ANNO XI | NUMERO 7 | LUGLIO 2019 | www.fsitaliane.it
PER CHI AMA VIAGGIARE
LAURA&BIAGIO STADI 2019
DA BARI ALL'ELBA DELIZIE E TUFFI NEL BLU
MITICO DOMINGO UNA STELLA NELL'ARENA
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© jozefmicic - © iamchamp - stock.adobe.com di acquisto del biglietto rispetto alla partenza deltreno. Fino alla partenza del treno prenotato, è possibile richiedere il cambio della data o dell’ora di partenza con la medesima categoria di treno o tipologia di servizio acquistato, pagando la differenza rispetto al prezzo Base disponibile. La CartaFRECCIA del viaggiatore dovrà essere esibita a bordo treno, unitamente a un documento di riconoscimento. L’offerta non è cumulabile con altre riduzioni. Maggiori informazioni su trenitalia.com.
MEDIALOGANDO
© Paolo Verzone
DONNA MODERNA TRA INFORMAZIONE ED EMPOWERMENT LA DIRETTRICE ANNALISA MONFREDA RACCONTA IL GIORNALE, AL CENTRO DI UN SISTEMA DI EVENTI E INCONTRI CON LA PROPRIA COMMUNITY di Marco Mancini
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onna Moderna ha compiuto 30 anni nel 2018. È il settimanale femminile più letto in Italia. Abbiamo incontrato la sua direttrice, Annalisa Monfreda (che dirige altri due femminili molto popolari come Starbene e Tu Style), ad apertura di un numero de La Freccia che, fin dalla copertina, parlerà molto di coppie: nello spettacolo, nell’arte, nella vita. Perché la dialettica femminile-maschile è la chiave di interpretazione di tante vicende umane, da quelle psicologiche, che riguardano l’intimo di ciascuno di noi, fino a quelle sociali e storiche. L’evoluzione del ruolo della donna nella coppia, e nel nostro Occidente, è causa-effetto di profonde e, per lo più positive, trasformazioni culturali e socio-economiche. Dai dati che ho il 93% dei vostri lettori è donna, sul web sono due su tre. Che significa scrivere per le donne? La rivista è nata quando le donne iniziavano a emanciparsi dalla famiglia di provenienza per entrare nel mondo del lavoro, e volevano tenersi tutto. Avevano bisogno di consigli per affrontare questa sfida, che interrompeva anche la tradizionale trasmissione di conoscenze madre-figlia riguardo a tante esperienze domestiche. Così, all’inizio il giornale era un ibrido. Da una parte ti diceva come fare il curriculum perfetto, dall’altra come svolgere al meglio le faccende di casa. Fu subito un successo con un boom di vendite, un milione e 200mila copie, a dimostrazione che rispondeva a domande reali. E oggi? Con il passare del tempo quello specifico bisogno è cambiato completamente perché, per le donne, è diventato più normale lavorare, anche se parliamo sempre del 48% delle italiane. Ma, soprattutto, è stato l’avvento del web a sconvolgere tutto. Perché in rete quando si cerca un’informazione la si trova con facilità e velocemente. Donna Moderna l’ha capito, è sul web da 15 anni e oggi vanta 13 milioni di utenti unici al mese, una potenza! Online si trova la risposta a ogni domanda, certo, bisogna 2
però capire se le risposte sono davvero giuste… Quello che facevamo noi sulla carta, con l’autorevolezza conquistata, sul web diventava di una forza pazzesca, perché a domanda, rispondevi. Puntualmente. E sulla carta? Ci siamo riposizionati in un modo completamente diverso: la donna oggi non ha bisogno di sapere come fare le cose, ma di sapere che certe cose le può fare. L’abbiamo spinta ad allargare i suoi orizzonti, e a guardare oltre: «Non soltanto puoi lavorare, ma puoi anche ambire a diventare capo della tua azienda». Obiettivo ambizioso. Con quali strumenti? In due modi. Il primo, attraverso gli esempi: apriamo sempre ogni numero con la storia di una donna normalissima che ha raggiunto risultati particolarmente interessanti. Quella, per noi, è la donna moderna della settimana. Il secondo è portare le nostre lettrici a fare le cose con noi. Abbiamo costruito un sistema, che non è più carta, articolato sul territorio con eventi e incontri. Il giornale evolve, si trasforma in un ecosistema. Mettiamo insieme le community delle nostre lettrici, le facciamo conoscere tra di loro, ma io, Donna Moderna, sono insieme a loro. Perché, come giornale, non ho più soltanto il compito di informare, che pure resta un obiettivo fondamentale. Nel nostro caso, visto che siamo un femminile e le donne vivono un momento particolare, dobbiamo avere un ruolo nel cambiamento sociale in atto, compiendo azioni concrete. Puoi farci qualche esempio? Abbiamo lanciato un movimento che si chiama Donne come noi ed è legato proprio alle storie che aprono, da almeno 15 anni, ogni nostro numero. Un centinaio di quelle storie le abbiamo raccolte, con lo stesso titolo, in un libro edito lo scorso anno da Sperling & Kupfer, dal quale abbiamo poi tratto un bellissimo spettacolo teatrale, scritto da Emanuela Giordano e Giulia Minoli, con Tosca come protagonista. Siamo andati in scena a Milano, Roma, Torino, riempiendo i teatri e raggiungendo migliaia di italiani. Teatri che non vogliamo puzzino di naftalina, ma tornino a essere piazze dove la gente s’incontra
e, condividendo delle emozioni, cominci ad avere degli scambi. Un teatro sociale, con spettacoli che, se possibile, offriamo gratis o a prezzi pressoché simbolici, per ampliare il più possibile la platea. Succede tutto a teatro? No, abbiamo creato una versione breve dello spettacolo da portare nelle aziende, negli auditorium, nelle scuole. L’effetto sul pubblico è pazzesco, perché esci dallo spettacolo estremamente motivato. Noi vi associamo un momento di formazione, che utilizza sempre il linguaggio del teatro, l’improvvisazione, e serve a trasmettere alle donne alcuni strumenti importanti come la capacità di fare rete, che storicamente nessuno ci ha insegnato, e la capacità di credere in sé stesse, l’autostima. Il laboratorio teatrale ti porta a ragionare su come mettere in atto tutto ciò nella tua vita e quindi ottenere un risultato di empowerment. Perché con le aziende? Perché le aziende sono i luoghi dove avviene il vero cambiamento, dove si anticipano spesso le normative e legislazioni nazionali. Ci rivolgiamo anche alle amministrazioni pubbliche, che sono però generalmente meno reattive. Come vedi evolversi il ruolo della donna e cosa manca per una definitiva emancipazione? Intanto sono abbastanza ottimista, riconosco la progressiva conquista di maggior spazio da parte delle donne, favorito con decisione dall’introduzione delle quote rosa. Certo, i dati asso-
luti sono ancora modesti, ma il trend è positivo. A questo punto c’è bisogno di un salto di qualità nelle politiche per la donna che rifugga dall’idea della wonder woman che deve conciliare tutto. E lo dice una che di questo mito è stata un po’ testimonial. Perché quand’eri incinta sei stata promossa direttrice, e avevi già una figlia… Ecco, lì ho sottolineato la lungimiranza di un uomo che mi ha offerto quel ruolo nonostante io stessa considerassi la mia situazione un ostacolo. Ma la vera chiave di volta sta nel fatto che un uomo possa e debba assumersi la responsabilità totalmente paritaria dell’atto di generare i figli. Se viene divisa in due, entrambi possiamo permetterci un certo tipo di lavoro. Invece, sembra che le politiche sociali debbano rendere le donne delle wonder woman, capaci di conciliare vita privata, maternità, famiglia e lavoro. Anche lo smart working è una gabbia, una falsa soluzione. Invece? Occorrono politiche che aiutino l’uomo ad acquisire consapevolezza del suo ruolo, a prendere un super congedo di paternità e maggiori responsabilità nella conduzione quotidiana della famiglia, senza che ciò gli procuri problemi in azienda. Ed è soltanto questo che permetterà alle donne di fare i successivi passi, non il fatto di ammazzarci di lavoro o di sentirci in colpa se non riusciamo a fare tutto. Sentimento che non appartiene alla narrazione del maschio.
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MEDIALOGANDO Empowerment ed emancipazione passano anche dallo sport. Ho letto che create community con la corsa, con le runner. Sì, un’altra iniziativa di successo che si chiama Corri con noi: abbiamo gruppi di corsa in nove città italiane, da Torino a Palermo, alcuni con oltre 200 iscritti, lì dove gruppi sportivi consolidati riunivano 50 donne. Siamo riusciti a intercettare persone che non si sentivano a proprio agio per andare a correre da sole o con altri gruppi. Offriamo un programma di miglioramento personalizzato, un coach anche per chi cammina soltanto e un obiettivo finale, una gara in Marocco. Le lettere che ricevo ogni settimana da queste donne sono incredibili, tutte raccontano il timore iniziale, la soddisfazione per i risultati, la gioia per l’attesa. Io rispondo a tutte. Questo dialogo con le tue lettrici credo sia fondamentale. Un grande impegno e una bella fatica, ma ben spesi. Abbiamo anche una newsletter giornaliera, con 130mila iscritte, si chiama Un caffè con Donna Moderna. La inviamo ogni mattina alle 7 selezionando le tre notizie più interessanti di politica, economia, attualità. Cerchiamo di rendere chiaro quel che è complesso, ciò che i quotidiani danno per scontato sia compreso dai loro lettori. Trattiamo soprattutto questioni economiche, perché la donna è il motore decisionale dell’economia familiare. Insomma, un giornalismo con una funzione quasi didascalica. Utilissimo in questa epoca di esperti improvvisati o interessati. Posso farti un altro esempio. In occasione delle elezioni europee, quando ci siamo resi conto che il dibattito in Italia non toccava i punti salienti, abbiamo dedicato otto puntate, due pagine a settimana per due mesi, a uno speciale Noi e l’Europa interamente scritto da donne. Abbiamo spiegato prima quali idee dell’Europa erano in ballo, poi cosa aveva fatto l’Europa per le donne e per l’economia italiana. Abbiamo cercato di smontare alcune false credenze e di riportare al centro dell’attenzione il vero tema in gioco. C’è sempre il timore nel lettore che i media abbiano altri fini, il giornalismo sia schierato, parte integrante di quell’establishment a cui si addebitano un po’ tutti i mali. Da qui disaffezione e ricerca di verità altrove… Noi abbiamo un’altra storia, non siamo accomunati a quel tipo di informazione, i nostri lettori si fidano di noi. Certo, godendo di quella fiducia, potrei cavalcare il pensiero della maggior parte di loro, oppure evitare di affrontare argomenti scomodi o divisivi, per non perderne qualcuno. È un rischio che abbiamo gestito nell’affrontare temi delicati come quello dell’immigrazione e della sicurezza. E come? Non presentandoci come giornale di élite, che si pone su un piedistallo e giudica. Il nostro atteggiamento è: «Ti ascolto lettore e cerco di capire da dove nasce il senso di insicurezza che tu provi». E da dove nasce? Da una politica che non ha mai gestito bene la questione dei migranti e non ha fatto mai abbastanza perché non fossero percepiti come una minaccia. La sensazione di insicurezza non è mai stata presa sul serio. Sebbene sia reale e diffusa, nonostante le statistiche dicano che siamo un Paese sicuro. Quindi? 4
Le nostre lettrici, quando le mie parole contraddicono le loro convinzioni, si arrabbiano tantissimo (la sua espressione è ben più colorita, ndr), ci scrivono, ma questo non le fa allontanare dal giornale. Noi non facciamo marcia indietro, però cerchiamo di capire, ci mettiamo in ascolto e dialoghiamo con loro. Altre ci ringraziano perché continuiamo a portare avanti determinate idee anche in un periodo in cui non sono molto popolari. In queste pagine interpello spesso i miei interlocutori sul futuro dei media cartacei. Siamo molto interessati all’argomento tanto che, qualche tempo fa, abbiamo commissionato una ricerca, a uso interno. È emerso che molti lettori sentono il bisogno di uscire dal sovraccarico di stimoli prodotto dal mondo social e dal web e cominciano a non fidarsi più di niente. Pare che nella carta i lettori cerchino un angolo di quiete e autorevolezza. È un’occasione da cogliere offrendo un’informazione che crei fiducia. Perché accada occorre che, se e quando hai sbagliato, tu lo ammetta, chiedendo scusa al lettore. Cosa che nessun giornale in Italia fa. È un rapporto di fiducia che per noi è stato facile conquistare, perché abbiamo una storia diversa dai quotidiani, non siamo assoggettati a nulla. Per avvicinare il lettore sono fondamentali i contenuti, ma anche il modo di presentarli. Un po’ di dinamismo è necessario. Noi in genere ogni due anni cambiamo la rivista, la sottoponiamo a un accurato restyling. Ma è anche una questione di sostanza, perché ogni due anni si delinea un mondo dell’informazione diverso, si aprono nuove opportunità e canali. Proprio nelle settimane scorse abbiamo chiuso un accordo con Storytel e entriamo nel mondo dei podcast. Insomma, se la carta sembra possa avere margini di riscossa, la rivoluzione digitale non può certo essere arrestata.
SOMMARIO LUGLIO 2019
IN COPERTINA LAURA&BIAGIO
58
83
42 STRAORDINARIO DOMINGO
107
A 50 anni dal suo esordio nel magico anfiteatro veronese, Plácido Domingo è la stella dell’Arena nella duplice veste di pag.
32
Da Rimini a Bari, dalle spiagge dell’Elba
RAILWAY HEART
alle location di lusso della Campania, fino
L’ITALIA CHE FA IMPRESA
27 WHAT’S UP
44
36
alle Bandiere blu lungo lo Stivale.
17
SAVE THE DATE
50 VIAGGI D’ESTATE
10
20
direttore d’orchestra e cantante
Un tuffo nelle mete balneari italiane
77 UN TRENO DI LIBRI
UNO PIÙ UNO
38 IN VIAGGIO: ROVERSI & BLADY
72
Invito alla lettura di Alberto Brandani, che
FUN PARKS
questo mese porta i lettori della Freccia a
82
Palermo con il libro I leoni di Sicilia
ART NOUVEAU WEEK
di Stefania Auci
66
86 SCHMIDT E I NUOVI UFFIZI
90 NOZZE DA SOGNO
93 ESTATE A TAVOLA
98 CULTURA E SALUTE
102 PHOTO CLICK
124 DALLA LUNA ALLA LUNA
LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO
112 NUOVO FRECCIARGENTO ETR 700 Tre livelli di servizio, Standard, Premium e Business, per otto carrozze dal design innovativo Scopri tra le pagine l’offerta Trenitalia. Oltre 280 Frecce al giorno, più di 100 città servite 6
Tra le firme del mese
I numeri di questo numero
4.000 le recite di Plácido Domingo [pag. 42]
385 GILDA CIARUFFOLI Giornalista freelance ed editor, si occupa principalmente di cultura gastronomica e di territorio. Vive e lavora a Milano, ma è marchigiana, ci tiene a ribadirlo ogni volta che può
le spiagge Bandiera blu [pag. 68]
48 le attrazioni di Mirabilandia [pag. 72]
150 le dimore storiche aperte per l’Art Nouveau Week [pag. 83]
VITO FATIGUSO Giornalista del Corriere del Mezzogiorno, dorso pugliese del Corriere della Sera, si occupa di tematiche economiche con un occhio rivolto allo sviluppo delle città e alla valorizzazione delle bellezze del territorio. È appassionato di sport e tempo libero
Read also
La Freccia Junior, il mensile di giochi, fumetti e curiosità per i più piccoli, in distribuzione al FRECCIABistrò di Frecciarossa e Frecciargento
PER CHI AMA VIAGGIARE
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XI - NUMERO 7 - LUGLIO 2019 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 21/6/2019 Foto e illustrazioni Archivio Fotografico FS Italiane FS Italiane | PHOTO AdobeStock Copertina: Cosimo Buccolieri Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT
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Segreteria di redazione Ricerca immagini e photo editing Traduzioni Hanno collaborato a questo numero
Marco Mancini Claudia Frattini Cecilia Morrico, Francesca Ventre Silvia Del Vecchio Gaspare Baglio, Serena Berardi, Michela Gentili, Sandra Gesualdi, Luca Mattei, Cristiana Meo Bizzari Francesca Ventre Michele Pittalis, Claudio Romussi Verto Group Cesare Biasini Selvaggi, Alberto Brandani, Silvia Brandani, Gilda Ciaruffoli, Alessandro Circiello, Carlo Cracco, Vito Fatiguso, Ernesto Ferrero, Alessio Giobbi, Itinere, Alexander Macinante, Ernesto Petrucci, Bruno Ployer, Enrico Procentese, Andrea Radic, Nando Santonastaso, Flavio Scheggi, Mario Tozzi
REALIZZAZIONE E STAMPA
ERNESTO FERRERO
Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa
Torinese, ha lavorato a lungo nella grande editoria e diretto per quasi 20 anni il Salone del libro di Torino. Come scrittore, ha vinto il Premio Strega 2000 con N., che racconta il soggiorno elbano di Napoleone. A settembre in libreria per Einaudi il suo nuovo romanzo, Francesco e il Sultano
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Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli
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NANDO SANTONASTASO Editorialista del quotidiano Il Mattino, esperto di temi economici e di Mezzogiorno. Ha vinto i Premi Ischia, Dorso e Sele d’oro per i contributi proposti su problemi, progetti e prospettive meridionali
On Web Note, il settimanale per i viaggiatori regionali disponibile ogni giovedì su trenitalia.com
La Freccia si può sfogliare su ISSUU e nella sezione FSNews del sito fsitaliane.it 7
UNA FRANCHIGIA BAGAGLIO ESCLUSIVA PER I VIAGGIATORI CORPORATE Sia ai passeggeri di Business class che di classe Economy sono accordate generose franchigie bagaglio che consentono il trasporto di una maggiore quantitĂ di materiale lavorativo durante i loro viaggi. Per diventare un affiliato e iniziare a ricevere i vantaggi del Turkish Airlines Corporate Club visita : corporateclub.turkishairlines.com
FRECCIA COVER di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it
CIRCO MAXIMO EXPERIENCE Lo spazio e i numeri sono da record, la visione sorprendente. Siamo nel cuore di Roma. L’esperienza virtuale si sviluppa lungo 600 metri di lunghezza e 140 di larghezza, grazie a più di 1.800 elementi 3D e otto colonne sonore originali, con le voci narranti di Claudio Santamaria e Iaia Forte (nella versione italiana). Otto tappe e sette epoche storiche da percorrere in poco meno di un’ora con visori di ultima generazione e auricolari stereofonici. Il Circo Massimo, il più grande edificio dell’antichità dedicato agli spettacoli, si mostra come mai prima. Si parte dalle origini raccontando in parole e immagini la Valle Murcia, tra il colle Palatino e l’Aventino, dove si celebravano riti propiziatori per la fertilità dei campi e molti culti come quelli per la dea Cerere e il dio Consus. Si prosegue con le trasformazioni decise da Giulio Cesare e Augusto, i primi a volere una struttura monumentale e separata dagli altri edifici della Valle, fino all’apice dello splendore in età imperiale, quando il Circo, emblema della grandezza di Roma, ospitava le
corse dei carri e le battute di caccia con animali esotici. E, ancora, l’oblio del Medioevo e le varianti volute dal Partito nazionale fascista, che stravolse il sito introducendovi aree espositive e piscine. Così, tra la polvere sollevata dalle corse delle bighe e il tifo forsennato sugli spalti, ci si immerge per un po’ nella vita quotidiana della Roma antica, passeggiando sotto l’imponente Arco di Tito alto 20 metri, riprodotto in scala reale, e tra le tabernae brulicanti di vita e commerci. La visita multimediale del Circo Massimo, con ingresso da viale Aventino, è fruibile dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 19, tranne in caso di pioggia, anche da persone con disabilità motoria. Un’avventura, promossa da Roma Capitale, organizzata da Zetema Progetto Cultura e realizzata da GS NET Italia e Inglobe Technologies, che si aggiunge alle visite interattive dell’Ara Pacis, di Caracalla e delle Terme di Diocleziano. circomaximoexperience.it 9
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PHOTOSTORIES PEOPLE Baci in stazione © Cecilia Compagnoni cecily_com
IN VIAGGIO In viaggio verso Venezia © Viacheslav Ermolaev fuzsin
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LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME A cura di Enrico Procentese
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, Direzione Centrale Media, FS Italiane.
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LUOGHI Napoli, treno storico della Fondazione FS Italiane in transito davanti al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa © Alessio Cecconi cecconi_alessio_ photographer
AT WORK Alessandra, dipendente di Rete Ferroviaria Italiana Gruppo FS © Antonio Li Piani ermatico.op
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A TU PER TU di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it
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Salerno è un bacino turistico importante, in questo periodo si avverte molto la presenza cospicua di viaggiatori, soprattutto stranieri. In questo gioca un ruolo importante anche il porto, dove una consistente fetta di turisti, dopo essere giunta in treno, si imbarca in nave. Hai ricevuto una particolare formazione per questo ruolo? La formazione è continua, sia per quello che riguarda il rapporto con le persone, sia per gli aggiornamenti commerciali. Grazie alla nostra azione e all’informazione che viene offerta dagli altri canali di comunicazione, il viaggiatore spesso arriva da noi già preparato e aggiornato su molti aspetti del suo viaggio, elemento che con il tempo ha facilitato la nostra attività. In caso di anomalie alla circolazione possiamo informare in tempo reale sul perché il treno è fermo e che tipo di problemi ha la linea: una cosa impensabile rispetto a quando iniziai a lavorare. Nel corso della tua carriera hai riscontrato altri miglioramenti? Dal novembre scorso ci rapportiamo anche con la struttura di customer care regionale: questa sinergia si è dimostrata una scommessa vincente, perché ci consente di seguire ancora meglio le richieste dei passeggeri. Siamo infatti in grado di risolvere più velocemente molte più esigenze, come aiutare un passeggero a individuare una coincidenza con un treno regionale una volta sceso da quello ad Alta Velocità. Questo ha contribuito in maniera marcata al miglioramento del servizio. Cosa ti piace maggiormente dell’attività che svolgi? Passare dalla preparazione teorica all’atto pratico. Guadagnare la fiducia di chi viene a chiederti una mano lo trovo appagante e fondamentale per il mio lavoro. Può capitare di ascoltare tante storie, da quella di un ragazzo in viaggio per il suo primo colloquio di lavoro all’anziana che, inizialmente un po’ confusa, si sposta per andare a trovare un figlio o un parente malato. I racconti che mi porto dentro sono davvero tanti, e senza farlo vedere sono la prima a emozionarmi di fronte al bisogno di parlare, confidarsi, chiedere consigli su come affrontare un viaggio per raggiungere un luogo o una persona speciale. 12
© Michele Pelosio
rancesca, 30 anni, addetta alla vendita e all’assistenza SalaFRECCIA della stazione di Salerno. Parlaci un po’ di te e del tuo lavoro. Sono entrata sette anni fa nella Divisione Passeggeri Long Haul di Trenitalia, mi occupo di assistenza e vendita. Mi rapporto spesso con i soci CartaFRECCIA, aggiornando i loro specifici profili commerciali. Li informiamo delle novità sulle agevolazioni di viaggio e rispondiamo a qualsiasi tipo di problematica che riguarda le nostre competenze (e non solo). Tante le richieste di assistenza, anche per via delle vacanze estive...
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE di Enrico Procentese
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© Enrico Procentese
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ito Tenore, sempre sul Frecciarossa Roma-Milano per lavoro, si definisce un “viaggiatore del Diritto”. Ci fai un breve ritratto di te? Sono un servitore dello Stato, ma anche un uomo dei nostri tempi, ispirato, nel lavoro e nella vita, dalla meritocrazia, dall’etica dei comportamenti, dall’indipendenza nelle scelte. Ma anche un amante del bello, dell’eleganza nei modi e nelle forme. Di dove sei e cosa fai? Nasco nella stimolante Napoli, in via Posillipo, vivo nella intrigante ma difficile Roma e lavoro nel centro della modernissima ed efficiente Milano. Sono un giurista, magistrato della Corte dei Conti e professore presso la Scuola nazionale dell’Amministrazione, ma, mosso da curiosità intellettiva e voglia di migliorarmi, ho cambiato più volte mestiere, viaggiando molto: sono stato funzionario della Banca d‘Italia, magistrato ordinario, magistrato militare, avvocato dello Stato e, oggi, molto orgogliosamente, magistrato della Corte dei Conti. Che tipo di viaggiatore sei? Viaggio soprattutto per lavoro utilizzando le accoglienti Frecce. Prenoto di solito nell’area silenzio per lavorare tranquillamente o per rilassarmi. La possibilità di lavoro in treno è davvero unica. Ma è un mezzo ideale anche per alcune vacanze: di recente l’ho utilizzato per andare alla Vogalonga di Venezia con il mio circolo di canottaggio. Che ricordo hai del tuo primo viaggio in treno? Un ricordo adolescenziale meraviglioso: il treno regionale un po’ malconcio Napoli-Battipaglia-Eboli con alcuni miei compagni di liceo, con i quali dovevamo raggiungere San Marco di Castellabate per la prima vacanza da soli. Ero invaghito di una compagna e il nostro intenso bacio proseguì per l’intera durata del viaggio. Cosa ti piace fare a bordo? Essenzialmente lavoro con il mio pc. In tanti anni di utilizzo delle Frecce ho scritto molte impegnative sentenze su questioni assai delicate, quattro dei miei libri e accurati articoli comodamente seduto nell’area silenzio. Lavorare in treno durante lunghi viaggi, per un magistrato o per uno scrittore, è molto importante: avvicina alla vita. Come magistrato, guardandomi attorno, sono meno distaccato dal mondo reale, popolato di uomini e donne che talvolta sbagliano e che la Giustizia sanziona, ma in modo saggio e umano. Come scrittore, prendo spunti straordinariamente interessanti, che la mera speculazione teorica nel chiuso di una stanza non darebbe mai. Se avessi la possibilità di introdurre o cambiare qualcosa nel mondo ferroviario, cosa faresti? In 25 anni di intenso utilizzo dei treni ho colto piacevoli evoluzioni qualitative nel personale, nei mezzi, nei cibi offerti, nella puntualità e nella tempistica dimezzata. Tuttavia vorrei che Trenitalia rendesse più nitidi, chiari e comprensibili gli avvisi sul divieto di utilizzo dei cellulari nell’area silenzio: troppi furbetti del telefonino continuano a non rispettarlo. Sarebbe bello, poi, che il WiFi funzionasse sempre e bene. 13
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L’ALTA VELOCITÀ COMPIE DIECI ANNI
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Alta Velocità spegne dieci candeline e festeggia un decennio rivoluzionario che ha cambiato il modo di viaggiare e gli stili di vita, con ben 300 milioni di passeggeri che hanno attraversato l’Italia a bordo delle Frecce. Un traguardo importante per la più grande infrastruttura nazionale dal Dopoguerra, insieme all’autostrada A1 Milano-Napoli. Un ruolo fondamentale anche per il Pil del Paese (con un’incidenza annua dello 0,15%), l’occupazione (cinque milioni di posti di lavoro creati), il turismo e il mercato immobiliare dei centri urbani, oltre che per la sostenibilità ambientale, attraverso la forte riduzione delle emissioni di CO2.
DIGITALE PER LA MOBILITÀ
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l primo treno con intelligenza artificiale che offre servizi digitali per viaggiatori e personale di bordo. Con questo progetto la startup Guardian ha vinto, lo scorso giugno, la challenge lanciata da FS Italiane attraverso il programma di open innovation della Regione Lazio, portandosi a casa il premio di 10mila euro. «Per FS Italiane è sempre più importante aprirsi all’esterno e intercettare idee innovative, entrando in contatto con giovani imprese impegnate nello sviluppo di prodotti e servizi di mobilità integrata», ha commentato il responsabile Innovazione di FS Italiane, Franco Stivali.
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ROMA-MILANO ANDATA E RITORNO
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eicento chilometri in tre ore: l’Alta Velocità ha annullato le distanze tra la Capitale e la Città del Duomo. Ogni giorno un esercito di viaggiatori si sposta tra le due metropoli per lavoro, amore o divertimento. Si parla di loro, insieme a manager, professionisti, operatori della cultura, creativi, scrittori e artisti nella serie di incontri Roma-Milano. Andata e Ritorno, sostenuti da Trenitalia, che si tengono alternativamente proprio nel capoluogo lombardo e nella Città Eterna. Quelli milanesi vengono ospitati alla Triennale, mentre quelli romani sono previsti all’interno dei Dialoghi contemporanei sulle città della rassegna Estate al MAXXI. Tra gli ospiti l’architetto Stefano Boeri, il fotografo Giovanni Gastel e il presidente di Sistemi Urbani Carlo De Vito. Prossimi appuntamenti il 5, 9 e 12 luglio. Maggiori informazioni su maxxi.art 14
NAPOLI: via Calabritto 28 - via Scarlatti 73
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ROMA: via del Gambero 25
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L’ITALIA che fa IMPRESA
IL VALORE DELLA RICERCA LA CREATIVITÀ VA ASSOCIATA ALLA CAPACITÀ DI LAVORO E AL CORAGGIO IMPRENDITORIALE. NEL SETTORE DELLA MODA OCCORRE AVERE FIUTO PER LE SCELTE CHE FANNO LA DIFFERENZA E INVESTIRE IN RICERCA E INNOVAZIONE. PARLA GIANLUIGI CIMMINO, AD DEL COLOSSO CHE RACCHIUDE I BRAND YAMAMAY, CARPISA E JAKED di Nando Santonastaso
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l fattore C non si può prevedere», dice Gianluigi Cimmino, napoletano, amministratore delegato di Pianoforte holding, la società proprietaria dei brand Yamamay, Carpisa e Jaked, un colosso da oltre 300 milioni di fatturato, duemila dipendenti e una rete di circa 1.300 punti vendita tra Italia ed estero. Di sicuro, se nella vita di tutti i giorni un colpo di fortuna aiuta eccome, nel mondo dell’impresa da solo non basta. E ci vuole poco per capire che dietro la terza lettera dell’alfabeto il manager scrive in realtà parole chiave che poco o nulla hanno a che vedere con la casualità. Perché senza altre C come creatività, capacità lavorativa e coraggio (imprenditoriale) il gruppo avrebbe fatto ben poca strada nel mondo della competitività globale, specie poi nel settore della moda e del fashion dove la concorrenza sembra decisamente più spietata. Se poi a questa filosofia operativa si aggiunge il fiuto per le scelte che fanno la differenza, come intercettare i cambiamenti prima degli altri e riposizionare l’azienda, si intuisce perché i numeri e il successo non siano venuti per una favorevole congiunzione astrale. È la storia di questo gruppo a dimostrarlo, con una crescita continua a livello internazionale e la sempre più robusta affidabilità in termini di patrimonializzazione, ricavi e fatturato. È la storia di due famiglie, i Cimmino e i Carlino, accomunate da un progetto imprenditoriale che ormai è una scelta di vita irrinunciabile anche per le generazioni che verranno dopo. Una storia che nasce a Napoli, antica capitale di un Mezzogiorno in cui fare impresa è sempre complicato. È ancora così, dottor Cimmino? L’anima napoletana conta perché la proprietà al 100% è di origini partenopee. Ma ci sentiamo soprattutto italiani, perché abbiamo una doppia sede, Carpisa a Napoli e Yamamay a Gallarate (VA), e perché crediamo di poter raggiungere una
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dimensione sempre più internazionale. Certo, essere napoletani aiuta, nel senso che siamo abituati a saper affrontare le difficoltà che si incontrano nell’attività anche quotidiana delle nostre aziende e che sono sicuramente diverse da quelle che si riscontrano in altri Paesi. Sotto questo profilo il valore aggiunto della creatività vale tantissimo. La creatività, appunto: è l’unica spiegazione del vostro successo pur riconoscendole un ruolo decisivo tra i fattori di crescita? La creatività va associata alla capacità di lavoro. E anche qui essere napoletani è un valore aggiunto: vede, il napoletano quando lavora mette in campo una serietà che non ha eguali nel mondo e può ottenere performance altrettanto ineguagliabili. Ecco perché la creatività è importante ma non basta: il segreto è sentirsi sempre più impegnati, metterci dentro una quantità propulsiva di lavoro che oggi è sempre più fondamentale. Ma lei da ragazzino che ambizioni aveva? Voleva fare l’imprenditore o sognava di diventare ingegnere, calciatore, astronauta? No, noi siamo un’impresa giovane perché nati nel 2001, ma già di seconda e terza generazione sul piano imprenditoriale,
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sia la mia famiglia che quella dei Carlino. Siamo cresciuti in una dimensione di esempio familiare che sicuramente è stata importante per le nostre ambizioni. Io non ho mai avuto dubbi, ho sempre pensato di dover fare l’imprenditore. Anzi, in un momento particolare della mia vita ho rinunciato anche a ruoli importanti sul piano manageriale, sia per la posizione economica sia per il valore della carica offertami, proprio perché il mio sogno non è mai cambiato. Evidentemente c’è proprio lo zampino della genetica. Voi lavorate in un settore nel quale, a proposito di valore aggiunto, il ruolo della ricerca è decisivo: tessuti, modelli, valigie capaci di incontrare il gusto dei consumatori non nascono dalla sera alla mattina, giusto? Esattamente. La ricerca conta tantissimo, è un valore aggiunto richiesto a tutti i livelli della moda. Anche nella nostra fascia di mercato per essere competitivi è richiesto un contenuto altissimo di ricerca e innovazione. Perché se da un lato c’è un percorso di sostenibilità diventato ormai obbligatorio per tutte le aziende che fanno moda, dall’altro la ricerca delle prestazioni del prodotto è sempre più un argomento al quale il consumatore è sensibile: bisogna inventarsi sempre qualcosa 17
L’ITALIA che fa IMPRESA con un contenuto di innovazione diverso e quindi affidare un peso importante a ricerca e sviluppo. Dai tessuti di Yamamay alla valigeria di Carpisa, che è un altro settore dove l’innovazione tecnologica è fondamentale, fino all’abbigliamento sportivo di Jaked. Conta al punto che esiste tutta una serie di brevetti legati al mondo della competizione sui quali noi investiamo senza incertezze. Ricerca tutta made in Italy o vi rivolgete a partner internazionali? Tutto lo sviluppo del prodotto avviene in Italia. A Nola, sempre in provincia di Napoli, abbiamo un laboratorio dedicato solo al mondo del viaggio che occupa più di 40 persone e dove si effettuano test di progettazione e post progettazione. Lo stesso facciamo a Gallarate per la ricerca sui tessuti. Sono coinvolte 800 unità lavorative, il 2% abbondante del nostro fatturato è nella ricerca. È difficile oggi trovare competenze qualificate per mantenere sempre alto il livello di competitività delle vostre aziende? No, noi troviamo le competenze necessarie, e devo dire che al Sud, in particolare, non incontriamo grosse difficoltà. Non a caso siamo ancora una delle poche realtà imprenditoriali capaci in questo momento di dare occupazione. In alcune aree del nostro lavoro c’è poi una particolare richiesta di competenze, penso a tutta la parte digital che sta tirando molto la domanda di mercato. Il vero problema secondo me è un altro, è come le nuove generazioni si avvicinano al mondo del lavoro. A cosa si riferisce? Premetto che ho grande comprensione per i giovani, perché sono preoccupato per il loro futuro e sono da sempre convinto che oggi il più grande valore per un’azienda è la capacità di garantire e generare posti di lavoro. Solo che da imprenditore, che in base a queste premesse opera quasi ogni giorno determinate scelte, vorrei una maggiore responsabilizzazione dei giovani nell’affrontare il loro impegno lavorativo. Devono in fondo anche capire la fortuna che hanno avuto nell’inserirsi in un contesto occupazionale come quello che noi garantiamo e che permette loro di far parte di un mondo del lavoro sempre più competitivo, mondiale. Essere preparati a queste sfide con le necessarie competenze è determinante al pari di una grande capacità di impegno nel proprio lavoro. Avete avuto un ritorno di immagine enorme grazie all’investimento su testimonial 18
come Penelope Cruz o la coppia Ronaldo-Giorgina. Una scelta fortunata o cosa? Un discorso di fiuto ma anche di fattore C. Bisogna essere attenti a ciò che succede sul mercato e cambiare ad esempio il posizionamento del brand per cogliere delle opportunità che comunque arrivano. Come la storia delle 500mila mutande vendute in poche settimane grazie appunto alla coppia CR7 e compagna… Sì, è vero. È stato un grande successo. State pensando anche di diversificare le vostre attività, sondando per esempio il settore del food, della ristorazione di qualità? Diciamo che stiamo andando in questa direzione. Di più al momento non sono autorizzato a dire, perché non mi occupo direttamente di questo. Cosa sta bollendo in pentola nelle vostre stanze dei bottoni? Siamo molto concentrati su quello che facciamo e, mi creda, non è poco. Adesso c’è il progetto Ciao, un negozio che ha i marchi Yamamay e Carpisa insieme. Nello stesso punto vendita di media superficie sarà possibile trovare i rispettivi prodotti, come già accade a Napoli, dove ne abbiamo aperto uno nel centralissimo corso Umberto. Si tratta di un format nuovissimo nel quale crediamo molto. Siete ormai una presenza fissa anche in tanti Paesi stranieri. Dopo essere sbarcati anche a Dubai nell’immenso e bellissimo Mall, c’è qualche realtà in cui pensate di irrobustire il vostro business in futuro? Headquarter Yamamay di Gallarate (VA)
Tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo sono per noi un riferimento strategico, dalla Spagna alla Croazia, e la crescita del fatturato estero ci conforta. Ma oltre i nostri confini, lei, che viaggia tantissimo, coglie una certa sfiducia nei confronti del nostro Paese oppure il valore degli imprenditori e del made in Italy è ancora molto apprezzato e riconosciuto? Gli italiani sono sempre ammirati nel mondo, l’Italia come sistema Paese molto meno. Noi come imprenditori che operiamo all’estero dobbiamo dimenticarci di quello che succede nel nostro Paese e pensare a fare bene il nostro dovere. Si è ispirato a un personaggio, a un’azienda, a qualcuno o qualcosa, insomma, nel suo lavoro? A mio padre, Luciano. Mi ha insegnato l’umiltà, innanzitutto, e ricordato sempre che il patrimonio più grande per un uomo è la reputazione. Agire sempre per mantenerla il più alta e incontaminata possibile è la lezione di vita che cerco di attuare ogni giorno. Ma mio padre mi ha insegnato anche a essere curioso, a osservare bene quello che succede nel mondo. La curiosità del bambino, in altre parole, che è poi la voglia di guardare ciò che ti sta intorno e di coglierne sempre i cambiamenti. Fortunatamente è una curiosità che non ho perso, che mantengo ancora viva nella mia vita e negli interessi imprenditoriali. Mi aiuta il fatto di viaggiare molto, certo, ma anche questa è una dimensione che non ha nulla a che vedere con la casualità.
AGENDA A cura di Luca Mattei
ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it
save LUGLIO the date 2019 FORTUNATO DEPERO LUCCA//FINO AL 25 AGOSTO «L’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria». Così scriveva Fortunato Depero nel manifesto del 1931 Il futurismo e l’arte pubblicitaria.
A questo artista fuori dagli schemi, eclettico, ironico e visionario, in grado di anticipare i tempi e innovare i linguaggi, il Lucca Center Contemporary Art dedica Dal sogno futurista
Fortunato Depero, Squisito al selz (1926) luccamuseum LuCCA_Museum
al segno pubblicitario, retrospettiva con 80 opere che ne ricostruisce la produzione creativa: in ogni singolo lavoro, proponendo il percorso dall’ideazione all’esecuzione finale, così come nelle sue intuizioni nel tempo. Perché, come sostiene Maurizio Scudiero, curatore con Maurizio Vanni della mostra, «nessun progetto bocciato veniva buttato via, ma conservato in attesa di momenti migliori e quindi riproposto». L’attenzione è riservata anche alla varietà delle sue espressioni: i primi capolavori futuristi lasciano il passo a disegni, collage e grafiche per le campagne promozionali di aziende e prodotti come l’acqua San Pellegrino, il liquore Strega, il tamarindo Erba, il cioccolato Unica, e soprattutto le bevande Campari, a cui è dedicata un’intera sala. Senza dimenticare le collaborazioni editoriali, come per La rivista illustrata del Popolo d’Italia e i periodici americani Vogue e Vanity Fair. luccamuseum.com
SALENTO BOOK FESTIVAL SALENTO//1° LUGLIO>26 AGOSTO Sbarcano in cinque Comuni leccesi i nomi più interessanti del panorama editoriale, per riflettere su diversi temi. Si parla del mondo femminile con Tiziana Ferrario (autrice di Orgogli e pregiudizi. Il risveglio delle donne ai tempi di Trump, Chiarelettere), il 1° luglio a Gallipoli, e con Gordon (Tu che mi capisci, Rizzoli) il 4 a Corigliano d’Otranto; con Roberta Bruzzone si affronta il femminicidio (Io non ci sto più, De Agostini) a Galatone, lunedì 15. Attualità e politica, sempre a Galatone, con Aldo Cazzullo (Giuro che non avrò più fame, Mondadori) e Walter Veltroni (Roma, Rizzoli) il 6, a Nardò con Roberto Saviano (In mare non esistono taxi, Contrasto) il 13. A Galatina viaggio nell’arte: il 14 con Costantino d’Orazio (Leonardo svelato, Sperling & Kupfer) e il 28 con Vittorio Sgarbi (Il Novecento volume II: da Lucio Fontana a Piero Guccione, La Nave di Teseo). Immancabili la narrativa, con Giancarlo De Cataldo (Alba nera, Rizzoli) il 7 a Nardò, e la satira, con il live di Lercio l’11 ad Aradeo. Unica data ad agosto con Stefano Benni (Dancing Paradiso, Feltrinelli) il 26 a Galatina. salentobookfestival.it Il manifesto del Salento Book Festival salentobookfestival 20
La podista Franca Monasterolo
EUROPEAN MASTER GAMES PIEMONTE//26 LUGLIO>4 AGOSTO Come l’amore, anche lo sport non ha età. Agli European Master Games, sfide per over 30 in discipline come pallavolo, arrampicata, kayak, judo, padel, più che la carta d’identità conta l’essere in forma. Tra i partecipanti Vaclav Hejda, che a 93 anni gareggia nei 100, 200 e 400 metri di atletica, salto in lungo e lancio del peso. Di poco più giovane Vittorio Nocilli, pronto per il tiro a segno da 10 e 50 metri. La leggenda del nuoto Jane Asher, 88 primavere, è impegnata nei 50, 100, 200 e 800 stile libero e nei 50 farfalla. La podista Franca Monasterolo, nata nel 1943, si mette in gioco nella vertical run da correre sui quattromila scalini del Forte di Fenestrelle in Val Chisone. Molte le location affascinanti che arricchiscono lo spettacolo, dalla collina di Superga al Parco della Mandria a Venaria Reale. Un’occasione per scoprire un Piemonte senza tempo. torino2019emg.org emgtorino2019
STORIA, ARTE, VULCANI NAPOLI//FINO AL 15 SETTEMBRE La storia di Napoli è indissolubilmente legata alla presenza del Vesuvio, vulcano che ha ispirato una produzione artistica e culturale di pregevole valore. Organizzata dal Lapis Museum presso la Basilica della Pietrasanta, la mostra è un percorso in cui i fumetti del vulcanologo Pietro e della sua amica pipistrello Strella, disegnati dalla locale Scuola Internazionale di Comics, permettono di conoscere la città sotterranea. Da scoprire attraverso una gigantografia di cinque metri che riporta la stratigrafia del sottosuolo, diversi tipi di roccia, un filmato sull’eruzione del tufo giallo napoletano e quattro videowall su cui vedere gli epicentri dei terremoti delle aree interessate. A completare la visita 15 dipinti del XVIII e XIX secolo molto particolari: si tratta infatti di gouache, opere realizzate con un colore più coprente e opaco della tempera, il solo modo per documentare in tempo reale le eruzioni spettacolari del Vesuvio nei secoli in cui era in uno stato di attività semipersistente, diverso dall’attuale. lapismuseum.com
Odoardo Fischetti, Vue du sommet du Vesuve du coté de Sud depincé dans un voyage fait le 18 Decembre 1819 par le Duc de la Torre et le Chavalier de Gimbernat (1819) lapismuseo lapismuseum
Brigitte Niedermair, The Last Supper (2004) Campaign M+F Girbaud MuseoPalazzoMocenigo MocenigoVenezia visitmuve
ME AND FASHION VENEZIA//FINO AL 24 NOVEMBRE Potente, consapevole della propria identità e del suo ruolo nella società contemporanea. È l’ideale di donna ritratto dalle immagini di Brigitte Niedermair, artista sudtirolese che da oltre 20 anni interpreta e valorizza l’universo femminile legato soprattutto al mondo della moda. La rassegna a Palazzo Mocenigo raccoglie oltre 30 opere, tra ritratti di corpi, still life e riferimenti storici all’arte. Gli scatti esposti creano un forte contrasto con la femminilità di stampo classico rappresentata nelle opere del XVII e XVIII secolo conservate nel museo. Le fotografie realizzate sono ricche di simbologie e metafore che esprimono la seduzione e l’eleganza tipiche del fashion system, creando immagini sospese tra realtà e immaginazione. mocenigo.visitmuve.it 21
AGENDA ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it
Freccia Weekend luglio 2019
A cura di Luca Mattei
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1 Il murale realizzato sulla massicciata della stazione di Milano Lambrate. Un invito a riflettere su salute e futuro del pianeta timeshrinefoundation timeshrinefund oneplanetonefuture
2 Il manifesto di Enrico De Seta per il film del 1958 Racconti d’estate di Gianni Franciolini ComuneLignanoSabbiadoro
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Milano, città di murales, pure nelle stazioni. Dopo Porta Garibaldi si anima anche Lambrate: l’opera del collettivo Graffiti Writers si ispira ai lavori dell’artista ambientalista Anne de Carbuccia. [1] oneplanetonefuture.org
Uno spaccato del Belpaese da metà ’900 alle soglie degli anni Duemila attraverso locandine e fotobuste dei cosiddetti film balneari. È Cinema in bikini. Italiani al mare: manifesti 19491999, a Lignano Sabbiadoro (UD) fino al 17. [2] lignano.org
Un weekend in Salento, una delizia per le orecchie. Lecce ospita ClassicheForme, il Festival internazionale di musica da camera con la direzione artistica della pianista pugliese di fama mondiale Beatrice Rana. classicheforme.com
I mondi del piccolo e del grande schermo uniti in un’unica kermesse al Festival nazionale del cinema e della televisione. A Benevento, dal 9 al 14, incontri, proiezioni, spettacoli, dibattiti e concerti. festivalbeneventocinematv.it
Con la Notte Rosa il 5 luglio 400 eventi gratis tra Romagna e Marche. Sul palco, tra gli altri, Francesco De Gregori a Rimini, Giusy Ferreri a Marina di Ravenna (RA), Baby K a Comacchio (FE), The Kolors a Misano Adriatico (RN), Gene Gnocchi a Pesaro. lanotterosa.it
Oriente e Occidente si incontrano magnificamente nelle sculture dell’artista sinoamericano Warren King, per la prima volta in Italia con la mostra Memorie tramandate. All’Accesso Galleria di Pietrasanta (LU) fino al 18. accessogalleria.com
Fine settimana all’insegna di musica, sperimentazione artistica e sostenibilità ambientale con il festival internazionale Terraforma presso Villa Arconati di Bollate (MI). Il tema dell’edizione 2019 è il linguaggio. terraformafestival.com
Con Napoli Teatro Festival Italia fino al 14 la città partenopea è un palcoscenico a cielo aperto. Ricca la programmazione con eventi di teatro, danza, letteratura, cinema e musica, oltre a mostre e laboratori. napoliteatrofestival.it
Sconti Trenitalia
3 Batsheva The Young Ensamble florencedancefestival
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Michele Greco da Valona, Madonna con Bambino Copertina Tex. Il vendicatore, di Mauro Boselli e Santi Giovanni Battista e Adamo, Pietà (1505) e Stefano Andreucci, Sergio Bonelli Editore MateraBasilicata2019 matera2019 sergiobonellieditoreufficiale mattatoioroma MANNapoli museoarcheologiconapoli
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A Firenze dal 1° luglio al 3 agosto il Florence Dance Festival. Show di compagnie italiane e internazionali, tra cui l’israeliana Batsheva The Young Ensamble (20 luglio) e l’étoile ucraina Sergei Polunin (23-24). [3] florencedancefestival.org
Il Rinascimento visto da Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ’400 e ’500 è la mostra cardine del programma di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. A Palazzo Lanfranchi fino al 15 settembre. [4] matera-basilicata2019.it
Fino al 25 ottobre a Roma Venerdì in bellezza, evento unico che combina lo spettacolo Giudizio Universale. The Sistine Chapel Immersive Show all’Auditorium Conciliazione e la visita serale ai Musei Vaticani. giudiziouniversale.com
Il Festival Pontino di Musica propone oltre 20 concerti che per tutto luglio animano borghi, castelli e abbazie del basso Lazio. Dalla classica alla contemporanea, con solisti di fama mondiale e giovani promesse. festivalpontino.it
Dopo il prestito alla mostra milanese Antonello da Messina, il Ritratto d’uomo Malaspina del pittore siciliano torna al Mandralisca di Cefalù (PA), accompagnato, fino al 19 novembre, dal Ritratto d’uomo dei Civici di Pavia. fondazionemandralisca.it Titolo della 35esima edizione di Bolzano Danza è Wanderer, il viandante, poiché il festival invita ogni spettatore a un viaggio dal 12 al 26 nella poetica degli artisti invitati, ma anche alla ricerca di se stessi. bolzanodanza.it
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Alla Dep Art Gallery di Milano fino al 21 settembre Monocromo (19731976), personale di Pino Pinelli con opere realizzate in un periodo in cui il pittore ha approfondito il tema delle potenzialità del colore. depart.it A 25 anni dalla scomparsa di Ayrton Senna, il mito del campione brasiliano di Formula 1 rivive nella mostra immersiva Ayrton magico, l’anima oltre i limiti, al Museo Multimediale Autodromo di Imola (BO) fino al 30 novembre. ayrtonmagico.it
FOCUS COMICS MANIA Comics lover luglio è il mese che fa per voi. Dopo il successo dell’edizione milanese inaugurata nel 2018, la mostra Tex. 70 anni di un mito fa tappa al Mattatoio di Roma fino al 14 luglio. Disegni, fotografie, materiali rari o mai visti prima e installazioni a tema consentono di ripercorrere la lunga saga del ranger, ideato nel 1948 da Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Una storia iniziata il 30 settembre 1948 con il debutto nelle edicole nostrane del primo albo a strisce e proseguita fino a oggi. Decenni durante i quali il giustiziere è entrato nelle abitudini di lettura degli italiani. Un destino simile a quello di un altro personaggio di maggiore spessore letterario, il Corto Maltese creato nel 1967 da Hugo Pratt, maestro del fumetto mondiale. Il Mann di Napoli propone fino al 9 settembre Un viaggio straordinario, esposizione di circa 100 pezzi tra tavole, schizzi, immagini e ingrandimenti che fanno entrare il visitatore nel mondo di un marinaio solitario, imprevedibile e arguto. [5] tex70lamostra.it museoarcheologiconapoli.it
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di Gilda Ciaruffoli - a cura di
© Orsini Stefano
vdgmagazine.it
È una settimana dedicata allo yogurt quella dal 6 al 14 luglio. Una festa per tutti: salutisti, bambini e amanti delle cose buone. Anche perché le Giornate dello Yogurt si tengono a Vipiteno, dove questo prodotto è – a ragione – considerato un’eccellenza tipica. Tanti i momenti di degustazione e animazione, anche con la possibilità di visitare la Latteria di Vipiteno. www.giornatedelloyogurt.com
I grandi vini bianchi friulani sono i protagonisti della mostra Assaggio, cuore della manifestazione Ein Prosit Grado che anima la cittadina lagunare venerdì 12 e sabato 13 luglio. Per l’occasione è possibile degustare un’accurata selezione di bottiglie delle cantine locali accompagnate da prodotti gastronomici tradizionali. einprositgrado.org
Il Festival della Valle d’Itria è un evento attesissimo dagli amanti della musica lirica e sinfonica. Ma non solo: in occasione degli spettacoli de L’Opera in Masseria, organizzati dal 21 luglio al 1° agosto in cinque strutture in provincia di Brindisi e Taranto, è infatti possibile degustare calici di Primitivo di Manduria, il vino protagonista della manifestazione pugliese. festivaldellavalleditria.it
La semplicità delle tradizioni di campagna, il bello e il buono della terra vengono festeggiati in Emilia-Romagna con due sagre, la prima dedicate alla Cipolla di Medicina (BO), dal 12 al 14 luglio, la seconda allo Scalogno Igp di Romagna a Riolo Terme (RA), dal 25 al 28. In entrambi i casi si mangia e si balla, immersi in una dimensione bucolica piacevolissima. prolocomedicina.it | terredifaenza.it
Calici, cibo e ceramiche ai piedi del trecentesco Castello Episcopio: questi gli ingredienti di Vino è Musica, manifestazione che si tiene dal 23 al 27 luglio nel Quartiere delle Ceramiche di Grottaglie (TA). Un contesto unico al mondo che si trasforma in una enoteca en plein air, lungo un itinerario segnato da oltre 50 botteghe scavate nella roccia della Gravina San Giorgio. vinoemusica.it
Degustazioni ad alta quota e full immersion nel vino d’autore, in uno dei teatri naturali più belli del mondo: il patrimonio Unesco delle Dolomiti. È questo VinoVip Cortina, la biennale di Civiltà del bere che il 14 e 15 luglio ospita il gotha della produzione enologica italiana, con aziende vitivinicole top, tra grandi firme, astri nascenti e piccole cantine di fama mondiale. vinovipcortina.it
È a tutto folklore la Fiera di San Felice, mostra mercato del bestiame, dei cereali e dei prodotti tipici ad alta quota in uno dei borghi più belli d’Italia, Monteleone di Spoleto (PG). Dal 26 al 28 luglio a essere rievocato è un antico mercato contadino, con la possibilità di scoprire le eccellenze gastronomiche locali, come la Ricotta salata della Valnerina, nuovissimo Presidio Slow Food. monteleonedispoletoeventi.it
La classica scampagnata domenicale con l’aggiunta di un team di dieci chef che propongono piatti gourmet abbinati ai vini del territorio. È la Mangialonga Picena che, nel più bell’entroterra delle Marche, quello di Offida (AP), domenica 21 luglio racconta le colline marchigiane con una passeggiata di sei chilometri tra casolari, cantine e punti panoramici. mangialongapicena.it
© anna.q/Adobestock
Save the Date luglio 2019
GOURMET
4, 5, 6, 7, 12, 13, 18, 24, 31 LUGLIO - 3 AGOSTO
19, 23, 27 LUGLIO - 2, 8 AGOSTO
GIUSEPPE VERDI
GIUSEPPE VERDI
DIRETTORE JORDI BERNÀCER
DIRETTORE MANLIO BENZI
REGIA, SCENE, COSTUMI E LUCI DENIS KRIEF
REGIA LORENZO MARIANI
30 LUGLIO - 1, 4 AGOSTO
7 AGOSTO
SERGEJ PROKOF’EV
GALA
DIRETTORE DAVID LEVI
DIRETTORE JORDI BERNÀCER
ROMEO E GIULIETTA
REGIA E COREOGRAFIA GIULIANO PEPARINI
Roma Opera aperta
LA TRAVIATA
PLÁCIDO DOMINGO
ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
Caracalla MMxIX
operaroma.it
PARTNER CARACALLA 2019
SOCI FONDATORI
SPONSOR CARACALLA 2019
SOCI PRIVATI
MECENATI
Ettore Festa, HaunagDesign - IIllustrazione di Gianluigi Toccafondo, foto di Pedro Walker
AIDA
WHAT'S UP A cura di Gaspare Baglio
gasparebaglio
SUMMER BOULEVARD IL CANTAUTORE ROMANO CLAVDIO È IN TOUR, DOPO IL SUCCESSO DELLE HIT CUORE E NACCHERE
C
osa succede se un giovane operaio di origini capoverdiane, con la passione per la musica, esplode con una hit? È capitato al cantautore Clavdio, al secolo Claudio Rossetti, classe ’85: la sua Cuore ha sbancato l’airplay radiofonico e ha dato inizio a tutto quanto. Un riscontro inaspettato per un pezzo «nato da un’ispirazione fulminea durante una serata malinconica, come tutte le idee migliori». L’artista è nel rooster di Bomba Dischi, etichetta indie salita agli onori delle cronache per aver lanciato talenti del calibro di Calcutta e Giorgio Poi: «Poco prima di finire l’album li ho contattati su Facebook. Mi conoscevano perché anni fa avevo esordito con il disco
Può capitare a chiunque ciò che può capitare a qualcuno. Il mio nome d’arte era Il rondine, omaggio a un personaggio creato dalla mia passione per l’illustrazione». I brani inviati, ovviamente, sono piaciuti e confluiti nel progetto Togliatti Boulevard, le cui influenze più forti sono arrivate proprio dalla vita sulla celebre via Palmiro Togliatti di Roma. «Cerco di dire qualcosa di serio in modo ironico. Da qui il titolo: un viale – non curatissimo – che elevato a boulevard sembra un’altra cosa. In questo gioco rientra anche l’acquedotto del 226 d.C., un monumento antichissimo che non ci si aspetta in un quartiere super periferico». Nel background artistico di Clavdio hanno avuto grande 27
WHAT'S UP Il cantautore Clavdio
importanza le musiche di Capo Verde, amate dalla mamma, «sonorità malinconiche che parlano di abbandoni e partenze». Andate e ritorni come quelli del tour estivo, che prosegue fino al 30 agosto nei principali festival open air dello Stivale. «Siamo una bella formazione», prosegue, «ma non c’è scenografia. Ogni tanto apro la bandiera del Suriname, protagonista del brevissimo brano omonimo. Il pezzo è il sunto di tutto il disco. Fa molto ridere e descrive
SWEET LITTLE MISTERY THE SONGS OF JOHN MARTYN Sarah Jane Morris e Tony Rémy La splendida voce soul (simbolo degli anni ’80) di Sarah Jane Morris incontra i brani del cantautore anticonformista John Martyn. Nasce così un lavoro meraviglioso, da assaporare nota dopo nota. La Morris ha un grande talento, sottolineato dalle chitarre di Tony Rémy. Insomma, oltre ai Communards di Dont’ leave me this way c’è di più, Lo dimostra questa interprete con l’estensione di quattro ottave. L’11 luglio un imperdibile live alla Casa del Jazz di Roma. 28
il dialogo di due persone un po’ ignoranti che si chiedono perché in quel posto sono tutti neri, anche se è una colonia olandese». I pensieri dell’artista vanno anche al viaggio in treno: «Permette di assaporare il percorso, prima dell’arrivo alla meta. Giungere direttamente in un luogo è come guardare una vetrina senza entrare nel negozio». suonoclavdio
SIAMO STATI L’AMERICA Cannella «Un disco intimo, dentro c’è tutto il mio mondo, la mia città, le persone che mi circondano. Ascoltarlo è un po’ come affacciarsi sulla mia vita, un’esistenza come tante, in cui è facile rispecchiarsi. L’ho scritto con sincerità, senza romanzare il mio vissuto: la semplicità è l’aspetto di cui vado più fiero». Con queste parole Cannella, al secolo Enrico Fiore, classe ’95, racconta il disco che segna il suo cambio di percorso: dall’hip hop all’indie-pop. Il risultato? Tutto da scoprire.
JOVA BEACH PARTY Jovanotti Sabato 6 luglio, da Lignano Sabbiadoro, parte il Jova Beach Party. Molto più di un concerto: una città temporanea, un villaggio sulla spiaggia, un’idea di mondo, un happening 2.0. Ogni tappa è diversa, ogni evento unico, a partire da line up e scalette. Per arrivare carichi Lorenzo ha fatto uscire l’ep dell’evento con sette inediti, realizzati da altrettanti producers in sette location diverse. In più c’è anche un’app, per barcamenarsi, ad esempio, tra i food truck presenti agli eventi.
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo via Guido Reni, 4A - Roma | www.maxxi.art soci
WHAT'S UP
TUTTI AL GIFFONI IL FESTIVAL DI CINEMA FORMATO GIOVANISSIMI FESTEGGIA 49 CANDELINE, CON TANTE ANTEPRIME TRA CUI DOLCISSIME di Gaspare Baglio
gasparebaglio
Photo Valeria Mottara
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a kermesse cinematografica dedicata ai ragazzi torna, puntuale come ogni estate, dal 19 al 21 luglio. È abitudine del Giffoni Film Festival portare con sé una super ondata di eventi, ospiti (come Natalia Dayer e Charlie Heaton, direttamente dal serial cult Stranger Things), musica (con artisti del calibro di Izi e Boomdabash e un contest dedicato al rap) e, naturalmente, tantissimi film. Tra questi spicca Dolcissime (Vision Distribution), di Francesco Ghiaccio, nelle sale dal 1° agosto. Nel cast Valeria Solarino e Vinicio Marchioni, che definisce il film
SPIDER-MAN: FAR FROM HOME Regia: Jon Watts Peter Parker parte per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici. I propositi di non indossare il costume da supereroe vengono meno quando la Terra viene attaccata da creature elementali. On screen dal 10 luglio. 30
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«delizioso. È la storia di tre adolescenti un po’ fuori forma che vogliono entrare nella squadra di nuoto sincronizzato. Ad allenare queste ragazze curvy c’è una coetanea bellissima che arriva sempre con un uomo più grande di lei, che sarei io. Non dico di più, ma ci sarà una sorpresa». Una storia in controtendenza rispetto al mondo di immagini al quale siamo abituati. «Le protagoniste non rientrano nei canoni estetici del nuovo millennio, ma umanamente sono molto vicine alle loro coetanee. Un modo di vedere il mondo con uno sguardo totalmente al femminile, ironico e divertentissimo». Marchioni ha le idee chiare anche rispetto alle produzioni che, sempre più spesso, hanno un occhio di riguardo per i teenager: «Non credo esista un pubblico solo. Da una parte è positivo che il mercato si stia rivolgendo ai ragazzi. Mi auguro, però, che questo trend si sfrutti anche per diffondere messaggi, non solo per motivi commerciali. È una scommessa interessante».
MEN IN BLACK: INTERNATIONAL Regia: F. Gary Gray I Men in Black hanno sempre protetto il pianeta dalle insidie dell’universo. In questa avventura devono affrontare una minaccia particolarmente insidiosa: una talpa all’interno della loro organizzazione. Dal 25 luglio.
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INCONTRO
LA STELLA CANTAUTORE E IL
LAURA PAUSINI E BIAGIO ANTONACCI SONO PROTAGONISTI DI UN GRANDE LIVE SHOW NEGLI STADI ITALIANI. UNO SPETTACOLO IMPERDIBILE di Gaspare Baglio
gasparebaglio
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ui la chiama “Lauressa”, lei gli fa eco e si lancia in un “Biagesso”. Ridono, in un gioco di sguardi e battute. La complicità è l’ingrediente (non più tanto) segreto dei live formato stadio di Laura Pausini e Biagio Antonacci. Un viaggio nella storia di due artisti dalle carriere diversissime: lei una star internazionale dalla voce potente abbonata ai Latin Grammy, lui un cantautore che miscela romanticismo e sensualità. Destini differenti che spesso si sono incrociati, cementando un feeling senza precedenti. Archiviate le prime date estive di Bari e Roma, il 4 luglio è la volta di Milano e poi, tappa dopo tappa, verso il gran finale fissato il 1° agosto a Cagliari.
Make up Manuele Mameli. Laura Pausini: abiti Alberta Ferretti, stivaletti Casadei, gioielli Chiara BCN Biagio Antonacci: total look Ermenegildo Zegna 32
Š Cosimo Buccolieri
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INCONTRO
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[L] Se sei fan, vivi la canzone in maniera diversa, senti la nota che ti mangia la bocca. Invece, Biagio, il tuo momento preferito? [B] Quando intoniamo pezzi che hanno un significato particolare: Se è vero che ci sei e In una stanza quasi rosa. Ho scoperto che Laura aveva inserito quest’ultimo brano nell’album Io canto e sono rimasto scioccato: non mi aveva detto nulla! [L] Ha un significato speciale: dà forza alle persone che temono i giudizi. In quel periodo mi ero appena innamorata del mio compagno e avevo tanti timori. Ognuno di noi ha brani che han-
no segnato la vita. Moltissimi sono in questo concerto, nei famosi medley. Sapete che sembrate parenti? [L] Ho sempre desiderato avere un fratello maggiore e, con Biagio, mi sento libera, come in famiglia. Cosa difficile nel nostro ambiente. Sarà per questo che ti ha regalato due chicche come Vivimi e Tra te e il mare. Un bell’atto di generosità. [B] Quei brani li ho composti pensando a Laura. [L] E si sente. Tantissime altre volte, facendo spesso l’interprete, ho ricevuto canzoni in cui non trovavo neanche un briciolo di me.
© Chiara Yan
Un’amicizia, quella tra Laura Pausini e Biagio Antonacci, nata al Festival di Sanremo ’93, quando lei debuttava con La solitudine e lui veniva consacrato trai i big con Non so più a chi credere. Un telegramma ed è nata un’alchimia. [B] Laura è potente, sincera. E quella sera a Sanremo, cantando La solitudine, è partita in quarta. Sono rimasto folgorato e le ho scritto un telegramma di poche parole. [L] Parole che mi rimarranno per sempre nel cuore: «Per me sei la più brava. Vincerai tu». Detto da uno di cui avevo il poster in camera, fa il suo effetto. Ho sognato immediatamente un duetto insieme. Allora, passiamo subito ai live: cos’è questa storia che Laura vuole fare troppi medley? [B] Colpa tua, Laura, metti in giro ‘ste voci. [L] Senza i miei brani, lo show superava già le quattro ore. Così, per inserire i pezzi imprescindibili, abbiamo fatto dei medley. Faccio questo tour per cantare le canzoni di Biagio. Nella prima scaletta non avevo incluso le mie. [B] È vero, aveva messo solo miei pezzi... (ride, ndr) Cosa vedremo on stage? [L] Ci saranno cose totalmente nuove, anche prima che inizi il live. Bisogna esserci! [B] La prima novità è che due artisti italiani vanno negli stadi ognuno con la sua storia. Oltre all’amicizia e all’affetto, ci legano tanti elementi, come i successi condivisi. [L] Ci ritroviamo a essere tanto affini perché abbiamo diverse cose in comune. Per esempio? [L] I nostri genitori ci hanno educato con gli stessi principi. E poi Graziano, il fratello di Biagio, lavora con lui, mentre mia sorella Silvia è nel mio team. Entrambi ricoprono la stessa mansione. Ci siamo anche raccontati vicende private di persone che hanno fatto parte della vita di entrambi. [B] Nonostante la differenza d’età, lei è più giovane... Il momento dello show che preferite? [L] Una sorta di staffetta mentre cantiamo Ritorno ad amare e Convivendo, brani che si legano tantissimo. [B] Ritorno ad amare è un pezzo che lei canta meglio di me.
Speciale Concerti Trenitalia Sconti fino al 50% Laura Pausini e Biagio Antonacci durante le riprese del video In questa nostra casa nuova
È vero che in Francia Tra te e il mare l’hanno scoperta due anni dopo? [L] Il nostro lavoro è fatto di canzoni e persone che lavorano con noi. Nel 2001 il nuovo responsabile della Warner Music francese, che evidentemente era mio fan, mi supportò moltissimo e volle lanciare il best of usando, come traino Tra te e il mare. Si impose, nonostante gli uffici della casa discografica, negli altri Paesi, avessero storto il naso. [B] Fu un successo pazzesco: oltre un milione di copie vendute. Questo perché c’è stata una testa che ha fatto rispettare un progetto. [L] Le persone sono importanti. Noi siamo dei privilegiati, dobbiamo essere gentili con tutti: sai quanti artisti non sono stati spinti perché sgarbati? I piccoli gesti possono cambiare una carriera. Laura ha fatto dei talent show in Spagna e Messico. E tu, Biagio? [B] Penso che lo farò più avanti, tutto subito non è bello. In realtà, dopo questo grandissimo tour, vado in pensione. [L] Capito cosa dice? [B] Vedremo, qualcosa farò. Però dopo Laura è difficile. È un vulcano: sei le stai troppo vicino ti bruci, se le stai lontano non godi della bellezza. A parte tutto, più avanti la tv mi piacerebbe farla. [L] In questi live ci sono già cose molto televisive. Cerchiamo stimoli nuovi, ci piacerebbe fare progetti più legati al varietà. [B] Potremmo anche fare un pro-
gramma che scopre persone, invece che personalità. Già lo faccio su Instagram, quando intervisto i passanti. Ho sete di esperienze. [L] Biagio è spinto dalla curiosità: gli piace conoscere persone fuori dal giro dello showbiz. Perché, di solito non la trovi? [B] Quando esci coi colleghi c’è sempre una sorta di confronto. E si cade nel discorso lavorativo, perché questo lavoro è una passione. Amo conoscere persone che hanno avuto carriere diverse, ma sempre pop. Del resto, siamo figli della strada. [L] Lo ammiro. Ogni tanto mi scrive che deve raccogliere le olive, potare la vigna o tosare l’erba. Ha anche altre priorità. [B] Lei è sempre stata in giro per il mondo da quando aveva 18 anni. Non come me, che non l’ho mai girato. [L] Però sei venuto con me in Spagna! Cosa avete fatto? [B] Siamo stati benissimo! L’ho accompagnata a ritirare un premio. Ero gasatissimo e ho scoperto l’amore delle persone e degli artisti spagnoli verso Laura. Non la vedono come straniera. E questo cosa vuole dire? Cosa? [B] Che mi sentivo figo! [L] (ride, ndr) Lo adoro, è proprio un piacione! [B] Beh, ero orgoglioso. Un’esperienza che mi ha portato indietro di 30 anni. Un disco insieme lo farete? [B] Non è previsto.
[L] Un po’ mi dispiace, ma questo tour è unico. Chi partecipa, fra 20 anni potrà dire: «Io c’ero!». È l’essenza di tutte le emozioni. [B] Al giorno d’oggi è una cosa difficile e romantica. Tutti farebbero operazioni collegate, fossero al posto nostro. Un viaggio nella musica, il vostro, che passa anche dal treno, protagonista del video di In questa nostra casa nuova. [B] Dio benedica il treno! È una parte di vita, il percorso: puoi pensare, scrivere, a volte conoscere. [L] Perché hai fatto un sorrisino su “conoscere”? [B] Tu guarda la malizia, ma io sono in buona fede (ride, ndr). Comunque il video lo abbiamo fatto con i treni della Fondazione FS. [L] Dal vivo è così imponente. Bellissimo. Quindi, amate il treno. [B] A volte c’è qualche disagio, ma è umano. È la perfezione a essere disumana. Per recuperare non bisogna accelerare, ma andare alla stessa velocità. [L] Lui affronta la vita così, una filosofia che devo fare mia. [B] Da lei rubo l’iperattività sul lavoro e l’attenzione: ha una mentalità che fa capire perché è una star di livello mondiale, mentre gli altri sono solo bravissimi cantanti. LauraPausini biagioantonacciofficial laurapausini biagioantonacci
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GIOCO A DUE
ONE PLUS ONE STORICHE, MEMORABILI, DIVERTENTI, INNAMORATE. QUATTRO COPPIE CELEBRI DELLO SCORSO SECOLO, NELLA VITA E SUL SET, PER UN SUCCESSO CHE VALE DOPPIO di Sandra Gesualdi sandragesu s.gesualdi@fsitaliane.it
D
ue amiche, due colleghi, due fidanzati, due compagni d’avventura. La coppia non è semplicemente la somma aritmetica che fa un paio,
ma la cifra, non catalogabile per genere, razza o cliché culturale, di un percorso partecipato e condiviso: di un sentimento, un progetto lavorativo, un disegno d’intenti.
© LaPresse
John Lennon-Yoko Ono
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© PAT/Ansa
Giulietta Masina-Federico Fellini
Stan Laurel-Oliver Hardy
© Ansa Archivio
© LaPress Archivio Storico
Che duri il tempo di un viaggio, il set di una partita a tennis o mezzo secolo. Che si formi durante la partitura di un film, l’ascolto di un vinile, una passeggiata a sei zampe o un “finché morte non ci separi”.
Quattro coppie celebri, distillato di racconti d’amore, set da Oscar, tradimenti, opposti che si avvicinano, volti noti e soprattutto voglia di camminarsi a fianco, per dimostrare che, in certi casi, due è meglio di uno. Federico Fellini e Giulietta Masina, ovvero il cinema italiano nel mondo, 50 anni e due statuette d’oro insieme. Le gemelle Kessler che hanno danzato una vita in sincrono, quattro gambe che parevano due. Stanlio e Ollio, il duo comico più celebre della storia con 106 pellicole. E Yoko e John: s’incontrano in una galleria d’arte di Londra, nel ’66, ma scoprono di amarsi qualche anno dopo. Mollano tutto e tutti per stare insieme, ex, figli, Beatles. Li hanno uniti musica e libertà, amore, arte e letti disfatti dove inscenare campagne pacifiste. Hanno infranto i confini di certi canoni sociali e sono rimasti uniti finché il destino di Lennon non è inciampato, nel 1980, in quello del suo assassino. Il giorno che si conobbero lei gli scrisse un bigliettino: «Respira».
Alice ed Ellen Kessler 37
© Roberto Guberti
IN VIAGGIO CON
BIGLIETTO PER DUE INOSSIDABILI, SEMPRE UGUALI, SIMPATICI, VANNO D’ACCORDO «PROPRIO PERCHÉ SEPARATI». DA TEMPO SEPARATI NELLA VITA, MA ANCORA FIANCO A FIANCO NELLA NARRAZIONE TELEVISIVA, DOVE IL SODALIZIO NON MOSTRA CEDIMENTO di Andrea Radic 38
Andrea_Radic
© Roberto Guberti
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l primo impatto con Syusy Blady e Patrizio Roversi è quello di averli sempre conosciuti. Il loro format Turisti per caso non è mai tramontato, un simbolo degli anni ’80 ancora oggi sulla cresta dell’onda. Forse solo Albano e Romina li superano in quanto a longevità di coppia nell’immaginario collettivo. Mentre viaggiamo sul Frecciarossa da Bologna a Roma, chiedo quale rapporto abbiano con il treno: una seconda casa per entrambi. «Al FRECCIALounge di Bologna mi coccolano, siamo quasi parenti, ci facciamo gli auguri di Natale. La tessera me la sono meritata con i chilometri percorsi – confessa Patrizio – e di certe tratte come la Firenze-Roma conosco ogni inquadratura del paesaggio che offre il finestrino, infatti chiedo sempre il posto dal lato giusto per guardare fuori. E non capisco chi abbassa le tendine...». «In certi tratti sembra la Cappadocia», esclama Syusy, al secolo Maurizia Giusti, e aggiunge: «Sono figlia di un ferroviere e da ragazzina avevo la tessera che mi consentiva di viaggiare gratis come familiare. Ricordo che partivo all’avventura da Casalecchio di Reno per mete lontane come Trieste, ogni volta una scoperta. Oggi, grazie ai Regionali, vado in treno ovunque. So cosa significa essere pendolare, abitando fuori Bologna, e l’arrivo dei nuovi treni è davvero una buona notizia, anche per il turismo, molto presente sulle tratte locali. È un modo di viaggiare più calmo, riflessivo, abbiamo cominciato a “insegnarlo” in tempi non sospetti aprendo il sito italiaslowtour.com». Una voglia di scoprire che non è mai tramontata. «Man mano che viaggi, arrivi anche a conoscere le meraviglie che hai sotto casa e di cui non sapevi nulla», spiega Roversi. «In tempi meno globalizzati il turismo era più a “volo d’uccello”, oggi grazie all’approfondimento si raggiunge sempre qualcosa di nuovo». «Il viaggio lento, con i mezzi giusti, appunto sotto casa, è quello più adatto anche per godersi un weekend in questo Paese più bello del mondo che è l’Italia», precisa Syusy.
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IN VIAGGIO CON
Patrizio interviene: «Nostra figlia Zoe sta lavorando al remake di In viaggio con mia figlia. Nella prima versione giravano l’Italia con un’auto elettrica, in questa l’idea sarebbe di esplorare le province italiane con i treni locali. Io invece, più vicino alla terra e all’agricoltura, sto progettando un giro della Penisola in trattore». Sembra scherzare, ma parla sul serio. Per quattro anni conduttore in Rai di Linea Verde, uno degli elementi principali del successo mediatico dei Turisti per caso è che non c’è nulla di artefatto, il loro approccio verso la vita e la gente è del tutto reale. «Siamo così – conferma Roversi – con i nostri pregi e difetti. I finti orpelli non reggono. Mi hanno soprannominato
format. Comincia lui a parlare: «La gente si è identificata in noi, che siamo persone normalissime, e ha creato una vera e propria comunità. Oggi sono migliaia che ci inviano resoconti di viaggio e alimentano il sito turistipercaso.it con continuità. Quello che all’inizio era il nostro atteggiamento verso il viaggio, oggi è un paradigma». «Poi ognuno ha preso la sua strada, secondo i propri interessi», prosegue Syusy, «anche in Velisti per caso o In viaggio con Darwin viaggiavamo sempre separati, la nostra maggiore qualità è la separazione. Attraverso la distanza si completa il linguaggio per il pubblico». Non drammatizzare la separazione nella vita, mantenere gli interessi
la nuova coppia con Syusy, madre e figlia, le ho osservate da vicino e da lontano. Sono davvero brave». E mentre mi mostra sul telefonino una foto di Zoe a due anni (oggi ne ha 24) gli si apre il sorriso. Potete considerarvi dei precursori di alcuni linguaggi di comunicazione. «Anche tecnicamente, con le telecamere accese 24 ore al giorno. In viaggio mi svegliavo alle sei e l’operatore mi illuminava subito con la luce della telecamera», racconta Syusy. Ma com’è la televisione di oggi? «Viviamo una profonda decadenza televisiva», continua Blady. «Ciò che oggi mi entusiasma sono le nuove tecnologie, il digitale, che consentono di documentare con leggerezza, una
“zio ansia” per il mio timore di essere in ritardo e la mania di programmare tutto». Chi invece se la prende più comoda è Syusy Blady, «sono più slow, tanto al risultato si arriva lo stesso. Anche Zoe ha preso da me». «Ecco una delle ragioni per cui ci siamo separati!», chiosa con ironia Patrizio. Inevitabile chiedersi quale sia il segreto della longevità del loro celebre
professionali in comune e 40 anni di conoscenza – «ci conosciamo dal 1973», confessano con una risata – sono gli elementi della positiva alchimia. «E un comune motivo per campare: nostra figlia Zoe», concordano. «Ha studiato antropologia a Roma con una specializzazione europea», sottolinea Syusy con orgoglio di mamma, e Patrizio, non da meno, aggiunge: «Zoe ha formato
telecamerina e via. E poi la forza del web che permette di avere spazio, approfondire, ancora una volta avere tempo». «Io sto sperimentano la realtà virtuale – aggiunge Roversi – girando a 360 gradi per documentare l’agricoltura in risaia. La tecnologia offre stimoli creativi. Noi siamo per l’uso dei nuovi strumenti, i più avanzati, riempiendoli di contenuti veri, non di like. Il pubblico vuole approfondire. Pensa che non sono neppure su Facebook». «Io sì, come Maurizia Giusti», esclama Syusy, «poi c’è il canale Misteri per caso e Nomadizziamoci». Ascoltandola si capisce molto bene l’altra ragione della longevità del loro successo: un motore sempre acceso. Il viaggio con i Turisti per caso per questa volta termina e ci alziamo per non agitare “zio ansia”, ma la voglia di Patrizio Roversi e Syusy Blady di raccontare e portare il bello a disposizione di tutti prosegue. Prima di scendere, un’ultima domanda a entrambi. Quale tipo di viaggio ancora vi incuriosisce? Syusy: «Viaggiare per trovare risposte alle domande storico-scientifiche, per capire e conoscere altre culture». Patrizio: «Un giro del mondo nell’agricoltura dei diversi Paesi, per conoscerne ogni lato, anche quelli economici. Tra poco parto per la Tanzania con il Cefa, una onlus che si occupa proprio di agricoltura». Buon viaggio.
Syusy Blady e Patrizio Roversi sul Frecciarossa con il giornalista Andrea Radic 40
SUMMER FESTIVAL
STRAORDINARIO
DOMINGO A 50 ANNI DAL SUO ESORDIO NEL MAGICO ANFITEATRO VERONESE, PLACIDO DOMINGO SARÀ LA STELLA DELL'ARENA NELLA DUPLICE VESTE DI DIRETTORE D'ORCHESTRA E CANTANTE. DOPO 4.000 RECITE, COSÌ SI RACCONTA ALLA FRECCIA
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di Bruno Ployer
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asta sentirlo, dal vivo o nelle sue innumerevoli registrazioni, per convincersi subito che Plácido Domingo è un artista straordinario. Eppure, dalla sua carriera e dalle sue risposte in questa intervista, capiamo che la sua forza non è solo nella voce, giustamente considerata una delle più belle della lirica di tutti i tempi, ma anche nel suo slancio: uno slancio verso il futuro, lucido e nello stesso tempo pieno di passione. Dopo aver superato 4.000 recite d'opera interpretando circa 150 ruoli, sia da tenore che da baritono, la star mondiale pensa all’opera in prospettiva: «Bisogna incuriosire il grande pubblico, avvicinarlo con spettacoli coinvolgenti e contenere i costi dei biglietti per renderli accessibili a tutti, soprattutto ai giovani, e poi aprire i teatri a iniziative per i più piccini. Bisogna uscire dalla mentalità che l’opera è un genere noioso, da museo. Quante volte una melodia o un’aria sentita in un film affascina i più giovani che magari non la conoscevano? L’opera va divulgata senza pregiudizi, poi lei stessa saprà conquistare». Plácido Domingo dal 28 luglio è protagonista all'Arena di Verona di una settimana di eventi a 50 anni dal suo debutto nell'anfiteatro. Tra i suoi impegni una recita di Traviata nel ruolo di Germont padre. È la nuova produzione dell’opera, con la regia di Franco Zeffirelli, che a pochi giorni dal debutto di questo suo ultimo lavoro è scomparso all’età di 96 anni. Zeffirelli per Domingo è stato «collega, amico e soprattutto genio». Così lo ha definito sul suo profilo twitter nel giorno della morte del grande regista, il 15 giugno. Di ciò che hanno realizzato insieme, Domingo cita i film di Traviata e Otello, definendoli «testamento dell’eredità di Zeffirelli e capolavori di regia». Oltre a cantare in Traviata, Domingo in questa stagione dell’Arena sale sul podio per dirigere Aida e Carmen, e il 4 agosto interpreta nella stessa serata tre ruoli diversi, in Nabucco, I due Foscari e Macbeth, tutte opere di Giuseppe Verdi. «Fra tutti
Daniela Dessì e Plácido Domingo nell'Otello (Verona, 1994)
i compositori Verdi ha qualcosa in più - dice Domingo - c'è qualcosa di irrinunciabile nelle sue opere: lui tocca tutte le corde dell'essere umano in modo profondissimo e terribilmente attuale in ogni suo dramma». Domingo ha cominciato a farsi conoscere dal pubblico italiano proprio all'Arena di Verona, dove nell'estate 1969 cantò in Turandot e Don Carlo insieme ad altri interpreti leggendari. «L’Arena è magica, ha un’atmosfera unica al mondo che porto nel cuore sin dal mio debutto a Verona». Non chiedetegli qual è il suo ruolo preferito o la registrazione meglio riuscita: Plácido Domingo è maestro anche nell’evitare classifiche e giudizi assoluti, anche se un po' si scioglie quando gli chiedo con quale direttore d'orchestra ha avuto il rapporto migliore, visto che ha lavorato con i più grandi: «Con tutti, ma con Carlos Kleiber (il geniale e imprevedibile direttore d’orchestra tedesco naturalizzato argentino e morto nel 2004, ndr) avevo un’amicizia che andava oltre il palcosce-
nico e dopo le prove e le recite ci piaceva andare a mangiare e passare del tempo insieme a parlare di musica, naturalmente in spagnolo». Per Domingo andare incontro al futuro significa anche aiutare i giovani talenti del canto lirico con il concorso Operalia: «Sono orgogliosissimo di averlo creato, perché i migliori hanno l’occasione di spiccare il volo e farsi ascoltare dai responsabili delle case d'opera più prestigiose. Grazie a Operalia abbiamo modo di scoprire ogni anno cantanti per tutti i repertori e questi giovani artisti arrivano da ogni parte del globo. Dopo 26 anni dalla prima edizione mi dà molta gioia vedere come quasi ogni sera sul palcoscenico dei principali teatri di tutto il mondo ci siano almeno uno o due, se non addirittura tre artisti vincitori di Operalia». Secondo lei, in questi ultimi anni i cantanti italiani sono i migliori interpreti delle opere italiane o altre scuole li superano? «L’opera è una delle massime forme d'arte perché in sé racchiude musica, canto, prosa, pittura, scultura, danza, 43
© Fainello
SUMMER FESTIVAL
Otello (Verona, 1994)
architettura», conferma. «L’arte non può avere confini di nazioni: sta al di sopra a tutto, come il cielo. Certo, l'Italia ha visto nascere l'opera, è la patria dei più grandi compositori ed è stata la culla di interpreti impareggiabili. Nascere in Italia è un grande vantaggio, anche linguistico, per i giovani che si avvicinano al canto, ma sempre bisogna studiare per andare oltre e non esiste una scuola ideale. Siamo noi cantanti che dobbiamo studiare sempre. Non bastano belle lezioni e bravi maestri di canto, bisogna lavorare ogni giorno per crescere un passo alla volta e risolvere i problemi che si presentano». Per Plácido Domingo andare incontro al cambiamento ha significato 44
anche trasformare il proprio repertorio. Il tenore ha fatto suoi anche i ruoli dal registro più basso, di baritono: «Pensavo di chiudere la mia carriera interpretando un ruolo straordinario: Simon Boccanegra, prima giovane corsaro impavido e poi doge provato dagli anni e dal dolore. Era il 2009 a Berlino quando l’ho interpretato per la prima volta. Poi ho incominciato a sentirmi sempre più a mio agio nella tessitura baritonale. I ruoli più maturi, di padre per esempio, diventavano anche più adatti al passare degli anni per me. È stata una naturale evoluzione della mia voce e mi ha aperto altri orizzonti con ruoli che completavano e quasi maturavano quelli che avevo in repertorio. Ho
lasciato Otello, sì, ma adesso posso cantare Macbeth. Due personaggi shakespeariani che Verdi fa vivere. Quindi, non è il desiderio di tagliare traguardi che mi muove, ma l’attrazione verso ruoli irresistibili per chi da tutta la vita è sul palcoscenico». A proposito di traguardi, aver superato quello delle 4.000 recite cosa significa per lei? «I numeri sono numeri, magari segnano anche dei record, ma è quello che sta dietro ai numeri che segna la vita. Ogni debutto, ogni teatro, ogni compagnia di canto, ogni orchestra, ogni direttore, ogni pubblico per cui canto in giro per il mondo, insomma ogni istante sul palcoscenico ha dentro altre infinite variabili che si combinano tra
quell’anno in Italia, era in mondovisione. L’esibizione fu di altissimo livello tecnico, ma anche traboccante di simpatia e conquistò tutto il pubblico con una scaletta di arie operistiche e canzoni della tradizione popolare. Il disco che ne derivò è ancora oggi l’album di musica classica che ha venduto di più. Perché questo evento è stato così importante? «I Tre Tenori hanno segnato una svolta. Ai puristi questo non piaceva, ma tantissime persone incuriosite si sono poi appassionate all’opera. Bisogna pensare che l’opera è stata un genere popolare, vivo. In Italia i patrioti cantavano i cori di Verdi sulle barricate e la gente per strada cantava le arie più orecchiabili che aveva ascoltato la sera prima a teatro. L’opera entrava a far parte della vita di tutti i giorni, come le canzoni di oggi. Secondo lei perché la musica, di ogni genere, è importante nella vita di moltissime persone? «È una forma di linguaggio al di sopra di ogni limite, di ogni convenzione e di ogni barriera spazio-temporale. Tutti in-
tendiamo questo linguaggio già da piccoli e senza bisogno di studiarlo. Baudelaire, dopo aver ascoltato per la prima volta a Parigi il preludio del Lohengrin di Wagner, profondamente suggestionato dalla luce e dagli immensi orizzonti quasi trascendentali che questa musica evoca, scriveva: “La vera musica suggerisce idee simili in cervelli differenti”. Provate ad ascoltare questo preludio, è un esempio impressionante della forza della musica». L’opera è soprattutto dramma, ma Domingo è allegro nella vita? «Per fortuna “il teatro e la vita non son la stessa cosa” (citazione da Pagliacci, di Ruggero Leoncavallo, ndr). Mi dicono che ho un carattere molto solare, io cerco sempre il lato positivo delle cose. Come si dice, vedo il bicchiere mezzo pieno». arena.it
VERONA 64 FRECCE AL GIORNO
© ALP
loro in modo sempre nuovo, creando alchimie imprevedibili ed emozioni. E allora 4.000 recite non sono solo un bel traguardo numerico, ma di più ancora per me. Le sento come una grande carica di entusiasmo verso la vita e la musica e mi fanno ancora sognare tanti progetti per il futuro». All’Arena di Verona vedremo Domingo sul podio. Maestro, cosa l’ha spinta, anni fa, a concentrarsi anche sulla direzione d’orchestra? «Sono cresciuto in teatro e per poco non ci sono anche nato! Il teatro va visto a 360 gradi e mai vanno legate le ali della voglia di conoscere e di fare, soprattutto di un ragazzino. Io ero in un mondo ideale. I miei genitori hanno costituito una loro compagnia di Zarzuela e io vedevo tutti insieme che lavorano a ritmi oggi impensabili, con anche tre produzioni al giorno, con grandi responsabilità e sacrifici. Prima ancora di scoprire che avevo la voce, il mio sogno da sempre è stato dirigere». Cos'è per lei il pubblico? «Senza pubblico non esiste il teatro. Quando proviamo e la sala è vuota non abbiamo fatto lo spettacolo, perché manca uno dei protagonisti: il pubblico. È lui che ti giudica e se lo meriti ti premia. Il pubblico fa parte della serata: in buca l’orchestra e il direttore, sul palco gli interpreti, dietro le quinte le sarte, i truccatori, i macchinisti, tutti gli assistenti... ma senza il pubblico non siamo niente. Il pubblico ti fa dare di più, ti mette adrenalina e ovviamente anche un po’ di ansia, perché sai che devi dare tutto e puoi non essere sempre al 100% della tua forma fisica e vocale, ma il pubblico quando si emoziona percepisce quello che trasmetti e allora ti ritorna moltiplicato tutto quello che dai». Tra le tappe della sua carriera rimaste nella storia c’è il concerto dei Tre tenori. Era il 7 luglio 1990: sul palcoscenico meraviglioso delle Terme di Caracalla c’erano Jose Carreras, Plácido Domingo e Luciano Pavarotti. L’orchestra, che metteva insieme le compagini del Maggio Musicale Fiorentino e del Teatro dell’Opera di Roma era diretta da Zubin Metha. La serata, realizzata in occasione dei Mondiali di calcio che si svolgevano
AD ANTONIO PAPPANO IL PREMIO FRECCIAROSSA 1000 Un’eccellenza di fama internazionale, britannico ma di origini italiane. È Sir Antonio Pappano, fra i più illustri direttori d’orchestra del mondo, ad aver ricevuto dalle mani dell’amministratore delegato di FS Italiane, Gianfranco Battisti, il Premio Frecciarossa 1000. Il Gruppo FS, socio fondatore dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, conferma così, ancora una volta, la sua vocazione naturale al sostegno e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale e artistico, riconoscendo al maestro, direttore musicale dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia dal 2005, eccellenti doti di precisione e rigore e grande capacità di emozionale il pubblico. L.M. 45
© Paolo Soriani
SUMMER FESTIVAL
Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello
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DAL 12 AL 21 LUGLIO TORNA UMBRIA JAZZ CON UNA LINE UP DA SOGNO. TRA I NOMI DI PUNTA FABRIZIO BOSSO, ON STAGE COL COLLEGA JULIAN OLIVER MAZZARIELLO di Gaspare Baglio 46
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Il nostro background simile e la stima reciproca permettono di riscoprirci a ogni esibizione. Del resto, quando si suona in due, bisogna avere molta fiducia nell’altro per poter fare qualcosa di forte. Con Julian avviene tutto in maniera naturale». Sarà per questo se, da subito, il pubblico ha apprezzato. «Ci ha colpito il fatto che, fin dai primi concerti, le persone ci dicessero quanto si fossero emozionate. È molto gratificante: noi saliamo sul palco per raccontare qualcosa e creare una connessione. Diciamo solo due battute alla fine, non vogliamo interrompere il flusso del concerto, lasciamo che a parlare sia la musica». Un discorso che piace così tanto da finire in terra carioca: «Sia io che Julian suoniamo anche con altre formazioni, ma col duo in agosto andiamo in Brasile per esibirci all’Istituto italiano di cultura. Probabilmente faremo anche live con musicisti del posto». E tutto ha già il sapore di qualcosa di indimenticabile. umbriajazz.com
© Daniele Casadio
n mini concerto della Supnick Swing Orchestra nella stazione di Roma Termini – alla partenza di un treno Regionale veloce per Perugia – apre le danze di Umbria Jazz, l’evento che ogni estate raccoglie migliaia di appassionati di musica. Quest’anno, dal 12 al 21 luglio, sono tantissimi gli artisti pronti a stupire on stage: da Alex Britti a Max Gazzè, da Alan Harris a Diana Krall, da Paolo Conte a Chick Corea, dai King Crimson a Thom Yorke fino a Ms. Lauryn Hill e Gino Paoli. Spicca il duo formato da Julian Oliver Mazzariello al pianoforte e Fabrizio Bosso alla tromba. Proprio sul palco di Perugia, il 15 luglio «presentiamo il disco Tandem Live at Umbria Jazz Winter. Nel jazz, però, la scaletta si cambia anche all’ultimo», confessa Bosso. La collaborazione tra i due artisti è un ritorno: «Abbiamo lavorato insieme da ventenni. Poi, recentemente, ci siamo ritrovati, scoprendo sempre grande feeling e complicità. Non ci siamo posti paletti sul repertorio, passiamo dalle colonne sonore ai brani originali fino agli standard jazz.
L’Arena delle balle di paglia, uno dei luoghi dell'Emilia Romagna Festival
BARI IN JAZZ
TIME IN JAZZ
EMILIA ROMAGNA FESTIVAL
Fino al 20 agosto Il grande jazz formato sud a Bari e dintorni. La line up propone nomi di spicco e grandissime stelle del genere. Un viavai di big senza precedenti: da Paolo Fresu al viaggio tra i suoni e i profumi del Mediterraneo di CousCous Music, dalle esclusive nazionali di Vitor Araujo, Faraj Suleiman e Aziza Ibrahim fino a The Dinner Party, progetto speciale che chiude la rassegna. bariinjazz.it
7>16 agosto Paolo Fresu ha ideato e dirige questo festival nella sua Berchidda (SS) e in altre località a nord della Sardegna. Un’edizione particolarmente ricca e assortita, con un cast che schiera nomi dal respiro internazionale del calibro di Omar Sosa e Yilian Cañizares, Nils Petter Molvær, Jaques Morelenbaum. Non manca una nutrita schiera di artisti affermati e talenti emergenti della scena jazzistica nazionale. timeinjazz.it
6 luglio>7 settembre La ricca programmazione propone percorsi tematici tra classica, jazz e world music, per diffondere la conoscenza musicale a tutti. Molti i grandi nomi: Uto Ughi, Richard Galliano, Noa, Grupo Compay Segundo de Buena Vista Social Club. E le importanti orchestre che, insieme ai giovani talenti della scena internazionale, si susseguono tra vecchie e nuove location, nuovi approdi e graditi ritorni. emiliaromagnafestival.it 47
SUMMER FESTIVAL
VIVA! FESTIVAL
RAVENNA FESTIVAL
MUSART FESTIVAL
1>4 agosto La Valle d’Itria, uno dei territori più affascinanti del sud Italia, ospita la kermesse dove innovazione e tradizione si completano in un dialogo che valorizza le diverse anime del territorio. Un’interpretazione che affonda le radici nell’avant-pop attraverso una programmazione trans-globale: dalla Queen of Afro, Erykah Badu, al fuoriclasse dell’elettronica Jon Hopkins, fino al collettivo Napoli Segreta e all’artista hip hop Priestess. clubtoclub.it/it/viva-19/
Fino al 16 luglio Crocevia di popoli, città d’acqua adriatica e mediterranea, pellegrina e straniera. Ravenna continua ad animarsi raggiungendo Atene per celebrare una delle culle della cultura occidentale. Tra i grandi artisti ospiti Leōnidas Kavakos, Emmanuelle Krivine, l’Hamburg Ballett John Neumeier e la Martha Graham Dance Company. Chicca finale della rassegna il gran gala Les Étoiles di Daniele Cipriani. ravennafestival.org
13>24 luglio Leggenda della musica brasiliana, Caetano Veloso è la punta di diamante dell’evento fiorentino. L’artista carioca – che si esibisce con i figli Moreno, Tom e Zeca – è uno dei protagonisti che animano piazza della Santissima Annunziata. Tra le stelle on stage troviamo Francesco De Gregori, Roberto Bolle, Nicola Piovani con l’Orchestra del Maggio Fiorentino e il pop celtico di Loreena McKennitt. musartfestival.it
© Magliocchetti
APOLIDE FESTIVAL
Tre Allegri Ragazzi Morti 48
Dal 18>21 luglio Quattro giorni di musica, sport, workshop, relax, un’area kids dedicata alle famiglie e un camping immerso nel verde dell’Area naturalistica del bosco di Vialfrè (TO). Start il 18 luglio con la serata Giungla infinita di Ivreatronic con Cosmo, Foresta, Enea Pascal, Splendore, Clap! Clap! e tanti altri. Tra gli ospiti spiccano Sick Tamburo, Franco 126, Tre Allegri Ragazzi Morti, Myss Keta, Giorgio Poi e Arturo Brachetti. apolide.net
VILLA ADA - ROMA INCONTRA IL MONDO Fino al 10 agosto Sessanta giorni di programmazione e due palchi per uno dei principali eventi dell’Estate romana. Concerti, dibattiti, laboratori formativi, talk e presentazioni caratterizzano questo evento musicale, culturale e sociale. Le parole chiave? Innovazione, condivisione, partecipazione e sostenibilità. Nella line up spuntano Garbage, Hooverphonic e Calexico + Iron&Wine. villaada.org
FESTIVAL DELLE COLLINE
NEXTONES
3>25 luglio Organizzata dai Comuni di Poggio a Caiano, Prato e Carmignano, la 40esima edizione della rassegna ospita menti illuminate del rock-folk indie come Ben Ottewell dei Gomez e J Mascis dei Dinosaur Jr., oltre al pilastro del cantautorato italiano Fabio Concato. Interessante lo psychedelic nomadic rock del duo mongolo Tulegur, la giovanissima vocalist Felicia Jin e il rap-pop dei Nova Ground. festivaldellecolline.com
26>28 luglio Le storiche cave di estrazione di marmo e granito, tra le sponde piemontesi del Lago Maggiore e la Val D’Ossola, fanno da sfondo alla manifestazione internazionale di musica elettronica e arti digitali. A farla da padrone sono performance visive e musicali, completamente immerse nel contesto naturale, con la possibilità di scoprire le tradizioni enogastronomiche e il patrimonio ambientale. nextones.eu
L’artista Sinjin Hawke, tra gli ospiti di Nextones
CARACALLA
FESTIVAL VALLE D’ITRIA
Fino al 7 agosto L’Opera con la O maiuscola è la vera, grande star della rassegna estiva alle Terme di Caracalla. Una location suggestiva per le immortali arie della Traviata e dell’Aida di Giuseppe Verdi e Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev. Non mancano le digressioni musicali di Mark Knopfler, Stefano Bollani e Chucho Vladés, Ludovico Einaudi e Plácido Domingo. operaroma.it
16 luglio>4 agosto Al Palazzo Ducale di Martina Franca vanno in scena il capolavoro di Domenico Cimarosa Il matrimonio segreto del 1792 e la più rara Ecuba di Nicola Antonio Manfroce del 1812, quest’ultima con il direttore musicale del Festival Fabio Luisi sul podio. Lo stesso spazio scenico accoglie – in forma semiscenica – Orfeo, pasticcio del napoletano Nicola Porpora. festivaldellavalleditria.it
CI SONO ANCHE… INDIMENTICABILE
POLLINO MUSIC FESTIVAL
OPEN SOUND FESTIVAL
12>13 luglio Due giorni di musica all’Arena Parco Nord di Bologna, con nomi di prestigio quali Gemitaiz, Ghemon, Gazzelle, Ex-Otago, Coma Cose, Eugenio in Via di Gioia. Una celebrazione della nuova musica italiana.
2>4 agosto Nel Parco Nazionale del Pollino, in Basilicata, la musica indie immersa nella natura la fa da padrona. Sul palco Tre Allegri Ragazzi Morti, I Hate MY Village, Populous, Franco 126.
28 agosto>1° settembre Tutti a Matera per produzioni originali in un mix davvero inedito: street-carnival, feste folk, strumenti antichi, elettronica, sound system, campanacci, zampogne, cupa-cupa, subwoofer e urla polifoniche.
indimenticabilefestival.it
pollinomusicfestival.it
opensoundfestival.it 49
TRAVEL
IL VIAGGIO FA FESTA A RIMINI CON LONELY PLANET ITALIA, DAL 12 AL 14 LUGLIO, PER RACCONTARE TUTTE LE DECLINAZIONI DI UNA DIMENSIONE VITALE di Michela Gentili
A
ffondare tra le dune del deserto per sentire che rumore fa un respiro. Sollevarsi fin sopra la vetta per accorgersi che il cielo, a volte, può finire più in giù degli occhi. Abbandonarsi sulla pelle del mare per scoprire che un’onda può tirar via anche i pensieri. Spingersi altrove è un passo necessario per riformulare l’ovvio. E non è mai più lungo della gamba. Perché nasce dal profondo della natura umana. «Viaggiare è come mangiare, dormire, fare l’amore. È un atto spontaneo,
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michelagentili
vitale e imprescindibile», sostiene Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia. Le disparate ragioni che spingono a soddisfare questo bisogno sono al centro di UlisseFest, la rassegna che la casa editrice leader nelle guide di viaggio organizza a Rimini dal 12 al 14 luglio. «In un’epoca di relazioni virtuali, abbiamo sentito il bisogno di riportare al centro le persone e farle incontrare fisicamente», spiega. Lo scorso anno la Festa – così la definiscono i suoi ideatori – ha richiamato 35mila
appassionati. E la terza edizione punta ancora più in alto, con oltre 100 ospiti e 45 appuntamenti sparsi nei luoghi più iconici della città romagnola. Dal palco di piazza Cavour, con la fontana della Pigna che incantò Leonardo da Vinci, al Teatro Galli, bombardato durante la Seconda guerra mondiale e riportato alle origini dopo 75 anni di chiusura. Passando per il cinema Fulgor, uno spazio dai contorni senza tempo reso immortale da Federico Fellini e ridisegnato dallo scenografo di Hollywood Dante Ferretti.
autentico tra uomo e natura, in tutte le sue declinazioni. Si va alla scoperta delle montagne di frontiera con la guida alpina Mario Casella. Alla ricerca del silenzio, tra l’Antartide e la cima dell’Everest, con l’esploratore-filosofo norvegese Erling Kagge. Sulle orme del passato coloniale italiano in Etiopia ed Eritrea con il fotografo Antonio Politano. O in Giappone, tra cerimonie del tè e teatro kabuki, con lo scrittore Alex Kerr. Ma si percorre anche tutto lo Stivale per festeggiare i 30 anni di Sentiero Italia, un itinerario di oltre seimila chilometri che attraversa le Alpi e la dorsale appenninica. Sempre con un occhio all’ambiente e ai rischi dell’overtourism. «Sono convinto che l’informazione sia fondamentale per girare il mondo consapevolmente. Chi danneggia un territorio lo fa perché non sa che cosa sta combinando davvero. Conoscere la cultura di un luogo è l'unico modo per imparare a rispettarlo», dice ancora il responsa-
bile artistico dell’evento. Proprio l’amore per la Terra e la sua salvaguardia è il filo conduttore del progetto onirico Planet Ocean, quasi 90 minuti di immagini che vengono proiettate domenica in piazza Cavour con la sonorizzazione del duo di Interiors, Erica Scherl e Valerio Corzani. Non manca la presenza femminile in cartellone. Da Iaia Forte, che in Odissea Penelope rilegge Omero dando voce alla sposa di Ulisse, fino alla scrittrice albanese Anilda Ibrahimi che racconta la rinascita del suo Paese, passando per la giornalista Elena Stancanelli e la sua esperienza sulle barche delle ong. Mentre le libere viaggiatrici Manuela Bolchini e Iaia Pedemonte spiegano come uscire dalla confort zone e partire in solitaria. «Secondo una ricerca realizzata in Inghilterra, sono sempre più numerose le donne che girano il mondo e, in particolare, quelle che scelgono di farlo da sole».
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«Abbiamo invitato giornalisti, scrittori, fotografi, artisti e intellettuali per indagare le motivazioni di un atto che non è mai stato così popolare. Cercando di conciliare momenti di informazione e riflessione con il divertimento che dovrebbe essere alla base di qualsiasi esperienza di conoscenza», precisa il direttore. Così dibattiti, workshop e laboratori si alternano a spettacoli, concerti e reading teatrali. Si parte venerdì 12 con il confronto visionario tra il cofondatore di Lonely Planet, Tony Wheeler, definito dal New York Times il «santo patrono di tutti i backpacker» e autore del pamphlet Perché viaggiamo. In difesa di un atto vitale, e l’ideatore di Slow Food, Carlo Petrini, l’uomo che ha eletto il gusto a forma d’arte. Al centro del dialogo la salute del Pianeta e la spinta che muove i popoli da un continente all’altro. Protagonista degli eventi in programma è l’outdoor, inteso come rapporto
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Ma partire non è solo sogno, visione e desiderio. È anche riflessione, racconto, condivisione. «Tutti ormai hanno la possibilità di esprimere il proprio punto di vista. Ma per riuscirci nel migliore dei modi servono gli strumenti giusti», chiarisce infine Pittro. Per questo il Festival offre spazi di formazione e confronto curati da professionisti. Chi vuole usare al meglio le parole per descrivere una destinazione può seguire le best pratice fornite da Silvia Castelli, responsabile della redazione guide di Lonely Planet. Per imparare a realizzare video di qualità, filmati con droni e fotografie aeree ci si può iscrivere ai due workshop tenuti da Ludovico de Maistre, regista di documentari e reportage. Mentre chi preferisce utilizzare il disegno, su carta o digitale, si può sbizzarrire con le mappe emozionali di Luigi Farrauto o apprendere direttamente dalla mano di Emiliano Ponzi, illustratore per The New Yorker, MoMa e Gucci. Immancabile, come in ogni viaggio, la colonna sonora. La compilation di UlisseFest comprende il chitarri-
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Piazza Cavour e, sullo sfondo, il Teatro Galli
sta tuareg Bombino, che trascina gli spettatori in una cavalcata sonora dal Sahara a Jimi Hendrix, la voce di Ana Moura, regina del fado, accompagnata dalla tromba jazz di Giorgio Li Calzi, e il piano di Stefano Bollani che si fonde col samba di Hamilton De Holanda. Grande chiusura domenica sera, sul palco di piazza Cavour, con la proiezione di Priscilla, la regina del deserto, pellicola cult per la comunità gay
e trans che compie 25 anni, accompagnata dalla performance delle Nina’s Drag Queens. Per celebrare la complessità, le differenze, l’incontro. E continuare a viaggiare liberi e stupiti. ulissefest.it UlisseFest
RIMINI 30 FRECCE AL GIORNO
Cinema Fulgor
TRENITALIA CELEBRA IL VIAGGIO Vettore ufficiale di Lonely Planet UlisseFest, Trenitalia offre ai soci CartaFRECCIA in arrivo a Rimini con le Frecce il giorno dell'evento o nei tre giorni antecedenti la possibilità di acquistare con il 30% di sconto, già dal 24 giugno, il biglietto per i workshop di formazione. Stessa riduzione anche per il concerto di Stefano Bollani e Hamilton De Holanda (domenica 14 alle 21 al Teatro Galli). Inoltre, nei giorni del Festival, in piazza Cavour viene proiettato lo spot La casa che ti porta a casa, firmato da Ferzan Ozpetek, da cui è stata tratta la campagna istituzionale di FS Italiane. In cartellone anche due appuntamenti che vedono la partecipazione del Gruppo: sabato 13, alle 11 al cinema Fulgor, il direttore della Freccia, Marco Mancini, partecipa al panel Scrivere di viaggio nell’era di Internet. Nella stessa sede, domenica 14 alle 19:30, Alessandro Tullio, direttore regionale Trenitalia Emilia-Romagna, presenta Itinerari di passaggio, la collana realizzata da Trenitalia e Slow Food Editore per valorizzare le eccellenze gastronomiche italiane e l’uso sostenibile dei mezzi di trasporto. 52
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Teatro Margherita
LA CITTÀ DEL MARE LONELY PLANET HA SELEZIONATO BARI TRA LE MIGLIORI DIECI DESTINAZIONI D’EUROPA NEL 2019. ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ VECCHIA, SPLENDIDA PORTA D’ORIENTE ANIMATA TUTTO L’ANNO DA EVENTI CULTURALI, ARTI E TRADIZIONI di Vito Fatiguso
S
pesso la semplicità è l’arma migliore per centrare gli obiettivi. Niente rivoluzioni, investimenti miliardari o progetti di marketing da favola. Basta garantire quel normale ritmo di svolgimento della vita quotidiana che fa apprezzare la bellezza di un luogo e della gente che ci vive. E in fondo la semplicità è il tratto distintivo di Bari, il 54
capoluogo della Puglia, che negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante nel turismo che conta. Un percorso lento e a tratti inaspettato che ora spalanca le porte a una nuova fase della crescita della comunità. Così, una passeggiata per le vie del centro, una corsa sul suggestivo lungomare, un pomeriggio trascorso tra cultura (con l’offerta del Teatro Petruzzelli) e
religione (sulla via di San Nicola) possono rappresentare opzioni valide di un soggiorno che riserva sempre nuove opportunità. Sono oramai lontani i tempi in cui per esplorare i vicoli della città vecchia bisognava esporsi a rischi di ogni tipo. In quest’angolo di Puglia oggi c’è il giusto mix dei fattori più classici del mondo delle vacanze. Tanto che è la stessa Lonely Planet
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a certificare il salto di qualità. La società editrice, specializzata nelle guide turistiche, ha selezionato Bari tra le migliori dieci destinazioni in Europa nel 2019. La città del mare, del relax e della buona cucina si è aggiudicata la quinta posizione (ed è l’unica realtà che rappresenta l’Italia) con una motivazione che sintetizza l’offerta: «Dalla città portuale un tempo malridotta che sorge sul tallone d’Achille italiano si gode la rinascita avvenuta nel corso di un decennio. Il rinnovato centro storico è il cuore, i negozi chiusi sono diventati ristoranti a conduzione familiare dove le nonne cucinano piatti di orecchiette in graziose piazze. Ma i cambiamenti vanno oltre la pura estetica, perché sono stati riaperti anche gli spazi culturali, dall’elegante Teatro Piccinni agli storici alberghi, già destinati all’oblio, come l’Oriente, senza dimenticare il Teatro Margherita, costruito su palafitte in stile Art Nouveau,
oggi riadattato a straordinario spazio artistico. Grazie a una vivace vita notturna, all’aumento della sicurezza per le strade e alle spiagge più pulite: Bari sta tornando alla ribalta». In verità, la città da visitare è racchiusa in un triangolo non troppo esteso fra la città vecchia, il borgo murattiano e il lungomare che da nord a sud schiera 197 lampioni a quattro lanterne, tipici di cartoline e dipinti. La recente vita commerciale è racchiusa tra via Sparano, via Argiro e corso Cavour. La prima è stata oggetto di un travagliato restyling che è terminato con un progetto a vocazione europea e un effetto “canocchiale” che dalla stazione ferroviaria di piazza Aldo Moro unisce visivamente corso Vittorio Emanuele. È lì, in via Sparano, che le maggiori griffe della moda lanciano le nuove tendenze e le gioiellerie offrono il meglio per chi ama lanciarsi in regali d’autore. Dopo la parentesi shopping
si apre quella delle tradizioni con il bagaglio culturale che Bari, porta d’Oriente, è in grado di offrire. Nella città vecchia il fulcro è rappresentato dalla basilica di San Nicola, che custodisce le reliquie del vescovo di Myra portate a Bari da 62 tra marinai e commercianti il 9 maggio del 1087. La basilica, che dipende direttamente dalla Santa Sede, è un esempio di romanico-pugliese e il luogo dove si alimenta il dialogo ecumenico. Il Santo che viene dal mare è un ponte verso la Russia dove il culto di San Nicola è centrale. A maggio del 2017 per la prima volta in 930 anni una reliquia di San Nicola è stata venerata a Mosca, nella cattedrale di Cristo Salvatore, e a San Pietroburgo, nel monastero di Aleksandr Nevskij, grazie al via libera di papa Francesco. Nelle vicinanze della basilica sorge anche il museo Nicolaiano con reperti, dipinti e reliquie legate al Santo e alla stessa costruzione del55
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Bari vecchia
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la basilica. Sempre a Bari vecchia ci sono la cattedrale dedicata a San Sabino (co-patrono di Bari) e le centinaia di icone votive disseminate tra i vicoli. Un passaggio obbligato porta a piazza Mercantile e al palazzo del Sedile, luogo in cui per secoli si è riunito il governo cittadino. A pochi passi dalla piazza c’è la Colonna Infame dove, nel XVI secolo, i cattivi pagatori venivano esposti in caso di insolvenza. La città vecchia, inoltre, è un luogo dove si respira la tradizione culinaria: tra piccoli laboratori e botteghe, ma anche nelle case che si affacciano sulle stra-
San Nicola 56
de, è possibile gustare orecchiette fatte con tanta passione dalle donne del quartiere. E c’è spazio pure per le sgagliozze (fette di polenta fritta) e le teglie tipiche di patate, riso e cozze. Dal centro storico, dove la muraglia scende dal fortino di Sant’Antonio al livello del mare, si arriva all’incrocio con i tre grandi contenitori culturali: i teatri Petruzzelli, Margherita e Piccinni. Il primo è sempre stato un punto di riferimento dell’arte in Italia e dopo il rogo nella notte tra il 26 e il 27 ottobre del 1991, dopo la ricostruzione, è ripartito con stagioni di primo piano
tra opera, balletto e concertistica. Il Margherita, invece, è stato riconvertito in polo museale e il Piccinni è ancora in fase di restauro. Ma è sul mare che il colpo d’occhio riesce a conquistare anche i più esigenti: dal porto alle spiagge di Pane e Pomodoro e Torre Quetta. Un’offerta ancora tutta da scoprire, ma anche una realtà che sa ascoltare. «Lonely Planet dice che Bari è una destinazione imperdibile in Europa: è un punto di arrivo perché riconosce 15 anni di grande lavoro», spiega Michele Emiliano, per due mandati sindaco di Bari e attuale governatore della Puglia. «Bari oggi è una meta accogliente e facilmente raggiungibile, ben collegata dalla stazione centrale con la rete dei bus urbani. Tutti i mesi dell’anno è animata da eventi culturali, tra teatro, mostre, musica, cinema, arte e tradizione». E perché no, Emiliano, ha anche un suggerimento: «Lasciatevi conquistare dalla simpatia delle signore di Bari vecchia e dalla loro maestria nel preparare a mano le orecchiette, e concedetevi una pausa sul mare assaporando la prelibatezza del nostro pesce crudo. Questa è una terra ideale per vivere, per trascorrere una vacanza o anche solo per fare business, se ne sono accorti in Europa e nel mondo, e noi aspettiamo a braccia aperte chiunque voglia venire a trovarci».
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L’ISOLA DELLE
MERAVIGLIE
LE SPIAGGE PIÙ ESCLUSIVE E ROMANTICHE DELL’ELBA, PERFETTE PER UN TUFFO NEL BLU E NELLA MOVIDA di Silvia Brandani Photo Matteo Grandi
Le Ghiaie, la spiaggia degli Argonauti
«A
ppena esco da lavoro, mi schianto alle Ghiaie e ci resto fino a stasera». Questa è la frase che senti dire dalla commessa al supermercato, quando a Portoferraio, capoluogo della splendida Isola d’Elba, è vento di scirocco e tutti non vedono l’ora di andare a fare un bagno nel mare limpido e smeraldino delle Ghiaie. Premiata di recente dal sito di viaggi Skyscanner per essere uno dei 15 lidi più belli d’Italia, Le Ghiaie, a due passi dal porto e dal centro storico di Portoferraio, è lunga circa 330 metri per 18 di larghezza (nel punto più largo), formata da sassi bianchi levigati, con sopra alcune chiazze grigie e azzurre. Secondo la leggenda, le macchie sarebbero le gocce di sudore degli Argonauti che avrebbero sostato alle Ghiaie di rientro dal mitico viaggio alla ricerca del vello d’oro, narratoci da Apollonio Rodio nelle Argonautiche. Vi sono anche 75 metri di scogliere, per gli amanti dei tuffi, della tintarella selvaggia sullo scoglio e dell’avventura. Tramite gli scogli, si può raggiungere la meravigliosa Cala dei Frati, fra le Ghiaie e la Padulella, dove si arriva solo via mare.
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La spiaggia è attrezzata con alcuni stabilimenti balneari interrotti da tratti di litorale libero. Accanto si trova un bellissimo parco giochi per i bambini all’ombra di pini secolari. Il mare, oltre alla bellezza dei fondali, è famoso per l’enorme quantità e varietà di pesci: orate, occhiate, saraghi, sogliole, tracine e, chi più ne ha, più ne metta. I turisti si divertono a far mangiare il pane secco ai pesci che vengono a cibarsi a gruppi come se fossero ammaestrati, oltre ovviamente ai gabbiani corsi (la specie di gabbiani più rara al mondo, con il becco rosso corallo e il piumaggio grigio perla) sempre molto affamati e agguerriti. Ho assistito una volta a una lotta fra due gabbiani per accaparrarsi un pesce. Una scena incredibile, da vera legge della sopravvivenza. Tutto ciò è dovuto al fatto che la zona davanti alla spiaggia, da Punta Falcone, dove si trova il grande faro di Portoferraio, fino alla punta della spiaggia di Capobianco, è zona di tutela biologica dal 1971. Fino allo Scoglietto che si incrocia dal traghetto prima di entrare in porto, è proibita qualsiasi attività di pesca, professionale, sportiva e ricreativa, compresa quella subacquea. Lo snorkeling e le immersioni sono fra le attività preferite dagli elbani e dai turisti. È proprio il caso di dire che i bagni non finiscono mai.
Cavoli, la movida e gli amori elbani
L
a spiaggia di Cavoli in estate non teme la rivalità delle più blasonate location di Ibiza e Formentera. Sempre affollata da giovani e giovanissimi, e anche da chi, un po’ agée, vuole passare una giornata da “gggiovani”. La movida è garantita da beach party a base di gustosi drink, dj set e musica live. Situata sulla costa sud-occidentale dell’Isola d’Elba, la cosiddetta Costa del Sole, a circa cinque chilometri da Marina di Campo e vicina a Seccheto, Cavoli è una spiaggia di 300 metri con il fondo granitico granuloso, e gode di un clima molto mite anche in bassa stagione. Il nome Cavoli deriva dalla dai blocchi di granito estratti nella zona, chiamati proprio così. Sopra la spiaggia si possono infatti vedere, nascoste dalla vegetazione, vecchie cave romane e di età medievale utilizzate un tempo proprio per l’estrazione del granito. L’arenile è diviso in due parti da una piccola scogliera con dei macigni collocati nella battigia: il tratto a sinistra, più ampio, è attrezzato con stabilimenti balneari, mentre il tratto sulla destra è più piccolo e completamente libero. È qui che fa bella mostra di sé la Grotta Azzurra, anticamente chiamata Grotta di Mare, visitabile con i pedalò e piccole imbarcazioni. La grotta dista circa 600 metri dalla baia di Cavoli. Sulla sinistra, dopo il tratto di spiaggia libera, vi sono grandi scogli levigati dove si può andare a prendere il sole. Nelle giornate di cielo terso, si vedono in lontananza le isole di Pianosa e Montecristo. È protetta dal Monte Capanne, la vetta più alta dell’Isola d’Elba e, dopo una giornata di trekking sul Monte, soprattutto in primavera e autunno, è la meta ideale per un tuffo rinfrescante. Bellissima la strada panoramica che da Marina di Campo porta a Cavoli, specialmente in moto o con lo scooter, mezzi che in estate all’Elba sono veramente consigliabili. Cavoli è il luogo degli amori e dei flirt estivi, delle risate, della spensieratezza e della voglia di staccare dalla routine, in uno spazio-tempo meraviglioso. 59
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ELBA
S P E T TA C O L I MAGNETICI Magnetic Opera Festival (2018)
NELLE GALLERIE DELLE MINIERE RISUONANO ARIE FAMOSE D’OPERA E SI ESIBISCONO CORPI DI BALLO. SCENOGRAFIE NOTTURNE TRA I COLORI SORPRENDENTI DEI MINERALI E DEL GRANITO, PER MILLENNI ESTRATTI SULL’ISOLA TOSCANA. DA SCOPRIRE DI GIORNO A PIEDI O A DORSO D'ASINO di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it
C
osa hanno in comune il lavoro di un minatore per estrarre la magnetite in gallerie semibuie e la leggerezza della lirica e del balletto? Non molto in apparenza, fino a quando la genialità dell’uomo crea qualcosa di nuovo. Ecco, dunque, che le miniere si animano con colori, arie liriche e atmosfere surreali. Dal 7 al 22 luglio a 60
Capoliveri, sull’Isola d’Elba, lo scenario cambia: è il momento del Magnetic Opera Festival che, arrivato alla quinta edizione, si esibisce in spazi aperti e chiusi. La serata d'inaugurazione è a piazza Matteotti, nel centro della cittadina. Nella domenica di apertura è protagonista Appassionante, il trio di voci dal grande fascino composto da Giorgia, Stefania e Mara: le tre giovani
cantanti liriche uniscono la tradizione del melodramma italiano ai successi pop. Un altro set è immerso invece nelle viscere della Terra, nella Miniera del Ginevro sul Monte Calamita che, non a caso, si chiama così perché conserva al suo interno una cava di magnetite. La serata del 10 luglio è dedicata a un singolare tributo del mondo operistico a Gershwin, con
alcune revisioni di Picone stesso, per esempio il Pas des deux dal secondo atto della Bella addormentata nel bosco di Čajkovskij. La lirica tradizionale è in cartellone giovedì 18 con il dittico del verismo italiano: Cavalleria rusticana di Mascagni e I pagliacci di Leoncavallo. Il 22 luglio gran finale con Turandot, affidata alla bacchetta del maestro Stefano Giaroli che dirige l’Orchestra Filarmonica delle Terre Verdiane e il Coro dell’Opera di Parma. Il soprano Franci Dariz interpreta la crudele principessa che tiranneggia i suoi pretendenti. Queste storie emozionano ancora di più perché inserite in un contesto naturale unico e coinvolgente. È infatti da consigliare una visita o un soggiorno in questi luoghi che si distinguono per colori d’eccezione, dal rosso del ferro all’oro della pirite, dall’argento dell’ematite alle sfumature del granito. Chiuse dal 1981 dopo quasi due millenni di attività, le miniere e le cave oggi si possono conoscere, grazie a escursioni e percorsi
sotterranei, come quelli nella Miniera del Ginevro. Questi bacini sono ancora oggi tra i più estesi al mondo, con oltre 200 varietà minerali presenti sull’isola e più di un ventesimo di tutti i minerali presenti sulla Terra. Un’altra tappa interessante è a San Piero, la zona più selvaggia dell’Elba da percorrere a dorso d’asino o lungo sentieri di trekking di diversi livelli di difficoltà. Da qui proviene il granito utilizzato fin dai tempi antichi: sono in granito sette colonne del Pantheon romano, alte 12 metri, alcuni resti architettonici nel Palatino e al Colosseo, ornamenti del Duomo di Pisa e del Giardino di Boboli a Firenze. Nella zona non manca un museo mineralogico e gemmologico (il Mum), che spiega i segreti di un materiale così caratterizzante per la nostra storia dell’arte. maggyart.it magnetic-operafestival-elba.com minieredicalamita.it parcominelba.it museomum.it visitelba.info
© R. Ridi/Visitelba.info
Miniera del Ginevro
Porgy and Bess, messo in scena dai solisti e dal coro del New York Harlem Theatre. È una storia di squallore e miseria: Bess è una donna contesa tra due uomini legati alla criminalità, ma che per fortuna trova l’amore sincero di Porgy. L’opera, ambientata nel quartiere nero di Charleston, in South Carolina, è uno degli spettacoli più apprezzati della compagnia americana. Lunedì 15 è protagonista Giuseppe Picone, étoile e direttore del corpo di ballo del San Carlo di Napoli, che ha progettato per il festival un tributo internazionale a Rudolf Nureyev. Non possono mancare classici del balletto come Il lago dei cigni, Raymonda e Coppelia, con le coreografie dello stesso ballerino sovietico e dei suoi più importanti contemporanei, o con 61
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PREMIO LETTERARIO
ISOLA D’ELBA di Ernesto Ferrero
dicea affacciata sul porto di Marciana sapeva trasformare il rapporto con il mare, grande serbatoio di storie, in una metafora della condizione umana. A scorrere l’albo d’oro del Premio, ci accorgiamo che ha laureato prima del Nobel autori come Eugenio Montale e Heinrich Böll, sempre superando le divisioni di genere e scegliendo liberamente tra narratori, poeti, storici, saggisti, siano essi italiani o stranieri. Lo testimoniano, tra i tanti, i riconoscimenti a scrittori francesi (Michel Tournier e Pierre Lemaître), inglesi (Denis Mack-Smith, biografo di Vittorio Emanuele II, e Muriel Spark), austriaci (Gregor von Rezzori), polacchi (Kazimierz Brandys e Stephen Vizinczey), rumeni (Mircea Eliade), spagnoli (Javier Cercas). Non meno prestigiosi gli autori italiani, che
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sarebbero diventati dei classici del ‘900: poeti come Carlo Betocchi, Alfonso Gatto, Maria Luisa Spaziani e Mario Luzi; saggisti come Elémire Zolla, narratori come Tommaso Landolfi, Mario Tobino, Gesualdo Bufalino, Fosco Maraini. Da oltre 20 anni il Premio è sostenuto dall’inesausta passione di Alberto Brandani, il professore-manager innamorato dei libri e convinto che la cultura sia un lievito fondamentale per la crescita personale e collettiva. Le indicazioni che il Premio fornisce ogni anno vogliono essere dei consigli amichevoli per fare dei libri altrettanti mattoncini con cui costruire una casa comune. Sulle incantevoli piazze dell’isola o nel suggestivo chiostro del Centro De Laugier a Portoferraio, le serate condotte da madrine come Ottavia Piccolo, Milly Carlucci o Maria Grazia Cucinotta diventano altrettante feste di amici che si ritrovano nel piacere di condividere gli stessi interessi.
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artendo nell’aprile 1814 da Parigi per l’Elba, che per dieci mesi sarebbe diventata il suo piccolo regno, Napoleone aveva scelto di persona i libri da portarsi dietro: così cari e necessari che nella nuova residenza della Villa dei Mulini, a Portoferraio, li aveva sistemati proprio accanto alla camera da letto. Da allora l’isola ha sentito d’essere entrata in un orizzonte europeo assai più ampio dei propri confini. I libri sono diventati parte integrante del suo Dna, un cannocchiale per guardare lontano, con una curiosità libera da timori reverenziali. Nutrita è la schiera degli scrittori elbani che nel ‘900 sono diventati cittadini del mondo nel solco di quello stesso spirito cosmopolita: Luigi Berti (autore della prima storia della letteratura americana pubblicata in Italia), Oreste Del Buono, Carlo Laurenzi, Gaspare Barbiellini Amidei… Quando è nato nel 1962 per impulso di Geno Pampaloni e Rodolfo Doni, il Premio letterario Elba si è subito presentato con un respiro internazionale: libero da condizionamenti ideologici e mode culturali, sensibile ai temi della spiritualità, aperto ad autori capaci di leggere la realtà attraverso opere originali e raffinate ma accessibili, non specialistiche. Dal 1984 il Premio è intitolato a Raffaello Brignetti, che era nato all’Isola del Giglio ma aveva trovato nell’Elba la sua patria poetica. Dalla sua torre me-
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Milly Carlucci con Alberto Brandani Quarantesima edizione del Premio letterario Isola d'Elba (2012)
Eugenio Montale al centro, con Michele Villani e Pompei Mario Scelza (1969)
LA FINALE 2019
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na terna di nomi di qualità e di spessore culturale». È questo il soddisfatto commento sui tre finalisti del 47esimo Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba – Raffaello Brignetti che, secondo il presidente della giuria letteraria, Alberto Brandani, «esemplificano bene lo spettro di potenzialità che la letteratura ci offre». Appuntamento sabato 13 luglio alle 21:30 all'Hotel Airone di Portoferraio, nel Golfo di San Giovanni, che ospita,
per il secondo anno consecutivo, la cerimonia conclusiva del Premio. Le tre opere prescelte, sottoposte al voto delle giurie letteraria e popolare, sono: Verso Sant’Elena (Bompiani, pp. 192 € 15) di Roberto Pazzi, Ogni coincidenza ha un’anima (Sellerio, pp. 288 € 14) di Fabio Stassi e La madre americana (Solferino, pp. 260 € 18) di Laura Laurenzi. A condurre la serata Marco Frittella, giornalista e conduttore del TG1. premioletterarioelba.it
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LUXURY CAMPANIA SCOPRIRE IL GOLFO DI NAPOLI, LA COSTIERA AMALFITANA E IL CILENTO SU UNA BARCA DI LUSSO O IN TERRAZZA SORSEGGIANDO UN COCKTAIL, CULLATI DA UN SOTTOFONDO MUSICALE
© Marco Barbaro
di Cecilia Morrico
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inuose colline si alternano a punti alti e rocciosi, il mare sempre splendente bagna i profili di paesini colorati e accoglienti. Come non rimanere affascinati dalla costa campana? Ma oltre alle bellezze naturalistiche, tra fiordi e grotte, c’è anche un mondo di esclusività fatto di terrazze panoramiche, stelle Michelin e giri in barche di lusso. Si parte da Sorrento, gioiello di tutta la penisola omonima. Famosa come la città dei limoni, racchiude un centro storico davvero affascinante, che parte da piazza Torquato Tasso e si sviluppa tra i vicoli di corso Italia come San Cesareo, dove brulicano tantissimi negozi di artigianato e prodotti tipici. Immancabile la tappa alla Villa Comunale per ammirare il Golfo di Napoli e il Vesuvio. Se si è affascinati da grandi altezze e viste suggestive, ma di stile, nella zona Sant’Angelo, sulla terrazza dell’Hotel Majestic Palace, si trova l’unico Dry Martini italiano. Il cocktail più amato dall’agente 007 James Bond e da Umberto Eco è anche
un brand, creato da uno dei massimi esperti di mixology, lo spagnolo Javier de las Muelas, con una serie di locali nel mondo che propongono 100 drink differenti. Casa madre del marchio è Barcellona che supera il milione di bicchieri serviti, a seguire Madrid, San Luis Potosí in Messico, Londra e infine Sorrento. Una scelta obbligata per l’incanto della location ma anche per il giardino all’italiana della struttura ricettiva, con 15mila m2 di limoni e ulivi, tra gli ingredienti principali da inserire nei cocktail glass. Circumnavigando la penisola si arriva alla rinomata Costiera amalfitana. Annoverata tra i siti Patrimonio dell'Unesco, comprende decine di incantevoli città, spiagge, calette e scogliere lungo i suoi 50 chilometri di estensione: una destinazione ideale da esplorare durante una vacanza in barca a vela. Moltissime le avventure stellate via mare: per chi vuole provare l’esperienza in catamarano c’è il progetto Sailuxe. Si parte da Marina d'Arechi, scendendo lungo la costa per ammirare Positano, Sorrento e la stessa
Vista sul Golfo di Napoli dalla terrazza Dry Martini del Majestic Palace di Sorrento (NA)
Amalfi, poi ci si sposta sulle isole di Capri, Ischia e Procida; oppure si può scegliere la rotta verso ovest per ammirare i piccoli tesori incastonati nella roccia: Maiori, Minori, Cetara e Ravello. Sempre in barca anche con Evolution Travel, salpando da Castellammare di Stabia su un Sun Odyssey 45 di 14 metri. Chi invece preferisce la terraferma e intende girare la zona non può certo saltare Ravello. Oltre al famoso festival di Villa Ruffolo, fino al 20 ottobre, l’incantevole Comune è stato sempre apprezzato da personaggi dello star system e icone di stile come Jackie Onassis Kennedy, Greta Garbo, Humphrey Bogart. In questa cornice glamour del litorale spicca Palazzo Avino, hotel ricavato nell’immobile storico di Palazzo Sasso, antica dimora gentilizia del XII secolo, riqualificato e riaperto nel 1997. Dai suoi 350 metri, regala una vista unica sui monti verdi e il blu del mare. Con la sua terrazza Belvedere e il ristorante stella Michelin Rossellinis è una delle location dell’evento enogastronomico
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Calici di stelle, il 12 agosto. Un viaggio sensoriale tra vino, musica e cibo, dove turisti e appassionati riscoprono le bellezze paesaggistiche e storiche della città. Una passeggiata di emozioni che percorre la strada nobile dei grandi alberghi di Ravello. Dalla mondanità si passa alla magia della natura, da Paestum fino al Golfo di Policastro si snodano i 100 chilometri incantati del Cilento. Paesini variopinti, custodi di antichissime tradizioni popolari, come Agropoli, Palinuro, Camerota, Sapri, Ascea e Santa Maria di Castellabate. Senza scordare la bellezza delle spiagge, spesso premiate con Bandiere blu e Vele di Legambiente, raggiungibili anche in Frecciarossa. E per la sistemazione in hotel c’è l’accordo tra Trenitalia e Imperatore Travel World: i clienti delle Frecce che soggiornano almeno una settimana negli alberghi convenzionati con il tour operator ricevono il rimborso del ticket ferroviario di andata. Se il soggiorno sale a due settimane, viene restituito anche il costo del biglietto di ritorno. Nel primo caso è previsto un massimo di 40 euro a persona, nel secondo 80. E anche qui le strutture ricettive sono a più stelle ma immerse nel verde, come per
Palazzo Avino, Ravello (SA)
esempio L’Oleandri Resort Paestum che conta un giardino mediterraneo di 30mila m2. Una volta scesi lungo la costa perché poi non risalire a ritmo lento ammirando il paesaggio dal finestrino di un treno storico? Il 28 luglio e il 25 agosto torna l’appuntamento con Archeotreno Campania, il servizio su convogli d’epoca che consente di viaggiare dal cuore di Napoli fino ai parchi archeologici di Pompei, Paestum ed Elea-Velia. Il treno, composto da carrozze Centoporte e Corbellini degli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso, ferma a Sapri, Ascea, Paestum, Pontecagnano, Pompei, Portici-Ercolano e Pietrarsa-San Giorgio a Cremano.
Si consiglia una tappa al Museo ferroviario di Pietrarsa dove è possibile fermarsi per un cocktail al tramonto nell’area bistrot della Terrazza sul mare, dal mercoledì al venerdì tra le 17 e le 24 oppure il sabato e la domenica dalle 10 alle 24. In più, il 14 e 28 luglio, nei giardini del polo museale si resta incantati dalle melodie musicali di Sinfonie sul mare: un modo per godersi un’altra meravigliosa vista sul Golfo di Napoli cullati dalle note degli strumenti dal vivo e sorseggiando i vini locali. majesticpalace.it sailuxeboat.com evolutiontravel.it palazzoavino.com imperatore.it oleandriresort.com fondazionefs.it museopietrarsa.it
© Nicolas Claris
COME ARRIVARE
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Sono 94 le Frecce che arrivano ogni giorno a Napoli. Dalla città partenopea si può raggiungere Sorrento prendendo la Circumvesuviana dalle stazioni di Porta Nolana o Garibaldi. La Costiera amalfitana è invece visitabile grazie a una soluzione intermodale con treno regionale fino a Vietri sul Mare, fra Napoli e Salerno, e poi con l’Amalfi BusLink. Infine, sono confermati anche quest’anno fino al 13 ottobre i Frecciarossa per il Cilento di venerdì, sabato e domenica: arrivano a Sapri, Agropoli-Castellabate, Vallo della Lucania-Castelnuovo, PisciottaPalinuro (il venerdì) e CentolaPalinuro-Marina di Camerota (il sabato e la domenica) da Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. trenitalia.com
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BLUE NON SOLO TOSCANA, EMILIA-ROMAGNA, CAMPANIA E PUGLIA. PICCOLO TOUR TRA LE ALTRE REGIONI BANDIERA BLU, PER GODERE DEL BEL MARE ITALIANO. ANCHE IN TRENO di Silvia Del Vecchio s.delvecchio@fsitaliane.it
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ono 385 le spiagge italiane Bandiera blu dell’estate 2019, con la Liguria in testa alla classifica davanti a Toscana e Campania. Questo riconoscimento è assegnato ogni anno dalla Foundation for Environmental Education (FEE) in base a 32 criteri di sostenibilità, tra cui balneabilità, sistema di depurazione, raccolta differenziata, aree pedonali, piste ciclabili, servizi in spiaggia, abbattimento delle barriere architettoniche e ricettività alberghiera. La capolista sale a 30 località grazie a Imperia, Riva ligure e Sanremo, seguono la Toscana con 19 Bandiere e la Campania stabile a 18. Poi le Marche con 68
15 vessilli, la Sardegna con 14, mentre la Puglia conquista una nuova località e ottiene 13 Bandiere perdendone due. La Calabria va a quota 11 con due nuovi ingressi e l’Abruzzo sale a dieci con il Lago di Scanno. Il Lazio arriva a nove, con una nuova entrata, il Veneto si conferma a otto e l’Emilia Romagna a sette, come la Sicilia. La Basilicata va a quota cinque con un nuovo ingresso, il Friuli-Venezia Giulia conferma le sue due Bandiere del 2018 e il Molise una. «I Comuni in grado di conservare il proprio patrimonio ambientale e di saperlo promuovere mostrano già di essere quelli maggiormente appetibili per il turismo», sottolinea Claudio Mazza, presidente di FEE Italia. Ricevere il riconoscimento è «una spinta importante per migliorare e promuovere la cultura ambientale e il segno evidente che turismo e sostenibilità possono e devono andare di pari passo». Le 12 new entry di quest’anno sono Villalago sul Lago di Scanno (AQ), Pisticci (MT), San Nicola Arcella e Villapiana (CS), Anzio (RM), Imperia, Riva Ligure e Sanremo (IM), Gabicce (PU), Maruggio (TA), Sant’Antioco (CI), Pozzallo (RG). Partendo da Nord, sventolano orgogliosi i vessilli a Grado, in provincia di Gorizia, e a Lignano Sabbiadoro (UD). L’alto Tirreno fa invidia con le sue 30 Bandiere liguri: da Bordi-
© Polonio Video/Adobestock
ITALY ghera (IM) a Sanremo, da Spotorno a Camogli, passando per Santa Margherita, Chiavari, Levanto e Lerici. Nelle Marche spiccano Gabicce, Senigallia, Civitanova Marche, Fermo, Cupra Marittima e San Benedetto del Tronto. L’Abruzzo non è da meno, con Tortoreto, Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Silvi, Vasto e San Salvo. Sono, invece, nove le località premiate quest’anno nel Lazio, tra cui le immancabili mete di bel mare come Sabaudia, San Felice Circeo, Sperlonga e Gaeta, oltre alla nuova entrata Anzio. Undici Bandiere blu in Calabria, da Tortora a Trebisacce (CS) fino
Roccella Ionica (RC)
a Cirò Marina (KR) e Roccella Jonica (RC). Per le isole sbanca la Sardegna con 14 riconoscimenti, tra cui Santa Teresa di Gallura, Palau, Castelsardo, Sant’Antioco e Teulada. Per chi sceglie di trascorrere le proprie vacanze tra la Maremma e il Mar Ligure le Frecce Trenitalia offrono ottimi servizi per la stagione estiva: la nuova fermata Orbetello-Monte Argentario si aggiunge a quelle di Rapallo, Chiavari, La Spezia, Viareggio, Livorno, Grosseto e Civitavecchia da Torino, Milano, Genova e Roma. In più i FRECCIALink arrivano anche a Piombino e Cecina, con quattro corse al
IL MARE PIÙ BELLO 2019 Touring Club Italiano, pp. 256 € 19,90 Alla sua 19esima edizione, la guida del Touring Club Italiano realizzata in collaborazione con Legambiente torna a proporre un accurato censimento degli ambienti marini e di un centinaio di comprensori turistici italiani. Dal litorale di Chia in Sardegna alle Cinque Terre liguri, dalle spiagge del Delta del Po alle calette dello Zingaro nel trapanese, fino ai lidi della Maremma grossetana, alla costa di Maratea e a quella Cilentana. Un tour lungo 7.500 chilometri di coste italiane che, oltre a stimolare la voglia di viaggiare, è anche e soprattutto uno studio dello stato di salute dei nostri mari, dell’adeguatezza delle politiche ambientali e della qualità dell’accoglienza turistica. Il Tirreno è il più premiato e, tra le regioni, la Sardegna è regina dell’estate con cinque litorali al massimo del punteggio, seguita da Sicilia, Puglia, Campania e Toscana. In più, nella guida sono segnalate 32 località plastic free, che vietano l’uso della plastica monouso nel proprio territorio. 69
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© Henryk Sadura/Adobestock
giorno dal venerdì alla domenica da Firenze in connessione con i Frecciarossa da e per Bologna e Milano. Con l’orario estivo è ancora più facile programmare le proprie vacanze in treno. Per i villeggianti con destinazione Romagna Trenitalia mette a disposizione sei Frecciarossa, quattro Frecciargento e 20 Frecciabianca. In più, fino al 15 settembre, nel weekend si aggiungono due nuovi Frecciarossa da Milano ad Ancona con fermate a Bologna, Rimini, Riccione e Pesaro. Ma non finisce qui: il sabato e la domenica la montagna si avvicina al mare grazie a due collegamenti Frecciargento Bolzano-Ancona con fermate a Trento, Rovereto, Verona, Bologna, Rimini, Riccione, Cattolica, Pesaro e Senigallia. Infine, per le meraviglie del Sud Italia c’è l’imbarazzo della scelta. Fino al 13 ottobre è possibile raggiungere il Cilento con i nuovi collegamenti Frecciarossa di venerdì, sabato e domenica che fermano a Sapri, Agropoli-Castellabate, Vallo della Torre Truglia, Sperlonga (LT)
© Freesurf/Adobestock
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Lucania-Castelnuovo, Pisciotta-Palinuro (il venerdì) e a Centola-Palinuro-Marina di Camerota (il sabato e la domenica) da Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. Se la destinazione è il Tacco d’Italia, è possibile raggiungere Monopoli e Ostuni da Milano, Venezia e Roma. Da Venezia si va anche a Fasano, mentre da Roma con il servizio FRECCIALink treno+bus si giunge a Gallipoli, Torre San Giovanni-Marina d’Ugento, Otranto e Santa Maria di Leuca. Due nuovi Frecciargento nel fine settimana fanno salire a sei i collegamenti tra Roma e Reggio Calabria, di cui due con fermata aggiuntiva a Maratea. Le Frecce Reggio Calabria-Roma sono in connessione anche con la Sicilia grazie ai collegamenti Blu Jet, la società di Rete Ferroviaria Italiana che svolge il servizio di traghettamento con navi veloci tra Villa San Giovanni e Messina. Infine, quattro Frecciabianca uniscono Roma alla Calabria con fermate aggiuntive per Agropoli-Castellabate, Vallo della Lucania e Scalea. bandierablu.org | trenitalia.com
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obria ed elegante la moda mare 2019. Sia per l’uomo che per la donna c’è un ritorno alle lunghezze e al costume intero. Tessuti ad alta vestibilità e qualità per lui: ne è la prova il brand Intimissimi, che anche quest’anno sceglie come ambassador il surfista cagliaritano Francisco Porcella. Nella campagna digital è ripreso in momenti di azione dentro e fuori l’acqua sulle coste di Cala Gonone, in Sardegna. I colori e le atmosfere di Capri e Forte dei Marmi ispirano invece la creatività di Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Vivaci conchiglie marine su sfondo bianco e campi in fiore nei delicati toni del verde, lilla, viola e giallo risplendono sui capi della collezione. Oltre ad abiti, gonne e bermuda, completano il look Dolce&Gabbana comode shopping bag, pochette in canvas e cover per il cellulare. Disponibili nelle boutique di Capri e Forte dei Marmi, alle capsule si aggiungono anche quelle dedicate a Cannes, Saint-Tropez, Montecarlo e Marbella. Per lei, invece, la tendenza parla chiaro: pezzo unico. In tinta unita, fantasia, animalier o con dettagli preziosi, il costume intero torna in auge e declassa il famigerato bikini. Che sia per esorcizzare la prova costume o per una rinnovata sensualità fatta di maxi scollature e fascianti silhouette, tutti i brand accettano la sfida con proposte cool e a rapida asciugatura. L’unico due pezzi consentito? Quello con lo slip alto in vita per un revival anni ’50. Le nuove generazioni sono invece sempre più eco-frendly: tessuti a protezione solare 50+ fatti con materie prime rinnovabili. Come l’azienda italiana Folpetto, che realizza costumi con reti da pesca e altri rifiuti di plastica recuperati dal mare, testati secondo lo Standard 100 di Oeko-Tex® per certificare l’assenza di sostanze nocive, rendendoli perfetti per la pelle delicata dei bambini. C.M.
Francisco Porcella per Intimissimi Uomo
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07 08 1//Dolce&Gabbana 2//Yamamay 3// Save My Bag 4//Calzedonia 5//Blumarine 6//Folpetto 7//Tezenis 8//Lepo Cosmetici 9//Melissa + Hello Kitty 10//Saraghina eyewear
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GIOCHI D’ESTATE
Mirabilandia (RA)
SEMPRE PIÙ TECNOLOGICI E ALL’AVANGUARDIA I PARCHI D’ITALIA. TRA MONTAGNE RUSSE, SCIVOLI D’ACQUA E ANIMALI DI OGNI SPECIE di Cecilia Morrico
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vventurarsi in foreste incantate. Sfrecciare su una Ducati. Tuffarsi in acqua da scivoli mozzafiato. Restare meravigliati dalla magia della natura. Attrazioni per bambini? Niente di più sbagliato, perché per la stagione estiva 2019 i parchi del Belpaese mettono in campo un’offerta sempre più hi-tech, avveniristica e all’avanguardia per scienza e ricerca. Un tour lungo lo Stivale per tutti i gusti e tutte le età, vietati i musi lunghi. 72
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FUN FAIR Una nuova e rombante area tematica e tanti festival a Mirabilandia (RA) che con 850mila m2 di superficie e 48 attrazioni si aggiudica il record di parco a tema più grande d’Italia. Omaggio a una delle moto simbolo del Belpaese con il Ducati World: 35mila m2 con le montagne russe Desmo Race per i più grandi e tre attrazioni ad hoc per i bambini (Diavel Ring, Kiddy Monster, Scrambler Run). Fitto anche il calendario di appunta-
menti per il mese di luglio: si parte sabato 6 con la Notte Rosa, evento shocking della Riviera fatto di canti e balli, il 13 e 14 arriva Kally’s Mashup, dalla famosa serie tv argentina le animatrici diventano insegnanti per una speciale scuola di musica, mentre il 27 si festeggiano i 27 anni di Mirabilandia con Holi Dance Festival, all’insegna delle melodie e dei colori in perfetto stile indiano. Una foresta incantata aspetta i mini visitatori di Gardaland (VR). Accessibile
piccoli, mentre i più grandi possono assistere agli spettacoli pirotecnici del Magic Fire Festival il 6 e 7 luglio. Divertimento scontato con Trenitalia: chi raggiunge con i treni regionali Valmontone ha diritto alla riduzione di 10 euro sul biglietto mostrando il ticket di viaggio all’ingresso. WATER ATTRACTIONS Grandi novità all’Acqua Village WaterParks di Follonica (GR). Per gli amanti del brivido arriva Naheka, lo scivolo serpente capace di inghiottire i suoi avventori per 128 metri al buio e “risputarli” da una bocca ampia oltre cinque metri. Aloha RistoFood è invece il ristorante di ultima apertura, con un’offerta gastronomica che comprende anche show cooking, con una scenografia monumentale all’a-
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attraverso una miniera stregata, è un’attrazione walk-through, un percorso interattivo dedicato alle famiglie dove tutto può accadere, tra piante e fiori fatati, alberi parlanti, funghi giganti e creature fantastiche. La più grande novità è il Gardaland Magic Hotel, il quattro stelle interamente tematizzato e dedicato alla magia, e fino al 10 settembre apertura del parco prolungata fino alle 23 con Night is Magic. Atmosfere jungle style per Rainbow Magicland (RM) che inaugura Tonga, l’area dove ogni visitatore può immergersi in una regione inesplorata del Sud-Est Asiatico, fra piante esotiche, misteriosi animali selvaggi e il nuovo flume ride Nui Lua, attrazione acquatica con imbarcazioni a forma di tronchi e un vulcano sempre acceso e sbuffante. E poi divertentissimi fuoristrada, un campo d’addestramento con scivoli e arrampicate per i
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vanguardia: due enormi statue Moai all’ingresso e al centro della struttura Kumu, l’albero parlante. L’investimento nel parco di Follonica segue quello dello scorso anno a Cecina (LI), dove è stato realizzato Loko, lo scivolo di fuoco, all’interno di un vulcano alto 17 metri e largo 12 che simula realisticamente un’eruzione grazie alla tecnica di proiezione 3D Projection Mapping, usata per la prima volta a 360 gradi in un’attrazione acquatica. Sulla Riviera romagnola non è estate senza Aquafan di Riccione (RN). Il parco riparte dai suoi tre chilometri di scivoli e dall’ultima attrazione inaugurata nelle stagioni scorse, il Black Hole. Un tuffo nell’ignoto, nel buio che si anima di
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mille colori fino all’atterraggio in acqua. Divertimento assicurato anche per i più piccoli con le tre piscine Focus Junior Beach, Piscina dell’Elefante e Antarctic Baby Beach. Per chi ama il relax, si consiglia il Poseidon, con cascate e vasche idromassaggio. Come ogni stagione continuano le sorprese nella grande piscina a onde con il maxi cavallone più spassoso dell’estate e le dirette di Radio Deejay. In più un mare di vantaggi per chi sceglie di raggiungere Riccione in treno. Grazie alla collaborazione tra Trenitalia, il Comune della città e Federalberghieri, se si prenota in uno degli hotel convenzionati nell’accordo non è prevista la tassa di soggiorno e si ha diritto a una delle seguenti offerte: viaggio Gardaland (VR)
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con le Frecce o Intercity rimborsato, ingresso gratuito ai parchi Aquafan o Oltremare, una bici normale o pieghevole in omaggio e un tour in e-bike. BEAUTIFUL NATURE Pronti ad immergersi nel Nord Pacifico? All’Acquario di Genova è stata inaugurata la nuova vasca espositiva dedicata all’oceano più esteso del pianeta. Questa apertura nasce grazie alla collaborazione tra Costa Edutainment e l’Istituto italiano di Tecnologia, per portare avanti progetti di ricerca e divulgazione sul tema della biomimetica. L’aerea espositiva accoglie diversi generi di invertebrati e un ospite speciale: un esemplare di polpo gigante del Pacifico (Enteroctopus dofleini), l’esemplare più grande al mondo che può arrivare a pesare 40 chilogrammi e avere tentacoli lunghi quattro metri e mezzo. All’interno è stato installato anche un prototipo di braccio robotico di polpo ispirato alle caratteristiche dell’animale. Fiocco rosa al Parco faunistico Le Cornelle (BG), lo scorso maggio è arrivata
Parco faunistico Le Cornelle (BG)
Lodi, una piccola tapira la cui nascita è salutata come un vero e proprio dono dai veterinari e dagli esperti del parco. Sei chili di dolcezza avvolti dalla Acquario di Genova
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tipica livrea marrone macchiata-striata di chiaro. Una colorazione mimetica che in natura protegge i piccoli dalla vista dei predatori e che rimarrà tale fino al quarto mese di vita in coincidenza con lo svezzamento. Ma le nascite si pensa che non finiscano qui, infatti è da poco scoppiata la passione tra due rinoceronti bianchi. Non è certo che porterà a una gravidanza, ma le attese sono alte nella speranza che la natura faccia al più presto il suo corso. Per chi infine è diretto nel Salento, d’obbligo una tappa allo Zoosafari di Fasano (BR). Il più esteso parco faunistico d’Italia e tra i più grandi d’Europa, accoglie ogni anno circa 500mila visitatori. I suoi 140 ettari di estensione totale ospitano circa 1.700 esemplari di ben 200 specie diverse, distribuiti in numerosi settori tematici. Si parte in auto tra giraffe, zebre, leoni e struzzi, si prosegue poi a piedi tra animali non pericolosi e infine si arriva al parco divertimenti con montagne russe e giochi d’acqua, gioia per grandi e piccoli. mirabilandia.it gardaland.it magicland.it acquavillage.it aquafan.it riccioneintreno.it acquariodigenova.it lecornelle.it zoosafari.it
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UN TRENO DI LIBRI
invito alla lettura di Alberto Brandani [Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Isola d’Elba]
In viaggio con il Prof
I LEONI DI SICILIA
LA SAGA DEI FLORIO
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unedì 13 maggio. Nella piccola e accogliente Libreria Stregata di Portoferraio (Isola d’Elba) arriva un cartone di novità. La titolare estrae dal cartone un grosso tomo che ha in copertina una foto che sembra tratta dalla pittura di Silvestro Lega e dei grandi Macchiaioli. Mi avvicino incuriosito e leggo il sottotitolo, La saga dei Florio. Velocissimo il pensiero corre alla mia infanzia. Seduto su grandi balle di caffè ascoltavo i racconti di mia nonna, che aveva un grande emporio commerciale e ricordava a tutti come il marito negli anni ’30 avesse chiamato un chimico tedesco per fare il Marsala. «Non sarà come quello dei Florio ma speriamo che almeno gli si avvicini». I leoni di Sicilia di Stefania Auci è in realtà la saga dei Florio, una delle famiglie più conosciute dell’800 italiano e del primo ’900. Sbarcati a Palermo da Bagnara Calabra nel 1799 Paolo e Ignazio Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare in alto, più in alto di tutti. La bottega di spezie diviene la più importante della città. Una aristocrazia palermitana tanto altera quanto lentamente morta e spiantata concede loro spazi di moltiplicazione di ricchezza ineguagliati. Case, terreni,
zolfo, e questo non è niente in confronto a ciò che accade con il re leone della casa, quel Vincenzo che si inventa il tonno sott’olio a Favignana, la flotta a vapore e fa di un vino da poveri, il Marsala, un nettare raffinato per principi e potenti. Palermo osserva ma lo stupore si trasforma in invidia acida e nel disprezzo. Rimarranno sempre facchini e picciriddi. L’aristocrazia palermitana non sa che in questo modo moltiplica per cento la loro voglia di riscatto, di successo e la loro capacità di sacrificio. E se l’autrice ha scandagliato a fondo la saga pubblica dei Florio, è riuscita anche a trasmetterci indimenticabili personaggi femminili: Giuseppina, che non perdonerà mai al marito di averla portata a Palermo, e Giulia, che sosterrà in silenzio Vincenzo diventando il porto sicuro delle sue continue vicissitudini. Tutto questo calato in un attentissimo quadro storico. Leggendo e rileggendo il libro sono arrivato a concludere che si tratti di un romanzo storico nella sua pienezza. Si può pensare ai Malavoglia, ai Viceré o al Gattopardo, ma forse a ben vedere bisogna andare alla Fiera delle vanità di Thackeray. Siamo di fronte a un’opera corale, ampia, scritta con un’attenzione
all’uso del linguaggio quasi assoluta. Stefania Auci ci vuol ricordare che anche qui, come nella Fiera delle vanità, la lotta per i danari, il potere, l’ascesa sociale era senza pietà, senza limiti, sfrenata nella durezza e negli eccessi così come nelle nascoste fragilità. «Come una corrente elettrica, la grandezza dei Florio attraversa anche oggi la città di Palermo, rivelandosi in scintille tanto luminose quanto sfuggenti: le finestre di uno splendido palazzo abbandonato, un portone in un vicolo oscuro, le torrette della palazzina dei Quattro Pizzi…» (Stefania Auci).
Editrice Nord, pp. 436 € 18 77
UN TRENO DI LIBRI
Un assaggio di lettura
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gnazio trattiene il fiato. È sempre così. Ogni volta che lo schifazzo arriva in vista del porto di Palermo, sente una morsa allo stomaco, proprio come un innamorato. Sorride, stringe il braccio di Paolo e suo fratello ricambia il gesto. No, non lo ha lasciato a Bagnara. Lo ha voluto con sé. «Contento?» chiede. Lui annuisce, gli occhi che brillano e il petto che si lascia invadere dalla bellezza di quella città. Si aggrappa alle cime, si protende verso il bompresso. Ha lasciato la Calabria, la sua famiglia o quel che ne resta. Ma ora, con gli occhi pieni di cielo e di mare, non ha più timore per il futuro. Il terrore della solitudine è un fantasma. Il respiro si ferma davanti al sovrapporsi di sfumature diverse di un medesimo azzurro su cui spiccano le mura che racchiudono il porto, immerse nel pomeriggio. Davanti a lui, la città si svela. Prende forma. Cupole di maiolica, torri merlate, tegole. Ecco la Cala, affollata di feluche, brigantini, schooner, un’insenatura a forma di cuore, stretta tra due lingue di terra. Attraverso la selva di alberi di navi, s’intravedono le porte, incastonate dentro palazzi, letteralmente costruiti sopra di esse: porta Doganella, porta Calcina, porta Carbone. Case abbarbicate, affastellate, come a cercare di farsi spazio per trovare un po’ di vista sul mare. A sinistra, seminascosto dai tetti, il campanile della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo; poco oltre, s’intravedono la chiesa di San Mamiliano e la torre stretta della chiesa dell’Annunziata, e poi ancora, quasi a ridosso delle mura, la cupola ottagonale di San Giorgio dei Genovesi. A destra, un’altra chiesa, piccola e tozza, Santa Maria di Piedigrotta, e la sagoma imponente del Castello a Mare circondato da un fossato; poco oltre, su una lingua di terra che s’inoltra in mare, il lazzaretto per la quarantena dei marinai malati. Su ogni cosa incombe il monte Pellegrino. Dietro, una cintura di montagne coperte di boschi. C’è un profumo che arriva dalla terra e aleggia sull’acqua: un misto di sale, frutta, legna bruciata, alghe, sabbia. Paolo dice che è l’odore della terraferma. Ignazio, invece, pensa sia il profumo di questa città. Arrivano i rumori di un porto in piena attività. L’aroma del mare viene soppiantato da un tanfo acre: letame, sudore e pece, insieme con quello dell’acqua morta. Né Paolo né Ignazio si accorgono che Giuseppina ha ancora gli occhi fissi sul mare aperto, quasi potesse ancora vedere Bagnara. Vittoria la chiama: «Zia, guardate! Stiamo arrivando»! È felice, entusiasta. Il pensiero di una città nuova, lontana da Bagnara, l’ha riempita di gioia sin dall’inizio. «Sarà bellissimo, zi’», aveva detto a Giuseppina il giorno prima della partenza. La zia aveva replicato con una smorfia: «Sei troppo piccola per capire. Non è come qui in paese»... «Appunto.» Vittoria non si era fatta scoraggiare. «Una città, una città vera». Giuseppina aveva scosso la testa mentre pena, rancore e rabbia le rosicchiavano lo stomaco. La bambina salta in piedi, indica qualcosa. Paolo annuisce, Ignazio si sbraccia. Dalla massa d’imbarcazioni si stacca una lancia che li guida all’attracco. Al momento dell’approdo, si è già radunata una piccola folla di curiosi. Barbaro allunga un braccio per prendere la cima e assicurarla alla bitta. Un uomo si fa avanti, li accoglie. «Emiddio!» Paolo e Barbaro saltano a terra, lo salutano con confidenza e rispetto. Ignazio li vede confabulare mentre allun-
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ga la passerella per far sbarcare la cognata. Giuseppina, ferma sulla tolda, stringe il bambino come se volesse difenderlo da una minaccia. Allora lui, con gentilezza, l’aiuta a scendere a terra e spiega: «Quello è Emiddio Barbaro, un cugino di Paolo. È lui che ci ha aiutato a comprare l’aromateria». Vittoria salta a terra, corre da Paolo. Lui, brusco, le fa cenno di tacere. Giuseppina legge sul viso del marito una tensione strana, come una vibrazione profonda, una crepa in quell’atteggiamento sicuro che così spesso le fa soffocare un grido di rabbia. Ma è un istante: il viso di Paolo torna spigoloso. L’espressione è dura, le occhiate guardinghe. Se Paolo ha paura, sa nasconderlo bene. Lei scrolla le spalle. Non le interessa. Torna a rivolgersi a Ignazio e lo fa a bassa voce, perché nessuno possa udirli. «Lo conosco. Tornava a Bagnara fino a due anni fa, quando sua madre era ancora viva.» Poi il tono le si addolcisce. «Grazie», mormora, e inclina la testa regalandogli uno sguardo su un lembo di pelle tra il collo e la clavicola. Ignazio rallenta, poi la segue. Poggia il piede sulla banchina di pietra. Dagli occhi, Palermo gli arriva allo stomaco. Adesso lui è nella città. È una sensazione di meraviglia e calore, che gli scivola dentro e che ricorderà con malinconia quando, da lì a pochi anni, l’avrebbe conosciuta davvero. Paolo chiama Ignazio perché l’aiuti a scaricare le loro cose sul carretto che Emiddio Barbaro si è procurato. «Vi ho sistemato vicino a tanti compari bagnaroti che vivono qui a Palermo. Vi troverete bene». «È una casa grande»? Paolo getta una cesta di vimini piena di terraglie sul carro. Uno scricchiolio annuncia la distruzione di almeno un piatto. Subito dopo, due facchini mettono sul carro la corriola, la cassa del corredo di Giuseppina. Una smorfia. «Tre stanze a piano terra. Certo, non sono spaziose come quelle della vostra casa nelle Calabrie. È stato un nostro conterraneo a segnalarmela, dopo che suo cugino se ne è tornato a Scilla. Soprattutto, è a pochi passi dalla vostra putìa». Giuseppina non può altro che fissare la pietra del molo e tacere. Tutto è deciso. La rabbia monta, le ruggisce dentro. S’incolla ai frammenti del cuore, li rimette insieme, ma alla rinfusa, e quei cocci le si piantano tra le costole e la gola, facendole male. Ovunque vorrebbe essere. Pure all’inferno. Ma non lì. Paolo e Barbaro restano a scaricare merci sulla banchina.
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BRANO TRATTO DA I LEONI DI SICILIA
Targa Florio Cerda (Palermo), Circuito delle Madonie Pilota 1, Vaccarella Nino (9 maggio 1965)
Un assaggio di lettura Emiddio guida lei e Ignazio attraverso porta Calcina. Lungo il tragitto, le voci della città la aggrediscono, suonano brutali, sgraziate. Lì, l’aria è marcia. Tutta la città è sporca, se n’è accorta con una sola occhiata. Palermo è un posto miserabile. Davanti a lei, la nipotina ride rumorosamente, fa una piroetta. Cos’ha da essere felice? pensa con astio, mentre strascica i piedi sul selciato fangoso. Però è vero: niente aveva e niente ha perso. Può solo guadagnarci, Vittoria. E infatti la bambina immagina il suo futuro e sogna, sogna di non essere più solo un’orfana accolta per carità. Immagina di avere qualche soldo, magari un marito che non sia un suo parente. Più libertà rispetto a ciò cui era destinata in quel paese stretto tra le montagne e il mare. Invece Giuseppina si sente povera e pazza. Oltre la porta, la strada s’incunea tra botteghe e magazzini che si aprono su vicoli, fianco a fianco ad abitazioni simili a tuguri. Riconosce alcuni volti. Non ricambia i loro saluti. Prova vergogna. Li conosce, li conosce bene, quelli. È gente che ha lasciato Bagnara anni prima. «Pezzenti», li aveva giudicati sua nonna. «Morti di fame che non volevano restare in paese», aveva aggiunto suo zio, preferendo una vita di espedienti in terra straniera, o costringendo le mogli a fare le sguattere in casa d’altri. Perché la Sicilia è un’altra terra, un mondo a parte che non ha nulla a che fare con il Continente. E la sua collera cresce perché lei, Giuseppina Saffiotti, non è una miserabile che deve emigrare per trovare il pane. Ha un terreno, ha un corredo, ha una dote. Più la strada si stringe, più il suo cuore si fa pesante. Non riesce a tenere il passo degli altri. Non vuole. Arrivano a uno slargo. Sulla sinistra, una chiesa con un porticato chiuso da colonne. «Questa è Santa Maria la Nova», spiega Emiddio, indicandola a Giuseppina. «Quell’altra, invece, è San Giacomo. Non vi mancheranno luoghi per le devozioni», aggiunge, conciliante. Lei lo ringrazia, si fa il segno della croce, ma non è alle preghiere che pensa in quel momento. Ricorda, piuttosto, ciò che è stata costretta a lasciare. Guarda il basolato dove resti di frutta e verdura affogano in pozze di fango. Non c’è vento che possa spazzare via l’odore di morte e di letame. Alla fine, si fermano su un lato della piazza. Qualcuno rallenta, lancia occhiate furtive; altri, più sfacciati, salutano Emiddio e nel frattempo guardano le loro cose, soppesano gli abiti, i gesti, frugano con gli sguardi nella vita dei nuovi arrivati. Andate via tutti! vorrebbe urlare Giuseppina. Sparite! «Eccoci», annuncia Emiddio. Una porta di legno. Ceste di frutta, verdure e patate sono appoggiate ai battenti. Emiddio si avvicina, dà un calcio a una gerla. Mette le mani sui fianchi e parla con il tono di chi fa un annuncio. «Mastro Filippo, che fa, le levate queste cose? Sono arrivati i nuovi affittuari da Bagnara.» Il venditore è un vecchio con la schiena piegata e un occhio acquoso. Arriva dal fondo del magazzino sorreggendosi alle pareti. «Bbono... ca’ sugnu»! Solleva la testa e rivela un altro occhio, ben più sveglio, che scruta subito Ignazio e si sofferma su Giuseppina. «Eh, alla buon’ora. L’avia ditto di livari ’sta robba gia` stamatina», commenta Emiddio. L’anziano si trascina fino alle ceste e ne tira giù una. Ignazio fa per aiutarlo. Emiddio gli mette la mano sul braccio. «Mastro Filippo è più forte di me e di te insieme». Ma c’è altro in quelle parole. E questa è la prima lezione che Ignazio impara: a Palermo, mezza frase può valere più di un discorso intero. Tra un ansito e un sospiro, il negoziante libera il passaggio.
Rimangono foglie, bucce d’arancia. Basta uno sguardo di Emiddio perché vengano ramazzate via. Finalmente possono entrare. Giuseppina si guarda intorno. Subito intuisce che la casa è disabitata da ben più di due mesi. Il focolare per cucinare è lì, quasi sulla soglia. La canna fumaria funziona male: il muro è annerito, le maioliche sono sbreccate, sporche di fuliggine. C’è solo un tavolo; nessuna sedia, solo uno sgabello. Alcuni stipi incassati nei muri, chiusi da sportelli di legno gonfio e spaccato. Le travi sono coperte di ragnatele; per terra, vermi di umidità. Il pavimento scricchiola sotto i piedi. È buia. Buia. La collera diventa repulsione, risale per lo stomaco, si fa fiele. È così potente che la donna prova un conato di nausea. Una casa, questa? Casa mia? Oltrepassa la soglia della camera da letto, lì dove si trovano Emiddio e Ignazio. La stanza è stretta, sembra quasi un corridoio: la luce malata arriva da una finestra che si affaccia sul cortile interno, protetta da sbarre. Dall’esterno giunge lo scroscio di una fontana. Le altre due stanze: poco più che ripostigli. Non ci sono porte, solo tende. Giuseppina si stringe al petto Vincenzo, continua a guardarsi intorno e ancora non riesce a credere a cio` che vede. Eppure è tutto reale. Quella sporcizia. Quella miseria. Vincenzo si sveglia. Ha fame. Lei torna in cucina. Ora è sola: Ignazio ed Emiddio sono fuori, oltre la soglia. Sente le gambe cederle, e si lascia cadere sullo sgabello prima di crollare a terra. Il sole sta tramontando e presto il buio calerà su Palermo e su quella catapecchia, rendendola una tomba. È così che Ignazio la trova quando rientra. Affranta, con il bambino che frigna. Allora inizia a trafficare con i bagagli. «Ti aiuto?» le chiede. «Tra poco, arriverà Paolo con le altre ceste e la corriola». Vuole cancellare l’espressione di orrore di Giuseppina. Vuole distrarla, vuole... «Fermati.» La sua voce è spezzata. Alza la testa. «Non potevamo permetterci niente di meglio di questa miseria?» chiede lei in un soffio, senza rabbia, senza forze. «Non qui a Palermo. La città ... è una città, ecco. È cara. Non è un paese come il nostro», prova a spiegare Ignazio, ma capisce che queste parole non le basteranno mai. Lei ha lo sguardo vacuo. «Questo è un tugurio. Un catojo. Dove mi ha portato tuo fratello»? È l’alba. Nessuno o quasi su piano San Giacomo, la piazza su cui si affaccia la putìa di Florio e Barbaro. La porta dell’aromateria cigola. Paolo entra nel negozio. Un fetore di muffa lo aggredisce. Ignazio, dietro di lui, si lascia scappare un sospiro affannato. Il bancone è gonfio per l’umidità. Balsamari e vasi sono scompagnati. Lo scoramento passa dall’uno all’altro, li avvolge, si accomoda tra il petto e la gola. «Nuddu ni rissi chi vinivate a stari ccà», prova a giustificarsi il garzone che gli ha consegnato le chiavi. «Don Bottari poi è allitticato, u’ sapite... Non si alza dal letto da settimane». Ignazio pensa che, più che non star bene, Bottari si è proprio disinteressato del negozio. Quella desolazione non è cosa di pochi giorni. Paolo non commenta. «Dammi la scopa», dice invece. «Va’ a prendere secchi d’acqua». Afferra la ramazza, comincia a spazzare il pavimento. Lo fa con rabbia controllata. Non è così che ha visto la putìa, l’ultima volta che è venuto a Palermo. Ignazio esita, poi si dirige verso la stanza che s’intravede attraverso una tenda. Sporcizia. Disordine. Carte accatastate ovunque. Vecchie sedie, pestelli sbreccati. La sensazione di aver sbagliato tutto, di 79
UN TRENO DI LIBRI
Un assaggio di lettura
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di andare avanti con i vasi scheggiati?» «Abbiamo chi ci vende le robbe. Siamo commercianti di spezie, abbiamo un nostro schifazzo. Mio cognato ci porterà la merce ogni mese. Tempo di sistemarci noi e sistemeremo tutto.» Paolo sta sulla difensiva anche se non vorrebbe, ma quell’uomo lo incalza, lo deride, lo mette in difficoltà. «Ah! Siete venditori allora. Non aromatari.» Il giovane dà di gomito all’altro. Non si cura nemmeno di parlare a bassa voce. «Che vi dissi? Mi sembrava strano... Al Collegio degli aromatari non era arrivata nessuna richiesta, e manco a quello dei farmacisti. Putiàri sunnu». Quello gli risponde con un: «Raggiuni hai». Paolo vorrebbe sbatterli fuori: sono venuti a farsi i fatti suoi, gli hanno fatto i conti in tasca e ora lo sfottono pure... «Ora, se non vi dispiace, devo continuare a lavorare.» Indica la porta. «Buona giornata». Il vecchio dondola sui talloni. Gli riserva un’occhiata di scherno, poi batte i tacchi, quasi obbedisse a un invito e lascia il negozio senza un saluto. L’altro, invece, si ferma ancora a guardare gli scaffali. «Due mesi vi do, prima di trovarvi a chiedere l’elemosina. Tempo due mesi e chiudete di nuovo». © Stefania Auci Edizione pubblicata in accordo con Donzelli Fietta Agency s.r.l.s. © 2019 Casa Editrice Nord s.u.r.l Gruppo editoriale Mauri Spagnol
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aver rischiato e perso, s’impossessa di lui. Avverte nel suono ritmico della ramazza che anche Paolo sta provando la stessa sensazione. Frush, frush. Ogni colpo è uno schiaffo. Niente è andato come si erano aspettati. Niente. Inizia a raccogliere le carte, svuota un sacco di iuta per raccogliere la spazzatura. Una grossa blatta gli cade sui piedi. Frush, frush. Il cuore è una pietra piccola che si può stringere tra le dita. Allontana l’insetto con un calcio. Quando suona mezzogiorno, hanno finito di pulire. Sulla soglia, Paolo – a piedi nudi, le maniche della camicia arrotolate – si asciuga il viso accaldato. Ora l’aromateria profuma di sapone. Il garzone sta spolve rando balsamari e albarelli e li mette in ordine seguendo le sue indicazioni. «Ah. Vero è. Quindi ha riaperto». Paolo si volta. A parlare è stato un uomo di mezza età con occhi di un azzurro così chiaro da sembrare slavato. Una stempiatura gli disegna una macchia chiara sulla fronte. È vestito di panno e porta un plastron con un fermacravatta d’oro. Dietro di lui, una ragazza con una mantella bordata di raso e orecchini di perle, al braccio di un giovane. «Domenico Bottari che ha fatto? L’ha affittata?» chiede il secondo uomo. Paolo sposta gli occhi su di lui. È più giovane dell’altro, ha una voce forte, venata da un profondo accento, e il viso macchiato di efelidi. «Sono io il proprietario, con mio fratello e mio cognato.» Si asciuga la mano umida sul pantalone rivoltato sulle caviglie e la tende per salutare. «Vuautri site u’ patrune»? Il viso del giovane si accartoccia in una risata. «Site tanto patrune chi manco vi putiti fari lavari n’terra»? «Un altro calabrese!» esclama la ragazza. «Ma quanti ce ne sono? Quando parlano questi, pare che cantano!» «E cosa farete, commercerete sempre con le spezie?» L’uomo più anziano ha ignorato la battuta della giovane. Forse è la figlia? Potrebbe, pensa Paolo, visto che gli somiglia, e tanto. L’altro gli si avvicina, lo squadra con attenzione. «O farete compravendita di autri cosi? Dove vi rifornirete»? «Di certo avrete contatti con gli altri calabresi e con i napoletani. Saranno loro a vendervi le spezie»? chiede ancora l’anziano. «Io... noi...» Paolo vorrebbe fermare quel fuoco di fila di domande. Protende le mani in avanti, cerca Ignazio, ma è andato dal falegname per trovare delle assi per riparare vari scaffali e le sedie sbilenche. Scorge il garzone in un angolo, a poca distanza dalla putìa. Ha un secchio in mano e guarda quei due con riverenza. Gli fa cenno di avvicinarsi, ma capisce che quello no, non verrà. L’uomo più anziano si avvicina alla porta. «Permettete»? Entra nel negozio senza attendere risposta. «Con Bottari questa putìa filava, ma ora è un pezzo che... Ne avrete da lavorare prima di poter vendere qualcosa.» Si sfrega le mani. «Se non sapete da chi comprare e come vendere, rischiate di rimanere aperti da Natale a Santo Stefano.» Paolo appoggia la ramazza contro il muro, rassetta le maniche arrotolate. Ora la sua voce non è più cordiale. «Vero è. Ma non ci mancano risorse e volontà.» «Avrete bisogno pure di molta fortuna.» L’uomo più giovane ha seguito il vecchio. Valuta gli scaffali, conta gli albarelli, legge le scritte sui balsamari. Sembra stia dando un prezzo a tutto ciò che vede. «Con questa roba non è che potete andare lontano. Mica siete in Calabria. Qui siete a Palermo, la capitale della Sicilia, e non è posto per morti di fame.» Prende un balsamario, ne segue la crepa con un dito. «Non penserete
Giovanni Boldini, Ritratto di donna Franca Florio
Lo scaffale della Freccia METÀ DI UN SOLE GIALLO Chimamanda Ngozi Adichie Einaudi, pp. 456 € 14 Metà di un sole giallo è la storia di molte Afriche: quella sensuale della splendida Olanna, quella concreta della gemella Kainene, l’Africa superstiziosa di Mama e Amala e quella colta ed emancipata del circolo di Odenigbo. Tutti questi mondi, con il loro bagaglio di felicità e dolore, di generosità e crudeltà, di amore e gelosia, vengono travolti dalla piena della storia con la tragica guerra civile in Biafra.
I SENZA CUORE Giuseppe Conte Giunti, pp. 420 € 19 Anno Domini 1116, la Grifona salpa dal porto di Genova con 192 anime a bordo: la rotta è il burrascoso Atlantico e le brume della Cornovaglia bretone, dove un monastero pare custodisca un misterioso manoscritto. Fra dramma e leggenda, bonacce e tempeste, scarsità di viveri e malattie, Giuseppe Conte scrive un romanzo corale: protagoniste sono le crociate e le conquiste della sua grande Genova.
LA RAGAZZA DI CHAGALL Antonella Sbuelz Forum, pp. 264 € 17,50 Giugno 1940. Dal porto di Trieste è pronta a salpare una nave. Destinazione: Argentina. Amalia ha molti sogni, una Leica al collo e una violenta nostalgia per la madre. Folco, ebreo, un temperamento inquieto, una vocazione agli amori sbagliati. In una piccola isola di confino, intanto, due donne scontano il proprio libero pensiero. Quattro esistenze destinate a incrociarsi nel profondo e comporre un unico destino.
IMPERFEZIONE Telmo Pievani Raffaello Cortina Editore, pp. 198 € 14 Noi siamo il risultato di una serie di imperfezioni che hanno avuto successo. Il nostro cervello e il nostro genoma, sono pieni di difetti. Strutture incomplete che fanno capire l’evoluzione dell’homo sapiens, a partire dalla deviazione nel vuoto quantistico primordiale da cui è nato l’universo. Il filosofo Pievani sorprende con un saggio in cui Lucrezio e la scienza vanno a braccetto. G.B.
IL FIORE DELLA NOTTE Herbert Lieberman Minimum Fax, pp. 465 € 19 New York. Ogni anno, ad aprile, un misterioso assassino torna alla ribalta. Qualsiasi passante può diventare il bersaglio ignaro del serial killer. L’ossessiva indagine del detective Mooney lo porta a chiedere aiuto all’inaffidabile e pericoloso Charles Watford. Thriller insolito, originale, ricco di pathos e con personaggi indimenticabili, da una delle voci più interessanti della narrativa americana. G.B.
MIO FRATELLO Alfonso Reis Cabral Nutrimenti, pp. 336 € 19 Che succede se un professore universitario divorziato, apatico e misantropo decide, dopo la morte dei genitori, di prendersi cura del fratello con la Sindrome di Down? Una vecchia casa di campagna, un villaggio sperduto del Portogallo rurale e i ricordi dei rapporti fraterni. Opera prima che brilla, emoziona e, con sguardo puntuale e lucido (ma senza patetismi), affronta il tema della disabilità. G.B.
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ARTE
ART NOUVEAU WEEK FORME SINUOSE E ARCHITETTURE CURVILINEE. STILE LIBERTY O ART NOUVEAU CHE DIR SI VOGLIA, L’ITALIA VANTA CAPOLAVORI DA TORINO A CATANIA. DA VISITARE IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA MONDIALE, DALL’8 AL 14 LUGLIO di Francesca Ventre – f.ventre@fsitaliane.it
Alphonse Mucha Job (1896) Litografia a colori e doratura, 59x44,5 cm Gretha Arwas Collection, Londra (UK) © Arwas Archives Opera esposta nella mostra Art Nouveau. Il trionfo della bellezza a Torino 82
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ette giorni di eleganza e sinuosità, leggerezza e sensualità. Dall’8 al 14 luglio è Art Nouveau week, prima edizione di una manifestazione dedicata alle architetture e ai decori dell’epoca. Curata da Andrea Speziali, è organizzata dall’Associazione Italia Liberty in ricordo di due protagonisti di questo stile: il 14 luglio del 1862 nasceva Gustav Klimt, artista molto amato della Secessione Viennese, e l’11 luglio 1867 Giuseppe Sommaruga, uno dei maggiori rappresentanti italiani di questo periodo culturale. L’espressione artistica si espande presto in tutto il mondo: in Germania è il Jugendstil, Sezession in Austria, Tiffany negli Stati Uniti, nei Paesi Bassi Nieuwe Kunst, Modernismo in Spagna. E, poi, Modern Style in Inghilterra, Art Nouveau in Francia e Liberty in Italia. Grande festa quindi, per l’iniziativa 2019 che prevede 150 dimore storiche aperte e 120 itinerari in Italia e all’estero. Visite, anche esclusive, arricchite da mostre, conferenze, performance e spettacoli. Da segnalare, in particolare, l’Urbex experience, con dieci siti selezionati tra i luoghi abbandonati e di solito difficilmente accessibili. Ai primi di luglio è tempo di partire per un viaggio alla ricerca di estetica e fascino. Prima fra tutte le tappe è la mostra di Torino, che dà un valore introduttivo al tour: Art Nouveau. Il trionfo della bellezza, allestita nella Reggia di Venaria. Dipinti, sculture, mobili, manifesti e ceramiche raccontano questa straordinaria espressione che si è sviluppata tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Un’arte giovane e libera che si è fondata su temi trasgressivi come erotismo, naturalismo ed esotismo. Nel capoluogo piemontese da vedere è anche Casa La Fleur, che deve il suo nome alla moglie di Piero Fenoglio, il quale l’aveva costruita per sé e per la sua famiglia. A Milano, invece, un’altra meraviglia si presenta alla vista entrando a Palazzo Castiglioni, che accoglie i visitatori con un’imponente scalinata. Domina con il suo unico plesso bianco e grigio, invece, Villa Ruggeri a Pesaro, non aperta al pubblico, visitabile solo dall’esterno. Ulteriori occasioni in riva al mare si presentano a Rimini lungo viale Regina Elena, definito “la strada delle ville Liberty sopravvissu-
te”, come il Villino Rosa e l’Hotel Belvedere Mare. Anche la Città Eterna presenta testimonianze di questo stile innovativo, nato ormai quasi un secolo e mezzo fa. In un quartiere a ridosso del centro storico, a Roma, fu iniziato nel 1891 e completato nel 1902 l’eclettico Villino Ximenes, a piazza Galeno, dalle inconfondibili facciate di tufo color terra alternato a candide fasce decorative. Tutto intorno, poi, lo circondano altre residenze coeve. Come non sostare a Villa Torlonia ed entrare nella Casina delle Civette, voluta dallo scontroso principe Giovanni, decorata da vetrate e capolavori di Duilio Cambellotti e Paolo Paschetto? Presenze leggere ed eleganti invadono in quegli anni anche il Sud. Reggio Calabria, devastata dal terremoto
del 1908, vive una necessaria fase ricostruttiva nel periodo successivo. Agli edifici di ricovero essenziale post sisma, l’edilizia più elevata affianca esempi come Palazzo Corigliano, oggi sede di un esercizio commerciale, di recente restaurato. Notevole è il suo prospetto con tre ampie aperture e al secondo piano una caratteristica ringhiera con motivi floreali. La tappa finale è la Sicilia, Catania, riconosciuta Migliore città Liberty nel 2016. Da girare con lo sguardo volto all’insù, in un itinerario tra l’esclusiva Villa Miranda, progettata da Fichera, Palazzo Rosa, dal caratteristico rivestimento pastello, e Villa Del Grado, ornata da stucchi color crema. italialiberty.it lavenaria.it italialiberty italialiberty Casa La Fleur, Torino
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ARTE
SINUOUS SHAPES AND CURVILINEAR ARCHITECTURE. CALL IT ART NOUVEAU OR “LIBERTY” AS IT IS KNOWN IN ITALIAN, ITALY BOASTS MASTERPIECES FROM TURIN TO CATANIA. VISIT THEM DURING THE WORLD WEEK FROM 8 TO 14 JULY
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even days of elegance and curved lines, lightness and sensuality. From 8 to 14 July, it is Art Nouveau week, the first edition of an event that is dedicated to the
architecture and furnishings of that era. Curated by Andrea Speziali, it is organised by the Associazione Italia Liberty in remembrance of two stars of this very particular style: 14 July 1862 Villa Ruggeri, Pesaro
was the birthday of Gustav Klimt a muchloved artist from the Vienna Secession movement, and on 11 July 1867 Giuseppe Sommaruga, one of the greatest Italian representatives of this cultural period. It was a form of artistic expression that quickly spread throughout the world: in Germany it was known as “Jugendstil”, “Sezession” in Austria, “Tiffany” in the US, in the Netherlands it was “Nieuwe Kunst”, and “Modernismo” in Spain. And then there was “Modern Style” in England, “Art Nouveau” in France and “Liberty” in Italy. So there will be a big party for the 2019 event, that sees the opening of 150 historic residences and 120 routes in Italy and abroad. Visits, some of them exclusive, enriched by exhibitions, conferences, performances and shows. The Urbex Experience is particularly worth mentioning, with ten sites selected amongst abandoned locations that are normally difficult to access. At the beginning of July it is time to leave on a journey to seek out beauty and fascination. The first stop is at the exhibition in Turin, which gives an introduction to the tour: Art Nouveau. The triumph of beauty held at the Palace of Venaria. Paintings, sculptures, furniture, posters and ceramics tell the story of this extraordinary form of expression that developed between the end of the 19th and the beginning of the 20th century. It was a young and free kind of art, that was based on unconventional themes like eroticism, naturalism and exoticism. Also in Turin there is Casa La Fleur, which owes its name to the wife of Piero Fenoglio, who built it for himself and his family. In Milan another marvel is to be seen upon entering Palazzo Castiglioni, which welcomes visitors with an imposing staircase. Whereas in Pesaro, the Villa Ruggeri has an imposing feeling from its single white and grey structure. There is more to be seen on the coast at Rimini along Viale Regina Elena, which is known as “the road of the surviving Liberty villas”, such as the Villino Rosa and the Hotel Belvedere Mare. Rome too bears witness to this innovative
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style, which began nearly a century and a half ago. In a area not far from the historic centre, the eclectic Villino Ximenes was begun in Piazza Galeno in 1891 and completed in 1902 – it has an unmistakeable façade of earth-coloured tuff stone in Piazza Galeno, dotted with bright white decorative bands. All the residences surrounding it are from the same period: how can you not stop off to see Villa Torlonia and go into the Casina delle Civette, built for grumpy Prince Giovanni, decorated with windows and masterpieces by Duilio Cambellotti and Paolo Paschetto? These light and elegant creations also infiltrated the south during those years. Reggio Calabria, which was devastated by the 1908 earthquake, subsequently experienced an urgent period of reconstruction. Buildings that were put up out of necessity following the earthquake are accompanied by more refined buildings such as Palazzo Corigliano, which is now a company headquarters and has been recently restored. Its façade is worth noting, with three large openings and, on the second floor, a characteristic bannister with flower motifs. The final stop of the journey is Sicily, in Catania, which was recognised as Italy’s best Liberty city in 2016. You should look up as you wander around, on an itinerary between the exclusive Villa Miranda, designed by Fichera, Palazzo Rosa, with its distinctive pastel exterior, and Villa Del Grado, embellished with cream coloured stucco.
Palazzo Castiglioni, Milano
La facciata dell’Hotel Ausonia Hungaria al Lido di Venezia Da una parte teorie di amorini, tralci vegetali e figure femminili in maiolica a bassorilievo, dall’altra coloratissime formelle in vetro di Murano. I primi sono delicate creazioni del ceramista Luigi Fabris, completate nel 1916, e le seconde sono opere di Joe Tilson, artista attivo soprattutto negli anni ’50 e ‘60. Sono i due temi che decorano le facciate dell’Hotel Ausonia Hungaria, grandioso esempio di Liberty al Lido di Venezia. L’eccentricità e lo stupefacente impatto estetico dell’edificio si ammirano oggi ancora di più grazie a un profondo restauro che gli dona nuovo splendore. hungaria.it 85
ARTE
RIVER VIEW IN VISITA AGLI UFFIZI CON IL DIRETTORE EIKE SCHMIDT TRA LE 14 NUOVE SALE DEDICATE ALLA SCUOLA VENETA E TOSCANA DEL ’500. RIEMERSE DECINE DI OPERE DAI DEPOSITI E RIAPERTA UNA FINESTRA SU FIRENZE di Sandra Gesualdi sandragesu s.gesualdi@fsitaliane.it
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Veduta dell’anticamera di Venere e sala del Naturalismo veneziano/View of the antechamber of Venus and the hall of venetian Naturalism
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ppuntamento alle otto in punto, poi il direttore ha un aereo. Problema? Tutt’altro. Percorrere «una tribuna, una galleria regia, ornata di 100 statue antiche de’ più celebri scultori», come li de86
finì Galileo, «[…] ripiena di cose rare, preziose, meravigliose di tutta eccellenza» è sempre una gioia. Se poi gli Uffizi puoi attraversarli vuoti e senza turisti, allora è un privilegio. L’occasione sono i nuovi spazi aperti di recente, ampliati, risistemati e dedicati ai maestri fiorentini e veneti. Stanze pittate all’antico: grigio scuro, come la pietra serena per la scuola toscana e verde come i tendaggi e certi interni del Rinascimento veneziano. Guida d’eccezione Eike Schmidt, arrivato a Firenze tre anni e mezzo fa per dirigere uno dei musei più conosciuti al mondo. Direttore, un’altra inaugurazione agli Uffizi? Dal 2016 ne abbiamo fatte diverse, riorganizzando nuovi spazi espositivi. Da quelli che ospitano Botticelli, Leonardo, Michelangelo e Raffaello, fino a Caravaggio e ai caravaggeschi del
primo ’600. Quest’ultima inaugurazione è la più grande: 14 sale distribuite su 1.100 m2 e 105 opere esposte con il recupero di aree di servizio o chiuse al pubblico. Finalmente possiamo mostrare nel modo migliore due sezioni della nostra collezione, quella della pittura della Controriforma toscana della seconda metà del ’500 e quella della grande pittura veneta, con Giorgione, Tiziano, Tintoretto e Veronese, fino a Carlo Caliari. Nuclei, questi ultimi, tra i più importanti al mondo. È come se si fosse aperto un secondo museo dentro la Galleria. Tornano visibili opere da anni chiuse nei depositi. Un terzo dei quadri entrati a far parte della permanente provengono dai nostri depositi, da dove uscivano raramente. Uno fra tutti la tavola monumentale di Federico Barocci del 1579, la cosiddetta Madonna del Popolo.
Siamo in piena Riforma cattolica e Barocci, con alternanza di pennellate tenui e vivaci, rappresenta una moltitudine di fedeli di ogni età, ceto e condizione, ai piedi della Vergine. Capolavori assoluti. Nella sezione toscana i ritratti della dinastia medicea del Bronzino o del Pontormo e Vasari. E poi i lavori della Scuola veneziana mai presentati in maniera così estesa, siamo al livello delle raccolte di Parigi, Londra, Vienna. Le opere sono disposte in maniera crono-topo-tematica così da dialogare fra loro criticamente e in base a quello che rappresentano. Alcune sono state protette da vetri speciali per poterle osservare e studiare da vicino. La Venere di Urbino di Tiziano è abbinata alla Flora, sempre del Vecellio, e alla Fornarina di Sebastiano del Piombo. Ci sono anche nuovi percorsi e visioni... Abbiamo ripristinato un passaggio originale che era stato chiuso e da cui è riemerso un meraviglioso portale del ’500. Qui ha trovato posto la Venere con Cupido, sempre di Tiziano. In una delle tre sale che corrono lungo l’Arno è stata riaperta una finestra che si affaccia direttamente sul fiume. Da qui è possibile osservare l’architettura interna della Galleria in conversazione con quella della città, dal Ponte Vecchio fino alle colline. Ma soprattutto analizzare i quadri della Scuola veneziana con l’acqua a far da scenografia, e questo è fondamentale. Cosa consente un’osservazione così intima con le opere? Di soffermarsi su particolari spesso non visibili. Nei grandi nudi di donna albergano tantissimi animali: pernici, gatti, cagnolini. Nella Leda e il cigno di Tintoretto c’è il bellissimo confronto dell’anatra con il gatto. I numeri degli Uffizi? D’inverno tre, quattromila presenze al giorno, d’estate arriviamo a sette, ottomila con punte fino a diecimila per l’apertura serale.
VISITING THE UFFIZI WITH DIRECTOR EIKE SCHMIDT, THROUGH THE 14 NEW ROOMS DEDICATED TO THE 14TH CENTURY VENETIAN AND TUSCAN SCHOOLS. DOZENS OF WORKS HAVE BEEN BROUGHT OUT FROM THE ARCHIVES, REOPENING A WINDOW ON FLORENCE
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he appointment is at 8am on the dot, because the Director has to catch a plane. Is that a problem? Quite the contrary. It is always a joy to walk “through a grandstand, a royal gallery, adorned with a hundred ancient statues by the most famous sculptors,” as Galileo called them, “[...] filled with rare, precious and marvellous expressions of excellence.” What is more, if you can visit the Uffizi when it
Since 2016 we have had several, reorganising new exhibition spaces. From those that house Botticelli, Leonardo, Michelangelo and Raphael, to Caravaggio and the early 17th century Caravaggesque. The latter is the largest: 14 rooms spread over 1,100 m2 and 105 works on display, all done by repurposing service areas or areas that were closed to the public. Finally, we can put two sections of our collection
is empty and without tourists, then it is a privilege. The occasion is the new, recently opened spaces, that have been rearranged and dedicated to the Florentine and Venetian masters. The rooms are painted in old-fashioned style: dark grey, like pietra serena, for the Tuscan school and green curtains and interiors for the Venetian Renaissance. Our expert guide is Eike Schmidt, who arrived in Florence three and a half years ago to direct one of the most famous museums in the world. Director, another opening at the Uffizi?
on display in the best possible way that of the Tuscan Counter-Reformation paintings in the second half of the 14th century and that of the great Venetian paintings, with Giorgione, Titian, Tintoretto and Veronese, up to Carlo Caliari. The latter are among the most important nuclei in the world. It is like opening a second museum inside the Gallery. Works that have been locked up in storage for years are back in view. One third of the paintings that are a part of the permanent collection comes from
Veronese, Madonna con Bambino, i Santi e i donatori (1548 circa)
C’è un problema di sovraffollamento? Abbiamo un limite di 900 compresenze distribuite su 90 sale, più i corridoi. Il problema sorge quando arrivano i grandi gruppi organizzati. Con l’Università dell’Aquila stiamo studiando la 87
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gestione di questi flussi importanti così da scaglionarli e garantire un’atmosfera più calma che possa permettere lo studio, la ricerca e l’ammirazione dell’arte. A cosa serve un museo? La gente viene qui per guardare l’opera famosa, la Venere del Botticelli o quella d’Urbino, che già conosce. Poi rimane colpita da altri incontri improvvisi. Ci si imbatte nella Sacra famiglia del Veronese o, poco più avanti, in un gioiello di piccole dimensioni, dello stesso maestro: Madonna con Bambino, i Santi e i donatori, raramente esposto e ora visibile a distanza di naso, senza distanziatori. Una scena di tenerezza profusa: spesso mi diverto a osservare le persone calamitate davanti a questo piccolo tesoro anche per più di cinque minuti. Un museo dovrebbe invitare a fare nuove scoperte, aumentando così la propria conoscenza. Un altro rendez-vous speciale? La caduta degli angeli ribelli di Andrea Commodi, una personalissima interpretazione del Giudizio Universale, mezzo secolo dopo Michelangelo. Un groviglio di corpi argentei in cascata perenne da cui emerge la perfezione della resa prospettica delle figure e il contrasto luce-ombra. È il caos, il fragore, la forza della passione, quasi come un concerto rock degli Iron Maiden. uffizi.it uffizigalleries
our warehouses, where they were rarely seen. One of them is the monumental altarpiece by Federico Barocci from 1579, the so-called Madonna del Popolo. In the midst of the Catholic Reformation, Barocci, with alternating soft and lively brushstrokes, represents a multitude of believers, of every age, class and condition, at the feet of the Virgin. Absolute masterpieces. In the Tuscan section, we have the portraits of the Medici dynasty by Bronzino or Pontormo and Vasari. And then there are the works of the Venetian school, which have never been so widely shown: we are at the level of the collections in Paris, London and Vienna. The works are arranged by period and theme so that they can dialogue critically with each other and on the basis of what they represent. Some of them have been protected by special glass so that we can observe and study them closely. Titian’s Venus of Urbino is combined with Vecellio’s Flora and Sebastiano del Piombo’s Fornarina. There are also new exhibition paths and perspectives... We have restored an original passage that had been closed, revealing a wonderful portal from the 1500s. This is where we have chosen to display Venus with Cupid, again by Titian. In one of the three rooms running along the Arno, a window overlooking the river has been reopened. From here you can see the interior architecture of the Gallery in conversation with that of the city, from
Andrea Commodi, Caduta degli Angeli ribelli, particolare (1614-1617 circa)
dida
the Ponte Vecchio to the hills. But above all, you can analyse the paintings of the Venetian School with water as a backdrop, and this is fundamental. What does observing works so intimately reveal? It lets us dwell on details that are often not visible. In the large female nudes, there are a lot of animals: partridges, cats, dogs. In Leda and the swan by Tintoretto there is the beautiful interaction between the duck and the cat. How many visitors does the Uffizi have? In winter three or four thousand a day; in summer we reach seven, eight thousand with peaks of up to ten thousand for the evening opening. Is there a problem with overcrowding? We have a limit of 900 visitors at a time, distributed over 90 rooms, plus corridors. The problem arises when large organised groups arrive. With the University of L’Aquila, we are working on how to stagger these significant influxes and ensure a calmer atmosphere that can allow visitors to study, research and admire the art. What is a museum for? People come here to see famous works, Botticelli’s Venus or the one by Urbino, that they already know. Once here, they are struck by other, unexpected finds. They come across the Holy family by Veronese or, a little further on, a tiny jewel by the same master: Madonna with Child, Saints and Donors, that is seldom on show and can now be viewed right up close, without barriers. It portrays an incredibly tender scene: I often enjoy watching people enthralled in front of this little treasure for more than five minutes. A museum should invite you to make new discoveries, allowing you to increase your knowledge. Any other special suggestions to look out for? The fall of the rebel angels by Andrea Commodi, a very personal interpretation of the Last Judgement, half a century after Michelangelo. A tangle of silvery bodies in a perennial cascade from which the perfection of the perspective rendering of the figures and the contrast between light and shadow really stand out. It shows incredible chaos, a roar, the strength of passion, almost like a rock concert by Iron Maiden.
FIRENZE 114 FRECCE AL GIORNO/A DAY 88
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ENJOY THE DOLCE VITA
WEDDING vdgmagazine.it
© Leonardo Passero
di Gilda Ciaruffoli - a cura di
SOGNO ITALIANO DALLA TOSCANA ALL’UMBRIA, DALLA PUGLIA ALL’ALTO ADIGE, SONO SEMPRE DI PIÙ LE COPPIE CHE SCELGONO DI CONVOLARE A NOZZE IN LOCATION PARTICOLARI. ALLA RICERCA DI EMOZIONI GENUINE
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Castello di Petroia
© Buy Wedding
Meta prediletta dagli sposi-turisti è la Toscana (con un 31,9% di preferenze nel 2018), dove il matrimonio in stile country chic va per la maggiore. La cerimonia si celebra in agriturismo o in un borgo medievale, poi si trascorrono i giorni successivi tra le cantine del Chianti, Firenze, Siena, il mare, le botteghe artigiane, i ristoranti tipici. Tutto il territorio è coinvolto e il matrimonio si fa esperienza di viaggio totale. Ed è proprio questa la caratteristica dell’attuale wedding tourism che ha segnato il successo – forse inimmaginabile fino a qualche anno fa – di territori come le Colline del Prosecco, che con le loro distese di vigneti, le ville venete e i castelli, si fanno notare (con un +10% di preferenze nell’ultimo anno), al fianco delle vicine, e decisamente più infl azionate, Venezia e Verona.
Colline del Prosecco © Francesco Gali
C’
è il desiderio di realizzare un sogno romantico dietro la scelta, sempre più frequente tra le coppie di fidanzati, di celebrare le nozze (reali o simboliche che siano) in location anche molto lontane da casa. In altre regioni, nazioni, spesso in altri continenti rispetto a quelli di origine. L’importante è che tutto sia proprio come se lo erano immaginato. Un risultato non semplice da ottenere senza un’organizzazione adeguata alle spalle. «Fino a una decina di anni fa, accoglievamo flussi spontanei di coppie da Stati Uniti e Inghilterra che arrivavano sulla scia di suggestioni cinematografiche, ma molto era lasciato all’iniziativa del singolo», spiega Bianca Trusiani della piattaforma di servizi Buy Wedding in Italy. Per fortuna nel tempo le cose sono cambiate, e grazie a fiere di settore, figure professionali emergenti come quella del wedding travel coordinator, inventata proprio da Trusiani, e una nuova consapevolezza dei territori, oggi per il nostro Paese questo settore turistico rappresenta un business da 440 milioni di euro e più di ottomila eventi l’anno. Una macchina alimentata in gran parte da coppie straniere che arrivano principalmente da Stati Uniti e Asia, con Cina, Russia e America Latina in crescita (dati Centro studi turistici). Spesso si tratta di emigrati italiani, o figli di emigrati, che per il fatidico sì tornano nelle loro terre di origine e non ricercano, come spesso avviene altrimenti, strutture di lusso o grandi sfarzi, ma optano per location defilate, capaci di evocare memorie e trasmettere una genuina emozione italiana.
Country Wedding in Italy
Una volta liberata la fantasia dai cliché romantici legati al Belpaese, le coppie scoprono di avere a disposizione un ventaglio di possibilità che si allarga a tutto lo Stivale. A partire dall’Alto Adige, dove strutture storiche come il Bad Moos Spa Resort in Alta Pusteria regala loro un vero e proprio sogno alpino fatto di trattamenti rigeneranti che solo la cultura del benessere altoatesina sa offrire, ma anche servizi fotografici spettacolari all’ombra delle Dolomiti, fino alla possibilità di sposarsi in una piccola e suggestiva chiesetta di montagna da raggiungere su una carrozza d’epoca trainata da cavalli. Ma a ben vedere ce n’è davvero per tutti i gusti: castelli millenari come quello di Petroia, in Umbria, che ha dato i natali a Federico da Montefeltro, le cui 13 stanze si possono affittare in esclusiva; dimore storiche come Villa Sola Cabiati e Villa Passalacqua, per un matrimonio tra pareti affrescate e sontuosi giardini affacciati sul Lago di Como; c’è la Puglia, in grande ascesa, dove per esempio alla Masseria Il Melograno di Monopoli si può ricreare una tradizionale festa di nozze in piazza. E poi, ciliegina sulla torta dell’offerta italiana, c’è la possibilità di sposarsi in contesti architettonici unici al mondo, anche attestati tra i beni del FAI, come l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE), il Palazzo Ducale di Gubbio (PG), le Ville romane di Tivoli (RM). Un vero sogno italiano, e il modo più romantico per scoprire i mille tesori del Belpaese.
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GOOD FOOD
L'ESTATE A TAVOLA È BELLA E BUONA FRUTTA E VERDURE DI STAGIONE CONTENGONO ALTI VALORI NUTRIZIONALI E COSTANO MENO. COLORATI E DIVERTENTI I PIATTI PIÙ ENERGETICI E SALUTARI di Alessandro Circiello
ChefAlessandroCirciello
ChefCirciello
chefcirciello
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rima di afferrare la forchetta, osservate bene il vostro piatto: quanti colori vedete? Il migliore di tutti ne ha cinque: rosso, giallo-arancio, verde, viola e bianco. Se il menù vi sembra un po’ spento, aggiungete il giallo del peperone, l’arancio della carota e dell’albicocca, il verde dell’insalata, degli spinaci e degli asparagi, il rosso delle ciliegie e il viola delle prugne. È un esercizio fondamentale per rimanere sempre in forma e prendersi cura del proprio corpo. A ogni pasto. Cuocere poco le verdure di stagione non solo ha un impatto minore sull’ambiente, ma consente di preservare i valori nutrizionali dei cibi. Perché la maggior parte delle vitamine sono termolabili e con il calore evaporano. Lasciate da parte le false credenze, le leggende sul cibo light, senza grassi, ipocalorico, senza zucchero, e preparate a casa i vostri piatti usando gli ingredienti giusti, come il nostro olio extravergine di oliva, e abbinate in modo furbo gli alimenti che dirigono in modo preciso la liberazione di ormoni responsabili del metabolismo, del sonno, dell’invecchiamento e della crescita. I tre pasti principali sono come tre note da suonare insieme per comporre una bella melodia. Colazione, pranzo e cena non possono essere veloci e frugali, bisogna che siano completi. Il corpo ha bisogno di grassi e proteine per rinnovare i muscoli, le ossa e gli organi, e di zuccheri per disporre di energia allo stato puro; l’importante è imparare a combinare insieme gli alimenti per potenziarne gli effetti. Nella mela, per esempio, 93
GOOD FOOD
insieme agli zuccheri ci sono vitamine e fibre, nella carne, oltre alle proteine e ai grassi, ferro, rame e zinco, mentre l’uovo contiene calcio e vitamina D. Non bisogna dimenticarsi che è proprio questo concentrato meraviglioso di sostanze diverse a dare energia al nostro corpo, a proteggerlo e curarlo. Qualche consiglio pratico: pensate alla colazione, perché non ci si può svegliare e stare a digiuno. Tanto poi la fame arriva, a metà mattina, e si è quasi costretti a mangiare pizzette, snack e dolciumi e a bere bevande dolci e gassate. Dunque, preparatevi prima e prendete uno yogurt naturale, ricco di calcio, vitamina D e proteine, insieme a una fetta di pane tostato con miele o marmellata, oppure fiocchi di avena al naturale e pinoli. Se preferite il salato, potete condire la fetta di pane con olio e pomodoro o mangiare del prosciutto crudo con un frutto di stagione. A metà mattina scegliete il meglio: un bel mix di frutta secca, tipo mandorle o pistacchi, e qualche quadratino di cioccolato extra fondente, mentre a metà pomeriggio provate
una centrifuga di verdura, con carota, sedano, mela, fragole e mirtilli. Ma qui non c’è limite alla fantasia. A pranzo non devono mai mancare le proteine (carne, pesce, uova e formaggio), frutta fresca e verdura, mantengono svegli e attenti. A cena, pasta o riso al pomodoro, al pesto o con verdure di stagione conciliano il sonno. Ma associamoli sempre a un alimento vivo: verdura cruda tipo cetriolo, rucola, finocchio o lattuga. Per chi vuole rimettersi in forma, meglio la verdura della frutta. Nell’insalata potete aggiungere qualche oliva, una manciata di pinoli e l’immancabile olio extravergine, che è buono e consente di assorbire le sostanze benefiche dei cibi crudi. Infine, per rendere più nutriente la vostra cena potete aggiungere 100 grammi di ricotta fresca o un uovo al tegamino, oppure un’insalata di pollo o di pesce. Ricordatevi che il pericolo può nascondersi nel piatto e il nemico numero uno della sana alimentazione è la fretta: i ritmi frenetici che spesso siamo costretti a sopportare non devono penalizzare le nostre scelte
alimentari. Ma oggi qualsiasi territorio dispone di prodotti in linea con i principi di una dieta equilibrata. Non tutti i grassi sono buoni e non tutte le proteine sono uguali: alcuni alimenti contengono zuccheri pericolosi che costringono poi l’organismo a difendersi fabbricando sostanze per allontanare dal sangue questi zuccheri e a depositarli. Ed ecco formarsi una ciambella di grasso attorno alla pancia per colpa dello zucchero consumato sotto forma di pane, dolci, bibite gassate, cereali, patate, pasta e gelati. Questo grasso non solo è antiestetico, ma favorisce i tumori e mette in pericolo il cuore. Evitate poi il cibo preparato con ingredienti non sani, perché disturbano l’eccellente lavoro di squadra svolto dalle cellule e dagli organi, creano disordine e confusione. Patate fritte e hamburger sono buoni, ma non vanno consumati spesso e, soprattutto, è meglio prepararli a casa selezionando gli ingredienti e senza intrugli aggiunti. Le vostre cellule ringraziano e il gusto è salvo. alessandrocirciello.com
ZUPPA DI FRUTTI ROSSI, GELATO ALLA VANIGLIA E FOGLIE DI MENTA Lista della spesa (per 4 persone) 150 g di lamponi, 40 g di ribes, 40 g di mirtilli, 50 g di zucchero di canna, 200 g di gelato alla vaniglia, menta fresca q.b. Per il gelato 200 g di latte intero, 1 tuorlo d’uovo, 50 g di zucchero semolato, 4 g di gelatificante (agar agar o farina di carrube), vaniglia q.b. Preparazione Frullare i frutti rossi con la menta e lo zucchero. Per realizzare il gelato alla vaniglia, portare a bollore il latte con la vaniglia in polvere, unirlo ai restanti ingredienti e raffreddare in freezer. Una volta pronto (dopo circa 2 ore) disporre sulla base di un piatto la zuppa rossa e qualche mirtillo, ponendo al centro una palIina di gelato e qualche foglia di menta fresca. 94
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© Claudia Rolando
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Disability Pride 2018
IL 14 LUGLIO IL CORTEO DEL DISABILITY PRIDE SFILA NELLE VIE DI ROMA PER RIVENDICARE I DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ. ANCHE QUELLO A UNA MOBILITÀ ACCESSIBILE di Serena Berardi
«U 96
na società che si nutre di differenze e le valorizza, in cui si cresce insieme e nessuno rimane indietro». Carmelo Comisi, presidente della
onlus Disability Pride, spiega così l’idea di comunità che vorrebbe. E infatti, il 14 luglio, durante il Disability Pride che si svolge contemporaneamente nelle città di Roma, New York, Brighton e in Senegal, si cammina fianco a fianco, a piedi o in sedia a rotelle, ognuno seguendo il proprio ritmo. L’edizione italiana parte da via dei Fori Imperiali fino ad arrivare in piazza del Popolo, che accoglie lo spettacolo conclusivo. «L’obiettivo è rivendicare l’attuazione della convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità, ma soprattutto mostrare le potenzialità di queste ultime anziché parlare solo dei loro problemi». Lo show che chiude il corteo vuole far salire sul palco parte di questa ricchezza con artisti come Brazzo, il rapper sordo dalla nascita che canta nella lingua dei segni, e lo stand up come-
dian Daniele Gattano, che ride di cliché e pregiudizi sulla diversità. In Italia la convenzione dell’Onu è stata ratificata con una legge dieci anni fa, ma c’è ancora tanta strada da fare: «L’articolo 19, per esempio, prevede che le persone con disabilità abbiano accesso a una serie di servizi di sostegno domiciliare e di assistenza personale per praticare tutte le attività che sono loro direttamente precluse, ma nel mio caso, e in moltissimi altri, se non fosse per la mia famiglia a quest’ora sarei in qualche struttura», spiega Carmelo, sulla sedia a rotelle in seguito a un incidente stradale. Nonostante le prescrizioni internazionali e il sistema legislativo nazionale assicurino formalmente un’inclusione piena, nella vita di tutti i giorni le esigenze sono stringenti e necessitano di strumenti in grado di soddisfarle: «Mancano, per esempio, gli insegnanti di sostegno, o non riescono a coprire l’intero monte ore. I Comuni avrebbero dovuto adottare più di 30 anni fa i Peba, i piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche, pena il commissariamento da parte delle Regioni. E non solo i Peba sono rimasti lettera morta, ma non è mai stato effettuato un commissariamento per tale negligenza. Tutt’al più, alcune Regioni prevedono un sistema premiale per i Comuni virtuosi. Come se si regalassero punti sulla patente quando si indossa la cintura di sicurezza invece di toglierli nel caso non si metta», prosegue il presidente. E ancora, «la funzione del disability manager, affacciatasi in alcuni ambienti alla fine degli anni ’80, prevede una figura manageriale che favorisca l’inserimento lavorativo e promuova soluzioni per l’autonomia professionale, ma in Italia non è ancora normata», nonostante l’argomento sia stato oggetto di trattazione da parte del decreto legislativo 151/2015, attuativo del Jobs Act, e del primo Piano d’azione nazionale su Impresa e Diritti umani 2016-2021. La mobilità, e quindi la possibilità di spostarsi dove si vuole in maniera agevole, è un diritto fondamentale per l’autodeterminazione delle persone con disabilità. Anche l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile dell’Onu prevede, tra i 17 obiettivi da perseguire entro i prossimi dieci anni, anche un sistema di trasporti sicuro, conveniente, sostenibile e accessibile, con particolare attenzione rivolta alle persone più vulnerabili. Tra le aziende che stanno lavorando per questo c’è anche il Gruppo FS Italiane, con Rete Ferroviaria Italiana impegnata nel miglioramento dell’accessibilità delle stazioni e nel graduale abbattimento delle barriere architettoniche. Nel 2018 RFI, grazie al coordinamento delle Sale Blu, ha effettuato 358mila interventi di assistenza per persone a ridotta mobilità e nel 2019 si prevede un trend di crescita del 15%. Oggi le stazioni che offrono questi servizi sono 301, 23 in più rispetto al 2018. Lo scorso febbraio è stata lanciata anche l’app SalaBlu+ che permette di richiedere il servizio di assistenza direttamente dallo smartphone. Nel percorso che ha portato sui binari i nuovi treni regionali Pop e Rock di Trenitalia – dotati tra l’altro di pulsanti con iscrizioni in braille, mappe tattili e un mancorrente (non obbligatorio ma richiesto) nel posto riservato alla sedia a rotelle – sono stati coinvolti anche i delegati delle asso-
ciazioni delle persone con disabilità, che hanno visitato gli stabilimenti di produzione, avuto la possibilità di confrontarsi con i progettisti e gli ingegneri di Hitachi Rail, Alstom e Trenitalia, testato i prototipi e poi viaggiato sui convogli veri una volta consegnati. Inoltre il Gruppo FS si confronta con associazioni e clienti raccogliendo osservazioni e suggerimenti sull’accessibilità delle stazioni, come nel caso di Torino Porta Nuova, dove le segnalazioni riguardanti problemi legati ai percorsi pedotattili hanno portato alla condivisione di un progetto per modificarli. Azioni concrete, ma anche iniziative di sensibilizzazione come Binari gentili, la tavola rotonda organizzata lo scorso 10 giugno nella stazione Centrale di Milano da FS Italiane in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, il Politecnico di Milano, l’Università Bocconi e Auticon Italia (società di servizi informatici che assume esclusivamente consulenti nello spettro d’autismo). Al centro del dibattito l’inclusione come opportunità di crescita e arricchimento, con una riflessione sui vantaggi che la neurodiversità può apportare alle aziende. Il traguardo è riuscire a far salire tutti a bordo, per viaggiare fianco a fianco, ognuno verso la sua meta. disabilityprideitalia.org Disability Pride Italia @DisabiliPride @disabilitymelo Interni del treno Rock
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PER IL SOCIALE
LA CULTURA FA BENE
ALLA SALUTE
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ARTE FA RIMA CON BENESSERE. L’INNOVATIVO PROGETTO PORTATO AVANTI ALL’OSPEDALE SANT’ANNA DI TORINO DALLA FONDAZIONE MEDICINA A MISURA DI DONNA, RACCONTATO DALLA VICEPRESIDENTE CATTERINA SEIA di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com
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a questione del collegamento tra arte e salute è storia antica. Il padre della medicina, Ippocrate, già nel 400 a.C., nel suo trattato politico su aria, acqua e luoghi, sottolineava l’importanza dell’ambiente fisico e psicosociale per la salute del cittadino. Da 20 anni si stanno accumulando in questa direzione evidenze scientifiche e cliniche sulla rilevanza del contesto e della partecipazione culturale per il benessere delle persone e convergono con le prospettive indicate dalle nuove frontiere della ricerca. Dalle neuroscienze che rilevano biologicamente l’attività cerebrale, all’epigenetica, ovvero lo studio sui fattori, come gli stili di vita, che hanno impatto sul comportamento dei geni, alla Pnei, la psico-neuro-endocrino-immunologia, che dimostra come tutti i sistemi siano connessi. Come dichiara Enzo Grossi, direttore scientifico della Fondazione Villa Santa Maria, figura di riferimento su questo tema, l’esposizione alla bellezza determina effetti benefici, oggi misurabili in modo rigoroso. Da uno dei suoi ultimi esperimenti, con risultati pubblicati su riviste ad alto impatto, Grossi tra l’altro ha evidenziato, attraverso l’analisi di tamponi salivari, come l’esperienza di visita alla più grande cupola ellittica dipinta, il Santuario di Vicoforte di Mondovì, ab-
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bia fatto diminuire drasticamente nei partecipanti la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress». Catterina Seia, vicepresidente della Fondazione Medicina a misura di donna, si apre a questa nostra conversazione per condividere, come suo solito, progetti visionari quanto innovativi, ma sempre ad alta densità di concretezza. Sì, il sano pragmatismo e la visione strategica sono i suoi tratti distintivi, mentre il segno particolare, per cui oggi è riconosciuta, è il suo lavoro di rigenerazione sociale attraverso le arti, che l’ha portata, tra l’altro, a essere una delle ambasciatrici del Terzo Paradiso – simbolo che indossa al polso – per l’artista Michelangelo Pistoletto. Negli anni ’80 inizia la carriera nel settore bancario, muovendo sempre innovazione, fino a posizioni apicali. Nel 2004 idea – e guida fino al 2010 – il progetto UniCredit & Art, per la gestione strategica internazionale degli investimenti culturali e della collezione del Gruppo, la più grande a livello corporate del mondo, presente in 22 Paesi. Da sempre convinta sostenitrice del valore delle arti per lo sviluppo del capitale sociale, si definisce «un’appassionata delle persone», di cui in ogni lavoro ha sempre messo al centro le potenzialità. Così, quando giovanissima, negli anni ’90, ha diretto centri di apprendimento manageriale, ha messo in pratica gli insegnamenti di Adriano Olivetti, portando nelle aule life coach anticonvenzionali, come artisti visivi, poeti, scrittori e direttori d’orchestra, per
sviluppare nei futuri manager nuove visioni, capacità di leggere le opportunità e di trovare soluzioni innovative a nuovi problemi. Per produrre una cultura d’impresa inclusiva, che sappia rinnovarsi, guardando come si producono i profitti oltre a quanto si è guadagnato. La sfida di Catterina, all’insegna del binomio cultura-welfare, l’ha condotta, dieci anni fa, a fare ricerca ed esperienza sul campo con enti come, appunto, la Fondazione Medicina a misura di donna. «Si tratta di una straordinaria favola contemporanea di collaborazione pubblico-privato, una delle numerose che costellano il nostro Paese. La Fondazione nasce da un invito alla collaborazione rivolto alla società civile dai medici del Sant’Anna di Torino, il più grande ospedale in Europa dedicato alla salute delle donne, con quasi settemila parti annui da genitori provenienti da 90 Paesi. La portavoce è stata una luminare, con una carriera costellata di primati, Chiara Benedetto – direttore del Dipartimento Universitario 1 di Ginecologia e Ostetricia del Sant’Anna – che presiede la Fondazione. Hanno risposto all’appello dieci straordinarie donne con saperi complementari, dall’indossatrice all’avvocato, dal notaio alla commercialista, alla psicologa. Ognuna, con un effetto “palla di neve”, ha coinvolto il proprio network, oltre 15mila persone, imprese, professionisti, membri di club di servizio che non conoscevano l’importanza di questa eccellenza scientifica. Un ospedale sede universitaria, ospitato in un
edificio di inizio secolo scorso, visibilmente affaticato, come moltissimi in Italia, che non rifletteva la qualità delle cure prestate. È nata così una grande avventura per realizzare, al fianco delle istituzioni e non in supplenza, un sogno: un luogo di cura che potesse rispondere sempre più ai bisogni e ai desideri delle pazienti e di coloro che se ne prendono cura, partendo dal loro vissuto, dall’ascolto in profondità. Perché «abitiamo i luoghi, ma i luoghi ci abitano in un principio di circolarità e un luogo accogliente migliora la nostra percezione di benessere, il nostro stare nel mondo, aumenta la fiducia e riduce lo stress», assicura Seia. Il resto è ormai storia, un caso scuola. Una inedita piattaforma che ha riunito quasi 60 istituzioni che studiano la relazione virtuosa tra cultura e salute, al fianco di medici, antropologi, economisti. E varano progetti pilota destinati a muoversi in altri contesti. Dal 2011, il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ha ideato il Cantiere dell’Arte in ospedale, coinvolgendo oltre tremila persone. Con azioni pro-
gressive di pittura collettiva, studenti in alternanza scuola-lavoro, manager di grandi aziende in formazione hanno fatto esperienze inusuali in ospedale, di lavoro in team e problem solving. Attraverso i linguaggi e le idee delle arti, sono rinati gli ambienti di un intero blocco del Sant’Anna – dall’ingresso, alle aree di transito e di attesa, fino a interi reparti – che hanno assunto l’aspetto di un luogo coltivato, di un giardino planetario di biodiversità. Dall’energia positiva dell’arte visiva si è poi passati a quella sonora in alleanza alla cura. Le Vitamine musicali, nate nel 2017 da una sollecitazione delle infermiere del Day Hospital oncologico con l’Associazione dei volontari ospedalieri, sono diventate il più ampio e longevo programma mai realizzato in un ospedale. La musica dal vivo, con più di 320 appuntamenti in due anni, sostiene le donne durante le loro battaglie accompagnando le chemioterapie, cambiando il tempo dell’attesa ambulatoriale e dando il benvenuto alle nuove vite. Oltre 13 istituzioni culturali collaborano al percorso. Più di 220 artisti si sono esibiti. Accade di
incontrare coriste e violiste del Teatro Regio impegnate nelle rappresentazioni liriche. «L’adesione massiccia dei jazzisti torinesi, grazie a compagni di viaggio che si aggregano, è a dir poco straordinaria», sottolinea non senza commozione Catterina Seia. «Non si tratta solo di grande generosità, ma di una relazione con l’altro in un contesto di complessità che arricchisce gli stessi artisti. Per gli studenti – dal Conservatorio G. Verdi ai licei coreutici – è nel piano pedagogico. Il Sant’Anna è diventato una grande scuola di empatia. Come diceva Bertold Brecht, le arti servono a quella più grande, la vita. La trasformazione fisica degli spazi dell’ospedale ha mutato i paesaggi mentali e relazionali. Lo si respira. Lo acclarano i messaggi lasciati sul Libro degli ospiti e le valutazioni dei ricercatori del prof. Pierluigi Sacco dell’Università Iulm, autorità in materia, che ci segue dagli esordi. Il clima organizzativo è tangibilmente migliorato, come i comportamenti del pubblico numeroso ed eterogeneo, il rispetto dei luoghi di tutti e dei diritti degli altri».
© Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Cantiere dell’Arte, manager in apprendimento attraverso le arti, grazie al Castello di Rivoli
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Vitamine Musicali in chiave jazz. Silvio Del Mastro alla chitarra, fotografato da Raimondo Cesa, curatore della rassegna
© Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Nell’ambito di questo percorso è stato naturale progettare nel 2014 Nati con la Cultura: i medici consegnano un passaporto culturale, alle dimissioni dall’ospedale, che dà diritto al neonato e alla sua famiglia di vivere, gratuitamente per un anno, l’esperienza di bellezza e armonia in un circuito di musei. La partecipazione culturale entra così a far parte delle raccomandazioni per una buona crescita, fin dai primi mille giorni di vita, fondamentali per lo sviluppo delle sinapsi, dei collegamenti neuronali, delle competenze sensoriali e sociali. Dopo un periodo di ricerca e di sperimentazione con il museo di Palazzo Madama a Torino, dal 2017 sono stati accreditati come Family and kids friendly ben 38 musei piemontesi, aderenti alla rete di Abbonamento Musei, che hanno fatto un percorso per essere sempre più accessibili universalmente. Il progetto sta camminando molto. Roma stessa è al lavoro in questi mesi con lo splendido Museo nazionale romano, che farà da capofila di altri otto musei statali e altrettanti ospedali.
© Raimondo Cesa
PER IL SOCIALE
Studenti in alternanza scuola-lavoro 100
Il passaggio ospedaliero, spesso traumatico e deprivante, si arricchisce umanamente e si trasforma come un invito a prendersi cura di sé. E se il Sant’Anna di Torino è diventato un caso studio per l’ampiezza degli interventi e la continuità, sono molte le strutture nel nostro Paese che stanno lavorando in questa direzione, sia nuove, come l’ospedale per bambini Meyer di Firenze, che storiche, come il Policlinico Gemelli di Roma, che ha adottato la magia della settima arte con MediCinema. Si comprende oggi che le caratteristiche percettivo-sensoriali assumono una valenza strategica per il benessere delle persone, che l’arte può contribuire nei luoghi di cura a ridurre la sofferenza inutile e che la partecipazione culturale attiva è una risorsa, dai primi passi all’invecchiamento attivo. Come ripete Catterina Seia a mo’ di mantra, «la strada è aperta. The best is yet to come». medicinamisuradidonna.it
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MEN AND LANDSCAPES di Flavio Scheggi
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a relazione tra persone, paesaggio e territorio attraverso il linguaggio della fotografia contemporanea di grandi maestri e
mescoupsdecoeur
degli archivi storici di Publifoto. Sono questi gli elementi che caratterizzano la IX edizione del festival internazionale di fotografia Cortona On
The Move. Dall’11 luglio al 29 settembre decine di mostre sono dislocate tra il centro storico di Cortona (AR) e la Fortezza Medicea del Girifalco.
Base artica di Ny-Ålesund, Spitsbergen Birte Kulla, studentessa di master con strumenti di calibrazione AWI (Istituto tedesco Alfred Wegener per la ricerca polare e marina) prima del lancio di un pallone aerostatico The Arctic base at Ny-Ålesund, Spitsbergen Birte Kulla, a postgraduate research student with AWI (the Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research in Germany) calibration instruments before the launch of an aerostatic balloon © Paolo Verzone
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Tra queste Arctic Zero di Paolo Verzone, un viaggio alla scoperta delle comunità più a nord del mondo, e The Beauty and The Beast, il lavoro del duo berlinese Hahn+Hartung che racconta la relazione contraddittoria tra l’uomo e la natura vissuta nell’anello di fuoco, zona del Pacifico regolarmente colpita da terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami. cortonaonthemove.com
Dalla serie The Beauty and The Beast/From the The Beauty and The Beast series © Hahn+Hartung
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he relationship between people, landscape and their local surroundings seen through the language of contemporary photography by great artists and the historical archives of Publifoto. Such is the key theme of the IX th edition of the international photography festival Cortona On The Move. From 11 July to 29 September dozens of exhibitions take place throughout the historical centre of Cor-
tona (Arezzo) and the Medicean Girifalco Fortress. They include Arctic Zero by Paolo Verzone, a journey documenting the world’s northernmost communities, and The Beauty and The Beast by Hahn+Hartung, the duo from Berlin, describing the conflicting relationship between man and nature as experienced in the Ring of Fire, an area in the Pacific that is regularly hit by earthquakes, volcanic eruptions and tsunamis. 103
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VENISE TRÈS CHIC di Cecilia Morrico
morricocecili
Photo Archivio Cameraphoto © Vittorio Pavan
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951. Christian Dior decideva di realizzare la campagna per il lancio della sua collezione nella città più romantica e affascinante del mondo: Venezia. In quegli anni ogni sfilata presentava poco meno di 200 modelli, attentamente calibrati tra capi facilmente vestibili e altri più impegnativi. Dior era il nume tutelare della moda del Secondo dopoguerra: nessuna donna che volesse essere trendy poteva ignorare i dettami del couturier parigino di Avenue Montaigne. Il suo new look si evolveva stagione dopo stagione. Nel 1950 aveva imposto la linea verticale, nel ’51 il gentil sesso non poteva che vestire in ovale: spalle arrotondate e maniche a raglan, tessuti modellati fino a diventare una seconda pelle. A queste rivoluzioni di stile è dedicata la mostra Intramontabili eleganze, al Museo Nazionale di Villa Pisani-Stra fino al 3 novembre. Per volontà di Vittorio Pavan, attuale conservatore dell’Archivio di Cameraphoto, e di Daniele Ferrara, direttore del Polo Museale Veneto, le immagini della straordinaria campagna del ’51 e del grande Bal Oriental, svoltosi a Palazzo Labia il 3 settembre dello stesso anno, sono offerte al pubblico. Oltre 40 scatti della collezione messa in scena a Venezia da Christian Dior e un secondo nucleo per l’evento mondano del secolo che richiamò dai cinque continenti un migliaio di protagonisti del jet set, puntando il faro sull’affascinante e millenaria storia della Laguna. munus.com | cameraphoto.it 104
In tutto il servizio/Throughout the shoot Christian Dior collection printemps-été 1951 Ligne Naturelle
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951. Christian Dior decided to create a campaign to launch his collection in the most romantic and appealing city in the world: Venice. In those times, fashion shows featured slightly fewer than 200 designs, carefully balanced between easy to wear outfits and more elaborate ones. Dior was the fashion guru after World War II: no woman who wished to be on trend could ignore the rules set by the Parisian couturier of Avenue Montaigne. His New Look evolved every season. In 1950 he imposed the Vertical Line; in 1951 the fairer sex could only be seen in the Oval Line: rounded shoulders and raglan sleeves, textiles tailored so as to become a second skin. These stylistic
revolutions are the subject of the exhibition Timeless Elegance at the Villa Pisani National Museum in Stra until 3 November. Thanks to Vittorio Pavan, the curator of the Cameraphoto Archives, and Daniele Ferrara, Director of Polo Museale Veneto, the images of the extraordinary campaign of 1951 and of the great Bal Oriental held in Palazzo Labia on 3 September of the same year, are being made available to the public. Over 40 photographs of the collection Christian Dior presented in Venice and a second grouping for the century’s social event that drew together a thousand jet-setters from the five continents, focussing the spotlight on the extraordinary and lengthy history of the Lagoon.
VENEZIA 92 FRECCE AL GIORNO/A DAY 105
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PORTRAITS AT THE WINDOW D di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it Photo Fabian Cevallos
agli scatti in bianco e nero corrosi dal tempo, come quello di Ezra Pound, a un misterioso John Malkovich illuminato dal sole. Fino al 29 settembre Casa Menotti ospita 23 ritratti fotografici di grandi artisti vincitori del Premio Monini Una Finestra sui 2Mondi, che quest’anno giunge alla decima edizione. La mostra Ritratti alla Finestra è un omaggio al gesto iconico del compositore e fondatore del noto Festival di Spoleto, Giancarlo MeClaudio Santamaria (2011)
Alba Rohrwacher (2016)
notti (1911-2007), che era solito affacciarsi dal suo palazzetto per salutare il pubblico. Qui grandi star e talenti di oggi, come John Malkovich, Willem Dafoe, Tim Robbins, Juliette Gréco, Alba Rohrwacher e Adriana Asti, dialogano metaforicamente con il gotha della cultura del ’900. In queste stanze sono passate personalità del calibro di Ungaretti, Luchino Visconti, Quasimodo e Polanski. Immagini emozionali, testimoni privilegiate di un pezzo di storia del Paese, che avvolgono i tre piani di Casa Menotti: dall’ingresso al primo piano – interamente dedicato alla storia del Festival – fino al secondo, dove si sale per ammirare il pianoforte Steinway, la stanza da letto del Maestro e il terrazzo dedicato agli aperitivi con gli artisti. casamenotti.it 106
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rom black and white shots corroded by time, such as that of Ezra Pound, to a mysterious John Malkovich lit up by the sun, until 29 September Casa Menotti is hosting 23 photographic portraits of great artists, being the winners of the Premio Monini Una Finestra sui 2Mondi, which reaches its tenth edition this year. The exhibition Portraits at the Window is a tribute to the iconic gesture of the composer and founder of Spoleto’s renowned Festival dei 2Mondi, Giancarlo Menotti (1911-2007), who used to come out of his home to greet the public.
Jerome Robbins Ezra Pound e Olga Rudge
Here, great stars and talents of today, such as John Malkovich, Willem Dafoe, Tim Robbins, Juliette Gréco, Alba Rohrwacher and Adriana Asti, jostle for position with the elite of 20th century culture. In these rooms, personalities of the calibre of Ungaretti, Luchino Visconti, Quasimodo and Polanski have passed through. Emotional images, privileged witnesses of a piece of the country’s history, spread throughout the three floors of Casa Menotti: from the entrance to the first floor entirely dedicated to the history of the Festival - to the second floor, where you go up to admire the Steinway piano, the Maestro’s bedroom and the terrace dedicated to aperitifs with the artists.
John Malkovich (2010)
Juliette Greco (2015) 107
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E YES ONROME di Sandra Gesualdi sandragesu s.gesualdi@fsitaliane.it
Pompeo Molins Rovine dell’acquedotto Claudio (1868 ca.) Stampa all’albumina/An albumen print
«S
to vedendo gli occhi che hanno visto l’imperatore», scrisse Ronald Barthes in un suo saggio degli anni ’80, osservando una foto del fratello di Napoleone. Riflessione che gli provocava stupore perché, proseguiva, «ciò che vedo non è un ricordo, un’immaginazione, una ricostruzione […] ma il reale allo stato passato: è il passato e il reale insieme. E la realtà di una Roma passata, altra ma concretamente vera, è ciò che emerge dalle circa 320 immagini esposte nella mostra a Palazzo Braschi.
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Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’Ottocento a oggi è un inconsueto viaggio negli ambiti più rilevanti della storia fotografica della Capitale prima dell’avvento del digitale. Oggi pare impossibile, ma c’è stato un tempo, anche recente, in cui gli scatti si fissavano in analogico su lunghe pellicole da stampare e, ancor prima, nell’800, in cui il dagherrotipo, la carta salata e l’albumina permettevano solo una copia non riproducibile. Nel percorso espositivo, aperto fino al 22 settembre, esplode il volto di Roma: antico, agreste, romantico, dai primi
scatti, percorrendo le epoche che la videro mutare, per giungere all’opera di artisti viventi che hanno intrapreso un significativo rapporto con la città. Scene in bianco e nero dove “vedere” gli occhi che hanno visto l’Urbe trasformarsi, essere demolita, ricostruirsi per rimanere immutabile e fedele a se stessa. Com’è oggi e com’è rimasta, eterna nei click di grandi sguardi, alcuni anonimi, altri di maestri come Adolfo Porry Pastorel, padre del reportage in Italia, fino a Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri. museodiroma.it
“I
am looking at eyes that looked at the Emperor,” wrote Roland Barthes in his essay that was published in 1980, upon looking on a photo of one of Napoleon’s brothers. He was amazed by that thought because, as he continued, “what I see is not a memory, an imagination, a reconstruction […] but reality in a past state: it is the past and reality together.” And the reality of a Rome in the past, a different city but nevertheless one that is concretely real, is what emerges from the approximately 320 images that are on show at Palazzo Braschi. Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’Ottocento a oggi is an unusual journey through the most relevant locations of the Italian capital’s photographic history before the arrival of the digital age. It seems impossible now, but there was a time – and not that long ago – when pictures were taken analogically on long rolls of film that had to be printed. And before that, in the nineteenth century the daguerreotype, salted paper and albumin only allowed for a single print, that could not be reproduced. The exhibition, which runs until 22 September, presents a wide array of images of the face of Rome: ancient, agrarian, romantic, from the very first photographs and going through
Gianni Berengo Gardin Sposi nel cortile di palazzo dei Conservatori (1986) Stampa ai sali d’argento su carta baritata/A print made with silver salts on baryta paper
the times which saw it change, to reach the work of living artists who have entered into a significant relationship with the city. Scenes in black and white where you can “look at” the eyes that have seen the city being transformed, being demolished, and rebuilt to remain unchanged and faithful to itself. What it is like now, and how it has
remained, eternal seen through the lens of great masters, some of them anonymous, others masters like Adolfo Porry Pastorel, the father of Italian photo reportage, up to Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico and Luigi Ghirri.
ROMA 206 FRECCE AL GIORNO/A DAY
Luigi Ghirri Ara Pacis (1990) Stampa da negativo colore, AFM 111 A print from a colour negative 109
OFFERTE E SERVIZI PORTALE FRECCE PROMOZIONI FOOD ON BOARD CARTAFRECCIA NETWORK // ROUTES // FLOTTA
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Il servizio sarà progressivamente esteso ad altri collegamenti della Direttrice Adriatica
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FOOD ON BOARD
Il viaggio nel viaggio
LA CUCINA POPOLARE ITALIANA
Il menù di luglio delle Frecce viaggia leggero e saporito sulle note degli ingredienti del Mediterraneo. I cestini di pasta brisée con timballo di riso sono il fragrante involucro per una specialità siciliana ricca di gustose sorprese. Con le trofi e al pesto di zucchine e basilico ci si trasferisce invece in Liguria, dov’è nato questo formato di pasta proprio per il pesto. La scaloppa di 118
maiale alla pizzaiola è preparata con un intingolo che richiama gli ingredienti della pizza siciliana – pomodoro, origano e olive – ed è accompagnata dalle classiche patate prezzemolate. Per dessert la torta della nonna al limone, dolce toscano di crema e pastafrolla decorato con pinoli. Tutti i menù proposti a bordo treno si possono consultare sul sito itinere.it
© ufficio stampa skytv/Ansa
FRECCIAROSSA GOURMET by
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FILETTO DI SALMONE AL TIMO E ZUCCHINE AL VAPORE Lista della spesa (per 4 persone) 4 filetti di salmone da 150 g l’uno, 2 cucchiai di foglioline di timo fresco, 300 g di zucchine, 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva, sale q.b. Preparazione Lavare e spuntare le zucchine e tagliarle a becco di fl auto. Pulire i filetti di salmone dalle squame e sciacquarli sotto l’acqua corrente. Adagiarli in un piano della vaporiera, insaporendoli con il timo e un pizzico di sale. Sul secondo cestello disporre le zucchine. Cuocere per circa 10 minuti. Infine, disporre il salmone su un piatto accompagnato dalle zucchine condite con un pizzico di sale e un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Vino consigliato Catarratto Bio Dop, Sicilia. Dal colore giallo paglierino tendente al dorato, presenta lievi sentori fruttati e note floreali. Al palato mediamente acido e tendenzialmente morbido.
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CARTAFRECCIA
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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA
IN CONVENZIONE ANCHE TORINO • Museo nazionale del Cinema • Noi, non erano solo canzonette fino al 7 luglio alla Promotrice delle Belle Arti • Giorgio de Chirico: ritorno al futuro fino al 23 agosto alla GAM • Goccia a goccia dal cielo cade la vita. Acqua, Islam e Arte fino al 1° settembre al MAO • Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro fino al 14 luglio ai Musei Reali MILANO • Museo della Scienza • Ingres fino al 23 giugno, Il meraviglioso mondo della natura fino al 14 luglio a Palazzo Reale • Roy Lichtenstein. Multiple Visions fino al 9 settembre al Mudec • National Geographic Climate Change fino al 9 giugno al Museo di Storia naturale • Liu Bolin. Visibile invisibile fino al 15 settembre al Mudec BERGAMO • Mantegna in Carrara fino al 21 luglio all’Accademia La Carrara
Closed Set (2018) © Jeff Bark
Interni domestici, nature morte, paesaggi naturalistici e wunderkammer assemblate sono alcuni dei soggetti ricorrenti, dove il falso diventa reale e la realtà assume forme ingannevoli, in un gioco di prospettive e ribaltamenti. Questo il mondo onirico del fotografo Jeff Bark. Al suo lavoro Palazzo delle Esposizioni dedica Jeff Bark - Paradise Garage, la sua prima personale in Italia che riunisce un corpus composto da più di 50 opere inedite dedicate alla Città Eterna. L’esposizione, curata da Alessio de’Navasques, è pensata come un percorso che, fino al 28 luglio, trasporta il pubblico nell’universo ideato dall’artista statunitense: ogni immagine è sapientemente costruita da Bark come fosse il frammento sospeso di una storia;
nel suo garage dell’Upstate New York, è lui stesso a trasformare gli spazi e le pareti nude in scenari evocativi ed enigmatici in cui convivono riferimenti iconografici all’arte del passato e dettagli stranianti. I set ideati dal fotografo per Palazzo delle Esposizioni, frutto di un processo di studio e di creazione artigianale, diventano paesaggi surreali, scene conviviali, ritratti monumentali che rievocano, in chiave contemporanea, lo spirito delle grandi quadrerie allestite per temi nei palazzi barocchi romani. Promozione 2x1, dalle ore 16 in poi, per i soci CartaFRECCIA in possesso di biglietto delle Frecce con destinazione Roma e per i clienti Trenitalia Regionale con ticket per la Capitale.
VENEZIA • Biennale • Musei Civici Veneziani • Luogo e segni fino al 15 dicembre a Punta della Dogana • La Pelle fino al 6 gennaio 2020 a Palazzo Grassi • Leonardo da Vinci. L’uomo modello del mondo fino al 14 luglio alle Gallerie dell’Accademia di Venezia REGGIO EMILIA • Antonio Fontanesi e la sua eredità fino al 14 luglio ai Musei civici di Reggio Emilia FIRENZE • Andrea del Verrocchio, il maestro di Leonardo fino al 14 luglio a Palazzo Strozzi ROMA • Musei in Comune • Viaggi nell’antica Roma. 2 storie e 2 percorsi fino al 12 novembre al Foro di Augusto e al Foro Cesare • L’Ara com’era fino al 31 dicembre all’Ara Pacis • Estate al MAXXI fino al 13 ottobre NAPOLI • Caravaggio fino al 14 luglio al Museo e Real Bosco di Capodimonte Info su trenitalia.com 121
NETWORK // ROUTES // FLOTTA Val Gardena (Ortisei, S. Cristina V.G., Selva V. G)
Bolzano
Val di Fassa (Moena, Vigo di Fassa, Canazei) Cortina d’Ampezzo (S. Vito di Cadore, Tai di Cadore) Udine
Madonna di Campiglio Ora Pinzolo
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Treviso
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OLTRE 280 FRECCE AL GIORNO
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S. Maria di Leuca
Catanzaro Lido
Reggio di Calabria LEGENDA:
Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su www.trenitalia.com
FRECCIAROSSA ETR 1000 Velocità max 400 km/h Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze 122
Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 WiFi
Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità Fasciatoio
NETWORK DI OLTRE 100 CITTÀ UN
FRECCIAROSSA
FRECCIAROSSA ETR 500
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
COLLEGAMENTI GIORNALIERI E DURATA MINIMA DEL VIAGGIO FRECCIAROSSA ETR 700
104 Frecciarossa
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500 WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
Milano-Roma 2h 55'
1a
40 Frecciarossa e Frecciargento
Roma-Venezia1 3h 33'
16 Frecciarossa e
Frecciargento Roma-Verona 2h 52'
FRECCIARGENTO ETR 600
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIARGENTO ETR 485
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
48 Frecciarossa
Milano-Venezia1 2h FRECCIABIANCA I tempi minimi indicati si riferiscono alla soluzione di viaggio più veloce con una delle tre Frecce, dalle stazioni centrali dove non specificato. I collegamenti comprendono sia i servizi di andata che di ritorno. Sono previste variazioni nel fine settimana e in alcuni periodi dell’anno. Dal 9 giugno, a seguito di disposizioni di Rete Ferroviaria Italiana, è previsto un allungamento di 8 minuti per tutti i treni che percorrono la linea Bologna-Firenze nel senso nord-sud (Milano-Roma 3h 03’, Venezia-Roma 3h 41’, Verona-Roma 3h 01’). Maggiori dettagli per tutte le soluzioni su trenitalia.com 1 Durata riferita al collegamento con Venezia Mestre
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 603 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA ETR 460
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio 123
PRIMA DI SCENDERE 50 ANNI DOPO
DALLA
LUNA ALL A LUNA di Alexander Macinante
D
ai ricordi di Jas Gawronski, che con Ruggero Orlando e Tito Stagno fu tra i protagonisti della straordinaria diretta tv del luglio 1969, alla Luna come obiettivo simbolico per il giornalista Mattia Feltri: «La democrazia nasce come promessa di felicità in Terra, ma oggi ha perso il suo ideale. La felicità è sempre più difficile da raggiungere perché ci vengono fatte promesse sempre più assurde, ma noi continuiamo a volere la Luna». Sono tanti i volti che la Luna ha mostrato alla 16esima edizione del Festival Passepartout di Asti, intitolato 1969-2019: Vogliamo la Luna, per ricordare i 50 anni dell’allunaggio e occasione di riflessione sulle relative conseguenze scientifiche, economiche e politiche. Per il filosofo Umberto Galimberti «noi occidentali viviamo come se avessimo risorse infinite. Con il progresso è cambiata la visione della natura, che da nostra casa è diventata materia prima. Oggi si producono bisogni, in un nichilismo estremo che andrebbe combattuto tornando a vivere secondo misura». La scrittrice e astrofisica Licia Troisi ricorda quanto la Luna abbia sempre affascinato gli uomini: «Il primo approccio per spiegarla è stato quello mitologico, associato a una figura femmi-
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nile. Oggi conoscere e spiegare i fenomeni con la scienza dona loro ancora più bellezza, allontanando paure e superstizioni». Fisici ed esperti di imprese spaziali, Roberto Battiston e Maria Antonietta Perino hanno sottolineato la centralità del ruolo di Torino con Thales Alenia Space, società che collabora con la NASA e che ha contribuito anche alla realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale. Da loro la conferma che un equipaggio misto di uomini e donne tornerà sulla Luna nel 2024. Per il matematico Piergiorgio Odifreddi «l’universo è molto più vasto e interessante di quanto possano immaginare i poeti. La scienza supera la fantasia e i giovani tra 50 anni ne vedranno delle belle». «La partecipazione del pubblico è la prova di quanto abbia condiviso e apprezzato la varietà dei temi, l’alto livello dei protagonisti, la loro capacità di indurre ad approfondire e a ragionare in modo seducente e coinvolgente. Questa è la caratteristica del nostro festival di parola, al quale da tempo lavoriamo con il nostro direttore scientifico, Alberto Sinigaglia», conclude Roberta Bellesini, presidente della Biblioteca Astense Giorgio Faletti che ha organizzato l’evento. passepartoutfestival.it
© Sergey Nivens/AdobeStock
SPETTACOLO NEL CIELO Tante le iniziative e gli appuntamenti per l’evento di mezzo secolo. Spettacolo tra le stelle a Matera il 18 luglio, nella scenografica Cava del Sole. La Capitale europea della cultura 2019 in versione gravità zero e post moderna, avvolta tra note elettroniche e d️’ambiente, è al centro della performance multimediale Apollo Soundtrack, in occasione del 50esimo anniversario dell️’approdo dell️’uomo sulla Luna. Con le musiche composte da Brian Eno, Roger Eno e Daniel Lanois, è eseguita dagli Icebreaker per la prima volta fuori dal Regno Unito. A Matera ha sede uno dei centri spaziali più avanzati al mondo, dedicato all️’osservazione della Terra che, con il Centro di geodesia dell’️Agenzia Spaziale Italiana, forma il Polo Spaziale. Da Matera un raggio laser raggiunge periodicamente il suolo lunare restituendo immagini fondamentali per la conoscenza scientifica. E proprio alcune di queste immagini fanno da sfondo alla serata speciale del 18 luglio. Tra gli eventi organizzati dall’Agenzia Spaziale Italiana, il 20 luglio, al MAXXI di Roma evento proiezione per il lancio dell’astronauta Luca Parmitano, intervistato a giugno su La Freccia, a capo della missione Beyond; una mostra fotografica sulla Luna e il video concerto di MartuX, Apollo 11 Reloaded. F.V. icebreaker.org matera-basilicata2019.it asi.it esa.int 125
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PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS
IN TRENO NELL’INCANTO DELLA VALSESIA ALLA SCOPERTA DELLA FERROVIA NOVARA-VARALLO SESIA. TRA ATMOSFERE MISTICHE E BIANCHE CORONE DI MONTI di Ernesto Petrucci
«Forse verso sera […]; scendere, poco prima del crepuscolo, lungo il Sesia, quando le ombre cadono giù dalle cime dei monti sul fiume e sulla piana, e guardare […] e immaginarsi, immaginare; sentirsi crescere in cuore l’idea di un teatro, là dove, fin lì, non erano che cappellette» [Giovanni Testori, Il Sacro Monte di Varallo, 1965]
I
noltrarsi in treno in una delle valli più verdi d’Italia, alla scoperta di paesaggi unici dove il verde della Pianura Padana lascia il posto a boschi e montagne dalle nevi perenni. È un viaggio nello stupore di atmosfere di rara bellezza, dove la natura fa da custode a scrigni d’arte realizzati dall’uomo. Qui, in questa valle, un profondo spirito religioso, nutrito dalla più pura vena artistica, ha prodotto la meraviglia del Sacro Monte di Varallo. Da questo antico borgo si dipana, infatti, lo stupefacente itinerario devozionale fatto di cappelle, statue policrome e affreschi realizzati nel XVI secolo da Gaudenzio Ferrari, pittore e scultore della bassa Valsesia. Un itinerario che, come in un teatro vivo, ci trasporta attraverso gli episodi più commoventi della tradizione cristiana e della novella evangelica. Il percorso si snoda tra vie e piazzette, con 44 cappelle affrescate e popolate da circa 800 statue in terracotta policroma o legno a grandezza naturale. Questa antica ferrovia ottocentesca, che si svolge per oltre 50 chilometri da Novara a Varallo Sesia, è tutt’oggi uno degli itinerari più belli del progetto Binari senza tempo della Fondazione FS Italiane. A bordo di affascinanti treni d’epoca, la Valsesia offre al viaggiatore occasioni continue di incontro con la natura, l’arte e le tradizioni locali. Presso la stazione di Varallo, inoltre, il Museo ferroviario valsesiano raccoglie oggetti, cimeli, modellini e documenti storici riguardanti il mondo della ferrovia locale. fondazionefs.it
LUGLIO IN TRENO STORICO 7 Sebino Express, da Milano a Paratico-Sarnico La Valcellina da Treviso a Montereale Valcellina Estate sulla Transiberiana d’Italia da Sulmona a Roccaraso Treno del Gusto da Porto Empedocle a Palma di Montechiaro e Licata 13 Porrettana Express, da Pistoia alla scoperta dell’Appennino Tosco-Emiliano Varallo Express, da Novara a Varallo Sesia 14 Tra laguna e mare, da Latisana a Miramare Reggia Express, da Napoli a Caserta Estate sulla Transiberiana d’Italia da Sulmona a Roccaraso Treno del Sacro Monte, da Milano e Novara a Varallo Sesia 20 Varallo Express, da Novara a Varallo Sesia Treno del Gusto da Catania a Militello in Val di Catania e Caltagirone 21 Varallo Express, da Novara a Varallo Sesia Treno delle Lame, da Treviso a Maniago Estate sulla Transiberiana d’Italia da Sulmona a Roccaraso 28 Treno del Gusto da Trapani a Mazara del Vallo e Selinunte Sannio Express, Treno del Jazz Festival da Napoli a Pietrelcina Irpinia Express, Cavalcata di Sant’Anna da Benevento a Paternopoli Estate sulla Transiberiana d’Italia da Sulmona a Roccaraso Archeotreno Campania, da Napoli a Ercolano, Pompei Paestum, Ascea, Pontecagnano, Sapri 29 Sannio Express, Treno del Jazz Festival da Napoli a Pietrelcina
© A. Mortarino - Archivio Fondazione FS Italiane
Treno del Sacro Monte da Milano e Novara a Varallo Sesia
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PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO
di Mario Tozzi OfficialTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]
TODI, BENE COMUNE
«A
© Jenifoto/AdobeStock
h, Todi!», esclamano gli stranieri di passaggio che, innamorandosi di questa cittadina medievale adagiata sulla collina che domina la Valle del Tevere, decidono di acquistare un casale in queste campagne. «Ah, Todi!», ripetono i turisti italiani che si avventurano per le strade dell’Umbria tornandovi più di una volta. «Ah, Todi!», conferma chiunque entri per la prima volta nella
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città più vivibile del mondo. Qualità architettonica, viabilità scorrevole, trasporti a basso impatto, servizi pubblici efficienti e verde pubblico sono tutti parametri ad altissimi livelli a Todi, e tuttavia da soli non bastano. Qui, infatti, si vive bene grazie a determinati elementi che riguardano i beni immateriali: la mancanza di inquinamento, un certo senso del bello che diventa quasi oggettivo, gli spazi ampi per l’oc-
chio quando abbraccia i dintorni, il paesaggio come bene collettivo il cui godimento viene tutelato, il cibo genuino e la cucina che sa esaltarne i sapori. Così, nella moderna società dei consumi, Todi è un’oasi dove riconquistare i valori del borgo cittadino inteso come bene comune e non solo come sommatoria di interessi singoli. Un concetto che nell’Italia dei campanili non sempre viene riconosciuto.
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