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RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE
STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE
N. 7/2023
Mercato florovivaismo Come è andato il 2023. Le interviste ad Andrea Massaini (Vannucci Piante) e Marco Carmazzi (Floricoltura Carmazzi)
AIPH Focus sull’Italia dal 71esimo Annuario Statistico Internazionale Fiori e Piante
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INNOVIAMO IL FUTURO La cover story dell’ultimo numero del 2023 è dedicata alle nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale che sta cambiando il mondo del giornalismo alle storie del nostro settore
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EDITORIALE incipit di Francesco Tozzi
L’
innovazione rappresenta il fulcro che determina la crescita e la competitività delle aziende. Investire in nuove tecnologie, pratiche sostenibili e sviluppo di nuove varietà vegetali è cruciale per rimanere punti di riferimento e crescere in un mercato in continua evoluzione. E questo vale anche per il settore del florovivaismo, anzi soprattutto per il mercato del florovivaismo. Direi che non ci si può più sottrarre a questa necessità. Prima di tutto, lo sviluppo di nuove tecniche di coltivazione, come l’automazione, l’uso efficiente delle risorse idriche, nutritive ed energetiche, e l’implementazione di sistemi di monitoraggio intelligenti, consente di aumentare la produttività riducendo i costi operativi. Ciò non solo migliora la redditività delle aziende ma contribuisce anche a una gestione più sostenibile delle risorse naturali.
Ma non è tutto. L’innovazione comprende anche la ricerca e lo sviluppo di nuove varietà di piante. La creazione di ibridi più resistenti alle malattie, capaci di adattarsi a diverse condizioni climatiche e con caratteristiche estetiche o funzionali migliorate, risponde alle esigenze di un mercato sempre più esigente e consapevole. Queste varietà innovative non solo attraggono i consumatori ma offrono agli agricoltori e ai produttori la possibilità di differenziare la propria offerta, aumentando così la competitività. Per non parlare di quanto sia importante l’innovazione nel marketing e nella distribuzione. L’uso di piattaforme digitali, app mobili e strategie di marketing personalizzate consentono agli operatori di raggiungere nuovi mercati e di interagire direttamente con i consumatori. Ma su questo aspetto, c’è ancora molto da lavorare, almeno in Italia. L’innovazione è più che un semplice vantaggio competitivo: è ormai diventato un requisito indispensabile per la sopravvivenza e la crescita nel mercato attuale. Insomma, per riassumere: investire in nuove tecnologie e strutture, ricerca e sviluppo di nuove varietà e strategie di marketing non solo consente alle aziende di rimanere competitive, ma contribuisce anche a una Rimanete informati gestione più sostenibile delle risorse e a un’offerta più diversificata e attraente per iscrivendovi alla nostra newsletter! i consumatori. Ecco perché la cover story di questo nuovo numero di agriflortec è dedicato all’innovazione, perché siamo convinti che potrà essere la strada maestra per tornare protagonisti come comparto produttivo, nella speranza di quel ‘fare sistema’ ancora tanto necessario. Buona innovazione! (f.tozzi@laboratorioverde.net) (Instagram @agriflortec / @ed.lab.verde)
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Entra nel mondo di è il nuovo progetto d’informazione tecnico professionale e di aggiornamento sulle coltivazioni protette. Un nuovo punto di riferimento per la filiera agri-florovivaistica. Dall’esperienza di Flortecnica e vivaismo, nasce un nuovo spazio d’informazione per dare valore a imprenditori e professionisti del campo floricolo e vivaistico. L’IDEA EDITORIALE? Raccontare storie agricole delle imprese florovivaistiche L’impostazione prevede la raccolta di testimonianze e racconti di storie, case history di coltivatori, tecnici e operatori e aziende fornitrici con un approccio pratico: presentazione di una problematica > proposta e discussione di soluzioni.
GLI ARGOMENTI PRINCIPALI GLI STRUMENTI Magazine di approfondimento (cadenza trimestrale) Newsletter AGRIFLORTEC SMART
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(con contenuti extra + contenuti nativi) Attività Social: Instagram e LinkedIn Piattaforma podcast per diffusione audio
• Progettazione e gestione di imprese floricole e vivaistiche • Programmazione delle coltivazioni • Approccio sostenibile ai sistemi di coltivazione • Tendenze consumer • Marketing applicate a produzione e vendita • Nuove macchine e strumenti per la produzione • Ricerca varietale • Prove in campo • Monografie di agricoltori e imprese agricole
La struttura editoriale Così è pensato : una sorta di prontuario declinato in articoli tecnici e servizi con impostazione pratica. 1 L’azienda. Su ogni numero (magazine + newsletter) presenteremo l’analisi di un’azienda tipo, soffermandoci sulla sua organizzazione, i punti di forza e i margini di miglioramento. 22. Focus produttivi. In collaborazione con le aziende di settore e alcuni dei più rappresentativi istituti di ricerca applicata, presenteremo tecniche e prodotti per migliorare le attività di produzione. 3.3 Ricerca e nuove varietà. Spazio sarà dedicato alle nuove possibili varietà in commercio, per ottimizzare e ampliare produzione e offerta merceologica. 44. La formazione. Ampio spazio sarà dedicato ad articoli formativi con l’intento di suggerire soluzioni imprenditoriali su come gestire al meglio l’azienda. 55. Sostenibilità e innovazione. Ampio spazio ai temi inerenti scelte e pratiche sostenibili e all’utilizzo dell’innovazione per migliorare processi produttivi e gestionali. 6.6 Tendenze mercati e consumer. Attraverso un osservatorio permanente dei mercati produttivi e distributivi, consiglieremo le tendenze attuali e future dei due settori di riferimento: floricolo e vivaistico. 77. Marketing, packaging e logistica. Ampio spazio sarà dedicato alle nuove soluzioni per promuovere e distribuire al meglio i prodotti, attraverso case history di riferimento. 88. Nuove generazioni. Uno spazio fisso sarà dedicato al racconto di giovani imprenditori e agricoltori, per uno sguardo rivolto al futuro. 99. Le notizie e i mercati. Novità dal mondo delle aziende con tutte le soluzioni innovative tecniche per quanto riguarda prodotti, macchinari e attrezzature.
il nuovo spazio editoriale dove si incontrano agricoltura, floricoltura e vivaismo
SOMMARIO numero 007 - 2023
Contenuti
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1 PRIMO PIANO: attualità e innovazioni —————————————————————————— 16 INNOVAZIONE Innoviamo il futuro di Benedetta Minoliti
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20 Addio prodotti chimici 22 Il futuro è in laboratorio 24 Non vendiamo prodotti, ma soluzioni 26 Obiettivo: cambiare mentalità 28 Nuova frontiera verticale di Benedetta Minoliti
2 NUOVE VISIONI: scoperte e focus aziendali ————————————————————————— 30 IPM ESSEN Il cuore dell’industria e dell’innovazione di Benedetta Minoliti
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38 AIPSA INFORMA Un comparto in evoluzione 40 INFO MARKETING Agricoltori under 30 in controtendenza di Penelope Moran 42 TENDENZE Competere su tutti i fronti di Alice Nicole Ginosa Nel blu dipinto di blu di Benedetta Minoliti Verso l’infinito e oltre di Benedetta Minoliti 46 IBERFLORA Successo internazionale di Alice Nicole Ginosa
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NUMERO 007 - 2023 Supplemento al numero 209 di greenup
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La cover story dell’ultimo numero del 2023 è dedicata alle nuove tecnologie, all’intelligenza artificiale che sta cambiando il mondo del giornalismo alle storie del nostro settore. Pagina 16.
52 IMBALLAGGI Una prima vittoria di Benedetta Minoliti
3 PER APPROFONDIRE: trend e news ———————————————————— 54 MERCATO Obiettivo ottimismo per il futuro di Benedetta Minoliti 56 Ripartire dal lavoro di squadra di Benedetta Minoliti 58 CRISANTEMI Ancora il fiore più venduto, nonostante tutto di Penelope Moran
DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net COLLABORATORI Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Filippo Terragni PROGETTO GRAFICO Orlandi Simona (Testo&Immagine) IMPAGINAZIONE Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net STAMPA Tipografia Grafiche Villa Via Puecher - 23844 Sirone (LC) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net Agriflortec numero 6 è un supplemento del numero 208 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori.
60 GREEN CLIMATE SQUARE Un mondo più verde di Benedetta Minoliti 62 AIPH Un’analisi indispensabile di Benedetta Minoliti
4 LE RUBRICHE ———————————————————— 12 PENSARE GREEN Anticipare le mega-alluvioni in Italia? Si può di Penelope Moran 14 PENSARE INNOVAZIONE Più che “semplici” foglie di Penelope Moran 32 STORIE BREVI News
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde. Fanno parte della stessa casa editrice: • Greenup • FIORItales • IL Giardiniere • Agenda e Calendario del Verde • IL Giardiniere SMART • I Quaderni di greenup Rappresentate e collaborazioni: • floorewall.com • F&W magazine Edizioni Laboratorio Verde srl, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.L.gs. 196/03
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PENSARE Green
Anticipare le mega-alluvioni in Europa? Sì può Un gruppo internazionale di ricerca, che ha coinvolto anche studiosi dell’Università di Bologna, ha mostrato come analizzando eventi precedenti, in luoghi idrologicamente simili, sarebbe stato possibile prevedere la portata del 95,5% di questi fenomeni catastrofici di Penelope Moran
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l nostro Paese, così come il resto d’Europa, è stato più volte colpito nel corso degli anni da mega-alluvioni, inondazioni che hanno una magnitudo di gran lunga superiore a quella di inondazioni avvenute in precedenza in una data località. La domanda che sorge spontanea é: sarebbe stato possibile prevederle? La risposta, secondo un nuovo studio, dal titolo “Surprising megafloods in Europe? Learning from the big picture”, pubblicato su Nature Geoscience, è sì. Infatti, secondo quanto emerso, nel 95,5% dei casi sarebbe stato possibile prevedere la portata degli eventi di piena eccezionale avvenuti in Europa negli scorsi decenni, sulla base di eventi precedenti avvenuti in luoghi idrologicamente simili. «Per poter anticipare le mega-alluvioni dobbiamo osservare quello che succede in altri Paesi e altre regioni del continente europeo» ha spiegato Alberto Montanari, professore al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, tra gli autori dello studio. «In questo modo possiamo aumentare la consapevolezza del rischio ed essere più preparati ad affrontare questi eventi estremi». E ha continuato: «Per arrivare a questo risultato, è fondamentale guardare oltre la semplice valutazione nazionale del rischio alluvione e condividere le informazioni relative a questi fenomeni a livello continentale e globale». Oltre ad essere fenomeni catastrofici, che causano enormi danni e spesso provocano molte vittime, le mega-alluvioni sono anche fenomeni rari, quindi estremamente difficili da prevedere.
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TROVARE UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA
Per cercare una soluzione a questo problema, un gruppo internazionale di ricerca ha allargato lo sguardo dal contesto regionale e dei singoli stati a quello europeo. Gli studiosi hanno quindi analizzato le osservazioni di portata di piena fluviale raccolte su scala continentale dal 1810 al 2021 in 8mila stazioni di rilevamento. Dai dati è emerso che regioni anche distanti, ma con caratteristiche idrologiche affini, tendono a produrre eventi di piena eccezionali molto simili tra loro. Gli esiti dello studio hanno mostrato che, sulla base di eventi precedenti in luoghi idrologicamente simili, sarebbe stato possibile prevedere la portata del 95,5% delle mega-alluvioni registrate in Europa. Di conseguenza, questo stesso metodo può
essere oggi utilizzato per stimare la magnitudo di inondazioni che potrebbero verificarsi in futuro. «Questo è il primo studio che analizza il fenomeno delle mega-alluvioni in modo sistematico su tutto il continente europeo, con l’obiettivo di prevedere possibili eventi di piena eccezionali a partire da casi passati» ha spiegato Attilio Castellarin, professore del Dipartimento di Ingegneria Civili, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, tra gli autori dello studio. «In questo modo abbiamo mostrato che bacini idrografici che condividono processi simili nella generazione delle alluvioni, inclusi i livelli delle precipitazioni e i percorsi idrologici e di infiltrazione, producono conseguenze simili quando si passa da eventi più ridotti a fenomeni di dimensioni maggiori».
DECORA IL TUO NATALE
PENSARE Innovazione
Più che “semplici” foglie I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno sviluppato una nuova tecnologia che ne riproduce non solo la forma, ma anche il funzionamento naturale. Un’innovazione che potrebbe aiutare la transizione energetica a livello mondiale di Benedetta Minoliti
PV-leaf, Dr. Gan Huang © Imperial College London
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e le foglie che vedete nelle immagini di questo articolo vi sembrano strane, non state cominciando a perdere diottrie. Non sono foglie vere, ma foglie fotovoltaiche, chiamate PV-leaf. Questa nuova tecnologia è stata sviluppata dai ricercatori dell’Imperial College di Londra che, ispirandosi alla forma delle foglie, hanno cercato di ripensare l’architettura dei pannelli fotovoltaici.
potrebbe anche produrre oltre 40 miliardi di metri cubi di acqua dolce all’anno. Questo se fosse tra le tecnologie impiegate per raggiungere gli obiettivi dei pannelli solari entro il 2050. «L’implementazione di questo innovativo design a forma di foglia potrebbe contribuire ad accelerare la transizione energetica globale, affrontando al contempo due pressanti sfide: la necessità di aumentare l’energia e l’acqua dolce». A dirlo è il pro-
Scansiona il QR code per leggere “High-efficiency bio-inspired hybrid multigeneration photovoltaic leaf”, lo studio realizzato dai ricercatori dell’Imperial College di Londra e pubblicato su Nature Communications.
fessor Christos Markides, Head of Clean Energy Processes Laboratory, tra gli autori dello studio, nell’articolo pubblicato sul sito dell’Imperial College di Londra. LA STRUTTURA DELLA PV-LEAF
La PV-leaf imita le foglie non solo nella forma, ma anche nel processo di traspirazione, permettendo così all’acqua di muoversi, distribuirsi ed evaporare. Le fibre naturali, di cui la foglia fotovoltaica è fatta, imitano i fasci venosi delle foglie, mentre gli idrogel simulano le cellule spugnose. Così, la PV-leaf è in grado di rimuovere il calore dalle celle fotovoltaiche in modo efficace e conveniente.
UNA TECNOLOGIA CHE POTREBBE CONTRIBUIRE ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA GLOBALE
Una serie di esperimenti condotti dai ricercatori ha dimostrato che una foglia fotovoltaica può generare oltre il 10% di elettricità in più rispetto ai pannelli solari convenzionali, che perdono fino al 70% dell’energia solare in entrata nell’ambiente. La PV-leaf sviluppata dai ricercatori dell’Imperial College, inoltre,
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La struttura della PV-leaf, Dr. Gan Huang © Imperial College London
STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
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futuro L’ultimo numero di Agriflortec del 2023 è dedicato all’ampissimo tema dell’innovazione. Dalle nuove tecnologie all’intelligenza artificiale, che sta cambiando anche il mondo del giornalismo, arriviamo a raccontare le storie del nostro settore, guardando al futuro senza paura del cambiamento di Benedetta Minoliti
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Sull’innovazione e il nuovo a cura di Nicolò De Rossi
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l sostantivo innovazione deriva dal verbo latino innovāre, composto da in- e novāre (da nŏvus, ‘nuovo’) attraverso la forma innovātus. Essenzialmente, l’innovazione è una modificazione che comporta elementi di novità. Questa parola condivide del significato con un altro sostantivo che orbita intorno al concetto di nuovo, ovvero rinnovamento. Rinnovare e innovare sono termini che i parlanti adoperano senza confusione. Se io rinnovo la facciata della mia casa, non è detto che l’abbia innovata. Questo perché l’innovazione non ha a che fare (solo) con l’essere nuovo. Per misurare l’innovazione, infatti, bisogna uscire dalla sua etimologia e impiegare altri concetti. L’innovazione è, piuttosto, l’avanzamento del processo di progressivo miglioramento di un oggetto o di un metodo. Per molto tempo questa definizione è bastata a sé stessa, facendo valere la corrispondenza tra nuovo, moderno, migliore. Oggi, invece, va accompagnata e legata ad altre parole e concetti indispensabili: prima di tutto, benessere (di tutti e non di pochi) e sostenibilità.
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STORIE DI ATTUALITÀ
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Cover story
i ricordate dove eravate il 21 dicembre 2012? Noi no. Probabilmente, però, lo ricorderanno benissimo tutti coloro che hanno aspettato lo scoccare della mezzanotte per scoprire se i Maya avessero davvero ragione a indicare questa data come quella della fine del mondo. Di anni, da quel 21 dicembre, ne sono passati più di 10. I Maya si sono evidentemente sbagliati, anche se è sotto gli occhi di tutti come il cambiamento climatico, le guerre (più recenti e non) e il progresso tecnologico stiano profondamente cambiando non solo la Terra, ma anche noi e le nostre abitudini. Il progresso tecnologico, in particolare, ci sta portando a ripensare tantissimi aspetti della nostra vita, dai rapporti con gli altri al modo in cui ci muoviamo nel nostro piccolo mondo di tutti i giorni. Non solo anagraficamente, se ci pensate bene oggi non siete più le persone di dieci anni fa. Questo anche grazie alla tecnologia. Nel 2012 usciva l’iPhone 5 e Spotify sarebbe stato lanciato un anno dopo, il 12 febbraio 2013. Facebook era la piattaforma social per eccellenza, su Instagram si potevano caricare immagini solo in formato quadrato e le stories erano quasi un’utopia. Potremmo andare avanti all’infinito ad elencare tutti i cambiamenti nella nostra vita, e non solo, dovuti all’innovazione tecnologica. Oggi ci troviamo a confrontarci con intelligenza artificiale, robot dalle movenze e sembianze quasi umane e macchinari in grado di sostituirci quasi del tutto in mansioni che fino a poco tempo fa sembravano essere destinate esclusivamente all’uomo. Proprio al tema dell’innovazione abbiamo deciso di dedicare l’ultimo numero del 2023 di Agriflortec, per provare a raccontare i cambiamenti non focalizzandoci “semplicemente” sul nostro settore, ma su un mondo in continuo movimento e cambiamento. Noi cerchiamo di rimanere al passo, aggiornandoci e facendoci costantemente domande, anche per non essere “divorati” da tutta questa tecnologia che, chissà, un giorno potrebbe scrivere anche le pagine di questa rivista al posto nostro.
CHATGPT: IL NOSTRO LAVORO NON SERVIRÀ PIÙ? Circa un anno fa, il 30 novembre 2022, ChatGPT è entrato ufficialmente a far parte delle nostre vite. Il chatbot, basato sull’intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, società di ricerca sull’IA. ChatGPT, ad oggi, è in grado di esprimere un livello di conversazione al pari di un umano. Fantascienza, avrebbe detto qualcuno anni fa. Realtà, dice oggi chi la utilizza quotidianamente, anche sul posto di lavoro. La particolarità di questo chatbot non è però quella di riuscire a parlare come un essere umano, ma la capacità di imparare. Infatti, grazie ad un sofisticato modello di machine learning, ChatGPT riesce ad apprendere automaticamente le informazioni, migliorando grazie all’utilizzo da parte degli utenti. Di conseguenza, viene spontaneo chiedersi se un’innovazione di questo tipo, quasi sconvolgente per alcuni, potrà in un futuro (neanche troppo distante) in qualche modo prendere davvero il posto dell’uomo, anche in lavori come il nostro. La verità è che per quanto l’innovazione possa progredire e ChatGPT diventare sempre più aderente al modo di esprimersi dell’essere umano, un articolo di giornale ben scritto, che vada al di là del rispetto delle famose “5 W”, non potrà mai essere affidato ad una macchina. Ed è proprio su questo punto che ci fermiamo a riflettere, sottolineando quanto l’intelligenza artificiale, e tutte le innovazioni più in generale, non debbano essere viste come una “minaccia”, ma bensì come strumenti di supporto per riuscire a portare avanti il nostro lavoro, qualunque esso sia, senza mai dimenticare quanto la componente umana, fatta di sentimenti ed emozioni, non potrà mai essere sostituita da nessun chatbot.
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STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
DICHIARAZIONI INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Valerio Bassan
«L’industria dei media oggi è sempre più liquida. Atomi di intrattenimento e di infromazione ci raggiungono su ogni canale e piattaforma, in formati sempre più coinvolgenti e senza soluzione di continuità. Questo rende la nostra attenzione una risorsa scarsa: solo i contenuti di maggior valore riescono a emergere e catturare lo screen time di lettrici e spettatori. Il giornalismo, che storicamente patisce un gap digitale importante e sta cercando (faticosamente) di colmarlo, negli ultimi anni ha abbracciato con sempre maggiore entusiasmo l'innovazione tecnologica. I dati, in particolare, sono diventati fonte di traino e ispirazione per le scelte editoriali, guidando le redazioni verso una sempre maggiore conoscenza dei pubblici cui si rivolgono. Questo è vero soprattutto per i giornali che sfruttano il modello delle digital subscription, che hanno introdotto paywall dinamici sempre più “intelligenti” e imparato a sfruttare le community sulle piattaforme video e audio con meno enfasi sui grandi numeri e un utilizzo più granulare e qualitativo del dato. La prossima sfida è quella legata all'intelligenza artificiale, su cui già oggi molte news company stanno scommettendo: sarà un altro strumento utile alla causa del giornalismo? Oppure un elemento che peggiorerà la qualità generale dell'informazione? Tendo a prediligere la prima opzione. Ma dipende cosa decideremo di farne, e quali paletti stabilire per fare in modo che l'IA sia un “collega digitale” efficiente e non un sostituto del lavoro di scavo e di fact-checking alla base del buon metodo giornalistico. Bisognerà procedere con entusiasmo e un po' di cautela, perché come disse Melvin Kranzberg, professore americano morto nel 1995: “La tecnologia non è né buona né cattiva; ma non è nemmeno neutrale”». Valerio Bassan lavora come consulente di prodotto e strategia digitale su diversi progetti nel mondo dei media e dell’intrattenimento. Elissi è la sua newsletter settimanale che accompagna i lettori “alla scoperta del futuro dei media e delle nuove economia del digitale”
Philip Di Salvo
«Il giornalismo è uno dei settori dove l’IA si ritaglierà uno spazio importante. Questa tecnologia è già entrata nelle redazioni da qualche anno ed è già utilizzata da tempo per sostenere il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti in, ad esempio, l’organizzazione dei contenuti, la loro distribuzione, la raccolta delle fonti e, in modo crescente, anche per la stesura di testi. Gli avanzamenti dei large language model (LLM) come ChatGPT, ovviamente, non potrà far altro che accelerare l’adozione di questi strumenti per l’informazione. Questo non significa però che non avremo più umani nelle redazioni, ma che, al contrario, il loro lavoro potrà potenzialmente beneficiare del sostegno di questi strumenti capaci di svolgere alcune delle mansioni più “meccaniche” della professione. Per il giornalismo sarà però fondamentale darsi delle regole e degli standard etici, al fine di evitare che l’introduzione di questi strumenti su larga scala non sia utilizzata solamente per il taglio dei costi, come spesso è stato per altre tecnologie digitali in passato. Se questo avvenisse, a essere messa in pericolo sarebbe proprio la qualità dell’informazione». Philip Di Salvo è ricercatore post-doc presso l’Istituto di media e giornalismo dell’Università della Svizzera Italiana (USI) di Lugano, ed è autore di Leaks. Whistleblowing e hacking nell'età senza segreti (LUISS University Press, Rome, 2019) e Digital Whistleblowing Platforms in Journalism. Encrypting Leaks (Palgrave Macmillan, London, 2020)
STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
Addio prodotti chimici Psenner e Koppert lavorano insieme ormai da 12 anni e hanno affinato un sistema di lotta integrata che permette di controllare al meglio le Stelle di Natale, dalle piante madri fino alla vendita al consumatore finale colloquio con Michael Kuhnle di Benedetta Minoliti, foto di Benedetta Minoliti
«In 3-4 anni siamo arrivati ad un punto in cui la collaborazione con Koppert funziona benissimo e dà ottimi risultati. Ad oggi Psenner ha abbandonato i prodotti chimici per le Stelle di Natale»
Michael Kuhnle, consulente e responsabile tecnico di Psenner
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uello che vediamo entrando nel cuore della produzione di Stelle di Natale della sede di Psenner a Caldaro è un tripudio di verde e di rosso. Ad accoglierci circa 2mila piante, piccola parte di un totale che aggira intorno alle 200-250mila. Qui abbiamo parlato con Michael Kuhnle, consulente e responsabile tecnico di Psenner, della storica collaborazione con Koppert, azienda fondata nel 1967 dall’agricoltore olandese Jan Koppert, il primo ad individuare una soluzione per contrasta-
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re il parassita che infestava la sua coltura avviando una grande trasformazione verso un’agricoltura sostenibile. Con Michael Kuhnle abbiamo parlato soprattutto di lotta integrata, sistema di difesa che abbandona i prodotti chimici per utilizzare gli insetti utili, in un’ottica che guarda non solo all’innovazione, ma anche alla sostenibilità.
Quella tra Psenner e Koppert è una collaborazione storica, lavorate insieme da oltre 12 anni. Qual era la vostra esigenza e perché avete scelto Koppert? «In passato, come tutti i produttori di Stelle di Natale, abbiamo avuto problemi con la mosca bianca. Ad un certo punto eravamo arrivati al limite di utilizzo dei prodotti chimici, non potevamo andare oltre. Quin-
di, abbiamo cominciato con la lotta integrata, scegliendo Koppert perché è un’azienda molto conosciuta nel Nord Europa, dove noi lavoriamo molto. Abbiamo cominciato a programmare i primi lanci con loro e nel giro di 3.4 anni siamo arrivati ad un punto in cui questa collaborazione funziona benissimo e dà ottimi risultati. Ad oggi Psenner ha abbandonato i prodotti chimici per le stelle di Natale, su cui utilizziamo solo nanizzanti». Immagino che sia stata una scelta anche legata ad un discorso di sostenibilità ambientale. «Questo tema è arrivato successivamente, ma certo, è importantissimo. Cerchiamo di diminuire al minimo indispensabile i trattamenti chimici, lavorando anche con il fotovoltaico, ad esempio. Il discorso più legato alla sostenibilità è subentrato 6-7 anni fa, mentre prima si parlava di lotta integrata legandola principalmente al problema della mosca bianca». Swirski-Mite, per il controllo di tripidi e mosche bianche
STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
C’è un periodo particolare in cui eseguire i trattamenti? «In generale meno se ne fanno meglio è, per una questione di salubrità della pianta e per il mantenimento della popolazione di insetti utili. È importante lavorare con una certa attenzione per non rovinare la pianta, seguendo i programmi fatti a inizio anno per organizzare al meglio la lotta integrata. Utilizziamo anche un’applicazione, sviluppata da Koppert Olanda, che è molto utile per inserire i dati e capire se i trattamenti stanno funzionando o no». Swirski-Mite, nome scientifico Amblyseius swirskii
Quali insetti utili avete scelto per la vostra lotta integrata? «Ci troviamo molto bene con lo swirski, un ragnetto che lavora bene in estate, periodo in cui coltiviamo le piante madri. Con il lancio dello swirski ogni due settimane, negli anni, siamo riusciti non solo ad eliminare la mosca bianca, ma anche a creare una popolazione di questo ragno in serra. Il risultato in generale è ottimo, non è più presente la mosca bianca e per noi questo non può che essere un successo». Avete notato dei cambiamenti importanti? «La crescita delle piante cambia, positivamente, con l’utilizzo della lotta integrata. Questo perché i prodotti chimici stressano la pianta, cosa che invece gli
insetti utili non fanno. Abbiamo notato che la produttività delle piante madri è cambiata, e questo è un vantaggio anche per i nostri clienti. Se da una parte per noi aumenta la produttività, loro vedono un aumento della ramificazione. Poi è importante che i nostri clienti continuino ad avvalersi della lotta integrata per una crescita che sia più robusta e resistente. Anche il colore è diverso, più intenso e brillante. Inoltre, abbiamo abbattuto il rischio di bruciatura. Utilizzando prodotti chimici anche 2-3 volte a settimana il rischio era quello di ustionare la pianta con il sole, l’umidità o una miscela sbagliata. Con la lotta integrata abbiamo abbattuto anche questo problema».
La lotta integrata è obbligatoria o molto consigliata? «È sicuramente fortemente consigliata. Questo perché se non viene obbligata da una parte, dall’altra continuano a “togliere” principi attivi, senza avere un sostituto a livello chimico. Di conseguenza non si hanno più armi a livello chimico, e quindi chi produce ha la necessità di dover volgere lo sguardo ad altri sistemi». Spidex Vital, destinato esclusivamente al controllo dei ragnetti rossi. Particolarmente indicato per la soppressione del parassita in densità elevate.
Scansiona il qr-code per scoprire come Koppert “sfrutta il potere della natura” per la lotta integrata
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STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
Il futuro è in laboratorio La micropropagazione potrebbe diventare, in futuro, la tecnica più diffusa in Italia per la produzione di nuove genetiche, e non solo. Abbiamo analizzato, con il supporto di un esperto, gli innumerevoli benefici della propagazione in vitro colloquio con Andrea Vitale di Benedetta Minoliti
Le varietà proposte da Plantipp
• Nandina Domestica Obsessed ('Seika' PRB) • Cordyline obtecta Superstar ('Albatros' PRB) Novità introdotte grazie alla collaborazione con Vettori giovani piante: • Magnolia 'Genie' PRB • Ficus carica Little Miss Figgy ('LMF01' PBR)
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a micropropagazione o propagazione “in vitro” è una tecnica di propagazione vegetativa utile per moltiplicare rapidamente il materiale di partenza per produrre molte piante progenitrici, utilizzando sempre più moderni metodi di coltura tissutale delle piante. La micropropagazione è utilizzata per moltiplicare un’ampia varietà di piante. Questa tenica ha molte funzioni in ambito florovivaistico soprattutto per fornire un numero sufficiente di giovani piante da piante che non producono semi, piante che non rispondono bene alla riproduzione vegetativa o dove la micropropagazione è il mezzo di propagazione più economico. In questo orizzonte la micropropagazione sta diventando sempre più diffusa anche in Italia sia per le specie frutticolo che per le ornamentali. Ne abbiamo parlato con Andrea Vitale, agronomo specializzato nella micropro-
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pagazione ed esperto nel management delle serre e nel vivaio, che lavora a stretto contatto con diverse aziende, tra cui Plantipp. L'INNOVAZIONE PARTE DALLA MICROPROPAGAZIONE
«La massima innovazione oggi per le piante ornamentali è, a mio parere, la propagazione delle piante da vitro» ha spiegato Vitale, analizzandone le motivazioni. «A livello morfologico vediamo diverse caratteristiche positive. A seconda delle specie è possibile, ad esempio, osservare una colorazione qualitativamente superiore, piuttosto che uno sviluppo più rapido dell’apparato radicale e della vegetazione. Un altro aspetto interessante è che attraverso questa tecnica a volte è possibile superare le difficoltà di propagazione di alcune specie attraverso le tecniche tradizionali, così come è pos-
sibile essere svincolati dalla stagionalità, aspetto limitante per la propagazione da talea e da seme». Con il vitro, dunque, si può radicare in qualsiasi momento dell’anno, avendo la possibilità di programmare meglio le consegne in funzione delle necessità del cliente. Il Dottor Vitale ha poi precisato: «Con il taleaggio si ha la necessità di impegnare superfici di terreno più o meno importanti alla coltivazione di campi madre con conseguenti costi e rischi legati ai cambiamenti climatici, che stanno diventando sempre di più un fattore limitante nel campo dell’agricoltura. Il laboratorio da questo punto di vista permette la conservazione del materiale in un ambiente preservato e protetto. Insomma, in termini di “piante madri” sicuramente ha maggiori garanzie e permette di preservare il materiale con costi molto contenuti, evitando impianti di piante
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madri che spesso possono portare con sé notevoli problematiche». UN LIVELLO DI CERTIFICAZIONI SUPERIORE ALLA MEDIA EUROPEA
In effetti, come sottolineato dall’agronomo, negli ultimi 20 anni il vitro si è molto diffuso nel nostro Paese, soprattutto nel campo delle piante fruttifere, arrivando ad un livello di certificazione molto alto, superiore persino alla media europea. «Per quanto riguarda i fruttiferi è stato fatto molto in campo fitosanitario, tant’è che esiste una “certificazione Italia” che risulta essere più stringente e più completa rispetto alla certificazione europea. La possibilità di vendere materiale esente virus nel campo della frutticoltura è ormai da tanti anni determinante, ed il vitro è la tecnica utilizzata per eccellenza». Questo discorso, però, non è mai stato fatto in Italia sulle piante ornamentali, nonostante ci siano molte piante prodotte nel nostro Paese e commercializzate all’estero. «Confrontandomi con chi segue i controlli fitosanitaria in Italia è emerso quanto sarebbe importante certificare certe piante ornamentali soggette a patogeni da quarantena. Le informazioni che abbiamo in merito ci dicono che ad oggi sono le specie ornamentali che portano in maggior misura batteri e virus nei traffici commerciali. Dunque, la scelta del vitro potrà essere sempre più determinante anche per queste specie»
ni ai campi madre di talee è altissimo e le aziende non possono permettersi di perdere la produzione. Inoltre, è importante sottolineare come le malattie stiano diventando sempre di più un problema a livello internazionale». E ha aggiunto: «L’unica arma che abbiamo per difenderci è lavorare alla base, partendo da materiale sano. Questo, su grandi numeri, può essere fatto solo in un laboratorio di micropropagazione». Un’altra qualità, sottolineata da Vitale, è che il materiale in vitro riesce a conservare in sé una sorta di “giovanilità” della pianta. «Questo fa sì, ad esempio, che la velocità di radicazione sia più spinta rispetto alle piante da talea, e che quindi le radici vadano più in profondità e crescano più velocemente. Questo farà sì che in momenti di siccità, avendo un apparato radicale più sviluppato, la pianta riesca a difendersi meglio, anche dagli attacchi patogeni. L’IMPORTANZA DEL LABORATORIO
«Il laboratorio è un punto importante anche per aziende come Plantipp che puntano alle nuove varietà, sia da
importazione che costituite con il breeding» ha spiegato Vitale, spiegando come il modo più veloce per propagarle sia proprio il vitro. «Dal vitro, a differenza della talea, basta poco materiale per arrivare a grandi numeri. Un aspetto decisamente fondamentale per lavorare sulle nuove genetiche. In più, va ribadito, parliamo di materiale sicuro, esente da virus e uniforme, poiché tutte le piante provengono da una sola pianta madre e non da più piante madri come nel caso del taleaggio». Plantipp sta proponendo, attraverso i suoi licenziatari, diverse varietà come la Nandina domestica Obsessed ('Seika'PBR) e la Cordyline obtecta Superstar ('Albatross'PBR). La collaborazione con alcuni vivai produttori di giovani piante come Vettori giovani piante ha permesso a Plantipp, anche in Italia, di introdurre alcune novità come la Magnolia 'Genie' PBR e il Ficus carica Little Miss Figgy ('LMF01'PBR) che grazie alla qualità del materiale prodotto in laboratorio e grazie alla forza e alla bellezza delle varietà si stanno imponendo velocemente sul mercato nazionale.
UNO SGUARDO AL FUTURO
Quale potrebbe essere lo scenario futuro a cui assisteremo in Italia? Arriveremo ad un punto in cui si lavorerà solo in laboratorio? Per l’agronomo “si lavorerà sempre di più in laboratorio”. «Con i cambiamenti climatici il rischio di dan-
Andrea Vitale, agronomo specializzato nella micropropagazione ed esperto nel management delle serre e nel vivaio
«L’unica arma che abbiamo per difenderci è lavorare alla base, partendo da materiale sano. Questo, su grandi numeri, può essere fatto solo in un laboratorio di micropropagazione» agriflortec
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STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
«Non vendiamo prodotti, ma soluzioni» L’utilizzo di materie prime alternative alla torba è un argomento di grande rilevanza per l’intera filiera. Ma ci stiamo muovendo in una direzione più legata all’innovazione o alla sostenibilità?
Scansiona il qr code per scoprire tutti i substrati professionali di Agrochimica
colloquio con Loris Flaim e Domenico Masiero di Benedetta Minoliti
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n un numero dedicato all’innovazione non potevamo non soffermarci sul settore dei substrati, cercando di capire cosa significhi davvero innovare e quali siano le maggiori richieste dei clienti. In particolare, in che direzione si stanno muovendo le aziende quando si parla di materiali alternativi alla torba? Lo abbiamo chiesto a Loris Flaim, direttore generale di Agrochimica, e Domenico Masiero, direttore dello stabilimento Geotec. Qual è il significato che associate al termine “innovazione”?
Domenica Masiero: «Innovare significa seguire attentamente quello che il mercato, i clienti e i fornitori chiedono, cercando di essere sempre attenti a elaborare queste informazioni in modo da offrire delle proposte che siano in linea con le attese del momento, ma anche le tendenze in prospettiva futura. Un’azienda deve guardare più in là di quello che i clienti chiedono nel presente». Loris Flaim: «Innovare vuol dire anticipare i tempi. Siamo un’azienda Domenico Masiero
fortunata essendo collegata col mondo nord europeo, dove per ill settore ortoflorovivaistico tendenzialmente si anticipano i tempi rispetto all’Italia». Quali sono le richieste maggiori che arrivano dai clienti? LF: «Agrochimica essendo il “braccio commerciale” di Geotec si rapporta costantemente con i clienti. Le richie-
«Innovare significa anticipare i tempi. Un’aziende deve guardare più in là di quello che i clienti chiedono nel presente» 24 24
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ste sono tante, ma i clienti chiedono soprattutto sicurezza, che vuol dire costanza nella qualità, servizio efficiente e tracciabilità. Negli ultimi anni abbiamo implementato un sistema che ci permette di tracciare ogni singola materia prima che entra e che esce dalla nostra azienda. Il cliente si aspetta anche rispetto dell’ambiente, a cui noi siamo molto attenti. Cerchiamo di ridurre il più possibile la produzione di rifiuti e di utilizzare quanto più possibile materiali riciclati. Quello che vogliamo sottolineare è che noi non vendiamo prodotti, ma soluzioni al cliente per le proprie esigenze». DM: «La nostra è un’azienda che ha un buon contenuto tecnico al suo interno: due agronomi in Geotec, quattro in Agrochimica e diversi professionisti che hanno avuto esperienza nel settore della coltivazione prima di entrare nel settore della produzione e commercializzazione di substrati. Sono persone che conoscono determinati aspetti e problematiche e quindi, tutti insieme, si riesce a dare risposte al cliente e comprendere prima le problematiche». LF: «Crediamo molto nella ricerca e ci avvaliamo anche di consulenti esterni per cercare di essere sempre innovativi. Collaborano con noi anche i nostri clienti, che sono prima di tutto nostri partner, e insieme troviamo le soluzioni migliori per le più svariate problematiche». E per quanto riguarda la torba? LF: «La torba non è insostituibile, ma ha sicuramente qualità difficili da trovare in altri materiali. Sappiamo che c’è la necessità di utilizzare materiali alternativi, che per certi aspetti possono essere anche migliorativi. Geotec è stata pioniera nell’utilizzo del cocco. Abbiamo iniziato ad utilizzarlo tantissimi anni fa in maniera scientifica e tecnica, facendo numerose prove e selezione di fornitori e materiali. Così, abbiamo fatto esperienza su questa materia prima e
«Sui materiali alternativi alla torba l’esperienza non è ancora generalizzata, quindi è importante che il produttore di substrati interagisca con il coltivatore nel seguire questo adeguamento graduale»
Agrochimica, in breve 1950 Nasce Agrochimica
1967
Primi in Italia ad introdurre la torba e i fertilizzanti idrosolubili nei terricci
2000
Costruzione nuova sede a Bolzano
2001
Fondazione Geotec S.r.l come joint-venture tra la Brill Substrate e Agrochimica
2008
Introduzione della fibra di cocco
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Agrochimica inizia a orientarsi verso la coltura fuori suole commercializzando substrati specifici
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Magic, terriccio magico universale sviluppato in collaborazione con i migliori floricoltori italiani siamo in grado di utilizzare queste nostre conoscenze nella formulazione dei nostri substrati. Indipendentemente dalle mode e dal mercato abbiamo sempre avuto proposte con materiali, di alta qualità, alternativi alla torba».
La riduzione della torba nei substrati è un argomento di discussione sempre attuale. Voi vedete la riduzione dell’utilizzo di questa materia prima come un’innovazione per il mercato? O è un discorso più legato alla sostenibilità ambientale? LF: «Se apriamo lo sguardo a livello mondiale vediamo che l’utilizzo dei substrati è in forte aumento. Secondo le stime, nei prossimi 20-30 anni si richiederanno sempre più substrati. Quindi, penso che un aspetto non precluda l’altro. Noi abbiamo la necessità di utilizzare materiali alternativi alla torba sia per un discorso legato all’innovazione, perché queste materie prime danno dei vantaggi sia perché è importante utilizzare materiali alternativi per rendere davvero sostenibile questa richiesta crescente di substrati». DM: «L’utilizzo di materiali alternativi è iniziato tempo fa, e il cocco ne è un esempio. Sicuramente la torba è il materiale più sicuro e conosciuto, quindi c’è più esperienza sia a livello produttivo che di utilizzo nella coltivazione. Sui materiali alternativi, invece, l’esperienza non è ancora generalizzata. Qui è importante che il produttore di substrati interagisca con il coltivatore nel seguire questo adeguamento graduale».
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Obiettivo: cambiare mentalità ICL presenta Lalguard M52 GR, un’insetticide biologico per uso professionale da utilizzare, miscelato al substrato nella coltura in vaso, per il controllo dell’Oziorrinco. Un prodotto che si inserisce perfettamente nel concetto di innovazione che va oltre quella puramente tecnologica colloquio con Gianni Bellan di Benedetta Minoliti
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CL sfrutta costantemente la sua presenza globale e dei suoi laboratori di Ricerca & Sviluppo per innovare costantemente la nutrizione di precisione e le tecnologie per stare all’avanguardia e garantire la massima crescita ai propri clienti. In questo numero, dedicato all’innovazione, abbiamo chiesto a Gianni Bellan, Sales Manager Florovivaismo per ICL Growing Solutions Italia, di raccontarci qualcosa di più su Lalguard M52 GR, insetticida biologico per uso professionale da utilizzare per il controllo dell’Oziorrinco. ICL punta molto sull’innovazione. C’è qualcosa in particolare che presentate quest’anno? «Vorrei fare una premessa. Quando si parla di innovazione si fa riferimento il più delle volte all’avanzamento tec-
nologico dei prodotti e meno a ciò che definirei “innovazione concettuale”, che è proprio ciò che stiamo introducendo quest’anno. Il cambiamento che vogliamo portare è prima di tutto nella mentalità che, comunque, ha seguito anche nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Basta vedere come è evoluta la strategia di lotta alle malattie fungine e agli insetti, con un sempre maggiore utilizzo di microrganismi e insetti utili. Ma anche la maggiore attenzione che si presta nella prevenzione piuttosto che nella cura, sia con l’adozione di protocolli sanitari che di prodotti ad azione preventiva. In quest’ottica il prodotto Lalguard M52 GR si inserisce perfettamente». Di che prodotto si tratta? «Un insetticida biologico per
La modalità di azione di Lalguard M52 GR
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uso professionale a base del fungo entomopatogeno Materhizium brunneum Ma43 (è un agrofarmaco registrato) da utilizzare miscelato al substrato nelle coltura in vaso. È utilizzato per il controllo dell’Oziorrinco ed esplica la sua funzione distruggendo le larve dell’insetto». È un prodotto nuovo? «No, esiste da migliaia di anni… E non per scherzo! Come tutti gli organismi utili esiste in natura da molto molto tempo. Il Metarhizium brunneum (precedentemente chiamato M. anisopliae) è un fungo esistente in natura, di cui è stato isolato un ceppo (Ma43) particolarmente efficace nella lotta all’Oziorrinco. La crescente sensibilità nei confronti della lotto biologica ha fatto sì che ci fosse una conseguente evoluzione nei prodotti insetticidi. L’innovazione di cui si parlava all’inizio».
STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
In che modo è efficace questo prodotto? «Innanzitutto perché è un trattamento preventivo e quindi evita di dover risolvere situazioni in emergenza. Poi, perché il principio attivo - il fungo - è un abitante naturale del suolo e mantiene una buona stabilità in diversi tipi di substrato, anche in quelli a ridotto contenuto di torba. In ultima, ma non meno importante, perché ha un elevato numero di Unità Formanti Colonie: in 1 m3 di substrato trattato alla dose di etichetta, vengono somministrati 450 miliardi di UFC». Quindi è bene utilizzarlo prima che si manifesti l’infestazione? «Certo. I danni causati dall’Oziorrinco sono sia estetici (ad opera dell’adulto) che strutturali (ad opera delle larve) e sono motivo sia di deprezzamento delle piante che della perdita delle stesse». Come funziona? «Le spore fungine aderiscono alla cuticola dell’insetto e un tubo germinativo si sviluppa rapidamente nel punto di contatto. Il tubo germinativo produce una grande varietà di enzimi per perforare completamente la cuticola dell’insetto e ottenere l’accesso all’emolinfa. Il fungo poi si moltiplica sotto forma di un gran numero di blastosfere, causando necrosi progressiva e morte entro 3-7 giorni». Quindi è necessaria la presenza della larva perché funzioni? «No. Il Metarhizium può sopravvivere saprofita nel terreno o nel substrato per molto tempo in attesa di infettare larve o adulti di insetti. Sebbene le spore derivanti dalla sporulazione su insetti infetti possano reintegrare il fungo nel terreno, è necessario riapplicare Lalguard M52 GR al substrato nel caso in cui venga riutilizzato». Con antropodi, anellidi utili e altri microorganismi come si comporta? «Il prodotto è innocuo per la maggior parte degli insetti utili che vivono nel
I sei stadi del processo di infezione: adesione; germinazione, formazione dell'appressorio, penetrazione, colonizzazione dell'emolinfa ed estrusione e sporulazione
terreno, compresi i lombrichi. Il fungo Metarhizium brunneum, precedentemente noto come M. anisopliae, è un abitante naturale del suolo che in natura, o nei terreni destinati all’agricoltura, vive in equilibrio con molti altri insetti utili. Quindi, la maggior parte degli organismi si è adattata a questo equilibrio naturale, tranne gli insetti nocivi invasivi che sono gli ospiti a cui il fungo si rivolge naturalmente. Lalguard M52 GR ha dimostrato di essere pienamente compatibile con i prodotti formulati con nematodi entomopatogeni come quelli del genere Steinernema. Inoltre è totalmente innocuo anche per il lombrico e ha un effetto minimo su altri insetti benefici del terreno. Ci sono ancora diversi test di compatibilità da eseguire, come nel caso dei prodotti a base di tricoderma».
Ci sono indicazioni particolari sull’utilizzo? «Una volta applicato il prodotto può coprire tutta la stagione. Attenzione alle alte temperature: se superiori ai 48°C possono comprometterne la vitalità. L’azione fitosanitaria è ottimale con temperature tra i +15°C e i +30°C. I conidi possono sopravvivere fino a 12 mesi se in condizioni ottimali». Quindi, data la sensibilità del M. Brunneum alle alte temperature, servono accorgimenti particolari per lo stoccaggio? «Assolutamente sì. Parliamo di microorganismi vivi e quindi il prodotto va conservato ad una temperatura massima di 20° (preferibilmente inferiore: le spore sono insensibili al freddo, anche in caso di gelo)».
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STORIE DI ATTUALITÀ Cover story
Il futuro è verticale Organizzazione Orlandelli propone due tipologie di prodotti adatti alla vertical farm, un’innovazione tecnologica nel campo dell’agricoltura favorita dalla nuova tassazione introdotta con la delega fiscale 2023 di Benedetta Minoliti
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na vertical farm è, per dare una definizione chiara e sintetica, un edificio che accoglie un’intera filiera agroalimentare: produzione, trasformazione, vendita e consumo. Una nuova frontiera per l’agricoltura, che ben si inserisce in questo numero dedicato all’innovazione.
ORLANDELLLI, I PRODOTTI PER IL VERTICAL FARMING
Il vertical farming offre una serie di vantaggi in termini di sostenibilità, efficienza e produttività. Questa innovazione tecnologica, però, richiede anche l’utilizzo di attrezzature e tecnologie specifiche. Lo sa bene Organizzazione Or-
landelli, che offre una gamma completa di prodotti destinati al vertical farming che possono supportare le aziende che vogliono avvicinarsi a questo tipo di produzione o incrementarla.Tra i prodotti Orlandelli per il vertical farming, progettati e realizzati in Italia con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, i
Vertical Farm, in breve Agricoltura e coltivazione verticale dove le colture sono realizzate su strutture a strati sovrapposti, riducendo così l’estensione delle coltivazioni attraverso l’utilizzo dello spazio verticale. Si può parlare di agricoltura hi-tech, dove vengono impiegate tecniche come l’agricoltura idroponica, quindi senza consumo di suolo.
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Organizzazione Orlandelli: come le aziende possono sfruttare la nuova tassazione
più importanti sono: i carrelli con luci a LED e i bancali da produzione. NEL DETTAGLIO: I CARRELLI CON LUCI LED…
I carrelli con luci LED sono una soluzione ideale per la coltivazione verticale, in quanto consentono di fornire la luce necessaria alle piante in modo efficiente e uniforme. I carrelli Orlandelli sono disponibili in diverse configurazioni, per soddisfare le esigenze di ogni azienda. Questo prodotto può consentire di ridurre i consumi energetici, con conseguente risparmio economico. … E I BANCALI DA PRODUZIONE
Per quanto riguarda, invece, i bancali da produzione, sono la base su cui vengono coltivate le piante in una vertical farm. I bancali Orlandelli sono realizzati con materiali di alta qualità e sono progettati per garantire la massima efficienza produttiva. Questo prodotto può consentire di aumentare la produttività, grazie alla maggiore efficienza dei processi di coltivazione.
lega fiscale per l’agricoltura prevedono anche: riconducibilità dei redditi derivanti dalle attività di coltivazione e allevamento che concorrono alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici ai redditi agricoli e revisione del regime fiscale dei terreni agricoli su cui i titolari di redditi di pensione e i soggetti con reddito complessivo di modesto ammontare svolgono attività agricole. La nuova tassazione introdotta dalla delega fiscale rappresenta un’opportunità per le aziende interessate al vertical farm. In particolare, la possibilità di assoggettare i redditi derivanti da questa attività a tassazione catastale, anziché a tassazione ordinaria, offre diversi vantaggi, come: facilità di gestione, tassazione meno onerosa e riconoscimento della natura agricola delle vertical farm. La nuova tassazione rappresenta così un incentivo importante per tutte le aziende interessate a questa innovazione
• Un’azienda che investe in una vertical farm può beneficiare di una riduzione del carico fiscale, che può tradursi in un aumento della redditività dell’attività. • Un’azienda che produce prodotti agricoli in una vertical farm può beneficiare di un regime fiscale più semplice e meno oneroso, che può facilitare la gestione dell’attività. • Un’azienda che svolge attività di ricerca e sviluppo nel campo del vertical farm può beneficiare di agevolazioni fiscali previste per le attività innovative.
tecnologica e i prodotti Organizzazione Orlandelli rappresentano una soluzione completa e affidabile che può supportare le aziende che vogliono beneficiare di questa innovazione.
LA NUOVA TASSAZIONE INTRODOTTO DALLA DELEGA FISCALE
La delega fiscale, approvata ad agosto 2023, prevede l’estensione del regime di tassazione catastale a nuove classi e qualità di coltura, tra cui le vertical farm, che utilizzano ambienti indoor per la coltivazione di vegetali. L’obiettivo è quello di incrementare l’innovazione tecnologica e la tutela ambientale. Ma non solo. Perché le novità della de-
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STORIE DI SETTORE Fiere
Il cuore dell’industria e dell’innovazione IPM ESSEN torna dal 23 al 26 gennaio 2024 con la sua 40esima edizione con il claim “Our Heart beat Green”. Tra prodotti e innovazioni, non mancheranno le novità per il settore delle piante, della tecnologia, della floricoltura e degli elementi per il giardino Colloquio con Andrea Hölker di Benedetta Minoliti
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no slogan che unisce industria e amore per le piante e una storia di successo che si è consolidata nel tempo. IPM ESSEN tornerà dal 23 al 26 gennaio 2024 e, oltre alle tantissime novità, sarà ancora una volta il momento per incontrarsi e scambiarsi opinioni e punti di vista. A raccontarci i traguardi di IPM, le novità e gli obiettivi per il futuro è Andrea Hölker, Project Manager di IPM ESSEN. Quali sono stati i momenti più importanti della storia di IPM in questi oltre 40 anni? «Dalla prima IPM ESSEN, nel 1983, sono stati molti i momenti che ci piace ricordare. Abbiamo avuto parecchie celebrità presenti nella nostra area espositiva e durante le cerimonie di apertura. Ricordo, ad esempio, numerosi ministri,
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«IPM ESSEN è vincente perché, tra le altre cose, dispone di una rete eccellente, di forti partner industriali e quindi di un’elevata fedeltà da parte sia degli ospositori che dei visitatori» Loki Schmidt, la moglie dell’ex cancelliere Helmut Schmidt, il mago olandese Hans Klok, il noto cantante tedesco Roland Kaiser e una visita reale di Benedikte
di Danimarca. L’introduzione della Green City nel 2004 ha rappresentato un momento decisivo nella storia di IPM ESSEN, per vivere la manifestazione più come un evento e meno come una pura esposizione di prodotti. Le associazioni del verde hanno ottenuto un punto di contatto centrale e il popolare palco girevole della floricoltura ha ottenuto quello che ormai è il suo posto tradizionale. Ancora oggi, infatti, la Green City nel padiglione 1A è un punto di riferimento per chi cerca ispirazione e vuole aggiornarsi sugli ultimi sviluppi tecnici. Anche l’organizzazione di IPM ESSEN in altri Paesi ha rappresentato un passo importante per la Fiera Internazionale delle Piante. Nel 2005 si è svolta per la prima volta IPM CHINA, a Chencun, nella Cina meridionale. Sono seguite poi fiere estere in Russia, Dubai, India e Messico. Un’esperienza che ci ha segnato nel passato recente è stata, ovviamente, la pandemia. Dopo una pausa forza di due anni, IPM ESSEN è finalmente tornata nel 2023. Anche se questo periodo dinamico è stato associato a molte sfide, siamo stati comunque in grado di trarre degli elementi positivi. Soprattutto, è emerso chiaramente l’alto significato che IPM ESSEN ha nel settore del verde, e questo ci rende orgogliosi». Quali sono gli ingredienti vincenti della fiera? «La ricetta del successo di IPM ESSEN è un’interazione di molti fattori. La fiera si svolge al momento giusto, prima dell’inizio della stagione. Inoltre, è la manifestazione più importante per
«Lo slogan e il key visual di quest’anno esprimono il legame emotivo con l’industria del verde e l’importanza della fiera come pacemaker per le innovazioni» Andrea Hölker, Project Manager di IPM ESSEN
l’orticoltura mondiale, con la più vasta gamma di piante. IPM ESSEN è anche innovativa, perché è qui che vengono presentate le novità e le tendenze. Inoltre, la fiera dispone di una rete eccellente, di forti partner industriali e quindi di un’elevata fedeltà da parte degli espositori e dei visitatori». Quali saranno le principali novità dell’edizione 2024? «Sono previste alcune novità nell’area espositiva e sui social media, come podcast, un punto per scattare selfie con la nuova campagna di comunicazione della fiera e la partecipazione di ospiti d’onore durante la cerimonia di apertura. Chi lo desidera può già congratularsi con IPM ESSEN utilizzando l’hashtag #congratsIPMESSEN. Le congratulazioni saranno raccolte in un “Social Wall” ed esposte durante la fiera». Mi racconteresti qualcosa di più sullo slogan che avete scelto per questa edizione? «Lo slogan “Our heart beats Green” e il key visual, che mostra un cuore ricoperto di piante, esprimono sia il legame emotivo con l’industria del verde sia l’importanza della fiera come pacemaker per le innovazioni». Quali sono gli obiettivi che avete già raggiunto? «Nel corso degli anni siamo riusciti ad
affinare sempre di più il profilo di IPM ESSEN, con una crescita delle aree espositive e il programma di supporto costantemente ampliato. IPM ESSEN si è affermata come piattaforma per concorsi, forum e seminari, oltre che per altri eventi commerciali. In questa occasione vengono presentate le innovazioni del mercato, si prendono decisioni, si effettuano investimenti e si ordinano merci. Soprattutto, guardandoci indietro vediamo un’internazionalizzazione di successo. Quello che era iniziato con espositori tedeschi e olandesi è oggi un mercato altamente professionale per aziende provenienti da circa 50 nazioni e ogni anno vengono a Essen visitatori da oltre 100 Paesi». Quali, invece, quelli che avete per questa e per le prossime edizioni? «Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di essere la fiera leader mondiale per l’orticoltura e continuiamo a considerare questo come il nostro obiettivo da mantenere. Nel 2024 ci concentreremo maggiormente sul settore della floricoltura. Con il nuovo Best
Practice Award vogliamo promuovere la forza innovativa e rendere la fiera ancora più attraente per le aziende di questo settore. Continuerà il Concept Store con prodotti che integrano la gamma già offerta e il Centro per l’innovazione delle tecnologie orticole nel padiglione 4 sarà ulteriormente ampliato. Un obiettivo che stiamo perseguendo anche con le nostre associazioni partner è quello di aumentare la visibilità dell’orticoltura sul tema del cambiamento climatico. Biodiversità, riduzione della CO2, rinverdimento della città stanno diventando sempre più importanti. L’orticoltura fornisce risposte preziose a domande come “quali piante e alberi sono sostenibili?”. Le visite guidate “Piante perenni e alberi climatici” hanno già convinto durante l’edizione 2023, quindi le riproporremo anche nel 2024».
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STORIE BREVI News
In calo gli acquisti di macchine e attrezzature per il giardinaggio
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l mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde, secondo i dati diffusi da Comagarden (Associazione Costruttori Macchine per il Giardinaggio), ha registrato un calo complessivo del 12% nei primi nove mesi dell’anno. Ci sono però delle eccezioni, riguardanti alcune tipologie di mezzi che hanno segnato un incremento rispetto ai nove mesi del 2022: tagliasiepi (+12,7%), decespugliatori/linetrimer (+16,8%), soffiatori/aspiratori (+2,8%), ride-on professionali (+28%) e i biotrituratori (+5%). Per quanto riguarda le altre tipologie di prodotti, i rasaerba calano del 23%, le motozappatrici del 26%, i decespugliatori a scoppio del 14% e le motoseghe del 12%. L’andamento climatico del 2023 ha penalizzato in modo vistoso gli spazzaneve, che a fine settembre hanno accumulato un passivo del 53%. Comagarden ha così stimato, utilizzando questi dati forniti dal gruppo di rilevamento statistico Morgan che comprende la gran parte delle case costruttrici, a fine anno un passivo pari al 7%. Il numero complessivo di macchine e attrezzature vendute dovrebbe attestarsi, nel bilancio complessivo, intorno a 1 milioni e 263 mila unità.
EUROFLORA: RINO SURACE PREMIATO CON IL GAROFANO D’ARGENTO Rino Surace, nell’ambito del 49° Premio Internazionale Garofano d’argento 2023, ha ricevuto il Premio internazionale alla professionalità “Franco Locatelli”. Questa la motivazione: “Per aver gestito con grande professionalità e coraggio il ritorno di Euroflora nei Parchi di Nervi, nella veste di direttore, con un formato totalmente innovativo, interpretando al meglio le esigenze del settore e ottenendo un riposizionamento di qualità della manifestazione su uno scenario internazionale e promuovendo altresì la città di Genova, la Liguria e il florovivaismo italiano”. Ad aggiudicarsi il Garofano d’argento 2023 nel campo florovivaistico insieme a Rino Surance anche Pallarés Castellò, Presidente della CIDAE (Coordinadora Internacional de Entidades de Alfombristas de Arte Efimero) e Klara Biza, giornalista ed editore di Budapest.
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STORIE BREVI News
Fosforo, le fonti mondiali sono in esaurimento
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a riduzione della disponibilità di Fosforo (“Phosphorus depletion”) rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme per l’agricoltura e la sicurezza alimentare su scala mondiale. Insieme ad Azoto e Potassio, il Fosforo rappresenta uno degli elementi quantitativamente più richiesti dalle piante coltivate per svilupparsi correttamente e garantire rese adeguate, in termini di quantità e qualità. La continua riduzione della disponibilità di questo elemento è preoccupante e potrebbe avere ripercussioni gravi sulla sicurezza alimentare dell’intera popolazione mondiale. Ma non solo. Perché potrebbe anche provocare tensioni a livello globale tra player di diverso “peso” e importanza negli scenari economici mondiali. Le principali fonti di approvvigionamento di Fosforo si trovano in Marocco, Cina, Russia e Stati Uniti. Tutte fonti in fase di ridimensionamento a causa dello sfruttamento intensivo a cui sono sottoposte dal secondo dopoguerra in poi. I suoli coltivati del mondo si stanno impoverendo di Fosforo, nonostante l’elevato apporto di fertilizzanti chimici. Si prevede così che nel medio periodo, a livello globale, i suoli agricoli subiranno perdite di tale elemento in ragione di 4-19 kg/ha all’anno, principalmente a causa di fenomeni di erosione, che contribuisce a tale perdita per oltre il 50% del totale. Lo scenario presentato comporta che l’agricoltura debba necessariamente prendere coscienza della necessità di ridurre gli input di Fosforo minerale nelle colture di tutto il mondo. «In Agribios Italiana riteniamo che la risposta concreta al problema del Fosforo in agricoltura sia nell’uso di concimi organici o organo-minerali, notoriamente in grado di rilasciare gli elementi nutritivi in tempi prolungati, proteggendoli dalle perdite per dilavamento e solubilizzazione delle quote di Fosforo immobilizzante nei suoi agrari in decenni di concimazione minerale» ha spiegato Carlo Alberto Antoniazzi, Agronomo e Direttore commerciale dell’azienda. «L’inculo dei concimi con microrganismi utili specifici, inoltre, favorisce la solubilizzazione delle quote di Fosforo immobilizzante nei suoli agrari in decenni di concimazione minerale. Anche per questo siamo convinti che l’uso dei concimi inoculati, che Agribios Italiana ha immesso per prima come azienda sul mercato nazionale, rappresenti una scelta imprescindibile per l’agricoltura di oggi e ancor più di domani».
23–26 GENNAIO
IL NOSTRO CUORE BATTE GREEN
Ogni anno IPM ESSEN riunisce con entusiasmo e passione il settore internazionale che abbraccia silvicoltura, agricoltura, orticoltura e giardinaggio e guarda al futuro facendosi forte promotrice di innovazione. L’impressionante varietà di piante e di novità vegetali, le innovazioni tecniche più all’avanguardia, le stimolanti tendenze della floristica e l’ampia proposta di attrezzature rendono l’IPM ESSEN un punto di riferimento a livello mondiale. Meet the green family!
WWW.IPM-ESSEN.DE
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2024
PIANTE TECNICA FLORICOLTURA ALLESTIMENTO
STORIE BREVI News
TUTTO PRONTO PER L’EDIZIONE PRIMAVERILE DI PLANTARIUM|GROENDIREKT L’edizione primaverile di PLANTARIUM|GROEN-Direkt, che si terrà il 6 e il 7 febbraio 2024, è quasi sold out. Con più di 150 espositori e 5000 sample layers la fiera si prepara ad essere un successo. Il layout sarà lo stesso dell’edizione autunnale, disponibile sul sito web della manifestazione. Durante l’edizione primaverile di PLANTARIUM|GROEN-Direkt sarà consegnato il Green Retail Award nella categoria “Preferito dai visitatori”. Durante i giorni della fiera i visitatori saranno invitati a votare quello che considereranno il miglior nuovo prodotto. Per maggiori informazioni https://plantariumgroendirekt.nl
IPM ESSEN: avviata collaborazione con HortEx Vietnam
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azienda olandese Nova Exhibitions B.V. e il suo partner vietnamita Minh VI Exhibition & Advertisement Co., Ltd. sono gli organizzatori di HortEx Vietnam, che si terrà dal 13 al 15 marzo 2024 presso il SECC Saigon Exhibition & Convention Center di Ho CHI Minh City. IPM ESSEN gestirà in esclusiva l'acquisizione di espositori provenienti dalla regione DACH e da altre nazioni con rilevanza nel mercato mondiale dell’orticoltura, come Italia ed Ecuador. Inoltre, un memorandum d’intesa stabilisce che le parti mirano a una partnership a lungo termine, che vada oltre il 2026. “Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a compiere un ulteriore passo avanti verso l’internazionalizzazione della fiera leader mondiale dell’orticoltura. Con questa cooperazione dimostriamo la nostra presenza in un mercato in rapida crescita consentendo alle aziende tedesche, austriache e svizzere, in particolare, di stabilire nuovi contatti e relazioni d’affari”. A dirlo è Oliver P. Kuhrt, amministratore delegato di Messe Essen, alla firma dell’accordo di cooperazione. “La rotta è stata impostata per una proficua collaborazione a lungo termine tra IPM ESSEN e HortEx. Messe Essen sta ancora una volta espandendo la sua rete globale e portando il nome della città di Esssen nel mondo. Sostengo quindi con convinzione la nuova partnership” ha detto Thomas Kufen, presidente del Consiglio di vigilanza di Messe Essen.
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STORIE BREVI News
La Danimarca ha vinto la quarta edizione del Green Cities Europe Award
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opo Beringen in Belgio nel 2020, Nantes in Francia nel 2021 e Alkmaar nei Paesi Bassi nel 2022, quest’anno è stata la Danimarca ad aggiudicarsi il premio Green Cities Europe Award con il progetto “Basecamp Lyngby”. Seconda classifica la Francia, con il progetto “Montreynaud Forum”, e terzi i Paesi Bassi, con il progetto “Utrecht”. Il premio, giunto alla sua quarta edizione, è un’iniziativa della European Nursery Stock Association (ENA) insieme alle organizzazioni vivaistiche di 13 Paesi europei riuniti nel programma internazionale Green Cities Europe. In questo programma, i Paesi lavorano insieme per evidenziare il valore aggiunto degli spazi verdi nell’ambiente urbano. Ogni Paese aderente può proporre un progetto nazionale, che viene poi giudicato da una giuria composta da un membro delegato da ciascun Paese partecipante al premio. I progetti ammessi sono molto diversi tra loro, dai campi scuola agli ospedali, fino alle aree residenziali.
Vi auguriamo un sereno natale e un felice anno nuovo Ci vediamo l’anno prossimo all’IPM Dal 23 al 26 gennaio Stand 2D13 Gianfranco de Leo Area Manager South Europe +39 340 84 514 18 gianfrancodeleo@schoneveld.nl
STORIE BREVI News
Le 10 parole della sostenibilità di Quantis il 2024
Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia
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uantis, società leader per la consulenza ambientale, ha individuato 10 concetti chiave i temi del dibattito quotidiano rispetto alla sostenibilità, che saranno centrali anche nel 2024. I concetti sono stati riuniti in un glossario che “punta ad essere un vademecum per comprendere la portata degli impegni che i Governi, le aziende e le organizzazioni hanno ”, come spiegato da Simone Pedrazzini, direttore di Quantis Italia. “Vincoli che ci legano al nostro Pianeta e che, nella direzione della trasformazione sostenibile e dell’integrazione della dimensione sociale, ci ricordano il legame con l’intera comunità umana e con le generazioni future. Il lessico della sostenibilità risulta tanto più complesso quanto più, oltre al climate change, diventa evidente l’impronta dell’attività umana sull’ambiente in cui viviamo, rispetto ai nove limiti planetari”. I dieci concetti proposti da Quantis sono: circolarità (quadro di soluzioni sistemiche che prende le mosse da tre principi: eliminare i rifiuti e l’inquinamento, re-immettere in circolo prodotti e materiali e usare materiali e fonte energetiche rinnovabili); approccio del ciclo di vita e approccio sistemico; capitale naturale (lo stock di risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili sulla terra che si combinano per produrre un flusso di benefici o “servizi” alle persone); servizi ecosistemici (quei servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo. Secondo la definizione proposta dal MEA - Millennium Ecosystem Assessment, i servizi ecosistemici sono i “molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano”); Water Risk Assessment; WASH (acronimo di Water, Sanitation and Hygiene); Land Use Change (conversione di una parte di terreno da uno scopo ad un altro); interventi di mitigazione, adattamento e resilienza; e infine: Governance: COP, Accordi di Parigi, Global Stocktake.
SCHONEVELD: UN DECENNIO RICCO DI SVILUPPI Super Serie Fusion di Schoneveld Breeding è il primo ciclamino a fiore grande con foglie bicolori e rappresenta una novità sul mercato. La sua storia è iniziata in Giappone e nel 2012 Schonelved Breeding ha sviluppato Fusion Large: “Cercavamo un ciclamino bicolore, a fiore grande, che fiorisse in modo stabile. Inoltre, dovevamo mantenere le note caratteristiche della Super Serie, come l’uniformità dei colori e della fioritura”. Fusion Large è facile da coltivare e il prodotto finale è forte, uniforme e ricco di fiori. La differenza principale rispetto alle altre varietà di ciclamini è la velocità di coltivazione. La XL è adatta per l’autunno e fiorisce dopo circa 26-28 settimane dalla semina. Fusion Large, invece, richiede circa 27-29 settimane. Fusion Large, con tutte le sue caratteristiche, si conferma un prodotto forte, che si è evoluto dalla genetica della nota Serie Super di Schoneveld Breeding.
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FOCUS AIPSA INFORMA in collaborazione con
Un comparto in evoluzione Aipsa ha partecipato al convegno “Le sfide aperte del florovivaismo italiano. I florovivaisti e le nuove generazioni affrontano la transizione green”, evento organizzato a Roma dall’Associazione Florovivaisti Italiani di Cia. Ecco cosa è emerso di Daria Orfeo con la collaborazione di Luisa Falcone
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l compito di Aipsa è stato quello di spiegare come i substrati di coltivazione sono sempre più considerati mezzi tecnici fondamentali per le produzioni orto-florovivaistiche; e che per una crescita ottimale delle piante, in un sistema di coltivazione professionale, è importante avere substrati con il giusto mix, così come è fondamentale avere un’adeguata gestione dell’acqua di irrigazione e della concimazione. Per questo motivo sul mercato è disponibile un’ampia gamma di miscele, perché, come ben sappiamo, le specie vegetali differiscono notevolmente per il loro fabbisogno di acqua, sostanze nutritive e quindi, parallelamente, sono necessari diversi tipi di substrato, per garantire una coltivazione ottimale. La corretta gestione del sistema substrato/pianta/tecnica di coltivazione, fornisce condizioni di crescita prevedibili e affidabili per il coltivatore, contribuendo a una coltivazione più efficiente e redditizia. Ormai questo è un passaggio obbligato. TORBA, LA MATRICE PIÙ UTILIZZATA
In questo contesto è emerso come l’industria dei produttori di substrati seleziona le componenti sulla base delle loro performance agronomiche, delle esigenze della coltura, della disponibilità e reperibilità e sulla loro sostenibilità. In termini di volumi impiegati, tra le componenti
organiche, le torbe, sono la matrice più utilizzata, in virtù delle sue peculiarità: è molto stabile, reperibile e soprattutto di semplice e consolidata gestione da parte dell’agricoltore florovivaista. In questi ultimi anni si parli molto di produzione sostenibile e impatto ambientale dei substrati ed in particolare delle torbe, spesso anche con errate informazioni, che non consentono una chiara valutazione del contributo delle materie prime, dei substrati e del loro impiego in termini di sostenibilità della filiera florovivaistica. IL GIUSTO COMPROMESSO
Oltre alle torbe sono impiegate, in volume sempre più considerevole le fibre di legno, matrici a base di fibre di cocco,
compost, oltre ai minerali. Numerose sono le evoluzioni a cui si assisterà nei prossimi anni. Certamente, i coltivatori dovranno considerare l’utilizzo di substrati con minori contenuti di torba e l’industria dei produttori di substrati dovrà mostrare competenza per evitare diminuzioni delle performance dei propri substrati. In ogni caso è da mettere in conto che per conseguire una sostenibilità a lungo termine bisognerà considerare che produttori di substrati e utilizzatori dovranno affrontare insieme questo cambiamento e che saranno richieste maggiori risorse economiche, in primis, per supportare e fornire assistenza tecnica e innovare i sistemi di coltivazione ad una gestione più efficiente.
I coltivatori dovranno considerare l’utilizzo di substrati con minori contenuti di torba e l’industria dei produttori di substrati dovrà mostrare competenza per evitare diminuzioni delle performance dei propri substrati
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Dario Orfeo / Agronomo e consulente per il settore dei fertilizzanti, substrati e ammendanti. Dal 2007 è segretaria di AIPSA, l'associazione italiana dei produttori di substrati di coltivazione e ammendanti.
Buone Feste
FOCUS Marketing
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n Italia, negli ultimi 10 anni, sono aumentati del 12,8% gli agricoltori under 30. Un dato, emerso dall’analisi della Coldiretti sui dati di Infocamere e Unioncamere relativi al periodo 2014 - 2023, che evidenzia un andamento in controtendenza rispetto agli altri settori economici, che hanno registrato un crollo medio del 25,2% dei giovani imprenditori. L’analisi, infatti, ha evidenziato come nei 10 anni presi in considerazione le imprese condotte dai giovani sono state 110mila in meno. Nel settore agricolo, invece, si è registrato un aumento di oltre 4mila imprese gestite da giovani sotto i 30 anni. Secondo l’analisi Coldiretti le imprese giovani hanno «rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore, impegnan-
I DATI IN BREVE • +12,8% agricoltori under 30 negli ultimi 10 anni •-25,2% giovani imprenditori negli altri settori economici negli ultimi 10 anni • +4mila imprese gestite da giovani under 30 negli ultimi 10 anni
Agricoltori under 30 in controtendenza Tra il 2014 e il 2023, secondo l’analisi di Coldiretti su dati di Infocamere e Unioncamere, sono aumentati i giovani imprenditori del settore. Un andamento che viaggia in senso inverso rispetto agli altri settori economici di Penelope Moran
dosi soprattutto in attività multifunzionali». Tra queste: la trasformazione aziendale dei prodotti fattorie didattiche e agriasilo, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la cura del paesaggio e la produzione di energie rinnovabili. «Occorre sostenere il ritorno alla terra dei giovani e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale superando gli ostacoli burocratici che si frappongono all’insediamento». A dichiararlo è Enrico Parisi, neo leader dei giovani imprenditori agricoli della Coldiretti, che ha poi sottolineato la necessità di «investire su un settore strategico per far ripartire
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l’Italia e l’Europa grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità». L’APPROVAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIA GIOVANILE IN AGRICOLTURA
Lo scorso 9 novembre la Camera ha approvato la Proposta di legge della Lega con disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo. «Il parlamento è intervenuto con una riforma strutturale a favore dei giovani agricoltori stanziando 156 milioni di euro dal 2024 al 2029 e 27,26 mln annui dal
2030, tra agevolazioni e contributi diretti» ha dichiarato Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera. «È una legge molto importante perché inverte una tendenza, crea una riconoscibilità sociale per un’attività che è stata spesso vessata e considerata un ripiego per molti giovani». E ha aggiunto: «L’Italia, con questa pronuncia, che è la prima lettera di questa proposta di legge, ha invece deciso di riconoscere l’agricoltore come veicolo per il futuro del Paese». Tra gli elementi più importanti di questo provvedimento: le agevolazioni sull’ampliamento delle produzioni, il diritto di prelazione sui terreni confinanti e un contributo a fondo perduto per il primo insediamento. Previsto anche un credito d’imposta per le spese relative alla partecipazione a corsi di formazione e l’Istituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria e il lavoro giovanile nell’agricoltura.
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CAMPAGNA FINANZIATA CON L’AIUTO DELL’UNIONE EUROPEA.
IL CONTENUTO DI QUESTA CAMPAGNA PROMOZIONALE RAPPRESENTA SOLTANTO LE OPINIONI DELL’AUTORE ED È DI SUA ESCLUSIVA RESPONSABILITÀ. LA COMMISSIONE EUROPEA E L’AGENZIA ESECUTIVA EUROPEA PER LA RICERCA (REA) NON ACCETTANO ALCUNA RESPONSABILITÀ RIGUARDO AL POSSIBILE USO DELLE INFORMAZIONI CHE INCLUDE.
STORIE DI NOVITÀ Prodotti e servizi
Competere su tutti i fronti Dal nuovo responsabile commerciale alla presentazione dei cataloghi, Greenview è pronta per intervenire con prodotti e servizi ad hoc per il mercato professionale e hobbistico. Senza dimenticare la sua natura familiare di Alice Nicole Ginosa Da sinistra, Stefano Losio e Matteo Taormina, rispettivamente responsabile commerciale e amministratore di Greenview
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reenview nasce alla fine degli anni Ottanta come azienda produttrice di substrati ad uso esclusivamente professionale. Con gli anni ha deciso di aprirsi anche all’hobbistica, viste le crescenti richieste di un mercato in continua evoluzione. Questo le ha permesso di fare un importante salto in avanti in termini di fatturato e offerta al pubblico, pur riuscendo a mantenere una dimensione familiare, che tutt’oggi la caratterizza anche nel rapporto con i clienti in Italia e all’estero. Fin dalle sue origini, l’azienda si è concentrata su tre aspetti fondamentali e che sono alla base del suo lavoro. In primis l’avanguardia, intesa come costante sperimentazione di miscele e materie prime, l’esperienza di
oltre 30 anni in tutti i settori e in tutte le coltivazioni e a contatto con i fornitori e infine la trasparenza. “Ciò che diciamo, facciamo” si legge sul catalogo dell’azienda, a dimostrazione di come la fiducia del cliente sia al primo posto. PER IL PROFESSIONISTA E PER L’HOBBISTA
Una serie importante di ampliamenti dell’azienda negli ultimi anni permette lo stoccaggio, la lavorazione e il confezionamento di una gamma sempre maggiore di selezioni nate per rispon-
Arancio: il colore di Greenview “Volevamo dare un colore riconoscibile e identitario ai prodotti aziendali e l’arancio è un colore bellissimo. L’unico colore che ha il nome di un frutto, è un colore particolarmente stimolante, associato all’energia ed è in grado di trasmettere ottimismo, gioia, vitalità e forza, tutte qualità che sentiamo nostre e che fanno di Greenview il partner giusto per le aziende dinamiche che guardano al futuro”.
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dere alle richieste dei clienti che ormai si distribuiscono in gran parte del territorio nazionale e internazionale. Fin dalla fondazione dell’azienda il nome è stato ispirato dall’espressione inglese che traduce “visione del verde”. Un concetto a cui la famiglia è molto legata, sostenendo che sia fondamentale promuovere prodotti di alta qualità al giusto prezzo, senza compromessi, sia per il professionista sia per l’appassionato. Con l’ingresso in azienda di Stefano Losio, nuovo direttore commerciale, sono tanti i progetti che si stanno mettendo in moto: “La prossima mossa sarà capire ulteriormente le esigenze del rivenditore e intervenire sulla gamma con nuovi prodotti e nuovi servizi dedicati al garden. Una nuova comunicazione sia al punto vendita che al consumatore finale, una implementazione della rete vendita che in parte è già avvenuta e un focus sulle zone dove al momento siamo ancora meno presenti. Abbiamo in mente tanti progetti nuovi ma ci vorrà un po’ di tempo perché vedano la luce, intanto stiamo lavorando assiduamente”.
STORIE DI NOVITÀ Perovskia Bluesette Instagram @florensisinternational
LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DI PEROVSKIA BLUESETTE Florensis sul suo profilo ufficiale Instagram ha pubblicato quelle che sono le caratteristiche principali di Perovskia Bluesette, una varietà che lascerà “il vostro giardino incantato!” • Varietà tradizionali per un mercato visivamente attraente • Veri e propri prolungatori di stagione • Amichevoli con gli insetti • Tolleranti alla siccità • Vere stelle blu!
Nel blu dipinto di blu Bluesette è la varietà di Perovskia, proposta da Florensis, dal nome che richiama un jazz-standard degli anni ‘60. Una pianta caratterizzata da fioritura precoce, fogliame argentato e tolleranza alla siccità di Benedetta Minoliti
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luesette non è solo un jazz-standard scritto nel 1961 dall’armonicista e chitarrista Toots Thielemans, ma anche il nome di una varietà di Perovskia proposta da Florensis. Proprio come questo riferimento jazzistico sconosciuto, per la maggior parte dei giardinieri la Perovskia è la ben nota varietà blu “sconosciuta” come Lavandula e Salvia. Questo nuovo concetto di blues è stato progettato appositamente per le varietà tradizionali per il mercato visivamente attraente. Bluesette è caratterizzata da una fioritura precoce, un fogliame argentato, una facile manutenzione. E ancora: è tollerante alla siccità ed è amica degli impollinatori. Inoltre, questa alternativa alle varietà vegetative è una Perovskia a ramificazione compatta e precoce da
seme. Bluesette è perfetta per il giardino ed è circa il 30-50% più compatta della varietà blue steel.
Scansiona il qr code per guardare su YouTube il video di presentazione della Perovskia Bluesette realizzato da Florensis
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STORIE DI NOVITÀ Rose
Roses Forever Roses Forever è un’azienda ibridatrice di rose che ha sviluppato e commercializzato diverse serie di rose, come Infinity o la serie da giardino Plant’n’Relax e Sweet Home Roses.
Verso l’infinito e oltre Princess of Infinity è la rosa da vaso più venduta e amata al mondo. Dalla sua prima apparizione, nel 2009, è arrivata a 7 varietà diverse. Tutto grazie alla facilità di coltivazione, vendita e ai suoi fiori di lunghissima durata di Benedetta Minoliti
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a società danese Roses Forever, nel 2009, ha sviluppato Princess of Infinity, una rosa da vaso bianca di lunghissima durata con fiori straordinariamente grandi e facile da coltivare, con un tempo di produzione più breve rispetto alle rose da vaso tradizionali. Oggi, la Princess of Infinity è la varietà da vaso di punta, la più venduta e amata dai coltivatori in serra di tutto il mondo. Nel 2014 è entrata nel mercato anche la versione baby. Da qui molti coltivatori in serra, dalla Giappone alla Cina, dalla Norvegia alla Danimarca, oltre ai grandi produttori olandesi, hanno iniziato a produrla. Grazie alla sua facilità di coltivazione e di vendita, la Princess of
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Infinity è decollata, anche grazie alla sua dimensione e alla durata dei fiori, che si distinguono dalle rose più tradizionali. Tutto questo si va ad aggiungere, come detto, anche ad un minor tempo di coltivazione, che permette così ai coltivatori un importante risparmio di luce, calore e protezione delle piante. 7 VARIETÀ DIVERSE
Dalla vendita della prima Princess of Infinity sono passati ben 14 anni. In questo arco di tempo la serie è cresciuta, arrivando a 7 varietà diverse: Infinity bianca, Princess of Infinity rosa, Rose Infinity, Infinity gialla, Queen of Infinity sal-
mone, King of Infinity rosso, Infinity sempreverde e Cherry Infinity Cerise, la nuova colorazione proposta proprio quest’anno. Le rose Infinity sono coltivate in vaso di dimensioni da 10,5 a 15 cm, ma possono essere coltivate anche in vaso 19-21 cm. Alcuni coltivatori scelgono anche di mescolare le varietà in vaso, per rendere il prodotto ancora più appetibile. I mix Infinity più noti sono: Princess con bianco per il periodo natalizio e Princess con bianco e giallo per la primavera.
STUDI DI SETTORE Sondaggio
Substrati e terricci, come si sta evolvendo il settore? Il sondaggio di AIPSA in collaborazione con agriflortec e greenup
greenup AIPSA, Associazione Italiana Produttori Substrati di coltivazione e Ammendanti, sta realizzando un sondaggio, in collaborazione con le nostre riviste tecniche agriflortec e greenup, sui substrati e sui terricci. L’obiettivo del sondaggio, rivolto a coltivatori e rivenditori, è quello di realizzare una fotografia del mercato dei substrati e dei terricci creando, una volta raccolti i dati, uno strumento utile per la filiera e tutti gli operatori professionali.
Sei un coltivatore? Rispondi al sondaggio scansionando il qr code
Sei un rivenditore? Rispondi al sondaggio scansionando il qr code
Di la tua, perché la tua opinione è importante!
STORIE DI SETTORE Spagna
Successo internazionale La 52esima edizione di Iberflora, tenutasi dal 3 al 5 ottobre a Valencia, ha toccato quota 12mila visitatori e presentato più di 400 aziende. Un traguardo eccezionale anche in termini di visitatori ed espositori esteri. Insomma, la Spagna piace e il suo mercato cresce di Alice Nicole Ginosa
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n evento chiave per il mercato spagnolo. Iberflora, giunta alla sua 52° edizione, chiude con un bilancio positivo sotto ogni punto di vista. "Siamo molto soddisfatti perché espositori e visitatori ci hanno trasmesso il successo che è stato" - ha rivelato Máximo Solaz, direttore di Iberflora. “È una fiera che si è distinta per il suo carattere internazionale, sia in termini di espositori sia di visitatori, e si è fatta notare”. Ebbene sì, i dati di chiusura confermano il trend: sarebbero infatti raddoppiati i buyer internazionali e cresciuti di oltre il 30% gli espositori
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stranieri. Inoltre, il mercato nazionale si consolida e registra una crescita sostenibile di circa il 5%. La fiera di riferimento per la pianta e il fiore, il paesaggismo, la tecnologia e il fai da te ha accolto, nei suoi 35.000 metri quadri, ben 12.000 visitatori. Di questi molti provenienti da Portogallo, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Olanda, Italia, Marocco, Arabia Saudita, Repubblica Ceca, Regno Unito, Panama, Romania, Andorra, Montenegro e Giappone. Spiccano “i Paesi Bassi e l'Italia, che in questa edizione sono diventati i due paesi stranieri più rappresentati", conclude Solaz.
STORIE DI SETTORE Spagna
«Le esportazioni di fiori e piante della Comunità Valenciana hanno raggiunto un valore di 163,1 milioni di euro nel 2022 e, tra gennaio e luglio 2023, hanno già raggiunto i 131,6 milioni di euro» BILANCIO E SENSAZIONI POSITIVE
"Il successo di Iberflora nel 2023 rafforza la sua posizione di evento chiave", ha osservato Raúl Ferrer, presidente di Iberflora, aggiungendo che, come espositore, ha avuto molto lavoro. "Dal primo all'ultimo giorno abbiamo avuto gli stand pieni". Cosa potrebbe aver favorito il successo? Indubbiamente lo sguardo che la manifestazione ha rivolto alla sostenibilità e all’innovazione da una parte e il coinvolgimento dell’estero dall’altra. Innovazione, sostenibilità, tecnologia e tanto verde sono state le chiavi di lettura dell’intero evento che ha messo in mostra un’ampia gamma di prodotti che cercano, tra le altre cose, di essere più sostenibili, risparmiare acqua e contrastare il cambiamento climatico. UN EXPORT DI MILIONI DI EURO
Le esportazioni di fiori e piante della Comunità Valenciana hanno raggiunto un valore di 163,1 milioni di euro nel 2022 e, tra gennaio e luglio 2023, hanno già raggiunto i 131,6 milioni di euro. Secondo i dati ASFPLANT, i principali
acquirenti di questi prodotti valenciani all'estero si trovano prima in Francia, seguita a distanza da Germania e Paesi Bassi e, in misura minore, Italia e Belgio. “È una fiera che ha una componente internazionale in netta espansione. Sta crescendo in numero di espositori e anche in termini di acquirenti internazionali”, ha affermato il Ministro dell’Innovazione, dell’Industria, del Commercio e del Turismo Nuria Montes. "Ancora una volta il settore vede consolidarsi l'aumento della sua attività nel settore dell'export, senza trascurare, ovviamente, il mercato nazionale, che è enormemente consolidato", ha aggiunto.
ESTERO SÌ, MA ANCHE NAZIONALE
“È vero che siamo sempre più internazionali, ma non dobbiamo dimenticare che l'espositore e il visitatore spagnolo sono protagonisti della manifestazione. Siamo la fiera più importante del settore verde in Spagna”, afferma Raúl Ferrer, presidente di Iberflora. Tra questi, 25 aziende andaluse hanno presentato la loro intera offerta che gode di grande riconoscimento sul mercato spagnolo e estero. Inoltre, Iberflora ha raggiunto un accordo di collaborazione con l'Associazione delle Aziende Produttrici di Piante da Vivaio (VAME) di Alicante che ha previsto la presenza di 8 aziende della provincia in un'area espositiva di 400 metri quadrati. Per maggiori informazioni www.iberflora.feriavalencia.com
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STORIE DI SETTORE Spagna
Quando il garden center si fa insieme Nel 2002, sei aziende indipendenti che operavano come garden center hanno deciso di unirsi per fornire una risposta collettiva ad un ambiente sempre più competitivo. Pochi mesi dopo, Jardinarium è stato fondato come il primo Centro Acquisti e Servizi per il garden in Spagna, nel febbraio 2003, grazie al supporto di 21 proprietari di centri di giardinaggio colloquio con Javier Gil-Vernet di Alice Nicole Ginosa
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ardinarium è il primo Centro Acquisti e Servizi per il garden in Spagna che oggi conta più di 25 associati che gestiscono circa 36 punti vendita sparsi in tutta la Spagna e che impiega più di 750 persone, con un fatturato annuo complessivo di 52 milioni di euro e una superficie totale destinata alla vendita di 275.000 metri quadrati. Tutto inizia nel 2002 quando sei aziende indipendenti del settore hanno cercato di dare una risposta concreta a una situazione sempre più competitiva. Il risultato è stata la creazione di Jardinarium nel febbraio 2003. Abbiamo incontrato il ceo Javier Gil-Vernet in occasione di Iberflora, la fiera di riferimento per la pianta e il fiore, il paesaggismo, la tecnologia e il fai da te di Valencia e abbiamo deciso di farci raccontare questa realtà in cui aziende a conduzione familiare che vantano un'esperienza media nel settore di oltre 20 anni hanno trovato il loro equilibrio in un modello di gestione caratterizzato dalla costante ricerca dell'efficienza e della sinergia. Che cos’è Jardinarium e qual è stato il suo ruolo nel corso degli anni? «Jardinarium nasce nel 2003 per iniziativa di sei garden center che hanno rilevato la necessità di fare un passo
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avanti riguardo al proprio posizionamento sul mercato. Tutti e sei leader in ciascuna delle loro aree. Tutti hanno capito che il futuro richiedeva una visione che solo un progetto comune come Jardinarium poteva offrire. E sono proprio questi sei garden center che hanno dato avvio a Jardinarium. Fin dalla sua nascita, Jardinarium nasce e cresce come un progetto basato su tre assi strategici proprio come se fosse uno sgabello a tre gambe, facendo crescere i suoi tre assi in modo equilibrato per mantenerlo sempre stabile. Dalle sue origini fino ad oggi, si è sempre ragionato secondo il punto di vista del garden e si è lavorato in modo equilibrato sugli ambiti “acquisti”, “gestione” e “vendita”, ritrovandosi oggi con una struttura nettamente differente dal resto e che offre al consumatore un'esperienza e un'offerta che non è possibile trovare in nessun altro centro. Inoltre Jardinarium offre ai propri associati un modello di gestione caratterizzato dalla costante ricerca dell'efficienza, che rende la centralizzazione e la generazione di sinergie congiunte efficace e, anche, un portafoglio di prodotti proprio, in cui la presenza di prodotti con il proprio marchio (in fase di avvio) assume sempre maggiore importanza. Jardinarium è diventato l'asse
dell'innovazione, dell'ottimizzazione e dell'efficienza di tutti i garden center che ne fanno parte». Quest’anno abbiamo partecipato per la prima volta a Iberflora. Lei cosa ne pensa della manifestazione e che impatto ha sul mercato e settore nazionale? «Iberflora è l'incontro annuale del settore in Spagna, è la fiera per eccellenza. Una fiera che quest'anno ha raggiunto il suo cinquantesimo anniversario e in questo periodo è diventata un evento imperdibile che funge da punto di riferimento e di incontro per l'intero settore del giardinaggio spagnolo. Negli ultimi anni, dopo il Covid, la fiera è diventata più rilevante per i buyer stranieri e stiamo riscontrando un maggiore interesse per il nostro mercato». Parliamo di futuro: quali novità prevedete per Jardinarium e per il settore in generale? «È vero che il verde è di moda e che l'ingresso di nuovi consumatori nel nostro mercato, soprattutto il pubblico più giovane, ci ha reso molto più sensibili e pronti a prendere in considerazione le diverse tendenze che già si rilevano nel mercato al dettaglio in questi ultimi anni. La sostenibilità e il rispetto per l’ambiente sono diventati fondamentali per il nuovo consumatore e determinano la nostra operatività e la nostra offerta. L'incoerenza infatti viene rapidamente rilevata e penalizzata dal cliente. Il tutto deve avvenire in combinazione con l’innovazione, qualità e ottimizzazione dei prezzi, dato che sono aspetti che, oggi, non vengono percepiti come elementi indipendenti. Da parte nostra, abbiamo preparato le campagne 2024 e successive pensando a una collezione molto più naturale, che valorizza al massimo tutto il verde, che diventa il nuovo colore base, il colore che sostituisce il grigio come tono neutro. Interno ed esterno si fondono più che mai e l'ingresso massiccio della pianta nel mondo della casa e della decorazione anticipa un futuro promettente».
STORIE DI SETTORE Spagna
“Dobbiamo cercare la complicità del settore” La rivista spagnola garden magazine, grazie al suo direttore Alberto Bolós Beltrán, ci aiuta a fare il punto sull’informazione B2B del Paese e a tracciare le tendenze e il futuro del centro di giardinaggio colloquio con Alberto Bolós Beltrán di Alice Nicole Ginosa
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bbiamo fatto due chiacchiere con il direttore generale di garden magazine, Alberto Bolós Beltrán, che ci ha raccontato come l’editoria specializzata si relazione con il settore professionale e ha condiviso con noi alcune considerazioni sul futuro e sul rapporto con i lettori. Come nasce garden magazine e qual è il suo ruolo per i garden center? «garden magazine nasce nel 2005, anche se il nostro legame con il settore del verde risale al 1993. Dal 1979, inoltre, operiamo nel mondo delle riviste professionali (ora B2B). Garden Magazine è specializzata fin dalle origini nell'offrire informazioni utili per il punto vendita di giardinaggio. E il garden center è a tutti gli effetti il punto vendita del giardinaggio per eccellenza, il più significativo. Il rapporto che intratteniamo con i garden center è molto stretto, di reciproca collaborazione e complicità». In qualità di direttore, quali sono i progetti per il
futuro? «La ricerca di nicchie di m erc a t o è stata da sempre la nostra specialità. Ci occupiamo di un'altra pubblicazione (petshops magazine) rivolta ai negozi di animali, un'altra per gli appassionati di giardinaggio (GM) e recentemente abbiamo lanciato LANDSCAPING, pensata per paesaggisti e grandi aziende di giardinaggio. E tutto questo con versioni cartacee, versioni online, newsletter e relativi siti web, oltre a una presenza capillare sui social network». Come è cambiata la modalità di informarsi per i professionisti? «Il canale garden in Spagna è ancora molto tradizionale. Il B2B nei suoi diversi formati continua ad avere molto valore. Il professionista sa che ciò che viene pubblicato sulla rivista, sul web, nelle newsletter, anche sui social network, è rivolto esclusivamente a lui». Abbiamo avuto modo di incontrarci a Iberflora. Cosa pensa di questa manifestazione?
STORIE DI SETTORE Spagna
«Iberflora è l'unica fiera B2B che si tiene in Spagna. La fedeltà del settore vivaistico della produzione di piante ornamentali è stata alla base del suo successo. Ogni due anni Iberflora si svolge in concomitanza con Eurobrico, la fiera del fai da te, e questa coincidenza lo rende un evento imperdibile, sia per gli espositori sia per i visitatori. L'edizione 2023 tenutasi lo scorso ottobre non ha coinciso
con Eurobrico, il che ha avuto un impatto negativo sull'offerta degli espositori e anche sul numero di visitatori. In ogni caso, in questa edizione gli organizzatori hanno raggiunto un numero eccezionale di espositori grazie all'introduzione di nuovi sottosettori come il landscaping e con la presenza di un notevole numero di aziende provenienti dai Paesi Bassi, paese ospite di questa edizione. Quest'anno, alla
tradizionale assenza di aziende legate al fai da te, che preferiscono esporre ogni due anni in concomitanza con Eurobrico, si sono aggiunte altre assenze molto rappresentative dal canale del giardinaggio. L’Italia è stata una presenza di spicco in questa edizione con Veca, Epoca, Antico Mestiere, Alce, Tera, Plastecnic, Stocker, Sipcam, Orto Mio, GiroMagi e Flora Toscana».
Iberflora: il punto di vista italiano Organizzazione Orlandelli commenta la sua partecipazione alla 52° edizione della Fiera di Valencia come partner del gruppo di acquisto locale, Aliat Grup, e traccia un quadro esaustivo sulla situazione spagnola sia a livello di settore sia per il canale distributivo garden center colloquio con Lino Truffelli di Francesco Tozzi
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a vocazione di Organizzazione Orlandelli verso i mercati esteri le ha permesso di entrare nel mercato spagnolo molti anni fa. Dopo che lo scorso ottobre si è tenuta a Valencia Iberflora, la fiera di riferimento per il settore per la Spagna, abbiamo chiesto a Lino Truffelli, responsabile marketing dell’azienda di raccontarci la loro esperienza e fornirci il suo punto di vista sull’andamento del mercato spagnolo e sulle evoluzioni del canale distributivo. Quale è stato il riscontro durante la partecipazione all’ultima edizione di Iberflora? «Iberflora è la fiera di settore di riferimento del mercato spagnolo per il mondo di piante e fiori in cui riusciamo ad avere un immediato termometro di come sia andata la stagione ai garden spagnoli e quali siano i trend previsti per l’anno successivo. In generale il mercato di piante e fiori in Spagna è in un momento di autentico boom: il 2021 è stato l’anno record, il 2022 è stato l’anno del mantenimento con un +4% sul 2021 e quest’anno si parla di un nuovo rilancio a doppia cifra rispetto al 2022. Questi numeri si ritrovano poi nei nuovi progetti da gestire: i garden spagnoli stanno investendo in rimodellamenti delle aree esi-
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stenti e in nuove aperture per soddisfare la crescente domanda di mercato». Cosa avete organizzato concretamente in fiera? «Siamo da diversi anni partner di Aliat Grup, gruppo d’acquisto per i garden spagnoli, e ad ogni edizione della fiera progettiamo il design dello stand cercando di sviluppare il “modello di garden center Aliat” moderno e scenografico. Quest’anno il tema era creare un concept le cui aree fossero molto leggibili: l’area da esterno con un concept basato sulle aromatiche, l’area da interno con la nuova serretta con luci speciali per le piante da interno, un’area esclusiva per le piante “limited edition” di Aliat e un’area decor in cui le decoratrici di Aliat hanno dato libero sfogo alla creatività. Fondamentale nello stand di Aliat è sicuramente la parte di Hospitality per la quale si è riusciti a sviluppare un layout che mantenesse il ruolo centrale della “barra” (bancone in spagnolo), il perno del successo dello stand di Aliat!». Qual è il vostro rapporto con il mercato spagnolo? «La vocazione verso i mercati esteri ha permesso di entrare nel mercato spa-
gnolo molti anni fa tramite diverse fiere. Il nostro sito internet completo di e-commerce, tradotto interamente in spagnolo, ha permesso di dare un grande boost in termini di visibilità e vendite. La credibilità acquisita nel tempo ha creato i presupposti per entrare in contatto con Aliat Grup aprendoci nuove porte: il gruppo di acquisto annovera una settantina di garden center spagnoli, di medio-grandi dimensioni, che vengono coinvolti in costanti attività di aggiornamento e programmazione. Queste attività hanno permesso ai garden di crescere sia a livello individuale che di gruppo diventando oggi uno degli attori di maggior peso del settore».
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STORIE DI SETTORE Regolamenti
Una prima vittoria Il Parlamento Europeo ha adottato la sua posizione sulle nuove norme sugli imballaggi, mettendo così la parola “fine” al dibattito che ha visto protagonisti, in questi mesi, Assofloro e Coldiretti da una parte e Conai dall’altra di Penelope Moran
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romuovere il riutilizzo e il riciclo e contrastare il costante aumento dei rifiuti. In questa dizione si è mosso il Parlamento europeo, che lo scorso 22 novembre ha adottato la sua posizione sulle nuove norme a livello europeo sugli imballaggi. I deputati hanno approvato la relazione, che costituisce il mandato del Parlamento per i negoziati con i governi dell’UE, con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astensioni. IL NUOVO TESTO
Nelle modifiche al testo del Regolamento
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europeo sugli imballaggi sono stati approvati gli emendamenti sottoscritti da un centinaio di europarlamentari, proposti e sostenuti da Coldiretti e Assofloro (Amendment 510, 511) che riguardano i vasi utilizzati in floricoltura e vivaismo. Nel nuovo testo i vasi per fiori e piante sono stati inquadrati come fattore della produzione, escludendoli così dagli imballaggi. COS’È SUCCESSO, IN ITALIA, NEI MESI SCORSI
Assofloro e Coldiretti, nei mesi scorsi,
insieme alle aziende italiane produttrici di vasi, hanno promosso azioni volte a far comprendere che i vasi utilizzati in ambito floricolo non sono imballaggi, ma strumenti della produzione, in opposizione alla delibera del Cda Conai del 24 novembre 2022. Questa delibera, avente oggetto la “Procedura di applicazione, dichiarazione ed esenzione del Contributo ambientale Conai (CAC) sui vasi in plastica per fiori/ piante costituenti imballaggio” prevedeva, a partire dal 1° luglio 2023, il pagamento di un contributo ambientale
STORIE DI SETTORE Regolamenti
risultava essere in conflitto con il d.lgs 3 aprile 2006, n. 152 - Norme in materia ambientale. In particolare, nel d.lgs veniva evidenziato come siano individuati tra gli imballaggi “i vasi da fiore da usare solo per la vendita e il trasporto di piante mentre risultano esclusi i vasi da fiori destinati a restare con la pianta per tutta la durata di vita”. A questo punto, quindi, è risultato inappropriato considerare come “imballaggi” i vasi impiegati per piante e fiori inseriti nel ciclo produttivo, in quanto ausilio strumentale e duraturo all’attività d’impresa. A seguito di tali interventi, il Conai ha sospeso la delibera per il pagamento del contributo fino al 31 dicembre 2023. Il Regolamento europeo sugli imballaggi mette però la parola “fine” all’azione del Conai, che avrebbe messo gravemente in difficoltà il settore. LA SODDISFAZIONE DI ASSOFLORO E COLDIRETTI
sui vasi utilizzati per la coltivazione di piante e fiori in quanto identificati come “imballaggi”. Nelle interlocuzioni, Assofloro e Coldiretti hanno più volte rappresentato all’Ente che la delibera
«Il Parlamento Europeo, con l’adozione della posizione sulle nuove norme europee per gli imballaggi, conferma quanto sostenuto da Assofloro e Coldiretti e chiarisce definitivamente che i vasi che vengono utilizzati dalle aziende florovivaistiche per la coltivazione di piante e fiori, compresi i contenitori per il trapianto direttamente riempi-
bili, utilizzati nelle diverse fasi della produzione o destinati ad essere venduti con la pianta, non possono essere considerati imballaggi ma bensì beni strumentali di coltivazione». A dirlo, esprimendo soddisfazione per la posizione espressa dal Parlamento europeo, è Nada Forbici, Presidente Assofloro e Coordinatore della Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti. «Un grande risultato per il quale, a nome della filiera florovivaistica, ringrazio l’area Ambiente di Coldiretti nella persona del Prof. Stefano Masini e gli uffici Coldiretti di Bruxelles per l’importante lavoro di squadra. Ora questo ottimo risultato deve essere confermato nelle future fasi negoziali, contando sul sostegno del Governo italiano nelle discussioni in Consiglio europeo». A commentare la decisione del Parlamento europeo è anche Mario Faro, Presidente della Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti: «Non è stato facile far riconoscere in sede europea ciò che è naturale per principio». E ha continuato: «Abbiamo fatto in modo di far gravare ingiustamente sugli agricoltori e i florovivaisti italiani altri costi sulla produzione. Che questo possa essere un punto di partenza per poter agevolare anche su altri fronti le nostre produzioni di eccellenza».
Focus mercati: i dati nella fotografia del comparto orto-florovivaistico di Myplant & Garden Nel 2022, secondo i dati Istat, il valore della produzione del verde “made in Italy” ha superato i 3,1 miliardi di euro, segnando così il dato più alto della serie storica dell’ultimo decennio. Il nostro Paese è la seconda potenza esportatrice europea del prodotto orto-florovivaistico con oltre 1,2 miliardi di euro (nuovo record nella serie storica). L’andamento positivo dell’export garantisce il saldo positivo bilancia commerciale. I 27 Paesi dell’UE sono il principale mercato di sbocco dei prodotti italiani (ca. 80%). Le principali realtà produttive italiane sono concentrate soprattutto in 4 regioni: Liguria, Toscana, Lombardia e Sicilia. L’Italia ha ampi margini di sviluppo in un “mercato interno non ancora maturo”. Secondo i dati Istat (2021) la spesa per fiori, piante e prodotti relativi in Italia si è fermata a 39 euro/persona. “Confortanti segnali lieve crescita del comparto italiano in un quadro di incertezze che preme su imprese e consumatori in Europa e nel mondo” hanno commentato gli organizzatori di Myplant & Garden. “Conflitti, inflazione, caro energia, difficile accesso al credito, balzi meteorologici sono le preoccupazioni principali. Bene produzione ed export Italia nonostante aumento importazioni. Mercato domestico immaturo con ampi margini di miglioramento”.
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MERCATO Vivaismo
Obiettivo ottimismo per il futuro Quella del 2023 è stata una stagione abbastanza buona per Vannucci Piante, che guarda avanti lavorando con flessibilità e con un occhio di riguardo per le nuove generazioni colloquio con Andrea Massaini di Benedetta Minoliti
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iamo quasi arrivati alla fine del 2023. Un anno complesso, caratterizzato da eventi climatici avversi, conflitti lontani e più vicini, problemi economici di diverso tipo. Per l’ultimo numero del 2023, abbiamo chiesto ad Andrea Massaini, Marketing Manager di Vannucci Piante, di tirare per noi le somme dell’anno che si sta
per concludere, focalizzandoci sull’andamento del mercato e sugli obiettivi per il 2024. Com’è andato il mercato quest’anno? «La stagione vivaistica è andata abbastanza bene, considerando tutte le emergenze alle quali, devo ammettere, co-
«Dovremo abituarci a lavorare con imprevisti, emergenze e difficoltà in atto. Questa è la nuova sfida e la risposta è una sola: flessibilità» 54 54
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«Siamo e dobbiamo essere ottimisti per il 2024. I nostri obiettivi per il futuro riguardano il coinvolgimento delle nuove generazioni nel processo di cambiamento degli stili di vita» minciamo ad essere abituati. Purtroppo dovremo abituarci a lavorare con imprevisti, emergenze e difficoltà in atto. Questa è la nuova sfida e la risposta è una sola: flessibilità!». Avete notato differenze rispetto al 2022? «Lo scorso anno è partito con lentezza a causa del Covid ed è stato molto particolare, poiché nella seconda parte dell’anno tutto il mercato europeo è stato molto frizzante e quindi la stagione si è conclusa in modo soddisfacente. Invece quest’anno le incertezze, soprattutto per effetto dei conflitti in corso, hanno causato maggiore prudenza».
Quali sono state le principali difficoltà e quali, invece, i punti di forza? «Sicuramente tra le difficoltà possiamo annoverare: le guerre, la situazione geopolitica instabile, le diffuse limitazioni economiche e la possibilità di spesa e infine un clima molto instabile. I punti di forza sono il PNRR in corso e la diffusa consapevolezza dell’importanza delle piante e del verde, in casa, in città, ovunque».
Che aspettative avete per il 2024? E, soprattutto, quali obiettivi vi siete prefissati per l’anno nuovo? «Per il 2024 siamo e dobbiamo essere ottimisti. Anche perché è una prerogativa della Vannucci Piante. I nostri obiettivi futuri riguardano il coinvolgimento dei giovani e delle nuove generazioni in questo processo di cambiamento degli stili di vita. D’altro canto il nostro slogan è da sempre “more plant, more life”».
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Ripartire dal lavoro di squadra Il 2023 non è stato uno tra gli anni migliori per il mercato della floricoltura. Tra cambiamenti climatici, costi di produzione elevati e vendite scarse, bisogna fare in modo che nel 2024 tutta la filiera sia unita e pronta a creare davvero una cultura del verde colloquio con Marco Carmazzi di Benedetta Minoliti
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ell’ultimo numero del 2023 di Agriflortec abbiamo deciso di fare il punto non solo sulle innovazioni, guardando al futuro, ma anche sul presente. In particolare, focalizzandoci su com’è andato il mercato quest’anno. Per farlo abbiamo coinvolto Marco Carmazzi, titolare di Floricoltura Carmazzi e membro della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro. «Confrontandoci con gli altri colleghi, da Nord a Sud, anche grazie alla Sezione Specialistica Assofloro, quello che è emerso è che il mercato
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è stato molto fiacco» ha spiegato Carmazzi durante la nostra intervista. «I dati, comunque, sono sempre parziali. Questo è un problema, da sempre, perché il nostro settore non ha a disposizione una banca dati. In generale, c’è stata una minor vendita di qualsiasi varietà autunnale, dai ciclamini alle viole, per fare degli esempi». Si è provato, a più riprese nel tempo, di cercare di trovare delle possibili cause della diminuzione delle vendite, ma trovarle, come sottolineato da Carmazzi, non è poi così facile.
«Il 2023 è stato l’anno peggiore degli ultimi 20 anni» LE POSSIBILI CAUSE
«Trovare le cause non è semplice. Sicuramente il clima ha influito. In termini di prezzi, invece, le voci sono discordanti. Quello che si può dire, però, è che il 2023 è stato l’anno peggiore degli ultimi 20 anni. Questo perché se qualche
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prezzo è stato ritoccato, comunque non siamo riusciti a coprire i costi, ed è un aspetto che ci portiamo ancora dietro dal 2022». La crisi legata alla pandemia, le guerre e i conseguenti aumenti dei prezzi, dall’energia ai trasporti, fino alla manodopera, hanno sicuramente influito pesantemente sul settore, che ancora oggi ne risente. «Non si è mai tornati alla marginalità pre-Covid» che già da oltre un decennio non era “dignitosa” di un settore produttivo, ha spiegato il titolare di Floricoltura Carmazzi, che tornando sul discorso climatico ha aggiunto: «I cambiamenti climatici hanno contribuito all’aumento dei costi. Se c’è caldo certo, si spende a livello energetico, ma si spende per togliere l’umidità dalla serre. Inoltre, aumentano gli insetti dannosi, che ci costringono a servirci più volte della lotta integrata, lanciando a più riprese gli insetti antagonisti». E ha continuato: «In questo periodo, a fronte di una stagione anomala a livello climatico, a mio parere c’è stato un abbassamento dei prezzi/svendite che ha portato a fare promozioni, che però non rendono come dovrebbero, perché spesso rimane ugualmente tanto invenduto. Nel nostro Paese non abbiamo un sistema, come ad esempio quello delle aste, che ci permette di gestire meglio il prodotto. In Italia è difficile riadattarsi e, quando si vivono momenti dove c’è un effetto a ribasso, si creano solo circuiti viziosi invece che virtuosi». LE ASPETTATIVE PER IL 2024
«Noi come Assofloro siamo impegnati a tutto tondo nel darci da fare per proporre iniziative che possano contribuire a invertire la tendenza di mercato» ha spiegato Carmazzi, riflettendo su quali sono i possibili scenari per il nuovo anno che sta per arrivare. «Ovviamente il mercato non lo facciamo solo noi, ma non abbiamo dubbi sul fatto che serva adottare una strategia, grande o piccola che sia, che possa aiutare l’intera filiera a riprendersi». È importante creare una cultura del verde che sia a 360 gradi e
«Noi come Assofloro siamo impegnati a tutto tondo nel darci da fare per proporre iniziative che possano contribuire a invertire la tendenza di mercato» che tocchi davvero tutti. «Lavorando tutti insieme dobbiamo cercare di raccontare la cultura del verde, perché è provato scientificamente che le piante e fiori contribuiscano al benessere e alla salute delle persone» ha spiegato Carmazzi. E ha aggiunto: «Dobbiamo ripartire da qui, facendo anche educazione nelle scuole e invitando il pubblico ad investire in questo settore». E a proposito di investimenti, Carmazzi ha sottolineato quanto sia importante, soprattutto in questo momento, una sempre più corretta gestione aziendale: «Bisogna davvero investire su una buona gestione aziendale dal punto di vista di una cultura d’impresa che contribuisca al settore in modo virtuoso. Guardiamo alla marginalità della vendita dei prodotti, che si assottiglia sempre di più, arrivando quasi allo zero. Non può essere così, ed è qualcosa che non riguarda solo noi, ma tutto il settore agricolo. Ed è impensabile, visto che stiamo parlando di un settore indispensabile, ma che di fatto si rivela essere anche il più vulnerabile».
Paesi dell’UE sono il principale mercato di sbocco dei prodotti italiani (ca. 80%). Le principali realtà produttive italiane sono concentrate soprattutto in 4 regioni: Liguria, Toscana, Lombardia e Sicilia. L’Italia ha ampi margini di sviluppo in un “mercato interno non ancora maturo”. Secondo i dati Istat (2021) la spesa per fiori, piante e prodotti relativi in Italia si è fermata a 39 euro/persona. “Confortanti segnali lieve crescita del comparto italiano in un quadro di incertezze che preme su imprese e consumatori in Europa e nel mondo” hanno commentato gli organizzatori di Myplant&Garden. “Conflitti, inflazione, caro energia, difficile accesso al credito, balzi meteorologici sono le preoccupazioni principali. Bene produzione ed export Italia nonostante aumento importazioni. Mercato domestico immaturo con ampi margini di miglioramento”.
FOCUS MERCATI: I DATI NELLA FOTOGRAFIA DEL COMPARTO ORTO-FLOROVIVAISTICO DI MYPLANT&GARDEN
Nel 2022, secondo i dati Istat, il valore della produzione del verde “made in Italy” ha superato i 3,1 miliardi di euro, segnando così il dato più alto della serie storica dell’ultimo decennio. Il nostro Paese è la seconda potenza esportatrice europea del prodotto orto-florovivaistico con oltre 1,2 miliardi di euro (nuovo record nella serie storica). L’andamento positivo dell’export garantisce il saldo positivo bilancia commerciale. I 27
Marco Carmazzi, titolare di Floricoltura Carmazzi e membro della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro
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Ancora il fiore più venduto, nonostante tutto Il meteo sfavorevole e i cambiamenti climatici hanno determinato un leggero calo della produzione di crisantemi, che rimangono i fiori preferiti dagli italiani per la festa di Ognissanti di Penelope Moran
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cambiamenti climatici e il meteo in questo 2023 non sono stati sicuramente dalla parte dei produttori di piante e fiori. In particolare, questi aspetti hanno pesantemente inciso sulla produzione di fiori tipici della festa di Ognissanti: i crisantemi. Così alcuni eventi, come l’alluvione in Emilia Romagna, le trombe d’aria in Lombardia e i forti temporali sparsi nelle aree produttive del crisantemo hanno determinato un leggero calo della disponibilità. La qualità del fiore, però, non ne ha risentito ed è rimasta molto alta. I DATI 2023
Quest’anno la produzione nazionale di crisantemi in vaso è stata di circa 9 mi-
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lioni di vasi nelle diverse misure, circa 10 milioni di steli recisi multifiori e 7 milioni di steli delle varietà decorative uniflora con un calo di produzione del 10%. Nonostante l’aumento dei costi di produzione i prezzi dei crisantemi non hanno subito grandi oscillazioni o rincari per i consumatori. I prezzi sono rimasti più o meno invariati: 1,30/2,00 €/cad. per gli steli multifiori, 3,50-6,50 €/cad. per gli steli uniflora, i vasi da 12 cm da 4,50 €/cad. a 15,00/20,00 €/cad. per i vasi 20/23 cm. La produzione di crisantemi, tipicamente italiana, è fondamentale per il comparto florovivaistico del nostro Paese. Questo perché rappresenta il 25% del fatturato annuo delle aziende che lo coltivano e il mercato del crisantemo ge-
nera un volume d’affari di circa 250 milioni di euro. «Il crisantemo è una delle produzioni storiche e tradizionali per il mercato italiano ed è ancora il fiore più venduto e utilizzato dal consumatore per ricordare e onorare i propri cari defunti» ha osservato Sergio Ferraro, Presidente di Asproflor Comuni Fioriti. «La coltivazione del crisantemo è lunga e impegnativa e quest’anno la limitazione nell’utilizzo di prodotti fitosanitari, determinata dalle nuove norme, ha messo a dura prova i coltivatori, anche a causa degli importanti attacchi di afidi, piralidi e tortricidici sulle coltivazioni, che hanno richiesto interventi biologici». E ha concluso: «La sfida che attende i floricoltori sarà quella di affrontare non soltanto i capricci del tempo, che nonostante le moderne tecniche agronomiche di coltivazione (utilizzo di micorrize e idroritentori) spesso determina la qualità della produzione e la fioritura, ma anche i continui aumenti dei costi di produzione e le incognite del mercato».
s e m i n a r e e c o lt i v a r e c o m u n i c a z i o n e
laboratorioverde.net
MERCATO Intervista
Un mondo più verde Tuinbranche Nederland, associazione di categoria per rivenditori di giardinaggio e dei loro fornitori, ha lanciato nel 2020 “Green Climate Square, con tre progetti pilota nei Paesi Bassi. Nel 2023 è stata la prima Piazza nel nostro Paese, presentata durante il Congresso Internazionale IGCA colloquio con Brenda Horstra di Benedetta Minoliti
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n progetto che nasce con l’obiettivo di informare a far appassionare, a partire dal proprio giardino, i visitatori dei centri di giardinaggio. È “Green Climate Square”, promosso da Tuinbranche Nederland, che oggi conta 60 piazze sparse per tutta l’Europa, Italia compresa. La prima nel nostro Paese si trova presso il centro di
giardinaggio Flover ed è stata inaugurata, a inizio ottobre, durante il Congresso Internazionale di IGCA. Abbiamo parlato del progetto con Brenda Horstra, Vice Presidente di Tuinbranche Nederland. Come è nato il progetto "Green Climate Square"? La missione della nostra organizzazio-
ne di categoria è: "Lavorare insieme ai nostri membri per creare un ambiente di vita verde, sano e sostenibile per le persone e gli animali, dentro e intorno alla casa". Da una ricerca sappiamo che i 5,5 milioni di giardini dei Paesi Bassi coprono un'area pari a 10 volte il parco nazionale De Hoge Veluwe, che si estende per 5.500 ettari. Quindi, se ogni giar-
Abbiamo notato che anche i governi vogliono incoraggiare le persone a contribuire a un clima sano e sostenibile 60 60
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MERCATO Intervista
dino diventasse più verde di 10 m2 in più, avremmo un parco De Hoge Veluwe pieno di natura. Inoltre: I nostri garden center ricevono 60 milioni di visitatori. Persone che si occupano del loro giardino e dipendenti dei garden center che possono consigliare i clienti sul verde e sulla sostenibilità. E abbiamo notato che anche i governi vogliono incoraggiare le persone a contribuire a un clima sano e sostenibile. Così abbiamo ideato “Green Climate Square”. Un luogo nel garden center dove mostriamo regolarmente quattro argomenti: L'acqua in giardino, raccogliendola e infiltrandola durante le piogge più intense per poterla utilizzare nei periodi di siccità; alberi, arbusti e piante che forniscono cibo e sicurezza a uccelli, farfalle, api e altri animali; si può iniziare con un piccolo spazio verde: una piastrella fuori, una pianta dentro. E, infine, un tetto verde. Inoltre, ogni anno abbiamo tre (o più) temi, come “A green garden can do without drinking water”, “The month of the bee” o “Attention to creatures under the ground”. Per ampliare il sostegno, creare urgenza e cooperazione, abbiamo chiesto ai comuni e agli enti acquatici di contribuire finanziariamente alle Green Climate Square, perché quando si lavora insieme tutti si sentono obbligati e responsabili,
Noi come industria del giardinaggio possiamo contribuire a garantire che la nostra terra rimanga vivibile per le persone e gli animali, e il Giardino per il Pianeta può essere un mezzo per raggiungere questo obiettivo e le Green Climate Square possono essere una piattaforma per tutti i tipi di organizzazioni. Quali sono gli obiettivi che vi siete posti per questo progetto? Costruire 60 piazze in tre anni, con inaugurazioni in “pompa magna” con ministri, sindaci e assessori, tra gli altri. Volevamo anche vedere i dipendenti impegnati e trovare collaborazioni con altre parti per raggiungere il nostro obiettivo di “un parco Hoge Veluwe con ancora più natura”. Ed è stato un successo, perché abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Ora stiamo lavorando con diverse organizzazioni naturalistiche su una serie di progetti per invogliare i proprietari di giardini a renderli biodiversi e resistenti al clima. Che tipo di feedback avete ricevuto
La prima Green Climate Square italiana da Flover
sul progetto da parte dei visitatori dei garden center in cui sono presenti le Green Climate Square? I centri di giardinaggio che sono davvero attivi con le Green Climate Square e che organizzano eventi, come l’invito di un apicoltore o dei workshop, sono entusiasti e lo sono anche i visitatori. Ora, in collaborazione con l’Università di Wageningen, condurremo una ricerca sull’impatto della Green Climate Square sui partner, sui proprietari dei garden center, sui dipendenti e sui visitatori. Inoltre, condurremo anche una ricerca comportamentale per scoprire cosa spinge davvero le persone a rendere più verde il proprio giardino. La prima Green Climate Square italiana è stata inaugurata durante il Congresso Internazionale di IGCA. Oltre che all’interno di Flover, in quali altri garden center in Italia verrà proposta? Siamo molto orgogliosi che la prima Green Climate Square italiana si trovi all’interno di Flover e sia stata data molta attenzione all’inaugurazione ufficiale. Sappiamo che la nostra consorella italiana trova importante il Giardino per il Piant e siamo curiosi anche noi di scoprire dove sarà la prossima piazza nel vostro Paese. Devo dire che la collaborazione con le amministrazioni che hanno lo stesso obiettivo è importante e tutti noi abbiamo un compito: garantire che la nostra terra rimanga vivibile per le persone e gli animali. Noi, come industria del giardinaggio, possiamo contribuire a questo obiettivo, e il Giardino per il pianeta può assolutamente essere un mezzo per raggiungere l’obiettivo.
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Un’analisi indispensabile AIPH ha pubblicato il suo 71esimo Annuario Statistico Internazionale Fiori e Piante, che fornisce le cifre di produzione di Paesi di Europa, Asia, Nord America e Sud America. Ci siamo concentrati su quanto emerso nel nostro Paese nell’ultimo anno, tra sviluppo economico dell’orticoltura ornamentale, esportazioni e vendite di Benedetta Minoliti
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IPH, Associazione Internazionale dei Produttori Orticoli, ha pubblicato l’Annuario Statistico Internazionale Fiori e Piante, la più completa raccolta di dati sulla produzione e sul commercio dell’industria delle piante ornamentali e dei fiori. Questa pubblicazione, giunta al
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suo 71esimo anni, è preziosa per le organizzazioni commerciali, i responsabili politici, i produttori, i commercianti, ma anche le biblioteche e le università. I contenuti sono il risultato di un’ampia ricerca e di dati compilati dal Centro per la gestione aziendale in orticoltura e la ricerca applicata dell’Università
di Hohenheim, Stoccarda, Germania. L’annuario realizzato da AIPH fornisce i dati di produzione dei Paesi di Europa, Asia, Nord America e Sud America e, oltre a confronti tra prodotti, dati di mercato e prezzi e dati globali su importazioni ed esportazioni, contiene anche le risposte al sondaggio condotto nella
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e sul commercio globale di fiori e piante» ha dichiarato Sylvie Mamias, Segretario Generale di Union Fleurs. «È un riferimento unico per tutti coloro che desiderano avere una comprensione approfondita dello stato e delle tendenze più recenti dell’industria dei fiori e delle piante». SVILUPPO ECONOMICO DELL’ORTICOLTURA ORNAMENTALE NEL 2022
Concentrandoci in particolar modo sull’Italia, quello che emerge è che, nel 2022, per quanto riguarda le piante in vaso è un aumento delle attività di investimento e nell’offerta di mercato, mentre tutto il resto (valore della produzione, aree di produzione, vendita e domanda) sono rimaste invariate. Discorso diverso, invece, per le piante da aiuola, che hanno visto una decrescita in tutte le voci. I vivai, invece, hanno visto una crescita riguardante tutte le voci. AIPH ha poi evidenziato i principali fattori che hanno inciso sulla produzione orticola ornamentale nel 2022 e sul mercato della vendita al dettaglio. Nel primo caso, ad incidere nel nostro Paese sono stati l’aumento dei costi di produzione e l’inflazione, che ha inciso anche sul secondo punto.
primavera del 2023 dalle organizzazioni membri dell’AIPH e dell’Union Fleurs sullo sviluppo economico dell’orticoltura ornamentale nel 2022. Inoltre, per la prima volta questa edizione include anche le statistiche sulle licenze del CPVO, Ufficio comunitario delle varietà vegetali di Angers, in Francia. «La 71esima edizione contiene informazioni ancora più analitiche sulla produzione e sul commercio delle piante ornamentali e fornisce statistiche fondamentali per il settore a livello globale». A dirlo è Tim Briercliffe, Segretario Generale dell’AIPH. «L’Annuario Statistico offre un quadro inestimabile e dettagliato degli ultimi dati disponibili sulla produzione
IL VALORE DELLA PRODUZIONE IN ITALIA: UN’ANALISI DETTAGLIATA
AIPH nel suo Annuario Statistico Internazionale Piante e Fiori propone un’elaborazione dettagliata dei dati, suddivisi paese per paese. Secondo il report, il valore della produzione (al prezzo base) di fiori e piante in Italia, prendendo il periodo che va dal 2011 al 2022, ha toccato il suo minimo nel 2016 (2.450 milioni) e il suo massimo, stimato, nel 2022 (3.100 milioni). Le aree produttive di piante e fiori ornamentali, in ettari, in un arco di tempo che va dal 1982 al 2020, sono progressivamente diminuite, passando da quasi 25mila ettari nel 1982 a 8815 ettari nel 2020. Ad aumentare, invece, è stata la
produzione in vivaio, passata da 9.142 ettari nel 1982 a 31.852 nel 2020 (Dati Agricultural Census 2010 & 2020). Per quanto riguarda, invece, le aree produttive distribuite sul territorio italiano, a primeggiare è la Liguria, con 8.815 ettari (secondo i dati 2020) destinati alla produzione di piante e fiori ornamentali. A chiudere il podio la Lombardia (2661) e la Toscana (1106). LE ESPORTAZIONI DALL’ITALIA E LE IMPORTAZIONI NEL 2022
In Italia, secondo l’Annuario Statistico dell’AIPH, nel 2022 sono stati esportati 1.095.587 tra piante (con radici e senza), rami, muschi e licheni, fiori recisi, bulbi e tuberi. Per quanto riguarda invece le importazioni, nel 2022 il nostro Paese è arrivato a 808.193. I principali Paesi che esportano in Italia sono: Olanda, Germania e Spagna. Ad importare, nella top 3, troviamo invece: Francia, Olanda e Germania. VENDITE E MERCATO
L’Annuario Statistico Internazionale Fiore e Piante dell’AIPH si sofferma anche sulle vendite e il mercato. In particolare, dall’analisi dei canali commerciali di fiori recisi e piante in vaso, è emerso come in Italia il principale canale distributivo (in percentuale alla spesa per consumatori di età compresa tra i 18 e i 65 anni) sia quello dei fioristi, seguito dalla Grande Distribuzione e dai vivai. Quarto posto, invece, per i Garden Center. COMMERCIO ESTERO: VALORE DELLE IMPORTAZIONI
AIPH ha proposto nel suo Annuario Statistico anche una sezione dettagliata dedicata al commercio estero. Per quanto riguarda l’Italia, il valore delle importazioni nel 2022 è stato di 236 milioni di euro per i fiori recisi e di 374 milioni per le piante in vaso. Per quanto riguarda, invece, le esportazioni, il valore si è attestato a 113 milioni per i fiori recisi e 299 milioni per le piante in vaso.
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MERCATO Andamenti
Italia: una fotografia attraverso i dati dell’Annuario Statistico Internazionale Fiori e Piante dell’AIPH VALORE DELLA PRODUZIONE Valore della produzione di fiori e piante (periodo 2011 - 2022) • Minimo: 2016 - 2.450 milioni • Massimo (stimato): 2022 - 3.100 milioni
Sviluppo economico dell’orticoltura ornamentale nel 2022 • Piante in vaso: aumento attività di investimento e offerta di mercato
• Piante da aiuola: decrescita in tutte le voci
Aree produttive (in ettari, periodo 1982 - 2020)
• Vivai: crescita in tutte le voci
• 1982: 25mila • 2020: 8815
Produzione in vivaio (1982 - 2020)
Principali fattori che hanno inciso sulla produzione orticola ornamentale e sul mercato nel 2022: • Aumento dei costi di produzione • Inflazione
• 1982: 9.142 • 2020: 31.852 (Dati Agricultural Census 2010 & 2020)
MAGGIORI AREE PRODUTTIVE (DATI 2020)
• Liguria: 8.815 ettari • Lombardia: 2.261 ettari • Toscana: 1.106 ettari
Esportazioni e importazioni
• Esportazioni 2022: 1.095.587 piante (con radici e senza), rami, muschi e licheni, fiori recisi, bulbi e tuberi • Importazioni 2022: 808.193 • Principali Paesi che esportano dall’Italia: Olanda, Germania e Spagna • Principali Paesi che importano in Italiano: Francia, Olanda, Germania
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VENDITE E MERCATO Principali canali distributivi di fiori recisi e piante in vaso • Fioristi • Grande Distribuzione • Vivai • Garden Center
COMMERCIO ESTERO Valore importazioni (2022) • Fiori recisi: 236 milioni di euro • Piante in vaso: 374 milioni di euro Valore esportazioni (2022) • Fiori recisi: 113 milioni di euro • Piante in vaso: 299 milioni di euro
MERCATO Pnrr
È il momento di rinnovarsi Con i fondi del PNRR e di Ismea sarà possibile ammodernare i macchinari agricoli, con l’obiettivo di aumentare la produttività del settore di Penelope Moran
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razie ai prossimi bandi PNRR e Ismea, le imprese agricole hanno l’opportunità di rinnovare il loro parco macchine e adottare pratiche all’avanguardia. In particolare, il Piano Nazionale Ripresa Resilienza destina 500 milioni di euro per l’innovazione e la meccanizzazione agricola, così suddivisi: 400 milioni dedicati all’ammortamento dei macchinari agricoli, per la sostituzione dei trattori più inquinanti e l’introduzione dell'agricoltura di precisione e 100 milioni per finanziare la sostituzione degli impianti più obsoleti di frantoi. L’obiettivo è quello di aumentare la produttività del settore agricolo. A beneficiarne saranno le aziende agricole e le imprese agroindustriali, incluse le loro associazioni e cooperative, titolari di frantoi oleari,
che effettuano l’estrazione di olio extravergine di olive, iscritte nel Portale dell’olio di oliva del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). Nel contempo, il Fondo Innovazione Ismea offre un totale di 223 milioni di euro, per il triennio 2023-2025, con particolare attenzione alle imprese delle zone alluvionate (Emilia Romagna, Toscana e Marche). LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DAGLI INCENTIVI DEL PNRR
Le spese ammissibili sono diverse e chiaramente definite. Infatti, è possibile ricevere un contributo per: l’acquisto di macchine e attrezzature per l’agricoltura di precisione, la sostituzione di veicoli fuoristrada più inquinanti per agricoltura e zootecnica e l’adozione di
soluzione per l’innovazione dei sistemi di irrigazione. Le voci rientranti nella categoria “macchine e attrezzature per l’agricoltura di precisione” sono diverse. Tra queste: i sistemi di supporto come sensori e AGV (Automated Guided Vehicles), le attrezzature per ridurre l’utilizzo di fitofarmaci e fertilizzanti, i sistemi dedicati al settore zootecnico caratterizzati da un elevato livello tecnologico e di automazione. Per la sostituzione dei veicoli fuoristrada, invece, sarà finanziato solo l’acquisto di trattori dotati di motore elettrico o a biometano e per l’innovazione di irrigazione e gestione delle acque, ad essere supportati saranno investimenti che riguardano sia beni materiali che immateriali, come ad esempio software, finalizzati alla gestione intelligente delle pratiche irrigue.
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NEXT GENERATION
Gardening, socialità e cultura del giardino saranno al centro della nuova edizione di Garden Center New Trend, il format espositivo che dal 2016 anticipa, all’interno di Myplant & Garden, l’evoluzione dei centri giardinaggio
QUANDO
21 - 22 - 23 FEBBRAIO 20 24 @Myplant&Ga rden Fiera Milano Rho
Il Garden Center New Trend quest’anno si svilupperà in sei aree, di cui quattro progettate insieme a giovani gardenisti. 1) GIOCO FEST & FAMILY
spazio dedicato a bambini e famiglie, ricco di sorprese, momenti coinvolgenti e garden toys, i giochi studiati per l’educazione ambientale e il giardinaggio.
2) LAB & WORKSHOP
laboratori e percorsi per stimolare curiosità, sensibilità e apprendimento, all’insegna del coinvolgimento e della socialità
3) GET TOGETHER POINT
il garden diventa un luogo di persone e pensato per la comunità, senza confini tra dentro e fuori. Un luogo di incontro, dove passare del tempo
4) HOME & DECOR
concept ideato per valorizzare gli ambienti della casa, nel segno dell’integrazione e dell’armonia tra interno ed esterno, tra arredi, colori e giungle domestiche
5) ECO-FRIENDLY DISTRICT
innovativa area ricca di soluzioni per la casa e il giardino che sensibilizzano sul cambiamento climatico, promuovendo l’ecosostenibilità e la biodiversità
6) NEXT GENERATION ARENA
esperti, operatori e gardenisti saranno ospiti nella NEXT GENERATION ARENA, un luogo in cui socialità, condivisione e cultura del verde troveranno spazio e confronto in un ricco programma di talk, interviste e dibattiti aperti. Per intercettare i bisogni e tradurli in soluzioni per il futuro
CHI SONO I GIOVANI GARDENISTI?
CONTATTI / info@myplantgarden.com - Tel. (+39) 02 6889080 - www.myplantgarden.com 10
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VIGORPLANT VINCE IL PREMIO LEGALITÀ E PROFITTO *
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Tra le oltre 11 mila imprese titolari di un “rating di legalità”, VIGORPLANT è tra le 100 migliori società italiane capaci di coniugare il rigoroso rispetto di leggi e normative con positivi risultati economici
* Si tratta di un riconoscimento attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) in raccordo con i Ministeri della Giustizia e dell’Interno e in collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), alle imprese pienamente in regola con l’ordinamento in tutti i suoi aspetti. Sono state così premiate nella Sala Capitolare del Senato, le aziende italiane più redditizie ed economicamente solide tra quelle che hanno ottenuto il rating di legalità.
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