greenstyle autunno 2016

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PA S S I O N I D A C O LT I VA R E N E L V E R D E

greenstyle

€ 2,50

AUTUNNO 2016 | numero 26

TRIMESTRALE NUMERO 26| AUTUNNO 2016 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS • Foto cover: Archivio Grandi Giardini Italiani - Villa Litta

BIO•GIARDINO BIO•ORTO BIO•CUCINA

cucina GUSTI D’AUTUNNO, CON CASTAGNE E CARCIOFI

interni CASA MIA È UNA GIUNGLA! Trend e consigli per le piante da appartamento

L’INCANTESIMO DEL BOSCO ITINERARI DA VIVERE PER GRANDI E PICCINI



BIO AGENDA Tutta dedicata all’orto

2017

Ecco l’anteprima della Bio Agenda 2017! Protagonista di questa 12a edizione sarà l’ORTO.

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La propagazione senza permesso è vietata.

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AUTUNNO 2016 / L’editoriale

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uando abbiamo iniziato a preparare questo numero di greenstyle, in redazione mi hanno proposto di parlare degli gnomi. Ho alzato gli occhi al cielo. “Ma insomma, questa è una rivista per adulti!”. Un secondo dopo però ero già lì a rimuginare su cosa voglia dire essere adulti (anche perché di solito le “riviste per adulti” sono proprio diverse dalla mia): i milioni di uomini e donne che si dedicano ai fiori e alle piante, cosa cercano fra i fiori e le piante? Che cosa vorrei trovare io, che sono adulto, in una rivista di giardinaggio? Francesco Tozzi @Lab_Verde Intanto il tempo è passato, la rivista ha preso forma, e io sto scrivendo queste righe a Colonia, dove si sta svolgendo una delle più grandi fiere di giardinaggio per professionisti, lo spoga+gafa. Dall’anno scorso la fiera è preceduta da una giornata in cui gli espositori si presentano agli appassionati in un parco adiacente alla fiera: è il Tag des Gartens, il “Giorno dei giardini”, che anche quest’anno ha avuto una affluenza da record. Lo stesso si può dire per le Journées des Plantes a Chantilly, e per il Chelsea Flower Show di Londra. Da noi, in Italia, le mostre-mercato di fiori e piante sono moltissime, e molte sono eventi di pregio, come Orticolario, che si sta svolgendo in questi giorni. Ci ho pensato un po’, e credo che ciò che accomuna tutte le persone che amano i giardini sia la meraviglia. Siamo spettatori di avvenimenti che pur ripetendosi ciclicamente, non ci stancano mai: come il rito delle foglie che ingialliscono, che ci porta ogni autunno in giro per i boschi, incantati dal foliage. Non ci stanca mai nemmeno scoprire piante nuove e particolari, come quelle del nostro shooting per lo stile Jungle, e ci ingegniamo per trovare posto a ognuna di loro, giocando a Machiavelli in giardino. Insomma: siamo adulti, sì, ma con il cuore tenero come i bambini. Ci lasciamo stupire e commuovere dalla bellezza. Quindi a una rivista, anzi, alla mia rivista, io chiedo che sappia capire e nutrire questa meraviglia, fatta di realtà e di sogno. Come una fiaba. Ho chiamato la redazione e ho detto di usarli, gli gnomi.

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N° 26 - Autunno 2016

Diretto da Francesco Tozzi - f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro GRAFICA Daniela Francescon - daniela.francescon@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni - m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin - s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E MEZZI Katiuscia Morello - k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 20120 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net

Greenstyle periodico trimestrale, registrato presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA) il 27/03/2007, n. 2. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Associata ad Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Prezzo di copertina: 2,50 Euro • Abbonamento da 4 numeri: 10,00 Euro

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SOMMARIO Numero 26 – Autunno 2016

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PASSIONE VERDE Cavolfiore, bello e buono di Felicita dell’Orto

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Giardino “nice and rough” di Anna Piussi

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Terrarium art, la nova mania di Costanza di Matteo

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In gonna, a piedi nudi colloquio con Federica Zancan di Marta Meggiolaro

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INTERNO Casa mia? È una giungla! di Marta Meggiolaro foto di Massimo Santo

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Piante in casa, trova quella giusta realizzato da

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Dolcissimi, piccoli frutti di Bianca Belfiore

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Potatura, partiamo dalle basi di Camillo de Beni

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30 LE RUBRICHE

ESTERNO

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Notizie

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La visita L’incantesimo del bosco di Marta Meggiolaro con Grandi Giardini Italiani

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Carosello Style Ultimi lavori, con stile di Filippo Terragni

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Greenkids Alla ricerca degli gnomi di Marta Meggiolaro disegni di Franca Deghi

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In cucina Sapori d’autunno di Felicita dell’Orto

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Focus Il 2 ottobre festeggia i nonni

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“T rover ai più nei b oschi ch e nei libri . Gli albe ri e le rocce ti insegne ranno cose che nessun maestro ti dirà”. San Ber

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nardo di Chiar avalle

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Tutorial Verde in bottiglia di Judith Baenher

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Il giardiniere Machiavelli in giardino di Anna Piussi

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Il segnalibro Se fossi una pianta, sarei… di Marta Meggiolaro

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Appuntamenti Happy Poinsettia Day! di Filippo Terragni con il contributo di Stars for Europe

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NOTIZIE BREVI

ROBERTO BURLE MARX, IL “MODERNISTA BRASILIANO”, IN MOSTRA A New York, presso il Jewish Museum, dal 6 maggio al 18 settembre si è svolta l’esposizione del lavoro di uno dei più grandi architetti paesaggisti del ventesimo secolo, la prima monografia a lui dedicata. Artista poliedrico e molto prolifico, le sue opere si trovano un po’ in tutto il mondo: è suo il meraviglioso pavimento a mosaico della passeggiata che costeggia la spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro. La mostra raccoglie 140 pezzi che spaziano fra dipinti, sculture, gioielli e progetti di giardini: è stato anche uno dei pionieri dei giardini sui tetti, che ha iniziato a realizzare negli anni ’80 in Brasile. Prossima tappa della mostra, Berlino, presso Deutsche Bank KunstHalle, dal 7 luglio al 8 ottobre 2017. Da non perdere.

Le grandi foglie di Victoria amazonica nel giardino della Fazenda Vargem Grande, Areias, progettato da Roberto Burle Marx nel 1979. ©Burle Marx Landscape Design Studio, Rio de Janeiro

I Giardini di Castel Trauttmansdorff, foto Archivio Grandi Giardini Italiani.

Concorso fotografico ai Giardini di Sissi

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l concorso fotografico “International Garden Photographer of the Year” dedicato a fotografi e appassionati di tutto il mondo, per la sua decima edizione fa tappa a Merano. La missione: immortalare l’essenza e l’anima dei Giardini di Castel Trauttmansdorff. Aspiranti fotografi, professionisti o semplici appassionati da tutto il mondo sono chiamati a rapporto per uno speciale concorso fotografico che avrà come protagonista uno dei parchi botanici più amati al mondo. Partecipare al concorso è molto semplice: basta collegarsi al sito www.igpoty.com e nell’apposita sezione “The Spirit of Trauttmansdorff” caricare le foto scattate ai Giardini di Sissi. Tutti gli scatti, da inviare entro il 31 ottobre 2016, dovranno contenere obbligatoriamente nella didascalia le parole “The Spirit of Trauttmansdorff”. I vincitori del concorso saranno annunciati a febbraio e le loro fotografie faranno parte di un’esposizione speciale che sarà tra i fiori all’occhiello della stagione 2017 ai Giardini di Sissi. Tutti gli scatti premiati saranno poi raccolti in un prezioso volume illustrato. Inoltre i Giardini di Castel Trauttmansdorff riserveranno speciali premi ai primi, secondi e terzi classificati tra i fotografi che sceglieranno di dedicare i loro scatti proprio agli scorci dell’anfiteatro botanico meranese. Non resta quindi che programmare una gita a Merano, con macchina fotografica al collo, ovviamente. Per informazioni: www.trauttmansdorff.it o www.igpoty.com

STOP AI GIARDINIERI ABUSIVI Basta a chi svolge attività di manutenzione senza possedere l’iscrizione obbligatoria al Registro dei produttori florovivaistici. Lo stabilisce una precisa norma contenuta nel Collegato Agricolo da poco approvato al Senato. «Ci saranno ricadute importanti e positive sul territorio – puntualizzano il presidente e il Vice Presidente di Asproflor/Comuni Fioriti Renzo Marconi e Sergio Ferraro –perchè l’attività di cura del verde pubblico costituisce una voce importante di integrazione al reddito per le imprese florovivaistiche. Ma la normativa è una tutela anche nei confronti dei consumatori: ora chi vorrà offrire questi servizi dovrà garantire ancor più qualità e competenza». Il florovivaismo italiano vanta tradizioni storiche, grazie alla professionalità e specializzazione degli operatori, anche nell’attività di cura e manutenzione del verde pubblico e privato. «Finalmente la legge dice stop all’improvvisazione, alla concorrenza sleale, e valorizza il ruolo dei professionisti veri e certificati, le uniche figure in grado di offrire garanzie certe ai fruitori destinatari. A questo punto occorre che mirati controlli vadano a scoraggiare gli abusivi».

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Approvata la legge che valorizza e tutela la professione dei giardinieri. Una garanzia anche per chi li ingaggia.


PLANTIPP PREMIATA AL CHELSEA FLOWER SHOW

Domenica 9 ottobre è la Giornata Bandiere arancioni

La Clematis chiisanensis AMBER (‘Wit141205’PBR), di Marco & Bianca de Wit e gestita da Plantipp B.V. ha vinto il prestigioso Chelsea award durante il Chelsea Flower Show. La giuria l’ha selezionata per il suo colore unico, fra il giallo e il crema, e per la fioritura, che inizia poco prima della metà dell’estate e si conclude con la fine di settembre. Questa è la seconda vittoria per Plantipp, che già nel 2014 si è aggiudicata il premio “Pianta dell’Anno” del Chelsea con l’Hydrangea Miss Saori.

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itorna l’appuntamento di festa nei borghi Bandiera arancione in tutta Italia. STIHL e il Touring Club Italiano invitano a scoprire le piccole eccellenze dell’entroterra in modo slow, attraverso cammini, sentieri e percorsi inediti in oltre 100 piccole località di tutta Italia, certificate con la Bandiera arancione per l’accoglienza e la gestione sostenibile del territorio. In questa occasione STIHL presenterà le nuove attrezzature a batteria per la cura ecologica del verde privato. La Bandiera arancione è il marchio di qualità turistico - ambientale che TCI assegna alle località che soddisfano oltre 250 rigorosi criteri di valutazione di tipo turistico e ambientale. Ad oggi, su oltre 2.400 candidature, solamente il 9% ha ottenuto il riconoscimento: 215 luoghi che oggi, grazie al Touring Club, fanno parte di una rete dell’eccellenza italiana. Quest’anno STIHL si affianca a Touring in occasione della Giornata Bandiere arancioni a conferma dell’impegno a favore della salvaguardia dell’ambiente. STIHL e TOURING condividono obiettivi e valori fondati su parole chiave comuni di eccellenza e innovazione e invitano quindi a scoprire le bellezze del nostro paese - che entrambi si impegnano costantemente a tutelare e valorizzare - in occasione della Giornata Bandiere arancioni! In occasione dell’Anno Nazionale dei Cammini, indetto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in coerenza con le direttive della Commissione Europea, sarà proprio quello dei #camminiarancioni, il tema conduttore della Giornata Bandiere arancioni giunta ormai alla VII edizione. Percorrendo i #camminiarancioni proposti da nord a sud ci sarà l’opportunità di scoprire luoghi inediti da una prospettiva insolita e di recuperare occasioni di conoscenza autentica e profonda del territorio. Gli oltre 100 Comuni aderenti offriranno visite guidate attraverso percorsi legati a temi naturalistici, storici, artistici-culturali, religiosi ed enogastronomici, arricchite da eventi e attività gratuite e aperte a tutti. Per maggiori informazioni e per il programma della Giornata Bandiere arancioni del 9 ottobre visitate www.bandierearancioni.it e seguite tutti gli aggiornamenti sulla pagina Bandiere arancioni su Facebook e su Twitter.

La Clematis chiisanensis AMBER di Plantipp, pianta dell’anno 2016 al Chelsea Flower Show.

La linea Akku Compact Range di Stihl, per la cura ecologica del verde privato.

Premio “100% italiano” per Judith Wade Judith Wade riceve il premio “100% italiano” del CLAI.

I

l riconoscimento della Cooperativa agricola CLAI di Imola premia ogni anno una personalità che si è distinta per l’impegno a favore della promozione della cultura e del lavoro. Per la prima volta è stata premiata una personalità distintiva nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale italiano, ovvero Judith Wade, la fondatrice del network Grandi Giardini Italiani. “La cultura è la miglior porta bandiera per l’italianità, che essa sia rappresentata sotto forma di un’idea o di un prodotto. Grandi Giardini Italiani lavora affinché questa forma d’arte possa rappresentare gli aspetti migliori

del nostro Paese”, ha dichiarato la signora Wade. La promozione della cultura e del lavoro si manifestano nella volontà di riportare alla ribalta importanti giardini italiani finora dimenticati, e farli emergere sotto una nuova luce. Mettere a reddito un giardino comporta un investimento per garantirne la qualità e per fornire dei servizi ottimali. Una filosofia lavorativa che unisce con un legame stretto CLAI e Grandi Giardini Italiani. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Villa La Babina di Sasso-Morelli Imola, Centro Direzionale CLAI il cui giardino fa parte alla rete di Grandi Giardini Italiani.

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LA VISITA

L’incantesimo del bosco Oltre 30 Grandi Giardini Italiani dal Trentino Alto-Adige alla Sicilia, per andare alla scoperta di alberi secolari, di tesori preziosi e di coloratissimi foliage

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di MARTA MEGGIOLARO con il contributo di GRANDI GIARDINI ITALIANI

ccoci tornati in autunno. Quanto tempo fa sarà stato il primo autunno della storia? Non lo so, ma da quando esistono su questa terra gli alberi, autunno significa foliage: lo spettacolo delle foreste e dei boschi che cambiano il colore delle fronde. E se a questo associate il clima più mite e la luce calda che abbiamo alle nostre latitudini, ecco che il mix è perfetto e anche quest’anno, come ogni anno, l’incanto si rinnova. Per favorire e ampliare le nostre possibilità di passeggiare a naso in su e a bocca aperta, Grandi Giardini Italiani e Husqvarna presentano il progetto “I Boschi incantati di Husqvarna”: un itinerario di 33 giardini imperdibili nei mesi autunnali, in cui passeggiare tra i colori dei foliage e andare alla scoperta della lunga storia di alberi e piante.

LEZIONI ALL’ARIA APERTA Come sappiamo, la cura dei boschi è fondamentale per valorizzare il patrimonio di alberi, sia i più giovani sia i secolari: con questo evento Husqvarna, uno dei più grandi produttori di attrezzature professionali per la cura del bosco e del giardino, mette a disposizione dei proprietari dei più bei giardini visitabili in Italia il proprio

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Parco di Palazzo Malingri di Bagnolo (Grandi Giardini Italiani)

know how specifico nella cura dei boschi. In alcuni dei giardini verranno organizzate lezioni di potatura delle piante tenute dagli esperti di Husqvarna; sotto l’albero più importante di ciascun giardino verrà organizzata una lettura di fiabe per bambini, proprio per ricreare l’ambiente incantato tipico del sottobosco, con le sue fioriture estemporanee che creano un tappeto colorato e fiabesco. I genitori potranno fare una bella passeggiata e conoscere la storia di questi luoghi: si imparerà ad esempio che nei Grandi Giardini Italiani il giardino è una parte di un quadro più complesso, anche agricolo, dove la silvicoltura in passato era importante per fornire legna

PER SAPERNE DI PIÙ Grandi Giardini Italiani è la rete di giardini d’eccellenza fondata nel 1997 da Judith Wade, inglese di nascita ma italiana d’adozione. Sono più di 120 i giardini che ne fanno parte, dislocati in undici regioni italiane, con l’aggiunta della Città del Vaticano. Il network raccoglie 8 milioni di visitatori all’anno, ponendosi come riferimento per il cosiddetto Horticultural Tourism, un settore in costante espansione grazie all’interesse culturale crescente di Italiani e stranieri verso il patrimonio pubblico e privato di splendidi giardini di cui il nostro Paese è ricco. Per entrare nel network Grandi Giardini Italiani sono richiesti elevati standard di manutenzione e gestione: per questo il marchio è garanzia di qualità e sinonimo di sensibilità alla cultura del verde.


L’elenco completo dell’itinerario “I Boschi incantati di Husqvarna”, gli orari degli eventi e delle aperture sono disponibili sul sito: www.grandigiardini.it.

Villa Melzi d’Eril (Grandi Giardini Italiani)

da ardere. E poi, naturalmente, sarà possibile assistere allo spettacolo della natura e scoprire esemplari rari, sia per genere che per vetustà, che verranno appositamente segnalati in ogni giardino.

IL PIÙ BELLO? A BOMARZO Difficile scegliere quali suggerire in queste poche righe, ma proviamo a fare una selezione. Partendo da nord, segnalo lo spettacolo della Valsugana, dove l’immenso bosco alpino prende i colori magnifici, dal giallo oro, all’arancione fiammante al bordeaux intenso, per incorniciare le opere di Arte Sella. I più romantici dovrebbero recarsi presso il cipresso nel Giardino Giusti a Verona, sotto il quale Goethe scriveva il suo diario di viaggio; per chi ama i grandi spazi invece, meglio l’immensa distesa di boschi che partono dall’Oasi Zegna e accompagnano lo sguardo verso le montagne del Monviso. Ma il “bosco incantato” per eccellenza è il Sacro Bosco di Bomarzo. Questo folly, nascosto tra i boschi del Viterbese, è una pietra miliare nella Storia dell’Arte. Le sculture nascoste nella natura costituiscono un percorso molto suggestivo. Come è suggestiva la visita di Villa Melzi d’Eril con la sua elegante collezione di aceri giapponesi, alberi di piccolo taglio dal portamento raffinatissimo, dove ogni foglia pare dipinta a mano.

Villa Reale di Marlia ph. Dario Fusaro (Archivio Grandi Giardini Italiani)

ingegneria, unico al mondo nel suo genere. Villa Cicogna Mozzoni a Bisuschio (Varese), invece, è un’antica casa di caccia: si racconta che nei suoi boschi gli antenati dei proprietari abbiano cacciato addirittura un orso. Un’altra sorpresa aspetta chi visiterà l’Isola del Garda (S. Felice del Benaco, BS), dove i cipressi di palude affondano le loro radici direttamente nel lago: sembrano delle sentinelle che proteggono la piccola isola dal vento.

Sacro Bosco di Bomarzo (Grandi Giardini Italiani)

ITINERARI “DA UOMINI” Non che in questi giardini non ci sia spazio per il romanticismo, ma alcuni elementi li rendono di particolare interesse per il pubblico maschile. Il parco della Reggia di Caserta si estende per 120 ettari e include il parco all’inglese voluto da Maria Carolina Borbone, sorella di Maria Antonietta. Suggerito dall’ambasciatore inglese William Hamilton, il giardino deve ad un altro inglese, il botanico John Graefer, la sua straordinaria collezione di alberi, che dando l’effetto di giardino paesaggistico informale rende più affascinante la salita fino alla cima del parco. E da lì si può ammirare il maestoso acquedotto, progettato da Luigi Vanvitelli, per portare l’acqua da ben 41 chilometri di distanza: un vero capolavoro di

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Le Calluna a boccioli Resistenti al gelo Fiori di Gemma

LA VISITA

Qui trovate l’elenco completo dei trentatrè Giardini che fanno parte dell’itinerario “I boschi incantati di Husqvarna”

Adesso disponsibili nella

tua giardineria preferita Piemonte

Una grande abbondanza di colori vivaci per le tue decorazioni autunnali In giardino, sulla terrazza e anche all‘interno della tua casa Bella da sole o in combinazioni vistose Sono piante di facile manutenzione e robuste

- Parco della Villa Pallavicino (Stresa, Verbano CussioOssola) - Reggia di Venaria Reale (Venaria Reale, TO) - Parco di Palazzo Malingri di Bagnolo (Bagnolo Piemonte, CN) - Oasi Zegna (Trivero, BI) - Castello di Miradolo (San Secondo Pinerolo, TO) - Villa Badia (Sezzadio, AL)

Lombardia

- Isola del Garda (S. Felice del Benaco, BS) - Il Vittoriale degli Italiani (Gardone Riviera, BS) - Villa Melzi d’Eril (Bellagio, CO) - Villa Litta (Lainate, MI) - Villa Arconati (Castellazzo di Bollate, MI) - Villa del Grumello (Como) - Villa Cicogna Mozzoni (Bisuschio, VA) - Villa Carlotta (Tremezzina, CO)

Veneto

- Giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani (Valsanzibio di Galzignano Terme, PD) - Villa Fracanzan Piovene (Orgiano, VI) - Giardino Giusti (Verona)

Trentino Alto Adige

Photo Azerca

www.gardengirls.de

- Arte Sella (Borgo Valsugana, TN) - Parco delle Terme di Levico (Levico Terme, TN)

- Giardini di CastelTrauttmansdorff (Merano, BZ)

Liguria

- Parco Storico di Villa Serra (Sant’Olcese, GE) - Giardini Botanici Hanbury (Ventimiglia, IM)

Emilia Romagna

- Castello di Grazzano Visconti (Grazzano Visconti, PC) - Giardino di Palazzo di Varignana (Varignana, BO)

Toscana

- Parco della Villa Reale di Marlia (Marlia, LU) - Giardino Bardini (Firenze) - Villa Peyron (Fiesole, FI)

Lazio

- Giardini Botanici di Stigliano (Canale Monterano, RM) - Giardini della Landriana (Ardea, RM) - Castello Ruspoli (Vignanello, VT) - Sacro Bosco di Bomarzo (Bomarzo, VT)

Campania

- Reggia di Caserta (Caserta)

Sicilia

- Fondazione La Verde, La Malfa Parco dell’Arte (San Giovanni La Punta, CT)


CAROSELLO STYLE

Ultimi lavori, con stile Una selezione di prodotti utili per i lavori di questa stagione. Con occhio per l’efficienza, le caratteristiche particolari e l’eleganza di FILIPPO TERRAGNI

GONNELLE AL VENTO Super Serie Petticoat è un ciclamino con un fiore unico, ricorda una gonnellina svolazzante e che si distingue tra tutti gli altri ciclamini. Il nome Petticoat è stato scelto per dare enfasi a questa forma inedita fra i ciclamini: in inglese infatti significa “sottoveste”. Cinque colori disponibili. Di Schoneveld.

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CAROSELLO STYLE

VANGA PER SIGNORE Un attrezzo molto più leggero rispetto al solito, con impugnatura in gomma per una presa salda e manico leggermente più corto e sottile, quindi più maneggevole. E l’abbinamento dei colori biancoantracite la rende anche esteticamente gradevole. Fa parte della gamma Light di Fiskars, pensata per il giardinaggio al femminile.

APPOSTA PER I CACTUS Malmö Nature è una nuova serie che espande la serie Malmö di SK, una azienda di ceramica tedesca. Il design purista si unisce al fascino rustico e naturale della terracotta. Diverse le misure, per accogliere ogni vostro cactus. La scelta del bicolore e la fascia lucida color menta danno il giusto risalto alle sfumature di verde e alle forme delle succulente.

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PASSIONE VERDE / Orto

Cavolfiore, bello e buono …anche se un po’ esigente. Vediamo passo passo come prenderci cura di questo ortaggio. Prima avvertenza: la coltivazione inizia adesso per chi vive al Centro e al Sud di FELICITA DELL’ORTO

LO SAI?

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Il cavolfiore romano stupisce con le meravigliose geometrie delle sue infiorescenze.

cavolfiori fanno parte della famiglia dei cavoli, cioè le brassicacee o crucifere. È uno dei grandi protagonisti dell’orto invernale: sia perché non teme il freddo, sia perché ha bisogno di spazio. La pianta ha un ciclo colturale biennale, ma i nuovi ibridi possono essere usati con ciclo annuale. Tra le crucifere più coltivate in Italia, è diffuso soprattutto nelle regioni centro-meridionali. La sua origine è piuttosto incerta: il nome deriva dal latino “caulis” (fusto, cavolo) e “floris” (fiore). Le prime tracce si ritrovano in Toscana, come testimoniano alcuni quadri Medicei dei primi del Settecento dove è ritratto un cavolfiore proveniente dalla zona di Arezzo che viene offerto in dono a Cosimo III. I Paesi in cui è maggiormente diffusa la sua coltivazione sono l’India, la Cina, la Francia, l’Italia e gli Stati Uniti. Le varietà coltivate nel nostro Paese sono rinomate anche all’estero.

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La parte edule del cavolfiore viene chiamata in vari modi: corimbo, pomo, cespo, capolino, fiore, pane, palla, testa, infiorescenza, falsa infiorescenza, gemma apicale ipertrofizzata o sferoide compatto. Il corimbo è il risultato della ripetuta ramificazione della porzione terminale dell’asse principale della pianta. Può assumere forme molto diverse. La superficie superiore convessa del corimbo è formata da un elevatissimo numero di meristemi apicali. L’infiorescenza vera e propria è a racemo e proviene dall’allungamento dei peduncoli carnosi del corimbo. Tale peduncoli allungandosi si ramificano più volte.

VUOLE STARE AL FRESCO Abbiamo detto che il cavolfiore non soffre il clima freddo, anzi: per la formazione dell’infiorescenza il freddo è necessario. Al contrario il caldo porta la pianta in sofferenza. Per quanto riguarda il terreno, occorre un medio impasto, ricco di sostanza organica ed elementi nutritivi: in fase preparatoria l’ideale è concimare in profondità con humus o letame. Il terreno deve essere sempre abbastanza umido: il cavolfiore infatti teme decisamente la siccità, soprattutto quando la piantina è piccola.

OCCHIO A TEMPI E SPAZI Scegliete una zona dell’orto in cui l’anno prima non siano stati coltivate altre crucifere. Ottimo far seguire la loro coltivazione a quella delle leguminose. La semina di solito avviene in estate, ci sono però diverse varietà


I PASSAGGI IN SINTESI • Terriccio: di medio impasto, ricco e ben drenato • Trapianto: distanza di almeno 50 cm • Cure: pacciamature • Irrigazione: abbondante e regolare, nelle ore fresche del giorno • Concimazione: mensile e abbonante • Difesa: consociazioni utili, rimedi tradizionali (cenere, piretro, acqua saponata), insetticidi

e la semina può andare avanti da aprile a settembre a seconda del cultivar scelto. Conviene chiedere all’acquisto delle sementi o delle piantine la varietà adatta al periodo. Se partite dal seme, meglio partire in semenzaio e procedere 40 giorni dopo al trapianto. Il cavolfiore è una pianta grande: al momento della messa a terra, le piantine vanno poste a 50/60 cm di distanza l’una dall’altra.

TENETELO UMIDO Il cavolfiore è una pianta da curare bene: bisogna tenere libero il terreno dalle infestanti con sarchiature frequenti, evitando che si formi una crosta superficiale di terra arida e dura. Può essere utile la pacciamatura, che aiuta anche a mantenere l’umidità. Bagnate spesso, perché se il cavolfiore si sente privato di acqua apre il cespo e i fiori si allungano distanziandosi, rovinando il raccolto.

VA DIFESO E PROTETTO Attenti ad afidi e mosca bianca, le cui larve mangiano completamente le giovani piante, trattate le piante con appositi prodotti. La consociazione con i pomodori o con le aromatiche (salvia, rosmarino, sedano) è molto utile per tener lontana la cavolaia, uno degli insetti più nocivi per questa coltura. Inoltre le crucifere sono sog-

COME LO SCELGO? Le cultivar si distinguono in base alla necessità o meno di freddo per la formazione del corimbo. In commercio sono disponibili varietà ottenute da vecchie popolazioni locali, altre per libera impollinazione (comunemente dette varietà standard) e gli ibridi F1. Gli ibridi presentano una maggiore potenzialità e qualità produttiva, una maggiore uniformità, una maggiore resistenza alle malattie. Benchè costi un po’ di più, la semente ibrida è quella che consigliamo. Quando acquisti le piantine di cavolfiore, fatti consigliare sui tempi e modi di trapianto.

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PASSIONE VERDE / Orto

Tieni una distanza di almeno 50 centimetri fra le piantine, perché abbiano agio e respiro. E ricorda di pacciamare!

FRESCO, NON FREDDO!

cioè la parte floreale, è pienamente sviluppato e ancora compatto. Non aspettate troppo però, va raccolto prima che inizi a separare i fiori, tenendo conto che siccità o gelate accelerano il separarsi del cespo. In cucina il cavolfiore si può mangiare in molte ricette, solitamente è una verdura che si consuma cotta, si può anche mettere sottolio o sottaceto. L’odore un po’ sgradevole che rilascia durante la cottura è dovuto allo zolfo che poi va evaporando. Il cavolfiore ha delle interessanti proprietà benefiche con effetti antitumorali e positivi sull’intestino.

Il brocc o cavolbro lo, o ccolo, è simile a l ca ma è un volfiore po’ esigente meno .E buoniss d è imo.

Le basse temperature possono danneggiare la pianta in coincidenza dei vari stadi in cui si trova. Se la pianta ha formato 6-8 foglioline e viene sottoposta a temperatura bassa si possono ottenere piante “cieche”, cioè senza infiorescenza. Il gelo provoca la lessatura dei grumi che formano la parte edule.

L’odore sgradevole della cottura dei cavolfiori è dovuto all’evaporazione dello zolfo. Ma vale la pena mangiarli con regolarità, perché sono nutrienti e salutari.

FACILE LA RACCOLTA Quando il cavolfiore è pronto, salta agli occhi: il corimbo,

IL CONSIGLIO PRATICO È fondamentale che l’irrigazione del cavolfiore sia regolare. La mancanza di acqua infatti compromette la formazione del corimbo, che non avrà consistenza e sapore giusti. La siccità invece porta immediatamente all’apertura delle foglie e del corimbo, rovinando irrimediabilmente la coltivazione.

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© foto servizio di fotolia.it

gette alla septoria, l’ernia del cavolo, alla peronospora e all’alternaria. I trattamenti a base di rame sono efficaci a contenere la malattia ma non curativi sulle piante colpite. In ogni caso, come per tutte le coltivazioni, vale il principio di evitare ristagni d’acqua per non incorrere in problemi di funghi. Se una delle vostre piante si ammala, eliminatela insieme a tutto l’apparato radicale e non usatela per il compost.


PASSIONE VERDE

Giardino? “nice and rough” Al Chelsea Flower Show colpiscono gli artisan gardens: capolavori di esaltazione dei piccoli spazi. Da cui possiamo trarre insegnamenti importanti

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di ANNA PIUSSI

ontrariamente a quello che molti pensano, è più difficile disegnare un giardino piccolo che uno grande; non c’è spazio per l’errore, e gli strumenti devono essere calibrati perfettamente. L’equilibrio di spazi vuoti e pieni, la scelta delle piante, devono essere azzeccati, perché non puoi abbagliare gli astanti con un mare di perenni, o decine di metri di siepe. Uno spazio piccolo è proprio bello difficile. Gli artisan gardens, che vanno dai 20 ai 35 mq massimi, attirano il pubblico del Chelsea Flower Show che si identifica con la sfida di valorizzare gli spazi più ristretti. Pochi possono illudersi di realizzare le gemme che ogni anno regala il giapponese Kazuyuki Ishihara.

Il “Senri-Sentei-Garage Garden” è una chicca: una costruzione a due piani che sotto ospita una Mini Morris d’epoca, e sopra una terrazza, alla quale si accede da una scala di ferro. Chiamare questo “un garage” è come dare dell’uovo di Pasqua a un uovo di Fabergè. Ogni superficie è coperta di vegetazione, dal glicine agli aceri giapponesi ai pini, ogni angolino rivela un dettaglio prezioso: una sedia con un tavolino, un bonsai in vaso, una finestra sulla quale scorre l’acqua diventando poi un ruscello, composizioni di rocce, iris e palle di muschio. Di fronte a tanto incanto sarebbe da cafoni chiedere dov’è l’olio per motore, la parete degli attrezzi, e a vedere le impeccabili superfici bianche sono certa che ci sarà un luogo più adatto per appoggiare birre, stracci unti, bulloni e viti, e spegnere sigarette per terra come in ogni garage che si rispetti. Questo lasciamolo in pace, è luogo di tè, giardinaggio e sogni.

C’è perfino un annaffiatoio, marca Hawes, ovviamente!

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PASSIONE VERDE

Sopra tutto aleggia una rete a bilanciere creata intrecciando filamenti di seta, di rame, qualche lisca di pesce: l’effetto è etereo e bellissimo.

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arah Eberle per me è la Tina Turner del garden design: fisicamente hanno in comune solo la corporatura piccola e nervosa, ma hanno l’identica grinta. C’è una canzone che Tina introduce con voce suadente, dicendo: «Ogni tanto, lo so, vi piacerebbe sentirci cantare qualcosa “nice and easy”, bello e facile, ma c’è solo una cosa» dice Tina, mentre aumenta il ritmo e attaccano i fiati «noi non facciamo mai» ruggisce «MAI, nulla di bello facile, noi lo facciamo sempre “nice and rough”!» - e attacca una “Proud Mary” tostissima. E così Sarah, una designer internazionalmente affermata che viene rincorsa dagli sponsor e potrebbe ambire a un posto in prima fila su Grand Avenue, fra giardini di oltre 100 mq, ogni anno si sceglie una sfida diversa, fra giardini piccoli o altrimenti complicati, e ogni anno vince l’oro. Anche quest’anno, con il “Mekong garden”

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creato per Viking Cruises, che le ha offerto la sponsorizzazione a patto che andasse qualche settimane in crociera in Cambogia, sul Mekong. Mi strizza l’occhio: “ti immagini che fatica accettare?”. Nel piccolo lotto ha realizzato uno specchio d’acqua sul quale si poggia una barca e un piccolo giardino galleggiante legato al pontile, che unisce piante commestibili a piante da fiore. Anziché azzardare piante tropicali, per vederle devastate dal clima imprevedibile di Chelsea, ha scelto tutte piante utilizzate in Cambogia ma anche coltivabili in UK. La combinazione di granturco, zucchini, pomodori, cavoli da foglia, dalie ed erbe aromatiche ha accenti di colori caldi - giallo zafferano e arancione scuro – che richiamano la tradizione buddhista. La struttura verticale é data da Rhus typhina, di origine Americana, e usata dagli Indiani americani per farne bevande, ma scelta da lei per la forma irregolare e forte.


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robabilmente per non annoiarsi mentre prendeva il sole in crociera, Sarah ha progettato il secondo giardino di quest’anno, per Hillier nurseries, vivaio dove ha iniziato la sua carriera anni fa. Qui rivela la sua grinta da Tina, perché a Hillier la conoscono bene, ma ci sarà stato di sicuro qualcuno che pensava che bastasse ripetere la formula vincente per assicurarsi la 71esima medaglia d’oro di seguito. Squadra vincente non si cambia, no? Sarah ha portato a casa la medaglia d’oro lo stesso, ma cambiando tutto. Teniamo presente che si parla di una ditta fondata nel 1864, il cui nome è legato alla storia del paesaggio inglese, perchè sono stati fra i primi a mettere in produzione ogni nuova introduzione botanica, e il loro catalogo, il “Hillier’s Manual”, è un libro di testo raccomandato per gli studi di orticoltura. Se volevano fare una musica “nice and easy” potevano

ripetere il loro miracolo annuale costruendo una enorme foresta di alberi, arbusti e perenni, nel cuore del Pavillion, di varietà e qualità tali che ogni anno resti stordita, vuoi tutte le piante che vedi anche se non sapresti dove metterle. Quest’anno invece Sarah ha cambiato tutto, portando aria e luce al centro del display, disponendo le piante attorno ad una grande vasca rettangolare alimentata di grandi tubi che gettano acqua, una nota industriale ripetuta anche nei muri di ritenzione fatti in gabbioni riempiti di sassi. Come ingresso, una pergola quadrata di pareti in legno e metallo, tutti rigorosamente lineari e semplicemente eleganti, con una sola concessione alla lunga storia della ditta nella scelta di poltroncine di midollino, dall’aria comoda e casalinga. Al centro del tempio dell’orticoltura Sarah ha introdotto il concetto principale del design: lo spazio.

Giustapponendo piante, strutture e sedute in uno spazio si crea un vero giardino, altrimenti si ha solo una collezione di piante.

L’IDEA CHE CI PIACE

Quanto si possa fare con piccoli spazi e mezzi semplici si vede nelle decorazioni sparse lungo il sentiero di tutta Chelsea, idee alla portata di tutti: palle di vimini riempite di muschio e terriccio e piantate delicatamente con felci, digitalis, e altre piante da ombra.

Graziose decorazioni con zolle di prato conquistano la tavola, succulente trovano posto in tazze e fondine, per una allegra interazione fra casa e giardino.

Le bordure miste non danno solo leggerezza e colore, ma, sfruttando il tragitto del sole, creano decorazioni e movimento anche semplicemente con le loro ombre.

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PASSIONE VERDE

Terrarium art, la nuova Classici, rustici, di design o pezzi unici preparati ad hoc, l’importante è averne uno. Piccole serre che consentono di ricreare un giardino in casa, che ci farà compagnia a lungo di COSTANZA DI MATTEO

L’

ho visto fra le foto delle Journées des Plantes, la mostra di fiori più importante di Francia. Ha catturato la mia attenzione perché Judith, la blogger olandese di Het Groenlab, si è lasciata contagiare dalla mania e mi ha mandato le foto delle sue creazioni. E così, eccoci qua a parlare di terrari. Le mode nel giardinaggio, così come nell’abbigliamento e in ogni altro settore, vanno e vengono; ma più che vengono bisognerebbe dire ritornano, ripulite, aggiornate, per assecondare l’evoluzione dei gusti; ma in sostanza, si tratta di rispolverare qualcosa che siamo andati a cercare negli scatoloni in cantina. Invece di sbuffare “uffa, sono sempre le stesse cose”, penso che il valore di queste

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operazioni sia proprio il riscoprire oggetti del passato, a cui ci legano ricordi e affetti, rendendoli di nuovo attuali. Io per esempio, ho appena comprato un paio di pantaloni a zampa, che si usavano quando ero ai primi anni di università, e ancora prima negli anni ‘70. Bentornati, jeans a zampa, e bentornati terrari: chissà cosa combineremo, stavolta, insieme!

COMO – CHANTILLY, IL GEMELLAGGIO E IL PREMIO All’edizione primaverile de Les Journeès des Plantes è stato invitato Orticolario, che ha partecipato con l’installazione La chambre décoiffée, che ha ricevuto la Menzione Speciale del Comitato di Selezione “Autour du Jardin” per lo spazio particolarmente poetico, con la sua piccola serra allestita con campanule, tuie e anemoni. La “Menzione Speciale” è la ricompensa attribuita agli spazi non commerciali che si distinguono in particolare per il loro interesse pedagogico o per il loro fascino estetico.


Il panorama del Domain edu Chantilly, una cornice suggestiva per la mostra-mercato di fiori più rinomata di Francia.

a mania GIARDINO IN CASA Il progetto è di Zea e Tangible design, che hanno posto questo terrario dal la linea estremamente raffinata all’interno di una più ampia installazione chiamata “Giardino effimero”: l’idea di fondo è rendere disponibile negli ambienti urbani un giardino che si possa vivere tutto l’anno, creato su più altezze, in cui spicca la vegetazione verticale, utile in questo contesto per avere privacy e schermare gli edifici circostanti. Tutto il giardino è composto in moduli che possono essere spostati a piacimento, per gestire lo spazio al meglio, secondo esigenze che possono essere differenti, e per prendersi cura in modo adeguato delle piante che compongono le varie componenti. La possibilità di un’oasi verde anche negli spazi più angusti consente a tutti di godere di una speciale e pacificante intimità. E grazie alla tecnologia avanzata di cui questo giardino si serve, anche l’aridità dell’ambiente urbano viene superata, a partire dalla scelta di piante che possano adattarsi a questo clima.

LES JOURNÉES DES PLANTES È “la festa delle piante di Francia”, come dice lo slogan: una manifestazione dedicata agli appassionati di giardinaggio che si tiene nel parco di un magnifico castello, a Chantilly, a un’ora da Parigi. Le edizioni sono due, una primaverile e una autunnale, che sarà dal 13 al 16 ottobre. Grande stile, premiazioni prestigiose e una giuria d’eccezione la rendono l’evento più rinomato di Francia.

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PASSIONE VERDE

In gonna, a piedi nudi Tre bambini, un marito e la passione per la sartoria. Così fra terra, fiori e famiglia, nasce la Sartoria dei Confetti. Un laboratorio di cucito immerso nella natura, un sogno che si avvera

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colloquio con FEDERICA ZANCAN di MARTA MEGGIOLARO

o sono una privilegiata», dice Federica a un tratto durante l’intervista, senza esitazione e senza retorica. Questa coscienza è uno dei motivi per cui vale la pena raccontare di lei. Trentadue anni, mamma di Victoria e Ettore, più un terzo in arrivo che sarà una sorpresa e nascerà a Natale (evviva!). È sposata con Alberto, «il mio pilastro, l’equilibrio che mi ha regalato ha migliorato tutto», mi dice: che boccata di ossigeno parlare con lei! I due si sono trasferiti da poco in provincia di Padova, in aperta campagna. Uno dei motivi del trasferimento è stato spostare la sua attività, “La Sartoria dei Confetti”, fuori casa: «Altrimenti lavorerei giorno e notte, perché non mi piace far aspettare le mie clienti!». D: Quando hai avuto l’idea di aprire questa attività, e perchè? R: «Prima lavoravo in azienda. Durante la gravidanza di Ettore però ho contratto una malattia del sistema immunitario, che non è regredita dopo la gravidanza. Non stavo bene. Allora con mio marito ho deciso di lasciare l’ufficio: nonostante lo stipendio in meno ci impensierisse, la mia salute e i nostri figli erano più importanti. Però a casa mi annoiavo. Ho sempre avuto la passione per il cucito, trasmessa da mia nonna che è sarta. Così, ho iniziato a cucire delle cose per i bambini e, per gioco, ho iniziato a caricare su Instagram le foto di quello che creavo: le

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scarpine di feltro, i cuoricini, le nuvolette. Instagram mi diede una visibilità che non mi aspettavo, che si amplificò fra i blog delle amiche, e presto mi arrivarono mail di richiesta. Ho iniziato per gioco, ma dopo sei mesi avevo aperto la partita IVA». D: È stato facile portare avanti il tuo progetto? R: «Questo lavoro è nato per stare bene io e per essere presente per i miei figli. Non pensavo che diventasse così… sostanzioso, ma poter lavorare “da casa” stando con loro, è tutta un’altra cosa. La passione per l’uso delle mani che mi ha tramandato mia nonna non è solo fonte di guadagno e di soddisfazione personale, è anche un punto di incontro con i bambini, per stare con loro in


rato e il jeans bagnato dai brillantini. Nei tessuti invernali, più caldi, ci saranno i fiori, che decorano i broccati, fatti con fili di seta che li fanno quasi sembrare veri». D: Anche la collezione di bijoux riporta elementi naturali, in perfetto greenstyle! R: «I bijoux in vendita sul mio sito sono fatti da un ceramista: fa a mano anche la fusione dell’ottone. L’ho conosciuto a un mercatino e c’è stata alchimia da subito, le sue creazioni mi piacevano troppo. Ho buttato lì l’idea di fare qualcosa per la Sartoria e così è nata la serie dei bijoux: farfalle, uccellini, e colori in tinta con le mie gonne. A inizio estate la collana Mami, con l’uccellino grande e piccolo, totalmente personalizzabile, è andata a ruba. Da ottobre ci saranno i pezzi nuovi, ma è una sorpresa!».

modo bello. E anche il rapporto con le clienti è bello. Con alcune c’è confidenza, e spesso mi raccontano la preoccupazione, o anche il senso di colpa, per il fatto che non possono stare coi loro figli. E chiedono a me: “Ma tu come hai fatto? Dici che riuscirei anche io?”. Le capisco bene. Anche quando abbiamo scoperto che sarebbe arrivato questo bambino, un po’ mi sono spaventata “Come farò?”, mi chiedevo. Ma si farà, naturalmente. Sì, sono una privilegiata». D: Cos’è la gonna per te? Parlami anche del tuo “primo amore”, la gonna bellissima con la bicicletta e i vasi di fiori... R: «La mia prima gonna è nata quasi per caso, poco prima di un’intervista. Come tutte le donne, non sapevo cosa mettere. Avevo questo metro di stoffa che mi piaceva, anche se me l’avevano sconsigliata per l’abbigliamento perché era da tovagliato. Io ci ho fatto quello che volevo, ed è stato un successo. Ne ho vendute tante, ce ne sono tante in giro tantissime, e molte me l’hanno copiata. Allora adesso preferisco fare delle gonne a tiratura limitata, di cui magari ne esistono solo dieci in tutta Italia. La gonna è il mio capo preferito. Soprattutto il modello a vita alta, così femminile. Le gonne con l’elastico che confeziono ne “La Sartoria dei Confetti” sono facili da mettere, stanno bene a tutte le taglie: è la loro facilità d’uso che è vincente. E il fatto che sia fatta su misura piace tantissimo».

Federica Zancan, creatrice de La Sartoria dei Confetti, e le sue gonne.

D: Insomma il legame con il mondo naturale è proprio fondamentale… R: «Dovresti conoscere Alberto, non ci sarebbe bisogno di spiegare! Coltiviamo la terra, ci piace girare il mondo con il nostro vecchissimo camper, ci piace girare senza scarpe. La stradina sterrata che porta a casa nostra è quasi deserta, passa davanti al nostro cancello e poi si perde in mezzo ai campi di grano... Questa dimensione, che ad altri sembra folle, per noi invece è l’ideale. Ed è una gioia anche per i bambini, che possono vivere tutto: animali, piante, terra, e la famiglia. Il legame con il mondo naturale è qualcosa che sentiamo, che io ripropongo nel mio lavoro, e che le mie clienti capiscono e apprezzano: le fantasie floreali, gli elementi naturali sono sempre i più richiesti. Secondo me perché il legame fra bellezza e natura è scritto in ognuno di noi».

D: Le tue collezioni variano di stagione in stagione, con la scelta di stoffe e fantasie sempre particolari. Mi parli della collezione autunnale? R: «C’è un magazzino nella mia zona in cui ormai mi conoscono tutti, perché quando arrivo tiro fuori tutte quelle che mi piacciono, poi mi siedo per terra, le guardo e immagino come verrebbe la gonna, che elastico metterci. Ma non ho un solo magazzino di riferimento. Amo le stoffe, e giro per cercare quelle che mi colpiscono di più. Per l’autunno-inverno ho sviluppato l’idea di casa. Ci saranno le lane, morbide, che cadono diritte e non segnano. Sotto le feste, aggiungerò dei capi in tulle e lurex – ma elegante, da signora, magari con l’elastico do-

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GREENKIDS

Alla ricerca degli gnomi Durante le vostre passeggiate nei boschi, in autunno, ricordatevi di aguzzare la vista: quando meno ve l’aspettate potreste scorgere nel folto del sottobosco la punta di un cappuccio rosso! di MARTA MEGGIOLARO disegni di FRANCA DEGHI

Se fra gli alberi vedi un puntino rosso, guarda bene! Potrebbe essere uno gnomo!

L’

estate è finita, ed è ricominciata la scuola. Ma le ragioni per stare all’aria aperta non sono finite: questo è il momento ideale per le passeggiate! Fra poco il bosco regalerà a chi gli dedica un po’ di tempo i suoi frutti, quindi dotatevi di un bel cestino, di scarpe comode o meglio di scarponcini, e partite alla scoperta dei tesori del bosco: noci, nocciole, funghi, mirtilli, more e lamponi; e le buonissime castagne, sono là ad aspettarvi. A qualche fortunato potrebbe capitare di fare incontri sorprendenti, con gli animali del bosco, che in questo periodo sono intenti a completare le scorte di cibo per l’inverno: gli scoiattoli, soprattutto. Oppure, ma questo è davvero raro, un evento eccezionale, che capita solo a pochissimi, se camminate silenziosamente, e guardate con attenzione, potreste intravedere fra i cespugli, o sui rami degli alberi, una piccola macchia rossa: è il cappuccio degli gnomi!

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Vi presento Aliseo Come riconoscere uno gnomo quando lo incontriamo? Ecco qui qualche informazione utile. Gli gnomi vogliono molto bene ai bambini: siate amichevoli e rispettosi, potrebbero decidere di rivelarsi

I

nostri boschi sono popolati dagli gnomi mediterranei: il popolo di gnomi che vive in Italia, Spagna, Francia del sud e Grecia. In genere hanno un carattere gioviale ed estroverso, e non hanno paura di noi, anzi, considerano gli esseri umani loro amici, soprattutto i bambini educati e rispettosi del bosco. Io ho avuto la fortuna di incontrare lui, Aliseo, molti anni fa, in una radura sulle Prealpi, e siamo diventati amici. Io ho promesso di non rivelare dove viveva, e lui mi ha insegnato tante cose sui fiori, le piante e gli animali del bosco, e mi ha mostrato i luoghi in cui si raccolgono le castagne più buone. Uno gnomo è un amico davvero prezioso!

Altezza: 15 centimetri, senza contare il berretto!

Occhi: di solito sono grigi, vispi e brillanti. Vedono anche al buio.

Bocca: è nascosta dalla barba, sorride spesso. Gli gnomi sanno comunicare con tutte le creature del bosco, piante e animali: le aiutano e le proteggono.

Peso: circa 300 grammi. La corporatura è tozza, ma gli gnomi sono agili e robusti: corrono velocemente, saltano molto in alto e sono sette volte più forti di un uomo. Vivono circa 400 anni.

Il cappello degli gnomi è un lungo cappello a cono, rosso. Ogni gnomo lo riceve da bambino e non lo toglie mai, perché lo rende riconoscibile dai predatori che così non lo attaccano!

Naso: grande e rivolto all’insù, è dotato di un olfatto finissimo, che consente di riconoscere tutti gli odori e le tracce.

Ogni volta che nasce un piccolo gnomo, la sua famiglia pianta per lui un albero, che viene chiamato “albero natale”. Il legame fra ogni gnomo e il suo albero è fortissimo. Il giorno del compleanno, ogni gnomo riceve dei doni, e lui porta doni al suo albero: terra buona, humus fresco, acqua cristallina. Indovina qual è l’albero natale di Aliseo?

Aliseo porta lo stesso nome di un vento, e proprio come i venti ama viaggiare: per questo capita spesso che non si trovi nei boschi vicino a casa mia. Ormai è un po’ di tempo che non lo incontro: gli gnomi sono coraggiosi e generosi, sono sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà o a correre in difesa di animali o di alberi in pericolo. Si vede che qualche suo amico, da qualche parte, aveva bisogno di lui. Chissà chi sarà il prossimo bambino che incontrerà? Se sarai tu, salutalo da parte mia: digli che lo aspetto, non vedo l’ora di presentargli i miei figli!

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IN CUCINA

Sapori d’autunno Un menù che esalta i frutti della stagione, accostandoli con un gusto tradizionale, ma ricercato. Da provare di FELICITA DELL’ORTO

TAGLIATELLE CON PORCINI E ZAFFERANO Ingredienti • 350 g di tagliatelle all’uovo • 200 g di funghi porcini freschi o surgelati • 1 cucchiaio di cipolla tritata finemente • 2 spicchi d’aglio • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato • Olio extra vergine di oliva • Sale e pepe q.b. Preparazione: Pulire ed affettare i funghi. In un tegame far rosolare gli spicchi d’aglio insieme alla cipolla per qualche minuto, facendo attenzione che l’aglio non scurisca; aggiungere i funghi rosolandoli ancora per qualche minuto. Eliminare gli spicchi d’aglio, aggiungere

un po’ d’acqua calda, il sale e la bustina di zafferano. Lasciare addensare il sugo. Cuocere al dente le tagliatelle, scolarle bene e versarle nel tegame mantecandole con il sugo per qualche minuto. Aggiungere il parmigiano, il prezzemolo tritato e un pizzico di pepe. Servire subito.

Sformato di carciofi Ingredienti • 1 rotolo di pasta brisè • 10 carciofi con le spine • 400 g di ricotta romana • 200 g di parmigiano grattugiato • 1 cipolla tritata finemente • 3 uova • pane grattugiato q.b. • 1 dado vegetale • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva • Sale q.b. Preparazione Pulire bene i carciofi tenendo solo il cuore, e tagliarli a spicchi non molto alti. Rosolare in una padella l’olio e la

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cipolla, aggiungere i carciofi, il dado ed un bicchiere d’acqua; coprire e cuocere rimestando di tanto in tanto. Prima della fine cottura, scoperchiare e cuocere qualche minuto per asciugare il tutto. Portare il forno a 200° e nel frattempo in una ciotola sbattere l’uovo , inserire i carciofi, la ricotta, il formaggio ed amalgamare bene tutto aggiustando di sale. Ungere una teglia rotonda e disporre il rotolo di pasta brisè, facendo attenzione che la pasta rivesta anche il bordo; versare il composto allargandolo bene con una forchetta e coprirlo con il pangrattato ed una spolverata di formaggio grattugiato; infornare per circa 30 minuti.


© foto servizio di fotolia.it

BARBABIETOLE ALLE ACCIUGHE Ingredienti • 4 barbabietole • Un quarto di bicchiere di olio extra vergine di oliva • 5 acciughe dissalate • Qualche cucchiaio di aceto bianco • 2 spicchi d’aglio Preparazione Sbucciare ed affettare sottilmente le barbabietole, e porle in una terrina. A parte tritare l’aglio e aggiungerlo in un tegame con l’olio e le acciughe dissalate. Mettere il tegame sul fuoco a calore moderato e far sciogliere completamente tutte le acciughe rimestando lentamente. Aggiungere infine soltanto qualche cucchiaio di aceto bianco. Trasferire il tutto in una terrina e condire le barbabietole.

Torta di zucca e mandorle Ingredienti • 75 g di farina 00 • 50 g di mandorle tritate • 100 g di zucchero di canna • 1/2 bustina di lievito • 1 pizzico di cannella • 130 g di zucca sbucciata • 1 uovo • 1 arancia non trattata • 50 ml di olio di semi • 25 ml di latte Per la crema • 100 ml di panna fresca • 50 g di mascarpone Preparazione Eliminare la buccia e tagliare la zucca a pezzetti; lessarla al vapore e poi schiacciarla con una forchetta e farla raffreddare. In una ciotola, setacciare la farina con il lievito. Aggiungere le mandorle tritate finemente, lo zucchero di canna, la cannella e la scorza grattugiata dell’arancia. In un altro contenitore, mescolare l’uovo con l’olio, il latte e la polpa della

zucca. Versare poi il tutto nella ciotola della farina. Mescolare con la frusta elettrica fino ad ottenere un composto omogeneo. Imburrare e infarinare uno stampo da 20 cm di diametro e versare il composto. Cuocere nel forno caldo a 175 °C per circa 35 minuti. Togliere dal forno e lasciar raffreddare la torta. Nel frattempo montare la panna con il mascarpone, metterla in sac-a-poche e decorare a piacere. Spolverare infine con un po’ di cannella, e servire.

La barba bietola rossa con tiene sod potassio, io, calcio , ferro e fo sf vitamina A, vitamin oro, oltre a a C e vita del grupp min o B, fra cu i l’acido fo e o vitamin a B9, mo lico lto u la gravida nza. Il tub tile durante e ro e le fo sono ricc glie hi di antio ssidanti e flavonoid di i, utili per p ro l’organism teggere o dall’azi radicali lib one dei eri.

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INTERNO

Casa mia? È una giungla! Pezzi vintage che richiamano l’epoca coloniale, tessuti etnici o maculati, e soprattutto: tante, tantissime piante. È lo stile jungle, che si sta diffondendo fra Europa e America di MARTA MEGGIOLARO foto di MASSIMO SANTO

È

finita l’epoca del declino delle piante verdi da appartamento: date il benvenuto a Guzmania, Neoregelia, Vriesea, e poi a felci ed edere in quantità. Lo stile più giovane e aggiornato del momento prevede che le abitazioni si riempiano di verde, grazie a nuove varietà che hanno fioriture o fogliami interessanti, e che possano essere facilmente mantenute. Accostate le vostre piante a una poltroncina in vimini, stendete a terra un tappeto dalla stampa etnica, oppure, se siete più audaci e questo mood vi ha conquistato, aggiungete al divano morbidi cuscini leopardati o zebrati: l’effetto è garantito con pochi tocchi. E queste piante vi conquisteranno!

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Esemplari superbi, per grandi spazi

Un fiore così particolare è difficile da trovare: ricorda i sonagli dei bambini. È la Guzmania Limones, una nota di colore che aggiunge allegria e vivacità all’ambiente.

Fogliame striato e lunghi pennacchi rossi: la Vriesea splenriet ha una statura imponente e un portamento regale. Due esemplari ai lati dell’ingresso sembreranno giovani guardie che sorvegliano la casa.

IL NOSTRO CONSIGLIO

Sembra una cascata di fuochi d’artificio Neoregelia firewall, qui in versione variegata. Bella in un vaso alto, per valorizzare l’effetto a cascata. O perché no, appesa al soffitto.

Per piante così importanti e ricche servono vasi dalla linea estremamente essenziale, oppure il rischio è di essere ridondanti, di appesantire l’insieme. Nello stile jungle, invece, solo le piante possono essere lussureggianti fino all’eccesso. I vasi della linea Pure, di elho, sono perfetti: le forme arrotondate e i colori neutri permettono alla pianta di risaltare, dandole il giusto valore.

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INTERNO

Forme cesellate, per angoli tropical chic

L

Un tripudio di colori con, a partire da sinistra, Guzmania edith, Guzmania niki, Guzmania theresa e Guzmania flava.

La Muehlenbeckia, piccoli pois verdi sospesi nell’aria.

o stile jungla si adatta bene ad ambienti grandi, e non serve nemmeno che siano troppo luminosi: la maggior parte di queste varietà infatti ama la mezz’ombra. Ma se abitate in appartamento o in un edificio degli ultimi anni, è probabile che lo spazio manchi e che quello che c’è non possa essere dedicato a Flora. Non importa, la soluzione c’è: varietà di dimensioni ridotte, che spiccano per il disegno raffinato delle foglie o per la geometria e il colore dei fiori. Accostandole ai giusti accessori, il gioco è fatto!

L’idea in più: n per giocare co ate le altezze, prov a impilarli!

I coprivasi b.for soft di elho sono semplicissimi, ma gli angoli arrotondati li rendono particolari e i colori disponibili sono davvero tanti: sfruttare l’uniformità cromatica è una buona possibilità per coordinare il coprivaso all’arredamento.

Giochiamo agli opposti! Al contrario di tutte le varietà che vi abbiamo presentato, l’Euphorbia tirucalli è semplicissima, e quindi via libera con vasi elaborati. Viene chiamata “la pianta delle matite” perché i suoi fusti assomigliano a sottili matite verdi piantate in vaso. Modesta e gentile, non richiede cure particolari e non va innaffiata molto. La compagnia giusta in ufficio!

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Sfruttare le altezze è possibile con b.for soft air, di elho. Il sistema a baionetta infatti permette di regolare il cavo alla lunghezza che si desidera.


Il nostro consiglio: per le zone più in ombra scegliete un esemplare variegato: il bianco illumina e sostituisce la fioritura.

Edere per tutti i gusti

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Fioriera e lampada insieme: è pure Twilight, una originale soluzione elho adatta a interni ed esterni.

acili da mantenere, robuste, vigorose, non deludono mai. Sono la soluzione perfetta per iniziare la propria avventura nel mondo del giardinaggio. E pur non essendo propriamente “tropicali”, sono talmente rigogliose che permettono di ottenere facilmente l’effetto giungla, con quel tocco di disordine che non guasta. Eh sì, perché il bello di questo stile è che l’ordine perfetto non è semplicemente sconsigliato: è impossibile. Lasciate che le piante si sviluppino naturalmente e che le loro forme irregolari rompano la monotonia delle geometrie casalinghe. Per dare respiro e un effetto armonico, diminuite al minimo le altre suppellettili e non appesantite le pareti con troppi punti focali. Comode sedute e colori neutri renderanno la vostra casa il luogo ideale per godere dell’effetto giungla che avete creato!

LO SAI? La variegatura non è una caratteristica intrinseca della pianta. Dipende dalla mancanza di clorofilla in alcune parti della pianta, ed è un virus a provocarla. In sostanza, quando acquistiamo le piante variegate, stiamo acquistando piante “malate”, a cui però la malattia ha donato sfumature e cromie affascinanti.

Una cascata di edera avvolge il contenitore. L’effetto è potente e il verde spicca sul bianco catturando l’attenzione, in perfetto stile jungle.

LO SHOOTING DI GREENSTYLE Il servizio è stato realizzato all’interno della serra tropicale della Fondazione Minoprio, a Vertemate, in provincia di Como. I vasi sono di elho e le piante di Flora Artistica, ad eccezione dell’Euphorbia e del suo vaso.

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Trova quella giusta Non solo decorative, le piante in casa sono delle vere e proprie compagne di vita in grado di trasformare i tuoi interni in un posto dove sentirsi sempre a casa. Mentre i pollici verdi amano un pò di natura in casa, i cosidetti pollici neri apprezzano qualsiasi cosa che possa sopravvivere da sola. Qualunque sia il colore delle tue dita c’è di sicuro una pianta lĂŹ fuori fatta apposta per te.

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Che sia la piĂš

audace, colorata o istrionica non importa: diventa un

invasato di piante!

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INTERNI

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FOCUS

Il 2 ottobre festeggia i nonni! a cura della REDAZIONE stato forte fin da subito: infatti, quale miglior pensiero per dimostrare ai propri nonni il proprio affetto, se non un fiore o una pianta? Simboli per eccellenza del rapporto con i nipoti, perchè crescono e fioriscono proprio come loro, e che rappresentano, con la loro unicità, il legame che lega nonni e nipoti.

FRA ROSE E ORCHIDEE Da una ricerca svolta dall’Asta Royal di Floraholland è emerso che la rosa è il fiore che meglio rispecchia il sentimento di amore e rispetto; è uno dei fiori più apprezzati tra i senior per i colori, le forme e la lunga durata, anche se in merito a quest’ultimo punto spesso non è chiaro come trattarli nel modo corretto per poterne godere lungo. È quindi fondamentale il Il legame fra le Festa dei Nonni e i fiori è fortissimo. I sondaggi mostrano ruolo che fioristi e florovivaisti ricoprono informando che le rose sono le preferite. la clientela sul prodotto e fornendo loro prodotti e tutto il necessario utile a garantire una lunga duuanti sono i nonni in Italia? Dodici PARTECIPANTI rata dei fiori. Chrysal International, azienda con milioni, secondo le ultime stime. E E SOSTENITORI un notevole know how sulla cura dei fiori e con la loro importanza per le famiglie e una vasta gamma di prodotti studiati ad hoc, ha le giovani generazioni è in aumento. VGB, avviato una collaborazione con Federfiori e Faxiflora Per dare risalto e valore a queste Associazione per diffondere una corretta cultura del mantenimento figure così rilevanti nel panorama dei Grossisti Olandesi di dei fiori recisi. E ad ampliare la “famiglia” dei progetti nazionale, nel 1997 nasce la Festa dei Nonni, collocata prodotti floricoli, a sostegno della Festa dei Nonni, quest’anno un’idea in calendario il 2 ottobre, in coincidenza con la Festa Associazione dell’azienda Teer Laak, legata alle orchidee! Dedicarsi degli Angeli Custodi. Dal 1997 sono molte le aziende “I Felini”, ad un’orchidea per 12 settimane e farla fiorire e le associazioni che hanno creduto e che supportano Associazione “Don Carlo dandole la struttura desiderata, il tutto in modo questo progetto. Il riconoscimento ufficiale come festa Gnocchi”, Chrysal semplice e grazie solo a un po’ di fantasia. Un’idea civile con la Legge 159 del 31 Luglio 2005 ha sottolineInternational, che si sposa perfettamente allo spirito della Festa ato ulteriormente l’importanza della figura dei nonni e Federfiori, dei Nonni, perché realizzabile in modo semplice e a degli anziani in generale nella società moderna. Florbusiness, Faxiflora, “più mani”, da nonni e Dümmen Orange, nipoti insieme. Potete IMPORTANTI, Schoneveld scoprire la bellezza IN TUTTO IL MONDO breeding, di questo progetto “Tu Sarai”, la canzone ufficiale della Festa, scritta da Amigoplant, Van der Plas, visitando la sua pagina Walter Bassani, ad oggi è stata tradotta in diverse Barendsen, facebook – Yourchid lingue tra cui, Olandese, Inglese, Spagnolo e Tedesco; OZ-Export, o il sito www.orchidee. la festa è celebrata in 22 Paesi e vanta persino un Hamifleurs, nl/it/Yourchid. doodle, la versione speciale del logo di Google, per Lievaart Expeditie, commemorare eventi ed anniversari. La Festa dei Ambasciata del Nonni ha conquistato anche FLORINT, l’Associazione Regno dei Paesi Internazionale dei Fioristi, e il Campionato Europeo La festa della Città dei Bassi, Camaflor. Bambini a Malnate, di Arte Floreale che si è svolto a Genova, durante il svoltasi a maggio, a cui ha quale è stato dedicato uno spazio alla presentazione partecipato Marco Introini del progetto. Il legame fra la Festa dei Nonni e i fiori è e l’associazione “I Felini”.

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ESTERNO

Dolcissimi, piccoli frutti Una golosità, buoni sulla tavola, buonissimi mangiati appena raccolti, con le proprie mani. E se aggiungiamo che fanno anche tanto bene… come si fa a smettere? di BIANCA BELFIORE

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ibes, lamponi, more, mirtilli e fragoline, non sono solo le decorazioni più belle per la torta millefoglie. Sono prima di tutto uno dei doni del sottobosco, divertenti da trovare e raccogliere, gustosi da mangiare. Possono essere coltivati facilmente alle nostre latitudini, con pochi accorgimenti, perché sono piante forti e vigorose. E ripagano generosamente con i loro frutti lo spazio che viene loro concesso. Conosciamoli più da vicino.

MIRTILLO Arbusto di piccole dimensioni, non supera i 50 centimetri di altezza. Ha foglie ovali verde brillante, piccole. Cresce nelle zone montane e ama i terreni molto acidi, privi di calcare e ben drenati. Nuovi ibridi e varietà forestiere (come ad esempio il mirtillo gigante americano) possono essere coltivate in vaso, con l’accortezza di usare terriccio con Ph acido e acqua priva di calacare – la migliore sarebbe quella piovana. Le irrigazioni devono essere frequenti, a causa dell’apparato radicale superficiale. Fiorisce in primavera e fra l’estate e l’autunno i frutti giungono a maturazione: sono bacche tondeggianti che variano dal rosso, nero, viola o blu a seconda della varietà. I mirtilli contengono acidi organici, antocianine, vitamina A e C. Sono note le sue proprietà benefiche e protettive per gli occhi e per i vasi sanguigni. Nella Seconda Guerra Mondiale, i piloti inglesi mangiavano marmellata di mirtilli prima di volare in notturna, per potenziare la vista al buio!

LAMPONE Cespuglio dai rami verde chiaro, con piccole spine, che ama i luoghi soleggiati o in mezz’ombra. In autunno, alla fine della raccolta, potate i rami che hanno prodotto i frutti: in primavera avrete rami ancora più vigorosi. Il frutto del lampone è formato da un insieme di piccole

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parti aggregate, chiamate drupe, e ognuna contiene il seme. Ha forma tonda o conica, è ricoperto da una pruina bianca, e il colore varia dal rosso al violaceo al giallo. Si raccoglie in luglio-agosto. In medicina è usato come diuretico, protettore vaso capillare, ed è nota la sua azione rinfrescante e protettiva dell’intestino e delle vie urinarie.

MORA Il rovo è un arbusto rustico e vigoroso, che si trova comunemente ai margini dei boschi o lungo i sentieri sassosi. I tralci sono molto lunghi ed emettono i polloni alla base. Cresce bene in pieno sole, resiste al freddo, alle gelate, alla siccità. I frutti si raccolgono fino a settembre: sono insiemi di drupe che da rosse diventano nere a maturazione. Il frutto è dietetico, ricco di vitamine, di zuccheri, e ha proprietà depurative, diuretiche, antiinfiammatorie e regolatrici dell’intestino.

Libeccio organizza le grandi feste degli gnomi, che si svolgono davanti alla casa del Re. Al grande banchetto di Autunno una delle portate principali è il pane alle rose con marmellata di fragoline che raccoglie lui personalmente.

Le foglie hanno proprietà astringenti e antidiarroiche; le radici proprietà espettoranti; i germogli proprietà depurative, diuretiche e toniche. Tanto l’arbusto è forte, quanto il frutto è delicato: si presta poco alla lavorazione e alla lunga conservazione.

RIBES La pianta raggiunge i due metri ed è a foglia caduca. Forma una ceppaia vigorosa con fusti eretti scarsamente ramificati, foglie di colore verde intenso e margine dentato. Si adatta a ogni terreno, basta che non ci sia ristagno idrico. Dalla base spuntano i polloni, cioè i nuovi rami, che entrano in produzione dopo due – tre anni. Per rinnovare la vegetazione, quindi, meglio potare i rami che hanno già effettuato più cicli di produzione e i polloni in eccesso. I frutti maturano all’inizio dell’estate: sono grappoli di bacche tondeggianti, lucide e polpose, che vanno dal nero al giallo al rosso come colore. Il ribes ha un’azione rinfrescante, diuretica, protegge le pareti vascolari e rinforza le difese naturali dell’organismo.

FRAGOLINA DI BOSCO

© foto di fotolia.it

La più nota e amata fra i piccoli frutti. Si distingue dalle varietà ibride e commerciali perché il frutto è molto più piccolo, il profumo molto intenso, e la consistenza più morbida (in latino infatti si chiama “vesca”, cioè molle). Fruttifica per tutta l’estate e l’autunno: non è raro che in autunno ci sia una seconda fioritura. Non va lavata troppo per non perderne la fragranza. Ed è un vero toccasana: aiuta a dimagrire perché stimola il metabolismo, protegge i denti, uccide i germi responsabili dell’alito cattivo. Ricca di vitamina C (cinque fragole ne contengono tanto quanto una arancia), favorisce l’assorbimento del ferro, la produzione di globuli rossi e di collagene, contrastando l’invecchiamento della pelle e la formazione delle rughe.

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ESTERNO

Adotta un fruttino Non sono ingombranti, hanno un bel portamento, producono una vegetazione folta e il raccolto di frutti sarà generoso e abbondante. I piccoli frutti danno grande soddisfazioni. Anche in vaso di BIANCA BELFIORE

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bbiamo visto quali sono i piccoli frutti tradizionali: mora, lampone, mirtillo, ribes e fragoline. Oggi però l’offerta è molto ampia e variegata ed è facile scegliere varietà particolari che portano molto colore e profumo sia in giardino sia sulle nostre tavole: abbiamo chiesto a Francesca di Leonessa Vivai (www.leonessavivai.it) di presentarci i personaggi più particolari della loro collezione di piccoli frutti: la Banda dei Fruttini.

LAMPONI PER TUTTI

lampone (Rubus Idaeus). I frutti, molto simili a quelli della mora, sono di colore rosso-violaceo. Il gusto è molto buono, dolce. Ed è anche rinfrescante e dissetante. La bacca di Goji, chiamata bacca della longevità, è un multivitaminico naturale. Le piccole pepite rosse sono un sostegno al sistema immunitario, sono alleate delle diete e contrastano l’invecchiamento, contribuiscono alla bellezza di pelle, unghie e capelli. La mora Triple Crown produce grossi frutti sodi, con un buon sapore selvatico, da fine luglio a ottobre, ma non ha spine. E infine, il mirtillo rosso (vaccinum Vitis Idaea) produce bacche di un bel colore rosso, e dal colore acidulo, per tutto l’autunno. Quale porterai a casa con te?

Il lampone rosso Zeva è una varietà rifiorente, robusta, e ha una crescita compatta. I frutti sono abbastanza grossi e il gusto è molto gradevole, dolce e aromatico, e Io mi chiamo Mirtillo la consistenza è piacevolmente Patriot! Sono saporito, dolce croccante. Il lampone rosso Au- e ho una buona consistenza. tumn Bliss comincia a fruttificare Ma soprattutto, non temo il verso la metà di giugno e contifreddo! nua fino ai primi freddi. È una varietà molto produttiva, che si presta bene alla conservazione. Il lampone giallo Fallgold è una varietà di rifiorente, dalla consistenza morbida e gusto dolce. I frutti iniziano a maturare a metà maggio e continuano fino a metà ottobre. Su ogni etichetta della Banda dei Fruttini, oltre alle caratteristiche della pianta, sono riportate gustose ricette, dalle marmellate ai cocktail!

VARIETÀ ORIGINALI Il logamberry è un frutto particolare, ottenuto dall’incrocio fra una mora (Rubus Ursinus) e il

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ESTERNO / Pratiche

Potatura, partiamo dalle basi Il discorso è ampio, ma possiamo enucleare una serie di regole generali da non dimenticare mai. L’unica cosa da dimenticare per sempre è la capitozzatura

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di CAMILLO DE BENI

a potatura è la pratica agricola o di giardinaggio mediante la quale si elimina una parte dei rami legnosi o erbacei di una pianta. Tutto è potatura, dalla capitozzatura di grandi alberi alla cimatura eseguita con le unghie di pollice e indice su teneri fusti di piante erbacee. E i motivi di questi interventi possono

essere diversi.

PERCHÉ POTARE? Bisogna dire innanzi tutto che gli interventi cesori non servono alla pianta in sé: è l’uomo che li fa, perchè persegue precisi obiettivi colturali, che possono essere: • Aspetti estetici: eliminazione del secco, dei rami danneggiati, dare risalto a forme particolari della chioma. • Aumentare l’effetto estetico di alcuni organi, come fiori, frutti,

fogliame, rami. • Prevenire possibili danni a persone o cose (cioè prevenire il rischio di caduta o rottura). • Limitare l’ingombro delle chiome per un equilibrio con l’ambiente circostante e limitare l’ombreggiamento. Questo significa che la prima regola fondamentale quando scegliamo le alberature deve essere: l’albero giusto al posto giusto. L’albero scelto deve avere esigenze e sviluppo compatibili con le caratteristiche del terreno e la disponibilità di acqua e luce. E soprattutto, allo stadio di maturità deve avere dimensioni appropriate allo spazio disponibile. Perché gli interventi di potatura sono necessari per noi, ma sono un trauma per l’albero, in quanto le cesure non sono altro che ferite in un tessuto vivente. Queste ferite corrono sempre il rischio di indebolire la pianta o di interferire con il suo sviluppo vegetativo. Quindi: se ci piacciono moltissimo le querce, ma non abbiamo uno spazio adeguato per

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ESTERNO / Pratiche

ottimale di ogni intervento. Ottimale nel senso che sia utile e non danneggi gli alberi e i loro associati, come i microrganismi. Non c’è nulla di più scorretto dell’eseguire potature quando le piante sprigionano grandi energie biologiche nei loro tessuti. In generale, possiamo dire che esistono tre periodi favorevoli per la potatura:

Il nost consigliro praticoo

Fine autunno La potatura effettuata prima dei grandi freddi rafforza le reazioni sul punto in cui viene effettuato il taglio. Questo perché gli zuccheri che risultano depositati nelle grandi ramificazioni, con i primi freddi, si solubilizzano e migrano verso le radici per poi migrare di nuovo verso l’alto a fine inverno – inizio primavera.

Meglio n giardinie on improvvisa rsi alberatu ri: in caso di g randi re e di in meglio e sperien chied za, l’acquis ere indicazion è i per to giusto garden al nostr di fiduc o ia e affi un profe ssionista darsi a potatura per la .

© foto di fotolia.it

Fine inverno A questo punto gli zuccheri sono già migrati verso l’alto, quindi la potatura tardiva provoca un indebolimento maggiore alla pianta, perché asporta molti zuccheri che erano già migrati verso l’alto per diventare l’energia vitale necessaria al risveglio primaverile. In generale, se il risveglio vegetativo è già in atto (per esempio a causa di

ospitare una quercia in giardino, facciamoci consigliare dal giardiniere o dal garden in cui stiamo acquistando, l’albero che può vegetare meglio nello spazio e nel tipo di terreno che abbiamo a disposizione. E anche che risponda meglio alle nostre esigenze.

QUANDO POTARE? La prima cosa da ricordare è che ogni sistema vivente presenta le stesse, cinque fasi fenologiche, uomo compreso: si sveglia, si veste, mangia, lavora e si riposa. Questo significa, ritradotto su un albero, che esistono cinque momenti fenologici: 1- Risveglio vegetativo 2- Formazione di nuove foglie o aghi 3- Periodo di alta attività fotosintetica 4- Formazione di nuova corteccia e nuovo legno, in cui immagazzina energia 5- Riposo vegetativo Occorre conoscere e soprattutto saper riconoscere queste fasi per poter valutare e determinare il periodo

CAPITOZZATURA? TRE MOTIVI PER DIRE NO. Si dice che la capitozzatura serva per la messa in sicurezza della pianta. In realtà, quello che otteniamo è l’effetto contrario. Infatti, oltre al danno estetico irrimediabile, il taglio della cima dà origine a getti vigorosi, con ancoraggio precario, e questi getti, se non gestiti periodicamente e correttamente, diventano spesso branche pericolose. Inoltre, la capitozzatura provoca la morte dell’apparato radicale: questo significa che l’ancoraggio della pianta al terreno diventa precario e cattive condizioni atmosferiche possono portare alla sua caduta.

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La prima

regola

fondamentale è: l’albero

giusto al posto giusto

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condizioni climatiche che hanno anticipato la primavera), la potatura è da evitare assolutamente.

QUANDO?

Inizio estate A differenza di quanto si immagina, questo è un buon momento per eseguire tagli di piccolo diametro finalizzati al contenimento della chioma sulla vegetazione dell’anno. La Magnolia grandiflora, per esempio, non sopporta la potatura “pesante”, ma se occorre subisce meno stress se potata a giugno. Anche ciliegio e noce reagiscono positivamente alla potatura prima della ripresa vegetativa e anche in piena estate.

Fine autunno. La potatura effettuata prima dei  grandi freddi rafforza le reazioni sul punto in cui viene

COME POTARE? Naturalmente qui non si tratta di fare discorsi che riguardano gli esperti del settore, ma vogliamo riportare delle brevi linee guida per sfatare falsi miti e renderci capaci di valutare la bontà di un lavoro fatto sul nostro patrimonio: ricordate che acquistare un albero è un investimento, che il valore di un albero cresce nel tempo. Un albero ha valore non solo ornamentale e affettivo, ma anche monetario, e per tutte queste ragioni bisogna prendersene cura nel modo migliore. • Sulle piante ornamentali la migliore potatura è quella che non si vede. • L’intervento di potatura deve essere eseguito nel pieno rispetto del portamento naturale dell’albero. • Spesso ha molto più senso asportare un ramo diretta-

effettuato il taglio Inizio estate. Buon momento per eseguire tagli  di piccolo diametro finalizzati al contenimento della chioma sulla vegetazione dell’anno. Fine inverno. Esclusivamente per operazioni  di massima necessità, altrimenti da evitare.

DA EVITARE SEMPRE • Potare quando l’albero è già in risveglio vegetativo • Danneggiare il cercine • Asportare troppa parte verde • Capitozzare

mente al tronco portante, eliminandolo completamente, piuttosto che raccorciarlo. • La potatura razionale tiene conto dell’età, della maturità e del vigore della pianta. Più matura è la pianta, meno è la quantità di foglie che è possibile asportare. • Il taglio va effettuato in modo preciso, per favorire una rapida chiusura della ferita, e salvaguardando il collare dei rami. • La capitozzatura provoca sempre un generale decadimento della pianta. La totale asportazione della chioma, infatti, comporta la morte di gran parte dell’apparato radicale. • Qualunque potatura drastica penalizza più l’apparato radicale che la parte aerea: il danno c’è, anche se non si vede.

• Selezione di varieta’ ampiamente testate per l’esterno

• Fioritura abbondante

sia in autunno che in inverno

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TUTORIAL

Verde in bottiglia Stile e strumenti, tutto quello che ci occorre per costruire un giardino da sogno in contenitore. Alla guida la blogger olandese più alta e più trendy del momento di JUDITH BAENHER

C

reare un giardino, un mini-ecosistema in una bottiglia, è affascinante. Da bambina creavo questi piccoli capolavori con mio padre, un vero appassionato e collezionista di piante da interno. Pochi anni fa, quando stavo realizzando il mio libro, “The Plantlab”, ho deciso di ricominciare a farli. Specialmente per i miei amici che non hanno il pollice verde. Per costruire il tuo mini-ecosistema puoi usare qualunque tipo di contenitore in vetro, basta che possa essere chiuso e aperto e che l’apertura non sia troppo stretta. E adesso vediamo come si fa!

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Una volta scelto il contenitore, procurati del buon terriccio, sassi e ghiaia, e naturalmente le piante che desideri. Io scelgo sempre anche del muschio. L’effetto cuscinetto mi piace molto!

Gli strumenti che uso per creare i giardini in bottilgia somigliano a paletta e rastrello, ma hanno il manico molto lungo. Puoi provare a chiedere al tuo garden center se può procurarteli.


3 Dopo aver visualizzato come voglio disporre le piante, con i miei strumenti di lavoro realizzo le buche per metterle a dimora.

4 La parte più difficile è inserirle nella bottiglia, ma con un po’ di pratica si riesce: è come imparare a usare le bacchette del ristorante giapponese!

Ed ecco qui il mio terrarium, pronto per essere regalato a un amico che desidera del verde in casa ma non sa come prendersene cura! Nel terrario si crea proprio un micro-clima perfetto per le piante da appartamento. Basta ricordarsi di inumidire un po’ il terreno!

© Dario Fusaro

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L’idea in più: i terrari di Alfredo Cabrini, di terrariumart, sono “animati” da diversi soggetti e sembrano proprio dei mondi in miniatura!

VISITA IL MIO SITO! http://www.hetgroenlab.nl/ PER SAPERNE DI PIÙ http://www.terrariumart.it/

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IL GIARDINIERE

ANNA PIUSSI

Garden designer, insegnante di storia dei giardini, medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.

Machiavelli in giardino È la stagione propizia per il nostro gioco preferito: tornare a casa dalle mostre mercato carichi di nuove piante, e rivoluzionare tutto finchè ognuna non trova il suo posto di ANNA PIUSSI

Per far vedere l’effetto di forme e colori servono fasce ripetute

“M

achiavelli” - dice Seb passando. “Eh?” chiedo trasognata. Sono immersa nella contemplazione del giardino, e lì per lì non vedo il collegamento fra me e il filosofo politico rinascimentale, come si sente anche dalla mia povertà lessicale. “Stai per giocare a Machiavelli”. Già. Anche stavolta mio marito ha ragione. Machiavelli è l’unico gioco di carte che mi piace: peschi dal mazzo finchè ne hai in mano abbastanza per aprire con un minimo di tre carte, e da lì puoi continuare ad aggiungere al tavolo, scompigliando e rifacendo mazzi fra quelli già aperti, creando tris e scale a piacimento. Vince chi resta per primo senza carte in mano. È favoloso.

cacciando un tre di picche fra il due e il quattro di cuori, ma devi ricreare una combinazione valida, gettando scompiglio nell’intero giardino finchè la partita è finita. Così per piantare una Salvia leucantha mi trovo a sradicare tre Convolvous cneorum, circolo per ore con due secchi di Bergenie, vedo la Ceratostigma che ha appena cominciato a riprendersi dopo l’ultima partita di Machiavelli, e la risposto, e ogni volta che passo davanti alla Salvia Amistad devo frenarmi, perché per spostarla ora dovrei potarla e mi perderei la sua prima, enorme, fioritura. Per la fine del pomeriggio sono riuscita a rimettere quasi tutte le piante in terra in una bordura almeno. Le altre aspettano, tremando.

È

quello che mi succede d’autunno quando il terreno è fresco, sono previste piogge, e con gli occhi cerco di allineare i buchi apertisi in giardino nel corso dell’estate, alle piante accumulate in vaso, fra sopralluoghi a vivai e l’annuale pellegrinaggio alla kermesse di Orticolario. Mi è difficile comprare una pianta alla volta, è uno spreco di tempo. Le comprate una alla volta le scarpe? Appunto. Ieri sono andata al mercato per comprare un solo cardo, e sono tornata con tre alberi da frutto, due oleandri da siepe, e un mazzo di dieci piantine di carciofi. Tutto questo per il costo di uno stivale sinistro. Come in Machiavelli, non puoi semplicemente mettere la pianta che ti trovi in mano nel posto che hai davanti,

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Due file di piante fanno un viale

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olo attraverso questo scompiglio di carte si riforma un quadro intero in un giardino già avviato. Aggiungendo piante una ad una si perde la visione d’insieme, l’effetto desiderato, e si ottiene nient’altro che un’accozzaglia di colori e forme che non hanno una direzione e un ritmo consistente. In vaso o in piena terra ci sono alcune regole da tenere a mente nella composizione dei gruppi. Ci vogliono un minimo di tre piante per fare una macchia. Una sola è un punto,


Quello che importa è farla, ogni tanto, questa

scomposizione di tutti i mazzi dati per scontati Una pianta sola è un punto, due una riga

crea una siepe

© foto servizio di fotolia.it

Una fila

e due una riga, si piantano quindi a triangolo perchè si uniscano. Ma per vedere davvero l’effetto di forma e colore delle piante, ci vogliono gruppi più consistenti, dai cinque in su, in macchie o fasce ripetute. Se si vuole incorniciare qualcosa, bastano due piante identiche ai lati, che portano l’occhio al centro, così come due file di piante identiche fanno un viale e conducono ad una veduta, e una fila soltanto crea una siepe. Per evitare che il giardino sia solo un campionario di piante bisogna stabilire dei temi, dei motivi, come contrasti di forme e associazioni di colori. Bisogna anche essere selettivi, tenere solo quello che ci serve. Altrimenti si rischia di diventare vittime del collezionismo, con delle piante che stonano, o della adattabilità di certe piante - come quei Convolvolus cneorum inammazzabili. Per incorniciare, due piante identiche ai lati

Ci vogliono almeno tre piante per fare una macchia

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enso di averli traslocati quattro volte, si riprendono a velocità record, perfino fra un mattone e l’altro nella terraccia di riporto, ma non riesco a utilizzare il loro aspetto metallico, quelle foglie argentee troppo fredde per me. Il loro fiore bianco mi è indifferente. Stavolta le butto. Così come ho già buttato una pianta che è il tormentone del giardino mediterraneo, la Perowskia atriplicifolia, che forse userei nello sfondo di bordure molto grandi, ma nelle dimensioni del mio giardino non era bella in nessuna posizione. È giustamente conosciuta in inglese come ‘finta lavanda’, perché assomiglia ad una Lavanda angustifolia, ma senza profumo, più alta, e più aperta. Preferisco la lavanda vera, e se voglio qualcosa di più alto cerco un’altra specie. Ad esempio fra le Salvie ornamentali.

C’

è un’infinità di salvie ornamentali, ideali perché sopportano il secco e il sole, e sono facilissime da propagare, ma le ho evitate per anni perché ne conoscevo solo le varietà più municipali, S.farinacee blu e S.patens arancioni piantate in larghe campiture in mezzo a prati di parchi pubblici. Blah. Poi ho scoperte

la Salvia microphilla, un piccolo arbusto con le foglie che profumano leggermente di menta, che fiorisce quasi tutta l’estate, la S.leucantha con la quale colonizzare le bordure più impestate, e le infinite sfumature di colori della specie e mi sono ricreduta. Adesso il problema sarà dire addio alle mie prime S.microphilla, bravissime a coprire un’intera scarpata secca, ma con un fiore magenta che non mi ha mai convinto. Ho finalmente trovato delle altre microphilla dal rosso puro, scarlatto, che preferisco, ed altre blu e azzurre. In barba alle regole del Machiavelli, se in giardino mi trovo con un paio di piante in mano che non riesco a far stare, a questo punto le butto, nell’interesse dell’intera composizione. Conta in questo non solo il colore del fiore, ma anche la foglia e il portamento della pianta, e per quanto amo le Salvie, non hanno una forma entusiasmante, usate in massa sembrano una distesa di schiuma da barba. Sono importanti gli accenti verticali, come Iris e Phormium, il movimento e trasparenza di graminacee di tutti i tipi, la solida massa di Sedum spectabilis e Sedum ‘Matrona’, i cuscini di Santolina, e tutte le altre scale colorate delle carte del giardino. Quello che importa è farla, ogni tanto, questa scomposizione di tutti i mazzi dati per scontati e ricomporli in nuovi ventagli soddisfacenti. Avete davanti la stagione migliore per farlo, l’autunno: quando è bel tempo si pianta, e se è brutto, fra libri e vivai, pianificate le prossime mosse.

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IL SEGNALIBRO

Se fossi una pianta, sarei… Nuovi libri che permettono di approfondire, con conoscenza ed esperienza, la propria passione. Ma per scrivere e per avere un giardino serve anche tanta, tanta fantasia di MARTA MEGGIOLARO

PELLE DI SPINE - ROMANZO MANUALE

di Matteo Ragni e Annarita Manera, fotografie di Saverio Chiappalone. Prefazione Moritz Mantero, Presidente Orticolario 160 pagine, 14,90 euro, Edizioni Laboratorio Verde “Ci saranno giorni, lo so, durante i quali sarà difficile stare nel vaso. Altri invece saranno stupendi. Perfetti. Io sola nel mio vaso, con la mia terra intorno. E tutti gli altri fuori”. Partendo dalla vita di Annarita Pelle di spine è un Romanzo Manuale su come impostare la propria vita aspettando un evento incredibile, la fioritura di un cactus,, e su come riempire il tempo negli anni della attesa. L’argomento è per la prima volta trattato in modo personale, non solo nozionistico e didascalico. È un lavoro corale scritto a quattro mani e a sei occhi, che osa un approccio nuovo nel parlare di piante. Mette al centro della storia la biografia di una imprenditrice e l’amore per le piante di uno scrittore, e le immagini di un fotografo ignaro rendono il libro un romanzo-manuale. Chi lo leggerà, scoprirà le tecniche di coltivazione, manutenzione e gestione delle piante grasse, che sono una mania per molti appassionati. Parte centrale del libro sono le belle immagini in bianco e nero che supportano la narrazione; il coronamento del percorso è il quarto capitolo, dedicato alle schede tecniche, corredate da immagini a colori prese dalla vita vera di un collezionista di piante grasse. GLI AUTORI Matteo Ragni è un tecnico delle piante, uno scrittore di piante e nel suo blog si è definito “La voce delle piante”. Ha all’attivo più di 200 articoli di produzione e commercializzazione delle piante, avete letto suoi pezzi anche su greenstyle.. Ha un’insana passione per la scrittura e per le chiacchiere. Collabora con diverse aziende israeliane, olandesi e italiane per le quali si occupa di pianificazione della produzione e consulenza commerciale. Annarita Manera è un’imprenditrice-tennista che gestisce l’azienda “Cactusmania”. Ha una grande passione e conoscenza delle piante grasse tanto da essere una delle principali produttrici europee di piante grasse e succulente. Il suo tempo libero lo dedica al tennis con lo stesso impegno che usa per gestire un’azienda agricola con 20 dipendenti. I risultati in entrambi gli ambiti non mancano. Gestisce la pagina aziendale di Facebook e altri media che contano decine di migliaia di appassionati. Saverio Chiappalone è nato a Sanremo nel 1966, vive e lavora come fotografo a Ventimiglia. Ha all’attivo molte mostre e svariate collaborazioni nel mondo dell’arte, della moda e del giornalismo. Per chi “se fossi una pianta, sarei un cactus”

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ERBA VOLANT. IMPARARE L’INNOVAZIONE DALLE PIANTE di Renato Bruni 235 pagine, 15,00 euro, Codice edizioni

“Sta scritto che il re Salomone parlava con i quadrupedi, con i pesci e con i vermi. Io invece parlo con le piante, seppure non con tutte (…) io le intervisto, le consulto e le interrogo, e loro mi forniscono ispirazione per trovare soluzioni fuori dal coro ai problemi grandi e piccoli, veri o presunti, del vivere quotidiano nell’Antropocene”. Roberto Bruni attraverso nove racconti ci guida nel suo ufficio, chiamato dai colleghi erba volant perché stracolmo di piante, dove il suo compito è trovare risposte non convenzionali ai problemi dei suoi clienti, nella convinzione che “l’immaginazione umana si limita a copiare, più o meno inconsapevolmente, quello che la natura ha già fatto”. Si chiama biomimetica, ed è il metodo per studiare e imitare la natura garantendo all’uomo innovazioni efficaci e sostenibili. Così, le felci da appartamento che assorbono sostanze nocive diventano un modello per la depurazione dell’aria, mentre gli adattamenti sviluppati da alcune piante per resistere nei deserti forniscono idee per raccogliere acqua piovana e conservare vaccini senza frigorifero. Ogni capitolo, una idea stupefacente. Per chi parla con gli alberi e i fiori, e loro gli rispondono

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Happy Poinsettia Day! Alla fine dell’autunno si celebra in tutto il mondo la Giornata della Stella di Natale. Un fiore bellissimo, protagonista tradizionale delle feste natalizie. Che ha ancora tanti segreti da svelare di FILIPPO TERRAGNI con il contributo di STARS FOR EUROPE foto di STARS FOR EUROPE

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vita nuova, ed era amata per le os’hanno in comune la Stella di sue proprietà: dalle sue brattee si estraeva il Natale, i pigmento rosso sombreSAVE ATE usato per tessuti e ros, la tequila e THE D 2016 mbre cosmetici; mentre il chili? Le origini 12 dice tia Day t Poinse in tutto la sua linfa lattigimessicane. Siamo o t a Celebr o nosa veniva lavoraabituati ad averla il mond ta per produrre un in casa in inverno, preparato antipiretico. ma lei fiorisce in modo Una loro leggenda racconta selvaggio negli altipiani che il colore rosso delle foglie dell’America centrale, dove superiori fosse stato causato può raggiungere un’altezza di dal sangue di una dea, morta oltre cinque metri. di dolore per un amore non corrisposto. Alcune gocce del AMATISSIMA suo sangue caddero sulle foglie DAGLI AZTECHI della pianta, e da allora divenIl nome originale della Stella nero rosse. Probabilmente da di Natale è Cuetlaxochitl, qui deriva il nome francese delche significa “fiore di pelle”. Il la Poinsettia, Étoile d’amour, popolo azteco la usava per deStella dell’Amore. corare i templi, era simbolo di

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SIMBOLO DEL NATALE In Messico la pianta era associata al Natale già dal XVI secolo, e solo agli inizi del XX secolo questa tradizione si diffonde a livello globale. L’origine messicana resta nelle leggende cristiane che ne narrano la nascita. La notte di Natale una bambina povera non sapeva che regalo portare a Gesù bambino, e allora fece un mazzolino di ramoscelli ed erbe, sperando che Dio avrebbe accettato anche un dono così umile, ma fatto con amore. Durante la messa di Natale, in chiesa, il povero bouquet incominciò magicamente a germogliare e sbocciarono fiori di un rosso e verde accesissimi: ecco perché nella madre patria sono chiamati Flores de Noche Buena (Fiori della Notte Santa).

Euphorbia Pulcherrima: la più bella delle Euphorbiaceae. Nel 1828, l’Ambasciatore americano in Messico, Joel Roberts Poinsett, la portò negli Stati Uniti. E qui, in onore di Poinsett, ricevette il nome di “Poinsettia”. Dal 12 dicembre 1852 - giorno della morte di Poinsett - negli Stati Uniti questo è il “Poinsettia Day”: la giornata della Stella di Natale. Una celebrazione che si è diffusa anche a livello internazionale. Ad oggi si contano circa 150 varietà diverse, oltre alle novità che si aggiungono ogni anno, che si distinguono tra di loro per colore, fioritura, taglia e forma della foglia: c’è solo l’imbarazzo della scelta. PER SAPERNE DI PIÙ www.poinsettiaday.com

UN VIAGGIO TRA MESSICO, EUROPA E STATI UNITI Il nome botanico invece venne coniato nel 1804, quando la pianta raggiunse per la prima volta l’Europa, grazie allo scienziato naturalista Alexander von Humboldt, che la chiamò Seguendone le origini messicane, sperimentate l’accostamento di Poinsettia e cactus: bello e d’effetto.

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Stars for Europe (SFE) è un’iniziativa di marketing fondata dai coltivatori di Poinsettia europei DUMMEN GmbH, Syngenta Seeds BV, DUMMEN Group BV e Selecta Klemm GmbH & Co. KG. La campagna è attualmente in corso in 16 nazioni europee. In Germania e in altri otto paesi, fra cui l’Italia, l’iniziativa è sostenuta dall’UE.

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