LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine - III trimestre 2022 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 034 + NEW GENERATION Conoscere e sperimentare per imparare a progettare + MACCHINARI Una manutazione tutta nuova con il progetto Panther Professional SOLUZIONI TECNICHE Il trinciaerba con raccolta Panther Professional di Peruzzo, in mostra alla prossima EIMA (Pad. 33, Stand A9) Una delle applicazioni di Panther Professional, progetto di Peruzzo, con un approccio fondato su qualità e innovazione, che guarda al futuro e alle necessità del professionista. COVER STORY realizzata in collaborazione con
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Un numero concreto, pensato per chi operativamente deve progettare il proprio lavoro e organizzare il cantiere. Un numero fatto di proposte pratiche, soluzioni e macchinari ideati per migliorare prestazione e qualità del lavoro degli operatori. Un approccio che si capisce subito, come sempre, fin dalla prima di copertina, e dalla cover story a pagina 12, realizzata in collaborazione con Peruzzo, azienda padovana specializzata nella costruzione di macchine per l’agricoltura e la manutenzione del verde. Grazie a un confronto tra l’azienda e un giardiniere professionista, abbiamo preso in esame uno degli ultimi modelli, del progetto Panther Professional, di trinciaerba che permette di eseguire tagli, verticut e raccolta in una sola passata. Una risposta alle esigenze degli operatori in un’ottica di innovazione, tecnologia e (soprattutto!) praticità.
Ma la capacità di essere pratici e concreti, passa anche da una maggiore consapevolezza in ambito formativo, perché è conoscendo e sperimentando - come ci suggeriscono Betsabea Maisto e Luca Bergoglio, due giovani progettisti del verde -, che si può organizzare al meglio la propria professione. Sembrerebbe una cosa ovvia, questa, ma che ovvia non è. Il loro monito? Studiare la materia e conoscerla a fondo, per ottenere il massimo dal mondo vegetale ogni giorno.
Poi, tanto spazio alle piante, dai consigli degli esperti di Fondazione Minoprio a una lunga intervista sul tema della riforestazione, fino alle ultime novità (alcune premiate) presentate da due aziende vivaistiche di riferimento del settore.
Per i super appassionati di innovazione, andate subito a 27, nella sezione ‘Soluzioni’. Qui un ampio carosello di nuovi strumenti e tecniche per il lavoro in cantiere.
Ma come sempre, questo è solo un assaggio di questo nuovo numero de IL giardiniere , che vuole essere uno spunto di riflessione, per un miglioramento continuo per la professionalità di tutti.
di Francesco Tozzi
U
EDITORIALE 5N°034
GIARDINIERE:
di Sandro Degni
Se penso a una figura professionale che si è involuta, penso senza dubbio a quella che rappresento, quella del Giardiniere. Una figura che nasce come punto di riferimento nella creazione dei grandi giardini storici, come massima maestranza nella conoscenza del giardino e del suo sviluppo. Un personaggio che mutua dall’ambiente che lo circonda tutti quegli aspetti naturali, che con magistrale capacità, applica e inserisce in realizzazioni artificiali contestualizzandoli con maestria.
Nel tempo la professione si trasforma, specializzandosi e differenziando le sue capacità, e tutto funziona alla perfezione. Ma poi qualcosa è successo e, come per tutte le professioni artigianali e manuali, quello del giardiniere viene declassato a poco più di un lavoro manutentivo di bassa qualità, una figura costretta a lavorare in economia, e sempre più spesso realizzando solo le idee di altri.
La semplice – che poi semplice non è –manutenzione e cura di un giardino è invece fondamentale. Quello che si è perso ulteriormente
è poi la capacità di esprimere le proprie conoscenze, che per un Giardiniere sono tomi su tomi di informazioni, che vanno dalla sistematica botanica ai principi di idraulica, passando per l’entomologia. Questa lunga premessa perché? Semplice, guardo le manifestazioni di giardinaggio e da tutti sono frequentate tranne che da giardinieri, per considerazione degli organizzatori e dolo dei giardinieri stessi. Le organizzazioni puntano tutte a quante stellette ci saranno quest’anno sulla divisa e a quanto brilleranno i nomi alle conferenze. I Giardinieri, d’altro canto, ahimè, fanno poco sforzo e spesso a quelle manifestazioni nemmeno ci vanno. Un paradosso pensare che, ogni volta che mi reco a una di queste manifestazioni, gli accrediti omaggio o scontati sono a disposizione di moltissime categorie, meno quella dei giardinieri. Non esiste nessun tipo di accredito formativo per la mia professione. Le grandi occasioni formative sono di fatto occasioni di formazione culturale, personale: fondamentali, senz’altro, ma spesso i costi elevati mettono distanza tra i lavoratori e questi eventi, ormai più mondani che professionali. Ho partecipato a molte occasioni di incontri con platee internazionali, e a parte riempirmi gli occhi e
Mi piacerebbe vedere un Giardiniere che possa raccontare l’esperienza reale di chi, in fondo in fondo, ci mette il cuore e le mani e che spesso ha una visione futura di quel che succederà in quel giardino o in quel terrazzo. E che, in fondo in fondo, è spesso l’unico in grado di comunicare con la natura, custode di un linguaggio semplice e antico. IL
LA RIFLESSIONE 6 N°034
TRA MITO E REALTÀ
il cuore di cose belle, tornando alla vita quotidiana difficilmente mi è stato possibile applicare quei principi imparati. Le manifestazioni di settore ormai sono occasioni a metà strada tra la fiera dell’amatore o “dell’ultimo geraneo antizanzare”, e il summit internazionale con tanto di lectio magistralis. In entrambi i casi, i veri protagonisti del settore vengono spogliati delle loro competenze o autorità in materia.
Sogno e continuerò a sognare una professione, la mia, che riparta da dove a un certo punto è stata interrotta. Quando si è smesso di essere Giardinieri e si è cominciato a essere la cenerentola di qualche altra professione. Sogno di Giardinieri che concretamente parlino di giardino e annessi, con cognizione di causa. Sogno scuole di formazione con uno sguardo aperto e di ampio respiro, manifestazioni nelle quali venga sottolineata l’arte
giardinieristica, dove si possa vedere e creare dal nulla uno spazio di benessere e tranquillità. Ultimo, e non certo per importanza, mi piacerebbe vedere un Giardiniere che possa raccontare l’esperienza reale di chi, in fondo in fondo, ci mette il cuore e le mani e che spesso ha una visione futura di quel che succederà in quel giardino o in quel terrazzo. E che, in fondo in fondo, è spesso l’unico in grado di comunicare con la natura, custode di un linguaggio semplice e antico.
Ogni centimetro quadrato di terreno racchiude dei misteri che solo la paziente mano del giardiniere è in grado di decifrare. Paulo Coelho
Il cantiere 20 Linee guida dei giardini storici e il PNRR di Anna Zottola 24 Legàmi, lègami e slegami di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi SOLUZIONI 28 L’endoterapia per prendersi cura del verde di Rachele Pozzato 31 Dall’ingegneria al campo 32 Il futuro dell’irrigazione di Rachele Pozzato 34 Alleati affidabili 35 Un futuro a batteria 36 Addio, benzina di Filippo Terragni 37 Quando la versatilità è il punto di forza 38 Un nuovo giardino di Emma Colombo 40 Spazio alle novità di Rachele Pozzato gestione 48 Un secolo e più di formazione e passione di Paola Martinelli 51 Novità in giardino di Rachele Pozzato 54 Il ritorno del verde di Filippo Terragni SOMMARIO N°034 COVER STORY 12 Una manutenzione tutta nuova di Rachele Pozzato NEW GENERATION 16 Conoscere e sperimentare di Rachele Pozzato
N˚ 034
DIRETTORE RESPONSABILE
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IN REDAZIONE
Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net
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Supplemento al numero 201 di Greenup, periodico bimestrale registrato presso il Tribunale di Milano n. 64 del 27/01/1999 – n. R.O.C. 2232. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
Labor ator io ver ede
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sCOPERTE 58 Focus riforestazione di Rachele Pozzato 62 Fioriture da medaglia d’oro di Emma Colombo 64 I giovani amano le piante di Bianca Ferraris rubriche 05 Editoriale di Francesco Tozzi 06 La riflessione di Sandro Degni 43 News 54 Libreria a cura di Rachele Pozzato 82 L’opinione di Anna Zottola
--III TRIMESTRE 2022
Francesco Tozzi
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco
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Sandro Degni R giardiniere professionista di lunga data, esperto di terrazzi e spazi urbani
Francesco Ferrini R Professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, accademico e divulgatore scientifico
Valerio Pasi R agronomo specializzato principalmente in verde ornamentale e pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste
Sara Lavinia Raccah R architetti del paesaggio, anime dello Studio Urka di Romaed Edoardo Carconi
Anna Zottola R agronoma con esperienza di ricerca, docenza e gestione della Scuola di Minoprio; oggi si occupa di consulenza per progetti di formazione e sviluppo del verde
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine III trimestre 2022 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 034 + NEW GENERATION Conoscere e sperimentare per imparare a progettare + MACCHINARI Una manutazione tutta nuova con il progetto Panther Professional SOLUZIONI TECNICHE Il trinciaerba con raccolta Panther Professional di Peruzzo, in mostra alla prossima EIMA (Pad. 33, Stand A9) Una delle applicazioni di Panther Professional, progetto di Peruzzo, con un approccio fondato su qualità e innovazione, che guarda al futuro e alle necessità del professionista. COVER STORY realizzata in collaborazione con
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SMART 10 N°034 UNIVERSO IL giardiniere
Una manutenzionE
Un approccio fondato su qualità e innovazione, un’azienda che guarda al futuro e alle necessità della professione: proprio da qui è nato il progetto di Peruzzo per la Panther Professional di Rachele Pozzato
TEMPO DI
minuti
Panther Professional è uno strumento dedicato ai professionisti del settore, per eseguire le consuete attività di manutenzione con uno spirito nuovo, che guarda a innovazione, tecnologia e soprattutto praticità.
U N UNICO STRUMENTO
È proprio al momento dell’utilizzo, alla fruizione pratica di chi andrà a usare questo macchinario tutti i giorni che si pensa in fase di progettazione. Il risultato è un trinciaerba con raccolta che permette di eseguire taglio, verticut e raccolta in una sola passata, regolazioni dell’altezza di taglio e arieggiatura millimetriche.
A FFIDABILE ED EFFICIENTE
Lo scarico idraulico fino a 195 cm, che può arrivare ad oltre 2,20 metri grazie all’attacco a 3 punti, permette di ridurre drasticamente i tempi di lavoro, oltre a garantire un’alta autonomia di lavoro, dovuta agli ampi raccoglitori.
Panther Professional diventa così un braccio destro essenziale per i professionisti, affidabile e polifunzionale nell’arco della giornata e con l’alternarsi delle stagioni, che si adatta a trattori di media potenza da 40-50 cavalli e con una buona capacità di raccolta, fino a 1800 litri.
LETTURA: 5
tutta 12 N°034 COVER STORY
manutenzionE
OLTRE 60 ANNI DI ESPERIENZA
A OGNI STAGIONE IL SUO INTERVENTO
«È nata per tagliare e raccogliere l’erba, con un taglio di qualità. In più ha dei kit di montaggio e può così tagliare il manto erboso, arieggiare, o entrambe le attività contemporaneamente, piuttosto che raccogliere il feltro». Così inizia a raccontarci la Panther Professional Roberto Peruzzo, il titolare dell’azienda. «Permette anche lo scarico in altezza, fino a due metri, per scaricare in un pianale: interessante per chi fa manutenzione nei parchi perché un solo operatore riesce a fare tutto. È possibile anche la rullatura del manto erboso, e dunque diventa prestante anche sui campi sportivi. È una macchina “quattro stagioni”, che permette di essere sfruttata per le attività della bella stagione e per la manutenzione necessaria
La Peruzzo Srl nasce nel 1959: costruttrice di macchine per l’agricoltura e il verde pubblico, è stata una delle prime fabbriche a comprendere l’esigenza della nuova zootecnica, seguendo le evoluzioni del mercato e creando una gamma completa di attrezzature per la cura del verde professionale. La ricerca e l’innovazione tecnologica sono punti saldi per soddisfare il cliente, e da sempre hanno caratterizzato lo sviluppo dell’azienda, con prodotti d’avanguardia brevettati e riconosciuti a livello internazionale.
quando calano le temperature. Specialmente in inverno per la raccolta delle foglie, che vengono triturate con una notevole riduzione dei volumi e di conseguenza permettendo di raccoglierne una quantità nettamente maggiore». Insomma, un macchinario utile durante tutto l’anno e che permette la realizzazione di diversi interventi.
NUOVE ESIGENZE
«Il clima sempre più tropicale rende fondamentale la raccolta, per mantenere il prato sempre verde: senza raccolta il taglio dell’erba non è più sufficiente». Per Peruzzo è chiaro che i cambiamenti climatici influenzano profondamente le esigenze legate a chi fa interventi di manutenzione sul verde. Il progetto della Panther Professional si inserisce così proprio in questo spazio di mercato, lasciato libero da un approccio
Visita il sito peruzzo.it
nuova I PLUS ◗ Apertura interna per facile ispezione e manutenzione ◗ Millimetrica regolazione rullo agevole e intuitiva ◗ Manutenzione professionale ◗ Coltello a paletta brevettato di serie ◗ Possibilità di arieggiare, tagliare e raccogliere in una sola passata con l’inserimento del coltello verticut ◗ Mazzetta robusta forgiata per erba alta e piccoli sarmenti 13N°034
più tradizionale e che rende macchinari come questo fondamentali per interpretare appieno il nuovo spirito della professione. Una capacità di guardare oltre e capire la nuova quotidianità del mestiere che ha ripagato del tutto l’azienda. «Negli ultimi anni la vendita di queste macchine, come quantità in numero, è crescita del 20%», conclude infatti.
AL FIANCO DEI PROFESSIONISTI
Quello di Peruzzo è un assetto aziendale già ben rodato e di successo, di respiro
internazionale e che anno dopo anno conferma di essere un importante punto di riferimento per gli amatori tanto quanto per gli operatori del settore, ritagliandosi sempre più spazi con novità come questa, in grado di soddisfare anche i fruitori più esigenti: «L’azienda esporta circa l’85% della produzione, specialmente nei Paesi del nord Europa, Australia e Stati Uniti. C’erano nel parco macchinari aziendale già macchine simili, ma non dedicate al taglio a livello professionale. Quelle esistenti erano più grezze e indirizzate al settore agricolo». Una garanzia di affidabilità e qualità, del marchio tanto quanto dei prodotti: «Sono macchine testate al 100% prima di uscire dalla produzione, costruite con acciai ad alta resistenza e verniciature che ne garantiscono la tenuta per 8/10 anni, con tempistiche di produzione brevi: da quando nasce dalla lamiera siamo intorno ad appena 30 giorni di attesa per il prodotto ultimato e pronto all’utilizzo».
LA PAROLA AI CLIENTI
«Io ho lavorato con la Panther Professional per un mese circa in modo consecutivo, tutti i giorni, per la manutenzione dell’ippodromo di Merano». A raccontarci della sua esperienza con Peruzzo è Mauro Urru, giardiniere professionista che si occupa della manutenzione dell’ippodromo di Merano. «La macchina è sostanzialmente un tagliaerba con raccolta, sul quale poter aggiungere un kit per sfruttarla in altri contesti».
Per Urru, quello con Panther Professional, è stato un incontro fortunato: «Nella mia esperienza, su una superficie piana piuttosto estesa, i risultati sono stati ottimi. Dà la possibilità di tagliare a un’altezza molto bassa e raccogliere il 95% del materiale, che è davvero moltissimo. Non mi aspettavo un prodotto di questo tipo: oltre agli impieghi più comuni è una macchina che si rende preziosa anche per il processo di preparazione ad altri tipi di lavorazione».
A CUORE LA SALUTE DEL PRATO
Un’ultima novità permette anche l’assemblaggio alla Panther Professional del Kit Bio-Fertilizzante per la rigenerazione del tappeto erboso, da montare direttamente sul macchinario con sistema a pompa elettrica con agitatore e interruttore, per l’utilizzo su trattore. Un nuovo modo di prendersi cura del verde già in fase di lavorazione e manutenzione.
In questo caso, dunque, Panther Professional ha mantenuto le promesse di vendita, permettendo un lavoro ben fatto e certosino. L’apostrofo rosa, poi, tra cliente e rivenditore è la competenza della squadra Peruzzo.
Un approccio al settore che non si esaurisce con la produzione e la vendita dei macchinari, ma che mira ad accompagnare i clienti passo dopo passo e trovare la soluzione più adatta a ogni contesto e necessità. «Il rapporto umano con l’azienda è stato fondamentale», racconta infatti Mauro.
Visita il sito urrugreenmonster.it per saperne di più sugli interventi realizzati!
L’ippodromo di Merano visto dall’alto.
14 N°034 COVER STORY
Conoscere e sperimentare
due giovani: studiare
ottenere
massimo dal mondo
ogni
Betsabea e Luca lavorano gomito a gomito da ormai cinque anni, ma le loro strade si sono incrociate già all’inizio dei loro studi: dall’Università di Agraria alla specializzazione in progettazione, dai primi progetti a una realtà lavorativa strutturata e completa, all’interno della Floricoltura Girasole, ad Alessandria. Già dalle prime parole di entrambi quello che si fa notare è una profonda conoscenza di questo mondo,
dei suoi segreti e delle sue dinamiche, per portare rinnovata e cresciuta rilevanza al verde.
Come è avvenuto il vostro incontro con il verde?
B: Io vengo da Torino, ho studiato Agraria alla triennale, per la magistrale ho poi deciso di specializzarmi in Architettura del paesaggio. Non provengo da un ambiente strettamente legato a questo settore, a differenza di Luca che lo respira
TEMPO DI LETTURA: 5 minuti I due elementi alla base dell’approccio alla progettazione di
la materia e conoscerla a fondo, per
il
vegetale
giorno colloquio
con Betsabea Maisto e Luca Bergaglio di Rachele
Pozzato
16 N°034 NEW GENERATION
da sempre. L’azienda dove poi abbiamo iniziato a lavorare, e dove ci occupiamo della parte di progettazione è infatti di suo padre, qui in provincia di Alessandria. Ho sempre avuto, però, una certa sensibilità verso il verde, legata forse alla passione che mi ha trasmesso mio padre: un grande hobbista appassionato, per questo sono sempre cresciuta tra una moltitudine di piante e fiori in casa. Ho deciso così di iniziare questo percorso, poi convertito verso la progettazione. Io e Luca ci siamo conosciuti proprio all’università, dopo la magistrale abbiamo iniziato a orbitare intorno a questo mondo con le prime esperienze, finché poi anche io non sono stata assunta qui. Floricultura Girasole, oltre al lato di progettazione che seguiamo noi, ha una parte di produzione e di vendita. Nelle serre abbiamo una sezione di vivaio, dalla quale peraltro attingiamo per i nostri progetti, oltre a una parte produttiva di piante annuali e orto. C’è poi una squadra di ragazzi che si occupa della realizzazione dei giardini a livello manuale e della potatura. Insomma, una realtà davvero a 360 gradi.
L: Abbiamo seguito lo stesso percorso, dalla triennale alla specializzazione, tra Milano, Genova, ma soprattutto Torino. La nostra è un’attività dinamica, ci occupiamo di tutto il processo: dal rapporto con il cliente al sopralluogo, la stesura dei preventivi e progetti grafici, fino ad arrivare in cantiere. Ci siamo allontanati solo quando, nel 2020, prima dell’arrivo del Covid, ho trascorso un periodo a Londra. Avevo bisogno di qualcosa in più, a livello personale e professionale. Così ho seguito un corso di specializzazione in Planting
L’IDENTIKIT
Design. Mi sento molto legato, proprio per quest’esperienza, al mondo inglese: una cultura dalla quale mutuo molto, quotidianamente, nel mio lavoro, oltre che una rete di conoscenze oltremanica a cui attingo. Soprattutto per un’attenzione al verde molto più sentita rispetto a quanto non succeda in Italia.
Nella vostra esperienza, la giovane età è stata un vantaggio o un ostacolo?
B: In un primo momento di certo un ostacolo. Quando ti approcci a un cliente, se hai 25 anni è difficile essere presi subito sul serio. Appena usciti dall’università hai poca esperienza, quindi diventa complicato. Acquisendo però consapevolezza e sicurezza, contando su una formazione solida, siamo poi riusciti a introdurre delle novità mettendo un po’ da parte il giardinaggio delle scorse generazioni, con progetti innovativi e spazi pensati in chiave moderna, anche sperimentando nell’uso delle specie vegetali.
Betsabea Maisto, 30 anni, architetto paesaggista. Studia Scienze e Tecnologie Agrarie a Torino e, a seguire nel 2017, in Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio al corso di Laurea Magistrale Interateneo tra Università di Milano, Università di Torino, Politecnico di Torino e Università di Genova. Nata e cresciuta a Torino, vive attualmente in provincia di Alessandria e lavora come garden designer presso l’azienda Floricoltura Girasole ss a Pozzolo Formigaro (AL).
Luca Bergaglio, 30 anni, paesaggista, nasce e cresce a Novi Ligure (AL). Dopo il Liceo Scientifico e la Laurea Triennale in Scienze Agrarie, si specializza in Progettazione del Paesaggio e delle Aree Verdi, laureandosi nel 2017 a Torino. Vivaista e garden designer presso Floricoltura Girasole, l’azienda di famiglia, fra il 2020 e il 2021 si trasferisce a Londra per specializzarsi in Planting Design presso il London College of Garden Design, a Kew Gardens. La passione per il mondo inglese influenza profondamente il suo lavoro.
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L: Sono d’accordo. È complicato soprattutto per l’ambiente italiano, per il “nepotismo” che quasi si respira in questo mondo. Non è impossibile farsi strada per noi giovani, ma di certo complicato. I primi anni è difficile imporre le proprie idee, bisogna scendere a compromessi con clienti e le altre figure professionali con cui ci si interfaccia, serve polso duro.
Qual è la sostanziale differenza tra l’approccio al lavoro delle scorse generazioni e quelle più giovani?
L: Credo soprattutto sia una questione di mentalità, più che di età. Ho conosciuto progettisti, per esempio nel circolo inglese, brillantissimi nonostante di “vecchia scuola”, a livello anagrafico. Quello che fa la differenza è una formazione puntuale, che spesso è quello che viene a mancare.
Un vostro progetto dei sogni?
L: Credo che non esista un progetto dei sogni: ogni lavoro ha qualcosa da dire. Quello che ci auguriamo è piuttosto un cambiamento
L’AZIENDA
Floricoltura Girasole nasce nel 1991 a Pozzolo Formigaro (AL). L’azienda durante il corso degli anni si è sviluppata, con una visione a 360° sul mondo del verde: produzione di specie annuali e orticole, vivaio, realizzazione, progettazione e cura del verde pubblico e privato.
dell’ambiente in cui lavoriamo. Negli ultimi anni si sta certamente andando verso una maggiore consapevolezza della necessità di ambienti curati per un maggior benessere, valorizzando il verde sia in privato sia nelle città. Questo è un po’ il mio auspicio: lavorare sempre di più in armonia e in linea con le istituzioni. E soprattutto in un ambiente di respiro più internazionale. Quando mi chiedevo perché il verde inglese avesse più successo, ho poi scoperto che la risposta era molto semplice: in Inghilterra, è un settore che traina l’economia. Cosa che qui in Italia non succede. Deve cambiare questo per rendere possibili certi progetti, anche se senza dubbio qualcosa si sta muovendo.
Avete parlato di una maggiore attenzione al verde negli ultimi anni, come pensate possa svilupparsi questa tendenza? È una vera inversione di rotta nel ruolo del verde per la società?
L: Non lo vedo come un vero e proprio cambiamento. Basta pensare al Pnrr: i fondi in arrivo sono senza dubbio una buona notizia, ma come vengono spesi? Bisogna migliorare le competenze di chi ne usufruisce perché siano progetti davvero incisivi.
B: Vediamo però che le persone si interessano sempre di più al verde. Quello che ancora manca, secondo me, è una concezione del verde non come qualcosa di contorno o cornice, ma di strettamente connesso alla città e alle abitazioni. Un legame tra chi vive il verde e il verde in sé, percependolo come necessità e non come possibilità.
E se doveste dare un consiglio a un giovane che vuole muovere i primi passi in questo settore?
L: Studiare, studiare tantissimo e leggere: la bibliografia è immensa, la conoscenza delle piante è una scienza illimitata e bisogna sempre tenersi aggiornati. Viaggiare e guardarsi intorno, prendendo spunto da chi ha fatto meglio di noi per tenerlo come riferimento.
B: Guardarsi intorno e coltivare una sensibilità diversa verso il verde, l’ambiente e la natura. Il nostro ruolo è proprio quello di fare la differenza dimostrando che conosciamo il tema, conosciamo le piante e l’ambiente che ci circonda. Non si tratta solo di specie vegetali, ma anche di suoli, ambienti circostanti e moltissime altre variabili: dobbiamo differenziarci in questo.
Visita i profili social! 18 N°034 NEW GENERATION
Anna Zottola
guida
dei giardini st
Nello scorso numero de Il Giardiniere abbiamo trattato l’importanza del bando PNRR -Misura 1-Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura-Componente 3- Cultura 4.0. Intervento 2.3 “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici finanziato dall’Unione Europea - Next Generation Eu. Con questo nuovo numero della rivista descriviamo in sintesi un manuale tecnico, forse ancora non del tutto conosciuto, che è stato introdotto dal Ministero della Cultura, tra gli allegati che devono essere utilizzati da tutti i professionisti, compresi quelli di competenza del verde. Si tratta delle “Linee guida e norme tecniche per il restauro dei giardini storici”. Un manuale
metodologico, tecnico ed esecutivo per le fasi di intervento di restauro.
DEFINIRE LE LINEE GUIDA
Il testo è il frutto di un lungo lavoro svolto da un Comitato di esperti, appartenenti all'Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI), e guidato da Vincenzo Cazzato, già docente universitario di Arte dei Giardini e Architettura del Paesaggio. Al gruppo si sono affiancati i funzionari dell’amministrazione dei beni culturali, allo scopo di revisionare e aggiornare la parte tecnica del capitolato dei lavori delle opere verdi da applicare in un sito storico.
L’avviso pubblico aveva tre principali finalità: 1) rigenerare e riqualificare i parchi e giardini italiani di interesse culturale; 2) elevare gli standard di gestione e manutenzione, sicurezza e accoglienza;
di 237 pagine pubblicato a dicembre dello scorso anno allo scopo di offrire un indirizzo TEMPO DI LETTURA: 6 minuti Tra le misure del Pnrr c’è anche un testo creato ad hoc per i professionisti: “Linee guida e norme tecniche per il restauro dei giardini storici” nasce infatti come strumento per definire un indirizzo nelle diverse fasi del restauro di
Linee
20 N°034 IL CANTIERE | opportunità
L’ASSOCIAZIONE APGI
Si tratta di una organizzazione di coordinamento di enti pubblici e privati che si occupano della gestione di parchi e giardini storici, considerati patrimonio culturale italiano. Promuove iniziative di studio, formazione e valorizzazione con promozione dei giardini. Tra questi eventi si ricorda “Appuntamento in giardino” che apre nel primo fine settimana di giugno le porte ai più belli giardini storici d’Ialia. Tra le attività istituzionali di APGI vi è la Convenzione stipulata con il Ministero per i beni e le attività cultuali, che prevede anche la realizzazione e diffusione di strumenti culturali in grado di offrire criteri-guida per le opere di tutela, conservazione, recupero e restauro dei parchi e giardini storici. Per raggiungere questo obiettivo i membri della Associazione partecipano al Tavolo verde che nel 2019 si è costituito presso la Direzione Generale Musei.Visita il sito web apgi.it
orici e il PNRR
3) assicurare la migliore conservazione nel tempo in un’ottica di sostenibilità e resilienza.
UN PERCORSO ATTRAVERSO TUTTE LE FASI DEI LAVORI
Le line guida offrono indirizzi di metodo e pratiche sugli interventi di restauro a partire dalle prime fasi di conoscenza, rilievo e di indagini preliminari al progetto. Per poi seguire sulla individuazione dei materiali adatti a intervenire sui manufatti presenti nei parchi e giardini storici. Grande risalto viene dato alle buone pratiche da adottare in arboricoltura e alle scelte delle specie botaniche, sia nella elaborazione progettuale sia in cantiere. La prima parte è dedicata alle diverse forme di rilevamento, a partire da quello territoriale e urbanistico che consente di inquadrare il luogo nel quale il giardino abita. Seguono i rilievi della
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distribuzione dei vegetali con le necessarie carte delle stratificazioni degli impianti con il passare degli anni, o meglio dei secoli. Dopo il rilevamento delle architetture, infrastrutture e impianti vengono trattati interi capitoli sulle ricerche e analisi riguardanti il terreno, gli aspetti fitosanitari e gli impianti idrici: tutti elementi di vitale importanza per il benessere duraturo di un giardino. Il capitolo che tratta i materiali per le opere a verde si avvale di contributi tecnici scritti dall’European Nurserystock Association nel manuale “European technical and
quality standars for Hardy Nurserystock”. Diventa un documento didattico per gli operatori di settore con il capitolo definito “Categorie di lavoro”, che comprende numerosi paragrafi: il suolo e la vegetazione, le opere murarie e, per esempio, le pavimentazioni, i manufatti particolari o gli impianti, ognuno di essi corredato da specifiche esecutive che entrano in un dettaglio tecnico tale da supportare anche tecnici che non hanno lunga esperienza nel campo del restauro del verde storico. Direttive utili anche per i proprietari gestori: l’ultima parte del manuale tratta infatti proprio la programmazione e gestione delle attività manutentive, di ogni tipo, dai manti erbosi ai cespugli, dalle siepi agli alberi, dal diserbo all’irrigazione, fino al monitoraggio fitosanitario, in particolare delle alberature, redatto secondo le indicazioni del Protocollo ISA sulla valutazione di stabilità degli alberi.
UNO SGUARDO AL PASSATO
I caposaldi dei progetti completano l’immaginario di un parco o giardino storico, poiché costituiti dalla componente vegetale e il disegno del giardino, sicurezza e accessibilità, l’architettura e le sculture con l’impiantistica, ed infine gli interventi di promozione per valorizzare al meglio uno dei più affascinanti e coinvolgenti patrimoni che abbiamo nel nostro paese. Interessante, non solo per il richiamo dei secoli passati alle nuove generazioni, bello per le forme, i volumi e i colori che i giardini delineano nel paesaggio italiano, ma anche in quanto spazi aperti per la didattica e per creare scenari favorevoli alle diverse espressioni culturali e artistiche. Ora bisogna solo aspettare che i diversi enti pubblici e privati, vincitori del bando, possano al meglio sviluppare il proprio progetto per poi divulgarne gli esiti e godere dei risultati di questi importanti interventi di riqualificazione ad opera dei tecnici, specializzati nella cura e conservazione del verde.
CHI SONO I BENEFICIARI?
Con il Decreto SGU 50421/06/2022 è stata approvata la graduatoria di merito delle proposte ammesse a valutazione dell’Avviso pubblico del 31/12/2021. Sono stati ammessi a valutazione 813 progetti. Con gli allegati B1 si documenta l’approvazione di 106 progetti di giardini storici situati nelle regioni del Centro nord per un valore complessivo di 151.544.121,30 euro e con l’allegato B2 i progetti ammessi asl finanziamento per giardini storici del Sud Italia per un valore pari a 38.277.805,83 euro.
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Si ricorda che l’Avviso pubblico prevedeva il finanziamento di 19.000.000,00 euro per interventi di restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici. Il Ministero della Cultura ha inoltre individuato e dedicato un finanziamento pari a 100.000.000,00 euro a 5 importanti siti storici (Reggia di Caserta, Real Bosco di Capodimonte, Villa Favorita ad Ercolano, Villa Lante a Bagnaia e Villa Pisani a Strà).
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Pavimentazione esistente dei giardini pensili dell’Auditorium di Roma, dove è stata inserita l’installazione.
Legàmi, lègami e slegami
Lo Studio Urka, in occasione del concorso indetto dal Festival del Verde e del Paesaggio di Roma, evento che ha luogo ogni maggio nella cornice dell’Auditorium Parco della Musica, ha allestito un’installazione avente come tema il selvaggio. Per il progetto, che è stato poi selezionato e premiato dalla giuria, è stata adibita in 15 metri quadri una stanza che evocasse questo tema. Lo spazio, attraversato da un piccolo sentiero
in pacciamatura, sabbia e foglie di quercia, cela alla vista un interno stracolmo di specie arbustive e arboree dall’aspetto volutamente lussureggiante. Ad incarnare il tema del selvatico e della riconquista della natura sull’uomo, alcune delle piante utilizzate, fornite dallo storico vivaio piante Mati: Clematis armandii, Hakonechloa macra, Phyllirea angustifolia, Lonicera nitida, Sambucus nigra, Cotinus coggigria, Acer camperste, Carpinus betulus, Fraxinus excelsior.
L’idea
L’installazione è la sintesi di come uomo e natura siano legati in una danza perfetta, dove non si distingue se sia l’uomo a detenere il controllo, o piuttosto la natura a lasciarsi controllare. Nell’installazione i protagonisti siamo noi, che attraversiamo questo percorso ideale dove incontriamo una natura selvaggia, ma anche quel che l’uomo lascia per strada e inevitabilmente viene inglobato e reso parte integrante dell’ambiente che lo circonda.
prima
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Area dove vengono allestite annualmente le installazioni del Festival del Verde e del Paesaggio.
Planimetria del progetto realizzato da Studio Urka.
IL CANTIERE | prima&dopo 24 N°034
Per saperne di più sul progetto vai al sito
Lo Studio Urka, composto dagli architetti del paesaggio Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, con base a Roma, si occupa di progettare e realizzare spazi esterni per committenza pubblica e privata. Tra i punti di forza: un’elevata creatività mista a una sapiente conoscenza tecnica e al non volersi mai accontentare di realizzazioni mediocri.
dopo Il progetto
con cui Studio Urka è stato premiato al Festival del Verde e del Paesaggio 2022, sezione ‘Avventure Creative’, come miglior installazione
Varietà e ricchezza di ambienti convivono in uno stesso spazio di dimensioni contenute, regalando al visitatore un’esperienza sensoriale e coinvolgente.
di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, con Sandro Deghi, Mateusz Chorzępa e Peiyi Fan - foto di Vittorio Campana
studiourka.com
GLI AUTORI
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