Agriflortec - n. 10/2024

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N.10/2024

Focus substrati

La situazione in Europa, gli sviluppi del settore e due case history

Pelargonium for Europe

Raccontare i gerani in chiave contemporanea e con un archivio sempre aggiornato si può, parola di PfE

RIVOLUZIONE VERDE

La cultura della sostenibilità: vi raccontiamo il tema attraverso i contributi di giornalisti, floricoltori ed enti fiera per provare a fare un punto sulla questione

STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE

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Alcuni screen dalle ultime newsletter

Big Green Bang

Entra nell’universo del verde.

Partecipa alla più innovativa fiera B2B del Florovivaismo, del Garden e del Paesaggio in Italia.

19 20 21

Incipit di Francesco Tozzi

Nel settore florovivaistico, sostenibilità e innovazione non sono più opzioni, ma necessità imprescindibili per garantire il futuro del comparto. Il florovivaismo, infatti, è strettamente legato ai temi ambientali, e per questo ha una responsabilità cruciale nel preservarlo. Con l’aumento della consapevolezza ambientale e l’emergenza climatica sempre più pressante, il settore è chiamato a sviluppare tecniche produttive che riducano l’impatto ambientale, migliorino l’efficienza delle risorse e favoriscano la biodiversità. Ecco perché la cover story di questo numero vuole approfondire proprio il significato di sostenibilità.

In questo contesto, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo determinante. Sistemi di irrigazione a basso consumo, l’uso di energie rinnovabili, substrati sostenibili e la coltivazione fuori suolo sono solo alcuni degli esempi di come le nuove tecnologie possano contribuire a rendere le produzioni florovivaistiche più rispettose dell’ambiente. Prodotti tecnici e serre sempre più computerizzate, che ottimizzano l’uso di acqua, energia e nutrienti, permettono di ottenere produzioni più efficienti, minimizzando gli sprechi. In parte, ne parliamo in un lungo articolo realizzato con la collaborazione di ICL a pagina 22.

Non meno importante è l’aspetto economico. L’adozione di pratiche sostenibili e innovative può diventare un fattore di competitività per le aziende florovivaistiche. Canali distributivi e consumatori sono sempre più attenti all’origine e alla sostenibilità dei prodotti che acquistano, premiando le aziende che dimostrano impegno nella tutela dell’ambiente. Inoltre, l’efficienza dei nuovi sistemi produttivi può portare a un contenimento dei costi a lungo termine, rendendo le aziende più resilienti di fronte alle sfide future.

In definitiva, la sostenibilità e l’innovazione sono le chiavi per un florovivaismo che guarda al futuro, in grado di conciliare produttività, rispetto per l’ambiente e crescita economica. Solo attraverso un’azione concreta e consapevole, il settore potrà continuare a fiorire in modo duraturo.

(f.tozzi@laboratorioverde.net)

(Instagram @agriflortec / @ed.lab.verde)

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Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura

Contenuti

1

PRIMO PIANO: attualità e innovazioni

16 RIVOLUZIONE VERDE

La cultura della sostenibilità di Benedetta Minoliti

23 ICL

Il format OH Campus di ICL compie (circa) 10 anni di Penelope Moran

Biostimolanti: la visione dell’agronomo di Benedetta Minoliti

Biostimolanti: tutto quello che c’è da sapere di Penelope Moran

Nuove matrici dei substrati: parla l’agronomo

Fibra di legno: a che punto siamo? di Benedetta Minoliti

L’analisi dei costi di gestione di un’azienda florovivaistica Il futuro di Osmocote

2

NUOVE VISIONI: scoperte e focus aziendali

32 ASSICURAZIONI

Proteggi e pianifica, oggi di Benedetta Minoliti

38 ILLUMINAZIONE

Per un futuro più sostenibile di Benedetta Minoliti

36 PELARGONIUM FOR EUROPE

Idee fresche per ispirazioni costanti di Benedetta Minoliti

La nuova vita dei gerani di Benedetta Minoliti

38 MERCATO

Fiori e piante, il “Made in Italy” è una certezza in tutto il mondo di Penelope Moran

40 PLANTARIUM|GROEN-DIREKT

Eccellenza riconosciuta di Penelope Moran

NUMERO 010 - 2024

Supplemento al numero 215 di greenup

DIRETTORE RESPONSABILE

Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net

IN REDAZIONE

Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti (responsabile), Nicolò De Rossi redazione@laboratorioverde.net

COLLABORATORI

Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Filippo Terragni

PROGETTO GRAFICO

Orlandi Simona (Testo&Immagine)

IMPAGINAZIONE

Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com

PRODUZIONE E SEGRETERIA

Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

PROMOZIONE E SVILUPPO

Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net

STAMPA

Tipografia Grafiche Villa Via Puecher - 23844 Sirone (LC)

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net

Agriflortec numero 10 è un supplemento del numero 215 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori.

42 AIPSA INFORMA

Misura delle proprietà dei substrati e metodiche analitiche da adottare di Daria Orfeo

43 FOCUS MARKETING

Gli europei amano il giardinaggio di Alice Nicole Ginosa

44 TENDENZE

Una dalia straordinaria di Penelope Moran

Quattro tendenze per il 2025 di Benedetta Minoliti

Fiori di ciliegio? No, fiori di Illusia di Penelope Moran

Nuovi colori, nuove varietà di Penelope Moran

3

PER APPROFONDIRE: trend e news

55 SPECIALE SUBSTRATI

L’armonizzazione europea è necessaria di Francesco Tozzi

Biochar, un’innovazione da tenere d’occhio di Massimo Valagussa

Un testo importante e completo di Benedetta Minoliti

Un manifesto necessario di Benedetta Minoliti

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior

AMMINISTRATORE UNICO

Francesco Tozzi

SEGRETERIA GENERALE

Katiuscia Morello

Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde. Fanno parte della stessa casa editrice:

• Greenup

• IL Giardiniere

• FIORItales

• Agenda e Calendario del Verde

• IL Giardiniere SMART • I Quaderni di greenup

• floorewall.com • F&W magazine

Rappresentate e collaborazioni:

• TEN diyandgarden.com • bricoliamo.com

Edizioni Laboratorio Verde srl, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.L.gs. 196/03 www.laboratorioverde.net

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Massima attenzione per prodotti di valore di Penelope Moran

Lavorare per rispondere alle esigenze del settore di Benedetta Minoliti

4

LE RUBRICHE

12 PENSARE GREEN

Controllo della fioritura? Ci pensano gli strigolattoni di Penelope Moran

14 PENSARE INNOVAZIONE

Lanterne maculate addio, arriva ArTreeficial di Penelope Moran

48 STORIE BREVI News

Controllo della fioritura? Ci pensano gli strigolattoni

Protagonisti di una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori di UniTO, coordinati dalla professoressa Francesca Cardinale, questi ormoni vegetali sono in grado di promuovere la transizione della pianta dallo stadio giovanile a quello adulto di Penelope Moran

Gli strigolattoni, la più recente classe di ormoni vegetali scoperta, sono al centro di una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Lo studio è stato realizzato da un team di ricercatori guidato da Francesca Cardinale, docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino. L’indagine ha esplorato l’influenza degli strigolattoni sulla fioritura, focalizzandosi in particolare sul pomodoro, una delle piante modello utilizzate negli studi molecolari.

LE FASI DELLA RICERCA

Dalla ricerca è emerso che gli strigolattoni sono in grado di facilitare la transizione della pianta dalla fase giovanile a quella adulta, promuoven do lo sviluppo dei fiori. “Studiamo queste molecole da diversi anni, anche prima che fossero riconosciute come ormoni”, ha dichiarato la professoressa Francesca Cardinale. “I primi effetti noti degli strigolattoni, studiati fin dagli anni ‘60, erano in realtà legati a microrganismi e piante parassite pre senti nel suolo attorno alle radici, la cosiddetta rizosfera”. Ha poi aggiunto: “In questa zona, gli strigolattoni, se creti dalle radici, vengono percepiti da potenziali partner, inducendo cambia menti che facilitano l’interazione con la pianta, sia positiva che negativa”. Dopo la scoperta del loro ruolo or

monale nel 2008, i ricercatori hanno iniziato a esplorare la funzione degli strigolattoni in situazioni di stress ambientale. “Durante questi studi, abbiamo osservato che le piante di pomodoro con una produzione compromessa di strigolattoni tendevano a fiorire poco o tardi, specialmente in condizioni di stress. Al contrario, trattamenti con strigolattoni di sintesi o l’iperattivazione della loro via biosintetica nelle foglie e nel fusto, portavano a una fioritura precoce e più abbondante”. Ha poi concluso: “Questa iperattivazione può essere facilmente ottenuta innestando un fusto con normale produzione di strigolattoni su un portainnesto (radici) difettoso. Il fusto

percepisce la carenza radicale e attiva la produzione locale, stimolando così la fioritura”.

UN TASSELLO IMPORTANTE

Successivamente, i ricercatori hanno cercato di individuare le fasi dello sviluppo riproduttivo in cui gli strigolattoni esercitano la loro azione. Per farlo, hanno confrontato l’espressione genica nelle foglie di piante “normali” con quelle a livelli ridotti di strigolattoni. “Abbiamo osservato che alcune componenti specifiche risultavano alterate. Seguendo questa pista, siamo riusciti a chiarire le principali connessioni tra questi ormoni e la rete di modulatori noti della fioritura, sia ormonali che non”, ha spiegato la professoressa Cardinale. Questa ricerca aggiunge un tassello fondamentale nel controllo della fioritura in una pianta di rilevanza agronomica, aprendo la strada a potenziali applicazioni, come trattamenti con biostimolanti contenenti strigolattoni o l’uso di specifiche combinazioni di innesto.

Lanterne maculate addio, arriva ArTreeficial

La giovanissima studentessa americana Selina Zhang ha sviluppato un “albero” artificiale che sfrutta la combinazione tra intelligenza artificiale ed energia solare contro l’insetto originario della Cina di Penelope Moran

La lanterna maculata è un insetto invasivo originario della Cina sud-occidentale che si è diffuso intorno al 2015 in grande parte degli Stati Uniti orientali. Questo insetto si nutre della linfa di oltre 70 specie vegetali, indebolendo le piante e rendendole più vulnerabili a parassiti e malattie. Inoltre, l’alimentarsi della lanterna maculata provoca anche l’emissione di melata, un sottoprodotto appiccicoso che danneggia ulteriormente le piante. A provare a rispondere a questa problematica è Selina Zhang, studentessa del New Jersey che ha sviluppato ArTreeficial, un “albero” artificiale che sfrutta l’energia solare e IA per attrarre e annientare le lanterne maculate. Una soluzione senza “effetti collaterali”, visto che non richiede l’utilizzo di insetticidi o fasce adesive. “Crescendo ho voluto

intraprendere un’azione concreta” ha raccontato Zhang a Smithsonian Magazine. “Volevo costruire una soluzione innovativa che tenesse conto del mio punto di vista personale e delle ricerche esistenti per colpire questo insetto in modi mai visti prima”.

te elettrica controllato dall’intelligenza artificiale riesce ad eliminare efficacemente l’insetto invasivo. La soluzione proposta dalla studentessa è frutto di un’intensa, ma anche di un approccio creativo. Infatti, Zang ha combinato osservazioni sul campo, programmazione avanzata e ispirazione da giochi come “Dance Dance Revolution”.

Com’è fatto e come funziona

ArTreeficial di Selina Zhang (immagine dal sito societyofscience.org)

“L’ALBERO DEL PARADISO”

La creazione di Zang imita l’ailanto (conosciuto anche come “albero del paradiso), un albero da cui le lanterne maculate sono particolarmente attratte. ArTreeficial attraverso un sistema di re-

Scansiona il qr code per guardare il video di presentazione di ArTreeficial di Selina Zhang

ABBINAMENTI INNOVATIVI

CHE DIVENTANO ELEMENTI D’ARREDO

STORIE DI ATTUALITÀ

Cover story

Dedichiamo la cover story del decimo numero di Agriflortec ad un tema importante e di fondamentale importanza non solo per il settore, ma per tutti noi come singoli. Un argomento di cui abbiamo sempre parlato, ma al quale non abbiamo mai dedicato una copertina. Ma è proprio arrivato il momento di farlo, con approfondimenti e interviste e tante voci, diverse, del settore.

LA CULTURA DELLA sostenibilità

Economia circolare, Accordo di Parigi, ma anche

Greenwashing e cambiamento climatico. Sono tantissime le parole che utilizziamo quando parliamo del tema.

In questo numero ve lo raccontiamo attraverso le voci di giornalisti, vivaisti, organizzatori di fiere di settore, aziende, per provare a fare un punto e costruire una rappresentazione di quello che è il loro pensiero, per una vera e propria rivoluzione verde.

Individui e collettività

Il Dizionario Zingarelli 2025 definisce ‘sostenibilità’ come la compatibilità di un progetto, di un’attività e sim. con la salvaguardia, anche nel futuro, degli equilibri ambientali e sociali. Tale compatibilità, aggiungo io, non piove dal cielo: è l’esito delle nostre scelte individuali e collettive. Sostenibilità (ambientale e sociale) è da intendersi, quindi, come principio morale, indicatore delle categorie di bene e di male. Tale principio morale deve funzionare in noi esattamente come le altre intime norme morali che ci sforziamo di seguire e affiancarsi dunque all’agire sincero, empatico, onesto, rispettoso ecc.

STORIE DI ATTUALITÀ

Cover story

Eco-lessico: il dizionario del futuro

Il vocabolario sul tema è ampissimo. Per questo abbiamo scelto 10 definizioni, quelle che per noi sono più rappresentative e sui cui ancora, a volte, c’è poca chiarezza di Nicolò De Rossi e Benedetta Minoliti

1. Economia circolare: Un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile

2. COP: Acronimo di Conference of Parties, la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Framework Convention on Climate Change, UNFCCC)

3. Zero Waste: Strategia di gestione che punta a ridurre al minimo, o addirittura eliminare, la quantità di rifiuti da smaltire.

4. ESG: Acronimo di Environmental, Social and Governance, tre termini fondamentali per verificare, misurare, controllare e sostenere l’impegno in termini di sostenibilità di un’impresa o di un’organizzazione.

5. Fit for 55: Pacchetto di riforme e regolamenti economici e sociali promulgate dall’UE incentrate sulla lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di gas serra.

6. CO2-equivalente: La CO2 equivalente, o CO2e, è l’unità di misura che esprime l’impatto di ciascun gas a effetto serra in termini di quantità di CO2. Gli altri gas serra diversi dalla CO2, quindi, vengono convertiti nei loro equivalenti in CO2. Esistono tabelle di conversione per calcolare la CO2e.

7. Credito di carbonio: Un certificato o permesso commerciale che rappresenta il diritto di emettere una tonnellata di CO2 o di CO2e. Viene elargito a fronte di progetti e attività che riducono o rimuovono CO2 dall’atmosfera. La CO2 risparmiata deve essere addizionale, ovvero non emessa solo grazie all’incentivo del credito.

8. Giustizia climatica: Concetto che richiama molteplici e interconnessi sistemi di disuguaglianza e ingiustizia attivati dal cambiamento climatico. Questa istanza di giustizia nasce dal fatto che, generalmente, chi ha contribuito in minor misura alla detonazione della crisi climatica è molto spesso anche chi è più esposto e meno equipaggiato a resistere alle sue conseguenze.

9. LCA: Il Life Cycle Assessment (LCA) è una metodologia che permette di quantificare l’impronta ambientale di un prodotto, servizio o organizzazione, considerando tutte le fasi del ciclo di vita, ossia dall’acquisizione delle materie prime al fine vita. Tale quantificazione è essenziale per comunicare il reale impatto ambientale. L’analisi LCA è una metodologia scientifica, standardizzata e riconosciuta internazionalmente, regolata dalle certificazioni ISO della serie 14040.

10. Bilancio di sostenibilità: Il bilancio di sostenibilità è un documento di rendicontazione non finanziaria in cui un’azienda comunica la sua performance di governance ambientale, sociale e aziendale, e i progressi che ha realizzato. Sebbene non tutte le aziende sono tenute per legge a redigere il bilancio di sostenibilità, le direttive europee più recenti hanno esteso l’obbligo a categorie sempre più larghe.

Cover story

Serve una visione più ampia

Non basta semplicemente parlare del tema, ma bisogna agire. È importante che tutti mettano in atto azioni concrete per far sì che gli obiettivi vengano raggiunti. Una sfida impossibile? Assolutamente no

di Benedetta Minoliti

La sostenibilità rappresenta una delle sfide più cruciali del nostro tempo, con un impatto significativo su vari settori, compreso quello del florovivaismo. Parlare di sostenibilità non è semplicemente importante, ma fondamentale. Affrontare tematiche come la conservazione delle risorse naturali (come suolo, acqua e biodiversità) e dello sviluppo di nuove tecnologie è ormai prioritario. Questo soprattutto perché in particolare negli ultimi anni sempre più aziende stanno facendo i conti con i cambiamenti climatici, imprevedibili e causa di moltissimi danni.

RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE

Un obiettivo chiave per il settore è quello di riuscire a ridurre l’impatto delle diverse attività sull’ambiente. L’adozione di pratiche ecocompatibili, come l’utilizzo di fertilizzanti naturali, può ridurre la contaminazione del suolo e delle acque. Inoltre, minimizzare l’uso di pesticidi chimici e promuovere metodi di controllo biologico dei parassiti, come la lotta integrata, per contribuire a preservare la salute delle piante e degli ecosistemi in generale.

EDUCARE E SENSIBILIZZARE

Di cose da dire sulla sostenibilità, alcune ormai risapute, ce ne sarebbero tantissime. Ciò che è importante sottolineare è che la costante attività di educazione e sensibilizzazione sul tema è fondamentale, soprattutto per il successo a lungo termine. I florovivaisti devono essere costantemente informati sui benefici delle pratiche sostenibili e su come implementarle efficacemente. Importantissima, inoltre, la consapevolezza individuale, che rappresenta il primo passo verso un cambiamento globale. Le aziende hanno e devono avere un ruolo fondamentale in tutto questo, non solo informando, ma anche e soprattutto adottando pratiche sostenibili.

Scansione il qr code per conoscere l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per “le persone, il pianeta e la prosperità” sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei Paesi membri dell’ONU

Il punto di vista di...

Tutti siamo coinvolti sul tema e ognuno può dare il suo contributo. Per questo abbiamo chiesto di raccontarla a chi ne parla tutti i giorni, come i giornalisti, a chi si occupa delle fiere di settore e alle aziende, che quotidianamente lavorano in un’ottica di benessere ambientale sempre maggiore

Simone Fant

Giornalista freelance. Si occupa di clima, ambiente ed economia circolare con approfondimenti e inchieste. Per Materia Rinnovabile scrive e conduce il podcast settimanale 5 Notizie Circolari. Tre volte grantee del programma di giornalismo investigativo del Journalism fund, nel 2022 ha vinto il premio Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane.

«Oggi per occuparsi di sostenibilità ambientale è necessaria una solida preparazione. Specialmente per una o un giornalista che spesso non ha la conoscenza accademica per capire le varie sfaccettature di una materia vastissima e complessa. Non si può sapere tutto certo, ma lavorare con un solido background aiuta a fare le domande giuste ed evitare scivoloni. Credo che al momento la stampa italiana, specialmente mainstream, sia ancora piuttosto acerba nel coprire questi temi, mancando di un serio giornalismo investigativo. Riconoscere i fenomeni di greenwashing è sicuramente la sfida più complessa per i media che devono raccontare gli sforzi dei diversi attori impegnati ad arginare la crisi climatica. Dalle aziende con i loro obiettivi e tecnologie, fino ai governi, occupati a rendere credibili le promesse di decarbonizzazione».

Fabrizio Fasanella

Nato a Milano nel 1996, Fabrizio Fasanella è un giornalista che si occupa principalmente di ambiente, clima, mobilità urbana e lifestyle. Attualmente lavora nella redazione del quotidiano online Linkiesta come coordinatore di Greenkiesta ed editor di Linkiesta Etc, la sezione del giornale che si occupa rispettivamente di ambiente e lifestyle.

«È fondamentale che un giornalista che si occupa di sostenibilità ambientale non sia specializzato solo in quel tema, ma abbia anche un’infarinatura importante sui grandi temi, dall’economia alla politica, fino agli esteri. Questo perché la sostenibilità ambientale è estremamente pervasiva, tocca tutti gli angoli della nostra società ed è un tema che influenza tutto. Bisogna essere versatili. All stesso tempo, deve essere specializzato su tutte quelle grandi sfere che compongono l’argomento, dall’energia all’economia circolare, dalla mobilità sostenibilità alla scienza del clima. Bisogna avere bene in mente tutti i pilastri che compongono il tema della sostenibilità ambientale».

Valeria Randazzo

Exhibition Manager di Myplant & Garden, la più grande fiera internazionale B2B del florovivaismo, del garden, del paesaggio e del verde sportivo in Italia

«La sostenibilità è un valore intrinseco al mondo di Myplant, sin dal suo debutto nel 2015. Abbiamo creato una piattaforma di business per il verde vegetale e costruito in ogni sua accezione, privilegiando da sempre soluzioni, prodotti e sistemi compatibili con l’ambiente. In questo percorso abbiamo incontrato tantissime aziende, operatori e attori delle filiere che considerano centrale e strategica la sostenibilità delle proprie proposte e richieste. Dalla storica Vetrina delle Eccellenze a MyplanTech, il filo verde è sempre stato l’innovazione sostenibile: cerchiamo soluzioni in grado di ridurre il consumo di energia e la decarbonizzazione, il risparmio di acqua, il riutilizzo e il riciclo dei materiali, l’attenzione alla logistica in ottica green, ma non solo. Con i nostri partner promuoviamo iniziative e incontri in grado di diffondere ad ampio raggio la cultura del verde sostenibile: parliamo dell’importanza della (ri)forestazione urbana, dei benefici ecosistemici del verde, del valore della biodiversità, del benessere e della bellezza della natura dentro e fuori le mura. Inoltre appoggiamo costantemente iniziative in cui la sostenibilità abbraccia il benessere sanitario, salutistico, urbano e lavorativo, con evidenti ricadute sociali».

IPM Essen

IPM Essen è la fiera leader mondiale per l’orticoltura che si tiene a Essen, in Germania. Riunendo professionisti da tutto il mondo, la fiera nel 2025 arriva alla sua 26esima edizione, dal 28 al 31 gennaio

IPM Essen, fiera leader mondiale per l’orticoltura, anche il prossimo anno porrà un forte accento sul tema della sostenibilità. Dal 28 al 31 gennaio 2025, Messe Essen diventerà il palcoscenico internazionale per circa 1.500 espositori che presenteranno i loro prodotti e soluzioni all’avanguardia per un futuro sostenibile del settore verde. L’attenzione si concentrerà su metodi di produzione efficienti dal punto di vista delle risorse, su concetti di imballaggio innovativi ed ecologici e su una serie impressionante di piante e alberi resistenti al clima. Questa fiera internazionale di primo piano non solo offre ai visitatori la possibilità di sperimentare in prima persona le ultime tendenze, ma offre anche l’opportunità di scambi personali con esperti del settore. Visite guidate attraverso i padiglioni espositivi, esempi di buone pratiche e un programma di conferenze diversificato nei forum specializzati fanno sì che ogni visita diventi un’esperienza stimolante.

STORIE DI ATTUALITÀ

Cover story

Marco Carmazzi

Titolare di Floricoltura Carmazzi, storica azienda di Torre del Lago, in Toscana. Oltre ad una vasta selezione di peperoncini, provenienti da svariate parti del mondo, coltiva piante stagionali e fiori eduli.

«Dietro ogni azienda ci sono sempre delle persone, che danno un po’ il taglio all’azienda stessa. Noi auspichiamo a un’imprenditoria che ha anche una funzione sociale, oltre che di business. Va da sé che guardiamo all’uomo e all’ambiente, quindi il tema della sostenibilità per noi è importantissimo. Già dal 1985 facendo la scelta del biologico abbiamo fatto un passo in ottica di sostenibilità, perché credevamo e crediamo ancora oggi in un’agricoltura pulita. Abbiamo anche scelto energie rinnovabili, con il primo impianto fotovoltaico nel 2011 e uno ultimato quest’anno. Inoltre, utilizziamo vasi in plastica riciclata e riciclabile. In azienda continuiamo ad utilizzare il riscaldamento a biomasse, con il rammarico di dover comprare prodotti esteri perché in Italia non riusciamo a costruire una filiera del pellet. Le nostre sono tutte piccole scelte che caratterizzano la sostenibilità della nostra azienda, per rimanere al passo con i tempi credendo davvero in futuro più verde, senza che siano mere operazioni di marketing».

Valentina Sciaudone

Si occupa di amministrazione e marketing nell’attività di famiglia, Azienda Rachella Stefania, che da più di vent’anni coltiva esemplari importanti e vigorosi, tra cui le Poinsettie, per le quali sono conosciuti sul mercato.

«È un tema che sentiamo molto, essendo sempre a contatto con la natura. Abbiamo introdotto in azienda dei vasi in materiale 100% riciclato e riciclabile Inoltre, cerchiamo di ridurre gli sprechi, utilizzando prodotti a basso impatto ambientale, e stiamo provando ad usare anche la lotta integrata. Nell’ultimo anno abbiamo anche installato dei pannelli fotovoltaici, per risparmiare anche a livello energetico e vasche per il recupero e il riciclo dell’acqua per evitare al minimo gli sprechi».

STORIE DI ATTUALITÀ

Focus tecnici

Il format OH CAMPUS di ICL compie (circa) 10 anni

Dal 2014 il format OH Campus di ICL si svolge presso ché con cadenza annuale. In queste 8 edizioni l’evento, riservato ai consulenti e tecnici del florovivaismo più influenti, si è svolto in diversi contesti sia italiani che esteri. Il format vede, di solito, dai 20 agli 80 partecipanti, professionisti e professioniste che col loro lavoro sia di ricerca che sul campo formano l’intellighenzia italiana del settore.

SOLO INTERVENTI DI ALTO LIVELLO

Sebbene organizzati da un’azienda notoriamente produttrice dei mezzi tecnici (concimi, agenti umettanti ecc.), il taglio commerciale non è mai stato contemplato. Perché? Perché l’obiettivo comunque di chi opera in questo settore, sfidante e affascinante, è l’evoluzione condivisa di sapere, delle conoscenze e anche delle visioni dei protagonisti: tecnici di vivaio o di floricoltura, consulenti, agronomi e agronome, divulgatori, testate di settore, ricercatori e ricercatrici, rappresentanti di associazioni portatrici di interessi. Incontrandosi all’OH Campus hanno tutti modo di apprendere i trend che sono già realtà in altre nazioni, anticipando le riflessioni su cambiamenti tecnici necessari a seguito di futuri cambiamenti legislativi, interrogandosi per capire dove sta andando il mercato, condividendo perplessità o convinzioni circa nuove tipologie

OH Campus di ICL: i quattro focus dell’edizione 2024

Quest’anno i tre focus principali di OH Campus di ICL sono stati:

1) biostimolanti

2) substrati

3) L’importanza di conoscere i costi di produzione

4) nuove normative europee sugli avvolgimenti dei fertilizzanti

merceologiche di prodotti. Ma anche mettere a disposizione dei partecipanti i propri dubbi e le proprie riflessioni che diventano spunto di crescita comune. Non una tavola rotonda, ma neppure un convegno. Piuttosto un incontro tra professionisti di altissimo livello che sfruttano questo momento di incontro per rientrare presso le proprie sedi con qualcosa in più di quando sono arrivati. Ogni edizione di OH Campus di ICL ha avuto un proprio focus, dall’acqua ai substrati, tema di quest’anno. Questo momento di formazione, incontro, scambio di idee e condivisione sta diventando sempre più importante e accattivante per tutti coloro che credono che il futuro del settore si costruisca insieme, anche attraverso il dialogo e il continuo confronto.

La visione dell’agronomo

Il tema dei biostimolanti è centrale e tocca anche diversi aspetti interessanti per l’economia. Un intervento che spiega non solo l’importanza di questi prodotti, ma anche leggi nazionali e regolamenti europei, e non solo di Benedetta Minoliti

Quello dell’utilizzo dei biostimolanti è un tema centrale per gli agronomi, perché di “scottante” attualità. “L’agronomo si trova spesso di fronte a delle scelte non prive di criticità quando si parla di quali prodotti scegliere ed inserire nei cicli produttivi di cui si occupa” ha spiegato, nel corso dell’OH Campus di ICL, il Dottor Paolo Notaristefano. L’Europa ha sicuramente un ruolo importante, consumandone attualmente circa il 30% della produzione mondiale. Il tasso di crescita è interessante, perché ogni anno si attesta in crescita di due cifre percentuali, proiettando così il consumo di questo tipo di prodotti, da qui al 2030, intorno agli 8 miliardi di dollari. Quindi, il tema si conferma di grande attualità anche dal punto di vista economico.

DA DOVE DERIVA L’INTERESSE VERSO QUESTI PRODOTTI?

L’interesse verso questo nuovo approccio alla gestione delle

I vantaggi strategici

colture deriva anche da politiche di indirizzo comunitarie, come spiegato dal Dottor Notaristefano, come il Green Deal, la strategia Farm to Fork e le strategie riguardanti l’economia circolare. Tra gli obiettivi del nuovo patto pensato per rilanciare l’Europa, oltre al dimezzamento dei fitofarmaci è previsto un taglio del 20% anche dell’uso dei fertilizzanti in senso più ampio. Attraverso queste politiche si cerca di ridurre l’impatto antropico e carbonico nella produzione. Ecco quindi perché il tema dei biostimolanti diventa davvero centrale.

LA FERTILITÀ INDICE SULLE EMISSIONI

CARBONICHE IN AGRICOLTURA

Notaristefano, nel corso del suo intervento, ha spiegato come attraverso il processo di Haber-Bosch si determini la formazione di ammoniaca partendo da azoto e idrogeno fossile, da qui chiaramente le emissioni carboniche.

• I biostimolanti possono aumentare l’efficienza dell’uso di fertilizzanti del 5-25%

• Un miglioramento del 5% in tutta l’UE significherebbe una riduzione di 550mila tonnellate di azoto perso per l’ambiente all’anno

• Questo determinerebbe un risparmio sui costi per gli agricoltori dell’UE di 165 milioni di euro all’anno (ipotizzando un prezzo medio di € 300/t N), migliorando la redditività dell’azienda agricola e la competitività

STORIE DI ATTUALITÀ

Questa ammoniaca diventa parte integrante dei fertilizzanti che abbiamo utilizzato fino ad oggi, primo tra tutti l’urea. In attesa che questo processo diventi totalmente pulito, i biostimolanti sono un’arma estremamente interessante. Questo perché se ben utilizzati, come dimostrato dai dati della ricerca, permettono di risparmiare efficientando l’uso dei fertilizzanti.

LE MAGGIORI DIFFICOLTÀ

Gli agronomi incontrano diverse difficoltà quando si parla di biostimolanti, ha spiegato il Dottor Notaristefano, principalmente per quanto riguarda il modo in cui il mercato li propone e le modalità normative con cui questi prodotti vengono commercializzati. Abbiamo due leggi, la prima nazionale e la seconda a livello europeo. La prima è la legge nazionale D.Lgs 75/2010, che preve de riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell’ar ticolo 13 della legge 8 luglio 2009 n. 88, e che disciplina tutte le categorie di fertilizzanti ma solo, appunto, a livello italiano. Il secondo invece è il Regolamento UE 2019/1009, non obbligatorio e connesso alla commercializzazione dei fertilizzanti a marchio CE. Ci sono alcune differenze tra le due e sono innanzitutto definitorie. Il Regolamen

La sperimentazione agricola

La sperimentazione agricola e, per contiguità, florovivaistica è protesta alla valutazione di produttività delle cultivar messe a disposizione dalla genetica e dall’efficacia dei mezzi di coltivazione. Si basa su rilievi oggettivi ed utilizza la statistica come unico metodo per la validazione di ciò che diversamente rimane nell’ambito delle impressioni, ossia dei fenomeni generati dal caso. Perché una proprietà biostimolante sia concreta deve essere statisticamente significativa e ripetibile.

to europeo è più centrato e scardina, per la prima volta, un assioma imprescindibile nell’ambito della fertilità: il titolo. Fino ad oggi abbiamo sempre comprato i prodotti sulla base di una promessa di contenuto di una determinata sostanza, ma il regolamento ci dice “attenzione, i biostimolanti sono sostanze che hanno un’azione di efficientamento dei nutrienti, tolleranza stress abiotico ecc, quindi non sono vincolati da questo tipo di logica”. I due provvedimenti sono divergenti anche rispetto alla valutazione dell’efficacia dei preparati. Il regolamento europeo, a differenza di quello italiano, fornisce all’utilizzatore garanzie più ampie, perché la commercializzazione di un preparato a marchio CE presuppone una fase di valutazione preventiva stringente che viene effettuata da organismi terzi. Quindi, si parla di un effetto realmente dimostrato e questo tipo di approccio agevola moltissimo il lavoro degli agronomi.

ARRIVARE ALL’EFFETTO DIMOSTRATO

A supporto del Regolamento europeo 2019/1009, è stato coinvolto il CEN (European Committee for Standardization), che ha creato un Comitato Tecnico sui biostimolanti CEN/TC455 che definisce le linee guida per la valutazione di efficacia del prodotto. Il CEN considera il pianeta coltivato diviso in tre grandi gruppi vegetali: colture erbacee di pieno campo, colture da frutto e colture ornamentali. Per ogni claim-proprietà che si reclama in etichetta per biostimolante sono previsti, da regolamento, dei test che sono sia di laboratorio sia di campo. Questi saranno tanto più intensi e rigorosi quanto più saranno le proprietà che il fabbricante dichiara essere attive su quel determinato tipo di formulato e quanto più sarà ampio il panorama vegetale di applicazione.

Paolo Notaristefano, agronomo, tra i relatori di OH Campus 2024 di ICL

Biostimolanti: tutto quello che c’è da sapere

Differenze tra sostanze e microrganismi, ma anche quando e come applicarli. I prodotti di questi tipo sono tantissimi e possono avere molteplici effetti benefici sulle piante, ma è importantissimo capire come utilizzarli e come somministrarli di Penelope Moran

Iprodotti biostimolanti sono tantissimi e le categorie all’interno delle quali inserirli sono in continua evoluzione. Come spiegato dalla Dottoressa Mariateresa Cardarelli, professoressa dell’Università degli Studi della Tuscia, durante l’OH Campus di ICL, col tempo si è arrivati a capire che non si possono definire questi prodotti in base a quello che sono, ma in base a ciò che fanno. Al momento i biostimolanti per le piante sono suddivisi in due categorie: sostanze e microorganismi. Nella prima categoria troviamo: sostanze umiche, estratti algali e idrolizzati. Appartengono, invece, alla seconda categoria i funghi e i batteri. Riguardo ai batteri, viene fatto riferimento a quelli della rizosfera (Bacillus, Pseudomonas, Azotobacter, Rhizobium ecc.)

LE SOSTANZE E I MICROORGANISMI NEL DETTAGLIO

La Dottoressa Cardarelli ha evidenziato, nel corso del suo

intervento, le principali differenze tra sostanze e microorganismi. Tra le sostanze troviamo le sostanze umiche, che sono naturali e appartengono alla sostanza organica che proviene dalla decomposizione di cellule e dall’attività metabolica di microrganismi del suolo. Gli estratti algali, invece, sono molto diffusi. Per quanto riguarda, invece, gli idrolizzati proteici, esistono sia di origine animale che vegetale. Contengono diversi elementi nutritivi come: carboidrati, elementi minerali, fitormoni e fenoli. Per quanto riguarda invece i microrganismi, si distinguono come detto in funghi e batteri. Troviamo quindi le micorrize arbuscolari, dei funghi simbionti che colonizzano l’apparato radicale delle piante formando un network di ife extra-radicali interconnesse, e il trichoderma, un fungo saprofita molto diffuso in natura capace di stimolare la crescita e migliorare le resistenza delle piante a stress biotici attraverso un’azione diretta e indiretta verso i patogeni vegetali.

STORIE DI ATTUALITÀ

LE COLTURE SU CUI SI APPLICANO I

BIOSTIMOLANTI

I biostimolanti possono essere applicati sulle piante per motivi diversi: favorire l’assorbimento dei nutrienti, aumentare la resistenza delle piante allo stress, migliorarne la qualità. Le colture su cui vengono applicati sono, in ordine: orticole, vite, frutticole, seminativi autunnali, seminativi primaverili, colture industriali e foraggere.

LO STRESS NON È SEMPRE NEGATIVO

È importante, ha spiegato la Dottoressa Cardarelli, sottolineare un concetto: quando si parla di stress, anche se genericamente si fa riferimento a qualcosa di negativo, non è sempre così. Lo stress, infatti, se minimo può essere anche positivo per la pianta. Ad esempio se in una coltura edule provochiamo una lieve carenza di azoto, andando a creare un lieve sterss alla pianta, questa produrrà più antiossidanti e allo stesso tempo avrà un contenuto inferiore di nitrati. In questo caso il biostimolante può aiutare la pianta in

questa condizione di deficit nutrizionale inducendola ad aumentare ulteriormente la produzione di antiossidanti.

PERCHÉ APPLICARE I BIOSTIMOLANTI

Come detto, è importante capire per quale motivo si vuole fare utilizzo di biostimolanti. Bisogna quindi capire qual è l’obiettivo e non applicarli “tanto per”. Vogliamo aumentare l’efficienza d’uso delle risorse? Oppure vogliamo migliorare le caratteristiche qualitative del prodotto? O ancora: vogliamo mitigare gli effetti negativi degli stress abiotici? A seconda del risultato che vogliamo ottenere, sceglieremo un diversa categoria di biostimolante. In generale, comunque, i biostimolanti possono avere diversi effetti positivi sulle piante, come ad esempio:

• Aspetto esteriore (forme, dimensioni, colore, presenza di difetti) e consistenza

• Sapore e aroma

• Valore nutritivo

• Elementi, composti e organismi indesiderati

Come applicarli

I biostimolanti possono essere applicati in diversi modi. Come spiegato dalla Dottoressa Cardarelli, le esigenze cambiano a seconda del tipo di coltura sui quali si vogliono applicare. Ad esempio, sulle colture erbacee da pieno campo si può procedere con applicazioni fogliari o microgranulatore per andare a trattare direttamente il seme. Se parliamo invece di colture orticole o colture arboree da frutto, i biostimolanti possono essere somministrati con applicazioni fogliari o tramite fertirrigazione.

Nuove matrici dei substrati: parla l’agronomo

La domanda è destinata ad aumentare, a livello mondiale, nei prossimi anni. Per questo è importante conoscere l’evoluzione di questo prodotto e capire quali sono le reali esigenze del mercato di Penelope Moran

Un argomento di forte attualità per chi si occupa di florovivaismo che è stato trattato durante l’OH Campus, è l’evoluzione dei substrati. Il dott. Notaristefano ha introdotto il tema dimostrando come la domanda di substrati sia destinata ad aumentare globalmente nei prossimi anni, soprattutto considerati i nuovi mercati emergenti e le nuove richieste. Ci si attende un maggior utilizzo legato alla ricostruzione a verde dei sistemi abitativi, al maggior interesse per il giardinaggio urbano, il verde pensile o verticale, e anche per lo sviluppo del mercato ornamentale in Asia. Ci si aspetta anche un aumento delle produzioni fuori suolo in ambito agricolo perché permettono rese maggiori e questo è importante in uno scenario che prevede la crescita della popolazione mondiale.

Il dottor Notaristefano ha illustrato le caratteristiche della matrice più usata nei substrati, la torba che, da blocco o fresata, vi entra in percentuali rilevanti. Siccome le torbiere hanno la caratteristica di immagazzinare carbonio, usando la torba lo si rimette in circolo e questo alimenta il dibattito scientifico. Il relatore continua indicando come una torbie ra sia “lentamente rinnovabile” in quanto, dopo l’utilizzo, viene avviata al recupero e quindi ricomincia a bloccare il

carbonio. Una proiezione al 2050 mostra come, proprio a seguito del previsto sviluppo orticolo e ornamentale globale, per sopperire a una disponibilità di torba che non sarà sufficiente, dovranno essere considerate diverse matrici che ne sostituiranno in parte l’uso. Tra le matrici possibili, all’OH Campus sono state evidenziate alcune caratteristiche della fibra di legno e del cocco. In relazione all’uso di questi materiali, il dottor Notaristefano, ha sottolineato l’importanza di porre attenzione a tre fattori:

• La disponibilità di calcio: quando si riduce la quantità di torba in miscela viene meno anche la disponibilità di questo elemento, solitamente presente come carbonato di calcio usato per correggere il pH della torba.

• L’azoto: in funzione del tipo di fibra di legno utilizzato, può esserci l’immobilizzazione temporanea dell’azoto e quindi saranno necessarie integrazioni

• L’irrigazione: la curva di ritenzione idrica piatta delle matrici, diversa da quella della torba, rende necessaria un’attenzione più precisa e puntuale all’irrigazione

to sulla definizione di “sostenibilità ambientale” dei diversi

Fibra di legno: a che punto siamo?

Tra i molteplici materiali alternativi o complementari alla torba, questa matrice è sicuramente quella più “attenzionata” e che presenta diversi pro e contro che è importantissimo conoscere per mettere in atto sistemi di coltivazione adeguati

Quello dei materiali alternativi alla torba è un tema di estrema attualità. Come raccontato dal Dottor Costantino Cattivello “negli anni ‘80 si diceva che la torba sarebbe scomparsa di lì a poco, ma siamo nel 2024 e la realtà è un po’ più complessa”. La torba per definizione è un materiale a rinnovabilità differita nel tempo. Le torbiere coprono il 3% della superficie terrestre e la superficie che viene utilizzata per la produzione di substrati equivale a quella della provincia di Benevento. Così, i dati ci raccontano che avremo a che fare ancora con la torba nei prossimi anni e che, ovviamente, dovremo fare i conti anche con tutte le altre nuove matrici, come il cocco e la fibra di legno, per citarne alcune. Questo significa che saranno necessari ulteriori studi per poter capire il comportamento di queste matrici su diverse colture, sistemi colturali, quantità di acqua e approcci della gestione della concimazione e dell’irrigazione.

È CONSIDERABILE COME “NUOVO MATERIALE”?

La fibra di legno sarà un importante materiale alternativo alla torba, ma non può essere considerato “nuovo”. Infatti, le prime prove sulla fibra di legno venivano portate a termine già alla fine gli anni ‘80. Se prima il grande tema è stato quello della sostituzione, parziale, della torba, adesso l’attenzione è focalizzata su altri aspetti. Questo perché l’evoluzione tecnica colturale, come spiegato dal Dottor Cattivello nel corso del suo

intervento, tiene conto anche di altri fattori, come il clima, e quindi si stanno svolgendo nuovi studi sui substrati, che oggi devono avere determinate caratteristiche. E per quanto riguarda l’Italia, a che punto siamo? Come spiegato da Cattivello, il nostro Paese è il secondo mercato all’interno dell’Unione Europea per volumi, ma è il primo in termini di valore. Il mercato dei substrati professionali italiano, infatti, consuma annualmente circa 5,3 milioni di m3. Di questi, i substrati hobbistici ammontano a circa 2 milioni di m3. Infine, nei substrati professionali la torba rappresenta il 75% dei volumi complessivi.

I COMPORTAMENTI DEI MATERIALI ALTERNATIVI

Negli ultimi anni sono diverse le ricerche che si sono concentrate sullo studio del comportamento di materiali alternativi alla torba, come le fibre di legno. Con l’aggiunta di fibre di legno cambiano anche alcune caratteristiche, sia fisiche che chimiche. Per quanto riguarda quelle fisiche, la ricerca del RHP, riportato dal dottor Cattivello, hanno registrato un aumento del volume d’aria se la presenza in miscela supera il 25% v/v, la riduzione progressiva del volume d’acqua trattenuto e di quello effettivamente disponibile per le piante e la riduzione progressiva del restringimento all’aumentare della presenza. Come cambia, invece, la dotazione chimica del substrato con l’aggiunta di fibra di legno? Innanzitutto, le fibre di legno non apportano in maniera significativa elementi nutritivi. E inoltre, se la percentuale di corteccia presente nella fibra supera il 5% ci potrebbe essere problemi di fitotossicità da eccesso di manganese o dovuti alla presenza di sostanze fitotossiche. Come riportato dal Dottor Cattivello, si potrebbe anche ridurre la bio disponibilità del molibdeno nel caso in cui la fibra di legno sia presente nelle miscela in percentuali superiori al 25-30% v/v. Infine, si potrebbe registrare anche una carenza di zolfo e calcio tanto da dover aggiungere solfato di calcio al substrato.

Costantino Cattivello, tra i relatori di OH Campus 2024 di ICL

L’analisi dei costi di gestione in un’azienda florovivaistica

La relazione sul calcolo dei costi di produzione in un’azienda florovivaistica, realizzata dal Dottor Carmine Santoro

Al dottor Carmine Santoro è stato affidato il compito di presentare una relazione sul calcolo dei costi di produzione in un’azienda florovivaistica. Ha esordito sottolineando l’importanza di conoscere quali sono i costi che vengono affrontati, allo scopo di riuscire a migliorare la gestione aziendale. La scelta del metodo da impostare per il calcolo dei costi è difficile in quanto non ne esiste uno migliore in assoluto. È molto importante

scegliere (o elaborare da sè) il metodo in base alla strategia aziendale, alla propria capacità di programmazione e alla dimestichezza nel rilevare i dati.

Si può infatti arrivare a un livello di dettaglio che per alcune aziende risulterebbe difficile da sostenere con continuità. A grandi linee il dottor Santoro suggerisce di dividere in 3 macro-blocchi le tipologie di spese:

1. Produzione

a. A partire dalla piantine, ovviamente, passando per le altre materie prime come concimi, terricci, vasi ma anche considerando servisi necessari come lo smaltimento rifiuti e la manutenzione ordinaria di serra o vivaio oppure ai costi relativi all’energia elettrica

2. Commerciale

a. Sotto questa macro-voce si trovano i costi relativi alla gestione delle piante una volta avviate alla vendita, come imballaggi, etichette ecc e anche i vari costi relativi a trasporto, o fiere

3. Amministrazione

a. Dipendenti, finanziamenti, assicurazioni, parco macchine eccetera

Il futuro di Osmocote

Per rispondere alle richieste dell’Unione Europea vengono condotti diversi studi per ottenere un prodotto che rispetta gli alti standard prestazionali di ICL

Importanti cambiamenti interesseranno chi lavora in ambito florovivaistico nei prossimi anni. Sono cambiamenti resi necessari dalla FPR, Fertilizer Product Regulation. L’Unione Europea infatti richiederà che 48 mesi dopo il periodo dichiarato di cessione di un concime avvolto questo sia degradato per il 90% in acqua, CO2 e biomassa”. Cosa significa? Che la tecnologia concimante più performante in assoluto, la cessione controllata, è stata sfidata a trovare un nuovo modo di esistere, dato che accelerare la biodegradabilità e mantenere lunghe durate di cessione non sono proprio due aspetti direttamente collegati uno all’altro, anzi.

RISPONDERE ALLE RICHIESTE

NORMATIVE li scienziati Osmocote stanno lavorando da diversi anni per rispondere alle richieste normative e ai bisogni tecnici. La sperimentazione è iniziata nel 2010, testando 15 tecnologie. Screening, ricerca, sviluppo di prototipi, test, selezione hanno impegnato gli scienziati Osmocote perché il prodotto che si vuole ottenere deve, contemporaneamente: performance tecnicamente, rispondere ai requisiti di legge ed essere commercialmente sostenibile. Nel 2022 e 2023 erano 24 le prove estese in giro per l’Europa che testavano i vari prototipi. Nel 2024 è stato ridotto il numero di prototipi. E’ stato aumentato a 27 il numero delle nuove prove che sono state svolte sia presso enti di ricerca indipendenti in varie parti d’Europa (Germania, Italia, Spagna, Polonia, UK, Francia), che nella stazione ICL di Hazerswoude, in Olanda. Nel 2024 è stato individuato un primo prodotto che risponde agli alti standard prestazionali posti da ICL ed è così che Osmocote N-Boost nel 2025 entrerà a far parte del portafoglio ICL Growing Solutions Florovivaismo, sarà il primo lotto commercializzabile di Osmocote con avvolgimento biodegradabile, in questo caso un concime studiato per compensare la maggior richiesta di azoto in substrati di coltivazione a ridotto contenuto di torba.

STORIE DI ATTUALITÀ Assicurazioni

Proteggi e pianifica, oggi

Gartenbau-Versicherung negli ultimi anni ha visto sempre più aziende

prendere delle misure concrete per riuscire a “sopravvivere” al cambiamento climatico. Tutto, ovviamente, guardando anche alla sostenibilità colloquio con Ilaria Borelli di Benedetta Minoliti

ICambiamenti climatici hanno messo le aziende di fronte all’importanza, sempre più crescente, di una corretta assicurazione non solo delle proprie strutture, ma anche delle colture. Abbiamo parlato di questo, ma anche di sostenibilità, tema principale di questo nuovo numero della rivista, con Ilaria Borelli, Country Manager Italia di Gartenbau-Versicherung

Dalla nostra ultima intervista sono passati due anni. Cos’è cambiato in questo arco temporale?

«Il grande tema è stato quello del cambiamento climatico, sia per noi che per le aziende. Soprattutto l’anno scorso, tutti abbiamo visto il volto più cruento di questo cambiamento e noi abbiamo avuto un totale di 711 sinistri con una riserva totale di 23 milioni di euro di danni, e soltanto nel mese di luglio i

sinistri sono stati 311. Le aziende hanno sofferto parecchio, anche perché in molti non avevano ancora assicurato le colture, e hanno compreso, purtroppo, la situazione e hanno capito che senza assicurazione non si sopravvive».

Quanto è difficile trasmettere ai clienti l’importanza di un’assicurazione per le proprie strutture, e non solo?

«Sicuramente non è facile.

A noi come Gartenbau-Versicherung piacerebbe fare molta più divulgazione, perché è importante sensibilizzare le aziende sul tema e far capire l’importanza dell’assicurazione. Soprattutto, è importante far capire che l’assicurazione non copre tutto. Tantissime aziende ci contattano per

una consulenza e noi cerchiamo sempre di trovare la soluzione più adeguata e adatta alle richieste dei nostri clienti. Lavoriamo in sinergia con chi richiede i nostri servizi».

Quali sono le assicurazioni più richieste?

« La copertura base, soprattutto per quanto riguarda grandine e tempeste. Non sono tantissime le aziende che richiedono assicurazioni più tecniche o che riguardano le colture. Restano tutti molto sensibili ai prezzi e molti scelgono la copertura base sperando nei contributi statali, che spesso vengono erogati molto in ritardo».

Possiamo dire che la sicurezza per voi sia importante a pari merito con la sostenibilità. Cosa sta facendo Gartenbau Versicherung in questo senso? «La sostenibilità per noi è centrale. Dal 2026 dovremo redigere un rapporto sulla sostenibilità come compagnia assicurativa, per seguire la normativa che entrerà in vigore. In questo rapporto saranno presenti diversi aspetti, come ad esempio la gestione del rischio e delle finanze, in un’ottica di sviluppo della sostenibilità della nostra azienda».

Ilaria Borelli, Country Manager
Italia di GartenbauVersicherung

Sostenibilità al centro

Gartenanbau-Versicherung ha redatto il suo primo rapporto sul tema. Un documento importantissimo per l’azienda che si fa portavoce di uno sviluppo sostenibile per la tutela del settore dell’orticoltura e non solo

di Benedetta Minoliti

Gartenbau-Versicherung ha pubblicato il suo primo rapporto sulla sostenibilità. Un documento fondamentale per l’azienda, dove sono raccolte tutte le misure che intendono adottare per promuovere lo sviluppo sostenibile. “Vogliamo dare un contributo adeguato agli obiettivi climatici e al miglioramento delle condizioni di vita” si legge nel rapporto.

Il principio delle “3 W” Nel documento vengono sottolineati molteplici aspetti legati alla sostenibilità. In particolare, ci soffermiamo sul “principio delle 3 W della sostenibilità” proposte da Gartenbau-Versicherung nel report. In primo luogo, viene presa in considerazione la “catena del valore e materialità”. Ogni azienda dovrebbe condurre innanzitutto un’analisi di materialità in dialogo con i propri

stakeholder per scoprire in quali aree delle proprie attività commerciali può esercitare la maggior influenza sulla sostenibilità (prospettiva inside-out). Questo serve soprattutto ad evitare il greenwashing. Così facendo, l’azienda dovrebbe riuscire a individuare i rischi che la colpiscono dall’esterno a causa del cambiamento climatico (prospettiva outside-in). Per quanto riguarda l’inclusione della catena del valore, le aziende non devono semplicemente esternalizzare le aree critiche, ad esempio in altre aziende o in altri Paesi. Questo principio ha senso per garantire che tutti i partner economici si guardino alle spalle a vicenda, si sfidino fino a migliorare, massimizzando così il potere trasformativo di questo processo. Per le assicurazioni orticole, a questi due fattori Gartenbau-Versicherung aggiunge l’aspetto delle “vincite”.

Gli obiettivi di GartenbauVersicherung (2023/2026)

2023

• Integrare la sostenibilità nella strategia aziendale

• Dichiarazione di sostenibilità del consiglio

• Determinare lo status quo

2024/25

• Analisi di materialità con parti interessate interne ed esterne

• Campi d’azione: definire le figure chiave

• Sviluppare linee guida e strategie di sostenibilità

• Sotto-obiettivi e strategie per unità organizzative

• Responsabilità: definire e attuare le misure

• Stabilire reporting e controllo

“Vogliamo concentrarci sulla ricerca di obiettivi per noi e per i nostri partner che non siano attraenti solo in termini di sostenibilità” si legge nel rapporto. “Un datore di lavoro che si preoccupa del benessere e della salute dei suoi dipendenti e fa cose buone per proteggere il clima è anche più interessante per i candidati e aumenta le prestazioni e le soddisfazioni del team. Risparmiare risorse non significa solo risparmiare CO2, ma anche costi”. E ancora: “Fornire una consulenza dettagliata ai membri aumenta la sicurezza e riduce potenzialmente i danni”.

Scansiona il qr code per leggere il primo rapporto (in tedesco) della sostenibilità di Gartenbau-Versicherung

STORIE

Per un futuro sempre più sostenibile

Signify ha realizzato un importante lavoro

per l’Azienda Agricola F.lii Lapietra, specializzata

nella coltivazione di ortaggi

colloquio con Pierluigi Santoro di Benedetta Minoliti

Una corretta illuminazione è fondamentale per una crescita ottimale delle piante, e non solo. Lo sa bene Signify, azienda che da 30 anni mette a disposizione la sua expertise per supportare quelle realtà che desiderano implementare i loro sistemi di illuminazione. Abbiamo parlato del lavoro svolto con l’Azienda Agricola F.lli Lapietra, e di molto altro, con Pierluigi Santoro, Key Account Manager di Signify Italia, Israele e Grecia.

Nell’ambito del convegno

“Fuori suolo, come coltivare meglio senza sprecare” ha raccontato del lavoro svolto con l’Azienda Agricola F.lli Lapietra come esempio dei vantaggi dell’illuminazione artificiale nella coltivazione in idroponica nel nostro Paese e nel mondo. Mi racconterebbe questa esperienza?

«L’azienda Agricola F.lli Lapietra, spe cializzata nella coltivazione di ortaggi, si avvale di un innovativo sistema di col tivazione che assicura standard elevati di qualità e produzione, nel rispetto di un’attenta politica ambientale. Signify ha supportato questa realtà con il proprio expertise, oltre all’implemen-

tazione di un’illuminazione a LED modulari mirata per la coltivazione di pomodoro, migliorandone così la qualità, il gusto e l’abbondanza del raccolto durante tutto l’anno, specialmente nel periodo invernale. In particolare, Signify ha supportato l’Azienda Agricola F.lli Lapietra fornendo un’illuminazione a LED modulari Philips GreenPower LED Toplighting Linear 2.1, installando 2.220 apparecchi, e Philips GreenPower LED TLL 1000 DRB LB 400V G1.3 S, con la posa di ulteriori 2.134 lampade. Queste ultime sono state implementate appositamente per la coltivazione del pomodoro. Complessivamente, questa innovativa tipologia di illuminazione, combinata con le nostre ricette di luce, apre nuove opportunità per realtà come l’Azienda Agricola F.lli Lapietra in termini di aumento della qualità e della resa attese così da poter produrre 365 giorni all’anno. L’illuminazione a LED consente infatti di abbreviare i cicli di crescita, incrementando così i rendimenti, migliorando l’efficienza energetica e consentendo un utilizzo più efficiente degli spazi e delle risorse».

“Signify lavora con l’obiettivo di perfezionare l’efficienza dei nostri apparecchi luminosi e promuovere ulteriormente l’attività di ricerca nell’ambito agronomico delle vertical farm e delle serre hi-tec”

Vorrei focalizzarmi sui vostri valori: innovazione, sostenibilità e focus sul futuro. Li andiamo a vedere nel dettaglio?

«Signify è leader mondiale nell’illuminazione per professionisti e consumatori, oltre che nell’IoT, e da sempre attenta ai temi della sostenibilità intesa

STORIE DI ATTUALITÀ

a 360°. Nel dettaglio, per quanto riguarda l’illuminazione dedicata all’orticoltura, Signify vanta un’esperienza di oltre 30 anni. Inoltre, grazie a un team dedicato di ingegneri e di specialisti delle piante, siamo in grado di realizzare ricette luminose ad hoc per ogni tipo di coltura, rispondendo alle necessità e alle esigenze dei coltivatori con un impatto positivo sulla produzione, riducendo l’uso di fertilizzanti e acqua, oltre a prevenire l’impoverimento del suolo. Con uno sguardo al futuro, Signify lavorerà con l’obiettivo di perfezionare l’efficienza dei nostri apparecchi luminosi e promuovere ulteriormente l’attività di ricerca nell’ambito agronomico delle vertical farm e delle serre hi-tech».

La coltivazione idroponica sta effettivamente prendendo sempre più piede anche in Italia. In che modo i prodotti

di Signify vanno ad inserirsi in questo innovativo metodo di coltivazione?

«La coltivazione idroponica si sta diffondendo sempre più e con tecniche di coltivazione in costante evoluzione, anche nel nostro Paese. Grazie alle nuove serre tecnologiche e alle vertical farm, è infatti possibile produrre ortaggi tutto l’anno attraverso tecniche fuori suolo, che permettono un risparmio del 90% di acqua in quanto è possibile disporre le colture su più piani all’interno della stessa struttura, riducendo di conseguenza anche la superficie del suolo stesso. Un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che essendo l’ambiente completamente al chiuso e quasi interamente asettico, riduce al minimo la presenza di microrganismi patogeni. Con riferimento specifico invece alla luce artificiale LED dei nostri apparecchi, questa consente, specialmente nel periodo in-

vernale, di allungare la produzione di alcune ore. La luce emessa dalle nostre lampade dedicate all’orticoltura si caratterizza per un’elevata efficienza ed è dotata di un design apposito che permette di avere maggiore omogeneità del fascio luminoso. Infine, attraverso l’uso di spettri creati ad hoc, le nostre lampade LED sono anche efficienti dal punto di vista energetico in quanto utilizzano spettri luminosi che vengono assorbiti dalle piante, lasciando fuori quelli che non servono alla pianta».

Quali sono i vostri obiettivi nel breve periodo e quali invece quelli a lungo termine?

«La nostra offerta di un’illuminazione progettata appositamente per rendere i metodi di produzione alimentari più produttivi e rispettosi dell’ambiente rientra nella più ampia strategia di Signify per accelerare la transizione ambientale verso un futuro sostenibile, che si traduce concretamente nel programma ‘Green Switch’, a supporto degli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo. Queste innovative tecniche di coltivazione permettono infatti di accrescere la disponibilità, la sicurezza e il benessere alimentare rispetto a quanto è possibile ottenere con l’impiego di soluzioni convenzionali. Nel breve termine, in questo specifico ambito, il nostro obiettivo è quello di far conoscere le nostre tecnologie e i risultati ottenuti dalle realtà che, in Italia e nel mondo, hanno già scelto Signify, affinché sempre più coltivatori si uniscano a noi nel loro percorso di trasformazione digitale e sostenibile. Nel lungo termine, invece, desideriamo continuare ad investire sulla tecnologia, con l’obiettivo di sviluppare apparecchi LED sempre più efficienti e performanti, in linea con le esigenze in continua evoluzione del settore agricolo».

Scopri di più su Signify scansionando il qr code

STORIE DI ATTUALITÀ Marketing europeo

Idee fresche per ispirazioni costanti

Pelagornium for Europe ha come obiettivo la promozione del geranio per garantire vendite a lungo termine. Li fa attraverso iniziative di marketing che includono tantissime attività, dalla collaborazione con i media ad un archivio vastissimo di immagini, ma non solo, costantemente aggiornato e riutilizzabile

colloquio con Susanne Lux di Benedetta Minoliti

Dal 2016 ad oggi PfE (Pelargonium for Europe) è riuscita a ispirare costantemente tutti gli attori del mercato, aiutandoli in una comunicazione più efficace dei gerani. Tutto questo attraverso tantissimi strumenti, dalle foto ai video, fino ai layout di materiali per i punti vendita. Un lavoro importantissimo, che richiede studi di mercato continui. A raccontarlo è Susanne Lux, Project Manager PfE.

Pelargonium for Europe offre una vasta gamma di materiali per articoli e fotografie professionali. Com’è nata l’idea di creare questo grande archivio?

«PfE è stata fondata nel 2016 con l’obiettivo di promuovere e garantire le vendite a lungo termine del geranio. Per raggiungere questo scopo, utilizza un mix di iniziative di marketing che includono pr, collaborazioni con i media, social e attività promozionali a supporto delle vendite. Per comunicare efficacemente attraverso questi canali, ogni anno produciamo nuove foto, video, layout di materiali per il punto vendita e contenuti scritti. Con idee fresche, miriamo a ispirare costantemente giornalisti, influencer, consumatori e professionisti del settore riguardo ai Gerani. I nostri materiali sono creati seguendo temi annuali accuratamente definiti, basati su obiettivi strategici che puntano a rinnovare l’immagine del Ge-

ranio, attirando nuovi gruppi di acquirenti e ispirando le giovani generazioni. Questo ci ha permesso, nel tempo, di costruire un vasto archivio di contenuti, facilmente accessibili, che possono essere continuamente riutilizzati».

Il geranio è sicuramente una pianta che si presta a molteplici utilizzi. Ma quali sono, secondo lei, gli aspetti che interessano maggiormente a chi poi va a fruire del materiale? Si ricercano materiali di carattere più tecnico, idee creative, novità?

«Tutti questi aspetti sono rilevanti per la promozione, quindi la risposta a questa domanda dipende fortemente dal gruppo target e dal mezzo di comunicazione. Ad esempio, nei canali PR tradizionali, è il nostro contenuto visivo creativo a essere generalmente più apprezzato dalle riviste di design per la casa. Al contrario, le informazioni tecniche esperte sulla cura delle piante e sulla botanica sono molto richieste dai quotidiani e si dimostrano le più efficaci in termini di SEO. La nostra strategia di campagna si basa su una ricerca di mercato approfondita: prima di avviare un progetto finanziato dall’UE, conduciamo ampie indagini tra i consumatori e analizziamo a fondo i dati di mercato nazionali. Questo ci permette di adattare i contenuti ai gruppi target, poiché diversi stili visivi e approfondimenti attraggono

persone diverse, siano esse giovani o meno giovani, uomini o donne. Per questo motivo, produciamo sempre una varietà di contenuti diversi, per soddisfare le esigenze di diversi gruppi target e mezzi di comunicazione».

In base alla tua esperienza, in una dimensione più ampia, qual è il tuo giudizio sul mercato del florovivaismo in Europa?

«Si tratta di un momento sfidante per il settore. L’orticoltura ornamentale è un settore intensivo che affronta una crescente concorrenza globale, con prodotti alternativi come le piante artificiali e le decorazioni da giardino, in aggiunta ai consumatori che optano per la scelta di non avere piante. A differenza dei prodotti agricoli alimentari, le piante da fiore sono considerate non essenziali e spesso un lusso, rendendo il settore particolarmente vulnerabile a interruzioni. Il settore ha subito gli effetti degli ultimi eventi geopolitici, il Covid-19, la guerra russa in Ucraina, l’inflazione crescente, specialmente per i coltivatori in serra, dati i cresciuti costi dell’energia. Questo è il motivo per cui PFE continua a supportare il settore con lo scopo di promuovere e assicurare vendite sul lungo periodo. Inoltre, PfE riceve finanziamenti dall’UE nell’ambito della politica dell’Unione Europea per sostenere l’occupazione e la crescita nell’agricoltura europea.

Susanne Lux, Project Manager PfE (Pelargonium for Europe)

La nuova vita dei gerani

Dopo il calo registrato in passato, questa pianta è stata rivalutata dal mercato e sta tornando ad essere molto apprezzata, soprattutto grazie a nuove varietà come gli interspecifici colloquio con Valentina Sciaudone di Benedetta Minoliti

Ilgeranio è tra le piante più conosciute e apprezzate. Dopo un calo negli scorsi anni è tornato ad essere molto apprezzato, soprattutto grazie alle nuove varietà e alle caratteristiche, anche estetiche, che attirano sempre più consumatori, come la resistenza al freddo o alle malattie. A raccontarcelo è Valentina Sciaudone, figlia di Walter Sciaudone, titolare di Azienda Rachella Stefania

Quali sono le principali novità per i gerani?

«Negli ultimi anni sono stati riscoperti i gerani interspecifici, incrocio tra edera e zonali oppure francesini e zonali, che uniscono le caratteristiche migliori di queste varietà. Il mercato dei gerani è andato molto a calare negli anni precedenti, anche per un fattore climatico erano stati sostituiti in gran parte con

nua ricerca e al miglioramento genetico stanno tornando sul mercato».

Quali sono oggi le principali richieste del mercato?

«In Italia abbiamo un mercato un po’ diverso dal resto dell’Europa, dove vengono apprezzati molto i colori tenui, mentre in Italia vengono richiesti colori accesi e sgargianti come: il rosso, l’arancio, il fucsia, il bianco puro e i bicolori con colori intensi. Piacciono molto anche i gerani con fioritura abbondante, con zonatura della foglia ben marcata, a fiore doppio, ma anche quelli semplici cominciano ad essere richiesti».

al passato, anche perché ancora oggi la richiesta è di piante che hanno bisogno di sempre meno cure. Con l’arrivo degli interspecifici che sono più resistenti alle malattie e hanno anche colori nuovi sia di foglia che di fiore i clienti lo stanno rivalutando come prodotto».

Qual è la vostra clientela principale?

«Noi lavoriamo principalmente con vivai e Garden center, ci teniamo a dare ai nostri clienti prodotti di qualità, infatti per noi è più importante dei numeri».

E per quanto riguarda invece le caratteristiche, quali sono le principali richieste?

«Di sicuro la resistenza alle malattie, la ricerca di varietà compatte, fioriture persistenti, fiori autopulenti e che non sbiadiscono al sole».

L’hai già accennato, ma vorrei capire meglio com’è cambiato il consumo del geranio in questi ultimi anni.

«C’è stato un calo drastico rispetto

Sia tu che tu fratello lavorate in azienda. Com’è stato questo “passaggio generazionale”?

«Ci stiamo impegnando a seguire le orme dei nostri genitori, anche perché hanno fatto un grande lavoro, si sono dedicati anima e corpo all’azienda con forte passione. Mio fratello, Stefano, è entrato in azienda a settembre dell’anno scorso e si sta occupando della produzione. Io, invece, mi sto dedicando all’amministrazione e al marketing».

Il mercato europeo è diverso da quello italiano. Da noi vengono apprezzati i colori accesi e sgargianti, mentre in Europa preferiscono colori più tenui

Stefano e Valentina Sciaudone di Azienda Rachella Stefania.

Fiore e piante, il “Made in Italy” è una certezza in tutto il mondo

Myplant & Garden ha diffuso e commentato gli ultimi dati Istat relativi alla produzione italiana del settore orto-florovivaistico. Un successo per il nostro Paese, che si riconferma in salute, ed è seconda per export in Europa e terza a livello mondiale di Penelope Moran

Toscana Liguria, Sicilia guidano la classifica delle Regioni italiane che registrano il più alto valore alla produzione del settore florovivaistico nazionale. A seguire, in top 10: Lombardia, Lazio, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Questo secondo gli ultimi rilevamenti ufficiali Istat della produzione florovivaistica italiana, diffusi e commentati da Myplant & Garden in vista della prossima fiera, che si terrà a Fiera Mi-

LA PRODUZIONE ITALIANA

MANTIENE LIVELLI RECORD

ANCHE NEL 2023

Secondo i dati Istat, diffusi da Myplant, è “Made in Italy” il 5,2% delle piante e fiori esportati nel mondo. Inoltre la produzione italiana, nonostante meteo sfavorevole e alti costi sostenuti, nel 2023 ha mantenuto i livelli record del 2022: 3 miliardi e 145 milioni di euro il valore della produzione (il 4,7% delle produzioni agricole italiane), e

quanto riguarda invece la produzione di fiori e piante in vaso, sembra essersi assestata a 1465 milioni di euro (in valore, il 2,2% delle produzioni agricole italiane). La produzione vivaistica, invece, confermerebbe secondo i dati Istat i 1680 milioni di euro (in valore, il 2,5% delle coltivazioni agricole italiane). Secondo le agenzie internazionali, la bilancia commerciale del comparto si conferma in campo positivo, con un avanzo stimato ad oggi di 315 milioni di euro. I dati Istat mostrano anche che in Italia sono oltre 45mila gli ettari di terreno dedicati al florovivaismo, a favore di circa 17mila imprese del settore. Le realtà produttive, infine, sono concentrate in quattro Regioni: Toscana e Lombardia, dove sono presenti le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali, Liguria, con il primato delle aziende che coltivano fiori in piena aria, e infine Campania, dove le imprese sono soprattutto specializzate nella coltivazione di fiori in coltura protetta.

DOMINA IL CENTRO ITALIA, SICILIA PILASTRO DEL MERIDIONE

La produzione nazionale nel nostro Paese è guidata dal Centro Italia (oltre il miliardo e 200 milioni di valore). La regione Toscana mantiene saldamente il primato delle produzioni vivaistiche nazionali, con una quota che supera il 50% del mercato e un fatturato di 923 milioni di euro. L’altra regione chiave, il Lazio, segna una leggera descritta, chiudendo il 2023 a quota 190,4 milioni (-0,3%, ma con segno positivo per le produzioni floricole). A seguire, secondo i dati Istat diffusi da Myplant

STORIE DI ATTUALITÀ

Classifica generale valore produzione regioni italiane florovivaismo (in 000 euro)

Regione

Toscana 979.855 0,1

Liguria 445.515 0,5

Sicilia 302.441 0,3

Lombardia 276.668 0,3

Lazio 190.418 -0,3

Campania 186.599 -2

Puglia 174.015 -1,1

Emilia-Romagna 152.201 -0,1

Veneto 132.415 1,7

Piemonte 85.971 - 1

Friuli-Venezia Giulia 84.167 1,5

Marche 43.398 1,8 Sardegna 34.470 1,9 13 Abruzzo 19.710 -0,4 14

Calabria 16.294 -0,4 15

Umbria 7.855 1,2 16

Trentino-Alto Adige 7.375 2,1 17

Basilicata 4.569 0,9 18

Molise 1.255 1,4 19

Valle d'Aosta 29 - 20

Elaborazioni Myplant su dati Istat

& Garden, troviamo il Nord Italia, con un valore espresso di oltre 1 miliardo e 180 milioni. Spicca la Liguria, la Regione “regina dei fiori”, con oltre 436 milioni solo di produzioni floricole e quasi 8 milioni di colture vivaistiche. Segue la Lombardia, con una leggera contrazione (-0,7%), nel vivaismo a quota 163 milioni e in campo positivo per la coltivazioni floricole (113 milioni, +1,8%).

Le altre regioni del Nord Italia decisive sono: Emilia Romagna (152 milioni), Veneto (oltre 132 milioni), Piemonte (quasi 86 milioni) e Friuli Venezia Giu-

lia (84 milioni). Infine, le regioni del Sud sfiorano i 740 milioni di valore. La Sicilia si conferma pilastro produttivo del meridione, attestandosi a 302,5 milioni di valore, nonostante un calo dell’offerta vivaistica.

EXPORT: ITALIA SECONDA DIETRO SOLO AI PAESI BASSI

Le stime elaborate dalle agenzie internazionali evidenziano come l’Italia si confermi anche nel 2023 come seconda potenza esportatrice in Europa e terza a livello mondiale, con oltre 1 miliardo e 200 milioni di prodotti vegetali (valore alla produzione). Un dato che è pari al 5,2% dell’export

mondiale (stabile sul 2022). A dominare la classifica sono i Paesi Bassi, con il 48,2% dell’export mondiale. A seguire, dopo l’Italia, troviamo la Germania, con il 4,1% sul totale, e l’Ecuador, con il 3,9% sul totale. Tutti i Paesi citati, ad esclusione dell’Italia, segnano un calo rispetto al 2022. “La stabilità dell’export italiano è un dato importante e apprezzabile in un quadro in cui molte altre grandi potenze del comparto hanno mostrato cali e incertezze” affermano da Myplant & Garden. “Le produzioni italiane sono un’eccellenza riconosciuta nel mondo, che si mostra resiliente anche in periodi difficili, grazie a una imprenditorialità di alto livello”. Consistenti per il saldo italiano sono gli scambi con la Francia (bilancio di circa +220 milioni), Germania (circa +150 milioni), Svizzera (circa +58 milioni), Gran Bretagna (+44 milioni, nonostante il calo dell’export).

I dati dell’edizione 2024 di Myplant & Garden, l’appuntamento al 2025 e Myplant & Garden Middle East

L’ultima edizione di Myplant si è chiusa co 762 espositori (+15% rispetto al 2023), 204 delegazioni di buyer internazionali (+27%), 50mila mq di fiera (+10%), 25mila presenze (+8%), 114 insegne estere d’acquisto accreditate (+26%) da 45 Paesi e 4 continenti. Myplant & Garden, la più importante manifestazione professionale dell’orto-florovivaismo, del paesaggio, del garden e del verde sportivo in Italia, tornerà a Fiera Milano Rho dal 19 al 21 febbraio 2025. C’è anche una bella novità in casa Myplant & Garden: Myplant & Garden Middle East, la prima fiera italiana b2b del verde che si terrà a Dubai dal 15 al 17 novembre 2025.

STORIE DI NOVITÀ

Premi

Eccellenza riconosciuta

Plantipp ha portato a casa un ricco bottino, con due medaglie d’oro, un bronzo e un argento, prima dell’ultima edizione di PLANTARIUM|GROEN-Direkt di Penelope Moran

La giuria di PLANTARIUM|GROEN-Direkt, prima dell’apertura della manifestazione, ha assegnato quattro medaglie a novità gestite da Plantipp. Ma non solo. Perché l’Agastache Beelicious Pink (‘Agapk’PBR) è stata anche nominata Miglior Novità dell’edizione autunnale di PLANTARIUM|GROEN-Direkt 2024.

PORTAMENTO DA NUMERO UNO

La giuria ha assegnato ben due medaglie d’oro a delle piante gestite da Plantipp. La prima è la Agastache Beelicious Pink, che non ha solo ottenuto la medaglia d’oro KVBC, ma come detto è stata nominata anche Miglior Novità dell’edizione autunnale della manifestazione. Il premio è stato assegnato a Vitroflora Grupa Producentow, che la coltiva e che era presente durante l’evento. Ad essere presenti, inoltre, anche l’ibridatore Van Hemert & Co e Tieme di Plantipp che rappresenta la varietà. La giuria ha premiato questa pianta per le grandi infiorescenze di colore rosa e il portamento compatto. Inoltre, l’Agastache Beelicious Pink ha un lungo periodo di fioritura, che va da luglio a settembre. La seconda medaglia d’oro è stata invece assegnata dalla giuria alla Hydrangea paniculata Groundbreaker® Blush (‘LC NO21’PBR), presentata da Alex Schoemaker Living Creations BV. Questa pianta è stata apprezzata per il suo aspetto unico e innovativo.

SUL PODIO ANCHE...

I premi per Plantipp non sono finiti. La giuria ha infatti premiato con la medaglia d’argento la Cordyline australis Magic Star (‘TUS020’PBR) e con la medaglia di bronzo la Buddleja davidii Butterfly Candy® Little Cerise (‘BotEx 007’PBR). La prima è stata presentata da Van der Peijl Tuinplanten di Zundert e si è distinta per la “combinazione di foglie dai bordi giallo scuro con una base rosso intenso”. Nel complesso, una combinazione attraente”. La seconda, invece, è stata presentata da Van Son & Koot b.v., Kaatsheuvel, e ha attirato l’attenzione dei giudici per la sua fioritura molto abbondante e il profumo leggero e dolce, molto attraente per api e farfalle.

Agastache Beelicious Pink
Hydrangea paniculata Groundbreaker® Blush
Cordyline australis Magic Star
Buddleja davidii Butterfly Candy® Little Cerise

Strada Canneto Casalromano 46013 Canneto sull’Oglio (Mn) 0039 0376 723885 coplant@coplant.it www.coplant.it

AIPSA

Misura delle proprietà dei substrati e metodiche analitiche da adottare

La scelta del substrato da utilizzare può essere molto semplice, se si hanno ben chiari i bisogni e se si conoscono le principali caratteristiche compositive e agronomiche

di Daria Orfeo, ha collaborato Luisa Falcone

Nel settore professionale, in ambito orto-florovivaistico, la scelta del substrato da utilizzare è un’operazione semplice se si ha ben chiaro di cosa si ha bisogno e se si conoscono le sue caratteristiche compositive e agronomiche. La stretta relazione substrato/ pianta/sistema colturale, fa sì che non si possa considerare il substrato un mezzo tecnico “universalmente adatto all’uso”, nella scelta andranno considerati pianta coltivata, ciclo colturale, sistema di irrigazione, sistemi di copertura, condizioni climatiche, ecc. Mentre la conoscenza delle proprietà chimiche, fisiche, idrologiche, consentirà anche di prevederne il comportamento in coltivazione. Il substrato ha per sua natura reattività chimica e biologica più o meno intensa a seconda della composizione, della tipologia di concimi presenti, dei correttivi e delle condizioni di conservazione e di utilizzo. In questo numero della rubrica Aipsa informa vediamo come si misurano le proprietà dei substrati e quali sono le metodiche analitiche da adottare.

PARAMETRI E METODI

La richiesta di analisi per la caratterizza zione e il controllo dei substrati o delle materie prime, risponde a quattro pos sibili esigenze: il controllo interno della produzione, la valutazione di confor mità del prodotto ai requisiti di legge, la predisposizione di nuove etichette ed infine la richiesta di analisi di control lo in caso di controversie con i clienti. Tranne nel caso di controllo di qualità, solitamente l’analisi è effettuata in labo ratori esterni, pubblici e privati. In tutti i casi è fondamentale la conoscenza e

conseguente scelta del metodo di analisi da applicare per ottenere i dati analitici. Infatti, ad eccezione del primo caso, in cui l’azienda può interpretare il dato analitico in autonomia, disponendo di una serie storica di dati sui quali basarsi, per gli altri scopi è necessario che il dato analitico prodotto sia chiaramente e universalmente interpretabile. Per l’analisi di conformità, in particolare, il dato ottenuto deve essere prodotto impiegando il metodo previsto dalla normativa, che per l’Italia è il metodo UNI-EN specifico per i substrati di coltivazione. In caso di controversie, il metodo analitico applicato deve essere un metodo del quale sia stata verificata l’idoneità alla matrice (substrato di coltivazione), conosciuto e diffuso almeno a livello nazionale. La scelta del laboratorio al quale inviare i campioni di substrati o di loro materie prime non deve essere basato, quindi, su altri fattori (comodità, economicità ma anche possesso di certificazioni) ma unicamente sul fatto che esso impieghi metodi di analisi propri dei substrati, e

possibilmente che li sappia valutare in modo idoneo. Per la misura della salinità (conducibilità elettrica) e del pH, ad esempio, i due metodi sui quali si dispone di abbondante letteratura e che sono stati messi a punto specificamente sui substrati sono i due metodo UNIEN 13037 e 13038 e il metodo Sonneveld. Ma, poiché la nostra normativa prevede limiti a tali parametri misurati con i due metodi EN, sarebbe auspicabile utilizzare questi. Informazioni e approfondimenti sulle caratteristiche dei substrati sono disponibili nella nuova edizione, recentemente pubblicata, de "I substrati di coltivazione: aspetti teorici ed applicativi di un fattore chiave delle produzioni in contenitore" di Edagricole. Testo coordinato da Patrizia Zaccheo e Costantino Cattivello, con i contributi e la partecipazione di M. Centemero, L. Crippa, P. Frangi, F. Giuffrida, A. Minuto, G. Minuto, D. Orfeo, M. Valagussa e R. Benedetti. Questa riedizione dell’opera, a quindici anni dalla sua prima uscita, si è resa necessaria per aggiornare il testo alla luce delle recenti novità normative e scientifiche e dei nuovi ambiti di impiego dei substrati. Dalla prima edizione sono sopravvenuti grandi cambiamenti nel ruolo dei substrati di coltivazione, sia nella produzione orto-florovivaistica sia nell’hobbistica, e sono emersi nuovi utilizzi: citiamo ad esempio, la vertical farming, i tetti verdi, il verde verticale e sportivo, il verde urbano.

Dario Orfeo / Agronomo e consulente per il settore dei fertilizzanti, substrati e ammendanti.

Gli europei amano il giardinaggio

In sei paesi dell’Unione Europea possedere un giardino è considerato altamente desiderabile. Ma non solo, la maggioranza del campione intervistato preferirebbe una casa più piccola con un giardino piuttosto che una casa più grande senza spazio verde di Alice Nicole Ginosa

nutenzione del giardino eccessivamente impegnativa. Infatti, il 51% degli intervistati ritiene che il tempo speso a curare il giardino sia ben investito. I francesi (65%) e i britannici (61%) sono i più convinti di questo, seguiti dagli italiani (52%) e dai polacchi (49%). Anche se i tedeschi (43%) e gli spagnoli (34%) mostrano un po’ più di riserve, l’atteggiamento generale verso la cura del giardino è positivo e propositivo. Gli europei sono consapevoli dell’importanza di mantenere i loro giardini non solo per il piacere personale ma anche come contributo alla sostenibilità ambientale. La qualità degli strumenti e delle attrezzature per il giardinaggio è il fattore più importante per il 70% degli intervistati, seguita dall’accessibilità economica (63%) e dalla facilità d’uso (57% in Italia, 55% in Germania, 54% in Spagna).

FONDAMENTALI ANCHE

Una recente indagine di YouGov per STIGA ha svelato che gli europei, indipendentemente dalle dimensioni del loro giardino, considerano gli spazi verdi domestici una parte fondamentale della loro vita. Il sondaggio ha messo in luce abitudini, preferenze e priorità dei proprietari di giardini in sei Paesi dell’Unione Europea (Regno Unito, Polonia, Francia, Italia, Germania e Spagna), evidenziando come la cura e la manutenzione di questi spazi siano percepite come attività essenziali e gratificanti. Nel Regno Unito, il 76% delle persone possiede un giardino, la percentuale più alta tra i paesi intervistati. Polonia e Francia seguono rispettivamente con il 64% e il 61%. Anche in Italia, Germania e Spagna, una significativa parte della popolazione gode di uno spazio verde privato, sebbene con alcune differenze nelle dimensioni dei giardini. Ad esempio, in Polonia e Francia, circa il 10% degli intervistati possiede giardini molto grandi, supe-

riori ai 1000 metri quadrati, mentre in Spagna, il 60% dei giardini misura meno di 125 metri quadrati.

MIGLIORE QUALITÀ DELLA VITA

La maggioranza degli europei intervistati considera la presenza di un giardino un elemento essenziale per la qualità della vita. In Francia e Polonia, l’80% delle persone preferisce avere uno spazio verde rispetto a una casa più grande senza giardino. Anche in Italia e Germania, oltre il 70% degli intervistati ha espresso la stessa preferenza. Questo dato sottolinea quanto gli spazi verdi privati siano considerati un rifugio personale e un’opportunità per trascorrere tempo all’aperto, rilassarsi e socializzare con familiari e amici.

CURARE IL VERDE? UN PASSATEMPO (ANCHE SOSTENIBILE)

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli europei non trovano la ma-

LE ATTREZZATURE

Il sondaggio infine evidenzia come, indipendentemente dalla loro dimensione, i giardini siano considerati una parte essenziale della vita per molti europei. La cura del giardino è vista non solo come un’attività piacevole e rilassante, ma anche come un contributo importante alla sostenibilità ambientale. Gli europei preferiscono attrezzature di alta qualità che siano facili da usare e maneggevoli, dimostrando un approccio pragmatico e consapevole alla cura del loro spazio verde. La comodità e la maneggevolezza degli strumenti sono particolarmente apprezzate nel Regno Unito (68%) e in Francia (67%). Questo indica che, mentre gli europei amano il loro giardino, sono anche attenti alle soluzioni pratiche e sostenibili per la sua cura. .Nel futuro, la continua attenzione alla sostenibilità e all’innovazione nel giardinaggio contribuirà a preservare e valorizzare questi ecosistemi domestici.

STORIE DI NOVITÀ

Una Dalia straordinaria

Dalina Maxi Starburst Pink di Florensis, vincitrice del FleuroStar Award 2024-25, è una pianta dai colori brillanti e dai fiori unici che sarà sicuramente super apprezzata dai clienti dei centri di giardinaggio di Penelope Moran

La Dalina Maxi Starburst Pink di Florensis ha ricevuto il FleuroStar Award 2024-25 da Fleuroselect, l’organizzazione internazionale per l’industriale delle piante ornamentali. Marjolein Kuyucu-Lodder, International Trade Marketter, e Hagen Kalläne, European Sales Manager dell’azienda hanno ritirato il premio consegnato da Marc Driessen, Presidente di Fleuroselect, e Ann Jennen, Segretario Generale. La serata di premiazione è stata moderata dall’influencer britannico Michael Perry.

COLORE ATTRAENTE, FASCINO IMMEDIATO

Sulla Dalia Dalina Maxi Starburst Pink di Florensis la giuria ha dichiarato: “Dalina Maxi Starburst Pink è una straordinaria Dalia con una forma del fiore sorprendente, un colore attraente e un fascino immediato”. La Dalia proposta da Florensis vanta una miriade di fiori unici, a forma di anemone, di colore rosa intenso. Uno spettacolo per gli occhi dei consumatori, che ap-

prezzeranno i suoi fiori unici e le sue tonalità vivaci.

LA

GIURIA SI ARRICCHISCE: ENTRANO VIRIDEA GARDEN CENTRE GROUP, GROUPE VÉGÉTAI

E IPL ASDA

Il FleuroStar Award è assegnato da oltre 25 professionisti della produzione, del commercio e della vendita al dettaglio. I giurati valutano ogni proposta in base all’attrattività nel punto vendita e al po-

tenziale commerciale. Ogni membro ha visionato da vicino le piante partecipanti in una delle otto sedi che espongono i prodotti FleuroStar durante i FlowerTrials nei Paesi Bassi. “Il successo e la credibilità di FleuroStar sono dovuti alla diversità e alla competenza della nostra giuria” ha dichiarato Ann Jennen. “Siamo molto orgogliosi del fatto che operatori di alto livello del mercato come lume 2000, Intratuin, Newey Group, Waterdrinker, Royal Lemkes, Gärtner Poetschke, Royal FloraHolland e Emsflower siano disposti a valutare i nostri candidati. Anche Viridea Garden Centre Group dall’Italia, Groupe Végétal dalla Francia, Nowacka dalla Polonia e IPL Asda dal Regno Unito hanno accettato di unirsi a noi quest’anno”. La Dalia Dalina Maxi Starburst Pink di Florensis è stata preferita ad altre piante come la Calibrachoa MiniFamous Uno Bakari di Selecta one, la Dalia Hypnotica Candy Corn di Dümmen Orange, la Petunia Painted Love Purple di Syngenta Flowers e l’Osteospermum Sunny Klaudia di Beekenkamp Plants.

STORIE DI NOVITÀ

Quattro tendenze per il 2025

Flower Council of Holland presenta i trend per l’anno che verrà: Slow Life, Unique Utopia, Cosmic Future e Radiant Energy. Quattro modi di ripensare la vita e le nostre abitudini che raccontano anche il futuro del settore di Benedetta Minoliti

Slow Life, Unique Utopia, Cosmic Future e Radiant Energy sono le quattro tendenze presentate da Flower Council of Holland per il 2025 in collaborazione con Tuinbranche Nederland, iBulb, INretail e Bureau Nijman + Van Haaster. Lo Zeitgeist per il 2025 è stato battezzato Tilting Perspectives, con al centro le nuove prospettive sui problemi e sulle crisi globali. “È importante avere speranza per il futuro, anche se i problemi attuali sono gravi. Non è più possibile stare fermi, ma allo stesso tempo temiamo che qualsiasi azione intrapresa possa influenzare le nostre vite. A cosa siamo disposti a rinunciare?” si legge sul sito di Flower Council of Holland.

Slow Life

Questa tendenza fa riferimento ai tempi incerti in cui a volte si sente il bisogno di rendere il mondo più piccolo e più chiaro. A casa, nella nostra bolla, troviamo sicurezza, fiducia e connessioni. Così, riduciamo la solitudine ed evitiamo di essere troppo stanchi sia nella nostra vita che nell’ambiente circostante. Ci sentiamo responsabili del clima e della nostra salute e lavoriamo attivamente per migliorare questi aspetti. Slow Life ci invita a sentirci al sicuro nella nostra bolla e ad affrontare il mondo con un senso di ragionevolezza.

Cosmic Future

Un futuro incentrato sulla connessione. Si basa su questa idea Cosmic Future, terza tendenza presentata per il 2025 da Flower Council of Holland. Cerchiamo nuove norme e valori condivisi nella nostra società multiculturale e affrontiamo insieme la povertà e la disuguaglianza. Il nuovo “noi” nasce dove i confini si confondono, riferendosi ai confini in termine di genere, nazionalità e status. In questa transizione sociale, l’istruzione e la parità di trattamento degli altri giocano un ruolo importante. Vogliamo connetterci per creare insieme una nuova società.

Unique Utopia

Questo secondo trend presentato da Flower Council of Holland ci porta a riflettere sulle varie crisi che ci attanagliano e possono mettere a dura prova la vita di tutti i giorni. L’idea è quella di fuggire dall’oppressione che sentiamo andando alla ricerca di divertimento, creatività e libertà. Unique Utopia racconta questo sentimento, con le sue sensazioni di lusso, grandezza e una natura colorata e imponente.

Radiant Energy

L’ultima tendenza per il 2025 è Radiant Energy. La tecnologia è al centro dell’attenzione e fornisce un nuovo senso di ottimismo. In risposta a un mondo sempre più complesso vogliamo semplificare la vita quotidiana. Un modo per farlo è utilizzare l’IA. Quello che possiamo fare è pensare in modo logico e razionale, agendo concretamente per cambiare le cose. Non dobbiamo rimuginare sui nostri problemi, ma affrontarli e fare le cose in modo diverso. Flessibilità, risolutezza, pragmatismo e resilienza ci danno sensazioni positive e di speranza. L’uso della tecnologia, compresa l’intelligenza artificiale, porta non solo allo sviluppo di nuovi materiali e tecniche, ma anche a nuove idee e modi di pensare.

STORIE DI NOVITÀ

Piante fiorite

Fiori di ciliegio? No, fiori di Illusia

L’ultima novità di Schoneveld Breeding, presentata prima in Giappone e poi agli ultimi FlowerTrials, è una pianta da vaso fiorita dall’aspetto lussuoso e innovativo di Penelope Moran

Schoneveld Breeding, dopo averla presentata in Giappone a settembre 2023, ha lanciato ufficialmente agli ultimi FlowerTrials, in Olanda, la sua ultima novità: Illusia. Questa pianta fiorita, disponibile per vaso da 10,5 e da 12 cm in un unico colore, Light with Eye, e presenta fiori rivolti verso l’alto, diversi dalle varietà tradizionali. I fiori, inoltre, ricordano quelli di ciliegio e vantano diverse caratteristiche originali, come le sporgenze sui petali esterni. La pianta si presenta con un aspetto lussuoso e innovativo, con molti fiori di lunga durata.

LA PRESENTAZIONE IN GIAPPONE

“Siamo stati orgogliosi di pre sentare il risultato in Giap pone, come primo Paese al mondo” ha raccontato Huub van Oorspronk, responsabile dell’area, a proposito della presentazione di Illusia. “Illusia è una pianta da vaso fiorita che sta colpendo il mercato a sorpresa. Il motivo per cui abbiamo scelto di presentarla ai FlowerTrials in Giappone è che questo tipo di prodotto innovativo è molto apprezzato sul mercato giapponese”. Japan Flowers Selections (JFS),

concorso giapponese per le novità floreali, ha così commentato Illusia: “I fiori che sbocciano verso l’alto sono proprio come i fiori di ciliegio. Questa piante è originale, lussuosa e nuova. Ha un’eccellente capacità di fioritura continua e di lunga durata ed essendo una varietà F1 basata sui semi, ha una buona qualità e un’elevata efficienza produttiva”.

UN NOME SIGNIFICATIVO

“Dopo anni di ibridazione lanciamo ufficialmente sul mercato una nuovissima tipologia di pianta, Illusia” ha raccontato Gianfranco De Leo, Area Manager

South Europe di Schoneveld Breeding nella nostra intervista disponibile sul n. 9 di Agriflortec. “Il nome è significativo, perché crea quell’effetto wow. I fiori sbocciano verso l’alto e sono un po’ diversi dalle varietà tradizionali. Questa pianta è davvero originale e innovativa, con un’eccellente capacità di fioritura continua a una lunga durata del fiore”.

Scopri Illusia anche sul sito ufficiale di Schoneveld Breeding scansionando il qr code

STORIE DI NOVITÀ

Tendenze e richieste

Nuovi colori, nuove varietà

Lazzeri presenta le novità e gli highlights della primavera/estate 2025. Spicca “Pizzica”, la serie di Impatiens con il nuovo “Neon Orange” e le aromatiche, per rispondere alle tendenze e alla richiesta positiva del mercato di Penelope Moran

Sono diverse le novità e gli highlights presentati da Lazzeri nella primavera/estate 2025. A partire da Pizzica, serie di Impatiens che prende il nome da una danza popolare italiana, alle nuove petunie della seria La Signora, caratterizzate da una crescita forte a colori più intensi dalla primavera fino ai primi freddi.

Pizzica

Questa serie di Impatiens prende, come detto, il nome da una danza popolare presente in Salento e Basilicata. È caratterizzata da colori vivaci ed è arricchita da 4 novità, tra cui il nuovo arancione “Neon Orange”. Gli altri tre colori che vanno a completare la serie sono Dark Pink, Neon Magenta e Pastel Rose. Con questi inserimenti sono ora 12 le varietà Pizzica. Questa serie si caratterizza, oltre che per i colori vivaci, per il fiore grande, l’omogeneità e regolarità nella crescita e una fioritura sincronizzata.

La Signora

Duna

La vasta gamma di portulache di Lazzari quest’anno si completa con tre novità: Raspberry e Gold per la linea Classic e Magenta Flame per le bicolore. Le portulache della serie Duna sono disponibili in 4 diversi tipi di fiore: Classic, con fiore semplice e grande, Bicolor, bicolore con fiore semplice e grande, Peggy, con fiore grande e foglie aghiformi, e infine Double, con fiore doppio. Tutte le Duna hanno un’ottima ramificazione e precocità e sono ideali per qualsiasi tipo di vaso, dai piccoli ai basket.

La serie di petunie proposta da Lazzeri si arricchisce di 4 colori ed è stata suddivisa in due gruppi: vigorous e medium. Nel gruppo medium sono entrate due novità, Pink e Starlight Purple, mentre nel gruppo vigorous troviamo Violet Vein e Red. Le petunie di questa serie sono caratterizzate da una crescita forte e fino a 7 giorni più precoci di altre serie. Inoltre, i colori sono più intensi dalla primavera ai primi freddi.

Amazonia

Per rendere più completa la gamma di geranio interspecifico della serie AmazoniaTicuna Lazzeri ha inserito due nuovi colori: un bianco pure e un amethyst. Questa serie è ora composta da 8 varietà, tutte caratterizzate da vigore forte, migliore durata dei fiori e maggiore tolleranza al calore e alle

Damian Ikermann nominato direttore

generale di Klasmann-Deilmann GmbH

A partire dallo scorso 1 luglio Damian Ikermann è il nuovo amministratore delegato di Klasmann-Deilmann. Ikermann succede a Bernd Wehming e sarà responsabile della crescita del gruppo di aziende attive a livello internazionale insieme all’amministratore delegato Moritz Böcking. Inoltre, sarà responsabile di finanza, controlling, risorse umane, legale, IT e produzione. “Siamo lieti che Damian Ikermann sia entrato a far parte di Klasmann-Deilmann” ha dichiarato Moritz Böcking. “La nostra azienda sta attualmente attraversando una trasformazione completa nell’area delle materie prime e dei prodotti, sviluppando nuovi modelli di business nell’orticoltura commerciale e nell’industria alimentare e perseguendo ambiziosi obiettivi di crescita. Con la sua pluriennale esperienza nei settori commerciali e strategici, Damian Ikemann è il candidato ideale per il nostro ulteriore sviluppo”. Anche Ikermann ha commentato il suo nuovo ruolo all’interno dell’azienda: “Riconoscono in Klasmann-Deilmann un’azienda orientata al futuro, diversificata e agile. L’azienda è a conduzione familiare e ha un successo costante da oltre cento anni. Ha un fascino particolare nell’accompagnare e promuovere il suo sviluppo sostenibile a lungo termine. Non vedo l’ora di affrontare i nuovi compiti e le persone che incontrerò”.

Fritillaria imperialis, Bulbo da fiore del 2024

Conosciuta anche come Corona imperiale, la Fritillaria imperialis è stata eletta Bulbo da fiore dell’anno 2024 da iBulb. Questa pianta prende il nome dalla corona di fiori penduli che possono avere colori che vanno dal giallo al rosso, fino all’arancio. I suoi bulbi sono di media grandezza e sprovvisti della tunica, tipica invece dei bulbi di tulipano. Inoltre, hanno la particolarità di emanare un cattivo odore, che li porta ad essere sgraditi ai roditori.

Da sinistra: Bernd Wehming, Moritz Böcking and Damian Ikemann

Florovivaismo italiano: il record di produzioni anche nel 2023

Myplant & Garden ha diffuso i dati forniti dall’Istat per il settore.

Bene l’export, con il nostro Paese che si conferma seconda potenza esportatrice europea e terza nel mondo

di Benedetta Minoliti

Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat (giugno 2024), il settore florovivaistico italiano ha mantenuto un andamento positivo anche nel 2023. Il valore totale delle coltivazioni floricole e vivaistiche ha raggiunto i 3143 milioni di euro, rappresentando il 4,7% della produzione agricola italiana, in linea con i numeri record del 2022 (3,14 miliardi di euro). Le coltivazioni floricole si sono stabilizzate a 1465 milioni di euro, equivalenti al 2,2% della produzione agricola nazionale. Le produzioni vivaistiche, secondo l’Istat, hanno confermato un valore di 1.678 milioni di euro, corrispondente al 2,5% delle coltivazioni agricole italiane. La bilancia commerciale del settore rimane positiva, con un avanzo stimato di 315 milioni di euro.

OTTIMI DATI PER L’EXPORT

Secondo le prime stime delle agenzie internazionali, l’Italia si conferma la seconda potenza esportatrice europea e la terza mondiale, con oltre 1,2 miliardi di euro di prodotti vegetali esportati

(valore alla produzione), pari al 5,2% dell’export mondiale, stabile rispetto al 2022. I Paesi Bassi dominano il mercato globale con il 48,2% delle esportazioni, nonostante un calo dell’1% rispetto al 2022, seguiti dalla Colombia con l’8,2% (quasi 2 miliardi di euro), in calo del 2% sul 2022. Dopo l’Italia con il suo 5,2%, seguono la Germania con il 4,1% (in calo dell’8% sul 2022) e l’Ecuador con il 3,9% (in calo del 7% sul 2022). “La stabilità dell’export italiano è un dato molto importante e apprezzabile” affermano da Myplant & Garden. “In un contesto in cui molte altre grandi potenze del settore hanno mostrato cali e incertezze. Le produzioni italiane sono riconosciute come un’eccellenza mondiale, mostrando resilienza anche in periodi difficili”. Nella classifica delle esportazioni, spiccano i cali in doppia cifra della Cina (decima con il 2% dell’export globale, -11% sul 2022), degli USA (undicesimi con l’1,9%, -12% sul 2022) e della Danimarca (dodicesima con l’1,7%, -14% sul 2022). La maggior parte dei prodotti italiani viene esportata in Europa. Il

continente europeo è anche il principale mercato di approvvigionamento per l’Italia: i Paesi Bassi sono il principale fornitore di prodotti florovivaistici con circa il 69% delle importazioni totali in Italia, seguiti da Spagna (circa 7,3%, in crescita di 1 punto percentuale), Francia (5,2%, in leggera crescita), Germania (4,6%, in leggero calo) e Polonia (3,3%, in crescita). Nonostante siano ancora marginali, si registrano significativi aumenti percentuali dell’export italiano verso la Croazia (+12%, superando i 14,5 milioni di euro) e la Turchia (+75%, raggiungendo i 13 milioni di euro). La bilancia commerciale del settore rimane positiva, con un avanzo stimato attualmente a 315 milioni di euro. Particolarmente rilevanti per il saldo italiano sono gli scambi con la Francia (circa +220 milioni), la Germania (circa +150 milioni), la Svizzera (circa +58 milioni) e la Gran Bretagna (+44 milioni nonostante un calo dell’export). I saldi più negativi per la bilancia commerciale italiana derivano dagli scambi con la Spagna (-25 milioni) e i Paesi Bassi (-400 milioni).

IPM Essen, cambiano i

IPM Essen, che si terrà dal 28 al 31 gennaio 2025 a Messe Essen, cambia padiglioni. A causa dell’occupazione del padiglione 1A da parte delle Giornate degli Ordini di Primavera di Landgard, le aree tematiche che si trovavano in precedenza in questo padiglione cambieranno posizione. Inoltre, l’Infocenter si troverà nel padiglione 4, mentre l’IPM Discovery Center e il FDF World si sposteranno nel padiglione 5. “Con l’assegnazione mirata di mostre e forum speciali nelle aree espositive esistenti creiamo un valore aggiunto per i visitatori, che in ultima analisi va a beneficio anche dei nostri espositori” ha spiegato Oliver P. Kuhrt, CEO di Messe Essen. “Il concetto di padiglione modificato è stato premiato con distanze ridotte e un mix di prodotti, mostre speciali e aree di comunicazione” ha dichiarato Eva Kähler-Theuerkauf, presidente dell’Associazione orticola della Renania Settentrionale-Vestfalia e presidente del comitato consultivo di IPM Essen.

padiglioni

per l’edizione 2025

Agastache

Beelicious Pink (‘Agapk’PBR)

LA MIGLIORE DELLE NOVITÀ

• Grandi infiorescenze di colore rosa

• Portamento compatto

• Lungo periodo di fioritura

I premi

• RHS Chelsea Flower Show 2024 shortlisted

• KVBC Goud Plantarium GroenDirekt 2024

Cordyline australis Magic Star (‘TUS020’PBR)

ATTRAENTE COMBINAZIONE

Uno straordinario mix di colori in un’unica pianta

Buddleja davidii Butterfly Candy® Little Cerise (‘BotEx 007’PBR)

DALLA FIORITURA ABBONDANTE E PROFUMATA

Una fragranza dolce e leggera

NUTRIRE LA TERRA

In questo speciale, dedicato ai substrati, analizziamo gli utilizzi e le novità di questo importante prodotto. Lo facciamo attraverso la recensione di un testo, completo e fondamentale per rimanere aggiornati, un interessante approfondimento sul biochar, un’intervista a Growing Media Europe e il contributo di due aziende.

di Benedetta Minoliti

L’armonizzazione europea è necessaria

Substrati e ammendanti non dovrebbero avere barriere commerciali all’interno dell’UE ma al contrario dovrebbero procedere seguendo condizioni di parità e rendendo il settore più omogeneo. Questo è il lavoro a cui da anni l’associazione GME, Growing Media Europe, si sta dedicando. Della sua mission e degli obiettivi raggiunti ci ha parlato Cecilia Luetgebrune, segretaria generale colloquio con Cecilia Luetgebrune di Francesco Tozzi

Growing Media Europe è la voce dell’industria dei substrati di coltivazione e degli ammendanti e la sua missione è promuovere gli interessi del settore dei substrati di coltivazione attraverso condizioni legislative ottimali per la produzione e il libero commercio dei substrati di coltivazione. L’associazione funge dunque da interfaccia tra il settore, le istituzioni europee e gli altri stakeholder, con l’obiettivo di garantire un futuro sostenibile. Ma perché i substrati di coltivazione giocano un ruolo così fondamentale in Europa? In primis perché sono alla base di una coltivazione all’avanguardia di alimenti sani, sicuri ed efficienti dal punto di vista delle risorse sia nelle aree rurali sia in quelle urbane. L’utilizzo di substrati di coltivazione adatti aumenta l’efficienza nell’uso dell’acqua e riduce la necessità di input come fertilizzanti e prodotti chimici per la protezione delle piante. Ma non solo, sono anche essenziali per la coltivazione di alberi per l’imboschimento e per aumentare la copertura arborea urbana. Città più verdi migliorano la qualità dell’aria, contribuiscono alla mitigazione del clima e migliorano la salute mentale dei cittadini dell’UE. E quindi come si sta muovendo l’associazione Growing

Media Europe affinché al settore vengano garantite condizioni più omoge nee all’interno degli Stati dell’Unione? Abbiamo fatto due chiacchiere con Cecilia Luetgebrune, segretaria generale di GME.

Quali sono i temi principali emersi all’assemblea del 30 maggio a Milano? «Abbiamo aggiornato i nostri membri sulle nostre principali attività e abbiamo fornito una prospettiva sui prossimi due mesi. Nel pomeriggio abbiamo tenuto un workshop strategico con l’obiettivo di allineare la nostra co municazione esterna. rando a un elenco di messaggi chiave che vogliamo far approvare ai nostri membri, soprattutto in vista dell’imminente nuova legislatura. Abbiamo bisogno di messaggi forti, che siano pienamente sostenuti dai nostri membri e che saranno poi utilizzati quando comunicheremo (in qualsiasi modo) ai decisori politici e agli stakeholders».

Cecilia Luetgebrune, segretaria generale di Growing Media Europe. Foto di Mauro Consilvio.

della floricoltura, quali sono i temi e le problematiche più attuali?

«Naturalmente non si tratta del nostro settore diretto, ma di uno dei settori con cui lavoriamo. Quindi, non sono un esperto di floricoltura e posso solo riferire ciò che sento dai contatti che

“Produrre “più piante con meno risorse” è ciò di cui ha bisogno la società e ciò di cui parlano gli obiettivi del Green Deal e diversi SDG delle Nazioni Unite, ma il settore dei substrati di coltivazione non può farcela da solo”

ho presso Royal FloraHolland, Union Fleur e altri. Per esempio, il settore della vendita al dettaglio nel Regno Unito sta esercitando una forte pressione sui coltivatori affinché riducano la torba e la eliminino del tutto entro il 2030. Pertanto, i coltivatori si adattano il più possibile a questa pressione utilizzando componenti diversi dalla torba, ma si teme di mettere a rischio la qualità e la sicurezza. Non ci aspettiamo che vengano prese a breve misure legislative significative. Il governo britannico ha fatto diversi annunci e comunicazioni, ma una vera e propria proposta legislativa è ancora da vedere. Inoltre, recentemente la Commissione Europea ha riconosciuto ufficialmente il FloriPEFCR come metodo standardizzato per comprovare l’impatto di fiori recisi e di piante ornamentali. Questo metodo è stato sviluppato da Royal FloraHolland e dalla Wageningen University & Research, che garantisce la possibilità di calcolare l’impatto ambientale dei fiori recisi e delle piante in vaso utilizzando 16 indicatori am-

bientali. Il FloriPEFCR deve garantire la possibilità di confrontare gli impatti ambientali nel settore della floricoltura e di evitare false dichiarazioni ambientali. L’anno prossimo verrà rilasciata la prima versione del FreshProducePEFCR per il calcolo delle impronte di frutta e verdura. Per il calcolo delle impronte dei substrati di coltivazione, invece, FloriPEFCR e FreshProducePEFCR fanno riferimento direttamente alle nostre linee guida GMEF già pubblicate».

Qual è la posizione di Growing Media Europe riguardo ai prodotti “senza torba”? «GME rappresenta tutti i tipi di substrati e abbiamo sempre esortato i nostri membri ad astenersi dal criticare qualsiasi componente specifico. Il nostro obiettivo come settore è quello di fornire ai nostri clienti prodotti adatti allo scopo, riducendo al contempo l’impronta dell’intero sistema. Ciò avviene non solo considerando l’impronta ambientale dei substrati (ad

I progetti a cui Growing

esempio, utilizzando il nostro strumento LCA), ma anche considerando i loro effetti sulla crescita delle piante e altro. A questo non si può rispondere con una o due frasi. Ma state tranquilli, ci stiamo lavorando!».

Quali sono le principali novità per il futuro, per quanto riguarda l’innovazione dei substrati, soprattutto in riferimento ai nuovi metodi di coltivazione?

«Esiste un’ampia gamma di innovazioni nel settore dei substrati che rispondono al passaggio a catene di produzione più rinnovabili e alla grande sfida di fornire volumi sufficienti di substrati di coltivazione adatti allo scopo. Tra queste: lo sviluppo di materie prime nuove, rinnovabili e/o circolari (ad esempio biochar, miscanthus) che possono essere mescolate ai substrati di coltivazione con componenti più comuni, ma anche il riutilizzo dei substrati. Come?

Sterilizzando e riutilizzando i substrati di coltivazione, il sistema diventa più circolare, la pressione sull’approvvigionamento è minore e l’impronta ambientale può essere ridotta. Infine si può citare il passaggio a una produzione e miscelazione locale: riducendo le distanze di trasporto, si possono ridurre i costi e l’impronta ambientale. Le materie prime locali (ad esempio, le fibre di legno) possono essere utilizzate anche nelle miscele».

Media

Europe sta lavorando

• A livello politico: serie di procedure legislative e non legislative a livello europeo, come la legge sul ripristino della natura, la tassonomia e gli standard di rendicontazione della sostenibilità ambientale (con la creazione di una task force GME che lavorerà attivamente su questo fronte)

• Elezioni europee e creazione del Manifesto elettorale > obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo del settore nel raggiungimento degli obiettivi del Green Deal

• Rafforzare la collaborazione con i partner della catena del valore, con l’obiettivo di educare i decisori politici sul fatto che il prodotto finale, la pianta, è “ciò che tutti vogliamo produrre”, quindi l’intero sistema deve essere considerato quando si fa politica

• Punto di vista scientifico: per la prima volta GME è partner di un progetto HORIZON dell’UE (HORIZON-MISS-2023SOIL-01-05). Il progetto riguarda le innovazione del settore dell’orticoltura che aumentano la sostenibilità.

• Aggiornamento linee guida sull’impronta ambientale dei substrati colturali (GMEF)

Biochar, un’innovazione da tenere d’occhio

L’analisi di un prodotto interessante e significativo sotto diversi aspetti, sia tecnici che ambientali, partendo dalla sua storia per arrivare alle sue caratteristiche principali e all’inserimento nella normativa nazionale dei fertilizzanti

di Massimo Valagussa*

Isubstrati di coltivazione sono quei prodotti diversi dal terreno, costituiti da una o più componenti organiche e/o minerali e destinati a sostenere la crescita delle specie vegetali in diversi ambiti, quali quello della produzione o quello della ri-coltivazione. Il maggior impiego dei substrati di coltivazione avviene nel settore dell’ortoflorovivaismo, anche se il loro uso potrebbe (dovrebbe) essere esteso in altri ambiti, quali aiuole urbane, coperture a verde (tetti verdi, pareti verticali e non solo), verde sportivo, arboricoltura urbana.

DALL’ITALIA AL REGOLAMENTO

EUROPEO

Ogni settore di utilizzo (e ogni specie vegetale) ha esigenze diverse che presuppongono l’impiego di substrati di coltivazione che possiedano caratteristiche differenti e performance appropriate all’uso finale. Si potrebbe generalizzare affermando che i substrati per l’ortoflorovivaismo a ciclo breve sono in genere molto organici e

leggeri, a differenza di quelli utilizzati in altri ambiti, dove vengono richieste prestazioni a lungo termine e dove la componente minerale è generalmente predominante. Ad oggi, i substrati di coltivazione sono normati all’interno della legislazione propria dei fertilizzanti (D. Lgs 75/2010, Allegato 4), nella quale vengono identificate le matrici che possono essere utilizzate nella preparazione dei substrati ((componenti organiche e minerali)) e due diverse classificazioni di tipologia (con differenti requisiti richiesti): substrato di coltivazione base e substrato di coltivazione misto. Oltre alle matrici elencate, il produttore di substrati può addizionare concimi (nei limiti di contenuto massimo di elementi), correttivi o prodotti ad azione specifica. A livello europeo è entrato in vigore dal luglio 2022 il Regolamento (UE) 1009/2019 che individua i fertilizzanti all’interno di proprie categorie di prodotti funzionali (PFC). I substrati di coltivazione sono qui inseriti come

PFC 4 (prodotto fertilizzante diverso dal suolo in situ che ha la funzione di far crescere piante, comprese le alghe, o funghi); il regolamento europeo (che è un regolamento volontario per prodotti fertilizzanti commercializzabili con marchio CE) permette, rispetto alla normativa nazionale, una maggiore flessibilità in merito ai requisiti richiesti per i substrati di coltivazione e nella scelta dei componenti impiegabili per realizzarli.

UN’INNOVAZIONE INTERESSANTE

Più del 70% delle componenti utilizzate per la realizzazione dei substrati di coltivazione è rappresentato dalla torba. Senza entrare nel merito della complessa discussione (aperta) sulla “sostenibilità” o “non sostenibilità” dell’uso della torba nei substrati di coltivazione, da decenni la ricerca del settore dell’ortoflorovivaismo opera per una riduzione significativa dell’uso di questa componente organica, puntando, in taluni settori, alla produzione

*Massimo Valagussa è agronomo e responsabile tecnico-scientifico del Laboratorio di Analisi e Certificazioni MAC Minoprio.

In collaborazione con

di substrati “peat-free”. Questo orientamento porta inevitabilmente alla ricerca e studio di materiali alternativi che riducano o sostituiscano del tutto l’impiego della torba. Purtroppo, occorre annoverare che oggi le matrici oggetto di interesse sono “abbastanza datate” e si identificano principalmente nel compost, nel cocco (fibra, midollo, chip), nelle fibre di legno, nella lolla di riso, il cui impiego è già stato oggetto di sperimentazioni nei lontani anni 80. Un’innovazione interessante, non risolutiva, ma significativa sotto molti aspetti (tecnici e ambientali), è rappresentata dal biochar. Il termine biochar è stato originalmente attribuito al carbone vegetale solo quando prodotto specificatamente per un utilizzo

agronomico, principalmente interrato nel suolo, ma oggi, grazie alle recenti innovazioni che vedono ampliarsi i settori di impiego di questo prodotto quale componente nei prodotti del settore edile e industriale, assume un significato più ampio. Il biochar è il prodotto di un processo di carbonizzazione della biomassa vegetale (ma può essere impiegata anche biomassa di origine differente), ovvero perdita di idrogeno, ossigeno e azoto a seguito di applicazione di calore in assenza (o limitata presenza) dell’agente ossidante (aria/ossigeno); questa decomposizione termochimica viene definita pirolisi o piroscissione ed è in grado di fornire un gas combustibile utilizzabile per la produzione di energia rinnovabile. Il forte interesse del mondo scientifico internazionale al “biochar” è piuttosto recente ed è riferibile alla scoperta nell’Amazzonia brasiliana di terreni con elevata dotazione di carbonio che risultavano alquanto fertili (terra preta dos indios). I primi studiosi attribuirono questo fenomeno a un’antica pratica delle originarie popolazioni indigene, ovvero alla carbonificazione di materiale vegetale che veniva poi miscelato con matrici organiche fresche e successivamente integrato nel suolo.

UN AMMENDANTE DEL SUO

UTILIZZABILE ANCHE IN AGRICOLTURA BIOLOGICA

Questo materiale carbonioso, data la sua complessa struttura aromatica, presenta un’elevata stabilità chimica e microbiologica che gli permette di persistere nell’ambiente per secoli, permettendo pertanto di stoccare e immobilizzare il carbonio laddove viene impiegato. Il biochar, grazie all’Asso-

Biochar, in breve

ciazione Italiana Biochar (ICHAR), è dal 2015 inserito nella normativa nazionale dei fertilizzanti (D. Lgs. 75/2010, Allegato 2), quale ammendante nel suolo, utilizzabile anche in agricoltura biologica. Malgrado una successiva istanza ad opera di ICHAR volta al suo inserimento quale componente per i substrati di coltivazione, questioni burocratiche ne stanno ritardando la regolamentazione di impiego in questo settore. Tuttavia si resta fiduciosi che l’imminente aggiornamento della normativa nazionale permetterà finalmente l’inclusione di questo prodotto nell’elenco dei componenti ammessi per la realizzazione dei substrati di coltivazione, possibilità già presente nel Regolamento (UE) 1009/2019, in quanto il biochar è inserito nella Categoria dei Materiali Costituenti (CMC 14), ovvero dei materiali utilizzabili per produrre i prodotti fertilizzanti a marchio CE e, quindi, anche i substrati di coltivazione (PFC 4). Nella normativa nazionale la produzione di biochar può essere ottenuta solo attraverso la pirolisi o gassificazione di biomassa di origine vegetale. La tipologia di processo, la temperatura, la velocità di reazione, la biomassa di partenza porta all’ottenimento di prodotti con diverse proprietà fisico-chimiche e, conseguentemente, differenti performance laddove impiegato. Tra l’altro, occorre ricordare che il processo di cui sopra non sempre permette di ottenere un prodotto con caratteristiche adeguate a un suo utilizzo in qualità di ammendante o componente di substrati: la normativa in materia di biochar è molto dettagliata in termini di requisiti, in particolare per quanto riguarda la presenza di possibili contaminanti.

Il biochar è il prodotto di un processo di carbonizzazione della biomassa vegetale, ovvero perdita di idrogeno, ossigeno e azoto a seguito di applicazione di calore in assenza (o limitata presenza) dell’agente ossidante (aria/ossigeno); questa decomposizione termochimica viene definita pirolisi o piroscissione ed è in grado di fornire un gas combustibile utilizzabile per la produzione di energia rinnovabile.

Il libro, di Costantino Cattivello e Patrizia

Zaccheo, con la sua seconda edizione pubblicata a 15 anni dalla prima, non è solo aggiornato, ma è anche completo che attraverso la sua suddivisione, in quattro parti, e ai preziosi contributi dei collaboratori, riesce a dare una panoramica totale su questi prodotti

Un testo importante e completo

Un libro che si potrebbe definire “necessario” per tutti gli attori del settore e, in particolare, per tutti coloro che lavorano nel mondo dei substrati. È “I substrati di coltivazione. Aspetti teorici ed applicativi di un fattore chiave delle produzioni in contenitore” di Costantino Cattivello e Patrizia Zaccheo , realizzato con i contribuiti di Raffaella Benedetti, Massimo Centemero, Laura Crippa, Paolo Frangi, Francesco Giuffrida, Andrea Minuto, Giovanni Minuto, Daria Orfeo e Massimo Valagussa.

UNA NUOVA EDIZIONE

Questa seconda edizione, a quindici anni dalla prima, di “I substrati di coltivazione” è un testo ben strutturato e

completo, redatto da esperti autorevoli nel campo dei substrati di coltivazione. Dopo la pubblicazione della prima edizione gli autori hanno continuato le ricerche, dai componenti dei substrati fino ai rapporti con produttori e utilizzatori. Inoltre, hanno seguito da vicino gli sviluppi internazionali in materia di substrati di coltivazione. La riedizione del testo è quindi stata necessaria, per aggiornare ciò che era già stato scritto alla luce delle recenti acquisizioni normative e scientifiche e ai nuovi ambiti di impiego dei substrati.

UN’ANALISI DETTAGLIATA

“I substrati di coltivazione. Aspetti tecnici e applicativi di un fattore chiave delle produzioni in contenitore” è un

libro che non lascia nulla al caso. Diviso in quattro parti, il testo si “prende il tempo” di analizzare diversi aspetti che riguardano i substrati di coltivazione. Si comincia con un focus sul mercato italiano, per poi concentrarsi sulle materie prime impiegate nella produzione e sul mercato internazionale. Nella seconda parte, vengono analizzati i componenti di base dei substrati e le caratteristiche principali. Infine, il libro si conclude con un approfondimento sui criteri di scelta e sulle problematiche connesse ai substrati. Ma non solo. Nell’ultima parte del libro si parla anche degli ambiti di impiego particolari, come le coperture verdi degli edifici, e delle modificazioni delle proprietà dei substrati nel tempo.

Un manifesto necessario

Growing Media Europe ha realizzato un manifesto in cui sottolinea i benefici dell’utilizzo dei substrati non solo per le coltivazioni, ma anche per il rimboschimento e il rinverdimento urbano

Spesso indicato anche come “substrato” o “terriccio”, un substrato di coltivazione è un materiale diverso dal terreno in cui vengono coltivate le piante. Sembrerà “banale”, ma è giusto ribadirlo. A farlo è Growing Media Europe, che nel suo manifesto per le elezioni europee del 2024, spiega come il settore della torba e dei substrati di coltivazione rappresenti un’industria con un fatturato di 3 miliardi di euro e 11mila posti di lavoro in tutta Europa. Un settore che è essenziale

sponsabili politici dell’Unione Europa di riconoscere l’importante ruolo dei mezzi di coltivazione nella legislazione agricola e ambientale. Le richieste sono:

• Riconoscere il ruolo chiave dei substrati di coltivazione in orticoltura, prodotti che contribuiscono in modo significativo a sistemi di produzioni alimentari più sostenibili in Europa

• Garantire che la legislazione sulla produzione alimentare sostenibile sia basata su regole precise, stabili e

SI GUARDA AL FUTURO DELL’UE I substrati di coltivazione sono importantissimi per il settore. A spiegarlo è anche Growing Media Europe, che nel suo manifesto riassume in due punti principali i motivi per cui questi prodotti sono fondamentali per il futuro (green e sostenibile) dell’Unione Europea:

• Produzione alimentare sostenibile I substrati di coltivazione sono una parte vitale dell’orticoltura e garantiscono sistemi di coltivazione sani ed efficienti dal punto di vista delle risorse sia nelle aree rurali che in quelle urbane. L’utilizzo di substrati di coltivazione adatti allo scopo aumenta l’efficienza nell’uso dell’acqua e riduce la necessità di utilizzo di fertilizzanti e prodotti chimici per la protezione delle piante.

• Imboschimento e rinverdimento urbano I substrati di coltivazione di alta qualità e adatti allo scopo sono essenziali per la coltivazione di alberi utilizzati per l’imboschimento e per aumentare la copertura arborea urbana. Città più verdi migliorano la qualità dell’aria, contribuiscono alla

Massima attenzione per prodotti di valore

Tercomposti è presente sul mercato dei substrati professionali con una cura e un impegno che riguarda tutta la filiera produttiva. Nulla è lasciato al caso, perché l’obiettivo non è lavorare per la quantità, ma per realizzare dei prodotti eccellenti che possano davvero soddisfare le esigenze del mercato

Frutto dell’investimento su risorse umane, esperienza del settore e impianti evoluti per la miscelazione e il confezionamento dei prodotti, Tercomposti è presente sul mercato dei substrati professionali con il brand TECNO GROW. La gamma è ampia ed è in grado di offrire le migliori soluzioni a tutti i professionisti del settore. Sono stati inoltre consolidati i contratti di for-

nitura delle materie prime torbose, che fanno ancora la differenze nei substrati di alta qualità e si è sempre alla ricerca di materie prime alternative in grado di soddisfare le esigenze del mercato.

NON SI TRASCURA NULLA

Tercomposti ha un’altissima attenzione nel controllo di tutta la filiera produttiva. Si parte dallo scarico dei mezzi che

trasportano le materie per arrivare alla conformità della quantità e della qualità. Infine, si arriva al controllo della miscela sia in fase di miscelazione che prima del confezionamento, con lo scopo di evitare l’imballo di substrati non conformi. Tercomposti, in considerazione della continua evoluzione del settore, con richieste sempre più frequenti di prodotti

con maggiore specificità, ha risposto investendo e potenziando la sua struttura produttiva al fine di poter soddisfare tutte le richieste del mercato. Non si parla solo di coltura protetta, ma di tutte le forme di impianto che prendano in considerazione l’utilizzo di un supporto di coltivazione diverso dal suo naturale, e quindi: orticoltura, colture fuori suolo di fiori e ortaggi, vivaistica ornamentale. E ancora: paesaggistica legata al verde pubblico o privato e verde pensile. Per le colture fuori suolo, Tercomposti propone il sistema Grow Bag, per il quale ha ricevuto un riconoscimento importante

Scopri di più su Tercomposti scansionando il qr code

al Macfrut presentando la novità Multibag.

LA VERA RIVOLUZIONE

Grazie al nuovo impianto, Tercomposti ha osservato negli anni importanti risultati, con incrementi produttivi e una nuova clientela soddisfatta. L’azienda, inoltre, vanta una velocissima pressa per la produzione di balloni pressati che sono divenuti ormai la nuova forma di utilizzo del substrato più economica per le aziende più evolute. Ma la vera rivoluzione di Tercomposti risiede nella gamma dei prodotti che prende in considerazione le modalità d’uso e di gestione del substrato, piuttosto che la specie da coltivare. Secondo gli agronomi dell’azienda, la scelta del substrato è legata sempre di più alle richieste del consumatore finale. Quin-

di, il substrato deve cambiare secondo il periodo, la durata della coltivazione, il contenitore utilizzato, l’esperienza del coltivatore e il risultato che si desidera ottenere, e non in funzione della specie coltivata. La richiesta maggiore del mercato è quella di prodotti con un contenuto sempre minore di torba. Per questo motivo gli agronomi hanno iniziato a ricercare materie prime alternative. Da qui, dopo anni di sperimentazione, è nata Vegetal Fiber®, la fibra ecologica prodotta da Tercomposti nello stabilimento di Calvisano, sostenibile e di alta qualità.

Vegetal Fiber®, nel dettaglio

Impiegata in miscela come sostituto di matrici organiche sempre meno disponibili per il mercato, Vegetal Fiber® contribuisce alla formazione di substrati maggiormente ecocompatibili, ma ugualmente performanti in ambito produttivo. Il limitato peso specifico, simile a quello di una torba bionda, l’ottima porosità e il basso indice di restringimento rendono Vegetal Fiber® impiegabile in miscela in ragione di un 20-30% in volume anche per le formulazioni destinate alle piante più esigenti a ciclo medio-lungo. Grazie alle caratteristiche conferisce sofficità e porosità alla miscela rendendola idonea per miscele professionali, hobbistiche e prodotti torba free.

Produzione di calle in substrato con vegetal fiber

Lavorare per rispondere alle esigenze del settore

Europomice, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di minerali vulcanici, propone una serie di linee adatte alle molteplici e sempre diverse richieste del mercato di Penelope Moran

Sono numerosi i fattori che influenzano la scelta di un substrato per la messa a dimora delle piante. Lo sa bene Europomice

S.r.l, azienda leader nella produzione e commercializzazione di minerali vulcanici come pomice, lapillo, zeolite e mix vulcanici. Tutti materiali che rispondono alle esigenze dei settori del florovivaismo, del verde tecnico urbano e dell’edilizia.

Con l’aggiornamento della normativa nazionale si sono susseguiti documenti e linee guida con l’obiettivo di qualificare il mercato dei substrati a garanzia e tutela dell’utilizzatore. Europomice da decenni produce substrati tecnici professionali per tappeti erbosi (Linea Vulcamix e Vulcasoil), per la posa della vegetazione in condizioni critiche come le coperture pensili dei lastrici solari (Linea Vulcaflor) e il rinverdimento urbano delle città (Linea Vulcagarden e Vulcapark).

GLI EFFETTI BENEFICI

DEI COMPONENTI MINERALI

Europomice, in breve

L’utilizzo di pomice, lapillo e zeolite, grazie alla micro e macro porosità che li caratterizza, ha diversi effetti benefici, dal miglioramento del drenaggio al contenuto d’aria fino alla stabilità

Europomice è un’azienda mineraria che, tramite lo sfruttamento consapevole delle proprie risorse minerarie, negli anni ha raggiunto una posizione leader nella produzione e commercializzazione di inerti vulcanici come pomice, lapillo, zeolite e mix vulcanici, che rispondono ale esigenze dei settori del florovivaismo, del verde tecnico e dell’edilizia. Inoltre, è attiva nel mercato dei minerali fondenti per i settori ceramici. Europomice ha iniziato la sua attività di estrazione e lavorazione di inerti vulcanici alla fine degli anni ‘80, rilevando e riqualificando alcune unità produttive già esistenti, dislocate al confine tra Toscana e Lazio, nella regione circostante il lago di Bolsena.

Vulcaflor, scheda tecnica

Substrato vulcanico per tetti verdi, arredo urbano e verde verticale

Composizione: substrato vulcanico costituito dalla miscela di materiali vulcanici naturali (pomici e lapilli), torba bionda e/o sostanza organica humificata (su richiesta) e miscela di concime pellettizzato a lenta cessione.

Tipologie e caratteristiche funzionali:

• Vulcaflor intensivo per coperture verdi fruibili

• Vulcaflor estensivo per coperture leggere e con ridotta manutenzione

• Vulcaflor light pompabile per coperture verdi intensive leggere

• Vulcaflor zeo per verde pensile intensivo, con elevata C.S.C.

strutturale del substrato al momento dell’impianto e negli anni successivi.

Vulcaflor, Vulcagarden, Vulcapark, Vulcamix e Vulcasoil sono i substrati professionali a base di minerali vulcanici proposto da Europomice che si caratterizzano per essere fertili e leggeri. Inoltre, questi prodotti sono esenti da sostanze tossiche, pericolose e sono privi di semi infestanti. I minerali vulcanici usati in miscela, tali e quali, con sostanza organica, sono particolarmente indicati per il miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno. Inoltre, concorrono alla costi-

gono esaltate soprattutto in contesti cittadini. Questo perché permettono l’incremento delle superfici inverdite

del terreno, per stabilizzati drenati di superfici di terra battuta, pacciamature, preparazioni di terricciati e colture fuori suolo. Le zeoliti, invece, sono contraddistinte da elevato e selettivo potere di scambio cationico di grande utilità in campo agricolo, nella fitodepurazione e nell’assorbimento di gas odorosi.

SENSIBILIZZARE SULLE

SCELTE PIÙ IDONEE

uropomice sà quanto sia importante scegliere dei substrati di qualità e quanto sia fondamentale il dialogo con i produttori, chi fa ricerca e i tecnici paesaggisti, ognuno con le proprie esigenze. Per tutti questi motivi l’azienda, insieme alle associazioni di settore, si impegna per sensibilizzare i progettisti e la pubblica amministrazione sull’importanza della scelta di substrati professionali idonei ad accogliere gli alberti che arricchiscono parchi, giardini, aiuole e tetti delle città.

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La breve storia di Edizioni Laboratorio Verde

Miscele standard e personalizzate ad elevate performance agronomiche

In quasi 50 anni di esperienza, abbiamo sviluppato una profonda conoscenza agronomica, grazie alla quale realizziamo formulazioni di prodotto eccellenti e molto performanti.

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