Il Giardiniere 037 II° trimestre 2023 completo

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ILgiardiniere

16 pagine di novità tecniche per la manutenzione

IL FUTURO DEL MONDO VERDE

I segreti di Husqvarna sono uno sguardo lungimirante alle prospettive su cui si affaccia il settore. a pag. 16

Voglia di rock garden per giardini a bassa manutenzione

LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE

Ceora, il robot tagliaerba autonomo a batteria pensato per il taglio automatizzato delle aree più estese.

SERVIZIO A PAG. 31
magazine - II trimestre 2023 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
037 +
TENDENZE
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SOLUZIONI
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Questo nuovo numero de parla di futuro, lungimiranza e innovazione. Tre termini che hanno un denominatore comune e un significato concreto nella dimensione professionale del moderno giardiniere. Tre parole, con le loro definizioni e approcci pratici, che diventano propositivi per una cura del verde sempre più puntuale e flessibile alle diverse esigenze, alle diverse committente. Ed è la nostra cover story (pagina 16) che ci porta a riflettere sul tema del futuro, proprio con quello sguardo lungimirante alle prospettive su cui si affaccia il settore , con una sempre maggiore attenzione alla vita professionale dei giardinieri e alle macchine che utilizza e utilizzerà.

Uno sguardo lungimirante che prosegue tra le pagine della sezione SOLUZIONI (pagina 27) , nella quale vi presentiamo nuovi sistemi di alimentazione allo studio in grado di poter superare i motori a scoppio, anche per cantieri in cui sono richieste maggiori prestazioni, oltre a innovativi prodotti in grado di ottimizzare la gestione dell’acqua negli spazi verdi, tema, anche questo, che il moderno giardiniere non deve più sottovalutare. E poi parliamo di design intelligente, come valido alleato per un approccio al lavoro più smart, e di sistemi digital, innovativi software che forniscono un aiuto concreto nelle diverse fasi di intervento della progettazione, a partire proprio dalla resa visiva del progetto.

E per considerarci moderni giardinieri, indipendentemente dalla grandezza dell’azienda e dal giro d’affari , non bisogna smettere di studiare, di informarsi. Ecco perché a pagina 48 vi proponiamo un nuovo saggio fresco di stampa, The cervice garden, un tipo di rock garden caratterizzato da una maggior profondità di coltivazione e questo permette di utilizzare piante che hanno radici più lunghe, in un’ottica sempre di spazi verdi a bassa manutenzione.

E in questa stessa ottica non c’è più spazio all’improvvisazione, ma bensì a uno sguardo concreto verso futuro, lungimiranza e innovazione, e aggiungerei anche informazione, ormai tutti fattori determinati per identificare la figura del nuovo giardiniere.

Q
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31
EDITORIALE 7 N°037
ILgiardiniere

SIATE GIARDINIERI

Passano sempre più giorni tra una riflessione e l’altra e gli argomenti si affollano, alle volte fino a non essere più in grado di uscire della testa in maniera ordinata. L’avvento della primavera poi è un catalizzatore potentissimo e, così come le piante si risvegliano vigorosamente sotto la spinta della luce e del calore del sole, le parole si affollano sul taccuino degli appunti, fino al momento in cui mi imbatto in una nuova lettura o in un nuovo lavoro che rimettono tutto in ordine. Torno a parlare, in questo mio peregrinare tra le parole, di un argomento che mi sta particolarmente a cuore: il rapporto tra il Giardino, il Giardiniere e l’esperienza quotidiana che facciamo con il nostro lavoro. Non si diventa Giardinieri, si nasce. Lo si è dentro: sono convinto ci debba essere qualcosa nel DNA di ognuno di noi che racchiude una molecola di clorofilla, che in maniera del tutto irrazionale decide di moltiplicarsi e modificare

il nostro punto di vista sulla natura, facendoci maggiormente attenti al mondo circostante, rendendoci curiosi e mai paghi della conoscenza che maturiamo sulle piante. Creando anche in noi quell’ansia che solo un Giardiniere può comprendere quando, creato un giardino, si dispera per il troppo caldo, per la pioggia battente o si rallegra per una fresca giornata primaverile. Il Giardiniere nel suo rapporto con il Giardino è sempre critico, non riesce mai a essere soddisfatto, anche quando tutto sembra perfetto e in sincronia con il suo pensiero, volgendo sempre uno sguardo in direzione di quel punto che non lo soddisfa abbastanza, perché troppo pieno, troppo vuoto, non integrato o a volte troppo bello. Nella quotidianità poi, il problema sono i tempi, ormai non più adatti all’indole fin troppo legata ai tempi della natura. Alla pioggia che ferma o al sole che rallenta. Non appartengono al pensiero del Giardiniere invece cellulari sempre troppo invadenti, allestimenti temporanei, richieste fin troppo assurde da parte di clienti che vogliono giardini o terrazzi asettici, puliti, senza insetti, fiori o foglie.

“...per i paesaggisti e i giardinieri la prima scuola è, si spera, la natura. Devono conoscere le piante, l’ecologia, il suolo, familiarizzare il più possibile con i “materiali” viventi del giardino, come un poeta con la lingua o un compositore con le note e l’armonia, Quindi studiare, leggere, guardare...”
da “Conversazioni sull’erba” di Marco Martella
LA RIFLESSIONE 8 N°037
di Sandro Degni

Il Giardiniere crea bellezza e deve essere in grado di trasmetterla a chi lo interpella, deve insegnare la lentezza, farsi portavoce della storia che c’è dietro a un Giardino, essere in grado di percepire l’anima di un luogo ed esaltarla.

La sua presenza deve sentirsi, come la mano dell’artista che lavora con pennelli e colori o come le parole di un poeta: lasciare il segno, anche se discretamente, dialogare con l’ambiente che lo circonda e trovare compromessi.

Per questo motivo il Giardiniere non deve mai perdere l’abitudine dell’osservazione: un bosco, un incolto, la macchia mediterranea, così come un litorale che guarda il mare, sono le nostre aule e da lì apprendiamo i meccanismi che regolano l’andamento del Tutto. Il Giardino e il Terrazzo sono lentezza e attesa, capacità di percezione del ciclo della natura e accettazione della sconfitta,

terreno di prova e momenti di gioia. Mettete dunque da parte attrezzi rumorosi, lavorazioni a calendario. Impugnate la vostra cesoia, indossate i guanti e siate pronti a mettervi in ascolto, siate curatori, inventori, poeti: siate Giardinieri.

Il Giardino e il Terrazzo sono lentezza e attesa, capacità di percezione del ciclo della natura e accettazione della sconfitta, terreno di prova e momenti di gioia.

PROGETTARE

24 Le Jardin de rêve di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi

26 Tra piante monumentali e secolari di Comitato Fondazione Minoprio

SOLUZIONI

28 Basi solide di Emma Colombo

30 L’era post-combustibili di Rachele Pozzato

32 Un’immagine che vale più di mille parole di Emma Colombo

34 Una barriera di contenimento per il bambù di Rachele Pozzato in collaborazione con Enrico Pinali

36 Il successo dell’esperienza di Margherita Wotton

37 Design intelligente di Emma Colombo

38 Irrigare…con intelligenza di Margherita Wotton

40 Le regole d’oro per un prato in salute di Federico Fagan

41 Taglio da serie A di Rachele Pozzato

gestione

48 Voglia di rock garden di Stefania Medetti

52 Un giardino per la danza e per la musica di Rachele Pozzato

COVER STORY

16 Il futuro del mondo del Verde di Rachele Pozzato

NEW GENERATION

20 Il segreto è osare colloquio di Rachele Pozzato con Paolo Salvalalio

SOMMARIO N°037

N˚ 037 - II TRIMESTRE 2023

DIRETTORE RESPONSABILE

Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net

IN REDAZIONE

Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net

COLLABORATORI

Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Edoardo Carconi, Anita Cavalli, Emma Colombo, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Federico Fagan, Francesco Ferrini, Stefania Medetti, Valerio Pasi, Lavinia Raccah, Margherita Wotton, Anna Zottola

GRAFICA

Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it

PRODUZIONE E SEGRETERIA

Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

PROMOZIONE E SVILUPPO

Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net

STAMPA IGP Industrie Grafiche Pacini - Pisa

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE

Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano

Tel. +39 02 4244 8445

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Supplemento al numero 206 di Greenup, periodico bimestrale registrato presso il Tribunale di Milano n. 64 del 27/01/1999 – n. R.O.C. 2232. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

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Labor ator io ver de

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior

AMMINISTRATORE UNICO

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SEGRETERIA GENERALE

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• floorewall.com

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54 L’acqua, la materia della vita di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi

56 Arboricoltura, formazione e certificazioni di Paola Martinelli

58 Strega comanda color… a cura di Rachele Pozzato

60 Giocare con volumi e movimento colloquio di Rachele Pozzato con Francesco Adani

62 Occhi sul Verde di Rachele Pozzato

rubriche

07 Editoriale di Francesco Tozzi

08 La riflessione di Sandro Degni

43 News Brevi dal mercato

46 Libreria a cura di Rachele Pozzato

66 L’opinione di Anna Zottola

UNIVERSO IL giardiniere

14 Chi siamo, cosa facciamo e le info utili per entrare in contatto con noi

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Ceora, il robot tagliaerba autonomo a batteria pensato per il taglio automatizzato delle aree più estese. In collaborazione con Husqvarna

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Sandro Degni R giardiniere professionista di lunga data, esperto di terrazzi e spazi urbani

Francesco Ferrini R Professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, accademico e divulgatore scientifico

Valerio Pasi R agronomo specializzato principalmente in verde ornamentale e pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste

Sara Lavinia Raccah R architetti del paesaggio, anime dello Studio Urka di Roma ed Edoardo Carconi

Anna Zottola R agronoma con esperienza di ricerca, docenza e gestione della Scuola di Minoprio; oggi si occupa di consulenza per progetti di formazione e sviluppo del verde

LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine II trimestre 2023 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 037 + TENDENZE Voglia di rock garden per giardini a bassa manutenzione + SOLUZIONI 16 pagine di novità tecniche per la manutenzione COVER STORY IL FUTURO DEL MONDO VERDE segreti di Husqvarna sono uno sguardo lungimirante alle prospettive su cui si affaccia il settore. a pag. 16 COVER STORY realizzata in collaborazione con
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14 N°037 UNIVERSO IL giardiniere
Informazione mensile ILgiardiniere SMART

Il futuro del mo

del Verde

I segreti di Husqvarna sono uno sguardo lungimirante alle prospettive su cui si affaccia il settore, attenzione ai professionisti e macchine efficienti: proprio come Ceora, il robot elettrico pensato per il taglio automatizzato delle aree più estese di Rachele Pozzato

TEMPO DI LETTURA:

6 minuti

Innovazione e tecnologia come motori per una cura del verde sempre più puntuale e flessibile alle diverse esigenze. Questi i principi che hanno portato alla realizzazione di Ceora, la soluzione di taglio autonoma sviluppata da Husqvarna per gli spazi più ampi. La novità sostanziale di questo prodotto sta tutta, infatti, proprio nella vastità dell’area che può coprire, molto più ampia rispetto alla gamma già esistente in casa Husqvarna. Una rivoluzione delle operazioni dei professionisti del verde che, con Ceora, passa anche per le modalità: taglio

sistematico e confini virtuali permettono infatti una gestione più semplice delle superfici, pur garantendo risultati competitivi, in tempi stretti. Un robot tagliaerba che è poi anche attento all’ambiente circostante: sia in termini di silenzio, accrescendone il potenziale, sia in termini di sostenibilità.

GLI ASPETTI TECNICI

Ceora è stato progettato proprio pensando ad ampie aree, come i campi sportivi, con il suo taglio sistematico su file parallele con pattern specifici scelti dall’utente.

16 N°037 COVER STORY

Visita il sito husqvarna.com per saperne di più.

ndo

Epos, Ceora è insomma una soluzione di taglio autonoma all’avanguardia, grazie alla navigazione satellitare delle aree di lavoro, piuttosto che delle zone da evitare per assicurare flessibilità ed efficacia con una gestione completa delle operazioni, direttamente da smartphone.

I L VALORE DELL’ESPERIENZA

Un prodotto frutto dell’esperienza dell’azienda, attiva nell’ambito del robot dal 1995. La storicità, il background tecnico, la qualità dei prodotti e la necessità di rendere sempre più sostenibile anche lo sfalcio dell’erba in ambito professionale, ha fatto sì che da alcuni anni Husqvarna sia diventata anche tra i brand di riferimento nell’ambito dello sfalcio robotizzato professionale. Il potenziale di Ceora è evidente dai suoi vantaggi» ci racconta Nicolò Barbato, Pro Robotic segment manager di Husqvarna, «come la riduzione dei costi di gestione, sia in termini di macchine operatrici, per il carburante o la manutenzione, sia per il personale impegnato nella cura del verde. Vi è infatti una carenza di professionisti dedicati nei settori in cui è richiesta una forza lavoro specializzata, e l’utilizzo di robot tagliaerba permette di reinvestire il personale disponibile in lavori più professionalizzanti e di maggior pregio per le stesse strutture».

È possibile definire le aree di lavoro e impostare un programma, specificando i tempi di taglio e le altezze dell’erba tra 20 e 70 millimetri, con il piatto M e dai 10 ai 60 millimetri con il piatto L. Supportato dalla tecnologia Husqvarna

I benefici però investono anche l’ambito della sostenibilità, riducendo in modo significativo l’impatto ambientale, rispetto alle più tradizionali macchine con motore endotermico, alimentate a benzina o gasolio. Se si pensa poi ai centri abitati o tutti quei contesti in cui sono necessarie limitazioni di orario, Ceora e i robot professionali Husqvarna Automower permettono di abbattere queste criticità e ridurre i tempi di operazione.

17 N°037

R IVOLUZIONARE

L’ESPERIENZA DI TAGLIO

«Venendo agli aspetti più tecnici di questo robot, tra le principali svolte c’è senza dubbio quella del peso: soprattutto in ambito sportivo, infatti, la compattazione del terreno rappresenta spesso un problema non indifferente, poiché comporta lavorazioni straordinarie per non inficiare le prestazioni del terreno in termini di areazione, struttura, drenaggio e scambi di nutrimenti. Il peso ridotto di Ceora, invece, con i suoi 70 chili contro i 600-1000 delle macchine tradizionali, risolve questa criticità. Ottimizzata è poi anche la qualità del taglio, con la possibilità di tagliare da 10 a 60 millimetri, con il piatto L, si permette infatti anche la gestione dei tappeti erbosi più esigenti». Non indifferente è poi la comodità di gestire tutto tramite dispositivi mobili o fissi, con gli Husqvarna Fleet Services, continua Nicolò Barbato: «il taglio tradizionale con operatore a bordo non permette queste modalità di intervento. Nello specifico, da remoto è possibile gestire tutte le funzioni del robot: dalla regolazione della programmazione del lavoro, alla modifica dell’orario e della frequenza di taglio, fino al pattern e alla definizione delle aree da tagliare».

SINERGIA VINCENTE

Quello di Husqvarna verso innovazione e sostenibilità è quindi un impegno concreto, che l’azienda rispetta con la proposta di prodotti proprio come Ceora. Se una spinta e uno sguardo

FOCUS SOSTENIBILITÀ

al futuro sono certamente necessari da parte delle aziende produttrici, è sempre necessario anche trovare terreno fertile tra la platea di clienti e professionisti. La vera rivoluzione verso una filiera più tecnologica e più attenta all’ambiente deve infatti venire da chi, sul campo, utilizza poi le macchine che il mercato offre. Proprio per questo, quella tra l’azienda svedese e il Golf della Montecchia, nel padovano, ha rappresentato una

Per Husqvarna l’attenzione all’ambiente è valore intrinseco e storico, con un processo di riduzione dell’impronta di CO2 intrapreso ormai da anni e che interessa tutti gli aspetti della filiera, dal ciclo produttivo agli ambienti in cui le diverse linee e gamme vengono realizzate, finanche agli ambienti di lavoro dei dipendenti e all’impiego di prodotti ecosostenibili. L’obiettivo, però, è quello di traslare questo approccio anche ai clienti finali. Gli stessi professionisti, infatti, guardano alla sostenibilità in modo sempre più proattivo, imparando a comprendere a fondo i vantaggi delle nuove tecnologie in questo ambito, oltre che come mezzo per incrementare il proprio business. I prodotti a batteria consentono infatti un miglioramento concreto del lavoro, senza gas di scarico diretto e riducendo i costi di manutenzione e gestione delle macchine.

Visita la pagina dedicata!
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Nicolò Barbato, Pro Robotic segment manager.

partnership efficace. Quello di Montecchia è infatti un centro che storicamente guarda ad avanguardia e nuovi sistemi, utilizzando il loro campo come vero e proprio laboratorio. In collaborazione con le Università di Padova, Bologna e Pisa, insieme alla Federazione Italiana Golf, infatti, qui da aprile si sta testando scientificamente l’efficacia di Ceora. Sulla fairwway, divisa in due, operano su una metà il robot automatizzato, sull’altra una macchina tradizionale per lo sfalcio del prato. L’obiettivo è quello di misurare i vantaggi, o gli svantaggi, a livello economico, di sostenibilità e di qualità dell’utilizzo di Ceora.

Per saperne di più sul Golf della Montecchia, visita il sito golfmontecchia.it

TESTARE I VANTAGGI SUL CAMPO

«Il risparmio e l’attenzione ambientale sono già evidenti anche da prove realizzate all’estero, che nella nostra esperienza non possiamo fare altro che confermare», ci racconta Alessandro De Luca, agronomo e consulente di tappeti erbosi, che si occupa della cura del manto a Montecchia.

«I benefici in termini di sostenibilità stanno tutti, ovviamente, nel fatto che Ceora si alimenta a batteria e non richiede l’impiego di carburanti inquinanti. Un aspetto che immediatamente si traduce anche in un risparmio economico, perché si risparmia sull’alimentazione. In un campo da golf poi la manutenzione rappresenta uno dei costi più alti: quasi 10 ettari di terreno per 27 buche richiedono una manodopera non indifferente. Con un robot automatizzato è possibile quindi impegnare gli operatori in altre attività che richiedono più attenzione, di rifinitura e precisione. L’economia si fa sia a livello monetario, quindi, che di tempo ed energie. A parità di costo di manodopera si ottiene un campo più bello, che produce più turismo, la linfa vitale di un centro come questo». «Da verificare, invece, ed è proprio su questo che si concentrano gli studi che stiamo portando avanti, il livello di qualità raggiungibile con una macchina come questa per la cura del verde. A confronto, in particolare, ci sono il taglio elicoidale dei macchinari tradizionali, contro quello rotativo di Ceora. Il taglio a forbice è noto per la sua efficacia, senza dubbio, ma i presupposti perché la qualità garantita risulti alta, portando a risultati anche migliori nel complesso, ci sono tutti».

Alessandro De Luca, agronomo e consulente di tappeti erbosi presso Golf della Montecchia.
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Il segreto

Così ci racconta Paolo Salvalalio, giovane professionista del bergamasco che si approccia alla progettazione spinto da curiosità e attenzione alla natura e al territorio colloquio di Rachele Pozzato con Paolo Salvalalio

Paolo Salvalalio non è solo un giovane progettista di giardini – 28 anni quest’anno –, ma, come si legge anche nella sua bio Instagram, è prima di tutto un appassionato di piante. Ed è proprio questa sensibilità verso la dimensione vegetale, nel suo approccio al settore, a fare la differenza per i professionisti.

L’IDENTIKIT

Paolo Salvalalio è un giovane progettista di giardini, classe 1995. Opera nella sua zona d’origine, la Pianura bergamasca, dopo la formazione a Fondazione Minoprio. Lì, dopo i primi cinque anni, si è anche specializzato come Tecnico del verde, senza poi trascurare i momenti di aggiornamento e formazione anche negli anni di attività.

Ci racconti un po’ del tuo percorso?

«Da quando sono piccolo vivo immerso nel Verde, dunque quando è arrivato il momento di decidere il mio percorso non ho avuto molti dubbi. Tutto è iniziato da mio papà, anche lui giardiniere, che ha un’attività e fin da piccolo mi portava con sé a visitare vivai e giardini, ma anche direttamente sul campo quando svolgeva interventi o manutenzioni. Al liceo, così, mi sono subito iscritto a Fondazione Minoprio per seguire le sue orme. Lì, dopo i primi cinque anni, ho completato il mio percorso con il biennio per specializzarmi come Tecnico del verde. Anni di formazione preziosi, di cui riconosco il valore specialmente oggi che pratico questa attività.»

Di cosa ti occupi nello specifico oggi e cosa porti nel tuo lavoro quotidiano dei tuoi anni di formazione?

TEMPO DI LETTURA: 5 minuti
NEW GENERATION

è osare

«Mi occupo della realizzazione di giardini e spazi verdi, dalla progettazione alla manutenzione. È un settore talmente tanto ampio che durante gli anni di studio non si ha il tempo materiale di approfondire ogni nozione. Poi le informazioni che tornano utili, almeno nella mia esperienza, dipendono anche molto da cosa ci si occupa e dal tipo di approccio che si ha sul campo. È lì che, certamente a partire da una solida base teorica, si affinano le competenze che davvero ci servono.»

E il tuo approccio per cosa si caratterizza?

«Al centro della progettazione per me sta la biodiversità. Trovo sia fondamentale osservare la natura e imparare ad apprendere da essa: assecondare il convivere di diverse specie che possano portare beneficio anche a livello di

composizione del terreno e attirando animali e insetti. Il rispetto della natura nei suoi equilibri genera a un circolo che è alla base del nostro lavoro. Il mio è un approccio che si rifà all’idea del giardino mediterraneo, basata però più sull’aspetto climatico che non su quello estetico.»

Visita il suo profilo social per scoprire di più sui suoi lavori.

In che modo il clima influenza questo lavoro, specialmente nell’ultimo periodo?

«Quando si parla di clima uno dei temi principali è quello dell’acqua. Bisogna partire dal presupposto che per ogni giardino è una risorsa fondamentale e imprescindibile. Per risolvere il problema attuale bisogna iniziare lavorando sul terreno: aggiungere qualcosa di drenante, per permettere all’acqua di scendere in profondità e scegliere piante adatte a questo tipo di contesto. Sono anche le specie, infatti, che stanno cambiando insieme al clima. Oggi, ad esempio, un acero in pieno sole si ammala: anche le aree in pianura, come quella dove opero io, si stanno ormai trasformando in vere e proprie zone mediterranee.

E il territorio, invece, come influisce sui tuoi interventi?

«Sono otto anni ormai che faccio questo mestiere, specialmente nella mia zona, la Pianura bergamasca

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appunto. Tendo sempre a utilizzare specie che crescono nel territorio: non mancano mai, per esempio, gerani ed Erigeron, che resistono anche in pieno sole. E da lì poi, a seconda del contesto, lego tutto il resto. Tra i punti di forza di una zona come questa c’è poi sicuramente il fatto di ritrovarsi spesso a lavorare su fazzoletti di terra ristretti, quelli tipici delle villette a schiera, che permettono di curare i dettagli più di quanto si possa fare in giardini più estesi. Di contro, non hanno quasi mai sistemi di irrigazione e questo spesso è motivo di scontro con i clienti, che a volte ancora faticano a investire in questo aspetto.»

A proposito di clienti, non trovi quindi una sensibilità diversa rispetto a qualche anno fa? «No, al contrario: soprattutto dopo la pandemia c’è molta più attenzione a questa dimensione, anche se c’è bisogno di essere indirizzati molte volte. Sicuramente, molta più apertura rispetto a qualche anno fa. C’è poi certamente una tendenza a investire di più, ma per risparmiare nel lungo termine. Questo è un aspetto a cui tengo anche io moltissimo: la sostenibilità deve essere anche a livello economico, non solo ambientale. L’obiettivo è creare giardini in grado di mantenersi nel tempo. La vera differenza si sente però a livello generazionale, e anche tra gli addetti ai lavori:

con molti è difficile ragionare e far passare teorie più attente a istanze sostenibili, mentre tra i miei coetanei e le generazioni più giovani sono concetti che trovo decisamente più radicati. I risultati, però, insistendo, arrivano sempre.»

Ci sono progetti a cui sei legato? Errori che invece non commetteresti più?

«Errori ne facciamo tutti molti, ed è da lì che bisogna imparare. Per non ripeterli però bisogna prima essere in grado di ammetterli, quindi comunque non rinnego nulla anche dei primi passi mossi in questo ambito. I progetti a cui sono più affezionato sono però senza dubbio quelli in cui ho osato di più, sperimentando. Sono anche quelli che torno più spesso a visitare, proprio per vedere come si comportano nel tempo e capire dove poter migliorare.»

Che consiglio daresti a chi si affaccia a questa professione?

«Consiglio di non limitarsi a quello che c’è qua ma di viaggiare, soprattutto in Inghilterra dove c’è una cultura per il verde che qui in Italia ancora manca. È proprio l’approccio, lì, a essere differente: l’idea stessa, la concezione del giardino e di conseguenza l’importanza che gli si attribuisce. Anche i diversi bonus e incentivi che ci sono ultimamente a livello istituzionale nel nostro Paese, per esempio, sicuramente sono un aiuto, ma ancora non penso servano a invertire davvero la rotta sulla concezione del settore e risvegliare un’attenzione al verde laddove non c’è. Per fare questo mestiere invece è necessario allenare questa sensibilità. Avere sete di scoprire e di mettersi in gioco. Alla fine siamo degli artisti, non possiamo limitarci a copiare quello che abbiamo visto o che sappiamo funzionare: bisogna sperimentare, osare.»

NEW GENERATION 22 N°037

TEMPO DI LETTURA:

3 minuti

LE JARDIN DE RÊVE

Il progetto che vi presentiamo in questo numero nasce dalla collaborazione con la Icol srl, un’azienda leader nel settore dei legnami. L’installazione progettata da Studio Urka per il Festival del Verde e del Paesaggio ha come scopo quello di ricreare un prototipo di uno spazio esterno dove l’utilizzo del legno da esterno della Kebony (materiale sostenibile che non necessita di manutenzione), venisse utilizzato per la creazione di numerosi elementi in giardino. Sono stati progettati

pertanto una pedana in legno, lateralmente due grandi fioriere con lo stesso legno di piante ornamentali, sullo sfondo una fioriera di Aceri e a chiudere un meraviglioso pannello effetto corten retroilluminato con intarsi a tematica naturale, che facesse da sfondo all’intera installazione e adornasse le due cupole dell’Auditorium di Renzo Piano. Sulla pedana una seduta e un tavolino con dentro una vasca d’acqua, insieme a un tavolo da pranzo, delle poltroncine e una raffinata illuminazione adornano il tutto.

Schermare il vuoto centrale e mettere in risalto le due cupole laterali dell’Auditorium di Renzo Piano.

prima

L’ideaL’installazione rappresenta un prototipo di uno spazio esterno dove il fulcro centrale sta nell’utilizzo di materiali sostenibili in giardino per la creazione di arredi e pedane su misura, bordure di contenimento per aiuole, frangivista in giardino e pannelli decorativi retroilluminati a incorniciare la vista e scaldarne lo spazio esterno. Tra le scelte progettuali rientrano la volontà di creare un contrasto visivo tra materiali, attraverso l’utilizzo di piante e arredi dai colori sgargianti e sufficientemente vivaci.

PROGETTARE | prima&dopo 24 N°037
Pavimentazione in cemento molto funzionale, ma non adatta all’installazione.

Materiali sostenibili al centro di un’installazione che punta a incorniciare il contesto e lo spazio a disposizione, creando un contrasto tra i diversi elementi

di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi

Valorizzazione delle Cupole dell’Auditorium con la creazione di un pannello retroilluminato effetto corten con intarsi a tematica naturale.

dopo

Per saperne di più sul progetto vai al sito studiourka.com

GLI AUTORI

Lo Studio Urka - Studio di Architettura del Paesaggio, composto dagli architetti del paesaggio Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, con base a Roma, si occupa di progettare e realizzare spazi esterni per committenza pubblica e privata. Tra i punti di forza dello Studio vi sono l’estrema creatività mista a una sapiente conoscenza tecnica e al non volersi mai accontentare di realizzazioni mediocri.

Installazione di una pedana in legno da esterno con materiale sostenibile che non necessita di manutenzione.

Jacopo Giudici è un ex studente della Formazione Professionale della Fondazione Minoprio, diplomatosi nel 2019, che oggi lavora come tirocinante presso il Parco

Guerrieri Gonzaga, un giardino storico del network Grandi Giardini Italiani a cura del Comitato di redazione Fondazione Minoprio

Durante i tirocini scolastici, ha svolto le mansioni di vivaista, fiorista, progettista e manutentore del verde nella zona di Milano. Appassionatissimo di piante, per la tesina di terza si è occupato dei giardini pensili e del verde nelle città, mentre il quarto anno ha trattato le piante succulente. Parliamo dell’ex studente Jacopo Giudici che, dopo il diploma nel 2019, oggi è giardiniere tirocinante in un giardino storico. La scuola di Minoprio ha fornito a Jacopo le basi che ora mette in pratica al lavoro e che gli permettono di affrontare nuove e stimolanti esperienze lavorative. In particolare, ricorda le lezioni del professor Tiziano Bianchi che gli ha trasmesso la sua grandissima passione per il mondo vegetale. Oggi, invece, frequenta un corso ITS di Tecnico Superiore del Verde presso la Fondazione “Edmund Mach” di San Michele all’Adige (TN) e, da circa

un mese, lavora come tirocinante presso il Parco Guerrieri Gonzaga, nel Comune di Villa Lagarina (TN), vicino a Rovereto, in Trentino-Alto Adige. Il Parco, anche se poco noto, è uno dei più estesi del Trentino-Alto Adige, con i suoi circa tre ettari e mezzo e fa parte della rete dei Grandi Giardini Italiani. Dopo che è stato aperto al pubblico sono iniziati importanti lavori di ripristino e riordino del verde ed è stato necessario assumere giardinieri da impiegare a tempo pieno.

Il giardino ha uno stile romantico molto suggestivo, riconducibile a quello all’italiana. Questo è composto da differenti ambienti, quali il Belvedere, da cui si può osservare il magnifico panorama, la Valletta, una parte più bassa e scavata e la Grotta Ghiacciata, con un suggestivo laghetto che accoglie acqua sorgiva. La parte più interessante è la Limonaia più settentrionale d’Italia, implementata all’epoca dai Conti di Lodron. Lo scorso anno sono stati ripiantumati i limoni allevati a spalliera, mentre nella serretta adiacente si trovano i limoni in vaso. Il giardino è composto prevalentemente da piante monumentali e secolari; tra le principali essenze vegetali presenti si annoverano sofore, faggi, tigli e bossi, oltre a ortensie e particolari varietà di evonimo a foglia lucida.

La manutenzione è ora affidata a due tirocinanti, di cui uno è Jacopo, al capo giardiniere e, saltuariamente, ad altre tre persone. Solitamente il lavoro per Jacopo inizia alle 8 con la soffiatura delle strade, la tiratura della ghiaia, a mano o con il trattore e i lavori di irrigazione. Questa è quasi completamente manuale, anche se è presente un impianto molto rudimentale. Secondo Jacopo, svolgere la mansione di giardiniere in un giardino storico è molto stimolante perché si è circondati da piante e fiori che hanno da raccontare storie di tempi passati.

Tra piante monumentali e secolari

Jacopo Giudici.
26 N°037 PROGETTARE | formazione in collaborazione con
TECNOLOGIE . INNOVAZIONI . IDEE SOLUZIONI

basi solide

Innovazione, performance e sostenibilità sono senza dubbio le parole chiave della nuova gamma di sistemi di pavimentazione per il mondo outdoor proposte da IPM.

Fondamenta sicure e di qualità sono infatti il punto di partenza per

DICHIARAZIONI…

“Gli spazi esterni sono oggi considerati veri e propri ambienti, da curare in ogni dettaglio. Un perfetto ambiente outdoor richiede attenzione e cura anche degli elementi strutturali come viali, bordi piscina, camminamenti. IPM

GeoDrena Garden nasce per rispondere a queste esigenze: siamo partiti dal nostro profondo expertise e abbiamo formulato e sviluppato un nuovo prodotto specifico per contesti residenziali e per metrature piccole. In un unico kit, il giardiniere o vivaista che si sta occupando di verde trova tutto il necessario per posare un pavimento continuo drenante, bello da vedere, semplice da posare”, ha affermato Penati.

qualsiasi progetto, con soluzioni innovative pensate da IPM anche per le metrature più ridotte.

QUALITÀ E RISPETTO DELL’AMBIENTE

e soluzioni IPM Italia, infatti, consentono di realizzare pavimentazioni drenanti, camminamenti e strade secondarie, pavimentazioni per ambienti sportivi e piste ciclabili dove è necessario abbinare prestazioni ed aspetto estetico pregevole. Si tratta di soluzioni, poi, in linea con la sempre crescente tutela ambientale e attenzione al nostro verde, puntando alla salute e al benessere collettivo. Concetti e principi rimarcati anche durante il lancio stesso della nuova gamma, in occasione di MyPlant & Garden, la manifestazione milanese dedicata al paesaggio e all’edilizia del verde di respiro internazionale: valori, insomma, di attenzione e cura del Pianeta che da anni,

28 N°037 SOLUZIONI | outdoor

ormai, IPM porta in tutti i suoi prodotti, come sottolineato dallo stesso CEO e direttore Tecnico dell’azienda, Andrea Penati.

UNA SOLUZIONE PER IL GIARDINO

Vera protagonista tra le nuove proposte per i professionisti del verde è IPM GeoDrena Garden, il sistema pedonale drenante in graniglia, facile da posare. Questa pavimentazione continua drenante,

LA GAMMA COMPLETA

a base di inerti naturali e a zero VOC, è stata pensata per il rivestimento di superfici di piccole dimensioni come marciapiedi, viali, bordi piscine, bordure e camminamenti di giardini. Tutti quei luoghi, insomma, a cui spesso è affidato il compito di creare un continuum con lo spazio indoor, in armonia con lo stile e l’ambiente di contesto. Un prodotto i cui punti di forza sono le performance, durature e di qualità, e la significativa semplicità di posa.

Tra le proposte si trovano soluzioni per ogni esigenza e contesto: dalla pavimentazione cementizia drenante GeoCem, il calcestruzzo preconfezionato per pavimentazioni pedonabili e carrabili, con elevata capacità drenante, o ancora il sistema cementizio Grany a effetto “sasso a vista”, per puntare sull’estetica senza trascurare sostenibilità ambientale ed economica e facile lavorabilità. IPM Freetime è invece la soluzione eco-friendly specifica per la pavimentazione di piste ciclo-pedonali e impianti outdoor sportivi. Gummy è poi il sistema di pavimentazione antitrauma e antiscivolo, pensato e sviluppato per le aree ludiche: facilmente igienizzabile, drenante e permeabile, garantisce un impatto morbido in caso di caduta. Un’intera linea è poi dedicata a prodotti sostenibili a zero emissioni VOC, rispettoso del territorio: Green Paving si presta a stabilizzazione, manutenzione e controllo delle polveri delle strade sterrate come piste ciclabili o sentieri turistici e si compone di IPM Soil Stab e Duster

Le pavimentazioni, come ben sanno a IPM Italia, giocano un ruolo primario nella costruzione e ristrutturazione degli spazi green di Emma Colombo
29 N°037

Aimporre un cambiamento per ridurre il nostro impatto ambientale non è soltanto una sempre crescente innovazione e massivo utilizzo delle nuove tecnologie, ma una vera e propria emergenza climatica. In questa direzione guarda con decisione anche l’evoluzione delle attrezzature per la manutenzione del verde, con un progressivo superamento dell’alimentazione a scoppio. E se i sistemi cordless rappresentano un’alternativa sempre più valida, con indubbi vantaggi, ci sono svantaggi che ne limitano l’adozione da parte dei manutentori. Proprio a risoluzione di questi si è concentrata Kress nella progettazione della tecnologia Kress 8-minute Cyber System, un

Danni all’ambiente e alla salute dei professionisti spingono a un superamento dei motori a scoppio per le attrezzature per la cura del verde, ottimizzando il potenziale dell’alimentazione cordless con la tecnologia Kress 8-minute Cyber System di Rachele Pozzato

L´era post -

SOLUZIONI | power

sistema di alimentazione che mette al centro le esigenze dei professionisti.

L’IMPATTO DEI MOTORI A SCOPPIO

La svolta, infatti, è richiesta, in primis, dai cambiamenti climatici. Basti pensare che quella del 2022 è stata l’estate più calda, in termini storici. Le piogge in Italia sono diminuite del 30%, la siccità ha distrutto quasi 30 mila ettari di boschi e i fiumi hanno visto la loro portata ridursi del 46%. E nonostante si pensi ai motori impiegati per la manutenzione del verde professionale come irrisori, nel complesso, secondo gli studi dell’agenzia americana Environmental Protection Agency, le emissioni dei piccoli motori a scoppio equivalgono al 5% del totale degli inquinanti immessi nell’atmosfera.

I DANNI PER I PROFESSIONISTI

E come se un Pianeta poco in salute non bastasse a indirizzarci verso scelte più sostenibili, diventano sempre più evidenti i danni a operatori e professionisti esposti quotidianamente ad attrezzature con piccoli motori a scoppio a combustione interna. Secondo il Ministero della Salute, infatti, in Italia muoiono circa 48 mila persone ogni anno per cause direttamente riconducibili all’inquinamento dell’aria. Molto diffusa è poi, per esempio, la sindrome da

vibrazioni mano-braccio causata dall’esposizione prolungata a vibrazioni emesse da attrezzi. Mentre essere costantemente sottoposti al rumore può portare a ipoacusia, affaticamento, nevrosi, insonnia, ipertensione o ischemia miocardica.

OTTIMIZZARE I MOTORI A BATTERIA

Il passaggio a una strumentazione a batteria risulta dunque una soluzione a molte di queste criticità, anche se rimangono alcuni nodi critici, dalla durata della batteria alle prestazioni. E proprio in risposta alle esigenze dei professionisti, Kress ha ideato una soluzione che consente la ricarica rapida delle batterie per alimentare attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde. La batteria Kress non si scalda, permettendo in questo modo di essere caricata e ricaricata velocemente, pur mantenendo l’autonomia che è necessaria per affrontare la giornata di lavoro. Inoltre, la soluzione Kress permette di essere autonomi in ogni situazione: l’azienda ha progettato un serbatoio di energia che permette di caricare ogni tipo di batteria in appena otto minuti senza bisogno della spina. Si ottiene così un sistema no stop di lavoro, che con poche batterie permette di lavorare a ciclo continuo in qualunque situazione e contesto, anche quando la corrente non è disponibile.

GARANTIRE L’EFFICIENZA

Un’autonomia che non inficia però la potenza delle attrezzature. Le batterie Kress CyberPack forniscono infatti fino a 3.5 kW al motore brushless che a sua volta ne riversa il 90% in prestazioni. È un motore da 3.2 kW o 4.35 HP, lo stesso di un motore a 2 tempi da 64 cc commerciali. Le batterie dialogano poi con dispositivi e caricatori, creando un vero e proprio sistema in cui tutti gli elementi sono interconnessi: i dati vengono inviati al cloud per la diagnostica, la protezione dai furti o la gestione multipla. Una piattaforma di lavoro completa, insomma, con tutto a portata di mano, che offre una linea di prodotti alimentati in modo sostenibile, intelligente ed efficiente, con grande attenzione anche al design dei diversi attrezzi a garanzia di comfort e sicurezza a 360°, in tutte le fasi di lavoro.

combustibili

Visita il sito kress.com per saperne di più e scoprire tutta la gamma Kress Commercial alimentata con questo sistema.

UN’immagine che

A supporto dei professionisti del verde nelle diverse fasi di progettazione di uno spazio c’è Sevis 4, l’innovativo software che fornisce un valido aiuto nelle diverse fasi di intervento, a partire proprio dalla resa visiva del progetto

Anche le operazioni dei giardinieri si fanno sempre più smart e digitali. La digitalizzazione, infatti, trasversale ormai a ogni ambito, consente di trarre numerosi vantaggi e benefici: da un’ottimizzazione dei tempi a una gestione più efficiente delle diverse fasi di lavoro. Tra le innovazioni al fianco dei professionisti del Verde, troviamo così Sevis

4: un software semplice, veloce e preciso per la progettazione, che accompagna gli operatori, passo dopo passo, in tutte le fasi di lavoro. Sviluppato da Florinfo, punto di riferimento dal 1989 per l’informatica nel florovivaismo, Sevis si presenta intuitivo, con un’innovativa interfaccia con sole dieci icone, ma, allo stesso tempo, in grado di garantire performance competitive e migliorate che supportano il professionista dalla

SOLUZIONI | digital
di Emma Colombo

vale più di mille parole

fase di progettazione fotografica, della planimetria, del sistema di irrigazione e fino al preventivo finale.

A PORTATA DI MANO

La vera rivoluzione offerta da Florinfo, forte di decenni di esperienza e proprio per questo consapevole delle necessità ed esigenze dei professionisti, è quella di avere disponibile Sevis 4 anche nella versione APP. L’applicazione mobile funziona comodamente anche su tablet: in questo modo è possibile avere sempre con sé i vantaggi del software, uno strumento versatile e davvero di supporto alle attività lavorative, utilizzabile anche offline in pieno campo, durante il sopralluogo dal cliente

IMPATTO VISIVO

Proprio il primo incontro con il committente rappresentano spesso, per molti professionisti, il momento cruciale di ogni intervento: entrare in sintonia con le richieste, comprenderne gusti e preferenze, facendo al tempo stesso comprendere gli aspetti da valorizzare e i limiti di ogni spazio. «Da quando ho iniziato a presentare i miei preventivi con il prospetto fotografico e il planimetrico, ho aumentato le mie conversioni del 30%»: a rivelarlo è Daniele Amorfini, da più di 20 anni alla guida di Agriflora.

«La fase di progettazione di un giardino riguarda principalmente lo studio della morfologia e delle caratteristiche del luogo. In base a questi dati, combinati a quelle che sono le esigenze e i desideri del cliente, viene elaborato un progetto fatto di scelte tecniche ed estetiche. Un problema che abbiamo riscontrato in passato però, è che il cliente ha spesso difficoltà a immaginare il progetto così come lo vede il progettista. La presentazione di render fotografici può quindi diventare un ottimo alleato nella comprensione delle idee di progetto. La visione del proprio giardino realizzato crea poi grande emozione nel cliente, focalizzando la sua attenzione sull’obiettivo, e non più sui mezzi per raggiungerlo», ci racconta infatti Denise Reitano, la professionista che si occupa della progettazione e realizzazione di nuovi

giardini per Amorfini Garden, azienda del gruppo Agriflora di Amorfini Daniele

«Oltre alla facilità di utilizzo di questo programma, anche il risparmio di tempo è notevole. La traduzione dell’idea sulla carta diventa un passaggio molto veloce, conclude infatti Denise Reitano.

Il prima e dopo di un progetto realizzato con Seivs da Amorfini Garden. Visita il sito florinfo.it

Una barriera

Sono proprio quelle di questa specie asiatica le radici tra le più resistenti a ogni intervento: ecco una soluzione per contenerle

L’

intervento è stato fatto in una residenza privata a Concorezzo.

«Più o meno 30 anni fa era stato messo del bambù e, come spesso accade, questo ha colonizzato una parte di tappeto erboso piuttosto importante», ci racconta Enrico Pinali, che da anni ormai si occupa di gestione del paesaggio, con particolare attenzione alle infestanti, e per Ipag si occupa di interventi come questo. «Ora, in fase di riorganizzazione di tutto il giardino, hanno quindi deciso di mettere mano a questo problema».

«Il contenimento delle infestanti è sempre delicato, ma con il bambù ancor di più. Non esistono, infatti parametri scientifici per individuare quale sia il miglior metodo: ad oggi, di fatto, non ci sono linee dedicate alla risoluzione di questo problema. Le tecniche quindi sono poche, spesso poco efficaci e soprattutto artigianali. Ogni professionista, senza un sistema diffuso, utilizza materiali diversi, con criticità che emergono anche dopo decenni, impedendo dunque di risalire al problema o alla complicanza reale».

Una battaglia alla cieca, insomma, se non fosse per il tessuto sviluppato da Dupont, di cui Ipag

è distributore in Italia. «L’unico produttore che ha pensato a un prodotto apposta per il contenimento del bambù, è stato Dupont. La sicurezza di efficacia, anche qui, è empirica: l’esperienza pluridecennale di un’azienda che vende questo prodotto per questa infestante, e ne ha riscontrato l’efficacia direttamente sul campo», continua Pinali. Alla base di un prodotto efficace, ci sono poi sempre investimenti in ricerca e sviluppo. «Il successo di questa soluzione si deve tutto alla sua componente chimico-fisica. Le alternative più diffuse contemplano materiali come la vetroresina, il metallo, addirittura il cemento armato. Tutti, a un certo punto, finiscono per cedere alla spinta delle radici del bambù. La chiave di volta è stata la messa a punto di un tessuto inerte: la sua composizione non cambia a contatto con il pH del terreno e rimane quindi invariata la sua efficienza anche per decenni. Rivolgendo questo tessuto contro la spinta della radice del bambo, questa è costretta a deviare verso l’alto, e quando visibile verrà tagliata intervenendo preventivamente, o verso il basso. In questo caso, rimanendo normalmente le radici di bambo entro i 70-80 centimetri di terreno, quando si fa l’inserimento, si riesce a evitarne la spinta».

SOLUZIONI | in pieno campo
di Rachele Pozzato in collaborazione con Enrico Pinali

per il bambù di contenimento

IL PROCEDIMENTO

Il procedimento è abbastanza standard: si inizia creando una trincea, un taglio verticale nel terreno sul perimetro dell’area dov’è presente il bambù.

Nel varco realizzato, si va a inserire la barriera di contenimento. Il tessuto va rivolto con il lato verde, quello che contrasta la radice, verso il bambù. Una volta inserito, si richiude il buco, bloccando il tessuto in modo che sia stabile.

Il comportamento del bambù sul terreno adiacente alla zona interessata, prima che fosse effettuato l’intervento di contenimento.

ARIEGGIATORI LAWNAIRE

Produttivi, resistenti e facili da trasportare: permettono di rimuovere feltro e terra dal prato per migliorare l’aerazione naturale del terreno e favorire la penetrazione dei nutrienti.

TAGLIAZOLLE JR.

Popolari su campi da golf, sportivi in generale e nei settori del noleggio e del riassetto paesaggistico, i tagliazzolle garantiscono prestazioni competitive e lunga durata, sollevando la zolla di terra per spostare, ampliare o creare aiuole di fiori e cespugli.

Per saperne di più visita il sito

Il successo dell’esperienza

Bobcat è sinonimo di affidabilità ed efficienza, da oggi anche per la cura del manto erboso

Un’azienda di fama e prestigio globale sbarca nel mercato delle attrezzature per manto erboso: stiamo parlando di Bobcat, con la sua nuova gamma di strumenti ad alte prestazioni. Un parco macchine ampliato proprio in questo settore, con new entry pensate proprio per usi professionali: arieggiatori, andanatori, scarificatori, una traseminatrice e tagliazolle, parte del nuovo

TRASEMINATRICE MATAWAY

Colloca i semi direttamente nei tagli del terreno per una graminazione rapida e un contatto ottimizzato tra terra e seme, senza strappare l’erba.

marchio Ryan, presente sul mercato da oltre 75 anni e già punto di riferimento per gli operatori e i manutentori del verde in Europa e Nord America, che si amplia con Bobcat anche a Medio Oriente e Africa. Oltre alle attrezzature per manto erboso, Ryan, con la sua gamma GME, include poi anche trattori compatti, tosaerba, minipale cingolate e pale articolate di piccole dimensioni Bobcat.

ANDANATORI REN-O-THIN

Rimuovono gli strati di erba morta e mantengono, così, un prato sempre verde e sano, riducendo il rischio di malattie.

SCARIFICATORE MATAWAY

Concepito per il taglio verticale e il rinnovo del manto erboso, questo strumento a propulsione manuale semovente copre fino a 1700 metri quadri ogni ora e può arrivare fino a sei millimetri sottoterra, con cinque tipi di lame intercambiabili.

SOLUZIONI | novità

Design intelligente

Nel futuro degli utensili per la cura del verde esterno sembrano ormai padroneggiare quelli alimentati a batteria. Il passaggio dalla benzina a strumenti più innovativi è infatti una via percorsa da sempre più aziende. Tra i punti di riferimento più saldi in questo campo troviamo anche Ego, azienda fondata nel Regno Unito nel 2014 sull’innovazione e parte del gruppo Chervon Un’attenzione alla progettazione di prodotti più sostenibili che spingano il pubblico a scelte più consapevoli, quella di Ego, che non si limita al ventaglio di proposte in catalogo, ma abbraccia i metodi, i luoghi di lavoro e il rapporto con clienti e partner

I L RUOLO DELL’INNOVAZIONE

Utensili progettati con funzionalità intelligenti, che non mettono a rischio la salute degli utenti e sono comodi da usare anche per lunghi periodi. Una vera e propria rivoluzione del modo di lavorare all’aperto, più intelligente ed ecologico. Da queste basi è stata sviluppata la batteria Ego ARC Lithium 56 V

«La chiave delle sue prestazioni è il design stesso della batteria. L’innovativa forma ad arco aumenta infatti la superficie delle celle esposte all’esterno, per massimizzare il raffreddamento e prevenire il surriscaldamento», spiegano infatti Fabio Monacò, Responsabile prodotto Brumar e Otello Marcato, Sales Manager Southern Europe and Middle East EGO Power Plus Europe. «Ogni cella della batteria è circondata dall’esclusivo materiale a cambiamento di fase Ego KeepCool Technology, progettato per assorbire l’energia termica e mantenere le celle alla loro temperatura ottimale per tempi di esecuzione più lunghi. Software e microprocessori permettono poi di monitorare e ottimizzare ogni unità per offrire

il meglio della potenza e massime prestazioni per ogni lavoro. Le batterie di Ego vengono poi montate all’esterno dei nostri utensili, anziché all’interno, garantendo durata e affidabilità, con componenti elettronici protetti da polvere e umidità grazie a un rivestimento in resina».

I VANTAGGI

Un sistema, insomma, che supera la benzina senza inconvenienti. È più semplice, più pulito, più silenzioso e con meno vibrazioni, e anche più comodo da usare. Il passaggio a Ego porta poi anche a risparmi a breve e lungo termine, con minori costi di gestione e manutenzione. Una tecnologia all’avanguardia che offre potenza e prestazioni ottimizzate, utilizzabile sui diversi utensili della gamma e per ogni lavoro. Insieme, ovviamente, a zero emissioni durante l’uso che ne riducono l’impatto sull’ambiente e sui professionisti.

SOLUZIONI | innovazione
È proprio la struttura della batteria ARC Lithium 56 V di Ego a garantirne prestazioni competitive e a fare di questo sistema un valido alleato per un approccio al lavoro più smart
Per saperne di più visita il sito egopowerplus.it Otello Marcato, Sales Manager Southern Europe and Middle East, EGO Power Plus Europe. Fabio Monacò, Responsabile prodotto, Brumar. di Emma Colombo

Un’emergenza idrica sempre più insistente ha richiamato l’attenzione sui sistemi di gestione dell’acqua, anche nella filiera del verde. Un ambito in cui da anni, ormai Del Taglia è un punto fermo di Margherita

Nel 2022 sono piovuti appena 768 millimetri di acqua in Italia, quasi la metà delle normali precipitazioni degli ultimi sei decenni. Un record negativo che ha segnato una grave crisi idrica per il nostro Paese, con ripercussioni in diversi ambiti produttivi fondamentali per l’apparato economico. Anche il mondo del verde, tra questi, fa la sua parte e quest’anno ha sottolineato l’importanza del tema del risparmio

idrico, imponendo una sempre più urgente ricerca di soluzioni innovative che sfruttino al meglio le risorse esistenti e riducano gli sprechi. Proprio in quest’ottica, sono divenuti fondamentali gli impianti di irrigazione automatizzati dotati di sistemi smart: i principali alleati per un risparmio idrico concreto e, al contempo, attenzione alle esigenze delle piante. Un sistema, insomma, per fornire al verde la corretta quantità di acqua, senza sprecare tempo, risorse ed energia. Tra le aziende che, negli anni, si sono affermate in questo settore troviamo anche Del Taglia: attiva nella distribuzione di

Irrigare…

SOLUZIONI | sistemi

LA PAROLA A…

Arrigo Del Taglia è responsabile commerciale Del Taglia, un occhio esperto e in grado di constatare da vicino i vantaggi di una programmazione smart. «Con i nostri sistemi si può ottenere un risparmio d’acqua fino al 66 grazie alla modifica automatica dei tempi di irrigazione con il collegamento giornaliero ai dati meteo online Più frequentemente si agisce sul programma, infatti, più acqua si risparmia».

prodotti per l’irrigazione dal 1964, l’azienda copre il mercato residenziale, così come quello agricolo e pubblico, finanche i campi sportivi.

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

«Gli aspetti fondamentali per noi sono sempre stati e rimangono la semplicità d’uso dei prodotti e tecnologie che consentano davvero un risparmio idrico, in un’ottica concretamente sostenibile», ci racconta Arrigo Del Taglia, responsabile commerciale dell’azienda.

«Il sistema una volta era elettrico, mentre oggi si lavora con segnali radio. La valvola Long Range è connessa all’antenna, che tramite Wi-Fi rimanda il segnale in internet, permettendo così il controllo e la gestione da remoto».

SMART, PER DAVVERO

La chiave di lettura di questi sistemi di irrigazione di ultima generazione però è quello della programmazione: solo questa permette di scegliere i giusti prodotti per le esigenze di ogni spazio verde, in base al fabbisogno del giardino, l’esposizione e la collocazione. «L’innovazione non è solo nei sistemi di connessione tecnologici che permettono queste pratiche», continua Del Taglia. «Il termine “smart” è fondamentale per capirne le modalità: anzitutto, in prima battuta,

I PARTNERS

Del Taglia è distributore italiano di marchi come Rain Bird e K-Rain, punti di riferimento nel settore e sinonimi di affidabilità e qualità degli impianti Tra le aziende presenti del ventaglio di proposte, anche l’emergente Solem, che vanta l’invenzione dei sistemi di irrgazione connettibili.

sono tecnologie disponibili su smartphone, quindi sempre a portata di mano. Ma si definiscono smart anche perché si tratta di una gestione davvero intelligente. La programmazione viene basata infatti su elementi e dati esterni, con feedback dei sensori che regolano le necessità di momento in momento, rivedendo quantità e tempi di erogazione della risorsa idrica. Meteo, condizioni generali, evapotraspirazione, salute e stato delle piante: il sistema di irrigazione è in continuo dialogo con l’esterno, solo così l’acqua viene erogata quando effettivamente il verde ne necessita. Questo porta a una vegetazione in salute e a una riduzione degli sprechi. Un elemento davvero fondamentale in questo ambito, tanto che, solo recentemente, sono stati abbinati anche segnali satellitari per un monitoraggio visivo e fisico dello stato della vegetazione, grazie proprio alla fotografia satellitare».

con intelligenza

Visita il sito dti.it Sensore umidità. Sensore pioggia.

Le regole d´oro per un prato in salute

Colori brillanti e vegetazione resistente: con la primavera

torna centrale la cura dei manti erbosi

Un bel prato, dai colori brillanti e in salute, è un buon biglietto da visita tanto per il proprietario di casa, quanto per il professionista che si dedica alla cura di quello spazio. Per avere prestazioni ottimali dal prato è però importante adottare le pratiche di gestione appropriate, nei periodi dell’anno corretti.

N UOVA VITA AL MANTO ERBOSO

Tra le prime e più importanti pratiche per riportare un manto erboso in salute con la bella stagione, c’è senza dubbio la falciatura del prato. Una facile pratica che consente di togliere la vegetazione morta, strettamente mescolata a radici e steli di erba parzialmente decomposti, che si sviluppano sotto la vegetazione verde in crescita attiva e sopra la superficie del suolo. La paglia, thatch, diminuisce il vigore dei tappeti erbosi limitando il movimento dell’aria, dell’acqua, delle sostanze nutritive, delle piante. Anche le radici del tappeto erboso crescono nella paglia e si seccano man mano che la paglia si asciuga. In questo modo sarà possibile l’aerazione, la facile penetrazione

LA PAROLA ALL’ESPERTO

Federico Fagan è un agronomo mantovano, che dal 2012 svolge la professione di Agronomo Libero Professionista a livello nazionale ed internazionale nel settore Agrario, Agroalimentare, Agro meccanico, Ambientale e Zootecnico con supporto alle aziende. Specializzato in patologie vegetali e metodologie tecniche ecocompatibili di ultima generazione, analizza e cura le piante utilizzando prodotti fitoterapici e omeopatici naturali da lui progettati e prodotti. Nel 2018 fonda la ditta NATURE, “from nature to nature”, azienda biotecnologica altamente specializzata nella realizzazione di prodotti naturali di ultima generazione per la cura e prevenzione patologica delle piante.

dell’acqua piovana, il raggiungimento dei raggi solari più in profondità. Il mantenimento di un pH tra 6,0 e 7,0 favorirà poi l’attività microbica e la rottura del feltro.

M ETTERE ALLA PROVA IL TERRENO

A volte i terreni non possiedono però più il giusto quantitativo di nutrienti che avevano in precedenza, e questo rischia di ripercuotersi su qualità e salute. L’agronomia, in particolare, consente il controllo istantaneo di alcuni parametri del suolo, mentre altre analisi necessitano di diverse tempistiche e di passare dai laboratori. Un controllo che spesso si rivela fondamentale, per comprendere a fondo le necessità del prato in quello specifico momento.

I SEGRETI DELLA FALCIATURA

Da diversi test si è inoltre visto che una falciatura del prato in marzo, in genere, permette di ottenere prati più verdi, rispetto alla stessa operazione svolta ad aprile. Questo è estremamente importante, in quanto consente ai raggi del sole di raggiungere le zone basali dei fili d’erba, riscaldando le radici: queste, ricevendo calore a livello dei recettori potranno attivarsi tempestivamente e ciò consentirà al prato di tornare a crescere. Dalle prove effettuate direttamente in campo, poi, è emerso anche che l’altezza ideale per un primo taglio sia intorno ai 3 centimetri, mentre prima delle gelate, in autunno, una seconda falciatura si dovrebbe aggirare intorno ai 5: la biomassa va infatti sempre asportata e allontanata dal prato per evitare infezioni, evitando però di tagliare troppo.

SOLUZIONI | tappeto erboso
di Federico Fagan

Come quello garantito dai robot

tagliaerba Echo Robotics, in continua evoluzione per assicurare prestazioni straordinarie

di Rachele Pozzato

Con oltre vent’anni di esperienza nella gestione di superfici estese e ormai punto di riferimento nel campo dei robot tagliaerba professionali, Echo Robotics continua a rimanere al fianco degli operatori per la cura del verde con linee sempre innovative ed efficienti.

U N TAGLIO EFFICACE

L’impianto di taglio brevettato è l’asso nella manica per garantire risultati sempre ottimali, grazie alle teste di taglio flottanti, istantaneamente adattabili all’altezza del terreno e dotate ciascuna di tre lame in acciaio inox per assicurare un mulching efficace e costante. Tra le ultime novità, i nuovi modelli con l’esclusiva tecnologia di navigazione GPS RTK, che permette di triplicare le prestazioni del robot e di migliorarne la capacità di taglio. Grazie all’installazione cinematica in tempo reale, il robot naviga con un’accuratezza nell’ordine di 2-3 centimetri e taglia seguendo uno schema, assicurando una navigazione a linee parallele e una sovrapposizione minima.

LA NOVITÀ

Da quest’anno è disponibile la nuova tecnologia di navigazione per robot tagliaerba professionali senza cavo perimetrale, WiseNav, Wireless Satellite Exact Navigation. Uno strumento in grado di aprire nuove possibilità e rivoluzionare le modalità di lavoro dei professionisti L’aggiornamento 4.6

LE FUNZIONI

1. Tagliare a strisce senza filo perimetrale

2. Evitare e/o tagliare aree specifiche definite dall’utente

3. Rispettare le zone di sicurezza definite da un tecnico

4. Ottimizzare le operazioni ai bordi delle aree di taglio.

consente infatti a greenkeeper, gestori di campi sportivi, comuni o aziende, una migliore gestione e manutenzione dei terreni, risparmiando energie e ottimizzando i tempi di lavoro. Comodità e operatività sono poi al servizio davvero di tutti: l’aggiornamento è infatti gratuito per chi in possesso di robot e stazione RTK, ma installabile anche sulle linee meno recenti, permettendo di unire innovazione e ottimizzazione dei processi alle funzionalità più adatte per ogni contesto.

ADDIO AL FILO PERIMETRALE

Grazie alla nuovissima tecnologia WiseNav l’installazione è ancora più semplice: verrà tracciato un confine virtuale per delimitare l’area d’azione del robot. È inoltre possibile controllare da remoto l’area e lo schema di taglio grazie all’App per smartphone e il portale web. Questa tecnologia è disponibile per tutti i modelli GPS-RTK.

Taglio da serie A

SOLUZIONI | parco macchine

ONLINE IL PORTALE PER LE EROGAZIONI LIBERALI PER L’AMBIENTE

Per chi dona denaro per sostenere lavori di bonifica, riqualificazione del verde pubblico o contrasto del dissesto idrogeologico, dal 4 maggio è riconosciuto un credito d’imposta del 65%. L’agevolazione era stata introdotta già il 10 dicembre scorso, con il decreto ministeriale in cui si definivano anche le modalità di accesso al bonus, con l’allestimento di un portale web dedicato, gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: direttamente online, infatti, è possibile individuare l’intervento da sostenere e prenotare il proprio contributo. La misura mira proprio a incentivare le erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici. Tra gli interventi finanziabili, infatti, bonifiche ambientali, rimozione di amianto, prevenzione e risanamento del dissesto idrogeologico, realizzazione e ristrutturazione di parchi e aree verdi, piuttosto che il recupero di aree dismesse. Info: www.mase.gov.it

25 ANNI DI GALABAU

Il 2024 è un anno speciale per il GaLaBau: in occasione della sua 25ª edizione, la fiera internazionale di riferimento per il verde urbano e gli spazi aperti, che si terrà dall’11 al 14 settembre a Norimberga, diventerà ancora una volta il luogo di ritrovo fondamentale per il settore del giardinaggio e del paesaggio. Con i suoi 14 padiglioni espositivi GaLaBau attira professionisti da tutta Europa, coprendo l’intera gamma di soluzioni per la progettazione, la costruzione e la manutenzione di spazi urbani, verdi e aperti, campi sportivi, campi da golf e campi da gioco. Tutti i preparativi sono già a pieno ritmo, per assicurare un programma ampio e ricco per festeggiare l’edizione dell’anniversario della fiera.

Info: www.galabau-messe.com/en

UN TRAGUARDO IMPORTANTE PER GIORGIO TESI GROUP

Giorgio Tesi Group festeggia 50 anni di storia: compleanno importante, festeggiato anche sulla rivista Forbes, che ha scelto di raccontare nel numero di aprile, nella rubrica Stories dell’inserto Small Giants, la storia dell’azienda vivaistica pistoiese. Mezzo secolo di successi che conferma la crescita di un’azienda nata a conduzione familiare, oggi vera e propria industria green, tra le più importanti aziende europee nel settore del vivaismo di piante ornamentali. Inoltre, Giorgio

Tesi Group è stata anche premiata a IPM Essen nell’ambito del concorso IGOTY, International Grower of the Year, da AIPH, diventando così la prima azienda vivaistica italiana a raggiungere la finale e ad essere premiata, con la conquista della medaglia d’argento nella categoria Finished Plants & Trees

A tutto questo si aggiunge anche il conseguimento del marchio GLOBAL G.A.P., che certifica Giorgio

Tesi Group per lo standard di Sicurezza Integrata in Agricoltura, verificando e prendendo in esame tutti gli elementi di sicurezza e sostenibilità riguardanti diversi aspetti della produzione, dalla gestione dei rifiuti all’utilizzo consapevole delle risorse energetiche. Info: www.giorgiotesigroup.it

NEWS DAL MERCATO News
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A sinistra Marco Cappellini, Direttore Generale GTG, e a destra Fabrizio Tesi, Legale Rappresentante dell’azienda vivaistica pistoiese.

A sinistra: Nicola Pontini, General Manager JLG Italia e Presidente del Consiglio Italiano di IPAF. A destra: Maurizio Quaranta, Responsabile IPAF in Italia.

SICUREZZA AL CENTRO

«È dovere nostro, come di tutti i costruttori, non solo progettare e realizzare macchine sicure, ma anche diffondere l’importanza di un’adeguata formazione in ambito di sicurezza come fondamento del nostro lavoro»: è con queste parole che Nicola Pontini, General Manager JLG Italia, azienda attiva nel settore delle piattaforme aeree, ha accolto il suo nuovo ruolo di Presidente del Consiglio Italiano di IPAF. La direzione intrapresa è quella di una sempre maggiore formazione in tema di sicurezza, che si concretizzerà nell’organizzazione della “piazza della sicurezza” al prossimo SaMoTer a Verona, sotto la guida del Responsabile IPAF in Italia, Maurizio Quaranta: un luogo di incontro e scambio dove gli istruttori IPAF effettueranno dimostrazioni pratiche circa l’uso in sicurezza delle PLE, con gli ultimi modelli messi a disposizioni dai principali produttori. Info: www.jlg.com e www.ipaf.org/it

IN CONTINUA CRESCITA

Dopo le acquisizioni finalizzate nel 2022 delle aziende Monia Noleggi e Parmiani Noleggi, Mollo Noleggio non arresta la sua fase di crescita e politica di espansione capillare su tutto il territorio nazionale. L’azienda di Alba ha infatti confermato la strategia di sviluppo con l’acquisizione dell’azienda di noleggio PMP con sede a Pradamano, in provincia di Udine, segnando così il suo ingresso in Friuli-Venezia Giulia. La PMP, fondata nel 1991 per iniziativa dei due fratelli Maurizio e Paolo Paravan, nel corso della sua storia si è specializzata nel business del noleggio, con e senza operatore. Il marchio Mollo si arricchisce così, oltre che della squadra di collaboratori, anche del modello di business e delle referenze dell’azienda Triveneta. Info: www.mollofratelli.com

UN DISTRETTO SEMPRE PIÙ CIRCOLARE

In una recente assemblea del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia sono stati presentati dal presidente Francesco Ferrimi, insieme a Luca Magazzini, presidente uscente dell’Associazione Vivaisti Italiani, due importanti passi avanti sul fronte dell’economia circolare. Anzitutto, uno studio di fattibilità sul progetto di trasporto e distribuzione nel territorio pistoiese delle acque reflue depurate provenienti dall’impianto fiorentino di San Colombano, di grande interesse per i vivaisti del Distretto, che utilizzano annualmente diversi milioni di metri cubi di acqua. Nonostante, infatti, l’ampia diffusione di invasi, irrigazione localizzata e recupero e riuso delle acque, la siccità degli ultimi mesi ha portato a una diffusa carenza idrica: questo intervento potrebbe così aiutare le aziende a fronteggiare future crisi Sempre in questa direzione, Ferrini e Magazzini hanno poi riferito della possibilità di riciclare gli scarti plastici del Distretto, in gran parte vasi, che secondo le stime ammonterebbero a circa 500 tonnellate l’anno, grazie alla partnership con un’azienda punto di riferimento nel settore della gestione integrata dei rifiuti.

Info: www.cespevi.it

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NEWS DAL MERCATO

UN NUOVO TETTO VERDE A MILANO

Sorge a Milano, tra i quartieri di Porta Nuova e Isola, il nuovo complesso residenziale Palazzo Gioia, in una zona dove i grattacieli di vetro e acciaio stanno riscrivendo lo skyline cittadino. Alla realizzazione del progetto, con una superficie superfice di oltre 2.400 metri quadrati a cui hanno collaborato Artema Engineering srl di Milano, l’Ingegner Vito de Lunal di Brugherio e l’impresa costruttrice

Edilvit srl di Cernusco sul Naviglio, ha fornito il suo contributo anche

Laterlite fornendo il materiale per il giardino pensile, l’argilla espansa Leca Si tratta di un materiale leggero, di origine naturale, duraturo e versatile, utilizzato per la realizzazione dello strato drenante e come componente nelle miscele

del substrato colturale di coperture a verde. Sul tetto di Palazzo Gioia, per la realizzazione del substrato colturale leggero, è stata utilizzata LecaGreen, speciale miscela a base di argilla espansa AgriLeca frantumata, aggregati minerali e componenti di natura organica accuratamente selezionati, caratterizzata da elevate leggerezza e porosità, buona capacità di accumulo e ritenzione idrica, così come capacità drenante, resistenza e stabilità strutturale nel tempo. Info: www.leca.it

Visita il sito lespressesdureel.com per saperne di più!

GLI AUTORI

Audrey Muratet è docente e ricercatore all’Università di Strasburgo nel laboratorio Image-city: esplora e studia la composizione e la dinamica della biodiversità nelle città. Il suo lavoro si estende poi fino ai campi di ecologia e botanica, combinando la sua ricerca con l’approccio di geografi, sociologi, antropologi e artisti. A lui, per la realizzazione di questa raccolta, si è affiancato il fotografo Myr Muratet, attivo nella città di Parigi, e la graphic designer Marie Pellaton, diplomata alla Scuola di Arti Applicate di Basilea, il cui lavoro si concentra proprio sulla ricerca artistica negli elementi del quotidiano.

FIORI DAL CEMENTO

Flore des friches urbaines è un vero e proprio lavoro di ricerca che vuole indagare il mondo vegetale là dove ce lo aspettiamo meno, tra le strade e le zone industriali di una metropoli come Parigi a cura di Rachele Pozzato

Achi non è mai capitato di osservare dal finestrino di un treno la vegetazione vicino a una stazione, o di perdersi tra fazzoletti di verde abbandonato dal sedile di un’auto. Flore des friches urbaines si propone come una vera e propria guida, puntuale ma accessibile, della flora dei territori urbani. Un catalogo scientifico di erbe selvatiche, in questa nuova edizione ampliata del libro pubblicato da Xavier Barral nel 2017, edita da Les Presses du réel nel novembre 2022, frutto di 20 anni di studi e indagini su una moltitudine di aree urbane desolate. 299 specie scoperte in 600 fotografie e 800 disegni originali, che consentono di conoscere e denominare queste presenze silenziose che incontriamo ogni giorno. Questa raccolta ne racconta anche i meccanismi di sopravvivenza e di prosperità in questi ambienti apparentemente inospitali. Un’opera unica nel suo genere, con un approccio metodico e sistematico, che, ugualmente, si caratterizza per un piglio poetico, nato proprio dall’accostamento di una natura generosa ed esuberante e di aree postindustriali dismesse, frutteti o terreni abbandonati lungo linee ferroviarie o corsi d’acqua, a cui la città di Parigi fa da sfondo.

PERCHÉ LEGGERLO?

◗ Per scoprire che anche nelle “desolate terre urbane” la biodiversità è ricca e la vegetazione rigogliosa

◗ Per imparare a conoscere a fondo specie che, spesso, passano inosservate

◗ Per un approccio nuovo e sfaccettato alla botanica, che abbracci insieme scienza e sensibilità artistica, con tre approcci totalmente differenti eppure complementari

46 N°037 LIBRERIA

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5 minuti

Un viaggio da Est a Ovest, raccontato oltre un secolo fa: la storia dei rock garden, infatti l’ha scritta il botanico britannico Reginald John Farrer. Appassionato alpinista, Farrer, entrato in contatto con la tradizione dei giardini giapponesi di cui ha adottato l’estetica, ha unito l’amore per la botanica e quello per le montagne: «Nel giardino di rocce, le piante alpine crescono in un ambiente che, sebbene ordinato dall’uomo, copia per quanto possibile il loro habitat naturale”. Una “ricetta” condivisa in “My Rock Garden”, un libro apparso nel 1907 e ristampato per oltre quarant’anni con cui ha conquistato i cuori di mezza Europa. Adesso, il libro Il giardino a crepaccio: come costruire la casa perfetta per le piante di aree rocciose, di Paul Spriggs e Kenton Seth, botanici e proprietari di imprese di landscape design in Canada e negli Stati Uniti, riaccende l’interesse sui giardini rocciosi.

PIANTE PERENNI A BASSA MANUTENZIONE

A moltiplicare le possibilità creative, è intervenuta poi la globalizzazione: «Non utilizziamo più soltanto piante alpine, ma anche piante che arrivano da altri habitat in tutto il mondo, come le zone deserte e le coste», prosegue Spriggs. Proprio perché i rock garden accolgono anche piante di territori rocciosi, la formula si presta bene anche per i climi mediterranei. «In questi habitat, il terreno tende a essere molto basso, non molto ricco e sabbioso e, sulla costa, per via dei venti, crea piante che tendono a rimanere basse, perfette per l’estetica dei rock garden». Il portfolio di piante utilizzate spazia, dunque, da piante “facili”, come garofani, polemoniacea, semprevivo, sedum e parsimonia, fino ad arrivare, con qualsiasi

Voglia di rock

Un saggio fresco di stampa per riscoprire il contrasto tra delicatezza e ruvidezza dei giardini rocciosi
di Stefania Medetti
rock
48 N°037 GESTIONE | tendenze
Visita la pagina per saperne di più!

alternativa intermedia, alle piante che crescono ad altitudini più elevate. Il successo dei rock garden, pur nella varietà di stili diversi, è legato alla sua conformazione e alla scelta del terreno - sabbioso, ghiaioso, povero di nutrienti, senza azoto - che assicura un perfetto drenaggio alle piante. Quanto all’esposizione, i rock garden non amano una completa esposizione al sole.

L A SCOPERTA DEI CREVICE GARDEN

All’incrocio con le sfide del cambiamento climatico, i crevice garden sono una soluzione intelligente perché richiedono poca acqua e, sul lungo termine, ne richiedono sempre di meno, fino a sfiorare l’autonomia. Il segreto è nella loro struttura che utilizza lastre di rocce “piantate” parallelamente in verticale nel terreno, come dei libri in una libreria. «Il crevice garden è un tipo di rock garden - precisa Spriggs - che utilizza una maggiore profondità e questo ci permette di coltivare piante che hanno radici lunghe». La ragione per cui c’è tanto interesse non è soltanto perché i crevice garden sono una novità recente, in quanto sono stati “inventati” nella Repubblica Ceca, alla metà degli anni Ottanta per poi arrivare nel Regno Unito e negli Stati Uniti. È stato dietro la cortina di ferro che Zdenek Zvolanek, un amante del verde, ha iniziato a sperimentare con l’idea di ricreare un giardino ricco di biodiversità in uno spazio limitato con i materiali e le piante

rock garden

rock garden

Globularia incandescente.

che aveva a disposizione nella regione. Inoltre, la varietà delle rocce permette di ricreare il look and feel dei pendii di montagna. La “ricetta” prevede che almeno metà dello spazio disponibile deve essere occupato dalle rocce, le piante sono piantate in gruppi senza un ordine preciso e creano cuscini e macchie di colore. «Ognuno ha la propria “ricetta”, io personalmente penso al crevice garden come a una scultura, un habitat per le piante, in relazione alle sue dimensioni e alla sua posizione. Poi, rifletto in termini di dicotomie, texture e colore, opacità e trasparenze, ma credo che, alla fine, il fascino dei rock garden sia legato al desiderio di ricreare l’ambiente naturale», aggiunge Seth.

NON SOLO GRANDI SPAZI

I crevice garden non implicano necessariamente una grande quantità di spazio e sono amici dell’ambiente anche per il fatto che, volendo, possono essere realizzati con materiale edile di riciclo. Spazi di piccole dimensioni, come aree di un metro per un metro che si trovano negli angoli poco sfruttati di un giardino, sono perfetti per un crevice garden che diventa il punto focale della zona, ma non manca chi li realizza addirittura in contenitori di cemento o ipertufa che, proprio per la la composizione porosa, favorisce la crescita delle piante. «Il crevice garden in piccoli giardini, spazi pubblici, pareti verticali e addirittura container, sia con un design naturalistico sia con installazioni non tradizionali».

L’importante è rispettare le “regole” della formula che si applicano indipendentemente dalle dimensioni. «Poiché vogliamo ricreare l’idea di un ambiente montano, le lastre vanno inserite sul terreno, un mix di sabbia e di ghiaia, disposto a piramide», prosegue Spriggs. «Una volta assicurate le pendenze, inserite le rocce, e completata la piantumazione (di solito, le piante hanno radici esposte), si completa la zona con scaglie o pezzetti di roccia». L’Italia ha i numeri per giocare un ruolo di primo piano in questa formula: «Non dimentichiamo che avete alcune delle piante alpine più belle, come Daphne Petrea e la campanula. Le rocce calcaree e vulcaniche ospitano una vasta diversità di piante, non da ultima la bellissima globularia incandescente», conclude Spriggs.

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Eritrichium nanum.

un giardino per e per la musica

Uno spazio, casa di diverse attività, è tornato a essere vissuto dalla comunità di Basiglio grazie al rifacimento del vasto giardino, che è anche valso il premio “Città per il verde” di Rachele Pozzato

TEMPO DI LETTURA: 3 minuti

Una realtà immersa nel verde, che da sempre - ma sempre con maggior impegno - punta ad accrescere la qualità ambientale, che si trasforma anche in un tessuto sociale maggiormente compatto e in un comparto economico vivace. Basiglio è una chicca della provincia meridionale milanese, che di recente ha visto anche riconoscersi il premio “Città per il verde” per il nuovo giardino della Casa della danza e della musica, un luogo di arte e cultura sede di svariate attività. Un riconoscimento giunto ormai alla sua 23esima edizione, con l’obiettivo di far emergere gli interventi positivi delle comunità, organizzato dalla casa editrice Il Verde Editoriale Milano e patrocinato da Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, ANCI, CONAF, ODAF e CIC.

«La struttura, una proprietà comunale, è stata oggetto di un grande progetto di riqualificazione. Un intervento strutturale e impegnativo, che ha visto anche il rifacimento dell’area del giardino», racconta infatti Daniela Gironi, assessore alla cura del Verde Pubblico del Comune.

ATTENZIONE AL PIANETA

«La bussola che ci ha guidati lungo tutto il progetto è stata l’esigenza di una risposta concreta alle criticità del cambiamento climatico. Quella del verde è una dimensione fondamentale per il nostro territorio: abbiamo voluto valorizzarla ancora di più, con lo studio di un progetto che interessasse uno spazio ampio di 3.200 metri quadrati e dal

grande potenziale. La strategia, quindi, è stata quella di scegliere specie che sapessero adattarsi alle sfide ambientali che ci si propongono, di recente con grande insistenza, e resistenti a periodi di lunga siccità». Un’ottica sistematica, insomma, in cui la sostenibilità non è solo appannaggio ma vero e proprio criterio per l’organizzazione dei lavori. «Una scelta di questo tipo garantisce poi anche un ridotto utilizzo di acqua d’irrigazione, per un risparmio strutturale della risorsa in un periodo critico come questo», continua infatti

52 N°037 GESTIONE | spazi pubblici

la danza musica

L’assessore Daniela Gironi durante la premiazione “Città per il verde” alla scorsa edizione di My Plant & Garden.

Gironi, «oltre a permettere la fruizione di uno spazio sempre bello e variegato, grazie a specie a fioritura alternata».

I L DESIGN DELLO SPAZIO

Il giardino si propone così completamente rivoluzionato, grazie ai nuovi elementi accostati a quelli conservati. Nella parte perimetrale troviamo infatti ancora delle grandi siepi di forsizia e di pitosforo, insieme a grandi olmi e il filare di Tigli a mitigazione del traffico, una Magnolia gallisoninsis e un Ginko bilboa, mentre vicino a un cavo irriguo completa il design l’imponente presenza di un Salix babylonica.

«Nella progettazione si è tenuto conto dell’insieme complessivo della struttura, pensando a un impianto vegetativo che potesse essere in armonia con l’edificio e con il contesto circostante.

Insieme all’estetica, gli interventi sono stati anche funzionali: come la schermatura di pannelli e

fioriere, con composizioni di Rhyncospermum jasminoides, Nandina domestica e Rosmarino prostrato a copertura dell’area destinata al servizio della raccolta differenziata e quella per gli impianti tecnologici».

VALORIZZARE IL VERDE

Il progetto dunque, curato dall’azienda Più Verde con la consulenza della paesaggista Laura Vigorelli e la progettazione dell’ufficio tecnico del Comune, con l’architetto Federica Donati, supportata da Paolo Antonelli per lo studio dell’impianto di irrigazione, ha voluto restituire alla comunità uno spazio verde da vivere, nella quotidianità e per le attività organizzate nello spazio della Casa della danza e della musica, nel solco di un progetto più grande che interessa tutta l’area. «Crediamo molto nella sostenibilità», ha infatti commentato anche il sindaco Lidia Reale, peraltro recentemente rieletta a guida della giunta di Basiglio, «la riqualificazione degli elementi verdi del territorio e l’attenzione a questa dimensione fanno parte di un percorso già iniziato, per esempio con i prati fioriti per attirare gli impollinatori o la salvaguardia e valorizzazione degli esemplari di alberi secolari,e che senza dubbio proseguirà con energia nella tutela e nella cura del nostro patrimonio verde».

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Salix babylonica.

SPAZIO MICHIELI FLORICOLTURA

“SWAMP SYNTHETIS”

Una rivisitazione in chiave contemporanea della Palude, uno dei Paesaggi d’Acqua per antonomasia: biodiversità in un’installazione dalla forma di uno specchio d’acqua. Oltre alle piante acquatiche, sarà protagonista la vegetazione aerea, grazie all’utilizzo della Tillandsia usneoides: una specie ricadente argentata, fornita da Michieli Floricoltura, punto di riferimento per questa produzione in Italia ed Europa. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Roberta Filippini, architetto paesaggista e designer, direttrice artistica e tecnica di Roberta Studio e Benedetta Scarella, fondatrice di Concept CB.

Sei progetti finalisti per il concorso Spazi Creativi saranno i protagonisti di Orticolario, a Villa Erba, sul Lago di Como. In queste pagine, le installazioni raccontate direttamente da loro (insieme a uno spoiler) di Rachele Pozzato

L´acqua, la materia

TEMPO DI LETTURA:

5 minuti

Al centro della nuova edizione di Orticolario, l’ancestrale rapporto tra uomo e acqua: sei finalisti, valutati da “La Compagnia dei Pensatori”, tra architetti, designer, paesaggisti, artisti, giardinieri e vivaisti che si metteranno in gioco per la progettazione e realizzazione di

SPAZIO FLORA CONSERVATION

“IL BATTITO DELLA VITA”

Un giardino dalla conformazione lunga e stretta, con una presenza dell’acqua che va via via riducendosi. Con la progressiva dissolvenza della risorsa idrica, si dirada anche la presenza di varietà vegetali: da una grande abbondanza si passa infatti a un’unica specie, il Panicum virgatum ‘Shenandoah’. L’installazione nasce dall’idea del titolare del vivaio di Pavia Flora Conservation, Lino Zubani e dall’architetta, sempre pavese, Annalisa Ferraris.

giardini e installazioni artistiche al concorso internazionale “Spazi Creativi”. I selezionati realizzeranno il loro progetto, in linea con il tema di Orticolario 2023 “Paesaggio d’Acqua”, nel parco storico di Villa Erba, a Cernobbio, da giovedì 28 settembre a domenica primo ottobre.

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Per saperne di più visita il sito www.orticolario.it

SPAZIO SAB GREEN “TORNARE ALLA SORGENTE”

Una narrazione sul valore di rigenerare, trasformando l’esistente senza disperderlo in un flusso permanente. Ad accompagnare il visitatore, invitato a immergersi seguendo a ritroso la corrente, la Pontederia cordata, dalla caratteristica infiorescenza a spiga bluviolacea che emerge dal verde brillante delle foglie cuoriformi. Ad affiancare nella realizzazione del progetto Gaia Gennati, architetta paesaggista con un percorso tra Italia e Buenos Aires, l’azienda comasca Sab Green, attiva nella progettazione di laghetti e biolaghi.

SPAZIO GALLERIA SENESI ARTE “L’UNIVERSO SEI TU”

Io che cerco me, /mentre guardo te, /mentre schivo mostri. /Che sono come gli [uni] /che vanno [verso] gli altri. /Che sono come te, /in assenza di me, /che sembro distante mille chilometri. /Sei le persone, le cose e i mondi /di cui ti circondi. Gabriele Mandula, laureato in Progettazione architettonica al Politecnico di Milano, introduce con questi versi il concept della sua innovativa installazione. Lo spoiler? La vera novità, è che nel suo progetto non ci sarà alcuna essenza.

materia della vita

SPAZIO “L’ACQUA CHE NON C’È: IL GIARDINO SOSTENIBILE”

Il manifesto di un giardino in tempi di cambiamenti climatici, che rendono una radicale conversione ecologica non più procrastinabile. Muro in pietra a secco e una selezione di piante tipiche dell’ambiente prealpino, che non necessitano di acqua, sono metafora della capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali, sottolineando la connessione tra uomo e natura. Nell’installazione di Katarzyna Pieniawska la specie protagonista sarà il Geranium sanguineum, pianta autoctona tipica di margini o bordi magri.

SPAZIO “COME IL CERVO ANELA L’ACQUA”

Claudio Marelli, Artigiano del legno e della luce, celebra il cervo, un animale che popola boschi e foreste lungo i corsi d’acqua, ricreando un paesaggio dove sarà proprio lui ad essere protagonista, insieme alla vegetazione idrofila che lo circonda. Tra le specie, ruolo centrale è quello della Phragmentis australis: una pianta erbacea perenne e rizomatosa meglio nota come la cannuccia di palude, che può raggiungere fino a 4 metri di altezza.

55 N°037

L’

arboricoltura è una professione molto antica, che grazie all’attività formativa può rinnovarsi di continuo, consentendo a tutti i professionisti di adeguare il bagaglio di conoscenze, dalle nozioni teoriche alle competenze pratiche, fino agli standard più moderni del settore.

FORMAZIONE AL CENTRO

Delle prospettive di sviluppo professionale degli arboricoltori – e relativa formazione - si è discusso anche durante il convegno organizzato dalla Scuola Agraria del Parco di Monza il 23 febbraio scorso a Milano, in occasione dell’esposizione internazionale del Florovivaismo “My Plant & Garden”.

La Scuola Agraria del Parco di Monza è attiva anche sul fronte della formazione per arboricoltori professionisti, al centro del convegno organizzato a My Plant & Garden lo scorso febbraio

Arboricoltura, formazione e certificazioni

56 N°037 in collaborazione con
GESTIONE | formazione/1

Anche per il settore del verde, oltre al comparto delle Qualificazioni Regionali Abilitanti, come il Manutentore del Verde, e oltre al capitolo delle Professioni Normate – come per le figure del Dottore Agronomo e Forestale e Perito Agrario o Agrotecnico – è attivo il sistema delle certificazioni per competenza, formali e informali.

I L RUOLO DELLE REGIONI

In questo caso, il sistema di riconoscimento italiano prevede che ogni Regione costruisca un Repertorio personalizzato, al fine di rendere

efficace la ricaduta delle singole professionalità sui territori di competenza. La Regione Lombardia propone un Repertorio certamente ricco e diversificato, nel quale solo di recente – assieme alla nuova figura professionale dell’Esperto in giardini ed orti del benessere – è entrato l’Arboricoltore. Questo professionista si occupa, in particolare, della cura degli alberi. È stata proprio la Scuola Agraria del Parco di Monza, con i propri tecnici e professionisti del settore, a studiare, e declinare, un piano formativo per competenze specifiche dell’Arboricoltore, che potesse essere approvato dalla Commissione Regionale per le Politiche del Lavoro e alla Formazione.

L A RICERCA DEL BENESSERE

Oggi la Scuola forma e certifica tecnici che possono operare sia nel campo dell’Arboricoltura, sia nel campo del Benessere del verde. Le due professioni, pure diverse fra loro, hanno un punto di contatto molto importante: entrambe puntano a migliorare la vita delle persone attraverso l’impiego delle piante. Una professionalità che nei Paesi anglosassoni è già da tempo riconosciuta e valorizzata, come disciplina nell’ambito dell’Horticultural therapy.

VALORIZZARE LA PROFESSIONE

Fedele alla sua storia, e alle esperienze maturate in oltre 120 anni di attività, la Scuola non punta solo alla solida formazione dei professionisti, ma anche ad incidere sui percorsi didattici a livello nazionale, migliorandone i contenuti e la didattica. Su questo fronte, il prossimo impegno sarà quello di ottenere i riconoscimenti nazionali. Attraverso la creazione di un tavolo tecnico di confronto Conferenza Stato-Regioni, analogamente a come avvenne per il Manutentore del verde, si spera sarà possibile ottenere un’abilitazione anche per l’Arboricoltore in grado di accompagnarlo a lavorare come libero professionista e di ampliare le competenze a coloro che si occupano della cura degli Alberi in qualità di esseri viventi.

Arboricoltura, certificazioni

Se sei interessato, contatta la segreteria corsi all’indirizzo segreteriacorsi@monzaflora.it, chiama al 039.5161201-2, o scrivi su Whatsapp al 329.1016843

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Delicati ed eleganti

Che siano di un candido bianco, nei toni del rosa o rosso carminio, i fiori del ciclamino sono noti per la loro eleganza e delicatezza nell’aspetto. Si tratta di un genere che racchiude sotto di sé circa 19 specie di perenni tuberose, che crescono dalle zone boscose delle Alpi, passando dalle aride spiagge mediterranee, fino all’Iran e la Somalia. Un fiore, insomma, che fa il giro del mondo e, pur non resistendo a un’esposizione in pieno sole, garantisce ottimi risultati senza troppe esigenze, specialmente quando utilizzato in vaso, in un giardino roccioso, in una bordura o in un’aiuola rialzata.

Visita il sito per saperne di più!

strega coma

Dal bianco, passando per il giallo, fino al rosa e al rosso: per questa stagione le scelte ricadono sulle specie e le varianti più vivaci, per arricchire al meglio ogni progetto

a cura di Rachele Pozzato

Torna un nuovo appuntamento con gli esperti di Fondazione Minoprio e i loro preziosi consigli: tre proposte, tre cromie differenti e tre specie affascinanti ed eleganti per trovare la

giusta ispirazione per progetti originali. Studio e ricerca sono infatti sempre le basi più solide per ogni intervento ben riuscito, affidandosi all’esperienza di un vero e proprio riferimento per tutti i professionisti del settore.

LA FONDAZIONE

La Fondazione Minoprio prende vita a Villa Raimondi, sorta nella seconda metà del ‘700, dove hanno sede oggi gli uffici direzionali. Affreschi e fregi ottocenteschi sono circondati da una tenuta di circa 60 ettari tra parco storico, agricolo e naturalistico. Una vera chicca a 25 chilometri da Milano e 10 da Como, proprietà della Regione Lombardia che le gestisce proprio attraverso la Fondazione. Nella tenuta hanno sede anche il centro scolastico, l’azienda agricola didattico sperimentale con le sue strutture produttive. Il parco botanico misura ben sette ettari, con oltre 300 essenze arboree principali e circa 1600 arbusti e alberi minori. Un tesoro per il mondo verde, insomma, ricco e curato in tutti i suoi dettagli.

in collaborazione con
58 N°037 GESTIONE | formazione/2

Note dorate e vivaci

Una specie che ci accompagna dalle stagioni più rigide ai primi caldi, capace di regalarci una fioritura abbondante e accesa, che appare già dall’emissione delle prime foglie. Il Jasminum nudiflorum, noto anche come Gelsomino di San Giuseppe o d’inverno, è una perenne rampicante, ricadente o cespugliosa, a seconda del contesto in cui viene inserita. Da dicembre fino alla primavera, partendo dai primi fiori che sbocciano alla base dei rami, per poi risalire fino ai boccioli verso gli apici, colora di un giallo brillante giardini e terrazzi. Non teme anche i freddi più pungenti, tollerando temperature fino a -20°C, anche se i venti freddi potrebbero rischiare di danneggiarne e abbreviarne la fioritura.

nda color...

Tocchi purpurei

Dall’America settentrionale una chicca intensa e calda, come i suoi fiori rosso acceso e la stagione in cui ci accompagna. Il calicanto sboccia infatti da giugno a settembre, una pianta arbustiva che può arrivare fino a tre metri e permette una propagazione sia per pollone, sia da seme. Per quanto riguarda i polloni, gli esperti consigliano di mettere a dimora direttamente in terra piena durante il periodo primaverile, mentre per il seme è preferibile immergere in acqua calda per dodici ore, e una volta che le piantine saranno circa cinque o dieci centimetri potranno essere riposte in un vaso o in terra piena, all’aperto.

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Questo il segreto, secondo Francesco Adani di Ikebana, per sfruttare al meglio spazi limitati. Proprio come nel progetto di questo terrazzo

colloquio di Rachele Pozzato con Francesco Adani

con volumi e movimento RE GIOCARE

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3 minuti

Quando si progetta uno spazio verde, compito del professionista è quello di saper leggere il luogo in cui sta andando a intervenire, comprendendone punti di forza e punti deboli, per valorizzare e correggere sfruttando al meglio il contesto circostante. Questo lo sa bene Francesco Adani, titolare di Ikebana, che proprio questo ha tenuto a mente realizzando il progetto di un terrazzo milanese.

PUNTI DI FORZA E CRITICITÀ

Una vista da incorniciare sulla Vecchia Milano, concentrando lo sguardo sugli scorci più suggestivi e aiutandosi con la vegetazione per correggerne altri. Lo spazio si proponeva a chi lo osservasse, dunque, come ci racconta lo stesso Adani, con tutti i punti di forza che un terrazzo all’ultimo piano come questo ha da offrire. Allo stesso tempo, però, a un occhio esperto come il suo non sono sfuggiti anche le criticità che avrebbe incontrato per la realizzazione di questo progetto. «Se i palazzi antichi erano punti da lasciare aperti alla vista», continua infatti «alcuni, più alti e meno estetici, erano da correggere, insieme ad altri elementi della struttura stessa del terrazzo». Tra questi, senza dubbio la profondità del terrazzo, che, superando di poco i due metri, ha necessariamente vincolato il ventaglio di specie da poter inserire. La scelta, così, è stata quella di giocare con volumi e altezze, sia delle specie sia dei vasi introdotti nel progetto. «L’utilizzo di vasi in questi casi è fondamentale: quando lo spazio a disposizione è poco, permettono infatti di servirsi di pareti e angoli che altrimenti non si sarebbero potuti sfruttare». Quelli scelti in questo caso, e ampiamente usati nei progetti di Ikebana, sono realizzati in fiberclay, un’unione di fibra di vetro e argilla che risulta in elementi leggeri e versatili, oltre che piacevoli alla vista e dalla texture piacevole. «Ho giocato con vasi più alti e stretti e altri più larghi e meno profondi, insieme a soluzioni da appendere. In questo modo mi è stato possibile valorizzare ogni spazio a disposizione, creando movimento».

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movimento

SAPER SCEGLIERE I GIUSTI ELEMENTI

Per quanto riguarda invece le specie vegetali su cui è ricaduta la scelta, come detto, l’impiego di vasi e un terreno poco profondo hanno indirizzato la scelta in modo deciso: «le più usate in questo progetto sono state perenni e graminacee, come Echinacea, Dianthus, Gaura o Pennisetum e Calamagrostis: : il loro apparato radicale ridotto e non invadente permette di gestirle in modo ottimale in spazi limitati come questo, allo stesso tempo sono però, a mio avviso, quelle che rendono di più grazie ai giochi di colore e di movimento che crea il vento con queste diverse altezze e consistenze». Per le parti da coprire, come i palazzi più alti che si offrivano alla vista o la parete, , la scelta è invece ricaduta specialmente sul Phyllostachis nigra, il bambù nero: «un elemento sempre versatile, che risolve problematiche come questa e dona al complesso un aspetto elegante e ordinato». L’atmosfera è stata poi

completata facendo correre il gelsomino su un cavo di acciaio tra le due colonne per creare una cornice sulla vista dei palazzi d’epoca «Ho evitato l’utilizzo di siepi perché avrebbero occupato troppo spazio e ostruito il passaggio di luce. Al contrario, così, l’ambiente e gli spazi rimangono vivibili, davvero abitabili e le specie scelte consentono anche di avere una manutenzione ridotta, che seguo sempre io, dopo la realizzazione del progetto, con soli tre interventi all’anno».

ATTENZIONE ALL’ACQUA

Altro aspetto fondamentale di ogni progetto è, infine, il sistema di irrigazione: «In questo caso ho optato per una mini ala gocciolante, facilmente nascondibile con il verde, che non impone una manutenzione frequente, ma anzi, salvo presenza di acque davvero molto calcaree dura anche anni. Altro vantaggio non indifferente di un sistema come questo è il risparmio idrico che consente, sempre più importante vista l’emergenza che interessa la risorsa».

IKEBANA, LA PASSIONE CHE DIVENTA MESTIERE

Dopo gli studi in agraria e le prime esperienze nel settore, Francesco Adani si è gettato a capofitto nello studio e nell’approfondimento, per sfruttare appieno la potenzialità di questo mestiere. Arriva così, nel tempo, l’idea di trasformare quello che era un negozio di piante in uno studio di progettazione. Ikebana è comunque molto di più, una vera e propria fucina creativa che fa da collante a tutte le attività di Francesco: dalla progettazione e realizzazione di giardini e terrazzi, arboricoltura, pareti vegetali e giardini pensili, come in questo caso, fino all’organizzazione e docenza di corsi rivolti sia ai professionisti, sia agli appassionati.

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A richiamare l’attenzione sul settore tutto, il successo dell’ultima edizione di Myplant & Garden, la manifestazione di respiro internazionale tenutasi a Milano a febbraio 2023 di Rachele Pozzato

TEMPO DI LETTURA: 5 minuti

Quello di Myplant & Garden si conferma uno degli appuntamenti più attesi – e a ben vedere – per tutto il settore. Anche l’edizione del 2023 infatti si è chiusa su note positive e numeri promettenti per le prospettive

della filiera. Il Salone internazionale del Verde si è così confermato un punto di riferimento centrale per i mercati italiani e non solo, registrando soddisfazione tra espositori e visitatori e riscontrando anche una grande attenzione da parte delle istituzioni, anche estere.

Occhi sul Verde

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NON SOLO ITALIA

Una fiera ricca di novità e varietà, a partire dall’offerta e dalle proposte tra i padiglioni. Questa VII edizione di uno degli appuntamenti più importanti dell’orto-florovivaismo, del garden, della floricoltura e del paesaggio in Italia ha visto infatti ben 655 espositori, di cui il 21% dall’estero, 150 delegazioni ufficiali di buyer dal mondo, 60 convegni e 23.000 presenze. Una conferma di una nuova dimensione, sempre più di rilevanza, del settore nel comparto economico del nostro Paese e nella società tutta. La classifica della provenienza degli espositori in fiera ha visto sul podio la Lombardia, il Veneto, Paesi Bassi e Toscana, ma anche aziende danesi, francesi, tedesche e spagnole, così come buyer internazionali da Medio Oriente, Oceania o Nord America. Importante anche la presenza della stampa, con trecentodieci giornalisti complessivamente accreditati, l’11% dall’estero, specialmente da UK, Spagna e Svizzera.

I DIVERSI FOCUS

Verde

Ad attirare numeri tanto significativi ha lavorato anche la certezza di un evento che prometteva, e ha mantenuto, la possibilità di offrire nuove prospettive di business, delineare nuovi trend, intercettare soluzioni innovative e favorire gli incontri per connettere domanda e offerta, così come pubblico e privato. Prima di tutto, insomma, un’occasione per tornare a incontrarsi

di persona e far circolare idee. La manifestazione ha infatti dedicato spazi e appuntamenti ai più svariati ambiti della filiera: dalla forestazione urbana, con l’apertura al nuovo filone tematico a cura di Assofloro e Rete Clima, passando per gli approfondimenti in campo di arboricoltura o smart mobility, con aree e convegni dedicati, fino all’innovazione, dando sempre più spazio a robotica, rinnovabili e nuove tecnologie nello spazio Myplantech o ancora, con la nuova sezione Wonder Corner, dedicata a garden center, wedding e decorazione. Un’offerta, dunque, che ha spaziato dalle proposte botaniche alla motoristica, passando per la digitalizzazione, la tecnica, i materiali costruttivi e l’economia circolare. Presenti, nei padiglioni, soluzioni nutritive attive sinergicamente su suolo, radice e pianta, prodotti per prati sportivi, ma anche vasi salva acqua, piuttosto che provenienti da materiali riciclati e riciclabili e soluzioni per l’outdoor.

PROFESSIONISTI AL CENTRO

Grande attenzione poi alle proposte di accessori, mettendo al centro ergonomia, sicurezza e performance specialmente dei professionisti, esplorando il potenziale delle attrezzature a batteria, come per le nuove proposte di Sthil, con le sue motoseghe MSA 300 o MSA 220 TC, o ancora le soluzioni di Pellenc, che permettono un’alternativa all’alimentazione a

R La motosega MSA 220 TC di Sthil.
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H Airon Backpack a batteria di Pellenc.

H Le novità portate in fiera da Ego Power+.

I NUMERI

655 espositori

benzina ottenendo benefici in termini ambientali e di produttività. Centrali poi anche le nuove generazioni di silenziosi robot tagliaerba a batteria, con autonomie sempre più resistenti di tempo e spazio, come evidente, per esempio, agli stand di Ego Power+ o Zucchetti.

PAROLA D’ORDINE, INNOVAZIONE

21% degli espositori dall’estero

150 delegazioni di buyer

60 convegni

23.000 presenze

310 giornalisti

Largo poi alle soluzioni d’avanguardia, nel solco della digitalizzazione, del ‘carbon free’ e del risparmio energetico, con proposte in grado di coniugare l’aumento di produttività ed efficienza con la riduzione di costi, sprechi, rischi e con centraline che leggono le esigenze idriche delle piante, i vertical garden plug&play, gli strumenti di misurazione e disegno degli spazi interni ed esterni basati sul movimento, i laser-scanner per il

Visita

Save the date Myplant & Garden VIII 21-23 febbraio 2024

censimento degli alberi, uniti al monitoraggio della salute delle piante anche da satellite, con valutazione dei rischi, delle malattie, delle potature da eseguire lungo i corridoi e le infrastrutture, nonché di offrire i trend sulla salute delle foreste urbane.

GUARDARE AL FUTURO

Uno spazio, insomma, quello di Myplant & Garden, che si è confermato ricco di spunti e stimoli, gettando le basi per una nuova edizione, che si terrà dal 21 al 23 febbraio del 2024, ancora più ambiziosa. “Siamo molto soddisfatti dei feedback diretti e indiretti ricevuti da parte di espositori, visitatori, buyer. Lavoriamo insieme alle aziende, alle associazioni, ai consorzi, agli esperti del settore tutto l’anno per poter dare vita a uno dei più importanti e decisivi eventi espositivi e culturali internazionali” hanno infatti affermato gli organizzatori. “Molto presto saremo al lavoro per garantire a imprese e operatori il miglior palcoscenico possibile perché sviluppino affari, relazioni e nuovi contatti con la prossima edizione”.

Il nostro direttore Francesco Tozzi al convegno sull’arboricoltura, organizzato A My Plant dalla Scuola Agraria del Parco di Monza, di cui vi abbiamo raccontato a pagina 56 e 57.
sito
rimanere aggiornato! 64 N°037 GESTIONE | fiere
il
myplantgarden.com per

la vostra casa

y LA CASA EDITRICE DEL VERDE

Edizioni Laboratorio Verde è l’unica casa editrice di filiera, con prodotti specifici per ogni target del florovivaismo e del gardening: produzione, retail, professionisti e consumatori. Uno sguardo a 360° che ci rende il punto di riferimento preciso e aggiornato nel panorama dell’editoria specializzata. Edizioni Laboratorio Verde è la casa editrice di chi ama e lavora con il verde: la vostra casa.

www.laboratorioverde.net
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine trimestre 2023 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 037 + TENDENZE Voglia di rock garden per giardini a bassa manutenzione + SOLUZIONI 16 pagine di novità tecniche per la manutenzione COVER STORY IL FUTURO DEL MONDO VERDE segreti di Husqvarna sono uno sguardo lungimirante alle prospettive su cui si affaccia il settore. a pag. 16 COVER STORY realizzata in collaborazione con Ceora, robot tagliaerba autonomo a batteria pensato per il taglio aree più estese.

Viaggiare “italiano” intorno al Giardino

Iprossimi mesi si annunciano un periodo davvero ricco di manifestazioni ed eventi, legati alla vita del Giardino. Le occasioni di visita e viaggio, nei parchi più belli d’Italia, sono distribuite lungo l’intero Paese. Ricorrenti le fiere del florovivaismo, in primavera, poi, diventano interessanti anche le Mostre mercato di Piante e fiori, che ci permettono di conoscere personalmente i produttori.

Molto spesso si tratta imprenditori di dimensioni artigianali, che producono varietà rare, in genere adatte ad essere inserite in giardini per appassionati e collezionisti, o ideali da coltivare in angoli del giardino che aspettano solo di essere valorizzati.

Orticola a Milano e Orticolario a Cernobbio sono solo due degli importanti esempi di eccellenza che vengono organizzati in Italia. Non mancano le proposte culturali e d’arte, del Giardino, offerte dalle Associazioni o dalle Reti di Giardini.

In Italia, per esempio, conosciamo il FAI- Fondo Ambiente Italiano, che, come lo storico National Trust, di origine anglosassoni, apre ai visitatori i giardini storici e, in alcuni casi, anche di progettazione più recente, normalmente chiusi al pubblico.

Molto spesso, sono proprio i giardinieri di questi meravigliosi capolavori di bellezza botanica

che spiegano ai visitatori i segreti degli alberi monumentali, le tecniche artistiche delle potature formali, e come risolvere i problemi creati dalle nuove patologie.

Anche Grandi Giardini Italiani, network specializzato nella promozione di giardini, opera da decenni per migliorare la professionalizzazione dei giardinieri dei siti che aderiscono alla Rete, e che in questo si trasformano anche in luoghi preziosi per nuovi saperi.

Non mancano le suggestioni offerte dai Festival dei Giardini, dalla storica, e periodica, manifestazione EuroFlora di Noli, a Genova, e dalla più recente Radicepura Garden Festival, arrivata alla sua IV edizione, che si tiene nei Vivai Faro, a Giarre di Catania.

In questi giardini, creati provvisoriamente, i paesaggisti, e i giardinieri, anche di provenienza internazionale, si incontrano, dialogano e creano esperienze di Giardino e Giardinaggio non solo di Qualità, e nuovi modelli moderni e allo stesso tempo funzionali ai nuovi bisogni di “stare all’aperto”.

Se avremo la possibilità di viaggiare per visitare una delle tante realtà di giardini di “altri”, probabilmente sarà anche più forte l’impegno verso il futuro, e lo sviluppo, dei nostri giardini.

L’OPINIONE 66 N°037
Villa Melzi d’Eril, a Bellagio (CO), tra i giardini del network Grandi Giardini Italiani.

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