PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
giardiniere N° 033
IL
Aprile – Giugno 2022
+SOSTENIBILITÀ Consociazione, riscoperta di un’antica pratica
+TAPPETO ERBOSO Uso sportivo, in campo per capire come fare
LA NUOVA RIVISTA SOLUZIONI PER IL GIARDINIERE INVESTIRE IN SICUREZZA Un giro di vite sui controlli in cantiere, per limitare incidenti e infortuni. Si parte dalla formazione
16 pagine su tecnologie, innovazioni SERVIZIO e nuove ideeA PAG. 31
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EDITORIA LE
Partiamo da un significato, il significato di innovare: “rendere nuovo, mutare uno stato di cose, introducendo norme, metodi, sistemi nuovi. E ancora: rinnovarsi, riacquistare forza, vigore, efficienza; anche di piante che mettono germogli” - quale miglior rinnovamento, quest’ultimo. Ed è con questo spirito iere, perché proprio che è stato confezionato il nuovo numero de ILgiardiniere grazie al rinnovamento vogliamo provare a esplorare idee inedite, valorizzare le buone cose del passato e affidarci alle opportunità del futuro. Come la storia di Mariangela, protagonista della nostra rubrica LA NUOVA RIVISTAe diventare, “New generation”, che ha deciso di seguire il suo istinto PER IL GIARDINIERE almeno per ora, un’apprendista giardiniera. Un approccio quasi casuale, il suo, a questo mestiere, che definisce “un lavoro travolgente”. E di rinnovamento parliamo anche a pagina 26, con l’articolo di Anna Zottola, dove facciamo il punto sulle opportunità derivanti dal PNRR per il settore della manutenzione: finanziamenti di 300 milioni di euro per la valorizzazione di parchi e giardini storici. Una cifra mai vista prima per il comparto del verde, che può diventare anche un’interessante possibilità per gli addetti ai lavori. Per non parlare della sostenibilità, uno dei motori verso il rinnovamento. Così, Federico Fagan ci fa riscoprire un’antica pratica derivante dall’agricoltura, la consociazione, che è una tecnica ideale da consigliare a quei clienti che desiderano un prato naturale. Ma questo è solo un accenno del rinnovamento che potete trovare su questo numero… Un rinnovamento che (speriamo!) possa essere da stimolo per il vostro lavoro, nei vostri cantieri, e nella progettazione della vostra attività… E allora, buona lettura! di Francesco Tozzi
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LA RIFLESSIONE
R ACCONTARE IL di Sandro Degni
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ualche settimana fa a pranzo con una cara amica, dopo aver ordinato, il cameriere che ci ha portato i piatti ce li ha raccontati con una dovizia di particolari tale da farceli immaginare prima ancora di farceli gustare. Al primo boccone, avevamo presente gli ingredienti, gli accostamenti, i contrasti voluti per esaltare i singoli sapori. Insomma, il cameriere è riuscito perfettamente nel suo intento, quello di interpretare il lavoro dello chef e trasmetterlo in quei pochi passi che separano la cucina dai tavoli. Vi starete chiedendo come mai esordisco parlando di cucina su una rivista che parla di giardinaggio. La risposta è molto semplice, dobbiamo cambiare il nostro modo di comunicare il verde e dobbiamo farlo in maniera radicale. Mi sono chiesto più volte come mai nel nostro settore
si fanno passi da gambero nella cultura del verde e con difficoltà riusciamo a dare visibilità al nostro splendido lavoro per suscitare un vero e passionale interesse come per hamburger e pizze gourmet. Uno degli errori più grandi è non credere in quello che raccontiamo, rassegnandoci al fatto che tanto al cliente interessa solo il costo finale. Ma questa paura deriva anche dalla poca formazione e attenzione che poniamo in quel che proponiamo, rendendoci deboli in un eventuale confronto con il cliente. Il secondo errore più comune è quello di pensare alla concorrenza al ribasso non rendendosi assolutamente conto che se offriamo qualità – e questa qualità sappiamo raccontarla – riusciamo a sbaragliarla, anche e soprattutto con la nostra dialettica orientata a far capire la differenza tra un’idea di giardino economico e un giardino un po’ più costoso ma che sarà tagliato su misura per la persona che abbiamo davanti. Pensate davvero a ciò che accade in un ristorante esclusivo, l’esempio è calzante, si ha la sensazione che lo chef abbia cucinato per noi, per
Rendiamo partecipi i clienti delle nostre scelte e del nostro pensiero. Non siamo cataloghi di prodotti e piante, ma libri illustrati, questa è la nostra forza. 6
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GIARDINO soddisfare le nostre papille gustative. Tempo fa, una cliente mi chiese delle rose particolari che le ricordassero la sua infanzia in campagna. Ecco, mi comportai come quello chef o quel cameriere: presi una rosa comune ma molto profumata e la assecondai nel ricordo, perché prima di tutto quel fiore scatenava in me le stesse sensazioni; lei fu contenta, non seppi mai se la rosa desiderata fosse quella ma ero stato in grado di accendere dei ricordi, un po’ con il profumo, un po’ con il racconto. I Giardinieri non sono più in grado di raccontare e raccontarsi o almeno lo fanno molto poco, ultimamente si punta più sull’effetto wow che sull’effetto emotivo da scatenare nel risultato finale. Parlando con la brava Lorenza di Marco, brava architetto del paesaggio del mio amato Abruzzo, convenivamo sul fatto che la nostra arma principale
I giardini raccontano storie che meriterebbero di essere ascoltate. E parlano più di sentimenti e anima che di botanica. Fabrizio Caramagna
è l’osservazione, come ho avuto modo più e più volte di dire nei miei editoriali. Non ci sono scuse, se non abbiamo tempo per corsi di formazione, letture specifiche, fiere e mostre del settore, basterebbe farsi una bella passeggiata: spesso un incolto primaverile-estivo è in grado di consegnarci interi ambienti, riproponibili con poche modifiche negli accostamenti di colori, forme e volumi. Dobbiamo solo copiare. Impariamo a comunicare il verde, crediamoci noi per primi, raccontiamo ai nostri clienti perché utilizziamo quel colore, quella forma, quel materiale. Rendiamoli partecipe delle nostre scelte e del nostro pensiero, facciamoli entrare nel nostro giardino mentale. Non siamo cataloghi di prodotti e piante, ma libri illustrati, questa è la nostra forza. Impariamo a comunicare il Giardino, impariamo a comunicare!
GLOSSARIO V ERDE
BIOLOGIA, FISIOLOGIA,
ANATOMIA
Su ogni numero, la spiegazione di vocaboli che ricorrono tra i professionisti del verde. Per fare luce sulle parole corrette e mettere in ombra quelle che creano scompiglio di Francesco Ferrini
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robabilmente le parole che vi presentiamo su questo numero vi sembreranno molto comuni e vi chiederete perché sia necessario fare chiarezza. La risposta è semplice. Perché, anche tra gli addetti ai lavori, si tende a fare confusione tra le varie discipline. La conseguenza è che, poi, non si ha ben chiaro quali siano le competenze dei vari professionisti, e si tende a delegare a un fisiologo il lavoro di un biologo o viceversa. La biologia vegetale è una branca della biologia che si occupa di descrivere la vita degli organismi vegetali. I livelli di indagine sono molteplici e vanno dalla classificazione (sistematica), l’anatomia e fisiologia delle piante (botanica) fino allo studio dei meccanismi che regolano i processi all’interno di una cellula vegetale (fisiologia vegetale cellulare). L anatomia vegetale o fitotomia è il termine L’ generale per lo studio della struttura interna delle piante. In origine comprendeva la morfologia
delle piante, la descrizione della forma fisica e della struttura esterna delle piante, ma dalla metà del XX secolo l’anatomia vegetale è stata considerata un campo separato riferendosi solo alla struttura vegetale interna. La fisiologia vegetale include lo studio di tutte le attività interne delle piante e tutti i processi chimici e fisici associati alla vita delle piante stesse. Ciò include lo studio a molti livelli di scala di dimensioni e tempo. Alla scala più piccola sono le interazioni molecolari della fotosintesi e la diffusione interna di acqua, minerali e sostanze nutritive. Alla scala più ampia sono i processi di sviluppo delle piante, stagionalità, dormienza e controllo riproduttivo. Le principali sottodiscipline della fisiologia vegetale includono la fitochimica (lo studio della biochimica delle piante) e la fitopatologia (lo studio delle malattie nelle piante). L’ecofisiologia studia la risposta fisiologica delle piante ai fattori ambientali.
Dèi in giardino di Sandro Degni La mitologia classica ha regalato diverse versioni della storia di Anemone. Ve ne presentiamo due. La prima narra che Anemone era la sposa di Zefiro, il vento primaverile dell’ovest, che aveva come amante la dea Chloride. Quest’ultima, stanca delle attenzioni riservate da Zefiro alla moglie, la allontanò bruscamente dalla sua corte. Zefiro, per tutelarla dalle sue ire, la trasformò in un bellissimo fiore che fiorisce in primavera, accarezzata dal vento caldo. La seconda presenta Anemone come una delle ninfe alla corte della dea della primavera, Flora (ne abbiamo parlato sullo scorso numero, a pag. 8). Di lei s’innamorarono Zefiro e Borea, un vento caldo e uno freddo. I due se la contendevano a suon di bufere, che infastidivano Chloris, sposa di Zefiro. Stanca, la dea decise di vendicarsi, catturò Anemone, la trasformo in fiore e la legò a Zefiro e Borea, condannandola a essere sferzata dai due venti per l’eternità: Zefiro l’avrebbe fatta fiorire con i suoi venti gentili, Borea le avrebbe fatto perdere i fiori, con la sua fredda tramontana. A prescindere dalla storia che vi piace di più, una curiosità: Anemone, viene chiamato proprio “fiore del vento”.
Il cantiere
COVER STORY
14
di Marta Meggiolaro
I giardini come arte di R Rachele Pozzato
In campo per capire come fare
32
di Valerio Pasi
Investire in sicurezza
NEW GENERATION
18
22 26 30
Il PNRR e l’Italia attendono giardinieri qualificati
Vista inaspettata di Daniela Stasi
SOLUZIONI
di Anna Zottola
36
Un progetto su misura
Prima & Dopo. Perdersi per poi ritrovarsi…
38
Il meglio del mondo verde
di Lavinia R Raccah ed E Edoardo Carconi
40
di M Mario Ferrarini
di Rachele Pozzato
Eccellenza nostrana
di Rachele Pozzato
41
FOCUS INNOVAZIONE
45
Ancora più nutriente
46
Accoppiata vincente
48
La qualità che fa storia
di F Filippo Terragni
di E Emma Colombo di E Emma Colombo
di Filippo Terragni
gestione
SOMMARIO N°033
56
Prove di futuro
58
Sapere per progettare
60
Conta la salute delle piante?
62
Riscoperta di un’antica pratica
di Alessia De Micheli eG Giacomo Gatti di G Giovanna Cutuli di Daniela Stasi
di F Federico Fagan
66
Scarti vegetali, fatta chiarezza di Daniela Stasi
sCOPERTE
68
La regina del giardino
72
Suggestioni acquatiche di R Rachele Pozzato
DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
74
Una pianta grassa su misura
RESPONSABILE EDITORIALE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net
76
Bellezza abbandonata
di E Emma Colombo di R Rachele Pozzato
rubriche
05
Editoriale
di Francesco Tozzi
06
La riflessione
08
Biologia, fisiologia, anatomia
52 54
News
79
Prontuario
82
L’opinione
di SSandro Degni di F Francesco Ferrini
Libreria
a cur cura di Rachele Pozzato
di Lucio Brioschi di Anna Zottola
UNIVERSO IL giardiniere
12
Chi siamo, cosa facciamo e le info utili per entrare in contatto con noi
N˚ 033 APRILE / GIUGNO 2022
IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa COLLABORATORI Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Edoardo Carconi, Anita Cavalli, Emma Colombo, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Federico Fagan, Francesco Ferrini, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Rachele Pozzato, Lavinia Raccah Margherita Wotton, Anna Zottola GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano Tel. +39 02 4244 8445 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
e d i z io n i
di R Rachele Pozzato
Laboratorio
verde
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • Greenup • Flortecnica e vivaismo • Agenda del Verde • I Quaderni di greenup • Calendario del Verde Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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Le nostre firme
N° 033
IL
Aprile – Giugno 2022
Sandro Degni
+SOSTENIBILITÀ Consociazione, riscoperta di un’antica pratica
Francesco Ferrini
+TAPPETO ERBOSO Uso sportivo, in campo per capire come fare
Valerio Pasi
LA NUOVA RIVISTA SOLUZIONI PER IL GIARDINIERE INVESTIRE IN SICUREZZA Un giro di vite sui controlli in cantere, per limitare incidenti e infortuni. Si parte dalla formazione
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N°033
16 pagine su tecnologie, innovazioni e nuove idee
R giardiniere professionista di lunga data, esperto di terrazzi e spazi urbani R Professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, accademico e divulgatore scientifico R agronomo specializzato principalmente in verde ornamentale e pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste
Sara Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi R architetti del paesaggio, anime dello Studio Urka di Roma Anna Zottola R agronoma con esperienza di ricerca, docenza e gestione della Scuola di Minoprio; oggi si occupa di consulenza per progetti di formazione e sviluppo del verde
COV ER STORY
Investire in A fronte degli incidenti avvenuti nel 2021, l’Ispettorato del lavoro e ATS si preparano ad estendere i controlli nei cantieri. Attesi ottomila ispettori in più di Marta Meggiolaro
TEMPO DI LETTU R A: 5 minuti
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na spada di Damocle pende sulla testa dei manutentori del verde professionisti: la modifica del decreto legislativo 81 del 2008, infatti, che ha preso spunto da alcuni incidenti mortali avvenuti a fine 2021, ha unito le competenze ATS e ha parificato ATS all’Ispettorato del Lavoro. Questo significa che ora l’Ispettorato del lavoro può effettuare delle visite e controlli in azienda per documentarsi e raccogliere informazioni che sono solitamente di pertinenza di ATS. Grazie all’impegno dell’Associazione Florovivaisti dei territori di Milano, Lodi, Monza Brianza, possiamo riferire in anticipo se non addirittura in anteprima le conseguenze che avrà questa modifica sul lavoro dei professionisti. L’Associazione infatti ha organizzato un incontro lo scorso giugno giugno, per informare gli associati circa i cambiamenti in arrivo in tema di sicurezza dei cantieri; il compito è stato affidato a Sergio Bertinelli, referente regionale agricoltura ATS Brianza e ispettore.
SI PREPARA UNA PIOGGIA DI SANZIONI
«La differenza da sottolineare è che mentre ATS ha un approccio prudenziale, e interviene nei cantieri perché vuole prevenire gli incidenti – secondo l’opinione di Bertinelli – l’Ispettorato del Lavoro verifica le irregolarità, e sanziona di conseguenza. Le sanzioni saranno molte e severe. Per ogni infrazione si pagheranno 3.000 euro, oltre alla cifra prevista per la violazione degli articoli penali». Per questa verifica “a tappeto” è stato fatto un grosso investimento in nuovi ispettori, che sono in formazione in questo periodo e che da fine estate saranno operativi. La collaborazione
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fra i due enti non sarà semplicissima: oltre alla differenza di approccio che abbiamo menzionato, va evidenziato anche che mentre l’Ispettorato del lavoro è nazionale, ATS è regionale e tende ad avere un’ottica più vicina alla realtà del territorio, che manca all’Ispettorato, più centralizzato.
Il “preposto” ha in mano la squadra ed è responsabile se il cantiere non rispetta le norme di sicurezza
sicurezza ASSOCIAZIONE FLOROVIVAISTI DEI TERRITORI DI MILANO, LODI, MONZA BRIANZA Michele Palmieri è il presidente neoeletto dell’Associazione, che fa parte di Assofloro nazionale con due delegati e collabora anche con Coldiretti. L’Associazione si sta muovendo su più fronti, fra i quali anche l’ampliamento degli associati, fra floricoltori e giardinieri. Il consiglio si riunisce ogni primo lunedì del mese. Per informazioni, si può visitare il sito: www.assoflor.it.
LA SOLUZIONE È LA FORMAZIONE
«Meglio avere un consulente solo, che faccia riferimento all’Associazione, e che si occupi di tutti i documenti – ha proseguito Bertinelli –, ATS non può fare consulenza, ma può essere di
supporto. Il consulente può essere formato a spese dell’Associazione e fare poi la formazione a livello interno: in questo modo sarà lui ad aiutare tutti gli associati ad avere la valutazione dei rischi, il piano di sicurezza, e così via, fornendo a ogni azienda i documenti necessari». Ma cosa potrebbe accadere nel momento in cui un ispettore riscontri delle irregolarità? «Le sanzioni riguarderanno soprattutto alcuni punti: le nomine e i corsi dovranno essere fatti in modo completo e sarà opportuno avere sempre in cantiere a disposizione i documenti (basta conservarne una copia o l’immagine nel tablet o nel telefono). Qualche esempio: la mancata elaborazione del piano d’evacuazione e delle emergenze; la mancanza della dovuta formazione, o la mancanza della nomina del preposto del
Al centro, Michele Palmieri, il presidente dell’Associazione Florovivaisti dei territori di Milano, Lodi, Monza Brianza.
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Le tragiche morti accidentali del 2021 dovrebbero davvero interrogarci e farci capire che non si può più morire cadendo da un albero mentre si fa una potatura che non si è formati e attrezzati per fare nel settore. Il secondo motivo per cui il tema è nodale è questo: quando si tratta di un’azienda di giardinieri, tutti i componenti devono fare il corso da “preposti”, perché le squadre sono piccole e cambiano tutti i giorni». Nel caso di interventi effettuati da specialisti esterni, è sempre meglio avere una dichiarazione scritta in cui lo specialista dichiara come effettuerà il lavoro e che lo farà rispettando le regole di sicurezza. Lo stesso discorso vale con i manutentori delle macchine: «Fatevi rilasciare un documento scritto che riporti nome, cognome, e quello che hanno fatto. Perché se poi succede qualcosa su quella macchina a causa di una manutenzione mal fatta, non è giusto che paghi il datore di lavoro». La platea dell’assemblea durante l’incontro.
cantiere, che ovviamente deve essere a sua volta formato e addestrato. In tutti questi casi l’ispettore sospende l’attività lavorativa fino a che non viene sistemato il tutto e non viene pagata la sanzione».
MEGLIO CHE SIA TUTTO PER ISCRITTO
«Bisogna mettersi nell’ordine di idee che il cantiere verde è un cantiere a tutti gli effetti – ha affermato Bertinelli – pubblico o privato, non c’è differenza. Questo significa, ad esempio, che l’ispettorato pretenderà la regolarità dei subappalti. Devono esserci contratti scritti in modo che tutti abbiano titolo a stare in cantiere. Con cantiere si intendono tutti quei lavori per i quali il manutentore ha attrezzature e personale, ma anche quelli per cui il manutentore si appoggia ad attrezzature e personale esterni alla società. Tutto questo va dichiarato dall’inizio, deve essere tutto trasparente». Un nodo centrale è la figura del “preposto”: il “preposto” è chi dà le direttive, chi, per esperienza e formazione, può gestire le persone presenti in cantiere, e deve essere sempre presente, mentre il direttore dei lavori può assentarsi dal cantiere dopo aver affidato i lavori al “preposto”. Anche il “preposto” può spostarsi dal cantiere, ma qualcuno deve prendere il suo posto, e per farlo deve essere formato. I motivi per cui questa figura diventa centrale in un cantiere verde sono due: il primo è che il “preposto” ha in mano la squadra ed è responsabile se il cantiere non rispetta le norme di sicurezza. «Bisogna investire su questa figura perché un cantiere con un buon “preposto” funziona bene», ha commentato Bertinelli, forte della sua esperienza pluridecennale
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UN GROSSO IMPEGNO, CHE PERÒ SALVA LA VITA
È chiaro che per i manutentori del verde questo giro di vite sulla sicurezza comporta un grosso dispendio di energie dal punto di vista burocratico, organizzativo e formativo. Ma Bertinelli ha insistito molto, anche a fronte delle rimostranze che qualche associato ha manifestato, sul fatto che le tragiche morti accidentali del 2021 dovrebbero davvero interrogarci e farci capire che non si può più morire cadendo da un albero mentre si fa una potatura che non si è formati e attrezzati per fare. Inoltre, è stata ribadita la piena disponibilità dell’Associazione a collaborare con ATS per far avere agli associati la lista dei documenti da avere sempre in cantiere (i patentini, le schede delle macchine, il piano operativo del cantiere…). «La qualità dei brianzoli è la qualità del prodotto: noi le cose le facciamo, e le facciamo bene. Però adesso bisogna farle anche in sicurezza: in un cantiere verde sono presenti moltissime cose pericolose. Bisogna saperle usare in sicurezza. Ho una richiesta da farvi, anche se è impopolare: segnalate le persone che ancora vanno in giro a lavorare in modo irregolare. Il 21 maggio è venuto giù da un albero un pensionato che faceva una potatura da una signora. È morto. Queste morti non ci devono più essere. Infine, un invito: mi rendo conto che alcune regole vi sembrano inutilmente fastidiose, ma su questo può esserci dialogo con le istituzioni. Dovete essere sempre di più in modo che la voce del presidente che poi parla per tutti abbia peso e venga ascoltata», ha concluso Bertinelli, con un appello accorato.
NEW GENERATION
I GIARDINI come
ARTE
Georgia O’Keeffe, Oriental Poppies, 1927. “Mia nonna invece ha sempre dipinto enormi fiori ispirandosi a Georgia O’Keeffe….”
TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
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Mariangela è una giovane apprendista giardiniera, innamorata del verde e del suo mestiere. La sua suggestione più grande? Vedere, osservare e percepire la natura come una grande opera d’artista di Rachele Pozzato
Q
uella con Mariangela è stata un’intervista atipica. Ci siamo rincorse al telefono, via mail e su WhatsApp, ognuna persa e presa dalle proprie incombenze. Le risposte alla fine le ho ricevute per posta, e finalmente ho capito: la sua, con il suo lavoro e con la natura, è un’immersione totalizzante, una passione forte che con impegno, costanza e
dedizione sta trasformando in una carriera. Qual è stato il tuo primo incontro con il verde? Ho sempre amato stare nel verde, nei boschi: fino a qualche anno fa, infatti, abitavo in collina. Ritrovare la dimensione del verde in ambito urbano è un incontro differente, che regala ossigeno, ma che in qualche modo costringe dentro ad un ambiente urbano e ad una proprietà:
“Gli alberi mi toccheranno e i fiori avranno tempo per me” da una poesia di Sylvia Plath: è questa la citazione che ispira e guida Mariangela DALLE ULTIME REALIZZAZIONI… «Nell’ultimo progetto ho selezionato insieme alla cliente alcuni elementi vegetali da rimuovere e altri da tenere, a cui la cliente era affezionata. Questa è stata la partenza per trasformare l’intera aiuola: Acer palmatum, Helleborus lividus, Heuchera ‘Lady Marmalade’, Dryopteris erythrosora, Muscari, Convallaria Japonica, Allium ‘Purple Rain’ e qualche altra bulbosa messa a dimora dalla cliente stessa».
quella del cliente, componente che può rivelarsi stimolante, oppure provocare un freno. Ho osservato, anche su me stessa, che talvolta c’è il rischio di far ricadere il proprio concetto di potere su quelli che sono gli elementi del verde, ma che di fatto vivono di vita propria e secondo le proprie esigenze. Un buon giardiniere credo che dovrebbe imparare a conoscere questi elementi infiniti durante lo scorrere della sua carriera e attraverso lo studio e le sue conoscenze poterli rispettare e trasmettere, o condividere, con il cliente stesso, affinché non si utilizzino in maniera affrettata facendone un mercato privo di cultura e rispetto. Dietro questa figura professionale si cela tanto studio, tanta cura, tanta storia e maestria. Da bambina mi divertivo nel terrazzo di casa con mia mamma a prendermi cura delle piante, a spostare le fioriere e fare composizioni per poi fotografarle e consumare tutto il rullino. Mia nonna invece ha sempre dipinto enormi fiori ispirandosi a Georgia O’Keeffe trasmettendomi l’amore per l’iperrealismo naturale e la sensualità dei fiori. Ma il mio primo incontro con il verde a scopo lavorativo è stato dedicato alla potatura degli alberi da frutta all’interno di un grande giardino: le gemme gonfie, lo scorrere della linfa, il primo sole caldo e l’inadeguatezza di questo nuovo ruolo tutto da conoscere. Quest’inverno poi, ho avuto il primo incontro con i giganti, gli alberi, mentre oggi
Muscari della famiglia delle Asparagacee.
invece sto collaborando alla realizzazione di alcuni giardini. Sono immersa in un lavoro che offre un abbondante varietà di incontri: spero con il tempo di riuscire ad approfondire ciò che sento più affine a me. Qual è il progetto dei tuoi sogni? Quest’anno lavorando nei giardini mi sono avvicinata al mondo arboreo, facendo il corso
L’IDENTIKIT
Mariangela ha 30 anni, è apprendista giardiniera e da un anno collabora con un giardiniere professionista, che ha la pazienza, come ci racconta lei, di svelarle il mestiere. Le tante opportunità lavorative e le varie esperienze artistiche le hanno dato la possibilità di affinare il suo senso estetico, che nutre e appaga oggi nei giardini. L’approccio a questo mestiere è stato quasi casuale, ma nel caos di questa nuova scelta ha intravisto e intuito subito l’amore per questa professione. Da un anno a questa parte le attività svolte sono moltissime: dal taglio dei prati alla potatura di siepi o arbusti, la scelta di piante da incrementare all’interno di un giardino, la progettazione di impianti di irrigazione, la potatura di alberi e la realizzazione di giardini. Un lavoro travolgente, come lo definisce Mariangela.
NEW GENERATION
INFLUENZE Sviluppare la sensibilità e allenare lo sguardo sono forse il segreto innato di questo mestiere. Mariangela lo ha appreso da giovanissima, e prima ancora di scoprire quale direzione avrebbe preso la sua carriera: «il liceo artistico mi ha insegnato ad osservare», racconta.
di tree climbing ho potuto vivere da vicino questo grande vegetale. Quest’esperienza mi ha incuriosito molto e l’arboricoltura è una materia che ha molto da dire e di cui c’è tanto da scoprire, soprattutto oggi. Mentre cerco di definire la mia strada sto studiando per conoscere la materia e caprine l’evoluzione: mi piacerebbe poter aver la possibilità di approfondire il legame tra alberi e gli altri elementi vegetali del giardino, là dove lo spazio lo consente. Vorrei tenermi stretto l’approccio dell’osservazione, continuando ad imparare con il rispetto del tempo necessario, riuscendo nel ruolo che mi si propone. Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono intraprendere la tua stessa carriera? Non ho ancora avuto l’opportunità di lavorare con moltissimi colleghi, soprattutto coetanei.
Sarebbe bello fare rete, proseguire nell’esplorazione di queste vaste materie, conoscersi per imparare ed accogliere i fallimenti. Dovremmo cercare di darci il tempo di osservare la bellezza in ogni lavoro, anche se ancora non è sempre possibile: quella bellezza che è data dal rispetto dei tempi e dell’armonia, che si esprime da sé perché intrinseca nella sua natura. Il mondo lavorativo è come te lo aspettavi? Purtroppo, sì: una grande maggioranza di persone volte alla frenesia e una quantità un po’ ridotta che tenta di valorizzare e portare rispetto, cura e tempo al lavoro che svolge. Noti delle differenze tra l’approccio tuo e di colleghi coetanei, rispetto a quello di colleghi della “vecchia scuola”? La differenza forse è tra chi decide di essere arrivato e non avere più nulla da imparare, e chi invece è mosso dal fuoco della curiosità e della passione. Da chi ricerca, studia e osa la sperimentazione, e chi invece rimane legato alle proprie certezze. Non credo sia una questione di età, ma di approccio appunto. La tua giovane età è più un limite o un vantaggio in questo settore? Non so, forse a mio favore c’è la fisicità, ma al di là di questo ho avuto la fortuna di essere introdotta fin da subito con persone molto competenti e umane. Questo mi ha permesso di esprimermi nonostante la mia poca esperienza. Ogni giardino ha richieste differenti, e la conoscenza affina l’espressione adeguata al luogo in un tempo più ridotto.
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Il taglio va sempre fatto con raccolta, al limite è lo smaltimento che deve essere reimpiegato.
In campo per capire come fare
Proseguiamo con l’intervista iniziata sullo scorso numero a Fabrizio Ingegnoli, agronomo consulente per diverse società di calcio di Serie A e serie minori. Obiettivo: comprendere l’approccio corretto per la gestione del tappeto erboso a uso sportivo di Valerio Pasi TEMPO DI LETTU R A: 7 minuti
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bbiamo deciso di dedicare ben due numeri al tema del tappeto erboso a uso sportivo, in particolare a uso calcistico, perché l’intervista a Fabrizio Ingegnoli, dottore agronomo libero professionista e consulente per diverse società sportive di calcio di Serie A e serie minori, si è rivelata uno scrigno prezioso di consigli tecnici concreti. Ecco cosa ci ha raccontato.
Quali sono le operazioni sul substrato che possono essere ritenute indispensabili nell’arco dell’anno? Nello stadio si decompatta spesso, in diversi modi cercando di non creare suole di lavorazione, si sabbia e si rulla poco. Spesso si ricorre ad agenti penetranti per aiutare l’acqua a passare dallo strato calpestato superficiale (dai 2 ai 4 cm) agli strati più drenanti sottostanti. Decisamente utile
Il prato si costruisce
un filo d’erba alla volta. Ci vuole costanza e passione, solo così si riesce a migliorare il prato o a evitare che non si degradi nei mesi caldi e freddi
LE VALUTAZIONI DA FARE:
Schema di taglio.
Il modello di taglio prescritto dalla Uefa a cui è fondamentale attenersi.
è la pulizia del cotico, operazione propedeutica a salvaguardare il topsoil superficiale: strigliature con macchine (terrarake, unirake, vertirake) dotate di aghi a molla di diametro da 4 a 5 mm con diversa inclinazione in grado di entrare per trascinamento nel cotico e sollevare i residui impaccati, insieme a spazzolature e slicing sono le operazioni ordinarie più importanti, se non fondamentali, per migliorare il sistema vegetazione/topsoil/prestazione. Un campo fitto d’erba è meno giocabile rispetto a uno più rado (si scivola meno). Quali possono essere considerati i carichi massimi che il campo può sopportare per l’utilizzo ai diversi livelli di gioco? I carichi massimi variano con le condizioni pedoclimatiche (luce, aria, temperatura, drenaggio), livello di manutenzione, numero di
squadre e livello di categoria agonistico. Uno stadio come San Siro, dotato della migliore tecnologia (illuminoterapia, personale, riscaldamento basale, serre per concimazione carbonica, ecc…), se ospita due partite di fila sotto l’acqua tra novembre e febbraio si dirada al 50%, nessun problema invece a settembreottobre e aprile-maggio. I carichi di rottura, quindi, dipendono molto dal meteo, soprattutto negli stadi del nord, indipendentemente dal numero di partite. All’Olimpico di Roma, non così all’avanguardia come qualche stadio al nord (Milano, Torino e Reggio Emilia), grazie alle condizioni climatiche e strutturali più favorevoli (più spazioso per la presenza della pista di atletica), il numero degli eventi è il più alto al mondo: giocano due squadre in serie A (spesso anche nelle competizioni europee), la Coppa Italia e la sua finale, il Sei Nazioni di Rugby, oltre qualche test match e alcune partite della nazionale di calcio.
• Natura dell’erba presente • Punti critici (ombraristagnidryspot) • Drenaggio generale • Sistema d’irrigazione e suo controllo • Tipologia di taglio ed effcienza macchine • Tipo di terreno • Qualità e quantità acqua d’irrigazione
Un campo in erba naturale microterma nel Nord Italia, tipico di una struttura comunale con manutenzione standard, può garantire 100-120 ore annue; in macroterma si raggiungono le 180-200 ore annue. Stadi prestigiosi con alta tecnologia senza N°033
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La tipologia di taglio praticata è uno degli aspetti che si deve conoscere quando s’inizia a occuparsi di un nuovo tappeto erboso a uso sportivo.
Ti sei perso la prima parte dell’intervista? Corri a pag. 21 de IL giardiniere numero 032
rinforzo verticale od orizzontale del manto, superano le 50-60 ore a stento, quelli rinforzati con alta manutenzione possono arrivare a 80-90.
Classificazione suggerita dei valori di prova per il monitoraggio interno Fifa.
Quali sono i livelli minimi di apporti di elementi nutritivi per i diversi liveli di gioco? Negli stadi si semina sempre e spesso si consumano dalle 3 alle 5 tonellate di seme (trasemine, retopping e pregerminato), perciò si concima molto, superando i valori consigliati in bibliografia o quelli divulgati per tappeti erbosi ricreazionali: siamo più vicini a un Green di golf. Spesso si superano valori di 50 gr/N/mq. Poco Fosforo e tanto Potassio, Calcio, Ferro, Manganese, Zinco. Non si dovrebbe mai scendere sotto i 25 gr/N/annui e altrettranto per il Potassio. Fare correzioni fogliari con Ferro in primavera e autunno, e con Calcio per rinforzarte i tessuti ai primi caldi, Manganese, Zinco e Silicio per rinforzare vegetazione agli stress ambientali. E non dovrebbe mai mancare la somministarzione di
ALTEZZA DELL’ERBA E QUALITÀ DI GIOCO Prove
Intervalli
Durezza della superficie (pesi) Trazione superficiale (Nm)
70-90 60-100 <60 / >100 ≥ 30 ≥ 20 < 20 24-28
Altezza dell’erba (mm)
20-30 <20 / >30
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Preparazione fondo.
Umati di Potassio, alghe e aminoacidi almeno due volte all’anno. In uno stadio c’è molto di più, si interviene almeno una o due volte alla settimana. È possibile una gestione organica (biologica) del campo? No. Il campo di calcio è prestazionale, deve essere all’interno dei requisiti richiesti (Uefa). Il taglio va sempre fatto con raccolta, al limite è lo smaltimento che deve essere reimpiegato, assolutamente è controindicato il taglio recycler/ mulching. Ci vuole sostanza chimica per i concimi a pronto effetto per la loro rapida solubilità, da evitare sostanze organiche sia di conosciuta che dubbia provenienza. Più il profilo è inorganico e sterile, meglio è.
Quali possono essere considerati i costi di manutenzione di un campo per un utilizzo ai diversi livelli di gioco? Per quanto riguarda i budget degli stadi prestigiosi non ne parliamo, spesso non si conoscono nel dettaglio nemmeno tra gli addetti ai lavori. Se, invece, si parla di stadi PROPRIETÀ professionistici di squadre militanti DEL SUOLO in serie B o Lega Pro, un giusto budget è intorno ai 60-80mila Prove Intervalli euro annui, mentre per uno stadio 20-30 più importante si arriva anche a Contenuto 100mila. Gli stadi dei top club volumetrico di umidità 18-32 superano di gran lungo queste cifre del terreno (%) <18 / >32 anche per i costi di riscaldamento > 85 e la corrente per alimentare Profondità massima ≥ 60 l’illuminoterapia quasi per sei mesi di radicazione (mm) < 60 annui. I contratti per uno stadio >55 comunale per squadre di Serie D e Profondità della nelle categorie inferiori si attestano massa radicale ≥ 45 intorno ai 30-40 mila euro. principale (mm) <45
Per iniziare la manutenzione nel modo giusto è necessario conoscere il campo, il drenaggio, le zone difficili, il taglio
e il sistema di irrigazione
Quanto è importante la continuità della manutenzione nella corretta gestione del campo? È tutto. Anche l’erba come noi, mangia e beve tutti i giorni. Il prato si costruisce un filo d’erba alla volta. Ci vuole costanza e passione, solo così si riesce a migliorare il prato o a evitare che non si degradi nei mesi caldi e freddi. La manutenzione ordinaria è la chiave di volta.
Quale consiglio daresti al manutentore dei campi a livello medio? Per iniziare bene è necessario conoscere il campo, il drenaggio, le zone difficili, il taglio e il sistema di irrigazione. In uno stadio c’è sempre qualcuno 12 ore al giorno e dopo poco tempo, l’operatore capisce quanto dura la rugiada sul prato, dove secca prima il prato in estate (dryspot), dove è più compattato, e piano piano pone rimedio, facendo la differenza. Difficile per un manutentore avere qul tipo di presidio, ma se si impara subito dove sono i punti critici nel campo e nella gestione si fanno passi avanti. Prima di fare qualsiasi operazione straordinaria è necessario fare alcune valutazioni, dalla natura dell’erba presente alla tipologia di taglio ed efficienza delle macchine. Poi si agisce, magari chedendo un consiglio, per stilare un piano biotecnico, scegliendo sempre prodotti, attrezzature e macchine professionali e specifici (c’è un perché).
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Finanziamento di 300 milioni di euro per la valorizzazione di parchi e giardini storici. Una cifra mai vista prima per il settore del verde, che diventa anche un’interessante possibilità per gli addetti ai lavori di Anna Zottola, foto di Luca Michelli
S
ono davvero tante le risorse stanziate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto PNRR. 570 milioni di euro per sviluppare diverse azioni, tra le quali la rigenerazione ambientale, sociale, turistica, dell’istruzione e via via, fino ad accendere l’attenzione sui giardini, una delle tante, pregiate, ricchezze italiane. Il Ministero della Cultura, con il supporto tecnico della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, ha infatti riconosciuto che Ministero per i beni e le attività i parchi, e giardini storici, possono Vai alla graduatoria! culturali (Decreto del Presidente del essere valutati con gli stessi parametri Consiglio dei Ministri n.169 del degli edifici d’epoca. Le creazioni del 2 dicembre 2019) e con l’utilizzo verde sono legate alla storia. Vivono della Legge 108 del 2021 “Governance del Piano e si sviluppano nel tempo, trasmettendo i loro nazionale di ripresa e resilienza” – il PNRR per valori alla società. Quasi ogni città italiana può l’appunto – e con le prime misure di rafforzamento raccontarsi attraverso i suoi parchi e i suoi giardini delle strutture amministrative e di accelerazione storici. Spesso si trovano all’interno di tenute e snellimento delle procedure, è stato erogato nobiliari, passati di generazione in generazione, un finanziamento dedicato alla valorizzazione oppure ceduti dell’identità dei luoghi rappresentati, in esclusiva, alle municipalità FINALITÀ DELL’AVVISO da parchi e giardini storici. e trasformati, per ◗ Rigenerare e riqualificare i parchi necessità o per dovere e i giardini italiani di interesse culturale ARRESTARE IL DEGRADO sociale, in luoghi ◗ Elevare gli standard di gestione L’investimento, mai visto in queste dimensioni, pubblici di incontro e manutenzione, sicurezza e accoglienza ha un valore complessivo di 300 milioni di euro. e svago. Tramite ◗ Assicurare la migliore conservazione nel Di questi, 100 milioni sono già destinati a cinque tempo in un’ottica di sostenibilità e resilienza il Regolamento di parchi individuati dal Ministero. Altri 190 milioni riorganizzazione del
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il PNRR e L’Italia
giardinieri 26
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CRONOPROGRAMMA DEL BANDO Il giardino del Castello di Urio in provincia di Como.
di euro serviranno a parchi e giardini in via di selezione, mediante un Avviso pubblico: è stata pubblicata la graduatoria dei progetti finanziati. Nei prossimi mesi verrà diffuso un altro bando, a beneficio ancora del settore del verde. Di questo parleremo in un altro numero. I 10 milioni rimanenti del fondo saranno erogati per interventi di censimento botanico e di catalogazione dei parchi e giardini storici, oltre ad azioni formative destinate alla qualificazione di Giardinieri d’Arte. Il bando concluso ci aiuta a capire meglio le dinamiche che regolano gli interventi nei giardini storici. Solo le proprietà di parchi e giardini di interesse culturale (artistico, storico, botanico, paesaggistico), che possiedono, o gestiscono, un bene vincolato secondo il Decreto D.lgs. 42/2014, hanno potuto partecipare. Tra queste proprietà, a titolo di esempio, ci sono i Comuni, le fondazioni,
Anno 2022 ◗ 15 marzo, termine per la presentazione dei progetti ◗ 30 giugno, data ultima di pubblicazione del decreto di assegnazione delle risorse ai progetti risultati ammessi al finanziamento Anno 2023 ◗ 31 gennaio, termine entro il quale dovranno essere avviati i cantieri
Anno 2024 ◗ 31 dicembre, data entro cui dovranno essere conclusi almeno 45 progetti (indicatore stabilito dal Ministero della Cultura e premiante per gli enti che concludono entro questa data) Anno 2026 ◗ 30 giugno, termine entro il quale dovranno essere conclusi tutti i progetti
le associazioni e i privati. I finanziamenti consentono di intervenire per arrestare al più presto il degrado, e il rischio conseguente di perdere un patrimonio principalmente botanico, costituito da alberi, e arbusti, non più in grado di superare i cambiamenti climatici, o da specie botaniche colpite da patologie incurabili, e purtroppo di facile diffusione.
attendono
qualificati N°033
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IL CANTIERE | opportunità La Cervara, ex complesso monastico lungo la strada provinciale che da Santa Margherita Ligure porta al borgo di Portofino.
RESTAURO, GESTIONE E ACCOGLIENZA
Il giardino deve far proprio il concetto di “giardino aperto a tutti”, quindi fruibile anche da parte di soggetti con disabilità, lungo percorsi in sicurezza. Non deve mancare la promozione dei valori culturaliricreativi, didattico-educativi e socioeconomici. Restauro, gestione e accoglienza di qualità, sono i tre capisaldi di questo nuovo finanziamento. Gli interventi, una volta autorizzati dall’esito della istruttoria, coinvolgeranno numerose imprese qualificate, appartenenti a comparti diversi. Principalmente sono aziende florovivaistiche, servizi di giardinaggio e arboricoltura, imprese del settore edilizio, etc., con maestranze specializzate, professionisti e competenze multidisciplinari. L’obiettivo nel medio termine è generare impatti occupazionali solidi e permanenti.
RAGGIUNGERE TUTTI I SITI STORICI
Per il nostro Paese, si tratta di un disegno politico davvero strategico, che consentirà alle Regioni
La Vigna di Leonardo in corso Magenta a Milano.
di utilizzare i fondi europei per affidarli a enti che necessitano di restaurare il proprio parco o giardino. Con una finalità che è ancora più profonda. Si prefigura, infatti, di condurre a censire i luoghi con un metodo qualitativo codificato e, se possibile, di raggiungere tutti i siti storici per rinnovare la Carta del Restauro. Questo traguardo sarà supportato dalle recenti Linee guida e norme tecniche per il restauro dei giardini storici, frutto del lavoro di un gruppo costituito tra il Ministero e l’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI), guidato da Vincenzo Cazzato, già docente universitario di Arte dei Giardini e Architettura del Paesaggio. Delle Linee guida parleremo approfonditamente nel prossimo numero de IL giardiniere.
MODALITÀ CONTRIBUTO E FINALIZZAZIONE DEI FINANZIAMENTI Sono stati ammessi progetti con contributo massimo per ciascuna proposta di € 2 milioni e progetti con contributo minimo per proposta di € 200.000. L’oggetto del finanziamento ha rappresentato opere materiali e/o azioni immateriali sul parco o giardino secondo la seguente ripartizione: a) componente vegetale e del disegno del giardino: componente obbligatoria
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e deve coprire almeno il 60% del valore del progetto insieme alla componente c) di impiantistica; b) componente architettonica e scultorea: componente facoltativa che non deve essere superiore al 15% del valore del progetto; c) componente impiantistica: componente che non deve superare il 10% del valore
del progetto insieme alla componente e) valorizzazione e comunicazione; d) sicurezza e accessibilità; e) valorizzazione e comunicazione: sono previste premialità di finanziamento del progetto che vanno da un minimo del 50% al 100% del valore del progetto in funzione delle giornate di apertura pubblica del giardino.
IL CANTIERE | prima&dopo
PERDERSI
PER POI RITROVARSI… TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
U
n giardino privato a Roma, commissionato da una coppia di clienti dalle esigenze diverse, è questo il progetto di cui vogliamo parlarvi su questo numero. Sono state realizzate aiuole con piantagione di erbacee perenni, graminacee e felci, e un’area artificiale costituita da idromassaggio, solarium, vasca per i pesci, divano
Scale di accesso ai locali tecnici e al piano interrato brutte alla vista, da schermare.
L’idea
Perdersi per poi ritrovarsi in giardino, lasciandosi distrarre dalle varietà di forme e colori di meravigliose erbacee e graminacee, per giungere poi in un’incantevole area relax dotata di vasche d’acqua per i pesci, di un ponte pedonale di attraversamento, di una jacuzzi a cielo aperto, di una zona solarium dotata di doccia esterna. Il tutto delimitato da splendidi frangivista in legno utilissimi per schermarsi dal vicino.
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in muratura, il tutto schermato da un frangivista in legno. Il Rhyncospermum jasminoides, addossato lungo il muro perimetrale presentava una brutta spogliatura alla base, motivo per il quale è stato arricchito con piante da ombra. Nello specifico: Dryopteris affinis e D. erythrosora. Nella foto si possono ammirare due fioriere esposte a sud, nelle quali sono state piantate Stipa tenuissima ed Echinacea purpurea.
prima Nessuna funzione ed eccessiva richiesta idrica per il mantenimento delle zone a prato.
…Nel giardino realizzato dallo Studio Urka, che ha soddisfatto le numerose richieste di entrambi i proprietari, conciliando estetica e funzionalità. E riducendo di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi la manutenzione delle aree verdi Frangivista in legno utile a schermare le viste sgradevoli.
Per saperne di più sul progetto vai al sito studiourka.com
dopo GLI AUTORI
Creazione di un’area relax immersa nel verde e riduzione della superficie a prato.
Lo Studio Urka, composto dagli architetti del paesaggio Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, con base a Roma, si occupa di progettare e realizzare spazi esterni per committenza pubblica e privata. Tra i punti di forza: un’elevata creatività mista a una sapiente conoscenza tecnica e al non volersi mai accontentare di realizzazioni mediocri.
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VISTA INASPET T TEMPO DI LETTU R A: 7 minuti
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ra gli aspetti più sorprendenti di Milano, i cortili nascosti e i giardini segreti. Lungo le vie, si avvicendano portoni che, se aperti, svelano meravigliose sorprese. Ed ecco un nuovo tesoro da scoprire. A maggio il Museo Poldi Pezzoli ha inaugurato l’Orangerie, un ambiente che va ad arricchire gli spazi della casa museo di via Manzoni. Si tratta di una sala polifunzionale
di oltre 100 metri quadri, inserita nello stupendo giardino Poldi Pezzoli. È un nuovo affaccio sul verde ma anche un ritorno alle origini. Perché? Scopriamolo insieme.
SPAZIO POLIFUNZIONALE SUL VERDE
Obiettivo del nuovo spazio, progettato e realizzato nel 2021 da Square Garden, restituire sia la vista
Il museo milanese Poldi Pezzoli ha inaugurato l’Orangerie, uno spazio polifunzionale che si affaccia sul giardino interno e che offre ai visitatori il contatto con la natura di Daniela Stasi , foto di Gianmarco Corradi
TATA del giardino sia la visibilità della parte inferiore della facciata interna del palazzo, finora occultata dalla vecchia struttura. Nella progettazione si è tenuto conto dello stile dell’edificio, utilizzando una serie di decorazioni semplici ma evocative, di quelle in uso tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. La struttura, in acciaio e vetro, ha una
Nella progettazione si è tenuto conto dello stile dell’edificio, utilizzando una serie di decorazioni semplici ma evocative, di quelle
in uso tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento N°033
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Obiettivo del nuovo spazio, restituire sia
la vista del giardino sia la visibilità della parte inferiore della facciata interna del palazzo PRIMA ALL’ITALIANA, POI ALL’INGLESE
copertura realizzata in lamiera lavorata e piegata manualmente, come le pensiline dei primi anni del secolo scorso, con vetrate e decori in ferro battuto finemente lavorati: creste Versailles sul colmo e mantovane in stile Milano al di sotto della gronda. I serramenti perimetrali sono anch’essi realizzati in acciaio, come il ferro finestra dei palazzi dell’epoca. La pavimentazione è in legno massello. Destinazione d’uso dello spazio? Laboratori, conferenze, attività per tutti i pubblici, oltre a eventi privati.
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Via Alessandro Manzoni, prima di essere dedicata al noto scrittore, era chiamata Corsia del Giardino per la presenza di un antico grande orto. I primi documenti relativi al giardino – che sarà poi di Poldi Pezzoli – risalgono al 1737: nello spazio attuale erano inizialmente presenti ben quattro giardini, tra loro confinanti, appartenenti a diversi proprietari. Su questa direttrice, dal XVII secolo iniziarono a erigersi palazzi nobiliari: negli spazi di via Manzoni 12, sede del museo, intorno al 1777 il palazzo già presente fu acquistato insieme al giardino da Giuseppe Pezzoli d’Albertone. Dieci anni dopo l’acquisto, egli affidò all’architetto Simone Cantoni il rinnovamento neoclassico del palazzo e del giardino, che venne adornato di statue. Il giardino era disposto all’italiana, con quattro aiuole geometriche collegate centralmente da una piccola rotonda. Altra tappa importante, il 1819, quando Giuseppe Poldi ereditò il cognome Pezzoli d’Albertone, il titolo nobiliare e il palazzo, scelto come residenza per lui e la sua sposa Rosina Trivulzio. E fu proprio lei, nel 1838, a far trasformare il giardino all’inglese secondo la moda romantica, con un effetto più libero e naturale e scorci diversi che si aprono man mano. La storia proseguì nel 1853: Gian Giacomo Poldi Pezzoli acquistò gli edifici e i terreni a fianco del suo palazzo e ne fece erigere uno nuovo dall’architetto Giuseppe Balzaretto all’attuale civico 14, gemello del proprio. Per chi conosce la storia dei giardini, il nome Balzaretto non è nuovo: era infatti un celebre architetto di giardini, che disegnò fra gli altri quelli di via Palestro. Egli progettò una serliana di collegamento tra i due palazzi, che consentì una visione dalla strada del giardino. Il verde venne inoltre riprogettato con un impianto a rondò e aiuole collegate fra loro in vari percorsi. Il giardino è rimasto di pertinenza dei discendenti degli eredi e molte delle sale del primo piano del Museo sono affacciate sul verde.
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