giardiniere
vo o nu
PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
IL
Aprile - Maggio 2017
+TAPPETO ERBOSO Le qualità funzionali, ricreative ed estetiche
+PROGETTO
Meno piante, più cura dei dettagli per spazi piccoli originali
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Una panoramica dei nuovi sistemi per valutare la stabilità delle piante arboree
Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)
APPUNTI DA NEW YORK L’esempio di un’attenta manutenzione delle aree verdi
LA NUOVA RIVISTA SMART PER IL GIARDINIERE IL VALORE DEL LAVORO DI SQUADRA GR ANDI GIARDINI
1 L’ultimo nato inSERVIZIO casa Pellenc A PAG. 31 2 Con Oregon si lavora in silenzio 3 Le nuove proposte di Bonfante
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la vostra casa Edizioni Laboratorio Verde è l’unica casa editrice di filiera, con una rivista specifica per ogni target del florovivaismo e del gardening: produzione, retail, professionisti e consumatori. Uno sguardo a 360º che ci rende il punto di riferimento preciso, aggiornato e gradevole nel panorama dell’editoria specializzata. Edizioni Laboratorio Verde è la casa editrice di chi ama e lavora con il verde: la vostra casa. seguici su
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EDITORIA LE/1
È una rivista con la giusta misura, questo nuovo numero de giardiniere . È il mio pensiero mentre riguardo le ciano - le prove di stampa, in gergo giornalistico - del giornale. Un fascicolo che parte forte, con l'intervista di Daniela Stasi al curatore botanico di Villa Taranto, sul Lago Maggiore, che ci racconta come gestiscono il verde in questo meraviglioso giardino. È stato gentilissimo Franco Caretti, che non si è risparmiato e ci ha svelato dettagli pratici sulla gestione delle alberature, del prato e delle aiuole. E ancora di pratica ci parla Valerio Pasi nel suo articolo tutto dedicato alle nuove tecniche per valutare la stabilità degli alberi in ambiente urbano. Si tratta di sistemi sempre più utili per gli operatori del verde, giardinieri compresi, in conseguenza dei recenti eventi atmosferici sempre più anomali. C'è poi tutta la sezione dedicata al giardiniere SMART: strumenti, macchine operative e attrezzature per affrontare al meglio il lavoro in cantiere. Rasaerba professionali con motori elettrici, innovative testine per decespugliatori, sistemi per il controllo delle zanzare in giardino e molto altro. Tutte soluzioni nuove, smart, infatti. Forte anche il pezzo di Camillo De Beni tutto dedicato al tappeto erboso. Tutto pratico, con l'elenco di 12 qualità fondamentali del prato, oltre a quella estetica, naturalmente, e consigli tecnici sulla scelta dei miscugli. E ancora: l’articolo di Marilena Baggio da New York, la sezione ‘Formazione’ con sette idee di giardino per sette tipologie di clientela, il ‘Prontuario’ dedicato alla fase di sopralluogo... E non solo. Insomma, sì, un numero dalla giusta misura, che parla di pratiche, tecniche, prodotti e innovazione, ma anche di costume e tendenze. Perché, il moderno giardiniere, quello smart, deve conoscere anche come si muove la società, cercando di interpretare desideri e necessità, da declinare poi in opere a verde e meravigliosi giardini. Buona lettura! IL
di Francesco Tozzi @Lab_VERDE
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EDITORIA LE/2
QUANTO VA CHICCA?
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a noi si dice così: “ti regalo una chicca”, cioè qualcosa di piccolo ma prezioso, carino, gustoso. Chi lavora con piante e fiori, come me e voi, ogni giorno ha a che fare con cose così, piccole, carine e deliziose. Ecco, io credo che sottolinearne il valore, quando presentiamo un progetto ai nostri clienti, possa essere il gesto che fa la differenza, che ci fa guadagnare punti. Perché la chicca suggerisce due messaggi a chi la riceve: il primo, che io ho a cuore il cliente, tanto da aver pensato a qualcosa di particolare per lui; secondo, che ho a cuore il progetto, perché la chicca aggiunge valore al posto in cui viene collocata per il fatto di essere pregiata, inusuale, originale. Nel ventaglio delle possibili chicche che un giardiniere può proporre, io inserirei di sicuro le orchidee. Non parlo delle Phalaenopsis, che sono da interno, ma che vanno ancora bene (e l’assortimento di orchidee da interno, se andate a dare un’occhiata nei garden e nelle serre, continua ad ampliarsi) e pare non stanchino mai. Dico che, cavalcando questa passione, potete proporre qualcosa di nuovo,
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE Garden Orchid è un prodotto di Anthura B.V., la nota azienda olandese. Per contattare il distributore esclusivo di Garden Orchid fuori dai Paesi Bassi: www.gartenwerkstatt-schreiner.com
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N°004
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che sta facendo la sua comparsa nel nostro territorio solo dall’anno scorso: le Garden Orchids, le orchidee da giardino. Quella che mi piace di più è il Cypripedium. È la chicca da proporre per le zone in ombra, quelle dove è difficile riuscire a coltivare qualcosa di fiorito. Meglio ancora se oltre all’ombra parliamo di zone fredde: è perfetta nei giardini del Nord Italia, perché in dormienza questa pianta vivace è in grado di resistere alle forti gelate, fino a -20° C. E non c’è bisogno di coprirla con corteccia o torba, ha proprio bisogno del freddo per poter fiorire di nuovo. Va messa a dimora in primavera o in autunno, senza farla aspettare troppo nei vasi. Durante il primo anno ha bisogno delle vostre attenzioni, per adattarsi al clima del giardino: va protetta in caso di gelate improvvise e va irrigata più di frequente, ma già dal secondo anno la pianta sarà autonoma. Insomma, davanti alla cliente che si lamenta per l’angolo di giardino così buio, così freddo, dove non viene su niente di bello, sfoderate un sorriso e fate la vostra proposta: “Ho una chicca da proporle…”. Fate nascere curiosità, e la voglia di avere qualcosa di nuovo, particolare, che avete pensato proprio per quello spazio e per quella cliente. Fate vedere che siete competenti, e aggiornati sulle ultime novità. Potrete realizzare un angolo romantico, con piccole oste, mughetti, felci e pulsatille, o più essenziale e lineare, valorizzando le forme particolari del Cypripedium. E l’angolo sfortunato diventa la chicca del giardino.
di Matteo Ragni
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Profumo di ottimismo
smart 30 Ritorno al futuro
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Il valore del lavoro di squadra
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Multitasking nel dna
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Indagini in corso
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Ci vuole orecchio...
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Appunti verdi da Manhattan
36 Mission possible
Il cantiere di Daniela Stasi di Daniela Stasi di Valerio Pasi
di Marilena Baggio
di Nora Adamsberg
di Irene Nuvola
di Viola Delfino
di Nora Adamsberg
38 Innovare la tradizione
di Viola Delfino
40 Patto di ferro
di Irene Nuvola
gestione 42 A ciascuno il suo giardino 46 Il prato, vero polmone verde
di Camillo De Beni
50 Tutti pazzi per i bulbi
di Anna Piussi
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Piccolo è bello
di Alessandro Zannoni
scoperte 58 Meno esigenti, più generosi
SOMMARIO N°004
di Viola Delfino
60 Estiva per vocazione
di Matteo Ragni
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Capace di incuriosire
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Per un verde color albicocca
di Matteo Ragni
di Alessandro Coraggio
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
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IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Camillo De Beni, Viola Delfino, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni, Alessandro Zannoni PROGETTO E GRAFICA Francesco Fedelfio / francesco.fedelfio@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
rubriche 05 Editoriale/1
di Francesco Tozzi
06 Editoriale/2
di Matteo Ragni
25 News 28 Focus 63 Prontuario
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Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Businessverde.com • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • DIYandGARDEN.com • bricoliamo.com • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
ALESSANDRO ZANNONI
VALERIO PASI
Si occupa, assieme al fratello Andrea, dell’azienda familiare di progettazione, costruzione e manutenzione giardini. In ogni suo lavoro non sottovaluta la dimensione agronomica: ogni giardino è concepito tenendo conto del contesto climatico-ambientale del terreno, dell’esposizione al sole e di tutti i parametri rilevanti dal punto di vista agronomico, rilevati e analizzati nei minimi particolari. Attraverso questi studi, sviluppa un paesaggio naturale e scenografico oltre che tecnologicamente e botanicamente corretto. Tra le sue attività, anche un garden center in provincia di Viterbo.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
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ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
N°004
IL CANTIERE | mercato
Profumo di
ottimismo
Comagarden ha scattato una panoramica del settore delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde, che rimane stabile nel 2016 ma cresce nel 2017. Successo per le nuove tipologie di prodotto, in primis gli strumenti a batteria di Daniela Stasi manuali), con una flessione dello 0,5% rispetto all’anno precedente.
BUONA DINAMICA
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ettore garden, stabile nel 2016, in crescita nel 2017. È questa in estrema sintesi, la fotografia del mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde “scattata” da Comagarden, associazione italiana dei costruttori di macchine per il settore aderente a FederUnacoma (Confindustria). In sostanza, il mercato italiano ha chiuso il 2016 con un livello di vendite di poco inferiore a quello del 2015: a fine anno si contano in totale 1 milione 228.000 unità vendute (comprendendo ogni genere di mezzo, da quelli motorizzati fino agli accessori
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N°004
Esaminando le diverse tipologie di mezzi, i rasaerba segnano un calo del 2,4%, in ragione di quasi 280.000 unità vendute, i trattorini e i ride-on calano complessivamente del 5% (circa 36.000), e i trimmer del 7,2% (55.250 unità). In linea con l’anno precedente risultano le motoseghe (-0,4%, a fronte di 345 mila unità vendute), mentre in crescita risultano i decespugliatori (+1,8%, per 256.350 unità), e i soffiatori e aspiratori di foglie (+5,5% per un totale di quasi 89.600 unità). In mancanza di dati definitivi sull’andamento del primo trimestre dell’anno, le stime Comagarden (elaborate sulla base dell’indagine condotta su un campione rappresentativo di aziende) indicano una buona dinamica del mercato nell’anno in corso. Nel primo trimestre, infatti, si stima un incremento delle vendite pari al 2%, con buone performance per decespugliatori (+17%), trimmer (+11%), soffiatori/aspiratori (+10%) e rasaerba robot (+27%), mentre un vistoso recupero si registra per le macchine spazzaneve (+80%). In calo appaiono invece rasaerba e motoseghe, con decrementi rispettivamente dell’8% e del 5%.
NUOVI ORIZZONTI
Illustrando le caratteristiche del sistema distributivo, emerge ancora una netta prevalenza dei canali tradizionali (negozi specializzati, ferramenta,
garden center) che coprono l’80% del mercato, mentre le grande distribuzione detiene una quota di circa il 17%. Ancora modesto il contributo del commercio elettronico (3%). Al di là del dato congiunturale italiano, l’andamento del mercato risulta complessivamente positivo a livello europeo. I dati recentemente elaborati dall’associazione dei costruttori europei EGMF indicano un totale di unità vendute pari ad oltre 17 milioni, con una crescita del 2%, con una performance particolarmente positiva per i rasaerba robot e con un balzo anche per le macchine a batteria (fra cui rasaerba, motoseghe, decespugliatori e trimmer, anche se con quote di mercato ancora ridotte), che crescono del 31%. Il successo dei mezzi alimentati a batteria si evidenzia anche nel nostro Paese, che nel 2016 ha registrato una vistosa crescita per questa tipologia di mezzi (complessivamente +47%), che tuttavia rimane ancora marginale in termini percentuali (attualmente appena l’1% dei rasaerba e l’1,7% delle motoseghe venduti sono equipaggiati con sistema a batteria).
LA PAROLA A FRANCO NOVELLO, PRESIDENTE DI COMAGARDEN Il calo di vendite per tipologie di macchine come i rasaerba, i ride-on e i trimmer, così come quello delle macchine e attrezzature per la neve, è da mettere in relazione con l’andamento della stagione meteorologica. Mentre il dato relativo a nuove tipologie di mezzi quali le attrezzature a batteria oppure i rasaerba robot è interessante in termini di marketing, perché segnala in modo molto evidente come la praticità e la facilità d’uso del mezzo, oltre che il contenuto innovativo, vengano percepiti dal mercato come elementi importanti, capaci di incidere nelle decisioni d’acquisto pure in presenza di una congiuntura non particolarmente favorevole. N°004
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IL CANTIERE | g randi g iardini
Il valore del
lavoro di squadra Abbiamo incontrato Franco Caretti, curatore botanico dei giardini di Villa Taranto sul Lago Maggiore. Ci ha svelato i segreti di tanta bellezza. Dalle sue parole abbiamo anche compreso quanto lavoro ci sia dietro ogni singola pianta. Il lavoro di ben 17 giardinieri! di Daniela Stasi
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N°004
P
er iniziare questo articolo, il classico incipit “c'era una volta” sarebbe più che calzante. Ma darebbe un tono troppo fiabesco. E in queste pagine vogliamo, sì, raccontarvi un sogno, ma un sogno diventato realtà. Partiamo dall'inizio. I Giardini Botanici di Villa Taranto, a Verbania Pallanza, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore, sono il frutto di una laboriosa elaborazione intrapresa nel 1931 dal capitano scozzese Neil Mc Eacharn. Queste sue parole svelano la passione che lo animò nel forgiarli, pianta dopo pianta: «Un bel giardino non ha bisogno di essere grande, ma deve essere la realizzazione del vostro sogno anche se è largo un paio di metri quadrati e si trova su un balcone». Di proprietà del Demanio dello Stato, sono gestiti da un ente privato, l'Ente Giardini Botanici Villa Taranto, e oggi si estendono su una superficie di circa 16 ettari. Il patrimonio botanico è vastissimo: circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica, tra cui alcune uniche in Europa. Ci siamo recati sul posto, non solo per documentarne la bellezza. Ma anche e soprattutto per toccare con mano l'immenso lavoro che si nasconde dietro ogni fiore, dietro ogni foglia. Un lavoro spesso invisibile se non nel risultato. Basti dire che in questi giardini lavora una squadra di ben 17 giardinieri (di cui quattro a tempo determinato).
INSIEME DI SCHEMI
Nato come giardino d'acclimatazione, il parco di Villa Taranto accolse man mano collezioni di specie esotiche, compatibili chiaramente col clima del Lago Maggiore. Mc Eacharn ideò un insieme di schemi di giardino, da una parte basandosi su un effetto estetico, dall'altro avvalendosi di un metodo empirico, con l'obiettivo di introdurre specie prima di allora mai coltivate nel Vecchio Continente. «Il capitano era originario della Scozia, pertanto inizialmente impostò uno schema classico di giardino all'inglese, a cui si aggiunsero angoli di giardino all'italiana, con giardini terrazzati, aiuole simmetriche, oltre ad accenni al giardino giapponese con Prunus penduli e giochi d'acqua», racconta Franco Caretti, curatore botanico di Villa Taranto. Ricordiamo che si tratta di un'area verde vincolata alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, pertanto si ritiene necessaria, oltre a un'elevata competenza e conoscenza tecnica, anche un'attenta programmazione. N°004
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IL CANTIERE | g randi g iardini
I NUMERI • 16 ettari circa di superficie • Circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica • 17 giardinieri • 1.200 mq di serre e quattro tunnel da circa 80 mq l’uno dedicati alla produzione • Tre quarti delle piante nelle aiuole sono autoprodotte
VIETATO IMPROVVISARE
Come anticipato, nei giardini di Villa Taranto ci lavorano 17 giardinieri. Nulla è lasciato al caso. Ogni attività di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, è attentamente programmata. «Il lavoro non è organizzato a zona, a eccezione di due giardinieri che si occupano esclusivamente delle serre. Per il resto, le mansioni sono distribuite sulle attività manutentive degli spazi esterni», spiega Caretti. «La manutenzione ordinaria e straordinaria si integrano tra loro: la prima occupa il 70% del tempo complessivo, la seconda si inserisce nei periodi di calma. Le attività di manutenzione ordinaria riguardano il taglio dell'erba, la cura delle aiuole e le operazioni di potatura. Quelle di manutenzione straordinaria, invece, sono costituite dalla piantumazione di nuove piante, la rimozione di quelle deperite e la creazione di nuove aiuole». Andando nei dettagli: la manutenzione dei tappeti erbosi occupa quattro operatori, due dedicati al manto comune (realizzato con miscuglio) e due a quello in Agrostis. Nei periodi di alta stagione il taglio è previsto due volte alla settimana (l'altezza dell'erba è di circa un centimetro). E in inverno? Da fine dicembre a marzo, cinque-sei operatori si occupano della potatura e dei tradizionali lavori invernali, quali la raccolta del fogliame, la manutenzione delle tombinature e la rimozione dei ceppi. Mentre la cura delle aiuole, che prevedono una fioritura primaverile e una estiva, inizia a novembre, con l'impianto delle bulbose.
AL PASSO COI TEMPI Dal 1952 i giardini sono aperti al pubblico dal 15 marzo al primo novembre e richiamano circa 150.000 persone all’anno. «I visitatori sono per il 65-70% italiani, la percentuale restante è costituita per lo più da francesi e tedeschi e in minima parte da inglesi», spiega Roberto Ferrari, direttore dell’Ente Giardini Botanici Villa Taranto, associato al circuito Grandi Giardini Italiani. «Il nostro Statuto prevede anzitutto la conservazione del patrimonio arboreo esistente, inoltre tra le varie mission alle quali ci dedichiamo vi è anche quella di sviluppare in modo sinergico il turismo della nostra zona. Gli investimenti sono costanti: al di là delle opere di manutenzione ordinaria, cerchiamo di stare al passo coi tempi e realizziamo opere di carattere straordinario che possano migliorare l’esperienza dei visitatori. Un esempio? Siamo stati i primi in Italia a progettare un impianto di evacuazione in un giardino botanico, con altoparlanti per le comunicazioni e una centralina meteorologica professionale a cui è possibile accedere anche tramite il sito web www.villataranto.it».
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PASSEGGIANDO NEL PARCO Tra mille suggestioni, ecco cosa ha colpito la nostra attenzione passeggiando per i Giardini Botanici di Villa Taranto. Il viale d’ingresso, detto “Viale delle Conifere”, presenta una straordinaria sequenza di rari esemplari di conifere provenienti da tutto il mondo: una lunga striscia d’erba rasatissima si interpone tra il viale e la vegetazione e fa da cornice alle bordure variopinte. La fontana, che in primavera è circondata da fioriture multicolore (tra cui la Viola cornuta e la Primula obconica), in estate è avvolta dalle gigantesche foglie della Colocasia antiquorum. E ancora, il Labirinto delle Dahlie affascina con oltre 1.700 piante in fioritura: tra le 350 varietà spiccano le decorative a fiore grande, le pompons, i cui capolini sferici a nido d’ape non raggiungono i cinque millimetri di diametro, e l’appariscente emery paul dall’intenso colore rosso granata. Arriviamo alla Serra Victoria dove impera l’enorme ninfea equatoriale Victoria Cruziana, e sul cui sfondo si trova il giardino verticale, una struttura ricoperta da essenze vegetali radicate su pannelli di materiale fibroso. Da segnalare anche il bacino che ospita il Nelumbo nucifera, il fior di loto, con foglie di circa 50-60 centimetri. Inoltre, se visitate i giardini nei mesi di aprile e maggio, verrete sorpresi dai rami fioriti delle Cornus “Florida Rubra” e Davidia involucrata, spettacolo pressoché unico in Europa. Vi chiederete, e la villa che dà il nome al complesso? Edificata nel 1853 dall’architetto ticinese Augusto Guidini, dal 1995 è sede della Prefettura del Verbano-Cusio-Ossola e non è visitabile.
RARE E PREZIOSE
PRODUZIONE PROPRIA
I Giardini Botanici di Villa Taranto rappresentano un bell'esempio anche per quanto riguarda l'autoproduzione. «Disponiamo di 1.200 mq di serre in ferro-vetro dedicate alla produzione, oltre quattro tunnel da circa 80 mq l'uno», continua Franco Caretti. «Siamo arrivati a coltivare tre quarti degli esemplari che si trovano nelle aiuole, partendo dalle giovani piante. All'ingresso del parco c'è anche un piccolo shop con i nostri prodotti. Da qualche anno, inoltre, ancora prima che la normativa diventasse così stringente, è stato deciso di passare al controllo biologico delle avversità. Il passaggio non è stato semplice, abbiamo incontrato difficoltà oggettive, risolte in parte incrementando la frequenza dei trattamenti, per via del minore intervallo di residualità tra un intervento e l'altro. Le specie che richiedono un maggiore controllo sono l'Agrostis e le Dalie». Da come parla, dal modo che ha di scegliere le parole, è chiaro che Caretti ami profondamente il suo lavoro. E la risposta alla mia ultima domanda ne è la conferma. Consiglierebbe a un giovane di fare il giardiniere? «Se è animato da passione, sì, è un lavoro che consente di vivere pienamente la natura. Ma la passione è fondamentale, soprattutto per superare la fatica, le difficoltà e lo sconforto. È stata la passione a farmi reagire dopo la tromba d'aria che nell'agosto 2012 ha fatto cadere 300 piante ad alto fusto. Oltre al dispiacere per quanto accaduto, ho provato un enorme sconforto per tutto il lavoro fatto fino a quel momento, spazzato via in pochi attimi. Ma ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo lavorato sodo per far tornare il giardino al massimo del suo splendore». Non torniamo sulla notizia, menzioniamo solo un numero: 7.000 quintali di materiale cippato in seguito alla rimozione dei tronchi. Un numero che fa capire quanto sia stato fatto dalla squadra di Villa Taranto.
Come detto, i giardini visitati nascondono angoli preziosi, in cui dimorano specie rare provenienti da tutto il mondo. Per solleticare la vostra curiosità ve ne citiamo alcune. Victoria Cruziana, originaria delle aree dei grandi bacini fluviali dell’America meridionale, è un’enorme ninfea equatoriale, la “regina” delle piante acquatiche, i cui semi a Villa Taranto arrivarono nel 1956 provenienti dall’orto botanico di Stoccolma. Visibile al pubblico dal 15 giugno a ottobre, vanta foglie che sfiorano i due metri di diametro e possono sopportare il peso di circa 10 chilogrammi. Metasequoia Glyptostroboides è una conifera a foglia caduca: i due esemplari a dimora nei Giardini di Villa Taranto furono donati dal principe Borromeo al capitano Mc Eacharn. Dicksonia Antarctica, appartenente alla famiglia delle felci arboree, è originaria delle foreste umide dell’Australia ed è presente nel parco con ben oltre 30 esemplari. Emmenopterys Henryi appartiene alla stessa famiglia di caffè e gardenia (Rubiaceae), è originario delle foreste temperate della Cina: qui fu piantato nel 1947 ma si dovette attendere fino al 1971 per avere la sua prima fioritura; fu un evento straordinario mai verificatosi prima di allora in Europa. Acer palmatum Cap. Mc Eacharn, acero dall’inconfondibile color corallo: la pianta muta il colore delle foglie (con una tendenza al verde) durante la stagione estiva, per poi riassumere i colori scarlatti tipici del periodo autunnale.
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IL CANTIERE | tecniche
indagini in corso
Ecco a voi una panoramica dei nuovi sistemi per valutare la stabilità delle piante, sempre più utili in conseguenza dei recenti eventi atmosferici anomali di Valerio Pasi I SISTEMI IN BREVE • Prelievo di carote di legno mediante il succhiello di Pressler • Misura della resistenza all’avanzamento di una punta nel fusto • Martello elettronico a impulsi • Tomografi acustici • Pulling test o prova di trazione statica • Analisi del comportamento dell’albero all’azione del vento con anemometri a ultrasuoni e inclinometri biassiali
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a sempre l’uomo ha uno stretto legame con gli alberi, ma solo recentemente ha cominciato a valutarli in funzione della loro stabilità. L'analisi visiva tiene conto delle più recenti metodiche che si fondano su principi di biomeccanica e che hanno dimostrato che tutte le strutture biologiche, in un tempo medio lungo, sono in grado di costruirsi una struttura capace di ben sopportare i propri carichi. Questa capacità della pianta si manifesta anche in situazioni di anomalie strutturali prodotte da cause accidentali, come traumi da ferite, carie, fulmini, ecc. Il riconoscimento di siti di reazione della pianta è indice di parti da verificare in modo approfondito per stabilire la presenza di eventuali difetti meccanici o fisici all'interno del fusto o delle branche.
fungini o, se già presenti, può incrementarne la diffusione all’interno del fusto attaccato. Si sono così sviluppate altre tecniche meno invasive, che anziché prelevare un campione di legno, misurano direttamente nel fusto la resistenza all’avanzamento di una punta molto sottile e, recentemente, anche relazionandola alla velocità di avanzamento, restituendo quindi uno o più grafici che rappresentano il profilo del legno nel punto indagato. Questi strumenti sono comunque invasivi, anche se in misura più limitata, e possono avere le stesse controindicazioni già viste in precedenza.
STRUMENTI INVASIVI
A questo scopo si sono sviluppate diverse tecniche, che inizialmente prevedevano indagini molto invasive, come per esempio il prelievo di carote di legno mediante il succhiello di Pressler, strumento utilizzato in campo forestale per prelevare campioni nei tronchi, al fine di valutarne età, crescita, salute dell'albero, influssi negativi da inquinamento, densità del legno, penetrazione di agenti chimici nel fusto. L’utilizzo di strumenti invasivi favorisce però la penetrazione di patogeni
Il martello elettronico a impulsi, uno degli strumenti più semplici per rilevare la velocità del suono nel tronco, è composto da due sensori da disporre alle due estremità della sezione da esaminare.
VELOCITÀ DEL SUONO
Altri sistemi e strumenti ancor meno invasivi sfruttano la propagazione del suono nel legno. Infatti il legno sano ha un’ottima conduzione del suono, mentre il legno alterato ha un’elevata capacità di assorbirlo. Sfruttando questa differenza nella velocità di propagazione, grazie anche allo sviluppo sempre più fine dell’elettronica, si sono messi a punto sensori che sono in grado di rilevare la velocità del suono con ordini di grandezza di microsecondi, necessari per le limitate dimensioni dei tronchi oggetto di indagine. Operativamente, lo strumento più semplice è il cosiddetto martello elettronico a impulsi che consiste in due sensori da disporre alle due estremità della sezione di tronco da esaminare: i sensori vengono infissi nel fusto per mezzo di una punta molto sottile, in modo da minimizzare il danno che comunque è superficiale, quindi si misura la loro distanza, si collegano con l’unità elettronica e quindi si procede con l’analisi; si percuote con un martelletto un sensore “start” e sul display viene indicata la velocità di propagazione del suono, da mettere poi in relazione con la velocità standard per la specie esaminata. Effettuando più misurazioni, perpendicolarmente alla prima e secondo altre direzioni intermedie, si aumenta l’accuratezza della misura. Questo principio è stato poi elaborato in modo da effettuare più misurazioni contemporaneamente e mettendole in relazione tra loro. Per fare ciò sono stati sviluppati anche software dedicati, per l’elaborazione dei dati e la correzione degli errori. In questo modo sono nati i tomografi acustici, strumenti che misurano la velocità di propagazione del suono tra più sensori (da 6 fino a 24 e oltre) e, grazie ai software di elaborazione, restituiscono un’immagine bidimensionale o tridimensionale, nel caso si mettano in relazione più sezioni, dell’interno del fusto esaminato. Una
diversa colorazione evidenzia la differenza della velocità di propagazione del suono, rappresentando in sostanza le zone dove il legno è alterato. Viene così calcolata la differenza percentuale tra legno sano e alterato, indicativo della resistenza del fusto. Si rilevano anche altri dati, quali la geometria della chioma, la sua estensione, e si inseriscono nel programma mettendole in relazione con il peso della pianta e la velocità del vento, determinando così il carico che agisce sull’albero e quale sia la capacità della pianta di resistere. Il software calcola così un coefficiente di sicurezza indicativo ai fini dell’analisi di stabilità per quanto riguarda la propensione alla rottura al colletto. Lo stesso apparecchio utilizzato per la tomografia può essere utilizzato per determinare l’ubicazione e la conformazione delle radici nel terreno, con l’ausilio di un sensore dedicato. Tuttavia non vengono fornite altre indicazioni riguardanti la salute delle radici e fornisce risultati affidabili solo in assenza di manufatti. Quindi restano delle grandi incognite per quanto riguarda l’apparato radicale, ovvero la determinazione della propensione allo scalzamento delle radici.
Tomografi acustici in azione: gli strumenti consentono di misurare la velocità di propagazione del suono tra più sensori e, grazie ai software di elaborazione, ottengono un’immagine bidimensionale o tridimensionale.
PULLING TEST
Un ulteriore passo avanti in questo senso è stato fatto mediante l’applicazione di tecniche ingegneriN°004
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Il pulling test consiste nel mettere in tensione l’albero con un cavo, di misurare con un dinamometro la forza applicata e con un inclinometro l’inclinazione subita dal fusto in relazione al carico applicato.
stiche alla pianta da esaminare con il cosiddetto pulling test o prova di trazione statica. Sostanzialmente, si tratta di mettere in tensione l’albero usando un cavo e di misurare mediante un dinamometro la forza applicata e tramite un inclinometro l’inclinazione subita dal fusto carico applicato in relazione al carico applicato. tirante Anche in questo l’evoluzione degli strumenti elettronici è stata fonpc inclinometro damentale, perché occorre rilevare inclinazioni molto piccole. Un indefinibile. Ciò avviene quando in un sistema si software mette in relazione il carico applicato con verificano delle piccole differenze iniziali e queste l’inclinazione subita, unitamente alle caratteristiportano a forti divari nei risultati finali, per cui riuche elastiche del legno e ai parametri geometrici scire a predire il comportamento di questi sistemi, dell’albero, definendo anche in questo caso un soprattutto nel lungo periodo, diventa impossibile coefficiente di sicurezza relativo alla propensione se si effettua tramite il rapporto immediato tra allo scalzamento delle radici. Ovviamente anche causa effetto. L’algoritmo elaborato per la gestione questo sistema ha dei limiti perché si tratta sempre di una simulazione, dove siamo noi a decidere dove di questi dati ha la stessa matrice di quello utilizapplicare il carico che in realtà rappresenta il vento. zato per le prove di trazione statica, in questo caso però il carico non è quello prodotto da un sistema fune-paranco applicato al fusto ma è la pressione del vento misurata in una sequenza di intervalli di tempo. Per fare ciò è necessario un anemometro a anemometro ultrasuoni per misurare forza e direzione del vento e un inclinometro biassiale che viene fissato alla base del fusto. Occorre effettuare le misurazioni in presenza di vento di con velocità di almeno 25 km/h per un tempo variabile in funzione di questa e della vicinanza dell’anemometro all’albero (da una a tre ore). I dati, registrati ed elaborati da un software specifico, consentono di restituire un coefficiente di sicurezza relativo alla propensione allo scalzamento delle radici, come nel caso della prova di trazione statica.
inclinometro Per il test dinamico, che studia la reazione di un albero all’azione del vento, è necessario un anemometro a ultrasuoni per misurare forza e direzione del vento e un inclinometro biassiale che viene fissato alla base del fusto.
L'AZIONE DEL VENTO
Uno degli ultimi sistemi nati sfrutta invece il vento reale, secondo un modello dinamico di comportamento dell’albero. La reazione di un albero all’azione del vento è un vero e proprio “caos”, ovvero un sistema dinamico complesso e caotico o stato
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L'ESPERIENZA IN PRIMO PIANO
Come abbiamo visto, negli ultimi anni vi è stata una grande evoluzione dei metodi di indagine per definire la stabilità degli alberi, sempre più importante in conseguenza degli eventi atmosferici che paiono essere più violenti e imprevedibili. È sempre e comunque il valutatore che, grazie all’esperienza e alla professionalità, deve comprendere se c’è una problematica e quindi individuare il metodo più utile per quantificarla e valutarla nel modo più accurato e affidabile che ha a disposizione, non trascurando poi di valutare anche il rischio, che dipende dal contesto ove l’albero è situato.
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IL CANTIERE | urbano
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mpire State Building, vista su Manhattan, l’occhio cade a nord su un largo rettangolo di verde che spicca sulla vastità della pietra grigia e dell’acciaio. Il verde è naturalmente Central Park, ma se si osserva più attentamente, qua e là, altre macchie di verde emergono. New York è conosciuta per i grattacieli di Manhattan, ma è in realtà è una città il cui cuore ha un numero straordinario di piccoli giardini. Infatti, questa relazione tra il naturale e il costruito è una dinamica che si ripete a diverse scale. Stranamente più la città con i suoi grattacieli esercita la sua pressione e presenza, maggiore è il legame e l’impatto estetico, culturale ed ecologico con questi piccoli giardini, conosciuti come Vest Pocket Park, che più semplicemente mi piace chiamare “pocket gardens”. Per la loro progettazione e realizzazione hanno lavorato Russel Page, Dan Kiley, Robert Zion, solo per citare alcuni importanti paesaggisti.
Quest’ultima è una promenade di 90 chilometri che si sviluppa su una vecchia linea ferroviaria abbandonata sopraelevata, al cui terminal a sud si arriva al Whitney Museum of American Art, il nuovo museo di arte americana, progettato dall’architetto italiano Renzo Piano e inaugurato il 1° maggio 2015 nel distretto di Meatpeacking. Il mood di lavoro del team di progettazione è stato: Keep it simple, keep it wild, keep it quiet, keep it slow. Qui, il paesaggista Piet Oudolf ha dato un’impronta naturalistica fatta di graminacee, perenni con alberi e cespugli che sembrano essere cresciuti da soli lungo le rotaie rimaste. Per quanto riguarda gli alberi, non sono state utilizzate piante di piccole dimensioni, ma già di una certa taglia, proprio per ricreare un ambiente con un’importante struttura arborea. Particolare attenzione è stata data alla scelta delle piante, viste le condizioni difficili dell’habitat, caratterizzato da vento, sole e un clima piuttosto secco. Questa sin-
HIGH LINE, PAESAGGIO SEMPLICE E SELVAGGIO
Ma se Central Park, nell’Upper West Side, è l’icona del verde urbano, l’High Line nel Dowtown, è l’esempio ultimo di innovazione di interpretazione di paesaggio urbano.
Appunti verdi da
Manhattan Un viaggio nella Grande Mela per capire come sono gestiti parchi, giardini e aiuole. Una metropoli capace di pianificare e garantire spazi attrezzati per i cittadini, con piacevoli sorprese testo e foto di Marilena Baggio
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golare via verde ha attratto nel distretto di Chelsea molti artisti e tanti sono gli eventi culturali che vengono proposti.
SAMUEL PALEY PLAZA, UN’OASI DI PACE
Manhattan è il luogo con il più alto numero di fondazioni, musei, biblioteche e sedi universitarie al mondo, qui hanno preso vita i Movimenti delle Comunità di Verde, Community Gardening Movement, come nel chiostro del Lower East Side, dove si realizzano festival di arte, musica dal sapore multiculturale. Quello che più colpisce, passando da nord a sud dell’isola, è la presenza di piccole aree a verde al servizio dei cittadini, situate negli stretti spazi tra due grattacieli, o a ridosso delle case popolari ad Harlem o nel Bronx, oppure lungo un marciapiede a Greenwich Village. Tra gli spazi più rappresentativi c’è Samuel Paley Plaza, nel Midtown, che ha influenzato generazioni di pianificatori urbanisti. Aperto al pubblico nel 1967 è considerato un caposaldo ancora oggi tra gli architetti paesaggisti e gli urbanisti. Situato in un fazzoletto di spazio a corte, intercluso tra edifici e non molto lontano dalle frequentate e rumorose Fifth and Madison Avenue, è un’oasi di pace. Un forte senso di intimità ti accoglie e un muro di acqua scorre per tutta la lunghezza della parete di fronte all’ingresso. Il tutto ha un particolare impatto scenografico. Sono stati piantati in tre file differenti 20 alberi di Gleditsia triacanthos F. Inermis, varietà senza spine, mentre il resto della vegetazione è stata realizzata con Hedera Helis, per rivestire i lati dei muri. La Gleditsia è un albero tipico nella città di New York, che chiamano Honey Locust (robinia dolce) cresce molto bene su terreni poveri, calcarei e sabbiosi e le foglie dalla tessitura
leggera sono ricche di azoto. È una specie che tollera il vento e il freddo, la siccità e l’inquinamento atmosferico. Quest’ultimo è un grande problema per la città stessa. La robinia dolce ha un accrescimento rapido utile per ottenere aree ombreggiate in breve tempo. Il suo legno ha un’elevata qualità e marcisce molto lentamente, inoltre avendo dimensioni medie non ha bisogno di grandi potature, perché la sua forma e crescita sono in armonia con il contesto in cui è stata inserita.
SOLUZIONI PER PICCOLI SPAZI E VIALI
Da un’osservazione più attenta dell’uso del verde urbano a Manhattan, ma che ho riscontrato in gran parte della città di New York, si possono ritrovare alcune caratteristiche comuni. Alberi di terza grandezza sono stati scelti, perché la necessità primaria è dare ombra al passante e non essere di inciampo, che sono posti alla giusta distanza di impianto e sono facilmente potabili, se necessario. Le specie hanno una tessitura leggera per evitare ribaltamenti, qui il vento può essere molto forte, e per la presenza di sottoservizi che non garantiscono un terreno profondo. Le specie sono poche e caducifoglie: robinie, acace, betulle, ciliegi a fiore le più diffuse.
L’ALBERO IN CITTÀ A New York impera la Gleditsia triacanthos F. Inermis, varietà senza spine, oltre all’Hedera Helis, utilizzata per rivestire i lati dei muri. La Gleditsia è un albero tipico della città, che chiamano Honey Locust (robinia dolce) cresce molto bene su terreni poveri, calcarei e sabbiosi e le foglie dalla tessitura leggera sono ricche di azoto. È una specie che tollera il vento e il freddo, la siccità e l’inquinamento atmosferico. Quest’ultimo è un grande problema per la città stessa. La robinia dolce ha un accrescimento rapido utile per ottenere aree ombreggiate in breve tempo. Il suo legno ha un’elevata qualità e marcisce molto lentamente, inoltre avendo dimensioni medie non ha bisogno di grandi potature. N°004
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IN BREVE • Importanti investimenti in progettazione • Programma di attenta manutenzione degli spazi • Grande utilizzo di bulbose e di perenni • Particolare attenzione per le alberature e la messa a dimora • Attenzione nel garantire la fruizione degli spazi
Arbusti bassi, tra cui lonicere, bossi e allori. I tappezzanti sono copri-suolo ovunque, ad esempio Hedera spp., Ophiopogon japonicus, Vinca minor. Mi ha molto incuriosito l’utilizzo delle bulbose, soprattutto tulipani i cui colori cambiavano solo da zona a zona, nella Fifth Avenue dominava il bianco, mentre a Soho il rosso. Inoltre tutte le piante sono protette da una recinzione in ferro alta 25 cm, che delimita il corsello rivestito da una bordura di bulbose. Ogni albero è cartellinato. Insomma, si percepisce che esiste una pianificazione del verde pubblico, sia per quanto riguarda lo studio e la scelta delle specie, sia per gli arredi e le strutture. Tutto appartiene a un disegno preciso, per cui le stesse fioriere si ripetono anche se si cambia zona, come anche le panche. Laddove c’è un pocket garden lo spazio è disegnato in armonia con i materiali dell’architettura intorno. È stato sorprendente constatare come, nonostante il flusso di persone, alto soprattutto in alcune ore di punta, il transito fosse garantito anche in presenza di elementi vegetali. Dunque, tutto è stato progettato pensando alla massima fruizione e al contempo al massimo rispetto delle piante.
IL GRANDE SPAZIO DI BRYANT PARK
Laddove invece lo spazio permette più superficie a verde sono stati realizzati dei veri e propri piccoli parchi attrezzati con diverse interessanti attività: l’angolo lettura per piccoli e grandi, il gioco degli scacchi, la zona relax, la zona wifi e altro ancora.
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Un esempio interessante è Bryant Park, la cui dimensione è pari a un campo di football di 1,1 acri (circa 4.450 metri quadrati), dove sono state posizionate 4.300 sedute e 900 tavolini tutti movibili ed è visitato in un anno da circa 12 milioni di persone. È un angolo magico che promuove circa più di 1.000 eventi l’anno. Un grande prato verde domina il centro del parco e ha come sfondo una delle più belle Biblioteche Nazionali. D’inverno questo prato diventa una pista da pattinaggio. Alcuni newyorchesi mi ricordavano come solo nel 1980 questo bellissimo posto era frequentato da malviventi. È stato uno dei primi progetti di riqualificazione e di progettazione paesaggistica di Manhattan ed ha dato il via a una stagione di cambiamento e di riqualificazione paesaggistica per l’intera isola. Essendo nel cuore della Fifth Avenue è sponsorizzato da diverse fondazioni che garantiscono un programma di attenta manutenzione e la possibilità di mettere a dimora ogni anno circa 25.000 bulbi e 20.000 perenni. Infatti, pur essendo uno spazio pubblico non riceve soldi pubblici, ma è finanziato e gestito da una fondazione privata no profit, la Bryant Park Corporation. Questi sono solo alcuni piccoli esempi di come una metropoli possa garantire un verde pubblico se ben progettato e supportato sia dal privato come aziende, fondazioni, musei, ma anche dal cittadino, perché la “fame di verde” accomuna tutti.
Mati 1909, in collaborazione con Generali Arredamenti un’azienda di Pistoia che progetta e realizza arredi per residenze sociali assistite, nuclei Alzheimer e centri diurni, specializzata in ambienti terapeutici per lo sviluppo di terapie non farmacologiche, ha realizzato un giardino terapeutico dimostrativo presso la propria sede per ampliare ulteriormente l’orizzonte di cultura del verde accumulato in quattro generazioni di esperienza nella natura. Mati 1909 e Generali Arredamenti hanno sviluppato una partnership per progettare e realizzare spazi verdi per il benessere delle persone affette da patologie neurologiche. Una sinergia che unisce due eccellenze italiane nel settore dell’arredamento specializzato e nel mondo dei giardini. Il confronto costante con specialisti del morbo di Alzheimer e della demenza senile garantisce la progettazione di giardini dedicati ai bisogni fisici, psicologici e sociali delle persone affette da queste patologie, ponendo attenzione anche nei confronti dei familiari, amici e del personale di assistenza. Molte strutture sanitarie, come ospedali e cliniche, ormai mettono in atto terapie utilizzando questo tipo di giardini per stimolare la memoria e i sensi del malato al fine di diminuire l’uso dei farmaci. I giardini terapeutici o healing gardens, sono quelli che hanno un effetto positivo sull’umore e la salute del paziente e sono luoghi studiati per specifiche patologie, nel caso del paziente con Alzheimer vengono offerti stimoli sensoriali, tattili, olfattivi, uditivi e visivi, che aiutano il rilassamento. Piante profumate, aromatiche e dalla fioritura prolungata sono al centro del percorso ed hanno un effetto terapeutico sul paziente. Una zona di sosta munita di sedute ergonomiche contribuisce allo stato di calma e favorisce la presenza di assistenti o amici e parenti. «Per Mati 1909 si tratta di una nuova frontiera nel cammino di ricerca e specializzazione sui giardini – dice Andrea Mati –. La sensibilità che in questi anni abbiamo sviluppato e messo a disposizione verso persone con disagi e marginalità, in esperienze come San Patrignano o Comunità Incontro, ci ha rafforzato nella sperimentazione di tecniche di utilizzo delle piante e del verde a livello terapeutico. La natura, sapientemente utilizzata, offre tutti gli strumenti per la cura delle persone».
News
MATI STUDIA UN GIARDINO PER I MALATI DI ALZHEIMER
LA VISITA DA FARE
Immaginate un’ampia area naturalistica protetta, cha tra metà maggio e metà giugno offre uno scenario tra i più spettacolari della natura: la fioritura di centinaia di rododendri che trasformano il primo tratto della panoramica Zegna in una tavolozza di colori di straordinaria bellezza. È questa la Conca dei Rododendri, vincitrice del sondaggio tra gli utenti del network ilparcopiubello.it e i visitatori dei parchi e giardini italiani, per il premio "La fioritura più Bella d'Italia 2017", che ogni giardiniere dovrebbe vedere, almeno una volta. Tra una selezione di dodici importanti fioriture, i visitatori hanno votato il loro preferito attraverso un sondaggio online lanciato nelle pagine dei social media. Migliaia di utenti hanno espresso la loro preferenza tra le fioriture offerte dalla primavera nei paradisi verdi della nostra penisola. Il vincitore assoluto, che ha raccolto la maggioranza dei voti espressi, è risultato essere proprio l'Oasi Zegna a Trivero (Biella) con la sua famosa Conca dei Rododendri, una vasta area montana di circa 100 chilometri quadrati attraversata dalla strada Panoramica Zegna nelle Alpi Biellesi, a poco più di un’ora da Milano e Torino. Tra la metà di maggio e metà giugno l’Oasi Zegna offre uno spettacolo affascinante: lungo i primi quattro chilometri della Panoramica Zegna, tra Trivero e Bocchetta di Caulera, si può godere della meravigliosa fioritura della Conca dei Rododendri. Voluta da Ermenegildo Zegna che mise a dimora azalee, dalie, ortensie e molte centinaia di rododendri, la Conca dei Rododendri ha assunto la fisionomia attuale grazie al grande architetto paesaggista Pietro Porcinai e più di recente all’’architetto Paolo Pejrone. Assolutamente da visitare!
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NEWS
BOSCAIOLI IN GARA Emak, azienda di produzione e commercializzazione di macchine in ambito giardinaggio e forestale, partecipa anche quest’anno al Campionato Italiano di Triathlon del Boscaiolo 2017, schierando il team delle Aquile nel corso della competizione. Oleo-Mac, Efco (marchi di casa Emak) e Oregon (brand distribuito in esclusiva per l’Italia da Sabart) sono sponsor tecnici della manifestazione sportiva. La squadra delle Aquile è equipaggiata con le motoseghe professionali Efco e Oleo-Mac e con abbigliamento antitaglio di protezione individuale. Si compone di quattordici boscaioli, provenienti da tre gruppi distinti: l’Associazione Boscaioli Alta Toscana, l’Associazione Boscaioli Appennino Reggiano e l’Associazione Amici Boscaioli Valtellina. Nel corso del campionato, gli atleti si cimentano in diverse prove di taglio con l’accetta, abbattimento e sramatura, che richiedono tutto il loro impegno e valorizzano qualità differenti come potenza, precisione e velocità. «Le radici profonde di questa manifestazione sportiva sono l’amicizia, lo spirito agonistico e la voglia di condividere la passione comune per un lavoro che ha origini e tradizioni lontane. È per questo motivo che sosteniamo il campionato: perché si fonda sugli stessi valori di Emak», ha dichiarato Luca Vandelli, Customer Service Manager di Emak. Vandelli ha infine ripreso l’orizzonte entro cui si svolge la kermesse sportiva, spiegando che quest’ultima «ricorda il passato tramite l’uso dell’accetta, che si caratterizza per forza e precisione. Il presente è invece rappresentato dalla sramatura e dall’abbattimento, contraddistinti dalla velocità. Entriamo infine in un futuro in cui trionfano tecnologia e sicurezza, accompagnati da motoseghe sempre più potenti e innovative e dall’abbigliamento antinfortunistico che garantisce la massima protezione». Promosso dall'Associazione Amici Boscaioli d'Italia, il campionato ha avuto inizio il 7 maggio a Feruccia (PT) e si concluderà il 22 ottobre a Ricco' Di Serramazzoni (MO), non prima di aver toccato 20 località italiane.
GIARDINA, LA VETRINA SVIZZERA PER I GIARDINIERI Si è tenuta a marzo, a Zurigo, Giardina, la spettacolare esposizione dei trend e dei prodotti più accattivanti per vivere il giardino. In imponenti composizioni di 600 mq, rinomati giardinieri paesaggisti hanno presentato diverse interpretazioni su questo tema. Sono stati 270 gli espositori che, in collaborazione con i garden designer, hanno realizzato 22 composizioni. Uno sforzo ripagato dall’entusiasmo dei visitatori, che sono stati 65mila. L’evento è unico al mondo nel suo genere: giardini che di solito richiedono mesi di lavoro, nei padiglioni della Fiera di Zurigo vengono realizzati in nove giorni, grazie alle performance logistiche e progettuali di tutti gli operatori. L’edizione 2017 è stata all’insegna di una nuova naturalezza in giardino. Attraverso interventi strutturali, un’accurata scelta delle piante e l’impiego di materiali selezionati, i giardinieri paesaggisti hanno creato ameni giardini in grado di trasmettere benessere e una vera esperienza di contatto con la natura. Ad attendere i visitatori molteplici attuazioni dei grandi trend del giardinaggio in chiave architettonica o giocoso-selvaggia, con «biopool» dall’acqua praticamente potabile, un poetico giardino incantato o sotto forma di grande installazione multimediale da 600 mq. Le svariate interpretazioni dei migliori giardinieri paesaggisti svizzeri garantiscono abbondanti ispirazioni per il proprio giardino, la terrazza o il balcone. I giardini allestiti sono oggetto di un concorso, che quest’anno ha visto fra i vincitori un italiano, Leonardo Magatti, nella sezione “Idee Giardini”. Magatti ha vinto il primo premio con il progetto “Gartenspiel” insieme a Giannini Graniti, una cava di granito ticinese, e Patrick Schättin, che si occupa di costruzione e manutenzione di aree verdi. La 20esima edizione di Giardina avrà luogo dal 14 al 18 marzo 2018.
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STRATEGIA POLITICA PER IL FLOROVIVAISMO
Il presidente di Assofloro Lombardia, Nada Forbici, ha ricevuto l’incarico come Consulente del Presidente della VI Commissione permanente Finanze all’interno della Consulta degli Esperti della Camera dei Deputati. Il Florovivaismo finalmente ha l’opportunità di far sentire la propria voce e contribuire allo sviluppo e alla concretizzazione di progetti, cui sta lavorando da anni, a favore del verde e, di conseguenza, dell’ambiente, della salute pubblica, del clima, del patrimonio immobiliare, della qualità della vita. Il presidente della Commissione Finanze della Camera, Maurizio Bernardo, ha istituito una Consulta di Esperti, coinvolgendo alcuni rappresentanti del mondo delle associazioni, delle professioni, delle università e delle imprese. «La Consulta di Esperti – spiega in un comunicato l’onorevole Bernardo – che mi affianca nei lavori della Commissione, composta da presidenti di associazioni di categoria, ordini professionali, accademici e rappresentanti di enti no profit, già si riunisce da diversi mesi a Milano e Roma per elaborare proposte e progetti. A breve, il team terrà incontri pubblici per illustrare il lavoro svolto dalla società civile, nell’esclusivo interesse del Paese e di Milano, cuore economico e finanziario dell’Italia». Sono coinvolti i diversi comparti: finanza e fisco, formazione e lavoro, commercio e servizi, ricettività e turismo, welfare e sicurezza, sviluppo del territorio, ambiente e cultura, con un occhio attento al sociale. In base alle competenze sono stati creati sei macro gruppi il cui ruolo, all’interno della consulta, è supportare con competenza tecnica, ognuno per il proprio settore, il Presidente della Commissione Finanze della Camera affinché possa legiferare. Tra i progetti di legge all'esame della commissione c’è la Proposta di Legge Bernardo,Tentori e il DDL Susta: «Introduzione dell'articolo 16-ter del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione delle spese per interventi di 'sistemazione a verde' di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari private» (3787). «Questo progetto e l’ascolto riservato a chi è stato coinvolto sono un segnale chiaro della volontà di avvicinare ulteriormente la politica ai reali bisogni del mercato e del territorio. Le ricadute possono essere davvero importanti, come importante è il riconoscimento nei confronti del comparto florovivaistico e della nostra categoria», ha commentato Nada Forbici.
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NEWS | focus
Avanti tutta!
Demopark + demogolf è giunta alla decima edizione. Prendete nota: dall’11 al 13 giugno nel quartiere fieristico di Eisenach, in Germania Dieci candeline per una fiera non sono poche. È un numero di edizioni che consente da una parte di collezionare la giusta esperienza per offrire a visitatori ed espositori sempre di più, dall’altra di migliorarsi e guardare al futuro con rinnovato entusiasmo. A celebrare questo importante anniversario è la biennale Demopark + demogolf , che si svolgerà dall’11 al 13 giugno nel quartiere fieristico di Eisenach, nella regione della Turingia, nella Germania centrale. Promossa dall’associazione di produttori di macchine agricole, VDMA Agricultural Machinery Association, è una tra le più grandi fiere d’Europa dedicata alle innovazioni del settore della manutenzione del DEMOPARK + DEMOGOLF 2017 verde, in particolare 11-13 giugno, Eisenach (Germania) macchine e attrezzature www.demopark.de per il giardinaggio, la paesaggistica e la gestione delle aree verdi pubbliche: peculiarità principale dell’evento è proprio la possibilità di toccare con mano mezzi e apparecchi e provarli direttamente sul campo, nelle aree demo. E come sempre, saranno presenti i principali marchi del settore, che metteranno in mostra le ultime novità, stato dell’arte della tecnologia: motori elettrici, azionamenti ibridi, robotica e smart technologies, oltre a interessanti progetti con sistemi di telemetria, acquisizione digitale di dati operativi e monitoraggio di macchine tramite GPS. L’edizione 2017 inoltre vanta un programma ancora più ricco e articolato rispetto al passato: nell’ambito di Demopark Forum, in calendario il 13 giugno, è stato ampliato il numero delle conferenze, durante le quali, nel corso dell’intera giornata, rinomati esperti presenteranno soluzioni innovative. I temi saranno vari e spazieranno dalle attrezzature a batteria ai nuovi sistemi di gestione del verde per le municipalità.
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Tecnologie innovazione soluzioni
| rasaerba
I PLUS DI RASION /1 • I doppi coltelli per tagliare l’erba più finemente e ottimizzare i tempi di tosatura • Regolazione elettronica della velocità dei coltelli da 3.000 a 5.000 giri al minuto • Ingombro ridotto quando riposto. Il tosaerba può essere capovolto in piena sicurezza per pulire il carter • Posizione di trasporto con manubrio piegato
Ritorno al futuro La gamma Green di Pellenc è un concentrato di tecnologia. Vi presentiamo Rasion, l’ultimo nato. Alimentato da batterie agli ioni di litio, non inquina e lavora in silenzio di Nora Adamsberg
A
pprendere dall'esperienza per innovare di continuo. È il fil rouge che caratterizza il gruppo francese di dimensioni internazionali Pellenc. Basti dire che è stato il primo costruttore al mondo ad aver utilizzato la tecnologia agli ioni di litio negli elettroutensili portatili, e precursore con le forbici elettriche. Grazie al knowhow accumulato negli oltre 40 anni di lavoro nel settore agricolo, il marchio ha sviluppato la gamma Green, costituita da macchine e attrezzature a batteria pensate ad hoc dei giardinieri professionisti e dei manutentori del verde. I progettisti del Gruppo, nelle fasi di sviluppo della tecnologia, si sono posti l'obiettivo di ottenere un rapporto ottimale tra peso, potenza e autono-
mia, ideale per svolgere lavori intensivi. Il risultato? Una serie di prodotti studiati e costruiti per lavorare con vibrazioni e pesi ridotti al minimo, senza alcuna emissione di gas, nel totale rispetto e sicurezza dell’operatore e dell’ambiente. Macchine alimentate dalle batterie agli ioni di litio, in grado di garantire anche un'elevata ergonomia e comfort
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durante il lavoro. L’assenza di utilizzo di carburante, oltre a contribuire alla tutela dell'ambiente, assicura anche un costante risparmio economico, con un rientro dell’investimento iniziale in un arco di tempo ridotto.
BASIC, EASY O SMART?
L’ultimo nato in casa Pellenc, vero e proprio concentrato di innovazione e tecnologia applicata, è il rasaerba Rasion, disponibile in tre versioni: Basic, Easy e Smart. Il modello entry level della gamma, il Rasion Basic è a spinta, mentre sia la variante intermedia Easy, che quella top di gamma Smart, presentano il vantaggio di usufruire della trazione. Progettato e costruito per rispondere alle necessità dei professionisti più esigenti, Rasion Smart unisce
l’operatore, ma anche e soprattutto per il lavoro che va a svolgere, assicurando la possibilità di essere utilizzato in contesti come scuole, ospedali, strutture ricettive e ambienti urbani, dove vigono regole particolarmente restrittive in materia di inquinamento acustico. Da segnalare anche la potenza: il rasaserba Rasion infatti sfruttando l’alimentazione fornita dalle batterie Pellenc vanta una potenza massima di ben 1.100 W, riuscendo a lavorare senza problemi in presenza di ogni tipo di manto erboso.
AUTONOMO A LUNGO
Numerosi i plus della versione più evoluta, il Rasion Smart. Sulla parte frontale, per esempio, sono presenti due sensori ottici brevettati da Pellenc, che consentono di individuare l’altezza dell’erba in modo da ottimizzare automaticamente la velocità di rotazione delle lame riducendo l’assorbimento di energia dalla batteria. In questo modo, il Rasion Smart, alimentato da una batteria ULiB 1100, ha un’autonomia fino a 3.600 mq di lavoro. Sempre sulla parte anteriore, le ruote sono libere: grazie a questa peculiarità si evitano manovre superflue e il rasaerba può ruotare su se stesso (zero turn). Il piatto di taglio è di 60 cm con doppi coltelli sincronizzati, la cui velocità di rotazione può essere impostata sia in maniera automatica che manuale
I PLUS DI RASION /2 • Tramite schermo lcd, regolazione della velocità dei coltelli, delle cinque velocità di avanzamento (da 1 a 5 km/h) e dell’altezza di taglio (25/75 mm) • Zero turn, grazie ai due motori posteriori e alle ruote libere
L’ENTRY LEVEL... Modello
in sé tutte le caratteristiche tecniche brevettate da Pellenc sulle proprie gamme di rasaerba.
POTENZA SILENZIOSA
Entriamo nei dettagli. A una prima accensione, ciò che salta subito all'occhio (anzi all'orecchio!) è la silenziosità, un vantaggio notevole non solo per
Rasion Basic
Dimensioni totali aperto HxLxl
114x155x62 cm
Dimensioni totali chiuso HxLxl
60x88x62 cm
Larghezza di taglio
60 cm
Peso (con cesto e batteria)
28,5 kg
Peso (con cesto e senza batteria)
22,5 kg
Peso (senza cesto e senza batteria) Altezza di taglio (min/max), 6 posizioni Potenza max Velocità di rotazione coltello, 3 velocità
20 kg 25/75 mm 1.100 W da 3.000 a 5.000 giri/min
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| rasaerba
La gamma Green, composta da attrezzature per il giardinaggio e la manutenzione delle aree verdi alimentate dalle batterie agli ioni di litio Pellenc, è oggi completa. Oltre ai rasaerba Rasion, include le seguenti macchine: i tagliasiepi Helion 2, il sarchiatore Cultivion, la serie di decespugliatori Excelion, la linea di motoseghe Selion e, tra i nuovi nati, la spazzatrice Cleanion, il soffiatore Airion 2 e le forbici da potatura Prunion. Per le informazioni dettagliate su tutti i prodotti della gamma consultare il sito web www.pellencitalia.com.
(può variare da un minimo di 3.000 fino a un massimo di 5.000 giri al minuto) tramite un apposito display lcd posto sul manubrio monobraccio. Su quest'ultimo sono posti anche i comandi di regolazione di taglio, con sei posizioni di altezza, oltre che quelli di avanzamento (da 1 a 5 km/h) e di sterzata; ulteriore particolarità del manubrio, il fatto di essere studiato in maniera da garantire un facile accesso al cesto di raccolta da 70 litri. Nel caso in cui si volesse effettuare un taglio mulching
…E IL TOP DI GAMMA
invece, Pellenc mette a disposizione un kit specificamente dedicato.
PER GLI SPAZI VERDI
Modello
Rasion Smart
Dimensioni totali aperto HxLxl
114x155x62 cm
Dimensioni totali chiuso HxLxl
60x88x62 cm
Larghezza di taglio
60 cm
Peso (con cesto e batteria)
37,5 kg
Peso (con cesto e senza batteria)
31,5 kg
Peso (senza cesto e senza batteria) Altezza di taglio (min/max), 6 posizioni Potenza max Velocità di rotazione coltello, 3 velocità
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29 kg 25/75 mm 1.100 W da 3.000 a 5.000 giri/min
COMPATTO E LEGGERO
Altro vantaggio da sottolineare dell’intera gamma Rasion, è l'ingombro ridotto abbinato a un'elevata leggerezza. La macchina, infine, può sia essere posizionata in verticale per minimizzare lo spazio e agevolare la pulizia del piatto, sia essere trasportata con estrema semplicità grazie ai soli 30 kg di peso nel caso del modello Smart. Come tutte le attrezzature prodotte dal Gruppo anche Rasion utilizza gli innovativi motori Brushless by Pellenc progettati e realizzati con lo scopo di massimizzare il rendimento (fino al 93%) riducendo consumi e manutenzione. Infine, l’assenza di parti di usura e la mancanza di sfregamento, attrito o scintille, assicurano alla macchina maggiore longevità.
| multiuso
Guarda la Multitask MT30 al lavoro!
C
ompattezza, versatilità e robustezza. Questi i punti di forza della brevettata Multitask MT30 di IT Minigardener. Frutto di anni di ricerche e realizzata in stretta collaborazione con gli operatori del settore, è nata come tagliaerba frontale con aspirazione centrale e raccolta posteriore, evoluta poi in una macchina in grado di affrontare le applicazioni più varie: grazie agli attacchi rapidi idraulici e meccanici anteriori e posteriori, può essere equipaggiata con numerose attrezzature intercambiabili e quindi può realizzare tutti i lavori propri del giardinaggio professionale.
MULTITASK MT30 Motore
Kubota diesel, 3 cilindri, 29,7 cv
Peso a vuoto
998 kg
Velocità massima
12 km/h
Raggio di sterzata
69 cm
Capacità di sollevamento
450 kg
Portata idraulica attrezzature
45 l/min
POTENZA OVUNQUE
Multitask MT30, inoltre, con la sua larghezza di soli 93 cm riesce a passare nei punti più stretti, come i cancelli pedonali. La compattezza però non ne pregiudica la produttività anche su aree estese, per via del motore diesel Kubota da circa 30 cv, caratterizzato da una struttura metallica molto solida. Da mettere in evidenza anche la trazione integrale che, unita all'assale posteriore oscillante, permette alla macchina di affrontare agevolmente pendenze o ostacoli come marciapiedi e terreni sconnessi, fangosi o ghiacciati.
Multitasking nel dna Nato come tagliaerba frontale con raccolta posteriore, il nuovo modello di IT Minigardener, grazie alle numerose attrezzature disponibili, è in grado di affrontare le applicazioni più varie di Irene Nuvola N°002
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| decespugliatori
CI VUOLE
ORECCHIO... IN BREVE
• Silenzioso, ben quattro volte di più rispetto a una macchina a benzina • Batteria 36V PowerNow agli ioni di litio • Leggero ed ergonomico • Duplice funzione decespugliatore/ bordatore • Veloce caricamento del filo grazie al sistema di taglio Gator SpeedLoad • Il disco consente di dimezzare i costi del filo • Filo resistente e con una durata fino al doppio di uno standard
…Per sentire il silenzioso ST275-GSL, new entry della gamma Oregon Cordless Tool System con batteria 36V PowerNow agli ioni di litio. Distribuito in esclusiva da Sabart, è equipaggiato del sistema di taglio Gator SpeedLoad per un rapidissimo caricamento del filo di Viola Delfino
Q
uattro volte più silenzioso di una macchina a benzina. Basterebbe questa caratteristica per fare del nuovo decespugliatore ST275-GSL della gamma Oregon Cordless Tool System con batteria 36V PowerNow agli ioni di litio un prodotto di successo. Ma andiamo oltre.
DUE IN UNO
Distribuito in esclusiva da Sabart, come anticipato, l'ST275-GSL è equipaggiato della batteria 36V PowerNow agli ioni di litio: concepita con tecnologia Premium Cell, assicura elevate prestazioni, una potenza costante e una durata di lavoro prolungato; garantisce, inoltre, una totale assenza di emissioni e di effetto memoria. Il nuovo decespugliatore, inoltre, è leggero (4,3 kg) ed ergonomico. Grazie alla guida laterale flipdown, è una macchina 2-in-1 (decespugliatore/bordatore), ottimale per effettuare operazioni di taglio e di bordatura con precisione e potenza. GAMMA COMPLETA Il decespugliatore ST275-GSL va a completare l’offerta della gamma Oregon Cordless Tool System con batteria al litio 36V PowerNow, che comprende il rasaerba LM300, il soffiatore BL300, le motoseghe CS250 e CS300, il decespugliatore ST250, il tagliasiepi HT255, il potatore telescopico PS250 e il faro da lavoro WL275 a led 10 W.
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MEZZO SECOLO DI ESPERIENZA Una gamma prodotti di ben 56.000 referenze. Sono questi i numeri che può vantare Sabart, una delle principali realtà italiane nella distribuzione di ricambi e accessori per i settori forestale, giardinaggio, agricolo e antinfortunistica. Azienda del Gruppo Emak, è da oltre 50 anni sul mercato e da 40 è distributore esclusivo per l’Italia dei prodotti a marchio Oregon, specializzato nella produzione di catene da taglio, barre guida e accessori per motoseghe e macchine harvester.
Il nuovo Gator SpeedLoad di Oregon è il sistema di caricamento del filo sulla testina più rapido presente sul mercato: riduce l’intero procedimento da cinque minuti a pochi secondi.
BASTANO TRE MOSSE
Punto di forza della macchina è l’innovativo sistema di taglio Gator SpeedLoad di Oregon: il sistema, che include una testina e un disco di filo - come mette in evidenza Sabart - vanta il caricamento del filo più veloce sul mercato, riducendo l’intera operazione da cinque minuti a pochi secondi. In sostanza, bastano tre semplici mosse (apri la testina, inserisci il disco di filo e chiudi la testina) e in un istante si può proseguire con il lavoro. Vantaggi concreti? Si eliminano i tempi morti e si incrementa la produttività. Ogni disco rappresenta una carica completa, si può portare comodamente in tasca ed è maneggevole. Le sue dimensioni ridotte consentono di contenere lo spazio in magazzino ed è privo di imballaggio per un minore impatto ambientale. Il disco, trattato a caldo, consente di dimezzare i costi del filo, estremamente resistente e con una durata fino al doppio di un filo standard. Lo speciale profilo del filo con cinque bordi taglienti assicura un taglio netto e preciso.
Tutti i dettagli su Gator SpeedLoad di Oregon!
ST275-GSL Tensione nominale
36 V
Diametro di taglio
330 mm
Peso (con gruppo batterie) Velocità di taglio a vuoto Tipo batteria
4,3 kg 6.250 giri/min Ioni di litio, da 2,4 Ah a 6 Ah
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| strumenti
I PLUS • Può essere utilizzato automaticamente tramite la gestione programmata del sistema di irrigazione oppure manualmente • Di facile gestione • Confezionato in pratici kit pronti all’uso utilizzabili anche da personale non esperto • La praticità del sistema lo rende versatile per ogni situazione e luogo in ambito pubblico, privato, industriale e agroalimentare • È rispettoso dell’ambiente
S
iamo prossimi alla stagione estiva e il problema zanzare si fa sempre più imminente. A chi non è mai capitato di sentirsi chiedere dai clienti quale sia un rimedio per debellare i fastidiosi insetti? Sono certa si tratti di una domanda ricorrente. Ecco quindi una soluzione efficace da proporre alla vostra clientela. Soluzione che peraltro può contribuire a diversificare e incrementare il vostro business. È una novità, si chiama Filtrissimo e la sua commercializzazione è nella fase di lancio.
SEMPLICE E INTUITIVO
Filtrissimo nasce da un’idea, poi diventata un brevetto, sviluppata da uno staff di imprenditori provenienti da settori diversi, legati tra loro dall'esigenza di trovare una soluzione valida al disagio causato dalla difficile convivenza con le zanzare negli spazi aperti. L'innovazione del sistema, in realtà, sta nella sua semplicità. Il prodotto, infatti, unisce in sé l’irrigazione del giardino con la disinfestazione fai da te: strutturato in maniera intuitiva e alla portata di tutti, consente di mantenere costantemente sotto controllo la presenza delle zanzare.
La sua preparazione e il suo funzionamento sono particolarmente facili e agevoli: basta collegare al al rubinetto dell’acqua un filtro dentro il quale viene alloggiata una cartuccia pre-caricata in grado di diluire in maniera calibrata un’emulsione biocida o disabituante; quest'ultima è da irrorare manualmente o automaticamente tramite la gestione programmata del sistema di irrigazione. Tutto qui, il gioco è fatto. È semplice anche da spiegare ai clienti.
Mission
possible Una soluzione efficace contro il problema zanzare. Si chiama Filtrissimo, è immediato e facile da usare. Per avere una risposta pronta alle esigenze dei clienti. E per allargare il vostro business di Nora Adamsberg
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TRIS DI VERSIONI
Il prodotto è pensato sia per impianti interrati sia per impianti fuori terra, ed è disponibile in tre versioni: Pest, Rep e Fert. Filtrissimo Pest è un kit destinato a effettuare una disinfestazione fai da te del proprio spazio verde. Il prodotto biocida è registrato presso il Ministero della Salute ed è idoneo all’utilizzo domestico senza una specifica formazione. Viene emulsionato in bassa percentuale nella speciale cartuccia con l’acqua di irrigazione che la attraversa e quindi distribuito sul verde nebulizzandolo mentre si effet-
Consulta il manuale delle istruzioni
COME FUNZIONA? Ricapitoliamo: all’interno del filtro viene collocata la speciale cartuccia brevettata pre-caricata del prodotto da nebulizzare. Durante l’innaffiamento l’acqua passa attraverso la cartuccia, si carica di una percentuale di principio attivo concentrato ed eroga sul manto erboso e sui cespugli circostanti l’emulsione necessaria a controllare l’infestazione degli insetti indesiderati.
tua l’innaffiamento del prato, dei cespugli oppure delle siepi. Filtrissimo Rep presenta la caratteristica di creare una barriera naturale al profumo di rosmarino, particolarmente sgradita alle zanzare che tendono quindi ad allontanarsi dall’area. Filtrissimo Rep è un prodotto naturale innocuo verso gli insetti. Filtrissimo Fert, infine, è una soluzione interessante per integrare all'irrigazione la concimazione del terreno. Durante l’irrigazione viene rilasciata una quantità calibrata di prodotto fertilizzante che contribuirà a una crescita uniforme e rigogliosa del manto erboso.
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| materiali
Innovare la t Pur essendo ancorata alle radici artigiane, Bonfante rinnova di continuo l’offerta commerciale. E nel volgere lo sguardo al domani, investe sempre di più nei prati sintetici di Viola Delfino I VANTAGGI DEL MANTO SINTETICO • Adattabilità alle condizioni più varie • Piacevole presenza estetica • Assenza di fango e di polveri • Facile asciugatura dopo un acquazzone • Semplice e minima manutenzione
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radizione artigiana e innovazione tecnologica. Può sembrare una contraddizione? Non lo è nel caso di Bonfante, storico marchio specializzato nella produzione e nella vendita di complementi da giardino, arredi urbani e recinzioni modulari, tutti meticolosamente curati sia dal punto di vista tecnico sia sotto il profilo estetico. Prendiamo per esempio il prato sintetico, tra i prodotti di punta dell'azienda: la gamma si compone di nove tipologie studiate per i giardini e di due progettate appositamente per il golf. L'elevata qualità è garantita dall’utilizzo delle fibre più innovative, realizzate da aziende di prestigio europeo come Beaulieu International Group e Domenech Turfgrass.
AMICO DELL'AMBIENTE
Uno dei plus del prato sintetico firmato Bonfante è il fondo in poliuretano che, non essendo soggetto a particolari dilatazioni termiche, come avviene nei supporti tradizionali in latex, conferisce al prodotto un'elevata stabilità. Questo materiale, inoltre, rende il prato riciclabile al 100%. Vi chiederete, e la manutenzione? Si consiglia di rastrellare l’eventuale
LARGO ALLA FANTASIA Tra le altre gamme presenti nel catalogo Bonfante segnaliamo gli elementi per la progettazione e manutenzione di parchi e giardini della Linea Decor. Le materie prime usate per la loro realizzazione sono conformi agli standard di sicurezza e in linea con le norme ambientali europee e tutti i prodotti sono totalmente riciclabili. L’installazione, inoltre, si rivela di facile intuizione, così progettisti e giardinieri possono realizzare lavori unici e originali con materiali naturali, tra i quali granulati di marmo, cortecce, lapillo, pomice, ecc. Tra l’altro, in caso di smantellamento, tutti gli elementi possono essere riutilizzati.
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radizione
Qui trovi tutti i dettagli! materiale organico depositatosi e periodicamente lavare con getto d’acqua a media pressione; non utilizzate prodotti chimici o detersivi.
FORMAZIONE PER POSATORI
Bonfante, dopo un decennio di distribuzione in Italia del prato sintetico con fondo in poliuretano a marchio Turfgrass, in collaborazione con Beaulieu International Group ha deciso di attuare un percorso di formazione per gli operatori, al fine di porsi sul mercato con un prodotto di alta gamma e un servizio di posa a regola d’arte, organizzando corsi teorici e pratici. Tutte le informazioni sui corsi e sulle modalità per diventare partner certificato e posatore autorizzato Bonfante sul sito web www.bonfantegiardini.it.
IL VALORE DEL MADE IN ITALY Nata nel 1952 e presente in Italia con oltre 1.500 punti di distribuzione dei propri prodotti, Bonfante è da sempre caratterizzata dalla sapiente maestria artigianale tramandata dal fondatore, unita alla tecnologia degli impianti di produzione. L’ambizioso obiettivo aziendale, infatti, è quello di diffondere l’alta qualità della produzione italiana, conservare le più antiche tecniche di lavorazione artigianale volgendo sempre lo sguardo al futuro per anticipare le tendenze di mercato e fornire soluzioni innovative. E per raggiungerlo, ogni singola fase del processo produttivo è costantemente monitorato.
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| motori
I MOTORI GX IN BREVE • Potenze da 5 a 12 cavalli nominali • Valvole in testa (tecnologia OHV) • Non soffrono le pendenze elevate • Tre anni di garanzia • Consumi di carburante tra i più bassi della categoria, a favore dell’ambiente e dei costi di esercizio
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arlare di numeri non è né poetico, né letterario, ma serve a sintetizzare al massimo un concetto: sono ben 17.000 i monoasse che ogni anno vengono prodotti dal Gruppo BCS nello stabilimento di Abbiategrasso (MI) e, tra questi, circa la metà sono motocoltivatori. Segreto del successo, il contenuto altamente tecnologico, dato anche dalla scelta dell'unità motrice. È in questa direzione che si colloca la partnership avviata nel 1997 con Honda: i monoasse BCS, infatti, montano motori per uso professionale Honda GX, con valvole in testa (tecnologia OHV). La gamma spazia dai GX200 ai GX390, con potenza da 5 a 12 cavalli nominali.
AL PASSO COI TEMPI
I motori serie GX sono riconosciuti dal mercato come affidabili e performanti e permettono al costruttore di offrire prodotti professionali in grado di soddisfare appieno le necessità dell'utilizzatore finale, anche laddove si richiede un utilizzo della macchina ad alte pendenze: a tal riguardo ricordiamo i motori serie QH B2 (denominati Alps da BCS), specifici per applicazioni su pendenze elevate, sviluppati da Honda proprio su input di BCS. Tra i principali punti di forza, i consumi di carburante tra i più bassi della categoria e la tecnologia OHV, che permette di avere prestazioni del motore durature nel tempo e consente di aggiornare i propulsori stessi rendendoli sempre confacenti alle nuove normative sulle emissioni inquinanti, così come accadrà per l'Euro V (in vigore dal primo gennaio 2019). Non dimentichiamo, infine, i tre anni di garanzia riconosciuti ai motori Honda serie GX e le capillari rete service di BCS e Honda, per un’assistenza post vendita efficiente e di alto livello.
Patto di
ferro
La solida e duratura partnership tra BCS e Honda continua a portare risultati positivi. Un esempio? I motocoltivatori sono azionati dai motori serie GX che, grazie alle valvole in testa, possono essere aggiornati in base alle normative ambientali. Prossima frontiera, gli Euro V di Irene Nuvola
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BATTERY POWER. MADE BY STIHL. Superare ogni sfida.
Leggera, silenziosa e potente. La nostra nuova linea a batteria STIHL COMPACT garantisce affidabilitĂ e maneggevolezza quando si tratta di prendersi cura del vostro giardino, non importa quanto sia impegnativa la sfida.
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GESTIONE | formazione
IDEA RAZIONALE
disegni di Franca Deghi
Per questo giardino sono state preferite superfici e linee squadrate, tutto all’insegna di una visione geometrica e ordinata dello spazio. Un giardino veramente essenziale, nelle forme e nella manutenzione. Spazi completamente vivibili, razionali e senza fronzoli. Per chi ama andare dritto allo scopo, giardino sì, ma da abitare.
CARATTERISTICHE • Visione geometrica • Spazi razionali • Manutenzione essenziale
LE PIANTE 1. Sedum spectabile 2. Punica granatum Nana 3. Hosta fortunei Aureo Marginata 4. Astilbe - Sedum - Lytrum 5. Pinus pinea 6a. Lavanda hidcote 6b. Helichrysum angustifolium 6c. Leucothoe scarlette 7. Thuya occidentalis 8. Potentilla fructicosa 9. Ajuga reptans 10. Arenaria 11. Caryopteris x Clandonensis 12. Coreopsis
A ciascuno il suo
giardino
Consigli utili per suggerire ai vostri clienti la soluzione ideale per il proprio spazio verde. Forme, linee e colori per disegni originali e unici. Per accontentare tutti 42
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LE PIANTE Ajuga reptans Rhododendron Gleditsia triacanthos Lavandula angustifolia 5. Arbusti a fiore 6. Camellia japonica 7. Mahonia aquifolium 8. Olea europea 9. Viburnum tinus 10. Prunus lusitanica 11. Pieris japonica 12. Cortaderia sellowiana 13. Ilex aquifoliul Variegatum 14. Hosta fortunei Aureo Marginata 15. Osmanthus aquifolium 16. Ilex aquifolium Variegatum 17. Plumbago 18. Elaeagnus pungens Maculata Aurea 1. 2. 3. 4.
SCELTA ROMANTICA
Il sentiero in tondi di legno che guida nell’angolo più riservato del giardino, sottolinea l’aspetto quasi fiabesco che pervade questa idea di spazio verde. Lo specchio d’acqua artificiale che riflette forme e colori, incorniciato da aiuole, rievoca vecchi stagni di campagna ove la calura estiva è mitigata dalla viva freschezza delle acque.
CARATTERISTICHE • Colori tenui • Spazi morbidi • Utilizzo di specchi d’acqua
CARATTERISTICHE • Canoni tradizionali • Utilizzo di aromi e profumi • Abbondanza di fioriture
LE PIANTE 1. Buxus Pumila 2. Thuya Orientalis 3. Mentha 3a. Santolina 3b. Erba cipollina 3c. Issopo 3d. Stachys 3e. Santoreggia 3f. Salvia rossa 3g. Salvia ycterina 3h. Lavanda 3i. Timo 3j. Melissa 4. Wisteria floribunda 5. Ortaggi in varietà o piccoli frutti 6. Potentilla, Aquilegia, Saponaria 7. Rose a cespuglio in varietà
CANONI TRADIZIONALI
Aiuole ridondanti di rose dalle variopinte fioriture, alternate ad aiuole di aromi e profumi sono l’elemento principe di questo giardino. Per chi ama fare del verde uno degli aspetti importanti della propria vita. L’orto, concepito secondo i canoni più tradizionali di coltivazione, fornisce un risultato in sintonia con le esigenze di vita naturale. N°004
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GESTIONE | formazione
RICCO E SELVAGGIO
Nel pieno rispetto dello stile della campagna inglese, aiuole a bordo misto, con piante perenni, stagionali e arbusti. Un giardino molto ricco che esalta la vitalità e il desiderio di immergersi nel verde. La panca in legno sotto la betulla dall’ombra leggera è un angolo dove sostare dopo aver assaporato la fragranza e i colori del giardino.
LE PIANTE 1. Alchemilla mollis 2. Thuya orientalis Pyramidalis 3. Astilbe sinensis 4. Bergenia cordifolia 5. Plumbago 6. Acer Palmatum Atroporpurea 7. Laurus cerasus 8. Heuchera 9. Thuya orientalis Pyramidalis Aurea 10. Salvia 11. Achillea filipendulina 12. Pulmonaria “Pink Down” 13. Astilbe sinensis
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CARATTERISTICHE • Ricco di elementi • Utilizzo di piante sempreverdi • Linee semplici
CARATTERISTICHE • Molto ricco • Aiuole a bordo misto • Utilizzo di piante perenni
PER TUTTO L’ANNO
LE PIANTE Alchemilla mollis Skimmia japonica Astilbe sinensis Mahonia japonica Pulmonaria officinalis 6. Hypericum patulum Hidcote 7. Mahonia aquifolium 8. Betula alba 9. Spiraea x Bumalda 10. Phyllostachis (Bambù) 11. Thuya orientalis Pyramidalis 12. Photinia Red Robin 13. Viburnum tinus 14. Bergenia cordifolia 15. Weigelia 16. Sasa pumil 17. Hosta 18. Philadelphus 1. 2. 3. 4. 5.
Aiuole essenziali e allo stesso tempo complete, che alternano piante fiorite a piante sempreverdi. Un giardino che vive per l’intero anno, semplice eppure ricco di tanti elementi. Un piccolo recipiente per osservare, dalla panchina sotto l’acero, i volatili all’abbeverata. Uno spazio semplice, ma molto vivibile.
SENTIERI FRANCESCANI
Il sentiero in pietra immerso nell’erba, naturale unione tra il vivente e il non vivente: sentiero che conduce al di là dei confini del giardino attraverso l’immaginazione. L’inserimento di un acquaio in pietra o in cotto utilizzato come abbeveratoio è sicuramente un elemento di completamento per un giardino di tipo contemplativo.
LE PIANTE 1. Bellis, Aubretia, Phlox 2. Alyssum, Dianthus, Arabis rosa 3. Gypsophila, Iberis, Campanula 4. Armeria, Plumbago, Iberis semperflorens 5. Calicanthus praecox 6. Forsythia 7. Prunus 8. Siringa x Persica 9. Rhododendron mollis 10. Rosa in varietà 11. Spiraea x bumalda 12. Potentilla fructicosa 13. Caryopteris x clandonensis 14. Desmodium penduliflorum 15. Prunus subirtella “Autumnalis” 16. Ilex aquifolium 17. Acer saccharinum Asplenifolia 18. Thuya plicata Atrovirens
CARATTERISTICHE • Utilizzo dei colori • Movimento nelle linee • Utilizzo di piante perenni
CARATTERISTICHE • Utilizzo della pietra • Richiamo contemplativo • Disegno minimalista
LE PIANTE 1. Salix babilonica 2. Laurus cerasus 3. Hedera helix Souvenir De Marengo
FUTURISTA E MAI UGUALE
La sequenza delle fioriture che ogni mese si alterna, crea un effetto di movimento. Un giardino mai uguale, vivace e dalle forme essenziali, in un continuo susseguirsi di colori. L’aiuola delle perenni divise nelle quattro stagioni simboleggia il tempo che scorre anche nel giardino.
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GESTIONE | soluzioni
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endii e tappeti erbosi sono una delle principali bellezze del giardino, scriveva, già nel 1700 Dezallier d’Argenuille, paesaggista francese allievo di Le Notre. In effetti il prato è sempre un elemento di grande valore decorativo che completa e perfeziona quasi ogni contesto. Un bel prato valorizza e tende a unire le varie componenti del giardino (vegetali e materiali) fondendole in un insieme unico e armonioso. Ma la valorizzazione paesaggistica è solo uno dei ruoli che il prato mette in campo, poiché un’analisi più estesa e completa ci consente di affermare che il prato ha una serie infinita di ruoli, tutti benefici per l’ambiente e la sua protezione, per la salute dell’uomo e per il benessere che ci trasmette calpestandolo. In effetti, da oltre dieci secoli, l’uomo coltiva il prato per migliorare il contesto in cui vive. E oggi, numerose ricerche scientifiche dimostrano che a livello ambientale ed ecologico, il prato gioca un ruolo fondamentale grazie alle sue qualità funzionali, ricreative ed estetiche. Ne abbiamo trovate ben 12, eccole qui di seguito.
QUALITÀ FUNZIONALI
Protezione del suolo dall’erosione. Il controllo dell’erosione è una delle proprietà che il prato riesce a esprimere efficacemente grazie alla sinergia tra la densità/massa fogliare e la massa radicale. Queste parti del manto erboso consentono di stabilizzare i suoli e di rallentare il flusso e il ruscellamento dell’acqua. Misurazioni eseguite in occasione di fenomeni erosivi accorsi durante una pioggia battente di 76 mm in 30 minuti hanno dimostrato che su una superficie coperta da tappeto erboso l’erosione variava da 10 a 60 kg di sedimenti/ha, mentre su suolo nudo l’erosione si elevava a 223 kg di sedimenti/ha. Filtro naturale. La pioggia che cade su un prato passa attraverso il feltro, ossia uno strato di materia organica composta da un mix di foglie morte, radici e residui vegetali posizionati appena sotto la superficie del tappeto erboso. Questa componente organica stratificata possiede un’elevata capacità di assorbimento nei confronti di numerosi elementi chimici, limitando-
Il prato, vero
polmone v Non ha solo un valore estetico. Il tappeto erboso ha una serie infinita di ruoli, tutti positivi. Riassumiamo 12 sue qualità fondamentali, e vi diamo qualche consiglio tecnico sulla scelta dei miscugli di Camillo De Beni
MANTO CON CULTIVAR SELEZIONATE
ne la migrazione nelle falde freatiche. In più, nel feltro trovano dimora molti batteri benefici che si nutrono di diverse sostanze chimiche (degradandole e trasformandole). Tale attività riduce la presenza e la dannosa persistenza nell’ambiente di molte sostanze inquinanti. In effetti le acque di scolo provenienti dalle superfici impermeabili negli ambienti urbani veicolano numerosi inquinanti, come Palladio (Pd), Cadmio (Cd), Rame (Cu) e Zinco (Zn), così come idrocarburi, grassi, olii, solventi, ecc... Le aree inerbite manifestano la capacità di filtrare e trasformare questo genere di inquinanti.
erde
Catalizzatore del calore. La temperatura ambiente in presenza di agglomerati urbani può essere di 5-7°C superiore rispetto a quella in ambienti rurali. L’impatto refrigerante generato per effetto della traspirazione del prato naturale e delle piante consente un risparmio energetico nella climatizzazione degli ambienti urbani. In una giornata calda d’estate un terreno inerbito risulta essere di oltre 10°C meno caldo dell’asfalto e di 4,5 °C meno caldo delle aiuole.
• Rapido accrescimento e insediamento • Costante colorazione verde intensa, brillante e naturale • Buona resistenza alle malattie fungine, all’usura e al calpestio • Tessitura adeguata (intesa come finezza di foglia) • Rapida capacità di ripresa vegetativa in primavera e di una accelerata capacità di recupero da eventuali danni • Buona qualità estetica e ridotta tendenza a fiorire durante l’intero anno
Limitatore dell’inquinamento acustico. Diversi studi hanno dimostrato che il prato naturale assorbe i suoni violenti molto meglio delle superfici dure quali asfalto, ghiaia o suolo nudo. Questo effetto positivo si
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GESTIONE | soluzioni
topi si riduce. Questi animali prediligono infatti habitat con erba alta e arbusti poiché più consoni alle loro esigenze e più idonei per rifugiarsi.
QUALITÀ RICREATIVE
Equilibrio psicologico. Il ruolo della natura inteso come parco, area boscata o prato naturale si dimostra essenziale nel promuovere stabilità e armonia sociale, migliorando la qualità della vita delle persone all’interno di contesti urbani. Il prato naturale può essere considerato come un “centro benessere” e possiede virtù che agiscono sulla psiche dell’uomo, riducendo gli stati d’ansia e attenuando i fattori di stress. Salute. La manutenzione e la cura del prato sono attività e hobby che, attraverso l’esercizio fisico, producono benefici per il corpo e per la mente. Sicurezza. L’elasticità e la consistenza di un tappeto erboso naturale consente di utilizzare in modo sicuro tale superficie per
ottimizza integrando l’azione del prato con quello di arbusti e alberi. Controllo dell’inquinamento atmosferico. Il prato naturale assorbe CO₂ e, grazie alla fotosintesi, libera ossigeno nell’atmosfera. È possibile stimare che un prato naturale di 230 mq possa liberare una quantità sufficiente di ossigeno per sopperire al fabbisogno di una famiglia di quattro persone. Il prato, come le piante ornamentali, contribuisce a ridurre la concentrazione del gas a effetto serra. Il prato naturale capta la CO₂ dall’atmosfera e la immagazzina nel suolo attraverso il suo complesso sistema radicale. Si calcola che un ettaro (10.000 mq) di tappeto erboso riesca a captare la produzione di CO₂ di circa 30 autovetture (6,5 a 8,5 ton/anno). Deterrente per insetti molestatori e roditori. In presenza di prati naturali mantenuti ben rasati ad altezze di taglio medio-basse è dimostrato che la popolazione di zanzare, acari e
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numerose attività fisiche (corsa, football, rugby, ecc...). La durezza può essere misurata (martello di Clegg), modificata e gestita con semplici attività di manutenzione (es. interventi meccanici: bucature, verti-drain, ecc...). Piacere fisico. La sensazione naturale di morbidezza e di fresco che un tappeto erboso manifesta calpestandolo e il colore verde del prato, sono garanzia di un ambiente piacevole, rilassante e confortevole. Diverse ricerche hanno dimostrato l’esistenza di un collegamento tra tappeti erbosi e benessere psico-fisico.
QUALITÀ ESTETICHE
Valorizzazione delle infrastrutture. L’assenza di tappeti erbosi tra le vie di quartieri, abitazioni, scuole ed edifici rende meno armonioso il loro aspetto. Al contrario, la presenza di prati e di connessioni erbose, armonizza e fonde i vari elementi, valorizzandone l’insieme.
Valorizzazione di alberi e arbusti. Il prato naturale, verde, omogeneo e uniforme, risalta i volumi delle piante, degli arbusti e degli elementi architettonici, permettendo di apprezzarne pienamente i loro cromatismi.
ACCORGIMENTI TECNICI BASILARI Il primo passo nella realizzazione di un tappeto erboso consiste nell’analisi dettagliata del contesto in cui si deve procedere. Il prato, sia esso a uso ornamentale, sportivo o estensivo, va visto come un sistema complesso, articolato e condizionato da molteplici fattori. Clima, tipo di terreno, destinazione d’uso e livello manutentivo (budget) previsto, costituiscono gli elementi base da analizzare prima di optare per una o per l’altra specie erbosa da insediare e per uno o l’altro piano biotecnico di manutenzione da adottare. Di seguito, si rende indispensabile la conoscenza tecnica e operativa delle pratiche manutentive, siano esse meccaniche (taglio, arieggiatura, bucatura, sabbiatura, trasemina, irrigazione, ecc...), chimiche (diserbo, trattamenti fitosanitari, ecc...) o biologiche. Queste, se adottate correttamente nei tempi e nella frequenza, possono decretare il successo del manto erboso nel tempo. Relativamente all’impianto è oggi possibile disporre di varietà di specie erbose altamente selezionate, studiate e testate da laboratori specializzati, che consentono di creare manti erbosi di alta qualità, rispondendo alle più diverse esigenze. Quindi, una volta a conoscenza delle condizioni climatiche, pedologiche e di utenza del sito, fondamentale sarà scegliere la corretta miscela di specie erbose. Per i nostri areali, al Nord Italia, il suggerimento sarà allora di orientarsi verso miscele di Loietto perenne e Poa pratensis nel caso di prati calpestati, soleggiati o ad uso sportivo, verso miscele di Loietto perenne, Poa pratensis e Festuca rubra nel caso di prati ornamentali di pregio, parchi, zone esposte al sole, verso miscele ricche di Festuca rubra nel caso di prati di pregio da realizzare in siti relativamente ombreggiati, e verso miscele di Festuca arundinacea e Poa pratensis, nel caso si intenda dare vita a tappeti erbosi rustici, in condizioni ambientali un po’ avverse con prerogative di una manutenzione meno raffinata, con elevati rischi di carenze idriche. Si tratterà allora di saper scegliere il miglior connubio di specie erbose, premettendo che tante volte si assiste a inevitabili fallimenti proprio per l’erronea scelta del miscuglio o per la volontà di voler risparmiare sul miscuglio stesso. È vero che le cultivar selezionate di ultima generazione tendono ad avere un costo nettamente superiore rispetto alle vecchie cultivar tradizionali, ma è anche vero che l’incidenza del costo del seme risulta comunque sempre esiguo rispetto al costo totale d’impianto di un nuovo tappeto erboso. E allora, nella scelta del miscuglio da seminare, il miglior suggerimento è: scegliete sempre quanto di meglio è disponibile sul mercato, poiché una volta seminato non sarà più possibile, o sarà comunque assai difficoltoso, introdurre variazioni della composizione floristica del manto erboso. N°004
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GESTIONE | tendenze
TUTTI PAZZI PER I BULBI Lo sapevate che nel 1637 un solo bulbo di Semper Augustus valeva quanto una casa lussuosa ad Amsterdam? Le bulbose erano e sono una mania, capitolo epocale della storia del giardino. Non stupitevi quindi se i vostri clienti ve le chiedono sempre testo e foto di Anna Piussi
Un’esplosione di Narcissus, immortalata durante l’edizione 2016 del celebre evento inglese Chelsea Flower Show.
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gni primavera mi confronto con i bulbi in giardino. Da gennaio spingono, per fine febbraio emergono sempre più visibili, varietà e numeri incalcolabili di bulbi, principalmente Narcissus, che per marzo sprono e rimprovero a ritmi alterni. Quando pensi di fiorire? Non dirmi che anche quest’anno farai solo foglie e niente fiori, vien via! Ma tu, non dovevi essere un Narcissus tazzetta piccolo e profumato, come mai sei diventato un Trombon d’oro cascone? Ai bulbi mi lega non solo la necessità di colore e profumo alla fine dell’inverno, ma la storia del giardino, perché ne sono un capitolo epocale. Nell'eterna gara a chi piscia più lontano che sembra far parte del DNA umano, i bulbi hanno avuto un ruolo importantissimo. Prima della Porsche, dell’iPhone in oro zecchino, dello yacht con gli interni in pelle di canguro, lo status symbol per i veri ricchi era una collezione di “cipolle”. Sì, in Italia quello era il nome dato alla collezione di bulbi non solo inappetibili, ma cosi cari che con uno solo ti compravi un campo di cipolle vere e il contadino per starci dietro.
DAL '500 È TULIPOMANIA
La mia è una collezione mista comprata a Istanbul e Amsterdam, un'eco della rivoluzione nei giardini europei cominciata a metà '500, quando sono arrivati dai Paesi dell’Est i primi bulbi, come Narcissus e Tulipani, originari della Turchia e Iran. Coltivati già da tempo nei giardini persiani e turchi, questi bulbi vengono commerciati e ulteriormente ibridizzati da mercanti, principalmente olandesi, portando alla famosa Tulipomania, un evento che tuttora affascina storici ed economisti, e fa rabbrividire vivaisti. Intorno al 1630, in Olanda, crebbe l’infatuazione per i tulipani, particolarmente quelli screziati, variegati, sfrangiati, di una complessità barocca amata dai pittori dell’epoca. I bulbi raggiunsero prezzi straordinari, in una bolla speculativa di mercato che coinvolse dal piccolo al grande investitore, con un commercio sfrenato non solo di bulbi esistenti, ma di quelli ancora da produrre - un mercato di futures pericolosissimo. Nel gennaio del 1637 un solo bulbo di Semper Augustus valeva quanto una casa lussuosa ad Amsterdam, o l’equivalente di 36 anni
vatici (Allium viminalis e.a.) fioriscono a primavera fra il bianco e il rosa, con un fiore dal profumo dolce e forte, nuvole negli oliveti. Inconfondibile perché lo stelo ha invece il classico odore agliaceo. Nelle bordure è un infestante che passo il tempo a levare, ma gli Allium decorativi, dall’enorme Allium cristophii al più piccolo e naturale Allium sphaerocephalon, ci stanno benissimo.
di paga di un artigiano specializzato. Le screziature sono però prodotte dal virus del mosaico, che alla lunga indebolisce le piante, o le elimina del tutto, facendo fuori i campi già venduti e mai emersi di bulbi. Da un giorno all’altro è scoppiata la bolla, e per febbraio 1637 lo stesso bulbo di tulipano che costava quanto una casa, valeva meno di una cipolla perché non era commestibile, un crollo di mercato che segnò l’Olanda.
DALL'ESOTICO AL LOCALE
Di tulipani nel mio giardino non se ne parla nemmeno, li ho piantati una volta e mai più rivisti, fortunatamente perché nel mio paesaggio non c’entrano nulla. Chi prolifera sono i Narcissus, ricordo dei miei viaggi, ma non dissimili da quelli spontanei nelle nostre colline. Dall’esotico al locale: se certi bulbi sono diventati celebri e famosi per la loro provenienza esotica, non scordiamoci la bellezza di tante altre piante bulbose autoctone. Nei campi c’è una enorme varietà di Allium, la famiglia dell’aglio e della cipolla: Aglietto, porraccio, aglio selvatico, gli Allium sel-
COME I GATTI RANDAGI
Quanti fiori negli oliveti a primavera! Principalmente bulbi, che fanno in tempo a fiorire e vegetare entro la fine di maggio, prima che il terreno si indurisca nella siccità estiva, e che sopportano arature o fresature periodiche. Gli oliveti si riempiono, oltre che di Allium, di Ornithogalum umbellatum e Ornithogalum narbonense. Il nome comune per questi bulbi dalle alte infiorescenze bianche è “Latte di gallina” - che già li rende irresistibili - ma sono anche noti come “Stella di Betlemme” per la forma a stella del fiore: il primo forma una specie di ombrello di fiorellini, il secondo più una punta,
Uno scorcio dei Giardini Segreti di Villa Borghese a Roma, uno scrigno prezioso in cui i bulbi la fanno da padroni.
IL CONSIGLIO PRATICO Gli Ornithogalum umbellatum e gli Ornithogalum narbonense (“Latte di gallina” e “Stella di Betlemme”) possono essere coltivati in giardino se si tiene presente cosa è il loro habitat naturale, ovvero la capacità di crescere nonostante la forte competizione dell’erba circostante. Quindi si possono lasciare prosperare allo stesso modo dei Narcissus, nella mezz’ombra di un albero deciduo, o in pieno campo, dove si può aspettare che siano sfioriti per poter falciare. N°004
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GESTIONE | tendenze
Portati in giardino si comportano come quei gatti randagi secchi secchi che adotti per pietà; si fanno abbastanza i fatti loro, ma diventano grassi e miti. Nel giro di un paio d’anni, la manciata di gladioli raccolta si è allargata, moltiplicandosi in maniera impressionante, e la foglia è passata dall’essere una lunga lama sottile, uno stiletto di neanche un centimetro, a una buon coltello da cucina larga tre centimetri. Crescendo senza la competizione dell’erba alla base, sia pure in una bordura secca, i gladioli fanno una fontana di fiori rigogliosa magenta, un colore anarchico in giardino.
IN BARBA AL NOME
Un’altra prospettiva dei Giardini Segreti di Villa Borghese.
ma entrambi sono bellissimi, visibili da lontano per il bianco puro dei fiori e le foglie verde fresco. Anche il gladiolo selvatico, o Gladiolus commmunis ssp. byzantinus, sopporta il regime punitivo degli oliveti, e lancia spire di infiorescenze colore magenta a maggio. Prolifera negli oliveti ma l’effetto è sporadico, se ne vedono esemplari di tanto in tanto, mai gruppi folti. Una loro caratteristica, che deve garantirne la sopravvivenza, è di avere le orecchie, e delle punte di trapano invece di radici. Giuro che scavano quando ti sentono avvicinare. Ti ci vuole una vanga per arrivare a fondo di una pianta, perché lo stelo sottile può continuare un bel po’ sottoterra prima di arrivare al bulbo. Non sono esattamente bulbi, ma piccoli cormi dalla scorza scura e dura.
IL MIGLIORE ESEMPIO IN ITALIA Nel primo Seicento i pittori furono servi, ritrattisti, di questi status symbol dei ricchi. Non c’era giardino ricercato che non avesse una collezione di bulbi - i quadri permettevano di ammirare per tutto l’anno il breve evento della loro fioritura stagionale. I Giardini Segreti di Villa Borghese, a Roma, ne sono forse il miglior esempio in Italia. Dietro alte ringhiere, che hanno sostituito i muri originali, vi sono due giardini composti di aiuole simmetriche, frammentate in sezioni più piccole come tessere di mosaico, per la preziosa collezione di “cipolle” dei principi Borghese. Cancelli imponenti, un’enorme voliera affrescata, che una volta ospitava una collezione di uccelli esotici, danno accesso a questo gioiello botanico. Nell’era dell’aereo, dell’esotico a portata di mano, nei Giardini Segreti di Villa Borghese si può ancora rivivere l’emozione di contemplare un fiore scovato in un remoto altopiano della Turchia, racchiuso in uno scrigno in cui il mecenate raccoglie esempi della flora e fauna da tutti gli angoli del mondo conosciuto.
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Non esiste solo la primavera per bulbi e cormi, all’altro estremo dell’anno esplodono le Nerine. Nome strano per un bulbo che fa un fiore spietatamente rosa, ma lo fa quando proprio ce n’è bisogno, all’inizio dell’inverno. Le Nerine sono piante da sole e secco, quindi sono ricercatissime in Inghilterra dove queste condizioni non ci sono, e i giardinieri creano complesse architetture di roccia e terra sabbiosa per ricreare le condizioni drenate ideali. Quando fioriscono, a novembre, gli inglesi ne sono giustamente orgogliosi perché, nel paesaggio di foglie cadute e cieli sempre più grigi, sembra un miracolo questa grande stella rosa acceso, che dura quasi un mese sullo stelo. Qui, stranamente, ne ho visti pochi nei giardini, forse perché la natura umana ci porta a rincorrere il difficile: al Nord è il caldo secco, qui è il fresco umido, quindi ci si svena per l’illusione di un pratino all’inglese. Le Nerine crescono bene su muri a secco, lungo sentieri, nel ghiaino, insomma tutti i posti dove puoi lasciarli a vegetare durante l’estate, quando fanno cespi di lunghe foglie verde scure, per poi fiorire ad autunno inoltrato. Non essendo una amante del rosa shocking, mi sono avvicinata alla specie solo quando sono emerse cultivar nei toni del rosso, ma devo dire che lo spettacolo di queste stelle colorate, così a lungo, nel cuore di novembre, mi ha fatto perdonare anche le loro sfumature più confettose. Si apre adesso un capitolo interessante con le Amarine, un ibrido fra Amaryllis e Nerine, nato per il mercato del fiore reciso per cui è particolarmente adatto con lo stelo lungo e la capacita di durare a lungo in vaso, ma ideale per il clima mediterraneo, visto che vuole sole e secco, e per giardinieri come me, perché vuole solo essere lasciato in pace.
GESTIONE | progettazione
P
er realizzare un giardino serve un vero progetto? Questa una delle classiche domande che un cliente non abituale pone agli addetti ai lavori nel momento in cui si trova a dover scegliere delle piante per il suo giardino. Ebbene sì, rispondiamo noi con forza e decisione. Il progetto è uno strumento di comunicazione diretta tra esecutore e committente, sia in termini di design, che di budget. E far comprendere al cliente che anche un piccolo giardino necessita di progettazione non è per nulla semplice. Infatti, in molti descriverebbero il proprio spazio verde come limitato o di dimensioni modeste, ritenendo che questi siano gli aggettivi più fedeli alla propria realtà. Ma si tratta di termini relativi. Un giardino di 100 metri quadrati lo giudicheremmo piccolo in confronto ai grandi parchi cittadini, ma enorme se paragonato a un terrazzo di sei metri per cinque. Nelle città le aree verdi non sono solo ridotte, ma anche con scarsa privacy, per il posizionamento ravvicinato dei palazzi. Si tratta di ambienti difficili che occorre progettare con cura per ottenere luoghi interessanti, riservati e soprattutto rilassanti.
La planimetria del progetto evidenzia tutte le scelte progettuali effettuate, dalle aiuole agli elementi architettonici.
FLESSIBILITÀ PROGETTUALE
Avere un piccolo giardino significa sfruttare al massimo ogni spazio; per il paesaggista vuol dire
IN BREVE • Per la costruzione di un piccolo giardino bisogna sfruttare al massimo gli spazi • Elevata cura del dettaglio nella progettazione di piccoli spazi • Necessaria un’adeguata elasticità nella fase progettuale
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Piccolo è
bello
La soluzione ottimale quando vi chiedono di progettare giardini in spazi ristretti? Meno piante in numero e varietà, ma valorizzate al massimo. Oltre a una cura meticolosa dei dettagli. Per ambienti originali ed eleganti di Alessandro Zannoni
Il giardino in fase di cantiere, durante i lavori.
avere un’elevata cura del dettaglio e flessibilità progettuale per far coesistere in piccole realtà piante ed elementi d’arredo. Per evitare un sovraffollamento di componenti, bisogna effettuare delle scelte, limitare le opzioni e dare delle priorità. Questa regola si applica non solo agli arredi, ai materiali o all’uso di sculture, ma anche alle specie di piante che definiranno l’atmosfera, il fascino e il carattere del giardino. Negli ultimi anni, l’approccio sull’utilizzo delle piante è cambiato radicalmente, passando dalla scelta di molte specie di piante, a una selezione più limitata (sia nel numero che nelle varietà), in cui le specie scelte vengono valorizzate al massimo all’interno di uno spazio verde. Un approccio misurato che offre ambienti più eleganti. Lo sforzo maggiore sta nel recupero delle specie che determineranno il carattere del giardino. L’uso della consociazione - permettere cioè a
piante diverse di crescere in modo collaborativo nello stesso spazio - consente di arricchire l’impianto, evitando allo stesso tempo effetti confusi o soffocanti.
GIOCHI DI COLORE
Qualora il colore fosse un elemento di cui non si può fare a meno, allora le scelte progettuali devono essere orientate su una vegetazione perenne di base, esaltandola con fioriture stagionali. Combinando colori vivaci e dinamici su uno sfondo neutro e permanente, si riesce a modificare l’atmosfera del giardino. Un aspetto importante da far prendere in considerazione per la scelta delle piante è l’esigenza climatica delle diverse specie: l’individuazione di un corretto habitat che rispetti le necessità delle piante e che ne favorisca un corretto sviluppo e un risultato estetico migliore. N°004
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GESTIONE | progettazione
• Creare pareti divisorie o recinzioni ricoperte con
rampicanti non dà una chiara percezione dei confini • Posizionando le piante con il fogliame più grande in primo piano e quelle più piccole sullo sfondo, consente di dare profondità allo spazio • L’inserimento di sedute e panchine creeranno zone relax per sentirsi tutt’uno con il giardino.
Sopra. Forme e linee regolari mettono in risalto piante e gli elementi architettonici. A lato. Particolare attenzione è stata riservata alla scelta dell’illuminazione.
QUESTIONE DI COERENZA
Una buona progettazione sta alla base di ogni giardino riuscito, quale che sia lo spazio verde dei sogni dei vostri clienti, tradizionale o moderno, rigoglioso o essenziale. E un attento studio paesaggistico può fornirvi l’ispirazione che state cercando.
La progettazione di un giardino è anche questione di coerenza, di struttura, organizzazione e leggibilità visiva: di seguito alcuni consigli su scelte che potrebbero fare la differenza. • Utilizzare un unico materiale per vasi e contenitori • Pavimentazione semplice: uno o due materiali al massimo per creare uno sfondo in grado di mettere in risalto i cromatismi delle piante • Uno sfondo scuro permetterà di mettere in risalto maggiormente il colore verde delle foglie e dare un’illusione di un giardino più grande
LA TENDENZA • Scelta più limitata nel numero di piante e varietà • Specie varietali valorizzate al massimo • Realizzazione di ambienti più eleganti • Sfondi progettati con elementi scuri mettendo in risalto i cromatismi delle piante
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Il particolare delle sezioni mette in risalto la scelta dei vasi e dei contenitori.
SCOPERTE | sementi
Meno esigenti,
più generosi I miscugli Barenbrug col marchio di qualità Green Earth hanno bisogno di meno acqua, meno concime, meno trattamenti e meno tagli. A voi i dettagli tecnici di Viola Delfino
G
estire i tappeti erbosi in modo ecologico ed economico. Con l'introduzione del marchio di qualità Green Earth, Barenbrug si è posta questo obiettivo. Come? Identificando le varietà e i miscugli in grado di apportare un importante contributo alla gestione sostenibile e duratura del tappeto erboso, utilizzando quindi in modo intelligente le caratteristiche delle diverse specie e varietà di graminacee. Per esempio la Festuca arundinacea è apprezzata per la sua rusticità e resistenza rispetto ad altre specie, mentre varietà di Poa pratensis come Barimpala garantiscono maggiore sostenibilità ecologica e minori consumi idrici rispetto ad altre varietà della stessa specie.
DIFFERENZE SOSTANZIALI
Per beneficiare del marchio di qualità Green Earth i miscugli, testati da centri di ricerca indipendenti nazionali e internazionali, devono soddisfare quattro livelli di richieste concrete: minore richiesta di acqua; minore richiesta di concimi; minore richiesta di trattamenti; minore frequenza di taglio. Meno acqua: questi miscugli permettono risparmi idrici notevoli rispetto a miscugli tradizionali. In particolare si segnala la composizione Green Earth
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PIÙ DI UN SECOLO DI INNOVAZIONE Ricerca, selezione e produzione di sementi graminacee per tappeto erboso e altre colture foraggere. Dal 1904 sono queste le specializzazioni dell’olandese Royal Barenbrug Group, nel nostro Paese rappresentata dalla filiale Barenbrug Italia. Con un fatturato annuo superiore a 210 milioni di euro e 29 filiali in 19 Paesi di sei continenti, è uno dei principali produttori del settore. Il successo riscontrato sul mercato è frutto di diversi fattori: in primis, la stretta collaborazione con università e importanti istituti di ricerca, finalizzata a una continua innovazione.
Water Saver, con la quale, durante la manutenzione estiva, si possono ottenere risparmi d’acqua del 40-70% rispetto ai sistemi convenzionali. Il principale merito in tal senso spetta alla presenza della varietà di Poa pratensis “Barimpala”. Meno concime: alcuni miscugli assicurano uguali performance anche con fabbisogni nutrizionali inferiori. Studi indipendenti condotti presso l’istituto STRI di Bingley, nel Regno Unito, indicano che la percentuale di Festuca rubra in un prato mantenuto a un livello di concimazione standard è inferiore rispetto a un prato mantenuto a un li-
vello di concimazione ridotta. I dati indicano che con una ridotta concimazione la percentuale di Festuca rubra è più costante, anche dopo due anni di analisi; con una concimazione più abbondante, la percentuale di festuca è ridotta della metà. Si può concludere che, riducendo l’apporto di concime da 120 a 60 kg/ha/anno, la qualità del tappeto erboso si mantiene sui livelli desiderati. Lo studio ha anche dimostrato che in questo caso, lo sviluppo di Poa annua si riduce in maniera significativa. Si osserva anche un grande differenza tra i Loietti: i primi risultati di uno studio recente circa gli effetti della riduzione dell’apporto di azoto sulle prestazioni di varietà sportive sono molto promettenti e modificano la vecchia idea che il Loietto sia sempre un grande consumatore di azoto.
RESISTENZA INCREMENTATA
Meno trattamenti: l’uso di miscugli costituiti dalle varietà più resistenti alle malattie permette di realizzare risparmi significativi nell’uso di fungicidi, incrementando in contemporanea la qualità e la sostenibilità del prato. Il programma di selezione genetica di Barenbrug ricerca caratteristiche varietali come la resistenza al Filo rosso, al Dollar spot e al Fusarium. Sempre secondo i dati analizzati, la resistenza alle malattie dei prodotti Green Earth è superiore del 35% a quella dei prodotti convenzionali.
Meno tagli, che si traduce poi in una gestione più sostenibile del tappeto erboso. Barenbrug ha investito molto nella ricerca relativa alla produzione di biomassa delle graminacee: è stato subito evidente che, non solo tra le specie, ma anche tra le varietà, c’erano forti differenze relativamente a questo parametro. Per quanto riguarda il loietto perenne (Lolium perenne), le differenze sono molto importanti. Relativamente alla produzione complessiva, le antiche varietà per prati sportivi producono molto di più rispetto alle nuove varietà caratterizzate da foglia più fine, con differenze che possono superare anche il 30%. Sono state riscontrate notevoli differenze di crescita pure tra le varietà di Poa pratensis: anche in questo caso le varietà a foglia fine hanno una crescita più lenta rispetto a quelle a foglia più larga. PRATO FIORITO Negli ultimi anni è sempre più frequente l’esigenza di creare non solo prati verdi, ma anche superfici con essenze fiorite. Soprattutto lungo le strade e nelle aree industriali, dove ci si pone l’obiettivo di creare macchie di colore, favorire la biodiversità e, nel contempo, ridurre i costi di manutenzione. A tal proposito, Barenbrug ha acquisito esperienza nella miscelazione di specie da fiore: ha messo a punto diversi miscugli per offrire il mix ottimale per ogni situazione specifica. E in caso di particolari necessità ambientali o tecniche, l’azienda è in grado di studiare miscugli ad hoc.
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SCOPERTE | vegetali
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on è una novità e sul mercato conosce alti e bassi. Ma la Portulaca domina l'estate italiana degli ultimi 40 anni, ancor prima della moda del Delosperma o della tradizione delle dipladenie. Segreto del suo successo: la sua estrema facilità di coltura in vaso, in basket e in aiuola, la vivacità dei colori, l'adattabilità al caldo e la bassa manutenzione. Si tratta, infatti, di una pianta semi-succulenta dalle foglie e fusti carnosi e con numerosissimi fiori che si aprono solo in condizioni di buona luminosità. Tra le novità, le meraviglie sfornate negli ultimi anni da Lazzeri, sia a fiore semplice di colore puro che bicolore, con fiori più grandi e piante più resistenti. Eccovi i dettagli: la Portulaca Duna Volcano, la Double Duna Magenta e la Duna Yellow Star.
Mix Duna Double Red, Fire e Yellow
Un mix esplosivo la selezione Duna a fiore doppio.
PLUS • Facilità di coltura in vaso e in aiuola • Vivacità dei colori • Resistente al caldo e al secco • Bassa manutenzione
Estiva per
vocazione Regina della bella stagione negli ultimi 40 anni, la Portulaca riscuote un sicuro successo anche tra i clienti dal pollice nero. Il suo segreto? La semplicità di Matteo Ragni
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Cercis ‘Carolina Sweetheart’
CAPACE DI
INCURIOSIRE Il Cercis è un alberello dalla fioritura accattivante e dalle tonalità brillanti. A voi le ultime tendenze, varietà interessanti in grado di conquistare chi vuole stupire di Matteo Ragni
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PLUS
on è più solo l'albero di Giuda, oggi il Cercis con le nuove varietà diventa un alberello di moda. Negli Stati Uniti si assiste a veri e propri cicli di selezione e ibridazione, dove il carattere della specie siliquastrum lascia spazio a nuove caratteristiche. E abbiamo così Cercis belli anche per il fogliame. Eccovi una breve panoramica delle ultime tendenze. Partiamo dalle varietà ‘Carolina Sweetheart’, con foglie variegate e fiori rosa brillante: interessante la colorazione del fogliame, sia perché c'è una grande diversità di colore, sia perché le foglie compaiono dopo che i fiori sono caduti. Proseguiamo con il ‘Vanilla Twist’, alberello a portamento pendulo fratello a fiore bianco del Lavander Twist, e con l'Alley Cat, selezione americana dalla variegatura stabile, con foglie medio-grandi cuoriforme. Finiamo con l'esplosione di colore del Cercis ‘The Rising Sun’, varietà molto bella per il colore delle giovani foglie che si aprono giallo rosa, per maturare in un bel bronzo ramato per poi sfumare pian piano nel verde.
• La capacità di fare tendenza delle nuove varietà • Cura semplice • Fiori e foglie dai colori vivaci
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PLUS • Petali arancione chiaro con un cuore più scuro, aranciogiallo. • Buona capacità di emettere ramificazioni secondarie • Fioritura molto precoce e continua
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na varietà sorprendente, in grado di catturare l'attenzione con forza. La novità per l'estate 2017 è promossa da Suntory Flowers Europe e si chiama Sundaville® Apricot. Da quando Suntory ha introdotto il marchio Sundaville®, l’evoluzione nel mondo della Mandevilla o Dipladenia è più rapida, e il nuovo passo è sicuramente questa varietà. Così la gamma Sundaville® Classic si arricchisce quest’anno di un nuovo colore, bellissimo e brillante, quello di Sundaville® Apricot, Apricot in inglese significa “albicocca”, e in effetti questa Sundaville
ha un colore arancione chiaro che ricorda proprio quello dell'albicocca. La pianta presenta le stesse caratteristiche distintive di tutta la famiglia delle varietà di Sundaville® della gamma Classic. I fiori sono molto grandi, all’incirca hanno un diametro di nove centimetri, con petali arancione chiaro con un cuore più scuro, arancio-giallo. Ha una buona capacità di emettere ramificazioni secondarie, che portano nuovi fiori, ha fioritura molto precoce, e fiorisce ininterrottamente. Il nostro consiglio? Per le piante di Sundaville® Apricot le migliori condizioni di coltivazione in vasi da 15 o da 17, con supporto.
PER UN VERDE COLOR
ALBICOCCA
Novità assoluta 2017 è Sundaville® Apricot. È perfetta per l’estate, i suoi grandi fiori illumineranno terrazzi e giardini per tutta la stagione. Da consigliare! di Alessandro Coraggio
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IL PRONTUARIO
Il sopralluogo
punto per punto Fondamentale per realizzare un progetto realistico e per stilare il preventivo, utile per non incorrere in inconvenienti nella fase successiva, durante i lavori. Ecco cosa considerare
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a progettazione è estremamente importante per un giardiniere ed è alla base del suo lavoro. Richiede una capacità creativa e un’abilità specifica. Un buon progetto permetterà la realizzazione di un buon giardino non solo dal punto di vista estetico, ma soprattutto funzionale e di completamento dell’abitazione. Generalmente il progetto viene elaborato a seguito di un sopralluogo attento e preciso e rappresentato da un disegno in pianta e da tavole prospettiche (oggi più semplici da realizzare grazie a software sempre più sofisticati). Una buona analisi della situazione in sede di sopralluogo riduce per l’azienda il rischio di “sorprese” in corso d’opera e sorprese future che potrebbero essere molto costose; una buona analisi quindi significa anche un maggior profitto, con una riduzione nella perdita delle piante e una maggiore soddisfazione per l’azienda e per il cliente.
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OSSERVAZIONE MINUZIOSA
opo aver preso contatto con il cliente, ponendo tutte le domande necessarie e analizzando attentamente il sito ove dovrà essere realizzato il giardino, si potranno formulare una serie di considerazioni, che non possono prescindere da questi passaggi. 1. Avere ben presente la destinazione d’uso dell’area: - Giardino privato - Parco giochi - Giardino condominiale di città - Terrazzo 2. Individuazione della zona critica di appartenenza. Questa ci indicherà le temperature medie estive e invernali, nonché i limiti geografici, le precipitazioni e la flora tipica. N°004
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IL PRONTUARIO
Durante l’esecuzione del sopralluogo è necessario rilevare alcuni aspetti importanti relativi all’ambientazione:
• La posizione degli edifici: per poter determinare le zone d’ombra che deviano il flusso delle correnti d’aria. • Il colore della casa, utile per posizionare fioriture che dovranno armonizzarsi con essa. • La direzione dei venti ed il percorso del sole. • Studiare il sorgere e il tramonto del sole, in funzione delle stagioni. • Le pendenze e/o i rilievi del terreno. • L’ambiente circostante: osservare cosa valorizzare e cosa nascondere (costruzioni, strade, parcheggi, viste panoramiche e così via). • Le strutture secondarie: perché siano armonizzate tra loro e con il giardino (entrata auto e pedoni, viale d’ingresso, elementi architettonici, e così via). • L’eventuale vegetazione esistente sia nel giardino che nei giardini circostanti, per avere un’idea della natura del luogo.
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OCCHIO A COSA C’È SOTTO
ltri passaggi importanti sono quelli che determinano le condizioni dell’area su cui è richiesto il nostro intervento. Questa fase è quella che più propriamente eviterà brutte sorprese durante i lavori e che permette di stilare un preventivo che tenga conto di tutto. 1. Rilevare la necessità di riempimenti e/o sbancamenti del terreno. 2. Rilevare la presenza di reti idriche, elettriche, fognarie, del gas, pozzetti di ispezione. 3. Rilevare le aperture della casa sul giardino onde evitare di ostacolarne la visuale. 4. Saggiare il terreno, per valutarne la struttura. Se necessario far eseguire un'analisi del terreno per essere in grado di scegliere le piante più adatte o di apportare le giuste correzioni al suolo. 5. Verificare la capacità drenante del terreno, o dopo una pioggia, o bagnando abbondantemente il suolo. 6. Nel caso fosse necessario, scattare delle fotografie dei punti più interessanti o per i quali si esegue
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un particolare intervento: ciò consentirà di non scordare nulla. 7. È molto importante annotare tutte le osservazioni del cliente sia sulle caratteristiche attuali del giardino, sia sulle esigenze del futuro giardino: dove desidera la zona di relax, di gioco per i bambini, il recinto del cane, fino al tipo di piante e i colori che preferisce. Dopo aver raccolto questi dati, le informazioni sono sufficienti per poter iniziare la fase di progettazione. Vantaggi • Costi più elastici • Maggiore competitività • Risparmio di tempo • Uguale affidabilità • Immagine
INTERNA O ESTERNA?
È
necessario che la progettazione si faccia in azienda? No, no lo è! Per la grande azienda che ha disponibilità di risorse umane e di mezzi, la progettazione può essere interna e con persona dedicata che sappia utilizzare un sistema Cad o gli attuali sofisticati software che consentono di realizzare progetti molto strutturati, capaci di fornire al cliente una realistica presentazione del futuro giardino. Al contrario, per le aziende di piccole e medie dimensioni, strutturarsi al proprio interno con una progettazione informatizzata o anche semplicemente una progettazione classica, non ha senso. Proprio in virtù della loro snellezza strutturale, è bene decentrino la competenza a progettisti esterni, scelti per conoscenza, capacità tecniche e possibilità di dialogo, e che possano fornire nei tempi richiesti un progetto completo. In questo modo si sposta un costo fisso a costo variabile, migliorandone la gestione.
Svantaggi • Reperibilità del progettista • Capacità di dialogo e comprensione con lui • Capacità di concretizzare il sopralluogo effettuato in un progetto
CONSIGLI
Accorgimenti utili Alcuni suggerimenti per operare al meglio in condizioni particolari. Considerando anche la casa del vostro cliente
1
GIARDINO TROPPO SCOSCESO
2
GIARDINO TROPPO LARGO IN FACCIATA
3
GIARDINO LUNGO E STRETTO
4
ABITAZIONE ALTA E STRETTA
5
ABITAZIONE PICCOLA/INSIGNIFICANTE DAL PUNTO DI VISTA ARCHITETTONICO
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COLORI A CONTRASTO
Per attenuare la pendenza piantare piante alte alla base degradando via via le altezze mentre si sale verso il bordo oppure, se i costi lo consentono, prevedere la realizzazione di terrazzamenti.
Occorre creare delle linee che attirino l’occhio in due o tre punti per far apparire il giardino meno largo. Questo tipo di giardino manca di profondità, occorre quindi creare verso il fondo due o tre strati di vegetazione con dimensioni e colori diversi in modo di dare l’idea di una maggiore estensione.
Per farlo apparire più largo create delle piantagioni trasversali. Tutte le linee della lunghezza vanno attenuate il più possibile, anche attraverso dei camminamenti sinusoidali, per dare l’idea dell’estensione.
Introdurre alberi a forma globosa di media altezza. Piante tappezzanti e piante rampicanti a ridosso della casa ne accentueranno la larghezza.
Immergetela nel verde.
Se la casa è di colore scuro, in mattoni o pietra, usare piante con una dominanza a fogliame chiaro, bianco o dorato, e viceversa.
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TERRENO COLLINARE
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TERRENO PIANEGGIANTE
Effettuare una piantumazione su più livelli.
Inserire piante allineate in modo che si riesca a rompere la profondità del terreno.
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