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Un secolo e più di formazione e passione

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La Scuola Agraria del Parco di Monza compie 120 anni di vita. Un compleanno importante, da festeggiare riportando alla memoria tanti ricordi e traguardi raggiunti. Nel corso dei decenni, a cambiare sono stati perlopiù gli strumenti per rendere la scuola sempre più attraente, oltre che utile, ma mai la mission di promozione di una formazione concreta. E con qualche cambiamento, dal 1902 ad oggi, anche i docenti si sono succeduti, sempre con grande passione e impegno, nel mestiere di ambasciatori di un’agricoltura moderna e funzionale.

L’INIZIO DELLA STORIA, 100 ANNI FA

La Scuola Agraria del Parco di Monza nasce in un periodo storico molto critico per l’Italia, sia

120 anni per la Scuola Agraria del Parco di Monza: oltre un secolo dedicato all’educazione e al verde come motore sociale e lavorativo

di Paola Martinelli

da un punto di vista sociale sia da un punto di vista economico. Il settore agricolo, in particolare, assisteva, all’inizio secolo scorso, all’esodo dei propri braccianti verso la città, in cerca di nuove opportunità per sostenere le proprie famiglie. Era la donna a soffrirne di più, per il suo delicato e faticoso ruolo all’interno della famiglia, ma soprattutto per una scarsa istruzione e preparazione al mondo del lavoro. Un contesto nel quale solo una donna di cultura, l’insegnante di lettere Aurelia Josz, poteva trovare i giusti stimoli per fondare una “Scuola Rurale”, finalizzata alla istruzione femminile. Il suo intento era quello di colmare l’enorme divario di genere, consentendo alle giovani donne di formarsi su diverse discipline, dalle pratiche agricole fino all’educazione domestica. Con qualche inevitabile ostacolo politico e burocratico, l’energica fondatrice milanese riusciva però ad inaugurare la “Scuola pratica agricola femminile” (S.P.A.F) con sede a Niguarda, nella villa settecentesca Clerici-Melzi. I primi decenni sono caratterizzati da un forte impulso nelle attività di raccolta fondi. L’obiettivo era quello di consentire alla scuola di dotarsi, fin da subito, di moderne attrezzature didattiche, e di annettere successivamente un convitto, sull’esempio, all’epoca straordinariamente moderno, dei modelli formativi del Belgio: un sistema dal quale la scuola trasse forte ispirazione, accogliendo studentesse da ogni regione di Italia. Solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo la morte della fondatrice in un campo di concentramento, e la chiusura della scuola decretata dal regime fascista, sarà il Comune di Milano a riportare in attività l’istituzione scolastica, trasferendone la sede nel parco di Monza e ponendo le basi per un rinnovato rilancio nel campo della formazione agricola. Da allora, la crescita è ripresa a un ritmo costante. Dal 1960 al 1970 la Scuola è impegnata ad aderire alle indicazioni ministeriali, con proposte formative sempre più al passo dei tempi. Dal 1972, Un secolo e più di formazi one e passione

quando le competenze dell’istruzione vengono delegate alle Regioni, la Scuola Agraria del Parco di Monza avvia il suo percorso di accreditamento e comincia a proporre corsi molto innovativi, come lo studio delle piante officinali e altre indagini scientifiche all’interno di numerose discipline agricole. In particolare, si sviluppano le attività di ricerca all’interno dell’area dell’orto-frutticoltura, iniziative che hanno consentito la realizzazione dell’attuale frutteto, ricco di varietà diverse, e degli orti, rinnovati annualmente, ed oggi a conduzione biologica, o naturale. Dalla seconda metà degli anni ’80 la scuola apre i corsi alla componente maschile e alla fine degli anni ’90 è già attiva, con originalità e competenza, nella formazione digitale. La scuola progetta ed elabora dispense per le prime forme di studio a distanza. Partecipa alla fondazione della Rete dei Giardini storici Regis. Organizza seminari, convegni e workshop e in tutta Italia.

GLI ULTIMI 20

La scuola continua a sviluppare azioni per migliorare la propria offerta formativa e per essere sempre attinente alle richieste del settore del verde, riqualificandolo soprattutto attraverso abilitazioni professionali e certificazioni. Un ventennio fondamentale per la Scuola, per la costruzione di intensi rapporti con le istituzioni. Si distingue poi per far parte del Gruppo di Studio sulla gestione sostenibile dei rifiuti, dal quale, anche se non sono in molti a saperlo, è nata la raccolta differenziata. Siede al tavolo del florovivaismo, promosso dal Ministero delle Politiche agricole e forestali, promuove il riconoscimento di nuove figure professionali della Regione Lombardia e lo sviluppo del settore green attraverso una formazione pratica e professionalizzante.

LE AREE FORMATIVE

I percorsi della scuola comprendono svariati ambiti: dal giardinaggio all’arboricoltura, agricoltura e agroalimentare. Per ogni figura sono poi previsti corsi di specializzazione specifici.

La scuola inoltre organizza brevi corsi di orticoltura per giovani autistici e camp estivi per bambini. L’offerta è talmente vasta che risponde correttamente alle politiche attive del lavoro e formazione messe in campo dalla Regione Lombardia per sostenere le persone disoccupate o colpite da povertà sociale, per accompagnare al lavoro gli immigrati o ancora sostenere donne in difficoltà. La scuola si relaziona ogni giorno con numerose imprese per l’inserimento lavorativo, rivelandosi terreno fertile per un’opportunità di incontro permanente, e garantito, di domanda e offerta. L’affermazione della scuola come centro di eccellenza formativo lombardo e nazionale continua a permettere a giovani e adulti, donne e uomini di provenienza e professionalità diverse di trovare, nuove esperienze di vita, forse stanchezza e fatica, ma tanta felicità. Un progetto in linea con la visione della fondatrice Aurelia Josz, e che continuerà a crescere.

www.monzaflora.it

IL VERDE COME ESPERIENZA EDUCATIVA

La diffusione del programma che ha al centro il verde come esperienza educativa e inserimento socio-lavorativo, dallo scorso anno, punta alla formazione della nuova figura di Esperto in orti e giardini del benessere (riconosciuta dalla Regione Lombardia). Per maggiori informazioni

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