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Rigenerazione dalla A alla Z
RIGENERAZIONE RIGENERAZIONE DALLA A ALL A Z
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Nonostante tutte le attenzioni prestate sia nella preparazione del suolo prima dell’impianto del tappeto, sia nella gestione dei tagli, dei parassiti, delle erbe infestanti e delle malattie fungine, si possono verificare dei diradamenti o delle morie localizzate che rendono necessario uno o più interventi. Vediamo insieme quali.
LE OPERAZIONI PRELIMINARI
A partire dai mesi di settembre e ottobre, in dipendenza dalle temperature stagionali, si può iniziare con la preparazione del tappeto alla rigenerazione. Questo è il periodo migliore, in quanto si evita la nascita di infestanti macroterme con le quali invece dovremo combattere se la rigenerazione venisse fatta nei mesi di febbraio,
Questo articolo è il quarto di una serie sulla cura dei tappeti erbosi. Ti sei perso i precedenti? Ecco dove li trovi: sul numero 28 si parla di operazioni preliminari, semina e concimazione; sul numero 29 si analizzano le principali patologie a cui è soggetto il prato; sul numero 30 si approfondiscono le tecniche di gestione delle infestanti. Tutti gli articoli iniziano a pagina 16, impossibile non trovarli!
Come procedere per rigenerare i tappeti erbosi residenziali. Ecco tutte le fasi, una per una, con consigli pratici e indicazioni tecniche precise
testo e foto di Valerio Pasi
DALLA A ALL A Z
marzo e aprile. Nel contesto residenziale, caratterizzato da spazi spesso ristretti, occorre dapprima procedere a un diserbo selettivo contro le infestanti dicotiledoni se presenti in misura consistente, lasciare agire per 8-10 giorni, e quindi effettuare un taglio basso (circa a due centimetri di altezza, ma sempre da valutare in relazione alla specie prevalente nel tappeto). Ora il tappeto è pronto per l’operazione di arieggiatura e rimozione del feltro (approfondimento nel box “Rimozione del feltro: cosa fare”). Se non occorre migliorare il terreno si può procedere con la trasemina del tappeto, non senza aver prima provveduto a una concimazione a effetto starter, con apporto consistente di fosforo e azoto a lenta cessione (titolo 1625-12 o simile). Eventualmente apportare un leggero strato di terriccio specifico per tappeti erbosi e quindi rullare e irrigare. Queste operazioni si possono però effettuare anche utilizzando macchine dedicate, sempre studiate per operare anche in piccoli Si può quindi procedere alla semina con apposite seminatrici in grado di aprire dei solchi e far cadere il seme direttamente sopra di essi nella quantità voluta. La disponibilità di macchine evolute consente anche di migliorare le caratteristiche fisiche del terreno quanto è necessario, consentendo di operare in modo del tutto simile a quello che viene riservato ai campi sportivi e da golf.
Carote fustellate.
efficienti e
spazi.
di ossigeno alle radici del tappeto erboso
GLI STEP • Diserbo selettivo contro le infestanti dicotiledoni • Taglio basso • Arieggiatura e rimozione del feltro • Sabbiatura • Bucatura con punte piene o una fustellatura con punte cave • Trasemina • Concimazione starter in copertura • Rullatura
IL RUOLO DELLA SABBIA
Dopo le operazioni preliminari di diserbo, taglio e rimozione del feltro si può procedere con l’apporto di sabbia o altri ammendanti (miscele sabbia-sostanza organica in rapporti variabili a seconde della miglioria da effettuare). La sabbia deve essere sempre silicea, lavata e vagliata in granulometria 0-2 millimetri. I quantitativi di sabbia da apportare variano a seconda del grado di compattamento e della tessitura del terreno da migliorare e possono indicativamente andare da 4 a 10 litri per mq. Sono disponibili delle macchine compatte semoventi che vengono caricate con il materiale in tramoggia e lo distribuiscono nel quantitativo desiderato in maniera omogenea. Alla sabbiatura si può far seguire una bucatura con punte piene o una fustellatura con punte cave (“carotatura”), così da far penetrare nei primi 4-8 centimetri di terreno il materiale e di conseguenza migliorare il drenaggio e la capacità per l’aria. La fustellatura può inoltre essere eseguita anche senza l’apporto di sabbia. La capacità per l’aria nel terreno è funzione
DA SAPERE Rispetto ai costi, dobbiamo dire che spesso ci si avvicina a quelli di un rifacimento, escluso l’apporto di sabbia e/o ammendanti, ma con i vantaggi menzionati. Ma non solo nella rigenerazione abbiamo vantaggi: anche nel rifacimento totale di un tappeto l’apporto di materiali e la semina di precisione garantiscono risultati ottimali, anche se con costi di poco superiori alla semina a spaglio tradizionale.
della porosità libera ed è molto importante per assicurare il corretto apporto di ossigeno alle radici del tappeto erboso, che risentono molto delle condizioni di asfissia. Vi sono diverse macchine semoventi e compatte in grado di operare fino a profondità di 6-8 centimetri se il grado di resistenza alla penetrazione del terreno lo consente. La sabbia o il materiale prescelto deve ora essere condotto a intasare i fori utilizzando una rete apposita o, nel caso di piccole superfici, una scopa metallica. Si procede sino a che il materiale non penetra più nei fori; quindi, è il momento di effettuare la trasemina, preferibilmente con una seminatrice a dischi. La macchina apre un solco nel terreno con il disco e vi deposita subito il seme, prima che il solco si richiuda. Anche in questo caso si può operare con passaggi incrociati a 30°, se occorre una trasemina più fitta. Segue la concimazione starter in copertura e la rullatura.
Arieggiatrice al lavoro con molto feltro.
Feltro rimosso.
In questo modo è possibile fare una rigenerazione con diversi vantaggi rispetto quella tradizionale, soprattutto se occorre migliorare le caratteristiche fisiche del terreno. Si è in grado non solo di apportare sabbia, ma anche di portarla in profondità nel terreno, migliorando notevolmente la radicazione e di conseguenza la resistenza alla siccità. Con la semina meccanica il quantitativo di seme è controllato in modo preciso e non
RIMOZIONE DEL FELTRO: COSA FARE
A seconda della quantità di feltro e dell’azione più o meno incisiva bisogna valutare se è meglio montare sull’arieggiatore delle “molle” o dei coltelli. Nel primo caso l’azione è finalizzata alla sola rimozione del feltro, che non deve essere presente in modo abbondante.
Nel secondo caso, oltre alla rimozione del feltro, presente in abbondanza o meno, si va a scalfire la superficie del terreno più o meno profondamente, in modo da preparare il letto di semina. Nel caso il tappeto fosse molto rado o in presenza di feltro abbondantissimo, si può operare con due passate, incrociate con un’inclinazione di circa 30° (a losanga).
Seminatrici.
Solchi arieggiatrice per la semina.
si rischia di infittire troppo il tappeto, cosa controproducente in quanto si evita il portamento “filato” dell’erba in eccesso che origina poi la formazione di feltro in quantità. Infatti, con la semina manuale si è sempre portati ad abbondare, per ragioni spesso irrazionali, e il risultato non è quello atteso. Anche la possibilità di optare per una bucatura o una “carotatura” a seconda dell’utensile che si monta, consente di adattare meglio le operazioni di rigenerazione al tipo di terreno che si va a migliorare. Con questo sistema di operazioni si è in grado di rigenerare un tappeto senza doverlo rifare completamente, aspetto che ha evidenti vantaggi dal punto di vista estetico, per la continuità della copertura verde e per i tempi più brevi di ripresa dell’utilizzo.
Un modello di arieggiatrice.
Idee e soluzioni dal Chelsea Flower Show
Una fonte enorme di spunti da cui trarre ispirazione per differenti situazioni. Proposte progettuali e di dettaglio per dare una marcia in più a giardini e terrazzi
testo e foto di Francesco Fedelfio
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La Gran Bretagna è la meta per gli amanti dei giardini e la patria di molti personaggi influenti nel mondo del verde. A Londra, in particolare,
e vuoti, ripetizione e semplicità. In particolare, per il planting si può optare uno stile naturale che, associato all’elemento acqua, aiuta a incrementare la biodiversità.
si tiene la manifestazione del verde più importante del mondo: il Chelsea
Flower Show. Un evento che attira ogni anno oltre centocinquanta mila persone in cinque giorni.
In Italia, forse, si ha la percezione che si tratti di un appuntamento elitario e chic. Ho avuto il piacere di partecipare alle due ultime edizioni e posso dire che il
Chelsea Flower Show è un evento inclusivo e capace di evolversi con i tempi. Sicuramente, in grado di attirare anche i giovani: basta pensare che nell’area ristoro c’è un palco dove si esibiscono band uscite dai talent show britannici.
Ritornando all’esposizione, quella di quest’anno è stata un’edizione unica e straordinaria: dopo oltre cento anni di storia, il Chelsea Flower Show si è svolto in autunno, anziché in primavera. Questo a causa dell’emergenza sanitaria in corso e che ha visto slittare le date di maggio a fine settembre. Ciò ha permesso ai paesaggisti di mostrare ai visitatori un altro aspetto degli spazi verdi, quello del mutamento durante il corso delle stagioni: nonostante in Gran
Bretagna l’autunno sia arrivato in ritardo, sono state inserite piante con bacche e fogliame che virano sui toni autunnali, oltre a fioriture e soluzioni progettuali davvero molto interessanti. Nelle prossime pagine ne vedremo alcune e come adattarle concretamente.
DA RICORDARE Per creare uno spazio verde serve equilibrio, proporzione tra pieni
Idee e soluzioni dal Chelsea Flower Show
ANGOLO DOCCIA E MATERIALI DI RIUSO The Hot Tin Roof Garden, ideato da Ellie Edkins, è ispirato a un contesto costiero. La caratteristica distintiva di questo spazio è sicuramente l’utilizzo dell’acciaio ondulato. Non solo viene impiegato per i contenitori, in due colori differenti, ma anche come rivestimento di una porzione della parete. Si crea così un senso di armonia. La doccia, con le tubature in rame ben visibili, diventa un elemento elegante e di arredo. Lo stesso colore viene ripreso nel tessuto della seduta, come elemento di connessione.
SCULTURE E ACQUA Bodmin Jail – 60° East: A Garden Between Continents, ideato da Ekaterina Zasukhina con Carly Kershaw, evoca il territorio dei Monti Urali, con i suoi fiumi e montagne. Sebbene sia una composizione paesaggistica, è pensato per un contesto cittadino, un ottimo spunto su cui riflettere. Le sculture di Penny Hardy sono figure eteree, realizzate con parti metalliche di macchinari, che mettono in risalto la parte vegetale circostante. L’elemento dominante, tuttavia, è la grande cascata che si getta in un piccolo lago. Da qui un ruscello scende tra rocce, conifere potate a nuvola ed erbacee perenni.
ASSOCIAZIONI VEGETALI VINCENTI Vincitore di una medaglia d’oro e premio come migliore costruzione, The Trailfinders’ 50th Anniversary Garden, ideato da Jonathan Snow, celebra l’anniversario dell’azienda omonima di viaggi. Il giardino evoca il paesaggio alle pendici dell’Himalaya, in quanto uno dei primi viaggi venduti dall’azienda fu quello per Kathmandu. Tra le molte piante, qui spiccano il Selinum wallichianum e la Persicaria amplexicaulis. Entrambe prediligono un’esposizione soleggiata o di mezz’ombra, con un suolo umido e fertile. La prima è un’apiacea magnifica e grazie alla sua fioritura candida, spezza molto bene fioriture dai toni accesi come quella della Persicaria.
PARETI ALTERNATIVE E SOSTENIBILI The Boodles Secret Garden, ideato da Thomas Hoblyn, è concepito come un luogo di guarigione e miglioramento della propria vita, dopo questo periodo di incertezza. A emergere sono sicuramente le due pareti in legno: sono state realizzate a mano dal produttore di mobili Jan Hendzel Studio con assi di quercia provenienti da fonti sostenibili. È interessante notare il gioco di forme che queste assi, distanziate tra loro, creano quando il visitatore si sposta dalla visione frontale. Sono stati impiegati pochi accenni di colore, dati dai fiori, e molto verde per esaltare la struttura.
INCREMENTARE LA BIODIVERSITÀ RHS COP26 Garden, ideato da Marie-Louise Agius e Balston Agius, punta al ruolo fondamentale che hanno gli spazi verdi nella protezione del nostro pianeta. È uno dei giardini più ampi della manifestazione ed è diviso in quattro aree, offrendo idee pratiche su come creare un giardino adatto ai cambiamenti climatici. Una sezione interessante è quella denominata “Mitigazione”. È stata ricreata una zona depressa perché, questo genere di situazione riduce il rischio di inondazioni, ma ha anche il potere di filtrare l’acqua dagli agenti inquinanti. A un livello inferiore, uno stagno diventa un luogo di rifugio per la fauna selvatica. Infine, è stato ricreato un prato ricco di specie capaci di attirare gli insetti impollinatori.
SEDUTE IN LEGNO E PIETRA Vincitore di una medaglia d’oro e uno dei più riusciti allestimenti di questa edizione, The M&G Garden, ideato da Harris Bugg Studio, è immaginato con un passato urbano e industriale, dove i materiali vengono trasformati per creare uno spazio verde unico. In questo progetto, la pietra grezza e lavorata unisce l’aspetto naturale con quello artificiale. Un tronco abbattuto può essere trasformato in un’ampia seduta, mentre il planting in stile naturale smorza la rigidità della scultura di tubi recuperati, di oltre 100 metri, e della pietra tagliata.