greenstyle autunno 2017

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PA S S I O N I D A C O LT I VA R E N E L V E R D E

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€ 2,50

AUTUNNO 2017 | numero 30

BIO•GIARDINO BIO•ORTO BIO•CUCINA

TRIMESTRALE NUMERO 30| AUTUNNO 2017 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS ©_dennisvdwater - fotolia.com

interno ARIA PIÙ BUONA, IN CASA In camera da letto metti la Sansevieria

passione verde AUTUNNO, COSA COLTIVO? Consigli e indicazioni per l’orto

TEMPO DI VIOLE ma anche di Dianthus, Camelia e bulbi!



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BONATO FEDERICO Produttore di oltre 120 specie di

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AUTUNNO 2017 / L’editoriale

uesta estate è stata calda, anzi, caldissima. Non solo dal punto di vista del clima, ma anche per quanto riguarda il lavoro. La mattina, quando la luce non era ancora accecante, sono andato spesso in riva al lago Maggiore, ad osservare le increspature sulla placida e fresca superficie dell’acqua, prima di buttarmi in quella fucina che è la redazione. Fucina di idee, di incontri, di racconti. Parole e immagini che si mischiano e trovano il loro equilibrio dentro Francesco Tozzi @Lab_Verde le due, tre pagine di un articolo. Questa volta in particolare mi piacerebbe potervi trasmettere quanto lavoro c’è alle spalle delle pagine che sfogliate, per farvene apprezzare meglio il valore, dato anche – forse soprattutto – dalla cernita degli argomenti che scegliamo per farvi compagnia durante la stagione. Partiamo con i personaggi: Federico Billo della Floricoltura Billo con i suoi magnifici Dianthus, ci spiega come sceglierli e come prenderci cura di loro, mentre Eleonora Bertolone è la giovanissima proprietaria di un’azienda risicola a Vercelli, che ci svela qualche segreto interessante sul mondo del riso. Per quanto riguarda piante e fiori, camelie, viole, Sansevieria e bulbi sfileranno di fronte a voi con bellissime immagini e tanti consigli, senza dimenticare poi la cura dell’orto e del tappeto erboso, che in questa stagione non va trascurato, anzi! E se volete approfittare delle ultime giornate di sole, che fra poco saranno splendide grazie al foliage, vi invitiamo a trascorrere un weekend in Val di Non durante Pomaria, un evento dedicato alle mele, oppure a Como, approfittando di Orticolario, o ancora in Lombardia, qui vicino a noi sulle coste del Maggiore, per visitare le splendide Isole Borromee, la Rocca di Angera e Villa Pallavicino. C’è molto altro da leggere, ma non vorrei bruciarvi tutte le sorprese… Insomma, anche questo autunno le occasioni per fare qualcosa di bello sono tantissime, approfittatene; ci vediamo a Orticolario allo spazio di greenstyle, altrimenti arrivederci al prossimo numero!

N° 30 - Autunno 2017

Diretto da Francesco Tozzi - f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro GRAFICA Daniela Francescon - daniela.francescon@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni - m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin - s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E MEZZI Katiuscia Morello - k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net

Greenstyle periodico trimestrale, registrato presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA) il 27/03/2007, n. 2. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Associata ad Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Prezzo di copertina: 2,50 Euro • Abbonamento da 4 numeri: 10,00 Euro

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SOMMARIO Numero 30 – Autunno 2017

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LE RUBRICHE Editoriale / questo mese

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Notizie brevi

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La visita Evviva le mele! di Marta Meggiolaro

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Carosello style Per gustare la stagione fino in fondo di Filippo Terragni

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Cucina & territorio Più riso del riso colloquio con Eleonora Bertolone di Marta Meggiolaro

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Menù delicato di Felicita dell’Orto Il segnalibro Conoscitori appassionati di Marta Meggiolaro

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25 PASSIONE VERDE 17

Bella d’autunno di Filippo Terragni

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Autunno, cosa coltivo? di Felicita dell’Orto Parliamo di compost di Bianca Belfiore

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100 sfumature di viole di Filippo Tommaseo

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Dianthus, amore a prima vista colloquio con Federico Billo di Marta Meggiolaro

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Meraviglie sul Lago Maggiore di Bianca Belfiore

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Per que sto preferis co di gr an lunga l ’autunn o alla pri mavera , perché in autu nno si g uarda il cielo. In prim avera la terra . (Soren

Kierkeg

aard)

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INTERNO

ESTERNO

Jungalow, le regole d’oro di Costanza di Matteo in collaborazione con Houzz

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Aria più buona, in casa di Felicita dell’Orto

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Mille fiori, zero lavori di Nicolò Pensa

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Nuova vita al tappeto erboso di Costanza di Matteo

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Un amico da ritrovare di Filippo Tommaseo

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NOTIZIE BREVI

SEMPRE PIÙ NUMEROSE LE GALLINE “DOMESTICHE”

Scelti i parchi più belli d’Italia 2017

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Vengono scelte per motivi economici, cioè le uova a costo e chilometri zero, e per motivi ecologici, in quanto sono un aiuto nel riciclo degli avanzi della tavola, che diventano il loro pasto. Ma poi con polli, galli e galline si stabilisce un rapporto affettivo che “eleva” i pennuti allo stato di animale domestico da compagnia. La tendenza si sta diffondendo dagli Usa all’Europa alla Nuova Zelanda, ovunque sembra in aumento il numero di chi li sceglie al loro posto, soprattutto nel caso in cui in famiglia ci siano bambini, che con più semplicità instaurano con gli animali questo legame, spiegano dalla Surrey Poultry (pollame) Society al Guardian. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa, in America nel 2019 i pollai urbani aumenteranno del 400%. Il dato, abbastanza curioso, è stato registrato già nel 2011 in Francia, con un aumento del 50% delle vendite di pulcini e galline tra gli abitanti delle città. Il mercato si adegua, e cominciano a spuntare, per chi vuole andare in vacanza lasciando l’amico pennuto in mani esperte, pensioni dedicate esclusivamente a loro, e nuovi pollai esteticamente gradevoli per sistemare comodamente gli amici pennuti nel proprio giardino. ©Andrea Izzotti.fotolia.com

ono Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli e Villa La Foce in val d’Orcia, la prima per la categoria “Parchi pubblici” e la seconda nella categoria “Parchi privati”. Il concorso, giunto alla XV edizione, ha raccolto oltre mille partecipanti iscritti al network dei parchi più belli d’Italia e presenti nella guida online “ilparcopiubello.it”, che da oltre quindici anni è promotrice di un turismo verde alla scoperta del patrimonio paesaggistico e botanico italiano. Quello di Villa Durazzo Pallavicini a Genova-Pegli è considerato uno dei parchi romantici più originali del mondo; voluto dal marchese Ignazio Pallavicini, fu ideato e realizzato nel 1840 dallo scenografo Michele Canzio. Ne scaturì non solo un parco in stile romantico, ma un itinerario composto da scenografie legate una all’altra da una traccia narrativa. Non mancano esemplari vegetali di grande pregio botanico-paesaggistico: in particolare spicca tra tutte la collezione di antiche camelie, alcune delle quali ultracentenarie, che ogni primavera costituisce una vera attrazione con la sua particolare fioritura. Villa La Foce in Val d’Orcia (Chianciano Terme, Siena) contiene uno straordinario giardino fortemente legato a Iris Cutting che, con il marito marchese Antonio Origo, decise di trasferirsi qui dopo il matrimonio negli anni Venti del secolo scorso; l’architetto paesaggista inglese Cecil Pinsent venne incaricato dei lavori, che continuarono fino al 1939, per i quali si ispirò ai giardini formali della tradizione classica italiana. La casa è circondata da un giardino formale diviso in “stanze” da siepi di bosso, con piante di limoni in vasi di terracotta. Scale di travertino portano al roseto e a un pergolato ricoperto di glicine e delimitato da siepi di lavanda. Pendii terrazzati salgono dolcemente su per il colle, dove ciliegi, pini e cipressi crescono tra la ginestra selvatica, il timo e il rosmarino, e un lungo viale di cipressi porta ad una statua di pietra del XVII secolo. Un sentiero attraversa il bosco e collega il giardino con il cimitero di famiglia, considerato una delle migliori creazioni di Pinsent. www.ilparcopiubello.it

A GIARRE, IL SOGNO DI EMPEDOCLE Si inaugura venerdì 20 ottobre alle ore 18 “Il Sogno di Empedocle”, opera di Emilio Isgrò, ideata e realizzata per Radicepura Garden Festival, il primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo promosso a Giarre (Ct) dalla Fondazione Radicepura. Un momento per celebrare non solo il lavoro dell’artista siciliano, noto a livello internazionale, ma anche

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per chiudere simbolicamente questa prima edizione del Radicepura Garden Festival. Al centro di un giardino di aranci e limoni, con le spalle rivolte all’Etna fumante, sono adagiati tre semi, emersi dal vulcano, ai cui piedi si trovano le parole del “Sogno di Empedocle”. Un percorso, attraverso una strada privilegiata, che accompagna i visitatori alla scoperta del giardino e dei suoi “Semi di Limuni”, condita da

massi e lapilli che ne ricordano le origini. Con l’inaugurazione dell’opera viene prorogata l’apertura del festival. Sarà, infatti, possibile ammirare il lavoro di Emilio Isgrò fino a domenica 19 novembre. Con l’idea di un “seme gettato per il futuro”, si chiude così questa prima edizione di un evento che in sei mesi è riuscito a catturare l’attenzione del pubblico e degli operatori del settore a Emilio Isgrò, l’ideatore de livello internazionale. “Il Sogno di Empedocle”.


Orticolario, novità e appuntamenti In occasione dell’edizione 2017, dedicata alla luna, Orticolario apre i cancelli di villa Erba anche di sera, per godere del parco, delle installazioni e dei giardini avvolti dal fascino della notte BUONA MUSICA E BUONA CUCINA

VELLUTO VEGETALE

l programma di venerdì 29 settembre inizierà alle 19.00 presso il Padiglione Centrale, installazione “Luna-Park”, l’evento “Una sera al Luna park” con il concerto “Outside the moon” di AB Quartet che eseguirà in prima assoluta “Luna”, un brano scritto appositamente per Orticolario 2017, liberamente ispirato a Debussy. Dalle 20.00, cosmic food & cocktail con Fresco cocktail shop, The Market Place, Ristorante Tarantola, Crème Cafetheria. Il tutto si concluderà con una performance artistica nel parco. Sabato 30 settembre, invece, dalle 20.00 in Villa Antica con The Market Place e Ristorante Tarantola, si terrà la cena “I segreti della Luna”. Seguirà after dinner con Fresco cocktail shop. Dalle 22.30, nel parco illuminato, “Nella notte, camminando sotto la luna”: una passeggiata notturna con Judith Baehner, scrittrice, per imparare a godere della natura notturna, per capire come dare forma a un giardino notturno ed esserne ispirati.

Verrà presentato con tutti gli onori durante questa edizione di Orticolario un nuovo arrivo fra le piante decorative da foglia. Senecio candicans Angels Wings è una varietà interessante per le sue foglie. Con una superficie finemente morbida e irsuta, danAttenzione ! no l’impressione di Per entrambi carezzare la seta, e gli eventi è necessaria la prenotazio il colore è davvero ne. Scrivere a speciale, un bianco info@orticol ario.it argentato unico su

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Senecio candicans Angel Wings, interessante per le grandi foglie candide e morbidissime.

foglie di così grandi dimensioni. Facile da coltivare, Angel Wings è una pianta bella sia in vaso, da interno o da giardino, sia a terra. Dà il meglio di sé in vasi grandi, quando le piante mature presentano foglie dalla dimensione notevole, fino a 40 centimetri di lunghezza.

L’etichetta della birra di Birrificio Italiano dedicata a Orticolario 2017, Mannara.

PER INFORMAZIONI SU PRENOTAZIONI, ORARI E COSTI www.orticolario.it

LO SAI? Orticolario ha la sua birra! Si chiama “Mannara”, è rosata e fresca. Prodotta secondo ispirazione belga, si rifà alle Saison, birre realizzate a livello rurale per il consumo

estivo. Miele e bacche di sambuco ne arricchiscono la freschezza con toni avvolgenti e rustici. Voluta da Orticolario, idea e progetto sono di Anna Rapisarda, è

stata realizzata da Birrificio Italiano con la collaborazione di Vittorio Tarantola del Ristorante Tarantola e il coordinamento di Matteo Tettamanzi di Food Pauer.

Mannara accompagnerà le sue prede a Orticolario, dove si troverà alla spina nello spazio di Birrificio Italiano e in bottiglia nei diversi punti ristoro e bar.

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LA VISITA

Evviva le mele! Fra le feste dedicate a questo frutto, ve ne segnaliamo una particolare in Trentino. Un’occasione per visitare anche alcuni dei paesaggi più affascinanti del nostro Paese per natura e storia di MARTA MEGGIOLARO

S SAVE THE DATE 14 e 15 ottobre 2017, a Casez, in Val di Non

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i chiama Pomaria, è la festa dedicata alla raccolta delle mele della Val di Non e alle eccellenze eno-gastronomiche trentine 0-40 km. Anno dopo anno prosegue nel suo percorso itinerante che la vede cambiare sede per permettere ai visitatori di scoprire nuovi borghi. Ecco allora che, dopo le edizioni ospitate da Cles e Livo, il 2017 la vede ritornare nella storica sede di Casez, nel weekend del 14 e del 15 ottobre, con numerose novità. Il reticolo di vie del suo centro storico si animerà con gli spazi degli espositori artigianali, i corner dedicati alla ristorazione e al cibo di strada, mentre le corti del borgo ospiteranno laboratori, incontri, mostre e degustazioni.

UN’EDIZIONE PARTICOLARE La raccolta delle mele 2017 sarà un po’ anomala. La rigidità delle temperature primaverili ha compromesso il processo di sviluppo dei frutti, ma la “sfortuna” di questa annata, che avrà poche mele, è stata lo stimolo per organizzare una manifestazione ancora più rappresentativa della ricchezza del contesto agricolo-pastorizio della valle trentina e delle aree circostanti. Parola chiave dell’edizione del 2017 sarà interazione, nello spirito che contraddistingue Pomaria dalla nascita. L’idea di fondo dell’evento, infatti, è quella di favorire il contatto dei visitatori con il territorio attraverso un loro coinvolgimento “con le mani in pasta”. Per portarli non soltanto a osservare e assaggiare, ma a “lavorare” in prima persone le materie prime. Oltre alle mele, quindi, grandi protago-


A POMARIA C’È UNA MONETA SPECIALE Nel corso di tutto l’evento si potranno acquistare in alcuni “punti informazioni” i gettoni di Pomaria, che potranno essere utilizzati per acquistare laboratori e attività, ma anche per alcune degustazioni e per le colazioni, le merende e gli aperitivi a tema.

nisti di Pomaria 2017 saranno tutti i prodotti legati all’enogastronomia della Val di Non, che ha sempre incentrato il proprio sostentamento sull’agricoltura e l’allevamento di montagna. Con grande intelligenza, gli agricoltori e allevatori della zona hanno conservato le tracce del loro passato. Sono state conservate piante di frutta antica – mele come Bella di Boskoop, Calvilla Bianca Lunga, Contessa, e pere come Buona Luisa d’Arvance -, riscoperti cereali particolari, varietà di patate, vitigni autoctoni come il Gropello, sono stati mantenuti gli alpeggi dove le vacche vengono portate d’estate e tenuti attivi caseifici sociali.

RISCOPRIRE I TESORI DELLA TRADIZIONE L’idea di fondo di mappare in modo vivo questo percorso – nel capoluogo Cles è presente anche un bellissimo frutteto storico visitabile – è legata proprio al desiderio di non

Il castello di Malgolo è una delle attrazioni turistiche della Val di Non visitabile durante Pomaria.

consegnare all’oblio un passato fatto di fatica e incertezza, ma anche di voglia di sperimentare e osare. La capacità di sopportare la durezza dell’agricoltura e della pastorizia di montagna e il desiderio di trovare nel proprio territorio la possibilità di migliorare la qualità della vita per non doverlo abbandonare hanno reso la Val di Non quello che è oggi: un luogo che ha trovato nella monocoltura delle mele un modo per dare vita a un’eccellenza internazionalmente riconosciuta – le sue mele sono le prime ad aver ottenuto il riconoscimento D.O.P in Europa – e una fonte di sostentamento per oltre 5mila aziende agricole, accomunate da un progetto autentico di cooperazione quale è il consorzio Melinda. Pomaria, quindi, con la sua mostra pomologica di frutta antica, il coinvolgimento di produttori locali di formaggi di alpeggio e i caseifici sociali, di cereali in via di estinzione, mieli, ortaggi, di artigiani conservieri esperti di erbe e piante spontanee del bosco, di distillatori e microproduttori di vino e birra, è anche una festa della memoria. Di un territorio, della sua capacità di diversificare, della storia che fonde insieme vita ed economia, con uno sguardo aperto sull’agricoltura e le eccellenze che verranno.

ANDIAMO? È possibile prenotare un pacchetto vacanze: la quota parte da 135 € a persona e include 2 pernottamenti in agriturismo con trattamento B&B; visita a Mondo Melinda; pranzo con degustazione di prodotti tipici presso le aree di ristorazione di Pomaria; visita all’acetificio Sidreria Trentina che produce anche il pregiato spumante di mela, pranzo tipico presso la sidreria; visita guidata a un canyon della Val di Non o a Castel Thun con audioguida. Inclusa nel prezzo Guest Card Trentino e 5 gettoni per Pomaria. Sconti per famiglie. Per informazioni, www.guidavacanze.it

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LA VISITA

LA NUOVA FRONTIERA, IL FIELD FOOD Dopo lo street food, ecco il field food, il cibo mangiato in campagna, lontano da casa, trasformato in street food: cono di canederli fritti, orzotto da passeggio, panini con farciture particolari e altre delizie di gusto, da mangiare spostandosi tra espositori, mostre e attività.

IMPARIAMO A FARE I TORTEI Il 2017, proprio per celebrare nel migliore dei modi il ritorno a Casez, offrirà ai visitatori nuove possibilità interattive per godersi la festa. Si parte con la compagnia teatrale Koinè, specializzata nella produzione di performance legate a tematiche agricole e ambientali, coinvolgendo il pubblico. Altra new entry sono i laboratori sulla cucina locale tenuti da alcuni chef della valle che interagendo con i visitatori insegneranno come si preparano specialità succulente come i “tortei da patate” (la versione trentina dello gnocco fritto, anche se i veri intenditori lo preferiscono al forno) e la magia degli gnocchi di patate crude (sembra impossibile, ma, poi, stanno in forma), solo per citare alcune ricette. Nuove anche le lezioni di cocktail. Il Trentino è la patria dell’Hugo - che nella ricetta originale unisce spumante Trentodoc (non prosecco!), sciroppo di fiori di sambuco, seltz e foglie di menta – e sull’onda del successo di questa fortunata

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SPECIALE CAMPERISTI Gli amanti dei viaggi in camper sono, fin dall’inizio, molto legati a Pomaria. Più servizi anche per loro, quest’anno, con un’area dedicata, situata nel cortile del magazzino della frutta di Casez, aperta gratuitamente per l’occasione. I posti saranno circa 70.

miscela è nata la voglia di sperimentare, utilizzando grappe, sidro, succhi di frutta. Per provare a trovare nuove combinazioni in autonomia, gli appassionati potranno farsi guidare da barman esperti che daranno vita a vere e proprie lezioni durante le quali apprendere ingredienti, tecniche e segreti. Tra le novità legate agli espositori anche numerosi microbirrifici trentini che dall’unione tra le eccellenti acque delle differenti valli, luppoli e creali, nel giro di pochi anni, si sono distinti nel panorama internazionale. La Val di Non ne ospita ben tre: Clesium, Fon e Melchiori. Naturalmente, come di consueto, a Pomaria saranno presenti le degustazioni organizzate con la condotta locale di Slow Food, i corsi per confezionare strudel (la ricetta autentica non prevede l’uso della pasta sfoglia), marmellate, succhi di mela composte, frutta secca. Molto spazio sarà dedicato alle attività per bambini, organizzate con il prezioso apporto delle Fattorie Didattiche del Trentino. Ci si potrà deliziare con la profumatissima mortandela, che con la sua miscela di spezie è diventato uno dei salumi più famosi e apprezzati del Trentino, ma anche con numerosi prodotti caserari artigianali. Non mancheranno, inoltre, piccole produzioni spumantistiche di Trentodoc, distillati, mieli artigianali, dolci, conserve (le piante del bosco sono straordinarie) e altre prelibatezze rigorosamente artigianali. Un posto speciale sarà riservato anche a produzioni locali di cereali e di grano saraceno che hanno riscoperto varietà antiche, rare e adatte alla montagna, riattivando antichi molini a pietra, capaci di preservare l’essenza originaria dei materiali macinati. INFORMAZIONI SU POMARIA www.pomaria.org www.visitvaldinon.it www.stradadellamela.it www.melinda.it


CAROSELLO STYLE

Per gustare la stagione fino in fondo La nostra selezione stagionale di prodotti per la cura del giardino e degli animali domestici di FILIPPO TERRAGNI

URBAN FARMER CON STILE Da Gardena ecco la linea City Gardening, ideata per giardini urbani, terrazzi e balconi. Il set da balcone contiene gli attrezzi base per la manutenzione delle piante in vaso, e il coperchio si trasforma in paletta con cui pulire i residui una volta terminato il lavoro. Il tubo a spirale si allaccia al rubinetto dell’acqua ed è adatto a terrazzi fino a 52 metri quadrati.

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CAROSELLO STYLE

ORTO IN CASA Dalla Finlandia arriva Plantui, un avveniristico strumento che consente di avere un giardino idroponico in casa e coltivare insalate, erbe e fiori senza terra. Le piante sono esposte ad uno speciale spettro luminoso che aumenta di due volte il contenuto di vitamina C e beta-carotene, e sono irrigate automaticamente. Tra i modelli, Plantui 3 Smart Garden è la versione compatta adatta tutte le cucine.

FIORI PIÙ BELLI, FRUTTI PIÙ BUONI La nuova gamma di terricci di TerComposti, Triplo, conserva le qualità stimolanti fino a 24 mesi, anche in condizioni di umidità e temperatura sfavorevoli. Il top della gamma contiene fillosilicato di Magnesio, Ferro e Alluminio aggregati su un inerte a pigmento oro, da cui il nome Triplo Gold. Permette di migliorare le dimensioni dei fiori, il sapore dei frutti e la coloritura delle foglie. Inoltre la maggiore capacità igroscopica riduce il dilavamento delle sostanze energizzanti aumentando la persistenza degli aminoacidi ramificati.

FACILE DA PULIRE Tutti i cani si meritano una casa confortevole e areata, Bama ha pensato per loro la cuccia Bungalow. Dotata di sistema di montaggio ad incastro facile e veloce senza l’ausilio di strumenti o di viti, di tetto regolabile in due posizioni per una maggiore aereazione e di base estraibile con ruote per facilitare la pulizia interna. Elegante, dal design simil-legno, è disponibile in due varianti, verde e tortora, e da oggi è disponibile anche nella versione large per cani di grossa taglia.

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PASSIONE VERDE

Autunno, cosa coltivo? Molte sono le possibilità per un raccolto salutare, abbondante e saporito. Vi accompagniamo nei passaggi per realizzare l’orto autunnale e invernale

F

di FELICITA DELL’ORTO

inisce l’estate, è tempo di orto. Curioso? No! Fattibile. L’orto autunnale, in realtà un orto piantato nella tarda estate (da metà agosto a tutta la metà di settembre) è la possibilità concreta di poter disporre di fibre e verdura fresca anche in mesi meno vocati. Come? Vi sono ortaggi che richiedono un tempo

breve per entrare in produzione, oppure necessitano di minore luminosità per produrre meglio, e infine altri che richiedono un periodo di fresco prima di essere pronti per la raccolta. In questo caso il freddo serve a modificare la struttura delle sostanze contenute negli ortaggi, rendendoli più dolci. Infine nell’orto autunnale o invernale ci sono le varietà da forzare, ovvero da coltivare artificialmente in maniera tale

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PASSIONE VERDE

QUALI VERDURE SCELGO? Ortaggi da fusto: • Cavolo cappuccio bianco o rosso • Cavolfiori • Cavolo rapa • Verze invernale • Finocchi Ortaggi da radice: • Barbabietole • Rape • Aglio Ortaggi da foglia: • Radicchi • Cicorie • Indivie • Lattughe tardive

da stimolarle a emettere comunque una vegetazione utile per l’alimentazione; vegetazione più dolce al palato, fresca e croccante. Non stiamo parlando solo della raccolta di ortaggi che producono con ciclo più lungo e che quindi vanno piantati in primavera come zucche, peperoncini piccanti, cipolle, ma di vere verdure da piantare in agosto per una raccolta sino al gelo e per una raccolta che si protrae sino al febbraio successivo.

La disponibilità di piantine per il trapianto rende più semplice la preparazione dell’orto autunnale. Basta una leggera erpicatura del terreno prima del trapianto.

Dopo una leggera vangatura o erpicatura si può procedere a trapiantare le verdure prescelte. Ricordiamo di prestare attenzione alla quantità trapiantata per non avere eccessi di produzione non consumabili in tempi utili.

PREPARAZIONE DEL TERRENO C’è poco da fare, si sfruttano le aiuole già utilizzate per gli ortaggi primaverili/estivi, si lavora leggermente la terra, si rispetta la rotazione delle colture per mantenere un livello adeguato di nutrienti nel terreno, si sfrutta anche la minore crescita di infestanti in quanto queste, amanti del giorno lungo e di temperature più elevate, tendono a non svilupparsi o a non crescere affatto, di conseguenza poco lavoro con massima resa.

Dopo il trapianto occorre irrigare. Se il clima è ancora secco e caldo, bagnate regolarmente.

Attenzione a scegliere con cura le varietà e la quantità di ortaggi, per non avere eccessi di produzione.

TRAPIANTO E CONCIMAZIONE La disponibilità di piantine già sviluppate facilita ogni operazione, non si deve più seminare e poi ritrapiantare a crescita avvenuta, è invece possibile andare direttamente in campo mettendo a dimora gli ortaggi che più vi piacciono, tra quelli che richiedono le condizioni di cui abbiamo parlato in apertura. Se abbiamo provveduto a gestire bene l’orto durante la primavera la quantità di nutrienti residui, anche dato la minore necessità autunnale, è sufficiente. Nel caso fosse necessario, ricorrere a fertilizzanti naturali a breve o media cessione (cioè il tempo che intercorre tra la distribuzione del prodotto e l’utilizzo da parte delle piante).

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IRRIGAZIONE E MANUTENZIONE È necessario bagnare al trapianto; poi, bagnate regolarmente solo se il clima rimane secco e caldo; in generale le temperature notturne in abbassamento da fine agosto e la maggior umidità dell’aria che condensa sulla vegetazione costituiscono un valido aiuto per disporre di una quantità di acqua sufficiente ad una buona crescita. Per quanto riguarda la manutenzione, osservate la presenza di eventuali infestanti e intervenite subito, senza attendere: in questo modo avrete con minore impegno, risultati eccellenti, evitando la competizione tra gli ortaggi e le erbacce. Rincalzate le verdure che lo richiedono, come i finocchi, per favorire l’ingrossamento della

Occorre procedere alla raccolta prima del freddo, anche se alcune specie di ortaggi possono sopportare i primi geli, come il radicchio.

Cipolle e aglio sono fra gli ortaggi che possono essere coltivati anche in questo periodo, e che si conservano a lungo in luogo fresco e buio.

Fra i vantaggi dell’orto autunnale, la scarsa presenza di erbacce e di parassiti che possono ostacolare la crescita delle nostre verdure.

parte basale. Poiché si utilizzano ortaggi a crescita bassa o che non richiedono sostegni, le lavorazioni terminano qui. Anche i parassiti sono limitati e difficilmente vanno ad aggredire in maniera importante i nostri ortaggi: un motivo in più per cui questo è un periodo sicuramente interessante.

CONSERVARE GLI ORTAGGI, COME? ulteriormente la maturazione con deperimento, e arieggiato, ideale se leggermente umido e non riscaldato. Con temperature appena sopra lo zero aglio e cipolla si conservano anche per cinque mesi. • Disponete aglio e cipolla in cassette aperte con all’interno uno strato di carta appallottolata o su segatura

asciutta, non utilizzate sacchetti di plastica, perchè creano una successiva marcescenza. • Controllate gli ortaggi così conservati ogni volta che li utilizzate ed eliminate quelli con segni di marciume o rinsecchimenti. • La zucca si conserva ugualmente, lo stesso gli zucchini; evitate la luce, e se non fosse possibile, coprite zucche

e zucchini con un sacco di juta asciutta; si conserveranno per alcuni mesi, la zucca anche fino a sei mesi. • Carote e rape si conservano negli stessi ambienti, disposte in strati intervallati da sabbia asciutta e fine (non quella edilizia); se non disponete di sabbia anche la paglia di frumento o di altri cereali, ben asciutta, va bene.

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© foto servizio fotolia.com

Un tempo si mettevano in cantina, stanze che oggi non esistono più o non hanno più le condizioni ottimali quali: temperatura costante, buio, circolazione d’aria, umidità costante. Nonostante questo è possibile conservare gli ortaggi per l’inverno seguendo alcune regole: • Il luogo dovrà essere poco illuminato per non stimolare

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PASSIONE VERDE

Parliamo di compost Utile per rendere il terreno più ricco, ma anche più poroso e leggero. E in più ci permette di riutilizzare gli scarti della cucina e del giardino, quelli che vanno a finire nell’”umido”

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di BIANCA BELFIORE

hi ha un orto sa bene quanto sia importante disporre di letame per la buona riuscita delle proprie coltivazioni: questa sostanza organica infatti migliora Lo sa il terreno, ne facilita gli scambi Per otte i? n gassosi e idrici, e lo arricchisce buon co ere un mpost u u n sa p rodott di nutrienti, oltre a conferire la deco o che faciliti m porosità a terreni che altrimenti risulterebbero tropricorda posizione. E che po compatti. Lo stesso discorso in realtà vale anche sono tu i lombrichi oi allea ti in per i giardini ornamentali, quindi questo articolo questo process o. risulta di interesse per tutti, sia per chi ha un orto, sia per chi ha un giardino. Le funzioni del letame, in sostanza, possono essere svolte anche da una sostanza che possiamo “fabbricare” noi a casa, ossia il compost. Il compostaggio permette di usare i residui vegetali, dagli scarti della cucina fino allo sfalcio del prato, trasformandoli in humus nutriente. Importante il luogo in cui collocare i silos: deve essere ombroso e possibilmente ventilato, meglio ancora se protetto da cespugli o siepi.

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UNA PRATICA ECO-FRIENDLY Per ottenere il compost dobbiamo riprodurre il processo di decomposizione dei residui vegetali che avviene in natura. Tale processo, noto come “humificazione” della sostanza organica, porta a un prodotto che è frutto della degradazione operata dai batteri e dai funghi, e che ha le stesse prerogative del letame, pur non essendo parte di questo, grazie alla “maturazione” che viene chiamata più propriamente compostaggio. La pratica del compostaggio è comparsa sulla scena insieme alla bioagricoltura, o agricoltura biodinamica, che si


© foto servizio di fotolia.com

Il segreto per ottenere un compost di buona qualità è fare in modo che il materiale vegetale abbia tutto più o meno la stessa dimensione.

fare prima è la triturazione, che favorisce l’omogeneità della massa di residui vegetali. Inoltre bisogna considerare dove collocare la zona del compostaggio: il luogo scelto deve essere ombroso, e possibilmente leggermente ventilato. Sarebbe opportuno anche circondare la zona con cespugli.

propone in sostanza di rispettare l’ambiente senza sfruttarlo e impoverirlo a favore delle superproduzioni. Come ottenere quindi un buon compost, usando il materiale che altrimenti butteremmo via?

INIZIAMO CON LA TRITURAZIONE Si tratta di ricalcare ciò che la natura ha fatto da secoli sui residui vegetali e animali, concentrando il tutto in uno spazio di pochi metri quadrati e accelerando il tutto in termini di tempo. La sostanza organica di base sono i residui di vecchie coltivazioni, i rifiuti organici della cucina, i residui di foglie e dello sfalcio dei prati. Non basta però ammucchiare tutti questi scarti in un angolo per ottenere un risultato soddisfacente. Una azione da

Passare al setaccio il compost maturo permette di dividerlo da elementi non ancora decomposti.

IMPORTANTE, L’AREAZIONE Il compostaggio si attua riunendo i residui triturati in mucchi larghi circa un metro e alti al massimo 50 centimetri. Altre soluzioni sono i silos di compostaggio, che contengono la massa e ne consentono anche Attenzione! l’aerazione. Il mucchio si prepara comunque nello Evitate le carte stesso modo, stratificando i vari materiali in spesstampate, tutto ciò che sori che vanno dai 5 ai 15 centimetri a seconda che c’è di chimico o di siano più o meno biodegradabili. A questo punto inerte nei rifiuti. è indispensabile aggiungere un prodotto che aiuti e faciliti la decomposizione e la humificazione della sostanza organica. Il procedimento dura fra i sei e gli otto mesi; durante questo periodo è opportuno rivoltare il mucchio, di tanto in tanto, per ottenere un compost più omogeneo. Quando il prodotto sarà maturo, avrà l’aspetto di terriccio friabile, scuro, con un vago odore di bosco. A questo punto setacciate Giunto a il prodotto per eliminare il materiale non humificato; maturazione, il dopodichè spargete uno strato di compost alto circa 5 vostro compost avrà l’aspetto di un centimetri sul terreno destinato alla coltura. Il compost terriccio friabile, che avrete ottenuto si presta bene anche per i rinvasi e scuro, con un vago per la coltivazione delle piante d’appartamento. odore di bosco.

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PASSIONE VERDE

Dianthus Berlin Snow, uno dei più quotati nei vasi in coccio per il portamento bellissimo. È una pianta da roccaglia.

Dianthus, amore a prima vista Fioriture abbondanti e durature, centinaia di varietà a disposizione, e un profumo irresistibile. Impossibile non appassionarsi

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colloquio con FEDERICO BILLO di MARTA MEGGIOLARO

uando Federico, a una fiera di settore, mi regalò il primo vasetto di Dianthus, io avevo appena fatto il mio ingresso nel mondo delle piante. Ero affascinata da quel cespuglio fitto di foglioline, che avevo scambiato per una qualche sconosciuta varietà di muschio.

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Purtroppo, nonostante le mie cure amorevoli, dopo la prima magnifica fioritura, che aveva costellato il vasetto verde di garofanini bianchi, il mio Dianthus seccò: non l’avevo innaffiato a sufficienza. Ma da allora sono un’affezionata dei Dianthus di Federico Billo, e in questa intervista scopriremo cosa dobbiamo sapere per ospitare i suoi splendidi garofanini nel nostro giardino.


Dianthus Garden Pinks Bailey’s Celebration

Prima di tutto, è inusuale proporre i Dianthus in autunno. Come mai tu lo fai? «Perché vorrei che i garofanini venissero trattati come erbacee perenni quali sono, e non come piante ornamentali. Certo, in primavera è più facile farsi entusiasmare dalle centinaia di colori disponibili, ma è anche vero che il 70% dell’assortimento va considerato come pianta perenne; questi garofanini possono sopportare le condizioni climatiche invernali del nostro paese, alcune sopportano il freddo fino a 0º centigradi, ma gli ibridi inglesi possono arrivare addirittura fino a -17º centigradi. È una vera e propria pianta da giardino, da usare anche in posizioni importanti, al pari del ciclamino. E come tutte le erbacee perenni, il periodo migliore per usarla è l’autunno, perché se viene piantata durante un periodo di temperatura mite, può dare una seconda fioritura, oltre a quella primaverile. Inoltre la messa a dimora in autunno permette di avere per la primavera una pianta già forte e accestita, che darà quindi una fioritura ancora più bella».

Dianthus Garden Pinks Gran’s favourite. Questo è il primo fiore primaverile, poi si orla di rosso.

Il segre per ave to r dei bei e garofan ini? In

naffiare spesso, e tenerli alla luce .

Dianthus Olivia

Come mai ti sei messo a coltivare solo Dianthus? «Mi sono messo a fare garofanini un po’ per necessità e un po’ perché ho visto che nel nostro territorio era una coltura interessante. Ti spiego perché. Questo fiore storicamente era molto presente nei giardini e anche nella vita sociale. A un certo punto la moda l’ha dimenticato, ma bastava ripresentarlo con i nuovi assortimenti, con più varietà, più forme e più colori, per ridare animo agli acquisti. E infatti quando la clientela lo conosce, lo acquista e si affeziona. Siamo partiti nel 2002 con quattro varietà 4mila piante, adesso produciamo ogni anno 80mila piante di 230 varietà. Ma non sono stato io che ho creato qualcosa di nuovo, è la clientela stessa che ha dato l’impulso giusto a questo settore, il suo interesse ha fatto sì che le grandi aziende abbiano fatto un buon lavoro di ibridazione sui garofanini arrivando a proporre cultivar con colori bellissimi e profumi intensi che ricordano quelli di un tempo, facili da produrre e da mantenere». Cosa dobbiamo fare per curarlo in modo giusto? «Se viene messo a dimora in giardino, va posto in pieno sole, gli serve luce! Ma il segreto è bagnare spesso. Si pensa che i Dianthus siano piante da secco, perché se pensiamo al loro habitat naturale, come i terreni rocciosi


PASSIONE VERDE

in montagna, li colleghiamo ad ambienti secchi. Ma è sbagliato. In primo luogo, nelle zone di montagna i Dianthus possono bere grazie all’umidità che si trova nell’aria, e in secondo luogo, quello che noi non vediamo sono le radici, che possono essere anche molto lunghe, e che vanno a cercare l’acqua in profondità. Quindi, bagnateli, non lasciate che il substrato si asciughi. Soprattutto quando sono in fiore hanno bisogno di essere bagnati, e anche nutriti; se questo non avviene, la prima cosa che la pianta sacrifica per sopravvivere è il fiore. E questo vale a maggior ragione per gli ibridi moderni, che puntano tutto sulla fioritura spettacolare. Quindi: terreno fresco. Adora avere i piedi asciutti, ma in fioritura va sostenuta con irrigazioni frequenti». Se invece sistemiamo i nostri garofanini in vaso? «In vaso la situazione è ancora più estrema, perché questa sistemazione non permette alle piante di andare in ricerca di acqua e nutrimento allungando le radici. Quindi sta a noi prenderci cura in modo attento e regolare delle nostre piante. Noi ai clienti diamo questa regola: tenere il terreno fresco finchè è in fiore, e quando va a riposo, bagnare moderatamente di meno. In vaso poi è consigliabile tenere i garofanini in mezz’ombra; non perché la pianta non sopporti la luce, ma perché in questa posizione è più tutelata dai colpi di secco». Come comporresti le balconette? «Io metterei solo Dianthus, di tutti i colori (ride). Scherzi a parte, se proprio dovessi scegliere qualche abbinamento, consiglierei le piante mediterranee e specialmente le aromatiche, magari una selezione di timi con diverse cromie delle foglie. Si accoppiano bene ai garofanini

La coltivazione delle cultivar più compatte in terreno ghiaioso consente di creare dei soffici cuscini verdi, che in fioritura si costellano di colori. Attenzione però, in questo caso la cura da riservare ai vostri Dianthus deve essere maniacale!

Quello bianco è Dianthus garden pinks Bright Eyes; quello rosa, Dianthus Monica Wyatt. Sono entrambi della serie cut flowers, cioè fiori da taglio, una delle più prestigiose fra gli ornamentali. Sono adatti solo al giardino, non al vaso.

LA SPERANZINA Dianthus Diamond è un fiore con una storia particolare. Agli inizi del ‘900 era molto diffuso in tutta Italia e veniva chiamato “garofanino della nonna”. In Veneto, per la capacità di spuntare e fiorire ovunque, si chiamava Speranzina. La sua diffusione fu così rapida che assunse un nome popolare senza che si diffondesse il nome botanico. Per la Floricoltura Billo è una delle piante ad alto valore storico, e con questa pianta stanno preparando una sorpresa. Curiosi? Restate aggiornati grazie al sito www.floricolturabillo.it e facebook!

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perché anche questa pianta, quando non è in fioritura, ha delle foglie bellissime, con diverse sfumature di verde e di grigio». Le indicazioni colturali sono diverse per i Dianthus nel vaso in terracotta? «Quella è la nostra produzione “di pregio”, diciamo. I garofanini, per quanto belli, sono erbacee che vivono alcuni anni. Volevo dare un valore aggiunto a queste piante selvatiche, grazie a questi cespi particolari, che ne esaltano l’aspetto ornamentale. Abbiamo individuato alcune cultivar con il portamento adatto, molto compatto, e le abbiamo coltivate in vaso di coccio con terreno prevalentemente ghiaioso, simulando una situazione alpina. In questo modo la pianta si sviluppa così, creando un cespo basso, fitto e compatto, che impiega il doppio del tempo a svilupparsi rispetto alle altre; alcune di queste piante hanno otto, nove anni! Il mantenimento in questo caso cambia radicalmente, soprattutto dal punto di vista idrico. Deve esserci una gestione quasi maniacale, costante, perché ha un drenaggio estremo. Non puoi abbandonarla mai, ha le stesse esigenze, per intenderci di un bonsai! È una pianta da maniaci del garofano, non si può mollare un colpo. Però è bellissima, ne vale la pena». Dianthus Angel of Peace


PASSIONE VERDE

Bella d’autunno Una delle fioriture più spettacolari in questo periodo, da ammirare in giardino o in vaso. E se potata correttamente, potrebbe essere una splendida siepe di FILIPPO TERRAGNI

È Camelia Hagoromo by Fiori Tipici Lago Maggiore

Distribu abitudine considerar l’autunno fioritura, seppure abbondante, è z nel monione come un momento in cui sia meno visibile, ma per il fatto che do Originari giardino che terrazzo chiusiamo noi chiuderci in casa e a del Gia ppone, C sud-orie ina ntale e z dono i cancelli e si mettono non vederla; in realtà questi one limit dell’Indo rofe cina, alc a riposo. Certo i giorni più bellissimi arbusti o piccoli une spe anche d cie i Nepal, Corea. S brevi nella luce solare, le alberelli possono arricchire giunte a ono n commerc oi attraverso le temperature meno invitanti ed estendere le fioriture vie iali, app rodando in Inghil prima terra, di quelle primaverili e la nelle aiuole o nei vasi. Le successiv poi in Italia e a mente n maggiore umidità contribuiscono a questa camelie autunnali o invernali egli Stati Un iti. sensazione. In realtà la natura ci ha messo a sono una vera meraviglia: foglie disposizione diverse opportunità per arricchire di sottili verde scuro, lucide in superfice, colore anche il periodo più triste dell’anno. Non stiamo sembrano già anticipare la primavera che parlando di ciclamini, eriche o altre fioriture tipiche ritornerà tra diversi mesi. Il contrasto dei fiori, di norma dell’autunno, ma di Camelie. Ma come? Non fioriscono semplici o semi doppi, che resistono al gelo e alla brina e in primavera? Non solo! Sono meno diffuse perché la che fioriscono da fine settembre sino a gennaio, a seconda delle varietà, è meraviglioso per creare nuovi effetti di colore sia in terrazzo che nelle aiuole del giardino. CHI SONO LE CAMELIE? Semplificando esse appartengono al regno vegetale e alle seguenti sezioni: Ordine: Ericales Famiglia: Theaceae Genere: Camellia, L., 1753 Il nome, dato da Linneo, prende origine dal missionario gesuita George Joseph Kamel, vissuto tra il 1661 e il 1704, attivo nell’estremo oriente come medico, farmacista e uomo di religione. Suo lo

studio: “Le erbe e le piante medicinali dell’isola di Luzon nelle Filippine”. Le specie che contraddistinguono i singoli individui evidenziandone le differenze tra gli uni e gli altri sono moltissime, ad oggi se ne annoverano circa 250, a cui si devono aggiungere tutte le cultivar create dall’uomo o le varietà spontanee che accrescono la disponibilità di forme e colori di fiori.

C. Higo - by Fiori Tipici Lago Maggiore

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PASSIONE VERDE

FACILE COLTIVAZIONE

C. japonica Oki-no-nami by Fiori Tipici Lago Maggiore

SASANQUA E LE ALTRE Il genere Camellia, la cui specie più nota è la japonica e in seconda battuta la reticulata, si riferisce a un medio, grande albero sempreverde dai fiori spettacolari in primavera, e annovera, tra le cosiddette varietà autunnali o invernali, altre specie oltre a quelle citate. La C. sasanqua (originaria dell’isola di Okinawa, da cui il nome che significa fiore del tè di montagna) è stata la prima delle autunnali a giungere in Europa verso la metà del 1700, sulle rotte commerciali dell’estremo Oriente. I vivaisti appassionati dell’epoca la utilizzarono per la sua fioritura tardiva, la robustezza alle basse temperature e le foglie leggere dall’aspetto delicato, in realtà molto coriacee, come capostipite di diversi ibridi che sono poi divenuti le Camelie moderne. Per consuetudine si cita la C. sasanqua come capostipite di nuove diverse forme come la C. x hiemalis e la C. x vernalis. Il simbolo “x” indica un incrocio ottenuto dall’uomo a partire da piante di specie pura e per successivi incroci, mentre il termine vernalis (“dell’inverno”) e hiemalis (“invernale”) sono estensioni, create per dare una specifica alle diverse piante. Altre specie naturali sono: C. sinensis, C. granthamiana, C. oleifera, C. caudata.

COS’È LA SOSTANZA ORGANICA?

Crescita lenta, robustezza al freddo e al vento le rendono adatte per piccoli Un sistema complesso di spazi o spazi esposti al vento come il materiale vegetale decomposto terrazzo; amano il pieno sole ma non (foglie, radici, ramoscelli) e animale metabolizzato (piccoli, il caldo desertico del pavimento di insetti, piccoli molluschi); questo, piastrelle sul quale sono poggiati i vasi. unito alla fase minerale ottenuta Sono in grado di reggere potature dal disfacimento delle rocce frequenti tali da renderle adatte primordiali, costituisce ciò che noi chiamiamo terreno o terra. Il più che le loro parenti primaverili a terriccio in sacco è un composto creare forme e siepi. Richiedono un ottenuto dalla decomposizione terreno fertile ricco di sostanza orga- guidata di materiale vegetale con nica con una reazione di tipo neutro o senza la fase minerale, quindi il terriccio che si acquista è di norma o semi acida. Le Camelie autunnali si al 90% sostanza organica. adattano anche a un certo livello di calcare nel terreno, rendendosi così disponibili per la coltivazione in vaso, dove la deposizione del calcare da parte dell’acqua irrigua di acquedotto è discretamente presente. Le radici sono superficiali, pertanto attenzione all’irrigazione in periodi siccitosi e soprattutto quando sono coltivate in vaso. Una concimazione a partire dalla tarda estate sino ad avvio della fioritura è indispensabile per mantenere la fioritura; al termine si può ridurre sino a sospendere alle porte dell’inverno. Utilizzate un concime specifico per piante cosiddette acidofile. Se la vostra camelia è in vaso, programmate un rinvaso ogni tre anni, se non altro per offrire più spazio all’apparato radicale.

C. Lavinia Maggi by Fiori Tipici del Lago Maggiore

C. japonica General Coletti, by Fiori Tipici del Lago Maggiore

CURIOSITÀ In Europa divenne popolare grazie al romanzo di Alexandre Dumas “La signora delle Camelie” edito nel 1848; solo allora il fiore prediletto da Marguerite Gautier, la protagonista del romanzo che morì precocemente

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di tubercolosi all’età di 23 anni, ebbe notorietà. Questa figura si ispira ad un personaggio realmente esistito, Marie Duplessis, cortigiana che la sera appuntava una camelia bianca o una camelia rossa a seconda della

sua disponibilità o indisponibilità e che per questo veniva chiamata “la signora delle camelie”. La scelta di tale fiore non fu casuale: secondo antiche credenze giapponesi, la Camelia è simbolo di immortalità ma anche, nel

dualismo della cultura estremo-orientale, simbolo della vita stroncata, perché a differenza degli altri fiori, quando appassisce non perde i petali uno ad uno ma si stacca completamente dallo stelo.


PASSIONE VERDE

100 sfumature di viole Chi l’ha detto che possiamo usarle solo in primavera? Anche le miti temperature autunnali vanno benissimo, i colori sono davvero tanti e alcune varietà resistono al gelo

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di FILIPPO TOMMASEO

iola, viola del pensiero, violetta… sono molti i modi con cui ci riferiamo a questo fiore, uno dei più conosciuti e amati, fonte di ispirazione per poeti, scrittori, pittori grazie alla sua bellezza e delicatezza. Il significato che la viola ha assunto nel corso degli anni in tutto il mondo è quello di un invito a pensare alla persona da cui è stata ricevuta: donare una viola significa “pensa a me”. Ogni anno ibridatori e produttori sono in grado di proporci varietà nuove di viole. Queste nuove cultivar si distinguono dalle precedenti perché ne vengono migliorate alcune caratteristiche, come ad esempio la resistenza al freddo, o perché si dà vita a nuovi colori, a sfumature inusuali, ad accostamenti di cromie

differenti e sorprendenti. Difficile stare al passo, ma entusiasmante, se si pensa che con le nuove viole è possibile realizzare bellissimi giardini e balconi anche in autunno, e che la scelta illimitata di colori, forme e portamento dà l’occasione a tutti, ma davvero a tutti, di trovare la propria viola preferita!

QUATTRO FAMIGLIE DA TENERE D’OCCHIO Per aiutarvi a orientarvi nella vasta popolazione delle viole, ecco le nostre preferite: Miniviole (Viola x wittrockiana): sono viole del pensiero a fiore medio-piccolo (3-4 cm) a portamento strisciante tappezzante. Sono la migliore varietà di viole per aiuole e prati, fioriscono anche col gelo e resistono molto bene sotto la neve. Ogni pianta porta una grande quantità di fiori che, anche se bagnati, non si piegano ©anjokan_fotolia.com

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PASSIONE VERDE

Le viole infatti possono essere trapiantate all’aperto sia in autunno • Trapiantare all’aperto sia in che in primavera, e le autunno che in primavera • Il mese più indicato è ottobre migliori fioriture si ot• Concimare e irrigare anche in tengono trapiantando inverno in autunno. Il mese • Trapiantare a 10-20 cm una più indicato è ottobre, dall’altra ma vanno bene anche • Zona: va bene il pieno sole, settembre e novembre; ma anche mezz’ombra • Nelle zone di ombra piena, è comunque possibile vegetano ma fioriscono meno trapiantare anche in • Non soffrono di particolari primavera, da febbraio malattie in poi. Questo perché le viole resistono al gelo e, anche se durante l’inverno possono a volte sembrare un po’ “tristi”, torneranno a crescere e a fiorire in maniera straordinaria al rialzarsi delle temperature. La cosa da ricordare è che, essendo in fiore in questo periodo, hanno bisogno di “bere e mangiare”; cioè, è molto importante dare concime e acqua anche in inverno. In questo modo la fioritura resterà bella e rigogliosa, in particolare vedrete le Miniviole ricadenti ® e Miniviole fiorire per tutto l’inverno. Qualche consiglio: le viole vanno trapiantate a 10-20 cm una dall’altra; in particolare per le Miniviole ricadenti®, minore è la distanza tra una pianta e l’altra (10 cm), maggiore è la crescita in lunghezza. Le viole sono piante che amano il sole, ma si adattano bene anche alle zone di mezz’ombra, dove il sole arriva solo per una parte della giornata. Crescono anche nelle zone di ombra piena, ma fioriscono meno. Inoltre, non soffrono di particolari malattie.

©dusk_fotolia.com

CONSIGLI COLTURALI

AUTUNNO, È IL MOMENTO GIUSTO Tradizionalmente associamo le viole alla primavera, insieme alle primule. Eppure anche la stagione che ci apprestiamo a vivere può darci grandi soddisfazioni.

Perfette per decorare il balcone anche in autunno, le viole non temono né il gelo né le nevicate. ©aki99_fotolia.com

e dunque rimangono belli anche dopo la pioggia. Miniviole ricadenti® (Viola x wittrockiana): sono viole del pensiero a fiore medio-piccolo (diametro 3-4 cm) con portamento ricadente. Ogni pianta può portare centinaia di fiori ed è perfetta per abbellire finestre e balconi. Fioriscono durante l’inverno, sono molto resistenti alle intemperie e non temono il gelo. Viole del pensiero: a fiore medio (5-10 cm) e grosso (8-12 cm), conosciute anche come Viole pansè, hanno portamento tappezzante e sono resistenti al gelo. Sono apprezzate in tutto il mondo per i loro colori vivaci, per i loro contrasti di sfumature e per le loro forme particolari. Per le aiuole vanno meglio le viole a fiore medio, mentre per i balconi sono consigliate quelle a fiore grosso. Viole cornute: a fiore piccolo (2-3 cm), con portamento tappezzante, resistenti al gelo, disponibili in moltissimi colori e forme differenti del fiore. Ogni pianta porta moltissimi fiori che creano un cuscino colorato. Oltre ad essere le viole più precoci a fiorire, garantiscono una discreta resistenza alle intemperie proprio perché il fiore piccolo, essendo leggero, non soffre particolarmente il vento ed il peso dell’acqua.

Una combinazione particolare: cavolo ornamentale e viole del pensiero. Ci piace!

PER INFORMAZIONI www.100sfumaturediviole.it

Le viole ricadenti sono una cascata di fiori che dura per tutto l’inverno. Stanno bene in pieno sole e in mezz’ombra.

VIOLE, UNA MOSTRA MERCATO DEDICATA A LORO Nei weekend a partire dal 23 settembre fino al 5 novembre troverete nei garden center del Centro-Nord Italia che hanno aderito all’iniziativa “100 sfumature di viole”, una mostra-evento che propone tantissime idee per un

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inverno fiorito e un’esplosione di colori in primavera. È un’occasione unica per ammirare insieme viole in più di cento colori differenti e originali – porpora, gialloviola, viola occhio bianco, blu lavanda, terracotta cangiante,

miele, pesca melba, giallo oro, arancio violetto, rosa fragola, sole di mezzanotte, denim… solo per citarne alcuni -, tutte fiorite contemporaneamente. L’obiettivo della mostra è in primo luogo divulgativo: il pubblico verrà

condotto alla scoperta di nuove varietà di viole, con l’aggiunta di suggerimenti ed esempi per la composizione di vasi o aree fiorite, e con curiosità e informazioni sulla loro coltivazione. Tutte le viole esposte saranno anche in vendita.


Viola Matrix sunset Miniviola colore terracotta cangiante

Viola cornuta marina, uno degli ultimi colori introdotti

Viola Lemon swirl

Viola mini limone, con occhio

Viola cornuta rosa, le viole cornute sono le piĂš precoci a fiorire


PASSIONE VERDE

Meraviglie sul Lago Maggiore Entrano a far parte della rete di Grandi Giardini Italiani quattro delle più belle attrazioni turistiche naturali presenti sul territorio

L’

di BIANCA BELFIORE

isola Bella, l’isola Madre, la Rocca di Angera e il Parco di Villa Pallavicino: ecco i giardini che aderiranno al network di Judith Wade. I primi tre sono di proprietà del principe Vitaliano Borromeo, e il Parco di Villa Pallavicino è entrato da luglio a far parte del circuito turistico Borromeo.

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UN RITORNO AGLI ANTICHI FAST

Isola Madre, la scenografica doppia scalinata nel parco. Foto di Dario Fusaro.

L’alto livello di manutenzione delle collezioni botaniche delle Isole Borromee, famoso in tutto il mondo, è sempre stato garantito da personale altamente qualificato; lo stesso personale, guidato sapientemente da Gianfranco Giustina, ora avrà modo di riportare a splendere il Parco di Villa Pallavicino. Con un’offerta turistica di ben quattro giardini sul Lago Maggiore, il circuito turistico Borromeo intende avere un maggior peso nel mercato del turismo culturale, puntando anche su una strategia di Isola Bella, veduta del romantico Giardino d’Amore. Foto di Dario Fusaro.

marketing unica, a beneficio del territorio; per rispondere a questa nuova fase di sviluppo del circuito turistico sono state introdotte nuove funzioni di marketing.

WEEKEND DA FAVOLA IN BATTELLO

GIRO IN BATTELLO Orari e costi sono visionabili sul sito www.navigazionelaghi.it

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Con l’arrivo di questi quattro splendidi giardini sul Lago Maggiore, il network Grandi Giardini Italiani annovera 125 giardini in 12 regioni, di proprietà sia privata sia pubblica. I Giardini di Castel Gandolfo, la Reggia di Caserta, Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani e i Giardini Botanici di Villa Hanbury, sono alcuni esempi delle proprietà che da tempo fanno parte del Network dei più bei giardini visitabili in Italia. Ciascun giardino offre uno spettacolo diverso. I nuovi arrivati in particolare sono visitabili in successione grazie al circuito di Navigazione del Lago Maggiore, che prevede anche un biglietto specifico per il tour delle isole Borromee.


2 Isola Madre, il Viale delle Palme attraversato da uno dei pavoni bianchi che abitano il giardino. Foto di Dario Fusaro.

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La Rocca di Angera domina imponente sulla cittadina che si affaccia placidamente sul lago.

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dalle più diverse latitudini. Sopravvissuto a una tromba d’aria, c’è anche un magnifico esemplare di cipresso del Kashmir; ingegnosi tiranti lo assicurano al terreno dell’Isola, esempio della cura dei proprietari e di Gianfranco Giustina, curatore dei giardini delle Isole Borromee e ora anche del giardino di Villa Pallavicino.

3) UNA FORTEZZA ABITATA DA BAMBOLE

Il Parco di Villa Pallavicino ospita una collezione di acidofile e molti animali, che la rendono perfetta per una gita con bambini. Foto di Dell’Orto, archivio Grandi Giardini Italiani.

1) SPETTACOLO SCENOGRAFICO Isola Bella con il suo giardino all’italiana, ideato in onore della moglie di Carlo I, Isabella d’Adda, è famosa per il suo palazzo e per il Teatro Massimo o Ninfeo. Con il suo spettacolare fronte scenico a tre piani, sormontato dalla statua dell’unicorno, emblema del casato dei Borromeo, e la Galleria Berthier che accoglie 130 dipinti, è forse tra i beni culturali più importanti del Lago Maggiore.

La Rocca di Angera è di proprietà dei Borromeo dal 1445. La Rocca è il risultato di 600 anni di interventi architettonici. Attualmente ospita il Museo della Bambola e del Giocattolo, attualmente il più importante in Europa. Facendo riferimento ai numerosi documenti, recentemente è stato ricostruito un giardino medievale, addolcendo in questo modo i tratti della fortezza inespugnabile.

4) ZEBRE IN RIVA AL LAGO

2) UNA COLLEZIONE BOTANICA PRESTIGIOSA

Villa Pallavicino a Stresa è una proprietà di sedici ettari che include un parco aperto al pubblico dal 1956. La villa assomiglia a un balcone sul lago, con una vista mozzafiato sulle Isole Borromee. La proprietà ospita anche una magnifica collezione di acidofile di fioriture e proporzioni spettacolari. Nel parco è stato riservato molto spazio a canguri, lama, pavoni, zebre e molti altri animali, la gioia delle famiglie che lo visitano.

Isola Madre accoglie un giardino paesaggistico all’inglese realizzato nell’Ottocento che, grazie ad un clima favorevole, ospita rare piante e fiori esotici provenienti

PER MAGGIORI INFORMAZIONI www.grandigiardini.it

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CUCINA & TERRITORIO

Eleonora Bertolone e Stefano Sanese, i produttori del Riso di Nori.

Più riso del riso Quello coltivato in Piemonte, da Eleonora e Stefano. Qualità purissima, nuove varietà con caratteristiche benefiche per l’organismo, e un buon equilibrio fra tradizione e futuro

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colloquio con ELEONORA BERTOLONE di MARTA MEGGIOLARO

I campi viola del riso Violet Nori, una varietà esclusiva di Eleonora.

oleva fare la ballerina, e lavorare nel no profit. In università si innamora, e alla scomparsa dei nonni paterni sceglie l’avventura di portare avanti la loro azienda risicola. Oggi Eleonora ha 30 anni, Stefano 31, sono sposati, hanno due figli e dal 2008 sono titolari dell’azienda agricola Eleonora Bertolone, che coltiva più di dieci varietà di riso, fra cui varietà tradizionali “pure”, e altre assolutamente nuove. Ma procediamo con ordine, lasciando parlare Eleonora. Cosa ha voluto dire per te prendere le redini, da giovanissima, di un’azienda risicola? «Sono stata spinta dal desiderio di aiutare il nonno e mio papà, e dal fatto che ero l’unica della famiglia

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Il tuo parere conta Su ogni confezione di Riso di Nori c’è il numero di telefono di Stefano e tutti possono chiamarlo, per domande o consigli.

migliore. Una volta uno chef stellato cucinando il nostro riso ha detto: “Ma questo è coltivato in asciutta! Stupendo!”. Quando gli ho chiesto come facesse a capirlo mi ha risposto che si nota da come viene rilasciato l’amido alla fine. Ma chef stellati e degustatori a parte, mi sto accorgendo che i consumatori non sono fessi e si accorgono quando un riso è buono».

rimasta geograficamente vicino all’azienda. Secondo me il nonno, quando mi vedeva con Stefano, ci immaginava già insieme tra i campi. Il tuffo nel mare a quadretti non è stato semplice, è un ambiente storicamente maschile, ma con l’aiuto di mio padre e la passione per l’azienda di famiglia ce l’ho fatta. I primi anni abbiamo rinnovato l’azienda, e abbiamo iniziato a farci conoscere. Sapevo che il mio riso era buono, ma forse gli amici esageravano coi complimenti… invece con sorpresa gli apprezzamenti arrivavano anche da professionisti. A fine del 2013 aspettavo il secondo figlio, non riuscivo a gestire l’azienda e nello stesso tempo la parte commerciale. Allora ho proposto a Stefano di affiancarmi. La diversità tra noi ha fatto scaturire nuove idee che ci hanno portato nel 2015 sugli scaffali di Esselunga». Cosa intendi quando dici che il vostro riso è di qualità superiore? «Prendiamo il riso Carnaroli. Quando vai al supermercato e ne compri un pacchetto, tu pensi che quello sia veramente il riso Carnaroli. Credo che si faccia fatica ad arrivare al 50% di possibilità. Sconvolgente? Eppure è così, ed è legale! Infatti in Italia possono essere venduti come Carnaroli risi che non lo sono, in quanto “merceologicamente simili”, e lo stesso vale anche per altre varietà. In altri Paesi questa è frode in commercio, in Italia ormai è una modalità dilagante. Inoltre, non essendo una varietà brevettata, il Carnaroli può essere seminato senza usare semente pura: questo significa che, anno dopo anno, perde le caratteristiche del seme originario. Noi usiamo solo semente certificata, e coltiviamo il Carnaroli con una modalità che lo rende

Le mondine, intente a pulire il riso dalle infestanti. Eleonora ha reintrodotto questa figura perchè coltivando da seme è necessario tenere puliti i campi; per questo il suo logo è un cappello da mondina.

A questo proposito so che avete fatto un grande lavoro sul Rosa Marchetti… «Questa varietà tanti anni fa era coltivata dovunque in Italia perché era perfetta per le minestre, allora piatto forte della dieta. Ma il responsabile della varietà, Domenico Marchetti, nipote del Domenico Marchetti padre di tante varietà, tra cui l’Arborio e il Rosa Marchetti, non trovava più nessuno disposto a moltiplicare il seme (troppo difficile), né interessato a impiegare la semente certificata. E così noi abbiamo recuperato in esclusiva l’autentico Rosa Marchetti, e lo abbiamo proposto al pubblico per fare i risotti, che vengono davvero buoni. Paolo Massobrio lo ha definito “il ritorno al futuro del Rosa Marchetti”. E poi, è più leggero degli altri. Di solito si pensa che il più digeribile sia il riso integrale, per il minor impatto glicemico. In realtà il riso integrale ha un contenuto di zuccheri anche maggiore del riso sbiancato, ma contenendo fibra ha una curva di digestione più lenta. Il Rosa Marchetti ha sorprendentemente un impatto di 63 sul I.G., di gran lunga inferiore alla maggior parte dei risi consumati in Italia».

GLUTINE E RISO Nel riso non c’è glutine, ma dato che diverse industrie leader sulle loro confezioni ne indicano la presenza di tracce, si fa confusione. Per questo sulle confezioni di Riso di Nori sarà presente una dicitura ad hoc studiata con la Camera di Commercio.

Una piantina di riso Carnaroli, appena spuntata dal chiccho. Il riso Carnaroli di Eleonora è puro al 100%.

I prodotti Riso di Nori.

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Le Calluna a boccioli Resistenti al gelo Fiori di Gemma

Una grande abbondanza di colori vivaci per le tue decorazioni autunnali In giardino, sulla terrazza e anche all‘interno della tua casa Sono piante di facile manutenzione e robuste

www.gardengirls.de

CUCINA & TERRITORIO

to un’attività antiradicalica Questo per quanto riguarda ed un contenuto di antociale varietà tradizionali, ma nine maggiore rispetto ad raccontaci delle varietà che altri risi colorati, un risultato hai introdotto tu! che testimonia una ricchezza «C’era una volta una pianta di sostanze antiossidanti che scura nel campo, che abbiarendono il riso Violet mo notato e messo da Nori un alimento parte. Da questa funzionale unico”. piantina abbiaLo s Una bella soddimo selezionato Con la fa ai? rina di ri so Orange sfazione!». il Violet Nori e Violet possibil è e realiz e l’Orange zare pa e pasta ne per la p Quindi, sei conNori, due vaizza, colorati e p ro fumati. tenta di non aver rietà integrali E senza glutine! fatto la ballerina? e molto aroma«Direi proprio di sì. tiche: il Violet ha Il nostro lavoro è bello, un aroma così intenso non stacchiamo quasi mai e che mio marito capisce cosa non c’è possibilità di illudersi ho cucinato prima di entrare a che le cose siano semplici, casa! E poi i campi viola sono ma le soddisfazioni personali qualcosa di assolutamente sono tante e siamo tenaci. Il pazzesco, fuori da tutti i periodo attuale non è molto canoni della risicoltura. positivo per la risicoltura itaL’Orange invece svela il suo liana, soprattutto per la parte particolare arancione solo in burocratica, ma noi continuialavorazione, e ha un aroma mo a desiderare di fare cose definito e piacevole. Di regrandi in azienda e nella vita, cente abbiamo ottenuto per anche per il bene delle genele due varietà il Certificato di razioni future! Viva il Made in Concessione della Privativa Italy e gli imprenditori che Comunitaria per Ritrovati non si fanno scoraggiare Vegetali da parte dell’autorità dalle sfide che li rendono competente Community Plant ancora più in gamba!». Variety Office. E questa estate è stata discussa una tesi di Laurea nel Dipartimento di PER DIVENTARE Farmacia dell’Università degli SOMMELIER DEL RISO Studi di Genova. La tesista Puoi frequentare un corso di Alessia Sileo ha concluso così AcquaVerdeRiso, specializzata in la sua ricerca: “Le cariossidi analisi sensoriale del riso Violet hanno mostrawww.acquaverderiso.it


CUCINA & TERRITORIO

Menù delicato Un antipasto gustoso e poi via a una successione di piatti che stupiranno il palato dei vostri ospiti, senza appesantire. Innaffiate generosamente con un Prosecco, e il gioco è fatto di FELICITA DELL’ORTO

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CUCINA & TERRITORIO

SALVIADE Sono frittelline a base di foglie di salvia, tipiche della cucina friuliana e semplici da preparare. Ingredienti • Foglie di salvia grandi e prive di imperfezioni, lavate ed asciugate con delicatezza • 70 g. di farina • Olio di semi (arachidi o girasole) • Un uovo intero • Latte q.b. • Sale q.b. Preparazione Per prima cosa preparate la pastella. Versate il tuorlo dell’uovo in una ciotola, aggiungete la farina e abbastanza latte per ottenere una pastella fluida ma densa. Lasciate

riposare per almeno un’ora. Al momento di preparare le frittelle, montate a neve ben soda l’albume dell’uovo e unitelo alla pastella, mescolando dall’alto in basso per non smontarlo. Mettete abbondante olio in

una padella e scaldatelo. Poi tuffate le foglie di salvia nella pastella e friggetele. Mettetele a perdere l’eccesso di unto su carta da cucina e servitele subito, spolverate con sale.

Risotto raffinato Ingredienti • 100 grammi di scampi o gamberetti già lessati • 100 grammi di cuori di carciofo • 150 grammi di riso parboilled • Uno spicchio d’aglio • Una confezione di panna da cucina • Burro • Prezzemolo tritato • Mezzo bicchiere di vino bianco • 1 o 2 litri di brodo Preparazione Tritate parte dei carciofi al frullatore, aggiungendo la panna (circa 100 grammi) e una grattatina di pepe;

PALOMBO CON PINOLI Ingredienti • 4 tranci di palombo • 100 grammi di pinoli • 30 grammi di prezzemolo • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva

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• Cren fresco grattugiato • Sale e pepe qb Preparazione Far cuocere lentamente in una padella i pinoli spezzettati e salati con l’olio per 15 minuti, togliere dal fuoco ed aggiungere il prezzemolo tritato e un pizzico di

cren (la quantità può variare secondo il gusto personale ma non deve coprire gli altrui sapori). Cuocere al vapore i tranci di palombo per pochi minuti per poi passarli in padella con la salsa preparata. Amalgamare delicatamente e servire.

fate rosolare un pezzetto di burro e l’aglio intero, aggiungete il riso e girate finché sarà tostato. Iniziate a versare il brodo a mestoli, girando di tanto in tanto. Nel frattempo avrete preparato un analogo soffritto in una padella, al quale aggiungere gli scampi, irrorandoli con un mezzo bicchiere di vino bianco secco. Appena saranno ben rosolati, potrete aggiungere i restanti carciofi, tagliati in sei parti. Quando mancheranno cinque minuti alla completa cottura del riso, unite gli scampi, i carciofi e per ultima la crema preparata con la panna. Girate bene e portate in tavola.


RADICCHIO AL FORNO Ingredienti • 6 radicchi • 4 carote • 2 cipolle grosse • 2 tazze di brodo vegetale • Qualche cucchiaio di olio di oliva extravergine • Basilico • Fette di pane tostato • 150 grammi parmigiano grattugiato

Preparazione Lavare il radicchio e scottarlo rapidamente in acqua bollente, farlo scolare ed asciugarlo bene. Ungere una teglia da forno, disporre le carote pulite e tagliate a rondelle o a bastoncino, le

cipolle tagliate ad anelli, il basilico, il sale e coprire con il radicchio. Versare brodo vegetale e fare cuocere in forno a temperatura media per 40 minuti. Spolverare con parmigiano e servire con fette di pane tostato.

Sorbetto alla menta Ingredienti • 250 grammi di foglie fresche di menta • Un albume • 120 g di zucchero Preparazione Mettere al fuoco una pentola con mezzo litro d’acqua e, dopo aver unito lo zucchero,

portare all’ebollizione, mescolando bene perché lo zucchero si sciolga completamente. Pulire le foglioline di menta e poi frullate insieme a tre cucchiai di acqua, fino a ridurle in poltiglia. Unire il frullato allo sciroppo di zucchero, poi lasciar

raffreddare. Versare il composto nella gelatiera e iniziare il congelamento. Montare a neve l’albume e amalgamarlo delicatamente al gelato a metà del tempo di preparazione. Infine portare a termine il congelamento.

COS’È IL CREN?

La barbaforte, chiamata anche rafano rusticano, rafano tedesco, o cren (Armoracia rusticana L.) è una pianta erbacea perenne delle Crucifere. Si tratta di una pianta rustica e perenne, alta circa 50 cm, con foglie grandi e ruvide, di colore verde intenso. I piccoli fiori bianchi, disposti in croce e riuniti in racemi, compaiono all’inizio dell’estate. Il rafano cresce bene in un terreno asciutto e fertile, in mezz’ombra o in posizione soleggiata. Non ama la siccità. La radice del rafano è ampiamente usata in cucina e ha un sapore dolce, leggermente piccante e soprattutto fortemente aromatico e balsamico. © foto servizio di fotolia.com

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INTERNO

JUNGALOW, le regole d’oro I consigli e i suggerimenti di stile più importanti per ricreare nella propria casa lo stile giungla. Il segreto? Pochi dettagli, ma curati di COSTANZA DI MATTEO in collaborazione con HOUZZ

1. Pareti bianche

1 Houzz _ A Darling Felicity Photography

L

o stile “Jungalow” è stato diffuso da Justina Blakeney, una giovane interior designer e blogger americana con la passione per il bohemian style. Il nome nasce dall’unione delle parole jungle e bungalow (ovvero le case a un piano con veranda tipiche del Bengala). Non è semplice descrivere questo stile, poiché riunisce diverse caratteristiche di altri stili, ma in generale l’idea è rimandare alle atmosfere tropicali, senza dimenticare l’agio e il comfort che caratterizzano lo stile di vita occidentale. Per poter ottenere l’effetto giusto devono esserci le caratteristiche che vi elenchiamo qui. E ricordate, è possibile arredare anche solo una stanza, o un angolo, in stile “Jungalow”: l’importante è che l’ambiente risulti fresco e accogliente. E a noi piace perché le piante hanno un ruolo fondamentale!

Le stanze arredate in questo stile sono belle perché piene di oggetti particolari, quindi i muri devono essere più neutri possibili. Il contrasto che si crea tra le pareti candide, il verde delle piante e il marrone degli arredi, è la base ottimale per creare lo stile “Jungalow”.

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2. Carta da parati a tema vegetale

In linea di massima non vanno usati arredi contemporanei o di materiali sintetici: il “Jungalow” funziona bene con arredi in legno e in stile mid-century: madie, credenze, sistemi a parete, cassettiere, tavolini, sedie, poltrone e divani. Il colore del legno dovrebbe essere scuro, ma va bene anche tinto in chiaro o decapato.

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Houzz _ Graham & Brown UK

3. Arredi anni ‘50

Houzz _ Casa Josephine

Per enfatizzare il ruolo del verde si può completare una parete con la carta da parati, che sta conoscendo una nuova età dell’oro. La scelta fra pattern e colori che diano un effetto “giungla” è ampissima. Oltre a disegni realistici, potrebbe essere interessante provare motivi astratti, etnici o geometrici, l’importante è restare fra i toni del verde o del marrone.

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4. Rattan e vimini

Non possono mancare poltrone, sgabelli e tavolini intrecciati, ceste per contenere i vasi delle piante e paralumi per le lampade. Pezzi di grande effetto sono la sedia pavone, o anche una sedia altalena da appendere direttamente al soffitto.

L’effetto verdeggiante che dà vita a questo stile si basa prevalentemente sulla presenza di piante verdi da interno. Queste che elenchiamo sono facili da mantenere. Fra quelle grandi: Kentia (Howea forsteriana), il banano e tutte le varietà di Ficus. Piante medie: Sanseveria trifasciata, Aloe vera (Aloe barbadensis Miller) e Zamioculcas zamilifoliala. Se vi piacciono le piante grasse, sbizzarritevi. Fra quelle da appendere (magari con un portavaso in macramè fatto da te), il Falangio (Chlorophytum comosum), la Nephrolepis exaltata, il Pothos (Epipremnum aureum o Scindapsus aureus).

Houzz _ Rikki Snyder

5. Piante rigogliose

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6. Vasi diversi per colore e dimensione

7. Disordine controllato

Che sia voluto o no, un’abitazione arredata con questo stile risulterà sempre caotica: fa parte di un’estetica “rilassata”, che accetta serenamente l’imperfezione. Ma questo non significa che allora le vostre stanze debbano straripare di oggetti mal assortiti e in disordine! La regola di fondo è l’essenzialità: lo stile “Jungalow” si avvicina di più allo stile scandinavo che all’etnico.

Houzz _ Maurizio Giovannoni Architetto

Contenitori differenti possono stare insieme, ma solo se l’insieme risulta piacevole. Se i materiali o i colori non si armonizzano, scegliete una base costante e giocate sulle altre caratteristiche. Ad esempio, solo vasi in terracotta, ma di forme e dimensioni diverse.

7 Per approfondire e trovare ispirazione visita il sito www.houzz.it

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INTERNO

Aria più buona, in casa Grazie ad alcune piante, si può. È il caso della Sansevieria, un vegetale dalle qualità eccezionali. Ve la presentiamo qui

V

di FELICITA DELL’ORTO

i ricordate il detto: non mettere le piante in camera da letto perché muori? Bene, nulla di più sbagliato e lontano dalla realtà. Anzi, un fondo di verità c’è: le piante, come tutti gli esseri viventi, respirano, quindi emettono anidride carbonica. Solo che durante il dì, la fase luminosa del giorno, emettono più ossigeno per via della fotosintesi clorofilliana in atto, rispetto all’anidride carbonica. Di notte invece, cessando la fotosintesi, avviene il contrario; da qui il detto. Che però non è proprio esatto, le piante

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La Sansevieria scabrifogia si distingue dalle altre per le foglie di dimensioni più modeste.


OCCHIO ALLA CAMERA DA LETTO In effetti oggi le nostre case sono sigillate verso l’esterno, sia per tenere fuori rumori ed odore del traffico ma soprattutto per evitare la dispersione termica o l’inutile consumo di un condizionatore acceso con la finestra aperta. Se consideriamo che le sostanze inquinanti sono presenti nei mobili, nei materassi, nei tessuti, negli abiti, è presto detto: in camera da letto ci si inquina di più che altrove. Come possiamo difenderci? Possiamo ospitare delle piante, facendo attenzione che siano fra Sansevieria trifasciata ‘Laurentii’, con il caratteristico colore disposto a fasce verticali.

sono utili, non solo esteticamente, non solo perché gratificano chi le riceve, ma perché possono aiutarci a migliorare la vita domestica.

ALLEATE NEL PURIFICARE L’ARIA

Piace moltissimo ai bambini, perché le foglie assomigliano a spade, e a chi ama un arredamento moderno e minimal: è la Sansevieria cylindrica.

Possiamo inserire in ogni stanza una pianta o una composizione, per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Forse non tutti sanno che l’aria che respiriamo tra le mura domestiche può arrivare ad essere tre volte più nociva di quella che inaliamo per strada. Questo è quanto emerge da uno studio dell’Università di Sheffield (Gran Bretagna); complice l’uso di forni, N linguaegl cucina a gas, deodoranti e detersivi, i livelli di gio dei fior monossido di carbonio e altri gas dannosi per la i “Io ti salute registrati in un appartamento del centro simbolo stringo a me” è il legato città possono essere tre volte superiore ai limiti a probab ilmente questa pianta , p erch concessi dai governi per l’ambiente esterno. Ma d’origin e, e sop é nei paesi G ra u tt inea, da allora, se le piante contribuiscono a migliorare lle fogli utto in una fib la nostra esistenza, prepariamoci ad arricchire di ra utiliz e si ricava zata pe fabbric r la azione verde “utile” il nostro ambiente casalingo. Con di lacci e c o rd e. particolare attenzione a quello del sonno.

CHI È LA SANSEVIERIA? La Sansevieria è della famiglia delle Liliacee e il genere comprende circa 50 specie originarie dell’Africa tropicale e subtropicale e dell’Asia sudorientale. È una pianta perenne con radici rizomatose. Le foglie, disposte a rosetta, sono consistenti e fibrose, di forma lanceolata più o meno allungata o cilindrica. Il colore è verde vivo con screziature chiare o in verde scuro e bande laterali chiare. È una pianta che bene si adatta alla vita da appartamento: bella da vedere, pratica e robusta, arreda. Il nome di questa pianta deriva da quello di Raimondo di Sangrio principe di San Severo, vissuto nel Settecento.

QUALE SCELGO? • SANSEVIERIA TRIFASCIATA Originaria dell’Africa occidentale, è caratterizzata da foglie carnose, senza picciolo, dalla forma lunga e stretta e di un colore screziato verde, bianco e con bordo giallo, nella Sansevieria trifasciata ‘Laurentii’. Quest’ultima specie presenta una mutazione con cellule senza

clorofilla immerse in mezzo alle cellule normali. • SANSEVIERIA CYLINDRICA Originaria del Kenya, è caratterizzata da foglie lunghe, rigide e carnose di forma cilindrica e di colore verde scuro. La Sansevieria cylindrica ha foglie cilindriche alte fino ad un metro. • SANSEVIERIA GRANDIS Originaria della Somalia, si

distingue dalle altre specie perché è epifita, ossia possiede solo radici aeree e cresce fissata ad un supporto. Possiede foglie che crescono a rosetta che raggiungono una larghezza fino a 15 cm e una lunghezza che arriva a 25 cm. Hanno striature verde scuro. • SANSEVIERIA LIBERICA Originaria dell’Africa occidentale,

è caratterizzata da foglie che raggiungono la lunghezza di 60 centimetri. Le foglie hanno bande bianche generalmente orlate di rosso. • SANSEVIERIA SCABRIFOLIA Originaria dello Zimbabwe e del Mozambico. Il suo sviluppo è piuttosto modesto e le sue foglie raggiungono un’altezza di 15 cm.

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INTERNO

COME LA COLTIVO? Temperatura La Sansevieria sopporta bene temperature elevate. Durante i mesi estivi tollera anche temperature di 30 gradi. Durante l’inverno occorre fare attenzione che il termometro non scenda sotto i 3°C per oltre due giorni di fila, perché si possono rovinare le foglie. Luce Pur amando gli spazi aperti e la luce resiste bene anche in condizioni di scarsa luminosità, proprio quella che rileviamo nelle stanze da letto. Annaffiatura La Sansevieria va trattata come una pianta grassa, quindi annaffiate solo nel momento in cui il terriccio si asciuga, altrimenti le radici marciscono. Concimazione In estate e in primavera concimate una

volta al mese con un fertilizzante liquido per piante verdi. Durante l’autunno e l’inverno le concimazioni vanno sospese. Potatura La Sansevieria generalmente non viene potata ma le foglie che seccano vanno eliminate alla base. Fioritura Raramente la Sansevieria fiorisce in cattività. I fiori della Sansevieria, molto piccoli, sono raccolti in una infiorescenza a spiga di colore bianco-verdognolo e sono profumati. La fioritura avviene in autunno o in inverno a seconda dell’ambiente in cui la pianta è coltivata.

del giorno, le temperature sono così elevate da bloccare qualsiasi attività vitale. Ne consegue che si sono evolute modificando il modo di fare fotosintesi: in parole molto semplici metà del ciclo si sviluppa durante il dì, poi si bloccano e completano la seconda metà durante la fase buia del giorno. Poiché manca la luce solare il ciclo biochimico che permette a tutte le piante di prosperare, la Sanseveria si comporta diversamente, liberando più ossigeno proprio durante la notte, quando le temperature più fresche le permettono di proseguire nella sua attività vitale. E se si trova in camera nostra, questo ossigeno viene respirato da noi e fa bene al nostro organismo. Si stima che una Sansevieria trifasciata in un vaso di cm 24 di diametro, alta circa 140 cm, in salute, abbia una tale superfice fogliare emettente ossigeno durante la notte da essere comparata a un generatore di ossigeno di 1 mq di superfice!

Consigli Smuovete di tanto in tanto il terriccio del vaso per mantenerlo soffice, facendo attenzione a non toccare le radici.

quelle che emanano ossigeno durante la notte. Molte sono le piante che aiutano a purificare l’aria, ma una in particolare è la regina della camera da letto: la Sanseviera o Sansevieria. La nostra beniamina combatte l’elettrosmog, emette ossigeno di notte, la sua capacità di rimozione: formaldeide 2 µg/h , assorbe vapore acqueo e necessita luce indiretta. Ma perché riesce a fare tutto questo? E soprattutto perché emette più ossigeno di notte rispetto ad altre piante?

Difficile vedere i fiori della Sansevieria in cattività, e allora ecco una foto: si tratta di spighe di piccoli fiori rosati e profumati.

COME AVERE UNA BOMBOLA DI OSSIGENO La Sansevieria appartiene ad un gruppo di piante definite biochimicamente C4: si tratta di vegetali che vivono in ambienti molto estremi e dove durante la fase luminosa

I nemici in casa

XYLENE: è un derivato del benzene, si trova naturalmente nel petrolio e nel catrame, è una sostanza che danneggia il cervello; l’esposizione ad alti livelli per corti periodi (14 giorni o meno) o lunghi periodi (più di un anno) causa mal di testa, mancanza di coordinazione nei muscoli, vertigini, confusioni e cambiamenti di umore.

BENZENE: idrocarburo aromatico, è un costituente naturale del petrolio, ma viene sintetizzato a partire da altri composti chimici presenti nel petrolio stesso. Lo

TOLUENE: è un idrocarburo aromatico; è usato come solvente in sostituzione del benzene; è classificato come sostanza nociva e facilmente infiammabile;

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possiamo trovare in adesivi, sigillanti, rivestimenti per soffitto, stampanti, vernici, pannelli per pavimenti, fotocopiatrici, lacche, fumo di sigaretta, tappezzeria.

è tuttavia meno tossico del benzene. Questa sostanza, come lo Xylene si trova in: adesivi, bioemissioni, sigillanti, rivestimenti per soffitto, monitor del PC, stampante, pannelli per pavimenti, vernici, fotocopiatrici, lacche, tappezzeria. TRICOLOETILENE: noto anche col nome commerciale di trielina, è un sospetto cancerogeno e quando viene inalato deprime il sistema nervoso centrale e produce sintomi simili a quelli dell’ubriacatura da alcol: mal di testa, confusione, difficoltà nella coordinazione motoria. AMMONIACA: è un composto dell’azoto, si presenta come un gas incolore, tossico, dall’odore pungente caratteristico, irritante

per le vie respiratori, può avere effetti gravi; è presente in copiatrici, bioemissioni, prodotti per la pulizia della casa, fotocopiatrici. ALCOLI: (ad esempio metanolo, etanolo, propanolo) sono composti organici presenti in: adesivi, bioemissioni, moquette, sigillanti, rivestimenti per soffitto, cosmetici, rivestimenti per pavimenti, vernici, lacche, tappezzeria. ACETONE: è un liquido incolore e infiammabile con un odore caratteristico, è miscibile con acqua, etanolo ed etere e trova principalmente impiego come solvente. Si ritrova anche in: bioemissioni, cosmetici, moduli prestampati, acetone per unghie.

© foto servizio di fotolia.com

FORMALDEIDE: (o aldeide fòrmica): dato il largo impiego di resine derivate dalla formaldeide nelle produzioni di mobili, rivestimenti e schiume isolanti, poiché queste tendono a rilasciare nel tempo molecole di formaldeide nell’ambiente, questa sostanza è uno dei più diffusi inquinanti di interni. La possiamo trovare in adesivi, sigillanti, rivestimenti, tendaggi, carte igieniche, tovaglioli di carta e rotoloni, pannelli per pavimenti, cucine a gas, borse per la spesa, vernici, tessuti e vestiti stampati, compensato, lacche.


ESTERNO

Mille fiori, zero lavori Questa è la promessa per chi decide di mettere a dimora i bulbi in questa stagione. Vediamo quali sono i più adatti e come procedere alla loro coltivazione

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hi non sogna un giardino ricco di fioriture dove queste ultime spuntano, crescono, producono e si arrangiano da loro? Penso tutti, ma come si può fare? Anzitutto ricordiamoci che la Natura è un insieme di individui, in questo caso vegetali, che vivono in equilibrio tra loro; pertanto è impensabile disporre di aiuole che fioriscono ininterrottamente per tutto l’anno usando solo alcune piante. Occorre mescolare, aggregare più specie, differenti fra loro, scegliendo ogni pianta per le caratteristiche che offre e che concorrono ad ottenere un bell’effetto, ancora meglio se questo implica il minimo sforzo di manutenzione. Di quali piante stiamo parlando? Ma naturalmente dei bulbi e delle bulbose!

di NICOLÒ PENSA

POCHE PRETESE, ANZI, POCHISSIME I bulbi ci chiedono molto poco, sono organi riproduttivi di piante che possono naturalizzarsi nel clima della nostra penisola e che una volta messi a dimora, ovviamente nelle condizioni ideali di clima, umidità, luce, non avranno

BULBI INVERNALI E BULBI ESTIVI: FACCIAMO CHIAREZZA I bulbi vanno classificati a seconda che si parli di trapianto o piantagione, oppure di fioritura. Nel primo caso i bulbi autunnali sono quegli organi riproduttivi che si mettono a dimora in autunno inoltrato perché richiedono un periodo di freddo per sviluppare il fiore. Naturalmente quelli primaverili/ estivi sono da mettere in loco, invece, al termine dell’inverno. Dal punto di vista della fioritura i primi fioriranno tra fine dicembre e tutto aprile/maggio, i secondi da fine aprile a tutto settembre, a seconda delle specie utilizzate.

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ESTERNO

bisogno di altri interventi da parte nostra. Vengono commercializzati sotto varie forme di presentazione, ma in sostanza sono solo un insieme di organi riproduttivi vegetativi sotterranei, che interrati svilupperanno radici e successivamente foglie seguite da fiori. Al trapianto bisogna dedicare un minimo di tempo alla lavorazione del terreno; è consigliabile un apporto di concime a lenta cessione (ideale un fertilizzante fosfo-potassico) e una copertura con pacciamatura (non con corteccia) per preservarli da eventuali gelate che scendano in profondità. Basta questo per avere, a primavera, fioriture inizialmente timide e delicate, che negli anni diventeranno copiose e generose.

Brodiaea (a sx) e Zephyrantes (a dx) sono due bulbi tardo estivi autunnali. Per piantarli ricordate la regola del giardiniere: ogni bulbo si pianta a una profondità pari a tre volte il suo diametro.

COSA SONO I BULBI? Sono le parti della pianta che immagazzinano le sostanze nutritive (amido per lo più) che costituiscono la riserva invernale e che al risveglio vegetativo serviranno per dare l’impulso iniziale alla pianta per sviluppare le foglie e quindi i fiori. Queste parti produttive possono avere diverse forme e spesso le chiamiamo erroneamente tutte “bulbi”. In realtà in funzione della loro struttura fisica si differenziano in: Bulbi propriamente detti, come il tulipano, i gigli, le cipolle; Rizomi come Iris, Canna indica Tuberi: Begonia, Ipomea Cormi, come Crocus, Fresie, Gladioli Radici tuberiformi: Hemerocallis, Dahalia

I CONSIGLI PER AVERE TANTI FIORI

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macchie di colore straordinarie. Consiglio finale: non piantate Narcisi nel tappeto erboso; sebbene l’effetto possa essere bellissimo, ricordate che ogniqualvolta taglierete l’erba, taglierete anche le foglie dei Narcisi, che servono alla pianta per produrre energia per la fioritura e per mantenere longevo il bulbo. Campo di Dalie

© foto servizio di fotolia.com

Sono vegetali semplici, ma quando fioriscono mostrano tutta la loro capacità di decorare il giardino con un entusiasmo di colori. Basta non sbagliare! L’errore più comune è quello di piantali troppo profondi: il bulbo vegeterà ugualmente, ma consumerà tutte le energie per far emergere le foglie in superfice a catturare la luce del sole, e nel tentativo si esaurirà così tanto da non fiorire, o fiorire male, o peggio morire per lo sforzo. Quindi, ecco la vecchia regola del giardiniere: ogni bulbo si pianta ad una profondità pari a tre volte il suo diametro. Altro errore è quello di pensare che essendo il bulbo senza foglie, questo non abbia necessità di irrigazione. Nulla di più errato: soprattutto se sono in vaso, andranno irrigati anche durante la fase di riposo invernale, altrimenti le nuove radici, che noi non vediamo, dove troveranno l’acqua necessaria a risvegliare la vegetazione? Una delle tecniche che vi suggeriamo per usare i vostri sacchetti di bulbi, è naturalizzarli. Si tratta di piantare i bulbi in angoli del giardino che sono oggetto di pochi interventi di manutenzione: sotto alberi con foglie leggere, lungo bordi di siepi o di arbusti. Si scelgono le varietà più adatte (Tulipani, narcisi, Crocus per le autunnali mentre Crocosmia, Agapanthus per quelle estive), si procede come appena raccontato e si abbandonano a loro stessi, anno dopo anno. Essi fioriranno e si autoriprodurranno aumentando il gruppo di fiori e creando vere e proprie


Un calendario di fiori Il fatto che le bulbose appartengano a generi e specie botaniche diverse tra loro e provenienti da diverse aree del nostro pianeta permette di disporre di un vero e proprio calendario delle fioriture. Si parte da gennaio, anche con la neve, con i Bucaneve e si arriva fino a ottobre con il Ciclamino; e se il clima lo permette, è possibile proseguire anche verso l’inverno con code di fioriture. Se proprio la nostra zona non permette di coltivare all’esterno i bulbi per fioriture autunno- invernali, possiamo forzarli tra le mura domestiche e godere del loro colore e del loro profumo fino a Natale. Ecco la nostra tavolozza di colori che prende forma!

Bulbi primaverili precoci

Bulbi tardo estiviautunnali

Bulbi primaverili

Bulbi invernali

Crocus Bucaneve Leucojum Iris nana Chionodoxa Narcisi precoci Tulipani precoci Muscari

Anemoni Narcisi Giacinti Fritillarie Tulipani Scilla Ranuncoli Camassia Ornithogalum Erytronium Criunum Mughetti

Bulbi estivi precoci Allium Calium Begonie tuberose Lilium Canna indica Gladioli Calle Tigridia Agapanthus Ixia Galtonia Iris barbate alte Crocosmia

Dalia Acidanthera Brodiaea Zephyranthes Nerine Ciclamini Crochi autunnali Colchico

Ciclamino di Persia Narciso tazzetta Amaryllis Clivia

AMARYLLIS, LA ROSA DI NATALE È uno dei bulbi più spettacolari, perché è di grosse dimensioni e, se coltivato in casa in autunno, verso Natale rivelerà i suoi magnifici e grandi fiori. Rosso, rosa, screziato o bianco, è sempre bellissimo e ultimamente viene proposto in commercio il bulbo ricoperto di cera e decorato. Posto in casa, in un luogo soleggiato e con temperature intorno ai 18 gradi, ha già tutto ciò che gli occorre per fiorire, basta solo un po’ di acqua. Provare per credere!

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ESTERNO

Nuova vita a È ora di procedere alle ultime operazioni per sistemarlo dopo l’estate e mantenerlo in salute. Con gli attrezzi giusti e pochi accorgimenti sarà bello ancora a lungo di COSTANZA DI MATTEO

L’

estate volge al termine e l’intensa calura di questi mesi si è ormai mitigata. Il nostro prato, dopo la pausa vegetativa dovuta al caldo, riprende vita e ricomincia a crescere. Qual è il modo giusto di trattarlo in questi mesi prima del riposo invernale? Ecco qualche consiglio.

Irrigate frequentemente.

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CONCIME, PERCHÉ SÌ? Concimare è necessario, perché i continui tagli asportano molti residui vegetali che contengono ancora elementi nutritivi utili, per cui a lungo andare il terreno si impoverisce. Per il prato gli elementi importanti sono: azoto, che regola lo sviluppo vegetativo; fosforo, che dà robustezza alle radici e ai tessuti vegetali; potassio, che aumenta la resistenza alle malattie e favorisce l’accumulo di sostanze di riserva; ferro e magnesio, responsabili del colore verde dell’erba e della sua crescita.

Asportate sempre i residui del taglio con un rastrello.

2

3 Tagliate spesso e poco, ogni 7 – 15 giorni al massimo, asportando la minor quantità possibile di materiale. Abbassate l’altezza del taglio: si favorisce il ricaccio degli steli erbosi, che così renderanno più fitto il tappeto verde.

CONCIME, PERCHÉ ADESSO? Il momento in cui si concima è importante, perché un prato mantenga costanti le sue caratteristiche occorre rispettarne i tempi. Durante i mesi estivi non bisogna concimare, perché sotto l’effetto del fertilizzante l’erba si sviluppa maggiormente e corre il pericolo di essere bruciata dalla calura eccessiva. In autunno invece è possibile stimolare l’infittimento del tappeto erboso; irrigazioni, rugiada e piogge faranno il resto.

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4 Riseminate nelle zone in cui la temperatura estiva, accompagnata da scarsa irrigazione, ha bruciato l’erba lasciando il prato cosparso di chiazze che ne rovinano l’estetica.


a al tappeto erboso 5

6

Se il tappeto erboso vi sembra troppo compatto, provvedete ad arieggiarlo usando gli strumenti adatti. Questa operazione permetterà all’acqua piovana e irrigua, oltre che all’aria, di penetrare fino a raggiungere l’apparato radicale, ristorandolo e favorendone il rigoglio vegetativo.

Per preparare il terreno smuovetelo con un rastrello a denti duri, eliminando l’erba e le radici ornai disseccate, pareggiate la superficie, bagnatela e spargete lo stesso miscuglio di erba che compone il vostro prato nella misura di 15 – 30 grammi di semi al metro quadrato. Compattate leggermente la terra e predisponete le difese contro i volatili, per evitare che mangino la semente. Mantenete costante il grado di umidità del terreno irrigando di frequente fino a germinazione avvenuta.

7

Somministrate fertilizzanti che aiutino il prato ad affrontare i rigori dell’inverno nelle migliori condizioni; potete associare al fertilizzante un diserbante selettivo, che controlli le malerbe che presentano ancora vigore vegetativo.

PRATI A SEMINA AUTUNNALE, I VANTAGGI I tappeti erbosi impiantati in tarda estate o inizio autunno hanno il vantaggio di evitare il pericolo del caldo eccessivo, anche se per una corretta germinazione è necessario comunque irrigare con frequenza regolare. Un altro vantaggio è che il prato sfuggirà alla competizione con molte malerbe, che ormai hanno completato il loro ciclo vegetativo. Dopo la crescita degli ultimi mesi con temperature miti, il tappeto erboso avrà una pausa invernale e riprenderà con nuovo vigore in primavera.

9 Evitate che si accumulino le foglie cadute, perché potrebbero creare condizioni favorevoli allo sviluppo di malattie.

COME REGOLARE L’ALTEZZA DEL TAGLIO

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Basso

Giugno - Agosto

Alto

Favorisce emissione e sviluppo nuovi fusti © foto servizio di fotolia.com

Quando comparirà la rugiada, spazzate il tappeto erboso per eliminarla e favorire una rapida asciugatura.

Aprile - Giugno

Ombreggia il terreno impedendo un’eccessiva evaporazione

Settembre

Basso

Favorisce l’accestimento che si protrae in autunno

Ottobre

medio

Prepara il tappeto erboso ai rigori dell’inverno

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ESTERNO

Un amico da ritrovare Cambiamenti ambientali e cambiamenti nella composizione della fauna rischiano di far sparire il passero dai nostri cieli. Ma con qualche accorgimento possiamo ospitarlo di nuovo in giardino di FILIPPO TOMMASEO

V

i siete accorti della quantità di gazze, cornacchie e corvi che spadroneggiano in città e negli spazi verdi? E vi siete accorti che è sempre più raro vedere i passerotti? Le ultime ricerche mettono in correlazioni questi eventi, spiegando la scomparsa del passero con la presenza invadente e prepotente di questi altri avicoli. E così la sorte del passero, protagonista della famosa poesia di Leopardi, citato da Gesù nel vangelo, sembra segnata. Ma qualcosa si può ancora fare, allestendo i nostri giardini in modo che possano trovare cibo e riparo.

UN PERICOLO SOTTOVALUTATO Diamo la presenza dei passeri per scontata, ma la possibilità che scompaiano è reale, anche se non viene dato nessun allarme e pare che verso questi volatili ci sia poca attenzione. Le cornacchie ne mangiano le uova, le gazze mangiano i nuovi nati e in città, dove il cibo scarseggia, questa situazione è davvero preoccupante. In campagna invece sono le sostanze chimiche usate nei campi coltivati, oltre ai predatori, a fare danni, perchè uccidono gli insetti, o li avvelenano; ma gli insetti sono il pasto dei passeri, e diventano veicolo della morte di questi ultimi. Così i cinguettii dei passeri lasciano il posto ai versi sgraziati di gazze e cornacchie. Non si tratta solo di loro, peraltro, la stessa situazione si ripercuote su rondini, merli, cardellini e cinciallegre. Ed è un peccato, perché la convivenza dell’uomo con questi piccoli volatili è di grande utilità ad entrambi.

COLTIVATE IL BIANCOSPINO È possibile aiutare passerotti, cardellini e altri uccellini, seguendo alcuni semplici consigli, volti in sostanza a preservare la loro possibilità di ripararsi e di nutrirsi. Non potare le piante e non effettuare le ristrutturazioni dei tetti e delle facciate della casa tra marzo e agosto, quando gli uccelli costruiscono i nidi e allevano i piccoli, ricordando che la legge, comunque, vieta la distruzione dei nidi; evitare di irrorare le piante con pesticidi chimici in periodi riproduttivi, perché gli uccelli

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Un passero disegnato da Franca Deghi.

nella fase dell’allevamento dei piccoli sono insettivori; secondo il modello inglese del bird gardening, coltivare nel giardino piante che in inverno sono fonte di cibo e riparo, come edera, biancospino, rosa canina, che producono bacche, mentre in estate e autunno coltivare piante da frutto; in inverno installare sul balcone una mangiatoia fornita di semi e di palle di semi e grasso per aiutarli a superare il freddo, evitando di dare pane, formaggio e altro tipo di cibo che non si trova in natura, per non alterare i cicli digestivi e non provocare, quindi, disturbi, e mettere un abbeveratoio con acqua sempre pulita e poco profonda.

NATURA DOMESTICA Il passero (Passer domesticus) è una specie gregaria e i nuovi nati tengono a restare vicino al nido. Le coppie sono monogame e cooperano nella costruzione del nido e nell’accudire i nidiacei. Predilige i luoghi abitati dall’uomo: città, campagne coltivate e piccoli paesi. Può essere allevato anche in cattività, dove si rivela un compagno allegro e sempre presente; l’affiatamento con il padrone umano infatti può diventare tale da rende superfluo perfino l’uso della gabbietta.


IL SEGNALIBRO

Appassionati conoscitori “Si ama solo ciò che si conosce”, diceva sant’Agostino. Nel caso dei fiori, possiamo stupirci e godere della loro bellezza senza saperne nulla, ma la passione porta ad approfondire. Anche attraverso i testi giusti di MARTA MEGGIOLARO

FLORA D’ITALIA - VOLUME PRIMO di Sandro Pignatti 1120 pagine, 110,00 euro, Edagricole La seconda edizione di Flora d’Italia si compone di quattro volumi cartacei e di una nuova Flora digitale con più di 90mila immagini a colori. La raccolta descrive le specie di piante vascolari individuate in Italia. In questo primo volume vengono prese in esame le Pteridofite, le Gimnosperme e la prima parte delle Angiosperme. L’ordinamento sistematico si spinge, attraverso Superfamiglie, Famiglie, Generi, Specie, Sottospecie, sino alle varietà e alle forme di una stessa specie, ciascuna descritta nei minimi particolari e illustrata da un disegno che ne evidenzia i particolari diagnostici. Per chi ama avere un’enciclopedia da consultare

LA BELLEZZA CI SALVERÀ – PHALAENOPSIS E LE VARIETÀ DI ORCHIDEE PIÙ AMATE di Giancarlo Pozzi 96 pagine, 7,00 euro, Edizioni del Baldo “Ho la sensazione che questo piccolo libro abbia quasi un risvolto sociale, infatti quando in casa rifiorisce un’orchidea, magari una comunissima Phalaenopsis comprata per pochi euro, la gioia è così grande che torna il buonumore” (dalla presentazione dell’autore). Questo testo vuole essere una guida semplice e pratica per la cura delle orchidee in casa. Da una presentazione delle orchidee in generale e della loro storia, ricca di curiosità, si passa poi alle orchidee in commercio: quali specie sono, come si coltivano, di cosa hanno bisogno, come si tagliano gli steli sfioriti, i principali problemi che può avere. Per chi non vuole un’orchidea “usa e getta”

THE MAGICAL WORD OF MOSS GARDENING di Annie Martin 240 pagine, 24,50 euro, Timber Press I muschi sono uno dei mondi più affascinanti per un giardiniere e per gli appassionati di piante, me inclusa. Porre queste piante fra le rocce, lungo i sentieri o anche al posto dell’erba comune per creare soffici tappeti verdi, può essere entusiasmante, grazie alla possibilità di variare i colori, le texture, le forme. In questa guida Annie Martin, conosciuta anche come Mossin’ Annie dai suoi fan, ci illustra i passaggi fondamentali per creare uno straordinario giardino di muschio. Presenta i migliori mda coltivare e offre consigli sulla cura e la manutenzione, oltre sulle combinazioni più affascinanti. Il risultato sarà una magnifica oasi verde che durerà per tantissimi anni. Per chi non resiste alla tentazione di accarezzare il muschio

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PA S S I O N I DA COL T I VA R E N EL VERDE

greenstyle AUTUNNO 201 7 | numero 30

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La rivista più completa su giardinaggio e orticoltura distribuita nei Garden Center e nelle Agrarie • 4 numeri della rivista

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passione verde

AUTUNNO, COSA COLTIVO? Consigli e indica zioni per l’orto

TEMPO DI VIOL ma anche di E Dianthus, Came lia, e bulbi!

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BIO AGENDA 2018

fiori e stagioni

Q

Circondarsi di bellezza

uesta è la copertina della Bio Agenda 2018: una casa lontana, un prato morbido e invitante, ricco di alberi e aiuole, colorate e multiformi. In primo piano - sorpresa! un piccolo elfo con ali di farfalla parla con un uccellino. Le fatine non esistono, è vero, ma a tutti noi piace sognare. E a ben guardare l’atmosfera incantata di questo paesaggio è data soprattutto dalla vegetazione. Per circondarsi di magia serve tanta bellezza, e per creare bellezza servono i fiori e le piante: e qui entriamo in scena noi, di Edizioni Laboratorio Verde, che insieme al tuo centro di giardinaggio di fiducia ti proponiamo greenstyle, la Bio Agenda e il Bio Calendario.

Il tema della tredicesima edizione è FIORI E STAGIONI: ogni mese è dedicato a una specie, e fra le pagine si incontrano consigli per la coltivazione, le buone pratiche per allestire giardini o terrazzi, indicazioni su terricci, fertilizzanti, irrigazione. Ogni pagina è riccamente illustrata, come ogni anno, a mano, dalla nostra Franca Deghi. E mese dopo mese anche il palato resta soddisfatto grazie alle ricette che permettono di portare sapori nuovi e gusti tradizionali sulle nostre tavole. Nei prossimi mesi potrai prenotare la tua Bio Agenda 2018 presso i centri di giardinaggio che hanno aderito all’iniziativa, per trascorrere un altro anno insieme a noi, immersi nella dolce e semplice bellezza dei fiori.

Franca Deghi, autoritratto.



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