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I giovani amano le piante
Nelle ultime generazioni le tematiche ambientali e climatiche sono sempre più centrali e sentite. Una preoccupazione che spinge sempre più numerosi giovanissimi ad approcciarci al verde e che i professionisti devono saper sostenere
di Bianca Ferraris
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La cura per il verde riguarda fasce generazionali sempre più popolate: se prima il giardinaggio, nell’ideale comune, si associava alla fascia tipica dai 35 ai 50 anni, il trend rivela oggi un cresciuto interesse per il verde da parte dei più giovani nell’età compresa tra i 19 e i 30 anni, che sono passati dal 26% del totale di richieste nel primo semestre del 2021 al 35% nel primo semestre dell’anno corrente. A rivelarlo è un sondaggio
ProntoPro, marketplace di riferimento che mette in contatto domanda e offerta di servizi professionali, che segnala come i giovani si avvicinino in media, alla fascia immediatamente successiva dei 31-50 anni, che era il 47% nel 2021, ma in calo per il 2022, dove nel primo semestre ha rappresentato il 41%: solo 6 punti percentuali di distacco rispetto ai 21 punti in più che aveva l’anno scorso rispetto alla fascia 19-30. Una vicinanza al mondo vegetale che si fa portavoce di una nuova attenziona al verde tutta delle generazioni più giovani, e che il settore deve saper leggere per soddisfare le necessità di una nuova fetta di clienti che si affaccia ora sul mercato.
LA PREOCCUPAZIONE DELLE NUOVE GENERAZIONI
In questa spinta a volersi circondare di verde nelle proprie case e a sentirne sempre più necessità nei centri urbani, si deve leggere la complicità di un particolare, oltre che recentissimo, fenomeno:
quello dell’ecoansia. Si tratta infatti di un sentimento di angoscia, provocato dall’inevitabilità e dall’incertezza dovuti al cambiamento climatico. Come infatti si evince dal sondaggio sull’ansia climatica “Young People’s Voices on Climate Anxiety, Government Betrayal and Moral Injury: A Global Phenomenon” - definito dal The Guardian come il più ampio studio mai pubblicato su giovani e ansia da cambiamento climatico - in cui il 59% degli intervistati con età compresa tra i 16 e i 25 anni, si è definito “molto o estremamente” preoccupato per il cambiamento climatico, mentre l’84% “moderatamente preoccupato”.
IL VERDE CHE PORTA BENESSERE
Già da tempo dottrine e tesi di psicologia e psicoterapia avevano commentato il contatto con la natura come un forte deterrente dallo stress. Lavorare la terra e prendersi cura delle piante migliorerebbe infatti la vita quotidiana, soccorrendo persino in una fase depressiva e stimolando la capacità di risoluzione dei problemi. La Green Therapy si rivela così un approccio giovane, ma con una comprovata efficacia e riconoscimenti sempre più diffusi in ambienti di cura e riabilitazione. Una tendenza certamente da incoraggiare e sostenere, oltre che dalle istituzioni, che sempre più stanno imparando a riconoscere la rilevanza del verde nei progetti locali tanto in quelli internazionali, anche dal mondo dei professionisti del settore, nei quali ricercare conoscenza e incentivi per abitazioni e città che sempre di più coinvolgano la presenza di piante e fiori, non più come contorno ma come parte integrante della quotidianità di ognuno.
Per saperne di più visita il sito prontopro.it
Cosa fa il Giardiniere quando in Giardino l´acqua non c´è
di Anna Zottola
Un po’ in tutto il mondo, tra le diverse organizzazioni, comprese le comunità scientifiche, e le Nazioni Unite che ne dichiarano una emergenza diventata cronica, si discute quali migliori politiche, di gestione e messa in sicurezza dei territori, si possano attuare per limitare l’impatto della siccità sulla nostra Terra Madre. Durante questa attesa anche il Giardiniere può sentire il peso di nuove responsabilità.
Le tragiche immagini di piante morte o fortemente compromesse dalla lunga carenza idrica degli scorsi mesi estivi trasmettono dubbi e incertezze.
La siccità è un fenomeno che presenta diverse variabili, in funzione della durata e della sua variabilità da località a località. Interagisce con altri stress, quelli biotici, causando le malattie provocate da diversi parassiti. Però è altrettanto vero che esiste il potere di adattamento e di difesa di diverse specie botaniche all’ambiente e ai suoi cambiamenti.
La ricerca scientifica ha già fatto numerose scoperte, se pur principalmente in campo agroalimentare, individuando nel genoma vegetale precise caratteristiche biochimiche, morfologiche e fisiologiche in grado di aumentare la capacità di sopravvivenza delle piante allo stress da carenza idrica. Per esempio: la regolazione degli stomi con i processi osmotici e il turgore fogliare, la temperatura che produce la chioma di una pianta, la presenza di cera sulla pagina fogliare, la concentrazione di alcuni idroaminoacidi, oppure una ottimale fertilità del suolo sono alcuni dei fattori che possono favorire una crescita senza acqua anche per lunghi periodi. L’argomento è certamente complesso per la pluridisciplinarità che rappresenta, e Il Giardiniere da tempo propone piante, prodotti e pratiche di giardinaggio che vanno in questa direzione di adattamento al cambiamento del clima con regole di sostenibilità. Più volte abbiamo promosso i valori della Biodiversità, un tema ampiamente trascurato nel secolo scorso, quando si è preferita la scelta di piante geneticamente selezionate, per una maggiore resa produttiva ed un migliore risultato estetico. Ora è necessario scegliere altre soluzioni e anche in questa emergenza è importante ricorrere ad una formazione di aggiornamento di tutti gli operatori che hanno nel loro DNA il benessere del Giardino.