Agriflortec - n. 9/2024

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All’interno approfondimenti su soluzioni tecniche e novità di prodotto

Le innovazioni tecnologiche di Myplantech

Le aziende ci raccontano i loro prodotti

Case history

In Toscana con Modiform, per scoprire Floramiata e Giromagi

La cover story del nuovo numero è dedicata alle nuove generazioni e al tema della formazione, tra visioni del settore, ambizioni e speranze per il futuro

RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE
N. 9/2024
NUOVO
STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE

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Evoluzione
Produzione Formazione

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laboratorioverde.net

La breve storia di Edizioni Laboratorio Verde

Incipit di Francesco Tozzi

Giovani (quindi, anche passaggio generazionale), formazione e innovazione. Tre temi strategici per la filiera del florovivaismo, sui quali bisogna continuare a investire, perché consentirebbero a floricoltori e vivaisti italiani di essere sempre più competitivi sul mercato. Sì, sono sfide complesse, ma anche opportunità straordinarie. Tre temi che rappresentano vere e proprie direttrici di sviluppo su cui è imperativo continuare a confrontarsi. Di questo parliamo in questo nuovo numero di agriflortec.

Il passaggio generazionale è il primo tassello fondamentale. I giovani portano con sé non solo l’energia e la passione necessarie per sostenere l’evoluzione del settore, ma anche nuove idee e un approccio fresco e dinamico. Facilitare l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo del florovivaismo non è solo una questione di ricambio generazionale, ma di garantire la sostenibilità a lungo termine del settore. Per questo, incentivare l’occupazione giovanile attraverso misure specifiche e progetti di mentoring è cruciale.

La formazione, strettamente collegata all’inserimento dei giovani, è il secondo elemento imprescindibile. È necessario fornire ai floricoltori e vivaisti le competenze tecniche e gestionali aggiornate, capaci di rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Corsi di specializzazione, programmi di aggiornamento e collaborazioni con istituti di ricerca e università possono contribuire a creare un know-how diffuso e all’avanguardia. La ricerca applicata consentirà di garantire un futuro a tutto il settore.

L’innovazione rappresenta il terzo elemento, senza il quale sarebbe impossibile competere efficacemente. La tecnologia può trasformare radicalmente le modalità di produzione e gestione, permettendo una maggiore efficienza e sostenibilità. Investire in nuove tecnologie, dall’automazione alla digitalizzazione, e in pratiche agronomiche avanzate, è fondamentale per mantenere alta la qualità dei prodotti e ridurre l’impatto ambientale.

Focalizzarsi su giovani, formazione e innovazione non è solo una strategia, ma una necessità. Solo così i nostri floricoltori e vivaisti potranno affermarsi sempre più competitivi in un mercato globale, con prodotti di eccellenza e un modello di business sostenibile e innovativo.

(f.tozzi@laboratorioverde.net)

(Instagram @agriflortec / @ed.lab.verde)

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EDITORIALE
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Contenuti

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PRIMO PIANO: attualità e innovazioni

16 Futuro del settore È il momento della New Generation di Benedetta Minoliti

24 Myplant & Garden Ricca, innovativa, ogni anno diversa di Benedetta Minoliti

32 Innovazione al primo posto con Myplantech di Benedetta Minoliti

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NUOVE VISIONI: scoperte e focus aziendali

30 ASSICURAZIONI

La sicurezza è al primo posto di Benedetta Minoliti

38 AIPSA INFORMA

Migliorare la gestione delle piante utilizzando substrati alternativi di Daria Orfeo

40 INFO MARKETING

Torniamo a coltivare di Penelope Moran

42 TENDENZE

Alla scoperta dell’effetto “wow” di Penelope Moran

From grey to green di Benedetta Minoliti

Cabaret Floreale di Penelope Moran

Il più grande laboratorio commerciale d’Europa di Penelope Moran

SOMMARIO Numero 009 - 2024
40 14 12 62

NUMERO 009 - 2024

Supplemento al numero 213 di greenup

DIRETTORE RESPONSABILE

Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net

IN REDAZIONE

Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti (responsabile), Nicolò De Rossi redazione@laboratorioverde.net

COLLABORATORI

Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Filippo Terragni

PROGETTO GRAFICO

Orlandi Simona (Testo&Immagine)

IMPAGINAZIONE

Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com

PRODUZIONE E SEGRETERIA

Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

PROMOZIONE E SVILUPPO

Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net

STAMPA

Tipografia Grafiche Villa Via Puecher - 23844 Sirone (LC)

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net

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Agriflortec numero 9 è un supplemento del numero 213 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori.

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior

AMMINISTRATORE UNICO

Francesco Tozzi

SEGRETERIA GENERALE

Katiuscia Morello

Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde. Fanno parte della stessa casa editrice:

• Greenup • FIORItales

• IL Giardiniere • Agenda e Calendario del Verde

• IL Giardiniere SMART • I Quaderni di greenup

• floorewall.com • F&W magazine

Rappresentate e collaborazioni:

• TEN diyandgarden.com • bricoliamo.com

Edizioni Laboratorio Verde srl, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.L.gs. 196/03 www.laboratorioverde.net

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La cover story del nuovo numero è dedicata alla New Generation e al tema della formazione, tra visioni del settore, ambizioni e speranze per il futuro

PER APPROFONDIRE: trend e news

50 FIORI DEL TRENTINO

Parola d’ordine: sensibilizzare di Benedetta Minoliti

52 MERCATO

L’importanza del mercato estero di Benedetta Minoliti

54 CONCIMI

La nuova vita della lana di Benedetta Minoliti

56 CASE HISTORY

La sostenibilità è (davvero) al centro di tutto di Benedetta Minoliti

Mai accontentarsi! di Benedetta Minoliti

60 SURVEY

Consumatori vs Sostenibilità di Nicolò De Rossi

4

LE RUBRICHE

12 PENSARE GREEN

eSoil: la nuova idroponica organica e a stimolazione elettronica di Nicolò De Rossi

14 PENSARE INNOVAZIONE

Illuminazione… naturale! di Penelope Moran

46 STORIE BREVI News

RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE N. 9/2024 STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE NUOVO Le tecnologicheinnovazionidi Myplantech Le aziende ci raccontano i loro prodotti Case history In Toscana con Modiform, per scoprire Floramiata e Giromagi La cover story del nuovo numero è dedicata all nuove generazioni e al tema della formazione, tra visioni del settore, ambizioni e speranze per il futuro All’interno approfondimenti tecnichesusoluzionienovità diprodotto

PENSARE Green

eSoil: la nuova idroponica organica e a stimolazione elettronica

Il terreno bioelettronico sviluppato

dall’università di Linköping (Svezia) è più

efficace e sostenibile: piantine cresciute fino al 50% in più in soli 15 giorni. Ma la strada è ancora lunga

di Nicolò De Rossi - foto di Thor Balkhed

La coltivazione idroponica è una delle prospettive e dei settori di ricerca più importanti del nostro futuro. Coltivare in substrati privi di terra, in ambienti chiusi e controllati, oltre a ottimizzare l’uso di acqua e di fertilizzanti, potrebbe avere un impatto considerevole per Paesi con poca superficie coltivabile o dalle difficili condizioni climatiche. Attualmente, il substrato maggiormente impiegato nell’idroponica è la lana di roccia, una lana minerale non biodegradabile e prodotta con un processo ad alta intensità energetica. Inoltre, sempre parlando di substrati, prima di questa ricerca non erano mai stati creati

substrati idroponici elet tricamente attivi per una stimolazione su richiesta della crescita delle piante.

LA RICERCA SULL’INNOVATIVO

SUBSTRATO BIOLETTRICO

Sono questi i presupposti della ricerca portata avanti dall’università svedese, che ha visto come protagonista l’eSoil, un substrato di coltivazione conduttiva costituito da cellulosa miscelata con un polimero conduttivo chiamato PEDOT (polimero ad alta conducibilità): una combinazione già utilizzata in altri campi, ma mai per la coltivazione delle piante. L’innovativo substrato

bioelettrico ha fornito stimoli elettrici a piantine di orzo durante la prima fase della loro crescita registrando un aumento del peso secco fino a un 50% nei primi 15 giorni di crescita. L’effetto stimolante è stato visibile sia sulle radici che sui germogli ed è legato ad una più efficiente assimilazione dei nitrati. La stimolazione elettrica delle piantine si basa su un basso voltaggio con un basso consumo energetico, nell’ordine dei µW. La ricerca, dal titolo eSoil: A low-power bioelecronic growth scaffold that enhances crop seedling growth e pubblicata in “PNAS” (Proceedings on the National Academy of Sciences) , quindi, da una parte presenta finalmente un substrato ecologico a base di cellulosa per l’agricoltura idroponica; dall’altra, dimostra l’effetto benefico e accelerante della stimolazione elettronica sulle piante di orzo, per lo meno durante la prima fase della loro crescita. Risultati più che incoraggianti che ci si augura aprano la strada a nuove ricerche e allo sviluppo di impalcature idroponiche attive in grado di aumentare la resa delle colture in modo sostenibile.

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Illuminazione… naturale!

L’azienda americana Light Bio ha lanciato sul mercato la Petunia Firefly, una pianta bioluminescente disponibile al momento solo in America al prezzo di 29 dollari

di Benedetta Minoliti - foto per gentile concessione di Light Bio

Le piante possono davvero “brillare di luce propria”? Sembra fantascienza, ma è la realtà. Lo dimostrano le Petunia Firefly di Light Bio, azienda pioniera nello sviluppo di piante luminescenti. Questa petunia bioluminescente, che prende il nome dei suoi boccioli luminosi che ricordano le lucciole, emette una luce soffusa simile a quella della luna ed è attualmente commercializzata negli Stati Uniti al prezzo di 29 dollari.

MA DA DOVE ARRIVA LA LUCE?

La bioluminescenza della pianta non è frutto di qualche strana magia. Infatti, è tutto merito di uno speciale gruppo

Light Bio, in breve

notare da Keith Wood, Amministratore Delegato di Light Bio, la Petunia Firefly sta vendendo rapidamente. “Le vendite di questa straordinaria pianta sono state incredibilmente robuste. Abbiamo dovuto aumentare la produzione già due volte per tenere il passo con la domanda”. La petunia è stata scelta dall’azienda come prima pianta bioluminescente da proporre al pubblico grazie alla sua popolarità come pianta ornamentale, ma anche per la sua facilità di coltivazione e per la fioritura prolifica. A settembre, a seguito di una revisione indipendente, l’USDA (il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America, ndr.), ha concluso che la Petunia Firefly è sicura per la coltivazione e l’allevamento negli USA.

di geni del fungo bioluminescente Neonothopanus nambi, che alimenta l’emissione di luce con la molecola di acido caffeico, prodotta anche dalle piante. Inserendo i geni del fungo nella petunia, i ricercatori hanno permesso alla pianta di produrre enzimi in grado di convertire l’acido caffeico nella molecola che emette luce, chiamata luciferina, e quindi di “riciclarla” nuovamente in acido caffeico.

PERCHÉ PROPRIO LA PETUNIA

La particolarità di questa pianta ha sicuramente destato attenzione. Come fatto

Per saperne di più su Light Bio scansiona il qr-code e scopri la magia naturale della Firefly Petunia

Fondata nel 2019, Light Bio è una startup pionieristica di biologia sintetica focalizzata sulla coltivazione di piante bioluminescenti vibranti. Grazie alla fusione di una tecnologia proprietaria e di un’ingegneria genetica avanzata, Light Bio sta portando la magia della luce vivente nell’orticoltura ornamentale.

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Cover story

Guardiamo al futuro raccontandolo attraverso le voci dei giovani, che vogliono prendersi lo spazio che meritano in tutti gli ambiti del settore. Con uno sguardo anche al mondo social, vi raccontiamo i nuovi volti della filiera, le loro ambizioni e le loro speranze per il domani

È IL MOMENTO DELLA

New Generation

La nuova cover story di Agriflortec è dedicata a due temi: nuove generazioni e formazione, che la nostra casa editrice racconta ormai da anni. Crediamo fortemente in un futuro fatto da giovani capaci di ridisegnare il settore, seguendo le nuove tendenze e tenendo il passo con lo sviluppo tecnologico che non si ferma mai.

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STORIE
DI ATTUALITÀ

Mai uguali, sempre diverse

Nell’agricoltura, le nuove messi si susseguono anno dopo anno, semina dopo semina, raccolto dopo raccolto. La vecchia spiga, falciata e raccolta, lascia spazio a nuovi germogli, che cresceranno in quello stesso spazio. Ma se è vero che dal frumento non nascerà il riso, non si può comunque dire che la nuova generazione sarà identica alla precedente. La generazione, per definizione, porta sì avanti la specie, ma non possiede un destino già scritto. Quanto detto nell’ambito agricolo, dove di parla di seme (greco antico, spérma), vale anche per gli esseri umani, dove il greco génos –seme, origine, stirpe, prole – ha dato vita a una serie di parole come gente, genere, genitore e soprattutto, generazione. Ogni nuova generazione porta avanti il seme della precedente, esiste grazie a essa, ma non in funzione di essa: ricordiamoci che la nozione di “nuova generazione” ci dà una informazione di partenza, di origine, mai di arrivo.

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STORIE DI ATTUALITÀ Cover story

Cover story

“Il futuro è dei giovani”. Anche se spesso il mondo in cui viviamo sembra dirci il contrario, remando contro le nuove generazioni, gli anni che ci attendono saranno irrimediabilmente segnati da un ricambio generazionale. Certo, si va in pensiero sempre più tardi e, a volte, si è restii a lasciare la propria posizione lavorativa, soprattutto se di prestigio. Alcuni storcono il naso di fronte ai più giovani, spesso considerati inconcludenti, privi di ambizioni, poco inclini a dedicarsi completamente al lavoro. Le nuove generazioni, però, non possono essere raccontate solo in questo modo, utilizzando termini negativi che vadano a screditarle. Il nostro settore è un chiaro esempio di come le nuove generazioni siano desiderose di ritagliarsi il proprio spazio, senza prevaricare su chi lavora da anni, ma imparando e portando novità e una ventata di freschezza all’interno della filiera. Un esempio è il lavoro fatto sui social da influencer e divulgatori, che sono stati in grado di rendere ancora più appetibile il mondo del florovivaismo anche ai consumatori finali, che li seguono con interesse. Grazie a loro piante e fiori hanno trovato lo spazio che meritano nel mondo della comunicazione contemporanea, con i social network, da Instagram a TikTok, che ormai la fanno da padroni, ancor più della stampa tradizionale.

AL FIANCO DELLE NUOVE GENERAZIONI

Edizioni Laboratorio Verde crede molto nel-

le nuove generazioni. Per questo, da maggio 2021, gli dedica un numero all’anno della rivista greenup. Quello che facciamo, attraverso le pagine della rivista, è raccontare come i giovani imprenditori vedono il futuro, come vivono il passaggio generazionale e quali sono le loro speranze. Per farlo, ogni anno, li intervistiamo, dedicandogli un’intera giornata fatta non solo di chiacchiere, ma anche di immagini, realizzando con loro servizi fotografici ad hoc. Da quest’anno anche Agriflortec dedicherà un numero alla New Generation, per raccontare i giovani vivaisti a 360 gradi.

I SOCIAL SONO IL PRESENTE

E IL FUTURO DEL SETTORE

Come detto, i social network sono lo spazio principale all’interno del quale le nuove generazioni sanno esprimersi al massimo, raccontando il settore e le tendenze. A gennaio 2024, a Roma, si è tenuta la tavola rotonda “Connessioni social: come cambiano i gusti dei consumatori” , alla quale abbiamo partecipato anche noi e della quale sono stati protagonisti quattro influencer e divulgatori del verde: Simonetta Chiarugi (@aboutgarden), Sebastiano Guarisco (@legeorgiche), Emanuele Simenoli (@simegarden) e Fabio Chessa (@sfobbo), che hanno non solo riportato la loro esperienza, ma anche dato preziosi consigli per gestire al meglio i propri canali social.

STORIE DI ATTUALITÀ
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STORIE DI ATTUALITÀ

• Avere un piano editoriale

(Il consiglio di Simonetta Chiarugi)

Nel mio caso non è sempre facile stare al passo: lavorando per alcuni brand, loro hanno la priorità sul mio piano editoriale con date specifiche da rispettare. In generale è necessario riservarsi tanto tempo per confezionare i contenuti, sia quelli di intrattenimento sia quelli più complessi. Per registrare un video di pochi secondi, un creator impiega almeno tre ore tenendo in considerazione il tempo necessario per avere l’idea creativa, i tagli da apportare, le prove ecc. Essendo fanatica dell’estetica, ogni volta provo e riprovo finché non è tutto perfetto. Ci deve essere una linea editoriale da seguire: si può partire da un’ispirazione ma a questa deve seguire un’organizzazione precisa dei contenuti.

• Conoscere il target dei propri follower

(Il consiglio di Fabio Chessa)

Il mio target su Instagram è tra i 25 ai 35 anni. Parlo a una platea che ha bisogno di avere informazioni da qualcuno che ci mette la faccia e che parla in modo spontaneo. Il fatto di essere io giovane in primis credo che abbia fatto percepire (complice il Covid) che la cura della pianta da interno non è più un hobby da anziani. La bellezza di determinate specie e anche il benessere che provocano - sensazione che provo a trasmettere nei miei video - facciano venire voglia anche a chi mi guarda. Su tutte le piattaforme social esistono delle metriche che permettono di conoscere chi è il tuo utente medio e in questo modo è più facile indirizzare la comunicazione. Per le fasce più giovani ormai il verde non è solo un complemento d’arredo ma è anche un componente della famiglia per il quale si sviluppa un sentimento di affetto.

• Affidarsi ai dati

(Il consiglio di Sebastiano Guarisco)

Il garden deve utilizzare i social come strumento di informazione su cosa il cliente cerca per orientarsi nella sua offerta. I social hanno nature diverse: se un imprenditore ha come obiettivo quello di creare profitto tramite i social, non è importante di per sé il numero di follower. Le grandi realtà hanno un’espansione territoriale tale per cui vi è interesse per un pubblico a livello nazionale. Altre realtà più piccole invece potrebbero avere necessità diverse: crescere a livello di follower non è sempre una strategia premiante visto il lavoro che c’è dietro. I social per questo motivo devono essere letti nell’ottica giusta: non sono solo degli strumenti che proiettano i nostri contenuti verso l’esterno ma sono anche un immenso pool di dati. Per esempio: se vogliamo fare una promozione sulla Stella di natale con un investimento limitato, si può lanciare una pubblicità che venga vista unicamente da donne, tra i 18-24 anni, in provincia di Varese. Grazie all’algoritmo con 50 euro al giorno è certo che verranno raggiunte tutte. I social sono impegno ma anche opportunità per promuoversi.

• Giocare con l’algoritmo

(Il consiglio di Emanuele Simenoli) Instagram e Tik Tok sono due strumenti da cui creare contenuti utili per entrambe le piattaforme. Inizialmente spendevo molto per la pubblicità, raggiungendo pochi risultati. Ad un certo punto ho deciso di cambiare strategia e di giocare con l’algoritmo. Ho iniziato a capire quello che le due piattaforme volevano e come lo volevano e io semplicemente le ho accontentate. Con inventiva e con una minima spesa è possibile raggiungere degli ottimi risultati e visibilità, senza dimenticare però che ci vuole costanza e pubblicare quasi tutti i giorni per poter entrare nelle case dei tuoi follower. testi di

Benedetta Minoliti
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Cover story

Cover story

Un tema importante, che abbiamo trattato più volte tra le pagine della rivista, che vi raccontiamo attraverso gli occhi della nostra New Generation, e non solo di Benedetta Minoliti

L’importanza della formazione

STORIE DI ATTUALITÀ
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I sei protagonista della cover “New Generation” del nuovo numero di greenup

Nel corso degli anni il tema della formazione è diven tato centrale per il settore florovivaistico. Non solo nei Garden center, dove si va a sottolineare sempre di più l’importanza di personale qualificato che sappia guidare i clienti nella corretta scelta non solo delle piante, e non solo. Il personale dei centri di giardinaggio deve essere, senza sé e senza ma, pronto a rispondere a tutte le domande, dalla più semplice a quella più complessa, affinché l’esperienza d’acquisto sia ottimale, efficace e soddisfacente, per tutti. La formazione però non si deve limitare al personale all’interno dei Garden center. Un esempio è la continua informazione fatta in merito alla torba e alle possibili materie alternative e quella fatta sulla lotta integrata, sempre più utilizzata all’interno del settore.

UN ARGOMENTO CHE CI STA DAVVERO A CUORE

Quello della formazione è un tema che ci riguarda da vicino e che abbiamo trattato più volte sulle pagine di Agriflortec e delle altre testate della casa editrice. Nel numero 4, dedicato alle novità varietali, abbiamo proposto un’interessante intervista a Silvio Fritegotto, agronomo professionista con una lunga esperienza in formazione e divulgazione. “Nella mia lunga esperienza ho svolto una parte del mio lavoro fornendo servizi di carattere tecnico e agronomico nelle aziende. Facendo questo lavoro ho sempre l’idea di cercare di migliorare il più possibile le competenze riguardanti i mezzi tecnici, per spiegare come conoscere al meglio i prodotti di modo da utilizzarli in maniera ottimale” ha spiegato Fritegotto nella nostra intervista. “Nel 2005 ho poi deciso di dedicarmi alla mia attività da libero professionista, continuando a fare consulenze agronomiche, abbinando a questa delle attività

Scansiona il qr code per leggere l’intervista completa all’agronomo professionista Silvio Fritegotto

di formazione e divulgazione, perché sono sempre più con vinto che il sapere debba essere condiviso”. Sempre sullo stesso numero abbiamo rivolto delle domande proprio sul futuro della torba a Roberto Benzoni, Sales Manager dell’area Nord-Ovest (Italia) di ICL, mentre sul numero 6, dedicato al futuro del settore in un’ottica più ampia, abbiamo raccontato il tema delle materie alternative alla torba attraverso il convegno organizzato da TerComposti in collaborazione con la Cooperativa Ortofrutticola di Albenga. Quello che è emerso è che “il mercato è spaccato a metà”: da una parte abbiamo quelli che potremmo definire “conservatori” e dall’altra chi invece è aperto e disposto al cambiamento.

Leggi l’articolo completo sul convegno di TerComposti scansionando il qr code.

COSA CI RISERVA IL FUTURO?

Il nostro è un settore in cui è sempre più difficile parlare di “certezze”. A dimostrarlo, ad esempio, l’aumento dei prezzi, la difficoltà nel reperire la manodopera e i cambiamenti climatici. Quello che è certo, però, è che il futuro è anche nelle mani delle nuove generazioni. Per questo motivo è importante che la formazione si rivolga anche, e soprattutto, a loro, che sono la chiave per un futuro rigoglioso dell’intera filiera, dalla produzione alla vendita. Così, abbiamo rivolto alcune domande ai giovani studenti di Fondazione Minoprio, focalizzandoci non solo gli aspetti produttivi, ma anche sulla formazione, andando ad evidenziare lati positivi e negativi, per offrirvi un quadro completo di quella che è la visione della nostra New Generation. Ma non solo. Abbiamo rivolto alcune domande sul tema della formazione anche a Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia e Professore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze.

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ESPERIENZA SÌ, MA NON PUÒ ESSERCI SOLO QUELLA

“Ti racconto un episodio legato alla proprietaria del Garden in cui lavoro: stavo pulendo dei garofani, lei si è avvicinata e mi ha chiesto che piante stessi pulendo. Quando ho semplicemente risposto “garofani” lei ha voluto il nome scientifico. Da lì, ogni giorno imparavo il nome scientifico di dieci piante”. Questo aneddoto raccontato da Gaia Peruccio, 21 anni, studentessa di Fondazione Minoprio e stagista presso Donetti, Garden center di Romagnano Sesia, racconta perfettamente l’importanza di una corretta e completa formazione. “Io sono entrata da Donetti che ero in terza superiore e avevo la passione per le piante, ma non conoscevo bene i termini. L’episodio che ti ho raccontato mi ha fatto capire quanto è importante conoscere le piante, anche per venderle meglio. Non ci si può semplicemente soffermare sulla vendita, ma bisogna anche trovare il modo giusto di comunicare le informazioni sulla pianta con empatia e accuratezza. Anche perché il Garden ormai non è più un semplice negozio, ma è diventato un luogo dove stare bene e passare del tempo nel verde”. Durante le nostre interviste, i ragazzi hanno sottolineato la mancanza di formazione. Spesso, però, a mancare è anche una conoscenza da parte di chi, questo settore, lo conosco poco o nulla. “Il nostro è un mondo complicato ed è importante formarsi perché sì, l’esperienza è la più grande insegnante della vita, ma dietro l’esperienza ci deve essere una base solida di teoria” ha raccontato Raffaele Rimoldi, 19 anni, all’ultimo anno del Percorso professionale in Tecnico dei Servizi per l’Agricoltura, lo sviluppo rurale, la Valorizzazione dei prodotti del territorio e la gestione delle risorse forestali e Montale di Fondazione Minoprio. “Secondo me le professioni del nostro settore non vengono valorizzate come dovrebbero e non va bene, perché con il progresso tecnologico e scientifico il nostro è un lavoro che sta diventando sempre più importante. Ma mentre altri settori hanno scelto di aggiornarsi, il settore del

Alessandro Murgante e Raffaele Minoprio, studenti di Fondazione Minoprio

La formazione serve anche per instaurare un rapporto migliore tra venditore e compratore

Luca e Giorgia Vettoretto (Baia Fiorita)

“La formazione serve anche per instaurare un rapportoPercorso professionale in Tecnico dei Servizi per l’Agricoltura, lo sviluppo rurale, la Valorizzazione dei prodotti del territorio e la gestione delle risorse forestali e Montale presso Fondazione Minoprio. “Ho fatto uno stage in un vivaio arboricolo e lì venivano organizzati tour per i clienti per mostrare le piante, suggerendo quali fossero le scelte migliori e dando tante informazioni e consigli. Dobbiamo sempre ricordarci che le piante sono complicate da vendere, non sono semplicemente oggetti”. E anche i fratelli Luca e Giorgia Vettoretto, entrambi occupati presso il Baia Fiorita, Garden center di famiglia, sono d’accordo sull’importanza della formazione. “Il cliente deve potersi fidare di quello che dici e deve avere soddisfazione dalla pianta perché ha seguito i tuoi consigli. Non vanno dimenticate, però, gentilezza e disponibilità. Se si è super formati, ma non si lavora con empatia, non si ottiene nulla”. Il tema della formazione è davvero sentito anche da Luca Malvezzi, 24 anni, diventato da poco responsabile vendita di Flover Ca’di David e attualmente in formazione all’ITS di Fondazione Minoprio. “Sto frequentando un corso qui perché il mio capo, Silvano Girelli, ha voluto che mi formassi ancora meglio di quanto ero già”. “Spesso è difficile reperire personale perché manca una formazione adeguata. La formazione è importantissima e i giovani devono avere volontà e voglia di trasmettere

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STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
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STORIE DI ATTUALITÀ

Cover story

I giovani devono essere consapevoli che non hanno in mano un lavoro, ma un mestiere fondamentale per il futuro

ro, ma un mestiere fondamentale per il nostro futuro. Non possiamo pensare di vivere senza le piante e senza qualcuno che le conosce e le coltiva in maniera corretta. L’istruzione è importantissima e deve essere a tutti i livelli, dalle superiori all’università, fino alla formazione post universitaria”.

“I

POLITICI PIANTANO NUMERI, NON ALBERI”

la passione per le piante e per il verde”. Importantissimi anche i social, diventati uno strumento fondamentale anche per la formazione personale: “Seguo Sfobbo, Simegarden e Le Georgiche e trovo che tutti portino un’esperienza di qualità sui social, ognuno con il suo focus principale. In generale è importante essere sui social perché i giovani sono lì, guardano i video inerenti al verde e si appassionano”.

È IL MOMENTO DI CREARE UNA COSCIENZA

AMBIENTALE

“La formazione è fondamentale. Quando si vende un prodotto, qualunque esso sia, bisognerebbe conoscerne le caratteristiche precise. Non si tratta semplicemente di saper distinguere una pianta da un’altra, ma di avere un’idea concreta di cosa si sta vendendo”. Un concetto chiaro ed efficace quello di Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia e Professore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze. “Chi vende una pianta vende una medicina. Questa medicina bisogna conoscerla, sapere che effetti ha e fino a che punto può curare certe patologie. Ovvio che non stiamo parlando di piante che guariscono persone malate, ma il complesso verde, dal giardino al parco, fino al balcone fiorito, sono una terapia di supporto in un processo di guarigione” ha spiegato Ferrini, sottolineando che le piante fanno stare bene anche chi non ha patologie. Questo perché “in presenza delle piante anche chi sta bene riesce a giovare delle loro proprietà benefiche”. Il prof. Ferrini ha poi sottolineato l’importanza della formazione fin dalle scuole superiori: “È fondamentale che i giovanissimi siano preparati. Bisogna creare una coscienza ambientale che vada al di là dello scegliere un lavoro per il guadagno. I ragazzi devono essere consapevoli che non hanno in mano un lavo-

Una formazione adeguata e a tutti i livelli. Un obiettivo importante da raggiungere, anche per quanto riguarda gli enti locali. Il verde urbano non deve essere semplicemente “un numero” o il “contentino” per i cittadini. Deve essere fatto con criterio da persone adeguatamente formate. “I politici spesso piantano numeri, non alberi” ha commentato Francesco Ferrini. “E i numeri possono sopravvivere anche senza acqua, per esempio. Si fanno spesso scelte scellerate solo per accontentare i cittadini che chiedono più alberi, senza sapere che bisogna garantire irrigazione un paio di volte a settimana, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici come quello attuale che crea periodi aridi quando questo normalmente non accadeva. Tra febbraio e maggio era impensabile che non piovesse. Soprattutto c’era tanta neve in montagna, che con lo scongelamento riforniva le falde. Adesso l’acqua è diventata un problema, e quindi bisogna usarla bene”. E per concludere ha sottolineato che “il fallimento di un impianto non deriva semplicemente dalla morte della pianta, perché vengono persi soldi e vengono a mancare tutti i benefici che la pianta avrebbe prodotto. Non è un danno ad oggi, ma ad interesse composto: un danno da 10mila euro ora è un danno di 10mila euro tra vent’anni. Questo dobbiamo mettercelo in testa quando facciamo nuove scelte e non tuteliamo adeguatamente i nuovi impianti”.

Luca Malvezzi e Gaia Peruccio, studenti di Fondazione Minoprio

STORIE DI ATTUALITÀ Fiere

Ricca, innovativa… ogni anno diversa

Numeri in crescita per Myplant & Garden, che anche nel 2024 si conferma punto di riferimento per il settore, tra novità, innovazioni e momenti di confronto tra gli addetti ai lavori, sia italiani che internazionali di Benedetta Minoliti

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L’ottava edizione di Myplant & Garden, la fiera internazionale del verde, ha riconfermato la freschezza e la dinamicità del settore, sempre più attento alle novità e alle innovazioni. Una fiera ogni anno di versa, come ha voluto sottolineare Va leria Randazzo, Exhibition Manager di Myplant & Garden: «Ogni anno presentiamo un Myplant diverso dal precedente. Perché più ricco, interes sante e variegato. È parte di un percor so di crescita che tutti insieme, come grande community del verde, stiamo percorrendo. Abbracciando nuove real tà, canali, settori e orizzonti. Abbiamo intenzione di ampliare ancora i nostri spazi e raggiungere nuovi traguardi, offrire opportunità sempre migliori e sempre più proficue alle aziende e agli operatori, garantire una formazione ef ficace, amplificare la voce degli addetti ai lavori e diffondere una sana cultura del verde».

L’INTERESSE CONFERMATO DALLE PRESENZE IN CRESCITA

La fiera ha richiamato, durante le sue tre giornate, tantissimi professionisti dell’orto-florovivaismo, del Garden, del paesaggio e del verde sportivo da tutto il mondo. A dimostrare l’interesse e la crescita di Myplant & Garden sono i numeri delle presenze, in aumen to rispetto al 2023: 25mila presenze (+8%). In crescita anche gli espositori (762, +15%), le delegazioni di buyer internazionali (204, +27%) e le inse gne di acquisto estere accreditate (114, +26%). Chi espone il proprio lavoro e le proprie novità a MyPlant viene, per ordine di presenze, per primo da Lombardia, Veneto, Toscana e Olanda. Le delegazioni di compratori interna zionali, aumentate del 27%, vengono, invece, da Europa (Germania, Francia, Romania, Polonia, Lituania, Spagna e Svizzera le più rappresentate) e Asia, con l’exploit del Giappone (e poi Ci na e Armenia). Da notare anche l’au mento, costante negli anni, di rappre sentanti e titolari afferenti a settori e

STORIE DI ATTUALITÀ

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Fiere

STORIE DI ATTUALITÀ

In numeri

762 espositori (+15% dal 2023)

25.000 presenze (+8% dal 2023)

50.000 m2 di fiera (+10% dal 2023)

204 delegazioni di buyer internazionali (+27% dal 2023)

114 insegne estere d’acquisto accreditate (+26% dal 2023)

categorie sempre più importanti: ville per accoglienza, eventi e cerimonie, dimore storiche, parchi archeologici, aziende agricole e vitivinicole, istituti di ricerca, università, complessi termali, outlet, grandi giardini, musei, castelli, parchi divertimento.

MYPLANTECH:

GUARDARE AL FUTURO

Le tematiche affrontate durante Myplant & Garden sono molteplici: dalla transizione ecologica al legame tra verde e salute, dalla rigenerazione urbana al verde sportivo, grande protagonista di questa ottava edizione, con uno spazio dedicato e diverse iniziative, tra incontri e campi pratica. Particolare attenzione all’innovazione, con il percorso Myplantech, all’interno del quale sono stati individuati i prodotti e le soluzioni innovative che stanno dando forma al futuro del settore. Gemelli digitali degli alberti, serre hi-tech, risparmio energetico, circolarità, riciclo, coltivazioni fuori suolo, idroponica, acquaponica, mini-biofabbriche, nuove varietà di piante, fiori e sempreverdi, controllo fitopatologico, monitoraggio terreni e coltivazioni, illuminazione, sensoristica, controllo ambienti, pacciamature, eco-toilette, misurazione parametri fogliami, aspiratori di fogliame, innovazione meccaniche.

GRANDE INTERESSE PER LE TENDENZE PRESENTATE AL GARDEN CENTER NEW TREND Ogni anno a Myplant & Garden ven-

gono anticipate le tendenze per i centri di giardinaggio al Garden Center New Trend, concept curato da Erica Cherubini, Edizioni Laboratorio Verde e Myplant. Anche nel 2024 l’evento ha tracciato una tabella di marcia verso il futuro dei Garden center, coniugando bellezza sostenibile degli spazi

verdi in&out e intelligenza artificiale, grafica e visual, prodotti e community. Molti gli ospiti di prestigio, gli approfondimenti di mercato e i momenti culturali. Tra questi anche il nostro convegno “25 anni di greenup, storie del trade gardening tra hobby e cultura del verde”, tra le molteplici attività che abbiamo organizzato per festeggiare i 25 anni della rivista.

IL NOSTRO CONVEGNO, IN BREVE Quest’anno per greenup è speciale:

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Fiere

STORIE DI ATTUALITÀ

compie venticinque anni. A questa importante ricorrenza abbiamo dedicato il numero 210 e non volevamo fermarci. Per questo, abbiamo organizzato in occasione di Myplanty & Garden, in collaborazione con Giulia Arrigoni, direttrice di TEN diy&garden.com, un convegno dove abbiamo ripercorso l’evoluzione del trade gardening. Per farlo abbiamo chiamato figure rappresentative del settore: Silvano Girelli, titolare della catena Flover e presidente del consorzio Garden Team, Matteo Roncador , direttore Floricoltura Roncador, Sergio Lancini, responsabile acquisti garden OBI Italia, Francesco Steca, product manager del settore piante, vasi e concimi OBI Italia, Gian Luca Carpanesi, direttore Gruppo Prodotto Edilizia - Giardino Leroy Merlin e ultimo, ma non per importanza, Micheal Perry (Mr Plant Geek), noto divulgatore inglese. Tutti, durante il convegno, si sono ritrovati d’accordo su un aspetto: l’andamento positivo del mercato del gardening in Italia. Le persone non rinunciano alla loro passione per il verde, recandosi nei Garden center o nelle gds per trovare servizi ad hoc che rispondano a tutte le loro esigenze.

La festa non è finita! Scansiona il qr code per vedere il video racconto del convegno per i 25 anni di greenup realizzato negli spazi del Garden Center New Trend durante Myplant & Garden

di Mauro Consilvio

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Fiere
Foto

STORIE DI ATTUALITÀ

I volti di MyPlant & Garden

In queste pagine dedicate alle fiera per quest’anno abbiamo deciso di far parlare chi lavora concretamente dentro le aziende, creando, pensando e commercializzando proprio quei prodotti che entrano ogni giorno nei centri di giardinaggio. L’articolo completo dedicato ai “Volti di Myplant & Garden” è disponibile sul numero 212 di greenup. Tra le pagine di Agriflortec abbiamo deciso di dedicare questo spazio a Edda Romana Rigobello, tecnico commerciale di Koppert Italia, e Davide Cavallini, key account manager Spagna & Italia di Modiform.

Koppert Italia

Edda Romana Rigobello, tecnico commerciale di Koppert Italia

Qual è il tuo ruolo in Koppert Italia?

«Sono un tecnico commerciale e seguo il Trentino Alto Adige e Veneto. Vendo sì i prodotti, ma il grosso del lavoro è la parte tecnica in campo, seguendo ad esempio lo sviluppo degli insetti e l’impollinazione».

Quale aspetto del tuo lavoro ti rende orgogliosa?

«La nostra sfida è quella di essere partecipi del cambiamento in agricoltura. Mi rende orgogliosa il fatto di poter dimostrare i risultati che si possono ottenere con i nostri prodotti, mostrando come in agricoltura è più che fattibile utilizzare le nostre soluzioni naturali».

Qual è il tuo prodotto preferito?

«Il fitoseide, un predatore estremamente specifico, resiliente e capace di risolvere il problema in breve tempo. Inoltre, è il più storico, perché è stato il primo ad essere prodotto»

Floragard

Modiform

Davide Cavallini, key account manager Spagna & Italia di Modiform

Qual è il tuo ruolo in Modiform?

«Sono un key account manager, lavoro in Modiform da 5 anni e mi occupo principalmente del mercato spagnolo e di quello italiano».

Quale aspetto del tuo lavoro ti rende orgoglioso?

«Creare collaborazioni con i clienti, studiando insieme a loro dei concept per presentare al meglio la pianta e offrire soluzioni che permettano ai clienti finali di percepire la pianta in un modo diverso, più elegante e anche in un’ottica legata al basso impatto ambientale. Tutto questo garantendo sempre la massima qualità».

Qual è il tuo prodotto preferito?

«È una gamma di prodotti: la linea dei vasi a iniezione Thomsen. Questa linea fornisce alla pianta un aspetto totalmente diverso, con la possibilità di spaziare in un ampio range di colori»

Abdelaziz Sassi, direttore commerciale Italia-Africa-Medio Oriente

Qual è il tuo ruolo in Floragard?

«Sono direttore commerciale per l’Italia, l’Africa e il Medio Oriente. Mi occupo delle vendite e dello sviluppo delle stesse, guido e costruisco la rete vendita e gestisco la creazione di mercati e il marketing nei diversi paesi»

Quale aspetto del tuo lavoro ti rende orgoglioso?

«La capacità e possibilità di aprire nuovi mercati. Dietro di me c’è un’azienda storica e il marchio è conosciuto in 80 paesi. C’è scambio tra noi colleghi e soprattutto siamo stimolati a fare sempre di più».

Qual è il tuo prodotto preferito?

La nuova gamma bio che è senza torba e il packaging è privo di plastica».

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STORIE DI ATTUALITÀ

Vigorplant

Melissa Parente, marketing specialist di Vigorplant Italia

Qual è il tuo ruolo in Vigorplant?

«Mi occupo di marketing, in particolare della parte branding. Curo l’immagine dell’azienda in tutti i touch point che i vari player e interlocutori hanno a contatto con l’azienda. Curo la redazione dei cataloghi, i materiali per i punti vendita, della stampa di settore e dell’organizzazione di eventi, come possono essere le fiere»

Quale aspetto del tuo lavoro ti rende orgogliosa?

«Sono orgogliosa di essere entrata a far parte concretamente di un progetto. Vigorplant mi ha dato la possibilità di testare e sviluppare le mie capacità, lavorando con passione».

Qual è il tuo prodotto preferito?

«Il terriccio professionale Completo, il nostro top di gamma della linea hobbistica che racchiude tutto il know-how e l’esperienza proveniente dal mondo professionale anche nel mercato hobbistico».

Decorum

Joan Petermeijer, account manager Italia di Decorum

Qual è il tuo ruolo in Decorum?

«Sono account manager con focus sull’Italia. Questo vuol dire che cerco di promuovere Decorum tra fioristi, garden center e grossisti italiani. Vogliamo veramente, tramite il branding, che tutti questi tre attori siano invogliati ad acquistare i nostri prodotti, che sono accuratamente selezionati per offrire un’altissima qualità»

Quale aspetto del tuo lavoro ti rende orgogliosa?

«Anni fa il fiorista conosceva soprattutto le nostre orchidee. Oggi, invece, ci conoscono bene anche per i nostri fiori, che sono altrettanto importanti. È importante per noi essere riconosciuti per quello che offriamo e che ci riconoscano non più solo per le orchidee, ma anche per le tantissime varietà floreali che proponiamo».

Qual è il tuo prodotto preferito?

«È difficile scegliere, perché sono tutte meravigliose, ma sono amante delle Cymbidium di Koningshof Nursery, perché sono eccezionali e il loro metodo di coltivazione è molto serio e con sistemi high tech per avere una pianta di grande qualità».

Giambò

Daniela Giambò, vendita, logistica e ordini di Giambò Piante

Qual è il tuo ruolo in Giambò?

«Sono entrata da poco in azienda e mi occupo della vendita, logistica e ordini, ma non solo. Lavoro a 360 gradi all’interno di Giambò»

Quale aspetto del tuo lavoro ti rende orgogliosa?

«L’azienda è cresciuta tantissimo negli anni e ha dato lavoro a tantissime persone in Sicilia. Inoltre, stiamo diventando sempre più sostenibili, attraverso ad esempio pratiche biologiche, come la lotta integrata, e speriamo di continuare sempre su questa strada».

Qual è il tuo prodotto preferito?

«Sono due: il calamondino e l’arancio arcobal. Il primo perché è resistente, riusciamo ad ottenere frutti tutto l’anno ed è uno dei nostri best seller, e il secondo ha un aspetto bellissimo».

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Fiere

La sicurezza è al primo posto

Gartenbau-Versicherung propone strumenti assicurativi ed efficaci per la protezione dei beni e del patrimonio, fornendo servizi studiati ad hoc per le singole esigenze dei clienti

La sicurezza deve sempre essere al primo posto, che si parli di quella dei propri dipendenti o delle proprie serre. Fornire strumenti assicurativi validi è importantissimo e Gartenbau-Versicherung lo sa bene. Per questo offre una serie di prodotti che mirano non solo a coprire i danni materiali, ma anche eventuali perdite inaspettate.

CONSULENZE MIRATE ED EFFICACI

L’obiettivo di Gartenbau-Versicherung è quello di offrire consulenze professionali e individuali , volte quindi ad accompagnare i clienti dalla fase iniziale della pianificazione di un nuovo investimento all’analisi dei rischi dell’aziende, di modo da trovare la soluzione migliore e più efficace alle singole esigenze. Dopo un primo incontro, dove Gartenbau-Versicherung

Hortisecur G

L’assicurazione contro i danni per il settore dell’orto-vivaismo che offre la protezione dei beni e del patrimonio.

I beni assicurati:

• Serre conformi alla norma UNI EN-13031 con coperture in vetro, film plastici

• Colture e perdite consequenziali

• Perdite dovute a interruzione dell’attività

I beni possono essere assicurati contro:

• Grandine

• tempesta, sovraccarico neve/ghiaccio e pioggia forte, calamità naturali

• Incendio

• Tecnica/guasti macchina e atti vandalici

• Deterioramento delle colture a causa di danni tecnici

• Fuoriuscita di acqua dalle condutture

Cosa non è assicurato:

• Responsabilità civile

• Infortuni

• Malattia

• Furto

• Malattie delle piante

• Attacchi parassitari

• Fitopatie

Scansiona il qr code per scoprire nel dettaglio tutti i servizi offerti da Gartenbau-Versicherung

STORIE DI ATTUALITÀ agriflortec 30

Hortisectur GS

STORIE DI ATTUALITÀ

Servizi assicurativi

L’assicurazione contro i danni per il settore dell’orto-vivaismo che offre la protezione dei beni. Per le imprese agricole, di cui all’art. 2135 del codice civile, questa polizza può usufruire delle agevolazioni ministeriali.

Beni assicurati:

• Serre conformi alla norma UNI EN-13031 con coperture in vetro, film plastici.

I beni possono essere assicurati contro:

• Grandine

• Tempesta, sovraccarico neve/ghiaccio e pioggia forte

Cosa non è assicurato:

• Calamità naturali

• Incendio

• Tecnica/Guasti macchina e atti vandalici

• Deterioramento delle colture a causa di danni tecnici

• Fuoriuscita di acqua dalla condutture

• Responsabilità civile

• Infortuni o malattia

• Furto

• Malattie delle piante

• Attacchi parassitari

• Fitopatie

conosce meglio l’azienda, “senza alcun impegno e con una mentalità aperta”, si passa ad un in cui viene esaminata più nel det taglio l’azienda e i processi in loco. A seguire, uno dei momenti chiave: l’analisi del rischio. missione di Gartenbau-Versicherung è garantire sicurezza. Quindi, vengo no analizzati i rischi e forniti impor tanti consigli per la prevenzione. Infi ne, a seguito dell’analisi del rischio, l’azienda cliente a stabilire e scegliere i componenti dell’assicurazione lutando quali rischi trattenere e quali invece affidare a Gartenbau-Versiche rung. In caso di sinistro, l’obiettivo è quello di fornire un’assistenza che sia affidabile e basata su collaborazione reciproca, di modo da poter fornire assistenza nel modo più immediato e ottimale possibile.

I SERVIZI ASSICURATIVI

G artenbau-Versicherung propone diversi servizi assicurativi pensati per tutti i principali aspetti delle aziende. Per serre e tunnel propone la “coper

tura base” con Hortisecur GS, contro i danni causati da: grandine, tempesta e sovraccarico di neve, azione diretta del fulmine, spese di demolizione e sgombero (fino al 10% del danno). Per quanto riguarda invece il complesso serricolo e le colture (anche quelle successive), i macchinari serricoli, i fabbricati e il loro contenuto, Gartenbau-Versicherung propone per una protezione ottimale Hortisecur G , la copertura assicurativa contro i danni causati da: grandine, tempesta (inclusi sovraccarico di neve e calamità naturali), incendio e tecnica.

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STORIE DI ATTUALITÀ

Innovazione

INNOVAZIONE AL PRIMO POSTO CON

Myplantech

L’itinerario con prodotti e soluzioni organizzato in occasione di Myplant & Garden ha destato molta attenzione, confermando come lo sviluppo tecnologico, sia al centro dell’interesse del settore

di Benedetta Minoliti

L’innovazione è tra le tematiche più rilevanti per il settore, che per crescere deve anche guardare al futuro dei prodotti e delle soluzioni tecnologiche. Myplantech, itinerario tra i padiglioni dell’ottava edizione di Myplant & Garden che ha individuato proprio questi prodotti e soluzioni innovative, ha riscosso grande interesse. Un itinerario organizzato per abbracciare davvero tutti i temi di interesse del settore, dal risparmio energetico alla circolarità, dal riciclo alla coltivazioni fuori suolo, dall’idroponica alle nuove varietà di piante, fiori e sempre verdi. Abbiamo intervistato tre aziende presenti a Myplantech (Ageon Srl, Lualtek e Li-Cor) per farci raccontare nel dettaglio i loro prodotti, ma anche cosa significa per loro “innovazione” e qual è stato il feedback ricevuto durante la fiera.

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Investimento tecnologico in agricoltura accessibile per tutti

È questo l’obiettivo del sistema Lualtek, che permette la trasmissione radio dei dati senza l’utilizzo di energia elettrica o di internet

con Andrea Cardini di Benedetta Minoliti

Un sistema che permetta di trasmettere dati senza utilizzare energia elettrica o internet. Potrebbe sembrare fantascienza, ma è invece realtà grazie al sistema Lualtek, ideato “con l’intento di rendere accessibile l’investimento tecnologico in agricoltura”, come spiegato da Andrea Cardini Sales Manager dell’azienda, nella nostra intervista. Un prodotto decisamente innovativo, protagonista di Myplantech, che ha ricevuto ottimi feedback e che siamo fatti raccontare nel dettaglio.

Qual è la vostra definizione di “innovazione”?

«Innovazione significa portare valore e migliorare pratiche e modelli consolidati da anni o addirittura decenni. Si tratta di un processo delicato che non riguarda solo la tecnologia, ma la cultura e le abitudini. Per questo motivo secondo noi è fondamentale innanzitutto promuovere la filosofia che c’è dietro la raccolta dei dati e trasmettere quindi il valore di questi strumenti. Si tratta di mettere in discussione le abitudini e attività cristallizzate nel tempo, una sfida complessa ma anche molto stimolante».

Parliamo del prodotto presentato a Myplantech. Quali sono le sue principali caratteristiche? E perché è un prodotto innovativo?

«Il sistema Lualtek è stato ideato con l’intento di rendere accessibile l’investimento tecnologico in agricoltura e questo lo abbiamo fatto utilizzando una trasmissione radio per trasmettere i dati, quindi, senza l’utilizzo di energia elettrica o internet. Questo vuol dire che con Lualtek non ci sono centraline, cavi o installazione per i dispositivi che possono integrarsi con il Software. Il sistema Lualtek è composto da hardware che monitorano i dati in campo; da attuatori, cioè hardware che permettono di azionare da remoto qualsiasi quadretto elettrico; e dalla Web App Lualtek, alla quale è possibile accedervi da remoto tramite PC, Tablet o Smartphone. All’interno della propria area riservata il cliente potrà: verificare tutti i parametri monitorati in campo; accedere allo storico dei dati; visualizzare le previsioni meteo

per i futuri 7 giorni e le possibili allerte in relazione alla propria area produttiva; impostare la ricezione di notifiche al verificarsi di parametri soglia in azienda; impostare delle “scene”, tramite gli attuatori, per cui vengono automatizzate delle azioni meccaniche svolte in azienda (accensione\ spegnimento irrigazione, accensione\spegnimento ventola, apertura\chiusura colmi, …). Inoltre, in Lualtek vi è un machine learning per cui i dati raccolti vengono anche analizzati e rielaborati per riuscire a prevenire lo sviluppo di agenti patogeni o malattie. All’interno della propria area riservata, ogni cliente, nella sezione “Analisi” può accedere ai modelli previsionali che man mano vengono sviluppati ed implementati nel software, avendo così a disposizione un’arma in più per riuscire a salvaguardare la propria coltivazione».

Qual è stato il feedback che avete ricevuto sul prodotto?

«A Myplant & Garden abbiamo notato come sia sempre maggiore l’attenzione per il controllo delle risorse, quindi, strumenti come Lualtek oggi iniziano ad essere fondamentali per combattere gli sprechi ed i costi. È stata una bella fiera in quanto abbiamo ricevuto interesse anche da parte dei comuni e dei gestori dei parchi pubblici che vedevano in noi un’alternativa per riuscire a gestire anche da remoto le aree verdi delle città».

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DI ATTUALITÀ Innovazione
STORIE

Alla scoperta di G.IoT.To.

Acronimo di Greenhouse IoT Tool, è lo strumento realizzato dall’azienda cuneese

Ageon Srl per permettere la raccolta dati in tempo reale di oltre 20 parametri di serra, presentato insieme alla piattaforma multilivello MyAgeon colloquio con Mauro Biodo di Benedetta Minoliti

“Myplant & Garden è stata il trampolino di lancio del progetto G.IoT.To. e MyAgeon”. A raccontarlo nella nostra intervista a Mauro Biodo, CEO di Ageon Srl, azienda cuneese specializzata nella fornitura di prodotti e servizi per il mondo del fuori suolo, tra le protagoniste di Myplantech con un prodotto innovativo che ci siamo fatti raccontare nel dettaglio.

Qual è la vostra definizione di “innovazione”?

«Ageon Srl, azienda cuneese da trent’anni specializzata nella fornitura di prodotti e servizi per il mondo del fuori suolo ha nel suo DNA la continua ricerca di soluzioni innovative per migliorare l’intero settore produttivo. Come enunciato da Henry Ford “... non si può parlare di sviluppo quando una nuova tecnologia è per tutti…” ed è in linea con questa affermazione che oggi possiamo dire che, con l’introduzione sul mercato dello strumento di rilevazione dati in sera G.IoT.To (acronimo di Greenhouse IoT Tool) e della piattaforma multilivello MyAgeon, la raccolta di dati in serra in tempo reale e la relativa visualizzazione permettono a qualsiasi imprenditore serricolo di avvalersi di questa tecnologia a prezzi competitivi alla portata di qualsiasi dimensione aziendale».

Parliamo del prodotto presentato a Myplantech, G.IoT.To. Quali sono le sue principali caratteristiche? E perché è un prodotto innovativo? «MyPlant & Garden è stata il trampolino di lancio del progetto G.IoT.To e MyAgeon. Basato sulla tecnologia Aranet di trasmissioni dati, G.IoT.To permette la raccolta dati in tempo reale di oltre 20 parametri di serra. Abbiamo sensori che misurano EC, WC e T nel substrato, la quantità di acqua irrigata e drenata, PH e EC del drenato, CO2 nell’aria, Ossigeno disciolto in acqua… In due anni di Ricerca e Sviluppo abbiamo selezionato un gran numero di sensori di alta qualità e precisione da diverse aziende nel mondo. Questa grande mole di dati (calcoliamo che alcuni sensori registrano il dato ogni 5 secondi) viene poi passata in cloud e trasferita sulla piattaforma MyAgeon dove gli utenti possono vedere i parametri in diversi formati. L’interfaccia utente è molto semplice e intuitiva in quanto progettata con il supporto di esperti consulenti agronomi. Proprio questa è

forse la caratteristica vincente della piattaforma MyAgeon: l’essere stata sviluppata sulla base delle necessità di chi, da oltre 25 anni, è abituato a fare consulenza agronomica con un approccio scientifico basato sui dati, che, come si sa, non mentono mai. La parte innovativa di MyAgeon è la possibilità di avere su un’unica piattaforma multilivello un’infinità di servizi aggiuntivi quali la creazione di Crop Registration automatici, il caricamento automatico di analisi chimiche e relative soluzioni nutritive calcolate dai tecnici AgeonTech, immagini, commenti… ossia di avere uno spaccato della propria azienda sul proprio PC ovunque uno si trovi nel mondo. Questo permette ai tecnici AgeonTech e ai consulenti che si affidano alla piattaforma MyAgeon di offrire un servizio di consulenza agronomica di altissima qualità e ai clienti di risparmiare enormemente riducendo il lavoro dei growers nella raccolta dati giornaliera».

Qual è stato il feedback che avete ricevuto sul prodotto?

«Myplant & Garden è stata per noi di Ageon un grande successo e molte aziende hanno manifestato interesse al progetto G.IoT.To e MyAgeon. La concomitanza con il bando PNRR che permette un contributo a fondo perduto del 65% fino alla fine di maggio 2024 hanno inoltre indotto molti clienti ad accelerare l’acquisto con un grande risparmio economico. I prossimi appuntamenti saranno la fiera MacFrut di Rimini e lo sbarco a livello internazionale nella patria del fuori suolo, la fiera GreenTech di Amsterdam dove ci confronteremo con le più importanti realtà di consulenza mondiali. Una bella sfida per una piccola azienda partita nel 1994 da Cuneo con grandi progetti ed una visione del fuori suolo ben chiara fin dal principio».

“La caratteristica vincente di MyAgeon è l’essere stata sviluppata sulla base delle necessità di chi, da oltre 25 anni, è abituato a fare consulenza agronomica con un approccio scientifico basato su dati che, come si sa, non mentono mai”

Mauro Biodo, CEO di Ageon Srl

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Sono le due parole che descrivono in maniera sintetica Li-600 di Li-Cor, porometro compatto con fluorometro che consente misure di conduttanza stomatica e fluorescenza della clorofilla

colloquio con Luca Berichillo di Benedetta Minoliti

In occasione di Myplantech Li-cor, azienda statunitense rappresentata da Ecosearch, ha presentato Li-600, un porometro compatto con fluorometro (tipo PAM, Pulse Amplitude Modulation) opzionale, che consente misre di conduttanza stomatica e fluorescenza della clorofilla sulla stessa area fogliare. A parlarci del prodotto nello specifico è il Dr. Luca Berichillo, Supporto Tecnico-Scientifico di Ecosearch.

Qual è la vostra definizione di “innovazione”?

«Ecosearch è un’azienda che ha una vocazione prettamente distributiva di aziende produttrici di strumentazione scientifica e di misura. Non facciamo ricerca e sviluppo internamente, ma la nostra ambizione è quella di portare la strumentazione di maggiore qualità possibile. Per noi innovare vuol dire riuscire a mettere sempre a disposizione dei nostri clienti, che siano centri di ricerca o aziende, le tecnologie più avanzate disponibili sul mercato».

Parliamo del prodotto presentato a Myplantech, G.IoT.To. Quali sono le sue principali caratteristiche? E perché è un prodotto innovativo?

«Li-600 è un porometro con fluorometro, uno strumento in grado di misurare la conduttanza stomatica delle foglie, ovvero quanto facilmente rilasciano acqua nell’ambiente, e contemporaneamente misurare un parametro interessante: la fluorescenza della clorofilla. Da questa misura è possibile

capire effettivamente quanto la pianta stia utilizzando la luce solare o artificiale, se siamo in serra o in una coltura fuori suolo. È importante sottolineare che questo strumento è stato confinato fino ad oggi nell’ambito della ricerca, essendo complesso e costoso, o anche all’ambito della produzione, ma con strumenti molto più rudimentali e meno precisi. Li-600 invece riesce a coniugare la precisione di uno strumento scientifico con la semplicità d’uso di un prodotto che può essere messo in mano anche ad un operatore che non ha un dottorato di ricerca o non sta svolgendo ricerca specifica in quel campo. Inoltre, è uno strumento maneggevole e veloce. Quindi, se un agronomo volesse misurare le caratteristiche di cui abbiamo parlato su una grande quantità di piante potrebbe farlo con semplicità e velocemente».

Qual è stato il feedback che avete ricevuto sul prodotto?

«Siamo stati quasi sorpresi dall’interesse che ha avuto Li-600, perché è un misurato molto sofisticato e potrebbe non essere alla portata economica di tutti, essendo dal nostro punto di vista un prodotto di fascia medio-alta. Durante Myplant l’interesse non è stato solo da parte di soggetti che lavorano nell’ambito della ricerca, ma anche da parte di chi fa consulenza agronomica e produttori medio-grandi. Questo vuol dire che l’intuizione di Li-cor, azienda leader mondiale nel campo di queste strumentazioni, è stata giusta nel voler realizzare uno strumento che potesse soddisfare le esigenze non solo in ambito accademico».

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Un processo automatico

Grazie alla centralina elettronica sviluppata da Agricontrol la misurazione della temperatura del fogliame della pianta diventa più semplice e automatizzato colloquio con Iseo Secco di Benedetta Minoliti

Ae la fertirrigazione delle serre, ha presentato a Myplantech C-AGRIK-DWP-NET, cen tralina in grado di calcolare la temperatura di rugiada nell’aria e di intervenire con un sistema di ventilazione o deumidificazione per evitare la formazione di condensa sulle foglie, prevenendo così l’insorgere e la diffusione di malattie fungine. A parlarci del prodotto nel dettaglio è Iseo Secco, Gestione Generale tecnico Commerciale Resp. Progettazione elettronica HW & SW.

Qual è la vostra definizione di “innovazione”?

«Innovazione è qualcosa che, come suggerisce il termine stesso, rende nuovo un modo di operare. Nel caso di Agricontrol si traduce nel presentare un prodotto che deriva da qualcosa che è presen te sul mercato, perché i sensori di temperatura senza contatto esistono

da tempo, ma con un novità: l’applicazione. Noi abbiamo applicato il sensore di temperatura senza contatto in particolare alla misurazione della temperatura fogliare della pianta. È interessante farlo perchè se andiamo a misurare il punto di rugiada dell’aria, confrontandolo con la temperatura della foglia, possiamo stabilire il momento in cui l’aria carica di umidità va a condensare sulle foglie. Questo è importante, perché se le foglie si bagnano è facile che insorgano malattie infettive che creano molto danno alle piante e si diffondono facilmente all’interno delle serre. Grazie al nostro sensore siamo in grado di calcolare la temperatura di rugiada nell’aria, quella che si chiama temperatura dew point, andando poi ad intervenire, ad esempio, con un processo di deumidificazione se la temperatura si avvicina troppo a quella della foglia. Così, riusciamo ad evitare che si formi la condensa sulla foglia».

Parliamo del prodotto presentato a Myplantech. Quali sono le sue principali caratteristiche? E perché è un prodotto innovativo?

«L’applicazione per quanto riguarda il sensore l’abbiamo già presentata in passato. La vera novità è la centralina elettronica che utilizza il sensore, insieme ai sensori di temperatura e umidità ambiente, per poter calcolare la temperatura di rugiada nell’aria e la temperatura del fogliame. La centralina va a verificare se le due temperature sono vicine e c’è quindi il pericolo di formazione della condensa, andando così ad azionare un sistema di ventilazione interna o avvertendo un computer di controllo climatico di modo che intervenga con il processo di deumidificazione. L’aspetto interessante del sistema è che rende automatico il processo, non dovendo quindi ricorrere ad un operatore per intervenire».

Qual è stato il feedback che avete ricevuto sul prodotto?

C’è stato interesse , anche perché nel nostro ambiente, essendo quello delle serre un mercato “di nicchia”, le notizie si diffondono velocemente».

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Alcuni screen dalle ultime newsletter

FOCUS

Aipsa informa in collaborazione con

Migliorare la gestione delle piante, utilizzando substrati innovativi

I biostimolanti migliorano l’assorbimento dei nutrienti e favoriscono la ripresa delle piante nei momenti di stress. Il loro utilizzo è di estrema attualità e lo diventerà sempre di più nei prossimi anni di Daria Orfeo, ha collaborato Luisa Falcone

Ibiostimolanti sono prodotti con azione specifica che, come definito dal regolamento fertilizzanti (Reg. UE 1009/2019 c.d. FPR), indipendentemente dal contenuto in elementi nutrivi, hanno l’effetto di migliorare l’assorbimento dei nutrienti, favorire la ripresa delle piante nei momenti di stress determinati da fattori ambientali (es. carenza di luce, elevata salinità, bassa

razione delle infiorescenze, maggiore grado zuccherino, ecc.).

IL LORO IMPIEGO

Questi prodotti, a seconda della tipologia, possono essere impiegati sia con applicazioni alla radice o aggiunti alla rizosfera, oppure con distribuzione sulla parte aerea delle piante. L’impiego dei biostimolanti è una pratica sempre più

presenti differenti formulati, a base di alghe, estratti di acidi umici, inoculi di funghi micorrizici, idrolizzati proteici, microrganismi, ecc. Questi prodotti agiscono sulle piante riducendo gli effetti negativi causati da condizioni di stress, attraverso l’induzione di vie metaboliche, entrando nel processo di organicazione, ad alcuni composti è stata anche attribuita un’attività ormo-simile (hormone-like activity), in particolare, è stato messo in evidenza un comportamento analogo all’auxina e alla gibberellina.

PERCHÉ

LO STRESS È COSÌ

DETERMINANTE SULLA CRESCITA DELLE PIANTE?

Lo stress è un evento temporaneo, che

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dei
Daria Orfeo / Agronomo e consulente per il settore dei fertilizzanti, substrati e ammendanti. Dal 2007 è segretaria di AIPSA, l'associazione
italiana
produttori di substrati di coltivazione e ammendanti.

ad affrontare stati di stress, modifica il suo metabolismo per innescare un sistema di protezione che gli consente di rispondere allo stress stesso. Per fare un esempio, semplice da comprendere, alcune piante in condizioni di elevata temperatura, piegano le foglie e chiudono gli stomi, così da ridurre la superficie esposta alla temperatura e abbassare l’evapotraspirazione, limitando i danni, ma questo determina l’inibizione della fotosintesi con conseguente minore produzione di assimilati e quindi perdita di vigore, rallentamento della crescita fino all’ arresto dello sviluppo. Ricordiamo che le piante sono “programmate” non per produrre ma per sopravvivere. I biostimolanti, intervenendo direttamente sui processi metabolici, segnale di stress, riducono l’intensità della risposta negativa con conseguente aumento degli assimilati che si rendono disponibili per la normale attività fisiologica e il regolare

FOCUS

Aipsa informa

sviluppo degli organi vegetali (Brown and Saa, 2015). L’utilizzo di biostimolanti nei substrati per le coltivazioni floricole, ornamentali e orticole vivaistiche è di estrema attualità e lo sarà ancora di più nei prossimi anni. Avere un substrato aggiunto di biostimolanti rappresenta un indubbio vantaggio anche pratico. Avere prodotti pronti all’uso, senza dover effettuare trattamenti in serra nelle prime fasi colturali è sicuramente un plus anche nel contenimento dei costi produttivi.

UN’OPPORTUNITÀ DA SAPER

COGLIERE (E SOPRATTUTTO USARE)

In questo senso anche nell’uso hobbistico, i substrati con biostimolanti, possono essere un aiuto nel tamponare, carenze idriche oppure scarsa illuminazione, migliorando le performance nella gestione delle piante di casa. Molte le ricerche e studi sull’impiego di sub-

strati aggiunti di preparati micorrizici con Trichoderma spp., insieme, oppure di idrolizzati proteici, alghe, che hanno evidenziato l’effetto di stimolazione della crescita, in serra o vivaio, che, in alcuni casi, hanno riportato un effetto prolungato anche nel dopo il trapianto in vaso o in piena terra (effetto antistress da trapianto). In generale l’uso dei biostimolanti rappresenta una opportunità sia per migliorare l’efficienza della coltivazione, per la loro capacità di mitigare gli stress, che per il contenimento dei costi produttivi. Vediamo bene l’innovazione e il connubio substrato/ biostimolante, ma con l’attenzione di ricercare soluzioni testate e garantite da prove sperimentali ma anche di serra, volte a valutare l’efficacia delle diverse tipologie di biostimolanti, perché è fondamentale affidarsi all’uso di questi prodotti solo a fronte di dati sperimentati su dosaggi, effetti e piante target.

Torniamo a coltivare

Un’indagine di Coldiretti/Ixe’ pubblicata in occasione dell’Earth Day mostra che il pollice degli italiani è sempre più verde ed è forte il desiderio di riconnettersi alla terra e alla natura

di Penelope Moran

In occasione dell’ Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra, lo scorso 22 aprile è stata pubblicata l’indagine Coldiretti/Ixe’ con iniziative nei mercati di Compagna Amica per promuovere gli orti familiari. Secondo quanto emerso, oltre 6 italiani su 10 (62%) coltivano frutta, verdura o erbe aromatiche in giardini, terrazzi e orti urbani. Questo deriva dal desiderio di trascorrere più tempo all’aperto, ma anche per avere un rapporto più diretto con la terra e la natura.

UNA TENDENZA SPINTA NON SOLO DA MOTIVI ECONOMICI

G li italiani tornano a coltivare non solo per motivi economici, che spingevano la tendenza in passato. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, questo primo aspetto si somma alla voglia di trascorrere più tempo all’aperto a

contatto con la natura. Ma non solo. Perché vi è anche il piacere di offrire alla propria famiglia e agli amici i prodotti freschi che sono “il frutto del proprio lavoro”. Una tendenza che, come sottolineato da Coldiretti, si accompagna anche ad un “uso diverso del verde privato”. Infatti, sempre più di frequente i giardini e i balconi delle abitazioni lasciano spazio ad orti per la produzione “fai da te”. Non manca, come sottolineato dall’indagine, anche chi non si accontenta di spazi piccoli, utilizzando almeno un ettaro di terreno a uso familiare. Infine, c’è anche chi ha approfittato dell’opportunità messa a disposizione degli enti locali che in tutto lo stivale organizzano e affittano veri e propri orti urbani che sono messi a disposizione in quasi 3 capoluoghi di provincia su 4 (73%), secondo l’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat.

Il mix perfetto

Una serie di consigli sviluppati dalla BdS per sfruttare al meglio le piante perenni in vari contesti

L’Associazione tedesca dei giardinieri di piante perenni (BdS), una rete collegiale di 100 aziende di giardinaggio di piante perenni, attraverso il suo gruppo di lavoro sull’uso delle piante, ha sviluppato una serie di opuscoli e brochure informative che presentano suggerimenti per piantare mix di piante perenni adatte a vari contesti. Un tool dinamico permette di individuare il mix migliore di specie sulla base di condizioni climatiche, del terreno e dell’illuminazione del sito.

Scansiona il qr-code per scoprire il materiale sviluppato dalla BdS

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FOCUS Marketing

STORIE DI NOVITÀ

FleuroStar

Alla scoperta dell’effetto “wow”

Il concorso FleuroStar di Fleuroselect ogni anno premia quella pianta che si distingue non solo per la sua bellezza, ma anche per il potenziale commerciale. Riscopriamo le piante vincitrici negli anni passati di Penelope Moran

FlueroStar è il concorso annuale organizzato da Fleuroselect durante i FlowerTrials, nella settimana 24, nei Paesi Bassi e in Germania. Oltre 30 esperti del settore, tra selezionatori, produttori di giovani piante, coltivatori, rivenditori, giornalisti di settore ed esperti di marketing, esprimono un punteggio sulle varietà in base all’impatto visivo nel punto vendita e al potenziale commerciale. In attesa di scoprire quale sarà la varietà vincitrice dell’edizione 2025 di FleuroStar, vogliamo ripercorrere gli ultimi anni del concorso attraverso le piante vincitrici.

Mandevilla Sundaville® Double Blush Pink (2023-2024)

Una pianta che è una gioia per la vista. È la prima Mandevilla a fiore doppio di MNP/Suntory. Sundaville® è ormai un marchio affermato sul mercato e questa varietà si aggiunge alla sua solida e innovativa reputazione. La Mandevilla Sundaville® Double Blush Pink presenta fiori luminosi di colore rosa crema intenso a contrasto con le foglie verde smeraldo, con una fioritura dall’inizio dell’estate fino all’autunno. Gli splendidi fiori di questa Mandevilla attirano senza dubbio l’attenzione dei

Petunia grandiflora Bee’s Knees

(2022-2023)

La pianta perfetta per gli spazi esterni? È Bee’s Knees, Petunia di Florensis. Questa pianta presenta un’abbondanza di fiori gialli intensi che offrono uno spettacolo di grande impatto per tutta la stagione. Bee’s Kees di Florensis tollera il caldo, prospera anche in condizioni di pioggia a mantiene il suo bel colore per tutta l’estate. I coltivatori apprezzano l’eccezionale ramificazione e i nei punti vendita i consumatori sono attratti dai bellissimi fiori giallo intenso.

Begonia hybrida I’CONIA Aroma Peach (2021-2022)

La Begonia hybrida l’Cona Aroma Peach di Dümmen Orange è una Begonia che oggi torna attualissima, con i suoi fiori in un brillante arancione che ricorda Peach Fuzz, il colore dell’anno 2024 di Pantone. Questa Begonia ha ottenuto il premio nel 2021-2022 anche grazie al suo meraviglioso profumo. Naturalmente non è stata trascurata la bellezza di questa pianta, con i suoi doppi fiori color pesca.

Tutte le immagini dal sito di Florensis

Flower Council of Holland

From grey to green

Flower Council of Holland con la sua campagna dal titolo evocativo vuole invogliare i consumatori a trasformare i propri spazi esterni in un’oasi verde. A disposizione di coltivatori e commercianti un vero e proprio kit e tante immagini a uso gratuito di Benedetta Minoliti

“From grey to green” (traducibile semplicemente in “dal grigio al verde”) è la campagna di Flower Council of Holland che vuole dare la giusta motivazione ai consumatori per trasformare, tutto l’anno, l’ambiente circostante in un’oasi verde in modo ecologico. Per sfruttare al meglio il momento della primavera, FCH ha aggiunto nuovi contenuti alla propria banca immagini.

LA PRIMAVERA PORTA SEMPRE NOVITÀ

Se c’è un momento perfetto per dedicarsi ai propri spazi verdi è la prima

vera. I colori accesi e le giornate che si allungano e diventano sempre più calde ispirano i consumatori a valorizzare gli spazi esterni. Ed è quello che vuole fare anche Flower Council of Holland con la sua campagna, incoraggiando le persone ad arricchire i propri spazi esterni con fiori e piante. Per farlo, FCH mette a disposizione una banca immagini per la promozione online e offline dei propri prodotti, dalla quale si possono scaricare immagini gratuitamente.

UN VERO E PROPRIO KIT

Flower Council of Holland mette a di-

Uno dei poster realizzati da Flower Council of Holland per la campagna “From grey to green”

menti “From grey to green” che comprende nuove immagini della campagna, banner e poster che possono essere utilizzati da coltivatori e commercianti per promuovere la campagna. Inoltre, è sono presenti anche video in stop-motion che mostrano quali piante e fiori siano adatti al balcone a seconda della luce solare disponibile.

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NOVITÀ
foto © Flower Council of Holland

Calibrachoa Cabaret® Early

I colori brillanti di Cabaret sono tornati in una genetica mai vista prima. Questa nuova generazione è più precoce di 7-10 giorni e ha un portamento compatto, per un maggior numero di piante per m2. Cabaret

Calibrachoa

Early è disponibile in diverse colorazioni brillanti e con fiori più grandi. In particolare, Bright Red e Light Pink Eye sono nuove introduzione nella serie, molto attraenti sia come colori singoli o

Cabaret floreale

Calibrachoa Cabaret® Compact

Nella versione

Compact, questa pianta è ideale per una produzione ecologica, compatta e dai colori brillanti. Per ottenere risultati ottimali, la Calibrachoa Cabaret® Compact necessita di una temperatura supplementare all’inizio della produzione. Florensis punta soprattutto sui colori, particolari e attraenti. Inoltre, l’eccellente tolleranza al pH e la fioritura abbondante conferiscono a questa pianta una tenuta superiore.

Parliamo di un vero e proprio spettacolo: quello delle Calibrachoa di Florensis, nelle varietà Compact, Cabaret Double e Cabaret Special di Penelope Moran

“Cabaret, con la sua gamma completa, ha il talento per soddisfare i vostri clienti in modo ottimale e sostenibile”. Sono queste le parole con cui Florensis presenta, sul proprio sito, Calibrachoa Cabaret®, proposta nelle varietà Compact, Cabaret Double e Cabaret Special.

Le nuove Cabaret® Double e Cabaret Special

Due novità in casa Florensis per quanto riguarda la Calibrachoa sono Cabaret® Double e Cabaret Special. La prima, come sottolineato al nome, è caratterizzata da fiori doppi e pieni, con un portamento medio e semipieno. Cabaret Special, invece, rappresenta una specie diversa da quella originale. Questa pianta non è selezionata solo per i suoi colori, ma anche per il portamento. Infatti, Cabaret Special è circa il 20% più vigorosa e quindi è la pianta ideale per vasi misti grandi e cesti appesi.

Calibrachoa Cabaret®

Cabaret è la “miglior serie programmabile sul mercato”, si legge sul sito di Florensis. Una varietà ben assortita per tempi, abitudini e dimensioni dei fiori. Le piante hanno un centro pieno e sono ricoperte da fiori rigogliosi, che rimangono aperti anche in condizioni di scarsa illuminazione, su un fogliame verde scuro. La Cabaret può essere coltivata in vasi da 10,5 e da 12 cm ed è una delle Calibrachoa a fioritura più precoce sul mercato.

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STORIE DI NOVITÀ

STORIE DI NOVITÀ

Micropropagazione

Il più grande laboratorio commerciale d’Europa

È VitroLeaf by Battistini, laboratorio di micropropagazione ad alta tecnologia realizzato con l’obiettivo di arrivare, nei prossimi 5 anni, a 24 milioni di piante prodotte di Penelope Moran

Battistini vivai ha inaugurato lo scorso 6 maggio VitroLeaf by Battistini, il suo nuovo laboratorio di micropropagazione con sede a Diegaro di Cesena. Il più grande laboratorio commerciale d’Europa apre la strada verso “un’agricoltura sempre più innovativa e che guarda al futuro”. L’azienda, inoltre, celebra i 75 anni di attività, segnati da una forte appartenenza al territorio che l’hanno portata ad investire dove tutto è cominciato: nel primo terreno acquistato dai Battistini per i propri campi produttivi nel lontano 1962.

LO STABILIMENTO

E LA VITROLEAF TOWER

Il laboratorio di micropropagazione VitroLeaf by Battistini è un edificio ad alta tecnologia e all’avanguardia. Pensato nei minimi dettagli, offre alta produttività ed efficienza con l’obiettivo di poter raggiungere, nei prossimi 5 anni, 24 milioni di piante prodotte.

Lo stabilimento si compone di:

• Area uffici

• Sala conferenze (con l’obiettivo di accogliere enti e università in visita da tutto il mondo)

• Servizi per il personale

• Aree produttive per la preparazione e la crescita delle piante

Elemento caratterizzante e innovativo è la VitroLeaf Tower, una sala di coltura in vitro, non accessibile dal personale e totalmente robotizzata che può contenere fino a 3,5 milioni di piantine in coltivazione. La sala è dotata di 22 piani in altezza illuminanti con luci a led per garantire lo sviluppo delle piante all’interno che seguono un fotoperiodo di 16 ore di luce e 8 di buio, simulando il giorno e la notte. Oltre alla luce, all’interno della VitroLeaf Tower vengono monitorate: temperatura, umidità e flusso d’aria. Inoltre, l’ambiente è costante mente controllato dal punto di vista della sanità e virus esenza.

OCCHIO AL RISPARMIO IDRICO

Il tema della gestione dell’acqua è al centro per Battistini Vivai. Da anni, infatti, l’azienda segue con attenzione una politica di risparmio idrico per ognuna delle proprie sedi produttive. Per questo, anche nella nuova strut tura sono state installate vasche di accumulo sia dell’acqua piovana che dell’acqua di risulta delle proprie lavorazioni e un sistema di fitode

purazione che utilizza il principio di autodepurazione attraverso specifiche interazioni tra suolo, batteri e piante. Inoltre, il laboratorio è dotato di 262 pannelli fotovoltaici, che producono gran parte dell’energia necessaria alle operazioni produttive, e di impianti ad alta efficienza energetica e controllati da domotica per ottenere il massimo delle prestazioni monitorando costantemente i consumi. “Abbiamo investito molto in tecnologia progettando, insieme ai nostri fornitori, macchinari studiati appositamente sulla base delle nostre esigenze” ha dichiarato Giuliano Dradi, Direttore Generale di Battistini vivai. “Le macchine comunque non sostituiscono in alcun modo l’operato del nostro staff, ma anzi, li aiuta in operazioni meccaniche e in altezza incentivando la sicurezza sul lavoro. Una volta raggiunta una stabilità produttiva contiamo di incrementare il numero dei lavoratori di almeno una decina di unità”.

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Tutto pronto per l’edizione autunnale di PLANTARIUM|GROEN-Direkt

PLANTARIUM|GROEN-Direkt torna con la sua terza edizione autunnale dal 21 al 24 agosto presso l’International Trade Centre di Hazerswoude/Boskoop. La fiera sarà ancora una volta il luogo d’incontro per i fornitori e per tutti i professionisti del settore del verde. Con un’area totale più grande del 10% rispetto all’anno scorso, PLANTARIUM|GROEN-Direkt ha assunto una dimensione internazionale, attirando anche l’interesse degli espositori al di fuori dei Paesi Bassi. L’edizione autunnale della fiera è l’occasione ideale per intensificare relazioni, stabilire nuovi contatti e fare progetti per le prossime stagioni. Per questa edizione, accanto all’edificio permanente della fiera, sarà allestito un ampio patio per la ristorazione interna ed esterna, per incontrarsi, condurre trattative e divertirsi. La fiera sarà caratterizzata anche dai premi, come il Visitors’ Favourite e la Wall of Fame all’ingresso.

Online il sito della biobanca dell’Enea

Una grande raccolta di microrganismi. Si può riassumere così il sito della biobanca dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), con una raccolta composta da oltre 1400 tra batteri, funghi, lieviti, microalghe e virus vegetali, utili per molteplici

applicazioni in diversi settori, dall’agricoltura all’ambiente, fino alla bioenergia e alla salute. L’Agenzia ha comunicato la pubblicazione della biblioteca online tramite una nota e fatto sapere che le risorse microbiche sono conservate e catalogate nei quattro Centri Ricerche

Enea di Brindisi, Casaccia

(Roma), Portici (Napoli) e Trisaia (Matera). In questi Centri, nel corso degli anni, sono state caratterizzate, arrivando a costruire un patrimonio unico a livello nazionale. Tantissimi i possibili utilizzi, dalla produzione di biopesticidi a quella di biofertilizzanti e biomasse, ma anche enzimi industriali

e antimicrobici utili, ad esempio, per la costituzione di consorzi microbici per l’agricoltura sostenibile, per la produzione di alimenti fermentati, di nuovi superfood e di cibi funzionali, nei processi di biorisanamento e per la produzione di biocarburanti e nuovi biomateriali, a sostegno del Made in Italy.

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Una risposta rapida alla legge sul ripristino della natura

Il 27 febbraio 2024 è stata approvata la normativa europea sul ripristino della natura. Il regolamento mira a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi UE, il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e il miglioramento della sicurezza alimentare. Per conseguire gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dalla nuova legge. Questa percentuale aumenterà al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. In linea con la posizione del Parlamento, fino al 2030 la priorità andrà data alle zone Natura 2000, oltre 27mila siti naturali protetti dalla legislazione dell’Unione Europea. Gli Stati membri dell’UE dovranno anche garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo e dovranno adottare piani nazionali di ripristino che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi. Di recente 11 Ministri dell’Ambiente comunitario hanno firmato inviato una lettera ai loro colleghi per richiamare l’attenzione su una risposta rapida in merito alla legge. Questo perché in attesa dell’incontro del Consiglio Ambiente dell’UE, previsto per il 17 giugno, gli accordi sulla legge sul ripristino della natura sono ancora in stallo. Il motivo sarebbe il blocco della trattativa da parte di alcuni Paesi che ritengono che la legge potrebbe portare ad una serie di “perdite economiche eccessive”.

Le news non finiscono qui. Oltre alle nostre riviste, leggici e seguici anche su Insagram, per rimanere sempre informato su novità, tendenze e curiosità dal settore, e non solo

Firmato il protocollo di intesa tra ANVE e AVI

e AVI, Associazione Vivaisti Italiani, hanno firmato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di promuovere, in maniera condivisa, lo sviluppo e la valorizzazione del vivaismo italiano ed

strategie, azioni e interventi con l’obiettivo di proporre “una rappresentanza seria e credibile” presso l’associazione europea del vivaismo ENA (European Nurserystock

Association). E ancora: la realizzazione di iniziative congiunte “destinate a contribuire al progresso del settore florovivaistico”, la promozione di “collaborazioni con il mondo della ricerca” per incentivare “pubblicazioni, riunioni, discussioni, iniziative

Euroflora: La natura si fa spazio

AIPH, Associazione Internazionale dei Produttori Orticoli, ha annunciato la prossima edizione di Euroflora, che si terrà dal 24 aprile al 4 maggio 2025. Prima del 2018 l’evento si svolgeva ogni cinque anni, mentre ora ha luogo ogni tre, ed è l’unica manifestazione italiana tra le Floralies europee riconosciuta e approvata dall’AIPH come Mostra Internazionale di Orticoltura di categoria C. Il tema di Euroflora 2025 è “Nature Makes Space”, non una semplice frase, ma una vera e propria esplorazione tra la natura e l’ambiente circostante. “Euroflora è sempre stata determinante per lo sviluppo delle esposizioni orticole internazionali e ha guadagnato popolarità a livello globale per le sue originali esposizioni di tendenza e per il perseguimento degli obiettivi dell’AIPH” ha dichiarato Leonardo Capitanio, Presidente dell’AIPH, durante il suo discorso in occasione della presentazione dell’evento. “L’AIPH in qualità di autorità mondiale del settore dell’orticoltura è orgogliosa di aver approvato Euroflora 2025 e si augura di vederla fiorire, garantendone la credibilità e incoraggiandone la partecipazione”. Euroflora è organizzata da Porto Antico di Genova Spa in collaborazione con il Comune di genova, la Regione Liguria e la Camera del Commercio di Genova.

di carattere scientifico e tecnico, esperienze e ricerche che appartengono al settore” e l’adozione di “progetti sperimentali ed innovativi” che potranno prevedere “la programmazione e pianificazione di attività comuni”.

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Luigi Pagliani, presidente di ANVE, e Alessandro Michelucci, presidente di AVI
www.giambopiante.it

STORIE DI SETTORE

Fiori del Trentino

Parola d’ordine: sensibilizzare

Sull’utilizzo dei substrati e sulle nuove tecniche di coltivazione, affinché nessun floricoltore arrivi impreparato

con Mario Calliari di Benedetta Minoliti

maniera adeguata, ai coltivatori. Perché i cambiamenti non sono sempre facili da accettare, ma è necessario cominciare a mettersi nell’ottica che i “nuovi metodi di coltivazione” sono più vicini di quello che pensiamo, e nessuno dovrebbe farsi trovare impreparato. Abbiamo parlato di questo, e non solo, con Mario Calliari, presidente fiori del Trentino.

Quali sono le principali motivazioni che vi hanno spinto ad organizzare il convegno dal titolo “Substrati cosa ci aspetta?” «Lo abbiamo organizzato soprattutto per stimolare una crescita dei floricoltori e sensibilizzarsi sull’argomento. La normativa europea ci impone, nel futuro, di eliminare i terricci con la torba, e quindi bisogna essere pre-

Sui substrati ci interessava principalmente dare un imput ai floricoltori, per non ritrovarsi impreparati di fronte ad un nuovo sistema di coltivazione

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colloquio Mario Calliari, presidente fiori del Trentino La presentazione della “Vista Bubblegum”, la pianta dell’anno Fiori del Trentino

parati all’utilizzo di materie alternative. Abbiamo invitato tre aziende, Klasmann-Deilmann, Virgoplant e Manna Italia, che hanno parlato dei loro prodotti e hanno messo il punto sulla necessità di questo cambiamento. Il cambiamento sarà lento, ma a noi interessava soprattutto dare un input ai floricoltori, per non ritrovarsi a cambiare un sistema di coltivazione di colpo ed essere impreparati Abbiamo la fortuna di avere la Fondazione Mach, con il tecnico che segue i floricoltori di Aflovit, con cui abbiamo realizzato una prova sperimentale di terricciato completamente in fibra di legno. Questo convegno, inoltre, prosegue il percorso iniziato l’anno scorso, con un primo convegno sull’utilizzo degli insetti utili. Il nostro obiettivo è quello di fare sensibilizzazione, parlando sia floricoltori che ai clienti, sulla riduzione dell’impatto ambientale».

E qual è stato il feedback che avete ricevuto?

«Molto positivo, sia da parte dei floricoltori che degli operatori».

Parlando dei Floricoltori del

STORIE DI SETTORE

Fiori del Trentino

Trentino, com’è andato il 2023? «È stato molto altalenante, anche a causa delle condizioni atmosferiche e all’aumento dei costi causato dalla guerra. In generale, però, è stato in linea con il 2022. I fatturati sono stati gli stessi e chi è stato bravo ha fatturato un 5/6% in più. Aprile-maggio sono stati caratterizzati da una forte flessione, recuperata più tardi, perché il mercato si è allungato. Sicuramente però c’è stata una perdita di vendite, perché i prodotti che vendi in questo periodo non sono gli stessi che vendi dopo. In autunno il mercato ha retto bene, anche se il periodo di Ognissanti è stato caratterizzato da una settimana d’acqua qui in Trentino che ha rallentato la vendita. Anche in questo caso, però, è stato mantenuto lo stesso fatturato di vendita del 2022».

Che cosa può fare effettivamente il settore per crescere?

«Parliamo di quello che può fare il gruppo, che è diverso da ciò che possono fare le singole aziende. Noi, come Floricoltori del Trentino, quest’anno ad esempio partiamo con la pianta dell’anno 2024 . Un progetto che è

La pianta dell’anno fi ori del Trentino 2024

La prima edizione dell’iniziativa “pianta dell’anno fiori del Trentino” si è tenuta al Muse, il museo delle scienze di Trento. La pianta scelta è la “Vista Bubblegum”, una petunia dal colore rosa brillante.

«Abbiamo scelto la vista bubblegum come prima pianta dell’anno fiori del Trentino proprio per la sua aria pop e luminosa, instancabile nella fioritura e ultre resistente al caldo e alle intemperie. L’aspetto che ci sta più a cuore di questa iniziativa è la collaborazione riscontrata con l’Associazione florovivaisti altoatesini» ha dichiarato il presidente Fiori del Trentino, Mario Calliari.

nato l’anno scorso, prendendo spunto dall’Alto Adige, ha come obiettivo quello di sensibilizzare i consumatori ad acquistare all’interno dei Garden center associati e mettere l’accento sul territorio e i metodi di coltivazione a basso impatto. La pianta proposta al pubblico e ai Comuni è la Vista Bubblegum di Psenner».

Come vi siete mossi per quanto riguarda il discorso della sensibilizzazione?

«Abbiamo organizzato la prima edizione dell’iniziativa “pianta dell’anno fiori del Trentino”, che si è tenuta al Muse, il Museo delle Scienze di Trento. La pianta che abbiamo scelto è la “Vista Bubblegum”, una petunia dal colore rosa brillante, coltivata dalle aziende florovivaistiche associate Fiori del Trentino».

Il 2023 non è stato molto diverso dal 2022 a livello di fatturato. Chi è stato bravo è riuscito a fatturare un 5-6% in più

«La vista bubblegum inizia a fiorire in primavera e continua fino all’autunno inoltrato. Le piante richiedono poca acqua e sono poco esigenti in fatto di terreno. Una potatura regolare favorisce la formazione di nuovi fiori, ma anche senza questo sforzo le piante sono una vera festa per gli occhi» ha dichiarato Robert Psenner della floricoltura Psenner di Bolzano.

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STORIE DI SETTORE

L’importanza di connettersi con l’estero

L’incontro e le visite organizzate dal Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia con il presidente dell’Agenzia ICE hanno portato all’attenzione numerose tematiche e sottolineato l’importanza e il valore della filiera florovivaistica

Da sinistra Patrizio La Pietra, Sottosegretario di Stato, Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE, e Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia

Un incontro importante, quello tenutosi lo scorso 3 maggio. Dopo le visite ai vivai Innocenti e Mangoni, Tesi Group e Vannucci Piante, Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia ICE, ha incontrato i maggiori rappresentanti del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. Durante l’incontro, Zoppas ha dichiarato: “Vedere un export di quasi l’80% del prodotto fa capire l’importanza del mercato estero per questo comparto. Oggi tanti spunti che capitalizzeremo”. L’iniziativa è stata organizzata dal Distretto Vivaistico in collaborazione con l’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto, e con il sottosegretario di stato per l’agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste Patrizio La Pietra e il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi. “Una giornata sicuramente positiva” ha dichiarato il Prof. Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, subito dopo l’incontro. “Il presidente dell’ICE

Zoppas ha avuto modo di conoscere una realtà che per sua stessa ammissione non conosceva e per i suggerimenti e le idee che lui ci ha portato, oltre che per le istanze che gli sono state avanzate dai vari imprenditori che ha incontrato. Gli invieremo un documento in cui saranno presenti i punti di forza e le problematiche del Distretto di cui l’ICE potrà farsi carico o trasmettere nelle sedi opportune”.

UN DOCUMENTO

PER “SUPPORTARE LA COMMERCIALIZZAZIONE

E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SETTORE”

Anche Patrizio La Pietra, Sottosegretario di Stato, ha partecipato alla giornata organizzata dal Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. In merito al documento ha dichiarato che dovrebbe servire a “supportare la commercializzazione e l’internazionalizzazione del settore”. Questo perché, come da lui sostenuto, gran parte di quanto ottenuto fino ad oggi sul fronte dell’export dal Distretto Vivaistico, che si attesta intorno al 75% in valore della produzione distrettuale e al 40% dell’esportazione vivaistica nazionale, è solo opera degli imprenditori pistoiesi. “Cosa sareb be potuto succedere se a tutto questo grande lavoro si fosse affiancata anche una regia istituzionale come l’ICE? Sicuramente avremmo ottenuto dei risultati an cora più grandi”.

SOSTENIBILITÀ ED ECONOMIA

CIRCOLARE

Durante l’incontro Luca Magazzini, presidente di Confagricoltura Pistoia, e Francesco Ciarrocchi, direttore di Coldiretti Pistoia, hanno evidenziato gli investimenti fatti dal Distretto Vivaistico su due fronti fondamentali: sostenibilità ed economia circolare. Soffermandosi su queste importanti tematiche hanno chiesto se l’ICE può aiutare nella veicolazione di questa svolta produttiva. Zoppas ha quindi ricordato che l’ICe aiuta l’offerta e incontra la domanda e non produce contenuti, ma che indubbiamente “la parola d’ordine oggi è sostenibilità” e apre le porte su tutti i mercati. Per questo motivo ha aggiunto che se dovessero esserci comunicazioni in tal senso l’ICE le metterà in evidenza. “Sono certo che la nostra struttura è già in contatto e lavora con questo comparto vivaistico di Pistoia, che è un’eccellenza a livello italiano e anche a livello internazionale. Vedere che si esporta quasi l’80% del prodotto fa capire quanto il mercato internazionale sia importante per questo comparto” ha dichiarato Zoppas dopo la fine dell’incontro. “Credo che bisogna darvi un’ulteriore attenzione per riuscire a creare delle soluzioni anche strutturali e una maggiore qualità del lavoro che facciamo, che già è buono ma che dobbiamo allineare alla necessità degli Per cui oggi ci sono stati tanti spunti che mi auguro che in breve tempo riusciremo a capitalizzare”.

Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE

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Mercato

STORIE

Aprirsi a nuovi contatti

Il Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia è pronto per coltivare i rapporti con l’estero in maniera più efficace e strutturata, anche grazie a organismi ufficiali come l’ICE colloquio con Francesco Ferrini di Benedetta Minoliti

Durante l’intervista telefonica con Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia e Professore all’Università di Firenze, non emerge solamente il feedback positivo sull’incontro avvenuto con lo scorso 3 maggio con Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia ICE, ma anche un discorso più ampio sul mercato estero. L’Italia è pronta, ma ci sono ancora alcuni aspetti su cui lavorare.

L’incontro con il presidente dell’ICE è stato positivo?

«Sì, ricco di stimoli anche e soprattutto da parte del presidente dell’ICE, che è un grosso imprenditore italiano che sa bene come lavorare dal punto di vista imprenditoriale. Lui si è mostrato anche molto propositivo nel favorire i contatti all’estero che il mondo vivaistico in parte già ha, ma che non sono strutturati come dovrebbero essere, quindi contatti tramite ambasciate con diversi stakeholder e buyer locali. Siamo convinti che aprirsi a nuovi contatti attraverso canali ufficiali come l’ICE sia importantissimo».

Che tipo di documento avete chiesto di produrre?

«Quello che abbiamo chiesto agli operatori vivaisti è di produrre un documento con delle richieste precise per quanto riguarda i potenziali mercati da esplorare, i modi in cui si pensa possano essere esplorati e soprattutto capire quali sono i potenziali buyer. Zoppas parlava soprattutto di buyer pubblici, non solo privati. Quindi, tramite ambasciate e istituti dell’ICE all’estero contattare delle persone che possano poi darci i contatti giusti o farci avere

incontri migliori con le autorità locali e non solo. Vogliamo provare a fare qualcosa che vada oltre al b2b e sia quindi di sistema, con il Distretto che si presenta come unico interlocutore per quanto riguarda questi contatti. Poi saranno i singoli imprenditori che porteranno avanti tutto, ma il primo contatto avverrebbe attraverso il Distretto, organismo ufficiale riconosciuto sia a livello regionale che statale».

Per quanto riguarda l’export, il Distretto è sicuramente pronto, lo dimostrano i numeri. Ma a livello nazionale, siamo davvero pronti a dialogare in maniera più strutturata con l’estero?

«Lo si è sempre fatto. Il problema è che negli ultimi anni in alcuni territori, come Eurasia e Regno Unito, sono state introdotte una serie di leggi, normative e dazi che hanno frenato in parte l’export vivaistico, che comunque si è diretto su altri Paesi. L’impatto per quanto riguarda l’export totale non è enorme, ma è sostanziale. In termini di quantità esportate la diminuzione si è avvertita meno dal punto di vista del valore, perché con l’aumento dei prezzi se si confrontano quelli pre Covid con quelli attuali non ci sono differenze, an-

Agenzia ICE

zi sembra che sia aumentato l’export. In realtà questo deriva dal fatto che i costi sono aumentati, di conseguenza sono aumentati i prezzi e se si va a guardare il margine è ridotto rispetto a quello che c’era prima del Covid, quando sì vendeva sicuramente di più, ma ha un prezzo inferiore. I dati vanno pesati, perché un dato positivo in termini economici può non esserlo in termini di quantità esportate».

I dazi che problemi comportano? «Le faccio un esempio: si tende a generalizzare la questione xylella. Una malattia che riguarda una Regione specifica, ma non riguarda la Toscana, come il nord Italia, che non ha contatto con zone affette da xylella. Se si mette una sanzione all’Italia per questa malattia non si tiene conto delle situazioni specifiche. Se io esporto un acero, che non ha nessuna attinenza con l’olivo, non c’è motivo di porre dei divieti e controlli eccessivi su una specie che non ha questo tipo di problema. Tutto questo fa lievitare i prezzi e allunga i tempi per merce che, va ricordato, è deperibile. Non possiamo tenere un albero settimane su un camion in attesa che vengano fatti i controlli e venga dato l’ok per l’ingresso in un Paese. Questo aspetto, chiaramente, va a penalizzare tutto il settore».

Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. È l’organismo attraverso cui il Governo favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri. L’ICE, inoltre, agisce come soggetto incaricato di promuovere l’attrazione degli investimenti esteri in Italia. L’ICE svolge attività di informazione, assistenza, consulenza, promozione e formazione alle piccole e medie imprese italiane. Agisce per affermare le eccellenze del Made in Italy nel mondo.

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Mercato
DI SETTORE
Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia

La nuova vita della lana

Agrivello, startup nata nel 2021, recupera lana proveniente da allevamenti del Friuli Venezia Giulia per trasformarla in concime per le piante, senza aggiunta di additivi o addensanti

Avete mai pensato che la lana potesse essere utilizzata come fertilizzante? Probabilmente no. Per questo è interessante la storia di Agrivello, startup nata dalla ricerca scientifica nel 2021, che porta sul mercato un prodotto innovativo e green: il pellette fertilizzante naturale 100% di lana di pecora. “Io sono un’agronoma e nel 2018, mentre portavo avanti il mio progetto di dottorato con il Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali dell’Università di Udine, mi sono imbattuta più di una volta, insieme ad altri colleghi, in della lana abbandonata nei boschi”. A raccontarlo è Chiara Spigarelli, agronoma e responsabile di Agrivello. Da qui, hanno iniziato a ripercorre tutta la filiera della lana, trovandosi così di fronte ad una tematica sensibile: lo smaltimento della lana. “La lana, come qualsiasi altro rifiuto, deve essere gestita e smaltita, ma non è

affatto semplice e si può rischiare che lo smaltimento venga fatto in modo ‘poco etico’” ha spiegato Spigarelli. “Così abbiamo iniziato a ripercorre la filiera e abbiamo portato in laboratorio quella lana che si poteva riutilizzare in altri ambiti, al di là di quello tessile”. Così, è iniziata la sperimentazione per utilizzi alternativi di questo rifiuto speciale, costoso e ad oggi difficile da smaltire. “Ci sono diversi tipi di lana non adatti al tessile. Questo perché ci sono razze che non sono adatte e quindi la loro lana viene buttata. Quando va bene va in discarica, altrimenti potrebbe essere riciclata male”.

LA DISINFORMAZIONE

SUL SETTORE

Ad oggi, come spiegato da Chiara Spigarelli, c’è tantissima disinformazione sul settore della lana. “Quando andiamo alle fiere e parliamo con persone che non ci conoscono la prima reazio-

Vogliamo garantire la sostenibilità in tutte le sue sfaccettature: ambientale, sociale ed economica

ne è di distacco. Il cittadino comune spesso immagina la lana come una fibra nobile, pregiata, da curare e filare. Nella pratica, va spiegato che in fase di tosatura ci sono degli scarti. Se la lana della schiena è pregiatissima, perché molto pulita, quella della coda e della gamba è spesso sporca e perde di qualità”. Concretamente, Agrivello si occupa di recuperare lana sporca proveniente da allevamenti del Friuli Venezia Giulia per trasformarla in concime per piante, senza aggiunta di additivi e addensanti ma solo 100% lana di pecora. “Siamo l’unico impian-

Il packaging del pellet fertilizzante di lana da 2 kg

STORIE DI SETTORE Concimi agriflortec 54
Chiara Spigarelli, responsabile della startup Agrivello

La scheda tecnica di Agrivello

• Concime organico azotato 100% lana di pecora

• Materia prima: 100% cascami di lana provenienti da allevamenti del Friuli Venezia Giulia

• Il prodotto si presenta in pellette in formati da 1, 2, 4 e 7 kg

• Utilizzo: su vaso o terreno libero per fiori, orticole o piante da frutto. Si consiglia di incorporare nello strato superficiale del terreno. Irrigare dopo l’applicazione

• Il prodotto è consentito in agricoltura biologica

• Trasformata in pellet e miscelata alla terra, la lana migliora la qualità del terreno perché trattiene l’acqua e rilascia lentamente importanti elementi nutritivi per le piante. Le proprietà in sintesi sono:

- Fertilizzante a lungo termine

- Rilascio graduale di azoto

- Ottima conservazione dell’acqua: fino a 3,5 volte il proprio peso

- Rende il terreno più morbido rigonfiandosi

- Previene il ristagno d’acqua e garantisce una migliore ventilazione

- Previene l’acidificazione del suolo

- Proviene da allevamenti locali

• Dosaggio: Si consiglia l’applicazione a pianta, al fine di potenziare gli effetti di concimazione e di mantenimento dell’umidità nel terreno

to autorizzato in Italia a trasformare un concime dalla lana di pecora” ha spiegato la responsabile di Agrivello.

UN PRODOTTO “SMART E SOSTENIBILE”

Agrivello è un prodotto sostenibile a 360 gradi , come spiegato da Chiara Spigarelli. “Vogliamo garantire la so-

stenibilità in tutte le sue sfaccettature. Quindi, non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Quella ambientale è la più semplice da interpretare perché evitiamo che un rifiuto venga smaltito nell’ambiente. Inoltre, rientra perfettamente in un discorso di economia circolare del territorio. Parliamo anche di sostenibilità economica, perché l’allevatore non deve smaltire il rifiuto. In questo modo un grosso problema viene risolto. Infine, a livello di sostenibilità sociale collaboriamo con i centri diurni, con ragazzi con varie disabilità. Facciamo quella che comunemente viene chiamata ‘inclusione sociale’ e in base alla disabilità cerchiamo di dargli un ruolo nella filiera”.

I PRINCIPALI CANALI DI VENDITA

A grivello è un prodotto interessante

non solo per i piccoli e medi allevatori, ma anche per il mondo B2B e B2C. “Lavoriamo con le aziende che ci danno la lana e voglio indietro il concime, come i piccoli e medi allevamenti. Il prodotto arriva anche ai consumatori, che ne fanno molteplici utilizzi. In generale Agrivello è un prodotto da orto, vivai, giardini e balconi, non è un concime per l’agricoltura intensiva”. Il prodotto è praticamente unico nel suo genere, ed è adatto anche ai settori del florovivaismo, vivaismo e orticoltura. Inoltre, come sottolineato dalla responsabile della startup, Agrivello è un prodotto con tre caratteristiche fondamentali: “La lana nel terreno rilascia azoto in maniera prolungata in quando dà effetti fino a 5 mesi dopo l’applicazione. Inoltre, trattiene l’acqua, grazie al potere suo igroscopico ed è utilizzabile anche in agricoltura biologica”.

GLI IMPORTANTI OBIETTIVI

L a startup si pone un importante obiettivo a breve termine: fare più comunicazione possibile. “Il cittadino medio, ma anche l’orticoltore e il florovivaista, non conosce il settore della lana ed è scettico. Noi vogliamo fare divulgazione, promuovendo l’economia circolare e una sostenibilità che, come detto, sia a 360° gradi, quindi non solo ambientale”. Per quanto riguarda invece il medio-lungo periodo, Agrivello ha un obiettivo ambizioso: ricostruire la filiera della lana. “Bisogna partire dalla tosatura, un mestiere che non fa più nessuno. In Friuli arrivano dalla Nuova Zelanda per farlo” ha raccontato Chiara Spigarelli. “In generale vogliamo dare valore ad ogni step della filiera, dalla tosatura alla cernita della lana”.

Scansiona il qr code per vedere su YouTube il TEDxPordenone realizzato da Chiara Spigarelli dal titolo “Dalla lana nascono i fior…”

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DI SETTORE Concimi
STORIE

Case history

La sostenibilità è (davvero) al centro di tutto

Nel cuore (verdissimo) della Toscana nasce nel 1982 Floramiata, azienda specializzata in piante verdi da interno ed è caratterizzata da una forte attenzione alla sostenibilità

colloquio con Roberto Leo di Benedetta Minoliti

“Quello che ci ha spinto a scegliere Modiform è l’attenzione, che ci accomuna, alla sostenibilità”. A raccontarlo, durante la nostra intervista, è Roberto Leo, CEO di Floramiata, azienda di Piancastagnaio, in provincia di Siena, specializzata nella produzione di pian-

te da interno e nata nel 1982. Immersa in un paesaggio straor dinario alle pendici del Monte Amiata, l’azienda coltiva piante tropicali su una superficie

di circa 1.270.000 mq. Di questi, 230.000 mq sono protetti con strutture serricole completamente riscaldate da energia geotermica, destinate alla coltivazione di piante ornamentali in vaso, 97.000 mq dotati di aree produttive attrezzate per la coltivazione di specie vivaistiche e la rimanente parte è occupata da seminativi, aree e verde, strade e fabbricati. L’azienda lavora con Modiform dal 2021 e utilizza diversi suoi prodotti, come la linea pot container marchio registrato del brand Thomsen nella colorazione R&R (Recycled&Recyclable) Antracite, vaso 17 e 21, entrambi con la certificazione Cyclos per la riciclabilità. Entrambe le aziende, come sottolineato da Leo, hanno decisamente a cuore il tema della sostenibilità. “Vogliamo utilizzare

“Vogliamo utilizzare vasi che siano totalmente riciclabili e riteniamo che Modiform, anche dal punto di vista economico, offra l’offerta migliore, anche per quanto riguarda i servizi e la qualità del prodotto”

STORIE
SETTORE
DI
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vasi che siano totalmente riciclabili. Ovviamente guardiamo anche l’aspetto economico e riteniamo che Modiform abbia l’offerta migliore da questo punto di vista, anche per quanto riguarda il servizio e la qualità del prodotto. Non va poi sottovalutata la continua ricerca d’innovazione che Modiform fa, un altro aspetto importantissimo che ci accomuna”.

ENERGIA GEOTERMICA, MA NON SOLO

Floramiata è davvero un esempio di azienda sostenibile. Lo dimostra non solo l’utilizzo, sin dalla nascita, dell’energia geotermica, ma anche numerosissimi altri aspetti. “Siamo carbon free e utilizziamo idrocarburi davvero di rado. La risorsa energetica che abbiamo a disposizione ci offre un importante vantaggio da tantissimi punti di vista, sostenibilità compresa” ha spiegato il CEO di Floramiata. “Ma non ci fermiamo qui. Guardiamo anche ai vasi, come già detto, e ricicliamo il 100% dell’acqua piovana. Questo è possibile grazie a tre vasche esterne che ci sono davvero d’aiuto soprattutto nei periodi di siccità. Inoltre, ricicliamo il 97% dei

STORIE DI SETTORE Case history

Davide Cavallini, Key account

Spagna e Italia di Modiform, e Roberto Leo, CEO di Floramiata

rifiuti e la grandissima parte delle nostre pian te è a chilometro zero. Insomma, il nostro core business lo facciamo in teramente qui”. Impor tante, come sottolineato da Roberto Leo, anche il discorso, centrale in questi anni, sulla torba. “Abbiamo tutta una se rie di vantaggi, certo, ma utilizziamo ancora una componente importan te di torba che arriva dal Nord Europa. Noi però guardiamo al futuro e per questo ci stiamo muovendo verso materie alternative, con altre tipologie di terriccio, per poter sostituire la torba. Oggi è ancora difficile, ma è una sfida che vogliamo affrontare”. Un’azienda davvero sostenibile che ha ridotto anche l’utilizzo di

fitofarmaci attraverso la lotta integrata che, come sottolineato da Leo, è “un grande vantaggio, sia per noi che per la collettività”. “La sostenibilità è davvero nel DNA di Floramiata. Lo dimostra anche il lavoro svolto con il CNR, dove abbiamo messo a disposizione delle nostre piante verdi, utilizzate all’interno di due scuole in Toscana per rilevare i benefici all’interno di ambienti chiusi”.

IL CORE BUSINESS

AZIENDALE

Per quanto riguarda invece i prodotti di punta, Floramiata non ha dubbi: le piante verdi ornamentali di origine tropicale. “Questo perché grazie alla geotermia possiamo coltivare piante come il Potos, Zamioculcas e Sansevieria. Tutte piante che sono diventate il core business di Floramiata. Per quanto riguarda il mercato di riferimento è principalmente italiano e lavoriamo con garden center e parte della GDO. Inoltre, da due-tre anni abbiamo approcciato anche i mercati esteri”.

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Case history

Daniele Emiliani, Sales Manager di Giromagi, e Davide Cavallini di Modiform

Mai accontentarsi!

Sempre in Toscana, questa volta a Terontola, in provincia di Arezzo, abbiamo visitato Giromagi, storica azienda del territorio con una produzione davvero esemplare di piante grasse e succulente colloquio con Daniele Emiliani di Benedetta Minoliti

“Mquesta, come sottolineato più volte da Emiliani nel corso dell’intervista, è la vera bravura di Romano Pipparelli, titolare dell’azienda toscana: “Negli anni siamo diventati sempre più bravi, complici le intuizioni costanti di Romano, nel selezionare le varietà, nel produrle e venderle nel momento giusto, quello della fioritura, in cui sono colorate e affascinanti”.

odiform è un’azienda che offre ottimi prodotti ed è per noi una garanzia, anche per le innovazioni che porta”. Inizia così la nostra intervista con Daniele Emiliani, Sales Manager di Giromagi, azienda toscana nata nel 1966 specializzata in piante grasse. Entrando nelle loro serre non si può non rima-

nere a bocca aperta per la bellezza delle molteplici varietà di piante grasse e succulente che ci si ritrova di fronte. “Giromagi produce circa 500-600 varietà nell’arco di un anno, ed è questo il segreto del nostro successo: non ci accontentiamo. Non commercializziamo quello che hanno gli altri, ma cerchiamo sempre nuove varietà”. E

L’INTUIZIONE SUL VASO 6,5

In particolare, l’intuizione del titolare di Giromagi è stato sul formato, il vaso 6,5, molto apprezzato dai clienti. “La misura su cui Romano ha investito e puntato è il 6,5, che ci caratterizza e di cui abbiamo le versioni normale, collection e sagomata, con tutte le varietà particolari che rendono davvero unico

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STORIE DI SETTORE

STORIE DI SETTORE

Case history

il nostro prodotto. Questa è una delle tante intuizioni di Romano, perché parliamo di un vaso che non è né piccolo né grande, che lascia al cliente finale un prodotto di un certo valore e che dà anche soddisfazione alla vista”.

LA COLLABORAZIONE

CON MODIFORM

Quella con Modiform è una collaborazione storica che si è consolidata nel tempo. “Io ho iniziato a lavorare per Giromagi 9 anni fa e il rapporto lavorativo con Modiform era iniziato da poco” ha raccontato il Sales Manager dell’azienda. “Andando avanti nel tempo il rapporto si è consolidato, perché è un’azienda che offre ottimi prodotti, con un personale qualificato che ci ha sempre permesso di lavorare bene e di

“Non ci accontentiamo di commercializzare quello che hanno gli altri ed è questo il segreto del nostro successo”

avere i prodotti di cui abbiamo bisogno”. In particolare, Giromagi utilizza plateau di diverse misure a marchio Modiform. Ma la vera particolarità è lo stampo su misura, realizzato da Modiform, per plateau e vasi per l’iconico 6,5. “Giromagi ha creduto nei prodotti di Modiform ed è per questo che abbiamo voluto creare un nostro stampo per realizzare plateau e vasi in carta ad hoc per le nostre necessità.

Abbiamo quindi scelto la linea ecoExpert in carta, proveniente da cellulosa FSC, con certificato Cyclos. Questo, anche in un’ottica sostenibile”. Infatti, ad accomunare le due aziende c’è anche il discorso relativo alla sostenibilità ambientale. “Il mondo in cui viviamo è un dono e dobbiamo trattarlo bene. Ognuno di noi può e deve fare la sua parte e Giromagi vuole fare la differenza” ha raccontato Daniele Emiliani.

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Foto di Benedetta Minoliti per Edizioni Laboratorio Verde

Consumatori VS sostenibilità

La metà degli intervistati si rende conto che il settore della floricoltura si sta impegnando per l’ambiente, ma allo stesso tempo ritiene che il settore sia piuttosto cauto al riguardo. Torna la ricerca del Flower Council of Holland, questa volta, più completa e precisa. Per capire il punto di vista del cliente

Vi presentiamo i risultati di una ricerca condotta nel maggio 2023 in Olanda, Germania, Francia e Regno Unito da Kantar, società specializzata in ricerche di mercato, per conto del Flower Council of Holland. Il campione intervistato, che ha rappresentato le quattro nazioni, è composto da uomini e donne compresi tra i 18 e i 70 anni. Quasi 5mila persone, che acquistano fiori per loro stessi o per regalarli (almeno una volta ogni tre mesi); oppure piante da appartamento (almeno una volta ogni sei mesi); o, ancora, piante da giardino (almeno una volta ogni sei mesi). Gli intervistati hanno

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risposto ad un questionario online che toccava vari aspetti legati alla sostenibilità, dando la propria impressione di consumatori.

QUANDO SI PARLA DI SOSTENIBILITÀ, QUAL È LA PERCEZIONE CHE IL PUBBLICO HA DEL SETTORE FLOROVIVAISTICO E DELLE SUE CATEGORIE

DI PRODOTTO?

Quali azioni si aspetta, in termini di sostenibilità, dal settore della floricoltura? Cosa ostacola il consumatore nell’attuare scelte più sostenibili? Questi sono solo alcuni dei macro temi su cui la

Impatto

Qual è l’impatto, secondo il consumatore, delle scelte di sostenibilità del settore della floricoltura su un futuro migliore?

ricerca getta luce. Una ricerca, quella promossa dal Flower Council of Holland, che riprende e supera quella condotta nel 2022: si aggiungono il tema degli imballaggi, molto importante, e anche quello delle indicazioni di sostenibilità, oltre a isolare nelle risposte i tre settori di vendita indagati (fiori, piante da interno, piante da giardino).

Impatto positivo Impatto neutrale Impatto negativo

Media delle risposte dei quattro paesi indagati (Olanda, Francia, Germania, Regno Unito).

Fonte: Flower Council of Holland.

IL FATTORE CHIAVE

Abbiamo deciso di chiamare così il primo blocco di informazioni che la ricerca ci fornisce riguardo alla sostenibilità degli attori del mondo della floricoltura. La sostenibilità dei nostri sistemi economici e produttivi è certamente il fattore chiave per un futuro migliore per l’umanità e l’ambiente. Ma quanto è rilevante la sostenibilità della floricoltura nel nostro disegno di un futuro migliore? In altre parole, agli occhi del cliente, che impatto hanno le scelte di sostenibilità intraprese nel nostro settore? In generale, cumulan-

STORIE DI SETTORE Survey agriflortec 60
Settore delle piante Settore floricolo Grafico

STORIE DI SETTORE Survey

Progresso

Quanto i consumatori pensano che il settore di piante e fiori sia proattivo in termini di progresso sostenibile?

do le risposte dei quattro Paesi, poco meno della metà fiore e 45% per il settore piante –curo che abbiano un impatto positivo nel migliorare la “salute” del mondo. Fortunatamente, solo il 4 (fiori), e 3 (piante) per cento dichiara – un po’ inspiegabilmente – che le buone pra tiche sostenibili del settore della flori coltura avrebbero un impatto negativo sul mondo. La restante buona fetta di intervistati crede invece che non possa no avere un impatto né positivo né ne gativo. Il settore della floricoltura non è certo quello petrolifero; tuttavia, si può comunque migliorare. La credenza che il nostro settore, applicando scelte più sostenibili, non possa comunque fare una grossa differenza è maggiore in Olanda e Germania, dove la risposta “impatto neutrale” si attesta poco sopra il 60 per cento. Seppur non confidenti sul loro effetto, tuttavia, mediamente nei quattro Paesi indagati circa il 40% dei consumatori – 37 per il settore flo-

ricolo e 43 per le piante – crede che il settore della floricoltura sia proattivo in termini di progresso sostenibile. Tradotto in termini più semplici: 4 persone su 10 pensano che il settore sia in grado di anticipare e determinare il cambiamento, piuttosto che subirlo e arrivare quindi in ritardo (o non arrivarci proprio). 5 consumatori su 10

ritengono invece che il settore sia reattivo, qui da intendere in senso contrario di proattivo, e che quindi non si faccia portavoce di cambiamenti sostenibili, ma li applichi con ritardo e cautela. Un dato che sicuramente fa riflettere, ma che sembra essere anche in continuità con le opinioni riguardo all’impatto sostenibile (Grafico 1).

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Settore delle piante Settore floricolo Molto proattivo Si impegnano, ma sono comunque reattivi Nessun impegno Media delle risposte dei quattro paesi indagati (Olanda, Francia, Germania, Regno Unito). Fonte: Flower Council of Holland. Grafico 2

STORIE DI SETTORE Fiere

Torniamo ai Flowers Trials

La nuova edizione della manifestazione si terrà dall’11 al 14 giugno tra Olanda e Germania. Un evento importante, che vi raccontiamo tra novità e qualche piccola anteprima di Benedetta Minoliti

I 20 ANNI DI UN EVENTO CHIAVE PER COMUNITÀ ORTICOLA MONDIALE

Prima di andare a scoprire le novità che ci aspettano ai FlowersTrials 2024, attraverso le interviste a MNP/Suntory, Shoneveld Breeding e con Ann Jennen, Segretario Generale dell’organizzazione di categoria Fleuroselect, e Marjolein Kuyucu-Looder di Florensis, nuova presidente del Comitato FlowerTrials, a ndiamo a scoprire qualcosa di più sull’edizione di quest’anno, che segna anche un anniversario importante: quello dei 20 anni della manifestazione. Negli ultimi vent’anni FlowerTrials

si è trasformato da iniziativa di promozione congiunta creata da pochi in un evento chiave per la comunità orticola mondiale. Quest’anno ben 59 aziende esporranno per l’edizione del 20esimo anniversario. I FlowerTrials uniscono i principali attori del settore, dai coltivatori ai rivenditori, fino agli operatori, che per quattro giorni vanno alla scoperta di varietà e tendenze nella coltivazione di piante in vaso e da aiuola. Dalle vivaci annuali alle perenni, FlowerTrials è il luogo in cui scoprire le continue innovazioni e la creatività del settore. Questo si riflette in assortimenti che soddisfano le esigenze dei clienti sotto

moltissimi aspetti, come colorazioni e prestazioni in giardino, rispondendo al contempo alla richieste in costante evoluzione del mercato, tra cui sostenibilità, resistenza alle malattie e adattabilità alle mutevoli condizioni ambientali.

ALLA SCOPERTA DEL FUTURO DELL’ORTICOLTURA

I FlowerTrials sono diventati un punto di riferimento fondamentale per i professionisti del settore per scambiarsi idee, scoprire tendenze e, soprattutto, definire il futuro dell’orticoltura ornamentale. Quest’anno gli espositori presenteranno le loro ultime innovazioni in 30 sedi nelle zone centrali e meridionali dei Paesi Bassi, oltre che in Germania.

Scansiona il qr code per scoprire le 59 aziende che parteciperanno alla 20esima edizione dei FlowerTrials

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Non si può mancare ai FlowerTrials

La manifestazione è cresciuta negli anni, passando da un evento di opey day congiunto di sette aziende a un’iniziativa chiave per il mondo dell’orticoltura

colloquio con Ann Jennen e Marjolein Kuyucu-Looder di Benedetta Minoliti

Il cuore dei FlowerTrials sono sicuramente le aziende, che ogni anno partecipano alla manifestazione portando le loro novità e la loro storia. Ma dietro tutto questo c’è anche una solida organizzazione, elemento chiave per la buona riuscita della manifestazione. Abbiamo parlato della ventesima edizione con Ann Jennen, Segretario Generale dell’organizzazione di categoria Fleuroselect, e Marjolein Kuyucu-Looder di Florensis, nuova presidente del Comitato FlowerTrials.

Quella di quest’anno sarà la 20esima edizione dei FlowerTrials. Cosa significa per voi aver raggiunto questo traguardo? «Ovviamente l’organizzazione dei FlowerTrials è molto orgogliosa di questo anniversario! Quello che era iniziato come un evento di open day congiunto di sette aziende si è evoluto nel corso degli anni in un’iniziativa di promozione professionale di 59 aziende, coordinata dall’organizzazione di categoria Fleuroselect. Un sistema di registrazione congiunto per tutte le sedi garantisce un’analisi approfondita del profilo dei visitatori, mentre una campagna di comunicazione professionale mira a convincere il maggior numero possibile di professionisti dell’orticoltura a visitare l’evento. L’organizzazione è molto grata a tutti i suoi membri, al comitato direttivo e ai precedenti colleghi che hanno contribuito a questo risultato. Non avremmo potuto farlo senza di loro».

Quali sono gli elementi che rendono i FlowerTrials un evento di successo?

«I FlowerTrials si svolgeranno nella settimana 24, che è il momento ideale dell’anno per esporre piante da vaso e da aiuola. Molte aziende espositrici presentano gli assortimenti nei propri terreni di prova e nelle serre. Non essendo limitati a costosi m2 come nelle fiere standard, le aziende non solo mostrano le ultime novità, ma spesso anche una panoramica dell’assortimento più ampio. Inoltre, l’evento è molto facile da visitare, in quanto i visitatori non hanno bisogno di fissare un appuntamento in anticipo. Molti visitatori internazionali lo prendono comunque, perché vogliono sfruttare al meglio il tempo a loro disposizione, ma un coltivatore locale potrebbe anche entrare spontaneamente».

Cosa significa per voi essere un punto di riferimento per il settore?

«L’organizzazione è molto orgogliosa che i FlowerTrials

siano diventati un evento chiave nel settore ornamentale. L’evento della settimana 24 dà il tono giusto, in quanto vengono mostrati al mondo i più recenti risultati in materia di riproduzione. I coltivatori possono scoprirli e discutere degli aspetti produttivi rilevanti, mentre i rivenditori possono contribuire a dare forma alle ultime tendenze verdi. I FlowerTrials sono davvero diventati un evento imperdibile!».

Quali sono gli aspetti in cui l’evento è cambiato maggiormente nel tempo?

«Nel corso degli anni è passato dall’essere una vetrina di piante a un evento di networking internazionale che non si limita a guardare solo le piante. Oltre a presentare le ultime varietà, durante i FlowerTrials vengono presentati più concetti che raccontano la storia della pianta per ispirare i rivenditori e aiutarli a portare la loro storia al consumatore. I coltivatori, i distributori e i rivenditori in visita conoscono i selezionatori che stanno dietro le piante, consentendo un più facile scambio di informazioni che porta a collaborazioni più proficue. Nel frattempo, 59 aziende aprono le loro porte nella regione centrale e meridionale dei Paesi Bassi e della Germania».

Qual è l’obiettivo che vorreste raggiungere durante

63 agriflortec STORIE DI SETTORE Fiere
Ann Jennen, Segretario Generale di Fleuroselect, e Marjolein Kuyucu-Looder di Florensis, nuova presidente del Comitato FlowerTrials

L’appuntamento più importante della stagione

Quello dei FlowerTrials è un momento importante per MNP/Suntory, che ci siamo fatti raccontare da Francesca Lanzillotta, Marketing & Communications Manager dell’azienda olandese

Jtra gli ideatori dei FlowerTrials insieme ad altri importanti nomi della floricoltura olandese. Per MNP/ Suntory, quindi, si può dire che questa sarà la ventesima partecipazione.

Quella che si terrà dall’11 al 14 giugno sarà l’edizione dei 20 anni dei FlowerTrials. Un anniversario importante al quale parteciperete anche voi. Come descriveresti questa fiera?

«L’appuntamento con i FlowerTrials è probabilmente il più importante della stagione. Senza togliere nulla alle altre fiere del settore, durante la settimana di giugno sono i prodotti che catalizzano finalmente l’attenzione, sono al top della forma e nelle condizioni migliori per mostrare le loro potenzialità a 360 gradi. Per un’azienda di breeding, test e selezione delle nuove varietà come MNP è questo il culmine di un lavoro che dura a volte anni ed è estremamente soddisfacente vederne la realizzazione e l’interesse degli addetti ai lavori. I FlowerTrials sono anche un momento di condivisione, confronto e incontro con visitatori, colleghi e partner a livello globale, segnano un’opportunità irrinunciabile nel panorama florovivaistico».

Benedetta Minoliti

Da quanti anni partecipate ai FlowerTrials? Avete notato dei cambiamenti e/o miglioramenti tra le diverse edizioni?

«Il General Manager di MNP, Jeroen Egtberts, è stato tra gli ideatori del FlowerTrials insieme ad altri importanti nomi della floricoltura olandese. Si può dire quindi ufficialmente che questa sarà la nostra ventesima partecipazione! Più aziende si sono aggregate, è diventato un evento davvero grande. Anche a livello di organizzazione, ora è tutto molto strutturato e dall’aspetto corporate. Sito web estremamente curato, promozione digital e tradizionale, presenza social sempre aggiornata sulle tendenze del momento. Una continua evoluzione a cui è estremamente piacevole e sfidante prendere parte».

Ci dareste un piccolo spoiler delle novità che presenterete quest’anno?

«Per il momento quello che si può spoilerare è il nostro nuovo brand di Catharanthus roseus Soirée®, con una collezione extra brillante nei colori per questa estate 2025. Ma possiamo anche dire che le Mandeville / Dipladenie Sundaville® saranno immancabilmente di più dello scorso anno, la famiglia si sta allargando sempre di più e di nuovissime novità ce ne saranno almeno due…».

Quali sono le vostre aspettative?

«Anche per questa ventesima edizione stiamo progettando una settimana che possa essere innovativa e d’avanguardia per esperti del settore. Ci piacerebbe vedere tanti visitatori, conosciuti e non, ai quali mostrare i nostri migliori prodotti, quelli nuovi e condividere con loro la filosofia di MNP / Suntory che è sicuramente differente da quella degli altri breeder e non convenzionale».

I FlowerTrials sono anche un momento di condivisione, confronto e incontro tra visitatori, colleghi e partner a livello globale. Segnano un’opportunità irrinunciabile nel panorama florovivaistico

STORIE DI SETTORE Fiere agriflortec 64
Soirée - Catharanthus Sundaville® Bordeaux Red

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in arrivo

Schoneveld Breeding partecipa ai FlowerTrials dal 2013 e quest’anno porterà alla manifestazione diverse nuove varietà, con la volontà di incontrare gli addetti del settore per confrontarsi e raccontarsi

colloquio con Gianfranco De Leo di Benedetta Minoliti

Presente dal 2013 ai FlowerTrials, Schoneveld Breeding torna per l’edizione 2024, quella dei 20 anni, con tantissime nuove varietà, dalla gerbera Joybera alla nuova Illusia, fino ai tre nuovi colori della gamma di ciclamini Fusion Midi. Abbiamo parlato della manifestazione, e ci siamo fatti dare qualche spoiler, con Gianfranco De Leo, Area Manager South Europe di Schoneveld Breeding.

Quella che si terrà dall’11 al 14 giugno sarà l’edizione dei 20 anni dei FlowerTrials. Un anniversario importante al quale parteciperete anche voi. Come descriveresti questa fiera?

«È un appuntamento davvero importante per tutti gli addetti del settore. Ogni anno i visitatori giungono da tutte le parti del mondo e per noi è una grande opportunità per mostrare gli ultimi sviluppi dei nostri programmi di ibridazione, interfacciarci con loro, parlare dell’andamento del mercato, creare nuove idee di marketing e collaborazioni, rimanere costantemente in contatto con quelle che sono le problematiche ma anche le opportunità di crescita».

Da quanti anni partecipate ai FlowerTrials?

Avete notato dei cambiamenti e/o miglioramenti tra le diverse edizioni?

«Schoneveld Breeding ha partecipato per la pri ma volta nel 2013 e siamo stati sempre presenti nelle edizioni successive. Abbiamo notato che nel corso degli anni è aumentato il numero di aziende espositrici e questo ha portato an che ad un aumento del numero di visitatori. Ciò che abbiamo constatato è che negli ultimi anni sempre più visitatori organizzano le proprie visite mediante appuntamenti e questo consente sia a loro che a noi espositori di dedicare abbastanza tempo per le loro visite».

Gianfranco De Leo, Area Manager South Europe di Schoneveld Breeding

presenterà Schoneveld Breeding quest’anno?

«Durante i FlowerTrials di quest’anno siamo davvero orgogliosi di lanciare sul mercato delle novità bellissime. Infatti lanceremo ufficialmente la nostra gerbera da vaso. Il nome è Joybera. Una pianta davvero molto uniforme, con colori brillanti e vivaci che produce 3-4 fiori contemporaneamente sin dall’inizio. Tutti i colori hanno il centro scuro e questo contrasto cromatico con il colore dei petali rende ancora più affascinante la nostra Joybera. Inoltre, dopo anni di ibridazione lanciamo ufficialmente sul mercato una nuovissima tipologia di pianta. Questa varietà si chiama Illusia. Il nome è significativo, perché crea quell’effetto “wow”. I fiori sbocciano verso l’alto e sono un po’ diversi dalle varietà tradizionali, è davvero una pianta originale e innovativa. Ha un’eccellente capacità di fioritura continua e una lunga durata del fiore. Infine, la nostra gamma di ciclamini bi-colore Fusion si arricchisce di tre colori bellissimi della tipologia Midi. La caratteristica principale del Fusion Midi, a parte la colorazione e il contrasto davvero intenso, è che fiorisce col tipo bi-colore anche nelle prime fioriture di fine agosto-settembre».

Quali sono le vostre aspettative?

«Incontrare coltivatori, floricoltori, vivaisti, retailers da tutte le parti del mondo, parlando e confrontandoci con loro. Capire cosa possiamo fare tutti insieme per abbellire il mondo, magari anche grazie al nostro lavoro di ibridazione».

La garbera Joybera

Ci daresti un piccolo spoiler delle novità che

Schoneveld Breeding è tra le aziende protagonista del numero 006 di Agriflortec dedicata alla novità, con un reportage sul nostro viaggio ai FlowerTrials del 2023. Scansiona il qr-code per leggere le interviste e gli approfondimenti.

I FlowerTrials sono un appuntamento davvero importante per tutti gli addetti del settore

65 agriflortec STORIE DI SETTORE Fiere

(Alda Merini)

(Alda Merini)

"E bastava la letizia di un fiore a riportarci alla ragione" Il primo progetto editoriale B2B pensato per creare

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