione (pag. 66) racconta quanto la partecipazione alle manifestazioni sia formativa e stimolante per il mestiere di giardiniere. Noi ce l’abbiamo messa tutta per stare coi piedi per terra e con lo sguardo avanti. Speriamo le nostre parole possano trovare posto nel vostro lavoro quotidiano. di Francesco Tozzi
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IL GIARDINO AL CONTRARI O
roviamo a fare un gioco: realizziamo un terrazzo o un giardino pensandolo al contrario. No, non sono impazzito, facciamo questo sforzo. Solitamente quando pensiamo a un nuovo lavoro, quello che proviamo a fare per convincere il nostro committente, è mostrargli il suo futuro spazio verde immerso nei colori primaverili ed estivi. Facciamo di tutto perché possa avere la sensazione dei profumi e delle nuove fioriture, ma alla sua fatidica domanda su quel che succederà in autunno e inverno, ahimè, troppo spesso non sappiamo rispondere; o meglio, proviamo a spiegare e far immaginare la bella foglia, il bel tronco o, se vogliamo essere particolarmente eleganti, tentiamo una sofisticata immagine di gemme gelate in attesa del tepore primaverile.
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Quanti lavori siete riusciti a prendere con un simile approccio? Senza cercare troppe risposte, credo che il numero sia troppo basso e quei pochi che hanno ceduto alle nostre lusinghe siano un vero e proprio successo. Pensare un giardino al contrario è un vero e proprio esercizio di stile per un Giardiniere e un modo per imparare a osservare il mondo che ci circonda da una diversa prospettiva, soprattutto abituati come siamo a credere che il terrazzo o il giardino prendano vita in primavera.
Pensare un giardino al contrario
è un vero e proprio esercizio
di stile per un Giardiniere e un modo per imparare a osservare
il mondo che ci circonda da una diversa prospettiva
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La verità è che noi esseri umani attribuiamo alla natura dei tempi che sono solo nostri, abbiamo la capacità di incatenare ai momenti di passaggio del tempo dei contenitori inesistenti nella realtà. E facciamo tutto questo per misurare, tarare, dimensionare e porci inevitabilmente dei limiti mentali. Le piante non conoscono un tempo anagrafico o un tempo stagionale come lo intendiamo noi, loro sbocciano, fioriscono e fanno frutti, ma nell’economia della loro esistenza si tutelano dal freddo e dal cambiamento di temperature modificando il loro aspetto. Di fatto si cambiano di abito. Questo cambiamento dai più è visto come un momento di sconforto, tristezza, a volte depressione e, a parte un breve momento di gioia
IO
Non desidero una rosa a Natale più di quanto possa desiderar la neve a maggio: d’ogni cosa mi piace che maturi quand’è la sua stagione. William Shakespeare, “Pene d’amor perdute”
per le splendide colorazioni autunnali, tutto perde di interesse quando le piante si spogliano. E noi perdiamo la capacità di osservarle nella loro bellezza invernale. Loro non muoiono, si trasformano e dovrebbero insegnarci che questa metamorfosi, al di là della funzionalità, mostra strutture, gemme, piccoli fiori autunnali o invernali che altrimenti rimarrebbero nascosti dall’opulenza di foglie e fiori. Ancora una volta ci spingono a osservarle, a scrutarle da vicino, a imparare che il cambiamento è cosa buona. Ecco allora che il Giardiniere illuminato è in grado − grazie alla sua preparazione, attenzione e sensibilità − di pensare al contrario e al posto delle foglie utilizza le cortecce per colorare un giardino, al posto dei fiori punta sulle gemme, al posto dei
Un luogo che non trasmette tristezza e abbandono, silenzio e desolazione, ma che a modo suo rivela che in natura tutto è sempre in trasformazione, e che ci dice che ciò che noi percepiamo come stasi, è in realtà solo
un altro modo per manifestarsi frutti comincia la primavera con fioriture precoci. Magari, prima ancora che le foglie spuntino, gode e fa godere di piccoli frutti e splendidi fiori secchi ancora presenti, gioca con le foglie color oro di alcune graminacee o gli steli ormai secchi di erbacce perenni. Questo è il giardino al contrario, un giardino Q indomito, capace di stupire in inverno come in primavera, un luogo magico. Sì, addormentato, ma vivo e vivace in maniera differente, un luogo che non trasmette tristezza e abbandono, silenzio e desolazione, ma che a modo suo rivela che in natura tutto è sempre in movimento, in preparazione, in lenta ma inesorabile trasformazione, e che ci dice che ciò che noi percepiamo come stasi, è in realtà solo un altro modo per manifestarsi. Provate a immaginare la pioggia autunnale o la neve in inverno, il gelo che spacca e lavora le zolle di terra oppure ancora le foglie che si decompongono per dare nuova vitalità in primavera. La mia cara amica Elena mi ha fatto conoscere qualcosa di cui mi sono innamorato follemente, troppo lontano dalla mia cultura e troppo complicato per la mia mente: le 72 stagioni giapponesi, principio che si riallaccia al mio editoriale. Le stagioni, in realtà, cambiano ogni cinque giorni, a sottolineare come questo movimento di mutazione sia costante, non c’è mai veramente una sosta, ma sempre piccoli impercettibili movimenti. Così dobbiamo pensare al Giardino, come la terra che gira quotidianamente, la luna che muta le sue fasi, il giorno e la notte, la rotazione del cielo. Siate rivoluzionari, pensate giardini al contrario, sempre che abbia senso decidere il verso del naturale movimento della natura.
testo e foto di Sandro Degni
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Il cantiere
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Leggere il giardino
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Ciao ciao malerbe
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Giardino alla milanese
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Aprirsi all’economia circolare
di Daniela Stasi di Valerio Pasi
di Anita Cavalli
di JJessica Bertoni
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SMART
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Innovare “alla radice”
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Un tetto amico dell’ambiente
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Tour del territorio
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La tecnologia a favore del risparmio idrico
di Daniela Stasi
di R Rachele Pozzato di IIrene Nuvola
di Anita Cavalli
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Alberi danneggiati dalle tempeste, come curarli di Daniela Stasi
38
Attacco dall’interno
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Guida e ripeti
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La praticità si fa digitale
di Nora Adamsberg di V Viola Delfino di R Rachele Pozzato
gestione
SOMMARIO N°030
46
Nuovi mestieri
48
A grande richiesta
50
Punto di incontro
di Viola Delfino
di G Giovanna Cutuli di N Nora Adamsberg
sCOPERTE
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Il verde a 360 gradi di R Rachele Pozzato
Bellezza senza sforzo
colloquio di M Marta Meggiolaro con Alessandro Lolla e Franco Roldi
N˚ 030 SETTEMBRE / OTTOBRE 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net RESPONSABILE EDITORIALE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa COLLABORATORI Nora Adamsberg, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Anita Cavalli, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Bianca Ferraris, Marta Meggiolaro, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Rachele Pozzato, Matteo Ragni, Anna Zottola
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Esplosione di colori
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E all’estero?
di Bianca Ferraris
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PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
La natura che resiste
PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
di R Rachele Pozzato
rubriche
05
Editoriale/1
06
Editoriale/2
44 64
News
66
L’opinione
di Francesco Tozzi di SSandro Degni
Prontuario
di Lucio Brioschi di Anna Zottola
GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it
STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano Tel. +39 02 4244 8445 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
e d i z io n i
di Bianca Ferraris
Laboratorio
verde
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Agenda del Verde • I Quaderni di greenup • Calendario del Verde Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
JESSICA BERTONI Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
CAMILLO DE BENI Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
Sandro Degni
VALERIO PASI
La sua formazione ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue nel 1998 la fondazione dell’azienda 100giardini. Lavora con diversi studi di architettura e garden center di Milano e provincia. Nel 2013 con il gruppo di professionisti Giga-G realizza il progetto “Locus genii”, vincitore del Festival Internazionale dei Giardini nel parco del Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia. Fonda poi lo studio di progettazione Verde Officina.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
MATTEO RAGNI
Anna Zottola
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
La passione per le piante e per le tematiche socio-educative si conciliano dopo la laurea in Scienze Agrarie con una lunga esperienza di ricerca, docenza e poi gestione della Scuola di Minoprio. Creando la filiera formativa completa, ha tessuto reti nei settori a indirizzo vegetale. Tra i premi: il “Memorial Fabio Rizzi”, il riconoscimento alla carriera in occasione di Myplant & Garden e da Regione Lombardia per l’eccellenza dei risultati raggiunti. Ora collabora con enti e organizzazioni per progetti di formazione e sviluppo del verde.
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IL CANTIERE | in copertina
Davide Gabba, socio titolare di Luna Verde, ha scelto di fare il giardiniere per circondarsi di natura.
LEGGERE il gi a È questo che fa Davide Gabba. Lo comprende e s’impegna a seguire i comandamenti della natura. Nella nostra “chiacchierata” ci ha raccontato la sua idea di giardiniere, presente e futura di Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
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on Davide Gabba ci siamo rincorsi a lungo. Entrambi impegnati su diversi fronti, abbiamo posticipato più volte il momento dell’intervista, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. È socio titolare di Luna Verde, una piccola realtà nata a Legnano (MI) nel 2000. Davide ha le idee molto chiare sul mestiere del giardiniere, per lui è stato un vero richiamo. “Inevitabile”, per anticipare le sue parole. Non spoileriamo altro, ecco qui cosa ci ha raccontato.
all’apparenza semplice ma dall’affascinante complessità. Era inevitabile. Non fu una vera decisione, quanto più un’opportunità che ho colto al volo.
Come e perché hai deciso di diventare giardiniere? Il mondo agricolo e del verde, ma soprattutto la Natura, hanno da sempre suscitato una fortissima attrazione in me. La tesina delle elementari fu una ricerca sulle api, non vedevo l’ora di trascorrere intere estati in campagna. I fiori, gli insetti, gli animali, le macchine agricole... Un mondo
Come hai iniziato? Dopo il diploma in agraria ho fatto lavori diversi. Ero partito come giardiniere ma poi ho sperimentato diverse realtà, quasi tutte del settore. Quando puoi farlo si amplia la tua conoscenza e per un curioso è fondamentale. I progetti, la strada che volevo intraprendere, erano diversi, ma si è presentata l’occasione di entrare in un’attività
In queste pagine, i dettagli di alcuni lavori firmati da Davide Gabba. Tutti i suoi giardini sono di dimensioni piccole e medie, scelta fatta per seguire il mercato della zona in cui opera la sua impresa.
Per saperne di più visita il sito lunaverde.org
iardino
Adoro la possibilità di creare,
di rendere bello ciò che ci circonda. Profumi, colori, forme. Questi aspetti rendono il mestiere del giardiniere, molto artistico quanto concreto economici non favorevoli, ma non abbiamo mollato e direi che abbiamo trovato una bella quadra. Sono contento.
di giardinaggio già avviata con persone che ho sempre stimato. Non ho esitato. Ho portato diverse innovazioni tecnologiche, metodi di lavoro, esperienze che andavano ad aggiungersi a una base molto valida. All’inizio ovviamente è stato necessario approfondire, specializzarsi, ma la formazione che hai ti permette di arrivare ugualmente, serve solo applicazione. E qualche corso. Sono passati 15 anni, alcuni periodi
Come definiresti il mestiere di giardiniere? Qual è la tua visione? Il Giardiniere è un mestiere antico e complesso, o meglio, laborioso. Sicuramente faticoso, la terra è bassa, si sa, ma il bello è che poi puoi prenderti una pausa, magari godendoti una bella birra... Adoro la possibilità di creare, di rendere bello ciò che ci circonda. Profumi, colori, forme. Questi aspetti lo rendono un mestiere affascinante, molto artistico quanto concreto. La ricerca del bello non è solo un fatto estetico, è qualcosa di più profondo, che può dare energia. Senza bellezza la vita sarebbe molto triste. Di sicuro sarà un mestiere che rivestirà un ruolo sempre più importante, svolto da persone formate e competenti con un occhio alla sostenibilità. Questa è la via (Cit.). N°030
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IL CANTIERE | in copertina Sei un giardiniere e vuoi raccontarci la tua storia? Scrivi a d.stasi@laboratorioverde.net
Ci sono ancora troppe divisioni. Ognuno guarda al proprio orticello e in questa categoria probabilmente trova la sua massima espressione... Cosa osa rappresenta per te idealmente essere un giardiniere e come consideri oggi il giardinaggio professionale? Tra l’ideale e la realtà dei fatti trovi dissonanze? Negli egli ultimi tre anni mi sono addentrato nel settore in maniera diversa e l’ho conosciuto sotto un altro punto di vista. Un mestiere che all’apparenza può sembrare semplice nello stereotipo del cappello di paglia e salopette, ma che nella realtà dei fatti è molto complesso. Questo stereotipo ha portato il livello verso il basso, alla portata di tutti, bastava farsi trascinare da un tosaerba. Con questo non intendo certo che il mestiere debba essere fatto da pochi selezionati, ma che prima di creare élite sia necessario far riconoscere la figura professionale. Ma soprattutto che questa professionalità venga fatta riconoscere ai clienti, che purtroppo oggi faticano a comprenderla permettendo la concorrenza di soggetti che di professionalità ne hanno ben poca. Credo redo che la figura del Giardiniere sia una e unica. Che certi concetti generali di professionalità e metodi di lavoro debbano essere uno standard per tutti. Poi ognuno può specializzarsi come meglio crede e nell’ambito in cui riesce meglio. Ma forse è ancora presto. Vedo molti colleghi a cui manca una mentalità imprenditoriale. MISSIONE: GIARDINI DI PICCOLE E MEDIE DIMENSIONI Una vera specializzazione quella di Luna Verde. Sin dalla nascita ha infatti scelto di dedicarsi a giardini di piccole e medie dimensioni. La ragione è semplice: il mercato delle zone in cui opera è rappresentato prevalentemente da questo taglio. Quindi target ben centrato. L’impresa è composta da soci titolari con competenze differenti, caratteristica che permette di offrire un servizio completo e di riuscire a soddisfare ogni esigenza. Nota interessante: Luna Verde ha creato una piccola rete di aziende con la quale collabora volentieri per soddisfare richieste più ampie.
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Cosa pensi sia prioritario nel fare giardinaggio professionale? Il rispetto della natura, l’estetica, le scelte dei clienti? O un mix equilibrato di tutti questi fattori? Credo che il Giardiniere sia semplicemente espressione della Natura dalla quale impara l’estetica, di cui segue ritmi e imposizioni imprescindibili che vanno assecondati. Sa che può cercare di sfruttarla, cercare di plasmarla ma avrà sempre un prezzo da pagare. Il Giardiniere deve porsi come mediatore tra la Natura e il cliente. L’unico in grado di accettare compromessi. Per questo non amo molto i giardini squadrati, con siepi dritte o arte topiaria. Preferisco sia lei a comandare. Secondo te come si evolverà in futuro il mestiere del giardiniere? Mi auguro che l’asticella della professionalità si alzi sempre di più e che soprattutto che venga riconosciuta. Ci racconti un lavoro a cui sei particolarmente legato? Realizziamo ogni giardino con passione, e questo R ci porta a legarci a esso in modo profondo. Ogni volta cerchiamo di migliorare e così l’ultimo diventa sempre il preferito. C’è l’attesa di vederlo finito, quando le piante arrivano a maturazione. Però se proprio devo risponderti, c’è un giardino che abbiamo creato qualche anno fa di cui voglio parlarti: il proprietario era rassegnato all’idea di non avere un prato decente; noi eravamo convinti che, sistemato l’impianto e seguendo i nostri consigli, sarebbe stato possibile. Scommessa vinta! Q Quale o quali sono i tuoi punti di forza sul lavoro? Leggere eggere il giardino e capire le esigenze del proprietario in modo da poterlo guidare nelle sue richieste con semplicità e concretezza, consigliandolo con l’esperienza e l’occhio lungo che il Giardiniere deve assolutamente avere. La passione poi è quel valore aggiunto che il cliente percepisce e che rende il lavoro più semplice.
IL CANTIERE | tecniche
ciao ciao
MALERBE Approfondimento tecnico sulla gestione delle infestanti mediante il diserbo con prodotti chimici. Consigli pratici su come procedere e un focus di Valerio Pasi sui principi attivi più indicati TEMPO DI LETTU R A: 12 minuti
T
erzo “capitolo” della serie di approfondimenti sulle regole di base per l’impianto e la cura del tappeto erboso. Molto spesso, dopo aver realizzato un nuovo tappeto erboso, nascono e crescono piante infestanti che, se lasciate crescere senza controllo, possono rovinare il manto erboso, sia esteticamente che dal punto di vista colturale. È meglio quindi prevedere già a priori degli accorgimenti per impedire o limitare la crescita delle infestanti. Vediamo come procedere.
ATTENZIONE ALLE AREE A CONTORNO DEL PRATO
Innanzitutto, è da prevedere lo scotico del tappeto erboso preesistente, magari dopo aver effettuato un diserbo totale specialmente in presenza di infestanti perennanti. Per infestanti difficili, come ad esempio la gramigna, occorre partire nella stagione più opportuna, che nel caso specifico è l’estate. Nei mesi di crescita attiva della gramigna bisognerà ricorrere a un prodotto a base di gliphosate più un prodotto a base di triclopry e fluoroxypyr, anche in due volte a distanza di 30 giorni circa. La stessa miscela è in grado di eliminare anche la maggior parte delle malerbe dicotiledoni. Una volta che si è eliminata la vegetazione presente, si dovrà pensare
Si distinguono prodotti totali o selettivi: gli erbicidi totali controllano qualsiasi tipo di pianta, mentre gli erbicidi selettivi agiscono solo
sulle piante indesiderate
Questo articolo è il terzo di una serie sulla cura dei tappeti erbosi. Ti sei perso i precedenti? Ecco dove li trovi: sul numero 28, a pag. 16, si parla di operazioni preliminari, semina e concimazione, mentre sul numero 29, sempre a pag. 16, si analizzano le principali patologie a cui è soggetto il prato. Digitaria in spigatura.
alle future nascite da seme. Particolare attenzione va rivolta a tutte le aree a contorno del tappeto erboso, come ad esempio le aiuole con tappezzanti o arbusti, dove è preferibile ricoprire il terreno con la pacciamatura, utilizzando teli pacciamanti in tessuto non tessuto o antialga, meglio se poi ricoperti con pietre, ghiaietto, lapillo, corteccia, cippato ecc. Inoltre, prima di stendere il telo pacciamante, è preferibile effettuare un trattamento con prodotti antigerminanti, che
Chamaesyce maculata.
COME FARE IN POST-EMERGENZA Volendo intervenire in post-emergenza, bisogna rispettare alcuni accorgimenti. Le condizioni migliori per i trattamenti sono con temperature superiori a 8º C e umidità sopra al 60%. Per almeno 24 ore dopo il trattamento, non deve essere prevista pioggia e non si devono eseguire irrigazioni. Le malerbe da trattare devono avere una sufficiente densità fogliare e dunque non bisogna eseguire tagli del tappeto nella settimana antecedente il trattamento; inoltre, per altri tre-cinque giorni non bisogna eseguire altri tagli. L’applicazione non va effettuata se il tappeto è sotto stress o per carenza idrica o per eventi climatici avversi. Particolare attenzione va rivolta verso la vegetazione che non è il nostro bersaglio: con la deriva del prodotto si rischia di danneggiare le altre piante del giardino. Il trattamento è maggiormente efficace aggiungendo bagnanti e adesivanti. N°030
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IL CANTIERE | tecniche
possono essere distribuiti in forma granulare o liquida. Lo stesso trattamento è meglio sia ripetuto anche una volta pacciamato il terreno. Attenzione alla durata del trattamento antigerminante, che solitamente non supera i 50-60 giorni e che quindi va ripetuto più volte durante la stagione vegetativa. Anche questi accorgimenti però non sono sufficienti a garantire la completa pulizia delle aree, in quanto in tutte le soluzioni di continuità, come i bordi tra il telo e il cordolo, le giunzioni tra i teli o attorno a pozzetti, pali e altri manufatti possono nascere infestanti.
Tappeto fortemente infestato.
LE NUOVE PIANTAGIONI IL VEICOLO PRINCIPALE DELLE INFESTANTI
Ma dove la nostra attenzione va focalizzata è attorno alle piante esistenti e di nuova piantagione. Sono soprattutto le nuove piantagioni il veicolo principale delle infestanti, sia come piante che come semi. Molto spesso nei vivai il controllo delle malerbe non è completo o viene fatto in modo approssimativo. Occorre dunque scegliere dal vivaista solo piante il più possibile pulite e occorre
anche togliere lo strato superficiale di substrato presente nel vaso o sulla zolla. La realizzazione di un tappeto erboso partendo dalla semina va effettuata preferibilmente a partire da settembre fino ai primi forti abbassamenti della temperatura, anziché in primavera. Infatti, una semina fatta in autunno permette che il nuovo tappeto si affermi nel periodo in cui non vi sono nascite di malerbe macroteme (pabio, giavone, digitaria, ecc.). Per quanto riguarda le infestanti dicotiledoni, invece, in questo periodo nascono e raggiungono uno stadio di sviluppo tale da poter superare l’inverno. Ma ciò non deve preoccuparci molto, in quanto all’occorrenza si potrà intervenire con un diserbo selettivo. In questo modo è più facile arrivare a ottenere in primavera un tappeto accestito e affermato, senza il rischio di danneggiare un prato troppo giovane. Si potranno così effettuare altri interventi quali la distribuzione di antigerminanti per due-tre volte a distanza di 60-70 giorni, ottenendo un prato pressoché privo di malerbe. Importante è la distribuzione dell’antigerminante due o tre settimane prima della prevista germinazione delle infestanti, che è solitamente
Dobbiamo ricordarci che solo seguendo le corrette pratiche colturali finalizzate alla buona crescita e sviluppo del tappeto erboso
si potrà avere successo nella competizione contro le infestanti 18
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legata alle temperature e alla disponibilità di acqua.
DISERBARE IN MODO SELETTIVO Il problema maggiore si presenta invece più spesso dove il tappeto erboso è già esistente, costringendoci quasi sempre a ricorrere al diserbo selettivo contro le infestanti dicotiledoni e macroterme. Dopo aver valutato il livello di infestazione, che se fosse eccessivo ci costringerebbe al rifacimento dell’intero tappeto o perlomeno delle zone peggiori, occorre scegliere di volta in volta le migliori sostanze attive a seconda della specie o delle specie da eliminare. Per effettuare i diserbi si possono utilizzare tutti i presidi fitosanitari così come definiti dalla normativa e che in etichetta riportino la pianta e l’avversità per cui è previsto l’impiego. Per diserbare in modo selettivo un tappeto erboso occorre che in etichetta sia indicato che il prodotto è registrato per l’utilizzo su tappeto erboso o su prato ornamentale e che il prodotto è registrato per combattere le malerbe infestanti. In etichetta, inoltre, si troveranno anche le utili indicazioni relative alle condizioni d’impiego e alle modalità di applicazione (es. aspersione, distribuzione di granuli). Si distinguono prodotti totali o selettivi: gli erbicidi totali controllano qualsiasi tipo di pianta, mentre gli erbicidi selettivi agiscono solo sulle piante indesiderate. La Digitaria sanguinalis.
Livello sufficiente di concimazione.
selettività dell’azione erbicida è legata alla caratteristica chimica del composto e varia in base alla dose, alla velocità di assorbimento diversa fra le varie specie, alla sensibilità della specie oggetto di controllo alla sostanza attiva, alla modalità di applicazione (su terreno o sulla pianta), al tipo di assorbimento preferenziale (attraverso le foglie o le radici), al tipo di azione (se localizzata o sistemica). Gli erbicidi antigerminanti o di pre-emergenza svolgono la loro azione sulle plantule delle erbe nella fase di germinazione. Si utilizzano generalmente sull’intero tappeto erboso e devono essere seguiti da pioggia o irrigazione altrimenti non arrivano al terreno, dove esplicano la loro azione. Le formulazioni granulari sono preferibili, in quanto si possono applicare più facilmente e preventivamente per un periodo di tempo più lungo. Le formulazioni liquide necessitano una buona bagnatura del tappeto prima dell’applicazione, altrimenti aderiranno alle foglie dell’erba anziché penetrare sino al terreno, e
Cynodon dactylon.
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IL CANTIERE | tecniche
I PRINCIPI ATTIVI DA UTILIZZARE SOSTANZE ATTIVE E MISCELE
UTILIZZO
NOTE
Dicamba
Tappeti erbosi
Selettivo contro dicotiledoni
2,4 D
Tappeti erbosi
Selettivo contro dicotiledoni. Agisce bene su Hydrocotyle sp.
Dicamba+2,4 D
Tappeti erbosi
Selettivo contro dicotiledoni.
Dicamba+Mecoprop
Tappeti erbosi
Selettivo contro dicotiledoni. Agisce bene su Trifolium arvense, Fumaria officinalis, Cirsium arvense, Convolvolus arvensis, Plantago spp, Equisetum spp.
Mecoprop
Tappeti erbosi
Selettivo contro dicotiledoni
2,4-D + Dicamba + MCPA + Mecoprop-P
Tappeti erbosi
Selettivo contro dicotiledoni. Agisce bene su Bellis perennis, Convolvulus arvensis, Plantago spp., Sonchus spp., Taraxacum officinale, Veronica spp.
Dicamba+Mecoprop+Clopyrapyd
Tappeti erbosi
Selettivo contro dicotiledoni. Agisce bene su Trifolium arvense
Fenoxaprop-P-etil
Tappeti erbosi
Selettivo contro graminacee macroterme post-emergenza.
Clopiralid + Florasulam + Fluroxipir meptil
Tappeti erbosi ad uso ornamentale e sportivo
Selettivo contro dicotiledoni. Agisce bene su Bellis perennis, Convolvulus arvensis, Plantago spp., Sonchus spp., Taraxacum officinale, Veronica spp., Stellaria media, Matricaria chamomilla, Trifolium repens.
Isoxaben
Tappeti erbosi e colture ornamentali
Antigerminante contro dicotiledoni. Non utilizzare direttamente su rose ed azalee
Fluoroxypyr e Triclopyr
Tappeti erbosi, aree civili e industriali, bordi stradali, sedi ferroviarie
Dicotiledoni, arbustive e arboree.
Glyphosate
Aree civili e industriali, sedi ferroviarie
Dicotiledoni e monocotiledoni annuali e poliennali.
La presente tabella è da ritenersi puramente indicativa e non esaustiva.
anche subito dopo l’applicazione, per dilavare il prodotto dalle foglie e farlo arrivare alla superficie del terreno. Bisogna tener presente che, quando applicati, gli antigerminanti non consentono operazioni di rigenerazione o trasemina, in quanto
Infestazione macroterme.
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agiscono anche contro le sementi del tappeto. I prodotti selettivi o di post-emergenza per il controllo delle infestanti controllano solo le erbe indesiderate esistenti. Sono efficaci su molti tipi di malerbe, quali le latifoglie annuali le perenni e le graminacee macroterme. I diserbanti di postemergenza possono essere utilizzati anche in modo localizzato, ovvero solo là dove sono necessari e non su tutta la superficie del tappeto erboso. La loro efficacia è maggiore quando le piante da eliminare sono ancora giovani, mentre quando sono mature le infestanti sono di più difficile controllo. Questo vale soprattutto per le infestanti macroterme, in quanto sono difficilmente controllate oltre lo stadio di due-tre foglie vere e due culmi di accestimento. In ogni caso, dobbiamo ricordarci che solo seguendo le corrette pratiche colturali finalizzate alla buona crescita e sviluppo del tappeto erboso si potrà avere successo nella competizione contro le infestanti: un manto erboso denso, sano e ben curato è la migliore difesa!
CANTIERE | il progetto
Seguendo la tradizione meneghina dei cortili segreti, l’hotel Milano Verticale nasconde un’area verde di 1.000 mq. Segno e segnale che il verde non è più accessorio, ma parte integrante di ogni nuovo progetto di Anita Cavalli
Giardino
alla milanese
IL CANTIERE | progetto
TEMPO DI LETTU R A: 4 minuti
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on un articolo di approfondimento, ma un semplice assaggio di un progetto che ci ha molto colpito. Non solo per la struttura architettonica, ma per l’importanza che è stata data agli spazi esterni. Segnale che il giardino da accessorio è ormai diventato parte integrante dei nuovi progetti, non solo nel caso di edifici residenziali, ma anche di hotel. Stiamo parlando del Milano Verticale | UNA Esperienze, il nuovo hotel quattro stelle superior, nel distretto di Porta Nuova-Garibaldi-Corso Como, firmato dallo studio Vudafieri-Saverino Partners. Un nuovo concetto di ospitalità, uno spazio aperto alla città: hotel con 173 camere, ristorante di 600 mq, luogo per lavorare e socializzare. Qui però ci concentriamo sull’area esterna, progettata insieme a P’Arcnouveau, un suggestivo giardino segreto di 1.000 mq.
NON TROPPO SEGRETO
Ad annunciare il giardino interno, è già la piazzetta antistante l’ingresso dell’hotel, dove spicca un grande esemplare di Magnolia grandiflora preservato durante i lavori. Anche lungo tutto il prospetto su via Rosales, su cui si affaccia la struttura, lo spazio pubblico è stato
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riqualificato con un progetto in cui le superfici dure si alternano a macchie arbustive e alberi in vasca. Ma spostiamoci nel giardino vero e proprio, che segue la tradizione milanese dei cortili segreti, spesso nascosti dietro la sobria cornice dei palazzi nobiliari del centro. L’intero piano terra dell’edificio funge da filtro di questo spazio, separandolo fisicamente, ma non visivamente, dalle vie adiacenti, in un continuo gioco di intrecci tra interno ed esterno. Da fuori, infatti, lo sguardo coglie solo una parte del giardino, e proprio per questo suscita curiosità.
INNO ALL’ELEMENTO ACQUA
Se a livello visivo c’è continuità, non si può dire lo stesso a livello sonoro. Fuori il rumore della città, dentro, in sottofondo, il suono dell’acqua, elemento caratterizzante dell’intero spazio: è proprio il canale d’acqua che attraversa il giardino longitudinalmente a definire l’area dove sono disposti i tavoli del bar e del ristorante. Uno spazio informale, dove la natura si esprime in maniera dirompente. Tra le specie scelte: aceri grigi, Liridendron tulipifera, Gleditia triacanthos, Cercydiphillum japonicus, gruppi di arbusti, graminacee e specie erbacee tra cui viburni, cornioli e miscanti.
CONTRASTI NATURALI La spontaneità della natura è raccontata anche dalla scelta dei materiali, contrapposti gli uni agli altri: ai bordi della pietra levigata del canale d’acqua si contrappone il fondo di scisti scuri, mentre i gabbioni in metallo naturale, riempiti di ciottoli di grandi dimensioni, con la loro durezza e massa esaltano la leggerezza e la morbidezza del tappeto erboso.
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APRIRSI
ALL’ECONOMIA ECONOMIA CIRCOLARE TEMPO DI LETTU R A: 6 minuti
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uesto articolo è un po’ più filosofico e vuole essere ispiratore. I due anni di immersione nella pandemia hanno logorato la nostra pazienza, ma la fiducia e il rispetto per la scienza non devono mai venir meno. Se tutti riponessimo seria consapevolezza verso il progresso scientifico allora forse, si vedrebbe già la luce in fondo al tunnel. Ne usciremo. Per questo dobbiamo iniziare a interrogarci su come sarà il ritorno a un mondo in cui il Covid -19 avrà avuto la peggio. Non possiamo perdere l’occasione per un nuovo inizio. Dobbiamo far sì che tutto il brutto accaduto sia il prezzo pagato per una nuova rinascita; solo così si potrà ricominciare con ottimismo ed entusiasmo. Per natura l’uomo reagisce in maniera costruttiva piuttosto che
distruttiva o apatica quando trova un significato e una direzione nelle azioni che compie. Questa vicenda si dovrà tradurre in un’occasione per una ricostruzione del nostro vivere il pianeta e le relazioni.
UN PONTE PER IL FUTURO
Dobbiamo considerare questo periodo come un ponte per un futuro diverso, coordinato da logiche più lungimiranti ed ecocompatibili. Prima di tutto la ripresa economica post-Covid dovrà puntare sulle energie rinnovabili: questo appare ormai un imperativo categorico. La pandemia ha fatto riflettere sulla vulnerabilità ambientale del mondo: negli Usa, per esempio, hanno annunciato piani per bloccare la vendita di nuove auto a benzina e diesel entro il 2035.
Numeri alla mano, scattiamo una fotografia della situazione attuale. E riflettiamo su come investire in sostenibilità sia un’occasione di crescita dei profitti e un fattore di successo rispetto alla concorrenza. Per tutti i mestieri, giardiniere compreso
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di Jessica Bertoni del 2019. Le rinnovabili sono state le uniche fonti energetiche che hanno continuato a crescere, con un più 3% nel primo semestre di quest’anno. Preoccupa, tuttavia, il calo degli investimenti nel 2020 in nuovi impianti fotovoltaici ed eolici. Nella produzione dei rifiuti speciali, si stima un calo del 25% nel 2020 rispetto all’anno precedente. La produzione di rifiuti urbani ha avuto una flessione minore, fra il 10 e il 14%. Si sono registrate notevoli difficoltà nel riciclo, per la riduzione delle attività degli impianti, ma soprattutto per l’abbassamento dei prezzi e la carenza di sbocchi di mercato delle materie primarie e secondarie. L’agroalimentare di qualità ha sofferto per il calo dell’export e il blocco della ristorazione e del turismo. Per la mobilità ci sono stati cali notevoli nel trasporto pubblico urbano e ferroviario, ma anche nella sharing mobility. Sono invece aumentate le vendite di biciclette e di auto elettriche, e ad aprile 2020 c’è stato un vero e proprio boom di acquisti: 12,1% del totale venduto. Sul versante delle Green City, i progetti di rigenerazione urbana hanno subito rallentamenti.
Eppure i dati 2020 circa lo stato di fatto della green economy in Italia non sono totalmente rassicuranti, sebbene ci sia stato un rallentamento “forzato” delle emissioni da effetto serra. Si assiste a: ◗ crescita faticosa delle fonti; ◗ riciclo in difficoltà; ◗ agroalimentare di qualità in sofferenza; ◗ progetti di rigenerazione urbana rallentati. Ma allo stesso tempo abbiamo un boom della vendita di auto elettriche e biciclette. Il primo semestre del 2020 è stato caratterizzato da un calo della domanda energetica senza precedenti, che si è tradotto anche in una sensibile riduzione delle emissioni di gas serra: nel primo semestre 2020 sono diminuite del 17% rispetto allo stesso periodo
MISURE INNOVATIVE NELLA GREEN ECONOMY
Per arrivare a realizzare nuovi obiettivi di sostenibilità ambientale ed economia circolare, si potrebbe partire sfruttando il pacchetto di misure innovative nella green economy, messo a disposizione dall’Unione Europea per la pandemia, in modo da far ripartire l’economia e al tempo
Sull’economia circolare, si propone anche un programma
di rigenerazione urbana che recuperi e valorizzi aree degradate ed edifici dismessi e aumenti le infrastrutture verdi N°030
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stesso dare una risposta alla crisi climatica, proposto già nel novembre 2020 dal Consiglio nazionale della Green Economy. Si tratta di un organismo che raccoglie 69 organizzazioni di imprese del settore, che ha presenziato nel corso della prima giornata degli Stati Generali della Green Economy, tenutosi anche l’anno scorso nell’ambito della fiera Ecomondo di Rimini, sebbene in versione virtuale a causa del Covid-19. Per l’energia e il clima si punta a: ◗ indirizzare i finanziamenti europei verso idrogeno verde, decarbonizzazione, fonti rinnovabili di energia, miglioramenti dell’efficienza energeticaa prorogare l’ecobonus 110% fino al 2024; ◗ applicare criteri climatici stringenti per indirizzare gli investimenti; ◗ introdurre una graduale carbon tax. Sull’economia circolare, le proposte sono di aumentare i finanziamenti del Piano transizione 4.0, prorogando per un quinquennio le misure di sostegno agli investimenti, raddoppiando la misura degli incentivi e il limite degli investimenti agevolabili. L’obiettivo è favorire la progettazione di prodotti che durino più a lungo e siano
concepiti per essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclo. Il pacchetto propone anche un programma di rigenerazione urbana che recuperi e valorizzi aree degradate ed edifici dismessi e aumenti le infrastrutture verdi. Si punta a portare al 30% la quota di territorio e di mare tutelati. Si propone inoltre di potenziare il trasporto pubblico, la sharing mobility, le piste ciclabili, facendo scendere entro il 2030 il tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti, oltre a estendere gli incentivi all’elettrificazione, per raggiungere entro il 2030 la quota del 25% dei consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti. Per l’agroalimentare, l’intenzione è quella di incentivare la diffusione delle produzioni agricole basate sui principi dell’agroecologia e le pratiche di riciclo nella trasformazione alimentare.
COSA SIGNIFICA ESSERE SOSTENIBILI?
E per continuare a riflettere su queste tematiche da addetti ai lavori o semplicemente da cittadini interessati al mondo in cui si vive, si consuma e si produce, quest’anno Ecomondo torna in presenza dal 26 al 29 ottobre, all’interno dei consueti padiglioni di RiminiFiera. Un’occasione per trattare argomenti legati alle energie rinnovabili, alla sostenibilità, all’economia circolare e all’innovazione in ottica green. Dunque cari lettori l’invito è di allargare, ciascuno nel proprio piccolo, il fronte degli investimenti a cambiamenti anche strutturali che siano in linea con le tendenze della nostra epoca, che richiedono un’attenzione in più, rispetto al passato, alla sostenibilità. E proprio questo in un contesto globale può tradursi in un’occasione di crescita dei profitti e in fattore di successo rispetto alla concorrenza. Occorre essere innovativi, pensare a nuove proposte che siano capaci di garantire al cliente informato la circolarità di un’economia che dietro le quinte, di noi tutti, restituisce valore al committente, profitto all’imprenditore e giustizia al pianeta.
Occorre essere innovativi, pensare a nuove proposte che siano capaci di garantire al cliente informato la circolarità di un’economia che dietro le quinte, di noi tutti, restituisce valore al compratore, profitto all’imprenditore e giustizia al pianeta 26
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